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LEGHE E ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA

La ​FIGC​ ha una ​personalità giuridica di diritto privato ​con lo ​scopo di promuovere e disciplinare
l’attività del gioco del calcio. ​Della FIGC fanno parte le Leghe Serie A, Serie B, Pro e Dilettanti e le
Associazioni che rappresentano Arbitri (AIA), Calciatori (AIC) e Allenatori (AIAC). Il Settore Giovanile e
Scolastico (SGS) ed il Settore Tecnico (ST) sono direttamente inseriti nella struttura federale. ​AIA:
tutela arbitri​. ​L'A.I.C.​ (Associazione Italiana Calciatori) è un'organizzazione che ​tutela ed assiste i
calciatori professionisti​ di Serie A, B, Lega Pro ​e anche i calciatori dilettanti​ (calcio Femminile e
calcio a 5 compresi). Fu fondata il ​3 luglio 1968​ su spinta dell'avvocato ​Sergio Campana​, già
calciatore professionista di Lanerossi Vicenza e Bologna, con lo scopo di tutelare i calciatori.
Dopo 43 anni alla guida dell'Associazione, Campana ha deciso di ritirarsi e, dal 2 maggio 2011, il
presidente è l'ex calciatore Damiano Tommasi.​ ​L’A.I.A.C., per sua natura senza fini di lucro, ha per
scopi la​ tutela degli interessi sportivi, professionali, morali ed economici degli allenatori di
calcio e dei preparatori atletici del calcio, la qualificazione, la diffusione e lo sviluppo del
giuoco del calcio, con particolare attenzione alla formazione sportiva del giovane calciatore e
della giovane calciatrice.​ Promuove i valori dello sport e partecipa attivamente a tutti i livelli
territoriali ed istituzionali dell’organizzazione calcistica italiana; promuove le pari opportunità tra donne
e uomini. L’A.I.A.C., in qualità di Associazione rappresentativa degli allenatori e dei preparatori atletici,
ha, inoltre, funzioni di rappresentanza nelle trattative aventi ad oggetto la stipulazione degli Accordi
Collettivi di lavoro. L’Associazione Italiana Allenatori Calcio è ​editrice del giornale “L’Allenatore”
che ne rappresenta l’Organo ufficiale. Il ​Settore Giovanile e Scolastico della FIGC dal 1947
promuove, organizza, disciplina e sviluppa l’attività sportiva e formativa dei giovani calciatori e
delle giovani calciatrici​ di tutto il territorio nazionale. Un organo di sviluppo e di servizio che
coinvolge oltre 710mila atleti Under 17 appartenenti alle Società del Settore dell’intero Paese che nel
suo complesso, tenendo presenti tutti i praticanti di attività giovanile, supera le ​830mila unità​. In
questo panorama, che investe tutto il tessuto sociale e include anche le attività che non hanno una
specifica età di riferimento e sono definite ​Grassroots,​ il Settore Giovanile e Scolastico impegna ogni
stagione sportiva oltre 1.000 tecnici e dirigenti qualificati a livello nazionale e territoriale. Il ruolo del
SGS, si riflette infatti in numerosi ambiti di sviluppo: dai Campionati Nazionali Giovanili, riservati alle
categorie Under 17, Under 16 e Under 15 delle società professionistiche, che ogni anno impegnano
circa 5.000 atleti, generando 3.496 gare; all’attività di base, che si articola nella fascia d’età 5-13 anni
in tutto il territorio grazie al lavoro tecnico e formativo svolto dalle Scuole Calcio e dalle Scuole Calcio
Elite, con centinaia di manifestazioni in grado di coinvolgere migliaia di giovani tesserati.
Contestualmente prosegue lo sviluppo dei progetti di carattere scolastico, promossi all’interno degli
istituti di ogni Regione in collaborazione con il MIUR: un’attività che ogni anno riguarda
complessivamente oltre 100.000 studenti e 4.000 insegnanti di altrettanti istituti scolastici di tutto il
Paese.
LEGA SERIE A

Per quanto riguarda il calcio professionistico la lega ​riunisce e coordina l’attività dei club​ che
militano nella stessa competizione. Il risultato sportivo del campionato è di interesse primario per la
lega. Tanto più il campionato è combattuto e tanto più per il prodotto aumentano gli investimenti
(sponsor, diritti televisivi, spettatori allo stadio) per questo lega e club hanno ​obiettivi divergenti​; in
quanto il club più vince e più avrà visibilità e introiti, mentre la lega si augura che ci sia il massimo
numero di pareggi per mantenere il campionato equilibrato. Il club ha lo stesso obiettivo della lega a
medio-lungo termine, ma a breve termine l’obiettivo è la vittoria. La lega di conseguenza ha interesse
nel distribuire gli introiti (diritti tv) in modo uniforme cos​í​ da tenere ​alta​ la ​competitività​. Partendo da
uno studio effettuato dall’area ricerce dell’AIC, c’è una tendenza di molti club di Serie A a spendere
più di quello che si guadagna, ovvero i ricavi sono minori dei costi. In media, le società di Serie A, nel
corso dell’ultima stagione (si parla del campionato 2011-12) hanno destinato il 43% dei loro costi
complessivi, quindi meno della metà è servita, a pagare gli stipendi dei calciatori. Analizzando dei dati
sembrerebbe che per vincere ​spendere di più è condizione necessaria ma non del tutto
sufficiente​, mentre per salvarsi spendere di più non è sicuramente condizione necessaria. Si possono
distinguere 3 fasce distinte di club, in base alla loro spesa media per punto. La prima, quella dei
top-spender​, la seconda spende circa​ la metà​ dei club della prima, la terza fascia è quella dei
low-spender​. Per i club della prima fascia è possibile affermare che spendendo il doppio degli altri, si
garantisce la ​permanenza ​nella ​massima serie​. Nel massimo campionato italiano il numero dei
calciatori professionisti italiani è minore di quelli provenienti da altri paesi, nella stagione 2019 la
percentuale di ​italiani​ è il ​41%​, in netto calo negli ultimi anni.
SERIE B

FORMAT

• 22 Club

• 470 gare

• 462 gare di Regular Season (da agosto a giugno)

• 8 gare di Play Off e Play Out con il record di 110 mila spettatori nella stagione 2011-2012

• Regular Season:

- un anticipo il venerdì sera

- 9 gare il sabato pomeriggio

- un posticipo il lunedì sera

La Lega Nazionale Professionisti B, generalmente abbreviata in ​Lega Serie B​, è l'organo che
gestisce il campionato italiano di calcio di Serie B​, ovvero il secondo livello della piramide
calcistica nazionale, il ​Campionato Primavera 2​ e la​ Supercoppa Primavera 2.​ ​Fondata nel 2010​,
la​ Lega B ha sede a Milano.​ L'atto notarile di costituzione dell'allora Lega Nazionale Professionisti
Serie B viene firmato il 7 luglio 2010, a ratifica della scissione della Lega Nazionale Professionisti in
due distinti organi: la Lega Serie A che continuò a gestire, oltre alla Serie A, la Coppa Italia, la
Supercoppa Italiana, il Campionato Primavera, la Coppa Italia Primavera e la Supercoppa Primavera,
e la Lega Serie B cui fu demandata unicamente l'organizzazione del campionato di Serie B e delle
iniziative correlate. Dall'8 luglio 2015 ha assunto l'attuale denominazione. Il ​progetto B club​ è una
piattaforma integrata di marketing che vuole offrire ai partner commerciali della Lega una serie di
opportunità (visibilità nazionale e alta frequenza di eventi) con l’obiettivo di coniugare le iniziative di
marketing delle singole società con lo sviluppo di una strategia integrata della Lega Serie B,
aumentare i ricavi​ dei singoli club e ​ottimizzare beni e servizi.​ I top sponsor sono presenti a bordo
campo, sui pantaloncini, retro-maglia e retro-rete. Il ​progetto B solidale ​ha lo scopo di ​sostenere
delle onlus​ per le categorie ​infanzia, diversa abilità, disagio sociale e ricerca scientifica​,
rappresentato sul web, sul campo con teloni, maxischermi, maglie pre-gara e testimonial. La​ B Italia​ è
la rappresentativa di lega under 21, con l’obiettivo di aiutare i club a ​valorizzare i propri settori
giovanili​, con confronti nazionali e internazionali. La ​B futura​ è la “Piattaforma di progettazione di
primo livello” con lo scopo di ​accelerare i processi di sviluppo infrastrutturale​ diffuso sul territorio
(stadi e centri sportivi), ai quali possano aver accesso le Società associate alla Lega Serie B e, in una
fase successiva, gli altri Club Professionistici. Ha anche uno scopo pubblico, con progetti per il
coinvolgimento diretto del pubblico per avvicinare i tifosi all’evento sportivo e incrementare il numero di
persone allo stadio. Come media spettatori e capienza stadi dei maggiori campionati B d’europa,
l’italia ha numeri nettamente inferiori.
CALCIO E CRIMINALIT​À

I dati dell’illegalità in Italia:

Corruzione​: 60 miliardi (Corte dei Conti), 72esimo posto nella classifica mondiale • ​Evasione
fiscale​: 120 miliardi (Ministero Economia), ai primissimi posti della graduatoria internazionale • ​Mafie​:
più di 100 miliardi (Comm. Parl. Antimafia). Illegalità sistemica. Il livello di sottrazione illegale e
criminale delle risorse pubbliche in Italia è particolarmente elevato. Questo contribuisce a ​negare
diritti, aumentare la disuguaglianza sociale, alterare il funzionamento corretto della
democrazia​, a far perdere credibilità al nostro Paese e al calcio. L’illegalità comporta ​meno
sicurezza/diritti tv/sponsor/credibilità/posti di lavoro.

Le mafie sono delle organizzazioni criminali segrete che in Italia esistono da 150 anni, agiscono anche
in territorio internazionale. L’obiettivo dei mafiosi è diventare ricchi rapidamente (si stima un giro
d’affari di 150 miliardi l’anno); le mafie hanno bisogno di mantenere rapporti con esponenti della
politica, magistratura e forza dell’ordine. ​I mafiosi sono interessati al calcio per: rifarsi
un’immagine, controllo del territorio, riciclaggio di capitali illeciti, business (bagarinaggio,
scommesse, gestione di bar e parcheggi)​. I mafiosi nel calcio hanno rapporti con tifoserie,
procuratori, calciatori, arbitri e dirigenti; si registra maggiormente nei campionati di Lega Pro,
Eccellenza e Serie D.

CALCIO SCOMMESSE

L’Italia è tra i primi 5 paesi al mondo per volume di gioco, ed il 1° per spesa pro capite: circa 1.260
euro. Sono state legalizzate nel nostro paese dal 1998, ora si può scommettere online, in live e per
tantissimi sport differenti. Le indagini sul calcioscommesse sono effettuate dalla ​procura di Cremona,
Napoli e Bari.

Piano d’azione Uefa contro le combine - Sofia, 28 marzo 2013


 adozione di un ​codice di condotta​ programmi di ​formazione e prevenzione ​ sistemi di
rilevamento e denuncia​ delle frodi sportive  ogni federazione avrà una propria rete di funzionari
che vigilerà sull’effettiva realizzazione di queste misure

Obiettivi generali

 Garantire la ​sicurezza​ di chi opera nel calcio  Garantire una ​competizione regolare​ tra le
squadre  Difendere e diffondere il calcio pulito e onesto  Tutelare e favorire lo ​sviluppo
dell’economia legale​ prodotta dal calcio  Il calcio è un’impresa: servono imprenditori e manager
all’altezza del compito.

Cosa concrete da fare  ​Denunciare​, l’omertà favorisce l’infiltrazione criminale  Chi testimonia e
collabora va protetto e assistito.  Non basta reprimere, occorre prevenire  questione culturale
 Le leggi sono importanti ma non bastano. Contano anche i ​comportamenti coerenti e
responsabili ​  La questione della legalità e della responsabilità va affrontata già nei settori delle
squadre giovanili.
DILETTANTISMO E PROFESSIONISMO

L'esercizio dell'attività sportiva, sia essa svolta in forma individuale o collettiva, sia in forma
professionistica o dilettantistica, è libero.

Professionismo sportivo.

Ai fini dell'applicazione della presente legge, sono sportivi professionisti gli atleti, gli allenatori, i
direttori tecnico-sportivi ed i preparatori atletici, che ​esercitano l'attività sportiva a titolo oneroso
con carattere di continuità nell'ambito delle discipline regolamentate dal CONI​ e che
conseguono la qualificazione dalle federazioni sportive nazionali​, secondo le norme emanate
dalle federazioni stesse, con l'osservanza delle direttive stabilite dal CONI per la distinzione dell'attività
dilettantistica da quella professionistica. Per quanto riguarda le sanzioni, non possono essere imposte
sanzioni disciplinari (art. 7)​ che comportano conclusione definitiva del rapporto di lavoro; inoltre la
multa non può essere di un importo superiore a quattro ore della retribuzione base e la sospensione
dal servizio per più di dieci giorni.

Art. 11 - Inadempimenti e clausole penali​ - Al Calciatore che sia venuto meno ai suoi obblighi
contrattuali verso la Società, sono applicabili i seguenti provvedimenti, graduati in relazione alla
gravità dell’inadempimento: a) ammonizione scritta; b) multa; c) riduzione della retribuzione; d)
esclusione temporanea dagli allenamenti o dalla preparazione precampionato con la prima squadra;
e) risoluzione del Contratto.

Art. 14 - Malattia e infortunio​ - In caso di infortunio per il periodo di inabilità spetta al Calciatore la
retribuzione stabilita dal Contratto fino alla scadenza dello stesso e l’assistenza sanitaria primaria che
la Società è tenuta a mettere a disposizione. La società è tenuta ad ​assicurare i tesserati contro
malattie e infortuni (art.16)

Nel caso dello sport dilettantistico, di base all’atleta non viene corrisposto uno stipendio per lo
svolgimento dell’attività, ma possono ricevere in determinate condizioni dei rimborsi spese, ma allo
stesso tempo non perderanno il loro status di dilettanti. Un’altra differenza solitamente è che gli eventi
ai quali partecipano i professionisti sono più importanti dal punto di vista​ dell’accoglienza da parte
del pubblico​.
ORGANI FEDERALI

Assemblea

Le principali funzioni dell’Assemblea riguardano l’​adozione dello Statuto federale​, la​ nomina a vita
(su proposta del Consiglio federale) dei Presidenti d’onore e dei Membri d’onore della FIGC, l’elezione
del Presidente federale e del Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti

Presidente Federale

Detiene la ​rappresentanza legale della FIGC​, ha la ​responsabilità generale dell’area tecnico


sportiva​ ed esercita funzioni di ​programmazione​, ​indirizzo​ e ​controllo​ relative al perseguimento dei
risultati agonistici a livello nazionale e internazionale​. Adotta, sentiti i Vice- Presidenti, i
provvedimenti di ordine amministrativo, tecnico e sportivo non specificatamente devolute ad altri
organi.

Vice- Presidenti

Possono essere titolari di ​specifiche deleghe attribuite loro dal Presidente federale​, oltre ad
essere rappresentanti legali in caso di assenza o impedimento del Presidente.

Comitato di presidenza

Assiste il Presidente nella preparazione degli atti di natura ​contabile e gestionale eccedente
l’ordinaria amministrazione​, esamina la predisposizione del ​bilancio preventivo​ e quello
all’approvazione del Consiglio federale ​le misure economico-finanziarie per la tutela
antinfortunistica​ degli atleti convocati nelle Nazionali.

Consiglio Federale

È l’​organo normativo​, di​ indirizzo generale​ e di ​amministrazione della FIGC​. I principali atti
normativi emanati dal Consiglio federale sono: le ​Norme Organizzative Interne Federali (NOIF)​, il
Codice di Giustizia Sportiva​ e ​la disciplina antidoping​, le norme di ​controllo delle società di
calcio e il manuale delle Licenze Nazionali e UEFA​. Le altre principali funzioni riguardano la nomina
dei componenti delle Commissioni e degli Organi di Giustizia Sportiva, l’approvazione del bilancio
preventivo e consuntivo, l’approvazione dei programmi nazionali ed internazionali, il coordinamento
dell’attività agonistica demandata alle Leghe e l’approvazione delle delibere sull’ordinamento dei
campionati. Il Consiglio federale, inoltre, ​esamina i ricorsi​ presentati dalle società per l’ammissione ai
campionati di competenza, ​approva gli statuti​ e i ​regolamenti delle Leghe​, dell’​AIA​ e dei Settori e i
regolamenti elettorali​ delle Componenti Tecniche.

Segretario Generale

È responsabile della ​gestione istituzionale, amministrativa ed economica​ della Federazione. Si


occupa della predisposizione del bilancio consuntivo e di quello previsionale, sovrintende e cura
l’organizzazione degli uffici federali e del personale e attua con programmi di lavoro le delibere del
Presidente e del Consiglio federale.

Collegio dei Revisori dei Conti

Esercita il controllo sull’intera ​gestione economico finanziaria​ della FIGC e dei suoi organi.
COS’​É​ IL CALCIO?

Il calcio non è soltanto un fenomeno sportivo, in esso coesistono almeno ​tre nature concomitanti​:
quella ​sportiva​, quella​ sociale​ e quella ​economica​. Dovendo individuare un aspetto predominante
rispetto agli altri, possiamo dire che il calcio è un “fenomeno”, con la coesistenza di​ tre elementi​:
l’attore ​del fenomeno (colui che pratica l’attività sportiva del calcio o colui che è direttamente coinvolto
nella realizzazione dell’attività stessa), ​lo spettatore ​del fenomeno​ ​(chi assiste alla partita sugli spalti
dello stadio, chi guarda la partita in televisione e anche chi legge un libro sul calcio) e ​l’ambiente
(tipico o atipico) dove si svolge il fenomeno calcistico. Il primo e il terzo sono elementi essenziali,
mentre il secondo è accessorio. In italia il calcio conta ​1.360.000 tesserati alla FIGC​. Natura sociale:
non c’è calcio se non in presenza di una “società”, intesa anche come un gruppo di due persone. Non
è, cioè, possibile parlare di calcio a pieno titolo se si fa riferimento alla pratica di una sola persona; ne
è una riprova la rilevanza che hanno assunto i diritti televisivi nei bilanci e nelle dinamiche economiche
delle società e delle leghe. Natura economica: la varietà di interessi in gioco e la complessità del
modello di business rendono il calcio un sistema interessante anche in termini di analisi economica e
manageriale.​ Il calcio non è un prodotto, ma un servizio​ che, dopo una raffinazione, può dar luogo
a ​prodotti da commercializzare​, come per esempio la maglia di una squadra di calcio. Le imprese
del calcio, generano un prodotto/servizio che non può essere considerato separatamente, ma che è
sempre frutto del confronto diretto con un altro operatore dello stesso livello. Le sponsorizzazioni, che
all’inizio erano rivolte solo alle società per poi passare direttamente agli atleti, oggi finanziano la
costruzione di stadi e arene. Potremmo dire che quando il numero degli spettatori è significativamente
superiore a quello degli attori, si possa parlare di ​pratica di vertice​, anche una partita disputata in
uno stadio a porte chiuse è un evento di vertice, per la sola ​presenza delle televisioni​; volendo dare
una connotazione ancora più chiara, potremmo dire che ogni evento di calcio professionistico (dalla
lega pro in su) possa essere considerato calcio di vertice. Il calcio dilettantistico (dalla Serie D in giù)
dovrebbe quindi essere considerato ​calcio di base.
STORIA DEL CALCIO

Il 24 novembre 1863 nasce il calcio moderno​ per come siamo abituati ad intenderlo in ​Inghilterra​; il
portiere e la palla moderna nascono un po’ più tardi: nel 1871. Nel XVII secolo in Inghilterra era
comune un gioco chiamato ​dribbling-game​, prevedeva sia l'uso dei piedi che delle mani ed era
l’antenato sia del calcio che del rugby.​ Il 24 ottobre 1857​ venne fondato il ​primo club di football al
mondo, lo Sheffield Football Club.​ Ma è solo il ​26 ottobre 1863​ che il calcio ha riscontro
istituzionale; si danno appuntamento i rappresentanti di undici club e associazioni sportive londinesi
per creare la ​prima federazione calcistica nazionale, la FA (football association),​ con lo scopo di
unificare e rendere omogeneo il gioco del calcio. Nel 1878 un arbitro utilizzò per la prima volta un
fischietto per dirigere una gara. Nel 1886, viene fondato l'International Football Association Board
(IFAB), organo costituito dalle quattro federazioni britanniche (di Inghilterra, Scozia, Irlanda e Galles)
con il compito di far rispettare le regole del gioco e se necessario, di apportarvi modifiche. Solo nel
1886 nasce il professionismo sportivo nel calcio​, i calciatori sono cioè equiparati alle altre
categorie di lavoratori e devono percepire un compenso per l'opera prestata. Nel 1890 le porte sono
finalmente dotate di reti e due anni dopo compare il rigore. Nell’ultimo decennio del 900’ nascono
diverse federazioni nel mondo; il primo campionato con partite di andata e ritorno e punteggi per la
classifica fu naturalmente in Inghilterra nel 1889. La prima partita ufficiale tra nazionali, fuori dai confini
inglesi fu disputata Austria e Ungheria il 12 ottobre 1902 e vide la vittoria dei primi per 5-0.
La FIFA​ viene fondata il ​21 maggio 1904 ​per iniziativa di Francia, Svizzera, Olanda, Belgio, Svezia,
Danimarca, Spagna; nel 1905 l'affiliazione degli inglesi. La definitiva consacrazione del gioco e della
sua diffusione avvenne con le Olimpiadi di Londra del 1908, ormai si giocavano regolari campionati
nazionali in tutta Europa e in Sud America. Alle successive Olimpiadi del 1912, a Stoccolma, prese
parte anche​ l'Italia​, che ​era entrata nella FIFA nel 1905​, e aveva iniziato la sua attività internazionale
nel 1910 con una netta vittoria sulla Francia. Quanto all'Italia venne affidata a Vittorio Pozzo ottenne il
primo successo all'estero della sua storia; era già stata abbandonata la divisa bianca delle origini, la
squadra indossava la maglia azzurra.
SPONSORIZZAZIONE E CALCIO

Per sponsorizzazione sportiva si intende qualsiasi​ accordo​ in base al quale una delle parti (sponsor)
fornisce attrezzature, benefici finanziari o di altro tipo ​all'altra (sponsorizzato) ​in cambio di ​uno
scopo pubblicitario​, specialmente sul mezzo televisivo. Un primo ingresso nell’ordinamento giuridico
lo si ha avuto con la​ legge “Mammì” nel 1990​, ogni contributo di un'impresa pubblica o privata al
finanziamento di programmi, con scopo di promuovere il suo nome, il suo marchio, la sua immagine,
suoi prodotti. I programmi sponsorizzati devono ​rispettare dei criteri​: il contenuto di una trasmissione
non può essere influenzato dallo sponsor, devono essere chiaramente riconoscibili come programmi
sponsorizzati e indicare il nome dello sponsor all'inizio o alla fine del programma; i programmi non
possono essere sponsorizzati da persone fisiche o giuridiche la cui attività principale consista nella
fabbricazione o vendita di sigarette, superalcolici e farmaci per il quale è necessaria la ricetta. Il nome
societario viene affiancato o più spesso sostituito da quello dello sponsor ​(sponsorizzazione di
abbinamento)​, tipico per sport come volley, rugby e basket, ma non ammesso dalla
regolamentazione calcistica. Una forma di sponsorizzazione (in pool) che si diffuse alla fine degli anni
'80, in cui la Federazione, in cambio del finanziamento o delle forniture degli sponsor, concedeva a
questi l’utilizzo della qualifica di “Fornitore ufficiale”. Il termine ​Naming Rights​ indica i diritti di
denominazione di una proprietà immobiliare, uno stadio, un’infrastruttura offerti ad uno sponsor in
cambio di un prezzo e di un interesse congiunto alla valorizzazione del luogo e del business; gli
esempi calcistici italiani sono l’Allianz stadium della Juve e la Dacia arena dell’udinese. Prendendo in
considerazione la sponsorizzazione di un club si distinguono i contratti: ​sponsorizzazione primaria,
partnership, sponsorship, sponsorizzazione tecnica.​ Dal 1953 si videro i primi sponsor sulle
maglie di calcio, con il Lanerossi Vicenza. Sviluppatosi principalmente negli Usa, il testimonial è la
situazione in cui un personaggio noto fa apprezzamenti su un prodotto di cui dichiara di servirsi
personalmente. Deve essere un vincente, credibile, simpatico e comunicativo. Nel 1978, grazie
all'allora presidente della Roma Anzalone, la parola merchandising entrò nel mondo del calcio; oltre a
ideare una nuova maglia il presidente giallorosso fa ideare un nuovo stemma raffigurante una testa di
lupo stilizzata su sfondo giallorosso che, da subito, appare sulle nuove divise giallorosse. Poco dopo
anche il Milan crea uno stemma con l’idea di creare una propria linea molteplici articoli. Ai giorni d’oggi
il potenziale di mercato dei prodotti legati al merchandising delle società di serie A sarebbe di circa
260 milioni di euro. Si può cominciare a parlare di sponsor ufficiali della Coppa del Mondo della FIFA
dall’edizione di Spagna 1982, prima di allora, l’unico partner fisso della FIFA era stata l’Adidas; i 20
brand che possono essere sponsor ufficiali della Coppa del Mondo, devono obbligatoriamente
appartenere a ​categorie merceologiche diverse​, non vi può essere concorrenza interna tra i due
brand. Nel 1992 nacque la Champions League (ex coppa dei campioni); la UEFA individua 8 brand
che, sottoscrivendo obbligatoriamente contratti pluriennali, possono fregiarsi del titolo di Champions
League official partner.
LA SPONSORIZZAZIONE DI MAGLIA

Lo sport è impegnato in un percorso di evoluzione del concetto di “sponsorizzazione” in quello di


“endorsement”, ovvero sovrapposizione di immagini con i propri partner o, meglio, “player” e non più
sponsor; l’efficacia di un percorso di endorsement è in grado di trasferire i valori dello sport all’azienda
investitrice. Lo sport si trova a misurarsi con nuovi competitors: lo spettacolo, la cultura, il sociale. Dal
1999 a dieci anni dopo il valore delle sponsorship di maglia dei primi 6 campionati europei si è
praticamente raddoppiato, passando da 200mln a 400mln. L’evento sportivo che può vantare i
maggiori valori economici legati ai contratti di jersey sponsor è la Premier League inglese​; solo
al terzo posto il campionato Italiano. L’esposizione di sponsor sulle maglie è regolata, per le
competizioni nazionali, dalla Lega Professionisti, con il ​“Regolamento delle divise da giuoco”​. Il
Regolamento, stabilisce che la pubblicità dello sponsor è consentita nella parte frontale della maglia e
la superficie occupata non può essere superiore ai ​350 cmq​. Non è possibile in serie A per i team
esporre lo sponsor su maniche, retro e colletto della maglia da gioco oltre ai pantaloncini e calzettoni,
mentre le società possono utilizzare sponsor diversi per ogni gara e a più società è consentito di
utilizzare il medesimo sponsor. L’efficacia di una sponsorizzazione era, in passato, esclusivamente
riconducibile alla visibilità sulle maglie, ottenuta per effetto di momenti rilevanti per il club in termini di
vittorie e/o per la presenza di grandi campioni. Oggi, invece, si è passati a vere e proprie strategie
aziendali, sempre più​ svincolate dal risultato sportivo. ​Dunque, sponsorizzare una maglia di calcio
significa soprattutto creare e/o utilizzare il plus-valore emozionale del team a favore della marca o
dell’azienda. Con il passare degli anni sono aumentati sia gli sponsor provenienti dallo stesso territorio
che quelli internazionali;​ i club di fascia A​ sono sempre più strategici per le ​aziende multinazionali,
quelli di ​fascia C​ sono sempre più​ legati al territorio di provenienza.​ Negli anni sono ​aumentate​ le
categorie di ​betting e telecomunicazioni​, mentre sono ​diminuite ​quelle​ alimentari e arredamento.
Un’azienda che vuole legare il suo brand ad un club deve seguire 3 criteri: ​il mercato che un club
rappresenta ​(nazione in cui svolge l’attività agonistica), ​la capacità mediatica del club ​(livello
esposizione sui media del marchio) e ​il bacino d’utenza ​(il numero di persone legate a vario titolo al
club). Una regola attualmente in atto è che, se un giocatore durante un’esultanza solleva la maglia da
gioco mostrando uno slogan/pubblicità della sottomaglia, deve essere sanzionato con
un’ammonizione. Dal punto di vista giuridico i calciatori sono​ lavoratori subordinati​, quindi, sono
tenuti a indossare per tutta la durata della competizione la divisa della società. Un danno ancora
maggiore si può causare nel caso in cui il calciatore oltre ad alzare la maglia e oscurare lo sponsor,
mostra sulla sottomaglia un brand di un’azienda concorrente.
DELOITTE FOOTBALL Money League 2019

Bullseye

Il Real Madrid guida la classifica Deloitte dei 20 club di calcio più profittevoli al mondo, con un fatturato
pari a 750 milioni di Euro; nessuna squadra italiana nella Top 10

Key findings

Le entrate complessive dei primi 20 club di calcio al mondo per fatturato crescono del 6% nella
stagione 2017/18 fino a raggiungere un totale record di 8,3 miliardi di Euro

Il Real Madrid torna, per la dodicesima volta, ad occupare il vertice della classifica, posizione che
mancava dalla stagione 2014/15, con un fatturato pari a 750,9 milioni di Euro

Seguono sul podio: il Barcellona, che sale di una posizione, piazzandosi al secondo posto e il
Manchester United che scende di due posizioni, perdendo il primato registrato nella stagione scorsa
2016/2017 e collocandosi terzo in classifica

Sono quattro (una più dell’anno scorso) le squadre italiane (Juventus, Inter, Roma, Milan) nella
classifica dei 20 club con i fatturati più alti

Prima la Juventus che retrocede dalla 10° all’11° posizione con un fatturato di poco inferiore ai 400
milioni di Euro

Bene l’Inter, che guadagna una posizione (14°), oltre a Roma e Milan che rientrano nella classifica
Deloitte dopo l’assenza dello scorso anno (rispettivamente al 15° e al 18° posto): in particolare la
performance in Champions League della Roma le permette di ottenere un risultato brillante (+46% del
fatturato rispetto all’anno passato); il Napoli esce dalla Top 20

Il gap dei club italiani con i leader è particolarmente rilevante sui ricavi da Match day e Commerciali,
dove i leader beneficiano sia dei ritorni da investimenti effettuati sulla digitalizzazione dello stadio volti
ad incrementare i servizi offerti ai tifosi e ad estenderne l’esperienza durante e oltre la partita di calcio
sia dei contratti di sponsorizzazione sempre più ricchi

Il Tottenham Hotspur raggiunge la Top 10 per la seconda volta (la prima risaliva alla stagione
2006/07) e si aggiunge ad un gruppo di altri cinque club inglesi nelle prime 10 posizioni della
classifica, supportati anche da monte diritti TV sempre in crescita

Milano, 24 gennaio 2019 - Le 20 società calcistiche con i fatturati più alti a livello mondiale hanno
generato in totale ricavi pari a 8,3 miliardi di Euro nella stagione 2017/18, con una crescita del 6%
rispetto alla rilevazione dello scorso anno: è quanto emerge dal report Deloitte Football Money
League, giunto ormai alla sua 22° edizione.

Guidata da Real Madrid (750,9 milioni di Euro di fatturato), FC Barcellona (690,4 milioni) e Manchester
United (666 milioni), la classifica evidenzia come i primi tre club più ricchi dell’ultima stagione abbiano
generato ricavi per 2,1 miliardi di Euro, più che raddoppiando il dato delle prime tre squadre in
classifica 10 anni fa (stagione 2007/2008). Sul fatturato complessivo di 8,3 miliardi di € dei 20 club
della Money League i diritti radiotelevisivi costituiscono la voce principale, pari al 43% di tutti i ricavi
anche se, in proporzione, aumenta la percentuale di fatturato derivante dagli accordi commerciali (ora
rappresentano il 40% rispetto al 38% dell’anno passato).
Dominio spagnolo: prima doppietta dal 2014/2015

Money League che mancava dalla stagione 2014/2015, staccando la seconda classificata
(Barcellona) di 60,5 milioni di Euro, secondo maggiore gap mai rilevato.

Dan Jones, partner di Deloitte Sports Business Group, commenta: “Il calcio europeo rimane un
mercato in rialzo, con una crescita dei ricavi rispetto all’anno scorso di quasi 450 milioni di Euro. In
vetta, il Real Madrid che batte tutti i record, diventando il primo club a raggiungere i 750 milioni di Euro
e aggiudicandosi per la dodicesima volta la Money League.”

I Blancos registrano una crescita del fatturato rispetto alla stagione passata superiore ai 75 milioni di
Euro, anche grazie alla terza vittoria consecutiva ottenuta in Champions League. La crescita è stata
principalmente ottenuta grazie all’aumento dei ricavi commerciali (+54,8 milioni di Euro) inclusi gli
aumenti di sponsorship, merchandising e gli incassi per le partite amichevoli di inizio stagione. Con
356,2 milioni di Euro, il Real Madrid attualmente ha i ricavi commerciali più elevati al mondo, a
testimonianza dell’appeal internazionale di cui gode il marchio Real Madrid.

Juve si conferma prima tra le italiane. Migliora l’Inter e rientrano in classifica Roma e Milan,
esce il Napoli

La Juventus, forte della conferma in Serie A, è il primo club italiano nella classifica della Money
League, anche se perde una posizione in classifica (uscendo dalla Top Ten) a favore del Tottenham
Hotspur. È la prima volta che la squadra torinese non compare tra le prime dieci in classifica dal
2011/2012. Il fatturato in effetti risulta in lieve calo, sotto i 400 milioni di Euro (394,9), risultato della
poco brillante performance nella Champions League della scorsa stagione (sconfitta ai quarti di finale).
Non si vedono ancora, in termini finanziari, gli effetti dell’operazione Cristiano Ronaldo, che saranno
noti solo nella prossima edizione della Money League e che con ogni probabilità potrebbero
rappresentare una spinta per i ricavi commerciali del club.

Al quattordicesimo posto sale l’Inter, che migliora di una posizione rispetto all’anno scorso e mantiene
il trend in crescita degli ultimi tre anni. Il cambio di proprietà nel 2016 e la conseguente visibilità
maggiore del marchio nel continente asiatico, abbinati alla qualificazione alla Champions League
2018/2019 hanno certamente dato un impulso positivo al fatturato della squadra nerazzurra che è
cresciuto di 18,7 milioni di Euro nell’ultimo anno raggiungendo i 280,8 milioni.

Le performance in campo europeo si confermano un driver chiave nel risultato finanziario: è il caso
emblematico della Roma, che grazie alle ottime prestazioni nella passata Champions League
(conclusa con un’eliminazione in semifinale ad opera del Liverpool) ritorna in classifica (l’anno passato
non figurava tra le Top 20) e si posiziona alle spalle dell’Inter al 15° posto con 250 milioni di Euro di
fatturato e un sostanzioso (+78,2 milioni) incremento rispetto alla stagione scorsa. Nel 2017/2018 la
partecipazione alla Champions League ha infatti fruttato alla Roma ben 83,8 milioni di Euro (seconda
squadra per entrate ricevute dalla competizione UEFA).

Torna nella Money League anche il Milan (18° posto) con un miglioramento di 16 milioni di Euro
rispetto all’anno scorso (totale 207,7 milioni) frutto soprattutto di un ritorno nella UEFA Europa League,
di nuovi accordi a livello commerciale (con lo sponsor tecnico) e di maggiori incassi nelle vendite dei
biglietti.
Assente il Napoli che lo scorso anno occupava il 19° posto e che quest’anno, complice la riduzione di
ricavi, scivola al 21° posto.

La Premier League domina le prime 10 posizioni della classifica

Malgrado la discesa del Manchester United dal primo al terzo posto della classifica, il campionato
inglese di Premier League conta ben sei squadre nella Top 10, più di tutti gli altri Paesi. Il Tottenham
Hotspur (428,3 milioni di Euro di fatturato) ritorna nella Top 10 della Money League dopo un’assenza
di oltre dieci anni (2006/07), capitalizzando gli incassi ottenuti dall’aver giocato tutta la stagione allo
stadio di Wembley con conseguente aumento dei ricavi dalla vendita di biglietti (+54%).

Il Manchester City (fatturato pari a 568,4 milioni di Euro) consolida la posizione nella Top 5, mentre il
Liverpool (513,7 milioni di ricavi) si classifica settima dopo la finale di Champions League raggiunta
nel 2017/18 che ha contribuito a una crescita sensibile del fatturato (89,5 milioni di Euro).

Il Chelsea (fatturato pari a 505,7 milioni di Euro) mantiene l’ottava posizione mentre l’Arsenal (439,2
milioni) scivola al nono posto. Everton (ricavi da 212,9 milioni) e West Ham (197,9 milioni) si
scambiano la posizione ma rimangono tra le prime venti in classifica, mentre da segnalare il ritorno del
Newcastle United (201,5 milioni di ricavi) in Premier League nel 2017/18 che ha consentito loro di
assicurarsi il 19° posto.

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