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DISCIPLINE MUSICALI
-1 ora di strumento musicale ri partita in due mezze ore individuali da effettuare due volte alla
settimana
Ad ogni lezione dovevano partecipare due alunni impegnati per mezz’ora ognuno nella proprio
lezione e nell’altra mezzora nell’ascolto partecipativo .
Il reclutamento dei docenti veniva fatto tra i docenti di ruolo in Educazione musicale o fra i docenti
inseriti nelle graduatorie provinciali per educazione musicale o ancora tra i nuovi aspiranti forniti
del diploma di strumento specifico dotati di particolari doti artistico-professionali valutate da una
commissione preposta .
-il comitato tecnico centrale con funzione di organizzazione coordinamento e indirizzo della
sperimentazione a livello più alto
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- la commissione di coordinamento scolastico
Si ha una svolta decisiva nel riconoscimento dei corsi ad indirizzo musicale con la legge n.124 /
99 la quale all’art.11 comma 9 prevede la riconduzione a ordinamento dei corsi sperimentali a
indirizzo musicale . A questa legge segue il decreto attuativo del 6 agosto 1999 n.201 che
nell’art.1 prevede che l’insegnamento dello strumento costituisce arricchimento e integrazione
interdisciplinare .
Rispetto al decreto del 1996 il docente ha ora più libertà nell’organizzare le proprie lezioni
superando le rigidità della lezione individuale . Nell’art.9 si istituisce la classe di concorso A077 .
La materia strumento musicale è opzionale , ma nel momento in cui viene scelta diventa
obbligatoria ed entra a pieno titolo nel curricolo dell’alunno .
Formazione della classe prima : ogni anno una volta raccolte le iscrizioni degli alunni , si passa
all’organizzazione delle prove attitudinali : Intonazione , senso ritmico , riconoscimento delle
altezze dei suoni . Dopo si procede alla redazione di una graduatoria di merito .
La programmazione per la classe prima dovrà partire dalle basi dell’impostazione strumentale e
proseguire secondo le indicazioni presenti nell’allegato A del D.M. n.201/99 :
Discipline musicali nella scuola secondaria di secondo grado : Liceo musicale e coreutica
Le caratteristiche di questo indirizzo sono definite nel D.P.R. 15 marzo del 2010 n.89 , nell’art.7 si
legge : iI percorso del liceo musicale e coreutica , articolato nelle rispettive sezioni , è indirizzato
all’apprendimento tecnico-pratico della musica e della danza e allo studio del loro ruolo nella
storia e nella cultura . Assicura altresì la continuità dei percorsi formativi dei corsi ad indirizzo
musicale . L’iscrizione è subordinata al superamento di una prova attua alla verifica del possesso
di specifiche competenze musicali . L’orario annuale delle attività e insegnamenti obbligatori è di
594 ore . Il piano di studi del liceo musicale e coreutico è definito nell Allegato E . Accanto alle
materie tradizionali troviamo nuove materie : Esecuzione e interpretazione , teoria analisi e
composizione , storia della musica , laboratorio di musica di insieme , tecnologie musicali .
l’inserimento di queste nuove discipline musicali hanno fatto si che il ministero emanasse un
apposito decreto per il riordino delle classi di concorso , con indicazioni dei titoli di accesso per
l’insegnamento , infatti prima i docenti venivano scelti tra chi faceva richiesta già in servizio nelle
classi A031 , A031 e A077 , con precedenza per i docenti in esubero .
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Nel secondo biennio : lo studente sviluppa la capacità di mantenere un adeguato equilibrio
psicofisico in diverse situazioni di performance . Sa adattare diversi approcci di studio ai problemi
esecutivi proposti ed è autonomo nello studio.
Nel quinto anno : lo studente darà prova di conoscere e interpretare i capisaldi della letteratura
solistica e di insieme , sa applicare strategie per la lettura a prima vista , il trasposto , la
memorizzazione e improvvisazione .
PSICOPEDAGOGIA E DIDATTICA
Nell’antica Grecia la musica assume caratteristiche ben definite , già i Pitagorici parlano
dell’importanza della musica e dell’influenza che essa ha sull’individuo . I rapporti musicali sono
segno tangibile dell’armonia universale e dell’armonia che regna anche nell’animo dell’uomo .
Proprio alla luce di ciò nasce il concetto del valore catartico della musica : essa ha un grande
potere sul nostro animo e può contribuire a ricostruire l’armonia turbata da qualche evento
esterno ( musica come medicina dell’anima )
Per Platone la musica ha un valore etico , cioè influisce sul comportamento : nella Repubblica
parla di sdolcinata musa lirica , che deve essere assolutamente bandita per evitare che nello stato
regnino piacere e dolore anziché legge . Si da quindi un accezione del tutto negativa alla musica
che in questa caso non ha alcun valore educativo .Ma se la stessa viene intesa come scienza non
sarà più oggetto dei sensi , ma porterà all’esercizio della ragione .
I Romani più pragmatici non considerano la musica dal punto di vista educativo . Nel Medioevo la
musica ebbe la sua importanza e presto si sentì l’esigenza di insegnarla nelle scuole . Da una
parte era come una teoria legata alle discipline del quadrivium , dall’altra la si insegnava come
pratica artigianale per esigenze legate al culto . Il maggior teorizzatore musicale fu Guida D’Arezzo
, che grazie alle sue schematizzazioni facilitò la lettura della musica e razionalizzò l’apprendimento
del canto , fino ad allora trasmesso quasi esclusivamente in modo mnemonico.Egli ideo un
sistema che consisteva nel memorizzare l’intonazione degli intervalli rapportandoli a degli schemi
fissi . Nel Rinascimento abbiamo una netta separazione tra musica sacra e profana , tra musica
impiegata nelle celebrazioni e l’insegnamento finalizzato alla formazione del perfetto cortigiano.
Nasce il musicista professionista che usa la sua arte come un lavoro , e il cultore della musica che
la usava per diletto . L’educazione generica veniva sostituita dalle scuole specialistiche che
provvedevano alla formazione dei musicisti professionisti : Nascevano i conservatori .
Emile Jaques-Dalcroze : elabora un metodo pedagogico organico completo basato sullo studio
delle radici psicologiche del ritmo e del suono .
Carl Orff idea un metodo mirato alla familiarizzazione dei ragazzi con la pratica attiva della musica
Gli orientamenti attuali riguardo la pedagogia della musica sono concentrati sulla conoscenza
delle diverse realtà educative
Nell’ottocento grazie al Positivismo e alle prime ricerche in ambito acustico , abbiamo una vera
trattazione della psicologia della musica : Hermann von Helmholtz spiega le leggi che regolano il
timbro , la consonanza e la dissonanza in relazione ai limiti percettivi dell’orecchio umano .
Un contributo importante viene dato dalla Gestalt , secondo la quale gli stimoli sonori ai quali
siamo esposti non sono riprodotti singolarmente , in forma isolata , e successivamente sommati e
messi insieme , ma sono colti come insiemi di elementi organizzati in totalità significative
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( gestalten ). Solo successivamente alla percezione avviene nel soggetto un processo di
strutturazione dei dati sensoriali acquisiti che vengono organizzati soggettivamente in base alle
leggi di : prossimità , buona formazione , continuità e somiglianza . Tutti questi punti sono alla
base della moderna psicologia della percezione. In America nasce il Behaviorismo , una corrente
di pensiero orientata allo studio del soggetto nel proprio contesto sociale e culturale , con la quale
si da luogo ad un accesso dibattito sulla natura innata o acquisita del genio musicale . Nel dopo
guerra , si assiste all’evolversi di un nuovo filone quella della semantica musicale che studia i
significati simbolici che vengono attribuiti alla musica e le modalità attraverso le quali il soggetto
attribuisce un senso a ciò che ascolta . Negli anni Sessanta si sviluppa il filone della
psicopedagogia , sulle orme di Piaget , si propone di studiare le varie fasi di sviluppo del bambino
per poter elaborare dei programmi di studio adatti ad ogni fase : già all’età di 2/3 mesi i bambini
sono capaci di distinguere i diversi toni della voce , a 4/5 mesi sanno localizzare spazialmente i
suoni . Intorno ai 6 mesi manifestano le prime “lallazioni” . Nei primi tre anni il bambino
sperimenta le proprie capacità musicali , giocando con le sillabe e cercando di intonare canti in
forma salmodia , mentre a 3 anni i bambini sanno imparare un canto per imitazione e di
differenziare gli intervalli . Solo dopo i 6/7 anni si sviluppa il senso tonale e verso i 9 anni una certa
sensibilità armonica.
Lo scopo o la finalità del fare musica per Deladande è il divertimento che lui definisce proprio
come gioco :
- il giovo senso-motorio
- il gioco simbolico
- il giovo di regole
Verso la fine degli anni cinquanta infatti il Cognitivismo si affaccia sul panorama europeo con il
proposito di studiare i sistemi di elaborazione delle informazioni messi in atto dalla mente umana.
Il soggetto elabora in maniera complessa gli stimoli sonori provenienti dall’esterno raggruppandoli
e formalizzandoli in schemi ben precisi , per fare ciò utilizza sia dei meccanismi innati quindi non
controllati cognitivamente , sia schemi mentali frutti dello studio e della formazione musicale .
L’ascoltatore è capace di dare un senso a quello che ascolta solo perché lo decodifica per mezzo
delle regole che fanno parte del proprio bagaglio culturale .
L’educazione dell’orecchio : formare le capacità uditive , sotto tutti i punti di vista , è l’obiettivo
primario di questo filone di studi . Emile Jaques-Dalcroze dichiara che le prime esperienze
musicali avvengono attraverso l’associazione di stimoli sonori a movimenti del corpo , per cui sarà
semplice per un bambino interiorizzare diversi tipi di ritmica associandoli a vari movimenti del
corpo . I bambini a differenza degli adulti , percepiscono e traducono i suoni in movimenti in
maniera non meditata. Provano interesse per l’attività fisica per cui sarà semplice e coinvolgente
eseguire esercizi collegati agli stimoli sonori anche se non si è interessati alla musica.
L’educazione e l’armonizzazione del sistema nervoso è uno degli obiettivi del metodo di Dalcroze
tramite esercizi basati :
In Italia negli anni Trenta e Quaranta assume importanza il metodo di Laura Bassi , che fonda
sulla formazione dell’orecchio e sulla ritmica il suo metodo rivolto ai bambini della scuola
dell’infanzia . Oltre al movimento e al ritmo , il suo metodo si rivolge verso l’aspetto pedagogico
sull’associazione dell’evento sonoro a parole disegni e grafica , al fine di sollecitare un’esperienza
completa , libera e immaginativa della musica .
Il Fare Musica
Questo filone di studi è formato da tutti quei metodi che mirano allo sviluppo di un’attività
prevalentemente musicale , privilegiando la pratica musicale attiva e sollecitando la creatività sia
attraverso la voce che attraverso l’uso degli strumenti .
Carl Orff è stato uno dei maggiori esponenti del “fare musica” , eredita da Dalcroze i presupposti
fondamentali quali la ritmica , il movimento e l’improvvisazione , ma prevede in più l’utilizzo di
piccoli strumenti ( prevalentemente a percussione ) molto vicini al corpo. In questo modo si rende
il bambino protagonista dell’azione formativa mediante giochi di ritmo : l’imitazione , la
memorizzazione del ritmo , il canone ritmico , le domande-risposte .
Zoltan Kodaly : profondo conoscitore della musica popolare del suo paese , sperimenta una
metodologia che rivoluziona l’insegnamento della musica dall’asilo all’università: l’insegnamento
della musica deve essere destinato a tutti gli individui , quindi non deve essere appannaggio di chi
decide di studiare uno strumento in maniera professionale . Lo studio della musica permette
all’individuo di formare la propria personalità e metterla in relazione armonicamente con altri
soggetti appartenenti all’ambiente in cui vive .La musica essendo rappresentata da segni ha un
grande potere comunicativo e aiuta il bambino nel processo di astrazione dei concetti .
L’educazione musicale dovrebbe iniziare già nei nove mesi che precedono la nascita , poiché
durante l’infazia è più facile formare il buon gusto musicale . Il materiale da utilizzare deve essere
sempre di altissimo livello , adeguato ritmicamente e melodicamente all’età a cui si somministra .
Il canto corale ha la capacità di avvicinare quante più persone possibili alla musica colta e di
qualità facendole cantare. L’insegnamento della musica è compito della scuola pubblica , tutti gli
ordini scolastici e quindi tutte le età devono essere in grado di leggere e scrivere musica . Bisogna
insegnare musica attraverso la musica , non si può partire da concetti e nozioni astratte , ma
bisogna renderli pratici .
Alcuni dei mezzi didattici : la chironomia mutuata da Guido d’Arezzo che presuppone la
concretizzazione nello spazio del nome delle note riconosciute attraverso a seconda dell’altezza
della mano . La solmisazione secondo cui si indicano i gradi della scala mediante le sillabe . La
notazione ritmico-letterale accostata alla solmisazione , connette melodia e ritmo e conduce
alla lettura dello spartito . Il do mobile in questo metodo la musica non verrà considerata come
successione di note ma come un avvicendarsi di distanze precise tra i suoni .
Il pentatonismo le scale pentatoniche prive di semitoni , sono alla base delle prime esperienze
musicali dei bambini con le filastrocche o ninna nanne. Utilizzare anche il canto popolare con
l’utilizzazione a fini didattici del patrimonio etnologico raccolto insieme a Bela Bartok .
-1979 furono revisionati i programmi con l’aumento da una a due ore per la musica
-1985 sono stati emanati i nuovi programmi della scuola elementare con l’introduzione
dell’educazione al suono e alla musica
-1999 vengono ricondotti a ordinamento i corsi ad indirizzo musicale nelle scuole medie fino ad
allora sperimentali
-2011 si introduce anche alla primaria la cultura e pratica musicale con particolare riferimento alla
formazione del personale .
I metodi
- il modello statico : chiuso , ha obiettivi contenuti e metodologie prefissati e non modificabili che
si tramandano da generazioni , imposti all’alunno in modo autoritario
- il modello ricreativo : si fonda sulla ricreazione , quindi sull’aspetto ludico della pratica
musicale, non a fini professionistici , i ragazzi giovano e ricavano piacere da questo esercizio
che li spinge ad apprezzare l’attività svolta in classe.
- il modello dinamico : aperto , tutti gli aspetti della didattica sono elastici e si adattano di volta in
volta ai bisogni socioculturali dell’alunno.
La programmazione
Per tutto ciò che riguarda l’apprendimento che avviene scuola è d’obbligo che il docente
programmi gli interventi educativi da attuare in classe . Oggi la programmazione è uno strumento
per definire che cosa sapere e sapere fare e per delineare i contorni e scandire i momenti delle
nostre lezioni . La programmazione è legata alla definizione del Curricolo , cioè l’organizzazione
delle possibilità offerte dalla situazione scolastica in quanto ordinata allo sviluppo educativo
dell’alunno . In sintesi è un’attività di costruzione di un piano , di predisposizione di un progetto o
di individuazione di una strategia che correlando gli obiettivi generali e quelli specifici di ogni
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evento educativo con la situazione concreta nella quale l’evento educativo ha luogo ,sappia dare
un senso pedagogicamente corretto alle scelte metodologiche e tecniche che occorre compiere .
Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione del 2012 :
TRAGUARDI :
L’alunno partecipa in modo attivo alla realizzazione di esperienze musicali attraverso l’esecuzione
e l’interpretazione di brani strumentali e vocali appartenenti a generi e culture differenti , usa
diversi sitemi di notazione funzionali alla lettura , e alla riproduzione di brani .comprende e valuta
eventi materiali e opere musicali riconoscendone i significati . integra con altri saperi e altre
pratiche artistiche le proprie esperienze musicali .
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO :
La valutazione
Fissati gli obiettivi e contenuti , arriva il momento della valutazione , che serve in primis al docente
per verificar l’efficacia della propria attività didattica , e utile agli alunni che grazie al giudizio
dell’insegnante possono sapere quanto stanno procedendo sulla giusta strada
dell’apprendimento .
Si può iniziare a proporre attività in ensemble già dalle prime lezioni di strumento . Nel momento in
cui il discente è capace di emettere i primi suoni è possibile far interagire le semplici parti
eseguibile dallo studente con più parti complesse suonate dal docente .
Metodologie didattiche
Si possono individuare due approcci didattici distinti , che possiamo definire come didattica
tradizionale e didattica laboratoriste .
Didattica tradizionale : è basata sulla trasmissione di saperi e contenuti ed è fondata sulla pratica
dell’insegnamento . Pertanto l’insegnante assume un ruolo centrale e la comunicazione dei
contenuti avviene in modo unidirezionale , dal docente verso i discenti . Questo tipo di didattica è
basato su azioni che vengono ripetute ciclicamente e che si possono identificare con una fare di
trasmissione dei contenuti da parte del docente , di assimilazione anche tramite ripetizioni ed
esercitazioni e di una fase di verifica o restituzione finale . Spesso si tratta di una didattica formale
e decontestualizzata , il che rappresenta un ovvio limite per la moderna impostazione che si vuole
dare all’apprendimento . La lezione frontale è la modalità di trasmissione del sapere privilegiata in
questo approccio didattico.
Didattica laboratoriste : ha come obiettivo l’apprendimento , qualsiasi sia la modalità con la quale
esso viene perseguito . Il centro dell’attenzione diventa l’alunno con le sue caratteristiche e le sue
specificità . L’interazione e la collaborazione tra gli alunni assumono un ruolo fondamentale . Si
preferisce proporre all’alunno dei problemi autentici o contestualizzati , che hanno un riscontro
nella realtà per favorire la crescita di un bagaglio esperienza . L’obiettivo è la maturazione di
competenze nell’alunno , per tale motivo spesso si parla di didattica per competenze . L’alunno è
stimolato dai compagni a trovare una soluzione e a formalizzarla mediante un percorso o prodotto
finale . I momenti lasciati alla lezione frontale vengono sostituiti da pratiche di apprendimento
collaborativo o cooperativo e da strategie di peer tutoring.
La lezione frontale
È la più classica delle metodologie didattiche ; la collocazione dei banchi nell’aula è funzionale a
questa tipologia di lezione , i banchi sono rivolti verso la cattedra e la lavagna che sono i punti
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verso cui si concretizza l’attenzione . Vede un ruolo attivo principalmente nel docente , mentre gli
alunni si pongono in un atteggimento passivo di ascolto e di ricezione dei contenuti . Il docente
può chiedere agli alunni di intervenire in merito a delle sue osservazioni e generalmente questi
ultimi nella loro risposta si rivolgono al docente in prima persona , mentre i compagni di classe
ascoltano di riflesso . La lezione frontale è sicuramente il modo più efficace per trasmettere
contenuti , ma visto l’atteggiamento sostanzialmente passivo degli alunni m questa modalità non
è sempre quella più adatta a maturare abilità o competenze negli alunni . Si tratta di un modello
legato al comportamentismo più che al costruttivismo . Tuttavia l’adoperare le nuove tecnologie
per la didattica non implica necessariamente l’adoperare metodologie socio-costruttiviste .
L’apprendimento collaborativo
È una delle modalità attraverso le quali mettere in pratica le teorie socio-costruttiviste e la
didattica laboratoriste. Una modalità diffusa di realizzare un apprendimento collaborativo è quella
della formazione di gruppo di alunni che sono impegnati nella realizzazione di un lavoro di
gruppo . Il docente assume ruolo di tutor , monitora le dinamiche all’interno dei gruppi , favorisce
l’interazione tra gli studenti. L’osservazione dei comportamenti e dinamiche all’interno dei gruppi
può essere spunto per la valutazione delle conoscenze e delle abilità degli alunni e del loro grado
di maturità . Nel lavoro di gruppo lo studente si trova di fronte a contesti che simulano la sua vita
lavorativa futura e stimolano l’emergere di atteggiamenti importanti improntati all’operatività e alla
capacità di risolvere situazioni problematiche . L’obiettivo può essere quello di far valutare punti
critici e punti di forza delle diverse soluzioni trovate al problema , cercando di mostrare che
possono esistere più soluzioni accettabili per un problema . Alcuni vantaggi :
- a sforzarsi di comprendere le idee degli altri accettando anche altri punti di vista
- a valutare quali siano le soluzioni o gli atteggiamenti più coerenti ed efficaci per risolvere un
problema
- stimola gli studenti a far crescere la loro motivazione , lo studente riconosce subito il valore di
quello che ha studiato in quanto cerca di metterlo in pratica nel gruppo .
Una fase cruciale è quella della formazione dei gruppi , divisi sia per eterogeneità o per
omogeneità .L’ambiente d’apprendimento è un altro aspetto fondamentale . I banchi devono
essere disposti in modo da favorire la creazione di gruppi . L’episodio formativo si conclude di
solito con una condivisione dei risultati tra i vari gruppi . Il docente può elaborare una sintesi e una
valutazione dei lavori .
L’apprendimento cooperativo
Rispetto a quello collaborativo è maggiormente orientato alla suddivisione di un compito
articolato e complesso in una serie di lavori distinti tra gruppi o soggetti differenti . Gli alunni
imparano anche ad affidarsi al lavoro degli altri per la parte che non è di loro competenza.
Apprendono che è necessario unire le forze di più individui per fare ciò che potrebbe essere
impossibile compiere da soli.
Il team teaching
È una metodologia di insegnamento nella quale due docenti collaborano tra loro nel realizzare la
didattica per un gruppo di alunni abbastanza ampio , ad esempio alunni di diverse classi di
strumento . Viene affiancato all’apprendimento collaborativo . Si evidenzia attraverso questo tipo
di insegnamento come un argomento può essere proposto con due diversi approcci . ( ad
esempio la musica d’insieme o la creazione di piccoli ensemble cameristici )
La ricerca-azione
L’insegnamento da parte del docente non sempre si trasforma in apprendimento da parte degli
alunni . Spesso le cause di un mancato apprendimento sono da ricercarsi in una interazione non
proprio favorevole che è instaurata tra docente e alunno . Mediante questo modello il docente
effettua una ricerca osservando e sperimentando in classe un nuovo modello didattico , la quale
in conclusione porta ad una azione migliorativa della propria didattica . Si innesca quindi una
pratica ricorsivi tipica dei processi di miglioramento continuo e dei processi di qualità
dell’insegnamento .
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L’esperienza diretta mostra che la didattica laboratoriste richiede un tempo maggiore per lo
svolgimento in classe rispetto a quella trasmissiva e tradizionale . Nella didattica tradizionale
basata soprattutto sulla lezione frontale , su lezioni di tipo esercitato e sulle conseguenti verifiche ,
i tempo possono essere ben scanditi e gestiti dal docente.
Nella didattica laboratoriste vi sono fasi investigative del problema , di carattere più meditativo. I
tempi sono scanditi dall’apprendimento degli alunni e possono allungarsi per diversi motivi .