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DISEGNO TECNICO E SCHEMI ELETTRICI

Uno schema elettrico è la rappresentazione semplificata di un circuito elettrico o elettronico


che fa uso di simboli convenzionali (linee e segni grafici). Serve a rappresentare le
caratteristiche funzionali e/o costruttive di un impianto o di un’apparecchiatura. La norma
CEI 3-33 indica che uno schema circuitale deve rappresentare i collegamenti elettrici e le
funzioni di uno specifico circuito senza tenere conto della reale forma fisica. Inoltre lo
schema relativo ad un impianto elettrico deve contenere tutte le informazioni necessarie per
realizzare l’impianto e per la sua manutenzione.

Nei disegni degli impianti elettrici le norme sono definite in Italia dal CEI (Comitato
Elettrotecnico Italiano).

Ci sono vari modi per rappresentare uno schema di un impianto elettrico.

Schema funzionale

Rappresenta in modo semplice il funzionamento delle


apparecchiature che compongono l’impianto. Serve a far
capire il funzionamento corretto dell’impianto. Graficamente è
caratterizzato da due linee orizzontali che rappresentano i
conduttori di alimentazione, e da una serie di linee verticali
dove sono inseriti i componenti dell’impianto. In questo
schema non si evidenzia la disposizione reale delle
apparecchiature.

Schema di principio

Lo schema di principio mette in evidenza il principio di


funzionamento dei componenti utilizzati, senza tenere
conto della loro posizione e della loro configurazione.

Schema unifilare

Due o più conduttori vengono rappresentati da una sola linea,


e i segni grafici forniscono l’indicazione del numero di
conduttori presenti in ogni linea e delle loro connessioni. Si
mettono in evidenza tutti gli elementi dell’impianto e in
particolare il numero dei conduttori e la loro sezione.
Schema multifilare (o di montaggio)

È caratterizzato dal fatto che ciascun conduttore di un sistema a


due o più fili vi è indicato con una linea. Mostra le connessioni tra i
due diversi elementi di un impianto.

Schema topografico

È la vista in pianta dei locali con l’indicazione della


posizione degli elementi dell’impianto.
INTERRUTTORE

L’interruttore serve per interrompere la continuità elettrica in un circuito percorso da corrente.


È un dispositivo che collegato in serie al conduttore di fase di alimentazione di un carico è in
grado di aprire e chiudere sotto carico. Può essere di tipo unipolare (interrompe un solo polo
di alimentazione, quello di fase) o di tipo bipolare (interrompe entrambi i poli di
alimentazione, fase e neutro). In commercio esistono moltissimi tipi di interruttori (a levetta,
rotativi, a tenuta stagna, antideflagranti ecc.) ognuno dei quali è adatto ad un uso specifico
ma la cui funzione principale è sempre la stessa, quella, cioè, di interrompere il passaggio di
corrente in un circuito. I simboli dell’interruttore sono i seguenti:
DEVIATORE

Come dice il nome, serve per deviare la corrente. È formato da tre morsetti, uno comune,
uno normalmente aperto, uno normalmente chiuso. Questi ultimi due sono intercambiabili,
nel senso che se si preme il contatto quello che era chiuso si apre e viceversa. Il morsetto
comune è sempre o all’arrivo o alla partenza di fase, mentre l’NA o l’NC sono sempre
morsetti di collegamento. Il deviatore serve per comandare un carico da due punti,
naturalmente in questo caso occorrono due deviatori. Viene usato sempre in coppia perché
consente di comandare un punto luce da due punti diversi. Può essere usato anche come
interruttore caso si collegano solo il comune e uno qualsiasi degli altri due contatti.
INVERTITORE

Serve per comandare l’accensione di lampade da tre o più punti, il numero di punti di
comando dipende dal numero di invertitori collegati in cascata. Negli impianti con invertitore
alla linea in entrata e quella in uscita sono sempre collegati due deviatori. Per comandare un
punto luce da tre posizioni occorrono un invertitore e due deviatori; aumentando il numero
degli invertitori aumenta il numero delle posizioni da cui si può operare. Gli invertitori sono
sempre apparecchiature di collegamento intermedio, sono sempre cioè collegati o a
deviatori iniziali e finali, o ad altri invertitori intermedi.

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