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4/5/2020 Ippocrate e la nascita della scienza medica - Studia Rapido

ppocrate nacque tra il 460 e il 450 a.C. nell’isola greca di Cos. Figlio del medico Eraclide,
viaggiò frequentemente: soggiornò infatti con molta probabilità ad Atene ed anche ad
Abdera, dove fu in rapporti con Democrito; concluse infine la sua esistenza a Larissa, in
Tessaglia, nel 380 a.C.

Nel mondo greco la medicina era un mestiere come un altro, non esistevano titoli
professionali riconosciuti dalla legge, chiunque poteva pretendere di fare il medico; le
conoscenze generali e le abilità tecniche venivano trasmesse tramite un
normale apprendistato compiuto presso un maestro. E Ippocrate trasmise le sue
conoscenze sia ai membri della propria famiglia sia ai discepoli che da ogni regione del
mondo greco venivano a Cos attratti dalla sua fama.

Sotto il nome di Ippocrate sono giunti circa sessanta trattati medici che costituiscono il
cosiddetto Corpus Hippocraticum. Solo una minima parte di essi furono scritti effettivamente
da Ippocrate, gli altri risalgono ai suoi allievi o a medici di altre scuole. Un relativo accordo
fra gli studiosi sussiste per due di essi: Sul morbo sacro e Sulle arie, le acque e i luoghi. Il
primo tratta in termini antisuperstiziosi e scientifici l’epilessia, tradizionalmente considerata
un morbo inviato dagli dèi e perciò detto «sacro»; nel secondo scritto la salute umana è
posta in rapporto con l’influsso esercitato dal clima.
Al pensiero di Ippocrate possono in buona parte essere ricondotti anche i due trattati
chirurgici Sulle fratture e Sulle articolazioni, nonché il Prognostico e le Epidemie. Da
ricordare, nel secondo capitolo del Prognostico, la descrizione dei segni che
preannunziano la morte, quella che ancora oggi nel linguaggio medico è detta facies
Hippocratica.

I testi ippocratici si distinguevano per una caratteristica comune: essi negavano che le
malattie fossero una punizione divina e non attribuivano nessun valore terapeutico alle
preghiere, agli incantesimi, alle guarigioni misteriose che si diceva avvenissero presso
alcuni santuari. Una nuova medicina razionale si opponeva alla vecchia medicina
religiosa e magica (Leggi sul sito di Studia Rapido Ashipu, Baru, Asu-medici in
Mesopotamia) e tutto veniva ricondotto alla natura e ai suoi fenomeni.

Un’altra caratteristica ricorrente nella medicina ippocratica era l’importanza attribuita


all’osservazione meticolosa dei malati e alla registrazione sistematica di tutti i dati
riguardanti il decorso della malattia. Questa attenzione per i particolari portò, per la prima
volta nella storia della medicina, alla compilazione di schede cliniche (gli esemplari
pervenuti sono alcune decine) di singoli malati. Alcune osservazioni dei medici seguaci di
Ippocrate sono rimaste alla base della scienza moderna e sono ritenute valide ancora oggi.

https://www.studiarapido.it/ippocrate-e-la-nascita-della-scienza-medica/ 1/2
4/5/2020 Ippocrate e la nascita della scienza medica - Studia Rapido

Gli ippocratici hanno lasciato una formulazione riguardo il fine della medicina rimasta
celebre: «Nelle malattie, il medico deve avere due cose in vista: essere utile o almeno non
nuocere». La seconda precisazione «non nuocere», esprime la consapevolezza della
difficoltà dell’arte medica, e raccomandava un atteggiamento prudente e rispettoso nei
confronti del malato. È il malato, sottolineano gli ippocratici, il vero protagonista, colui
che combatte la malattia; il medico è soltanto l’alleato del malato, colui che lo aiuta in
quella drammatica lotta.

Quasi certamente più antico di Ippocrate è il celebre Giuramento, alla base dell’etica
professionale medica.

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