Sei sulla pagina 1di 37

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI VERONA

Corso di Laurea in
Lingue e culture per il turismo e il commercio internazionale

Elaborato finale

Le minoranze nella Repubblica di Moldova

Relatore Candidato
Chiar.mo Prof. Tatiana Seretanu
Francesco Palermo Matr. VR404298

Anno Accademico 2020 – 2021


Sommario
INTRODUZIONE ......................................................................................................................................................... 3
1. MOLDOVA: FONTI STORICHE ....................................................................................................................... 4
1.1 Avvenimenti storici più importanti nella delineazione del territorio ......................................................... 4
1.2 XX secolo ........................................................................................................................................................ 6
1.3 Evoluzione della lingua nel territorio Moldavo ........................................................................................... 8
2. LE MINORANZE ETNICHE ............................................................................................................................ 12
2.1 Dati generali ................................................................................................................................................. 12
2.2 Profilo dei singoli gruppi minoritari .......................................................................................................... 13
2.3 Base giuridica e istituzioni statali ............................................................................................................... 21
3. I DUE GRUPPI CHE SI SONO DISTINTI MAGGIORMENTE ................................................................... 24
3.1 Transnistria .................................................................................................................................................. 24
3.2 Gagauz Yeri ................................................................................................................................................. 28
CONCLUSIONE ......................................................................................................................................................... 34
Bibliografia .................................................................................................................................................................. 35
INTRODUZIONE

Perché uno stato così compatto risulta essere così frammentato? Cosa ha scaturito la concentrazione di
minoranze in un unico territorio? Quali sono i diritti di queste minoranze, e come vengono trattate dalla
maggioranza della popolazione?
Questi sono quesiti che portano allo sviluppo della tesi sulla Moldavia, o anche detta Moldova.

“Moldavia è il nome classico latino, idronimo prima che nome di un popolo e della terra da
esso abitata, comune alle lingue romanze e ad alcune non romanze ed è il nome usato in
russo e dunque per la Repubblica Socialista Sovietica. Moldova è invece la forma tipica del
romeno. […………………] In Italia per secoli si è usata la sola forma classica. È stato in
occasione dell’incontro di calcio a Chişinău, capitale moldava, tra la nazionale locale e
quella italiana, il 5 ottobre 1996, che la questione toponomastica è balzata agli onori delle
cronache: giornalisti e radiotelecronisti hanno infatti usato chi Moldavia e chi Moldova,
parlando anche di calciatori ora moldavi ora moldovi. [………………………] Da allora gli
allotropi sono stati usati indifferentemente; nessuno impedisce di trasformare la Moldavia
in Moldova anche in Italia, fermo restando che tale scelta equivale a chiamare France la
Francia, Deutschland la Germania, Sverige la Svezia, Suomi la Finlandia, e così via.”

(Caffarelli, 9 maggio 2017)

Con lo sviluppo della tesi questo Stato verrà indicato prevalentemente con i termini Moldova o
Repubblica di Moldova, tenendo conto delle definizioni degli specialisti che individuano una netta
differenza tra il termine Moldavia, quella sovietica, e Moldova, la repubblica indipendente.

Moldova, un paese dell’Europa dell’est, debole ma allo stesso tempo una zona che ha suscitato interesse
nei paesi confinanti e non, perché visto come territorio strategico soprattutto per l’espansione del proprio
potere e territorio.

La tesi si svilupperà attorno a 3 capitoli. Dopo una analisi delle peculiarità storiche, linguistiche ed
etniche di Moldova, si tenterà di mettere in luce la tematica sulle minoranze concentrate nel territorio.
Il capitolo 1 si concentrerà sulle fonti storiche, che permetteranno una miglior comprensione di come il
paese contenga una concentrazione minoritaria nei confini del suo territorio.
Il capitolo 2 offrirà una visione generale della suddivisione minoritaria, presentando le diversità etniche
linguistiche e religiose. In seguito verrà trattata la tematica delle minoranze anche sotto il profilo giuridico.
Il capitolo 3 affronterà i due blocchi minoritari che si sono maggiormente distinti, Gagauzia e Transnistria,
soprattutto con la dichiarazione di indipendenza dall’Unione Sovietica del 27 Agosto 1991.
1. MOLDOVA: FONTI STORICHE

Nel capitolo che segue verranno riportate le principali fonti storiche che permetteranno una miglior
comprensione della successiva analisi per quanto riguarda le minoranze della Repubblica di Moldova.
Le fonti storiche si spaziano in una vasta scala temporale, che vanno più o meno dalle prime popolazioni
fino a quasi i giorni nostri.

1.1 Avvenimenti storici più importanti nella delineazione del territorio

Il territorio moldavo ha subito nel corso dei secoli diverse variazioni dovute alle molteplici popolazioni
che si sono insediate in quell’area. Sfortunatamente non ci sono dati precisi su quali popoli abitassero nel
territorio in origine.

Un’attenta analisi sugli scavi, effettuati recentemente (XX secolo), ha portato gli autori del volume
“Aşezări din Moldova”1 a tracciare gli spostamenti delle possibili popolazioni che dal paleolitico fino al
XVIII secolo si sono stanziate nella determinata zona.
La popolazione che ebbe un rilievo importante, rispetto agli insediamenti precedenti, è quella dei Daci. Di
essi si hanno dati alquanto certi grazie alla testimonianza successiva alle invasioni romane. L’area dell’est
Europa fu sottomessa dalla potenza romana. Dal ritiro dell’Impero Romano (271 d.C.) la zona fu invasa da
diversi popoli, i più rilevanti furono: Unni, Ostrogoti, Bulgari, Avari e Slavi; i quali si insediarono anche in
maniera violenta.
Solo, più di mille anni dopo si inizia a definire il territorio. Con il voivoda Bogdan I, nel 1359, quello che era
considerato territorio moldavo, divenne un principato indipendente.
La delineazione del territorio non era ben chiara; si hanno dati piuttosto certi quando sotto il potere di Ștefan
cel Mare2 (1457-1504), noto principe moldavo, il territorio subì una grande espansione. Il vasto dominio
comprendeva un’area che si espandeva fino a nord comprendendo il territorio della Bucovina, tra il fiume
Nistro a Est e i Carpazi a ovest, e fino a toccare il Mar Nero a sud. Territorio che venne definito “Moldova
Veche”, composto da tre zone: Bucovina, Moldova e Basarabia.

Figura 1. “Moldova Veche”

1
(N. Zaharia, 1970)
2
Stefano il Grande (1457-1504)
Dopo la morte di Ștefan cel Mare la parte chiamata Moldavia decadde e si impoverì; diventando
successivamente uno stato tributario dell’impero Ottomano.
Rilevante nella storia di Moldova fu anche il voivoda di Valacchia, Mihai Viteazul3, dal 1593 al 1601. Egli
fu il primo sovrano che riuscì a ricongiungere sotto lo stesso potere i tre "Principati Danubiani".

Figura 2. “I principati Danubiani”

Mihai Viteazul divenne voivoda della Valacchia grazie all'aiuto dell'impero Ottomano. Successivamente
però volle acquisire l'indipendenza, perciò decise di ribellarsi agli Ottomani e di attaccare la “sublime
porta”4. Da qui, dopo diverse battaglie e diverse alleanze riuscì ad ampliare il suo Impero. Nel biennio che
va dal 1599 al 1600 divenne voivoda di Transilvania e Moldova, principati Danubiani 5.
L’unione di questi popoli sotto un unico potere durò poco, la causa fu soprattutto l’interesse che avevano gli
Asburgo, i Polacchi e l’Impero ottomano nell’impossessarsi del territorio.
Queste "tre regioni storiche"6 facenti parte dell'Europa Danubiana formarono in seguito, nel XIX secolo, la
Romania.

Moldova era un’area circondata da grandi potenze, perciò sempre al centro di guerre e trattati di pace. Un
territorio inteso tra Russi, Impero Ottomano e Impero Asburgico.
13 aprile 1711, data importante per la stipulazione del trattato di alleanza tra Russia e Moldova. Il trattato di
Luţk per la sconfitta di un nemico in comune, l’Impero Ottomano. Questa data è una prima testimonianza di
alleanza tra i due stati, che risultò essere un tentativo di protezione da parte del potere slavo nei confronti
dell’alleato.
Negli anni successivi si susseguirono diverse lotte tra le tre grandi potenze, guerre che ebbero una grande
influenza su Moldova.

3
Michele il coraggioso (1558-1601)
4
La porta ottomana che oltre ad essere uno degli elementi architettonici più celebri del palazzo Topkapi, Istanbul, è anche la
metafora che serve ad indicare quello che era il governo dell’Impero ottomano.
5
I principati vengono detti danubiani per la loro collocazione, area del basso Danubio.
6
Le tre regioni in Figura 2
Le varie lotte e alleanze portarono ad una continua ridefinizione dei confini moldavi.
Nel 1775 la parte nord-ovest di Moldova (conosciuta con il nome di Bucovina) venne ceduta all’Impero
Asburgico mentre nel 1792, con il trattato di Iași, si costrinse l’Impero Ottomano a cedere ai Russi il
territorio della regione che oggi porta il nome di Transnistria. In questo modo i russi ottennero una frontiera
in comune con il principato moldavo.
Le lotte, principalmente, tra russi e ottomani continuarono fino alla stipulazione del trattato di Bucarest7, nel
1812. Un trattato che definiva i confini di frontiera delle due potenze, delineati dal fiume Prut. Secondo
l’articolo IV del trattato la parte ad oriente (quella che in seguito prese il nome di Bessarabia), tra i fiumi
Prut e Dniestr veniva ceduta all’Impero russo, il quale ottenne anche il diritto di commercio e navigazione
sul Danubio. Con questo trattato si inizia a parlare, per la prima volta, del territorio della Bessarabia zarista.
1818, “Chişinău”8 diventa capitale della Bessarabia zarista.
In questo periodo Moldova non è un impero indipendente, difatti è sotto il dominio zarista.

1.2 XX secolo

Solo nel 1917, con la proclamazione dello Sfatul Ţării9, organo che rappresentava la popolazione della
regione, viene dichiarata la Repubblica Democratica Moldava, non più con il nome di Bessarabia. In questo
periodo l’Impero Russo era indebolito: dalle continue avversità della prima guerra mondiale e anche dal
malcontento della popolazione (a causa della grande guerra), che si ribellò allo zar. Grazie al caos creatosi
all’interno dell’Impero Russo i moldavi colgono l’occasione per distaccarsi dalla potenza slava.
Il sogno degli intellettuali nazionalisti moldavi, di unire Moldova e Romania, è finalmente realizzabile.
24 Gennaio 1918 il Parlamento moldavo, Sfatul Ţării, dichiarò l’indipendenza della “Repubblica
Democratica di Moldova”. Soltanto due mesi dopo, nell’assemblea nazionale si votò a favore dell’unione tra
Repubblica Democratica di Moldova e Romania. Tale decisione venne presa in seguito a circostanze che la
giovane repubblica dovette affrontare. Nei successivi 22 anni, sotto il governo rumeno, molti moldavi e non
moldavi considerarono tale unione come un periodo di colonizzazione e sfruttamento.
Anche la Russia era contraria all’unione dei due territori, riteneva che quella rumena fosse solo
un’occupazione straniera che recava danni al territorio della Bessarabia. Una testimonianza di questo
pensiero lo si trova nella ‹Grande Enciclopedia Sovietica, che venne mandata in stampa il 24 Agosto 1954,

7
accordo tra Impero Ottomano e Russia firmato il 28 marzo per porre fine alla guerra russo-turca del 1806-1812. Estratto degli
articoli IV e V in lingua originale, (Rusnac)
“Articolul IV: Prutul, de unde acest râu pătrunde în Moldova, până la vărsarea lui în Dunăre, apoi din acest loc malul stâng al
acestui fluviu până la Chilia şi la vărsarea sa în Marea Neagră, vor forma hotarul celor două imperii: Rusia şi Turcia.
Articolul V: Partea din Moldova aşezată pe malul drept al Prutului este părăsită şi dată Sublimei Porţi, iar Înalta Poartă otomană
lasă Curţii imperiale a Rusiei pământurile din stânga Prutului, împreună cu toate fortăreţele, oraşele şi locuinţele care se găsesc
acolo, precum şi jumătate din râul Prut, care formează frontiera dintre cele două imperii.”
8
Attuale capitale di Moldova
9
Letteralmente “il consiglio del paese”; è un consiglio che ha unito l’organizzazione politica, pubblica, culturale e professionale
della Repubblica
nel paragrafo “Creazione socialistica nella Moldavia Sovietica (1920-1940). Nascita della RSSA di
Moldavia”›10.
Nell’enciclopedia si accusa la Romania della situazione di “totale sfacelo” in cui riversava Moldova. Per
sottolineare questo aspetto nell’enciclopedia viene fatto un paragone tra le due parti del territorio suddivise
dal fiume Dnestr/Nistru.
Nella parte destra del fiume Nistru, La Bessarabia della Grande Romania, viene descritta l’azione delle forze
occupatrici. “Con l’appoggio di nazionalisti borghesi moldavi e romeni, alla conquista della Bessarabia, le
forze occupatrici istituirono un regime di feroce terrore”. Indicando l’ammontare di persone uccise nel solo
periodo tra il 1918 e il 1925, definisce l’occupazione rumena un’occupazione dettata dalla politica di
sfruttamento coloniale.
Contrariamente il territorio sottostante al potere sovietico viene descritto come una repubblica che si è
ripresa:

‹Sotto la direzione del Partito Comunista iniziò la ricostruzione dell'economia della


Moldavia a sinistra del Dnestr, distrutta dall'armata bianca e dagli invasori. Alla fine del
periodo di ricostruzione, il popolo moldavo, con l'aiuto del russo, dell'ucraino e di altri
popoli dello Stato sovietico, ottenne ragguardevoli successi. Nel 1923 la superficie
coltivabile era il 90% rispetto all'anteguerra.›

E ancora:

‹Nel 1924 furono aperte le prime 11 scuole moldave e classi moldave in molte scuole russe
e ucraine La terza sessione del Comitato Centrale Esecutivo della RSS11 d'Ucraina, su
richiesta dei lavoratori della Moldavia, il 12 ottobre del 1924 autorizzò la formazione
della RSS Autonoma di Moldavia all'interno della RSS Ucraina. La messa in pratica di
una politica nazionale ispirata ai principi indicati da Lenin e da Stalin fece velocemente
fiorire la vita politica, economica e culturale della Repubblica. Entro il 1940, grazie al
lavoro del Partito Comunista e all'aiuto degli altri popoli sovietici, la RSSA 12 di Moldavia,
da arretrata provincia della Russia zarista, si trasformò in una fiorente repubblica
sovietica dotata di un'industria socialista sviluppata e di un'agricoltura meccanizzata.›

Finalmente nel 1940, grazie al patto stipulato tra Hitler e Stalin13, si costrinse la Romania a cedere non
solo la Bessarabia ma anche il territorio della Bucovina del nord ed il territorio di “Herța” 14. Le cose
purtroppo peggiorarono quando l’Unione Sovietica annesse la Bessarabia (1940-1944). In questo anno viene
formata la Repubblica Sovietica Socialista Moldava (RSSM), nominata così per sottolineare il distacco dalla

10
Informazioni riprese, dalla traduzione della Grande Enciclopedia Sovietica, nella tesi “Stretta tra due Mondi. La Transnistria tra
identità del passato e incertezza del futuro”, (Morgione, 2015, p. 11,12)
11
Repubblica Socialista Sovietica
12
Repubblica Socialista Sovietica Autonoma
13
1939, Patto Ribbentrop-Molotov; patto di no aggressione stipulato tra Stalin e Hitler
14
Territorio di Herța (o in rumeno, Ținutul Herța) corrispndeva ad una subregione storica della Romania
Romania. La popolazione moldava ha subito per parecchi anni il giogo della potenza Sovietica. Molti aspetti
dell’eredità culturale, specialmente chiese e monasteri vennero distrutte o usate per scopi diversi da quelli
religiosi. Molte centinaia di migliaia di contadini e intellettuali vennero deportati in Siberia o morirono nella
grande carestia del 1946/47.
La collettivizzazione di imprese agricole private cambiarono totalmente la struttura economica e sociale del
paese. Successivamente la rapida industrializzazione degli anni sessanta e settanta portarono più di 500.000
lavoratori specialisti e parlanti la lingua russa da tutte le parti dell’Unione Sovietica. Il russo divenne l’unica
lingua importante sul suolo della RSSM. Lo Stato, la struttura del partito così come la sfera economica,
erano dominati dai russi o dai moldavi russificati, che provenivano prevalentemente dalla Transnistria.

A Chişinău, nel 1990, alcuni eventi assunsero un grosso rilievo: l’adozione della bandiera e dello stemma
di Stato, le elezioni libere del Consiglio Supremo del RSSM, l’istituzione della commissione di elaborazione
della costituzione, elezione del presidente della Repubblica Socialista Sovietica Moldava, l’adozione della
dichiarazione di sovranità del 23 giugno 1990, ecc. Tutti fattori che portarono alla proclamazione
dell’indipendenza della Repubblica di Moldova. Il processo di consolidamento dell’indipendenza e
d’integrità di Moldova è stato rallentato con la formazione della repubblica Sovietica Socialista della
Gagauzia e della Repubblica Sovietico Socialista Moldava Nistreana.
La RSSM divenne indipendente solo nel 1991, cambiando il nome in Repubblica di Moldova. L’ex
comunista Mircea Snegur viene eletto dalla nuova Repubblica, presidente del paese.
Nell’anno successivo, nella regione di Transnistria, occupata principalmente da una popolazione russofona,
scoppiò un conflitto tra le autorità locali e il “nuovo” governo di Chişinău. Una guerra civile data dalle
tensioni con la Transistria che si rifiutò di riconoscere la sovranità di Chişinău. Il conflitto si concluse con
l’armistizio che decretava l’autonomia della Transnistria. Un patto per cessare il fuoco venne firmato nel
1993, e la costituzione del 1994 garantì maggiore autonomia sia alla Transnistria che alla Gagauzia. Mentre
la Gagauzia accetta questo compromesso, la Transnistria continua a voler maggiore indipendenza e un
riconoscimento internazionale.

1.3 Evoluzione della lingua nel territorio Moldavo

Questo paragrafo presenta la questione della lingua moldava condizionata dagli avvenimenti storici; così
come il territorio ha subito nel corso dei secoli continue variazioni, anche la lingua è stata sottoposta alle
conseguenze delle varie invasioni e sottomissioni.

L’area dove poi si insediò il popolo, che venne definito moldavo, fu invasa da diverse popolazioni: turchi,
ottomani, austriaci, slavi, romani, rumeni; ed ognuno di loro ha influenzato in qualche modo lo sviluppo
della lingua. Le popolazioni che ebbero maggior influenza sulla lingua furono: i romani, che diedero
un’impronta con il latino; i rumeni, i quali spesso vengono identificati come fratelli dei moldavi a causa
della quasi totale somiglianza nella lingua; gli slavi, i quali per distinguere e separare il popolo moldavo da
quello rumeno introdussero un alfabeto diverso. I russi, infatti, adottarono questa tecnica per creare un
distacco netto tra Moldova e Romania.
In Moldova pur continuando ad usare un vocabolario prevalentemente rumeno, nello scritto si utilizzava
l’alfabeto cirillico.

La presenza di un gran numero di etnie nel medesimo stato comportava l’impossibilità di comunicazione.
Nel XX secolo il russo assunse un preciso utilizzo, divenne mezzo di comunicazione fra le persone di etnia
differente, tutti concentrati nel territorio moldavo. La lingua russa ebbe un forte impatto soprattutto negli
anni sessanta e settanta con la rapida industrializzazione 15.
La politica della lingua slava, in quel periodo, aveva lo scopo di dimostrare che moldavi e rumeni
appartenevano a due Stati diversi. Di conseguenza l’alfabeto latino venne sostituito da quello cirillico,
eliminando l’identità rumena/moldava dello Stato. Il moldavo veniva considerato una lingua rudimentale che
non poteva essere mezzo di comunicazione del governo né del dominio economico, amministrativo,
culturale o della letteratura. In quest’epoca sono stati revisionati tutti i libri e documenti fino ad allora scritti,
proibendo anche l’importazione di manoscritti della letteratura rumena. La letteratura in lingua rumena,
considerata estranea, è stata confiscata e sostituita con testi di propaganda russo-sovietica. Con questa
manovra di “pulizia” sono state svuotate tutte le biblioteche anche dalla letteratura anti-sovietica. Questa
azione che l’Unione Sovietica esercitò sul popolo moldavo creò un distacco, e quasi ripugnanza, nei conronti
dei rumeni. Un genocidio non solo fisico ma anche culturale e morale che segnò nettamente il rapporto con
lo stato rumeno e l’inclusione forzata con la potenza Sovietica (URSS).
Un’influenza esercitata anche grazie alle scuole che vennero aperte nella Repubblica di Moldova per
favorire l’alfabetizzazione dell’intera popolazione. Questo sistema di istruzione sovietico era completamente
gratuito nella madrelingua, e questo favoriva ancor più la disponibilità per l’apprendimento. L’istruzione non
si basava solo su un apprendimento orale del russo ma anche sulla scrittura della lingua, utilizzando
l’alfabeto cirillico. Alfabeto adoperato anche nel secondo dopoguerra. In quel periodo la popolazione che si
serviva di un vocabolario “rumeno”, in territorio Moldavo, per la comunicazione scriveva mediante l’utilizzo
dell’alfabeto cirillico. Alcune testimonianze le troviamo oggi in molti monumenti di epoca sovietica.
In questo periodo la lingua moldava divenne una lingua ibrida16.

Tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta la politica moldava fu caratterizzata da una forte
scissione linguistica (tra moldavo e russo), dovuta ad un forte simbolismo e dai diversi interessi delle due
parti. Troviamo due tipi di scissioni: pro-sovietica/anti-sovietica parallela alla scissione russo/moldavo. La
questione linguistica fu molto discussa, soprattutto dagli stessi cittadini della repubblica.

15
Menzionato precedentemente nel capitolo 1.2 p. 6
Definizione usata nell’articolo pubblicato sul sito Timpul.md (Minoritățile naționale din Republica Moldova: istorie și prezent:
16

ROMÂNII ŞI RUSIFICAREA (II), 2012)


Con la legge n°3465 del 01/09/198917, sul funzionamento delle lingue nel territorio della RSS di Moldova, si
consolidò il moldavo/rumeno a lingua di Stato, imponendo l’alfabeto latino e non più quello cirillico18.
Mediante la medesima legge, inoltre, si garantì un’istruzione gratuita per la divulgazione della lingua di
Stato (moldavo) assicurando l’impiego delle altre lingue dei gruppi etnici per il soddisfacimento delle loro
neccessità nazionali e culturali19. La legge n° 3465 pur garantendo al cittadino, appartenente al gruppo di
minoranze etniche, la tutela nella scelta della lingua, specifica che tutti i dipendenti pubblici
indipendentemente dalla loro appartenenza nazionale debbano conoscere il moldavo e il russo per garantire
lo svolgimento delle mansioni pubbliche.

Con la proclamazione della propria indipendenza (1991), nella dichiarazione veniva indicato il “rumeno”
come lingua ufficiale dello Stato. Dopo decenni di un’intensa russificazione tutti in Moldova potevano
parlare russo, ma quasi nessuno esclusi gli stessi moldavi potevano comunicare con quella che fu dichiarata
la nuova lingua di Stato. Secondo un sondaggio del 1992 solo il 23,5% della popolazione russa poteva capire
e leggere il moldavo. La conoscenza del Moldavo era meno diffusa e conosciuta tra i cittadini di origine
bulgara e gagauza. Questa riforma ebbe un grande impatto solo sui non-moldavi e su coloro che parlavano
prevalentemente russo. Si instaurò in loro la paura di essere emarginati, di perdere il lavoro e le opportunità
lavorative. Allo stesso tempo, i moldavi vennero privilegiati nell’ottenimento di tutti i vantaggi che fino ad
allora gli furono negati20.

Successivamente con la costituzione del 1994, la lingua statale dichiarata non era più il “rumeno” ma il
“moldavo”. Tutto questo, non perché nel giro di tre anni la lingua della Repubblica di Moldova fosse
cambiata. Si riprese semplicemente la distinzione fatta negli anni precedenti, quando Moldova era ancora
sotto l’Unione Sovietica. Questa distinzione venne fatta per sottolineare il distacco tra le due lingue e tra i
due stati. I quali, pur avendo lingue particolarmente simili, possiedono elementi distinti. Principalmente nella
lingua moldava le differenze più rilevanti che si riscontrano sono dovute all’influenza che ha esercitato
l’Unione Sovietica con i suoi vocaboli. Nella lingua moldava, infatti, troviamo diverse espressioni russe che
vengono spesso utilizzate nel vocabolario quotidiano.

17
(legge 3465 sul funzionamento delle lingue nel territorio della RSS di Moldavia, 1989)
18
Art. 1
19
Art. 4
20
Quando la lingua russa era al potere venivano prediletti i russofoni per l’esercizio di tutte le attività, che si spaziano da settore
lavorativo a quello politico.
Nel censimento del 2014 viene rielaborata la statistica riguardante la lingua parlata dalla popolazione
stabilita sul territorio della Repubblica di Moldova. I dati vengono riassunti nella tabella seguente, con la
struttura della popolazione per lingua madre e lingua utilizzata per la comunicazione.

Structure of population by mother tongue and language usually used for communication on 2014 census
Language usually used for communication
Population
Total Other
according Moldavian Ukrainian Gagauzian Romanian Bulgarian Romani Not
mother tongue Russian language
reported

including:
Moldovan 100,0 94,3 0,3 3,5 0,0 1,7 0,0 0,0 0,2 0,0
Ukrainian 100,0 5,8 61,0 30,9 0,0 1,1 0,1 0,0 0,1 1,0
Russian 100,0 3,8 1,3 92,8 0,1 1,5 0,1 0,0 0,3 0,0
Gagauz 100,0 0,9 0,0 33,3 63,8 0,2 0,4 0,0 0,1 1,2
Romanian 100,0 1,4 0,0 1,3 0,0 97,0 0,0 0,0 0,3 0,0
Bulgarian 100,0 4,9 0,1 32,6 0,6 1,0 59,8 0,0 0,1 0,9
Romans 100,0 7,4 0,5 9,3 0,7 7,9 0,3 73,7 0,1 0,0
Other
languages 100,0 10,0 0,6 45,2 0,9 7,4 0,2 0,0 33,9 1,8
Not reported 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0
(Biroul Naţional de Statistică, 2014)

In Moldova, anche al giorno d’oggi, ci sono stabili dove i proprietari o i dipendenti parlano solo ed
esclusivamente in russo per comunicare. Questo comporta la necessità di conoscere non solo la propria
madrelingua ma anche il russo per favorire la comunicazione. Un esempio è il gruppo etnico turcofono, i
Gagauzi; i quali pur vivendo nel territorio appartenente alla Repubblica di Moldova, non sanno parlare il
moldavo quindi utilizzano il russo come mezzo di comunicazione. Ragion per cui, anche al giorno d’oggi, il
russo è fondamentale per lo scambio di informazioni.
2. LE MINORANZE ETNICHE
‹There can be no lasting peace, no security, no stability without respect for human rights.
Respect for minority rights, individual and collective, is probably the most important
precondition for peace and security›
Gijs M. de Vries

2.1 Dati generali


Moldova risulta essere un’area fortemente frammentata per quanto riguarda la popolazione. Secondo la
statistica del censimento del 2014, le comunità in minoranza e indigene risultano essere il 21.8% della
popolazione della Repubblica di Moldova21.
Dal censimento del 2014 risulta che i principali gruppi minoritari sono 6, di cui: 7% rumeni, 6.6% ucraini,
4.1% gagauzi, 4,1% russi, 1,9% bulgari, 0.3% rom ed un ulteriore 0.5% di altre comunità indigene.

Figura 3. Struttura etnica divisa per regioni 22

21
Censimento del 2014, ibidem
22
È interessante notare che nell’analizzare la suddivisione etnica nel territorio moldavo non viene presa in considerazione l’area
transnistriana
Nella cartina23 si nota che le varie minoranze etniche risultano essere sparse su tutto il territorio moldavo;
con una concentrazione minoritaria, nelle diverse regioni, rispetto ai cittadini moldavi.
L’unico gruppo etnico che si concentra prevalentemente in un’unica zona della Repubblica sono i gagauzi e i
bulgari, essi risultano essere in maggioranza nelle regioni del sud di Moldova. I gagauzi formano un’unità
amministrativa autonoma nella regione di Gagauz, mentre la comunità bulgara vive in insediamenti
compatti.

Per la prima volta nelle statistiche del censimento del 2014 tra i dati presi in considerazione troviamo
anche l’aspetto linguistico e religioso. Questi dati sottolineano sempre più quella che risulta essere la
frammentazione territoriale di uno stato che risulterebbe unitario.
Facendo riferimento ai dati raccolti il 96.8% dei moldavi è di religione ortodossa cristiana, mentre il restante
gruppo minoritario risulta essere: 1% evangelisti battisti, 1% cattolici, 0.7% testimoni di Geova, 0.4%
Cristiani pentecostali24, un 0.4 di cristiani avventisti del settimo giorno25 ed un 0.2% che si identifica come
ateo.

Per quanto riguarda la lingua, in relazione al censimento del 2014, mentre il 54.4% afferma di utilizzare
la lingua moldava quotidianamente, il 2.7% parla ucraino, il 24% parla rumeno, l’1.7% bulgaro, il 14.5%
russo ed il restante 2.7% gagauzo.
Anche gli ebrei fanno parte di questo gruppo minoritario.
Questi dati sono stati estirpati da un’analisi delle tabelle pubblicate nel censimento del 2014, rielaborati e
pubblicati anche nel sito “Minority Rights Group International26”.

2.2 Profilo dei singoli gruppi minoritari

Il seguente paragrafo si suddivide in 4 sottoparagrafi, che vanno ad analizzare i 4 gruppi minoritari più
fragili rispetto agli altri. Tra questi viene individuato un gruppo minoritario non per la provenienza
territoriale ma per l’aspetto religioso, gli Ebrei.

2.2.1 Bulgari
I cittadini di origine bulgara vivono prevalentemente nel sud di Moldova, la maggior parte di essi parlano
il bulgaro come loro prima lingua.

Come i gagauzi, i bulgari arrivarono nel territorio della Bessarabia tra il XVIII e l’inizio del XIX secolo,
alla ricerca di un rifugio dalle persecuzioni ottomane. L’immigrazione fu resa possibile anche grazie ad una
certa somiglianza religiosa con gli occupanti russi di quell’epoca.

23
Figura 3 p. 12
24
Il Pentecostalismo è il termine che indica un insieme di chiese evangeliche. I pentecostali riconoscono come unica fonte della
religione la Bibbia (antico e nuovo testamento) e danno valore solo a 2 sacramenti, battesimo ed eucarestia.
25
Movimento religioso cristiano del 1863, che segue l’osservanza del sabato come giorno di riposo.
26
https://minorityrights.org/country/moldova/ , sito aggiornato nel gennaio 2018.
Dal 1940 al 1989 i bulgari residenti in Moldova sono diminuiti da circa 177,000 a 88,000.
Negli anni 80’ i bulgari moldavi hanno stabilito una connessione con la Bulgaria, queste minoranze sono
divenute oggetto di cooperazioni bilaterali tra Moldova e Bulgaria.

Nel gennaio 1999 la metà dei bulgari residenti in Moldova si concentravano nella regione di Taraclia. In
quell’anno essi votarono per un referendum “illegale”, perché contrari alla proposta amministrativa di
cambiare i confini. La proposta amministrativa puntava ad abolire l‘esistenza della regione di Taraclia
(regione dell’epoca Sovietica) ed unificarla con la confinante contea di Cahul; così che la concentrazione
maggioritaria di 2/3 della popolazione bulgara locale passasse ad una minoranza del 16%. Divenendo una
minoranza la popolazione bulgara residente in Moldova iniziò ad avere il timore di perdere sussidi dallo
stato bulgaro per le lezioni di lingua effettuate nella regione. Il 92% votò contro il cambiamento dei confini.
Questo risultato indicava che i moldavi locali votarono insieme ai bulgari contro i cambiamenti perché,
come riportato, il cambiamento comprendeva anche lo spostamento di servizi sociali dalla regione di
Taraclia a Cahul. Nel maggio del 1999 la popolazione di Taraclia ha quindi boicottato le elezioni, e i bulgari
nell’amministrazione locale rifiutarono di rinunciare ufficialmente ai posti aboliti dalla riforma territoriale.
Fortunatamente il risultato di questa disputa risultò essere pacifica. Nell’ottobre 1999 il parlamento moldavo
ha votato per preservare la regione di Taraclia nella sua configurazione attuale. La regione di Taraclia non
ottenne uno status speciale, ma continuò a costituire una regione moldava di maggioranza bulgara.

Dalla descrizione dell’ex corrispondente della Radio Nazionale Bulgara, Georgi Vasilski, otteniamo
ulteriori informazioni riguardanti la minoranza bulgara. Egli afferma:

“The problems of the Bulgarians in Moldova can be viewed in several aspects. We start
with the economic aspect. We are talking about 4 million people with an average salary
around 240-250 dollars a month at prices that are comparable to Bulgaria. In this
situation, people are in every way trying to survive - mostly by working abroad. Culturally
they try to survive by seeking their roots. But there is a big problem and it is that in
Moldova it is very hard to receive the signal of Bulgarian radio and television, except via
the Internet. That could change via an active dialogue between the two countries. They
should make it possible that the national programs of the Bulgarian National Television
and the Bulgarian National Radio reach the areas of compact Bulgarian population.”
(Bulgarians in Moldova, 2016)

Con questa affermazione si vuole sottolineare la difficoltà di questo gruppo minoritario nel mantenere e
preservare la propria identità. La città di Taraclia, di circa 15.000 abitanti per lo più bulgari, è il centro della
comunità bulgara in Moldova. In questa città sono presenti una scuola bulgara, “Vasil Levski”, e
un’università bulgara. Nonostante la presenza di questi due edifici, necessari a preservare l’istruzione in
lingua bulgara, il mantenimento non è facile perché i soldi stanziati dallo Stato bulgaro va nel bilancio del
Ministero dell’istruzione moldavo. Non più della metà dei fondi arriva effettivamente alle scuole.
Il problema corrente di questo gruppo minoritario risulta essere la lingua. Secondo il censimento del
2014, l’1.7% della popolazione ha come madrelingua il bulgaro. La lingua bulgara viene insegnata nelle
scuole situate in aree dove c’è una concentrazione di popolazione bulgara. La lingua viene principalmente
parlata da una vasta proporzione di cittadini viventi nelle aree periferiche, mentre alcuni parlano anche russo
per poter comunicare nelle città.

Un ulteriore problema riguarda la comunità bulgara situata nella regione, la divisione territoriale di
Moldova ha influito anche su Taraclia. Si sostiene che:

“This new territorial division is used very often, first for electoral purposes, because their
democracy is at a lower level even than Bulgarian democracy. The very attempts to
territorial division pose the risk of depopulation of certain regions and closure of the
Bulgarian region Taraclia. We have a very strong position that we should always stick to.
Moldovan governing elites always say they are pro-European and want entry into the EU,
or at least closer contacts with the countries there. Our Foreign Ministry and other bodies
related to our foreign policy must put forward the matter in such a way as to ensure the
territorial integrity of Bulgarian regions in Moldova against our support for the Moldovan
state.”

2.2.2 Rom
Nella Repubblica di Moldova i rom risultano essere il gruppo minoritario più vulnerabile. Stando ai dati
ricavati dal censimento del 2014 la popolazione stimata si aggira attorno a 9,000 (0,3% della popolazione).

“Le prime tracce di presenza rom in Moldavia risalgono all’inizio del 1400. La loro storia
è caratterizzata dalla sopravvivenza di alcuni modelli etnici, linguistici e culturali,
perdurati per secoli. Un popolo che ha fatto della diversità una delle sue caratteristiche e
che viene qui chiamata “rom” solo per convenzione.”

Secondo le testimonianze di Ion Duminica, uno dei più grandi esperti della storia e cultura rom in
Moldova. La sua doppia origine (rom al 50%) l’ha portato ad effettuare delle ricerche storico culturali sulla
popolazione rom in Moldova. Il lavoro presso il centro del Patrimonio Culturale dell’Istituto di Etimologia
gli ha permesso di svolgere un lavoro mai fatto prima in modo organico. La ricerca sulla cultura e la storia
rom in Moldova aveva lo scopo di facilitare l’integrazione sociale e politica nella società democratica.

Le località più conosciute per la presenza del gruppo minoritario dei rom sono: Soroca, Otaci, Schinoasa,
Chetrosu.
La città di Soroca è caratterizzata dalla forte presenza della comunità rom, 1/4 degli abitanti risulta essere di
origine rom. A nord di Moldova, confinante con l’Ucraina, questa città risulta essere un punto strategico per
commerciare e tessere rapporti con il paese confinante. La presenza di abitazioni lussuose crea un netto
contrasto con il resto della città, in controtendenza anche con l’idea dello stereotipo classico del popolo rom.
Per i rom il prestigio sociale è tutto.

Ion Duminica spiega che:

“Passando di notte la collina appare buia? Sì, molti vivono all’estero e costruiscono la
loro casa un po’ alla volta, tantissime case sono ancora in costruzione. Inoltre non pochi
vivono in roulotte accanto alle case sontuose che tengono per status sociale e per gli
ospiti”.

Nella Repubblica di Moldova, a partire dalla Costituzione, si sono stabilite molte tutele per le
minoranze etniche. Dal 2006 il governo ha definito anche un piano d’azione pluriennale per la tutela
e promozione dei rom.

La comunità rom, però, risulta essere molto svantaggiata per molti aspetti della loro vita, compresa la
salute, l’educazione e anche per il lavoro. L’emarginazione economica, sociale e politica ha portato a una
discriminazione e ad un atteggiamento xenofobo nei confronti dei rom.
In rapporto ad un resoconto dell’ONU, del 2014, “I bambini rom subiscono la segregazione a scuola, mentre
molte famiglie rom vivono in aree private e segregate con alloggi di scarsa qualità, mancanza di servizi di
base e accesso limitato all'assistenza sanitaria”. I casi di violenza domestica, sfruttamento minorile e
matrimoni infantili sono molto diffusi in questo gruppo di minoranza. I dati riportati dall’UNICEF27
indicano che tra i bambini rom il tasso di analfabetismo è maggiore; 43 bambini su 100, di età compresa tra
7 e 15 anni, non risulta essere iscritta ad un istituto scolastico. Circa il 20% della popolazione rom è
analfabeta mentre solo il 4% risulta laureata.

Come riportato nella pubblicazione “Roma women and the world of work in the Republic of Moldova”
(Ned Lawton, 2018), le donne all’interno della comunità rom subiscono violenze non solo fisiche ma anche
psicologiche; violenze soprattutto all’interno del nucleo familiare. Le donne devono accettare il potere
dominante dell’uomo. Esse non possono esprimere la propria opinione perché verrebbe considerato come
mancanza di rispetto e infrazione della struttura tradizionale delle famiglie rom.

Sebbene tra il 2011 e il 2015 sia stato adottato il piano d’azione per l’istituzione di mediatori della
comunità rom, il comitato delle Nazioni Unite CEDAW28 ha espresso preoccupazione per l’insufficienza di
risorse disponibili per l’attuazione del piano d’azione, con la nomina di solo 15 mediatori. Mediatori
incaricati del rinforzo e protezione dell’antidiscriminazione non solo all’interno della stessa comunità ma
anche tra la popolazione rom e le autorità pubbliche.
Un evento significativo si ebbe nel giugno 2015 quando due donne rom furono elette per occupare la

27
(Moldova, 2016)
28
Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna
posizione nel concilio municipale. Con questo evento si affrontò anche la tematica sulla discriminazione,
soprattutto delle donne.

I Sindacati moldavi sono pronti a promuovere programmi per informare le donne rom sui loro diritti e
responsabilità, e per espandere l’accesso delle donne rom al mercato del lavoro.

In relazione alla minoranza etnica dei rom le autorità moldove sono pienamente consapevoli della
necessità di garantire un approccio globale all'integrazione sociale e continuano ad aderire rigorosamente
alle politiche e agli strumenti utilizzati a tal fine nei paesi dell'UE seguendo le loro buone pratiche, nonché le
pertinenti raccomandazioni delle organizzazioni internazionali rivolte alla Repubblica di Moldova.
Al termine del precedente piano d'azione sui rom per il 2011-2015, nel giugno 2016 è stato adottato un
nuovo piano d'azione per sostenere la popolazione rom nella Repubblica di Moldova per il periodo 2016-
2020. Il piano d'azione per i rom 2016-2020 rappresenta il continuo impegno per la promozione
dell'inclusione sociale dei Rom e comprende tutte le azioni in sospeso o parzialmente attuate dal precedente
piano d'azione. I principali obiettivi stabiliti nel piano d'azione per i rom per il 2016-2020 sono:

 creare un sistema educativo inclusivo ed efficace basato sui principi di equità, non discriminazione e
rispetto per la diversità, che contribuiranno all'integrazione della popolazione rom nella società;
 aumentare l'occupazione dei Rom nel mercato del lavoro, nonché il loro benessere economico in
misura significativa;
 migliorare lo stato di salute della popolazione rom e garantire il loro accesso non discriminatorio ai
servizi medici;
 garantire condizioni di vita dignitose e migliorare la qualità della loro vita;
 migliorare la partecipazione dei rom e ridurre la discriminazione.

Per mancanza di finanziamenti il processo di assunzione di mediatori da parte delle autorità è stato
interrotto (2015). Per far fronte alla situazione, si è deciso di modificare la Decisione del Governo n. 557 del
17 luglio 2013 sull'approvazione del regolamento quadro sull'organizzazione delle attività dei mediatori di
comunità rom (nella parte relativa al finanziamento). Le corrispondenti modifiche alla Decisione del
Governo N.557 / 2013 sono state introdotte nel maggio 2018. Allo stesso tempo, l'AIR 29 ha assunto le
competenze per elaborare proposte riguardanti il numero di mediatori della comunità Rom impiegati dalle
autorità pubbliche locali e per calcolare mezzi finanziari necessari per garantirne la funzionalità. Tenendo
conto che una delle ragioni del fallimento nell'impiego dei mediatori di comunità rom è la sottovalutazione
del loro ruolo nell'agevolare l'accesso dei rom ai servizi pubblici offerti dallo Stato (assistenza sociale,
istruzione, sanità, occupazione ecc.) AIR mantiene un dialogo con le autorità pubbliche locali al fine di
sviluppare ulteriormente il servizio di mediazione basato sulla comunità Rom, basato sulle esigenze locali.

29
Agency for Interethnic Relations. Funzioni svolte dall’AIR: consolidamento dei rapporti interetnici, sviluppo del dialogo
interculturale e rafforzamento dell’identità civica, funzionamento delle lingue e promozione delle diversità linguistiche.
Al fine di coinvolgere la comunità Rom nella risoluzione dei problemi legati all'iscrizione dei bambini nel
processo educativo, per sviluppare un meccanismo al fine di identificare i bambini rom che non frequentano
la scuola o hanno un alto livello di assenteismo, il MECC collabora attivamente con il pubblico locale
autorità e organizzazioni non governative che promuovono l'inclusione dei Rom. Tra le cause della mancata
scolarizzazione sono elencate le cattive condizioni materiali, i senzatetto, il reinsediamento, il rifiuto dei
genitori, ecc.
Le principali attività in corso intraprese dal MECC nel contesto dei Rom 2016-2020:

 Fornitura di viaggi gratuiti per i bambini dalle località prevalentemente abitate da Rom all'istituto
scolastico più vicino, se situato a non meno di 3 chilometri di distanza;
 Introduzione di programmi doposcuola per bambini Rom per aiutarli a fare i compiti e impegnarsi in
attività aggiuntive;
 Coinvolgimento del personale docente e dirigente delle istituzioni educative nella formazione
continua sull'educazione interculturale;
 Cooperazione con ONG Rom e organizzazioni di volontariato al fine di includerle nelle decisioni su
questioni relative all'inclusione dei bambini nel processo educativo;
 Organizzazione di corsi di formazione sulle differenze culturali all'interno di programmi di istruzione
prescolare e generale in collaborazione con organizzazioni rom;
 Sistemazione degli studenti Rom in residenze studentesche presso istituti di istruzione tecnica e
superiore, secondo gli atti normativi in vigore ecc.

2.2.3 Ucraini
Secondo il censimento del 2014 in Moldova c'erano quasi 200.000 ucraini. Sebbene l'insediamento
ucraino della Moldavia sia anteriore ai russi, e gli ucraini siano più numerosi di loro, gli ucraini-moldavi
sono stati pesantemente russificati, soprattutto nelle aree urbane. Molti parlano il russo come prima lingua
(37%).

Gli ucraini in Moldova sono divisi tra popolazione urbana e rurale. Quasi la metà degli ucraini in
Moldova vive nell'area della Repubblica moldava della Transnistria, dove un numero significativo ha
assunto un'identità di lingua russa. Il 37% degli ucraini in Transnistria nel 1979 parlava il russo come lingua
madre e l'80% parlava il russo come seconda lingua. Nondimeno l’identità ucraina, separata da quella dei
russofoni della Transnistria, si è preservata grazie al gran numero di ucraini situati nelle zone rurali che
parlano l’ucraino come prima lingua.

Nel passato, la maggior parte degli ucraini si è alleata con i russi per opporsi ai cambiamenti nella lingua
e l'unificazione con la Romania. Il governo moldavo ha compiuto sforzi per incoraggiare la cultura, le scuole
e i club ucraini, misure in parte volte a dividere il blocco "russo". In ogni caso, le preoccupazioni ucraine
sono state in gran parte attenuate dall’allontanamento di Moldova da un orientamento pro-rumeno. Tuttavia
gli ucraini etnici in Transnistria continuano a sostenere il governo de facto di quella regione. Allo stesso
tempo, il governo ucraino ha cercato di promuovere attività culturali e linguistiche tra gli ucraini in
Moldova.

Secondo quanto riferito circa 70 ucraini etnici della Transnistria hanno organizzato una marcia a Kiev nel
settembre 2004 per protestare contro le sanzioni economiche imposte al territorio conteso dalla Moldavia.
All'epoca il ministro degli Affari esteri della Transnistria aveva dichiarato che circa 20.000 abitanti della
regione detengono passaporti ucraini.
Sebbene la scuola ucraina-media sia disponibile in Moldavia, la maggior parte degli ucraini apprende
l'ucraino come materia scolastica. La proporzione di moldavi che parlano l'ucraino come prima lingua
(2,7%) è significativamente inferiore alla quota di ucraini etnici nel paese (6,6 %).

2.2.4 Ebrei
Secondo i dati dell’annuario Ebraico Americano, 2002, ci sono circa 5.500 ebrei in Moldova; anche se
fonti come il dipartimento di Stato degli Stati Uniti hanno segnalato una comunità di 15.000 o più.
La maggior parte degli ebrei parla russo come prima lingua e vive in aree urbane.

Nell'impero russo, Chișinău e l'area circostante facevano parte della Pale of Settlement30 e avevano una
fiorente comunità di lingua yiddish31.
Nel 1897 il popolo ebraico comprendeva il 12% della popolazione della Bessarabia. Chișinău fu teatro di
due pogrom32 significativi all'inizio del XX secolo: il primo nel 1903, in cui circa 49 ebrei persero la vita e
altri 500 furono feriti, e il secondo nel 1905, nel quale furono uccisi altri 19 ebrei. Il genocidio nazista, la
guerra e l'emigrazione hanno ridotto i numeri a 65.700 (1,5%) entro il 1989. Dopo la fine degli anni '80, si
pensa che circa 40.000 ebrei moldavi siano emigrati in Israele. Questo processo è stato incoraggiato da
nuove opportunità di naturalizzazione come cittadini israeliani e dall'avanzamento della lingua moldavo /
rumena a scapito del russo. Nel 1998 il governo moldavo ha adottato un decreto che convoca il primo
congresso internazionale degli ebrei moldavi. Da allora, lo Stato moldavo ha intensificato gli sforzi per
sostenere la comunità ebraica, sebbene le tendenze antisemite nella società in generale restino fonte di
preoccupazione. Ad esempio, nella repubblica non riconosciuta della Transnistria, circa 70 lapidi ebraiche
sono state vandalizzate nel marzo 2004 al cimitero ebraico di Tiraspol. Nel settembre 2010, una sinagoga a
Chișinău è stata deturpata con svastiche e immagini naziste. All'interno della comunità di lingua russa,
l'antisemitismo è apparso tra i più estremisti nazionalisti russi.
Allo stesso tempo, negli ultimi anni c'è stata una rinascita religiosa e un capo rabbino è stato nominato a
Chișinău. Nel 2003 le commemorazioni del pogrom di Chișinău del 1903 si sono svolte con la

30
Черта оседлости o zona di residenza, questo termine venne dato dall’Impero Russo per delineare il proprio territorio dove gli
ebrei avevano il permesso di permanenza, oltre questa zona la loro residenza era interdetta.
31
Dialetto parlato dalla maggioranza degli Ebrei stanziati nell'Europa centrale e orientale; discendente dall'alto tedesco medio,
arricchito di elementi lessicali ebraici, slavi e neolatini, scritto in caratteri ebraici.
32
Con questo termine storico di origine russa ci si riferiva alle sommosse popolari antisemite, ai successivi massacri e saccheggi
che avvennero nel corso della storia. Letteralmente dal russo погром significa “devastazione”.
partecipazione di funzionari statali, tra cui il presidente Voronin; ed un monumento è stato aperto in un
parco nel vecchio cimitero ebraico di Chișinău. L'insegnamento della storia dell'Olocausto è stato introdotto
anche nei programmi scolastici nazionali nel 2003. Ciononostante, i rappresentanti della comunità ebraica
moldava sostengono che le opinioni antisemite continuano a essere espresse tra i partiti di opposizione
nazionalista in Moldova.
Negli ultimi anni hanno avuto luogo episodi antisemiti, come la profanazione di tombe in un cimitero
ebraico di Chișinău da una coppia nel 2013, l'autore ha ricevuto una sospensione condizionale di quattro
anni. Nell'ottobre 2015 le svastiche sono state trovate dipinte sui muri di una scuola ebraica a Chișinău.
A volte ci sono state anche manifestazioni pubbliche di antisemitismo, incluse le proteste a Chișinău nel
novembre 2010 contro gli ebrei che collocavano una menorah vicino alla statua di un re medievale. Il leader
delle manifestazioni, che ha coinvolto diverse centinaia di cristiani ortodossi, ha detto che la menorah
sarebbe un "reato" e rappresenterebbe "l'oppressione dei cristiani da parte dei non cristiani". Ciò nonostante
il sindaco ha permesso il proseguimento della cerimonia e fortunatamente non sono stati segnalati incidenti.
Tuttavia, la comunità ebraica ha organizzato regolarmente eventi e celebrazioni di tolleranza e diversità.

Uno dei provvedimenti presi per preservare la memoria dell’Olocausto fu l’entrata in vigore del 27
Gennaio come Giornata commemorativa nazionale delle vittime dell'Olocausto. La decisione (n.210) fu
adottata dal Parlamento il 26 novembre 2015. Questo è servito come punto di svolta per la Repubblica di
Moldova che ha dimostrato determinazione e forte volontà politica di unire gli sforzi degli organi dello Stato
e della società civile nella lotta all'antisemitismo, nonché a qualsiasi manifestazione di razzismo, xenofobia,
discriminazione razziale e intolleranza. Nel luglio 2016 il Parlamento ha accettato con una Dichiarazione il
Rapporto finale della Commissione internazionale per lo studio dell'Olocausto, presieduta da Elie Wiesel. La
Dichiarazione condanna la persecuzione sistematica e lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti e dei loro
collaboratori nel 1937-1944 nell'attuale territorio della Repubblica di Moldova. La dichiarazione politica
condanna anche ogni tentativo di ignorare e negare l'Olocausto e rende omaggio alle vittime e ai
sopravvissuti di questa tragedia. Il documento mira a rafforzare le politiche nazionali volte a coltivare la
tolleranza e combattere tutte le forme di discriminazione, antisemitismo e intolleranza, oltre a contribuire
all'assunzione di fatti storici al fine di consolidare la coesione sociale ei valori umani. È stato creato un ente
pubblico, “Museo di stoia ebraica della Repubblica di Moldova”, con l’obiettivo primario di evidenziare il
contributo della comunità ebraica allo sviluppo della società moldava nel corso delle varie fasi storiche
(promuovendo personaggi storici ebraici), preservando così la memoria dell’Olocausto. Anche il cimitero
ebraico di Chișinău è stato sottoposto ad un restauro per ancorare la storia, il patrimonio e il centro culturale
ebraico che includerà una mostra sulla storia ebraica e fungerà anche da memoriale dell'Olocausto. È già
diventata una tradizione per la Repubblica di Moldova organizzare la Settimana della Memoria
dell'Olocausto (dedicata alla Giornata Nazionale della Memoria dell'Olocausto). È molto apprezzato dalla
società, inclusa la comunità ebraica. Di solito durante la settimana vengono condotte lezioni scolastiche e
conferenze studentesche sull'Olocausto e la tolleranza, si tengono manifestazioni commemorative, forum
giovanili, vari spettacoli teatrali, conferenze stampa, mostre fotografiche e altri eventi commemorativi ed
educativi.

2.3 Base giuridica e istituzioni statali

La Repubblica di Moldova ha una base legislativa ben sviluppata per le relazioni interetniche e la
protezione delle minoranze, ma le leggi non sono state poste in atto in modo sufficiente. Il preambolo della
Costituzione evidenzia “la continuità della statualità del popolo moldavo nel contesto storico ed etnico; il
desiderio di soddisfare gli interessi dei cittadini di un'altra etnia, che insieme ai moldavi costituiscono il
popolo della Repubblica di Moldova”.

La Costituzione riconosce i principali elementi di identità che lo Stato deve preservare:

"Lo Stato riconosce e garantisce il diritto di tutti i cittadini a preservare, sviluppare ed


esprimere la propria identità etnica, culturale, linguistica e religiosa”
(Parte 2, art 10).

Questi principi, stipulati nella Costituzione della Repubblica di Moldova, corrispondono ai documenti
internazionali e regionali, compresa la Convenzione Quadro per la protezione delle minoranze nazionali.

La Repubblica di Moldova è parte di numerose convenzioni e trattati: la Convenzione sull’eliminazione


di ogni forma di discriminazione razziale (artt. 2 e 4); Patto Convenzione internazionale sui diritti
economici, sociali e culturali (art. 13); Convenzione UNESCO contro la discriminazione nell'istruzione (art.
5); e la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone che appartengono a minoranze nazionali,
etniche, religiose e linguistiche. Moldova ha firmato una serie di trattati bilaterali sulla cooperazione con
l'Ucraina, Russia, Turchia, Bulgaria, Polonia, che contengono disposizioni speciali in materia della tutela dei
diritti delle minoranze nazionali. Tuttavia, Moldova non ha ratificato la Carta europea delle lingue regionali
o minoritarie.

Nel marzo del 2017, il Comitato consultativo del Consiglio d'Europa ha emesso un parere sulla
conformità di Moldova alla Convenzione Quadro per la protezione delle minoranze nazionali 33. Come
accennato dal Consiglio d'Europa, Moldova non adempie sufficientemente ai propri obblighi. La sua tutela
delle minoranze nazionali, per questi motivi riscontra numerose problematiche che rimangono irrisolte.
Secondo gli osservatori europei, in Moldova è diffuso l’uso dell'etichettatura e gli stereotipi e, di
conseguenza, la discriminazione contro le minoranze nazionali persiste, e le persone appartenenti a
minoranze nazionali vengono “emarginate ... senza che gli sia stato dato uno spazio appropriato per
sviluppare le proprie identità e posizioni. ”34

33
(Fourth opinion on the Republic of Moldova , 2017)
34
Ibidem
Il quadro giuridico nazionale comprende oltre 30 atti legislativi e governativi, il più importante dei quali è
la Legge sul funzionamento delle lingue, la Legge sui diritti delle persone appartenenti alle minoranze, lo
status giuridico delle loro organizzazioni, il Concetto Nazionale per le relazioni culturali ed etniche, nonché
la legge sull'uguaglianza.

Un documento importante è la Strategia per rafforzare le relazioni interetniche nella Repubblica di


Moldova per gli anni 2017-202735. Con questa strategia il documento politico definisce i meccanismi
nazionali per il consolidamento della cittadinanza nella Repubblica di Moldova, consolidamento degli studi
della lingua da parte delle minoranze nazionali, compresi gli adulti, la protezione delle lingue minoritarie,
per aumentare la partecipazione delle comunità etno-culturali alla vita pubblica e per promuovere il dialogo
interculturale. La strategia è stata sviluppata con il sostegno dell'Alto Commissario dell'OSCE per le
minoranze nazionali.

Nonostante il fatto che questa strategia stabilisca obiettivi a lungo termine (11 anni), mancano i
meccanismi per la sua attuazione: target, linee guida, obiettivi intermedi, costi; il che solleva alcune
domande sull'impatto che produrrà. Le misure proposte nella strategia si concentrano maggiormente su
azioni culturali, etnografiche, come la protezione e conservazione della cultura, e programmi che hanno lo
scopo di evitare le tensioni interetniche. La strategia non affronta problemi e preoccupazioni come
l'integrazione della comunità etno-culturale, studio delle lingue, rappresentanza politica e governativa,
partecipazione significativa al processo decisionale. Non sono inclusi neanche programmi e azioni efficaci
per costruire un'identità civica e rafforzare la lealtà allo Stato moldavo.

A sostegno dell'attuazione della strategia per il rafforzamento delle relazioni interetniche nella Repubblica
di Moldova per il periodo 2017-2027, l’ufficio per le relazioni interetniche ha sviluppato un piano d'azione
per il periodo 2017-2020, approvato dal Governo della Repubblica di Moldova il 15 novembre 2017.
Il piano d'azione prevede una serie di ricerche e indagini per meglio comprendere la situazione. Comprende
anche misure per promuovere la partecipazione dei cittadini al servizio governativo, come l'analisi della
situazione esistente, incoraggiando un dialogo più attivo tra governo e società civile attraverso i forum
nazionali e gli eventi partecipativi.
Il piano prevede la creazione di un etno-barometro, in Moldova, per misurare il coinvolgimento e la
partecipazione delle minoranze, nonché la formazione linguistica per i dipendenti pubblici, la protezione
delle lingue delle comunità etniche e il consolidamento della diversità linguistica.
Altre misure includono campagne di informazione tra i cittadini sul rafforzamento del senso di appartenenza
civile allo Stato, sulla riduzione dell'intolleranza, della xenofobia, degli stereotipi etnici e delle tensioni
interetniche. L’informazione del pubblico sulle strategie e gli obiettivi generali e sui principi guida e i
risultati attesi è stato possibile grazie ad una divulgazione attiva mediante i mass-media, durante le riunioni e
le visite sul campo dei vari distretti e con la partecipazione a seminari e conferenze. Altra strategia che ha

35
(HOTĂRÎRE Nr. 1464 din 30.12.2016, 2017)
reso possibile la divulgazione del piano strategico è la pubblicazione sia in lingua rumena che russa.
Al fine di ottenere una maggiore efficienza nell'attuazione del Piano d'Azione, l'AIR coordina la
cooperazione con importanti partner: organizzazioni internazionali, settore pubblico e società civile. A tal
fine, l'AIR ha istituito un gruppo di lavoro intersettoriale sulla realizzazione di questo piano d'azione. La
prima riunione del gruppo di lavoro si è tenuta il 1 ° marzo 2018. Alla riunione hanno partecipato
rappresentanti di ministeri e altri organi della pubblica amministrazione centrale, rappresentanti della
Missione OSCE in Moldova, leader di organizzazioni etno-culturali accreditate nell'ambito dell'AIR. I
partecipanti hanno discusso le misure necessarie da intraprendere per garantire la piena attuazione delle
azioni previste nel Piano, nonché gli obiettivi chiave individuati per il 2018. Il 17 settembre 2018 il gruppo
di lavoro si è riunito nella sua seconda riunione con il focus sullo studio sulla partecipazione delle minoranze
nazionali nella vita pubblica. Il 15 novembre 2018 è stato firmato un memorandum di cooperazione tra
l'AIR, l'ufficio del difensore civico e il Consiglio per la parità. Attraverso riunioni regolari, scambio di
informazioni, ricerca congiunta e sostegno reciproco si stabilì un meccanismo per rendere possibile la
cooperazione tra le tre istituzioni nazionali per i diritti umani. La firma del Memorandum è stata agevolata
dalla Missione OSCE in Moldova, a seguito di una valutazione delle competenze delle istituzioni nazionali
per i diritti umani, che raccomandava la costituzione di una coalizione di attori governativi che promuovono
e proteggono i diritti delle minoranze nazionali in Moldova.
3. I DUE GRUPPI CHE SI SONO DISTINTI MAGGIORMENTE

Il seguente capitolo si sofferma su due casi che si sono distinti maggiormente nel corso degli anni.
Distinti per questioni non solo linguistiche e culturali ma anche politiche.

3.1 Transnistria

Nel paragrafo che segue viene analizzata una delle aree più rilevanti per quanto riguarda la tematica delle
minoranze in Moldova. La transnistria, una sottile striscia di terra che delinea il confine est della Repubblica
di Moldova. Un territorio contrassegnato dal confine est che da sull’Ucraina e ad ovest dal fiume Dniestr
(Nistru), fiume navigabile che sfocia nel Mar Nero.

3.1.1 Il caso Transnistria


Si hanno dozzine di casi studio in merito al separatismo transnistriano, casi descritti come
sensibilizzazione sul piano politico o come un manuale pratico per “un complotto militare” o semplicemente
un “buco nero” dove servizi segreti (formalmente appartenenti al “grande vicino del nord”) fanno un grande
business.

La Transnistria è uno zona indipendente de facto, ma che non è stata riconosciuta dai paesi facenti parte
dell’ONU. Il motivo per il quale non viene riconosciuta come stato indipendente è perché la Transnistria, de
iure, è un territorio incorporato alla Repubblica di Moldova.

Nell’anno 1991 la Repubblica di Moldova si dichiarò indipendente, ma la transnistria non volendo


riconoscere questa indipendenza dalla Russia, si ribellò dichiarando guerra. La guerra di Transnistria,
scoppiata nel 1992, non è durata molto (iniziò a marzo nel 1992 e si concluse a luglio sempre nel 1992).
Scontro avvenuto tra la Guardia Repubblicana della Transnistria e le forze armate rumene e moldave. Con il
successivo appoggio della 14ª Armata della Guardia36, elemento fondamentale, si riuscì ad uscire dal
conflitto che causò quasi 2000 morti. Le forze moldave non riuscirono a prendere il sopravvento sulla
Transnistria, anche a causa dell’inferiorità numerica.
Il 21 luglio 1992, un accordo di cessate il fuoco, nello scontro russo-moldavo, pose fine alle ostilità militari
e, con l'insediamento delle forze di pace russe. La Transnistria si liberò per creare strutture statali parallele,
di fatto separate dagli organi costituzionali della Repubblica di Moldova.
Questa grande vittoria fu un primo passo per la quasi totale acquisizione d’indipendenza del territorio.
Probabilmente la Repubblica di Moldova, guidata da Mircea Snegur, non volle perdere una risorsa
economicamente preziosa per la repubblica. Va detto che i leader della parte più industrializzata dell'RSSM37

36
Questa fu un’unità dell’Armata Rossa che venne costituita nel 1956. La 14ª Armata della Guardia ebbe un rilievo importante
nella guerra di Transnistria. Quest’unità era composta principalmente da soldati e ufficiali che simpatizzavano per
l’autoproclamata Repubblica di Transnistria.
37
Republica Sovietică Socialistă Moldovenească (Repubblica Socialista Sovietica di Moldova)
cercavano una sorta di garanzia che avrebbero preservato la loro indipendenza d'azione rispetto al
commercio e all'esportazione. Pertanto, i timori che la Moldova della riva destra si muovesse verso
l'unificazione con la Romania erano più un discorso di stile politico che una vera preoccupazione; difatti,
quando nel 1989 si decise di cambiare la lingua dall’alfabeto cirillico a quello latino, e di adottare gli stessi
colori della bandiera Rumena furono il pretesto che, alcuni leader dei partiti economici e politici,
utilizzarono per rinegoziare il loro statuto separato da Mosca.
Non appena le autorità moldave rifiutarono di consentire al centro sovietico di organizzare un referendum a
sostegno dell'URSS, Mosca decise di utilizzare la Transnistria come leva contro le inflessibili rivendicazioni
di indipendenza della Repubblica di Moldova, ispirando così trasferimenti di armamenti e risorse finanziarie
per creare una forza di controbilanciamento in Tiraspol e, su un'ondata di confronto con le autorità
costituzionali di Moldova durante il 1991/1992, ciò ha portato a una violenta controversia.

Sebbene dominato da russofoni, circa il 40% della popolazione in Transnistria è moldava. Nonostante la
presenza moldava l’idea creatasi nei confini di Transnistria ha portato a vedere ogni cosa “rumena” come
qualcosa di sospetto. Tutto ciò che veniva da Chișinău era considerato con una grande dose di sospetto,
frustrazione e sfiducia.

Malgrado la maggioranza della popolazione della Repubblica avesse accettato la presenza di due lingue
distinte, rumeno e moldavo, e l’utilizzo dell’alfabeto latino, Transnistria si rifiutò di assecondare quest’idea.
Le strutture del sistema scolastico, dove si sostenevano lezioni in lingua rumena con l’utilizzo dell’alfabeto
latino, furono chiuse con la forza dalle autorità di Tiraspol. Motivo per cui l'UE ha vietato la circolazione dei
leader transnistriani in Europa; a causa della loro "posizione ostruttiva" nel processo di risoluzione.

Le parole "Romania" e "occidente" vengono continuamente demonizzate dai leader della Transnistria che
le collegano costantemente ai ricordi dell’occupazione rumena fascista, nonché la dissoluzione dell'Unione
Sovietica.
Nella rivista del Tiraspol Times nell’articolo “The legacy of Lenin”38 si afferma:

For most of the population of Transnistria, the end of the Soviet Union was not emancipation
(since there is no single dominant nationality) but deprivation and humiliation. In the face
of strong Moldovan nationalism next door, and a rising nationalist Ukraine on the other
side, the small but multinational strip of land in the middle saw that its internationalist ideals
were about to be trampled and forgotten

Quando Tiraspol viene dichiarata capoluogo dell’unità territoriale autonoma della Transnistria39, il
territorio a destra del Dniestr divenne un “museo sovietico a cielo aperto”. Tutti i monumenti e i nomi
dell'era sovietica furono accuratamente conservati: la bandiera della RSSM moldava e lo stemma con

38
(The Legacy of Lenin, 2006)
39
De facto capitale della Repubblica Moldava di Pridnestrovie
l'emblema della falce e del martello, stile retorica comunista, divenne il "biglietto da visita" della
Transnistria. Questa parte orientale di Moldova ricorda un "impero sovietico in miniatura", con gli stessi
nomi sulle strade e sui viali, le stesse feste e tradizioni e le memorie dell'epoca sovietica conservate.

A dispetto delle ideologie di Tiraspol non si spiega il perché una buona parte della Transnistria sia ancora
abitata da moldavi, che vivono in villaggi secolari lungo la sponda sinistra e destra del Dnestr (Nistru) e che
sono rimasti fedeli alla statualità moldava formando quasi il 40% dell'intera popolazione della Transnistria.

In relazione alla documentazione in possesso degli abitanti in questa unità territoriale “autonoma” si parla
di doppia cittadinanza. Questa necessità è dovuta al fatto che i documenti di cittadinanza transnistriana non
sono stati riconosciuti da un solo stato al mondo, quindi vengono utilizzati solo all'interno della regione.
Fortunatamente per la popolazione della Transnistria, vi è consentita la doppia cittadinanza quindi, oltre al
sedicente passaporto transnistriano, ogni persona adulta che vive in Transnistria ha anche un passaporto
moldavo, russo o ucraino. Secondo il Ministero per la reintegrazione, il numero di residenti della
Transnistria muniti di documenti moldavi - passaporti per viaggi all'estero e carte d'identità nazionali - ha
raggiunto 400.000 entro il 2007.

Vale la pena ricordare che le autorità moldove si sforzano di garantire il rispetto / ripristino dei diritti
umani fondamentali negli insediamenti sulla riva sinistra del fiume Nistru / Dniester e nel Comune di
Bender. Nella convenzione quadro del 2019 viene resa nota solo40 la ripresa dei gruppi di lavoro sui diritti
umani con il coinvolgimento di esperti di entrambe le parti del Nistru / Dniester, con il compito di sviluppare
e attuare un meccanismo per il monitoraggio della situazione regionale in questo campo e la risoluzione dei
casi concreti. Una serie di azioni prioritarie per garantire il rispetto delle diverse categorie di diritti nella
regione della Transnistria sono state stabilite nel piano d'azione nazionale per i diritti umani per il 2018-
2022.

Dalla sottrazione al controllo del governo centrale (1990), l’amministrazione della de facto Repubblica
moldava transnistriana non ha effettuato alcun censimento ufficiale. Nel 2004 il censimento della
popolazione è stato condotto separatamente da quello della repubblica di Moldova (governo centrale).

Secondo il censimento i gruppi linguistici in Transnistria sono: Moldavi 31,9%, Ucraini 28,8%, Russi
30,3%, Gagauzi 2,0%, Bulgari 2,0%. Il gruppo moldavo è minoritario rispetto a quello di russi e ucraini
(molto solidali tra loro).
In seguito anche il censimento del 2014 (della Repubblica di Moldova) non ha incluso la Transnistria; in
quanto, per motivi finanziari, la Repubblica moldava transnistriana ha posposto tale censimento. Il
Parlamento della Transnistria ha preferito investire l’ingente somma di denaro (che sarebbe servita per
pagare le ricerche per l’elaborazione del censimento) per coprire il debito pubblico.

40
A causa di una scarsa comunicazione tra Chişinău e Tiraspol al momento è impossibile avvalersi di dati certi sul grado di
attuazione della Convenzione quadro nei distretti orientali della Repubblica di Moldova.
3.1.2 Importanza economica
L’autoproclamata repubblica Transnistriana aveva e tutt’ora ha un forte impatto sull’economia Moldava.
Principalmente la disposizione della Banca Centrale in territorio transnistriano, afferma ciò che è il timore
della repubblica di Moldova di perdere una tale regione.

Anche l’elevata concentrazione di industrie determina l’importanza che la Transnistria ha sull’economia.


Pur possedendo una porzione maggiore di servizi privati esercitanti un’attività economica rispetto ai servizi
pubblici, la Transnistria registra un’attività economica maggiormente elevata rispetto al dato moldavo. Per
questo motivo la parte sinistra del Nistru risulta essere più ricca della parte destra. Senza alcuna sorpresa, la
disputa tra Chişinău e Transnistria copre anche il problema sul controllo dell’assetto economico della
Transnistria. Moldova ha registrato una legge. La quale afferma che ogni privatizzazione sul territorio
moldavo (incluso quello transnistrinao) deve ottenere l’approvazione da parte del parlamento moldavo.
Con l'operazione EUBAM41, l'Unione Europea ha avviato alcune misure di soft power. Perciò dalla fine del
2005 le aziende transnistriane sono spinte a registrarsi a Chişinău (Venturi, 2011).
A seguire si riporta ciò che è il giudizio di Venturi su alcune delle implicazioni legate alla missione europea
per la sicurezza dei confini (Venturi, 2011: 32):

Eubam in realtà non sembra impostata soltanto a rafforzare i controlli ai confini


dell’Unione. Questa missione civile sta avendo risultati economici e politici che possono
essere trascurati soltanto da una sua lettura ingenua. Le aziende della Transnistria, infatti,
potendo usufruire di benefici tariffari e doganali nel commercio con l’Ucraina soltanto se
registrate presso il governo di Chişinău, sono fortemente tentate di procedere in questa
direzione facendo una visita e qualche firma presso la Camera di Commercio moldava.
Ciò ha fatto sì che dal 2006 al 2008 il numero di aziende della Transnistria registrate sia
quasi raddoppiato. Il risultato non è soltanto un incremento commerciale e di controllo del
governo moldavo, ma anche un suo rafforzamento nella prospettiva di una soluzione al
conflitto transnistriano. Le aziende di questa regione, infatti, registrandosi mostrano
anche di volersi sganciare dal potere politico di Tiraspol, o almeno di non dipenderne
completamente. In questo modo avviene uno sgretolamento del rapporto tra il governo
transnistriano e la forza economica regionale. Se a questo si unisce la lotta per la
possibile successione a Smirnov come “presidente” della Transnistria, possiamo intuire
come queste forze centrifughe potrebbero generare una nuova fase nelle trattative per una
soluzione del conflitto.

Dopo un’attenta analisi quella che può sembrare una regione stabile economicamente risulta essere di
base molto instabile. Il quadro economico è debole perché dipende molto dalle importazioni della Russia,
importazioni che assumono la forma di finanziamenti con uno scopo ben preciso.

41
European Border Assistance Mission to Moldova and Ukraine
Un esempio può essere la Gazprom42, fornisce il gas necessario per Transnistria, ma questo fornimento ha
portato la regione ad indebitarsi con la Russia a tal punto da essere minacciata dalla stessa compagnia
produttrice di gas ad un eventuale blocco sul fornimento della materia a causa del non pagamento dei debiti.
Fino al 2006 Transnistria è stata avvisata per ben due volte. Nel febbraio del 2008, Tiraspol ha ufficialmente
richiesto alla Gazprom di posticipare l’incremento del prezzo specificando che la Transnistria è ancora una
zona di forte interesse per la Russia.
I funzionari della Transnistria affermarono che sarebbero stati in grado di pagare il 100% delle bollette
per il gas esportato da Gazprom solo nel 201243. Su questa base, Chișinău ha cercato di negoziare con Mosca
una differenziazione nei pagamenti del gas, ricevendo in cambio solo vaghe assicurazioni che la situazione
di stallo sarà evitata. Il gas a buon mercato e il sostegno politico sono ancora alla base della sopravvivenza
del regime transnistriano.
In un articolo44 pubblicato qualche anno dopo viene pubblicato il report annuale della Gazprom:

‹ The Gazprom published the annual financial report, which says that the Transnistrian
region of Moldova accumulated a debt of around US$6 billion for the consumed blue fuel.
According to the document, as of December 2018, the debt of the Moldovagaz company
accounted for 431.66 Russian rubles (around US$6.21 billion). Over 2018, the company’s
debt to Moldovagaz grew by over US$320 million. Most of debts (over 90%) accounts for
the Transnistrian region, which is not paying the money to Moscow since 2006. They are
accumulated on the so-called gas account, from where the authorities of the unrecognized
Transnistrian Moldovan republic (PMR) are taking them for social needs. ›

L'ammontare di debiti non blocca il continuo fornimento di gas. Il 31 dicembre 201945 Gazprom e
Moldovagaz firmano i documenti per l’estensione dell’esistente contratto per la fornitura e il transito di gas.

3.2 Gagauz Yeri46

Nel paragrafo che segue viene trattata l’entità territoriale autonoma di Moldova caratterizzata dalla
predominanza del gruppo etnico turcofono, i gagauzi. Ortodossi e parlanti il turco.
All’interno dei confini moldavi gagauzi e bulgari vivono, in parte, negli stessi villaggi. Fuori dai confini
moldavi possiamo trovare insediamenti di gagauzi in Odessa (regione dell’Ucraina), Romania e Bulgaria.

42
Газпром (in russo) o Gasprom è la più grande compagnia russa produttrice di gas naturale
43
(News agency infotag, 2007)
44
(News agency infotag, 2019)
45
(Gazprom, 2019)
46
Nome ufficiale gagauzo per indicare l’entità territoriale
Il territorio che poi verrà definito con il termine “Gagauzia”, nel passato fu un territorio profondamente
russificato. Tutt’ora la lingua russa viene utilizzata anche per conversazioni durante incontri quotidiani;
mentre difficilmente si sentirà un gagauzo parlare la lingua moldava.

La Gagauzia fu la prima regione di Moldova a dichiarare l’indipendenza (19 Agosto 1990); spinta dalla
paura di essere sottomessi dal popolo moldavo in seguito alla stipulazione della legge del 1989 che
dichiarava la lingua moldava come lingua principale. Dichiarandosi repubblica indipendente decreta il
proprio “Supreme Soviet”47 nella capitale della Gagauzia, Comrat. In risposta, l’autorità centrale moldava
sancì l’illegalità di tale azione e avviò una sommossa di decine di migliaia di giovani “volontari” moldavi
per entrare nella regione e bloccare le elezioni. Successivamente il governo Moldavo si è avvicinato alla
ricerca di una soluzione politica al problema della Gagauzia. Una commissione parlamentare speciale è stata
istituita a marzo (1993) per lavorare con i rappresentanti di Gagauz Yeri, e redigere una nuova legge sui
locali amministrativi per le aree della Gagauzia. Il progetto di legge venne discusso dal parlamento moldavo.
In cambio del riconoscimento dell’integrità territoriale della Repubblica di Moldova, Gagauz Yeri avrebbe
avuto il diritto di autodeterminarsi territorio autonomo se Moldova avrebbe rinunciato al suo stato
indipendente (cioè in caso di una possibile unione con la Romania). 1994 si raggiunge ad un accordo, che
sancisce una larga autonomia territoriale. La Gaguazia viene così stabilita come “unità territoriale-nazionale
autonoma”. Con questo accordo viene garantita l’istituzione di autorità locali legislative ed esecutive, di tre
lingue ufficiali (gagauzo, russo, moldavo). Con gli accordi raggiunti si è disinnescato un decentramento del
potere.

Nel capitolo VIII, sull’amministrazione pubblica, art. 111 della Cost. moldava 48 tratta la questione
dell’Unità territoriale autonoma della Gagauzia. Nel primo comma dell’art. 111 la Gagauzia viene definita
unità territoriale autonoma con uno statuto speciale, siccome è una forma di autodeterminazione della
Gagauzia, rimanendo parte integrale e inalienabile della Repubblica di Moldova. In questo art. c.1, viene
concessa la gestione degli interessi del popolo, delle problematiche di carattere politico, economico e
culturale; ma nei limiti delle proprie competenze stabilite dalla Costituzione della Repubblica di Moldova.
Segue, art. 111 c. 2, che sul medesimo territorio vengono garantiti tutti i diritti e le libertà previste dalla
Costituzione e dalla legislazione della Repubblica di Moldova. Nonostante la dichiarazione di unità
territoriale “autonoma”, nel c. 4, viene indicato che - il terreno, il sottosuolo, le acque, la flora e la fauna ed
altre risorse naturali stanziate sul territorio sono proprietà del popolo della Repubblica di Moldova anche se
rimane la base economica della Gagauzia.

La disputa sul territorio, che comprendeva unità autonome, innescò il referendum del 5 Marzo 1995. Il
referendum comprendeva 36 località le quali erano costituite da più del 50% della popolazione con origine

47
Il Soviet Supremo dell’URSS, 1938-1989, è un organo che sta al vertice del sistema dei Soviet. Un sistema sul quale si basava il
potere in Unione Sovietica.
48
(Constituția Republicii Moldova, 2016)
gagauza e zone dove si diede inizio al referendum per volontà di almeno 1/3 della popolazione.
Diversamente dalla Transnistria, un accordo49 tra l’autorità di Comrat e l’autorità di Chişinău sullo status
della regione venne raggiunto solo in quell’anno. La regione autonoma della Gagauzia non fu un’entità
caratterizzata in maniera decisa dall’aspetto geografico, come nel caso della Transnistria. L’estensione de
facto dell’etnia gagauza è a tratti a macchia di leopardo, nel sud di Moldova. Tale ripartizione geografica è
dovuta alla concentrazione dispersa dell’etnia gagauza. Per dichiarare indipendente questa minoranza etnica
lo stato ha stabilito che solo i territori con maggiore concentrazione, etnica, gagauza potevano far parte dello
speciale distretto amministrativo, Gagauz Yeri. Dopo aver raggiunto una stabilità politica, il problema
principale divenne la stabilità economica. Si è cercato di ottenere investimenti con le regioni estere,
specialmente con la Turchia, ma l’aspetto post-sovietico e il pensiero filo-russo ha ostacolato quasi tutti gli
sforzi. Ci vollero ben 5 anni prima che la Turchia finanziasse il progetto di approvvigionamento idrico
(finanziamento di 35 milioni di dollari); progetto che venne avviato solo nel Gennaio 1999. Considerato
come uno tra i più importanti progetti realizzati in Moldova, soprattutto tenendo conto dell’assenza di acqua
potabile nelle regioni aride.
Questo distretto è considerato non solo la zona più povera della Repubblica di Moldova ma anche quella con
più problematiche. Nel 1990 al 50% dei bambini in Comrat gli venne diagnosticata un disturbo di salute
funzionale, e al 45% dei ragazzi malattie croniche respiratorie e digestive. Mentre il numero di dottori e
infermiere, che lavoravano nella regione in cui la popolazione risiedeva, era drasticamente ridotto. Come la
fornitura dell’acqua e la mancata disponibilità di strade costruite segnavano ulteriormente la situazione
disagiata del popolo gagauzo. Una situazione dannosa per una popolazione che dipendeva dall’agricoltura.

Oltre all’instabilità economica e politica bisogna prendere in considerazione anche l’instabilità dal punto
di vista territoriale. In riferimento a quanto detto nel Cap. 250, i Bulgari costituivano il 64% della
popolazione del distretto di Taraclia, ma solo il 16% delle minoranze faceva parte della contea di Cahul. Gli
insediamenti bulgari vennero fusi con i villaggi moldavi in un’unica regione formando la contea di Cahul.
Sin dalla de facto “indipendenza” della Gagauzia, l’autorità mise in atto attività che minacciavano i Bulgari.
Essi si sentivano più minacciati dall’entità gagauza che dal gruppo moldavo; difatti tutti i villaggi dominati
dall’etnia bulgara, ad eccezione del villaggio di Chirsova (dominato da un misto di bulgari e gagauzi),
decisero di non sostenere i Gagauz-Yeri nel referendum del 1995.
Nonostante i piani di includere gli insediamenti bulgari con la Gagauzia, nel 1999 vennero nominati i
prefect51 da assegnare ad ogni contea tranne per la Gagauzia, sconvolgendo nuovamente i Bulgari insediati
nelle zone al di fuori della Gagauzia.

49
Precedentemente la Gagauzia si trovava in una situazione molto simile a quella transnistriana e rifiutava l’autorità politica di
Chişinău.
50
p. 12, 13
51
Il prefect, sostanzialmente aveva il compito di sedere in ufficio e riportare a Chișinău tutte le attività svolte dalla contea a cui
veniva assegnato. Un rappresentante del governo centrale con il compito di supervisionare le azioni delle autorità locali.
14 Maggio 1998 l’assemblea popolare della Gagauzia decise di rivedere le leggi già previste nello
Statuto di Autonomia del 1994. L’assemblea apportò solo alcune specificazioni alla già esistente
legislazione; per questo motivo quello che viene visto come “costituzione” della Gagauzia ha un ruolo più
simbolico che pratico.

Su invito del Ministero degli Affari esteri della Repubblica di Moldova, una delegazione del congresso
ha visitato il paese per monitorare le elezioni locali e regionali il 23 Maggio 1999. Secondo le informazioni
ottenute durante l’incontro con il Sig. Tabunscis, Governatore della Gagauzia (Bashkan):

The Gagauz authorities have signified their agreement to the process of devolution and
administrative division of the territory promoted by the Government and approved by
Parliament, but have pointed out that certain provisions of the laws on local public
administration and territorial subdivision are liable to ruin this highly positive state of
affairs. The main issue is that the provisions in question institute a Prefect in Gagauzia to
represent the central government and ensure that the national laws are upheld in the region.

The delegation felt that the proposed appointment of a Prefect was not really compatible
with the wide autonomy granted to Gagauzia, and that conflicts of jurisdiction might arise
between the Prefect and the region's autonomous institutions (especially the Governor, also
a member of the regional government and of the People's Assembly).

According to information received by the delegation, the government and parliament


declined to consider the Gagauz Governor's opinion when the laws in question were being
drafted and enacted. However, the President of the Republic showed some understanding of
the Gagauz authorities' viewpoint. At all events, the proposed Prefect has yet to be
appointed.

(Mr George LYCOURGOS, 1999)

Con la nomina di un prefect anche per la Gagauzia aumentarono le tensioni nella relazione tra
Comrat e Chișinău. La nuova legge sull’amministrazione pubblica prevedeva la nomina di un
prefect per ogni regione della repubblica di Moldova. La funzione del prefect era quella di
rappresentante del governo centrale, con il dovere di supervisionare le azioni delle autorità locali e
dirigere i servizi pubblici dei ministeri e del dipartimento centrale delle regioni.
Di questo potere, però, era già investito il Bashkan e il Bakannik Kometeti52. Per questo motivo la
nomina di un prefect venne recepita come una violazione dello Statuto di Autonomia e come un
tentativo di declassare la Gagauzia ad uno statuto di una qualsiasi regione.

52
Autorità amministrativa che conduce il Consiglio Esecutivo
Le tensioni non mancarono tra l’amministrazione locale e il governo centrale; soprattutto quando il
leader locale, tra il 1999 e il 2002, decise di approfittare delle autonomie che vennero concesse alla Gagauzia
con l’accordo del 1994. L’autorità di Chişinău iniziò ad esercitare forti pressioni, che caratterizzarono le
numerose irregolarità nelle elezioni. Al potere salì un leader più vicino al governo centrale.

L’Unità Territoriale Autonoma della Gagauzia si mostra così come un’arma politicamente
a doppio taglio. Se da un lato la Gagauzia può essere indicata come un esempio perché è
stata evitata una sanguinosa guerra come quella transnistriana, dall’altro non sono mancati
problemi legati all’ampia autonomia, e a come è stata gestita dal governo centrale. Lo stesso
Consiglio d’Europa aveva inizialmente criticato l’accordo perché forniva troppe autonomie
e rischiava di minare l’unità del Paese. Il rischio di creare “un’altra Transnistria” aveva
inizialmente spinto Chişinău a essere molto accomodante rispetto alle richieste gagauze.

(Venturi, Osservatorio balcani e caucaso transeuropa, 2011)

La strategia di sviluppo regionale della Gagauzia è il principale documento di pianificazione


strategica a livello regionale, che definisce le priorità di sviluppo a medio termine della Gagauzia
come regione di sviluppo. La strategia è stata sviluppata in conformità con i documenti
fondamentali della Repubblica di Moldova nel campo dello sviluppo regionale - Legge sullo
sviluppo regionale in conformità con le regole di elaborazione e i requisiti unificati per i documenti
politici. Gli aspetti metodologici di base sono definiti dal Ministero dello sviluppo regionale e della
costruzione della Repubblica di Moldova.

Dal 2010, sono state istituzionalizzate le prime tre agenzie di sviluppo regionale e sono iniziati
i lavori dei consigli di sviluppo regionale. Sono stati compiuti progressi significativi nell'attuazione
della politica nelle regioni. Come riportato dall’Agenzia di sviluppo regionale della Gagauzia53 la
politica regionale nazionale si è già dimostrata notevolmente dinamica; grazie alle misure efficaci
per la partecipazione delle parti interessate e la trasparenza del processo decisionale nel dirigere gli
sforzi e le risorse sulle aree di investimento prioritarie in quei settori, si genera crescita e sviluppo
socioeconomico.
L'obiettivo generale della strategia nazionale di sviluppo regionale per il 2016-2020 è "garantire uno
sviluppo equilibrato e sostenibile in tutte le regioni di sviluppo della Repubblica di Moldova" e
comprende tre obiettivi specifici:

 Garantire l'accesso a servizi pubblici di qualità.


 Garantire una crescita economica sostenibile nelle regioni.

53
(Strategia de Dezvoltare Regională Regiunea de Dezvoltare UTA Găgăuzia 2017-2020, 2017)
 Migliorare la governance nel campo dello sviluppo regionale.

Le misure per garantire l'accesso a servizi pubblici di qualità mirano a sviluppare gli obiettivi
infrastrutturali più importanti nella regione, comprese le infrastrutture stradali, approvvigionamento
idrico e fognatura, gestione dei rifiuti solidi, sviluppo di infrastrutture aziendali ed efficienza
energetica nel settore pubblico.
Lo scopo della pianificazione strategica regionale è quello di determinare le principali direzioni di
sviluppo della regione. Creando un meccanismo di pianificazione efficace a livello locale, regionale
e nazionale, si permette il coordinamento tra le autorità pubbliche locali nella gestione delle
iniziative regionali. Il risultato rifletterà l'uso efficiente delle risorse, anche finanziarie, con
l'obiettivo di realizzare progetti di investimento regionale.

Con lo sviluppo di questa strategia regionale l’entità territoriale autonoma, tenta a rafforzare quella
che non è de facto una repubblica indipendente, ma che possiede tutte le caratteristiche per essere
considerata tale. Quest’entità territoriale nonostante gli sforzi rimane parte integrante e inalienabile
della Repubblica di Moldova.
CONCLUSIONE

La Repubblica di Moldova è un territorio da sempre conteso fra i vari Stati al potere, anche quando non
era definita tale e possedeva un’espansione del territorio diversa.
Le svariate invasioni e i continui stanziamenti nel territorio che oggi viene indicato con il nome Moldova,
sono il risultato di una forte concentrazione etnica in uno Stato con una densità inferiore rispetto a tutti gli
altri Stati Europei.

Tra le varie potenze quelle che ebbero e che hanno tutt’ora una grande influenza sul territorio moldavo
sono Russia e Romania. La contesa per l’autorità ha portato alla dichiarazione di indipendenza di Moldova
(1991), assumendo il nome di Repubblica di Moldova e non più Repubblica Socialista Sovietica (come
venne chiamata dal 1944 al 1991). Le due potenze esercitavano un potere non solo sull’aspetto politico ma
anche sulla questione linguistica e culturale.

Per quanto riguarda l’aspetto linguistico, è passata da un alfabeto latino ad uno cirillico (diventando una
lingua ibrida) per poi ritornare all’alfabeto latino. Anche dopo aver affermato la lingua moldava, come
lingua di Stato, la lingua russa continua ad avere una certa autorità sulla Repubblica. Il russo è la lingua che
oggi giorno permette la comunicazione tra le diverse etnie in territorio moldavo. Un esempio è la Gagauzia,
la quale sfrutta la lingua russa per poter comunicare con il governo centrale.

Secondo il censimento del 2014 i principali gruppi minoritari risultano essere 6: rumeni, ucraini, russi,
gagauzi, bulgari, rom. Un altro gruppo minoritario è anche quello degli ebrei.

Con la Costituzione vengono riconosciuti i diritti da preservare nei confronti di tutti i cittadini. Nonostante
ciò la Repubblica di Moldova non ha saputo adempiere sufficientemente ai propri obblighi nei confronti (e
per la protezione) delle minoranze nazionali.
Nel Dicembre 2016 è stato redatto un documento con la strategia per rafforzare le relazioni interetniche.

Per quanto riguarda la frammentazione popolare (a livello etnico, culturale e linguistico) due gruppi si
sono maggiormente distinti: Gagauzia e Transnistria.
Questi due gruppi hanno tentato di conquistare l’indipendenza dalla Repubblica di Moldova. Uno tramite
scontri sanguinosi, l’altro con risultati più pacifici. Uno ha ottenuto la delineazione del proprio confine,
l’altro appartiene ad un territorio meno compatto.

Nel corso degli anni alcune lezioni sono state apprese mentre altre no. Oggi la Repubblica di Moldova
continua a risentire questa divisione. Anche l’aspetto politico è intaccato principalmente da due pensieri
diversi, filorussi e filorumeni.
Bibliografia
(s.d.). Tratto da Minority rights Group International : https://minorityrights.org/country/moldova/

Biroul Naţional de Statistică. (2014). Tratto da Statistica Moldovei: www.statistica.gov.md

Bounegru, S. (2012, Aprile 5). Il Collasso dell'URSS e L'indipendenza della republica di Moldova . Geopolitical Center .

Caffarelli, E. (9 maggio 2017). Moldavia e Moldova. Accademia della Crusca.

Constituția Republicii Moldova. (2016, Marzo 29). Tratto da Parlamentul Republicii Moldova : http://parlament.md/

(2019). Fifth Report submitted by the Republic of Moldova. Council of Europe.

(2017). Fourth opinion on the Republic of Moldova . Strasburgo: Council of Europe.

Gazprom. (2019, Dicembre 31). Tratto da https://www.gazprom.com/press/news/2019/december/article497268/

Groza I., J. p. (2017). Consolidarea coeziunii sociale. Chișinău: federal Foreign Office .

(2017). HOTĂRÎRE Nr. 1464 din 30.12.2016. Republica Moldova. Tratto da


http://lex.justice.md/index.php?action=view&view=doc&lan-g=1&id=369024

Izsák-Ndiaye, R. (2016). Raport al raportorului special pentru problemele minorităților. Consiglio per i diritti
dell'uomo.

King, C. (1993). Moldova and the Bessarabian questions . The World Today, 135-139.

legge 3465 sul funzionamento delle lingue nel territorio della RSS di Moldavia. (1989, 09 01). Tratto da Registrul de
stat al actelor juridice al republicii Moldova:
http://lex.justice.md/index.php?action=view&view=doc&lang=1&id=312813

Minoritățile naționale din Republica Moldova: istorie și prezent: ROMÂNII ŞI RUSIFICAREA (II). (2012, Settembre 6).
Tratto da Timpul.md: https://www.timpul.md/articol/minoritaile-naionale-din-republica-moldova-istorie-i-
prezent-romanii-si-rusificarea-%28ii%29-36848.html

Moldova, U. (2016, Giugno). Tratto da "Copiii romi și accesul lor la servicii":


https://www.unicef.org/moldova/rapoarte/copiii-romi-şi-accesul-lor-la-servicii

Morgione, M. L. (2015). Stretta tra due Mondi. La Transnistria tra identità del passato e incertezze del futuro.

Mr George LYCOURGOS, M. C. (1999). Report on the mission of a CLRAE Delegation to the Republic of Moldova to
monitor the local and regional elections of 23 May 1999, the laws on administrative subdivision of the
territory and local public administration, and the situation regarding local. Strasburgo. Tratto da
https://rm.coe.int/168071a058#P77_8122

Munteanu, A. M. (2007). Transnistria: a paradise for vested interests. Journal for Labour and social Affairs in Eastern
Europe, 51-56.

N. Zaharia, M. P.-D. (1970). “Aşezări din Moldova”.

Ned Lawton, J. B. (2018). Roma woman and the world of work i the Republic of Moldova. Budapest: International
Labour Organization.

Neukirch, C. (1999). National Minorities in the Republic of Moldova- Some Lessons Learned, Some Not? Journal for
labour and social affairs in eastern europe, 45-63.

News agency infotag. (2007, Dicembre 24).

News agency infotag. (2019, Maggio 02). Tratto da http://www.infotag.md/finances-en/275416/

Radio Bulgaria . (s.d.). Tratto da https://bnr.bg/en


Radio Bulgaria. (2016, Marzo 5). Tratto da https://bnr.bg/en/post/100687870/bulgarians-in-moldova-do-not-forget-
their-homeland-but-it-s-high-time-it-heard-their-voices

Rusnac, M. (s.d.). Pacea de la Bucureşti 1812 (1812). Tratto da


http://www.istoria.md/articol/433/Pacea_de_la_Bucure%C5%9Fti_1812

Strategia de Dezvoltare Regională Regiunea de Dezvoltare UTA Găgăuzia 2017-2020. (2017, Gennaio 24). Tratto da
Agenția de Dezvoltare Regională UTA Găgăuzia:
http://adrgagauzia.md/public/files/ADR_UTAG/SDR_UTAG_2017-2020_RO.pdf

The Legacy of Lenin. (2006, Giugno 16). Tiraspol Times.

Venturi, B. (2011, Giugno 21). I Rom della Moldavia. Tratto da Osservatorio balcani e caucaso transeuropeo:
https://www.balcanicaucaso.org/aree/Moldavia/I-rom-della-Moldavia-95193

Venturi, B. (2011, Aprile 05). Osservatorio balcani e caucaso transeuropa. Tratto da Gagauzia, dove il separatismo
non ha vinto: https://www.balcanicaucaso.org/aree/Moldavia/Gagauzia-dove-il-separatismo-non-ha-vinto-
91536

Potrebbero piacerti anche