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E’ GIUSTIZIA?

L’Italia nel 1944 ha abolito la pena di morte nel codice penale, anche se nel 1945 fu utilizzata un’ultima volta, per
gli autori della strage di Villarbasse. La Francia la abolì nel 1981. In Medio Oriente e in molti paesi dell’Asia,
invece, non è ancora stata tolta. Come si è visto ci sono diverse opinioni, e molteplici teorie su questo proposito.

Chi sostiene che la pena di morte sia “lecita” e “giusta” la giustifica con tre principali ragioni

 Rende lo stato più sicuro


 Dissuade i criminali
 Espiazione del peccato commesso

In primo luogo la società ha il dovere di proteggere i cittadini da i criminali, ma deve farlo con mezzi efficaci ed
umani. La società si deve difendere, ma non utilizzando la morte per “neutralizzare” gli individui pericolosi; per
fare questo basta rendere le carceri più sicure, che non vuol dire più dure e crudeli.

In secondo luogo la pena di morte non ha molta forza di dissuasione. Si deve pensare che le persone capaci di un
omicidio, o di altri atti terribili, non ragionano come delle persone “sane”. Si convincono di riuscire a sviare le
indagini, non essere catturati e di restare impuniti, oppure credono che, una volta arrestati, riescano a non avere la
pena capitale. Dei tipi più particolari di criminali, come i terroristi, invece, non hanno paura del loro decesso, sono
così ossessionati dalla loro “missione” che non la temono. In più, utilizzare la pena di morte come mezzo per
dissuadere, non è etico. Utilizzare una persona come mezzo per un fine, porterebbe lo stato allo stesso livelli dei
peccatori; in fin dei conti i terroristi utilizzano le stragi come modo per far diffondere la loro ideologia, o per
ribellione.

In terzo luogo infliggendo la pena di morte a chi ha ucciso un innocente, non farà che aggiungere disordine al caos.
Non si può compensare una morte con un’altra, funzionerebbe se essa ridia la vita al defunto. Questa politica
sembra quella del re Hammurabi della legge del taglione, espressa più semplicemente dalla frase “occhio per
occhio, dente per dente”. E’ assurdo pensare che delle leggi stipulate ai tempi dei Babilonesi, siano simili a quelle
attuali.

Come dice l’articolo 3 della Dichiarazione ufficiale dei diritti dell’uomo: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla
libertà ed alla sicurezza della propria persona.” Credo che nessun uomo dovrebbe avere il potere di togliere la vita
ad un altro uomo, anche se giustificato dalla legge, perché è sbagliato, indipendentemente dalla sua identità, sesso,
razza e dalle sue colpe.

Infine penso che ogni uomo abbia diritto alla redenzione, che può avvenire solo se è ancora in vita. Infatti si può
pentire, e talvolta condurre una vita migliore, cercando di espiare i peccati commessi facendo del bene. Credo
infatti che, questo sia l’unico modo di compensazione del reato possibile.

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