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SETTORE TELECOMUNICAZIONI
Questa breve dispensa nasce con lo scopo di istruire il personale non tecnico di Croce Rossa
all’utilizzo degli apparati ricetrasmittenti in dotazione all’associazione. Non sono quindi richieste alcune
conoscenze pregresse in materia di radiocomunicazioni! Leggendo le pagine che seguono il lettore
potrà imparare i principi di funzionamento delle ricetrasmittenti e il loro corretto utilizzo, specialmente in
quei i servizi coordinati da una centrale operativa.
Tutte le comunicazioni radio che si effettuano durante i servizi di Croce Rossa o in convenzione con il
118 vengono svolte mediante l’utilizzo di una o più frequenze radio. La frequenza da utilizzare viene
assegnata dal Ministero delle Comunicazioni al singolo Ente o Associazione per lo svolgimento
esclusivo dei servizi di Istituto (pronto soccorso e trasporto infermi, protezione civile, assistenza e
coordinamento a manifestazioni o maxi-emergenze): si dispone quindi di un mezzo ufficiale per la
comunicazione delle informazioni, che come tale va utilizzato correttamente e nel rispetto delle
procedure descritte nelle pagine seguenti.
Ogni ricetrasmittente emette un segnale radio ad una determinata potenza: è facile intuire che
maggiore è la potenza di un segnale, maggiore sarà la distanza che quel segnale può percorrere! Un
segnale radio si propaga infatti nello spazio anche in presenza di ostacoli naturali o artificiali (edifici e
costruzioni di grandi dimensioni); la presenza di ostacoli attenua però la potenza del segnale,
diminuendo la portata di una comunicazione radio.
Ogni ricetrasmittente può memorizzare al proprio interno un numero elevatissimo di canali (le più
moderne anche 100-200 canali), ma può svolgere una sola operazione alla volta: o riceve, o trasmette;
a differenza del normale telefono dove si parla e si ascolta allo stesso tempo, non si può ricevere e
trasmettere contemporaneamente con una singola ricetrasmittente.
Per garantire la copertura totale di un’area estesa come quella di una provincia, dentro la quale si
trovano numerosi ostacoli fisici quali edifici e zone collinari o montuose dell’entroterra, si utilizzano uno
o più ponti ripetitori collegati tra loro.
ponte ripetitore
1 3 4
2
¾ FRECCIA VERDE: La radio 1 può comunicare con la radio 2 perchè sono vicine (la potenza
della radio 1 è sufficiente per arrivare alla radio 2, in quanto non ci sono ostacoli tra le due)
¾ TRATTEGGIO VERDE: La radio 1 non può comunicare né con la radio 3 (perchè è coperta da
una montagna) né con la radio 4 (perchè, oltre ad essere coperta, è anche troppo lontana)
¾ FRECCIA BLU: La radio 1 trasmette al ponte ripetitore. Il ponte ripetitore, che è installato su
un’altura, riceve chiaramente il segnale della radio 1.
¾ FRECCE ROSSE: Nello stesso istante in cui riceve il segnale della radio 1, il ponte ripetitore lo
ritrasmette su tutto il territorio di competenza. In questo modo tutte le radio presenti, anche se
distanti o coperte da ostacoli, ricevono un segnale chiaro e potente (quello del ponte ripetitore).
Le comunicazioni radio, come si può intuire guardando la figura riportata sopra, sono di due tipi:
COMUNICAZIONE “CON PONTE RADIO”: come detto prima, utilizzando un ponte ripetitore è
possibile comunicare anche a notevoli distanze o in presenza di ostacoli. E’ quindi lo strumento
principale per garantire le comunicazioni con i mezzi che si muovono all’interno di un vasto
territorio, come le tante ambulanze impegnate all’interno della provincia nei servizi di
emergenza sanitaria e trasporto coordinati da una centrale operativa (ad esempio il 118).
Ogni apparato radio CRI (portatile, veicolare o presso una sede fissa) ha un numero di identificazione
unico in tutta Italia. Questo numero è composto di 6 cifre, ed ha una sua logica:
2
I cifra II cifra III cifra IV cifra V cifra VI cifra
4 0 1 0 2 9
prime due cifre del CAP 0 per sede fissa numero progressivo della radio
della Provincia di appartenenza da 1 a 6 per mezzi mobili
da 7 a 8 per radio portatili
Nell’effettuare comunicazioni, ogni mezzo mobile o radio portatile si identifica in questo modo
Nome della provincia di appartenenza e numero progressivo (ad es. “Bologna 10 29”)
Nome del Comitato Provinciale (semplicemente “Bologna” per la sede CRI del
capoluogo), seguita dalle ultime 4 cifre per le sedi periferiche all’interno della provincia.
Il numero 401029 è infatti l’identificativo della radio sull’ambulanza “Bologna 29”, presente all’autoparco
CRI di Bologna. Il codice di un mezzo mobile è presente in un apposito riquadro su tutti i lati del mezzo,
sul vetro anteriore e sul tetto. Ogni radio all’accensione visualizza sempre il proprio numero sul display.
Ogni radio inoltre, al termine di una comunicazione, trasmette in automatico il proprio identificativo con
dei toni audio, quella sequenza di 6 “note musicali” che si possono ascoltare dopo ogni trasmissione.
Dopo alcuni cenni di teoria, vediamo adesso di introdurre il modo corretto di effettuare una chiamata
vocale per radio.
Immaginiamo che l’ambulanza “Bologna 29” debba chiamare la sede CRI di Bologna; il modo corretto
con cui svolgere la comunicazione è illustrato nella sequenza, con spiegazione in corsivo per ogni
passaggio:
Segue quindi la comunicazione, al termine della quale il destinatario del messaggio conclude dicendo
3
Come si può vedere, una comunicazione radio è molto semplice. E’ importante quindi che l’operatore
che parla sia conciso ma esauriente, dicendo chiaramente ma brevemente quello che vuole
comunicare. Per non creare incomprensioni o cadere nel ridicolo, è bene evitare alcune espressioni
quali “KAPPA”, “ROGER”, “CAMBIO”, “PASSO” o “PASSO e CHIUDO”... che non si addicono alle
radiocomunicazioni professionali di un Ente Pubblico come la Croce Rossa, ma fanno solamente
effetto in televisione. Le uniche espressioni corrette sono le seguenti: RIMANI IN ATTESA-
AFFERMATIVO - NEGATIVO - INTERROGATIVO - RICEVUTO - AVANTI - RIPETERE - ATTENDERE
Il segreto per effettuare una corretta comunicazione radio è di pensare a cosa si vuole dire prima di
trasmettere: in questo modo ci si concentra sul messaggio e sulle parole che si pronunceranno, senza
il rischio di interrompersi a comunicazione iniziata.
Ci piace ricordare che anche la comunicazione più importante non dura più di 10-15 secondi:
pensandoci bene o con un po’ di esperienza, si capisce che 10-15 secondi sono un tempo sufficiente
per un messaggio radio, specialmente quando sono presenti più mezzi che utilizzano la radio e che
quindi potrebbero aver bisogno di comunicare, soprattutto se in situazioni di emergenza.
Un’ultima nota: le varie centrali operative del 118 usano una nomenclatura degli apparati radio
differente da quella CRI. Tutte le centrali si identificano però con il nome della provincia di
appartenenza (ad es. la C.O. del 118 Bologna Soccorso si identifica con “Bologna”).
Uso della radio: la chiamata selettiva
Più che una comunicazione vera e propria, è un modo per allertare una o più radio senza bisogno di
chiamare vocalmente i singoli operatori. E’ una funzione simile a quella dei vecchi cercapersone, che
iniziano a squillare se viene composto il rispettivo numero.
1. l’operatore compone mediante la tastiera numerica della radio il numero di chi vuole
chiamare (6 cifre)
2. preme quindi il pulsante di “chiamata selettiva” presente su ogni radio: si può ascoltare
la successione di toni audio (le “note musicali”) che vengono trasmessi
3. la radio a cui corrisponde il numero chiamato inizia a squillare e sul display segnala il
numero della radio che l’ha chiamata (nelle radio più moderne appare la scritta
“chiamata selettiva da...”)
4. la radio che ha ricevuto la selettiva continua a squillare finché l’operatore non trasmette
a voce, per segnalare l’avvenuta ricezione della chiamata a lui destinata e ricevere
quindi la comunicazione per cui è stato allertato
Conclusione
Per quanto ci si possa sforzare di rendere chiari e accessibili i fondamenti delle radiocomunicazioni
professionali, crediamo che la via più semplice per imparare ad utilizzare correttamente la radio sia fare
alcune prove affiancati da un operatore più esperto. Non c’è infatti attività più formativa che la pratica
per fare proprie queste nozioni.
E poiché una ricetrasmittente professionale è costruita per resistere agli urti peggiori e per lavorare in
condizioni avverse, fare qualche prova su un canale non utilizzato (così da non interferire altre radio) e
scoprire le principali funzioni di una radio spingendo i vari pulsanti presenti, non può certo danneggiare
l’apparecchio, ma solamente permettere a una persona inesperta di acquisire la manualità necessaria.
4
Vi segnaliamo e vi ricordiamo che …
1. Verificare sempre che il canale sia libero prima di iniziare la trasmissione a voce o l’invio
della chiamata selettiva (luce verde spenta su radio EMC).
2. Parlare tenendo il microfono a circa dieci centimetri dalla bocca con tono di voce chiaro.
3. I passaggi devono essere brevi e chiari; siete invitati ad utilizzare i codici operativi previsti.
4. Premere prima il tasto del microfono (almeno 1 secondo) e poi parlare, la trasmissione
transita per mezzo di un ponte ripetitore, è necessario fornire al sistema il tempo di attivarsi.
5. L’ordine (inteso come precedenza) delle chiamate è il seguente:
Urgenze > Trasporti ordinari > Assistenze > Esercitazioni. Lasciare il canale libero se un
mezzo fa precedere alla chiamata il termine “Emergenza”.
6. La radio va utilizzata esclusivamente per scambiare comunicazioni di servizio. E’ vietato
impiegare un canale di lavoro diverso da quello assegnato.
7. Evitare discussioni via radio, il canale deve essere impegnato per il minor tempo possibile,
qualcuno potrebbe avere bisogno di comunicare con urgenza.
8. Attendere qualche secondo tra un passaggio e l’altro per permettere l’inserimento di una
eventuale comunicazione urgente.
9. Nel caso in cui si utilizzassero radio portatili, NON AFFERRARLE PER L’ANTENNA.
10. Gli identificativi radio devono essere pronunciati in modo completo: Provincia di
appartenenza seguita dall’identificativo della radio (Es. Torino 03-30 oppure Venezia 13).
Inoltre:
Gli identificativi radio in fonia vanno pronunciati sempre raggruppando le cifre a due a due.
Nel dettaglio, sarà corretta la pronuncia “Torino zerozero sessanta”, come anche “Torino venti
sessantuno”, mentre è errato il passaggio “Torino zero zero sei zero”, oppure “Torino venti sei
uno”, perché l’identificativo potrebbe essere confuso con la “TO 26-1”.
È vietato abbreviare le sigle radio nella pronuncia in fonia: ad esempio la “Torino 12-17”
non la è la “17”, come ad esempio la “Torino 13-35” non è semplicemente la “5”. Si ricorda che è
necessario utilizzare gli identificativi completi, in quanto la “17” può essere la “Torino 12-17”
come la “Torino 11-17”, figuriamoci cosa potrebbe voler dire solo “5”. Il danno sarebbe maggiore
in caso di una maglia multipla: un canale operativo per due o più province. Al fine di non generare
ulteriore caos, rischiando di andare a sovraccaricare il traffico sulla rete, è bene fare un uso corretto
degli identificativi radio (peraltro comunicati all’attuale Ministero delle Comunicazioni all'atto della
concessione, quindi non “modificabili”).
APPENDICE A
CONVERSIONE FRA SIGLA DI PROVINCIA E PRIME DUE CIFRE
DEL CODICE DI CHIAMATA SELETTIVA
ALPHA NOMEMBER
A N
BRAVO OSCAR
B O
CHIARLIE PAPA
C P
DELTA QUEBEC
D Q
ECHO ROMEO
E R
FOXTROT SIERRA
F S
GOLF TANGO
G T
HOTEL UNIFORM
H U
INDIA VICTOR
I V
JULIETTE WHISKEY
J W
KILO XRAY
K X
LIMA YANKEE
L Y
MIKE ZULU
M Z
allegato B
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8
APPENDICE D
SCHEMA PER L’IDENTIFICAZIONE DEGLI APPARATI RADIO
LA VECCHIA CODIFICAZIONE A 5 DIGIT E LA NUOVA A 6 DIGIT
XX000 XX0000
↓ ↓
XX490 XX0990
Fino a quando possibile sarà mantenuto lo
zero anche in ultima posizione assegnando
Vengono attribuite le sole decadi
solo le decadi. (possibilità di codificare fino
a 100 sedi fisse)
VEICOLARI VEICOLARI
XX001 XX1001
↓ ↓
XX499 XX6999
DECADI ESCLUSE DECADI ESCLUSE
XX500 XX7000
↓ ↓
XX699 XX8999
ALTRI CODICI ALTRI CODICI
VE VE 3 0 VE 3 0
456 4-56 34-56