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La tormentata storia dei balcani.

I balcani per tutto il novecento vissero guerre terribili. Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia,
Kosovo, Montenegro, Albania, Macedonia: questi paesi sono il risultato di una storia decisamente
tormentata. Tutto è cominciato con la dissoluzione dell’impero austro-ungarico alla fine della prima guerra
mondiale. L’impero austro-ungarico era enorme, si estendeva per circa 680.000 km^2 e al suo interno
c’erano quindi popolazioni diversissime tra loro. Alla fine della prima guerra mondiale tale impero finì dalla
parte degli sconfitti e perse una bella fetta del suo territorio. Fu così che nel 1919 nacque il regno dei serbi
dei croati e degli sloveni. Sfortunatamente tutto ciò non portò a una situazione di stabilità per i balcani,
c’erano ancora molti contrasti politici, etnici e religiosi da risolvere. Se facciamo un salto in avanti arrivando
alla fine della seconda guerra mondiale nel 1945, possiamo notare che la situazione non era ancora
migliorata. All’epoca i balcani erano in gran parte occupati dalla Repubblica socialista federale di Jugoslavia,
guidata da Tito, che comprendeva sei repubbliche socialiste (Serbia, Croazia, Slovenia, Montenegro, Bosnia
ed Erzegovina e Macedonia). I popoli della repubblica socialista federale erano diversi per cultura, lingua,
religione, ma Tito riuscì a tenere in piedi lo Stato per molti anni mantenendo un delicato equilibrio. Nel
1980 alla morte di Tito, la Jugoslavia si disgregò e ormai c’erano tutte le premesse per una vera e propria
guerra civile. Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989 infatti, diversi stati iniziarono a chiedere a gran
voce l’autonomia. Nel 1991 la Slovenia e la Croazia furono le prime a proclamarsi indipendenti seguite
rapidamente da Macedoni a e Bosnia Erzegovina. Nel 1992 inoltre Serbia e Montenegro diedero vita alla
repubblica federale di Jugoslavia. L’indipendenza dei singoli stati, però, non era ancora sufficiente a
garantire la pace nei balcani. Molte delle repubbliche appena nate erano destinate ad anni di terribili lotte
interne. Le prime esplosero in Croazia dove abitava un’importante minoranza etnica serba che avrebbe
voluto riunirsi con la madre patria; un altro gravissimo conflitto fu quello tra Serbia e Bosnia Erzegovina che
durò dal 1992 al 1995: il Presidente serbo Milosovich, sottomise la Bosnia a terribili operazioni di pulizia
etnica e a stragi di massa. Nel 1995 con gli accordi di Daiton, la NATO e l’ONU cercarono di porre fine al
conflitto scatenato da Milosovich, ma una situazione stabile era ancora lontana infatti la divisione dei
territori, imposta dagli accordi, non riuscì a soddisfare le richieste dei vari gruppi etnici e non a caso di li a
poco nacque un conflitto tra la Serbia e il Kosovo, una regione prevalentemente abitata da albanesi che
aspiravano all’indipendenza dalla Serbia. Nel 1998 scoppiò una guerra perché il Kosovo rivendicava
un’autonomia dalla Serbia ma anch’esso, come era accaduto alla Bosnia poco prima, fu sottoposto a una
terribile pulizia etnica. La Nato intervenne contro la Serbia, ma purtroppo i bombardamenti colpirono
pesantemente anche i civili.

Il nuovo millennio a portato con se le ultime tappe della riorganizzazione della ex Jugoslavia. Nel 2003 la
Repubblica federale di Jugoslavia è stata sostituita dal nuovo stato di Serbia e Montenegro. Nel 2006 il
Montenegro si è separato dalla Serbia in modo pacifico. Nel 2008 il Kossovo ha dichiarato unilateralmente
la sua indipendenza e con il tempo è riuscito a farsi riconoscere da molti paesi della nato e dell’Ue.

Per quanto riguarda l’Albania invece, questa fino al 1990 sotto la guida di Hoxha il paese è stato dominato
da una rigida dittatura comunista che l’ha costretto a un lungo isolamento. Dopo il crollo del comunismo la
situazione del paese era molto instabile. Nel 1997 una gande rivolta ha portato allo smantellamento
dell’intero apparato statale e molti albanesi sono stati costretti a fuggire in Italia.

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