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Introduzione
all’ Informatica
Musicale
v.1.2
Nelle informazioni tecniche mi sono limitato esclusivamente a quelle indispensabili, ricordatevi che un’
attenta lettura dei manuali degli strumenti che vi troverete ad usare vi trarrà da ogni impaccio.
Prestate attenzione al software libero che trovate in rete o su CD-Rom di riviste specializzate.
Spesso con le schede già inserite nel nostro computer troviamo versioni base di programmi con le
funzionalità essenziali, ma perfettamente adatti per i nostri primi esperimenti.
Esperimenti che ci aiuteranno a capire bene quali che siano le nostre reali esigenze e a mirare con
consapevolezza i nostri eventuali acquisti.
In internet e sulle riviste specializzate è possibile reperire poi informazioni tecniche ed aggiornamenti
approfonditi sugli argomenti qui trattati.
Spero di essere riuscito nel tentativo di darvi un‘ idea generale ma precisa delle potenzialità di questa
materia che appartiene più all’ area creativa che a quella tecnica.
E ricordatevi….nessuna “macchinetta” sostituirà mai una “buona idea”
Fiorenzo Gualandris
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Indice degli argomenti:
I Files Musicali:
I Files Midi:
I Files Audio
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0.1 - Cos'è un file ?
Tutti i programmi per computer,cioè i software, nel loro lavoro producono, leggono e
gestiscono files, cioè pacchetti di informazioni contenenti dati di vario tipo.
Ad esempio un software di video scrittura produrrà files di testo in cui saranno
contenute tutte le “parole” che noi vi avremo inserito.
Una volta salvato il documento con un nome che ci aiuterà a riconoscerlo e a
identificarlo ogni qual volta ne avremo la necessità, noi ci ritroveremo con un file.
Questo file saremo poi in grado di riaprirlo per una eventuale rielaborazione o stampa.
Alla stessa stregua un programma di disegno salverà le nostre opere d’arte in un file
di tipo grafico ecc.ecc.
fig1
Allo stesso modo quindi la musica elaborata al computer produrrà dei files musicali
utili alla riproduzione sonora.
fig2
Anche se ad un approccio superficiale pare a volte non cogliersi la differenza (in fondo
con ambedue sento della musica), con un esame appena più attento si evidenziano
grandi differenze che ci portano a diversi ambiti di utilizzo.
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Con un po’ di fantasia possiamo assimilare i Files Midi alla ricetta per la pizza, mentre
i Files Audio sono la pizza vera e propria.
In altri termini i Files Midi sono pacchetti di istruzioni musicali che vengono
trasmessi ad un hardware elettronico in grado di interpretarli, suonarli e di farci
ascoltare la musica che in quelle istruzioni é contenuta.
Cosi come una ricetta contiene le istruzioni per realizzare la pizza che un “hardware
umano” (la mamma o il pizzaiolo) si incaricano di interpretare.
I Files Audio sono registrazioni digitali complete e praticamente definitive con
scarse e complesse possibilità di rielaborazione.
Infatti quando la pizza é fatta non abbiamo molte possibilità di cambiarla, magari
aggiungiamo un po’ di peperoncino, ma é sostanzialmente definitiva.
Con una similitudine un po’ più attinente possiamo paragonare il file midi ad uno
spartito che noi possiamo interpretare con il nostro strumento musicale abituale,
mentre il file audio é quella stessa musica registrata ad esempio su di una
audio cassetta.
Capite facilmente che le istruzioni contenute in uno spartito possono essere facilmente
rielaborate, ed avremo risultati molto differenti a seconda dell’ “hardware umano” che
le interpreta.
Se l’ esecutore é bravo avremo un bel risultato, ma se l’esecutore é scarsino......
Se l’ esecutore usa ad esempio un pianoforte gran coda da concerto ci restituirà un
suono molto migliore di quello ottenibile da una tastierina elettronica .
Inoltre sarà facile apportare modifiche al “pacchetto di istruzioni” : lo spartito
appunto, cambiando magari la velocità, la tonalità o modificando una nota o tutta una
frase, ecc.ecc.
La stessa musica invece, una volta registrata rimane praticamente immutabile, con
l’indubbio vantaggio di conservare nel tempo quella bella musica che ci piace tanto,
eseguita da quel bravo artista che tanto amiamo, con quel divino suono che noi non
potremo mai riprodurre.
Avete capito che di fatto ci stiamo riferendo ai CD che utilizziamo abitualmente e che
contengono per l’ appunto quei Files Audio di cui stiamo parlando.
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03 – Files Midi e Files Audio: caratteristiche a confronto
Questa tabella ha riassunto le principali caratteristiche generali dei due tipi di file,
caratteristiche che non decretano assolutamente una supposta superiorità dell’ uno o
dell’ altro, ma ne evidenziano solamente le peculiarità in modo da capirne l’ effettivo
ambito di utilizzo.
Teniamo ben presente poi, che i due formati convivono perfettamente permettendoci
di lavorare contemporaneamente con files musicali riprodotti via midi (ad es. una
base musicale) integrati con files audio (ad es. il nostro canto sovrapposto alla base
midi).
Un’ ultima osservazione sulla qualità audio in generale.
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Oltre a tutto ciò che la tabella precedente espone, teniamo sempre in gran conto
che ascoltare musica attraverso gli altoparlantini di un computer, per quanto di
buona qualità, difficilmente ci daranno una resa equiparabile ad una catena di
riproduzione Hi-Fi.
Avete mai provato a comparare la qualità audio del vostro CD preferito ascoltandolo
dalle cassettine del computer e poi nello stereo di casa? No? Fatelo!
I Files M.I.D.I.
E fu il M.I.D.I.
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Il protocollo midi prevede tre tipi di porte di comunicazione:
MIDI OUT: porta da cui escono i dati midi prodotti dallo strumento stesso.
MIDI IN : porta da cui si ricevono i dati midi inviati da altri strumenti.
MIDI THRU: porta da cui riescono i dati midi ricevuti dalla porta IN.
fig3
fig4
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fig5
Come si evidenzia in questo semplice schema, siamo in grado di separare i dati che ci
interessano utilizzando i diversi canali midi abilitando in modo differente gli expander
“schiavi” (slave) che dovranno interpretarli.
Similmente possiamo anche decidere di inviare i dati su di un solo canale midi ed
abilitare gli slave sul medesimo canale in modo da ottenere un’esecuzione
contemporanea con i timbri sovrapposti.
Nell’ esempio ascolteremo contemporaneamente dai due strumenti diversi la nostra
esecuzione: uno con suono di Tromba e uno con suono di Pianoforte.
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fig6
Glossario essenziale:
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1.2 - Il Sequencer Audio & M.I.D.I.
A questo punto il gioco é fatto.
Infatti se questi ordini di esecuzione musicale che il protocollo midi utilizza sono un
linguaggio informatico, é molto semplice per un computer intercettarli, registrarli,
manipolarli, salvarli, eseguirli ecc. ecc.
Esattamente come si fa per un testo di scrittura che il computer può memorizzare,
rielaborare, salvare e stampare, ora lo si può fare con la musica.
Occorre semplicemente un software in grado di compiere queste operazioni di
registrazione, manipolazione, esecuzione ed anche stampa in normali spartiti musicali
di questi ordini di esecuzione musicale.
Questo genere di software si chiama Sequencer, cioè manipolatore di sequenze
musicali.
I sequencer originariamente manipolavano solo dati midi, ma ora l’ integrazione con
l’Audio, cioè la registrazione musicale così come l’ abbiamo sempre intesa dall’
invenzione del grammofono, é totale.
I moderni sequencer sono infatti in grado di lavorare contemporaneamente con dati
midi e audio consentendoci di operare i modo semplice all’ interno del medesimo
ambiente di lavoro.
Un computer: il midi non richiede grandi potenze di calcolo, anche vecchie macchine
come i 386 in ambiente Wintel, un 68000 in ambiente Macintosh, un Atari ST o
Commodore Amiga, hanno potenza di calcolo sufficiente. Ovviamente potenze
superiori sono ben accette.
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Interfaccia MIDI: che può essere una scheda, una scatoletta esterna, oppure già
integrata nel computer stesso com’ era il caso della serie ST di Atari.
Questa interfaccia ci permette di comunicare in ambedue i sensi In e Out.
Un hardware per la produzione audio dei dati midi: questo può essere ospitato
nella stessa scheda che si ospita l’ interfaccia midi, o uno strumento midi esterno.
Una linea di amplificazione audio: per poter ascoltare le nostre musiche. Si può
andare dalle cassettine a corredo del computer a linee Hi-Fi, con risultati acustici
decisamente diversificati.
E non dimentichiamoci dei Cavi Pentapolari per i collegamenti Midi e dei Cavi
Audio per collegarci all’ eventuale amplificazione.
n.b. Le tastiere possono essere sia Mute: cioè utili solo per l’ immissione delle musiche
che poi la scheda audio del computer o expander esterni convertiranno in suoni
udibili.
Sia con generatore di suoni, in grado cioè di suonare autonomamente sia alla
pressione dei tasti tipo pianoforte che ricevendo ordini via midi.
fig7
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Sistema minimo, la qualità audio é data unicamente dalla scheda interna.
L’immissione di dati avviene esclusivamente tramite tastiera alfanumerica, mouse o
importazione di files di sequenze già elaborate.
fig8
Sistema minimo, la qualità audio é data unicamente dalla scheda interna al computer.
L’immissione di dati avviene principalmente tramite tastiera musicale catturando
così anche il feeling esecutivo del musicista.
fig9
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In questo caso il Computer funge solo da sequencer, riceve i dati dalla tastiera
musicale, li elabora e poi li restituisce alla tastiera che con i suoi generatori interni si
incarica di riprodurre i suoni.
ATTENZIONE: Con la presenza di più fonti audio: tastiera, scheda interna del computer,
altri expander esterni, un mixer diventa indispensabile.
Il mixer ha il compito di raccogliere in sé tutte le uscite audio provenienti dalle nostre
apparecchiature, compresi eventuali microfoni o altri strumenti musicali come Chitarre
elettriche, Bassi elettrici ecc. consentendoci di miscelare,controllare e convogliare tutti
i segnali audio provenienti dalle diverse fonti in un’ unica linea di amplificazione.
Fig10
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Questo é un esempio complesso di studio midi.
Come potete notare la tastiera si incarica di inviare i dati midi dell’ esecuzione
musicale al computer che, tramite il programma di sequencing, li registra inviandoli
poi agli expander incaricati della generazione sonora.
Ogni expander é abilitato al riconoscimento dei dati sui Canali midi a lui assegnati ed
ignorerà i dati comunque presenti, ma indirizzati su altri canali midi su cui lui non
sarà abilitato.
Ogni expander riceve i dati dall’ ingresso midi IN e li rinvia alla catena attraverso l’
uscita THRU.( Vedi capitolo 1.1 - Cos'è il M.I.D.I.)
Questo sistema in cascata é valido solo se la catena é limitata a pochi apparecchi,
eccedendo infatti si incorre in problemi di “ritardi” nella generazione sonora a causa
dell’ eccessivo “traffico” di dati.
Come vedete poi, ogni expander ha le uscite audio (solitamente in stereo L+R)
collegate al mixer che si incarica di miscelare i livelli in un’ unica linea di
amplificazione.
Ovviamente, agli expander nell’ esempio possiamo aggiungere le uscite audio della
scheda del nostro computer e quelle della tastiera (se invece di essere muta, ha una
propria generazione sonora).
Assegneremo loro un canale midi di ricezione e collegheremo le loro uscite audio al
mixer.
ma anche altri parametri che diventano parte integrante della nostra esecuzione
musicale quali ad esempio:
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- Dinamica: cioè la forza con cui premiamo i tasti con le relative variazioni di volume
e risultanza timbrica.
- Pan Pot (Potenziometro Panoramici): cioè la dislocazione nel panorama stereofonico
tra sinistra e destra.
- Velocità Metronomica e .... molto altro ancora, tra cui tutti i dati relativi alle
grafiche delle partiture.
- Real Time (Tempo Reale) :in pratica ponendo il sequencer in registrazione come se
fosse un normale registratore a cassette e suonando sulla nostra tastiera midi.
- Step by Step (Passo a Passo): introducendo le nostre partiture nota per nota,
solitamente tramite il mouse del computer,in modo da memorizzare passaggi per noi
troppo difficoltosi da eseguire o se sprovvisti di tastiera musicale collegata al
computer.
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1.5 - I Formati Midi
Una volta ultimato il nostro lavoro dovremo salvarlo così come faremo per qualunque
altro tipo di file.
Infatti ogni software di sequencer, così come ogni software di videoscrittura, salva i
dati midi secondo il proprio formato proprietario.
Cioè un formato che raccoglie in ogni file tutte le peculiarità di quel software che rende
però il dato irriconoscibile da altri software di sequencing.
Ogni software-house poi, spesso implementa anche più possibilità nella scelta delle
modalità di salvataggio, ed un’ attenta lettura dei manuali ci chiarirà le idee sul modo
migliore di effettuare i nostri salvataggi.
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La grande facilità di manipolazione di queste basi midi che, a differenza delle
registrazioni audio, consentono facilmente un’ editing approfondito per l’ adattamento
a qualunque situazione ed esigenza musicale del cantante o del solista in genere, ha
fatto esplodere il fenomeno.
Fenomeno che ha imposto all’ industria la definizione di standard veramente comuni
a tutti e utili alla circolazione di questi files.
Questo si é realizzato su due fronti:
- quello software con gli Standard Midi Files di cui abbiamo parlato sopra.
- quello hardware con lo Standard General Midi.
Caratteristiche che pur consentendo un’ ampia libertà di editing consenta all’ utente di
riprodurre queste musiche in modo coerente con le intenzioni del
musicista/programmatore che le ha generate.
Uno dei problemi principali riscontrati era infatti la diversa mappatura dei Program
Change nelle diverse apparecchiature.
Per cui se per avere il suono di Pianoforte, su di una data apparecchiatura si doveva
programmare ad esempio la locazione di memoria n°6, che diveniva parte integrante
del midi file, questo veniva riprodotto esattamente solo su apparecchiature che
analogamente ponevano al n°6 un timbro di Pianoforte.
Ma se la riproduzione avveniva tramite uno strumento che al programma n°6 aveva
mappato ad esempio un timbro di Cornamusa ecco che il mio strabiliante brano per
pianoforte veniva riprodotto con un suono decisamente scorretto. Di Cornamusa
appunto!
Così come per le batterie elettroniche si aveva una mappatura differente negli
abbinamenti tra tasto e strumento riprodotto.
Per cui una data apparecchiatura assegnava ad esempio il tasto DO 2° spazio in
chiave di Fa (in termini midi un C2) il timbro di rullante ed un’altra allo stesso tasto
assegnava un colpo di piatto, ecc.
Risultato su apparecchi differenti: ....un batterista impazzito!
Così come per la polifonia, cioè il numero di voci (suoni) riproducibili
contemporaneamente.
Se il musicista/programmatore prevedeva un brano con esigenze polifoniche di 23 voci,
e poi l’ utilizzatore lo riproduceva attraverso un’ apparecchiatura dotata di sole 16
voci, evidentemente il risultato ne risultava monco, con voci che inevitabilmente
sparivano.
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Immaginatevi la confusione.
Ci si ritrova in un’ autentica Torre di Babele Informatico/Musicale.
L’ industria quindi si riunì attorno ad un tavole e, come aveva fatto per i Midi Files,
stabilì un protocollo comune per l’ hardware inventandosi lo Standard General
Midi.
Con questa intesa ogni costruttore si impegnava a costruire apparecchi che fregiandosi
del marchio GM garantiva il rispetto di caratteristiche comuni di compatibilità.
Fu stabilita una mappatura comune per 128 timbri uguali per tutti, per cui il
Pianoforte Acustico lo troviamo sempre nella prima locazione di memoria, così come
Violini, Bassi elettrici, Chitarre ecc. saranno sempre in locazioni di memoria comuni a
tutti gli strumenti che si fregiano del logo di compatibilità GM.
Parimenti fu decretata una polifonia minima di 24 voci ed una mappatura univoca per
la Batteria che convenzionalmente fu assegnata di default (cioè come programmazione
pre-definita ma sempre modificabile) al canale midi n°10.
In definitiva:
I Files Audio
Come abbiamo accennato nel capitolo 1.2 - Il Sequencer Audio e Midi, il nostro
software di sequencing é in grado di manipolare contemporaneamente sia files di tipo
midi che files di tipo audio.
Abbiamo anche specificato che i files audio contengono effettivamente dati audio
digitalizzati e sono di fatto delle vere e proprie registrazioni così come le abbiamo
sempre concepite.
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Anche nel caso dei files audio ci sarà una fase di registrazione, di manipolazione e di
salvataggio dei dati, ma qui il discorso é diverso.
Cominciamo col renderci famigliare il concetto di:
Cosa occorre?
- Il Computer: deve essere di potenza adeguata e ben dotato sia di memoria RAM che
di un veloce e capiente Hard Disk.
Considerando che anche i programmi di sequencing diventano sempre più sofisticati
ma avidi di potenza e la mole di dati che genera una registrazione audio non é
pensabile utilizzare macchine al di sotto di processori Pentium su piattaforma Wintel
e Power PC su piattaforma Macintosh.
Se si vuole lavorare tranquilli é consigliabile non scendere al di sotto di un Pentium III
o di un Mac G3.
Installare memorie Ram di 128 Mega e l’ Hard Disk... più grande é meglio si lavora,
almeno un paio di Giga.
- La scheda Audio: il trattamento di dati audio é cosa più delicata di quelli midi.
Una buona scheda dotata di buoni convertitori AD/DA (Analgico-Digitale per
registrare e Digitale-Analogico per risentire), incidono pesantemente sulla qualità
finale. Vi sono comunque dignitose soluzioni economicamente abbordabili ed in
qualche caso l’hardware di serie assolve egregiamente alle esigente più comuni.
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- Lettore CD - CD-ROM: che solitamente sono ormai presenti in ogni computer.
Questi lettori ci consentono tra l’altro di acquisire materiale dai normali CD Audio
direttamente senza uscire dal dominio digitale.
E’ logico che alla fine del lavoro vi troverete probabilmente con un brano composto da
una o più tracce Audio e Midi, accuratamente elaborato e rifinito, che sarà racchiuso
in un file di notevole dimensioni.
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Ricordate che per ogni minuto di registrazione stereo occorrono circa 10Mb di spazio
sull’ hard-disk.
Fatte salve le regole del back-up del lavoro informatico, back-up impossibile su
normali floppy disk date le dimensioni dei files, per cui si renderanno indispensabili
masterizzatori o sistemi a cartucce molto capienti,
bisognerà anche depositare tanta fatica mixandola su di un supporto ultimativo per il
normale ascolto.
Dalla normale ed economico deck a cassette, agli altri sistemi audio digitale c’ é solo l’
imbarazzo della scelta e delle dimensioni del nostro portafoglio.
in Registrazione:
-Il mixer raccoglie tutte le linee audio per convogliarle in ingresso alla nostra scheda
audio controllata dal software di sequencig, su cui avremo anche registrato le
eventuali parti in midi.
Tipicamente: una canzone con base in midi + la nostra voce e/o strumento solista in
audio.
Il Mixer miscela, controlla equilibra il tutto ed invia su di una linea stereo la nostra
canzone per l’ ascolto, ed eventualmente anche ad un sistema di registrazione per
fissare il risultato definitivo
Fig11
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Sistema minimo, La scheda audio del computer si occupa di generare sia le parti Midi
che quelle Audio registrate tramite microfono (fatte salve le problematiche di
compatibilità elettriche sopra descritte) o acquisito tramite il lettore CD del Computer,
il tutto controllato dal sequencer.
Il mixer software del sequencer miscela il tutto e ci restituisce l’ ascolto.
Eventualmente possiamo depositare il missaggio su di una unità di registrazione
esterna.
Nell’ esempio vediamo una tradizionale unità a cassette.
Laboratorio ottimale
fig12
In questo caso il Mixer, oltre a poter convogliare più linee audio sia microfoniche che
eventualmente provenienti da altre fonti ( ad es. strumenti elettrici), ci risolve ogni
problema di livello e di compatibilità elettrica con gli ingressi della scheda audio del
computer.
Ovviamente rimane valido quanto esposto precedentemente per la parte Midi.
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Configurazione in riproduzione ed eventuale riversamento su di
un registratore esterno:
fig13
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A questi si aggiungono le tracce audio registrate precedentemente sull’ hard disk del
comupter e che il sequencer gestisce esattamente come fa per le tracce di dati midi.
Il mixer raccoglie tutte le uscite audio: dagli strumenti e dall’ uscita audio della scheda
e miscela il tutto aggiustandone livelli, equalizzazioni, eventuali effetti ecc. ecc.
restituendoci in uscite una normale linea audio stereo da ascoltare ed eventualmente
registrare su Audio Cassetta , Dat, Mini Disk ecc.
Non é possibile esemplificare in questa sede tutte le connessioni che possono essere
effettuate in quanto sono moltissime le soluzioni hardware che il mercato propone.
Andiamo dalle semplici schede audio che equipaggiano normalmente ogni computer,
che ci forniscono semplici connettori mini jack alle soluzioni più sofisticate (e costose)
che ci forniscono schede da inserire a cui si collegano box esterni su cui troviamo
connettori multipli anche in formato digitale.
Quindi un’ attenta lettura di manuali e caratteristiche si impone ogni volta che
dobbiamo scegliere i nostri acquisti ed organizzare le nostre configurazioni.
fig14
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In questo caso possiamo operare generalmente in due modi, utilizzando come fonte il
lettore di Cd che equipaggia il nostro computer.
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Non é un formato però adatto alla masterizzazione di CD-Audio destinati al normale
ascolto su sistemi Hi-Fi.
-AIFF: formato sviluppato dalla Apple Computer adatto anche alla masterizzazione di
CD-Audio per il normale ascolto su sistemi Hi-Fi.
-Wave: formato sviluppato da Microsoft-IBM adatto anche alla masterizzazione di CD-
Audio per il normale ascolto su sistemi Hi-Fi.
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2.7 - Il Formato mp3
Il formato mp3 é il risultato di una ricerca fatta sulle possibilità di comprimere i dati
video e audio in modo da ridurne le abnormi dimensioni.
In definitiva il formato di compressione dati MPEG layer III , mp3 per gli amici, si é
dimostrato particolarmente efficace per i dati audio, riuscendo a ridurre le dimensioni
dei files di circa un decimo senza un’ apprezzabile decadimento qualitativo che
comunque c’é.
In pratica questa compressione, inizialmente progettata per il video, agisce in modo
pesante ma intelligentemente selettivo eliminando dati ed informazioni sulla base di
studi di psico-acustica.
Si ottiene così un file più leggero, addatto a viggiare in internet che mantiene un’
ottima qualità audio.
Questi files non si possono ascoltare su di un normale lettore di CD Hi-Fi, in quanto il
formato non rispetta le specifiche di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente.
Per poterli ascoltare dobbiamo leggerli tramite appositi software, per la maggior parte
gratuiti, attraverso il nostro computer.
O procurarci un lettore di mp3 su cui, sempre tramite il nostro computer, potremo
caricare i brani che ci interessano.
Potremo anche immagazzinare su di un cd una quantità di musica dieci volte
superiore a quella solita, ma si tratterà di file non riproducibili su di un comune
lettore CD hi-fi.
Esistono poi diversi software utili alla conversione di files Wave o Aiff in formato mp3
e viceversa che ci consentono di trasformare il materiale audio.
Ciò significa che se scarichiamo da internet delle musiche in formato mp3, potremo
convertitle in formati utili alla masterizzazione per un normale utilizzo audio.
Viceversa, se vogliamo trasferire musiche via internet, potremo fare l’ operazione
inversa.
Alcuni sofware di masterizzazione ci consentono di masterizzare direttamente un CD
audio partendo da materiale mp3, occupandosi automaticamente della conversione.
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- Streaming Audio: cioè la possibilità di ascoltare un files audio senza scaricarlo
effettivamente nel proprio computer.
Sono formati audio di bassa qualità, rispetto lo standard CD, in quanto molto
compressi per poter essere trasmessi ed ascoltati in tempo reale.
Un nome per tutti: Real Audio.
Un formato ed un software nati specificatamente per questa tipologia di trasmissione
dati.
In fondo funziona un po’ come una radio, infatti una volta lanciato il software, che é
gratuito per le sole funzioni di ascolto, questi si occupa di gestire il collegamento
internet con il sito che ha in deposito il file musicale e scaricandolo ci consente
contemporaneamente l’ascolto dello stesso.
Alla fine sul nostro hard disk non troveremo il file audio, ma un piccolissimo file che se
lanciato ci ricollegherà al sito internet in cui c’é il file e ce lo farà ascoltare.
Questa operazione detta appunto streaming, vale anche per il video.
Altri sono comunque i formati utili : Liquid Audio , Quick Time ecc.ecc. ed è bene
dotare il nostro computer di tutti questi lettori che tra l’ altro sono gratuiti.
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