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CANZONA
Fino al 1710 circa prevale ancora l’intercambiabilità dei termini per denotare un
brano strumentale.
“Sinfonia” veniva usato in diverse accezioni:
- composizione destinata ad essere eseguita da molti strumenti,
- pezzo strumentale di varia organizzazione formale, con funzione introduttiva o
interlocutoria, da suonarsi prima o all’interno di un evento teatrale, una
pubblica accademia, una funzione liturgica e così via.
A partire dal 1720 i maestri napoletani allungarono le proporzioni dei tempi della
sinfonia operistica (il cui schema fu standardizzato in tre movimenti veloce-lento-
veloce) sviluppando i caratteri e la struttura interna dei singoli movimenti:
- Nel primo movimento un primo e un secondo tema vengono differenziati nella
tonalità di tonica e di dominante.
- Nei tempi lenti si comincia a sfruttare lo stile cantabile in luogo dei solenni
accordi delle sinfonie scritte negli anni precedenti.
- I finali invece adottarono di norma un movimento ternario vivace di carattere
danzereccio.
La sinfonia d’opera di questo tipo possedeva il taglio di un autonomo brano da
concerto che andava incontro all’esigenza di una musica facilmente intelligibile,
adatta ad essere eseguita anche da piccoli complessi di dilettanti:
- richiedeva modeste capacità tecniche,
- l’organico era piuttosto limitato (spesso 4 parti d’archi, con oboi o flauti e
corni)
- brano isolabile dal suo contesto, privo di riferimenti al contenuto dell’epoca.
Nella transizione al periodo classico molti nomi designavano le opere con più di un
movimento, ad esempio "divertimento", "serenata" e "partita", e molti di questi sono
ora raggruppati sotto il nome di "sonata". L'utilizzo di "sonata" come termine
standard per queste opere è databile agli anni settanta del XVIII secolo
Sonate cembalistiche dello stile galante - Tratti stilistici
- Predilezione per le melodie cantabili e levigate composte di frasi di eguale
lunghezza regolate dal principio della simmetria, ossia costruite secondo un
rapporto reciproco di proposta e risposta.
- Tendenza ai ritmi uniformi che seguono schemi semplici incessantemente
ripetuti (specie nell’accompagnamento)
- Semplicità elementare dell’armonia (predominano le triadi primarie),
tendenzialmente ridotta nelle sue funzioni alla polarità di tonica e di
dominante. Frequenti sono gli spostamenti passeggeri da una tonalità
maggiore al modo minore.
Tecnica particolarmente in voga è il cosiddetto “basso albertino”, che prende il
nome dal compositore e cembalista veneziano Domenico Alberti, il primo che ne
fece uso frequente.
Si tratta di una formula di accompagnamento consistente in accordi persistemente
spezzati, semispezzati oppure arpeggiati.
Nella gran parte dei casi le sonate per cembalo sono articolate in due movimenti:
- il primo solitamente in tempo veloce e in ritmo binario;
- il secondo, nella stessa tonalità, si presenta in ritmi ternari di danza.