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GEOGRAFIA

PRESENTAZIONE

Il Brasile é situato nella parte settentrionale dell’America del Sud è bagnato a est
dall’Oceano Atlantico e confina a nord con la Guyana Francese, il Suriname, la Guyana,
il Venezuela e la Colombia; a ovest con il Perù, la Bolivia e il Paraguay; a sud con
l’Argentina e l’Uruguay.

La sua superficie occupa il 47% del Sudamerica e si estende per 8.511.996 kmq.

Popolazione: La popolazione (146.917.459 abitanti con una densità di 17 abitanti per


kmq).

É composta da tre gruppi etnici:

- i bianchi (di origine portoghese), che


costituiscono la maggioranza

- i meticci e

- i neri.

La lingua ufficiale è il portoghese

La religione più diffusa è la cattolica, seguita dalla protestante; sono inoltre presenti
minoranze animiste, ebraiche e musulmane. .

La capitale è Brasilia (1.598.415 ab.).

Governo: Il Brasile è una repubblica federale di tipo presidenziale.

Il potere legislativo è detenuto dal Congresso Nazionale, organismo bicamerale


composto dal Senato e dalla Camera dei Deputati.

Il potere esecutivo è invece attribuito al presidente della Repubblica, coadiuvato dai


ministri da lui nominati.

La repubblica comprende 23 Stati, 3 territori federali e il distretto federale della


capitale. Ogni Stato è dotato di una propria Assemblea Legislativa e di propri organi
giudiziari ed è retto da un governatore.
Moneta: La moneta del Brasile è il real, che é
ufficiale dal 1° luglio 1994

Il Territorio:

Il Paese non ha grandi rilievi; il 40% della sua


superficie è al di sotto dei 200 m. Verso
oriente, l’altitudine è leggermente più elevata, il Pico da Bandeira raggiunge i 2.890
metri.

Il territorio brasiliano si divide in due grandi regioni: il bassopiano amazzonico e la


regione degli altipiani.

L’Amazzonia è una vastissima pianura alluvionale tagliata a nord dall’Equatore e nella


quale scorre per oltre 3.000 km da ovest ad est il Rio delle Amazzoni.

La regione degli altipiani si estende a sud dell’Amazzonia e comprende l’altopiano del


Brasile e il Mato Grosso. Questi altipiani digradano verso l’Amazzonia, mentre formano
un bordo rialzato lungo la costa dell’Atlantico. Nel Nordeste il paesaggio presenta una
pianura di erosione con numerose colline, residui antichi di rilievi smantellati.

L’altitudine è inferiore ai 1.000 m. Essa aumenta nella regione centrale dove gli
altipiani si presentano come un’estensione di tavolati (Chapados) incisi da profondi
solchi nei quali scorrono i fiumi.

La costa meridionale è caratterizzata da un susseguirsi di serras, cioè di rilievi che


salgono rapidamente fino a 1.000 m. Verso occidente incontriamo le alture del Mato
Grosso.

Il Brasile è attraversato da numerosi corsi d’acqua, il principale è il Rio delle Amazzoni


che, da due rami sorgentizi nel Perù orientale, scorre a lieve pendenza per tutto il suo
corso e sfocia nell’Atlantico con un estuario di circa 200 km di larghezza.

Le coste sono abbastanza uniformi: basse e sabbiose a nord, alte e dirupate in alcune
zone del sud. Generalmente la fascia costiera è pianeggiante, molto lunga e stretta. La
costa comprende inoltre alcune isole al largo (ad esempio Fernando de Noroña).
Idrografia:

Numerosi sono i suoi affluenti, fra i principali citiamo il Rio Madeira, il Rio Yapura, il
Purus, il Tapajós, il Rio Negro e il Rio Branco.

La regione accidentata delle montagne è solcata dalle valli di numerosi fiumi come il
Rio Sao Francisco che scorre verso nord e il Paraná che scorre verso sud.

Il territorio brasiliano conta ancora innumerevoli corsi d’acqua di minore importanza.

Il clima:

Il clima del Brasile è suscettibile di notevoli variazioni


a seconda della latitudine considerata. L’Amazzonia
ha un clima equatoriale caldo umido con un’umidità
atmosferica intorno all’80-90%.

Nella regione intertropicale le stagioni calde e piovose


dell’inverno si alternano regolarmente a quelle fresche
e asciutte dell’estate. Nelle regioni montane il clima si
mantiene temperato.

Economia:

Nonostante il suo recente sviluppo, il Paese si presenta con un’economia oberata da un


debito con l’estero molto elevato e caratterizzata da profondi squilibri e contrasti tra
l’aspetto arretrato delle vaste aree dell’interno e il caotico sviluppo delle regioni
costiere.

Settore primario:

L’agricoltura, praticata soprattutto nelle regioni orientali e orientata verso le colture di


esportazione, assorbe un terzo della popolazione attiva.

Il prodotto principale è il caffè, in gran parte coltivato nello Stato di San Paolo.

Il cotone è coltivato, in buona parte, nei terreni abbandonati dalla coltura del caffè e
rappresenta una voce molto importante nelle esportazioni.

Altre coltivazioni industriali sono la soia, destinata ad alimentare il bestiame, l’olio e i


cereali; il cacao, coltivato nella zona di Bahia; il tabacco; la canna da zucchero; la frutta
tropicale (banane, ananas). Destinati al mercato interno sono invece il granoturco, la
mandioca, il riso, i fagioli e le patate.

IL CAFFE’ NELLA STORIA E NELL’ECONOMIA DEL BRASILE


Il Brasile detiene il primato mondiale nella produzione del caffè, e sulle piantagioni si
basa buona parte dell’economia nazionale.

La pianta del caffè, originaria dell’Abissinia, introdotta dagli


Olandesi nelle loro colonie, e dalla Guyana Olandese passa quindi in
Brasile, dove la sua coltivazione assume subito ritmi intensivi.

Proprio l’estendersi delle piantagioni determina, nel XIX secolo, le


linee di colonizzazione dei territori interni del Brasile. Coltivato nelle
fazendas (grandi aziende agricole dove era impiegata manodopera schiavistica africana),

il caffè fu dapprima piantato (attorno al 1830) nella regione di Rio de Janeiro. Verso la
fine del secolo le piantagioni erano già estese allo stato di San Paolo e a quello del
Paranà, determinando la creazione di numerosi centri urbani e di una nuova rete di
trasporti.

L’abolizione della schiavitù, nel 1888, favorisce l’immigrazione di colonos (soprattutto


italiani), in sostituzione degli schiavi. Tuttora la coltivazione del caffè si svolge in una
situazione di forte disagio della classe contadina.

Se già nell’800 pochi latifondisti traevano enormi vantaggi economici


dall’accentramento di grandi estensioni di terreno (formando una ristretta élite molto
influente anche sul piano politico), oggi il latifondo rappresenta forse per il Brasile la
più pesante eredità lasciata dai colonizzatori portoghesi.

I contadini, in cambio dei servizi prestati, ricevono spesso soltanto un piccolo


appezzamento di terreno, o una baracca, oppure buoni-acquisto da spendere nello
spaccio della piantagione.

Il caffè viene coltivato soprattutto in vista dell’esportazione: anche grazie alle


piantagioni, infatti, il Brasile ha potuto inserirsi nel grande flusso dei commerci
intercontinentali.
Allevamento: l’allevamento del bestiame (soprattutto ovini e bovini), praticato sugli
altipiani dell’interno.

Fiorente è anche l’allevamento dei suini e degli equini, mentre meno rilevante è quello
dei caprini.

Un’ulteriore fonte di ricchezza per il Brasile è costituito dallo sfruttamento delle foreste,
che coprono i tre quinti della superficie del territorio.

Una delle principali risorse forestali è il caucciù, ricavato dall’Hevea brasiliensis, pianta
assai diffusa nella regione amazzonica.

Settore secondario:

Industria: La maggior parte della produzione industriale del Brasile è rappresentata dai
settori alimentare e tessile, ai quali si sono affiancate industrie di origine più recente
quali la siderurgica, la chimica e quella dei materiali da costruzione, ancora in fase di
sviluppo.

Lo sfruttamento delle fonti energetiche è invece ancora insufficiente a coprire il


fabbisogno nazionale.

Estrazione:

Il sottosuolo è ricco di giacimenti metalliferi, situati negli Stati di Minas Gerais, di


Goias e del Mato Grosso. Il ferro occupa il primo posto; seguono, fra le risorse
minerarie, l’ematite e il manganese.
La produzione di petrolio, la cui estrazione è iniziata dopo la seconda guerra mondiale,
è in continuo aumento, mentre l’estrazione di oro e diamanti è in diminuzione.

Il Commercio:

Il commercio estero è caratterizzato da un maggior volume di importazioni (prodotti


minerari, chimici e macchinari) rispetto alle esportazioni. Ma queste ultime,
essenzialmente verso gli USA, sono in aumento e consistono in caffè, zucchero, cacao e
ferro.

Settore Terziario
La rete delle comunicazioni: è molto sviluppata lungo la costa, soprattutto nella zona
compresa fra Belo Horizonte, Rio de Janeiro e San Paolo.

La rete ferroviaria si estende per 29.207 km; la rete stradale per 1.411.900 km; i porti
sono numerosi.

Le comunicazioni aeree, a causa delle enormi distanze fra le diverse regioni del Paese,
hanno un notevole sviluppo; i principali aeroporti sono: San Paolo, Santos Dumont e
Brasilia.

Turismo:

In Brasile esistono moltissimi posti attrativi per i turisti é impossibile elencare tutti
quanti ma ogni stato ha le proprie bellezze, fra cui ne abbiamo:

CARNEVALE DI RIO

Celebre manifestazione che dura 4 giorni e 4 notti durante i quali le strade della città
diventano un trionfo di colori, di luci e di suoni. Per le strade, nelle case e nei circoli
privati si suona e si balla a ritmo sfrenato e la danza è una sola: la samba. Nel corso
dell’anno le numerose scuole di samba del Paese si preparano per il Carnevale,
ispirandosi ai temi relativi alla storia del Brasile, per sfidarsi in spettacolari esibizioni,
premiate da un’apposita giuria.

CASCATE DELL’IGUAÇU

Il fiume Iguaçu (1.320 km) scorre nel Brasile meridionale e forma le maggiori cascate
esistenti al mondo, estese su un fronte di circa 3.700 m.

Il fiume si divide in numerosissimi bracci e precipita in due salti di circa 60 m


complessivi. Le suggestive cascate sono situate nel più esteso parco nazionale
brasiliano, famoso per il suo patrimonio floreale e popolato da una fauna molto varia.

https://infobrasile.it/brasile/
STORIA: Colonizzazione e Libertà
LA COLONIZZAZIONE IN BRASILE
Come data ufficiale della scoperta del Brasile si considera il 22 aprile 1500, per opera
dell’esploratore portoghese Pedro Álvares Cabral, che arriva nella zona dove oggi si
trova Porto Seguro, nello stato di Bahia.

La colonizzazione vera e propria ha però inizio nel 1532, quando si fonda la città di São
Vicente da Martim Alfonso de Sousa. Nel 1533, il re del Portogallo Giovanni III divide
il Brasile in 12 territori (i capitanias) e li concede a nobili affidatari (i donatários), che di
fatto però diventano signori feudali.

Nel 1548, per paura di una secessione, Giovanni III invia in Brasile come governatore
generale Tomé de Sousa, che il 29 marzo 1549 fonda la capitale São Salvador da Bahia
de Todos os Santos.

Con l’inizio della colonizzazione ci sono peró alcuni tentativi di insediamento anche da
parte di Francesi e Olandesi.

I Francesi, in particolare, tra il 1555 e il 1567, tentano di stabilirsi nella zona dell’attuale
Rio de Janeiro per poi spostarsi dal 1612 al 1614 nell’attuale São Luis. Sono
successivamente scacciati grazie al tradimento dell’architetto Jean-Nicolas-Louis
Durand, che costruisce un fortino nella stessa Rio.

Nel XVII secolo sono introdotte le coltivazioni del tabacco e specialmente della canna
da zucchero, inizialmente a Bahia e successivamente anche a Rio de Janeiro. Questo
importante sviluppo dell’agricoltura è accompagnato dall’arrivo di numerosi schiavi
africani, che vanno a sostituire per il lavoro nella piantagioni le popolazione autoctone,
ormai del tutto insufficienti a garantire la sussistenza di un’economia agricola
produttiva.

Verso la fine del XVII secolo si scoprono grandi giacimenti di oro nella regione del
Minas Gerais.

Nel 1604 gli olandesi guidati da Maurizio di Nassau, attirati dalle ricchezze del
territorio, saccheggiano Bahia e, tra il 1630 e il 1654, si stabiliscono nelle colonie
costiere del nordeste, continuando a controllare l’interno. Lì si trovano però in uno stato
di continuo assedio, tanto che nel 1661 sono costretti a ritirarsi.

Fin dall’inizio della colonizzazione portoghese, il Brasile è teatro di rivolte e di


movimenti di resistenza degli indigeni, che si uniscono poi agli schiavi africani. Alla
fine del XVII secolo ci arriva un maggior numero di coloni dal Portogallo e questo
favorisce la formazione dei primi movimenti contro la Corona Portoghese stessa.

I coloni si ribellano e iniziano a cospirare contro il Portogallo.

La cospirazione si propone di eliminare la dominazione portoghese e creare uno stato


libero.

La forma di governo doveva essere quella della Repubblica, ispirata alle idee
illuministe, che in quel momento si diffondono in Europa e in particolare in Francia, e
che portano, dopo la guerra d’indipendenza americana, alla nascita degli Stati Uniti
d’America.

I leader del movimento sono però catturati e inviati a Rio de Janeiro, dove gli
condannano a morte e gli giustiziano.

La Congiura Baiana, invece, è un movimento che parte dalla fascia più umile della
popolazione di Bahia, e che vede una grande partecipazione da parte di neri e mulatti.

I rivoltosi vogliono l’abolizione della schiavitù, l’istituzione di un governo egualitario e


l’instaurazione di una Repubblica a Bahia.

Tra il 1756 e il 1777 il marchese di Pombal realizza una politica riformatrice,


accentrando il potere politico-amministrativo nelle mani del viceré (il Brasile era stato
costituito in Viceregno nel 1717) a scapito dei donatários e dei Gesuiti che sono espulsi
nel 1759.
Nel 1763 la capitale si trasferisce a Rio de Janeiro e nel 1775 si abolisce la schiavitù
degli indios.

L’INDIPENDENZA DEL BRASILE

Nel 1807 l’invasione da parte delle truppe francesi di Napoleone Bonaparte obbligano il
re del Portogallo Giovanni VI a fuggire in Brasile, arriva a Rio de Janeiro, dopo avere
stipulato un’alleanza difensiva con l’Inghilterra (che avrebbe fornito la protezione
navale durante il viaggio). Allo stesso tempo i porti brasiliani si aprono a nuove nazioni
amiche, ponendo fine allo status di colonia del paese, questo fatto irrita quelli che
esigono il ritorno di Giovanni VI in Portogallo e la restaurazione della condizione di
colonia per il Brasile.

Nel 1821 il re decide allora di lasciare suo figlio Pietro IV come reggente del Brasile,
mentre lui rientra a Lisbona; Pietro, nonostante le pressioni dei liberali che tentano di
convincerlo a tornare in patria, decide invece di rimanere in Brasile, nel cosiddetto Dia
do Fico (che letteralmente significa giorno del “io resto”, in portoghese “Eu fico”).

Il Portogallo, che si trova già in condizioni abbastanza difficili, non può più conservare
il dominio sul Brasile; Pietro (che prese il nome di Pietro I del Brasile) può allora
facilmente dichiararne l’indipendenza il 7 settembre 1822.

http://www.viaggibrasile.net/indipendenza-del-brasile-dal-portogallo/

ARTE

Quando parliamo d’arte, in genere pensiamo sempre a quella europea. Abituati a


studiare il Rinascimento italiano o l’Impressionismo francese, pensiamo che tutti i
grandi artisti abbiano operato nel vecchio continente e che altrove la pittura e la scultura
siano cose sconosciute o, al massimo, folcloristiche, per fortuna non è così.
Oggi ci dedicheremo alla scoperta dell’arte in Brasile!... dove l’arte è nata come la
forma espressiva degli immigrati, ma negli ultimi decenni si è rapidamente evoluta.

Alfredo Volpi
Nasce a Lucca in Italia il 14 aprile 1896, ma si trasferisce ai due anni in Brasile insieme
a tutto il gran movimiento migratorio verso l’America del Sud.
Volpi inizia con lavori artigianali, nel 1911 diventa imbianchino e dopo decoratore
Fino al 1930 Volpi definisce la sua técnica e specialmente, inizia scegliendo i colori
come strumento per trovare il proprio equilibrio.
Attraverso gli anni si avvicina ad artisti come Fúlvio Pennachi e Francisco Rebolo
Gonsales, costituendo il Gruppo “Santa Helena” ma durerá poco giacché il suo stile era
poco conservatore.
Nel 1938, Volpi conosce il pittore italiano Ernesto de Fiori, e insieme riescono a trovare
la loro libertá artística, a tutto questo si aggiunge la malattia della moglie Judita, Volpi
prova a vendere le opere giá fatte e questiona il suo stile trovandone un altro molto piú
definito.

La serie di opere marine a partire da quel momento fanno piú che evidente la
trasformazione dell’artista fino a trovare la cima dell’astratto attraverso l’utilizzo dei
colori.
Uno stile più peculiare e geometrico, influenzato in parte dall’arte astratta. Lascia
inoltre i colori ad olio per provare la tempera, in questo modo attira, nei primi anni ’40,
le attenzioni di molti osservatori e gli organizzano delle importanti mostre personali.
Dopo un breve periodo concretista, negli anni ’50 si dedica a decorare le facciate di
molte case, in uno stile ricco di colori e forme.
Infine, negli anni ’60, influenzato dal folclore brasiliano, inizia a dipingere
innumerevoli  bandeirinhas, ovvero piccole bandiere usate nelle feste locali,
che venivano disposte sulla tela in modi particolari e sfruttando le diverse opportunità
cromatiche.
Tra gli anni ’50 e ’60 é che il suo nome diventa estremamente popolare nei circoli
artistici del paese, tanto da essere considerato per un certo periodo – assieme a Emiliano
Di Cavalcanti e Candido Portinari – il principale artista brasiliano.
È scomparso a San Paolo nel 1988.

Da Lucca a San Paolo


(assieme ad altri esponenti del
Modernismo brasiliano) a San
Paolo.
La cappella del Cristo operaio,
realizzata da Alfredo Volpi
EDUCAZIONE FISICA

La capoeira racconta  il dramma della schiavitù: la tradizione vuole che gli


schiavi africani che lavoravano nelle piantagioni si allenassero a
combattere, con tecniche di attacco e difesa, calci, prese,
schive, dissimulando la lotta con elementi di danza, per non insospettire i
colonizzatori.

Nello Stato di Bahia arrivarono soprattutto gli africani di etnia bantu, che


portarono con sé il loro modo di muoversi, di allenarsi, e anche la loro
ritmica e cultura musicale. 

Si narra che molti schiavi grazie alla capoeira, arte basata sulla forza fisica,
i riflessi ma anche sulla “malandragem,”, riuscirono a fuggire dalle
piantagioni e conquistare la libertà.

Alla fine dell'Ottocento, la capoeira viene ufficialmente proibita a livello


nazionale, perché considerata un'attività pericolosa e sovversiva, e neppure
i divieti riuscirono a soffocare quest'arte, che continuò a sopravvivere e ad
essere praticata per le strade, in modo clandestino, nei quilombos, le
comunità fondate dagli ex schiavi spesso in luoghi isolati e lontanti dai
centri urbani.
Nel 1932 il presidente-dittatore Getúlio Vargas, alla ricerca di un simbolo
sportivo brasiliano, decide di promuovere la capoeira.
Nel 2006 è diventata Patrimonio immateriale dell'Unesco.

Fino a qualche decennio fa era un'attività solo per uomini, a partire dalla
fine degli anni Ottanta, quando è entrata nelle scuole, si è aperta anche alle
donne.
Gli stili di lotta sono vari, ma i due più famosi sono lo stile Regional e lo
stile Angola, che si differenziano per velocità, ritmo, tecnica di esecuzione
dei movimenti, musica. (¹)

La Capoeira, questa incredibile dimostrazione di potenza fisica,


coordinazione e talento, è un Arte Marziale Brasiliana che è riuscita a
catturare l'attenzione degli amanti delle arti marziali e sport da
combattimento di tutto il mondo.  

LE REGOLE E LE TECNICHE PRINCIPALI DELLA CAPOEIRA


La Capoeira avviene all’interno della ”roda”, una sorta di cerchio formato
da giocatori e spettatori, cosí come dalla ”batteria” composta da musicisti e
cantanti.

Nella lotta raramente si arriva ad uno scontro corpo a corpo e lo scopo è


quello di portare l’avversario in una posizione senza difesa per poi colpirlo
con un calcio o fargli uno sgambetto per mandarlo a terra. 

L’uso delle mani è molto limitato, e si pensa che derivi dal fatto che gli
schiavi non potessero usarle a causa delle catene.

Tuttavia, non esistendo regole precise sul contatto fisico tra i giocatori, è
molto importante che i giocatori prima di entrare nella roda valutino il
contesto e l’avversario, e la possibilità di potersi confrontare con lui.

MUSICA

La Bossa Nova
Bossa Nova (in portoghese "voce
nuova", ma nel gergo urbano brasiliano,
alla lettera, “nuovo pallino” ossia
particolare fissazione) è un genere
musicale nato in Brasile alla fine degli
anni '50, che trae origine dal samba, in
particolare nella forma detta samba
canção e, in genere, dalla tradizione
musicale brasiliana. 

È ispirato culturalmente dalla "rive


gauche" francese, dalle atmosfere
minimaliste di certa musica europea e
statunitense dell'epoca, con un po’ di
afro ma soprattutto, dalla atmosfera di
rinascita economica e nazionalista del
Brasile di Juscelino Kubitschek.
¹
I padri e co-inventori della bossa nova sono comunemente considerati il compositore e
musicista Antonio Carlos Jobim, il poeta Vinicius de Moraes e il cantante e chitarrista João
Gilberto. I precedenti però si trovano in Dorival Caymmi e nel tipo di samba-cancao da lui elaborato
e, più indietro ancora nel tempo, in alcune composizioni originali di Ernesto Nazareth. 
La bossa nova è un samba suonato in modo generalmente minimalista, spesso soffuso, senza particolare
enfasi vocale e senza vibrato, su ritmo lento, se non lentissimo (difficilmente supera gli 80 battiti per
minuto), ma con un incedere incalzante dovuto, normalmente, al caratteristico stile chitarristico
attribuito, principalmente, a João Gilberto.
Una sola nota con molti accordi, la particolarità è però di natura soprattutto ritmico-armonica e con
momento stonati.
Infatti l'accompagnamento è costruito a partire da una linea continua semitonale di bassi discendenti, e
ciò dà la sensazione che il ritmo della chitarra sembra essere sempre in "recupero" sul tempo.
La "batida", così fu soprannominato lo stile tipico di Joao Gilberto e dei suoi seguaci, è un modo
particolare di usare la mano destra sulle corde della chitarra: senza arpeggio, ma alternando il pollice
sui bassi al contemporaneo pizzicare le corde delle altre dita (al modo già usato dai brasiliani), spesso
con il tapping della mano sinistra. 
La data ufficiale di nascita della bossa nova è generalmente fatta coincidere con l'uscita, nel 1958, del
disco Canção do amor demais della cantante Elizete Cardoso, su musiche di Antonio Carlos Jobim e
testi di Vinicius de Moraes, che conteneva la canzone Chega de saudade nella quale suonava proprio
João Gilberto.
Le canzoni lanciate da João Gilberto Desafinado, Garota de Ipanema, Saudade da Bahja, Rosa Morena,
(le ultime due prese dal repertorio di Caymmi), È luxo sò (di Ary Barroso), Maria Ninguém (di Carlos
Lyra) diventarono veri standard e resero la bossa nova uno dei generi più in voga negli anni sessanta
influenzando tutta la musica mondiale.

¹ Juscelino Kubitschek de Oliveira (1902 -1976)

Medico. Político, ex Presidente del Brasile del Partito Social Democratico. Mandato presidenziale: 31 gennaio 1956 – 31
gennaio 1961

http://amicidi.mastertopforum.net/la-bossa-nova-e-il-samba-vt24843.html
SCIENZE

BRASILE, FONTI DI ENERGIA PER UN FUTURO PIÙ INDIPENDENTE

ENERGIA, UN QUADRO GENERALE


Le preoccupazioni in campo energetico cominciarono ad essere analizzate dai governi
militari brasiliani negli anni ’70, come risposta alle crisi petrolifere degli stessi anni
appunto.
Il progetto più concreto fu quello delle centrali nucleari di Angra dos Reis, che sono
tutt’oggi attivi e in fase di ampliamento, le centrali idroelettriche e il programma Pró-
Alcoól che introduceva l’alcol come combustibile alternativo ai derivati del petrolio.
La logica era quella di ridurre la dipendenza del Brasile soprattutto dai combustibili
fossili provenienti dall’estero, i costi interni di gestione e di distribuzione di energia.
Negli anni più recenti, con il piano nazionale energetico 2030 inaugurato nel 2007, il
Brasile ha disegnato le strategie per definire le politiche energetiche per il fabbisogno
del Paese fino al 2030; è il primo documento politico che ambisce a produzione e
forniture di energia per la sicurezza energetica per i prossimi quindici anni.
In questo proposito vengono considerate tutte le fonti energetiche come essenziali per il
Paese, alcune con potenziale ancora da esaminare altre più classiche e altre da
considerarsi come il piatto forte della cucina dell’energia brasiliana. 
Il governo brasiliano però, con il nuovo Presidente Michel Temer, ha esaminato la
possibilità di vendere l’energia elettrica in eccesso all’Argentina, e conseguentemente di
cancellare alcuni progetti di generazione di energia già pianificati, ma non ancora
iniziati.
Data la forte crescita degli anni 2000, in Brasile i costi dell’energia hanno subito
un aumento, oltre i consumi energetici si aggiungono; la modernizzazione
dell’agricoltura, i maggiori consumi dell’industria, della popolazione e un innalzamento
dei livelli di benessere individuale e familiare. (¹ )

Brasile, l’eolico soppianta i combustibili fossili

L’energia eolica non nutre la simpatia di molta gente, eppure, grazie ad essa, la


situazione ambientale ed economica del Brasile sta tornando a risplendere. I ganganti del
vento sono accusati di deturpare i beni paesaggistici, produrre inquinamento acustico e
danneggiare l’avifauna notturna.
Il prezzo dell’elettricità derivato dalle fonti pulite è destinato a calare mentre quello
dell’elettricità proveniente dai combustibili fossili è destinato a salire.
Grazie ai miglioramenti tecnologici e alla riduzione dei costi mediante le economie di
scala, il costo complessivo dell’energia eolica è diminuito drásticamente, é qui che
giunge l’esempio dall’America latina. In Brasile, dal 2009 a oggi, il prezzo dell’energia
eolica è sceso del 41%!
La rete energetica del Brasile conta principalmente energia eolica e nel 55% dei contratti
stipulati dall’ente nazionale dell’energia i fornitori sono proprio gli impianti eolici.
L’elettricità pulita ora costa all’incirca 45 dollari per ogni MWh, vale a dire 4,5
cent/kWh. Spulciando sulla mia bolletta elettrica ho notato che noi italiani, con contratto
Enel a consumo, paghiamo 0,22 eurocent per ogni kWh consumato! Certo non è
possibile paragonare due economie del tutto differenti ma è plausibile affermare che il
mercato dell’energia eolica potrebbe portare ribassi anche in Italia.
In sostanza, i parchi eolici stanno soppiantando le centrali al carbone tanto che l’Autorità
Energetica del Paese ha dovuto allestire “aste separate” per la vendita di energia pulita,
la ragione di questa scelta è che l’energia eolica è talmente a basso costo che sta
portando fuori mercato sia le centrali elettriche convenzionali che quelle a biomassa. (² )

COME FUNZIONA L’ENERGIA EOLICA


L'energia eolica, come dice il nome stesso (Eolo, il dio del vento), è un tipo di energia
ricavata dalla forza del vento, che viene convertita in forza-lavoro (spesso sotto forma di
elettricità).
 
Fin dall'antichità lo spirare delle correnti è stato alleato degli uomini per spostarsi (le
vele gonfiate dal vento permettevano di navigare agevolmente) o per muovere oggetti di
produzione (le pale girevoli dei mulini a vento, ad esempio, muovevano le macine per
triturare il grano e farne farina).

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