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I6 I quadri dell'argomentazione I7

Parte prima

Quando occorre dimostrare una proposizione, è sufficiente indicare Ma ciò non è sufficiente, come meglio di chiunque altro dimostra
in base a quali procedimenti essa possa essere ottenuta come ultima l'flutore di Alice nel paese delle meraviglie. In effetti gli abitanti di quel
espressione di un seguito di deduzioni, i cui primi elementi sono for- l'"cse comprendono press'a poco il linguaggio di Alice, ma il problema
niti da chi ha costruito il sistema assiomatico all'interno del quale la l'cr lei è quello di entrare in contatto, di intavolare una discussione,
dimostrazione viene effettuata. Da dove provengano questi elementi, l'crché nel mondo delle meraviglie non esiste ragione alcuna per cui
se siano verità impersonali, pensieri divini, risultati dell'esperienza o le discussioni abbiano inizio. Non si sa perché mai qualcuno dovrebbe
postulati dell'autore, è questione che illogico formalista considera rivolgersi a qualcun altro. A volte Alice prende l'iniziativa e si serve
come estranea alla sua disciplina. Quando invece si tratta di argomen- scnz'altro del vocativo: «o Topo» '. Alice considera un successo quello
tare, di influire cioè per mezzo del discorso sull'intensità dell'adesione di aver potuto scambiare con la Duchessa poche parole indifferenti;
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di un uditorio a determinate tesi, non è piti possibile trascurare com- invece, allorché entra in argomento con il Bruco, si arriva subito a un
pletamente, considerandole irrilevanti, le condizioni psichi che e sociali l'unto morto: «Penso che prima dovrebbe essere lei a dirmi chi è.
in mancanza delle quali l'argomentazione rimarrebbe senza oggetto o - Perché? - disse il Bruco» s. Nel nostro mondo gerarchicamente or-
senza risultato. Ogni argomentazione mira infatti al!'adesione delle dinato esistono normalmente delle regole che stabiliscono, in base a
menti e presuppone perciò l'esistenza di un contatto intellettuale. un preliminare accordo che deriva dalle regole stesse della vita sociale,
Perché esista argomentazione, occorre che a un dato momento si come la conversazione possa venire intavolata. Tra Alice e gli abitanti
realizzi un' effettiva comunanza spirituale. Occorre essere d'accordo del paese delle meraviglie non esistono né gerarchie né leggi di prece-
previamente e in via di principio sulla formazione di questa comunità denza, né funzioni in base alle quali il dovere di rispondere spetti a
intellettuale, e in seguito sul fatto di discutere insieme una questione uno piuttosto che a un altro. Spesso persino le conversazioni già inta-
determinata: ciò non avviene affatto spontaneamente. volate vengono troncate all'improvviso, come ad esempio la conversa-
Persino sul piano della deliberazione interiore esistono condizioni zione con il Lori, che voleva far valere la sua età:
preliminari all' argomentazione: occorre soprattutto considerarsi quasi Alice non volle ammetterlo senza almeno prima conoscere quanti anni avesse
il Lori. La bestia si rifiutò di confessarlo e la conversazione fu troncata '.
sdoppiati in almeno due interlocutori che prendano parte alla delibe-
razione. Nulla ci autorizza a considerare necessario tale sdoppiamento, Unica condizione preliminare qui realizzata è il desiderio di Alice
che pare costituito sul modello della deliberazione con altri da noi. È di entrare in conversazione con gli esseri di questo nuovo universo.
dunque prevedibile che troveremo, trasportati sul piano della delibe- Il mondo degli interlocutori ai quali ci si vorrebbe rivolgere è molto
razione interiore, la maggior parte dei problemi relativi alle condizioni variabile e ben lungi dal comprendere, per ognuno, tutti gli esseri uma-
preliminari della discussione con altri. Lo attestano parecchie espres- ni. Anzi, l'universo al quale il fanciullo vuole rivolgersi, proprio nella
sioni; e basterà ricordare formule come: «Non dare ascolto al tuo cat- misura in cui gli è precluso il mondo degli adulti, si allarga per l'ag-
tivo genio », «Non rimettere in discussione tale problema », relative giunta degli animali e di tutti gli oggetti inanimati che egli considera
a condizioni preliminari riguardanti la prima le persone, l'altra l'og- come i suoi naturali interlocutori s.
getto dell' argomentazione. Esistono esseri con cui ogni contatto può apparire superfluo o poco
desiderabile; esistono esseri ai quali non ci si cura di rivolgere la pa-
rola, e ne esistono pure altri con i quali non si vuole discutere ma ai
§ 2.
quali ci si accontenta di rivolgere ordini.
I! contatto delle menti. Per argomentare occorre attribuire un valore all'adesione del pro-
l L. CARROLL. Alice's Advenlures in Wonderland, p. 4' (!tad. Giglio, p. 22).
La formazione di una effettiva comunità delle menti esige un insie- 2 Ibid., p. 82.
me di condizioni. S Ibid., p. 65 (trad. Giglio, p. 50).
4 Ibid., p. 44 (!tad. Giglio, p. 27).
Il minimo indispensabile· all'argomentazione sembra sia l'esistenza 5 E. CASSIOER, Le langage ella cons/rZic/ion du monde des obie/s, in «Journal de Psycholo·
di un linguaggio comune, di una tecnica che permetta la comunicazione. gie », XXX, 1933, p. 39·
I8 Parte prima I quadri dell' argomentazione I9

prio interlocutore, al suo consenso, al suo concorso mentale. È dunque Non basta parlare o scrivere, occorre pure essere ascoltati e letti.
a volte un segno apprezzabile di distinzione quello di essere una per- Non è senza importanza poter disporre di qualche ascoltatore, avere
sona con cui si discute. Il razionalismo e l'umanesimo degli ultimi se- un largo uditorio, essere ammessi a prendere la parola in determinate
coli fanno apparire strano che il fatto di essere qualcuno della cui opi- circostanze, in alcune assemblee, in certi ambienti. Non dobbiamo di-
nione ci si preoccupa costituisca una qualità, ma esistono società nelle menticare che ascoltare qualcuno significa mostrarsi disposti ad ammet-
quali non si rivolge parola a chicchessia, coSI come non ci si sarebbe tere eventualmente il suo punto di vista. Quando Churchill proibi ai
battuti in duello con una persona qualunque. Osserviamo inoltre che diplomatici inglesi persino di ascoltare le proposte di pace che gli emis-
il desiderio di convincere qualcuno implica sempre una certa modestia sari tedeschi avrebbero potuto trasmettere loro, o quando un partito
da parte di chi argomenta, ciò che egli dice non costituisce « parola di politico informa di essere disposto ad ascoltare le proposte che un even-
vangelo », egli non dispone di un'autorità sufficiente a renderlo indi- tuale presidente del consiglio potrebbe presentargli, il loro atteggia-
scusso e senz'altro convincente. Egli ammette di dover persuadere, di mento è significativo, in quanto impedisce di stabiiire o riconosce
dover pensare agli argomenti che possono influire sul suo interlocutore, l'esistenza delle condizioni preliminari ad una eventuale argomenta-
di doversi preoccupare di lui, di doversi interessare del suo stato d'a- zione. - •
nimo. La partecipazione a uno stesso ambiente, la possibilità di frequen-
Chi, si tratti di fanciullo o di adulto, vuole valere qualcosa per gli tarsi, di intrattenere relazioni sociali, sono tutte condizioni che facili-
altri, pretende che non gli si rivolgano ordini, ma che si ragioni con tano il formarsi delle condizioni preliminari al contatto delle menti.
lui, che ci si preoccupi delle sue reazioni, che lo si consideri come il Anche le discussioni frivole e senza interesse apparente non sono sem-
membro di una società piti o meno egualitaria. Chi non si cura di sif- pre prive di importanza, in quanto contribuiscono al buon funziona-
fatto contatto con gli altri sarà giudicato altero, poco simpatico, al mento di un indispensabile meccanismo sociale.
contrario di chi, qualunque sia l'importanza della sua funzione, sotto-
linea nei suoi discorsi col prossimo l'importanza che attribuisce al suo
apprezzamento. h·
Ma, lo si è detto piti volte, non è sempre lodevole il desiderio di L'oratore e il suo uditorio.
persuadere qualcuno: le condizioni in cui avviene il contatto delle
menti, possono apparire poco onorevoli. È noto il famoso aneddoto Gli autori di comunicazioni o di memorie scientifiche ritengono
su Aristippo, al quale veniva rimproverato di essersi abbassato dinanzi spesso che sia sufficiente riferire determinati esperimenti, far menzione
al tiranno Dionisio al punto di mettersi ai suoi piedi per essere ascol- di alcuni fatti, enunciare un certo numero di verità, per suscitare im-
tato. Aristippo si sarebbe difeso dicendo che la colpa non era sua, ma mflI1cabilmente l'interesse degli eventuali ascoltatori o lettori. Questo
di Dionisio, che aveva le orecchie nei piedi. Sarebbe dunque indiffe- atteggiamento deriva dall'illusione, molto diffusa in alcuni ambienti
rente dove le orecchie si trovano '. razionalisti e scientistici, che i fatti parlino di per sé e segnino una in-
Secondo Aristotele la discussione con certe persone comporta il pe- delebile impronta su ogni spirito umano, costringendolo all'adesione,
ricolo di abbassare il tono della propria argomentazione: quali che siano le sue disposizioni. K. F. Bruner, segretario di reda-
Non si dovrà però discurere con chiunque, né bisognerà esercitarsi con il pri-
zione di una rivista psicologica, confronta tali autori, poco preoccu-
mo venuto. In realtà, quando si discute con certe persone, le argomenrazioni di- pati del 101'0 uditorio, a un visitatore scortese:
venrano necessariamente scadenti. Quando infatti ci si trova di fronre ad un in- Si abbandonano su una poltrona, fissando cupamente le scarpe e annunciano
terlocutore, che cerca con ogni mezzo di uscire apparenremenre indenne dalla bruscamente, non si sa bene se a se stessi o agli altri: «il tale e il talaltro hanno
discussione, lo sforzarsi con ogni mezzo di concludere la dimostrazione sarà certo dimostrato ... che la femmina del topo bianco risponde negativamente alla scossa
giusto, ma non risulterà comunque elegante '. elettrica ... » « Ebbene, signore? - rispondo - mi dica prima di tutto per quale
ragione ciò mi dovrebbe interessare e soltanto allora le presterò ascolto» '.
l F. BACON, 01 the Advancement o/ Leaming, p. 25. 1 K. F. BRUNER, 01 psychological writillg, io «Jaurna! of aboorma! aod socia! Psycho!ogy»,
, ARISTOTELE, Topici, l. VIII, cap. 14, 164 b (trad. Colli, p. 643)· val. XXXVII, '942, p. 62.

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