Indice ....................................................................................................... 1
Introduzione............................................................................................. 3
Lo Sponsor......................................................................................... 17
Il Settore Edilizio.................................................................................... 34
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MIB – School of Management
Concetti Generali................................................................................ 34
La pratica............................................................................................ 35
Lo start-up .......................................................................................... 37
Il Planning in Edilizia........................................................................... 38
Conclusioni ............................................................................................ 43
Bibliografia ............................................................................................. 44
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MIB – School of Management
Introduzione
“Un buon piano oggi è meglio di un piano perfetto domani”
Pur in questa cornice, gli indubbi vantaggi offerti dalla disciplina del
Project Management sono senz’altro notevoli se non addirittura irrinunciabili. Si
rende pertanto necessario sviluppare una disciplina “semplificata”, che sia in
grado di adeguarsi rapidamente alle mutevoli condizioni al contorno dei progetti.
Le chiavi trovate per rendere più efficaci le teorie ormai datate sono, in
fondo, le stesse che sono state introdotte nelle altre discipline scientifiche
applicate ai fenomeni sociali: la semplificazione, l’avvicinamento alla persona
(ed alle sue potenzialità), l’introduzione di parametri di valutazione complessi e
non più strettamente deterministici (vedi ad es. la Balanced Scorecard) e,
soprattutto, la capacità di adattamento e la velocità di reazione.
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MIB – School of Management
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Il TPM (Traditional Project Management)
Progetto: “Un’attività temporanea, intrapresa per creare un prodotto od
un servizio unico”
CONCETTI GENERALI
E’ di essenziale importanza, nella visione del TPM, sottolineare ogni
singola parola della definizione chiave di progetto, poiché da essa discende in
maniera logica e coerente il corpus della disciplina codificata della materia.
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Per la disciplina del TPM e come base delle elaborazioni sarà considerata nell’intero testo la disciplina del PMI® e
come Best Practices il testo PMBOK© ed. 2000.
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MIB – School of Management
Compito del Project Manager sarà quello di gestire i vincoli che gli
derivano dalle domande di :
• Scopo
• Tempo
• Costo
• Rischio
• Qualità
Ovviamente i trade off tra le variabili in gioco saranno il risultato delle interazioni
fra tutti gli stakeholders sia tra loro che
con il Project Manager. Da qui l’enorme
importanza della comunicazione con tutti
gli attori coinvolti nel progetto.
1. Coinvolgimento dell’utente
4. Pianificazione adeguata
5. Aspettative realistiche
7. Staff competente
6. Mancanza di risorse
7. Aspettative irrealistiche
9. Scadenze irrealistiche
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• Parere di esperti
• Analogia
• Tempo di riserva
• Software dedicati
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• Utilizzo di esperti
• Software dedicati
per poi procedere alla stima dei costi con le seguenti possibilità e margini di
errore medi:
• Software dedicato
• Revisioni
• Campionamento Statistico
• Diagrammi di flusso
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• Distribuzione
• Rendicontazione risultati
• Chiusura Amministrativa
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CONCETTI GENERALI
Il Lean Project Management (definito da alcuni, con sfumature diverse,
extreme, adaptive, agile, radical management) utilizza le metodiche del TPM
sebbene molto semplificate e di conseguenza assai più veloci.
• Pianificazione
• Controllo
• Reporting
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MIB – School of Management
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MIB – School of Management
Nel TPM si è visto come il change management sia una fase ben definita di
ogni fase del progetto, che necessita di approvazione (formale), di controllo dei costi,
di consolidamento ed approvazione. E’ evidente che è sempre auspicabile una
disciplina (anche formale) precisa della gestione del cambiamento, che è l’attività più
delicata dell’intero processo, ma in special modo in progetti medio/piccoli ed in
particolare quando si opera in mercati turbolenti il cambiamento diventa parte
integrante del business case, e non più un’eccezione. A questo punto un tipico
business case includerà:
• Sintesi di progetto
• Obiettivi/scopo di progetto
• Costi di progetto
• Deadlines
• Piano di esecuzione
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Senza entrare nella descrizione delle singole voci, appare evidente che
solo in casi assai remoti è possibile soddisfare le aspettative in tutti i campi di
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LO SPONSOR
“No sponsor, no start”
In primo luogo nella disciplina del LPM vi è una formalizzazione assai minore
rispetto alle tradizionali metodologie, ed è di tutta evidenza come questo possa
causare problematiche di non trascurabile entità, quando qualcosa non
andasse come previsto o quando qualche stakeholder non ritenesse soddisfatta
qualche sua aspettativa. In secondo luogo è la stessa conformazione della
disciplina del LPM a prevedere in molte fasi-chiave del processo la
partecipazione attiva degli stakeholders. Ed è per questo che la figura del PM
assume un ruolo chiave nell’intero processo, ma non certo sufficiente alla sua
riuscita. E’ infatti necessario che l’intera organizzazione riconosca che il PM sta
agendo nell’interesse degli stakeholders, ma su delega/mandato forte dello
sponsor (in un ambito aziendale egli deve necessariamente essere al livello del
Top Management o, per i progetti più importanti, identificarsi con l’A.D.).
Un progetto gestito con le metodologie di LPM dove lo sponsor latiti o non sia
ben individuato è quasi sempre destinato ad un triste fallimento, ed il PM ed il
suo team ad una progressiva delegittimazione i cui risultati ultimi sono evidenti.
Lo sponsor, nella dinamica dello sviluppo del progetto, assume diversi ruoli tutti
di grande importanza:
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MIB – School of Management
E’ importante che le relazioni tra Sponsor e Project Leader siano curate con la
massima attenzione, in particolare è opportuno che siano organizzati dei meeting
periodici (anche brevi), e che si tenti il più possibile di utilizzare mezzi di
comunicazione di alto livello (meglio, in linea di principio, ridurre al minimo le e-mail e
puntare sul rapporto di persona).
Nelle prime fasi del progetto potrebbe essere inoltre utile per lo Sponsor
partecipare agli incontri in prima persona, per dare piena impressione
dell’importanza della missione. Sarà poi opportuno lasciare agli altri stakeholders la
partecipazione agli incontri successivi così da non inibire, con la sua presenza, i
potenziali di brainstorming del gruppo a causa di possibili fenomeni di timore
dell’autorità.
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GLI STAKEHOLDERS
Polonio – Signore, avranno il trattamento che meritano
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MIB – School of Management
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-J.C.Penney
Una delle altre definizioni che sono date al Lean Project Management è
quella di estremo. Personalmente riteniamo preferibile la prima, essa infatti
evidenzia come, per la totalità delle imprese e degli stessi modi di fare impresa,
l’approccio snello permette molti vantaggi in termini di velocità e
concorrenzialità e corre di pari passo con una corretta strategia organizzativa
aziendale. E’ comunque vero che la dizione estremo mette in risalto come tutti i
passaggi di questa metodologia di Project Management rendano ogni fase
assai delicata e di conseguenza ogni singolo ingranaggio che la compone di
assoluta importanza per il suo corretto funzionamento. Un concetto essenziale
di questa disciplina risiede nella assoluta preminenza delle persone (e da qui
anche la scelta metodologica di una loro trattazione/allocazione diversa dalle
altre risorse, come viene invece generalmente fatto nel TPM). In questo
contesto risulta essenziale rendere le performance dei collaboratori da ordinarie
a straordinarie in quanto esse sono il vero driver del successo di un progetto.
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MIB – School of Management
Senza voler entrare troppo nel dettaglio delle tre metodologie “storiche”
della gestione della sequenzialità delle attività di un progetto , si sottolinea solo
che la prima è una mappa sinottica delle attività da eseguire, che
originariamente erano scritte su singoli fogliettini (a volte anche centinaia),
rappresentanti le durate ottimistiche, pessimistiche ed usuali dei singoli eventi,
e permette essenzialmente una valutazione probabilistica della durata delle
attività. Il secondo, il CPM, calcola deterministicamente le durate stimate delle
attività per trovare quelle meno flessibili (il cosiddetto percorso critico), il ritardo
delle quali provocherebbe lo slittamento dell’intero progetto (a meno
dell’introduzione di adeguati correttivi).
I diagrammi di Gantt prendono il nome dal suo ideatore H.L. Gantt che li
introdusse nei primi anni del 1900. Questo strumento è adatto per visualizzare
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MIB – School of Management
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MIB – School of Management
Il metodo Critical Chain (CCM) discende in maniera diretta dalla Teoria dei
Vincoli (Theory of Constraints, TOC) del dr. Eliyahu Goldratt già citato in precedenza.
La TOC si focalizza nell’identificazione e nel rafforzamento dei cosiddetti colli di
bottiglia, così da permettere un maggiore flusso totale del sistema nel suo
complesso.
Essendo inoltre il focus puntato sul rispetto delle scadenze, anche qualora
un’attività termini in anticipo (ovvero prima della peggiore ipotesi), è assai
improbabile che la seguente sia già pronta ad iniziare.
1. Si utilizzano nelle stime solo durate medie delle attività, con esclusione
tassativa di slack.
2. Lo scheduling avviene a ritroso, utilizzando la logica ALAP (As Late As
Possible), come approfondito più avanti.
3. Si utilizzano dei buffer aggregati, posti alla fine dello schedule per
eventuali inconvenienti (al di fuori del controllo delle singole attività).
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MIB – School of Management
Non esistono delle tipologie universali per questo tipo di incontri, come
durata per i progetti più grandi e complessi si può arrivare ad un massimo di 5
• Sviluppo cronoprogrammi
• Livellamento risorse
• Analisi costi
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MIB – School of Management
Non esistono dei piani infallibili e men che meno adatti a tutte le
occasioni, ragion per cui non ha senso sprecare energie e risorse per cercarli.
Newtoniani Quantum
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Newtoniani Quantum
(Efficienza) (Efficacia)
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PROJECT TRACKING
Le attività di controllo del progetto in un ambiente fortemente (e
volutamente) instabile ed al tempo stesso con forti criticità come quello del TPM
necessitano di un’attenzione particolare. E’ inoltre difficoltoso procedere ad un
tracking facilmente significativo dal momento che i frequenti cambiamenti al suo
interno e le conseguenti modifiche della baseline causano l’inutilità delle comuni
tecniche di benchmarking, che dovranno essere soppesate di volta in volta per
essere realmente utili.
• Tempistica
• Costi
• Qualità
• Deliverables
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PROJECT REPORTING
• Rispetto Obiettivi
• Rispetto Budget
• Rispetto tempistica
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Il Settore Edilizio
CONCETTI GENERALI
Le ragioni storiche per questo sono molteplici, pur non volendo entrare in
una loro disamina che esulerebbe dallo scopo della trattazione, esse risiedono,
a parere dello scrivente, nella minore concorrenza e quindi efficienza del
mercato edile a causa delle enormi barriere necessarie all’ingresso di nuovi
partecipanti, così come in una cultura derivante dalla loro stessa genesi che
proviene, per grandissima parte, da imprese di matrice padronale e non ancora
informate a principi di gestione manageriale moderna.
E’ da rilevare inoltre come, a causa del sistema di appalti che per scelte
di natura politica e culturale spesso propone dei prezzi insostenibili, il
cambiamento è all’ordine del giorno, cambiamento che, data la natura
complessa della commessa edile, richiede uno sforzo assai grande per essere
intrapreso (riprogettazione, reperimento fondi).
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LA PRATICA
La parola chiave del LPM è “semplicità”. Solo con dei piani semplici è
infatti possibile raggiungere la rapidità necessaria a ridurre i costi ed a
mantenerli nel budget.
• Progettazione
• Esecuzione
• Collaudo
• Chiusura
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LO START-UP
Una buona pratica da seguire è sempre quella del kick-off meeting, dove:
E’ altresì indispensabile individuare, per ogni attività, dei test per verificare
se esse siano state completate o no. Il test è solitamente composto di una
checklist, e di solito si può identificare la riuscita dell’attività con la possibilità di
superare il test.
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IL PLANNING IN EDILIZIA
La pianificazione deve avvenire su molti livelli differenti, dall’alto verso il
basso.
Al livello più alto si creerà il project plan, che comprenderà l’insieme delle
attività, diviso a sua volta in sottogruppi di attività per completare le singole fasi,
che a loro volta costituiscono i release plans.
Ogni settimana si creerà inoltre un iteration plan (lista delle attività della
settimana seguente).
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• Rischio di progetto
• Rischio di impresa
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• Accettazione
E’ appena il caso di menzionare che ciò vale anche per i rischi di cui non
siamo a conoscenza.
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Conclusioni
“Nulla è più pericoloso di un’idea, quando è l’unica che abbiamo.”
-August Alain
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Bibliografia
Thomsett, Rob. Radical Project Management. Prentice Hall PTR; 1st edition,
2002
Womack, James P., Jones, Daniel, T. Lean Thinking, Guerini e Associati, 1997
Henderson, Bruce A., Larco, Jorge, L. Lean Transformation, The Oaklea Press,
2000
Goldratt, E.M. The Critical Chain, The North River Press, 1997
A. Rambaldi, www.xpm.it
E. Goldratt, www.goldratt.com
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