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N O R M A I T A L I A N A CEI

Norma Italiana

CEI EN 61082-1
Data Pubblicazione Edizione
1998-05 Prima
Classificazione Fascicolo
3-36 4387 C
Titolo
Preparazione di documenti utilizzati in elettrotecnica
Parte 1: Prescrizioni generali

Title
Preparation of documents used in electrotechnology
Part 1: General requirements

ELETTROTECNICA GENERALE E MATERIALI PER USO ELETTRICO

NORMA TECNICA

COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
La presente Norma fornisce le regole generali e la guida alla preparazione di documenti utilizzati in elet-
trotecnica e specifica regole ed esempi per determinati tipi di documenti.
La presente Norma costituisce la ristampa consolidata, secondo il nuovo progetto di veste editoriale, del-
la Norma pari numero ed edizione (Fascicolo 2203); essa incorpora la Variante V1 pubblicata preceden-
temente in Fascicolo separato (Fascicolo 4098).

DESCRITTORI
Documentazione; Elettrotecnica; Prescrizioni generali; Regole per l’esecuzione dei disegni; Diagrammi;

COLLEGAMENTI/RELAZIONI TRA DOCUMENTI


Nazionali (SOC) CEI 3-32:1988;
Europei (IDT) EN 61082-1:1993-09; EN 61082-1/A1:1995; EN 61082-1/A2:1996-08;
Internazionali (PEQ) IEC 1082-1:1991-12; IEC 61082-1/A1:1995-03; IEC 61082-1/A2:1996-07;
Legislativi

INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI EN 61082-1 Pubblicazione Norma Tecnica Carattere Doc.

Stato Edizione In vigore Data validità 1994-1-1 Ambito validità Europeo


Varianti Nessuna
Ed. Prec. Fasc. Nessuna

Comitato Tecnico 3-Documentazione e segni grafici


Approvata dal Presidente del CEI in Data 1993-11-19
CENELEC in Data 1993-7-6
Sottoposta a inchiesta pubblica come Documento originale Chiusa in data 1993-3-31

Gruppo Abb. 1 Sezioni Abb. A


ICS 29.020;
CDU 621.3:061:003.62

LEGENDA
(SOC) La Norma in oggetto sostituisce completamente le Norme indicate dopo il riferimento (SOC)
(IDT) La Norma in oggetto è identica alle Norme indicate dopo il riferimento (IDT)
(PEQ) La Norma in oggetto recepisce con modifiche le Norme indicate dopo il riferimento (PEQ)

© CEI - Milano 1998. Riproduzione vietata.


Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente Documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza il consenso scritto del CEI.
Le Norme CEI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione sia di nuove edizioni sia di varianti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione o variante.
Europäische Norm • Norme Européenne • European Standard • Norma Europea
EN 61082-1
Settembre 1993

Preparazione di documenti utilizzati in elettrotecnica


Parte 1: Prescrizioni generali

Preparation of documents used in electrotechnology


Part 1: General requirements

CENELEC members are bound to comply with the I Comitati Nazionali membri del CENELEC sono tenu-
CEN/CENELEC Internal Regulations which stipulate ti, in accordo col regolamento interno del CEN/CENE-
the conditions for giving this European Standard the LEC, ad adottare questa Norma Europea, senza alcuna
status of a National Standard without any alteration. modifica, come Norma Nazionale.
Up-to-date lists and bibliographical references con- Gli elenchi aggiornati e i relativi riferimenti di tali Nor-
cerning such National Standards may be obtained on me Nazionali possono essere ottenuti rivolgendosi al
application to the Central Secretariat or to any Segretario Centrale del CENELEC o agli uffici di qual-
CENELEC member. siasi Comitato Nazionale membro.
This European Standard exists in three official ver- La presente Norma Europea esiste in tre versioni uffi-
sions (English, French, German). ciali (inglese, francese, tedesco).
A version in any other language and notified to the Una traduzione effettuata da un altro Paese membro,
CENELEC Central Secretariat has the same status as sotto la sua responsabilità, nella sua lingua nazionale
the official versions. e notificata al CENELEC, ha la medesima validità.
CENELEC members are the national electrotechnical I membri del CENELEC sono i Comitati Elettrotecnici
committees of: Austria, Belgium, Denmark, Finland, Nazionali dei seguenti Paesi: Austria, Belgio, Dani-
France, Germany, Greece, Iceland, Ireland, Italy, Lu- marca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda,
xembourg, Netherlands, Norway, Portugal, Spain, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Por-
Sweden, Switzerland and United Kingdom. togallo, Regno Unito, Spagna, Svezia e Svizzera.
© CENELEC 1993 Copyright reserved to all CENELEC members. I diritti di riproduzione di questa Norma Europea sono riservati esclu-
sivamente ai membri nazionali del CENELEC.

C E N E L E C
Comitato Europeo di Normalizzazione Elettrotecnica Secrétariat Central: Comité Européen de Normalisation Electrotechnique
European Committee for Electrotechnical Standardization rue de Stassart 35, B - 1050 Bruxelles Europäisches Komitee für Elektrotechnische Normung
INDICE GENERALE
Rif. Argomento Pag.

SECTION
1 GENERALITÀ 1
1.1 Oggetto e scopo ....................................................................................................................................................................... 1
1.2 Riferimenti normativi ............................................................................................................................................................. 1

SECTION
2 DEFINIZIONI, CLASSIFICAZIONI 1

SECTION
3 PRINCIPI DI DOCUMENTAZIONE 34
3.1 Considerazioni principali ................................................................................................................................................. 34
3.2 Scopo .............................................................................................................................................................................................. 34
3.3 Struttura della documentazione ................................................................................................................................... 34
3.4 Preparazione dei documenti .......................................................................................................................................... 35
3.5 Corrispondenze tra diversi tipi di documenti ................................................................................................... 35
3.6 Documentazione e progettazione mediante calcolatore ........................................................................... 35

SECTION
4 REGOLE GENERALI DI PROGETTO 42
4.1 Generalità .................................................................................................................................................................................... 42
4.2 Presentazione degli schemi ............................................................................................................................................ 45
4.3 Segni grafici per schemi .................................................................................................................................................... 45
4.4 Linee di connessione .......................................................................................................................................................... 48
4.5 Delimitazioni riquadri e involucri .............................................................................................................................. 49
4.6 Tecniche di semplificazione .......................................................................................................................................... 50
4.7 Designazioni dei materiali e dei morsetti ............................................................................................................. 52
4.8 Riferimenti di posizionamento, dati tecnici, notazioni esplicative ..................................................... 53
4.9 Presentazione semplificata di stringhe di testo,
che rappresentano designazioni di materiale, morsetti e segnali ....................................................... 54
4.10 Presentazione delle designazioni di riferimento e dei segnali ............................................................. 57

APPENDIX
A informativa ESTRATTO DALLE NORME ISO RELATIVE ALLE REGOLE GENERALI DI DISEGNO 93

A N N E X
ZA normativo Altre
Pubblicazioni Internazionali menzionate nella presente Norma
con riferimento alle corrispondenti Pubblicazioni Europee 95

NORMA TECNICA
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Pagina iv
PREFAZIONE
La procedura del Questionario CENELEC, utilizzata per stabilire se la Pubblicazio-
ne IEC 1082-1 (1991) poteva essere adottata senza modifiche del testo, ha mostra-
to che non erano necessarie modifiche comuni CENELEC per l’accettazione come
Norma Europea.
Il documento di riferimento è stato sottoposto al voto formale dei membri del
CENELEC e approvato dal CENELEC come Norma Europea EN 61082-1 il 6 luglio
1993.
La presente Norma Europea sostituisce i Documenti di Armonizzazione
HD 246.1 S1 (1977), HD 246.3 S1 (1977) e HD 246.7 S1 (1984).

Le date di applicazione sono le seguenti:


n data ultima di pubblicazione di una Norma nazionale identica
(dop) 01/10/1994
n data ultima di ritiro delle Norme nazionali contrastanti
(dow) 01/10/1994

Gli Allegati e le Appendici indicati come “normativi” sono parte integrante della
Norma.
Gli Allegati e le Appendici indicati come “informativi” vengono forniti solo a tito-
lo informativo.
Nella presente Norma, l’Appendice A è informativa e l’Allegato ZA è normativo.

AVVISO DI ADOZIONE
Il testo della Pubblicazione IEC 1082-1 (1991) è stato approvato dal CENELEC
come Norma Europea senza alcuna modifica.

NORMA TECNICA
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Pagina v
PREFAZIONE ALLA MODIFICA A1
Il testo del documento 3B(CO)58 + 58A, futura Modifica 1 alla Pubblicazione
IEC 1082-1:1991, preparata dal Sottocomitato SC 3B, Documentation, del Comita-
to Tecnico IEC TC 3, Documentation and graphical symbols, é sotto sottoposto
alla procedura di voto parallelo IEC-CENELEC come Modifica A1 alla
EN 61082-1:1993 il 6 dicembre 1994.

Sono state fissate le seguenti date:


n data limite entro la quale la Variante deve essere applicata a livello nazio-
nale mediante pubblicazione di una Norma nazionale identica o mediante
adozione
(dop) 01/04/1996
n data limite entro la quale le Norme nazionali contrastanti con la Variante de-
vono essere ritirate
(dow) 01/04/1996

Gli Allegati designati “normativo” fanno parte della presente Norma.


Nella presente Norma, l’Allegato ZA é normativo.
L’Allegato ZA é stato aggiunto dal CENELEC.

AVVISO DI ADOZIONE
Il testo della Modifica 1:1995 alla Pubblicazione IEC 1082-1:1991 è stato approva-
to dal CENELEC come Modifica alla Norma Europea senza alcuna modifica.

NORMA TECNICA
CEI EN 61082-1:1998-05
Pagina vi
PREFAZIONE ALLA MODIFICA A2
Il testo del documento 3B/169/FDIS, futura Modifica 2 alla Pubblicazione
IEC 1082-1:1991, preparata dal Sottocomitato SC 3B, Documentation, del Comita-
to Tecnico IEC TC 3, Documentation and graphical symbols, é sotto sottoposto
alla procedura di voto parallelo IEC-CENELEC come Modifica A2 alla
EN 61082-1:1993 il 2 luglio 1996.

Sono state fissate le seguenti date:


n data limite entro la quale la Variante deve essere applicata a livello nazio-
nale mediante pubblicazione di una Norma nazionale identica o mediante
adozione
(dop) 01/04/1997
n data limite entro la quale le Norme nazionali contrastanti con la Variante de-
vono essere ritirate
(dow) 01/04/1997

Gli Allegati designati “normativo” fanno parte della presente Norma.


Nella presente Norma, l’Allegato ZA é normativo.
L’Allegato ZA é stato aggiunto dal CENELEC.

AVVISO DI ADOZIONE
Il testo della Modifica 2:1996 alla Pubblicazione IEC 1082-1:1991 é stato approva-
to dal CENELEC come Modifica alla Norma Europea senza alcuna modifica.

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1 GENERALITÀ
S E Z I O N E

1.1 Oggetto e scopo


La presente Norma fornisce le regole generali e la guida alla preparazione di do-
cumenti utilizzati in elettrotecnica, e specifica regole ed esempi per determinati
tipi di documenti.
Gli esempi sono destinati ad illustrare una data regola e non ne costituiscono ne-
cessariamente una rappresentazione completa.

1.2 Riferimenti normativi


Le Norme sottoelencate contengono disposizioni che, tramite riferimento nel pre-
sente testo, costituiscono disposizioni per la presente Norma [Parte, Sezione]. Al
momento della pubblicazione della presente Norma, le edizioni indicate erano in
vigore. Tutte le Norme sono soggette a modifiche e/o revisione, e gli utilizzatori
della presente Norma sono invitati ad applicare le edizioni più recenti delle Nor-
me sottoelencate(1). Presso i membri della IEC e dell’ISO sono disponibili gli
elenchi aggiornati delle Norme in vigore.

2 DEFINIZIONI, CLASSIFICAZIONI
S E Z I O N E

2.1 Definizioni
Ai fini della presente Norma, si applicano le seguenti definizioni.

2.1.1 Termini fondamentali


Le interrelazioni tra alcuni termini sono illustrate nella Fig. 1.

2.1.1.1 Mezzo (supporto dei dati)


Materiale sul quale sono registrate le informazioni, per es.: carta, microfilm, sup-
porto magnetico (nastro o disco) o disco ottico.

2.1.1.2 Documento
Informazioni su un supporto dei dati. Generalmente un documento è designato
secondo il tipo di informazioni e la forma di presentazione, per es: schema di cir-
cuito, tabella delle connessioni, diagramma funzionale.
Nota Le informazioni possono apparire in forma statica su carta e su microfilm o in forma dinami-
ca su dispositivi video.

2.1.1.3 Disegno (tecnico)


Documento che riporta informazioni in modo grafico (che possono includere testo).

2.1.1.4 Documentazione:
1) insieme di documenti su un dato soggetto;
2) elaborazione di documenti.

(1) N.d.R. Per l’elenco delle Pubblicazioni, si rimanda all’Allegato ZA.

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2.1.2 Forme di presentazione delle informazioni

2.1.2.1 Immagine
Presentazione grafica che mostra la forma, la dimensione ecc. di una parte o di
un insieme fisico, spesso in scala.

2.1.2.2 Piano(1)
Disegno che rappresenta una vista orizzontale, un prospetto o una sezione.

2.1.2.3 Schema(1)
Presentazione grafica che illustra, mediante segni grafici e profili con iscrizioni, le
relazioni tra i componenti e le parti di un sistema o di un apparecchio comprese
le interconnessioni.

2.1.2.4 Mappa(1)
Presentazione grafica di una installazione con riferimento alla topografia del suo
ambiente circostante.

2.1.2.5 Diagramma, grafico(1)


Presentazione grafica che descrive il comportamento di un sistema, per es: le re-
lazioni tra due o più entità, operazioni o stati variabili.

2.1.2.6 Tabella, lista(1)


Forma di presentazione che utilizza colonne e righe.

2.1.2.7 Forma descrittiva


Forma di presentazione che utilizza testi, per es: in istruzioni e descrizioni scritte.

2.1.3 Metodi della rappresentazione dei componenti e collegamenti sugli schemi

Elementi funzionalmente dipendenti di un componente

2.1.3.1 Rappresentazione riunita(2)


Rappresentazione nella quale le parti di un segno grafico composto sono riunite.
Fig. 2 e 4.

2.1.3.2 Rappresentazione semidistribuita(3) (generalmente per componenti che hanno un


collegamento meccanico funzionale)
Rappresentazione nella quale il segno grafico è scomposto, con ogni sua parte
posta nello schema in modo che il percorso dei circuiti possa essere facilmente
identificato, e con le diverse parti collegate mediante uno dei segni grafici
02-12-01 della Pubblicazione IEC 617 (CEI 3-14 … 24) (collegamento funziona-
le). Fig. 3 e 5.

2.1.3.3 Rappresentazione distribuita: (per componenti che hanno un collegamento funzionale)


Rappresentazione nella quale il segno grafico è scomposto nelle sue parti con
ogni parte posta nello schema in modo che il percorso dei circuiti possa essere
facilmente identificato, e con le diverse parti correlate mediante i codici di identi-
ficazione dei materiali. Vedere IEC 750 (CEI 3-34). Fig. 6 e 7.

(1) Questo termine viene usato con due differenti significati: per la forma della presentazione e per il documento stesso.
(2) Chiamata precedentemente in inglese “assembled representation” termine ora sconsigliato.
(3) Chiamata precedentemente in inglese “semi-assembled representation” termine ora sconsigliato.

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2.1.3.4 Rappresentazione ripetuta: (generalmente per componenti aventi un collegamento
funzionale elettrico, per es.: elementi logici binari rappresentati da un segno grafico che
include un blocco di comando comune o un blocco di uscita comune)
Rappresentazione nella quale un segno grafico completo è rappresentato in due
o più posizioni nello schema. Lo stesso codice di identificazione dei materiali per
ciascun elemento ripetuto, indica che il segno grafico rappresenta lo stesso com-
ponente. Fig. 8.

Elementi funzionalmente indipendenti(1) di un componente

2.1.3.5 Rappresentazione raggruppata


Rappresentazione nella quale:
1) i segni grafici degli elementi sono delimitati da una linea di confine esterna.
Fig. 9;
2) i segni grafici degli elementi (generalmente elementi logici binari e analogici)
sono raggruppati. Fig. 10.

2.1.3.6 Rappresentazione separata


Rappresentazione nella quale i segni grafici delle singole parti sono separati e
posizionati nello schema in modo da ottenere una lettura chiara dei circuiti, con
le diverse parti correlate mediante codici di identificazione dei materiali. Fig. 11.

Circuiti

2.1.3.7 Rappresentazione multifilare


Rappresentazione nella quale ogni connessione è rappresentata da una linea.
Fig. 12.

2.1.3.8 Rappresentazione unifilare


Rappresentazione nella quale due o più connessioni sono rappresentate da una
sola linea. Fig. 13.

2.1.4 Modi di disposizione degli schemi

2.1.4.1 Disposizione funzionale


Modo di disposizione in cui i segni grafici per i componenti o per le loro parti
sono posizionati sullo schema in maniera tale che le relazioni funzionali possano
essere riconosciute facilmente. Fig. 3, 5, 7, 15 e 16.

2.1.4.2 Disposizione topografica


Modo di disposizione in cui i segni grafici per i componenti sono posizionati in
maniera tale che le loro posizioni relative sullo schema corrispondano alla collo-
cazione fisica dei componenti. Fig. 17 e 18.

2.1.5 Designazioni di riferimento


Si applicano le definizioni 3.1, 3.3, 3.7, 3.8, 3.9 e 3.10 della Pubblicazione
IEC 1346-1.

(1) I singoli elementi di un componente possono avere una connessione d’alimentazione comune.

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2.2 Classificazione dei documenti

2.2.1 Documenti di disposizione funzionale

2.2.1.1 Schema di sistema(1)


Schema relativamente semplice, spesso utilizzante rappresentazioni di tipo unifila-
re, che mostra le principali relazioni o connessioni tra le parti che costituiscono un
sistema o sottosistema, installazione, apparecchiatura, software ecc. Fig. 14 e 15.

2.2.1.2 Schema a blocchi


Schema d’insieme che utilizza principalmente segni grafici a blocchi.

2.2.1.3 Mappa di rete


Schema d’insieme che mostra una rete su una mappa, per es: centrali di genera-
zione, stazione di trasformazione, linee elettriche, centrali e linee di telecomuni-
cazione. Fig. 18.

2.2.1.4 Schema di funzione


Schema che mostra i dettagli di funzionamento teorico o ideale di un sistema o
sottosistema, di una installazione, apparecchiatura, software ecc., per mezzo di
circuiti teorici o ideali senza tener conto obbligatoriamente dei dispositivi utiliz-
zati per la realizzazione. Fig. 16.

2.2.1.5 Schema logico di funzione(2)


Schema di funzione che utilizza preferibilmente segni grafici per elementi logici
binari.

2.2.1.6 Schema dei circuiti equivalenti


Schema di funzione che mostra i circuiti equivalenti, utilizzati come aiuto per
l’analisi e il calcolo delle caratteristiche o del funzionamento.

2.2.1.7 Diagramma funzionale(3)


Diagramma che descrive le funzioni e il comportamento di un sistema di coman-
do, utilizzando passi e transizioni.

2.2.1.8 Diagramma (tabella) di sequenza operativa


Diagramma (tabella) che mostra la successione delle operazioni o degli stati delle
unità di un sistema(4). Fig. 21.

2.2.1.9 Diagramma di sequenza temporale


Diagramma di sequenza, con l’asse del tempo tracciato in scala.

2.2.1.10 Schema dei circuiti


Schema che mostra la messa in opera dei circuiti di un sistema, sottosistema, in-
stallazione, apparecchiatura, software ecc., illustrando le parti e le connessioni
mediante segni grafici posizionati per evidenziare le funzioni ma senza necessa-
riamente tener conto delle dimensioni fisiche, delle forme o del posizionamento
dei materiali. Fig. 4, 5 e 7.
(1) Uno schema d’insieme che mostra un sistema che contiene principalmente dispositivi non elettrici nel percorso di processo
viene normalmente designato come schema di flusso.
(2) Chiamata precedentemente in inglese “pure logic diagram” termine ora sconsigliato.
(3) La pubblicazione IEC corrispondente è la 848 (Norma CEI 3-35).
(4) Le operazioni e gli stati delle singole unità sono riportati su un asse di un diagramma ortogonale riportando sull’altro asse i
passi o i tempi del processo.

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2.2.1.11 Schema funzionale dei morsetti
Schema per una unità funzionale, che evidenzia i morsetti per l’interfaccia delle
connessioni e le relative funzioni interne. Queste possono essere descritte me-
diante uno schema di circuito (semplificato se possibile), uno schema di funzione,
una mappa di funzione o di sequenza, o un testo. Fig. 19 e 20.

2.2.1.12 Schema (tabella o lista) di programma


Schema (tabella o lista) che mostra in dettaglio gli elementi logici e le loro inter-
connessioni, in modo che le corrispondenze del programma possano essere chia-
ramente riconoscibili. Fig. 22.

2.2.2 Documenti di disposizione topografica

2.2.2.1 Planimetria
Piano topografico del sito che mostra la posizione (in relazione ai “capisaldi”) dei
lavori di costruzione, delle reti di distribuzione ecc. con i mezzi di accesso e le
informazioni generali. Fig. 24.

2.2.2.2 Disegno di installazione


Disegno che mostra la posizione dei componenti di una installazione. Fig. 17, 23,
25 e 26.

2.2.2.3 Schema di installazione


Schema di installazione che mostra i collegamenti tra gli apparecchi. Fig. 17.

2.2.2.4 Disegno di assieme


Disegno che rappresenta la posizione e la forma di un gruppo di parti assembla-
te, normalmente in scala.

2.2.2.5 Disegno di disposizione


Disegno di costruzione semplificato o completo, che fornisce informazioni neces-
sarie per scopi particolari. Fig. 27 e 30.

2.2.3 Documenti di connessione

2.2.3.1 Schema (tabella) delle connessioni


Schema (tabella) che indica o elenca le connessioni di una installazione o di una
apparecchiatura.

2.2.3.2 Schema (tabella) dei cablaggi


Schema (tabella) che mostra o elenca le connessioni all’interno di una unità co-
struttiva. Fig. 28.

2.2.3.3 Schema (tabella) delle interconnessioni


Schema (tabella) che mostra le interconnessioni tra differenti unità costruttive.
Fig. 29.

2.2.3.4 Schema (tabella) delle morsettiere


Schema (tabella) di connessione che mostra al completo la/e morsettiera/e di
una unità costruttiva, e le connessioni interne e/o esterne dei relativi morsetti.
Fig. 31.

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2.2.3.5 Schema (tabella o elenco) dei cavi
Schema (tabella o elenco) che fornisce informazioni sui cavi: l’identificazione dei
conduttori, la posizione delle estremità e, se necessario, caratteristiche, percorsi e
funzioni. Fig. 32.

2.2.4 Elenchi del materiale

2.2.4.1 Lista del materiale


Elenco che specifica il materiale (parti, componenti, software, apparecchiatura
ecc.) che costituisce un insieme (o sottoinsieme) con le relative documentazioni
di riferimento se necessarie. Fig. 38.

2.2.4.2 Lista del materiale di ricambio


Elenco che specifica il materiale (parti, componenti, software, accessori ecc.) oc-
corrente per la manutenzione preventiva o correttiva.

2.2.5 Documentazione specifica per l’installazione


Documentazione che fornisce istruzioni o informazioni relative alle condizioni di
installazione e alimentazione, di fornitura, di trasporto, di montaggio e per le
prove di un sistema, di un’installazione, di un’apparecchiatura o di un compo-
nente.

2.2.6 Documentazione specifica per la messa in servizio


Documentazione che fornisce istruzioni o informazioni relative alla messa in ser-
vizio e indicanti le regolazioni principali, i modi di simulazione, i valori di taratu-
ra raccomandati e le azioni da intraprendere al fine di effettuare la messa in ser-
vizio ed il corretto funzionamento di un sistema, di un’installazione, di
un’apparecchiatura o di un componente.

2.2.7 Documentazione specifica di funzionamento e di esercizio


Documentazione che fornisce istruzioni o informazioni relative al funzionamento
e all’esercizio di un sistema, di un’installazione, di un’apparecchiatura o di un
componente.

2.2.8 Documentazione specifica per la manutenzione


Documentazione che fornisce istruzioni o informazioni relative alle procedure di
manutenzione, (per es. in manuali di manutenzione o di servizio) per un sistema,
un’installazione, un’apparecchiatura o di un componente.

2.2.9 Documentazione specifica per l’affidabilità e la manutenibilità


Documentazione che fornisce istruzioni sull’affidabilità e la manutenibilità di un
sistema, di un’installazione, di una apparecchiatura o di un componente.

2.2.10 Altre documentazioni


Possono essere necessarie altre documentazioni, come: manuali, guide, catalo-
ghi, disegni e liste di documenti.

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Fig. 1 Alcune corrispondenze tra diversi tipi di informazioni, forme di presentazione, tipi di
supporti dei dati e classificazione dei documenti

Dati
Tipo di informazione Funzione Ubicazione Connessioni
tecnici

Schema Forma
Forma di presentazione Tabella
illustrata

Supporto Disco
Tipo di supporto dei dati Carta Microfilm
magnetico ottico

Documento:
Schema dÕinsieme
Piano di disposizione
Schema di circuiti
Tabella delle connessioni
Ecc.

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Fig. 2 Esempi di segni grafici in rappresentazione riunita

N¡ Rappresentazione riunita Descrizione Commenti

1 Pu˜ essere mostrata


Rel•
A1 A2 in rappresentazione
13 14 semidistribuita (Fig. 3)
23 24 o in rappresentazione
distribuita (Fig. 6)
2 Pulsante
24 21
22
13 14

3 Interruttore automatico, con


comando a mano o a motore,
meccanismo a sgancio libero,
5
1

3
13
U1

bobine di apertura, sganciatori


di massima corrente e di
14

M
~ sovraccarico
113
U2

I>
4
114

C1 C2

4 Trasformatore con tre


avvolgimenti
11

21
12
13
22
14

5 Dispositivo di accoppiamento Pu˜ essere mostrato


ottico in rappresentazione
1 3 distribuita (Fig. 6)

2 4

6 Multiplexer a memoria, Pu˜ essere mostrato


con quattro moduli a due in rappresentazione
10 M1
ingressi ciascuno ripetuta
11 C2 (Fig. 8, 84 e 85)
3 1,2D
15
2 1,2D
4
14
1
9
13
5
7
12
6

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Fig. 3 Esempi dei segni grafici in rappresentazione semidistribuita; i componenti rappresen-
tati sono gli stessi degli esempi 1-3 della Fig. 2

N¡ Rappresentazione semidistribuita Descrizione

1 Rel•
A1 A2

13 14
23 24

2 Pulsante
13 14

24 21
22

3 Interruttore automatico, con


comando a mano o a motore,
meccanismo a sgancio libero,
bobina di apertura, sgancia-
5 tori di massima corrente e di
1
13

sovraccarico
U1

M
~
14

113
U2

I>
114

6
2

C1 C2

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Fig. 4 Esempio di uno schema di circuito che utilizza la rappresentazione riunita: sistema
comando motore a doppio senso di rotazione (sistema TN-C)

Ð X1

N1
1 U1
3 V1
5 W1
14
Ð Q1

13

6
4
2
3
5
1
Ð F1

2
4
6
2
Ð F2

1
1

ÐS1
2

3
5
Ð S3
3
5

1
11
1

13
A1
13
11
A1

Ð S2
3

Ð Q3 Ð Q2
4

A2
14
12
4

12

2
4
A2

14
2
4

6
6

95

3
5
1

Ð K1
2
4
6
96

U2
V2
W2

Ð X1
W
V
U

M
Ð M1
3 ~

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Fig. 5 Esempio di uno schema di circuito che utilizza una rappresentazione semidistribuita:
lo stesso sistema di azionamento previsto per la Fig. 4 (sistema TN-C)

Ð X1

W1
U1
V1

N1
1
3
5
Ð Q1

2
4
6
3
5
1
Ð F1

2
4
6
Ð K1 Ð F2
96 95 14 13 2 1
Ð S1 Ð S2 Ð Q2
1 2 3 4 12 11 A1 A2

13 14

3
5
1
Ð S3 Ð Q3

6
4
2
3 4 12 11 A1 A2

13 14
1
3
5
2
4
6

5
3
1

6
4
2

W2
U2
V2

Ð X1
W
U
V

M
Ð M1 3~

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Fig. 6 Esempi di segni grafici in rappresentazione distribuita: i componenti rappresentati
sono gli stessi degli esempi 1-5 della Fig. 2

N¡ Rappresentazione distribuita Descrizione


1 Ð K1 Rel•
A1 A2
Ð K1
13 14
Ð K1
23 24

2 Pulsante
Ð S1
13 14
Ð S1
24 21
22

3 Interruttore automatico, con


comando a mano o a motore,
meccanismo a sgancio libero,
113

bobina di apertura, sganciatori


di massima corrente e di
13

sovraccarico
3
1

Ð Q1 Ð Q1
Ð Q1
14

114
U1

I>
C1

M
Ð Q1 Ð Q1
4

6
2
C2
U2

4 Trasformatore con tre


avvolgimenti
Ð T1
11

12 Ð T1
13 21

14 22

5 Dispositivo di accoppiamento
Ð U1 ottico
1

2 Ð U1
3

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Fig. 7 Esempio dei segni grafici dei circuiti che utilizzano la rappresentazione distribuita:
stesso sistema di azionamento previsto per le Fig. 4 e 5 (sistema TN-C)

Ð X1

W1
N1
U1
V1
3
1

5
Ð Q1

4
2

6
3
1

5
Ð F1

4
2

6
Ð F2
1 2
13

Ð Q1
14
95

Ð K1

3
1

3
1

5
96

Ð Q3 4 Ð Q2
2

4
2

6
1

Ð S1
2

13
13
3

3
1

5
3

Ð S3 Ð Q3 Ð S2 Ð Q2 Ð K1
14

14
4

4
2

6
12
12

W2
U2
V2

Ð Q2 Ð Q3
Ð X1
11
11
A1

A1

Ð Q3 Ð Q2
A2

A2

W
U
V

M
Ð M1 3~

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Fig. 8 Esempio di rappresentazione ripetuta: multiplexer rappresentato nell’esempio 6 della
Fig. 2

Ð D1
10
M1
11 Ð D1
C2 10 M1
3 11 Ð D1
1,2D 15 C2
2 1,2D 10
4 3 M1
14 Ð D1 1,2D 15 11 C2
1 2 1,2D
10 M1 4 3
9 11 14 1,2D 15
5 13 C2 1 2 1,2D
7 3 9 4
12 1,2D 15 13 14
6 2 1,2D 5 1
4 7 9
14 12 13
1 6 5
9 7
13 6 12
5
7
6 12

Fig. 9 Esempio di rappresentazione raggruppata: blocco di due relé elettromeccanici

Ð K1

A1 A2
13 14

21 22

A3 A4
33 34

41 42

Fig. 10 Esempio di rappresentazione raggruppata: blocco di quattro elementi AND con uscita
negata

Ð D1
1
& 3
2
4
6
5
9
8
10
12
11
13

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Pagina 14 di 98
Fig. 11 Esempio di rappresentazione separata: i componenti rappresentati in a) sono gli stes-
si della Fig. 9, quelli rappresentati in b) sono gli stessi della Fig. 10

Ð K1 Ð K1
A1 A2 A3 A4
a)
33 34
13 14

21 22 41 42

Ð D1 Ð D1
b) 1 9
& 3 & 8
2 10

Ð D1 Ð D1
4 12
& 6 & 11
5 13

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Pagina 15 di 98
Fig. 12 Esempio delle connessioni in rappresentazione multifilare: avviamento stella/triangolo

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Pagina 16 di 98
Fig. 13 Esempi di connessioni a rappresentazione unifilare; stesso avviamento stella/triango-
lo della Fig. 12

3 3

L1
2 L3

2
A L2

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Fig. 14 Esempio di uno schema di sistema con correlazione funzionale: acciaieria

ALIMENTAZIONE ELETTRICA
3 ~ 50 Hz 110 kV

= K1 = E1
SISTEMA DI
COMANDO
E CONTROL- SISTEMA DI DISTRIBUZIONE DELLÕENERGIA ELETTRICA
LO

= H1 = A1 = W1 = H2
ALIMENTAZ. ALIMENTAZ. ALIMENTAZ. ALIMENTAZ.
IDRAULICA ARIA COM- ACQUA DI IDRAULICA
PRESSA RAFFREDDA-
MENTO

= R1 = S1 = R2
ALIMENTAZIONE
MATERIALE MAGAZZINO DI FOGLI RICOTTURA
LAMINATOIO
DI ACCIAIO LAMINATO

Fig. 15 Esempio di uno schema di sistema con correlazione funzionale: radioricevitore

Ð W1

Ð N1
Ð U1 Ð N2 Ð U2 Ð N3 Ð N4 Ð B1

Ð G1 Ð G2
G G
~ ~
Ð U3

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Fig. 16 Esempio di schema di una funzione logica: generatore d’impulsi di sincronizzazione

CD=10
&
T4STP 1
CD=12 S
CDTRU 1D
T4 C1
R
START
1 1
RESTART

7,6 MHz
T0
G
GRES

7,6 T1
MHz T2
ESPAD
T3
TPRES 1,9 T4
MHz

Nota Le denominazioni dei principali segnali sono riportate nella Pubblicazione IEC 1175 (CENE-
LEC EN 61175).

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Fig. 17 Esempio di schema (disegno) d’installazione in rappresentazione topografica: impian-
to di illuminazione in un edificio

2
2

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Pagina 20 di 98
Fig. 18 Esempio di una mappa di rete: linea aerea a 10 kV con una cabina di trasformazione e
una derivazione a 400 V

= WL193
10 kV
165

= T107
166 =WL 1603
1 400 V
2

7
E4
E4

167

5
168

0 10 20 30 40 50 m

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Pagina 21 di 98
Fig. 19 Esempio di schema funzionale dei morsetti: relè elettromagnetico schermato

A1
A2
1
4
3

Fig. 20 Esempio di schema funzionale dei morsetti: unità funzionale per la rilevazione di so-
vracorrenti

L2
L3
L1
Ð X1
1
I 2
3
I 4
1

t 0
Ð X1
25
24
23
22
21
13
14
15
12
11

Ð X1

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Pagina 22 di 98
Fig. 21 Esempio di diagramma di sequenza temporale: controllo di un azionamento

ORDINE DI PARTENZA

PULSANTE DI
PARTENZA
ORDINE DÕARRESTO
PULSANTE
DÕARRESTO

AUTORIZZAZIONE
DI PARTENZA

AUTORIZZAZIONE
DÕARRESTO

AUTOMATISMO
MARCIA AVANTI

AUTOMATISMO
MARCIA INDIETRO
AVANTI
MOTORE ARRESTO
INDIETRO

CICLO DI FUNZIONAMENTO
FINE DEL CICLO DOPO
LÕORDINE DÕARRESTO

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 s

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Pagina 23 di 98
Fig. 22 Esempio di schema di programma a mezzo logiche programmabili industriali: pro-
gramma per il comando di tre sistemi di controllo
(Le Norme per i linguaggi delle logiche programmabili industriali sono allo studio)

PCPGM (20,1)
Ò1Ó 1 5
ON RUN
Ò0Ó 2 R

Ð1
CONTRM (50,1,0)
Ò1Ó 1 ON 5
RUN
Ò0Ó 2 6
SINGLE MODP
Ò0Ó 3 R
Ð1 Ð3
211A 11 11
5/B & 1 & 60 211ST
211AST 12 60 12 7/A
5/B
Ð2
11 &
211ASP-N 12 60 21
5/B

Ð2
CONTRM (50,1,0)
1 5
Ò1Ó ON RUN
2 6
Ò0Ó SINGLE MODP
3
Ò0Ó R
Ð1
212A 11 11 Ð 3
5/C & & 60 212ST
212AST 12 60 12 8/A
5/C
Ð2
11
&
212ASP-N 12 60 21
5/C

Ð3
CONTRM (50,1,0)
1
Ò1Ó ON RUN 5
2
Ò0Ó SINGLE MODP 6
3
Ò0Ó R
Ð1 Ð3
213A 11 11
5/D & & 60 213ST
213AST 12 60 12 9/A
5/D
Ð2
11 &
213ASP-N 12 60 21
5/D

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Pagina 24 di 98
Fig. 23 Esempio di disegno di installazione: parte di un’officina

SALA QUADRI
+ B5R1

+ B5R1A1
= R1
= Y11
= Y13
= Y12 = R2

= Y21
= Y22
= Y23

= P1
= A1

= S1

= Y31

= Y32
=Y42
=Y41 = Y33
=Y43
= P2

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Pagina 25 di 98
Fig. 24 Esempio di planimetria: installazione industriale

106
107 N

101

+ F4
COSTRU- + S2
ZIONE DEPOSI-
+ F3 TO
COSTRUZIONE SCARTI

109
108 PARCHEGGIO AUTO
+ A2
FONDERIA

+ F2 + F1

VIA
FINITURA DEPOSITO
PRODOTTI + A1

RO
PRODOTTI
FINITI FLUIDI

FER
+ P1 110
LAVORAZIONE 111
+ E2 COMANDO

AREA DI TRAFFICO + E1
STAZIONE
ESTERNA

112 + S4
E DEPO-
+F 5 N SITO
N D UZIO
O
+ A3 TEN- C PRO-
U
MAN DOTTI
E
ZION GREZ-
ZI
+ A4 113

102

103
0 50 100 m

NORMA TECNICA
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Pagina 26 di 98
Fig. 25 Esempio di disegno di installazione: sala di commutazione con apparecchiature di co-
mando e manovra

SALA QUADRI +106

+D +C +B
+5 +1 +5

+A
+4 +2 +4 +1

+3 +3 +3 +2

+2 +4 +2 +3

+1 +5 +1 +4

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Pagina 27 di 98
Fig. 26 Esempio di disegno di installazione: robot elettrico con quadro

Ð A1

Ð M4, Ð M5, Ð M6
Ð B4, Ð B5, Ð B6

Ð M3
Ð B3 Ð M2
Ð B2

Ð M1
Ð B1

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Pagina 28 di 98
Fig. 27 Esempio di disegno di disposizione: insieme degli interruttori di comando e di mano-
vra (posizione fisica +A, sulla Fig. 25)

2000

25

ÐQ1
ÐP1 ÐP2
800

+4

ÐQ1 ÐA11

ÐQ2
ÐQ3 ÐQ4 ÐQ5
ÐP1 ÐP2 ÐP3
800

+3

ÐQ1
ÐS1
3250

ÐP4

ÐQ2
ÐQ3 ÐQ4 ÐQ5
800

+2

ÐP1 ÐP2

ÐQ1
ÐS1
ÐP1 ÐP2 ÐP3 ÐP4

ÐQ2
ÐQ3 ÐQ4 ÐQ5
800

+1

ÐQ1
ÐS1
25

100
500

300
150

200

NORMA TECNICA
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Pagina 29 di 98
Fig. 28 Esempio di schema dei cablaggi interni: sottoinsieme in un insieme di apparecchiatura

ÐK1 ÐU1 ÐK2

2
1

3
4

A2
3
4

A1

11
13
2
1
ÐC1
2 1

5
6

10
8
9
7
3
4
2

7
8
1

4
3

10
9
2
1

ÐX1

PE
3
4
2
1

Fig. 29 Esempio di schema di interconnessione: parte di una installazione contenente tra l’al-
tro, due morsettiere di connessione =A1-X1 e =A1-X2, poste nelle unità costruttive
+A e +B

+A +B

= A1ÐX1
= A1ÐX2
4

2
3
4
3

1
1
2
3

2
2

1
1

2
1
1

3
2

112
114
3 ´1,5 113
2 ´1,5
2 ´1,5

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Pagina 30 di 98
Fig. 30 Esempio di disegno di disposizione: circuito stampato

1
Ð S18 STATUS WORD
3 1
20 0
X OFF
1
BAS 1 4V 21 0 ON
X X X
ÐS20 1
3 1,5V 1 3 22 7 6 5 4 BIT
0
Ð S15 23 1
1 4V
R ÐS31 ÐS19
3 2V

EXPLANATIONS
Ð S21
1 4V RED CHARACTERS/LINE
G ÐS32 1 OFF
3 2V ON
3 Ð S23
1 1 OFF
OFF
B 1 4V 3 ON 3 ON
ÐS33 BLUE
3 2V GREEN
Ð4 Ð3 Ð2 Ð1
Ð S22

WITH ACCU
1
SYNC 2
Ð S16 3
4
OFF ON

Ð S00 Ð S01 Ð S02 Ð S03 Ð S04 Ð S05 Ð S06 Ð S07


1 61 61 61 61 61 61 61 6
3 Ð S09

WITHOUT ACCU
1
8k RAM

8k RAM

P00 P01 P02 P03 P04 P05 P06 P07

Ð S13 12 3
1 READ 4
3 INTA Ð S14 3
2
PMB 1
213
RECEIVING REGISTER
RELEASE BLOCK POO EMPTY

SENDING REGISTER
Ð S17 FULL
CHARACTER GENERATOR

0
REFRESH MEMORY

VIP-ADDRESS 1
2k RAM

Ð S10 2

3
TOT- M INTA 1
RESET
READ 2 Ð S11
P08 1 3 M
P09 Ð S12 2 VIP 885
INTR
3

VIP 885
= L1ÐA33

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Fig. 31 Esempio di schema delle connessioni ai morsetti: unità di comando

UNITË DI COMANDO

PE2
PE1

W2
W1

U2
U1

V2
V1

11
12
PE

PE
3
1
2

2
3
1

1
2
AL RISCALDATORE

DAL SENSORE
DALLA RETE

Fig. 32 Esempio di schema di cavi: installazione dei cavi per gli insiemi +A1, +A2 e +A3

+A1 +A2
+S1 +S2 +S3 +S1 +S2 +S3
8,10
1...5

2,3

4,7

+A3
10
1,6
6,7

8,9

9 +S1
11

+S2
5,11

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Pagina 32 di 98
Fig. 33

DESCRIZIONE COSTRUT- DATI TECNICI PESO CODICE DI QUAN- RIF.


NOTE
DESIGNAZIONE UBICAZIONE TIPO
TORE DIMENS. CATALOGO TITË FOGLIO
ÐA11 +PA1J1 MM1 EQUIPAGGIAMENTO 1 3
ÐA11H1 +PA1J1 SEGNALATORE LUMINOSO 1 3
ÐA11H1.1 +PA1J1 LAMPADA LMA Ba150 5 W 230 V 1 3
ÐA11H1.2 +PA1J1 PORTALAMPADE CDE OSM2 SK614 360-LE 1 3
ÐA11S0 +PA1J1 PULSANTE ARRESTO CDE OKM30 SK614 311-CF 1 3
ÐA11S1 +PA1J1 PULSANTE MARCIA CDE OKM30 SK614 311-CG 1 3
ÐA11S3 +PA1J1 INTERRUTTORE DI COMANDO; H/A CDE ABG10 SK614 201-AB 1 3
ÐM1 +B103R11 MOTORE A INDUZIONE MAB MBK280 85 kg MK371 010-BA 1 3
1465giri/min 110 kW 50 Hz
Y/D 400/230V
ISTRUZIONI DI MANUTENZIONE 5385 161
ÐQ1 +SA2G3 AVVIATORE DEL MOTORE CDE OSB350 SK538 209-BC 1 3
ÐQ1F1 +SA2G3 FUSIBILE TRIPOLARE CDE SF400 SK316 285-3 1 3
MM1 EQUIPAGGIAMENTO
CARTUCCIA FUSIBILE
ÐQ1F1.1...3 +SA2G3 CDE SL400 Grandezza 3 160 A SK316 286-3 3 3
ÐQ1F1.4 +SA2G3 BASE DEI FUSIBILI CDE ST400 SK316 106-3 1 3

ELENCO DELLE PARTI =W1P1


SISTEMA DI POMPAGGIO = W1P1
Esempio di un elenco del materiale: sistema di pompaggio =W1P1

ACCIAIERIA 90 1234 896 Foglio 1


Segue 2

Pagina 33 di 98
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3 PRINCIPI DI DOCUMENTAZIONE
S E Z I O N E

3.1 Considerazioni principali


La documentazione tecnica viene utilizzata per accompagnare una installazione o
un sistema per tutta la sua vita.
Gli studi in campo elettrotecnico mostrano che:
n le installazioni o i sistemi diventano più complessi;
n i progressi tecnici rapidi portano a nuove tecniche e nuove soluzioni;
n gli utilizzatori e le società sono sempre più legati a sistemi complessi e la ne-
cessità di avere installazioni o sistemi sicuri, facili da far funzionare, da utiliz-
zare e da mantenere mediante la documentazione è sempre in aumento.

Questi studi rendono necessario considerare le installazioni o i sistemi nel loro


insieme e i rispettivi elementi come una parte integrale dell’installazione comple-
ta. Questa vista d’insieme è di primaria importanza per i processi di progettazio-
ne e per il modo in cui è trattata nella documentazione.

3.2 Scopo
Scopo della documentazione è quello di fornire informazioni nella forma più
semplice possibile.
La documentazione tecnica è essenziale per la gestione, messa in opera, uso e
manutenzione di una installazione o sistema.
La considerazione della sicurezza nella progettazione delle installazioni e sistemi
conferisce a questi documenti una importanza supplementare poiché i documen-
ti devono specificare le condizioni normali di funzionamento.
La documentazione tecnica rappresenta in un contratto una parte tanto significa-
tiva quanto la fornitura del materiale ed è un elemento essenziale della fase di
prevendita.
La documentazione deve fornire le informazioni richieste, per l’hardware come
per il software, al fine di coprire tutte le fasi della vita di una installazione e deve:
n descrivere in maniera completa l’installazione, il sistema o l’apparecchiatura;
n essere accurata e concisa;
n essere facile da comprendere;
n soddisfare lo scopo per cui è stata prevista;
n essere semplice da utilizzare e da mantenere.

3.3 Struttura della documentazione


La presentazione della documentazione conformemente ad una struttura norma-
lizzata costituisce il mezzo più semplice di lettura e di informazione delle opera-
zioni di manutenzione.
Si ammette che le informazioni relative alle installazioni e ai sistemi possano es-
sere organizzate con strutture ad albero come base. La struttura rappresenta il
modo in cui il processo o il prodotto è suddiviso in processi più piccoli o sotto-
prodotti.
Qualsiasi documento dato descrive uno di questi prodotti, processi, sottoprodotti
o sottoprocessi.

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A seconda dello scopo, possono essere distinte differenti strutture, per es. una
struttura orientata verso la funzione e una struttura orientata verso la posizione fi-
sica. La Fig. 34 mostra alcune delle corrispondenze tra queste due strutture.
La Fig. 35 mostra un esempio in cui uno schema di sistema descrive l’intera in-
stallazione industriale. Uno degli schemi di sistema più dettagliati e lo schema dei
circuiti corrispondente descrivono il sistema di alimentazione dell’acqua di raf-
freddamento, designazione =W1.
La Fig. 36 mostra una variante in cui si ha uno schema di circuito per ognuno dei
sistemi di pompaggio =W1=P1, =W1=P2 e =W1=P3.

3.4 Preparazione dei documenti


Il livello dettagliato adottato per la documentazione tecnica deve fornire una
spiegazione sul funzionamento (per es. schemi di circuito) e una descrizione del
progetto (per es. documenti di connessione) dell’apparecchiatura.
In particolare, la redazione e la presentazione della documentazione devono ave-
re per scopo l’utilizzo pratico, che richiede:
n chiarezza nelle esposizioni, schemi e illustrazioni;
n concisione del testo senza pregiudicare la chiarezza;
n utilizzo di un sistema di designazione dei materiali per l’identificazione rapida
di tutti gli elementi dell’apparecchiatura alla quale hanno accesso gli utilizza-
tori;
n possibilità di aggiornamento a seconda di come si evolve il sistema.

3.5 Corrispondenze tra diversi tipi di documenti


Poiché la medesima informazione è spesso usata per differenti tipi di documenti,
esiste una corrispondenza tra i documenti. Fig. 37.
Al fine di ottenere una documentazione omogenea, questa corrispondenza tra i
documenti deve essere presa in considerazione quando si determina l’ordine di
elaborazione dei documenti. Generalmente, l’elaborazione parte da un livello
d’insieme, seguito da livelli più dettagliati e più specifici. Per es., possono essere
distinti tre livelli di schemi: schemi di sistema, schemi di funzione e schemi di cir-
cuiti. Inoltre, la funzione descrittiva dei documenti deve precedere quella che de-
scrive la messa in opera. Fig. 38.

3.6 Documentazione e progettazione mediante calcolatore


L’informatica gioca un ruolo sempre più importante in numerosi settori della pro-
gettazione e della documentazione dell’apparecchiatura elettrotecnica. Per ap-
prezzare pienamente i vantaggi del computer nella presentazione della docu-
mentazione, è opportuno osservare alcune direttive.
I dati di progetto devono essere raccolti in un file o banca dati in modo da otte-
nere una omogeneità tra tutti i documenti nelle informazioni riguardanti le appa-
recchiature e l’installazione.
Se è richiesto il trasferimento dei dati di progetto tra sistemi di computer, il pro-
cesso può essere semplificato se al primo caricamento dei dati vengono usati for-
mati e gruppi di caratteri di tipo standard.
I termini usati nella progettazione stanno diventando sempre più importanti per
la documentazione e per la realizzazione del progetto. Durante la scelta e l’im-
piego di questi termini, i risultati migliori si ottengono stabilendo direttive speci-
fiche per il loro impiego:

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n I termini devono supportare le norme industriali per i segni grafici, caratteri, e
formati richiesti.
n Il sistema di programmazione per l’elaborazione del progetto deve supportare
un formato standardizzato per la base dei dati e i segni grafici associati al fine
di permettere lo scambio del progetto ad altri sistemi per un ulteriore tratta-
mento.
n I dati di progetto iniziale devono essere effettuati conformemente alla docu-
mentazione richiesta. L’organizzazione dei dati deve permettere aggiunte e
modifiche senza un gravoso rifacimento.

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INSTALLA-
SISTEM A DI COMANDO STRUTTURA ORIENTATA VERSO LA FUNZIONE
ZIONE =K1
PRINCIPALE

SISTEMA DI DISTRIB.
Fig. 34

=E1
ELETTRICO
SISTEMA DI ALIMENTA-
=W1 ZIONE ACQUA DI RAF-
FREDDAMENTO =A1 SISTEMA DI COMANDO
E CONTROLLO
=C1 TORRI DI RAFFRED-
DAMENTO
=P1
SISTEMA DI POMPAG-
ÐA11 APPARECCHIATURA MM1 =W1 SISTEMA ALIMENTAZIONE ACQUA RAFFREDDAMENTO
GIO
Ð50 PULSANTE ARRESTO
=A1 =P1 SISTEMA DI POMPAGGIO
Ð51 PULSANTE MARCIA SISTEMA ÐA11 ÐA31 ÐQ1
DI CO- MM1 LOGICO
Ð52 DISP. DI COMANDO; H/A MANDO
E CON-
Ð110 SEGNALATORE TROLLO
LUMINOSO ARRESTO
ÐM1
SENGALATORE M
Ð111
LUMINOSO MARCIA
ÐA31 APPARECCH. LOGICA
ÐQ1 AVVIATORE MOTORE =P2 SISTEMA DI POMPAGGIO

ÐM1 MOTORE
POMPA

=P2 SISTEMI DI POMPAGGIO


=P3 SISTEMI DI POMPAGGIO
la posizione fisica, e le loro corrispondenze

STRUTTURA ORIENTATA VERSO LA POSIZIONE FISICA


INSTALLA- +1 +2 +3
ZIONE
+PA BANCO DI COMANDO
+1 SEZIONE
+J1 UNITË MM1 +2 +G3
+1

+2

QUADRO DI +J1 +1
+SA
COMANDO +1 SEZIONE + SA QUADRO DI
COMANDO
+2 SEZIONE +PA BANCO DI +3
+G3 AVVIATORE MOTORE COMANDO
+4
+ ZA
GRUPPO POMPA

+ZA GRUPPO POMPA


+1 MOTORE
+2 POMPA

+3 BASAMENTO

+4 GIUNTO
Esempio di una struttura orientata verso la funzione e di una struttura orientata verso

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Fig. 35 Esempio di una struttura orientata verso la funzione con indicazioni dell’estensione
degli schemi di sistema e di circuiti: acciaieria

SCHEMA DÕINSIEME PER LÕINSTALL.AZIONE

INSTALLAZIONE
SISTEMA DI COMANDO
=K1 PRINCIPALE
=A11 SISTEMA MMI

=A31 SISTEMA LOGICO

=E1
SISTEMA DISTRIBUZIONE
ELETTRICA
=AK SISTEMA COMANDO CONTROLLO

=WL1 SISTEMA DI ALIMENTAZIONE 1

=WL2 SISTEMA DI ALIMENTAZIONE 2

=T1 SIST. DI TRASFORMAZIONE


APPARECCHIATURA COMANDO
ÐA51 E CONTROLLO

ÐA1 APPARECCH. LATO PRIMARIO

ÐQ1 INERRUTTORE

ÐQ11 SEZIONATORE

SCARICATORE
ÐF1

ÐA2 APPARECCH. LATO SECONDARIO

ÐA6 TRASFORMATORE

SCHEMA DÕINSIEME PIô DETTAGLIATO PER IL SISTEMA DI ALIMENTAZIONE DELLÕACQUA DI RAFFREDDAMENTO

SCHEMA DI CIRCUITO PER IL SISTEMA DI ALIMENTAZIONE DELLÕACQUA DI RAFFREDD.


=W1 SISTEMA ACQUA DI RAF-
FREDDAMENTO
=A1 SISTEMA COMANDO CONTROLLO

=C1 TORRI DI RAFFREDDAMENTO

=P1 SISTEMA DI POMPAGGIO

ÐA11 APPARECCHIATURA MMI


ÐS0 PULSANTE ARRESTO

ÐS1 PULSANTE MARCIA

ÐS2 PREDISPOSITORE H/A

SEGNALATORE LUMINOSO AR-


ÐH0
RESTO

SEGNALATORE LUMINOSO
ÐH1
MARCIA
ÐQ1 AVVIATORE MOTORE

ÐM1 MOTORE

POMPA

=P2 SISTEMA DI POMPAGGIO

=P3 SISTEMA DI POMPAGGIO

=R1 SISTEMA DI LAMINAZIONE

SISTEMA DI IMMAGAZZINA-
=S1
MENTO INTERMEDIO

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Fig. 36 La stessa struttura della figura precedente, che mostra una configurazione alternativa
degli schemi di circuito

SCHEMA DÕINSIEME PER LÕINSTALLAZIONE

INSTALLAZIONE
=K1
SISTEMA DI COMANDO
PRINCIPALE
=A11 SISTEMA MMI

=A31 SISTEMA LOGICO

SISTEMA DISTRIBUZIONE
=E1
ELETTRICA
=AK SISTEMA COMANDO CONTROLLO

=WL1 SISTEMA DI ALIMENTAZIONE 1

=WL2 SISTEMA DI ALIMENTAZIONE 2

=T1 SIST. DI TRASFORMAZIONE


APPARECCHIATURA COMANDO
ÐA51 E CONTROLLO

ÐA1 APPARECCH. LATO PRIMARIO

ÐQ1 INTERRUTTORE

ÐQ11 SEZIONATORE

ÐF1 SCARICATORE

ÐA2 APPARECCH. LATO SECONDARIO

ÐA6 TRASFORMATORE

SCHEMA DÕINSIEME PIô DETTAGLIATO PER IL SISTEMA DI ALIMENTAZIONE DELLÕACQUA


DI RAFFREDDAMENTO

=W1 SISTEMA ACQUA DI RAF-


FREDDAMENTO
SISTEMA COMANDO CON-
=A1
TROLLO
SCHEMA DI CIRCUITO PER IL SISTEMA DI
=C1 TORRI DI RAFFREDDAMENTO ALIMENTAZIONE DELLÕACQUA DI RAFFRED.

=P1 SISTEMA DI POMPAGGIO


ÐA11 APPARECCHIATURA MMI

ÐS0 PULSANTE ARRESTO

ÐS1 PULSANTE MARCIA

ÐS2 PREDISPOSITORE; H/A

SEGNALATORE LUMINOSO
ÐH0
ARRESTO

ÐH1 SEGNALATORE LUMINOSO


MARCIA
ÐQ1 AVVIATORE MOTORE

ÐM1 MOTORE

POMPA

=P2 SISTEMA DI POMPAGGIO

=P3 SISTEMA DI POMPAGGIO

=R1 SISTEMA DI LAMINAZIONE

SISTEMA DI IMMAGAZZINA-
=S1
MENTO INTERMEDIO

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INSIEME FUNZIONE
Fig. 37

unitˆ funzionali, relazioni INSIEME FISICO

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INSIEME SOFTWARE strutturali, connessioni,

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unitˆ software, relazioni comportamento parti fisiche, relazioni
PRODUZIONE PRODUZIONE
strutturali, scambio dei dati ecc. strutturali, connessioni
SOFTWARE
ecc. ecc.

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SCHEMA DI DISEGNO DI CO- DISEGNO DELLA DI-
PROGRAMMA TRATTAMENTO DATI SCHEMA DÕINSIEME STRUZIONE SPOSIZIONE
LISTA DI PROGRAMMA UOMO MACCHINA SCHEMA DI FUNZIONE DESCRIZ. DELLÕUNITË DESCR. INSTALLAZ.
LISTA DATA BASE SCHEMA DI CIRCUITO LISTA DELLE PARTI LISTA DELLE PARTI
LISTA DELLE PARTI TABELLA TABELLA

DOCUMENTI DEI DATI DOCUMENTI DI FUNZIONE DOCUMENTI DELLÕAPPARECCHIATURA DOCUMENTI DELLÕINSTALLAZIONE


DOCUMENTI DI PROGRAMMA

DISEGNO
SISTEMA MANUALE
Corrispondenze tra diversi tipi di documenti relativamente al loro contenuto

DOCUMENTI MISTI
(SPESSO PREPARATI SOPRATTUTTO
PER LA MANUTENZIONE)
Fig. 38 Corrispondenze tra diversi tipi di documenti relativamente all’ordine della loro prepa-
razione

INFORMAZIONI STUDIO PRELIMINARE INFORMAZIONI


INGEGNERIA DI PROCESSO PRESCRIZIONI ECONOMICHE INGEGNERIA CIVILE

INGEGNERIA DELLÕINTERO SISTEMA


(CONFIGURAZIONE HARDWARE E SOFTWARE)

SPECIFICHE
SPECIFICHE SOFTWARE SPECIFICHE FUNZIONALI
APPARECCHIATURE

INGEGNERIA
DETTAGLIATA
FUNZIONALE

DOCUMENTI DI DETTAGLIO
FUNZIONALI

INGEGNERIA DI INGEGNERIA DI DETTAGLIO


DETTAGLIO APPARECCHIATURE
SOFTWARE

DOCUMENTI RELATIVI AL DOCUMENTI RELATIVI ALLÕAP-


SOFTWARE DI PRODU- PARECCHIATURA DI PRO-
ZIONE ED INSTALLAZIONE DUZIONE E DI INSTALLAZIONE

COMPILAZIONE ED PREPARAZIONE DI DO- FABBRICAZIONE ED


INSTALLAZIONE CUMENTI SPECIFICI PER INSTALLAZIONE DELLE
DEL SOFTWARE LA MESSA IN SERVIZIO ECC. APPARECCHIATURE

DOCUMENTI PER LA MESSA


SOFTWARE INSTALLATO IN SERVIZIO, LÕESERCIZIO E APPARECCHIATURA FISICA
LA MANUTENZIONE INSTALLATA

PROVE, MESSA
IN SERVIZIO

SISTEMA IN ESERCIZIO

VALUTAZIONE DEL FUNZIONA-


MENTO DEL SISTEMA

RAPPORTI

LEGENDA: ATTIVITË DOCUMENTI APPARECCHIATURA

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4 REGOLE GENERALI DI PROGETTO
S E Z I O N E

4.1 Generalità

4.1.1 Introduzione
Tutti i documenti devono essere leggibili nelle condizioni d’uso reale previste.
Nella generalità sono riportate le regole importanti per la presentazione finale dei
documenti senza tener conto dei mezzi o dei metodi con i quali i documenti
sono ottenuti o conservati. Questi mezzi sono compatibili con le Pubblicazioni
ISO.(1)
L’Appendice A (informativa) riporta un determinato numero di estratti da Pubbli-
cazioni ISO applicabili.

4.1.2 Formati del disegno

4.1.2.1 Generalità
a) I documenti finali presentati su carta o mezzi equivalenti, per es. pellicola da
disegno, devono essere conformi alle dimensioni dei fogli specificati in
4.1.2.2. Le dimensioni illustrate in 4.1.2.3, 4.1.2.4 e 4.1.2.5 devono essere ap-
plicate come specificato per il formato del foglio scelto.
b) I documenti finali presentati su altri mezzi per es. schermo proiezione, scher-
mo video, devono avere le dimensioni proporzionali a quelle dei fogli auto-
rizzati in 4.1.2.2 e richiamati in 4.1.2.3, 4.1.2.4 e 4.1.2.5.

4.1.2.2 Dimensioni
I documenti finali presentati su carta o mezzo equivalente devono essere confor-
mi alle dimensioni dei fogli della Norma ISO 5457, Tab. 1 o 2. Appendice A.6.1.
Le dimensioni allungate definite nella Tab. 3 della Norma ISO 5457 non devono
essere usate e non sono riportate in Appendice A.6.1.
Per documenti ottenuti a mezzo stampa, come i fogli di dati e le istruzioni, si può
utilizzare ugualmente il formato A5 conformemente alla Norma ISO 216.
Le dimensioni dei fogli devono essere scelte tenendo conto:
n della leggibilità;
n della composizione e della complessità del progetto;
n della possibilità di utilizzare dimensioni più piccole, ma con un maggior nu-
mero di fogli;
n delle prescrizioni della progettazione e documentazione mediante computer;
n delle prescrizioni di maneggevolezza, copiatura, microfilmatura, archiviazione
e altri processi di produzione della documentazione.

4.1.2.3 Riquadro del titolo


La posizione e le dimensioni della zona di identificazione del riquadro del titolo
devono essere conformi alla Norma ISO 5457. (Vedi A.6.2).
L’informazione contenuta nel riquadro del titolo deve essere conforme alla Pub-
blicazione IEC 7200. (Vedi A.8).

(1) Al momento della preparazione della presente Norma, le Pubblicazioni ISO non forniscono raccomandazioni per la presenta-
zione finale dei documenti originali su mezzi diversi dalla carta o materiale equivalente.

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4.1.2.4 Margini e squadrature
I margini e la squadratura, i segni di centratura e d’orientamento, e le scale di-
mensionali di riferimento devono essere conformi alla Norma ISO 5457.

4.1.2.5 Sistema di coordinate


Gli schemi devono avere un sistema di coordinate alfanumerico conforme alla
Norma ISO 5457. La figura in A.6.3 mostra un sistema di coordinate con la posi-
zione di partenza all’angolo superiore sinistro. La succitata Norma permette di
avere il punto di partenza nell’angolo inferiore destro.

4.1.3 Numero di identificazione del disegno, numero del foglio


Ogni disegno deve avere almeno un numero di identificazione posizionato nel ri-
quadro del titolo. Tutti i fogli di un disegno a più fogli devono essere numerati in
un modo che possano essere collegati gli uni agli altri. Fig. 39.
Se è richiamato nello stesso foglio più di un disegno o tipo di disegno, bisogna
aver cura di assicurarsi che ognuno sia chiaramente identificato, per es. mediante
un numero aggiuntivo.

4.1.4 Linee

4.1.4.1 Tipi di linee


I tipi di linee devono essere conformi alla Norma ISO 128. Vedi A.1.2.
Per gli schemi, le regole di applicazione sono riportate nelle Pubblicazioni
IEC 617-1, -2 e -3, e in 4.4. Il segno grafico 02-01-06 della Pubblicazione IEC 617,
riguardante la linea di separazione a tratto e punto, può essere disegnato utiliz-
zando la linea di tipo G dell’ISO, formata da tratto lungo e tratto corto.

4.1.4.2 Grossezza delle linee


Le linee di ogni documento finale su carta o mezzo equivalente devono essere di
almeno 0,18 mm e devono essere scelte fra le linee di grossezza specificata nella
Norma ISO 128. Vedi A.1.3. Le linee dei documenti che devono essere microfil-
mate devono essere conformi alla Norma ISO 6428. Vedi A.7.1.
Le linee su documenti finali o su mezzi diversi devono essere soggetti alle pre-
scrizioni di grossezza appropriata a quel mezzo.
Se vengono utilizzate due o più grossezze di linee, il rapporto tra le grossezze
deve essere almeno 2:1 conformemente alla Norma ISO 128 (UNI 3968).

4.1.4.3 Interspazio tra le linee


Conformemente alla Norma ISO 128, l’interspazio tra i bordi di linee parallele
deve essere almeno il doppio della grossezza della linea più grossa delle due li-
nee, cioè, quando due linee sono della medesima grossezza, l’interasse tra le
stesse deve essere, generalmente, tre volte la grossezza di ogni linea. Vedi A.1.4.
Per le linee di connessione parallele negli schemi, l’interasse deve essere almeno
pari all’altezza della scrittura usata. Per le linee di connessione aventi informazio-
ni supplementari, per es. designazioni dei segnali, l’interasse deve essere almeno
uguale a due volte l’altezza della scrittura.

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4.1.5 Scrittura e orientamento della scrittura
Per disegni e schemi elettrotecnici, devono essere utilizzate le scritture tipo B del-
la Norma ISO 3098/1. Generalmente possono essere utilizzate lettere verticali.
Per praticità, possono essere utilizzate lettere inclinate per i simboli di grandezze,
come nella Pubblicazione IEC 27-1.
L’altezza delle lettere, compresa la grossezza delle linee utilizzate per comporle,
deve essere almeno pari a 10 volte la grossezza delle linee utilizzate per compor-
re le lettere.
Le lettere su documenti che devono essere microfilmati devono essere conformi
alla Norma ISO 6428. Vedi A.7.2.
Tutte le lettere su un documento ad uso finale (ad eccezione delle riproduzioni
delle marcature o contrassegni che figurano sull’apparecchiatura o di altri dise-
gni) devono essere leggibili per non più di due orientamenti del documento, tra
loro perpendicolari, a partire dal bordo inferiore e dalla destra (scrittura da sini-
stra verso destra e dal basso verso l’alto).

4.1.6 Frecce e linee di guida


Le forme delle frecce nei segni grafici sono riportate nella Pubblicazione IEC 617
(CEI 3-14 … 3-15):
n 02-03-01, variabilità;
n 02-04-01, direzione di forza o movimento;
n 02-05-01, direzione della propagazione dell’energia e dei segnali;
n 03-01-10, estremità di una linea guida alla linea di connessione.

Le forme delle frecce per l’indicazione della direzione del flusso di un fluido
sono riportate nella Norma ISO 1219. Fig. 40.
Una linea di guida deve essere costituita da un tratto continuo e deve indicare
dove si applica una nota o un riferimento. Essa deve terminare conformemente
alle prescrizioni della Norma ISO 128 (UNI 3968). Vedi A.1.5. Tuttavia, una linea
di guida che termina su una linea di connessione deve terminare mediante un
tratto, obliquo rispetto alla direzione della linea di connessione e alla linea di gui-
da, o mediante una freccia, Fig. 41. Sono ammesse estremità multiple.

4.1.7 Estremità delle linee di dimensione e indicazione dell’origine


Le linee di dimensione devono essere tracciate conformemente alla Norma
ISO 129. Vedi A.2.1. Il diametro delle indicazioni dell’origine deve essere appros-
simativamente pari a 10 volte la grossezza della linea.

4.1.8 Viste
Per i disegni sotto forma illustrata che utilizzano la proiezione ortogonale posso-
no essere impiegati due metodi. Vedi A.1.1. In ogni serie di disegni può essere
utilizzato un solo metodo di proiezione.
Per disegni planimetrici e volumetrici vedere la Norma ISO 2594.

4.1.9 Scale
Se i disegni sono preparati in scala, per es. piani di disposizione, la scala deve es-
sere scelta conformemente alla Norma ISO 5455. Vedi A.5.
Se è previsto che le dimensioni vengano prese dalla scala (misure) del disegno,
deve essere inclusa nel disegno una scala dimensionale.

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4.2 Presentazione degli schemi

4.2.1 Generalità
La considerazione più importante nella preparazione di uno schema è l’adozione
di una presentazione chiara che faciliti la comprensione.

4.2.2 Direzione di flusso dei segnali


Per gli schemi di sistema, di funzione e di circuito la principale direzione di flus-
so è da sinistra a destra o, alternativamente, dall’alto al basso. Tuttavia, la mag-
gior parte dei segni grafici per il trattamento dei segnali, e i segni grafici per ele-
menti logici binari e analogici sono destinati ad un segnale da sinistra a destra.
Quindi, i circuiti che comprendono tali segni grafici, dovrebbero preferibilmente
essere disposti tenendo conto degli stessi segni grafici. Fig. 42.
Se la direzione di flusso per segni grafici individuali non appare chiaramente, le
linee di connessione devono essere provviste di frecce (segno grafico 02-05-01
della Pubblicazione IEC 617). Fig. 43. Tali frecce non devono toccare alcun com-
ponente del segno grafico.

4.2.3 Disposizione dei segni grafici


Conformemente ai modi di disposizione definiti in 2.1.4, i segni grafici e i circuiti
devono essere disposti in modo da mettere in evidenza sia la disposizione fun-
zionale, sia la disposizione topografica.
In uno schema con disposizione funzionale, i segni grafici riguardanti la funzione
devono essere raggruppati e posti vicini gli uni agli altri come richiesto dalle pre-
scrizioni tenendo conto dei blocchi d’informazione relativi al segno grafico e
dell’esigenza di eventuali incroci.
In uno schema che rappresenta uno schema di comando, i gruppi funzionali che
formano il sistema di comando sono generalmente posti a sinistra o sotto ai grup-
pi funzionali che rappresentano il sistema di comando. Fig. 43.
In uno schema con disposizione topografica, i segni grafici devono essere rag-
gruppati e sistemati per mostrare le relative posizioni fisiche dei componenti cor-
rispondenti. Fig. 17 e 32.

4.3 Segni grafici per schemi

4.3.1 Generalità
I segni grafici devono essere conformi alla Pubblicazione IEC 617
(CEI 3-14 … 3-26). Se il segno grafico desiderato non è rappresentato, è possibile
crearne uno dai segni grafici standard conformemente alla guida della Pubblica-
zione IEC 617. Per es. vedere le Fig. 44 e 45.
Per materiali che non fanno parte della Pubblicazione IEC 617, devono essere
consultati i segni grafici delle Norme ISO. Se il segno grafico desiderato non è
normalizzato e se il significato non è chiaro, il medesimo deve essere illustrato in
una nota sullo schema o in un documento di supporto.

4.3.2 Scelta del segno grafico


Nel caso in cui la Pubblicazione IEC fornisce forme differenti per un segno grafi-
co dato, si deve scegliere:
a) la forma preferenziale se possibile, altrimenti
b) la forma del segno grafico appropriata per il particolare scopo dello schema.

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Esempi:
n Per uno schema di sistema, soprattutto se viene utilizzata la rappresentazione
unifilare, in numerosi casi è sufficiente utilizzare segni grafici in forma gene-
rale o semplice. Per un trasformatore, vedi la Fig. 46.
n Per un diagramma destinato a facilitare uno studio dettagliato, i segni grafici
possono non essere sufficienti. Per es., per un trasformatore può essere ne-
cessario ampliare i segni grafici generali includendo simboli distintivi che in-
dicano la connessione degli avvolgimenti con un codice conforme alla Pub-
blicazione IEC 76-4 per i simboli di collegamento. Fig. 47.
n Per uno schema di circuito in cui tutte le parti come gli avvolgimenti, i mor-
setti e le loro designazioni devono essere rappresentati, è necessario utilizza-
re i segni grafici a forma completa.

4.3.3 Dimensioni dei segni grafici


Il significato di un segno grafico è definito dalla sua forma e dal suo contenuto.
La dimensione e la grossezza della linea non hanno, normalmente, alcuna in-
fluenza sul significato del segno grafico.
La dimensione minima di un segno grafico deve essere tale che le regole per la
grossezza delle linee, l’interspazio dei tratti, la scrittura ecc., possano essere ap-
plicate. Entro questi limiti, i segni grafici della Pubblicazione IEC 617-11
(CEI 3-23), che sono destinati ad essere utilizzati in piani d’installazione e schemi
o sulle mappe della rete, possono essere ingranditi o ridotti in modo da essere
adattati in scala al piano o alla mappa.
Per la leggibilità, il modulo M utilizzato per specificare le proporzioni dei segni
grafici nella Pubblicazione IEC 617 (CEI 3-25) e nella Norma ISO 3461/2 (Appen-
dice A.4) deve essere uguale o maggiore dell’altezza della scrittura.
In alcuni casi, può essere necessario o vantaggioso utilizzare dimensioni differen-
ti dei simboli:
n per aumentare o diminuire il numero degli ingressi e delle uscite;
n per facilitare l’aggiunta di informazioni addizionali;
n per mettere in evidenza determinati aspetti;
n per facilitare l’utilizzo di un segno grafico completandolo con un segno grafi-
co distintivo.

Deve essere mantenuta la forma generale del segno grafico e, se possibile, le sue
proporzioni.

Esempi:
n Nella Fig. 49, il segno grafico dell’eccitatrice in un gruppo macchina è rappre-
sentato più piccolo del segno grafico del generatore principale al fine di mo-
strare la sua funzione ausiliaria.
n Nella Fig. 50, il segno grafico per elemento logico AND con uscita negata è
stato ingrandito per permettere una iscrizione addizionale.

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4.3.4 Orientamento dei segni grafici
Come già indicato in 4.2.2, numerosi segni grafici nella Pubblicazione IEC 617
sono rappresentati per un flusso di segnale da sinistra a destra. Questo principio
deve essere mantenuto in tutti gli schemi come regola principale e i segni grafici
devono essere preferibilmente mostrati come indicati nella Pubblicazione
IEC 617.
In alcuni casi è necessario allontanarsi dall’orientamento fondamentale dei segni
grafici. Vedi 4.2.2. Tuttavia, i segni grafici possono essere ruotati o rappresentati
in modo speculare se il loro significato non viene di fatto modificato. In altri casi,
può essere necessario ridisegnare il segno grafico per tener conto di diversi
orientamenti.
I segni grafici a blocchi, i segni grafici di elementi logici binari e i segni grafici di
elementi analogici, quelli che contengono lettere, i segni grafici distintivi, le grafi-
che o le marcature per le entrate o le uscite, devono essere orientati in modo da
poter essere letti quando si guarda lo schema nel senso normale di lettura.
Fig. 51.
Di conseguenza, per un segno grafico mostrato nella Pubblicazione IEC 617 con
un flusso di segnale da sinistra a destra, se il flusso del segnale desiderato sullo
schema è
n da sinistra a destra, il segno grafico deve essere rappresentato nello stesso
modo della Pubblicazione IEC 617;
n dal basso in alto, il segno grafico deve essere rappresentato nello stesso
modo della Pubblicazione IEC 617, ma ruotato di 90° in senso antiorario;
n da destra a sinistra, deve essere preparato un nuovo segno grafico per mo-
strare le entrate e le loro marcature a destra, e le uscite e le loro marcature a
sinistra;
n dall’alto in basso, deve essere preparato un nuovo segno grafico come per un
flusso da destra a sinistra, e quindi il segno grafico deve essere ruotato in sen-
so antiorario di 90°.

Queste regole significano che sono necessarie solo due forme di segni grafici per
soddisfare le quattro possibili direzioni del flusso di segnale. Per es. vedi la
Fig. 52, nella quale è stato scelto un determinato numero di casi tipici.

4.3.5 Rappresentazione dei morsetti


Nella Pubblicazione IEC 617, la maggior parte dei segni grafici è rappresentata
senza segni grafici per i morsetti. Generalmente, non è necessario aggiungere se-
gni grafici per terminali, spazzole ecc., ai segni grafici per i componenti. In alcuni
casi, i segni grafici dei morsetti fanno parte del segno grafico e sono rappresenta-
ti. Fig. 53.

4.3.6 Rappresentazione delle connessioni


Nella Pubblicazione IEC 617, i segni grafici per i componenti e per i dispositivi
sono generalmente rappresentati con le connessioni. Nella maggior parte dei casi
i segni grafici delle connessioni sono utilizzati solo come esempi. Sono permesse
altre collocazioni delle connessioni, purché non venga cambiato il significato del
segno grafico. Fig. 54.
In determinati casi, la collocazione delle linee di connessione influisce sul signifi-
cato del segno grafico dei componenti e deve essere rappresentato come indica-
to nella Pubblicazione IEC 617. Per es.: Fig. 55.

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4.4 Linee di connessione

4.4.1 Generalità
Per schemi diversi da quelli con una disposizione topografica le linee di connes-
sione devono essere rettilinee con un minimo di incroci e di attraversamenti.
Fig. 56 e 57. Le linee di connessione devono essere orientate orizzontalmente o
verticalmente ad eccezione di quei casi in cui le linee oblique migliorano la chia-
rezza dello schema, per es. con disposizione simmetrica dei componenti o col
cambiamento dell’ordine delle fasi. Fig. 58.

4.4.2 Giunzione delle linee di connessione


Le giunzioni delle linee di connessione devono essere tracciate come “giunzioni
a T” utilizzando i segni grafici 03-02-04, 05 e 06 della Pubblicazione IEC 617
(CEI 3-15). Quando delle considerazioni legate alla disposizione impediscono
l’uso esclusivo del metodo delle giunzioni a T, possono essere utilizzate delle
giunzioni doppie come nel segno grafico 03-02-07. Fig. 59.
È accertato che molti sistemi di progettazione mediante computer richiedono un
punto ad ogni giunzione.
La maggior parte delle illustrazioni della presente Norma mostra le giunzioni sen-
za punti.

4.4.3 Circuiti importanti


Per rimarcare o distinguere circuiti importanti, per es. circuiti di potenza, posso-
no essere usate linee più grosse. In alcuni schemi possono essere necessari più
di due spessori delle linee. Fig. 60 e 61, e anche 4.1.4.2.

4.4.4 Connessioni future considerate


Una connessione futura considerata può essere indicata da una linea a tratti.

4.4.5 Identificazione
Le linee di connessione possono essere munite di identificazioni, per es. designa-
zioni di segnali, soprattutto se interrotte. Vedi 4.4.6. L’identificazione deve essere
posta sopra le linee di connessione orizzontali e alla sinistra delle linee di con-
nessione verticali, lungo le linee o fra l’interruzione e la linea. Fig. 62.
Per la presentazione semplificata di stringhe di testo di designazioni di segnali,
vedi l’articolo 4.9.

4.4.6 Linee interrotte


Se una linea di connessione attraversa una grande parte o una zona densa dello
schema, la linea di connessione può essere interrotta. In questo caso, e quando
una linea di connessione viene interrotta su un foglio e continua su un altro, le
estremità della linea interrotta devono essere richiamate reciprocamente.
Le estremità delle linee interrotte devono essere disegnate in modo che possano
essere facilmente riconosciute.
I riferimenti devono comprendere uno o più degli elementi seguenti:
n una designazione di segnale o altra identificazione conformemente a 4.4.5;
n un segno grafico per le connessioni alla terra, massa o altro punto comune,
vedere i segni grafici nella Sez. 15 della Pubblicazione IEC 617-2 (CEI 3-14);
n tabelle allegate; oppure
n altri mezzi chiari.

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Se necessario per la chiarezza, si devono fornire, conformemente a 4.8.2, i riferi-
menti delle collocazioni (sullo schema) delle estremità corrispondenti.
Esempi: Fig. 63, 64 e 65.

4.4.7 Linee di connessione parallele

4.4.7.1 Raggruppamento
Se si hanno sei o più linee di connessione parallele, esse devono essere disposte
in gruppi. Negli schemi di sistema, funzionali e di circuiti il raggruppamento deve
essere eseguito secondo le loro funzioni. Se ciò non è possibile, le linee devono
essere disposte in gruppi di non più di cinque. Fig. 66.

4.4.7.2 Raggruppamento di conduttori


Le linee di connessione multiple parallele possono essere rappresentate da una
sola linea (raggruppamento di linee di connessione) mediante uno dei metodi se-
guenti:
a) Le linee di connessione parallele sono interrotte: una linea trasversale dopo
un piccolo intervallo rappresenta il raggruppamento di conduttori. Fig. 67, 68
e 69a.
b) Ogni linea di connessione individuale unisce la linea di raggruppamento in-
clinata nella direzione delle altre estremità della linea individuale. Fig. 69b, 70
e 71. Le linee che formano una giunzione con ognuna delle linee nel rag-
gruppamento raggiungono il raggruppamento senza inclinazione. Fig. 71.

Se la sequenza delle linee di connessione è la stessa ma l’ordine non è evidente,


per es. quando la linea di raggruppamento è curva, come in Fig. 68, la prima li-
nea di connessione deve essere indicata ad ogni estremità, per es. con un punto.
Se le sequenze alle estremità sono differenti, ogni linea connessione deve essere
identificata ad ogni estremità. Fig. 69, 70 e 71.
Il numero delle linee di connessione rappresentato dalla linea di raggruppamen-
to deve essere indicato quando necessario. La Pubblicazione IEC 617-3 indica
due forme di questi modi di rappresentazione; la Fig. 72 mostra un esempio uti-
lizzando la forma 2.

4.4.8 Bus d’informazione


Se una linea di connessione rappresenta un bus che porta più informazioni (con-
temporanee o multiple nel tempo), è permesso indicarlo mediante il segno grafi-
co 12-53-01 o 12-53-02 della Pubblicazione IEC 617-12, come rappresentato dalla
Fig. 73.

4.5 Delimitazioni riquadri e involucri

4.5.1 Contorni poligonali (riquadri di separazione)


Un riquadro di separazione che delimita una unità o un gruppo funzionale, o
una unità costruttiva (per es. un gruppo di componenti o dispositivi, un insieme
di relé, o un armadio) deve essere disegnato con una linea di separazione, segno
grafico 02-01-06 nella Pubblicazione IEC 617 (CEI 3-14). Il riquadro di separazio-
ne deve avere una forma regolare e non deve essere intersecato da segni grafici
di componenti. Fig. 74. Tuttavia, se una forma regolare complica la disposizione
dei circuiti, il riquadro può avere una forma irregolare.

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In schemi complessi un contorno poligonale che rappresenta una unità può ine-
vitabilmente includere anche segni grafici per parti che non fanno parte di tale
unità. Questi segni grafici devono essere rappresentati all’interno di un riquadro
di separazione secondario racchiuso (finestra); questo riquadro deve essere dise-
gnato con un tratto misto a due trattini, conformemente alla nota 2 del segno gra-
fico 02-01-06 della Pubblicazione IEC 617 (CEI 3-14). Vedere la Fig. 75 nella qua-
le i dispositivi di comando -S1 e -S2 non fanno parte dell’unità -Q1.
Se rappresentati, i segni grafici dei morsetti a blocco che sono parte integrante
dell’unità devono essere posizionati all’interno del telaio come mostrato nelle
Fig. 75 e 56.
I segni grafici per connettori devono essere posizionati in modo da mostrare quelle
coppie di connettore che appartengono all’unità. Fig. 78a. Se le due parti della
coppia di connettore sono parte integrante dell’unità, i due segni grafici del connet-
tore devono essere rappresentati all’interno del contorno poligonale. Fig. 78b.
Per una presentazione semplificata delle designazioni di riferimento congiunta-
mente a un riquadro di separazione, vedi l’articolo 4.10.

4.5.2 Telai conduttori, involucri conduttori e schermi


Le connessioni ad un telaio conduttore (chassis), involucro o schermo, associate
ad una unità costruttiva, devono essere rappresentate chiaramente, utilizzando i
segni grafici della Pubblicazione IEC 617 (CEI 3-14 e 3-15):
n 02-15-04, telaio (chassis);
n 02-01-04 oppure 02-01-05, compresa la nota 1, involucri;
n 02-01-07, schermo; e, quando applicabile,
n 03-02-01, connessione dei conduttori.

Fig. 79, 80 e 81. Nella Fig. 80, l’involucro e, nella Fig. 81, lo schermo circondano
l’insieme dell’unità costruttiva e, per questa ragione, la linea di separazione deve
essere omessa.
La Fig. 82 mostra una unità costruttiva con involucro conduttore con due con-
densatori passanti. Il segno grafico IEC 617 04-02-03 (CEI 3-16), condensatore
passante, include l’involucro (o schermo) come parte del segno grafico.

4.6 Tecniche di semplificazione

4.6.1 Generalità
Possono essere usate delle semplificazioni, per es. per accrescere il volume di in-
formazioni riportate in ogni foglio o per ridurre l’ingombro eliminando le infor-
mazioni ripetitive. Generalmente, può essere usato ogni metodo di semplificazio-
ne che non riduca la comprensione del disegno. Se vengono impiegate tecniche
di semplificazione diverse da quelle della presente Norma esse devono riportare
una spiegazione sul disegno o nella documentazione di supporto a meno che
non siano evidenti.
Per la presentazione semplificata di stringhe di testo, vedi l’articolo 4.9.
Per una presentazione semplificata delle designazioni di riferimento, vedi l’artico-
lo 4.10.

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4.6.2 Morsetti
Un numero di morsetti di un componente può essere rappresentato da un mor-
setto singolo, specialmente in schemi di sistema. Fig. 76a. Le designazioni dei
morsetti possono essere indicate, separate da virgole. Fig. 76b. Se i morsetti sono
numerati consecutivamente, devono essere rappresentate solo la prima e l’ultima
designazione in sequenza, separate da puntini di sospensione (…) se non si ge-
nera confusione. Fig. 76c.
Per la presentazione semplificata di stringhe di testo di designazioni di morsetti,
vedi l’articolo 4.9.
Se due o più componenti sono interconnessi e viene utilizzato il metodo rappre-
sentato in Fig. 76b o 76c, l’ordine della sequenza delle designazioni dei terminali
deve essere tale che l’ordine da sinistra a destra di un componente corrisponda
all’ordine da sinistra a destra o dall’alto in basso dell’altro (i) componente (i).
Fig. 77.

4.6.3 Segni grafici identici in un gruppo


Un numero di segni grafici identici in un gruppo può essere rappresentato da un
segno grafico singolo, munito di una barra obliqua e una cifra che indichi il nu-
mero degli elementi del segno grafico rappresentati dall’elemento singolo del se-
gno grafico.
Un altro metodo, utilizzabile specialmente con segni grafici di forma rettangolare,
è quello di mostrare il numero rappresentativo degli elementi del segno grafico
da una cifra seguita da un segno di moltiplicazione entro parentesi quadrate, per
es. [3´]. Fig. 83.
Si noti che le connessioni multiple sono distribuite equamente lungo gli elementi
identici.

4.6.4 Rappresentazione ripetuta


La rappresentazione ripetuta può essere semplificata omettendo le parti dei segni
grafici le cui connessioni non sono rappresentate. Comparare le Fig. 84 e 85 con
la Fig. 8. Possono essere aggiunte le indicazioni i cui segni grafici non rappresen-
tano la funzione o il dispositivo completo.

4.6.5 Connettori o blocchi terminali all’interno di un contorno poligonale


I segni grafici per connettori o blocchi terminali che sono parte integrante di una
unità rappresentati all’interno di un contorno poligonale possono essere omessi.
Fig. 86 con le Fig. 78b e 79.

4.6.6 Circuiti all’interno di una unità rappresentata da un contorno poligonale


I circuiti all’interno di una unità rappresentata da un contorno poligonale posso-
no essere rappresentati in una forma semplificata, fornendo un riferimento a de-
scrizioni più dettagliate, formando così uno schema funzionale dei morsetti.
Poiché questo metodo è utilizzato maggiormente negli schemi adattati alla fun-
zione, la sua descrizione viene fatta nella Pubblicazione IEC 1082-2 (in prepara-
zione).

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4.7 Designazioni dei materiali e dei morsetti

4.7.1 Generalità
Le designazioni dei materiali e dei morsetti devono essere conformi alla Pubbli-
cazione IEC 750.
Per la presentazione semplificata di stringhe di testo di designazione di morsetti,
vedi l’articolo 4.9.
Per una presentazione semplificata delle designazioni di riferimento, vedi l’artico-
lo 4.10.
Nota Ai fini della presente Norma, vengono usate le seguenti convenzioni per le designazioni dei
materiali: per i contattori nei circuiti di potenza, è stata scelta la lettera codice Q e per i relé di
misura per la protezione, è stata scelta la lettera codice K. Possono essere utilizzate altre con-
venzioni in accordo con le Norme relative per una applicazione reale.

Ogni giunzione di un dispositivo di connessione (morsetto, blocco terminale,


connettore ecc.) destinata per la connessione sul posto per la prova e la localiz-
zazione dei guasti deve portare una designazione.

4.7.2 Posizionamento e orientamento delle designazioni dei materiali


Una designazione dei materiali deve essere riportata su ogni segno grafico che
rappresenta un componente o una sua parte. Fig. da 4 a 11.
La posizione della designazione dei materiali deve risultare omogenea all’interno
di un gruppo di documenti.
Ogni volta che è realizzabile, la designazione del materiale deve essere posta in
prossimità del segno grafico, sopra il segno grafico se ha le linee di connessione
orizzontali e a sinistra del segno grafico se ha le linee di connessione verticali.
Quando non è praticabile, la designazione del materiale può essere posizionata
altrove, adiacente al segno grafico o all’interno del perimetro del segno grafico,
se esistente.
Le designazioni dei materiali devono essere orientate, quando possibile, orizzon-
talmente.
Esempio: Fig. 87. Nell’esempio 87c), la designazione di riferimento di livello sin-
golo =W1 si suppone presente in un altro punto della pagina del documento (ve-
di 4.10.4.4). Per una presentazione semplificata delle designazioni di riferimento,
vedi l’articolo 4.10.

4.7.3 Posizionamento e orientamento delle designazioni dei morsetti


Il posizionamento della designazione dei morsetti deve risultare omogenea all’in-
terno di un gruppo di documenti.
Le designazioni dei morsetti devono essere poste in prossimità delle rappresenta-
zioni dei morsetti, preferibilmente in posizione superiore delle linee di connes-
sione orizzontali e alla sinistra per le linee di connessione verticali.
Le designazioni per i morsetti di un componente o dispositivo devono essere po-
sizionate all’esterno della linea esterna o del telaio di separazione, se esistente, o
del componente o del dispositivo. Fig. 19 e 87.
Le designazioni dei morsetti di un componente interno all’unità deve essere ri-
portata all’interno della linea esterna o del contorno poligonale o dell’unità.
Fig. 20 e 86.

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4.8 Riferimenti di posizionamento, dati tecnici, notazioni esplicative

4.8.1 Simboli letterali


I simboli letterali per quantità e unità devono essere conformi alla Pubblicazione
IEC 27 o ad altre Pubblicazioni IEC appropriate per simboli letterali. Per i mate-
riali che non sono oggetto della IEC, deve essere consultato l’ISO 31.
I valori devono essere dati conformemente alle regole riportate nella Pubblicazio-
ne IEC 27, per es. 6,3 kW, 0,6 pF, 5 mH. Tuttavia, se l’impiego di un segno grafico
permette di eliminare ogni ambiguità riferita alle grandezze fisiche, o unità di mi-
sura, i valori possono essere semplificati nell’esempio precedente a 6,3 k per una
resistenza, 0,6 p per un condensatore e 5 m per una bobina d’induttanza.

4.8.2 Riferimenti di posizionamento


Ci sono diversi metodi di riferimento sui posizionamenti in un disegno. Il sistema
delle coordinate alfanumeriche, 4.1.2.5, è descritto di seguito. Altri metodi appli-
cabili a tipi specifici di disegni sono riportati nella parte relativa della presente
Norma.
Un qualunque posizionamento in un disegno può essere indicato dalle lettere
della riga, il numero della colonna o le combinazioni alfanumeriche della zona.
Queste indicazioni possono essere precedute dal numero di foglio, dal numero
di identificazione del disegno o dalla designazione del documento (vedi Pubbli-
cazione IEC 1355).
I riferimenti delle coordinate alfanumeriche devono essere distinte chiaramente
dalle altre designazioni. Ciò può essere ottenuto utilizzando collocazioni confor-
mi dei riferimenti o includendoli tra parentesi.

4.8.3 Dati tecnici sui documenti


I dati tecnici per un componente possono essere riportati e devono essere posi-
zionati in prossimità dei segni grafici. Fig. 88. I dati elettrici, per es. i valori della
resistenza, possono essere posizionati all’interno di segni grafici rettangolari
come quelli delle bobine a relé e gli elementi logici binari.
I dati riportati all’esterno di un segno grafico devono essere posizionati sotto la
designazione del materiale, se esistente.

4.8.4 Dati tecnici sui segnali


Le forme d’onda possono essere incluse e devono essere riportate come appaio-
no normalmente su di uno schermo di oscilloscopio, accompagnate da spiega-
zioni utili per l’applicazione. Esse possono essere riportate in maniera stilizzata.
Fig. 89. Se necessario, gli assi della forma d’onda, livello di tensione ecc. devono
essere mostrati.
I dati tecnici devono essere posizionati lungo le linee di connessione, sopra le li-
nee di connessione orizzontali e alla sinistra delle linee di connessione verticali, e
non devono toccare o attraversare le linee di connessione. Se non è possibile
mostrare le informazioni in prossimità della linea di connessione, esse devono
essere riportate ad una distanza dalla linea di connessione, inclusa (preferibil-
mente in un cerchio), con una linea di riferimento diretta alla linea di connessio-
ne. Fig. 90. Essa può ugualmente essere posta in uno schema con un riferimento
alla linea di connessione alla quale si applica, per es. mediante una designazione
di segnale o una designazione dei morsetti e dei materiali. Fig. 91.

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4.8.5 Note e notazioni esplicative
Può essere usata una nota esplicativa quando il significato non può essere reso in
altro modo. Essa deve essere posizionata in prossimità di ciò a cui si applica o
deve essere posto un riferimento alla nota posto in vicinanza del bordo del qua-
drato del foglio da disegno. Nel caso di documenti formati da più fogli, tutte le
note di carattere generale devono apparire sul foglio 1.
Se le marcature informative (per es. conformemente alla Pubblicazione IEC 417)
relative alle funzioni di comando uomo-macchina, sono utilizzate su un pannello
dell’apparecchio, conviene posizionarle accanto al segno grafico corrispondente.

4.8.6 Informazioni incluse in segni grafici per elementi logici binari


Possono essere riportate all’interno delle linee esterne del segno grafico delle in-
formazioni generali. Fig. 50. Comparare a 4.2 della Pubblicazione IEC 617-12.
Informazioni aggiuntive relative ad un segno grafico distintivo generale possono
essere riportate all’interno di parentesi quadre. Lo stesso si applica per le identifi-
cazioni di entrata/uscita non normalizzate e per informazioni aggiuntive alle eti-
chette. Fig. 92. Comparare a 4.3 della Pubblicazione IEC 617-12.

4.9 Presentazione semplificata di stringhe di testo,


che rappresentano designazioni di materiale, morsetti e segnali

4.9.1 Generalità
Per la corretta interpretazione di stringhe di testo semplificate di designazioni di
materiale, morsetti e segnali valgono le seguenti regole.
Non si devono usare altre notazioni, diverse da quelle indicate nella presente Va-
riante. Se si utilizzano altre notazioni esse vanno descritte nel documento e nella
documentazione di supporto.
Note: 1 Le Pubblicazioni IEC 445, IEC 750 e IEC 1175 specificano i caratteri da utilizzare nelle ri-
spettive stringhe di testo.
2 La rappresentazione semplificata di designazioni di segnali, con le designazioni di mate-
riale che precedono, sono precisate in 5.2.3.3 della Pubblicazione IEC 1175.
3 La rappresentazione semplificata di designazioni di morsetti riguarda le possibilità di mar-
catura dei morsetti come precisato nella Pubblicazione IEC 445.

4.9.2 Indicazione della sequenza e della gamma

4.9.2.1 Generalità
La gamma va specificata usando punti di sospensione orizzontali (…) tra il limite
inferiore e quello superiore. Sia il limite inferiore che quello superiore della gam-
ma vanno presentati. Se si utilizzano sistemi computerizzati per la preparazione
dei documenti, tale presentazione incrementale va eseguita in alternativa come:
n sequenza di tre caratteri PUNTO;
n oppure un carattere unico PUNTI DI SOSPENSIONE ORIZZONTALI (…)
come precisato nella Pubblicazione IEC/DIS 3B(CO)55).

4.9.2.2 Gamma numerica


Una gamma numerica è una sequenza ininterrotta di numeri in ordine crescente
con limiti inferiore e superiore definiti e con incremento definito, per esempio
1 … 4, significa 1, 2, 3 e 4. Per indicare le gamme in base alla presente norma
l’incremento sarà pari uno. Non sono consentiti limiti inferiore negativo e/o su-
periore negativo.

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4.9.2.3 Gamma alfabetica
Una gamma alfabetica è una sequenza ininterrotta di lettere in ordine alfabetico
secondo l’alfabeto latino in ordine crescente, con limiti inferiore e superiore defi-
niti, per esempio C … G, significa C, D, E, F e G, oppure a … e, significa a, b, c,
d ed e. La sequenza è definita dal limite inferiore (lettera iniziale) seguito dalla
lettera successiva dell’alfabeto latino senza interruzione fino al limite superiore
(lettera finale). Non si devono combinare lettere maiuscole e minuscole in una
stessa gamma, per esempio A … c, per evitare interpretazioni ambigue.
Nota Le lettere maiuscole I e O non sono usate né nelle designazioni di materiale secondo la Pubbli-
cazione IEC 750 né nelle designazioni di morsetti secondo la Pubblicazione IEC 445. Ciò im-
plica che in tali casi la lettera maiuscola J segue la lettera maiuscola H, e la lettera maiuscola P
segue la lettera maiuscola N.

4.9.2.4 Combinazione di gamme alfabetiche e numeriche


A causa della possibile interpretazione ambigua non si deve utilizzare la presen-
tazione semplificata per la combinazione di gamme alfabetiche e numeriche, per
esempio A1 … B6.

4.9.3 Gruppo di oggetti differenti


Oggetti o materiali differenti possono essere rappresentati in una stessa stringa di
testo. In tal caso la rappresentazione dei diversi oggetti va separata dal carattere
VIRGOLA (,), per esempio 1, 3, 6. Il gruppo deve essere racchiuso tra parentesi
(sic) se non risulta chiaramente separato da altre informazioni.

4.9.4 Gruppo contenente delle gamme


Entro una rappresentazione raggruppata di diversi oggetti può comparire la rap-
presentazione di gamma, per esempio (1,8 … 12, 14, A … D) che significa 1, 8,
9, 10, 11, 12, 14, A, B, C e D.

4.9.5 Rappresentazioni semplificate di designazioni di materiale


Per la rappresentazione semplificata di designazioni di materiale vale quanto segue:
n la rappresentazione semplificata si effettua soltanto per materiali che costitui-
scono direttamente lo stesso oggetto;
n oggetti con lo stesso codice alfabetico possono essere rappresentati da una
gamma numerica, per esempio -F1 … -F4, significa -F1, -F2, -F3 ed -F4;
n nel caso di una gamma, la designazione completa del materiale a un solo li-
vello deve essere completamente rappresentata al limite inferiore e superiore,
per esempio +10 … +15, significa +10, +11, +12, +13, +14 e +15;
n nel caso di un gruppo tutte le designazioni di materiale a un unico livello de-
vono essere interamente rappresentate nel gruppo, per esempio =A1, =C2,
=D4;
n la rappresentazione semplificata si può effettuare soltanto per l’ultima desi-
gnazione di materiale a unico livello in una designazione a più livelli;
n se la parte comune della designazione di materiale a più livelli è rappresenta-
ta anche nella stringa di testo, la gamma o i gruppi indicati vanno racchiusi
tra parentesi, preceduti dalla parte comune.
Esempio 1:
-A2C4(-F1 … -F4), significa -A2C4F1, -A2C4F1, -A2C4F2, -A2C4F3 e -A2C4F4
Esempio 2:
=B2(-C1, -D3, -F5), significa =B2-C1, =B2-D3 e =B2-F5
Esempio 3:
=Q3(=1 … =4), significa =Q3=1, =Q3=2, =Q3=3 e =Q3=4

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Esempi di presentazioni semplificate di diverse designazioni di materiale sono il-
lustrati in Fig. 93.

Fig. 93 Esempio di quattro designazioni diverse di materiale presentate da un’unica stringa di testo

Limite inferiore

Limite superiore

4.9.6 Rappresentazioni semplificate di designazioni di morsetti


Per la rappresentazione semplificata di designazioni di morsetti vale quanto segue:
n la rappresentazione semplificata può essere effettuata soltanto per morsetti
che fanno parte dello stesso oggetto di cui ai riferimenti;
n nel caso di una gamma, la designazione completa del morsetto deve essere
interamente rappresentata al limite inferiore e superiore;
n nel caso di un gruppo, tutte le designazioni di terminali devono essere intera-
mente rappresentate nel gruppo;
n le designazioni di morsetti con la stessa lettera, ciascuno preceduto o seguito
da un numero diverso, come prefisso o suffisso, possono essere rappresenta-
te come gamma numerica, per esempio (1U … 4U), (R2 … R5);
n le designazioni di morsetti con lo stesso numero, ciascuno preceduto o segui-
to da una lettera diversa, come prefisso o suffisso, possono essere rappresen-
tate da una gamma alfabetica, per esempio (11U … 11W), (R2 … Z2);
n se un gruppo o una gamma di designazioni di morsetti viene rappresentata
insieme con la designazione di un materiale, il gruppo o la gamma devono
essere racchiusi tra parentesi, preceduti dalla designazione del materiale.

Esempi di presentazioni semplificate di diverse designazioni di morsetti e mate-


riali sono illustrati nella Fig. 94.

Fig. 94 Esempi di designazioni separate di morsetti presentate da singole stringhe di testo

Limite inferiore Un’unica stringa di testo Stringhe di testo separate

Limite superiore

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4.10 Presentazione delle designazioni di riferimento e dei segnali

4.10.1 Generalità
Un oggetto può essere associato con una o più designazioni di riferimento. Ogni
singola rappresentazione di un oggetto deve essere presentata con un insieme o
gruppo di designazioni di riferimento contenente almeno una designazione di ri-
ferimento.
La sequenza della presentazione delle designazioni di riferimento all’interno di
un insieme o gruppo deve essere omogenea in tutto il documento. Se è obbliga-
toria una specifica sequenza di presentazione, ciò deve essere dichiarato nel do-
cumento o nella documentazione di supporto.
In conformità alla Pubblicazione IEC 1346-1, la designazione di riferimento è la
rappresentazione di un percorso in una struttura ad albero. Pertanto, diversi og-
getti possono avere una porzione iniziale comune dei loro percorsi, compren-
dente almeno una designazione di riferimento di livello singolo, a partire dalla
cima della struttura ad albero. La fig. 95 schematizza il percorso comune degli
oggetti A, B, C e D.
La presentazione di una designazione di riferimento di livello singolo non deve
essere divisa.

Fig. 95 Struttura ad albero

La porzione
comune del
percorso degli
oggetti A, B, C e
D è -A1B2
oggetto D
oggetto B

oggetto C
oggetto A

La presente Norma fornisce due metodi per la presentazione di una designazione


di riferimento all’interno di un insieme o gruppo di designazioni di riferimento
come descritti in 4.10.2 e 4.10.3. Per tutto il documento deve essere applicato lo
stesso metodo, e solo uno. Nel documento stesso o nella documentazione di
supporto deve essere dichiarato il metodo applicato.

4.10.2 Metodo 1: Presentazione di designazioni di riferimento usando righe singole


Designazioni di riferimento diverse attribuite a un oggetto singolo, ad esempio
vicino a un simbolo grafico su un diagramma, devono essere separate nettamen-
te l’una dall’altra. Si applicano le seguenti regole:
n ogni designazione di riferimento in un insieme o in un gruppo deve essere
presentata su una riga;
n se è necessario presentare sulla stessa riga più di una designazione di riferi-
mento in un insieme o gruppo, e se non sono nettamente separate come in
una tabella, come segno separatore fra diverse designazioni di riferimento
deve essere usata la barra trasversale (/).

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Alcuni esempi si trovano nella Fig. 96.

Fig. 96 Presentazione di designazioni di riferimento usando righe singole

Possibili presentazioni grafiche Designazioni di


riferimento
a)Tutte presentate sulla stessa riga b) Ognuna presentata su una riga
=A1 =A1
=A1/-K1/+S1 -K1 -K1
+S1 +S1

=A1-K1+S1 =A1-K1+S1
=A1-K1+S1

=A1-K1/+S2 =A1-K1 =A1-K1


+S2 +S2

4.10.3 Metodo 2: Presentazione di designazioni di riferimento usando righe multiple


Se è necessario presentare su righe multiple una designazione di riferimento in
un insieme o in un gruppo, si applicano le seguenti regole:
n la designazione di riferimento deve essere presentata su righe successive, a
partire dall’alto verso il basso;
n ogni designazione di riferimento deve iniziare su una nuova riga (a capo);
n se è necessario presentare più di una designazione di riferimento in un insie-
me o gruppo, e se esse non sono nettamente separate come in una tabella,
come segno separatore fra diverse designazioni di riferimento deve essere
usata la barra trasversale (/), inserita davanti alla designazione di riferimento
che segue.

Alcuni esempi si trovano nella Fig. 97.

Fig. 97 Presentazione di designazioni di riferimento usando righe multiple

Possibili presentazioni grafiche Designazioni di


riferimento
=A1 =A1
/-K1 -K1
/+S1 +S1
=A1 =A1 =A1-K1
-K1 or -K1+S1 or +S1
+S1 =A1-K1+S1
=A2 =A2-K2
-K2 or /+S2 =A2-K2
/+S2 +S2

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4.10.4 Presentazioni semplificate

4.10.4.1 Generalità
A causa della scarsità di spazio nei documenti, può rendersi necessario presenta-
re designazioni di riferimento e dei segnali in forma semplificata.
Se una designazione di riferimento di diversi oggetti ha la stessa porzione inizia-
le, la porzione comune può essere indicata una volta sola sulla pagina del docu-
mento e poi non essere indicata vicino agli oggetti singoli.
È necessario dichiarare, nel documento o nella documentazione di supporto, se
viene applicata una tecnica di semplificazione. Inoltre, deve essere dichiarato se
la presentazione semplificata viene usata per la designazione di riferimento o per
la designazione dei segnali o per entrambe.
Per la presentazione semplificata vengono usati i concetti di contorni poligonali
(riquadri di separazione) (vedi anche 4.5.1) e di area del disegno (vedi Fig. 98).

Fig. 98 Area del disegno di una pagina

a disegno
Area del

Riquadro del titolo

Note: 1 I segni di prefisso all’interno di una designazione di riferimento di oggetti composti sono
omessi nelle figure, dove possibile.
2 La presente Norma mostra esempi usando segni di prefisso composti da un solo carattere; lo
stesso procedimento vale per i segni di prefisso composti da più di un carattere (vedi Pub-
blicazione IEC 1346-1).
3 Gli altri esempi della IEC 1082, da Parte 1 a Parte 3, sono basati alla data della loro pub-
blicazione sulla IEC 750:1983. Tali esempi sono possibili presentazioni grafiche di desi-
gnazioni di riferimento basate sulla Pubblicazione IEC 1346-1; tuttavia, l’interpretazione
della designazione dell’oggetto basata sulla Pubblicazione IEC 750:1983 potrebbe in qual-
che caso essere diversa dall’interpretazione della designazione di riferimento basata ora
sulla Pubblicazione IEC 1346-1.
4 Le seguenti figure usano la presentazione su riga singola delle designazioni di riferimento
come specificata in 4.10.2.

4.10.4.2 Contorni poligonali (riquadri di separazione)


Per delimitare un’unità o gruppo funzionale, o un’unità costruttiva, può essere
usato un contorno poligonale (riquadro di separazione) (vedi 4.5.1). Tale riqua-
dro di separazione può servire anche per una presentazione semplificata di desi-
gnazioni di riferimento degli oggetti compresi. In questo caso si applica la se-
guente regola:
n se gli oggetti presentati all’interno di un riquadro di separazione su un dia-
gramma hanno designazioni di riferimento con la stessa porzione iniziale, tale
porzione comune può essere mostrata una sola volta fuori dal riquadro di se-
parazione in conformità a 4.7.2, e poi non essere indicata vicino agli oggetti
singoli all’interno del riquadro di separazione.

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La Fig. 99 mostra una presentazione semplificata su un diagramma, applicando
un solo aspetto.

Fig. 99 Presentazione semplificata di designazioni di riferimento applicando un aspetto usan-


do un riquadro di separazione

Fig. 99a) Presentazione completa 99b) Presentazione semplificata

99c) Struttura ad albero corrispondente

Nota Le righe a trattini lunghi e corti nella Fig. 99c) racchiudono gli stessi oggetti della struttura ad
albero che sono delimitati dal riquadro di separazione come nella Fig. 99b). Lo stesso principio
è stato applicato anche nelle Figg. 100 e 101.

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La Fig. 100 mostra presentazioni semplificate su un diagramma, applicando due
aspetti.

Fig. 100 Presentazione semplificata di designazioni di riferimento applicando due aspetti


usando un riquadro di separazione
Note: 1 L’oggetto +AB3 non è mostrato in questo disegno.
2 In conformità con la Pubblicazione IEC 1346-1, l’oggetto =B2A3 può essere trovato anche
in +S1AB2.
3 In conformità con la Pubblicazione IEC 1346-1, l’oggetto =B2A2 può essere trovato anche
in +S1AB1, senza conoscerne tuttavia l’esatta posizione in +S1AB1.

Fig. 100a) Presentazione completa 100b) Presentazione semplificata

100c) Struttura ad albero corrispondente

4.10.4.3 Designazioni di riferimento comprendenti transizioni


Se l’ultima designazione di riferimento di livello singolo della porzione comune è
di un aspetto diverso rispetto alla prima designazione di riferimento di livello sin-
golo dell’oggetto costitutivo, la porzione comune iniziale deve avere come suffis-
so il segno di prefisso di quest’ultimo.
Una designazione di riferimento di un oggetto costitutivo si trova concatenando
la porzione comune iniziale con la designazione di riferimento dell’oggetto costi-
tutivo che inizia con lo stesso segno di prefisso dell’ultimo segno di prefisso mo-
strato nella porzione iniziale comune (vedi Fig. 101)
Nota Un riquadro di separazione può essere inserito totalmente all’interno di un altro riquadro di
separazione. All’interno di un riquadro di separazione può essere presentata una tabella.

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Fig. 101 Presentazione semplificata di designazioni di riferimento comprendenti transizioni
usando un riquadro di separazione

Fig. 101a) Presentazione completa 101b) Presentazione semplificata

101c) Struttura ad albero corrispondente

Oggetto con due aspetti noti

4.10.4.4 Area del disegno


Se l’area completa del disegno di una pagina di un documento contiene solo pre-
sentazioni di oggetti che hanno la stessa porzione iniziale comune, il contorno
dell’area del disegno può essere considerato come riquadro di separazione e si
applicano le medesime regole. Questo riquadro di separazione deve essere mo-
strato parzialmente e deve delimitare una piccola porzione dell’area del disegno
sull’angolo superiore sinistro della pagina su cui vanno mostrate le parti comuni
delle designazioni di riferimento (vedi Figg. 102 e 103).

Fig. 102 Area per porzioni comuni di designazioni di riferimento

Area per porzioni comuni di


designazioni di riferimento

Riquadro di separazione,
mostrato parzialmente Riquadro del titolo

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Fig. 103 Presentazione semplificata di designazioni di riferimento comprendenti una porzione
comune associata con l’area del disegno

Fig. 103a) Presentazione completa 103b) Presentazione semplificata

La porzione comune delle designazioni di riferimento associate con una pagina


di un documento devono essere in modo omogeneo nell’insieme completo di
documenti.

4.10.4.5 Designazioni dei segnali


Se i segnali all’interno di un contorno poligonale (riquadro di separazione) sono
associati con designazioni di riferimento che hanno una porzione iniziale comu-
ne, tale porzione comune può essere presentata al di fuori del riquadro di sepa-
razione con il carattere punto e virgola (;) come suffisso.
In questo caso la porzione comune della designazione del segnale non deve es-
sere presentata all’interno del riquadro di separazione (vedi Fig. 104).

Fig. 104 Presentazione semplificata di designazioni di segnale comprendenti una porzione co-
mune associata con l'area del disegno

Fig. 104a) Presentazione completa 104b) Presentazione semplificata

4.10.4.6 Tabelle e liste


Per una presentazione semplificata di designazioni di riferimento in tabelle o liste
si applicano le seguenti regole:
n se l’oggetto presentato all’interno di una lista, o una sezione di una tabella o
lista, hanno designazioni di riferimento con la stessa porzione iniziale, tale
porzione iniziale può essere mostrata una volta sola all’inizio della lista o se-
zione di una tabella o lista, e poi non deve più essere mostrata vicino alle sin-
gole designazioni di riferimento nelle righe e/o colonne della tabella o lista;

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n la porzione comune delle designazioni di riferimento deve essere presentata
su una riga singola;
n ogni colonna deve contenere solo designazioni di riferimento che designano
gli oggetti secondo lo stesso aspetto;
n se una lista o una sezione di una lista o tabella, avente la stessa porzione ini-
ziale della designazione di riferimento, viene continuata su pagine multiple,
la porzione comune deve essere presentata su ogni pagina.

La Fig. 105 mostra una presentazione semplificata di una tabella su un diagram-


ma, applicando due aspetti.

Fig. 105 Presentazione semplificata di designazioni di segnale in una tabella di un diagramma

Designazioni di riferimento Titolo


Numero della tabella
di serie Designazione di funzione Designazione di funzione Designazione
=A1 +S1
1 =B2K2 +C4 Bobina
2 =B2R1 +C4 Resistore
3 =B1 +C1 Lampada

Designazioni di riferimento
per le entità nella tabella

Resistore Bobina Lampada Riquadro del titolo


=A1B2R1 =A1B2K2 =A1B1
+S1C4 +S1C4 +S1C1

4.10.4.7 Designazioni escluse dalle presentazioni semplificate


Se viene applicata una presentazione semplificata, e se il carattere maggiore di
(>) precede una designazione di riferimento, o una designazione di segnale, ciò
implica che la designazione di riferimento o di segnale non deve essere precedu-
ta da alcuna altra designazione di riferimento che compare su quella pagina del
documento (vedi Fig. 106).
Può accadere che designazioni di riferimento di uno o più oggetti vengano esclu-
se dall’essere precedute da una porzione delle designazioni di riferimento pre-
sentato su quella pagina. In tal caso, questi oggetti devono essere completamente
circondati con un riquadro disegnato con un tratto misto a due trattini (vedi
4.5.1). All’interno di tale riquadro, si applicano le stesse regole come se fosse una
pagina nuova.

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Fig. 106 Designazione di segnale esclusa dalla concatenazione

Fig. 106a) Presentazione completa 106b) Presentazione semplificata

Fig. 39 Esempio del contenuto della zona di identificazione di un riquadro di titolo

Altri riferimenti e informazioni

Informazioni speciali, per es. codice della lingua


Designazione del materiale

Zona di identificazione del blocco del titolo

Titolo N¡ disegno N¡ disegno


Proprietario Indice di revisione
Indice di revisione
del disegno
N¡ foglio
Foglio seguente N¡

Numero di identifi- Numero di identificazione


cazione del compratore del proprietario

Fig. 40 Indicazione della direzione di flusso di un fluido

Flusso del gas

Flusso del liquido

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Fig. 41 Linee di riferimento alle linee di connessione

4 mm2 4 mm2
2,5 mm2 2,5 mm2

Fig. 42 Esempi della disposizione di circuiti che contengono elementi logici binari

&
1 Linee di connessione orizzontali

1
>1 Flusso preferenziale del segnale
1

Linee di connessione verticali


&

Flusso del segnale non preferenziale


(richiede segni grafici previsti per il flusso
del segnale a partire da destra)
1

>1

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Fig. 43 Esempi di gruppi funzionali e direzione del flusso di segnale; un sistema di controllo

3
+
n
+
REGOLAZIONE
DELLA VELOCITË REGOLATORE REGOLATORE

2
DELLA VELOCITË DI CORRENTE

2
M

r/s G

Fig. 44 Esempio della costruzione di un segno grafico composto: un relè di sovracorrente

07-16-01 Rel• di misura o dispositivo di comando

U Simbolo letterale SI per la tensione

02-06-01 Funzionamento quando la grandezza


caratteristica • maggiore del valore di
regolazione

U
02-12-01 Connessione meccanica (link)

07-02-01 Contatto di chiusura

07-02-03 Contatto dÕapertura

02-12-06 Azione ritardata

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Fig. 45 Esempio della costruzione di un segno grafico composto: un generatore laser a rubino

G
10-11-04 Laser utilizzato come generatore

G Xe
05-14-01 Tubo a catodo freddo a gas

02-07-02 Materiale solido


Cr3+ Al2 O3

Xe Formula chimica

Cr3+ Al2 O3 Formula chimica

Fig. 46 Esempio della più semplice forma di un segno grafico: trasformatore trifase con quat-
tro prese
3

4
3

Fig. 47 Esempio di un segno grafico completo (con segno grafico distintivo per la connessione
degli avvolgimenti e il simbolo dei collegamenti): stesso trasformatore della Fig. 46

Yy0

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Fig. 48 Esempio di un segno grafico dettagliato: stesso trasformatore della Fig. 46

1U1 1V1 1W1


1U3 1V3 1W3
1U4 1V4 1W4
1U5 1V5 1W5
1U6 1V6 1W6

2W
2U

2V
Fig. 49 Esempio per l’uso di dimensioni diverse del segno grafico: generatore principale trifa-
se ed eccitatrice

G
G

Fig. 50 Esempio per l’uso di dimensioni diverse del segno grafico; porta AND con uscita nega-
ta, senza e con informazioni aggiuntive

& &

[ABC123]

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Fig. 51 Illustrazione delle regole per l’adattamento dei segni grafici a direzioni di segnale dif-
ferenti

Linee di connessione orizzontali Linee di connessione verticali


Direzione del segnale Direzione del segnale Direzione del segnale Direzione del segnale
da sinistra a destra da destra a sinistra dal basso in alto dallÕalto in basso

* *
L1 L1

L4
L5

L1
L2
L3
L4 L4
L2 L2
L5 L5 * *

L1
L2
L3

L4
L3

L5
L3

* = Simbolo distintivo generale, posizionato preferibilmente in alto conformemente alla Pubblicazione IEC 617-12
L1, L2, L3 = Designazione delle entrate
L4, L5 = Designazione delle uscite

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Fig. 52 Esempi di diversi orientamenti dei segni grafici a blocchi e segni grafici per elementi
logici binari
* Il segno grafico è allo studio nella revisione della Pubblicazione IEC 617
(CEI 3-14 … 3-26).
(La figura continua nelle pagg. seguenti)

Linee di connessione orizzontali Linee di connessione verticali


Direzione del segnale Direzione del segnale Direzione del segnale Direzione del segnale

da sinistra a destra da destra a sinistra dal basso in alto dallÕalto in basso

t1 t2 t1 t2

t2

t2
2

t1

t1
f(x) f(x) f(x)

f(x)
3
3

6
3
6 6
5

4 5 5 3
5
6

* *

6
ECL/TTL
ECL/TTL

ECL/TTL ECL/TTL
7

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Fig. 52 Esempi di diversi orientamenti dei segni grafici a blocchi e segni grafici per elementi
logici binari
* Il segno grafico è allo studio nella revisione della Pubblicazione IEC 617
(CEI 3-14 … 3-26).
(Seguito (1) della figura, seguito (2) nella pagina seguente)

Linee di connessione orizzontali Linee di connessione verticali


Direzione del segnale Direzione del segnale Direzione del segnale Direzione del segnale

da sinistra a destra da destra a sinistra dal basso in alto dallÕalto in basso

* *

+
_
8 + _ _ +
_ _

+
_

_
* *

+
_
+ _ _ +
9 _ _

+
_

_
* *
_

+
_
+ _ _ +
10 _ _
+
_

1 1
1

11

1 1
12
1
1

BCD/DEC BCD/DEC
0 0
13
BCD/DEC

1
2
BCD/DEC

4
0
1
2
3

1 1
5

2 2
3 3
4
0
1
2
3
5
1
2

1 4 4 1
2 5 5 2

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Fig. 52 Esempi di diversi orientamenti dei segni grafici a blocchi e segni grafici per elementi
logici binari

Linee di connessione orizzontali Linee di connessione verticali


Direzione del segnale Direzione del segnale Direzione del segnale Direzione del segnale

da sinistra a destra da destra a sinistra dal basso in alto dallÕalto in basso

14 SRG 4 SRG 4
M1 M1
C2/1 C2/1
N3 N3

1,2D
1,2D
M1

N3

1,2K
R
1,2J
R R

SRG 4
SRG 4

C2/1
1,2J 1,2J

1,2D

C2/1
1,2D
1,2K
1,2J
3 3

M1
1,2K 1,2K

N3
R
1,2D 1,2D
1,2D 3 3 1,2D

15

SRG 8 SRG 8

& 1D
SRG 8

SRG 8
&
1D

C1/
& 1D &

C1/
1D
> C1/ C1/

16 X/Y X/Y
1 1 G1 G1 1 1
G2 G2 2
2 2 G3
3 G3 3 2

1
G1 1 1
G2 2 2

2
X/Y

MUX
1
G1
G2
G3

=1
MUX 1 1 MUX

G3 3
3

1 1
3 3

X/Y
MUX

2 2

3
1
1 1
2 2
3

=1

=1 =1
1
2

17
[HYSTCONT] [HYSTCONT]

& &
[RT]
AH
[HYSTCONT]

[HYSTCONT]

&
&

[RT]
[RT]
[RT]
AH

AH
AH

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Fig. 53 Esempio dove i segni grafici dei morsetti e le designazioni dei morsetti sono necessa-
ri per indicare la differenza tra:
a) un trasformatore di corrente a due avvolgimenti secondari (segno grafico 06-13-03
della Pubblicazione IEC 617, CEI 3-18
b) due trasformatori di corrente, ognuno con un avvolgimento secondario

P1

P1
1S1 S1
1S2 S2

P1P2
2S1
2S2 S1
P2

S2

P2
a)
b)

Fig. 54 Esempio di segni grafici dove sono permesse diverse posizioni delle connessioni

06-09-02 TRASFORMATORE 09-09-07 ALTOPARLANTE

Fig. 55 Esempio di segni grafici dove lo spostamento delle connessioni cambia il significato

04-01-01 RESISTORE 07-15-01 BOBINA DEL RELé

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Fig. 56 Esempio di linee di connessione orientate orizzontalmente

SCHEMA DEL CIRCUITO


ÐQ1 ÐK1
ÐS1 ÐK3

ÐK2
ÐK1

ÐK4

SCHEMA DI INTERCONNESSIONE
+A +B

ÐX1 ÐX1
1 3
1 1
2 4
2 ÐW161 2
3 1
3 3
4 2
4 4

Fig. 57 Esempio di linee di connessione orientate verticalmente

ÐS1

+A +B

ÐK3

ÐX1
2
3
4

ÐX1
1
2
3
4
1

ÐQ1 ÐK1
ÐK4
1
2
3
4
1
2
3
4

Ð W161
ÐK1 ÐK2
SCHEMA DI INTERCONNESSIONE

SCHEMA DEL CIRCUITO

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Fig. 58 Esempio per linee di connessione oblique

Starter del motore

W2
U2
V2
ÐR1 ÐR3

W
U
V
ÐR2 ÐR4
M
3

Fig. 59 Esempio di giunzione doppia in uno schema che normalmente utilizza giunzioni a T

Uso eccezionale di una


giunzione doppia (il punto
• obbligatorio)

Giunzione senza punto


(il punto • facoltativo)

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Fig. 60 Esempio di impiego di linee più grosse per evidenziare i circuiti di potenza

Wh

Fig. 61 Esempio di impiego di linee più grosse per evidenziare il percorso principale del se-
gnale

G G

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Fig. 62 Esempio di identificazione delle linee di connessione

DEF
ABC

DEF
ABC
ABC
DEF DEF
GHI

ABC
GHI
Fig. 63 Esempio di uso di riferimenti di segnale e posizionamento per linee di connessione
interrotte: seguito sullo stesso foglio

1 2 3 4 5

A
X Y
B1

B
X
A5 Y

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Fig. 64 Esempio di uso di riferimenti di segnale e posizionamento per linee di connessione
interrotte: seguito su un altro foglio dello stesso fascicolo di schemi

1 2 3 4 5 6

A A
16/A5

B
B
GRES (H)
16/B5
1 2 3 4 5 6

A GRES (H) A
33/A1
C
GRES (H)
33/B4
37/B6

B B =A1
D
Sh. 33
3 4 5 6

C C

=A1
D D
Sh. 16
1 2 3 4 5 6

Fig. 65 Esempio di uso di riferimenti di segnale e posizionamento per linee di connessione


interrotte: seguito su un altro fascicolo di schemi

1 2 3 4 5 6

A A

EF
=A1/5/B5

B
1 2 3 4 5 6

A A
C

& EF =P1/2/B3
B
JK
B =P1
=P2/2/A4 D
Sh. 2
3 4 5 6
C
C

D =A1
D
Sh. 5
1 2 3 4 5 6

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Fig. 66 Esempio di gruppi di linee

Fig. 67 Esempio di conduttori raccolti in gruppo, metodo a)

Fig. 68 Esempio di conduttori raccolti in gruppo, metodo a), utilizzando un punto per indicare
la prima linea di connessione

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Fig. 69 Esempio di conduttori raccolti in gruppo con indicazione delle linee individuali: meto-
di a) e b)

A C
a)
B D
C E
D A
E B

b) A C
B D
C E
D A
E B

Fig. 70 Esempio di conduttori raccolti in gruppo, metodo b), con linee identificate da designa-
zioni di segnale

D
A

C
Equivalente a
C

D
A

C
D

Fig. 71 Esempio di conduttori raccolti in gruppo, metodo b), con linee identificate dalle desi-
gnazioni di segnale e dalle designazioni degli apparecchi collegati

ÐD1
11 ABC
12 DEF
13 GHI Equivalente a
14 JKL

ÐD2 ÐD3
GHI 1 GHI 1
JKL 2 JKL 2
ABC 3 ABC 3
DEF 4 DEF 4

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Fig. 72 Esempio di uso di rappresentazione unifilare con indicato il numero di linee di con-
nessione

5 3 4

Equivalente a

5 3

Equivalente a

Fig. 73 Esempio di rappresentazione unifilare: canale di informazione

8
Canale dÕinformazione per trasferimento
unidirezionale, comprendente 8 conduttori

Canale dÕinformazione per trasferimento


bidirezionale, a multiplexing di frequenza,
comprendente un cavo coassiale

8 8 Canale dÕinformazione per trasferimento


bidirezionale, comprendente 8 conduttori
4

Derivazione per trasferimento bidirezionale,


comprendente 4 conduttori

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Fig. 74 Esempio di impiego di un contorno poligonale: indicazione dell’unità funzionale –A1

ÐA1
ÐK2 ÐK1
ÐS1 ÐS2

ÐK1

ÐH1
ÐK1

ÐS3 ÐK1 ÐK2

ÐK2

ÐK2 ÐH2

Fig. 75 Esempio di impiego di due contorni poligonali (complessivo ed in finestra): per indi-
care che –S1 e –S2 non fanno parte dell’unità –Q1

ÐQ1

Esterno a Ð Q1
ÐX1 ÐX1 ÐX1 ÐQ1 ÐQ1
11 ÐF2 ÐS1 12
21 ÐS2 22

23

13 14
15 16
17 18

1 ÐF1 ÐK1 2
3 4
5 6

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Fig. 76 Esempio di rappresentazione semplificata delle connessioni a un componente; porta
AND con uscita negata:
a) senza designazione dei morsetti,
b) con designazione dei morsetti,
c) con designazione dei morsetti nell’ordine consecutivo della successione

&

4 & Equivalente a

a)

1
&
2
4 1,2,4,5 & Equivalente a 3
3 4
5
b)

1
&
2
4 1...4 & 5
5 Equivalente a 3
4
c)

Fig. 77 Esempio di uso dei metodi descritti nelle Figg. 76b e 76c

5...8 4 1,2,4,5
5 1
6 2
Equivalente a 7 4
1 8 5
2
5...8 4
4
5

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Fig. 78 Esempio che mostra le regole per il posizionamento dei segni grafici dei morsetti:
a) parte dell’elemento maschio del connettore che è parte integrante dell’unità –A1,
la parte femmina del connettore essendo parte integrante del cavo –W1;
b) le due parti del connettore essendo parte integrante dell’unità –A1

ÐA1 ÐA1
ÐX1 ÐW1X1 ÐX1
ÐK1 1 1 ÐK1 1
2 2 2
3 3 3
4 4 4

a) b)

Fig. 79 Esempio di connessione ad un telaio (chassis)

ÐA1
ÐX1
ÐK1 1
2
3
4
PE

Fig. 80 Esempio di una connessione ad un involucro conduttore

ÐA1
ÐX1
1
2
3
4

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Fig. 81 Esempio di una connessione di uno schermo ad un involucro

ÐA1
ÐX1
1
2
3
4

Fig. 82 Esempio di due condensatori passanti collegati ad un involucro conduttore

ÐA1

ÐC1

ÐC2

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Fig. 83 Esempi di rappresentazione semplificata di componenti e connessioni

Rappresentazione
N¡ Equivalente a Descrizione
semplificata
1 Interruttore tripolare con comando manuale
3

L1

L2

L3
3

2 Tre interruttori unipolari ciascuno con comando


L1

L2

L3
manuale
3
3

3 Tre trasformatori di corrente; 4 connessioni


L1

L2

L3

secondarie
3

4
3

4 Due trasformatori di corrente, uno sul condut-


3

L1

L2

L3

tore L1 e uno sul conduttore L3; 3 connessioni


secondarie
3
L1, L3
2

5 2 Due porte AND identiche, (con uscite negate),


&
ognuna con 3 entrate
2 2
&
2

o 2
6 2
&

o 2

6 & 2
[2x]

6 Sei oscillatori di tipo D identici con comando


C1 comune
C1
1D
[6x]
6 6
1D

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Fig. 84 Esempio di rappresentazione semplificata ripetuta: multiplexer quadruplo con blocco
di comando comune

ÐD1
10 M1
ÐD1
11
C2 9
3 1,2D 13
1,2D 15 5
2 1,2D
1,2D
ÐD1
4
1,2D 14 ÐD1
1 1,2D
7
1,2D 12
6
1,2D

Fig. 85 Esempio di rappresentazione semplificata ripetuta: multiplexer rappresentato da un


segno grafico senza blocco di comando comune

ÐD1
ÐD1 10 M1
10 M1 11
11 C2
C2 9 1,2D 13
3 1,2D 5 1,2D
15
2 1,2D
ÐD1
10 M1
11 C2
4 1,2D ÐD1
14
1 1,2D 10 M1
11 C2
7 1,2D 12
6 1,2D

Fig. 86 Esempio di rappresentazione semplificata delle Figg. 78b e 79

ÐA1 ÐA1
ÐX1 ÐX1
ÐK1 1 ÐK1 1
2 2
3 3
4 4
PE

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Fig. 87 Esempio che mostra le regole relative al posizionamento e all’orientamento delle
identificazioni di ogni materiale e di ogni morsetto

=W1ÐA1K1+SA1D1 ÐA1D1+KA2U1
11

33
14

23
13
13 14
=W1 12 15
23 24 ÐA1K1
13

34
24
14
33 34 +SA1D1

a) b) c)

Fig. 88 Esempio che mostra le regole per il posizionamento dei dati tecnici dei componenti
3

ÐR1
ÐT1 6,3 kW
ÐR1
60 kV 6,3 kW
6300 kVA
Yd5
15 kV
3

Fig. 89 Esempi che mostrano forme d’onda di segnale

Impulso positivo

Impulso negativo

Serie dÕimpulsi

Impulso semplice con tempi


di salita e caduta indicati

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Fig. 90 Esempio che mostra una forma d’onda di segnale ad una determinata distanza

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Fig. 91 Esempio che mostra la possibilità di indicare forme d’onda e che fornisce il testo
esplicativo in uno schema dei circuiti: generatore monostabile temporizzato

1
1 ÐD1 3 0
&
2 +5V
+5V

1
1

1
ÐR1 ÐR2 ÐR3 ÐD3 ÐR4
1
& 3

C 2

2
2

2
2
V1
1 ÐD2 ÐC1
1 2
3 B
2 &

E
LINEA 313

5V
ÐD1:1 0

Questi bordi negativi indicano lo sganciamento del monostabile

5V
ÐD1:3 0

Questa forma dÕonda invertita costituisce quella sottostante

ÐD2:3 5V
0

Questa transizione applicata a ÐC1, ÐR1, ÐR2


produce questa forma dÕonda di temporizzazione
alla base ÐV1

ÐV1 ruota a questo punto


e blocca a questo
punto

0
ÐV1:B 5V

Periodo instabile Periodo stabile


5V
ÐV1:C 0

Questa forma dÕonda, invertita, costituisce


quella sottostante (di uscita)
stato 0 ultimo per
periodo instabile

ÐD3:3

Questa forma dÕonda, combinata


con quella ÐD1:1 costituisce a) fino a che ÐD1:1 passa per periodo instabile
quella sottostante (di uscita) allo stato 1 prima della fine quando ÐD1:1 • allo stato 1
del periodo instabile alla fine del periodo instabile

5V
ÐD1:3 0

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Fig. 92 Esempio di informazioni aggiuntive relative ad un segno grafico distintivo generale:
[T1] è un riferimento ad una tabella esplicativa

X/Y
[T1]
10 1
11 2
12 3
13 4
14 5
6
15 7
EN
9

Tab. 1 Esempi di applicazione delle regole per riferimenti di posizionamento

Riferimento di posizionamento Etichette di riferimento al posizionamento


Riga B nello stesso foglio B
Colonna 3 nello stesso foglio 3
Zona B3 nello stesso foglio B3
Zona B3 nel foglio 34 34/B3
Zona B3 di uno schema a foglio singolo N° 4568 SCHEMA 4568/B3
Zona B3 nel foglio 34 dello schema N° 5796 SCHEMA 5796/34/B3
Zona B3 di uno schema a foglio singolo che =S1/B3
indica il sistema =S1
Zona B3 del foglio 34 di uno schema a più fogli =S1/34/B3
che indica il sistema =S1

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APPENDICE
A informativa ESTRATTO DALLE NORME ISO RELATIVE ALLE REGOLE GENERALI
DI DISEGNO
Nota La traduzione integrale delle Norme ISO relative alle regole generali di disegno è stata già effet-
tuata dall’UNI – Pertanto si rimanda alle Norme UNI, al disegno tecnico di seguito menzionate.

A.1 Norma ISO 128, Disegno tecnico - Principi generali di presentazione

A.1.1 Viste
(Vedere UNI DT - 3970 – Proiezioni ortogonali – Viste).

A.1.2 Tipi di linee


(Vedere UNI DT- 3968 – Tipi, grossezza ed applicazioni delle linee).

A.1.3 Larghezza delle linee


(Vedere A1.2).

A.1.4 Spaziatura delle linee


(Vedere A1.2).

A.1.5 Estremità delle linee di riferimento


(Vedere A1.2).

A.2 Norma ISO 129, Disegni tecnici - Dimensioni

A.2.1 Estremità delle linee di misura e indicazione delle quote


(Vedere UNI DT - 3973: Quotatura – Linee di misura e di riferimento e criteri di
indicazione delle quote).

A.3 Norma ISO 3098/1, Disegni tecnici - Lettere

A.3.1 Dimensioni
(Vedere UNI DT-7559, Parte 1ª: Scritture sui disegni e documenti relativi – Carat-
teri di uso corrente).

A.4 Norma ISO 3461-2, Principi generali per la elaborazione di segni grafici -
Parte 2: Segni grafici utilizzati nella documentazione tecnica di prodotto
(Vedere DT UNI-ISO 3461, Parte 2a di pari titolo).

A.5 Norma ISO 5455, Disegni tecnici - Scale


(Vedere UNI DT 3967 – Scale).

A.6 Norma ISO 5457, Disegni tecnici -


Dimensioni e presentazione dei fogli da disegno

A.6.1 Dimensioni
(Vedere UNI DT 936 – Formati e disposizioni degli elementi grafici dei fogli da
disegno).

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A.6.2 Posizione e dimensione del riquadro delle iscrizioni
(Vedere UNI DT 8187 – Riquadro delle iscrizioni).

A.6.3 Sistema di coordinate


(Vedere A6.1).

A.7 Norma ISO 6428, Disegni tecnici - Prescrizioni per la microfilmatura

A.7.1 Larghezza delle linee


(Vedere DT UNI-ISO 6428 – Requisiti per la microfilmatura.

A.7.2 Scrittura
(Vedere A7.1).

A.8 Norma ISO 7200, Disegni tecnici - Riquadro delle iscrizioni


(Vedere UNI DT 8187 – Riquadro delle iscrizioni).

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ALLEGATO
ZA normativo Altre Pubblicazioni Internazionali
menzionate nella presente Norma con riferimento
alle corrispondenti Pubblicazioni Europee
La presente Norma include, tramite riferimenti datati e non datati, disposizioni
provenienti da altre Pubblicazioni. Questi riferimenti normativi sono citati, dove
appropriato, nel testo e qui di seguito sono elencate le relative Pubblicazioni. In
caso di riferimenti datati, le loro successive modifiche o revisioni si applicano alla
presente Norma solo quando incluse in essa da una modifica o revisione. In caso
di riferimenti non datati, si applica l’ultima edizione della Pubblicazione indicata.
Nota Quando la Pubblicazione Internazionale è stata modificata da modifiche comuni CENELEC,
indicate con (mod), si applica la corrispondente EN/HD.

Pubbl. IEC Data Titolo EN/HD Data Norma CEI


(*)
27-1 1971 Unità di misura e simboli letterali in elet- HD 245.1 S3 1979 24-1
trotecnica
76-4 1976 Trasformatori di potenza HD 398.4 S1 1980 14-4
(*)
417 1973 Segni grafici da utilizzare sulle apparec- HD 243 S10 1993 3-27
chiature
IEC 445 1988 Identificazione di morsetti e terminazioni EN 60445 1990 16-2
di determinati conduttori, comprese rego-
le generali per un sistema alfanumerico
Identification of equipment terminals and of ter-
minations of certain designated conductors, in-
cluding general rules for an alphanumeric system
617-1 1985 Segni grafici per schemi - Parte 1: Generalità — — 3-25
617-2 1983 Segni grafici per schemi - Parte 2: Elemen- — — 3-14
ti dei segni grafici, segni grafici distintivi e
segni di uso generale
617-3 1983 Segni grafici per schemi - Parte 3: Condut- — — 3-15
tori e dispositivi di connessione
617-4 1983 Segni grafici per schemi - Parte 4: Compo- — — 3-16
nenti passivi
617-5 1983 Segni grafici per schemi - Parte 5: Semi- — — 3-17
conduttori e tubi elettronici
617-6 1983 Segni grafici per schemi - Parte 6: Produ- — — 3-18
zione, trasformazione e conversione
dell’energia elettrica
617-7 1983 Segni grafici per schemi - Parte 7: Appa- — — 3-19
recchiature e dispositivi di comando e
protezione
617-8 1983 Segni grafici per schemi - Parte 8: Stru- — — 3-20
menti di misura, lampade e dispositivi di
segnalazione
617-9 1983 Segni grafici per schemi - Parte 9: Teleco- — — 3-21
municazioni - commutazione e apparec-
chiature periferiche
617-10 1983 Segni grafici per schemi - Parte 10: Teleco- — — 3-22
municazioni - Trasmissione
617-11 1983 Segni grafici per schemi - Parte 11: Schemi — — 3-23
e piani d’installazione e topografici
617-12 1991 Segni grafici per schemi - Parte 12: Ele- — — 3-26
menti logici binari
(*) Il Documento di Armonizzazione HD 245.1 S3 comprende le Modifiche A1 (1974) e A2 (1977) alla Pubblicazione IEC 27-1.
HD 243 S10 comprende i Supplementi da A (1974) a K (1991) alla Pubblicazione IEC 417.

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Pubbl. IEC Data Titolo EN/HD Data Norma CEI
617-13 1978 Segni grafici per schemi - Parte 13: Ele- — — 3-24
(**)
menti analogici
848 1988 Preparazione dei diagrammi funzionali — — 3-35
per sistemi di comando e controllo
1082-2 — Preparation of document used in electro- — — —
technology - Part 2: Function-oriented dia-
grams (in preparazione)
IEC 1175 1993 Definizioni di segnali e connessioni EN 61175 1993 3-37
Designations for signal and connections
(1) Information technology - Coded graphic set
IEC/DIS — — —
3B(CO) 55 for use in the preparation of documents
used in electrotechnology and for informa-
tion interchange
IEC 1346-1(2) 1996 Sistemi industriali, installazioni e apparec- EN 61346-1 1996 3-43
chi e prodotti industriali - Principi di strut-
turazione e designazioni di riferimento -
Parte 1: Regole di base
Industrial systems, installations and equipment
and industrial products Structuring principles and
reference designations - Part 1: Basic rules
IEC 1355 199X Classification and designation of documents — — —
for plants, systems and equipment (actually
3B/181/FDIS)
(**) La Pubblicazione IEC 617-13 (1978) è stata sostituita dalla Pubblicazione IEC 617-13 (1993) che è stata armonizzata come
Norma Europea EN 60617-13 (1993).
(1) Al momento attuale allo stadio di bozza di Norma Internazionale.
(2) Supera la Pubblicazione IEC 750:1993.

Norme ISO: Titolo


31-1 (1978) Quantities and units of space and time
31-2 (1978) Quantities and units of periodic and related phenomena
31-3 (1978) Quantities and units of mechanics
31-4 (1978) Quantities and units of heat
31-5 (1979) Quantities and units of electricity and magnetism
31-6 (1980) Quantities and units of light and related electromagnetic radiations
31-7 (1978) Quantities and units of acoustics
31-8 (1980) Quantities and units of physical chemistry and molecular physics
31-9 (1980) Quantities and units of atomic and nuclear physics
31-10 (1980) Quantities and units of nuclear reactions and ionizing radiations
31-11 (1978) Mathematical signs and symbols for use in the physical sciences and technology
31-12 (1981) Dimensionless parameters
31-13 (1981) Quantities and units of solid state physics
128 (1982) General principles of presentation
129 (1985) Technical drawings - Dimensioning - General principles, definitions, methods of ex-
ecution and special indications
216 (1975) Writing paper and certain classes of printed matter. Trimmed sizes - A and B series
1219 (1976) Fluid power systems and components - Graphic symbols
2594 (1972) Building drawings - Projection methods
3098-1 (1974) Technical drawings - Lettering - Part 1: Currently used characters
3098-2 (1984) Technical drawings - Lettering - Part 2: Greek characters
3098-3 (1987) Technical drawings - Lettering - Part 3: Diacritical and particular marks for the Latin
alphabet

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Pagina 96 di 98
Norme ISO: Titolo
3098-4 (1984) Technical drawings - Lettering - Part 4: Cyrillic characters
3461-2 (1987) Graphical symbols - Part 2: General principles for creation of graphical symbols for
use in technical product documentation
5455 (1979) Technical drawings - Scales
5457 (1980) Technical drawings - Sizes and layout of drawing sheets
6428 (1982) Technical drawings - Requirements for microcopying
7200 (1984) Technical drawings - Title block

Fine Documento

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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano - Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
Responsabile: Ing. E. Camagni

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