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ARETHA FRANKLIN

L’INFANZIA E DETROIT

Aretha nasce a Memphis nel 1942 e il suo destino sembra essere già segnato dalla
professione svolta dai suoi genitori: la madre Barbara Siggers, infatti, è un’ottima
cantante gospel e discreta pianista e il padre, C.L. Franklin, è uno dei più importanti
pastori e predicatori dell’America nera degli anni 50 e 60.
L’intera infanzia e adolescenza di Aretha sarà dominata dalla personalità di quest’uomo
affascinante e carismatico, considerato da tutti il modello di predicatore nero, famoso
in tutto il paese per i suoi sermoni, amati persino da artisti come B.B King, che alternavano
prediche a canti, guidati da una passione viscerale e da una fede incrollabile in Dio.
Tuttavia, C.L, per quanto uomo di chiesa, aveva idee molto progressiste sulla
musica: infatti, mentre nella cultura nera c’era all’epoca una netta separazione tra la
musica di Dio, cioè il gospel, e la musica del diavolo, il blues, il reverendo Franklin era un
fervente sostenitore di tutte e due, nella convinzione che sgorgassero direttamente da Dio.
Tutto ciò influenzerà profondamente lo STILE VOCALE di Aretha, sempre in bilico tra
musica sacra e profana, tra fede e sensualità.
Inoltre, la famiglia Franklin, quando Aretha è ancora piccolissima, si trasferisce a Detroit
per seguire la carriera del pastore, promosso alla conduzione della New Bethel Baptist
Church, una delle chiese più importanti del paese, ma ironicamente situata a pochi metri
dal cuore pulsante della vita notturna della città. Chiesa e club erano vicinissimi e le
musiche si confondevano e si contaminavano. I peccatori del sabato notte si ritrovavano in
chiesa la domenica mattina per espiare i peccati della sera precedente. E tutto questo iniziò
a costituire il background musicale di Aretha, che a soli sette anni era in grado di cantare
non solo la maggior parte delle parti soliste dei gospel tradizioni, ma anche i successi delle
signore del jazz dell’epoca, come Sarah Vaughan e suonare accordi complessi al pianoforte.
Inoltre nel 1943, dopo la violenta rivolta razziale in cui morirono diversi afro americani a
Detroit, il reverendo Franklin affiancò alla predicazione spirituale un messaggio di
consapevolezza politica; inizierà in quegli anni la sua collaborazione con M. L. King che
segnerà profondamente anche la vita e la carriera di Aretha.

Aretha, tuttavia, al contrario di quello che si possa pensare, appare sin dai primi anni una
bambina molto timida e inquieta e la sua insicurezza peggiora drasticamente a sei anni, in
seguito al primo grande trauma della sua vita. La madre Barbara, infatti, abbandona
lei, le sue sorelle Erma e Carolyn e il fratello Cecil, per stabilirsi a Buffalo con il figlio avuto
dal suo primissimo matrimonio, stanca del rapporto burrascoso con il marito, che, per
quanto uomo di chiesa, non si faceva mancare numerose relazioni extra coniugali.
Il peggio però doveva ancora arrivare: Barbara muore all’improvviso per un attacco di
cuore quando Aretha ha soli 10 anni.
Aretha non parla per settimane intere e si chiude in un dolore da cui uscirà dopo anni solo
grazie alla musica.
Di lì a poco un ruolo fondamentale avrebbe giocato nella sua vita anche Clara Ward, una
delle più famose cantanti gospel dell’epoca, divenuta nuova compagna di suo padre. Aretha
la ammirava per la sua voce potente e per i vestiti eccentrici, due caratteristiche che farà
sue pochi anni dopo. Sperava segretamente che Clara potesse diventare la nuova moglie di
suo padre, ma questa speranza svanirà nel 1973 con la morte prematura della cantante.

CHE COSA è UN GOSPEL?

La "gospel music" è la musica religiosa Afro-Americana che si sviluppa dagli anni 20 del
‘900 e deriva dalla fusione di tre linguaggi : quello degli spirituals, quello del blues e quello
del jazz.
Dagli spirituals eredita la struttura di botta e risposta (call and response) tipica anche della
work song (di cui era la versione di argomento sacro) mentre dal blues ruba la scala
caratterizzata non solo dalla terza e dalla settima bemolle, ma anche dalla quinta
aumentata che prende proprio il nome di blue note. Inoltre il gospel ruba al jazz i ritmi
sincopati e gli accordi man mano sempre più complessi, nonché la formazione del trio di
contrabbasso, batteria e pianoforte.
Il padre del gospel è considerato Thomas Dorsey, il primo a combinare elementi musicali
sacri e profani e che scrisse più di 400 canzoni nella sua carriera, influenzando l’evoluzione
del genere per un ventennio.
A livello di arrangiamento questo genere è basato su grandi cori di chiesa cui fa da
contraltare un cantante solista dalla vocalità eccezionale e affonda le sue radici nelle forme
più spontanee di devozione religiosa delle Chiese dei Santi, che incoraggiavano i singoli
fedeli a "dare testimonianza" cantando e suonando (e talvolta danzando) spontaneamente
della loro fede, durante la celebrazione. Negli anni venti gli artisti di questo tipo di chiese
erano spesso predicatori che si spostavano di chiesa in chiesa, e tra una predica e l'altra
cominciarono a incidere in uno stile che fondeva temi religiosi tradizionali con le tecniche
del blues e del boogie woogie. Inoltre cominciarono a portare strumenti di derivazione jazz,
come percussioni e fiati, in chiesa.

CLARA WARD SINGERS


https://www.youtube.com/watch?v=AoWZX3If9gs

UN’ADOLESCENZA PRECOCE

Una delle maggiori qualità di Aretha, fin da bambina, è la capacità di sublimare il dolore
attraverso l’arte e solo quando è seduta al pianoforte o davanti ad un microfono riesce a
trasformare l’introversione in comunicazione, l’insicurezza di una bambina inquieta nella
consapevolezza di un’artista già matura.
I dolori già affrontati fino a quel momento avevano influenzato il suo modo di cantare il
gospel, solitamente un inno alla gioia, ma che con la voce di Aretha si arricchisce di
sfumature blues. Aretha ha soli 10 anni e si esibisce per la prima volta da solista nella
chiesa del padre. La piccola Ree, come erano soliti chiamarla i suoi parenti e le persone
della congregazione, interpreta Jesus be a Fence of Me, nella versione di Sam Cooke di
fronte a 200 fedeli, senza mostrare il minimo segno di paura o insicurezza.
Come è possibile data la sua indole?
Merito della gavetta fatta all’interno delle mura di casa Franklin, dove si tenevano party
leggendari, in cui non era insolito assistere a jam session infuocate dove suonavano i più
grandi musicisti dell’epoca quali Ella Fitzgerald, Due Ellington, Art Tatum. Il reverendo
che era l’anima pulsante di questi festini, svegliava Aretha nel cuore della notte
chiedendole di suonare e cantare per gli ospiti, rumorosi e spesso su di giri per l’uso di
alcol o droga.
Altra abilità di Aretha che venne fuori proprio in quegli anni era quella di riuscire ad
eseguire una canzone nota per nota, con tutte le inflessioni giuste, dopo averla ascoltata
una sola volta. E forse fu questo il motivo per cui Ree non imparò mai né a scrivere né a
leggere la musica. Apprendeva e creava musicalmente solo grazie al suo formidabile
orecchio.
Dunque, il reverendo non solo incoraggiava le inclinazioni artistiche di Aretha, ma iniziò
ben presto a sentirsi quasi in dovere di trasformare la figlia in una star della musica. C.K
Franklin era ormai famosissimo nell’ambito gospel e veniva chiamato a “esibirsi” in altre
chiese. Fu così che a dodici anni Aretha diventò un elemento fondamentale delle sue
esibizioni all’insegna dei canti e della predicazione.
Quando il reverendo iniziava il sermone, la figlia sottolineava i passaggi più importanti
attraverso le note del pianoforte, per poi intervenire come voce solista nelle parti cantate
vere e proprie.
Giovanissima dunque Ree inizio a fare della musica il suo lavoro seguendo il padre in quelli
che erano dei veri e propri tour e trovò se stessa nella cultura spirituale e al tempo stesso
sensuale del gospel, che era un ambiente molto più permissivo e promiscuo di quanto si
potesse immaginare, dove esisteva una grande libertà sessuale e dove anche i gay erano
ben accetti. Il piacere della carne era considerato sì una debolezza, ma che in quanto
conseguenza della fragilità umana veniva accolta senza essere giudicata.
Aretha dunque a 12 anni era già sessualmente attiva, come tutte le giovani cantanti gospel
e il fatto di essere figlia di un predicatore non costituiva un problema, anzi i figli dei
predicatori erano di solito i più disinibiti. Fu così che Ree rimase incinta per la prima volta
a 13 anni, ma non ha mai rivelato chi fosse il padre del bambino.

LE PRIME INCISIONI

I primi brani che Aretha registra tra i 13 e i 14 anni sono ovviamente dei gospel e in queste
prime incisioni c’è già una maturità artistica degna di una performer consumata, capace di
unire tradizione e modernità e di dare nuova vita a brani scritti per altre persone.
Ricordiamo che tutte le sorelle Franklin sono cantanti e musiciste dalle grandi doti vocali,
ma Aretha è di gran lunga la più competitiva e la più determinata, come se cantare per lei
fosse sempre una questione di vita o di morte. D’altra parte, dopo aver dato alla luce il suo
primogenito a soli 14 anni, continuò a rimanere focalizzata sulla musica, con il sostegno del
padre che si era dimostrato molto comprensivo a riguardo. Tanto comprensivo che due
anni dopo, a 16 anni, Aretha ha il secondo figlio. Anche in questo caso Aretha non svelerà
mai il nome del padre e non si lascia scoraggiare. Anzi affida i bambini alle cure di sua
nonna, Big Mama, e delle donne che frequentavano la chiesa e si dedica anima e corpo a
gettare le fondamenta della sua straordinaria carriera, decidendo di lasciare
definitivamente anche gli studi. Sarà infatti l’unica dei Franklin a cui il padre concederà di
interrompere l’educazione scolastica, mentre tutti gli altri fratelli si diplomeranno al
college.
Ma qualora la situazione della musica afro-americana nel periodo in cui
Aretha stava muovendo i suoi primi passi artistici?
Nel 1959 Berry Gordy fonda la Motown, l’etichetta che più di tutte contribuisce alla nascita
e alla diffusione della soul music. Clara Ward porta il gospel fuori dalle chiese e nei night
club, mentre Sam Cooke lo trasforma in pop. Nat King Cole, eccellente pianista e cantante,
è uno dei primi afro americani ad avere uno show televisivo alla NBC. In questo panorama,
Aretha era musicalmente onnivora: dentro di lei il gospel, il soul e il jazz erano mixati tutti
insieme e i suoi modelli erano da un lato Nat King Cole che con le sue ballad eleganti aveva
conquistato i gusti sia dei bianchi che dei neri e Sam Cooke che era riuscito a trasformare
la musica sacra nera in musica commerciale.
Alla fine degli anni ’50, dunque, Ree si sentiva pronta a lasciare il mondo del gospel per
entrare nel grande mercato del pop e in questo percorso verso il successo non voleva che
nessuno si intromettesse, compreso le sorelle. Il reverendo Frank non solo la appoggiò in
questa scelta, ma addirittura si attribuì il ruolo di manager. Ma, nonostante lo
straordinario talento di Aretha, la strada del successo sarà molto già complicata del
previsto e questo fu la causa della profonda frustrazione della cantante nella prima metà
degli anni Sessanta.

L’ESORDIO CON LA COLUMBIA

Tutto lasciava presagire che Aretha avrebbe firmato il suo primo contratto discografico con
la Motown e invece fu C.L. a indirizzare la figlia verso la Columbia Records, capitanata
dal produttore John Hammond, che aveva scoperto talenti come Billie Holiday e Bob
Dylan. Ben presto, tuttavia, tra Hammond e il reverendo si vennero a creare delle
divergenze: il produttore voleva inserire Aretha nel solco della grande tradizione del jazz e
del blues con un percorso più graduale e solido verso il successo, mentre suo padre la
vedeva più adatta per l’r&b e per il pop e spingeva per hit che scalassero immediatamente
le classifiche.
La cantante si lasciò influenzare dalle idee del padre e nel 1961 uscì Aretha, un valido
album di debutto, ma poco omogeneo e privo di un’identità stilistica forte, che non rendeva
giustizia al suo talento. Quindi, recensioni della critica positive, ma vendite molto
deludenti. Aretha, arrabbiata e depressa, decise di dare la colpa all’etichetta discografica e
non a suo padre.
La situazione cambia alla fine del 1961, quando Aretha sposa Ted White, produttore
musicale di Detroit, considerato dal reverendo Franklin un losco faccendiere. In realtà, C.K
temeva solo di perdere il controllo sulla carriera della figlia. Cosa che avvenne perché Ted
divenne amante, marito e unico manager della cantante.
E infatti, il secondo album di Ree, The Electrifyng Aretha Franklin, sforna finalmente
delle canzoni di successo, tra tutte il singolo Rock-A-Bye, con il quale Aretha fece il suo
debutto televisivo nel programma American Bandstand.

ROCK-A-BYE (live nel 1964)


https://www.youtube.com/watch?v=afFVwxze640

IN CERCA DI UNO STILE

La carriera di Aretha proseguì alla Columbia con dischi impeccabili dal punto di vista
qualitativo, ma sempre poco al passo con i tempi e di conseguenza senza buoni risultati di
vendite.
Nel 1964, infatti, i giovani erano già rivolti al futuro, conquistati dall’energia dei Beatles e
dal sound degli artisti della Motown, ormai molto lontani dalle influenze del jazz.
Inoltre, Aretha inizia a soffrire per il confronto con Barbra Streisand, l’artista di punta
della Columbia, che diventa quasi un’ossessione. Decide addirittura di incidere due brani
della Streisand, ma nuovamente non ottiene i consensi sperati dal punto di vista
commerciale.
D’altra parte questa invidia è sintomo di un problema molto importante per Aretha: Ree
sapeva benissimo di avere doti vocali senza pari, ma era anche consapevole di non avere
una precisa identità musicale. In più il suo rapporto con il marito Ted inizia a peggiorare:
inizia a realizzare che lui la sfrutta economicamente e così inizia a saltare le sessioni di
registrazione per fargli dispetto.

LA SVOLTA DELL’ATLANTIC

Nel 1965 Aretha iniziò a vivere da reclusa, lontana dal marito e depressa e frustrata perché
la Columbia non era stata in grado di farla diventare una cantante di successo. Voleva
lasciare Ted, la Columbia e ricominciare daccapo.
L’Atlantic Records, all’epoca, era una piccola etichetta indipendente specializzata in R&B e
in un soul ricco di groove, capitanata da Jerry Wexler, non solo proprietario ma anche
produttore musicale degli artisti, particolarmente abile nella promozione radiofonica.
All’alba degli anni 60 in casa Atlantic il soul è rappresentato da voci come Solomon Burke e
Otis Redding, artisti che arrivano all’etichetta grazie ad un accordo di produzione con la
Stax di Memphis. Quest’ultima soluzione, ossia la partership con studi e produzioni
differenti permette all’Atlantic di lavorare con personaggi diversi nei celeberrimi studi
Muscle Shoals, dove Wexler metteva a frutto le proprie intuizioni.
Appena Wexler seppe che c’era aria di crisi tra la Columbia e la Franklin, contattò l’artista
che fu subito chiara al loro primo incontro: “Voglio hit”. E così fu. Wexler trasformerà
Aretha da talento senza uno stile preciso a superstar di fama mondiale.
Nel 1967 Aretha arriva, insieme alle sorelle Carolyn ed Erma, sue coriste, nei Muscle
Shoals Studios per la sessione di registrazione del suo primo disco firmato Atlantic.
Nessuno dei musicisti ha uno spartito o ha idea di cosa accadrà. Aretha si mette al
pianoforte e dopo pochi minuti, i musicisti iniziano ad andarle dietro.
Aretha pubblica I never Loved a Man (the way I love you) e Do right Woman, Do right
Man e arriva immediatamente in cima alla classifica r&b e poco dopo nella top ten del pop
superando per la prima volta il milione di copie vendute. L’Atlantic era riuscita ad ottenere
in due settimane i risultato che alla Columbia era sfuggito per cinque anni.

DO RIGHT WOMAN 1967


https://www.youtube.com/watch?v=N1MW6xXjW8g
NEVER LOVED A MAN 1967
https://www.youtube.com/watch?v=Yp2GqbWOM0g

Ma l’apice del primo album firmato Atlantic è sicuramente la famosa Respect, cover di Otis
Redding completamente riarrangiata da Aretha per l’occasione. Nell’interpretazione di
Aretha, ricca di groove e grazie ai prodigiosi cori delle sorelle Carolyn e Erma, la canzone
acquistò inediti significati sessuali. Mentre il testo originale di Otis era il punto di vista di
un uomo che pretendeva rispetto, nella nuova versione la protagonista era una donna
disinibita ed emancipata, che non si vergognava ad esprimere le sue esigenze sotto le
lenzuola. La canzone fu pubblicata nel 1967 e in poco tempo raggiunse il primo posto sia
nelle classifiche pop che r&b, cambiando per sempre la carriera di Aretha.

RESPECT 1967
https://www.youtube.com/watch?v=EcGjZHvD5q4

Da questo punto in poi l’attività di Aretha diventa frenetica e il suo cachet quadruplica.
Finalmente all’Atlantic Aretha riesce a mettere a fuoco uno stile che aveva la straordinaria
caratteristica di essere meravigliosamente melodico e al tempo stesso violento, sensuale,
blues con vertiginosi cambi di registro.
Proprio in questi anni verrà soprannominata Lady Soul poichè incarna alla perfezione non
solo le caratteristiche di un genero musicale ma impersona la nuova cultura afro
americana, che ha un forte desiderio di libertà e di uguaglianza, ma anche una sfrenata
voglia di comunicazione verso un pubblico sia nero che bianco.
Dal 1967 al 1970 è l’artista di colore più importante della scena pop, senza tuttavia
compromettere la sua autenticità di artista cresciuta nella tradizione del blues, del gospel e
del jazz.
Canta letteralmente ovunque, dall’Apollo al Lincoln Center e compare addirittura sulla
copertina del Time, onore riservato solitamente solo ai capi di stato, ai primi ministri e ai
premi Nobel, mentre il suo cachet arriva a sfiorare i 10.000 dollari a serata e grazie a lei le
vendite dell’Atlantic aumentarono in un anno quasi del 100 %.
Nonostante il successo tanto desiderato, Aretha non è in grande forma: è stressata per
l’enorme mole di impegni, beve molto a causa del tormentato rapporto con il marito e ha
paura che possa succedere qualcosa a suo padre per le rivolte razziali di Detroit.
Inoltre nel 1967 l’areo su cui vola Otis Redding insieme al suo staff precipita nel Wisconsin
e per Aretha perdere insieme un amico e un’importante figura di riferimento è un colpo
molto pesante.
L’unico modo per superare il lutto è ritornare in studio.
Nel 1968 viene pubblicato Lady Soul, uno degli album di maggiore successo della carriera
di Aretha, trascinato in vetta alle classifiche dalle hit Chain of fools e Natural Woman.
L’arrangiamento di Chain of fools, basato sulle armonie vocali di Erma e Carolyn, è frutto
della genialità di Aretha e il testo è perfetto per descrivere la relazione ormai tossica tra la
cantante e il marito, sempre più violento e despota.
Natural Woman, invece, scritta da Carole King e concepita dall’autrice come una canzone
romantica, viene trasformata da Ree in un brano da chiesa, una vera e propria preghiera a
Dio.
Nello stesso anno esce il singolo Think, scritto dalla stessa Aretha. Nella canzone Ree
chiede al suo uomo cosa pensasse di fare con lei, ma la canzone fu interpretata dalla
comunità nera come un messaggio collettivo, soprattutto per la ripetizione della parola
“freedom”, cantata con la convinzione di un predicatore.
Think insieme a Respect, trasforma Aretha nella portavoce della nuova generazione di
afroamericani, che attraverso di lei chiedevano all’America bianca che cosa avesse
intenzione di fare.
Aretha era ormai l’artista più ammirata degli Stati Uniti e un punto di riferimento per la
propria comunità.
Quell’anno al suo concerto al Madison Square Garden di New York, Aretha viene accolta da
25.000 spettatori. È ormai passata da Lady Soul a Queen of Soul.

GLI ANNI SETTANTA E L’INIZIO DEL DECLINO

L’inquietudine di Aretha è sempre presente. Alla fine degli anni 60 era sull’orlo di un
esaurimento nervoso: aveva ottenuti grandi successi ma anche grandi sofferenze private. I
suoi problemi con l’alcool erano ormai fuori controllo e la sua vita sentimentale era
disastrosa.
Inoltre nel 1969 Wexler aveva appena avuto un grande successo con Dusty Springfield per
il brano Son of a preacher man, canzone originariamente scritta per Aretha, ma da lei
rifiutata perché considerata irrispettosa nei confronti del padre. Ree vuole re incidere il
pezzo, ma la versione più amata rimase quella della Springfield.
Stessa storia si è ripetuta con Let it be che i Beatles volevano dare ad Aretha ma che lei,
dopo aver ascoltato la demo, rifiutò ritenendo che quel “Mother Mary” contenuto nel testo
fosse incompatibile con la sua fede battista (mentre in realtà si riferiva semplicemente al
nome della madre di Paul McCartney).
Per riprendersi da queste occasioni mancate, Wexler le propose di incidere in chiesa un
album dedicato al gospel, un’opportunità per riaffermare le sue radici musicali dopo anni
dedicati al pop.
Non doveva essere un album registrato in chiesa, ma un vero e proprio servizio pastorale,
come quelli che registrava insieme al padre negli anni Cinquanta, in cui si alternavano
musica e predicazione. L’album si chiama Amazing Grace e fu il primo lavoro di Aretha nel
ruolo di co-produttore insieme a Wexler.
Ad Aretha fu affiancato il Reverendo James Cleveland, come direttore del coro e Wexler
commissionò al regista Sidney Pollack di filmare le due serate, il 13 e il 14 gennaio 1972.
Con questo lavoro finalmente la sintesi dei due mondi di Aretha ebbe luogo: il gospel si
trasforma in pop e il pop in gospel. È rimasta alla storia come la migliore performance di
Aretha, ma anche come un disco epocale per la gente di colore, in un momento di grande
confusione e incertezza politica.
Nel 1973 Quincy Jones collaborò al suo nuovo album You ma il disco, nonostante il singolo
Angel scritto dalla sorella Carolyn sia diventato un classico della musica soul, non ebbe
fortuna.
Nel frattempo, i personaggi legati alla emergente disco music stavano monopolizzando il
mercato. È il momento del boom di Donna Summer e Aretha rifiuta decine di potenziali hit
disco perché non amava quel genere, che riteneva un fenomeno transitorio e senza anima.
La Atlantic, dal canto suo, concedeva sempre meno spazio e meno materiale alla Franklin,
privilegiando artiste emergenti quali Roberta Flack.
Dopo l'esperienza di You, Aretha ritornò a farsi produrre da Wexler fino a che questi
abbandonò nel 1976 l'Atlantic Records, ponendo fine alla loro prolifica e fruttuosa
collaborazione.
Inoltre, il pop-soul dei Jackson Five e il rock dei Rolling Stones stavano lentamente
soppiantando il soul come musica più amata dagli americani.
Gli anni 70 si chiudono per Aretha con due eventi privati diametralmente opposti: nel ’78
ritrova una nuova tranquillità emotiva grande alle seconde notte con l’attore Glynn
Turman e nel ’79 il padre entra in coma vegetativo dopo uno scontro armato con dei
malviventi che irruppero a casa sua.
TRA I BRANI RIFIUTATI : UPSIDE DOWN degli Chic (portati al successo da Diana Ross)

GLI ANNI 80 E LA RINASCITA


La rinascita di Aretha avviene negli anni 80 grazie ad un evento del tutto inaspettato: fu
chiamata per un cameo nella commedia The Blues Brothers, nel ruolo di una cameriera che
veniva abbandonata dal marito per seguire il tour della band di John Belushi.
È ovviamente solo un pretesto per introdurre la sua sfolgorante interpretazione di Think,
perfino migliore della performance all’interno del film di Ray Charles e James Brown.
Il successo del film rilanciò la sua carriera proprio nel momento in cui per pagare la
costosa assistenza domiciliare al padre aveva bisogno di tornare in tour.

THINK - BLUES BROTHERS


https://www.youtube.com/watch?v=Vet6AHmq3_s
Nel 1980 inoltre dopo mesi di riflessione, decise di lasciare l’Atlantic per firmare con
l’Arista Records di Clive Davis. Ree iniziò a incidere brani pop più movimentati che non
ebbero successo.
Nel 1982 l'album Jump to It, prodotto da Luther Vandross, suo ammiratore da sempre, le
restituì popolarità e la riportò in cima alle classifiche. Le più note incisioni di quegli anni
furono i duetti Sisters Are Doing for Themselves con gli Eurythmics e I Knew You Were
Waiting (For Me) con George Michael, che divenne la sua seconda numero uno americana.
Molti critici giudicano, comunque, la sua produzione di quegli anni qualitativamente molto
inferiore alle leggendarie registrazioni degli anni sessanta.

FEAT. GEORGE MICHAEL


https://www.youtube.com/watch?v=fDxzQJaA228

Arrivata all’età di quarant’anni, ad Aretha non interessava più lanciare messaggi politici e
sociali, come negli anni Sessanta, ma essere attuale e vendere molto. La vita privata,
invece, era sempre drammatica. Il suo secondo matrimonio era agli sgoccioli e il suo
pensiero fisso era che il padre un giorno si sarebbe potuto risvegliare dal coma, che invece
morì di lì a poco dopo 5 anni in stato vegetativo.

ANNI 90 E 2000

Nel 1993 Aretha compie il suo 13esimo anno con la Arista Records eguagliando il periodo
trascorso con l’Atlantic. A 51 anni, Ree era ancora in grado di rivaleggiare ad armi pari con
Madonna, Janet Jackson e Mariah Carey grazie a un sapiente mix di brani moderni e
intense ballad. Comunque era il suo inesauribile spirito competitivo a tenerla sempre al
vertice per oltre 30 anni.
Per A rose is still a Rose Aretha si affidò ai produttori in voga in quel periodo come Puff
Daddy e la canzone migliore dell’album era la title track, scritta e prodotta dall’allora
ventiduenne Lauryn Hill.
Ma l’evento artistico più importante della sua carriera negli anni 90 fu l’esibizione alla
quarantesima edizione dei Grammy Awards al Radio City Music Hall di New York, ma non
la sua performance di Respect insieme ai Blues Brothers per lanciare il sequel del famoso
film, che andò bene ma non benissimo, bensì fu proprio un “fuori programma” a rilanciare
la sua carriera.
Una volta tornata in camerino e pensando che la serata fosse finita, le fu chiesto di
sostituire Luciano Pavarotti, che aveva cancellato all’ultimo momento la sua esibizione, nel
Nessun Dorma della Turandot di Puccini.
Aveva solo 20 minuti per prepararsi, ma Aretha accettò senza esitazione. Introdotta da
Sting, che aveva annunciato il forfait di Pavarotti, Aretha entrò tranquilla, concentrata e
determinata a dare il massimo. La sua performance, molto personale e ricca di feeling,
partì quasi in sordina fino a crescere a poco a poco di intensità fino a concludersi con tre
acuti che fecero scattare la standing ovation. Il regista della serata indugiò per qualche
instante sull’espressione incredula e commossa di Celine Dion mentre continuava ad
applaudirla.

NESSUN DORMA
https://www.youtube.com/watch?v=uHb75oTHOV4

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