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Assegnati tre vettori liberi a , b , c , ogni loro doppio prodotto vettoriale può
sempre esprimersi come una differenza tra due vettori liberi. Infatti, a
prescindere dal riferimento cartesiano rispetto al quale vengono considerati i
tre vettori, vale la seguente formula:
(a b) c = (a c)b −(b c)a (*)
Il doppio prodotto vettoriale di tre vettori liberi a , b , c , presi nell’ordine
indicato, è quindi una combinazione lineare dei primi due 1 e, per tale motivo, è
ad essi complanare. Questa formula semplifica notevolmente il calcolo del doppio
prodotto vettoriale (a b) c , in quanto è più agevole operare con due prodotti
scalari che con due prodotti vettoriali.
DIMOSTRAZIONE
Escludendo i casi degeneri, per i quali la formula è sempre valida, supponiamo
che i vettori a , b , c siano tutti non nulli e che il primo e il secondo vettore
non siano paralleli. Per fissare le idee, esprimiamo i tre vettori in forma
cartesiana rispetto ad un riferimento ortonormale Oxyz sinistro, i cui assi sono
orientati dai versori e1 , e 2 , e 3 rispettivamente. Si ha:
a = a x + a y + az = a x e1 + a y e2 + az e3
b = b x + by + bz = b x e1 + by e2 + bz e3
c = c x + c y + cz = c x e1 + c y e2 + cz e3
Per calcolare il doppio prodotto vettoriale (a b) c , dobbiamo sviluppare prima
il prodotto entro parentesi. Considerando che il riferimento Oxyz è sinistro:
e 1
e2
e3
a b = − det a x az
ay
b x by bz
1 Vista l’indipendenza della forma del doppio prodotto vettoriale dal riferimento ortonormale Oxyz
scelto, possiamo affidarci alla seguente regola mnemonica: Il doppio prodotto vettoriale di tre
vettori liberi a , b , c , presi in un certo ordine, può sempre esprimersi come differenza di due
vettori. Il minuendo si ottiene moltiplicando il prodotto scalare tra il 1º e il 3º vettore per il
2º vettore; il sottraendo si ottiene moltiplicando il prodotto scalare tra il 2º e il 3º vettore
per il 1º vettore.
2 Se il riferimento Oxyz fosse destro, considerando rispetto ad esso le medesime componenti, esse
individuerebbero (quasi certamente) vettori a , b , c diversi da quelli dati rispetto al riferimento
Oxyz sinistro. In questo caso, anche se il prodotto vettoriale a b sarebbe diverso, la sua forma
cambierebbe solo per il segno. Infatti, tale prodotto sarebbe il vettore:
e1
e2
e3
a b = det
a ay az
= (a b − a b )e + (a b
− a x bz)e2 + (a x b y − a y b x )e3
x y z z y 1 z x
b x by bz
1
Successivamente, dobbiamo sviluppare il prodotto vettoriale del vettore a b per
il vettore c . Applicando il procedimento appena visto, risulta che:
e1 e2 e3
(a b) c = − det -(a y bz − az by) -(a z b x − a x bz) -(a x by − a y b x )
cx cy cz
Gli elementi appartenenti alla seconda riga dell’ultima matrice hanno in comune
il fattore – 1. Pertanto, possiamo risolvere il determinante del 3º ordine ad
essa associato mettendo in evidenza questo fattore al di fuori della matrice
stessa. Così facendo, abbiamo:
e1 e2 e3
(a b) c = det (a y bz − a z b y) (a z b x − a x bz) (a x b y − a y b x ) =
cx cy cz
= [(a z b x − a x bz)c z −(a x b y − a y b x )c y] e1 + [(a x b y − a y b x )c x −(a y bz − a z b y)c z] e2 +
+[(a y bz − a z b y)c y −(a z b x − a x bz)c x ] e3
E’ facile osservare che questa è la stessa forma che avrebbe il doppio prodotto
vettoriale se le componenti cartesiane dei vettori a , b , c fossero state date
rispetto ad un riferimento ortonormale destro. Sviluppando i prodotti entro
parentesi quadre:
(a b) c = [a z b x cz − a x bz cz − a x b y c y + a y b x c y]e1 +
+[a x b y c x − a y b x c x − a y bz cz + az b y cz]e2 +
+[a y bz c y − az b y c y − az b x c x + a x bz c x ]e3
Viene spontaneo ora riordinare per fattori comuni i termini che costituiscono
ciascuna componente di questo vettore libero in modo che compaiano addizionati
prodotti tra componenti cartesiane omologhe. Si ottiene quanto segue:
(a b) c = [(a y c y + az cz)b x −(b y c y + bz cz)a x ]e1 +
+[(a x c x + az cz)b y −(b x c x + bz cz)a y]e2 +
+[(a x c x + a y c y)bz −(b x c x + b y c y)a z]e3
Si noti adesso che, per far comparire le espressioni dei prodotti scalari a c e
b c (3) entro la componente parallela all’asse x, senza modificarla, basta
addizionare e poi sottrarre all’omonimo componente il vettore libero a x b x c x e1 .
3 Contrariamente a quanto avviene per il prodotto vettoriale, l’espressione del prodotto scalare tra
due vettori liberi espressi in forma cartesiana non varia in base al fatto che il riferimento Oxyz
considerato sia destro o sinistro. Per cui, indipendentemente dal riferimento ortonormale rispetto
al quale si assegnano le componenti cartesiane dei vettori a , c , il loro prodotto scalare avrà
sempre la forma:
a c = a x c x + a y c y + az cz
Allo stesso modo, il prodotto scalare dei vettori b , c avrà sempre la forma:
b c = b x c x + by c y + bz cz
2
Analogamente, per far comparire le espressioni degli stessi prodotti scalari
entro ciascuna delle componenti parallele agli assi y e z, senza modificarle,
basta addizionare e poi sottrarre ai corrispondenti componenti i vettori liberi
a y by cy e2 e a z bz cz e3 rispettivamente. Eseguendo dette sommatorie vettoriali:
(a b) c = [(a y c y + az cz)b x −(b y c y + bz cz)a x ]e1 + a x b x c x e1 − a x b x c x e1 +
+[(a x c x + az cz)b y −(b x c x + bz cz)a y]e2 + a y b y c y e2 − a y b y c y e2 +
+[(a x c x + a y c y)bz −(b x c x + b y c y)a z]e3 + az bz cz e3 − az bz cz e3
Pertanto, abbiamo:
(a b) c = [(a c)bx −(b c)ax]e1 +[(a c)by −(b c)ay]e2 +[(a c)bz −(b c)az]e3
(a b) c = (a c)bx e1 −(b c)ax e1 +(a c)by e2 −(b c)ay e2 +(a c)bz e3 −(b c)az e3
Ricordando poi che il prodotto di uno scalare per un vettore libero gode della
proprietà distributiva per somma di vettori , possiamo raccogliere per scalari
comuni i termini vettoriali al secondo membro, ottenendo quanto segue:
(a b) c = (a c)(bx e1 + by e2 + bz e3)−(b c)(ax e1 + a y e2 + az e3)
(a b) c = (a c)b −(b c)a
* * *
a = 2 e1 − 4 e2 ; b = − e1 + 3 e2 + e3 ; c = e2 − 2 e3
In conclusione, si avrà:
(a b) c = − 4 b − a = −4(- e1 + 3 e2 + e3) −(2 e1 − 4 e2) = 2 e1 - 8 e2 − 4 e3
In definitiva:
(a b) c = 2( e1 - 4 e2 − 2 e3)
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Dimostriamo ora che, in generale, per il doppio prodotto vettoriale non vale la
proprietà associativa. A tal scopo, eseguiamo il doppio prodotto a (b c) . Come
si può vedere, in esso la diversa associazione comporta un ordine differente dei
vettori moltiplicati; perciò, per applicare a questo doppio prodotto la formula
appena dimostrata, occorre trasformarlo in modo che abbia una forma analoga a
quello (a b) c . Detta operazione è immediata; infatti, per la nota proprietà
anticommutativa del prodotto vettoriale, si può scrivere che:
a (b c) = -( b c) a
A questo punto, possiamo esprimere il nuovo doppio prodotto vettoriale come una
differenza tra due vettori. Si ha, quindi, che:
a (b c) = -[( b a)c -(c a)b] = (a c)b -(b a)c
Si nota subito che, mentre il doppio prodotto (a b) c è combinazione lineare
dei vettori a , b , il doppio prodotto a (b c) è combinazione lineare di quelli
b , c . Il confronto tra le espressioni di questi due doppi prodotti si riduce al
seguente:
(b c )a ; ( b a )c
(a b) c = a (b c) = a b c
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Tra questi casi, che sono di gran lunga i più frequenti, rientrano quelli in cui i tre vettori a ,
b , c non sono tutti complanari (sono, cioè, complanari a due a due tra loro). E’ evidente come, in
questi ultimi, i doppi prodotti (a b) c e a (b c) siano differenti, essendo complanari ai vettori
a , b e b , c rispettivamente.