Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Come accennavo sopra lo sviluppo dei vari sistemi, dopo un breve periodo di
crescita contemporanea dell'energia immagazzinata e dissipata, raggiungono uno
stato in cui la dissipazione resta costante mentre l'energia immagazzinata
continua a crescere. Questo fenomeno comporta una diminuzione di entropia
interna del sistema. Come ci insegna la natura, l'uomo poiché fa parte dei processi
evolutivi degli esseri viventi dovrebbe seguire la legge naturale sopra descritta
ossia dovrebbe raggiungere uno stato di stabilità nella dissipazione dell'energia,
stabilizzando i consumi, mentre dovrebbe aumentare la capacità di
immagazzinare energia utilizzabile rendendo più efficiente la propria struttura
organizzativa sul piano sociale, economico, tecnologico. Questo gli permetterebbe
di aumentare la propria ascendenza sull'ambiente circostante in modo tale da
diminuire i rischi di catastrofi dovute a condizioni ambientali.
La storia recente dell'umanità non sta andando in questa direzione. Dalla semplice
analisi del consumo di fonti di energia fossile è facile accorgersi che non stiamo
stabilizzando i consumi di energia né stiamo immagazzinando tale fonte di vita
favorendo la biodiversità degli ecosistemi. Ma questo argomento lo affronterò in
seguito con riferimenti più concreti.
Cause ambientali
Lo stato di salute del Mondo ultimamente è assai precario. Ce lo rivelano una serie
di fattori che possiamo constatare noi personalmente ma che vengono anche
monitorati costantemente attraverso ricerche scientifiche rigorose: l'insorgere di
fenomeni naturali estremi, il rapido surriscaldamento globale, l'inquinamento da
micro-polveri delle città più industrializzate, il buco nell'ozono sono soltanto alcuni
degli effetti che l'attività umana, attraverso una crescente ascendenza
tecnologica, ha avuto sull'ambiente. Questi problemi sono generalmente dovuti
all'incapacità del pianeta di assorbire l'impatto causato da produttivismo e
consumismo umani . In questo capitolo vorrei appunto soffermarmi su questo tipo
di problematiche che spesso ignoriamo ma che ci riguardano direttamente.
Sul surriscaldamento ambientale e più in generale sull'impatto che ha l'uomo
sull'ecosistema si è detto molto e di tutto per cui ho scelto di riportare i dati che
vedrete di seguito, direttamente da fonti autorevoli quali:
- i rapporti dell'”intergovernamental panel on climate change” (IPCC) che è
l'organo preposto dall'ONU per valutare cause, effetti e possibili provvedimenti in
merito ai mutamenti climatici;
-il “living planet report” del 2009, pubblicato annualmente dal WWF, che valuta
l'impronta ecologica di ogni singolo Stato sul Pianeta, indicando la strada ad un
modello più sostenibile;
-Il “millennium ecosystem assessment” che valuta i rapporti dell'Uomo col
patrimonio naturale. Il surriscaldamento climatico è forse il problema a livello
ambientale dell'attesissima conferenza Onu, tenutasi a Copenaghen nel dicembre
2009, sono stati deludenti per la mancanza di accordi sostanziosi e vincolanti. Resta
in vigore dunque il “protocollo di Kyoto” (dicembre del'97) che prevede il taglio
delle emissioni di CO2 entro il 2012 del 5,7% (per l'Europa è dell'8%, per l'Italia è del6,5%)
rispetto ai livelli del 1990. Ormai questo programma è ritenuto dall'IPCC del tutto
inadeguato e insufficiente per ridurre la concentrazione globale di CO 2 . In tale
rapporto si afferma infatti “con confidenza molto elevata che l’effetto globale
medio netto delle attività umane dal 1750 sia stato una causa di riscaldamento”. Ma
in che modo le emissioni di CO2 incidono sul surriscaldamento globale?
Innanzitutto va detto che il riscaldamento è dovuto essenzialmente all'effetto
serra. La radiazione solare, o meglio una parte di essa riesce ad attraversare
l'atmosfera, colpisce la superficie terrestre e la riscalda per irraggiamento. Non
essendo isolata termicamente, essa riemette la radiazione assorbita sotto forma di
radiazione infrarossa. I gas serra assorbono tale radiazione, l'atmosfera si
surriscalda e trasferisce a sua volta il calore irraggiando la superficie terrestre
riscaldandola ulteriormente. Questa volta però le radiazioni vengono riemesse con
una lunghezza d'onda non trattenibile e quindi viene rilasciata nell'universo.
L'effetto serra è un processo naturale che limita l'escursione termica legata ad una
maggior o minore esposizione alle radiazioni solari stabilizzando la temperatura.
Ciò ha permesso il sussistere delle condizioni di vita sul Pianeta ma a partire dal 1750
sono aumentate le concentrazioni dei gas serra dovute ad attività umane come
l'utilizzo di combustibili fossili: alcuni dei gas più pericolosi sono l'anidride
carbonica (CO2) , il metano (CH4, agricoltura e allevamento), il diossido di azoto
(N2O, fertilizzanti), l'esafluoruro di zolfo(SF6), i clorofluoruro carburi (Cfc,
responsabili anche del buco nell'ozono) e altri in quantità inferiore. In particolare,
secondo l'IPCC, le attività umane hanno aumentato le concentrazioni atmosferiche
di gas-serra da un valore preindustriale di 280 ppm a un valore di 379ppm nel 2005,
superando i valori massimi degli ultimi 650.000 anni (da 180 a 3000 ppm) come
determinato dall'analisi delle carote di ghiaccio. Ciò ha comportato l'aumento della
temperatura superficiale atmosferica (compresa quella delle acque marine fino ad
una profondità di 3000 m) dal 1850-1899 al 2001-2005 di 0,76°C [da 0,57 a 0,95]°C.
Gli effetti più evidenti sono state la riduzione dell'estensione delle calotte polari e
dei ghiacciai perenni montani e il conseguente innalzamento del livello globale dei
mari di 1.8 mm per anno dal 1961 al 2003; Inoltre tale processo è divenuto più veloce
dal 1993 al 2003 (il livello è salito di circa 3.1 mm per anno).Inoltre nelle zone tropicali
negli ultimi 40 anni si sono verificati periodi più lunghi di siccità e sono aumentati di
numero i cicloni di forte intensità nel Nord-Atlantico. Secondo le stime più caute se
non si limiteranno le emissioni globali di gas serra raggiungeremo nei prossimi
decenni una concentrazione equivalente di CO2 di 510 ppm che ridurrebbe al 33% le
probabilità di prevenire un riscaldamento superiore ai 2°C, limite riconosciuto
dall'ONU e dall'UE come soglia d'allarme.
Il nostro Pianeta però ha tantissimi altri problemi dovuti all'influenza dell'attività
umana su di esso, spesso si tratta di problemi che si concentrano nelle megalopoli
(inquinamento dell'aria), altre volte si concentrano nelle zone più vergini della
Terra perché vengono appunto antropizzate (desertificazione, estinzione di specie
autoctone). Per valutare l' impatto umano sul globo terrestre a partire dal 1990 è
stato sviluppato presso la Healthy and Sustenible Communities Task Force della
University of British Columbia da Wackernagel e Rees la teoria dell'”impronta
ecologica”; essa fornisce uno strumento di calcolo che permette di stimare il
consumo di risorse (energia e materia) e la richiesta di assimilazione dei rifiuti da
parte di una determinata popolazione umana o di una certa economia e di
esprimere queste grandezze in termini di superficie di territorio produttivo
corrispondente. In tale cotesto la città, quale luogo abitativo dell'Uomo, viene vista
come centro di importazione, sfruttamento e consumo delle risorse che poi
vengono rilasciate nell'ambiente sotto forma di rifiuti. A partire dagli anni ’80 si è
calcolato che l’impronta ecologica ha superato la capacità rigenerativa
(biocapacità) della Terra di circa il 25% per cui la gente trasforma più velocemente
le risorse in rifiuti di quanto la natura riesca a trasformare i rifiuti in risorse.
A subirne le conseguenze è la biodiversità degli ecosistemi e con essi moltissime
specie animali. I principali fattori di perdita della biodiversità sono stati:
• l'eccessivo sfruttamento degli habitat e talvolta la loro distruzione (dovuto a
caccia, pesca, disboscamento, cementificazione);
• i mutamenti climatici (analizzati sopra) che portano al degrado
dell'ambiente artico, all'alterazione del ciclo delle stagioni, alla siccità e alla
desertificazione;
• l'inquinamento atmosferico, delle acque e del suolo che in massima parte è
dovuto alle attività umane (trasporti, industrie, agricoltura);
Non soltanto le specie animali o vegetali sono minacciate dall'influenza che l'Uomo
sta avendo sulla natura: l'umanità stessa dipende dagli ecosistemi in quanto essi
favoriscono o migliorano la qualità delle nostre vite fornendo servizi che il
Millenium Ecosistem Assessment (ME) descrive in quattro categorie:
1) servizi di supporto, come ciclo dei nutrienti, formazione del suolo e
produzione primaria;
2) sevizi di fornitura, quali produzione di cibo, materiali o combustibile;
3) sevizi di regolazione, come regolazione del clima e delle maree, depurazione
dell'acqua, impollinazione e controllo delle infestazioni;
4) sevizi culturali (fra cui quelli estetici, spirituali, educativi e ricreativi);
Les chênes
d'Apremont
(La quercia
d'Aspromonte)
Bibliografia
Testi:
Latouche Serge: Breve trattato sulla decrescita serena;
Pallante Maurizio: La decrescita felice. La qualità della vita non dipende dal PIL;
Editori Riuniti
Francesco Gesualdi, Centro Nuovo Modello di Sviluppo: L'altra via. Dalla crescita al
benvivere, programmi per una economia della sazietà; AltraEconomia
Andrè Gorz: Capitalismo, socialismo, ecologia; Manifestolibri
Masullo Andrea: La sfida del bruco. Quando l'economia supera i limiti della biosfera;
Franco Muzzio Editore
Wackernagel Matis e Rees William: L'impronta ecologica; Edizioni Ambiente
Georgescu-Roegen Nicholas: Bioeconomia. Verso un'altra economia
ecologicamente e socialmente sostenibile; Bollati Boringhieri
Anders Gunther: L'uomo è antiquato. Sulla distruzione della vita nell'epoca della
terza rivoluzione industriale; Bollati Boringhieri
Parodi, Ostili, Mochi Onori: L'evoluzione della FISICA 2; Paravia
De Bernardi, Guarracino: La conoscenza storica. Fonti e storiografia; Edizioni
Scolastiche Bruno Mondadori
Sini e Mocchi: Leggere i filosofi (1A , 2A, 2B, 3C); Principato
Post Baracchi, Tagliabue: CHIMICA, progetto modulare; Lattes
Bernstein Ruth e Stephen: Biologia (vol. 2); Principato
Illich Ivan: La convivialità; Boroli Editore
Documenti
Living Planet Report 2008, WWF;
Rapporto di valutazione per i cambiamenti climatici, Intergovernamental panel on
climat change (World meteorological organization, United Nation Environment
Programme);
Millenium Ecosystem Assessment (rapporto ONU);
Lorenzo Gardini
Liceo scientifico E.Sanfelice
LO SVILUPPO
DELL'UOMO
NELL'AMBIENTE
NATURALE
ANALISI DEGLI EFFETTI DELL'ATTUALE MODELLO ECONOMICO
SUGLI ECOSISTEMI E PROPOSTA PER UN RAPPORTO DI
COESISTENZA ARMONICA TRA UOMO E NATURA