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Fiorenzo Gualandris

Introduzione
all’ Informatica
Musicale
v.1.2

Introduzione all’ Informatica Musicale


L’uso dell’ informatica nelle attività umane é omai preponderante, non esistono ambiti in cui il
computer non può essere impiegato ed anche la musica non fa eccezione.
Per molti musicisti un computer opportunamente configurato é ormai parte integrante del proprio
metodo di lavoro, alla stregua del fedele e più tradizionale strumento musicale.
Per molti versi quindi é lecito riferirsi al computer come ad un vero e proprio “strumento musicale” con
cui si può scrivere, suonare, registrare, studiare e fare ogni tipo di operazione che la tecnologia odierna
ci mette a disposizione.
Erroneamente molti pensano che l’ informatica sia un ambito tipico solo di alcuni stili musicali
tipicamente giovanili, o appannaggio di elitarie avanguardie colte.
Ma non é così, e questo breve ed essenziale viaggio ci aiuterà a scoprire le potenzialità di questo mezzo
rivoluzionario ed estremamente duttile, in grado di servirci fedelmente nel nostro “fare musica”.
Questo compendio non fa riferimento a specifici prodotti hardware e software o a particolari piattaforme
e sistemi operativi, ma affronta l’ argomento da un punto di vista comune a tutta la materia,
demandando alla manualistica specifica degli strumenti hardware e software adottati lo studio
operativo.
Del resto la vertiginosa evoluzione delle tecnologia renderebbe immediatamente obsoleto questo scritto,
e come un corso di Scuola Guida non vincola l’ alunno ad un modello univoco di automobile, così non é
mia intenzione “ammaestrare” nessuno all’ uso di in dato software o hardware.
Ma fornire agli interessati un bagaglio minimo di conoscenze basilari per orientarsi nell’ esplorazione di
questo potente universo, scegliendosi autonomamente gli strumenti che parranno loro più adeguati.

Nelle informazioni tecniche mi sono limitato esclusivamente a quelle indispensabili, ricordatevi che un’
attenta lettura dei manuali degli strumenti che vi troverete ad usare vi trarrà da ogni impaccio.
Prestate attenzione al software libero che trovate in rete o su CD-Rom di riviste specializzate.
Spesso con le schede già inserite nel nostro computer troviamo versioni base di programmi con le
funzionalità essenziali, ma perfettamente adatti per i nostri primi esperimenti.
Esperimenti che ci aiuteranno a capire bene quali che siano le nostre reali esigenze e a mirare con
consapevolezza i nostri eventuali acquisti.
In internet e sulle riviste specializzate è possibile reperire poi informazioni tecniche ed aggiornamenti
approfonditi sugli argomenti qui trattati.
Spero di essere riuscito nel tentativo di darvi un‘ idea generale ma precisa delle potenzialità di questa
materia che appartiene più all’ area creativa che a quella tecnica.
E ricordatevi….nessuna “macchinetta” sostituirà mai una “buona idea”

Fiorenzo Gualandris

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Indice degli argomenti:

I Files Musicali:

Pag. 04 0.1 - Cos'è un file


Pag. 05 0.2 - Tipologie dei Files Musicali: Files M.I.D.I. e Files Audio
Pag. 06 0.3 - Files Midi e Files Audio: caratteristiche a confronto

I Files Midi:

Pag. 08 1.1 - Cos'è il MIDI


Pag. 12 1.2 - Il Sequencer Audio e Midi
Pag. 13 1.3 - Il Laboratorio di Informatica Musicale MIDI.
Pag. 18 1.4 - Registrazione e manipolazione dei dati midi.
Pag. 19 1.5 - I Formati Midi
Pag. 20 1.6 - Lo Standard General Midi

I Files Audio

Pag. 22 2.1 - Hard Disk Recording


Pag. 23 2.2 - Il Laboratorio di Informatica Musicale Audio.
Pag. 25 2.3 - Registrazione dei dati Audio.
Pag. 30 2.4 - Editing dei dati Audio.
Pag. 31 2.5 - Produrre un CD Audio
Pag. 32 2.6 - I Formati Audio
Pag. 33 2.7 - Il formato mp3

Pag. 34 3.1 - Musica e Internet

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0.1 - Cos'è un file ?
Tutti i programmi per computer,cioè i software, nel loro lavoro producono, leggono e
gestiscono files, cioè pacchetti di informazioni contenenti dati di vario tipo.
Ad esempio un software di video scrittura produrrà files di testo in cui saranno
contenute tutte le “parole” che noi vi avremo inserito.
Una volta salvato il documento con un nome che ci aiuterà a riconoscerlo e a
identificarlo ogni qual volta ne avremo la necessità, noi ci ritroveremo con un file.
Questo file saremo poi in grado di riaprirlo per una eventuale rielaborazione o stampa.
Alla stessa stregua un programma di disegno salverà le nostre opere d’arte in un file
di tipo grafico ecc.ecc.

fig1

Allo stesso modo quindi la musica elaborata al computer produrrà dei files musicali
utili alla riproduzione sonora.

0.2 - Tipologie dei Files Musicali


Esistono diversi tipi di files musicali, ma possono raggrupparsi in due grandi famiglie:

i Files M.I.D.I. e i Files Audio

fig2

Anche se ad un approccio superficiale pare a volte non cogliersi la differenza (in fondo
con ambedue sento della musica), con un esame appena più attento si evidenziano
grandi differenze che ci portano a diversi ambiti di utilizzo.

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Con un po’ di fantasia possiamo assimilare i Files Midi alla ricetta per la pizza, mentre
i Files Audio sono la pizza vera e propria.
In altri termini i Files Midi sono pacchetti di istruzioni musicali che vengono
trasmessi ad un hardware elettronico in grado di interpretarli, suonarli e di farci
ascoltare la musica che in quelle istruzioni é contenuta.
Cosi come una ricetta contiene le istruzioni per realizzare la pizza che un “hardware
umano” (la mamma o il pizzaiolo) si incaricano di interpretare.
I Files Audio sono registrazioni digitali complete e praticamente definitive con
scarse e complesse possibilità di rielaborazione.
Infatti quando la pizza é fatta non abbiamo molte possibilità di cambiarla, magari
aggiungiamo un po’ di peperoncino, ma é sostanzialmente definitiva.

Con una similitudine un po’ più attinente possiamo paragonare il file midi ad uno
spartito che noi possiamo interpretare con il nostro strumento musicale abituale,
mentre il file audio é quella stessa musica registrata ad esempio su di una
audio cassetta.

Capite facilmente che le istruzioni contenute in uno spartito possono essere facilmente
rielaborate, ed avremo risultati molto differenti a seconda dell’ “hardware umano” che
le interpreta.
Se l’ esecutore é bravo avremo un bel risultato, ma se l’esecutore é scarsino......
Se l’ esecutore usa ad esempio un pianoforte gran coda da concerto ci restituirà un
suono molto migliore di quello ottenibile da una tastierina elettronica .
Inoltre sarà facile apportare modifiche al “pacchetto di istruzioni” : lo spartito
appunto, cambiando magari la velocità, la tonalità o modificando una nota o tutta una
frase, ecc.ecc.
La stessa musica invece, una volta registrata rimane praticamente immutabile, con
l’indubbio vantaggio di conservare nel tempo quella bella musica che ci piace tanto,
eseguita da quel bravo artista che tanto amiamo, con quel divino suono che noi non
potremo mai riprodurre.
Avete capito che di fatto ci stiamo riferendo ai CD che utilizziamo abitualmente e che
contengono per l’ appunto quei Files Audio di cui stiamo parlando.

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03 – Files Midi e Files Audio: caratteristiche a confronto

• Contiene Istruzioni Musicali • Contiene Dati Musicali veri e propri.

• Necessita di un Hardware apposito (scheda audio • Non necessita di un Hardware apposito, ma di un


del computer o strumento musicale elettronico normale abbinamento hard e soft di riproduzione.
esterno) in grado di “suonare” le istruzioni .
• La qualità audio è stabilita all’ origine nella
• La qualità audio dipende dall’ hardware che registrazione.
interpreta le istruzioni.
• Cambiando l’hardware che riproduce l’Audio, la resa
• Cambiando l’hardware che interpreta le istruzioni, timbrica rimane sostanzialmente immutata.
la resa timbrica può cambiare profondamente.
• I dati Audio, pur con apposito software, sono di
• Le istruzioni Midi, con apposito software, sono difficile rielaborazione.
facilmente e profondamente rielaborabili.
• Da un File Audio non posso ricavare una partitura a
• Da un File Midi posso ricavare una partitura a stampa .
stampa anche molto sofisticata.
• In un File Audio non posso isolare e ascoltare singoli
• In un File Midi posso isolare e ascoltare singoli strumenti o gruppi di strumenti a mio piacimento.
strumenti o gruppi di strumenti a mio piacimento.
• In un File Audio non posso riassegnare le singole parti
• In un File Midi posso riassegnare le singole parti a a timbri di strumenti differenti.Trattandosi di una
timbri di strumenti differenti. (es.dare ad un timbro di registrazione, tutto rimane com’é.
Flauto una parte originariamente indirizzata ad un
timbro di Tromba) • In un File Audio si possono immagazzinare parti sia di
canto di parlato e rumori. Ed anche i suoni di strumenti
• In un File Midi non si possono immagazzinare parti musicali sono fedeli in quanto registrati realmente.
di canto, parlato o rumori. Ed anche la fedeltà dei
suoni di strumenti musicali acustici risentono dei • Un File Audio é di grandi dimensioni: circa 10 MB per
limiti della tecnologia. ogni minuto di registrazione stereo , 44.1 Khz a 16 Bit
(valori CD)
• Un File Midi é di piccole dimensioni: normalmente
qualche decina di Kb. • A causa della sua “pesantezza” non é possibile
utilizzare normali floppy disk per immagazzinarli.
• Grazie alla sua “leggerezza” é possibile utilizzare
normali floppy disk per immagazzinarli. • A causa della sua “pesantezza” è praticamente
impossibile inviarlo e riceverlo via internet o e-mail. Ad
• Grazie alla sua “leggerezza” é semplice inviarlo e eccezione di particolari formati compressi .
riceverlo via internet o e-mail.
• Posso ascoltare un File Audio anche al di fuori di un’
• Non è possibile ascoltare un File Midi al di fuori di accoppiata hardware e software dedicata .
un’accoppiata hardware e software dedicata allo Mi è sufficiente masterizzarlo in modo appropriato su di
scopo. un CD ed un qualunque lettore Hi-Fi sarà in grado di
suonarlo.

Questa tabella ha riassunto le principali caratteristiche generali dei due tipi di file,
caratteristiche che non decretano assolutamente una supposta superiorità dell’ uno o
dell’ altro, ma ne evidenziano solamente le peculiarità in modo da capirne l’ effettivo
ambito di utilizzo.
Teniamo ben presente poi, che i due formati convivono perfettamente permettendoci
di lavorare contemporaneamente con files musicali riprodotti via midi (ad es. una
base musicale) integrati con files audio (ad es. il nostro canto sovrapposto alla base
midi).
Un’ ultima osservazione sulla qualità audio in generale.

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Oltre a tutto ciò che la tabella precedente espone, teniamo sempre in gran conto
che ascoltare musica attraverso gli altoparlantini di un computer, per quanto di
buona qualità, difficilmente ci daranno una resa equiparabile ad una catena di
riproduzione Hi-Fi.
Avete mai provato a comparare la qualità audio del vostro CD preferito ascoltandolo
dalle cassettine del computer e poi nello stereo di casa? No? Fatelo!

I Files M.I.D.I.

1.1 - Cos'è il M.I.D.I.


Il termine M.I.D.I. è l’ acronimo di Musical Instrument Digital Interface e cioè:
Interfaccia Digitale per Strumenti Musicali.
Nella loro evoluzione gli strumenti musicali elettronici come i sintetizzatori, hanno
sempre più massicciamente fatto uso di tecnologie informatiche per la generazione
della sintesi sonora e sono di fatto diventati dei veri e propri computer
specificatamente dedicati solo alla musica.
Al loro interno troviamo gli stessi processori che sono il cuore dei nostri computer ed il
linguaggio utilizzato da questi strumenti musicali é in pratica il medesimo di quello
utilizzato in ogni apparecchiatura informatica digitale.
Niente di più semplice che metterli in comunicazione tra loro, visto che utilizzano il
medesimo linguaggio.
Da qui dunque la necessità di sviluppare un’ apposita interfaccia per realizzare la
comunicazione musicale, così come esistono apposite interfacce per far comunicare il
computer con stampanti, scanner ecc. ecc.

E fu il M.I.D.I.

Le prime applicazioni di questo protocollo di comunicazione furono quelle utili a


consentire il controllo di più strumenti tra loro collegati.
Da una tastiera ( o altro controller) principale che fungeva da MASTER , il musicista
poteva pilotare altri strumenti SLAVE (letteralmente “SCHIAVI”): suonarli,
programmarli, sovrapporne i timbri ecc; senza la necessità di “toccarli fisicamente” e
senza doversi circondare da montagne di tastiere.
Infatti, oltre ai normali strumenti provvisti di tastiera, fecero la loro comparsa
strumenti con identiche funzionalità, ma meno ingombranti in quanto privi della
tastiera denominati EXPANDER.
Questi expander, si pongono come slave della catena MIDI, e vengono suonati da una
tastiera remota con funzioni master da cui il musicista controlla il tutto: suona le note
desiderate, cambia i programmi dei timbri da suonare (cioè deciderà se quel dato
expander suonerà con un timbro di flauto piuttosto che di chitarra o altro), ecc. ecc.
Ed il tutto avviene senza che il musicista debba toccare fisicamente gli strumenti
slave, ma semplicemente inviando gli ordini (in linguaggio informatico) dalla sua
tastiera master attraverso le porte del protocollo midi.

Per proseguire nel nostro viaggio occorre anche sapere che:

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Il protocollo midi prevede tre tipi di porte di comunicazione:
MIDI OUT: porta da cui escono i dati midi prodotti dallo strumento stesso.
MIDI IN : porta da cui si ricevono i dati midi inviati da altri strumenti.
MIDI THRU: porta da cui riescono i dati midi ricevuti dalla porta IN.

fig3

Inoltre il protocollo prevede l’ utilizzo di 16 canali midi che agiscono


contemporaneamente in ingresso ed in uscita ma in modo totalmente
indipendente.

fig4

La divisione in 16 canali midi indipendenti ma contemporaneamente aperti ci


consente di non creare confusioni di interpretazione dei dati da parte di più strumenti
collegati in catena.
Infatti, abilitando uno strumento al riconoscimento dei dati ricevuti solo sul canale 1,
questo ignorerà ogni altro dato eventualmente presente ma indirizzato sul canale 2, ed
eseguirà solo gli ordini presenti sul canale a lui assegnato ignorando tutti gli altri.

Facciamo un semplice esempio di catena midi.

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fig5

Come si evidenzia in questo semplice schema, siamo in grado di separare i dati che ci
interessano utilizzando i diversi canali midi abilitando in modo differente gli expander
“schiavi” (slave) che dovranno interpretarli.
Similmente possiamo anche decidere di inviare i dati su di un solo canale midi ed
abilitare gli slave sul medesimo canale in modo da ottenere un’esecuzione
contemporanea con i timbri sovrapposti.
Nell’ esempio ascolteremo contemporaneamente dai due strumenti diversi la nostra
esecuzione: uno con suono di Tromba e uno con suono di Pianoforte.

ATTENZIONE: ricorda che nei collegamenti midi non viaggiano i suoni, ma


solo ordini informatici di esecuzione.
Non ha alcun senso collegare un’ uscita midi ad una catena di amplificazione, non
ne uscirà nulla.
I suoni vanno prelevati dalle normali uscite audio presenti in ogni strumento
musicale elettronico.

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fig6

Nella loro evoluzione tecnologica le industrie propongono ora strumenti elettronici e


schede audio per i computer in grado di gestire contemporaneamente tutti e 16 i
canali midi, con possibilità multi timbriche e polifoniche elevate in grado di
essere sostanzialmente auto sufficienti per la maggior parte delle situazioni richieste,
con standard qualitativi dal minimale al professionale.
In concreto, una normale scheda audio o strumento midi esterno gestisce oggi in modo
indipendente tutti e 16 canali del protocollo midi, comportandosi in definitiva come se
avessimo a disposizione 16 distinti strumenti musicali.
Basterà configurare gli indirizzamenti in modo adeguato alle nostre volontà e potremo
avere a disposizione un’ intera orchestra con una sola apparecchiatura in cui ogni
timbro di strumento musicale avrà un suo canale midi assegnato attraverso cui
ricevere gli ordini di esecuzione, senza alcuna confusione.

Glossario essenziale:

Politimbrico: in grado di riprodurre contemporaneamente più timbri di strumenti .


16 Parti: in grado di gestire contemporaneamente in modo indipendente tutti i 16
ioCh.
e Midi
Midi

Polifonia a n°X di voci: numero di suoni (indipendentemente dal timbro) eseguibili


contemporaneamente. Il numero minimo per un’ apparecchiatura autosufficiente non
dovrebbe essere inferiore alle 32 voci.

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1.2 - Il Sequencer Audio & M.I.D.I.
A questo punto il gioco é fatto.
Infatti se questi ordini di esecuzione musicale che il protocollo midi utilizza sono un
linguaggio informatico, é molto semplice per un computer intercettarli, registrarli,
manipolarli, salvarli, eseguirli ecc. ecc.
Esattamente come si fa per un testo di scrittura che il computer può memorizzare,
rielaborare, salvare e stampare, ora lo si può fare con la musica.
Occorre semplicemente un software in grado di compiere queste operazioni di
registrazione, manipolazione, esecuzione ed anche stampa in normali spartiti musicali
di questi ordini di esecuzione musicale.
Questo genere di software si chiama Sequencer, cioè manipolatore di sequenze
musicali.
I sequencer originariamente manipolavano solo dati midi, ma ora l’ integrazione con
l’Audio, cioè la registrazione musicale così come l’ abbiamo sempre intesa dall’
invenzione del grammofono, é totale.
I moderni sequencer sono infatti in grado di lavorare contemporaneamente con dati
midi e audio consentendoci di operare i modo semplice all’ interno del medesimo
ambiente di lavoro.

Esistono in commercio diversi sequencer software, e molti se ne trovano anche come


shareware o freeware, distribuiti da ingegnosi programmatori indipendenti che non
hanno molto da invidiare ai più blasonati prodotti commerciali.
Le diverse software house poi, propongono i loro prodotti a diversi livelli, dall’ utilizzo
amatoriale con le principali funzioni, all’ utilizzo professionale con sofisticate utility e
altrettanto sofisticati...costi.
Spesso troviamo versioni leggere di questi sequencer in bundle (in pratica ci vengono
“regalati” come software di supporto) con le schede audio dei nostri computer,
consentendoci di iniziare decorosamente le nostre esperienze musicali.
Qualunque sia comunque il software da noi utilizzato, per poterlo sfruttare
al meglio non possiamo prescindere da un’ attenta lettura dei manuali a
corredo ed un paziente periodo di auto apprendimento.
Sperimentare e smanettare senza ritegno é il modo migliore per impadronirsi delle
potenzialità del nostro sequencer.

1.3 - Il Laboratorio di Informatica Musicale MIDI


Cosa occorre?

Oltre ovviamente al software occorrono:

Un computer: il midi non richiede grandi potenze di calcolo, anche vecchie macchine
come i 386 in ambiente Wintel, un 68000 in ambiente Macintosh, un Atari ST o
Commodore Amiga, hanno potenza di calcolo sufficiente. Ovviamente potenze
superiori sono ben accette.

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Interfaccia MIDI: che può essere una scheda, una scatoletta esterna, oppure già
integrata nel computer stesso com’ era il caso della serie ST di Atari.
Questa interfaccia ci permette di comunicare in ambedue i sensi In e Out.

Un hardware per la produzione audio dei dati midi: questo può essere ospitato
nella stessa scheda che si ospita l’ interfaccia midi, o uno strumento midi esterno.

Una linea di amplificazione audio: per poter ascoltare le nostre musiche. Si può
andare dalle cassettine a corredo del computer a linee Hi-Fi, con risultati acustici
decisamente diversificati.

E non dimentichiamoci dei Cavi Pentapolari per i collegamenti Midi e dei Cavi
Audio per collegarci all’ eventuale amplificazione.

Sono inoltre auspicabili:

Tastiera Musicale Midi: per suonare direttamente le nostre sequenze da


memorizzare in modo da catturare anche quel feeling proprio dell’ esecuzione musicale
reale, difficilmente ricostruibile con le altre tecniche di immissione dei dati tramite
tastiera alfanumerica o mouse.

n.b. Le tastiere possono essere sia Mute: cioè utili solo per l’ immissione delle musiche
che poi la scheda audio del computer o expander esterni convertiranno in suoni
udibili.
Sia con generatore di suoni, in grado cioè di suonare autonomamente sia alla
pressione dei tasti tipo pianoforte che ricevendo ordini via midi.

Stampante: per le partiture che eventualmente vorremmo produrre.

Possiamo ora schematizzare così alcune possibilità di configurazioni:

1 - Solo Computer con Scheda Audio Midi Interna, Sequencer Software.

fig7

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Sistema minimo, la qualità audio é data unicamente dalla scheda interna.
L’immissione di dati avviene esclusivamente tramite tastiera alfanumerica, mouse o
importazione di files di sequenze già elaborate.

2 - Computer con Scheda Audio Midi Interna, Sequencer Software e Tastiera


Muta.

fig8

Sistema minimo, la qualità audio é data unicamente dalla scheda interna al computer.
L’immissione di dati avviene principalmente tramite tastiera musicale catturando
così anche il feeling esecutivo del musicista.

3 - Computer con Scheda Audio Midi Interna, Sequencer Software e Tastiera


con Generazione Sonora.

fig9

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In questo caso il Computer funge solo da sequencer, riceve i dati dalla tastiera
musicale, li elabora e poi li restituisce alla tastiera che con i suoi generatori interni si
incarica di riprodurre i suoni.

ATTENZIONE: Con la presenza di più fonti audio: tastiera, scheda interna del computer,
altri expander esterni, un mixer diventa indispensabile.
Il mixer ha il compito di raccogliere in sé tutte le uscite audio provenienti dalle nostre
apparecchiature, compresi eventuali microfoni o altri strumenti musicali come Chitarre
elettriche, Bassi elettrici ecc. consentendoci di miscelare,controllare e convogliare tutti
i segnali audio provenienti dalle diverse fonti in un’ unica linea di amplificazione.

Continuiamo con gli esempi:

4 - Computer con Scheda Audio Midi Interna, Sequencer Software , Tastiera


Muta e uno o più Expander.

Fig10

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Questo é un esempio complesso di studio midi.
Come potete notare la tastiera si incarica di inviare i dati midi dell’ esecuzione
musicale al computer che, tramite il programma di sequencing, li registra inviandoli
poi agli expander incaricati della generazione sonora.
Ogni expander é abilitato al riconoscimento dei dati sui Canali midi a lui assegnati ed
ignorerà i dati comunque presenti, ma indirizzati su altri canali midi su cui lui non
sarà abilitato.
Ogni expander riceve i dati dall’ ingresso midi IN e li rinvia alla catena attraverso l’
uscita THRU.( Vedi capitolo 1.1 - Cos'è il M.I.D.I.)
Questo sistema in cascata é valido solo se la catena é limitata a pochi apparecchi,
eccedendo infatti si incorre in problemi di “ritardi” nella generazione sonora a causa
dell’ eccessivo “traffico” di dati.
Come vedete poi, ogni expander ha le uscite audio (solitamente in stereo L+R)
collegate al mixer che si incarica di miscelare i livelli in un’ unica linea di
amplificazione.
Ovviamente, agli expander nell’ esempio possiamo aggiungere le uscite audio della
scheda del nostro computer e quelle della tastiera (se invece di essere muta, ha una
propria generazione sonora).
Assegneremo loro un canale midi di ricezione e collegheremo le loro uscite audio al
mixer.

Vi sono altre possibilità di collegamenti midi, che sarebbe comunque tedioso


pretendere di esemplificare in tutte le diverse modalità.
Tenete sempre presenti le caratteristiche che le tre porte midi: In, Out e Thru hanno e
con un minimo di riflessione sarete sempre in grado di scegliere i collegamenti più
opportuni.

1.4 - Registrazione e manipolazione dei dati midi.


I dati MIDI

La registrazione musicale di dati midi non comprende solo e semplicemente le note da


suonare:

- Nota ON: parte il suono (come quando premiamo un tasto)


- Nota OFF: il suono si ferma (come quando rilasciamo il tasto)

ma anche altri parametri che diventano parte integrante della nostra esecuzione
musicale quali ad esempio:

- Program Change (Cambio di Programma): cioè la commutazione da un timbro ad


un altro esattamente come lo faremmo noi premendo gli opportuni tasti della nostra
tastiera per passare da un timbro di Violino ad uno di Chitarra Elettrica.
- Volume: possiamo infatti memorizzare dati di cambiamento di volume in modo che
in fase di esecuzione questi vengano riprodotti come se manovrassimo dal vivo cursori
e potenziometri.

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- Dinamica: cioè la forza con cui premiamo i tasti con le relative variazioni di volume
e risultanza timbrica.
- Pan Pot (Potenziometro Panoramici): cioè la dislocazione nel panorama stereofonico
tra sinistra e destra.
- Velocità Metronomica e .... molto altro ancora, tra cui tutti i dati relativi alle
grafiche delle partiture.

Le registrazioni avvengono normalmente in due modalità:

- Real Time (Tempo Reale) :in pratica ponendo il sequencer in registrazione come se
fosse un normale registratore a cassette e suonando sulla nostra tastiera midi.
- Step by Step (Passo a Passo): introducendo le nostre partiture nota per nota,
solitamente tramite il mouse del computer,in modo da memorizzare passaggi per noi
troppo difficoltosi da eseguire o se sprovvisti di tastiera musicale collegata al
computer.

Editing delle registrazioni:

L’ editing: cioè la possibilità di correggere, modificare e rielaborare i dati midi


registrati col sequencer é sicuramente la potenzialità maggiore espressa da questi
sistemi.
Infatti possiamo molto agevolmente intervenire su tutto quanto abbiamo registrato
correggendo note sbagliate, cancellando aggiungendo e sostituendo parti, duplicando e
trasportando melodie, cambiando volumi o riassegnando timbri diversi alle nostre
melodie ecc.ecc. nella più totale libertà.
Non avremo mai decadimenti qualitativi ad ogni copia o elaborazione come avviene
quando duplichiamo più volte le nostre cassette, in quanto si lavora sugli “ordini” e
non sui “suoni”.
Potremo tenere più versioni dello stesso brano in modo da scegliere poi la versione
definitiva ed ogni altra nostra necessità potrà essere facilmente esaudita.

Come avviene l’ editing?


Questo dipende dalle caratteristiche del software di sequencer che stiamo utilizzando,
e quindi dobbiamo per forza riferirci ai manuali d’uso.
Comunque é caratteristica comune offrire diverse modalità, da quelle più informatiche
che ci mostrano le nostre musiche sotto forma di numeri e stringhe di testo a quelle
più amichevoli come lo:
Score Edit: cioè la rappresentazione grafica in partitura con la consueta notazione
musicale.
Questa é la modalità di gran lunga preferita dai musicisti in quanto consente un
controllo amichevole attraverso la normale utilizzazione di note, pentagrammi ecc.
Nel sequencer queste note non sono solo disegni, ma oggetti “virtualmente fisici” che
possiamo agguantare con il mouse e spostare a piacere sul pentagramma ottenendo
non solo lo spostamento grafico della nota, ma anche un risultato sonoro
immediatamente udibile.
Inoltre, le partiture così rappresentate, potremo agevolmente stamparle.

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1.5 - I Formati Midi
Una volta ultimato il nostro lavoro dovremo salvarlo così come faremo per qualunque
altro tipo di file.

ATTENZIONE: sebbene il protocollo midi sia sostanzialmente uno standard


internazionale a cui ogni produttore hardware e software deve riferirsi ed attenersi, la
realtà non é poi così semplice e lineare.

Infatti ogni software di sequencer, così come ogni software di videoscrittura, salva i
dati midi secondo il proprio formato proprietario.
Cioè un formato che raccoglie in ogni file tutte le peculiarità di quel software che rende
però il dato irriconoscibile da altri software di sequencing.
Ogni software-house poi, spesso implementa anche più possibilità nella scelta delle
modalità di salvataggio, ed un’ attenta lettura dei manuali ci chiarirà le idee sul modo
migliore di effettuare i nostri salvataggi.

E’ comunque possibile effettuare salvataggi in un formato riconoscibile da


qualunque sequencer su qualunque piattaforma (Macintosh, Wintel, Atari ecc).
Infatti, essendo comunque il midi un protocollo internazionalmente riconosciuto, si é
stabilito un formato minimo comune a tutti per lo scambio di dati.
Questo formato minimo ovviamente non comprende in sé tutte le caratteristiche che
sono proprietarie del software che le ha generate e che solo lui può riconoscere, ma ci
consente di trasferire su altre macchine, altri sistemi operativi e altri sequencer i dati
essenziali e solitamente più che sufficienti delle nostre musiche.
Il formato che consente questo é lo Standard Midi File.
Ogni sequencer ha la possibilità di Esportare ed Importare files in Standard Midi
File consentendoci quindi lo scambio di dati.
In fase di esportazione, il nostro sequencer provvederà ad eliminare dal file tutte
quelle informazioni proprietarie ed inutilizzabili dagli altri software (attenersi ai
manuali del software).
Per acquisire uno Standard Midi File dovremo dare il comando appropriato di
importazione (attenersi ai manuali) ed uno volta aperto il file potremo utilizzarlo con
le normali modalità operative del nostro software e poi scegliere se salvarlo in formato
proprietario oppure riesportarlo come Standard Midi File.

1.1 - Lo Standard General Midi


Col diffondersi del midi e delle sue potenzialità, si é assistito all’ affermarsi del
fenomeno delle Basi Musicali Midi.
Cioè basi musicali di canzoni, ma non solo, a cui sovrapporre in fase di esecuzione la
voce o uno strumento musicale solista.
Tipico di questo utilizzo é stato il fenomeno del Karaoke e quello della didattica
applicata allo studio di uno strumento musicale.

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La grande facilità di manipolazione di queste basi midi che, a differenza delle
registrazioni audio, consentono facilmente un’ editing approfondito per l’ adattamento
a qualunque situazione ed esigenza musicale del cantante o del solista in genere, ha
fatto esplodere il fenomeno.
Fenomeno che ha imposto all’ industria la definizione di standard veramente comuni
a tutti e utili alla circolazione di questi files.
Questo si é realizzato su due fronti:
- quello software con gli Standard Midi Files di cui abbiamo parlato sopra.
- quello hardware con lo Standard General Midi.

Scambiarsi le musiche con un formato di base identico non era sufficiente.

Il problema maggiore per una vera uniformità di formato lo si incontra in modo


evidente nella mappatura delle memorie timbriche, nella mappatura timbrica
dei suoni di batteria e nella polifonia.

Cerchiamo di capire meglio.


Se l’ intento é quello di generare brani completi, leggibili da qualunque software su
qualunque piattaforma, occorre che oltre all’uniformità dei formati dei files, a valle ci
siano strumenti musicali e/o schede sonore che rispondano a medesime caratteristiche
di uniformità.

Caratteristiche che pur consentendo un’ ampia libertà di editing consenta all’ utente di
riprodurre queste musiche in modo coerente con le intenzioni del
musicista/programmatore che le ha generate.

Uno dei problemi principali riscontrati era infatti la diversa mappatura dei Program
Change nelle diverse apparecchiature.
Per cui se per avere il suono di Pianoforte, su di una data apparecchiatura si doveva
programmare ad esempio la locazione di memoria n°6, che diveniva parte integrante
del midi file, questo veniva riprodotto esattamente solo su apparecchiature che
analogamente ponevano al n°6 un timbro di Pianoforte.
Ma se la riproduzione avveniva tramite uno strumento che al programma n°6 aveva
mappato ad esempio un timbro di Cornamusa ecco che il mio strabiliante brano per
pianoforte veniva riprodotto con un suono decisamente scorretto. Di Cornamusa
appunto!
Così come per le batterie elettroniche si aveva una mappatura differente negli
abbinamenti tra tasto e strumento riprodotto.
Per cui una data apparecchiatura assegnava ad esempio il tasto DO 2° spazio in
chiave di Fa (in termini midi un C2) il timbro di rullante ed un’altra allo stesso tasto
assegnava un colpo di piatto, ecc.
Risultato su apparecchi differenti: ....un batterista impazzito!
Così come per la polifonia, cioè il numero di voci (suoni) riproducibili
contemporaneamente.
Se il musicista/programmatore prevedeva un brano con esigenze polifoniche di 23 voci,
e poi l’ utilizzatore lo riproduceva attraverso un’ apparecchiatura dotata di sole 16
voci, evidentemente il risultato ne risultava monco, con voci che inevitabilmente
sparivano.

18
Immaginatevi la confusione.
Ci si ritrova in un’ autentica Torre di Babele Informatico/Musicale.

L’ industria quindi si riunì attorno ad un tavole e, come aveva fatto per i Midi Files,
stabilì un protocollo comune per l’ hardware inventandosi lo Standard General
Midi.
Con questa intesa ogni costruttore si impegnava a costruire apparecchi che fregiandosi
del marchio GM garantiva il rispetto di caratteristiche comuni di compatibilità.
Fu stabilita una mappatura comune per 128 timbri uguali per tutti, per cui il
Pianoforte Acustico lo troviamo sempre nella prima locazione di memoria, così come
Violini, Bassi elettrici, Chitarre ecc. saranno sempre in locazioni di memoria comuni a
tutti gli strumenti che si fregiano del logo di compatibilità GM.
Parimenti fu decretata una polifonia minima di 24 voci ed una mappatura univoca per
la Batteria che convenzionalmente fu assegnata di default (cioè come programmazione
pre-definita ma sempre modificabile) al canale midi n°10.

In definitiva:

Un MIDI FILE in standard GENERAL MIDI é leggibile da qualunque Hardware e


Software, e verrà riprodotto correttamente da qualunque Scheda ,Tastiera o Expander
costruito secondo le direttive del General Midi.
Tutto questo, mantenendo ogni possibilità di rimanipolazione del medesimo file.

L’evoluzione ha poi portato ad incrementare questi Standard con caratteristiche


sempre più avanzante, mantenendo comunque una sufficiente compatibilità con lo
standard originale.
Per cui le caratteristiche aggiuntive elaborate dalle varie aziende verranno
semplicemente ignorate da apparecchiature diverse che manterranno comunque una
coerenza generale.
Ovviamente bisogna poi tener presente che non tutti gli strumenti suonano però allo
stesso modo.
Così come una voce umana é diversa dall’ altra ed una chitarra della liuteria X ha una
qualità timbrica differente dalla liuteria Y, un Midi File in Standard General Midi ci
darà un risultato acustico coerente ma di qualità differente se a riprodurlo sarà una
scheda audio di poche migliaia di lire integrata nel nostro computer o da un’ expander
professionale esterno da un paio di milioni di lire.
Ma gli standard ci consentiranno comunque di utilizzare correttamente il
suddetto Midi File.

I Files Audio
Come abbiamo accennato nel capitolo 1.2 - Il Sequencer Audio e Midi, il nostro
software di sequencing é in grado di manipolare contemporaneamente sia files di tipo
midi che files di tipo audio.
Abbiamo anche specificato che i files audio contengono effettivamente dati audio
digitalizzati e sono di fatto delle vere e proprie registrazioni così come le abbiamo
sempre concepite.
19
Anche nel caso dei files audio ci sarà una fase di registrazione, di manipolazione e di
salvataggio dei dati, ma qui il discorso é diverso.
Cominciamo col renderci famigliare il concetto di:

2.1 - Hard Disk Recording


In altri termini: Registrazione su Hard Disk.
Infatti si tratta una normale registrazione audio così come abbiamo sempre fatto con
le nostre amate cassette magnetiche.
Le fonti possono essere sempre le stesse: un microfono per catturare voci e suoni di
strumenti acustici, una linea diretta per strumenti elettrici ed elettronici,un disco, un
CD ecc.ecc.
Ma in questo caso invece di depositare su nastro i dati musicali sotto forma di
magnetizzazioni, la scheda audio del nostro computer, governata dl nostro software di
sequencig effettuerà una conversione dei suoni da Analogico a Digitale e depositerà le
registrazioni sull’ Hard Disk del computer.
Questi files potranno essere rappresentati graficamente come oggetti ed nelle finestre
del nostro sequencer sia da sole che in sincrono con eventuali parti midi per essere
riascoltate, editate e quant’altro ci sia utile.

2.2 - Il Laboratorio di Informatica Musicale Audio.

Cosa occorre?

Parte delle apparecchiature necessarie le abbiamo già viste al capitolo 1.3 - Il


Laboratorio di Informatica Musicale.

Occorrono però alcune integrazioni importanti.

- Il Computer: deve essere di potenza adeguata e ben dotato sia di memoria RAM che
di un veloce e capiente Hard Disk.
Considerando che anche i programmi di sequencing diventano sempre più sofisticati
ma avidi di potenza e la mole di dati che genera una registrazione audio non é
pensabile utilizzare macchine al di sotto di processori Pentium su piattaforma Wintel
e Power PC su piattaforma Macintosh.
Se si vuole lavorare tranquilli é consigliabile non scendere al di sotto di un Pentium III
o di un Mac G3.
Installare memorie Ram di 128 Mega e l’ Hard Disk... più grande é meglio si lavora,
almeno un paio di Giga.
- La scheda Audio: il trattamento di dati audio é cosa più delicata di quelli midi.
Una buona scheda dotata di buoni convertitori AD/DA (Analgico-Digitale per
registrare e Digitale-Analogico per risentire), incidono pesantemente sulla qualità
finale. Vi sono comunque dignitose soluzioni economicamente abbordabili ed in
qualche caso l’hardware di serie assolve egregiamente alle esigente più comuni.
20
- Lettore CD - CD-ROM: che solitamente sono ormai presenti in ogni computer.
Questi lettori ci consentono tra l’altro di acquisire materiale dai normali CD Audio
direttamente senza uscire dal dominio digitale.

Per registrare da fonti acustiche esterne: Voci e Strumenti Musicali.


- Microfoni: spesso si tende a non tenere in adeguata considerazione che l’anello
primo di ogni tipo di registrazione é il microfono.
Per cui non é raro imbattersi in laboratori attrezzati con ogni ben di Dio, ma con
microfonini di scarso valore, o peggio, si utilizzano quelli in dotazione del computer e
pensati per semplici applicazioni multimediali.
Non ci si può stupire se poi i risultati acustici sono....scarsini!
Tenete presente che il microfono é forse il componente che meno subisce l’obsolescenza
e un buon microfono difficilmente nel tempo perde valore.

In uno studio di registrazione magari potete trovare il vostro stesso computer ed il


vostro stesso software, ma i microfoni saranno molto probabilmente blasonati
prodotti dal costo anche milionario.
Quindi, anche se non é certo il caso di spendere follie, ricordatevi che la
qualità della vostra registrazione, prima ancora che dal computer e dal
software dipende dalla qualità del vostro microfono.

- Mixer: Non é mai consigliabile entrare direttamente con microfoni o cavi di


strumenti elettrici direttamente nella scheda audio del computer.
Vi sono sempre problemi di impedenze.
Sono molto differenti le tensioni prodotte da un microfono piuttosto che da una
tastiera, e questo crea problemi di regolazione che difficilmente si possono ben
risolvere direttamente.
Se poi desideriamo registrare contemporaneamente da più fonti, ad se.: una Voce, una
chitarra elettrica, una tastiera, un flauto.ecc. come potremo trovare spazio per tutti i
cavi?
Il mixer,può fare tutto questo.
Raccoglie in se tutti i segnali, regola le impedenze elettriche diverse adattandole al
meglio, riunisce il tutto in unica linea stereofonica e convoglia il tutto all'ingresso
audio della nostra scheda , ottimizzando il tutto.
Anche per i mixer vale il discorso fatto per i microfoni, ma sono apparecchiature meno
problematiche e anche con costi contenuti possiamo trovare ciò che fa per noi.
Tenete presente che uno dei fattori di costo in un mixer é il numero di linee che questi
é in grado di accogliere, per cui scegliete un modello adeguato alle vostre esigenze.
Ad esempio, se pensate di driver registrare sempre da soli sovrapponendo le tracce nel
sequencer, vi bastano anche solo due linee, ma se poi avete diverse apparecchiature
midi da usare in fase ri riproduzione ed ognuna di queste utilizza due linee in stereo,
ecco che in breve il vostro piccolo mixer é saturo.
Fate bene i vostri conti.

- Masterizzatore? Mini Disk, Dat, Deck a Cassette?

E’ logico che alla fine del lavoro vi troverete probabilmente con un brano composto da
una o più tracce Audio e Midi, accuratamente elaborato e rifinito, che sarà racchiuso
in un file di notevole dimensioni.

21
Ricordate che per ogni minuto di registrazione stereo occorrono circa 10Mb di spazio
sull’ hard-disk.
Fatte salve le regole del back-up del lavoro informatico, back-up impossibile su
normali floppy disk date le dimensioni dei files, per cui si renderanno indispensabili
masterizzatori o sistemi a cartucce molto capienti,
bisognerà anche depositare tanta fatica mixandola su di un supporto ultimativo per il
normale ascolto.
Dalla normale ed economico deck a cassette, agli altri sistemi audio digitale c’ é solo l’
imbarazzo della scelta e delle dimensioni del nostro portafoglio.

Riassumendo in uno schema generale

in Registrazione:
-Il mixer raccoglie tutte le linee audio per convogliarle in ingresso alla nostra scheda
audio controllata dal software di sequencig, su cui avremo anche registrato le
eventuali parti in midi.
Tipicamente: una canzone con base in midi + la nostra voce e/o strumento solista in
audio.

In Riproduzione: Il Mixer raccoglie tutte le uscite audio:


- direttamente dal computer la voce ed eventuale altro materiale audio
- dagli strumenti midi le esecuzioni audio controllate dagli ordini midi inviati dal
sequencer.

Il Mixer miscela, controlla equilibra il tutto ed invia su di una linea stereo la nostra
canzone per l’ ascolto, ed eventualmente anche ad un sistema di registrazione per
fissare il risultato definitivo

2.3 - Registrazione e manipolazione dei dati Audio.


Solo Computer con Scheda Audio Interna, Sequencer Software e
Microfono:

Fig11

22
Sistema minimo, La scheda audio del computer si occupa di generare sia le parti Midi
che quelle Audio registrate tramite microfono (fatte salve le problematiche di
compatibilità elettriche sopra descritte) o acquisito tramite il lettore CD del Computer,
il tutto controllato dal sequencer.
Il mixer software del sequencer miscela il tutto e ci restituisce l’ ascolto.
Eventualmente possiamo depositare il missaggio su di una unità di registrazione
esterna.
Nell’ esempio vediamo una tradizionale unità a cassette.

Laboratorio ottimale

Configurazione in registrazione Audio:

fig12

In questo caso il Mixer, oltre a poter convogliare più linee audio sia microfoniche che
eventualmente provenienti da altre fonti ( ad es. strumenti elettrici), ci risolve ogni
problema di livello e di compatibilità elettrica con gli ingressi della scheda audio del
computer.
Ovviamente rimane valido quanto esposto precedentemente per la parte Midi.

23
Configurazione in riproduzione ed eventuale riversamento su di
un registratore esterno:

fig13

Qui vediamo un set-up piuttosto complesso


Configurazione MIDI:
Il midi out della tastiera invia i dati nel sequencer del computer che li registra.
L’uscita midi out del computer invia i dati al midi in della tastiera, la quale li reinvia
alla catena midi attraverso l’ uscita midi thru.
Come si vede il flusso midi prosegue con queste modalità di connessione attraverso
tutti gli expander.

Il risultato è che il flusso di dati midi della nostra composizione fa suonare:


- La scheda audio interna al computer.
- I generatori della tastiera.
- I tre expander collegati in catena.

24
A questi si aggiungono le tracce audio registrate precedentemente sull’ hard disk del
comupter e che il sequencer gestisce esattamente come fa per le tracce di dati midi.
Il mixer raccoglie tutte le uscite audio: dagli strumenti e dall’ uscita audio della scheda
e miscela il tutto aggiustandone livelli, equalizzazioni, eventuali effetti ecc. ecc.
restituendoci in uscite una normale linea audio stereo da ascoltare ed eventualmente
registrare su Audio Cassetta , Dat, Mini Disk ecc.
Non é possibile esemplificare in questa sede tutte le connessioni che possono essere
effettuate in quanto sono moltissime le soluzioni hardware che il mercato propone.
Andiamo dalle semplici schede audio che equipaggiano normalmente ogni computer,
che ci forniscono semplici connettori mini jack alle soluzioni più sofisticate (e costose)
che ci forniscono schede da inserire a cui si collegano box esterni su cui troviamo
connettori multipli anche in formato digitale.
Quindi un’ attenta lettura di manuali e caratteristiche si impone ogni volta che
dobbiamo scegliere i nostri acquisti ed organizzare le nostre configurazioni.

Le regole generali comunque rimangono quelle esposte.

Registrare materiale audio da altre fonti

Possiamo registrare materiale audio anche da fonti diverse ed in modalità diverse da


quelle solite.
Oltre ad acquisire files già confezionati così come si farebbe per un file midi, possiamo
collegare qualunque fonte audio alla scheda del nostro computer, passando o meno da
un mixer.
Ad esempio possiamo collegare un registratore a cassette e digitalizzare così una
vecchia registrazione per poi magari masterizzarla in un CD audio.
Ma la cosa che probabilmente ci servirà di più é fare questa operazione da
un cd, da cui prendere musiche, suoni, rumori o quant’altro ci serva per il
nostro progetto.

fig14

25
In questo caso possiamo operare generalmente in due modi, utilizzando come fonte il
lettore di Cd che equipaggia il nostro computer.

-Primo modo: Il primo é quello di mettere in registrazione il sequencer e far


semplicemente suonare il Cd audio che avremo inserito nel lettore del computer.
Alcuni sequencer prevedono questa possibilità ed inseriscono così i dati direttamente
nella composizione.
Se il nostro sequencer invece non prevede questa possibilità, dovremo fare questa
operazione tramite altri software che però sono normalmente presenti in ogni sistema
operativo (Windows o MacOS).
Otterremo così un file che potremo poi importare nel nostro progetto all’interno del
sequencer.

-Secondo modo: Si tratta di “estrarre” dal cd audio direttamente i dati che ci


servono senza farlo suonare e quindi evitando una doppia conversione: da digitale ad
analogico per far suonare il Cd e da analogico a digitale per registrare i dati sull ‘ hard
disk.
Dal punto di vista operativo le operazioni di conversioni sono a noi trasparenti e non
ce ne accorgiamo neanche.
A livello qualitativo poi, non saremo in grado di apprezzare le differenze, ma questo
secondo modo é generalmente più semplice e sicuro, oltre che decisamente più veloce.
Normalmente per fare ciò bisogna usare software specifici, ma non é difficile reperirne
di validi anche gratuitamente.
Questi software poi hanno spesso delle utility che ci consentono di selezionare molto
precisamente le porzioni di dati audio che ci interessano, evitandoci così la fatica una
successiva operazione di editing per eliminare parti non desiderate.
Anche in questo caso otterremo alla fine un file che potremo importare nel nostro
sequencer.

2.4 - Editing dei dati Audio


Come per le informazioni Midi, anche i files audio una volta registrati sul nostro hard
disk sono manipolabili.
La cosa decisamente più interessante e potente di questo sistema di acquisizione audio
é che ci fornisce la possibilità di fare un editing non distruttivo del materiale su cui
operiamo.
Editing non distruttivo significa che si ha la possibilità di operare ogni sorta di
manipolazione senza alterare fisicamente e definitivamente i dati.
Questo non era possibile con le normali registrazioni magnetiche su nastro, ed ogni
copia-elaborazione portava fatalmente ad un progressivo ed inesorabile degrado della
qualità audio della registrazione.
Con l’hard disk recording tutto questo viene superato.
La registrazione digitale, oltre ad avere una fedeltà ed una qualità complessivamente
superiore a costi decisamente più contenuti di quella analogica, ci consente di fare più
copie dei files in pieno dominio digitale, che significa assenza di degrado della qualità.
Già questo ci consente di porre in sicurezza non copie, ma cloni di files così come si fa
per ogni normale back-up informatico.
26
In più, i sequencer operano l’ editing su questi files con operazioni che generalmente
non vanno a modificare fisicamente questi files, a meno che non lo vogliamo noi,
consentendoci di tornare sempre sui nostri passi.
E nel caso in cui chiediamo operazioni che modificano definitivamente questi files, un
sequencer ben progettato si preoccupa di avvertirci proponendoci di fare prima una
copia di sicurezza.
La libertà é molta, possiamo ad esempio decidere di far “suonare” solo una parte del
campione (sample in inglese) semplicemente mettendo dei puntatori all’inizio e alla
fine della parte che ci interessa, senza dover fisicamente tagliare le parti audio da a
ammutolire (potrebbero servirci più avanti).
Possiamo far suonare più e più volte lo stesso campione in punti diversi della
composizione senza doverlo registrare più e più volte.
Possiamo applicare diversi effetti in diversi momenti sullo stesso campione originale
ottenendo esecuzioni diverse che partono dal medesimo materiale, o eseguirlo a
velocità diverse senza alterarne l’intonazione.
Se siamo abbastanza abili, gli editor grafici ci mostrano il disegno del nostro materiale
audio da cui possiamo isolare singole note per correggere l’ intonazione, singole frasi di
cui possiamo cambiare il volume, pulire la registrazione da rumori di fondo ecc.ecc.
(Leggete bene i manuali)
Ogni operazione é reversibile, ed in ogni caso un prudente (non si sa mai) back-up del
materiale originale ci salverà sempre da qualunque pasticcio.
Ma per i miracoli ci stiamo ancora attrezzando!
Rimane comunque il fatto che se il materiale di partenza é pessimo, più di tanto non
si può fare.
Se il nostro canto é stonato, fuori tempo, con un timbro di voce più simile a quello di
uno sciacallo innamorato che a quello umano....beh!
Per quanto la tecnologia sia potente......
Una buona esecuzione, ben registrata in un laboratorio con materiali hardware e
software ben equilibrati e correttamente assemblati é sempre la migliore garanzia di
un buon risultato finale.

2.5 - Produrre un CD Audio


Una volta che nel nostro sequencer abbiamo organizzato tutto il nostro materiale
audio e midi, che lo abbiamo fatto suonare mixandolo e riversandolo su di un
registratore esterno che raccoglie in un’unico supporto stereo la nostra fatica,
probabilmente avremmo piacere di consacrare il tutto su di un normale Cd Audio
leggibile da un qualunque lettore.
Per fare ciò abbiamo sostanzialmente due possibilità.

-Prima possibilità: come registratore finale usiamo un masterizzatore audio di quelli


normalmente in commercio che brucia (cioè masterizza) direttamente un CD
utilizzabile poi da un qualunque lettore Hi-Fi.
Questo é il modo più semplice.
Possiamo utilizzare sia CD-R cioè cd su cui possiamo registrare un’ unica definitiva
volta, ed anche CD-RW, cioè riscrivibili più volte previa cancellazione delle
registrazioni precedenti, come succede per le normali audio cassette.
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-Seconda possibilità: se siamo già attrezzati con un masterizzatore per il nostro
computer dovremo agire in modo diverso.
Dovremo cioè nuovamente riportare all’interno del computer,sempre tramite il nostro
sequencer la nostra musica , ricevendola dal supporto che avremo utilizzato per il
missaggio finale.
Se sarà necessario potremo ancora operare qualche intervento di editing, magari per
eliminare introduzioni e code di silenzio o per attenuare rumori di fondo tipiche di una
registrazione su cassetta.
Alla fine salveremo il file in un formato utile alla masterizzazione audio: Wave o AIFF
(vedi il capitolo successivo).
Lanceremo il programma di masterizzazione e organizzeremo tutti i files musicali che
desideriamo masterizzare in una scaletta con tempi di silenzio tra un brano e l’ altro a
piacere.
Anche in questo caso possiamo utilizzare sia CD-R cioè cd su cui possiamo registrare
un’ unica definitiva volta, ed anche CD-RW, cioè riscrivibili più volte previa
cancellazione delle registrazioni precedenti se il nostro masterizzatore ovviamente
prevede ambedue le due possibilità.

Evidentemente la seconda modalità é più laboriosa, ma usare un masterizzatore per


computer con relativo software ci dà delle possibilità di controllo in più, oltre al non
trascurabile fatto che detto masterizzatore ci può servire anche per altre
masterizzazioni di dati informatici, back-up ecc.
Inoltre un masterizzatore per computer può bruciare i cd a velocità più elevate: 2X,
4X,8X, ecc. per cui non ci vuole tutto il tempo che sarebbe necessario per far suonare
le musiche.
Anche se, per i CD audio, sarebbe bene non andare oltre la velocità di 2X.
I masterizzatori per computer, specie se di tipo interno, costano decisamente meno, e
non sono costretti ad utilizzare i CD appositamente commercializzati per i
masterizzatori audio che sono gravati da una tassa speciale anti-pirateria.

2.6 - I Formati Audio


Come per il Midi, anche per l’ Audio esistono diversi formati, ma per ciò che ci
interessa possiamo considerare solo tre formati audio principali: Wave , AIFF, SDII.
Tutti e tre questi formati sono generalmente riconosciuta dalla maggior parte, se non
da tutti, i sequencer audio-midi su qualunque piattaforma e con qualunque sistema
operativo, non pongono quindi problemi di compatibilità.
Teniamo ben presente che stiamo parlando di formati di files audio puri.
Questo significa che se i files audio sono integrati in un pacchetto di informazioni
comprendenti dati audio midi, salvati in un formato proprietario potremo avere
difficoltà ad importarli.
Ma un sequencer ben progettato (praticamente tutti), mantiene separate queste
diverse tipologie di files pur essendo tra loro coordinati in un’ unico progetto.
- SDII: formato Sound Designer II divenuto di fatto uno standard di riferimento per l’
alta qualità del progetto sviluppato da questa ditta di punta nella produzione di
sistemi di hard-disk recording professionale.

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Non é un formato però adatto alla masterizzazione di CD-Audio destinati al normale
ascolto su sistemi Hi-Fi.
-AIFF: formato sviluppato dalla Apple Computer adatto anche alla masterizzazione di
CD-Audio per il normale ascolto su sistemi Hi-Fi.
-Wave: formato sviluppato da Microsoft-IBM adatto anche alla masterizzazione di CD-
Audio per il normale ascolto su sistemi Hi-Fi.

Normalmente ogni sistema di registrazione su hard disk consente sia di scegliere il


formato audio da utilizzare per le registrazioni audio, ed in ogni caso una successiva
conversione é sempre generalmente possibile.
La decisione sul formato da utilizzare non é di fatto importante per il normale lavoro,
a parte il ricordarsi che se vogliamo masterizzare un cd audio dobbiamo predisporre i
files obbligatoriamente in formato Wave o AIFF.
Possiamo invece stabilire diversi livelli qualitativi che determinano anche la quantità
di spazio che il file occuperà sull’ hard-disk.
La qualità di riferimento che é poi quella utilizzata nei CD é:
campionamento a 44.1 Khz per una risoluzione a 16 bit.
Non é questa la sede per un trattato tecnico approfondito, ci basta sapere che:
- Il valore di “campionamento” sta ad indicare quante volte in un secondo viene
prelevato una porzione del suono in registrazione e trasformato in un numero.
Questa porzione è detta Campione o Sample in inglese.
- La risoluzione in bit sta ad indicare la “grandezza” di questi numeri che andiamo
ad immagazzinare.
Ovviamente più alti saranno questi valori e maggiore sarà la qualità audio, ma
parimenti aumenterà la quantità di spazio che dovremo occupare sull’ hard disk.
I valori di riferimento di cui sopra, e che sono quelli utilizzati nei nostri amati CD,
occupano uno spazio di circa 10 MB per ogni minuto di registrazione stereo.
In fase di registrazione possiamo anche decidere di diminuire questi valori a scapito
della qualità ma garantendoci più spazio.
Bisogna valutare bene quello che ci occorre.
Se la fonte da registrare é un parlato o materiale proveniente da una registrazione
poco fedele, un campionamento e una risoluzione a valori inferiori può anche essere
sufficiente.
Oppure possiamo optare per una registrazione mono, anziché stereo in modo da
occupare metà spazio fisico sull’ hard disk.
Dipende dai casi, ma..... tenete presente che non tutti i sequencer consentono di
lavorare contemporaneamente con campioni audio a diverse risoluzioni, pretendendo
invece che siano tutti uguali.
Se poi il vostro lavoro deve essere masterizzato su di un CD audio, dovrete rispettare i
valori di riferimento di cui sopra (44Mhz – 16Bit).
Ciò significa in concreto che il risultato finale dovrà essere un file Wave o Aiff con i
valori corretti altrimenti il vostro masterizzatore si rifiuterà semplicemente di
bruciare il CD.

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2.7 - Il Formato mp3
Il formato mp3 é il risultato di una ricerca fatta sulle possibilità di comprimere i dati
video e audio in modo da ridurne le abnormi dimensioni.
In definitiva il formato di compressione dati MPEG layer III , mp3 per gli amici, si é
dimostrato particolarmente efficace per i dati audio, riuscendo a ridurre le dimensioni
dei files di circa un decimo senza un’ apprezzabile decadimento qualitativo che
comunque c’é.
In pratica questa compressione, inizialmente progettata per il video, agisce in modo
pesante ma intelligentemente selettivo eliminando dati ed informazioni sulla base di
studi di psico-acustica.
Si ottiene così un file più leggero, addatto a viggiare in internet che mantiene un’
ottima qualità audio.
Questi files non si possono ascoltare su di un normale lettore di CD Hi-Fi, in quanto il
formato non rispetta le specifiche di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente.
Per poterli ascoltare dobbiamo leggerli tramite appositi software, per la maggior parte
gratuiti, attraverso il nostro computer.
O procurarci un lettore di mp3 su cui, sempre tramite il nostro computer, potremo
caricare i brani che ci interessano.
Potremo anche immagazzinare su di un cd una quantità di musica dieci volte
superiore a quella solita, ma si tratterà di file non riproducibili su di un comune
lettore CD hi-fi.
Esistono poi diversi software utili alla conversione di files Wave o Aiff in formato mp3
e viceversa che ci consentono di trasformare il materiale audio.
Ciò significa che se scarichiamo da internet delle musiche in formato mp3, potremo
convertitle in formati utili alla masterizzazione per un normale utilizzo audio.
Viceversa, se vogliamo trasferire musiche via internet, potremo fare l’ operazione
inversa.
Alcuni sofware di masterizzazione ci consentono di masterizzare direttamente un CD
audio partendo da materiale mp3, occupandosi automaticamente della conversione.

3.1 - Musica e Internet


Come si dice: “In internet si trova di tutto”. Anche molta musica.
A parte gli ovvi siti dedicati a personaggi, gruppi, strumenti musicali, club di fans ed
ogni altra cosa l’ immaginazione ci suggerisce, troviamo anche molta musica.
- Midi Files: siti da cui possiamo scaricare midi files di ogni genere e qualità.
Una volta scaricati potremo importarli nei nostri sequencer per ascoltarli o rielaborarli
a piacere.
- mp3:una tragedia per le major discografiche sempre terrorizzate di perdere il loro
monopolio industriale, ma una vera manna per gli appassionati e per i musicisti.
Gli appassionati possono trovare molto materiale interessante, da ascoltare nel
proprio computer o, previa adeguata conversione, masterizzare su Cd audio.
I Musicisti possono far conoscere ai loro fans le proprie produzioni mettendo in rete
gratuitamente brani completi o demo dei loro Cd che poi magari vendono
direttamente.

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- Streaming Audio: cioè la possibilità di ascoltare un files audio senza scaricarlo
effettivamente nel proprio computer.
Sono formati audio di bassa qualità, rispetto lo standard CD, in quanto molto
compressi per poter essere trasmessi ed ascoltati in tempo reale.
Un nome per tutti: Real Audio.
Un formato ed un software nati specificatamente per questa tipologia di trasmissione
dati.
In fondo funziona un po’ come una radio, infatti una volta lanciato il software, che é
gratuito per le sole funzioni di ascolto, questi si occupa di gestire il collegamento
internet con il sito che ha in deposito il file musicale e scaricandolo ci consente
contemporaneamente l’ascolto dello stesso.
Alla fine sul nostro hard disk non troveremo il file audio, ma un piccolissimo file che se
lanciato ci ricollegherà al sito internet in cui c’é il file e ce lo farà ascoltare.
Questa operazione detta appunto streaming, vale anche per il video.
Altri sono comunque i formati utili : Liquid Audio , Quick Time ecc.ecc. ed è bene
dotare il nostro computer di tutti questi lettori che tra l’ altro sono gratuiti.

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