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ALESSANDRIA:

IL PIANO
STRATEGICO

IL PIANO DI SVILUPPO
DI LUNGO TERMINE

Piano redatto dalle istituzioni e dalle


forze economiche, culturali e sociali
del territorio
Soggetto proponente
Associazione Alessandria 2018

Ufficio di Coordinamento
Ufficio Piano Strategico del Comune di Alessandria

Redazione del testo


Simona Valcada

Progetto Grafico
Ufficio Stampa del Comune di Alessandria

Tipografia
Viscardi

Foto
Albino Neri
Mario Chichi
Fototeca Civica
e fornite dagli Enti partecipanti

Edizione
Alessandria, agosto 2010
ALESSANDRIA:
IL PIANO
STRATEGICO

IL PIANO DI SVILUPPO
DI LUNGO TERMINE

Piano redatto dalle istituzioni e dalle


forze economiche, culturali e sociali
del territorio
Avvertenze
Il presente documento rappresenta la prima versione del Piano Strategico della Città di
Alessandria.
Esso è da considerarsi il documento tecnico risultante dalla attività derivante dai Tavoli
di Lavoro.
In tale accezione, a seguito dei doverosi passaggi concertati a livello territoriale tra i vari
attori del Piano, il documento potrà, nella versione finale, essere oggetto di modifiche,
correzioni o integrazioni.
Da ultimo, si osserva che il Piano deve avere una logica di apertura e non di chiusura.
Con ciò si intende che deve essere considerato un punto di partenza e non di arrivo, un
documento aperto alle proposte degli altri stakeholders locali che vorranno contribuire
al suo miglioramento con ulteriori schede progetto.
Ringraziamenti
Si ringraziano tutti coloro che, partecipando attivamente ai Tavoli di Lavoro, hanno
concorso in modo trasparente e contribuito alla realizzazione del presente volume.
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

INDICE

I
_____Introduzione

VIII I numeri del piano


_____

IX Gli Enti partecipanti


_____

XVI Le schede progetto


_____

1
_____PARTE I – Visione generale

29
_____PARTE II - Analisi
_____Asse 1
31
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto
_____ Asse 2
117
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto
_____Asse 3
363
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto
_____Asse 4
489
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto

663 PARTE III - Sintesi


_____
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

INTRODUZIONE

Un Piano Strategico è un insieme ragionato di idee.


Sovente si sente l’invito, da molte parti, alla concretezza, al fare, all’agire, piuttosto che al
pensare. Disse un pensatore del passato che sono però le immagini del mondo, create per
mezzo delle idee, a spingere avanti, nei secoli, l’agire umano. Altri evidenziano il fatto che
senza fonti di finanziamento è un esercizio filosofico quello di immaginare dei progetti.
Possono però testimoniare tutti coloro che si occupano di fund raising - che è certamente
una delle attività più concrete possibili (raccogliere soldi) - che sono sovente più carenti
nel mercato finanziario i buoni progetti che i fondi necessari a realizzarli. Altri ancora
ricordano che i fatti concreti sono quelli che parlano di muri, di opere, di attività, e non i
pezzi di carta. Vero, ma per mia esperienza professionale tutti i progetti concreti che ho
visto realizzare (e talvolta prima contribuito a scrivere sulla carta), dai capannoni industriali
alle strade, dagli alberghi alle basiliche religiose, esistevano già prima della loro
realizzazione.
Esistevano anche prima del loro finanziamento, ed esistevano anche prima della loro
stesura definitiva. Semplicemente erano presenti a livello di idea, nella testa
dell’imprenditore che voleva un utile d’impresa, o dell’amministratore pubblico che cercava
Idee e realtà un ritorno collettivo, o della persona che voleva promuovere una iniziativa senza scopo di
lucro. Qualsiasi attività o fatto umano, prima di essere una realtà, è una immagine di quella
realtà futura.

L’attività che abbiamo promosso come Associazione per il Piano Strategico in questi anni
è, insieme, banale e preziosa; abbiamo chiesto a molte persone di immaginare una città
diversa, auspicabilmente migliore di quella di oggi. Abbiamo chiesto loro di farlo al di
fuori del contesto dell’attualità e della visione politica, e sulla base di valutazioni il più
possibile oggettive, o comunque motivate da interessi anche di parte, ma basate su
ragionamenti strettamente tecnici, fondati su pareri di esperti o addetti ai lavori, ed in uno
scenario di lungo termine. Ne è venuto fuori un insieme ragionato di idee, come si diceva.
Quanto vale tutto ciò?

È una domanda alla quale qualunque esperto di finanza farebbe fatica a rispondere, perché
nessun mercato è più complesso di quello chiamato a valutare un bene intangibile in una
proiezione futura, cioè un mercato delle idee, o una borsa delle idee. Mi piace l’immagine
di considerare questo pezzo di carta che avete per le mani una borsa delle idee, perché vuol
dire che qualcuno propone e forse qualcun altro potrà dare a queste proposte una
gradualità, una scala di misura, cioè un valore, quindi un prezzo. Allora si entrerà in una
dimensione di concretezza, che però, come si è cercato di dimostrare in queste righe,
esiste già, a meno di valutare zero il lavoro svolto.

Quale che sia il giudizio che verrà da altri formulato, e che, essendo di parte, mi astengo
dal suggerire, mi limito a ricordare al lettore l’origine di questa mole di idee. Dopo un
lungo processo in cui in convegni, seminari, dibattito pubblici, molte persone, appartenenti
a diversi mondi della città, hanno fornito spunti e riflessioni, una rappresentanza molto
Il punto di partenza ampia della collettività locale si è riunita attorno a Tavoli di lavoro per scrivere delle cose.
Il risultato non è definito, non è da considerare scolpito nella pietra, anzi, mi piacerebbe
che fosse un punto di partenza e non di arrivo, un documento aperto al contributo di
molti altri che potranno ancora portare altre proposte, con metodi tradizionali o con uso
delle moderne tecnologie informatiche (ad esempio aprendo un sito per il Piano
I
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Strategico).
Quale che sia il giudizio che la Governance degli Enti ed Organizzazioni pubbliche e
private vorranno dare al documento, mi corre l’obbligo intellettuale di documentare un
fatto che a mia memoria non ricordo si fosse verificato in questa città.
Dal 5 novembre 2009 all’8 luglio 2010, circa 150 persone, non appartenenti ad un solo
organismo, ma in rappresentanza di 63 Enti od Organizzazioni pubbliche o private,
appartenenti a mondi diversi e in taluni casi rappresentanti interessi contrapposti, si sono
riunite attorno a 12 Tavoli di lavoro, per complessive 105 riunioni tecniche, a discutere
insieme di problemi e di ipotesi di soluzioni. Ne sono emerse oltre 100 proposte, discusse,
mediate, modificate, condivise ed alla fine formalmente votate tutte all’unanimità sotto il
profilo della soluzione tecnica, come strumenti ritenuti idonei a perseguire un interesse
superiore e collettivo. Il che, a mio parere, è già un valore a prescindere dal contenuto.
Il valore di questo documento sono quindi le idee, cioè le immagini di un mondo ristretto
- Alessandria - che condizioneranno un agire futuro per fare una città che oggi non c’è.
Nulla di quello che leggerete in questo volume è ancora realtà; non ha ancora un prezzo,
un finanziamento, non è ancora una cosa tangibile. È soltanto l’immagine di una città che
ancora non si può vivere, come la vedono, però, quelle persone che hanno scritto delle
cose su un pezzo di carta, a rappresentare le loro idee, spesso condividendole, come
leggerete, con altri.
Quello che state per leggere è il frutto del loro lavoro.

Alessandria, agosto 2010

Valerio Malvezzi
Segretario del Piano Strategico

II
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Informazioni preliminari, statistiche e metodologiche


La storia del Piano in pillole
Il documento che avete tra le mani non è il frutto di un lavoro di pochi, ma il risultato di
un processo ampiamente condiviso con molti attori della città. Proviamo a riassumerne
brevemente la storia.
Nel mese di dicembre del 2007 nasceva presso il Consiglio Comunale di Alessandria l’idea
di avviare un processo di pianificazione strategica. Si dava avvio alla prima fase del piano,
quella della maturazione dell’idea.
Nel maggio dell’anno successivo, dopo una serie di riunioni preliminari atte a costruire il
La nascita consenso iniziale si costituiva l’Associazione Alessandria 2018, associazione apolitica e
senza fine di lucro, il cui fine statutario è quello della costruzione del Piano Strategico
della città di Alessandria. Della Associazione facevano parte come soci fondatori 16
soggetti, tra cui il Comune di Alessandria, la Camera di Commercio, le Associazioni di
Categoria rappresentanti tutte le categorie economiche, i due Atenei presenti sul territorio.
L’associazione si dotava di un documento ideologicamente orientato alla democrazia, alla
trasparenza, alla oggettività ed alla imparzialità di analisi, denominato Carta dei Diritti e
dei Doveri, che da tutti era accettato come atto fondativo del processo. Parallelamente
veniva costituita una alleanza con la Fondazione della Cassa di Risparmio, che siglava un
accordo strategico e definiva la Fondazione partner finanziario e tecnico del processo.
Iniziava un lavoro che portava alla condivisione delle idee, alla pianificazione di un
percorso, alla programmazione delle iniziative. All’inizio di gennaio del 2009 si
commissionava da parte dell’Associazione Alessandria 2018 all’Università del Piemonte
L’ascolto Orientale un lavoro di Indagine Diagnostica. Nel mese di febbraio del 2009 si comunicava
il progetto alla città, nel teatro comunale. Nel mese di aprile dello stesso anno si avviava
una altra iniziativa pubblica, denominata “Specchi Strategici”, presso la Fiera di San
Giorgio, e nel primo semestre dell’anno si avviavano una serie di iniziative collaterali di
comunicazione atte a sostenere la fase successiva, definita di “Ascolto”.
A luglio del 2009 veniva concluso il lavoro dell’Indagine Diagnostica, che fa parte del
secondo volume del presente Piano Strategico, ed è da considerarsi documento
propedeutico al presente volume.
Da settembre a novembre dello stesso anno si avviava con una serie di iniziative una fase
definita di “allargamento”, atta ad ampliare il novero dei soggetti aderenti al progetto, al
L’allargamento fine di ampliare il numero degli esperti in grado di coprire le quattro aree di interesse che
si erano venute a delineare, e cioè quella economica, quella urbana, quella di conoscenza
e quella sociale.
A novembre del 2009 iniziava la terza fase, definita operativa o dei “Tavoli di lavoro”,
I tavoli centrale all’intero processo, perché in essa si dibatteva democraticamente e con criteri
rigorosamente tecnici di ipotesi di lavoro che poi sarebbero divenute le schede progetto
raccolte nel presente volume.
A luglio del 2010 si chiudevano i lavori di tavolo ed iniziava la fase della “stesura del
Piano”, che nella prima versione si chiudeva, in un paio di mesi di lavoro, ad agosto. Il
La stesura presente volume è quindi la visione prospettica della città, contestualizzata a quella data
storica.

III
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Come è strutturato il volume


Il presente lavoro è strutturato in 3 parti:
n Parte I – Visione Generale
n Parte II – Analisi
n Parte III – Sintesi
Nella prima parte si fornisce al lettore una comprensione generale di cosa sia il documento,
quali siano le finalità ed i valori di questo documento, la sua articolazione in 4 assi ed in
12 tavoli di lavoro (3 per Asse). La prima parte è finalizzata ad introdurre il lettore in
argomento ed a fornirgli una comprensione generale e di insieme.
Nella seconda parte si trova l’analisi, cioè la parte centrale e maggiormente dettagliata
quanto a contenuti. Questa parte, la più corposa, contiene anche le analisi, le scelte
effettuate, le linee strategiche conseguenti e le schede progetto / azioni correlate.
Nella terza parte si fornisce al lettore una proposta di sintesi dell’intero documento. Questa
è la parte più importante per il decisore politico, intendendosi con questo termine non solo
l’accezione ristretta ed istituzionale, ma anche quella di qualsiasi bord di decisori di Enti
pubblici o privati che vorranno, successivamente alla lettura, approvare il documento.
Nell’ultima parte si traggono cioè le conclusioni, e si fornisce una vision di città futura.

Come è strutturata l’Analisi


Il lettore trova la parte di analisi nella seconda parte. In essa, si ripete lo stesso schema su
4 Assi del Piano (Sviluppo Economico, Sviluppo Urbano, Sviluppo di Conoscenza,
Sviluppo di Comunità).
Lo schema è il seguente:
n I contenuti progettuali per Asse (in essa si trova una descrizione dei
contenuti progettuali dei 3 Tavoli di lavoro presenti nell’Asse)
n I contenuti per Tavolo (si ripete lo schema per i 3 Tavoli di ogni Asse)
n Parte A – Linee strategiche di Tavolo (in essa si trovano due informazioni;
le premesse generali condivise e le scelte delle linee strategiche conseguenti)
n L’analisi SWOT1 per Tavolo (in essa si trova una sintesi dei verbali del
Tavolo)
n Albero dei problemi e degli obiettivi (in essa si trova la definizione di un
box “grigio” centrale che rappresenta il problema, le cause e gli effetti)
n Linee Strategiche (contengono, rispetto all’albero dei problemi, la
definizione degli obiettivi e dell’ambito di intervento)
n Parte B – Elenco delle schede progetto / azioni
n Singole schede progetto (si trovano i singoli progetti discussi ed approvati
al Tavolo sotto un profilo tecnico)

Criteri di composizione dei Tavoli di Lavoro


La costruzione e creazione dei Tavoli di lavoro è stata articolata tenendo conto dei suddetti
principi ispiratori documentati alla Carta dei Diritti e dei Doveri dell’Associazione
Alessandria 2018, ed appare coerente con l’impianto generale e le necessità di mediazione
di diversi portatori di interesse locale, sempre avendo come assunto il processo inclusivo
e non esclusivo della pianificazione.
Quanto ai criteri di scelta si precisa quanto segue:
l si è partiti dall’assunto tecnico che il piano strategico è un processo
inclusivo e non esclusivo
l si è considerato che ai tavoli di lavoro devono sedere solo membri di
natura tecnica
l i membri di governance lavorano al livello superiore (di Asse o di Piano)
IV
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

l si sono strutturati i Tavoli per Asse seguendo le logiche evoluzioni delle


indicazioni emerse in fase di ascolto e di diagnostica
l parimenti si sono strutturati i tavoli tenendo conto di indicazioni dei soci
dell’Associazione Alessandria 2018
l i Tavoli sono stati costruiti per rispondere alle macro tematiche oggetto di
indagine e di possibili evoluzioni progettuali per la Città di Alessandria
l i membri non sono persone fisiche ma Organizzazioni od Enti pubblici o
privati
l i membri sono una conseguenza logica delle scelte su macro tematiche
l i membri di diritto (soci di Alessandria 2018) possono sempre partecipare
a qualsiasi tavolo di lavoro, nel rispetto delle regole di cui al secondo punto
(presenza tecnica)
l il Comune di Alessandria è sempre presente ai tavoli di lavoro con una
unità di progetto appositamente costituita
l i membri effettivi sono individuati sulla base del criterio della competenza
inerente la totalità o la più parte delle macro tematiche del tavolo
l i membri consultivi sono individuati sulla base del criterio della
competenza inerente una o più macro tematiche del tavolo
l le persone fisiche presenti ai Tavoli non sono state nominate
dall’Associazione, ma liberamente ed autonomamente scelte ed indicate dalle
Organizzazioni od Enti aderenti
l le persone fisiche operanti ai Tavoli hanno agito su delega del proprio
Ente/Organizzazione e operato esclusivamente in virtù della propria
competenza tecnica
l i Tavoli di lavoro hanno quindi operato solo su un piano tecnico e le
conseguenti decisioni formali sono sempre state di mera valutazione tecnica
delle linee e schede progetto
l si è cercato di operare con obiettività ed avendo a riferimento lo standing,
la reputation ed il livello di rappresentanza dell’Ente/Organizzazione di
riferimento
l in funzione di queste valutazioni l’Associazione ha invitato ai Tavoli di
lavoro Enti ed Organizzazioni, i quali a loro volta hanno delegato propri
rappresentanti tecnici ed esperti

Metodologia adottata ai Tavoli di Lavoro


Il documento che il gruppo di lavoro, ad ogni Tavolo, è stato chiamato e redigere si
compone di due parti distinte e sequenziali:
I. Identificazione della tematica (indagine diagnostica, analisi S.W.O.T., albero problemi,
albero obiettivi, ambito di intervento, obiettivi generali e linee strategiche)
II. Formulazione della Visione del Tavolo di lavoro (obiettivi generali, obiettivi specifici
e progetti o azioni)
La parte I mira a identificare:
o Indagine diagnostica ed analisi S.W.O.T.
o Albero dei problemi
o Albero degli obiettivi
o Selezione di ambito di intervento
o Definizione degli obiettivi generali e linee strategiche
La parte II mira a formulare:
o Linee strategiche generali (segue da parte I)

V
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

o Linee di azione (obiettivi specifici)


o Progetti ed azioni specifiche
Ogni singolo progetto o azione è stato redatto su tutti i Tavoli con una struttura discussa,
condivisa e formalmente approvata (dettagliatamente formalizzata) atta a redigere una
scheda progetto (secondo la logica di project management della logical framework matrix)
contenente, in estrema sintesi, 4 elementi:
o Obiettivo generale di riferimento
o Obiettivo specifico di riferimento
o Risultati attesi dal progetto
o Attività previste
In particolare, tutte le schede progetto sono costruite in modo che:
o I risultati attesi possano essere misurati in termini di indicatori
oggettivamente verificabili (IOV) e fonti di verifica
o Le attività previste possano essere espresse in termini di mezzi e costi
stimati attesi

Le fasi del Piano


Le fasi che il Piano viene così ad avere, secondo la metodologia di Project Management
adottata, sono le seguenti:
1. Identificazione della problematica
2. Formulazione di una proposta
3. Approvazione, definizione di ipotesi di budget e Fund Raising
4. Linee di attuazione del Piano
5. Monitoraggio
Il Presente documento ha coperto le prime due tappe, giungendo alla stesura della
proposta di tipo tecnico. Le fasi successive sono demandate alle valutazioni politiche e
alle scelte decisionali di tutti i soggetti coinvolti. Nel successivo paragrafo si spiega la
metodologia adottata per le prime due fasi di tipo tecnico.

La fase di Identificazione
L’identificazione mira ad identificare i problemi del settore, definire l’ambito di intervento
e delineare le ipotesi di soluzione. L’ “identificazione” è un testo che presenta, anche con
l’ausilio di grafici, carte e schemi, i seguenti punti:
n Analisi S.W.O.T.
n Albero dei problemi
n Albero degli obiettivi
n Definizione ambito di intervento
n Definizione Obiettivi generali (linee strategiche)
In particolare:
n L’analisi S.W.O.T. muove dalla conoscenza del settore dei membri di tavolo
e dalla lettura di dati ed informazioni dell’indagine diagnostica o portati al
tavolo dagli esperti per disegnare punti di forza, debolezza, minacce ed
opportunità del settore
n Ciò consente di disegnare un albero di problemi in logica di causa ed
effetto
n Da cui si disegna un albero di obiettivi in termini di mezzi e fini (obiettivi)
n Il che consente di definire con precisione l’ambito di intervento. È
fondamentale distinguere le variabili endogene governabili localmente dalle

VI
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

variabili esogene o non governabili localmente.


n Ultimo passaggio è quello di delineare così gli obiettivi generali e le linee
strategiche nelle quali si intende presentare progetti ed azioni.
Il lettore troverà esattamente questa struttura metodologica nella parte II (analisi).

La fase di Formulazione
La formulazione mira a definire una visione di sviluppo del settore. È cioè la fase di
proposta, che discende dalla precedente e non la anticipa con tesi preconcette o
aprioristiche. La “visione” è un testo che presenta, anche con l’ausilio di grafici, carte e
schemi, i seguenti punti:

n quali azioni (ovvero progetti) si ritiene importante attuare nel futuro


n come queste azioni/progetti servono a raggiungere gli obiettivi specifici
n come questi obiettivi specifici si articolano in linee strategiche (obiettivi
generali)
n e come, infine, le linee strategiche servono a rendere concreta la “visione”
del Piano.
Il testo contiene quindi le seguenti 3 componenti:
1. Definizione nell’albero dei problemi e degli obiettivi dell’ambito di
intervento
2. Conseguente definizione delle linee strategiche
3. Azioni correlate alle singole linee (sono le singole schede progetto)
La formulazione delle proposte è quindi identica, metodologicamente, su tutti i Tavoli del
Piano.

1
Acronimo di Strenghts, Weaknesses, Opportunities and Threats (cioè punti di forza, debolezza, opportunità
e minacce)
2
Nella versione proposta, tra gli altri, da Banca Mondiale e Unione Europea

VII
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

I NUMERI DEL PIANO

Schede progetto approvate: tot. 121 approvate all’unanimità


Schede progetto per asse:
Asse 1: n. 16
Asse 2: n. 52
Asse 3: n. 23
Asse 4: n. 30

Numero di soci fondatori di Alessandria 2018: 16, a cui si deve aggiungere la Fondazione
CRAL
Numero di Enti coinvolti ai tavoli: 63 di cui 52 non soci
Numero totale di partecipanti ai tavoli: 151 soggetti di cui 22 dipendenti del Comune di
Alessandria
Durata dei lavori: dal 5 novembre 2009 al 8 luglio 2010
Numero complessivo di riunioni dei tavoli di lavoro: 105

VIII
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

GLI ENTI PARTECIPANTI

Risultano dai verbali delle riunioni presenti, e si ringraziano per la partecipazione ai dibattiti
dei Tavoli di Lavoro, i seguenti Enti (in ordine alfabetico):

N.
ENTI PARTECIPANTI AI TAVOLI DI LAVORO
progr.
1 ASO AL - Azienda Sanitaria Ospedaliera di Alessandria
2 AMAG spa - Azienda Multitutility Acqua e Gas
3 ARAL spa - Azienda Rifiuti Alessandrina
4 Archivio di Stato di Alessandria
5 ARFEA spa - Aziende Riunite Filovie e Autolinee
6 ARPA Piemonte - Azienda Regionale Protezione Ambiente
ASCOM - Associazione Commercianti
7
(AL-2018)
8 ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
9 ATM S.p.A. - Azienda Trasporti e Mobilità
CIA - Confederazione Italiana Agricoltori
10
(AL-2018)
11 Caritas Diocesana
CCIAA - Camera di Commercio Alessandria
12
(AL-2018)
13 CGIL - Sindacato
CNA - Confederazione Nazionale dell’’Artigianato
14
(AL-2018)
15 CIOFS-FP Piemonte- Scuola di formazione
16 CISL - Sindacato
17 CISSACA - Consorzio Intercomunale Servizi Sociali di Alessandria
18 Clinica Salus e Casa di Cura Città di Alessandria
19 CNOS - FAP - Scuola di formazione
Coldiretti
20
(AL-2018)
Collegio Costruttori Edili ed Affini (Consorzio ALTECH e CPT - Comitato
21 Paritetico Territoriale)
(AL-2018)
22 Collegio Geometri

IX
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

23 Collegio Infermieri IPASVI


Comune di Alessandria
24
(AL-2018)
Confagricoltura
25
(AL-2018)
Confapi
26
(AL-2018)
Confartigianato
27
(AL-2018)
Confesercenti
28
(AL-2018)
Confindustria
29
(AL-2018)
30 Conservatorio “A. Vivaldi”
31 Cooperativa sociale Azimut
32 Cooperativa sociale Consolidale
33 Cooperativa sociale Lavoro Liberazione
34 Cooperativa sociale Coompany
35 Cooperativa sociale Progetto A
36 Corriere AL - Giornale
37 Direzione Provinciale del Lavoro
38 Enaip - Scuola di Formazione
39 Fondazione CRAL
40 FOR.AL. - Scuola di Formazione
41 GRP Televisione
42 IAL - Scuola di formazione
43 Il Piccolo - Quotidiano di Alessandria
44 Istituto per la Cooperazione allo Sviluppo
Legacoop - Organizzazione di cooperative
45
(AL-2018)
46 Ordine Agronomi Forestali
47 Ordine Architetti
48 Ordine Geologi
49 Ordine Ingegneri
50 Ordine Medici
Politecnico di Torino
51
(AL 2018)
Prefettura di Alessandria (NOT - Nucleo Operativo Tossicodipendenze e CTI -
52
Consiglio Territoriale per l’Immigrazione)
53 Provincia di Alessandria
54 Provveditorato agli studi di Alessandria

X
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

55 Scuola Edile
56 Società Arte Storia Archeologia
57 SPRESAL - Asl Al - Servizio Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro
58 Studio Radiologico Centocannoni S.r.l.
59 TRA - Teatro Regionale Alessandrino
60 UGL - Sindacato
61 UIL - Sindacato
Unicoop - Unione Italiana Cooperative
62
(AL-2018)
Università Amedeo Avogadro
63
(AL-2018)

XI
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

RINGRAZIAMENTI
Risultano dai verbali delle riunioni presenti, e hanno partecipato attivamente ai dibattiti ai
tavoli di lavoro del Piano Strategico, in qualità di esperti, le seguenti persone in
rappresentanza degli enti citati (in ordine alfabetico):

N. progr. PARTECIPANTI ENTE DI APPARTENENZA


1 Actis Grande Marco Politecnico di Torino
2 Anelli Guido Ordine Ingegneri
3 Ardesi Graziella Ordine Architetti
4 Arlenghi Flavio Confartigianato
5 Barbero Micaela Provincia di Alessandria
6 Baretta Giampiero Comune di Alessandria
7 Barresi Orazio ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
8 Beccaria Luca Università A. Avogadro - Rappresentante studenti
9 Bellinceri Salvatore Collegio Infermieri IPASVI
10 Berrone Giovanni Confesercenti
11 Berta Mauro Ordine Architetti
12 Bianco Maria Luisa Università Avogadro - Dip. di Ricerca sociale
13 Bigi Patrizia Comune di Alessandria
14 Bina Gian Carlo ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
15 Biscaldi Angela Comune di Alessandria
16 Bisio Paola UIL - Sindacato
17 Bocca Claudio Comune di Alessandria
18 Bocchio Alain Camera di Commercio
19 Bocchio Piercarlo Aral S.p.A.
20 Bolloli Gianmario Ordine Ingegneri
21 Bosso Matteo Ordine Agronomi
22 Botto Giuseppe Confederazione Italiana Agricoltori
23 Bovone Gabriella Università Avogadro - Dip. di Ricerca Sociale
24 Bressan Ezio EN.A.I.P. Piemonte - Scuola di formazione
25 Bulsei Gianluigi Università Avogadro - Dip. Ricerca Sociale
26 Buzzi Mauro CGIL - Sindacato
27 Camera Rita Prefettura - Consiglio Territoriale per l’Immigrazione
28 Campete Dominique Progetto A - Cooperativa sociale
29 Caporali Paola Direzione Provinciale del Lavoro
30 Cappelletti Mauro Ordine Medici
31 Capra Gianluca Politecnico di Torino
32 Carta Maurizio Ordine Architetti
33 Cassulo Chiara Ordine Ingegneri

XII
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

34 Castiglione Franco Collegio Geometri


35 Cattaneo Carla Comune di Alessandria
36 Cattaneo Enrica Comune di Alessandria
37 Cava Roberto ASCOM - Associazione Commercianti di Alessandria
38 Cavallera Marco FOR.AL - Scuola di formazione
39 Cavanna Margherita Comune di Alessandria
40 Celani Luciano Università Avogadro - Dip. di Ricerca Sociale
41 Ceravolo Flavio Università Avogadro - Dip. di Ricerca Sociale
42 Cerruti Giampiero Comune di Alessandria
43 Chiabrando Andrea Corriere Al - Giornale
44 Coffano Claudio Provincia di Alessandria
45 Colombo Marco Ordine Ingegneri
46 Cortemiglia Francesca Ordine Geologi
47 D’Ago Giuseppe Comune di Alessandria
48 d’Alessandro Paola Provveditorato agli studi
49 Del Sarto Alessio Università Avogadro - Dip. Politiche Pubbliche e Scelte Collettive
50 Dell’Omo Antonello UIL - Sindacato
51 Desimone Andrea Ordine Architetti
52 Dezza Piergiuseppe Provincia di Alessandria
53 Di Meo Alfredo Unicoop
54 Ermirio Federico Conservatorio “A. Vivaldi
55 Falleti Salvatore Collegio Costruttori Edili ed Affini
56 Fasciolo Marina CISSACA - Consorzio Intercomunale Servizi Sociali
57 Ferralasco Marcello Ordine Ingegneri
58 Ferraris Carlo Scuola Edile
59 Ferretti Gabriele Ordine Medici
60 Ferretti Riccardo Ordine Geologi
61 Foco Rossella Lavoro Liberazione e Consolidale-Cooperative sociali
62 Forneris Roberta Comune di Alessandria
63 Fracchia Fabio Coldiretti
64 Franchini Cristina Comune di Alessandria
65 Gallia Patrizia Comune di Alessandria
66 Gallo Vittoria Comune di Alessandria
67 Gambarini Lorella Collegio Infermieri IPASVI
68 Gandini Arianna Istituto Cooperazione allo Sviluppo
69 Gandini Giuseppe CISL - Sindacato
70 Genovese Marco Comune di Alessandria
71 Garavaglia Luca Università Avogadro - Dip. Ricerca Sociale
72 Ghè Giovanni Fondazione CRAL
73 Ghiazza Gianfranco A.S.L. AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria

XIII
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

74 Giordano Alberto Ordine Architetti


75 Guerci Giancarla Comune di Alessandria
76 Guglielmero Sergio Confesercenti
77 Iandolino Salvatore Provincia di Alessandria
78 Icardi Simona Comune di Alessandria
79 Leporati Massimo A.S.O.-Azienda Sanitaria Ospedaliera di Alessandria
80 Libener Ettore Consolidale e Azimut - Cooperative sociali
81 Lombardo Giancarlo Confapi - Associazione Piccole e Medie Imprese
82 Lorefice Roberto Comune di Alessandria
83 Lumi Giampaolo ATM S.p.A. - Azienda Trasporti e Mobilità
84 Luther Joerg Università Avogadro - Dip. Politiche Pubbliche e Scelte Collettive
85 Maffiotti Alberto ARPA Piemonte
86 Malandrino Corrado Università Avogadro - Dip. Politiche Pubbliche e Scelte Collettive
87 Mancuso Elvira Teatro Regionale Alessandrino
88 Marchese Carla Università Avogadro - Dip. Politiche Pubbliche e Scelte Collettive
89 Marchese Leonardo Università Avogadro-Dip. Scienze e Tecnologie Avanzate
90 Martino Tiziana CIOFS FP Piemonte - Scuola di formazione
91 Mazzola Roberto Università Avogadro-Dip. Scienze Giuridiche ed Economiche
92 Mongiano Elisa Società Storia Arte e Archeologia
93 Monighini Giuseppe Confindustria
94 Moroni Simone Coldiretti
95 Mortara Gian Paolo Caritas Diocesana
96 Mussano Laura CISSACA - Consorzio Intercomunale Servizi Sociali
97 Mutti Romano Collegio Costruttori Edili e Affini
98 Nervi Raffaella Provincia di Alessandria
99 Novarese Marco Università Avogadro-Dip. Scienze Giuridiche ed Economiche
100 Nuovo Daniela Prefettura - Nucleo Operativo Tossicodipendenze
101 Osella Domenico Università Avogadro-Dip. Scienze dell’’Ambiente e della Vita
102 Pagano Bruno CISL - Sindacato
103 Panizza Giovanni Maria Archivio di Stato di Alessandria
104 Parodi Valter Confagricoltura
105 Pasquariello Massimo Università Avogadro - Dip. Politiche Pubbliche e Scelte Collettive
106 Pensante Domenico UGL - Sindacato
107 Perla Giancarlo Clinica Salus e Casa di Cura Città di Alessandria
108 Pesce Alessandro Comune di Alessandria
109 Pesce Domenico Coldiretti
110 Piacentino Alberto Studio Radiologico Centocannoni S.r.L.
111 Pigazzi Mauro ASCOM - Associazione Commercianti di Alessandria
112 Platania Paolo Provincia di Alessandria
113 Poggio Danilo GRP Televisione

XIV
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

114 Polastri Laura Comune di Alessandria


115 Ponte Ezio Scuola edile
116 Ponzano Stefano ALTECH - Collegio Costruttori Edili ed Affini
117 Ponzetti Clemente Clinica Saluse Casa di Cura Città di Alessandria
118 Pupo Fausto Confindustria
119 Rabagliati Claudio ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
120 Ratti Andrea AMAG S.p.A. - Axienda Multiutility Acqua Gas
121 Rendo Corrado ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
122 Ricci Angela Comune di Alessandria
123 Rizzello Salvatore Università Avogadro-Dip. Scienze Giuridiche ed Economiche
124 Robbiano Giorgio CNOS - FAP - Scuola di formazione
125 Rossi Enrico M. Progetto A - Cooperativa sociale
126 Ruvolo Marina SPRESAL-ASL AL-Servizio Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro
127 Sacco Renzo Company - Cooperativa sociale
128 Saggese Sabato CGIL - Sindacato
129 Saletta Claudio Direzione Provinciale del Lavoro
130 Santoro Silvano SPRESAL-ASL AL-Servizio Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro
131 Saracco Guido Politecnico di Torino
132 Sardi Mariuccia Legacoop
133 Scotti Alessandro IAL -Scuola di formazione
134 Scutari Daniele ARFEA S.p.A.- Aziende Riunite Filovie e Autolinee
135 Sozzetti Enrico Il Piccolo - Quotidiano alessandrino
136 Sparacino Filippo ATM S.p.A. - Azienda Trasporti e Mobilità
137 Taverna cCarlo Confapi - Associazione Piccole e Medie Imprese
138 Testa Paola Comune di Alessandria
139 Tinello Enrico AMAG S.p.A. - Azienda Multiutility Acqua Gas
140 Tofanini Paolo ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
141 Torre Angelo Università Avogadro - Dip. Politiche Pubbliche e Scelte Collettive
142 Torrielli Pier Paolo Camera di Commercio
143 Tosi Luigi Costruttori Edili e Affini
144 Trivero Paolo Università Avogadro-Dip. Scienze dell’’Ambiente e della Vita
145 Tromba Marco Confapi - Associazione Piccole e Medie Imprese
146 Viarengo Aldo Università Avogadro-Dip. Scienze dell’’Ambiente e della Vita
147 Vigna Paola Istituto Cooperazione allo Sviluppo
148 Visca Marco Confagricoltura
149 Zailo Maurizio Ordine Agronomi
150 Zanetta Paolo ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
Zangirolami Laura
151 Comune di Alessandria
Giovanna

XV
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

LE SCHEDE PROGETTO

N. N.
ASSE- SCHEDE PROGETTO DEPOSITATE E
progr. progr.
TAVOLO APPROVATE DAI TAVOLI DI LAVORO
totale tav.

Produzione di energia da biogas - Confagricoltura,


1 1
Coldiretti, CIA, Cons. ARAL
Valorizzaz. e sviluppo filiere corte -
2 2
Asse 1 Tav. 1 Confagricoltura, Coldiretti, CIA
Agricoltura Valorizzaz. del frumento alessandrino di qualità
3 3
- Coldiretti, Confagricoltura, CIA
Multifunzionalità dell’’impresa agricola -
4 4
Comune
5 1 Tecnogate PMI - Confapi
Azioni di check del livello tecnologico e
6 2 assistenza nella crescita innovativa delle imprese
- Confindustria
Internazionalizzazione: costruzione rete di
Asse 1 Tav. 2 7 3
conoscenze - Confindustria
Manifatturiero
Supporto nella gestione economico-finanziaria e
8 4 nella patrimonializzazione d’impresa -
Confindustria
9 5 Accesso al credito per le PMI - Confapi
10 6 Reti di imprese e clusters - Confapi
Organizzaz. e riqualificaz. Fiera di S.Giorgio -
11 1
Comune
La valorizzazione delle attività economiche del
12 2
centro urbano attraverso gli O.A.D.I. - Comune
Credito alle imprese commerciali - Ascom,
13 3
Confesercenti
Asse 1 Tav. 3 14 4 Town center management - Ascom Confesercenti
Terziario Crea Turismo Alessandria - Progetto per
consulenza , aggiornamento, formazione,
15 5
creazione di impresa per il turismo- Università
Piemonte Orientale
Alessandria Gusta e Gira - Progetto per creazione
16 6 pacchetto prodotti enogastronomici - Università
Piemonte Orientale

XVI
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Tecnology Center (creare connessione tra ricerca


17 1 applicata, alta formazione, servizi al tessuto
industriale )- Politecnico di Torino
Gli argini della cultura (centro integrato di servizi
per la convegnistica creando rete tra contenitori
18 2
esistenti e da realizzare nella Cittadella) - Ordine degli
Ingegneri e Politecnico di Torino
Alessandria Logistica (realizzazione del polo
19 3 logistico integrato di Alessandria)- Provincia,
Comune
Area Insediamenti Produttivi in S. Michele -
20 4
Comune
Piano Insediamenti Produttivi in Spinetta M.go
21 5
- Comune
Recupero del complesso ex Caserma Valfrè -
22 6
Comune
Predisposizione rete metropolitana a banda larga
23 7 per Università, Comune, Provincia e realtà
private - Ordine Ingegneri
Rete di accoglienza e supporto agli investimenti
24 8 produttivi attirati dalle possibilità del retroporto
di Alessandria - Ordine Ingegneri
Marketing Territoriale Logistico - Università
Asse 2 Tav. 1 25 9
Avogadro
Organizzazione
Scuola di alta formazione in Logistica,
del Territorio
26 10 insediamento produttivo e organizzazione di
processo Politecnico, Ordine Ingegneri, S.I.T.AL
27 11 Bicistazione - Comune
Realizzazione ecomuseo della terra cruda e avvio
28 12 di cantieri pilota per il recupero delle strutture in
terra cruda - Comune
29 13 Città dello sport - Comune
Borgo Cittadella progetto di rinnovamento di un
30 14
quartiere - Comune
Riqualificazione Piazza S.Maria di Castello -
31 15
Comune
Analizzare e rinnovare le reti ferroviarie e gli
32 16 snodi -interazioni con la logistica - Comune di
Alessandria
Laboratorio e festival dell’architettura di periferia
33 17
- Comune, Ordine Architetti
Palazzo dell’’edilizia - Scuola edile, Comune,
34 18
Provincia
35 19 Città, paesaggio, immagine - Ordine Architetti
Quale uso per la Cittadella di Alessandria -
36 20
Università A. Avogadro
Cittadella e Città - Ordine Architetti, Ordine
37 21
Ingegneri, Politecnico

XVII
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Waterfront urbano e Cittadella - Ordine Architetti,


38 22
Ordine Ingegneri, Politecnico
Metropolitana leggera e Cittadella - Ordine
Asse 2 Tav. 1 39 23
Architetti, Ordine Ingegneri, Politecnico
Organizzazione
del Territorio Realizzazione di un parco pubblico nell’area
esterna alla cinta muraria della Cittadella con
40 24
esecuzione di indagini strautturali alle mura
stesse - Provincia di Alessandria
Miglioramento del livello sicurezza sugli
attraversamenti pedonali dislocati nella
41 1
perimetrazione urbana della città - Comune,
Provincia
Variante in accesso in Alessandria “Padana
42 2
Inferiore” - Comune, Provincia
Individuare attività necessarie ad elevare il grado
43 3 di sicurezza stradale e ridurre la sinistrosità-
Comune
44 4 Bici-bus - Arfea
45 5 Progetto semafori intelligenti - Arfea
Asse 2 Tav. 2
Nuove linee di trasporto strategiche Zone D e
Trasporti e 46 6
aree sanitarie - ATM e Comune
Mobilità
Studio di fattibilità per un progetto di city logistic
47 7
- Università piemonte Orient. Dip. Ricerca sociale
Riqualificazione e rifunzionalizzazione P.za
48 8 Garibaldi - Promotore art. 37 l.109/94 - Comune
Alessandria
Riqualificazione e rifunzionalizzazione P.zza
49 9
Libertà - Comune
Le porte urbane della città: Studio di fattibilità -
50 10
Ordine degli Architetti, Comune
Le porte urbane della città: Realizzazione -
51 11
Ordine Architetti, Comune
Inuinamento atmosferico: caratterizzazione degli
52 1 inuinanti e valutazione della ricaduta al suolo -
ComuneUniversità Avogadro, Arpa
Energia da biometano prodotto da filiera corta
53 2
- Politecnico Torino, Amag
Analisi del rischio sanitario: dallo studio del
trasferimento di inquinanti nelle specie vegetali
Asse 2 Tav. 3 54 3 edibili alla valutazione degli effetti
Sviluppo
dell’inquinamento atmosferico - DiSAV,
sostenibile
Università Avogadro
55 4 Ecodiesel - Politecnico Torino, Atm
Eco-sistema: i rifiuti da problema a risorsa -
56 5
Comune
Metodologie chimiche e biologiche per la boni-
57 6 fica dei suoli inquinati da cromo - DiSAV,
Università Avogadro

XVIII
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Mini Hydro - Valorizzazione ricerca e sviluppo


ad alta efficienza per produzione di energia
58 7
elettrica da impianti micro idroelettrici -
Politecnico Torino, Amag
Coordinamento della normativa per una
59 8
pianificazione sostenibile - Collegio Costruttori
Efficienza energetica nei servizi a rete - Amag,
60 9
Politecnico Torino
Valutazione rischio ambientale area Fraschetta
con approccio TRIA che integra dati chimici
61 10
ecotossicologici ed ecologici su suoli, acque di
falda e superficiali - DiSAV, Università A. Avogadro
Sostenibilità sistemi fotovoltaici - Politecnico
62 11
Torino
Asse 2 Tav. 3 Recupero e riqualificazione siti degradati e/o
Sviluppo 63 12 relitti rispetto al disegno urbanistico - ORGP,
sostenibile ODAF
Il futuro è già qui: giovani partecipazione
64 13 solidarietà - Università Avogadro dip. Ricerca
sociale
Efficienza energetica e nuove tecnologie
ambientaliper il progettare ed il costruire sul
65 14
territorio del Comune di Alessandria - CCE,
Ordine Architetti, Politecnico
Mobilità sostenibile (riduzione rumore e polveri
66 15
sottili durante i lavori edili ) - Consorzio Altech
Pianificazione urbana sostenibile applicata alla
67 16
prevenzione delle malattie - Ordine Architetti
Elaborazione di un manuale per la buona
68 17 pratica paeaggistica - Ordine Agronomi - Ordine
Architetti - Osservatorio del paesaggio alessandrino
Master 1° Livello in BIOENERGIA E
69 1 RIDUZIONE DI CO2- Politecnico Torino, Arpa,
Imperial College Londra, Università Belo Horizonte
Master di 1° Livello in Sostenibilità Ambientale
70 2 e Clean Technology - Politecnico Torino, Arpa -
Università Piemonte Oriental
Campus delle Scienze Umane e Sociali - facoltà
71 3
Scienze Politiche - facoltà di Giurisprudenza
Asse 3 Tav.1
72 4 Business school - Politecnico API
Didattica e
formazione Orientamento tutorato studenti - Facoltà
73 5
Giurisprudenza Università Avogadro (Novarese)
Osservatorio domanda e offerta competenze
74 6
professionali - UNIPMN
Master universitario di I livello in Sviluppo
Locale - Teorie e metodi per le Pubbliche
75 7 Amministrazioni Fac. Scienze Politiche -
Consorzio per la ricerca e l’Educazione permanente
di Torino

XIX
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Summer School in Sviluppo Locale - Fac.


76 8
Scienze Poltiche Dip. Ricerca sociale
Sistema di Formazione Permanente per il
77 9 settore turismo - Università Piemonte Orientale -
Palazzo Monferrato
Centro Italo-Francese per la cultura economica
78 10 e l’innovazione istituzionale - Facoltà di Scienze
Politiche, Dipartimento POLIS
Master Universitario di I livello in Economia,
Diritto e Organizzazione del Trasporto
79 11
Pubblico Locale - METROPOLIS Fac Scienze
Poltiche Dip. Polis
Master Universitario di I livello in Economia
Asse 3 Tav.1 80 12 dell’Ambiente e della Sanità - MEAS . Fac
Didattica e Scienze Poltiche Dip. Poli
formazione Centro europeo “Jean Monnet” di eccellenza
per la formazione e la ricerca. Cattedra “Jean
81 13 Monnet” dell’Università del Piemonte Orientale,
“Laboratorio di Storia, Politica, Istituzioni” (LaSPI),
Facoltà di Scienze Politiche, Dipartimento POLIS.
CENTRO PER LA DIFFUSIONE DELLA
CULTURA IMPRENDITORIALE E
L’IMPLEMENTAZIONE DEGLI
82 14
STRUMENTI DI ACQUISIZIONE DEL
KNOW-HOW UNIFORM – l’UNIversità che
FORMa Università del Piemonte Orientale
83 15 Biblioteca universitaria - fac. Giurisprudenza
Scuola di alta formazione - Università Piemonte
84 16
Orientale fac. Giurisprudenza fac. Scienze Politiche
Centro per la raccolta e l’elaborazione del
85 1 Patrimonio informativo locale - Università
Asse 3 Tav. 2 Avogadro
Ricerca
Cittadella della Conoscenza - Università
86 2
Piemonte Orientale, Politecnico
Polo archivistico per la Città di Alessandria -
87 1
Archivio di Stato Alessandri
Compagine Sinfonico - Conservatorio, Teatro
88 2
comunale alessandrino
Asse 3 Tav. 3
89 3 Il Museo Civico di Alessandria - Comune
Cultura e
informazione Costituzione sistema bibliotecario Alessandrino
90 4
- Comune
Osservatorio culturale e turistico
91 5 dell’Alessandrino - Centro Economia e Ricerca
Dip. Polis

XX
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Salute e sicurezza sul lavoro: Marketing sociale


92 1
- Spresal-Asl, Epidemiologia Asl TO
Il lavoro sicuro e regolare interessa anche te -
93 2
Direzione Provinciale del Lavoro
Rete di sportelli per la sicurezza sul lavoro -
94 3
Ord. Ingegneri, Confindustria, Confapi
Asse 4 Tav. 1 Introduzione nelle aziende di sistemi di
Lavoro, 95 4 gestione della sicurezza sul lavoro - Ordine
Formazione Ingegneri
professionale, Un servizio per l’informazione orientativa…. -
sicurezza sul 96 5
Scuola Ciofs/Fp Piemonte
lavoro Sicurezza in edilizia: conoscenza e
97 6 consapevolezza iniziano dalla scuola - Scuola
Edile, Comitato Paritetico Territoriale (CPT)
Il coordinamento locale della formazione per la
98 7
sicurezza sul lavoro - Ordine Architetti
Osservatorio permanente fabbisogni formativi
99 8
ed occupazionali - Agenzie formative
IterAL Interventi in rete anziani e assistenti
100 1
familiari- Cissaca
101 2 Consumo critico e nuovi stili di vita - Caritas
102 3 Giovani protagonisti della città - Comune
103 4 Promozione innovativa della famiglia - Comune
Da e con gli anziani mosaico di attività volte al
104 5
recupero al riuso e al fare condiviso Comune
Osservatorio consumo sostanze psicoattive -
105 6
Università Avogadro
OsservAzione giovani italiani e stranieri -
106 7
Università Avogadro
Osservatorio mondo giovanile - Università
107 8
Avogadro
Abitare sostenibile in Piemonte - Comune di
108 9
Alessandri
Asse 4 Tav. 2
Sviluppo del Casa Etica “Eticasa” . Agenzia per l’orientamento
welfare e il sostegno di domanda e offerta abitativa su basi
109 10 eticamente sostenibile. - Ass Com. san benedetto al
Porto, Cooperativa Sociale Company; Cooperativa
sociale il pane e le rose
Habital: interevnti integrati per il miglioramento
110 11 della qualità della vita e della sicurezza in alcuni
quartieri della città - Comune, Cissaca A.T.C.
Oikos 2006 Housing sociale in partnership con
111 12
il privato. - OIKOS 2006 s.r.l.
Interventi edilizi in autocostruzione - Misura
112 13 integrata di edilizia sociale a favore dell’integrazione
sociale- Comune, Coop. Autocostruttori
Programma comunale di interventi
sperimentali di social housing tramite casi
113 14
pilota - Comune. A.T.C. , Cissaca, ASL AL, Diocesi
di Al, Parrocchia Santi Michele e Carlo, Caritas

XXI
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Cittadinanza è partecipazione . Educazione alla


114 15 cittadinanza attraverso lo sport per giovani stranieri
e italiani - ICS
Attivazione nuovi corsi di laurea in ambito
115 1
sanitario - Aso, Asl, Ipasvi, Comune
Il Sindaco “Messaggero di salute” - Comune,
116 2 Asl, Aso, Ordine Medici, Associazioni di
volontariato e e di consumatori
117 3 Benessere - Comune, Asl, Aspal servizio giovani
Asse 4 Tav. 3
118 4 Nasce una mamma - Comune, Aso, Asl
Garanzia qualità
della salute Rete sanitaria informatica prov.le - Asl, Aso,
119 5 soggetti privati, Ordine medici, Università,
fondazioni
Medicina di gruppo integrata- Collegio
120 7
Infermieri IPASVI, Ordine Medici
Cure primarie integrate - Collegio Infermieri
121 7
IPASVI, Ordine Medici

XXII
PARTE I
Visione generale
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

2
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

LA vISIONE GENERALE DEL PIANO STRATEGICO

Premessa
Il piano strategico della città di Alessandria nasce per delineare l’immagine di una città
che oggi non c’è.
Il processo di pianificazione strategica è stato avviato da questa città nel 2008, per pensare
una città futura, diversa necessariamente da quella di oggi, cercando di immaginare in
anticipo le esigenze che fatti di natura tecnica o tecnologica, ma anche di mercato, di natura
sociale o demografica, e molteplici altri fattori che per brevità non citiamo, potranno
imporre al cambiamento. Un’ampia trattazione di tali elementi sono tuttavia contenuti nel
secondo volume di questo lavoro, quello dell’indagine diagnostica, sviluppata nel 2009,
sulla base dei dati disponibili a fine dell’anno precedente, con un lavoro di Ricerca
commissionato dall’Associazione proponente il piano strategico (Associazione Alessandria
2018) all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. Il corposo
lavoro di Ricerca è stato alla base di numerosi approfondimenti che in seguito sono stati
effettuati ai tavoli di lavoro della pianificazione strategica. Giova ricordare che tale lavoro
ha visto una scelta coraggiosa ed ampiamente condivisa, basata sulla volontà dei membri
dell’Associazione di non affidare l’incarico di studio ad un singolo Dipartimento o a una
L’indagine società di Consulenza, ma ad un Ateneo (con il parere favorevole dell’altro) il quale ha
diagnostica nominato un coordinatore ed ha coinvolto ben 4 diversi Dipartimenti, peraltro fisicamente
ubicati su 2 città (Alessandria e Novara).
Non è questo il luogo per rimarcare la validità della scelta e dei risultati conseguiti – il
lettore trova approfondimenti nel secondo volume – ma giova in premessa ricordare come
già le scelte dei 4 Assi sui quali viene costruito il Piano Strategico della città fosse stata fatta
all’epoca dell’indagine, che di fatto approfondì tali tematiche su commessa precisa e
circostanziata indicazione.

La scelta dell’anno
Sovente si ritiene di indicare un anno preciso per circostanziare la validità delle ipotesi di
lavoro rispetto ad un momento storico di riferimento. Noi non scriveremo invece Piano
Strategico “Alessandria 2018” o altri titoli del genere, per una ragione semplice.
La prima, per non confondere il nome dell’Associazione committente con il suo
contenuto. Al proposito, si osservi solo che la ragione della scelta del nome crediamo non
desti curiosità a nessuno, ma basti dire che nasce nel 2008 e che nei primi documenti si
parlava di logica di lungo termine, che talvolta per prassi taluno confonde con il decennio
(tralasciando il fatto, a parere di chi scrive irrilevante, del fatto che a quell’anno ricorra un
certo anniversario della nascita della città).
La seconda, ben più rilevante, sta nel fatto di non voler stabilire una sorta di “scadenza”,
come se tutto dovesse essere riferito ad un momento, quando invece si sa che stiamo
trattando di una visione di lungo termine di una città. Di più, se proprio fossimo obbligati
a definire una data di riferimento di un piano strategico, allora avrebbe senso, considerando
che la più parte degli investimenti hanno durata pluriennale, riferirli ad un periodo, come
ad esempio si fa con la programmazione comunitaria, che ha durata settennale. Se non
fosse, così facendo, che dovremmo scrivere che allora questo piano sarebbe il piano 2018-
2025, gettando probabilmente nello sconforto il cittadino o il politico abituati alla logica
dell’“hic et nunc”. Non solo, ma non ha senso definire un anno o più anni di riferimento
perché il Piano Strategico non può che essere una strada, una rotta da seguire, una
3
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

indicazione di percorso, della quale mancano, necessariamente, valutazioni prima di tutto


politiche, e poi attuative, di fattibilità, prima di tutte quella finanziaria. Preferiamo scrivere
che questo è il Piano Strategico della città di Alessandria, che nasce in un certo anno,
quello nel quale verrà approvato da, si spera, una ampia platea di soggetti, in un contesto
storico ben preciso e per finalità di lungo periodo. Ovviamente, tale piano non potrà
considerarsi imperituro, e quindi dovrà essere oggetto di periodiche valutazioni, ed anche
doverose revisioni, che tengano conto delle innumerevoli variabili che, negli anni,
muteranno.

Il valore di questo documento


Così scrivendo, probabilmente, potrebbe sembrare di ridimensionarne, e di molto, il valore,
come se si trattasse solo di un mero esercizio di idee. Del resto, il Piano Strategico, che state
leggendo nella sua versione tecnica, può essere oggetto di innumerevoli critiche, ma
Le critiche fondamentalmente ve ne sono due che devono essere richiamate in partenza, perché
rilevanti e, a parere di chi argomenta, fondate.
La prima è che il piano, almeno nella sua iniziale stesura, non nasce in un dibattito politico,
e che ai tavoli di lavoro non sono stati invitati rappresentanti delle forze politiche, e quindi
sia privo di valore politico. La seconda è che il piano sia un mero e sterile esercizio di stile,
un apprezzabile gioco delle parti, un “libro dei sogni”, e poco di più.
Quanto alla prima critica, per quanto fondata, essa nasce da una scelta ben precisa, quella
di discutere ai tavoli di lavoro non in funzione dell’appartenenza politica, ma in funzione
della competenza tecnica. Appare del tutto irrilevante l’idea politica del relatore di una
scheda progetto, se il suo contributo si basa su una competenza tecnica ed una fondata e
documentata, ed in generale riconosciuta, capacità di analisi su un tema speficico. Si è
La composizione dei scelto di comporre i tavoli di lavoro sulla base delle rappresentanze di Enti ed organismi,
tavoli di lavoro pubblici e privati, di riconosciuta e chiara identificabilità come di attori rilevanti nel
processo di sviluppo locale. Anche tale scelta, come tale, potrà essere contestata, ma è
apparsa la migliore possibile, non avendo escluso nessuno, dai Sindacati alle Associazioni
di categoria, dagli Ordini professionali agli Atenei, dalla Provincia di Alessandria alla
Camera di Commercio, come le decine di rappresentanze documentate dimostrano. Le
riunioni sono sempre state riunioni di natura tecnica, nella quale i rappresentanti degli
Enti, a qualunque tipologia appartengano, sono sempre state garantite da figure apicali
con funzioni di esperti all’uopo delegati dal membro partecipante al processo. Non solo,
ma tale processo si è basato sempre su un approccio volontaristico, inclusivo e
collaborativo. Pertanto, il documento è una sorta di supporto operativo dei delegati degli
attori territoriali ai propri “decision makers”, i quali possono in seguito esprimersi
nell’ambito di un dibattito politico, inteso nel senso più lato del termine.
Quanto alla seconda critica, quella di essere un mero esercizio di idee, o un libro dei sogni,
si tratta di intendersi. Nessuno ritiene che la totalità delle schede progetto sia cantierabile
o finanziabile, o che non possa esserci una gradualità o una modularità, ma appare vera
una cosa; se questo è un libro dei sogni portato alla città, è un libro scritto da persone che
hanno discusso, analizzato ed approfondito delle tematiche mettendo in grado chi deve
Il lavoro dei cittadini decidere di scegliere - con maggior contezza dei fatti si spera - quali sogni realizzare. In
questo, si ritiene che il valore del documento, la cui area centrale, quella delle schede
progetto, ha comportato un intenso lavoro di oltre cento persone, venga riconosciuto
dalla parte politica a prescindere della posizione di parte, perché il documento appunto
non è stato scritto da questa o quella parte, ma dalla città. Tutti questi esperti, donne e
uomini che hanno interesse di parte ad Alessandria, hanno lavorato con spirito costruttivo,
superando le conflittualità, anteponendo all’“uti singuli” l’interesse collettivo. Lo possiamo
affermare con fermezza ricordando, ce ne fosse bisogno, chi è il proprietario del
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

documento.

Di chi è il documento
Non si confonda la proprietà del documento. Esso è frutto di una iniziativa di una
Associazione costituita, su iniziativa del Comune di Alessandria, nel maggio del 2008 tra
16 soggetti, prevalentemente rinvenibili nel mondo economico, finanziario e universitario
locale. Non è tuttavia il Piano Strategico del Comune di Alessandria, anche se il Comune,
essendo soggetto proponente, è stato anche, correttamente, il primo soggetto ad aver
formalmente accettato ed adottato le prime risultanze del Piano, come si evince dalla
assoluta ed evidente connessione, anche descrittiva, tra il Piano Strategico e la revisione
del Programma di Mandato. Anzi, la revisione del proprio Programma di Mandato è nei
fatti un primo e rilevante segnale di rispetto che la pubblica amministrazione proponente
ha voluto manifestare al lavoro condiviso con moltissimi altri attori locali. La stessa
inclusione di parti importanti di testi condivisi in sede di pianificazione strategica, sovente
Connessione al proposti e talvolta dettati da attori diversi dalla amministrazione pubblica prima
proponente il processo, direttamente nella revisione del Programma di Mandato, è fatto
programma di raccomandato dalla migliore dottrina, che chiede di adattare l’azione di breve periodo alle
mandato scelte condivise nel lungo termine, creando una doverosa connessione tra la visioning di
breve e quella di più ampio respiro.
Il Piano Strategico è un documento che l’Associazione lascia in dote alla città, perché ciò
è scritto nel suo stesso Statuto e nella sua fondativa Carta dei Diritti e dei Doveri, invitando
tutti gli Enti pubblici e privati che hanno contribuito a redigerlo a confrontarsi con esso,
e con la sua visione di insieme. Di più, il documento è il frutto di una azione molto faticosa
di mediazione e condivisione di un laborioso processo, che ha visto l’Associazione
La torre d’avorio “Alessandria 2018”, nei fatti, includere decine di altri soggetti, appartenenti a mondi diversi
da quelli che inizialmente avevano avviato il motore dell’operazione. Ci si riferisce agli
apporti, che il lettore potrà leggere nelle schede progetto, di decine di membri effettivi di
tavolo, che riguardano ad esempio Ordini Professionali, che includono il mondo del
Sociale e della Sanità, che vedono il coinvolgimento di tutte le maggiori e riconosciute
rappresentanze della città nei quattro settori dell’economia, dello sviluppo urbano, del
sistema della conoscenza e del campo sociale.
Il documento è quindi una azione di mediazione delle visioni diversificate dei diversi attori
territoriali, i quali hanno portato ciascuno un pezzo di contributo ad un progetto
complessivo che spesso travalicava il proprio singolo ambito di intervento. Inoltre, se si
considera che moltissime schede progetto, come si documenta, vedono tra i proponenti
soggetti che hanno competenze molto diversificate, e non di rado antitetiche o addirittura
concorrenziali, appare evidente - ictu oculi - il valore dell’operazione. Ancora, giova
ricordare che tutte le schede sono state formalmente depositate, illustrate da un relatore,
dibattute, talvolta emendate, ma tutte, indistintamente tutte, approvate all’unanimità.
Trattasi, lo ribadiamo, di un valore di indicazione meramente tecnica, e non di una
approvazione politica, che al momento della stesura del presente testo deve ancora
verificarsi, ma nondimeno trattasi di fatto quantomeno irrituale, almeno nel contesto locale
di riferimento, come da molte parti è stato sottolineato.
Infine, si ricorda – ancora per rispondere alla facile critica della mancanza di fondi - che
sotto il profilo metodologico questo approccio appare corretto con riferimento alla
dottrina della pianificazione non solo strategica, ma in genere. Tutta la moderna teoria
della pianificazione, a partire da quella adottata da Banca Mondiale per arrivare a quella
usata in Comunità Europea, si basa su una definizione delle priorità prima, e non dopo,
la definizione di un budget, e la conseguente fase di fund raising. In questo, si ribadisce,
è il valore del documento, e spetta al mondo politico definirne le priorità, valutandone i
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

contenuti ed entrando nella fase di valutazione di fattibilità, prima di tutto economica e


finanziaria.
Il documento è quindi idealmente lasciato dalla Associazione proponente in proprietà alla
città, perché scritto dalle molteplici anime della città stessa, non perché venga considerato
un programma di mandato di un singolo Ente locale, ma perché, travalicando il breve
La teoria del project termine, diventi un punto di riferimento per la pianificazione complessiva di un intero
management ed il sistema locale, fatto molto più rilevante e certamente più complesso. La stessa
Associazione non può ritenersi proprietaria del documento stesso, in quanto esso è stato
“fund raising” scritto con il contributo indiscutibile di decine di soggetti che, almeno formalmente, non
facevano ancora parte dell’Associazione al momento dell’adesione al progetto. Si è scelto
quindi concordemente da parte di tutti i soggetti aderenti la logica del fare, prima di tutto.
Il risultato è di proprietà di tutti gli alessandrini, e dovrebbe anzi auspicabilmente divenire
argomento di discussione su area vasta.

I 4 assi e la vision
La pianificazione non può, per sua definizione, essere avulsa da una logica di intervento
di lungo termine, sia perché è fatto suggerito dalla migliore dottrina in materia, sia perché
per loro natura taluni ambiti di azione non possono essere concretizzati nel breve periodo,
per fatti tecnici, giuridici, economici, realizzativi in genere. In questo, la vision di città che
dovrà adottare il Comune di Alessandria, è nel futuro, tenendo doverosamente conto di
un processo di pianificazione, sviluppato con approccio bottom up, che ha visto in questi
mesi un articolato e profondo, nonché largamente condiviso, dibattito della società civile
nell’ambito del processo di pianificazione strategica.
La vision
La visione di città che si trova in questo documento nasce nell’ambito di un processo che
ha visto un’ampia partecipazione ed un profondo ed articolato confronto di idee. Occorre
quindi trovare una connessione tra la politica di breve termine, rappresentata dai confini
del mandato amministrativo, e quella di lungo termine, che trova le sue origini nella
impostazione del piano strategico che il Comune di Alessandria, facendo sintesi delle
posizioni largamente condivise, intende definire. Chiaramente i due piani devono essere
connessi e collegati, se del caso attuando opportune correzioni di rotta, ricordando sempre
che il Comune è solo uno dei tanti soggetti che insieme concorre, per la propria parte, alla
realizzazione di una idea comune e complessiva di città.
La visione di Alessandria di domani non è riconducibile a slogan, sia perché rinunciamo
volentieri a tale compito – che pure ricorre tradizionalmente nella letteratura di genere -
sia perché la singola definizione appare riduttiva rispetto al progetto complessivo.
Potremmo dire che è una visione di una città innovativa, di una città moderna conscia dei
propri limiti ma anche delle proprie potenzialità, che il Piano indica chiaramente su 4 Assi,
che sono le quattro “gambe” del proprio sviluppo. Tratteremo quindi dei contenuti dei 4
Assi, descrivendo anche i contenuti dei 3 Tavoli che ogni Asse ha ritenuto di avviare, prima
di affrontare successivamente la lettura ed analisi delle singole schede progetto, o azioni,
che – secondo linee strategiche definite di intervento – sono state depositate
4 assi su 12 tavoli complessivamente sui 12 tavoli.
Il primo Asse è quello dello Sviluppo Economico, valutando che una comunità non può
svilupparsi in assenza di risorse, ed implicitamente riconoscendo che la produzione del
reddito sarà essenziale per il mantenimento e possibilmente l’aumento degli spazi
occupazionali, e che il concorso dell’economia privata in un processo di sviluppo pubblico
sarà determinante anche nei prossimi anni, soprattutto in un contesto come quello attuale
di crisi e di contrazione tendenziale della spesa pubblica. Il secondo Asse è quello dello
sviluppo urbano, tema affrontato in una ampia accezione che non dimentica il fattore di

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

uno sviluppo sostenibile e di una crescita rispettosa dell’ambiente e spazia


dall’organizzazione del territorio alla mobilità. Il terzo Asse è quello dello sviluppo della
conoscenza, scelta coraggiosa e forte della città di Alessandria, che identifica in uno dei
propri 4 fattori di crescita quello forse più immateriale e apparentemente meno
documentabile, ma anche probabilmente il più strategico; la risorsa umana e culturale. Il
quarto Asse dello sviluppo è quello di comunità, che affronta in modo articolato i temi del
lavoro e della formazione correlata, del sociale nelle sue più ampie accezioni
contestualizzate alla realtà cittadina, e della sanità, intesa nella sua più ampia accezione di
garanzia della qualità della salute.
Queste sono state le scelte formulate dalla città, ed alla base di una visione di una città che,
lungi dal divenire una dimenticata cittadina di Provincia, intende ritrovare una propria
dimensione e ruolo nel contesto economico, urbano, culturale e sociale, in riferimento ad
area vasta. Nel seguito si descrivono gli Assi e i Tavoli di Lavoro, commentando le linee
strategiche scelte dai singoli Tavoli.

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AssE I – sVILuPPo EconomIco


Nell’ultimo secolo l’uomo si è concentrato nei centri urbani, con un processo di repentino
spostamento della propria vita sociale dalle campagne alle città (in un rapporto che recenti
stime mondiali indicano da 1 a 9), che non aveva conosciuto precedenti nei precedenti
sessanta secoli di storia. Il settore agricolo ha conosciuto quindi un declino inesorabile, che
per il nostro paese è stato particolarmente forte; negli ultimi decenni, ed in particolare dal
1970 al 2010, si è assistito ad un progressivo spostamento dei livelli occupazionali dal
settore agricolo ai due settori dell’industria e poi dei servizi. Tale processo, di natura
congiunturale, ha interessato anche la nostra città. Per tali ragioni si dividono idealmente
le potenzialità di sviluppo in questi tre grandi macro contenitori di produzione di reddito.
Tavolo 1 – Agricoltura
Per quanto concerne il primo aspetto, l’agricoltura, si è concordato tra i membri del Tavolo
che non possiamo assistere passivamente ad un processo di progressiva perdita di
competitività del settore primario, come se le cause fossero esclusivamente di carattere
esogeno. Se è vero infatti che esistono ragioni congiunturali che determinano la crisi del
settore (calo dei prezzi dei prodotti agricoli, tipologia del territorio, struttura aziendale
rigida, scarsa concentrazione dell’offerta, dimensione media delle aziende agricole
insufficiente), è anche vero che una città che vuole raggiungere degli obiettivi strategici di
lungo termine deve puntare alla valorizzazione dei propri fattori di forza. Tra questi
indichiamo certamente il territorio, in larga parte pianeggiante, fertile ed irrigabile, la qualità
e specificità delle nostre produzioni tipiche, la presenza di strutture cooperative e di
consorzi irrigui, la nostra posizione logistica e la nostra vocazione zootecnica, tra i tanti.
Conseguentemente, ai tavoli di lavoro si è concordato sul fatto che si vuole sostenere
un’idea di città nella quale ci sia non solo memoria, bensì presenza di spazi dedicati alla
La perdita di produzione di reddito, in chiave moderna, derivante dal settore primario. Si veda, ad
competitività esempio, il progetto riguardante la valorizzazione del frumento alessandrino di qualità.
Non interessa agli attori del tavolo una visione retrograda dell’agricoltura confinata a
patetiche immagini di un mondo richiamato in chiave nostalgica, e descritto alle nuove
generazioni in modo folkloristico e giornalistico.
La connessione delle attività economiche ai temi sociali, e della famiglia in particolare,
non ci consente di relegare questo settore economico al ruolo di svago occasionale e
pittoresca descrizione, alle nuove generazioni ed in particolare ai bambini, di un mondo
ormai scomparso. Interessa invece agli attori del Piano Strategico sostenere tutte le
associazioni agricole in processi integrati e sinergici volti prima di tutto alla valorizzazione
della filiera cerealicola, individuando le tecniche che meglio si adattano al territorio
alessandrino, favorendo la concentrazione dell’offerta e consolidando l’immagine del
Nostalgia o nostro territorio con moderni strumenti di marketing. Lo studio approfondito della
modernità? connessione esistente ed acclarata, anche sul piano normativo, tra l’agricoltura ed il settore
ambientale, ci fa ritenere necessario immaginare per il futuro progetti integrati del mondo
pubblico e privato nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili, con
particolare riferimento alle tematiche degli impianti di cogenerazione e trigenerazione (con
materie prime derivanti dal comparto agricolo).
Guardando alla presenza sul nostro territorio di aziende operanti nel trattamento dei rifiuti
Agricoltura ed organici, e di un sistema universitario in grado di fare ricerca (tema sul quale torneremo
ambiente più avanti), sono certamente cantierabili progetti volti a creare una connessione tra i vari
comparti, trasformando il rifiuto da un problema ad una opportunità, ed immaginando la

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

sua destinazione finale in termini di prodotto destinato all’agricoltura. Un esempio di tale


linea strategica di intervento è rinvenibile ad esempio nel progetto di innovazione
tecnologica con applicazioni ambientali. Esiste poi un terzo filone di intervento che crea
le premesse per un moderno sistema agricolo nella nostra città, riportando l’agricoltura a
contatto con le famiglie e con il mercato locale, oltre che con il cittadino. Si pensi ad
esempio al progetto che prevede la soluzione della filiera corta e l’identificazione di una
area mercatale. In questa visione di città è possibile realizzare servizi destinati alla
collettività, con particolare riferimento, da un lato, al ruolo di presidio e manutenzione del
territorio, al quale può contribuire il comparto agricolo, e, dall’altro, alla valorizzazione
della filiera corta e quindi di un rapporto più diretto tra produttore e consumatore.
In termini economici questa visione di città considera il comparto agricolo un motore in
grado di produrre reddito, beni e servizi, a condizione di creare le premesse perché vi sia,
da un lato, un processo di culturalizzazione del settore agricolo, con particolare riferimento
alla crescita professionale ed imprenditoriale, e, dall’altro, la presa d’atto del fatto che sin
dalle più antiche definizioni degli economisti classici, il suolo è una delle componenti di
produzione del valore, con la peculiarità, e l’aggravante, che il terreno agricolo è un bene
limitato, e non ricostruibile se oggetto di cementificazione. In tal senso, occorre
un’adeguata e prudente capacità di pianificazione del territorio.
Tavolo 2 – Industria
è ben noto che i processi occupazionali sono prevalentemente legati alle necessità di forza
lavoro che gli imprenditori valutano necessarie al raggiungimento dei propri legittimi
obiettivi reddituali. Senza invadere il campo delle scelte private, il Piano Strategico può e
deve tuttavia sviluppare le condizioni utili alla realizzazione di tali obiettivi, sia in quanto
la collettività è interessata alla produzione di reddito sul proprio territorio, sia in quanto è
motivata dall’ipotesi di creazione di stabili e duraturi rapporti occupazionali con le aziende
ivi residenti. Cerchiamo di illustrare le ragioni per le quali si è deciso di identificare in ben
precise linee strategiche lo sviluppo del comparto, e precisamente nella cultura di impresa,
nella ricerca ed innovazione tecnologica, nella internazionalizzazione di impresa e nella
ricerca di nuovi strumenti finanziari.
La moderna visione di impresa, fatti salvo i distinguo e le diverse valutazioni dovute a
seconda del settore di riferimento, e confinando le nostre valutazioni prevalentemente al
comparto industriale e manifatturiero, prende atto del fatto che il sistema globale attuale
richiede nuovi strumenti competitivi. Da questa considerazione discende il fatto che il
contesto di riferimento delle imprese locali è molto cambiato negli ultimi tempi, e che i
nuovi scenari richiedono nuovi strumenti per competere in un mercato globale. Le imprese
alessandrine che alcuni decenni or sono operavano con logiche tradizionali, con marchi
Internazionalizzazione consolidati e in un mercato sostanzialmente locale o prevalentemente nazionale, si trovano
oggi ad operare in contesti internazionali caratterizzati da repentini processi evolutivi,
contesti richiedenti nuove competenze e skills professionali, capacità di operare in mercati
lontani. Tutto questo necessita di ingenti investimenti nella qualità ed innovazione
tecnologica dei prodotti, nei processi di internazionalizzazione d’impresa e nel capitale
umano delle aziende. Di qui la scelta di privilegiare gli investimenti sul capitale tecnologico,
umano e finanziario, come strumenti collegati ad una strategia di internazionalizzazione.
Il sistema degli attori locali può quindi promuovere una visione di città aperta, nella quale
sia possibile sviluppare convegni di natura internazionale, e creare le condizioni affinché,
in collaborazione con altri soggetti, privati e pubblici (in primis il sistema camerale), si possa
accompagnare le imprese nei contesti economici internazionali con un percorso
organizzato, strutturato e coordinato.
La seconda azione di integrazione strategica deve essere realizzata con il sistema

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

universitario a due livelli. Il primo livello è quello della ricerca, intendendosi con tale
termine una ricerca applicata, concreta ed operativa, rispondente alle reali esigenze del
comparto produttivo. Questo livello significa realizzare una Cittadella della Conoscenza,
cioè un luogo fisico di connessione tra il mondo della ricerca universitaria ed il mondo
dell’impresa. Si osservi che, come si vedrà dall’analisi delle schede, esiste una connessione
molto stretta tra i temi affrontati su questo tavolo dell’Asse di sviluppo economico ed i
temi affrontati sul tavolo della Ricerca dell’Asse della Conoscenza. Infatti, il modello della
Cittadella della conoscenza pienamente si integra con i progetti del tavolo, che vedono le
associazioni di categoria proporre soluzioni tecnologiche per il sostegno non tanto della
ricerca applicata, quanto dello sviluppo precompetitivo delle proprie imprese. Tuttavia,
non sfugge a chi conosce la differenza tra i due ambiti di intervento, anche sotto il profilo
della distinzione giuridica, che si trova non nel nostro codice civile quanto nella disciplina
comunitaria, che i due temi dello sviluppo precompetitivo e della ricerca applicata siano
pienamente integrabili, ed anzi sovente sequenziali. Di qui, il modello privatistico
immaginato dalle soluzioni delle associazioni di categoria pienamente sarebbe funzionale,
per la parte di sviluppo, al modello privatistico immaginato dalla Cittadella della
Conoscenza di iniziativa di Politecnico ed Università, e depositato come progetto sul
tavolo della Ricerca, nell’Asse della Conoscenza.
Si badi che allorquando si parla di approccio privatistico non ci si riferisce al destinatario
della prestazione o al modello giuridico di riferimento, quanto all’approccio di mercato
dell’intervento, che deve essere remunerativo e produttivo di redditività, uscendo dalla
logica del sostegno pubblico indifferenziato. Il secondo livello è quello del sostegno al
capitale umano ed alla formazione. In tal senso, la città di Alessandria si colloca in una
posizione logistica favorevole alla raccolta di esigenze formative del comparto produttivo,
Capitale umano sul modello delle scuole di alta formazione che altre città, di dimensioni non maggiori
della nostra, hanno saputo realizzare. In tal senso, anche qui si colga una connessione
logica molto importante tra le indicazioni strategiche proposte dalle associazioni di
categoria e la risposta, che non si trova al tavolo in oggetto, ma che possiamo rinvenire al
tavolo della Didattica universitaria, laddove si trova il progetto ad esempio di una “Business
School”, ed anche al tavolo della Ricerca, dove si trova il progetto di un sistema che tende
a diffondere le conoscenze con un modello reticolare (modello di Rete delle Conoscenze).
Da ultimo, ma non per importanza, occorre rilevare come il sistema bancario locale sia
caratterizzato – come ha dimostrato l’indagine diagnostica - da una situazione di
sostanziale oligopolio in capo a pochi istituti di credito: tale circostanza consente di
ipotizzare azioni concordate e condivise di sostegno all’accesso al credito, tema che, oggi
di attualità, sarà ancora più importante in futuro. Come si vedrà in maggior dettaglio nella
Capitale finanziario parte di descrizione dei contenuti progettuali, il tema dell’accesso al credito – rectius
dell’accesso al capitale – è tema strategico di riconosciuta importanza. Non sfugge la
distinzione tra le due definizioni: il capitale di rischio ed il capitale di debito sono, con
tutte le intermedie distinzioni quali quelle del capitale ibrido, distinte modalità di
finanziamento aziendale. Sul tema, molto bisogna fare, per introdurre una reale visione di
moderna impresa, che non veda la dimensione di piccola impresa come un valore in sé,
ma ponga il tema della crescita in una dimensione di contesto internazionale. In tal senso,
come molti aziendalisti insegnano, l’accesso al mercato del capitale, non solo di debito
ma anche di rischio, diventa uno strumento di crescita in grado di condizionare, in modo
straordinariamente rilevante, le opportunità di crescita, soprattutto in un mercato come
quello italiano, caratterizzato dalla presenza prevalente di un canale finanziario indiretto.
La visione di una città moderna deve anche considerare che la competizione sui mercati
internazionali, ma anche la capacità di attrarre sul nostro territorio imprese, richiede di

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

dotarci di strumenti finanziari non soltanto legati alle forma di capitale di debito, ma anche
a quelle di capitale di rischio. Su questo terreno, nel quale altri sono più avanti di noi, è
possibile immaginare uno sviluppo con il concorso del contesto produttivo, in
collaborazione con quello finanziario e scientifico. Di nuovo, si vedano le connessioni tra
le schede progetto depositate sui tavoli dell’asse economico e quelle depositate su quelli
dell’asse della conoscenza. Giova rimarcare il fatto che ciò non è casuale, ma frutto
razionale del processo di pianificazione strategica utilizzato, poiché numerose riunioni
hanno visto un approccio multidisciplinare, e la presenza di diversi attori locali ai diversi
assi, talvolta reciprocamente in qualità di membri consultivi di differenti tavoli.
Tavolo 3 – Terziario
Per quanto concerne il terzo settore, che possiamo definire terziario, la visione concordata
di città è prevalentemente legata alla connessione tra tre parole chiave: cultura, turismo e
commercio. La tesi emersa dai lavori di tavolo è che in una logica moderna, una città
medio/piccola e priva sostanzialmente di un’autonoma e riconosciuta capacità di
attrazione, debba operare per creare un fenomeno di richiamo organizzato verso il centro
cittadino. Per comprendere appieno tale impostazione ideologica, e per dimostrare la
connessione tra le tre tematiche sopra richiamate, occorre esplicitare alcune ipotesi di
base. Queste considerazioni sono propedeutiche e fortemente integrate con il tema della
cultura, di cui tratteremo più avanti, ma anche con il tema che consideriamo “faro” per la
città di Alessandria, e cioè la Cittadella Militare. Non è un caso infatti che ai tavoli nei
quali si è trattato del tema della Cittadella militare di Alessandria le associazioni di categoria
rappresentanti il settore terziario sono state sistematicamente presenti, riconoscendo come
il commercio e la cultura siano fattori di sviluppo integrato, specialmente se connessi dal
tema turistico.
Gli argomenti socio-economici alla base della tesi condivisa e della visione di città
conseguente sono i seguenti: cambiamento del mondo e degli orari di lavoro, cambiamento
del modello di famiglia, aumento della cultura media, dell’età media, e delle aspettative di
vita delle persone. vale la pena accennare appena alle valutazioni emerse ed ampiamente
Cambiamenti dibattute e condivise. Intanto, nel mondo occidentale si assiste nei decenni, a partire
socio-economici almeno dai primi decenni del secolo scorso, anche per il merito delle lotte sindacali e per
effetto dell’aumento della produttività del lavoro, ma anche per ragioni culturali, ad una
progressiva diminuzione del tempo lavorativo. Il modello di famiglia è per contro cambiato
per moltissime ragioni che sarebbe articolato richiamare, dai cambiamenti dei ruoli tra
uomini e donne alla introduzioni di differenti modelli di famiglia, ai fenomeni di
integrazione razziale, solo per citarne alcuni. L’aumento della cultura media è fatto
innegabilmente connesso all’aumento della scolarizzazione, mentre l’invecchiamento della
popolazione e delle aspettative di vita sono fattori confermati, con particolare riferimento
alla città di Alessandria, anche dalla citata indagine diagnostica effettuata dalla Università
degli Studi del Piemonte Orientale. Un combinato disposto di tutti questi fattori sta
creando un bacino economico nuovo e per certi aspetti ancora parzialmente inesplorato:
Il bacino il bacino del tempo libero. A ben vedere, lo sviluppo del commercio cittadino non può
essere slegato dallo sviluppo degli altri due fattori di occupazione del tempo libero, e cioè
del tempo libero la cultura ed il turismo. Torneremo ad approfondire tale tesi nella parte di visione di città
dedicata alla cultura ed al progetto per noi ritenuto insieme più ambizioso e più
caratterizzante la nostra città: la Cittadella Militare di Alessandria.
Con questa chiave di lettura, tuttavia, possiamo ora esplicitare le linee strategiche previste
per il settore terziario, che ruotano attorno al concetto di città aperta. Tale concetto ha una
visione ed uno strumento realizzativo. La visione è quella di una città accessibile, e questo
si collega ai temi dell’organizzazione del territorio e del suo sviluppo urbano (parcheggi,

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

collegamenti, infrastrutture, intermobilità). Lo strumento realizzativo è quello di una


cabina di regia, in grado di concretizzare l’integrazione tra cultura, turismo e commercio.
Si vedano, in tal senso, i progetti presentati sui modelli degli OADI e del Town Center
Management. La visione di una città accogliente coincide con quella di una città fruibile
(in chiave commerciale), ma anche di una città accessibile. Ecco che l’idea di una città
aperta prevede come obiettivi da raggiungere lo sviluppo di reti di imprese, il
miglioramento e l’ampliamento del sistema dei parcheggi e della connessa viabilità, il
ripensamento dei grandi “contenitori/edifici”, per fini che tengano conto anche dello
sviluppo del tessuto commerciale locale.
L’idea di una città aperta ed accogliente esce dalla logica degli eventi spot, per entrare in
quella di una città che ha saputo dotarsi di una propria connotazione e specificità di
Uscire dalla logica attrazione attorno a pochi ma chiaramente definiti fenomeni di richiamo turistico. Lo
strumento di attuazione operativa di tale strategia può essere una cabina di regia – di qui
degli eventi la conferma da parte delle associazioni di categoria della positività dell’idea del Town
Centre Management - che integra le anime differenti ma convergenti dei tre fattori di
produzione di reddito: la cultura, il turismo ed il commercio. vale la pena di ricordare poi
che anche il tema del terziario affronta - similmente a quanto visto sui tavoli dell’industria
- la problematica dell’accesso al credito, vero tema di attualità che certamente ha pesato
La cabina di regia nella scelta delle linee strategiche. Certamente, l’avere iniziato il processo di pianificazione
strategica in una fase economica di recessione ha condizionato in qualche misura l’agenda
e le scelte sui temi ad essa correlati.

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

AssE II – sVILuPPo uRbAno


Ragionare sulla dimensione urbana della città significa, a parere condiviso dei membri
invitati dall’Associazione Alessandria 2018, discutere con gli attori del territorio sul modo
di organizzarlo in senso lato. Significa quindi ragionare degli spazi della città, ma anche
della mobilità e della sicurezza viaria ad essa correlata. Significa infine, sempre a parere
degli attori dell’Asse di Sviluppo urbano, pensare anche ad uno sviluppo sostenibile, che
tenga conto delle opportunità fornite dalle nuove tecnologie in tema energetico, e che sia
rispettoso dell’Ambiente. Da questi ragionamenti emerge la divisione nei 3 Tavoli che
verranno ora illustrati in termini di linee strategiche generali, e più oltre in termini di azioni
e schede progetto correlate.
Tavolo 1 - organizzazione del territorio
Lo sviluppo di una città deve essere pensato in termini urbanistici con anticipo in
riferimento alla scelta degli spazi disponibili, ed all’uso funzionale a strategie di sviluppo.
Ciò implica, dal punto di vista della pianificazione, che vanno affrontati all’interno dello
stesso ragionamento complessivo i seguenti temi: le infrastrutture (sia in senso fisico sia
in senso virtuale), gli spazi (a vocazione tematica, tecnologica, incubatore di impresa,
etc…) e le aree (industriali, sanitarie, logistiche, etc…).
I temi e le questioni strategiche affrontate su questo tavolo di lavoro sono quelli della
creazione di spazi dedicati ad esempio alla integrazione tra industria e ricerca, come
elemento di connessione tra le esigenze manifestate sul tavolo dell’industria nell’Asse dell’
I (economia) e le opportunità evidenziate al tavolo della ricerca dell’Asse III (conoscenza).
Come si vede, questo è un altro elemento di connessione nato ai tavoli di lavoro del piano
strategico che porta ad una lettura del piano integrata e sinergica, e che consente di avere
Connessione tra spazi una visione di insieme in chiave di sviluppo del territorio.
e contenuti
Elemento imprescindibile di questo modo di ragionare è che l’organizzazione del territorio
non può essere un fattore riservato agli angusti confini comunali. Ciò essenzialmente per
due ragioni: la prima in quanto tale argomento è immediatamente connesso all’aspetto
delle infrastrutture viarie ed ai collegamenti con altre realtà, la seconda in quanto se si
vuole, come si vuole, ridare alla città di Alessandria il ruolo di capoluogo di Provincia,
tale ruolo non può essere imposto o auto dichiarato, bensì concordato e negoziato con gli
altri Comuni capizona, ai quali la città di Alessandria potrà portare le proprie proposte di
attività economiche, sociali e culturali, al fine di definire in un contesto più ampio elementi
di reciproco interesse e sostegno. In questo quadro occorre ragionare in una logica di area
vasta. Si pensi ad esempio al grande tema della logistica, affrontato dagli esperti dei tavoli
di lavoro sia in senso ristretto sia in senso allargato ad esempio alle necessità di supporto
in senso organizzativo, formativo, di servizi e funzionale. Si pensi anche ad altri grandi temi
dello sviluppo della città quali ad esempio i grandi contenitori urbani della ex Caserma
valfrè e della Cittadella Militare di Alessandria, per i quali la visione degli esperti dell’Asse
Urbano è collegata da un lato al ripensamento del centro storico della città, ed in
Uscire dal territorio particolare alla creazione di una area verde, pedonale e dichiaratamente pensata per
del comune l’Università del Piemonte Orientale, e dall’altra alla riqualificazione del “prodotto faro”
della città – la Cittadella – non come un luogo chiuso, ma come un luogo aperto, un
quartiere, sulle ceneri dello storico borgo antecedente la costruzione della fortezza.
In tale logica il nuovo Piano Regolatore della città diventa uno strumento aperto, che
considera le aspirazioni dei Comuni e delle aree limitrofe, nonché definisce aree e/o
contenitori che attirino o spingano investimenti. Conseguentemente, per attirare o spingere

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

investimenti occorre caratterizzare la città per centri/poli/distretti dedicati all’innovazione


in senso lato. Ciò significa accettare la visione di una città dinamica, le cui parole chiave,
come vedremo anche in seguito, sono: conoscenza, innovazione e trasformazione. Se
questa è la visione di area vasta ma comunque di ambito locale (in ogni caso nazionale),
la scelta ben precisa di fare di Alessandria un centro di logistica integrata apre la strada
verso un traffico/transito di merci per un’area ancora più vasta (internazionale).
La visione condivisa al tavolo di lavoro in tema di logistica non è tuttavia ristretta al core
business di tale attività, ma intende invece mettere a sistema molteplici componenti e
competenze di diversi ambiti settoriali, aventi come comune denominatore la logistica
stessa. Si pensi alle reali necessità che hanno operatori internazionali nel caso in cui
vogliano utilizzare una piattaforma logistica in una piccola città come la nostra: si tratta
Connettività fisica e di competenze linguistiche, giuridiche, tecniche e tecnologiche, burocratiche, organizzative,
virtuale comunicative, economico-finanziarie e di accesso al sistema creditizio locale. Questa
visione dell’organizzazione del territorio non può poi prescindere, ragionando nel lungo
termine, da elementi di connettività non fisica ma virtuale. Ci riferiamo alla creazione di
reti di comunicazione veloce ed evoluta, con investimenti nei settori del cablaggio e delle
reti telematiche in genere.
Tutte le costruzioni di nuove infrastrutture (nuovo ponte della Cittadella, ponte sul fiume
Bormida, nuovo ospedale, etc…), nonché le azioni di recupero e ripensamento delle aree
e dei volumi urbani (Cittadella Militare, forti, ex ospedale militare, ex mercato
ortofrutticolo, ex Caserma valfrè) devono essere pianificate alla luce degli indirizzi di
lungo termine sopra delineati. Parimenti, le linee strategiche che verranno illustrate sono
state scelte alla luce delle considerazioni sopra richiamate, anche con riferimento ad
investimenti non materiali ma immateriali correlati, ivi comprese le tematiche ad esempio
di scuole di formazione funzionali ed accessorie ai temi della logicistica, oppure quelle dei
confronti di progettazione urbana ed architettonica delle periferie urbane, a livello
internazionale, per uscire dagli schemi più consolidati.
Tavolo 2 – mobilità
La dimensione urbana pone poi per una città moderna il problema di un ripensamento del
sistema dei trasporti e della mobilità. La scelta delle linee strategiche di questo secondo
tavolo dell’Asse II verrà spiegato più oltre - nel commento all’analisi SWOT e agli alberi
di problemi ed obiettivi – ma vale la pena inquadrare brevemente le considerazioni
preliminari e le valutazioni di contesto ribadite da tutti gli attori del tavolo. Se da una lato
si è già fatto cenno al tema degli accessi attraverso ponti di nuova realizzazione, si ritiene
fondamentale realizzare un sistema di viabilità periferica ed accessi fortemente integrato
con il tessuto urbano e in grado di consentire tempi rapidi di raggiungimento della città
da altre località.
Se il sistema degli accessi viari è una priorità per il territorio, che ha visto al tavolo di lavoro
importanti contributi e sinergie tra i dirigenti delle pubbliche amministrazioni del Comune
e della Provincia di Alessandria, è essenziale sia aumentare la proposta qualificata di utilizzo
del servizio di trasporto pubblico, sia migliorare il sistema di sicurezza stradale. Di qui, gli
esperti del tavolo hanno sin dalle prime valutazioni incentrato l’attenzione ai temi della
sicurezza viaria come elemento imprescindibile di qualità della vita, ad esempio, ma anche
Collaborazione tra cercato di affrontare il tema della mobilità delle persone e delle merci in modo innovativo,
istituzioni pubbliche ad esempio guardando alle nuove tecnologie, ma anche con riguardo a nuovi tipi di
mobilità e pratiche incentivanti usi alternativi all’automobile privata, sull’esempio di quanto
successo in altre realtà italiane ed europee. I temi della sicurezza, della mobilità, dell’uso
di mezzi pubblici, della ideazione di percorsi pubblici finalizzati a categorie sociali sensibili
sono tutti temi integrati sia al tavolo, sia ai lavori complessivi dell’asse urbano. In tal senso

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

recenti interventi di progettazione costituiscono elementi da implementare (percorso


ciclopedonale del Ponte “Meier”, passerella ciclopedonale sul cavalca-ferrovia Ravenna,
previsione di realizzazione di sei “zone 30”).
Tali considerazioni derivano dalla volontà di migliorare il grado di sicurezza della
circolazione stradale, anche per la tutela di pedoni e ciclisti (si pensi anche alle curve di
invecchiamento della popolazione della città, peraltro ampiamente documentate nel
volume dell’Analisi Diagnostica del presente Piano Strategico). Connessioni tra percorsi
ciclabili, pedonali e veicolari, sistemi di trasporto urbano integrato ed intermodale,
soluzioni a minore impatto ambientale, sistemi automatici e telematici di gestione del
traffico, riduzione dell’uso dell’automobile a vantaggio della mobilità, e abbattimento di
sinistri stradali sono gli obiettivi specifici in termini di mobilità urbana che la città intende
perseguire. Da questi ragionamenti sono scaturite le scelte delle linee strategiche di tavolo
e le azioni documentate nelle schede progetto ad esse correlate.
Tavolo 3 – sviluppo sostenibile
Gli attori dell’Asse II (Urbano) hanno convenuto sin da subito sull’opportunità di
affrontare separatamente il tema delle energie alternative, del rispetto dell’ambiente,
dell’impatto dello sviluppo sulla salute delle persone, insomma di quello che in una
definizione condivisa è stato definito sviluppo sostenibile. Il tema è di grande attualità
naturalmente, sia perché bisogna valutare i costi sociali che uno sviluppo economico non
controllato può comportare, sia perché in alcuni ambiti e settori economici il fattore
ambientale è strategico alla riuscita dei progetti di investimento. Nessuna politica di
attrazione turistica, ad esempio, è facilitata dall’immagine di una località poco pulita sotto
il profilo ambientale.
Nella visione di sviluppo sostenibile concordata al tavolo dagli esperti del settore, si
considera pertanto l’ambiente non solo un problema da risolvere, ma una grande
Uno sviluppo opportunità da cogliere. In tale senso, la città di Alessandria ha indubbi fattori competitivi
controllato se consideriamo la possibilità di coinvolgimento degli Atenei con competenza in materia
di Scienza dei Materiali, Energia ed Ambiente, la presenza sul territorio di aziende operanti
nel settore e l’esistenza di progetti d’avanguardia già avviati (Practise, contratti di quartiere,
Concerto al Piano, villaggio Fotovoltaico, Palazzo dell’Edilizia). Se si vuole cogliere la
visione di insieme del piano strategico con riferimento particolare a questa grande
tematica, si deve comprendere che la logica che ha inserito questi temi nello sviluppo
urbano è certamente innovativa. Significa affermare la visione di uno sviluppo urbano
della città non legato solo alla dimensione economica o utilitaristica di questa o quella
parte, ma subordinato alle grandi ragioni del benessere collettivo, da un lato, e della
previsione degli scenari energetici ed ambientali, dall’altro. Ecco perché si troverà nella
valutazione SWOT del tavolo, e nella definizione dell’albero dei problemi e degli obiettivi,
grande attenzione ad un complesso di elementi solo apparentemente non legati tra loro.
In realtà i temi degli inquinamenti, delle energie alternative, delle valutazioni di rischio
sanitario, dei rifiuti, delle bonifiche dei suoli, dei risparmi energetici, della pianificazione
urbanistica e di architettura degli edifici, dei fabbisogni energetici degli stessi, del recupero
dei siti degradati, e perfino della partecipazione delle future generazioni ai temi della
sostenibilità ambientale sono tutti temi che gli esperti hanno voluto considerare integrati
Sostenibilità e e complementari, al punto di trattarli allo stesso tavolo e presentare diverse soluzioni
benessere ambientale collegate tra loro. La sostenibilità ed il benessere ambientale nel territorio alessandrino
non può quindi prescindere da una visione di ambiente pulito dal quale partire. Se in
passato grande attenzione è stata posta (talvolta in modo confuso) sul tema
dell’inquinamento dell’aria, non minore attenzione dovrà essere posta in futuro anche ad
altri gravi fenomeni di inquinamento dell’acqua e del suolo.

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Una visione di città pulita coincide con quella di una città salubre e vivibile; questa visione
di città richiede il coinvolgimento di due attori territoriali. Da un lato è necessario
prevedere attività di analisi di rischio di natura ambientale, con competenze rinvenibili
presso i Dipartimenti Universitari locali, dall’altro è opportuno collegare tali analisi a
valutazioni di tipo sanitario, con skills riscontrabili presso il sistema della salute locale.
Entrambe le linee d’azione devono comunque essere considerate propedeutiche ad
adeguamenti infrastrutturali volti alla rimozione e tendenziale eliminazione di tutti i fattori
inquinanti. Lo sviluppo sostenibile è inoltre chiaramente collegato ed integrato con la
pianificazione urbanistica, con particolare riferimento alle previsioni in materia di
costruzione, ristrutturazione degli edifici, zonizzazione acustica e mobilità urbana.
Un altro tema particolarmente rilevante per una visione di sviluppo sostenibile della città
di Alessandria è strettamente interconnesso alla parte economica. Uno dei grandi
cambiamenti del secolo attuale è il passaggio riconosciuto dalla economia della produzione
alla economia del rifiuto. In tal senso, il rifiuto, storicamente considerato un problema,
viene sempre più considerato una opportunità. Ci riferiamo in particolare al settore della
“green economy”, ed al sostegno che ogni attore del tavolo, ciascuno per la propria parte,
intende dare, in questa accezione, all’implementazione di processi di produzione ed utilizzo
di energia da fonti rinnovabile e di recupero di materia e di energia dai rifiuti.
Questa visione prospettica di città consente di immaginare la connessione almeno di tre
Connessione settori. Il primo è ovviamente il comparto industriale, il secondo è il mondo della ricerca
di tre settori applicata, il terzo è quello del settore agricolo, nella logica sopra descritta (di mercato sia
di approvvigionamento sia di destinazione).

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

AssE III – sVILuPPo DI conoscEnzA


Non tutti i piani strategici considerano gli stessi fattori di sviluppo. Spesso sono legati a
fattori economici, si concentrano sugli elementi urbani, considerano elementi sociali,
discutono di lavoro ed occupazione, trattano elementi ambientali, considerano la
dimensione sanitaria, evidenziano innumerevoli fattori di crescita anche tecnologica. Il
piano strategico di Alessandria fa una scelta precisa, radicale e per certi versi molto netta,
in termini di scelta di campo: afferma che una delle 4 “gambe” di sviluppo della città è il
suo motore culturale.
vale la pena fare una breve digressione sul tema, precisando che tale scelta si divide a sua
volta in due assunti di base. Il primo è che Alessandria deve decidere, una volta per tutte,
se desidera diventare – non lo è ancora pienamente – una città universitaria. La seconda
è che la città deve anche decidere se investire in una forma di industria alternativa, quella
della cultura. Di qui la scelta dei 3 tavoli, due dedicati al primo tema (didattica e ricerca
universitaria), ed il terzo al secondo.
Tavolo 1 - Didattica
Diciamo subito alcune cose nette e difficilmente contestabili: non è in Italia giuridicamente
compito degli Enti locali e del territorio sostenere l’Università, e non è indifferente rispetto
allo sviluppo decidere il tipo di insediamento universitario in ambito locale. Nel recente
orientamento legislativo in materia di Università, considerando le politiche di tagli e
riduzioni dei trasferimenti statali, viene da chiedersi quale tipo di Università possa esistere,
nel lungo termine, in bacini territoriali ed urbani secondari – almeno rispetto ai territori
metropolitani – come quello di Alessandria.
La risposta che si dà il Piano Strategico di Alessandria è semplice: può esistere nel lungo
termine il tipo di Università che il territorio vuole. Il termine vuole merita di essere
integrato da valutazioni economiche più corrette, traducibile nei termini “che può
permettersi” oppure “per la quale è disposto ad investire”. Ovviamente le due espressioni
non sono sinonimi, in quanto di mezzo vi sono le valutazioni politiche, poiché vale la
pena di osservare che in un paniere limitato di risorse di bilancio la scelta di investire e
Quale Università l’allocazione delle risorse locali tiene certamente conto di valutazioni non ristrette alla
può esistere? sfera tecnica. Di certo, nella storia della città, oltre venti anni or sono fu l’iniziativa di forze
rinvenibili nel mondo economico e politico locale a dare impulso alla creazione di Poli
universitari, che portarono progressivamente in Alessandria corsi ed attività didattiche di
due Atenei, seppure con modalità ed impegni molto differenti; il Politecnico di Torino e
l’Università degli Studi del Piemonte Orientale.
vale la pena di ricordare un altro elemento apparentemente banale ma di importanza
invece strategica. Se abbiamo affermato l’opportunità di decidere se raggiungere o meno
lo status di città veramente universitaria – ci si riferisce al modello ad esempio della vicina
città di Pavia – occorre immaginare una realtà molto diversa, con una reale e forte
Diventare una vera integrazione tra città ed Università. Naturalmente la città di riferimento è indicata in modo
città universitaria proprio quanto a dimensione, ma assolutamente improprio in quanto al riferimento
storico. Non si può ad esempio paragonare l’Ateneo dell’Alma Ticinensis Universitas, che
ha centinaia di anni di storia, con l’Ateneo del Piemonte Orientale, che in termini
aziendalistici si potrebbe definire una start up del sistema universitario italiano, essendo
nato da poco più di una decade. Proprio per questo, ed in considerazione del fatto che
Alessandria non ha una storia consolidata di sistema universitario, occorre fare chiarezza.
Soprattutto, ed in via preliminare, bisogna tuttavia riconoscere un altro elemento

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

indispensabile alla identificazione degli investimenti, al sostegno degli stessi, ed alla


conseguente allocazione delle priorità.
Se di città universitaria si vuole parlare (riferendosi generalmente a quelle città piene di vita,
di giovani, di innovazione, di movimento, di creazione di risorse per il sistema locale, ecc.)
bisogna con fermezza, e senza tentennamenti riconoscere il seguente assunto: una città
universitaria non può esistere senza studenti. Appare banale, quasi tautologico, ma è
propedeutico a fare un netto distinguo tra le attività latu sensu di alta formazione e la
didattica universitaria. Del resto, la definizione e denominazione delle Università italiane
si riferisce sempre al concetto di studenti, poiché recita letteralmente “Università degli
Studi…”.
Quale che sia il modello preso a riferimento, la città di Alessandria riconosce all’interno
del Piano Strategico il fattore della conoscenza come elemento imprescindibile dello
sviluppo dei sistemi economici. Non è un caso che Paesi un tempo considerati in via di
sviluppo (India, Cina) oggi superino altre realtà occidentali tradizionalmente considerate
L’istruzione elevata motori trainanti dell’economica mondiale, in ragione del fatto che hanno investito ed
investono risorse considerevoli e crescenti nel sistema della conoscenza. La capacità di
è un lusso? avere in loco persone ad elevato grado di istruzione non è un lusso per una città di
provincia, ma una necessità. Lo stesso ruolo documentato per l’Università locale da recenti
ricerche, che dimostrano come la presenza di una Università di territorio abbia consentito
a molte famiglie alessandrine di vedere l’ingresso, per la prima volta, di una laurea, ha un
valore immateriale riconosciuto. In tal senso, l’Amministrazione Comunale di Alessandria
non può che apprezzare e sostenere in ogni modo possibile la dichiarata volontà
dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale di rimanere sul territorio cittadino, e
questa pare essere una posizione condivisa da molti altri attori locali, pubblici e privati.
Di più, la visione da più parti sostenuta al Tavolo del Piano Strategico giunge ad affermare
che tale binomio è un vantaggio reciproco per la città e per la stessa Università, a
condizione che i due soggetti dialoghino tra di loro e con gli altri soggetti territoriali
interessati alla questione. Non è infatti, a parere di taluni soggetti del tavolo, interesse di
una Università tripolare quella di concentrare le proprie sedi universitarie altrove, in quanto,
semplicemente, questo andrebbe statisticamente a ridurre e non ad ampliare il novero
degli studenti potenzialmente interessati. Semmai, occorre ragionare insieme sul fatto che
il sistema della didattica universitaria locale non ha ancora sfruttato pienamente le proprie
capacità di soddisfazione della domanda e soprattutto di integrazione tra domanda ed
Coinvolgere il sistema offerta. Tale punto è stato più volte sottolineato, seppure in toni e con finalità diverse, da
alcuni attori locali, quali ad esempio il sistema industriale (ad esempio Confapi e
ed ampliare Confindustria) ma anche il sistema socio sanitario (ad esempio ASL ed ASO).
le competenze
Il dibattito del Piano Strategico pone quindi l’interrogativo sul fatto se sia possibile, in
una prospettiva di medio/lungo termine, attrarre sulla città di Alessandria ulteriori
competenze, laddove necessarie, per erogare formazione, sia per didattica di base, sia per
alta formazione, anche in settori scientifici disciplinari eventualmente oggi non rinvenibili
nella città. In ogni caso, anche volendo rinunciare a tale ipotesi di lavoro, occorre quanto
meno verificare se l’offerta formativa di un’Università avente forte radicamento territoriale
debba andare nella direzione di una standardizzazione piuttosto che in quella della
diversificazione e soprattutto della caratterizzazione. Ciò consentirebbe, qualora
concordato con gli altri attori territoriali, di rispondere al meglio alle istanze del tessuto
Gli spazi produttivo, ma anche a quello di altri sistemi interessati ai fattori della conoscenza (si
occupazionali pensa, in primis, al sistema degli enti pubblici, al sistema sanitario, al sistema bancario
locale). è di tutta evidenza che i citati ambiti costituiscono importanti sbocchi
occupazionali per i futuri laureati, almeno nel territorio della città di Alessandria, ma

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

probabilmente anche per il contesto almeno provinciale.


Per quanto concerne quindi questo primo aspetto della conoscenza (la didattica
universitaria), occorre prendere atto, almeno in base alle informazioni risultanti alla data
della redazione del presente Piano, della decisione unilaterale del Politecnico di Torino di
interrompere la propria attività didattica frontale tradizionale, e di considerare le istanze
dell’unico ateneo rimasto (“Amedeo Avogadro”) che evidenzia due questioni strategiche
fondamentali.
La prima questione è quella di natura infrastrutturale, e cioè la dotazione di opportune e
moderne sedi universitarie. La seconda è di natura gestionale, e riguarda la richiesta di
Edilizia universitaria contributi al sostegno dell’università, in un quadro di forte riduzione dei trasferimenti
statali. Posto che la visione di medio/lungo termine della città di Alessandria è quella già
enunciata da alcuni attori locali di irrinunciabile mantenimento sul proprio territorio di una
presenza universitaria stabile e duratura, anche in considerazione delle ricadute
economiche dirette ed indirette, le due citate questioni devono essere considerate a parere
di molti come correlate. La prima questione ha già diverse ipotesi di soluzioni, ma due
sembrano essere al momento le ipotesi accreditate, probabilmente integrabili tra di loro.
Una prima ipotesi si chiama progetto Campus e riguarda lo scenario del trasferimento a
titolo gratuito, secondo modalità e termini da concordare con la citata Università, di una
parte rilevante di edifici ed aree nel complesso della ex Caserma valfrè, nell’ottica di
pianificare con l’EDISU interventi di edilizia universitaria al fine di realizzare, unitamente
agli investimenti comunali in aree verdi, viarie e pedonali, tutti gli elementi necessari ad una
moderna università (biblioteche, aule, sale studio, aree ricreative, mensa e pernottamento).
Una altra ipotesi di lavoro discussa ai tavoli di lavoro riguarda invece la questione della
cosiddetta Caserma dei Carabinieri, ritenuta dai più ideale soluzione per la sede di una
delle Facoltà alessandrine (Giurisprudenza). Naturalmente tali valutazioni sono oggetto di
considerazioni anche di natura politica e quindi non sono state depositate schede progetto
al riguardo ai Tavoli del Piano Strategico, ma vale la pena osservare che sono argomenti
di rilievo più volte sollevati, e sui quali da parte universitaria molti hanno ipotizzato
auspicabili elementi di convergenza e sinergia, soprattutto da parte degli Enti pubblici
interessati (Comune e Provincia di Alessandria, in primis).
Quanto alla questione del contributo alle spese di gestione, occorre affermare subito un
principio chiave: non è competenza di soggetti periferici diversi dallo Stato quello di
sostenere il diritto allo studio universitario. Tuttavia, nel momento in cui una collettività
ritiene importante avere un servizio in ambito locale, può decidere autonomamente di
Il sostegno alle spese creare un processo virtuoso e concordato per il suo mantenimento. In tal senso, al Tavolo
di lavoro della Didattica è stato più volte sottolineato da molti docenti dell’Avogadro
di gestione l’invito a sostenere la richiesta dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale di
creazione di un nuovo soggetto giuridico (ovvero modifica o allargamento di soggetti
esistenti) atto al sostenimento della stessa, insieme naturalmente a tutti gli altri soggetti del
mondo economico, finanziario e pubblico locale. Si evidenzia la posizione di tale Ateneo
sia in quanto i costi della Didattica di base, cioè l’erogazione di Corsi universitari, è di gran
lunga superiore a quella dei costi di Didattica avanzata ed alta formazione, sia perché i
secondi, a differenza dei primi, si rivolgono ad un mercato completamente differente e per
il quale si possono ipotizzare forme di copertura finanziaria differenti.
I due temi sopra evidenziati fanno parte tuttavia di un’unica ed inscindibile questione, per
la quale ha senso investire risorse del territorio solo nel quadro di una strategia chiara,
condivisa, e concordata per il lungo periodo. Nel quadro di tale strategia, al tavolo della
Didattica, dopo ampio dibattito, si è giunta ad una articolata proposta progettuale
congiunta di Politecnico ed Avogadro, che ha visto peraltro convergere la progettualità di

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

entrambi, almeno sui temi di Alta formazione e Didattica avanzata, sul modello di una
Scuola di Alta Formazione, che gestisca insieme i molteplici progetti che da parte dei due
Atenei verranno proposti sulla base delle rispettive competenze, fornendo al mondo del
lavoro una risposta nuova, integrata, completa sotto il profilo dei fabbisogni formativi
specialistici.
Tavolo 2 – Ricerca
Il sistema della conoscenza significa anche implementare la ricerca. Occorre rilevare come
in questo ambito la visione strategica maturata al Tavolo del Piano Strategico intenda
perseguire e sostenere non tanto singoli progetti, quanto la creazione di opportuni
contenitori atti ad accoglierli. Si tratta di una posizione di grande lungimiranza, sostenuta
e promossa sia dal Politecnico di Torino, sia dall’Università degli Studi del Piemonte
Orientale. Se infatti si esaminano le schede progetto depositate al tavolo, si osserva che vi
sono solo 2 progetti, ma si tratta da un lato di schede quadro e di ampio valore strategico,
e si deve considerare altresì il fatto, dall’altro, che i due Atenei hanno fornito un contributo
molto rilevante di progettazione nei singoli contenuti sui molteplici singoli tavoli del Piano
Strategico stesso.
La scelta di campo effettuata con lungimiranza da entrambi gli Atenei è veramente
innovativa, e tiene in considerazione le osservazioni, talvolta critiche, formulate da altri
2 progetti quadro in attori locali del mondo economico, finanziario, sociale locale. Ci riferiamo in particolare
tema di Ricerca al fatto che la ricerca, se sostenuta dal sistema economico e finanziario locale, non possa
che essere, almeno nei limiti di tale sostentamento, a questo strumentale. Di qui, per uscire
da una logica talvolta auto-referenziante del sistema universitario, sovente incentrato su
tradizionali modelli pubblicistici, per i quali si cercava in passato il finanziamento di
progetti di ricerca decisi autonomamente dai singoli Dipartimenti, si è convenuto da parte
dei due Atenei di ragionare insieme su un nuovo modello, ispirato a logiche privatistiche
e di mercato.
Il modello al quale ci riferiamo, e per il quale è stato effettuato un ripensamento, è quello
della Cittadella della Conoscenza, per la quale esiste un finanziamento a seguito della
presentazione del progetto nell’ambito dei Piani Territoriali Integrati (PTI). In tale
modello, i Dipartimenti di ricerca del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi del
Piemonte Orientale erogano servizi e consulenze a pagamento, nonché attività di alta
formazione. Inoltre, un progetto denominato “Rete delle conoscenze”, a suo tempo
La Cittadella commissionato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, è stato parimenti
della conoscenza e rivisto alla luce dell’attuale contesto caratterizzato dall’interesse manifestato per i temi
una rete delle della conoscenza da molti attori pubblici e privati. In entrambi i casi i due progetti, riveduti
ed aggiornati alla luce delle indicazioni degli attori del Tavolo, hanno dato origine alle due
conoscenze citate schede progetto, che dettano le linee strategiche verso le quali convergere.
Certamente, quale che sia la scelta definitiva, del contenuto e dei contenitori, scelta per la
quale devono essere coinvolti molteplici attori, dalla Provincia di Alessandria al Comune,
dalla Fondazione della Cassa di Risparmio alla Camera di Commercio, dalla Confapi alla
Confindustria, dall’ASL all’ASO, nella visione di lungo termine di città la didattica
universitaria di base, un sistema integrato di alta formazione e un sistema organizzato di
ricerca applicata alle necessità del territorio sono i tre pilastri della conoscenza come la
immaginano gli attori locali.
Per quanto concerne la Ricerca, in particolare (ma il tema riguarda anche l’Alta Formazione
discussa sull’altro tavolo), il modello si deve orientare verso una soluzione più privatistica,
intendendosi con tale termine non il mercato di riferimento, ma la logica di
funzionamento. Se infatti la Didattica di base non può per sua stessa natura prestarsi a
significativi ritorni monetari, e quindi deve cercare una logica di sostegno pubblico, la

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Ricerca applicata e la Didattica Avanzata può invece cercare di raggiungere il pareggio di


bilancio ed anzi la creazione di margini economici, esattamente sul modello di quanto
avviene in altre realtà, e quindi orientarsi alla logica della commessa. Gli attori territoriali
privati, del resto, hanno più volte auspicato che il ruolo del sistema universitario locale in
Soluzioni tal senso si avvicini maggiormente ai bisogni del tessuto locale, ed auspicato progetti di
privatistiche e logiche Ricerca che siano vicini alle necessità del territorio, giungendo ad affermare che sarebbe
pubbliche di sostegno gradito di volta in volta verificare l’interesse territoriale all’avvio dei singoli progetti,
valutando di volta in volta, in via preventiva, quali commissionare. Si badi che l’espressione
commissionare significa entrare nella logica della commessa, appunto, e non del
finanziamento, che richiama invece la logica del sostegno. Entrambe le schede progetto del
tavolo della ricerca prendono atto di tale logica, ed il sistema universitario locale,
Politecnico di Torino e Università degli Studi del Piemonte Orientale, hanno
congiuntamente deliberato di approvare sotto il profilo tecnico tali orientamenti,
dichiarandosi pronte a discutere con il territorio sotto il profilo dei contenuti.
Se quindi il tavolo ha licenziato due sole schede progetto è perché ha voluto sottolineare
la rilevanza strategica, a parere congiunto dei due Atenei, di sostenere la Ricerca
universitaria in queste due direzioni, entrambe orientate al mercato, la prima in termini di
produzione di conoscenza su commessa, la seconda orientata alla diffusione della stessa
per l’assunzione di decisioni più consapevoli da parte degli attori locali, pubblici e privati.
Tavolo 3 – cultura
La dimensione della conoscenza ha poi un altro ambito applicativo: quello della cultura.
Nella visione di città proposta e dibattuta al tavolo di lavoro, la cultura è ritenuta un fattore
di sviluppo e di crescita, anche reddituale. Come sopra anticipato, la cultura si lega
indissolubilmente a due altri temi di sviluppo: il commercio ed il turismo. Tra le molteplici
linee di azione giova focalizzare la nostra attenzione su un terzo grande fattore di
potenziale crescita della città (insieme alla logistica ed all’università): la Cittadella Militare
di Alessandria.
Si ritiene opportuno rilevare che esistono fattori storici di evoluzione dei mercati e della
società contemporanea. Tra questi, e con particolare riferimento alla città di Alessandria,
mettiamo in connessione alcuni elementi: l’aumento della scolarizzazione,
l’invecchiamento ed il progressivo incremento di aspettativa di vita, la riduzione media
delle ore lavorate, la sensibile e crescente attenzione verso il benessere e la qualità della vita.
Mettendo insieme tutti questi fattori, si ritiene da parte di molti studiosi, che uno dei bacini
economici più importante di questo e dei prossimi decenni sia quello del tempo libero. In
tal senso, molti analisti spiegano il successo di modelli economici come quelli dei grandi
Il bacino centri commerciali, volti a soddisfare esigenze dell’uomo diversamente stratificate nella ben
del tempo libero nota piramide di Maslow. Se ad esempio si considera il successo di grandi centri
commerciali (in termini di pubblico e di fatturato), ma ci si ferma ad analizzare il rapporto
tra ore consumate nella visita e valore medio dell’acquisto, si scopre che certamente alla
base della pulsione del consumatore vi è un complesso di bisogni non soltanto elementari
ma anche di accrescimento e persino transpersonali. Ciò significa che, seppure in modo
diverso, sono presenti bisogni di livello fisico, emotivo e mentale. Mettersi a competere con
altri modelli sul piano meramente commerciale (ad esempio sul fattore prezzo) sarebbe
una strategia perdente per la città di Alessandria, in quanto non avremmo valorizzato il
nostro principale fattore di forza. Tale fattore consiste nella capacità di offrire in modo
organizzato, stabile e duraturo nel tempo, un prodotto richiesto da un bacino economico
sempre più importante in termini economici e di potenziale fatturato: il bacino economico
del tempo libero.
Avendo a disposizione un bene simbolo della città di Alessandria, la Cittadella Militare,

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

dalle incredibili capacità di attrazione (una fiera di tre giorni attira decine di migliaia di
persone, più di quante probabilmente l’hanno visitata nel corso di decenni), immaginare
un progetto che esca dalla logica degli eventi per entrare in quella di un’organizzazione
stabile ed imprenditoriale, appare essere la soluzione razionalmente perseguibile. In tal
senso, gli ambiti ed i confini di tale visione del progetto faro della nostra città sono chiari
e già delineati dal Consiglio Comunale. Il primo ambito è quello della mente, e consiste
La testa, il capo nel declinare progetti finalizzati al soddisfacimento dei livelli più alti, mentale ed emotivo.
Il secondo ed il terzo livello, che potremmo chiamare del corpo e della pancia,
e la pancia corrispondono rispettivamente a due ambiti del livello fisico, cioè i settori economici del
benessere (settore in forte crescita in tutti i mercati) e del commercio dedicato (fortemente
integrato con il turismo di nicchia ed il turismo culturale). Quanto all’ultima affermazione,
evidenziamo con forza come questo modello, lungi dall’essere considerato dissacrante, ha
consolidate esperienze i tutti i casi culturali internazionali di successo più famosi (dal
Guggenheim al Louvre ai Musei vaticani). Da ultimo, nella visione di lungo termine della
città, l’industria della cultura, che vedrà nella Cittadella il suo progetto “faro”, simbolo e
richiamo, si integra con un sistema coordinato di musei, biblioteche, osservatori culturali,
poli archivistici ed attività inerenti al nostro Conservatorio.
Su questi ragionamenti generali, ampiamente dibattuti al tavolo di lavoro, si sono
concentrati gli interventi progettuali, che hanno portato - come si vedrà - contributi diversi
e diversificati di importanti attori locali.
Giova osservare che sul tema “faro”, e cioè sul tema della Cittadella militare di Alessandria,
non sono state depositate al Tavolo della Cultura schede progetto in quanto il tema, nato
sotto il profilo culturale, ha poi assunto un piano di dibattito più ampio. In particolare,
l’evolversi della discussione ha portato a considerare la lettura del bene stesso in un
contesto allargato che, senza trascurare la prima logica di intervento (quella culturale
appunto), ha tuttavia ammesso che fosse doveroso ampliare il dibattito in modo
trasversale ad altri attori, presenti sugli altri tavoli di lavoro. Di qui, la decisione di costituire
sul tema specifico della Cittadella un gruppo di lavoro multidisciplinare che ha visto diversi
soggetti interessati del mondo dell’economia, della finanza, dell’Università e del
Il gruppo di lavoro Politecnico, degli ordini professionali, degli Enti pubblici, e che ha esaminato il tema in una
multidisciplinare logica differente. Ritenendo infatti che il bene in sé non dovesse essere considerato come
un manufatto da visitare in orari definiti ed assoggettato alla sola logica degli eventi (logica
sulla Cittadella del museo), ma come un quartiere della città da ripensare in chiave moderna (logica del
borgo), si sono formulate differenti valutazioni, sulle quali si è raggiunta una unanimità di
vedute.
Intanto, da più parti si è evidenziato il problema di una ricognizione dello stato dell’arte,
di tipo tecnico, ma soprattutto di tipo giuridico. Si è anche riconosciuto che la lettura del
bene finalizzata a riscoprire un borgo storico della città apre ad una chiave di lettura che
consente di pensare anche ad usi notturni della Cittadella, poiché un borgo di una città non
si chiude, come un museo, al termine dell’apertura, o come un evento, al termine di una
manifestazione.
L’idea prevalente è stata quella di pensare, su proposta degli ordini professionali degli
ingegneri, degli architetti e del Politecnico, ad una sorta di road map, una sorta di percorso
di analisi, che definisse prevalentemente l’idea di un percorso, di un contenitore, più che
di contenuto. Non sono tuttavia mancati contributi anche di contesto, come i preziosi
Il road map apporti in chiave culturale proposti dall’Università, o le valutazioni inerenti la connessione
con il fiume o con i collegamenti viari alla città mediante sistemi di trasporto pubblici. In
ogni caso, il dibattito sulla Cittadella avviato al tavolo della cultura, e al quale le varie schede
progetto proposte dagli attori locali sono idealmente collegate, ha preso atto del fatto che

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

le ipotesi di soluzione debbano essere pensate nell’ambito di un processo di ampia


concertazione che veda il territorio disponibile ad uno scambio. I termini dello scambio
sono la definizione sotto il profilo tecnico, giuridico e politico di cosa sia considerato
fattibile in termini di investimento, in cambio di un coinvolgimento di capitali privati a
sostegno di un investimento complessivo che, data la dimensione del progetto, i capitali
pubblici probabilmente da soli non possono affrontare. Naturalmente, da parte di tutti gli
attori vi è la piena consapevolezza della delicatezza della questione, dell’importanza
dell’analisi, dei vincoli normativi e tecnici, dei problemi giuridici, ma anche la
consapevolezza che una valutazione complessiva, allargata e condivisa del percorso
Il fund raising potrebbe delineare i confini preliminari ad una valutazione di fattibilità, anche economica
e finanziaria. Tale valutazione è propedeutica a pensare ad una successiva fase di fund raising
di capitali pubblici e privati su un format definito e concordato tra tutti gli attori locali, ma
orientato a livelli anche extra territoriali. Naturalmente quanto sopra nell’ipotesi che sia
possibile un piano quadro di intervento, anche di natura strutturale, eventualmente
modulare, ma nel quadro di un processo definito e condiviso, al di là dell’ipotesi di mero
mantenimento.
Particolare riguardo è stato posto da parte di molti al fatto che laddove in altre realtà si
sono perseguiti obiettivi così ambiziosi si è dovuto valutare il tempo di ritorno
dell’investimento, sulla base di flussi di cassa in entrata continuativi nel tempo, senza
soluzione di continuità, il che porta lontano dalla logica degli eventi, soggetti anche a
fenomeni di stagionalità, per entrare in quella di una progettualità integrata, di tipo
eventualmente modulare ma rispondente ad una strategia complessiva definita.
Per tali ragioni, dopo ampia discussione tra moltissimi attori locali aderenti a vari tavoli di
lavoro, in logica multidisciplinare, si è concordato di depositare le schede progetto sull’Asse
urbano, ritenendo il tema legato all’uso degli spazi del territorio, senza naturalmente negare
l’origine culturale del dibattito. Sul tavolo della cultura sono rimasti gli altri temi
strettamente legati invece al solo aspetto culturale, come si vedrà nel commento dedicato
al tavolo nello specifico.

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

AssE IV – sVILuPPo DI comunITà


Discutere di quali siano i fattori di sviluppo di una comunità è stato un tema complesso,
che ha comportato una ampia attività di concertazione, dalla quale si è deciso di definire
tre distinti ambiti di intervento.
Un primo tema e correlato tavolo di lavoro è stato identificato nella necessità di garantire
alla comunità le migliori opportunità di accesso al mercato del lavoro, anche con
riferimento ai temi della sicurezza ed ai temi della formazione professionale continua. Un
secondo ambito di intervento è stato dedicato al concetto di Welfare, nel quale come si
vedrà sono state identificate diverse linee di intervento strategico, sia con riferimento a temi
nazionali ed orientamenti generali, sia con riferimento al contesto ed alla specificità locale.
Il terzo ed ultimo Tavolo di lavoro è stato dedicato ad un particolare fattore di sviluppo
della Comunità, definito garanzia della qualità della salute, riconoscendo come questo
fattore sia certamente il più importante per misurare la qualità stessa della vita in un
contesto sociale.
Tavolo 1 - Lavoro, formazione professionale e sicurezza sul lavoro
Per quanto concerne la dimensione di comunità, un primo ambito applicativo è quello
del lavoro. Al tavolo hanno collaborato esperti di enti pubblici e privati che hanno portato
competenze diversificate e hanno consentito di studiare il tema sotto differenti ottiche di
analisi. Il primo aspetto dal quale partire è certamente quello formativo, riconoscendo che
sempre più il moderno mercato del lavoro richiede competenze specifiche per le quali il
ruolo delle scuole di formazione operanti nella nostra città è da considerarsi di prioritaria
importanza. Negli ultimi anni si sono accentuati i problemi derivanti dal divario tra
domanda ed offerta di lavoro in seguito ad un processo di profonda trasformazione
economica; in questo contesto la formazione assume un ruolo di importanza strategica.
Il Piano Strategico intende sostenere la creazione di know-how specifico con gli operatori
pubblici ed attivare una rete integrata di servizi, in sinergia con gli attori che a vario titolo
intervengono sul territorio. Il fine di tale intervento è attuare misure idonee a qualificare
Domanda ed offerta e/o riqualificare soggetti disoccupati, inoccupati, in cassa integrazione e mobilità, per
favorirne il collocamento attivo, sia nel senso della ricerca di un posto di lavoro, sia nel
senso di un interesse ad aprire un’attività in proprio o di seguire un percorso formativo
preliminare all’ingresso nel mondo del lavoro. Per poter agire in tal senso appare
indispensabile valutare l’evoluzione del contesto lavorativo e rilevare analiticamente ed in
via preliminare i diversi fabbisogni attraverso l’istituzione di un Osservatorio Permanente.
Tale Osservatorio dovrà fotografare la realtà attuale per dimensionare l’offerta di lavoro,
e prefigurare realisticamente quali campi di attività, quali modalità di riorganizzazione della
Analisi dei bisogni produzione, quale cultura del lavoro conviene tenere in considerazione per orientare gli
formativi investimenti formativi.
è importante che si curi con attenzione il matching della domanda e dell’offerta e in generale
tutto il processo; dall’analisi dei fabbisogni formativi alla formazione e alla ricollocazione.
L’azione dei vari enti aderenti a tale accordo dovrà, quindi, facilitare il contatto domanda
e offerta di lavoro attraverso gli organismi già esistenti o attivando nuovi strumenti.
Il tema del lavoro non può tuttavia essere risolto semplicemente con il miglioramento
delle attività formative in grado di valorizzare le competenze dei singoli, e di porli in
condizione di meglio offrirsi sul mercato. Esiste infatti una seconda dimensione nella quale
operare, rappresentata dalla capacità di creare una rete reale, operativa e consolidata di

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. In questa seconda dimensione, l’idea alla
quale i vari attori locali si sono impegnati a dare il proprio contributo è quella di sviluppare
due livelli di integrazione. Il primo è quello istituzionale e relazionale, coincidente nella
volontà di tutti gli attori territoriali di mettere a disposizione le proprie competenze,
informazioni e banche dati. Il secondo è quello di utilizzare le moderne tecnologie
La rete informatiche per fare sì che tutto questo patrimonio di informazioni, oggi disperso tra i
vari attori, pubblici e privati, venga messo a fattore comune. La realizzazione di questa
visione del mercato del lavoro locale dovrà consentire praticamente, in qualunque giorno
dell’anno, non solo di sapere in un istante e da parte di tutti quali siano le offerte e le
domande di lavoro, ma anche di pianificare per tempo la soddisfazione delle une e delle
altre. Questo sistema è oggi ben lungi dall’essere realizzato, rimbalzandosi le competenze
e le responsabilità in capo all’uno o all’altro soggetto con grave perdita di opportunità e
sostanziale inefficacia della ricerca.
Parlando di una visione del lavoro futura, non possiamo dimenticare il tema fondamentale
della sicurezza sul lavoro e della salute in ambiente di lavoro. Tale tema è stato affrontato
al Tavolo di lavoro con soluzioni progettuali che prevedono azioni sinergiche ed integrate
di enti ed organizzazioni competenti in materia (INAIL, SPRESAL-AL, ISPESL,
Università, sindacati, associazioni datoriali e di categoria imprenditoriali, Direzione
La sicurezza Provinciale del Lavoro, Comune e Provincia di Alessandria). L’obiettivo dichiarato è quello
sul lavoro di avere nel medio/lungo termine un aumento significativo della cultura in materia di
sicurezza sul lavoro, ed una conseguente diminuzione degli infortuni. La modalità con la
quale raggiungere tale obiettivo è quella di avviare processi virtuosi di gestione di questo
tema in alcuni ambiti sociali. Ciò prevede il sostegno da parte della Pubblica
Amministrazione a processi di orientamento, ma anche di introduzione nelle aziende,
anche con il supporto delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, di sistemi
di gestione della sicurezza, anche con riferimento a comparti e settori nei quali tale tema
appare particolarmente rilevante (ad esempio nell’edilizia).
Tavolo 2 - sviluppo del welfare
Un secondo ambito applicativo della dimensione della comunità è quello del welfare sociale.
Oggi, come ricordato dagli esperti del Tavolo di lavoro, esistono nel nostro Paese tre
modelli di welfare: welfare State, welfare mix e welfare society. Il nostro sistema di welfare vede
convivere i tre modelli e le tre diverse logiche di pianificazione. Nella nostra comunità,
inoltre, è aumentata negli ultimi anni, in modo preoccupante, la fragilità dei singoli e di
interi gruppi sociali, anche per causa di forte instabilità socio-economica. In questa società
nella quale le richieste di aiuto aumentano, sia in termini di numero, sia in termini di
complessità, le risorse disponibili non sono più sufficienti. Dall’altro lato, i nuovi utenti dei
servizi, nel territorio della nostra città, sono lavoratori usciti forzatamente dal mercato del
lavoro, persone sotto sfratto, persone impoverite da condizioni di precarietà lavorative,
creando una situazione patologica nella quale la normalità entra prepotentemente nella
scena dei servizi sociali, in un contesto in cui questi sono impreparati a gestirla.
In questo nuovo scenario gli interlocutori dei servizi non devono essere solo gli utenti, ma
I modelli di welfare tutti gli attori presenti sul territorio, dalle istituzioni ai soggetti informali, comprese le
famiglie che entrano a far parte della rete dei servizi. In quest’ottica i vari attori ed esperti
partecipanti ai lavori del Piano Strategico hanno concordato sull’ipotesi di ripensare ad
un sistema integrato di servizi sociali nel quale si sostituisca la logica della “prestazione”
con la logica della “relazione”.
Gli ambiti applicativi di questa visione di lungo termine, anche considerando i risultati
emersi dall’indagine diagnostica commissionata all’Università degli Studi del Piemonte
Orientale, riguarda differenti aspetti, tutti orientati alla promozione di un nuovo modello

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

di società, e su tali linee di ragionamento si sono delineate le linee strategiche di tavolo,


come in seguito vedremo nel dettaglio. Il primo è certamente quello del sostegno alla
Logica della famiglia. In considerazione della curva demografica della nostra cittadinanza, dobbiamo
prestazione e logica prevedere politiche specifiche per la terza e quarta età, da integrarsi a vari livello di
intervento (prima di tutto quello medico, ma anche a livelli economici e relazionali). Una
della relazione
città moderna non può altresì presentarsi ai propri abitanti e ai potenziali visitatori priva
di tutte le attenzioni da riservarsi ai portatori di disabilità in senso lato, siano esse fisiche,
siano esse mentali. Nel nuovo modello di società dovranno trovare spazio anche le
tematiche dell’esclusione e dell’integrazione, con particolare riguardo all’esclusione sociale
(soggetti a rischio di povertà o già in condizioni di povertà) ed all’integrazione multietnica
(anche in considerazione dell’aumento a tendere delle percentuali di stranieri residenti). Da
ultimo, ma non per importanza, una visione di medio/lungo termine di politica sociale
moderna, in un’ottica relazionale, non può prescindere da una particolare attenzione verso
le associazioni di volontariato, non solo destinate al mondo giovanile.
Da questi ragionamenti complessivi sono discesi i lavori del tavolo, formalizzati nei testi
- che analizzeremo - dell’analisi swot e degli alberi dei problemi e degli obiettivi, dai quali
poi conseguono la scelta delle linee strategiche e le schede delle azioni ad esse correlate.
Tavolo 3 - Garanzia della qualità della salute
La visione di una dimensione di comunità moderna ha infine un terzo cruciale elemento:
la qualità della salute, e per tale ragione la garanzia di questa qualità di vita appare agli
attori locali un elemento imprescindibile per lo sviluppo. Una visione di città positiva,
nella quale i suoi abitanti abbiano piacere di vivere, non può prescindere da un ambiente
nel quale sia garantito il massimo livello possibile del bene primario dell’uomo: la salute.
Questo appare elemento irrinunciabile, propedeutico e indispensabile alla conduzione
della vita in una qualsiasi località.
Con riferimento alla nostra città, in una prospettiva di medio/lungo termine, si ritiene
che esistano, come vedremo in seguito nel commento ai lavori del tavolo, quattro tematiche
di assoluta priorità, verso le quali fare convergere gli sforzi di tutti i portatori di interesse:
la continuità assistenziale, il nuovo ruolo dei medici di medicina generale, le professioni
sanitarie e la formazione professionale, ed infine, certo non per importanza, il nuovo
ospedale di Alessandria.
I portatori di interesse locale, dall’ASL all’ASO, dal Cissaca agli operatori in campo sociale,
dagli ordini dei medici a quelli degli infermieri, fino a giungere alle strutture private
Le quattro priorità coinvolte nel dibattito insieme alle parti pubbliche, hanno fornito elementi di riflessione
finalizzati a creare una maggiore integrazione tra i temi della sanità e quelli della assistenza,
del sistema di salute con particolare riguardo ai problemi della continuità assistenziale. Per quanto concerne la
continuità assistenziale, la necessità di implementare questa tipologia di assistenza, anche
nel distretto e, in modo particolare nella città di Alessandria, è un dato di fatto segnalato
sia dai bisogni della popolazione che dall’ASO di Alessandria. Ciò deriva dalla necessità
di evitare ricoveri o prolungamenti di ricovero inappropriati, e dall’obbligo, per l’ASO, di
effettuare attività di alta specializzazione e quindi non avere posti-letto occupati da pazienti
con quota-parte di bisogni assistenziali più rilevante rispetto a quelli sanitari. Sarà quindi
necessario, da parte dell’ASL AL, incrementare i posti-letto convenzionati, nelle RSA del
territorio, ma anche potenziare l’Assistenza Domiciliare Integrata, differenziando in tal
modo le tipologie di offerta assistenziale e favorendo così forme più corrette di utilizzo
dei servizi sanitari.
Si è detto al Tavolo che saranno necessari accordi di programma fra i vari soggetti
interessati (ASO – ASL – Cissaca – Comune di Alessandria) per ridurre disagi alle fasce
deboli della popolazione, che ha, lo ricordiamo, sempre più bisogni, in considerazione

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

dell’incremento dell’aspettativa di vita ma anche della cronicità e di altre variabili sociali ben
note. Tali considerazioni sono alla base dell’albero dei problemi ed alla identificazioni del
Accordi di “box” delle problematiche al centro della mappa stessa, come si vedrà.
programma Da parte pubblica, sentite le opinioni degli esperti e professionisti del settore, si è preso
atto del fatto che lo sviluppo dell’associazionismo in Medicina Generale sia una necessità
e nuovi modelli molto sentita e i progetti presentati dai medici di base, in collaborazione con il Collegio
Infermieri Professionali della Provincia di Alessandria, fanno intravvedere un nuovo modo
di gestire la sempre maggiore domanda di salute.
Come vedremo esistono progetti proposti da ordini professionali e strutture socio sanitarie
che riguardano l’idea di un Sindaco messaggero di salute, ma anche progetti che ipotizzano
una nuova concezione di benessere. Inoltre, il lavoro congiunto degli esperti e
professionisti del settore ha proposto logiche di medicina di gruppo integrata e di cure
primarie integrate.
Il modello proposto fa ipotizzare strutture di I livello nelle quali opera un pool di medici
e di altri professionisti della salute , con la disponibilità per i cittadini di una fascia oraria
di 10 – 12 ore. In queste innovative unità (che ricordano il modello inglese) dovrebbe
essere effettuato un approfondito filtro, inclusa una prima fascia di accertamenti
diagnostici di base, che consenta di evitare accessi indiscriminati di pazienti al Pronto
Soccorso, che oggi creano, in questa struttura ospedaliera, lunghe attese e inducono gravi
problematiche per quanto attiene la corretta gestione delle urgenze.
Per quanto concerne le professioni sanitarie e la formazione professionale, occorre
anticipare le esigenze del futuro. E’ ben noto che alcune professioni sanitarie (in particolar
modo quelle non mediche) soffrano di gravi criticità e che, non raramente, si riesca con
grande difficoltà a garantire, a malapena, il turnover. Per questo è opportuno sostenere la
Anticipare il futuro proposta di implementare le attuali strutture didattiche periferiche della Facoltà di
Medicina dell’Università del Piemonte Orientale. Da questi ragionamenti è stato sviluppato
un percorso concettuale che ha portato all’ipotesi di attivazione di nuovi corsi di laurea in
ambito sanitario, richiesto dal mondo medico stesso. Ciò è auspicabile che avvenga, a
parere degli attori del Tavolo, sia numericamente che per tipologia di corso di laurea breve,
con una particolare attenzione al settore infermieristico, non dimenticando la necessità di
infermieri professionali specializzati in pediatria, essendo presente nell’ASO il secondo
Ospedale Pediatrico della Regione Piemonte. Un’altra laurea breve richiesta dal mercato
è quella della fisioterapia, stante la presenza in città di un grande Centro Riabilitativo quale
il “Borsalino”, come pure necessita un corso periferico il settore dei tecnici di radiologia,
in virtù della presenza presso l’ASO di attività di settori e specialità di alta fascia quali
Radiologia (TAC, RNM) , Medicina Nucleare (PET), Radioterapia (Acceleratore Lineare).
In questo scenario, ai margini del Tavolo di lavoro è sempre stato citato da molti attori il
Nuovo ospedale ed grande tema strategico dell’Ospedale, anche se gli attori hanno concordato di non
integrazione di depositare schede progetto sul Piano Strategico, stante la presenza di altri tavoli di
discussione appositamente dedicati ad altro livello. Da più parti si conviene tuttavia sul
presidi ospedalieri
fatto che il nuovo ospedale di Alessandria dovrebbe costituire il volano per l’economia
della provincia locale, garantire la riqualificazione dell’offerta di produzione incrementando l’alta
specializzazione ed evitando l’ancora troppo elevata mobilità passiva, verso la Lombardia,
in un territorio di confine particolarmente vulnerabile e facilmente “aggredibile” da
produttori pubblici e privati di fuori regione. L’integrazione con altri presìdi ospedalieri
della Provincia è un requisito importante per mettere in rete i diversi livelli di servizi
ospedalieri offerti alla popolazione, evitare competizioni interne dannose, favorire
l’integrazione professionale e culturale degli operatori e razionalizzare l’offerta con
inevitabili e positive ricadute.

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Un settore che si ritiene debba essere potenziato è quello della sperimentazione e della
ricerca nell’ambito di protesi e ausìlii ortopedici, riabilitativi e cardiovascolari, in
Connessione con la collegamento con l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, con il Politecnico di
Torino e con le aziende del territorio che operano nell’ambito delle materie plastiche e dei
Ricerca metalli speciali. Ciò in considerazione della presenza nell’ASO di un Dipartimento
Cardiovascolare di alto livello (con SOC di Cardiochirurgia e SOC di Chirurgia vascolare),
di un Centro Ortopedico di riferimento regionale per le protesi e dell’Ospedale
Riabilitativo “Borsalino”, struttura di II livello dove si potrebbero sperimentare, stante la
presenza di pazienti riabilitandi, affetti da patologie neuromuscolari e traumatologiche e
cardiovascolari, nuovi strumenti e innovative tecniche per la mobilità e non solo.
Sarebbe inoltre auspicabile sviluppare e potenziare l’attività formativa e tutoriale
nell’ambito dell’Emergenza Sanitaria nella quale l’ASO di Alessandria vanta una grande
tradizione e che potrebbe consentire di effettuare formazione in sede per medici e
personale infermieristico proveniente dalla Regione Piemonte e da altre regioni, utilizzando
proficuamente, una volta ristrutturata, la foresteria situata all’interno dell’ospedale
“Borsalino” e di proprietà dell’ASO.
Da tali considerazioni preliminari di carattere generale, formulate ai Tavoli di lavoro, è
disceso un importante lavoro di analisi che ha condotto gli esperti a lavorare con
particolare attenzione al tema della costruzione di una comunità sanitaria integrata, sulla
quale sono stati depositati contributi progettuali più avanti commentati nel presente lavoro.

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PARTE II
Analisi
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

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AssE I - sviluppo economico
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

AssE I - I conTEnuTI PRoGETTuALI


Il primo Asse del Piano Strategico è quello di Sviluppo Economico. Si è scelto da parte
dei soggetti promotori del Piano tale termine e tale contenitore per doveroso riguardo al
tema della produzione di reddito, elemento imprescindibile alla crescita anche culturale,
urbanistica e sociale di un territorio. Si è diviso il piano dei lavori su 3 tavoli, denominati
tavolo dell’agricoltura, del manifatturiero e dei servizi. Al primo dei 3 tavoli si sono
affrontate prevalentemente le questioni inerenti lo sviluppo del settore primario, al
secondo prevalentemente quelle di natura industriale, mentre al terzo prevalentemente
quelle del commercio.
Agricoltura
Quanto al primo tavolo di lavoro dell’Asse economico (agricoltura), i progetti approvati
sotto il profilo tecnico dai membri di tavolo hanno interpretato il ruolo di una agricoltura
moderna, in grado di trasformare il problema del rifiuto in una opportunità per
produzione di energia e reddito; ciò ha originato il progetto di produzione di energia da
biogas proveniente dalla digestione anaerobica della frazione umida dei rifiuti solidi urbani
e effluenti zootecnici ed altri materiali. Sulla Linea 2 troviamo infatti il progetto, dal titolo
“Innovazione tecnologica con applicazioni ambientali”, proposto da un lavoro congiunto
di Confagricoltura Alessandria, Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori e Consorzio
ARAL.
Un altro tema rilevante è stato identificato nella ricerca di sostegno ai prodotti del
territorio, con elementi innovativi sulla qualità e sulla sicurezza alimentare, che ha
condotto il gruppo di lavoro alla soluzione della filiera corta ed al progetto sulla
disponibilità di un’area mercatale per la vendita diretta dei prodotti agricoli. Il progetto
correlato alla linea 3, proposto congiuntamente da Confagricoltura Alessandria, Coldiretti
e Confederazione Italiana Agricoltori, ha per oggetto infatti la disponibilità di un’area
mercatale per la vendita diretta dei prodotti agricoli.
La soluzione della qualificazione della produzione granaria alessandrina con studi varietali
e sulla filiera in maniera tale da garantire una migliore remunerazione del prodotto è alla
base del progetto di valorizzazione del frumento di qualità, come azione strategica per la
difesa del comparto cerealicolo. Il progetto, dal titolo “valorizzazione del frumento
alessandrino di qualità”, presentato sulla linea 1 - Filiera del settore cerealicolo – da
Confagricoltura Alessandria, Coldiretti e Confederazione Italiana Agricoltori, prevede la
qualificazione della produzione granaria alessandrina con studi varietali e sulla filiera in
maniera tale da garantire una migliore remunerazione del prodotto. Il progetto ha un
ampio novero di soggetti coinvolti, tra i quali Consorzio Agrario Provinciale, Centro
Agricolo San Michele, Cooperativa Produttori Mais, Cooperativa Sette vie, Centro Cereali
Basso Monferrato, SAF Fresonara, Cadir Lab.
Di sicuro interesse è il progetto della multifunzionalità dell’impresa agricola, intesa come
capacità di fornire servizi alla collettività mediante l’utilizzo delle attrezzature aziendali
nel settore della manutenzione del territorio. Il progetto, idealmente collegato alla linea 5
– servizi alla collettività - dal titolo “Multifunzionalità dell’impresa agricola”, presentato
da Comune di Alessandria (AMAG – AMIU), si pone l’obiettivo di sviluppare la
multifunzionalità dell’impresa agricola ovvero la sua capacità di fornire servizi alla
collettività mediante l’utilizzo delle attrezzature aziendali nel settore della manutenzione
del territorio. Scopo dei soggetti proponenti è quello di valorizzare a favore della
collettività la presenza diffusa sul territorio delle aziende e consentire una azione di

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

monitoraggio in caso di eventi alluvionali.

Industria
Nel secondo tavolo di lavoro dell’Asse economico (manifatturiero), si presentano diversi
progetti che affrontano il tema dello sviluppo industriale partendo dalla decisione di
identificare quattro linee strategiche fondamentali. I fattori dello sviluppo industriale
riconosciuti sono quelli dell’internazionalizzazione di impresa, della ricerca ed innovazione
tecnologica, dell’innovazione nel capitale umano e finanziario.
Il tema della ricerca applicata e dello sviluppo precompetitivo è il riconosciuto fattore di
sviluppo strategico del territorio, e sono stati sviluppate due schede progetto; la prima
prevede un percorso virtuoso finalizzato al raggiungimento del “rating tecnologico
dell’impresa” e, per i nuovi progetti di innovazione da sviluppare, di una “certificazione
del progetto d’innovazione”, mentre la seconda mira alla valutazione del potenziale di
innovazione dell’azienda e ad azioni per il miglioramento della qualità del processo
produttivo.
Il progetto “Tecnogate PMI”, presentato da Confapi Alessandria – Associazione delle
Piccole e Medie Imprese della provincia di Alessandria, prevede la realizzazione di
un’analisi ed un check up tecnologico sulle imprese del territorio comunale al fine di
sviluppare un’azione facilitatrice a favore delle PMI nei confronti della problematica
dell’innovazione d’impresa e di sviluppare, in collaborazione con gli Enti accademici, un
percorso virtuoso finalizzato al raggiungimento del “rating tecnologico dell’impresa” e, per
i nuovi progetti di innovazione da sviluppare, di una “certificazione del progetto
d’innovazione”.
Il progetto “Azioni di check del livello tecnologico e di assistenza nella crescita innovativa
delle imprese”, proposto da Confindustria Alessandria, ha ad oggetto la valutazione del
potenziale di innovazione dell’azienda e azioni per il miglioramento della qualità del
processo produttivo. Giova rilevare come dalla lettura della scheda si comprenda che con
il termine innovazione non si intende la capacità di apportare cambiamenti strategici con
l’invenzione (di un nuovo processo, o di un nuovo prodotto) ma si intende la capacità di
migliorare la qualità dei processi aziendali, con interventi costanti e puntuali.
Le imprese del comparto Alessandrino, sia le PMI che le Grandi, avranno una capacità di
crescita nella misura in cui sapranno confrontarsi con i mercati internazionali, non solo
in termini di sporadica esperienza, ma anche in termini di radicata e consolidata presenza.
Se l’internazionalizzazione di impresa è una delle linee strategiche di sviluppo identificate
dal piano, l’approccio alla soluzione immaginata dal progetto “Internazionalizzazione –
costruzione di una rete di conoscenze”, presentato da Confindustria Alessandria è
certamente innovativo, prevedendo lo scambio di esperienze internazionali via web e la
diffusione delle informazioni tra imprese per accrescere la competitività sui mercati
internazionali. Il progetto muove dalla necessità di favorire lo scambio di esperienze
internazionali via web e la diffusione delle informazioni tra imprese per accrescere la
competitività sui mercati internazionali. Si rileva che lo scopo strategico è quello della
diffusione delle conoscenze nei processi di internazionalizzazione per contribuire a
diminuire il divario di competitività tra imprese di grandi dimensioni e PMI. L’idea è quello
di sostenere l’incremento della conoscenza tecnica e teorica a supporto della presenza
delle imprese sui mercati esteri, allo scopo di favorire l’apertura e lo sviluppo commerciale
internazionale delle aziende.
Se internazionalizzazione e ricerca ed innovazione tecnologica sono le chiavi di successo
per il futuro, si è anche consapevoli del fatto che le imprese non possono sostenere
investimenti in questi settori in assenza di opportuni fattori di sostegno, a cominciare da

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

quelli finanziari. In questa chiave di lettura vanno considerate le 2 azioni previste nelle
schede progetto inerenti la linea del sostegno finanziario. La prima scheda intende fornire
alle piccole e medie imprese del territorio un qualificato supporto nell’accesso a servizi di
assistenza finanziaria qualificata, utili per favorire l’accesso al credito, particolarmente
necessari nell’attuale fase congiunturale, mentre il secondo progetto è volto a sostenere
il processo di crescita e di rafforzamento delle PMI sotto il profilo organizzativo e
finanziario.
Con il progetto dal titolo “Supporto nella gestione economico-finanziaria e nella
patrimonializzazione d’impresa”, proposto da Confindustria Alessandria, si intende
appunto fornire alle piccole e medie imprese del territorio supporto nell’accesso a servizi
di assistenza finanziaria qualificata, utili per favorire l’accesso al credito, particolarmente
necessari nell’attuale fase congiunturale.
Con il progetto dal titolo “Accesso al credito per le PMI”, sin intende nello specifico, su
iniziativa di Confapi Alessandria – Associazione delle Piccole e Medie Imprese della
Provincia di Alessandria, offrire un supporto alle aziende, volto a sostenere il processo di
crescita e di rafforzamento delle PMI sotto il profilo organizzativo e finanziario. Rileva il
fatto che il progetto preveda una assistenza “personalizzata” per ogni singola impresa
attraverso strumenti di finanza ordinaria/straordinaria e controllo di gestione.
Inoltre si è prevista una scheda per la creazione di cluster di imprese: è indubbio che se
da un lato il nostro paese è caratterizzato da una anomala dimensione di SMEs (small &
medium enterprises), che storicamente sono un riconosciuto fattore di forza tipicamente
italiano, dall’altro proprio le sfide della globalizzazione richiedono una capacità competitiva
che una PMI non può avere, in un contesto internazionale. Di più, alla base della scheda
progetto “Reti di impresa e clusters”, proposta da Confapi, sta il ragionamento,
ampiamente condiviso, del fatto che la dimensione dell’ impresa non deve costituirne un
freno alla competitività, poiché un complesso di fattori (organizzativi, umani, finanziari),
se non diversamente gestiti - con i cluster appunto - potrebbe impedirne la crescita. Il
ragionamento è molto ampio, naturalmente, ed è strettamente collegato ai fattori di
sviluppo delle imprese, tra i quali la dimensione, anche in termini di capitale umano e
finanziario in particolare, è una delle variabili strategiche cruciali. Come si vede, quindi, i
progetti del tavolo sono fortemente integrati tra loro nei ragionamenti e nella vision di una
impresa dinamica, in crescita, con forti investimenti in capitale umano, finanziario,
relazionale.
Terziario
Il terzo tavolo di lavoro dell’Asse di sviluppo economico ha contributi misti di parte
pubblica e privata. Da parte del Comune di Alessandria si è pensato ad un progetto di
radicale rivisitazione del modello della Fiera di San Giorgio, pensando di riqualificare la
storica manifestazione alessandrina, nell’ottica di una capillare specializzazione e della
creazione di eventi di sicuro richiamo di visitatori anche a livello extracomunale. Il
progetto, dal titolo “Organizzazione e riqualificazione della Fiera di San Giorgio”,
presentato dal Comune di Alessandria, mira a trasformare la storica manifestazione in un
evento di richiamo turistico, e non più solo nella Fiera Cittadina, mantenendo le tradizioni
ma con uno sguardo alle novità ed al futuro, e collegare iniziative culturali, quali mostre,
esposizioni, eventi, intrattenimenti alla classica offerta commerciale.
Il combinato disposto degli sforzi pubblici del Comune di Alessandria e delle Associazioni
di categoria del commercio ha portato ad identificare una seconda azione strategica nell’
OADI (Organismo associato d’impresa), che potrebbe risultare uno strumento snello e
versatile al fine di introdurre una nuova consapevolezza nella gestione ed organizzazione
degli esercizi commerciali del centro città e valorizzare quello che è il commercio

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

“tradizionale”. Si veda la scheda progetto dal titolo “La valorizzazione delle attività
economiche del centro cittadino attraverso gli Oadi”, di iniziativa congiunta delle
Associazioni di Categoria Associazione Commercianti e Confesercenti e Comune di
Alessandria.
La linea strategica del sostegno al credito, similmente per quanto proposto a livello
industriale, trova poi una precisa proposta di azione nella scheda progetto del Credito alle
imprese commerciali, mediante misure di finanziamento diretto garantito da Confidi, e
mediante misure per il rafforzamento delle strutture di garanzia per agevolare l’accesso al
credito, pensate in modo specifico per le necessità finanziarie delle imprese del settore
terziario, che hanno notoriamente esigenze di cassa e di finanziamento al capitale circolante
(working capital) diverse e peculiari. Si veda la scheda progetto, riferita alla linea 1 – misure
e strumenti a sostegno del territorio – dal titolo “Il credito alle imprese commerciali”,
presentato congiuntamente dalle associazioni di categoria Ascom e Confesercenti.
Nel piano trova poi spazio l’azione strategica del town center management, progetto che
evidenzia l’opportunità legata alla creazione di una “cabina di regia” che si occupi del
rilancio della città capoluogo, con azioni di marketing territoriale, ricerca investitori,
pianificazione degli insediamenti. Tale azione è chiaramente correlata e sinergica a quella
degli OADI. Giova rilevare che la scheda progetto sul “Town Centre Management”,
idealmente depositata sulla linea 1 – città dell’accoglienza – congiuntamente predisposta
da Ascom e Confesercenti, ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al
raggiungimento delle seguenti finalità di interesse diffuso: dare una visione strategica alle
diverse attività promozionali e di marketing sviluppate per il centro storico, consentendo
l’aggregazione risorse pubbliche e private.
Inoltre, su iniziativa di spin off nati in ambiente accademico locale, è stato presentati un
progetto di consulenza, formazione ed aggiornamento del settore turistico locale, ed un
progetto per la creazione di un “pacchetto” di prodotti enogastronomici tipici locali in
chiave turistica. Si veda per la prima tematica la scheda “CreaTurismo Alessandria”, un
progetto di Consulenza-Aggiornamento-Formazione-Creazione d’Impresa per il Turismo
Alessandrino, e per la seconda tematica la scheda “Alessandria, Gusta e Gira”, un progetto
per la creazione di un “pacchetto” di prodotti enogastronomici tipici locali in chiave
turistica, entrambi di iniziativa di LaST-Laboratorio Sviluppo e Territorio (spin off
Università Piemonte Orientale).

36
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

TAVoLo 1
AGRIcoLTuRA

PARTE A - LInEE sTRATEGIchE DI TAVoLo

PREmEssA GEnERALE
I rappresentanti delle principali organizzazioni professionali di categoria nell’esaminare
la condizione del settore agricolo nel territorio di Alessandria hanno ribadito che il settore
attraversa un periodo di profonda crisi che investe l’intero comparto ed è comune a tutto
il territorio nazionale. Tale situazione si manifesta nelle crescenti difficoltà che molte
aziende incontrano a coprire i costi di produzione e a far fronte ai costi di investimento.
Il perdurare di tale congiuntura rischia di determinare la progressiva espulsione dal mercato
delle aziende meno competitive e l’abbandono della coltivazione dei terreni più marginali.
La ragione principale di tutto ciò è da ricercarsi nel calo dei prezzi dei prodotti agricoli,
conseguenza della eliminazione delle misure di sostegno da parte dell’Unione Europea,
e del progressivo allineamento dei prezzi dei prodotti agricoli ai livelli mondiali, molto
più bassi. A questo proposito giova ricordare che fin dalla sua costituzione la Comunità
Europea ha adottato una politica agricola comune.
Il principio ispiratore era, ed è tuttora, che le agricolture dei paesi membri non possano
competere con il mercato globale e pertanto debbano essere sostenute: il mantenimento
Le ragioni della crisi sul territorio europeo di una agricoltura capace di garantire comunque una quota
dell’approvvigionamento alimentare e un presidio del territorio è infatti considerato
obiettivo strategico irrinunciabile. Fino al 1992 venne garantito il sostegno dei prezzi, poi
tale politica venne abbandonata sia in ragione delle distorsioni di mercato indotte
dall’artificiale sostegno dei prezzi, sia a causa dell’avanzare del fenomeno della
globalizzazione e del progressivo processo di liberalizzazione del commercio mondiale.
Allo stato attuale il sostegno alle aziende agricole, destinato peraltro a ridursi nel tempo,
è attuato attraverso una politica complessa che può essere semplicisticamente riassunta
in applicazioni di plafond produttivi a molte produzioni, erogazioni di contributi alle
aziende non più come sostegno al prezzo dei prodotti, ma commisurati alle superfici
coltivate, erogazione di contributi a fronte di interventi migliorativi dell’ambiente, misure
strutturali per favorire lo sviluppo rurale.
Anche queste forme di sostegno tuttavia, quando i prezzi dei prodotti scendono ai livelli
attuali non riescono a garantire alle aziende livelli di reddito sufficienti.
I bassi prezzi mondiali dei prodotti agricoli trovano la loro giustificazione, in costi di
produzione molto inferiori a quelli europei e in particolare italiani; Le nostre aziende infatti
per ragioni storiche e a causa anche della tipologia del territorio, devono fare i conti con
una struttura aziendale rigida, una scarsa concentrazione dell’offerta e una dimensione
media insufficiente per competere con il mercato globale.
Per tali ragioni la valorizzazione e la salvaguardia della agricoltura italiana non possono che
puntare sulla qualità e specificità delle produzioni tipiche, sulla concentrazione dell’offerta
per le produzioni di base, sul miglioramento delle capacità imprenditoriali e in generale
sulla riduzione dei costi di produzione.
Esaminando nello specifico l’agricoltura alessandrina al fine di evidenziarne i punti di

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

forza e di debolezza e per individuare quindi le linee strategiche su cui operare per
favorirne lo sviluppo nel medio periodo, si evidenzia che i punti di forza sono il tessuto
imprenditoriale, caratterizzato dalla presenza di molte aziende di dimensione medio
Punti di forza
grande, strutturate e tecnologicamente avanzate, il territorio, in larga parte pianeggiante
e di debolezza fertile ed irrigabile, la presenza di strutture cooperative di essiccazione stoccaggio dei
cereali, la presenza di due consorzi irrigui, l’ottima posizione logistica ; dal punto di vista
delle produzioni la vocazione del territorio è in primo luogo cerealicola, ma si annovera
anche una radicata vocazione zootecnica con numerose stalle da carne e da latte ; il Centro
cooperativo Raccolta Latte, che associa le principali stalle della Provincia e detiene la quota
di maggioranza della Centrale del latte, ne è una conferma e ha costituito, anche
storicamente, per la popolazione delle province di Alessandria e di Asti un punto di
riferimento importante per la qualità del prodotto e la assoluta garanzia di provenienza.
Per quanto attiene i punti di debolezza dell’agricoltura locale è necessario sottolineare in
primo luogo gli aspetti ambientali e pedologici, sia perché parte del territorio comunale
ha terreni meno fertili, ghiaiosi, poco profondi, con bassa redditività dell’irrigazione, sia
perché i terreni più fertili, vicino ai fiumi sono spesso soggetti ad alluvione; a questo
proposito la realizzazione di opere di salvaguardia dei centri urbani ha determinato
l’aumento della frequenza e della velocità con cui le acque esondano e invadono i terreni
con gravi danni che la mancanza di politiche assicurative adeguate rende più gravosi.
L’agricoltura a questo proposito subisce l’impatto che altre attività determinano: la
costruzione di nuovi tratti stradali , lo sviluppo delle aree residenziali e produttive
consumano suolo agricolo, aumentano la superficie impermeabile, stravolgono la rete
idrografica minore la cui efficienza risulta sempre più difficile da mantenere e soprattutto
costituisce un ulteriore costo per l’agricoltore che viene spesso semplicisticamente indicato
come responsabile ultimo. Le problematiche collegate alle periodiche esondazioni del Rio
Lovassina, gli allagamenti e l’erosione dei terreni che si verificano nelle aree collinari ne
sono un esempio.
Per quanto attiene gli aspetti produttivi la mancanza di produzioni tipiche di affermata
visibilità e di grande pregio commerciale costituisce un limite e proprio la vocazione
cerealicola del territorio, in relazione all’andamento dei prezzi estremamente negativo per
questi prodotti, può essere un elemento di debolezza; i cereali, “commodities” per eccellenza,
non sono differenziabili per questo subiscono di più la concorrenza dei prodotti
provenienti dall’estero a costi inferiori: la possibilità di sviluppare politiche di filiera per
i cereali, passa attraverso l’ulteriore concentrazione e standardizzazione dell’offerta e
questo non è favorito da un certo individualismo che comunque caratterizza i nostri
imprenditori.
A questo proposito il tavolo di lavoro evidenzia che il settore agricolo è comunque un
ambito dove prevale l’impresa familiare e dove la cultura d’impresa stenta ad affermarsi.
Anche a livello locale dove pure sono presenti imprenditori di grande competenza tecnica
Cultura di impresa e aziende tecnologicamente ben attrezzate, l’età media degli agricoltori è avanzata e spesso
si riscontrano problemi di non adeguato passaggio generazionale e comunque di
diminuzione del numero di addetti .
Ciò è altresì collegato ad una progressiva perdita di importanza e visibilità del settore
agricolo a favore di altri settori. Tale fenomeno, di natura generale, interessa anche il nostro
Comune con una progressiva perdita, soprattutto nelle giovani generazioni, di conoscenze
dirette del mondo agricolo descritto in modo folcloristico e mediato dalla pubblicità
televisiva.

38
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

scELTA DELLE LInEE sTRATEGIchE


Gli elementi fino ad ora illustrati hanno portato i membri del tavolo a ritenere che linee
strategiche che possono costituire le priorità per lo sviluppo del territorio debbano puntare
alla valorizzazione della filiera cerealicola, alla diversificazione delle produzioni e delle
fonti di reddito per l’impresa, al miglioramento della capacità imprenditoriale . Sono state
pertanto individuate le seguenti linee strategiche:

1 - Filiera del settore cerealicolo


La creazione e valorizzazione della filiera cerealicola, parte dal presupposto che la provincia
di Alessandria, con circa 40.000 ettari coltivati a frumento tenero ogni anno, è la più
importante provincia cerealicola d’Italia. A questo proposito nel corso degli ultimi mesi
le organizzazioni professionali agricole, la Camera di Commercio, il Consorzio Agrario e
le principali cooperative cerealicole hanno individuato un progetto per la valorizzazione
di questo prodotto in una logica di filiera.
Ciò implica porre in atto strategie per individuare le cultivar e le tecniche che meglio si
adattano al territorio, far emergere le esigenze dell’industria molitoria e degli utilizzatori
al fine di adeguare l’offerta, favorire la concentrazione dell’offerta stessa, consolidare
l’immagine del frumento alessandrino anche presso il consumatore finale attraverso
interventi divulgativi e di informazione.

2 - Innovazione tecnologica con applicazioni ambientali


Tale linea strategica si pone l’obiettivo di individuare interventi per favorire il
coinvolgimento delle aziende agricole in progetti di produzione di energia da fonti
rinnovabili, con l’inserimento nella rotazione aziendale di colture da destinare agli impianti
di cogenerazione e con lo sviluppo del fotovoltaico; merita inoltre di essere approfondita
la possibilità di promuovere lo smaltimento in agricoltura di compost ottenuto dal
trattamento dei rifiuti organici;

3 - culturizzazione del settore agricolo


In tale linea strategica verranno compresi progetti che favoriscano una migliore cultura di
impresa tra gli imprenditori agricoli.

4 - Valorizzazione e sviluppo delle filiere corte


La valorizzazione della filiera corta cioè di un rapporto più diretto tra produttore e
consumatore costituisce una importante risorsa per l’agricoltura in quanto consente
incremento di valore aggiunto per il produttore e garanzie di provenienza e sicurezza
alimentare per il consumatore. In questo quadro si collocano le iniziative di diffusione di
prodotti definiti a “Km zero” con lo sviluppo di mercati contadini e della vendita diretta.
In Alessandria inoltre la presenza di ottime stalle da latte e della Centrale costituisce una
importante risorsa.

5 - servizi alla collettività


La possibilità per l’azienda agricola di svolgere servizi per la collettività afferenti in generale
alla manutenzione del territorio può costituire per l’azienda una fonte di reddito e una
occasione per il miglior utilizzo delle attrezzature aziendali, valorizzando il ruolo di presidio
e di controllo del territorio che le aziende ricoprono.
I membri del tavolo di lavoro hanno ritenuto che le linee strategiche sopra indicate possano
contribuire sul breve-medio periodo a far crescere la qualità del settore agricolo,
incrementando la capacità imprenditoriale, migliorando e diversificando le fonti di reddito
e contribuendo in ultima analisi al sostegno e alla presenza delle imprese agricole sul
territorio e al mantenimento e all’incremento delle produzioni alimentari di origine locale.

39
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Proprio tale obiettivo riveste interesse generale in quanto le produzioni controllate e di


origine locale migliorano la sicurezza alimentare per il consumatore.
Si ritiene inoltre che la presenza e la salvaguardia di un efficiente tessuto imprenditoriale
agricolo, possa contribuire al prodotto lordo del territorio e abbia riflessi positivi sulla
occupazione.
Altresì non deve essere dimenticato, in una realtà di consolidata e di antica tradizione
agricola come quella alessandrina, l’importanza di mantenere, soprattutto per le giovani
generazioni, la conoscenza di una cultura specifica. A questo proposito è importante
ricordare come la presenza attorno alla città di cascine di alto valore architettonico e storico
possa essere valorizzata per la fruizione pubblica e ricreativa e per iniziative a favore
dell’infanzia e delle famiglie.
I membri del tavolo infine sottolineano e richiamano l’attenzione anche degli altri soggetti
che interagiscono sul territorio al fine di non dimenticare l’importanza della tutela del
suolo agricolo dalla cementificazione: il terreno è infatti un bene limitato, se
cementificato non è più ripristinabile e dovrebbe essere salvaguardato per le generazioni
future ponendolo al riparo da logiche speculative e da utilizzi poco razionali .

40
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

41
Asse I - sviluppo economico
Tavolo 1 Agricoltura
AnALIsI s.W.o.T.

PunTI DI FoRzA PunTI DI DEboLEzzA


Tessuto imprenditoriale Tessuto imprenditoriale
- Lunga tradizione agricola - Frammentazione della superficie aziendale
- Presenza di molte aziende di dimensione media e grande - Età media degli imprenditori avanzata
- Presenza di aziende strutturate e tecnologicamente avanzate, ad elevata meccanizzazione - Problemi di passaggio generazionale

Aspetti territoriali - pedologici


- Presenza in parte del territorio comunale di terreni ghiaiosi e permeabili a fertilità ridotta
e bassa redditività dell’irrigazione soprattutto per la produzione di cereali

Aspetti territoriali - pedologici - Inquinamento atmosferico e pedologico soprattutto nell’area della Fraschetta

- Territorio in larga parte pianeggiante - vulnerabilità delle aree più fertili alle alluvioni dei fiumi anche in relazione alla
realizzazione di opere di difesa della città che hanno trasformato di fatto molte aree.
agricole in casse di espansione
- Parte del territorio ad elevata fertilità ed irrigabile sia per la presenza di pozzi che per
consorzi irrigui - vulnerabilità del territorio nei confronti dello scorrimento superficiale delle acque dovuto
alla presenza di una rete idrografica minore vasta e in cattivo stato di manutenzione il cui
- Presenza di cascine di alto valore storico - architettonico situate attorno alla città ripristino e mantenimento implica costi elevati
- Erosione trasporto a valle nelle aree di collina
- Nessuna o comunque scarsa attenzione al consumo di suolo agricolo a favore di altri
impieghi considerati più remunerativi e prioritari (logistica, infrastrutture, insediamenti
residenziali)

Caratteristiche produttive Caratteristiche produttive

- vocazione cerealicola - La vocazione cerealicola può essere un punto di debolezza in relazione all’andamento di
mercato sfavorevole e alla scarsa caratterizzazione del prodotto
- Presenza di numerose stalle da latte (alta qualità) e da carne - Mancanza di produzioni tipiche di pregio e fortemente connotate
- Sparizione della barbabietola da zucchero
Competitività Infrastrutturale Competitività Infrastrutturale
- Presenza di Centro Cooperativo Raccolta Latte socio di maggioranza della Centrale del - Forte individualismo aziendale
Latte spa
- Presenza di tre grandi strutture cooperative di essiccazione e stoccaggio cereali - Cooperative di stoccaggio cereali incapaci di sinergie per garantire efficaci politiche di
filiera
- Presenza di due consorzi irrigui - Subordinazione degli interessi dell’attività agricola alle esigenze di altri settori
- Ottima posizione logistica (inquinamento dei corsi d’acqua, realizzazione di infrastrutture)
Asse II - sviluppo economico
Tavolo 1 Agricoltura
AnALIsI s.W.o.T.

oPPoRTunITà mInAccE
Aziendali - produttive Ambientali - territoriali
- Concentrare, qualificare e valorizzare l’offerta cerealicola - Progressiva riduzione della superficie agricola utilizzata e cementificazione del territorio
- valorizzare la filiera corta del latte (Centrale Latte) anche in relazione alla elevata qualità - Rischio esondazione dei fiumi e dei torrenti esaltato dalle realizzazione di opere di
del prodotto salvaguardia delle città
- verificare la possibilità di valorizzare altri prodotti come carne ed ortaggi attraverso - Rischi connessi al cattivo stato di manutenzione e dalla ampiezza della rete idrografica
azione di sensibilizzazione della opinione pubblica sulla produzione locali minore
- valorizzare la presenza di aziende ad elevata dotazione meccanica anche con - Forti problematiche ambientali su aree estese (Fraschetta, Spinetta, Rio Lovassina)
l’introduzione di colture energetiche

Culturali Aziendali - produttive


- valorizzare la presenza di fabbricati ad elevato valore architettonico anche con la - Mancanza di politiche assicurative adeguate per i danni da alluvione
promozione di fattorie didattiche stabilmente inserite nei circuiti didattici
- Possibilità di interagire con la città - Globalizzazione dei mercati
- Riduzione dei prezzi

Imprenditoriali
- Mancanza di politiche assicurative adeguate per i danni da alluvione
- Globalizzazione dei mercati
- Riduzione dei prezzi

Culturali
- Progressiva perdita di visibilità e di importanza del settore, a favore di altri
- Progressiva perdita, soprattutto nelle giovani generazioni, di conoscenze dirette del
mondo agricolo descritto in modo folcloristico e mediato dalla pubblicità televisiva.
PIAno sTRATEGIco DI ALEssAnDRIA
Asse I sviluppo Economico - Tavolo 1 Agricoltura
ALbERo DEI PRobLEmI (cAusE/EFFETTI)

Perdita di Perdita di opportunità di


imprenditorialità reddito collettivo

non piena utilizzazione non piena valorizzazione


della capacità produttiva degli investimenti pubblici
Diminuzione numero di mancata riconoscibilità del ruolo del
imprese comparto agricolo

Elevato livello di capitale investito


immobilizzato

calo di fatturato e scarsa attenzione ai


marginalità problemi del settore

crisi profonda del settore agricolo, con aziende che non riescono più a garantire reddito, vengono espulse dal
mercato, con conseguente perdita di professionalità e competenze, abbandono dei terreni marginali; difficoltà delle
imprese ad adeguarsi al mercato

FATToRI EsoGEnI

Prezzi in calo da decenni


struttura aziendale rigida che determina
costi fissi elevati
Dimensione Determinazione Fine del
Elevato livello di aziendale prezzi su scala sostegno dei
strutturazione Elevato capitale prezzi da parte
insufficiente mondiale
immobiliare agrario investito dell’uE

Ragioni Ragioni Politiche di Difficoltà


non piena aGlobalizzazione bilancio Politiche
non piena Livelli importanti storiche normative di gestione
valutazione della uE WTo
Ragioni valutazione di agevolazione degli stock
storiche economica delle economica delle
pubblica
agevolazioni agevolazioni
Imprese credito
familiari ereditario

FATToRI EsoGEnI
maggiore ricorso ad alimenti di
provenienza e qualità meno
controllabili

minore quantità di alimenti di


minore presidio del territorio
origine locale

Linea 1 Linea 3 Linea 5

Differenza di
Prodotto valore tra multifunzionalità
Difficoltà a cultura
principale produzione e dell’azienda
differenziare i imprenditoriale
(cereali) poco consumo non a agricola poco
prodotti non adeguata
caratterizzato favore sviluppata
dell’agricoltura

carenza di Ridotto ruolo non piena


Tecnica scarso sviluppo
offerta non Eliminazione opportunità di delle aziende applicazione
colturale e carenze Politiche di dela vendita
abbastanza della mercato agricole nel delle
scelte varietali professionali sussidio diretta e delle
concentrata barbabietola alternative ai presidio del opportunità
poco specifiche filiere corte
cereali territorio normative

Ragioni Linea 4
Linea 2 storiche

PIAno sTRATEGIco DI ALEssAnDRIA


Asse I sviluppo Economico - Tavolo 1 Agricoltura
ALbERo DEI PRobLEmI (cAusE/EFFETTI)
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

46
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

AssE I sVILuPPo EconomIco


Tavolo 1 Agricoltura

LInEE sTRATEGIchE

Linea 1 Filiera del settore cerealicolo

Innovazione tecnologica
Linea 2
con applicazioni ambientali

Linea 3 culturizzazione del settore agricolo

Linea 4 Le filiere corte

Linea 5 servizi alla collettività

47
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

AssE I sVILuPPo EconomIco


Tavolo 1 Agricoltura

PARTE B – ELENCO DELLE SCHEDE


PROGETTO/AZIONI

1. Produzione di energia da biogas


2. valorizzazione e sviluppo delle filiere corte
3. valorizzazione del frumento alessandrino di qualità
4. Multifunzionalità dell’impresa agricola

48
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

PRoGETTo n. 1
Titolo:
Produzione di energia da biogas

Innovazione tecnologica
Linea 2
con applicazioni ambientali

sottotitolo:
Produzione di energia da biogas proveniente dalla digestione anaerobica della frazione
umida dei rifiuti solidi urbani e effluenti zootecnici ed altri materiali.
soggetti proponenti:
Confagricoltura Alessandria, Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori, Consorzio
ARAL
Descrizione del progetto:
La produzione di energia alternativa rappresenta uno strumento di sviluppo estremamente
importante.
Gli aspetti ambientali legati alla riduzione dei gas serra e allo sfruttamento di risorse
rinnovabili sono ben noti e si assiste a una continua ricerca di fonti rinnovabili.
I rifiuti sono stati spesso collegati attraverso l’utilizzo dei termovalorizzatori alla
produzione di energia; i vantaggi, però, in questo contesto, sono spesso stati valutati di
secondaria importanza rispetto ai rischi ambientali.
Inoltre, in un contesto ove si è privilegiata la raccolta differenziata, un utilizzo massale
dei rifiuti in funzione energetica appare meno importante del loro recupero e riciclo.
In un’ottica di migliore utilizzazione delle risorse e di ricerca di fonti rinnovabili non
depauperanti del territorio e del paesaggio, non in contrasto con la produzione alimentare
e indirizzate a un riduzione dell’impatto ambientale e a un miglioramento della qualità
della vita, l’utilizzazione della frazione umida dei rifiuti solidi urbani appare una delle fonti
utilizzabili a scopo energetico che risponde a questi requisiti, specialmente se vista in
“simbiosi” con altre di natura strettamente agricola.
Attualmente questa frazione dei rifiuti urbani viene avviata al compostaggio; il compost
così ottenuto viene commercializzato presso le aziende agricole provinciali e presso altre
utilizzazioni sempre di natura agricola (vivai principalmente). Il Consorzio ARAL di
Alessandria produce un compost di alta qualità, apprezzato dagli utilizzatori finali. Fattori
di criticità nella produzione di compost sono legati alla stagionalità dell’utilizzo agricolo
che non si coniuga con i tempi di produzione, alla produzione di odori e al costo elevato
delle strutture produttive proprio per gli strumenti di abbattimento odorigeno.
Un’alternativa potrebbe essere la destinazione della frazione organica dei rifiuti alla
produzione di energia attraverso la biodigestione anaerobica per la produzione di biogas.
Questo sistema risolverebbe completamente il problema legato alla produzione di odori
e avrebbe anche il pregio di ridurre notevolmente i volumi trattati ottenendo comunque,
al termine della digestione, un compost di pari qualità rispetto a quello oggi ottenuto.
I vantaggi economici legati alla produzione di energia e l’annullamento degli odori
potrebbero consentire un importante abbattimento dei costi di produzione; questi vantaggi
economici consentirebbero di lavorare il compost, fornendogli maggiore valore aggiunto;
si potrebbe infatti formulare il compost oggi in polvere trasformandolo in pellet.
Questa lavorazione, ad oggi impraticabile per il suo alto costo, consentirebbe, inoltre, lo

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

stoccaggio del compost, sia in stabilimento che direttamente nelle aziende agricole che
quindi potrebbero utilizzarlo in tempi e modi di maggiore efficienza ed efficacia.
Ma la produzione energetica e l’ottenimento di compost di migliori caratteristiche si
potrebbe raggiungere attraverso la digestione anaerobica dei rifiuti organici mescolati agli
effluenti zootecnici prodotti dai nostri allevamenti.
Pur se rispetto al passato la zootecnia alessandrina ha subito una contrazione come
numero di allevamenti, quelli rimasti si sono affermati come produttori di alta qualità di
discrete dimensioni.
Pur non avvertendo nessuna necessità impellente di disporre di ulteriori strutture per lo
stoccaggio oltre a quelle esistenti e di terreni per l’utilizzo agronomico degli effluenti
prodotti aggiuntivi a quelli condotti o gestiti in asservimento, questi allevamenti
potrebbero collaborare attivamente alla produzione di biogas, conferendo i propri effluenti
all’impianto consortile.
Il beneficio che si otterrebbe in questo modo sarebbe legato a una quantità di biogas
notevolmente superiore a quella ottenibile solo utilizzando rifiuti organici e al
raggiungimento di un livello qualitativo del compost ottenuto notevolmente superiore.
Inoltre il compost in uscita potrebbe diventare un ottimo fertilizzante misto organico se
addizionato a frazioni fosfo-potassiche e opportunamente pellettizzato o granulato.
Il concime misto organico così commercializzato, oltre a ridurre l’impiego di fertilizzanti
di sintesi e ad offrire apporti di elementi in forma organica, meno dilavabili e dall’attività
biologica migliorativa, potrebbe consentire un risparmio di risorse finanziarie per la
fertilizzazione delle colture e consentire una distribuzione delle sostanze organiche in
modo semplice e poco oneroso verso quelle aree che più di altre, per motivi pedologici,
soffrono della costante riduzione della sostanza organica nel suolo agrario.
La localizzazione del digestore anaerobico, potrà essere individuata nelle immediate
vicinanze dell’attuale impianto di Castelceriolo gestito dal Consorzio ARAL; la linea di
produzione del compost esistente nell’impianto di Castelceriolo verrebbe in questo modo
meglio utilizzata.
Inoltre, annoverando l’AMAG tra i proponenti il progetto, vengono arricchite le possibilità
operative dell’impianto con l’utilizzazione anche dei fanghi di depurazione quale materiale
metanogenetico.
Finalità generali:
q produrre energia da fonti rinnovabili.
q produrre compost e/o fertilizzanti misto organici di qualità
q ridurre i costi di produzione del compost e l’impatto ambientale sotto il
profilo degli odori prodotti durante il ciclo di compostaggio
q ridurre i costi di produzione delle aziende agricole
q allargare l’area interessata ala distribuzione di sostanza organica di pregio,
per migliorare la fertilità, ridurre i fenomeni erosivi e il dilavamento degli
elementi nutritivi a tutto vantaggio della qualità delle acque superficiali e
profonde
obiettivi specifici:
- Realizzare un impianto di digestione anaerobica in accordo con il Consorzio
ARAL.
- Migliorare la gestione del compost prodotto dal Consorzio ARAL.
Attività:
p costituzione di una Società (a capitale misto pubblico e privato) per la
gestione dell’energia e del compost/fertilizzante misto organico
p sottoscrizione con gli allevatori interessati di contratti di fornitura o di

50
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

partecipazione societaria
p progettazione della linea di pellettizzazione del compost e/o quella di
miscelazione con i fertilizzanti fosfo-potassici e di granulazione, posto che le
altre linee produttive del Consorzio ARAL sono già idonee a sostenere questi
nuovi processi produttivi
p verifica, in base ai volumi di effluenti zootecnici conferiti, del sistema di
viabilità
Risultati:
Ci si attende una serie di risultati legati principalmente a:
n produzione di energie rinnovabili;
n riduzione dell’inquinamento ambientale;
n maggiore sostenibilità ambientale della gestione dei rifiuti e dei reflui
zootecnici;
n riduzione dei costi di gestione dei rifiuti
Questi risultati attesi si traducono in vantaggi per l’intera collettività.
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Come descritto, si potrebbero ipotizzare risorse, strumenti e forme di finanziamento
pubbliche e private. Per le pubbliche, data la valenza del progetto, si potrebbero coagulare
risorse comunali e provinciali; per quelle di natura privata potrebbero essere attese
partecipazioni da parte degli allevatori e di altri imprenditori interessati nella gestione
dell’impianto o dei prodotti ottenuti.
costi:
Il costo dell’impianto, in base alle potenzialità produttive, è elevato, ma ammortizzabile
grazie alla produzione energetica e alla vendita del compost/fertilizzante misto-organico.
Si stima che il costo sia di circa 7 milioni di euro per la costruzione di un biodigestore; sarà
anche valutata l’opportunità di sdoppiare l’impianto per utilizzare frazioni organiche
diverse non direttamente compatibili tra loro nell’ottica della massimizzazione della
produzione metanigena.
Quest’ultimo sarebbe comunque commercializzato a costi competitivi con i fertilizzanti
complessi attualmente utilizzati in agricoltura.
Fattibilità:
La realizzazione dell’impianto non presenta particolari problemi, come pure non sarà
problematica la possibilità di digestione anaerobica di una miscela composta da effluenti
zootecnici e rifiuti.
è auspicabile la partecipazione di AMAG al fine di creare un’integrazione tra i vari
componenti che renda maggiormente fattibile la realizzazione dell’impianto
Alcuni ostacoli potrebbero essere costituiti dalla logistica degli effluenti zootecnici, anche
se nelle immediate vicinanze dell’impianto di Castelceriolo sono presenti alcuni allevamenti
di grandi dimensioni e dall’armonizzazione di questo progetto con eventuali progetti
alternativi che potrebbero essere pianificati.
Un ulteriore ostacolo potrebbe essere costituito dai tempi non tanto di realizzazione
dell’impianto, quanto di concessione delle necessarie autorizzazioni e agli accordi tra i vari
soggetti interessati.
cronoprogramma:
Data la dimensione e la complessità del progetto, ci si attende la realizzazione dei vari
passaggi in non meno di 12 – 18 mesi.

51
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

PRoGETTo n. 2
Titolo:
Valorizzazione e sviluppo delle filiere corte

Linea 4 Le filiere corte

sottotitolo:
Disponibilità di un’area mercatale per la vendita diretta dei prodotti agricoli.
soggetti proponenti:
Confagricoltura Alessandria , Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori

Descrizione del progetto:


Partendo dai risultati dell’esame delle criticità del comparto, le Associazioni di Categoria
provinciali hanno identificato le diverse strategie per il rilancio dell’agricoltura nel Comune
di Alessandria.
Tra i vari progetti per la valorizzazione delle produzioni agricole, quello legato allo sviluppo
delle filiere corte rappresenta senz’altro uno strumento per il raggiungimento di una
maggiore competitività delle imprese agricole e di incontro della domanda con l’offerta,
anche se la sua competitività può essere realisticamente contrastata dalla stagionalità delle
produzioni agricole provinciali e dalla produzione di molte ma non di tutte le specie
ortofrutticole.
In questo contesto, la disponibilità di un’area mercatale, aperta alle aziende ortofrutticole
rappresenta un ulteriore strumento per la diversificare le opportunità di presenza sul
mercato, in un ambito di produzione di elevata qualità e sicurezza alimentare.
In tal modo si potrebbero incontrare i bisogni più volte espressi dagli operatori del settore
di poter disporre di un’area stabile ove vendere direttamente al consumatore i propri
prodotti.
Questo spazio deve essere attrezzato con tutti gli strumenti utili alla realizzazione di un
vero e proprio mercato stabile (celle frigorifere, ecc.), aperto quotidianamente, di libero
accesso per la vendita al dettaglio e all’ingrosso.
Il funzionamento deve avvenire in modo coordinato, con spazi definiti e nominali a
disposizione degli agricoltori che intendono aderire all’iniziativa.
Finalità generali:
q Offrire spazi di vendita diretta agli operatori agricoli nel campo
ortofrutticolo che si impegnano in modo continuativo e non saltuario alla
commercializzazione dei propri prodotti ortofrutticoli.
q Promuovere presso i consumatori i prodotti del territorio, specialmente
puntando sull’aspetto della qualità e della sicurezza alimentare.
obiettivi specifici:
Ricerca di un’area ove realizzare il mercato ortofrutticolo alessandrino in forma stabile.
Attività:
Per la realizzazione del progetto saranno indispensabili almeno le seguenti attività:
p individuazione di un’area in accordo con l’Ufficio Tecnico del Comune,
che risponda a requisiti minimi di fruibilità da parte dei consumatori/grossisti

52
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

(possibilità di parcheggio, viabilità, etc.) e dei potenziali clienti


p ricerca della collaborazione con i produttori ortofrutticoli
p divulgazione tra i produttori e pubblicizzazione presso i potenziali clienti
dei nuovi spazi di vendita
Risultati attesi:
Ci si attendono risultati in termini di:
n interesse per i produttori che potranno vendere prodotti ortofrutticoli di
stagione
n interesse tra i consumatori: la collettività potrà fruire dei vantaggi offerti
dalla filiera corta potrà essere garantita sulla qualità dei prodotti acquistati
offerta direttamente dal produttore-venditore.
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
è ipotizzabile che la maggior parte delle risorse siano messe a disposizione degli Enti
Pubblici, anche se alcuni interventi potranno essere realizzati con risorse finanziarie
private.
costi:
Per quanto riguarda il costo per la realizzazione del progetto, sia in termini fisici che di
operatività, ad oggi non è possibile ipotizzare una quantificazione precisa, variando, questo
valore, in base a molteplici fattori, quali le dimensioni dell’area, se questa sia già di proprietà
comunale o da acquisirsi, se la struttura sia coperta (preferibile) o scoperta, se sia necessaria
un’integrazione della viabilità, se le strutture di vendita siano interamente realizzate a spese
comunali oppure se saranno previsti anche interventi dei privati.
Comunque, si stima che l’investimento ammonti ad alcune centinaia di migliaia di euro.
Sotto il profilo operativo, la struttura mercatale deve prevedere un costo per l’uso degli
spazi e per le attrezzature utilizzate a carico dei produttori, salvo il caso di utilizzo di
strumenti finanziati direttamente dagli agricoltori.
Fattibilità:
In passato l’area mercatale alessandrina godeva di notevole notorietà sia tra i produttori
che tra i consumatori, per cui non si dovrebbero incontrare particolari difficoltà nella
realizzazione.
Occorrerà comunque considerare alcuni possibili ostacoli legati alla disponibilità di
adeguate risorse finanziarie, alle possibili opposizioni da parte degli altri operatori del
settore, alla localizzazione dell’area e difficoltà legate alla definizione di un calendario,
degli orari di apertura.
cronoprogramma:
Si stima che per l’individuazione dell’area sarà necessario un congruo periodo di tempo,
stimabile in almeno 4 mesi; sarà nel frattempo possibile divulgare l’iniziativa tra i
produttori. Quindi sarà necessario un ulteriore periodo di 2 mesi per l’adeguata
informazione dei clienti.

53
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

PRoGETTo n. 3
Titolo:
Valorizzazione del frumento alessandrino di qualità

Linea 3 Filiera del settore cerealicolo

sottotitolo:
Qualificazione della produzione granaria alessandrina con studi varietali e sulla filiera in
maniera tale da garantire una migliore remunerazione del prodotto
soggetti proponenti:
PROPONENTI
A COLDIRETTI ALESSANDRIA
B CONFAGRICOLTURA ALESSANDRIA
C CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI

Descrizione del progetto:


PARTECIPANTI
A Consorzio Agrario Provinciale
B Centro Agricolo San Michele
C Cooperativa Produttori Mais
D Cooperativa Sette vie
E Centro Cereali Basso Monferrato
F SAF Fresonara
G Cadir Lab

ALTRI ENTI PUBBLICI COINvOLTI


A Provincia di Alessandria – Assessorato Agricoltura
B C.R.A. – Istituto per la Cerealicoltura – Sant’angelo Lodigiano
C Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”
La crisi del comparto cerealicolo si trascina ormai da lungo tempo; ad oggi non sono
visibili segnali di una sua conclusione in tempi medio/brevi.
I cereali, “commodities” per eccellenza, non sono differenziabili; per questo subiscono la
forte concorrenza dei prodotti provenienti dall’estero, caratterizzati da un minor prezzo.
La Provincia di Alessandria, con circa 40.000 ha coltivati a frumento tenero ogni anno, è
la più importante provincia cerealicola d’Italia. Solo il valore della produzione, senza
considerare tutto l’indotto, vale parecchi milioni di euro. Non si tratta di una produzione
di nicchia, ma rappresenta, insieme alla viticoltura, l’ossatura fondamentale dell’agricoltura
alessandrina.
Questo progetto intende operare per condividere le conoscenze settoriali tra tutti gli anelli
della filiera, operando sia sul fronte agricolo, mediante l’individuazione delle cultivar e
delle tecniche agronomiche che meglio si adattano all’ambiente alessandrino, sia sul fronte
dello stoccaggio, dell’utilizzo e della trasformazione del frumento, per fare emergere le
esigenze dell’industria e cui adeguare l’offerta, individuando forme di collaborazione che
puntino a valorizzare meglio il prodotto alessandrino, cercando così di valorizzare anche
il territorio.
Per fare ciò occorre che si operi su tutte le direttrici, quella agricola innanzi tutto, ma
54
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

anche sul fronte degli stoccatori (sia cooperativi che privati), dell’industria molitoria e di
quella di trasformazione, di piccole e di grandi dimensioni
Finalità generali:
q Migliorare il reddito dei produttori di grano dell’area alessandrina e della
Provincia.
q Promuovere e valorizzare il frumento alessandrino in una logica di filiera.
q Qualificazione di tutto il settore cerealicolo.
q Migliorare la sicurezza alimentare con l’utilizzo di prodotti locali
obiettivi specifici:
- Far crescere, nella considerazione degli utilizzatori, il nome di Alessandria
quale Provincia vocata alla cerealicoltura di qualità
- Rispondere meglio alle esigenze dell’industria utilizzatrice (essenzialmente
molini) e, più in generale degli utilizzatori (produzione di pane e prodotti da
forno)
- Individuare il prodotto/i prodotti di cui promuovere il consumo,
enfatizzandone le caratteristiche, principalmente quella della provenienze e
della sicurezza alimentare
- Migliorare le informazioni al consumatore finale
Attività:
MODALITà OPERATIvE
Qui di seguito si definiscono gli interventi che si intende effettuare nei vari ambiti:
AMBITO AGRICOLO:
p definizione della vocazionalità delle diverse aree produttive provinciali per
definire areali omogenei per caratteristiche e potenzialità produttive
p monitoraggio annuale della qualità del frumento alessandrino al fine di
avere informazioni medie delle caratteristiche qualitative del frumento tenero
alessandrino
p prove in campo dei materiali di maggior interesse scelti nel panorama
varietale al fine di individuare, per ciascun areale omogeneo, le varietà che
meglio vi si adattano in termini di resa e caratteristiche qualitative; potrà, nel
futuro, essere necessario testare anche materiali non ancora commerciali al
fine di avere maggiori e più dettagliate informazioni quando saranno
disponibili
p individuazione dei percorsi agronomici idonei a valorizzare al meglio le
caratteristiche genetiche delle diverse varietà, garantendo al contempo il
rispetto di normative cogenti in materia igienico-sanitaria
p divulgazione al mondo agricolo dei risultati ottenuti, dei consigli di scelta
varietale e di tecnica colturale, mediante opuscoli, incontri tecnici ed articoli
sulla stampa delle OOPPAA
AMBITO STOCCAGGIO E TRASFORMAZIONE
p conoscenza delle caratteristiche tecniche ed economiche degli stoccatori
presenti sul territorio provinciale (consorzi, cooperative, commercianti, ecc.)
al fine di avere un quadro preciso
p dei volumi stoccati/stoccabili annualmente
p delle caratteristiche dei depositi in relazione alle garanzie di qualità nella
conservazione
p delle principali direttrici verso cui il frumento alessandrino si dirige dopo
lo stoccaggio (sia in termini di operatori che lo acquistano, sia in termini di
zone ove viene lavorato: in provincia o fuori provincia, o fuori regione ecc.)

55
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

p verifica dei principali utilizzatori di frumento (molini essenzialmente)


operanti a livello provinciale, con le relative quantità lavorate annualmente, la
definizione della provenienza della materia prima e del prodotto finito (se
provinciale o extra provinciale)
p determinazione delle esigenze e delle richieste delle industrie di
utilizzazione - quali prodotti, dotati di quali caratteristiche - per adeguare il più
possibile l’offerta alla domanda
AMBITO ECONOMICO
p stipula di accordi di programma con conseguenti contratti di coltivazione
coinvolgendo le aziende agricole, quelle di stoccaggio, i molini e i
trasformatori

Infine, per una maggiore visibilità dei risultati che il progetto di valorizzazione vuole
ottenere, occorrerà anche percorrere le due seguenti strade:
p certificazione di qualità;
p marchio di provenienza.
Questi due strumenti sono diretti al consumatore finale e devono essere legati a particolari
beni e servizi.
Risultati:
I risultati attesi da questa attività sono i seguenti:
AMBITO AGRICOLO
n le ricerche in ambito agricolo dirette alla definizione delle diverse
vocazionalità omogenee consentiranno di individuare le varietà e le
agrotecniche che meglio si adattano ai diversi ambienti, perché annualmente
si possano ottenere i risultati qualitativi e quantitativi attesi, il più possibile
costanti negli anni
n grazie alla partecipazione delle aziende nell’applicazione delle linee
tecnico/agronomiche sarà possibile ottenete masse critiche di prodotto
omogeneo
n inoltre, attraverso la puntuale divulgazione e informazione del mondo
agricolo sarà possibile intervenire capillarmente, aumentando le possibilità di
coinvolgimento degli operatori agricoli
AMBITO STOCCAGGIO E TRASFORMAZIONE
n dalla conoscenza degli aspetti post raccolta del frumento, delle strutture e
delle potenzialità di stoccaggio e trasformazione sarà possibile definire criteri
e modalità per evitare la dispersione delle partite omogenee, indirizzandole
verso canali che consentano la maggiore collaborazione tra i vari anelli della
filiera.
AMBITO ECONOMICO
n definire protocolli con l’industria al fine di fornire masse critiche di
frumento omogenee e di anno in anno il più possibile di qualità standard;
l’attività commerciale dovrà essere regolata attraverso contratti di coltivazione
stipulati con le cooperative, le aziende agricole e le strutture di stoccaggio
n ottenere una certificazione di qualità e una certificazione di origine
identificare i prodotti “a marchio”
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il progetto è finanziato dalla CCIAA di Alessandria. I proponenti sono alla ricerca di altri
finanziamenti. vista l’importanza del comparto cerealicolo per l’areale alessandrino anche
il Comune di Alessandria potrebbe investire sul progetto euro 10.000 per ognuna delle
restanti annualità (2010-2013).

56
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

costi:
Il progetto è attualmente coperto da un finanziamento di euro 70.000,00 annuali a carico
della CCIAA.
Fattibilità:
Il progetto è particolarmente importante per i produttori di cereali dell’areale alessandrino
e per tutti gli operatori della filiera operanti nei nostri territori. Si evidenziano anche le
valenze ambientali legati allo studio ed alla realizzazione, se fattibile, di una filiera corta.
Le maggiori difficoltà di realizzazione potrebbero consistere nella scarsa vocazionalità
degli agricoltori, delle cooperative e degli altri operatori della filiera a fare sistema.
cronoprogramma:
Quest’attività ha una durata quinquennale a partire dall’annata agraria 2008/2009.

57
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

PRoGETTo n. 4
Titolo:
multifunzionalità dell’impresa agricola

Linea 5 servizi alla collettività

sottotitolo:
Il progetto si pone l’obiettivo di sviluppare la multifunzionalità dell’impresa agricola
ovvero la sua capacità di fornire servizi alla collettività mediante l’utilizzo delle attrezzature
aziendali nel settore della manutenzione del territorio
soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
Descrizione del progetto:
L’art. 15 della legge 228 del 2001, prevede la possibilità per le pubbliche amministrazioni
di stipulare convenzioni e concludere contratti di appalto con gli imprenditori agricoli,
anche in deroga alle norme vigenti, finalizzati allo svolgimento di attività funzionali alla
sistemazione e alla manutenzione del territorio e del verde, alla salvaguardia del paesaggio
agricolo e forestale, alla cura e al mantenimento dell’assetto idrogeologico.
Il progetto si propone di dare attuazione a questa possibilità, già sperimentata da altre
Amministrazioni pubbliche come l’AIPO, individuando le tipologie dei lavori affidabili alle
imprese agricole e verificando la possibilità di coinvolgere le aziende site in prossimità
degli argini dei fiumi nella sorveglianza e nelle gestione delle paratoie sugli argini.
Finalità generali:
q valorizzare a favore della collettività la presenza diffusa sul territorio
delle aziende
q Consentire una azione di monitoraggio in caso di eventi alluvionali
obiettivi specifici:
- Diversificare le fonti di reddito per gli agricoltori
- Consentire un miglior utilizzo delle attrezzature aziendali
- Affidare i lavori con procedure più semplificate e più rapide
Attività:
Si prevedono le seguenti attività:
p individuazione delle tipologie di lavori da affidare alle imprese agricole
verificando con altri soggetti operanti sul territorio e con i quali il Comune ha
un rapporto diretto, come AMAG e AMIU, la possibilità di impiego delle
aziende agricole
p sottoscrizione tra Enti interessati e organizzazioni agricole di una
convenzione quadro disciplinante le modalità di affidamento dei lavori e di
individuazione delle aziende
p creazione di un albo delle imprese abilitate all’esecuzione dei lavori
mediante la definizione dei requisiti di accesso e la pubblicazione di specifico
bando
p affidamento dei lavori

58
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

p esecuzione e rendicontazione dei lavori


Risultati:
Creazione di opportunità di reddito per le imprese ; progressivo consolidamento anche
presso l’opinione pubblica del ruolo dell’azienda agricola come gestore del territorio.
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Definite le modalità di affidamento dei lavori e creato l’Albo delle imprese, sarà necessario
reperire risorse per l’esecuzione dei lavori, sia nel Bilancio comunale, come costi di
manutenzione, sia con il coinvolgimento di altri Enti come AMAG o AMIU. Le risorse
potranno derivare anche da stanziamenti regionali per la manutenzione del territorio.
costi:
La stipula delle convenzioni con le aziende agricole e la creazione dell’Albo delle imprese
abilitate non ha significativi costi perché può essere direttamente realizzata dagli uffici
comunali.
Possono essere previsti costi di promozione , pubblicazione di bandi in ragione di €10.000.
L’esecuzione dei lavori invece prevede specifici stanziamenti che variano a seconda della
tipologia e dell’entità dei lavori da eseguire. Il quadro normativo di riferimento prevede
che l’importo dei lavori affidabili alle aziende agricole singole non debba superare il limite
di 50.000 Euro/anno in caso di aziende singole e 300.000 Euro in caso di aziende
associate.
Si può ipotizzare di stanziare la somma di € 100.000 per anno per opere di manutenzione
del territorio da destinare alla realizzazione della multifunzionalità.
Fattibilità:
Il progetto già sperimentato in altre realtà locali non presenta particolari difficoltà
procedurali ; inoltre la presenza sul territorio comunale di aziende dotate di una buona
attrezzatura meccanica renderebbe anche relativamente semplice l’individuazione dei
soggetti interessati.
I principali ostacoli alla realizzazione del progetto sono :
m l’esiguità delle risorse per la manutenzione del territorio
m il problema relativo al fatto che la rete idrografica minore, nella
maggioranza dei casi è di proprietà dei privati e pertanto possono sorgere
difficoltà di investimento pubblico su suolo privato
m infine l’utilizzo delle aziende agricole diventa alternativo e pertanto
concorrenziale rispetto all’impiego di imprese appartenenti ad altri settori.
Risulta pertanto importante individuare quei lavori che valorizzino le
specificità delle aziende agricole sia come tipologia di attrezzature impiegate
sia come localizzazione e prossimità territoriale come nel caso della
sorveglianza delle paratoie e degli argini
cronoprogramma di lavoro:
l Individuazione dei lavori e coinvolgimento di altri soggetti (AMIU,
AMAG): 90 giorni
l Definizione dell’accordo con le organizzazioni di categoria agricole: 90
giorni
l Bando pubblico per la creazione dell’albo: 90 giorni
l I lavori verranno poi affidati secondo le necessità che si presenteranno e
sulla base delle disponibilità finanziarie oppure potranno essere messi in
atto accordi o contratti per la manutenzione periodica ad esempio dei fossi
stradali

59
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

TAVoLo 2
mAnIFATTuRIERo

PARTE A - LInEE sTRATEGIchE DI TAVoLo

PREmEssA GEnERALE
Il Tavolo riconducibile all’Asse 1 Sviluppo economico, Tavolo 2, settore Manifatturiero,
ha come membri effettivi importanti attori locali: Camera di Commercio, Confindustria
Alessandria, Confapi Alessandria, Confartigianato, CNA, Confcooperative, Legacoop,
Unicoop.
La presenza attiva di queste realtà ha portato, nel corso delle varie riunioni del Tavolo, a
costruttivi dibattiti, tutti caratterizzati dalla positività degli intenti: rilanciare l’economia
alessandrina attraverso la verifica delle criticità e la ricerca di soluzioni efficaci di medio-
lungo periodo.
Il lavoro dei Tavoli ha preso abbrivio dalla difficile congiuntura che attraversa l’intera
economia, focalizzando sulla situazione alessandrina: calo degli ordini e del fatturato, rischi
di disoccupazione, carenza di liquidità e di investimenti sono stati individuati come
l’essenza dei problemi delle nostre imprese, peraltro comune alla maggior parte delle realtà
economiche. Il Tavolo ha individuato, per iniziare a cercare soluzioni, variabili esogene,
relativamente alle quali non è possibile intervenire (trattamento fiscale, congiuntura
Analisi delle variabili economica), e variabili endogene. Su queste ultime è pensabile effettuare interventi e
endogene costruire progetti. L’individuazione di queste variabili è avvenuta muovendo dalle criticità
del sistema imprenditoriale, in relazione a differenti tematiche.
In merito a quanto appena rilevato, è possibile fare una sintesi. Pare che una cosiddetta
“consapevolezza imprenditoriale”, la sua non completa espansione, sia una prima radice
di difficoltà: il passaggio generazionale ed il rifiuto della perdita del controllo familiare a
fronte di un mercato che richiede cambiamenti sono alcuni esempi.
La Ricerca e Innovazione è un altro elemento critico. Le difficoltà riducono gli investimenti
in tal senso, magari già contenuti in tempi meno problematici, generando un cerchio
negativo, ove uno degli elementi importanti di rilancio, la ricerca appunto, viene
compresso, divenendo causa solidificante delle criticità.
L’Internazionalizzazione, legata strettamente al non pieno sviluppo di una efficace cultura
imprenditoriale.
L’accesso ai finanziamenti: forte cambiamento del sistema creditizio, carenza di strumenti
locali di sovvenzioni evolute, declinano un altro importante tassello che limita la rinascita
sana e forte della nostra economia.
Muovendo da queste variabili esogene, il Tavolo, procedendo in modo strutturato, ha
evidenziato i punti di forza e di debolezza del sistema economico alessandrino, nonché le
minacce ed opportunità offerte dall’analisi del sistema stesso.
I punti di forza risiedono nel tessuto produttivo diversificato: in provincia di Alessandria
tutti i settori dell’economia hanno una loro rilevanza; risiedono anche nella presenza di una
Punti di forza e forte moltitudine di micro e piccole imprese, che se da un lato fa scaturire problematiche
criticità legate alla nuova struttura dei mercati odierni, rappresenta un capitale territoriale di
indubbio valore, capace di internazionalizzarsi e fare ricerca di alto livello.
La profonda crisi del sistema orafo, il non pieno sviluppo di un radicale legame fra impresa

60
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

e ricerca universitaria sono invece elementi di debolezza del sistema economico


alessandrino. A questi elementi di criticità fanno raccordo i rischi della nostra economia,
non necessariamente implicati nelle criticità stesse. Parliamo dei rischi legati alla presenza
di grandi imprese con centro decisionale collocato altrove; il rischio di perdita degli
insediamenti produttivi per delocalizzazione, diffuso in tutto il Paese; il rischio di perdita
Rischi futuri ed di rappresentatività all’estero, in quanto la pur efficace azione imprenditoriale esistente in
tal senso è per lo più opera di singoli, e frutto sovente di scelte contingenti, non
opportunità necessariamente parte di una pianificazione mirata.
Le opportunità del sistema alessandrino poggiano sui punti di forza e sulle variabili
esogene del sistema stesso: si tratta di elementi già evidenziati, che verranno analizzati
meglio nella parte seguente, e che hanno la caratteristica di qualificarsi come nodi da
risolvere per sviluppare in pieno la nostra economia, e quindi come ipotesi progettuali di
intervento, basate non soltanto su carenze del sistema, ma anche su embrioni positivi del
nostro tessuto imprenditoriale, che richiedono tuttavia più struttura, più sinergia da parte
degli attori locali.

SCELtA DELLE LINEE StRAtEGIChE


Le linee di intervento strategico riguardano quattro temi:
n Capitale umano e formazione
n Ricerca e iInnovazione tecnologica
n Internazionalizzazione di impresa
n Capitale finanziario
Progetti seri, mirati e sinergici su queste linee, portati avanti nel medio/lungo periodo,
costituiscono un indubbio trampolino di rilancio dell’economia alessandrina, perché nati
dal confronto fra i soggetti che la vivono e rappresentano, e perché basati su ciò che
impedisce al sistema di esplicarsi in tutta la sua potenzialità.
Capitale umano e formazione: linea strategica legata alla Ricerca e
Capitale umano all’Internazionalizzazione. Investire sul capitale umano è una necessità e un’opportunità.
L’impresa, compatibilmente con la congiuntura e i costi, deve poter meglio comprendere
l’importanza di questo elemento, perché una giornata di formazione non è una giornata
persa, ma un investimento sui guadagni futuri.
Innovazione Ricerca ed innovazione tecnologica: su prodotto e processo. Come poter competere con
tecnologica i nuovi mercati, la nuova struttura del mondo economico, senza Ricerca? E’ questo il
fulcro di questa linea strategica, che tiene conto dello stretto rapporto che deve
necessariamente crearsi fra l’impresa e il mondo universitario, perché questi due mondi
devono necessariamente toccarsi per far nascere qualcosa di nuovo e davvero competitivo.
Internazionalizzazione di impresa: l’alessandrino ha elementi di spicco, di eccellenza in
questo campo. Il motivo dell’esistenza di questa linea strategica è riconducibile alla
debolezza del sistema nel suo complesso. Le azioni di intervento sui mercati esteri, per
rendere l’intero sistema competitivo, necessitano di sinergie maggiori fra gli attori locali,
di una formazione ancora più mirata, che faccia in modo che l’impresa sfrutti sì
Internazionalizzazione l’opportunità che nasce e quindi si internazionalizzi, ma non faccia necessariamente
dell’occasione che si presenta la regola per operare all’estero. Per muoversi in maniera
efficace ed efficiente sui mercati internazionali occorre tempo e dedizione, e una parte
dell’attività d’impresa dedicata esclusivamente all’estero. CEIPiemonte, società nata per
volontà del sistema camerale piemontese e della Regione Piemonte, è una prima risposta
a questi nodi, e molte aziende della provincia di Alessandria usufruiscono e hanno già
usufruito dei suoi servizi. La Camera di Commercio di Alessandria, socio fondatore di
CEIPiemonte, è attiva da tempo nel diffondere alle imprese le iniziative in tal senso;
61
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

l’impegno della Camera di Commercio è pertanto quello di rendere sempre più fruibili sul
territorio i servizi di CEIPiemonte alle imprese della provincia di Alessandria.

Capitale finanziario Capitale finanziario: la carenza di liquidità è un nodo essenziale della crisi che ha
attraversato il mondo economico. Tale carenza limita gli investimenti in Ricerca e Sviluppo,
in Formazione e quindi, anche, in Internazionalizzazione. La volontà sottesa a questa linea
di intervento è dare maggior respiro al sistema delle imprese locale.

62
Asse I - sviluppo economico
Tavolo 2 manifatturiero
AnALIsI s.W.o.T.

PunTI DI FoRzA PunTI DI DEboLEzzA


Tessuto produttivo diversificato Mancanza di sistemi locali costruiti/aggregati (clusters)
Presenza di importanti “saper fare” locali (capitale territoriale) Debolezza del sistema orafo
Elementi di internazionalizzazione e ricerca avanzata Carenza di integrazione tra settore produttivo e ricerca universitaria
Presenza di un forte tessuto locale di micro-piccole imprese Sistema provinciale con tensioni centrifughe
Capacità delle aziene di stare sui mercati Perdita di competitività
Capacità di sviluppo precompetitivo Propensione alla “free ridership”
Capacità di R&D Carenza di reti organizzate di imprese
Elevata presenza di piccole imprese Dimensione di molte imprese insufficiente a mercati internazionali
Propensione all’internazionalizzazione Scarsa capacità di fare progetti internazionali integrati
Buona differenziazione di prodotto Carenze formative nelle imprese su alcune tematiche chiave
Capacità di innovazione Accesso al mercato del capitale di rischio e di debito difficile

oPPoRTunITà mInAccE
Sviluppo di sinergie su temi quali ricerca, innovazione, internazionalizzazione Presenza di grandi imprese aventi i propri centri decisionali in altre città
Sviluppo di misure specifiche di formazione a supporto della cultura imprenditoriale Perdita di insediamenti produttivi per delocalizzazione
Sviluppo di azioni di fund raising e strutturazione del ricorso al credito Rischi legati alla governante locale (anche rispetto alla comunicazione)
Sviluppo di progetti integrati in collaborazione tra istituzioni ed associazioni di categoria Perdita di rappresentatività all’estero
Creazione di strumenti di supporto alla internazionalizzazione Dimensione delle imprese non sufficiente ai mercati internazionali
Ideazione di strumenti di sostegno alla ricerca e sviluppo Cultura di impresa non evoluta
Ideazione di strumenti di sostegno alla cultura finanziaria Insufficienti investimenti in formazione aziendale
PIAno sTRATEGIco DI ALEssAnDRIA
Asse I sviluppo Economico - Tavolo 2 manifatturiero
ALbERo DEI PRobLEmI (cAusE)

situazione molto pesante dovua alla presenza di diversi elementi:


- calo degli ordini
- calo del fatturato
- Prospettiva negativa
- Gestione della cassa integrazione
- Rischi di disoccupazione e licenziamento
- carenza di investimenti
- crediti di dubbia esigibilità
- carenza di liquidità

Linea 1 Linea 2 Linea 3

Rischio di non Talune imprese


cultura sufficiente non in grado di
imprenditoriale evoluzione affrontare il
innovazione mercato
tecnologica internazionale

Imprenditoria
sviluppata nel
settore Family Tardiva
produttivo con business Problema di Difficoltà di carenza non pieno
consapevolezza
grandi doti disponibilità di accesso alle cognitiva supporto
delle imprese
tecniche risorse umane opportunità delle degli Enti
rispetto alle
e finanziarie tecnologiche imprese competenti
opportunità

Programmazione Rifiuto della


cultura
manageriale Passaggio perdita del
mancato imprenditoriale Timore di
non di pari generazionale controllo non piena
Dimensione congiuntura collegamento non sviluppata addentrarsi in
livello familiare integrazione
aziendale economica congiuntura “stretto” con sulla campi nuovi
con la
tecnologica le imprese internazionaliz poco noti
ricerca
esterna al zazione
applicata sul
sistema locale
sistema
mancata carenza di soglia di locale
evoluzione di cultura di accesso al
skills impresa mercato
professionali
(globalizzazione)
Problema di
mancanza di
integrazione
mancanza di informazione
tra impresa e
processi mancato nelle PmI
ricerca
formativi e di sviluppo
cultura di
impresa
innovativa
Linea 4 Trattamento
fiscale congiuntura
inadeguato o economica
iniquo
Accesso ai
finanziamenti
sfasamento Incongruità
Iniquità nelle nostre
temporale tempi studi di Illusione di
di incasso settore produzioni
IRAP crescita carenza
pagamento IVA tradizionali di
continua finanziaria
competere sul
cultura di dell’economia
mercato
impresa globale
non soluzioni
carenza di sbagliate
criticità sui adeguata
strumenti per
Regole sintomi di alla
locali di correggere
tecniche “collateral” evoluzione
sovvenzioni situazioni
(confidi) economica competizione
evolute di inquità carenza di
e/o con economia
normativa controlli
emergente
(basilea 2)

Forte modesta mancanza di


cambiame capactà di regole comuni
Tariffe e
nto del presentarsi e condivise
costi
sistema sul sistema
creditizio finanziario

carenza di
ruolo Europeo

FATToRI EsoGEnI

PIAno sTRATEGIco DI ALEssAnDRIA


Asse I sviluppo Economico - Tavolo 2 manifatturiero
ALbERo DEI PRobLEmI (cAusE)
PIAno sTRATEGIco DI ALEssAnDRIA
Asse I sviluppo Economico - Tavolo 2 manifatturiero
ALbERo DEI PRobLEmI (EFFETTI)

situazione molto pesante dovuta alla presenza di diversi elementi:


- calo degli ordini
- calo del fatturato
- Prospettiva negativa
- Gestione della cassa integrazione
- Rischi di disoccupazione e licenziamento
- carenza di investimenti
- crediti di dubbia esigibilità
- carenza di liquidità

Difficoltà di accesso
al credito per il calo
tessuto produttivo dell’occupazione
(credit crunch)

Preoccupazione Processo di lenta


Limitazioni di Effetto
Limitazioni al sugli e graduale
credito su prevalente sulla
working capital ammortizzatori riduzione di
investimenti PmI
sociali addetti

condizioni di
Rischi di perdite Perdite di
accesso
di posti di lavoro competenze
difficoltose

necessità di Possibili scenari


Tensione Perdite di
Rinvio di piani garanzie di tensioni
finanziaria (sul reddito
imprenditoriali integrative sociali
breve termine)
(collateral)

Deterioramento
del tessuto calo di consumi
Fase “attendista” sociale

Effetto pro
strategie ciclico
Perdita di fiducia
difensive

Effetto
“pro ciclico”
Indebolimento delle
imprese

Riduzioni di mercato italiano


nuove sfide Aumento degli
innovazione calo di ordini tendenzialmente
internazionali insoluti
tecnologica “fermo”

Diversi approcci crisi modelli Approccio


calo di calo degli
in funzione della prevalenti di crisi liquidità internazionale non
investimenti acquisti
dimensione “family sistematico
in R & D
aziendale business”

Dimensione ed
Riduzione di Problemi di contrazione organizzazione
competitività Limiti finanziari
passaggio della produzione aziendale variabili e
allo sviluppo
generazionale cruciali

Riduzione di
vendite necessità di effettuare
necessità di radicali ristrutturazioni
nuovi modelli per
organizzativi internazionalizzazione
Effetto pro
ciclico
necessità di supporti
necessità di specializzati
nuova cultura di consulenziali e
impresa formativi

PIAno sTRATEGIco DI ALEssAnDRIA


Asse I sviluppo Economico - Tavolo 2 manifatturiero
ALbERo DEI PRobLEmI (EFFETTI)
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

68
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

AssE I sVILuPPo EconomIco


Tavolo 2 manifatturiero

LInEE sTRATEGIchE

Linea 1 cultura d’impresa

Linea 2 Ricerca e innovazione

Linea 3 Internazionalizzazione delle imprese

capitalizzazione e fonti di
Linea 4
finanziamento

69
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

AssE I sVILuPPo EconomIco

Tavolo 2 manifatturiero

PARTE B – ELENCO DELLE SCHEDE


PROGETTO/AZIONI

1. Tecnogate PMI
2. Azioni di check del livello tecnologico e di assistenza nella
crescita innovativa delle imprese
3. Internazionalizzazione: costruzione di una rete delle conoscenze
4. Supporto nella gestione economico-finanziaria e nella
patrimonializzazione d’impresa
5. Accesso al credito per le PMI
6. Reti di imprese e clusters

70
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

PRoGETTo n. 1
Titolo:
Tecnogate PmI

Linea 2 Ricerca e innovazione

sottotitolo:
Tecnogate PMI prevede la realizzazione di un’analisi ed un check up tecnologico sulle
imprese del territorio comunale al fine di sviluppare un’azione facilitatrice a favore delle
PMI nei confronti della problematica dell’innovazione d’impresa e di sviluppare, in
collaborazione con gli Enti accademici, un percorso virtuoso finalizzato al raggiungimento
del “rating tecnologico dell’impresa” e, per i nuovi progetti di innovazione da sviluppare,
di una “certificazione del progetto d’innovazione”.
soggetti proponenti:
Confapi Alessandria – Associazione delle Piccole e Medie Imprese della provincia di
Alessandria
Descrizione del progetto:
Tecnogate PMI parte dalla constatazione che spesso le PMI, per problemi organizzativi,
di mentalità, e non da ultimo di risorse finanziarie, hanno oggettive difficoltà ad
approcciare in maniera corretta un percorso di innovazione aziendale (inteso tanto nei
termini di nuovi processi produttivi che di nuovi prodotti) coerente ed incisivo.
Al fine di facilitare l’accesso delle imprese di piccole e medie dimensioni agli strumenti di
crescita tecnologica, CONFAPI Alessandria intende sviluppare una serie di strumenti
adatti a sostenere l’imprenditore nei percorsi di innovazione, sia in fase di pianificazione
che di successiva realizzazione. La filosofia che ci guida e che vogliamo presentare nel
progetto è quella di innovare totalmente le procedure, non attendere le richieste degli
imprenditori, ma recarci nelle imprese per verificare, con il supporto delle necessarie
professionalità, obiettivi e fattibilità di un percorso di innovazione e suggerire le
opportunità disponibili di tipo tecnico, economico, agevolativo. Dopo, e solo dopo,
quando si fosse ravvisata l’opportunità di mettere in campo una ricerca o di realizzare
un’idea innovativa, quando si fosse individuata la struttura universitaria o il centro di ricerca
in grado di aiutare l’impresa, allora, se del caso, subentrerebbe il professionista in grado
di redigere il progetto e/o la domanda di accesso ad eventuali finanziamenti pubblici
Tutto ciò verrà realizzato attraverso una serie di azioni a favore del sistema produttivo
provinciale quali la verifica sul campo (leggasi in azienda) delle specifiche situazioni di
approccio all’innovazione di imprese rappresentative per poter sviluppare una adeguata
proposta di sviluppo tecnologico in collaborazione con il sistema universitario/di ricerca,
nonché la definizione di tool quali il Rating Tecnologico e la Certificazione di Progetto di
Innovazione in grado di migliorare l’accesso al credito connesso all’investimento in
Innovazione. Nello specifico la “certificazione del progetto d’innovazione” riconoscerà
che un determinato percorso di Ricerca e Sviluppo, nella sua concezione progettuale
piuttosto che nelle sue diverse fasi realizzative, sia conforme a determinate norme standard
riconosciute a livello nazionale o internazionale. Il “rating tecnologico dell’impresa”,
invece, sarà finalizzato ad attestare, attraverso una griglia di indicatori, il grado di
innovazione di una specifica impresa esistente al momento della verifica.

71
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Finalità generali:
Le finalità generali sono di aiutare le imprese a sviluppare la cultura della ricerca e
innovazione e sviluppare una collaborazione con il mondo accademico in modo tale da
ampliare e radicare la cultura della ricerca ed innovazione nelle PMI della Provincia.
obiettivi specifici:
L’obiettivo specifico del progetto Tecnogate PMI è quello di portare ad un deciso
miglioramento del livello di tecnologia generale nelle Piccole e Medie Imprese della
Provincia di Alessandria.
Attività:
1. DEFINIZIONE DI UN SISTEMA DI vALUTAZIONE
DELL’INNOvAZIONE NELLE PMI
Individuazione, anche attraverso test di verifica della correttezza procedurale, degli
elementi necessari per lo sviluppo di una valutazione del “rating tecnologico dell’impresa”
e della cosiddetta “certificazione del progetto tecnologico” e la metodologia di
applicazione a casi concreti.
2. APPLICAZIONE DEL SISTEMA vALUTATIvO DI RATING SU UN
CAMPIONE RAPPRESENTATIvO DI PMI ITALIANE – SCREENING DEL
SISTEMA DELLE PMI
Una volta definito il sistema da applicare, occorre procedere con una valutazione sul
campo dell’applicabilità dello stesso attraverso un test per provare la bontà del sistema di
valutazione e a consentirne la correzione sulla base del test, dando la possibilità altresì di
pervenire ad uno screening attendibile della situazione di accesso all’innovazione da parte
del Sistema industriale target.
3. APPLICAZIONE ALLE PMI ITALIANE DEL SISTEMA DI
CERTIFICAZIONE DEL PROGETTO D’INNOvAZIONE
Applicazione a livello di test del sistema normato di certificazione del progetto
d’innovazione proposto dalle PMI dell’area coperta dal Servizio Tecnogate (condotta
attraverso l’attività di un ente di certificazione esterno).
4. APERTURA DEL SISTEMA DELLE PMI ALL’INNOvAZIONE
Organizzazione di incontri tecnici per incentivare un maggiore accesso al sistema dello
sviluppo tecnologico di processo o prodotto.
5. PROMOZIONE DEL PROGETTO NELL’AMBITO DEL SISTEMA DELLE
PMI
Realizzazione di momenti di presentazione pubblica sotto forma di convegni e seminari.
Risultati:
Risultato atteso è quello di monitorare e aiutare ad implementare sensibilmente il livello
tecnologico delle piccole e medie imprese.
costi, risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Voce di spesa Importo
1) Sviluppo, organizzazione e direzione servizio 125.000,00
2) Consulenze di professionisti esterni e presentazione progetti
67.000,00
di ricerca
3) Comunicazione e organizzazione eventi 30.000,00
4) Attività personale tecnico universitario ed enti certificazione 175.000,00
5) Realizzazione sistema informatico valutazione rating 15.000,00
TOTALE 412.000,00

72
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

L’organizzazione ed il coordinamento del servizio dovrebbero essere a carico della


Confapi, Confindustria ed Associazioni Artigiane, così come l’organizzazione di eventi
(eventualmente con il supporto di Enti di appoggio, quali CCIA e/o Fondazione
CRAL) che dovrebbero mettere a disposizione un funzionario ciascuno e comunque le
loro strutture. Rimarrebbero a carico dell’Ente Pubblico (Comune) le voci 2, 4 e 5, per
un importo complessivo di € 257.000,00, da erogarsi in due anni.
N.B. Si è ritenuto che il progetto avesse respiro provinciale e quindi commisurato ad
un’azione da effettuarsi su 300 imprese. Per quanto riguarda un territorio più ristretto,
quale può essere quello della nostra zona, si può considerare che le imprese interessate
possano arrivare al massimo ad un centinaio, con costi che sono non superiori a
120/140.000 €.
Fattibilità:
Non risultano particolari problemi di fattibilità.
cronoprogramma:
Data la tipologia del progetto, il medesimo è cantierabile nel breve termine.

73
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

PRoGETTo n. 2
Titolo:
Azioni di check del livello tecnologico e di assistenza nella
crescita innovativa delle imprese

Linea 2 Ricerca e innovazione

sottotitolo:
valutazione del potenziale di innovazione dell’azienda e azioni per il miglioramento della
qualità del processo produttivo
soggetti proponenti:
Confindustria Alessandria
Descrizione del progetto:
Il progetto si sviluppa in attuazione della seconda delle quattro linee strategiche individuate
dal tavolo, quella relativa alla ricerca e innovazione.
Si precisa, intanto, che con il termine innovazione non si intende la capacità di apportare
cambiamenti strategici con l’invenzione (di un nuovo processo, o di un nuovo prodotto)
ma si intende la capacità di migliorare la qualità dei processi aziendali, con interventi
costanti e puntuali. L’attenzione è particolarmente centrata sul processo perché gli
imprenditori, specie quelli delle aziende medio-piccole, tendono invece a soffermarsi
sovente più sul miglioramento di prodotto.
L’attività vuole intanto fornire all’azienda un metodo di valutazione dei c.d. “intangible
assets”, anche fornendo uno strumento di valutazione del fattore di rischio conseguente
dallo stato tecnologico organizzativo, di controllo del mercato dell’azienda, che può essere
utile anche nella negoziazione con gli istituti di credito, specie per l’accesso a finanziamenti
di scopo delle attività di innovazione.
La valutazione del potenziale di innovazione dell’azienda può essere effettuate con due
modalità alternative, a seconda della disponibilità e del grado di coinvolgimento
dell’impresa.
La prima è la somministrazione diretta, da parte di un valutatore, in sede di colloquio con
un gruppo di figure-chiave delle varie aree di attività aziendale (che si specificano infra),
di un test di valutazione su una serie di temi strategici.
La seconda è la somministrazione di un questionario di valutazione, che viene compilato
dai vari responsabili che presidiano le aree di attività aziendale, e quindi ritornato al
valutatore che redigerà un documento di sintesi sulla base delle risposte ricevute.
Le aree strategiche individuate in un “pentacolo dell’innovazione” sono:
- l’organizzazione
- la cultura aziendale
- le tecnologie
- il mercato
- la finanza.
Per ognuna delle aree strategiche che compongono il “pentacolo dell’innovazione” è stata
individuata una serie di elementi principali di indagine.
La seconda fase dell’attività consiste nell’analisi degli elementi emersi dalla valutazione,
con l’attribuzione di una serie di punteggi derivanti dalle risposte fornite per ognuno degli

74
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

elementi di indagine componenti le aree strategiche del “pentacolo dell’innovazione”, nella


predisposizione di un documento di sintesi che fotografa lo stato tecnologico dell’impresa
e nella riconsegna all’imprenditore.
La terza fase dell’attività, attivata a richiesta dell’imprenditore, consiste nell’intervento di
affiancamento dell’imprenditore e dei responsabili che presidiano le aree di attività
aziendale, per erogare un’attività consulenziale che favorisca il miglioramento della qualità
del processo produttivo e l’avanzamento tecnologico complessivo dell’azienda.
Finalità generali:
La finalità dell’azione è di valutare, con l’applicazione di un metodo oggettivo, il potenziale
di innovazione dell’azienda e di fornire elementi per il miglioramento dei processi.
obiettivi specifici:
- predisporre un documento di sintesi che fotografa lo stato tecnologico
dell’impresa;
-fornire all’azienda un metodo di valutazione dei c.d. “intangible assets”;
-fornire uno strumento di valutazione del fattore di rischio conseguente dallo
stato tecnologico dell’azienda;
-affiancare l’imprenditore e i responsabili per erogare un’attività consulenziale
che favorisca il miglioramento della qualità del processo produttivo e
l’avanzamento tecnologico complessivo dell’azienda
Attività:
Si prevedono tre fasi distinte di attività:
1) valutazione del potenziale di innovazione dell’azienda:
a) Comunicazione del progetto
b) Selezione e formazione dei valutatori
c) valutazione
a. somministrazione diretta, da parte di un valutatore di un test di
valutazione
b. somministrazione di un questionario di valutazione
(soluzioni alternative)
2) Analisi degli elementi emersi dalla valutazione e restituzione alle aziende
3) Intervento di affiancamento dell’imprenditore e dei responsabili che presidiano le aree
di attività aziendale
Risultati attesi:
Il progetto può favorire l’innalzamento della capacità di innovazione delle imprese, e quindi
di un elemento cruciale della competitività, per la singola azienda e in conseguenza di un
intervento organico per il sistema produttivo del territorio
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
p risorse umane: uno o più valutatori e uno o più esperti di innovazione
messi a disposizione da CeSI srl (società controllata di Confindustria
Alessandria);
p risorse finanziarie da reperire presso i seguenti soggetti:
p Camera di Commercio di Alessandria (per es. contributi per la
realizzazione di interventi di ricerca ed innovazione)
p Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria (per es. bando ricerca e
innovazione)
costi:
1. a) euro 10.000

75
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

1. b) euro 15.000
1.c.a) euro 10.000 x 30 interventi = euro 30.000
1.c.b) euro 100 x 70 interventi = euro 7.000
Totale fase 1) euro 62.000
2. a) Analisi: euro 50.000
2. b) Restituzione: euro 30.000
Totale fase 2) euro 80.000
3) nr. 10 interventi consulenziali per 10 gg. cadauno: euro 100.000
Totale generale di progetto: euro 242.000

Fattibilità:
Il progetto è immediatamente attivabile, previo reperimento delle risorse finanziarie e
(minima) formazione del valutatore
cronoprogramma:
si può ipotizzare un programma di lavoro annuale con svolgimento delle varie attività nei
seguenti periodi:
- mesi 1-4 attività 1)
- mesi 5-6 attività 2)
- mesi 7-12 attività 3)
Il progetto può essere svolto, annualmente, con nuove aziende destinatarie (sulla base di
una valutazione delle risorse disponibili e quindi del numero di destinatari delle attività).

76
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

PRoGETTo n. 3
Titolo:
Internazionalizzazione: costruzione di una rete delle
conoscenze

Internazionalizzazione delle
Linea 3
imprese

sottotitolo:
Favorire lo scambio di esperienze internazionali via web e la diffusione delle informazioni
tra imprese per accrescere la competitività sui mercati internazionali
soggetti proponenti:
Confindustria Alessandria
Descrizione del progetto:
Il progetto si sviluppa in attuazione della terza delle quattro linee strategiche individuate
dal tavolo, quella relativa alle misure in favore dell’internazionalizzazione delle imprese.
Il progetto è finalizzato all’attivazione di un “forum” virtuale delle imprese desiderose di
conoscere meglio i mercati esteri e confrontarsi sulla base delle proprie esperienze
internazionali.
Il forum ha l’obiettivo di creare e sviluppare un dialogo tra le imprese per individuare
nuove forme di collaborazione che consentano di affrontare con successo le sfide
internazionali. E al tempo stesso consentire di condividere in modo diretto le conoscenze
esperienziali.
Il forum potrà essere realizzato attraverso è uno “spazio virtuale (web) certificato” in cui
gli attori avranno accesso su richiesta. I contenuti saranno validati da uno o più “controllers”
che garantiranno riservatezza, anonimato e affidabilità delle informazioni inserite,
attraverso anche la validazione dei contenuti inseriti.
Finalità generali:
Diffusione delle conoscenze nei processi di internazionalizzazione per contribuire a
diminuire il divario di competitività tra imprese di grandi dimensioni e PMI.
Incremento della conoscenza tecnica e teorica a supporto della presenza delle imprese sui
mercati esteri, allo scopo di favorire l’apertura e lo sviluppo commerciale internazionale
delle aziende.
obiettivi specifici:
- migliorare lo scambio di informazioni tra “stakeholders” e operatori
economici
- incrementare la collaborazione tra imprese per favorire la costituzione di reti
d’impresa per avviare, migliorare e consolidare le relazioni internazionali
- individuare iniziative e strategie di globalizzazione più vicine al mondo
imprenditoriale
- creare un sistema di qualità di enti e servizi
Attività:
p Costituzione di una rete di operatori economici disposti a mettere a fattor
comune/scambiare le proprie informazioni e esperienze in tema di

77
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

internazionalizzazione.
p Utilizzo delle tecnologie informatiche per organizzare e promuovere lo
scambio di informazioni in rete.
p Individuazione di una procedura “protetta” che garantisca l’affidabilità
delle informazioni, la riservatezza dei soggetti attori.
p Individuazione di soggetti che svolgano attività di animazione del forum
attraverso l’individuazione, la raccolta e la messa in rete di “contenuti”.
Risultati:
n Miglioramento del dialogo tra imprese: costituzione della rete
n Dare visibilità alla sperimentazione diffondendo la conoscenza attraverso
il passaparola e il web. Aumentare la familiarità dell’uso dello strumento
informatico.
n Trasferimento delle conoscenze tra le grandi imprese e le PMI Maggiore
attendibilità delle informazioni acquisite e scambiate.
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Confindustria ha già attivato una convenzione con la FACOLTà di Giurisprudenza
dell’Università del Piemonte Orientale “per agevolare il dialogo tra le imprese per lo
scambio di informazioni ed esperienze sui mercati internazionali “
Risorse: Stakeholders che intravvedano nell’iniziativa un potenziale sviluppo delle proprie
attività. Uno o più “controller” che monitorino la varie fasi di realizzazione del progetto.
Strumenti: creazione di un forum “virtuale” che consenta lo scambio di informazione via
web. Possibili forme di finanziamento:
- messa a disposizione di risorse (finanziarie, conoscitive) da parte degli “stakeholders”
- messa a disposizione da parte di Confindustria Alessandria di una piattaforma
informatica.
costi:
Realizzazione dello strumento informatico ed eventuale implementazione della
piattaforma messa a disposizione da Conf. Alessandria: euro 15.000
Promozione del progetto e dello strumento: euro 20.000
Costi per la comunicazione e diffusione del progetto: euro 20.000
Costi per il monitoraggio delle informazioni scambiate (in funzione dei “controllers”
individuati): euro 25.000

ToTALE PRoGETTo euro 80.000


Fattibilità:
Lo strumento informatico ha un forte potenziale per il trasferimento delle informazioni
in tempo reale. Al tempo stesso può scontare in modo negativo il “divario” generazionale.
Inoltre potrebbe incontrare remore nel condividere con altri informazioni che potrebbero
avvantaggiare attuali o potenziali concorrenti.
Lo strumento scelto per la diffusione (web) non è limitabile ad una micro realtà
(Alessandria e provincia) ma è per sua natura proiettato all’estensione ad un numero
elevato di attori operanti su un’area estesa anche oltre i confini provinciali
cronoprogramma:
Il progetto che si svilupperà nel corso degli anni, prevede una fase di avvio quantificabile
secondo le seguenti indicazioni:
1. Costituzione del gruppo di lavoro per l’analisi delle fasi del progetto (1 mese)
2. Individuazione e coinvolgimento degli stakeholders (1 mese)
3. Attivazione/implementazione dello strumento informatico (3 mesi)

78
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

4. Individuazione dei controller (1 mese)


5. Individuazione di un gruppo di soggetti attori (2 mesi)
6. Sperimentazione del progetto (min. 6 mesi)
7. Avvio di una fase sperimentale del progetto (6 mesi)
8. Attuazione del progetto

79
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

PRoGETTo n. 4
Titolo:
supporto nella gestione economico-finanziaria e nella
patrimonializzazione d’impresa

capitalizzazione e fonti di
Linea 4
finanziamento

sottotitolo:
Il progetto intende fornire alle piccole e medie imprese del territorio supporto nell’accesso
a servizi di assistenza finanziaria qualificata, utili per favorire l’accesso al credito,
particolarmente necessari nell’attuale fase congiunturale.
soggetti proponenti:
Confindustria Alessandria
Descrizione del progetto:
Il progetto si sviluppa in attuazione della quarta linea strategica individuata dal tavolo,
quella relativa al capitale finanziario.
Si prefigura un percorso di accompagnamento articolato, da realizzare con il supporto
consulenziale di esperi del settore - preferibilmente reperiti in ambito locale - che può
prevedere lo svolgimento di alcune o tutte le seguenti fasi:
- l’analisi della situazione economico-finanziaria dell’impresa;
- il supporto al processo di autovalutazione mediante processi di scoring
sintetico
- la ristrutturazione del rapporto con il sistema bancario e le istituzioni
finanziarie;
- lo sviluppo di sistemi di gestione della tesoreria;
- l’elaborazione e l’utilizzo di business plan;
- il supporto in operazioni di ristrutturazione dei debiti;
- l’analisi di operazioni di investimento in termini di supporto nella
valutazione della convenienza, nella quantificazione dei fabbisogni,
nell’individuazione delle forme tecniche di copertura e nel reperimento delle
risorse finanziarie occorrenti per una crescita equilibrata;
- la cura nell’emissione di obbligazioni, titoli di debito o altri strumenti
appropriati;
- la consulenza e assistenza qualificata nelle operazioni di finanza
straordinaria;
- nell’acquisizione o cessione di azienda o ramo di azienda; nel passaggio
generazionale; nel risolvere le divergenze tra soci;
- il supporto alla predisposizione di progetti per accesso al capitale di rischio
(es. Private equity)
Finalità generali:
La finalità generale è di supportare le imprese nello sviluppo di una funzione finanziaria
adeguata ai tempi e alla congiuntura, specie per le imprese di dimensioni più piccole,
sovente guidate da un imprenditore ottimo “uomo del fare” ma non dotato di competenze
specifiche; inoltre si intende perseguire il raggiungimento dell’equilibrio finanziario e della
patrimonializzazione necessarie alle imprese per poter competere su ogni mercato e in
80
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ogni fase congiunturale.


Attività e obiettivi specifici:
Le attività che si possono svolgere sono indicate, per punti, nella descrizione del progetto
mentre gli obiettivi specifici differiscono per ogni singola impresa interessata, a seconda
della scelta di attuare alcune o tutte le attività definite. Si spazia quindi da una semplice
analisi quantitativa della finanza d’impresa, all’affiancamento nella gestione finanziaria e
nella negoziazione con il sistema bancario e le istituzioni finanziarie, al supporto nella
ristrutturazione dell’indebitamento e nell’analisi di operazioni di investimento, al
reperimento delle risorse finanziarie anche con operazioni di finanza straordinaria.
Risultati:
Il progetto intende favorire l’innalzamento delle conoscenze finanziarie degli imprenditori,
il miglioramento della situazione finanziaria delle imprese, e quindi intervenendo su un
fattore cruciale di competitività e di crescita, favorisce lo sviluppo delle singole imprese
interessate e in conseguenza dell’intero sistema produttivo del territorio.
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Risorse finanziarie da reperire presso diversi enti e istituzioni (CCIAA, Fondazione
CRAL...) o anche tramite partner del settore (per es. CapitalImpresa)

costi:
Sulla base del numero di aziende che potrebbero beneficiare della presente attività si
ipotizza un costo totale pari ad euro 200.000.
Fattibilità:
il progetto è immediatamente attivabile.
cronoprogramma di lavoro:
Ogni singola attività può essere avviata al tempo 0 se indipendente dalle altre (nella scelta
dell’utilizzatore) mentre la valutazione della durata complessiva di ogni singolo intervento
è connessa all’articolazione dello stesso; comunque si stima che anche quello più articolato
possa essere perfezionato in massimo 12 mesi.

81
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

PRoGETTo n. 5
Titolo:
Accesso al credito per le PmI

capitalizzazione e fonti di
Linea 4
finanziamento

sottotitolo:
Supporto alle aziende, volto a sostenere il processo di crescita e di rafforzamento delle PMI
sotto il profilo organizzativo e finanziario
soggetti proponenti:
Confapi Alessandria – Associazione delle Piccole e Medie Imprese della Provincia di
Alessandria
Descrizione del progetto:
Le PMI, rappresentanti la base dell’economia locale, sono generalmente caratterizzate da
uno scarso livello di patrimonializzazione che implica una crescente difficoltà nel reperire
risorse finanziarie da parte degli istituti di credito con conseguentemente immediata
ricaduta sull’obiettivo della crescita.
In quest’ottica il ricorso al mercato dei capitali, difficilmente può essere letto come una
soluzione, in quanto “molto distante” sia per carenza di “cultura finanziaria” degli
imprenditori sia perché oggettivamente caratterizzato da una procedura non immediata
e difficoltosa; in aggiunta a ciò non si può dimenticare che la concentrazione della rete
bancaria ed dei centri decisionali hanno reso il rapporto banca-impresa, specie per le PMI,
ancora meno agevole e maggiormente oneroso.
In quest’ambito si è andato ad innestare l’accordo di Basilea (c.d. Basilea II) con un forte
impatto non solo sul sistema bancario (rischio operativo, sistema di rating efficiente,
cambiamenti organizzativi), ma anche sulle imprese.
Infatti l’utilizzo di sistemi di analisi quantitativi e qualitativi per regolamentare l’accesso al
credito ha un effetto rivoluzionario sul rapporto banca-impresa, premiante per le imprese
in grado di documentare oggettivamente il loro grado di solidità patrimoniale, finanziaria
ed economica.
Di converso, il peso prevalente che prima aveva il rapporto personale dell’imprenditore
verso l’istituto di credito è oggi progressivamente ridimensionato; prassi storiche quali il
forte ricorso alle garanzie da parte delle banche, l’eccessivo frazionamento degli impieghi,
l’orientamento a rapporti di multi affidamento, la bassa propensione al finanziamento
dell’innovazione, e l’utilizzo della leva del tasso a favore prevalentemente delle grandi
imprese, sono e verranno sempre più abbandonate a fronte di un sistema bancario che si
confronta con i temi critici dell’internazionalizzazione e della riorganizzazione.
Di fatto, stiamo attraversando una fase transitoria dove, per le imprese, è imprescindibile
adeguarsi non tanto ai parametri di Basilea quanto piuttosto a parametri oggettivi di solidità
aziendale.
In particolare sopravvivranno le imprese che investiranno molto in ricerca e sviluppo,
imprese non sottocapitalizzate in cui l’imprenditore, diversamente che nel passato,
reinveste parte dei guadagni all’interno dell’impresa, ossia imprese con una bassa leva
finanziaria.
Migliori sono tali caratteristiche, migliore è il giudizio dell’istituto bancario sull’impresa
(rating) e, conseguentemente, minore è il costo dell’indebitamento che la banca applicherà
82
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

al cliente (pricing). Le imprese sono chiamate:


- ad avere visione strategica del processo di crescita o di consolidamento;
- a pianificare in maniera corrente le attività di finanziamento;
- ad accrescere la trasparenza della propria informativa economica,
finanziaria e di progetto.
Finalità generali:
Alla luce di quanto sopra esposto Confapi Alessandria si prefigge di attuare un’attività di
supporto alle aziende, volta a sostenere il processo di crescita e di rafforzamento delle
PMI sotto il profilo organizzativo e finanziario
obiettivi specifici:
Assistenza “personalizzata” per ogni singola impresa attraverso strumenti di finanza
ordinaria/straordinaria e controllo di gestione
Attività:
Un affiancamento all’imprenditore che gli consenta di affrontare in maniera più
consapevole il rapporto con il sistema bancario attraverso le seguenti fasi:
p un check up con una valutazione preliminare della bancabilità dell’azienda
richiedente;
p un’analisi dei dati patrimoniali, economici e finanziari;
p individuazione dei nuovi fabbisogni finanziari e relativo supporto nel
reperimento delle adeguate risorse per operazioni di investimento e/o
ristrutturazione del quadro affidativo;
p assistenza nella ricerca di garanzie consortili (confidi) eventualmente
richieste dal sistema;
p analisi prospettica e redazione di business plan (diventa sempre più
importante verificare, non solo il rating di oggi, ma soprattutto l’evolversi
dello stesso in funzione delle scelte future);
p monitoraggio dell’andamento aziendale con cadenze trimestrali;
p fornire agli imprenditori un corso di formazione in tema di gestione di
tesoreria e dei rapporti con i terzi finanziatori
Risultati:
Crescita delle aziende interessate in termini di competitività che si trasferisce a tutto il
tessuto industriale locale
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Copertura finanziaria da reperire presso Istituzioni ed Enti di appoggio.
costi:
Sulla base del numero di aziende che potrebbero beneficiare della presente attività si
ipotizza un costo totale pari ad € 200.000.
Fattibilità:
Immediatamente attivabile.
cronoprogramma:
Il progetto è cantierabile in breve termine.

83
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

PRoGETTo n. 6
Titolo:
Reti di imprese e clusters

Linea 1 cultura d’impresa

soggetti proponenti:
Confapi Alessandria – Associazione delle Piccole e Medie Imprese della provincia di
Alessandria
Descrizione del progetto:
La crisi che riguarda il nostro settore manifatturiero non solo è particolarmente pesante,
ed è lungi dall’essere terminata, ma richiede un salto di qualità per un suo superamento,
nonché la ricerca di soluzioni innovative ed originali.
Il concetto di “piccolo è bello” non vuole certo essere ripudiato totalmente, date le
caratteristiche delle nostre imprese manifatturiere, ma deve essere accompagnato
dall’espressione “l’unione fa la forza”. In molti casi e settori e soprattutto allorquando
bisogna affrontare i mercati globali, sono necessarie strutture più razionali, economie di
scala, più elevate professionalità e spesso nuovi investimenti, per vincere la sfida.

I raggruppamenti di imprese (clusters)


Abbiamo cercato di studiare, valutare e realizzare, strutture aggregate di imprese, idonee
a muoversi al meglio in una logica di mercato globale. Abbiamo anche ritenuto di
supportare la realizzazione dell’aggregazione tra aziende omogenee in termini di attività
e dotazione patrimoniale onde evitare eventuali squilibri di forze nelle fasi decisionali.
L’obiettivo è quello di consentire il raggiungimento di un valore di fatturato aggregato e
di un numero di partecipanti all’iniziativa tale da renderla interessante per potenziali
investitori come Private equity, venture Capital o investitori di altra natura.
Operativamente si procede alla creazione di Holding possedute dai partecipanti nelle
quali far confluire e ulteriormente sviluppare, le attività trasversali al cluster quali: acquisti,
vendite, marketing, gestione finanziaria ecc…
Poiché è impensabile la mera fusione di imprese, il cluster (raggruppamento di imprese)
appare il sistema ideale, anche se rimane ancora forte la resistenza degli imprenditori a
perdere anche se temporaneamente la “patria potestà” sulla propria azienda: per questo
non ci siamo fermati, ma abbiamo studiato forme più “morbide” di collaborazione o
quanto meno modalità che consentano approcci graduali.
Siamo convinti che le piccole imprese dell’alessandrino, che caratterizzano nel bene e nel
male il territorio e l’economia in vari settori, possano trovare rimedio e possibilità di
superamento di difficoltà non solo congiunturali, nella realizzazione di gruppi e strutture
che consentano di superare i limiti strutturali di aziende troppo piccole e di conseguenza
troppo deboli.
Un’ultima indicazione di premessa: il tema delle aggregazioni di impresa è oggi
costantemente trattato utilizzando denominazioni diverse ma pur sempre riconducibili a
concetti comuni.
Sostanzialmente si parla del concetto di rete d’impresa che nelle sue diverse realizzazioni
coniuga al meglio quanto è stato fatto fino ad oggi con ad esempio i consorzi , con quanto
si potrà fare nel futuro con i cluster di impresa.
Molto spesso le PMI principalmente per le loro limitate dimensioni non possono trovare

84
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

con le loro forze risorse e capacità tali da permetter loro uno scatto in questa direzione e
quindi rimanendo al palo involvono con il rischio di perdere il ruolo che fino ad oggi
avevano rivestito.
Appare quindi fondamentale concentrarsi e ricercare nel mondo delle PMI le strategie e
le soluzioni che permettano la risoluzione di problemi strutturali quali ad esempio
l’eccessiva frammentazione e la scarsa propensione all’investimento.
Le reti d’impresa
Lo Stato si è mosso in questa logica: come noto la legge 23 luglio 2009 recante misure
urgenti a sostegno delle aziende in crisi contiene la previsione del cd “Contratto di Rete”
e quindi tutta una serie di agevolazioni ed incentivi rivolti alle aziende che decideranno di
riunirsi in questo nuovo istituto giuridico voluto allo scopo di permettere aggregazioni di
scopo tra aziende.
Il contratto di rete così come ideato tenta una aggregazione che non vuole forzare
l’individualità delle imprese ma cerca di integrare risorse, progettualità e tutto il surplus
tipico della grande impresa, mantenendo nel contempo la flessibilità e l’individualità delle
piccole imprese.
Lo scopo è quello di legare ad un contratto. in cui siano chiari gli obiettivi e i singoli
apporti, le imprese per godere di un beneficio comune che potrà poi essere misurato sui
risultati individuali.
Ci si riferisce ovviamente alla centralizzazione di determinate funzioni che traggono dalla
concentrazione un maggior potere contrattuale fino ad arrivare alla maggiore capacità
d’investimenti qualora questi vengano fatti con le forze di più partecipanti.
obiettivi specifici:
Proponendo questa nostra progettualità nell’ambito del territorio alessandrino, ci
prefiggiamo un obiettivo abbastanza limitato, quale la promozione di due clusters, che
potrebbero servire come esempio per ulteriori aggregazioni.
Attività:
1. Promozione dell’idea progettuale e diffusione della stessa
2. Analisi delle imprese interessate, dei bilanci e delle prospettive
economiche
3. Intervento di affiancamento di professionisti esterni e di funzionari
dell’Associazione
costi:
Per il numero di clusters indicato, il costo può essere valutato, all’incirca, in € 50.000,00
(costituzione dei gruppi e collaborazione dei professionisti).
Fattibilità:
Immediatamente attivabile
cronoprogramma:
Il progetto è cantierabile in breve termine.

85
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

86
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

TAVoLo 3
TERzIARIo

PARTE A - LInEE sTRATEGIchE DI TAVoLo

PREmEssA GEnERALE
Dell’Asse 1 Sviluppo economico – Tavolo 3 (terziario) fanno parte il Comune di
Alessandria e le associazioni di categoria del terziario (Associazione Commercianti e
Confesercenti), la Camera di Commercio di Alessandria, la Provincia, la Fondazione Cassa
di Risparmio di Alessandria e il Palazzo del Monferrato.
Per la definizione delle linee strategiche di tavolo si è partiti da una analisi dettagliata della
situazione congiunturale ed in particolare da una fotografia scattata alla città di Alessandria,
ovvero dall’individuazione dei punti di forza e di debolezza che contraddistinguono
l’attuale situazione economica riguardante il settore del terziario.
Fra le debolezze individuate si segnalano l’eccesso di liberalizzazione legislativa che ha
generato l’aumento della presenza di soggetti non qualificati nel settore e una mortalità
delle imprese commerciali nei primi anni di vita, gli effetti della congiuntura economica
che sta facendo defluire da altri settori produttivi (ad esempio quello orafo) nuovi
Analisi della imprenditori senza esperienza specifica, la restrizione creditizia che ha creato difficoltà di
congiuntura acceso al credito per le imprese commerciali, i costi di locazione troppo elevati nelle zone
di pregio della città, la discontinuità di tradizione nella gestione delle imprese (sempre
meno “di famiglia” e sempre più in franchising), lo scarso potere d’acquisto in alcuni
settori del centro storico, la graduale perdita di ruolo di Alessandria quale capoluogo nel
settore terziario ed il conseguente rafforzamento dell’offerta commerciale nelle città vicine
.
Dopo aver posto enfasi sulle debolezze che caratterizzano il settore, ci si è soffermati
anche sugli aspetti positivi ancora presenti, tra cui si evidenzia la tenuta sul mercato del mix
di offerta commerciale – mediamente superiore rispetto ai competitor più vicini e con
una qualità ancora in grado di attrattività. Altro elemento da considerare come punto di
forza è la professionalità mediamente elevata sia dei titolari che dei collaboratori degli
esercizi commerciali cittadini, sostenuta inoltre da una certa stabilità del personale,
soprattutto nei negozi storici, che costituisce ad oggi uno degli elementi ancora
determinanti nell’orientamento all’acquisto del consumatore.
Fatta l’analisi dei punti di forza e di debolezza che contraddistinguono il settore esaminato,
Analisi delle minacce si è proceduto all’individuazione delle minacce e delle opportunità.
ed opportunità Fra le minacce che rischiano di creare conflittualità tra rete commerciale del centro e rete
periferica, spicca la tendenza – non proprio recente - ad incrementare strutture
commerciali della grande distribuzione, elemento che rischia fortemente di alterare i
rapporti tra il piccolo commercio e grande distribuzione organizzata, collocata in particolar
modo nella cintura periferica della città, fatto che tende ad enfatizzare il fenomeno della
desertificazione del centro storico.
A questo si aggiunga il continuo intervento normativo che sta via via liberalizzando tutti
i settori merceologici, compreso quello dei pubblici esercizi, con conseguenti rischi di
forte competitività e problemi di gestione che richiedono l’individuazione di una cabina
di regia in grado di governare il fenomeno. Preoccupazione per alcuni grandi contenitori
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

del centro che dovranno essere ridisegnati nelle loro funzioni e che inevitabilmente
potrebbero influire sullo sviluppo del commercio futuro.
Forte preoccupazione anche per una crescente sensazione di degrado urbano che, in
qualche modo, inibisce o rallenta la vendita o l’insediamento di nuove attività in centro.
Infine l’allargamento della città su aree periferiche determina una progressiva
desertificazione del centro storico.
Tra le opportunità di rilancio del settore economico locale, si auspica la previsione di
sistemi che migliorino l’accessibilità alla città (parcheggi, collegamenti, infrastrutture
adeguate, intermobilità). Per cercare inoltre di normalizzare la liberalizzazione normativa
per quanto concerne le aperture delle attività commerciali si deve pensare ad una
compensazione sotto il profilo urbanistico, introducendo strumenti di programmazione
degli insediamenti commerciali. La liberalizzazione e la crescente competitività tra imprese
deve essere sfruttata in chiave di sviluppo della città, prevedendo una cabina di regia in
grado di coordinare positivamente ogni iniziativa, di favorire inoltre l’accesso anche di
medie strutture in centro città in grado di sviluppare dinamiche di attrazione, di realizzare
l’integrazione tra cultura, turismo e commercio.
Per favorire lo sviluppo ed il recupero della fruibilità (in chiave commerciale) della città
sono necessari interventi di incremento delle infrastrutture (come ad esempio i parcheggi
in zone strategiche della città), oltre al miglioramento della viabilità e dell’accessibilità (con
la realizzazione dei ponti di ingresso alla città.
Da questa analisi della situazione è stata sviluppata una mappa dei problemi che ha avuto
come tema generante “il panorama attuale caratterizzato da una situazione congiunturale
Il problema chiave negativa abbinata ad un cambiamento tendenziale dei consumi rispetto ai canali di
commercio tradizionale, situazione di conflitti rispetto al centro commerciale naturale.
Carenza di risorse complessive e necessità di attenta pianificazione delle stesse anche in
accordo con organismi superiori ed in logica di area vasta”.
Il tema della mappa dei problemi è stato sintetizzato dopo aver ragionato sulle seguenti
cause:
Cambiamento dei consumi – dovuta alla riduzione del fattore tempo da dedicare al
commercio, alla erosione della capacità di spesa (ridotta per la nascita di nuovi tipi di costi
Mappa dei problemi fissi familiari e il cambiamento del paniere dei consumi)
n Crisi congiunturale - variabile esterna e non direttamente imputabile a
politiche condotte sul territorio
n Affitti elevati in centro – con le conseguenti difficoltà di variare un radicato
meccanismo di rendite di posizione
n Pressione fiscale – variabile esterna e riconducibile all’introduzione degli
studi di settore
n Fenomeni dispersivi della concorrenza
n Difficoltà creditizie – con conseguente crisi delle imprese, blocco degli
investimenti, mancanza di sostegno al circolante
n Pianificazione urbanistica non sempre coerente con le esigenze del settore
– con modelli di sviluppo datati ed una rete distributiva non aggiornata
n Grave sofferenza del centro storico – con perdita di attrattività del
capoluogo, i mutamenti della composizione sociale della città e
l’inadeguatezza, in alcuni casi, della rete distributiva presente
n Turismo non sviluppato - con carenza di offerta strutturata, la mancata
valorizzazione delle eccellenze del territorio, le difficoltà conversione di un
turismo prevalentemente e storicamente “d’affari” in altre forme di turismo
Oltre alle cause sono stati inoltre isolati gli effetti che le cause stesse hanno generato sul
settore terziario ovvero:
88
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

m Minore capacità di attrazione verso i consumatori – che si rivolgono


altrove e di conseguenza, fanno perdere indotto e opportunità
m Problemi di incoerenza dell’attuale assetto commerciale – per via del
cambiamento delle fasce sociali presenti in città, l’invecchiamento della
popolazione, gli effetti migratori degli ultimi anni
m Scelte storiche di viabilità e urbanizzazione non sempre coerenti – con
conseguenti difficoltà delle imprese nella definizione delle proprie strategie,
espulsione dei soggetti marginali incapaci di adeguarsi ad una situazione
difficile
m La chiusura di esercizi commerciali – con perdita di occupazione,
professionalità e consumi
m Il minore interesse degli investitori nel settore commerciale – con
riduzione dei marchi di richiamo, conseguente depauperamento del
patrimonio immobiliare, meno mix di offerta, meno visibilità commerciale
della città
m Rarefazione degli esercizi commerciali – con difficoltà per talune fasce
di popolazione e conseguente disagio sociale

scELTA DELLE LInEE sTRATEGIchE


Dall’analisi dell’albero dei problemi, dalla valutazione dei punti di forza e di debolezza e
delle minacce e delle opportunità, sono state individuate due linee strategiche prioritarie
su cui focalizzare la progettazione.
Linea 1 – La città dell’accoglienza
Questa prima linea progettuale si basa sull’idea di superare le principali cause rilevate
nell’albero dei problemi legate ai temi del turismo ed alle difficoltà endogene del
commercio cittadino.
L’idea di una “città dell’accoglienza” abbraccia molti soluzioni come:
n Lo sviluppo di “reti” di imprese che mirino alla nascita di un sistema
competitivo e che crescano in qualità del prodotto e dei servizi offerti;
n Razionalizzazione ed implementazione, in relazione con le differenti
funzioni ed attività insediate, del sistema dei parcheggi prevedendo - per
limitarne l’impatto ambientale - parcheggi interrati;
n Realizzazione di una logistica a servizio della città e delle sue realtà
imprenditoriali;
n Realizzazione di politiche condivise sul riutilizzo di grandi
“contenitori/edifici” presenti sul territorio in modo da favorire politiche
sviluppo coerente di attività imprenditoriali e di servizi;
n Miglioramento della viabilità, dell’accessibilità alla città e dei servizi offerti
al visitatore – sia esso cittadino oppure turistica – nell’ottica di uno sviluppo
di una vera cultura dell’accoglienza;
n Sviluppo della risorsa turistica in termini di valorizzazione del prodotto
tipico locale, del patrimonio culturale esistente, la capacità di essere
competitivi sul mercato. La competitività di un luogo nasce dall’interazione
sinergica tra le risorse attrattive primarie (naturali, umane, artificiali), le
infrastrutture che ne agevolano la fruizione, le imprese turistiche, le attività
commerciali e non che possono essere di supporto alle imprese turistiche, la
popolazione residente e la domanda turistica. In questo senso la competitività
turistica si costruisce programmando il territorio e la sua funzionalità a fini

89
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

turistici, intervenendo dove la filiera presenta delle disfunzioni o delle carenze


che indeboliscono il sistema competitivo. L’analisi dei casi di successo a livello
nazionale e internazionale conferma che, anche nel turismo, la competitività
è connessa alla capacità del sistema locale di catalizzare risorse umane e
finanziarie verso una comune “visione”, di innovare, di favorire l’integrazione
orizzontale e verticale di servizi e prodotti del ricettivo e del complementare,
di cooperare per acquistare servizi condivisibili, per creare valore aggiunto e
per vendere;
n Creazione di una cabina di regia che coordini il cambiamento valutando le
variabili esterne, i cambiamenti strutturali, urbanistici, viabili.
Linea 2 – misure e strumenti a sostegno del territorio
Questa seconda linea si pone come obiettivo l’identificazione di strumenti a sostegno del
territorio per il raggiungimento di apprezzabili standard di sviluppo.
In quest’ottica si inseriscono:
n Interventi finanziari a sostegno dell’impresa e degli investimenti
n Interventi urbanistici di recupero
n Interventi in materia di viabilità urbana

90
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

91
Asse I - sviluppo economico
Tavolo 3 Terziario
AnALIsI s.W.o.T.

PunTI DI FoRzA PunTI DI DEboLEzzA


Il mix di offerta commerciale e articolazione è buona e mediamente superiore ai competitor
L’eccesso di liberalizzazione legislativa
più vicini
L’offerta è mediamente equilibrata rispetto alla domanda (per qualità e profondità) L’elevata mortalità delle imprese commerciali nei primi anni di vita
La professionalità è mediamente elevata sia nei titolari che nei collaboratori e si evidenzia La congiuntura economica che ribalta nel settore commercio soggetti di altri settori e quindi
una stabilità del personale su tanti negozi storici senza esperienza specifica
Settore privo di barriere in accesso che dà la possibilità di ingresso ad un numero sempre
più elevato di soggetti non qualificati
Restrizione creditizia: difficoltà di accesso al credito e di patrimonializzazione delle imprese
commerciali
Riduzione tendenziale del comparto di media fascia (a livello nazionale e non
esclusivamente locale)
Costi delle locazioni troppo elevati nelle zone di pregio (centro storico classico)
Dimensione media dei negozi troppo piccola per le esigenze attuali di mercato (produttività
per addetto e mq)
Città che ha perso il ruolo di capoluogo nel settore commerciale
Scarsità della popolazione residente nel centro storico
Trasformazioni sociali (invecchiamento, immigrazione..)
Discontinuità di tradizione nella gestione delle imprese commerciali
Asse I - sviluppo economico
Tavolo 3 Terziario
AnALIsI s.W.o.T.

oPPoRTunITà mInAccE
Sviluppo di misure
sinergiespecifiche
su temi quali
di formazione
ricerca, innovazione,
a supportointernazionalizzazione
della cultura imprenditoriale Presenza
Perdita
La didiinsediamenti
tendenza grandi imprese
produttivi
ad incrementareaventi per
i propri
strutturedelocalizzazione
centri decisionali
commerciali su grande altre città
in distribuzione altera i rapporti
Prevedere sistemi che migliorino l’accessibilità al centro città (parcheggi, collegamenti,
tra piccolo commercio e grande distribuzione collocata tutta intorno al centro che si
infrastrutture adeguate, intermobilità)
desertifica
La liberalizzazione normativa va compensata sotto il profilo urbanistico I meccanismi competitivi penalizzano il piccolo commercio
Necessità di una regia del centro storico L’entrata in vigore della liberalizzazione dei P.E.
L’eccesso di liberalizzazione crea rischio di governance del centro storico e da qui sorge la
Necessità di valorizzare i grandi insediamenti urbani (es. ospedale)
necessità di una regia appropriata
Incrementare la grande viabilità e ponti come accesso alla città e con uno sguardo agli Preoccupazione per alcuni grandi “contenitori” del centro cittadino (grandi insediamenti
effetti sul commercio urbani)
Interventi infrastrutturali nell’ottica di incremento e non di mera sostituzione (es. parcheggi) Il degrado urbano non incentiva la vendita e i nuovi insediamenti nel centro
Creare le condizioni perché il recupero immobiliare sia finalizzato alla valorizzazione del L’allargamento della città su aree periferiche determina una progressiva desertificazione del
commercio centro storico
Attuare processi di regia del centro che consentano l’accesso anche a medie strutture
Integrazione tra cultura, turismo e commercio
PIAno sTRATEGIco DI ALEssAnDRIA
Asse I sviluppo Economico - Tavolo 3 Terziario
ALbERo DEI PRobLEmI (cAusE/EFFETTI)

Perdita di reddito
consumabile
Inadeguatezza del sistema
Perdita opportunità e commerciale attuale
Espulsione dei soggetti
indotto rispetto agli scenari futuri
marginali Perdita di Perdita di posti di
Perdita di
consumi in lavoro diretti e
professionalità
città indiretti
Perdita consumatori da cambiamenti complessivi
Rischio di precarietà del
aree esterne del sistema sociale
sistema commerciale
chiusura di esercizi
minore attrazione dei cambiamento Invecchiamento Fenomeni commerciali
consumatori fasce sociali popolazione migratori Difficoltà delle imprese a
definire la loro strategia

Problemi incoerenza
attuale assetto scelte storiche di viabilità
commerciale e urbanizzazione non
sempre coerenti

Panorama attuale caratterizzato da situazione congiunturale negativa abbinata a cambiamento tendenziale dei
consumi rispetto ai canali di commercio tradizionale, situazione di conflitti rispetto al centro commerciale naturale.
carenza di risorse complessive e necessità di attenta pianificazione delle stesse anche in accordo con
organismi superiori ed in logica di area vasta.

crisi Affitti elevati in Pressione Fenomeni


cambiamento modelli consumi dispersivi della
congiunturale centro fiscale
concorrenza

Rendite di Elusione
Riduzione origini esterne studi di settore
Erosione della posizione norme fiscali
fattore tempo
capacità di spesa
commerciale

nascita nuovi Riduzione


cambiamento
tipi costi fissi potere
paniere spesa
familiari d’acquisto

FATToRI EsoGEnI
Riduzione di Perdita di
rendite richiamo

Depauperamento minore visibilità Difficoltà per


Riduzione del
patrimonio commerciale talune fasce di Disagio sociale
mix di offerta
immobiliare della città popolazione

Diminuzione di Rarefazione
marchi di esercizi
richiamo commerciali

minore interesse degli


investitori nel settore
commerciale

Linea 1

Linea 2

Pianificazioe
urbanistica non
Difficoltà Difficoltà di Grave sofferenza
sempre coerente
creditizie organizzazione del centro storico
con le esigenze
di settore

Rete
Problemi modelli di Approccio Rete Perdita mutata
mancanza nuovi modelli distributiva
di accesso Presenza sviluppo tradizionale distributiva attrattività composizione
sostegno Logistica Viabilità di servizi e non
ai diffusa datati adottato inadeguata capoluogo sociale
agevolato di di città ed eventi commercio aggiornata
collateral microimpresa
investimenti non realizzati
finanziari
strutturazione
offerte altri
modifiche
Liberalizzaz centri
in modelli
ioni commerciali
economici

Turismo non
sviluppato

carenza offerta storicamente mancata


mancanza azioni
strutturata turismo d’affari valorizzazione
di
eccellenze del
coordinamento
territorio

calo per Incapacità di


Presenza di molti
carenza servizi cultura congiuntura e insediarsi in
attori ma con
di contesto localistica mutati modelli circuiti di area
azioni disperse
lavorativi vasta

PIAno sTRATEGIco DI ALEssAnDRIA


Asse I sviluppo Economico - Tavolo 3 Terziario
ALbERo DEI PRobLEmI (cAusE/EFFETTI)
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

96
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

AssE I sVILuPPo EconomIco


Tavolo 3 Terziario

LInEE sTRATEGIchE

Linea 1 La città dell’accoglienza

misure e strumenti a sostegno del


Linea 2
terziario

97
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

AssE I sVILuPPo EconomIco


Tavolo 3 Terziario

PARTE B – ELENCO DELLE SCHEDE


PROGETTO/AZIONI

1. Organizzazione e riqualificazione della Fiera di S. Giorgio


2. La valorizzazione delle attività economiche del centro urbano
attraverso gli O.A.D.I.
3. Il credito alle imprese commerciali
4. Il Town Centre Management
5. CreaTurismo Alessandria
6. Alessandria, Gusta e Gira

98
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

PRoGETTo n. 1
Titolo:
organizzazione e riqualificazione della Fiera di s. Giorgio

misure e strumenti a
Linea 2
sostegno del terziario

sottotitolo:
Riqualificare la storica manifestazione alessandrina, nell’ottica di una capillare
specializzazione e della creazione di eventi di sicuro richiamo di visitatori anche a livello
extracomunale.
soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
Descrizione del progetto:
Il progetto si articola in tre diverse fasi:
Fase I) INDIVIDUAZIONE DELLE PROBLEMAtIChE E OBIEttIVI.
La Fiera di San Giorgio, giunta quest’anno alla sua 406° edizione, necessita di un restyling
totale. Infatti la formula da sempre scelta, quella cioè di una fiera campionaria, è ormai
divenuta obsoleta e non rispecchia più le reali esigenze degli operatori né tantomeno quelle
dei visitatori/clienti che sempre più si rivolgono ad altri canali più snelli e moderni per i
propri acquisti.
Risulta pertanto imprescindibile operare alcune modifiche alla manifestazione stessa, volte
a valorizzare il nostro territorio e a rinnovare quella che tradizionalmente e
imprescindibilmente è la Fiera della nostra Città.
La specializzazione dell’offerta commerciale unita ad una durata ridotta (4 o 5 giorni in
luogo di 12) sono i fattori che potrebbero portare una ventata di novità mantenendo però
al giusto posto e nella dovuta considerazione un evento storico come la San Giorgio che
potrebbe ampliare la gamma di visitatori anche provenienti da Paesi vicini.
Fase III) REALIZZAZIONE DEGLI INtERVENtI
L’individuazione di temi accattivanti, di attrattiva turistica, e la divisione della Fiera
tradizionale in diverse Fiere monotematiche da realizzarsi durante tutto l’anno e con una
durata notevolmente ridotta, sembra essere anche dall’esperienza di realtà già sperimentate
in altre Città, una formula di sicuro successo per l’attuazione del progetto.
Il tutto sempre nell’ottica di promuovere l’attività commerciale, artigianale, agricola
enogastronomica industriale e del terziario; di valorizzarne la produzione e la
commercializzazione attraverso l’informazione, l’esposizione e un forte messaggio
promozionale.
Fase IV) VALUtAZIONE
La valutazione dei diversi interventi sarà condotta attraverso un coordinamento tra tutti i
soggetti interessati, le valutazioni del pubblico/visitatore, gli Enti partecipanti
all’organizzazione, di concerto con il Comune stesso e gli organi della Regione Piemonte.
Finalità generali:
m Trasformare la storica manifestazione in un evento di richiamo turistico,
e non più solo nella Fiera Cittadina, mantenendo le tradizioni ma con uno
sguardo alle novità ed al futuro.

99
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

m Collegare iniziative culturali, quali mostre, esposizioni, eventi,


trattenimenti alla classica offerta commerciale.
obiettivi specifici:
- Rinnovare la manifestazione utilizzando anche la location come parte
integrante dell’evento stesso.
- Individuare luoghi con attrattiva turistica, ove poter svolgere anche visite
culturali legate al nostro territorio unitamente ad offerte commerciali
differenziate.
- Creare diversi momenti e diverse tipologie espositive, da realizzarsi durante
tutto l’arco dell’anno.
Attività:
In primo luogo per dare una svolta totale allo stile della manifestazione, la location è stata
individuata nella Cittadella di Alessandria: luogo di particolare valore storico artistico
normalmente non visitabile e quindi già attraente per la sua stessa natura.
verranno realizzate diverse edizioni nel corso dell’anno, il tutto con una formulazione
similare ma con tematiche differenti.
La prima, imminente, è quella classica, che viene a cadere nel periodo in cui come da
calendario, si celebra S. Giorgio. Quindi la fiera classica, ribattezzata per l’occasione 406°
Fiera di S. Giorgio – 1° Floreale.
Esposizioni di fiori quindi, e di tutto ciò che al fiore è collegato e da esso deriva, quale
miele, prodotti gastronomici di pasticceria legati al fiore, artigianato tipico, olio e prodotti
naturali.
Accanto a tutto ciò, percorsi turistici all’interno della fortezza, mostre ed esposizioni
inedite e particolari:
“La Pomona Italiana” della collezione Gallesio-Piuma, “I giardini di Seta” splendidi
foulard della maison Gucci disegnati negli anni ’60, e gli immancabili preziosi gioielli della
vicina città dell’oro valenza curata dall’Associazione orafa valenzana, tutto a tema floreale.
Seguiranno poi, le altre San Giorgio, sempre a tema e con la stessa struttura.
La San Giorgio cavalli, con il Grande concorso ippico “Gran Premio Città di Alessandria”
che richiamerà cavalli e cavalieri da tutta la penisola.
Una versione dedicata ai gatti con esposizione e premiazioni dei nostri amici a quattro
zampe che saranno protagonisti anche nell’edizione della San Giorgio dedicata ai cani.
Un’altra, dedicata ai bambini ed al loro mondo di giochi, colori, animazioni ma anche
abbigliamento e tutto ciò che può servire per crescere in modo sano e consapevole.
E le due ultime versioni, per un totale di sette, dedicate rispettivamente all’arredamento
ed all’energia e ambiente.
Risultati:
Creare un’area espositiva privilegiata per valore storico e di richiamo turistico per la
particolarità delle tipologie espositive.
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:

n Finanziamento sostanziale:
n Fondi messi a disposizione dalla Regione Piemonte;.
n Fondi comunali
n Finanziamenti a supporto:
n Fondi reperiti tramite sponsor pubblici/privati.

costi:
viste la durata pluriennale e la natura ancora non ben definita dei vari interventi che si
100
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

andranno a predisporre all’interno del territorio, non è possibile fare una stima o una
previsione dei costi.
Fattibilità:
I costi sono variabili, riferiti ad ogni singola edizione e comprendono voci varie quali:
realizzazione di campagne di comunicazione (immagine coordinata, realizzazioni grafiche,
relazioni con uffici stampa, radio, canali di distribuzione, …), allestimenti, collegamenti
idrici-elettrici, sicurezza, documentazioni tecniche ecc.
Costi vivi di organizzazione di specifiche iniziative quali (allestimenti esposizioni,
animazione per bambini, spettacoli, sfilate di moda, concerti, mercatini ecc.)
cronoprogramma di lavoro:
Manifestazioni da svolgersi nel corso dell’intero anno a partire dal mese di Aprile 2010 e
fino a Dicembre 2010. Le stesse saranno poi ripetute, migliorandone i contenuti e le
modalità organizzative di volta in volta nel corso delle diverse edizioni.

101
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

PRoGETTo n. 2
Titolo:
La valorizzazione delle attività economiche del centro
urbano attraverso gli o.A.D.I.

Linea 1 La città dell’accoglienza

sottotitolo:
L’O.A.D.I. (Organismo Associato D’Impresa) potrebbe risultare uno strumento snello e
versatile al fine di introdurre una nuova consapevolezza nella gestione ed organizzazione
degli esercizi commerciali del centro città e valorizzare quello che è il commercio
“tradizionale”.
soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
Associazioni di categoria
Commercianti del centro storico
Descrizione del progetto:
Il progetto si articola in quattro diverse fasi:
Fase I) INDIVIDUAZIONE DELLE PROBLEMAtIChE E OBIEttIVI.
Emblematica della situazione di grave difficoltà dell’economia del centro storico è la
constatazione che il terziario distributivo occupa meno di 50.000 metri quadri di superfici
di vendita rispetto ai 65.000 censiti nel recente piano di urbanistica commerciale.
Le iniziative di ribaltamento di tale declino sono oggetto di apposito programma di
Qualificazione Urbana, che dovrà indicare azioni specifiche, anche con diverse scansioni
temporali, che abbiano a riferimento o l’intero territorio comunale o sue porzioni definite
come addensamenti commerciali, da predisporre nei modi e nei tempi previsti dalle
direttive regionali in materia di commercio e saranno vagliate e coordinate da una società
di gestione del centro urbano e per il marketing territoriale che l’Amministrazione
Comunale deve creare in stretta collaborazione con le associazioni produttive di categoria,
commerciali e artigiane.
Tali iniziative potranno così fornire utili contributi per la futura organizzazione e
riqualificazione della fiera di San Giorgio, così come la gestione di tutti gli eventi di
promozione del territorio, a partire dal rilancio di immagine del Raduno motociclistico
internazionale “Madonnina dei centauri”.
Decisivo è il contributo che tale nuovo soggetto giuridico deve fornire sulle politiche del
traffico urbano, dei parcheggi, delle tariffe di sosta, ma anche del trasporto pubblico, tutte
tematiche che necessitano di profonde modifiche amministrative nel prossimo
quinquennio.
Su altro versante, la valorizzazione delle attività economiche deve poter contare anche su
una integrazione impresa-lavoro consolidata attraverso l’intensificazione delle iniziative
di formazione professionale d’intesa con i Centri di formazione professionali presenti,
della integrazione scuola-lavoro e delle attività di miglioramento della situazione
occupazionale del territorio.
Infine si porrà la massima attenzione al progetto regionale di “Logistica di Città” che i
Centri di Assistenza tecnica di Confcommercio e Confesercenti, unitamente a FAI ed al

102
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Politecnico di Torino stanno mettendo a punto allo scopo di creare, a partire dai
capoluoghi di provincia, per poi estendersi ai centri più popolosi del Piemonte, una vera
e propria rete di centri di stoccaggio e distribuzione delle merci.
Fase II) PROGRAMMA DI QUALIFICAZIONE URBANA. – ACCREDItAMENtO.
Il primo semestre di governo è stato dedicato all’avvio della procedura per la
valorizzazione del commercio urbano, attraverso l’utilizzo del Programma di
Qualificazione Urbana, concretizzatosi con l’approvazione della delibera consiliare
n°176/2007 recante ”dossier di candidatura inerente l’accreditamento dei promotori di
PQU nell’addensamento storico rilevante A1 della città di Alessandria” . Tale dossier è un
documento di programmazione ed indirizzo che si articola con le seguenti linee di
intervento:
accreditamento presso la Regione Piemonte del nostro programma
formazione ed informazione degli attori coinvolti
sostegno degli organismi associati di impresa (OADI) che siano costituiti nell’ambito del
PQU
sostegno delle attività promosse dagli OADI
Tutto ciò è finalizzato alla riqualificazione dei luoghi storici del commercio che, ad oggi,
vede il Comune di Alessandria accreditato dalla Regione Piemonte tra i soggetti che
potranno accedere ai finanziamenti previsti dalla normativa regionale.
Fase III) REALIZZAZIONE DEGLI INtERVENtI
Tale processo coinvolgerà quattro categorie di soggetti:
-         soggetti pubblici
-         imprese commerciali di media e grande dimensione
-         singoli imprenditori del comparto
-         organizzazioni di categoria.
Il ruolo dell’OADI unitamente al Town Center Management sarà quello, da un lato, di
salvaguardare l’attrattività del centro commerciale naturale con investimenti specifici,
dall’altro, tutelare il centro cittadino come spazio sociale insostituibile.
Il piano operativo sarà improntato a:
1) sviluppare attività di marketing territoriale e di promozione del territorio
2) valorizzare l’area centrale della città per residenti privati operatori e turisti
3) valorizzare il modo sinergico gli sforzi dell’amministrazione comunale
4) contribuire al coordinamento di azioni culturali
Fase IV) VALUtAZIONE
La valutazione dei diversi interventi sarà condotta attraverso un coordinamento tra il
soggetto che verrà individuato dall’O.A.D.I. come interlocutore dell’Amministrazione
comunale, di concerto con il Comune stesso e gli organi della Regione Piemonte.
Finalità generali:
Trasformare il centro storico in luogo del commercio, promuovendo un programma
integrato di iniziative a sostegno del commercio tradizionale, per portarlo su un piano di
competitività con la grande distribuzione.
obiettivi specifici:
Migliorare il centro storico attraverso iniziative volte a coinvolgere la popolazione non
soltanto dal punto di vista dell’acquisto ma di una vivibilità differente dello stesso;
Attuare politiche di pubblicità del centro, unitamente ad iniziative culturali, atte ad attrarre
anche visitatori non cittadini in una politica di implementazione del turismo.
Attività:
Tutte le attività ed iniziative dovranno essere concordate, ai fini di ottenere il contributo
previsto, con la Regione Piemonte che finanzierà il 50% di ogni progetto approvato.

103
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

verranno organizzate riunioni operative alle quali parteciperanno le Associazioni di


categoria, il Comune, ed il rappresentante o rappresentanti dell’OADI.
Contemporaneamente l’Amministrazione lavorerà ad una diversa organizzazione dei
grandi eventi, creandone di nuovi, nell’ottica del coinvolgimento del tessuto commerciale
urbano, attraverso, ad esempio, la realizzazione di vetrine a tema (Balconi Fioriti,
Madonnina dei Centauri, Concorso Pittaluga, Concorso Ippico, Alè Chocolate, Presepi
Natalizi) e l’apertura degli esercizi stessi anche in orari notturni e festivi.
Il Comune approverà e collaborerà alle iniziative presentate dall’OADI.
Risultati:
Trasformare il centro storico in luogo del commercio, ove trascorrere il tempo libero non
solo per effettuare gli acquisti ma per assistere ad iniziative culturali, ludiche, ecc.
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamento sostanziale:
l Fondi messi a disposizione dalla Regione Piemonte, nella misura del 50%
del finanziamento di ogni singolo progetto presentato dall’OADI.
l Il restante 50% dovrà essere finanziato direttamente dai partecipanti
all’OADI stessa.
Finanziamenti a supporto:
l Il Comune, procederà on le iniziative, legate al centro storico, già
calendarizzate e ormai divenute un’attrattiva per il pubblico.
costi:
visto la durata pluriennale e la natura ancora non ben definita dei vari interventi che si
andranno a predisporre all’interno del territorio, non è possibile fare una stima o una
previsione dei costi.
Fattibilità:
Non si prevedono comunque costi elevati. Gli stessi potranno essere rivolti alla
realizzazione di campagne di comunicazione (immagine coordinata, realizzazioni grafiche,
relazioni con uffici stampa, radio, canali di distribuzione, …).
Costi vivi di organizzazione di specifiche iniziative quali (animazione per bambini,
spettacoli, sfilate di moda, concerti, mercatini ecc.)
cronoprogramma di lavoro:
La tempistica è comunque a lungo raggio. Si inizierà con la creazione della stessa OADI
entro l’estate 2010. Poi si necessiterà di un periodo di rodaggio, in cui dovranno avvenire
i contatti con le amministrazioni Comunale e Regionale e si dovranno calendarizzare una
serie di riunioni operative.
Si prevede di dover attendere almeno un paio di anni per cominciare a vedere i risultati.
Fine prima parte, che potremmo chiamare sperimentale, alla fine del 2012.

104
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

PRoGETTo n. 3
Titolo:
Il credito alle imprese commerciali

misure e strumenti a
Linea 2
sostegno del terziario

sottotitolo:
Il progetto presenta strumenti a sostegno delle imprese commerciali mediante misure di
finanziamento diretto garantito da Confidi. Sono previste inoltre misure per il
rafforzamento delle strutture di garanzia per agevolare l’accesso al credito delle imprese
del terziario.
soggetti proponenti:
Ascom, Confesercenti
Descrizione del progetto:
Il tema dell’accesso al credito è diventato negli ultimi tempi sempre più sentito, soprattutto
per via della congiuntura economica non propriamente favorevole. Per consentire alle
imprese di usufruire di strumenti in grado di rilanciare il settore sono state ipotizzate due
linee di intervento. La prima consiste in contributi in conto interessi per le imprese che
effettuano investimenti mediante l’assistenza di consorzi di garanzia fidi.
La seconda punta invece al miglioramento qualitativo e al rafforzamento del ruolo dei
Confidi, al fine di fornire un importante stimolo per la crescita del settore.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso: fornire strumenti finanziari a sostegno degli
investimenti per le imprese del settore terziario al fine di migliorare, in tempi accettabili,
la situazione congiunturale e di rafforzare contestualmente la solidità delle imprese stesse.
obiettivi specifici:
Creare azioni locali a sostegno delle imprese per favorirne la ripresa economica ed il
consolidamento sul mercato, riducendo il grado di mortalità delle stesse registrato negli
ultimi anni.
Attività:
La prima azione proposta riguarda incentivi diretti agli investimenti delle imprese.
I Beneficiari sono microimprese commerciali aventi sede nel comune di Alessandria ed
esercitanti:
la vendita al dettaglio, così come definita all’art. 4, c. 1, lett. b) e all’art. 27, c. 1, lett. a) del
Decreto Legislativo 31/3/98, n. 114
Sono ricomprese nell’agevolazione anche le seguenti attività:
a) le farmacie purché l’attività non sia rivolta, esclusivamente, a prodotti farmaceutici,
specialità medicinali, dispositivi medici e presidi medico-chirurgici;
b) le rivendite di generi di monopolio purché l’attività di vendita non sia rivolta,
esclusivamente, ai generi di monopolio di cui alla L. 22/12/57 n. 1293 e s.m. e al
relativo regolamento di esecuzione, approvato con D.P.R. 14/10/58 n. 1074 e s.m. e/o
alle attività riguardanti le lotterie e le scommesse;
c) gli artigiani iscritti nell’albo di cui all’art. 23 della L.R. 14/01/2009, n. 1 recante
105
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

“Testo unico in materia di artigianato”.


Rientrano esclusivamente gli esercizi di “vicinato”, così come definiti dall’art. 4, c. 1, lett.
d) del D.Lgs. n. 114/98 e dall’art. 5, c. 10 della D.C.R. 29/10/99, n. 563-13414 e s.i., ubicati
nel Comune di Alessandria (quindi con superficie non superiore a 250 mq).
l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, così come disciplinata
dalla L.R. n. 38 del 29/12/2006;
la rivendita di giornali e riviste, così come disciplinata dal D.Lgs. 24/4/2001, n. 170 e
s.m.i.;
l’attività di produzione, organizzazione e intermediazione di viaggi, così come disciplinata
dalla L.R. 30/3/88, n. 15.
Interventi ammissibili:
n esecuzione di interventi di carattere edilizio volti al restauro, alla
ristrutturazione, all’ampliamento delle unità locali, nonché interventi di
miglioramento di strutture ed attrezzature per favorire l’accesso ai disabili, di
miglioramento della sicurezza sul lavoro e di prevenzione dei rischi; sono
comprese le spese di progettazione, direzione lavori, oneri concessori e
collaudi di legge
n acquisto di impianti, attrezzature, arredi nuovi e funzionali all’attività
n Frequentazione di corsi di aggiornamento professionale
n necessità di circolante
n acquisto di software e relative licenze d’uso
n costi derivanti da garanzie prestate da organismi collettivi di garanzia fidi
tipologia delle agevolazioni
Il Fondo opera attraverso la concessione di contributi in conto interessi collegati ad un
finanziamento di max 50.000 € assistito da garanzia di un Confidi, erogati con i seguenti
criteri:
m contributo pari all’80% degli interessi sul finanziamento ammissibile ed
effettivamente erogato
m contributo in conto interessi elevato al 90% per neo imprese costituite da
donne o da giovani fino ai trent’anni
m ulteriore contributo in conto capitale pari al 10% del finanziamento
ritenuto ammissibile
Il finanziamento potrà avere un piano di ammortamento di massimo 60 mesi.
La seconda azione riguarda la creazione di contributi per il consolidamento di fondi di
garanzia dei Confidi in relazione ad investimenti circoscritti all’area del comune di
Alessandria.
La dotazione finanziaria è di seguito indicata. Due le misure previste:
1. misura 1 è rivolta ai Confidi che presentano richiesta per il potenziamento del sistema
del credito alle Pmi commerciali. La misura consiste nell’erogazione di contributi per il
rafforzamento del fondo rischi per il finanziamento delle iniziative legate
all’azione 1.
2. misura 2 è destinata ai Confidi che abbiano incrementato la loro operatività in relazione
ai dati rilevati dal bilancio (fino al 40% in proporzione al numero di nuove imprese, fino
al 30% in proporzione all´incremento dei finanziamenti concessi nell’anno in corso
rispetto all’anno precedente; fino al 30% proporzionalmente all´incremento delle garanzie
rilasciate nell’anno i corso rispetto all’anno precedente).
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Fondi pubblici e bancari
Specifici per gli interventi

106
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Azione 1- Dotazione finanziaria: 75.000/100.000 € annui


Azione 2 - Misura 1 50.000 annui - Misura 2 50.000 annui
costi:
Costi di investimento:
I costi sono quantificabili in 150.000 – 250.000 Euro
Costi di gestione:
I costi di gestione sono a carico dei consorzi fidi
Fattibilità:
Non risultano particolari problemi di fattibilità
cronoprogramma di lavoro:
Le azioni possono essere oggetto di rifinanziamento annuale con l’emanazione di appositi
bandi.

107
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

PRoGETTo n. 4
Titolo:
Il Town centre management

Linea 1 La città dell’accoglienza

sottotitolo:
Il progetto evidenzia l’opportunità legata alla creazione di una “cabina di regia” che si
occupi del rilancio della città capoluogo, con azioni di marketing territoriale, ricerca
investitori, pianificazione degli insediamenti.
soggetti proponenti:
Ascom, Confesercenti
Descrizione del progetto:
Il progressivo sviluppo delle grandi superfici di vendita e dei centri commerciali
extraurbani ha gradualmente ridotto la capacità di attrazione del commercio nel centro
storico.
In seguito ai profondi mutamenti sociali degli ultimi decenni, il commercio localizzato nei
centri storici non gode più di quella condizione di privilegio che lo contraddistingueva
storicamente. Gli “spazi di acquisto alternativi” si sono imposti nelle aree periferiche ed
extraurbane, drenando i flussi dei consumatori dalle aree centrali, soggette ad una
consistente perdita di mercato. Questo fenomeno ha, negli anni, evidenziato una serie di
“disfunzioni” della rete commerciale cittadina accentuando alcune problematiche finora
rimaste sopite.
Poca attenzione è stata sino ad oggi dedicata al tema della mancanza di una“regia” per la
valorizzazione di questa area e della sua imprenditorialità.
Affinché i centri storici riacquistino potere attrattivo non solo nei confronti dei
consumatori, ma anche dell’intera collettività, una possibile soluzione è quella
dell’elaborazione di una strategia competitiva, contrapposta a quella delle strutture
periferiche, per la cui definizione è necessario avviare un processo di cooperazione fra i
soggetti che, operandovi a vario titolo, sono interessati al miglioramento della competitività
e della qualità del centro storico.
Mentre nei centri commerciali integrati esiste un unico soggetto coordina la struttura,
gestendo il mix dell’offerta merceologica, pianificando le politiche di marketing, curando
tutti i servizi collaterali da offrire ai consumatori con l’obiettivo comune dell’incremento
delle vendite, nei centri storici si registra una situazione molto più complicata, a partire dai
soggetti coinvolti, spesso microimprese comunque non collegate tra loro e pertanto con
potere decisionale autonomo, indipendente e, per forza di cose, non omogeneo.
Lo strumento del Town Centre Management, che ha avuto molte positive esperienze
soprattutto nel mondo anglosassone, può costituire l’elemento di rilancio del centro storico
e delle aree che gravitano attorno a questa zona di città.
Gli obiettivi di fondo delle iniziative di Town Centre Management sono sostanzialmente
quattro:
1. favorire le attività di marketing e le iniziative promozionali che, con l’obiettivo del
miglioramento dell’immagine complessiva, giungano a rafforzare l’attrattività del centro
storico come luogo piacevole da visitare e da frequentare;
2. valorizzare l’area del centro storico come patrimonio per i residenti, per gli operatori
108
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

privati e per i turisti;


3. migliorare l’offerta complessiva dei servizi del centro storico;
4. valorizzare gli sforzi dell’amministrazione pubblica, degli operatori privati e della
comunità locale attraverso un utilizzo più efficiente delle risorse e un approccio
cooperativo alla soluzione dei problemi dell’area.
La realizzazione di un Town Centre Management risulta essere lo strumento naturale che
scaturisce da una valutazione di Piano Strategico, in quanto il TCM ha il compito di
definire gli obiettivi specifici fissati proprio dal Piano e di mettere in atto tutte le azioni
necessarie per realizzarlo operativamente.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso: dare una visione strategica alle diverse attività
promozionali e di marketing sviluppate per il centro storico consentendo l’aggregazione
risorse pubbliche e private.
obiettivi specifici:
m Creare azioni di marketing commerciale per le aziende ubicate nel centro
storico, per ottenere un miglioramento della performance commerciale dei
punti vendita grazie ad una maggiore attrattività
m Migliorare e implementare nel centro storico il sistema integrato di servizi
che possono essere fruiti dai residenti, dalla clientela, dai turisti
m Salvaguardare il valore patrimoniale degli immobili del centro storico
m valorizzare gli sforzi dell’amministrazione pubblica, degli operatori privati
e della comunità locale attraverso un utilizzo più efficiente delle risorse e un
approccio cooperativo alla soluzione dei problemi dell’area.
m Attirare investitori
Attività:
Un’efficace azione di coordinamento del Town Centre Management può essere realizzata
con le seguenti attività (investimenti):
- L’analisi della domanda;
- L’analisi dell’offerta;
- L’analisi del contesto urbanistico;
- L’analisi dell’accessibilità viabile;
- Realizzazione di azioni di marketing strategico;
I soggetti coinvolti nel TCM potrebbero essere:
l soggetti pubblici: Comune, Provincia, Camera di commercio, altri
soggetti pubblici;
l soggetti privati;
l imprese commerciali, della ristorazione, dell’entertainment (cinema, teatri,
sale giochi, ecc.);
l società immobiliari;
l banche, assicurazioni, società finanziarie, ecc.
l associazioni di categoria dei commercianti, degli artigiani, degli operatori
turistici, ecc.
Fondamentale diventa il ruolo dei diversi “ stakeholders” privati nella predisposizione
delle linee-guida del piano di intervento previsto per il centro urbano.
Nella prima fase di realizzazione del progetto sul TCM tendenzialmente il piano di
intervento dovrebbe essere predisposto e coordinato dal Comune, sentiti gli altri soggetti
istituzionali e/o privati. La partecipazione dei soggetti privati alla fase di prima
realizzazione dell’iniziativa di TCM si limita ad apportare un aiuto di competenze.

109
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Risorse, strumenti e forme di finanziamento:


Fondi pubblici e bancari.
costi:
I costi in questa fase possono essere indicativamente quantificati in € 500.000.
Fattibilità:
Le principali condizioni di fattibilità sono
l la redazione di un piano industriale
l la individuazione della figura manageriale da reperire all’interno dell’Ente
pubblico o nel privato
cronoprogramma di lavoro:
Le azioni possono essere oggetto di programmazione triennale.

110
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

PRoGETTo n. 5
Titolo:
creaTurismo Alessandria

Linea 1 La città dell’accoglienza

sottotitolo:
Progetto di Consulenza-Aggiornamento-Formazione-Creazione d’Impresa per il Turismo
Alessandrino
soggetti proponenti:
Dipartimento di Ricerca Sociale dell’Università del Piemonte Orientale
LaST-Laboratorio Sviluppo e Territorio (spin-off dell’Università del Piemonte Orientale)
Descrizione:
Le trasformazioni avvenute negli ultimi decenni nel settore della produzione di beni e
servizi hanno accresciuto in misura eccezionale l’importanza della conoscenza come
fattore produttivo. Da qui discende la necessità di potenziare, in funzione della crescita
economica, i settori in cui si produce e si trasmette la conoscenza (ricerca e formazione)
e il loro legame con il mondo economico.
Ricerca e formazione possono, in particolare , contribuire alla crescita economica nel
settore del turismo, dove, più che in altri settori, il profitto di impresa si deve coniugare
con aspetti ancora poco approfonditi quali la sostenibilità economica-sociale-ambientale
e il consenso attivo degli attori locali.
Il settore del turismo, come più in generale l’economia nel suo complesso, sta vivendo
una profonda trasformazione. Le ragioni di tale trasformazione sono da ricercare
nell’innalzamento dei livelli di reddito e di istruzione dei consumatori-turisti, nelle
modifiche dei loro gusti e dei loro stili di vita, nelle innovazioni della tecnologia dei
trasporti, nella crescita della disponibilità di reddito di più ampie fasce di popolazione nei
paesi economicamente emergenti.
Per affrontare la nuova fase, nella quale si intensifica la concorrenza tra mete turistiche,
occorrono InVEsTImEnTI, PRomozIonE, cooRDInAmEnTo E FoRmAzIonE. Ciò è
particolarmente vero in Piemonte dove, accanto a punti di eccellenza, sono presenti
carenze diffuse nel settore turistico (dal trasporto alle strutture ricettive, dai pacchetti di
incoming alla cultura dell’accoglienza). Inoltre, la promozione delle mete e degli eventi
turistici è svolta da una miriade di attori, in genere di dimensione medio-piccola, impegnati
in iniziative sovente formulate in un’ottica campanilistica, condotte in maniera
autoreferenziale e conflittuali tra di loro.
Finalità generali
Sviluppo locale attraverso la creazione di nuovi imprese e l’irrobustimento di quelle già
operanti nel settore turistico inteso in senso ampio: ricettivo, ristorazione, guide, servizi
al turista, ecc.
obiettivi specifici
Il progetto si propone sia di formare nuovi operatori del settore turistico, sia di far crescere
imprenditori già esistenti, sia di fornire a operatori pubblici gli strumenti per diffondere
un approccio al settore del turismo che sia teoricamente avvertito (si pensi all’emergere di

111
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

nuovi settori come ad esempio il bike e il wedding, oppure alle modifiche nelle preferenze
dei turisti in direzione del wellness e del leisure elsewhere), e che sia al contempo attrezzato
dal punto di vista delle pratiche (si pensi, ad esempio, alle opportunità legate alla
partecipazione ai bandi europei e regionali con proposte innovative).
In tal modo arrivare a:
- aumentare la consapevolezza degli operatori del settore della rilevanza del
settore turistico (inteso in senso ampio, includendo oltre alla ricettività e alla
ristorazione, le strutture culturali e per il tempi libero, i servizi al turista, ecc.)
per l’alessandrino;
- produrre ricadute economiche positive in termini di afflusso di visitatori e
di commercializzazione dei prodotti tipici locali.
Attività
Il progetto prevede le seguenti attività:
n attività di individuazione dei punti di forza del turismo alessandrino,
n attività di creazione d’impresa con soggetti intenzionati ad iniziare l’attività
nel settore turistico (inteso in senso ampio),
n attività di animazione-formazione-aggiornamento-consulenza degli
operatori già esistenti
Risultati
Diffusione di una cultura dell’accoglienza (attenta cioè alla segmentazione del mercato, al
ruolo degli eventi, alla sinergia tra operatori privati e pubblici e degli operatori privati tra
di loro) aderente alle specificità turistiche locali (attente cioè alla valorizzazione delle risorse
culturali, artistiche, enogastronomiche, naturalistiche presenti sul territorio alessandrino)
attraverso la creazione di impresa e l’accompagnamento nell’upgrading delle imprese
esistenti.
Risorse, strumenti, fonti finanziarie
L’attività potrà in ipotesi essere sostenuta con risorse variabili derivanti dai seguenti
soggetti:
capitale Privato
Fondazione C.R. Alessandria
Confcommercio Alessandria
Confesercenti Alessandria
Altri
capitale pubblico
Università
Comune
CCIAA
Provincia
Regione

cronologia
Fase 1: Analisi dei punti di forza dell’offerta turistica alessandrina;
Fase 2: Individuazioni delle azioni di creazione di impresa nel settore turistico inteso in
senso ampio,
Fase 3: Individuazione delle azioni di consulenza-animazione-formazione-aggiornamento
rivolte alle imprese già operanti nel settore turistico alessandrino,
Fase 4: Attività di monitoraggio e valutazione delle attività di cui ai punti 1-2-3.

112
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

costi:
Costo complessivo: 35.000 Euro
Costo della prima fase: 7.500 Euro
Costo della seconda fase: 10.000 Euro
Costo della terza fase: 10.000 Euro
Costo della quarta fase: 7.500 Euro
Fattibilità:
Individuazione delle risorse umane necessarie.
cronoprogramma:
mese

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Fase 1

Fase 2

Fase 3

Fase 4

113
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

PRoGETTo n. 6
Titolo:
Alessandria, Gusta e Gira

Linea 1 La città dell’accoglienza

sottotitolo:
Progetto per la creazione di un “pacchetto” di prodotti enogastronomici tipici locali in
chiave turistica
soggetti proponenti:
Dipartimento di Ricerca Sociale dell’Università del Piemonte Orientale
LaST-Laboratorio Sviluppo e Territorio (spin-off dell’Università del Piemonte Orientale)
Descrizione:
La proposta progettuale che avanziamo si basa su alcuni punti ormai “fermi” nelle pratiche
di valorizzazione dei prodotti tipici locali e del turismo.
In primo luogo, è noto come negli ultimi anni il settore turistico abbia sperimentato una
crescita sempre più consistente andando ad occupare un posto non marginale in molti
territori. La rilevanza del settore si sovrappone ad ampie trasformazioni di ordine sociale,
fra le quali l’aumento del tempo libero a disposizione degli individui nella società
postindustriale, o l’affermarsi di nuove forme di leasure legate per esempio al settore
enogastronomico, culturale e naturalistico.
Molti luoghi tradizionalmente esclusi dai circuiti turistici scoprono vocazioni inaspettate
legate al fitness, al wellness, al gusto, all’arte, alla terza età, al turismo.
Alla luce dei punti precedenti, appare evidente come l’attrattività turistico di un luogo non
sia semplicemente una risorsa data, ma al contrario sia sempre più un prodotto costruito
socialmente attraverso la sovrapposizione di politiche di valorizzazione, elementi del
patrimonio culturale e naturale, specificità locali. La capacità attrattiva di un territorio non
risiede soltanto nelle caratteristiche intrinseche del suo patrimonio artistico, culturale,
ambientale, ma anche nelle modalità in cui sono combinati, valorizzati, percepiti e “offerti”
al potenziale turista. Questa constatazione non deve indurre a un irreale “relativismo
turistico”, secondo il quale ogni oggetto può essere valorizzato e trasformato in attrazione
turistica, ma sottolinea l’importanza delle politiche di sviluppo nel creare un luogo turistico.
Finalità generali
Sviluppo locale attraverso iniziative rivolte ai produttori ti prodotti tipici locali
enogastronomici e alle strutture ricettive turistiche
obiettivi specifici
Il progetto che proponiamo risulta perseguire, in via prioritaria, i seguenti obiettivi:
m valorizzare i prodotti gastronomici tipici locali alessandrini in chiave di
sviluppo turistico attraverso la creazione di un “paniere” di prodotti;
m Potenziare le sinergie tra il “paniere” e le diversi “reti” del sistema turistico
alessandrino già operanti - si pensi alle reti legate all’enogastronomia, ai
percorsi sportivi, al circuito dei castelli, ai percorsi religiosi, ai percorsi
naturalistici;
m Aumentare la consapevolezza degli operatori del settore della rilevanza

114
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

del settore turistico per l’alessandrino;


m Produrre ricadute economiche positive in termini di afflusso di visitatori
e di commercializzazione dei prodotti gastronomici tipici locali.
Attività
Il progetto prevede se seguenti attività:
n Predisposizione di un “paniere” di prodotti tipici locali enogastronomici.
n “Aggancio” del “paniere” a un “ventaglio” di itinerari sul tema della
gastronomia, natura, cultura, sport, benessere.
n Comunicazione e promozione del paniere e del “ventaglio” di itinerari
n Predisposizione di un piano di monitoraggio
Risultati
Creazione di un “paniere” di prodotti tipici locali enogastronomici sfruttabile in chiave
turistica
Risorse, strumenti, fonti finanziarie
L’attività potrà in ipotesi essere sostenuta con risorse variabili derivanti dai seguenti
soggetti:
capitale Privato
Fondazione C.R. Alessandria
Confcommercio Alessandria
Confesercenti Alessandria
Altri
capitale pubblico
Università
Comune
CCIAA
Provincia
Regione

cronologia
Fase 1. Predisposizione di un paniere di prodotti tipici.
1) Analisi dell’offerta enogastronomica alessandrina
2) Individuazioni dei requisiti necessari ai diversi prodotti per essere inseriti
nel paniere
3) Realizzazione di alcuni focus group con i potenziali produttori da inserire
nel paniere;
4) Predisposizione di un’indagine qualitativa finalizzata a individuare le
aspettative sia della cittadinanza sia degli operatori economici in relazione al
progetto
5) Presa di contatto con i produttori di prodotti tipici locali che rispondano
ai requisiti del progetto (attenzione alla qualità del prodotto, al legame con le
radizioni, ai saperi del territorio, ecc.)
6) Redazione di un protocollo per l’utilizzo del marchio dei prodotti tipici
alessandrini
7) Registrazione del marchio
Fase 2. “Aggancio” del “paniere” a un “ventaglio” di itinerari sul tema della gastronomia,
natura, cultura, sport, benessere. Obiettivo di questa fase è di individuare e organizzare sul
territorio del Piano Strategico (ed eventualmente ad aree ad esso limitrofe) una serie di
itinerari, attraverso le seguenti azioni:

115
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

1) Individuazione di un ventaglio di prodotti tipici sul territorio


dell’alessandrino caratteristici della storia eno-gastronomica dell’area (de.co.
cittadine e prodotti tipici sia cittadini sia del territorio circostante)
2) Individuazione di alcuni siti di interesse culturale (es. la Cittadella, castelli,
cascine storiche, centri storici, antiche botteghe, etc.), individuazione di
itinerari di vario tipo (dalla cultura all’archeologia industriale,
dall’enogastronomia al leisure, ecc.)
3) Presa di contatto con le associazioni culturali, non profit, e pro loco che
presiedono alla cura dei siti di cui al punto 2
4) Presa di contatto con le strutture ricettive che rispondano ai requisiti del
progetto (attenzione alla qualità del prodotto, al legame con le tradizioni, ai
saperi del territorio, ecc.)
5) Realizzazione di incontri/corsi di animazione, formazione, aggiornamento
per gli operatori inseriti nel progetto, finalizzati a diffondere la cultura
dell’ospitalità
Fase 3. Comunicazione e promozione del paniere e della “rete” degli itinerari
1) Predisposizione di materiale informativo e comunicativo
2) Allestimento di eventi e manifestazioni per la presentazione e promozione
del paniere e della “rete” degli itinerari alla cittadinanza.
Fase 4. Predisposizione di un piano di monitoraggio
1) Analisi, predisposizione e realizzazione di un sistema di monitoraggio in
grado di valutare le ricadute del progetto sul territorio sia in termini di arrivi
(numero di turisti) e presenze (numero di pernottamenti) turistiche di visitatori
che di ritorno economico (soldi spesi dai turisti).
costi:
Costo complessivo: 50.000 Euro
Costo della prima fase: 10.000 Euro
Costo della seconda fase: 15.000 Euro
Costo della terza fase: 15.000 Euro
Costo della quarta fase: 10.000 Euro
Fattibilità:
Individuazione delle risorse umane necessarie
cronoprogramma:
mese
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Fase 1

Fase 2

Fase 3

Fase 4

116
ASSE II - Sviluppo urbano
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

118
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ASSE II - I contEnutI progEttuAlI


Il secondo Asse del Piano Strategico è quello di Sviluppo Urbano. Lo Sviluppo Urbano
ha ovviamente molte accezioni, ma nel nostro piano si è deciso di dividere le molteplici
questioni territoriali in 3 grandi tematiche, afferenti ai tre tavoli di lavoro dell’Asse. Sul
primo tavolo, denominato Organizzazione del territorio, si sono affrontate le questioni
inerenti gli spazi, i modelli di sviluppo, gli insediamenti, le reti in genere. Sul secondo
tavolo, denominato Trasporti e mobilità, si sono affrontate le problematiche di circolazione
viaria e di correlata sicurezza. Sul terzo, denominato Sviluppo sostenibile, si sono
esaminate le molteplici problematiche dello sviluppo compatibile con l’ambiente ed i
fattori di innovazione in senso energetico.
organizzazione del territorio
Quanto al primo tavolo di lavoro dell’Asse, si sono immaginati progetti finalizzati ad
occupare in senso razionale gli spazi e le opportunità locali. Il primo esempio è la scheda
progetto “Technology Center”, di iniziativa del Politecnico di Torino, progetto che si
pone come obiettivo la creazione di un centro integrato di servizi per le imprese ed il
territorio, avente lo scopo di creare una connessione stretta tra ricerca applicata, alta
formazione e servizi al tessuto industriale; in tal senso, la scheda ha una chiara connessione
con i temi della conoscenza (di cui all’Asse 3) e della integrazione tra mondo della ricerca
e mondo della produzione (di cui all’Asse 1).
In tema di contenitori, l’organizzazione del Territorio ha individuato l’opportunità di
realizzare in Alessandria uno spazio fisico in grado di costruire un sistema di ricettività
adatto ad una qualificata apertura internazionale; è questa la ratio del progetto “Argini
della Cultura”, che si pone come obbiettivo la creazione di un centro integrato di servizi
per la convegnistica e per la realizzazione di eventi di rilevanza internazionale creando
una rete tra contenitori già esistenti e nuovi contenitori da realizzare all’interno della
Cittadella di Alessandria. Il progetto è risultato di un lavoro congiunto di Politecnico di
Torino ed Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria.
Certamente il tema della logistica è uno dei più rilevanti e veramente strategici aspetti di
sviluppo della città; anche il titolo della scheda, “Alessandria logistica”, di iniziativa
congiunta della Provincia e del Comune di Alessandria, al di là della dimensione economica
del correlato investimento, rappresenta una precisa scelta nella vocazione del territorio, con
un progetto che si pone come obbiettivo la realizzazione del polo logistico integrato di
Alessandria.
Sul tema ad esso collegato il Comune di Alessandria, congiuntamente con proprie
partecipate, propone il progetto “Area per Insediamenti Produttivi in San Michele”, con
il quale si immagina che potrà essere attivata una nuova area per insediamenti produttivi,
con ulteriore intervento di trasformazione del territorio alessandrino.
All’altro lato della città, ancora il Comune ha proposto il progetto “Piano degli
Insediamenti Produttivi P.I.P. area n.7 in Spinetta Marengo”; in tale disegno, le aree rese
disponibili per la nuova edificazione saranno destinate a insediamenti di strutture e
impianti industriali e artigianali, nuove infrastrutture, attrezzature e servizi tecnologici e
sociali, servizi di interesse generale, edifici ed impianti connessi alle reti di distribuzione
di servizi tecnologici, di carattere pubblico e di pubblico interesse, depositi, ed usi
complementari.
Certamente, in tema di progetti strategici per l’Organizzazione del territorio, va
immaginato il “RECUPERO urbano del complesso immobiliare ex Caserma Leopoldo

119
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

VALFRè”; attraverso nuove destinazioni urbanistiche dell’ex complesso militare, tra cui
l’individuazione di un’area soggetta a Strumento Urbanistico Esecutivo (come da 3^
variante del PRGC adottata nel 2009), l’Amministrazione Comunale può procedere con
un recupero e una riappropriazione di spazi e di contenitori dismessi, particolarmente
significativi per la Città intera. In particolare, il progetto del recupero della Caserma Valfré
è fortemente collegato ad un disegno del centro storico della città che vuole un ruolo
importante per l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, con particolare riferimento
alla realizzazione di un Campus universitario, ed ai correlati immaginati interventi di
urbanizzazione, di viabilità (anche di connessione con il quartiere “Pista”), di
pedonalizzazione e creazione di aree verdi.
Organizzazione del territorio non vuol dire soltanto occupazione razionale di spazi o
connessioni urbane fisiche, ma anche ricerca di soluzioni tecnologicamente avanzate,
soprattutto se si pensa ad un territorio occupato nel prossimo futuro. In tal senso va letto
il progetto “Predisposizione di una rete metropolitana a larga banda per Università,
Comune di Alessandria, Provincia di Alessandria e realtà private”, di iniziativa dell’Ordine
degli Ingegneri della Provincia di Alessandria; tale piano è finalizzato alla progettazione e
realizzazione di una infrastruttura ottica con adeguata copertura geografica e ridondanza
in grado di costituire la base portante di una futura MAN (Metropolitan Area Network),
dotazione infrastrutturale necessaria ad una vision di città che vede - ad esempio - la
conoscenza, la ricerca, la logistica quali fattori di sviluppo.

Uno degli elementi importanti ed essenziali della pianificazione strategica effettuata con
l’approccio bottom up ed in stile relazionale adottato ai tavoli di lavoro del piano di
Alessandria è certamente l’interazione tra i diversi soggetti e la nascita di idee condivise e
nate attorno alle discussioni dei tavoli stessi. Un esempio è il progetto – di iniziativa
dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria – dal titolo “Rete di accoglienza
e supporto agli investimenti produttivi attirati dalle possibilità del retro porto di
Alessandria”. Tale progetto è un esempio di interpretazione innovativa di temi già
sviluppati su altre schede, o su altri tavoli; il piano, che mira alla realizzazione di una rete
di accoglienza e supporto agli investimenti produttivi connessi al “Retroporto di
Alessandria”, tende a creare le condizionali ottimali per l’insediamento di attività
produttive, specialmente considerando le esigenze di operatori non locali.
è proprio l’approccio integrato tipico della pianificazione strategica, e la capacità di questa
di cogliere connessioni e collegamenti tra i diversi soggetti, che ha consentito di completare
l’offerta progettuale collegata ai temi della logistica con un altro progetto innovativo, con
la scheda “Marketing territoriale logistico”, di iniziativa dell’Università degli Studi del
Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. Tale azione intende completare l’offerta
progettuale dedicata alla linea della logistica integrata approvata sul tavolo di lavoro
dell’Organizzazione del Territorio mediante la realizzazione di un portale tematico
dedicato alla logistica ed alla promozione del territorio in tale accezione, attraverso l’offerta
di servizi informativi e di consulenza destinati agli operatori ed agli utenti del settore della
logistica, dell’industria, del commercio e dell’immobiliare.
Altro esempio di interrelazione ed integrazione tra i vari progetti, nata proprio dal dibattito
e dalle differenti competenze degli attori di tavolo, è dato dal naturale completamento
della linea della logistica integrata con l’azione “Scuola di alta formazione in Logistica,
Insediamento Produttivo e Organizzazione di Processo”, di iniziativa congiunta e
concordata tra Politecnico di Torino, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria
e Sital. Tale progetto, che è il naturale complemento delle schede precedenti, e che viene
proposto da diversi attori di tavolo con una scheda integrata e mediata tra le parti, si pone

120
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

come obbiettivo la creazione di un scuola di formazione manageriale da realizzarsi allo


scopo di formare operatori della logistica di alto livello al fine di facilitare l’insediamento
di un polo della logistica che crei valore aggiunto nel territorio del comune di Alessandria.
Una evidente connessione tra i temi dell’organizzazione del territorio ed una visione degli
spazi e delle strutture per l’innovazione è data poi dal progetto “Bici-stazione”, di iniziativa
del Comune di Alessandria. Scopo del progetto è favorire anche l’intermodalità fra mezzi
di trasporto diversi, garantendo un posto sicuro, protetto, funzionale, pratico, accessibile
ed ecocompatibile, in quanto il progetto si inserisce nelle politiche volte a ridurre
l’inquinamento e soprattutto lo spostamento e la concentrazione degli autoveicoli e dei
mezzi a motore.
Nella stessa linea di azione strategica (spazi e strutture per l’innovazione) troviamo poi il
progetto “Realizzazione ecomuseo della terra cruda ed avvio di cantieri pilota per il
recupero delle strutture in terra cruda”, anch’esso volto a concepire nuovi usi ed
occupazioni degli spazi del territorio, di iniziativa del Comune di Alessandria, ma
prevedendo in termini di fattibilità il coinvolgimento della Provincia di Alessandria e del
Comune di Bosco Marengo. Obiettivo è – si legge nella scheda - quello di valorizzare e
salvaguardare il territorio dell’area della Fraschetta attraverso il recupero di un prezioso
patrimonio edilizio caratterizzato da murature in terra cruda, di ridefinire percorsi ciclo-
turistici, pedonali con area di sosta attrezzate, di creare una rete gestionale e di nuova
imprenditoria locale che sia “formata” nel recupero della struttura in terra cruda quale
materiale bio-eco-compatibile.
Organizzazione del territorio significa anche immaginare nuovi contenitori per il rilancio
dello stesso (linea strategica 4); un esempio applicativo in tale linea di azione è data dal
progetto “Città dello sport”, di iniziativa del Comune di Alessandria. Con tale idea si
intende intervenire in un settore, quello sportivo appunto, che vede la città di Alessandria
non investire da parecchi anni, ormai, certamente considerando come attenuante anche
problemi come la congiuntura economica che tende a non destinare risorse nei settori
ritenuti – a torto o ragione, non entriamo nel merito - meno prioritari. Con tale progetto
l’obiettivo è quello di realizzare una “città/cittadella dello sport” dedicata principalmente
ai giovani che intendano avvicinarsi allo sport potendo scegliere tra le più diverse discipline
sportive ad oggi coltivate.
Uno dei progetti probabilmente più innovativi, almeno in termini di concezione, è quello
denominato “Borgo Cittadella – progetto di rinnovamento di un quartiere”, primo
proponente il Comune di Alessandria. Tale progetto muove da un ragionamento del tavolo
piuttosto innovativo sul tema della Cittadella militare di Alessandria: tale bene non è più
visto come un corpo a sé stante, estraneo alla città, ma come un quartiere della città. Tale
tesi, alla base della scheda progetto, muove dalla verità storica, e cioè dal fatto che la
Cittadella sia un elemento proprietario della città, nel senso che molti concittadini la
vedono come una restituzione di un quartiere alla città (diciamo per i non alessandrini
che prima del 1728, lì, vi era un popoloso quartiere, Bergoglio, che, probabilmente, in
quel tempo registrava già un 10-12.000 residenti, di fatto, poi trasferito entro Tanaro). La
riespansione verso la Cittadella che, dopo 200 e più anni di occupazione militare, ritorna
a essere utilizzata per scopi sociali, è alla base del progetto, il cui obiettivo è quello di
trasformare in concreto una parte della città che con il nuovo ponte Meyer e il recupero
della Cittadella diventerà “più vicino” e snodo/fulcro. La scheda/azione prevede un
programma con azioni concrete, un ufficio/laboratorio allargato finalizzato alla
rigenerazione e alla valorizzazione di questa “zona di confine” tra il fiume, le vie di accesso
e transito, la città e il grande “vuoto” della Cittadella.

121
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

La connessione logica tra lo storico quartiere (il già Bergoglio ) e, attraverso il nuovo ponte
Meier, l’altra parte della città, è pensata con esempi concreti di attuazione di interventi
dall’altra parte del fiume. Un esempio si trova nella scheda progetto “Intervento di
riqualificazione di Piazza Santa Maria di Castello”, di iniziativa del Comune di Alessandria.
Tale azione si pone come oggetto la redazione dello studio di fattibilità per la
riqualificazione dell’area con la sistemazione della piazza stessa e la realizzazione di
interventi di edilizia residenziale pubblica mediante recupero di immobili di proprietà
comunale – ex Istituto Sordomuti.
Ancora sul tema della logistica, di certo interessante è il progetto “Analizzare e rinnovare
le reti ferroviarie e gli snodi – interazioni con la logistica”, di iniziativa del Comune di
Alessandria. L’ottica di questo progetto è differente dagli altri presentati, ma a questi
sinergico, in quanto l’ obiettivo è quello di anticipare scelte obbligate collegate alla mobilità
su ferro/rotaia scommettendo ed investendo su una risorsa/vocazione già consolidata
storicamente, integrandola con il sistema del trasporto su gomma e l’attivazione delle aree
logistiche.
L’organizzazione del territorio di una città ha saputo affrontare il tema della
programmazione urbana anche in termini innovativi, ed uscendo dai propri ristretti
confini, con il progetto “Laboratorio e festival dell’architettura di periferia”, il Comune
proponente con Ordine Architetti PPC Provinciale. L’innovatività dell’approccio sta nella
capacità di aprirsi al confronto, in quanto l’ Obiettivo è quello di promuovere una attività
di confronto a livello nazionale (e/o internazionale) sui temi della progettazione
architettonica e urbana delle periferie in generale (delle città, dei sobborghi e/o in ambito
più vasti di intere aree lontane o distaccate da un “centro” o da un asse prioritario). Il
progetto prevede una serie di iniziative che si concretizzano annualmente in un evento
nazionale (e/ointernazionale) che prevede di coinvolgente docenti universitari, ricercatori,
studenti, amministratori pubblici, politici, enti ed associazioni di categoria, imprese edili,
ed altri.
Ancora, si veda sul tavolo dell’Organizzazione del Territorio il progetto dal titolo “Palazzo
dell’Edilizia”, proponenti il Comune di Alessandria proponente con SEAL – Sistema Edile
Alessandria (Scuola Edile – Cassa Edile di Mutualità ed Assistenza – Comitato paritetico
territoriale). Il progetto, che prevede la progettazione e realizzazione di un edificio da
destinare a molteplici funzioni sociali e di formazione professionale, intende realizzare
una struttura di eccellenza nell’ambito della formazione professionale concentrando
funzioni molteplici rivolte in particolare alla sicurezza sul lavoro, e per tale ragione il
progetto è idealmente collegato alla progettazione del tavolo del Lavoro, sull’asse IV del
piano strategico.
In tema di programmazione del territorio un tema interessante ed innovativo, testimone
di un approccio visionario tipico della pianificazione strategica, è quello elaborato nella
scheda / azione dal titolo “Città, paesaggio, immagine”. La scheda è il risultato di un lavoro
congiunto di 3 attori locali, e precisamente i proponenti sono l’Ordine Architetti P.P.C.
della Provincia di Alessandria con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria
e con l’Archivio di Stato. Centro Studi e Archivio del ‘900 in Alessandria e Provincia. Il
progetto evidenzia la necessità di recuperare un patrimonio culturale diffuso del
Novecento che rischia di andare perduto per la mancanza di un centro di raccolta.
L’obiettivo è quello di promuovere una attività di confronto sui temi della progettazione
architettonica, dell’architettura realizzata e del paesaggio nonché della loro comunicazione
o lettura attraverso le diverse espressioni artistiche (pittura, fotografia, etc.). Il progetto è
rivolto alla creazione di una struttura – di qui l’inserimento nella linea dei nuovi contenitori
- che abbia come compito istituzionale la raccolta, la tutela, la conservazione, la

122
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

catalogazione e la consultazione dei materiali afferenti i temi della progettazione


architettonica e della urbanizzazione della città, in tutte le sue forme.
Bisogna a questo punto evidenziare come sul tavolo della Organizzazione del Territorio
si sia sviluppato un lavoro specifico, avente ad oggetto il tema del prodotto “faro” della
città, secondo una definizione sovente usata nella pianificazione strategica. Si tratta del
bene che può essere considerato un simbolo della città stessa; dopo ampia discussione,
avviata sul tavolo della Cultura, e quindi nell’Asse III del Piano Strategico, si è votato
unanimemente da parte di tutti gli attori a favore della identificazione di tale bene nella
Cittadella Militare di Alessandria. Di qui, si è concordemente deciso di avviare un lavoro
inter-tavolo, cioè si è creato un tavolo di lavoro specifico, interdisciplinare, dedicato
esclusivamente a questo tema. Considerando prevalente e prioritario l’esame del
contenitore, prima ancora del possibile contenuto, e cioè l’aspetto urbanistico del bene
stesso, che è prima di tutto uno spazio fisico, si è deciso di sviluppare la progettazione sul
tavolo dell’Organizzazione del Territorio. Va precisato tuttavia che tale tavolo è diventato
subito un tavolo inter-disciplinare, al quale sono stati invitati attori del mondo istituzionale,
finanziario, sociale, economico, culturale, e che ha visto la partecipazione ampia e partecipe
di forze locali rappresentanti del mondo pubblico e privato, come testimoniano i verbali
dei lavori. Le schede progetto che seguono sono quindi inserite nel tavolo
dell’Organizzazione del Territorio, ma vanno considerate come frutto di una
programmazione e di una capacità di proposta ancora più ampia e condivisa, frutto di
una serie di lavori da un lato congiunti e dall’altro specifici dedicati alla tematica della
Cittadella.
Il carattere anche culturale della soluzione immaginata sul tema forse più emblematico
della città, la Cittadella appunto, è testimoniato dal progetto dal titolo “Soluzioni a carattere
culturale per la Cittadella di Alessandria”, proposto dall’Università degli Studi del Piemonte
Orientale. Il progetto si pone come obiettivo la realizzazione di un polo culturale e museale
nella Cittadella di Alessandria nel quadro della creazione di un sito UNESCO.
Un altro progetto, che invece punta non al contenuto, ma al metodo, indicando un
approccio rigoroso e corretto alla tematica, è quello dal titolo “Cittadella e città”.
L’approccio metodologico è invece proposto da un ampio lavoro di progettazione
concordato tra 3 attori locali, e precisamente Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia
di Alessandria, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria, Politecnico di Torino,
che sono i primi proponenti della scheda/azione. Trattasi infatti di azioni strategiche per
il recuparo e la reintegrazione nel tessuto urbano e nella vita cittadine dalla Cittadella. Il
progetto definisce soggetti, strumenti ed azioni per la governance della reintegrazione
della Cittadella nel tessuto cittadino e la promozione dell’uso ordinario di un oggetto
straordinario. Vale la pena rilevare appena come tale progetto ponga in luce una vision del
bene innovativa, e cioè del bene faro della città non come un contenitore chiuso – la
visione museale in genere – ma come un bene aperto, un quartiere della città.
Il rapporto della Cittadella con il fiume non può essere dimenticato; di qui un lavoro
congiunto di Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Alessandria, Ordine degli
Ingegneri della Provincia di Alessandria, e Politecnico di Torino porta al progetto dal titolo
“Waterfront urbano e Cittadella”. Il tema di Alessandria città fluviale è affrontato nella
scheda progetto, che mira alla valorizzazione della città e del suo fiume attraverso interventi
mirati a creare sinergia con i grandi progetti quali il ponte Meier o il recupero della
Cittadella, al fine di definire un lembo di città formalmente e funzionalmente qualificato
ed integrato con il restante tessuto edilizio. Di nuovo, si noti la visioning della Cittadella
non nella logica di bene chiuso, ma aperto ed integrato con la restante parte della città.

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Per collegare un bene faro come la Cittadella agli altri quartieri della città sono necessari
i collegamenti; ecco perché nasce il progetto congiunto proposto da Ordine degli Architetti
P.P.C. della Provincia di Alessandria, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria,
Politecnico di Torino, dal titolo “Metropolitana leggera e Cittadella”. Il progetto propone
lo studio di un sistema di stazioni urbane lungo le tratte ferroviarie esistenti.
L’intermodalità, il recupero urbano di strutture militari dismesse, l’incentivo alla mobilità
sostenibile sono alcuni degli elementi che potrebbe stimolare questa iniziativa attraverso
la realizzazione di un sistema di piccole stazioni ubicate lungo la rete ferroviaria esistente,
integrate da infrastrutture quali parcheggi d’interscambio e piste ciclabili, da un lato, ed il
recupero ed il riuso a livello locale della rete ferroviaria, dall’altro.
Se si è detto, infine, che la soluzione strategica pensata per la Cittadella militare di
Alessandria deve essere un progetto integrato che esamini le grandi pulsioni umane della
mente, della pancia, e del corpo, allora nel grande tema del corpo, del benessere, del tempo
libero e del verde si inserisce un altro progetto, di iniziativa della Provincia di Alessandria,
dal titolo “Parco pubblico in Cittadella”. La scheda / azione prevede La realizzazione di
un parco pubblico nell’area esterna alla cinta muraria della Cittadella militare, con
l’esecuzione di indagini strutturali alle mura stesse. Il progetto si pone come obbiettivo la
realizzazione di un parco a verde di uso pubblico sull’area di proprietà demaniale situata
tra la cinta muraria compresa della Cittadella militare di Alessandria e il confine dell’area
comprendente gran parte dei bastioni.
trasporti e mobilità
Il secondo tavolo di lavoro dell’Asse urbano è quello dei trasporti e della mobilità. Uno
dei fattori positivi della pianificazione strategica è stata quella della capacità di integrazione
tra uffici di diverse amministrazioni e della collaborazione tra Enti sul piano della
programmazione futura. Un esempio è certamente il progetto “Miglioramento del livello
di sicurezza sugli attraversamenti pedonali dislocati nella perimetrazione urbana della
Città”. Il progetto, presentato dalla Provincia di Alessandria e condiviso dal Comune, si
pone come obiettivo la realizzazione di più attraversamenti pedonali, mediante strutture
scatolari dislocate al di sotto del piano viabile, onde favorire l’accesso pedonale alla parte
interna della Città rispetto alle aree di parcheggio perimetrali.
Un esempio emblematico di progetto strategico in chiave di mobilità è il progetto
“Variante in accesso ad Alessandria lungo la Ex ss n°10 Padana Inferiore – I° e II° lotto,
presentato dalla Provincia di Alessandria. è chiara la valenza strategica dell’azione
presentata, in quanto il progetto si pone come obbiettivo la realizzazione di una nuova
strada di accesso alla Città di Alessandria dal territorio a sud del capoluogo di Provincia,
in Variante alla ex S.S. n. 10 “Padana Inferiore”. Il tavolo di lavoro ha costruito una azione
importante sul tema della sicurezza, sia per individuare le attività necessarie ad elevare il
grado di sicurezza della circolazione stradale e ridurne la sinistrosità, sia per individuare
le iniziative di carattere culturale sensibilizzanti il corretto comportamento dei conducenti
e l’incentivazione dell’uso dei velocipedi.
Proprio l’uso di diversi strumenti di locomozione, e l’intervento al tavolo di aziende esperte
nel settore, in particolare Arfea - Aziende Riunite Filovie ed Autolinee, ha consentito la
presentazione di progetti innovativi come ad esempio il progetto “Bici-Bus”, che prevede
in sostanza la figura di un passeggero con bici al seguito o di utilizzare bici “pieghevoli“
in dotazione agli autobus stessi.
Nella stessa direzione, seppure con tematica e soluzioni tecnica diverse, va letto il progetto,
sempre di iniziativa di Arfea – Aziende Riunite Filovie ed Autolinee - dei “Semafori
Intelligenti”, cioè di strumenti che riconoscono gli autobus in arrivo, ma anche altri mezzi
pubblici in servizio di linea e dei mezzi di soccorso/forze dell’ordine, e danno la

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

precedenza, facendo scattare il verde.


Una linea di azione molto importante decisa dal tavolo è stata quella della mobilità e servizi
pubblici di viabilità di interesse generale. In questa chiave di interpretazione va letto il
progetto “Nuove linee di trasporto strategiche”, di iniziativa di ATM e Comune di
Alessandria, che mira a individuare le strategie atte all’estensione delle linee di trasporto
pubblico e all’uso di sistemi alternativi di mobilità sostenibile, come alternativa all’uso di
auto privata negli spostamenti casa/lavoro da parte dei cittadini, ma anche per individuare
nuove linee di trasporto pubblico specifiche di carattere sociale/sanitario verso gli ospedali
ed i laboratori di analisi. A nessuno sfugge infatti la rilevanza strategica della definizione
di priorità di percorsi pensati per una città del domani, riservati ad utenti con esigenze
particolari di tipo sociale o sanitario, fosse anche la semplice – si fa per dire - necessità degli
utenti in età avanzata, per non parlare dei malati.
In tema di mobilità e servizi di viabilità di interesse generale esiste una connessione con i
temi della logistica, nel progetto denominato “Studio di fattibilità per un progetto di City
Logistic”, primo proponente il Dipartimento di Ricerca Sociale – Università del Piemonte
Orientale “A. Avogadro”, che affronta il tema della City logistic per lo snellimento e la
razionalizzazione del traffico commerciale urbano. Il progetto è innovativo per la città di
Alessandria, in quanto si pone l’obiettivo di realizzazione di un magazzino per il
rifornimento delle merci destinate ai negozi del centro urbano e la predisposizione di un
servizio di trasporto commerciale condiviso (van sharing) a basso impatto ambientale.
Vi sono progetti destinati ad intervenire sulla mobilità e sulla viabilità cittadina con
rilevanza strategica, quali il progetto di “Riqualificazione rifunzionalizzazione di Piazza
Garibaldi”, che prevede la progettazione, realizzazione e gestione mediante project
financing di un parcheggio multipiano nel centro storico della città.
Nella stessa chiave di lettura si intende l’altro progetto strategico per la città, sempre di
iniziativa del Comune di Alessandria, cioè il piano di “Riqualificazione e
rifunzionalizzazione di piazza libertà”, che prevede la realizzazione e destione di un
parcheggio sotterraneo in Piazza della Libertà, e la sistemazione e valorizzazione della
piazza stessa.
Particolarmente innovativo per la visioning, ed anche fortemente supportato da ampia
documentazione e bibliografia di genere, è senza dubbio il progetto di iniziativa dell’Ordine
degli Architetti P.P.C. della Provincia di Alessandria dal titolo “Le porte urbane della città”,
che si pone l’obiettivo di interpretare in chiave di architettura moderna il problema di
riqualificazione e riorganizzazione funzionale dei principali accessi urbani della città.
Sviluppo sostenibile
Il terzo tavolo di lavoro dell’Asse urbano è quello dello sviluppo sostenibile. Uno degli
elementi positivi della pianificazione strategica è stata la capacità di collaborazione tra Enti
con competenze sinergiche ed integrate. Un esempio è dato dal progetto “Inquinamento
atmosferico: caratterizzazione degli inquinanti e valutazione della ricaduta al suolo”,
presentato in collaborazione dal dipartimento DISAV dell’ Università degli Studi del
Piemonte Orientale e dall’ Arpa. Il progetto è certamente innovativo, ed è volto ad
affrontare le potenziali problematiche ambientali di alcune zone del territorio con le più
moderne metodologie; infatti il progetto si pone l’obiettivo di ottenere avanzate
valutazione delle emissioni, della loro provenienza e della loro ricaduta al suolo mediante
strumenti modellistici e tecniche di analisi innovative per la caratterizzazione del
particolato.
Proprio la collaborazione tra Enti diversi è uno dei risultati migliori del lavoro di
pianificazione strategica, ed il tavolo dello sviluppo sostenibile, in tale accezione, è forse
125
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

uno dei migliori in assoluto. Altro esempio applicativo in tal senso è il progetto, presentato
congiuntamente da Politecnico di Torino ed Amag, dal titolo “Energia da bio-metano
prodotto da filiera corta”. Tale progetto si inserisce nella tematica della ricerca di soluzioni
tecnologiche innovative in campo energetico per applicazioni empiriche in ambito sociale,
avendo come come scopo principale la valorizzazione delle biomasse presenti sul territorio
per la produzione di bio-metano da utilizzare per l’alimentazione del parco mezzi del
comune di Alessandria e per il riscaldamento di enti pubblici e scuole.
Molti progetti sviluppati sui tavoli di lavoro del piano strategico si sono posti obiettivi di
natura sociale, e di tutela della salute in genere; un esempio applicativo è il progetto del
Dipartimento universitario DISAV dal titolo “Analisi del rischio sanitario: dallo studio del
trasferimento di inquinanti nelle specie vegetali edibili alla valutazione degli effetti
dell’inquinamento atmosferico.” Il progetto si pone come obbiettivo la valutazione del
tasso di bioaccumulo di inquinanti ambientali, quali il cromo, in organismi vegetali, a
seguito di irrigazione con acque contaminate e di deposizione di contaminanti atmosferici;
la soluzione tecnologica è innovativa, e prevede l’ analisi del rischio sanitario derivante dal
consumo alimentare di organismi vegetali potenzialmente contaminati da irrigazione e
ricaduta fumi: valutazione del bioaccumulo in vegetali di rilevanza alimentare e dello stress
ossidativo nei soggetti esposti.
Una linea strategica molto importante è quella della energia, risparmio di materia e gestione
dei rifiuti; in tale linea di intervento va letto il progetto “Ecodiesel”, esempio brillante di
pianificazione strategica con un progetto misto pubblico e privato, presentato
congiuntamente da Politecnico di Torino, Azienda Trasporti e Mobilità spa (ATM spa),
Chemtex Spa. Tale progetto, partendo dall’assunto che i biocombustibili dovranno,
assieme a pochi altri combustibili alternativi, soddisfare il 10 % della domanda al 2020,
prevede lo sviluppo e test su automezzi per il trasporto pubblico urbano di derivati liquidi
da biomasse lignocellulosiche come bioadditivi del diesel per la riduzione delle emissioni
inquinanti.
Nella stessa linea strategica, quella della energia, risparmio di materia e gestione dei rifiuti,
va letto il progetto “Eco-sistema: i rifiuti da problema a risorsa”, di iniziativa del Comune
di Alessandria, che mira a promuovere la cultura della sostenibilità ambientale e ad
incentivare lo sviluppo di comportamenti virtuosi di sistema. Infatti, criterio fondante del
progetto è l’idea di generare nuove opportunità di sviluppo del territorio mediante la
creazione di una filiera del rifiuto che attraverso la collaborazione tra diversi attori
(Università, Politecnico, Collegio Costruttori, Comune, Consorzio rifiuti, A.M.I.U., aziende
private del settore…) permetta ai medesimi di fare sistema e, potenziando le sinergie tra
pubblico e privato, di sostenere la crescita economica.
Ancora in tema di linea strategica di risanamento ambientale di aria, acqua e suolo, si deve
leggere il progetto “Metodologie chimiche e biologiche per la bonifica dei suoli inquinati
da cromo”, primo proponente il Dipartimento DiSAV – Università del Piemonte orientale
“A.Avogadro”. Il progetto è un esempio di pianificazione applicata a problematiche gravi,
concrete e circostanziate nel territorio di riferimento, ed è un esempio di come l’economia
della conoscenza serva al territorio. Nel sito industriale della Fraschetta (un’area del
Comune di Alessandria) si è generato, in seguito a lavorazioni e sintesi di sostanze chimiche
che risalgono ormai a decenni orsono, il problema della presenza di cromati (Cr VI) sia
nel terreno che nelle acque superficiali, con possibili trasmissioni e contaminazioni ai
prodotti agricoli della zona destinati al consumo umano; il progetto del Dipartimento
Universitario DiSAV, mira a fornire dati su modalità e tempi necessari per effettuare la
bonifica di suoli contaminati da metalli pesanti, e all’identificazione del/i sistemi
chimici/biologici da utilizzare.

126
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Nella linea strategica di energia, risparmio di materia e gestione dei rifiuti va letto il
progetto, presentato dal lavoro congiunto di Politecnico di Torino, AMAG, Consorzio
Canale Carlo Alberto, dal titolo “Mini Hydro”. Tale progetto, altro esempio applicativo di
pianificazione strategica congiunta tra Enti ed organizzazioni con diverse competenze, ha
come scopo principale la valorizzazione, la ricerca e sviluppo di tecnologie ad alta
efficienza per la produzione energia elettrica da impianti micro idroelettrici, poco invasivi,
da applicare su piccole portate d’acqua e con piccoli salti; essi si presentano in diverse reti
irrigue presenti sul territorio alessandrino.
In tema di sviluppo sostenibile, un progetto originale in termini di concezione è quello del
“Coordinamento delle normativa per una pianificazione sostenibile”, presentato da
Collegio Costruttori - ANCE Alessandria. La carenza di normative adeguate a livello locale
è geneticamente condizionata da un fattore esogeno in quanto risulta impossibile, a livello
comunale, definire scelte strategiche in assenza di norme primarie e/o regionali; di qui,
l’idea del soggetto proponente il progetto, di creare una proposta complessiva che preveda
l’inserimento di opportune linee guida all’interno degli strumenti di pianificazione
comunale ed esecutivi.
Ancora nella linea strategica dell’ energia, risparmio di materia e gestione dei rifiuti, va
letta l’azione proposta da Amag e Politecnico di Torino, dal titolo “Efficienza energetica
nei servizi a rete”; il progetto si prefigge di ridurre i fabbisogni energetici degli impianti e
dei sistemi di distribuzione e collettamento acque potabili e fogna, tramite la
razionalizzazione della gestione e il ricorso, ove efficace sotto il profilo dei costi, alle fonti
rinnovabili.
Sul Tavolo è stata continua l’attenzione degli Atenei presenti sul territorio e prezioso il
contributo in termini di idee e di progetti. Una prova dell’attenzione dell’Università locale
(Avogadro) in materia di ambiente sta nella linea del risanamento ambientale di acqua,
aria e suolo, in particolare nel progetto “Valutazione del rischio ambientale di suoli ed
acque in aree ad elevata criticità: il problema della Fraschetta”, progetto che si pone come
obbiettivo, la valutazione del rischio ambientale nell’area Fraschetta, utilizzando un
approccio integrato chimico-ecotossicologico-ecologico. Tale progetto, pensato
esplicitamente avendo profonda conoscenza della realtà locale, prevede la valutazione del
rischio ambientale nell’area Fraschetta, applicando un approccio Triad che integra dati
chimici, ecotossicologici ed ecologici su suoli, acque di falda e acque superficiali. Nella
linea strategica dell’ energia, risparmio di materia e gestione dei rifiuti, troviamo invece un
progetto che affronta in modo innovativo il tema della sostenibilità, dal titolo “Sostenibilità
dei sistemi fotovoltaici”. Il progetto, primo proponente il Politecnico di Torino, ha come
scopo principale la valutazione comparativa di diverse soluzioni adottabili in campo
fotovoltaico. In particolare ci si pone come obiettivo quello di effettuare un confronto a
medio e lungo termine, legato alla produttività energetica, tra pannelli fotovoltaici di
differente concezione e tra diverse metodologie di posa e utilizzo.
Una linea strategica particolarmente interessante per lo sviluppo strategico è quella della
pianificazione urbana; in tale ambito, particolarmente interessante è il contributo alla
pianificazione strategica della città di Alessandria fornito nel progetto “Recupero e
Riqualificazione siti degradati e/o relitti rispetto al disegno urbanistico”. Tale azione
strategica, con un progetto ideato dal lavoro congiunto di due ordini professionali, ORGP
(Ordine Regionale dei Geologi del Piemonte) e ODAF (Ordine dei Dottori Agronomi e
dei Dottori Forestali), si pone come obbiettivo il censimento delle aree connotate da
degrado ambientale (Es.: ex cave, siti industriali dismessi, reliquati urbani ed extraurbani,
discariche abusive, etc.) attraverso cartografia e schede illustrative (una per ogni sito
individuato), con lo scopo di ripensare una “riqualificazione” territoriale non

127
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

necessariamente “intensiva”.
Il tema dello sviluppo sostenibile è stato affrontato nella pianificazione strategica della
città con un approccio veramente aperto, multidisciplinare e multisettoriale; prova ne sia
la condivisione degli attori di tavolo di un progetto, le cui tesi sono supportate da ampia
bibliografia, presentato dal Dipartimento di Ricerca Sociale, dal titolo “Il futuro è già qui:
giovani, partecipazione, sostenibilità”. Il progetto mira ad affrontare il tema della
sostenibilità dedicando, come è giusto che sia, attenzione al fatto che la pianificazione
strategica deve essere pensata per le future generazioni, essendo orientata al lungo periodo.
Per questo il progetto ha ad oggetto Pratiche partecipative e protagonismo giovanile per
lo sviluppo urbano sostenibile. Secondo la nota definizione della Commissione Mondiale
per l’ambiente e lo sviluppo (Rapporto Brundtland), è sostenibile uno sviluppo che
soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future
di soddisfare i propri. Si tratta di un concetto di notevole portata innovativa, che mette in
discussione alcuni tradizionali assiomi dell’economia, come la preferenza del presente
rispetto al futuro (si pensi alla celebre frase dell’economista che ebbe a dire “…nel lungo
termine…siamo tutti morti”) o del più rispetto al meno (lo sviluppo non può ridursi a
semplice crescita di produzione e consumo); tale considerazione dimostra come nella
pianificazione strategica della città, che pure era partita da un approccio dichiaratamente
economico (per ragioni casuali dato il background conoscitivo del soggetto proponente
l’idea), si sono dati spazi ad una vera pluralità di voci e di opinioni, e come gli attori di
tavolo si siano veramente integrati cogliendo lo spirito e la finalità positiva della
pianificazione strategica, portando veramente una stagione di arricchimento culturale
reciproco.
Ancora sulla linea strategica dell’energia, risparmio di materia e gestione dei rifiuti il lettore
può trovare un interessante contributo al tema nel progetto “Efficienza energetica degli
edifici (patrimonio edilizio esistente sul territorio del comune di Alessandria)”. Il progetto,
presentato grazie al lavoro congiunto di Collegio Costruttori - ANCE Alessandria (Sezione
Speciale dei Servizi e delle Attività Tecnologiche), prevede l’Analisi della tipologia
costruttiva degli edifici ed individuazione di criteri, azioni e sistemi integrati per l’aumento
dell’efficienza energetica nell’edilizia.
Un’idea lungimirante di ALTECH (Consorzio per le Innovazioni nell’Industria delle
costruzioni), è poi alla base del progetto “Mobilità sostenibile”, che tende alla realizzazione
di un sistema di mobilità sostenibile urbano attraverso l’uso di tecnologie rinnovabili e il
conseguente abbattimento delle emissioni inquinanti. Nella città di Alessandria il tema
delle polveri sottili è stato negli ultimi anni al centro di un dibattito piuttosto vivo; in tale
ambito, lo studio nasce dalla volontà di ridurre drasticamente il rumore e la produzione
di polveri sottili e di inquinanti durante le lavorazioni edili soprattutto svolte nei centri
storici delle città. L’idea progetto mira alla realizzazione di un prototipo di mezzo di
trasporto merci alimentari avente materiali tecnologicamente innovativi che sfruttano
l’energia rinnovabile solare (fotovoltaico).
La lettura dei progetti sviluppati dalla città di Alessandria può dare al lettore una idea del
livello di condivisione, di approccio multilaterale e multidisciplinare alle tematiche, e di
reale condivisione di finalità mediante apporti professionali e tecnici complementari. Si
veda ad esempio l’azione proposta dal combinato disposto del lavoro di Ordine Architetti
P.P.C. Alessandria e di ARPA Alessandria, dal titolo “La pianificazione urbana sostenibile
applicata alla prevenzione delle malattie”. Tale progetto è particolarmente interessante
perché l’ottica di analisi evidenzia una sensibilità particolare mostrata verso tematiche solo
apparentemente lontane dalle logiche urbanistiche in generale. Infatti l’idea alla base di
tale innovativo approccio ruota attorno al concetto di come l’urbanistica sostenibile possa

128
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

intervenire al fine di prevenire e contrastare in ambito di prevenzione delle principali


malattie (oncologiche, pneumologiche, cardiovascolari).
Dimostrazione dell’ampia condivisione dei temi di sviluppo sostenibile, dell’accezione
ampia data al termine e della molteplicità di contributi può essere trovata dal lettore nella
scheda progetto “Elaborazione di un Manuale per la buona pratica paesaggistica”, ideata
dal lavoro congiunto di Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di
Alessandria, Politecnico di Torino, Osservatorio del Paesaggio Alessandrino e Ordine
degli Architetti, Pianificatori Territoriali, Paesaggisti, Conservatori della provincia di
Alessandria. Premesso che in questa sede per “Paesaggio” si intende la definizione
introdotta dalla Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze 20 Ottobre 2000), ossia “Il
paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle
popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro
interrelazioni”, il progetto si pone come obbiettivo principale la redazione di un “manuale
per la buona pratica paesaggistica”, intesa come l’insieme di tipologie costruttive, l’uso di
vegetazione autoctona e naturalizzata, la regimazione delle acque meteoriche, e di quelle
soluzioni tecnico-progettuali che contribuiscono a migliorare la qualità del paesaggio
antropico (agricolo ed urbano).
Il lettore potrà cogliere certamente lo spirito innovativo e concertativo dedicato al dibattito
sui temi dello sviluppo sostenibile nel progetto “V.I.T.A. – Valutazione degli Impatti relativi
all’adozione di nuove Tecnologie Ambientali in ambito urbano”, pensato per la linea
strategica dell’Energia, risparmio di materia e gestione dei rifiuti”, ed ideato da una ampia
collaborazione ed integrazione di differenti soggetti. Il progetto, che ha tra i proponenti
l’ Ordine degli Architetti, Pianificatori Territoriali, Paesaggisti, Conservatori della provincia
di Alessandria ed il Politecnico di Torino, si pone come obiettivo principale la realizzazione
di un FRAME-WORK di riferimento relativo alla definizione degli scenari possibili
derivanti dalla applicazione sul territorio comunale alessandrino della revisione della
Direttiva CE/91/2002 sul rendimento energetico in edilizia (in corso di definizione in
sede di Parlamento e di Consiglio europeo). In conclusione, la molteplicità delle idee
progettuali è testimonianza di un ampio lavoro di concertazione, relazione e condivisione
degli obiettivi strategici e delle modalità di soluzioni immaginabili.

129
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

130
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

tAvolo 1
orgAnIzzAzIonE dEl tErrItorIo

pArtE A - lInEE StrAtEgIchE dI tAvolo

prEmESSA gEnErAlE
Nel corso del dibattito sono emerse diverse problematiche e tematiche complesse,
inscindibilmente collegate con gli altri tavoli proprio per la specificità del tavolo (con
implicazioni e ricadute generalizzate): l’organizzazione del territorio.
Tale denominazione comprende al suo interno una serie di elementi che sono stati
particolare oggetto di discussione: le infrastrutture più o meno articolate, gli spazi fisici e/o
virtuali, i volumi e gli “incubatori” destinati e/o vocati a poli tecnologici, i parchi e le aree
industriali, la logistica in generale, etc....
Sin dall’inizio dei lavori è apparso chiaro che alcuni punti di forza (a seconda della visione
e delle prospettive), così come le opportunità, potevano essere considerate punti di
debolezza e minacce ... e viceversa; la linea di demarcazione si presenta e si delineerà di
difficile identificazione/determinazione senza scelte condivise e forti e programmazioni
incrociate.
è comunque apparso evidente a tutti i partecipanti al tavolo come ogni strategia ma
soprattutto ogni programma e/o progetto, in un campo così vasto e multiforme, sia
impraticabile ed inscindibile da scelte di indirizzo politico-amministrative; ciò a prescindere
da fattori negativi esogeni e incontrollabili.
La città (e il suo territorio con i sobborghi, i due fiumi principali, l’area collinare e quella
di pianura) ha una buona dotazione infrastrutturale in generale pur se l’accessibilità viaria
non è pienamente compiuta (tangenziali, anelli, interconnessioni, ponti sul Tanaro e sul
L’analisi dei puinti Bormida, etc.) e pertanto quest’ultima risulta da integrare ed ammodernare.
Anche a livello ferroviario ci sono degli interventi da realizzare; la favorevole localizzazione
di forza e debolezza quale “snodo” geografico e la presenza di reti infrastrutturali “storiche” ha
presumibilmente ritardato nel tempo interventi di adeguamento e di interconnessione.
Tra i punti di forza vi sono poi: un polo sanitario notevole, un polo universitario “giovane”
ma ormai consolidato, una “vocazione” del territorio allo sviluppo logistico per la
localizzazione della città e per le interazioni con il resto della Provincia, della Regione e
dei territori contermini.
Tra i non pochi punti di debolezza sono emersi: il problema idraulico (con gli interventi
sui fiumi, di salvaguardia, di gestione delle acque in generale) sia sui corsi d’acqua principali
(Tanaro e Bormida) che sul reticolo minore; il problema inerente alla scarsa “attrattività”
della città (mancanza di riconoscibilità sul suo territorio e così via se si amplia l’orizzonte
alla Provincia e ad un’area più estesa), il problema di reti infrastrutturali e sottoservizi da
integrare e da adeguare alle nuove tecnologie e alle nuove sfide mondiali (aziendali,
commerciali, culturali, sociali etc.), la carenza di infrastrutture adeguate alla gestione del
tempo libero e dello sport sia a livello locale che di area vasta e/o nazionale.
Vi sono state conseguentemente delle difficoltà nell’individuare chiaramente le scelte e le
priorità della strumentazione urbanistica sia a livello industriale che commerciale, sanitario,
logistico, etc..
Al tavolo poi è emersa una domanda: un’area abbastanza priva di tensioni sociali rilevanti
e di forti e manifeste vocazioni è un pregio o un difetto?
Gli spunti più interessanti, e le sfide quindi, sono emersi nell’esaminare le possibili
opportunità e le minacce.
Le occasioni da cogliere parrebbero molte ma occorre concertazione e volontà concreta

131
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

di attuazione (e le menzionate volontà politiche “forti”): da quella concreta della redazione


del Nuovo Piano Regolatore di prossimo avvio, alla costruzione di nuove infrastrutture
importanti ed all’avanguardia (il nuovo ponte sul Tanaro della Cittadella, il ponte o i ponti
nuovi sul Bormida, il nuovo ospedale, etc.), al recupero di aree e volumi disnessi (quali la
Cittadella, l’ex caserma Valfrè, il carcere Don Soria se dismesso, l’area aeroportuale agli
Orti, l’ex ospedale militare in centro, l’ex mercato ortofrutticolo, i forti, etc.), alla
valorizzazione logistica della città e del territorio collegato a centri di eccellenza
tecnologica, spazi per incubatori di imprese collegati all’inscindibile sviluppo dei poli
universitari (tecnologico-industriali, culturali d’avanguardia, etc.)
Le opportunità e le Tra le opportunità vi è quella di dare finalmente un “ruolo” alla centralità della città sul
suo territorio, sulla Provincia che sino ad oggi, con i vari Comuni capizona, ha vissuto
minacce separata da Alessandria; attività economiche, sociali e culturali, dovranno essere selezionate
e sviluppate di conseguenza.
L’ambiente collegato allo sviluppo delle tecnologie alternative in campo energetico (e la
città con l’applicazione del fotovoltaico aveva intrapreso una strada in grande anticipo al
resto della nazione poi non “supportata” adeguatamente) e all’attenzione ad eventuali
rischi di dissesto o a fenomeni di inquinamento.
Non ultime, tra le occasioni da costruire, c’è la conformazione pianeggiante di buona
parte del territorio che ben si adatta a “cablature” con applicazioni di nuove tecnologie:
prospettive assolutamente inscindibili per uno sviluppo moderno della logistica, di aree
industriali ed artigianali o commerciali, poli culturali ed economici e/o specializzati,
collegati e solidamente radicati.
Le minacce individuate sono indiscutibilmente collegate al mancato sfruttamento delle
“opportunità”: dal rischio di perdita di centralità della città capoluogo senza adeguati
correttivi, alla perdita dei poli universitari, di nuovi insediamenti e di nuove attività; dovuti
anche a tempi burocratico – istituzionali indefiniti o troppo lunghi, in un mercato e in
una società ormai globalizzati e velocissimi nei cambiamenti.
Così pure la mancata realizzazione o adeguamento dei collegamenti infrastrutturali (ponti,
connessione di poli produttivi-logistici e infrastrutture) è un fattore negativo.
D’altro canto occorre manovrare abilmente nelle scelte e nelle localizzazioni (e qui
appunto ci si collega all’iniziale discorso sull’intreccio delle scelte, di opportunità e minacce
da tenere presente nei vari tavoli) per non creare fattori e contesti ambientali negativi,
collegati a flussi contrastanti tra localizzazioni “specializzate” troppo differenti.
Altro rischio individuato in una provincia e in un territorio che ha visto un lento “morire”
dello sviluppo agricolo è l’attenzione da porre all’uso del suolo, e ad uno sfruttamento
razionale delle aree già disponibili senza procedere ad ulteriori cementificazioni; più valore
allo spazio.
Al termine è stato sintetizzato il tutto in un “box” così definito:
Città con una dotazione infrastrutturale non adeguata al ruolo di capoluogo di Provincia
nonostante un posizionamento invidiabile per la sua collocazione geografica.
Pianificazione di infrastrutture che non tiene adeguatamente conto della centralità della
città e mancanza sostanziale di collegamento alle reti fisiche e tecnologiche di importanza
nazionale. Attuale non completa definizione dei collegamenti infrastrutturali e di quelli
correlati ai contenitori vari già esistenti e/o di nuova implementazione; conseguente non
razionale uso dei contenitori infrastrutturali.

SceLta deLLe Linee Strategiche


Dal dibattito, pur nella difficoltà di identificazione in un campo (area) così vasto ed
interconnesso con gli altri settori e tavoli, e pur con le premesse evidenziate nella relazione
descrittiva generale (tra cui l’importanza di scelte di indirizzo politico-amministrative
“forti” in un campo così vasto e multiforme) sono emerse alcune linee strategiche, che
sono così identificabili:
n la “logistica integrata” (lInEA 1) afferente la creazione di una
“piattaforma” e la localizzazione di sistemi logistici dotati di buona, anzi di
eccellente, infrastrutturazione (anche per poter “competere” con le
132
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

localizzazioni contermine e quelle anche a livello sovra regionale) capaci di


intercettare operatori e linee di transito, collegate fisicamente alla rete dei
trasporti ma anche a quella rete “virtuale”, con tutte le più recenti tecnologie
disponibili, integrate con nuove applicazioni tecnologiche/impiantistiche e
compatibilmente inserite nell’ambiente senza inutili sprechi della risorse
terreno/suolo e/o riducendo ogni ricaduta negativa, dal punto di vista
naturale (ma anche immateriale) sul territorio; muoversi tenendo presente le
esigenze di un traffico/transito delle merci per un’area vasta e non solo
comunale pur avendo presente la necessità di creare punti/piattaforme di
“livello” differente
n gli “spazi e strutture per l’innovazione” (lInEA 2) intesi come
centri/poli/distretti dedicati allo sviluppo, inteso nella più vasta e completa
accezione (da quello tecnologico e scientifico a quello culturale, sociale,
economico, etc…….) dedicati alla ricerca integrata/industria, commercio,
università, scuole, apicoltura, etc…..), allo sviluppo e potenziamento delle
eccellenze più presenti sul territorio; il fine è aumentare la competitività
puntando su conoscenza, innovazione, trasformazione, aggiornamento,
crescita e sviluppo, investimento, etc.
n la “connettività e reti” (lInEA 3) per favorire aggiornamenti,
interazione, comunicazione veloce ed evoluta (tipo reti wireless), con la
creazione di un vero “sistema nervoso” sul corpo territoriale ed economico
tale da rendere la città un fulcro e non solo un polo dal punto di vista
eografico territoriale: Alessandria inserita in un sistema complesso
globalizzato e dinamico. Reti e connettività inscindibilmente collegate alle
altre linee per investimenti e capacità attrattiva e di visione di scelte innovative
integrate
n la linea dei “nuovi contenitori per il rilancio del territorio” (lInEA 4)
che più di tutti si collega con il tema del nuovo Piano Regolatore della Città,
con scelte condivise e corrette valutazioni delle potenzialità della città e del
territorio con tutte le sue attività. Linea che dovrà tenere presente la attuale
frammentazione e dispersione delle iniziative e la mancanza di spazi e/o
volumi strutturati di rilievo (a livello provinciale e regionale e sovra regionale)
per manifestazioni, convegni, eventi di ogni genere, anche turistici.
Contenitori e spazi che dovranno essere presenti in relazione alle aspirazioni
dei Comuni e delle aree limitrofe della più estesa area vasta. Potenziali aree e/o
contenitori che attirino o spingano investimenti, iniziative imprenditoriali
propulsive sino ad oggi mai innescate.

133
Asse II - Sviluppo urbano
tavolo 1 organizzazione del territorio
AnAlISI S.W.o.t.

puntI dI ForzA puntI dI dEBolEzzA


Accessibilità viaria non pienamente compiuta (tangenziale, anelli, interconnessioni,
Area vocata/legata allo sviluppo logistico
attraversamenti, ponti, etc…)
Condizionamento sulle scelte urbanistiche (su aree industriali, logistiche, sanitarie,
Area dotata di buona dotazione infrastrutturale sulla Provincia
commerciali, ecc..) della viabilità
Problema idraulico (con interventi su fiumi, interventi di salvaguardia, gestione acque, etc…
Area priva di tensioni sociali rilevanti
sia su corsi d’acqua principali che su reti minori)
Territorio comunale privo di grandi vincoli allo sviluppo e/o gravi criticità Rete infrastrutturale viaria e ferroviaria buona ma da integrare e ammodernare
Polo sanitario Mancanza di riconoscibilità della città (attrattività)
Presenza di 2 poli universitari Difficoltà di orientare lo strumento urbanistico a priorità e scelte ben definite
Reti infrastrutturali (sottoservizi) da integrare e ammodernare
Carenza di infrastrutture adeguate alla gestione del tempo libero e dello sport
Asse II - Sviluppo urbano
tavolo 1 organizzazione del territorio
AnAlISI S.W.o.t.

opportunItà mInAccE
Piano regolatore (Nuovo) Rischio di perdita di centralità del capoluogo
Zona in gran parte in piana alluvionale privi di gravi rischi di dissesto Connessione non razionale tra il settore socio/produttivo e quello infrastrutturale
Opportunità di “dare un ruolo” alla centralità della città Uso incontrollato e irrazionale del suolo (cementificazione del territorio coltivato)
Valorizzazione delle buone infrastrutture esistenti Mancata realizzazione del secondo ponte sul Bormida
Rischio di perdita di opportunità di nuovi insediamenti e di nuove attività dovuta ai tempi di
Selezione ragionata delle attività economiche e sociali
fund raising delle infrastrutture
Città all’avanguardia in alcune applicazioni delle nuove tecnologie in campo energetico
Impatto ambientale connesso agli effetti della logistica (flussi contrastanti tra localizzazioni)
(fotovoltaico)
Zona di pianura adatta alla cablatura con nuove tecnologie Perdita di poli universitari di eccellenza
Costruzione della strada di collegamento tra scalo smistamento e tangenziale
Valorizzazione logistica della città
Realizzazione nuovo ponte sul Tanaro di alleggerimento traffico e transito
Cittadella patrimonio militare che può dare ricadute non monetarie ma visibilità
Sviluppo di poli universitari di eccellenza
Ospedale (Nuovo)
Spazi per Incubatori di imprese
Centri di eccellenza tecnologica
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse II Sviluppo urbano - tavolo 1 organizzazione del territorio
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE/EFFEttI)

Saldo negativo tra costi riduzione dei fattori di contrazione ricaduta negativa
perdita opportunità di crescita e sviluppo sugli investimenti
e benefici economici, economica di sistema
sviluppo pubblici e privati
ambientali e sociali locale

perdita di competitività su Fuga di risorse ed


ruoli limitati e maggiori innovazione e conoscenza opportunità
negatività
Aumento di Aumento della
riduzione della ricerca e incertezza conflittualità locale
rischi di mancanza di dell’innovazione
integrazioni territoriali dilazione dei tempi
di decisione
Implosione tendenziale
mancato sfruttamento Fuga di cervelli
perdita di ruolo del degli spazi di innovazione
delle opportunità
territorio
logistiche

dotazione infrastrutturale non adeguata al ruolo di capoluogo di provincia nonostante un posizionameno invidiabile
per la sua posizione geografica.
pianificazione di infrastrutture che non tiene adeguatamente conto della centralità della città e mancanza
sostanziale di collegamento alle reti idriche e tecnologiche di importanza nazionale.
Attuale non completa definizione dei collegamenti infrastrutturali e dei correlati ai contenitori vari già esistenti e di
nuova implementazione. conseguente non razionale uso dei contenitori infrastrutturali.

FAttorI ESogEnI

Attività pianificatoria non


Settore che necessita di importanti Settore che necessita di sufficientemente condivisa con
investimenti tempi molto lunghi portatori di interesse locale ed
approccio bottom up

necessità di
carenza di necessità di pinificazione
organizzazione e
risorse in ambito di lungo termine Inerzia strutturale mancanza di
razionalizzazione di
locale coordinata tra soggetti degli strumenti ruolo di
risorse tra enti diversi
diversi tradizionali di governo capoluogo della
del territorio provincia

mancanza di mancanza di tempi amministrativi non


pianificazione e Burocrazia e vincoli
azioni condivise coerenti con tale regionali Inerzia
risorse finanziarie a tra enti diversi impostazione
livello nazionale strutturale della
società
carenza di alessandrina
coordinamento

FAttorI ESogEnI
rischi di dispersione di
iniziative o realizzazione
difficoltà a realizzare Impossibilità di Impossibilità di di infrastrutture non
evoluzione economica sviluppo servizi e ospitare eventi ed riutilizzabili
e sociale nel terziario attività ad alto valore carenza di iniziative di rilevanza
avanzato aggiunto collegamenti nazionale
difficoltà a collegarsi ai
nazionali ed grandi progetti ed eventi
mancanza di internazionali mancanza di nazionali ed
“sistema nervoso” sul contenitori adatti ai internazionali
corpo del territorio “miopia” tecnologica grandi progetti

mancato sviluppo di carenza di sistemi di Assenze di iniziative


reti di dati e comunicazione di rilievo
comunicazioni evoluta Eccessivo
Assenza di spazi campanilismo
attrezzati degrado di contenitori e
limitati nodi volumi esistenti
mancati collegamenti
strutturali

linea 4
linea 1 linea 3

mancanza i spazi strutturati di rilievo di area vasta


piattaforma Inadeguata per manifestazioni, convegni ed eventi vari
mancanza di
non sviluppata infrastrutturazione
spazi strutturati
sotto il profilo per comunicazioni
per innovazione
logistico e reti

mancanza mancanza di
pianificazione meccanismi di
territoriale compensazione
mancanza di mancanza di mancanza di condivisa tra aree limitrofe
visione vocazione mancanza di scete di
logistica storica un distretto di mancanza di
innovazione
integrata uiversitaria ricerca investimenti Scarsa
tecnologica
della città nel settore motivazione
(es. reti Sottovalutazione
wireless) della
de ruolo di
imprenditorialità
capoluogo di
privata ad
provincia
modificate investire nel
esigenzedi area linea 2 non sufficienti campo
vasta per completamenti
traffico merci ed integrazioni
delle reti Frammentazione
infrastrutturali e dispersione mancanza di
delle iniziative spinte propulsive
sui capoluoghi di si grandi progetti
zona

pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA


Asse I Sviluppo urbano - tavolo 1 organizzazione del territorio
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE/EFFEttI)
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

138
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ASSE II SvIluppo urBAno


tavolo 1 organizzazione del territorio

lInEE StrAtEgIchE

linea 1 logistica integrata

linea 2 Spazi e strutture per l’innovazione

linea 3 connetività e reti

nuovi contenitori per il rilancio del


linea 4
territorio

139
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ASSE II SvIluppo urBAno


tavolo 1 organizzazione del territorio

PARTE B – ELENCO DELLE SCHEDE


PROGETTO/AZIONI

1. Technology Centre
2. Gli argini della cultura
3. Alessandria logistica
4. Area per Insediamenti Produttivi in San Michele (a est della
ex S.S. del Monferrato n. 31 e a sud delle Strada della Cerca)
5. Piano degli Insediamenti Produttivi P.I.P. area n.7 in Spinetta
Marengo
6. Recupero urbano del complesso immobiliare ex Caserma
Leopoldo Valfrè di Bonzo
7. Predisposizione di una rete metropolitana a larga banda per
Università, Comune di Alessandria, Provincia di Alessandria e
realtà private
8. Rete di accoglienza e supporto agli investimenti produttivi
attirati dalle possibilità del retro porto di Alessandria
9. Marketing territoriale logistico
10. Scuola di alta formazione in Logistica, Insediamento Produttivo
e Organizzazione di Processo
11. Bicistazione (grande parcheggio multipiano per bici e
motocicli/scooter)
12. Realizzazione “Ecomuseo della terra cruda” e avvio di cantieri
pilota per il recupero delle strutture in terra cruda
13. Città dello Sport
14. Borgo Cittadella – progetto di rinnovamento di un quartiere

140
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

15. Intervento di riqualificazione di Piazza Santa Maria di Castello


16. Analizzare e rinnovare le reti ferroviarie e gli snodi – interazioni
con logistica
17. Laboratorio e festival dell’architettura di periferia
18. Palazzo dell’edilizia
19. Città, paesaggio, immagine
20. Soluzioni a carattere culturale per la Cittadella di Alessandria
21. Cittadella e città
22. Waterfront urbano e Cittadella
23. Metropolitana leggera e Cittadella
24. Parco pubblico in Cittadella

141
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 1
titolo:
technology centre

Spazi e strutture per


linea 2
l’innovazione

Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo la creazione di un centro integrato di servizi per le
imprese ed il territorio, avente lo scopo di creare una connessione stretta tra ricerca
applicata, alta formazione e servizi al tessuto industriale.

Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino.

descrizione del progetto:


Il mondo dell’Università e quello delle imprese non sono, ad oggi, ancora pienamente
integrati. Infatti, mentre l’Università mantiene tuttora un’ impostazione fortemente legata
alla didattica, l’impresa richiede prevalentemente ricerca applicata ed erogazione di
qualificati servizi di consulenza. Ciò genera, molto spesso, l’instaurarsi di un sistema di
scarsa collaborazione tra università ed imprese, in particolare le PMI .
Occorre investire in un progetto complessivo che, intendendo la ricerca come ricerca
applicata al mondo dell’impresa, faccia sviluppare attorno al concetto di “Technology
Centre ”, un nuovo modello di collaborazione. In questa vasta accezione, il progetto deve
avere la massima apertura alle vocazioni imprenditoriali del territorio, sia per quanto
riguarda i settori, sia per quanto riguarda le fasi e dimensioni delle imprese. Per quanto
concerne il primo aspetto, i settori, è necessario intendere la ricerca come multidisciplinare,
attingendo ai bacini formativi e conoscitivi operanti sul territorio e, ove mancassero,
attirando conoscenze e competenze dall’esterno.
Per quanto concerne il secondo aspetto, fasi e dimensioni delle imprese, è necessario che
il Technology Centre dia il suo contributo in tutte le fasi del ciclo di vita di un’azienda, dallo
start up alla maturità sia per le grandi imprese che per le PMI.
L’estrema ampiezza delle problematiche richiede un approccio che consideri in modo
ampio e multidisciplinare le competenze utilizzabili, con riferimento sia all’integrazione dei
temi (ad esempio l’ingegneria e l’ingegneria finanziaria) sia alla visione strategica (si pensi
ad esempio alla vastità delle competenze necessarie in un processo di
internazionalizzazione). Tale approccio consente di creare i presupposti per fornire alle
imprese un supporto concreto in tutti i campi, per porre il comparto produttivo in grado
di competere in chiave di globalizzazione sui tre temi di riconosciuta rilevanza competitiva
dalla Comunità Europea, vale a dire l’elemento finanziario, l’eccellenza tecnologica e
l’approccio internazionale.
Il Technology Centre si muoverà, con forte approccio commerciale, per fornire supporto
sia allo start up sia alle fasi di early stage, sviluppo e maturità di impresa, cioè in tutte le
fasi del ciclo di vita. Da un lato questo consente di operare su un mercato più vasto,
dall’altro di diversificare i rischi, ed infine, ceteris paribus, di valorizzare al meglio le
competenze spendibili dei dipartimenti universitari, che solo in taluni ristretti ambiti
sarebbero vendibili ad imprese in fase di avvio, che di altri centri di competenza pubblici
e privati.

142
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Dal punto di vista delle attività, il Technology Centre diventa così un luogo anche fisico
di attrattività di imprese già esistenti, i fase di realizzazione e di integrazione tra mondo
della conoscenza e mondo della produzione. Non è un caso poi che il progetto preveda
spazi fisici per gli Enti pubblici sostenitori, per la Camera di Commercio, per le stesse
associazioni di categoria imprenditoriale; l’idea è quella di offrire un luogo in cui il sistema
locale offre un pacchetto integrato e coordinato di servizi alle imprese, sulla base di accordi
espliciti, codificati e resi pubblici, in modo trasparente.

Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
1. supportare le fasi di start up e sviluppo d’impresa
2. realizzare servizi integrati al sistema delle imprese
3. creare una struttura fisica atta alla integrazione tra ricerca ed impresa

obiettivi specifici:
a) creazione di reale integrazione tra sistema della ricerca e sistema della produzione
b) integrazione con il mondo associativo e creazione di sportelli per le imprese
c) creazione di hub aziendali
d) offerta di servizi di ricettività per personale di ricerca e studenti in alta formazione
e) consulenza alle imprese
f) implementazione di bandi di finanza locale
g) assistenza a progetti di finanza agevolata
h) centro studi di analisi economiche
i) creazione e gestione di un incubatore di impresa
j) supporto alla partecipazione a bandi e progetti nazionali e Europei

Attività:
La realizzazione di un Technology Centre prevede le seguenti attività (investimenti):
p attività immateriali di comunicazione e pubblicità
p attività immateriali di costituzione ed avviamento
p affitto di terreni e fabbricati già esistenti
p opere di adeguamento normativo e funzionale di immobili già esistenti
p acquisto di attrezzature industriali e commerciali ad uso uffici
p acquisto di impianti e macchinari per laboratori
p noleggio di attrezzature informatiche e di laboratorio
p costituzione di una Newco mista a maggioranza pubblica

risultati:
Tale innovativo approccio potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
n una integrazione e sinergia di competenze che dalla compartecipazione
nel progetto non potranno che potenziarsi a vicenda;
n lo sviluppo e condivisione di servizi che avranno una massa critica
superiore a quelli attualmente erogati sul territorio che, oltre ad essere più
efficaci, saranno anche più sostenibili sotto il profilo finanziario;
n la ricerca di soluzioni efficaci al sostegno alle imprese, sia in ambito
tecnologico, sia in ambito finanziario, sia in tutti i campi scientifici disciplinari
potenzialmente di interesse;
n la creazione di strumenti finanziari innovativi di finanza locale in
collaborazione con i partner finanziari del progetto (si pensa esplicitamente
Fondazione CRAL);

143
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

n la creazione di pacchetti di consulenza spendibili sul mercato delle imprese,


in collaborazione con i dipartimenti universitari, da proporre sulla base di
convenzioni e progetti concordati e definiti, e con approccio commerciale;
n la progettazione comune e la messa in condivisione di strutture per
personale di ricerca, aziende e studenti;
n la creazione e l’insediamento di nuove imprese (start up) non
esclusivamente NTBF (new technology based firms);
n l’aumento di attrattività del territorio come luogo di insediamento di
imprese;
n l’importazione di cervelli provenienti da altre Università e da altre regioni.

risorse, strumenti e forme di finanziamento:


In sede di avvio del progetto, la Newco potrà in ipotesi essere costituita con risorse variabili
derivanti dai seguenti soggetti:
capitale privato
Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria
Confindustria Alessandria
Confapi Nord Ovest
Altri
capitale pubblico
Comune CCIAA
Provincia

Si ipotizza la copertura degli investimenti ripartiti tra i suddetti soggetti, in parte termini
di apporto di capitale e in parte in termini di finanziamento soci. La restante parte
dell’investimento sarà coperta con finanziamento bancario a lungo termine.
Si ipotizza a regime la maggioranza pubblica e la copertura dei costi di gestione a carico
della costituenda società, tramite i ricavi del core business.
Sono state individuate due diverse voci di ricavo:
ricavi derivanti da affitti (gli affitti si riferiscono alle aziende incubate, ai centri ricerche
industriali, all’hub delle associazioni, all ’hub delle aziende ed agli sportelli di impresa – a
questi si aggiungono gli affitti d’azienda per il servizio bar e per il residence);
ricavi derivanti da servizi (che comprendono la consulenza alle imprese e bandi locali, i
progetti finanziati e centro studi analisi economiche, l’incubatore d’impresa).

costi:
costi di investimento
Costi di adeguamento edifici già esistenti € 150.000
Costi di ristrutturazione ex Istituto
€ 300.000
Zooprofilattico
Costi di ristruttrazione per servizi di ricettività € 350.000
Costi per attrezzature tecnologiche in leasing € 150.000
Altri costi di avvio € 50.000
totale € 100.000

I costi di gestione a progetto realizzato saranno coperti dai servizi erogati.

Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
acquisizione di diritti di superficie di lunga durata su terreni e immobili;
l adozione di una mission societaria basata su ipotesi di costituzione di

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

spa a maggioranza pubblica con ruolo di attore primario di integrazione tra


mondo della produzione e della ricerca
l condivisione di una vision innovativa per una ricerca universitaria
orientata al libero mercato;
l organizzazione conseguente della newco con forte integrazione con gli
attori locali industriali e creazione di struttura commerciale dedicata
l patrimonializzazione in fase di avvio atta a coprire tra capitale di rischio
e finanziamento soci almeno il 50% degli investimenti

cronoprogramma:
Fase obiettivo durata
1 Costituzione della società 2 mesi
Stipula di un accordo con il Politecnico e acquisizione dei diritti
2 2 mesi
di superficie di immobili esistentiù
Definizione della struttura organizzativa, manageriale e
3 1 mese
gestionale del Technology Centre
4 Richiesta di autorizzazione comunali. ASL, etc. 1 mese
Inizio lavori riqualificazione ex Aule Politecnico primo piano
5 3 mesi
blocco E (circa 500 mq)
Inizio lavori ex Palazzina macello per residence (i lavori
6 potrebbero anche partire in parallelo con la riqualificazione del 6 mesi
blocco E)
Inizio lavori riqualificazione ex Aule Politecnico secondo piano
7 3 mesi
blocco E (circa 500 mq)
8 Riqualificazione spazi ex Istituto Zooprofilattico (circa 400 mq) 6 mesi
Ottenimento di permessi, collaudi e certificazioni dalla
9 2 mesi
conclusione di ogni lotto di lavori

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 2
titolo:
gli argini della cultura

nuovi contenitori per il


linea 4
rilncio del territorio

Sottotitolo:
Il progetto si pone come obbiettivo la creazione di un centro integrato di servizi per la
convegnistica e per la realizzazione di eventi di rilevanza internazionale creando una rete
tra contenitori già esistenti e nuovi contenitori da realizzare all’interno della Cittadella di
Alessandria

Soggetti proponenti:
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria, Politecnico di Torino

descrizione del progetto:


La città di Alessandria, pur trovandosi al centro di una zona ricca sia di infrastrutture sia
di attrazioni turistico-paesaggistiche è stata fino ad oggi scarsamente attrattiva verso
iniziative culturali, convegnistiche e fieristiche. La presenza in città della sede di due
Università, di un Azienda Ospedaliera di rilevanti dimensioni e di una vivace attività di
promozione del territorio potrebbero essere meglio sfruttata ed integrata per accrescere
la vocazione turistico-ricettiva della città.
La città è inoltre impegnata a trovare una nuova vocazione alla ex Cittadella Militare posta
sulla riva nord del Fiume Tanaro; questo monumento storico presenta sia spazi costruiti
sia a verde; entrambi si adatterebbero molto bene a utilizzi culturali, museali, ricettivi,
sportivi, etc..
Sulla sponda sud del Tanaro, all’inizio di Viale Michel, si concentrano oggi tre sale per
convegni di proprietà del Politecnico (230 posti), Associazione Cultura e Sviluppo (180
posti) e Università del Piemonte Orientale (400 posti). Queste sale, tutte di recente
costruzione, vengono oggi gestite in modo autonomo ed al contempo, singolarmente,
non sono in grado di gestire grandi eventi. Mancano inoltre spazi di tipo espositivo, per
la realizzazione di banchetti e per catering con numeri significativi.
Occorre quindi investire in un progetto complessivo che, ponendo l ’attrattività culturale
e la sua sostenibilità economica come obbiettivo principale, faccia sviluppare una rete di
contenitori e servizi caratterizzati da un nuovo modello di collaborazione progettuale che
eviti di costruire nuove “cattedrali” ma che utilizzi al meglio i contenitori già esistenti. Il
progetto dovrà avere la massima apertura alle vocazioni economiche, imprenditoriali e
culturali del territorio, sia per quanto riguarda le imprese che gli Enti pubblici, allo scopo
di far crescere le eccellenze locali ma anche di attrarre eventi e persone da altri territori.

Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
- mettere in rete i contenitori esistenti che ospitano eventi congressuali;
- realizzare servizi integrati alla convegnistica, alla cultura, all’esposizione
museale, alla realizzazione di fiere;
- recuperare la cittadella militare.
- integrare la città, il suo fiume e la cittadella militare
146
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

obiettivi specifici:
l creazione di un collegamento fisico tra le strutture per eventi esistenti: la
cittadella militare ed il fiume Tanaro;
l creare percorsi pedonali che permettano di vivere la cittadella e gli argini
del fiume come parco e percorso culturale;
l utilizzare il servizio di Residence realizzato dal Technology Center per i
servizi Fieristici e di convegnistica;
l realizzare all’interno della cittadella spazi a servizio dell’attività
convegnistica e fieristica;
l realizzazione di un servizio di coordinamento e gestione di convegni e
fiere.

Attività:
La realizzazione del progetto prevede le seguenti attività (investimenti):
n creazione di una società per la realizzazione di eventi o revisione dello
statuto di un ente già esistente (es. ALEXALA);
n attività immateriali di costituzione ed avviamento;
n realizzazione di un ponte pedonale/ciclabile tra viale Michel e via Pavia;
n opere di adeguamento normativo e funzionale di immobili già esistenti in
cittadella;
n acquisto di attrezzature informatiche e commerciali ad uso uffici;
n completamento di piste ciclabili e percorsi pedonali (vedi linea rossa su
disegno)
n acquisto di sistemi per traduzione simultanea

risultati:
Tale innovativo approccio potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
1. il maggiore utilizzo di spazi esistenti e la maggiore sostenibilità economica
degli stessi;
2. la programmazione e gestione di eventi di respiro internazionale sia dal
punto di vista espositivo sia congressuale;
3. lo sviluppo e condivisione di servizi che avranno massa critica superiore
agli attuali, ed oltre ad essere più efficaci saranno anche più sostenibili sotto
il profilo finanziario;

147
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

4. la realizzazione di pacchetti promozionali dei nuovi servizi erogabili e la


capacità di gestire eventi anche di respiro internazionale;
5. l’aumento di attrattività del territorio come luogo di insediamento di
mostre, eventi, convegni, etc.

risorse, strumenti e forme di finanziamento


Il progetto prevede due tipologie di investimento:
1 – Fondi pubblici comunali per la realizzazione di:
- ponte pedonale ciclabile tra viale Michel e via Pavia;
- completamento delle piste ciclabili/pedonali sui due argini tra il ponte
cittadella e il ponte pedonale di via Michel;
- risistemazione degli accessi pedonali in cittadella;
- ristrutturazione/messa a norma di locali all’interno della cittadella per
esposizioni, fiere, cattering interessando inizialmente una superficie di circa
1.500/2.000 mq.
2 – Fondi misti pubblico-privati (es. Comune, Provincia, Fondazione CRAl, CCIAA, etc.) per
la costituzione di una società in grado di gestire gli eventi e gli spazi.
Si ipotizza la copertura degli investimenti ripartiti tra i suddetti soggetti, in parte in termini
di apporto di capitale ed in parte in termini di finanziamento soci. La restante parte
dell’investimento sarà coperta con finanziamento bancario a lungo termine. Si ipotizza, a
regime, la copertura dei costi di gestione a carico della costituenda società, tramite i ricavi
del core business.
Sono state individuate due diverse voci di ricavo:
a) ricavi derivanti da affitti di spazi e sale;
b) ricavi derivanti da servizi (che comprendono la consulenza e il supporto
per la realizzazione di eventi, attività di marketing, gestione di fiere ed
congressi, etc.).

costi:
costi di investimento pubblico
Costi di adeguamento edifici già esistenti in cittadella circa Euro 2.200.000
Costi di realizzazione di un ponte pedonale sul fiume
circa Euro 1.350.000
Tanaro
Costi per il completamento di aree verdi e piste ciclabili circa Euro 450.000
Costi per attrezzature tecnologiche e informatiche Euro 150.000
Altri costi di avvio Euro 150.000
Totale investimento complessivo: circa Euro 4.200.000

costi di gestione:
I costi di gestione a progetto realizzato saranno coperti dai servizi erogati

Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
1. creazione di un Ente di gestione o trasformazione di un Ente di gestione
esistente;
2. acquisizione di diritti di superficie o di uso di lunga durata su terreni e
immobili;
3. disponibilità del Comune alla realizzazione delle infrastrutture necessarie
per il collegamento fisico dei contenitori
148
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

cronoprogramma di lavoro:
- condivisione degli obbiettivi e firma di un memorandum di collaborazione
tra Comune, ACSAL, Politecnico e UNIPMN (sei mesi);
- realizzazione di uno studio preliminare sul collegamento fisico dei
contenitori disponibili (quattro mesi);
- realizzazione di uno studio preliminare sulla rifunzionalizzazione di una
porzione della cittadella militare (quattro mesi);
- realizzazione dei progetti esecutivi (sei mesi);
- realizzazione dei lavori per ponte pedonale, aree verdi e piste ciclabili
(quindici mesi);
- realizzazione dei lavori per rifunzionalizzazione di spazi in ex. cittadella
militare (quindici mesi);
- costituzione della società di gestione eventi (un mese).

149
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 3
titolo:
Alessandria logistica

linea 3 logistica integrata

Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo la realizzazione del polo logistico integrato di
Alessandria.

Soggetti proponenti:
Provincia di Alessandria, Comune di Alessandria

descrizione del progetto:


La posizione geografica della provincia di Alessandria e del suo capoluogo è particolare
sia all’interno del Piemonte sia rispetto alle regioni del Nord Ovest ma, soprattutto, è
anche collocata all’incrocio dei due fondamentali “corridoi europei” – non solo di
comunicazione – e cioè il Lisbona-Kiev (Corridoio 5) e il Genova-Rotterdam (Corridoio
24, “dei due mari”; nell’immediato retroterra dell’arco portuale ligure (Genova-Savona-La
Spezia) e come tale è una potenziale piattaforma logistica del Nord-Ovest, un nodo di
scambio e la parte iniziale di un asse logistico Alessandria-Novara-Sempione. Rappresenta
infine uno spazio di apertura del Piemonte sud verso la Pianura Padana in generale e la via
Emilia in particolare.
All’interno della vocazione tipica del territorio provinciale, un’area che si configura come
una piattaforma di relazione e di scambi e un importante nodo stradale, autostradale e
ferroviario oltre che naturalmente identificato come l’entroterra dei porti liguri, dotato di
forte accessibilità alle metropoli padane, la città di Alessandria è stata identificata nel suo
ex scalo merci FS come sede di un hub ferroviario – retroporto di Genova.
L’ammodernamento in chiave logistica della piattaforma esistente, ora in fase di quasi
abbandono, è essenziale per sviluppare le potenzialità territoriali legate al Corridoio 24 e
quindi sfruttare una occasione imperdibile.
La logistica, infatti, può costituire un importantissimo volano di sviluppo territoriale più
ampio se legato ad un concetto di integrazione industriale con attività e servizi dedicati,
quali attività di supporto alla clientela, trasformazione terminale dei prodotti, magazzini
intelligenti, etc.. Il polo logistico di Alessandria può svolgere, affiancando l’interporto di
Rivalta e vista la particolare localizzazione, proprio questo tipo di funzioni per il Porto di
Genova, mettendosi in concorrenza diretta con i grandi porti del nord – Europa, con il
vantaggio di rotte più brevi per l’export orientale.

Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
a. creare una piattaforma di logistica e servizi per il Porto di Genova
all’interno delle regioni del nord-ovest
b. sviluppare una serie di iniziative imprenditoriali connesse alla
logistica di tipo manifatturiero o di servizi dedicati

150
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

obiettivi specifici:
1. adeguamento a piattaforma logistica dell’attuale scalo merci
2. individuazione di servizi ed attività di supporto alla logistica pura
3. creazione sportelli per imprese o società
4. supporto alla localizzazione
Attività:
La realizzazione della piattaforma logistica prevede le seguenti attività (investimenti):
o attività di concertazione tra enti (Provincia, RFI, Comune)
o costituzione società di gestione
o trasformazione dello scalo in hub logistico
o costruzione rete di collegamento viario e dati

risultati:
Tale innovativo approccio potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
n l’aumento di attrattività del territorio come luogo di insediamento di
imprese
n una differente tipologia di sviluppo territoriale
n la possibilità di nuovi corsi di formazione anche di livello universitario

risorse, strumenti e forme di finanziamento:


Le risorse in fase iniziale saranno tutte di carattere pubblico:
capitale pubblico
Comune
RFI
Provincia
Regione
Autorità Portuale di Genova
Stato

costi:
costi di investimento:
Stimati 70 milioni di €, capitale pubblico

151
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

costi di gestione:
Da stabilire in funzione delle attività che si intendono svolgere
Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
l definizione dei finanziamenti disponibili
l definizione dei soggetti attuatori (Provincia, Comune, RFI, Regione,
Autorità Portuale di Genova, etc.)
l realizzazione dei progetti per l’infrastrutturazione

cronoprogramma:
I semestre II semestre I semestre II semestre
Attività Anno 3 Anno 4 Anno 5
anno 1 anno 1 anno 2 anno 2

Definizione
struttura di
gestione tra
Enti
Bando
progettazione
e
affidamento

Progettazione

Bando gara e
affidamento

Lavori
realizzazione
strada a
Lavori di
adeguamento
scalo

152
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 4
titolo:
Area per Insediamenti produttivi in San michele (a est della
ex S.S. del monferrato n. 31 e a sud della Strada della cerca)

linea 3 logistica integrata

Sottotitolo:
A seguito delle nuove destinazioni urbanistiche in previsioni nei progetti di variante e di
adeguamento del Piano Regolatore Generale (correlata al Piano delle Alienazioni e
Valorizzazioni Immobiliari) ed al compimento delle contestuali procedure comunali, di
riordino e di valorizzazione del patrimonio immobiliare, con quelle delle Società
partecipate tese a operazioni di cartolarizzazione/dismissioni patrimoniali, potrà essere
attivata una nuova area per insediamenti produttivi, ulteriore intervento di trasformazione
del territorio alessandrino.
Soggetti proponenti:
Il Comune di Alessandria è capofila/proponente con le Aziende partecipate.

descrizione del progetto:


Ai fini dello sviluppo del settore produttivo e della logistica nel territorio comunale il
Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni Immobiliari ed il P.R.G.C., prevedono
l’individuazione di una nuova area destinata all’attività produttiva (con un’area destinata a
Servizi limitrofa), sita a nord del capoluogo e del sobborgo di San Michele; ogni intervento
di trasformazione del territorio per la realizzazione di insediamenti produttivi nell’area è
subordinato alla realizzazione di uno specifico strumento urbanistico esecutivo (s.u.e.).
La realizzazione di un Piano urbanistico esecutivo, di iniziativa privata, con specifica
destinazione produttiva, costituirebbe quindi l’attuazione dell’area da destinarsi ad attività
industriali e di deposito, individuabile a est della ex Strada Statale del Monferrato n.3 1,
immediatamente a sud delle Strada della Cerca e a nord dell’abitato di San Michele .
L’area ha una superficie complessiva di circa 39 ha. ed è localizzata in territorio in gran
parte pianeggiante.
Finalità generali:
- rendere disponibili nuove aree destinate ad attività produttive in generale,
con la possibilità di insediamenti anche medio-grandi
- offrire un’opportunità per aziende e attività che intendono rilocalizzarsi (se
attualmente in zone improprie) o insediarsi ex novo
- mantenere e promuovere un offerta localizzativa di aree tale da non perdere
di attrattività nel confronto con altri Comuni che possono disporre di aree con
analoghe caratteristiche
- promuovere un’area moderna e appetibile per le ditte che intendono
insediarsi anche grazie alla localizzazione favorevole
- evitare la dispersione di aree industriali sul territorio, con maggior consumi
di terreni agricoli e maggiori costi per la infrastrutturazione e per collegamenti
alla viabilità principale; la concentrazione, in una posizione favorevole,

153
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

permetterebbe di evitare sprechi di risorse


- sfruttare la buona accessibilità territoriale
obiettivi specifici:
L’applicazione mirata di soluzioni tese a contrastare alcune problematiche già evidenziate
nel tavolo di lavoro, quali:
p assenza di spazi/volumi attrezzati e razionalmente collegati
p mancato sfruttamento di un opportunità logistico/strategica
p rischio dispersioni di realizzazioni di infrastrutture e di frammentazione
degli interventi
Attività:
Le aree per attività produttive ammettono specificatamente le attività industriali, artigianali
e di deposito in sede propria
Tra gli usi industriali e artigianali il P.R.G.C. comprende, oltre la specifica destinazione
produttiva, le utilizzazioni a queste strettamente connesse, tra cui:
m insediamenti di strutture e impianti industriali, per la logistica ed artigianali
di nuovo impianto
m abitazioni per esigenze di custodia e di assistenza agli impianti e/o di
residenza del titolare dell’attività (con limitazioni)
m uffici ed attività commerciali di vicinato connesse agli usi industriali,
artigianali e di deposito (con limitazioni)
m attrezzature per servizi sociali nonché attività complementari (con
limitazioni) come da norme di attuazione del P.R.G.C.
risultati:
La completa attivazione di questa area potrà avere come effetti (in parte diretti in parte
indiretti):
n l’aumento di attrattività del territorio come luogo di insediamento di
imprese ed attività industriali
n una differente tipologia di sviluppo territoriale
n la possibilità di nuovi insediamenti produttivi
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Le risorse sono prevalentemente di natura privata.

costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata alla tipologia realizzativa e funzionale finale.
Si può ipotizzare che i proventi al Comune derivanti da cessazioni/alienazioni di aree
fondiarie conseguenti a dismissioni e valorizzazioni di patrimonio immobiliare sia pari a
circa € 15.000.000.
Fattibilità:
La fase propositiva ed attuativa del Piano sarebbe gestita direttamente da un soggetto
privato o in alternativa da un’apposita Società di Intervento con partecipazione di
Associazioni di categoria ed operatori, attraverso una convenzione con il Comune di
Alessandria.
è auspicabile un coinvolgimento di altri Comuni “minori” al fine di limitare la dispersione
sul territorio di insediamenti analoghi.
Costi elevati concentrati sulle acquisizioni degli immobili/terreni indispensabili per
l’attuazione del Piano + costi impiantistici e di dotazione di servizi, pur tenendo conto
della favorevole localizzazione . Collaborazione e Convenzioni/Accordi con altri Enti e

154
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

soggetti pubblici e privati ancora da verificare; tra questi anche il coinvolgimento della
Provincia quale soggetto partecipe di riferimento/incontro tra domanda/offerta del
mercato e tra le varie esigenze/aspettative di Amministrazioni Comunali della zona
alessandrina.
Il piano esecutivo dovrà essere pienamente condiviso e integrato tra parte pubblica e
privata, inoltre dovrà essere valutato e messo in relazione con le altre aree con analoghe
destinazioni in modo da non essere in competizione ma parte di un “disegno” generale.
cronoprogramma di lavoro:

Attività Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5

Definizione
compatibilità
urbanistica

Cessione a privati aree


comunali

Predisposizione e
approvazione piano
esecutivo +
convenzioni

Progettazione opere
pubbliche e altro

Lavori per
infrastrutturazioni

Cessioni e concessioni
lotti a private/società
+ realizzazioni

localizzazione:

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progEtto n. 5
titolo:
piano degli Insediamenti produttivi p.I.p. area 7
in Spinetta marengo

linea 3 logistica integrata

Sottotitolo:
Attraverso la predisposizione di un progetto di Piano specifico e la sua approvazione,
indispensabile per innescare le necessarie procedure di acquisizione delle aree private ed
eseguire le urbanizzazioni e le infrastrutture indispensabili all’insediamento di attività
produttive, si attiverà un ulteriore intervento di trasformazione del territorio così come
definito dalla vigente strumentazione urbanistica (P.R.G.C.).
Le aree rese disponibili per la nuova edificazione saranno destinate a insediamenti di
strutture e impianti industriali e artigianali, nuove infrastrutture, attrezzature e servizi
tecnologici e sociali, servizi di interesse generale, edifici ed impianti connessi alle reti di
distribuzione di servizi tecnologici, di carattere pubblico e di pubblico interesse, depositi,
etc..
Soggetti proponenti:
Il Comune di Alessandria è capofila/proponente con le Aziende partecipate.
descrizione del progetto:
Ai fini dello sviluppo del settore produttivo e di un corretto insediamento delle aziende
produttive ed artigianali nel territorio comunale il P.R.G.C. vigente, individua alcune aree
destinate all’attività produttiva, tra cui quella, sita ad est del capoluogo nelle vicinanze del
sobborgo di Spinetta Marengo, identificata con il n.7 (sulle tavole di P.R.G.C.); ogni
intervento di trasformazione del territorio per la realizzazione di insediamenti produttivi
nell’area è subordinato alla realizzazione di uno specifico strumento urbanistico esecutivo
(s.u.e. nello specifico identificato in un Piano per gli Insediamenti Produttivi ai sensi
dell’art. 27 della legge 22 ottobre 1971 n.865).
La realizzazione del Piano per Insediamenti Produttivi riguardante la Zona Industriale n.7
di Spinetta Marengo costituisce quindi l’attuazione dell’area destinata ad attività produttive
e individuata dalla strumentazione urbanistica generale in un’area a nord-est dell’abitato
di Spinetta Marengo, immediatamente a est della Zona Industriale P.I.P. D5; ulteriori
confini sono, a sud, la linea ferroviaria Alessandria-Piacenza e, a est, i terreni contigui alla
strada Ventolina.
L’area, naturale espansione della contigua Zona Industriale D5, ha una superficie
complessiva di circa 42 ha. ed è localizzata in territorio pianeggiante.
I lotti ricavabili per la nuova edificazione, destinati prioritariamente a nuovi insediamenti
produttivi (no logistica e/o semplici piazzali/aree sosta), hanno una superficie (superficie
fondiaria) pari a circa il 70% della superficie complessiva; le superfici per servizi pubblici
(generali, verde, parcheggi, ...) sono poco più del 20% , mentre le superfici residuali sono
destinate alla viabilità principale e secondaria, a strade, a rotatorie, ecc...
Dalla redazione e dalla approvazione del Piano discenderà la dichiarazione di pubblica
utilità e indifferibilità ed urgenza di tutte le opere, impianti ed edifici in esso previsti: il
termine per il completamento dei lavori e delle acquisizioni degli immobili interessati
coinciderà con il periodo di efficacia del piano medesimo.

156
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Finalità generali:
- Rendere disponibili nuove aree destinate ad attività produttive, con la
possibilità di insediamenti anche medio-grandi, lotti minimi da 5.000-10.000
mq sulla base della volontà della Amministrazione
- Offrire un’opportunità per le aziende e le attività che intendono rilocalizzarsi
(se attualmente in zone improprie) o insediarsi ex novo
- Mantenere e promuovere un offerta di aree tale da non perdere di attrattività
nel confronto con altri Comuni che possono disporre di aree con analoghe
caratteristiche
- Realizzare un’area più moderna e più appetibile per le ditte che intendono
insediarsi anche grazie alle nuove infrastrutture, alla localizzazione favorevole,
alla flessibilità operativa offerta
- Evitare la dispersione di aree industriali sul territorio, con maggior consumi
di terreni agricoli, maggior costi per la infrastrutturazione (dai servizi quali
fognature, reti idriche, gas, elettriche, di illuminazione, di impianti telematici
e telefonici, alle strade) ed il collegamento alla viabilità principale; la
concentrazione, in una posizione logisticamente favorevole, permetterà di
evitare sprechi di risorse
- Sfruttare la buona accessibilità territoriale
- Favorire interazione tra aziende insediate
obiettivi specifici:
L’applicazione mirata di soluzioni tese a contrastare alcune problematiche già evidenziate
nel tavolo di lavoro, quali:
p assenza di spazi/volumi attrezzati e razionalmente collegati
p mancato sfruttamento di un opportunità logistico/strategica
p rischio dispersioni di realizzazioni di infrastrutture
Attività:
Le aree per attività produttive, come la n.7, ammettono specificatamente le attività
industriali, artigianali e di deposito in sede propria.
Tra gli usi industriali e artigianali il P.R.G.C. comprende, oltre la specifica destinazione
produttiva, le utilizzazioni a queste strettamente connesse, tra cui:
m insediamenti di strutture e impianti industriali, per la logistica ed artigianali
di nuovo impianto
m abitazioni per esigenze di custodia e di assistenza agli impianti e/o di
residenza del titolare dell’attività (con limitazioni)
m uffici ed attività commerciali di vicinato connesse agli usi industriali,
artigianali e di deposito (con limitazioni)
m attrezzature per servizi sociali nonché attività complementari (con
limitazioni) come da norme di attuazione del P.R.G.C.
Gli insediamenti ammessi potranno essere integrati, in generale, con tutte le destinazioni
ammesse dal vigente P.R.G.C.
risultati:
La realizzazione potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
n l’aumento di attrattività del territorio come luogo di insediamento di
imprese ed attività industriali una differente tipologia di sviluppo territoriale
n la possibilità di nuovi insediamenti produttivi
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Le risorse in fase iniziale saranno tutte di carattere pubblico.

157
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Finanziamento sostanziale: fondi comunali


costi:
Nota: la spesa sommaria stimata può essere ripartita se l’attuazione del Piano avverrà per
lotti funzionali con varie fasi attuative
COSTI (valutazione sommaria)
per l’acquisizione degli immobili (terreni)
€ 6.300.000,00
interessati dal Piano
per indennizzi aggiuntivi € 2.100.000,00
opere di urbanizzazione + infrastrutturazioni € 5.000.000,00
per le progettazioni € 200.000,00
Totale costi € 13.600.000,00

RICAVI/ENTRATE TEORICHE (valutazione sommaria)


cessioni aree fondiarie attrezzate € 10.100.000,00
entrate teoriche in conto oneri di urbanizzazione
calcolati applicando alla superficie utile un valore
€ 1.950.000,00
medio tabellare approssimativo (circa €/mq 9,00
con un massimo di €/mq 15,00 )
entrate teoriche per concessione di aree destinate
€ 1.200.000,00
a servizi (quota variabile)
entrate da servitù, concessioni a Società Servizi,
€ 400.000,00
ecc...
Totale entrate € 13.600.000,00

Fattibilità:
La fase attuativa del P.I.P. potrebbe essere gestita direttamente dalla Amministrazione
Comunale, o in alternativa da un'apposita Società di Intervento con partecipazione di
Associazioni di categoria ed operatori, attraverso una convenzione con il Comune di
Alessandria.
Costi elevati concentrati sulle acquisizioni degli immobili/terreni indispensabili per
l’attuazione del Piano + costi impiantistici e di dotazione di servizi, pur tenendo conto
della favorevole localizzazione (con la presenza di assi viari e infrastrutture di connessione,
erogazione servizi, etc.).
Collaborazione e Convenzioni/Accordi con altri Enti e soggetti pubblici e privati ancora
da verificare; tra questi anche il coinvolgimento della Provincia quale soggetto partecipe
di riferimento/incontro tra domanda/offerta del mercato e tra le varie esigenze/aspettative
di Amministrazioni Comunali della zona alessandrina.
Il piano esecutivo dovrà essere pienamente condiviso e intergrato tra parte pubblica e
privata.

158
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

cronoprogramma di lavoro:

Attività Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5

Ricerche e studi +
Bando progettazione e
affidamento (e/o
procedure interne)
Progettazione P.I.P.
Approvazione P.I.P.
Avvio acquisizioni e
presa in possesso

Progettazione Opere
Pubbliche

Lavori per
infrastrutturazioni

Cessioni e concessioni
lotti a private/società

localizzazione:

159
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 6
titolo:
recupero urbano del complesso immobiliare ex caserma
leopoldo valfrè di Bonzo
(Luogotentente Generale Artiglieria e Senatore del Regno d’Italia)

nuovi contenitori per il


linea 4
rilancio del territorio

Sottotitolo:
Attraverso nuove destinazioni urbanistiche dell’ex complesso militare, tra cui
l’individuazione di un’area soggetta a Strumento Urbanistico Esecutivo (come da 3^
variante del PRGC adottata nel 2009), l’Amministrazione Comunale può procedere con
un recupero e una riappropriazione di spazi e di contenitori dismessi, particolarmente
significativi per la Città intera.
L’area densamente popolata, collocata in prossimità del centro, di facile accessibilità
nonché di connessione con una parte di periferia a sud “storica” - il quartiere Pista, si
presta ai molteplici utilizzi individuati dall’A.C. che ben si integrano tra loro .
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria.
descrizione del progetto:
è da tempo che ad Alessandria si discute sul futuro dell’ex caserma Valfrè e sulle
prospettive e le difficoltà che un processo di riqualificazione di un’area militare dismessa
comportano, in termini di processo decisionale, finanziamento e tempi di realizzazione
dell’intervento.
Tutta l’area in questione è particolarmente significativa per la città e può essere vista come
una zona strategica per una parte dello sviluppo locale: la riqualificazione della superficie
occupata dall’ex complesso militare, infatti, centrale, facilmente accessibile pedonalmente
e viabilmente, può avere un impatto notevole su Alessandria e sui suoi cittadini in termini
di qualità urbana e della vita, di offerta di servizi, di nuovi spazi e di strutture, di relazioni
sociali, ecc…
Il progetto di riutilizzo, derivato dallo strumento urbanistico generale, suddivide il
complesso (totale di circa mq.54100) in 5 lotti con le seguenti destinazioni principali:
l il corpo principale dell’ex caserma con la piazza e gli edifici sul perimetro,
a standard urbanistici e aree ad uso pubblico per servizi comunali e pubblici
in generale – circa mq 21300
l l’area limitrofa a quella precedente, verso il centro commerciale
(Esselunga), a verde pubblico – circa mq 9510
l l’area immediatamente a est del corpo principale, a viabilità interna –
collegamento tra Spalto Gamondio e Corso 100 Cannoni e Corso Lamarmora
- circa mq 2900
l un’area ad est a uso pubblico per attrezzature di interesse generale - circa
mq 4800
l un’altra area ancora più ad est verso via Monterotondo a uso residenziale,
soggetta a piano esecutivo obbligatorio - circa mq 15490
Il progetto manterrà un riferimento storico importante, di una tradizione ancora presente
160
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

in Alessandria: sede di installazioni militari particolarmente importanti nel Piemonte dal


‘700 all’Unità d’Italia sino a metà del secolo scorso, a partire dalla Cittadella alle numerose
Caserme con diversi volumi e spazi specializzati collegati (stalle, vasche, autolavaggi,
magazzini, mense, officine, archivi, ospedali, distretti, ecc…)
Finalità generali:
m rinnovare l’intera area ed evitarne l’inutilizzo e l’abbandono prolungato o
la sua frammentazione senza progettualità, attraverso l’individuazione di
molteplici destinazioni capaci di interagire fra loro
m migliorare i collegamenti viabili e pedonali tra due aree della città sino ad
oggi separate dal complesso militare; realizzando quindi quella connessione
incompiuta nel limitrofo complesso della ex Borsalino
obiettivi specifici:
L’applicazione mirata di soluzioni tese a contrastare alcune problematiche già evidenziate
nel tavolo di lavoro, quali:
- degrado di contenitori e volumi esistenti
- assenza di spazi/volumi attrezzati e razionalmente collegati in centro
- mancato sfruttamento di un opportunità logistico/strategica
- rischio dispersioni di realizzazioni di infrastrutture non riutilizzabili
Attività:
p servizi pubblici / standard – servizi comunali
p verde pubblico
p attrezzature di interesse generale
p residenza
p esercizi di vicinato
p uffici
p attività artigianali
p parcheggi e autorimesse
p percorsi pedonali attrezzati e piste ciclabili
p e in generale tutte le destinazioni ammesse dal vigente PRGC
risultati:
Non è possibile avere dei risultati prevedibili in questa fase
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Finanziamento sostanziale:
Fondi comunali
Finanziamenti a supporto:
Fondi Europei
Fondi Regione
Fondi privati
Fondi pubblici
costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata alla tipologia realizzativa e funzionale finale.
Obiettivo è il pareggio tra Costi e Ricavi/Benefici

161
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Valutazione sommaria COSTI per il Comune


per l’acquisizione degli immobili circa € 16.000.000,00
per opere di urbanizzazione -
circa € 2.000.000,00
infrastrutturazioni - progetti
per recupero/adeguamento contenitori Δ COSTO
totale costi € 18.000.000,00 + Δ COSTO

Valutazione sommaria RICAVI/ENTRATE TEORICHE per il Comune


Permute/Proventi al Comune
derivanti da cessioni/alienazioni di € 12.000.000,00
aree fondiarie e immobili
Entrate teoriche in conto oneri di
Δ ENTRATE URB
urbanizzazione
Entrate teoriche per concessione di
aree/immobili + entrate da servitù, Δ ENTRATE CONC
concessioni a Società Servizi, etc.
Entrate da finanziamenti statali e/o
Δ ENTRATE FIN
regionali
totale entrate € 12.000.000,00 + Δ ENTRATE

Fattibilità:
Costi elevati concentrati sul recupero degli edifici “storici” a livello impiantistico e di
dotazione di servizi anche alla luce delle nuove destinazioni, pur con tutte le incertezze di
utilizzo finale.
Collaborazione e Convenzioni/Accordi con altri Enti e soggetti pubblici e privati:
l’Agenzia del Demanio, la Provincia di Alessandria con cui è già stato sottoscritto un più
generale Protocollo di Intesa per un Progetto di valorizzazione del Patrimonio pubblico,
la Regione Piemonte, l’Università, l’Esercito con l’Ufficio Storico del Ministero della
Difesa e altri settori specifici; i privati con risorse e finalità diversificate (residenze,
commercio, servizi, artigianato, etc.) nella parte soggetta a strumento urbanistico esecutivo.
Il piano esecutivo dovrà essere pienamente condiviso e integrato tra parte pubblica e
privata.

162
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

cronoprogramma di lavoro:
in trimestri

ANNO 1 ANNO 2 ANNO 3 ANNO 4 ANNO 5

ATTIVITà I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV

Acquisizione
Ricerca partner e
confronto soggetti
Predisposizione
convenzioni e
accordi
Redazione studio
di fattibilità
Stipula accordi e
convenzioni
Progetti preliminari
(dal parcheggio,
verde, viabilità e
percorsi, aree
pubbliche a seguire
con progetti più
complessi)
Progetti definitivi
ed esecutivi
Piano esecutivo
con progettazione
per lotti funzionali
Avvio lavori privati
- Lavori

Appalto/Realizza-
zione e collaudo

Avvio della ge-


stione della strut-
tura

Inividuazione:

Stralcio da PRGC - Variante strutturale a carattere generale (fuori scala)

163
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 7
titolo:
predisposizione di una rete metropolitana a larga banda per
università, comune di Alessandria, provincia di Alessandria
e realtà private

linea 3 connettività e reti

Sottotitolo:
Le crescenti necessità di collegamenti informatici ad alta velocità richiede la progettazione
e predisposizione di una specifica e capillare infrastruttura telematica in grado di
rispondere alle attuali e future esigenze
La rapida evoluzione dei servizi informatici e telematici, da un lato, e la liberalizzazione
delle normative che regolano il mercato delle reti per le trasmissioni telefoniche e dati,
dall’altro, rendono oggigiorno conveniente la costruzione di reti a larga banda, ad uso
interno, da parte di enti pubblici come università, comuni, province, etc. Esempi di
realizzazione di questo tipo di opere possono essere ormai trovati in molte città italiane,
prima fra tutte la città di Pisa dove università e comune hanno costruito in collaborazione
una rete in fibra ottica sul termine dello scorso millennio.
Soggetti proponenti:
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria.

descrizione del progetto:


Il progetto è finalizzato alla progettazione e realizzazione di una infrastruttura ottica con
adeguata copertura geografica e ridondanza in grado di costituire la base portante di una
futura MAN (Metropolitan Area Network).
Finalità generali:
Favorire la fruibilità di servizi informatici ad alta velocità, indirizzando sia le strutture
pubbliche che private ed essere la base portante per servizi al cittadino.
obiettivi specifici:
- Abbattimento del Digital Divide per aree disagiate
In particolare si identificano aree di base quali aree civili e industriali ad oggi non dotate
di collegamenti ad alta velocità e aree evolute quali aree universitarie, aree industriali, aree
pubbliche che necessitino di interconnessioni con massima prestazione.
- Favorire lo sviluppo di servizi informatici indirizzati al cittadino
- Abbattimento degli attuali costi per la condivisione di servizi informati per
la Pubblica Amministrazione
- Favorire lo sviluppo di sistemi di sorveglianza
- Favorire lo sviluppo di sistemi di informazione al cittadino
Attività:
1) Analisi della situazione in essere
in questa fase il proponente del progetto, Ordine Ingg, verificherà l’attuale copertura

164
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

territoriale funzionale al progetto e lo stato dell’arte


2) Predisposizione del modello di MAN integrata
In questa fase verrà realizzato il dettaglio del tracciato geografico, definita la tipologia di
tecnologia da utilizzarsi, individuate le aree per i centri di governo della infrastruttura.
3) Definizione e identificazione dell’ Organo di Coordinamento
In questa fase viene identificato e dettagliati i compiti della struttura di coordinamento e
gestione della MAN.
risultati:
aRiduzione costi di collegamenti per le strutture pubbliche e Università
cittadine.
aSviluppo di nuovi progetti per servizi che prevedeano come infrastruttura
di base la MAN
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
m Richiesta di finanziamenti pubblici legati alla realizzazione di infrastrutture.
m Richiesta di contributi al sistema comunitario, regionale e provinciale
m Finanziamenti privati per la parte non coperta.
costi:
Analisi conoscitiva €.20.000
Predisposizione del modello di MAN integrata €.20.000
Definizione e identificazione dell’ Organo di Coordinamento €.20.000
totale costi € 60.000
Fattibilità:
La fattibilità dell’intervento è legata unicamente alla disponibilità delle aziende a partecipare
al progetto ed a reperire i relativi finanziamenti.
cronoprogramma:
Attività 1 60gg una risorsa
Attività 2 80gg una risorsa
Attività 3 60gg una risorsa

165
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 8
titolo:
rete di accoglienza e supporto agli investimenti produttivi
attirati dalle possibilità del retro porto di Alessandria

linea 1 logistica integrata

Sottotitolo:
Realizzazione di una rete di accoglienza e supporto agli investimenti produttivi connessi
al “retroporto di alessandria”.
Il progetto mira a creare le condizionali ottimali per l’insediamento di attività produttive
legate al nascituro Retroporto di Alessandria. A titolo di esempio, può richiamarsi il caso
del porto di Rotterdam, che è supportato da un’area produttiva, di trasformazione e
logistica, che si estende per 90 km nell’entroterra olandese. Un’area di tale intensità di
sviluppo che contribuisce a rendere l’Olanda uno dei paesi più floridi al mondo.
Soggetti proponenti:
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria.
descrizione del progetto:
UN’OCCASIONE STRATEGICA
La Società Retroporto di Alessandria, costituita a Dicembre 2009, prevede di iniziare i
lavori di adeguamento dello scalo ferroviario di Alessandria nel 2012 e di avviare
l’operatività nel 2014. Il Retroporto è una struttura collegata con treni navetta alle banchine
del Porto di Genova che consente il rapido smaltimento dei carichi in arrivo e in partenza.
Gli effetti fondamentali dell’opera saranno costituiti da una maggiore capacità di gestione
merci del Porto e dalla diminuzione/razionalizzazione del traffico pesante su strada in
ingresso e uscita da Genova.
Il Retroporto è progettato per gestire circa 500 mila TEU1 (pari circa a 340 mila container)
all’anno e impegnerà direttamente fino a duecento addetti (figure di diverse
specializzazioni) per la gestione operativa e qualche decina come naturale indotto.
E’ di per sé un’opera significativa e di sicuro impatto sull’economia alessandrina e
riteniamo possa diventare un autentico volano di sviluppo strategico, e non solo per
Alessandria, se si creassero condizioni adeguate ad accogliere attività economiche
produttive vicine al Retroporto.
Il caso Rotterdam ci insegna che la ricchezza che nasce da un porto non è solo
direttamente collegata all’attività portuale, anzi, si può dire che siano poche e
numericamente esigue le categorie che prosperano direttamente sul porto. La ricchezza
sociale, quindi il lavoro e le possibilità di sviluppo, sono legate alle strutture produttive che
lavorano le merci in entrata o in uscita dal porto.
Non si tratta solo di lavori di facchinaggio o trasporto (che sono comunque lavoro). Si
tratta di confezionamento, di industria alimentare, di assemblaggio (meccanica,
motoristica, elettronica), di nazionalizzazione dei prodotti (software in lingua), di
predisposizione e di certificazione (cellulari). E quindi centri di assistenza, di supporto, di
commercializzazione. Centri di produzione di materiali pesanti necessitanti strutture di
trasporto adeguate (laterizi, silicio per pannelli solari, cementi di ultima generazione,
laminati).

166
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

I distretti produttivi di Rotterdam si sono sviluppati grazie a diversi fattori di cui alcuni non
riproducibili in loco: una capacità di gestione del traffico del Porto ineguagliabile (9 milioni
di TEU/anno), spazio in abbondanza, corsi d’acqua navigabili. Altri fattori sono invece
riproducibili e anzi migliorabili tra cui l’elemento che ha sbaragliato la concorrenza italiana:
ottimali condizioni di insediamento per le attività produttive. Imprenditori svizzeri e
tedeschi (e anche italiani) abbandonarono progressivamente i porti italiani in favore dei
porti nordici (molto più distanti) perché i porti nordici offrivano implicite garanzie di
certezza nel trattamento della merce (come tempi di sbarco/imbarco, di sdoganamento,
di trasporto).
L’avvio del Retroporto offrirà una buona cassa di risonanza per portare all’attenzione del
mondo imprenditoriale internazionale il territorio di Alessandria. Si vuole qui esporre un
piano per sfruttare strategicamente questa occasione.
CONCRETIZZARE LE POSSIBILITà
Il piano nasce da alcune considerazioni:
1) le aree retro portuali del nord Europa hanno acquisito clienti offrendo
condizioni di sistema migliori rispetto alle condizioni italiane
2) la portualità italiana nel frattempo è evoluta recuperando efficienza ma
non in misura tale da costituire di per sé un elemento di recupero
3) le condizioni di impianto di nuove attività economiche diventano sempre
più complesse e diversificate.
Occorre quindi creare condizioni che per qualità e completezza superino le offerte o
possibilità presenti in altre aree retroportuali, e ove non sia possibile superare almeno si
sia in grado si presentare un’offerta diversificata.
Immaginiamo allora che qualcuno sia alla ricerca di un posto in Europa Occidentale dove
impiantare un’attività che supporti la commercializzazione dei propri prodotti. In primo
luogo cercherebbe di individuare la via di accesso economicamente migliore (Rotterdam?
Barcellona? Genova? ...). Quindi valuterà le condizioni che i punti di accesso possibili
offrono rispetto alle esigenze: tempi di viaggio, tempi di uscita/ingresso delle merci alle
barriere doganali, vie di comunicazione verso i mercati o gli stabilimenti di trasformazione,
presenza di strutture adeguate, manodopera, sicurezza.... Questo tipo di valutazione può
diventare anche complesso e quindi dispendioso: occorre infatti creare una rete di
competenze (consulenti, professionisti, fornitori, amministratori...) che sappia guidare
nelle valutazioni, che interpreti correttamente le nostre richieste, che si interfacci con le
amministrazioni e gli organi di controllo per tutti i risvolti normativi. Quando un
investitore trova difficoltà a creare la rete di competenze necessaria molto spesso desiste
e cerca altrove condizioni migliori.
Si è quindi pensato di incentrare la disponibilità di insediamenti produttivi mediante
l’offerta della rete di competenze necessaria perché l’investitore possa valutare in tempi
certi e con sicurezza la validità dell’eventuale insediamento, nel caso poi l’investitore ritenga
soddisfacenti le condizioni d’impianto la stessa rete sarà in grado di concorrere e
supportare la realizzazione dell’investimento. Il nucleo centrale dell’idea qui esposta è
quindi la definizione di una rete di competenze che in modo trasparente ed in tempi certi
possa fornire supporto e risposte agli investitori attirati dalle possibilità intrinseche del
Retroporto.
La rete dovrà essere composta da enti pubblici, attivi nei processi autorizzativi e normativi,
e da elementi di carattere privatistico che offriranno i propri servizi in ambito progettistico,
legale, finanziario e di forniture.
OPERATIVITà
Torniamo a immaginare l’investitore visto in precedenza valutare, tra altri, un approdo a
Genova. Nella sua ricerca si imbatterà nei richiami alle possibilità del Retroporto e da lì

167
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

sarà invitato a visitare il sito messo a disposizione dalla Rete di Supporto agli Insediamenti.
Online potrà ottenere una serie di informazioni quali gli spazi disponibili, le possibilità di
collegamento, i servizi già presenti eccetera. A questo punto potrà contattare direttamente
la Rete, dove troverà un Tutor, un ruolo che definiremo, che sarà in grado di dare le prime
informazioni puntuali richieste. Proseguendo l’approfondimento sempre il Tutor
raccoglierà e classificherà le esigenze dell’investitore predisponendo un elenco delle
competenze richieste in modo che l’investitore possa facilmente (e da lontano) organizzare,
tramite la Rete, un’agenda di incontri e visite dove troverà persone e istituzioni già a
conoscenza di gran parte delle sue esigenze. Se a questo punto l’investitore decidesse di
procedere all’insediamento potrebbe avere dalla rete supporto per le attività di
progettazione, realizzazione, finanziamento, fornitura, operatività e
amministrazione/consulenza.
tutta l’attività della rete dovrà essere finalizzata a garantire – in tempi massimi predefiniti per ciascuna
tipologia insediativa – l’avvio di un’attività imprenditoriale, comprendendo in particolare:
- rilascio di un’autorizzazione unificata relativa a tutti gli aspetti urbanistici, edilizi, sanitari, di sicurezza,
attraverso strumenti amministrativi analoghi alla “conferenza dei servizi”
- messa a disposizione di elenchi di referenti “certificati” per l’effettuazione di tutte le
attività progettuali, di esecuzione, di allestimento propedeutiche all’avvio dell’attività. tutti i soggetti
privati coinvolti dovranno essere dotati di una certificazione di qualità che attesti l’idoneità ad espletare
le attività occorrenti con standard operativi predefiniti ed in tempi massimi determinati.
L’ORGANIZZAZIONE
La rete di cui abbiamo delineato l’obiettivo dovrà essere in grado di occuparsi di istanze
anche molto diverse, dovrà essere in grado di interagire a diversi livelli e con interlocutori
eterogenei, dovrà essere in grado di agire nel rispetto dei legittimi interessi di ciascun
operatore implicato (sia interno alla rete che esterno). Inoltre potrà costituire un motivo
di richiamo solo se offrirà vantaggi in termini di tempo e semplificazione rispetto agli
approcci tradizionali.
Si vogliono quindi elencare i criteri fondanti con cui dovrà essere plasmata l’iniziativa.
p trasparenza
La rete dovrà garantire la trasparenza degli iter decisionali, nel rispetto delle
informazioni confidenziali, al fine di acquisire la credibilità necessaria per
raccogliere l’adesione degli operatori locali e per garantire equità di
trattamento per gli investitori interessati.
p Accessibilità
La rete dovrà essere accessibile da chi vuole farne parte in maniera chiara e
determinata da requisiti pubblici e accertabili.
p leadership pubblica
La rete dovrà garantire la salvaguardia degli interessi di tutte le parti coinvolte
e allo stesso tempo garantire che gli accordi e i processi interni stabiliti siano
condotti regolarmente e nei tempi stabiliti.
p criteri di adesione
I soggetti privati potranno liberamente aderire alla rete fatto salva la verifica
dei requisiti di ammissibilità in relazione al ruolo.
p organizzazione mirata ai processi
La rete dovrà agire secondo processi riconosciuti e concordati al fine di
garantire la corretta gestione dei rapporti tra gli operatori coinvolti, l’equità di
possibilità tra i privati, il rispetto dei tempi.
p vincoli di qualità
La rete non potrà funzionare se non nel rispetto dei criteri di qualità
concordati che verteranno su tempistiche e adeguatezza delle domande e

168
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

risposte nelle relazioni.


p tutor
Si ritiene utile che nell’organizzazione siano inquadrate figure con il ruolo di
essere interfaccia tra l’investitore/cliente e la rete stessa. Il Tutor sarà un ruolo
chiave per cui sarà necessario prevedere un adeguato percorso formativo.
La rete dovrebbe possedere inoltre queste caratteristiche:
m Fornire, o essere in grado di reperire, un insieme di competenze in grado
di coprire tutte le esigenze di conoscenza necessarie a maturare la decisione
di impiantare un’attività
m Gestire il processo di supporto in una serie di passaggi che ordini gli
interlocutori secondo priorità e esigenze
m Possedere metriche di misura dell’impegno e dei risultati al fine di valutare
l’andamento dell’iniziativa
m Essere gestita da un organo pubblico al fine di garantire trasparenza e
equità di possibilità per tutti i privati che concorrono al sistema
m Essere organizzata per garantire tempi certi di svolgimento
m Essere in grado di comunicare dal livello marketing al livello confidenziale
m Svolgere azione di promozione delle realtà già presenti in loco, ad esempio
le università
I POSSIBILI ATTORI COINVOLTI:
n L’azione dovrebbe essere guidata dagli enti che più hanno interesse e
responsabilità nei processi sopra indicati: Comune di Alessandria, Società del
Retroporto di Alessandria, Provincia di Alessandria
n La Fondazione Slala, per la peculiarità di raccogliere già tra i propri Soci
gli enti maggiormente coinvolti e per la missione di coordinamento e
indirizzo, potrebbe essere sicuramente un attore fondamentale almeno per
l’avvio
n Le amministrazioni pubbliche direttamente coinvolte nelle
regolamentazioni e negli indirizzi: Regione, Agenzia delle Entrate, ARPA,
Agenzia delle dogane...
n Le amministrazioni pubbliche possibilmente interessate:
Autorità portuali, comuni/province/regioni limitrofi...
n Le organizzazioni di promozione e tutela degli operatori economici:
Unione Industriale, Camera di Commercio, Collegio Costruttori, Ordini
professionali...
n La filiera edile per la costruzione o adeguamento delle strutture
n La filiera impiantistica per la fornitura di apparati
n La filiera logistica per il supporto del movimento merci
n Interlocutori finanziari
n Professionisti e società di servizi per aspetti amministrativi/contabili
n Canali di reperimento della forza lavoro ad ampio spettro
I POSSIBILI CLIENTI
La ricerca di nuove possibilità di sviluppo deve mirare sia a chi può essere interessato
all’impianto di attività produttive sia a chi può essere interessato ad avvalersi di servizi che
fornitori già presenti sono pronti ad erogare. Entrambe le posizioni dovranno essere
considerate perché sono sinergiche a uno sviluppo generale.
L’influenza e la capacità di conquista dei mercati da parte dei porti del nord Europa sono
state così forti che, purtroppo, non sarà necessario fare molta strada per trovare possibili

169
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

interessati ad avvalersi di adeguati servizi sul Mediterraneo. Svizzera e Germania


meridionale, ad esempio, furono clienti storici del Porto di Genova almeno fino agli anni
’70, ora si servono di porti molto più distanti. Una prima piazza dove pubblicizzare
l’offerta potrebbe essere costituita proprio dalle aree geografiche ex clienti.
Ancora più vicino basti pensare che le esportazioni dei prodotti enologici dell’astigiano (lo
spumante) non avviene attraverso Genova. O anche che gli interporti di Novara, Busto
Arsizio e Sesto S. Giovanni (HUPAC) svolgono la maggior parte del traffico verso i porti
del nord Europa. Da considerare inoltre i rapporti con la Cina. Le rotte dall’oriente
passano per il mediterraneo, in secondo luogo vi sono già accordi a diversi livelli con la
provincia cinese Jiang Su e il porto di Tianj In.
Pionieristicamente sarebbero da approfondire eventuali possibilità con i Paesi dell’America
Latina e con i Paesi nord africani, gli scambi con queste aree geografiche stanno
aumentando in bi direzionalità (invece che in sola importazione di materie prime) e in
futuro potrebbero diventare mercati di riferimento.
Finalità generali:
l Rendere massimamente appetibile la creazione di insediamenti di attività
produttive in relazione con il Retroporto di Alessandria
l Creare un volano economico di dimensioni nazionali senza necessità di
ingenti investimenti strutturali preliminari
obiettivi specifici:
Sicuramente ma non esclusivamente:
o Costruire una rete di competenze trasparente, pubblicamente condotta,
organizzata e coesa
o Offrire punti di accesso alla rete aperti e fruibili da ovunque
o Guidare i possibili investitori (nazionali e internazionali) secondo percorsi
chiari e opportuni nella definizione delle esigenze, delle soluzioni e nelle
realizzazioni
Attività:
Si propone una lista delle macro attività necessarie a rendere la Rete operativa:
a. Individuazione e impegno dei soggetti trainanti dell’iniziativa
b. Individuazione dei ruoli dei soggetti, pubblici e privati, implicabili
nell’iniziativa
c. Definizione dei flussi di processo nella relazione con gli investitori e nelle
relazioni interne
d. Definizione dei criteri di accesso alla rete
e. Definizione dei criteri di servizio della rete
f. Definizione dei criteri di valutazione della rete
g. Definizione degli accordi di ammissione alla rete
h. Costituzione delle strutture di coordinamento e di valutazione
i. Definizione del marketing e delle attività di proposta
risultati:
L’obiettivo è l’impianto di nuove attività economiche, diversificate per dimensioni e tipo,
che sostengano stabilmente l’economia, almeno, provinciale.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
I costi di avvio potrebbero essere coperti dai programmi di sviluppo dell’Unione Europea
e da fondi erogati dagli enti promotori del progetto.
I costi di mantenimento potrebbero essere poi in parte ricavati dall’attività stessa.

170
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

costi:
Possiamo prevedere che l’organo di controllo della Rete sia alla fine composto da un
Direttore, una segreteria e due Tutor (almeno inizialmente). Come strutture saranno
necessari uffici atti a ricevere pubblico e strutture di comunicazione e informatiche
adeguate. Buona parte delle spese sarà dedicata ad attività di marketing e comunicazione.
Indicativamente potremmo distinguere i costi in due fasi prevalenti: i costi di impianto e
i costi operativi.
Impianto
l Definizione giuridica dell’organismo di gestione della Rete
l Definizione dell’organizzazione della Rete, dei criteri di ammissione,
processi di relazione, criteri di qualità, criteri di verifica e controllo
l Informazione e coinvolgimento di istituzioni e operatori
l Definizione del marketing e delle attività di comunicazione
l Uffici, arredi, strutture informatiche, strutture di comunicazione
l Strumenti immateriali come software e sito internet
totale: 420.000 €
operatività
l Stipendi
l Affitto locali
l Manutenzione strumenti
l Evoluzione e mantenimento strumenti
l Segreteria
l Spese di gestione
totale: 340.000 € + Attività promozionali, rappresentanza e marketing
Le attività promozionali e marketing sono a parte perché dipenderanno molto dalla
contingenza e dagli anni (potranno essere più alte in fase di avviamento e diminuire poi
con l’acquisizione di notorietà).
Natura delle stime. Le cifre indicate nascono da un’indagine comparativa con iniziative di
simile dimensione. Per quanto riguarda la stima di Impianto essa è per la gran parte dovuta
all’analisi e definizione del modello di Rete (dal concetto all’operatività) tramite la
costruzione del processo, del piano di comunicazione, dei criteri di tempo e di qualità, di
certificazione della qualità, di adesione degli operatori pubblici e privati (e quindi attività
di coinvolgimento, di informazione e di addestramento).
La stima maturata per l’Operatività è in gran parte dovuta al costo per personale in
possesso di qualifiche rare: i Tutor, per esempio, dovranno possedere spiccate doti di
interrelazione personale, possedere un bagaglio di conoscenze tecniche che li renda in
grado di comprendere e anticipare le necessità che di caso in caso si porranno,
padroneggiare la comunicazione in lingua inglese, essere disponibili a lavorare fuori sede
con frequenza.
Possibili introiti. Sicuramente a tali investimenti devono corrispondere relativi introiti e la
misura del ritorno di investimento e della redditività devono essere tra i criteri di misura
della Rete. Da notare comunque che gli introiti saranno soprattutto indiretti (introiti sulle
nuove attività e sui nuovi redditi). Introiti diretti potranno essere maturati (da definire)
impiantando e gestendo un sistema di certificazione della qualità per l’adesione alla rete e
offrendo prestazioni ai committenti per l’impianto delle nuove attività.

Fattibilità:
La contropartita della possibilità di sviluppo strategica è data dalla complessità della messa

171
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

in opera dell’organizzazione che abbiamo chiamato Rete. In particolare si ravvedono:


1. La difficoltà per i soggetti privati di ragionare in termini di sistema e quindi
la scarsa propensione a coordinarsi e concertare gli interventi
2. La difficoltà per il pubblico di garantire servizi di qualità erogati in tempi certi
e compatibili con le esigenze di mercato
3. Una difficoltà generale a confrontarsi apertamente con metriche di servizio
e qualità, necessarie per presentarsi a una platea mondiale
Come prerequisiti individuiamo:
1. La realizzazione del Retroporto di Alessandria nei termini operativi previsti
2. Che almeno il Comune di Alessandria e la Società per il Retroporto si
pongano alla guida dell’iniziativa e la sostengano come elemento strategico di
sviluppo
cronoprogramma:
Si riporta di seguito il cronoprogramma delle attività di impianto.

Anno 1 Anno 2
Attività I II III Iv I II III Iv
Definizione organo di
Definizione processo operativo
Definizione standard qualità
Definizione metriche servizio
Definizione criteri accesso
Coinvolgimento Istituzioni
Coinvolgimento Operatori
Impianto struttura
Reclutamento personale
Strumenti immateriali (Sito)

Note:
1 – TEU, Twenty Equivalent Unit. Container navale lungo 20 piedi (circa 6 metri), è l’unità
di misura del traffico merci su container.

172
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 9
titolo:
marketing territoriale logistico

linea 1 logistica integrata

Sottotitolo:
Realizzazione di un portale tematico dedicato alla logistica ed alla promozione del territorio
in tale accezione, attraverso l’offerta di servizi informativi e di consulenza destinati agli
operatori ed agli utenti del settore della logistica, dell’industria, del commercio e
dell’immobiliare.
Soggetti proponenti:
Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro.

descrizione del progetto:


Il progetto, che porta in dotazione ed a supporto della proposta una base di studio
realizzata di recente nell’ambito della logistica del Piemonte orientale (progetto PALIO di
cui l’Università del Piemonte Orientale è capofila, e che vede in qualità di partners dell’ATS
l’Interporto di Rivalta e il CIM di Novara, Rete Ferroviaria Italiana, imprese e istituti di
ricerca) intende costituire una piattaforma tematica dedicata alla promozione dell’offerta
logistica del territorio. L’idea prevede la costituzione di un portale informatico che agisca
da interfaccia primaria nei confronti di tutti gli utenti interessati a conoscere determinate
informazioni e ricevere determinati servizi circa il settore logistico e le annesse attività
svolte sul territorio alessandrino. Il modello informatico si sviluppa su tre pilastri
fondamentali, che così si articolano:
1) Funzioni informative sull’offerta logistica.
Questa parte raccoglie e presenta informazioni sia in formato grafico (georeferenziato) sia
in formato descrittivo (con schede dedicate) relative alle infrastrutture, ai nodi logistici, agli
operatori del settore (economici ed istituzionali) etc.. A livello cartografico verrà posto il
focus sul posizionamento del territorio alessandrino all’interno di un sistema logistico
ampio, sui collegamenti esistenti, sulla presenza di importanti snodi logistici, sulla presenza
dei corridoi europei ivi presenti e delle rotte internazionali che vi transitano.
2) Funzioni informative sull’offerta immobiliare logistica - industriale.
Questa parte offre uno spazio aggregato per presentare l’offerta di aree immobiliari
logistiche, nonché industriali, disponibili sul territorio. L’attività prevede il coinvolgimento
degli operatori che costruiscono le aree in questione, degli operatori che le
commercializzano e dei singoli proprietari che vendono/affittano strutture di taglio
dimensionale medio-basso. L’attività di promozione e rilevazione richiede di conseguenza
un particolare impegno comunicativo per supportare una diffusione conoscitiva presso un
pubblico frammentato. L’offerta sulla piattaforma informatica presenterà l’ubicazione
della struttura, le caratteristiche della stessa, i collegamenti disponibili, la tipologia delle aree
commerciali attigue, gli eventuali servizi presenti ecc.
3) Servizi agli utenti e supporto all’insediamento.
Questa parte, che prende in considerazione esempi analoghi nazionali ed esteri, prevede

173
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

la collaborazione con istituzioni preposte all’attrazione degli investimenti (es. Centro


Estero per l’Internazionalizzazione del Piemonte), finalizzata alla fornitura di un servizio
di consulenza settoriale sugli aspetti economici e burocratici legati alla logistica ed
all’insediamento produttivo. Oltre alla presentazione di eventuali strumenti di agevolazione
(es. contratto di insediamento ecc.), il servizio di consulenza vuole rappresentare una parte
attiva e personalizzata del marketing territoriale logistico che integra la funzione base della
fruizione delle informazioni. La funzione informativa ed il servizio di consulenza si
prestano in questi termini anche alla promozione delle aree logistiche di futura
realizzazione, scaturenti dall’attività di programmazione territoriale.
Nota:
Questo tipo di attività si intende integrabile nel portale attraverso il collegamento a servizi
di supporto all’insediamento già esistenti o in via di costituzione. Rappresenta in questo
caso, a differenza degli altri contenuti determinati direttamente dal progetto, un servizio
fornito ed organizzato da terzi, inseribile nella realtà tematica di cui sopra e coniugabile
con l’impianto comunicativo dell’intero portale dedicato alla promozione del territorio in
chiave logistica.
Ad ulteriore aggiunta dei punti presentati, il portale tematico qui illustrato si presta ad
essere una piattaforma tematica integrabile con ulteriori servizi, funzioni, iniziative e
progetti tematici. La rilevazione dell’offerta logistica si struttura in modo tale da ricevere
informazioni dall’offerta stessa, fornendo in questo modo una base informativa più
completa per strutturare azioni di programmazione.
Finalità generali:
- promozione dell’identità logistica del territorio della provincia di Alessandria
- attrazione degli investimenti logistici e industriali e supporto all’insediamento
- presentazione dell’offerta immobiliare logistica ed industriale disponibile
- piattaforma di riferimento per il settore su cui agganciare ulteriori iniziative
e servizi
- realizzazione di una banca dati dettagliata a supporto della programmazione
obiettivi specifici:
m realizzazione del portale e della struttura informatica
m conferimento sul portale dei dati disponibili
m coinvolgimento dei soggetti istituzionali per l’identificazione e la
promozione condivisa del portale come riferimento tematico del territorio
m coinvolgimento di soggetti pubblici e privati per lo sviluppo dei servizi e
l’integrazione informativa dei contenuti tematici promossi dal progetto
Base informativa disponibile:
La proposta progettuale porterebbe in dotazione recenti studi realizzati dal soggetto
proponente nell’ambito della tematica relativa alle comunità logistiche ed agli strumenti e
servizi da queste adottate. La base informativa disponibile riguarda:
- modelli di marketing territoriale all’avanguardia realizzati in realtà
internazionali estere
- rilevazione aggiornata dell’offerta logistica della provincia di Alessandria.
Attività:
L’università s’incarica di curare gli aspetti relativi all’organizzazione dei contenuti ed alle
attività da compiere per intavolare un rapporto di collaborazione con gli attori interessati.
La realizzazione delle specifiche relative al portale informatico sono intese essere di
competenza di un’azienda specializzata, conferendo alla stessa il compito della gestione
delle integrazioni e della messa on line degli aggiornamenti man mano che questi si

174
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

rendano disponibili nel corso dello sviluppo della piattaforma tematica.


Gli enti locali sono identificati come supporto attivo nella promozione del progetto presso
gli utenti, come anche responsabili della manutenzione e della gestione del portale a seguito
della sua messa in opera.
risultati:
Realizzazione di una vetrina logistica del territorio, su modelli di importanti realtà
internazionali.
Promozione del territorio attraverso la sua offerta logistica e rafforzamento di un’identità
condivisa.
Supporto per l’attrazione degli investimenti e degli insediamenti
economici/commerciali/industriali. Raccolta dati sulla rete logistica a supporto dell’attività
di programmazione.
Portale a disposizione per il lancio di nuove iniziative inerenti alla tematica ed al marketing
territoriale logistico.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Dal punto di vista economico, si propone l’ipotesi di una suddivisione degli oneri finanziari
in modo tale per cui il soggetto proponente s’incarichi della realizzazione della struttura
informatica e gli enti locali della successiva gestione.
Dal punto di vista di risorse conoscitive e di consenso, come già indicato, il focus si
individua nella qualità della collaborazione da parte degli attori interessati al settore ed alla
costituzione di una community logistica visibile ed espressa attraverso il portale ed i suoi
contenuti.
costi:
Costi di realizzazione struttura informatica . . . . . . . . . . . . . . . . .Euro 50.000 - 80.000
Costi per attività di comunicazione e promozione
presso gli utenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Euro 10.000
costi totali di investimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Euro 60.000 – 90.000
costi annui di gestione, integrazione
ed aggiornamento piattaforma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Euro 5.000 - 10.000
Fattibilità:
La realizzazione della struttura informatica non presenta particolari difficoltà. I punti
chiave per una realizzazione progettuale compiuta risiedono nella collaborazione con
soggetti pubblici e privati per:
- il riconoscimento, la comunicazione e la promozione da parte degli stessi
della piattaforma informatica come riferimento tematico per il territorio
- il coinvolgimento ulteriore degli utenti interessati ad integrare il portale con
conoscenze detenute nell’ambito dei contenuti promossi dal portale.
cronoprogramma:
Fasi trimestre 1 trimestre 2 trimestre 3 trimestre 4
Promozione presso gli
utenti
Realizzazione struttura
Presentazione pubblica
Aggiornamenti
successivi

175
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 10
titolo:
Scuola di alta formazione in logistica, Insediamento
produttivo e organizzazione di processo

linea 1 logistica integrata

Sottotitolo:
Il progetto si pone come obbiettivo la creazione di un scuola di formazione manageriale
da realizzarsi allo scopo di formare operatori della logistica di alto livello al fine di facilitare
l’insediamento di un polo della logistica che crei valore aggiunto nel territorio del comune
di Alessandria
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria, S.I.T.AL
S.p.A..
descrizione del progetto:
Il progetto si pone come obbiettivo principale la creazione di una scuola di alta formazione
rivolta a coloro che opereranno nell’ambito delle attività di produzione, intermediazione,
scambio connesse alla piattaforma logistica, sia in aziende private che presso enti pubblici.
Questa iniziativa ha lo scopo di aiutare le aziende a formare e inserire specialisti in grado
di dare un supporto fattivo alle attività logistiche; essi saranno in grado di aiutarle anche
nelle fasi di realizzazione di un nuovo insediamento sul territorio alessandrino.
Il Italia non esistono profili tecnici in grado di supportare le aziende nelle decisioni legate
alla gestione delle merci con particolare attenzione agli scenari legati alla domanda e
all’offerta (particolarmente influenzata da aspetti tecnici, infrastrutturali, economici e
politici).
Il Politecnico, in collaborazione con altre Università e con professionisti che operano già
sul territorio, potrebbero realizzare un iniziativa che permetta di colmare questa carenza
realizzando sia percorsi Master per personale occupato e non occupato che iniziative
seminariali.
Finalità generali:
Il Politecnico, anche in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale e i
professionisti che già operano sul territorio, si propongono di realizzare un iniziativa che
permetta di creare e gestire sia percorsi di formazione post Laurea per personale occupato
e non occupato che iniziative seminariali.
obiettivi specifici:
L’iniziativa prevede la creazione di un catalogo di proposte formative prevalentemente
indirizzate a neolaureati e ma anche a dipendenti di aziende private e Enti pubblici; tale
catalogo dovrà essere costruito insieme ai diversi portatori di interesse sia sulla base di
indagini di mercato che sulla base dell’analisi dell’offerta presente in altre nazioni.
Attività:
l La Scuola di alta formazione opererebbe principalmente con le seguenti
attività di formazione: Master in Logistica e Insediamento Produttivo (per

176
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

personale disoccupato e occupato). Programma:


- Economia e finanza aziendale
- Economia internazionale
- Project Management
- Economia e politica dei trasporti
- Pianificazione e gestione del trasporto merci
- Metodologia di valutazione delle infrastrutture logistiche e di
trasporto o Economia del territorio
- La logistica in azienda: Operations Management
- Supply Chain Management
- Il marketing dei servizi di logistica e trasporto
- I sistemi informativi per la gestione della logistica e dei trasporti
- La normativa nel settore dei trasporti e del commercio
internazionale o Inglese commerciale
- Stage aziendale
- durata master 1000 ore
l Formazione continua in organizzazione di processi complessi e logistica
per personale disoccupato e occupato) – durata 600 ore
l Corsi e seminari su tematiche specifiche anche relativi ad aggiornamenti
normativi
risultati:
L’iniziativa ha lo scopo di far crescere la qualità delle risorse umane che operano nella
filiera della logistica; tale crescita consentirà alle aziende di migliorare la propria
competitività e di attrarre sul territorio nuove risorse e nuovi operatori esteri nel settore
della logistica e della distribuzione creando quindi nuove opportunità di lavoro per i
giovani.
Per quanto riguarda invece i manager pubblici il beneficio atteso è la creazione di una
classe dirigente più attenta alle problematiche delle imprese e alle ricadute economiche e
sociali di una corretta e attenta gestione delle risorse economiche e ed umane.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il progetto prevede una dotazione iniziale per la creazione della struttura sotto forma di
Associazione e per l’avvio delle attività; la struttura sarà molto snella e prede l’utilizzo in
convenzione di spazi e servizi già disponibili presso il Politecnico. Il personale fisso si
limiterà inizialmente ad un direttore e a una segretaria, mentre tutte le altre risorse umane
saranno prese a contratto sulla base delle attività e dei progetti.
Il progetto prevede che a regime la struttura si auto sostenga con i proventi delle attività
sviluppate e che prevedono o un pagamento diretto da parte degli utenti o un utilizzo di
fondi tipo FSE.
costi:
costi di realizzazione scuola di alta formazione (1° anno)
- Direttore 15.000,00 Euro
- Segreteria 15.000,00 Euro
- Affitto spazi e attrezzature 10.000,00 Euro
- Costituzione e costi amministrativi 10.000,00 Euro
- Pubblicità e marketing 10.000,00 Euro
- Docenza 60.000,00 Euro
totAlE coStI 120.000,00 Euro
costi annuali di funzionamento scuola di alta formazione
- Direttore 15.000,00 Euro

177
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

- Segreteria 25.000,00 Euro


- Affitto spazi e attrezzature 10.000,00 Euro
- Costi amministrativi 10.000,00 Euro
- Pubblicità e marketing 5.000,00 Euro
- Docenza 80.000,00 Euro
totAlE coStI 145.000,00 Euro
costi su singole attività:
Ogni singolo progetto formativo aggiuntivo prevedrebbe la completa copertura dei costi
e la creazione di un margine.
ricavi:
1° anno:
80.000 euro da fondi pubblici e/o privati per l’avviamento della scuola di alta formazione
35.000 euro da quote di iscrizione al master
10.000 euro da convegni e seminari
Anni successivi:
60.000 euro da quote iscrizione al master
40.000 euro da corso formazione continua per occupati
15.000 euro da convegni e seminari
40.000 euro da sponsorizzazioni e contributi da fondazioni e enti pubblici
Fattibilità:
I principali ostacoli alla realizzazione di questa iniziativa derivano dalla necessità di creare
un ente/associazione che possa gestire in modo snello questa iniziativa, svincolato da
interessi di parte e avente come unico obbiettivo i risultati qualitativi della formazione
erogata.
La struttura dovrà utilizzare le migliori risorse umane disponibili senza interesse particolari
e, se non preseti sul territorio, reclutare docenti e professionisti esterni di elevato standing.
cronoprogramma:
Il master potrebbe essere operativo entro 3 mesi della costituzione dell’associazione ed
erogare entro i 12 mesi successivi le prime attività formative.

178
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 11
titolo:
Bicistazione
(grande parcheggio multipiano per bici e motocicli/scooter)

nuovi contenitori per il


linea 4
rilancio del territorio

Sottotitolo:
Obiettivo è quello di realizzare una “bicistazione” recuperando un contenitore (o più
volumi differenziati) e trasformandolo in una un struttura ad hoc; la localizzazione è
quella in corrispondenza del nodo Stazione Ferroviaria (zona piazzale Curiel) e dei
capolinea di linee bus e corriere.
Favorire anche l’intermodalità fra mezzi di trasporto diversi, garantendo un posto sicuro,
protetto, funzionale, pratico, accessibile ed ecocompatibile, in quanto il progetto si
inserisce nelle politiche volte a ridurre l’inquinamento e soprattutto lo spostamento e la
concentrazione degli autoveicoli e dei mezzi a motore.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
descrizione del progetto:
Realizzazione di una nuova struttura (o preferibilmente il recupero di uno dei contenitori
esistenti inutilizzati o sottoutilizzati contigui alla Stazione Ferroviaria, messo a disposizione
dalle Ferrovie stesse o dalle Poste Italiane: il taglio dimensionale è di circa 7000 mc) sul
modello italiano della “bicistazione” di San Donato Milanese, eventualmente potenziabile
su esempi europei o del resto del mondo (Olanda, Danimarca, Svizzera, Germania,
Giappone, etc.).
Creazione di una struttura multipiano facilmente accessibile dagli utenti su due ruote (con
eventuale spazio all’aperto e/o superficie dedicata a scooter/moto ma in misura
secondaria/aggiuntiva) con sistemi di controllo, di custodia, di elementi funzionalmente
connessi di distribuzione e di collocazione, a pagamento e non, di servizio di riparazione,
di custodia garantita, di pompaggio, di noleggio/bike sharing, di vendita (mini spazio
commerciale specifico e dedicato alle 2 ruote).
Accessibilità totale e assistenza/accessori per soggetti diversamente abili e/o con
particolari esigenze ortopediche: tricicli, biciclette stabilizzate, triciclo tandem, trasporti
carrozzine, ecc…
Il progetto attraverso un inserimento mirato ed una sistemazione dell’intorno
contribuirebbe alla rivitalizzazione dell’area che, a prescindere dal recente restyling della
Stazione, era e resta un piazzale, un elemento di cesura e non di unione con il resto della
città, pur essendo nel cuore di essa.
Il progetto, accompagnato da una attenta e concreta analisi dei bisogni e dei flussi, dovrà
tenere conto del fattore sviluppo turismo e di quello culturale.
Dovrà inoltre essere studiata nel tempo una rete di punti di sosta (di sottostazioni) per le
bici e gli scooter in ogni quartiere della Città.
Dovrà essere stilato protocollo/accordo tra vari soggetti coinvolti per
abbonamenti/tariffazioni misti/cumulativi bici/auto sosta, bici/bus, bici/treno,

179
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

bici/corriera, ecc…
Numero minimo di biciclette/mezzi da ospitare è ipotizzabile in 500.
Finalità generali:
Incentivare soprattutto lavoratori, pendolari, visitatori occasionali e turisti, giovani studenti
ad avvicinarsi alle due ruote ed utilizzarle, incentivando e favorendo l’uso della bici negli
spostamenti per convenienza e praticità e libertà di movimento.
Contribuire a ridurre l’inquinamento e soprattutto il congestionamento di mezzi ed
autoveicoli (riducendo la domanda di parcheggi per auto).
Favorire un mezzo di trasporto alternativo ed ecologicamente compatibile.
Favorire l’attività fisica e un nuovo modo di pensare (recuperandolo) allo spostamento.
Si rammenta che la bicicletta non inquina, è silenziosa, non ingombra (dieci biciclette
occupano lo spazio di un’auto), non consuma combustibili, fa bene alla salute di chi la
usa; è’, quindi, un mezzo (o il mezzo) di trasporto sostenibile .
Pertanto, anche in considerazione della centralità delle tematiche ambientali (Accordi di
Kyoto, Covenant of Mayor, riduzione dei gas serra e del benzene, contenimento dei
consumi energetici, sviluppo dei mezzi di trasporto meno inquinanti, sviluppo del turismo
sostenibile), si ritiene che tale forma di mobilità eco-compatibile debba avere nella Città
e nel suo contesto un ruolo non più marginale (riappropriandosi di quella importanza che
possedeva sino a qualche decennio fa) come successo fino ad oggi, ma debba diventare
un fattore di programmazione e pianificazione del territorio; ciò anche al fine di consentire
il cofinanziamento con i fondi strutturali stanziati dall’Unione Europea per la realizzazione
degli interventi previsti dalla legge n. 366/98 (“Norme per il finanziamento della mobilità
ciclistica”) a favore dello sviluppo e della sicurezza del traffico ciclistico, o comunque tutti
quei fondi per buone pratiche o per soluzioni volte alla riduzione drastica
dell’inquinamento.
obiettivi specifici:
L’applicazione mirata di soluzioni tese a contrastare alcune problematiche già evidenziate
nel tavolo di lavoro, quali:
m degrado di contenitori e volumi esistenti
m “miopia” tecnologica
m assenza di iniziative di rilievo
m riduzione ricerca e innovazione
m mancati collegamenti
Attività:
Il Comune dovrà stilare un accordo di programma/convenzione con i soggetti coinvolti,
in primis il soggetto che metterà a disposizione l’area/il contenitore; il Comune quindi
dovrà sviluppare la parte più tecnica e gestionale della struttura.
L’accordo dovrà prevedere anche le modalità di finanziamento del progetto da attuarsi
nell’arco di cinque anni e le successive modalità di gestione della struttura (e di
implementazione di dotazione e reti dedicate).

risultati:
Sviluppo della cultura dello sport, attrattività della Città, riduzione della congestione del
traffico e dell’inquinamento, sviluppo di una rinnovata coscienza all’uso alternativo di
mezzi di trasporto (e sviluppo piste ciclabili), ecc…
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Comune di Alessandria
Trenitalia – Ferrovia Italia - Centostazioni
Regione Piemonte

180
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Provincia di Alessandria
(Ministero Infrastrutture e trasporti, Ministero Istruzione, Università e ricerca, Ministero
Ambiente)
Ministero della Gioventù
Fondazione CRA, Fondazione CRT, Fondazione SAN PAOLO, Fondazione ….
Ditte / Sponsor privati e pubblici
(Unione Europea) eventuale finanziamento attraverso Bando Europeo
costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata alle tipologie realizzative e funzionali finali
Creazione urbanizzazioni € 500.000,00
Costruzione/recupero strutture € 3.000.000,00
Stampe pubblicazioni e creazione sito web, ecc. € 50.000,00
Costi di avvio e gestione del progetto € 100.000,00
costo massimo è di circa € 3.650.000,00 (correlato a disponibilità immobili e
progettazioni esecutive)
Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
a) effettiva disponibilità della struttura (dalle Ferrovie/Trenitalia e/o dalle
Poste Italiane) e realizzazione di un accordo con tutti i soggetti coinvolti per
la realizzazione e gestione della struttura con elementi partecipativi,
strutturanti e/o compensativi
b) coinvolgimento di tutti i soggetti interessati nel concreto avvio del
progetto tramite un accordo di programma con cronoprogramma delle fasi
di attuazione del progetto; potranno essere coinvolti Aziende partecipate,
ATM, AMAG, Cento Stazioni, Trenitalia – Ferrovie, Provincia di Alessandria,
Regione Piemonte, aziende del settore sportivo (2 ruote), partner privati e
enti pubblici (attraverso Convenzioni e Accordi), FIAB –Federazione Italiana
Amici della Bicicletta (www.fiab-onlus.it), Federazione Europea delle
Associazioni Ciclistiche, Rete Ciclabile Italiana ed European Cyclists’
Federation, Associazione Città Ciclabili (www.cittaciclabili.it ), Rete tra gli
Enti Locali in Italia che hanno attivato un “UFFICIO BICICLETTE”
(http://cittainbici.it/chi-siamo.html e cittainbici@gmail.com ) o che
comunque hanno provveduto ad individuare una figura di riferimento per le
politiche a favore della bicicletta nelle proprie realtà territoriali seguendo le
indicazioni UE contenute nel “libro arancio” della Commissione Europea
Cycling: the way ahead for towns and cities,
c) disponibilità su più esercizi finanziari dei fondi necessari per la
realizzazione del progetto
d) Infine occorre considerare che il costo di recupero degli edifici molto
rilevante potrebbe costituire un ostacolo alla realizzazione dell’idea. Infatti
una bicistazione potrebbe essere realizzata anche con strutture più leggere e
pertanto con investimenti dell’ordine di 100.000€ svincolando il progetto dal
recupero dell’immobile.
e) l’iniziativa confligge in parte con il progetto bike-sharing
cronoprogramma di lavoro:
p primo anno – ricerca partner e confronto con vari soggetti - redazione di
uno studio di fattibilità e stipula sulla base di questo di un accordo di
programma

181
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

p secondo anno – redazione ed approvazione progettazione completa


finanziata per lotti funzionali nell’arco di 4/5 anni - acquisizione
aree/contenitori, appalto/aggiudicazione
p dal terzo anno al quinto – realizzazione ed avvio graduale della gestione
della struttura completata e collaudata
Esempi di realizzazione:

Ipotesi di localizzazione:

182
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 12
titolo:
realizzazione “Ecomuseo della terra cruda” e avvio di
cantieri pilota per il recupero delle strutture in terra cruda

Spazi e strutture per


linea 2
l’innovazione

Sottotitolo:
Obiettivo è quello di valorizzare e salvaguardare il territorio dell’area della Fraschetta
attraverso il recupero di un prezioso patrimonio edilizio caratterizzato da murature in terra
cruda, di ridefinire percorsi ciclo-turistici, pedonali con area di sosta attrezzate, di creare
una rete gestionale e di nuova imprenditoria locale che sia “formata” nel recupero della
struttura in terra cruda quale materiale bio-eco-compatibile.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria.
descrizione del progetto:
La Regione Piemonte con la L.R. n. 2 del 16 gennaio 2006 - norme per la valorizzazione delle
costruzioni in terra cruda - ed il successivo Regolamento attuativo, si prefigge la
“conservazione e la valorizzazione delle costruzioni in terra cruda attraverso la
promozione della conoscenza del patrimonio esistente ed il sostegno finanziario di
interventi di recupero volti ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione delle
costruzioni stesse”.
Le costruzioni e l’architettura in terra cruda sono parte integrante del patrimonio storico,
architettonico, culturale e sociale del nostro paese. Si tratta di tecniche costruttive e
tipologie insediative differenti tra loro, ma accomunate da un uso massiccio della terra,
materiale economico e disponibile in loco, con funzione portante e dall’interessante
compresenza di tipologie sia rurali che urbane.
Nella legge regionale piemontese fondamentale è il censimento, strumento essenziale con
la duplice finalità di catalogazione dell’ambiente costruito con l’uso della terra cruda e di
modalità per permettere l’erogazione contributi a fondo perduto ai proprietari degli edifici
che in occasione di lavori di manutenzione e restauro ne facciano richiesta (con un
massimale del 60% della spesa sostenuta e un limite massimo per ogni domanda di circa
12.000,00 € ).
Il Comune di Alessandria ha provveduto a promuovere da alcuni anni una campagna di
censimento raccogliendo numerose adesioni e ritiene utile perseguire tale attività anche per
l’anno 2010.
è inoltre interesse della Amministrazione, ed in particolare dell’Assessorato Urbanistica
e Patrimonio, portare avanti tutte quelle azioni volte e collegate alla conservazione ed alla
valorizzazione di tale patrimonio immobiliare così singolare ed unico nel paesaggio
piemontese: nasce così l’ipotesi di avviare un progetto pilota che mirando al recupero di
uno o più fabbricati in terra (con la compartecipazione dei proprietari che intendono
eseguire lavori di recupero ed hanno avuto accesso ai contributi regionali) possa dare il via
ad una serie di progetti/cantieri in progressione e capaci di innescare ricadute positive a
livello culturale ed economico in tutta l’area interessata.
La proposta oltre ad avere un taglio innovativo nella formulazione e nei contenuti,

183
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

attraverso un’attività di coordinamento, di controllo, di formazione e di coinvolgimento


multidisciplinare ed intersettoriale (istituzioni universitarie, scuola edile e istituti
professionali, operatori pubblici e privati, liberi professionisti competenti in materia, etc.)
permetterebbe in sintesi di:
- definire un “protocollo” di indagine e di intervento generale sulle costruzioni
in terra cruda;
- affrontare anche l’analisi del recupero delle stesse costruzioni sotto il profilo
energetico e bioclimatico
- monitorare uno o più cantieri, permettendo la creazione di un “osservatorio”
del Comune
- effettuare un raffronto/adeguamento/aggiornamento del prezziario
regionale attraverso il controllo dei costi di cantiere per la manutenzione ed
il restauro
- contribuire alla formazione e/o aggiornamento di tecnici e di professionisti
del settore (e studenti della scuola edile) e di manodopera pubblica o privata;
- individuare azioni comuni volte a riunire interessi e risorse
- fornire alla Regione Piemonte esperienze concrete, criteri e strumenti di
conoscenza e di guida di un processo costruttivo desueto
- divulgare i risultati attraverso schedature, resocontazioni, ecc…
La necessità di fornire materiale didattico per permettere il raggiungimento da parte di
tecnici ed imprese edili, con i loro addetti, di un’idonea preparazione per poter operare
correttamente in tale settore (così come tra l’altro è stato prospettato dalla legge stessa che
stanzia fondi in tale direzione) dovrebbe rivelarsi un punto di forza per un Comune.
è già stata ipotizzata la stesura di schede pratiche di intervento che verranno confrontate
con quelle in preparazione presso il Comune di Novi Ligure con l’intento di raggiungere
una maggior coerenza nei temi trattati e una linea d’azione univoca relativa agli interventi
da attuarsi sugli edifici in crudo presenti sul territorio inter-comunale.
Contestualmente, nel programma/progetto generale di recupero di queste costruzioni è
da segnalare il progetto dell’“Ecomuseo della Terra Cruda”, presentato nel gennaio 2006
in Regione Piemonte dalla Provincia di Alessandria, soggetto pro-tempore interlocutore
dei tre soggetti promotori dell’iniziativa (Comune di Novi Ligure, Comune di Bosco
Marengo e Associazione Culturale “Amici della Biblioteca della Fraschetta” - quest’ultimo
in rappresentanza del territorio comunale alessandrino ), i quali hanno optato per una
cooperazione sinergica al fine di rendere più credibile e attuabile un progetto univoco
denominato “Tron e Trunere” avente per mission progettuale un insieme di temi
facilmente integrabili fra loro e potenzialmente espandibili ai territori comunali limitrofi;
temi che spaziano dalla salvaguardia del territorio (comprendente altresì la proposta di
graduale conversione agricola), al recupero delle costruzioni con murature in terra cruda,
senza tralasciare il tema della conservazione del patrimonio “immateriale” tipico della
zona Fraschéta.
La Circoscrizione Est “Fraschetta” del Comune di Alessandria, partnership
dell’Associazione Culturale “Amici della Biblioteca della Fraschetta”, ha assicurato il
proprio sostegno all’iniziativa prospettando una fattiva collaborazione da parte delle
Pubbliche Amministrazioni; la fattiva collaborazione del Comune di Alessandria (da
estendere a scuole e ad istituzioni culturali) per la creazione dell’“Ecomuseo della Terra
Cruda”, risulta strategicamente insostituibile per supportare, incentivare, attuare e integrare
ogni attività proposta collegata al progetto ecomuseale «Tron e Trunere» - Ecomuseo della
Terra Cruda (proposto dall’Associazione Culturale “Amici della Biblioteca della
Fraschetta” con i Comuni di Novi Ligure e di Bosco Marengo, secondo quanto
dettagliatamente specificato nel format univoco di presentazione del gennaio 2009).
Il Comune di Alessandria potrà uscire dall’empasse teorico effettuando una concreta

184
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

sperimentazione direttamente sul proprio territorio.


Le risorse economiche potrebbero essere in parte erogate della Regione Piemonte e in
parte potrebbero trovare accoglimento da parte di privati interessati al progetto (tecnici,
imprese, fornitori, ...).
Per il compimento delle varie attività suddette (pluriennali all’incirca su un quinquennio
di riferimento) occorrerà predisporre un cronoprogramma.
Il progetto Ecomuseale prevede, nel dettaglio, l’avvio di una rete gestionale e di una
rinnovata imprenditoria locale, definita mettendo a sistema gli esiti e le ricadute di quanto
previsto a livello progettuale, mira ed essere foriera di un nuovo ed innovativo sviluppo
locale, anche attraverso:
- il miglioramento dell’economia locale attraverso definizione e impostazione
di uno studio di valorizzazione di tradizioni e di storia locale, individuando
percorsi turistici che tocchino luoghi significativi del territorio (sia urbani,
rurali, agresti e fluviali); l’ipotesi di uno specifico bando per l’erogazione di
contributi mirati a privati per il recupero di edifici in terra da destinare a
struttura ricettiva, in modo da muovere verso il modello dell’albergo diffuso
(anche in linea con gli indirizzi regionali a sostegno di strutture sperimentali
e di basso impatto sul territorio). Quest’azione dovrebbe opportunamente
intrecciarsi con diversi attori locali (istituzioni culturali, ambientaliste,
commercio alternativo, fattorie didattiche, società sportive-ciclismo ecc.),
anche facenti parte della diverse realtà economico-produttive territoriali
(artigiani, industriali, agricoltori), in modo che i percorsi e la rete di
collegamenti individuati, dove le strutture ricettive si configurano quali punti
di riferimento, snodo e sosta, siano quanto più coerenti possibili con la realtà
territoriale e beneficio per la stessa. Ipotesi della riscoperta di vicende storiche
attraverso la realizzazione di pensiline di sosta, utilizzabili anche come punti
d’osservazione del territorio, e realizzate con murature in crudo con pannelli
esplicativi per il turista
- il sostegno, anche con azioni di sensibilizzazione ed incontri ad hoc con i
diversi stakeholder, all’ampliamento della ricettività e ospitalità delle aziende
agrituristiche già presenti, diffusione dei bed and breakfast e alla
predisposizione di offerte didattico-turistiche alternative e di qualità:
esperienze di autocostruzione con la terra (e non solo), fattorie didattiche,
partecipazione a progetti e iniziative di ripiantumazione di colture antiche
etc.
- il sostegno al recupero e alla riconversione del patrimonio agricolo
ambientale, delle colture, dell’allevamento del bestiame e del paesaggio,
ideando e attivando progetti su cui chiedere finanziamenti mirati, ad esempio
europei
- il sostegno ad attività di restauro e recupero del patrimonio edilizio esistente;
ideando e attivando progetti su cui chiedere finanziamenti mirati, ad esempio
europei, G.A.L., borse di studio per progetti innovativi che indagano e
approfondiscono aspetti della storia dell’arte e dei campi relativi come
architettura, beni culturali, museologia (esempio: Getty Grant Program del
Getty Research Institute) in collaborazione con P.A., privati o attraverso
l’acquisto di immobili significativi
- l’avvio di un corso di formazione di guide e di operatori attrezzati
culturalmente e turisticamente per affrontare e gestire le problematiche
connesse ad un sistema museale diffuso e aperto alla costruzione di itinerari
diversificati attraverso il mondo delle case di terra: dall’Outlet alle battaglie o
alle pievi, da Santa Croce alla seta o alla fornace, dalla Cittadella ai salumi o

185
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ai dolciumi etc.. In tal senso, così come già sperimentato in questi anni dal
Comune di Novi Ligure, potrebbe essere interessante attivare un rapporto
pianificato con l’Istituto Turistico di Novi
- lo scambio di esperienze con realtà extra-locali e realizzazione di una rete di
relazioni internazionale; importate il collegamento con l’Associazione
Nazionale Città della Terra Cruda e del suo ramificato network internazionale
- individuare e organizzare “cantieri pilota” su alcuni immobili messi a
disposizione dei privati che hanno richiesto il contributo regionale, in modo
tale da svolgere un’attività di controllo, formazione degli operatori (tecnici –
direttori dei lavori, imprese di costruzione private o provenienti dalla scuola
edile) e resocontazione/monitoraggio; i cantieri sarebbero aperti a varie figure
professionali controllate e coordinate da un professionista competente, su
incarico del Comune.
Finalità generali:
Sviluppare una rinnovata imprenditoria locale che sia specializzata nelle tecniche di
costruzione e restauro della terra cruda e nell’affrontare anche l’analisi del recupero delle
stesse costruzioni sotto il profilo energetico e bioclimatico.
Valorizzare e conservare il patrimonio culturale e architettonico locale
obiettivi specifici:
Creazione di materiale didattico formativo, di un “protocollo” di indagine e di intervento
generale sulle costruzioni in terra cruda, percorsi culturali e professionali, recupero
strutture.
- monitorare uno o più cantieri, permettendo la creazione di un “osservatorio”
del Comune
- effettuare un raffronto/adeguamento/aggiornamento del prezziario
regionale attraverso il controllo dei costi di cantiere per la manutenzione ed
il restauro
Attività:
1) redazione di una manuale guida che descriva, operativamente, le tecniche
base di recupero delle strutture in terra cruda, con il coinvolgimento degli
enti, del Politecnico di Torino e/o di altri Istituti Universitari, dei tecnici
professionisti e delle imprese con le maestranze locali
2) realizzazione di “protocolli prestazionali” e di prezziari e di riferimenti
specifici di controllo dei costi di cantiere
3) incentivazione al recupero degli edifici con struttura in terra cruda
mediante la sensibilizzazione dei proprietari dei suddetti edifici tramite
contributi e supporti tecnici
4) creazione di un percorso ciclo-turistico e pedonale con area di sosta a tema
che descriva le tecniche e le qualità architettoniche degli edifici realizzati con
struttura in terra cruda
5) creazione dell’Ecomuseo della terra cruda con le relative ramificazioni
risultati:
L’iniziativa è quella di far crescere la qualità di risorse umane che operano nell’ambito del
settore costruttivo ma anche culturale ed artigianale; far sì inoltre che un cospicuo
patrimonio edilizio (anzi un’intera area) non venga abbandonato o distrutto o inutilizzato
risorse, strumenti e forme di finanziamento
capitale privato:
Accordo con CRA e/o banche locali per prestiti a tasso agevolato per il recupero degli

186
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

immobili
capitale pubblico:
Regione Piemonte
Provincia di Alessandria
Fondazione CRA e/o altre Fondazioni
Comune di Alessandria
costi:
Contributi privati per recupero fabbricati significativi
da 30 a 50 (numero minimo) € 500.000,00
Copertura tasso agevolato mutui € 200.000,00
Cantieri pilota per la formazione dei tecnici e delle imprese € 50.000,00
Verifiche, collaudi, provini, etc. € 50.000,00
Percorso Marengo, ecomuseo, segnaletica e
aree di sosta attrezzate € 300.000,00
Punto d’informazione e stampe depliants percorsi e
stampe manuali e risultati, creazione sito web, etc. € 200.000,00
Costi di avvio e gestione del progetto € 100.000,00
costo massimo prevedibile € 1.400.000,00
Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
A. coinvolgimento di tutti i soggetti interessati nel concreto avvio del
progetto tramite accordi di programma e convenzionamenti con
cronoprogramma delle fasi di attuazione del progetto; partner prioritari la
Provincia e il Comune di Bosco Marengo. Altri potenziali partner: la Scuola
Edile di Alessandria, il Collegio Costruttori di Alessandria, il Comune di Novi
Ligure che in coerenza con le politiche di tutela, conservazione e rilancio del
proprio territorio porta come partners: “il Distretto del Novese e il portale del
Commercio, Turismo, Arte e Cultura, Enogastronomia, Eccellenza Artigiana
e Bel Vivere” (www.distrettonovese.it), Associazione Nazionale Città della
Terra Cruda (www.terra-cruda.org), l’Associazione Culturale “Amici della
Biblioteca della Fraschetta” di Spinetta Marengo (AL), la Circoscrizione
Fraschetta del Comune di Alessandria, il WWF di Alessandria, la Pro Natura
di Alessandria, l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “A. Avogadro”,
il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Vita, il Touring Club Italiano
della provincia di Alessandria, l’Istituto di Storia del Risorgimento Italiano –
Comitato di Alessandria e Asti, Istituto Tecnico Statale per Geometri di
Alessandria “P.L.Nervi”, il Club Turati di Spinetta Marengo, la Società del
Gelso, il 59^ Demi Brigade d’Infanterie de Ligne di Marengo, l’associazione
per le rievocazioni della Battaglia di Marengo, l’Azienda Bolloli per l’edilizia
di Cascinagrossa (AL), il Laghetto “La Madonnina” di Lobbi (AL), La
Conchiglia Onlus - Servizi Ambientali e Turistici, i proprietari di case e terreni
presenti lungo il percorso. Il Politecnico di Torino potrà fornire il proprio
contributo relativamente al programma di valorizzazione delle costruzioni in
terra cruda così come la Regione Piemonte.
B. disponibilità su più esercizi finanziari dei fondi necessari per la
realizzazione del progetto, correlati a crono programmi
Fondamentale la capacità di mettere tutte le azioni descritte a sistema, interrelazionandole
in modo innovativo e creativo ma concreto.

187
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

cronoprogramma di lavoro:
in trimestri

ANNO 1 ANNO 2 ANNO 3 ANNO 4 ANNO 5

ATTIVITà I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV

Ricerca partner e
confronto soggetti
Predisposizione
convenzioni e
accordi - Stipula
Stanziamento
fondi e
finanziamento
privati attraverso
contributi e mutui
Redazione studi di
fattibilità progetti
avvio cantieri
pilota su alcuni
edifici finanziati e
redazione manuale
+ protocolli
avvio
progettazione e
acquisizione aree
per creazione
percorsi + museo,
stampe manuali,
etc.
Appalto lavori di
creazione percorso

Istituzione punto
di informazione,
redazione e stampe
depliant percorsi,
etc.

Individuazione sito/area di riferimento:

Mappatura esemplificativa dell’area (fraschetta alessandrina) di censimento delle


costruzioni in terra cruda nel Comune di Alessandria - Dicembre 2009.

188
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 13
titolo:
città dello Sport

nuovi contenitori per il


linea 4
rilancio del territorio

Sottotitolo:
Obiettivo è quello di realizzare una “città/cittadella dello sport” dedicata principalmente
ai giovani che intendano avvicinarsi allo sport potendo scegliere tra le più diverse discipline
sportive ad oggi coltivate.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria.
descrizione del progetto:
Realizzazione su di un’area estesa con una superficie adeguata ad ospitare un palazzetto
dello sport, dovrà contenere spazi anche per le nuove discipline praticate quale baseball,
campi da tennis, oltre ad avere un buon impianto natatorio che dia spazio agli atleti anche
per la loro preparazione a livello agonistico, si potranno inserire bene in tale contesto le
attrezzature più complete e tutti i servizi per l’atletica leggera e il ciclismo (ipotesi anche
di velodromo).
L’area dovrà essere collocata a poca distanza dal centro cittadino, nelle vicinanze delle
strutture ricettive, scolastiche e gli altri impianti sportivi cittadini; dovranno prevedersi, in
particolare, collegamenti pedonali e ciclabili tra strutture e città o zone rilevanti della città.
Il progetto dovrà tenere conto del contesto agricolo in cui sarà insediata la cittadella dello
sport. L’ambito destinato a parcheggio sarà stato distribuito come una lunga fascia al fine
di diminuire l’impatto ambientale e contornati da alberi che diano l’effetto di un bosco.
Principale requisito necessario alla attivazione delle aree per le realizzazioni sportive è la
destinazione del vigente P.R.G.C. di cui all’art.32 quinques e all’art. 44 bis delle Norme di
Attuazione.
Finalità generali:
Incentivare i giovani ed i meno giovani ad avvicinarsi allo sport e coinvolgere le scuole di
ogni ordine e grado, sul modello delle scuole americane, ad introdurre nei loro programmi
e nelle loro attività le discipline sportive non più come attività marginale ma come attività
formativa per i giovani studenti, sfruttando in tal senso tutte le strutture che la cittadella
dello sport potrà e dovrà mettere a loro disposizione. L’area potrà raccogliere come bacino
di utenza anche tutti i Comuni limitrofi della provincia che intendano usufruire delle
strutture.
La cittadella sarà anche luogo di manifestazioni sportive regionali e nazionali;
appuntamenti programmati nel calendario sportivo nazionale e/o internazionale (giochi
gioventù, campionati universitari per alcune discipline, etc.).
obiettivi specifici:
L’applicazione mirata di soluzioni tese a contrastare alcune problematiche già evidenziate
nel tavolo di lavoro, quali:
l assenza di iniziative di rilievo e assenza di spazi attrezzati
l riduzione ricerca e innovazione

189
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

l perdita di ruolo del territorio


l mancanza di contenitori (spazi) adattati a grandi progetti innovativi
Attività:
Il Comune dovrà quindi stilare un accordo di programma con i soggetti coinvolti, in primis
il CONI che dovrà sviluppare la parte più tecnica e gestionale delle strutture.
L’accordo di programma dovrà prevedere anche le modalità di finanziamento del progetto
da attuarsi nell’arco di dieci anni e le successive modalità di gestione delle strutture.
risultati:
Sviluppo cultura dello sport (alternativo e non in competizione con il calcio, unico
riferimento “forte” al momento), attrattività della Città nell’intorno e in più vasto contesto,
con conseguente circolazione di giovani, idee, progetti, eventi, turismo e ospitalità, ecc…
Collegamento con grandi progetti ed eventi nazionali ed internazionali; possibilità di
ospitare eventi ed iniziative di grande rilevanza.
Rinnovamento del ruolo di Capoluogo sulla Provincia con effetti di propulsione e di
sviluppo.
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Comune di Alessandria
CONI
Regione Piemonte
Provincia di Alessandria
Ministero Infrastrutture e trasporti
Ministero Istruzione, Università e ricerca
Ministero della Gioventù
Fondazione CRA, Fondazione CRT, Fondazione SAN PAOLO, Altre Fondazioni
Ditte/Sponsor privati e pubblici
(Unione Europea)
costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata alle tipologie realizzative e funzionali finali
Ipotesi Base:
Creazione urbanizzazioni € 2.000.000,00
Costruzione strutture da € 22.000.000,00 a € 44.000.000,00
Stampe pubblicazioni e creazione sito web, ecc. € 100.000,00
Costi di avvio e gestione del progetto € 400.000,00
Totale: da circa € 24,5 mln. (minimo) a circa € 46,5 mln. (massimo)
Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
m individuazione area - adeguamento dello strumento urbanistico - ricerca
sponsor – progetto fattibilità
m disponibilità aree
m coinvolgimento di tutti i soggetti interessati nel concreto avvio del
progetto tramite un accordo di programma con cronoprogramma delle fasi
di attuazione del progetto; potrebbero essere coinvolti CONI, Provincia,
Regione, Scuole di ogni ordine e grado, Comuni limitrofi della Provincia,
aziende del settore sportivo, partner privati e enti pubblici
m disponibilità su più esercizi finanziari dei fondi necessari per la
realizzazione del progetto

190
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

cronoprogramma di lavoro:
l I anno - redazione di uno studio di fattibilità e stipula sulla base di questo
di un accordo di programma - avvio variante strumento urbanistico - ricerca
partner e confronto con vari soggetti
l II anno - approvazione variante strumento urbanistico, redazione ed
approvazione progettazione completa finanziata per lotti funzionali nell’arco
di sei anni
l dal III anno all’VIII anno - acquisizione aree (o convenzionamenti),
realizzazione dei lotti funzionali ed avvio graduale della gestione delle strutture
completate e collaudate

191
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 14
titolo:
Borgo cittadella - progetto di rinnovamento di un quartiere

nuovi contenitori per il


linea 4
rilancio del territorio

Sottotitolo:
Obiettivo è quello di trasformare in concreto una parte della città che con il nuovo ponte
Meier e il recupero della Cittadella diventerà “più vicino” e snodo/fulcro. Un programma
con azioni concrete, un ufficio/laboratorio allargato finalizzato alla rigenerazione e alla
valorizzazione di questa “zona di confine” tra il fiume, le vie di accesso e transito, la città
e il grande “vuoto” della Cittadella.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
descrizione del progetto:
Realizzazione di uno studio di fattibilità propedeutico alla concretizzazione del progetti
attraverso la redazione di un programma innovativo di rinnovamento urbano /
programma complesso, strumento pianificatorio/progettuale consolidato in ambito
regionale e nazionale.
Studio che ricollegandosi all’originaria stesura del Programma di Riqualificazione Urbana
degli anni ’90 (rimodulato e limitato al Borgo Rovereto, in seguito alla riduzione dei
finanziamenti richiesti) si concentrerà su una parte importante della Città: Borgocittadella.
Il progetto dovrà confrontarsi con le scelte urbanistiche e progettuali di tutta l’area,
consolidate e in previsione: dal ponte Meier con le connessioni e con l’accessibilità al
centro città allo sviluppo della tangenziale, dalla sistemazione e tutela del fiume al ponte
Tiziano e al lungofiume, dall’utilizzo della Cittadella e del suo intorno semirurale alle
localizzazioni commerciali, artigianali e/o industriali, etc..
Dall’analisi dello stato di fatto, dell’analisi del patrimonio esistente, di tutte le opere di
urbanizzazione esistenti, dei caratteri di degrado (in gran parte derivanti da una
subordinazione dell’intera area alla rete stradale ed agli snodi veicolari), della situazione
ambientale e sociale, si procederà con una fase propositiva sulle possibili modificazioni e
sistemazioni di volumi e di aree esistenti nonché su specifiche destinazioni d’uso.
La previsione di una serie di interventi pubblici e privati (attraverso convenzionamenti)
organici e coordinati dovrà attuarsi attraverso finanziamenti pubblici e privati: fondi
comunali, regionali o statali, europei, partner pubblici e privati, ecc…
Finalità generali:
Avere a disposizione uno strumento indispensabile di analisi e di indirizzo per dare l’avvio
a quella molteplicità di interventi pubblici e privati che permettano la riqualificazione e la
rinascita di un quartiere intero.
Valorizzazione della città e del suo contesto.
Strumento indissolubilmente correlato, e propulsore, alle progettazioni puntuali e ai grandi
progetti quali il ponte Meier o il recupero della Cittadella e dell’asta fluviale, al fine di
definire un lembo di città formalmente e funzionalmente qualificato ed integrato con il
restante tessuto edilizio.

192
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

obiettivi specifici:
L’applicazione mirata di soluzioni tese a contrastare alcune problematiche già evidenziate
nel tavolo di lavoro, quali:
l mancati collegamenti
l mancanza di spinte propulsive si grandi progetti
l perdita di ruolo del territorio
Attività:
Il Comune dovrà redigere, avvalendosi di personale interno e/o di consulenze
specializzate, un “progetto preliminare” di riqualificazione urbana (sul modello dei
Programmi Complessi già in corso di realizzazione) comprensivo di tutte le attività di
analisi, di sperimentazione, di valutazione, di progettazione preliminare, di previsione e di
monitoraggio necessarie alla concretizzazione di un percorso amministrativo virtuoso.
Dovranno essere definite scelte, valutate anche le modalità e le forme di finanziamento del
progetto, i tempi di attuazione, etc..
Collegamento e coordinamento con la molteplicità di progetti e di interventi sulle sponde
fluviali.
risultati:
Dotazione di strumenti indispensabili per ogni progetto di riqualificazione urbana e di
rinnovamento del Capoluogo con effetti di propulsione economico-sociale e di sviluppo.
Collegamento con i grandi progetti .
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Comune di Alessandria capofila
Regione Piemonte (eventuali fondi sulla base di Bandi Specifici)
Provincia di Alessandria
Ministero Infrastrutture e Trasporti e/o Ministero Ambiente (eventuali contributi sulla
base di Bandi Specifici)
Fondazione CRA, Fondazione CRT, Fondazione SAN PAOLO, Altre Fondazioni
Ditte/Sponsor privati e pubblici
Unione Europea (eventuali contributi sulla Base di Bandi Specifici)
Ricerca di finanziamenti sovranazionali con collegamenti a nuovi strumenti pianificatori
(programmi complessi e integrati)
costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata a differenti variabili / attività specifiche
Ipotesi Base (consulenza esterna + personale interno):
Studio e Redazione Proposta € 50.000,00
Analisi/Monitoraggio € 20.000,00
Stampa pubblicazioni e creazione sito web, ecc. € 20.000,00
Costi di avvio e gestione del progetto
(campagna informazione, work shop, ecc..) € 20.000,00
totale € 110.000,00
Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
o perimetrazione area – analisi urbanistico/edilizie – ricerca partner e
consulenze – progetto fattibilità
o coinvolgimento di tutti i soggetti interessati all’attuazione del progetto
tramite bando/convenzioni/accordo di programma con cronoprogramma
delle fasi di attuazione del progetto; potrebbero essere Regione, Ministero,

193
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Soprintendenza, A.T.C., Associazioni di Categoria, Università , Sindacati,


Piccoli Proprietari, Collegio Costruttori, partner privati e enti pubblici
o disponibilità su più esercizi finanziari dei fondi necessari per la
realizzazione del progetto
o Il progetto inoltre può trovare elementi sinergici e di condivisione con i
progetti “Porte urbane della Città” (studio di fattibilità e realizzazione)
presentati sul tavolo “Trasporti e Mobilità”, in quanto costituisce la “porta
Ovest” della Città.
cronoprogramma di lavoro:
- I anno – raccolta dati e predisposizione strumenti propedeutici alla
attivazione dello studio (bandi, informazione, provvedimenti, etc..)
- II anno - redazione di uno studio di fattibilità ed eventuale avvio variante
strumento urbanistico – ricerca partner e confronto con vari soggetti
- Dal II al III anno – approvazione della progettazione completa
Individuazione:

194
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 15
titolo:
Intervento di riqualificazione
di piazza Santa maria di castello

nuovi contenitori per il


linea 4
rilancio del territorio

Sottotitolo:
Redazione dello studio di fattibilità per la riqualificazione dell’area con la sistemazione
della piazza stessa e la realizzazione di interventi di edilizia residenziale pubblica mediante
recupero di immobili di proprietà comunale - ex Istituto Sordomuti .
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria.
descrizione del progetto:
Questo intervento si pone come fase finale di un ampio percorso iniziato a seguito
dell’evento alluvionale del 1994 , che ha portato, attraverso le realizzazione, in corso di
attuazione, del “Progetto di Riqualificazione Urbana Borgo Rovereto I Cortili Ritrovati”,
ad una rivalutazione della zona mediante interventi urbanistici, edilizi e stradali , e che si
pone il fine, con questa ultima operazione, di provvedere alla sistemazione della complessa
zona circostante la chiesa di Santa Maria di Castello.
I professionisti dovranno provvedere a redigere uno studio di fattibilità urbanistica al fine
di riqualificare e rivitalizzare l’ area di piazza Santa Maria di Castello e le aree limitrofe ,
con speciale attenzione alle problematiche edilizie in atto.
Finalità generali:
m Riqualificazione fisica e rivitalizzazione sociale dell’area relativa alla piazza
Santa Maria di Castello
mAttivazione di azioni che definiscano nuove destinazioni d’uso di edifici
fronteggianti o interagenti con l’area
mSistemazione di nuovo “ arredo” della piazza che ne permetta un più facile
utilizzo da parte dei cittadini , moltiplicandone le modalità di utilizzo
obiettivi specifici:
Proporre un coinvolgimento di più realtà , anche economiche , al fine di realizzare una
pluralità di interventi qualificanti per la città.
Attività:
o Indizione ed espletamento della gara al fine di individuare un gruppo di
professionisti particolarmente qualificati per la redazione dello studio di
fattibilità;
o coordinamento delle attività di progettazione ;
o stipula degli atti necessari all’approvazione da parte dei competenti organi
comunali dello studio presentato
risultati:
- miglioramento dell’ uso di uno spazio che testimonia le origini cittadine
- rivalutazione di edifici rilevanti attraverso nuove modalità di utilizzo

195
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

- rivitalizzazione sociale di un’area centrale


costi:
€ 80.000 per la realizzazione dello studio di fattibilità
Fattibilità:
a Individuazione di nuove modalità di utilizzo per gli edifici prospicienti
la piazza
aReperimento e attivazione delle risorse necessarie ad iniziare l’intervento
a Connessione con i progetti di riqualificazione lungofiume e oltre Tanaro
(Borgo Cittadella e Cittadella).
a Ricerca di fonti di finanziamenti sovra comunali.
cronoprogramma di lavoro:
I anno II anno III anno IV anno

I II I II I II I II
semestre semestre semestre semestre semestre semestre semestre semestre
Affidamento
incarico luglio
professionale
Approvazione
studio di gennaio
fattibilità
Approvazione
progetti luglio
esecutivi
Avvio dei lavori gennaio

ubicazione:

196
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 16
titolo:
Analizzare e rinnovare le reti ferroviarie e gli snodi -
interazioni con logistica

linea 3 connettività e reti

Sottotitolo:
Obiettivo è quello di anticipare scelte obbligate collegate alla mobilità su ferro/rotaia
scommettendo ed investendo su una risorsa/vocazione già consolidata storicamente
integrandola con il sistema del trasporto su gomma e l’attivazione delle aree logistiche .
Con la creazione dell’asse ferroviario a nord (Torino – Lione ovest- est), quello tra Milano
– Bologna nord – sud, l’eventuale apertura del terzo valico ma con tracciato tangente alla
città, la città rischia di rimanere all’interno del “triangolo industriale” (e dell’incrocio di due
fondamentali “corridoi europei”) perdendo via via la funzione di collegamento tra Torino
– Bologna, Torino – Genova, etc. sia per trasporto merci che persone …
Il programma dello sviluppo della logistica è inscindibile con un piano/progetto relativo
al sistema dei trasporti e degli scali con interazioni multidisciplinari: CREAZIONE
GRUPPO DI LAVORO (CON RICERCA, CONSULENZA/SUPPORTO,
COORDINAMENTO/RIFERIMENTO, FORMAZIONE ED INFORMAZIONE,
PROD. DOCUMENTAZIONE, VERIFICA PROCEDURE, ecc...)
Tra le priorità oltre all’importante variabile ambientale vi è quella della sicurezza: la tragedia
di Viareggio del 2009 ( ha messo in luce anche la necessità di adeguare ed ammodernare
sistemi di controllo/verifica, linee e soprattutto snodi di traffico merci (e persone), depositi
e aree di sosta (ricadute sia su transito/deposito ferroviario che su gomma, con
movimentazione merci sempre maggiori, in tempi minori, ecc…) .
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto si pone come una serie di obbiettivi tra cui la realizzazione di una metodologia
di indagine/verifica applicativa basata su integrazione di dati e di tecniche innovative di
analisi/valutazione dei rischi; integrazione ed aggiornamento del Piano di Protezione
Civile Comunale + Piano del Traffico + Regolamenti e Norme + Cartografia + Piano
Operativo Merci Pericolose + Piano Zonizzazione Acustica e mappe relative + analisi
emissioni.
Verifica, in caso di Rischio Trasporti (incidenti ferroviari rilevanti, incidenti stradali
rilevanti, aerei, fluviali, inquinamento, ecc..) delle rispettive competenze (di organismi
preposti e/o di soggetti pubblici e di privati coinvolti, con particolare attenzione con le
già presenti aziende a rischio) in modo da agevolare le procedure e l’accessibilità a strutture,
a siti, a collegamenti da attivare/utilizzare in emergenza.
Campagne di misurazioni e di verifica, Analisi rischio sanitario ed antropico –
Programmi/Piani di risanamento.
Nella fase preliminare (project management), fondamentale è la Pianificazione e la
Definizione degli Obiettivi e delle Risorse, i tempi (importantissimi) di realizzazione delle

197
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

varie fasi del progetto.


Il progetto si può articolare in subfasi:
l Costruzione del progetto con particolare Fase di analisi, raccolta dati,
verifiche + formazione gruppi lavoro
l Analisi fabbisogni e studi di approfondimento
l Valutazione entità e significatività rischi + Progettazione +
Aggiornamento sistema informativo
l Fase attuativa/realizzativa, Comunicazione con verifica e nuova analisi
(correttivi, adeguamenti, ecc…)
l Gestione
Particolare attenzione alla rete ferroviaria, alla valutazione dei rischi (trasporto,
carico/scarico, sosta temporanea e prolungata merci, interazioni con aziende a rischio,
guasti, sistemi controllo visivi e automatici, ecc..), alla tipologia merci tossiche e/o
infiammabili (cloro, ammoniaca anidra, GPL, ossido di etilene, benzene, ecc..) o comunque
inquinanti (amianto, scorie tossiche, etc.).
Finalità generali:
m Sensibilizzare soggetti pubblici e privati (e popolazione) su tema sicurezza
trasporti, deposito, interazione eventi e localizzazioni a rischio, identificazione
referenti, etc.
m Formazione, preparazione, “investimento” e promozione a vari livelli
m Quantificazione rischi, Piani di caratterizzazione, Progettazione e
programmazione scenari e soluzioni
m Offrire un’opportunità, creare le premesse, per soggetti e/o attività a
rischio (o incompatibili/in conflitto, per esempio, sotto il punto di vista
acustico) che intendono rilocalizzarsi, se attualmente in zone improprie, de
localizzarsi o insediarsi ex novo; eventuali contributi e/o agevolazioni
procedure
m Mantenere e promuovere un offerta localizzativa di aree e di vie di transito
“sicure” tale da garantire una attrattività nel confronto con altri Comuni e
Province che non hanno provveduto né ad una analisi né a attivazione di
procedure in tal senso
m Promuovere aree e vie di transito moderne e appetibili – studiare nuovi
modelli di sviluppo linee transito
m Sfruttare razionalmente, efficacemente e consapevolmente la buona
accessibilità territoriale
m Valutare e Gestire efficacemente “nuove tipologie” di emergenze e di
interventi (anche di mitigazione e prevenzione)
m Individuare “aree critiche” e “attraversamenti”, incompatibili, Ridefinire
aree di rispetto e sistemazioni/previsioni urbanistiche (Limitare persistenza
edifici in aree rispetto ferroviario e stradale, qualunque sia la destinazione)

obiettivi specifici:
L’applicazione mirata di soluzioni che si ricollegano a problematiche già evidenziate nel
tavolo di lavoro, quali:
m mancato sviluppo reti di comunicazione
m mancanza di “sistema nervoso”
m “miopia tecnologica”
m assenza di spazi/volumi attrezzati e razionalmente collegati
m mancato sfruttamento di un opportunità logistico/strategica

198
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

m rischio dispersioni di realizzazioni di infrastrutture e di frammentazione


degli interventi e problematiche emerse in altri tavoli (Tavolo 3 - Sviluppo
Sostenibile e Tavolo 2 - Trasporto e Mobilità).
Si dovrà come minimo fornire una mappatura dei rischi, un programma di controllo e di
sviluppo del sistema logistica/trasporti/rischi, mettere a punto protocolli operativi e
sperimentali, strumenti di informazione e di controllo dinamici, creare modelli,
predisporre un Gruppo di Lavoro ad hoc (elaborazione norme, supporto continuativo a
vari soggetti, regole tecniche e gestionali, ecc..), pianificare interventi di rilocalizzazione
(dismissione aree o linee, realizzazione sistemi protezione), implementare il PIANO DI
PROTEZIONE CIVILE comunale.
In particolare creazione di una reale/concreta integrazione (e confronto) tra sistemi spesso
non comunicanti se non in occasione di eventi eccezionali (e/o basati solo su valutazioni
probabilistiche e derivazioni statistiche o indici di rischio): tra soggetti istituzionali, organi
di controllo, grandi e piccole aziende, privati, residenti, operatori Protezione Civile e VVFF,
Forze dell’Ordine, operatori mobilità/traffico, ecc..
Attività:
- organizzazione operativa, project financing, consulenze, creazione gruppo
di lavoro, progettazione
- ricerche e analisi
- valutazioni rischio trasporti / interazioni con localizzazioni / aree logistiche,
realizzazioni
- comunicazione
risultati:
La attivazione dei progetti/strumenti non ha prevedibili risultati in dettaglio se non la
realizzazione di un progetto innovativo/d’avanguardia con strumenti efficaci di valutazione
e di programmazione.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Le risorse in fase iniziale saranno tutte di carattere pubblico:
Comune ed enti territorialmente coinvolti
RFI – Trenitalia
Provincia
Regione
Autorità Portuale di Genova
Stato
Europa - fondi europei
Fondazioni

costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata alla fase preliminare (project management), alla Pianificazione
e Definizione degli Obiettivi/modelli, a Risorse e ai tempi di realizzazione del progetto.

Per alcune attività (fase avvio):


project management circa € 50.000,00
ricerca/verifica quantitativa e qualitativa min € 50.000,00
consulenze esterne min € 40.000,00
199
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

coordinamento e organizzazione e comunicazione da € 30.000,00 a 100.000,00


costo previsto circa € 170.000,00
Fattibilità:
La fase propositiva ed attuativa del Progetto sarebbe gestita direttamente da un soggetto
pubblico o a partecipazione pubblica accreditata con partecipazione di altri soggetti ed
operatori, supportato da una convenzione/protocollo di intesa + incarico .
è assolutamente necessario un coinvolgimento di tutti i Comuni (almeno contermini) e
soprattutto della Provincia e di Trenitalia RFI e Ferrovie (pubbliche e private) nonché di
ARPA, di Vigili del Fuoco (e del Ministero Interno), Protezione Civile.
Per la fase teorica/studio è opportuna la collaborazione dell’Università degli Studi del
Piemonte Orientale + Università degli Studi di Torino + Politecnico (con Dipartimenti
Universitari Specializzati e/o Laboratori e/o altri Istituti Universitari), e per una fase
operativa/attuativa della Regione Piemonte (e l’auspicabile accordo con altre Regioni a
confine: Lombardia, Liguria, Emilia Romagna), di ISPESL, di AIPO, del Ministero LLPP-
OOPP, del Porto di Genova (Autorità Portuale e/o altri Porti), di Aziende di trasporto
pubbliche e private, di Ordini Professionali, di Associazioni di Categoria, ecc..
I Costi elevati sono concentrati sulle acquisizioni dei dati, sulle elaborazioni progettuali,
sulla comunicazione/divulgazione capillare a operatori pubblici e privati, e sugli interventi
concreti di mitigazione rischio.
Il crono programma dovrà essere pienamente condiviso e integrato tra parte pubblica e
privata.
Il progetto è idealmente e fattivamente collegato con Tavolo 3 (Sviluppo Sostenibile) e con
Tavolo 2 (Trasporto e Mobilità).
cronoprogramma di lavoro:
L’attività iniziale è da articolarsi in un biennio per garantirne l’efficacia; il gruppo di lavoro,
la gestione, la raccolta di informazioni continue, le simulazioni con le interpretazioni
continueranno con resocontazioni, incontri , report, continui e puntuali.
Il crono programma di dettaglio dovrà essere redatto nella fase di pianificazione Project
Management.
ubicazione:
ScheMa limitato alle linee ferroviarie (anche di progetto)

200
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 17
titolo:
laboratorio e festival dell’architettura di periferia

nuovi contenitori per il


linea 4
rilancio del territorio

Sottotitolo:
Obiettivo è quello di promuovere una attività di confronto a livello nazionale (e/o
internazionale) sui temi della progettazione architettonica e urbana delle periferie in
generale (delle città, dei sobborghi e/o in ambito più vasti di intere aree lontane o
distaccate da un “centro” o da un asse prioritario). Una serie di iniziative che si
concretizzano annualmente in un evento nazionale (e/o internazionale) coinvolgente
docenti universitari, ricercatori, studenti, amministratori pubblici, politici, enti ed
associazioni di categoria, imprese edili, ecc...
Soggetti proponenti:
Comune proponente con Ordine Architetti PPC Provinciale (con l’auspicio di un
coinvolgimento della Federazione Regionale + Consiglio Nazionale Architetti).
descrizione del progetto:
Il progetto è teso a promuovere una attività di confronto continua a livello nazionale (e
internazionale) sui temi della progettazione architettonica e urbana delle periferie.
Denominatore comune è la condizione del “distacco”, della “separazione” dal centro; una
lontananza percepita, elaborata e vissuta in forma duplice, mentale e concreta che si
concretizza in luoghi urbani privi d’immagine, d’identità, di opportunità e di
socializzazione e di confronto, e di conseguenza in spazi della solitudine,
dell’emarginazione sociale, dell’abbandono, dell’impoverimento, etc..
Sperimentazioni architettoniche ed urbanistiche, anche e soprattutto sull’esistente, sui
luoghi vicini ma ampliando sempre più l’orizzonte in un contesto di globalizzazione, per
nuove idee e per nuove soluzioni urbane che possano incidere efficacemente nella pratica
corrente e in programmi e progetti contemporanei e futuri in diversi contesti urbani
rispettandone l’unicità e la particolarità ma con finalità comuni e condivise.
Laboratori e progetti, con eventi, seminari, pubblicazioni, concorsi, forum, ecc... non
occasionali ma collegati alla necessità di “creare” una tradizione organizzativa e di ricerca,
una rete di contatti e di referenti interessati all´approccio conoscitivo di un´architettura (e
di una urbanistica) nuova. Tutto questo tenendo presente la problematica pressante della
“casa” e dell’edilizia residenziale pubblica, della crisi (dai modelli a quella economica più
cogente), delle implicazioni sociologiche mai elaborate e tradotte in azioni concrete, del
mutare continuo della società contemporanea (con globalizzazione e fenomeno di “flussi”
di diverso tipo, da quelli fisici a quelli immateriali, finanziari ...), della “liquidità” di spazi,
condizione, territorio, ecc... con conseguente spaesamento/smarrimento, insicurezza, ecc...
La stessa Alessandria, pur non avendo grandi quartieri periferici come Milano, Torino e
Genova è divenuta area residenziale periferica?
Il progetto si può articolare in subfasi:
l Costruzione del progetto con particolare Fase di analisi, raccolta dati,
verifiche + formazione gruppi lavoro
l Analisi fabbisogni e studi di approfondimento
l Valutazione entità e significatività rischi + Progettazione +

201
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Aggiornamento sistema informativo


l Fase attuativa/realizzativa, Comunicazione con verifica e nuova analisi
(correttivi, adeguamenti, etc.)
l Gestione
Particolare attenzione alla rete ferroviaria, alla valutazione dei rischi (trasporto,
carico/scarico, sosta temporanea e prolungata merci, interazioni con aziende a rischio,
guasti, sistemi controllo visivi e automatici, ecc..), alla tipologia merci tossiche e/o
infiammabili (cloro, ammoniaca anidra, GPL, ossido di etilene, benzene, etc..) o comunque
inquinanti (amianto, scorie tossiche, etc.)
Finalità generali:
l Progetto con rilevanza strategica territoriale ed extraterritoriale
l Mettere in rete aree, spazi fisici, edifici e volumi, idee, progetti collegati al
concetto di periferia
l Studiare, promuovere ed elaborare progetti pilota integrati ed
all’avanguardia finalizzati al miglioramento della progettazione architettonica
e urbana delle periferie
l Recuperare in concreto aree degradate o “periferie”
l Sfruttare la buona accessibilità territoriale
obiettivi specifici:
L’applicazione mirata di soluzioni tese a contrastare alcune problematiche già evidenziate
nel tavolo di lavoro, quali:
o assenza di centri/poli/distretti dedicati allo sviluppo inteso nella più vasta
accezione
o mancato sfruttamento della risorsa “cultura”
Attività:
La realizzazione del progetto prevede le seguenti attività:
o creazione apposita società/fondazione/ente per la realizzazione degli
eventi o utilizzo ente già esistente
o attività immateriale di costituzione ed avvio
o adeguamento spazio e volumi esistenti, pubblicità, acquisto attrezzature
informatiche, allestimenti, acquisto sistemi per traduzione simultanea,
convenzionamenti, etc.
o creazione premi
risultati:
La attivazione del progetto potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
o l’aumento di attrattività del territorio in generale
o una differente tipologia di sviluppo territoriale ed urbano
o la programmazione e gestione di eventi di valenza nazionale (e
internazionale) - la realizzazione di nuovi servizi di qualità
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Risorse e strumenti:
o Contenitori e/o volumi, spazi di proprietà comunale e/o altri enti pubblici
e/o associazioni di categoria
o Supporto tecnico di Segreteria Ordini Professionali Provincia
o Supporto tecnico di Segreteria Fondazioni (a livello comunale/provinciale
ed eventualmente regionale)
Fonti di finanziamento possibili sono:

202
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

l i costi sono inizialmente a carattere pubblico ma con apporto capitali


privati attraverso sponsorizzazioni
l Fondi Comune (e Provincia Alessandria e Regione Piemonte )
l eventuale Finanziamento Consiglio Nazionale Architetti o Università
costi:
Costi: In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva
perché indissolubilmente collegata alla soluzione realizzativa finale.
valutazione sommaria COSTI
Costi del Comune di avvio Circa € 150.000,00

valutazione sommaria RICAVI/ENTRATE TEORICHE


Proventi (al Comune) derivanti da
sponsorizzazioni e contributi di altri Circa € 100.000,00
Enti o di privati

Fattibilità:
La fase propositiva ed attuativa sarebbe gestita direttamente da un
soggetto/ente/associazione ad hoc o in alternativa da soggetto/ente/associazione
esistente + apposita convenzione/protocollo con il Comune di Alessandria e
partecipazione di Associazioni di categoria ed operatori.
E’ fortemente auspicabile un coinvolgimento di altri Enti.
Costi elevati concentrati sull’avvio delle iniziativa, sulla creazione di basi documentarie, di
ricerche e di elaborazioni, di costituzione fondi.
Collaborazione e Convenzioni/Accordi con altri Enti e soggetti pubblici e privati quali
Regione, Ministero dell’Istruzione, Ministero degli Esteri, Università, ANCI, Collegio
Costruttori ed Associazioni di categoria, ATC , Ordine degli Ingegneri e; importante potrà
essere il coinvolgimento della Provincia quale soggetto partecipe di riferimento/incontro
e tra le varie esigenze/aspettative di Amministrazioni pubbliche.

203
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

cronoprogramma di lavoro:
Attività I anno II anno III anno IV anno V anno
Condivisione obbiettivi
e sottoscrizione
protocollo /
memorandum
di collaborazione tra vari
soggetti interessati +
verifica creazione
società /
fondazione/ente
Fase di studio,
elaborazione dati, avvio,
progetto,
ricerca sponsor
Costituzione
società /
fondazione / ente,
organizzazione evento,
pubblicità
Progetto, Eventi, Premi,
Divulgazione

Progetto, Eventi, Premi,


Divulgazione

Progetto, Eventi, Premi,


Divulgazione

204
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 18
titolo:
palazzo dell’edilizia

nuovi contenitori per il


linea 4
rilancio del territorio

Sottotitolo:
Progettazione e realizzazione di un edificio da destinare a molteplici funzioni sociali e di
formazione professionale.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria proponente con SEAL – Sistema Edile Alessandria (Scuola Edile
– Cassa Edile di Mutualità ed Assistenza – Comitato paritetico territoriale).
descrizione del progetto:
Realizzazione di un edificio destinato a multifunzioni legate alla formazione professionale
nel settore dell’edilizia ed alla gestione delle attività rivolte alla sicurezza sul lavoro,
promuovendo attività in materia di prevenzione degli infortuni e di tutela dei diritti dei
lavoratori del settore. L’edificio di grande valenza architettonica e di forte caratterizzazione
ambientale (all’avanguardia) è costituito sostanzialmente da due grandi volumi ospitanti il
laboratorio della scuola edile e gli apparati tecnologici e gli uffici degli enti coinvolti
nell’operazione.
In tale struttura verranno svolte le funzioni relative alle attività didattiche, oltre ai servizi
accessori a tali attività, saranno collocati gli uffici amministrativi degli enti coinvolti, nonché
sale di riunioni, incontri, auditorio per manifestazioni.
L’intervento è realizzato su area di proprietà comunale concessa in diritto di superficie.
Finalità generali:
Realizzare una struttura di eccellenza nell’ambito della formazione professionale
concentrando funzioni molteplici rivolte in particolare alla sicurezza sul lavoro.
obiettivi specifici:
Miglioramento ambientale dell’area di intervento mediante riorganizzazione del sedime
definendo funzioni e spazi destinati anche alla fruibilità della generalità dei cittadini
La realizzazione mirata tende a contrastare alcune problematiche già evidenziate nel tavolo
di lavoro, quali: l’assenza di spazi/volumi attrezzati e razionalmente collegati e il mancato
sfruttamento di un opportunità logistico/strategica.

Attività:
La realizzazione del progetto prevede le seguenti attività:
l progettazione dell’opera
l scelta del contraente
l realizzazione dell’intervento edilizio
l gestione della struttura
risultati:
Realizzazione della scuola professionale, degli uffici degli enti interessati e di spazi sistemati
a verde fruibili dal pubblico.

205
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

risorse, strumenti e forme di finanziamento:


Risorse private e pubbliche.
costi:
La spesa è sommariamente quantificata in circa 10 milioni di euro.
L’intervento sarà realizzato con l’apporto di capitali privati ed in minima quantità di capitali
pubblici.
Fattibilità:
Vanno effettuate le seguenti valutazioni di fattibilità:
l Verifiche Piano Costi ed Ammortamento
l Piena Interazione/Collaborazione e Convenzionamento/Accordo tra Enti
e soggetti pubblici (quali la Provincia di Alessandria, Collegio Costruttori,
ecc..) e privati.
l Verifiche delle Sistemazioni esterne e dei collegamenti pedonali e viabili
(interazione anche con piste ciclabili) con il centro della città.
Si sottolinea il forte valore del progetto per il trasferimento della conoscenza e la
disseminazione dei risultati anche su altri Tavoli e linee del Piano Strategico (nel campo
del LAVORO, FORMAZIONE PROFESSIONALE, SICUREZZA SUL LAVORO,
SVILUPPO SOSTENIBILE, etc.).
cronoprogramma di lavoro:
primo anno - INIZIO DEI LAVORI
secondo anno - LAVORI
terzo anno - ULTIMAZIONE LAVORI (entro I semestre) ed avvio graduale
della sistemazione interna e della gestione della struttura completata e collaudata
localizzazione

206
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

207
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 19
titolo:
città, paesaggio, immagine

nuovi contenitori per il


linea 4
rilancio del territorio

Sottotitolo:
Centro Studi e Archivio del ‘900 in Alessandria e Provincia.
Si evidenzia la necessità di recuperare un patrimonio culturale diffuso del Novecento che
rischia di andare perduto per la mancanza di un centro di raccolta.
L’obiettivo è quello di promuovere una attività di confronto sui temi della progettazione
architettonica, dell’architettura realizzata e del paesaggio nonché della loro comunicazione
o lettura attraverso le diverse espressioni artistiche (pittura, fotografia etc. ).
Soggetti proponenti:
Ordine Architetti P.P.C. della Provincia di Alessandria con l’Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Alessandria e con l’Archivio di Stato.

descrizione del progetto:


Il progetto è rivolto alla creazione di una struttura che abbia come compito istituzionale
la raccolta, la tutela, la conservazione, la catalogazione e la consultazione dei materiali
afferenti i temi:
- Arte: raccolta di dipinti e disegni;
- Media: raccolta di fogli e manifesti pubblicitari (industria, commercio,
cinema, teatro, etc.) disegni di satira e fumetto, disegni per illustrazione;
- Progetto: raccolta disegni di architettura e design, elaborati di concorsi di
architettura, arredo urbano, oggetti di architetti e designer, tesi di laurea;
- Fotografia: raccolta negativi su lastre, negativi su pellicola, stampe;
- Spettacolo: raccolta film originali, video-tape.
Il progetto è teso a recuperare, attraverso il contributo generalizzato a vari livelli
(professionisti, industrie, imprese edili, Enti pubblici,) tutto ciò che riguarda l’espressione
artistica, la progettazione architettonica, il paesaggio e la comunicazione del ‘900, sino ai
giorni nostri.
Finalità generali:
Il progetto ha una notevole rilevanza strategica a livello culturale in quanto mira alla
costituzione di una banca dati in cui sia possibile rintracciare le trasformazioni avvenute
nella comunicazione,nella realizzazione della cultura materiale, nel paesaggio che
riguardano la città di Alessandria ed il suo territorio amministrativo, comunale e
provinciale.
Questo archivio dovrebbe configurarsi come fonte per la realizzazione di un “Museo della
Città e del Territorio” nel cui ambito Alessandria non sia vista soltanto come realtà
amministrativa comunale, ma anche come capoluogo di provincia, con opportuni compiti
di coordinamento culturale e organizzativo dei territori storici quali il Monferrato, l’
Oltregiogo ecc.
Dalla attività di questa nuova realtà possono generarsi una serie di iniziative che,
opportunamente guidate da un adeguato comitato scientifico, potrebbero concretizzarsi
in “eventi” di livello nazionale ed internazionale coinvolgendo docenti universitari,

208
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ricercatori, studenti, amministratori pubblici, politici, enti ed associazioni di categoria ecc.


obiettivi specifici:
Tutto il materiale raccolto sarà accessibile in originale a studiosi, docenti, ricercatori,
dottorandi per la realizzazione di:
- studi e attività di ricerca e dottorato;
- organizzazione ed allestimento mostre e convegni;
- organizzazione di mostre per conto di Enti e Musei;
- prestito di opere originali a Musei e gallerie a fini espositivi;
- individuazione di circuiti turistici a tema.
Attività:
La realizzazione del progetto prevede le seguenti attività:
- raccolta;
- catalogazione;
- conservazione;
- consultazione;
- divulgazione;
- contributi alla promozione turistica.
risultati:
Raccolta e recupero alla fonte delle varie espressioni culturali e progettuali che hanno
inciso nelle trasformazioni urbane e paesaggistiche relative all’evoluzione recente della
città e del paesaggio.
L’attività proposta si configura come un naturale completamento delle attività svolte
dall’Archivio di Stato, dalle biblioteche civiche, dai gabinetti di fotografia e stampe, dalle
raccolte dei vari musei ed ecomusei della Provincia.
Questa nuova struttura si rende necessaria per evitare che parte, o gran parte, della cultura
materiale del ‘900 si disperda, trovando finalmente un suo luogo di raccolta e
catalogazione. Pensiamo, tanto per fare un esempio, alla dispersione avvenuta di archivi e
di attrezzature della maggior parte della fiorente industria manifatturiera del ‘900 presente
in Alessandria e Provincia.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Per la realizzazione del progetto si auspica l’ individuazione di un prestigioso contenitore
e/o volume di proprietà comunale (per esempio all’interno di un progetto di riutilizzo
complessivo degli edifici e degli spazi della Cittadella ) ove collocare non solo gli spazi
necessari per la raccolta e conservazione, ma anche per la consultazione e gli spazi
espositivi.
L’acquisizione del materiale dovrebbe avvenire attraverso donazioni dei soggetti: Enti,
aziende, artisti, professionisti.
Le fonti di finanziamento possibili sono:
- di carattere pubblico, comunale, provinciale, regionale, ministeriale e/o da fondi europei
- apporto di capitali privati attraverso donazioni o sponsorizzazioni;
- attività di promozione e realizzazione mostre, convegni, eventi culturali in genere e
vendita pubblicazioni.
costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata alla soluzione realizzativa finale.
Costi in fase di avvio: minimo € 250.000,00
I ricavi deriverebbero da sponsorizzazioni, attività di organizzazione mostre e convegni,
prestiti di opere originali, attività connesse a pubblicazioni e a promozioni.

209
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Fattibilità:
La fase propositiva ed attuativa sarebbe gestita direttamente da un soggetto
Ente/Associazione creata ad hoc con la partecipazione di Enti Pubblici, Fondazioni,
associazioni di categoria, operatori privati.
Visto l’ampio respiro del progetto, si auspica il coinvolgimento della Provincia di
Alessandria, del Comune di Alessandria, della Regione Piemonte, della Soprintendenza
per i Beni Architettonici e il Paesaggio, dei Ministeri interessati, del Collegio Costruttori,
delle Associazioni di categoria. Imprese e Cooperative edilizie, dei Sindacati, dell’ A.T.C.
e di tutti quei soggetti che hanno contribuito direttamente o grazie al contributo dei propri
iscritti alle modificazioni della realtà urbana e territoriale.
Sono fortemente auspicabili collaborazioni e convenzioni con Università e centri di ricerca
pubblici e privati.
Il progetto è collegato anche all’ASSE 3 CONOSCENZA – Tavolo 3 (Cultura e
informazione) con possibili interazioni con progetto di “polo archivistico” generale della
Città.
cronoprogramma di lavoro:

Anni
Attività I anno II anno III anno
successivi

- Condivisione degli obiettivi e


sottoscrizione protocollo di
collaborazione tra i vari
soggetti interessati;
- Costituzione dell’Ente di
gestione;
- Creazione del Comitato
scientifico;
-Individuazione dei locali dove
collocare la struttura
- Realizzazione dei lavori di
apprestamento dei locali;
- Organizzazione della
struttura amministrativa e
tecnica per la gestione
dell’Ente.
- Apertura della struttura e
acquisizione dei materiale;
- Catalogazione e
conservazione;
- Creazione di eventi culturali
specifici per la promozione
della struttura e raccolta fondi
- Acquisizione del materiale;
- Catalogazione e
conservazione;
- Creazione di eventi culturali
specifici quali mostre,
convegni, pubblicazioni.

210
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 20
titolo:
Soluzioni a carattere culturale
per la cittadella di Alessandria

nuovi contenitori per il


linea 4
rilancio del territorio

Sottotitolo:
Il progetto si pone come obbiettivo la realizzazione di un polo culturale e museale nella
Cittadella di Alessandria nel quadro della creazione di un sito UNESCO.
Soggetti proponenti:
Università del Piemonte Orientale.
descrizione del progetto:
1) Prevalutazione di fattibilità di investimenti pubblici e privati sulla Cittadella di
Alessandria
Diversi scenari 
I diversi scenari che saranno, pur scheletricamente, considerati investono l’intero contesto
territoriale potenzialmente oggetto di trasformazione (l’ampiezza di questo territorio è
diversa per ciascuno degli scenari considerati) e presumono quale vincolo/opportunità
forme di valorizzazione culturale significative, in particolare si riferiscono alla label
UNESCO come orizzonte realistico.
Gli scenari sono proposti in ordine di incidenza finanziaria e territoriale, per primi gli
interventi più invasivi, per ultimi quelli di minore impatto sotto il profilo dell’investimento.
Viene considerata infatti anche la semplice manutenzione. L’incidenza dei capitali investiti
è commisurata ai diversi livelli di rischio, alla previsione di potenziali ricavi, ma soprattutto
ai benefici destinati alla collettività cittadina.
Si presume infatti che gli operatori privati abbiano obiettivi di risultato a breve medio-
termine (ovvero che non intendano acquisire vantaggi semi-permanenti o addirittura il
controllo su specifiche aree del territorio) e che, di converso, il ritorno economico previsto
per il settore pubblico avvenga a medio-lungo termine e che, inoltre, l’operatore pubblico
assuma una posizione di “ultimo creditore”, ovvero che preferisca dare luogo a profitti
potenzialmente distribuiti sulla popolazione al rimborso delle cifre investite.
è ovvio, per esempio, che alcuni dei risultati desiderabili da parte degli investitori potrebbe
essere la creazione di una gated community e che l’operatore pubblico potrà avere interesse
a renderene quanto più ampia possibile la fruizione. Ma nello stesso tempo ragioni di
ordine pubblico o di tutela del patrimonio culturale potrebbero spingere una gestione
pubblica a limitare l’accesso, mentre l’investitore di un centro commerciale o di
divertimenti potrebbe desiderare il massimo afflusso di giorno e di notte.
Gli scenari considerati saranno tuttavia traguardati principalmente sotto il profilo del
rapporto tra manufatto, territorio e sua trasformazione, lasciando a un’eventuale
approfondimento sotto il profilo economico gli elementi di costo-opportunità qui soltanto
prefigurati.
Gli scenari analizzati
1. Interventi di valorizzazione immobiliare privati

211
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

La qualificazione ambientale e il prestigio della cittadella potrebbero presentare notevole


interesse per investitori del settore immobiliare. In particolare per quanto riguarda il settore
della residenza pregiata. Interventi di questo tipo risultano tuttavia di difficile collocazione
per diverse ragioni, in parte legati all’oggetto, in parte alle tempistiche dell’investimento.
Da un lato l’ambito monumentale è in questo caso assai esteso, comprendendo la
superficie degli spalti, il fiume, il ponte medievale sul Rio Loreto. Una lottizzazione di
limitate dimensioni potrebbe trovare collocazione in stretta prossimità di quest’area, si
troverebbe tuttavia in posizione abbastanza esterna alla città, integrata piuttosto con il
tessuto delle cascine che non con quello della fortezza.
Un investimento effettuato, invece, all’interno del perimetro fortificato potrebbe ostacolare
notevolmente l’acquisizione del riconoscimento UNESCO, nuocendo così a qualsiasi
possibilità di valorizzazione a favore della città. Peraltro i possibili interventi riguardano
gli edifici di maggior pregio, non i depositi o le caserme che, pur caratterizzati da notevole
interesse documentario-monumentale, appaiono meno predisposti all’uso museale, oppure
gli edifici contemporanei, come vedremo importante risorsa per l’ubicazione di servizi e
impianti indispensabili per qualsiasi altra utilizzazione. Particolare difficoltà mostra inoltre
la tempistica: un intervento effettuato sugli edifici monumentali prevede elevati costi di
costruzione che possono essere sostenuti solo ove siano prevedibili importi ridotti
nell’acquisizione degli immobili (ovvero nelle prime fasi dell’intervento) ed esposizioni
finanziarie brevi (ma il rischio di ritardi nell’intervento pubblico non conforta gli
investitori), sembra più favorevole una prospettiva di intervento successiva alla prima
valorizzazione.
Diverse caratteristiche potrebbe, invece, avere un intervento collocato nell’ambito del
riordino ambientale del fiume di cui al seguito.
2. Relais
Un caso particolare dell’attività immobiliare è l’intervento ricettivo. Probabilmente
opportuno a margine dell’area, soprattutto ove recuperi immobili già esistenti di ridotto
pregio, sicuramente deleterio se attuato nell’ambito del perimetro fortificato. Un grande
albergo con strutture ricreative, un residence di lusso con attrezzature sportive costituisce
un intervento assai pesante anche sotto il profilo archeologico. Realizzare, per esempio, una
piscina in cittadella, forse strategicamente utile per dare luogo a una campagna di scavi,
costituisce una minaccia immediata per l’intero contesto, una immediato impedimento
per qualsiasi forma di riconoscimento del patrimonio culturale, un calvario per l’operatore.
Anche se l’idea di una comunità protetta, di una sorta di club caratterizzato da servizi
d’eccellenza sotto il profilo sanitario e sportivo, una sorta di “villaggio”, eventualmente
caratterizzato da strutture per la cura del corpo (beauty center, palestre, cliniche) costituisce
una prospettiva interessante per alcuni investitori, i rischi appena citati per la residenza si
ripetono amplificati in questa forma di intervento.
3. Centro commerciale
Vecchie fabbriche, castelli, conventi, caserme o insediamenti abbandonati sono stati
occasione di ristrutturazione e di utilizzazione commerciale nella formula dell’outlet, della
bottega d’arte con rivendita, del souvenir. La dimensione della cittadella potrebbe
consentire un insediamento di dimensione “europea”. Ma la stessa dimensione che
potrebbe garantire diversificazione e successo costituisce un rischio enorme. Perseguito
come intervento di importanza prevalente, l’uso a fini commerciali richiede interventi
molto significativi in termini di climatizzazione e risanamento delle murature, di
moltiplicazione degli accessi e dei servizi.
Questi interventi, pur destinati a una caratterizzazione architettonica tipica del restauro,
rischierebbero tuttavia di alterare molto fortemente il monumento, impedendone la lettura
e contrastando la stessa valorizzazione del contesto. Quasi certamente incompatibile con

212
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

il riconoscimento UNESCO, questo tipo di intervento dovrebbe essere attentamente


valutato sotto il profilo del ritorno economico sia pubblico che privato.
Molto diverso sarebbe invece il profilo di funzioni ricettive e commerciali a servizio di altre
iniziative. Ancorché si tratti di investimenti impegnativi sotto l’aspetto tecnico, essi
potrebbero incrementare l’attrattività delle strutture, specialmente se fossero valorizzati
anche gli aspetti ambientali. 
4. Progetto “Lungofiume” - una risorsa ambientale
Come recentemente detto, una valutazione complessiva del contesto ambientale della
cittadella e del lungotanaro mostra numerosi rischi e numerosissime opportunità.
Nonostante il sacrificio affrontato dalla città con l’abbattimento del ponte, i rischi
ambientali legati al corso d’acqua sono ancora molto elevati. Una semplice analisi del
tracciato e delle sezioni del fiume mostrano   evidenti necessità di intervento. Nel corso
degli ultimi 80 anni i banchi di sabbia e gli isolotti sul Tanaro sono stati prima collegati,
poi integrati alla riva e sono oggi utilizzati da edifici industriali di ridotto valore
commerciale. Un intervento sulla cittadella non dovrebbe prescindere dal ripristino di una
sezione più ampia del corso d’acqua e dal recupero di queste aree, destinandole alla
fruizione del fiume e a servizi sportivi per la città, traguardando cioè l’intero Borgo
Cittadella e non la sola fortificazione con lo spalto. Sul fiume potrebbero essere fra l’altro
nuovamente collocati i mulini galleggianti che erano il tratto distintivo della città fino al
XVII secolo (con l’energia prodotta dai mulini si potrebbero sostituire gli autobus con
tramvie, fornire l’illuminazione pubblica per la città o garantire l’erogazione per tutte le
strutture della cittadella). L’azione dei mulini tende peraltro a rallentare l’acqua sulle rive
e a concentrarla verso il centro dell’alveo, mantenendolo in condizioni di adeguata
profondità.
I benefici rivolti alla popolazione e alla stessa fruizione della cittadella sono intuitivamente
evidenti e possono prevedere effetti di valorizzazione rivolti alla città esistente, oltre che
promuovere una serie di interventi di miglioria per l’adattamento di un ambito periferico
alle nuove pregiate funzioni.
5. Università per stranieri e residenza universitaria
Alessandria, pur attraverso molte difficoltà legate alla domanda locale e alle vicissitudini
della finanza pubblica, manifesta una evidente vocazione universitaria. La dimensione è
quella delle città universitarie europee (Cambridge, Oxford, Heidelberg, Lovanio, Pavia),
il contesto socio-economico appare anche più favorevole di molti tra i casi oggetto di
analisi. Alessandria è da sempre un centro terziario con una influenza più vasta dei confini
provinciali.
Uno dei temi per un possibile rafforzamento di questa vocazione è l’università per stranieri.
Norme europee, rafforzate e finanziate dai fondi destinati ai paesi di nuovo accesso,
promuovono la costituzione di strutture destinate alla convalida e all’integrazione di titoli
di studio posseduti dagli immigrati. Ciò consentirebbe di disporre di capitali per investire
nel recupero di gran parte delle strutture a fini culturali e turistici, oltre a promuovere la
qualificazione della città in un contesto europeo.
Accanto all’Università europea dovrebbero trovare ubicazione residenze per studenti,
destinate anche alle facoltà attualmente presenti in Alessandria, risolvendo così uno dei
problemi che da sempre limitano l’appeal dell’università alessandrina. Esempi europei
mostrano tipologie di intervento economiche e di rapida realizzazione con cellule in fibra
di legno capaci di buona coibenza termica e relativa indipendenza dalle strutture ospitanti.
Accanto a questi potrebbero trovare ubicazione altri interventi a finalità culturali, destinate
ad avere un complementare richiamo turistico e un bacino d’utenza internazionale.

213
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

6. Museo della guerra


La cittadella è anche, forse soprattutto museo di sé stessa. Un museo di archeologia militare
e un esempio di diversi sitemi costruttivi delle fortificazioni dalla metà del Settecento alla
metà dell’Ottocento. Gli spalti sono sicuramente un deposito importante nell’”archelogia
del conflitto”, ma ciò detto, la leggibilità dell’insieme è oggi limitata ai soli esperti del
settore. è vero che lungo l’anno i visitatori di questo tipo non sono pochi (e un’eventuale
attività di pubblicizzazione o addirittura il riconoscimento dell’UNESCO potrebbe aprire
a visitatori stranieri, oggi molto rari, e incrementare di molto anche gli italiani, come
dimostra l’esempio di Pizzighettone), ma il richiamo sarebbe comunque limitato. Puntare
a un forte richiamo turistico, a numeri significativamente più consistenti, rafforzando
l’immagine di Alessandria come città militare e napoleonica, appare lecito, vista la
dimensione e l’integrità dell’assieme. I collegamenti culturali sarebbero da intersecare non
solo con altre città italiane “napoleoniche” (Peschiera, Rocca d’Anfo, Palmanova e
Ancona), ma anche con città europee (Modlin, Josefov, Terezin, Alba Julia). Appare chiaro
che il cosidetto “turismo militare” debba essere sviluppato e incentivato, e non rinchiuso
entro poche attività o realtà locali (Marengo) ma ampliato il più possibile onde creare ad
Alessandria un vero e proprio laboratorio multiepoca.
Le caratteristiche della difesa contemporanea richiamano il ricorso a tecnologie sofisticate,
in continuo mutamento. Sistemi d’arma fino a pochi anni fa “buoni per un cinquantennio”
sono oggi obsoleti in qualche anno: che fare di questa “ferraglia”? La rottamazione
“normale” è esclusa. Troppo pericolosa, consentire la vendita di carrarmati o cannoni agli
sfasciacarrozze sembra imprudente. Essi costituiscono tuttavia una importante risorsa, i
grandi spazi della cittadella possono consentirne anche una minima funzionalità,
certamente capace di attrattiva impensabile ove gli spazi siano collocati all’interno di un
contesto più densamente edificato. L’intervento che di primo acchito sembra
notevolmente compatibile con le strutture esistenti, richiede tuttavia una serie di servizi
difficilmente od onerosamente collocabili all’interno degli edifici del corpo di piazza (più
agevolmente all’interno degli edifici contemporanei, pur privi di pregio) e una immediata
disponibilità di capitali per effettuare almeno il recupero di uno-due padiglioni da destinare
a centro di esperienze (visitors’ centre) e a museo.
7. Ecomuseo del Borgoglio e della Strada di Fiandra
La realizzazione della Cittadella sabauda ha ricoperto di mura bastionate e caserme il
sedime del quartiere militare del Borgoglio, ma non lo ha cancellato. Le recenti ricognizioni
archeologiche effettuate dall’Università del Piemonte Orientale hanno permesso di
comprendere come le tracce del Borgoglio siano ancora presenti all’interno della Cittadella.
Ma non solo: il sistema viario delle campagna, compresa l’antica strada di Asti (già sezione
della più nota “Strada di Fiandra”), ancora solca il terreno introno alla fortezza. Scavando
o ripristinando una parte del Borgoglio sarebbe possibile riscoprire e permettere la
fruizione di un quartiere di epoca moderna (le ultimi fasi di vita sono del XVII secolo).
Completate le indagini archeologiche una parte opportunamente valorizzata e musealizzata
garantirebbe il nucleo principale di un ecomuseo destinato anche a svilupparsi nella
campagna con la possibilità di riscoprire le antiche vie di transito medievali, delle quali il
ponte del Loreto (sec. XVI) rappresenta il manufatto più rappresentativo.
8. Incubatore d’imprese e centro servizi consortili
Uno spazio così ampio può consentire effetti di contiguità forti, sinergie fra attività, quasi
una macro-rete neuronale per aziende del terziario avanzato che volessero insediarsi in
un ambito caratterizzato da queste funzioni di rete.
In effetti, le esperienze intraprese in Italia non sono state caratterizzate da indiscutibili
successi, come è realisticamente prevedibile. Il prevedibile sviluppo del settore è stato
sopravvalutato negli ultimi decenni del secolo scorso, dando luogo a inevitabili “delusioni”.

214
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

In realtà le realtà industriali e terziarie di primo livello non hanno manifestato la domanda
attesa, mentre le restrizioni della finanza pubblica non hanno consentito lo sviluppo di una
domanda qualificata e inevitabilmente onerosa. Oggi molti fra gli edifici realizzati a questo
fine risultano scarsamente utilizzati o destinati ad ampliare spazi disponibili ad attività
esistenti, soprattutto nel settore pubblico.
D’altro canto la possibile aggregazione della domanda potrebbe consentire riduzioni di
costo significative e un importante apporto di privati all’efficiente conduzione delle attività
del settore pubblico. Un apporto di tecniche specializzate da fruire in outsourcing da parte
di enti pubblici e privati.
Tuttavia questo tipo di intervento richiede investimenti molto consistenti, come si è potuto
constatare dall’intervento effettuato per gli uffici della Protezione civile. La necessità di
creare condizioni non previste nel progetto dell’edificio, il raggiungimento di un livello
rappresentativo coerente con il prestigio degli edifici, i vincoli posti dall’esistente,
l’inserimento di impianti sono destinati a far lievitare il costo di questi interventi fino a far
dubitare della loro sostenibilità.
è inoltre certo che elementi di opportunità, di efficienza delle strutture ospitate, di privacy
degli operatori tendono a limitare notevolmente l’accesso e impedire la libera circolazione
dei visitatori. D’altronde un intervento parziale tende a limitare l’integrazione delle filiere
produttive e quindi a sottrarre efficacia all’intervento.
9. Archivio centrale per il Nord-Ovest e centro di dematerializzazione
Rispetto ad altri paesi europei l’Italia non ha ancora imboccato la strada della
dematerializzazione dei documenti. I pochi progetti intrapresi riguardano il settore
pubblico, settore per il quale si propongono soprattutto benefici futuri e potenziali, ma non
hanno investito il settore privato. Per questo gli stessi fornitori di servizi risultano collocati
in luoghi diversi, ciascuno caratterizzato da livelli di qualità diversi, spesso questi servizi
sono oggetto di attività discontinue e occasionali.
Contando sull’effetto di volano costituito da una grande massa di documenti pubblici
provenienti dagli archivi storici, i grandi spazi coperti della cittadella potrebbero costituire
una risorsa preziosa, non uno spazio di stoccaggio, ma uno spazio di elaborazione
documentale a diversi livelli, da quelli elementari dell’acquisizione a quelli del
riconoscimento e della conservazione, anche sotto il profilo scientifico, attirando masse
di documenti privati per elaborazione e conservazione.
Tutto questo però potrebbe rendere difficili utilizzazioni concorrenti, sia per il consumo
prevedibilmente rapido, esponenziale e non agevolmente disponibile (la conservazione
richiede spazi permanenti), sia per le necessità di sicurezza e di controllo (tanto più se i
documenti non sono storici, ma funzionali ad attività economiche) che richiederebbero
forti limitazioni all’accesso.
10. Utilizzazioni energetiche e depositi
Gli spazi ipogei della cittadella sono oggi caratterizzati da livelli elevati di umidità, livelli
che sono incompatibili con una salubre permanenza di esseri viventi al loro interno per
tempi prolungati. Essi sono per la stessa ragione difficilmente utilizzabili per lo stoccaggio
di merci che corrono il rischio di deterioramenti dovuti all’atmosfera satura d’umidità o
al contatto con superfici madide d’acqua. In effetti molti prodotti di per sé insensibili
all’umidità (prodotti sintetici, fludi, lubrificanti) sono confezionati con materiali fortemente
sensibili  all’umidità stessa (cartoni, metalli), destinati a trattenerne gli effetti (polietilene)
o possono trasmettere umidità, danneggiando le confezioni cui sono destinati, se stoccati
tra la fase di produzione e il confezionamento. Difficile pensare altresì ad un deposito o
un’esposizione di opere d’arte, vuoi anche contemporanee, per le medesime ragioni
ambientali.
La stessa utilizzazione come ricovero per macchine di trasformazione di energia (turbine,

215
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

termovalorizzatori) o per altri impianti che, producendo calore, tendono a ridurre


l’umidità, deve essere attentamente valutata. Una forte diminuzione dell’umidità potrebbe
ridurre la coerenza delle masse di terra che vedono compensato il peso proprio dalle
caratteristiche di coesione. Inoltre le oscillazioni climatiche tenderebbero a deteriorare il
mattone, oggi sottoposto a condizioni di umidità pressoché costante.
In effetti, un ipogeo può consentire un numero limitato di utilizzazioni. Qualcuno, con
ragione, si proponeva di realizzare sotto la cittadella una cantina di livello regionale (o
anche sovraregionale) destinata a promuovere e controllare l’esportazione e a qualificare
il consumo interno.
Rimane comunque da sottolineare il fatto che i principali ambianti sotterranei della
cittadella (bastioni San Michele, San Tommaso, Beato Amedeo e Sant’Antonio) sono tra
di loro perfettamente assimilabili per dimesioni spaziali e volumetriche. Pertanto la
sistemazione museale potrebbe riguardare solo uno o due di questi ambienti, senza
precludere un diverso utilizzo degli altri baluardi.
Sinergia e integrazione
è evidente che gran parte dei numerosi scenari individuati sono mutuamente esclusivi, ma
alcuni di essi non mostrano pretese esclusive, gli spazi individuati non esauriscono quelli
disponibili o addirittura si possono creare sinergie fra diverse modalità d‘uso (è il caso,
per esempio del centro universitario, dei servizi sportivi e di qualificazione ambientale e
di altre attività). Quale che sia il beneficio individuato dall’intervento, quale che sia
l’intervallo temporale dell’attuazione, bisogna considerare che tutti gli interventi di riuso
devono trovare collocazione per funzioni e servizi incompatibili con le caratteristiche degli
edifici restaurati/ristrutturati. L’assenza di spazi da destinare a questi servizi può avere
costi molto elevati, rendere inevitabili interventi di forte alterazione (anche questi destinati
a far lievitare i costi, per esempio con grandi opere di ingegneria), può inoltre costare in
tempi e ostacoli (soprintendenza, dibattiti pubblici) e costi “politici” (restrizione del
consenso) con effetti a catena sulla celerità e sulla fattibilità degli interventi.
In questo senso la pianificazione iniziale, ma soprattutto il monitoraggio degli interventi,
la capacità di anticipare i problemi emergenti, i possibili conflitti fra gli usi costituiscono
i costi nascosti (e talvolta le opportunità) degli interventi complessi.
La “semplice manutenzione”, non così semplice, non evitabile.
Per quanto si possa sperare in una celere realizzazione delle iniziative selezionate (dopo
anni di attesa), non si può pensare che a un orizzonte pluridecennale. Le iniziative non
potranno essere estranee a fattori congiunturali, non potranno essere esenti da valutazioni
in itinere, sia rispetto al ritorno degli investimenti, sia agli effetti sulla città. I progetti
potranno cioè subire variazioni di rotta. In ogni caso, non tutto sarà realizzato nello stesso
momento.
Lo stesso progetto di manutenzione deve superare l’attuale stato di indeterminazione,
evitare valutazioni “a metro cubo” e investire analiticamente i manufatti e le caratteristiche
del loro degrado attuale e potenziale. Previsioni molto generali (intervenire su tutti i tetti)
devono lasciare il posto a valutazioni di maggiore dettaglio. Sotto il manto di tegole vi
sono oggetti assai diversi, volte antiproiettile di grande spessore, pressoché insensibili allo
scorrimento dell’acqua piovana, e volte sottili, ricoperte di intonaco, volte appese con
stucchi, etc.
Altri elementi ancora legati all’acqua, ovvero gli elementi di deflusso (grondaie, pluviali,
canali di scarico) sono responsabili delle acque non raccolte, principale apporto all’umidità
delle murature e, ancora di più delle fondazioni. Sostituire tratti di grondaia, gran parte dei
pluviali, pulire gli scarichi non costituiscono normalmente i principali centri di costo
dell’intervento di salvaguardia, ma in questo caso sono imprescindibili, non procrastinabili
e molto importanti, in molti casi risolutivi.

216
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Ma gli interventi sul costruito non sono esaustivi. Le opere in terra, parte prevalente di
questo tipo di fortificazione, sono fortemente danneggiate dalla vegetazione arborea e
dagli arbusti di maggiore dimensione. La loro crescita provoca minimi, ma violenti,
movimenti di terra che finiscono per danneggiare anche le murature. Anche gli spalti, un
tempo oggetto di contratti di coltura specificamente destinati a evitare la crescita di
vegetazione arborea e arbustiva.
Tanto meno gli effetti dei fenomeni naturalistici potranno essere monitorati (se la cittadella
sarà oggetto di utilizzazione saltuaria), tanto più sarà necessario ricorrere a contratti di
legnatico e di coltura con il diritto di prelievo e prescrizioni per le modalità di sfruttamento.
2) Soluzioni a carattere culturale per la Cittadella di Alessandria
L’area della Cittadella si suddivide in due nette zone, sulle quali é possibile pensare uno
sviluppo di iniziative culturali connesse con la candidatura UNESCO:
- Corpo di Piazza (Caserme, Piazza d’Armi, cinta esagonale);
- Opere esterne (Mezzelune, controguardie, spalto, bacino di inondazione, gallerie di
contromina, strade).
A) Corpo di Piazza
Dato l’enorme spazio del corpo di Piazza della Cittadella di Alessandria risulta possibile
concentrare in questo luogo archivi, collezioni museali o parti di esse che al momento
risultano precluse alla fruizione pubblica a causa della chiusura dei loro spazi originari.
Museo Storico Nazionale d’Artiglieria di Torino. Il museo, gestito direttamente dal
Ministero della Difesa, era originariamente collocato negli spazi del Mastio della Cittadella
di Torino. Dal 1990 il museo é chiuso al pubblico, salvo mostre temporanee (Col Ferro e
con il Fuoco 1990; Il Piemonte in Crimea 1995; L’Assedio di Torino 2006). Le collezioni
sono state trasferite prima in parte nelle caserme di Via Bologna, ora sono tutte in
trasferimento presso altro casermaggio in Corso Francia (Caserme di Piazza Rivoli). Non
si tratta di una sistemazione museale vera e propria, ma di un magazzino ordinato. La
catalogazione, affidata a gruppi di volontari e cooperative, ha sbagliato circa il 60% delle
schede relative ai materiali. Ci sono difficoltà ad accettare tutto il materiale (artiglieria,
mezzi corazzati, sistemi missilistici, equipaggiamento vario) che l’esercito italiano, specie
l’arsenale di Piacenza (che serve tutta la regione militare Nord) dismette in quanto non più
utilizzabile. Si possono prevedere in questo caso tre possibilità: a) Trasferimento delle
collezioni in blocco ad Alessandria e loro inserimento in uno spazio museale più consono
e fruibile: b) trasferimento e apertura ad Alessandria della sezione dedicata agli armamenti
pesanti moderni e contemporanei, in quanto la sede di Torino non é al momento in grado
di ospitare o accogliere nuovi oggetti e, tanto meno, esporli nel modo migliore: c) prestiti
annuali di pezzi o parti di collezioni da distaccare presso la cittadella come viene, ad
esempio, fatto per il forte Bramafam di Bardonecchia (TO)
Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio di Roma. L’archivio e le collezioni di
questo Museo, formato nel 1934, ha concentrato a Roma una serie di documenti e materiali
da tutta Italia. La gestione di questo ente da parte del Ministero della Difesa, non é dei più
felici. Con un solo archivista (dott. Lambiase) a disposizione la visita e la consultazione
dell’archivio storico é piuttosto complicata e richiede, nella migliore delle ipotesi, dai due
ai tre mesi di tempo. Anche gli orari ed i tempi concessi rispecchiano difficoltà di gestione:
L’Archivio storico e la Biblioteca sono aperti nei giorni di martedì, mercoledì e giovedì,
dalle ore 08.45 alle 11.45 e dalle 13.15 alle 15.15. L’idea di base sarebbe quella di
concentrare ad Alessandria i materiali, o copia di essi, relativi alle fortificazioni del Nord
Italia.
Ecomuseo del Borgoglio e della Strada di Fiandra. Alessandria era uno degli snodi
principali della Strada di Fiandra, il noto percorso strategico che metteva in comunicazione

217
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

i territori italiani dell’impero spagnolo con le Fiandre ed il nord Europa. Si propone di


realizzare un percorso parte interno alla fortezza e parte esterno (sino al ponte medievale
di Loreto) relativo alla storia di questa via di comunicazione concentrandosi in questo
caso sull’aspetto commerciale, religioso ed artistico, sugli scambi che sono avvenuti, prima
ancora che militare. La realizzazione della Cittadella sabauda ha ricoperto di mura
bastionate e caserme il sedime del quartiere militare del Borgoglio, ma non lo ha cancellato.
B) Le Opere esterne
Occorre suddividere questo insieme in due sottoinsiemi: le opere esterne presenti nei
fossati (Mezzulune, Controguardie, Lunette, Caponiere9 e lo Spalto. Su quest’ultimo
occorre subito precisare che si tratta della caratteristica principale della Cittadella di
Alessandria, pertanto l’idea di costruire parcheggi o favorire una lottizzazione in un’area
compresa tra la strada coperta e il Rio Loreto equivale a favorire la distruzione di uno
degli elementi caratterizzanti di un monumento che aspira alla candidatura UNESCO. Si
fa qui notare che grazie alle ricognizioni effettuate nel corso del 2009 da parte del personale
del Centro per l’Analisi Storica del Territorio dell’Università del Piemonte Orientale l’area
intorno alla Cittadella presenta un vasto scavo destinato ad accogliere le acque del Tanaro
fatto artificialmente esondare per mezzo di dighe. Si tratta di uno degli espedienti escogitati
dall’ingegnere francese Chasseloup Loubat per migliorar e la difesa della piazzaforte.
Pertanto tutto lo spalto e l’area circostante sono chiaramente il risultato di un’azione
antropica che ha modificato in modo incisivo il paesaggio.
Mentre una parte delle opere esterne può tranquillamente essere trasformata in un orto
botanico, o essere mantenuta con l’attuale copertura vegetativa (a patto di un monitoraggio
costante delle strutture murarie) una sezione delle fortificazioni dovrà essere riportato alle
sue condizioni originarie, cioè privo di qualsivoglia copertura vegetale. In questo settore
(si suggerisce il fronte dei bastioni San Carlo e Beato Amedeo sarà possibile realizzare lo
scavo di una trincea d’attacco così come i manuali di scienze militari suggerivano di fare
per assediare una fortezza tra il XVIII ed il XIX secolo. I visitatori potranno entrare nei
camminamenti, visitare una batteria ricostruita con repliche di pezzi d’artiglieria
funzionanti, esplorare parte delle comunicazioni sotterranee della Cittadella e rientrare
nel corpo di piazza tramite una delle comunicazioni presenti nel mezzo delle cortine.
Una simile ricostruzione, realizzata nel 2007 a Mont Dauphin, permette al visitatore di
confrontare sia come una fortezza veniva difesa, sia come veniva assediata.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
l creare un richiamo turistico e culturale di livello europeo nel Piemonte
orientale;
l sviluppare una serie di iniziative imprenditoriali connesse alla logistica.
obiettivi specifici:
l adeguamento a risorsa permanente del territorio dell’area della Cittadella
l inserimento della Cittadella nei siti UNESCO
l creazione di attività dedicate alla fruizione del bene
l supporto alla localizzazione
Attività:
La realizzazione della piattaforma culturale della Cittadella prevede le seguenti attività
(investimenti):
l attività di concertazione tra enti (Regione, Comune, Università)
l costituzione società (o società) di gestione

218
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

l restauro delle strutture coinvolte


l pianificazione pubblicitaria e formazione del personale

risultati:
Tale innovativo approccio potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
l l’aumento di attrattività del territorio
l una differente tipologia di sviluppo territoriale
l la possibilità di nuovi corsi di formazione anche di livello universitario
All’interno della Cittadella sarà altresì possibile formare guide ed operatori
sulla storia militare della Cittadella, di Marengo e del Piemonte Orientale tra
il XVI ed il XX secolo. Dato il patrimonio storico ed archeologico della
Cittadella e della Regione Piemonte in genere sarà possibile organizzare
Seminari e Master di storia dell’Architettura Ailitare e di Archeologia Militare
in collaborazione con l’Università di Nantes (Prof Nicolas Faucherre) e
Glasgow (prof. Tony Pollard)

risorse, strumenti e forme di finanziamento:


Le risorse in fase iniziale saranno tutte di carattere pubblico:
Capitale pubblico
Comune
Provincia
Regione
Stato

costi:
Prefigurazione del percorso e avvio degli studi preliminari per il riconoscimento
UNESCO: € 30.000.
Coordinamento della rete europea: da valutare a seconda del grado di partecipazione dei
partners.
Costituzione della documentazione di base per il riconoscimento UNESCO: € 40.000)
Prospezioni (rilievo archeologico e mappatura): € 40.000
Mappatura culturale del patrimonio: € 36.000
Supporto alla progettazione delle attività complementari: € 16.000
Totale costi di investimento: € 162.000
Costi di gestione da stabilire in funzione delle attività che si intendono svolgere e che
saranno avviate.
Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
1. definizione dei finanziamenti disponibili

219
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

2. definizione dei soggetti attuatori (Provincia, Comune, Regione,


Ministero della Difesa, Soprintendenza, etc.)
3. realizzazione dei progetti
cronoprogramma di lavoro:
I
Anno Anno Anno Anno Anno Anno
Attività semestre
2 3 4 5 6 7
anno 1
Definizione struttura di
gestione tra Enti
Bando progettazione e
affidamento

Progettazione

Lavori di adeguamento
scalo

220
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 21
titolo:
cittadella e città

nuovi contenitori per il


linea 4
rilancio del territorio

Sottotitolo:
Azioni strategiche per il recupero e la reintegrazione nel tessuto urbano e nella vita
cittadina. Soggetti, strumenti ed azioni per la governance della reintegrazione della
Cittadella nel tessuto cittadino e la promozione dell’uso ordinario di un oggetto
straordinario.
Soggetti proponenti:
Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Alessandria, Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Alessandria, Politecnico di Torino.
descrizione del progetto:
Il ritorno della Cittadella militare nella disponibilità della città costituisce circostanza di
rilevante peculiarità storica, dimensionale ed ambientale.
La scheda propone un’ipotesi di pianificazione strategica di azioni finalizzate al recupero
ed all’integrazione nel tessuto urbano e nella vita cittadina ordinaria di un oggetto dai
connotati storici, edilizi ed ambientali straordinari.
I capisaldi di riferimento per una efficace ed efficiente pianificazione sono individuati:
- nell’adeguata identificazione dello stato di fatto (fisico e giuridico)
- nella definizione di una modalità di governance delle azioni
- nella definizione dei soggetti (istituzionali, tecnici, economici) coinvolti nella governance
- nella definizione delle finalità generali, usi compatibili, strumenti di pianificazione
- nella programmazione cronologica delle azioni da intraprendere per l’attivazione del
progetto
- nella individuazione delle risorse di base per l’attivazione del progetto.
Per ciascuno di detti elementi sono proposte indicazioni con la presente scheda.
La rilevanza propriamente strategica del recupero della Cittadella alla vita cittadina
determina peraltro la ineludibile necessità di coordinare le azioni relative all’oggetto
Cittadella con azioni relative all’esterno di essa e più latamente all’intero territorio cittadino,
di cui si evidenziano solo alcuni esempi:
- la pianificazione urbanistica ed edilizia del contesto territoriale prossimo alla Cittadella
- la progettazione dei percorsi di connessione (pedonali, veicolari, infrastrutturali) della
Cittadella con il tessuto urbano esterno e la sua maglia infrastrutturale
- la valorizzazione della connessione della Cittadella con il sistema di fortificazioni (il
“Campo trincerato”) costituito unitamente ai forti Bormida, Acqui e Ferrovia
- il recupero e la valorizzazione dell’asta fluviale urbana.
Per queste azioni (ed altre consimili) si rimanda ad apposite schede progetto, da leggersi
ed interpretarsi in prospettiva sinottica.
Le caratteristiche tipologiche e dimensionali dell’insediamento “Cittadella” impongono
altresì un forte richiamo alla indispensabile connessione della governance di tale oggetto
con gli strumenti di pianificazione urbana, quali - non esaustivamente - la pianificazione
urbanistica e quella commerciale.
Si deve infatti considerare che la reintegrazione dello spazio della Cittadella nel tessuto

221
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

cittadino è un evento che sposta in modo significativo il baricentro stesso del tessuto
urbano (la città cioè ritorna ad essere, dopo due secoli, un nucleo urbano bipolare,
sviluppato sulle due sponde del Tanaro, e non più una città cresciuta su un solo lato del
fiume, con soltanto qualche lacerto di tessuto urbano proiettato al di là del corso d’acqua).
Ciò comporterà una profonda trasformazione della stessa identità urbana della città così
come ora la conosciamo, la quale - se non adeguatamente gestita e mediata anche e
soprattutto da punto di vista politico ed amministrativo - potrebbe essere fonte di
potenziali conflitti e squilibri.
In secondo luogo perché le stesse dimensioni della sola fortezza principale costituiranno
- una volta reintegrate all’interno del sistema urbano - pressoché un raddoppio del centro
storico attuale, con tutte le complessità che questo incremento dimensionale genererà dal
punto di vista dell’impatto sul sistema dei servizi urbani e del tessuto commerciale.

Finalità generali:
Il recupero della Cittadella ad usi civili e la reintegrazione nel tessuto urbano cittadino.
La valorizzazione delle peculiarità storiche, edilizie ed ambientali con l’insediamento di
attività e l’attrezzature di spazi che consentano una fruizione ordinaria e continuativa del
complesso.
obiettivi specifici:
La definizione di un protocollo d’azione che individui azioni, soggetti interlocutori, organi
competenti, principi generali e propedeuticità di intervento per la promozione delle finalità
generali anzidette.
Attività:
A. Accertamento dello stato di fatto
1. Definizione dello stato giuridico dell’immobile e delle modalità di utilizzazione.
Relativamente a tale aspetto, di prioritaria rilevanza, potrà risultare d’ausilio l’apporto delle
specifiche competenze giuridico-patrimoniali espresse dalle istituzioni universitarie
cittadine.
2. Analisi accurata dello stato di fatto del complesso, nelle sue componenti edilizie ed
impiantistiche, con lo scopo di definire:
- completi parametri quantitativi (superfici e volumi)
- vincoli d’uso imposti dalla configurazione architettonica e costruttiva
- indispensabili dotazioni infrastrutturali per servizi (oggi pressoché assenti)
3. Individuazione dei vincoli d’uso correlati alla rilevanza culturale del bene
B. Definizione della modalità di governance delle azioni positive
1. Individuazione/costituzione di un soggetto promotore (“Agenzia”) delle azioni
propedeutiche al recupero. Definizione dei compiti e dell’orizzonte temporale di attività.
(Tale soggetto potrebbe altresì – in tempo successivo e con evoluzione di struttura ed
funzionalità – trasformarsi in organo di controllo e garanzia permanente delle attività
riguardanti la Cittadella).
2. Tale organismo dovrà avere guida pubblica e potrà prevedere un’articolazione tra i livelli
politico-programmatorio, tecnico-scientifico, operativo.
C. Definizione delle finalità generali, usi compatibili, strumenti di pianificazione
1. Definizione delle linee-guida generali (o di primo livello) relative agli usi compatibili, ai
criteri generali ed agli strumenti tecnico-procedurali occorrenti per l’insediamento di
attività.
2. Gli usi identificati come compatibili dovranno prevedere un’articolazione varia ed
equilibrata allo scopo di promuovere e favorire l’insediamento di attività che -
compatibilmente con i connotati di pregio del complesso - risultino sinergiche al

222
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

raggiungimento delle finalità generali delineate:


- integrazione della Cittadella nel tessuto della vita ordinaria cittadina
- integrazione tra attività di richiamo culturale, economico, ambientale
- prevalenza degli spazi e servizi ad uso permanente con carattere di continuità
- auto sostenibilità economica delle attività insediate.
In tale ambito, una specifica attenzione dovrà essere riservata alla verifica preliminare della
sostenibilità economica delle ipotesi complessive di intervento, tanto per gli apporti
pubblici quanto per i potenziali apporti privati.
D. Attivazione di azioni di promozione e conoscenza dello stato e potenzialità della
Cittadella:
- nei confronti della città, al fine di promuovere l’attenzione e la sensibilità dei cittadini
rispetto alle modalità di recupero
- nei confronti di soggetti economici interessati ad insediare attività che – nel rispetto dei
vincoli anzidetti – consentano un effettivo recupero ad usi permanenti ed autosostenibili.
E. Definizione ed attivazione degli strumenti attuativi:
- attivazione bando per acquisizione di proposte di intervento da parte di operatori
economici
- definizione dello strumento generale di coordinamento e regolazione delle diverse e
temporalmente spaziate attività di recupero, infrastrutturazione, insediamento.
risultati:
La individuazione di soggetti ed azioni operative per il recupero e la reintegrazione nel
tessuto urbano e nella vita cittadina della Cittadella.
La definizione dei documenti di riferimento per la regolazione delle attività inerenti il
complesso.
La promozione delle potenzialità di fruizione.
L’attivazione di strumenti in grado di catalizzare risorse, progettualità e vision strategiche.

risorse, strumenti e forme di finanziamento:


Il progetto prevede (e richiede) la valorizzazione delle risorse tecniche, economiche,
culturali, gestionali presenti – in primo luogo – nella comunità alessandrina, chiamata a
confrontarsi in modo esigente con un’occasione di valore realmente strategico della
propria storia contemporanea.
Le attività di pianificazione delineate richiedono un investimento economico di tipo
“istituzionale”, da intendersi propedeutico alla promozione di investimenti di operatori
economici privati indispensabili per l’effettiva vitalizzazione del borgo.
I soggetti istituzionali di riferimento risultano:
l Comune di Alessandria (capofila)
l Provincia di Alessandria
l Regione Piemonte
l Ministero per i Beni e le Attività Culturali
l Istituzioni universitarie presenti sul territorio
l Fondazioni bancarie o assicurative
l Unione Europea (eventuali contributi sulla base di bandi specifici)
costi:
La stima dei costi sotto riportati è da intendersi come sommaria, poiché una più puntuale
definizione sarà possibile solo nell’ambito di fase più evoluta di progettazione strategica.
Si evidenzia inoltre quanto segue:
- i costi relativi all’accertamento dello stato di fatto sono da intendersi comprensivi di
oneri già in parte a tal scopo impegnati dal Comune di Alessandria e comunque non
223
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

necessariamente da sostenersi in unica e contestuale soluzione da parte di soggetti pubblici


- i costi relativi all’operatività del’Agenzia sono ottimizzabili sulla base della struttura
operativa prescelta
- i costi relativi all’attività di promozione sono ottimizzabili nell’ambito di una più ampio
progetto di promozione di attività ed opportunità offerta dal territorio cittadino.
1. Accertamento dello stato di fatto € 150.000 (una tantum)
l Raccolta documentale di studi e proposte progettuali esistenti (in corso di
redazione su incarico del Comune)
l Analisi sullo stato delle componenti edilizie ed impiantistiche
l Restituzione grafica e descrittiva
l Predisposizione schede idonee per la pubblicazione web

2. Costituzione del soggetto promotore (“Agenzia”)


l Impianto € 20.000 (una tantum)
Definizione giuridica dell’organismo
Definizione dell’organizzazione, dei criteri
di ammissione, processi di relazione, criteri di qualità, criteri
di verifica e controllo
Informazione e coinvolgimento di istituzioni e operatori
Uffici, arredi, strutture informatiche, strutture di comunicazione
Strumenti immateriali come software e sito internet
l Operatività € 150.000 (annuo)
Affitto locali
Manutenzione strumenti
Evoluzione e mantenimento strumenti
Segreteria
Spese di gestione
3. Attività di promozione € 80.000 (1° anno)
l Portale web
l Azioni di marketing
4. Attivazione bandi/concorsi
Per l’acquisizione di proposte imprenditoriali
Definizione degli strumenti di pianificazione
e documenti di indirizzo € 100.000 (una tantum)

Totale (costi una tantum + 1° anno) € 500.000 (*)


(*) = si vedano le note in premessa al presente paragrafo
Fattibilità:
Costituisce pre-requisito all’avvio del progetto la definizione dello stato giuridico
dell’immobile.
E’ necessario che la fase propedeutica di condivisione del progetto da parte dei soggetti
coinvolgibili sia contenuta in tempi brevi (non superiori ad alcuni mesi) allo scopo di
evitare il progressivo degrado del complesso ed attivazioni parziali e/o estemporanee che
possano costituire pregiudizio per la più efficace promozione e gestione del recupero.

224
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

cronoprogramma di lavoro:
Anno 1 Anno 2

Attività / trimestri I II III Iv I II III Iv

Accertamento stato
di fatto
Costituzione
soggetto promotore
(operatività)
Attività di
promozione
Definizione
strumenti di
pianificazione ed
utilizzo
Trasformazione
soggetto promotore
in organo di
controllo e garanzia

Individuazione:

225
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 22
titolo:
Waterfront urbano e cittadella

nuovi contenitori per il


linea 4
rilancio del territorio

Sottotitolo:
Alessandria città fluviale.
Soggetti proponenti:
Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Alessandria, Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Alessandria, Politecnico di Torino.
descrizione del progetto:
Gli eventi storici ed economici hanno allontanato il fiume dalla città.
Questo allontanamento ideale si è tradotto concretamente nella profonda cesura
determinata dal Tanaro nel tessuto urbano.
Riscoprire il fiume significa generare un punto focale che accentui lo sguardo su di sé
ovvero il cuore di un sistema più ampio capace di riallacciare il tessuto fra le due rive.
Il progetto ricerca la possibile ricucitura del tessuto urbano di questi due lembi di città con
un’operazione di riqualificazione, in grado di riportare l’attenzione verso questa parte della
città.
Si elencano di seguito, a titolo di esempio, alcuni degli interventi possibili:
l Creazione di un sistema di parcheggi d’interscambio in posizioni
strategiche, volto anche a consentire il declassamento della viabilità di
contorno alla Cittadella (30km/h);
l Creazione di una “porta urbana” d’ingresso alla città, terminale al viale
commerciale, identificabile con il triangolo a contorno della rotonda del ponte
Tiziano;
l Recupero dei percorsi spondali in una rete di collegamenti con i ponti
esistenti e in progetto, con potenziamento delle attrezzature esistenti sportive,
di ristorazione, etc.
l Ridefinizione urbana di una parte della città priva degli elementi
caratteristici del sistema urbano quali piazze, viali, quartieri, ecc…
l Creazione della stazione di metropolitana leggera a servizio di uno dei
parcheggi d’interscambio, volta ad aumentare la connessione con la città e
ridurre l’impatto del traffico in quella zona (testa di ponte dei percorsi
pedonali lungofiume);
l Studio delle reti di urbanizzazione esistenti e valutazione della possibile
sinergia a contorno del recupero della Cittadella.
Finalità generali:
La valorizzazione della città e del suo fiume attraverso interventi mirati a creare sinergia
con i grandi progetti quali il ponte Meier o il recupero della Cittadella, al fine di definire
un lembo di città formalmente e funzionalmente qualificato ed integrato con il restante
tessuto edilizio.

226
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

obiettivi specifici:
l Avere a disposizione uno strumento di analisi in grado di indirizzare la
strategia d’intervento nel tempo.
l Attivare nuove modalità di collegamento e d’infrastrutturazione finalizzati
ad evitare la perdita di ruolo del territorio in sponda sinistra.
Attività:
Il Comune dovrà redigere, avvalendosi di personale interno e/o di consulenze
specializzate, un “progetto preliminare” di riqualificazione urbana (sul modello dei
Programmi Complessi già in corso di realizzazione) comprensivo di tutte le attività di
analisi, di sperimentazione, di valutazione, di progettazione preliminare, di previsione e di
monitoraggio necessarie alla concretizzazione di un percorso amministrativo virtuoso.
Dovranno essere definite scelte, valutate anche le modalità e le forme di finanziamento del
progetto, i tempi di attuazione, ecc...
risultati:
Dotazione di strumenti indispensabili per ogni progetto di riqualificazione urbana e di
rinnovamento del Capoluogo con effetti di propulsione economico-sociale e di sviluppo.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
l Comune di Alessandria capofila
l Regione Piemonte (eventuali fondi sulla base di Bandi Specifici)
l Provincia di Alessandria
l Ministero Infrastrutture e Trasporti e/o Ministero Ambiente (eventuali
contributi sulla base di Bandi Specifici)
l A.I.PO, Autorità di Bacino del fiume Po
l Fondazione CRA, Fondazione CRT, Fondazione SAN PAOLO, Altre
Fondazioni
l Ditte / Sponsor privati e pubblici
l Unione Europea (eventuali contributi sulla Base di Bandi Specifici)
costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata a differenti variabili/attività specifiche
Ipotesi Base (consulenza esterna + personale interno):
Studio e Redazione Proposta € 100.000,00
Analisi/Monitoraggio € 50.000,00
Stampa pubblicazioni e creazione sito web, ecc. € 50.000,00
Costi di avvio e gestione del progetto
(campagna informazione, work shop, ecc..) € 50.000,00
Totale € 250.000,00

Fattibilità:
Si precisa che l’esistenza di una connessione formale e procedurale tra la presente scheda
e quella generale sulla Cittadella denominata: “Cittadella e città”, crea una sinergia in grado
di ottimizzare i costi relativamente alle voci di pubblicazione ed avvio del progetto, con
evidenti riduzioni del budget ipotizzato.
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
1. perimetrazione area – analisi urbanistico/edilizie - ricerca partner e
consulenze - progetto fattibilità
2. coinvolgimento di tutti i soggetti interessati all’attuazione del progetto
tramite bando/convenzioni/accordo di programma con cronoprogramma

227
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

delle fasi di attuazione del progetto


3. disponibilità su più esercizi finanziari dei fondi necessari per la
realizzazione del progetto
cronoprogramma di lavoro:
l I semestre - raccolta dati e predisposizione strumenti propedeutici
all’attivazione dello studio (bandi, informazione, provvedimenti, ecc..)
l II semestre - redazione di uno studio di fattibilità ed eventuale avvio
variante strumento urbanistico – ricerca partner e confronto con vari soggetti
l Dal II al III anno - approvazione della progettazione completa
Individuazione:

228
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 23
titolo:
metropolitana leggera e cittadella

nuovi contenitori per il


linea 4
rilancio del territorio

Sottotitolo:
Sistema di stazioni urbane lungo le tratte ferroviarie esistenti
Soggetti proponenti:
Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Alessandria, Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Alessandria, Politecnico di Torino.
descrizione del progetto:
Il progetto ha principalmente l’obiettivo di ridurre l’inquinamento ed il traffico all’interno
del perimetro urbano, attraverso la creazione di stazioni di metropolitana leggera connesse
a parcheggi d’interscambio che sfruttano le reti ferroviarie esistenti.
Ad oggi il servizio sarebbe in grado di coprire la parte di città individuabile con la rete delle
fortificazioni militari (Cittadella, Forte Acqui e Ferrovia), interessando così il quartiere
Cristo come il Borgo Cittadella o l’area industriale D3.
In un secondo momento si potrebbe ampliare l’intervento anche ai sobborghi di San
Michele e Spinetta Marengo.
L’intermodalità, il recupero urbano di strutture militari dismesse, l’incentivo alla mobilità
sostenibile sono alcuni degli elementi che potrebbe stimolare questa iniziativa attraverso:
l la realizzazione di un sistema di piccole stazioni ubicate lungo la rete
ferroviaria esistente, integrate da infrastrutture quali parcheggi d’interscambio
e piste ciclabili;
l il recupero ed il riuso a livello locale della rete ferroviaria rende molto
rapida la realizzazione dell’intervento e ne riduce sensibilmente i costi
nell’ottica di una sostenibilità economica a breve termine.
Finalità generali:
l Riduzione del traffico urbano e stimolo all’uso dei mezzi pubblici;
l Riduzione dell’inquinamento e sostenibilità del sistema di trasporto;
l Recupero di parti della città (sistema fortificato) ad oggi prive di valenza
urbana, e integrazione delle stesse all’interno delle dinamiche di sviluppo
(urbanistico, economico, sociale, …)
obiettivi specifici:
l Integrare elementi infrastrutturali esistenti con nuove funzioni che ne
ampliano le capacità operative e funzionali.
Attività:
Il Comune dovrà stilare un accordo di programma/convenzione con i soggetti coinvolti,
in primis il soggetto che metterà a disposizione l’area/il contenitore; il Comune quindi
dovrà sviluppare la parte più tecnica e gestionale della struttura.
L’accordo dovrà prevedere anche le modalità di finanziamento del progetto da attuarsi
nell’arco di cinque anni e le successive modalità di gestione della struttura (e di
implementazione di dotazione e reti dedicate).

229
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

risultati:
Miglioramento della qualità della vita e dell’attrattività della Città, riduzione della
congestione del traffico e dell’inquinamento, sviluppo di una rinnovata coscienza all’uso
alternativo di mezzi di trasporto (e sviluppo piste ciclabili), etc..
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
l Comune di Alessandria
l Trenitalia – Ferrovia Italia - Centostazioni
l Regione Piemonte
l Provincia di Alessandria
l Ministero Infrastrutture e trasporti, Ministero Istruzione, Università e
ricerca, Ministero Ambiente
l Ministero della Gioventù
l Fondazione CRA, Fondazione CRT, Fondazione SAN PAOLO, altre
Fondazioni bancarie interessate
l Ditte / Sponsor privati e pubblici
l Unione Europea, eventuale finanziamento attraverso Bando Europeo
costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata alle tipologie realizzative e funzionali finali
Creazione urbanizzazioni € 350.000,00
Costruzione strutture (4 fermate + stazione) € 1.000.000,00
Stampe pubblicazioni e creazione sito web, ecc. € 50.000,00
Costi di avvio e gestione del progetto € 100.000,00

Totale € 1.500.000,00
Fattibilità:
Si precisa che l’esistenza di una connessione formale e procedurale tra la presente scheda
e quella generale sulla Cittadella denominata: “Cittadella e città”, crea una sinergia in grado
di ottimizzare i costi relativamente alle voci di pubblicazione ed avvio del progetto, con
evidenti riduzioni del budget ipotizzato.
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
1. effettiva disponibilità della struttura (dalle Ferrovie/Trenitalia e/o dalle
Poste Italiane) e realizzazione di un accordo con tutti i soggetti coinvolti per
la realizzazione e gestione della struttura con elementi partecipativi,
strutturanti e/o compensativi
2. coinvolgimento di tutti i soggetti interessati nel concreto avvio del
progetto tramite un accordo di programma con cronoprogramma delle fasi
di attuazione del progetto
3. disponibilità su più esercizi finanziari dei fondi necessari per la
realizzazione del progetto
cronoprogramma di lavoro:
l primo anno – ricerca partner e confronto con vari soggetti - redazione di
uno studio di fattibilità e stipula sulla base di questo di un accordo di
programma
l secondo anno – redazione ed approvazione progettazione completa
finanziata per lotti funzionali nell’arco di 2/3 anni, appalto/aggiudicazione
l Dal secondo al terzo anno – realizzazione ed avvio graduale della gestione
della struttura completata e collaudata.

230
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Esempi:

Ipotesi di localizzazione - Ampliabile anche i sobborghi di San Michele e Spinetta Marengo

231
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 24
titolo:
parco pubblico in cittadella

nuovi contenitori per il


linea 4
rilancio del territorio

Sottotitolo:
La realizzazione di un parco pubblico nell’area esterna alla cinta muraria della Cittadella
militare, con l’esecuzione di indagini strutturali alle mura stesse. Il progetto si pone come
obbiettivo la realizzazione di un parco a verde di uso pubblico sull’area di proprietà
demaniale situata tra la cinta muraria compresa della Cittadella militare di Alessandria e il
confine dell’area comprendente gran parte dei bastioni.
Soggetti proponenti:
Provincia di Alessandria.
descrizione del progetto:
Il progetto è finalizzato alla costruzione di un’area a verde pubblico, diversamente ripartita
in zone di rispetto naturalistico e zone a destinazione sociale, comunque all’interno delle
finalità di un parco pubblico urbano. Unitamente all’intervento è programmata
l’effettuazione di indagini di tipo strutturale alla cinta muraria che la delimita.
La progettazione si può generalmente riassumere in quattro punti fondamentali :
1. La bonifica della zona del fossato adiacente alla magistrale della fortezza,
ai fini di renderla interamente calpestabile e la realizzazione di un percorso
pedonale e ciclabile interno al parco, accessibile occasionalmente -
limitatamente alle funzioni di manutenzione, vigilanza e soccorso - al traffico
veicolare;
2. La pulizia generale delle parti elevate (rivellini, mezzelune, controguardie
e tenaglioni) dalla boscaglia spontanea cresciuta negli anni e la rimozione da
esse degli elementi incongrui (recinzioni posticce, rottami ecc.);
3. Il riordino complessivo dei punti di penetrazione e di affaccio da e verso
il fossato della fortezza, con la formazione di una quinta alberata lungo il
perimetro sud, in corrispondenza degli edifici sorti nel corso del XX secolo
tra via Giordano Bruno ed il fossato stesso, in posizione elevata rispetto ad
esso.
4. La messa a dimora di nuovi alberi, da realizzarsi nella zona del nuovo
parcheggio su via Pavia (v. anche Opere stradali).
Finalità generali:
Il progetto è di sicura rilevanza strategica urbana-territoriale poiché consegue:
1. la ricucitura del rapporto ora oggettivamente interrotto tra Città e
Territorio, sia dal punto di vista viabilistico, sia sotto l’aspetto
dell’appartenenza culturale urbana, sia per il recupero della qualità del
paesaggio urbano;
2. bonificare l’area interessata sotto l’aspetto idrogeologico, bonificare la cinta
muraria sotto l’aspetto igienico edilizio, realizzare una efficiente rete
infrastrutturale di urbanizzazione per il complesso della Cittadella, qualsiasi sia
in futuro la sua destinazione;

232
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

3. dotare la città di Alessandria di un parco pubblico presso un’area in cui è


evidente la volontà di collocare attività turistiche e culturali, che vedrebbero
quindi ben sviluppata la loro possibilità di effettuazione.
4. sottolineare l’indubbia vocazione a un certo turismo storico-culturale
dell’alessandrino, con la possibilità di notevole arricchimento dell’offerta in tal
senso.
Pare corretto esporre di seguito alcuni passi della Relazione Illustrativa del Progetto
Definitivo redatta dallo studio “Isolarchitetti” di Torino, capofila del A.T.P. incaricata della
attività di Progettazione.
Il rapporto con la città e il territorio.
Il fiume Tanaro segna sul territorio alessandrino il confine tra due forme urbane
radicalmente differenti. Da una parte una città che ha mantenuto un assetto fortemente
monocentrico, nonostante il notevole sviluppo dei quartieri decentrati, soprattutto a Sud
della ferrovia e a dispetto delle politiche urbane avviate fin dagli anni settanta. Dall’altra,
in sponda sinistra, una fascia urbanizzata pressoché priva di qualità e di servizi urbani e
in buona misura occupata da insediamenti produttivi e da servizi “arteriali” legati agli
intensi flussi della SS10, alle spalle della quale l’ampio complesso della Cittadella ha
mantenuto, anche nel corso di questo secolo, un carattere sostanzialmente extraurbano, di
“vuoto funzionale”. La brusca caduta di valori urbani che si avverte passando il ponte
non trova riscontro nelle altre direzioni di crescita della città, lungo le quali i “profili di
centralità” si abbassano più gradualmente, riflettendo più complessi e articolati processi
di integrazione funzionale del centro urbano col contesto. Questo netto distacco, che
sembra quasi mantenere al solco fluviale il ruolo di “confine” della città, non sembra
d’altronde destinato ad attenuarsi, nè per effetto delle tendenze in atto, né per effetto delle
politiche urbane previste dal Piano Regolatore (che prevedono in riva sinistra sviluppi
essenzialmente riferiti alle attività produttive). In questo senso la rifunzionalizzazione della
Cittadella può porre rilevanti problemi di vera e propria riurbanizzazione.
Ad uno sguardo più ravvicinato, i rapporti della Cittadella col suo immediato contesto,
soprattutto in direzione del fiume, paiono seriamente degradati. Una sequenza quasi
ininterrotta di costruzioni tipologicamente e funzionalmente eterogenee e generalmente
prive di qualità assedia i bastioni, intercettando tutte le visuali che dagli spazi pubblici
circostanti e anche dall’altra parte del fiume si indirizzano sulla Cittadella - costituita
d’altronde da manufatti di non grande altezza, elevati a partire da un piano di spiccato
alquanto più basso delle strade circostanti. L’arco viario, battuto da un traffico pesante
piuttosto intenso, accentua l’effetto barriera che isola la Cittadella, interrompendone la
continuità ambientale col contesto. Residuano pochi varchi “verdi”, esigui e incolti, a legare
il verde dei fossati e degli spazi fortificati con le frange ripariali e residuali esterne,
evocando un rapporto d’integrazione che soltanto con un’operazione di riqualificazione
di grande respiro potrebbe essere sostanzialmente ampliato per restituire alla Cittadella un
minimo di riconoscibilità e di leggibilità.
Unitarietà e flessibilità d’impianto.
Il tema progettuale del parco non è un fatto autonomo o un oggetto isolabile, ma una
parte integrante di un processo plurale di insediamento e di costruzione del paesaggio. Un
processo che sia in grado di verificare e pesare convergenze diverse di interessi intorno a
un’immagine unitaria. Un’immagine in grado di organizzare le relazioni tra le componenti
che costituiscono lo spazio urbano e gli elementi naturali (siano essi percorsi ciclabili, prati
o muri settecenteschi), portando alla luce l’uso plurale e multiforme dei luoghi. La
definizione dei caratteri generali dell’intervento dipende dunque innanzitutto
dall’immagine unitaria che si intende attribuire al fossato e dunque anche alla permeabilità
che si può offrire agli attuali confini tra Cittadella e fossato, tra fossato e città, e quindi al
valore dei limiti esistenti e dei suoi attraversamenti.

233
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Caratterizzazione e integrazione funzionale.


Il riuso del fossato deve tendere a connotare chiaramente l’intero complesso sia nei
confronti della realtà locale che dei più vasti bacini turistico e culturali interessabili dai
circuiti di fruizione. In questo senso la funzione di parco sembra essere coerente coi
caratteri fondamentali dell’impianto storico-culturale, quali ancora ben avvertibili nella
articolata geometria d’insieme. Tale uso può assicurare alla Cittadella un inserimento
efficace nelle reti europee delle grandi risorse turistico culturali.
Accessibilità e permeabilità.
Al fine di assicurare al fossato della Cittadella la massima accessibilità e una adeguata
permeabilità (importante anche per la leggibilità della struttura interna), sembra opportuno
evitare ch’esso si trovi in un “cul de sac”, prevedendone la possibilità d’attraversamento
con doppio accesso, sia ad Est, dall’attuale ponte di città (riorganizzando il nodo
d’ingresso), sia ad Ovest, dalla prevista bretella destinata a congiungere la v.G.Bruno con
la nuova tangenziale a nord (attrezzando e riconfigurando opportunamente l’innesto a
sud del tiro a segno) e il riutilizzo della Porta del Soccorso.
Il progetto
La concezione posta a fondamento del presente Progetto Definitivo del “Parco delle aree
esterne della Cittadella di Alessandria” è che l’insieme articolato di aspetti del quale esso
è composto appartengano, effettivamente ed integralmente, ad un unico paesaggio
architettonico.
Ciò significa, in altre parole, che il progetto ha inteso trattare questi aspetti non come
questioni separate ed isolate, ma piuttosto come declinazioni argomentative diverse di un
unico grande panorama fisico: ovvero, il Parco all’interno della struttura difensiva della
Fortezza di Alessandria.
Le opere previste dal Progetto Definitivo sono – in sintesi - date dagli interventi di
manutenzione straordinaria sugli elementi naturali, necessari a non aggravare la situazione
di dissesto strutturale delle mura provocato dalla crescita incontrollata delle alberature;
dalla creazione del percorso ciclopedonale interno agli ambienti del fossato; dalla
sistemazione delle aree di accesso al fossato e alla Cittadella; dalla realizzazione di un
parcheggio; dal restauro del Corpo di guardia e dall’introduzione delle quinte alberate su
via Giordano Bruno. L’insieme di questi interventi permette di restituire all’uso collettivo
il parco del fossato e di garantire la sua salvaguardia come manufatto storico.
Il Progetto Definitivo si presenta come un insieme di indicazioni tecniche volte a delineare
uno scenario di utilizzo a parco del grandioso sistema di fossati all’interno di una logica
che abbia come fondamento la leggibilità e riconoscibilità dell’architettura difensiva,
continua e unitaria, della Cittadella.
Attività:
Con Deliberazione di Giunta Provinciale n. 408/75372 del 08/06/2005 è stato approvato
lo Studio di Fattibilità redatto dalla Finpiemonte;
con D.G.P. n. 683/153482 del 22/11/2006 è stato approvato il Progetto Preliminare
comprensivo del progetto relativo alle opere di drenaggio del suolo e ricostruzione del
terreno delle aree prative;
Con D.G.P. n. 13/007244 del 16/01/2008 è stato approvato il Progetto Definitivo dopo
l’acquisizione del parere positivo da parte della competente Soprintendenza per i Beni
Architettonici e il Paesaggio del Piemonte in data 26/09/2007.
Allo stato attuale la realizzazione dell’opera prevede le seguenti attività:
l redazione del Progetto Esecutivo;
l avvio dell’attività d’appalto.
risultati:
La realizzazione dell’opera porterà i risultati già in precedenza descritti nel capitolo delle

234
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

finalità generali:
l Sostanziale ricucitura del tessuto urbano tra le aree alle due sponde del
Tanaro, sia di tipo sostanziale, con le conseguenze del relativo riordino viario
ed infrastrutturale, di permeabilità di un complesso ora isolato dal suo
contesto territoriale, sia di tipo culturale e quindi di appartenenza degli
alessandrini nei confronti del proprio territorio;
l Adeguamento infrastrutturale e idrogeologico dell’area della Cittadella a
fronte di una futura definita destinazione d’uso;
l Realizzazione di un parco verde pubblico per ordinarie attività ludiche e
culturali, con il riordino delle zone d’entrata alla Cittadella, con conseguente
risanamento ambientale delle zone verdi individuate.
l Futura individuazione di un “carnet” d’offerta per le riconosciute attività
di turismo storico di interesse europeo.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
L’opera riguardante la progettazione e le analisi strutturali delle mura di cinta è stata
finanziata tramite C.I.P.E. insieme ad altre attività di pianificazione e progettazione che
la Provincia di Alessandria ha sviluppato. Parte del finanziamento non è stato utilizzato
in seguito al trasferimento delle competenze tecniche dalla Provincia al Comune di
Alessandria.
Rimane comunque il reperimento dei fondi necessari alla realizzazione dell’opera, la cui
sostanza è definita nel seguente Quadro Economico.
costi:
Costi per la Progettazione e le analisi strutturali: Euro 600.000,00

Costi di realizzazione per categorie


Opere di manutenzione straordinaria e aree verdi: Euro 1.717.958,00
Opere a verde: Euro 639.830,00
Opere idrauliche: Euro 257.936,24
Opere stradali: Euro 666.079,57
Pontili di collegamento dei bastioni esterni: Euro 117.732,15
Opere di restauro edilizio Euro 135.000,00
Opere impiantistiche e di illuminazione pubblica Euro 853.422,44
Costi sicurezza generali Euro 42.041,60
Totale opere: Euro 4.420.000,00
IVA e somme a disposizione dell’Ente Appaltante Euro 1.580.000,00

Totale costo totale dell’intervento Euro 6.000.000,00


(i costi si riferiscono all’anno 2005)
Fattibilità:
La fattibilità tecnica è stata dimostrata dal procedimento di progettazione ora interrotto
alla fase Definitiva approvata dai competenti Giudicanti.
Rimane il raggiungimento della necessaria copertura economica delle opere da parte di un
Ente finanziatore, semmai individuando più lotti di intervento nella fase di Progettazione
Esecutiva.

cronoprogramma di lavoro:
Il progetto ha durata pluriennale.

235
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

tAvolo 2
trASportI E moBIlItà

pArtE A - lInEE StrAtEgIchE dI tAvolo

prEmESSA gEnErAlE
Il Tavolo di Lavoro nello scambio di informazioni avuto nelle sedute preliminari ha
accertato una serie di problematiche e carenze nel centro cittadino e nell’area di
connessione con l’esterno inerenti la mobilità dei cittadini in senso lato e la sua
integrazione con le attività economico-sociali.
Tutti i partecipanti al Tavolo sono concordi nell’intraprendere progetti tesi alla rimozione
delle problematiche più urgenti fra quelle di seguito riportate.
AlBEro dEI proBlEmI
n Città racchiusa tra due fiumi, con difficoltà di accesso sui ponti, in
particolare da est dove, l’accessibilità viaria non risulta pienamente compiuta,
manifestando la mancanza di sufficienti collegamenti viari
n Carenza generale di trasporti pubblici, uso elevato delle auto private e
carenza di sistemi di scambio e parcheggio
n Insufficiente sviluppo di reti ciclabili e di correlati programmi di cultura
viaria atti ad incentivarne l’uso
n Insufficienti sistemi di ricovero di mezzi pesanti e della correlata
distribuzione degli stessi sul traffico urbano
n Mancanza di una stazione per autolinee extraurbane, attualmente dislocata
in modo in proprio nell’area limitrofa la stazione ferroviaria
n Forte carenza nella percezione della sicurezza di pedoni e ciclisti. Non
risulta infatti adeguata la protezione dei percorsi pedonali e ciclabili in
relazione alle categorie più forti della circolazione stradale
n Scarso sviluppo della connessione in sicurezza dei vari sistemi di mobilità,
in particolare modo verso le destinazione di spiccato interesse pubblico
n Diminuita centralità dell’importanza dello scalo ferroviario e la
conseguente debolezza dell’interscambio ferro-gomma
n Insufficiente disponibilità di aree di sosta per i mezzi pesanti, nonché per
il trasbordo di merci verso il centro
puntI dI ForzA
Il Tavolo ha altresì discusso circa le opportunità presenti sul territorio in relazione alle
problematiche sollevate ed ha individuato unanimemente le seguenti caratteristiche:
n Città di dimensione medio piccola che presenta geometrie stradali
relativamente comode anche nel centro storico, con possibilità di accedere
con autoveicoli quasi ovunque
n Presenza di una circonvallazione ad anello di comoda sezione, derivata
dalla cinta medievale dei bastioni, la quale consente una buona distribuzione
dei flussi ed un’ottima rotazione del traffico
n La realizzazione di tre aree di insediamento artigianali e produttivo che
hanno consentito una massiccia delocalizzazione delle attività relative e degli

236
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

itinerari di destinazione
n La realizzazione di una tangenziale che unisce i caselli autostradali nord
ovest e sud, nonché la presenza di una rete autostradale che unisce i caselli
nord-ovest, nord-est e sud, costituiscono una situazione favorevole per
mobilità direzionale verso il centro, decongestionando così i nodi più interni
e garantendo una buona fluidità della circolazione
n Aree di parcheggio dislocate sul perimetro del centro storico ed una nel
punto baricentrico; ne deriva una sufficiente raggiungibilità dei punti di
interesse principale
n Situazione altimetrica regolare con la rete viaria che risulta praticamente a
livello con eccezione di un cavalcavia e di un sottopasso nella zona centrale;
ciò oltre a rappresentare un vantaggio nelle dinamiche della circolazione,
rappresenta un punto di forza nel potenziamento della cultura dell’uso del
velocipede
rEcEntI pIAnIFIcAzIonI
In ultima analisi sono di seguito evidenziati gli interventi ritenuti provvidenziali ai progetti
del Tavolo e che sono:
m la costruzione del nuovo Ponte Cittadella progettato dall’arch.R. Meier
m la previsione di realizzazione di sei “Zona 30”
Il Tavolo ha esaminato i citati elementi di forza alla luce della elaborazione dei problemi
evidenziati precedentemente, ponendoli quali punti di partenza per le azioni progettuali
tendenti alla risoluzione dei nodi critici.
opportunItà
Al termine di elaborate discussioni il Tavolo ha sintetizzato una serie di idee che
rappresentano le opportunità naturali scaturite dallo stato di fatto attuale e cioè:
n Con eccezione della direzione est la rete di mobilità extraurbana può essere
ottimizzata raggiungendo comodi tempi di penetrazione al centro
n Per la qualità della geometria urbana è possibile, con interventi strutturali
capillari, migliorare il grado di sicurezza della circolazione stradale,
marcatamente per la tutela delle categorie dei pedoni e dei ciclisti; categoria
che evidenzia l’elevato tasso d’invecchiamento della popolazione
n è auspicabile un deciso miglioramento delle connessioni fra i percorsi
ciclabili, quelli pedonali e quelli veicolari, al fine di garantire maggiormente
l’incolumità degli attori e un sensibile abbattimento dei sinistri stradali
n Conseguentemente è d’uopo porsi l’obiettivo di realizzare un sistema di
trasporto urbano integrato ed intermodale tale da ridurre la dipendenza
dall’uso dell’auto a vantaggio della mobilita’ dei cittadini, cercando soluzioni
a minor impatto ambientale. Può essere altresì sviluppato un programma che
coinvolga gli operatori di settore, le Aziende e gli Enti del territorio comunale
e provinciale

ScEltA dEllE lInEE StrAtEgIchE


A chiusura delle discussioni preliminari avvenute nel presente Tavolo sono emerse unanimi
definizioni e si sono individuate le scelte strategiche ritenute prioritarie per il
raggiungimento dell’obiettivo di rimozione delle problematiche sopra descritte.
Sono stati individuati principalmente tre indirizzi di programma:
lInEA 1 - Sicurezza stradale e sistemi di comunicazione
lInEA 2 - viabilità periferica e accessi
lInEA 3 - mobilità e servizi pubblici di viabilità e di interesse generale

237
Asse II - Sviluppo urbano
tavolo 2 trasporti e mobilità
AnAlISI S.W.o.t.

puntI dI ForzA puntI dI dEBolEzzA


Città racchiusa tra due fiumi, con difficoltà di accesso sui ponti, in particolare da est dove
Città di dimensione medio piccola che presenta geometrie stradali relativamente comode
l’accessibilità viaria non risulta pienamente compiuta, manifestando la mancanza di
anche nel centro storico, con possibilità di accedere con autoveicoli quasi ovunque
sufficienti collegamenti viari
Presenza di una circonvallazione ad anello di comoda sezione, derivata dalla cinta medievale
Carenza generale di trasporti pubblici, uso elevato delle auto private e carenza di sistemi di
dei bastioni, la quale consente una buona distribuzione dei flussi ed un’ottima rotazione del
scambio e parcheggio
traffico
La realizzazione di tre aree di insediamento artigianali e produttivo che hanno consentito Insufficiente sviluppo di reti ciclabili e di correlati programmi di cultura viaria atti ad
una massiccia delocalizzazione delle attività relative e degli itinerari di destinazione incentivarne l’uso
La realizzazione di una tangenziale che unisce i caselli autostradali nord e sud con il centro, Situazione di insufficienti sistemi di ricovero di mezzi pesanti e della correlata distribuzione
decongestionando così i nodi interni e garantendo una buona fluidità della circolazione degli stessi sul traffico urbano
Aree di parcheggio dislocate sul perimetro del centro storico ed una nel punto baricentrico; Non risulta sviluppata la connessione in sicurezza fra i vari sistemi di mobilità, in
ne deriva una sufficiente raggiungibilità dei punti di interesse principale particolare modo verso le destinazione di particolare interesse pubblico
Situazione altimetrica regolare con la rete viaria che risulta praticamente a livello con
è stata rilevata l’insufficienza nella percezione, e non solo, della sicurezza dei pedoni e dei
eccezione di un cavalcavia e di un sottopasso nella zona centrale; ciò oltre a rappresentare
ciclisti. Non risulta infatti adeguata la protezione dei percorsi pedonali e ciclabili in relazione
un vantaggio nelle dinamiche della circolazione, rappresenta un punto di forza nel
alle categorie più forti della circolazione stradale
potenziamento della cultura dell’uso del velocipede
è altresì mancante una stazione per autolinee extraurbane, attualmente dislocata in modo in
proprio nell’area limitrofa la stazione ferroviaria
Necessità di incrementare la sicurezza stradale e le correlate azioni di informazione
è risultata anche molto diminuita la centralità dell’importanza dello scalo ferroviario e la
conseguente debolezza dell’interscambio ferro-gomma
La disponibilità di aree di sosta per i mezzi pesanti, nonché per il trasbordo di merci verso il
centro non è assolutamente sufficiente
Asse II - Sviluppo urbano
tavolo 2 trasporti e mobilità
AnAlISI S.W.o.t.

opportunItà mInAccE
Per la qualità della geometria urbana è possibile, con interventi strutturali capillari,
migliorare il grado di sicurezza della circolazione stradale, marcatamente per la tutela delle
Connessione non razionale tra il settore socio produttivo e quello infrastrutturale
categorie dei pedoni e dei ciclisti; categoria che evidenzia l’elevato tasso d’invecchiamento
della popolazione
Con eccezione della direzione est la rete di mobilità extraurbana può essere ottimizzata
Mancata realizzazione del secondo ponte sul fiume Bormida
raggiungendo comodi tempi di penetrazione al centro
Conseguentemente è d’uopo porsi l’obiettivo di realizzare un sistema di trasporto urbano
integrato ed intermodale tale da ridurre la dipendenza dall’uso dell’auto per la mobilità dei
cittadini, cercando soluzioni a minor impatto ambientale. Può essere altresì sviluppato un Mancata realizzazione di stazione per autolinee
programma che coinvolga gli operatori di settore, le Aziende e gli Enti del territorio
comunale e provinciale
è auspicabile un deciso miglioramento delle connessioni fra i percorsi ciclabili, quelli
pedonali e quelli veicolari, al fine di garantire maggiormente l’incolumità degli attori e un Perdita di centralità dello scalo ferroviario di Alessandria (sia persone sia merci)
sensibile abbattimento dei sinistri stradali
A completamento dell’esame assunto si evidenzia quale nota di forza rilevata la
pianificazione recente di previsione delle sei “Zona 30” che potranno far dialogare
maggiormente le diverse categorie di utenze della strada, migliorandone pertanto la
sicurezza
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse II Sviluppo urbano - tavolo 2 trasporti e mobilità
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE/EFFEttI)

percezione diffusa di
Aumento degli incidenti Accesso deficitario alle rischio di inaccessibilità
insicurezza per pedoni e
stradali strutture sanitarie città da sud est
ciclisti

città racchiusa tra due fiumi con difficoltà di accesso sui ponti e presenza di ingorghi stradali causati dalla elevata
mole di traffico. carenza generale di trasporti pubblici, uso elevato dell’auto privata e carenza di sistemi di scambio
e parcheggio. Insufficiente sviluppo di reti ciclabili e di correlati programmi di cultura viaria atti e incentivarne l’uso.
Situazioni di insufficienti sistemi di ricovero di mezzi pesanti e della correlata distribuzione degli stessi sul traffico
urbano. necessità di incrementare la sicurezza stradale e le correlate azioni di informazione.

linea 1

Sicurezza stradale non adeguata

gestione generale
mancanza di aree Insufficienti sistemi di Sistemi di
del’ambiente non cultura della sicurezza
specifiche per categorie isole ed ostacoli (traffic comunicazione non
codificata con aree non diffusa
di viabilità calming) evoluti
esclusive

commistione di diversi circonvallazioni non in


mezzi di viabilità piena sicurezza
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Aumento tempi i
percorrenza dei mezzi
pubblici
Anello tangenziale non Aumento del numero
completo delle auto private non incentivazione
all’uso della bicicletta

Aumento della capacità


del traffico

linea 3

linea 2

mancanza di
carenze Aumento
assi di
infrastrutturali dell’uso dell’auto
collegamento
generali privata
specie ad Est

mancanza carenza
ritardi nella Scelte Sviluppo di Scarso
azioni carenza sistemi di
soluzione dei urbanistiche aree non sviluppo
incentivanti trasporti scambio e
principali non coerenti centrali delle piste
l’uso della pubblici di
accessi alla con le senza ciclabili
bicicletta parcheggio
città necessità adeguati
moderne di sistemi di
viabilità collegamento

pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA


Asse II Sviluppo urbano - tavolo 2 trasporti e mobilità
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE/EFFEttI)
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

242
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ASSE II SvIluppo urBAno


tavolo 2 trasporti e mobilità

lInEE StrAtEgIchE

Sicurezza stradale e sistemi di


linea 1
comunicazione

linea 2 viabilità periferica ed accessi

mobilità e servizi pubblici di viabilità


linea 3
di interesse generale

243
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ASSE II SvIluppo urBAno


tavolo 1 organizzazione del territorio

PARTE B – ELENCO DELLE SCHEDE


PROGETTO/AZIONI

1. Miglioramento del livello di sicurezza sugli attraversamenti


pedonali dislocati nella perimetrazione urbana della Città
2. Variante in accesso ad Alessandria lungo la ex S.S. N°. 10
“Padana Inferiore” – I e II lotto
3. Piano di Sicurezza Stradale
4. Bici – Bus
5. Semafori intelligenti
6. Nuove linee di trasporto strategiche
7. Studio di fattibilità per un progetto di City Logistic
8. Riqualificazione e rifunzionalizzazione di Piazza Garibaldi
9. Riqualificazione e rifunzionalizzazione di Piazza della Libertà
10. Le porte urbane della città - Studio di fattibilità
11. Le porte urbane della città – Realizzazione

244
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 1
titolo:
miglioramento del livello di sicurezza sugli attraversamenti
pedonali dislocati nella perimetrazione urbana della città

Sicurezza stradale e sistemi


linea 1
di comunicazione

Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo la realizzazione di più attraversamenti pedonali,
mediante strutture scatolari dislocate al di sotto del piano viabile, onde favorire l’accesso
pedonale alla parte interna della Città rispetto alle aree di parcheggio perimetrali.
Soggetti proponenti:
Provincia di Alessandria, Comune di Alessandria.
descrizione del progetto:
La Città è dotata, soprattutto dalla parte di Spalto Marengo di ampi parcheggi,
comunemente utilizzati , dai quali si accede in particolare alla vasta Area Ospedaliera ed
all’Istituto Tecnico “Volta”.
Gli attraversamenti pedonali, in vario numero oggi dislocati lungo Spalto Marengo, sono
di tipo a raso, segnalati con strisciature a terra colorate e con cartellonistica verticale
illuminata.
Nelle serate invernali di scarsa visibilità, causa condizioni atmosferiche avverse (pioggia,
nebbia, neve), piuttosto che negli orari diurni di forte traffico veicolare, risulta
particolarmente arduo procedere in sicurezza nell’attraversamento di Spalto Marengo da
parte dei pedoni, in considerazione peraltro della significativa larghezza della piattaforma
viabile.
Si rileva quindi la necessità di procedere nella realizzazione di almeno n° 2 attraversamenti
in sotterraneo, naturalmente accessibili pure ai diversamente abili.
Equivalenti condizioni valgono per gli spazi antistanti l’area commerciale “Esselunga”.
Le strutture dovranno essere accompagnate da segnaletica che visualizzi ai veicoli in moto
il proprio stato di velocità di movimento.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza locale, centrale però per il miglioramento della qualità
infrastrutturale della rete viabile della Città.
obiettivi specifici:
1) Eliminare le criticità degli attraversamenti pedonali;
2) Aumentare il livello di sicurezza nella movimentazione pedonale, anche
dei diversamente abili
3) Migliorare il flusso veicolare nelle “tangenziali” interne
Attività:
La realizzazione di attraversamenti pedonali in sotterraneo prevede le seguenti attività:
- studio dei flussi pedonali;
- studio di fattibilità per la realizzazione delle specifiche infrastrutture
- redazione di un documento preliminare e di un progetto preliminare

245
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

- programmazione triennale, ed elenco annuale delle opere pubbliche


- progettazione delle opere
- realizzazione dei manufatti con relative rampe di accesso e sistemi
illuminotecnici annessi
risultati:
Drastica riduzione del rischio di incidentalità pedonale per grave urto contro veicoli in
moto, su asse di circonvallazione interno primario.

risorse, strumenti e forme di finanziamento:


Il progetto proponendosi come nuova infrastrutturazione propriamente Urbana avrà della
Città di Alessandria il principale finanziatore, al più utilizzando fondi anche derivabili dalla
Regione Piemonte/Direzione Trasporti.
Capitale privato: 0,00
Capitale pubblico: Comune, (Regione)
costi:
costi di investimento
Costi di investimento per la realizzazione degli studi,
progetti per almeno 3 strutture Euro 60.000,00
Costi di costruzione di nuovo scatolare sotterraneo Euro/cad 350.000,00
per n°3 strutture Euro 1.050.000,00
Altri costi Euro 40.000,00
totale investimento Euro 1.150.000,00
costi di gestione
Normale manutenzione di opere stradali, pedonali:
perizia giornaliera, settimanale o quindicinale Euro/attr.sett. 200,00
Fattibilità:
Opere infrastrutturali assolutamente fattibili una volta inserite nella programmazione delle
opere pubbliche comunali.
cronoprogramma:
- Studio di fattibilità 2 mesi
- Documento di programmazione e progetto preliminare 3 mesi
- Progettazione definitiva ed esecutiva 4 mesi
- Appalto delle opere 2 mesi
- Realizzazione delle opere (n°3) 12 mesi
Totale 23 mesi

246
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 2
titolo:
variante in accesso ad Alessandria lungo la ex S.S. n. 10
“padana Inferiore - I e II lotto

viabilità periferica
linea 2
ed accessi

Sottotitolo:
Il progetto si pone come obbiettivo la realizzazione di una nuova strada di accesso alla
Città di Alessandria dal territorio a sud del capoluogo di Provincia, in Variante alla ex S.S.
n. 10 “Padana Inferiore”.
Soggetti proponenti:
Provincia di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto è finalizzato alla costruzione di una nuova strada in Variante alla attuale ex S.S.
n° 10 “Padana Inferiore” nel tratto compreso tra l’intersezione con la S.P. n° 82 “Spinetta-
Sale”, la ex S.S. n° 35bis “dei Giovi di Serravalle” e la nuova tangenziale di Alessandria.
La progettazione della strada di Variante sopraddetta è composta da due lotti funzionali:
- I lotto che parte dall’intersezione con la S.P. n° 82 “Spinetta-Sale” e che,
correndo parallelo all’attuale tracciato della ex S.S. n° 10, termina in prossimità
del “Forte Bormida”;
- II lotto che prosegue il tracciato del I° lotto in prossimità del “Forte
Bormida” e che, tramite viadotto, attraversa il Fiume Bormida e si collega alla
nuova tangenziale di Alessandria.
L’Intero tracciato dei due Lotti si sviluppa nel territorio comunale della Città di
Alessandria.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
1. potenziare il collegamento tra il sud della Provincia di Alessandria e il
capoluogo;
2. migliorare la qualità delle infrastrutture viarie, garantendo il suddetto
collegamento anche in presenza di eventuali eventi alluvionali;
3. trasferire il traffico extraurbano sulla nuova Variante in modo tale da
differenziarlo dal traffico locale proveniente dal sobborgo di Spinetta
Marengo.
è noto infatti che l’Asse stradale portante dell’intero territorio provinciale risulta essere
quello della ex S.S. n.° 10 “Padana Inferiore” che collega il confine ad est, lato Lombardia,
con quello ad ovest verso Asti e Torino.
Pressoché al centro di tale arteria è collocata Alessandria, città capoluogo di provincia,
alla quale si accede con un unico ponte sul fiume Bormida trafficato in media giornalmente
da circa 45.000 veicoli di ogni tipo e classe.
E’ evidente l’assoluta insufficienza di tale collegamento alla Città di Alessandria che
potrebbe rimanere drammaticamente isolata verso le altre città del sud-est della Provincia

247
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

quali Tortona e Novi Ligure, in conseguenza di un qualunque grave incidente si verificasse


nella zona.
Il suddetto asse stradale, inoltre, come evidenziato in occasione degli avvenimenti
alluvionali del 1994 e del 2002, è soggetto ad essere interrotto dall’esondazione del
Bormida ed è interessato dal piano di sicurezza della ditta Solvay per le lavorazioni
industriali soggette a rischio di incidente rilevante effettuate presso lo stabilimento di
Spinetta Marengo, alle porte appunto della Città capoluogo.
La Regione Piemonte con D.G.R. n° 15-2111 del 07/02/2006 ha dichiarato che l’attuale
“…ponte sul Fiume Bormida costituisce una strozzatura idraulica del Fiume Bormida che
in caso di piena potrebbe inondare e/o distruggere la strada ex S.S. n° 10 “Padana
Inferiore” impedendo l’evacuazione della popolazione interessata … e che con riferimento
al rischio sismico le opere d’arte annesse alla via di comunicazione sono considerate
strategiche e richiedono il rispetto della progettazione antisismica…” e ha deliberato “...
di stabilire che la realizzazione della nuova infrastruttura denominata “Variante di accesso
ad Alessandria lungo la ex S.S. n° 10 “Padana Inferiore” con nuovo ponte sul F. Bormida”
riveste valenza strategica sia dal punto di vista della Pianificazione Viabilistica, sia da quello
della Pianificazione di Protezione Civile della Regione Piemonte”.
Attività:
Premesso che il Progetto Preliminare della Variante in oggetto è gia stato approvato con
D.G. della Provincia di Alessandria n° 693/149829 dell’ 01/12/2004, la realizzazione della
nuova infrastruttura prevede le seguenti attività:
o redazione del Progetto Definitivo;
o valutazione di Impatto Ambientale;
o redazione del Progetto Esecutivo;
o costruzione dei 2 nuovi lotti funzionali.
risultati:
La realizzazione della nuova Variante porterà i seguenti benefici:
l miglioramento del collegamento tra il sud della Provincia e la Città di
Alessandria;
l realizzazione di un nuovo ponte di attraversamento sul Fiume Bormida nel
rispetto di tutti i vincoli idraulici e della nuova normativa sismica;
l impatto paesaggistico ridotto e altri pregi ambientali.
risorse, strumenti e forme di finanziamento
L’opera (progettazione e realizzazione) potrà essere finanziata con fondi della Provincia
di Alessandria e della Regione Piemonte.
costi (riferiti all’anno 2005):
Costi di realizzazione per la Progettazione: Euro 2.000.000,00
Costi di realizzazione del Lotto I°: Euro 11.000.000,00
Costi di realizzazione del Lotto II°: Euro 59.000.000,00
totale investimento complessivo: Euro 72.000.000,00
Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
m Progetto Preliminare sottoposto alla Fase di Verifica Ambientale ai sensi
della L.R. 40/1998, a seguito della quale sono state richieste alcune
prescrizioni, ed è stato determinato di sottoporre le successive fasi progettuali
alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale;
m approvazione del Progetto Preliminare con D.G.P. della Provincia di
Alessandria n° 693/149829 dell’01/12/2004.
248
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

cronoprogramma di lavoro:
Il progetto ha durata triennale.

249
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 3
titolo:
piano di Sicurezza Stradale

Sicurezza stradale e sistemi


linea 1
di comunicazione

Sottotitolo:
Individuare le attività necessarie ad elevare il grado di sicurezza della circolazione stradale
e di ridurne sensibilmente la sinistrosità.
Individuare le iniziative di carattere culturale sensibilizzanti il corretto comportamento
dei conducenti e l’incentivazione nell’uso dei velocipedi.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria.
descrizione del progetto:
Il Progetto rileverà i nodi ritenuti sensibili per incidenza di sinistri e punti di conflitto
teorici e stabilirà gli interventi idonei ad aumentarne la sicurezza.
L’attenzione sarà posta in particolare verso il conflitto pedone/veicolo e
velocipede/veicolo, ma senza tralasciare le problematiche legate ai conflitti fra soli veicoli.
Saranno migliorate le connessioni delle piste ciclabili e degli attraversamenti pedonali con
i crocevia.
Verranno analizzati i nodi in cui intervenire al fine di abbattere il numero dei punti di
conflitto fra veicoli/veicolo, veicoli/pedone e veicoli/velocipede.
Anche il numero eccessivo di attraversamenti pedonali può essere oggetto di studio onde
prevederne un ridimensionamento al fine di garantire sistemazioni più conformi e sicure.
Unitamente a quanto elencato è d’uopo inserire nel progetto uno studio che preveda un
rinnovamento degli impianti di segnalamento indirizzanti i punti d’interesse prioritari, allo
scopo di snellire e rendere più sicura la circolazione stradale in transito nel centro abitato.
Tale studio dovrà integrarsi con le indicazioni dei principali parcheggi urbani onde
armonizzare i citati percorsi ed incidere positivamente sulla mobilità cittadina.
Finalità generali:
Le finalità del presente studio si indirizzano principalmente ad una migliore sistemazione
dei nodi sopracitati, unendo un’attenuazione della pericolosità dei punti sensibili ad una
gradevole sistemazione ambientale che riqualifica le aree oggetto degli interventi.
Analogamente il fattore comunicazione sarà percepito come un elemento di qualità nella
gestione dei servizi ed un investimento a medio termine di chiara appetibilità.
obiettivi specifici:
L’obiettivo prioritario del progetto è l’abbattimento del tasso di sinistrosità presente nel
centro storico.
Analogamente sarà potenziata la percezione di sicurezza di conducenti, ciclisti e pedoni,
grazie alle citate sistemazioni ambientali; pertanto gli obiettivi sottostanti al prioritario
predetto, che perseguirà lo studio, saranno i seguenti:
l individuazione di attraversamenti pedonali, attraversamenti ciclabili,
canalizzazioni, varchi di viali con notevole conflittualità viabile, immissioni
senza sufficiente grado di sicurezza sui quali intervenire con realizzazione di

250
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

strutture di protezione;
l analisi dei percorsi pedonali con insufficiente sezione, senza protezione
verso la sosta dei veicoli e con presenza di interferenze (cabine, cassonetti,
armadietti, installazioni, occupazioni, etc.) onde prevedere lavori di
regolarizzazione e messa in sicurezza;
l individuazione dei percorsi ciclabili in cui non è sufficiente la protezione
dai flussi di altre categorie stradali e risulta scarsa o assente la sicurezza nelle
intersezioni con esse;
l realizzare comunicazioni informative di qualità, dirette a tutti gli attori
della strada, praticamente tutti i cittadini, finalizzate a comportamenti stradali
più corretti e più sicuri;
l sarà diffusa una comunicazione dedicata a bambini e ragazzi, intesi quali
pedoni, ma anche con formazione propedeutica al futuro uso di mezzi;
l verrà adottato un sistema d’indicazione integrata di parcheggi, punti
d’interesse collettivo, sistemi di mobilità, etc.;
risultati
Saranno osservati i dati di sinistrosità e verrà stimata una diminuzione dell’incidentalità a
seguito degli interventi programmati con il presente progetto.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamento sostanziale:
Fondi messi a disposizione per la pianificazione strategica dall’Amministrazione Comunale
e l’Amministrazione Provinciale per l’Associazione Alessandria 2018
Finanziamenti a supporto:
Coinvolgimento di eventuali Fondazioni locali e/o organismi interessati (es.: ACI).
procedimento e costi:
Nell’ambito del presente progetto è possibile quantificare le seguenti fasi:
o indagine progettuale degli interventi strutturali e relativo progetto definitivo ed esecutivo:
si ipotizza che tale prestazione venga redatta da uno studio tecnico
professionale con il coordinamento dei facilitatori di tavolo
€ 150.000,00
o realizzazione dei lavori mediante ditta specializzata
€ 1.800.000,00
o campagne di comunicazione e relativo atto progettuale da affidare a azienda
specializzata nel settore
€ 100.000,00
o coordinamento ed organizzazione consistenti in spese varie di operatività e materiale
di consumo
€ 30.000,00
o eventuali consulenze
€ 20.000,00
Importo totAlE lordo € 2.100.000,00
cronoprogramma:
Le fasi realizzative del progetto si inseriscono in un cronoprogramma complessivo di 24
mesi meglio dettagliato nell’elaborato seguente

251
ElEnco dEllE FASI / mESI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

252
Fase
n. Indagine preliminare degli interventi
1. e relativo progetto definitivo ed
esecutivo
Realizzazione dei lavori mediante
2.
ditta specializzata
A L E S S A N D R I A :

Campagne di Comunicazione e
I L

3.
relativo atto progettuale
4. Coordinamento ed organizzazione
PI A N O

5. Eventuale Consulenza
S T R AT E G I C O
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 4
titolo:
Bici - Bus

mobilità e servizi pubblici di


linea 3
viabilità di interesse generale

Sottotitolo:
Passeggero con bici al seguito o utilizzare bici “pieghevoli“ in dotazione agli autobus stessi
Soggetti proponenti:
Arfea - Aziende Riunite Filovie ed Autolinee.
descrizione del progetto:
TUTELA DELL’AMBIENTE E DIFESA DALL’INQUINAMENTO
Il tema della tutela dell’ambiente e della riduzione dell’inquinamento atmosferico è
all’attenzione di tutte le organizzazioni mondiali; non passa giorno che i mass media non
riportino un’informazione sulla necessità di ridurre le emissioni di anidride carbonica e di
contrastare l’effetto serra.
Si tratta di una problematica a carattere planetario alla quale si cerca di trovare parziale
soluzione attraverso protocolli internazionali, vedasi quello di Kyoto che prevede la
riduzione di emissione di C02, e la conseguente applicazione a livello europeo.
La Comunità Europea agisce tramite direttive che devono trovare applicazione nei paesi
membri ed in questo senso sappiamo che l’Italia è purtroppo inadempiente su parecchi
fronti, rischiando così di dover pagare ingenti sanzioni, oltre che naturalmente non
garantire un ambiente di vita salubre ai propri cittadini.
I termini per la predisposizione del Piano di risanamento dell’aria da parte delle Regioni
in base alle Direttive Europee 96/62 e 99/30 sono ormai ampiamente scaduti.
Tra le varie componenti che possono ridurre le emissioni nocive in atmosfera svolge
sicuramente un ruolo determinante il contenimento dell’emissione dei gas di scarico delle
automobili da ottenersi tramite controlli periodici e corretta manutenzione dei mezzi, oltre
che con l’utilizzo di carburanti adeguati, ma soprattutto riducendo il numero di automobili
circolanti, soprattutto quelle ad uso individuale.
Questi risultati possono essere raggiunti con un piano di mobilità urbana ed extraurbana
sostenibile, costruito con grande razionalità, tenendo sempre ben presente il
miglioramento dell’ambiente.
PIANO Dl MOBILITà SOSTENIBILE
I valori di riferimento della mobilità sostenibile sono:
- il diritto a muoversi di tutti, anche bambini ed anziani secondo necessità
- il diritto alla salute preservandola da inquinamento, incidenti, stress
- il diritto delle future generazioni ad un mondo che abbia almeno le stesse
risorse naturali, le stesse qualità ambientali e caratteristiche di biodiversità
uguali a quelle disponibili per le generazioni presenti; diritto questo
strettamente connesso al concetto generale di sviluppo sostenibile che le
Nazioni Unite definiscono come: “lo sviluppo che soddisfa le necessità del
presente senza compromettere le capacità delle generazioni future di

253
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

soddisfare le proprie necessità”.


Tra le politiche a favore della mobilità sostenibile troviamo:
l favorire il trasporto pubblico per recarsi a scuola, in azienda, al lavoro
lfavorire le politiche di car pooling e car sharing
linserire nei contesti territoriali la figura del mobility manager
lfavorire il trasporto su bicicletta
Proprio da quest’ultimo punto si articola il progetto di ciclo mobilità che Arfea intende
attuare
POLITICA AMBIENTALE IN ARFEA
L’Arfea ha già avviato da alcuni anni un percorso di particolare attenzione alle tematiche
ambientali che ha portato l’azienda, tra le prime in Italia, a certificarsi secondo il sistema
di gestione ambientale ISO 14001 (oltre che al sistema di qualità ISO 9001 :2000).
Vengono fatti grossi sforzi per promuovere sul territorio la sostenibilità ambientale della
mobilità.
Il pubblico trasporto, già di per sè, riduce la congestione dovuta al traffico automobilistico
e l’inquinamento dell’aria, produce tre volte meno ossido di carbonio rispetto agli
autoveicoli privati e consuma tre volte meno energia ma, nonostante questi risultati, Arfea
cerca ulteriormente di operare un risparmio energetico a favore dell’ecosistema. In questo
scenario Arfea è diventata più responsabile nei confronti dell’ambiente, gestendo e
controllando le attività ed il servizio in ottica ambientale, cioè cercando di sostituire le
materie prime tradizionali con altre meno inquinanti al fine di limitare le emissioni in
atmosfera e di preservare la natura da contaminazioni dovute agli scarti di officina,
riciclando i rifiuti.
Non solo vi è un controllo costante dei gas di scarico ma si è proceduto ad un
ringiovanimento del parco mezzi acquistando circa 80 nuovi autobus; inoltre l’azienda
utlizza, già sul 30% della flotta, miscela al 25% carburante derivante da fonti rinnovabili
quale il biodiesel, che non contiene zolfo e composti aromatici, che origina una minore
emissione di particolato, riducendone la frazione non solubile e consentendo una sensibile
diminuzione di emissione di anidride carbonica nell’atmosfera.
Oltre che la protezione dell’ambiente, anche la sicurezza di tutto il personale, dei passeggeri
e del pubblico, rappresentano un’importante priorità per l’azienda.
In questo quadro Arfea:
- considera i vari aspetti ambientali attuali e potenziali e verifica l’impatto di tutte le proprie
attività nei vari progetti;
- stabilisce gli obiettivi del sistema ambientale e periodicamente li rivede al fine di
continuamente aumentare e migliorare il proprio sistema di gestione ambientale nonchè
la propria performance;
- stabilisce le procedure per prevenire l’inquinamento;
- aderisce a tutte le leggi e le norme applicabili in materia ambientale così come
volontariamente si impegna ad applicare le buone pratiche ambientali;
- compie tutti gli sforzi per minimizzare ed eliminare, quando possibile, ogni significativa
negativa conseguenza dei propri progetti ed attività sul personale, sui passeggeri e sulla
comunità;
- documenta, implementa e mantiene aggiornato il sistema di gestione ambientale e lo
comunica al personale.
CARATTERISTICHE ED ESIGENZE DELLA CICLOMOBILITà
Strumento di trasporto principe per una mobilità sostenibile entro brevi distanze,
soprattutto all’interno delle città, è la bicicletta.
Essa è infatti prima di tutto un mezzo di trasporto, oltre che un attrezzo sportivo e per
l’uso nel tempo libero.

254
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Lo stesso Codice della Strada, all’art. I comma, stabilisce:”Le norme ed i provvedimenti


attuativi si ispirano al principio della sicurezza stradale, perseguendo gli obiettivi di una
razionale gestione della mobilità, della protezione dell’ambiente e del risparmio
energetico”. Lo spostamento su bicicletta deve essere privilegiato rispetto ad altre modalità
di spostamento, poco o meno orientate al contenimento dei consumi energetici, alla tutela
dell’ambiente e della salute, alla rapidità degli spostamenti nei percorsi cittadini.
La bicicletta è, infatti, un mezzo di trasporto agile, che non ingombra, non inquina, non
fa rumore, non produce emissioni di alcun tipo e risulta quindi compatibile con l’ambiente.
Un mezzo dalle grandi potenzialità, che si rivela particolarmente economico, sia in termini
di risparmio, sia di efficienza energetica.
Sulle brevi e medie distanze, fino a 6-7 Km, la bici è competitiva rispetto ai mezzi
motorizzati. Essa è inoltre un mezzo facilmente integrabile con i mezzi di trasporto
pubblici e privati, che permettono di moltiplicare le possibilità di spostamento della bici
anche su distanze maggiori. L’uso quotidiano della bicicletta migliora significativemente
la salute di chi l’utilizza (in particolare riduce il rischio di malattie cardiache), consente di
respirare meno inquinanti.
La sua diffusione, se adeguatamente sostenuta, migliora anche il livello complessivo della
sicurezza stradale, riducendo i costi sociali correlati al traffico e all’incidentalità. In un’ottica
complessiva, la bicicletta permette anche il ridimensionamento della dipendenza da fonti
non rinnovabili.
Naturalmente per tutti questi motivi l’uso della bicicletta deve essere incentivato.
La mobilità ciclistica deve convergere verso un nuovo modo di pensare gli spostamenti in
economia, velocità e sicurezza:
economia - intesa come economia sostenibile, di consumo di risorse naturali, ma anche
come economia individuale (assenza di costi per carburante, parcheggio e manutenzione
dell’auto);
velocità - studi ed analisi hanno dimostrato che per distanze che non superino i 400 metri
è preferibile andare a piedi, per i percorsi da 400 metri a 1,5 Km è conveniente utilizzare
la bicicletta, oltre sono preferibili taxi, bus, macchina;
sicurezza - pedone e ciclista necessitano della massima attenzione da parte dei
programmatori della mobilità e dei relativi interventi progettuali.
Tra i vari interventi progettati e realizzati in varie città europee ed italiane per risolvere
diversi tipi di problematiche tecniche, è importante ricordare quelli volti ad intervenire
su:
l accessibilità alle piste ciclabili;
l attenzione alla sicurezza;
l delimitazione di zone a traffico limitato;
l parcheggi per le biciclette;
l disponibilità di biciclette pubbliche;
l integrazione di diverse metodologie di viaggio, nello specifico cioè
l’utilizzo combinato della bicicletta con i mezzi pubblici, bus o treni in
particolare.
Proprio nell’ottica di sviluppare il trasporto intermodale sostenibile, il presente progetto
prevede la realizzazione di un servizio di trasporto di biciclette al seguito, di proprietà dei
passeggeri o noleggiate ARFEA, sugli autobus in servizio di linea.
In sostanza gli utenti del servizio di trasporto pubblico potranno caricare la propria
bicicletta sugli autobus, in appositi “portabici a sbalzo” a 2 posti, percorrere con l’autobus
le maggiori distanze ed utilizzare la bici per gli spostamenti autonomi alla fermata, oppure
utilizzare biciclette “pieghevoli” in dotazione agli autobus stessi. In questo caso si tratta
di biciclette del peso di circa 10 chilogrammi che possono essere inserite in un borsone e
viaggiare stivate nei bauli degli autobus o in appositi spazi dedicati a bordo dell’autobus;

255
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

si tratta di bici adatte a percorrere tratte di pochi chilometri, adatte a passeggeri che devono
“coprire l’ultimo miglio” o muoversi nei concentrici cittadini.
L’Arfea ha proceduto ad effettuare:
- una ricerca sulle offerte di servizio similari, in Italia ed all’estero
- un’analisi delle tecnologie esistenti
- un’analisi delle potenzialità e delle criticità
ed ha compreso che la via ottimale per la realizzazione del progetto è quella di intervenire
sui mezzi e sull’organizzazione aziendale, con iniziative di promozione interna ed esterna,
proponendosi come “catalizzatore” del processo e come gestore di servizi e strutture
complementari.
Il servizio di linea tipo realizzato da Arfea è quello che, ad esempio in provincia di
Aessandria, collega tra loro i punti di una rete composta dal capoluogo, da pochi comuni
principali e da molti comuni minori, nonchè frazioni ed agglomerati.
In tale contesto si possono immaginare alcune tipologie di ciclisti, con esigenze diverse,
su percorsi suddivisibili in alcune tratte esemplificative quali:
n zona di partenza-salita sull’autobus
n percorso di andata in autobus
n fermata autobus-destinazione finale e viceversa.
Un tipo di utilizzatore del servizio può essere un pendolare che parte da casa, raggiunge
in bici la fermata dell’autobus e vuole utilizzare la sua bicicletta nel luogo di destinazione:
classico esempio di bici al seguito.
Un altro tipo di destinatario del servizio può essere quello che necessita soltanto della bici
nel luogo di destinazione e che pertanto utilizza la bici pieghevole trasportata all’interno
del bus. In realtà una visione integrata di tutto il sistema potrebbe vedere il coinvolgimento
delle amministrazioni locali, soprattutto il capoluogo ed i centri zona che potrebbero
mettere a disposizione bici pubbliche in prossimità della fermata Arfea. In questo caso
Arfea potrebbe comunque occuparsi delle gestione del sistema.

Finalità generali:
o tutela ambiente
o favorire il trasporto pubblico
o favorire il trasporto su bicicletta
o favorire il ciclo-turismo

Attività:
è ipotizzabile la definizione di un servizio che prevede i seguenti passaggi:
a il passeggero fruitore del servizio, che deve almeno avere 16 anni o essere
accompagnato da un adulto, deve prenotare il servizio permettendo così di
verificare la disponibilità;
ala prenotazione potrà avvenire per via telefonica su centralino IVR o
tramite internet;
aè anche possibile usufruire del servizio senza prenotazione ma il viaggiatore
deve tenere presente che verrà data priorità alle prenotazioni ed in seconda
battuta a coloro non prenotati in base all’ordine cronologico di presentazione
alla fermata;
ail servizio verrà svolto prevalentemente tra i capolinea anche se potranno
esserci eccezioni per i casi in cui il cliente assicuri costanza nel tempo nella
richiesta del servizio;
ail servizio è previsto sin dall’inizio sia per gli abbonati che per i non
abbonati;
ala prenotazione potrà riguardare più corse o potrà addirittura

256
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

accompagnare l’abbonamento, nel qual caso verrà pagato il servizio con un


incremento del costo dell’abbonamento totale;
anel caso in cui non si accompagni forfetariamente ad un abbonamento
dovrà essere anche emesso un biglietto supplementare per il trasporto della
bicicletta come bagaglio al seguito;
adovranno essere rispettati tempi di linea; pertanto al fine di non rallentare
i tempi di percorrenza sarà necessario che il passeggero con la propria bici si
trovi 5-10 minuti prima della partenza alla fermata;
ala bici verrà caricata dal passeggero e l’autista sorveglierà dal posto guida
(attraverso la telecamera posizionata sul retro dell’autobus) le operazioni di
carico e scarico ed interverrà in caso di difficoltà o irregolarità del carico;
ala bicicletta dovrà essere fissata con gli appositi fermagli;
a all’arrivo la bici verrà scaricata sempre dal passeggero che, nel caso non vi
siano più bici collocate, dovrà provvedere a rimettere in posizione verticale la
base di appoggio del porta-biciclette.
L’eventuale ritorno si svolgerà in maniera analoga.

risultati:
Per quanto riguarda lo sviluppo si può utilizzare un tempo di crescita dell’utenza e di
entrata a regime pari a 5 anni.
Dall’analisi delle tratte coperte dall’Arfea, emerge potenzialmente la scelta dei seguenti
percorsi come più interessati dal servizio di biciclette al seguito. La maggior parte sono
percorsi che collegano il capoluogo ai centri zona ma alcuni rispondono ad esigenze
turistiche e/o ad esigenze di copertura dei centri zona con le aree circostanti,
particolarmente nei giorni di mercato (cioè una volta alla settimana):
m 02 - Alessandria-San Salvatore-Mirabello-Casale
m 08 - Bassignana - Montecastello - Alessandria
m 22 - Alessandria - Montaldo B.da
m 22 - Alessandria - Sezzadio
m 40 - Caldirola - Tortona -Alessandria
m 41 - Avolasca - Cerreto Grue - Sarezzano - Tortona
m 42 - Sarizzola - Costa Vescovato - Tortona
m 43 - Tortona - Cascina Savonesa - S.Giuliano P. - Tortona
m 45 - Altavilla - Fubine - Alessandria
m 49 - Altavilla - Vignale - camagna - Conzano - Casale
m 63 - Alessandria - Novi - Ovada - Acqui
m 64 - Arquata F.S. - Tortona F.S.
m 77 - Acqui - Ricaldone - Maranzana - Mombaruzzo
m 88 - Masio - Oviglio - Alessandria
m 92 - Sant’Agata - Carezzano - Paterna - Tortona
m 91 - Garbagna - Tortona
La linea 22 (Acqui - Strevi - Cantalupo - Alessandria) nel suo complesso è tra le linee con
più passeggeri e quindi in una seconda fase andrà coinvolta nella sua interezza.
Si può stimare che la potenzialità raggiungibile a regime dopo 5 anni sia pari a 10.000
utilizzi all’ anno.

costi:
Costi iniziali di investimento bici al seguito: 118.211,00 €
Costi di gestione annuo bici al seguito: 50.000,00 €
Costo promozione annuo bici al seguito: 15.000,00 €
Totali 118.211,00€ 65.000,00€

257
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Costi iniziali di investimento bici pieghevoli:     148.478,60 €


Costi di gestione annuo bici pieghevoli: 85.000,00 €
Costo promozione annuo bici pieghevoli: 15.000,00 €
Totali 148.478,60 € 100.000,00 €

Nei costi di gestioni sono inclusi la manutenzione delle bici e l’aumento del costo del
personale dati i maggiori tempi di percorrenza dovuti al carico/scarico delle bici
Fattibilità:
Il progetto Bici-Bus richiede, per poter decollare, una forte opera di sensibilizzazione
culturale dei possibili utenti.
Si deve proporre un’immagine positiva del trasporto combinato, non solo come modo
per risparmiare tempo e denaro e per migliorare il proprio stato di salute ma proprio come
simbolo di elevazione sociale, collegato ad un comportamento virtuoso volto a favore di
tutta la collettività.
Per far questo è necessaria una massiccia campagna pubblicitaria che utilizzi tutte le forme
di comunicazione operanti sul territorio, in modo da rivolgersi ad un target il più ampio
possibile.
Inizialmente il processo, soprattutto in una fase di test e calibrazione del sistema, potrebbe
giovare di un periodo di esercizio gratuito o prezzi promozionali.
cronoprogramma di lavoro:
- Studio di fattibilità 3 mesi (già svolto)
- Realizzazione e promozione progetto 6 mesi

258
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 5
titolo:
Semafori intelligenti

Sicurezza stradale e sistemi


linea 1
di comunicazione

Sottotitolo:
Semafori intelligenti che riconoscono gli autobus in arrivo e danno la precedenza, facendo
scattare il verde.
Soggetti proponenti:
Arfea - Aziende Riunite Filovie ed Autolinee.
descrizione del progetto:
Un semaforo “intelligente” è uno strumento in grado di facilitare lo scorrimento del
traffico veicolare ed in particolare di quello incanalato sulle relazioni percorse dai mezzi
pubblici in servizio di linea e dei mezzi di soccorso/forze dell’ordine.
Presso un incrocio regolato da semaforo tradizionale, il ciclo semaforico, è cadenzato con
temporizzazioni fisse: se queste, in particolari fasce orarie a traffico ordinario o scarso,
amministrano con regolarità i flussi in transito nell’intersezione, le stesse sono causa di
code e rallentamenti nelle fasce orarie di punta. Occorrerebbe quindi poter variare nel
corso della giornata le temporizzazioni semaforiche (talvolta ricorrendo anche all’utilizzo
di personale dislocato presso la centralina a comandare manualmente la successione delle
fasi), oppure attribuire una “capacità di amministrazione” all’impianto semaforico stesso.
Un semaforo intelligente assolve proprio a questo compito: indipendentemente dalle fasce
orarie e dal traffico è in grado di garantire il transito dei mezzi in servizio pubblico di linea
in modo regolare e con il minor rallentamento possibile permettendo, specialmente sulle
direttrici di ingresso/uscita ai/dai centri abitati di conservare tempi di transito più rapidi
senza dover subire il rallentamento dovuto alla congestione del traffico. Questo consente
di offrire maggiore rispetto degli orari di servizio rendendo nel contempo più appetibile
in trasporto pubblico di linea rispetto al trasporto individuale.
Gli autobus appartenenti alla flotta aziendale sono dotati di sistema di georeferenziazione
satellitare AVM (Automatic Vehicle Monitoring) e utilizzano un sistema di comunicazione
via rete GPRS con i server aziendali in grado di verificare il posizionamento, la targa del
veicolo e la posizione, oltre ad una serie di informazioni non pertinenti al momento.
Queste informazioni, già veicolate tra i mezzi e la sede operativa aziendale, potrebbero
essere utilmente integrate con il sistema di semafori intelligenti per individuare la posizione
e la prossimità del mezzo all’impianto, su scala geografica ed in funzione delle situazioni
di traffico e non solamente in funzione della ‘visibilità’ del mezzo da parte dei sensori
posti sul semaforo.
Ad esempio, il semaforo posto all’intersezione di Via Marengo con Viale Massobrio viene
‘avvisato’ dalla centrale operativa ARFEA che colloquia con la centrale semaforica del
fatto che un autobus proveniente da Tortona si sta avvicinando (ed è circa a metà strada
sul rettilineo della ex S.S. 10) ad Alessandria (la precisione del GPS è sufficientemente a
questo scopo): il semaforo analizza il traffico presente in entrata verso Alessandria, lo
verifica in funzione della congestione delle altre direttici dell’incrocio (uscita da

259
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Alessandria, circolazione interna tra Viale Massobrio e Corso Don Orione e viceversa) e
determina se sia possibile consentire il mantenimento della luce verde ai mezzi in entrata
verso Alessandria in modo da eliminare la coda presente e consentendo all’autobus in
arrivo di passare direttamente oppure effettuare una serie di cicli a durata asimmetrica con
priorità ai mezzi in ingresso verso la città (in quest’ultimo caso l’autobus potrebbe
comunque trovarsi al semaforo rosso ma in prima fila, oppure potrebbe alla peggio subire
un solo ciclo semaforico anziché più cicli a cui si troverebbe soggetto a causa della coda
nel caso di impianto semaforico tradizionale).

obiettivi specifici:
n Aumento della velocità commerciale dei mezzi di trasporto pubblico,
quindi maggior appetibilità del servizio.
n Fluidificazione del traffico veicolare, con conseguente riduzione delle
emissioni di CO2 dei mezzi fermi in coda, in linea con le politiche ambientali
dell’azienda.

costi:
Costo di implementazione di n. 15 impianti semaforici intelligenti € 350.000,00
Costo di interfacciamento ai veicoli € 250.000,00

cronoprogramma di lavoro:
- Studio di fattibilità 6 mesi
- Realizzazione e promozione progetto 12 mesi

260
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 6
titolo:
nuove linee di trasporto strategiche

mobilità e servizi pubblici di


linea 3
viabilità di interesse generale

Sottotitolo:
Individuare le strategie atte all’estensione delle linee di trasporto pubblico ed all’uso di
sistemi alternativi di mobilità sostenibile per incentivare la scelta di tali sistemi in alternativa
all’uso dell’auto privata negli spostamenti casa/lavoro da parte di cittadini.
Individuare nuove linee di trasporto pubblico specifiche di carattere sociale/sanitario verso
gli ospedali ed i laboratori analisi.

Soggetti proponenti:
Azienda Trasporti e Mobilità S.p.a.
Comune di Alessandria

descrizione del progetto e finalità:


1) Attivazione di servizio bus per i lavoratori delle zone D (piu’ facilmente
accorpabili per FASCE ORARIE di lavoro) organizzando la partenza dal
Piazzale Mc Donald, dove lasciare l’auto privata e l’arrivo in D3 e poi D5 e
D6.
2) Attivazione di un servizio mirato al servizio degli ospedali e laboratori
analisi.

1) Il pendolare in prova
L’iniziativa Pendolare in Prova consiste nel regalare un abbonamento mensile al
dipendente che dichiara di voler provare per un mese a spostarsi con i mezzi pubblici
verso il posto di lavoro e ritorno.
L’esperienza di Lund (Svezia), una delle più importanti città ad aver sperimentato questa
metodologia, dimostra che il 40% dei dipendenti che hanno aderito a Pendolare in Prova,
un anno dopo la prova continua ad utilizzare il trasporto pubblico.
come funziona
Il funzionamento del sistema è estremamente semplice: se un automobilista fa richiesta di
aderire a Pendolare in Prova, acquisisce una serie di diritti e di doveri.
diritti:
1. ricevere un abbonamento mensile gratuito
2. ricevere un piccolo benefit quotidiano (es: giornale gratuito, consumazione gratuita alla
macchinetta del caffè, etc.).
doveri:
1. utilizzare il trasporto pubblico (bus ) durante la sperimentazione di 30 giorni
Analogamente il fattore comunicazione sarà percepito come un elemento di qualità nella
gestione dei servizi ed un investimento a medio termine di chiara appetibilità.
2) linee mirate verso ospedali e laboratori analisi
Per questo progetto possono essere formulate analoghe considerazioni a quelle espresse
per il progetto “pendolare in prova”

261
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

obiettivi specifici:
L’obiettivo prioritario del progetto è la creazione di nuove linee di trasporto pubblico
mirate a fasce caratterizzate di utenti al fine di disincentivare l’uso dell’auto privata nella
visione della politica di mobilita’ alternativa voluta dall’Amministrazione Comunale di
Alessandria.
Sarà pertanto potenziata l’offerta di opzioni sulle linee di trasporto pubblico tale da
perseguire il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
m Individuazione di linee nuove da attrezzare ai nuovi percorsi;
m analisi dei bacini di utenza a cui indirizzare l’offerta;
m realizzazione di comunicazioni informative di qualità, dirette a tutti gli
attori della strada, praticamente tutti i cittadini, finalizzate all’incentivazione
dell’utilizzo dell’offerta;
m adozione di un sistema di comunicazione d’indicazione integrata di
parcheggi, punti d’interesse collettivo, sistemi di mobilità, ecc
La fase realizzativa di tale progetto avverrà secondo competenze e fasi in seguito
specificate.

risorse, strumenti e forme di finanziamento


Finanziamento sostanziale:
Fondi messi a disposizione per la pianificazione strategica dal Consiglio di
Amministrazione ATM S.p.a. e dalla Regione Piemonte.
Finanziamenti a supporto:
Coinvolgimento di eventuali Fondazioni locali e/o organismi interessati ( A.s.l ecc)

costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata alla tipologia realizzativa attuata.

cronoprogramma di lavoro:
Le fasi realizzative del progetto si inseriscono in un cronoprogramma complessivo di 120
giorni consecutivi.

262
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 7
titolo:
Studio di fattibilità per un progetto di city logistic

mobilità e servizi pubblici di


linea 3
viabilità di interesse generale

Sottotitolo:
Studio preliminare alla realizzazione di sistema di City Logistic in Alessandria finalizzato
allo snellimento ed alla razionalizzazione del traffico commerciale urbano.

Soggetti proponenti:
Dipartimento di Ricerca Sociale - Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro”.
descrizione del progetto:
La city logistic è definibile come l’attività che tende a razionalizzare la distribuzione delle
merci in ambito urbano attraverso la pianificazione dei viaggi, l’impiego ottimale dei mezzi,
la messa a disposizione di servizi dedicati. Si tratta di un modello che prevede in primo
luogo un’attività di monitoraggio della situazione esistente, e in seguito lo studio di
soluzioni logistiche mirate alle specifiche esigenze urbane. Progetti per la realizzazione di
reti dedicate alla city logistic sono stati organizzati in numerose città italiane medio-piccole
(Mantova, Parma) sia di statura metropolitana (Firenze, Napoli).
Si tratta di progetti di natura specificamente intersettoriale che coinvolgono numerosi
ambiti dell’agire urbano (la logistica commerciale, la mobilità, la qualità della vita, la
sostenibilità ambientale) e che richiedono il coinvolgimento di più soggetti, pubblici e
privati: questa loro particolare natura ha fatto sì che in molti casi (Firenze, Mantova) essi
venissero affrontati all’interno di programmi di pianificazione strategica urbana al fine di
garantire il coinvolgimento e la messa in squadra dei differenti attori ed interessi coinvolti.
La messa in funzione di un modello di city logistic per la città rappresenta infatti un’azione
di indubbia portata strategica ai fini dello sviluppo: essa permette una riduzione dei costi
commerciali, una riduzione dei volumi di traffico e dell’inquinamento veicolare, un
aumento della qualità della vita per cittadini e city users (in virtù di tali vantaggi la city
logistic viene riconosciuta come una delle attività previste dal “Patto delle Città europee
per la tutela ambientale” sottoscritto dal Comune di Alessandria su invito del Commissario
Europeo per l’Energia). All’interno della struttura del piano strategico di Alessandria,
questo progetto interessa tutti i Tavoli di lavoro attivati sull’Asse 2 (Organizzazione del
territorio, Trasporti e mobilità, Sviluppo sostenibile) e in particolare presenta sinergie con
le seguenti azioni (con le quali dovrà essere adeguatamente coordinata):
l Asse 1 tav.3 (Terziario)- Progetto 2: La valorizzazione delle attività
economiche del centro urbano.
l Asse 1 tav.3 (Terziario)- Progetto 4: Town center management.
l Asse 2 Tav. 1 (Organizzazione del Territorio)- progetto 3: Alessandria
Logistica.
l Asse 2 Tav. 1 (Organizzazione del Territorio)- progetto 4: Area
Insediamenti Produttivi in S.Michele.
l Asse 2 Tav. 1 (Organizzazione del Territorio)- progetto 9: Marketing
Territoriale Logistico.
l Asse 2 Tav.3 (Sviluppo Sostenibile)- progetto 2: Energia da biometano

263
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

prodotto da filiera corta.


l Asse 2 Tav.3 (Sviluppo Sostenibile)- progetto 4: Ecodiesel.
L’obiettivo della realizzazione di un progetto di city logistic per l’area urbana alessandrina
è principalmente quello di ottimizzare il trasporto merci, riducendo il traffico commerciale
in entrata nella città attraverso una consolidazione dei flussi ottenuta grazie al
consolidamento delle merci in un Transit Point: un nodo della rete logistica, dove i lotti
di merce vengono ricevuti e riallocati in lotti più piccoli. Questa rottura di carico permette
non solo di ottimizzare i carichi, i percorsi ed i viaggi, ma altresì, se combinata con la
realizzazione di un servizio di van sharing effettuato con mezzi a basso impatto ambientale
(a metano o elettrici) di ridurre l’inquinamento e il traffico nel centro urbano. Inoltre, la
piattaforma del transit point può fornire un servizio di raccolta degli imballi sfruttando i
viaggi di ritorno dei propri veicoli, permettendo così una gestione della logistica di ritorno
(e indirettamente riducendo i costi del servizio di igiene urbana).
La realizzazione di un sistema di city logistic ad Alessandria risulta definita già nel PTI, con
l’intervento territoriale D8 “logistic city”, che prevede la realizzazione di un’area attrezzata
a nord-ovest del centro urbano, presso la Zona San Michele (ubicata a poca distanza dal
centro abitato e in prossimità dello svincolo autostradale di Alessandria Ovest). Tale
progetto si attua nella realizzazione di una piattaforma logistica da adibire a transit-point,
nell’allestimento di un parco di veicoli commerciali a basso impatto ambientale e nella
predisposizione di un sistema informatico in grado di ottimizzare tempi e percorsi, ed è
delineato in un’apposita scheda-progetto all’interno del Piano Stategico.
La definizione di un sistema di city logistic coinvolge attori ed interessi assai numerosi, e
richiede quindi un momento di indagine preliminare alla fase attuativa al fine di
determinare le specifiche esigenze dei soggetti destinatari, le caratteristiche operative che
dovranno essere incluse nel servizio finale offerto alla città e l’impatto sul tessuto urbano
di un simile intervento: appare quindi necessario predisporre uno Studio Preliminare che
individui le problematiche di tipo organizzativo e imprenditoriale relative al servizio e che
dia una prima stima dei volumi di traffico su cui sarà necessario operare.
Lo Studio Preliminare di Fattibilità avrà il compito di verificare la possibilità di favorire una
riduzione dei costi logistici sostenuti dagli esercizi commerciali per l’approvvigionamento
merci e la gestione della logistica di ritorno, attraverso l’accorpamento dei carichi, la
razionalizzazione dei tempi di consegne, la disponibilità di servizi dedicati alla
movimentazione e alla distribuzione delle merci. Esso predisporrà inoltre un’analisi dei
flussi di merci per la logistica commerciale in città e uno studio dei tempi (ritmi giornalieri
e annuali) delle attività di carico e scarico, e una valutazione dell’impatto che la
predisposizione di una rete di city logistic urbana potrà avere sullo snellimento del traffico
veicolare in città.

Finalità generali:
Il progetto mira a raccogliere informazioni e produrre conoscenze necessarie alla
realizzazione in Alessandria di un sistema di city logistic che permetta di ridurre il traffico
commerciale in città (con conseguente limitazione dell’inquinamento veicolare ed acustico
e snellimento dei flussi di traffico urbano). Si tratta quindi di un progetto che intende
produrre benefici per la comunità commerciale (in quanto saranno possibili risparmi nella
logistica relativa all’approvvigionamento merci e nella logistica di ritorno) e, indirettamente,
per tutti i cittadini e city users che si muovono nel traffico alessandrino.

obiettivi specifici:
Nello specifico, lo Studio Preliminare mira ad individuare:
l Gli orari di apertura degli esercizi e gli orari di ricevimento delle merci.
l La presenza di zone di carico e scarico in prossimità degli esercizi
commerciali (in particolare con riferimento a quelli posizionati nelle ZTL).

264
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

l I flussi e i volumi delle merci trasportate in conto proprio nell’attuale


modello di mobilità commerciale urbana.
l Gli andamenti delle consegne nel tempo (individuando i picchi e le
specifiche esigenze dei differenti esercizi commerciali).

Attività:
Nel dettaglio, il processo di lavoro sarà strutturato come segue:
m analisi della letteratura di riferimento e dei modelli di city logistic attuati o
progettati in altre città, al fine di inquadrare nel dettaglio le caratteristiche che
il servizio potrà avere in Alessandria i possibili risultati attesi in termini di
riduzione dei costi e snellimento dei traffici urbani;
m predisposizione di incontri di approfondimento (interviste strutturate) con
gli stakeholders del sistema urbano interessati allo sviluppo di un sistema di
city logistic (Comune di Alessandria, Provincia di Alessandria,
Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Camera di Commercio di
Alessandria, imprese dei settori dei trasporti e della logistica, S.I.T.AL spa,
soggetti privati e attività commerciali e terziarie interessate all’insediamento
e alla messa in opera del servizio di distribuzione delle merci in ambito
urbano, etc.) al fine di raccogliere opinioni, dati e informazioni necessari alla
calibrazione del servizio alle esigenze del tessuto sociale e produttivo della
città.
m predisposizione di un questionario da sottoporre alle attività commerciali
alessandrine al fine di rilevare caratteristiche,costi, tempi, quantità, criticità e
picchi dei flussi commerciali;
m distribuzione del questionario alle attività commerciali del centro storico
(e di altre aree della città ad alta densità commerciale);
m elaborazione dei dati raccolti con il questionario;
m stesura di un report finale contenente l’analisi della letteratura e dei casi di
banchmarking, le informazioni raccolte con l’analisi sul campo effettuata
tramite questionari, le indicazioni e le raccomandazioni ricavate nel corso
dell’analisi e relative alle modalità di realizzazione del servizio di city logistic,
la stima dei possibili benefici dell’attuazione del servizio in termini economici
e ambientali.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Le forme di finanziamento per lo studio preliminare di fattibilità saranno definite di
concerto tra gli attori interessati alla realizzazione dell’opera (tra i quali occorre certamente
includere AMIU, S.I.T.AL spa, Camera di Commercio, Associazioni di rappresentanza dei
commercianti).
costi:
Il progetto sarà realizzato con la predisposizione di un apposito Bando Per La Ricerca, per
un costo complessivo stimabile in Euro 20.000.

Fattibilità:
Ai fini della realizzazione dello studio, deve essere considerato come elemento critico e
necessario l’ampio coinvolgimento dei soggetti beneficiari.(associazioni di categoria dei
commercianti, Camera di Commercio, Comune di Alessandria, AMIU per le attività di
raccolta dei materiali della logistica di ritorno), detentori di risorse, relazioni e conoscenze
indispensabili alla predisposizione di un’analisi approfondita.
cronoprogramma:
La realizzazione dello Studio Preliminare di fattibilità del progetto prevede il seguente
265
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

cronoprogramma (per un totale di 150 giorni):


- analisi delle fonti e predisposizione dei materiali: 30 giorni
- realizzazione delle interviste con gli stakeholders e con le attività
commerciali: 90 giorni
- analisi dei dati e stesura del report finale: 30 giorni

266
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 8
titolo:
riqualificazione e rifunzionalizzazione
di piazza garibaldi

mobilità e servizi pubblici di


linea 3
viabilità di interesse generale

Sottotitolo:
Progettazione, realizzazione e gestione mediante project financing di parcheggio
multipiano interrato in Piazza Garibaldi.

Soggetti proponenti:
Associazione Temporanea di Imprese formata da RUSCALLA RENATO
S.p.a.(capogruppo - mandataria ), APCOA PARKING ITALIA S.p.a. ( mandante ),
FINAL S.p.a. ( mandante) , attribuendo al raggruppamento il titolo di “ Promotore ai
sensi e per gli effetti di cui all’art. 37 ter Legge 109/94 ora art. 154 del D.Lgs. 163 /06
dall’Amministrazione Comunale di Alessandria.

descrizione del progetto:


Il progetto prevede la realizzazione di un parcheggio e di una superficie destinata ad attività
commerciali o artigianali con variazione del perimetro dell’area attualmente in uso , ma
mantenendo la circolazione viaria circostante (ipotesi di pedonalizzazione completa
dell’area verso piazza Marconi con eliminazione della viabilità verso C.so Roma o suo
interramento)
E’ previsto un collegamento pedonale in sottopasso tra i portici lato Piazza Marconi e
area commerciale .
Il parcheggio si compone di :
- N. 2 livelli completamente interrati (- 1 e - 2)
N° Totale di posti 628 di cui 472 posti auto destinati alla sosta pubblica a rotazione e 156
box da cedere ai terzi in diritto di superficie .
Attività commerciali o artigianali . Tale superficie di 2000 mq occupa un rettangolo di
circa ml 45x55 adiacente al lato ovest del parcheggio (dalla parte della piazza adiacente al
prolungamento di C.so Roma).
La superficie commerciale e il parcheggio sono separati da un ampio spazio in parte aperto
e in parte coperto con una vetrata.
Sistemazione piazza: è prevista la realizzazione di area pedonale rialzata con marciapiede
larghezza tale da comprendere tutta la superficie di copertura del parcheggio e dell’area
commerciale
Come materiali di copertura è prevista una pavimentazione in pietra grigia Luserna e
ciottoli di fiume e vetro e superficie a cielo aperto per zona commerciale .-
Le strutture emergenti sono limitate al minimo indispensabile per permettere l’utilizzo
della superficie per manifestazioni.

Finalità generali:
L’intervento si colloca in un territorio densamente urbanizzato soggetto a fattori di
deterioramento dovuti principalmente al traffico veicolare ed alla sosta ancora in attesa di
una soddisfacente regolamentazione, un territorio certamente da proteggere in relazione
267
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

al suo valore urbanistico e ambientale.


Il miglioramento ambientale dell’area di intervento sarà perseguito attraverso:
n la riorganizzazione dell’area rispetto all’attuale stato di occupazion
intensiva da parte del mercato ambulanti e dei veicoli in sosta;
n la creazione in superficie di spazi destinati alla fruibilità da parte dei
cittadini ed alla realizzazione di spettacoli ed eventi;
n l’inserimento di elementi di arredo urbano idonei a creare un effetto
scenografico.
Attività:
o definizione della procedura di ricerca del soggetto promotore
o scelta del soggetto promotore
o scelta del contraente mediante procedura ristretta ed eventuale successiva
procedura negoziata
o approvazione bando di gara, prequalificazione e lettera di invito
o individuazione del contraente incaricato della progettazione definitiva
esecutiva
o inizio lavori
o realizzazione parcheggio e area commerciale
o gestione
risultati:
Creazione di un parcheggio a rotazione e residenziale con adeguata offerta di posti auto
in un’area strategicamente situata in prossimità del centro storico e realizzazione di un’area
destinata ad attività commerciali o artigianali migliorando la qualità ambientale della
superficie rispetto all’attuale secondo un progetto per la riqualificazione della superficie
scelto dall’Amministrazione comunale.

risorse, strumenti e forme di finanziamento:


Private.
costi:
La spesa sommaria risulta pari a 13 milioni di euro.
L’intervento sarà realizzato interamente con l’apporto di capitali privati attraverso lo
strumento normativamente previsto del Project Financing.
Il concessionario individuato provvederà alla progettazione, costruzione e gestione del
parcheggio pubblico a rotazione e box auto interrati, nonché alla realizzazione e gestione
di un’area commerciale interrata secondo una durata predeterminata.
Fattibilità:
Piazza Garibaldi, per le sue caratteristiche urbanistiche e architettoniche, rappresenta un
sito particolarmente adatto per la realizzazione di un’area di fruizione pedonale con
evntuali spazi destinati a spettacoli ed eventi in superficie e di un parcheggio multipiano
nel sottosuolo, data la sua vicinanza ai diversi poli di attrazione della parte sud del centro
storico della città e per l’elevata richiesta di sosta, anche residenziale, presente nella zona.
L’area presenta requisiti ottimali, oltre che per la vicinanza alla circonvallazione sud e sud
ovest e per la sufficiente ampiezza delle sedi stradali lungo il perimetro della piazza.
L’intervento scelto dall’Amministrazione comunale garantisce la reperibilità di spazi di
sosta con requisiti di fruibilità, comodità, sicurezza e funzionalità.
Dal punto di vista progettuale l’inglobamento completo del parcheggio con i suoi requisiti
di struttura tecnologico-funzionale nel sottosuolo della piazza in modo da minimizzare
l’impatto in superficie consente l’immediata riqualificazione ambientale.

268
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Altro punto di forza è rappresentato dal sottopassaggio pedonale che collega il livello –1
del parcheggio col marciapiede presente sul lato nord della piazza e da qui con il vicino
Corso Roma e con Piazza Marconi dai quali ha inizio la ZTL.
La proposta individuata presenta, inoltre, i requisiti necessari per una realizzazione in
tempi accettabili.
Al momento della redazione del progetto risultano in essere e non ancora completamente
definite problematiche giudiziarie sorte nell’ambito delle procedure di individuazione del
contraente: ciò rappresenta un elemento condizionante la fattibilità ed i tempi di attuazione
del progetto.
cronoprogramma:
Dalla definizione delle problematiche giudiziarie:
- individuazione del contraente incaricato: 2 mesi
- inizio lavori: 6 mesi
- realizzazione parcheggio e area commerciale: 12 mesi
- gestione al termine dell’intervento

269
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 9
titolo:
riqualificazione e rifunzionalizzazione
di piazza della libertà

mobilità e servizi pubblici di


linea 3
viabilità di interesse generale

Sottotitolo:
Realizzazione e gestione di un parcheggio sotterraneo in Piazza della Libertà , di un
edificio e sistemazione della piazza stessa
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto ipotizza una profonda riqualificazione di tipo urbanistico di Piazza della
Libertà, da sempre “cuore” del concentrico cittadino e sede di edifici storicamente ed
artisticamente rilevanti.
Il primo lotto d’intervento, approvato con determinazione della Giunta Comunale n.
360/4310n-800 del 04.11.2009, prevede la realizzazione di un parcheggio interrato a due
piani insistente su di una porzione della piazza, di un edificio multifunzionale (denominato
edificio “A”) e di una loggia ( denominato edificio “C”). Attualmente il progetto risulta alla
verifica delle Soprintendenze per i Beni Archeologici eper i Beni Architettonici del
Piemonte.
Finalità generali:
o Eliminazione del parcheggio a raso, consentendo ugualmente l’accesso
veicolare alla piazza e mantenimento dello stesso numero di posti auto
attualmente presenti sulla superficie
o Rivitalizzazione dello spazio liberato dalle auto con nuove modalità di
utilizzo rendendolo luogo di incontro e socializzazione
o Valorizzazione delle risultanze archeologiche presenti nella zona e
migliore organizzazione delle zone a verde

obiettivi specifici:
Proporre un coinvolgimento di più realtà, anche economiche, al fine di realizzare una
pluralità di interventi qualificanti per la città
Attività:
l Indizione ed espletamento della gara per l’affidamento della concessione
di costruzione e gestione dell’intervento;
l coordinamento per le verifiche archeologiche e ambientali della proposta
progettuale;
l affidamento in concessione di costruzione e gestione delle struttura;
l approvazione progetti;
l realizzazione dell’intervento.
risultati:
m Migliore utilizzo di una spazio cittadino di particolare pregio;
270
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

m razionalizzazione dei flussi veicolari e pedonali in una zona


particolarmente frequentata della città;
m valorizzazione di particolari evidenze archeologiche ed architettoniche
legate all’evoluzione urbana della città;
m rivitalizzazione sociale dell’area con aumento delle occasioni d’incontro
tra i cittadini mediante attività che stimolino i colloqui intergenerazionali.

costi:
Euro 12.022.696,30 per la realizzazione del primo lotto
Euro 639.417,00 per la realizzazione del secondo lotto
Euro 1.954.194,00 per la realizzazione del terzo lotto

Fattibilità:
n Necessità di individuazione di partners interessati alla realizzazione
dell’intervento, ipotizzato mediante concessione e gestione a soggetti terzi
n reperimento delle risorse economiche da parte dell’amministrazione
comunale per fronteggiare gli impegni a proprio carico
n Avvio lavori soltanto dopo la conclusione delle opere di realizzazione del
parcheggio di Piazza Garibaldi
n Verifica da parte degli Organi di Tutela ambientale e Archeologica
cronoprogramma:
Dall’avvio del procedimento per la concessione, costruzione all’ultimazione dei lavori:
24 mesi.

271
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 10
titolo:
le porte urbane della città
Studio di fattibilità e concorso

viabilità periferica
linea 2
ed accessi

Sottotitolo:
Realizzazione di uno studio di fattibilità propedeutico e di un concorso di architettura,
finalizzati alla riqualificazione e riorganizzazione funzionale dei principali accessi urbani
Soggetti proponenti:
Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Alessandria, Comune di Alessandria.

descrizione del progetto:


Il concetto di “porta urbana” è stato ampiamente reintrodotto in ambito scientifico alcuni
decenni fa, soprattutto in concomitanza con la nascita di una stagione di studi a livello
nazionale ed internazionale i quali per la prima volta iniziavano a tracciare sul territorio i
contorni di quel fenomeno di urbanizzazione ampio e dilagante che venne presto
identificato con il termine di “città diffusa” o “dispersione insediativa” (o con relativi
termini corrispondenti, derivanti da altri contesti culturali: sprawl, mitage etc.) (Indovina
1990). Oggetto di questo nuovo interesse – dapprima soprattutto sociologico e economico
(Bagnasco 1977), ma rapidamente esteso alle discipline dell’urbanistica e della
pianificazione, della progettazione architettonica, dei settori trasportistici ecc. - era in altre
parole la nuova dimensione territoriale dell’urbanizzazione, conseguenza del riassetto
profondo dei settori produttivi e delle relative economie di scala, così come di quei due
connotati della trasformazione recente del territorio che Bernardo Secchi ha efficacemente
definito come “mobilitazione individuale” ed “incrementalismo”.
Se questa letterale “esplosione” della città sul territorio ha da un lato consentito ad una
larga parte della popolazione di inseguire il proprio “sogno americano” di un’abitazione
indipendente a costi relativamente accessibili e permesso l’emersione e la crescita di una
nuova borghesia imprenditoriale estremamente dinamica ed attiva, d’altro canto tale
fenomeno, di natura epocale ha determinato una rapidissima saturazione del territorio ed
una profonda compromissione sia di alcuni caratteri distintivi del paesaggio locale, sia
(fatto per certi versi forse ancora più preoccupante) di equilibri secolari presenti nel
territorio e nei suoi sistemi (da quello ambientale a quello idrogeologico etc.). La città cioè
è divenuta, nell’arco di pochissimi decenni, sempre più indistinguibile da ciò che città non
è, sostituendo in parecchi casi la consueta contrapposizione urbano/rurale con la
comparsa di “gradienti” di urbanità, quasi sempre fortemente carenti dal punto di vista
dello spazio pubblico e della qualità complessiva dell’immagine paesaggistica, ed in linea
generale estremamente problematici dal punto di vista funzionale e distributivo, proprio
perché sorti per accumulazione successiva di oggetti virtualmente indipendenti gli uni
dagli altri e quasi sempre mutuamente conflittuali.
Quando si parla a questo proposito di “porte urbane” è pertanto opportuno chiarire che
si sta utilizzando un traslato, un concetto metaforico che si avvale di un elemento
archetipico derivante dall’immagine storica della città murata (la porta come interruzione
delle mura, come soglia urbana, e dunque punto di ingresso fisico nella città), per tentare

272
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

di individuare nuove forme di identificazione della separazione tra ratio urbana e ratio
rustica del territorio, che non siano banalmente autoreferenziali e didascaliche, ma che
possano anche avere reali effetti positivi sia sul contenimento di ulteriori fenomeni
dispersivi, sia riguardo all’identificazione di un’immagine coerente di paesaggio. Le porte
urbane nella città contemporanea non sono dunque tendenzialmente manufatti puntuali,
monumenti, oggetti simbolici, landmark ecc. proprio perché la necessaria valenza urbana
che ad essi si attribuisce è soprattutto di natura morfologica e morfogenetica. Le porte
urbane sono oggi viceversa aree di transizione, giocate sul rapporto pieni-vuoti, sulla
sequenza degli spazi pubblici, sull’uso del verde come elemento strutturante dello spazio.
Ad esse è delegato non soltanto il compito di sancire l’entrée de ville e di restituire identità
e riconoscibilità alla città attraverso i propri accessi, ma anche la funzione altrettanto
importante di contenere e indirizzare attivamente la costruzione dei margini urbani
(Giammarco, Isola, (a cura di) 1993).
La città di Alessandria possiede alcuni punti di ingresso particolarmente significativi per
volume di traffico, ma al tempo stesso notoriamente problematici proprio dal punto di
vista dell’immagine e dell’organizzazione dello spazio. Due sono in particolare gli accessi
soggetti a questo tipo di problematiche: quello da ovest (il rettilineo che congiunge la città
con il sobborgo di San Michele), la cui particolare importanza risiede nella connessione
con il tema della riqualificazione del Borgo cittadella e della Cittadella stessa) e quello da
est (il rettilineo che da Spinetta Marengo dà accesso alla parte orientale del centro urbano),
la cui rilevanza consiste in particolare nella presenza del Museo di Marengo. Si tratta cioè
di due luoghi che non solo si connotano per la propria caratteristica di accesso privilegiato
al centro urbano, ma anche e soprattutto per il fatto di individuare complessivamente
un’assialità di collegamento non soltanto ideale, ma anche fisica (soprattutto con il
completamento dell’ulteriore collegamento costituito dalla tangenziale di Alessandria) tra
i due punti di eccellenza storico-culturale della città.
A questi si aggiungono inoltre accessi di minor portata trasportistica (anche perché meno
direttamente connessi alle reti autostradali) e caratterizzati da condizioni decisamente
migliori (l’accesso da sud, nel quartiere Cristo; l’accesso da nord lungo il viale Milite Ignoto
etc.
Obiettivo del progetto è innescare un processo di riqualificazione delle porte urbane di
Alessandria, con priorità alle porte est ed ovest ed eventualmente estendibile anche ad
altri ingressi urbani.

Testi di riferimento:
A. Bagnasco, tre italie. La problematica territoriale dello sviluppo italiano, Il Mulino, Bologna,
1977;
F. Indovina, La città diffusa, Iuav, Venezia 1990;
C. Giammarco, A. Isola, (a cura di), disegnare le periferie. il progetto del limite, La Nuova Italia
Scientifica, Roma 1993.
obiettivi specifici:
L’obiettivo specifico è quello di ottenere un progetto di insieme che inquadri il problema
degli ingressi urbani all’interno di un’unica cornice concettuale; un masterplan
complessivo, che sia suscettibile di successive articolazioni in grado di tenere
opportunamente conto delle specifiche opportunità e delle inevitabili variazioni delle
condizioni al contorno.
Il fine ultimo del progetto non è però limitato - ovviamente - alla sola definizione di un
masterplan complessivo, ma anche quello di arrivare alla reale trasformazione e
valorizzazione degli accessi urbani, processo da attuarsi con una necessaria suddivisione
delle tappe attuative ed una definizione di un quadro economico-finanziario complessivo
in grado di coinvolgere nel processo i capitali privati. A questo fine è stata elaborata una

273
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

seconda scheda progetto, relativa all’attuazione della trasformazione, cui si rimanda.


Attività:
La realizzazione del progetto è identificabile in tempi medio-brevi ed ha una natura
essenzialmente strategica per l’immagine e la forma della città.
Una prima fase sarà costituita dalla realizzazione di uno studio di fattibilità con funzioni
di linee guida, a partire dal quale individuare gli elementi necessari per la costruzione di
un articolato programma di progetto.
Tale programma sarà la base per la costruzione di un bando di concorso per idee
sufficientemente preciso ed articolato per riuscire ad ottenere risposte realmente pertinenti
al tema in oggetto.
risultati:
I risultati attesi sono, in primo luogo, una serie di indicazioni, non soltanto di natura fisica,
ma anche riguardanti le modalità di gestione economico-finanziaria e procedurale del
processo, derivanti dallo studio preliminare. A partire da esse sarà quindi possibile ottenere
tramite il concorso proposte alternative, sulle quali la Pubblica Amministrazione e la
cittadinanza stessa potranno opportunamente esprimersi.
Tali risultati costituiranno il punto di partenza per attivare i processi attuativi delle
trasformazioni (v. scheda specifica).
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Queste due prime fasi di studio e di consultazione pubblica incideranno con cifre
relativamente molto modeste sull’operazione complessiva. E’ pertanto credibile che esse
vengano finanziate dalla stessa Amministrazione pubblica. Al tempo stesso è possibile
pensare anche per questa fase ad altre forme di finanziamento (ad esempio ad integrazione
dei fondi pubblici locali), che vanno dai finanziamenti pubblici di natura sovra locale, al
coinvolgimento di soggetti economici privati.
costi:
I costi sono suddivisi per queste due prime fasi del progetto e si riferiscono - ovviamente
- alle sole realizzazioni dello studio preliminare e del concorso di architettura. Gli ordini
di grandezza di spesa per queste due fasi sono prevedibilmente i seguenti
Per lo studio di fattibilità complessivo € 40.000.
Per il concorso di idee € 60.000 (con la possibilità di far rientrare la cifra corrisposta ai
vincitori all’interno del corrispettivo professionale per la successiva progettazione, se
assegnata).
Fattibilità:
Il progetto prevede due fasi sostanzialmente canoniche e consolidate nelle trasformazioni
pubbliche e non prevede costi particolarmente elevati per esse. Si tratta quindi di un
progetto con forti probabilità di realizzazione.
Elemento di delicatezza è quello dell’individuazione precisa delle aree su cui concentrare
l’attenzione.
cronoprogramma:
Studio di fattibilità: 8 mesi.
Approvazione e costruzione bando: 4 mesi.
Concorso di idee: 8 mesi.

274
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 11
titolo:
le porte urbane della città
riqualificazione dei principali accessi urbani

viabilità periferica
linea 2
ed accessi

Sottotitolo:
Trasformazione e riqualificazione funzionale, architettonica ed infrastrutturale degli accessi
alla città
Soggetti proponenti:
Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Alessandria, Comune di Alessandria.
descrizione del progetto:
Il progetto si colloca in naturale continuità con quello relativo allo studio di fattibilità ed
al concorso per le porte urbane di Alessandria (v. scheda relativa), di cui esso costituisce
il naturale completamento.
La presente scheda progetto si riferisce pertanto all’insieme di atti amministrativi, percorsi
autorizzativi, procedure di finanziamento e strategie attuative che riguarderanno la fase
della realizzazione concreta di tali trasformazioni.
Com’è ovvio si tratta di un processo molto meno lineare, con un numero di variabili
decisamente maggiore rispetto al complementare progetto di studio preliminare e
conseguente concorso di architettura. Per questa ragione i due progetti sono stati resi
autonomi da un punto di vista formale, pur essendo parti integrate dello stesso percorso
attuativo.
Il fine di questa parte del processo è in primo luogo quello di individuare – avvalendosi
dei risultati prodotti dal concorso di idee e dallo studio preliminare – una corretta
suddivisione in lotti funzionali delle operazioni di trasformazione previste, portando ad
attuazione parti specifiche del progetto, con l’attenzione ai criteri di carattere generale,
emergenti dalle ipotesi progettuali selezionate.
Altro scopo di questa fase del lavoro è quello di identificare le forme di finanziamento più
adeguate a sostenere gli interventi (le quali saranno con ogni probabilità solo in parte
minoritaria derivanti da risorse pubbliche locali), e di definire le modalità procedurali per
la realizzazione dei progetti, anche e soprattutto con un’attenzione specifica al
coinvolgimento degli attori privati ed all’eventuale integrazione sinergica di altre opere
previste negli stessi ambiti.
Ulteriore obiettivo di questo lavoro sarà quello di assegnare gli appalti per la progettazione
e per l’esecuzione dei progetti previsti, nel rispetto della suddivisione derivante
dall’organizzazione in lotti, e nella cornice delle disponibilità di finanziamento che di volta
in volta si profileranno.

obiettivi specifici:
L’obiettivo specifico è quello di portare a compimento il processo di riqualificazione delle
porte urbane di Alessandria, ridefinendo completamente non soltanto gli aspetti formali
e funzionali degli accessi al centro urbano, ma anche il rapporto tra i due principali
elementi di eccellenza storico–culturale della città, la Cittadella ed il Museo di Marengo,

275
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

integrandoli nel sistema di accessibilità come landmark fisici e culturali dell’immagine


complessiva della città.
Attività:
La realizzazione del progetto sarà necessariamente organizzata in tempi medio-lunghi ed
avrà natura fortemente strategica per Alessandria, in quanto elementi di ridefinizione
dell’immagine complessiva della città.
A partire dagli esiti dello studio di fattibilità e del concorso dovranno essere definite con
precisione le modalità attuative, le strategie di reperimento dei finanziamenti, il crono
programma delle attività ed i principi di carattere generale, in grado di integrare le differenti
parti in cui l’intervento si suddividerà. A seguito di ciò l’Amministrazione potrà procedere
ad assegnare specifici incarichi, di volta in volta finalizzati all’attuazione di parti del
progetto complessivo.
risultati:
I risultati attesi sono la completa riorganizzazione funzionale e la complessiva
riqualificazione formale degli accessi urbani della città, con un’attenzione specifica
all’interazione con gli elementi di valore storico culturale e/o paesaggistico (Cittadella,
Marengo, platano “di Napoleone” ecc.).
risorse, strumenti e forme di finanziamento
è prevedibile che un’operazione di questo tipo non sarà finanziabile se non in minima
parte attraverso le casse della Pubblica Amministrazione locale, la quale potrà partecipare
all’operazione - oltre che come regista - come detentore del principale capitale fisso
territoriale (strade ecc.).
Le forme di finanziamento prevedibili sono tendenzialmente due:
- In primo luogo finanziamenti pubblici sovra locali, soprattutto di livello
comunitario, cogliendo in modo sinergico – come già in altri casi è stato fatto
– la possibilità di finanziare determinate attrezzature urbane in grado di
contribuire alla riqualificazione complessiva dello spazio pubblico (ad es.
utilizzando il tema della realizzazione di piste ciclabili e relative aree di sosta,
generalmente collegabili a specifici bandi di finanziamento, come occasione
virtuosa per la riqualificazione di una parte della città).
- In secondo luogo attraverso l’utilizzo di capitali privati, derivanti da operatori
interessati ad investire nella riqualificazione e nella valorizzazione di queste
aree, anche cogliendo in modo positivo l’occasione di eventuali trasformazioni
già previste nelle aree periferiche della città, ma non ancora definite nel
dettaglio.
costi:
I costi dell’operazione sono ovviamente – data la difficoltosa individuazione in questa
sede dei confini fisici dell’intervento – difficilmente prevedibili, anche in termini di soli
ordini di grandezza. Si ritiene comunque che, per le trasformazioni previste, la base minima
dal punto di vista economico si attesti tra gli 8.000.000 e i 10.000.000 di €. Tale cifra sarà
comunque suscettibile di ampie variazioni e soprattutto di frazionamenti, nel momento in
cui l’operazione complessiva dovesse essere frazionata in lotti attutativi coordinati.
E’opportuno inoltre sottolineare che la credibilità del progetto si basa anche sulla capacità
di reperire a livello sovralocale, e tramite il coinvolgimento di attori privati, parti consistenti
delle finanze necessarie alla realizzazione.
Fattibilità:
Costi elevati per la fase di realizzazione, con la possibilità però di ascriverne la maggior
parte agli investitori privati, se opportunamente garantiti rispetto alle possibilità di ritorno

276
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

economico.
Difficoltà di individuare con precisione le aree di intervento (a causa della natura stessa
del tema), e le possibilità di trasformazione a causa della frammentazione della proprietà
dei suoli; tema questo da delegare alla prima fase dello studio di fattibilità.
cronoprogramma di lavoro:
Come ordine di grandezza dai 2 ai 6 anni, con la necessità di articolare un crono
programma preciso degli interventi.

277
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

tAvolo 3
SvIluppo SoStEnIBIlE

pArtE A - lInEE StrAtEgIchE dI tAvolo

prEmESSA gEnErAlE
Durante le prime riunioni svolte dal Tavolo “Sviluppo sostenibile”, i partecipanti si sono
confrontati al fine di caratterizzare in modo univoco e approfondito la tematica di
competenza ed individuare la visione del Tavolo, su cui fondare la successiva elaborazione
delle schede dei progetti da proporre nell’ambito del Piano strategico di sviluppo.
I membri del Tavolo hanno dapprima sottolineato la complessità del concetto di sviluppo
sostenibile e la necessità di definirne i contorni con maggior chiarezza, quale punto di
partenza su cui fondare la successiva formulazione di linee di azione e progetti specifici.
Al termine del confronto, è emerso che il concetto di sviluppo sostenibile da inserire nel
Piano strategico di sviluppo deve considerare non solo le qualità delle diverse componenti
ambientali (aria, acque superficiali e sotterranee, ambiente acustico, etc.), ma anche il
“benessere ambientale”, ovvero le interazioni tra l’uomo e il territorio in cui vive, che
il concetto di dovrebbero essere il più possibile armoniose e di positivo impatto reciproco. Il concetto
Sviluppo sostenibile di benessere deve ricomprendere la percezione del cittadino circa la salubrità, la vivibilità
e la fruibilità dell’ambiente in cui normalmente vive e svolge le proprie attività. Pertanto
occorre mantenere o, se già compromesso, incrementare il livello di qualità delle diverse
componenti ambientali, ma anche considerare l’influenza che tale livello di qualità ha sulla
salute e sul benessere dei cittadini.
Applicando il concetto di sviluppo sostenibile, come sopra delineato, alla realtà del
territorio alessandrino, il Tavolo ha delineato i seguenti punti di debolezza: presenza di siti
inquinati “storici”, compromissione ambientale dell’area “Fraschetta”, presenza di aree
Le criticità degradate e insufficienza di aree verdi ben curate all’interno del tessuto urbano, gestione
non corretta del ciclo dei rifiuti anche per mancanza di impianti adeguati e dedicati al
alessandrine recupero di materia ed energia, mobilità non sostenibile con conseguenti problematiche
di congestionamento da traffico, inquinamento dell’aria dovuto alle problematiche legate
alla mobilità ma anche al riscaldamento/raffrescamento degli edifici e alle emissioni
industriali, ambiente acustico non confortevole con particolare riferimento alla realtà
urbana, degrado delle risorse idriche legato in particolare all’insufficiente rete fognaria e
alla scarsa efficienza e potenzialità degli impianti di depurazione.
Queste problematiche determinano un aumento dell’apprensione dei cittadini e una
perdita di legame con il proprio territorio, causa di fenomeni di fruizione consumistica
dell’ambiente che ne incrementano il degrado in una sorta di “circolo vizioso”.
Le cause principali di tale situazione sono state individuate dai membri del Tavolo a livello
normativo e di programmazione, sia nazionale che regionale e locale. In particolare, a
livello nazionale e regionale è stata individuata una legislazione carente di indicazioni chiare
Le cause identificate e spesso suscettibile di frequenti modifiche, che determina un quadro incerto circa le
possibilità e i divieti in campo ambientale e causa la mancanza di punti di riferimento certi,
in particolare per gli operatori del settore. A livello regionale e locale è stata individuata
278
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

l’assenza di una programmazione efficace del territorio in termini di conservazione delle


risorse naturali e indicazione di iniziative utili alla salvaguardia ambientale, con particolare
riferimento al ciclo di gestione dei rifiuti. Inoltre, a livello energetico, è stata evidenziata
una linea indirizzo regionale, sia a livello normativo che di programmazione,
contraddittoria e troppo complessa. A livello di pianificazione comunale, è stata
evidenziata la presenza di un Piano Regolatore datato e privo di una visione di insieme che
consenta l’interconnessione con altri aspetti di pianificazione territoriale che invece
dovrebbero essere affrontati e risolti anche livello locale: il risparmio e l’efficienza
energetica, una corretta zonizzazione acustica con conseguente pianificazione ed
esecuzione di interventi di risanamento acustico, la pianificazione di una mobilità
sostenibile in ambito urbano.
La carenza normativa e di pianificazione territoriale è determinata anche dalla conflittualità
esistente a livello politico circa le tematiche ambientali, che a sua volta determina
contraddizioni e contrapposizioni nelle scelte amministrative.
La mancanza di regole certe e durature causa una diffusa percezione di sostenibilità come
costo e non come opportunità per la valorizzazione del territorio; al contrario, se il
concetto di sviluppo sostenibile venisse applicato fin dal livello della pianificazione, sarebbe
possibile aumentare la percezione di cittadini e operatori economici circa il valore effettivo
delle risorse naturali e l’importanza della loro salvaguardia.
I membri del tavolo hanno ritenuto fondamentale sottolineare che l’assenza di indicazioni
normative e regolamentari chiare e consolidate a livello sia nazionale che regionale
costituisce una causa esogena, pertanto non influenzabile dalle scelte operate dalle
amministrazioni locali.
Al fine di individuare le linee strategiche su cui operare per favorire la sostenibilità
ambientale delle azioni di sviluppo che verranno avviate nel medio periodo sul nostro
territorio, il Tavolo ha delineato anche i seguenti punti di forza: la presenza di progetti
d’avanguardia cofinanziati a livello comunitario, statale e regionale (es. Practise, Contratti
i punti di forza di Quartiere) e di progetti qualificati da una particolare attenzione ai temi della sostenibilità
identificati (es. villaggio fotovoltaico, palazzo dell’edilizia), presenza sul territorio di due Atenei con
approfondite competenze in materia di scienza dei materiali, energia e ambiente
(Politecnico di Torino e Università degli Studi del Piemonte Orientale), raggiungimento
di significativi livelli di raccolta differenziata, presenza di un’Azienda che gestisce le reti di
acquedotto e fognatura con particolare attenzione alle tematiche ambientali.
Conseguentemente, il Tavolo ha individuato le opportunità da sviluppare nel territorio
alessandrino al fine di promuovere la sostenibilità e il benessere ambientale. In particolare,
è stato evidenziato il valore delle azioni formative e informative sia presso i cittadini che
gli operatori del settore, la creazione di un circolo virtuoso tra vari attori (Università,
Le opportunità Collegio Costruttori, Amministrazioni, AMIU), che conduca alla valorizzazione del rifiuto
da sviluppare in termini di recupero di materia e di energia anche mediante un maggior livello di
differenziazione dei rifiuti e la creazione di adeguati impianti, azioni di sensibilizzazione
a favore del risparmio energetico e della riqualificazione energetica degli edifici, la revisione
del Piano Regolatore al fine di promuovere il recupero del patrimonio edilizio esistente ,
il contenimento del consumo di suolo agricolo e della cementificazione del territorio, il
potenziamento dell’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili e la mobilità
sostenibile in abito urbano.

279
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ScEltA dEllE lInEE StrAtEgIchE


La definizione del concetto di sviluppo sostenibile e la sua applicazione alla nostra realtà
territoriale, con la conseguente individuazione dei punti di forza e di debolezza, ha
condotto i membri del Tavolo ad individuare le seguenti tre linee strategiche, da sviluppare
tramite specifici progetti finalizzati a promuovere la sostenibilità e il benessere ambientale
nel territorio alessandrino.
1 - pianificazione urbana e territoriale sostenibile
L’aggiornamento del Piano Regolatore Comunale deve rappresentare l’opportunità per
inserire opportune linee guida nel campo della pianificazione urbana e territoriale
sostenibile, da tradurre anche negli strumenti esecutivi.
In particolare, occorre coordinare la pianificazione urbanistica con la zonizzazione acustica
e i conseguenti interventi di risanamento acustico e con la pianificazione della mobilità
urbana. Inoltre è necessario inserire specifiche previsioni in materia di risparmio energetico
e di efficienza energetica, sia per quanto riguarda la normale conduzione degli edifici nelle
loro diverse destinazioni d’uso che in riferimento alle attività di costruzione e
ristrutturazione. A tale proposito, può essere considerato punto di riferimento il Palazzo
dell’Edilizia, al fine di comparare gli interventi attuati con i risultati ottenuti, per operare
il passaggio da una fase dimostrativa alla fase strutturale.
2 - Energia, risparmio di materia e gestione dei rifiuti
Tale linea strategica si pone l’obiettivo di individuare progetti, di natura essenzialmente
innovativa, al fine di favorire lo sviluppo sul territorio alessandrino di processi di
produzione ed utilizzo di energia da fonti rinnovabili e attività di recupero di materia e di
energia dai rifiuti. In tale ottica, risulta necessario promuovere sia attività di ricerca, che
possono sicuramente essere effettuate grazie alla presenza degli Atenei, che il
coinvolgimento delle aziende già presenti sul territorio per il reperimento delle materie
prime e l’utilizzo finale dei prodotti. Ad esempio si potranno attivare sinergie con le
aziende agricole per la produzione di materia primaria da utilizzare negli impianti di
produzione energetica da fonti rinnovabili e per la produzione di compost. Inoltre la
realizzazione dei progetti potrà consentire l’attrazione sul territorio comunale di aziende
all’avanguardia nel settore della “green economy”. Appare altresì necessario operare
miglioramenti nella raccolta differenziata e riprogrammazioni della filiera del rifiuto, con
particolare riferimento alle destinazioni finali in impianti di recupero possibilmente previsti
sul territorio di produzione dei rifiuti.
3 - risanamento ambientale: acqua, aria, suolo
La realizzazione di attività di studio e approfondimento in merito alle origini e alle
dinamiche dei fenomeni di inquinamento in atto sul territorio comunale, con particolare
riferimento alle risorse idriche, all’aria e al suolo, consentirà di individuare le azioni da
intraprendere al fine di migliorare la qualità di tali componenti ambientali. Tale
caratterizzazione dovrà completarsi con attività di analisi del rischio, sia ambientale che a
livello sanitario e progetti di risanamento che dovrebbero comprendere sia adeguamenti
infrastrutturali (es. fognature, depurazione) che metodologie a carattere innovativo per la
rimozione degli inquinanti.

280
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

281
Asse II - Sviluppo urbano
tavolo 3 Sviluppo sostenibile
AnAlISI S.W.o.t.

puntI dI ForzA puntI dI dEBolEzzA


Presenza di numerosi progetti qualificati cofinanziati da Regione, Stato o Ministero (es.: Mancanza di definizioni precise a livello normativo del concetto di sostenibilità con
Practise, contratto di quartiere, Concerto al Piano) conseguente difficoltà di applicazione delle azioni volte a realizzare il medesimo
Realizzazione di interventi qualificanti per processo, risultati, ed attenzione ai temi della Carenza di un’educazione ambientale capace di promuovere comportamenti sostenibili e
sostenibilità (es.: villaggio fotovoltaico, palazzo dell’edilizia) conseguente insorgere di comportamenti collettivi poco virtuosi
Atteggiamento diffuso di scarsa propensione ad un rapido e pronto recepimento delle
Presenza di un’azienda municipalizzata operante nel settore della fornitura di acqua e gas
varie normative che diventa preoccupante allorquando interessa materie quali il rischio
che pone particolare attenzione ai temi della sostenibilità
sismico
Presenza sul territorio di due atenei con competenze in materia di scienza dei materiali, Mancanza, sul territorio, di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili di una
energia e ambiente certa dimensione
Normativa regionale in materia di risparmio energetico confusa e presenza di evidenti
Livelli importanti di raccolta differenziata e gestione efficace delle discariche
discrasie con la normativa nazionale
Carenza di cultura in materia di recupero, riciclaggio, riutilizzo e smaltimento dei rifiuti ed
elevati costi della raccolta differenziata
Piano regolatore datato (2000) e non particolarmente aggiornato con i più recenti indirizzi
di pianificazione ed in funzione delle recenti normative nazionali e regionali in materia di
sostenibilità energetica, di recupero del patrimonio edilizio esistente, di contenimento del
consumo di suolo agricolo e della cementificazione territorio e di mobilità sostenibile
Rischio idrogeologico diffuso e carenza di azioni di prevenzione
Cattiva qualità dell’aria diffusa in città per polveri sottili con possibili accentuazione della
qualità negativa nelle zone industriali e grave problema di inquinamento delle falde per cicli
produttivi in siti inquinati
Mancanza di adeguati parcheggi di interscambio, di politiche volte ad incentivare la
mobilità sostenibile ed incompletezza delle piste ciclabili presenti sul territorio
Parco veicoli destinato al trasporto pubblico locale obsoleto con presenza di mezzi aventi
livelli di emissioni superiori a quelli conformi ai migliori standard previsti dalla normativa
comunitaria
Asse II - Sviluppo urbano
tavolo 3 Sviluppo sostenibile
AnAlISI S.W.o.t.

opportunItà mInAccE
Azioni formative ed informative sulla sostenibilità (recupero, riciclaggio, riutilizzo),
Mancata pianificazione della gestione “del fine vita” dei rifiuti solidi urbani
comunicazione e divulgazione dei risultati
Elaborazione di un nuovo Piano Regolatore che guidi lo sviluppo ordinato ed organico del
territorio con particolare riguardo alle tematiche inerenti il recupero del patrimonio edilizio
Mancata pianificazione di siti idonei al fine vita dei rifiuti
esistente, il contenimento del consumo di suolo agricolo e della cementificazione territorio
e la mobilità sostenibile
Completamento anelli della tangenziale al fine di decongestionare il traffico cittadino
Mancata adozione di azioni volte alla introduzione della cultura della sostenibilità
attraverso l’eliminazione della componente di attraversamento
Potenziamento dell’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili (biomassa,
geotermia, solare termico/fotovoltaico)
Potenziamento stazione a turbogas di ENEL
Maggiore livello di differenziazione dei rifiuti e corretta progettazione del loro fine vita con
valutazione dell’opportunità di impiego in impianti di termo-valorizzazione
Azioni di sensibilizzazione su inquinamento prodotto dagli impianti di riscaldamento,
monitoraggio degli impianti pubblici, completamento metanizzazione di edifici pubblici e
privati e valutazione opportunità di teleriscaldamento
Adozione di azioni a sostegno della riqualificazione energetica degli edifici esistenti durante
le operazioni di manutenzioni ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo,
ristrutturazione edilizia
Creazione di un sistema virtuoso che attraverso lo sviluppo di sinergie tra i vari attori
(Università, Collegio Costruttori, Comune, AMIU,…) porti alla valorizzazione del rifiuto
quale materia prima da trasformare, mediante operazioni di recupero, riciclaggio e
riutilizzo, in semilavorati e/o prodotti finiti (isolanti termoacustici, inerti per uso
edile/stradale, materiali tecnici e combustibili da pneumatici obsoleti,…) da reimmettere
sul mercato con importanti ricadute dal punto di vista economico/occupazionale sul
territorio (creazione di una filiera del tipo raccolta – differenziazione – trasformazione –
vendita, sviluppo nuove realtà imprenditoriali e di ricerca su materiali innovativi per
applicazioni edilizie e non). Detta operazione comporterebbe, parallelamente, la comparsa
di esternalità positive quali ad esempio, la presenza di figure altamente specializzate nei
settori della ricerca sui materiali, la riduzione dei costi economici ed ambientali sostenuti
per il trasporto e lo smaltimento dei prodotti,…
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse II Sviluppo urbano - tavolo 3 Sviluppo sostenibile
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE/EFFEttI)

pianificazione territoriale
Accostamenti critici di
inadeguata ai fini del
destinazione d’uso del traffico congestionato parco edilizio energivoro
miglioramento della qualità
territorio
ambientale

percezione della
non piena fruibilità della
sostenibilità come costo e consumo di suolo carenza normativa
città
non come opportunità

disincentivazione utilizzo
Assenza di chiare
Fruizione consumistica mezzi di trasporto
indicazioni circa i temi del carenza applicativa
del territorio sostenibile
risparmio energetico
(bici, autobus, etc.)

limiti della pianificazione territoriale. percezione che la Fraschetta sia compromessa dal punto di vista ambientale. riduzione della
qualità della vita e della vivibilità in ambiente urbano. Aumento dell’apprensione del cittadino. Elevata conflittualità sui temi ambientali
dettata da motivi politici. perdita del legame con il territorio. percezione che la sosteniblità sia un costo e non un’opportunità.
disaffezione territoriale: fruizione consumistica del territorio. presenza di aree degradate ed insufficiente presenza di aree verdi. Scarsa
conoscenza delle conseguenze dell’inquinamento sulla salute. presenza di siti inqunati “storici”. Sottovalutazione, nei passaggi
societari, delle conseguenze di inquinamenti pregressi. consumo del suolo. gestione scorretta dei rifiuti e spreco di energia. non piena
fruibilità della città. Esistenza di fattori di inquinamento. problemi inerenti la mobilità urbana.

linea 1

carenza normatva problemi ambientali derivanti dalla mobilità

Sopravvalutazione Elevata conflittualità


carenza di
degli elementi cultura urbanistica sui temi ambientali, presenza di elementi presenza di anello
pianificazione
esogeni della datata dettata da motivi fisici di discontinuità autostradale esterno
integrata
normativa politici

mancata assunzione carenza


di iniziative piano regolatore pianificazione
appropriate di datato mobilità sostenibile in
gestione dei processi ambiente urbano

contraddizioni e
Assenza allegato prg senza visione di parco automobilistico contrapposizioni nelle
energetico sl prg insieme progettata datato scelte delle
amministrazioni
non corretta valutazione del percezione negativa
diminuzione della vivibilità
rischio per insediamenti dell’ambiente urbano come
dell’ambiente urbano
successivi fonte di benessere

diminuzione della fruibilità


mancato recupero di Effetto negativi sulla salute
dell’ambiente urbano da
materia della popolazione
parte delle fasce più deboli
della popolazione

degrado qualitativo e
mancato recupero di energia depauperamento risorse perdita legame con il
idriche territorio

linea 1

linea 2

uso non ottimale delle risorse problematiche ambientali del territorio

gestione del Scarsa qualità


problematiche contaminazione cattivo utilizzo
ciclo integrato Inquinamento ambientale
energetiche del suolo e del delle risorse
dei rifiuti dell’aria dell’arredo
sottosuolo idriche
urbano

Scarsa
Scarsa ciclo alterato Scarsa Fattori
attenzione presenza di
percezione del di Abitudini
dei siti efficienza ed consumo esogeni
valore delle distribuzione non virtuose Inquinamento
produttori ai inquinati insufficienza di acque (geografia,
risorse rifiuti di utenti ed acustico
contenitori storici potenzialità elevato popolazione,
amministrazioni
depurativa territorio)

Smaltimento
Eluzione e lento carenza di Bassa incontrollato
adeguamento disseminazione qualità della rifiuti Insufficienza Accostamento Aree degradate Insufficiente
degli standard culturale presso raccolta inquinanti rete fognaria aree con del tessuto presenza di
normativi gli utenti differenziata destinazioni urbano aree verdi
diverse

ciclo
alterato di
diffusione
dei prodotti

pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA


Asse II Sviluppo urbano - tavolo 3 Sviluppo sostenibile
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE/EFFEttI)
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

286
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ASSE II SvIluppo urBAno


tavolo 3 Sviluppo sostenibile

lInEE StrAtEgIchE

pianificazione urbana e territoriale


linea 1
sostenibile

Energia, risparmio di materia


linea 2
e gestione dei rifiuti

risanamento ambientale:
linea 3
acqua, aria, suolo

287
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ASSE II SvIluppo urBAno


tavolo 3 Sviluppo sostenibile

PARTE B – ELENCO DELLE SCHEDE


PROGETTO/AZIONI

1. Inquinamento atmosferico: caratterizzazione degli inquinanti


e valutazione della ricaduta al suolo
2. Energia da bio-metano prodotta da filiera corta
3. Analisi del rischio sanitario: dallo studio del trasferimento di
inquinanti nelle specie vegetali edibili alla valutazione degli effetti
dell’inquinamento atmosferico
4. Ecodiesel
5. Eco-sistema: i rifiuti da problema a risorsa
6. Metodologie chimiche e biologiche per la bonifica dei suoli
inquinati da cromo
7. Mini Hydro
8. Coordinamento delle normativa per una pianificazione
sostenibile
9. Efficienza energetica nei servizi a rete
10. Valutazione del rischio ambientale di suoli ed acque in aree
ad elevata criticità: il problema della Fraschetta
11. Sostenibilità dei sistemi fotovoltaici
12. Recupero e Riqualificazione siti degradati e/o relitti rispetto
al disegno urbanistico
13. Il futuro è già qui; giovani, partecipazione, sostenibilità
14. Efficienza energetica e nuove tecnologie ambientali per il
progettare ed il costruire sul territorio del comune di Alessandria
15. Mobilità sostenibile
16. La pianificazione urbana sostenibile applicata alla prevenzione
delle malattie

288
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

17. Elaborazione di un Manuale per la buona pratica paesaggistica

289
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 1
titolo:
Inquinamento atmosferico: caratterizzazione degli
inquinanti e valutazione della ricaduta al suolo

risanamento ambientale:
linea 3
acqua, aria, suolo

Sottotitolo:
Valutazione delle emissioni, della loro provenienza e della loro ricaduta al suolo mediante
strumenti modellistici e tecniche di analisi innovative per la caratterizzazione del
particolato.
Soggetti proponenti:
Università degli Studi del Piemonte Orientale, ARPA.
descrizione del progetto:
Il progetto si pone come obiettivo la realizzazione di una metodologia di indagine
applicativa basata sull’integrazione di strumenti modellistici e tecniche innovative di analisi
del particolato atmosferico.
La caratterizzazione meteorologica del sito permetterà di valutare la distribuzione
tridimensionale degli inquinanti e la loro ricaduta al suolo; mediante misure in situ degli
inquinanti sarà possibile valutare la bontà dell’approccio modellistico, separando il
contributo delle emissioni industriali da altre fonti (traffico, impianti di riscaldamento,
altre attività lavorative e attività agricole).
Tale approccio necessita di uno studio degli scenari emissivi relativi sia alle singole attività
industriali sia alle emissioni urbane e del traffico; sarà quindi necessario valutare la
situazione esistente, sia con misure che con parametrizzazioni basate su dati di inventario.
Tale attività sarà integrata da una valutazione di documentazione preesistente.
La procedura porterà all’identificazione degli inquinanti presenti in zona e permetterà
pertanto una valutazione integrata della “qualità dell’aria” non limitata alle singole sostanze
inquinanti ma al loro effetto sinergico.
Una particolare attenzione verrà rivolta alla CO2 e ai gas serra in generale. Sarà effettuata
una classificazione delle diverse tipologie di sorgente al fine di fornire un supporto alle
autorità decisionali sulle azioni prioritarie da intraprendere.
L’attività modellistica sarà affiancata da misure di laboratorio atte alla caratterizzazione
delle sostanze inquinanti, con particolare attenzione alle polveri sottili. Dai campionamenti
di una centralina ad alto volume, con teste filtranti a 10, 2.5, 1 e 0.1 m verranno raccolti
campioni di particolato atmosferico di cui saranno eseguite le analisi, determinando oltre
alla routinaria valutazione della quantità ponderale, le tipologie di inquinanti presenti. In
particolare si porrà l’attenzione sulla presenza/caratterizzazione nel Particulate Matter
delle fasi inorganiche e di eventuali fasi fibrose, minerali e non, la cui pericolosità sulla
salute umana è stata ampiamente dimostrata da studi scientifici. Per la determinazione
delle fasi si ricorrerà all’uso della microscopia elettronica a scansione in pressione variabile
(PV-SEM) con annesso EDS, innovativa tecnica che premette l’analisi dei filtri senza
preventiva metallizzazione del campione e che consente di determinare sia la morfologia
delle particelle che la loro composizione chimica. A questo proposito presso l’Università
del Piemonte Orientale il gruppo proponente ha messo a punto una nuova metodologia

290
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

per analizzare il Particulate Matter a partire dai filtri provenienti da campionamenti ad alto
volume e normalmente utilizzati dagli Enti preposti al controllo ambientale. L’analisi in
SEM-PV/EDS permetterà quindi di evidenziare la morfologia del materiale aspirato, di
fornire indicazioni sulla percentuale relativa delle diverse componenti e in base alle
determinazioni chimiche effettuate di proporre delle ripartizione degli inquinanti e la fonte
di provenienza. In tale modo sarà possibile quantificare le polveri generate dalle attività site
nell’area in oggetto, evidenziando nel contempo il contributo proveniente dall’esterno e
trasportato dal vento.
Nei casi in cui il modello indicherà una ricaduta degli inquinanti nel suolo, campioni di
suolo potranno essere analizzati sia utilizzando il PV-SEM/EDS per verificarne la
presenza, sia utilizzando la diffrattometria RX per la determinazione delle fasi
mineralogiche presenti e eventuali assorbimenti dei contaminanti nella frazione fine,
normalmente attiva nei processi di assorbimento di inquinanti.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
1. valutare le emissioni nell’area, provenienti sia dall’attività industriale e
agricole sia da emissioni domestiche e del traffico;
2. quantificare il rischio esistente in termini di ricaduta di specifici inquinanti
al suolo;
3. caratterizzare la natura degli inquinanti atmosferici;
4. verificare la presenza, nelle polveri sottili, di sostanze potenzialmente
tossiche per l’uomo e per gli organismi naturali;
5. identificare le principali categorie responsabili dell’emissione di gas serra.
obiettivi specifici:
a. fornire una mappatura delle emissioni inquinanti in atmosfera;
b. fornire una mappatura della ricaduta di inquinanti al suolo e del loro
possibile accumulo nel terreno;
c. caratterizzare le sostanze presenti nel particolato;
d. identificare la provenienza del particolato, in termini di diverse classi di
soggetti emettitori e di aree di provenienza;
e. implementare un modello per valutare le linee strategiche per gli interventi
atti a ridurre l’inquinamento atmosferico;
f. valutare le strategie per la riduzione dell’inquinamento da traffico.
Attività:
La realizzazione di un sistema per la valutazione del’inquinamento dell’aria prevede le
seguenti attività:
l definizione dell’area di studio;
l identificazione delle principali sorgenti inquinanti (puntuali, lineari e areali);
l caratterizzazione meteorologica dell’area;
l raccolta dei dati immediatamente disponibili;
l reperimento di dati ausiliari;
l simulazioni modellistiche;
l validazione dei risultati mediante confronto con misure in situ;
l analisi dei filtri provenienti da campionamenti in laboratorio;
l integrazione dei risultati e definizione delle eventuali criticità territoriali
esistenti.
l predisposizione dei risultati delle analisi per le valutazioni degli effetti
biologici;
291
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

l comunicazione e divulgazione degli esiti delle analisi ed elaborazione di


output grafici (mappe) per la distribuzione dei risultati in modalità fruibile da
utenti non esperti.
risultati:
Tale approccio potrà avere come effetti (in parte diretti, in parte indiretti):
m lo sviluppo di strumenti efficaci per la valutazione dell’inquinamento
atmosferico e degli specifici inquinanti;
m la valutazione di dettaglio dei rischi in atto e la definizione delle maggiori
di sorgenti inquinamento;
m la determinazione di eventuali punti critici, caratterizzati da un’elevata
ricaduta in terreni dedicati alle coltivazioni agricole o in zone densamente
abitate.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamenti da parte degli Enti Territoriali coinvolti, Comune di Alessandria e Provincia
di Alessandria, fondazioni e dalla comunità europea.
costi:
Il programma prevede un costo di circa 75.000-120.000 €, variabile in funzione del tipo
di modellistica applicata e del numero di campioni che dovranno essere analizzati con
tecnologie PV-SEM/EDS e dal numero di misure in situ che dovranno essere messe
appositamente in atto.
Fattibilità:
La fattibilità del programma, dal punto di vista tecnico, è testimoniata dalle pregresse
esperienze del DiSAV nell’ambito della valutazione del rischio ambientale in aree
contaminate, oltre al know-how accumulato dai ricercatori del DiSAV nel corso di
numerosi programmi, sia nazionali che internazionali.
A tal fine occorre sottolineare che il DiSAV ha preso parte a progetti in cui sono state
sviluppate analoghe tematiche, quali ad esempio LINFA (Life Intervention for Fraschetta
Area, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito dell’iniziativa LIFE - Ambiente)
e Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Bando “Ricerca e innovazione per
Alessandria dal titolo: Valutazione degli effetti dovuti alla riduzione delle emissioni
industriali in seguito ai piani di intervento mediante modello di dispersione degli inquinanti
e misure in situ” e attualmente ha in atto una convenzione con ARPA e Provincia di
Alessandria per “Caratterizzazione di particolato atmosferico nel Comune di Arquata
Scrivia e aree contigue - Provincia di Alessandria”.
cronoprogramma:
L’attività sarà articolata in 36 mesi e prevederà l’alternarsi di fasi di raccolta dati, simulazioni
modellistiche, analisi strumentali e interpretazione dei risultati.
Il cronoprogramma di dettaglio sarà redatto in fase di programma operativo.

292
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 2
titolo:
Energia da bio-metano prodotta da filiera corta

Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti

Sottotitolo:
Il progetto ha come scopo principale la valorizzazione delle biomasse presenti sul territorio
per la produzione di bio-metano da utilizzare per l’alimentazione del parco mezzi del
comune di Alessandria e per il riscaldamento di enti pubblici e scuole.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino, AMAG.
descrizione del progetto:
Il contesto relativo alla produzione di energia da biomassa, sia di origine agricola che da
rifiuti si caratterizza per una notevole attenzione alla quantità di energia da produrre e
poco o nulla sull’efficienza energetica dei sistemi di produzione e utilizzo della stessa.
La scelta progettuale è quella di estrarre il metano contenuto nella biomassa ricorrendo a
processi di fermentazione anaerobica, introdurlo nelle infrastrutture nazionali di trasporto
e stoccaggio del gas al fine di alimentare impianti di cogenerazione distribuiti sul territorio
di Alessandria (impianti di teleriscaldamento ad alto rendimento secondo la Delibera
42/02 dell’AEEG). L’elevata efficienza del sistema congeniato, inoltre, sarà assicurata
dalla realizzazione di un impianto alimentato dai prodotti di scarto del processo
sopradescritto (acqua e CO2) per la coltivazione massiva di microalghe dalle quali ottenere
altra biomassa fermentabile, acqua di processo e olio vegetale.
La soluzione tecnologica in esame riguarda quindi un sistema complesso ad alto potenziale
innovativo poiché armonizza efficacemente componenti e processi appartenenti a realtà
normalmente separate, con inequivocabili benefici. In primo luogo, l’intensivo
sfruttamento delle materie prime ampiamente disponibili (biomasse agricole, fanghi di
depurazione, Organico da raccolta differenziata) e l’impiego di infrastrutture di trasporto
e stoccaggio del metano preesistenti permetterà il raggiungimento di un bilancio
complessivo non raggiungibile da altre soluzioni attualmente disponibili. Secondariamente,
la possibilità di impiegare impianti di cogenerazione consentirà il disaccoppiamento
temporale tra il momento di produzione e il momento di utilizzo dell’energia, risolvendo
in tal modo uno dei principali problemi che limitano l’impiego dei sistemi energetici
rinnovabili, e di massimizzare l’efficienza della fase produttiva dell’energia realizzando un
processo di produzione, continuo nelle 24 ore e indipendente dalla stagionalità, che non
venga meno alla domanda energetica tipica dei complessi residenziali. Infine, grazie
all’inserimento della coltivazione delle biomasse algali, si raggiungerà un ulteriore
avanzamento rispetto allo stato attuale degli impianti dal punto di vista ambientale poiché
la CO2 normalmente dispersa in atmosfera a seguito della combustione del biogas e i
residui della digestione anaerobica è tra gli alimenti fondamentali per la crescita delle
microalghe.
Il progetto prevede la realizzazione di una serie di impianti e strutture finalizzate alla
produzione di bio-metano e olio vegetale.
Consistenza dell’impianto:
- una linea di fermentazione anaerobica in continuo per la produzione di
293
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

biogas da materiale organico di origine esclusivamente agricola, ubicato in


località San Michele;
- una seconda linea di fermentazione anaerobica tipo batch per la produzione
di biogas da materiale organico derivante dalla raccolta differenziata dei rifiuti
solidi urbani, ubicato nell’impianto di trattamento rifiuti;
- una linea di fermentazione anaerobica in continuo per la produzione di
biogas dai fanghi di depurazione;
- i necessari impianti di filtraggio del biogas in bio-metano e la successiva
immissione nel metanodotto SNAM;
- un impianto sperimentale di coltivazione massiva di microalghe in
- bioreattori, finalizzato alla produzione di olio vegetale, ubicato presso
l’impianto di San Michele.
Una volta ottenuto il biometano, esso verrà immesso nella rete di trasporto Regionale e
sarà prelevato tramite la rete di distribuzione del metano in prossimità delle centrali di
cogenerazione e teleriscaldamento e dai distributori di gas metano per gli autoveicoli
pubblici e privati.
Schema generale dei componenti dei sistema:
Digestore Cogenerazione
anaerobico per Filtro per bio-
materiale metano/CO2
agricolo Autotrazione

Digestore
anaerobico Dry Bioraffineria
per materiale Biomasse algali
organico da RD

Schema generale delle materie prime e dei prodotti in uscita


Materie prime Prodotti in lavorazione Prodotti in uscita

Energia
termica
Biometano
Agricoltura: Energia
liquami, elettrica
Biogas
coltivazioni CO2
dedicate, scarti
da agroindustria,
siero di latte, etc.

Olio
Da FORSU: vegetale da
umido, alghe
mercatale, scarti Acqua organica
di lavorazione Digestat
industria Digestato solido
alimentare Fertilizzante

294
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Finalità generali:
L’inquadramento ottimale per la dislocazione dell’impianto, è definito principalmente da
due fattori: vicinanza con la rete metano e disponibilità della materia prima.
La rete del gas metano in Italia è caratterizzata da una elevata capillarità con una altrettanto
elevata capacità di trasporto e stoccaggio. La dislocazione del sito produttivo di bio-metano
dovrà quindi essere individuata in un raggio di alcuni chilometri dalla tubazione di
trasporto nazionale o regionale.
La disponibilità della materia prima, sia organica da raccolta differenziata/industria
alimentare che da coltivazioni agricole, gioca un ruolo fondamentale, in quanto
l’ottimizzazione dei trasporti da e per l’impianto costituisce un importante fattore di
efficienza energetica. L’installazione dell’impianto in aree agricole, decentrate rispetto alle
aree urbane, non costituisce un ostacolo, ma rappresenta un valore aggiunto in quanto
territorio ideale per l’utilizzo del digestato come fertilizzante.
Le materie prime disponibili sono:
- Organico da raccolta differenziata
- Organico da industria alimentare
- Mercatale ( mense, mercato ortofrutticolo, centri commerciali )
- Sfalci da verde pubblico
- Insilati ( trinciati di: mais, grano, orzo, erba, etc.. )
- Colture dedicate ( sorgo, loietto, girasole, etc..)
- Scarti da agro-industria
- Liquami da allevamento (bovini, suini, etc.. )

obiettivi specifici:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
m Produzione di energia rinnovabile tramite la valorizzazione degli scarti
dell’agricoltura e delle attività umane del luogo.
m Utilizzo del combustibile più pulito in natura (metano biologico) per il
riscaldamento degli ambienti e per la mobilità urbana.
m Sequestro della CO2 emessa dalle biomasse (ritrasformazione in biomassa)
m Realizzazione delle reti di teleriscaldamento a servizio dei cittadini

295
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

m Alimentazione dei veicoli a metano tramite metano biologico (biometano)


direttamente dagli attuali distributori senza alcuna modifica impiantistica.
m Ricerca scientifica applicata per l’industrializzazione di un filtro per il
biogas
m Ricerca scientifica applicata per l’industrializzazione dei fotobioreattori
per alghe
m Industrializzazione dei prodotti per nuove attività imprenditoriali locali.
m Sviluppo dell’occupazione locale per la gestione degli impianti di
produzione.
m Sviluppo dell’occupazione locale per la gestione degli impianti di
cogenerazione.
Attività:
La realizzazione di tale sistema in una città come Alessandria prevede le seguenti attività:
o Attività di progettazione e comunicazione
o Costituzione di una nuova Newco
o Attività immateriali di costituzione avviamento
o Acquisizione dei terreni per gli impianti di produzione biometano
o Realizzazione delle centrali di cogenerazione a biometano
o Realizzazione delle reti di teleriscaldamento
o Sostituzione delle caldaie con le sottostazioni di scambio termico.
o Realizzazione del sistema di telecontrollo e gestione
o Avviamento di programmi di ricerca scientifica
o Acquisto materiali e attrezzature.
risultati:
Tale innovativo sistema potrà avere come effetti diretti e indiretti:
l Una integrazione sinergica degli attori principali del territorio che dalla
compartecipazione all’attività non potranno che potenziarsi a vicenda.
l L’utilizzo dell’energia prodotta andrà a beneficio del territorio sia in
termini diretti sulla spesa che in termini di miglioramento ambientale.
l Essendo il sistema basato sulle energie rinnovabili in accordo con le norme
vigenti, potrà avere una sostenibilità economica e finanziaria indipendente.
l Realizzare nuovi prodotti industriali ad alto contenuto scientifico in
previsione dell’imminente sviluppo del mercato del biometano in Italia.
l Consentire una durevole attività scientifica al polo universitario
l Sviluppo di un modello di sistema da esportate sia in Italia che all’estero.
l Livelli di occupazione duratura sul territorio, sia in termini di gestione
della produzione e utilizzo che in termini di nuove imprese.
LINEA AGRICOLA
Prodotti in ingresso:
Sulla base di uno studio preliminare le materie prime disponibili per un impianto tipo
dovrebbero essere:
- Biomassa - 40.000 t/anno, S.S. = 33%
- Liquami bovini - 20.000 t/anno = 8%
Prodotti in uscita:
- Biogas – 9.500.000 mc/anno (4.500.000 mc biometano e 4.000.000 mc CO2)
- Digestato solido palabile – 30.000 t/anno (ammendante per semina)
- Acqua organica – 10.000 t/anno
LINEA ORGANICA ( umido da raccolta differenziata)

296
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Prodotti in ingresso
Sulla base di uno studio preliminare le materie prime disponibili per un impianto tipo
dovrebbero essere:
- Rifiuto organico - 30.000 t/anno, S.S. = 30%
- Sfalci verdi da verde pubblico /fanghi – 6.000 t/anno = 70%
Prodotti in uscita:
- Biogas - 8.000.000 mc/anno ( 4.400.000 mc bio-metano e 3.600.000 mc CO2)
- Digestato solido palabile – 20.000 t/anno (ammendante per semina)
- Acqua organica – 10.000 t/anno
ALGHE
Prodotti in ingresso
- CO2 - 7.600.000 mc
- Acqua organica – 20.000 t/anno
Prodotti in uscita
- Olio vegetale – 30.000 kg/anno
- CO2 – 945 t/anno (-40% di quella introdotta)
- Acqua fitodepurata – 20.000 t/anno
Il bilancio energetico del sistema, tiene conto dell’energia utile contenuta nei materiali
introdotti, al netto degli autoconsumi ed utilizzata ai fini della cogenerazione per impianti
di teleriscaldamento. Trasportare il metano ed utilizzarlo dove vi è la possibilità di utilizzare
sia l’energia elettrica che il calore, consente di massimizzare l’efficienza energetica
complessiva del sistema.
INPUT PROCESSO OUTPUT PROCESSO OUTPUT
Biomasse 94% Digestore Biometano Trasporto gas Calore 36%
Liquami 6% Autoconsumo - 11% Olio vegetale Teleriscaldamento Elettricità 36%
“Energia solare” Coltivazine microalghe Trasporto 3.000 dioveg.

Energia immessa Energia utile Energia finale


100% 88% 72%+*

risorse, strumenti e forme di finanziamento


In sede di avvio del progetto, la Newco, potrà avvalersi sostanzialmente di capitale dal
sistema bancario, con garanzie da parte dell’Ente pubblico.
Si ipotizza la copertura degli investimenti ripartiti tra i suddetti soggetti, in parte di apporto
di capitale e in parte in termini di finanziamento dei soci. La restante parte
dell’investimento sarà coperta con finanziamento bancario a lungo termine.
Si ipotizza a regime la maggioranza privata e la copertura dei costi di gestione a carico della
Newco tramite le seguenti voci di ricavo:
m ricavi derivanti dalla vendita dell’energia termica agli utenti pubblici e
privati collegati alla rete di teleriscaldamento;
m ricavi derivanti dalla vendita dell’energia elettrica cogenerata dalle centrali
di cogenerazione;
m ricavi derivanti dagli incentivi concessi alla produzione di energie
rinnovabili;
m ricavi derivanti dalla vendita di biometano per autotrazione.
costi:
Realizzazione impianto produzione biometano S. Michele: € 5.000.000
Realizzazione impianto produzione biometano rifiuti: € 8.000.000
Realizzazione impianto produzione biometano fanghi: € 5.000.000

297
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Realizzazione centrali di cogenerazione: € 15.000.000


Realizzazione rete di teleriscaldamento: € 8.000.000
Costi di avvio: € 1.000.000
totale investimento complessivo: € 42.000.000
Fattibilità:
Descrizione delle caratteristiche e delle norme che consentono la produzione e il
vettoriamento del biometano nel Sistema Nazionale:
NORME DI RIFERIMENTO
“nei limiti delle disposizioni del presente decreto le attività di importazione, esportazione,trasporto e
dispacciamento, distribuzione e vendita di gas naturale, in qualunque sua forma e comunque utilizzato,
sono libere”. D.L. 164/00
L’art.1 riporta: “[...] le attività di importazione, esportazione, trasporto e dispacciamento, distribuzione
e vendita di gas naturale, in qualunque sua forma e comunque utilizzato, sono libere. [....]”. Per effetto
di questo articolo del decreto Letta, l’industria nazionale del gas naturale non comprende
solo le attività di vendita e distribuzione già citate, ma è una filiera produttiva articolata in
varie fasi e in diverse attività: approvvigionamento, trasporto, stoccaggio, distribuzione e
vendita.
Quindi oggi, anche le società private regolarmente autorizzate dal MSE possono operare
al pari di ENI a tutte le attività della filiera del gas metano.
Per la produzione e l’immissione del gas metano (di origine fossile o di origine biologica)
occorre rispettare la norma tecnica seguente:
Gazzetta Ufficiale N. 65 del 19 Marzo 2007
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
DECRETO 19 febbraio 2007
Approvazione della regola tecnica sulle caratteristiche chimico-fisiche e sulla presenza di
altri componenti nel gas combustibile da convogliare.
COMMENTO ALLE NORME
La norma prescrive che il biometano non può essere immesso direttamente nella rete di
distribuzione del gas, ma solo attraverso le reti di trasporto nazionale o regionale. Dalla
rete di distribuzione può essere solamente prelevato.
Alla luce di quanto sopra, già oggi è possibile produrre, immettere in rete, stoccare e
distribuire il gas metano indipendentemente dalla fonte di estrazione (fossile o biologica).
Riguardo alla sostenibilità economica, il biometano è a tutti gli effetti una fonte energetica
rinnovabile e in quanto tale ha diritto alle agevolazioni in materia di accisa come stabilito
dalle Norme dell’Agenzia delle Dogane.
Ad oggi non esiste in Italia alcun incentivo specifico alla produzione di biometano, ma
occorre “passare” tramite la generazione elettrica che se ottenuta da un combustibile
rinnovabile (biometano) dà diritto ai certificati verdi secondo le norme tecniche gestite dal
GSE.
Il teleriscaldamento è normato dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas secondo la
delibera 42/02.
Gli altri elementi preliminari di fattibilità sono:
a Condivisione con l’Ente pubblico delle finalità del progetto
a Costituzione di una Newco con una mission aziendale basata sulla
produzione di biogas e concessione del servizio di teleriscaldamento
a Acquisizione dei terreni per la realizzazione degli impianti di produzione.
a Organizzazione della Newco con forte integrazione con gli attori locali
industriali e creazione della struttura gestionale adeguata

298
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

a Condivisione di una vision innovativa per la ricerca universitaria orientata


al libero mercato.
cronoprogramma di lavoro:
1° anno 2° anno 3° anno
Studio fattibilità
Costituzione società
Progetto preliminare
Progetto esecutivo
Richiesta autorizzazioni
Aggiudicazione
Impianto San Michele
Impiato Rifiuti
Impianto Fanghi
Centrale cogenerazione
Rete teleriscaldamento
Impianto microalghe

299
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 3
titolo:
Analisi del rischio sanitario: dallo studio del trasferimento di
inquinanti nelle specie vegetali edibili alla valutazione
degli effetti dell’inquinamento atmosferico

risanamento ambientale:
linea 3
aria, acqua, suolo

Sottotitolo:
Analisi del rischio sanitario derivante dal consumo alimentare di organismi vegetali
potenzialmente contaminati da irrigazione e ricaduta fumi: valutazione del bioaccumulo
in vegetali di rilevanza alimentare e dello stress ossidativo nei soggetti esposti.
Soggetti proponenti:
DiSAV – Università del Piemonte orientale “A. Avogadro”.
descrizione del progetto:
Il progetto si pone come obbiettivo, la valutazione del tasso di bioaccumulo di inquinanti
ambientali, quali il cromo, in organismi vegetali, a seguito di irrigazione con acque
contaminate e di deposizione di contaminanti atmosferici.
In particolare, il contenuto di cromo nei tessuti di differenti organismi vegetali irrigati con
acqua contaminata sarà messo in relazione con la concentrazione di cromo nei campioni
di acqua.
Infatti, il cromo contenuto nelle acque di irrigazione potrebbe essere assimilato dalle piante
coltivate per scopi alimentari. è perciò opportuno valutare anche l’assorbimento e
l’accumulo del cromo nei vari organi dei vegetali su una gamma di specie con
caratteristiche diverse, verificando anche la specie chimica (cromo esavalente oppure
trivalente) presente nella pianta, essendo note le concentrazioni nelle acque somministrate
e nei suoli coltivati. Particolare attenzione potrà essere rivolta alle colture di insalate, diffuse
nella zona ed utilizzate per il consumo della popolazione residente, sia alle colture più
diffuse quali lattughe e cicorie (es. cicoria pan di zucchero) che hanno un notevole valore
economico per gli agricoltori e vengono per lo più esportate.
Si provvederà inoltre ad accertare l’effetto di trattamenti con funghi micorrizici arbuscolari,
simbionti benefici delle radici delle piante, sull’assorbimento del cromo da parte delle
piante. L’applicazione di questi microrganismi potrebbe infatti fortemente ridurre
l’eventuale presenza del cromo.
Le piante coltivate saranno anche utilizzate per compiere test di tossicità e genotossicità
(comet test, ploidia, contenuto di DNA, etc.), utili per stimare i possibili effetti sulla salute
umana.
Mediante l’utilizzo dei più moderni software verrà inoltre modellata l’assunzione del cromo
(VI) e degli altri inquinanti ritrovati nell’area al fine di poter generalizzare i dati ottenuti,
in maniera sito-specifica, ai suoli con differente composizione geomineralogica e ai
differenti tipi di colture.
Tali ricerche verranno utilizzate per integrare adeguatamente la valutazione del rischio
sanitario nell’area in esame.
Per seguire nel tempo lo sviluppo della situazione relativa alla caratterizzazione chimico -

300
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ecotossicologica di suoli ed acque verrà inoltre realizzata una banca-dati. L’acquisizione


ordinata e georeferenziata dei dati permetterà di valutare l’estensione e la gravità del
problema della contaminazione ma anche di poter seguire con i test ecotossicologici con
end point subletali gli effetti della messa in sicurezza e/o della bonifica di alcune aree.
Inoltre, nella valutazione degli impatti sugli organismi vegetali ad uso alimentare, sarà
considerata una seconda sorgente di contaminazione potenzialmente rilevante a cui sono
esposti gli organismi vegetali, quella derivante dalla deposizione di contaminanti presenti
in atmosfera.
Seguirà un’analisi delle polveri sottili, focalizzando l’attenzione sulle sostanze contenute nei
PM 10 / PM 1 mediante metodologie in grado di valutarne la pericolosità sulla salute,
non in base alla quantità ponderale, ma alla tossicità degli inquinanti presenti. Si ricercherà
l’eventuale presenza di sostanze oncogeniche per mezzo di test di genotossicità, come il
Comet, o con l’uso di biosensori, come gli elettrodi a DNA. In caso di responso positivo
si procederà all’analisi dei metalli pesanti, eventualmente anche rilasciati dalle marmitte
catalitiche, ed alla tipicizzazione degli idrocarburi poliaromatici (IPA).
Infine, verranno studiati, per gli abitanti della zona industriale di Alessandria, indici quali
il livello di stress ossidativo, il danno al DNA e il danno genotossico (frequenza dei
micronuclei) che possono evidenziare eventuali rischi di cancerogenesi ambientale sulla
popolazione residente. Su campioni di sangue e urine (da prelevarsi il collaborazione con
l’ASL competente) verranno anche effettuate analisi relative alla presenza di microquantità
di contaminanti tipici della zona.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
m quantificare il bioaccumulo di contaminanti ambientali (e.g. cromo VI) da
acque irrigue inquinate e da deposizione di particolato atmosferico, in
organismi vegetali di rilevanza alimentare;
m stimare il potenziale uptake nella popolazione dal consumo di tali vegetali;
m valutare il potenziale rischio per la salute umana da questo scenario di
esposizione spesso trascurato dai software per la valutazione del rischio
sanitario;
m verificare gli eventuali impatti sulla salute della popolazione residente in
aree soggette a forte pressione antropica.
obiettivi specifici:
o valutare il bioaccumulo di cromo VI nella produzione agricola dell’area
della Fraschetta a causa della contaminazione della falda acquifera;
o stimare il potenziale rischio per la salute della popolazione residente
nell’area della Fraschetta derivante dal consumo di prodotti vegetali irrigati
con acque di falda contaminate da cromo VI;
o determinare le variazioni nell’uptake di cromo VI derivanti da
micorizzazione dei vegetali coltivati;
o creare un database che permetta una valutazione a medio-lungo periodo
dell’esposizione a cromo VI derivante da consumo di prodotti vegetali
nell’area della Fraschetta e che consenta di valutare l’efficacia delle operazioni
di mitigazione eventualmente realizzate.
Attività:
La realizzazione del programma di ricerca prevede le seguenti attività (investimenti):
l definire l’area di studio e identificare le specie vegetali maggiormente
rappresentative su cui effettuare le determinazioni analitiche e le valutazioni

301
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ecotossicologiche;
l raccogliere i dati relativi alla produzione agricola dell’area di studio ed il
consumo medio di vegetali, in modo da valutare l’uptake di contaminanti da
alimentazione;
l determinare gli eventuali rischi per la popolazione attraverso test
ecotossicologici mirati e indagini specifiche.
risultati:
Tale innovativo approccio potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
l lo sviluppo di strumenti efficaci per la valutazione del rischio sanitario
nell’area della Fraschetta;
l la pianificazione di interventi volti alla mitigazione del rischio sanitario
anche attraverso l’attuazione di politiche mirate alla riduzione degli input di
contaminanti nelle differenti matrici e di minimizzazione dell’esposizione della
popolazione agli inquinanti ambientali;
l la realizzazione di un database che permetterà di seguire nel tempo
lo sviluppo della situazione.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamenti da parte degli Enti Territoriali coinvolti, principalmente Comune di
Alessandria e Provincia di Alessandria.
costi:
Il programma prevede un costo di circa 75.000-100.000 €, variabile in funzione del numero
di punti di indagine previsti nel programma operativo, per i suoli, le acque di falda e le
acque superficiali.
Fattibilità:
Il progetto è realizzabile in tutte le sue fasi, se sostenuto economicamente.
cronoprogramma:
L’attività sarà articolata in 36 mesi e prevederà l’alternarsi di fasi di raccolta campioni,
effettuazione analisi e interpretazione dei risultati.
Il cronoprogramma di dettaglio sarà redatto in fase di programma operativo.

302
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 4
titolo:
Ecodiesel

Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti

Sottotitolo:
Sviluppo e test su automezzi per il trasporto pubblico urbano di derivati liquidi da
biomasse lignocellulosiche come bioadditivi del diesel per la riduzione delle emissioni
inquinanti.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino
descrizione del progetto:
L’uso del gasolio standard nelle aree urbane rappresenta come noto un elemento di grande
criticità non solo per il fatto stesso di utilizzare un combustibile di origine fossile (emissioni
serra), ma anche per le emissioni locali connesse all’uso del diesel, in particolar modo il
particolato.
I biocombustibili dovranno, assieme a pochi altri combustibili alternativi, soddisfare il 10
% della domanda al 2020: i biocarburanti di nuova generazione, quali bioetanolo da
lignocellulosico, il FT- Diesel, il DME, il biometanolo dovranno svolgere un ruolo
importante per il raggiungimento degli obiettivi. Rispetto alla benzina, la sostituzione del
gasolio con biocombustibili di seconda generazione risulta maggiormente difficile, in
quanto ad oggi possibile solo ricorrendo alla filiera BTL (Biomass To Liquid), ancora in
fase di ricerca e sviluppo.
Il progetto di ricerca ECODIESEL affronta questo tema, basandosi sulle ricerche in corso
per la dimostrazione in scala industriale (40.000 t/y) delle diverse tecnologie per la
produzione del bioetanolo da lignocellulosico: ECODIESEL prevede lo studio di
un’ottimale miscela di diesel e bioadditivi derivati da biomassa lignocellulosica e la
sperimentazione del biocombustibile con test da banco su motori diesel. Il progetto si
propone di studiare le potenzialità delle molecole derivate dall’utilizzo di zuccheri a 5-6
atomi di carbonio, derivati da trattamenti attraverso vapore e processi enzimatici, per
l’utilizzo nell’additivazione del diesel standard, in modo da ottenere un carburante dalle
migliorate caratteristiche emissive.
Il progetto, attraverso l’utilizzo di zuccheri derivati da biomasse lignocellulosiche
trasformati attraverso processi chimici e/o fermentativi applicati singolarmente od in
sequenza, mira ad ottenere un ECO-DIESEL, in quanto additivato con bio-derivati in
elevate percentuali al diesel tradizionale e combina in questo senso una duplice risposta
alle criticità essenziali relative al consumo di diesel, la riduzione dei gas a effetto serra e
delle emissioni inquinanti in aree urbane e l’aumento della quota di carburante proveniente
da fonti rinnovabili.
Finalità generali:
Il diesel in Europa ed in Italia è il carburante liquido più diffuso nel settore trasporti ed
energia ma è fortemente caratterizzato da emissioni inquinanti, che ne costituiscono il
principale svantaggio. Oltre ad essere evidentemente responsabili di una grande parte delle

303
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

emissioni serra nel settore trasporti, i motori diesel minacciano seriamente l’ambiente,
soprattutto quello urbano, con tutta una serie di inquinanti quali CO2, particolato, NOx,
THC, VOC etc., e sono considerati una delle principali fonti d’inquinamento dell’aria.
Attualmente al fine di ridurre l’impatto di emissioni di CO2 si ricorre all’uso di alcune
alternative tecnologiche (Biodiesel, Synthetic oil/FT-Diesel, Green Diesel) che hanno un
limitato beneficio ambientale e limitazioni o tecnologiche o di costo.
Si può quindi affermare che attualmente non esistono alternative economiche, competitive
con il diesel petrolifero e sostenibili che siano applicabili a breve alla formulazione
attualmente usata del diesel standard per diminuirne il carico inquinante delle emissioni.
Il progetto mira ad ottenere un ECO-DIESEL additivabile in elevate percentuali al diesel
tradizionale e combina in questo senso una duplice risposta alle criticità essenziali relative
al consumo di diesel, la riduzione dei gas a effetto serra e delle emissioni inquinanti e
l’aumento della quota di carburante proveniente da fonti rinnovabili.
L’utilizzo di tali bioderivati nel diesel non richiederà l’utilizzo di ulteriori additivi, necessari
per stabilizzare il biocombustibile ottenuto. Pertanto, la conversione di zuccheri a 5-6
atomi di C, derivati da biomassa lignocellulosica, in molecole ossigenate da addittivare al
diesel può non solo incrementare in modo significativo l’introduzione dei biocombustibili
nel mercato (fino ai target previsti in Europa), ma contribuire in modo significativo alla
riduzione di emissioni di particolato, una delle principali problematiche associate all’utilizzo
di motori diesel. Tuttavia, la ricerca nel settore richiede notevoli investimenti da parte di
aziende private, enti di ricerca col supporto di fondi pubblici per rendere i processi
economicamente sostenibili.
obiettivi specifici:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
o produzione di combustibili tramite la valorizzazione degli scarti
dell’agricoltura;
o contributo al raggiungimento degli obbiettivi sottoscritti dalla Covenant of
Majors;
o utilizzo di un combustibile più pulito per la mobilità urbana;
o riduzione delle emissioni del parco veicoli pubblici senza grossi
investimenti e senza significative modifiche agli attuali distributori;
o ricerca scientifica applicata per l’industrializzazione dei bio additivi;
o industrializzazione dei prodotti per nuove attività imprenditoriali locali;
o sviluppo dell’occupazione locale per la produzione di biomasse.
Attività:
Fase 1 – Studio e selezione di composti specifici derivati da biomassa
lignocellulosica
L’obiettivo di questa fase è quello di fornire indicazioni sui composti derivanti da biomasse
lignocellulosiche attraverso processi enzimatici o trattamenti attraverso vapore, che
possono avere buone prospettive d’impiego come additivi del diesel standard, basandosi
sui risultati della ricerca scientifica più recenti disponibili in letteratura (articoli, revisioni,
congressi, brevetti...) in modo da poter definire una successiva sperimentazione effettiva
e ragionata dei candidati con le migliori potenzialità teoriche.
Tali composti dovranno presentare caratteristiche tali da permettere la miscelazione con
il diesel e in grado di apportare vantaggi in termini di parziale sostituzione di combustibili
provenienti da fonti fossili, miglioramento delle caratteristiche chimico-fisiche delle
emissioni dei motori diesel, convenienza economica e adattabilità potenziale alle
infrastrutture e alla catena logistica esistente; Verranno sicuramente presi in considerazione
ossigenati (come acetali, eteri, esteri, ...), il cui utilizzo si è dimostrato in grado di diminuire
304
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

le emissioni di particolato1. In particolare, è stato supposto che il livello di tale riduzione


dipenda in modo lineare dal contenuto in ossigeno, mentre l’effetto della struttura chimica
sia trascurabile. In questo contesto, sono stati proposti diversi meccanismi in cui tali
additivi riducono i precursori responsabili delle emissioni di particolato (1). Inoltre, i dati
presenti in letteratura, opportunamente aggregati e revisionati, potranno permettere di
effettuare valutazioni economiche preliminari sui composti presi in esame e i loro rispettivi
processi di sintesi, in modo da prevederne le principali caratteristiche di replicabilità e
sostenibilità economica industriale.
Ai fini dell’analisi tecnico-economica verranno inoltre considerati mercati complementari
e potenziali, quali ad esempio quello dei combustibili per il trasporto aereo.
D1.1 – Revisione bibliografica, brevettuale e tecnologica dei composti candidati
D1.2 - Elaborati comparativi tecnico-economici dei composti candidati
Fase 2 - Studio e selezione dei processi di sintesi dei composti selezionati
In seguito alla selezione dei composti più promettenti da addittivare con il diesel standard,
verranno avviate attività di laboratorio al fine di studiarne la migliore rotta processistica.
Tale valutazione includerà un confronto sistematico tra le diverse vie di sintesi, al fine di
individuare i migliori processi di sintesi e le criticità da affrontare per rendere tali processi
economicamente sostenibili, con particolare attenzione all’impatto ambientale. In
particolare verranno effettuate prove di laboratorio di sintesi dei composti selezionati con
screening e ottimizzazione dei catalizzatori necessari attraverso uno studio comparativo
sulle prestazioni di catalizzatori eterogenei usati per la sintesi degli additivi, Studio
dell’effetto della co-presenza di siti acidi di Brønsted e di Lewis, studio della resistenza al
coking e delle procedure di rigenerazione dei catalizzatori. I prodotti ottenuti verranno
caratterizzati al fine di determinarne la purezza. Verranno inoltre prodotti piccoli lotti di
bioderivati al fine di effettuare i test successivi sulle miscele diesel – bioderivato.
D.2. 1 - Schede di prodotto dei composti derivati (schema di sintesi, resa, selettività del
processo) D.2.2 - Report sulle caratteristiche chimico-strutturali dei catalizzatori utilizzati,
sul loro tempo di vita e sulla loro rigenerazione.
D2.3 – Produzione di bioderivati su scala laboratorio
Fase 3 - Studio del biocombustibile, ottenuto dall’additivazione dei bioderivati nel
diesel
I bioderivati ottenuti nelle fasi successive verranno sottoposti ad alcune prove di
miscelazione con il diesel standard per verificare la stabilità della miscela, le percentuali
minime e massime di miscelazione, gli intervalli di temperatura.
Le miscele ottenute verranno caratterizzate al fine di determinare numero di cetano, punto
di ebollizione, flash point, reid vapor pressure, lubricity delle varie miscele di diesel-
bioderivato. Il bioprodotto verrà confrontato alle specifiche del diesel tradizionale ed
eventualmente ottimizzato, come composizione.
L’obiettivo finale di questa fase è l’individuazione di un paio di biocombustibili ottimali
dal punto di vista della stabilità nel tempo e del loro comportamento come carburante,
paragonati al diesel standard.
D3.1 – Individuazione della miscela diesel- bioderivati ottimale
Fase 4 - prove su motori da banco del biocombustibile addittivato
Le prove di laboratorio su banco motore saranno condotte sul banco prova AVL
“SYSTEM ONE” installato a norma presso il Dipartimento di Scienza dei Materiali e
Ingegneria Chimica del Politecnico di Torino. Esso è costituito da un insieme
preassemblato di dispositivi essenziali per testare motori termici, progettato per una rapida
installazione e facile operatività. Durante questa fase verrà valutato l’eventuale riduzione
di inquinanti e la performance, a seguito dell’utilizzo del nuovo bioprodotto rispetto a
combustibili standard.
La caratterizzazione dei fumi sarà condotta “on line” al Politecnico mediante gli

305
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

analizzatori in continuo ABB di CO, CO2, NO, NO2, idrocarburi incombusti totali (HC)
e particolato. Sui fumi emessi si effettueranno i classici controlli su polveri sottili PM
(particolar matter) e IPA (idrocarburinpoliciclici aromatici) affiancate da analisi quali-
quantitative dei composti ossigenati (per esempio acroleina) che si potrebbero formare in
presenza dell’additivo.
D4.1 – Caratterizzazione del comportamento dei biocombustibili in motori diesel
D4.2 – Valutazione dei parametri ambientali
Fase 5 - lcA del bioprodotto (life cycle analysis – valutazione del ciclo di vita
L’analisi LCA (Life Cycle Assessment) del processo consente di valutare l’impronta
ambientale del sistema in studio, e quindi in questo caso della produzione ed utilizzo di
derivati del bioetanolo da lignocellulosico destinati all’alimentazione di motori diesel
standard.
La valutazione dei carichi energetici e ambientali e degli impatti potenzialmente associati
al bioprodotto/processo/attività in esame lungo l’intero ciclo di vita deve essere condotta
secondo standard esistenti: in particolare, per questi studi le normative di riferimento sono
le ISO 14040- 14044. I principali indicatori considerati per valutazioni di questo tipo sono
l’energia primaria risparmiata (MJ/Km o simili) e la CO2 equivalente risparmiata
(KgCO2_eq/Km).
Lo studio LCA confronterà i principali impatti ambientali di uno/due tra gli additivi
selezionati – una volta definita una specifica tipologia di materia prima - con quelli che
derivano da produzioni e utilizzo di carburanti tradizionali di origine fossile, concentrando
l’attenzione sulle emissioni serra evitate.
Le valutazioni così condotte rappresenteranno un contributo essenziale per valutarne
l’effettiva sostenibilità ambientale, e saranno di supporto alla disseminazione e
comunicazione verso gli stakeholders pubblici e privati.
D5.1 – Studio LCA
Fase 6 - divulgazione dei risultati e prove in campo su mezzi Atm spa
Sarà predisposto un kit informativo del progetto, composto da comunicati stampa,
presentazioni in power point da fornire ai relatori e poster scientifici al fine di massimizzare
le possibilità di disseminazione dei risultati del progetto.
Durante questa fase verranno realizzate delle prove sul campo utilizzando il parco mezzi
dell’ATM spa di Alessandria allo scopo di verificare i test sperimentali ottenuti sui banchi
prove motori e confermare la riduzione di emissioni su un parco autobus con differenti
classificazioni ambientali.
risultati:
Tra le attività del progetto sono state appositamente incluse tutte quelle attività di
valutazioni tecnico-economiche, acquisizione di know-how sui composti derivati e
valutazione del comportamento del biocarburante nel motore diesel convenzionale che
sono step necessari per favorire una sua rapida realizzabilità industriale.
L’additivazione di BIODERIVATI nel diesel standard porta alla definizione di
biocombustibili che si è visto poter essere utilizzati in motori diesel convenzionali. Pertanto
tale mercato risulta essere una porzione enorme, anche se il limite ad oggi è imposto dalla
produzione su larga scale di questi bioderivati. Un’analisi di mercato più approfondita
sarà, comunque, necessaria per definire in modo più preciso il potenziale commerciale
dei bioderivati ottenuti.
Tale commercializzazione potrebbe avvenire, dapprima, attraverso l’implementazione della
tecnologia di produzione dei derivati da parte dei produttori di etanolo e, successivamente,
attraverso le seguenti tre fasi: (i) introduzione delle miscele in flotte chiuse (per trasporti
urbani), (ii) introduzione nelle stazioni di rifornimento per mezzi pesanti a lunga
percorrenza e, infine, (iii) introduzione nelle stazioni di rifornimento per veicoli a trasporto
privato. In quest’ottica, saranno individuati partner commerciali sia per la produzione su
306
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

larga scala (ad es. produttori di bioetanolo e derivati), sia per la distribuzione dei
biocombustibili (ad. es. trader).
Ultimo aspetto, non però secondario, è che i risultati ottenuti in questo progetto non
saranno di utilità solo per le aree urbane, ma potranno trovare ampi spazi di mercato nel
settore delle macchine agricole, essenzialmente dominato dai motori diesel, chiudendo
così idealmente un cerchio che vedrà il biocarburante ritornare sul luogo in cui è stato
prodotto.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il progetto di ricerca ECODIESEL potrebbe rispondere a bandi ministeriali tipo
“MATTM (GU 150, 21/12/10)” o europei.
Esiste inoltre l’interesse di operatori privati nello sviluppo di bio-additivi da rivendere alle
società di raffinazione petrolifera per lo sviluppo di Ecodiesel.
costi:

totale (E)

A) Ricercatori esterni, esperti aziendali,


100.000
consulenze, stato dell’arte
B) Software, hardware, strumenti di
200.000
misura
C) Personale strutturato e utilizzo di
150.000
laboratori di ricerca

D) Impatto energetico e ambientale 50.000

E) Test su banche prove motori 30.000

F) Divulgazione risultati 20.000

totale costi (E) 550.000

Fattibilità:
Il progetto offre una soluzione particolarmente promettente (additivazione di bioderivati
dell’etanolo o da biomassa lignocellulosica nel diesel) al fine di creare i presupposti per un
nuovo biocarburante, basato su processi sostenibili e derivante da biomasse
lignocellulosiche. L’introduzione di percentuali anche minime di derivati da biomasse
lignocellulosiche nel diesel, permetterebbe l’introduzione in tre mercati attualmente non
accessibili ai biocombustibili: quello dei veicoli diesel, quello dei mezzi pesanti per trasporti
e per l’industria e quello dei mezzi agricoli. Grazie all’utilizzo di derivati dell’etanolo in
diesel sarà possibile andare a sostituire parte del combustibile derivante esclusivamente da
fonti fossili con biocombustibile prodotto da fonti alternative rinnovabili, con benefici
significativi sia per l’ambiente (come riduzione dei gas serra e particolato) che dal punto
di vista economico per una maggiore indipendenza dalle importazioni extra-UE di petrolio
e per uno sviluppo del settore agro-industriale locale.

307
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

cronoprogramma di lavoro:

FASI progEttuAlI 1° Anno

11-2 3-4 5-6 7-8 9-10 11-12

Fase 0 - Coordinamento e Management

Fase 1 - Studio e selezione di composti


specifici derivati da biomassa lignocellulosica
Fase 2 - Studio e selezione dei processi di
sintesi dei composti selezionati
Fase 3 - Studio del biocombustibile,
ottenuto dall’additivazione dei bioderivati
nel diesel
Fase 4 - Prove su motori da banco del
biocombustibile additivato
Fase 5 - LCA del bioprodotto (Life cycle
analysis - Valutazione del Ciclo di vita)
Fase 6 - Divulgazione dei risultati

1
Nord K.E., Haupt D., Reducing the emissions of particles from a diesel engine by adding an oxygenate
to the fuel, Environmental Science & Technology, 39, 2005, 6260-6265

308
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 5
titolo:
Eco-sistema: i rifiuti da problema a risorsa

Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti

Sottotitolo:
La natura non produce rifiuti perché le sostanze che compongono la materia vivente
vengono continuamente riciclate attraverso il sistema delle catene alimentari. L’uomo
sembra essere nemico di questo principio divenendo un grande creatore di rifiuti. Occorre
quindi ispirarsi a tali processi al fine di creare un sistema virtuoso che attraverso lo sviluppo
di sinergie tra vari attori porti alla valorizzazione del rifiuto quale materia prima da
trasformare, mediante operazioni di recupero, riciclaggio e riutilizzo, in semilavorati e/o
prodotti finiti.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto mira da un lato a creare opportunità di sviluppo economico del territorio,
dall’altro a promuovere la cultura della sostenibilità ambientale e ad incentivare lo sviluppo
di comportamenti virtuosi da parte di cittadini ed imprese.
Criterio fondante del progetto è l’idea di generare nuove opportunità di sviluppo del
territorio mediante la creazione di una filiera del rifiuto che attraverso la collaborazione
tra diversi attori (Università, Politecnico, Collegio Costruttori, Comune, Consorzio rifiuti,
A.M.I.U., aziende private del settore, ...) permetta ai medesimi di fare sistema e,
potenziando le sinergie tra pubblico e privato, di sostenere la crescita economica.
All’interno del quadro sopra delineato il rifiuto verrebbe a qualificarsi non più e non solo
quale materia di scarto capace di generare unicamente costi derivanti dalle modalità di
smaltimento, ma quale materia prima seconda da utilizzare per la creazione di prodotti di
immediata commercializzazione. Ciò determinerebbe oltre a ricadute economiche dirette,
anche e parallelamente la comparsa di esternalità positive quali ad esempio, lo sviluppo
della ricerca e delle competenze nel campo della scienza dei materiali e dell’uso delle
energie rinnovabili con possibilità di trasferimento delle conoscenze acquisite alle imprese,
la possibilità sviluppo nuove realtà imprenditoriali, la riduzione dei costi economici ed
ambientali sostenuti per il trasporto e lo smaltimento rifiuti, la possibilità di rendere
immediatamente disponibili alle famiglie le risorse economiche derivanti da una riduzione
della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani,…
Considerando l’ampia diffusione che hanno avuto i materiali polimerici l’idea è quella di
realizzare un impianto di recupero, riciclaggio e trasformazione degli stessi (in particolare
pneumatici) in prodotti di immediata commercializzazione quali, ad esempio, isolanti
termo acustici, tubi, scarichi per l’acqua piovana, raccordi, passacavi, prodotti per il settore
edile, materie prime seconde per l’industria, ….
Il processo che porterà alla realizzazione del citato impianto, potrà essere sviluppato per
fasi sequenziali e successive in modo tale da consentire, a partire da una linea di recupero,
trattamento e trasformazione di pneumatici esausti, di implementare, nel tempo, nuove
linee di produzione in grado di generare materie prime seconde (MPS) e/o prodotti finiti
a partire dai materiali polimerici provenienti dalla raccolta differenziata.
309
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

La business idea, dunque, è quella di trovare una soluzione adeguata al riciclaggio degli
pneumatici esausti. Infatti poichè lo smaltimento degli stessi in discarica, sia per il basso
peso specifico del materiale che in ragione dei volumi annualmente prodotti, richiede
notevoli superfici di terreno in siti di sempre più difficile reperibilità e, quindi, con costi
crescenti pare ragionevole tentare il recupero della maggiore frazione possibile di materia.
Il trattamento degli pneumatici in un moderno impianto di riciclaggio si basa su un
procedimento, che riduce i medesimi in quattro componenti essenziali:
- materiali tessili di scarsa rilevanza sia quantitativa che economica da cedere
a ditte di lavorazione dei cascami;
- fili di acciaio di notevole importanza sia per qualità che per valore e che
vengono direttamente conferiti alle acciaierie;
- granuli e polverini di gomma utilizzabili, a seconda della loro qualità, per la
produzione di energia o quali materie prime seconde in vari settori industriali
come di seguito schematizzato.

310
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Il processo di riciclaggio si articola sostanzialmente nelle eseguenti fasi di lavorazione:

Dagli pneumatici si ottengono, percentualmente, le seguenti quantità di prodotti:

tipologia di pneumatici gomma Acciaio Fibra


A) Automobili e furgoni (peso
73 % 25 % 2%
medio per pezzo 8 kg)
B) Camion (peso medio per pezzo
68% 31% 1%
60 kg)

Si ipotizza di trattare per il 70% pneumatici di tipo A), e per il 30% di tipo B).
L’impianto verrà dimensionato per trattare un volume massimo di 15.000 tonnellate annue
e pertanto occorrerà reperire le seguenti superfici:
Impianto da 15.000 ton/anno mq. 15.000
Opificio mq. 2.000
Piazzale mq. 11.000
Magazzino mq. 2.000

Finalità generali:
o Creazione di nuove opportunità di sviluppo del territorio sulla base di un
approccio sostenibile;
o creazione di una filiera dei rifiuti che permetta il recupero ed il riutilizzo
della maggiore frazione possibile degli stessi mediante soluzioni sostenibili
dal punto di vista ambientale, economico, sociale;
o sviluppo della ricerca e delle conoscenze in vari campi quali: la raccolta,
trattamento e recupero dei rifiuti, la scienza dei materiali e le nanotecnologie,
l’uso delle energie rinnovabili;

311
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

o crescita della cultura della sostenibilità ambientale attraverso azioni


formative e divulgative.
obiettivi specifici:
Il progetto mira a dare soluzione ad alcune delle problematiche emerse, in sede di analisi
SWOT, tra le minacce e/o punti di debolezza quali, ad esempio, la mancanza di una
pianificazione della gestione “del fine vita” dei rifiuti solidi urbani e di siti idonei ad
ospitare discariche, le carenze culturali in materia di recupero, riciclaggio, riutilizzo e
smaltimento dei rifiuti e gli elevati costi della raccolta differenziata, la carenza di
un’educazione ambientale capace di promuovere comportamenti sostenibili.
Attività:
1.Gestione del fine vita dei rifiuti e recupero della materia: sarà attuata
mediante sviluppo di una filiera del tipo raccolta – differenziazione – trasformazione –
vendita attraverso le seguenti azioni:
- costituzione di un consorzio tra enti (Comune, Consorzio rifiuti, Università,
Politecnico, Collegio Costruttori) ed aziende (A.M.I.U., aziende private del
settore), volto alla creazione di una filiera di valorizzazione del rifiuto;
- costituzione di un tavolo di lavoro permanente per la definizione delle
strategie imprenditoriali (analisi dei bisogni, definizione degli obiettivi e delle
tipologie prodotti, ricerca e studio delle medotologie operative necessarie al
conseguimento degli obiettivi) aperto a Collegio Costruttori, Università,
Politecnico, Imprese, Associazioni di Categoria, ....;
- individuazione delle linee di finanziamento;
- potenziamento della ricerca e studio di metodologie di trasformazione
(attività di consulenza svolta da università/politecnico);
- creazione di linee volte alla trasformare dei rifiuti in materie prime seconde
/prodotti finiti, con particolare riferimento alla creazione di un impianto per
il trattamento dei pneumatici esausti);
- attività di promozione, utilizzo, vendita dei prodotti così ottenuti in
collaborazione con il Collegio Costruttori e con le Associazioni di Categoria.
2. Sviluppo della cultura della sostenibilità: si interverrà mediante campagne di
informazione / divulgazione presso i cittadini volte a sensibilizzare giovani ed adulti sui
temi del riciclo e del riuso dei rifiuti, a promuovere la cultura della sostenibilità, ad
incentivare comportamenti virtuosi di cittadini ed imprese, divulgando le attività svolte e
i risultati ottenuti mediante il presente progetto (comunicazione attraverso opuscoli, sito
web, news letter, riunioni, …).
risultati:
La creazione di un impianto di trasformazione di materie di scarto (in particolare
pneumatici esausti) in materie prime seconde e/o prodotti finiti potrà generare una serie
di positive ricadute, sia dirette che indirette, sul territorio quali:
m eliminazione fisica di rifiuti non facilmente biodegradabili;
m possibilità di bonificare discariche o depositi abusivi;
m maggior rispetto del territorio grazie al minor prelievo di ghiaia ed altri
inerti dalle cave e dai fiumi per la produzione dei sottofondi stradali e dei
manti asfaltati e maggiore sicurezza stradale in quanto le coperture stradali
realizzate con tali asfalti sono migliori di quelle tradizionali;
m potenziamento delle sinergie tra pubblico e privato che, attraverso la
collaborazione di vari attori (Università, Politecnico, Collegio Costruttori,
Comune, A.M.I.U., …), permetta ai medesimi di fare sistema e di sostenere
la crescita economica;

312
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

m sviluppo della ricerca e delle conoscenze nei campi della raccolta,


trattamento e recupero dei rifiuti, e della scienza dei materiali con possibilità
di trasferimento delle suddette conoscenze alle imprese e creazione di nuove
realtà imprenditoriali;
m riduzione della frazione di rifiuti da conferire a discarica con conseguenti
benefici sia in termini economici che ambientali;
m possibilità di praticare, agli utenti finali, prezzi particolarmente vantaggiosi
per determinate categorie di prodotto (ad es. isolanti termo-acustici)
favorendo, da un lato, la ripresa economica in settori trainanti dell’economia
quale quello edile, dall’altro contribuendo a ridurre i consumi energetici ed in
ultima analisi le emissioni di CO2;
m possibilità di attuare una politica di riduzione della tassa di smaltimento
rifiuti e conseguentemente di rendere immediatamente disponibili alle famiglie
risorse economiche diversamente utilizzabili;
m promozione di comportamenti virtuosi dal punto di vista della sostenibilità
ambientale di imprese e cittadini sia attraverso azioni informative che
attraverso meccanismi premianti (riduzione TARSU).
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il Consorzio potrà essere costituito e potrà attivare le proprie iniziative ricorrendo alle
seguenti risorse:
l capitale proprio messo a disposizione dai vari soggetti costituenti il
Consorzio;
l strumenti, competenze e attività messe a disposizione dai membri del
Consorzio;
l ricorso al credito;
l accesso ad eventuali contributi e/o finanziamenti da fondi europei,
nazionali e regionali.
Potendo attuarsi per fasi successive e complementari, in sede di avvio del progetto non
sono stati presi in considerazione ne i costi ne i ricavi inerenti la trasformazione delle MPS
in prodotti finiti. Il quadro economico complessivo emerge dalla seguente tabella:

costi di investimento: 8.375.000,00


Acquisto terreno 375.000,00
Opificio + magazzino mq. 4.000 4.000.000,00
Impianto trattamento 3.500.000,00
Altri costi 500.000,00
costi di gestione annui: 1.791.605,00
Personale 500.000,00
Manutenzioni 300.000,00
Costi energetici 651.000,00
Spese generali, investimenti, imprevisti 340.605,00
ricavi: 3.406.050,00
Pneumatici trattati tonnellate 15.000,00
Ritiro pneumatici 1.500.000,00
Fibra 1,7% 2.550,00
Acciaio 26,8% 402.000,00
Granulato/polverino 71,5% 1.501.500,00

313
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Fattibilità:
Vista l’importanza di far fronte a due problemi di primaria importanza quali quello
ambientale e quello occupazionale pare che l’unico prerequisito essenziale per la fattibilità
del progetto possa essere rappresentato dal reperimento delle risorse economiche
necessarie a costituire il Consorzio e avviarne le attività.
Fonti normative di riferimento: art. 228, D.Lgs. n. 152/06.
cronoprogramma di lavoro:

1° Anno 2° Anno 3° Anno


Studio fattibilità - scelta sito
Costituzione consorzio
Costituzione società
Progettazione -
autorizzazioni
Scelta contraente
Costruzione impianto

314
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 6
titolo:
metodologie chimiche e biologiche per la bonifica dei suoli
inquinati da cromo

risanamento ambientale:
linea 3
aria, acqua, suolo

Sottotitolo:
Metodologie chimiche e biologiche per la bonifica dei suoli inquinati da cromo.
Soggetti proponenti:
DiSAV – Università del Piemonte orientale “A.Avogadro”
descrizione del progetto e finalità:
Nel sito industriale della Fraschetta si è generato, in seguito a lavorazioni e sintesi di
sostanze chimiche che risalgono ormai a decenni orsono, il problema della presenza di
cromati (Cr VI) sia nel terreno che nelle acque superficiali, con possibili trasmissioni e
contaminazioni ai prodotti agricoli della zona destinati al consumo umano.
Il problema della rimozione dei cromati (Cr VI) dalle acque di superficie potrebbe essere
affrontato in modo simile a quello della rimozione degli arseniati (As VI) isoelettronici ed
isostrutturali. Tale problema è stato studiato, a livello mondiale, in modo massiccio e
profondo, vista la elevatissima tossicità di tale elemento, che deve essere abbassato,
secondo gli standard della potabilità dell’acqua, a 10 ppb (microgrammi/litro). Al
momento, negli USA, sono in fase avanzata di studio colonne scambiatrici di silice amorfa
nano-porosa funzionalizzata con poli-allil-ammina e contenenti Zirconio (IV)
immobilizzato. Noi disponiamo di campioni di tale materiale come risultato di una
collaborazione con l’università del Montana (distretto minerario ad alta contaminazione
delle falde); ovviamente sarà necessario effettuare test per verificare che sia mantenuta la
selettività di cattura passando da AsO43- a CrO42-, e per valutare i costi a mc di acqua
trattata, oltre all’impaccamento ed il turn-over delle colonne, operando su scala pilota.
Il controllo analitico riguarderà la quantità di metallo presente nell’acqua prima e dopo il
trattamento sia in forma di cromo totale, per AAS o ICP-MS, che di cromato, per
cromatografia ionica, e il possibile rilascio di sostanze organiche dalla resina.
Per quanto riguarda la rimozione di cromati dai suoli si è spesso ricorso alla riduzione in
situ con reagenti liquidi o gassosi insufflati nel terreno, onde trasformare il più tossico
Cr(VI) a Cr(III), che normalmente rimane immobilizzato sotto forma di idrossido in un
ampio range di pH. Tale remediation non rappresenta però una bonifica radicale poiché,
in particolari condizioni ambientali, può avvenire la ri-ossidazione. Anche la presenza di
altri metalli nel terreno gioca un ruolo sulla stabilizzazione del cromo, in modo positivo
nel caso del catione ferro, che coprecipita stabilizzandolo con l’idrossido di cromo, in caso
negativo per il biossido di manganese (MnO2) che può favorire la ri-ossidazione del
cromo.
Un’alternativa economica e “environmental friendly” è rappresentata dalla bonifica
biologica applicabile a suoli inquinati da cromo e arsenico.
Infatti la stabilizzazione e l’estrazione di metalli pesanti nel suolo tramite l’uso di specie
vegetali, entrambe comprese nel fitorisanamento, consentono di minimizzare l’impatto di
questa categoria di inquinanti inorganici e di depurare i suoli. Per ciascun metallo è

315
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

necessario individuare l’approccio migliore (estrazione o stabilizzazione) nonché la specie


da utilizzare. Si propone quindi di verificare la tolleranza, la capacità di stabilizzazione e
di accumulo del cromo da parte di piante con caratteristiche diverse per quanto riguarda
dimensioni, portamento, rapidità di crescita.
Inoltre, poiché la tolleranza e la capacità di accumulo delle piante è modulata dalle
interazioni che le radici stabiliscono con microrganismi del suolo (batteri rizosferici e
funghi micorrizici), verranno introdotte alcune specie e ceppi di funghi e batteri selezionati
e ne verrà valutato l’effetto, in termini di tolleranza ed accumulo del cromo da parte delle
piante, in modo da predisporre un sistema di fitorisanamento ottimizzato, costituito da
piante, funghi e batteri selezionati.
Infine, poiché anche per le piante il Cr (III) risulta meno tossico rispetto al Cr(VI), i sistemi
di trattamento del suolo che operano la riduzione del metallo dovranno operare a monte
dei trattamenti di fitorisanamento.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
l Creare le premesse per la bonifica di suoli contaminati da Cr ed As
l Bonificare ripristinando condizioni di naturalità dei suoli
l Ridurre le spese dei costi di bonifica
l Fare meglio accettare dall’opinione pubblica la necessità di risolvere
problemi ambientali in modo ecosostenibile.
obiettivi specifici:
a Messa a punto di protocolli sperimentali per la bonifica di suoli
contaminati da Cr ed As mediante l’uso di sistemi chimico-biologici
a Pianificare progetti di bonifica su più larga scala sulla base dei risultati
ottenuti in laboratorio
Attività:
m Analisi del livello di contaminazione del suolo da bonificare attraverso
analisi chimiche e studio delle comunità microbiche
m Prove in cella climatica, con felci iperaccumulatrici di metalli pesanti.
m Prove con piante diverse.
m Prove con le piante più efficienti, inoculate con pool di funghi micorrizici
e batteri del suolo
m Analisi del livello di contaminazione del suolo dopo il trattamento con
piante, funghi e batteri.
risultati:
Dati su modalità e tempi necessari per effettuare la bonifica di suoli contaminati da metalli
pesanti. Identificazione del/i sistemi chimici/biologici da utilizzare.
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Finanziamenti da parte degli Enti Territoriali coinvolti, principalmente Comune di
Alessandria e Provincia di Alessandria.
costi:
Il programma prevede un costo di circa 100.000-150.000 €, variabile in funzione del
numero di punti di indagine previsti nel programma operativo.
Fattibilità:
Il gruppo chimico-biologico ha raggiunto un discreto grado di expertise applicando i

316
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

sistemi di risanamento sia per attività industriale (per esempio miniere) che nel campo
agricolo (riduzione di nitrati).
Il progetto è realizzabile in tutte le sue fasi, se sostenuto economicamente
cronoprogramma di lavoro:
Fase 0: carotaggio del suolo contaminato. Analisi chimica e delle comunità microbiche
con tecniche microbiologiche e molecolari (DGGE e sequenziamento)
Fase 1: piantumazione in cella climatica, in vaso, su suolo contaminato, di specie diverse,
inclusa la felce Pteris vittata, inoculate o non con il pool di microrganismi selezionati.
Impianto pilota per la riduzione chimica di cromati e cromo III.
Fase 2: prelievi a tempi diversi per determinare la concentrazione di Cr ridotto rispetto al
totale nell’impianto pilota o assorbito dalle piante mediante tecniche AAS ed ICP-MS.
Analisi del suolo rizosferico per verificarne lo stato di salute.
Fase 3: Analisi dei dati e scelta del sistema sperimentale.

317
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 7
titolo:
mini hydro

Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti

Sottotitolo:
Il progetto ha come scopo principale la valorizzazione la ricerca e sviluppo di tecnologie
ad alta efficienza per la produzione energia elettrica da impianti micro idroelettrici, poco
invasivi, da applicare su piccole portate d’acqua e con piccoli salti; essi si presentano in di-
verse reti irrigue presenti sul territorio alessandrino.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino, AMAG.
descrizione del progetto:
Il progetto ha come obiettivo lo sfruttamento delle energie rinnovabili presenti sul terri-
torio del comune attraverso la ricerca e emessa a punto di tecnologie compatibili con il ter-
ritorio stesso. La città infatti, pur essendo circondata da 2 fiumi, non presenta salti d’acqua
o portate tali (se si escludo i fiumi stessi) da poter giustificare la realizzazione di impianti
idroelettrici di grande potenza, senza la realizzazione di opere che avrebbero di contro un
elevato impatto ambientale.
I proponenti del progetto si pongono quindi come obbiettivo:
o La sperimentazione d’impianti innovativi nel settore della pico-hydro
(potenze inferiori a 5 kW) e micro-hydro (potenze comprese tra 5 e 100 kW)
e mini-hydro (potenze superiori a 100 kW)
- Sviluppo e applicazione sperimentale di apparati idraulici innovativi adatti
a salti bassi e portate limitate, per trasformazione di energia idraulica
potenziale in energia meccanica.
- Sviluppo e applicazione sperimentale di tecnologie adatte a tratti a
scorrimento veloce senza salto concentrato.
o Lo sviluppo e applicazione di sistemi a basso costo d’investimento e di
esercizio per la generazione elettrica la regolazione idraulica di mini e micro
impianti
- Sperimentazione di generatori a magnete permanente e di catene di
nuova concezione per l’interfacciamento con la rete elettrica.
- Sperimentazione di sistemi di controllo delle portate idriche in eccesso
e per il controllo del materiale solido trasportato dalla corrente.
La scelta progettuale esemplare è quella di sfruttare il Canale Carlo Alberto, che nasce a
Cassine “derivato” dal fiume Bormida, e confluisce nel fiume Tanaro a Casalbagliano
dopo un percorso di 21 km.

318
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Finalità generali:
La ricerca tematica consentirà di focalizzare il quadro reale, la dimensione, le condizioni
di per la realizzazione di micro e mini impianti idroelettrici che sfruttino le risorse d’acqua
presenti sul territorio del comune di Alessandria.
La ricerca industriale costituirà la base delle nuove conoscenze da applicative per i materiali,
i componenti, i modelli e le soluzioni tecniche da applicare alla fasi di progettazione di
impianti idroelettrici a camera libera.
Lo sviluppo sperimentale consentirà l’acquisizione di importanti cognizioni tecniche ed
ambientali e la predisposizione di modelli di progettuali finalizzati a consentire una
possibile standardizzazione delle soluzioni applicative.
Dai risultati ottenuti è prevedibile lo sviluppo di attività industriali per la produzione di
componentistica e impianti.
obiettivi specifici:
Gli obiettivi principali del progetto sono:
m Ricerca e studio sui principali componenti dell’impianto idroelettrico
(turbina a camera libera, sistema di generazione elettrica, sistema di controllo
e gestione macchina)
m Ricerca su nuovi materiali e progettazione di componenti, dispositivi
innovativi e nuovi sistemi di controllo di turbine sommerse.
m Studio e simulazioni di impianti idroelettrici in camera libera (Simulazioni
virtuali dei profili delle turbine, calcoli e dimensionamento apparati)
m Progettazione della stazione di prova (Strumentazioni, linee di processo,
ecc.)
m Progettazione dell’impianto pilota (turbina, sistema di generazione
elettrica, sistema di controllo e gestione impianto)
m Supervisione e coordinamento della produzione dei componenti e
dispositivi innovativi
m Definizione e programmazione delle fasi di prova e sperimentazione
m Supervisione e coordinamento della realizzazione della stazione di prova
e dell’impianto pilota
m Conduzione prove sull’impianto pilota
m Analisi dei risultati sperimentali
m Progettazione e realizzazione eventuale di nuovi componenti e/o
modifiche impianto pilota
m Conduzione prove finali sull’impianto ed analisi dei risultati

319
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Attività:
- WP1
Le attività del primo WP includono l’organizzazione dei partner, la condivisione
delle strategie, la raccolta delle informazioni di base del progetto, l’elaborazione
delle azioni della proposta e la pianificazione del programma di lavoro.
- WP2
In questo WP il lavoro è svolto in stretto rapporto con i responsabili di progetto
dei singoli partner e consiste nell’organizzazione delle informazioni raccolte nella
prima fase, nella definizione dei siti di potenziale interesse per la collocazione degli
impianti.
- WP3
L’attività consiste l’acquisizione delle informazioni riguardanti lo stato dell’arte e
le relative caratteristiche degli impianti idroelettrici a camera libera e la loro
divulgazione attraverso convegno è parte sostanziale per un processo di
sensibilizzazione sociale e economico.
La condivisione dell’informazione e della conoscenza dei processi è l’obiettivo più
grande.
- WP4
Questa workpackage contribuisce al progetto caratterizzando i principali elementi
di studio oggetto dei lavori: gli impianti idroelettrici utilizzabili su siti con acqua
fluente e/o reti idriche e/o scarico con salti d’acqua bassi e portate limitate.
Le principali tipologie d’impianto a camera libera e dei nuovi materiali utilizzabili,
i relativi apparati di generazione elettrica, i sistemi controllo e gestione degli
impianti micro-idroelettrici saranno indagati e caratterizzati in relazione alle
dinamiche ed alle caratteristiche di sfruttamento delle soluzioni tecniche, ed in
relazione alle condizioni ambientali e strutturali dei siti.
L’utilizzo di acqua a scopo idroelettrico, nel sito pilota, saranno identificate e
quantificate. La produzione delle soluzioni applicative sarà l’output di processo
dei lavori di sviluppo sperimentale.
- WP5
La WP 5 contribuisce alla definizione di un modello operativo sviluppato sulla
base di monitoraggi delle condizioni di funzionamento dell’impianto idroelettrico,
delle condizioni elettromeccaniche e delle sue varianti tecniche e gestionali.
Verranno utilizzati dati storici e idro-meteorologici per creare scenari di quantità
e qualità dell’acqua. Scenari di futuri utilizzi di acqua aiuteranno a proporre
concetti pratici per il miglioramento della gestione dell’impianto idroelettrico anche
in casi di possibili future scarsità di acqua.
- WP6
La WP 6 contribuisce agli obiettivi del progetto definendo e applicando indicatori
ecologici e idrologici relativi al prelievo ottimale di acqua, sotto regimi di
funzionamento imposti da regimi di gestione e cambiamenti climatici. Questo
impone lo sviluppo di soluzioni applicative in rapporto a condizioni di
funzionamento dell’impianto regimi adeguati e regimi con scarsità di acqua al fine
di mitigare l’influsso sugli ecosistemi.
I risultati di questa WP possono anche ridurre i conflitti potenziali tra i produttori
di energia idroelettrica ed altri interlocutori coinvolti nel processo di gestione
dell’acqua; possono realizzare regimi di gestione ecologicamente più efficaci nei
rispettivi ambiti; possono creare cooperazione, dialogo e scambio tra gli utilizzatori
di energia elettrica pubblici e privati.
risultati:
Il progetto, che sarà realizzato direttamente in ambiente campione, ovvero un sito indoor
320
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

appositamente predisposto per prove, analisi e verifiche all’interno della struttura del
Politecnico ad Alessandria, consentirà di produrre soluzioni e proposte applicative
riguardanti gli impianti di produzione idroelettrica allocabili in siti vincolati da specifiche
condizioni strutturali ed ambientali; in particolare relativamente a modelli di turbine
sommerse, dei relativi apparati di generazione elettrica e di controllo, monitoraggio e
gestione, per salti d’acqua bassi e portate limitate.
I lavori prevedono la realizzazione di un dossier di progetto dove saranno raccolte le
informazioni e i dati raccolti e riscontrati nelle singole fasi operative al fine di predisporre
un unico documento di progetto corredato dai documenti di specifica costruttiva e dai
piani di lavoro.
Sarà identificato e sviluppato un prototipo di impianto con tipologie di micro-turbine,
apparati di generazione elettrica e di controllo, monitoraggio e gestione dell’impianto
pilota.
Il progetto potrà consentire di favorire un miglior utilizzo e la razionale gestione delle
risorse locali nell’ambito dell’utilizzo delle energie rinnovabili attraverso un approccio a
basso impatto ambientale.
Il progetto intende proporsi inoltre come esempio di corretta e sinergica gestione delle
risorse energetiche pulite e delle strutture tipiche del territorio locale.
La metodologia è integrata, multi-livello, multi-disciplinare. Tutti i partner comunicheranno
a più livelli: organizzativo, tecnico, ambientale e sul settore idraulico, elettrico ed
elettronico. L’approccio metodologico include la definizione dei problemi relativi all’uso
dell’acqua in equilibrio con le condizioni strutturali dei siti attraverso la condivisione degli
obiettivi di progetto. Le strategie includono l’armonizzazione di dati e ricerche esistenti in
rapporto alle condizioni tecniche caratteristiche dei micro impianti di generazione
idroelettrica.
I risultati includeranno la realizzazione di esperienze di buone pratiche sui micro sistemi
idraulici, l’implementazione di soluzioni efficienti per sistemi di generazione di energia
elettrica e gestione e controllo degli apparati in rapporto alle condizioni di ambientali.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
In sede di avvio il progetto dovrà avvalersi di capitale a fondo perduto proveniente o da
enti pubblici o dai partner industriali partecipanti al progetto.
Si ipotizza che grazie a proventi derivanti dai diritti di sfruttamento della tecnologia i
partner industriali potranno rientrare rapidamente dell’investimento attraverso le seguenti
voci di ricavo:
aricavi derivati dalla vendita dell’energia elettrica prodotta;
aricavi derivati dagli incentivi concessi alla produzione di energia rinnovabili
aricavi derivati dalla vendita di tecnologia e impianti presso altri siti.
costi:
tipologia di costo Importo
Personale 150.000,00
Strumenti e attrezzature 168.000,00
Servizi di consulenza 50.000,00
Spese di viaggio e altre spese
strettamente legate alla partecipazione 10.000,00
al progetto
Spese Generali 10.000,00
Altri costi d’esercizio 12.000,00
Totale 400.000,00

321
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Fattibilità:
La fattibilità del progetto è strettamente dipendente dalla possibilità di trovare un partners
industriali interessati a sviluppare e gestire la tecnologia oggetto dell’attività o a realizzare
parti di impianto, di ricerca e dal superamento delle valutazioni di impatto ambientale.
Dal punto di vista tecnologico riteniamo invece che il Politecnico dispone della capacità
necessaria a sviluppare un prototipo funzionante.
cronoprogramma:

gAntt
Fasi principali del mesi
progetto 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
WP 1
WP 2
WP 3
WP 4
WP 5
WP 6

322
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 8
titolo:
coordinamento della normativa
per una pianificazione sostenibile

pianificazione urbana
linea 1
e territoriale

Sottotitolo:
La carenza di normative adeguate a livello locale è geneticamente condizionata da un
fattore esogeno in quanto risulta impossibile, a livello comunale, definire scelte strategiche
in assenza di norme primarie e/o regionali.
Soggetti proponenti:
Collegio Costruttori- ANCE Alessandria
descrizione del progetto:
Si ritiene di proporre, preliminarmente, un’analisi della produzione normativa (e
regolamentare) disponibile con la quale definire il quadro operativo ammissibile .
Si ritiene necessario sviluppare i temi più stringenti attraverso una proposta complessiva
che preveda l’inserimento di opportune LINEE GUIDA all’interno degli strumenti di
pianificazione comunale ed esecutivi.
Si dovrebbe operare “politicamente” per alzare il livello di gestione delle suddette proposte
da comunale a sovracomunale al fine di rendere condivise scelte che, altrimenti, rischiano
di produrre effetti limitati e contingentati.
Finalità generali:
GESTIONE DEI PROCESSI Mancanza di iniziative appropriate.
La gestione processuale, soprattutto nel campo della pianificazione urbana e territoriale
sostenibile, è fondamentale.
Affinché essa possa avviarsi è necessario procedere alla individuazione e all’analisi critica
degli strumenti che sovrintendono alla gestione.
L’attività si sviluppa attraverso l’acquisizione sistematica e precisa, attraverso gli uffici
competenti del Comune, delle notizie aggiornate su:
- PRGC
- Disposizioni di legge nel settore energetico
- Disposizioni di legge nel settore ambientale
- Sistema degli incentivi e delle sanzioni disponibili
- Sistemi di comunicazione e disseminazione
obiettivi specifici:
1 - Valutazioni e disposizioni regolamentari che contengano appropriate LINEE GUIDA
di settore da considerare come prescrizioni fondamentali nel processo edificatorio:
a) Edilizia Residenziale, Produttiva;
b) Sistema ambientale complessivo (opere private e pubbliche).
2 – Creazione di una FILIERA sulla sostenibilità : censimento delle attività produttive e
della loro commercializzazione con riferimento all’ ambito provinciale e regionale;
3- Valutazione di un PROGETTO DIMOSTRATIVO nel Comune di Alessandria

323
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

(Palazzo dell’Edilizia) al fine di comparare criticamente sia gli effetti organizzativi messi
in gioco che i risultati ottenuti, eventualmente suscettibili di produrre il passaggio dalla fase
dimostrativa alla fase strutturale.

Attività:
Si rende successivamente necessaria la definizione di un percorso organizzativo del
processo attraverso due passaggi:
1- fase progettuale di controllo dei sistemi di pianificazione (definirne la durata e le griglie
sostenibili) con specifico riferimento agli strumenti urbanistici;
2 - fase gestionale del progetto (delega ad un organo istituzionale eventualmente integrato)

risultati:
Gli effetti delle suddette strategie possono portare alla creazione “ad hoc” di un UFFICIO
COMUNALE di coordinamento delle azioni per la sostenibilità territoriale.
Esso dovrà prevalentemente produrre risultati:
- nell’aggiornamento del “codice sostenibile comunale” contenente gli aspetti normativi
dei diversi settori;
- nelle azioni di disseminazione e formazione presso gli “utenti” , delle buone pratiche da
applicare nel settore dell’edificazione e dell’intervento sul territorio;
- nella razionalizzazione delle diverse informazioni su incentivi e sanzioni, facoltà e
obblighi, ecc.
- nella creazione e aggiornamento, per le utenze, dei risultati della “filiera sostenibile”.

costi/risorse, strumenti e forme di finanziamento:


Si prevede che i costi possano essere sostenuti per la parte relativa alla gestione della
Pianificazione Urbana Sostenibile attraverso:
a) potenziamento dello Sportello Unico dell’Edilizia (S.U.E.) del Comune di
Alessandria. Spese di personale e attrezzature: 40.000 €/anno
b) spese per la creazione di una filiera sulla sostenibilità e censimento delle
attività produttive con riferimento all’ambito provinciale/regionale. Spese una
tantum (fase di avvio): 30.000 €
Spese di aggiornamento e coordinamento: 15.000 €/anno
c) spese per la valutazione del progetto dimostrativo - Palazzo dell’Edilizia
di Alessandria: 15.000 €
Totale spese di investimento: 45.000 €
Totale spese di gestione annue: 55.000 €
Forme di finanziamento:
- per le spese riferite alle attività di cui alle lettere a) e b): attraverso contributi pubblici e
ricavi per prestazioni ai privati;
- per le spese riferite alle attività di cui alla lettera c): attraverso sinergie con l’Ente
Committente dell’Opera.
cronoprogramma:
- Per le attività di cui alle lettere a) e b) del punto precedente si prevede un avvio immediato
in corrispondenza del reperimento delle risorse necessarie.
- Per l’attività di cui alla lettera c) si prevede che abbia la durata di 24 mesi consecutivi.

324
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 9
titolo:
Efficienza energetica nei servizi a rete

Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti

Sottotitolo:
Il progetto si prefigge di ridurre i fabbisogni energetici degli impianti e dei sistemi di
distribuzione e collettamento acque potabili e fogna, tramite la razionalizzazione della
gestione e il ricorso, ove efficace sotto il profilo dei costi, alle fonti rinnovabili.
Soggetti proponenti:
AMAG, Politecnico di Torino
descrizione del progetto:
Il sistema di distribuzione dell’acqua potabile si compone di più fasi. Dalla fonte a cui la
risorsa viene attinta, sia essa una falda acquifera o una sorgente, fino agli utenti finali
l’acqua segue un percorso che in ogni sua fase richiede notevoli quantità di energia:
l La captazione che, nella maggior parte dei casi, consiste nell’emungimento
da pozzi, più raramente da sorgenti.
l La potabilizzazione che, a seconda delle caratteristiche organolettiche
dell’acqua, può essere o meno presente e prevede trattamenti che vanno dalla
filtrazione alla disinfezione, a quanto necessario per renderla idonea al
consumo umano.
l L’accumulo, necessario per garantire una costante copertura dei fabbisogni
oltre che per far fronte a eventuali emergenze.
l La distribuzione intesa come il trasporto dell’acqua ai punti di accumulo,
ovvero agli utilizzatori finali della risorsa.
l Lo smaltimento delle acque usate tramite le fognature, che le veicolano
agli impianti di trattamento, prima dell’immissione nei corpi ricettori.
Il progetto ha come obiettivo la razionalizzazione dei sistemi (condotte e accumuli) e degli
impianti (potabilizzatori, sollevamenti) cui sono demandate tutte le operazioni connesse
all’approvvigionamento e al successivo collettamento agli impianti di depurazione della
risorsa idrica.
In particolare la fase iniziale del progetto sarà dedicata a un’approfondita analisi delle
caratteristiche delle reti in esercizio, sia dal punto qualitativo, in termini di tipologia e dati
di targa dei dispositivi di pompaggio, diametri e materiali delle tubazioni, volumi di
accumulo, nonché del loro stato di conservazione, sia quantitativo, in termini di portate
in transito.
Finalità generali:
L’indagine iniziale sarà finalizzata alla valutazione delle effettive necessità del sistema e
alla verifica del dimensionamento del sistema, con l’obiettivo di consentire la redazione di
un quadro programmatico di interventi volti al miglioramento dell’efficienza energetica del
servizio. Tale obiettivo sarà conseguito tramite la razionalizzazione delle modalità operative
e gestionali dei sistemi e degli impianti, la riduzione delle perdite della rete idrica e il ricorso
alle fonti rinnovabili di energia. Si analizzeranno i benefici, in termini di riduzione del
fabbisogno di energia, conseguibili tramite l’impiego di tecnologie all’avanguardia, da
325
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

sostituire a dispositivi datati, se non obsoleti, contestualmente agli interventi di


manutenzione.
obiettivi specifici:
In particolare verranno valutati:
- I benefici conseguibili tramite l’adozione di variatori elettronici della
velocità delle pompe (inverter) a servizio delle stazioni di rilancio, di
sollevamento/captazione e di potabilizzazione.
- L’applicabilità di mini generatori elettrici in sostituzione dei sistemi di
dissipazione impiegati per contenere la pressione entro limiti accettabili nelle
tubazioni per il trasporto dell’acqua potabile in territorio collinare.
- I benefici conseguenti alla sostituzione di dispositivi di pompaggio non
adeguati alle reti di cui sono a servizio, con dispositivi effettivamente
dimensionati sulla base delle necessità operative.
- La possibilità di installare sistemi di produzione di energia elettrica da fonti
rinnovabili direttamente in corrispondenza dei punti di utilizzo, sia in
configurazione “stand alone”, sia in configurazione “grid connected”.
- L’efficacia, in termini di recupero di efficienza, della riduzione delle perdite
nell’esercizio delle reti di distribuzione idrica.
Attività:
1) Organizzazione dei soggetti coinvolti, condivisione delle modalità di
lavoro, identificazione dei dati e delle informazioni da raccogliere.
2) Valutazione dello stato dell’arte delle tecnologie disponibili e definizione
di strategie gestionali di impianti e reti. Ricerca, valutazione e analisi di “case
study” analoghi.
3) Raccolta e organizzazione in un database dei dati e delle informazioni
individuati all’attività 1, individuazione dei siti potenzialmente interessanti per
gli interventi e per la valutazione dell’efficacia delle strategie di cui all’attività
2.
4) Approfondimento del livello di conoscenza dei parametri e dei siti (attività
3), al fine di implementare modelli di simulazione, orientati alla valutazione
dell’efficacia di interventi e strategie.
5) Definizione di scenari d’intervento, simulazione e analisi tramite i modelli
di cui all’attività 4.
6) Stesura di un programma di interventi.
risultati:
Il progetto prevede la definizione delle modalità gestionali che consentano di minimizzare,
ovvero ottimizzare, i prelievi di energia elettrica dalla rete nell’ambito dei servizi di
distribuzione e collettamento dell’acqua. In tal senso verrà valutata anche una strategia di
riduzione delle perdite nel sistema di distribuzione idrica basata sul rilevamento e sul
controllo delle pressioni e delle portate in rete. In parallelo a questo risultato consentirà
di presentare una serie di soluzioni ed alternative impiantistiche per conseguire una
maggiore efficienza nella gestione operativa dei suddetti servizi.
Dall’analisi delle problematiche relative a realtà specifiche sarà estrapolato un protocollo
operativo generale, corredato dalla descrizione di soluzioni tecniche e linee guida in grado
di fornire i criteri generali per un approccio alla gestione delle reti orientato all’efficienza
energetica e alla sostenibilità.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il progetto, una volta portata a termine la fase iniziale di raccolta dei dati, prevede una
stretta collaborazione con aziende produttrici, nel campo della costruzione di macchine

326
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

idrauliche operatrici (stazioni di rilanci e pompaggi) e motrici (recupero energetico dalle


reti dell’acquedotto), nonché in quello degli impianti alimentati a fonti rinnovabili, in prima
battuta eolica e solare.
Il risparmio conseguente alla riduzione dei fabbisogni energetici e i ricavi derivanti
dall’incentivazione alle fonti rinnovabili, in parte, a finanziare questa collaborazione e, in
parte, a finanziare gli interventi.
Tra le possibilità di ricavi va inoltre considerata la possibilità di trasferire il know how
acquisito ad altre realtà.
costi:
Personale € 130.000
Strumentazione € 50.000
Consulenze € 40.000
Spese generali € 20.000
Costi di esercizio € 10.000
totale € 250.000
Fattibilità:
La fattibilità del progetto, visto il ricorso a risorse interne ai soggetti direttamente coinvolti,
e il reperimento di fondi tramite la riduzione dei costi di gestione, non è vincolata a
particolari criticità di tipo economico e finanziario.
cronoprogramma:

mese
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
attività
1
2
3
4
5
6

327
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 10
titolo:
valutazione del rischio ambientale di suoli ed acque in aree
ad elevata citicità: il problema della Fraschetta

risanamento ambientale:
linea 3
aria, acqua, suolo

Sottotitolo:
Valutazione del rischio ambientale nell’area Fraschetta, applicando un approccio Triad
che integra dati chimici, ecotossicologici ed ecologici su suoli, acque di falda e acque
superficiali.
Soggetti proponenti:
DiSAV – Università del Piemonte orientale “A. Avogadro
descrizione del progetto:
Il progetto si pone come obiettivo, la valutazione del rischio ambientale nell’area
Fraschetta, utilizzando un approccio integrato chimico-ecotossicologico-ecologico.
In particolare, sarà valutata la tossicità dei terreni e delle acque di falda utilizzate a fini
irrigui nella zona esterna all’area industriale, in modo da valutare le criticità esistenti sul
territorio e quindi indirizzare le attività di risanamento e recupero, eventualmente
necessarie, applicando un innovativo Sistema Esperto di Supporto Decisionale.
L’area della Fraschetta presenta, ad oggi, problematiche ambientali irrisolte, legate alle
intense attività industriali che ne hanno caratterizzato lo sviluppo nel recente passato e che,
a tutt’oggi, risultano ancora insistere sul territorio.
Come noto, il principale inquinante rilasciato in tale area da differenti matrici contaminate
è il cromo esavalente, ma sono stati individuati anche numerosi inquinanti organici, quali
ad esempio i solventi alogenati.
E’ importante notare che la valutazione del rischio ambientale della zona esterna all’area
industriale, prende in considerazione la somma degli inquinanti presenti nelle matrici suolo
ed acqua, risultando quindi in grado di integrare nel risultato anche gli effetti negativi
dovuti alla “ricaduta” dei fumi generati dagli impianti e dispersi in atmosfera.
La valutazione del rischio ambientale dei terreni esterni alla zona industriale della
“Fraschetta” verrà avviata utilizzando un test ecotossicologico di screening per valutare la
tossicità dei suoli ed uno per evidenziare l’eventuale tossicità delle acque di falda utilizzate
per l’irrigazione dei campi. Tali test includeranno anche valutazioni del rischio genotossico,
un aspetto che lega i risultati degli studi di tipo ambientale a quelli più direttamente
connessi alla salute umana (cancerogenesi ambientale).
Nelle aree che, dai test di screening, risulteranno più colpite (e comunque in alcune delle
aree più esposte all’impatto degli inquinanti), verrà valutato il rischio ambientale utilizzando
tutte le tre linee di evidenza previste dall’approccio Triad: carica totale degli inquinanti
chimici, effetti ecotossicologici, con una batteria di test, ed effetti sulla biodiversità,
valutando le eventuali alterazioni di comunità animali e/o di microrganismi.
Inoltre, una valutazione del rischio ambientale del Tanaro, realizzata a monte e a valle
dell’area di ricezione delle acque inquinate, permetterà di stimare sia il carico totale di
inquinanti che vengono rilasciati nelle acque del fiume, sia gli effetti biologici valutati in
termini di tossicità delle matrici (acqua e sedimenti) e di decremento della biodiversità.

328
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Tale studio, nel suo insieme, permetterà di indirizzare le attività preliminari relative
all’attuazione della bonifica e di valutare come l’inquinamento dell’area Fraschetta incida
sulla qualità dei suoli e delle acque dell’area, sebbene sia importante tener presente che
l’inquinamento del rio Lovassina non dipende solo dagli inquinanti della Fraschetta ma da
un’area più ampia che comprende il rilascio diretto nel corpo idrico di diversi scarichi della
zona del novese.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
l quantificare il rischio esistente in termini di declino della biodiversità, nella
zona esterna all’area industriale della Fraschetta;
l valutare, attraverso la stima degli effetti subletali sugli organismi esposti ai
campioni di suolo e di acqua di falda prelevati dalla zona esterna all’area
industriale della Fraschetta, il livello di stress degli stessi e quindi la
vulnerabilità del sistema;
l rilevare, attraverso la realizzazione di test di genotossicità sugli organismi
esposti ai campioni di suolo e acqua di falda prelevati dalla zona esterna
all’area industriale della Fraschetta, eventuali effetti genotossici indotti dai
contaminanti accumulati nei suoli superficiali e negli acquiferi sotterranei;
l analizzare l’impatto dell’inquinamento sulla qualità dei maggiori corpi idrici
dell’area, sia in termini di declino della biodiversità che di tossicità delle matrici
impattate;
l fornire un’interpretazione oggettiva dei dati raccolti nel corso delle
indagini, applicabile in termini di gestione ambientale sostenibile del territorio.
obiettivi specifici:
m fornire una mappatura del rischio ambientale nella zona esterna dell’area
industriale della Fraschetta, utile ai fini della pianificazione territoriale e del
risanamento e recupero di tale area
m valutare le possibili ricadute della contaminazione in termini di salute
umana (cancerogenesi ambientale) tramite test di genotossicità;
m individuare le matrici ambientali (e.g., suolo superficiale, suolo profondo,
falda acquifera, corpi idrici) verso cui indirizzare le attività di risanamento e
recupero eventualmente necessarie.
Attività:
La realizzazione di un sistema per la valutazione del rischio ambientale nell’area della
Fraschetta prevede le seguenti attività:
n definizione dell’area di studio e dei punti di campionamento;
n pianificazione delle campagne di campionamento;
n raccolta dei campioni;
n effettuazione delle analisi ecotossicologiche di screening;
n analisi dei risultati di screening e selezione dei punti da sottoporre ad
approfondimento;
n campionamento dei punti per i test di approfondimento;
n realizzazione delle campagne di determinazione dei test ecologici;
n integrazione dei risultati e definizione delle eventuali criticità territoriali
esistenti;
n definizione dei comparti ambientali che presentano un maggior rischio
ambientale verso cui indirizzare le azioni di mitigazione e ricupero
eventualmente necessarie.
329
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

risultati:
Tale innovativo approccio potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
o lo sviluppo di strumenti efficaci per la valutazione del rischio ambientale
nell’area della Fraschetta;
o la valutazione di dettaglio dei rischi ambientali in atto e la definizione delle
maggiori criticità nella zona esterna all’area industriale della Fraschetta;
o la definizione della vulnerabilità biologica, permettendo così
l’individuazione delle zone da mantenere sotto controllo in quanto
potenzialmente a rischio;
o l’eventuale determinazione di un potenziale rischio di cancerogenesi
ambientale nella popolazione residente, da approfondire con studi
epidemiologici mirati.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamenti da parte degli Enti Territoriali coinvolti, principalmente Comune di
Alessandria e Provincia di Alessandria.
Un parziale finanziamento. finalizzato all’avvio della ricerca, è stato erogato
dall’Associazione ATF, Ambiente, Territorio e Formazione. Tale contributo ha permesso
principalmente la messa a punto delle metodiche analitiche che saranno applicate.
costi:
Il programma prevede un costo di circa 75.000-100.000 €, variabile in funzione del numero
di punti di indagine previsti nel programma operativo, per i suoli, le acque di falda e le
acque superficiali.

Fattibilità:
La fattibilità del programma, dal punto di vista tecnico, è testimoniata dalle pregresse
esperienze del DiSAV nell’ambito della valutazione del rischio ambientale in aree
contaminate, oltre al know-how accumulato dai ricercatori del DiSAV nel corso di
numerosi programmi, sia nazionali che internazionali.
A tal fine occorre sottolineare che il DiSAV ha recentemente realizzato la “Valutazione del
rischio ecologico in siti ad elevato inquinamento della regione Campania” nel corso di un
progetto finanziato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
(ISPRA). Inoltre, il DiSAV è stato recentemente incaricato da ISPRA per lo “Sviluppo di
Sistemi Integrati per la Valutazione della Qualità dei Corpi Idrici e la Gestione di Sedimenti
Contaminati”.
Inoltre, il DiSAV ha recentemente partecipato al progetto europeo NOMIRACLE (NOvel
Methods for Integrated Risk Assessment of CumuLative stressors in Europe), finanziato
dall’Unione Europea nell’ambito del VI programma quadro.
cronoprogramma:
L’attività sarà articolata in 36 mesi e prevederà l’alternarsi di fasi di raccolta campioni,
effettuazione analisi e interpretazione dei risultati.
Il cronoprogramma di dettaglio sarà redatto in fase di programma operativo.

330
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 11
titolo:
Sostenibilità dei sistemi fotovoltaici

Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti

Sottotitolo:
Il progetto ha come scopo principale la valutazione comparativa di diverse soluzioni
adottabili in campo fotovoltaico. In particolare ci si pone come obiettivo quello di
effettuare un confronto a medio e lungo termine, legato alla produttività energetica, tra
pannelli fotovoltaici di differente concezione e tra diverse metodologie di posa e utilizzo.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino
descrizione del progetto:
La materia prima per la produzione di celle e moduli fotovoltaici è il silicio purificato (10-
7 - 10-8 di impurità se di grado solare). Negli ultimi anni si è manifestata una scarsità di
silicio purificato, per cui era possibile acquistarlo o con contratti di fornitura per i quattro
anni successivi oppure accedendo allo “spot market” per quantitativi ridotti con prezzi più
elevati (60-120 $/kg) di quelli del silicio di grado elettronico.
A partire dal silicio purificato, possono essere utilizzate differenti tecnologie per la
fabbricazione di celle solari in silicio mono-, poli-cristallino ed amorfo. Con l’evoluzione
e l’affinamento delle tecniche produttive, si è assistito negli ultimi anni ad un progressivo
incremento della superficie attiva delle celle, passando dal lato di circa 10 cm delle celle
cristalline quadrate o “pseudoquadrate” agli attuali 15,6 cm, con una superficie più che
raddoppiata. Inoltre, lo spessore delle celle in silicio cristallino è progressivamente
diminuito fino a 200 μm. La potenza del singolo modulo è conseguentemente cresciuta
fino a superare i 300 Wp.
Sulla base di quanto detto precedentemente, si ritiene opportuno avviare un’analisi tecnico-
economica di confronto di produzione tra differenti tecnologie di moduli fotovoltaici,
perseguendo uno o entrambi dei seguenti obiettivi:
l massimo rendimento di conversione con tecnologie del tipo “etero
giunzione di silicio monocristallino ed amorfo” (Sanyo) oppure del tipo
“silicio monocristallino con “all-backcontacts” e “textured-surface”
(Sunpower);
l minimo costo (ad es. con minimo impiego di materiale) con tecnologie in
silicio multicristallino del tipo EFG (Edge defined Film Growth della Schott)
o String Ribbon (Evergreensolar), che permettono di evitare la fase di taglio
del lingotto, oppure film sottile di vari semiconduttori come silicio
amorfo+microcristallino (Kaneka, Sharp), CIGS/CIS in Rame Indio Gallio
Selenio (Wurthsolar) e CdTe in telluriuro di Cadmio (Firstsolar) con spessori
intorno a qualche micrometro.
Finalità generali:
Il progetto si pone come obbiettivo principale la creazione, di un centro di competenza a
supporto sia della aziende produttrici di pannelli che si stanno insediando in provincia di
Alessandria che alle società che si occupano di progettazione e di installazione di impianti

331
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

fotovoltaici. Questo centro, sulla base sia di informazioni proprie che di informazioni
acquisite dai produttori di pannelli e sistemi, sarà in grado di divenire un supporto “super
partes” allo sviluppo e all’implementazione di tecnologie fotovoltaiche con il miglior
rapporto tra efficienza e costo.
Tali attività si integreranno con quelle avviate a Tortona dal PST nell’ambito dei Poli di
innovazione regionali e consentiranno alla provincia di Alessandria di eccellere nel campo
dello sviluppo e utilizzo di fonti energetiche maggiormente sostenibili.
obiettivi specifici:
L’idea è quella di installare una gamma di pannelli realizzati con diverse tipologie di
materiali, abbinando al classico Silicio cristallino anche soluzioni adottanti film sottili. A
questi diversi pannelli potranno essere collegati differenti tipi di inverters per valutare i
risultati derivanti dalle diverse combinazioni.
La proposta prevede anche di adottare pose diverse per i vari pannelli, ovvero dotare
alcune stringhe di inclinazioni differenti, in modo da poter confrontare i diversi contributi
di produzione di energia dovuta alla radiazione diretta e a quella diffusa.
Le variabili su cui basare l’attività sono sostanzialmente 3:
l pannelli fotovoltaici
l inverters per interfacciamento rete
l orientamento dei pannelli.
Per il territorio vi è da evidenziare un’immediata ricaduta in termini ambientali: qualsiasi
incremento % dell’efficienza energetica dell’energia prodotta con tecnologia Foto Voltaica
permette di ridurre la quantità di CO2 emessa in ambiente.
Attività:
Quando si dota un impianto FotoVoltaico (FV) connesso a rete di un sistema di
monitoraggio analitico delle prestazioni, si intende determinare l’efficienza globale
dell’impianto sulla base della risorsa solare disponibile nel sito e dell’energia elettrica
prodotta nel corso della sua vita utile. Raramente si approfondisce l’analisi esaminando le
cause di perdita energetica: in tal caso, un opportuno monitoraggio può fornire indicazioni
precise circa l’entità delle varie voci di perdita.
In letteratura le perdite sono attribuibili essenzialmente a:
1. deposizione di particelle solide di grandezza variabile (sporcizia) sul vetro
frontale dei moduli FV;
2. riflessione della luce da parte del medesimo vetro, non trascurabile nei
periodi mattutini e serali;
3. scostamento dal dato di targa nominale (tolleranza) e conseguente
“mismatch” delle caratteristiche corrente-tensione (I-V) dei moduli FV;
4. diversità dello spettro solare, nelle condizioni meteo del sito, da quello
standard con massa d’aria AM = 1,5;
5. sovra-temperature (o eventualmente sotto-temperature con conseguente
guadagno energetico) dei moduli FV rispetto alla temperatura standard di
25°C;
6. resistenza elettrica dei cablaggi e dei dispositivi di protezione;
7. ombrature localizzate su parte del generatore FV con possibilità di
“shading effect” e “hot spot”;
8. imprecisione di inseguimento del punto di massima potenza (MPPT) sulla
I-V dell’array e conversione DC-AC, entrambe a carico dell’unità di
condizionamento della potenza (PCU o più semplicemente “inverter”) per
l’interfacciamento con la rete.
Nell’ottica precedente, l’opportuno sistema di monitoraggio deve comprendere almeno i
seguenti strumenti di misura:

332
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

l uno o più sensori di irradianza solare sia del tipo a termocoppia (di
riferimento per la misura assoluta della radiazione con la minima incertezza)
sia della stessa tecnologia dei moduli FV, in modo tale da valutare l’entità delle
perdite spettrali di cui al punto 4. del precedente elenco;
l uno o più termometri per le temperature dell’aria circostante e dei moduli
FV, in modo tale da calcolare le perdite (o possibili guadagni) per sovra
temperatura (punto 5.);
l i wattmetri per misurare sia la potenza sul lato DC (altrimenti ottenuta
indirettamente dal prodotto della tensione per la corrente) sia la potenza sul
lato AC per la determinazione delle perdite di cui al punto 8..
Evidentemente, il monitoraggio non è in grado di fornire indicazioni precise su tutte le
voci di perdita descritte: i punti 1., 2., 3., 6. e 7. richiedono misure puntuali con opportuni
metodi. Per esempio, la voce 1. richiede di determinare la curva I-V del generatore FV (con
l’appropriata tecnica) prima e dopo l’esecuzione della pulizia della superficie vetrata dei
moduli; anche le voci 3., 6. e 7. richiedono la misura della curva I-V dell’array, che deve
essere eseguita dopo aver disconnesso l’inverter.
risultati:
o Aumento di competitività dell’imprenditoria locale (installatori e
utilizzatori) in un settore strategico e in forte crescita
o Creazione ed insediamento di nuove imprese di progettazione ed
installazione
o Incremento della “visibilità” della città al riguardo delle energie rinnovabili
e della riduzione di emissioni di CO2
o Complementarietà del progetto rispetto alle attività di ricerca che si
sviluppano nel Polo di Innovazione di Tortona
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Avendo il progetto come obbiettivo principale l’ottenimento di risultati comparativi
ottenuti in modo autonomo e trasparente rispetto agli interessi commerciali dei produttori
di pannelli e di inverter il progetto prevede che tutti i materiali siano acquistati sul mercato.
Le attività potranno contare sulle competenze specifiche di 2 Docenti del Politecnico e del
supporto laboratoristico delle strutture già presenti nella sede di Alessandria del
Politecnico.
Il personale utilizzato nell’attività sarà in parte già operante presso il Politecnico (es. Tecnici
di laboratorio) e parte assunto ad hoc (assegno di ricerca).
Il progetto prevede che a regime la struttura si possa in parte autofinanziare grazie a
consulenze da erogare ad installatori e società di architettura ed ingegneria.
costi:
costi di investimento iniziale:
Reperimento pannelli ed inverter 30.000,00 Euro
Impiantistica elettrica e carpenteria 7.000,00 Euro
Acquisizione e gestione di sistemi di monitoraggio 10.000,00 Euro
costi di funzionamento annuali:
Attività di n. 1 assegnista di ricerca per n. 2 anni 50.000,00 Euro
Partecipazione e convegni e seminari 2.000,00 Euro
Materiali di consumo 1.000,00 Euro
totale ammortamenti e funzionamento 62.400,00 Euro
ricavi annuali:
Contratto di consulenza con un grande utilizzatore

333
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

di pannelli fotovoltaici 55.000,00 Euro


Consulenze specifiche con altri piccoli utilizzatori 15.000,00 Euro
totale ricavi 70.000,00 Euro
Fattibilità:
I principali ostacoli alla realizzazione di questa iniziativa derivano dalla disponibilità dei
produttori di pannelli ed inverter di mettere a disposizione i loro prodotti ad un ente che
si occuperà in modo obbiettivo di valutazioni comparative rendendo poi questi dati
disponibili sul mercato degli utilizzatori finali.
cronoprogramma di lavoro:
Il progetto potrebbe iniziare entro 1 mese dall’approvazione ed essere operativo entro 5
mesi dall’avvio. Esistono già all’interno dell’area occupata dal Politecnico gli spazi e parte
delle infrastrutture necessarie a sviluppare questa sperimentazione.

334
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 12
titolo:
recupero e riqualificazione siti degradati e/o relitti
rispetto al disegno urbanistico

pianificazione urbana
linea 1
e territoriale

Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo il censimento delle aree connotate da degrado
ambientale (Es.: ex cave, siti industriali dismessi, reliquati urbani ed extraurbani, discariche
abusive, ecc.) attraverso cartografia e schede illustrative (una per ogni sito individuato), con
lo scopo di ripensare una “riqualificazione” territoriale non necessariamente “intensiva”.
Soggetti proponenti:
Ordine Regionale dei Geologi del Piemonte (ORGP) , Ordine Dottori Agronomi e
Forestali della provincia di Alessandria (ODAF)
descrizione del progetto:
Il progetto si propone l’individuazione di tutti i siti “degradati” dall’attività antropica (sia
a livello urbano che rurale) e successivamente restituiti al contesto territoriale di
appartenenza non solo con una limitata se non nulla possibilità di riutilizzo, ma anche
creando impatti negativi sotto il profilo paesaggistico ed ambientale in senso lato.
Ad esempio una ex cava a fossa lasciata tal quale a fine attività estrattiva può essere
recuperata secondo differenti modalità di ripristino in funzione del contesto di
appartenenza, delle caratteristiche geologiche-stratigrafiche ed idrogeologiche e delle
esigenze dell’Amministrazione in termini sia di sviluppo, sia di gestione territoriale.
Il progetto attraverso la scheda del sito individuerà le tipologie di interventi compatibili
con l’assetto paesaggistico e con le caratteristiche dei luoghi e finalizzate al “riutilizzo”
del sito medesimo. La destinazione d’uso a cui finalizzare il ripristino risulterà anche in
funzione delle previsioni di sviluppo nell’ambito delle scelte di pianificazione di P.R.G.C..

Finalità generali:
1. realizzare servizi a supporto delle fasi di istruttoria dei progetti di nuovi
impianti e/o attività antropiche,
2. fornire possibili aree di sviluppo urbanistico (puntuale), in alternativa ad
ulteriore consumo di suolo (spesso ad elevata fertilità agronomica);
3. creare uno strumento di pianificazione “ambientale” che anziché
“inserire” elementi strategici di varia importanza e livello, miri a “togliere”
elementi di negatività ambientale dal contesto territorio, rimuovendo
importanti fattori limitanti della qualità percettiva dell’insieme.
4. coinvolgere ed assegnare ruoli attivi (eventualmente) ad istituzioni
formative/educative (scuole, associazioni ambientalistiche, etc.), ed aziende
private (sponsorizzazione economica).
obiettivi specifici:
o attuare il recupero ambientale con prevalenza di elementi progettuali
“naturalistici” ed estensivi; ricorrendo il più possibile a soluzioni di elevata
“naturalità ed estensività”, ricordando che le aree individuate non sempre e
335
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

non necessariamente dovranno essere direttamente fruibili


o indirizzare le richieste di nuovi impianti e/o attività antropiche (anche agro
- forestali) verso alcuni fra i siti su cui intervenire
o limitare il consumo di suolo e ricucire il territorio omogeneamente
o coinvolgere altri soggetti sociali
Attività:
La realizzazione del progetto prevede le seguenti attività:
m acquisizione dati e/o informazioni Enti territoriali
m acquisizione dati e/o informazioni Associazioni ambientalistiche
m sopralluoghi ed analisi topografico – geologico-ambientali
m restituzione cartografica
m redazione scheda illustrativa per ogni sito individuato
m trasposizione dei siti e relative destinazioni sulla cartografia degli strumenti
urbanistici
risultati:
Il progetto potrà avere i seguenti effetti:
l creazione di nuove aree di impatto nell’ambito costo zero e/o limitato per
l’Amministrazione
l semplificazione degli iter procedurali autorizzativi
l convenienza economica per Ditte specializzate ad intervenire sui siti di
degrado
l risposta diretta alle richieste di realizzazione di impianti di gestione dei
rifiuti
l risposta diretta ad esigenze di smaltimento dei rifiuti
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Le attività potranno contare anche sulle competenze specifiche di personale competente
operante all’interno degli Enti che potranno essere coinvolti.
Finanziamenti da parte degli Enti Territoriali interessati, Comune di Alessandria, Provincia
di Alessandria, Regione Piemonte, Aziende municipalizzate e Consorzi del settore gestione
e smaltimento rifiuti ed eventualmente soggetti privati operanti nel settore.
costi:
Personale 20.000 €
Strumentazione 15.000 €
Consulenze 95.000 €
Spese generali 20.000 €
totale 150.000 €

Fattibilità:
I principali ostacoli alla realizzazione di questo progetto derivano dalle disponibilità
finanziarie. Le criticità di tipo economico e finanziario potranno essere parzialmente
compensate facendo ricorso quanto più possibile a risorse interne ai soggetti direttamente
coinvolti.

336
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

cronoprogramma di lavoro:

MESI

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

fase
cognitiva/coinvolgimento
altri soggetti

fase di
screening/individuazione
risorse

fase progettazione

fase realizzativa

337
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 13
titolo:
Il futuro è già qui: giovani, partecipazione, sostenibilità

risanamento ambientale:
linea 3
aria, acqua, suolo

Sottotitolo:
Pratiche partecipative e protagonismo giovanile per lo sviluppo urbano sostenibile
Soggetti proponenti:
Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro - Dipartimento di
Ricerca sociale
descrizione del progetto:
Secondo la nota definizione della Commissione Mondiale per l’ambiente e lo sviluppo
(Rapporto Brundtland), è sostenibile uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente
senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri. Si tratta
di un concetto di notevole portata innovativa, che mette in discussione alcuni tradizionali
assiomi dell’economia, come la preferenza del presente rispetto al futuro o del più rispetto
al meno (lo sviluppo non può ridursi a semplice crescita di produzione e consumo), e
dovrebbe stimolare, soprattutto in tempi di crisi come gli attuali, sia le riflessioni teoriche
sia le politiche pubbliche.
La sostenibilità di una comunità ha a che fare con alcune “capacità” in campo:
- ambientale: mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali,
attraverso politiche preventive e regolazione dei comportamenti individuali e
collettivi;
- economico: produrre, distribuire, consumare in modo eco–efficiente e
duraturo beni e servizi, coniugando innovazione tecnologica e responsabilità
sociale;
- sociale: garantire condizioni di benessere e accesso alle opportunità (salute,
sicurezza, istruzione, cultura, socialità), distribuite in modo equo tra individui,
classi, generi e generazioni ed in particolare tra le collettività presenti e quelle
future;
- istituzionale: valorizzare lo spazio pubblico e la coesione sociale, assicurando
stabilmente condizioni di democrazia, giustizia, partecipazione, formazione e
informazione.
Il progetto proposto prevede tre azioni/iniziative distinte ma fortemente integrate:
a) azione di sistema (contestualizzazione)
OSSERVATORIO SULLA SOSTENIBILITà URBANA
b) azione partecipativa (attivazione)
GIOVANI CITTADINI CRESCONO: LABORATORIO DI EDUCAZIONE E
PARTECIPAZIONE ALLA SOSTENIBILITà
c) azione tematica (focalizzazione)
ACQUA E TERRITORIO: RISORSE IDRICHE E CITTà SOSTENIBILE
La questione idrica presenta caratteristiche tipicamente multidimensionali. L’acqua infatti
può essere considerata:
l un bene naturale: indispensabile alla vita;

338
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

l una risorsa produttiva: per usi molteplici, spesso in competizione;


l un fattore organizzativo: dello spazio e della società;
l un elemento simbolico: della storia e della cultura dei territori.
La realtà “mesopotamica” di Alessandria, città caratterizzata da un rapporto ambivalente,
problematico e talvolta drammatico tra acqua e territorio, ben si presta alla messa a punto
di un modello utile ad affrontare alcune questioni fortemente connesse al tema della
gestione sostenibile delle risorse idriche:
a) la centralità della dimensione territoriale nella percezione del problema
idrico;
b) il rapporto tra comunità locali, procedure istituzionali e paradigmi
scientifico-tecnologici (i cosiddetti sistemi esperti) preposti al governo
dell’acqua;
c) la necessità di coinvolgere i cittadini nelle decisioni riguardanti la questione
idrica, attraverso adeguate modalità di partecipazione.
La capacità di osservare i problemi connessi alle risorse idriche (disponibilità, degrado,
dissesto idrogeologico e così via) può essere considerata una caratteristica dipendente
dall’organizzazione territoriale e dal tipo di comunità locale; al crescere della dimensione
urbana e della sua densità spaziale e sociale, si determina una sorta di allontanamento dai
problemi ambientali: mentre in un piccolo comune la percezione è quasi sempre frutto di
un rapporto diretto con il territorio, nel caso di una grande città tale relazione è mediata
dai mezzi di informazione e dalle agenzie tecniche preposte al monitoraggio (il
superamento del livello di guardia di un fiume o l’inquinamento delle falde).
Tale aspetto si connette da un lato con la questione della disponibilità di un quadro
informativo utile per gli attori istituzionali e sociali che operano sullo scenario urbano
(Osservatorio sulla Sostenibilità Urbana - azione a), dall’altro con l’opzione metodologica
e la strategia politica di ascoltare/coinvolgere soprattutto i giovani sul tema di un corretto
rapporto tra acqua e territorio (Laboratorio di Educazione e Partecipazione alla
Sostenibilità – azione b).
riferimenti bibliografici:
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dipartimento Funzione Pubblica – cantieri, rubbettino, Soveria Mannelli.
Borelli, g. (2008 a cura di), tracce di governance. comunità e sviluppo nella media valle del Po, Franco
angeli, Milano.
Bravo g. (2006), gli alberi o le statue. risorse comuni e sostenibilità ambientale, roma, aracne.
Bravo g. (2009), alle radici dello sviluppo insostenibile. Un’analisi degli effetti ambientali di società,
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Bulsei g.L. (2005), ambiente e politiche pubbliche. dai concetti ai percorsi di ricerca, carocci, roma
Bulsei g.L. (2009), acqua e sostenibilità. comunità locali e scelte pubbliche, paper presentato al Vii
convegno nazionale dei sociologi dell’ambiente – crisi economica, crisi ambientale, nuovi modelli sociali,
trento (25–26 settembre 2009).
Bulsei g.L (2010 a cura di), Le sfide della sostenibilità. risorse ambientali, qualità sociale,
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ciaffi d., Mela a. (2006), La partecipazione.dimensioni, spazi e strumenti, carocci, roma.
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giddens a. (1994), Le conseguenze della modernità, il Mulino, Bologna (ed. orig. 1990).
guidicini P. (2008), Quando si parla di “sostenibilità”, in “Sociologia urbana e rurale”, 85.

339
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Finalità generali:
o Implementare una struttura a rete per la raccolta, elaborazione e diffusione
di dati sull’ambiente urbano, al fine di poter disporre in modo integrato, stabile
e continuativo di informazioni indispensabili a perseguire politiche sostenibili
realistiche, efficaci e condivise;
o coinvolgere attivamente, con modalità strutturate ma non convenzionali
di ascolto e partecipazione, i giovani alessandrini sui temi della sostenibilità
ambientale, economica, sociale ed istituzionale;
o contribuire alla produzione di conoscenza per una più efficace e condivisa
o gestione dell’acqua, valutando sia gli effetti della variabile territoriale nei
processi di rappresentazione sociale delle risorse idriche sia l’adeguatezza dei
sistemi esperti nella costruzione del consenso in presenza di interessi e usi
locali eterogenei.
obiettivi specifici:
Saranno puntualmente declinati, in accordo con le finalità generali, in sede di confronto
tra gli attori potenzialmente coinvolti.
Attività:
a) azione di sistema (contestualizzazione)
OSSERVATORIO SULLA SOSTENIBILITà URBANA
Coordinamento stabile tra agenzie ed enti funzionalmente preposti alla raccolta,
elaborazione e diffusione di dati sull’ambiente urbano, con l’obiettivo di confrontare e
condividere dimensioni sensibili da considerare, indicatori appropriati e metodologie di
rilevazione, modalità di comunicazione ai decisori locali e all’opinione pubblica.
b) azione partecipativa (attivazione)
GIOVANI CITTADINI CRESCONO: LABORATORIO DI EDUCAZIONE E
PARTECIPAZIONE ALLA SOSTENIBILITà
Partendo dall’analisi del contesto locale si intende richiamare l’attenzione su quali
associazioni private ed istituzionali operino sul territorio in materia di educazione e
partecipazione giovanile, sulle problematiche affrontate e da affrontare e sulle interazioni
presenti e mancanti tra stakeholders.
Sinergie con iniziative di enti pubblici e privati, scuole, università
Importante sarà il riferimento come buona pratica all’iniziativa torinese Democrazia 2.0
(http://www.democrazia20.it/)
c) azione tematica (focalizzazione)
ACQUA E TERRITORIO: RISORSE IDRICHE E CITTà SOSTENIBILI
Attraverso interviste qualitative e momenti di discussione collettiva facilitata, si
esploreranno gli aspetti motivazionali e comportamentali legati alla percezione e all’uso
dell’acqua in ambito urbano, con particolare riferimento alla domanda di interventi da
parte del governo locale.
risultati:
Lo sviluppo di ciascuna delle tre azioni progettuali integrate (di sistema, partecipativa,
tematica) produrrà specifici risultati connessi al grado di estensione/approfondimento
perseguito: dalla implementazione dell’Osservatorio come strumento di supporto per il
sistema locale, alla progettualità giovanile per disegnare il futuro assetto della città
sostenibile, alla riflessione condivisa sul tema del rapporto tra acqua e territorio.
Il tema della sostenibilità tenderà così a divenire il criterio scientifico e politico per la
definizione multiattoriale delle poste in gioco, la strutturazione di arene decisionali
cooperative, la progettazione integrata di interventi per lo sviluppo urbano.

340
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

risorse, strumenti e forme di finanziamento


Risorse pubbliche e private
costi:
Risorse umane per assegni e borse di ricerca: 40.000 euro
Organizzazione forum partecipativi: 10.000 euro
Direzione e coordinamento scientifico: 5.000 euro
totale costi
55.000 euro
Fattibilità:
Il progetto non presenta particolari problemi di fattibilità.

341
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 14
titolo:
Efficienza energetica e nuove tecnologie ambientali per
il progettare ed il costruire
sul territorio del comune di Alessandria

Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti

Sottotitolo:
Analisi energetica degli edifici esistenti e valutazione dell’applicazione di criteri e di
soluzioni progettuali, costruttive e tecnologiche per l’aumento dell’efficienza energetica del
patrimonio edilizio del territorio alessandrino.
Soggetti proponenti:
Collegio Costruttori - ANCE Alessandria (Sezione Speciale dei Servizi e delle Attività
Tecnologiche), Ordine degli Architetti, Pianificatori Territoriali, Paesaggisti, Conservatori
della provincia di Alessandria e Politecnico di Torino.
descrizione del progetto:
L’attività primaria dell’esistenza umana, ovvero l’abitare, incide in maniera importante sui
nostri consumi energetici. In Europa, il riscaldamento in inverno e il raffrescamento nel
periodo estivo degli edifici assorbono più del 40% dei consumi energetici, insieme al
consumo di acqua calda sanitaria e alla corrente elettrica. In Italia la situazione è ancora
più grave: la percentuale sale al 45%. Il patrimonio edilizio esistente è inoltre responsabile
del 25% delle emissioni di CO2, mentre il riscaldamento rappresenta circa i due terzi dei
consumi d’energia e la parte principale delle emissioni di CO2 del settore (fonte: il Sole
24 ore ed “il Libro Verde sull’Efficienza Energetica” dell’Unione Europea).
Tale situazione rappresenta la motivazione per cui l’Unione Europea ha emanato la
direttiva europea 2002/91/CE, sul rendimento energetico nell’edilizia. Attualmente è allo
studio (un accordo politico è stato raggiunto nel dicembre 2009) la revisione della suddetta
Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici (EPBD), che prevederà che a
partire dal 2018 per gli edifici pubblici e dal 2020 per gli edifici residenziali e commerciali,
tutti i nuovi edifici siano a “quasi zero” consumo di energia, attraverso standard di
efficienza più rigorosi e l’utilizzo delle energie rinnovabili. In concreto la neo-direttiva
richiederà che tutti gli edifici pubblici costruiti dopo il 2018 dovranno essere pressoché a
zero (“nearly zero”) consumo di energia (edifici passivi) e lo stesso varrà per tutti gli edifici
residenziali e commerciali costruiti dopo il 2020 (fonte: www.qualenergia.it).
Tale strategia improntata al tema della “sostenibilità ambientale” e dell’efficienza energetica
si pone nell’ottica di rappresentare un efficace strumento per raggiungere gli ambiziosi
obiettivi ambientali europei, ed una grande sfida ed un’occasione sia per il settore edilizio
(imprese e professionisti), chiamato ad interpretare in modo diverso il tema del costruire,
sia il mondo produttivo, interessato a sviluppare nuovi prodotti e tecnologie capaci di
bassi impatti ambientali e costi di realizzazione.
In tale ambito hanno possibilità di inserirsi le figure dei professionisti e le imprese (e
relative associazioni ed ordini professionali), del Politecnico e dell’Università (e relativo
mondo della formazione), presenti sul territorio alessandrino, come soggetti capaci di

342
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

cogliere questa opportunità, precorrendo i tempi e confrontandosi prima di tutti con


queste nuove esigenze, al fine di creare nuove competenze, nuove figure professionali ed
imprenditoriali (ed anche nuove figure tecniche multidisciplinari associate e nuove strutture
imprenditoriali associate), nuovi prodotti capaci di competere nei mercati e nel mondo di
domani.
L’attenzione crescente e le azioni condotte dalle aziende sparse in tutto il mondo
sottolineano le notevoli opportunità offerte dal settore della tecnologia ecosostenibile.
Riuscire a sfruttare nel migliore dei modi queste opportunità, dipenderà probabilmente
dall’identificazione di nuovi modelli di partnership e collaborazione, tra le grandi
organizzazioni pubbliche, private e professionali, e fra gli stessi professionisti e le imprese
emergenti del operanti nel settore della “GREEN ECONOMY” e del “CLEAN TECH”.
Queste partnership saranno finalizzate a favorire la convergenza degli obiettivi e delle
strategie delle imprese, dei professionisti e degli Enti Pubblici verso il raggiungimento di
nuovo modello abitativo, produttivo ed economico fondato su ridotte emissioni di anidride
carbonica ed efficienza nella gestione delle risorse.
In relazione a ciò è da sottolineare che, essendo il progetto di largo respiro e che andrebbe
a stimolare una molteplicità di interessi, esso ha trovato sin da subito l’adesione di molti
soggetti operanti nel settore dell’edilizia e delle costruzioni (associazioni professionali e
mondo della formazione) e potrà in futuro ulteriormente aggregare anche altri attori e
portatori di interessi operanti sul territorio alessandrino.
L’iniziativa presenta come tematiche centrali i seguenti assi di intervento:
A. valutare l’efficienza energetica degli edifici presenti sul territorio comunale
alessandrino definendone la suddivisione nelle classi di efficienza a seconda
delle diverse tipologie costruttive
B. definire le metodologie e le tecniche progettuali e costruttive finalizzate al
miglioramento energetico degli edifici aventi la maggiore efficacia ed
efficienza sotto il profilo tecnologico, economico, gestionale,
comportamentale, ambientale, etc.
C.sviluppare linee guida e progetti pilota nei settori della sostenibilità
ambientale e dell’efficienza energetica nel mondo delle costruzioni.
Finalità generali:
Il progetto si pone come obbiettivo principale la definizione di un MODELLO DI
RIFERIMENTO REPLICABILE relativo allo sviluppo di azioni finalizzate al
miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio (esistente o di nuova
realizzazione) di un determinato territorio, aspetto con cui in futuro, in seguito alla
applicazione sul territorio comunale alessandrino della revisione della Direttiva
CE/91/2002 sul rendimento energetico in edilizia, le varie realtà locali dovranno
confrontarsi.
Tale studio, partendo dall’analisi della situazione dei consumi energetici attuali relativi al
territorio comunale, permetterà di creare una base dati da cui partire per l’elaborazione di
nuovi modi di interpretare gli aspetti progettuali, realizzativi e tecnologici applicabili alle
diverse tipologie edilizie (civili, produttive e pubbliche) secondo le tematiche della
sostenibilità ambientale e delle tecnologie a basso consumo di risorse.
Tale cambiamento si rende ancora più necessario in rapporto alla domanda crescente di
tecnologie a basso consumo di risorse naturali ed a basso costo, proprio stimolata dalle
maggiori attenzioni al tema dello sviluppo sostenibile, ed anche dalla crescita della
popolazione e del numero dei consumatori di tipo “medio” nei mercati dei paesi
emergenti: tutto ciò sta aumentando la consapevolezza dei soggetti pubblici e delle imprese
del bisogno di individuare modelli “del vivere e del produrre” adatti ad assicurarsi uno
sviluppo sostenibile a lungo termine e un vantaggio competitivo e non conflittuale, in
relazione alla nuova attenzione agli aspetti ambientali richiesta dalla popolazione dei paesi
343
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

occidentali ed alla nuove esigenze della popolazione dei paesi emergenti.


Infine questo progetto si ritiene essere utile anche a creare una piattaforma conoscitiva di
dati e di riflessioni valida a sensibilizzare la nascita sul territorio alessandrino di un diverso
modo di fare il professionista e l’imprenditore nel mondo della “Green Economy”, poichè
si prevede che al suo interno verrà dedicato spazio anche all’analisi ed alla individuazione
degli elementi validi e necessari a definire i caratteri delle possibili nuove figure di
professionista ed imprenditore operante nel settore delle “nuove costruzioni ed edilizia”,
puntando sulla valenza degli aspetti associativi e sulla possibilità delle economie di scala.
obiettivi specifici:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
n aumentata coscienza del tema della riduzione del consumo delle risorse
ambientali da parte dei cittadini e delle istituzioni alessandrine
n la definizione di nuovi modelli di costruire ed abitare
n lo sviluppo di nuove modelli e strutture di professionisti ed imprese, nuove
figure professionali (e nuovi posti di lavoro) operanti nel settore della
“GREEN ECONOMY” e del “CLEAN TECH”.
Tutto ciò viene declinato attraverso il raggiungimento di obiettivi specifici quali:
l la determinazione del consumo energetico degli edifici nel territorio
comunale
l la valutazione del grado generale di efficienza energetica degli edifici nel
territorio comunale e delle loro diverse tipologie edilizie
l l’individuazione di strategie e di modelli di intervento (linee guida e
progetti pilota) e di soluzioni tecnologiche per il miglioramento dell’efficienza
energetica nel settore edilizio
l la riduzione delle emissioni inquinanti derivante dalla quantificazione del
potenziale di riduzione dei consumi energetici (legati al settore edilizio) sul
territorio comunale e dall’applicazione delle soluzioni progettuali, realizzative
e tecnologiche individuate in precedenza.
Attività:
Il percorso di analisi e di definizione delle proposte di intervento sopra descritto prevederà
lo svolgimento delle seguenti attività:
AzIonE AttIvItà
Definizione dell’area di studio e delle tipologie di edifici
1 oggetto dell’analisi

Definizione di parametri ed indicatori finalizzati a stabilire


2 una procedura per la suddivisione in macroclassi degli
edifici oggetto di studio
Analisi dei consumi e
dell’efficienza energetica del Selezione del sistema di classificazione energetico più
1 patrimonio edilizio esistente sul 3 adeguato alle esigenze dello studio
territorio del comune di
Alessandria Catalogazione degli edifici in macroclassi a seconda della
4 tipologia costruttiva e dell’anzianità di realizzazione sulla
base del sistema di classificazione energetico selezionato

Raccolta dei dati utili a definire i consumi energetici degli


5 edifici in analisi

(continua)

344
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Elaborazione e rappresentazione grafica dei dati dei


6 consumi energetici degli edifici alessandrini
7 Analisi statistica dei risultati della valutazione energetica
8 Verifica dei risultati
Creazione di uno o più Gruppi tecnici di lavoro e di un
Tavolo di indirizzo e di valutazione finalizzati ad
individuare ed a selezionare, per ogni macroclasse di edifici
1 individuati, le migliori pratiche e le soluzioni tecniche /
tecnologiche e comportamentali che permettano di
ottenere il miglior risultato in termini di efficienza
energetica e di rapporto costi/risultati

Identificazione delle Best Practice a livello europeo,


nazionale e regionale in relazione ai modelli di sostenibilità
2 ambientale nel settore edilizio (soluzioni tecnologiche,
progettuali, costruttive e modelli comportamentali,
gestionali ed organizzativi)

Studio ed analisi delle migliori soluzioni e modelli di


imprese e di professioni / professionisti legati al settore
3 della “grEEn EconomY” e del “clEAn tEch”
esistenti a livello europeo, nazionale e regionale

Identificazione degli scenari di intervento:


Definizione delle metodologie e le 1. patrimonio edilizio esistente:
tecniche progettuali e costruttive o determinazione di un modello per la
2 finalizzate al miglioramento definizione dei parametri di convenienza (in
energetico degli edifici termini economici, tecnologici, gestionali,
comportamentali ed ambientali) per la
4 realizzazione di interventi di recupero edilizio
2. nuove costruzioni:
o determinazione di un modello per la
definizione dei parametri di convenienza (in
termini economici, tecnologici, gestionali,
comportamentali ed ambientali) per la
realizzazione nuove costruzioni

Individuazione dei vari parametri ed elementi da valutare


nella realizzazione di interventi edilizi relativi ad edifici di
5 nuova costruzione e/o su edifici esistenti al fine di poter
determinare le soluzioni più efficaci ed efficienti sotto il
profilo ambientale, economico e tecnologico

Individuazione, per ogni diversa tipologia costruttiva di


edificio, della soluzione migliore che permetta di ottenere
6 il miglior risultato in termini di rapporto costi economici
/ risparmio energetico e sostenibilità ambientale
)

(continua)

345
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Analisi delle potenzialità di Elaborazione di ipotesi di sviluppo di nuove imprese e


1 professionisti / professioni
sviluppo del settore del risparmio
3 energetico e della sostenibilità in Elaborazione di ipotesi di sviluppo di nuove
edilizia 2 tecnologie e prodotti
Elaborazione di “LINEE GUIDA”

- elaborazione di documentazione tecnica da


applicarsi in sede di realizzazione di interventi di
1 riqualificazione energetica degli edifici o di nuove
costruzioni
- analisi e verifica dei risultati

Realizzazione di “PROGETTI PILOTA / CASE -


STUDIES”
elaborazione di progetti pilota (studi di fattibilità) nei
seguenti settori:
oedilizia privata (abitazione che produce
Definizione delle metodologie e le
energia)
tecniche progettuali e costruttive
4 finalizzate al miglioramento
oedilizia pubblica (edilizia scolastica oppure
sportiva a consumi zero)
energetico degli edifici
2 o social housing, edilizia sociale ed universitaria
(nuovi modelli di vita “in comune” per giovani,
anziani, studenti fuori sede, etc.)
o edilizia produttiva / industriale (Aree
produttive, logistiche e commerciali
Ecologicamente Attrezzate)
o analisi e verifica dei risultati
Presentazione dei risultati agli Enti ed ai soggetti
3 interessati

Eventuale aggiornamento delle soluzioni proposte sulla


4 base delle indicazioni provenienti dagli Enti e dai
soggetti interessati
Definizione di un Piano di Azione legato allo sviluppo
di nuove competenze, professioni ed imprese,
tecnologie legate ai settori della “grEEn
EconomY” e del “clEAn tEch” nell’area
alessandrina
- definizione delle linee di intervento
- adozione delle “LINEE GUIDA” elaborate da
parte dei soggetti interessati
- applicazione su larga scala delle soluzioni
Elaborazione di Piano di azione progettuali, tecnologiche e costruttive sviluppate
5 per il “Risparmio energetico e la 1 in sede di “PROGETTI PILOTA / CASE -
sostenibilità ambientale in edilizia” STUDIES” da parte dei soggetti interessati
- analisi degli strumenti e dei canali di
finanziamento già esistenti utili alla realizzazione
degli interventi finalizzati al miglioramento
dell’efficienza energetica delle costruzioni
- piano di proposte e soluzioni utili a facilitare
l’attivazione di finanziamenti, contributi,
agevolazioni, etc., finalizzati alla realizzazione di
nuovi interventi diretti al miglioramento
dell’efficienza energetica delle costruzion

risultati:
L’iniziativa ha lo scopo di ipotizzare, elaborare e verificare la fattibilità di un insieme di
interventi finalizzati all’ottenimento di un risparmio energetico nel patrimonio edilizio

346
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

esistente e sviluppo di nuove esperienze di “grEEn EconomY” E dEl “clEAn


tEch” nel settore nell’edilizia alessandrina; ciò si giustifica, in particolare, in ragione
degli attuali consumi energetici del patrimonio edilizio esistente ed in relazione alla
prossima revisione della Direttiva CE/91/2002 sul rendimento energetico in edilizia che
rappresenterà un’occasione per la creazione di nuove professioni, professionisti, imprese
e soluzioni tecnologiche (nuovo business ed occupazione) per i territori che avranno il
coraggio di “investire” prima di altri in tali settori (si ricorda che il settore della “green
economy” è uno dei pochi che nel 2009 ha continuato a produrre posti di lavoro
nonostante la crisi economica in atto).
I risultati attesi sono, quindi, i seguenti:
- lo sviluppo di parametri, criteri e strumenti efficaci e riproducibili diretti alla
valutazione dell’efficienza energetica degli edifici
- la definizione delle caratteristiche energetiche del territorio alessandrino (con
una valutazione di dettaglio della situazione)
- la determinazione di strategie condivise per il miglioramento dell’efficienza
energetica degli edifici esistenti
- l’avvio di nuovi interventi di riqualificazione energetica sul patrimonio
edilizio esistente
- la nascita di nuovi modelli di progettare, costruire ed abitare
- la nascita di nuovi prodotti, servizi e figure e modelli professionali a favore
del settore dell’edilizia
- la creazione di nuove imprese, professioni, professionisti e posti di lavoro
- operanti nel settore delle costruzioni, della “GREEN ECONOMY” e del
- “CLEAN TECH” anche sotto forma di associazioni e/o consorzi
- una maggiore consapevolezza sul tema della riduzione del consumo delle
risorse ambientali da parte dei cittadini e delle istituzioni alessandrine
- la riduzione del consumo energetico del patrimonio edilizio alessandrino
esistente e delle relative emissioni inquinanti.
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Il progetto prevede la creazione di un gruppo di lavoro formato da esperti di settore attivi
sul territorio alessandrino e “risorse locali” operanti in collaborazione con gli Enti Pubblici
ed Istituzionali, gli Ordini Professionali, il Politecnico e l’Università, e prevede la
partecipazione di componenti delle varie associazioni di categoria ed attori interessati allo
sviluppo di tali settori ed iniziative.
Il finanziamento della presente proposta progettuale può provenire sia da risorse interne
ai vari Enti e soggetti interessati (anche sotto forma di personale), sia attraverso la
presentazione di un progetto / domanda di contributo in varie sedi istituzionali (livello
europeo, nazionale e regionale, fondazioni bancarie, imprese singole ed associate).
costi:
Il programma prevede un costo di circa 411.000 euro (si rimanda all’ipotesi di piano dei
costi alla pagina seguente.
Fattibilità:
La fattibilità dell’iniziativa, dal punto di vista tecnico, è resa possibile dalla presenza di una
partnership locale [Collegio Costruttori - ANCE Alessandria (Sezione Speciale dei Servizi
e delle Attività Tecnologiche), Ordine degli Architetti, Pianificatori Territoriali, Paesaggisti,
Conservatori della provincia di Alessandria e Politecnico di Torino] in grado di fornire le
competenze e conoscenze tali da garantire la piena realizzazione delle attività previste
all’interno del presente progetto.

347
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

cronoprogramma di lavoro:
La realizzazione delle varie fasi progettuali sarà articolata in 24 mesi e prevederà l’alternarsi
di fasi di raccolta dati, valutazioni, definizione di criteri/parametri, di strategie e soluzioni
di intervento e di interpretazione dei risultati.
Il cronoprogramma di dettaglio sarà redatto in fase di programma operativo

348
A L E SSANDRIA :
IL

costo
AzIonE AttIvItà
(€)
PIANO

1 1 Definizione dell’area di studio e delle tipologie di edifici oggetto dell’analisi 3.000


Definizione di parametri ed indicatori finalizzati a stabilire una procedura per la
2 15.000
suddivisione in macroclassi degli edifici oggetto di studio
Selezione del sistema di classificazione energetico più adeguato alle esigenze dello
3 2.000
studio
STRAT E G I C O

349
Analisi dei consumi e Catalogazione degli edifici in macroclassi a seconda della tipologia costruttiva e
dell’efficienza energetica del 4 dell’anzianità di realizzazione sulla base del sistema di classificazione energetico 20.000
patrimonio edilizio esistente selezionato
sul territorio del comune di
5 Raccolta dei dati utili a definire i consumi energetici degli edifici in analisi 40.000
Alessandria
Elaborazione e rappresentazione grafica dei dati dei consumi energetici degli
6 15.000
edifici alessandrini
7 Analisi statistica dei risultati della valutazione energetica 15.000

8 Verifica dei risultati 12.000

112.000

(continua)
Creazione di uno o più Gruppi tecnici di lavoro e di un Tavolo di indirizzo e di
valutazione finalizzati ad individuare ed a selezionare, per ogni macroclasse di edifici
1 individuati, le migliori pratiche e le soluzioni tecniche / tecnologiche e 15.000
comportamentali che permettano di ottenere il miglior risultato in termini di
efficienza energetica e di rapporto costi/risultati
Identificazione delle Best Practice a livello europeo, nazionale e regionale in
relazione ai modelli di sostenibilità ambientale nel settore edilizio (soluzioni
2 15.000
tecnologiche, progettuali, costruttive e modelli comportamentali, gestionali ed
organizzativi)

350
Studio ed analisi delle migliori soluzioni e modelli di imprese e di professioni /
Definizione delle 3 professionisti legati al settore della “GREEN ECONOMY” e del “CLEAN 35.000
metodologie e le tecniche TECH” esistenti a livello europeo, nazionale e regionale
2 progettuali e costruttive Identificazione degli scenari di intervento:
finalizzate al miglioramento 1. patrimonio edilizio esistente:
energetico degli edifici o determinazione di un modello per la definizione dei parametri di convenienza
(in termini economici, tecnologici, gestionali, comportamentali ed ambientali) per
A L E S S A N D R I A :

4 la realizzazione di interventi di recupero edilizio 2.000


I L

2. nuove costruzioni:
o determinazione di un modello per la definizione dei parametri di convenienza
(in termini economici, tecnologici, gestionali, comportamentali ed ambientali) per
la realizzazione nuove costruzioni
PI A N O

Individuazione dei vari parametri ed elementi da valutare nella realizzazione di


interventi edilizi relativi ad edifici di nuova costruzione e/o su edifici esistenti al
5 25.000
fine di poter determinare le soluzioni più efficaci ed efficienti sotto il profilo
ambientale, economico e tecnologico

(continua)
S T R AT E G I C O
A L E SSANDRIA :
IL

Individuazione, per ogni diversa tipologia costruttiva di edificio, della soluzione


6 migliore che permetta di ottenere il miglior risultato in termini di rapporto costi 25.000
PIANO

economici / risparmio energetico e sostenibilità ambientale


117.000
Analisi delle potenzialità di Elaborazione di ipotesi di sviluppo di nuove imprese e professionisti /
sviluppo del settore del 1 15.000
3 professioni
risparmio energetico e della
sostenibilità in edilizia 2 Elaborazione di ipotesi di sviluppo di nuove tecnologie e prodotti 15.000
STRAT E G I C O

351
30.000
4 Elaborazione di “LINEE GUIDA”
- elaborazione di documentazione tecnica da applicarsi in sede di realizzazione
di interventi di riqualificazione energetica degli edifici o di nuove costruzioni 45.000
- analisi e verifica dei risultati
Realizzazione di “PROGETTI PILOTA / CASE - STUDIES”
- elaborazione di progetti pilota (studi di fattibilità) nei seguenti settori:
o edilizia privata (abitazione che produce energia)
o edilizia pubblica (edilizia scolastica oppure sportiva a consumi zero)
o social housing, edilizia sociale ed universitaria (nuovi modelli di vita “in
85.000
comune” per giovani, anziani, studenti fuori sede, etc.)
o edilizia produttiva / industriale (Aree produttive, logistiche e commerciali
Ecologicamente Attrezzate)
- analisi e verifica dei risultati

(continua)
4 Presentazione dei risultati agli Enti ed ai soggetti interessati 2.000
Eventuale aggiornamento delle soluzioni proposte sulla base delle indicazioni
5 2.000
provenienti dagli Enti e dai soggetti interessati
132.000
Definizione di un Piano di Azione legato allo sviluppo di nuove competenze,
professioni ed imprese, tecnologie legate ai settori della “grEEn EconomY”
e del “clEAn tEch” nell’area alessandrina
- definizione delle linee di intervento

352
- adozione delle “LINEE GUIDA” elaborate da parte dei soggetti interessati
Elaborazione di Piano di - applicazione su larga scala delle soluzioni progettuali, tecnologiche e costruttive
azione per il “Risparmio sviluppate in sede di “PROGETTI PILOTA / CASE - STUDIES” da parte dei
5 1 20.000
energetico e la sostenibilità soggetti interessati
ambientale in edilizia” - analisi degli strumenti e dei canali di finanziamento già esistenti utili alla
realizzazione degli interventi finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica
delle costruzioni
A L E S S A N D R I A :

- piano di proposte e soluzioni utili a facilitare l’attivazione di finanziamenti,


I L

contributi, agevolazioni, etc., finalizzati alla realizzazione di nuovi interventi diretti


al miglioramento dell’efficienza energetica delle costruzioni
totAlE 411.000
PI A N O
S T R AT E G I C O
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 15
titolo:
mobilità sostenibile

Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti

Sottotitolo:
Il progetto mira alla realizzazione di un sistema di mobilità sostenibile urbano attraverso
l’uso di tecnologie rinnovabili e il conseguente abbattimento delle emissioni inquinanti.
Soggetti proponenti:
ALTECH (Consorzio per le Innovazioni nell’Industria delle costruzioni).
descrizione del progetto:
Lo studio nasce dalla volontà di ridurre drasticamente il rumore e la produzione di polveri
sottili e di inquinanti durante le lavorazioni edili soprattutto svolte nei centri storici delle
città.
Il progetto mira alla realizzazione di un prototipo di mezzo di trasporto merci alimentari
avente materiali tecnologicamente innovativi che sfruttano l’energia rinnovabile solare
(fotovoltaico). Vengono accoppiati pannelli con funzioni differenti:
m compositi in fibra di vetro alveolare a canne d’organo (leggeri con una
elevata resistenza, flessibilità);
m pannelli fotovoltaici (leggeri, flessibili e ad alta efficienza).
Il risultato è un pannello che isola il tetto del mezzo (non viene surriscaldato) e funge da
supporto al pannello fotovoltaico, sfruttando le caratteristiche e le performance dei due
singoli pannelli.
Lo studio verrà utilizzato anche per l’applicazione sulle macchine operatrici edili che
lavorano nei centri storici.
obiettivi specifici:
Riduzione inquinamento, utilizzo fonti rinnovabili, ricerca, creazione filiera di mercato.
Attività:
Le attività si possono dividere in due: fase di monitoraggio e successiva realizzazione
prototipo.
La realizzazione delle campagne di monitoraggio servono per lo sviluppo e la realizzazione
di una banca dati fotovoltaica.
risultati:
1. Banca dati del solare fotovoltaico in movimento nelle tre latitudini italiane
(nord, centro, sud)
2. Realizzazione prototipo.
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Il progetto viene realizzato con finanziamenti pubblici a seguito di investimenti di partner
privati. Verrà erogato il 45% delle spese sostenute a seguito di consulenze, acquisto di
materiali.

353
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

costi:
Strumenti e attrezzature € 2.500
Ricerca contrattuale, competenze tecniche e brevetti Consulenze € 55.000
Altri costi di esercizio Materiali € 22.500

totale costi € 80.000


cronoprogramma di lavoro:
Il progetto verrà realizzato nell’arco di un anno:

Attività I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre

Obiettivi
studio di
fattibilità
Studio e scelta
materiali
innovativi
Applicazione e
fase di
monitoraggio

Realizzazione
prototipo

Riunioni e
relazioni
progettuali

354
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 16
titolo:
la pianificazione urbana sostenibile applicata alla
prevenzione delle malattie

pianificazione urbana
linea 1
e territoriale

Sottotitolo:
Come l’urbanistica sostenibile può intervenire al fine di prevenire e contrastare in ambito
di prevenzione delle principali malattie (oncologiche, pneumologiche, cardiovascolari).
Soggetti proponenti:
Ordine Architetti P.P.C. Alessandria , ARPA Alessandria
descrizione del progetto:
I dati del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute
(Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità, riportano che il 24% di tutte le malattie nel
mondo è dovuto all’esposizione a fattori ambientali.
Non solo.
L’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità mostra che in diversi modi
l’ambiente influenza significativamente più dell’80% delle malattie principali ; il dato è
ancora più impressionante se si considera che il rapporto pare contare esclusivamente
quei rischi ambientali effettivamente modificabili attraverso politiche di intervento
adeguate o tecnologie già disponibili e se si considera quindi che, anche a detta della stessa
O.M.S., gran parte di questi rischi potrebbe essere evitata attraverso interventi mirati1.
La maggior parte delle malattie legate a fattori di rischio ambientali sono quindi fra i
principali problemi di salute pubblica in generale, associati a livelli diversi di mortalità.
Tra le malattie che in assoluto presentano la mortalità più elevata legata a fattori di rischio
di natura ambientale modificabili troviamo: le malattie cardiovascolari, le infezioni dei
tratti respiratori inferiore, il cancro. Nel rapporto troviamo inoltre tra le principali malattie
cause di morte o disabilità, gli incidenti stradali dovuti a “pianificazione urbanistica
carente”2 .
L’ambiente –intendendo il luogo costruito dove viviamo e circoliamo- influisce, proprio
in base alle sue caratteristiche strutturali, direttamente o indirettamente, sulla salute.
Il costruito condiziona l’ambiente in cui viviamo ed influisce sulla salubrità dei luoghi non
solo a livello puntuale -attraverso la qualità dei materiali o degli impianti- ma, a monte e
soprattutto, a livello territoriale, a seguito delle macro scelte legate alla forma, alla densità
e altezza, alle interconnessioni e coesistenze che vedono la loro origine al livello di
pianificazione urbanistica.
Gli strumenti urbanistici scelgono, attivano e indirizzano i processi di densificazione, di
compatibilità delle funzioni, di specializzazione delle aree. Lo scopo generale del presente
progetto é quello di sensibilizzare nei confronti del profondo legame tra la qualità della vita
e l’ambiente costruito e delle influenze di quest’ultimo sul benessere biologico e psichico
e quindi, dati alla mano, sulla prevenzione delle patologie. L a salute, la qualità della vita e
l’ambiente costituiscono un intreccio ditemi di rilevanza sociale che deve concentrare su
di sé un interesse generale.

355
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Lo scopo puntuale è quello di proporre a tal fine la redazione di strumenti urbanistici che
abbiano la forza di far diventare la prevenzione delle malattie un dettame quanto meno
paritario se non addirittura preponderante, rispetto agli altri interessi che muovono e
indirizzano la pianificazione.
Finalità generali:
Riduzione dell’insorgenza delle patologie - in particolare cancerogene- indicate
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come fortemente influenzate dall’ambiente
urbano e quindi, a monte, anche dalle scelte progettuali in ambito urbanistico.
Per la prevenzione di malattie e decessi è necessario che attraverso l’urbanistica, quindi già
a monte di settori come quello dei trasporti, dell’energia, dell’agricoltura e l’industria, ma
anche dell’edilizia non solo residenziale, sia in contesti di espansione che di riuso, si agisca
in modo finalizzato alla prevenzione dei rischi per la salute ed in particolare per la
prevenzione di malattie oncologiche, cardiovascolari, pneumologiche.
Dati scientifici, studi e prove potranno vedere come possibili patners la Azienda Sanitaria
Locale, L’Azienda Ospedaliera Nazionale SS.Antonio, Biagio e Cesare Arrigo – Reparto
di Oncologia, LILT (Lega Italiana Lotta Tumori), Università del Piemonte Orientale A.
Avogrado (rif. dott. Trivero)
obiettivi specifici:
Redazione di strumenti per la progettazione territoriale ed urbana finalizzata alla gestione
dei diversi contesti (sia linee di espansione sia tessuti esistenti) in chiave di comfort e
salubrità ambientale arrivando a contribuire alle politiche di prevenzione dei rischi per la
salute, anche e soprattutto di natura oncologica. I dati informativi rilevati sul territorio
dall’ARPA costituiscono una base conoscitiva fondamentale. Ricerche potranno essere
effettuate anche con la collaborazione dell’ ASL.
Attività:
m Realizzazione di progetto pilota per linee guida finalizzate alla revisione del
PRGC in chiave sostenibile e di prevenzione dei rischi per la salute, con
sezioni specifiche relative alle microzone omogenee ed alle linee di espansione
e realizzate in riferimento alle specifiche caratteristiche climatiche e territoriali;
m Realizzazione di progetto pilota, collegato al precedente, per linee guida
generali propedeutiche alla redazione di strumenti urbanistici esecutivi, relativi
sia a riusi sia a nuove espansioni, in riferimento alle specifiche caratteristiche
climatiche e territoriali.
Ciascuna delle attività sarà organizzata attraverso le seguenti fasi:
a) indicazione delle modalità di individuazione delle unità di paesaggio con
particolare attenzione alla natura del terreno, ai flussi dei venti, all’esposizione
solare, alle destinazioni puntuali, al livello di sfruttamento del suolo, agli
schemi direttori del reticolo idrografico anche minore, alla collocazione dei siti
produttori/distributori di energia, ecc;
b) indicazione delle carte tematiche necessarie per l’individuazione e la tutela
dei cicli ecologici, climatici e del paesaggio oltre alla tutela e valorizzazione
dell’eredità storica, contenenti indicazioni finalizzate alla tutela della salute
pubblica3;
c) indicazione degli elementi prioritari alla base di una corretta pianificazione
in vista della prevenzione oncologica e delle malattie cardiovascolari e
pneumologiche4;
d) redazione di una carta specifica descrittiva delle priorità e modalità di
intervento in funzione del confort ambientale e della prevenzione delle
malattie di natura oncologica, cardiovascolare e pneumologica.

356
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

risultati:
Di medio/lungo termine; i risvolti positivi legati al miglioramento del comfort ambientale
finalizzato alla prevenzione delle malattie ed al benessere psicologico si riverberano sul
piano economico e sociale (miglioramento dell’ambiente/captazione interesse e capitali,
riduzione delle spese pubblico sanitarie).
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Comune di Alessandria, Provincia di Alessandria, Regione Piemonte, Comunità Europea,
enti Ministero della sanità, ASL, Azienda Ospedaliera Alessandrina, Fondazioni
costi:
- analisi e studi di approfondimento
25.000,00/30.000,00 euro
- redazione delle linee guida
20.000,00/25.000,00 euro
- coordinamento e organizzazione:
10.000,00/15.000,00 euro
- Supporto, consulenza e comunicazione durante la redazione della revisione del Prgc:
10.000,00/15.000,00 euro
totale: 65.000,00/85.000,00
Fattibilità:
Alta
cronoprogramma di lavoro:

ANNO 1 ANNO 2 ANNO 3

ATTIVITà I II III IV I II III IV I II III IV

ANALISI E STUDI DI
APPROFONDIMENTO

REDAZIONE LINEE GUIDA

COORDINAMENTO ED
ORGANIZZAZIONE

SUPPORTO E CONSULENZA ALLA


REVISIONE DEL PRGC
in funzione dei tempi di redazione del PRGC

357
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

2
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inoltre valutato l’impatto di fattori ambientali noti su specifiche
malattie, unendo i migliori dati attualmente disponibili in riguardo a 85 categorie di malattie e incidenti,
da cui partire per sviluppare politiche di prevenzione nel campo salute e ambiente.
Nello studio sono riportate le malattie maggiormente influenzate dai fattori di rischio ambientale, in termini
di decessi, morbilità e disabilità, o Disability Adjusted Life Years (Daly, unità di misura che indica la somma
degli anni di vita persi a causa di una morte prematura e degli anni di produttività persi a causa di una
disabilità).
La maggior parte delle malattie legate a fattori di rischio ambientali sono fra i principali problemi di salute
pubblica in generale, per quanto associati a livelli diversi di mortalità. Tra le malattie che in assoluto
presentano la mortalità più elevata legata a fattori di rischio modificabili di natura ambientale troviamo:
* 2,6 milioni di morti ogni anno per malattie cardiovascolari
* 1,5 milioni di morti ogni anno per infezioni del tratto respiratorio inferiore
* 1,4 milioni di morti ogni anno per cancro

2
Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (Cnesps) dell’Istituto
Superiore di Sanità
3
A titolo esemplificativo: carta dell’inquinamento atmosferico, climi di zona, siti a rischio, studi
epidemiologici che individuino i fattori di connessione con le caratteristiche ambientali ed urbane, ecc.
4
A titolo esemplificativo: specificità legate al clima continentale, caldo umido in estate e freddo umido in
inverno (ventilazione negli spazi urbani ed attorno agli edifici), rischi di allagamento e/o ristagni d’acqua,
deflusso rapido delle acque piovane di superficie e loro recupero, protezione dalla pioggia per i pedoni nelle
vie chiuse al traffico, soprattutto se commerciali, protezione dall’irraggiamento solare nelle vie pedonali e
nelle aree per sosta all’aperto, realizzazione di corridoi verdi, rapporto tra densità urbana e altezza degli
edifici tenuto conto delle direzioni prevalenti dei venti, orientamento delle maglie stradali, in funzione del
soleggiamento e delle direzioni prevalenti dei venti, ecc.

358
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 17
titolo:
Elaborazione di un manuale
per la buona pratica paesaggistica

Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti

Sottotitolo:
Il progetto si pone come obbiettivo principale la redazione di un “MANUALE PER LA
BUONA PRATICA PAESAGGISTICA”, intesa come l’insieme di tipologie costruttive,
l’uso di vegetazione autoctona e naturalizzata, la regimazione delle acque meteoriche, e di
quelle soluzioni tecnico-progettuali che contribuiscono a migliorare la qualità del paesaggio
antropico (agricolo ed urbano), con lo scopo di divenire uno strumento di ausilio alle
valutazioni progettuali da parte di Enti ed Organi preposti e veicolo di conoscenza ed
informazione a favore dei cittadini a riguardo del tema delle criticità paesaggistiche nel
costruito. Si tratta pertanto di uno strumento indicativo e consultivo per i tecnici
dipendenti di enti e liberi professionisti.
Soggetti proponenti:
Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Alessandria, Politecnico di
Torino, Osservatorio del Paesaggio Alessandrino e Ordine degli Architetti, Pianificatori
Territoriali, Paesaggisti, Conservatori della provincia di Alessandria.
descrizione del progetto:
Premesso che in questa sede per “Paesaggio” si intende la definizione introdotta dalla
Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze 20 Ottobre 2000), ossia “Il paesaggio
designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui
carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”, e in
considerazione del fatto che il territorio comunale di Alessandria risulta essere formato per
lo più da differenti tipologie paesaggistiche aventi limitati esempi e/o scarsi elementi di
particolare e rilevante pregio, il presente progetto intende sviluppare un insieme di attività
tese ad analizzare gli elementi critici delle suddette tipologie paesaggistiche, al fine di
avviare un percorso culturale e tecnico per l’individuazione di soluzioni-tipo generali utili
a elevare il livello medio della qualità del paesaggio del territorio del comune di Alessandria.
Al fine della realizzazione del presente studio si propone di analizzare e valutare il
paesaggio secondo indici e metodologie utilizzate dalla Regione Piemonte come l’indice
di qualità paesaggistica (IQL).
Finalità generali:
L’iniziativa ha lo scopo di ipotizzare e verificare la possibilità di elaborare, condividere ed
applicare un “Catalogo delle Buone Pratiche” legato al Paesaggio, che possa essere utile
come strumento culturale e finalizzato a contribuire all’elaborazione di una pedagogia
fondata sull’esempio, alla quale possano prendere parte gli Enti locali, tecnici e
professionisti, ed i vari organismi (es. Commissioni locali del paesaggio, etc.) che
rappresentano una varietà di prospettive interpretative del paesaggio.
Tale MANUALE intende porsi come strumento di consiglio, e non come rigida
imposizione di una tecnica di intervento o di una soluzione progettuale, privilegiando
359
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

indicazioni di metodo, e come sostegno alle valutazioni progettuali da parte di Enti ed


Organi preposti (es. Commissioni locali del paesaggio, Enti locali e pubblici, etc.).
Il progetto è finalizzato anche a valorizzare e integrare le risorse naturali e culturali del
territorio di riferimento con il patrimonio paesaggistico esistente (ossia l’interazione fra
aspetti naturali, antropici e culturali), anche suggerendo alcuni possibili ambiti ed oggetti
di intervento finalizzati all’ottenimento di un miglioramento ambientale e paesaggistico del
territorio comunale (costruzioni abbandonate, aree degradate sotto il profilo ambientale,
etc.).
obiettivi specifici:
L’iniziativa prevede la realizzazione dei seguenti obiettivi:
a) la creazione di una base dati sulle tipologie paesaggistiche e sulle
caratteristiche attuali del patrimonio costruito del territorio comunale di
Alessandria, anche attraverso la collezione e la messa a sistema delle
indicazioni, degli elementi e degli studi già realizzati ed esistenti sull’argomento
b) la realizzazione di uno strumento di indirizzo sulle metodologie e sulle
tecniche di intervento impiegabili al fine di riconoscere ed intervenire sulle
“criticità paesaggistiche” dell’area urbana, frazionale ed agricola del territorio
comunale di Alessandria
c) aumentare la conoscenza e la cultura sulle tematiche della tutela del
paesaggio a favore di funzionari e tecnici preposti alla tutela del territorio e
al controllo degli interventi edilizi, Commissioni locali del paesaggio e degli
Enti Locali, privati proprietari o utenti che promuovono operazioni di
recupero o di nuova costruzione, progettisti, tecnici delle imprese o artigiani
coinvolti a vario titolo negli interventi antropici che possano impattare sul
paesaggio circostante
d) l’analisi delle possibili azioni di valorizzazione, anche sotto il profilo
economico, di aree e strutture ambientalmente e paesaggisticamente
degradate, nell’ottica dell’individuazione di possibili soluzioni per la loro
ricollocazione sul mercato e riutilizzazione a fini edilizi e produttivi.
Attività:
La realizzazione di uno studio utile alla definizione dei suddetti aspetti culturali e tecnici
legati alla tematica dell’ambiente e del paesaggio prevede lo sviluppo delle seguenti fasi:
1) analisi (raccolta di dati e sistematizzazione di conoscenze ed esperienze
esistenti e già presenti, prevalentemente di carattere storico, agricolo,
costruttivo, tecnologico, geografico ed ambientale, come ad esempio studi ed
allegati ai vari strumenti pianificatori, urbanistici e territoriali ai vari livelli
regionali, provinciali e comunali, l’esperienze legate alle costruzioni in terra
cruda, etc.)
2) caratterizzazione (l’individuazione sul territorio comunale e la definizione
delle aree omogenee dal punto di vista architettonico e dei paesaggi agrari e
naturali)
3) rilevazione sul campo e acquisizione dati (effettuazione di una ricognizione
sul campo, divisa per gli ambiti territoriali individuati con l’analisi della
cartografia tecnica al fine di individuare e selezionare i manufatti e le tipologie
da analizzare)
4) individuazione tipologica (definizione delle tipologie di complessi, di edifici
ed ambiti paesaggistici ricorrenti e rappresentativi dei singoli ambiti territoriali
di studio e selezione di elementi architettonici e costruttivi caratterizzanti)
5) valutazione della qualità paesaggistica (individuazione di parametri ed
indicatori di qualità paesaggistica ed ambientale utili ad evidenziare e definire

360
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

il livello o la scala di “impatto e danno paesaggistico” che è stato determinato


attraverso la realizzazione di uno specifico intervento umano, anche attraverso
l’utilizzo delle metodologie utilizzate dalla Regione Piemonte come l’indice di
qualità paesaggistica - IQL)
6) definizione di linee guida e buone prassi (elaborazione di linee e norme
tecniche utili a riconoscere le “criticità paesaggistiche” ed individuazione di
soluzioni tecniche – tecnologiche per interventi di recupero e miglioramento
della qualità paesaggistica che andranno a costituire la bozza del MANUALE)
7) valutazione e concertazione con i soggetti pubblici interessati (in questa
fase, sulla base di una bozza del MANUALE, si prevede di effettuare una
un’azione di valutazione e di concertazione con gli Enti interessati –
principalmente il Comune di Alessandria e le Organizzazioni professionali e
di categoria – finalizzata a stimolare osservazioni e proposte per la stesura
finale del lavoro)
8) stesura finale del manuale (a livello progettuale attuale, si ipotizza di
organizzare il MANUALE in due sezioni: la prima dedicata allo stato di fatto
e la seconda dedicata all’individuazione di suggerimenti e consigli tecnico
progettuali e realizzativi corredati da schede di intervento suddivise in modo
corrispondente agli oggetti e tipologie individuati all’interno delle tavole
relative allo stato di fatto).
9) La scheda di intervento si ipotizza possa essere articolata nelle seguenti
sezioni:
- descrizione dell’oggetto e delle sue caratteristiche (edilizie, costruttive,
etc.)
- documentazione tecniche e fotografica
- descrizione dei principali impatti paesaggistici e/o ambientali e varie
problematiche riscontrati
- valutazione dei principali impatti paesaggistici e/o ambientali e varie
problematiche riscontrati
- analisi degli aspetti e degli elementi che si ritiene aver causato tali
problematiche
- indicazioni e suggerimenti per progettare e realizzare interventi
migliorativi dello stato attuale
- riferimenti bibliografici e normativi
- Supporto tecnico per l’inserimento delle indicazioni metodologiche e
tecniche del manuale nella normativa comunale
10) Realizzazione di eventi formativi ed informativi per favorire la
conoscenza e l’applicazione del Manuale.
risultati:
In sintesi i risultati attesi sono:
o l’aumento della capacità di valutazione degli aspetti e qualità paesaggistiche
degli interventi edilizi ed antropici in relazione alla creazione di una base dati
sulle tipologie paesaggistiche e sulle caratteristiche attuali del patrimonio
costruito del territorio comunale di Alessandria
o l’inserimento a livello normativo comunale e l’attuazione delle indicazioni
contenute nel Manuale di strumento di indirizzo sulle metodologie e sulle
tecniche di intervento impiegabili al fine di riconoscere ed intervenire sulle
“criticità paesaggistiche” dell’area urbana, frazionale ed agricola del territorio
comunale di Alessandria
o l’aumentata conoscenza e la cultura sulle tematiche della tutela del
paesaggio a favore di funzionari e tecnici preposti alla tutela del territorio e
361
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

al controllo degli interventi edilizi, privati proprietari o utenti che


promuovono operazioni di recupero o di nuova costruzione.
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Il progetto prevede la creazione di un gruppo di lavoro formato da esperti di settore attivi
sul territorio alessandrino e “risorse locali” operanti in collaborazione con gli Ordini
Professionali, il Politecnico e l’Università, e prevede la partecipazione di componenti delle
varie associazioni di categoria ed attori interessati allo sviluppo di tali iniziative.
Il finanziamento della presente proposta progettuale può provenire sia da risorse interne
ai vari Enti (sotto forma di personale), sia attraverso la presentazione di un progetto /
domanda di contributo in varie sedi istituzionali (livello europeo, nazionale e regionale,
fondazioni bancarie, imprese singole ed associate).
costi:
Costi di struttura:
vocE dI coSto Importo (€)
Coordinamento di progetto

Personale esperto di staff e di progetto 30.000,00 €


(anche personale interno agli Enti e
soggetti istituzionali coivolti)

Materiale di consumo e attrezzature 1.500,00 €


Attività promozionali 5.500,00 €
Consulenze esterne e personale a
32.000,00 €
contratto
totAlE coStI 69.000,00 €

Fattibilità:
I principali ostacoli alla realizzazione di questa iniziativa derivano dalla possibilità del
formarsi di una reale volontà (da parte dei vari singoli soggetti potenzialmente interessati)
ad affrontare le suddette problematiche in maniera comune ed organica e collaborando al
raggiungimento di risultati utili ad una pluralità di soggetti senza premettere i vari interessi
particolari.
Il secondo ostacolo risiede nella messa a disposizione delle risorse finanziarie utili allo
sviluppo dello studio.
cronoprogramma di lavoro:
La realizzazione delle varie fasi progettuali potrebbe compiersi in 12 mesi di lavori.

362
ASSE III - Sviluppo di conoscenza
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

364
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ASSE III - I contEnutI progEttuAlI


Il terzo Asse del Piano Strategico è quello di Sviluppo della conoscenza. La conoscenza
è un fattore indiscusso di sviluppo di una società, e si è usato questo termine nella sua più
ampia accezione, intendendo sia i fattori di tipo tecnico o tecnologico, sia quelli di tipo
umanistico. L’Asse è stato diviso in 3 tavoli di lavoro dedicati a diverse tematiche. Il primo
tavolo è quello della didattica universitaria, riconoscendo strategico il mantenere ed
incrementare anzi la presenza universitaria in loco, come fattore di sviluppo in quanto
motore di conoscenza ed incremento delle capacità cognitive delle persone. Il secondo
tavolo è quello della ricerca universitaria, considerando come centrale per lo sviluppo
territoriale il motore della conoscenza, sia in termini di acquisizione di nuove conoscenze,
sia in termini di concretizzazione ed applicazione delle stesse, anche in termini di servizi,
nel contesto locale. Il terzo di lavoro riguarda il tema della cultura, riconoscendo
l’importanza di valorizzare l’industria della cultura, nel contesto del progressivo incremento
del livello di scolarizzazione della popolazione, dell’invecchiamento della popolazione
stessa, della riduzione del tempo lavorativo, del bacino economico del tempo libero.

Didattica universitaria
Il primo tavolo di lavoro ha discusso dei problemi di didattica universitaria, con un
approccio molto ampio che ha considerato le tematiche sia di didattica di base, sia di
didattica avanzata ed alta formazione.
Un esempio del secondo tipo di tematica è il progetto di “Master 1° Livello in
BIOENERGIA E RIDUZIONE DI CO2”, concepito per dare agli studenti un livello di
conoscenza il più ampio possibile nel settore delle bioenergie. Il progetto è un esempio
di ampia valutazione e di una azione di concertazione, che ha portato ad essere soggetti
proponenti quattro soggetti, e precisamente: Politecnico di Torino, Università del
Piemonte Orientale, ARPA Alessandria, Imperial College di Londra, Università de Belo
Horizonte. Scopo del Master è la specializzazione di giovani laureati in campi inerenti alla
bioenergia e alle problematiche ambientali connesse, valorizzata dallo scambio scientifico
e culturale tra sedi universitarie anche internazionali.
Una logica analoga è quella della scheda progetto, presentata congiuntamente da
Politecnico di Torino, ARPA Alessandria, Università del Piemonte Orientale, dal titolo
“Master di 1° Livello in Sostenibilità Ambientale e Clean Technology”, a dimostrazione
dell’ampia condivisione territoriale trovata su temi di interesse trasversale e fortemente
innovativi. L’attenzione crescente e le azioni condotte dalle aziende sparse in tutto il
mondo sottolineano le notevoli opportunità offerte dal settore della tecnologia
ecosostenibile. In questo scenario, ll Master è una delle iniziative realizzabili nell’ambito
del progetto di scuola di Alta Formazione che Politecnico e Università del Piemonte
Orientale hanno presentato sul tavolo della didattica e si pone come obbiettivo principale
la creazione, in collaborazione con le associazioni industriali, di un percorso formativo
rivolto a imprenditori e ai manager di aziende pubbliche e private sulle tematiche della
sostenibilità e delle CleanTechnology.
Di iniziativa delle Facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza è invece l’idea “Il campus
delle Scienze Umane e Sociali”, cabina di regia che dovrebbe proporre anche lo scambio
di progetti ed esperienze ai fini della creazione di forme di interazione didattica e di
collegamento sistematico tra scuola superiore università e imprese, tema ampiamente
dibattuto al tavolo della didattica. Il campus ha lo scopo di creare un centro didattico
integrato che organizzi la formazione universitaria in campo economico, giuridico e sociale
365
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ai diversi livelli di specializzazione, in un contesto di interscambio di stimoli culturali con


la città e gli attori sociali del territorio. Il campus si propone di fornire agli studenti e agli
altri operatori interessati gli strumenti e le reti per il pieno sviluppo delle potenzialità di
crescita delle capacità e competenze individuali, nonché di sollecitare la creatività e la
diffusione delle innovazioni.
Proprio la presenza al tavolo della didattica dei rappresentanti del comparto industriale
locale (Confapi e Confindustria) e della Fondazione della Cassa di Risparmio ha portato
a ragionare su temi quali le esigenze delle imprese e le problematiche di passaggio
generazionale. Da questo genere di approfondimenti nasce la scheda progetto dal titolo
“Business School Alessandria”, che vede tra i proponenti Politecnico di Torino, Università
del Piemonte Orientale, API Alessandria. Il progetto si pone come obbiettivo principale
la creazione, in collaborazione con le associazioni industriali e la Fondazione Cassa di
Risparmio, di una scuola di formazione orientata al business, alla finanza d’impresa, alle
skills aziendali. Questa iniziativa ha lo scopo di aiutare le aziende, specialmente le PMI,
a formare la propria classe dirigente e a consentire inoltre, nelle aziende familiari, un
ricambio generazionale senza eccessivi traumi. Il Politecnico di Torino, l’Università del
Piemonte Orientale e i professionisti che già operano sul territorio si propongono di
realizzare un’iniziativa che permetta di creare e gestire percorsi di formazione post Laurea
per personale occupato e non occupato. Il progetto mira dichiaratamente a realizzare un
progetto in collaborazione con il tessuto imprenditoriale e finanziario del sistema locale.
In tema di tutoraggio si veda il progetto, presentato dalla Facoltà di Giurisprudenza, dal
titolo “Orientamento e tutorato studenti”. Il progetto si pone l’obiettivo di creare un
centro che gestisca l’orientamento alle facoltà presenti sul territorio, in modo da informare
gli studenti sulle caratteristiche delle varie facoltà; inoltre il centro si proporrebbe
l’obiettivo di guidare e tutorare gli studenti durante il loro cammino universitario, almeno
nelle prime fasi.
Sempre la Facoltà di Giurisprudenza è prima proponente del progetto “Osservatorio sulla
domanda e offerta di competenze e professioni”. Il progetto si pone l’obiettivo di
monitorare la necessità di formazione e competenze da parte degli attori economici locali,
considerando sia le necessità delle imprese e degli enti pubblici, che i desideri degli studenti
(giovani o meno). L’osservatorio dovrebbe, inoltre, monitorare le più rilevanti a livello
internazionale, in modo da proporre un punto di riferimento per tutti e suggerire
potenziali linee di sviluppo.
Di iniziativa della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi del Piemonte
Orientale-Dipartimento di Ricerca Sociale e Consorzio per la Ricerca e l’Educazione
Permanente di Torino (COREP) è invece la scheda progetto dal titolo “Master
universitario di I livello in Sviluppo Locale - Teorie e metodi per le Pubbliche
Amministrazioni”. Il Master sarà collegato, come tutti quelli presentati al tavolo del resto,
alla Scuola di Alta Formazione, la cui Scheda progetto è stata presentata al tavolo Didattica
dalla Facoltà di Giurisprudenza e sopra richiamata. Il Master si propone, in collaborazione
con enti pubblici e aziende, di formare e/o aggiornare una figura professionale di livello
dirigenziale, in possesso di un’elevata specializzazione nella progettazione e gestione delle
politiche di sviluppo locale, in grado di essere inserita nel campo della consulenza presso
amministrazioni pubbliche, attori sociali, sindacati, associazioni imprenditoriali, autonomie
funzionali, imprese private, organismi istituzionali, fondazioni, organizzazioni no profit.
Ancora di iniziativa del Dipartimento di Ricerca Sociale di Alessandria è la scheda progetto
dal titolo “Summer School in Sviluppo Locale”, che propone un percorso di
approfondimento in collaborazione con dipartimenti e centri di ricerca universitari di tutta
Italia, proponendo annualmente un convegno di riflessione, incontro e dibattito su temi

366
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

legati allo sviluppo locale sviluppo locale, alla pianificazione strategica, al marketing urbano
e territoriale. Il progetto intende essere un momento di incontro non solo tra ricercatori
e studiosi, poiché le sessioni vogliono essere aperte a professionisti, studenti, politici e
amministratori, imprenditori, operatori del terzo settore e a tutti quegli attori che, a vario
titolo, sono coinvolti nelle politiche di sviluppo locale.
L’Università ha pensato di dare il proprio contributo anche al sistema turistico locale; la
proposta che segue è rivolta a varare un sistema di formazione rivolto sia a formare nuovi
operatori del settore turistico, sia a far crescere imprenditori già esistenti, con l’obiettivo
di diffondere un linguaggio e un approccio comune capace di fare sistema e generare
strategie individuali e territoriali vincenti. Si veda la scheda progetto dal titolo “Sistema di
Formazione Permanente per il settore turismo”, di iniziativa dell’Università Amedeo
Avogadro. Scopo del progetto è la creazione di un sistema integrato tra Università, Enti
Locali e operatori del settore turismo per la formazione permanente.
Da secoli Alessandria è uno snodo cruciale dei transiti commerciali e religiosi che collegano
l’Italia ai mari del Nord e l’Europa. La città, crocevia nevralgico delle comunicazioni
italiane, ha da sempre maturato la vocazione di interlocutore privilegiato tra la realtà italiana
e quella europea, con particolare riferimento con il primo vicino, la Francia. La Facoltà di
Scienze Politiche e il Dipartimento di Politiche Pubbliche e Scelte Collettive, POLIS hanno
raccolto tale eredità, proponendo una scheda progetto per una struttura di promozione
degli scambi culturali e scientifici tra Italia e Francia, dal titolo “Centro Italo-Francese per
la cultura economica e l’innovazione istituzionale”.
Operare nel trasporto pubblico locale comporta oggi molte sfide ma anche molte
opportunità. La modernizzazione dei servizi collettivi è infatti cruciale per creare un
contesto favorevole allo sviluppo economico e migliorare l’ambiente e la qualità della vita.
Per operare con un bagaglio di competenze approfondite in questo settore, di iniziativa
della Facoltà di Scienze Politiche, Dipartimento POLIS è stata prodotta la scheda progetto
dal titolo “Master Universitario di I livello in Economia, Diritto e Organizzazione del
Trasporto Pubblico Locale – METROPOLIS”. Il Master si propone di fornire
competenze in campo economico, giuridico e organizzativo, del campo del trasporto
pubblico locale.
Come si è visto, particolare rilevanza per la pianificazione strategica del territorio sono i
temi dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile e della sanità. In questo contesto nasce il
progetto, di iniziativa della Facoltà di Scienze Politiche, Dipartimento POLIS, dal titolo
“Master Universitario di I livello in Economia dell’Ambiente e della Sanità - MEAS. Il
Master si propone di fornire una conoscenza approfondita dei problemi, dei modelli di
analisi, delle alternative di politiche pubbliche e degli strumenti di gestione nei settori
dell’ambiente e della sanità. Il Master, di durata annuale, si rivolgerà principalmente a
laureati in economia, scienze politiche, giurisprudenza, ingegneria e facoltà tecnico-
scientifiche.
Per iniziativa dei proponenti Cattedra “Jean Monnet” dell’Università del Piemonte
Orientale, “Laboratorio di Storia, Politica, Istituzioni” (LaSPI), Facoltà di Scienze Politiche,
Dipartimento POLIS, è stato inserito tra i progetti della Didattica il progetto “Centro
europeo “Jean Monnet” di eccellenza per la formazione e la ricerca”. Il Centro ha lo scopo
di creare un polo europeo d’eccellenza per la formazione e la ricerca operativo sul territorio
e con diramazioni regionali ed europee. A tale scopo sarà anche richiesto il riconoscimento
e il cofinanziamento agli organi competenti dell’Unione Europea, una volta che il progetto
sia stato approvato e finanziato nell’ambito del piano strategico di Alessandria.
Come si è visto con riferimento all’Asse I, il sistema imprenditoriale locale considera
367
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

l’internazionalizzazione un tema al quale dedicare una linea strategica. La realtà


imprenditoriale della provincia di Alessandria è composita, costituita da un complesso di
aziende divise tra piccole, medie e grandi, cui vanno aggiunte le realtà artigiane. Tutte le
imprese, a prescindere ora dalla dimensione, sulla “via della internazionalizzazione”, hanno
incontrato difficoltà nell’affrontare i mercati stranieri. Le difficoltà, che si manifestano in
parte nei mercati comunitari, divengono maggiori qualora si tratti di espansioni in mercati
extracomunitari. Proprio dagli scambi di informazioni tra gli attori dell’Asse I (Sviluppo
Economico) e quelli dell’Asse III (Sviluppo di Conoscenza) nasce il progetto dal titolo
“Centro per la diffusione della cultura imprenditoriale e l’implementazione degli strumenti
di acquisizione del know-how UNIFORM - l’UNIversità che FORMa”. Il progetto, di
iniziativa della Facoltà di Giurisprudenza dell’ Università del Piemonte Orientale “A.
Avogadro”, consiste nella creazione di un Centro integrato di diffusione della cultura
imprenditoriale e di implementazione delle conoscenze economiche, giuridiche,
sociologiche e tecniche indispensabili per uno sviluppo sostenibile dell’economia locale .
Uno dei temi più dibattuti al tavolo della didattica è stato quello dell’inserimento
dell’Università nel contesto sociale locale. L’università è il luogo di produzione della
conoscenza, dell’avanguardia, della ricerca e della sperimentazione. Ma l’università deve
essere luogo di divulgazione dell’informazione anche nei luoghi di appartenenza. Proprio
per questo l’università deve consolidare il rapporto con il territorio, andando oltre
l’accademia, aprendosi ai cittadini. In questo ambito di discussione nasce il progetto,
proposto dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Piemonte
Orientale, dal titolo “Biblioteca universitaria”. In questa vision strategica, la biblioteca
universitaria diventa idealmente la porta dell’università sulla città. La costruzione di una
biblioteca universitaria è quindi un’occasione cruciale per il rapporto con la città e per la
sua crescita culturale.
Si osservi, da ultimo, che tutte le iniziative didattiche di Alta Formazione sono collegate
e ricomprese alla scheda progetto dal titolo “Scuola di Alta Formazione”, che vede come
proponenti le Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche. Il progetto prevede la
creazione di una struttura di coordinamento, gestione e sviluppo delle attività universitarie
di alta formazione post lauream, da concordare con le esigenze della pubblica
amministrazione e le imprese. Alcune di queste iniziative possono essere svolte in
collaborazione tra i due atenei, quali ad esempio la School of Management (o Business
School).

ricerca universitaria
Il tavolo della ricerca universitaria merita un commento a sé, sia per la tipologia ristretta
di soggetti membri effettivi - Università del Piemonte Orientale e Politecnico di Torino -
sia per le scelte adottate. Quanto al primo aspetto, è naturale che il novero dei soggetti
interessati sia ristretto ai due soli Atenei presenti sul territorio, mentre le scelte del tavolo
spiegano il numero ridotto di schede progetto. Si è deciso infatti, da parte dei due Atenei,
di non presentare al tavolo progetti singoli di ricerca, in quanto si è ritenuto utile mettersi
a disposizione del territorio. Si guardi infatti il novero delle schede progetto presentate su
molti altri tavoli, per osservare come sia sull’asse economico, sia su quello urbano e sociale
sono molteplici ed articolate le schede progetto presentate da Politecnico ed Università.
Talvolta gli Atenei sono partner di altri progetti, talaltra sono i primi proponenti di progetti
in tema di organizzazione del territorio, mobilità e trasporti, commercio, sviluppo
sostenibile, energie, analisi di problemi sociali, osservatori di varia natura. Di qui, la
presenza di numerose schede progetto che vede il ruolo degli Atenei sul piano strategico
articolato per competenze di ricerca su progetti specifici, da concordare con gli altri attori
locali. Per questo la scelta appare non solo logica, ma anche doverosa, nel rispetto di un
368
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ruolo del sistema universitario non auto referenziante ma piuttosto a servizio del territorio.
Per tale ragione, non avrebbe avuto senso depositare schede di ricerca sul tavolo della
ricerca, al quale invitare tutti i portatori di interesse locale, ma si è invece preferito lavorare
per Dipartimenti e competenze sui diversi tavoli, in funzione dei temi specifici e delle
necessità del territorio. Il risultato è documentato dalle numerose iniziative che, nei vari
settori scientifici disciplinari, vedono il sistema universitario locale come un motore
importante ed irrinunciabile della pianificazione strategica. Vediamo allora sul tavolo della
ricerca due sole schede, ma di importanza veramente strategica, perché definiscono non
i singoli progetti, ma le logiche, la filosofia, la scelta di lungo termine per fare ricerca sul
territorio. Definiscono, detto diversamente, non i singoli contenuti, ma il contenitore.
La prima scheda progetto, dal titolo “Centro per la Raccolta e l’Elaborazione del
Patrimonio Informativo Locale”, che ha come detto una natura di progetto quadro per la
ricerca, è proposta di iniziativa del Dipartimento di Ricerca Sociale, U.P.O. Si intende, con
questo progetto quadro per la ricerca universitaria, proporre la promozione di un modello
di governance integrata locale che faccia della raccolta, della sistematizzazione e della
diffusione della conoscenza il presupposto fondante dei processi decisionali riguardanti la
vita della comunità. Si osservi che tale progetto è idealmente collegato ad altro progetto
che in passato ha visto come committente la Fondazione della Cassa di Risparmio di
Alessandria, dal titolo “Rete delle Conoscenze”, che aveva finalità non dissimili. Il progetto
proposto sul Piano Strategico si pone come obiettivo la creazione di un centro integrato
per raccogliere, organizzare e rendere disponibile il patrimonio di informazioni prodotte
dagli Enti Locali e dalle altre Organizzazioni Territoriali a rilevanza pubblica nel corso
della loro normale attività di erogazione di servizi e/o di produzione di beni.
La seconda scheda progetto, dal titolo “Cittadella della conoscenza”, vede tra i proponenti
congiuntamente i due Atenei presenti sul territorio in tema di Ricerca, Università Piemonte
Orientale e Politecnico di Torino. Anche questo progetto è una rivisitazione di un progetto
dal titolo omonimo, commissionato dal Comune di Alessandria, ed è idealmente collegato
ad un precedente progetto depositato sui PTI (Piani Territoriali Integrati) della Provincia
di Alessandria, dal titolo Cittadella della Scienza e Tecnologia. Intanto, si osservi che il
cambiamento del nome del progetto no è fatto meramente lessicale, ma intende
riconoscere il ruolo di una conoscenza più ampia come fattore di sviluppo, non circoscritta
a quella meramente tecnica o tecnologica. Infatti il progetto si pone come obiettivo la
creazione di un centro ricerca tecnologica e scientifica, a carattere fortemente
multidisciplinare e interdisciplinare, che sia al servizio delle esigenze di crescita delle
imprese e di sviluppo del territorio.
Il progetto ipotizza che la Ricerca sia un fattore di sviluppo del territorio a condizione che
si immagini una società mista pubblica e privata (o altro strumento giuridico, quale ad
esempio una fondazione), a maggioranza pubblica, in grado di orientare ed individuare i
bisogni di analisi, rivolgendosi ai Dipartimenti Universitari che della stessa società (o altro
soggetto), fortemente orientata al libero mercato, divengono fornitori di servizi. Sul punto
tuttavia non si è ritenuto di fornire nella scheda progetto una soluzione, lasciando appena
alcune indicazioni preliminari e ritenendo corretto delineare solo le linee generali, e
rimandando l’approfondimento della questione, anche sotto il profilo giuridico, ad una
successiva valutazione politica ed operativa tra la parti interessate.
Si osservi che entrambi i progetti sono considerati due veri e propri modelli strategici di
sviluppo del territorio, il primo finalizzato alla messa in rete delle conoscenze per
assunzione di processi decisionali consapevoli, il secondo finalizzato ad un approccio
pragmatico della ricerca orientata ai bisogni del territorio.

369
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

la cultura
La cultura non può prescindere dalla organizzazione, gestione e divulgazione della
conoscenza scritta. In tal senso, il tavolo ha deciso che sia opportuno investire nella linea
strategica delle azioni di coordinamento e monitoraggio. In tale ambito, l’Archivio di Stato
di Alessandria ha presentato il progetto dal titolo “Polo archivistico per la città di
Alessandria”, progetto che dichiaratamente prevede il coinvolgimento
dell’Amministrazione Comunale, dell’Amministrazione Provinciale, degli Uffici Statali
operanti sul territorio della provincia ed eventualmente dell’ASL, dell’Azienda Ospedaliera
SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, degli Ordini Professionali.
Si definisce Polo Archivistico qualunque struttura partecipata in cui le funzioni di
conservazione, gestione, valorizzazione, comunicazione della memoria storica sono svolte
tramite la cooperazione interistituzionale, a carattere territoriale e / o tematico. Si tratta,
come si evince dalla lettura della scheda progetto, di una struttura formata da un insieme
di soggetti, pubblici ed eventualmente privati, coinvolti a diversi livelli, che collaborano per
gestire i propri archivi di deposito e storici (e le attività connesse) e per fornire spazi e
servizi anche ad altri soggetti interessati; di qui l’opportunità prevista dalla pianificazione
strategica di un ampio coinvolgimento di attori locali. L’Archivio di Stato di Alessandria
ha proposto pertanto nell’ambito del Piano Strategico la realizzazione di un Polo
Archivistico organizzato, partecipato e gestito dai soggetti summenzionati. Tale struttura,
da localizzare in un edificio demaniale situato in città, in area adeguatamente servita,
fornirà spazi, attività e servizi condivisi e cogestiti ai soggetti pubblici e privati partecipanti.
Se da un lato si è inteso valorizzare la conservazione, gestione e trasmissione delle
conoscenze scritte, dall’altro si è inteso puntare sulla musica come elemento di
valorizzazione di un territorio in chiave culturale. è il senso del progetto dal titolo
“Compagine Sinfonico – Corale per Alessandria”, su proposta del Conservatorio “A.
Vivaldi” di Alessandria (Istituzione di Alta Cultura Musicale Afam-MIUR). Il progetto, che
prevede il coinvolgimento del Teatro Regionale Alessandrino, si pone come obiettivo la
creazione di compagini sinfonico-corali e cameristiche, per incrementare ideazioni di alta
valenza artistica musicale e teatral-musicale, in prioritaria integrazione con i palinsesti delle
programmazioni istituzionali Alessandrine, che competono a specifiche Realtà del settore
e possono arricchire strutture teatrali minori. Il piano è certamente innovativo, in quanto
mira a creare, da un lato, una connessione stretta tra l’alta formazione specialistica (AFAM-
MIUR) e le prospettive occupazionali nel tessuto Pubblico della Cultura e dello Spettacolo
in campo musicale, e, dall’altro, una articolata struttura operativa professionale, fino ad ora
assente ad Alessandria; supporto imprescindibile per dare inizio ad una strategia culturale
e programmatica di un’offerta musicale istituzionale autonoma.
Per la sua rilevanza culturale, ed anche per la dimensione economica del progetto, non può
sfuggire al lettore il progetto del “Museo Civico di Alessandria”, proposto dalla
Amministrazione Comunale di Alessandria. Diverse sono le ragioni sostenute in sede di
dibattito, a partire ovviamente dal miglioramento qualitativo dell’offerta turistico-culturale
della Città e dalla crescita culturale della comunità alessandrina. Dal lato economico, a
fronte di un significativo investimento, si richiamano tuttavia i positivi risultati attesi in
termini di indotto, intendendo l’investimento nel settore culturale come potenziale volano
di sviluppo, in quanto contribuirebbe al recupero e alla valorizzazione di un’area degradata
della Città e alla creazione di valore aggiunto in termini di indotto economico per le attività
commerciali del centro. Il nuovo Museo civico avrà come finalità la fruizione pubblica
dei beni ovvero la valorizzazione e la conoscenza del patrimonio storico artistico e
archeologico del territorio alessandrino.
Il patrimonio culturale di una città non può prescindere da un sistema bibliotecario
370
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

efficiente e coordinato. è questo l’assunto alla base del progetto, di iniziativa della
Amministrazione Comunale di Alessandria, dal titolo “Costituzione del Sistema
Bibliotecario Alessandrino”. Lo scopo primario, come si legge dalla scheda progetto, è
il miglioramento dei servizi bibliotecari offerti alle comunità attraverso scambi reciproci
di informazioni, idee, servizi e competenze. La cooperazione consentirà, attraverso
l’integrazione delle risorse disponibili, di raggiungere risultati di maggiore efficienza ed
efficacia. Si ritiene che la costituzione di una rete di biblioteche di pubblica lettura
favorisce il coordinamento e la condivisione delle risorse culturali, tecniche, finanziarie ed
umane e consente la valorizzazione del patrimonio culturale collettivo. Il progetto si pone
quindi come obiettivo l’organizzazione di una rete di coordinamento delle biblioteche
cittadine e delle biblioteche dei comuni appartenenti al distretto bibliotecario alessandrino
per il potenziamento dei servizi al pubblico.
La connessione tra cultura e turismo ha pervaso i dibattiti del Tavolo, come si evince dalla
lettura della scheda progetto dal titolo “Osservatorio Culturale e Turistico
dell’alessandrino”, proposta dal Centro per l’Economia e la Ricerca Applicata (C.e.rc.a) del
Dipartimento di Politiche Pubbliche e Scelte Collettive POLIS. Il progetto, di carattere
pluriennale, consiste nel produrre e mettere a disposizione dati e conoscenze necessarie
allo sviluppo del consumo culturale e turistico, mettendo a sistema i numerosi dati raccolti
dalle diverse organizzazioni operanti sul territorio. La presenza di informazioni già
rinvenibili presso diversi operatori pubblici e privati non inficia infatti la validità di un
progetto di coordinamento delle operazioni di raccolta dati sulle attività culturali e relativi
flussi di fruitori (locali e non) ed elaborazione degli stessi al fine di progettare interventi
pubblici e privati.
L’obiettivo dell’Osservatorio è quello di consegnare alle istituzioni e agli operatori del
settore un quadro sistematico ed aggiornato delle principali variabili del settore culturale.
In tal senso, obiettivo conseguente è anche quello di costituire un sistema di misurazione
della validità degli interventi nel settore della cultura e dei beni culturali, in quanto anche
i flussi di fruitori dei servizi culturali del territorio saranno oggetto di sistematica
rilevazione da parte dell’Osservatorio. Vale solo la pena di sottolineare ancora una volta
come la presenza su diversi tavoli della soluzione di Osservatori, temporanei o permanenti,
non possa che imporre in una successiva fase al decisore politico di mettere a sistema le
varie progettualità, concentrando in una soluzione unica ed integrata le diverse linee di
azione ed intervento, al fine di creare sinergie e soprattutto evitare duplicazione di costi e
dispersione di risorse umane e finanziarie.
Da ultimo, occorre ricordare che sul Tavolo della cultura è stato avviato il dibattito sul tema
della Cittadella di Alessandria, riconoscendo che tale questione possa divenire il prodotto
“faro” della città. L’approccio culturale del Tavolo ha definito tale bene come un
contenitore necessariamente “aperto”, considerandolo come un quartiere di cui la città
deve tornare ad appropriarsi, e non come un luogo chiuso ed ermetico; per tale ragione
la progettualità è stata spostata sul Tavolo della organizzazione del territorio, come visto
in precedenza, creando un apposito gruppo di lavoro multidisciplinare, di cui la
competenza culturale è stata solo una delle molteplici componenti.

371
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

372
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

tAvolo 1
DIDAttIcA

pArtE A - lInEE StrAtEgIchE DI tAvolo

prEmESSA gEnErAlE
Il tavolo “Didattica” si è riunito 6 volte dal dicembre 2009 al maggio 2010, presentando
e discutendo i principali punti di forza e debolezza, minacce ed opportunità, che si
pongono sul piano dell’alta formazione e didattica sul territorio alessandrino. Infine ha
elaborato il cosiddetto “albero dei problemi”, che riassume le grandi problematiche
rispetto alle quali si sono considerate le sfide che la città deve affrontare, cioè i nodi
essenziali che di seguito si va a elencare.
L’analisi condotta nel tavolo di lavoro ha in primo luogo evidenziato le seguenti criticità
relative alla didattica:
- incompletezza dell’insediamento universitario in termini di strutture e servizi;
- incertezza sull’offerta formativa a causa delle future decisioni ministeriali;
- necessità di sviluppare l’integrazione tra domanda e offerta formativa;
Le criticità della - necessità di consolidare l’immagine pubblica del polo universitario.
Il tavolo ha richiamato in particolare l’attenzione sulle conseguenze prevedibili del
didattica processo di riforma universitaria in corso, in base al quale ci si aspetta che:
- si ridurrà il flusso di risorse statali e le università dovranno quindi fare
maggiore appello a risorse esterne e delle comunità locali. Tutto ciò si collega
anche a previsti mutamenti delle forme organizzative della governance
universitaria, in cui avranno maggiore peso gli stake-holders esterni;
- l’offerta didattica dovrà restringere la varietà delle opzioni proposte e
rispondere a criteri che valorizzano la produzione interna della didattica e il
rispetto di rapporti predefiniti tra input e output;
- l’offerta didattica verrà ricondotta più direttamente alle scelte dei
Analisi di scenario responsabili della ricerca (dipartimenti) con un conseguente depotenziamento
delle facoltà, ovvero dei soggetti che tradizionalmente hanno fatto attività di
organizzazione della didattica. Ne consegue la necessità di potenziare le
strutture organizzative integrate, anche con la partecipazione degli
stakeholders locali.
Tale scenario rischia di compromettere il consolidamento dell’esperienza dell’Università
“Amedeo Avogadro” in Alessandria, che ha conseguito alcuni risultati di grande rilievo nel
campo della didattica e della ricerca a beneficio del territorio, in particolare con riferimento
a:
- l’innalzamento della qualità del capitale umano a favore di ceti
recedentemente non in grado di accedere all’università, con i conseguenti
effetti di efficienza e di equità;
- il riconoscimento della qualità didattica nelle graduatorie nazionali;
- l’attivazione economica connessa all’insediamento universitario stesso.
In base a tale scenario si è compiuta un’analisi dei bisogni che si pongono a livello della
didattica universitaria. Anche in assenza di riforme, la situazione della didattica delle
Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche propone una serie di problemi di sviluppo,
connessi allo sfruttamento delle potenzialità di attrazione di domanda formativa esterna
373
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

al bacino alessandrino, in ambito nazionale e internazionale. Il collo di bottiglia individuato


rispetto agli sviluppi possibili in tale settore riguarda in primo luogo le strutture per le
attività didattiche, di servizio e residenziali, senza le quali non è possibile esercitare una
adeguata attrazione.
La riforma rende ancora più urgente la necessità di risolvere tali problemi, poiché il
restringimento dell’offerta formativa previsto non potrà che impattare negativamente sulle
iscrizioni e presumibilmente andrà a peggiorare la posizione competitiva dell’Università
“Amedeo Avogadro” rispetto ad università storiche con input in eccesso e quindi più in
grado di mantenere la varietà dell’offerta esistente.
L’elaborazione del tavolo si è rivolta pertanto a indicare i punti di forza e di debolezza
rispetto ai quali scegliere di implementare le opportunità che si presentano lungo tre linee
strategiche. Tali opportunità sono:
- Creazione di un Campus accademico nelle scienze umane e sociali, che
Le opportunità avrebbe ricadute positive da un punto di vista culturale, sociale, oltre che
economico ed urbanistico. Gli studenti avrebbero migliori servizi e maggior
individuate stimoli.
- Capacità di sviluppare progetti formativi innovativi (corsi di laurea o master
o corsi di alta formazione) utilizzando e integrando le competenze e le idee
presenti.
- Possibilità di specializzazione nella formazione post-laurea
- Possibilità di sviluppare progetti interdisciplinari con ricadute ampie sul
territorio in settori quali: informazione culturale, logistica, organizzazione,
gestione e amministrazione (di enti privati o pubblici) economico
aziendalistica, ambiente, materie plastiche, settore alimentare e vitivinicolo,
metalli preziosi, sanità, energie rinnovabili e risparmio energetico.
- Possibilità di una migliore integrazione e dialogo con le imprese, il settore
pubblico e gli attori socio culturali (la ridotta cultura universitaria della città
lascia, in altre parole, spazio a molte opportunità: l’università può favorire lo
sviluppo di conoscenza, adattandosi e stimolando l’economia e la società
locale).
- Miglioramento della gestione della comunicazione e dei rapporti tra ateneo
ed enti locali
Si sottolinea che ai tavoli della Didattica hanno partecipato sempre come membri
permanenti rappresentanti del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi del
Piemonte Orientale, e come membri consultivi rappresentanti delle associazioni di
categoria (particolarmente apprezzato il contributo di Confapi e Confindustria) e della
Camera di Commercio e della Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria.

ScEltA DEllE lInEE StrAtEgIchE


Posto che l’offerta di base delle facoltà alessandrine in termini di lauree triennali e
magistrali erogate sarà sostanzialmente determinata dalle norme statali e dai limitati
aggiustamenti consentiti dalle disponibilità di input attuali, le maggiori opportunità di
sviluppo sembrano legate ai seguenti aspetti:
- risoluzione delle carenze infrastrutturali del sistema universitario, ossia (linea 1)
il miglioramento del contesto culturale e formativo universitario in cui la didattica si
inserisce, attraverso la creazione di un campus delle scienze sociali che promuova
l’apprendimento attivo e aggiornato, la diffusione delle nuove tecnologie di comunicazione,
l’interazione tra studenti e docenti, l’interazione tra università e contesto urbano;
- integrazione domanda e offerta di formazione, ossia (linea 2) il consolidamento
della domanda locale di formazione attraverso l’orientamento in ingresso e la previsione
di forme di interscambio didattico e formativo con la scuola superiore e l’orientamento

374
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

all’uscita dall’università per il job placement;


- implementazione dell’innovazione e dell’internazionalizzazione dell’offerta
formativa, ossia (linea 3) il coordinamento delle attività e lo sfruttamento delle sinergie
connesse all’alta formazione e alla formazione permanente, con la creazione di una scuola
cui facciano capo i dottorati, le attività formative universitarie per le professioni, le attività
di formazione a domanda, le attività di promozione dell’internazionalizzazione formativa.
La scelta delle linee strategiche è stata ampiamente dibattuta e condivisa tra i due Atenei
membri effettivi di tavolo (Politecnico di Torino ed Università Amedeo Avogadro), pur
nella diversità dei ruoli che le rispettive scelte autonomamente espresse dai citati Atenei
hanno avuto ed avranno nel contesto locale. Con particolare riferimento a questo aspetto,
Approccio si rileva come il contributo del Politecnico di Torino si sia concentrato a livello di schede
collaborativo progetto, come si vedrà, prevalentemente sulla linea 3, e cioè in apporti progettuali
dei due Atenei focalizzati prevalentemente sulla didattica avanzata ed alta formazione. Rileva osservare
anche che tutte le schede progetto sono state votate all’unanimità e che l’approccio di tutti
i membri di tavolo è stato ampiamente collaborativo e costruttivo. Gli stessi singoli
elementi progettuali di didattica avanzata ed alta formazione si inseriscono infatti, come
non sfuggirà al lettore attento, all’interno di schede progetto più “di sistema” e di rilevanza
prioritaria, che vedono entrambi gli Atenei collaborare nella logica veramente strategica di
una ripartizione di competenze finalizzata a mettere il sistema della conoscenza al servizio
del territorio.

375
Asse III - Sviluppo di conoscenza
tavolo 1 Didattica
AnAlISI S.W.o.t.

puntI DI forzA puntI DI DEbolEzzA


Sviluppo di misure
sinergiespecifiche
su temi quali
di formazione
ricerca, innovazione,
a supportointernazionalizzazione
della cultura imprenditoriale Presenzadidiinsediamenti
Perdita grandi imprese
produttivi
aventi per
i propri
delocalizzazione
centri decisionali in altre città
Problemi strutturali e infrastrutturali:
- inadeguatezza dei servizi di mensa per gli studenti,
- difficoltà a trovare posti letto per gli studenti, i docenti e gli ospiti delle facoltà,
- problemi di collegamento con le altre sedi universitarie UNIPMN;
- assenza di una biblioteca centrale per le facoltà umanistiche;
- limitata apertura delle sedi universitarie (oltre le sette di sera e il sabato mattina l’università
è chiusa e la zona universitaria è desolata);
- la facoltà di giurisprudenza è ancora senza una sede.
Fragilità dell’ambiente universitario e del rapporto tra università e città:
- il corpo docente risiede prevalentemente fuori dal territorio ed deve ancora consolidare la
conoscenza e l’interazione con lo stesso;

Ottimo posizionamento di tutte le facoltà presenti sul territorio nelle classifiche della - l’ateneo ha sedi in tre città diverse, il rettorato è a Vercelli; c’è una scarsa visione unitaria
(anche perché le tre province sono diverse come storia e caratteristiche);
didattica nazionale
- rapporti limitati tra le facoltà (UNIPMN) e gli organismi e gli enti locali, seppure in fase di
sviluppo;
- scarsa conoscenza delle agevolazioni per sport e tempo libero messe a disposizione dal
Comune per gli studenti;
- scarsa promozione delle attività culturali universitarie presso i cittadini;
- scarsa promozione in università delle attività culturali cittadine;
- in sede locale il buon posizionamento dell'università nel panorama nazionale è poco
percepito a fronte della persistente fama delle sedi universitarie storiche;
- gli studenti provenienti da famiglie con titoli di studio più elevati e quelli con votazioni più
alte alle superiori privilegiano sedi ritenute più prestigiose o altre facoltà;
- assenza di un collegio universitario (inteso qui anche come luogo di vita culturale e
aggregazione);
- ridotta offerta formativa post laurea.
Fragilità dell’ambiente universitario e del rapporto tra università e città:
- il corpo docente risiede prevalentemente fuori dal territorio ed deve ancora consolidare la
conoscenza e l’interazione con lo stesso;
- l’ateneo ha sedi in tre città diverse, il rettorato è a Vercelli; c’è una scarsa visione unitaria
(anche perché le tre province sono diverse come storia e caratteristiche);
- rapporti limitati tra le facoltà (UNIPMN) e gli organismi e gli enti locali, seppure in fase di
sviluppo;
- scarsa conoscenza delle agevolazioni per sport e tempo libero messe a disposizione dal
Comune per gli studenti;
Università a misura di studente; i numeri ridotti creano la possibilità di uno stretto rapporto
tra docenti e studenti (ma anche tra studenti e segreterie) - scarsa promozione delle attività culturali universitarie presso i cittadini;
- scarsa promozione in università delle attività culturali cittadine;
- in sede locale il buon posizionamento dell'università nel panorama nazionale è poco
percepito a fronte della persistente fama delle sedi universitarie storiche;
- gli studenti provenienti da famiglie con titoli di studio più elevati e quelli con votazioni più
alte alle superiori privilegiano sedi ritenute più prestigiose o altre facoltà;
- assenza di un collegio universitario (inteso qui anche come luogo di vita culturale e
aggregazione);
- ridotta offerta formativa post laurea.

Presenza equilibrata di facoltà diverse (scientifiche ed umanistiche) Scarsa capacità di attrarre studenti stranieri, in particolare quelli del programma Erasmus
Le facoltà locali hanno consentito l’accesso alla formazione universitaria anche a studenti
provenienti da famiglie con genitori non laureati
Asse III - Sviluppo di conoscenza
tavolo 1 Didattica
AnAlISI S.W.o.t.

opportunItà mInAccE
Sviluppo di misure
La creazione sinergiespecifiche
di un Campus quali
di formazione
su temi Accademico innovazione,
a supporto
ricerca, avrebbe internazionalizzazione
della
ricadute cultura
positive da imprenditoriale
un punto di vista Presenzadidiinsediamenti
Perdita grandi imprese
produttivi
aventi per
i propri
delocalizzazione
centri decisionali in altre città
culturale, sociale, oltre che economico ed urbanistico. Gli studenti avrebbero migliori servizi Tagli di budget da parte del Ministero, particolarmente pericolosi per le piccole università
e maggior stimoli
Capacità di sviluppare progetti formativi innovativi (corsi di laurea o master o corsi di alta
Nuovi requisiti minimali per i corsi di laurea
formazione) utilizzando e integrando le competenze e le idee presenti
Possibilità di specializzazione nella formazione post-laurea Difficoltà a portare nella didattica alcuni temi di ricerca innovativi
Possibilità di sviluppare progetti interdisciplinari con ricadute ampie sul territorio in settori
quali:
- logistica,
- organizzazione, gestione e amministrazione (di enti privati o pubblici),
- economico aziendalistica,
- ambiente, Rischio di progetti specifici non realmente integrati con il territorio
- materie plastiche,
- settore alimentare e vitivinicolo,
- metalli preziosi,
- sanità,
- energie rinnovabili e risparmio energetico
Possibilità di una migliore integrazione e dialogo con le imprese, il settore pubblico e gli
attori socio culturali (la ridotta cultura universitaria della città lascia, in altre parole, spazio a
molte opportunità: l’università può favorire lo sviluppo di conoscenza, adattandosi e
stimolando l’economia e la società locale)
Migliorare la gestione della comunicazione e dei rapporti tra Ateneo ed enti locali
pIAno StrAtEgIco DI AlESSAnDrIA
Asse III Sviluppo di conoscenza - tavolo 1 Didattica
AlbEro DEI problEmI (cAuSE)
Incompletezza dell’insediamento universitario in termini di strutture e servizi

Incertezza sull’offerta formativa a causa delle future decisioni ministeriali

necessità di sviluppare l’integrazione tra domanda ed offerta formativa

necessità di consolidare l’immagine pubblica del polo universitario

linea 1 linea 3
linea 2
Sistema universitario carente di infrastrutture problemi di integrazione tra domanda e offerta non pieno sfruttamento delle nuove tendenze
formativa

mancata assegnazione non pieno sfruttamento


mancanza di collegi Inadeguato sistema di
sedi di facoltà dei fattori di limitate possibilità di
universitari servizi universitari la domanda di
(giurisprudenza) innovazione nella internazionalizzazione
offerta formativa gli studenti non piena
didattica
è molto locali talvolta informazione
influenzata ricercano altrove sulle necessità
Insufficiente capacità pianificatoria locale dall’immagine e lofferta formativa formative
dal nome

Insufficiente limitata
vision storica di radicamento conoscenza e
limitato dialogo
decentramento universitario nel riconoscimento
cultura tra università e
del polo torinese tessuto e nella del valore del
provinciale sistema socio-
cultura locale sistema
produttivo riforma universitaria in atto
universitario
locale

ottica nazionale
non riconoscimento dello standing del
che non Diversa priorità
marchio locale riduzione delle
privilegia le nell’allocazione
risorse
università in delle risorse
start up

classe dirigente in
comunicazione e
prevalenza non
cooperazione limitate
formata nel sistema
tra i diversi attori
locale fAttorI ESogEnI
pIAno StrAtEgIco DI AlESSAnDrIA
Asse III Sviluppo di conoscenza - tavolo 1 Didattica
AlbEro DEI problEmI (EffEttI)

limiti alla crescita economica limiti alla crescita socio-culturale

non pieno
soddisfacimento della
domanda potenziale ed
effettiva in termini
quantitativi e qualitativi

ridotto sfruttamento delle limitata apertura alle


produttività dei servizi ridotta capacità di aprirsi
potenzialità dei laureati e fuga di cervelli verso altre innovazioni sociali,
universitari al di sotto delle all’estero della società e
delle conoscenze zone culturali, organizzative ed
potenzialità dell’economia locale
disponibili economiche

Incompletezza dell’insediamento universitario in termini di strutture e servizi

Incertezza sull’offerta formativa a causa delle future decisioni ministeriali

necessità di sviluppare l’integrazione tra domanda ed oferta formativa

necessità di consolidare l’immagine pubblica del polo universitario


A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ASSE III SvIluppo DI conoScEnzA


tavolo 1 Didattica

lInEE StrAtEgIchE

linea 1 Infrastrutture e servizi per il sistema


universitario locale

Integrazione tra domanda


linea 2
ed offerta formativa e culturale

Innovazione ed
linea 3 internazionalizzazione del sistema
universitario locale

381
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ASSE III SvIluppo DI conoScEnzA


tavolo 1 Didattica

PARTE B – ELENCO DELLE SCHEDE


PROGETTO/AZIONI

1. Master 1° Livello in Bioenergia e Riduzione di CO2


2. Master 1° Livello in Sostenibilità Ambientale e Clean Technology
3. Il Campus delle Scienze Umane e Sociali
4. Business School Alessandria
5. Orientamento e tutorato studenti
6. Osservatorio sulla domanda e l’offerta di competenze e professioni
7. Master Universitario di I Livello in Sviluppo Locale - Teorie e
Metodi per le Pubbliche Amministrazioni
8. Summer School in Sviluppo Locale
9. Sistema di Formazione Permanente per il Settore Turismo
10. Centro Italo – Francese per la cultura economica e l’innovazione
istituzionale
11. Master Universitario di I Livello in Economia, Diritto ed
Organizzazione del Trasporto Pubblico Locale – METROPOLIS
12. Master Universitario di I Livello in Economia dell’Ambiente e
della Sanità – MEAS
13. Centro Europeo “Jean Monnet” di eccellenza per la formazione
e la ricerca
14. Centro per la diffusione della cultura imprenditoriale e
l’implementazione degli strumenti di acquisizione del know-how
UNIFORM – l’UNIversità che FORma
15. Biblioteca Universitaria
16. Scuola di Alta Formazione

382
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 1
titolo:
master 1° livello in bioenergia e riduzione di co2

Interazione tra domanda ed


linea 2
offerta formativa e culturale

Sottotitolo:
Il Master è una delle iniziative realizzabili nell’ambito del progetto di scuola di Alta
Formazione che Politecnico e Università del Piemonte Orientale hanno presentato sul
tavolo della didattica. Il Master focalizza la sua attenzione sulle problematiche legate ai
biocombustibili ed alla qualità dell’aria, senza comunque tralasciare la principale
legislazione in materia di bioenergia ed ambiente. Scopo del Master è la specializzazione
di giovani laureati in campi inerenti alla bioenergia e alle problematiche ambientali
connesse, valorizzata dallo scambio scientifico e culturale tra sedi universitarie anche
internazionali.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale, ARPA Alessandria, Imperial
College di Londra, Università de Belo Horizonte
Descrizione del progetto:
Il Master è concepito per dare agli studenti un livello di conoscenza il più ampio possibile
nel settore delle bioenergie. Il corso prevede l’approfondimento delle connessioni tra
aspetti ambientali (sostenibilità, impatto) legati alla produzione di energia, nonché l’analisi
economica riferita alla bioenergia. Una parte del Master si focalizza anche sugli aspetti
legislativi. La conoscenza della legislazione nel settore ambientale e della bioenergia gioca
infatti un ruolo primario nella gestione di progetti a livello sia nazionale sia
europeo/internazionale e le competenze maturate risultano appropriate per le Pubbliche
Amministrazioni quali i Dipartimenti per le politiche energetiche, Agenzie Energetiche
Nazionali o Europee/Internazionali.
Il percorso formativo si articola in moduli, esercitazioni, studio individuale, stage, prove
intermedie ed una prova finale. Ciascun modulo è affidato a professionisti altamente
qualificati nel proprio settore di competenza.
Lo sfruttamento della biomassa a fini energetici rappresenta una tipica attività di filiera ad
elevata interdisciplinarità. Tale formazione interdisciplinare è garantita dal coinvolgimento
di realtà universitarie e lavorative distinte, ma unite nello sforzo di garantire il più ampio
spettro formativo necessario.
Molteplici sono i settori scientifico-disciplinari coinvolti nella didattica, quali l’ingegneria
industriale, le scienze agrarie, biologiche, chimiche, giuridiche, economiche e statistiche.
La produzione della biomassa, le tecnologie di conversione, la generazione di potenza ed
analisi di sistema, l’utilizzo dei diversi biocombustibili, prodotti chimici ed idrogeno,
utilizzo sostenibile dell’ambiente e il business management ed aspetti economici saranno
alcuni fra gli argomenti trattati.
Numerose istituzioni ed aziende di rilevanza nazionale potrebbero risultare interessate ad
ospitare studenti del Master per il periodo di stage formativo (es. Gruppo Mossi &
Ghisolfi, Chemtex, ENI, HySyTech srl, ARPA Piemonte, etc.), impostando la premessa
per una eventuale ed auspicabile collaborazione lavorativa da proseguirsi dopo il
conseguimento del titolo del Master. Riproponendo un’attività già avviata dal Politecnico
383
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

di Torino nell’anno 2009, per un numero limitato di studenti sarà possibile accedere a uno
stage in Brasile organizzato dalla Università di Belo Horizonte con visita dei principali siti
produttivi di biocombustibili della Regione del Minas Gerais.
finalità generali:
La sfida è quella di formare i manager futuri per progetti energetici che siano in possesso
della capacità di seguire le fasi dello start up, dalla valutazione delle disponibilità di
biomassa alle diverse opzioni per la produzione di energia, tenendo conto degli aspetti
legislativi, ambientali ed economici.
Il conseguimento del Master permette il raggiungimento di una professionalità trasversale
rispetto alle problematiche dell’impiego energetico della biomassa. Infatti, durante il corso
degli studi si affrontano problematiche di base ambientali, energetiche, economiche e
gestionali connesse con la bioenergia e il suo impatto ambientale. La figura professionale
emergente è capace di seguire dall’inizio un progetto: dalla valutazione delle risorse di
base (disponibilità e distribuzione territoriale della biomassa), alla scelta della tecnologia
più adatta allo sfruttamento delle risorse e della gestione ottimizzata dal punto di vista
energetico, ambientale ed economico. Una parte del corso è dedicata anche alla legislazione
in materia di bioenergia ed ambiente.
obiettivi specifici:
L’iniziativa prevede la creazione di un master prevalentemente indirizzato a giovani laureati
in materie scientifiche con l’obiettivo di fornire loro un’alta specializzazione in campi
inerenti la bioenergia e le problematiche ambientali connesse direttamente con le realtà
industriali e gli Enti pubblici, che sarebbero poi i diretti fruitori di tali competenze
altamente qualificanti acquisite durante il corso di studi.
Tale corso dovrà essere costruito insieme ai diversi portatori di interesse sia sulla base di
attuali indagini di mercato che sulla base dell’analisi dell’offerta presente in altre regioni o
nazioni.
Attività:
La realizzazione di un master prevede lo sviluppo delle seguenti fasi:
- analisi dei fabbisogni formativi di aziende ed enti pubblici;
- analisi dell’offerta formativa esistente sulle tematiche oggetto del master;
- definizione di un comitato tecnico scientifico che si occupi delle definizione dei contenuti
del corso master;
- definizione del budget e reperimento delle sponsorizzazioni;
- approvazione del master da parte di uno o più Atenei;
- realizzazione del master;
- analisi dei risultati della prima edizione e pianificazione delle edizioni successive.
risultati:
L’obiettivo principale da perseguire durante la creazione del percorso di studio è quello di
stabilire una base comune tra le realtà coinvolte (Università-Enti pubblici-Aziende) su
conoscenze, obiettivi e prospettive attuali dell’uso delle bioenergie all’interno di un
contesto europeo/internazionale. Il risultato della collaborazione, oltre al consolidamento
della cooperazione tra i soggetti proponenti in termini di comune ricerca, è l’investimento
delle singole conoscenze di settore in un articolato e qualificante progetto formativo volto
a formare in maniera completa un giovane laureato nella materia delle Bioenergie e ad
introdurlo nel mondo del lavoro avendo le competenze necessarie per lavorare in un
settore così promettente, in continua evoluzione e destinato ad occupare un posto sempre
più importante nell’era della “green economy”.
Il master è in lingua italiana, integrato con materiale e lezioni in lingua inglese elaborato
dai docenti afferenti al Master. Lo svolgimento della didattica frontale è prevista in lingua

384
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

italiana, con il prezioso contributo di eventuali seminari con docenti stranieri ospiti o in
videoconferenza, i quali terranno le lezioni in lingua inglese.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il progetto prevede una dotazione iniziale per la creazione del master e la sua promozione;
la struttura sarà molto snella e prevede l’utilizzo di spazi e servizi già disponibili presso il
Politecnico. Il personale si limiterà ad un direttore e a una segretaria, mentre tutte le altre
risorse umane saranno prese a contratto sulla base delle attività.
Il progetto prevede che a regime la struttura si autosostenga con i proventi dell’attività
sviluppata attraverso o un pagamento diretto da parte degli utenti o un utilizzo di fondi
tipo FSE o la sponsorizzazione del master stesso da parte di aziende.
costi:
costi di struttura:
- Affitto spazi e attrezzature 10.000,00 Euro
- Pubblicità e marketing 10.000,00 Euro
- Docenza 65.000,00 Euro
- Materiali didattici 5.000,00 Euro
totAlE coStI 90.000,00 Euro
fattibilità:
Per la realizzazione di questa iniziativa sono già chiari i principali contenuti del programma
da affrontare nel Master. Sono invece da individuare particolari aspetti che potrebbero
essere trattati nel programma che soddisfino sia le esigenze degli Enti pubblici che le
aziende nel territorio.
La struttura dovrà utilizzare le migliori risorse umane disponibili senza interesse particolari
e, se non presenti sul territorio, reclutare docenti e professionisti esterni di elevata e
riconosciuta levatura.
cronoprogramma:
Il master potrebbe essere operativo entro 3 mesi dall’approvazione del progetto.

385
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 2
titolo:
master 1° livello in Sostenibilità Ambientale
e clean technology

Interazione tra domanda ed


linea 2
offerta formativa e culturale

Sottotitolo:
Il Master è una delle iniziative realizzabili nell’ambito del progetto di scuola di Alta
Formazione che Politecnico e Università del Piemonte Orientale hanno presentato sul
tavolo della didattica e si pone come obbiettivo principale la creazione, in collaborazione
con le associazioni industriali, di un percorso formativo di 1° Livello rivolto a imprenditori
e ai manager di aziende pubbliche e private sulle tematiche della sostenibilità e delle
CleanTechnology.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino, ARPA Alessandria, Università del Piemonte Orientale
Descrizione del progetto:
L’attenzione crescente e le azioni condotte dalle aziende sparse in tutto il mondo
sottolineano le notevoli opportunità offerte dal settore della tecnologia ecosostenibile.
Riuscire a sfruttare nel migliore dei modi queste opportunità dipenderà probabilmente
dall’identificazione di nuovi modelli di partnership, tra le grandi organizzazioni pubbliche
e private e le imprese emergenti del Cleantech. Queste partnership saranno finalizzate a
favorire la convergenza degli obiettivi verso il raggiungimento di un’economia fondata su
ridotte emissioni di anidride carbonica ed efficienza nella gestione delle risorse”.
Con “Clean-Tech” o “Green-Tech” si intende l’applicazione dell’innovazione allo scopo
di conservare l’ambiente naturale e le risorse. L’obiettivo è quello di migliorare la
produttività delle risorse, consentendo alle imprese di utilizzare gli input in modo migliore
e più efficiente. Adottare un approccio Clean-Tech può consentire di innescare innovazioni
di tipo “breakthorugh” che non soltanto riducano il costo totale di un prodotto/servizio,
ma ne aumentino addirittura il suo valore.
La crisi economica ha fatto ben poco per placare l’appetito delle aziende per la tecnologia
“verde”: anzi molte indagini mostrano che potrebbe addirittura aver innescato l’effetto
contrario; l’uscita dalla crisi velocizzerà infatti l’implementazione delle strategie Cleantech
all’interno delle aziende.
Negli ultimi anni è inoltre mutato anche l’approccio aziendale agli investimenti nel
Cleantech: si è passati da una focalizzazione esclusiva su un piano di azioni relativo ai
cambiamenti climatici ad una più ampia visione di come soluzioni di questo tipo possano
accrescere le entrate, grazie a nuovi guadagni e all’efficienza nella gestione delle risorse. La
crisi finanziaria mondiale degli ultimi due anni non ha solo evidenziato e indirizzato verso
il bisogno di puntare su soluzioni ecosostenibili per ottenere efficienza operativa e
riduzione di costi, ma ne ha anche accelerato il processo di adozione.
Il risultato finale è che gli investimenti nel Cleantech sono stimolati sempre di più dal
tentativo di accrescere l’efficienza nelle operazioni e di generare nuovi flussi di entrate. A
sostenere questi sforzi è la grande consapevolezza che la tecnologià “verde” porterà a dei
ritorni finanziari nel breve periodo. L’efficienza nelle operazioni per ridurre i costi” insieme

386
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

a quello di “soddisfare gli obiettivi di sostenibilità interna e di cambiamento climatico” e


non molto lontano da questi due hanno posizionato l’esigenza di “incrementare le entrate
tramite prodotti e servizi nuovi o già esistenti”.
finalità generali:
La domanda crescente di risorse naturali non rinnovabili, stimolata dalla crescita della
popolazione e del numero dei consumatori di tipo “medio” nei mercati dei paesi
emergenti, sta accrescendo la necessità delle aziende di stabilire un piano di efficienza
delle risorse per assicurarsi uno sviluppo sostenibile a lungo termine e un vantaggio
competitivo rispetto ai paesi emergenti.
Il progetto si pone come obbiettivo principale la creazione, in collaborazione con le
associazioni industriali, di un percorso formativo rivolto a imprenditori e ai manager di
aziende pubbliche e private.
Questo Master ha lo scopo di far crescere la sostenibilità e la competitività dei processi
produttivi sia in ambito industriale che artigianale e di formare una classe di manager
pubblici in grado di orientare il cambiamento e l’innovazione nell’ottica della sostenibilità
e dell’utilizzo di tecnologie verdi.
Il solo titolo di laurea e le esperienze maturate in passato non sono sufficienti a garantire
una adeguata preparazione e un’adeguata “sensibilità” necessaria a gestire e progettare il
cambiamento che i manager e gli imprenditori devono affrontare tutti i giorni.
obiettivi specifici:
L’iniziativa prevede la creazione di un master di 1° Livello prevalentemente indirizzato
agli imprenditori e ai manager di imprese industriali e di Enti pubblici; tale corso dovrà
essere costruito insieme ai diversi portatori di interesse sia sulla base di indagini di mercato
che sulla base dell’analisi dell’offerta presente in altre regioni o nazioni.
Attività:
La realizzazione di un master prevede lo sviluppo delle seguenti fasi:
- analisi dei fabbisogni formativi di aziende ed enti pubblici;
- analisi dell’offerta formativa esistente sulle tematiche oggetto del master;
- definizione di un comitato tecnico scientifico ce si occupi delle definizione dei contenuti
del corso master;
- fund raising;
- approvazione del master da parte del senato accademico di almeno una delle università;
- realizzazione del master;
- analisi dei risultati della prima edizione e pianificazione delle edizioni successive.
risultati:
L’iniziativa ha lo scopo di far crescere la qualità dei manager e degli imprenditori al fine
di consentivo lo sviluppo economico della provincia di Alessandria; tale crescita consentirà
alle aziende di non delocalizzare ma di investire sul territorio nuove risorse per migliorare
i processi produttivi esistenti e di creare nuove opportunità di lavoro per i giovani nel
settore della green economy. Per quanto riguarda invece i manager pubblici il beneficio
atteso è la creazione di una classe dirigente più attenta alle problematiche della sostenibilità
ambientale dei processi e dei prodotti e alle ricadute economiche e sociali di una corretta
e attenta gestione di tali risorse.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il progetto prevede una dotazione iniziale per la creazione del master e la sua promozione;
la struttura sarà molto snella e prevede l’utilizzo di spazi e servizi già disponibili presso il
Politecnico. Il personale fisso si limiterà ad un direttore e a una segretaria, mentre tutte le
altre risorse umane saranno prese a contratto sulla base delle attività.

387
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Il progetto prevede che a regime la struttura si auto sostenga con i proventi dell’attività
sviluppata attraverso o un pagamento diretto da parte degli utenti o un utilizzo di fondi
tipo FSE.
costi:
costi di struttura:
- Affitto spazi e attrezzature 10.000,00 Euro
- Pubblicità e marketing 10.000,00 Euro
- Docenza 65.000,00 Euro
- Materiali didattici 5.000,00 Euro
totAlE coStI 90.000,00 Euro

388
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 3
titolo:
Il campus delle Scienze umane e Sociali

Infrastrutture e servizi per il


linea 1
sistema universitario locale

Sottotitolo:
Il campus ha lo scopo di creare un centro didattico integrato che organizzi la formazione
universitaria in campo economico, giuridico e sociale ai diversi livelli di specializzazione,
in un contesto di interscambio di stimoli culturali con la città e gli attori sociali del
territorio. Il campus si propone di fornire agli studenti e agli altri operatori interessati gli
strumenti e le reti per il pieno sviluppo delle potenzialità di crescita delle capacità e
competenze individuali, nonché di sollecitare la creatività e la diffusione delle innovazioni.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche e Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del
Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
Il progetto prevede l’individuazione delle funzioni, delle istituzioni e dei servizi che devono
connotare il campus delle Scienze Sociali, o in quanto aventi all’interno di quest’ultimo la
propria collocazione fisica o in quanto agenti in coordinamento con le attività del
medesimo.
Per qualificare e potenziare i flussi in entrata rispetto all’attività del campus si prevede di
valorizzare l’attività di orientamento, in modo che sia favorita la realizzazione delle
vocazioni individuali e si riduca il fenomeno dei drop-outs, ovvero di coloro che iniziano
gli studi universitari ma li interrompono anzitempo senza raggiungere adeguati risultati
formativi. Ai fini di sviluppare il raccordo tra domanda e offerta di formazione e
permettere il dialogo e il coordinamento tra le diverse istanze impegnate nel settore, appare
opportuna l’istituzione di una cabina di regia tra responsabili di orientamento e di selezione
dell’università, dei centri esterni, delle imprese e delle scuole superiori. Tale cabina di regia
dovrebbe proporre anche lo scambio di progetti ed esperienze ai fini della creazione di
forme di interazione didattica e di collegamento sistematico tra scuola superiore università
e imprese. E’ auspicabile che si proceda a un esame critico sistematico delle esperienze
già compiute, con l’utilizzazione delle competenze ampiamente presenti nell’ambito delle
Facoltà e del territorio, per l’elaborazione di linee condivise di intervento. Alla medesima
cabina di regià dovrebbero far capo le attività di organizzazione degli stage e di job
placement, al fine anche di rimuovere gli ostacoli che la recente istituzione dell’Avogadro
tuttora può porre rispetto alla diffusione delle informazioni sui risultati formativi realizzati
e sulla qualità della formazione fornita..
Poiché inoltre il campus si propone di essere un centro di attrazione per una domanda
formativa più ampia di quella riconducibile alle classi demografiche giovanili del bacino
locale, risultano fondamentali le funzioni che possono sostenere la domanda di formazione
proveniente da altre aree del paese e dall’estero. Tra i principali elementi volti a sostenere
tale prospettiva figurano quindi i servizi collegati a interventi infrastrutturali di grande
rilievo, riguardanti gli aspetti residenziali (collegio, mensa) e di servizio (biblioteca, aula
magna, aule studio e convegno, centri di socializzazione e interscambio).
389
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Per quanto riguarda le funzioni relative al potenziamento delle ricadute della didattica e
della ricerca sulla formazione attraverso lo sviluppo dei moderni servizi complementari alla
formazione superiore, si richiama la necessità che il campus sia dotato di:
n collegamento wi-fi accessibile a chi si trova nell’area del campus stesso e
ha le previste credenziali;
n accesso integrato e completo da tutto il campus all’offerta didattica e alle
risorse bibliografiche e di data-base disponibili presso le facoltà e la
costituenda biblioteca;
n disponibilità di centri di vita sociale e di aggregazione all’interno del
campus, al fine di favorire l’interazione tra studenti che notoriamente è alla
base dei processi di apprendimento e di networking che sono più propizi allo
sviluppo di idee innovative e al determinarsi di favorevoli prospettive di
inserimento nella vita lavorativa;
n disponibilità di un’aula magna e di strutture minori per attività
convegnistiche e seminariali necessarie alla didattica avanzata e all’interazione
tra mondo dell’impresa e delle professioni e corpo studentesco e dei docenti.
Una ulteriore linea di sviluppo del campus riguarda il coordinamento delle attività e lo
sfruttamento delle sinergie connesse all’alta formazione e alla formazione permanente,
con la creazione di una scuola cui facciano capo i dottorati, le attività formative
universitarie per le professioni, le attività di formazione a domanda, le attività di
promozione dell’internazionalizzazione formativa. Il punto di partenza per lo sviluppo di
tale prospettiva è il coordinamento delle attività di alta formazione di tipo permanente già
in atto presso le due facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche.. La scuola dovrebbe
pubblicare regolarmente un catalogo di opportunità, da concordare via via con le
organizzazioni professionali, delle imprese, e le associazioni culturali locali, in cui da una
parte si propongano percorsi di utilizzazione dell’offerta didattica esistente a fini di
formazione permanente e di aggiornamento, dall’altra si attivano corsi e attività in grado
di rispondere rapidamente a domande formative specifiche emergenti dal territorio.
Un elemento essenziale per favorire l’apertura al mondo esterno del campus e per lo
svolgimento di servizi di impulso allo sviluppo del territorio riguarda la promozione
dell’internazionalizzazione, attraverso l’istituzione di centri che mantengano costanti
opportunità di interscambio con le aree territoriali e linguistiche rispetto alle quali
l’Avogadro dispone di un adeguato network (connesso alla cattedra Jean Monnet, alle
lauree binazionali, ai progetti di ricerca europei ecc., agli accordi di partenariato che
coinvolgono altre istituzioni del territorio) che può fornire servizi da mettere a
disposizione degli studenti e degli operatori economici.
finalità generali:
Posto che l’offerta di base delle facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche in termini
di lauree triennali e magistrali erogate sarà nei prossimi anni sostanzialmente determinata
dalle norme statali e dai limitati aggiustamenti consentiti dalle disponibilità attuali di fattori,
gli obiettivi generali perseguibili attraverso il campus sono:
a) Il consolidamento e la valorizzazione della domanda locale di formazione
attraverso l’orientamento in ingresso e la previsione di forme di interscambio
didattico e formativo con la scuola superiore e l’orientamento all’uscita
dall’università e il job placement;
b) Il miglioramento del contesto culturale e formativo universitario per
promuovere un apprendimento attivo e aggiornato, la diffusione delle nuove
tecnologie di comunicazione, l’interazione tra studenti e docenti, l’interazione
tra università e contesto urbano;
c) Il coordinamento delle attività e lo sfruttamento delle sinergie connesse

390
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

all’alta formazione e alla formazione permanente, e la promozione


dell’internazionalizzazione nella formazione e nella vita economica e culturale
del territorio.
Attività:
n Creazione di una cabina di regia per il coordinamento delle iniziative di
orientamento e di job placement
n Progettazione di dettaglio delle funzioni del campus e della relativa
domanda di infrastrutture e di servizi e realizzazione dei servizi conseguenti
n Istituzione di una scuola di alta formazione
n Istituzione di centri per l’internazionalizzazione
risultati:
L’individuazione dei risultati attesi non può che avvenire in rapporto alle criticità connesse
alle conseguenze prevedibili del processo di riforma universitaria in corso, in base al quale
ci si aspetta che:
1. si ridurrà il flusso di risorse statali e le università dovranno quindi fare
maggiore appello a risorse esterne e delle comunità locali. Tutto ciò si collega
anche a previsti mutamenti delle forme organizzative della governance
universitaria, in cui avranno maggiore peso gli stake-holders esterni;
2. l’offerta didattica dovrà restringere la varietà delle opzioni proposte e
rispondere a criteri che valorizzano la produzione interna della didattica e il
rispetto di rapporti predefiniti tra input e output;
3. l’offerta didattica verrà ricondotta più direttamente alle scelte dei
responsabili della ricerca (dipartimenti) con un conseguente depotenziamento
delle facoltà, ovvero dei soggetti che tradizionalmente hanno fatto attività di
organizzazione della didattica. Ne consegue la necessità di potenziare le
strutture organizzative integrate, anche con la partecipazione degli
stakeholders locali.
Tale scenario rischia di compromettere il consolidamento dell’esperienza dell’Università
Avogadro in Alessandria, che ha conseguito finora alcuni risultati di grande rilievo nel
campo della didattica a beneficio del territorio, in particolare con riferimento a:
- l’innalzamento della qualità del capitale umano a favore di ceti
precedentemente non in grado di accedere all’università, con i conseguenti
effetti di efficienza e di equità;
- il riconoscimento della qualità didattica nelle graduatorie nazionali;
- l’attivazione economica connessa all’insediamento universitario stesso.
In aggiunta alle problematiche connesse alla riforma, la situazione della didattica delle
Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche propone poi una serie di problemi di
sviluppo, connessi allo sfruttamento finora mancato delle potenzialità di attrazione di
domanda formativa esterna al bacino alessandrino, in ambito nazionale e internazionale.
Il collo di bottiglia che ostacola gli sviluppi possibili in tali direzioni riguarda in primo
luogo le strutture per le attività didattiche, di servizio e residenziali, senza le quali non è
possibile esercitare una adeguata attrazione.
La riforma rende ancora più urgente la necessità di risolvere tali problemi, poiché il
restringimento dell’offerta formativa previsto non potrà che impattare negativamente sulle
iscrizioni e presumibilmente andrà a peggiorare la posizione competitiva dell’Avogadro
rispetto ad università storiche con input in eccesso e quindi più in grado di mantenere la
varietà dell’offerta esistente.
I risultati attesi dalla realizzazione del campus delle Scienze Sociali sono pertanto il
consolidamento di quanto già raggiunto da un Ateneo che ha mostrato grande impegno
per il raggiungimento della propria mission e al quale il territorio ha dedicato impegno e

391
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

risorse, e il rilancio dell’università in Alessandria, come fattore di sviluppo culturale, sociale


ed economico. Il campus delle Scienze Sociali può costituire un elemento di valorizzazione
che va oltre i servizi diretti di erogazione di insegnamenti e di conoscenze, che sono oggi
ampiamente diffusi territorialmente in Italia, per dar vita invece ad una struttura organica
e di qualità che permetta il superamento di forme di dipendenza del territorio dall’esterno
e che consenta di trattenere e attrarre talenti e risorse e di stimolare lo sviluppo locale.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Le risorse da convogliare per la realizzazione del progetto possono essere reperite in primo
luogo attraverso un riorientamento di quanto destinato dal territorio alla formazione di
livello universitario, che tenga conto dello scenario di riferimento e di un sereno bilancio
dei risultati conseguiti dall’Avogadro. Tale riorientamento appare giustificato anche dalle
maggiori ricadute sul territorio che la spesa rivolta al potenziamento dell’Avogadro ha
inevitabilmente sull’economia locale.
In seguito a scelte precise a livello territoriale, che includano l’individuazione delle aree e
degli edifici in cui insediare il campus, sarà possibile convogliare risorse significative già a
disposizione dell’Avogadro e dell’EDISU.
costi:
Il programma proposto è ad attuazione pluriennale. Si indicano in via di larga massima i
costi totali per un triennio.
Creazione di una cabina di regia per il coordinamento delle iniziative di orientamento e di
job placement ed attività di ricerca preparatorie euro 100.000
Progettazione di dettaglio delle funzioni del campus e della relativa domanda di
- infrastrutture e di servizi e realizzazione delle attività
conseguenti euro 2.000.000
Istituzione di una scuola di alta formazione euro 600.000
Istituzione di centri per l’internazionalizzazione. euro 600.000
totAlE coStI euro 3.300.000
fattibilità:
La fattibilità è subordinata alla istituzione di un soggetto responsabile per l’istruzione
universitaria in Alessandria (ad esempio in forma consortile) che consenta uno sforzo
sinergico di tutte le parti interessate al fine del reperimento delle risorse e del loro indirizzo
secondo linee programmate.
cronoprogramma:
Gli aspetti di progettazione possono diventare immediatamente operativi una volta che sia
stato costituito il soggetto consortile responsabile di cui al punto precedente. L’attuazione,
per le parti che richiedono interventi infrastrutturali, non potrà che essere graduale, e
quindi l’orizzonte temporale dell’intero progetto è di un quinquennio.

392
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 4
titolo:
business School Alessandria

Interazione tra domanda ed


linea 2
offerta formativa e culturale

Sottotitolo:
La scuola è una delle iniziative realizzabili nell’ambito del progetto di scuola di Alta
Formazione presentata sul tavolo della didattica e si pone come obbiettivo principale la
creazione, in collaborazione con le associazioni industriali, di una scuola di formazione
manageriale al fine di consentire sia la formazione continua sia un ricambio generazionale.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale, Confapi Alessandria.
Descrizione del progetto:
Il progetto si pone come obbiettivo principale la creazione, in collaborazione con le
associazioni industriali e la Fondazione Cassa di Risparmio, di una scuola di formazione
rivolta a imprenditori, ai loro figli e ai manager di aziende pubbliche e private.
Questa iniziativa ha lo scopo di aiutare le aziende, specialmente le PMI, a formare la
propria classe dirigente e a consentire, nelle aziende famigliari, un ricambio generazionale
senza eccessivi traumi. Il Piemonte, e la provincia di Alessandria in particolare, presentano
una scarsa offerta di formazione post laurea e di formazione continua in campo
manageriale; tolte alcune iniziative torinesi e la realizzazione di alcune esperienze con la
SDA Bocconi in Alessandria, i manager e gli imprenditori sono costretti ad andare in
Lombardia per poter accrescere le proprie conoscenze e competenze.
Il solo titolo di laurea non è oggi sufficiente a garantire una adeguata preparazione per
poter sostenere le sfide che i manager e gli imprenditori devono affrontare tutti i giorni
in un mercato caotico ed estremamente competitivo.
Il Politecnico di Torino, l’Università del Piemonte Orientale e i professionisti che operano
già sul territorio, realizzerebbero in questo modo un’iniziativa che permetta di colmare
questa carenza attraverso percorsi di Master per personale occupato e non occupato; I
contenuti del Master potranno essere modificati di volta in volta sulla base delle
caratteristiche e dei bisogni dei partecipanti. Il lungo radicamento ad Alessandria dei
soggetti proponenti, le esperienze maturate in campo didattico e anche la profonda
conoscenza dei problemi del territorio grazie alle attività di ricerca realizzate costituiscono
una garanzia dell’efficacia del progetto qui proposto.
finalità generali:
Il Politecnico di Torino, l’Università del Piemonte Orientale e i professionisti che già
operano sul territorio si propongono di realizzare un’iniziativa che permetta di creare e
gestire percorsi di formazione post Laurea per personale occupato e non occupato.
obiettivi specifici:
L’iniziativa prevede la creazione di proposte formative post laurea prevalentemente
indirizzate agli imprenditori e ai manager di PMI; tali proposte dovranno essere costruite
insieme ai diversi portatori di interesse sia sulla base di indagini di mercato sia sulla base

393
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

dell’analisi dell’offerta presente in altre regioni o nazioni.


Attività:
La Business School opererebbe principalmente con master post laurea partendo da un
percorso di:
- Master 1° livello in gestione d’impresa (pre serale per personale occupato)
risultati:
L’iniziativa ha lo scopo di far crescere la qualità dei manager e degli imprenditori al fine
di consentire lo sviluppo economico della provincia di Alessandria; tale crescita consentirà
alle aziende di non de-localizzare ma di investire sul territorio nuove risorse e di creare
nuove opportunità di lavoro per i giovani. Per quanto riguarda invece i manager pubblici
il beneficio atteso è la creazione di una classe dirigente più attenta alle problematiche delle
imprese e alle ricadute economiche e sociali di una corretta e attenta gestione delle risorse
economiche e ed umane.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il progetto prevede una dotazione iniziale per la creazione della Business School e per
l’avvio delle attività; la struttura sarà molto snella e prevede l’utilizzo di spazi e servizi già
disponibili presso il Politecnico e/o l’Università del Piemonte Orientale. Il personale
dedicato si limiterà a un direttore mentre tutte le altre risorse saranno comuni ad altre
attività della Scuola di Alta Formazione e saranno prese a contratto sulla base delle attività
e dei progetti.
Il progetto prevede che a regime la struttura si auto sostenga con i proventi delle attività
sviluppate e che prevedono o un pagamento diretto da parte degli utenti o un utilizzo di
fondi tipo FSE.
costi:
costi di realizzazione business School (1° anno)
- Direttore € 15.000,00
- Costituzione e costi amministrativi € 5.000,00
- Pubblicità e marketing € 10.000,00
- Docenza € 50.000,00
totAlE coStI € 80.000,00
costi annuali di funzionamento scuola di alta formazione
- Direttore € 15.000,00
- Costi amministrativi € 5.000,00
- Pubblicità e marketing € 10.000,00
- Docenza € 50.000,00
totAlE coStI € 80.000,00

Ogni singolo progetto formativo aggiuntivo prevedrebbe la completa copertura dei costi
e la creazione di un margine.
ricavi:
1° anno: 60.000 euro da fondi pubblici e/o privati per l’avviamento della
scuola di alta formazione
30.000 euro da quote di iscrizione al Master in gestione
d’impresa
Anni successivi: 45.000 euro da quote iscrizione al Master in gestione
d’impresa
40.000 euro da sponsorizzazioni e contributi da fondazioni e
enti pubblici

394
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

fattibilità:
I principali ostacoli alla realizzazione di questa iniziativa derivano dalla necessità di creare
un ente/associazione (Scuola di Alta Formazione) che possa gestire in modo snello questa
iniziativa, svincolato da interessi di parte e avente come unico obbiettivo i risultati
qualitativi della formazione erogata.
La struttura dovrà utilizzare le migliori risorse umane disponibili senza interesse particolari
e, se non presenti sul territorio, reclutare docenti e professionisti esterni di elevato standing.
cronoprogramma:
La Business School potrebbe essere operativa entro 2 mesi della costituzione
dell’associazione ed erogare le prime attività formative dopo circa 3 mesi.

395
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 5
titolo:
orientamento e tutorato studenti

Interazione tra domanda ed


linea 2
offerta formativa e culturale

Sottotitolo:
Il progetto si pone l’obiettivo di creare un centro che gestisca l’orientamento alle facoltà
presenti sul territorio, in modo da informare gli studenti sulle caratteristiche delle varie
facoltà; inoltre il centro si proporrebbe l’obiettivo di guidare e tutorare gli studenti durante
il loro cammino universitario, almeno nelle prime fasi.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
Il progetto è rivolto a cercare di migliorare il problema degli abbandoni e dei tempi troppo
lunghi per completare il percorso universitario. Si tratta di problemi tipici dell’università
italiana e che ad Alessandria possono avere un impatto particolare, a causa delle
provenienza culturale di molti studenti (sovente sono i primi iscritti all’università della
famiglia e quindi non hanno un supporto cognitivo e motivazionale forte alle spalle). Gli
studenti che impiegano più tempo a finire o che abbandonano sono anche quelli che
hanno maggiori difficoltà a scegliere la facoltà (come dimostrano mie recenti elaborazioni
sui dati degli studenti di giurisprudenza). Altri problemi riguardano l’impatto con un
mondo nuovo, in cui non si è accompagnati e obbligati da scadenze e obblighi fissi.
finalità generali:
L’idea del progetto è quella di stimolare un’università più vicina agli studenti e quindi al
territorio, incrementandone la qualità. In una prospettiva diversa, il centro si proporrebbe
di migliorare la qualità del saper essere studenti, incrementandone così le probabilità di
successo.
In prima battuta si cercherà di comprendere i fattori che determinano il successo
accademico e quelli che, al contrario, lo riducono, portando ad abbandonare il percorso
formativo o a terminarlo in tempi molto lunghi (con costi per il singolo e la società). Il
progetto si pone poi finalità concrete.
obiettivi specifici:
Creare un centro di orientamento e tutorato per gli studenti.
Attività:
Il centro in esame si proporrebbe di intervenire sui problemi evidenziati (recuperando
alcune idee della vecchia società per lo sviluppo universitario ad Alessandria), con una
serie di attività diverse, quali:
- organizzazione di incontri nelle scuole superiori, a partire anche dalle prime classi, in
modo da creare un legame più forte e stimolare da subito gli studenti ad acquisire
determinate capacità, e conoscenze; gli incontri dovrebbero essere tenuti da docenti e
studenti delle varie facoltà e avrebbero carattere divulgativo e formativo; le sedi locali
sarebbero così note agli studenti, e diventerebbero automaticamente un punto di

396
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

riferimento; conoscere e verificare l’approccio delle lezioni accademiche dovrebbe


stimolare anche i docenti ad una diversa didattica, più orientata al ragionamento;
- organizzazione di seminari (nelle superiori e in università) rivolti a sviluppare le capacità
di imparare e gestire lo stress (ci sono studi economici e psicologici che mostrano
chiaramente come si possa imparare a studiare e come la percezione di sé e gli obiettivi
influenzano il percorso formativo e gli obiettivi raggiunti);
- sviluppo di attività di tutorato e gruppi di studio (studiare insieme ha effetti molto positivi
in termini cognitivi e motivazionali) guidati da studenti e neo laureati selezionati ai quali
sarebbero assegnate apposite borse di studio (con un effetto positivo anche in questa
prospettiva);
- attività di ricerca su questi aspetti, in modo da individuare e diffondere buone pratiche.
risultati:
Il centro permetterebbe di migliorare la performance degli studenti, con una riduzione
degli abbandoni e dei tempi necessari per laurearsi, incrementando anche la qualità della
formazione.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Al progetto possono collaborare e partecipare strutture già presenti in università. Serve un
ricercatore di riferimento.
costi:
Per far funzionare il centro servirebbe un ricercatore a tempo pieno con un costo
indicativo sui 60/70.000 euro annuali.
fattibilità:
Non ci sono problemi di fattibilità.
cronoprogramma:
Il progetto può partire in tempi brevi.

397
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 6
titolo:
osservatorio sulla domanda e l’offerta
di competenze e professioni

Interazione tra domanda ed


linea 2
offerta formativa e culturale

Sottotitolo:
Il progetto si pone l’obiettivo di monitorare la necessità di formazione e competenze da
parte degli attori economici locali, considerando sia le necessità delle imprese e degli enti
pubblici, che i desideri degli studenti (giovani o meno). L’osservatorio dovrebbe, inoltre,
monitorare le più rilevanti a livello internazionale, in modo da proporre un punto di
riferimento per tutti e suggerire potenziali linee di sviluppo.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
Il progetto si propone di effettuare una ricognizione molto ampia della domanda di
formazione, non limitandosi ad una generica analisi della domanda da parte delle imprese.
Non è infatti sufficiente considerare solo tali necessità, anche perché, in genere i valori
indicati rischiano di essere legati a desideri di breve periodo e quindi influenzati dal ciclo.
Non sono quindi sempre in grado di fornire indicazioni per una programmazione di medio
o lungo periodo. Oltre tutto, la disponibilità degli studenti a seguire determinati percorsi
è comunque limitata e solo parzialmente influenzabile dall’offerta o dall’attività di
orientamento.
finalità generali:
Monitorare la domanda e offerta di competenze professionali e diffondere informazioni
ai vari attori interessati.

obiettivi specifici:
Creare un database, disponibile per famiglie, studenti e imprese, con la domanda e offerta
di professioni e capacità e un catalogo delle figure professionali.
Attività:
- Realizzare questionari e test attitudinali e conoscitivi con campioni di lavoratori di enti
pubblici e privati
- Realizzare questionari e test attitudinali preso gli studenti di età e scuole differenti
- Monitorare la domanda e offerta di professioni a livello nazionale e internazionale
- Organizzare seminari e incontri conoscitivi e di dialogo tra centri di ricerca e formazione
e mondo produttivo
- Realizzare un catalogo delle professioni, che ne descriva competenze e percorsi formativi
necessari, caratteristiche, livelli di reddito, consistenza e possibili variazioni della domanda
e dell’offerta, a livello locale, nazionale e internazionale

398
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

risultati:
Il centro permetterebbe di orientare meglio lo sviluppo di nuovi corsi e le politiche
formative, indirizzando le risorse dove maggiormente utili; il mondo produttivo sarebbe
reso più consapevole delle capacità e professionalità presenti; gli studenti e le famiglie
sarebbero informati delle caratteristiche dei corsi e della possibilità di impiego dei vari
percorsi formativi.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
I costi dipendono dalla struttura organizzativa che si costruisce. Al progetto possono
collaborare e partecipare strutture già presenti in università. Serve un ricercatore di
riferimento.
costi:
Per far funzionare il centro servirebbe un ricercatore a tempo pieno con un costo
indicativo sui 60/70.000 euro annuali.
fattibilità:
Non ci sono problemi di fattibilità.
cronoprogramma:
Il progetto può partire in tempi brevi.

399
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 7
titolo:
master universitario di I livello in Sviluppo locale
teorie e metodi per le pubbliche Amministrazioni

Interazione tra domanda ed


linea 2
offerta formativa e culturale

Sottotitolo:
Il Master si propone, in collaborazione con enti pubblici e aziende, di formare e/o
aggiornare una figura professionale di livello dirigenziale, in possesso di un’elevata
specializzazione nella progettazione e gestione delle politiche di sviluppo locale, in grado
di essere inserita nel campo della consulenza presso amministrazioni pubbliche, attori
sociali, sindacati, associazioni imprenditoriali, autonomie funzionali, imprese private,
organismi istituzionali, fondazioni, organizzazioni no profit, etc.
Il Master sarà collegato alla Scuola di Alta Formazione, la cui Scheda progetto è stata
presentata al tavolo Didattica.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale -
Dipartimento di Ricerca Sociale. Consorzio per la Ricerca e l’Educazione Permanente di
Torino (COREP)
Descrizione del progetto:
Il Master intende rivolgersi da un lato a studenti in possesso di una laurea triennale o
magistrale che intendono completare il loro percorso formativo con un’esperienza in grado
di accrescere le loro competenze scientifiche e professionali, dall’altro a funzionari e
dirigenti di enti o organizzazioni pubblici o privati impegnati a vario titolo nella
pianificazione strategica, nel marketing urbano e territoriale o comunque interessati ai
progetti e alle iniziative che coinvolgono la negoziazione ambientale, le infrastrutture, la
logistica territoriale.
Il Master vorrebbe potenziare le competenze di attuali e futuri dirigenti delle pubbliche
amministrazioni, in particolare quelle legate al territorio del Piemonte Orientale (ma il
bacino del Master è più ampio). In particolare, attraverso l’apprendimento e l’applicazione
di strumenti e tecniche multidisciplinari si intende promuovere un approccio complesso
allo sviluppo economico del territorio, in gradi di affrontare e coniugare diverse
problematiche e fattori di tipo economico, sociale, infrastruttuale e logistico, culturale,
ambientale.
finalità generali:
La Facoltà di Scienze Politiche dell’Università del Piemonte Orientale-Dipartimento di
Ricerca Sociale e il Corep, in collaborazione con gli enti pubblici e privati in partnership
con il Master intendono dar vita a un’iniziativa di formazione universitaria ad alta
professionalizzazione, rivolta a studenti neolaureati, figure dirigenziali, e personale in cerca
di occupazione.
obiettivi specifici:
Gli obiettivi formativi del Master consistono nell’acquisizione di competenze scientifiche

400
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

e tecniche per intervenire nei rapporti tra società locale e sviluppo socio-economico
territoriale, con particolare attenzione allo sviluppo del capitale sociale, alla crescita delle
capacità relazionali e al funzionamento dei sistemi socio-economici e istituzionali della
società locale.
Nello specifico il Master sviluppa competenze trasversali nei seguenti ambiti:
- manageriale-organizzativo: per la pianificazione, gestione e implementazione
di progetti di sviluppo locale nelle istituzioni e nella Pubblica
Amministrazione;
- economico-manageriale: per la gestione di servizi all’interno di imprese e
nel mondo della consulenza.
Al termine del corso gli studenti saranno in grado, tra l’altro, di:
o pianificare e programmare obiettivi, attività, tempi e risorse inerenti la
realizzazione di progetti di sviluppo locale;
o analizzare, gestire, monitorare politiche (o progetti o processi) di sviluppo
locale;
o applicare competenze di economia e management alla pianificazione e
gestione delle politiche pubbliche territoriali;
o coordinare le diverse fasi ed azioni di realizzazione dei progetti;
o predisporre un piano di marketing territoriale;
o sostenere e orientare le pubbliche amministrazioni nel processo decisionale
e nell’attuazione delle politiche.
Attività:
Il Master prevede ore di lezione, di laboratorio e di tirocinio.
Le ore di lezione comprendono le seguenti attività: formazione teorica, comprendente
lezioni frontali, offerta mediante insegnamenti nelle discipline di base da parte di docenti
interni all’Ateneo e di docenti esterni, esperti in specifiche discipline. Ci saranno, inoltre,
seminari tenuti da esperti di settore con testimonianze tecniche e professionalizzanti che
andranno ad integrare gli aspetti teorici delle materie oggetto di studio.
Le ore di laboratorio sono dedicate all’insegnamento di tecniche inerenti la facilitazione e
la negoziazione, la metodologia e tecnica della ricerca sociale, la swot analysis, la
pianificazione degli enti locali.
Parte delle lezioni e delle attività di laboratorio saranno svolte a distanza con modalità e-
learning che coinvolgeranno gli studenti individualmente oppure in gruppi di lavoro nelle
strutture universitarie in orari concordati.
Le ore di stage e/o tirocinio prevedono un’esperienza professionalizzante presso
amministrazioni e aziende in convenzione che si sostanzia nella realizzazione di un project
work da parte dello studente, con la supervisione di un docente del Master (tutor
accademico) e di un tutor aziendale, e che si conclude con l’elaborazione e la discussione
pubblica da parte dello studente di una prova finale. E’ previsto che gli studenti che già
operano in un’organizzazione pubblica o privata di interesse per i temi del Master possano
realizzare il project work anche presso il loro ente di appartenenza, ove vi siano le
condizioni per stipulare una convenzione e realizzare un progetto di interesse per
l’amministrazione di appartenenza e di reale crescita e maturazione scientifica e
professionale dello studente.
Per facilitare la frequenza di studenti fuori sede e/o occupati in attività lavorative, le lezioni
e i laboratori saranno concentrati in non più di due giorni a settimana, preferibilmente
Venerdì e Sabato.
risultati:
La pianificazione strategica delle Pubbliche Amministrazioni è sempre più il risultato di
un complesso processo di analisi, ricerca, negoziazione. Tale processo ha bisogno di

401
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

professionisti in grado di coniugare conoscenze e competenze tecniche di tipo


organizzativo, gestionale e di progettazione con un’attenzione a comprendere e monitorare
dimensioni culturali, sociali, relazionali in funzione dei sistemi socio-economici e
istituzionali.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il progetto prevede una dotazione iniziale per la creazione del master e la sua promozione;
la struttura sarà molto snella e prevede l’utilizzo di spazi e servizi già disponibili presso la
Facoltà. Le prestazioni dei docenti interni all’Ateneo sono a titolo gratuito.
Il corso di master verrà finanziato, oltre che dalle quote degli studenti, anche da diversi enti
del settore pubblico e privato. E’ previsto un introito totale di 90.000 euro, di cui 30.000
da iscrizioni e 60.000 da finanziamenti esterni.
costi:
costi di realizzazione del master (1° anno)
- Direttore 10.320,00 Euro
- Tutor accademico 12.172,00 Euro
- Tutoraggio project work: 8.000,00 Euro
- Docenti a contratto: 8.320,00 Euro
- Uso strutture esterne: 17.320,00 Euro
- Libri ed abbonamenti: 400,00 Euro
- Pubblicità e promozione: 3.000,00 Euro
- Altri costi amministrativi e di segreteria: 6.668,00 Euro
- Dotazione ai discenti: 300,00 Euro
- Personale di struttura: 13.500,00 Euro
- Corep: 9.000,00 Euro
- Fondo per Facoltà: 1.000,00 Euro
totAlE coStI: 90.000,00 Euro
ricavi:
30.000 Euro da iscrizioni (3.000 Euro x 10 studenti)
60.000 Euro da contributi di enti in partnership con il Master.
fattibilità:
La fattibilità del progetto è legata primariamente alla possibilità di coprire i costi minimi
per l’attivazione del Master, in modo da poter richiedere una quota di iscrizione a carico
degli studenti non eccessivamente alta.
cronoprogramma:
Il Master potrebbe essere attivato entro breve termine

402
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 8
titolo:
Summer School in Sviluppo locale

Interazione tra domanda ed


linea 2
offerta formativa e culturale

Sottotitolo:
La Summer School si propone, in collaborazione con dipartimenti e centri di ricerca
universitari di tutta Italia, di proporre annualmente un convegno di riflessione, incontro
e dibattito su temi legati allo sviluppo locale, alla pianificazione strategica, al marketing
urbano e territoriale. Un’occasione di incontro non solo tra ricercatori e studiosi, poiché
le sessioni vogliono essere aperte a professionisti, studenti, politici e amministratori,
imprenditori, operatori del terzo settore e a tutti quegli attori che, a vario titolo, sono
coinvolti nelle politiche di sviluppo locale.
La Summer School potrà essere integrata con la Scuola di Alta Formazione proposta al
tavolo Didattica.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale -
Dipartimento di Ricerca Sociale.
Nella realizzazione della Scuola, giunta alla sua quinta edizione, il Dipartimento di Ricerca
Sociale collabora con il Dipartimento di Ricerche Economiche e Sociali di Cagliari, con il
Dipartimento di Scienze Sociali di Torino, il Laboratorio di Economia Locale
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore della sede di Piacenza. C’è anche un collegamento
con il Dipartimento Interateneo Territorio dell’Università degli Studi di Torino e
Politecnico di Torino, il Centro Studi di Sviluppo Rurale dell’Università della Calabria.
Nelle passate edizioni la Summer School si è svolta a Segneghe (Oristano), ma potrebbe
in futuro, se promossa e sostenuta dagli enti locali, essere portata nel territorio
dell’alessandrino.
Descrizione del progetto:
La Scuola intende rivolgersi a studenti, ricercatori e operatori dello Sviluppo Locale,
individuando di anno in anno temi di interesse su cui avviare un dibattito e costruire
sessioni e laboratori di approfondimento e aggiornamento. La sua specificità è quella di
essere un’iniziativa in grado di coinvolgere diversi centri e dipartimenti universitari, così
da mettere insieme le punte più avanzate della ricerca in questo campo, in una prospettiva
profondamente interdisciplinare. La Scuola, più precisamente si rivolgerà quindi in primo
luogo a Dirigenti e funzionari di Regione, Enti regionali, Province e Comuni, operatori di
sviluppo locale dei Gal, delle Camere di Commercio, delle Agenzie di sviluppo, aziende,
corsisti Laureandi e laureati nei corsi di laurea triennale e specialistica e master afferenti
alle Facoltà di riferimento dei Dipartimenti che organizzano la Scuola, ma sarà aperta a
tutti quegli operatori e studiosi che possono essere interessati a un’esperienza in grado di
valorizzare interessi e competenze specifici, coniugandoli con un approccio globale e per
complesso ai temi dello sviluppo locale.
finalità generali:
Il Dipartimento di Ricerche Economiche e Sociali di Cagliari e dal Dipartimento di Ricerca

403
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Sociale di Alessandria in collaborazione con i tanti centri di ricerca e dipartimenti che, da


varie prospettive disciplinari, fanno ricerca su temi legati allo sviluppo locale intendono
mettere a disposizione un’occasione di valorizzazione e promozione della conoscenza e
del capitale umano, radicando sul territorio una Scuola Estiva di altissimo livello e prestigio
accademico e professionale.
obiettivi specifici:
Gli obiettivi formativi della Scuola Estiva consistono nell’aggiornamento e
nell’approfondimento da parte di studiosi e operatori di quelle competenze scientifiche e
tecniche che costituiscono un terreno comune per coloro che, pur da prospettive
disciplinari differenti e in campi di studio/intervento differenti, studiano o operano sulla
frontiera dei rapporti tra società locale e sviluppo socio-economico territoriale. Particolare
attenzione della Scuola Estiva saranno temi sviluppo del capitale sociale, alla crescita delle
capacità relazionali e al funzionamento dei sistemi socio-economici e istituzionali della
società locale, con attenzione non solo alle dinamiche urbane, ma anche a quelle
dell’ambiente rurale e a quello che ormai è il continuum città-campagna.
Attività:
L’approccio con cui la Scuola Estiva di Sviluppo Locale intende affrontare il tema dello
sviluppo locale consiste nel costante richiamo reciproco tra momento analitico e
attuazione progettuale, tra ricerca scientifica-accademica e politiche territoriali di sviluppo.
La Scuola si articolerà quindi in due momenti:
1. il primo, della durata di tre giorni, si svolge sotto forma di lezioni frontali e definisce il
quadro tematico generale. è un convegno aperto al pubblico, al fine anche di garantire una
partecipazione quanto più ampia possibile;
2. il secondo si svolge sotto forma di Laboratorio. Dura sempre tre giorni, si caratterizza
come Scuola di Alta Formazione Professionale riservata agli iscritti. All’analisi
approfondita di casi specifici nazionali si affiancano Laboratori tematici congruenti.
risultati:
La Scuola si presenta di fatto come un corso di alta formazione intensiva, che si rivolge
non solo ad accademici e studenti, ma anche alle aziende e ai soggetti chiave dell’attuale
quadro istituzionale. La Scuola, come si può dedurre dal programma e dai soggetti
coinvolti, non ha un carattere esclusivamente accademico, ma intende aprirsi ai soggetti
che nel territorio svolgono funzioni primarie relativamente allo sviluppo locale e in
particolare ai processi legati alla pianificazione strategica, al marketing urbano e territoriale
alla negoziazione ambientale, allo sviluppo delle infrastrutture e della logistica, alla
promozione dei servizi turistici e dei prodotti locali.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
La Scuola prevede di incentivare la partecipazione di studenti e giovani ricercatori
chiedendo una quota d’iscrizione non eccessiva e un sostegno ai costi di promozione e
organizzazione da parte di Enti e soggetti locali che vedono nella sponsorizzazione
dell’iniziativa un buon investimento per promuovere e valorizzare il territorio, il suo
sviluppo economico, le sue competenze e le sue strutture di ricerca e conoscenza.
costi:
L’ammontare stimato dei costi è di circa 40.000 Euro, la cifra include la residenza, i
rimborsi per le spese di viaggio dei relatori, il contributo a favore di studenti e giovani
ricercatori, la promozione.
fattibilità:
La fattibilità del progetto è legata primariamente alla possibilità di offrire ai dipartimenti
e ai centri di ricerca che co-organizzano la Scuola Estiva un’ospitalità e un sostegno che
404
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

possa portare gli organizzatori a scegliere il nostro territorio per radicare questo convegno
che si è affermato ormai come uno dei più prestigiosi, a livello nazionale e non, sui temi
dello sviluppo locale.
cronoprogramma:
La Summer School potrebbe essere attivata in tempi brevi non essendoci vincoli di
fattibilità.

405
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 9
titolo:
Sistema di formazione permanente per il Settore turismo

Interazione tra domanda ed


linea 2
offerta formativa e culturale

Sottotitolo:
Sistema integrato tra Università, Enti Locali e operatori del settore turismo per la
formazione permanente.
Tale Sistema opererà in sinergia con la Scuola di Alta Formazione la cui Scheda Progetto
è stata approvata al Tavolo della Didattica.
Soggetti proponenti:
Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
Il settore del turismo, come più in generale l’economia nel suo complesso, sta vivendo
una profonda trasformazione. Per affrontare questa nuova situazione, nella quale si
intensifica la concorrenza tra mete turistiche, occorrono investimenti, promozione,
coordinamento e formazione. Ciò è particolarmente vero in Piemonte e nell’Alessandrino
dove, accanto a punti di eccellenza, vi sono carenze diffuse nel settore turistico (dal
trasporto alle strutture ricettive, dai pacchetti di incoming alla cultura dell’accoglienza).
Inoltre, sul lato della promozione, emerge come la promozione delle mete e degli eventi
turistici sia svolta da una miriade di attori, in genere di dimensione medio-piccola,
impegnati in iniziative sovente formulate in un’ottica campanilistica e condotte in maniera
autoreferenziale e talora conflittuale tra di loro.
Tutte queste competenze possono essere apprese, aggiornate e condivise con altri attori
(privati e pubblici) del settore turismo per mezzo di un Sistema di Formazione Permanente
che contribuisca a mettere in grado di affrontare le sfide della nuova competizione turistica.
Una prima iniziativa quale quelle qui progettate è stata realizzata nel 2009 dal Dipartimento
di Ricerca Sociale e il suo spin off Last, con il sostegno economico di palazzo del
Monferrato e della Fondazione CRAL.
finalità generali:
La proposta che segue è rivolta a varare un sistema di formazione rivolto sia a formare
nuovi operatori del settore turistico, sia a far crescere imprenditori già esistenti, con
l’obiettivo di diffondere un linguaggio e un approccio comune capace di fare sistema e
generare strategie individuali e territoriali vincenti.
obiettivi specifici:
Il sistema-formazione si propone di:
o unire il sapere teorico dell’Università e quello pratico dei protagonisti
dell’impresa;
o diversificare l’offerta in maniera da soddisfare la pluralità di esigenze e
bisogni manifestata dal mercato del lavoro nel settore turistico;
o avvalersi della testimonianza di imprenditori di successo, decisori pubblici,
studiosi dell’industria-turismo;

406
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

o formare sia giovani sia operatori già attivi con una visione globale e
moderna del settore;
o selezionare le migliori risorse umane a cui affidare dei project work nel
settore turistico, ;
o rendere più facile il dialogo fra gli enti pubblici e gli operatori privati.
Attività:
Il Sistema di Formazione Permanente per il settore turismo prevede:

Sistema di formazione permanente 1) Il Sistema di Formazione Permanente


per il settore turismo è concepito come
l’iniziativa-contenitore attorno alla quale
converge un insieme di offerte formative.

moduli di formazione
Approfondimento e Project Work 2) I Moduli di formazione sono pensati
come ‘pacchetti’ formativi cadenzati da un
calendario formativo annuale/semestrale.

convegni e Workshop
3) I Convegni e i Workshop sono forum di
Aggiornamenti
confronto con i maggiori esperti intorno a
fatti ed eventi che costituiscono novità del
settore turistico.

risultati:
Il Sistema di Formazione Permanente si presenta di fatto come un corso di alta
formazione, che si rivolge non solo a studenti, ma anche alle aziende e ai soggetti chiave
del settore turismo.
La Scuola, come si può dedurre dal programma e dai soggetti coinvolti, non ha un carattere
esclusivamente accademico, ma intende aprirsi ai soggetti che nel territorio svolgono
funzioni primarie relativamente allo sviluppo locale e in particolare ai processi legati alla
promozione dei servizi turistici e dei prodotti locali, alla pianificazione strategica locale,
al marketing urbano e territoriale, all’animazione dei soggetti locali cruciali per il successo
turistico (commercianti, associazioni, giovani, in certo senso l’intera popolazione di un
territorio).

risorse, strumenti e forme di finanziamento:


Il Sistema di Formazione Permanente prevede di incentivare la partecipazione degli attori
locali del turismo, chiedendo una quota d’iscrizione non eccessiva e un sostegno ai costi
di promozione e organizzazione da parte di Enti e soggetti locali che vedono nella
sponsorizzazione dell’iniziativa un buon investimento per promuovere e valorizzare,
insieme al turismo, il territorio nel suo complesso, il suo sviluppo economico, i suoi saperi
e le sue strutture di formazione e ricerca.
costi:
L’ammontare stimato dei costi è di circa 80.000 Euro/anno, la cifra include i costi
organizzativi, la promozione, i compensi e i rimborsi per le spese di viaggio dei docenti e
dei testimoni, il contributo integrativo del costo del corso eccedente l’iscrizione sopportata
407
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

dai corsisti.
fattibilità:
La fattibilità del progetto è legata primariamente alla possibilità di coprire i costi per
l’attivazione del Sistema di Formazione Permanente, in modo da poter richiedere una
quota di iscrizione a carico dei corsisti non eccessivamente alta.
cronoprogramma:
Il Sistema di Formazione Permanente potrebbe essere attivato a breve termine.

408
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 10
titolo:
centro Italo - francese per la cultura economica e
l’innovazione istituzionale

Innovazione ed
linea 3 internazionalizzazione del
sistema universitazio locale

Sottotitolo:
Struttura di promozione degli scambi culturali e scientifici tra Italia e Francia.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale -
Dipartimento POLIS.
Descrizione del progetto:
Da secoli Alessandria è uno snodo cruciale dei transiti commerciali e religiosi che collegano
l’Italia ai mari del Nord e l’Europa. La città, crocevia nevralgico delle comunicazioni
italiane, ha da sempre maturato la vocazione di interlocutore privilegiato tra la realtà italiana
e quella europea, con particolare riferimento con il primo vicino, la Francia.
Tale ampia relazione è stata intensificata nei secoli più vicini cosicché persino uno dei più
illustri imprenditori alessandrini, Giuseppe Borsalino, molto deve del suo successo alla
relazione con il Paese d’Oltralpe.
La Facoltà di Scienze Politiche e il Dipartimento di Politiche Pubbliche e Scelte Collettive,
POLIS hanno raccolto tale eredità, mantenendo da anni una costante attenzione alla antica
vocazione alessandrina e alimentando in modo specifico le relazioni con la Francia sia dal
profilo didattico che da quello di ricerca, raccogliendo al proprio interno un gruppo di
ricercatori che hanno cercato di approfondire la comprensione della complessa realtà
francese sotto il profilo economico, istituzionale e storico e assecondare al contempo le
strategie delle imprese e delle istituzioni pubbliche.
Oggi tale attività può dar luogo a nuovi sviluppi, nella prospettiva di una accresciuta
rilevanza dei rapporti italo-francesi, favorita dalle comuni tradizioni e confermata ad
esempio sul piano nazionale dall’invito recentemente rivolto a studiosi e politici italiani a
partecipare alla preparazione dei piani per l’innovazione in Francia. Di stretto interesse
locale è poi il prospettato sviluppo delle comunicazioni, connesso ai piani relativi alla TAV
e alla realizzazione dei grandi assi trasportistici (Lyon-Torino- Trieste). Alessandria come
noto in questo ambito si pone come snodo in particolare in relazione alle opportunità nel
campo della logistica, connesse allo sviluppo del porto di Genova e più ingenerale del
sistema portuale ligure.
Le opportunità che in tale ambito si prospettano per l’area alessandrina vengono rafforzate
con il progetto di uno specifico centro italo-francese.
Il centro si avvarrà di interlocutori privilegiati con il mondo delle imprese e delle istituzioni
francesi. E’ previsto un coordinamento con centri operanti nei diversi settori implicati
presso l’Université de Rennes 1, l’Université de Caen, il CNRS, l’Institut d’Etudes
Politiques IEP de Grenoble, l’Université Jean Moulin Lyon 3, l’ Université Paris X
Nanterre, l’ Università Paris I – Sorbonne, l’ Ecole Polytechnique Paris, l’Echole des Haute
Etude en Sciences Sociale (EHESS), Paris, l’Università de Reims, Champagne, Ardenne,
e altre istituzioni di ricerca francesi con i quali il nostro dipartimento e i singoli ricercatori
409
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

POLIS sono in contatto.


finalità generali:
Il centro, si vuole porre come interlocutore privilegiato per coloro che siano interessati a
rafforzare le specifiche relazioni italo-francesi, ad aprire il dialogo economico ed
istituzionale tra le due nazioni in modo serio e produttivo, a proporre soluzioni di sviluppo
locale che raccolgano e rinnovino l’antica vocazione alessandrina di snodo internazionale
rinnovata però nel quadro comunitario, a pianificare progetti operativi per rafforzare le
comunicazioni e gli scambi del territorio con l’Oltralpe e l’Europa.
obiettivi specifici:
Il centro opererà su singoli progetti,di interesse per specifici soggetti e utenti del mondo
accademico, imprenditoriale, associativo e istituzionale.
Attività:
Le attività del centro consisteranno:
l nell’organizzazione di seminari e convegni, volti ad approfondire e
diffondere le conoscenze sui due sistemi economici ed istituzionali e ad
enucleare, vagliare e diffondere le esperienze locali già consolidate risultanti
da investimenti diretti e da forme di partenariato istituzionale nei campi
industriale, bancario, dei trasporti, dei servizi sanitari e dell’ambiente;
l nella predisposizione di cicli di alta formazione, anche nell’ambito della
formazione permanente, mirati a chi vuole operare in un contesto binazionale
o plurinazionale, con la previsione di periodi di mobilità all’estero presso
imprese e istituzioni. Le ricadute sul territorio dovrebbero consistere in un
miglioramento delle prospettive di attrazione di investimenti - oggi spesso
frenate dalla opacità delle istituzioni e delle forme organizzative per chi,
provenendo dall’estero, vuole insediarsi o ampliare le proprie attività in Italia
– grazie al consolidamento di una cultura dell’interscambio;
l nella realizzazione di attività di alta formazione mirata per operatori,
istituzionali e/o imprese francesi che si trovino ad operare con il territorio e
più in generale con l’Italia, e italiani che debbano operare in Francia
l nella realizzazione di iniziative congiunte con il sistema locale
dell’istruzione pre-universitaria, al fine di valorizzare le potenzialità di una
formazione coordinata e integrata rispetto alle interrelazione con la cultura e
l’economia della Francia e dei paesi francofoni;
l nella raccolta e sistemazione di informazioni sulle interrelazioni
economiche e istituzionali italo-francesi e più in generale con le nazioni
francofone, con particolare riferimento alla realtà provinciale, al fine di
facilitare la conoscenza del contesto e delle opportunità per gli operatori
economici;
l nella produzione di studi e ricerche specifici alle necessità emergenti dalla
realtà locale circa i rapporti italo-francesi.

risultati:
Internazionalizzazione delle Facoltà e dei Dipartimento, migliore occupabilità dei laureati,
aumento delle relazioni con il sistema produttivo in una ottica europea.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Risorse da Laurea Italo Francese, da Piano Strategico, da altri sponsor su singoli progetti.
costi:
L’ordine di grandezza del budget per iniziative alla portata del Centro è di circa
410
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

35mila €/anno.
fattibilità:
Il centro è già operativo presso il Dipartimento POLIS.
cronoprogramma:
Le attività del centro potrebbero avviarsi in tempi brevi.

411
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 11
titolo:
master universitario di I livello in Economia, Diritto ed
organizzazione del trasporto pubblico locale
mEtropolIS

Interazione tra domanda ed


linea 2
offerta formativa e culturale

Sottotitolo:
Creazione di un percorso formativo post laurea di I livello.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale -
Dipartimento POLIS.
Descrizione del progetto:
Operare nel trasporto pubblico locale comporta oggi molte sfide ma anche molte
opportunità. La modernizzazione dei servizi collettivi è infatti cruciale per creare un
contesto favorevole allo sviluppo economico e migliorare l’ambiente e la qualità della vita.
La legislazione nazionale ed europea propone un quadro rinnovato delle regole di
funzionamento del trasporto pubblico locale, in cui trovano posto nuovi strumenti, come
le gare, nuove formule organizzative, come le associazioni di imprese, nuovi soggetti,
come le agenzie di regolazione. Ai dirigenti e ai funzionari è richiesta oggi una
professionalità polivalente e flessibile, che li metta in grado di padroneggiare il
cambiamento. Questo Master intende fornire ai suoi partecipanti competenze in campo
economico, giuridico e organizzativo, inquadrate in aree tematiche puntualmente ancorate
alle problematiche degli operatori del settore.
Il Corso, di durata annuale, sarà aperto ai possessori di qualunque diploma di laurea ed in
particolare si rivolgerà a tue tipologie di utenti:
a) giovani laureati universitari che vogliano indirizzarsi verso il mondo del
trasporto pubblico locale;
b) operatori già attivi nel settore che vogliano completare la loro preparazione
rendendola omogenea ed aggiornata.
Inoltre potranno partecipare ai lavori in qualità di uditori anche funzionari e operatori
non laureati delle Aziende e/o Enti sostenitori.
Il Master, sarà strutturato in due periodi parti:
1) una prima parte (250+180 ore) di insegnamento in cui verranno
approfondite sei aree tematiche (giuridica amministrativa, economica,
organizzativa, contabile-amministrativa-finanziaria, sistemica, risorse umane);
2) una seconda parte (480) costituita da un periodo di stage che consentirà
ai partecipanti l’applicazione pratica di quanto appreso al Master presso
un’azienda o ente operante nel settore dei Trasporti Pubblici Locali.
La docenza e la supervisione si caratterizzeranno per gli apporti coordinati di docenti
provenienti dall’università, dalle imprese, dai soggetti pubblici. Sarà così possibile assicurare
sia l’aggiornamento disciplinare che l’attenzione per gli aspetti applicativi.

412
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

finalità generali:
Il Master si propone di fornire competenze in campo economico, giuridico e organizzativo,
del campo del trasporto pubblico locale.
obiettivi specifici:
Il Master intende formare figure professionali che, accanto ad una conoscenza
approfondita dei fondamenti teorici ed istituzionali, disponga di competenze gestionali e
organizzative tipiche dei soggetti responsabili, a diverso titolo, nel settore del TPL. A tale
scopo particolare attenzione sarà dedicata allo sviluppo della cultura di impresa e della
cultura di sistema nel comparto del TPL.
Attività:
Attività didattica: lezioni frontali, seminari, lavori di gruppo ed esercitazioni per un totale
di 600 ore.
Stage da svolgere presso un’azienda o un ente locale operante nel settore dei trasporti per
un totale di 300 ore.
risultati:
L’iniziativa si pone lo scopo di formare nuove figure professionali che possano trovare
opportunità di impiego presso imprese del trasporto pubblico locale, amministrazioni
competenti e soggetti pubblici e privati coinvolti nei processi di programmazione, gestione
e valutazione dei servizi di Trasporto Pubblico Locale. Inoltre il Master si propone di
offrire a soggetti già inseriti in questo settore l’opportunità di ampliare le proprie
conoscenze e capacità professionali.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il progetto prevede una dotazione iniziale per la creazione e la promozione del master. Il
personale fisso si limiterà ad un direttore e a una segretaria, mentre tutte le altre risorse
umane saranno prese a contratto sulla base delle attività.
Il progetto prevede che a regime la struttura si autosostenga attraverso il contributo di
Aziende e/o Enti sostenitori, ed una quota di iscrizione a carico degli studenti.
costi:
costi di realizzazione (1° anno)
Direttore 10.000,00 €
Tutor didattico 10.000,00 €
Tutor per project work 5.000,00 €
Pubblicità e marketing 5.000,00 €
Docenza 45.000,00 €
Segreteria e funzionamento 10.000,00 €
totAlE coStI 85.000,00 €
ricavi:
1° anno:
da iscrizioni studenti (15) 30.000,00 €
da fondi pubblici e/o privati 55.000,00 €
totAlE rIcAvI 85.000,00 €
fattibilità:
Per la realizzazione di questa iniziativa sono già chiari i principali contenuti del programma
da affrontare nel Master e quale sarà la sua organizzazione in quanto il progetto è ispirato
ad un’esperienza formativa già realizzata in passato di non difficile replicabilità.
cronoprogramma:
Il Master potrebbe essere operativo in tempi molto brevi.

413
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 12
titolo:
master universitario di II livello
in Economia dell’Ambiente e della Sanità
mEAS
Interazione tra domanda ed
linea 2
offerta formativa e culturale

Sottotitolo:
Creazione di un percorso formativo post laurea di I livello.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale -
Dipartimento POLIS.
Descrizione del progetto:
Il Master, di durata annuale, si rivolgerà principalmente a laureati in economia, scienze
politiche, giurisprudenza, ingegneria e facoltà tecnico-scientifiche. Inoltre saranno previste
alcune giornate di formazione aperte a operatori dei vari settori, già inseriti nel mondo del
lavoro, che intendono ampliare e perfezionare le loro conoscenze e capacità professionali
nei campi dell’Ambiente e della Sanità.
Il Master, che consentirà agli studenti di scegliere tra due indirizzi (ambientale o sanitario),
sarà strutturato in tre periodi didattici:
a) una prima parte generale fornirà a tutti i partecipanti le conoscenze di base
nelle aree economica, giuridica e delle politiche pubbliche;
b) una seconda parte, differenziata per indirizzo, approfondirà i temi e gli
strumenti metodologici del settore relativo all’indirizzo scelto dallo studente;
c) una terza parte pervaderà un periodo di stage presso un’azienda o ente
operante nel settore dell’ambiente o della sanità che si conclude con la
redazione di un project work. Questa parte favorirà il passaggio dal “sapere”
al “saper fare”, attraverso l’approfondimento della formazione in campo
ambientale e sanitario direttamente a contatto con i problemi che
amministrazioni e aziende normalmente affrontano.
L’attività didattica, che sarà tenuta da docenti provenienti dall’Università del Piemonte
Orientale, dall’Università di Torino e da altri Atenei italiani, sarà integrata e completata per
mezzo di esercitazioni, che consentiranno l’approfondimento di aspetti specifici della
letteratura, studio di casi, soluzione di problemi, esercizi ed attività di autovalutazione.
Inoltre diversi insegnamenti saranno tenuti da professionisti ed esperti nei settori
dell’ambiente e della sanità.
finalità generali:
Il Master si propone di fornire una conoscenza approfondita dei problemi, dei modelli di
analisi, delle alternative di politiche pubbliche e degli strumenti di gestione nei settori
dell’ambiente e della sanità.
obiettivi specifici:
L’iniziativa, in particolare, perseguirà l’obiettivo di formare figure professionali capaci di
svolgere le seguenti attività:
o Consulenza economica e gestionale a favore di amministrazioni, enti

414
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

pubblici e soggetti privati operanti nel campo dell’ambiente e della sanità.


o Collaborazione alle dipendenze di pubbliche amministrazioni, unità
sanitarie locali, enti ospedalieri nelle attività di valorizzazione e tutela delle
risorse ambientali o della offerta di servizi sanitari.
o Formazione e ricerca applicata nell’ambito di corsi di istruzione
permanente in questi ambiti.
Attività:
Attività formativa
l Prima parte generale: 250 ore di lezioni ed esercitazioni.
l Seconda parte di indirizzo: 180 ore di lezione ed esercitazioni.
l Terza parte dal “sapere” al “saper fare”: 480 ore di stage presso un’azienda
o un ente operante nel settore ambiente o della sanità.
Saranno inoltre realizzate una serie di giornate di formazione aperte a non iscritti al Master.
risultati:
L’iniziativa si pone lo scopo di formare nuove figure professionali che possano trovare
opportunità di impiego nella pubblica amministrazione (regioni, province, comuni, agenzie
per l’ambiente, aziende sanitarie e ospedaliere), nelle imprese e nelle associazioni
imprenditoriali, nelle organizzazioni non profit e nella libera professione. Inoltre il Master
si propone di offrire a soggetti già inseriti nel mondo del lavoro l’opportunità di ampliare
le proprie conoscenze e capacità professionali in campo ambientale e sanitario.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il progetto prevede una dotazione iniziale per la creazione e la promozione del Master. La
struttura prevede l’utilizzo in convenzione di spazi e servizi già disponibili presso la
Facoltà di Scienze Politiche dell’Università del Piemonte Orientale. Il personale fisso si
limiterà ad un direttore e a una segretaria, mentre tutte le altre risorse umane saranno
prese a contratto sulla base delle attività.
Il progetto prevede che a regime la struttura si autosostenga attraverso il contributo di enti
pubblici, organizzazioni, fondazioni ed imprese che intendono sostenere attivamente il
Master ed una quota di iscrizione a carico degli studenti.

costi:
costi di realizzazione (1° anno)
Direttore 10.000,00 €
Tutor didattico 10.000,00 €
Tutor per project work 5.000,00 €
Pubblicità e marketing 5.000,00 €
Docenza 45.000,00 €
Segreteria e funzionamento 10.000,00 €
totAlE coStI 85.000,00 €

ricavi:
1° anno:
da iscrizioni studenti (15) 30.000,00 €
da fondi pubblici e/o privati 55.000,00 €
totAlE rIcAvI 85.000,00 €
fattibilità:
Per la realizzazione di questa iniziativa sono già chiari i principali contenuti del programma
da affrontare nel Master e quale sarà la sua organizzazione in quanto il progetto è ispirato
ad un’esperienza formativa già realizzata in passato di non difficile replicabilità.
415
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

cronoprogramma:
Il Master potrebbe essere operativo in tempi molto brevi.

416
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 13
titolo:
centro Europeo “Jean monnet” di eccellenza
per la formazione e la ricerca

Innovazione ed
linea 3 internazionalizzazione del
sistema universitazio locale

Sottotitolo:
Il Centro ha lo scopo di creare un polo europeo d’eccellenza per la formazione e la ricerca
operativo sul territorio e con diramazioni regionali ed europee. A tale scopo sarà anche
richiesto il riconoscimento e il cofinanziamento agli organi competenti dell’Unione
Europea, una volta che il progetto sia stato approvato e debitamente finanziato nell’ambito
del piano strategico di Alessandria 2018.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche, Dipartimento POLIS - Cattedra “Jean Monnet”
dell’Università del Piemonte Orientale, “Laboratorio di Storia, Politica, Istituzioni”
(LaSPI).
Descrizione del progetto:
Relativamente alla formazione, il Centro intende implementare e allargare le attività
universitarie di tipo europeo già avviate dalla Cattedra “Jean Monnet” e dal LaSPI. Esso
intende collegarsi con i soggetti istituzionali e sociali che a livello locale (Comune e
Provincia) e regionale lavorano sullo stesso terreno, e ampliare il numero dei soggetti
universitari interessati stabilendo rapporti coordinati di collaborazione con le cattedre e i
moduli Jean Monnet operanti nelle vicine università (Torino, Pavia, Genova) al fine di
dare effettivamente una dimensione di “polo d’eccellenza” alle attività che verranno
intraprese. Le sue finalità generali saranno realizzate attraverso la messa in opera di attività
a carattere annuale e pluriennali incentrate nella costruzione di a) centri di raccolta e
documentazione dei dati e delle informazioni di dimensione europea; b) organizzazioni di
occasioni di studio, di ricerca e di dibattito su materie e temi europei.
finalità generali:
Il Centro si propone di mettere a punto strumenti di didattica integrata con la ricerca che
organizzino la formazione universitaria con riferimento alla dimensione europea e
internazionale delle scienze storiche, politiche, economiche, giuridiche e sociali, ai diversi
livelli di specializzazione, in un contesto di interscambio con la città e gli attori sociali del
territorio. Il Centro si propone di fornire agli studenti e agli operatori interessati gli
strumenti e le reti per il pieno sviluppo a livello europeo delle potenzialità di crescita delle
capacità e competenze individuali, nonché di sollecitare la creatività e la diffusione delle
innovazioni.
Attività:
Nello specifico, le attività di cui dovrà occuparsi il Centro saranno:
l Messa a punto di un “Bollettino universitario di documentazione e di
informazioni Jean Monnet” che assembli e fornisca al pubblico le
417
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

documentazioni e pubblicazioni sulle materie europee e le renda agibili sia


per gli studenti sia per la società civile;
l Costruzione di un sito WEB “Jean Monnet” e di un repertorio di tutti gli
insegnamenti europei e delle ricerche in materie europee a livello universitario;
l Summer School postuniversitaria su “L’Europa come attore
internazionale” che implementi le attività del corso postuniversitario di
formazione permanente e ricorrente sulla storia della costruzione europea
che la Cattedra “Jean Monnet” organizza annualmente nel mese di settembre.
l La Summer School potrà organizzare corsi e seminari di formazione, sulla
base di apposite ricerche compiute dai soggetti proponenti, sulla storia della
costruzione europea, sul “modello sociale europeo” e sulle strategie della
globalizzazione delle imprese, sia con riferimento al mercato unico europeo
e al mercato mondiale; sulla sussidiarietà come quadro e modello delle
relazioni tra l’Unione Europea, gli Stati membri e le regioni (in particolare
con riferimento ai problemi della coesione e delle politiche sociali nel
Piemonte); sull’integrazione dei servizi in rete e la loro regolamentazione
nell’UE; sull’influenza dell’integrazione europea sui governi locali; il problema
dell’immigrazione a livello locale e in relazione alle politiche di sviluppo e di
allargamento dell’UE.
risultati:
I risultati attesi si definiscono in relazione alla soluzione di alcune criticità e debolezze
rilevate durante i lavori del Tavolo “Didattica” in quanto caratterizzanti il territorio
alessandrino, e precisamente quelle relative alle carenze di internazionalizzazione della
formazione studentesca, di scarsa attrattività di soggetti e studenti esteri, di debolezza
delle relazioni con l’Europa e con il mondo. Attraverso la realizzazione del progetto del
Centro di eccellenza europeo “Jean Monnet” ci si aspetta di collaborare alla riqualificazione
europea e internazionale del profilo formativo del mondo studentesco universitario
alessandrino e di creare una struttura capace di erogare servizi agli altri operatori
socioeconomici e culturali e di supportarli meglio nelle loro relazioni internazionali.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Le risorse per la realizzazione del progetto possono in gran parte essere reperite in primo
luogo grazie al suo inserimento nei progetti approvati nel piano strategico; in secondo
luogo, attraverso un riorientamento di parte del finanziamento finora destinato dagli enti
locali alla formazione di livello universitario; infine attraverso un cofinanziamento da
richiedere all’UE nei fondi strutturali che promuovono la formazione e la ricerca nei paesi
membri.
costi:
Posto che occorre preventivare in primo luogo un periodo triennale di messa a punto del
Centro, dopo il quale occorrerà riformulare un piano di finanziamento del Centro a regime,
i costi da prevedersi nel primo triennio si articoleranno nel modo seguente:
- Per la realizzazione e il funzionamento del “Bollettino universitario di
documentazione e di informazioni Jean Monnet”:
euro 15.000;
- Per la realizzazione e il funzionamento del sito WEB “Jean Monnet” e di un
repertorio di tutti gli insegnamenti europei e delle ricerche in materie europee
a livello universitario:
euro 5.000;
- Per la realizzazione e il funzionamento della Summer School
postuniversitaria, comprensivo dei costi organizzativi generali pluriennali e

418
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

del finanziamento dei vari corsi e seminari triennali di cui sopra:


euro 60.000.
Una descrizione più dettagliata potrà essere fornita a richiesta.
costo totale del progetto per il primo triennio:
euro 80.000.
fattibilità:
Come per altri progetti presentati al tavolo “Didattica”, la fattibilità del progetto inerente
il Centro europeo “Jean Monnet” di eccellenza per la formazione e la ricerca è subordinata
alla conferma di una volontà politica forte che faccia partire l’insieme della progettazione
di Alessandria 2018, cosa che si deve concretare in primo luogo nella istituzione di un
soggetto responsabile per l’istruzione universitaria in Alessandria (ad esempio in forma
consortile) che consenta uno sforzo sinergico di tutte le parti interessate al fine del
reperimento delle risorse e del loro indirizzo secondo linee programmate.
cronoprogramma:
La progettazione è prevista con un periodo iniziale triennale che metta a punto le singole
iniziative e la struttura organizzativa e scientifica della Summer School “Jean Monnet”.
L’avvio alla realizzazione delle varie azioni previste può diventare operativo una volta che
sia stato approvato il quadro d’insieme configurato e sia stato concesso il finanziamento
indicato.

419
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 14
titolo:
centro per la diffusione della cultura imprenditoriale e
l’implementazione degli strumenti di acquisizione
del know-how
unIform - l’unIversità che forma

Interazione tra domanda ed


linea 2
offerta formativa e culturale

Sottotitolo:
Centro integrato di diffusione della cultura imprenditoriale e di implementazione delle
conoscenze economiche, giuridiche, sociologiche e tecniche indispensabili per uno
sviluppo sostenibile dell’economia locale.
Soggetti proponenti:
Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
1. la realtà industriale alessandrina
La realtà imprenditoriale della provincia di Alessandria è composita, costituita da un
complesso di aziende divise tra piccole, medie e grandi, cui vanno aggiunte le realtà
artigiane.
Il panorama composito riflette le diversità che connotano i singoli imprenditori: imprese
radicate da tempo sul territorio hanno sviluppato competenze tecniche che non hanno le
imprese di più recente insediamento, le quali, a loro volta, posseggono un bagaglio di
conoscenze vieppiù utile alle prime.
Fra le stesse aziende, una percentuale non irrilevante effettua esportazioni in paesi stranieri
ed una parte di queste ha anche insediamenti produttivi all’estero. Molte, se non tutte, si
dichiarano interessate e non escludono, in un prossimo futuro, di ampliare il proprio
mercato oltre i confini nazionali, mentre alcune stanno già operando fattivamente per
aprire le proprie nuove sedi o diffondere i propri prodotti all’estero.
Tutte le imprese, a prescindere ora dalla dimensione, sulla “via della
internazionalizzazione”, hanno incontrato difficoltà nell’affrontare i mercati stranieri.
Le difficoltà, che si manifestano in parte nei mercati comunitari, divengono maggiori
qualora si tratti di espansioni in mercati extracomunitari.
In questa seconda ipotesi le imprese hanno avvertito la necessità non solo di consulenza
di esperti della legislazione del paese di interesse ma anche di essere a conoscenza di prassi
e interpretazioni del diritto vivente per poter avviare la propria attività.
2. gli obiettivi del centro
Lo strumento che si propone per rispondere alle esigenze funzionali appena esposte è un
Centro di diffusione di cultura imprenditoriale il cui personale, competente e di alto livello
(professori universitari - ricercatori - liberi professionisti - esperti), organizza a vantaggio
degli imprenditori del territorio incontri di formazione su tematiche specifiche connesse
alle conoscenze necessarie per lo sviluppo dell’attività imprenditoriale e l’implementazione
del know how delle imprese.
In ragione della complessità delle tematiche di interesse imprenditoriale, il centro verrà

420
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

articolato in 2 sezioni:
1) una Sezione gestionale-manageriale, con competenze giuridiche in materia fiscale/tributaria;
giuslavoristica; ambientale; contrattualistica internazionale, competenze sociologiche, su
tematiche organizzative, di gestione e sviluppo del personale anche nei termini della
comunicazione interculturale, di progettazione di politiche di sviluppo, e competenze
economiche in materie economico/contabile e di bilanci
2) una Sezione Tecnica: competenza specifica in materie tecnologiche e scienze dei materiali
anche in collaborazione con il Politecnico. In questo ambito l’università del Piemonte
Orientale può avviare un servizio di front office di interfaccia con le aziende attraverso la
società spin-off Nova Res.
Questa si propone di fornire un servizio di ‘open innovation’ nel settore della scienza dei
materiali con lo scopo di raccogliere sotto un’unica veste le competenze di chimici dei
materiali e di ingegneri esperti di experimental design e analisi di processo del ciclo di vita
(LCA). Lo scopo è dare riscontro diretto ad aziende che hanno necessità di intraprendere
uno specifico percorso di ricerca applicata, di scouting di nuove applicazioni o di
valutazione di ottimizzazioni di determinati prodotti. Il servizio di front office ha la finalità
di fornire un preliminare supporto di consulenza all’innovazione e favorire l’identificazione
di programmi di sviluppo di nuove idee nel settore dei materiali. L’incontro al front office
può essere finalizzato all’identificazione di strategie di innovazione, di valutazione
dell’originalità di soluzioni e idee, all’identificazione di partnership strategiche per lo
sviluppo di prodotto e di processo, all’analisi di fattibilità.
finalità generali:
Il progetto si configura di rilevanza strategica per l’intero territorio. La realizzazione di
questo servizio di circolazione delle informazioni è in grado di innescare un circolo
virtuoso che vedrà le imprese del territorio sviluppare la propria attività, sia sul territorio
che a livello internazionale, le aree geografiche di diffusione dei propri prodotti, così
aumentando, in primo luogo certamente i propri profitti, ma, di conseguenza, anche
l’occupazione, acquisendo al contempo esperienze che facilmente tramite il medesimo
centro potranno essere di aiuto ad altri imprenditori.
obiettivi specifici:
m Analisi delle caratteristiche delle attività imprenditoriali e del loro sviluppo
sul territorio
m Individuazione delle aree tematiche strategiche per la crescita/sviluppo
imprenditoriale
m Progettazione di incontri informativi periodici a carattere seminariale per
ciascun settore secondo la metodologia del “problem solving” (proposizione
di casi problematici reali o teorici ed elaborazione delle relative soluzioni)
Attività:
l Identificazione di una sede fisica per la realizzazione delle attività di
rilevazione statistica ed informative/formative.
l Rilevazione dei dati statistici necessari alla predisposizione dei contenuti
delle attività informative/formative.
l Selezione delle risorse umane competenti per la realizzazione delle attività
medesime
l Predisposizione di una rete di diffusione delle comunicazioni concernenti
le attività del centro e del materiale informativo/formativo a disposizione dei
fruitori

421
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

risorse, strumenti e forme di finanziamento:


In sede di avvio del progetto, il Centro UNIFORM –l’UNIversità che FORMa potrà
essere finanziato con risorse variabili derivanti dai seguenti soggetti:

capitale privato
Fondazioni Bancarie
Organizzazioni a rilevanza pubblica (associazioni datoriali, etc.)
capitale pubblico
Comune
Provincia
Regione
CCIAA
Altri enti pubblici territoriali

costi:

buDgEt
COSTO DIDATTICA 50.000,00
PERSONALE CUSTODIA ORE EXTRA LAVORATIVE 4.000,00
LOCAZIONE AULE MULTIMEDIALI 6.000,00
PERSONALE ASSISTENZA INFORMATICA DIDATTICA 4.000,00
CREAZIONE PAGINA WEB ED AGGIORNAMENO
10.000,00
PERIODICO IN RELAZIONE AGLI EVENTI
SPESE DI GESTIONE VARIA (CANCELLERIA, TELEFONO,
10.000,00
MATERIALE DIVULGATIVO)
ATTIVITà DI SEGRETERIA DEGLI INCONTRI 16.000,00
totAlE 100.000,00

cronoprogramma:
1a FASE: STUDIO PRELIMINARE E RACCOLTA DATI.
- Individuazione delle imprese della Provincia di Alessandria; classificazione
e identificazione di quelle che abbiano già avviato un processo di
internazionalizzazione e di quelle che intendono svilupparsi sui mercati
internazionali entro i prossimi 3 anni;
- Elaborazione dei dati rilevati;
- Creazione di uno sportello on-line che consenta agli imprenditori di
inoltrare ai docenti coinvolti i propri quesiti, creando così una relazione
diretta;
- Individuazione dei Paesi e/o delle aree geografiche di maggior interesse e
rilevazione dei problemi più frequenti incontrati dalle aziende italiane;
- Illustrazione dei dati raccolti e dei risultati in un incontro finalizzato a
delineare lo scenario attuale e presentare agli imprenditori alessandrini le
potenzialità del Centro di diffusione della cultura al loro servizio;
- ricerca e catalogazione del materiale giuridico già disponibile per le aree
geografiche di maggior interesse precedentemente selezionate

422
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

2a FASE: ATTIVAZIONE INIZIATIVE INFORMATIVE/FORMATIVE


- individuazione di Esperti per l’erogazione del servizio;
- creazione di un calendario di iniziative informative/formative

423
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 15
titolo:
biblioteca universitaria

Infrastrutture e servizi per il


linea 1
sistema universitario locale

Sottotitolo:
La porta dell’università sulla città. La costruzione di una biblioteca universitaria è
un’occasione cruciale per il rapporto con la città e per la sua crescita culturale.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
Può una biblioteca universitaria essere occasione di crescita culturale per la città, oltre che
per l’università? Una biblioteca di questo tipo ha certo il compito di servire il pubblico
universitario ed essere adeguata alle esigenze della ricerca. Deve quindi possedere una
struttura organizzativa sufficientemente plastica, consona allo sviluppo delle tecnologie per
la ricerca. Deve essere quindi anche mediateca, un luogo che consenta di usufruire del
sapere codificato non solo in libri e riviste, ma anche in tutti gli altri supporti che
consentano la fruizione della conoscenza ad ampio raggio. Tuttavia oggi una biblioteca
universitaria deve essere molto di più. Innanzitutto, se adeguatamente attrezzata, può
essere una finestra sul mondo che permetta ai fruitori di trovare ciò che manca e si trova
altrove, diventando luogo di dialogo e incontro, non solo fra chi la frequenta direttamente,
ma anche con studiosi lontani. L’aspetto della comunicazione e dell’incontro introduce alla
tematica del rapporto tra università e territorio, al dialogo e ai tanti progetti sinergici che
da esso possono scaturire. L’università è il luogo di produzione della conoscenza,
dell’avanguardia, della ricerca e della sperimentazione. Ma l’università deve essere luogo
di divulgazione dell’informazione anche nei luoghi di appartenenza. Proprio per questo
l’università deve consolidare il rapporto con il territorio, andando oltre l’accademia,
aprendosi ai cittadini.
obiettivi specifici:
La biblioteca può essere il luogo per la fruizione del sapere prodotto dalla ricerca
universitaria, attraverso cicli di conferenze, seminari e workshop insieme ad attività culturali
di più ampia portata, attraverso un’adeguata programmazione.
Per queste funzioni, oltre ai tradizionali spazi per la lettura e lo studio, occorre predisporre
strutture per la ricerca multimediale, luoghi per l’ascolto e la visione, sia per singoli sia per
piccoli gruppi.
La costruzione di una biblioteca universitaria diventa in questo senso un’occasione cruciale:
far diventare la biblioteca la porta dell’università sulla città, puntando in particolare sulla
creazione di luoghi di fruizione della cultura e dell’arte d’avanguardia, con particolare
riferimento all’arte multimediale e alle videoinstallazioni, queste nuove forme di
espressione di grande interesse, proposte soprattutto dagli artisti più giovani, accanto a
personaggi già affermati. Il tutto in un luogo che ha già un pubblico molto particolare
(quello universitario) e dovrebbe richiamarne altro, non immediatamente coinvolto
Gli spazi di una biblioteca-mediateca possono inoltre fornire l’opportunità di puntare alla

424
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

diffusione dei linguaggi delle avanguardie artistiche, non sempre immediatamente coglibili,
attraverso conferenze e stages paralleli agli eventi.
A tal proposito, gli strumenti multimediali consentono di trasformare le tradizionali
conferenze in una forma nuova di divulgazione del sapere, con l’uso di software adeguato,
videoproiettori e hardware che consenta la realizzazione di video-conferenze.
Una biblioteca universitaria, quindi, con questo ruolo per la città, deve anche contenere
una sala per grandi eventi, possibilmente un auditorium, che può diventare anche la sede
stabile dell’orchestra, e sale meno spaziose per video-conferenze di piccoli gruppi.
costi:
La biblioteca dovrebbe sorgere all’interno del campus universitario. I costi saranno
commisurati alla dimensioni della stessa e alle strutture di cui sarà dotata.

425
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 16
titolo:
Scuola di Alta formazione

Interazione tra domanda ed


linea 2
offerta formativa e culturale

Sottotitolo:
Creazione di una struttura di coordinamento, gestione e sviluppo delle attività universitarie
di alta formazione post lauream, da concordare con le esigenze della pubblica
amministrazione e le imprese.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche e Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del
Piemonte Orientale, Politecnico di Torino.
Descrizione del progetto:
Attualmente l’Università del Piemonte orientale offre in Alessandria un ampio ventaglio
di proposte per l’alta formazione tra master e corsi di alta formazione: diritto ed economia
dell’ambiente e della salute, monitoraggio e valutazione del rischio ambientale, energia e
ambiente, sicurezza alimentare, scuola forense, sviluppo locale, analisi delle politiche
pubbliche, ma che possono essere facilmente estese, viste le competenze presenti nelle
facoltà e dipartimenti alessandrini anche a decision making e problem solving nelle
decisioni manageriali, contrattualistica internazionale, sistemi bancari e finanziari,
economia, diritto e organizzazione dei trasporti, diritto dell’energia, sicurezza informatica
per imprese, istituti di credito e pubblica amministrazione, firma digitale, protezione del
software e proprietà intellettuale, Summer School in Sviluppo Locale. Inoltre tenendo
conto delle competenze offerte dalla sede di Alessandria, del Politecnico di Torino, alcune
di queste iniziative possono essere svolte in collaborazione tra i due atenei, quali ad
esempio la School of Management (o Business School).
obiettivi specifici:
Le finalità specifiche riguardano la possibilità di creare sinergie tra le varie competenze
presenti nel territorio in tema di alta formazione e garantire un efficace coordinamento
delle stesse. Ciò consentirà di creare un circolo virtuoso tra formazione universitaria,
specializzazione delle competenze ed esigenze delle imprese, della pubblica
amministrazione e più in generale del mondo del lavoro. Una rilevante parte dell’attività
della scuola sarà dedicata ai corsi di aggiornamento.
La struttura dovrà prevedere, oltre ad una sede che si potrà realizzare anche
successivamente all’avvio della scuola stessa nell’ambito del nuovo campus universitario,
anche di un direttore, un comitato scientifico, un consiglio di amministrazione e il
personale amministrativo e tecnico informatico necessario al buon funzionamento della
struttura.
Questa scheda è completata da una serie di schede specifiche, relative a sotto-progetti
collegati, che rappresentano, ma non esauriscono alcuni esempi dei corsi che si potrebbero
erogare all’interno della stessa. Per altri corsi o master, già attivi all’interno dell’offerta
formativa post universitaria erogata dall’Università del Piemonte Orientale si propone il
trasferimento all’interno della scuola (tra questi si segnalano: scuola forense, diritto della
sicurezza alimentare, diritto ed economia dell’ambiente, informatica giuridica per la

426
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

pubblica amministrazione e per le imprese, che da corso triennale diventerebbe un corso


di alta formazione, master in materiali per energia e ambiente, monitoraggio del rischio
ambientale, Summer School in Sviluppo Locale)
costi:
Struttura: il costo della struttura sarà definito nell’ambito del progetto Campus
Universitario
I costi legati all’operatività della scuola saranno connessi al numero di nuovi progetti di alta
formazione che si intenderà attivare, così come riportati nelle singole schede specifiche
allegate.
Per ciò che concerne invece i corsi già operativi i costi saranno molto bassi, poiché si tratta
di attività già operanti e finanziate o autofinanziate. Essi riguarderanno i costi di personale
e di direzione, ma che saranno compensati dai risparmi legati ad un’unica struttura di
coordinamento.

427
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

428
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

tAvolo 2
rIcErcA

pArtE A - lInEE StrAtEgIchE DI tAvolo

prEmESSA gEnErAlE
Un primo aspetto emerge dall’approfondita discussione che si è realizzata nell’ambito del
tavolo della ricerca del piano strategico della città di Alessandria: gli atenei hanno ricordato
con chiarezza la volontà (e le necessità) di realizzare un’attività di ricerca e formativa che
incontri le esigenze di crescita del territorio e gli enti locali (Comune e Provincia di
Alessandria), le associazioni imprenditoriali (API, Confidustria e Camera di Commercio),
commercianti, ecc., hanno identificato nell’attività delle Università l’elemento centrale per
la crescita di Alessandria e provincia.
è infatti ormai chiaro che la sfida a livello globale riguarda tutte le attività produttive la
si può vincere solo innovando la produzione industriale nei differenti settori: solo in questo
modo sarà possibile mantenere elevato il tenore di vita dei cittadini.
Un risultato di questa portata lo si può ottenere solo con una costante innovazione
tecnologica (Università del Piemonte Orientale Facoltà di Scienze MFN e Politecnico di
Torino), ma anche garantendo un supporto giuridico socio - economico alle imprese
(Università del Piemonte Orientale Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche), con
Il valore delle una semplificazione sia delle attività delle imprese già presenti sul territorio, sia rendendo
conoscenze più appetibile Alessandria quale sito di insediamento di nuove attività industriali /
commerciali; inoltre, grazie al supporto scientifico – tecnologico si garantirà la copertura
di nuove percentuali di mercato con prodotti ad elevata tecnologia, con minimo impatto
ambientale ed elevato tasso di riciclabilità.
è sempre importante ricordare che la qualità della ricerca degli Atenei viene valutata in
base ai risultati della ricerca pubblicati su riviste internazionali ad elevato Impact Factor
(IF). Risulta quindi chiaro che il supporto alla crescita del territorio non può immaginare
un ateneo che abbia come unico scopo quello di risolvere i problemi tecnici delle imprese
locali.
Tale obiettivo deve infatti essere sempre associato con quello di fornire supporto alle
imprese con laboratori all’avanguardia e ricerca ai massimi livelli nazionali (come riportato
da valutazioni obiettive quali quelle del Censis) e a livello internazionale (diversi programmi
europei ed internazionali finanziati).
Per tali ragioni il rapporto con il territorio impone che le scelte che verranno effettuate,
garantiranno di raggiungere entrambi i traguardi.

ScEltA DEllE lInEE StrAtEgIchE


In conseguenza alle premesse, dopo ampio dibattito degli attori locali si è fatta sul Piano
Strategico della città di Alessandria una scelta netta e condivisa. Non si è ritenuto corretto
Una scelta netta e depositare al tavolo i molteplici progetti che i vari Dipartimenti degli Atenei avrebbero
condivisa potuto consegnare, ritenendo inopportuno definire oggi contributi progettuali puntuali ad
un tavolo che dovrebbe invece fare scelte davvero di natura strategica. Conseguentemente,
mentre il lettore troverà numerosi e qualificati contributi di progetti di Ricerca applicata
alle esigenze territoriali su altri Tavoli di altri Assi, verificherà che su questo specifico
429
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

tavolo si sono presentati 2 soli progetti, ritenuti tuttavia una scelta epocale e di netto
cambiamento nel rapporto tra sistema universitario locale e territorio. I 2 progetti sono
riferiti alle 2 linee strategiche formulate ed identificate:
linea 1 – Sistema di comunicazione attivo per la diffusione della conoscenza sulle
competenze di ricerca.
linea 2 – Sviluppo di strumenti condivisi per il reperimento, il controllo e la
gestione dei finanziamenti
La logica conseguenza che deriva dalle premesse è la messa a punto di un piano che faccia
perno su un’entità, “La Cittadella della Conoscenza”, che integrando nei campi della ricerca
e della formazione l’attività dei due atenei, permetta di raggiungere gli obiettivi di garantire
Cittadella della lo sviluppo delle imprese del territorio mettendo a disposizione una ricerca d’avanguardia,
conoscenza da un lato, e su una seconda entità, “Il centro per la raccolta e l’elaborazione del patrimonio
informativo locale”, che consenta di sviluppare un vero e reale progetto di rete delle
conoscenze, utile ad acquisire da parte degli attori locali, pubblici e privati, decisioni
consapevoli sulla base di dati ed informazioni strutturate e documentate, dall’altro.
centro per la raccolta e l’elaborazione del patrimonio informativo locale – linea 1
Per la prima linea strategica si rimanda alla lettura del progetto, più oltre commentato,
finalizzato alla creazione ed implementazione di un sistema di Rete delle Conoscenze, un
progetto che rappresenta una netta scelta di campo, vedendo il sistema universitario a
sostegno e supporto delle scelte decisionali degli attori locali. Si ricorda che la scheda
progetto che il lettore troverà più oltre è l’evoluzione di un preesistente progetto
commissionato dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria, in seguito
studiato anche in termini di fattibilità con un Business Plan dedicato. A supporto della
crescita culturale del territorio e delle attività imprenditoriali sarà importante quindi avviare
uno studio completo riguardante la realizzazione di un centro per la raccolta e
l’elaborazione del patrimonio informativo locale; il progetto si pone come obiettivi la
creazione di un centro integrato per raccogliere, organizzare e rendere disponibile il
patrimonio di informazioni prodotte dagli enti locali e dalle altre organizzazioni territoriali
a rilevanza pubblica nel corso della loro normale attività di erogazione di servizi e/o
produzione di beni. La prima linea strategica si inserisce quindi nel filone definibile della
Rete delle Conoscenze, tema di grande attualità ed innovativo, come strumento di
assunzioni consapevoli di decisioni ed analisi strutturate del territorio.
la cittadella della conoscenza – linea 2
La struttura permetterà di integrare l’attività di ricerca tecnologica della Facoltà di Scienze
MFN dell’Università del Piemonte Orientale e dei laboratori del Politecnico di Torino
presenti ad Alessandria.
Al contempo la Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche garantiranno il supporto
al territorio e alle imprese relativamente per gli aspetti giuridici e nel campo socio-
economico.
La Cittadella della Conoscenza dovrà permettere sia l’incubazione di nuove attività
imprenditoriali, che il contatto stretto con quelle imprese che vorranno realizzare un
percorso di sviluppo tecnologico supportato dai nostri Atenei.
E’ importante comunque non dimenticare il numero di piccole e medie imprese presenti
nel territorio del Piemonte sud orientale (e nell’alessandrino in particolare); per tali imprese
i laboratori della Cittadella della Conoscenza dovranno mettere a disposizione delle
imprese quelle tecnologie che difficilmente le singole entità produttive private potrebbero
sviluppare senza i sacrifici relativamente onerosi investimenti in strumentazioni e personale
altamente qualificato.
Gli atenei forniranno le tecnologie nel settore dei nuovi materiali, nano materiali, materie
plastiche e compositi delle tecnologie relative all’impiantistica industriale.
Quando si parla di nuove tecnologie per le imprese non bisogna comunque dimenticare

430
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

il ruolo delle tecnologie in campo ambientale per rendere i prodotti ecocompatibili e


gestire al meglio i problemi delle emissioni delle industrie e la gestione dei siti industriali.
Inoltre, non bisogna tralasciare i contributi verso un’agricoltura “biologica” a basso
impatto ambientale e la caratterizzazione dei prodotti in termini di qualità e di sicurezza
degli alimenti (possibilmente trasformati nelle imprese del territorio).
Infine, un ruolo rilevante lo darà il supporto informatico allo sviluppo alla produzione e
alla commercializzazione dei prodotti.
Il supporto nel campo della giurisprudenza - economia nel settore aziendale ed a tutti gli
aspetti legati all’insediamento e all’evoluzione delle imprese faciliteranno enormemente le
realtà produttive del nostro territorio e la componente socio - economica rappresenterà
un valido supporto per la crescita di tali attività.
La realizzazione della Cittadella della Conoscenza comporterà investimenti notevoli (fondi
europei, fondi regionali, PTT, Fondazione CRAL, Comune, Provincia). Deve essere
pertanto previsto un “piano economico” che permetta, in un congruo numero di anni, di
recuperare almeno in parte gli investimenti e alla Cittadella della Conoscenza di produrre
utili che ne permettano non solo la sopravvivenza ma anche lo sviluppo, con la crescita
culturale e dei laboratori di ricerca dei due Atenei impegnati nel progetto.
Anche la seconda linea strategica è stata decisa dagli attori di tavolo sulla base del
riconoscimento del valore di un processo sul quale la collettività alessandrina lavora da
Un tema ampiamente alcuni anni, prima con la presentazione di un progetto sui PTI (Piani Territoriali Integrati)
definito “Cittadella della Scienza e della Tecnologia”, e poi con un piano industriale dal
studiato titolo omonimo rispetto alla linea strategica ed alla scheda progetto del Piano Strategico
della città.

431
Asse III - Sviluppo di conoscenza
tavolo 2 ricerca
AnAlISI S.W.o.t.

puntI DI forzA puntI DI DEbolEzzA


Ricerca di eccellenza di carattere internazionale Problema di finanziamento del sistema universitario locale
Attività di ricerca integrata e complementare tra i due atenei Difficoltà di reclutamento di giovani ricercatori
Sistema di finanziamento locale con progetti ad effetto positivo sul versante della ricerca Problematiche di finanziamento delle strutture e della normale operatività derivanti dal
tecnologica applicata taglio dei fondi
Capacità dei dipartimenti locali di autofinanziarsi mediante partecipazione a bandi europei
Sistema bibliotecario universitario deficitario
ed internazionali
Incapacità del territorio di esprimere una domanda nei confronti delle istituzioni di ricerca
Capacità da parte dei dipartimenti locali di attrarre risorse sul territorio
locali
Scarsa capacità delle istituzioni di ricerca locali di pubblicizzare le proprie eccellenze e le
Capacità degli atenei di presentare progetti integrati tra discipline umanistiche e scientifiche
proprie strutture
Scarsa visibilità sul territorio della ricerca locale
Scarsa connessione tra ricerca scientifica e didattica di I livello e alta formazione
Ricerca di altissimo livello dei dipartimenti scientifici, ma con un numero limitato di
studenti (reclutati all’esterno, spesso stranieri)
Carenza di finanziamenti alla ricerca
Visione localistica e non internazionale dell’università, anche da parte dei finanziatori locali
Mancanza di grandi imprese che investono in progetti di ricerca pluriennale sul territorio
PMI che investono in sviluppo precompetitivo e non in ricerca applicata
Ritardi nei finanziamenti pubblici ai settori imprenditoriali ed ai dipartimenti universitari
coinvolti nei progetti
Mancanza di una fotografia relativa all’attività di ricerca universitaria locale
Situazione economica critica a causa della congiuntura internazionale
Asse III - Sviluppo di conoscenza
tavolo 2 ricerca
AnAlISI S.W.o.t.

opportunItà mInAccE
Individuazione di tematiche trasversali che coinvolgano più ambiti scientifici, per avviare Rischio di vedere la ricerca come servizio strumentale, in senso solo economico e non
progetti multidisciplinari di ricerca, anche al di fuori dell’area alessandrina culturale
Dipartimenti promotori di progetti di ricerca con collaborazioni da trovarsi anche al di
Mancata percezione da parte del sistema locale del valore della ricerca
fuori del territorio locale
Fuga di cervelli verso altre località per ricerca pubblica o privata, o cessazione totale di
Percezione della ricerca come elemento di sviluppo culturale del territorio
attività di ricerca
Incapacità di reclutare soggetti giovani per mancanza di offerta di prospettive stabili di
Costruzione di un forte matching tra domanda ed offerta di ricerca a livello locale
carriera
Potenziamento delle strutture a servizio della didattica come strumento di attrazione degli
studenti (es.: biblioteche, mense, collegi, aule studio, …)
Percezione dell’università come un’opportunità
Percezione dell’università come fonte di produzione di reddito per il territorio mediante
investimenti in didattica e ricerca
Necessità di realizzare un “catalogo” dei servizi di ricerca offerti dagli atenei da presentare
all’industria ed agli enti pubblici
Opportunità di dialogare con i produttori di ricchezza locali, pubblici e privati, come
mezzo di raccolta di fondi integrativi al finanziamento pubblico nazionale
Creazione di progetti di finanziamento locali
pIAno StrAtEgIco DI AlESSAnDrIA
Asse III Sviluppo di conoscenza - tavolo 2 ricerca
AlbEro DEI problEmI (cAuSE)
mancanza di una cabina di regia integrata sul sistema locale che illustri ed eventualmente coordini l’attività di ricerca. Scarsa
percezione e conoscenza da parte della località sulle molteplici opportunità di ricerca in diversi ambiti operativi, fornibile dal sistema
universitario locale. Attività di ricerca sul terriotrio non riconosciuta né conosciuta a livello locale. necessità di ricerca non solo locale
ma con ricadute in aree più ampie. visione prevalentemente strumentale della ricerca, orientata spesso alla soluzione di problemi
contingenti e non strutturali. necessità di canali di finanziamento più agili e dedicati e meglio inquadrati. Situazione economica e
finanziaria dei dipartimenti non sostenibile: impossibilità di fare pianificazione finanziaria e conseguente assunzione di personale.
perdita di cervelli verso altre professioni e/o destinazioni. necessità di risolvere il nodo strutturale per l’ottenimento di garanzie di
risorse nel medio-lungo termine per poter pianificare attività di ricerca. mancato rispetto di tempi di cash flow e necessità di
strumenti finanziari coordinati tra gli enti locali ed il sistema finanziario.
linea 2
linea 1

Disinteresse della cittadinanza verso l’università mancanza di strumenti di


comunicazione numero di attori Alessandria non
monte
crescente nel organizzata per
finanziamenti carenza di
tempo e eventi
disponibili conoscenze
università troppo piccola carenza di organizzazone competizione internazionali e
pigrizia culturale non uso di bollettini di ridotto
per sostenere attività di movimenti di pensiero elevata congressi
territoriale comunicazione di enti
divulgative ed associazioni a supporto
territoriali e locali

Aumento della carenza di


mancanza di link di Scelte collegamenti
conoscenza degli azioni di lobby
collegamento su siti di natura logistici
“istituzionali” politica strumenti
soprattutto
nazionale comunitari e
ferroviari carenti
regionali
mancanza di reti
ricerca
Sovente richiamo da parte della località a organizzate e
prevalentemente
dipartimenti e docenti non di università del relazioni
accademica
territorio strutturate

meccanismi di
fAttorE ESogEno
fascino nel
richiamo a player premialità
esterni

carenza di
ricambio meccanismi di
mancanza di
generazionale compensazione locale
visibilità
dell’elite molto
dell’università
lenta

carenza di
tempi di visibilità cabina di regia
prezzo “pagato” per
mancanti per
autonomia
garantire piena
universitaria
visibilità
pIAno StrAtEgIco DI AlESSAnDrIA
Asse III Sviluppo di conoscenza - tavolo 2 ricerca
AlbEro DEI problEmI (EffEttI)

Diverse attività Diverse località

mancata ricezione dei risultati della Azioni di ricerca pubblicizzate ma carenza di ricettività per attività di
parziale perdita di opportunità fuga di cervelli
ricerca non pienamente recepite ricerca

mancanza di una cabina di regia integrata sul sistema locale che illustri ed eventualmente coordini l’attività di ricerca. Scarsa
percezione e conoscenza da parte della località sulle molteplici opportunità di ricerca in diversi ambiti operativi, fornibile dal sistema
universitario locale. Attività di ricerca sul terriotrio non riconosciuta né conosciuta a livello locale. necessità di ricerca non solo locale
ma con ricadute in aree più ampie. visione prevalentemente strumentale della ricerca, orientata spesso alla soluzione di problemi
contingenti e non strutturali. necessità di canali di finanziamento più agili e dedicati e meglio inquadrati. Situazione economica e
finanziaria dei dipartimenti non sostenibile: impossibilità di fare pianificazione finanziaria e conseguente assunzione di personale.
perdita di cervelli verso altre professioni e/o destinazioni. necessità di risolvere il nodo strutturale per l’ottenimento di garanzie di
risorse nel medio-lungo termine per poter pianificare attività di ricerca. mancato rispetto di tempi di cash flow e necessità di
strumenti finanziari coordinati tra gli enti locali ed il sistema finanziario.
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

436
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ASSE III SvIluppo DI conoScEnzA


tavolo 2 ricerca

lInEE StrAtEgIchE

Sistema di comunicazione attivo per


linea 1 la diffusione della conoscenza sulle
competenze diverse

Sviluppo di strumenti condivisi per


linea 2 il reperimento, il controllo
e la gestione dei finanziamenti

437
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ASSE III SvIluppo DI conoScEnzA


tavolo 2 ricerca

PARTE B – ELENCO DELLE SCHEDE


PROGETTO/AZIONI

1. Centro per la raccolta e l’elaborazione del patrimonio


informativo locale
2. Cittadella della conoscenza

438
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 1
titolo:
centro per la raccolta e l’elaborazione del patrimonio
informativo locale

Sistema di comunicazione
attivo per la diffusione
linea 1
della conoscenza sulle
competenze di ricerca

Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo la creazione di un centro integrato per raccogliere,
organizzare e rendere disponibile il patrimonio di informazioni prodotte dagli Enti Locali
e dalle altre Organizzazioni Territoriali a rilevanza pubblica nel corso della loro normale
attività di erogazione di servizi e/o di produzione di beni.
Soggetti proponenti:
Dipartimento di Ricerca Sociale - Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi
del Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
1. le esigenze funzionali di partenza.
Il sistema istituzionale della Provincia di Alessandria è caratterizzato da alcune specificità
che lo contraddistinguono. Sinteticamente possiamo affermare che, a fronte di un livello
erogativo di prestazioni da parte degli Enti Pubblici che si attesta su buoni standard e a
un livello di infrastrutturazione logistica di assoluta eccellenza, si evidenzia una
frammentazione dei sette sottosistemi territoriali che lo contraddistinguono piuttosto
spiccato. Accanto a questo è presente una fitta rete di strutture di gestione
pubblico/privato di servizi locali al cittadino e alle imprese. Il processo di diffusione delle
nuove tecnologie negli Enti Pubblici Locali e nelle altre strutture istituzionali territoriali
ha incontrato rallentamenti e tuttora non appare essere compiuto. Peraltro la
frammentazione istituzionale ha impedito nel passato di sviluppare programmi di lungo
periodo che consentissero una adeguata differenziazione funzionale del sistema provinciale
alimentando spesso ridondanze.
La recente ristrutturazione degli ambiti di raccolta della fiscalità locale, la progressiva
restrizione dei trasferimenti dal centro statuale agli enti territoriali, la situazione contingente
di crisi economica e finanziaria hanno evidenziato ulteriormente la necessità per i sistemi
territoriali locali di identificare linee di sviluppo integrato e di progettare con largo anticipo
le possibili misure necessarie a implementarle. La sfida a cui i territori sono chiamati non
investe solo le responsabilità degli amministratori dei nostri enti, ma anche da tutti gli altri
attori sociali ed economici che agiscono sul territorio. Essa è rappresentata dalla
implementazione di un nuovo modello di concertazione della decisione pubblica che
riunisca attori istituzionali pubblici e privati attorno a grandi progetti programmatici per
l’intero territorio provinciale.
A questo scopo sono nate sul territorio alcune iniziative di tipo pianificatorio (fra tutte il
Piano Strategico di Alessandria 2018) il cui scopo è quello di censire le potenzialità del
contesto locale per costruire un percorso di valorizzazione e posizionamento sullo scenario

439
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

della competizione internazionale fra sistemi territoriali.


Occorre riconoscere peraltro che gli attori istituzionali e non del territorio hanno dato
vita ai primi passi di questo processo aderendo e sostenendo queste prime fasi discussione
programmatica sui destini del sistema locale. Allo stesso tempo la cogenza dei numerosi
motivi di preoccupazione rispetto al futuro dell’alessandrino spingono la necessità di
passare dalla fase di discussione all’elaborazione di progetti di rapida realizzazione.
A questo scopo uno snodo operativo essenziale è costituito dalla disponibilità di
informazioni che possono essere utilizzate per la strutturazione di una vision condivisa
rispetto alle possibili strategie di sviluppo da percorrere. Conoscere per decidere al meglio
non è solo uno slogan programmatico, ma sempre più una necessità imprescindibile per
qualsiasi tavolo di concertazione istituzionale.
D’altra parte più volte gli stessi attori istituzionale soprattutto gli Enti istituzionalmente
deputati a produrre conoscenza sul territorio locale (l’Università, i Centri di Ricerca e di
elaborazione dati pubblici e privati presenti nel sistema provinciale) hanno lamentato la
scarsa disponibilità e soprattutto la scarsa organicità di informazioni statistiche atte a
descrivere l’evoluzione del contesto locale. Nel documento diagnostico per il Piano
Strategico di Alessandria 2018 più volte si ravvisa l’opportunità di mettere in opera
iniziative volte a consolidare, arricchire, organizzare e rendere disponibile il patrimonio di
conoscenza rispetto al territorio locale. In particolare le informazioni appaiono essere: a)
carenti e lacunose, b) poco aggiornate, c) contraddittorie (a causa di una eccessiva
eterogeneità delle fonti), d) scarsamente integrate (i patrimoni informativi dei differenti
Enti o Organizzazioni usano modelli di organizzazione del dato non commensurabili e di
conseguenza difficilmente confrontabili), e) di insufficiente sensibilità (i dati sono spesso
disponibili solo per aggregazioni territoriali che spesso si fermano alla Provincia e quindi
non consentono un puntuale monitoraggio dei mutamenti nelle morfologia economica e
sociale del contesto locale).
A fronte di questo occorre dire che facendo alcune prime ricognizioni nei soli Enti
Pubblici Locali ci si può rendere conto della straordinarietà del patrimonio informativo
potenzialmente disponibile. Tutti gli Enti e le Organizzazioni sul territorio durante le loro
normali operazioni di erogazione di servizi raccolgono una ricchissima mole di
informazioni e diventano quindi, spesso inconsapevolmente, produttori di informazione
secondaria che può essere trattata e resa disponibile per l’elaborazione statistica. Purtroppo
una buona parte di questo patrimonio informativo, nonostante il valore strategico per il
territorio, oggi viene disperso e non utilizzato.
2. gli obiettivi del centro
Lo strumento qui proposto per rispondere alle esigenze funzionali sopra esposte, è una
sorta di “Osservatorio a rete” che si caratterizza per un sistema a più livelli di indicatori
verso il quale convogliare i dati in possesso degli Enti Pubblici e delle Organizzazioni a
Rilevanza Pubblica o che possono essere acquisiti da fonti statistiche esterne al fine di
permettere la creazione di una banca dati multilivello consolidata, aggiornata e
georeferenziata.
La creazione di questo strumento metodologico consentirà di promuovere un’attività di
analisi che non si esaurisce nella predisposizione di documentazione rappresentativa una
tantum, ma orientata a svolgere una funzione costantemente attiva e sottoposta ad
aggiornamenti continui, anche conseguenti all’interazione tra l’attività degli gli Enti
Pubblici e le Organizzazioni a Rilevanza Pubblica e il milieu di riferimento.
Si intende quindi proporre la promozione di un modello di governance integrata locale
che faccia della raccolta, della sistematizzazione e della diffusione della conoscenza il
presupposto fondante dei processi decisionali riguardanti la vita della comunità.
Le attività del Centro, come meglio specificato nella descrizione analitica che seguirà,
prevedono il coinvolgimento diretto degli stakeholders locali nella formulazione delle
440
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

domande di conoscenza necessarie allo sviluppo del territorio. Il primo passo operativo
necessario è costituito dalla necessità di sensibilizzare gli Enti Pubblici e le Organizzazioni
a Rilevanza Pubblica rispetto agli obiettivi del Centro e alle modalità di adesione. Il Centro
potrà essere realizzato effettivamente solo sulla base di un accordo associativo fra tutti i
soggetti istituzionali interessati.
La stipula di un accordo associativo consentirà di iniziare le fasi di messa in opera vera e
propria. Appare opportuno che sia l’Università a fornire (sulla base di specifiche
convenzioni di finanziamento) il personale di ricerca interno al Centro. Questo consentirà
di promuovere ulteriormente il rapporto di integrazione fra l’Università e il suo territorio,
oltre a garantire la preparazione scientifica delle risorse umane coinvolte (che sarebbero
articolate in almeno cinque ricercatori a coprire queste aree di competenze: metodologica,
sociologica, economica, giuridica, monitoraggio chimico fisico e biologico dell’ambiente,
coordinate da un responsabile scientifico).
A questo scopo occorre sottolineare che il presente progetto si propone in linea di
continuità con altri progetti attualmente in fase di analisi preliminare, su tutti Cittadella
della Conoscenza e della Tecnologia, con lo scopo di fornire a questi una ulteriore
integrazione funzionale. Qualora i progetti di cui sopra non trovassero effettiva
realizzazione, potrebbe essere praticabile un potenziamento delle attività del Centro e
conseguentemente delle risorse disponibili per la sua realizzazione, in modo da consentire
in ogni caso l’attuazione degli obiettivi che hanno animato l’insieme delle iniziative in
questione: dotare Alessandria di un centro di raccolta, produzione ed erogazione del sapere
disponibile per tutti gli attori territoriali pubblici e privati, con lo scopo di accompagnare
il processo di sviluppo locale. Si sottolinea ulteriormente che questa opportunità risulta
eventualmente esplorabile solo se gli altri progetti in parola non potessero trovare
attuazione per impedimenti sopraggiunti.
La realizzazione operativa delle strutture operative del Centro sarà articolata come segue.
In una prima fase saranno rilevate le caratteristiche del patrimonio informativo degli enti
e delle organizzazioni aderenti e saranno quindi progettate in una seconda fase le strutture
hardware e software necessarie alla loro normalizzazione e alla loro organizzazione in un
data warehouse. Saranno poi, in una terza e ultima fase, implementate le procedure per la
scelta degli indicatori tematici di elaborazione e le architetture software per l’analisi dei dati
e per la messa a disposizione degli stessi con accesso pubblico supervisionato dal personale
del Centro.
Queste operazioni consentiranno la predisposizione continua nel tempo di rapporti
tematici a cura del Cento che avranno come scopo principale la diffusione dei dati raccolti,
al fine di promuovere la definizione di una base di conoscenza comune necessaria a
favorire i tavoli di concertazione e di sviluppo delle politiche di governo e a permettere
efficaci azioni di monitoraggio e valutazione delle stesse.
Questa iniziativa, ancorché non riducibile al solo territorio di competenza del Progetto
Alessandria 2018, costituisce un’iniziativa qualificante di rilevanza strategica per l’intero
tessuto locale e non sfugge l’opportunità che l’attività propulsiva iniziale possa essere
proprio legata alla pianificazione strategica del ruolo del capoluogo provinciale.
Si fa infine presente che le numerose proposte progettuali di Osservatori su temi specifici
presentate nei singoli tavoli potrebbero essere successivamente integrate nelle finalità del
Centro qui proposto.
finalità generali:
1) Promuovere la realizzazione di un DATA WAREHOUSE che consenta di
mettere in rete informazioni (opportunamente trattate per essere normalizzate
e rese commensurabili), attingendo al patrimonio informativo di tutti gli Enti
e le Organizzazioni a Rilevanza Pubblica che aderiranno al progetto.
2) Rendere tali informazioni disponibili per l’elaborazione scientifica e la
441
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

predisposizione di scenari evolutivi del territorio a servizio


dell’implementazione di Politiche Pubbliche mirate allo sviluppo.
3) Promuovere la realizzazione di pubblicazioni scientifiche periodiche, di
occasioni di dibattito pubblico (come Convegni tematici) che consentano a
tutti gli Stakeholders e più in generale a tutti gli attori sociali ed economici di
sviluppare una vision condivisa rispetto alle possibili dinamiche di sviluppo
del territorio locale.
4) Promuovere la valutazione diacronica degli impatti e dei risultati delle
singole iniziative di sviluppo corredando il processo valutativo di un adeguato
quadro conoscitivo di riferimento
obiettivi specifici:
n Creazione di un sistema di organizzazione integrato del patrimonio
informativo degli Enti Pubblici e delle Organizzazioni a Rilevanza Pubblica
coinvolti.
n Creazione di analisi di scenario sulle dinamiche evolutive dei fenomeni
demografici, economici, sociali e ambientali sul territorio
n Creazione di pubblicazioni tematiche a scadenza periodica.
n Creazione di eventi di discussione pubblica rispetto alle sopra citate
dinamiche evolutive del territorio.
n Creazione di un sistema di indicatori ad accesso pubblico supervisionato
che consenta a chiunque ne faccia debita richiesta di disporre di una fonte
informativa consolidata.
n Realizzazione di specifiche iniziative di ricerca a servizio della
pianificazione territoriale, economica, sociale e ambientale delle Politiche
Pubbliche.
n Sostegno conoscitivo a iniziative di monitoraggio delle Politiche Pubbliche.
Attività:
La realizzazione Centro prevede le seguenti attività (investimenti):
a) Attività di sensibilizzazione presso gli Enti Pubblici e le Organizzazioni a
Rilevanza Pubblica rispetto agli obiettivi del Centro.
b) Sviluppo di un modello di adesione associativa adeguato agli Enti Pubblici
e alle Organizzazioni a Rilevanza Pubblica coinvolti e sua implementazione
in un documento istitutivo.
c) Rilevazione dei dati disponibili dalle differenti fonti e dal patrimonio
interno di Enti Pubblici e Organizzazioni a Rilevanza Pubblica coinvolti.
d) Identificazione di una sede fisica per la realizzazione delle infrastrutture
tecnologiche e di ricerca necessarie.
e) Acquisizione delle infrastrutture tecnologiche.
f) Reclutamento ed eventuale formazione delle risorse umane interne del
Centro.
g) Progettazione e implementazione dell’architettura di rete per il
conferimento delle informazioni.
h) Progettazione e implementazione dell’architettura software di
organizzazione delle informazioni e trattamento dei dati conferiti.
i) Messa in opera di un catalogo di indicatori disponibili per il pubblico e
creazione di una architettura software che ne consenta l’accesso
supervisionato dal personale interno del centro.
risultati:
La realizzazione dell’iniziativa potrà avere come effetti (in parte diretti, in parte indiretti):

442
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

o una integrazione e sinergia fra i patrimoni informativi degli Enti Pubblici


e le Organizzazioni a Rilevanza Pubblica coinvolti;
o la disponibilità di un base dati consolidata e normalizzata caratterizzata
da ottimo livello di aggiornamento;
o facilitazione dello sviluppo di procedure di negoziazione di una vision
condivisa fra gli Stakeholders rispetto ai sentieri di sviluppo per il territorio
locale;
o migliore efficacia ed efficienza delle politiche pubbliche e degli
investimenti;
o aumento del tasso di competitività generale del territorio sullo scenario
internazionale.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
In sede di avvio del progetto, l’iniziativa potrà essere costituita con risorse variabili derivanti
dai seguenti soggetti:
capitale privato
Fondazione CRAL
Organizzazioni a rilevanza pubblica (associazioni datoriali,
sindacati, etc.)
capitale pubblico
Comune
CCIAA
Provincia
Regione
ASL
ASO
Prefettura
Altri enti pubblici territoriali

Si ipotizza la copertura degli investimenti ripartiti tra i suddetti soggetti in termini di


finanziamento soci e con l’utilizzo eventuale anche dei Fondi PTI (qualora questo progetto
dovesse inglobare in sé anche quello della Cittadella della Conoscenza).
costi:

costi di investimento
Voci di costo Importi in Euro
Costi di adeguamento edifici già esistenti 50.000
Costi hardware 20.000
Altri costi di avvio 50.000
Totale investimento iniziale 120.000
Costi infrastrutturazione di rete Da definirsi

443
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

costi di gestione
I costi di gestione per l’esercizio annuale delle attività a progetto realizzato saranno:
Voci di costo Importi in Euro
Risorse umane (5 ricercatori e 1 tecnico) 330.000
Coordinamento scietifico 30.000
Licenze software annuali 30.000
Adeguamento e manutenzione hardware 20.000
Spese di gestione vria (telefonica,
20.000
cancelleria, etc.)
Costo di esercizio annuale complessivo 430.000

Una parte significativa (non inferiore al 30%) del costo di esercizio annuo potrà essere
finanziato con attività di ricerca o di erogazione dei dati a favore di terzi on demand dietro
tariffa stabilita dagli Organi di Governo del Centro (da definirsi).

fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
l Sensibilizzazione degli Enti Pubblici e delle Organizzazioni a Rilevanza
Pubblica rispetto agli obiettivi del Centro.
l Creazione di una struttura associativa fra i sopra citati Enti e
Organizzazioni per la realizzazione dell’Iniziativa.
l Patrimonializzazione in fase di avvio atta a coprire tra capitale di rischio e
finanziamento soci almeno il 50% degli investimenti.

444
A L E SSANDRIA :
IL

cronoprogramma:
PIANO

mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese
Attività
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Sensibilizzazione attori coinvolti
Determinazione struttura giuridica
ottimale
Stesura e sottoscrizione accordi e
STRAT E G I C O

445
elezione/nomina degli Organi di
Governo
Identificazione e messa in opera
della sede fisica
Reclutamento risorse umane
Analisi patrimonio informativo
disponibile negli
Enti/Organizzazioni sottoscrittori
Creazione architettura hardware di
organizzazione delle informazioni
Creazione architettura software di
organizzazione/normalizzazione
delle informazioni
Creazione della piattaforma per
l’accesso pubblico supervisionato
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 2
titolo:
cittadella della conoscenza

Sviluppo di strumenti
condivisi per il reperimento,
linea 2
il controllo e la gestione dei
finanziamenti

Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo la creazione di un centro ricerca tecnologica e
scientifica, a carattere fortemente multidisciplinare e interdisciplinare, che sia al servizio
delle esigenze di crescita delle imprese e di sviluppo del territorio
Soggetti proponenti:
Università Piemonte Orientale, Politecnico di Torino
Descrizione del progetto:
1. le esigenze funzionali di partenza.
La competitività dei sistemi locali, assai più che in passato, si gioca oggi sulla dotazione di
servizi avanzati alle imprese, sia specialistici sia orizzontali. Infatti la nuova divisione
mondiale del lavoro richiede alle aree-sistema dei paesi avanzati una capacità di competere
su fattori di qualità, sofisticazione nell’uso di nuovi materiali, uso di sistemi informativi
efficienti, affidabilità nel prodotto e nella distribuzione, efficienza di sistema, velocità nel
time to market.
La provincia di Alessandria, dotata di un sistema produttivo diversificato, aperto
all’internazionalizzazione (è la settima provincia italiana per consistenza delle presenze
multinazionali), specializzato nella logistica (retro-porto dei porti liguri aperto
all’integrazione europea) deve dotarsi di un sistema di servizi avanzati alle imprese
articolato e complesso di cui oggi è ancora sprovvista.
In questa chiave il ruolo della Università e del Politecnico, come luoghi di produzione di
conoscenza usabile da parte delle imprese, diventa un fattore chiave dello sviluppo
territoriale integrato.
La competizione territoriale legata alla globalizzazione dell’economia ha innescato
dinamiche di accesso alle risorse sempre più complesse che richiedono l’implementazione
di nuovi servizi di supporto strategico alle imprese (soprattutto di medie e piccole
dimensioni). In quest’ottica, l’ente pubblico vede trasformarsi le proprie competenze da
soggetto di processi di government a titolare di processi di coordinamento e di
accompagnamento degli sforzi progettuali delle imprese situate nel suo territorio di
riferimento, in un’ottica di composizione delle esigenze degli stakeholders attraverso
strumenti di governance.
La chiave di volta per il sostegno strategico alla competitività delle imprese è senza dubbio
la costruzione di centri di competenza locali in grado di erogare servizi a elevato valore
aggiunto fondati sulla “conoscenza”. Il presente progetto si situa in questo sentiero di
promozione dello sviluppo locale provando a individuare alcuni assi strategici di
erogazione sul territorio di servizi qualificati alle imprese che consentano di alimentare
circuiti virtuosi di trasferimento di conoscenza dalle sedi di ricerca universitarie alle
imprese.
446
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

In numerose occasioni di dibattito pubblico, gli esponenti del mondo imprenditoriale


alessandrino hanno evocato la necessità di disporre localmente di strutture di ricerca
specializzate che soddisfino le loro esigenze di ricerca e sviluppo strettamente legate
all’innovazione tecnologica dei prodotti, dei modi e processi della produzione, del
managment di impresa, oltre alla non secondaria necessità di disporre di strutture orientate
all’analisi dei fenomeni socio-economici complessi in grado di dare indicazioni sulla
situazione congiunturale del sistema mondiale, indicando i sentieri di sviluppo
maggiormente percorribili per l’economia locale e fornendo alle imprese assistenza
qualificata nella programmazione strategica dei loro investimenti produttivi.
Si evidenzia quindi l’opportunità di realizzare un centro di servizi di ricerca avanzati e di
trasferimento dei saperi rispetto a questi temi che metta in stretta relazione le strutture di
ricerca universitaria già presenti sul territorio con le esigenze del mondo produttivo locale.
2. gli obiettivi del centro
Il mondo dell’università e quello delle imprese non sono, a oggi, ancora pienamente
integrati.
Infatti, mentre l’università mantiene tuttora un’impostazione fortemente legata alla
didattica, l’impresa richiede prevalentemente ricerca applicata ed erogazione di qualificati
servizi di consulenza. Ciò genera, talvolta, l’instaurarsi di un sistema di sfiducia e scarsa
collaborazione tra università ed imprese, in particolare le PMI. Obiettivo del progetto è
invertire questa tendenza facendo sviluppare attorno al concetto di “Cittadella della
Conoscenza” un nuovo modello di collaborazione progettuale nella produzione di ricerca
applicata al mondo dell’impresa. In questa vasta accezione, il progetto deve avere la
massima apertura alle vocazioni imprenditoriali del territorio, sia per quanto riguarda i
settori, sia per quanto riguarda le fasi di crescita e dimensioni delle imprese.
Per quanto concerne il primo aspetto, i settori, è necessario focalizzare l’intervento in
quegli ambiti che possano riflettersi nel più ampio impatto sul territorio a fronte di
comprovate competenze accademiche presenti localmente. Per quanto concerne il
secondo aspetto, fasi di crescita e dimensioni delle imprese, è necessario che il mondo
universitario dia il suo contributo in tutte le fasi del ciclo di vita di un’azienda, dallo start
up alla maturità, e per ogni tipologia d’impresa, con riferimento alle dimensioni definite
nella definizione comunitaria, vale a dire sia per le aziende in fase di incubazione, sia per
le piccole e medie imprese (PMI), come pure per le grandi imprese. è anzi proprio nella
creazione di una Cittadella frequentata da tutti questi attori vuoi nella loro intera fisionomia
vuoi attraverso centri di ricerca tematici (PMI e grandi imprese) che il progetto qui
presentato trae la sua più profonda e convincente opportunità, come accade in alcuni dei
più importanti campus internazionali (Chalmers University, Massachussets IT, University
of Southern California, …).
Tutto questo nella prospettiva che, in un mondo in cui la competizione tecnologica è
giocata a livello globale, anche la Cittadella della Conoscenza debba necessariamente porsi,
nei suoi settori caratterizzanti, ai vertici qualitativi mondiali come condizione stessa per la
sua operosa e fruttuosa sopravvivenza, ciò comportando la necessità di operare scelte di
campo e dove necessario anche investimenti in risorse materiali e umane. Per una azienda
oggi la competizione è globale e qualsiasi servizio offerto dalle università deve essere di
qualità e livello internazionale perché sia efficace.
L’estrema ampiezza delle problematiche richiede un approccio che consideri in modo
ampio e multidisciplinare le competenze accademiche utilizzabili, con riferimento sia
all’integrazione dei temi sia alla visione strategica (si pensi ad esempio alla vastità delle
competenze necessarie in un processo di internazionalizzazione). L’idea di una “Cittadella
della Conoscenza” consente di mettere in rete le competenze del mondo universitario
operante sul territorio alessandrino, a beneficio dell’intero comparto produttivo. Ciò
permette sia di tutelare i poli produttivi di eccellenza operanti sul territorio anche in forma
447
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

di distretti industriali e cluster di imprese, sia di dare origine a nuovi modelli di eccellenza,
con fenomeni di “clonazione” di modelli di successo già esistenti.
Tale approccio consente di creare i presupposti per fornire alle imprese un supporto
concreto in tutti i campi della ricerca applicata in ogni settore scientifico disciplinare, per
porre il comparto produttivo in grado di competere in chiave di globalizzazione sui tre
temi di riconosciuta rilevanza competitiva dalla Comunità Europea, vale a dire l’elemento
finanziario, l’eccellenza tecnologica e l’approccio internazionale.
La presente proposta prevede la relazione stretta fra gli enti locali, preposti a svolgere una
funzione di impulso e di coordinamento per la realizzazione dell’iniziativa, il mondo
produttivo, portatore delle domande conoscitive a cui il costituendo centro deve essere in
grado di dare risposta, ma anche soggetto promotore e garante della continuità
dell’iniziativa, e infine il mondo accademico, chiamato a fornire le competenze tecnico-
scientifiche necessarie al raggiungimento degli scopi istitutivi dell’iniziativa.
Il progetto intende creare una nuova struttura di servizi alle imprese per il trasferimento
di “conoscenza usabile” e di risorse umane molto qualificate dal sistema universitario al
sistema economico.
La rilevanza strategica del progetto e la sua indubbia coerenza con il sistema della nuova
programmazione territoriale lo rende essenziale per fare avanzare l’intero quadrante
alessandrino nei prossimi anni. è infatti chiaro che, per essere Alessandria (e in genere le
città universitarie) il nodo centrale della produzione e diffusione della conoscenza usabile,
la struttura qui proposta intende servire l’insieme dei sistemi e dei sotto-nodi produttivi,
dei distretti e dei cluster, distribuiti nel territorio provinciale, ma anche quelli di scala
regionale e sovra-regionale.
finalità generali:
Le funzioni specifiche degli Atenei vengono a declinarsi oltre che nei tradizionali canoni
della Ricerca Scientifica di alta qualità e della Formazione (sia accademica sia
professionalizzante, ivi inclusi i Master) anche in quelli del Trasferimento Tecnologico, in
stretto rapporto con le realtà aziendali ospitate nella Cittadella, e dei Servizi al Territorio,
diventando così l’università uno degli strumenti degli Enti Territoriali per la realizzazione
delle politiche di sviluppo locale.
La Cittadella ambisce dunque a essere prima di tutto un motore dello sviluppo
imprenditoriale e strumento di attuazione delle politiche degli Enti Territoriali a cominciare
da quelle della Regione Piemonte che ha voluto programmare i suoi interventi di sostegno
del comparto socio-economico e produttivo in Poli di Innovazione, alla Provincia di
Alessandria che ha intessuto in un piano articolato a rete le opportunità di interazione dei
diversi distretti tecnologici in cui si articola per concludere con il Comune di Alessandria
che proprio nella Cittadella della Conoscenza ha posto il cardine della propria progettualità
in ambito PTI.
Il progetto della Cittadella della Conoscenza prende corpo dalla volontà di disegnare un
nuovo ruolo ed una nuova strategia da parte dell’università basata sulla messa a
disposizione della Cittadella delle strutture di formazione e di ricerca di qualità già esistenti
che hanno saputo guadagnarsi negli anni una reputazione presso il mondo industriale. Al
progetto parteciperanno sia i Dipartimenti dotati di competenze a carattere scientifico e
tecnologico sia quelli con competenze negli ambito giuridico, economico e gestionale,
gestione del personale, progettazione di politiche di sviluppo organizzativo e di prodotto.
Uno sviluppo auspicabile del presente progetto, ma non inderogabile, è costituto dalla
creazione di un incubatore di nuove imprese, sul modello di quello già operante presso il
Politecnico di Torino e a Novara presso l’Università del Piemonte Orientale.
obiettivi specifici:
1. promozione della ricerca, del trasferimento tecnologico e

448
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

dell’innovazione:
- sostegno alla formazione di piattaforme innovative, laboratori e
infrastrutture connesse;
- creazione di reti di collaborazione tra imprese e tra imprese e istituzioni della
ricerca: progetti di ricerca congiunta tra centri di ricerca e imprese e
condivisione delle strutture, sostegno alle reti transnazionali di scambio e di
azione formativa;
- sostegno a progetti di innovazione delle PMI.
In questo quadro il progetto si fonda direttamente sulla condivisione di infrastrutture e
attrezzature di ricerca accademiche con il mondo delle imprese la sua principale ragione.
Esso inoltre si fonda su un rapporto intimo tra imprese e strutture pubbliche di ricerca
quali quelle universitarie. Ciò comporterà la semplificazione dei rapporti a tutto beneficio
della conduzione di progetti di ricerca congiunti tra imprese e università, della creazione
di nuove idee progettuali inquadrate in rapporti di parternariato industria-università, come
pure la nascita di team affiatati con possibilità di fertilizzazione incrociata sia nella
formazione sia nella ricerca. La Cittadella inoltre mira nello specifico della PMI al sostegno
della creazione di nuovi prodotti come pure al recupero di competitività di prodotti oramai
obsoleti, il tutto a costi accettabili e decisamente più contenuti rispetto a quanto
accadrebbe per imprese che volessero realizzare questi percorsi in proprio.
2. Sviluppo dei sistemi produttivi locali e rafforzamento delle filiere
produttive (incluse filiere agro-industriali ed energie rinnovabili): poli innovativi,
promozione dell’imprenditorialità, innovazione organizzativa e sostegno alla formazione
di centri di competenza, offerta di servizi alle imprese, compresa l’ingegneria finanziaria
e il sostegno della ricerca, percorsi formativi integrati per la creazione d’impresa.
Qui l’innovazione della struttura proposta è tale in un contesto come quello italiano, ma
è la regola di cui si nutrono i principali campus universitari a vocazione tecnologica
mondiale dove la promozione dell’imprenditorialità nasce proprio, anche se non in modo
esclusivo, dalle migliori idee prodotte dagli ambienti universitari. Per il sostegno a tale
progettualità, i proponenti sono ben consci che siano necessari quegli strumenti finanziari,
organizzativi e formativi senza i quali una buon idea, non necessariamente tecnologica,
non può affermarsi.
3. creazione di reti tecnologiche e collaborative transnazionali.
La sopra richiamata natura della Cittadella quale strumento dell’attuazione delle politiche
territoriali la inquadra costituzionalmente in una rete di relazioni mutue con i diversi
distretti della Provincia di Alessandria e più in generale del Basso Piemonte e del Piemonte
Orientale. Essa intende porsi pertanto come soggetto che opera in sinergia ed in modo
complementare rispetto ad altri nodi del contesto alessandrino (es. Parco Scientifico e
Tecnologico di Rivalta Scrivia, Distretto del Freddo nel Casalese, Polo della Metallurgia
Orafa del Valenzano, ecc.) a forte vocazione internazionale. Facciamo inoltre presente
che la Cittadella opererà in piena sinergia con il Centro di raccolta ed elaborazione de
patrimonio informativo locale, di cui è stata approvata la Scheda Progetto al Tavolo della
Ricerca.
4. promozione della formazione di eccellenza.
L’università è il luogo della formazione per antonomasia. Alla formazione in settori
tradizionali la Cittadella, in collaborazione con il Centro per l’Alta Formazione (cfr.
Scheda-Progetto presentata al Tavolo della didattica), saprà declinare anche nuovi e
moderni percorsi formativi in linea con i settori e le discipline cardine che caratterizzano
la missione della Cittadella stessa. L’eccellenza dei percorsi formativi andrà così di pari
passo con quella dei percorsi di ricerca, a costituire il richiamo di studenti da fuori bacino

449
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ivi includi studenti stranieri. Saranno da ipotizzarsi anche percorsi in lingua inglese che
favoriscano quest’ultima evoluzione, così importante per la sprovincializzazione della
cultura degli studenti locali. Un ulteriore tratto su cui si incentrerà l’azione della Cittadella
sarà la formazione permanente anche in collaborazione con istituzioni che già operano in
questo settore.
Attività:
La realizzazione della Cittadella prevede le seguenti attività (investimenti):
m Attività di discussione presso gli Enti Pubblici e le Organizzazioni a
Rilevanza Pubblica rispetto agli obiettivi strategici e le linee di attuazione del
progetto.
m Redazione di un analisi giuridica sulle forme societarie ottimali ( di diritto
pubblico o privato ovvero eventuali forme miste) per garantire una adeguata
possibilità di adesione a agli Enti Pubblici e alle Organizzazioni a Rilevanza
Pubblica interessati dall’iniziativa
m Redazione di un Business Plan decennale per l’iniziativa
m Identificazione di una sede fisica per la realizzazione delle infrastrutture
tecnologiche e di ricerca necessarie e delle eventuali opere di adeguamento
edilizio.
m Redazione e sottoscrizione del documento istitutivo e fondazione del
soggetto giuridico “Cittadella della scienza e della tecnologia”
m Elezione/nomina degli organi di governo societari e avvio dell’esercizio di
bilancio
m Reclutamento delle risorse umane interne per garantire lo start-up
amministrativo della Cittadella.
m Definizione puntuale della struttura macro e micro-organizzativa dei centri
di competenza sviluppati in stretta collaborazione con l’università e
definizione del catalogo dei servizi di consulenza e di formazione erogabili
m Acquisizione delle infrastrutture tecnologiche.
m Identificazione delle strutture di tariffazione/prezzo corrispondenti ai
servizi di consulenza on demand offerti sul mercato
m Qualora la creazione di un incubatore di impresa abbia luogo sarà
necessario procedere alla definzione dei modelli giuridici per la selezione delle
iniziative industriali da incubare e dei centri di ricerca aziendali che troveranno
posto nella Cittadella
m (Qualora la creazione di un incubatore di impresa abbia luogo) Selezione
delle prime iniziative industriali che potranno essere soggette ad incubazione
m Strutturazione di uno specifico piano per il marketing dell’iniziativa e la
diffusione del catalogo delle servizi di competenze disponibili presso il tessuto
imprenditoriale locale e sovralocale.
risultati attesi:
Nel perseguire tali obiettivi ci si prefigge di conseguire i risultati e gli effetti qui di seguito
elencati, in linea con le strategie di sviluppo regionali (PTR e DSR):
o Innalzamento del livello di formazione e professionalità dei lavoratori.
o Aumento del numero di corsi di formazione volti ad una formazione di
alto livello di figure fortemente richieste dal mercato.
o Creazione di una nuova classe dirigente ed imprenditoriale locale.
o Creazione di una fitta rete di relazioni internazionali, finalizzate alla
sprovincializzazione dei modelli culturali di riferimento, alla diversificazione
del comportamento sociale ed alla creazione di una rete estesa di relazioni

450
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

umane e professionali privilegiate.


o Creazione di nuovi laboratori di alta qualità funzionali alla missione della
Cittadella compartecipati da investitori pubblici e privati.
o Cooperazione transnazionale sia con altre università sia con partner
industriali.
o Aumento del livello di competitività delle imprese della zona.
o Attrazione dei migliori ricercatori italiani e stranieri.
o Aumento dell’occupazione e riqualificazione professionale delle risorse
umane esistenti.
o Innalzamento del livello di formazione e professionalità dei lavoratori.
o Realizzazione di convegni internazionali e workshop nelle aree di
focalizzazione delle attività della Cittadella.
o Offerta alle realtà locali di occasioni di creazione e condivisione di cultura
non solo tecnologica, attraverso seminari, conferenze, eventi culturali.
o Organizzazione presso la Cittadella di iniziative volte a favorire la
consapevolezza sociale della scienza, della tecnologia e dell’innovazione.
o Diversificazione produttiva sia in ambito agricolo che manifatturiero.
o Aumento della sostenibilità ambientale dell’area ed incremento dell’utilizzo
di fonti energetiche rinnovabili nell’area
In coerenza con gli obiettivi dichiarati, nel caso in cui le condizioni economiche e politiche
lo consentano il progetto potrà conseguire anche il seguente importante risultato:
o Creazione di nuove imprese, vuoi spin-off accademici o aziendali, vuoi
impresa start-up.
In sintesi, il Progetto consentirebbe di:
a) mettere il territorio alessandrino nelle condizioni di partecipare al processo
europeo di costruzione della società e dell’economia della conoscenza e
dell’innovazione;
b) integrarlo nelle reti europee;
c) affrontare la globalizzazione e aumentare la competitività del sistema
produttivo;
d) qualificare la popolazione e il lavoro;
e) valorizzare le risorse e le progettualità locali;
f) garantire la sostenibilità dello sviluppo;
g) costruire il territorio alessandrino come spazio attraente per investire e
lavorare;
h) porre lo sviluppo e l’occupazione al servizio della coesione sociale.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
La logica del progetto deve distinguere la fase di investimento da quella di gestione. In fase
di investimento serve un sostegno in termine di capitale (equity) da parte di soggetti
pubblici e privati, e un sostegno finanziario di medio lungo termine coerente con la
generazione dei cash flows prospettici (debt). In fase di gestione, le risorse devono risultare
sufficienti e derivanti dalla sola gestione societaria, poiché il progetto deve andare a break
even nel breve periodo e quindi generare utili e cassa sufficiente alla remunerazione dei
portatori di capitale a qualsiasi titolo.
In sede di avvio del progetto, l’iniziativa potrà essere quindi costituita con risorse variabili
derivanti dai seguenti soggetti:

451
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

capitale privato
Fondazione CRAL
Organizzazioni a rilevanza pubblica (associazioni datoriali, sindacati, etc.)
capitale pubblico
Regione Piemonte attraverso l’erogazione del finanziamento entro il Piano
territoriale integrato o altri fondi dedicati
Comune
CCIAA
Provincia
Regione
ASL
ASO
Prefettura
Comuni Centri-Zona
Altri enti pubblici territoriali

Si ipotizza la copertura degli investimenti ripartiti tra i suddetti soggetti in termini di


finanziamento soci secondo quote regolate dal documento disciplinare sottoscritto in fase
di fondazione del soggetto giuridico Cittadella della Conoscenza.
costi:
Considerando le tipologie di spesa correlate (macchinari, impianti, attrezzature, arredi,
harware, software, licenze, brevetti, opere di adeguamento locali, spese di impianto), si
può stimare in prima approssimazione una dimensione minima di costi per investimento
pari a 600.000,00 euro. I costi di gestione devono essere coperti dai ricavi a regime di
attività. Ulteriori approfondimenti dovranno ovviamente essere formulati in sede di piano
industriale concordato tra le parti.
fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
l Istituzione di una fase di discussione fra gli Enti Pubblici e delle
Organizzazioni a Rilevanza Pubblica che conduca a un documento
preliminare programmatico condiviso nel quale sia chiarite le linee guida
strategiche per l’implementazione dell’intervento.
l Identificazione delle disponibilità di finanziamento da parte dei
sopraccitati Enti e organizzazioni locali e negoziazione della struttura di
adesione giuridica all’iniziativa
l Identificazione di una adeguata collocazione delle strutture fisiche della
Cittadella
cronoprogramma:
Il tempo previsto per la realizzazione dell’iniziativa è di 6 mesi (correlato ai 3 elementi
preliminari di fattibilità):
- per il documento preliminare: 1 mese
- per la disponibilità al finanziamento: 2 mesi
- per l’indentificazione di strutture fisiche: 3 mesi

452
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Nel periodo complessivo dei 6 mesi sopra indicati dovrà essere prodotto un piano
industriale atto a verificare la sostenibilità economica, patrimoniale e finanziaria
dell’iniziativa, a supporto degli atti decisionali dei rispettivi aderenti all’iniziativa.

453
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

454
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

tAvolo 3
culturA E InformAzIonE

pArtE A - lInEE StrAtEgIchE DI tAvolo

prEmESSA gEnErAlE
Le riunioni di lavoro relative al Tavolo 3 – Cultura e Informazione del Piano Strategico di
Alessandria, hanno visto una presenza di numerosi autorevoli rappresentanti di Enti quali
l’Università del Piemonte Orientale, il Comune di Alessandria, il Teatro Regionale
Alessandrino, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria, il Conservatorio,
l’Archivio di Stato, la Società di Storia Arte ed Archeologia, oltre a rappresentanti di organi
di informazione quali Corrieral, Radio Gold, Grp, Il Piccolo, l’Ufficio Stampa della
Provincia di Alessandria.
Punto di partenza dei lavori il fatto che dal punto vista culturale la città di Alessandria,
nonostante sia capoluogo di Provincia, non viene considerata attraente dai suoi cittadini,
né tanto meno da potenziali turisti. La causa principale è, a parere dei membri di tavolo,
la mancanza di un’adeguata valorizzazione dei beni storico-artistici presenti sul territorio,
attraverso campagne di comunicazione e promozione.
Una percezione Il risultato è che la percezione del livello dell’offerta culturale da parte dei cittadini non è
non corretta corrispondente al suo vero potenziale e, di conseguenza, cercano offerte culturali in altre
Città. Per tanto, il ritorno economico delle iniziative culturali cittadine è decisamente
inferiore alle sue potenzialità, causando così agli Enti e alle Istituzioni organizzatrici di
eventi una significativa perdita di reddito.
L’inadeguatezza della comunicazione provoca come conseguenza diretta la difficoltà per
le informazioni di giungere ai destinatari, che partecipano così in un numero spesso non
corrispondente alle aspettative degli organizzatori. Un insufficiente lavoro di
coordinamento tra gli Enti e le Istituzioni che producono e organizzano eventi culturali
provoca la frammentazione e la sovrapposizione degli eventi stessi. Risorse umane e
finanziarie finiscono così per essere poco razionalizzate e inutilmente disperse.
Infine le manifestazione organizzate ad Alessandria hanno troppo spesso un carattere
eccessivamente localistico, risultano fruibili soprattutto da fasce d’età più anziane e quindi
prive di appeal per il pubblico più giovane. La mancanza di stimoli culturali ideati e rivolti
a fasce d’età giovanili incentiva la “migrazione” verso altre realtà più appetibili, stimolanti
e dinamiche.
Un primo, importante obiettivo per rilanciare la vita culturale della nostra città, individuato
nel corso delle riunioni, è quello di rendere la Cittadella di Alessandria un bene culturale
vivo, pulsante, aperto sempre e a tutti. Fino ad ora il suo utilizzo non è stato strategico e
Una prima non ha tenuto sufficientemente conto degli interessi comuni agli Enti e le Istituzioni
indicazione di tavolo Culturali della città. La gestione sin qui operata ha utilizzato la Cittadella come un
contenitore anonimo di iniziative fin troppo disomogenee tra loro, che ne hanno
valorizzato poco la splendida struttura. Un miglioramento sensibile potrebbe essere dato
dalla creazione di un’unica “cabina di regia” che coordini e colleghi la presenza delle
frequenti iniziative culturali. La presenza di un maggior dialogo e coordinamento comune
contribuirebbe da un lato alla realizzazione di un calendario di eventi non più frammentati
né sovrapposti tra loro, ma uniforme, dall’altro a un uso più corretto e differenziato di

455
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

mezzi e strategie di comunicazione.


Sarebbe utile inoltre l’istituzione di un “Osservatorio Culturale” capace di misurare e
valutare i risultati ottenuti dalle varie manifestazioni ed eventi culturali. Si potrebbe così
conoscere il valore economico degli indicatori culturali. Altro aspetto da non sottovalutare
è la formazione di operatori culturali, compito che potrebbe essere assolto grazie ad una
fruttuosa collaborazione con l’Università. Le considerazioni sopra richiamate sono
riassunte nell’analisi SOWT sviluppata dal Tavolo, che sottolinea nei punti di forza della
città un buon livello culturale di partenza unitamente ad un’offerta culturale diversificata,
in un contesto che ha visto negli anni investimenti nei settori nevralgici della città, quali
la Biblioteca Civica, il Teatro, l’Università. Soprattutto, il tavolo concorda sul fatto che sia
presente un bene “faro” di pianificazione strategica che andrebbe valorizzato in chiave
culturale, ed in particolare la Cittadella Militare di Alessandria. Come vedremo, questo
ultima considerazione ha dato origine ad un gruppo di lavoro inter-tavoli, che partendo
dal tavolo della Cultura ha posto il tema della Cittadella all’ordine del giorni di diversi
attori locali. Per contro, il Tavolo ha concordato nella valutazione degli elementi di criticità,
ed in particolare nella incompletezza di azioni di coordinamento e di un non pieno
inserimento del mondo universitario nel contesto culturale locale, troppo spesso chiuso
nella dimensione della didattica e della ricerca. Se da un lato quindi si evidenzia la Cittadella
Militare come il più importante bene “faro” della città sotto il profilo culturale (e come
vedremo questo ha dato origine ad un lavoro interdisciplinare), dall’altro si evidenzia nelle
minacce essenzialmente un rischio di deterioramento dell’immagine culturale della città,
se non adeguatamente supportato da una regia complessiva ed organica.

ScEltA DEllE lInEE StrAtEgIchE


A chiusura delle discussioni avvenute nel presente Tavolo sono emerse unanimi definizioni
e si sono individuate le scelte strategiche ritenute prioritarie per il raggiungimento
dell’obiettivo di soluzione delle problematiche sopra descritte.
Sono stati individuati principalmente tre indirizzi di programma6:

lInEA 1 - cittadella militare di Alessandria


lInEA 2 - Azioni di coordinamento e monitoraggio
lInEA 3 - comunicazione e informazione

Per quanto concerne la linea strategica 1, si riconosce che tale struttura possa essere da un
lato un problema, se non adeguatamente valorizzata, e dall’altro una delle più grandi
opportunità della città. Si è riconosciuto altresì che la soluzione non possa essere confinata
alla sola dimensione culturale, e per tale ragione è stata promossa una iniziativa che,
muovendo dal tavolo della Cultura, ha portato poi l’argomento ad essere discusso sull’Asse
2 (Sviluppo Urbano), riconoscendo come la Cittadella sia in realtà storicamente un
quartiere della città, e come la soluzione progettuale (quanto meno come linea di azione
metodologica e di percorso) dovesse vedere un dibattito allargato ad altri tavoli di lavoro,
ed in particolare tener conto delle componenti tecniche, giuridiche, umanistiche,
economiche, di produzione di reddito e sociali.
Per quanto concerne la linea strategica 2, è su questa linea che si sono concretizzate le
progettualità dei vari attori di tavolo, in molteplici schede progetto che hanno cercato di
evidenziare le principali opportunità di sviluppo della città in ambito culturale.
Per quanto concerne la linea 3, si è evidenziato il problema della comunicazione ed
informazione, riconoscendo come talvolta vi sia un problema di percezione errata del
livello culturale della città, probabilmente superiore a quello comunemente riconosciuto.
In tal senso, il tavolo non ha ritenuto di evidenziare specifiche schede progettuali, ma si è

456
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

assunto l’onere di pianificare per il futuro iniziative coordinate e concordate, sia per
continuare le migliori pratiche, sia per rendere note le risultanze dei lavori di tutti i tavoli
del piano strategico, e contribuire alla disseminazione dei risultati.

1
Si veda l’Albero dei Problemi e degli Obiettivi

457
Asse III - Sviluppo di conoscenza
tavolo 3 cultura e informazione
AnAlISI S.W.o.t.

puntI DI forzA puntI DI DEbolEzzA


La Cittadella militare di Alessandria Non sufficiente “apertura” dell’Università
Alto livello di cultura ordinaria Non chiara identificazione dei progetti culturali prioritari
Presenza di tre Facoltà ed una sede distaccata Non pieno coordinamento delle iniziative culturali
Grandi interventi nel settore negli ultimi decenni (Biblioteca Civica, Teatro, Università) Sistema bibliotecario universitario deficitario
Offerta culturale diversificata Difficoltà di coordinamento delle proposte culturali
Il Conservatorio Difficoltà di rapporti tra scuole e attività culturali
Coordinamento non completo su progetti strategici
Non sviluppato livello di accesso alle informazioni

opportunItà mInAccE
Valorizzazione culturale del complesso “Cittadella” Rischio di “immobilismo” culturale
Opportunità di coinvolgimento ordinario della domanda culturale Rischio di non coinvolgimento del bacino di domanda locale
Uso di nuove tecnologie per sostegno a prodotti culturali Visione localizzata e non aperta alla evoluzione culturale
Valorizzazione dei “beni culturali” su bacini informativi universitari Adeguamento dell’offerta all’ evoluzione tecnologica
Identificazione di progetti “faro” collegati all’ immagine della Città Limite “scolastico” della cultura
Rischio di deterioramento dell’immagine della Città
Evanescenza della vision culturale della Città
Mancanza di strumenti di verifica delle iniziative
Mancanza di una “cabina” di regia per il finanziamento
pIAno StrAtEgIco DI AlESSAnDrIA
Asse III Sviluppo di conoscenza - tavolo 3 cultura e informazione
AlbEro DEI problEmI (cAuSE)

Alessandria, benché capoluogo di provincia, non è considerata una città attraente perché i suoi beni storico artistici non sono stati
adeguatamente valorizzati con iniziative di tutela e di promozione e perché le manifestazioni culturali hanno spesso carattere localistico
e risentono di un insufficiente coordinamento tra le istituzioni operanti sul territorio.

linea 1
linea 2 linea 3

utilizzo non strategico del presenza di frequenti iniziative numero di attori crescente nel
contenitore “cittadella culturali non coordinate tempo e competizione elevata
militare”

carenza di mancanza di confusione tra


Eccesso di informazioni
dialogo e di una “cabina di comunicazione e
non coordinate
coordinamento regia” informazione
Indisponibilità della
struttura fino a
marzo 2009
politiche Assenza di una mancanza di
economiche chiara Assenza di differenziazione degli uno scorretto uso degli
restrittive del identificazione misurazioni dei strumenti di strumenti di informazione
governo nei delle attese del risultati comunicazione
riguardi degli pubblico
enti locali

mancanza di conoscenza
Difficoltà di selezione
mancanza di di corretti strumenti di
delle informazioni
un comunicazione
“osservatorio
culturale”
fAttorE ESogEno

mancata
conoscenza del
valore
economico
degli indicatori
culturali
pIAno StrAtEgIco DI AlESSAnDrIA
Asse III Sviluppo di conoscenza - tavolo 3 cultura e informazione
AlbEro DEI problEmI (EffEttI)

Alessandria, benché capoluogo di provincia, non è considerata una città attraente perché i suoi beni storico artistici non sono stati
adeguatamente valorizzati con iniziative di tutela e di promozione e perché le manifestazioni culturali hanno spesso carattere localistico
e risentono di un insufficiente coordinamento tra le istituzioni operanti sul territorio.

percezione del livello Impatto economico delle mancanza di stimoli fruizione degli eventi Difficoltà per le mancanza di una struttura
frammentazione e
culturale della città non iniziative culturali inferiore culturali per fasce d’età culturali da parte delle informzioni di giungere ai musele comunale
sovrapposizione di eventi
corrispondente alla realtà alle potenzialità giovanili fasce d’età più anziane destinatari centralizzata

mancanza di
Insufficiente dinamismo partecipazione del
ricerca di oferte culturali rischio di emigrazione per razionalizzazione delle
perdita di reddito nel rapporto tra offerta e pubblico non
al di fuori della città fasce d’età giovanili risorse umane e finanziarie
fruizione corrispondente alle attese
e conseguente dipersione
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ASSE III SvIluppo DI conoScEnzA


tavolo 3 cultura e Informazione

lInEE StrAtEgIchE

linea 1 cittadella militare di Alessandria

Azioni di coordinamento
linea 2
e monitoraggio

linea 3 comunicazione e informazione

461
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ASSE III SvIluppo DI conoScEnzA


tavolo 3 cultura e Informazione

PARTE B – ELENCO DELLE SCHEDE


PROGETTO/AZIONI

1. Polo Archivistico per la città di Alessandria


2. Compagine sinfonico corale per Alessandria
3. Il museo civico di Alessandria
4. Costituzione del sistema bibliotecario alessandrino
5. Osservatorio culturale e turistico dell’alessandrino

462
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 1
titolo:
polo Archivistico per la città di Alessandria

Azioni di coordinamento
linea 2
e monitoraggio

Sottotitolo:
Struttura formata da un insieme di soggetti, pubblici ed eventualmente privati, coinvolti
a diversi livelli, che collaborano per gestire i propri archivi di deposito e storici (e le attività
connesse) e per fornire spazi e servizi anche ad altri soggetti interessati.
Soggetti proponenti:
Archivio di Stato di Alessandria.
Descrizione del progetto:
L’Archivio di Stato di Alessandria (ASAL), uno dei centoventi Istituti di conservazione del
patrimonio archivistico, è un organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali (MiBac) la cui missione è conservare, tutelare, promuovere, valorizzare ed offrire
alla pubblica fruizione la documentazione storica riguardante l’Alessandrino ed il
Monferrato dal Medioevo all’epoca attuale. L’ASAL non solo ospita archivi storici prodotti
da Enti statali, ma fornisce spazi attrezzati, competenza e servizi ad archivi donati o
depositati da privati, famiglie nobili, professionisti ed enti locali: di particolare interesse ed
importanza è l’archivio storico comunale di Alessandria (ASCAL), gestito in convenzione
con l’Amministrazione municipale dal 1941.
Al momento attuale l’ASAL (che occupa un immobile in affitto: il contratto scade nel
2011 ed all’Agenzia del Demanio è ora demandato il compito di esplorare offerte di edifici
da concedere eventualmente in uso governativo) sta esaurendo gli spazi adibiti a deposito:
su 13.635 metri lineari di scaffalature, ne risultano occupati 11.150 e restano disponibili
solo 2485, già in buona parte prenotati; questo significa che entro due anni al massimo
l’ASAL non sarà più in grado di adempiere alla sua missione istituzionale.
Richiamandosi a quanto previsto dalla legislazione vigente (Dlgs 42 del 22 gennaio 2004
Codice dei Beni Culturali e del paesaggio, in particolare l’art. 112), mentre è in via di
approvazione l’Accordo tra il MiBac, le Regioni, le Province Autonome, le Province ed i
Comuni per la promozione e l’attuazione del Sistema Archivistico Nazionale (SAN), il
MiBac (Direzione Generale per gli Archivi – Commissione Tecnica Paritetica Nazionale)
ha presentato alla II Conferenza Nazionale degli Archivi (Bologna, 19-21 novembre 2009)
il Piano nazionale per la salvaguardia della documentazione archivistica, articolato in Fare
Poli e Fare Sedi.
Il Piano promuove attivamente una politica di salvaguardia e valorizzazione degli archivi
tale da assumere il carattere di fonte storica, indispensabile alla conservazione della
memoria e delle identità, quale fattore determinante, superando le distinzioni fra enti statali
e locali, pubblico e privato, quindi indipendentemente dai profili giuridici dei soggetti
titolari dei documenti. I Poli Archivistici sono lo strumento idoneo per la conservazione,
gestione e valorizzazione coordinata del patrimonio documentario.

463
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Si definisce polo Archivistico qualunque struttura partecipata in cui le funzioni di


conservazione, gestione, valorizzazione, comunicazione della memoria storica
sono svolte tramite la cooperazione interistituzionale, a carattere territoriale e / o
tematico.
Dall’analisi dei problemi rappresentati dagli Enti Statali della Provincia in sede di
Commissioni di Sorveglianza sugli archivi nonché in occasione del recente censimento
degli archivi di deposito (contestuale al già citato progetto Fare Sedi), ed anche da parte
delle Amministrazioni Comunale e Provinciale, emerge l’urgente necessità di spazi
adeguatamente attrezzati per la gestione degli archivi storici (ma anche di deposito) e lo
svolgimento delle attività connesse alle funzioni citate nel paragrafo precedente, tra le
quali vanno almeno ricordate, in quanto estremamente significative, la pubblica fruizione,
la formazione specifica in collaborazione con l’Università (stages, tirocinii, laboratori),
l’allestimento di percorsi didattici per le scuole primarie e secondarie, di mostre ed
esposizioni permanenti, temporanee, tematiche, di eventi diversi, senza dimenticare la
possibilità di istituire un Laboratorio di restauro dei documenti ed uno per il trattamento
delle carte (spolveratura, asciugatura, disinfestazione).
L’ASAL propone pertanto la realizzazione di un Polo Archivistico organizzato, partecipato
e gestito dai soggetti summenzionati. Tale struttura, da localizzare in un edificio demaniale
situato in città, in area adeguatamente servita, fornirà spazi, attività e servizi condivisi e
cogestiti ai soggetti pubblici e privati partecipanti.
finalità generali:
Svolgere in modo coordinato, partecipato ed integrato le funzioni di conservazione,
gestione, valorizzazione, promozione, comunicazione e pubblica fruizione della memoria
storica mediante le pratiche più aggiornate, adeguate ed efficienti.
obiettivi specifici:
o Acquisizione di una sede demaniale in uso governativo (attualmente è da
valutare la proposta, da parte dell’Amministrazione Comunale, della Caserma
Giletti situata nel complesso della Cittadella).
o Concentrazione degli archivi di deposito e storici degli Enti e dei Soggetti
partecipanti (ed anche prodotti da eventuali altri soggetti interessati: imprese,
professionisti, artisti eccetera).
o Organizzazione dei servizi gestionali.
o Apertura al pubblico.
Attività:
1. Reperimento dei Soggetti partecipanti
2. Stipula dell’accordo preliminare con i Soggetti partecipanti
3. Indagine di mercato (affidata all’Agenzia del Demanio)
4. Reperimento dell’immobile
5. Sopralluoghi, valutazione e definizione delle esigenze
6. Stipula della convenzione con i Soggetti partecipanti (definizione di ruoli
e dei rispettivi impegni, economici e gestionali, di massima)
7. Stipula del contratto per l’immobile (MiBac, Direzione Generale per gli
Archivi - Agenzia del Demanio)
8. Progettazione architettonica (indagini geologiche, archeologiche,
ristrutturazione, adeguamento) (MiBac – Direzione Generale per gli Archivi),
9. Progettazione delle infrastrutture, dell’arredamento, dei servizi) (MiBac –
Direzione Generale per gli Archivi - Uffici Tecnici delle Amministrazioni
Comunale e Provinciale)
10. Adeguamento normativo (sicurezza, antinfortunistica, accessibilità,

464
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

sorveglianza, impianti di controllo e segnalazione eccetera)


11. Acquisto e / o noleggio di impianti e macchinari, di attrezzature
12. Creazione di un Gruppo gestionale tecnico - amministrativo
13. Suddivisione ed organizzazione delle attività e delle competenze e relative
aree (a titolo esemplificativo: reception e accoglienza, alloggio custodia e
portierato, uffici amministrativi e tecnico – scientifici, locali per il personale
di assistenza e sorveglianza al pubblico, sale per il riordinamento e
l’inventariazione, sala di studio e lettura, laboratori, sale per stages, sale per
l’attività didattica, locali per le mostre, locali per l’attività informatica e l
ricerche online, per le biblioteche di sussidio, per la digitalizzazione, per la
fotoriproduzione, la microfilmatura e la scannerizzazione, laboratorio per il
restauro, laboratorio per trattamenti di disinfestazione e spolveratura, sale per
riunioni e convegni, per la formazione e le teleconferenze, eccetera)
14. Arredamento ed allestimento dei depositi e degli uffici
15. Traslochi e sistemazioni
risultati:
n Sviluppo e condivisione di servizi più efficaci, diffusi e capillari degli attuali
n Miglior sostenibilità dei costi di gestione dell’offerta culturale, grazie ad
un’accurata ripartizione fra i Soggetti partecipanti ed al ritorno economico
previsto
n Offerta di servizi, consulenze, spazi attrezzati anche di rappresentanza
n Maggior efficienza nella tutela e nella conservazione del patrimonio
documentario
n Incremento qualitativo e quantitativo della conoscenza e della fruizione
ella memoria storica della città e della provincia
n Progettazione e condivisione di strutture e percorsi per la ricerca ed il
perfezionamento, con importanti ricadute sull’occupazione dei giovani
n Collaborazione tra i soggetti pubblici e privati per obiettivi culturali,
scientifici e tecnici condivisi
n Sviluppo di attività artigianali connesse alla missione del Polo Archivistico
n Elaborazione, programmazione e gestione condivisa di un calendario di
eventi culturali per la città e la provincia in collaborazione con le Forze locali
(ad esempio: Istituti per la Storia della Resistenza e del Risorgimento, Società
di Storia Arte e Archeologia), Associazioni (ad esempio: Città Nuova, Diomira
Territorio e Turismo, Associazione Commercianti Borgo Rovereto), Camera
di Commercio, Alexala, Palazzo Monferrato, Polo di Marengo eccetera)

465
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

risorse, strumenti e forme di finanziamento:


capitale privato
Fondazioni bancarie (CRAL, Compagnia San Paolo) (finanziamento progetti)
Ordini professionali (affitto di spazi, anche di rappresentanza)
Soggetti (affitto di spazi, per mostre e attività)
capitale pubblico
Altri Seggetti (Affitto di spazi, per mostre e attività)
MiBac (acquisizione di un immobile demaniale in uso governativo; progettazione;
costi per il trasferimento dell’ASAL e il suo funzionamento nella nuova sede)
Amministrazione Comunale (progettazione, acquisto e gestione spazi di
pertinenza, spese di funzionamento e del personale)
Amministrazione Provinciale (progettazione, acquisto e gestione spazi di
pertinenza, spese di funzionamento e del personale)
Amministrazione Regionale (finanziamento progetti)
Enti Statali e Locali della Provincia (affitto e gestione spazi di pertinenza, spese
di funzionamento e del personale)

costi:
In questa sede si possono fornire solo alcune valutazioni e dati indicativi.
costi d’investimento:
Comprendono l’adeguamento e la ristrutturazione dell’immobile e le attrezzature
tecnologiche necessarie alla conservazione del patrimonio archivistico ospitato ed alle
attività svolte nella struttura. Una valutazione estremamente approssimativa, basata su
analoghi lavori eseguiti in Piemonte (Archivio di Stato di Novara, ma soprattutto di Asti)
nell’ultimo decennio, potrebbe dare un impegno di € 5.000.000 – 10.000.000
(probabilmente sovrastimato, in assenza - per ora - di sopralluoghi tecnici, indagini, stime
e perizie). Va comunque considerato che l’acquisizione dell’immobile avverrà a titolo non
oneroso e che la progettazione sarà realizzata dai tecnici delle Amministrazioni interessate
al Polo Archivistico, che si ripartiranno i costi in proporzione fra di loro; ulteriori Soggetti
partecipanti, qualora interessati ad usufruire della sede, dovranno attenersi agli stessi criteri.
costi di gestione:
Premesso che parte dei costi di gestione saranno coperti dall’affitto degli spazi attrezzati
concessi e dagli utili ricavati da alcuni servizi erogati (ad esempio si può pensare al restauro,
alla digitalizzazione, alla disinfestazione, spolveratura e recupero di materiali cartacei da
situazioni critiche dovute ad emergenze ambientali quali le alluvioni o le cattive pratiche
di conservazione, alle consulenze tecnico-scientifiche eccetera), in questa sede si può solo
fornire un riferimento approssimativo alla situazione dell’ASAL, che attualmente paga a
privati circa 50 € al mq. di affitto annuale per l’attuale sede (c. 3000 mq.), mentre le spese
di funzionamento ammontano - sempre su base annuale - a c. 40.000 €. Per quanto
riguarda le spese per il personale, non si può entrare in questa sede nei dettagli delle varie
tipologie contrattuali, diverse secondo le Amministrazioni coinvolte. A titolo di esempio
si possono ipotizzare le seguenti esigenze minime, suddivise per aree funzionali:
n Sala di studio e lettura: 6 Assistenti alla sorveglianza, alla comunicazione,
accoglienza e servizi al pubblico
n Settore scientifico: 4 Archivisti, 1 Bibliotecario/a (Consulenza al
pubblico, progettazione, riordinamenti, schedatura e inventariazione, ricerche)
n Settore tecnico: 2 Referenti informatici (rete LAN, adeguamenti, gestione
466
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

attrezzature informatiche); 2 Addetti ai sistemi operativi (fotoriproduzione,


digitalizzazione, microfilm, scanner eccetera)
n Settore comunicazione: 3 Addetti (URP; Ufficio stampa; Segreteria;
allestimento eventi, mostre eccetera)
n Settore amministrativo: 2 Addetti al Personale; 2 Addetti alla contabilità;
2 Addetti agli appalti e alle gare
n Settore sicurezza: 4 Addetti (Preposti; squadra antincendio e Pronto
Soccorso)
n Due Custodi addetti al portierato, manutenzioni, giardinaggio eccetera,
con alloggi di servizio
fattibilità:
Si può prevedere il coinvolgimento dell’Amministrazione Comunale, dell’Amministrazione
Provinciale, degli Uffici Statali operanti sul territorio della provincia ed eventualmente
dell’ASL, dell’Azienda Ospedaliera SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, degli Ordini
Professionali.
Elementi minimi di fattibilità sono:
l Acquisizione di un immobile demaniale a titolo di concessione in uso
gratuito su lunga durata
l Costituzione di una società di Soggetti partecipanti che adottano
un’opportuna ripartizione dei costi, a fronte dei benefici previsti
l Condivisione di un ampio progetto culturale, di ricerca, formazione,
fornitura di servizi ed integrazione con i soggetti locali
l Forte capacità propositiva nei confronti della realtà produttiva locale
Elementi di criticità sono:
l Complessità delle procedure burocratiche e tecniche (concessioni,
capitolati, protocolli ’intesa, convenzioni, definizione delle pertinenze, gare e
appalti per lavori e forniture, etc.) trattandosi di diversi soggetti che
collaborano
l Costi elevati di gestione e del personale; difficoltà di ripartizione dei
medesimi fra i Soggetti partecipanti
cronoprogramma:
A grandi linee (premesso, tuttavia, che il programma potrà partire effettivamente solo dal
momento in cui la sede sarà effettivamente disponibile) si può prevedere un arco
temporale complessivo di un quinquennio, così ripartito:
1. Indagine e reperimento dell’immobile da destinare al progetto: entro un
anno
2. Ricognizioni e fase progettuale: entro due anni
3. inizio e fine lavori: tre anni

467
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 2
titolo:
compagine sinfonico corale per Alessandria

Azioni di coordinamento
linea 2
e monitoraggio

Sottotitolo:
Polo di Alta Formazione musicale del Nord Ovest. Il progetto si pone come obiettivo la
creazione di compagini sinfonico-corali e cameristiche, per incrementare ideazioni di alta
valenza artistica musicale e teatral-musicale, in prioritaria integrazione con i palinsesti delle
programmazioni istituzionali Alessandrine, che competono a specifiche Realtà del settore
(Ente Teatro Regionale, Teatro Alessandrino) e possono arricchire strutture teatrali
minori: Teatro Parvum, Auditorio San Francesco, Auditorio “Pittaluga”…), con lo scopo
di creare:
- Una connessione stretta tra l’alta formazione specialistica (AFAM-MIUR) e le prospettive
occupazionali nel tessuto Pubblico della Cultura e dello Spettacolo in campo musicale.
- Una articolata struttura operativa professionale, fino ad ora assente ad Alessandria;
supporto imprescindibile per dare inizio ad una strategia culturale e programmatica di
un’offerta musicale istituzionale autonoma. Tale, in concreto, da ridimensionare la prassi
pluridecennale di Città culturalmente soggetta a sede di escclusivo decentramento indotto.
Soggetti proponenti:
Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria (Istituzione di Alta Cultura Musicale Afam-
MIUR)
Descrizione del progetto:
Premessa: da circa un ventennio l’Italia assiste (primato negativo nello scenario
Comunitario, e non solo) alla progressiva chiusura di compagini sinfoniche, sinfonico-
corali e cameristiche. Tra i casi ben noti: tre Orchestre Nazionali RAI (Napoli, Milano,
Roma), alcune ICO (Orchestre a gestione provinciale-regionale) e un numero decisamente
alto di Orchestre che, pur nascendo con pregevoli finalità artistiche e stupefacente
“volontariato”, non riescono a sopravvivere per questioni economiche e ragioni
organizzative, prive di quei decorosi supporti logistici ed economici, almeno “minimi”, che
possano garantire una prospettiva di vitalità ed efficienza. Per converso gli Istituti di Alta
Formazione Musicale (i Conservatori), transitati dal MPI al MIUR quali Istituzioni
Universitarie con la legge n.508 e gli Istituti Musicali Pareggiati seguitano, aggiornando i
contenuti e diversificando ulteriormente i percorsi formativi, a diplomare e laureare
eccellenze in campo strumentale, vocale, nell’area compositiva, della direzione d’orchestra
e della direzione di coro; senza contare altre figure professionali nei settori della
musicologia e critica musicale, della musica applicata, della musicoterapia etc.. Alessandria
è sede di una di queste pregevoli Istituzioie, il Conservatorio di Musica “Antonio Vivaldi”.
Il Progetto si articola lungo tre fasi: Didattica (formazione) - Laboratori applicativi
(tirocinio ed esperienze professionalizzanti mirate) - Compagini operative (Orchestra
sinfonico corale, Orchestra da Camera e Coro da Camera, tutte in residenza “principale”
ad Alessandria).
468
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

DIDATTICA. Il Conservatorio “Vivaldi” è la sola Istituzione territoriale accreditata per


il rilascio di diplomi, di lauree di I, II livello e di master di specializzazione in campo
Musicale, nelle tre aree previste dalla legge 508: performativa, compositiva, musicologica.
Le attività ideativo-artistiche del “Vivaldi”, corpose appendici di rilevanza annuale della
didattica specifica, da oltre quattro lustri sono pianificate nella direzione di affiancare agli
iter curricolari strumentali esperienze di formazione esecutiva orchestrale, corale e
cameristica, nonché compositiva. Tale fase progettuale è pertanto già in essere da anni, con
immediata integrazione nei già sperimentati:
LABORATORI APPLICATIVI. Si tratta di idezioni varate dalla Direzione dell’Istituto,
approvate dal Consiglio Accademico e dal Consiglio di Amministrazione, anche in linea
con protocolli siglati dal Conservatorio con Soggetti e Istituzioni esterne. Si possono
sinteticamente distinguere in due tipologie.
Laboratori interni: percorsi di formazione d’eccellenza, destinati a studenti interni
selezionati dei Corsi superiori (diplomandi / laureandi), con il supporto di docenti e di
professionalità esterne “aggiunte a contratto”: Orchestra da Camera (dal ‘600 alla
contemporaneità), Coro da Camera (senza limitazioni di stili, epoche ecc…), Orchestra
laboratorio (specifica sul repertorio moderno e contemporaneo).
Laboratori in convenzione: percorsi di formazione strutturati in collaborazione con Enti
esterni (lauree di II livello e/o master di approfondimento, nonché certificazioni bilaterali):
Ente Orchestra Sinfonica e Coro di Savona / Accademia “Ferrato Cilea”, Fondazione
“Accademia Arcadia” di Milano, University of Georgia (Atlanta – USA) etc.. Tali percorsi
si concludono con attività artistiche e produzioni concertistiche pubbliche realizzate in
Italia, Francia, Portogallo, Stati Uniti ecc…
COMPAGINI OPERATIVE. Questa terza fase del progetto rappresenta il punto di arrivo
perseguito e auspicato dall’ampio ventaglio programmatico e contenutistico delle due fasi
precedenti, che – come sottolineato – sono in essere da tempo. La trasformazione e
implemento delle formazioni precedentemente sintetizzate (Orchestra Sinfonico – corale,
Orchestra da Camera, Coro da Camera) in compagini strutturate quali forze presenti e
operative sul territorio per la pianificazione di ideazioni artistiche (stagioni sinfoniche e
cameristiche ecc…) coniugherebbe varie esigenze e aspettative, riconducibili ad una filiera
assolutamente innovativa nel contesto culturale di Alessandria, con proiezioni eventuali
interprovinciali e regionali. Il Progetto costituirebbe invero un “unicun” nel panorama
nazionale, saldando i momenti formativi / occupazionali / programmatici.
In sintesi: il progetto presentato, oltre le dinamiche precedentemente illustrate e volte
all’integrazione ottimale del binomio formazione-occupazione, si concretizzerebbe
nell’assicurare al consorzio alessandrino e territoriale (attraverso strategie di decentramento
e convenzioni con Enti locali, Comuni e Realtà associazionistiche di livello) regolari
stagioni sinfoniche e cameristiche, con apertura a trecentosessanta gradi sui repertori, gli
stili, le epoche. Stagioni che coprirebbero il vuoto Istituzionale che la Città registra nel
settore della proposta musicale, al momento discontinua e improntata su scelte troppo
spesso casuali e “di riporto”; con un dispendio disordinato di risorse economiche non
sorrette da un piano unitario portante di “visione musicale” per l’arricchimento culturale
dell’utenza.

finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità:
1. creare strutture operative professionali permanenti e in residenza
(compagini strumentali-corali) atte alla garanzia di una pianificazione
programmatica nel campo della Musica, quale servizio per un’utenza pubblica
quanto più allargata ed eterogenea.
469
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

2. realizzare un Polo di alta formazione orchestrale professionale (l’auspicio


è di un Polo del Nord Ovest), a sostegno, supporto e alimento delle strutture
operative di cui al precedente punto 1.
3. connotare in modo mirato specifici quanto qualificati palinsesti nella
programmazione dell’offerta musicale e teatral-musicale, riaffidandone in
primis il compito progettuale a Enti e Centri di produzione istituzionali locali
(Conservatorio di Musica / Comune / Provincia / Regione) e centrali (Stato
/ Ministero dell’Università / Commissioni centrali per la Cultura).
obiettivi specifici:
1. la creazione di reale integrazione tra sistema dell’alta formazione musicale
e sistema della produzione (stagioni sinfoniche / operistiche / cameristiche)
2. Sviluppo dei percorsi di perfezionamento e riallineamento per le
professionalità d’eccellenza, selezionate entro l’Alta Formazione Musicale di
Alessandria, e conseguentemente dell’area Nord Est (eventuale
coinvolgimento interprovinciale)
3. l’incremento delle opportunità occupazionali per i giovani professionisti
della Musica preparati dalle Istituzioni accreditate presso il Ministero
dell’Università (Conservatorio “A. Vivaldi” e rete di Istituti musicali territoriali
convenzionati), attraverso procedure selettive (audizioni / bandi per il
reclutamento / selezioni mirate etc.), con priorità nei confronti delle
eccellenze uscite dalle Istituzioni territoriali.
Attività:
l Conservatorio “Vivaldi”: incremento dei percorsi formativi
professionalizzanti già esistenti, specificità interne e specificità condivise
attraverso agreement già stipulati con Enti di formazione / produzione
esterni, in Italia e all’estero (rete collaborativa)
l Teatro Comunale di Alessandria: Ideazione (in stretta sintonia con il
Conservatorio) e programmazione artistica / studio di ricognizione
sull’offerta culturale in campo musicale, relativa ai maggiori Enti operanti nel
settore specifico in ambito regionale / extra regionale viciniore (Stagioni Regio
di Torino / Filarmonica di Torino / Rai di Torino / Carlo Felice di Genova
/ GOG di Genova ecc…)
l Enti pubblici locali: opere e interventi di adeguamento. Opere di
adeguamento normativo e funzionale di immobili già esistenti: Palazzo Cuttica
(Sede del Conservatorio, con concessione al “Vivaldi” di altri spazi già
esistenti, attualmente occupati da altri Uffici) / Auditori e Sale deputate: San
Francesco / Teatro Alessandrino / Sala dopolavoro ferroviario / Teatro
Parvum…). Opere di recupero edilizio mirate alla realizzazione di ulteriori
spazi destinati alle manifestazioni musicali e spettacolaristiche (Cittadella di
Alessandria / Ex Ospedale militare / altri siti di valenza storico-urbanistica e
/o interesse turistico “da rivalutare”
l Fondazioni / Enti privati: analogamente al punto precedente.
l Enti vari: acquisto di attrezzature uso segreterie / caratura e ottimizzazione
uffici di programmazione, relazioni esterne, ufficio stampa e promozione,
archivio etc..
risultati:
Alessandria acquisterebbe un ruolo determinante nell’offerta musicale pubblica, ponendosi
quale centro ideativo e produttivo di qualità. Tale ruolo, al momento disomogeneo e
frammentato nel contesto provinciale, ricondurrebbe la Città ad una presenza costante e

470
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

portante, garantendo interventi e strategie istituzionalmente inserite nella vita culturale


musicale regionale e nazionale.
Conseguenze:
Settore artistico – Perdita di una prassi di “sottomissione” a ideazioni e proposte per
forza di cose da Enti e Agenzie nazionali di spettacoli. In sostanza il rivolgersi a strutture
di” ideazione indotta” si coniugherà con una visione culturale già scandita in loco
(direzione artistica) da scelte e valutazioni “pensate” per il territorio in senso ampio,
“mirate” sulle tipologie dei pubblici che si intendono coinvolgere e sulla tipologia dei
teatri, delle sale, dei siti, degli spazi… che rappresenteranno la mappatura delle
manifestazioni musicali progettate.
Garanzia di una continuità ideativa e operativa, presupposto essenziale per delineare e
definire una programmazione che non sia né casuale. Va da sé che le operazioni culturali
hanno significato solo se inserite in una visione pluriennale, tale da assicurare un
“percorso” di informazione sistematica per l’arricchimento dell’utenza.
Settore occupazionale - Un aspetto rilevante sarà costituito dall’opportunità offerta a
giovani professionisti della Musica (strumentisti, cantanti coristi, compositori, direttori
d’orchestra) di inserirsi entro compagini di livello professionale. Oltre a questi, le
opportunità lavorative (tirocinio-stage-assunzione) potranno coinvolgere giovani preparati
in svariati settori: musicologco, ufficio stampa e promozione, archivio, restauro e
rielaborazione materiali musicali antichi o incompleti, intereventi con supporti informatici
per la riedizione di partiture etc..
Non da ultimo, corre obbligo di sottolineare quanto una Struttura portante (Ente di
ideazione e produzione musicale istituzionale) possa rappresentare in termini di “buona
economia”. Il che non significa ridurre i costi obiettivi che la qualità esige, bensì opporre
un deterrente a quella dispersione di fondi, inevitabile nell’usuale erogazione di contributi
“a pioggia”, laddove l’ideazione e la pianificazione di attività siano improntate a criteri di
generica concessione.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
l Fondi messi a disposizione per la pianificazione strategica
dall’Associazione Alessandria 2018
l Fondi regionali per la formazione (approfondimento e riallineamento)
l Fondi europei
l Ministero dell’Università e della Ricerca (settore AFAM)
l Ministero del Turismo
l Ministero degli Affari esteri
l FUS (Fondo unico per lo spettacolo)
l Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria
l Fondazione CRT (bandi specifici)
l Amministrazione Comunale
l Consorzi Comuni minori associati, nelle province piemontesi (Colli
Divini etc.)
l Provincia
l Altri
costi:
Costi di investimento – dopo ricognizione strutture eventualmente già esistenti e quindi
utilizzabili.
Costi di adeguamento edifici già esistenti (realizzazione e/o individuazione possibili
ristrutturazioni di almeno 2 sale prove, una di 350-400 mq per prove orchestra, l’altra di
200-250mq per il coro).

471
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Costi per realizzazione e/o riadattamento locali uso uffici (direzione artistica / segreterie
/ archivio materiali cartacei e informatici musicali, etc.).
Costi per supporti tecnologici (uso ufficio).
Costi per attrezzature tecnologiche (impiantista audio-video-registrazione ecc…).
Costi per la realizzazione di sito web.
Costi di gestione:
Costi annui, Corsi di formazione: stima annua 100.000
Costi risorse umane-professionali orchestra e coro (a regime). Ipotizzando 40 professori
d’orchestra e 20 coristi, media retribuzione mensile (4-5 mesi attività di programmazione).
200.000 orchestra + 80.000 coro
Costi gestione uffici: Direzione artistica (10.000) + personale uffici (stima 5 unità 30.000).
La proiezione è sempre su stima minima di 5-6 mesi operativi.
Varie, in avvio 50.000

totale (stima) € 450.000 – 550.000

fattibilità:
Soggetti coinvolgibili: Teatro Comunale Alessandrino

l Concessione spazi ulteriori entro il piano terra di Palazzo Cuttica (sede


del Conservatorio) per una superficie reale esistente di circa 500mq
(attualmente occupata da Uffici comunali e di altra pertinenza). Risulta che
l’Amministrazione Comunale abbia già tra le priorità il compattare in unica
altra sede Uffici, Sportelli e Centri di servizio.
l Concessione di altri spazi entro strutture edilizie già esistenti (Casermà
Valfrè o Ospedale militare o Seminario) per la realizzazione di una Sala Prova
per l’Orchestra (non meno di 350mq) e di una Sala Prova per il Coro (non
meno di 200mq). Le strutture citate necessitano di opere di ristrutturazione
e adeguamento.
l Concessione di spazi per uso uffici (segreteria, ufficio programmazione,
ufficio stampa, etc.), individuati possibilmente entro le stesse strutture che
ospitano le Sale Prova.

cronoprogramma:
Premessa: Il cronogramma successivo sintetizza una calendarizzazione / scansione atta alla
garanzia di ottimizzazione finale, che consenta il concreto assetto del progetto in tutte le
principali componenti operative e produttive. Tuttavia è importante sottolineare come le
opere e interventi di adeguamento edilizio-logistico (aumento degli spazi disponibili per
le attività di formazione, etc.), pur essendo voce “necessaria”, non siano vincolanti ad un
processo di integrazione formazione – produzione (più volte richiamato in questa sede)
che già avviene ed è in costante divenire nelle “progettazioni pluriennali” del
Conservatorio di Alessandria.

472
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Attività Anno 1° Anno 2° Anno 3° Anno 4° Anni successivi

Percorsi formativi
strumentali e corali (esistenti
MIUR)
Incremento Percorsi form.
strumentali e corali (di prox
attivazione MIUR)
Ricognizione offerta Monitoraggio
culturale territoriale costante
Da valutare
Acquisti attrezzature musicali in base alle
esigenze
Attivazione uffici –-
operatività
Attivazione procedure Da valutare
reclutamento forze in base alle
artistiche esigenze
Opere e interventi di
adeguamento
Operatività completa:
produzione artistica a
regime ufficiale

473
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 3
titolo:
Il museo civico di Alessandria

Azioni di coordinamento
linea 2
e monitoraggio

Sottotitolo:
Progetto di restauro conservativo e realizzazione di uno spazio espositivo–museale nel
complesso dell’ex chiesa e convento di S. Francesco.
Soggetti proponenti:
Amministrazione Comunale di Alessandria
Descrizione del progetto:
In questi anni l’ apertura del percorso espositivo nelle sale di Palazzo Cuttica (2004) e
l’inaugurazione delle Sale d’Arte (2006), hanno permesso di esporre una piccola parte
delle collezioni storico-artistiche e archeologiche del Museo Civico di Alessandria. I
restanti materiali sono attualmente conservati nei depositi e non sono visibili al pubblico.
Il Museo Civico, chiuso al pubblico dal 1978, ora esiste come somma di collezioni ma
non come luogo fisico. Negli ultimi anni, oltre alle due sedi già citate, si sono definiti
diversi luoghi didattico-espositivi, che fanno parte del Sistema dei Musei Civici:
l’antiquarium di Villa del Foro, il Teatro delle Scienze, il Museo del Fiume, il Museo
Etnografico C’era una volta, il Museo del Cappello Borsalino, il Museo della Battaglia di
Marengo che si trova in un edificio appartenente alla Provincia. Ciascuno di questi spazi
approfondisce un aspetto di vita del territorio secondo prospettive naturalistiche,
antropologiche, archeologiche, storico-economiche.
Il Museo Civico, nella sua accezione più ampia, dovrebbe costituire il cuore del sistema e
rappresentare il “nucleo forte” delle collezioni che vantano una preminenza storico-
artistica e archeologica. L’idea di museo è fondamentale per costruire un’identità cittadina
e coltivarla nel tempo; un Museo capace di restituire ad Alessandria la coscienza della sua
storia e di conferirle una visibilità culturale e turistica. Il processo di realizzazione del
nuovo Museo civico deve corrispondere a un’idea coerente e adeguata delle necessità e dei
bisogni della Città e del suo territorio e deve rispondere alle esigenze di sviluppo turistico
del territorio e di crescita culturale della comunità alessandrina.
Il Museo Civico inteso come bussola dell’intero sistema, come il luogo da visitare per
primo per afferrare le coordinate dello sviluppo di Alessandria e del territorio e scegliere
i percorsi di approfondimento nei singoli luoghi della città: chiese, palazzi, monumenti,
Cittadella.
D’intesa con gli organi di tutela, l’amministrazione comunale ha individuato da tempo la
sede ideale del nuovo museo nel complesso dell’ex ospedale militare e in particolare nell’ex
chiesa di San Francesco, definendo in parallelo alcune linee di programma politico-
istituzionali: con questo obiettivo sono iniziati i lavori di restauro dell’edificio per lotti
funzionali e in parallelo è stato commissionato un dettagliato rapporto di fattibilità a uno
studio di architettura dalla vasta esperienza nel settore.
Il nuovo Museo civico, in relazione alla sua missione, alle caratteristiche ambientali, le

474
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

tipologie storico artistiche e archeologiche, e con l’indicazione prescrittiva secondo cui il


visitatore dovrà muoversi in un ambiente agevolmente comprensibile nella sua
articolazione spaziale e funzionale, dovrà avere le seguenti caratteristiche funzionali:
- Flessibilità:
l possibilità di esporre permanentemente collezioni di opere o singole opere
che, per la propria natura o importanza, dovranno essere permanentemente
esposte;
l possibilità di organizzare gli spazi in modo tale da consentire la rotazione
delle opere di sua proprietà in esposizioni temporanee, prelevandole dai propri
depositi, tenendo anche presente che ad esse si potranno aggiungere opere
provenienti da altre sedi;
l possibilità di disporre di spazi aggiuntivi a quelli sopra elencati, destinati
a mostre ed esposizioni temporanee;
l possibilità di organizzare i percorsi museali a seconda delle esigenze
contingenti;
l possibilità di attrezzare spazi provvisori per attività espositive, didattiche,
sperimentali;
- Polivalenza:
l disponibilità di spazi destinati all’esposizione;
l disponibilità di spazi destinati a deposito permanente e temporaneo di
l ampiezza necessaria a consentire la conservazione e la rotazione del
materiale destinato all’esposizione, a conservare temporaneamente oggetti e
beni provenienti da altre sedi qualora se ne ravvisasse la necessità utilizzando
anche strutture e attrezzature adeguate alle tipologie, dimensioni,
caratteristiche dei beni conservati;
l disponibilità di spazi destinati a laboratorio per restauri, studi, ricerche,
riprese fotografiche, analisi sugli oggetti e, in generale, per interventi
conoscitivi e conservativi;
l disponibilità di spazi per la didattica, intendendo in essi sia spazi destinati
ad accogliere gruppi di visitatori, di scolaresche, sia spazi destinati a proiezioni,
conferenze;
l disponibilità di spazi destinati a riunioni, conferenze, dibattiti, concerti;
- Efficienza:
l disponibilità di spazi dedicati agli uffici, con superfici sufficienti a
consentire riunioni, conferenze, lavori in gruppo temporanei, proiezioni, corsi
di formazione, ecc.;
l disponibilità di spazi tecnici, in grado di garantire servizi aggiuntivi ai
visitatori (biblioteca, archivio, cataloghi in linea, sistema informativo regionale
Guarini, consultazione SBN, postazioni Internet, bar, caffetteria, guardaroba,
spazio fotocopie, ecc.);
l cartellonistica e segnaletica, sistemi di prenotazione delle visite, servizi di
accoglienza, sistemi logistici e informativi in grado di indirizzare il pubblico
e rispondere alle aspettative del visitatore, anche dei soggetti svantaggiati,
compresi i non vedenti;
l servizi alla persona (servizi igienici adeguati ai soggetti svantaggiati, servizi
igienici riservati ai bambini, bookshop, spazi dedicati ai bambini, di sosta, di
pausa, di distribuzione di libri e pubblicistica, oggetti, punti di attesa, di ristoro,
di servizio, ecc.);
l accessi coperti ai depositi in modo da consentire il carico-scarico dagli
automezzi;

475
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

l porte esterne e interne e accessi adeguati al passaggio di opere di grandi


dimensioni in condizioni di sicurezza, economicità ed efficienza anche
attraverso l’uso di infrastrutture tecniche adeguate;
l sistema centralizzato di trattamento dell’aria con controlli computerizzati
della temperatura e umidità, condizionamento integrale dell’/degli edificio/i;
l sistema di allarme anti-intrusione, rilevatore di incendio, rilevatore di
allagamento, impianto di spegnimento automatico, impianto di illuminazione
di emergenza, asserviti a impianto autogeno;
l spazi esterni per manifestazioni all’aperto, proiezioni, spettacoli, meeting,
ecc.;
finalità generali:
Il nuovo Museo civico avrà come finalità la fruizione pubblica dei beni ovvero la
valorizzazione e la conoscenza del patrimonio storico artistico e archeologico del territorio
alessandrino attraverso l’individuazione di percorsi espositivi, di strumenti esplicativi, di
metodologie di comunicazione, di segnaletica e cartellonistica adeguate e innovative e di
metodologie multimediali.
Altre importanti finalità sono il miglioramento qualitativo dell’offerta turistico-culturale
della Città e la crescita culturale della comunità alessandrina. Il polo museale, inteso come
volano di sviluppo, contribuirebbe al recupero e alla valorizzazione di un’area degradata
della Città e alla creazione di valore aggiunto in termini di indotto economico per le attività
commerciali del centro.
obiettivi specifici:
l la conservazione del patrimonio storico artistico archeologico della Città
di Alessandria proveniente dalle collezioni dell’antico Museo Civico, della
Pinacoteca Civica, del Gabinetto delle Stampe, delle donazioni ricevute, di
tutti i beni già affidati in comodato e di quelli che entreranno a far parte del
patrimonio a titolo di proprietà, di comodato, di deposito;
l la tutela anche attraverso la classificazione, la schedatura, il restauro e il
recupero delle opere effettuati in proprio o affidati all’esterno;
l il potenziamento e la diversificazione dell’offerta turistica in termini di
turismo sostenibile, tenendo anche conto del turismo culturale nazionale e
internazionale e di quello scolastico;
l la realizzazione di sistemi informativi avanzati e decentrati (stazione FS,
Palazzo comunale, IAT, URP, stazioni Bus, caselli autostradali, IAT e dei
capoluoghi di Provincia piemontesi e di altre Regioni, ecc.), che illustrano le
collezioni, i percorsi di visita, le vie di accesso, i parcheggi, il sistema di
trasporto pubblico, le visite guidate, le condizioni di ingresso quanto a
calendari, orari, i prezzi, le agevolazioni, le offerte, i divieti, le promozioni, le
mostre, le manifestazioni, i sussidi per portatori di andicap, ecc;
l un sistema di prenotazione e di informazione informatizzato e disponibile
in rete;
l la partecipazione a reti museali con sistemi di prenotazione centralizzati,
interscambi, sinergie informative e promozionali, organizzazione autonoma
o in collaborazione con altri soggetti di iniziative, manifestazioni, eventi sul
territorio;
l un sistema di informazione scolastico esteso al territorio provinciale;
l un sistema di informazione dedicato a pazienti ospedalizzati, pazienti di
case di riposo, istituti, strutture sociali, ecc..
l l’acquisizione di nuove opere per accrescere il patrimonio pubblico, anche

476
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

attraverso accordi di programma, convenzioni, partenariati con altre istituzioni


pubbliche o private o privati cittadini;
l la realizzazione di forme di collaborazione con strutture analoghe o
similari presenti sul territorio locale, regionale, nazionale, europeo e
internazionale, anche attraverso la partecipazione ad associazioni, consorzi,
gruppi di interesse;
l la diffusione delle conoscenze sul museo e sul patrimonio, delle
metodologie adottate, delle iniziative realizzate;
l la promozione e la realizzazione di studi e ricerche in collaborazione con
l’Università del Piemonte orientale, in modo da costituire un polo istituzionale
di ricerca. Il Museo potrà inoltre promuovere studi e ricerche autonomamente
o collaborando con altre Università, centri di ricerca pubblici e privati, gruppi
di ricercatori o singoli studiosi;
Attività:
Oltre alle attività di carattere istituzionale vi sono tutte quelle attività connesse alla
promozione, valorizzazione e tutela dell’arte, dell’archeologia delle scienze e dell’articolato
patrimonio culturale del territorio, allo studio alla conservazione e alla ricerca.
Il Museo consente di programmare e coordinare attività di promozione e di valorizzazione
tra cui:
- attività espositive e mostre temporanee;
- servizi di accoglienza al pubblico, di bookshop;
- visite guidate, laboratori didattici;
- consultazione, catalogazione;
- servizi di audioguide, consultazione multimediale
Inoltre si occupa di:
l curare gli adempimenti relativi alle attività di conservazione delle raccolte
(controlli microclimatici etc.);
l curare l’inventariazione e catalogazione dei beni culturali presenti e il loro
incremento nonché individuare e proporre l’acquisizione di beni culturali di
interesse territoriale e concernente la tipologia delle raccolte;
l attendere alla ricerca e studio riguardanti le raccolte, alla loro illustrazione
scientifica attraverso il loro ordinamento e lo studio dei percorsi espositivi,
elaborare i progetti per il restauro delle opere di pertinenza;
l organizzare ed eseguire la progettazione scientifica delle esposizioni
temporanee;
l seguire eventuali variazioni dell’allestimenti del percorso museale seguendo
le linee guida fornite dalla Soprintendenza per i Beni Storico Artistici e
Demoetnoantropologici del Piemonte;
l garantire la conservazione, la gestione, la cura e la piena accessibilità al
pubblico, prevedendo un orario di apertura settimanale consono alla propria
missione e assicurando la consultazione dei beni non esposti;
l redigere un rendiconto contabile annuo chiaro e di facile leggibilità;
l integrare la propria promozione con quella di altri istituti, anche per
quanto attiene l’attività espositiva temporanea e i prestiti, all’interno di un
sistema integrato di servizi e comunicazione al pubblico;
l adottare criteri di registrazione, catalogazione, conservazione della
documentazione e rilevazione dei dati statistici compatibili e integrabili con
quelli del sistema di rete dei musei civici, regionali e nazionali;
l attivare nei limiti delle proprie possibilità gestionali, un rapporto con il
territorio circostante nel senso della ricerca, della valorizzazione e della

477
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

didattica;
A completamento di queste attività il Museo programma e realizza una serie di cicli di
conferenze ed altre iniziative di promozione del patrimonio culturale.
risultati:
Il nuovo museo sarà un elemento di forza e di qualità dell’ offerta turistico/culturale della
Città e del territorio, ponendosi all’avanguardia rispetto ad analoghe realtà culturali
localizzabili nella stessa area geografica.
La realizzazione del progetto contribuirà al recupero dell’importante complesso di S.
Francesco e alla realizzazione del Museo Civico che manca da più di trent’anni e alla
creazione di nuovi spazi condivisi e tecnologici in centro Città.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
l Risorse stanziate dal Comune di Alessandria
l Contributo della Regione Piemonte
l Contributo della Provincia di Alessandria
l Finanziamenti delle fondazioni bancarie
l Ministero per i Beni e le attività culturali
l Ministero del Turismo
l Ministero dell’Economia e delle finanze
l Fondi europei
costi:
Ipotesi dei costi di investimento:
Costo del restauro e ristrutturazione della chiesa e del Complesso Conventuale:
24.000.000,00 Euro per 11.170 mq
Costo per allestimento espositivo, mobili e arredi, allestimento multimediale: 2.000.000,00
Euro per 8.780 mq previsti
Totale costi di investimento stima: € 26.000.000,00
Ipotesi dei costi di gestione:
costo complessivo annuo di Euro 2.300.000,00,
I dati sono presenti nello studio di fattibilità realizzato dal Servizio Cultura e Turismo.
fattibilità:
l Costi elevati
l Definizione dei rapporti con l’ Università per l’utilizzo degli spazi
l Difficoltà derivanti dalla necessità di coordinare un numero elevato di
soggetti coinvolti nel progetto (comuni, regione, provincia, Ministero,
sponsor, istituti culturali diversi)
l Procedure burocratiche complesse
cronoprogramma:
Si ipotizza, per la realizzazione del progetto una durata decennale.

478
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 4
titolo:
costituzione del sistema bibliotecario alessandrino

Azioni di coordinamento
linea 2
e monitoraggio

Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo l’organizzazione di una rete di coordinamento delle
biblioteche cittadine e delle biblioteche dei comuni appartenenti al distretto bibliotecario
alessandrino per il potenziamento dei servizi al pubblico.
Soggetti proponenti:
Amministrazione Comunale di Alessandria
Descrizione del progetto:
Con la ristrutturazione della sede conclusa nel febbraio 2007, la Biblioteca Civica di
Alessandria ha avviato una generale riorganizzazione sia dei servizi interni che dei servizi
al pubblico, con il duplice scopo di rinnovare, mediante strumenti e tecnologie moderne,
la tradizione di biblioteca di conservazione per i fondi librari storici e per la
documentazione di carattere locale e di offrire alla città le opportunità culturali di una
moderna biblioteca di pubblica lettura. A tre anni dalla riapertura, considerando le
tipologie di utenza dell’istituto e le possibilità di sviluppo delle proposte culturali inerenti
la lettura e la ricerca, l’Amministrazione Comunale ritiene che una rete di biblioteche
cittadine e intercomunali possa garantire, individuando gli idonei strumenti di
cooperazione, una maggiore efficienza ed efficacia sia nell’erogazione dei servizi al
pubblico che nella gestione delle raccolte.
A tal fine si istituirà un gruppo di lavoro composta da: Comune di Alessandria, Provincia
di Alessandria, Regione Piemonte, biblioteche cittadine (universitarie, scolastiche, bio-
medica, della Camera di Commercio, del Seminario Vescovile, dell’Istituto per la storia
della resistenza, dell’Archivio di Stato, della Società di Storia Arte Archeologia, del Teatro
Regionale Alessandrino e del Conservatorio) e 31 biblioteche comunali componenti il
distretto alessandrino individuato nella relativa normativa regionale . IL gruppo di lavoro
procederà all’elaborazione di un documento programmatico che illustri le linee generali del
progetto:il documento costituirà la base della convenzione con la quale i vari soggetti
coinvolti stabiliranno di condividere ed accettare le disposizioni normative e le ipotesi
progettuali dell’istituendo Sistema Bibliotecario Alessandrino .
Il progetto prevede fasi diverse:
l Tramite una serie di riunioni preliminari di analisi e di discussione viene
definito un quadro di esigenze condivise tra i vari istituti bibliotecari sulla
base delle quali prevedere le attività di cooperazione che consentono di
ottenere un complessivo miglioramento dei servizi offerti alla comunità di
riferimento: sviluppo delle raccolte librarie, ampliamento dei servizi all’utenza,
promozione del libro e della lettura e aggiornamento del personale.
l Le singole biblioteche individuano filoni di specializzazione tematica ed
elaborano un piano di acquisti collettivi e ragionati che dovrà portare

479
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

all’accrescimento complessivo delle raccolte librarie. All’acquisto seguono


interventi di catalogazione cooperativa del patrimonio librario che sarà reso
consultabile tramite internet. Per la corretta conservazione del materiale
acquistato e per garantire i futuri sviluppi del patrimonio librario collettivo
viene allestito un deposito centralizzato, utilizzando il deposito aggiuntivo in
dotazione della Biblioteca Civica di Alessandria che sarà oggetto di parziali
riadattamenti (rinnovo locali,aumento delle scaffalature, potenziamento degli
strumenti di controllo ambientale).Si procederà ad organizzare: un piano di
riproduzione digitale della documentazione più frequentemente consultata;
un servizio di circolazione dei libri e dei materiali multimediali per il prestito
interbibliotecario sistemico e delle copie dei documenti originali richieste
dagli utenti.
l Viene potenziato il settore dell’ informazione e dell’ ausilio alle ricerche
tramite un uso regolare e pianificato dei servizi telefonici, di internet e della
posta elettronica. Sarà fornita assistenza informativa indirizzando le richieste
dell’utente ai bibliotecari specializzati presenti nelle varie istituzioni
l Le biblioteche del sistema attuano una politica di comunicazione che,
tramite l’ideazione di logo,sito web, bibliocard, modulistica e gadgets con linee
grafiche comuni e tramite la pubblicizzazione regolare e periodica delle
attività svolte, consenta di riconoscere il Sistema come fornitore privilegiato
di servizi bibliotecari nell’ambito della città e della provincia.
l La costituzione del sistema bibliotecario offrirà possibilità immediate di
qualificazione professionale e di formazione specifica al personale che verrà
assegnato ai servizi coordinati del sistema e possibilità future di programmi
di preparazione e selezione di bibliotecari di sistema.
Sarà costituita una segreteria organizzativa composta dal funzionario responsabile del
Servizio biblioteca, dal funzionario responsabile del Servizio coordinamento e gestione
amministrativa dell’Assessorato alla Cultura, due bibliotecari della Biblioteca Civica di
Alessandria, due rappresentanti delle biblioteche cittadine e due rappresentanti delle
biblioteche degli altri comuni . Si occuperà del coordinamento delle varie fasi del progetto,
di organizzare le procedure di gara e l’affidamento di incarichi professionali ,della
redazione di disposizioni normative e del monitoraggio delle attività in corso.
finalità generali:
Lo scopo primario è il miglioramento dei servizi bibliotecari offerti alle comunità
attraverso scambi reciproci di informazioni, idee,servizi e competenze. La cooperazione
consentirà, attraverso l’integrazione delle risorse disponibili, di raggiungere risultati di
maggiore efficienza ed efficacia. Più specificamente la costituzione di una rete di
biblioteche di pubblica lettura favorisce il coordinamento e la condivisione delle risorse
culturali, tecniche, finanziarie ed umane e consente la valorizzazione del patrimonio
culturale collettivo.
obiettivi specifici:
l costituzione di un patrimonio librario collettivo esauriente, equilibrato,
complementare ed efficace, attraverso l’elaborazione di un piano di acquisti
collettivi e di interventi di catalogazione cooperativa che amplino la
consultazione tramite internet
l sviluppo di servizi a rilevanza esterna che esaudiscano i bisogni informativi
di un sempre maggior numero di utenti attraverso la circolazione dei libri e
dei materiali multimediali oggetto del prestito interbibliotecario sistemico e
lo scambio delle copie dei documenti originali, il potenziamento del settore
dell’ informazione e dell’ ausilio alle ricerche tramite un uso regolare e

480
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

pianificato dei servizi telefonici, della posta elettronica e di internet


l avvio di una strategia efficace di comunicazione e di promozione delle
biblioteche del Sistema tramite l’ideazione di logo,sito web, bibliocard,
modulistica e gadgets con linee grafiche comuni e tramite pubblicizzazione
regolare e periodica delle attività svolte
l percorsi formativi che aprono possibilità concrete di qualificazione
professionale e di formazione specifica per le unità di personale che verranno
assegnate ai servizi coordinati del Sistema e possibilità future di
programmare procedure di selezione di bibliotecari di sistema
Attività:
l piano di acquisti coordinati:individuazione delle caratteristiche delle
raccolte delle singole biblioteche e dei filoni di specializzazione di ciascuna;
organizzazione delle procedure amministrative centralizzate di gara per
l’assegnazione delle forniture; compilazione delle liste d’ordine destinate al
fornitore
l programma di catalogazione centralizzata delle pubblicazioni acquistate:
organizzazione delle procedure di gara per l’affidamento della prestazione
dei servizi di catalogazione, comprensivi del trattamento successivo del
materiale (ingressatura, bollatura, etichettatura, sovracopertura, apposizione
dell’elemento antitaccheggio); trasporto,collocazione e sistemazione a scaffale
nelle biblioteche del sistema del materiale acquistato e catalogato
l piano comune di conservazione:allestimento del deposito comune, negli
spazi del deposito aggiuntivo della Biblioteca Civica di Alessandria; interventi
di riproduzione digitale dei materiali di interesse comune conservati nelle varie
biblioteche tramite affidamento del servizio con procedura di gara
l programma di servizi al pubblico: allestimento delle procedure per il
prestito interbibliotecario sistemico; allestimento delle procedure per la
fornitura di documenti ; allestimento per le procedure del reference
cooperativo
l realizzazione di strumenti informatici:OPAC collettivo integrato del
Sistema; piano di integrazione degli strumenti di gestione di prestito
interbibliotecario sistemico e di Document delivery con i software di gestione
interna del sistema.
l affidamento del servizio di movimentazione dei documenti acquistati e
catalogati,di ritiro e a consegna dei documenti del prestito interbibliotecario
sistemico e dei documenti in copia .
l realizzazione del sito web del Sistema
l piano di comunicazione sia interna alle strutture coinvolte nel progetto
che esterna
l redazione di regolamenti
l formazione del personale
risultati:
La costituzione del Sistema Bibliotecario Alessandrino rappresenta , per un ampia zona
del territorio provinciale , un’importante occasione di ampliare il bacino d’utenza dei
servizi bibliotecari tramite il complessivo miglioramento delle pratiche di cooperazione tra
i comuni. L’organizzazione sistemica dei servizi bibliotecari porterà ad un significativo
sviluppo delle raccolte librarie e multimediali, al rinnovamento e alla crescita dei servizi
erogati al pubblico , alla promozione della cultura tramite la lettura, alla riqualificazione
del personale

481
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

La realizzazione del progetto condurrà a soddisfare le aspirazioni delle biblioteche di


pubblica lettura dell’area alessandrina di servire un numero maggiore di cittadini,introdurrà
servizi innovativi attraverso la modernizzazione tecnologica e migliorerà le pratiche di
conservazione delle collezioni.
La nuova rete di biblioteche sarà un elemento rilevante di forza e di qualità dell’ offerta
culturale complessiva del territorio provinciale, ponendosi all’avanguardia rispetto ad
analoghe realtà culturali localizzabili nella stessa area geografica.

risorse, strumenti e forme di finanziamento:


l Risorse stanziate in sede di bilancio nei capitoli del Servizio Biblioteca
l Quote di partecipazione degli enti coinvolti ( biblioteche cittadine ,
comuni)
l Contributo della Regione Piemonte
l Contributo della Provincia di Alessandria
l Finanziamenti delle fondazioni bancarie
l Contributo del Centro per il libro e la lettura del Ministero per i beni e le
attività culturali
costi:
La durata pluriennale e la tipologia di interventi dovranno essere specificati dal gruppo
di lavoro , pertanto non è possibile stimare i costi in modo dettagliato e definitivo. E’
possibile prevedere i costi di alcune attività :
l Acquisto di monografie, periodici e materiali multimediali secondo un
piano di acquisti coordinati tramite affidamento con procedura di gara
€ 400.000,00
l Intervento di catalogazione centralizzata dei documenti acquistati
comprensivo del trattamento successivo(ingessatura,
bollatura,etichettatura,sovra copertura, apposizione dell’elemento
antitaccheggio) tramite affidamento con procedura di gara
€ 200.000,00
l Intervento di digitalizzazione dei periodici antichi di interesse comune
conservati nelle biblioteche tramite affidamento con procedura di gara
€ 120.000,00
l Servizio di movimentazione dei materiali ( documenti acquistati e
catalogati, ritiro e consegna dei documenti del prestito interbibliotecario
sistemico dei documenti prodotti in copia)tramite affidamento con procedura
di gara
€ 50.000
l Progetto del sito web del sistema tramite affidamento a ditta specializzata
€ 30.000,00
l Totale € 800.000,00
fattibilità:
l Costi elevati
l Difficoltà derivanti dalla necessità di coordinare il numero elevato di
soggetti coinvolti (comuni, regione,provincia, istituti culturali diversi )
l Procedure burocratiche complesse per la stesura della convenzione e per
l’affidamento degli incarichi operativi.

482
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

cronoprogramma:
Anno
Anno primo Anno terzo
secondo

attività I II I II III I II

III IV IV III IV

Piano di acquisti coordinati

Programma di catalogazione
centralizzata

Piano di conservazione

Programma di servizi al
pubblico
Servizio di movimentazione
dei documenti
Strumenti informatici e sito
web

Piano di comunicazione

Segreteria organizzativa

483
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 5
titolo:
osservatorio culturale e turistico alessandrino

Azioni di coordinamento
linea 2
e monitoraggio

Sottotitolo:
Coordinamento delle operazioni di raccolta dati sulle attività culturali e relativi flussi di
fruitori (locali e non) ed elaborazione degli stessi al fine di progettare interventi pubblici
e privati.
Soggetti proponenti:
Centro per l’Economia e la Ricerca Applicata (C.e.rc.a) del Dipartimento di Politiche
Pubbliche e Scelte Collettive POLIS – Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
L’obiettivo dell’Osservatorio è quello di consegnare alle istituzioni e agli operatori del
settore un quadro sistematico ed aggiornato delle principali variabili del settore culturale,
che possa costituirsi come lo scenario di base, lo sfondo conosciuto e condiviso rispetto
al quale valutare le strategie di intervento, i risultati attesi, le dinamiche di singoli settori
in rapporto al complesso delle attività sociali ed economiche del territorio.
Anche i flussi di fruitori dei servizi culturali del territorio saranno oggetto di sistematica
rilevazione da parte dell’Osservatorio.
finalità generali:
Troppo spesso, in passato, il patrimonio artistico, culturale e ambientale del Comune di
Alessandria è stato unicamente meta d’arrivo o di fugace passaggio e non si è trasformato
in un punto di partenza, per un Comune tutto da scoprire. Da qui la necessità di
intervenire in tale contesto attraverso il coordinamento e la promozione di azioni di
valorizzazione culturale e turistica del territorio comunale. Nasce così il progetto della
costituzione di un Osservatorio Culturale e Turistico dell’alessandrino facente capo al
C.E.Rc.A. (Centro di Economia e Ricerca Applicata) dell’Università del Piemonte
Orientale.
Il progetto, di carattere pluriennale, consiste nel produrre e mettere a disposizione dati e
conoscenze necessarie allo sviluppo del consumo culturale e turistico.
Esistono almeno tre assi attorno ai quali si articolano le esigenze del territorio:
1. la ricerca operativa, ovvero la produzione di conoscenza destinata ad
orientare il processo decisionale, a fornire quadri interpretativi, a dare
indicazioni per far fronte a problemi concreti
2. la dimensione territoriale dei fenomeni: sempre più di frequente emerge
la richiesta di individuare la dimensione territoriale di tutti i fenomeni indagati,
sia essa relativa alle grandezze economiche di un settore produttivo o
all’impatto di una policy
3. legato al secondo, riguarda l’integrazione tra cultura e sviluppo locale
sostenibile. Alla base di questo asse vi è l’idea della cultura come elemento

484
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

capace di attivare le risorse locali e come componente strategica in grado di


esprimere un’identità territoriale.
obiettivi specifici:
Gli obiettivi principali di analisi previsti sono i seguenti:
l I numeri, i comportamenti e la spesa: monitoraggio dell’andamento
congiunturale delle presenze/prenotazioni nei luoghi di consumo culturale e
nelle strutture turistiche
l Focus sui prodotti principali del territorio: enogastronomia, attività
convegnistica, attività di spettacolo e musicale, ecc., sono prodotti turistici
che, al pari di quelli culturali, rappresentano ormai realtà di punta che
caratterizzano il territorio. Da qui la necessità di un monitoraggio puntuale.
l Impatto economico: le ricadute economiche del consumo culturale e
turistico sul territorio del Comune di Alessandria e la soddisfazione del cliente
l Promozione del territorio / informazione del fruitore finale: attraverso
l’attività di continuo aggiornamento degli eventi culturali del territorio e sintesi
dei risultati ottenuti
Attività:
l Rassegna della letteratura in ambito economico e gestionale
l Progettazione di strumenti di raccolta dati integrati
l Progettazione di strumenti d’analisi flessibili per adeguarsi alla varietà di
proposte culturali del territorio
l Redazione di un report annuale sull’andamento dell’offerta culturale e della
domanda relativa sul territorio alessandrino
l Realizzazione di ricerche specifiche su eventi di particolare interesse per
l’amministrazione o per gli operatori territoriali
l Gestione di un tavolo permanente di dialogo e confronto tra gli enti
pubblici e i soggetti privati operanti nel settore
l Progettazione, realizzazione ed implementazione di un sistema
informatico multi-livello in grado di facilitare tanto l’attività degli operatori,
quanto quella dei ricercatori e, non per ultimo, del fruitore finale
risultati:
La realizzazione di un monitoraggio puntuale dell’attività culturale e turistica consente una
conoscenza puntuale delle criticità del territorio necessaria per l’elaborazione di strategie
di valorizzazione dello stesso. L’Osservatorio si propone come soggetto capace di
agevolare il dialogo e la collaborazione fra enti pubblici e privati per un’efficace
promozione delle attività culturali.
Inoltre, l’attività dell’Osservatorio consente di ottenere:
l una serie storica coerente dei dati culturali e turistici del territorio del
Comune di Alessandria e una prima valutazione circa la capacità attrattiva
dello stesso;
l la possibilità di optare per singoli pacchetti informativi (data la natura
modulare del progetto) al fine di approfondire eccellenze ed interessi puntuali
senza che questa scelta riduca l’efficacia del risultato finale;
l un rapporto annuale di supporto al policy making del Comune in materia
culturale e turistica, realizzato in forma snella (giornalistica) facilmente
divulgabile dall’amministrazione
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
l Stanziamento di risorse comunali (Assessorato alla Cultura, Assessorato

485
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

alle Attività Produttive)


l Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria
l Altri
costi:
La durata pluriennale e la tipologia di interventi saranno dettagliati nel progetto finale. In
termini di ordini di grandezza, è possibile stimare le seguenti cifre:
lRealizzazione degli strumenti di rilevazione dei dati
€ 25.000,00(una tantum)
lProgetto di un sito web di raccolta dei dati e delle elaborazioni (o
ampliamento del portale culturale del Comune di Alessandria www.cultural.it)
€ 20.000,00(una tantum)
lRaccolta dati capillare e sistematica
€ 30.000,00 (annuale)
lSpese di organizzazione e segreteria dell’osservatorio
€ 5.000,00 (annuale)
lAttualizzazione degli strumenti di rilevazione
€ 10.000,00 (annuale)
lGestione del sito web
€ 5.000,00 (annuale)
lElaborazione dei dati e creazione dei rapporti per il policy making
€ 40.000,00 (annuale)
lGestione dei tavoli di lavoro tra operatori privati e pubblici del settore
€ 15.000,00 (annuale)
Totale costi 1° anno € 150.000,00
Totale costi anni successivi al 1° € 110.000,00
fattibilità:
Elementi minimi di fattibilità:
l Stesura di protocollo d’intesa e di uno attuativo finalizzato al
coordinamento tra gli enti coinvolti (Centro di Ricerca, Università, Comune,
altri enti ed istituzioni culturali culturali che realizzano inziative sul territorio
alessandrino, associazioni culturali)
l Garanzie per la continuità del finanziamento
Elementi di criticità:
l costi medio/alti per l’attivazione dell’osservatorio
l frammentazione dell’attività culturale
cronoprogramma:
l 2 mesi: rassegna della letteratura in ambito economico e gestionale
l 2 mesi: progettazione di strumenti di raccolta dati integrati
l 2 mesi: progettazione di strumenti d’analisi flessibili per adeguarsi alla
varietà di proposte culturali del territorio
l 4 mesi (consegna per aprile dell’anno successivo): redazione di un report
annuale sull’andamento dell’offerta culturale e della domanda relativa sul
territorio alessandrino
l 3 mesi (da valutare a seconda della complessità e della vastità del focus
proposto dal committente): realizzazione di ricerche specifiche su eventi di
particolare interesse per l’amministrazione o per gli operatori territoriali
l 4 mesi (progettazione e realizzazione): progettazione, realizzazione ed
implementazione di un sistema informatico multi-livello in grado di facilitare

486
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

tanto l’attività degli operatori, quanto quella dei ricercatori e, non per ultimo,
del fruitore finale
Permanente: gestione di un tavolo permanente di dialogo e confronto tra gli enti pubblici
e i soggetti privati operanti nel settore

487
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

488
ASSE IV - Sviluppo di comunità
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

490
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ASSE IV - I contEnutI progEttuAlI


Il quarto Asse del Piano Strategico è quello di Sviluppo di comunità. Non è stato semplice
definire i tavoli di lavoro, perché attorno al concetto di sviluppo di comunità si sono
confrontate opinioni molto ampie ed articolate. Si è deciso, dopo ampio coinvolgimento
delle parti della società interessate a tale dibattito di dividere l’asse su 3 tavoli, che
rappresentano nella accezione della città di Alessandria i relativi temi prioritari di sviluppo
della propria comunità. Il primo tavolo di Asse riguarda il lavoro, la sicurezza sul lavoro
e la formazione professionale, implicitamente riconoscendo che la ricerca di un lavoro
regolare e sicuro, al quale accedere anche con competenze qualificate, rappresenta una
delle finalità generali della sviluppo di una società. Il secondo tavolo riguarda il grande
tema del Welfare, ed a tale tavolo sono stati ricondotti i temi dello sviluppo sociale, in una
accezione ampia e condivisa dalle parti. Il terzo tavolo dell’Asse è stato dedicato in
particolare alla tutela della garanzia della salute, riconoscendo che particolare e prioritaria
attenzione deve essere posta dalla comunità alla tutela del bene primario dell’uomo per
antonomasia, la sua salute, appunto.

lavoro, sicurezza sul lavoro e formazione professionale


Il primo tavolo di Asse ha sperimentato soluzioni innovative in tema di lavoro; si veda ad
esempio il progetto, dal titolo “La salute e la sicurezza sul lavoro; il marketing sociale
applicato alla pianificazione strategica”. Il progetto, presentato sulla linea 3 dell’Asse 4
congiuntamente da Spresal - ASL e da S.C.D.U. Servizio di Epidemiologia ASL TO3
(Gruppo Rischi e Danni da Lavoro e DoRS - Centro di Documentazione per la
Promozione della Salute, Regione Piemonte), è un esempio di come le buone esperienze
di altre realtà italiane siano stati studiate per applicazioni sulla città di Alessandria, cercando
di applicare modelli in modo innovativo ed intelligente. L’ampia documentazione
bibliografica riportata nella scheda progetto documenta come oggi il marketing sociale è
uno strumento utile per favorire cambiamenti di comportamenti. Il progetto proposto
intende sfruttare al meglio il contributo che le sue metodologie e le sue tecniche, insieme
ad altri interventi di prevenzione, possono apportare alla salute e la sicurezza sul lavoro.
Il tavolo ha scelto una linea strategica specifica (la linea 3) per il tema prioritario della
Comunicazione sociale per la sensibilizzazione in materia di lavoro. Sul tema si veda anche
il progetto “Il lavoro sicuro e regolare interessa anche te”, per il quale la tesi sostenuta è
che il lavoro nero e l’inosservanza delle norme di sicurezza riguarda tutti i cittadini e non
solo i lavoratori. Il progetto, presentato dalla Direzione Provinciale del Lavoro di
Alessandria, si propone di introdurre un nuovo modo di comunicare attraverso gli atti
che tutta la Pubblica Amministrazione emette per le proprie attività istituzionali. La
proposta si basa sulla possibilità di utilizzare la corrispondenza inviata da tutte le
Amministrazioni Pubbliche inserendo a piè di pagina il messaggio di promozione della
legalità sociale.
Una delle tematiche più interessanti e dalle quali è emerso un approccio innovativo e
collaborativo è sul tavolo in oggetto quello della linea strategica 2 – sviluppo di reti
informative a sostegno del sistema lavoro. Si legga l’interessante progetto “Rete di sportelli
per la sicurezza sul lavoro”, a dimostrazione delle sinergie e del superamento delle logiche
di parte che ha caratterizzato il piano strategico della città di Alessandria; il progetto è
stato studiato, ideato e scritto congiuntamente da Ordine degli Ingegneri Alessandria,
Confindustria Alessandria, Confapi Alessandria. Al di là del valore intrinseco dato dal
mettere insieme competenze e ambiti di intervento così integrati, la novità della scheda

491
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progetto consiste nella soluzione proposta di agevolare a livello locale i rapporti tra utenti
ed enti pubblici che si occupano di sicurezza sul lavoro (e ambiente), favorendo lo scambio
di informazioni e di documentazione. Il progetto prevede così la realizzazione e messa a
disposizione sulla Rete di un data base veramente ampio ed integrato di informazioni e
documentazione utili alle imprese, ai professionisti e alle associazioni.
Ancora dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria è l’idea, poi confluita
nella scheda progetto dal titolo “Introduzione nelle aziende dei sistemi di gestione della
sicurezza sul lavoro - attività formativa.” , di introdurre sperimentazioni in tema di
formazione sul lavoro. L’idea, ampiamente dibattuta sul tavolo di lavoro dagli esperti di
settore, parte dalla constatazione che la definitiva entrata in vigore del testo unico in
materia di sicurezza e salute sul posto di lavoro, il d.lgs. 81 del 2008 e succ. modifiche ed
integrazioni, ha introdotto la possibilità per le aziende di adottare dei “modelli di
gestione”della sicurezza. Tale opportunità, di qui la scheda progetto, necessita tuttavia di
un percorso formativo di alto livello che apporti le necessarie conoscenze a tutto il
personale impiegato, attraverso azioni di formazione mirata a migliorare le condizioni di
sicurezza e salute sui luoghi di lavoro.
Trattando di politiche per il lavoro, la formazione costituisce una risorsa imprescindibile
di sviluppo, ma anche l’orientamento viene visto come un servizio da attuarsi con modalità
innovative. Si veda ad esempio la scheda progetto studiata e proposta da “CIOFS/FP
PIEMONTE”, dal titolo “Un servizio per l’Informazione Orientativa, il Bilancio
Professionale e il Bilancio Giovani”. La ratio che muove l’ideatore del nuovo servizio è
data dal fattore del mercato in repentino mutamento; la necessità di imparare ad auto-
orientarsi tra le opportunità lavorative e formative del mercato del lavoro trae origine dal
contesto attuale, dalla criticità e variabilità che lo caratterizza. In tal senso, la scheda
progetto prevede che il servizio di orientamento è dedicato a tutti coloro che desiderano
accrescere la capacità di gestire il proprio sviluppo professionale per far fronte alle richieste
del mercato del lavoro in continua trasformazione.
Ancora sulla linea 3 - Comunicazione sociale per la sensibilizzazione in materia di lavoro
– si osserva che il piano strategico parte dal presupposto che la sua naturale proiezione nel
lungo termine debba vedere una comunicazione destinata ai giovani. Si veda il progetto
“Sicurezza in edilizia: conoscenza e consapevolezza iniziano dalla scuola”, proposto per
il comparto edile – uno dei più problematici in tale ambito – da Scuola Edile di Alessandria
Comitato Paritetico Territoriale (C.P.T.) di Alessandria. Il problema della sicurezza e della
salute nei luoghi di lavoro, viene affrontato nella scheda progetto a partire dal basso e cioè
attraverso un percorso di conoscenza, formazione e partecipazione svolto nelle scuole, con
interlocutori oggi giovani e giovanissimi ma che domani saranno probabilmente futuri
committenti ed in alcuni casi professionisti, tecnici, addetti ai lavori.
Ancora in tema di sicurezza sul lavoro, un altro interessante progetto è quello presentato
dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Alessandria, dal titolo “Il coordinamento
locale della formazione per la sicurezza sul lavoro”. Il progetto, muovendo dalla
considerazione che per la sicurezza sul lavoro sia fondamentale la formazione degli addetti,
e che a nulla vale una sicurezza fatta di elementi formali, per lo più cartacei, se non si
riesce a diffondere una nuova cultura del lavoro che veda la sicurezza al centro del processo
lavorativo, incentra l’attenzione sulle esigenze di coordinamento. E’ necessario infatti in
prospettiva futura coordinare ed unificare i corsi di formazione a tutti i livelli. Il Comune,
unitamente agli altri enti presenti sul territorio, può gestire in maniera organica tale
processo formativo e garantire una reale qualità della formazione.
La capacità di fare pianificazione strategica significa sapere anticipare le determinanti

492
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

future del lavoro; in tal senso, la programmazione delle attività formative deve sapere
seguire le necessità reali del mercato. Troppo spesso si assiste ad un disallineamento tra i
corsi proposti e le esigenze del mondo del lavoro; di qui lo spunto per l’interessante
progetto dal titolo “Osservatorio Permanente Fabbisogni Formativi e Occupazionali”. E’
importante osservare che il progetto viene ideato, proposto e sottoscritto da tutte le
agenzie formative operanti sul territorio, come esempio di altra buona prassi di
pianificazione strategica, volta al superamento della logica della competizione e della
visione di parte in funzione di un interesse di più ampia portata. La scheda progetto delle
agenzie formative propone l’adozione di un modello di rilevazione e condivisione dei
fabbisogni formativi e occupazionali per il rafforzamento del sistema di formazione
professionale nell’alessandrino. L’innovazione della scheda progetto consiste nel fatto di
pensare ad un sistema integrato – che coinvolge Provincia, Parti Sociali, Imprese, Scuole,
Organismi di Formazione, Centri per l’Impiego, Camera di commercio - per studiare in
anticipo i bisogni del marcato. Il modello deve risultare cioè in grado di fornire risposte
adeguate al mondo imprenditoriale grazie a molteplici progetti finalizzati a creare un
sistema integrato destinato ai giovani, alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese del territorio
mediante la costruzione di un database, in continuo aggiornamento, delle figure
professionali e relative competenze richieste dal mercato del lavoro.

Sviluppo del Welfare


La città di Alessandria, come si documenta con l’indagine diagnostica effettuata per il
Piano Strategico dall’Università degli Studi del Piemonte orientale, ha una delle più elevate
percentuali di persone anziane d’Italia, con i problemi di natura sociale che tale dato
statistico comporta. In questo quadro sociale, il fenomeno della cosiddetta “assistenza
familiare” è complesso e variegato, e sta influendo in modo sensibile sulle politiche del
welfare attualmente praticate in Italia, sugli stili di vita delle famiglie coinvolte, sulla stessa
qualità della vita delle donne immigrate direttamente coinvolte in quest’attività. In questa
direzione è stato pensato il progetto “IterAL”, presentato dal CISSACA con une rete
ampia e strutturata di partners coinvolti: Cooperativa Sociale “Azimut”, Cooperativa
sociale “Aloha”, Caritas, Anolf (CISL), CGIL (Ufficio Immigrati), ACLI, Comuni aderenti
al Cissaca, A.S.L. AL, Provincia e Centro per l’impiego di Alessandria, C.F.P. del territorio.
Con un piano molto articolato di intervento, per il quale si rimanda alla lettura della scheda
progetto, “ITE.R A.L.” garantirà agli anziani non autosufficienti e alle loro famiglie la
possibilità di accedere a servizi di cura di qualità, in un’ottica di ampliamento e
responsabilizzazione dell’utenza e di qualificazione dell’offerta.
Il mutamento del quadro sociale è determinato non solo dai cambiamenti delle fasce sociali
in termini di invecchiamento, ma anche in termini di reddito, e di correlato tenore di vita.
Preoccupante in tale senso è la dinamica degli ultimi anni sul panorama locale, che ha
portato a condizioni di disagio derivante, in parte, da un consumo non razionale di beni
e servizi da parte delle famiglie. Un consumo razionale è strettamente collegato ad un
cambiamento di stili di vita. In tal senso, si legga la scheda progetto di Sviluppo sostenibile
dal titolo “Consumo critico e nuovi stili di vita”, proposto dalla Cartitas della Diocesi di
Alessandria. L’idea di scrivere un progetto sugli stili di vita e sui possibili modi di muovere
i cittadini ad un consumo critico e razionale è nata dall’accogliere quotidianamente, da
parte degli operatori e volontari Caritas, di storie di persone principalmente in difficoltà
economiche dovute in qualche maniera alla crisi che da alcuni mesi il paese sta affrontando.
In tale senso, il progetto proposto, intende sfruttare al meglio tutte le nuove possibilità di
consumo razionale che possono portare ad un sensibile cambiamento e miglioramento
degli stili di vita dei cittadini.
La capacità del Tavolo di affrontare in modo articolato e diversificato le varie

493
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

problematiche della città si legge nella capacità di saper trattare temi diametralmente
opposti, passando dal tema degli anziani e quello dei giovani. Si veda a proposito il
progetto presentato dal Comune di Alessandria dal titolo “Giovani protagonisti della
città”; il progetto proposto da Assessorato Politiche per la Famiglia e per la Solidarietà
Sociale – Servizio Famiglia e Giovani, si inserisce nel quadro metodologico di riferimento
che si avvale dei contributi della psicologia di comunità, della ricerca- azione,
dell’animazione sociale e culturale e dell’animazione di comunità, che implicano il
coinvolgimento attivo di tutti i soggetti impegnati nel percorso e considerano il gruppo
come risorsa privilegiata di lavoro. La soluzione proposta per i giovani del futuro è
partecipare per identificarsi: promozione della partecipazione dei giovani alle decisioni
che li riguardano, valorizzazione con e per i giovani, attraverso momenti di consultazione
aperti alla costruzione di percorsi che creino responsabilità.
La prima linea strategica di sviluppo del welfare è stata concordata nella promozione e
sostegno della famiglia, riconoscendo a tale tema una rilevanza particolare nel contesto
sociale. Amministrazione Comunale di Alessandria – Assessorato alle Politiche per la
Famiglia ha proposto al tavolo un progetto dal titolo “Per una promozione innovativa
della famiglia”, che mira alla costituzione del Consiglio della famiglia. “Consiglio della
famiglia, un organismo privilegiato” è infatti il sottotitolo del presente progetto e individua
in tale organismo lo strumento che si ritiene idoneo a promuovere nel suo complesso e
nelle sue molteplici peculiarità l’essere e il vivere esperienza della famiglia nel contesto
locale. Leggendo la scheda, si comprende che si tratta di uno strumento di carattere
metodologico che consente di utilizzare al meglio il contributo di proposte e di
partecipazione attiva la cui primaria finalità è quella di valorizzare l’istituzione familiare (a
partire dalla proprie prerogative, così come definite dalla Carta Costituzionale) per
promuovere integralmente un complessivo sviluppo della comunità locale alessandrina.
Il legame sorto al tavolo tra i vari attori, la capacità di affrontare in modo integrato le
problematiche cogliendo dai problemi le opportunità è dato ad esempio dalla capacità di
discutere della crisi economica e di vedere in questo occasione di ripensamento delle
capacità relazionali ed intergenerazionali. In particolare perché non provare a considerare
la crisi come uno stimolo e la popolazione anziana come una preziosa risorsa grazie
all’esperienza accumulata e, quindi alla possibilità di “passarla”, questa straordinaria
esperienza? E’ quello che si chiede il Comune di Alessandria, proponendo il progetto dal
titolo “Da e con gli anziani: mosaico di attività volte al recupero, al riuso, al fare condiviso”,
sulla linea strategica delle Politiche per la terza e quarta età. Il progetto dimostra la capacità
del Piano Strategico di ragionare in logica di sistema, vedendo il Comune di Alessandria
– Direzione Famiglia e Solidarietà Sociale agire con il coinvolgimento di diversi soggetti
presenti sul territorio, già partner di altre precedenti iniziative con spirito e finalità analoghe
e sentiti informalmente al riguardo, quali: Associazione Amici del Museo della Gambarina,
Caritas Diocesana, CISSACA, Consorzio Consolidale, Cooperativa Coompany &,
Cooperativa Progetto A, “Altro & Oltre”, Dipartimento Salute Mentale Asl Al, botteghe
artigiane di restauro e impagliatura. La logica del progetto è quella di immaginare in modo
positivo il ruolo degli anziani, considerando sempre le persone, di qualsiasi età ed
estrazione, dotate di un patrimonio da difendere e quindi sempre dei processi e mai dei
prodotti.
Un altro tema importante discusso ed affrontato al tavolo di lavoro è quello del disagio;
nel merito, il consumo di sostanze psicoattive è un fenomeno sociale complesso, che vede
il Comune e la Provincia di Alessandria, come documentano i dati dell’Indagine
Diagnostica del Piano Strategico, a livello preoccupanti sotto il profilo dei dati statistici.
Per risolvere tale problema in una strategia di lungo termine è stato licenziato dal tavolo

494
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

il progetto “Osservatorio sul consumo di sostanze psicoattive”, proposto congiuntamente


da Dipartimento di Ricerca sociale e Prefettura di Alessandria. Il progetto si pone come
obiettivo la creazione di un sistema informativo sul consumo di sostanze psicoattive (sia
legali, compresi gli psicofarmaci, che illegali) al fine di migliorare la conoscenza del
fenomeno presso gli amministratori, i cittadini e gli operatori dei servizi pubblici e privati
e favorire una maggiore connessione tra la ricerca e l’intervento sociale
.
Certamente il tavolo del Welfare ha dovuto affrontare complessi temi di pianificazione
strategica, come quello ad esempio di una società multietnica, argomento molto rilevante
per la città di Alessandria, come i dati dell’indagine Diagnostica del Piano Strategico
documentano. Secondo le previsioni più accreditate, in Italia l’incidenza di giovani di
discendenza straniera continuerà a crescere nei prossimi decenni. I figli degli immigrati
formeranno una parte fondamentale della forza lavoro del futuro, e nella città di
Alessandria tale fenomeno avrà certamente una dimensione rilevante. Per affrontare
consapevolmente le dinamiche che tale scenario comporta, con il progetto “OsservAzione:
i giovani italiani e stranieri in città”, scritto in collaborazione tra Dipartimento di ricerca
sociale, Università del Piemonte orientale e Prefettura di Alessandria, ci si propone di
migliorare le conoscenze rispetto ai progetti personali e professionali dei giovani
alessandrini – di origine italiana e straniera – e ai rapporti sociali nei quartieri, nelle
associazioni, a scuola e nei luoghi di incontro.
La soluzione dell’Osservatorio come strumento di diagnosi e raccolta di conoscenze su
temi specifici è ricorrente ai tavoli di lavoro del Piano Strategico, al punto che si
raccomanda al decisore politico di valutare l’opportunità di creare una sola struttura
multifunzionale, con diverse aree di operatività, al fine di ridurre le duplicazioni di costi e
creare sinergie informative ed operative. Un altro esempio applicativo, in tema di Welfare,
è l’ “Osservatorio sul mondo giovanile”, proposto al Dipartimento di Ricerca Sociale
dell’Università del Piemonte Orientale; obiettivo dell’Osservatorio è la raccolta di
informazioni sul mondo giovanile alessandrino, sia attraverso la raccolta di dati statistici,
sia attraverso la realizzazione di indagini riguardanti la condizione giovanile. Da più parti
si rileva come del mondo giovanile vi siano sovente informazioni non strutturate; il
progetto si pone quindi come obiettivo la creazione di una struttura dedicata al
monitoraggio dei vari aspetti, sia qualitativi che quantitativi, della condizione giovanile in
Alessandria, avente lo scopo di fornire all’Amministrazione Comunale, alle Istituzioni,
agli Enti e alle associazioni un quadro conoscitivo da utilizzare come elemento di
riflessione per le politiche e gli interventi rivolti al mondo giovanile.
Esempi innovativi di pianificazione strategica si leggono nel contributo importante fornito
dal Comune di Alessandria in tema di casa, per le applicazioni ed implicazioni di natura
sociale. Si veda ad esempio il progetto “Abitare sostenibile in Piemonte”, che prevede
l’utilizzo di fondo etico per la costruzione o ristrutturazione di immobili con significativi
elementi di eco-sostenibilità a costi contenuti, per la costituzione di alloggi da destinare
in locazione permanente a cittadini alessandrini in situazione di vulnerabilità di fascia
sociale media e per i quali l’accesso al mercato privato degli affitti risulta essere sempre più
gravoso. Il progetto - che nasce con la logica dei progetti di housing sociale finanziati con
fondo immobiliare etico - prevede, per la sua fattibilità, che siano molteplici i Soggetti
coinvolti nella costituzione di un fondo etico piemontese: Regione Piemonte, Cassa
Depositi e Prestiti, Compagnia di San Paolo, Fondazione bancarie piemontesi (Cuneo,
Torino, Asti, Biella, Fossano, Alessandria, Saluzzo, Vercelli).
Analogamente, si è sentita l’esigenza, da parte degli attori del tavolo, di intervenire con un
progetto di welfare atto a migliorare la convivenza all’interno di determinati condomini
permettendo contemporaneamente alle persone di trovare un riferimento affidabile che

495
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

le accompagni e le orienti nella individuazione e nella gestione di un alloggio “eticamente


sostenibile”. E’ quanto sviluppato nel progetto “Eticasa”, promosso dal Comune di
Alessandria congiuntamente a Associazione Comunità San Benedetto al Porto Cooperativa
Sociale Company Cooperativa Sociale il Pane e le Rose, in tema di casa etica. L’idea del
progetto di casa etica è quello di una agenzia per l’orientamento e il sostegno di domanda
e offerta abitativa su basi eticamente sostenibili. Il progetto è innovativo perché prevede
un intervento concordato per ridurre i rischi e i costi economici e sociali della ricerca
abitativa.
Al tavolo del welfare è emersa la necessità di lavorare “sul tessuto sociale” di condomini
che evidenziano situazioni di conflittualità e di precarietà o deprivazione socioculturale. In
tali stabili vivono famiglie “fragili”, anziani, immigrati, individui con patologie o disturbi
legati alla perdita del lavoro o del partner, persone che hanno terminato periodi comunitari
e che necessitano di accompagnamento e monitoraggio. In generale si tratta di nuclei con
pochi legami sociali e che dispongono di scarse disponibilità economiche. Per tali ragioni
di contesto è stato sviluppato il progetto: “Habital: interventi integrati per il miglioramento
della qualità della vita e della sicurezza in alcuni quartieri della città di Alessandria”. Il
progetto è ampiamente condiviso, ed è stato portato ai tavoli del Piano Strategico dopo
una ampia concertazione tra Comune di Alessandria (U.O.A. Politiche dell’Abitare-
Direzione famiglia e solidarietà sociale); CISSACA, ASL AL (Dipartimento Salute Mentale
– Dipartimento Dipendenze Patologiche); A.T.C. della Provincia di Alessandria. La natura
innovativa del progetto trova la sua origine nell’idea di rafforzare le reti di contatto tra gli
abitanti di condomini di edilizia residenziale pubblica, ridurre i fenomeni di esclusione
sociale, ampliare i servizi esistenti, rafforzare il senso di appartenenza alla comunità,
contribuire ad aumentare la sicurezza territoriale e sociale.
Il tema della crisi economica di questi anni ha portato il tavolo di lavoro del Welfare a
discutere di interventi di natura sociale innovativi e moderni; un esempio è la costruzione
di alloggi volti a rispondere ad una crescente domanda di abitazioni per le fasce a reddito
contenuto. L’Amministrazione Comunale, in una logica di sussidiarietà orizzontale, ha
rilevato la necessità di promuovere nuove ed ampie forme di collaborazione con altri
soggetti privati operanti sul mercato. Si veda ad esempio il progetto di housing sociale in
partnership con il privato, dal titolo “Oikos2006”, che vede nei soggetti proponenti la
soocietà Oikos 2006 srl, partecipata al 71% dalla Fondazione Cassa di Risparmio di
Alessandria, al 19% dal Comune di Alessandria e al 10% dal Gruppo Norman. La novità
del progetto, e la portabilità nel tempo dello stesso, consiste nel fatto che gli inquilini
potranno diventare, nel lungo termine, proprietari dell’appartamento in quanto l’affitto
versato dal conduttore non è solo un canone calmierato, ma una rata di mutuo, senza
anticipo, che non va a fondo perso.
I temi della crisi economica, dei mutamenti familiari e di società, dell’immigrazione, sono
tutti compresi nella ricerca di progetti innovativi in tema di intervento nel bene primario
per eccellenza -la casa – e nella idea di autocostruzione. L’autocostruzione è un esempio
di produzione e organizzazione dell’habitat che vede come protagonista l’abitante: sviluppa
pratiche di organizzazione e aggregazione rivolte alla costruzione e alla riabilitazione
collettiva, alla formazione tecnica, all’integrazione multiculturale e multietnica,
all’autosviluppo partecipativo e sostenibile. In questa chiave di lettura, e cioè come misura
integrata di edilizia sociale a favore dell’integrazione sociale, va vista la scheda progetto dal
titolo “Interventi edilizi in autocostruzione, proposta daComune di Alessandria –
cooperativa di auto costruttori. L’Amministrazione Comunale di Alessandria intende
proseguire il proprio consolidato cammino di solidarietà ed integrazione sociale, attraverso
la facilitazione alla casa e sperimentare il percorso innovativo di inclusione sociale

496
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

attraverso la metodologia in autocostruzione. Almeno la metà degli alloggi dovranno infatti


essere costruiti da nuclei famigliari di migranti.
La stessa Amministrazione Comunale propone poi al piano strategico della città una serie
di progetti pilota su quattro filoni: progetto donna, verso l’autonomia, l’autonomia ed un
tetto per tutti. La filosofia adottata è quella di ricomprendere in un unico programma
comunale di lungo periodo una serie di esperimenti; si veda il progetto dal titolo
“Programma comunale interventi sperimentali di social housing tramite casi pilota”. Anche
in questo caso il progetto è stato presentato ai tavoli di lavoro del Piano Strategico dopo
aver raccolto una ampia condivisione preliminare di fattibilità da parte di Agenzia
Territoriale per la casa della Provincia di Alessandria, Consorzio Intercomunale dei Servizi
Socio Assistenziali Comuni dell’Alessandrino, ASL AL – Dipartimento di Salute Mentale-
Dipartimento Dipendenze Patologiche; Diocesi di Alessandria, Parrocchia dei Santi
Michele e Carlo; Caritas.
In tema di cambiamenti sociali, è stato affrontato il tema della società multietnica con
azioni innovative che prevedono il coinvolgimento di una serie di attori, istituzionali e
non, attivi sul territorio alessandrino, in modo da favorire la creazione di uno spazio
educativo aperto ai bambini e ragazzi anche oltre l’orario scolastico. Il progetto, dal titolo
“Cittadinanza è partecipazione”, ha come scopo l’interazione e educazione alla
cittadinanza attraverso lo sport per ragazzi stranieri e italiani, ed è proposto da Istituto
per la Cooperazione allo Sviluppo in collaborazione con Consiglio Territoriale per
l’Immigrazione, PGS, Comunità San Benedetto al Porto, Associazione Sportiva Uppercut.
Anticipando le dinamiche future di una società multietnica, si riconosce che lo sport è un
potente mezzo di aggregazione, attraverso il quale è possibile far arrivare facilmente ai
ragazzi messaggi positivi di rispetto, solidarietà, giustizia. La condivisione di una pratica
sportiva e di altri percorsi interattivi, possono prevenire episodi di xenofobia e razzismo,
spesso generati dall’ignoranza e dalla paura dell’altro.
garanzia della salute
Nell’ambito della linea strategica sulla ricerca e formazione in ambito sanitario, una ampia
condivisione tra le parti ha portato alla sottoscrizione del progetto dal titolo “Attivazione
nuovi corsi di Laurea in ambito sanitario”, proposto congiuntamente da ASO Alessandria,
ASL AL, IPASVI eComune Alessandria. Il progetto nasce da una valutazione di merito
con riferimento al contesto locale: in riferimento alla significativa richiesta di
professionalità quali Tecnici di Radiologia (TSRM), Tecnici della Riabilitazione e Infermieri
Pediatrici, il progetto si propone di attivare corsi di laurea per formare tali professionalità
in Alessandria, sede di Azienda Ospedaliera dotata di alte tecnologie e di professionalità
utili allo sviluppo professionale delle figure individuate.
Il tema della salute è ritenuto essere così trasversale e di interesse generale da richiedere
una capacità programmatoria ed un ampio coinvolgimento della parte pubblica. In tale
contesto, il ruolo dell’Ente locale è di assoluta rilevanza nella programmazione e
individuazione del sistema di tutela socio-sanitaria del proprio territorio, soprattutto in
un quadro di mutata realtà demografica, di maggiore attesa di vita e di ‘transizione
epidemiologica’ con una sempre maggiore incidenza di malattie croniche e invalidanti.
Da queste considerazioni muove il progetto, proposto da un ampio partenariato di soggetti
proponenti, ed in particolare dall’accordo di Asl AL, ASO, Ordine dei medici e Comune
di Alessandria, dal titolo “Il Sindaco messaggero di salute”. Poiché la pianificazione
strategica deve essere calata nel contesto territoriale in cui vive, il successo delle iniziative
deve avere una ampia partecipazione popolare ed entrare nelle abitudini quotidiane; ruolo
primario del Sindaco nei confronti dei problemi sanitari è quello di promuovere e

497
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

sviluppare i rapporti con la popolazione e la partecipazione di quest’ultima alle


problematiche della salute. Ecco perché è importante che il Sindaco attivi azioni di
promozione e tutela della salute, volte al miglioramento della qualità della vita, al benessere
del singolo come benessere della comunità, in linea con il progetto ‘Città sane’
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS ).
Considerando che il Piano Strategico si muove su un orizzonte di lungo termine, si è
ritenuto opportuno pensare, in termini di promozione della salute, a nuovi stili
comunicativi per stimolare un maggiore coinvolgimento dei più giovani. In questa
direzione muove il progetto “Benessere”, che annovera tra i proponenti il Comune di
Alessandria, Assessorato alla Salute, Rapporti con i Servizi Sanitari e Immigrazione, l’Asl
locale, ASPAL servizio giovani e mediazione culturale. Il progetto dimostra la capacità
degli attori di tavolo di pensare alla salute anche in termini di prevenzione e
coinvolgimento delle nuove generazioni, prevedendo di dar vita a prospettive comunicative
e a prassi creative per attivare la promozione della salute presso gli adolescenti, oltre gli
stereotipi mediatici. Con tale assunto, si propone di articolare un nuovo progetto formativo
che stimoli una riflessione condivisa e un processo realizzativo che ponga al centro il
concetto di salute, inteso non solo in senso sanitario e fisico, ma anche in riferimento alla
promozione dell’agio e del benessere psicologico, sociale e culturale.
Il tema della garanzia della salute è affrontato anche in termini di costruzione di una linea
strategica dedicata alla costruzione di una comunità sanitaria integrata; in tale ambito,
particolarmente interessante è il progetto dal titolo “Nasce una mamma”. Una donna,
dopo la nascita del figlio, si trova dover affrontare numerosi cambiamenti sia di ordine
pratico, sia di ordine emotivo. Per questa ragione, Il Comune di Alessandria, Assessorato
alla Salute e Rapporti con i Servizi Sanitari, l’ A.S.O. AL – Dipartimento Materno Infantile
(SOC Ostetricia e Ginecologia e SSD di Psicologia), l’Asl locale – Dipartimento Materno
Infantile – AL (Consultori Familiari e Punti Nascita), presentano congiuntamente un
progetto innovativo in termini di prevenzione ed assistenza. Il progetto si occupa infatti
della salute mentale della donna e del bambino attraverso una serie di interventi di
prevenzione e di trattamento in grado di cogliere e di affrontare precocemente i segnali
di disagio e di difficoltà di relazione nel rapporto tra mamma e bambino. Le metodologie
di intervento, come si vede dalla lettura della scheda progetto, prevedono di attuare
adeguati programmi di intervento nell’area della psicologia perinatale, al fine di strutturare
un sistema di prevenzione secondaria e di trattamento della psicopatologia perinatale nella
donna, nella coppia genitoriale e nel bambino.
La linea strategica della costruzione di una comunità sanitaria integrata affronta in termini
moderni e con riferimento alle nuove tecnologie informatiche il tema del trattamento e
gestione dei dati che, in ambito medico, è particolarmente importante. La disponibilità
dei dati sanitari di ogni singolo cittadino su supporto informatico è infatti un obiettivo
perseguito a livello nazionale (progetto tessera sanitaria), sicuramente di estrema utilità, che
ha avuto soluzioni parziali e che appare comunque ancora di realizzazione lontana. Di
qui, il lavoro congiunto di Asl AL, ASO, Ordine dei medici, ha consentito di giungere alla
proposta condivisa sul tavolo della garanzia della salute con il progetto denominato “Rete
sanitaria informatica provinciale”. Il progetto si propone di realizzare un sistema globale
in cui tutti i dati clinici relativi a ciascun singolo paziente (cartella clinica, accertamenti
diagnostici, referti specialistici, relazioni di pronto soccorso, ricoveri, ecc.) siano condivisi
e visibili al paziente stesso e a quanti ne abbiano necessità in occasione di accessi del
paziente a differenti punti del sistema. In quest’ottica il progetto si propone di riunire le
soluzioni parziali già attive nella nostra provincia in una rete globale.
Un tema oggetto di ampia condivisione progettuale, già in fase di presentazione della

498
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

scheda, è quello del progetto “Medicina di gruppo integrata”, che annovera tra i
proponenti Ordine dei Medici della Provincia di Alessandria, Collegio I.P.A.S.V.I. della
Provincia di Alessandria, ASL AL di Alessandria. Il tema della medicina di gruppo è
affrontato mediante la presenza di infermieri ed altri professionisti sanitari e della
riabilitazione coordinati dai medici di medicina generale presenti sul territorio. Si tratta di
un progetto sperimentale di integrazione della medicina di gruppo, che potrà essere esteso
a tutti i medici già associati o che vorranno costituire nuove associazioni, per garantire
una migliore accessibilità ai servizi dell’ASO-ASL AL, affinché i cittadini possano trovare
sempre più risposte in un’unica sede, acquistando tempo e, soprattutto, mantenendo a
riferimento la figura centrale a tutela della propria salute: il medico di famiglia.
Certamente la linea strategica della costruzione di una Comunità sanitaria integrata è molto
importante, e ha trovato ampia condivisione anche progettuale tra gli attori del territorio.
Si veda ad esempio il progetto, proposto congiuntamente da Ordine dei Medici della
Provincia di Alessandria, Collegio I.P.A.S.V.I. della Provincia di Alessandria ed ASL di
Alessandria, dal titolo “Cure primarie integrate”. Si noti come al tavolo della Garanzia
della salute molti progetti siano stati scritti a più mani, in nome di diversi attori territoriali,
a testimonianza dell’elevato livello di integrazione progettuale raggiunto. Nello specifico,
il progetto prevede l’implementazione delle cure primarie attraverso la collaborazione e la
presenza degli infermieri e di altri professionisti sanitari, coordinati dai MMG. In tal senso,
il Piano Strategico intende anticipare le evoluzioni in atto, riconoscendo che si sta
evolvendo una forma di sanità moderna, altamente complessa con risvolti assistenziali,
legali, etici ed economici che impongono ai professionisti un nuovo modo di lavorare e
di rapportarsi all’interno di gruppi organizzati. Partendo da tale assunto, il progetto ha la
finalità di implementare l’attività di cure primarie nella città di Alessandria attraverso la
collaborazione e la presenza di infermieri e altri professionisti all’interno degli studi di
medicina generale e di gruppo.

499
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

500
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

tAVolo 1
lAVoro, formAzIonE profESSIonAlE, SIcurEzzA Sul lAVoro

pArtE A - lInEE StrAtEgIchE dI tAVolo

prEmESSA gEnErAlE
Il tavolo riconducibile all’Asse IV Sviluppo di comunità, Tavolo 1 “Lavoro, formazione
professionale, sicurezza sul lavoro” ha visto tra i partecipanti al dibattito importanti
protagonisti della realtà locale: Comune di Alessandria, Spresal, Ordine degli architetti,
Ordine degli ingegneri, Cissaca, ASL, Collegio Costruttori, CGIL, CISL, UIL, UGL,
Confindustria, Confapi, Direzione Provinciale del Lavoro, Scuola edile, C.p.t., Foral, Enaip,
Cnos-Fap, Ial, Ciofs Piemonte, Provveditorato agli Studi.
Tutti i componenti del Tavolo hanno concordato circa l’importanza strategica dei temi
riguardanti: il Lavoro, la Formazione professionale e la Sicurezza sui luoghi di lavoro, oltre
a riconoscere l’opportunità di attivare idee e progetti finalizzati a raccogliere le numerose
sfide socio-economiche, cui la città di Alessandria e il suo territorio devono far fronte
oggi e negli anni a venire.
Nell’ambito dei temi trattati, il Tavolo di lavoro ha individuato alcune criticità sulla base
delle quali sono state elaborate proposte e idee progettuali coerenti.
In particolare tali criticità riguardano:
Le criticità - la non sufficiente conoscenza delle necessità future in ambito lavorativo e la
pianificazione conseguente dei fabbisogni formativi;
individuate - la necessità di implementazione di azioni di “matching” tra domanda ed
offerta di lavoro sul sistema locale;
- l’attenzione al tema della sicurezza in ambiente di lavoro spesso differenziata
e non omogenea;
- la dispersione delle informazioni tra enti preposti ed utenti dei servizi, oltre
alla mancanza di centri integrati per l’erogazione di servizi organizzati;
- la necessità di accedere a nuove forme di sensibilizzazione, dovute alla
carenza di sensibilità e cultura diffusa in materia di lavoro e sicurezza sul
lavoro.
Tutti gli attori presenti al Tavolo hanno concordato circa lo stretto legame che unisce le
tematiche del Lavoro, della Formazione e della Sicurezza e circa l’opportunità di adottare
un approccio integrato che consenta di sviluppare armonicamente tali aspetti fondamentali
nella crescita presente e futura del nostro territorio.
In particolare è stata più volte ribadita la necessità di investire sul “capitale umano”
attraverso sistemi di istruzione e formazione efficienti, quale prerequisito fondamentale
per costruire un solido futuro per la città di Alessandria e permetterle di competere a pari
livello con le realtà geografiche più avanzate.
Allargando il punto di osservazione, si è constatato che le riflessioni emerse al Tavolo di
lavoro sono coerenti con i principali obiettivi individuati a livello europeo dalla c.d.
“Strategia di Lisbona”, che attraverso il graduale sviluppo del livello di
istruzione/formazione dei cittadini mira a realizzare:

501
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

- livelli elevati di crescita e di occupazione sostenibile (sviluppo del tessuto


socio-economico e del suo livello di competitività, incremento della
produttività e della mobilità sociale);
- promozione della realizzazione personale, coesione sociale e cittadinanza
attiva (operando in ambienti di lavoro sempre più sicuri e sviluppando
attenzione e sensibilità al tema dell’inclusione di tutti i cittadini alla c.d. “vita
attiva”).
Mentre il contesto tecnologico, economico e sociale si modifica in fretta, il nostro Paese,
ed in particolare la nostra città non si può limitare a contenere gli effetti della crisi; è più
Lavoro sommerso che mai opportuno elaborare strategie e realizzare strumenti che permettano di
trasformare la recessione in una vera opportunità di cambiamento.
Nel corso delle varie riunioni di tavolo si sono sviluppati costruttivi dibattiti e si è
concordata la necessità di dare anche forza alla problematica della sicurezza sul lavoro
attraverso azioni diversificate ma con l’unico importante obiettivo di sensibilizzare la
cittadinanza su un problema sempre attuale, ma spesso rivolto solo agli addetti ai lavori.
Il lavoro dei tavoli ha preso spunto dalla considerazione che molto spesso il problema del
lavoro sommerso e del lavoro non in sicurezza riguardi prevalentemente gli addetti ai
lavori e che i cittadini siano coinvolti solo quando il fatto di cronaca diventa notizia sui
media.
L’obiettivo che si è pertanto proposto il tavolo è stato quello di individuare una serie di
progetti tali da coinvolgere, a vari livelli e secondo diverse strategie comunicative, la più
ampia fascia possibile di popolazione; in sintesi agire facendo leva sul nodo della
percezione sociale del fenomeno, sulla consapevolezza e sulla cultura della sicurezza.
Durante gli incontri si è quindi dibattuto sull’opportunità del coinvolgimento più
immediato e diretto da parte delle pubbliche amministrazioni, dell’utilizzo di strategie di
marketing sociale e di esperienze di comunicazione da proporre negli istituti scolastici.
Il punto di forza delle strategie su questo tema consiste proprio nel concordare da parte
di tutti che il problema “lavoro nero e lavoro non sicuro” non è un problema tecnico e di
categoria ma è un problema sociale e culturale e come tale va affrontato; pertanto
l’uniformità di opinioni a riguardo presenta senza dubbio un punto di grande positività
rispetto ai vari progetti, che con le loro peculiarità, avranno per lo più un approccio con
un unico comune denominatore.
Altro punto di forza consiste nel fatto che i soggetti coinvolti nei progetti sono altamente
qualificati in materia in quanto tutti coinvolti, a vario titolo, in maniera concreta e
quotidiana nella problematica in oggetto; infatti gli ordini professionali, le scuole di
formazione, l’ASL, la DPL ecc. sono soggetti che, ognuno con le proprie competenze e
i propri ruoli, affrontano e cercano di risolvere le problematiche del lavoro sicuro.
Si ritiene quindi importante puntare su questi progetti di comunicazione e sensibilizzazione
sociale che, peraltro, a livello nazionale e su altre problematiche (droga, alcolismo, sicurezza
stradale, ecc.) hanno dato in passato buoni risultati.
Unico, forse, punto di debolezza consiste nel non facile riscontro dei risultati ottenuti;
diventa in effetti complicato, se non attraverso sistemi di report finali sotto forma di
Sensibilizzazione sondaggi/questionari a fine progetto, definire in maniera esaustiva e a breve termine
sociale l’efficacia reale dei progetti.
Coerentemente con questi dati di contesto, sono state individuate 3 linee strategiche che
il Tavolo ha ulteriormente sviluppato attraverso l’elaborazione dei progetti.

502
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ScEltA dEllE lInEE StrAtEgIchE


1. formazione professionale integrata
I rappresentanti del Tavolo di lavoro ritengono che sia necessario in prima battuta
sviluppare adeguati meccanismi che consentano di rilevare i fabbisogni occupazionali e
formativi del tessuto produttivo di Alessandria, orientando, programmando e realizzando
i principali percorsi di istruzione/formazione professionale sulla base di tali obiettivi.
Dal Tavolo è emersa con chiarezza la disponibilità di tutti gli attori di “collaborare” in
ottica di rete al fine di favorire il corretto funzionamento dei meccanismi di funzionamento
del sistema “istruzione/formazione”con quello del lavoro.
E’ necessario promuovere investimenti formativi rispondenti alla domanda di
qualificazione e riqualificazione dei lavoratori, specialmente di quelli coinvolti nelle
transizioni occupazionali che hanno caratterizzato il periodo della crisi economica. Tali
investimenti formativi devono essere progettati in una logica di “placement”, volta cioè a
ottimizzare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro e a rendere più efficiente il
raccordo e l’integrazione tra il sistema educativo di istruzione e formazione e il mercato
del lavoro.
2. Sviluppo di reti informative a sostegno del sistema lavoro
I membri del Tavolo ritengono prioritario attivare azioni che consentano di diffondere e
sviluppare la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro. Per raggiungere tale obiettivo si
ritiene necessario semplificare l’accesso alle informazioni e alla documentazione
riguardanti sicurezza e ambiente, riducendo in tal modo i tempi per il completamento di
iter autorizzativi o di verifica.
Per favorire l’ulteriore diffusione della cultura della sicurezza sul territorio si ritiene anche
necessario sostenere attività di informazione e formazione verso tutti i soggetti coinvolti
e interessati, soprattutto attraverso la condivisione e la “costruzione” di un linguaggio
comune.
Tra i soggetti presi in considerazione ci sono anche i giovani che possono essere
sensibilizzati ancor prima di entrare nel mondo del lavoro, strategico per raggiungere tale
risultato sarà il rapporto e l’adeguata collaborazione con il sistema scolastico.
Si ritiene, inoltre, che tali reti informative possano altresì migliorare la capacità di
accoglienza del territorio, ad esempio, nei confronti di imprese con sedi in altre aree
geografiche interessate a delocalizzarsi, anche grazie alla disponibilità di informazioni
pratiche di semplice accesso (ottica di marketing territoriale).

3. comunicazione sociale per la sensibilizzazione in materia di lavoro


La terza linea strategica individuata riguarda lo sviluppo della comunicazione sociale ed è
finalizzata a sensibilizzare la popolazione sul tema della legalità e della sicurezza nei luoghi
di lavoro quale valore sociale imprescindibile.
Assistiamo, attualmente, a rapide variazioni del livello di attenzione da parte dell’opinione
pubblica. Lontano da occasioni di eclatanti episodi di cronaca assistiamo ad un “calo”
dell’interesse e della sensibilità dei cittadini.
Le azioni proposte dal Tavolo consistono, ad esempio, nell’introduzione di una modalità
di comunicazione innovativa utilizzando gli atti che la Pubblica Amministrazione emette
per le proprie attività istituzionali.

503
Asse IV - Sviluppo di comunità
tavolo 1 lavoro, formazione professionale, sicurezza sul lavoro
AnAlISI S.W.o.t.

puntI dI forzA puntI dI dEBolEzzA


Buon sistema pregresso di formazione, prevenzione e creazione di bagaglio culturale Strumenti attuali non pienamente efficienti sul tema della sensibilizzazione
Miglioramento dei sistemi interni di prevenzione e sicurezza sul lavoro Crisi congiunturale attenua tensione e priorità sulla sicurezza
Ricorso massiccio al subappalto e situazioni nelle quali i sistemi di prevenzione non sono
Enti bilaterali avviati in taluni settori (es. commercio, artigianato, edilizia)
evoluti
Cresciuta sensibilità diffusa negli ultimi anni sul tema della sicurezza Sistema di microimpresa non competitivo su fattori di prevenzione
Ottimi processi avviati tra ASL ed associazione di categoria imprenditoriale Non pieno coordinamento tra gli enti deputati alla vigilanza
Il servizio Colf Badanti Baby sitter evita al datore di lavoro, per la lungaggine delle varie
Non pieno utilizzo dell’apprendistato a scopo formativo
operazioni, di assumere in nero
Non sufficiente integrazione tra mondo della formazione e delle imprese
Territorio deindustrializzato e rivolto ai servizi
Azioni spot e non continuative sulla sicurezza in taluni settori
Figura delle RLS non adeguatamente valorizzate a livello di microimpresa
Divario di sensibilità sul tema della sicurezza tra pubblico e privato
Non adeguati risultati sulla riduzione degli incidenti sul lavoro
Agenzie formative non aggiornate sulle figure professionali ricercate dal mercato del
lavoro
Asse IV - Sviluppo di comunità
tavolo 1 lavoro, formazione professionale, sicurezza sul lavoro
AnAlISI S.W.o.t.

opportunItà mInAccE
Messa in rete di soggetti istituzionali Analisi preventiva dei fabbisogni formativi
Marketing sociale Perdita di figure professionali qualificate nel settore industriale
Nuove tecnologie (energetico, fonti rinnovabili, riciclo, sistemi di comunicazione ed Non adeguato sistema di controlli, sia come azione preventiva sia come azione di
informativi, nuovi materiali) monitoraggio continuo
Processi di formazione dedicati Perdita di professionalità nei settori delle manualità e dell’artigianato
Formazione professionale sviluppata ed applicazione preventiva della normativa di
Perdita di competenze derivanti da tradizioni orali ed eccellenze artigiane
riferimento
Sensibilizzazione della committenza pubblica e privata nei processi di esternalizzazioni Non comparazione delle diversità culturali e locali nelle applicazioni di normative di
(appalti e forniture) riferimento
Analisi delle figure professionali ricercate dal mondo del lavoro e relativa proposizione alle
Corsi di formazione non mirati alle fasce deboli (giovani in abbandono scolastico,
Agenzie formative di quei corsi di formazione appetibili dal mercato del lavoro e
disoccupati dequalificati, donne e uomini over 40 anni espulsi dal lavoro per crisi aziendale)
successivo monitoraggio
Progetti di coordinamento sui controlli
Azioni di sensibilizzazioni culturali legate alla cultura del lavoro
Progetti mirati in ambito di formazione
Polo logistico e nuovo ospedale
Diffusione delle best practises
Territorio avanzato, tecnologia ed infrastrutture
Introduzione di sistemi di gestione per la sicurezza
Alternanza scuola e lavoro
Recupero di centri storici e patrimoni artistici
Azioni di comitati paritetici propositivi su progetti congiunti
Servizio Colf, Badanti, Baby Sitter, capace di effettuare la selezione della figura
professionale ricercata e tutte le operazioni inerenti l’assunzione, l’elaborazione mensile dei
prospetti retributivi, i conteggi del versamento contributivo all’INPS, a carico del datore di
lavoro ed i conteggi finali per l’eventuale cessazione del rapporto di lavoro
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 1 lavoro, formazione professionale, sicurezza sul lavoro
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE)

differenziata e non omogenea attenzione al tema della sicurezza in ambiente di lavoro.


dispersione delle informazioni tra enti preposti ed utenti dei servizi, e mancanza di centri integrati per l’erogazione di servizi
organizzati. non sufficiente conoscenza delle necessità future in ambio lavorativo e pianificazione conseguente dei fabbisogni
formativi. necessità di implementazione di azioni di matching tra domanda ed offerta di lavoro sul sistema locale.
necessità di accedere a nuove forme di sensibilizzazione, dovute alla carenza di sensibilità e cultura diffusa in materia di lavoro e
sicurezza sul lavoro.

linea 1
linea 2

mancanza o non sufficiente collegamento tra domanda


mancanza di informazioni strutturate
ed offerta di lavoro

diversi enti sono le informazioni


Approccio non carenza di carenza di privacy
deputati a fornire sono disperse su
strutturato ed banche dati servizi integrati
informazioni molti soggetti
organizzato al lavoro
dati sensibili
le informazioni
sono dati
mancanza di visione Vincoli preziosi che non
mancanza di visione legislativi sempre vengono
sulle effettive
sul futuro condivisi e messi
opportunità
in rete fAttorE
ESogEno
Approccio
mancanza di analisi non chiara visione
individualista di
dei fabbisogni reali in del proprio futuro
enti ed
termini occupazionali lavorativo fAttorE ESogEno
associazioni

repentina evoluzione mancanza di mancanza di


dei fabbisogni in chiarezza sulle skills coordinamento
maeria di lavoro necessarie

mutamenti repentini
globalizzazione cambiamento sociale
tenologie e mercati
linea 3 carenza di conoscenza sul mercato del lavoro e delle attività lavorative

cultura di non
mancanza carenze di impresa e di conoscenza
di incentivi informazione lavoro non delle materie
pubblici adeguata sul lavoro

carenza di non piena


mancanza di complessità
programmi conoscenza da
educazione delle
didattici parte del lavoratore
normative
e del datore di
fAttorE ESogEno lavoro delle
normative
mancanza di
programmi mancanza di
di campagne di
educazione informazione Storicamente il costi finanziari ed
civica problema non è economici
stato
adeguatamente
affrontato

pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA


Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 1 lavoro, formazione professionale, sicurezza sul lavoro
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE)
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 1 lavoro, formazione professionale, sicurezza sul lavoro
AlBEro dEI proBlEmI (EffEttI)

possibili effetti negativi su


localizzazione ed perdita di risorse per il sistema locae
insediamento delle imprese

mancanza di
problemi e costi per le Impoverimento produzione di
disponibilità di
imprese e per i prestatori di del tessuto servizi non
risorse per le
servizio produttivo adeguati
imprese

perdite di costi sociali


tempo e costi
per accedere duplicazione e
alle dispersione di Elevati livelli di difficoltà di accesso
informazioni informazioni disoccupazione al mercato del lavoro
ed ottenere
servizi

Indisponibilità o mancanza o inadeguatezza delle


perdita di figure skills professionali delle forze
difficoltà di accesso ai dati
professionali lavorative

differenziata e non omogenea attenzione al tema della sicurezza in ambiente di lavoro.


dispersione delle informazioni tra enti preposti ed utenti dei servizi, e mancanza di centri integrati per l’erogazione di servizi
organizzati. non sufficiente conoscenza delle necessità future in ambio lavorativo e pianificazione conseguente dei fabbisogni
formativi. necessità di implementazione di azioni di matching tra domanda ed offerta di lavoro sul sistema locale.
necessità di accedere a nuove forme di sensibilizzazione, dovute alla carenza di sensibilità e cultura diffusa in materia di lavoro e
sicurezza sul lavoro.
Aumento di spese e costi sociali

Infortuni malattie professionali perdite di produttività

Scelte formative non


Aumento del danno
sempre razionali

Scelte formative non sempre Aumento del rischio nell’attività


razionali lavorativa

pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA


Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 1 lavoro, formazione professionale, sicurezza sul lavoro
AlBEro dEI proBlEmI (EffEttI)
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

510
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ASSE IV SVIluppo dI comunItà


tavolo 1 lavoro, formazione professionale,
sicurezza sul lavoro

lInEE StrAtEgIchE

linea 1 formazione professionale integrata

Sviluppo di reti informative


linea 2
a sostegno del sistema lavoro

comunicazione sociale per la


linea 3 sensibilizzazione in materia
di lavoro

511
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ASSE IV SVIluppo dI comunItà


tavolo 1 lavoro, formazione professionale,
sicurezza sul lavoro

PARTE B – ELENCO DELLE SCHEDE


PROGETTO/AZIONI

1. La salute e la sicurezza sul lavoro: il marketing sociale


applicato alla pianificazione strategica
2. Il lavoro sicuro e regolare interessa anche a te
3. Reti di sportelli per la sicurezza sul lavoro
4. Introduzione nelle aziende dei sistemi di gestione della sicurezza
sul lavoro – attività formativa
5. Un servizio per l’Informazione Orientativa, il Bilancio
Professionale e il Bilancio Giovani
6. Sicurezza in edilizia: conoscenza e consapevolezza iniziano dalla
scuola
7. Il coordinamento locale della formazione per la sicurezza sul
lavoro
8. Osservatorio Permanente Fabbisogni Formativi ed
Occupazionali

512
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 1
titolo:
la salute e la sicurezza sul lavoro: il marketing sociale
applicato alla pianificazione strategica

comunicazione sociale per


linea 3 la sensibilizzazione
in materia di lavoro

Sottotitolo:
Il marketing sociale è uno strumento utile per favorire cambiamenti di comportamenti. Il
progetto proposto intende sfruttare al meglio il contributo che le sue metodologie e le sue
tecniche, insieme ad altri interventi di prevenzione, possono apportare alla salute e la
sicurezza sul lavoro.
Soggetti proponenti:
Spresal – ASL di Alessandria
S.C.D.U. Servizio di Epidemiologia ASL TO3:
n Gruppo Rischi e Danni da Lavoro
n DoRS - Centro di Documentazione per la Promozione della Salute,
Regione Piemonte.
descrizione del progetto:
Il progetto si articola in quattro diverse fasi:

Fase I) BACKGROUND e FORMAZIONE DEI GRUPPI DI LAVORO.


Partendo dall’analisi S.W.O.T. sviluppata dal tavolo n.1 (Lavoro, formazione professionale
e sicurezza sul lavoro) e seguendo la linea strategica n.3 sulla Comunicazione sociale per
la sensibilizzazione in materia di lavoro, si rivela opportuno agire sulla percezione, sulla
consapevolezza e sulla cultura della sicurezza, ambiti nei quali le metodologie del
Marketing Sociale (MS) possono dare un importante contributo.
Gli interventi di MS sono maggiormente efficaci se rinforzati da altri interventi
concomitanti orientati ai medesimi destinatari: formativi per l’apprendimento di
conoscenze e competenze per migliorare le proprie scelte di salute (empowerment),
interventi organizzativi e ambientali che facilitino le scelte e la realizzazione di azioni
integrate con i diversi attori della comunità. Il presente progetto prevede l’azione organica
di queste varie componenti per un approccio ampio e di maggiore efficacia.
L’istituzione del gruppo di lavoro è cruciale e si prevede di coinvolgere negli aspetti
decisionali tutti coloro che possono portare un utile contributo con le proprie competenze
ed esperienze professionali favorendo l’interdisciplinarietà, l’intersettorialità, la territorialità,
l’integrazione e la nascita di alleanze e sinergie con altri enti e organizzazioni (INAIL,
ISPESL, Università, sindacati, associazioni datoriali e di categoria imprenditoriale, …).
Un altro passo molto importante, infine, sarà l’istituzione di una segreteria organizzativa
composta da almeno due conduttori con competenze scientifiche e due assistenti
amministrativi in grado di gestire il carico “amministrativo” del progetto (delibere,
realizzazione di documentazione, organizzazione di eventi, …).

513
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Fase II) ANALISI DEI BISOGNI.


Il gruppo di lavoro dovrà predisporre un’analisi approfondita dei bisogni all’interno del
territorio valutando quattro aspetti importanti in ambito della sicurezza e salute sul lavoro
quali la formazione, l’informazione, l’assistenza e la vigilanza. La conduzione del gruppo
per il raggiungimento dell’obiettivo di questa prima fase importante sarà gestita da un
coordinatore esterno, anche non esperto del tema in oggetto, competente nella conduzione
di gruppi lavoro.
La ricognizione comprenderà, in prima battuta, le esperienze sul territorio (iniziative,
progetti, interventi sul tema) e un’analisi approfondita della letteratura per individuare
soprattutto interventi valutati e adattabili alla realtà in oggetto. Per individuare i gruppi di
popolazione cui rivolgere prioritariamente l’intervento sarà opportuno, in seguito, fare
riferimento alle informazioni presenti nei sistemi informativi correnti. I principali sono
disponibili presso lo SPreSAL di Alessandria e il Servizio di Epidemiologia dell’ASL TO3
in forma di archivi interrogabili, flussi informativi e mappe di rischio.
Dall’analisi dei bisogni ci si aspetta di individuare almeno 3 o 4 argomenti su cui
concentrarsi e lavorare (es. Lavoratori stranieri, microimprese metalmeccaniche, …).
Fase III) STUDI DI APPROFONDIMENTO
Individuato il pubblico e i settori prioritari verso i quali orientare gli interventi, sarà
opportuno predisporre uno o più studi di approfondimento con lo scopo di conoscere a
fondo i target e i contesti individuati. Questo tipo di attività di ricerca costituisce una fase
decisiva di una campagna di marketing sociale, perché fornisce gli elementi utili per le
scelte e le decisioni da mettere in campo nella progettazione e in particolare per stabilire
i migliori strumenti disponibili per gli interventi.
All’interno della ricerca è prevista l’analisi del macro e micro-ambiente di riferimento
riguardo a conoscenze, atteggiamenti e comportamenti in materia di sicurezza e salute
attualmente presenti nel mondo del lavoro; riguardo al contesto socio-economico, culturale
e tecnologico nel quale agiscono le forze che sostengono le idee e quelle che le contrastano;
infine riguardo la situazione della domanda di sicurezza, le percezioni e le opinioni dei
differenti destinatari del progetto, tenendo conto dell’attuale periodo storico di crisi che
il mondo del lavoro sta attraversando.
Per ottenere questo tipo d’informazioni si prevedono attività di ricerca qualitativa e
quantitativa, sia diretta, tramite questionari, sondaggi, interviste a testimoni privilegiati e
focus group, sia indiretta, vagliando i risultati di indagini realizzate da altri in contesti
simili.
In parallelo agli studi di approfondimento si prevede di avviare una campagna di
comunicazione che coinvolga una porzione più ampia di popolazione con l’obiettivo
primario di promuovere il progetto e gli enti sostenitori che lo conducono e con l’obiettivo
secondario di sensibilizzare i cittadini e i vari attori sociali sul tema della sicurezza,
evidenziando la necessità di affrontarlo prioritariamente e creando un clima favorevole per
gli interventi specifici previsti in seguito.
Fase IV) REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI
In questa fase sarà dedicata alla definizione e alla partenza dei vari interventi che avranno
una durata differente secondo la loro tipologia. E’ impossibile descrivere ora quali tipi
d’interventi di marketing sociale potranno essere messi in atto, proprio perché costruiti,
per definizione, intorno a tipologie di utenti ancora da individuare, tuttavia è opportuno
segnalare alcune indicazioni generali che si intendono seguire.
In primo luogo l’importanza del coinvolgimento attivo e diretto dei destinatari cui sono
rivolti gli interventi ipotizzando delle azioni che vadano al di là della sola formazione
frontale o della distribuzione di materiale informativo, ma che prevedano modalità di

514
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

intervento formativo e organizzativo in grado di rendere protagoniste tutte le figure


responsabili della sicurezza, non solo quelle a cui è stato assegnato un incarico formale.
Esistono esperienze, condotte in altri paesi europei, ove i lavoratori sono diventati
protagonisti nell’individuazione dei problemi di sicurezza e sono stati coinvolti
direttamente nella ricerca e implementazione delle possibili soluzioni.
In secondo luogo l’utilizzo di nuovi stili comunicativi e nuovi strumenti di diffusione in
grado di catturare l’attenzione dei destinatari. Uno di questi stili, ancora poco sperimentati
in Italia, ma di cui all’estero si possono apprezzare molti esempi efficaci, è il Guerrilla
Marketing: un insieme di tecniche di comunicazione molto innovative che sorprendono
il target, creando con esso un rapporto interattivo in situazioni difficilmente raggiungibili
da altri media, generando dinamiche “virali” di diffusione del messaggio. Questo tipo di
approccio offre vantaggi interessanti soprattutto per l’elevata capacità di catturare
l’attenzione dei destinatari e di generare in essi un ricordo durevole.
In parallelo agli studi di approfondimento si prevede di avviare nuovamente una campagna
di comunicazione che coinvolga una porzione più ampia di popolazione con lo scopo di
richiamare la campagna precedente e offrire a tutti i soggetti interessati, un resoconto dei
dati dell’indagine avviata nelle fasi di ricerca del progetto.
Fase V) VALUTAZIONE
La valutazione dei diversi interventi sarà condotta applicando modelli funzionali per quei
tipi d’intervento già valutati in Italia e allestendo degli studi pre-post per quegli interventi
considerati innovativi ancora non valutati in contesti paragonabili al nostro.
Fase VI) NUOVA ANALISI DEI BISOGNI
Dopo aver valutato gli interventi proposti, sarebbe opportuno predisporre una nuova
analisi dei bisogni e dei progetti per riproporre con la stessa metodologia, nuovi interventi
in altri settori e/o coinvolgendo altre tipologie di soggetti, magari istituendo dei bandi di
gara in collaborazione con INAIL (come già accade per le scuole) per portare a regime il
metodo proposto.
Riferimenti bibliografici:
Kotler, P. and Lee, N. Social Marketing: Influencing Behaviors for Good, 3rd Edition, Sage Publications,
2008
V. Curzel, Comunicazione pubblica e marketing sociale per la sicurezza e la salute sul lavoro, Provincia
Autonoma di Trento - Assessorato alle Politiche per la salute, 2006
“How social marketing works in health care”, W. Douglas Evans, in BMJ 2006; 332: 1207-1210.
Per una raccolta bibliografica più completa e esaustiva, consultare il sito: www.dors.it/marketing_sociale

finalità generali:
- Sensibilizzare la popolazione sul tema della sicurezza e della salute in ambito
lavorativo come “investimento”.
- Promuovere fra i lavoratori e datori di lavoro atteggiamenti orientati
all’adozione di comportamenti sicuri, costruendo consenso verso i valori della
sicurezza come “qualità della vita e del lavoro” e non solo come adempimento
di norme e prescrizioni.
obiettivi specifici:
La risoluzione di almeno tre problematiche evidenziate dalle minacce e punti di debolezza
dell’analisi SWOT condotta dal tavolo. (Es. Analisi preventiva dei fabbisogni formativi,
strumenti attuali non pienamente efficienti sul tema della sensibilizzazione, sistema di
microimpresa non competitivo su fattori di prevenzione, non pieno utilizzo
dell’apprendistato a scopo informativo, figura delle RLS non adeguatamente valorizzate
a livello di microimpresa, divario di sensibilità sul tema della sicurezza tra pubblico e

515
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

privato, non adeguati risultati sulla riduzione degli incidenti sul lavoro, …).
Attività:
m SSEPI DoRS: ricerche bibliografiche, individuazione delle buone pratiche,
gestione della progettazione di interventi di Marketing Sociale, consulenza
per l’organizzazione di campagne di comunicazione, organizzazione operativa
del progetto e coordinamento della segreteria organizzativa.
m SSEPI RDL e Spresal di Alessandria: Analisi e interrogazione dei flussi
per l’analisi dei bisogni delle prime fasi, la valutazione quantitativa degli
interventi previsti e consulenza operativa all’interno del gruppo di lavoro.
m Spresal di Alessandria: Analisi e interrogazione dei flussi per l’analisi dei
bisogni delle prime fasi e consulenza operativa all’interno del gruppo di
lavoro.
m Segreteria organizzativa per la gestione operativo/amministrativa che deve
essere creata ad hoc comprendendo anche personale individuato alle
segreterie dell’associazione o degli enti istituzionali coinvolti.
m L’Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro (dip. di ricerca
sociale e dip. di politiche pubbliche e scelte collettive) che si occuperà della
conduzione del gruppo di lavoro per l’analisi dei bisogni e dell’analisi
qualitativa del target di riferimento (focus group, questionari, osservazioni
etnografiche, ... ) e la valutazione qualitativa degli interventi.
Consulenze esterne:
- Un esperto del tema, Vittorio Curzel, già Direttore Ufficio Informazione e
Comunicazione per la Salute, Provincia Autonoma di Trento coordinatore di
altri progetti simili a quello proposto.
- Esperti di marketing, comunicazione e addetti uffici stampa per la
progettazione e realizzazione di campagne di comunicazione.
- Eventuale collaborazione di una nuova risorsa amministrativa.
risultati:
Non sono prevedibili risultati precisi, legati forzatamente all’analisi dei bisogni della fase
II del progetto.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamento sostanziale:
n Fondi messi a disposizione per la pianificazione strategica
dall’Associazione Alessandria 2018
Finanziamenti a supporto:
n Fondi Europei per la formazione
n Coinvolgimento dell’INAIL
n Bandi ISPESL
n Ricerca finalizzata Regione Piemonte
costi:
Viste la durata pluriennale e la natura ancora non ben definita dei destinatari e dei vari
interventi che si andranno a predisporre all’interno del territorio, non è possibile fare una
stima o una previsione dei costi.
è possibile comunque prevedere i costi di alcune attività specifiche del progetto come:
- Analisi dei bisogni:
Il Servizio di Epidemiologia dell’ASL TO3 (RDL e DoRS) accompagnerà il processo
d’individuazione dei bisogni come attività istituzionale all’interno della Regione Piemonte.
- Analisi di approfondimento:

516
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Le attività di ricerca qualitativa e quantitativa da condurre sul target sono da considerare


sui 50.000-70.000 euro se s’ipotizza di intervistare/coinvolgere almeno un campione di
800-1000 lavoratori.
- Campagne di comunicazione:
50.000 -100.000 euro in base alla complessità delle attività di comunicazione previste e alla
grandezza di popolazione che si vuole raggiungere.
- Consulenze esterne:
Prevista sicuramente per il dott. V. Curzel. Ogni consulenza potrebbe essere quantificata
dai 20.000 ai 40.000 euro a persona, distribuiti nei vari anni del progetto a seconda degli
obiettivi della consulenza.
- Coordinamento e organizzazione:
Risorse istituzionali utilizzate dagli organizzatori per il progetto e spese vive per un
ammontare dai 30.000 ai 40.000 euro (per i primi 2 anni).
fattibilità:
Costi elevati soprattutto per la realizzazione di campagne di comunicazione (immagine
coordinata, realizzazioni grafiche, relazioni con uffici stampa, radio, canali di distribuzione,
…).
Collaborazione con l’università ancora da verificare. Il ruolo dei dipartimenti universitari
di Alessandria che si vuole coinvolgere è cruciale ed occorre instaurare una forte
partnership con questa istituzione, facendola entrare fin da subito nelle fasi decisionali e
di progettazione.
Il macro progetto è molto articolato e se da un lato l’approccio proposto si dimostra
efficace , dall’altro si presenta di difficile gestione, soprattutto operativa. Sarebbe più
realistico dividere il macro-progetto in tre progetti più piccoli gestiti da tre coordinatori
differenti: 1) Analisi, Ricerca e Valutazione 2) Campagne di comunicazione 3) Interventi
nelle aziende.
cronoprogramma:
trImEStrI

anno 1 anno 2 anno 3 anno 4 anno 5 anno 6 anno 7 anno 8 anno 10

ATTIVITà I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV

analisi dei
bisogni

approfondimento
sul target
campagna di
comunicazione

avvio degli
interventi

valutazione

coordinamento
gest. organizzativa

- attività di sintesi, ricerca e valutazione

- interventi, attività di comunicazione e formazione

- attività di amministrazione

517
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 2
titolo:
Il lavoro sicuro e regolare interessa anche a te

comunicazione sociale per


linea 3 la sensibilizzazione
in materia di lavoro

Sottotitolo:
Il lavoro nero e l’inosservanza delle norme di sicurezza riguarda tutti i cittadini e non solo
i lavoratori.
Soggetti proponenti:
Direzione Provinciale del Lavoro di Alessandria
descrizione del progetto:
La percezione sociale del fenomeno del lavoro nero e senza sicurezza non raggiunge livelli
tali da “bucare” la sensibilità dei cittadini se non per il tempo minimo della lettura o ascolto
della notizia. Il progetto si propone di introdurre un nuovo modo di comunicare attraverso
gli atti che tutta la Pubblica Amministrazione emette per le proprie attività istituzionali. La
proposta si basa sulla possibilità di utilizzare la corrispondenza inviata da tutte le
Amministrazioni Pubbliche inserendo a piè di pagina il messaggio di promozione della
legalità sociale. Poiché la Legge (449/97 e 267/2000) consente alla PA di concludere
contratti di sponsorizzazione, al fine di favorire l’innovazione dell’organizzazione
amministrativa e di realizzare maggiori economie, nonché una migliore qualità dei servizi
prestati, subordinando detta attività contrattuale alla condizione che tali iniziative siano
dirette a perseguire interessi pubblici, appare possibile credere che il progetto di
comunicazione sociale sia compatibile. Per la realizzazione del logo e del messaggio è
ipotizzabile il coinvolgimento di una struttura scolastica (es. Istituto Superiore Leardi di
Casale o altra scuola di grafica e marketing) alla quale fornire in modo chiaro e sintetico
il tema da svolgere. Il messaggio che sarà scelto tramite una Commissione composta da
tecnici e da un campione di utenti-cittadini, essendo questi i soggetti ai quali comunicare,
dovrà essere trasmesso da un’Autorità sovraordinata (es Prefettura che coinvolga l’intero
territorio provinciale) a tutta la PA con la richiesta di inserirlo a piè di pagina di tutti i fogli
stampati in periodi concordati (es nella settimana europea della sicurezza sul lavoro).
Questa azione dovrebbe essere preceduta da una serie di attività promozionali sui mass
media per avere la massima visibilità.
finalità generali:
Sensibilizzare la popolazione sul tema del lavoro nella legalità come valore sociale
imprescindibile
obiettivi specifici:
Creare una “ Pubblicità Progresso” veicolata dalla PA contestualmente alla propria attività
istituzionale.
Attività:
l redazione del progetto
l scelta del logo e del messaggio

518
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

l presentazione ai media e divulgazione a tutta la PA


l valutazione efficacia
risultati attesi:
Non sono prevedibili risultati precisi, si potrebbe misurare se è cresciuto il livello di
attenzione con un sondaggio mirato oppure coinvolgendo sponsor con attivazione di
raccolta schede tipo concorso a premi.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
n Fondi messi a disposizione per la pianificazione strategica
dall’Associazione Alessandria 2018
n Coinvolgimento dell’INAIL
n Enti Locali
costi:
Da poche migliaia di € a qualche decina, nel senso che si deve prevedere il premio alla
scuola o l’incarico professionale a un’agenzia specializzata con un minimo di
comunicazione sui mass media.
Primo budget 50.000 €

fattibilità:
La maggiore difficoltà è rappresentata dal coinvolgimento della PA in generale, che
risponde a proprie linee organizzative spesso impermeabili alla novità. Il Prefetto
all’interno del Comitato della PA potrebbe essere il soggetto facilitatore per tutta la
Provincia.

cronoprogramma:
Complessivamente un anno dall’avvio del progetto

519
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 3
titolo:
reti di sportelli per la sicurezza sul lavoro

Sviluppo di reti informative


linea 2 a sostegno
del sistema lavoro

Sottotitolo:
Agevolare a livello locale i rapporti tra utenti ed enti pubblici che si occupano di sicurezza
lavoro (e ambiente), favorendo lo scambio di informazioni e di documentazione.
Soggetti proponenti:
Ordine degli Ingegneri Alessandria, Confindustria Alessandria, Confapi Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto prevede la realizzazione e messa a disposizione sulla Rete di un data base di
informazioni e documentazione utili alle imprese, ai professionisti e alle associazioni, per
agevolare il colloquio e lo scambio di comunicazioni con i diversi enti pubblici che si
occupano di sicurezza sul lavoro (e ambiente), attraverso una unica piattaforma in grado
di rendere le informazioni in forma omogenea, di immediata comprensione, in grado di
accrescere nel tempo contenuti e forme di interattività con il pubblico. Il progetto non
intende proporre una copia dello Sportello Unico per le Attività Produttive, nel quale
l’aspetto primario è lo sviluppo dell’iter di pratiche amministrative ma affiancare la realtà
di Sportello esistente agevolandone l’utilizzo e incrementando le informazioni disponibili.
Benché gli adempimenti nel settore della sicurezza (e dell’ambiente) abbiano una
impostazione comune a livello nazionale o almeno regionale, spesso le prassi locali
possono differire in modi e forme, tanto da rendere utile l’illustrazione delle modalità del
servizio pubblico offerto, attraverso uno schema di comunicazione omogeneo.
Gli Enti pubblici che possono essere coinvolti nell’iniziativa, in quanto operanti nell’area
sicurezza lavoro (e ambiente) sono:
- ARPA
- ASL Dipartimento di Prevenzione: SPRESAL, SISP
- Comando Provinciale dei VVF
- Comune (Sportello Unico / Servizi Tecnici)
- Direzione Provinciale del Lavoro
- INAIL
- ISPESL
- NOE dei CC (per la parte ambientale)
- Provincia
- Organismi accreditati per la verifica di impianti
- Organismi di certificazione
- CCIAA
La Base Dati e la relativa piattaforma WEB di condivisione non risultano allo stato attuale
disponibili sul territorio e non si conoscono esempi a livello nazionale.
finalità generali:
Semplificare l’accesso alle informazioni e alla documentazione riguardanti sicurezza e

520
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ambiente per ridurre i tempi per il completamento di iter autorizzativi o di verifica.


Favorire nel territorio la diffusione della cultura della sicurezza e sostenere attività di
informazione e formazione verso i soggetti interessati, attraverso la condivisione di un
linguaggio comune. Migliorare la capacità di accoglienza del territorio nei confronti di
imprese con sedi in altre aree interessate a delocalizzarsi, grazie alla disponibilità di
informazioni pratiche di semplice accesso (marketing territoriale).
obiettivi specifici:
Creare una piattaforma on line di semplice accesso che consenta di gestire/consultare le
informazioni e la documentazione rese disponibili dai diversi soggetti partecipanti.
Attività:
I proponenti il progetto si attiveranno per la:
n Costituzione di un gruppo di lavoro (GdL) composto da rappresentanti
dei soggetti proponenti, degli Enti e delle Organizzazioni coinvolte;
n ricerca sul WEB di progetti già implementati in altri territori;
n analisi dell’esistente e definizione dello schema generale dei requisiti da
attribuire alla rete, in termini di contenuti e modalità di utilizzo;
n individuazione dell’organizzazione (Org. Gest. Sito) che curerà la gestione
della piattaforma e il suo aggiornamento
n individuazione del partner/consulente tecnico (P.T.) per la realizzazione
del supporto informatico;
n Coordinamento tra GdL, organizzazione Resp. Gst. Sito e Partner
Tecnico;
n definizione della soluzione informatica idonea a supportare i requisiti di
progetto; (P.T.)
n Contatto e coinvolgimento degli Enti (anche quelli che non sono già
partner del progetto) e richiesta di individuazione di un referente interno;
n incontro con i diversi Enti per la raccolta e organizzazione delle
informazioni che ciascun Ente ritiene opportuno condividere;
n sviluppo e implementazione del sistema in rete;
n promozione del sistema di rete sul territorio
n avvio test in rete
risultati:
La realizzazione della piattaforma WEB in grado di gestire il sistema degli sportelli
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Le iniziative volte a facilitare l’accesso alle informazioni in materia di sicurezza possono
beneficiare di alcuni sostegni pubblici da valutare in funzione del periodo in cui si potrà
avviare il progetto (principalmente INAIL e Regione). Vedasi anche Gantt allegato
costi:
25.000,00 € circa (vedasi Gantt allegato) costi di consulenza, diffusione e marketing,
personale per la gestione della piattaforma WEB.
fattibilità:
I principali ostacoli e criticità sono:
- la difficoltà degli Enti nel rendere disponibile il personale esperto in grado di collaborare
con il GdL.
- tenuta nel tempo del sistema WEB che necessita di manutenzione costante in termini di
incremento e di aggiornamento dei contenuti e che conseguentemente richiede risorse
che possano sostenere nel lungo periodo la piattaforma.

521
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

- La dimensione locale del progetto e il relativamente ridotto numero di utenti potenziali


rischia di rendere poco frequente l’utilizzo iniziale del sistema con conseguente ridotta
attenzione al suo sviluppo.

cronoprogramma:
Circa 10 mesi di durata per l’avvio dei test sul sito vedasi GANTT allegato

522
A L E SSANDRIA :
IL

gantt progetto sportelli WEB

1 Costituzione di un gruppo di lavoro - (Gdl); Proponenti 2 incontri


PIANO

2 ricerca progetti esistenti GdL 4 giornate

analisi dell’esistente e definizione dello schema


3 generale dei requisiti da attribuire alla rete in GdL 3 incontri
termini di contenuti e modalità di utilizzo

1° mese 2° mese 3° mese 4° mese 5° mese 6° mese 7° mese 8° mese 9° mese 10° mese

AzIonI pArtEcIpAntI
1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 Durata fissa® Costi Tipo di costo

individuazione dell’organizzazione che


STRAT E G I C O

523
curerà la gestione della piattaforma e il suo GdL 1 o 2 incontri
aggiornamento (Org. Gest.)

individuazione del partner/consulente


GdL/Org. Gest. 2 incontri
tecnico (P.T.)

Coordinamento tra GdL, organizzazione GdL/P.T./Org.


5 incontri
Resp. Gest. Sito e Partner Tecnico Gest.
Definizione della soluzione informatica
2 giornate di lavoro del
idonea (schema di flusso) a supportare i P.T. 2.000,00 consulenza
P.T.
requisiti di progetto
Contatto e coinvolgimento degli ENti (anche
quelli che non sono già partner del progetto)
GdL telefonate e incontri
e richiesta di individuazione di un referente
interno
Incontro con i diversi Enti per la raccolta e
organizzazione delle informazioni che GdL/Org. Gest. 40 gg
ciascun Ente ritiene opportuno condividere
sviluppo e implementazione del sistema in GdL/P.T./Org. 60 gg/10 giornate del
gest. lavoro 10.000,00 consulenza
rete Gest. P.T.

marketing per
promozione del sistema di rete sul territorio proponenti 20 gg 2.000,00
avvio test diffusione
in rete
Org. Gest. Sito/P.T. 1 giornata di lavoro P.T. 1.000,00 consulenza

costo personale
Org. Gest. Sito 10.000,00 dell’Organizzazione
gest. Sito
25.000,00
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 4
titolo:
Introduzione nelle aziende dei sistemi di gestione
della sicurezza sul lavoro - attività formativa

formazione professionale
linea 1
integrata

Sottotitolo:
La definitiva entrata in vigore del testo unico in materia di sicurezza e salute sul posto di
lavoro, il d.lgs. 81 del 2008 e succ. modifiche ed integrazioni, ha introdotto la possibilità
per le aziende di adottare dei “modelli di gestione”della sicurezza. Tale opportunità,
necessita tuttavia di un percorso formativo di alto livello che apporti le necessarie
conoscenze a tutto il personale impiegato.
Soggetti proponenti:
Ordine degli Ingegneri della prov. di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto è finalizzato, attraverso azioni di formazione mirata, a migliorare le condizioni
di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. L’attuale sistema di garanzia applicato, tutto in
capo al datore di lavoro, presente notevoli punti di debolezza. Un “modello di gestione”
della sicurezza, oltre a coinvolgere quanti più soggetti possibili nell’applicazione dei vigenti
dettati normo/legislativi, ha il vantaggio di prevedere l’utilizzo di procedure documentate
tali da rendere il controllo del processo produttivo efficace non soltanto a livello “teorico”,
ma soprattutto “pratico”. Per poter realizzare tutto ciò, è quindi assolutamente necessario
procedere ad un’intensa e capillare attività formativa che sappia comprendere gli aspetti
legati sia alle specifiche normative in materia di sicurezza, sia all’esplicitazione dei criteri
di base propri di un “modello di gestione”.
In sintesi il modello di gestione ha il vantaggio di:
n favorire una sistematica crescita delle competenze dei lavoratori, a tutti i
livelli;
n realizzare adeguate procedure che permettono di prevenire gli infortuni o
le malattie professionali;
n favorire un clima di effettiva fiducia tra i lavoratori e l’alta direzione
aziendale.
Per realizzare tutto ciò è necessario procedere ad una intensa attività formativa, che spazi
dalle normative di sicurezza alle normative di qualità.
La formazione sarà “tagliata su misura” in ogni azienda in funzione:
n del gap tra le conoscenze che il personale possiede e quelle che dovrebbe
possedere per una concreta prevenzione degli infortuni, dei “quasi infortuni”,
n del possibile insorgere di malattie professionali;
n delle infrastrutture, dei materiali, dei processi, delle procedure specifiche
di ogni azienda.

524
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

finalità generali:
a Ridurre gli infortuni e migliorare le condizioni di lavoro
a Più efficace pianificazione dell’attività di formazione tramite un
sistematico e tempestivo rilevamento delle reali esigenze aziendali
obiettivi specifici:
m Maggior conoscenza e conseguente corretta applicazione della normativa
m Acquisizione a tutti i livelli del personale impiegato di una maggior
sensibilità al problema della sicurezza con maggior responsabilizzazione
diretta
m Introduzione di procedure operative controllabili con conseguente
riduzione degli incidenti sul lavoro
m Reale consapevolezza da parte di ogni singolo addetto dei criteri e dei
meccanismi che presiedono la gestione della sicurezza in azienda
Attività:
1) Analisi della situazione in essere
In questa fase il proponente del progetto, Ordine Ingg, dovrà predisporre un questionario
e raccogliere ed organizzare i dati. E’ indispensabile la collaborazione con le organizzazioni
di categoria per la raccolta dei dati
2) Attività formativa
Organizzazione e tenuta di corsi di formazione. Il proponente del progetto costituirà un
comitato scientifico per la scelta dei docenti e per la stesura dei programmi. Le lezioni
saranno effettuate in collaborazione con gli enti formativi presenti sul territorio. I docenti
saranno scelti tra professionisti, dirigenti d’azienda, ispettori, ecc.
3) Assistenza in azienda per l’introduzione dei sistemi
Si dovranno costituire gruppi di lavoro costituiti da esperti in materia di sicurezza, gestione
aziendale, e sistemi qualità. L’individuazione dei soggetti interessati sarà effettuata
congiuntamente tra il proponente del progetto e le organizzazioni di categoria.
4) Monitoraggio dei risultati
L’analisi dovrà essere effettuata attraverso sia attività ispettiva sia attraverso questionari.
La metodologia sarà individuata dal soggetto proponente, in conseguenza dei programmi
di formazione avviati, le verifiche e le raccolte dei dati saranno compito delle
organizzazioni di categoria. Tale fase porterà comunque all’elaborazione di uno o più
indicatori prestazionali tali da poter valutare l’efficacia degli interventi svolti anche nel
medio/lungo periodo.
risultati:
l Maggior numero di aziende con sistemi di gestione adottati
l Riduzione degli infortuni nelle aziende che utilizzano i sistemi di gestione
l Diffusione della cosiddetta “cultura della sicurezza”
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
- Richiesta di finanziamenti pubblici legati alla formazione per occupati e non.
- Richiesta di contributi al sistema formativo comunitario, regionale e
provinciale
- Finanziamenti privati per la parte non coperta.
costi:
1) Per l’analisi conoscitiva
€. 5.000,00

525
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

2) Si stima che per ogni corso di formazione, max 30 partecipanti, siano necessari
€. 9000,00.
3) Per l’assistenza in azienda
€. 1500,00 per ogni azienda.
4) Per il monitoraggio
€. 5.000,00
fattibilità:
La fattibilità dell’intervento è legata unicamente alla disponibilità delle aziende a partecipare
al progetto ed a reperire i relativi finanziamenti.
cronoprogramma di lavoro:
Predisposizione in dettaglio del progetto gg. 60
Fase 1 gg. 60
Fase 2 gg. 120
Fase 3 gg 120

526
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 5
titolo:
un servizio per l’Informazione orientativa,
il Bilancio professionale e il Bilancio giovani

formazione professionale
linea 1
integrata

Sottotitolo:
Il servizio di orientamento è dedicato a tutti coloro che desiderano accrescere la capacità
di gestire il proprio sviluppo professionale per far fronte alle richieste del mercato del
lavoro in continua trasformazione.
Soggetti proponenti:
CIOFS/FP Piemonte
descrizione del progetto:
L’orientamento come supporto alle transizioni.
L’orientamento, in generale, può essere definito come un processo che si sviluppa lungo
tutto l’arco della vita e che matura nella persona attraverso l’acquisizione di risorse
specifiche, definite competenze orientative, necessarie per fronteggiare i momenti di scelta
e di transizione: conoscenze delle proprie risorse e vincoli, capacità di reperire
informazioni e capacità di fronteggiare problemi, capacità di delineare progetti lavorativi
in base a specifici obiettivi personali.
La necessità di imparare ad auto-orientarsi tra le opportunità lavorative e formative del
mercato del lavoro trae origine dal contesto attuale, dalla criticità e variabilità che lo
caratterizza.
I percorsi di ingresso nell’attuale mercato del lavoro sono sempre più diversificati ed è
pertanto difficile ipotizzare un percorso professionale a partire dalla sola formazione
ricevuta.
In questo particolare momento storico l’itinerario della carriera professionale prevede 4
fasi chiave: l’accesso al primo impiego, la mobilità nel lavoro (il lavoratore “decide” di
muoversi all’interno della stessa azienda o di rivolgersi all’esterno), la situazione di rottura
(condizione imprevista di cessazione dell’attività lavorativa) e la fine della carriera.
Attualmente le “transizioni professionali” non corrispondono più a un vero e proprio
“sviluppo di carriera”, pertanto la domanda di orientamento che emerge si esplica nel
bisogno di capire come far fronte alle diverse transizioni nel mercato del lavoro.
Partendo da questo presupposto possiamo descrivere le finalità di un servizio orientativo
finalizzato a favorire l’orientamento delle persone nel mercato del lavoro secondo questa
articolazione:
- permettere all’utente di trarre il meglio dalle carte che ha in mano, tenendo
conto delle limitazioni che gli vengono imposte dai contesti in cui si trova;
- preparare i giovani alla flessibilità, a portarli ad accettare di dover
continuamente riprogettarsi.
Nella pratica di orientamento, non si tratta tanto di portare l’individuo a sviluppare

527
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

un’immagine stabile e chiara di sé che corrisponda a professioni o percorsi formativi a


cui potrebbe accedere, quanto piuttosto di aiutarlo ad:
- abituarsi a far fronte all’ambiguità e alla difficoltà di prevedere il futuro;
- avere flessibilità di spirito tale da poter abbandonare facilmente una
prospettiva senza via di uscita a vantaggio di un’altra;
- avere più di un “sé possibile” di riserva, ma allo stesso tempo essere capaci
di mantenere il senso di sé in un mondo popolato da messaggi contraddittori
e mutevoli.
In risposta ad una situazione di difficoltà vissuta oggi da molte persone sul territorio di
Alessandria e nei paesi limitrofi, rispetto alla possibilità di mantenere un posto di lavoro,
di trovarne un altro in tempi limitati e rispetto alle difficoltà di reperire informazioni
corrette ed aggiornate sul mercato del lavoro e sulle possibilità formative, si è pensato di
proporre un servizio in grado di operare su più livelli, in base alle esigenze dell’utenza e
che abbia come finalità principale la capacità di gestire il disagio, la crescita nell’autonomia
personale nella ricerca e l’autoconsapevolezza rispetto alla scelta formativa e/o
professionale.
Lo Sportello prevede un servizio di PRIMO LIVELLO, un primo punto informativo
rivolto a tutti i cittadini del territorio di riferimento, comprendente l’accoglienza e
l’informazione orientativa e un servizio di SECONDO LIVELLO comprendente la
consulenza per l’orientamento al lavoro.
finalità generali:
Lo sportello intende essere riconosciuto come punto di riferimento orientativo del
territorio per tutti coloro che necessitano di confrontarsi con le richieste del mercato del
lavoro e che intendono usufruire della professionalità e della competenza di consulenti
specializzati in tema di orientamento.
Lo sportello supporta gli utenti nella definizione di un percorso orientativo attraverso il
potenziamento delle competenze personali e una conoscenza attiva degli scenari di
riferimento per la costruzione di una progettualità personalizzata. Questo assunto risulta
valido anche per l’orientamento con i giovani in quanto la prospettiva di una scelta
scolastica e professionale in grado di delineare un percorso di sviluppo lineare per tutta la
vita viene considerata ormai superata. Assume più valore la capacità della persona di
fronteggiare specifiche esperienze di transizione e di ridefinirsi di volta in volta in maniera
soddisfacente anche rispetto ad una pluralità di scenari differenti.
obiettivi specifici:
Lo sportello si pone l’obiettivo di:
l fornire informazioni sul mercato del lavoro, opportunità formative e
servizi del territorio;
l supportare l’individuo in un percorso di scelta aiutandolo a sviluppare
capacità e ad acquisire strumenti per conoscere e comprendere meglio se
stessi e il contesto socio-economico in cui è inserito;
l rendere la persona autonoma nelle proprie scelte formativo- professionale,
nell’autopromozione e nella ricerca attiva del lavoro;
l aiutare gli utenti nella stesura del curriculum vitae, nella lettera di
presentazione e nella preparazione di un colloquio di lavoro;
l realizzare un ambiente di lavoro accogliente e operativo per la
consultazione degli strumenti informativi e per la gestione efficace del
percorso orientativo degli utenti.

528
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Attività:
Primo livello
Il servizio di Accoglienza
L’accoglienza è la fase che segna il primo contatto con l’utente. In questa fase il consulente
ha il compito di leggere le richieste manifeste dell’utente ma anche di far emergere i bisogni
che non vengono, per diversi motivi, esplicitati dall’utente stesso.
Il servizio di Accoglienza ha l’obiettivo di accogliere e favorire la comunicazione della
domanda della persona ed appurare, attraverso il confronto individuale, le motivazioni di
adesioni/richiesta del servizio e sondare le aspettative rispetto ai servizi offerti.
Gli obiettivi specifici dell’attività possono essere così articolati:
l accogliere l’utente con l’intenzione di renderlo subito attivo nella
rilevazione e nella soddisfazione dei proprio bisogni orientativi;
l consentire all’utente di esplicitare in maniera approfondita i propri bisogni;
l consigliare all’utente il percorso da intraprendere (consultazione
dell’informazione, Bilancio Professionale, Bilancio Giovani).
La durata della fase di accoglienza si aggira, comprese le attività di back-office, intorno ai
40 minuti.
L’attività di monitoraggio del servizio di Accoglienza consente di individuare e determinare
con precisione il target d’utenza e la relativa domanda orientativa. Il servizio consente di
raccogliere i dati anagrafici, formativi, lavorativi, personali degli utenti in riferimento al
servizio erogato con l’obiettivo di definire l’articolazione dell’offerta dei servizi dello
sportello.
Gli obiettivi specifici dell’Analisi del fabbisogno orientativo possono essere i seguenti:
l individuare le aree del territorio con maggiore necessità di interventi
orientativi;
l stabilire il bisogno orientativo prevalente sul territorio;
l ridefinire il repertorio dei servizi orientativi rivolti ai cittadini e al territorio;
l anticipare le esigenze del territorio attraverso una rilettura attenta del
fenomeno analizzato.
L’Informazione Orientativa
L’informazione è un momento di incontro in cui vi è una trasmissione di dati attendibili,
chiari e funzionali. L’informazione deve essere uno stimolo alla scelta, deve essere
strutturata, aggiornata e personalizzata.
Lo sportello dedicato all’informazione disporrà di supporti cartacei e informatizzati, per
fornire a tutti coloro che si presenteranno, informazioni in particolare rispetto a:
identità territoriale e servizi offerti;
caratteristiche del mercato del lavoro (normative, contratti);
sistema delle professioni e opportunità del mercato del lavoro;
opportunità educative, scolastiche e formative del territorio.
L’utente potrà accedere alle informazioni disponibili secondo diverse modalità: auto
consultazione, colloquio informativo individuale, seminari di gruppo.
Secondo livello
Lo sportello prevede l’erogazione di servizi di consulenza orientativa (il Bilancio
Professionale e il Bilancio Giovani) che si pongono l’obiettivo di facilitare l’utente nella
presa di decisione rispetto al proprio percorso formativo e nella fase di inserimento
professionale.
Il Bilancio Professionale
Il Bilancio Professionale è un percorso di orientamento al lavoro, rivolto ad adulti, uomini
e donne, che per le loro situazioni personali e sociali hanno un’esigenza di

529
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

inserimento/reinserimento professionale immediato, che centra in particolare il suo


intervento su un’analisi delle risorse del soggetto immediatamente spendibili sul mercato
del lavoro di riferimento. L’attenzione è rivolta alle richieste effettive del territorio e il
percorso mira a verificare la presenza o meno dei requisiti di competenza necessari per
definire un progetto di inserimento lavorativo nel breve/medio periodo.
Il percorso prevede tre fasi:
La fase di analisi della domanda prevede una valutazione approfondita del bisogno
orientativo e la verifica dei criteri di occupabilità del soggetto in riferimento alle richieste
del mercato del lavoro di riferimento.
La fase centrale serve per far emergere le risorse/competenze del soggetto e i vincoli
personali in riferimento alle posizioni lavorative disponibili sul mercato.
Nella fase conclusiva si definisce il progetto di inserimento professionale attraverso il
confronto con referenti significativi, la valutazione di alcune competenze professionali e
la predisposizione di un piano di ricerca del lavoro (curriculum vita, lettere di
presentazioni).
Il Bilancio Giovani
Il Bilancio Giovani è un percorso di orientamento che si prefigge l’obiettivo di aiutare gli
utenti a fare il punto sul proprio bagaglio di esperienze (scolastico/formative, lavorative
e extralavorative) e a individuare ambiti di interesse privilegiati per arrivare a definire scelte
personali e professionali coerenti con le potenzialità personali e il contesto di riferimento.
Il percorso è destinato a giovani di età compresa tra i 16 e i 25 anni, privi di esperienze
significative di lavoro, in transizione verso percorsi formativo/universitari o verso il
mercato del lavoro.
Gli utenti del Bilancio Giovani potranno:
o fare il punto sul proprio bagaglio di esperienze e risorse;
o conoscere le opportunità scolastico/formative e lavorative del proprio
contesto di riferimento;
o definire uno o più progetti formativo/professionali attraverso il confronto
con referenti significativi (consulenti di orientamento, esperti del settore).
Il percorso prevede tre fasi:
a) Fase di analisi della domanda: per definire precisamente il bisogno
orientativo dell’utente e per articolare il percorso individuale in termini di
attività, strumenti e tempi.
b) Fase centrale: per ricostruire l’insieme degli interessi, dei valori, delle
conoscenze e delle capacità a partire dall’analisi delle esperienze dell’utente.
c) Fase conclusiva: per definire un progetto personale e valutarne la fattibilità
con referenti significativi.
Il percorso prevede una durata minima di 6 ore e una durata massima di 12 ore.
risultati:
I risultati che si intendono perseguire possono essere suddivisi in rapporta all’utenza finale
e alla struttura orientativa stessa:
Utente finale:
- sviluppo dell’autonomia degli utenti nella ricerca del lavoro
- aumento della capacità di confrontarsi con il mercato del lavoro
- aumento della capacità di decodificare e interpretare le richieste del mercato
del lavoro
- aumento della consapevolezza del sé (empowerment)
- aumento della conoscenza delle proprie competenze
- valorizzazione dell’identità professionale
- messa a punto di un obiettivo formativo/lavorativo personalizzato

530
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

- aumento del livello di attivazione


- aumento della disponibilità a mettersi in gioco
- sviluppo dei processi di cambiamento
Struttura orientativa:
- aumento della qualità dei servizi offerti dallo sportello
- aumento delle informazioni disponibili per gli utenti
- sviluppo della rete di servizi sul territorio
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
In sintesi, per la realizzazione del progetto è necessario usufruire di uno spazio in cui
effettuare la PRIMA ACCOGLIENZA e l’INFORMAZIONE ORIENTATIVA .
L’ambiente dovrebbe contenere:
- 1 scrivania con sedia per l’operatore di segreteria
- 1 scaffale/Armadio per riporre materiale espositivo;
- 1 telefono (preferibilmente cordless), fax (opzionale segreteria telefonica);
- Cancelleria di vario genere
- 1 fotocopiatrice A4, A3;
- 1 stampante A4, A3;
- 1 spazio espositore/i materiale
- 2 PC con collegamento a Internet (uno per gli utenti, uno per la segreteria)
- 1 bacheca informativa per news, pubblicità di seminari, annunci urgenti di agenzie
interinali
- 1 postazione di lavoro per utente
I servizi di consulenza orientativa dovranno invece essere realizzati in un ambiente
riservato allestito con:
- 1 tavolo,
- 3 sedie,
- 1 espositore
- 1 cassettiera.
Sarebbe opportuno disporre inoltre di una sala per svolgere seminari o incontri di gruppo.
La sala dovrebbe contenere:
- 1 tavolo per il lavoro di gruppo
- 10 Sedie
- Postazione PC con collegamento a Internet e a stampante (almeno 2 PC in una fase
iniziale)
- 1 video-proiettore e parete o telo per proiezioni
- 1 lavagna a fogli mobili
- 2 espositori per materiale informativo/formativo di approfondimento
La struttura inoltre sarà allestita con materiale informativo (brochure, riviste, dispense e
testi specializzati) e con strumenti orientativi specifici (test, schede di lavoro dedicate,
strumenti informatici).
La struttura inoltre deve prevedere i servizi igienici con accesso facilitato per le persone
disabili.
costi:
I costi sono calcolati a partire da una prima ipotesi progettuale. Si rimanda pertanto a una
ridefinizione più dettagliata.
PERSONALE
Orientatori
Si prevede l’impiego di 2 orientatori per circa 384 ore all’anno. Il costo complessivo
ammonta a circa 19.200€

531
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Coordinamento
Si prevede l’intervento di 1 risorsa per circa 50 ore all’anno. Il costo complessivo ammonta
a circa 2.500 €.
Amministrazione
Si prevede l’impiego di 2 persone per circa 50 ore all’anno. Il costo complessivo ammonta
a circa 2.000€.
ATTREZZATURE E ARREDI
Attrezzature ITC
I costi potrebbero ammontare in linea generale tra i 5.000 e 7.500 €. Arredi
I costi potrebbero ammontare in linea generale tra i 10.000 e 20.000 €. Materiali di
consumo
I costi potrebbero ammontare in linea generale tra i 3.000 e 5.000 €. Campagna di
comunicazione
I costi potrebbero ammontare in linea generale tra i 5.000 e 10.000 €.
fattibilità:
Si rende indispensabile la creazione e l’attivazione di una rete di servizi pubblici e privati
con ruolo di coordinamento delle attività (territorialità del servizio)
Si rende necessaria l’acquisizione di un ruolo specifico dello sportello che non si
sovrapponga alle attività svolte da altri servizio per il territorio.
Si auspica la collaborazione e la partecipazione di professionisti di vari ambiti disciplinari
(pluridisciplinarietà degli operatori)
La gestione del servizio dovrebbe essere affidata a psicologi, orientatori con competenze
e esperienze in materia di orientamento al lavoro. Nel caso della consulenza specialistica,
con specifico riferimento alla metodologia del Bilancio delle Competenze, si ritiene
necessarie fare ricorso a specialisti formati secondo il modello europeo della Federazione
Europea dei Centri di Bilancio delle Competenze e Orientamento Professionale
(FECBOP).
Nei momenti di apertura al pubblico è prevista la presenza contemporanea di due
operatori (un operatore addetto all’accoglienza e uno addetto ai servizi di consulenza).
In una fase iniziale di sperimentazione si prevede l’apertura del servizio per due giorni
alla settimana per un totale di 4 ore. I servizi di consulenza potranno essere svolti solo
dietro appuntamento.

532
A L E SSANDRIA :
IL

Servizi Mag10 Giu10 Lug10 Ago10 Set10 Ott10 Nov10 Dic10 Gen11 Feb11 Mar11 Apr11
PIANO

Accoglienza

Informazione
STRAT E G I C O

533
orientativa

Seminari
tematici

Bilancio
Professionale

Bilancio
Giovani

Analisi del
fabbisogno
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 6
titolo:
Sicurezza in edilizia: conoscenza e consapevolezza
iniziano dalla scuola

comunicazione sociale per


linea 3 la sensibilizzazione
in materia di lavoro

Sottotitolo:
I ragazzi di oggi saranno i lavoratori e gli imprenditori di domani: il problema della
sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro, ed in particolare in quei luoghi un po’
“anomali” in quanto temporanei e mobili come sono i cantieri edili, può essere affrontato
a partire dal basso e cioè attraverso un percorso di conoscenza, formazione e
partecipazione svolto nelle scuole, con interlocutori oggi giovani e giovanissimi ma che
domani saranno probabilmente futuri committenti ed in alcuni casi professionisti, tecnici,
addetti ai lavori.
Soggetti proponenti:
Scuola Edile di Alessandria
Comitato Paritetico Territoriale (C.P.T.) di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto parte dalla considerazione che la divulgazione di problematiche importanti e
purtroppo sempre attuali come la sicurezza dei lavoratori debba iniziare dalla scuola;
portare conoscenza e consapevolezza dei problemi a soggetti oggi apparentemente
estranei o indifferenti al mondo del lavoro può sicuramente contribuire ad accrescere la
loro coscienza civica e creare interesse e sensibilità per una realtà che li vedrà protagonisti
negli anni futuri.
Il progetto prevede 2 diversi “sistemi” di formazione e divulgazione: il primo basato su
incontri – seminari da organizzare nelle sedi degli Istituti Scolastici (il numero degli allievi
coinvolti dovrà essere concordato con il responsabile dell’istituto) e strutturato attraverso
la presentazione di documenti e filmati, il secondo di carattere più pratico e partecipativo
attraverso l’organizzazione di laboratori didattici, in cui gli allievi potranno prendere
visione dei principali aspetti concreti del problema sicurezza, da realizzare all’interno dei
laboratori della Scuola Edile.
Si prevede il coinvolgimento degli studenti delle Scuole Medie Inferiori e degli Istituti
Superiori preferibilmente con indirizzo tecnico scientifico; gli argomenti saranno pertanto
presentati con un “taglio” diverso a seconda degli interlocutori: per gli allievi delle scuole
medie inferiori si privilegerà un approccio più generale e discorsivo, per gli allievi degli
Istituti Tecnici, che potranno diventare addetti ai lavori, si svilupperanno tematiche più
specifiche e tecniche.
E’ evidente che la realizzazione del progetto prevede il coinvolgimento e la collaborazione
degli Istituti Scolastici del territorio; sarebbe inoltre utile ed auspicabile, in fase di
preparazione del materiale didattico, la consulenza degli esperti della SPRESAL – ASL e
della Direzione Provinciale del Lavoro.
La realizzazione del progetto si articolerà in 3 fasi principali:

534
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

FASE 1: organizzazione dei gruppi di lavoro e contatti con le scuole


In questa fase si dovranno definire i diversi gruppi di lavoro coinvolti nel progetto, gestire
l’organizzazione generale degli incontri, prendere i contatti con i diversi istituti scolastici
interessati al progetto, individuare un calendario di massima degli incontri, preparare una
adeguata campagna pubblicitaria degli eventi.
FASE 2: preparazione della documentazione ed organizzazione dei laboratori didattici
In questa fase si procederà alla preparazione del materiale didattico; il gruppo di lavoro
dovrà produrre per entrambe le “categorie” di allievi coinvolti la documentazione da
utilizzare sia sotto forma di presentazione informatica (power point) e video, sia sotto
forma di documentazione cartacea (opuscoli, libretti informativi) da consegnare ai
partecipanti; potrebbe essere utile anche la preparazione di piccoli test – questionari per
valutare il grado di conoscenza iniziale del problema sicurezza da parte dei partecipanti.
Si organizzeranno inoltre gli spazi dedicati ai laboratori: il gruppo di lavoro dovrà
realizzare, all’interno degli spazi a disposizione della Scuola Edile, una serie di percorsi
tematici e di piccole simulazioni di cantiere in modo da rendere evidenti alcuni aspetti
della sicurezza, come ad esempio il corretto utilizzo di macchine e attrezzature, la funzione
delle opere provvisionali, l’importanza dei dispositivi di protezione individuale.
FASE 3: finalizzazione del progetto
L’ultima fase riguarda i veri e propri interventi didattici nelle scuole e le visite guidate ai
laboratori della Scuola Edile; al momento non è possibile quantificare il numero delle
scuole e quindi il numero dei possibili partecipanti. Esperienze simili di
formazione/orientamento realizzate negli anni scorsi, sia con allievi di medie inferiori che
di istituti superiori, ci inducono a pensare che il numero di allievi da prevedere in ogni
singolo incontro/seminario non debba essere superiore a 50 per una durata non superiore
alle 2/3 ore, mentre per quanto riguarda le visite ai laboratori il numero dei partecipanti
potrebbe essere lo stesso con però la suddivisione in almeno 2/3 gruppi e per tempo
complessivo di massimo 2 ore.
finalità generali:
o Introdurre nelle nuove generazioni il concetto di sicurezza sul lavoro come
bene primario, non contrattabile e che coinvolge e riguarda tutti.
o Creare fra i giovani (lavoratori e datori di lavoro di domani) la
consapevolezza che anche in edilizia, settore ad alto rischio, si può e si deve
lavorare sicuri.
obiettivi specifici:
Promuovere una campagna di sensibilizzazione e di presa di coscienza del problema
sicurezza dedicata ai “non addetti ai lavori”; lavorare quindi non tanto per il presente
quanto per il futuro, cercando di formare una coscienza civile preventiva a chi dovrà tra
qualche anno confrontarsi e rapportarsi con il mondo del lavoro.
Attività:
l Scuola Edile di Alessandria e C.P.T.: organizzazione e calendarizzazione
degli incontri, contatti con gli Istituti Scolastici, preparazione della campagna
di promozione.
l Scuola Edile di Alessandria e C.P.T.: preparazione del materiale didattico
(con la collaborazione e la consulenza di SPRESAL – ASL, DPL, Collegio
Costruttori,Associazioni Artigiane, Associazioni Sindacali di categoria),
gestione, organizzazione e partecipazione alle giornate seminario.
l Scuola Edile di Alessandria: organizzazione degli spazi e delle attività di
laboratorio.

535
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

risultati:
Risultati attendibili del progetto potranno essere verificati attraverso la realizzazione di
un sondaggio finale a campione degli allievi attraverso il quale stimare il livello di
conoscenza acquisito rispetto al test proposto all’inizio.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamento sostanziale:
Fondi messi a disposizione per la pianificazione strategica da Alessandria 2018
Finanziamenti a supporto:
Fondi Europei per la formazione
costi:
Visto la durata pluriennale del progetto e la non possibile definizione degli istituti che
aderiranno al progetto, non è possibile fare una stima attendibile e specifica dei costi.
E’ possibile prevedere i costi di massima delle principali attività del progetto come:
Costi per la campagna di promozione e pubblicità del progetto: € 5.000,00
Costi per la preparazione della documentazione, intesa come compenso per il gruppo di
lavoro e costi per l’acquisto di materiale e stampa degli opuscoli da distribuire: € 15.000,00
Costi per l’organizzazione e la gestione del laboratorio, intesa come compenso per il
gruppo di lavoro e l’acquisto eventuale di materiale ed attrezzature: € 10.000,00
I rimanenti costi sono per lo più riferiti all’attività dei docenti incaricati alla presentazione
del lavoro nelle singole scuole, all’accompagnamento degli allievi alle attività di laboratorio
e ai costi per il trasferimento degli allievi dalle loro sedi alla scuola edile; non potendo
prevedere il numero degli incontri stessi i costi sono stimabili in modo del tutto indicativo:
da € 10.000,00 a € 20.000,00.
totAlE coStI complESSIVI StImAtI: da € 40.000,00 a € 50.000,00
fattibilità:
Considerando che la scuola ha già avuto esperienze precedenti nell’organizzazione di
giornate di formazione nelle scuole medie e superiori si ritiene che la fattibilità del progetto
sia buona.
La fattibilità sarà naturalmente direttamente collegata alla disponibilità degli istituti a
partecipare al progetto.
cronoprogramma di lavoro:
Dalla data di avvio del progetto si può ragionevolmente stimare 1 anno di tempo
necessario per la preparazione delle fasi 1 e 2; la durata della fase 3 è consequenziale al
numero di adesioni degli istituti scolastici aderenti al progetto.

536
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 7
titolo:
Il coordinamento locale della formazione
per la sicurezza sul lavoro

formazione professionale
linea 1
integrata

Sottotitolo:
Per la sicurezza sul lavoro è fondamentale la formazione degli addetti. E’ necessario
tuttavia coordinare ed unificare i corsi di formazione a tutti i livelli. Il Comune, unitamente
agli altri enti presenti sul territorio, può gestire in maniera organica tale processo formativo
e garantire una reale qualità della formazione.
Soggetti proponenti:
Ordine Architetti della Provincia di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto parte dalla considerazione che la formazione dei lavoratori è l’elemento
fondamentale della sicurezza sul lavoro. A nulla vale una sicurezza fatta di elementi
formali, per lo più cartacei, se non si riesce a diffondere una nuova cultura del lavoro che
veda la sicurezza al centro del processo lavorativo.
Sono quindi poco efficaci, al fine di diminuire significativamente gli incidenti, voluminose
e dettagliate “analisi rischi” o “piani operativi di sicurezza” che si rivelano quasi sempre
adempimenti esclusivamente formali e teorici che i lavoratori generalmente consultano,
conoscono e applicano in maniera non adeguata.
Allo stato attuale tuttavia la formazione, ancorché elemento fondante della sicurezza sul
luogo di lavoro, è un processo insufficiente e frammentario. Insufficiente in quanto il
datore di lavoro iscrive i propri dipendenti (e non sempre) esclusivamente ai corsi resi
obbligatori per legge, ma non si cura del reale grado di apprendimento del dipendente;
frammentario per il fatto che tali corsi non sono inseriti in un quadro formativo organico.
Tali corsi infatti sono basati essenzialmente su moduli formati da una serie di unità
didattiche che riguardano sia problemi di sicurezza in termini generali sia problemi specifici
inerenti lo svolgimento della particolare mansione verso la quale è indirizzato il corso.
Ciò fa sì che il soggetto che frequenta i corsi acquisisca una formazione frammentaria e
disorganica in quanto si trova ad affrontare determinati argomenti, che già conosce, più
volte nei vari corsi, mentre altri argomenti, altrettanto importanti anche se non collegati
direttamente alla mansione specifica trattata nel corso frequentato, o non vengono
affrontati o vengono trattati in maniera insufficiente.
Vi è quindi una dispersione di mezzi ed energie dovuta al fatto che manca un “progetto
formativo generale”.
E’ quindi essenziale poter disporre di un progetto formativo unico e coordinato ma per
fare ciò occorre che i vari enti operanti sul territorio sia sotto il profilo del controllo (ASL,
SPRESAL, Direzione Provinciale del Lavoro ecc.) sia sotto il profilo formativo (Scuola
Edile, ecc.) nonché le varie associazioni di categoria che forniscono i partecipanti ai corsi

537
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

(Unione Industriale, Collegio Costruttori, Ordini Professionali, ecc.), collaborino


fattivamente per dare origine ad un vero progetto formativo.
Coordinatore di tale processo può essere l’ente territorialmente più importante e cioè il
Comune.
Si tratta quindi di dare origine ad un tavolo tecnico formato dai rappresentanti dei vari enti
che organizzi i programmi e la gestione dei corsi, atteso che tutte le professionalità
necessarie per svolgere queste attività sono già presenti all’interno degli enti che
parteciperanno a tale lavoro.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di valorizzare le competenze specifiche dei vari enti
partecipanti, creando una sinergia fra le differenti esperienze, potenzialità e competenze.
Il ruolo svolto dal Comune non sarà pertanto prevaricante nei confronti degli altri enti ma,
al contrario, mirerà a valorizzare e potenziare il ruolo istituzionale svolto dagli stessi.
L’attività si svolgerà in 6 fasi e precisamente:
1a FASE – ANALISI DEI CORSI PRESENTI SUL TERRITORIO
In questa fase verranno analizzati i contenuti dei corsi tenuti dagli enti o agenzie di
formazione presenti sul territorio che trattano il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro.
2a FASE – ANALISI DEI BISOGNI
In questa fase verranno analizzati i fabbisogni sia qualitativi che quantitativi delle aziende
in tema di formazione per la sicurezza.
3a FASE – FORMAZIONE DEI GRUPPI DI LAVORO
In questa fase verranno formati, a seconda delle varie competenze, i gruppi di lavoro per
i diversi settori (industriale, edile, commercio, ecc.) ed una sorta di comitato scientifico che
dovrà sovrintendere all’attività svolta dai gruppi medesimi fornendo le linee guida per lo
svolgimento delle singole attività.

4a FASE – STESURA DEI PROGRAMMI COORDINATI DEI CORSI


In questa fase si procederà alla stesura materiale dei programmi dei corsi ed al loro
coordinamento. Si tratta dell’attività perno, attorno alla quale ruoterà tutto il lavoro da
svolgere; dalla qualità di questa attività deriverà il successo dell’iniziativa.
5 a FASE – STIPULA DI UNA CONVENZIONE FRA I PARTECIPANTI AI TAVOLI
Una volta condiviso il lavoro svolto, i vari enti stipuleranno una convenzione attraverso
la quale si impegnano reciprocamente a fornire i docenti e gli utilizzatori dei corsi.
6a FASE – MONITORAGGIO DELL’ATIVITA’ SVOLTA
A distanza di circa un anno dall’inizio dell’attività verrà monitorato il lavoro svolto e
verranno apportate le eventuali correzioni e modifiche.
finalità generali:
o Ottimizzare gli investimenti da parte dei datori di lavoro nel campo della
formazione per la sicurezza.
o Dare origine ad un processo formativo organico, evitando la
sovrapposizione degli argomenti trattati nei vari corsi.
o Creare una reale collaborazione fra enti di controllo e datori di lavoro.
o Sviluppare il ruolo della formazione intesa come investimento per
l’azienda migliorando nel tempo la formazione degli addetti attraverso un
programma di aggiornamento annuo.
o Incrementare il bacino di utenza degli enti che sul territorio si occupano
già di formazione in tema di sicurezza, dando origine ad un progetto
formativo specializzato in grado di attirare utenti anche dalle provincie

538
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

limitrofe.
obiettivi specifici:
l La risoluzione di 4 problematiche evidenziate fra le minacce ed i punti di
debolezza dell’analisi condotta dal tavolo e precisamente:
- Non pieno coordinamento tra gli enti deputati alla vigilanza
- Non sufficiente integrazione tra mondo della formazione e delle imprese
- Azioni spot e non continuative sulla sicurezza in taluni settori
- Non adeguati risultati sulla riduzione degli incidenti sul lavoro
l L’incremento dell’attività formativa
l Accesso facilitato ai vari finanziamenti in tema di formazione
Attività:
l COMITATO SCIENTIFICO NOMINATO DAGLI ENTI
PARTECIPANTI
Coordinamento generale, indicazione delle linee guida, verifica degli obiettivi
raggiunti.
Direzione Provinciale del Lavoro – Università AVOGADRO – Unione
Industriale – Unione Piccole Industrie – Collegio Costruttori – Associazione
Artigiani – ORDINI PROFESSIONALI
Analisi dei bisogni, individuazione delle esigenze delle ditte, analisi delle
carenze riscontrate in fase ispettiva dagli enti preposti.
l UNIVERSITA’ AVOGADRO - SCUOLA EDILE
Redazione dei programmi dei corsi.
l UNIVERSITA’ – ENTI DI CONTROLLO PRESENTI FRA I
PARTECIPANTI
Monitoraggio dell’attività svolta tramite le ispezioni effettuate
risultati:
n Inserimento nel programma formativo di tutte le aziende presenti sul
territorio ivi comprese le piccole aziende che spesso non riescono ad accedere
in maniera adeguata alla formazione.
n Miglioramento della qualità del lavoro in tema di sicurezza.
n Riduzione degli incidenti sul lavoro.
n Sviluppo dell’attività didattica.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
L’attività svolta renderà più agevole l’accesso ai Fondi Europei ed ai fondi regionali per la
formazione, fondi di cui potranno usufruire i soggetti partecipanti
costi:
Trattandosi sostanzialmente di un tavolo di lavoro, non vi sono costi diretti veri e propri
in quanto tutta l’attività verrà svolta dai delegati degli enti che parteciperanno a questo
lavoro. Il Comune dovrebbe accollarsi il lavoro di segreteria per mantenere i contatti ed il
coordinamento fra gli enti. E’ tuttavia opportuno prevedere un budget iniziale per le
attività di analisi e coordinamento quantificabile in prima approssimazione in €. 10.000.
Anche le attività di monitoraggio potranno dare origine a dei costi nel corso degli anni,
quantificabili in circa €. 5.000/anno. Occorre per contro considerare che la maggior
possibilità di accesso ai finanziamenti del settore, compenserà in linea generale tali costi.
fattibilità:
L’indice di fattibilità del progetto è elevato in quanto vi sono costi diretti assai contenuti
ed il raggiungimento degli obiettivi è interesse di tutti gli enti partecipanti. Altro elemento
a favore della fattibilità del progetto è la possibilità di facilitare il reperimento di
539
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

finanziamenti per i corsi.


Elemento di difficoltà è il coordinamento del lavoro da svolgere e la mancanza di un vero
e proprio soggetto trainante.
cronoprogramma di lavoro:

ATTIVITà 1° anno 2° anno 3° anno


I II III IV I II III IV I II III IV

ANALISI DEI
CORSI ESISTENTI
E DEI BISOGNI

FORMAZIONE
DEI GRUPPI DI
LAVORO

STESURA DEI
PROGRAMMI
COORDINATI DEI
CORSI

STIPULA DELLA
CONVENZIONE
FRA I
PARTECIPANTI

MONITORAGGIO
DELL’ATTIVITà
SVOLTA

COORDINAMENTO
GEST.
ORGANIZZATIVA

540
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 8
titolo:
osservatorio permanente fabbisogni formativi
ed occupazionali

formazione professionale
linea 1
integrata

Sottotitolo:
Modello di rilevazione e condivisione dei fabbisogni formativi e occupazionali per il
rafforzamento del sistema di formazione professionale nell’alessandrino.
Soggetti proponenti:
Agenzie Formative di Alessandria (CNOS, FOR.AL., IAL)

descrizione del progetto:


I buoni investimenti vanno gestiti, seguiti, alimentati: l’Osservatorio contribuirà allo
sviluppo di un sistema di formazione, già ben radicato in Alessandria, in grado di fornire
risposte adeguate al mondo imprenditoriale grazie a molteplici progetti finalizzati a creare
un sistema integrato destinato ai giovani, alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese del
territorio mediante la costruzione di un database, in continuo aggiornamento, delle figure
professionali e relative competenze richieste dal mercato del lavoro.
L’Osservatorio inoltre accoglierà e porterà a sintesi le analisi di soggetti già operanti sul
territorio e costruirà una rete tra: Provincia, Parti Sociali, Imprese, Scuole, Organismi di
Formazione, Centri per l’Impiego, Camera di commercio trovando applicazione nel
prossimo sviluppo del Piano strategico “Alessandria 2018”.
L’Osservatorio dei fabbisogni formativi e occupazionali utilizzerà standard metodologici,
confrontabili con le elaborazioni in atto a livello nazionale ed europeo, finalizzati a
garantire: precisione nella descrizione dei fabbisogni formativi attraverso l’adozione della
metodologia di gestione delle competenze e raccordo tra offerte formative e bisogni
rilevati.
L’analisi anticipatoria delle competenze sarà utile al tessuto economico locale, mediante
un ruolo attivo delle parti sociali e delle imprese che contribuiranno alla definizione del
quadro di riferimento.
Il Modello capitalizzerà gli esiti dell’analisi e dei repertori di competenze che, nel tempo
ed in accordo anche con altre istituzioni, saranno arricchiti, aggiornati e resi sempre più
aderenti ai bisogni di sviluppo delle competenze del territorio.
Il modello definito assume un andamento ricorsivo e “circolare” che prevede la possibilità
di ripercorrere in modo “permanente” le tappe principali di rilevazione ogni qualvolta lo
si ritenga necessario.
La prima caratteristica del modello consiste quindi nella “circolarità” del percorso di lavoro.
La seconda caratteristica consiste nella “capitalizzazione” degli esiti delle varie rilevazioni,
in modo da evitare duplicazioni di indagine e descrizioni apparentemente diverse di
competenze, di fatto, affini.
La terza caratteristica consiste quindi nell’adozione di una “sintassi” unitaria nella

541
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

formalizzazione degli esiti di analisi e rilevazione, anche al fine di poter utilizzare le


informazioni ricavate all’interno di un sistema informativo informatizzato.
finalità generali:
Procedere all’attività di rilevazione, elaborazione e analisi di dati e di informazioni al fine
di definire un Repertorio di competenze correlate a profili professionali consultabile dai
soggetti coinvolti per la progettazione di percorsi formativi adeguati ai profili professionali
richiesti, attraverso l’adozione condivisa di una comune sintassi.
obiettivi specifici:
o Rilevazione fabbisogni formativi ed occupazionali presso imprese e
organizzazioni;
o Raccolta dei dati rilevati da Enti presenti sul territorio;
o Elaborazione delle informazioni raccolte;
o Analisi della domanda e offerta di lavoro;
o Costruzione del Repertorio delle competenze e dei profili professionali;
o Redazione schede di sintesi contenenti:
- i trend di sviluppo e/o inflessione dei vari settori economici
nell’ultimo triennio;
- la rilevanza che questi assumono sul mercato locale in termini di numero
di imprese presenti sul territorio ed informazioni sulle relative
nati/mortalità;
- le tendenze occupazionali in termini di numero di occupati e, quando
possibile, individuazione della filiera di provenienza;
- flussi economici;
- dinamiche del mercato del lavoro locale;
- fabbisogni formativi rilevati nell’ultimo anno.
Attività:
n Consultazione banche dati esistenti e estrapolazione dati;
n Costruzione e somministrazione alle imprese di questionari per la
rilevazione dei fabbisogni formativi / occupazionali;
n Interviste e focus group per la ricerca qualitativa;
n Elaborazione dei dati raccolti;
n Redazione del Repertorio delle competenze e dei profili professionali;
n Realizzazione portale informatico per l’archiviazione e la consultazione
dei dati.
risultati:
l Miglioramento del flusso di informazioni tra gli attori coinvolti nel sistema
di implementazione delle politiche attive del lavoro.
l Maggiore rispondenza dell’offerta formativa cittadina ai reali bisogni del
territorio ed ai loro mutamenti.
l Maggiore efficienza nel matching tra domanda ed offerta di lavoro.
Indicatore dei risultati:
- rapporto soggetti formati – soggetti occupati (in modo coerente) e relative
tempistiche di inserimento lavorativo rilevabili tramite follow-up;
- tempo di risposta ai fabbisogni rilevati e grado di soddisfazione dei soggetti
coinvolti.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Risorse umane coinvolte:

542
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

n n. 1 operatore informatico
n n. 2 operatori statistici
Strutture:
n ufficio attrezzato
Forme di finanziamento:
n il progetto sarà finanziato con risorse private e pubbliche
costi:
Personale: € 100.000,00 annui
Costi accessori: € 15.000 annui
cronoprogramma di lavoro:

set. ott. nov. dic. gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago.
Attività
Definizione del Modello
Costruzione di un portale
Predisposizione
strumenti per
realizzazione analisi

Realizzazione analisi
dei fabbisogni
professionali del
tessuto produttivo

Raccolta dati presenti


sul territorio

Elaborazione e
realizzazione report

Aggiornamento portale

Monitoraggio
valutazione risultati

543
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

544
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

tAVolo 2
SVIluppo dEl WElfArE

pArtE A - lInEE StrAtEgIchE dI tAVolo

prEmESSA gEnErAlE
Situazione problematica sul welfare sociale.
I temi emersi al tavolo tematico sul welfare hanno fatto emergere le seguenti criticità:
n Mutamento repentino dei bisogni sociali, oggetto di lavoro dei servizi:
dalla patologia sociale (povertà croniche, esiti di patologie psichiatriche e di
stile di vita) alla richiesta di aiuto nella normalità (povertà derivante da
disoccupazione, mobilità, precarizzazione dei rapporti di lavoro), una società
dove si “sta imponendo un vero e proprio quotidiano della precarietà” . In
questo tipo di società si registra un aumento di numero e di complessità delle
richieste d’aiuto. A fianco di richieste di tipo tradizionale “casa, soldi, lavoro”
si registrano altre meno categorizzabili: il “corto circuito” della famiglia che
non riesce più a garantire ai figli lo stile di vita precedente alla perdita del
Aiuto nella lavoro, a sostenere i costi di un mutuo per la casa, a far fronte ai bisogni di cura
normalità del congiunto anziano, e così via. A fronte del complessificarsi delle richieste
d’aiuto, si riducono non solo le risorse disponibili per farvi fronte, ma anche
le competenze e gli strumenti tecnici per leggere i nuovi fenomeni.
n Nuove problematiche emergenti e carenza di risposte organizzate: la
nuova domanda di aiuto fa spesso riferimento a bisogni economici a cui il
sistema dei servizi sociali non è in grado di rispondere. Una misura centrale,
quale è il reddito minimo di inserimento, pur essendo previsto dalla legge
328/2000 , non è finanziata e ciò impedisce di sostenere nuclei familiari che
a causa della crisi precipitano in condizioni di povertà ed esclusione sociale.
I servizi diventano a poco a poco una sorta di “imbuto” in cui si deposita il
Problematiche malessere della società, sede di una delega di tutte le domande a cui la politica
emergenti fatica a organizzare risposte. La solitudine con cui oggi i servizi sociali
affrontano la molteplicità della domanda alimenta il senso di fallimento e la
distanza tra ciò che si produce nei servizi e ciò che le persone, la classe politica,
le istituzioni circostanti si aspettano, tra i modi di pensare degli operatori
sociali e i pensieri circolanti nel territorio. La minaccia è identificabile in una
cecità e mancanza di “intelligenza collettiva” sui problemi, determinata dalla
“delega ai servizi”: si impoveriscono le capacità dei contesti di far fronte al
disagio che in essi si genera, si consolida una distanza tra servizi e contesto
sociale che contribuisce a diffondere visioni semplificate e magiche di
eliminazione dei problemi.
n Tendenza a processi di delega totale ai servizi sociali nel passaggio dal
welfare clinico alle nuove necessità: i problemi legati all’impoverimento sono
di esclusiva competenza dei servizi sociali o della società intera? La ricerca di
Nuove necessità nuove opportunità lavorative, la creazione di possibili soluzioni ai processi di
impoverimento delle persone non possono essere gestiti esclusivamente dagli
operatori sociali pena il generarsi si situazioni di cortocircuito e di
sovraccarico, di malessere, definito come un vero e proprio“stato d’assedio”.
545
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Di fronte alla delega i servizi si trovano costretti tra l’imperativo di rispondere


al mandato (occuparsi delle persone in difficoltà) e l’impossibilità di
fronteggiare le domande di un’utenza che aumenta e si complessifica. Le
prescrizioni che giungono ai servizi dettate dalle misure di contenimento della
spesa non fanno che insistere sulla necessità di adattarsi a una situazione senza
via d’uscita in cui sembra che l’unica variabile su cui si può influire sia quella
delle risorse umane: gli operatori. Si innesca un circolo vizioso in cui più si
chiede ai servizi, meno questi riescono a dare: gli operatori si sentono sempre
più interrogati rispetto agli esiti degli interventi, svalutati e avviliti nella
professionalità, inadeguati rispetto al mandato che la delega gli consegna.
Tutto ciò genera distanza tra le attese delle persone e ciò che i servizi offrono.
L’occasione rappresentata dal Piano strategico può costituire l’opportunità di
mettere in discussione la delega: ciò implica aprire spazi di negoziazione con
le istituzioni locali, per ridiscutere gli obiettivi possibili, per trovare un accordo
su quali problemi è possibile intervenire e con quali risorse economiche sociali
e organizzative. Ciò significa discutere anche l’esistenza stessa di alcuni servizi
e non difendere lo status quo, ma può essere anche l’occasione per ridefinire
un progetto culturale e politico volto a sviluppare una nuova imprenditività
sociale attraverso l’apertura di spazi di interlocuzione tra operatori e diversi
soggetti che compongono un contesto (amministratori locali, sindacati,
imprenditori, cittadini) per costruire insieme ipotesi.
n Mancanza di politiche strutturali: questa criticità è in parte la conseguenza,
sul piano locale di una politica nazionale carente sul fronte dello sviluppo
dell’edilizia pubblica e di housing sociale e si riflette negativamente
nell’aumento di una domanda di aiuto sociale che in realtà a che fare con
l’accesso a diritti fondamentali. Il rischio che si sta profilando è un incremento
di domanda impropria ai servizi sociali per la soluzione di problemi che poco
Politiche strutturali hanno a che fare con le carenze personali, con l’incapacità dell’individuo di far
fronte al proprio progetto di vita e quindi con il bisogno di accompagnamento
all’uso delle risorse , quanto di carenze oggettive che se fossero sanate da
misure dettate da politiche generali di accesso ai diritti, genererebbero
benessere per il solo fatto di restituire dignità alle persone considerandole
cittadini e non solo “bisognosi”. Si osservi che nel Piano Strategico su questa
tematica, ed in particolare sulle politiche per la casa, si è fatto un importante
ed articolato lavoro di progettazione, con una serie di schede progetto / azioni
progettate per prevalente iniziativa del Comune di Alessandria.
n Diversa velocità tra tempi di programmazione e repentina evoluzione
socio-economica e sanitaria: ai rapidi mutamenti della composizione della
società, determinati ad esempio dai flussi migratori, ma anche dai cicli
economici e demografici, non corrisponde altrettanto dinamismo nella
programmazione sociale che fatica ad adeguarsi. Un esempio tipico di questo
fenomeno è rappresentato dall’invecchiamento della popolazione e
Repentina dall’incremento di patologie croniche che generano non autosuffcienza e
evoluzione sociale bisogni assistenziali per l’anziano a cui il sistema dei servizi non è in grado di
offrire risposte se le tradizionali offerte di inserimento in strutture residenziali
che mal si conciliano spesso con i desideri della persona e della sua famiglia
di ricevere assistenza e cure a domicilio. La risposta assistenziale attraverso
l’impiego di “assistenti familiari”, dette “badanti”, è una forma di auto
organizzazione pensata dalle famiglie stesse e presa in considerazione dal
sistema formale dei servizi solo da alcuni anni attraverso politiche di
qualificazione professionale e supporto alle famiglie. Il fenomeno “assistenti

546
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

familiari” è in continuo mutamento sia per composizione etnica, sia per


tipologia di offerta di servizi che è in grado di offrire: man mano che queste
donne si integrano nel contesto della società italiana meno sono disponibili
ad un impegno in convivenza con la persona non autosufficiente, più
investono nella formazione, per diventare operatrici socio sanitarie, meno
diventano disponibili ad accettare di occuparsi del singolo anziano. Il
reclutamento di nuova forza lavoro dai luoghi più poveri della terra, o il
rarefarsi del fenomeno “assistenza familiare” per ritornare a risposte
istituzionali saranno oggetto delle politiche del prossimo futuro su cui oggi
pesano forti interrogativi.
n Necessità di ripensare agli strumenti di sostegno per fronteggiare nuovi
problemi emergenti; necessità di studiare strumenti flessibili. I servizi sociali
nati per promuovere cambiamenti nella società, si trovano oggi investiti da
trasformazioni del contesto più generali non volute e non desiderabili. I nuovi
utenti dei servizi sono lavoratori usciti forzatamente dal mercato del lavoro,
Studiare strumenti persone sotto sfratto, persone impoverite da condizioni di precarietà
flessibili lavorativa: è la normalità che irrompe sulla scena dei servizi , i quali si trovano
impreparati perché abituati ad operare su situazioni di patologia sociale. Negli
anni, la specializzazione degli operatori nell’area della tutela minorile, della
disabilità, delle tossicodipendenze, ha di fatto modificato la morfologia del
sistema di welfare facendolo diventare “clinico”. Dall’altro, il tentativo, tipico
del welfare state di garantire equità nell’erogazione delle prestazioni ha
prodotto sistemi burocratici in grado di fornire prestazioni standardizzate a
prescindere dalle peculiarità dei loro beneficiari. A fianco di questo modello,
in conseguenza della crisi economica, sul tema della povertà il governo ha
annoverato nuove misure di sostegno al reddito: è infatti cresciuta la
frammentazione delle offerte, descrivendo le quali appare l’immagine di un
welfare che assomiglia a una prolificazione in governata (bonus settoriali,
social card). La burocratizzazione ha prodotto uno scollamento tra bisogni
sociali e risposte generando anche malessere negli operatori che si interrogano
sul senso del lavoro sociale oggi.
n Frammentazione delle risposte e mancanza di coordinamento dei servizi:
i tentativi fatti dai servizi di praticare protocolli di collaborazione per
potenziare e indirizzare meglio le risorse verso quelle situazioni problematiche
che superano le articolazioni burocratiche dei servizi fanno fatica a legittimarsi
La modalità prevalentemente messa in atto dai servizi coinvolti nei protocolli
Mancanza di è prevalentemente difensiva: invece di identificare situazioni prioritarie, l’idea
coordinamento prevalente sembra essere quella di stabilire nuovi confini, nel tentativo di
attribuire ad altri competenze e costi che pare impropriamente vengano
sostenuti da questo o quel servizio. Sembra insomma che il motivo conduttore
sia chiudere anziché aprire. Il sistema della “porta principale di accesso”
ovvero quel percorso che prevede la messa in atto di azioni prioritarie a partire
da qualunque punto di ingresso nel sistema socio sanitario, risulta quasi
sempre impraticabile. Si osservi che su questo tema in particolare è stata
attuata ampia collaborazione tra i diversi tavoli dell’Asse IV, con specifico
riguardo alle competenze e professionalità degli esperti dei temi socio
assistenziali e quelli del settore socio sanitario.
modEllI dI WElfArE
In questo particolare periodo storico caratterizzato da rapidi mutamenti sociali e comparsa
di nuovi bisogni sociali coesistono nel nostro paese tre modelli di welfare: welfare state,
welfare mix e welfare society.
547
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Stato sociale

welfare society
welfare mix Impegno della P.A. a
welfare state Impegno della P.A. a predisporre condizioni e
Impegno della P.A. a predisporre condizioni e regolazioni (governance)
individuare i bisogni regolazioni (governance) che facilitino l’azione
prioritari, a reperire le che permettano lo societaria non solo per la
risorse finanziarie, a sviluppo di una piena produzione di prestazioni
creare e gestire strutture e concorrenza tra imprese definite (standard
organizzazioni, a produrre erogatrici (provider) di provisions) tramite
ed erogare prestazioni e vario tipo (pubbliche, organizzazioni efficienti,
risorse direttamente (o terzo settore, mercato, bensì anche per la
indirettamente tramite miste) operanti in un costruzione condivisa di
strutture convenzionate “quasi-mercato iniziative di care nelle
non lucrative) assistenziale” (care quasi- comunità locali emergenti
market) da (e generative di)
relazioni sociali

Stato sociale

Il modello del welfare state


è il modello di welfare istituzionale. Nel welfare state è responsabilità primaria delle
organizzazioni pubbliche garantire assistenza in forma diretta. La pubblica
amministrazione recupera risorse, allestisce servizi e li eroga, in conformità a una diagnosi
dei bisogni effettuata centralmente. è dunque la pubblica amministrazione ad assumersi
la responsabilità diretta del benessere dei cittadini. La diagnosi dei bisogni spinge i servizi
a specializzarsi nel riconoscimento e trattamento di comportamenti patologici mentre
emerge una sorta di impreparazione rispetto all’emergenza dei bisogni delle persone
“normali”: problemi legati all’impoverimento, a particolare fasi del ciclo di vita, ecc.
Il limite insito nel welfare state istituzionale è il rischio di produrre un depotenziamento
della società civile nell’attivarsi per trovare risposta ai problemi.
Restiamo in un’ottica di welfare state anche se il Terzo settore si affianca al pubblico per
erogare prestazioni in un regime di convenzionamento senza rischio di impresa. Le
organizzazioni di Terzo settore divengono una sorta di «appendice» dell’ente pubblico e
non sono costrette a confrontarsi con dinamiche di concorrenza.
Il modello del welfare mix
Il modello del welfare mix parte dalla concezione che per rendere flessibile il welfare è
necessario che il sistema si adatti da sé ai bisogni, senza una regia pubblica (sistema auto-
regolato). La logica sottostante è quella del mercato: dalla concorrenza tra i vari erogatori
di prestazioni socio-assistenziali «si seleziona» il servizio migliore. è dall’incrociarsi
virtuoso della domanda e dell’offerta di servizi sociali che dovrebbe emergere il welfare.
Il ruolo dello Stato (pubblica amministrazione) è quello di sorvegliare che il sistema
funzioni e che i cittadini trovino effettivamente la possibilità di risolvere i propri problemi.
Laddove il mercato non funziona, l’ente pubblico interviene a surrogarlo. Anche qui, come
548
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

nel welfare state, l’ente pubblico impiega delle risorse, ma i soldi vengono immessi nel
mercato, e non spesi attraverso i canali istituzionali per finanziare direttamente la
realizzazione di servizi e prestazioni.
La logica del case management è tipica del welfare mix. Il case manager è un esperto dei
mercati assistenziali locali e della gestione di budget, che si affianca agli utenti o alle loro
famiglie: in sostanza, aiuta l’utente a decodificare i bisogni, a scegliere le prestazioni più
adeguate e a interagire con il mercato, con il fine di assemblare un pacchetto
«individualizzato» di prestazioni standard. In quest’ottica, il benessere deriva
dall’assemblaggio razionale e competente di prestazioni, mediato da un professionista
capace di fare scelte oculate efficienti/efficaci.
La teoria mercantilista «pura» richiederebbe un mercato vero e proprio, in cui i cittadini
comprano le prestazioni desiderate, a fronte di un’offerta ampia. La realizzazione di un
mercato «puro» nel campo del welfare è però problematica: per i cittadini è difficile
acquistare - nel senso vero e proprio del termine - prestazioni di welfare, sia dal punto di
vista economico che per quanto riguarda le capacità di scelta. Si parla quindi di quasi-
mercato, in quanto la pubblica amministrazione entra in modo significativo nei meccanismi
di concorrenza.
Un esempio di quasi-mercato è l’appalto. L’ente pubblico bandisce l’appalto e mette in
concorrenza i vari erogatori, per poi selezionare il migliore. Si tratta di quasi-mercato in
quanto c’è un unico acquirente, cioè l’ente pubblico. Dal punto di vista del cittadino non
cambia nulla rispetto al welfare state: egli riceve comunque una prestazione, decisa da altri.
Si presume che ci sia maggiore efficienza nell’erogazione della prestazione, perché in
questa «gara» vengono eliminati i providers (= erogatori di prestazioni) meno vantaggiosi
in termini di rapporto efficacia/efficienza.
Un altro esempio di quasi-mercato è il sistema dei vouchers: i soldi stanziati vengono
messi direttamente nelle tasche dei consumatori in forma vincolata. La persona li impiega
con la libertà di scegliere di quali servizi usufruire, in maniera analoga ad un acquisto vero
e proprio. Il presupposto è che, a fronte della concorrenza tra operatori locali, l’utente
abbia la capacità di scegliere. Si parla anche qui di quasi-mercato perché la possibilità di
usufruire dei voucher è successiva a un procedimento amministrativo di erogazione del
voucher, gestito dall’ente.
Un esempio di mercato puro, che si è sviluppato nella realtà italiana, è invece quello delle
badanti. La distribuzione da parte dell’amministrazione pubblica di somme in denaro non
vincolate nell’uso (le indennità di accompagnamento), ha permesso agli utenti di pagare
un’assistenza privata. Questo mercato, che si è creato autonomamente in presenza di una
disponibilità economica connessa ad bisogni assistenziali, è stato «visto» e regolamentato
solo in un momento successivo al suo crearsi.
Il modello del welfare societario
Nell’ottica relazionale, il miglioramento di situazioni di difficoltà complesse non avviene
solo a partire dalle prestazioni, ma soprattutto attraverso la riflessività sociale. Non emerge
quindi da una efficiente erogazione della «prestazione giusta» (o del pacchetto di
prestazioni), ma dallo sviluppo di attitudini umane di fronteggiamento delle situazioni
problematiche.
Mentre nel welfare state è lo Stato che si assume la responsabilità di garantire il benessere
e nel welfare mix questo compito spetta al mercato, nel welfare societario il benessere
dipende in primo luogo dalla società, dalle relazioni sociali. Mentre nelle prime due visioni
di welfare il disagio viene da una parte della società e la capacità (presunta) di trovare le
soluzioni viene dall’altra, nel welfare societario il benessere emerge dalle relazioni sociali,
vale a dire dall’incontro di parti che interagiscono sviluppando una capacità maggiore della
loro somma. Al livello di campo, nel welfare societario la funzione degli operatori sociali
è quella di operatori di rete, che facilitano l’attivazione e l’impegno delle persone nella
549
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

risoluzione dei problemi sociali.

logiche di pianificazione dei servizi sociali

Societarie
Burocratiche mercantili
(relazionali)

]gli imprenditori i cittadini definiscono i


decidono quali loro bisogni e decidono
prestazioni offrire come attivarsi in forma
individuale o associata
sulla base del principio
di efficienza sulla base del principio
di solidarietà
lo Stato sovraintende,
regola e surroga lo Stato fornisce mezzi
i cittadini usufruiscono e risorse (denaro,
(o meno) i cittadini scelgono le operatori, servizi)
più gradite
Lo Stato sovraintende ,
regola e surroga

utenti clienti/consumatori cittadini attivi

Il nostro sistema di welfare vede convivere i tre modelli e le tre diverse logiche di
pianificazione spesso agìte e non pensate. Andando ad osservare molte esperienze reali
nei servizi, si può cogliere come le buone prassi si creino quando viene sviluppata la
capacità relazionale del sociale e l’emergere della competenza e intelligenza di ognuno,
ovvero quando si assumono logiche di tipo societario.
Gli operatori sociali professionali creano sul campo le condizioni affinché i vari portatori
di interessi (stakeholders) nelle situazioni sociali/assistenziali (cittadini
motivati/volontari/carer familiari/utenti/ altri colleghi) abbiano il potere (empowerment)
di agire creativamente e responsabilmente per il bene comune (e imparano da essi).
I cittadini e le associazioni locali si attivano anche autonomamente per risolvere problemi
comuni o per porre questioni o esercitare pressioni o controlli nei confronti del
sistema/mercato di servizi. Sono disponibili a interagire e cooperare con i servizi e i singoli
professionisti.
Questa logica è in grado di riutilizzare anche le risorse finanziarie che attualmente nel
sistema di welfare sono tante ma non più sufficienti.
L’ idea sbagliata è che problemi umani ed esistenziali possano essere risolti cioè fatti
sparire per influsso tecnico da intelligenze esperte (cliniche) che agiscono con
procedimenti il più possibile esatti. Se così fosse, è chiaro che basterebbe avere i soldi per
comprare queste competenze e i problemi sparirebbero. In realtà negli anni in cui si è
investito di più tali problemi non si sono risolti. Sono stati attivati un mare di servizi e
prestazioni standard gratuite, ma i problemi no, quelli non sono mai spariti .
La nostra è una società è attraversata da forti instabilità socio economiche, in cui aumenta

550
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

in modo preoccupante la fragilità dei singoli e di interi gruppi sociali . Una società i cui
tessuti paiono sfilacciarsi, perché la crescita economica non genera più coesione sociale,
ma ulteriori squilibri.
In questa società le richieste d’aiuto aumentano, di numero e di complessità e le risorse
disponibili non sono sufficienti.
I servizi sociali nati per promuovere cambiamenti nella società, si trovano oggi investiti da
trasformazioni del contesto più generali non volute e non desiderabili. I nuovi utenti dei
servizi sono lavoratori usciti forzatamente dal mercato del lavoro, persone sotto sfratto,
persone impoverite da condizioni di precarietà lavorativa: è la normalità che irrompe sulla
scena dei servizi , i quali si trovano impreparati perché abituati ad operare su situazioni di
patologia sociale. Negli anni, la specializzazione degli operatori nell’area della tutela
minorile, della disabilità, delle tossicodipendenze ha di fatto modificato la morfologia del
sistema di welfare facendolo diventare “clinico”. Dall’altro, il tentativo, tipico del welfare
state di garantire equità nell’erogazione delle prestazioni ha prodotto sistemi burocratici
in grado di fornire prestazioni standardizzate a prescindere dalle peculiarità del loro
beneficiari. A fianco di questo modello, in conseguenza della crisi economica, al tema della
povertà il governo ha annoverato nuove misure di sostegno al reddito: è infatti cresciuta
la frammentazione delle offerte, descrivendo le quali appare l’immagine di un welfare che
assomiglia a una prolificazione ingovernata. La burocratizzazione ha prodotto uno
scollamento tra bisogni sociali e risposte generando anche malessere negli operatori che
si interrogano sul senso del lavoro sociale oggi. Ma i cambiamenti sociali ci domandano
se sono ancora sostenibili dei servizi clinici o dobbiamo inventare e generare risorse per
creare una nuova “sostenibilità” dei servizi.
L’ipotesi sulla sostenibilità dei servizi porta a ripensare la relazione che i servizi hanno
con il contesto. Se infatti la sostenibilità dei servizi dipende dal sostegno che questi
riescono a creare nei contesti locali, i servizi non dovranno pensarsi solo, in una relazione
duale con l’utente , ma dovranno pensarsi in rapporti multipli tra più soggetti con cui
sono possibili interlocuzioni parziali e con cui si possono trovare convergenze sui problemi
e sulle ipotesi di intervento. Gli interlocutori dei servizi non devono essere solo gli utenti,
ma tutti gli attori presenti nel territorio, dalle istituzioni ai soggetti informali, comprese le
famiglie che entrano a far parte della rete dei servizi.
Ripensare nuovo sistema integrato di servizi sociali richiede un rinnovamento nel modo
di concepire i servizi e di riqualificare le professioni del sociale all’interno di strutture
flessibili, poco burocratizzate, attente alle dimensioni relazionali, spostando la prospettiva
dalla logica della “prestazione” alla logica della “relazione”. Questo implica una
riqualificazione degli operatori nella fisionomia di una presenza che si connota come
“facilitazione”, “promozione”, “accompagnamento” piuttosto che come “adempimento”
di una mansione o “erogazione” di servizi pensati “altrove” e da altri rispetto a chi li vive
nel concreto. Ciò, al fine di trasformare i cittadini dalla dimensione di “passivi fruitori”
di prestazioni rigide e standardizzate, in attivi co-protagonisti di risposte adeguate alle
diverse situazioni, perseguendo una prospettiva di empowerment.

BIBLIOGRAFIA
R.Camarlinghi e altri, Dalla percezione d’impotenza al riscoprirsi soggetti attivi, in Animazione Sociale,
ed. Gruppo Abele, Torino,dicembre 2005
Franca Olivetti Manoukian , Re-immaginare il lavoro sociale, I geki, ed Gruppo Abele, Torino, 2005
F. Folgheraiter, La logica sociale dell’aiuto , Ed Erickson, Trento , 2007
Franca Olivetti Manoukian, Possiamo ancora cambiare?, in Animazione Sociale, agosto 2006, ed
Gruppo Abele, Torino
M. Fasciolo, Sviluppare fiducia nelle reti naturali, in Animazione Sociale, novembre 2008, ed Gruppo
Abele, Torino

551
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ScEltA dEllE lInEE StrAtEgIchE


Sulla scorta delle criticità segnalate in questa sede sembra indispensabile identificare quale
questione strategica prioritaria, l’assunzione del bisogno di conoscere, in controtendenza
rispetto alla richiesta di intervento continuo e di risposta immediata: si ritiene che sia
imprescindibile l’orientamento verso la ricerca e la conoscenza dei fenomeni sociali e il loro
impatto sulle organizzazioni e l’insieme delle risposte dei servizi. Tale orientamento
presuppone la costruzione di particolari strumenti per la lettura dei fenomeni, strumenti
che mettano in relazione diversi punti di vista, quello degli utenti, dei cittadini, degli
operatori, di portatori di interessi, oltre all’analisi dei dati in possesso dei servizi.
Un accento molto forte viene posto anche a una maggiore richiesta di trasparenza e
rendicontabilità sociale da parte degli enti, pubblici e privati, che gestiscono e producono
i servizi, in modo da aumentare le garanzie per i cittadini e la possibilità di essere partecipi
in modo attivo alla realizzazione delle politiche sociali. L’obiettivo che ci si pone è di
implementare moderni strumenti di rendicontazione che si affiancano a quelli tradizionali
per esplicitare e documentare il valore sociale creato e distribuito sul territorio dalle
politiche sociali.
Una seconda questione strategica che orienti le politiche verso la tutela dei fondamentali
diritti di cittadinanza, che appare oggi la finalità centrale dei servizi, è cruciale che le
organizzazioni costruiscano convergenze sulle modalità con cui erogare gli stessi servizi
e si pongano in integrazione tra loro. Ristabilire un dialogo tra le organizzazioni, e gli altri
pezzi della società: organizzazioni imprenditoriali, del commercio, dell’artigianato, perché
il tema del sociale sia realmente di competenza di un territorio e non di singoli operatori.
Promuovere le solidarietà sociali e l’azione della comunità è stata una terza questione
affrontata al Tavolo di lavoro da parte degli esperti di settore. L’esigenza di rilanciare una
politica sociale a cui tutti gli attori sociali siano chiamati a fornire un contributo e di cui
tutti siano responsabili: la promozione di politiche partecipative, di cittadinanza attiva e
di sostegno delle iniziative capaci di valorizzare il capitale sociale e le reti territoriali.
L’obiettivo è valorizzare e sostenere le reti solidali, il mondo delle associazioni e di iniziative
comunitarie introducendo meccanismi di promozione e sostegno specifici per lo sviluppo
di queste attività.
Puntare sulla capacità di auto aiuto delle persone, scommettere sulle persone è stato
ritenuto un elemento fondamentale da parte degli esperti del Tavolo di lavoro. Se si
osservano molte esperienze reali nei servizi, si può cogliere come le buone prassi si creino
quando viene sviluppata la capacità relazionale del sociale e l’emergere della competenza
e intelligenza di ognuno, ovvero quando si assumono logiche di tipo societario.
Gli operatori sociali professionali creano sul campo le condizioni affinché i vari portatori
di interessi (stakeholders) nelle situazioni sociali/assistenziali (cittadini
motivati/volontari/carer familiari/utenti/ altri colleghi) abbiano il potere (empowerment)
di agire creativamente e responsabilmente per il bene comune (e imparano da essi). I
cittadini e le associazioni locali si attivano anche autonomamente per risolvere problemi
comuni o per porre questioni o esercitare pressioni o controlli nei confronti del
sistema/mercato di servizi. Sono disponibili a interagire e cooperare con i servizi e i singoli
professionisti.
Questa logica è in grado di riutilizzare anche le risorse finanziarie che attualmente nel
sistema di welfare sono tante ma non più sufficienti. Ripensare un nuovo sistema integrato
Un nuovo sistema di servizi sociali richiede un rinnovamento nel modo di concepire i servizi e di riqualificare
integrato di le professioni del sociale all’interno di strutture flessibili, poco burocratizzate, attente alle
dimensioni relazionali, spostando la prospettiva dalla logica della “prestazione” alla logica
servizi sociali della “relazione”. Questo implica una riqualificazione degli operatori nella fisionomia di
una presenza che si connota come “facilitazione”, “promozione”, “accompagnamento”
piuttosto che come “adempimento” di una mansione o “erogazione” di servizi pensati
552
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

“altrove” e da altri rispetto a chi li vive nel concreto. Ciò, al fine di trasformare i cittadini
dalla dimensione di “passivi fruitori” di prestazioni rigide e standardizzate, in attivi co-
protagonisti di risposte adeguate alle diverse situazioni, perseguendo una prospettiva di
empowerment.
Sviluppare politiche per garantire l’accesso a bisogni fondamentali quali casa e lavoro è
stato un altro tema dibattuto al Tavolo da parte degli esperti. Porre in primo piano la
questione di due diritti fondamentali, quali l’abitazione e il lavoro, non significa
semplicemente rispondere a dei bisogni fondamentali, ma considerare queste due misure
come la chiave di volta attorno a cui si può sviluppare benessere di una comunità, maggior
partecipazione e senso di sicurezza dei cittadini.
L’articolazione delle tematiche principali attorno alle quali si sono sviluppati i lavori dal
tavolo sul welfare ha quindi previsto approfondimenti su:
o problematiche inerenti il ruolo della famiglia
Le tematiche del o l’invecchiamento della popolazione
o la disabilità
tavolo o le problematiche socioeconomiche ed esclusione culturale
o l’integrazione multietinica
o le problematiche inerenti i giovani e il volontariato
Tali tematiche si intrecciano, alcune di queste tagliano trasversalmente le altre, vi è inoltre
la consapevolezza di aver compiuto un’operazione di lettura analitica rispetto ad una
complessità leggibile da vertici di osservazione differenti.
Le stesse aree sono riconducibili alle criticità sopra analizzate e se ne rintracciano le
specificità. Un chiarimento va fatto sull’ultima area, giovani e volontariato, due temi tenuti
insieme dal filo della precarietà e mutevolezza. Sembra infatti che il volontariato sconti in
questo periodo l’impossibilità di un ricambio generazionale, poiché gestito di fatto da
adulti e prevalentemente anziani e che non sia attraente per le fasce d’età giovanile.
Dall’altro lato, l’età dei giovani sta pagando un prezzo elevato della crisi economica che
affligge l’intero paese in termini di precarietà lavorativa, incertezza sul futuro, difficoltà a
realizzare il proprio progetto di vita e la completa autonomizzazione.
Sul versante delle opportunità sembra invece che, sia l’età giovanile che il volontariato,
siano potenzialità feconde in termini di energia, propositività, nonché visione etica delle
relazioni umane pensate in termini di condivisione e di scambio di saperi.
Se è vero che la crisi economica è anche crisi dei valori etici, associare le potenzialità dei
giovani al volontariato può costituire una possibilità differente di leggere la stessa crisi
attraverso un possibile sviluppo di opportunità.
A chiusura delle discussioni preliminari avvenute nel presente Tavolo sono emerse unanimi
definizioni e si sono individuate le scelte strategiche ritenute prioritarie per il
raggiungimento dell’obiettivo di soluzione delle problematiche sopra descritte.
Sono stati quindi individuati, in coerenza con tutto quanto esposto in premessa e con le
considerazioni sopra richiamate, principalmente sei indirizzi di programma:

lInEA 1 - promozione e sostegno per la famiglia


lInEA 2 - politiche per la terza e quarta età
lInEA 3 - disabilità
lInEA 4 – problematiche socio-economiche ed esclusione socio-culturale
lInEA 5 – Integrazione multietnica
lInEA 6 – problematiche inerenti i giovani ed il volontariato

1
Benasayag M. e altri, L’epoca delle passioni tristi, Feltrinelli, Milano, 2004

553
Asse IV - Sviluppo di comunità
tavolo 2 Sviluppo del software
AnAlISI S.W.o.t.

puntI dI forzA puntI dI dEBolEzzA


Scarsa conoscenza delle finalità e dei ruoli dei servizi sociali da parte degli amministratori
Tavolo di confronto interistituzionale (CISSACA, ATC, Comune, ASL)
degli Enti preposti
Cittadini di Alessandria ricettivi alla proposta Non chiara percezione del cittadino del complesso dei servizi disponibili
Sistema di informazione dei servizi disponibili non pienamente efficiente per la
Elevato livello di senso civico locale e buon livello di risposta collettiva
pianificazione delle risorse per i soggetti decisori
Interventi nel settore non sempre gestiti dagli operatori professionali ma spesso da soggetti
Avvio di progetti di integrazione tra struttura urbanistica e welfare
non aventi approccio tecnico
“Disorientamento” dei cittadini rispetto alle attuali possibilità che possono migliorare la
Ottimi processi avviati tra ASL ed associazione di categoria imprenditoriale
qualità della vita
Integrazione delle competenze professionali socio – assistenziali in ambiti territoriali
Mondo associativo diversificato e non pienamente organizzato
integrati (quartieri) per valorizzazione complessiva della qualità della vita
Notevole operatività dei cittadini, sia singoli, sia organizzati in associazioni Presenza di barriere architettoniche fortemente discriminanti la qualità della vita
Elevato livello della qualità delle associazioni di volontariato Fenomeno significativo di dispersione scolastica
Elevato livello di popolazione anziana ma non piena mappatura delle situazioni di disagio e
Avvio di progetti di contrasto alla dispersione scolastica
di solitudine
Avvio di progetti sperimentali finalizzati all’abitare della popolazione anziana con nuovi Presenza di numerose associazioni sportive ma scarsa risposta alle esigenze sociali dei
modelli di welfare giovani come proposte di stile di vita
Esperienza positiva di centri di incontro gestiti dagli anziani Sistema di mobilità non pienamente adeguato ai molteplici bisogni di anziani e di disabili
Esperienza positiva di integrazione tra fasce di età (es. Progetto nonno civico) Sistema di assistenza talvolta limitato alla gestione dell’emergenza
Dotazione di strumenti per favorire la partecipazione giovanile alla vita sociale Incremento importante del disagio sociale derivante dalla congiuntura economica
Incremento significativo del costo delle case e dell’abitare e crescita delle situazioni di
Progetti di rete per la partecipazione e l’aggregazione giovanile
disagio connesse
Capacità di uso di risorse territoriali in modo integrato e sinergico tra pubblico e privato Problemi di comunicazione, di linguaggio e di informazione agli stranieri
Ricettività dei cittadini a iniziative di integrazione sociale tra persone dell’area “della
normalità” e persone a rischio di esclusione sociale

(continua)
Servizi di trasporto innovativi (es.: servizio Eccobus)
Individuazione delle soluzioni possibili ai temi della mobilità di disabili e anziani
Avvio di politiche a sostegno del bisogno abitativo con integrazione pubblico/privato
Valorizzazione del patrimonio di edilizia residenziale
Progetti di Housing sociale per famiglie con giovani coppie e per definite categorie sociali
Iniziative a sostegno dell’abitare

Asse IV - Sviluppo di comunità


tavolo 2 Sviluppo del software
AnAlISI S.W.o.t.

opportunItà mInAccE
Sistema di comunicazione codificato di opportunità integrate di Enti e Istituzioni per fasce
Rischi di sovrapposizione di interventi e dispersione delle risorse
di cittadini
Incrocio dei dati degli Enti e delle Istituzioni e gestione telematica delle informazioni Rischi di conflitti sociali sia per fattori etnici, sia per ragioni di svantaggio sociale
Popolazione anziana in crescita in condizione di debolezza economica e contrazione delle
Promozione della partecipazione giovanile
opportunità e della qualità della vita
Mancanza di strumenti di assistenza economica nazionale e scaricamento delle competenze
Superamento della logica dell’emergenza e pianificazione delle soluzioni
sugli Enti Locali
Iniziative di incontro e di confronto di culture multietniche Possibile crisi del modello relazionale consolidato della famiglia tradizionale europea
Individuazione di processi di razionalizzazione delle risorse e creazione di centri unici di
erogazione di servizi per incrocio dell’offerta e della domanda di lavoro nel settore sociale
Individuazione da parte del sistema di forme di sostegno alla famiglia e alla genitorialità
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 2 Sviluppo del welfare
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE)

Situazione problematica sul welfare sociale; dalla patologia sociale alla richiesta di aiuto nella normalità. nuove problematiche
emergenti e carenza di risposte organizzate. tendenza a processi di delega nel passaggio dal welfare clinico alle nuove necessità.
mancanza di politiche strutturali. diversa velocità tra tempi di programmazione e repentina evoluzione socio-economica e sanitaria.
necessità di ripensare agli strumenti di sostegno per fronteggiare nuovi problemi emergenti. frammentazione delle risposte e
mancanza di coordinamento dei servizi. necessità di studiare strumenti flessibili.

linea 1 linea 2

promozione e sostegno per la famiglia politiche per la terza e quarta età

cambiamento cambiamento cambiamento


carenza di Vita media
cambiamento problema delle risposte del modello di del modello di
servizi per più lunga
delle famiglie “casa” all’anziano società famiglia
la famiglia
Aspettativa da modello difficoltà a
di vita più “rurale” ad altro tenere un
lunga modello anziano in casa

mancanza di fAttorE da anziano rifiuto culturale


politiche strutturali ESogEno miglioramento come “risorsa”
miglioramento ad anziano come
nelle
nelle cure delle “problema”
condizioni di
malattie
vita personale

mutamento del Scelte


concetto di famiglia Irrisolte necessità
governative
tradizionale maggiori da parte di
individui
temporaneamente
non autosufficienti

fenomeni di cambiamento famiglie con


cambiamento dei modelli coniugi di etnie proposta rigida e non
culturale economici diverse flessibile

crisi del modello


“casa di riposo”
linea 3 linea 4 linea 5

problematiche
disabilità socio-economiche ed Integrazione
fAttorE
esclusione multietnica
ESogEno socio-culturale

cambiamento problema di mancanza persone


Aumento della Integrazione carenza di Integrazione
del modello adeguamento di “reddito escluse e
povertà linguistica informazioni culturale
sociale degli spazi minimo” svantaggiate
crisi
economica
ritardo culturale
carenza di e rifiuto della
progettualità Società differenza
necessità di oltre “normodotata”
rendere l’“emergenza” competizione
accessibile Spazi esterni competizione meccanismi
sui servizi
la città economica di chiusura
pubblici
flessibilità del
lavoro ma
mancanza di frammentazione
ammortizzatori degli aiuti
problematiche inerenti giovani e
volontariato
Spazi interni
fAttorE legislazione
dispersione delle
ESogEno italiana modelli culturali precarietà associazioni di
mancanza di differenti volontariato
pianificazione
mancanza di carenza di
prospettive sul coordinamento
futuro
problema di
ricambio e di
linea 6 identità del
volontariato

concetto di
volontariato
“subordinato” e
non paritario

pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA


Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 2 Sviluppo del welfare
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE)
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 2 Sviluppo del welfare
AlBEro dEI proBlEmI (EffEttI)

tensioni sociali
costruzione
Aumento della per carenza di Accettazione del disabile
delle identità conflittualità
percezione di abitazioni a ma modello culturale
delle seconde sociale
sicurezza canone differente
generazioni
sostenibile

Stress e Incapacità dei difficoltà per gli Anziano come


meccanismi lavoro “in nero” instabilità nelle servizi di anziani soli di risorsa
competitivi e sfruttamento relazioni intercettare il rispondere ai economica per la
familiari bisogno bisogni primari famiglia

Impossibilità di
Solitudine e
nuovi strumenti dare risposte perdita di sapere e di ruolo
smarrimento
di assistenza alle assistenziali ed della persona anziana
dell’anziano
persone educative nella
famiglia

Situazione problematica sul welfare sociale; dalla patologia sociale alla richiesta di aiuto nella normalità. nuove problematiche
emergenti e carenza di risposte organizzate. tendenza a processi di delega nel passaggio dal welfare clinico alle nuove necessità.
mancanza di politiche strutturali. diversa velocità tra tempi di programmazione e repentina evoluzione socio-economica e sanitaria.
necessità di ripensare agli strumenti di sostegno per fronteggiare nuovi problemi emergenti. frammentazione delle risposte e
mancanza di coordinamento dei servizi. necessità di studiare strumenti flessibili.
Incertezza sul
futuro

Effetto “prociclico” gravi ricadute sulle


sulle povertà persone

mancanza di
prospettive
Sistema rigido e non
flessibile

perdite di
precarietà del lavoro
opportunità risposta flessibile ai
giovanile la povertà
economiche rientro delle bisogni dell’anziano
diventa
vecchie cronico (badante)
condizione
“povertà”
stabile

Elevate aspettative di soluzioni


e di servizi
richiesta di sostegno occupazione di spazi
crescente lavorativi

pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA


Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 2 Sviluppo del welfare
AlBEro dEI proBlEmI (EffEttI)
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

560
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ASSE IV SVIluppo dI comunItà


tavolo 2 Sviluppo del welfare

lInEE StrAtEgIchE

linea 1 promozione e sostegno


per la famiglia

linea 2 politiche per la terza e quarta età

linea 3 disabilità

problematiche socio-economiche ed
linea 4
esclusione socio-culturale

linea 5 Integrazione multietnica

problematiche inerenti i giovani ed


linea 6
il volontariato

561
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ASSE IV SVIluppo dI comunItà


tavolo 2 Sviluppo del Welfare

PARTE B – ELENCO DELLE SCHEDE


PROGETTO/AZIONI

1. IterAL
2. Consumo critico e nuovi stili di vita
3. Giovani protagonisti della città
4. Per una promozione innovativa della famiglia
5. Da e con gli anziani: mosaico di attività volte al recupero, al
riuso, al fare condiviso
6. Osservatorio sul consumo di sostanze psicoattive
7. OsservAzione: i giovani italiani e stranieri in città
8. Osservatorio sul mondo giovanile
9. Abitare sostenibile in Piemonte
10. Casa EtiCA “Eticasa”
11. Habital: interventi integrati per il miglioramento della qualità
della vita e della sicurezza in alcuni quartieri della città di
Alessandria
12. Oikos 2006
13. Interventi edilizi in autocostruzione
14. Interventi sperimentali di social housing
15. Cittadinanza è Partecipazione

562
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 1
titolo:
IterAl

linea 2 politiche per la terza e


quarta età

Sottotitolo:
Interventi in rete anziani ed assistenti familiari

Soggetti proponenti:
CISSACA
Rete dei partners:
Cooperativa Sociale “Azimut” – co-progettazione e gestione in convenzione di alcune
azioni previste dal progetto
Cooperativa sociale “Aloha” - gestione in convenzione di alcune azioni previste dal
progetto
Caritas – collaborazione alle attività previste dallo Sportello
Anolf (CISL) – collaborazione alle attività previste dallo Sportello
CGIL (Ufficio Immigrati) – collaborazione alle attività previste dallo Sportello
ACLI - collaborazione alle attività previste dallo Sportello
Comuni aderenti al Cissaca – interfaccia rispetto al contatto con i diversi gruppi di
extracomunitari presenti sul territorio
A.S.L. AL – collaborazione tramite consultorio familiare, medici di base, Pronto Soccorso
ecc.
Provincia e Centro per l’impiego di Alessandria – attività di matching tra domanda e
offerta; certificazione competenze non formali; avvio e manutenzione albo provinciale
delle asisistenti familiari
C.F.P. del territorio – collaborazione rispetto alla progettazione di percorsi formativi rivolti
ai beneficiari
descrizione del progetto:
Con la proposta “ITE.R A.L.” il Cissaca si propone di cogliere le opportunità fornite dalla
D.G.R. 46-8204 per organizzare una risposta istituzionale e strutturata in grado di
presidiare il lavoro di cura e assistenza domiciliare fornito da donne immigrate ai nuclei
familiari con anziani non autosufficienti.
Il fenomeno della cosiddetta “assistenza familiare” è, com’è noto, complesso e variegato,
e sta influendo in modo sensibile sulle politiche del welfare attualmente praticate in Italia,
sugli stili di vita delle famiglie coinvolte, sulla stessa qualità della vita delle donne immigrate
direttamente coinvolte in quest’attività. Una recentissima ricerca dell’I.R.S (“Badanti: la
nuova generazione”, novembre 2008; fonte: www.qualificare.it,) quantifica in 774.000 le
assistenti familiari, professionalità presente accanto al 6,6 % degli ultrasessantenni (10%
degli ultrasessantacinquenni del Nord Italia). Per dare un’idea della portata del fenomeno
basta ricordare che la media nazionale degli anziani accolti nelle strutture residenziali si
attesta al 2%. Tuttavia si tratta di un fenomeno complesso e diversificato, dato che solo il
33% delle assistenti usufruisce di un contratto regolare (di queste, il 70% è messa in regola
per un numero di ore inferiore a quelle che realizza effettivamente), il 43% di loro è

563
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

irregolare ed il 24% è regolare ma è privo di un contratto di lavoro. Per quanto riguarda


la provenienza delle assistenti, il 57% proviene dall’Europa dell’Est (soprattutto dalla
Romania, a seguire Ucraina e Moldavia) ed il 34% dal Sud America. Per quanto riguarda
le caratteristiche del progetto migratorio la ricerca evidenzia come negli ultimi anni le
assistenti familiari tendano ad aumentare la loro propensione a stabilizzare la loro presenza
in Italia nel medio-lungo periodo (specialmente le rumene), e di conseguenza considerino
la loro esperienza di assistenza nelle famiglie come una fase iniziale e transitoria della loro
vita professionale, e siano interessate a realizzare presto altre forme di attività meno
totalizzanti rispetto alla propria vita personale. La co-residenza con l’anziano riguarda il
70% dei casi, e coinvolge specialmente donne intenzionate a tornare presto al paese
d’origine, mentre è in aumento il numero di donne che scelgono l’assistenza a ore a più
anziani, compatibile con una maggior libertà personale. Dalla ricerca emerge inoltre un
dato interessante relativo alla disponibilità delle donne alla formazione rispetto al lavoro
di cura:il 73% di loro si dichiara infatti interessato ad acquisire nuove competenze sotto
questo profilo.
Per il territorio alessandrino non esistono dati ufficiali relativi al fenomeno dell’assistenza
familiare, ma è senz’altro forte la richiesta espressa in tal senso dalle famiglie, dato che la
nostra zona esprime un crescente bisogno in questa direzione -bisogno peraltro rilevato
costantemente dai nostri servizi. A titolo puramente ipotetico, ci può partire dal fatto che
circa il 25% dei residenti nell’alessandrino ha oltre 65 anni, pari a circa 30.000 persone:
considerando il 10% di presenza proposto dalla ricerca I.R.S. si arriva ad una stima di
circa 3000 assistenti solo per l’alessandrino.
Il territorio di Alessandria è stato negli ultimi anni fortemente coinvolti a leggere i contorni
e le caratteristiche di questo fenomeno, in quanto è stato teatro della sperimentazione di
due progetti Equal (“Iter” – capofila CISA Asti Sud - di cui Cissaca era partner, e
“Solidassistenza” – capofila Irecoop - con cui il Cissaca ha collaborato) che, pur con
accenti diversi, hanno consentito di analizzare le varie problematiche legate al lavoro di
cura in famiglia (riconoscimento e certificazione delle competenze, formazione
professionale, sportelli di incontro domanda e offerta, precarietà lavorativa ecc.) e di
considerare, anche in prospettiva transnazionale, le metodologie e buone prassi più efficaci
per governare il fenomeno. Terminata questa fase di ricerca, e tenendo conto
dell’esperienza maturata, il Cissaca avverte oggi l’urgenza di una iniziativa innovativa nel
settore, che venga incontro alle richieste pressanti delle donne e delle famiglie, ma che sia
nella stesso tempo in grado di coinvolgere i diversi attori sociali attivi sul territorio. Si
ritiene infatti che in questo modo sia possibile aumentare il livello di collaborazione tra i
diversi attori coinvolti, innalzare la qualità della risposta complessiva alla domanda sociale
di aiuto, contrastare sul piano della qualità del servizio e del lavoro quel “mercato
sommerso” dell’assistenza familiare che ha finora trovato il proprio punto di equilibrio nell’
“economia sommersa” (che non garantisce alle donne il rispetto dei propri diritti di
lavoratrice e alle famiglie un servizio affidabile e continuativo).
La D.G.R. n.46-8204 recepisce in effetti la gran parte delle priorità operative indicate dalle
sperimentazioni Equal, e garantisce ai territori risorse sufficienti a cominciare a fornire
prime risorse concrete alle persone che ne hanno effettivamente bisogno, sulla base di
linee operative non solo sperimentali e occasionali, ma al contrario inserite in una
progettualità regionale in grado di operare nel medio termine.
In maniera indiretta l’azione di “ITE.R A.L.” garantirà agli anziani non autosufficienti e
alle loro famiglie la possibilità di accedere a servizi di cura di qualità, in un’ottica di
ampliamento e responsabilizzazione dell’utenza e di qualificazione dell’offerta.
In particolare, grazie all’azione del progetto, le famiglie coinvolte nella cura dell’anziano
non autosufficiente potranno:
godere di momenti di sollievo rispetto alle quotidiane attività di cura;

564
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

rafforzare la capacità di cura complessiva del nucleo familiare;


usufruire di un punto di riferimento stabile anche nel caso di situazioni di difficoltà;
prevenire l’istituzionalizzazione dell’anziano non autosufficiente.
L’ambito territoriale di localizzazione del progetto è costituto dai territori dei comuni
aderenti al Cissaca: Alessandria, Bergamasco, Borgoratto, Bosco Marengo, Carentino,
Casalcermelli, Castellazzo Bormida, Castelspina, Felizzano, Frascaro, Frugarolo, Gamalero,
Masio, Oviglio, Pietramarazzi, Piovera, Predosa, Quargnento, Quattordio, Sezzadio, Solero.
Popolazione complessivamente coinvolta: 120.132 abitanti, di cui oltre 30.000 in età senile
(oltre 65 anni)
finalità generali:
o Qualificare l’inserimento lavorativo delle assistenti familiari immigrate,
promuovendo e sostenendo attivamente la continuità e la qualità al servizio
da loro prestato (momenti informativi, tirocini osservativi, monitoraggio in
itinere del rapporto di collaborazione, ecc.);
o fornire alle famiglie con anziani non autosufficienti un servizio che si
ponga come “interfaccia” istituzionale che garantisca qualità e presenza e che
attenui eventuali difficoltà legate al loro rapporto con persone provenienti da
mondi e culture diverse, anche attraverso l’attivazione di strumenti adeguati
nel caso in cui insorgano difficoltà nel rapporto tra famiglie e assistente
familiare (sostituzioni, gestione conflitti, ecc.);
o Accrescere il livello di collaborazione tra le diverse agenzie territoriali che
a diverso livello presidiano il fenomeno, anche nella prospettiva della
sostenibilità complessiva dell’intervento.
obiettivi specifici:
n Sostenere il percorso di orientamento professionale delle donne immigrate
impegnate in attività di cura a favore di anziani, affrontando anche il problema
della conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari;
n offrire alle assistenti le occasioni di un primo contatto con la professione,
fornendo momenti informativi qualificati anche in relazione agli aspetti
giuridici, contrattuali, previdenziali, connessi al servizio prestato
n facilitare opportuni abbinamenti tra le assistenti familiari e le famiglie, nel
rispetto dei diritti di entrambe le parti coinvolte;
n monitorare periodicamente l’andamento del rapporto di lavoro tra
assistente familiare e famiglia, intervenendo, se richiesto, in caso di difficoltà
o di contenziosi tra le parti;
n garantire quanto possibile la continuità del rapporto di lavoro delle badanti
coinvolte, facilitando il passaggio da una famiglia ad un’altra prima della
scadenza del permesso di soggiorno;
n sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alla positività del ruolo che le
assistenti familiari - ed i lavoratori extracomunitari in generale - svolgono nel
tessuto economico, sociale e familiare dei nostri territori.
Attività:
Sostegno alla domanda

1) Servizi di informazione
Lo Sportello
Cissaca punta in modo particolare a qualificare questa azione, coinvolgendo attivamente
i diversi attori sociali che attualmente, con vocazioni ed esperienze diverse, presidiano il
fenomeno dell’assistenza familiare sul versante della domanda e dell’offerta.

565
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Famiglie e donne, in questo quadro, cercano prima di tutto una risposta alle proprie
richieste immediate, ma anche un servizio che li ascolti, che ne valuti capacità da un lato,
bisogni dall’altro, e che sia capace di accompagnare i complessi processi relazionali attivati
dalle proprie funzioni. Le informazioni e le segnalazioni raccolte dai diversi enti che
partecipano alla costruzione di quello che può definirsi una sorta di “sportello diffuso”
convergeranno in un data base unico e aggiornato on line da tutti gli operatori degli
sportelli (si evitano quindi sovrapposizioni di interventi e sprechi di risorse). La scelta
dello sportello “diffuso” garantisce ad ogni partner il rispetto della propria identità ed
autonomia organizzativa, e favorisce il lavoro di rete e la creazione di un cultura condivisa
rafforzata dallo scambio di esperienze e culture diverse. Collaborano a questa iniziativa:
Caritas, Acli, Anolf, Cgil, le cooperative sociali Azimut e Aloha.
Per quanto riguarda invece le attività di vero e proprio matching, cioè l’incontro
domanda/offerta, lo Sportello interfaccerà i propri processi con il Centro per L’impiego
di Alessandria, il quale metterà a disposizione risorse e competenze per fornire a donne
e famiglie una qualificata consulenza ed una esauriente risposta ai loro quesiti di carattere
giuridico e contrattuale.
Lo “Sportello” realizzerà le seguenti azioni:
m Attività di orientamento ed informazione rivolta ad assistenti e famiglie,
finalizzata a focalizzare le diverse esigenze espresse dalle parti ed i bisogni
informativi
m Attività di informazione rivolta alle donne attualmente disoccupate ed
interessate a svolgere attività di assistenza familiare
m Coinvolgimento delle donne interessate (siano esse disoccupate o già attive
nel settore) nelle attività informative mirate previste
m Azioni di accompagnamento e monitoraggio nei confronti delle famiglie
che scelgono di inquadrare contrattualmente le assistenti familiari
m Azioni di raccordo e scambi informativi con le altre organizzazioni
coinvolte e con il CpI di Alessandria
m Collaborazione con enti di formazione professionale per facilitare ulteriori
percorsi formativi
2) Contributi economici alle famiglie
Una quota delle risorse disponibili verrà posta a disposizione di quelle famiglie che si
rivolgeranno al servizio con l’obiettivo di garantire alle assistenti familiari un
inquadramento contrattuale regolare. In questo modo si agirà sul lato della domanda
prevenendo nuovo lavoro nero o favorendo la sua emersione, nel rispetto dei diritti delle
assistenti lavoratrici, ma anche nell’interesse delle famiglie beneficiarie dei contributi. La
ripartizione del budget disponibile verrà stabilita sulla base di criteri che saranno individuati
in itinere dal Cissaca, e che terranno conto dei seguenti indicatori:
l numero complessivo delle famiglie che hanno assunto regolarmente le
assistenti familiari
l reddito isee delle famiglie
l esiti del monitoraggio periodico effettuato presso le famiglie dallo
Sportello nell’ambito delle proprie attività di accompagnamento
l grado di stabilizzazione del contratto di lavoro creato
Sostegno all’offerta
Azioni di rafforzamento delle competenze
Per quest’ambito di intervento si prevede di attivare una serie di momenti informativi
specifici e di tirocini professionali (tre moduli di corso per un totale di 45 assistenti familiari
e 20 tirocini) finalizzati a rispondere alla domande di informazione ed orientamento che

566
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

emerge dalle donne e dalle famiglie.

risultati:
a Incremento qualificazione professionale delle donne impegnate in attività
di cura a favore di anziani;
a incremento, per le assistenti familiari, di occasioni di un primo contatto
con la professione
a incremento abbinamenti tra le assistenti familiari e le famiglie, nel rispetto
dei diritti di entrambe le parti coinvolte;
a diminuzione di contenziosi e difficoltà nelle relazioni tra assistente
familiare e famiglia, grazie all’intervento dello sportello;
a incremento continuità del rapporto di lavoro delle badanti coinvolte,
facilitando il passaggio da una famiglia ad un’altra prima della scadenza del
permesso di soggiorno;
a maggiore consapevolezza nell’opinione pubblica rispetto alla positività del
ruolo che le assistenti familiari - ed i lavoratori extracomunitari in generale -
svolgono nel tessuto economico, sociale e familiare dei nostri territori.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamento regionale di euro 58.424,39
costi:
Importo Importo
Macrovoce Descrizione Ore Importo
unitario totale
Servizi di
16.093,00
informazione
Sportello-Coop. Aloha/Azimut 770 20,9 16.093,00
Azioni di
rafforzamento delle 14.001,20
competenze
Premio incentivo - n. 20 assistenti
150 6.000,00
familiari
Tutoraggio Coop. BIOS 433 18,47 8.001,20
Servizi di
accompagnament/ 26,971,69
Tutoring/Sostituzione
Monitoraggio inserimenti - Coop.
60 18,47 1.108,20
Aloha
Coordinamento progetto -
516 20,9 10.784,40
CISSACA
Sportello diffuso - Coop. Azimut 54 20,9 1.128,60
Costruzione data base - CISSACA 190 20,9 3.971,00
Sgravio fiscale - n. 10 famiglie 135 8.100,00
Istruttore Direttivo Contabile 90 20,9 1.879,49
Pubblicizzazione 1.358,50
Convegno - CISSACA 30 20,9 627,00

Volantino - CISSACA 35 20,9 731,50


totale 2178 58.424,39

567
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

fattibilità:
Gli elementi di fattibilità riguardano:
- l’avvio di un nuovo servizio all’interno della struttura del Cissaca
- l’integrazione del nuovo progetto all’interno delle prassi e
dell’organizzazione del Cissaca
- la certezza del finanziamento regionale
- l’affidamento della gestione del progetto alla cooperativa Azimut che ha
messo a disposizione due operatori.
cronoprogramma:
Attività Mesi
1 2 3 4 5 6 7 8 9
Costituzione rete
Convenzione coop. Azimut
Avvio sportello informativo
Attività formativa
Tirocini
Verifica, rendicontazione del progetto

568
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 2
titolo:
consumo critico e stili di vita

problematiche
linea 4 socio-economiche ed
esclusione socio-culturale

Sottotitolo:
L’idea di scrivere un progetto sugli stili di vita e sui possibili modi di muovere i cittadini
ad un consumo critico e razionale è nata dall’accogliere quotidianamente, da parte degli
operatori e volontari Caritas, di storie di persone principalmente in difficoltà economiche
dovute in qualche maniera alla crisi che da alcuni mesi il paese sta affrontando. Da una
visione d’insieme ci si accorge che negli ultimi tempi sono emerse accanto alle vecchie
povertà delle nuove povertà sul nostro territorio. Tante famiglie confidano negli spazi a
loro dedicati, come il Centro d’ascolto e dall’ascolto di queste persone emerge una forte
preoccupazione nel il pareggiare i conti a fine mese con le bollette di luce, acqua e gas.
A livello nazionale molto si sta muovendo per agevolare queste spese attraverso bonus che
alleggeriscono il budget familiare alle persone meno abbienti. La Caritas stando vicino in
modo particolare alle famiglie bisognose si è posta come obiettivo espandere alla maggior
parte dei cittadini semplici ma utili regole e consigli per far conoscere a tutti come poter
risparmiare nei piccoli gesti quotidiani. Aderire a nuovi stili di vita significa abituarsi ad un
consumo più sobrio e meno consumistico, più pensato e voluto, prendendo in
considerazione, come ai tempi dei nostri nonni, il riuso, il riciclo…
Un consumo razionale è strettamente collegato ad un cambiamento di stili di vita. Il
progetto proposto intende sfruttare al meglio tutte le nuove possibilità di consumo
razionale che possono portare ad un sensibile cambiamento e miglioramento degli stili di
vita dei cittadini.
Soggetti proponenti:
Caritas della Diocesi di Alessandria
descrizione del progetto:
La percezione sociale del fenomeno del lavoro nero e senza sicurezza non raggiunge livelli
tali da “bucare” la sensibilità dei cittadini se non per il tempo minimo della lettura o ascolto
della notizia. Il progetto si propone di introdurre un nuovo modo di comunicare attraverso
gli atti che tutta la Pubblica Amministrazione emette per le proprie attività istituzionali. La
proposta si basa sulla possibilità di utilizzare la corrispondenza inviata da tutte le
Amministrazioni Pubbliche inserendo a piè di pagina il messaggio di promozione della
legalità sociale. Poiché la Legge (449/97 e 267/2000) consente alla PA di concludere
contratti di sponsorizzazione, al fine di favorire l’innovazione dell’organizzazione
amministrativa e di realizzare maggiori economie, nonché una migliore qualità dei servizi
prestati, subordinando detta attività contrattuale alla condizione che tali iniziative siano
dirette a perseguire interessi pubblici, appare possibile credere che il progetto di
comunicazione sociale sia compatibile. Per la realizzazione del logo e del messaggio è
ipotizzabile il coinvolgimento di una struttura scolastica (es. Istituto Superiore Leardi di
Casale o altra scuola di grafica e marketing) alla quale fornire in modo chiaro e sintetico
il tema da svolgere. Il messaggio che sarà scelto tramite una Commissione composta da
tecnici e da un campione di utenti-cittadini, essendo questi i soggetti ai quali comunicare,

569
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

dovrà essere trasmesso da un’Autorità sovraordinata (es Prefettura che coinvolga l’intero
territorio provinciale) a tutta la PA con la richiesta di inserirlo a piè di pagina di tutti i fogli
stampati in periodi concordati (es nella settimana europea della sicurezza sul lavoro).
Questa azione dovrebbe essere preceduta da una serie di attività promozionali sui mass
media per avere la massima visibilità.
finalità generali:
Sensibilizzare la popolazione sul tema dei nuovi stili di vita e del consumo critico.
Promuovere fra i cittadini atteggiamenti orientati all’adozione di comportamenti
responsabili verso stili di vita improntati alla sobrietà.
Sviluppare l’economia solidale è uno degli elementi strutturali fondamentali per lo sviluppo
socio-economico del territorio. In questo punto si riconosce che il welfare urbano (inteso
come l’insieme degli interventi e dei servizi alla persona, alle famiglie e alle comunità aventi
carattere sociale, sociosanitario, educativo e abitativo) è una voce significativa
dell’economia cittadina sia dal punto di vista quantitativo (numero di addetti, fatturato,
ecc.) che qualitativo (la qualità dei servizi offerti migliora la qualità della vita e ciò favorisce
di conseguenza nuova residenza ed insediamento di attività produttive).
L’obiettivo privilegiato è di coinvolgere i cittadini nella sperimentazione di nuovi stili di
vita, riorientando i consumi, rafforzando i legami comunitari e recuperando le relazioni
non mercantili, mettendo in pratica scelte di acquisto e comportamenti, individuali e
collettivi, più equi, solidali e rispettosi dell’ambiente.
obiettivi specifici:
Obiettivo del progetto è la costruzione e promozione di una Rete di Economia Solidale
(RES) che raduni intorno ad un Tavolo permanente per l’“altra economia”, le realtà che
operano nell’economia solidale e sociale del territorio per arrivare, in prospettiva, alla
strutturazione di un vero e proprio “Distretto di Economia Solidale” (DES), basato su
modalità alternative di produzione, consumo e risparmio.
Creazione di Gruppi di Acquisto Solidali (GAS) per valorizzare i prodotti locali a km 0.
Attività:
Il progetto si articola in sette diverse fasi:
FASE I - Studio di approfondimento e analisi dei bisogni.
Elaborazione di un questionario sugli stili di vita e consumi dei cittadini da sottoporre alle
parti coinvolte: ai cittadini consumatori, ai distributori e fornitori di beni e servizi: come
centri commerciali, centri sportivi, enti turistici etc…
Raccolta dei dati ed elaborazione per acquisire conoscenze che orienteranno interventi
specifici nella fasi successive.
FASE II- Elaborazione della bozza del progetto.
Elaborazione di una bozza di progetto da portare a conoscenza degli addetti ai lavori che
già per loro statuto s’ispirano alla pratica di un’Altra Economia, come i soggetti del
Commercio Equo e Solidale, Agricoltori Bio, Gruppi di Acquisto Solidale, Banche Etiche
e MAG, Artigiani ed Imprenditori Etici, etc.
FASE III- Formazione del gruppo di lavoro.
Il gruppo di lavoro dovrà avere il compito di segreteria organizzativa. Sarà composta da
uno/due coordinatori ed esperti di consumo ed economia da individuare tra i settori
interessati. Sono previsti apporti esterni saltuari in base alle specificità del progetto.
FASE IV- Individuazione delle nuove possibilità di consumo alternativo.
L’economia sociale assume un ruolo strategico delle città poiché genera una ricaduta
sociale nel territorio, rafforzando i legami sociali e il senso di appartenenza alla comunità,

570
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

tutelando, al contempo le risorse ambientali del territorio. Economia e solidarietà, crescita


economica e benessere sociale sono elementi apparentemente divergenti, che tuttavia
convergono nella logica della cosiddetta “economia sociale”. L’espansione dell’economia
sociale attraverso la produzione di beni relazionali, crea valore economico minimizzando
lo sfruttamento di risorse ambientali (sostenibilità ecologica) e costituisce una potente via
per il riequilibrio del processo di concentrazione della ricchezza al quale stiamo assistendo
attualmente (sostenibilità sociale). Oltre alla dimensione relazionale, l’economia sociale
differenzia il proprio prodotto attraverso l’offerta di beni e servizi locali (cioè legati al
territorio), la produzione di beni ad elevata qualità ambientale opportunamente certificati,
lo sviluppo di propri sistemi di distribuzione, le relazioni democratiche e partecipative o
infine, più in generale, l’offerta di prodotti non standardizzati ad elevato contenuto di
conoscenze/informazione. Nelle imprese sociali, l’attenzione e sensibilità verso
l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati in attività produttive ed economiche -
come previsto dalla normativa nazionale e comunitaria - che caratterizza le cooperative
sociali di tipo B, è un fattore molto importante per aumentare l’occupazione e permettere
a molti cittadini di uscire dal ciclo assistenziale in cui spesso alcune categorie di persone
sono costrette per la mancanza di un reddito che sostenga i loro percorsi di vita e di
autonomia.  
Ecco alcuni esempi di consumo alternativo:
- commercio equo e solidale. privilegia l’acquisto di alcuni prodotti alimentari e diversi
tipi di prodotti artigianali provenienti da piccole Cooperative di agricoltori e artigiani dei
paesi in via di sviluppo che di realtà locali e nazionali.
- gruppi di acquisto solidali (gAS). Soprattutto nel settore degli alimentari. I beni
alimentari possono essere reperiti mediante gruppi di acquisto direttamente dai produttori,
saltando le intermediazioni commerciali. Sono sempre di più le persone che decidono di
incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari da ridistribuire tra loro. In questo
modo si sottraggono ai tradizionali canali di distribuzione, reperiscono beni sul territorio
in cui vivono, sostengono l’agricoltura locale ed evitano il trasporto di merci su lunghe
distanze.
- turismo responsabile. Turismo consapevole, che preferisce un incontro più
approfondito, reale e che, attraverso la condivisione di momenti di vita quotidiana,
favorisce l’adattamento ad abitudini diverse dalle proprie, lo scambio e il rispetto di culture.
Un principale obiettivo è garantire che la maggior parte dei proventi resti alle economie
delle mete di viaggio, attraverso, la scelta oculata dei partner locali.
- Educazione ambientale. Risparmio energetico, raccolta differenziata e riciclaggio.
Realizzazione di interventi per il risparmio energetico e la promozione delle fonti
rinnovabili, a partire dal coinvolgimento di vari soggetti, pubblici e privati, della comunità
locale
- mobilità sostenibile. Anche la mobilità delle persone andrebbe ripensata riducendo
drasticamente il consumo di benzina e gasolio: telelavoro, car sharing, car pooling,
incremento dei mezzi pubblici, piste ciclabili.
FASE V- Fase operativa.
La quinta fase si propone di individuare mezzi appropriati per promuovere e sensibilizzare
la cittadinanza alle nuove possibilità di consumo alternativo. I canali adoperati alla
diffusione di queste informazioni saranno quelli che si riterranno fruibili dalla maggior
parte della popolazione. Forme di pubblicità: spot da trasmettere al cinema, in tv, alla
radio.
Carta stampata, articoli e pubblicità su quotidiani locali, volantini divulgativi e depliants
illustranti le iniziative previste dalla segreteria organizzativa.
Saranno predisposte anche delle iniziative rivolte al mondo dei giovani e dei più piccoli
attraverso una campagna di sensibilizzazione che coinvolgerà le scuole della città attraverso
571
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

un concorso finanziato dal Comune.


Interventi educativi/formativi di esperti mirati alla sensibilizzazione degli studenti sui temi
del progetto.
Attività di laboratorio. Visite guidate alle realtà produttive locali.
Rivolte a tutta la cittadinanza adulta saranno previste tavole rotonde che coinvolgeranno
esperti nel settore che tratteranno temi inerenti.
FASE VI- Analisi dei bisogni e valutazione.
Una nuova analisi dei bisogni sarà opportuna per comprendere eventuali mutamenti dello
stile di vita e orientamento dei consumi da parte dei cittadini. Tale analisi potrebbe essere
condotta attraverso interviste per ri-tarare metodi e modalità d’intervento e per procedere
alla fase successiva.
FASE VII- Insediamento del tavolo di lavoro.
Costituzione del tavolo di lavoro. Individuazione da parte della segreteria dei soggetti che
prenderanno parte al gruppo di lavoro.
Obiettivo del progetto è la costruzione e promozione di una Rete di Economia Solidale
(RES), che raduni intorno ad un Tavolo permanente per l’altrAEconomia, le realtà che
operano nell’economia solidale e sociale del territorio per arrivare, in prospettiva, alla
strutturazione di un vero e proprio “Distretto di Economia Solidale” (DES), basato su
modalità alternative di produzione, consumo, risparmio e lavoro.
In questa prospettiva, Comune e Provincia di Alessandria avranno il compito di:
l avviare il processo di costituzione della Rete dell’Economia Solidale (RES),
radunando intorno ad un Tavolo permanente per l’altrAEconomia i soggetti
che sono presenti nel territorio attraverso un avviso pubblico, contenente i
criteri per l’adesione;
l condurre e coordinare con modalità partecipative il processo che porta
all’identificazione, la co-progettazione e l’attivazione di specifiche progettualità
scaturite all’interno del Tavolo permanente per l’altrAEconomia – quali, ad
esempio, l’identificazione delle modalità d’uso e di gestione di eventuali spazi;
l sostenere i percorsi di auto-organizzazione e autosostenibilità per la
realizzazione dei progetti promossi dai soggetti aderenti alla RES.
Comune e Provincia sottoscriveranno un protocollo di intesa per definire congiuntamente
gli obiettivi del progetto e stabilire ruoli, risorse e modalità di coinvolgimento dei due enti.
Comune e Provincia riconoscono inoltre l’opportunità della partecipazione al progetto di
altri Enti locali interessati con i quali individuare, in base allo sviluppo dello stesso, le più
idonee forme di collaborazione.
Riferimenti bibliografici:
www.altromercato.it
Diocesi di Cuneo e di Fossano, aPiediNUDI, nuovi stili di vita, 2009.
E. Bianchi, Il pane di ieri, ed. Einaudi, 2008.
www.retegas.it.
risultati attesi:
I risultati attesi sono l’istituzione di un “Distretto di Economia Solidale” e di Gruppi di
Acquisto Solidali (GAS). Non per ultimo una maggior conoscenza da parte dei cittadini
delle iniziative a favore del consumo critico e dei nuovi stili di vita.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Ricerca di finanziamenti presso le Fondazioni Bancarie presenti sul territorio: Fondazione
CRA etc…

572
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

costi:
Le seguenti cifre sono state stimate indicativamente per le attività previste nei quattro anni
di avvio e realizzazione del progetto:
promozione e sensibilizzazione: spot, pubblicità: 15.000 euro
concorso in premi: 5.000 euro
collaborazioni esterne per interventi educativi/formativi nelle scuole (se necessario) ed
attività extra scolastiche: 25.000 euro
Collaborazioni esterne eventuali per aiuto segreteria (se necessario): 5.000 euro
Per un valore complessivo di 50.000 euro
fattibilità:
Il progetto se pur ambizioso può contare su costi non molto elevati in quanto verrà attivata
la rete del volontariato dal quale si potranno attingere le risorse umane adeguate alla
promozione e alla realizzazione del progetto. Non si prevedono difficoltà elevate nel
coinvolgere le varie realtà locali dai produttori ai consumatori alle iniziative previste.
cronoprogramma:
Si prevede la realizzazione di tale progetto in un arco temporale di circa quattro anni. I
tempi stimati sono indicativi e possono subire variazioni in base alle necessità progettuali.
l primo anno si procederà alla fase I e II;
l secondo anno si procederà alla fase III e IV;
l terzo anno si procederà alla fase V;
l quarto anno si procederà alla fase VI e VII.

573
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 3
titolo:
giovani protagonisti della città

linea 4 problematiche inerenti i


giovani ed il volontariato

Sottotitolo:
Partecipare per identificarsi: promozione della partecipazione dei giovani alle decisioni
che li riguardano, valorizzazione con e per i giovani, attraverso momenti di consultazione
aperti alla costruzione di percorsi che creino responsabilità.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria – Assessorato Politiche per la Famiglia e per la Solidarietà Sociale
– Servizio Famiglia e Giovani
descrizione del progetto:
Il progetto si inserisce all’interno delle attività proposte dall’Assessorato Politiche della
Famiglia – Direzione Famiglia e Solidarietà Sociale – Servizio Famiglia e Giovani del
Comune di Alessandria. L’Amministrazione Comunale di Alessandria con il Documento
Programmatico 2007-2012 ha individuato linee di intervento nell’ambito del settore della
famiglia con particolare attenzione al mondo giovanile, attraverso la realizzazione di spazi,
servizi, iniziative volti ad offrire ai bambini e agli adolescenti occasioni di protagonismo
attivo, possibilità di relazioni positive, proposte di sviluppo/utilizzo delle potenzialità
creative.
Il Servizio Famiglia e Giovani svolge un monitoraggio periodico dei comportamenti dei
giovani al fine di strutturare politiche giovanili territoriali che colgano i bisogni e le
aspettative degli stessi.
Nell’ultimo anno l’Assessorato Politiche della Famiglia – Direzione Famiglia e Solidarietà
Sociale – ha, inoltre, promosso e sostenuto i progetti e le iniziative a favore dei giovani
sotto elencate, riconoscendo e valorizzando (ai sensi dell’art. 6 dello Statuto Comunale)
le libere forme associative che operano nei settori sociali e dell’assistenza del tempo libero:
- 2° Rassegna nazionale di cori giovanili e scolastici “Città di Alessandria” per l’anno 2009:
ha offerto una panoramica sulle migliori esperienze educative ed artistiche nazionali di
canto corale.
- Progetto di animazione delle relazioni di comunità ed educazione civica per i giovani di
Alessandria: ha promosso le esperienze formative e educative attraverso lo strumento
innovativo, per i contesto locale, degli oratori interquartieri.
- Progetto di animazione con la realizzazione di iniziative ludico – ricreative rivolte ai
giovani e alle famiglie del Centro Don Bosco.
- Compartecipazione all’organizzazione e gestione di attività ludico-ricreative denominate
“Centri Estivi” svolte da enti diversi.
- Libri in festa: rassegna di incontri e letture guidate e laboratori dedicati alla lettura per i
giovani.
- Percorsi culturali – educativi in collaborazione con gli istituti scolastici che si sono
conclusi con l’allestimento di mostre: “Solidarnosc”, “Guareschi”, “Praga ‘68”, “Eugenio
Montale”, “Testimoni della resistenza” ed Atmosfera- mostra “ Prove di Stermino” sullo

574
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

sterminio dei disabili nel regime nazista.


Al fine di un reale monitoraggio e per concretizzare le linee di indirizzo descritte il servizio
si è mosso su alcune linee di intervento:
A) Costituzione dell’Osservatorio Permanente sui Giovani Alessandrini, al fine di
promuovere efficacemente l’azione amministrativa espletata dall’Ente comunale nel settore
giovanile locale.
B) Progetto “NET BOX- Giovani e cultura in rete”.
C) Costituzione del tavolo di lavoro inter-istituzionale di confronto e progettazione
sull’attività rivolta ai giovani per la prevenzione dei comportamenti a rischio.
Il Piano Strategico operativo delle politiche a favore dei giovani 2008/2012 individua tra
le parole chiave degli obiettivi specifici l’IDENTITA’ intesa nel coinvolgimento dei giovani
in percorsi di sviluppo del protagonismo giovanile nella e per la comunità.
“Partecipare per identificarsi”: le azioni leader per l’anno 2010 rivolte ai giovani
dell’Assessorato alle Politiche per la Famiglia, l’Educazione e la Solidarietà sociale vanno
nella direzione di promuovere la partecipazione dei giovani alle decisioni che li riguardano
e, più in generale, alla vita della comunità locale, attraverso l’istituzione di tavoli di
consultazione aperti alla costruzione di percorsi che creino responsabilità.
La creazione dell’Osservatorio Permanente Giovani nasce dal coinvolgimento dei giovani
alessandrini in una ricerca qualitativa nella quale hanno espresso desideri e bisogni circa
la partecipazione alla vita della Città e al rapporto con le istituzioni. Il dialogo continuo
con i giovani consente alle istituzioni, spesso vissute come distanti dal mondo giovanile,
di rimodulare e consolidare le politiche giovanili nell’ottica dello sviluppo della rete
territoriale.
Il Comune di Alessandria come soggetto proponente ha proposto di attivare risorse
proprie per avviare la ricerca qualitativa in alcuni comuni del territorio, partners del
progetto NET BOX al fine di individuare gli atteggiamenti e i vissuti dei giovani circa la
partecipazione e la cittadinanza attiva. I dati che emergeranno costituiranno delle utili
indicazioni per quanto riguarda le politiche giovanili dei comuni partners.
In questi ultimi anni l’Amministrazione Comunale ha indirizzato le attenzioni allo sviluppo
di forme di partecipazione e di protagonismo attivo degli adolescenti attraverso la
collaborazione con le forze sociali e del territorio con progetti il più possibile integrati
creando opportunità di scambio tra i giovani e di promozione dell’agio .
I progetti, nel corso degli anni, hanno dato origine ad una fitta rete di connessioni e di
“contaminazioni” che hanno reso la città aperta alle iniziative promosse dai giovani, alle
espressioni culturali, artistiche.
Riteniamo importante restituire alla rete delle connessioni a oggi esistente il senso della
territorialità nella percezione più ampia del termine: territorialità intesa non solo come
territorio della città di Alessandria con i quartieri e i sobborghi ma i suoi comuni limitrofi
i cui giovani già vivono la città per le opportunità di studio e ricreative che offre.
E’ fondamentale recuperare il senso di appartenenza territoriale sostenendo le esperienze
sociali e culturali di integrazione e scambio in una visione prospettica più ampia, mettendo
in rete idee, risorse, esperienze.
Il concetto di territorialità non va disgiunto da quello di cittadinanza che richiama, in
particolare per i giovani, la difficoltà di interpretare i doveri di cittadino in scelte di
partecipazione concrete e responsabili.
Metodologia del percorso complessivo
Il progetto proposto si inserisce nel quadro metodologico di riferimento che si avvale dei
contributi della psicologia di comunità, della ricerca- azione, dell’animazione sociale e
culturale e dell’animazione di comunità, che implicano il coinvolgimento attivo di tutti i

575
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

soggetti impegnati nel percorso e considerano il gruppo come risorsa privilegiata di lavoro.
E’ implicito che ogni gruppo elaborerà scelte differenziate e riferite ad una dato contesto,
situazione e che attuerà scelte che non possono essere nè generalizzabili, né predefinite.
Il progetto quindi, riconosce il bisogno dei giovani di avere spazi di confronto ed
interazione: i comportamenti pro-attivi , infatti sono motivati dal senso di appartenenza
al gruppo e dalla percezione di condividere con lo stesso obiettivi, ideali e valori. Al
contempo è forte la spinta a concretizzare l’interesse in azioni concrete.
Il Progetto in questo senso può diventare l’occasione per favorire percorsi di promozione
e sviluppo di una “cultura della cittadinanza” attraverso due processi:
il sostegno del gruppo dei pari quale presupposto della costruzione dell’identità sociale da
parte dei giovani
la riflessione sui significati dell’appartenenza storico-culturale al territorio (locale e
europeo) e dell’identificazione ad esso.
Modalità di coinvolgimento attivo dei giovani:
1) costituzione del gruppo: un gruppo di volontari appartenenti alle associazioni giovanili
hanno il compito di coinvolgere altri pari attraverso la presentazione delle proposte del
percorso nei contesti formali e informali.
2) progettazione: il gruppo dei giovani discute gli obiettivi e le finalità del progetto,
individua i possibili argomenti di discussione e le attività, corsi, laboratori da proporre.
3) realizzazione: il gruppo ha il compito di organizzare le iniziative , curare i rapporti con
i relatori, la pubblicizzazione e cura l’accoglienza dei giovani, gestisce e organizza i
momenti di discussione collettiva e di lavoro di gruppo.
4) valutazione e monitoraggio .Il gruppo, attraverso alcuni rappresentanti, partecipa ad
alcuni momenti del tavolo di lavoro interistituzionale sull’andamento del progetto e delle
iniziative a livello territoriale ed elabora un documento conclusivo del lavoro del gruppo
e organizza i materiali prodotti dai ragazzi e dagli adulti esperti chiamati a svolgere gli
interventi sulle aree tematiche proposte. A conclusione del progetto il gruppo propone un
documento conclusivo ai comuni partner del progetto sulla eventuale prosecuzione dello
stesso e sulla rimodulazione dei contenuti, alla luce dell’esperienza prodotta
finalità generali:
Coinvolgere i giovani in percorsi di sviluppo del protagonismo giovanile nella e per la
comunità.

obiettivi specifici:
o conoscere per intervenire
o far partecipare per favorire l’identificazione dei giovani
o realizzare strumenti di informazione e di comunicazione
o qualificare le fonti informative istituzionali
o ideare e realizzare progetti di collaborazione su proposte dei giovani
Attività:
l analisi e studio della realtà e condizione giovanile
l istituzione di momenti di consultazione dei giovani aperti alla costruzione
di percorsi che creano responsabilità
l realizzazione di uno strumento di informazione e di comunicazione che
valorizzi le opportunità esistenti nella città per i giovani
l qualificazione informativa del sito web comunale dedicato ai Giovani
l punti di incontro per i giovani al fine di incontrarsi e partecipare a
iniziative, corsi e progetti riguardanti l’arte, lo spettacolo, la musica, la
letteratura, il turismo

576
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

l ideazione e realizzazione di progetti di collaborazione scuola studenti


amministrazioni comunali su proposte dei giovani
l iniziative di orientamento all’inclusione sociale
l promozione e valorizzazione della rassegna nazionale dei Cori giovanili e
scolastici “Città di Alessandria”
l concorsi per iniziative culturali e sociali per i giovani
l iniziative di orientamento al lavoro
l la parola ai giovani: spazio alla creatività
l educarsi al volontariato
l tavolo di coordinamento per la programmazione delle attività culturali,
ricreative e sportive a beneficio dei giovani
l mantenimento borse di studio già attivate
l borse di studio per studenti per lo studio all’estero
risultati:
m protagonismo dei giovani in attività di sviluppo della loro personalità
aumentato
m un incremento del supporto all’iniziativa giovanile in campo artistico e
formativo
m un aumento delle iniziative a supporto del percorso scolastico-formativo
dei giovani
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Risorse interne all’amministrazione comunale ed esterne (ASPAL - Servizio giovani),
istituti scolastici, cooperative, associazioni giovanili, altri comuni partners.
Strumenti informatici (Siti Web), pubblicazioni, radio locali, Osservatorio permanente
giovani.
Finanziamenti con risorse interne, come da bilancio; finanziamenti su bandi provinciali,
regionali e nazionali; compartecipazioni a progetti promossi dal privato sociale.
costi:
Visto la durata pluriennale dei vari interventi che si andranno a predisporre all’interno del
territorio, non è possibile fare una stima o una previsione precisa dei costi, che si attestano
intorno a 80.000,00 Euro.
Alcune azioni sono già state avviate o in via di realizzazione(analisi e studio della realtà e
condizione giovanile; istituzione di momenti di consultazione dei giovani aperti alla
costruzione di percorsi che creano responsabilità; realizzazione di uno strumento di
informazione e di comunicazione che valorizzi le opportunità esistenti nella città per i
giovani; qualificazione informativa del sito web comunale dedicato ai Giovani).
fattibilità:
L’elemento innovativo del progetto si ritrova nel percorso complessivo che presenta una
struttura dinamica e flessibile applicabile in vari contesti. Altissimo livello di flessibilità,
quindi e un adattamento costante alla realtà. Questo consente di personalizzare al massimo
una progettazione capace di valorizzare al massimo il protagonismo degli adolescenti
attraverso la costruzione di linguaggi e significati condivisi nell’elaborazione di azioni
concrete.
cronoprogramma:
Il progetto potrebbe avere una durata annuale, ripetibile negli anni, diventando insieme
all’Osservatorio permanente strumento di progettazione degli indirizzi e programmazione
delle azioni a favore del mondo giovanile.

577
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

FASI TEMPISTICA MENSILE


1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Fase 1: Istituzione Gruppo di lavoro giovani e
predisposizione ati amministrativi per l’avvio del x
progetto

Progettazione operativa x x
Attività: Attivazione collegamento ad un network
istituzionale Creazione di un logo Definizione dei
contenuti comunicativi divulgativi.
Definizione degli interventi e obiettivi da perseguire e
x x x
le risorse da mettere a disposizione. Inividuazione
degi strumenti di verifica e gestione.
Fase 2: Progettazione Organizzazione proposte ed
eventi
x x x x x x
Progettazione operativa x x x
Attività: Raccolta ed elaborazione dei contatti.
Individuazione delle aree di interesse.
Organizzazione delle proposte di atività in ambito
sociale e culturale.
Individuazione dei gruppi di giovani, dei volontari,
x x x x
dei formatori e di eventuli esperti per la riuscita degli
eventi.
Individuazione di luohi e spazi.
Fase 3: Avvio delle attività previste dal progetto. x x x x x x x
Progettazione operativa x x x x
Attività: Organizzazione eventi.
Definizione corsi. x x x x x x x x
Organizzazione laboratori
Monitoraggio in itinere: verifica della tempistica, del
focus sugli obiettivi e degli indicatori di processo e di x x x x x x
risultato

Fase 4: Valutazione di processo e di risultato x x x x x x x x x x x x


Progettazione operativa x x
Avvio valutazione ex post: valutazione dei risultati e
raffronto con gli obiettivi di progetto
x

578
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 4
titolo:
per una promozione innovativa della famiglia

linea 1 promozione e sostegno per


la famiglia

Sottotitolo:
“Consiglio della famiglia, un organismo privilegiato” è il sottotitolo del presente progetto
e individua lo strumento che si ritiene idoneo a promuovere nel suo complesso e nelle sue
molteplici peculiarità l’essere e il vivere esperienza della famiglia nel contesto locale.
Si tratta di uno strumento di carattere metodologico che consente di utilizzare al meglio
il contributo di proposte e di partecipazione attiva la cui primaria finalità è quella di
valorizzare l’istituzione familiare (a partire dalla proprie prerogative, così come definite
dalla Carta Costituzionale) per promuovere integralmente un complessivo sviluppo della
comunità locale alessandrina.
Soggetti proponenti:
Amministrazione Comunale di Alessandria – Assessorato alle Politiche per la Famiglia
Soggetti da coinvolgere
l Associazionismo familiare locale rappresentativo delle istanze del Forum
Nazionale delle Associazioni Familiari
l Agenzie formative ed educative
l Rappresentanti del mondo produttivo locale
l Sindacati e Patronati
l Enti e Istituzioni pubbliche e private operanti nel contesto locale
descrizione del progetto:
Per realizzare un’efficace alleanza tra portatori di valori e produttori di reddito e per
valorizzare le famiglie (e le realtà associative) quali soggetti realmente protagonisti dello
sviluppo della Città, il progetto in coerenza con la vision che caratterizza le attività
proposte dall’Assessorato Politiche della Famiglia, intende attivare specificamente un
organismo denominato Consiglio della Famiglia, per il quale si prevede di mettere a
disposizione tutte le risorse necessarie per la sua attuazione e il suo mantenimento.
Il Consiglio della Famiglia costituirà più specificatamente un ambito di attivazione di
processi comunitari, in quanto catalizzatore di idee, stimolatore di iniziative e di
opportunità nelle singole aree e promotore di una progettualità autonoma. Esso sarà un
innovativo strumento permanente di consultazione e proposta da parte
dell’Amministrazione e sarà costituito da famiglie, da rappresentanti delle associazioni
familiari, da soggetti sociali rappresentativi di esperienze familiari cittadine nonché da
esponenti delle agenzie educative e del mondo produttivo.
Sarà consultato sulle politiche familiari comunali in merito alle iniziative di promozione
della famiglia e interpellato per proposte innovative a favore della famiglia.
La gestione del Consiglio della Famiglia sarà affidata al Forum delle Associazioni Familiari
che per storia e per competenza è in grado di offrire un prezioso contributo di esperienza,
di creatività e di impulso alle politiche familiari.

579
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Il progetto in particolare si articolerà nelle seguenti fasi:


I) Sensibilizzazione del gruppo di lavoro
Partendo dall’analisi S.W.O.T. sviluppata dal tavolo n. 2 (Sviluppo del Welfare) e seguendo
la linea strategica n. 1 “Promozione e sostegno della famiglia”, si ritiene opportuno agire
sulla percezione, sulla consapevolezza e sulla cultura dell’essere e vivere l’esperienza
familiare, ambito nel quale le metodologie che sviluppano un’efficace partecipazione attiva
della cittadinanza possono dare un importante contributo.
Tale tipo di interventi di natura metodologica risultano maggiormente significativi se
rinforzati da altri interventi concomitanti orientati ai medesimi destinatari: formativi per
il potenziamento della consapevolezza dei ruoli agiti nel contesto familiare, interventi
organizzativi che facilitino le scelte e la realizzazione di azioni integrate con i diversi attori
della comunità. Il presente progetto prevede l’azione organica di queste varie componenti
per un approccio ampio e di maggiore efficacia.
L’istituzione di uno specifico gruppo di lavoro prefigurato nel presente progetto quale
azione preliminare risulta cruciale e, a questo riguardo, si prevede di coinvolgere negli
aspetti decisionali (circa l’approccio per l’individuazione e l’elaborazione dei problemi
familiari e delle proposte risolutive dei problemi stessi) tutti coloro che possono portare
un utile contributo con le proprie competenze ed esperienze favorendo
l’interdisciplinarietà, l’inter-settorialità, la territorialità, l’integrazione e la nascita di alleanze
e sinergie con altri enti e organizzazioni.
In altri termini, si può definire questa fase come “avvio del percorso verso il Consiglio della
Famiglia” e un altro passo molto importante, infine, sarà la previsione dell’istituzione di
una segreteria organizzativa con competenze di presidio e di coordinamento che possa
interloquire con l’Amministrazione Comunale anche facendosi carico della
concretizzazione, in termini amministrativi, del percorso progettuale e delle sue prerogative
e finalità.
II) Analisi dei bisogni
Il gruppo di lavoro dovrà predisporre uno studio dei bisogni delle famiglie all’interno del
territorio alessandrino valutando aspetti importanti nell’ambito delle problematiche
familiari quali:
- la consapevolezza della rilevanza della qualità delle relazioni in famiglia,
- l’informazione dei servizi (pubblici) e delle opportunità (pubbliche e private)
per valorizzare l’essere famiglia,
- la cura del disagio rilevante al pari del sostegno dell’“agio” in famiglia.
La conduzione del gruppo per il raggiungimento dell’obiettivo di questa prima fase
importante sarà gestita da un coordinatore interno alla struttura comunale.
La ricognizione comprenderà, in prima battuta, le esperienze già sperimentate a livello
locale (iniziative, progetti, interventi sul tema) e un’analisi approfondita della letteratura e
delle “buone prassi” a livello italiano per individuare soprattutto interventi valutati e
adattabili alla realtà in oggetto. Per individuare i soggetti cui rivolgere prioritariamente
l’intervento sarà opportuno, in seguito, fare riferimento alle informazioni presenti nei
sistemi informativi correnti interloquendo opportunamente con i diversi soggetti
associativi già operanti su questi ambiti tematici.
Dall’analisi della realtà delle famiglie in Alessandria, dei loro bisogni e delle loro aspettative
e condizioni ci si aspetta di individuare tra i 4 e gli 8 argomenti su cui concentrarsi e
lavorare.
III) Studi di approfondimento
Individuati gli ambiti prioritari verso i quali orientare gli interventi, sarà opportuno
predisporre uno o più studi mirati con lo scopo di approfondire i contesti individuati.

580
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Questo tipo di attività di ricerca costituisce una fase importante e “strategica” del progetto
perché fornisce gli elementi utili per le scelte e le decisioni da mettere in campo nella
progettazione attuativa e in particolare per stabilire i migliori strumenti disponibili per gli
interventi sul campo che andranno individuati ed elaborati in seno al Consiglio della
Famiglia.
All’interno della ricerca è infatti prevista l’analisi delle peculiarità sintetizzabili nello slogan
“Famiglia, capitale sociale” e che fanno riferimento ai diversi contesti esperienziali, culturali
nonché socio-economici che condizionano da un lato le risposte elaborate dalle singole
famiglie alessandrine e, dall’altro, le stesse scelte di carattere pubblico-amministrativo che
ambiscono a valorizzare e sostenere coerentemente la famiglia in quanto tale.
Le analisi che verranno condotte, a questo riguardo, potranno infine allargarsi a prendere
in considerazione anche tutto quel vasto ambito di idee, valori, scelte di fondo,
atteggiamenti, comportamenti che possono al contempo essere di effettivo aiuto alla
promozione dell’essere e vivere l’esperienza della famiglia. Per ottenere questo tipo
d’informazioni si prevedono attività di ricerca qualitativa e quantitativa, sia diretta, tramite
questionari, sondaggi, interviste a testimoni privilegiati e focus group, sia indiretta,
vagliando i risultati di indagini realizzate da altri in contesti simili.
Parallelamente a tale tipo di approfondimento, il progetto prevede di avviare una campagna
di comunicazione che coinvolga una porzione più ampia di popolazione con l’obiettivo
primario di promuovere il progetto stesso e i propri enti sostenitori, con l’obiettivo
secondario di sensibilizzare i cittadini e i vari attori sociali sul tema della valorizzazione
della famiglia e dello strumento peculiare denominato “Consiglio della Famiglia”
evidenziando la necessità di creare un clima favorevole per gli interventi specifici previsti
in seguito.
IV) Realizzazione degli interventi
La fase in oggetto sarà dedicata alla definizione e allo start-up dei diversi interventi che
avranno una durata differente secondo la loro tipologia. è arduo descrivere al momento
quali tipi di specifici interventi potranno essere messi in atto, proprio perché elaborati,
per definizione, intorno a tipologie di bisogni e aspettative ancora da individuare, tuttavia
è opportuno segnalare alcune indicazioni generali che si intendono seguire.
In primo luogo, l’importanza del coinvolgimento attivo e diretto dei destinatari cui sono
rivolti gli interventi ipotizzando delle azioni che vadano al di là della sola sensibilizzazione
di carattere informativo, ma che prevedano modalità di intervento partecipativo, formativo
e organizzativo in grado di rendere protagoniste tutte le persone, gruppi, associazioni e
referenti a diverso tiolo implicati.
Esistono peraltro esperienze, condotte in altri contesti territoriali comunali in Italia (e
anche all’estero) da cui trarre spunti importanti per “tarare” il dimensionamento e la
fattibilità operativa delle proposte e degli interventi per valorizzare le famiglie nella Città
di Alessandria.
In secondo luogo, l’utilizzo di nuovi approcci comunicativi e nuovi strumenti di diffusione
in grado di catturare l’attenzione di un pubblico vasto di famiglie (e gruppi associativi)
quali destinatari. L’individuazione partecipata e condivisa nell’ambito del Consiglio della
Famiglia del tipo di approccio comunicazionale e informativo più opportuno sarà in grado
di offrire vantaggi interessanti soprattutto per l’elevata capacità di catturare l’attenzione dei
fruitori finali delle proposte elaborate e di generare in essi un ricordo esperienziale
durevole.
V) Valutazione degli interventi elaborati e costituzione formale del “Consiglio della famiglia”
La valutazione dei diversi interventi sarà condotta applicando modelli funzionali per quei
tipi d’intervento già sperimentati in Italia e allestendo degli studi pre-post per quegli
interventi considerati innovativi ancora non valutati in contesti paragonabili al nostro.

581
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Il tutto porterà alla fase di formalizzazione costitutiva del Consiglio della Famiglia del
Comune di Alessandria, il quale costituirà un innovativo ambito di attivazione di processi
comunitari in quanto catalizzatore di idee, stimolatore di iniziative e di opportunità nelle
singole aree e promotore di una progettualità autonoma.
Esso sarà pertanto un innovativo strumento permanente di consultazione e proposta da
parte dell’Amministrazione e sarà costituito da famiglie, da rappresentanti delle
associazioni familiari, da soggetti sociali rappresentativi di esperienze familiari cittadine
nonché da esponenti delle agenzie educative e del mondo produttivo.
VI) Ulteriore analisi dei bisogni
Dopo aver valutato gli interventi elaborati e proposti in seno al Consiglio della Famiglia,
sarebbe opportuno predisporre una nuova analisi dei bisogni e dei progetti per riproporre
con la stessa metodologia, nuovi interventi in settori correlati e/o correlabili alle tematiche
di pertinenza della famiglia, coinvolgendo eventualmente — e con logica a “cerchi
concentrici” — ulteriori tipologie di soggetti in ambito locale.
Riferimenti bibliografici:
Documentazione consultabile in particolare nel sito web del Forum Nazionale delle
Associazioni Familiari
finalità generali:
Restituire alla famiglia la sua centralità nella costruzione della coesione sociale, nella
partecipazione allo sviluppo economico e sociale della città, attraverso la realizzazione di
uno strumento permanente di consultazione da parte dell’Amministrazione Comunale.
obiettivi specifici:
o Risoluzione delle problematiche evidenziate dalle minacce e punti di
debolezza dell’analisi SWOT condotta dal tavolo, puntando al perseguimento
in particolare dei seguenti sotto-obiettivi;
o promuovere, proteggere e sostenere la vita, nel suo nascere e nel suo
sviluppo, con particolare attenzione alle situazioni di maggiore fragilità;
o valorizzare la famiglia e le realtà associative;
o superare la logica dell’assistenzialismo economico alla famiglia per
introdurre modalità che ne attivino la responsabilità.
Attività:
m Avvio percorso verso il Consiglio della Famiglia attraverso:
- conferenze periodiche aperte alla cittadinanza e agli operatori;
- convegno sul tema “Famiglia, capitale sociale”;
m analisi e studio della realtà e condizione della famiglia;
m istituzione di momenti di consultazione con famiglie, rappresentanti delle
associazioni familiari, soggetti sociali rappresentativi di esperienze familiari
cittadine, esponenti delle agenzie educative e del mondo produttivo;
m costituzione formale del Consiglio della Famiglia.
In particolare, lo svolgimento delle attività previste dal progetto è declinabili nel seguente
modo:
l ricerche bibliografiche, individuazione delle buone pratiche, gestione della
progettazione di interventi di valorizzazione e promozione dell’essere e vivere
l’esperienza familiare in Alessandria, consulenza per l’organizzazione di eventi
e momenti continuativi di confronto esperienziale e di approfondimento
tematico, organizzazione operativa del progetto e coordinamento della
segreteria organizzativa;
l analisi e interrogazione dei flussi per l’analisi dei bisogni delle prime fasi
582
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

e consulenza operativa all’interno del gruppo di lavoro;


l Segreteria organizzativa per la gestione complessiva (di carattere
operativo/amministrativo) che deve essere creata ad hoc comprendendo
anche personale individuato sia all’interno dell’Amministrazione Comunale
che tra le associazioni e gli enti aderenti al progetto;
l Presidio di natura consulenziale che si occuperà della super-visione del
gruppo di lavoro per l’analisi dei bisogni e dell’analisi qualitativa del target di
riferimento (focus group, questionari, osservazioni etnografiche etc.) e la
valutazione qualitativa degli interventi.
l Consulenze esterne:
a una società consulenziale esperta del tema e coordinatrice di altri
progetti simili a quello proposto, nell’ambito dell’interlocuzione con
il Forum Nazionale delle Associazioni Familiari;
a esperti di politiche familiari e di comunicazione per la
progettazione e realizzazione di campagne di comunicazione;
a eventuale collaborazione di ulteriori risorse amministrative interne.
risultati:
Non sono prevedibili risultati precisi, legati forzatamente all’analisi dei bisogni della fase
II del progetto. In ogni caso, i risultati principali si possono sintetizzare nell’incremento
dei seguenti elementi:
l creazione di occasioni di riflessione e rielaborazione circa le ricadute sociali
del ruolo delle famiglia;
l possibilità di accesso a strumenti e servizi volti a sviluppare il
protagonismo sociale delle famiglie;
l protagonismo dei giovani in attività di sviluppo della loro personalità;
l attivazione di processi partecipativi dei cittadini, in particolare famiglie,
giovani e bambini.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Risorse:
- risorse interne all’Amministrazione Comunale;
- risorse esterne (associazioni, soggetti sociali rappresentativi di esperienze
- familiari cittadine, agenzie educative e soggetti rappresentanti del mondo
produttivo, sindacale e patronale…);
Strumenti:
- un Centro studi per la Famiglia con collegamento al sistema bibliotecario
italiano;
- un bollettino-newsletter per le famiglie residenti in Alessandria;
- una serie di convegni di approfondimento tematico.
Forme di finanziamento:
Finanziamenti con risorse interne, come da bilancio; finanziamenti su bandi provinciali,
regionali e nazionali; compartecipazioni a progetti promossi dal privato sociale; eventuali
Fondi Europei.
costi:
Visto la durata pluriennale e la natura ancora non ben definita dei destinatari e dei vari
interventi che si andranno a predisporre all’interno del territorio, non è possibile fare una
stima o una previsione precisa dei costi.
è possibile comunque prevedere i costi di alcune attività specifiche del progetto come:
- Analisi dei bisogni:
583
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Il Servizio Famiglia e Giovani della Direzione Famiglia e Solidarietà sociale del Comune
di Alessandria accompagnerà il processo d’individuazione dei bisogni come attività
istituzionale.
- Analisi di approfondimento:
Le attività di ricerca qualitativa e quantitativa da condurre con collaborazioni esterne
all’ente (da definire), sono da considerare sui 40.000-60.000 euro se s’ipotizza di
intervistare/coinvolgere almeno un campione di 500-700 famiglie.
- Campagne di comunicazione:
20.000 -50.000 euro in base alla complessità delle attività di comunicazione previste e alla
grandezza di popolazione che si vuole raggiungere.
- Coordinamento e organizzazione:
risorse istituzionali utilizzate dagli organizzatori per il progetto e spese vive per un
ammontare dai 15.000 ai 20.000 euro (per i primi 4 anni).
fattibilità:
Altissimo livello di flessibilità, con un adattamento costante alla realtà. Questo approccio
consente di personalizzare al massimo una progettazione capace di valorizzare il
protagonismo delle famiglie alessandrine coinvolte direttamente e/o indirettamente nel
progetto stesso.
cronoprogramma di lavoro:
fASI mESI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18

1)Sensibilizzazione
x x x x
del gruppo di lavoto

2) Analisi dei bisogni x x x x


3) Studi di
x x x x
approfondimento
4) Realizzazione degli
x x
interventi
5) Valutazione degli
interventi elaborati e
costituzione formale x x
del “Consiglio della
famiglia”
6) Ulteriore analisi
x x
dei bisogni

584
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 5
titolo:
da e con gli anziani: mosaico di attività volte al recupero,
al riuso, al fare condiviso

linea 2 politiche per la terza e


quarta età

Sottotitolo:
Un tempo si diceva “contro la fame cambia la vita”, i contesti, allora erano soprattutto
quelli dell’impegno alla lotta alla fame nei paesi in via di sviluppo. Senza addentrarsi in
dinamiche di cooperazione e solidarietà internazionale, si prende ora a prestito tale slogan
pensando che ben si presti a favorire una riflessione per disegnare percorsi costruttivi di
lotta alla crisi e soprattutto di risposta alle sfide portate dall’invecchiamento della
popolazione, anche nella nostra Città. Come dire... prima di tutto... è importante un
cambiamento di atteggiamento verso tali situazioni, in particolare perché non provare a
considerare la crisi come uno stimolo e la popolazione anziana come una preziosa risorsa
grazie all’esperienza accumulata e, quindi alla possibilità di “passarla” questa esperienza.
Considerando sempre le persone , di qualsiasi età ed estrazione, dotate di un patrimonio
da difendere e quindi sempre dei processi e mai dei prodotti.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria – Direzione Famiglia e Solidarietà Sociale (con il coinvolgimento
di diversi soggetti presenti sul territorio, già partner di altre precedenti iniziative con spirito
e finalità analoghe e sentiti informalmente al riguardo, quali: Associazione Amici del Museo
della Gambarina, Caritas Diocesana, CISSACA, Consorzio Consolidale, Cooperativa
Coompany &, Cooperativa Progetto A, “Altro & Oltre”, Dipartimento Salute Mentale
Asl Al, botteghe artigiane di restauro e impagliatura).
Possibilità di attivare una futura collaborazione con l’AMIU - servizio ritiro ingombranti
per recupero oggetti riutilizzabili.
descrizione del progetto:
Il progetto viene pensato avendo presente da un lato le abilità e il sapere diffuso di cui sono
portatori gli anziani che talvolta assumono la veste di specifiche competenze tecniche
legate ad antichi mestieri, dall’altro il rischio che tale sapere venga relegato in contesti
ristretti e sconosciuti ai più e non faccia più parte delle tradizioni locali condivise.
Inoltre, in questo dato periodo, è a nostro avviso fondamentale immaginare un cambio
anche di tipo culturale. è quanto mai necessario costruire una politica del sobrio,
spingendosi fino ad immaginare di poter costruire un’estetica del sobrio, attivandosi
affinché le “cose”, gli oggetti, mobili, vestiti, biciclette ecc, possano diventare risorse a
prezzi contenuti per tutti, magari rivisitati grazie al sapere, se condiviso.
Le attività manuali, attraverso cui si estrinsecano determinati saperi e tradizioni, possono
diventare occasione di apprendimento e di occupazione mirata per soggetti svantaggiati,
nonché occasione di incontri e confronto fra persone interessate e motivate attorno ad un
fare condiviso.
Consapevoli dell’importante lavoro che alcuni soggetti presenti sul territorio quali il Museo
della Gambarina su un fronte culturale/rievocativo e le Cooperative sociali sul fronte

585
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

operativo e occupazionale e tenendo conto di quanto già intrapreso dal Servizio


proponente in collaborazione con il Centro Diurno del DSM nell’ambito delle iniziative
di cui al progetto “Molti fili, tanti colori, nuovi intrecci” si propongono le attività sotto
descritte.
finalità generali:
Offrire alla cittadinanza attraverso:
- consolidamento di una rete fra enti pubblici, soggetti del privato sociale del volontariato
e delle botteghe artigiane volta non solo al fare insieme, ma anche e soprattutto al
valorizzare, all’espandere e al dare valore aggiunto attraverso confronto, incontro e
scambio di pezzi di sapere, al fare proprio e specifico di ciascuno;
- coinvolgimento intergenerazionale e di soggetti svantaggiati a opera di anziani esperti in
attività specifiche riconducibili al recupero, al non spreco, alla valorizzazione delle
tradizioni locali.
la possibilità di:
- recuperare stili di vita che un tempo davano equilibrio alla società... per non buttare né
saperi, né oggetti, rivalutando da un lato il valore materiale e da un altro il valore
dell’esperienza.
- aderire a possibilità formative e a cantieri protetti che verranno costituiti per offrire
possibilità concrete di inserimento (pre-)lavorativo.
obiettivi specifici:
- Recupero abilità legate al fare e al riutilizzo, in particolare, recupero e
restauro mobili e alla manualità in genere come piccola sartoria e maglieria.
Questo vuole avere una duplice finalità: quella del sano riciclare per ben
riutilizzare e quella culturale di controtendenza allo spreco e al considerare il
vecchio obsoleto in sé e non più buono.
- Offrire opportunità relazionali e formative nonché, per quanto possibile,
inserimento lavorativo / pre-lavorativo, attraverso tirocini formativi (borse
lavoro) per soggetti svantaggiati
- Dare protagonismo diffuso e visibilità ad anziani che diligentemente e con
passione hanno portato avanti attività manuali in momenti e contesti che
avrebbero voluto relegarli ad un ruolo di obsolescenza.
- Offrire alla cittadinanza, soprattutto ai meno abbienti, mobili restaurati
dietro pagamento di prezzi modici sufficienti a coprire le spese di
riadattamento e di trasporto.
Attività:
l Corsi di formazione rivolti alla cittadinanza, con una quota di posti
riservati a soggetti vulnerabili – quali utenti del DSM, persone soggette a
misure restrittive della libertà personale ed ex detenuti – finalizzati ad
apprendere conoscenze base di attività di restauro e impagliatura, piccola
sartoria e maglieria tenuti da anziani artigiani eventualmente nelle loro
botteghe. Tali corsi per alcuni cittadini saranno occasione per scoprire e
apprendere i rudimenti delle attività proposte finalizzate ad un fai da té nella
loro quotidianità in un’ottica di recupero e non spreco; per altri, soprattutto
gli appartenenti alle categorie svantaggiate potranno diventare possibilità
concrete di inserimento pre-lavorativo attraverso inserimento,
successivamente al completamento del corso, in borsa lavoro nelle botteghe
artigiane coinvolte o in realtà opportunamente cercate ed, eventualmente,
create.
l Attivazione di un servizio di recupero mobili e di un’attività di piccola

586
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

sartoria e o maglieria, in collaborazione con le botteghe artigiane e realtà


operative, ivi compresi i Centri d’incontro per anziani, idonee.
l Attivazione di una “bottega” dentro la quale esporre i mobili
eventualmente in vendita e dove costituire un cantiere protetto per il ripristino
degli stessi.
l Un’ulteriore attività, in quest’ottica di senso, potrà prendere avvio presso
il Centro d’Incontro Comunale Orti, gestito e frequentato soprattutto da
anziani, già individuato come sede di specifico servizio di ristorazione sociale,
e sarà relativa a cicli di incontri di cucina su una nutrizione equilibrata, cucina
e salute dell’individuo e dell’ambiente, vantaggi di un’alimentazione etica, con
cibi biologici, con prodotti a km 0...
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
o Risorse umane per progettazione e gestione generale messe a diposizione
dai diversi soggetti coinvolti;
o ricerca all’interno della partnership individuata di risorse strumentali, spazi,
attrezzature...; risorse finanziarie necessarie alla realizzazione di tutti gli aspetti
del progetto da ricercare.
costi:
€ 4.000,00 in media per corso comprensivo di materiali didattici x n. 4 corsi di circa 40 h
di attività corsuale teorico-pratica. I corsi previsti sono nello specifico:
restauro/impagliatura – /lavorazione bambù – piccola sartoria – maglieria per € 16.000,00
complessivi;
€ 56.000,00 complessivi per tirocini formativi/ borse lavoro x n. 4 unità, anche a rotazione
per un coinvolgimento di un maggior numero di persone per un periodo di due anni.
€ 14.000,00 complessivi per monitoraggio e formazione continua da parte di un esperto
in lavorazione legno ecc.
€ 8.000,00 per pagamento utenze primo anno di attività bottega.
€ 10.000,00 per spese di comunicazione e di gestione.
totale complessivo progetto € 108.000,00
cronoprogramma di lavoro:
Seguirà cronoprogramma dettagliato.
Al momento si precisa che:
- Il periodo di realizzazione sarà di circa 4 anni.
- L’ente proponente e i soggetti già individuati come partner, all’avvio del
progetto si impegnano a studiare modalità e strumenti per garantire la
sostenibilità in termini finanziari e, conseguentemente, la prosecuzione dei
servizi di recupero mobili e di piccola sartoria e maglieria, nonché l’attività di
“bottega”.

587
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 6
titolo:
osservatorio sul consumo di sostanze psicoattive

problematiche
linea 4 socio-economiche ed
esclusione socio-culturale

Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo la creazione di un sistema informativo sul consumo di
sostanze psicoattive (sia legali, compresi gli psicofarmaci, che illegali) al fine di migliorare
la conoscenza del fenomeno presso gli amministratori, i cittadini e gli operatori dei servizi
pubblici e privati e favorire una maggiore connessione tra la ricerca e l’intervento sociale.
Soggetti proponenti:
Dipartimento di Ricerca sociale dell’Università del Piemonte Orientale, Prefettura di
Alessandria.
descrizione del progetto:
Il consumo di sostanze psicoattive è un fenomeno sociale complesso: ci sono persone
che assumono una droga una sola volta nella vita, persone che la usano per un po’ di
tempo in modo regolare, persone che la usano soltanto nei fine settimana o durante i pasti
(come nel caso dell’alcol), persone che ne diventano dipendenti, persone che assumono
più sostanze psicoattive, persone che si indebitano, perdono il lavoro, compromettono la
propria vita sociale e la propria salute, persone che ne fanno un uso controllato, persone
che scelgono di ricorrere al trattamento e persone che non vi ricorrono…
Ogni politica di intervento su questo fenomeno (sia quelle finalizzate a ridurre la domanda,
sia quelle finalizzate a ridurre i danni associati al consumo di sostanze psicoattive, sia quelle
finalizzate al trattamento) che si basi su informazioni che non rendano conto di tale
eterogeneità corre il rischio di essere scientificamente infondata e, soprattutto, di non
riuscire per questo a produrre i risultati attesi.
Spesso, però, i dati di cui si dispone a livello locale, qualora si intenda analizzare le
caratteristiche dei consumatori di sostanze psicoattive e i loro stili di consumo, sono quelli
registrati dalle statistiche ufficiali (soggetti in trattamento, soggetti sottoposti a
procedimento amministrativo o penale, soggetti detenuti che si dichiarano
tossicodipendenti, ecc.). Tali dati sono prodotti dalle agenzie e istituzioni deputate al
trattamento (i servizi sociali e sanitari pubblici, le organizzazioni del privato sociale) e al
controllo sociale (prefetture, forze di polizia, magistratura) nel corso delle loro attività.
Così come i criminologi ritengono che i dati ufficiali sulla criminalità non descrivano
adeguatamente il fenomeno criminale poiché vi è un numero elevato di autori di reato
che non vengono registrati nelle statistiche ufficiali (numero oscuro), anche i dati ufficiali
di cui disponiamo sui consumatori di sostanze psicoattive non ci consentono di acquisire
informazioni sugli stili di consumo e le carriere di consumo di coloro che non
appartengono a popolazioni cliniche e/o istituzionalizzate. Tali consumatori costituiscono
una cosiddetta “popolazione nascosta” che può essere studiata soltanto utilizzando
specifiche strategie di ricerca.
Occorre, pertanto, strutturare processi conoscitivi che consentano di evitare il circolo
chiuso che può caratterizzare il processo di costruzione sociale della conoscenza del

588
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

fenomeno “droga”: gli elementi conoscitivi di questo fenomeno vengono acquisiti


prevalentemente all’interno del sistema trattamentale e tali dati vengono a loro volta
utilizzati per fondare gli orientamenti delle politiche di intervento (si crea, cioè, un rapporto
circolare chiuso tra conoscenza e trattamento).
è anche a causa di questo rapporto circolare chiuso che si diffondono dati sul consumo
di sostanze psicoattive che, rappresentando tale fenomeno in modo parziale, rischiano di
orientare inadeguatamente le politiche di intervento (per esempio, spesso si ragiona - e si
orientano conseguentemente gli interventi - come se l’abuso e la dipendenza fossero i
modelli di consumo più diffusi).
Per queste ragioni, l’acquisizione delle informazioni sui consumatori e sui loro stili di
consumo richiede la predisposizione di un sistema informativo che consenta di integrare
i dati di fonte secondaria provenienti dalle agenzie e dalle istituzioni con quelli ricavabili
da specifiche indagini finalizzate a raccogliere informazioni sulla prevalenza e i modelli di
consumo di sostanze psicoattive nella popolazione generale e in gruppi specifici di
consumatori che non appartengono alle popolazioni cliniche e/o istituzionalizzate.
Tale sistema informativo potrebbe essere gestito dal dipartimento di ricerca sociale al
quale potrebbe essere attribuito (e finanziato) il compito di raccogliere, elaborare ed
analizzare i dati di fonte secondaria sul consumo di sostanze psicoattive nonché realizzare
specifiche indagine sulla prevalenza e i modelli di consumo nella popolazione ed in
particolari sottogruppi di essa.
finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
o supportare gli amministratori locali nella programmazione delle politiche
sociali e sanitarie finalizzate alla regolazione del consumo di sostanze
psicoattive;
o supportare gli operatori sociali nella progettazione degli interventi di
prevenzione e trattamento del consumo di sostanze psicoattive;
o diffondere una adeguata conoscenza del fenomeno tra l’opinione pubblica
locale.
obiettivi specifici:
a) Creare una integrazione tra sistema della ricerca e sistema dei servizi sociali
e sanitari territoriali;
b) registrare in tempi relativamente rapidi le tendenze emergenti in relazione
al consumo di sostanze psicoattive;
c) favorire il raffronto dei diversi dati;
d) diffondere i dati.
Attività:
L’osservatorio sul consumo di sostanze psicoattive realizza in modo continuativo le
seguenti attività (che possono essere intese come strutturali):
1) raccoglie, elabora ed analizza annualmente i dati di fonte secondaria
acquisiti direttamente dalle agenzie deputate al trattamento e al controllo
sociale dei consumatori di sostanze psicoattive;
2) realizza ogni due anni una indagine sulla prevalenza e i modelli di consumo
di sostanze psicoattive su un campione statisticamente rappresentativo della
popolazione generale tra 15-64 anni (è la stessa fascia di popolazione su cui
viene realizzata ogni due anni l’indagine nazionale IPSAD, ciò può consentire
di comparare i dati locali con quelli nazionali);
3) realizza ogni due anni una indagine sulla prevalenza e i modelli di consumo

589
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

di sostanze psicoattive su un campione di studenti delle scuole medie superiori


di Alessandria (fascia di età 15-19; è la stessa fascia di popolazione su cui viene
realizzata ogni due anni l’indagine nazionale ESPAD, ciò può consentire di
comparare i dati locali con quelli nazionali);
4) cura annualmente un rapporto sul consumo di sostanze psicoattive nella
città di Alessandria (si può anche prevedere la creazione di un sito web usato
come bacheca per rendere pubbliche le informazioni, come banca dati on
line ad accesso limitato o libero, come “vetrina” per illustrare il lavoro e i
prodotti dell’Osservatorio).
L’osservatorio realizza, altresì, al fine di orientare in modo scientificamente fondato le
politiche e gli interventi, ogni altro tipo di indagine (survey, ricerche qualitative, focus
group, ecc.) - da concludersi orientativamente nel giro di sei mesi/un anno - che le
istituzioni locali ritengano necessarie per acquisire informazioni sia su particolari tipi di
consumatori e/o su particolari “scene del consumo” sia sulla efficacia delle politiche di
prevenzione e trattamento del consumo di sostanze psicoattive (tale attività
dell’osservatorio può essere intesa come attività contingente).
risultati:
Tale sistema informativo potrà avere come effetti:
m una integrazione e sinergia di competenze (nel campo della ricerca e nel
campo delle politiche di intervento) che non potranno che potenziarsi a
vicenda;
m la progettazione e implementazione di politiche di intervento più efficaci
poiché si baseranno non soltanto sulle informazioni circa gli stili e le carriere
di consumo di coloro che appartengono alle popolazioni cliniche e
istituzionalizzate ma anche di coloro che non appartengono a tali popolazioni
(si spezzerà quel circolo vizioso della conoscenza a cui si è fatto riferimento
nella descrizione del Progetto);
m la diffusione nell’opinione pubblica di informazioni scientificamente
fondate: attraverso tale diffusione si potranno contrastare rappresentazioni
sociali stereotipate sui consumatori di sostanze psicoattive e sul consumo di
sostanze psicoattive.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Fondi sanitari regionali sulle dipendenze.
costi:
Costi di gestione
è possibile ipotizzare che l’istituzione e il corretto funzionamento dell’Osservatorio
comportino i seguenti costi.

Costi di gestione delle attività strutturali


Attività consistente nella raccolta, organizzazione e analisi dei dati di
fonte secondaria, svolta da un borsista sotto la direzione scientifica del
Direttore dell’Osservatorio nominato su indicazione del Direttore del 14.000 euro
Dipartimento di Ricerca Sociale, e finalizzata a mettere a disposizione
delle istituzioni e dell’opinione pubblica locali un rapporto di ricerca
Realizzazione biennale delle indagini sulla prevalenza del consumo di
sostanze psicoattive su un campione della popolazione alessandrina 15-64 20.000 euro
e su un campione degli studenti delle scuole medie superiori di Alessandria

Costi fissi per il funzionamento della struttura 2.000 euro

590
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Costi di gestione della attività contingente


I costi delle attività contingenti non possono ovviamente essere stimati in questa fase
progettuale poiché dipenderanno dal tipo di indagine che di volta in volta si riterrà
opportuno realizzare.

591
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 7
titolo:
osservAzione: i giovani italiani e stranieri in città

linea 5 Integrazione multietnica

Sottotitolo:
Il progetto propone di migliorare le conoscenze rispetto ai progetti personali e
professionali dei giovani alessandrini – di origine italiana e straniera – e ai rapporti sociali
nei quartieri, nelle associazioni, a scuola e nei luoghi di incontro.
Soggetti proponenti:
Dipartimento di ricerca sociale dell’Università del Piemonte orientale, Prefettura di
Alessandria.
descrizione del progetto:
Secondo le previsioni più accreditate, in Italia l’incidenza di giovani di discendenza
straniera continuerà a crescere nei prossimi decenni. I figli degli immigrati formeranno una
parte fondamentale della forza lavoro del futuro. La qualità delle risorse che porteranno
all’economia e alla città di Alessandria dipenderà dai rapporti che si formano oggi nei
quartieri e nelle scuole, nelle associazioni e negli spazi informali del tempo libero. In questi
ambiti infatti prendono forma i progetti personali e professionali. I percorsi dei figli di
famiglie straniere giocheranno inoltre un ruolo importante rispetto alle forme e ai modi
futuri della coesione sociale.
Non si propone un osservatorio “sui giovani stranieri” come categoria “speciale” di
individui, ma ci si occuperà di giovani alessandrini italiani e stranieri, soggetti che in modi
diversi stanno costruendo, o non costruendo, la propria futura cittadinanza sociale e
l’inserimento nel mondo del lavoro. La differenza nei modi e nell’intensità di tale percorso
solo in parte dipende dalla nazionalità dei genitori: le esperienze di tanti giovani stranieri
e di tanti giovani italiani sono molto simili. Un’analisi centrata sugli ambienti in cui i giovani
crescono, sulle aspettative di lavoro, progetti di vita, sulle realistiche prospettive di carriera,
può essere uno strumento utile alla comprensione del tipo di inclusione e di partecipazione
che si sta delineando per le nuove generazioni.
Il progetto raccoglierà dati quantitativi e qualitativi e diventerà conoscenza diffusa e base
di orientamento operativo mediante la realizzazione di un sito web nel quale confluiscano
risultati intermedi e finali e contributi specifici. I ricercatori del Dipartimento avranno
inoltre il compito di organizzare momenti di confronto e discussione finalizzati
all’orientamento operativo con soggetti che a vario titolo si occupano di giovani e
soprattutto con i giovani stessi.
I temi da indagare sono molti ma un’attenzione particolare sarà data ai rapporti che i
giovani formano con i coetanei. Infatti è nel gruppo degli amici e nell’interazione con gli
altri che si sviluppa gran parte della “cultura” di una determinata generazione. Anche la
rivalità e il conflitto con altri gruppi può avere conseguenze importanti. In quali
circostanze la divisione tra “italiani” e “stranieri” diventa significativa? Quali definizioni
di sé sono importanti per i percorsi scolastici e professionali?

592
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

finalità generali:
Il progetto ha rilevanza territoriale in quanto mira al raggiungimento delle seguenti finalità
di interesse diffuso:
o acquisire una conoscenza partecipata dei contesti sociali locali in cui i
giovani crescono e costruiscono relazioni
o realizzare uno strumento che sinteticamente contribuisca a rispondere alle
esigenze informative e di orientamento operativo per gli amministratori e gli
operatori che si occupano di giovani e di politiche giovanili
o creare uno spazio aperto di discussione e confronto tra amministratori,
operatori dei servizi pubblici e del privato sociale, insegnanti, ricercatori e
soprattutto con gli stessi giovani.
obiettivi specifici:
l Analisi approfondita degli ambienti in cui i giovani si muovono: spazi di
aggregazione formali e informali, attività che svolgono i giovani, strutture e
risorse per l’aggregazione, l’accesso al mondo del lavoro;
l gestione sistematica dei flussi informativi mediante un sito web nel quale
siano convogliati dati, elaborazioni, analisi sulla condizione giovanile in un
prospettiva di approccio multidimensionale alla conoscenza e alla
progettualità;
l realizzazione di momenti di discussione, confronto, progettazione a
partire dai dati raccolti e elaborati con i giovani.
Attività:
La realizzazione dell’Osservatorio Giovani prevede le seguenti attività:
l Individuazione di una rete di interlocutori privilegiati locali con cui
scambiare dati, informazioni e conoscenze
l Realizzazione di un sito web
l Interviste semistrutturate a testimoni privilegiati individuati tra operatori
di vari servizi (culturali, educativi, assistenziali), amministratori (politici e
funzionari), cittadini (insegnanti, parroci, responsabili di associazioni...)
l Realizzazione periodica di schede di analisi quantitativa e/o qualitativa sul
tema in oggetto
l Gruppi di studio tematici che coinvolgano attori impegnati nel mondo
giovanile oggetto di studio. Oltre ad analizzare questioni chiave attinenti al
tema scelto, il gruppo cercherà di elaborare anche delle possibili proposte e
iniziative. Il materiale elaborato dal gruppo di studio sarà pubblicato on line
a cura dell’Osservatorio.
l Gruppi di discussione con giovani italiani e stranieri focalizzati su temi di
rilevanza sociale per la loro generazione e per il territorio di riferimento.
risultati:
m Conoscenza e attenzione ai meccanismi sociali che sottostanno alle scelte
e alle carriere scolastiche e lavorative e, in certi casi, ai comportamenti
“devianti”;
m conoscenza di ambiti - la scuola, i quartieri, i luoghi di incontro,
organizzati e non - in cui i giovani costruiscono forme di vita e culture
giovanili e in cui si possono sviluppare dinamiche conflittuali ;
m conoscenza delle caratteristiche delle reti sociali e del ruolo che svolgono
nella definizione delle traiettorie;
m trasformazione delle conoscenze in strumento di progettazione per gli
amministratori, gli operatori sociali, gli educatori;
593
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

m coinvolgimento di giovani residenti in città in momenti di discussione e


analisi;
m rafforzamento del legame tra ricerca e azione.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Capitale privato
Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria
Capitale pubblico
Comune
Provincia
Regione
costi:
Costi di investimento
Attrezzatura informatica essenziale € 2.000
Costi di gestione:
- personale (1 ricercatore + 3 borse studio annue) € 35.000
- costi gestione (affitto sede, telefonia e web, diffusione) € 10.000
totale € 45.000 annui.

594
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 8
titolo:
osservatorio sul mondo giovanile

linea 6 problematiche inerenti i


giovani ed il volontariato

Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo la creazione di una struttura dedicata al monitoraggio
dei vari aspetti, sia qualitativi che quantitativi, della condizione giovanile in Alessandria,
avente lo scopo di fornire all’Amministrazione Comunale, alle Istituzioni, agli Enti e alle
associazioni un quadro conoscitivo da utilizzare come elemento di riflessione per le
politiche e gli interventi rivolti al mondo giovanile.
Soggetti proponenti:
Dipartimento di Ricerca Sociale dell’Università del Piemonte Orientale
descrizione del progetto:
Obiettivo dell’Osservatorio è la raccolta di informazioni sul mondo giovanile alessandrino,
sia attraverso la raccolta di dati statistici, sia attraverso la realizzazione di indagini
riguardanti la condizione giovanile.
Entrambe le azioni sono finalizzate, da una parte, alla conoscenza del mondo giovanile e,
dall’altra parte, al supporto delle decisioni riguardanti iniziative in questo settore da parte
della Amministrazione Comunale di Alessandria.
L’Osservatorio nasce dalla constatazione che, al fine di consentire la produzione di
conoscenze di supporto all’attività dell’Amministrazione Comunale, sono ritenuti elementi
imprescindibili:
- un’attività continuativa nel tempo di raccolta ed elaborazione dei dati;
- una gestione sistematica dei flussi informativi, sia interni (prodotti
dall’Amministrazione Comunale stessa), sia esterni (prodotti da altri Enti,
quali l’Istat, la Regione, il CSA, l’ASL, etc.);
- una diffusione regolare nel tempo delle informazioni raccolte.
finalità generali:
L’obiettivo dell’Osservatorio è la realizzazione di “serbatoio” di informazioni e di
conoscenze riguardanti la condizione giovanile; indagini finalizzate,
- da una parte, alla conoscenza del mondo giovanile e,
- dall’altra parte, al supporto delle decisioni riguardanti iniziative in questo
settore da parte dell’Amministrazione Comunale, delle Istituzioni, degli Enti
e delle associazioni presenti in Alessandria.
obiettivi specifici:
Gli obiettivi specifici sono i seguenti:
1) raccolta dati: si articola in diverse fasi, consistenti nell’individuazione degli
indicatori rilevanti, nell’individuazione delle fonti presso le quali sono
disponibili e nella loro acquisizione;
2) organizzazione dati: le informazioni raccolte sono validate, selezionate ed
inserite in un archivio cartaceo o informatico;

595
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

3) elaborazione dati: finalizzata a produrre l’informazione da trasmettere


relativamente ai fenomeni oggetto di studio. Informazione che può essere
presentata con diverse tecniche: tabelle, grafici, e schemi, quali mezzi di
comunicazione sintetica, accompagnati dal commento relativo al significato
e all’interpretazione dei dati;
4. diffusione dei dati
4.1) rapporto di ricerca: realizzazione di un rapporto di ricerca
contenente i risultati delle analisi realizzate nel corso dell’attività
dell’Osservatorio corredato con tabelle e rappresentazioni grafiche;
4.2) sito web: il sito web della Città di Alessandria viene usato come
“bacheca” per rendere pubbliche le informazioni, come “warehouse”, per
permettere l’accesso ai dati on line, come “vetrina” per illustrare il lavoro
e i prodotti dell’osservatorio.
4.3) convegni e seminari: i risultati dell’attività dell’Osservatorio vengono
inoltre diffusi attraverso comunicazioni a convegni e seminari.
Attività:
L’attività dell’Osservatorio è focalizzata sullo studio e l’analisi della condizione dei giovani
e prevede:
m da un lato, un’attività “strutturale”, dedicata all’analisi dei dati acquisiti
dalle varie strutture interne all’ Amministrazione Comunale e dalle altre
strutture regionali o nazionali, da mettere a disposizione dell’
Amministrazione Comunale su base annuale (analisi di fonti secondarie, ad
esempio di dati raccolti dall’ISTAT, dal CSA, dall’ASL, etc.);
m dall’altro lato, un’attività “contingente”, su temi scelti in modo congiunto
da Amministrazione Comunale e Università e da approfondire attraverso la
raccolta diretta d’informazioni (survey, interviste semi-strutturate, focus
group, etc.).
Alcuni di questi possibili temi sono individuabili nelle seguenti sfere d’indagine:
n le agenzie tradizionalmente deputate ai processi di socializzazione (i
giovani e la famiglia, i giovani e i gruppi di “pari”, etc.);
n le agenzie formative (la scuola dell’obbligo, le scuole superiori, l’università,
la formazione professionale);
n il mondo del lavoro (ricerca e accesso, vecchie e nuove professioni, etc.);
n le forme di partecipazione sociale e di società civile (volontariato,
associazionismo, etc.);
n le forme di socialità allargata, di aggregazione giovanile e di fruizione del
tempo libero (associazionismo, ricreativo e sportivo, circoli e locali, etc.);
n la partecipazione politica e il rapporto dei giovani con l’Amministrazione
locale;
n la valutazione dell’efficacia delle politiche dell’ Amministrazione Comunale
rivolte ai giovani.
risultati:
I dati (sia di scenario che raccolti ad hoc), una volta raccolti e analizzati, saranno diffusi
attraverso varie modalità (rapporto di ricerca, sito web, seminari e convegni)
all’Amministrazione Comunale ed agli altri Enti, Istituzioni e Associazioni interessati. Essi
potranno così essere utilizzati come base conoscitiva al fine di impostare e valutare
politiche e interventi mesi in atto dai vari attori locali e indirizzati al mondo giovanile.

risorse, strumenti e forme di finanziamento:


L’attività dell’Osservatorio potrà in ipotesi essere sostenuta con risorse variabili derivanti
596
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

dai seguenti soggetti:


Capitale privato
Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria
Confindustria Alessandria
Confapi Nord Ovest
Altri
Capitale pubblico
Comune
Provincia
Regione
CCIAA
Università
costi:
Costi di investimento
Costi per attrezzature tecnologiche: circa 20.000 €
Costi di gestione:
I costi di gestione a progetto realizzato (stimati in circa 100.000 € annui e destinati al
personale a tempo determinato e alle spese di gestione: materiale di consumo, canoni,
ecc.) saranno coperti pro quota dal capitale privato e pubblico.
fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
a acquisizione di attrezzature tecnologiche (Personal computer, modem, fax,
scanner, ecc.),
a selezione di personale a tempo determinato (assegno di ricerca, borsa).

597
cronoprogramma di lavoro:

primo anno Secondo anno terzo anno


Attività
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Impianto metodologico

598
Acquisizione attrezzature

Selezione personale

Raccolta dati di scenario


A L E S S A N D R I A :
I L

Analisi dati di scenario

Diffusione dati di scenario


PI A N O

Raccolta dati ad hoc

Analisi dati ad hoc

Diffusione dati ad hoc


S T R AT E G I C O
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 9
titolo:
Abitare sostenibile in piemonte

linea 1 promozione e sostegno per


la famiglia

Sottotitolo:
Progetti di Housing Sociale finanziati con Fondo Immobiliare Etico

Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
Soggetti coinvolti nella costituzione di un fondo etico piemontese:
Regione Piemonte, Cassa Depositi e Prestiti, Compagnia di San Paolo, Fondazione
bancarie piemontesi (Cuneo, Torino, Asti, Biella, Fossano, Alessandria, Saluzzo, Vercelli).
descrizione del progetto:
Utilizzo di fondo etico per la costruzione o ristrutturazione di immobili con significativi
elementi di eco-sostenibilità a costi contenuti, per la costituzione di alloggi da destinare
in locazione permanente a cittadini alessandrini in situazione di vulnerabilità di fascia
sociale media e per i quali l’accesso al mercato privato degli affitti risulta essere sempre
più gravoso.
Il Fondo immobiliare etico “Abitare sostenibile in Piemonte” vuole rappresentare una
risposta concreta al crescente disagio abitativo e nasce come una nuova modalità per
incrementare il livello degli investimenti nel settore dell’housing sociale. Un’opportunità
anche per la riqualificazione urbana e per la promozione di nuovi quartieri sperimentali
mediante il ricorso a sistemi costruttivi, materiali e tipologie innovativi. L’immissione sul
mercato di alloggi sociali potrebbe anche concorrere a calmierare il mercato immobiliare
e della locazione.
finalità generali:
o Rispondere ad un ampia richiesta di alloggi in locazione a canone
moderato (in media – 25-30% rispetto al libero mercato)
o Creare un mix sociale diversificando le fasce di reddito e
conseguentemente i livelli di canone
o Creare servizi e attività negli spazi non residenziali
obiettivi specifici:
l Consentire una locazione stabile e sostenibile ad un’ampia fascia di
popolazione
l Costruire un’edilizia sociale rispondendo ad un approccio
multidimensionale nel quale le necessità, i bisogni espressi dagli individui,
dalla comunità, dalla società si intrecciano con nuove forme di mercato e di
governante, tra competenze finanziario-immobiliari, tecnologiche e sociali
l Attirare investimenti sul territorio promuovendo strategie ed azioni di
intervento integrate e sostenibili.

599
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Attività:
m competitiva dei costruttori
m Edificazione attenta alla qualità urbana
m Cessione di aree o edifici ceduti gratuitamente dall’ Ente pubblico
m Costituzione di una società per la gestione degli immobili
m Gestione amministrativa sociale
m Patto con gli inquilini (gestione aree verdi, spazi comuni ecc..)
m Eventuale accompagnamento sociale all’abitare
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
- Fondo immobiliare etico
- Contributo comunale di aree/edifici o ceduti gratuitamente (o a valori bassi)
in diritto di superficie o d’uso da Ente Pubblici o apportati al Fondo
costi:
Da definire all’atto dell’avvio dell’intervento.
fattibilità:
n Demandata alla capienza degli stanziamenti del fondo
n Gestione degli immobili
n Rispetto della redditività etica minima
n Solvibilità nel tempo degli assegnatari
cronoprogramma:
Da definire all’atto dell’avvio dell’intervento.

600
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 10
titolo:
casa EticA “Eticasa”

linea 1 promozione e sostegno per


la famiglia

Sottotitolo:
Agenzia per l’orientamento e il sostegno di domanda e offerta abitativa su basi eticamente
sostenibili. Intervento per ridurre i rischi e i costi economici e sociali della ricerca abitativa
Soggetti proponenti:
Cooperativa Sociale Company
descrizione del progetto:
In provincia di Alessandria sono 1.680 le persone che attendono un alloggio di edilizia
popolare (solo ad Alessandria 660, 217 a Novi, 226 a Casale Monferrato, 169 ad Acqui,
85 ad Ovada, 170 a Tortona, 140 a Valenza). Solamente nell’ultimo periodo ad Alessandria
si sono registrati 428 sfratti esecutivi, ben 400 per morosità. C’è un problema di stato
sociale che deve essere affrontato con urgenza. Dagli anni Settanta ad oggi la politica
edilizia non è cambiata, i problemi sono sempre gli stessi. Purtroppo nel nostro Paese la
povertà abitativa non viene considerata; il welfare sulle case non esiste. Da queste
drammatiche indicazioni emerse da un convegno della Cisl Filca degli ultimi mesi dello
scorso anno emerge con chiarezza che esiste un fenomeno legato alle difficoltà abitative
di una fascia della popolazione. La crescita del mercato immobiliare degli ultimi 10 anni (
in alcune aree del nostro paese si può parlare di bolla speculativa) è sembrata inarrestabile
e ha spinto i prezzi degli immobili e degli affitti a livelli difficilmente sopportabili da parte
di molte famiglie. La crisi economica che ha investito il nostro paese ha avuto le sue
conseguenze più drammatiche tra la popolazione meno abbiente e ha
contemporaneamente privato di importanti fonti di reddito (salari e stipendi) numerose
famiglie che si sono trovate, in pochissimo tempo, in situazione di morosità. Questo dato
va a sommarsi alle situazioni di alcuni condomini del Centro Storico Alessandrino che
vedono il riprodursi delle dinamiche di sub-affitto (ovviamente non regolare) le quali se
da una parte consentono a nuclei di persone più ampi di far fronte ai maggiori costi di
affitto rischiano dall’altra di riprodurre difetti relazionali e problemi di convivenza
all’interno dei condomini.
Esiste però ancora un mercato che offre, spesso a prezzi insopportabili da parte di
numerose famiglie, alloggi a condizioni di mercato. Il rallentamento delle compravendite
ha poi ulteriormente spinto in alto il prezzo degli affitti innescando una spirale di
inadeguatezza economica da parte di molti.
In ultimo non bisogna dimenticare il fenomeno dei figli che tendono ad abbandonare la
casa della famiglia d’origine in età sempre più adulta. Tra i motivi di questo fenomeno c’è
l’impossibilità da parte dei nuclei familiari monoreddito (o addirittura dei monofamiliari)
di sostenere all’interno del budget salariale, il costo di un affitto e le spese accessorie che
ne derivano.
E’ in questi contesti che il progetto di CasaEtiCA intende inserirsi come modello di
facilitazione e di individuazione di quei soggetti che, a partire da una offerta e da una
domanda etica e sostenibile, intendono affittare una abitazione. L’Agenzia di orientamento
intende quindi proporsi come un soggetto territoriale, presente e visibile nel quartiere,

601
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

che si avvale della collaborazione di Operatori di Social Housing per favorire e facilitare
l’incontro e la relazione tra questi soggetti.
finalità generali:
Le finalità generali sono quelle di migliorare la convivenza all’interno di determinati
condomini (Piazza Santo Stefano e Corso Virginia Marini) permettendo
contemporaneamente alle persone di trovare un riferimento affidabile che le accompagni
e le orienti nella individuazione e nella gestione di un alloggio “eticamente sostenibile”.

obiettivi specifici:
o Permettere l’incontro tra persone attraverso lo scambio di informazioni e
di saperi sulle abitazioni e sulla convivenza;
o fornire strumenti di informazione e di supporto alle persone che
intendono affittare un alloggio (Tecnico, legale, amministrativo, finanziario);
o orientare gli affittuari e i proprietari verso comportamenti etici ed equi
con la possibilità di usufruire di un facilitatore garante degli accordi presi;
rimanere punto di riferimento per qualsiasi necessità o problematica relative
a contratti già stipulati;
o offrire gratuitamente supervisione e consulenza alle persone più in
difficoltà;
o facilitare le relazioni, lo scambio di conoscenze, le interazioni tra inquilini;
ridurre i rischi di sfratto per morosità e le condizioni spesso disumane di
convivenze troppo allargate.
Attività:
L’attività prevede la formazione e la preparazione degli Operatori di Social Housing che
saranno riconoscibili dalla popolazione residente. Contemporaneamente si affitterà un
locale commerciale per la sede dell’Agenzia e si strutturerà un orario di apertura
attribuendo le diverse funzioni. Successivamente gli Operatori effettueranno ricognizioni
sul territorio e cercheranno di individuare le possibili offerte “eticamente sostenibili”, per
permettere alle persone in ricerca di valutare le possibilità.
In agenzia, ad orari prestabiliti, saranno disponibili poi dei Consulenti in grado di orientare,
suggerire, ascoltare e accompagnare gli inquilini e i proprietari verso un accordo
vantaggioso per entrambi. Il modello utilizzato sarà quello della mediazione dei conflitti
applicato in un ambito fino ad oggi esclusivo delle Agenzie Immobiliari. L’Agenzia
EtiCaSA non sarà però una vera Agenzia Immobiliare ma qualcosa di più e di meglio:
offrirà infatti un contesto caldo, accogliente e ospitale in grado di conquistarsi la fiducia
dei Cittadini nei quartieri coinvolti. Pemetterà inoltre di esplorare quei bisogni abitativi
“atipici” così diffusi negli ultimi anni (ricerca di badanti a tempo pieno, offerta di lavori a
domicilio, ecc…).
risultati:
Il progetto si propone di incontrare in contesti adeguati più persone possibili favorendo
relazioni e scambi utili a supportare una adeguata convivenza.
Nello specifico si punta a sostenere la ricerca di case con affitti sostenibili per ridurre in
quelle zone il fenomeno degli sfratti per morosità.
Al contempo si vorrebbe produrre una sensibilizzazione e una serie di iniziative volte a
scoraggiare le convivenze troppo numerose favorendo al contempo l’individuazione di
nuove risorse abitative.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Tra le risorse da utilizzare sarà necessario individuare subito il Locale Commerciale sede
dell’Agenzia EtiCaSA e un veicolo utile per gli spostamenti. I tre Operatori saranno
602
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

individuati tenendo conto della loro professionalità e competenza di lavoro in contesti


analoghi. I soggetti individuati potranno apportare una quota di cofinanziamento pari al
10% del costo del progetto. Occasionalmente si utilizzeranno dei Professionisti e Tecnici
per le situazioni dove è richiesto un intervento specialistico. Sarà inoltre costituito un
Fondo di Garanzia utile a tutelare eventuali situazioni fragili favorendo così intese meno
rischiose (e riducendo così i possibili fenomeni di insicurezza).
costi:
Un locale commerciale in affitto per 12 mesi c/ utenze € 18.000,00
Tre Operatori Sociali per 20 ore/sett. ciascuno € 72.000,00
Spese per allestimento locali e sensibilizzazione € 9.000,00
Spese per Consulenze Tecniche € 6.000,00
Rimborsi spese per pasti, trasporti e materiali di consumo € 9.000,00
Fondo di Garanzia per agevolare gli affitti € 15.000,00
______________
€ 129.000,00
Di cui autofinanziato dai soggetti proponenti € 13.000,00
______________
costi progetto: € 116.000,00
fattibilità:
Il progetto presenta un alto grado di fattibilità in quanto non si propone in concorrenza
con il mercato tradizionale in quanto l’obiettivo è quello di far emergere comportamenti
eticamente sensibili e atteggiamenti di solidarietà. Le azioni dell’Agenzia non si
configureranno come “mediazione immobiliare” tradizionale ma come Mediazione Sociale
e dei Conflitti tentando di incidere su quella fascia di popolazione più bisognosa di
supporto e orientamento.
cronoprogramma:
Si descrive il cronoprogramma di lavoro del progetto, specificando fasi e tempi delle azioni
da realizzare.
gen feb mar Apr mag giu lug Ago Set ott nov dic

Formaz. Formaz. Formaz. Valutaz.


personale personale personale esiti
Affitto Allestim.
sede sede e
Agenzia veicoli
Inauguraz. Festa di
sede quartiere
Ricerca Ricerca Ricerca Ricerca Ricerca Ricerca Ricerca Ricerca Ricerca
contatti contatti contatti contatti contatti contatti contatti contatti contatti
Incontri Incontri Incontri Incontri Incontri Incontri Incontri
Incontri e
e e e e e e e Valutaz.
scambi
scambi scambi scambi scambi scambi scambi scambi

603
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 11
titolo:
habital: interventi integrati per il miglioramento della
qualità della vita e della sicurezza in alcuni quartieri
della città di Alessandria

linea 1 promozione e sostegno per


la famiglia

Sottotitolo:
Il progetto ha l’obiettivo di rafforzare le reti di contatto tra gli abitanti di condomini di
edilizia residenziale pubblica (Via Gandolfi), ridurre i fenomeni di esclusione sociale,
ampliare i servizi esistenti, rafforzare il senso di appartenenza alla comunità, contribuire
ad aumentare la sicurezza territoriale e sociale.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria (U.O.A. Politiche dell’Abitare- Direzione famiglia e solidarietà
sociale); CISSACA, ASL AL (Dipartimento Salute Mentale – Dipartimento Dipendenze
Patologiche).
descrizione del progetto:
Accanto ad una riqualificazione di tipo urbanistico – edilizio ed energetico svolta in alcuni
stabili di proprietà dell’ ATC siti in via Gandolfi, è emersa la necessità di lavorare “sul
tessuto sociale” di questi condomini che evidenziano situazioni di conflittualità e di
precarietà o deprivazione socioculturale.
In tali stabili vivono famiglie “fragili”, anziani, immigrati, individui con patologie o disturbi
legati alla perdita del lavoro o del partner, persone che hanno terminato periodi comunitari
e che necessitano di accompagnamento e monitoraggio. In generale si tratta di nuclei con
pochi legami sociali e che dispongono di scarse disponibilità economiche.
In questi nuclei sono spesso presenti numerosi minori ed adolescenti che non sono sempre
“agganciati”alle opportunità del territorio per quanto riguarda attività extrascolastiche e
ludiche.
Stante le premesse iniziali, il progetto prevede di svilupparsi come programma di
accompagnamento all’abitare ed è volto a costruire interventi differenziati con lo scopo
di ridurre il tasso di conflittualità, migliorare il clima di conoscenza e fiducia tra gli abitanti
e anche verso le istituzioni coinvolte, migliorare la sicurezza ambientale, sviluppare un
maggiore senso civico.
Il progetto si sviluppa attraverso le seguenti azioni:
l intercettare: fungere da catalizzatore del disagio del territorio, offrire
momenti di accoglienza e ascolto ed interfacciarsi, quando necessario, con i
servizi sociali di riferimento;
l svolgere funzioni di controllo, filtro e vigilanza sociale:con una presenza
di riferimento dell’immobile, recepire e segnalare situazioni di emergenza,
con lo scopo di prevenire possibili comportamenti illeciti in aree dove
esistono problemi di devianza giovanile o altri fenomeni analoghi;
l aggregare: organizzare momenti di socialità e animazione finalizzati alla
creazione di coesione sociale
l apertura di uno sportello: in giorni ed orari stabiliti: l’ATC ha messo a

604
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

disposizione un piccolo immobile dove verranno svolte attività di ascolto,


raccolte segnalazioni, proposte dei cittadini residenti e diffuse informazioni
ed orientamento sui servizi del territorio
l utilizzare i cortili : da sempre luoghi di aggregazione per strutturare
momenti di incontro tra cittadini mediante l’organizzazione di eventi
conviviali ed in particolare i cortili delle scuole o spazi pubblici per realizzare
momenti di interrelazione tra giovani di culture diverse e anziani, anche
attraverso feste, concerti, gite;
l integrare :promuovere azioni di incontro multiculturale
l fornire assistenza per l’espletamento di pratiche burocratiche
l fornire sostegno all’apprendimento della lingua italiana con incontri
rivolti agli adulti e ai bambini
l sostegno emotivo attraverso anche visite domiciliari alle persone in
difficoltà
l sostegno individuale personalizzato rivolto a persone con disturbi di
tipo comportamentale grave, attraverso 2 operatori qualificati e la
supervisione di uno psichiatra individuato dal Dipartimento di salute mentale
dell’ASL AL e di un referente del CISSACA sul territorio;
l individuazione e valorizzazione di reti naturali di risorse informali.
finalità generali:
o Miglioramento della qualità della vita anche sotto il profilo della sicurezza
dei quartieri interessati con attività di controllo del territorio, filtro e vigilanza
sociale
o Prevenzione del disagio sociale e dei fenomeni di isolamento sociale
o Arricchimento e valorizzazione delle capacità individuali di soggetti
svantaggiati, sotto il profilo personale, relazionale
o Sostegno e accompagnamento dei cittadini in difficoltà nell’espletamento
di attività e nell’accesso e fruizione dei servizi
obiettivi specifici:
l Creare integrazione tra i servizi verso i bisogni dei cittadini coinvolti
l Formare ed organizzare una rete di facilitatori naturali
l Prevenire azioni di vandalismo ed incuria all’interno dei condomini
prescelti
l Diffondere una cultura della legalità e dei valori della cittadinanza attiva
l Sperimentare pratiche di integrazione interculturale
l Risistemare luoghi di aggregazione aperti e pubblici soprattutto rivolti ai
minori e alle loro famiglie
l Ridurre il tasso di conflittualità
l Stimolare la fiducia nei confronti delle istituzioni coinvolte
Attività:
m Monitoraggio delle situazioni abitative nell’ambito territoriale del progetto
m Accoglienza filtro, vigilanza sociale, gruppi di mutuo auto aiuto
m Apertura portierato sociale, assistenza agli anziani (spesa, medicinali ecc..)
e alle donne sole con figli minori a carico, assistenza a persone con grandi
difficoltà, gestione di percorsi di inserimento lavorativo
m Apertura di laboratori linguistici
m Sistemazione degli spazi aperti
m Organizzazione di feste, assemblee, mercatini, gite e apertura di laboratori

605
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

creativi
m Incontri tra i facilitatori naturali e l’equipe rivolti alla verifica delle azioni
intraprese.
risultati:
n Incremento della percezione e della sicurezza e qualità della vita dell’abitare
n Maggiore efficacia dell’intervento di rete in relazione all’ intercettazione del
disagio
n Aumento della soddisfazione e delle capacità relazionali dei soggetti
coinvolti
n Riappropriazione degli spazi sociali del quartiere
n Incremento della consapevolezza da parte dei cittadini (civismo,
partecipazione)
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Comune di Alessandria € 40.000 annuali
Provincia di Alessandria – attraverso la partecipazione ad un bando per le politiche di
sicurezza integrata € 49.000
Altre fonti di copertura derivanti da risorse private e/o pubbliche
€ 31.000
costi:
Costo annuale € 130.000.
fattibilità:
aStabilità del progetto nel tempo
aImpegno e continuità dello stesso gruppo di lavoro ed in particolare
dell’equipe operativa
aCondivisione degli obiettivi da parte del gruppo interistituzionale
aAllargamento del progetto ad altri quartieri della città
aProgrammazione risorse economiche

cronoprogramma:
fASI tEmpIStIcA mEnSIlE
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Fase 1: Istituzione Comitato di Coordinamento e
predisposizione atti amministrativi (Protocolli di Intesa,
convenzioni, ecc.)
progettazione operativa
Attività: Mappature dei bisogni, definizione degli
interventi e obiettivi da perseguire e le risorse da mettere
a disposizione. Individuazione degli strumenti di verifica
e gestione
fase 2: costituzione di gruppo di lavoro operativo
progettazione operativa
Attività: Attività di primo contatto, accoglienza,
sostegno, individuazione facilitatori naturali, messa in uso
degli spazi
fase 3: Avvio delle attività previste dal progetto
progettazione operativa

606
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Attività: avvio ed espletamento delle attività di portierato


Organizzazione eventi
Definizione corsi,mercatini, gite
Organizzazione laboratori
monitoraggio in itinere: verifica della tempistica, del
focus sugli obiettivi, e degli indicatori di processo e di
risultato
fase 4: Valutazione di processo e di risultato
progettazione operativa

Avvio valutazione ex post: valutazione dei risultati e


raffronto con gli obiettivi di progetto

607
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 12
titolo:
oikos 2006

linea 6 problematiche inerenti i


giovani ed il volontariato

Sottotitolo:
Housing sociale in partnership con il privato.
Soggetti proponenti:
Società Oikos 2006 srl. Società partecipata al 71% dalla Fondazione Cassa di Risparmio
di Alessandria, al 19% dal Comune di Alessandria e al 10% dal Gruppo Norman.
descrizione del progetto:
Costruzione di alloggi volti a rispondere ad una crescente domanda di abitazioni per le
fasce a reddito contenuto.
L’Amministrazione Comunale, in una logica di sussidiarietà orizzontale, ha rilevato la
necessità di promuovere nuove ed ampie forme di collaborazione con altri soggetti privati
operanti sul mercato.
Tenendo conto dell’evoluzione legislativa che ha ridisegnato il sistema di rapporti tra enti
pubblici e alcune autonomie funzionali, con l’attribuzione alle stesse di un ruolo attivo e
con la previsione di forme di collaborazione e di interazione stante anche alle indicazioni
emerse dal Programma Casa Regionale, che prevede specifiche strategie di intervento e
collaborazione, soprattutto con le Fondazioni Bancarie, l’Amministrazione Comunale ha
stabilito di sperimentare un nuovo modello si housing sociale, individuando quale
interlocutore la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Per l’attuazione del progetto è stata costituita una apposita Società tra la Fondazione, il
Comune di Alessandria ed il privato (Norman 95 S.p.A) avente come oggetto sociale
l’esercizio in forma di impresa dell’attività di social housing, consistente nell’insieme di
azioni, iniziative e strumenti volti a promuovere, progettare e gestire iniziative destinate a
categorie sociali deboli.
La novità del progetto consiste nel fatto che gli inquilini potranno diventare, nel lungo
termine, proprietari dell’appartamento in quanto l’affitto versato dal conduttore non è
solo un canone calmierato, ma una rata di mutuo, senza anticipo, che non va a fondo perso
In particolare la prima tranche di progetto si è rivolta ai giovani che intendono lasciare il
nucleo famigliare di origine e alle coppie di nuova formazione. E’ stato realizzato un
modello virtuoso di partnership volto ad andare incontro ad una certa richiesta di abitare,
e che si accontenti di una redditività inferiore a quella del mercato.
Gli alloggi sono stati edificati sulla base di scelte tipologiche costruttive semplici ma rapide
nell’esecuzione, con particolare attenzione alle coibentazioni dei volumi e dei ponti termici,
per conseguire un significativo risparmio nei costi gestionali e nella salubrità degli
ambienti. E’ stata ipotizzata una operazione di sviluppo di 5000 mq. Su 4 piani fuori terra
suddivisi fra residenza per mq. 3000 e commerciale per mq. 1000; i singoli edifici
caratterizzati da una architettura gradevole ma indirizzata all’economicità dell’operazione
hanno compreso 24 monolocali da 40 mq; 9 bilocali da 65 mq;1 trilocale da 80 mq.

608
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

finalità generali:
l Rispondere ad una richiesta consistente e diversificata di alloggi per le
fasce a reddito contenuto
l Trasformare gli inquilini, anche se nel lungo periodo, in proprietari
dell’appartamento
obiettivi specifici:
m Consentire il raggiungimento di un’autonomia abitativa a determinate
categorie sociali
m Creare integrazione tra pubblico e privato per il raggiungimento di
obiettivi che garantiscano il capitale investito e lo scopo sociale
Attività:
n Edificazione dell’abitato
n Creazione di un tavolo di lavoro comune tra i soggetti partecipanti
n Emissione di un bando per l’assegnazione degli alloggi
n Predisposizione di un’ istruttoria adeguata alle richieste del bando
n Predisposizione di una graduatoria degli ammessi e aventi titolo
all’assegnazione
n Consegna degli alloggi e stipula dei contratti
n Gestione dei condomini
risultati:
o Incremento dell’offerta immobiliare a canone sostenibile
o Incremento dell’autonomia dei soggetti utilizzatori
o Sperimentare nuovi metodi di intervento in partnership pubblico/privato
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Costituzione della Società: Comune di Alessandria € 19.000; Fondazione Cassa di
Risparmio di Alessandria € 71.000; Norman 95 S.p.A. € 10.000;
E’ intervenuto un aumento di capitale sociale passato da € 1.000.000 a € 1.610.000.
L’Amministrazione Comunale fornisce la disponibilità dei terreni.
costi:
Definiti direttamente dalla Soc. OIKOS 2006 S.r.l.
fattibilità:
a) Gestione degli immobili
b) Prosecuzione dell’esperienza
c) Solvibilità nel tempo degli assegnatari
d) Programmazione ulteriori risorse
cronoprogramma:
- 18 mesi per la realizzazione dell’intervento edilizio
- 6 mesi per l’istruttoria delle domande, a seguito dell’emissione del bando
- 6 mesi per la conclusione degli adempimenti amministrativi, stipula dei
contratti e consegna alloggi

609
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 13
titolo:
Interventi edilizi in autocostruzione

linea 5 Integrazione multietnica

Sottotitolo:
Una misura integrata di edilizia sociale a favore dell’integrazione sociale
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
descrizione del progetto:
L’Amministrazione Comunale di Alessandria intende proseguire il proprio consolidato
cammino di solidarietà ed integrazione sociale, attraverso la facilitazione alla casa e
sperimentare il percorso innovativo di inclusione sociale attraverso la metodologia in
autocostruzione.
L’Autocostruzione è un intervento di edilizia sociale, per cui l’abitazione viene costruita
attraverso il lavoro dei futuri proprietari. Uomini e donne di culture differenti, che durante
il tempo libero, nei fine settimana e nei periodi di ferie si trasformano in muratori,
carpentieri, idraulici, elettricisti falegnami sotto l’attenta e costante guida di esperti dei vari
settori. Donne e uomini che fanno parte di nuclei familiari a basso reddito, italiani e
stranieri, e che possono vedere realizzato il sogno di avere un’abitazione di proprietà
abbattendo i costi di costruzione e cominciando a pagarla, con rate di mutuo accettabili,
solo a costruzione ultimata. Il cantiere di autocostruzione adotta tecniche edilizie in parte
sperimentali, realizza risparmi non soltanto nell’impiego di lavoro vivo ma anche
nell’adozione di particolari procedimenti produttivi. Tale sperimentazione viene orientata
al risparmio energetico ed ecologico, adotta tecniche di bioedilizia, materiali riciclati, stili
di costruzione economici e sani.
L’autocostruzione è un esempio di produzione e organizzazione dell’habitat che vede
come protagonista l’abitante: sviluppa pratiche di organizzazione e aggregazione rivolte
alla costruzione e alla riabilitazione collettiva, alla formazione tecnica, all’integrazione
multiculturale e multietnica, all’autosviluppo partecipativo e sostenibile. Almeno la metà
degli alloggi dovranno infatti essere costruiti da nuclei familiari di migranti.
Il progetto si sviluppa attraverso le seguenti azioni:
- Emissione di un avviso pubblico di indagine esplorativa per l’individuazione
di soggetti a cui affidare l’incarico del coordinamento e della realizzazione di
un progetto di autocostruzione. Eventualmente il Comune avrà la facoltà di
mettere a disposizione un lotto di terreno di area urbana.
- Fase di progettazione edilizio-architettonica da affidare a terzi, al fine di
identificare la tipologia edilizia più idonea sia alla metodologia in
autocostruzione sia alla conformazione del terreno su cui insisteranno le unità
abitative
- Selezione dei candidati autocostruttori attraverso un bando pubblico che
consenta di rispettare specifici requisiti e finalità
- apertura di uno spazio informativo che raccolga richieste e fornisca

610
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

informazioni
- Costituzione della cooperativa di autocostruttori, mediante la quale le
famiglie sanciscono un patto associativo e definiscono uno statuto giuridico,
che garantisce la regolamentazione fra i componenti del gruppo (ruoli
responsabilità, condizioni di appartenenza, recesso dal contratto, ecc)
- Monitoraggio e mediazione continua del gruppo di autocostruttori al fine
di gestire al meglio le dinamiche di gruppo e orientare i momenti di dibattito
sugli argomenti chiave, mantenendo la leadership del gruppo e assicurando il
controllo delle personalità predominanti
- Formazione e tutoraggio degli autocostruttori al fine di creare un clima di
fiducia e motivazione rispetto all’obiettivo, assicurare la totale sicurezza del
cantiere secondo le norme vigenti
- Organizzazione delle attività tecniche relative al cantiere; organizzazione
delle squadre di lavoro
- Gestione delle fasi del cantiere
- La mediazione sociale costituisce una delle componenti di maggior rilievo di
tutto il processo di autocostruzione
finalità generali:
m I soci della cooperativa risolvono il proprio problema abitativo acquisendo
un alloggio di proprietà nel proprio comune di residenza
m creazione di un mix culturale sociale e abitativo partendo dai bisogni
comuni per favorire l’ integrazione e la coesione sociale
obiettivi specifici:
n I soci della cooperativa, per metà italiani e per il resto stranieri,
acquisiscono un alloggio in proprietà consolidando “mattone per mattone”
il loro sentimento di appartenenza alla comunità
n Costruzione di un senso di ideale vicinato e solidarietà complessiva
Attività:
o Individuazione sedime per la localizzazione
o Avvio della processo
o Direzioni lavori
o Mediazione sociale
o Opere Edili – Costruzione case
risultati:
l Creazione di una cooperativa sociale multietnica sviluppata con
competenze tecniche
l Acquisizione della proprietà dell’abitazione
l I beneficiari hanno trovano motivi di incontro nella condivisione di un
obiettivo comune e sviluppano un legame affettivo, generato con il luogo che
i soci stessi hanno contribuito a creare
l Rafforzamento delle competenze relative alla mediazione dei conflitti
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Da definire.
costi:
L’autocostruzione non è una misura assistita, fatta salva la possibilità da parte degli Enti
di cedere i terreni.
Il costo del primo intervento di 14 alloggi in autocostruzione verrà definito al momento

611
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

dell’avvio della procedura.


fattibilità:
- Concessione mutui
- Ripetibilità dell’esperienza sullo stesso territorio/aree urbane disponibili
- Solvibilità dei cooperatori
cronoprogramma:
Da definire successivamente.

612
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 14
titolo:
Interventi sperimentali di social housing

problematiche
linea 4 socio-economiche ed
esclusione socio-culturale

Sottotitolo:
Programma comunale interventi sperimentali di social housing tramite casi pilota che si
compone dei seguenti progetti:
l Progetto Donna
l Verso l’autonomia
l L’autonomia
l Un tetto per tutti
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
Partners: Agenzia Territoriale per la casa della Provincia di Alessandria, Consorzio
Intercomunale dei Servizi Socio Assistenziali Comuni dell’Alessandrino, ASL AL –
Dipartimento di Salute Mentale- Dipartimento Dipendenze Patologiche; Diocesi di
Alessandria, Parrocchia dei Santi Michele e Carlo; Caritas.
descrizione del progetto:
1. “progetto donna” (6 alloggi di residenza temporanea e microcomunità rivolti alle
donne senza fissa dimora e alle donne sole sfrattate e/o in fase di reinserimento lavorativo
o sociale), localizzato nel centro urbano in immobile messo a disposizione del Comune,
in comodato d’uso gratuito di durata trentennale, dalla Diocesi di Alessandria;
2. “Verso l’autonomia” (6 alloggi di residenza temporanea e microcomunità rivolti a
persone per le quali la risposta residenziale assistita rappresenta una componente essenziale
del progetto di aiuto complessivo), localizzato nel sobborgo di San Michele, in un
immobile messo a disposizione del Comune in comodato d’uso gratuito di durata
trentennale dalla proprietà la Parrocchia dei Santi Michele e Carlo;
3. “l’autonomia” (6 alloggi di residenza temporanea e microcomunità rivolti a persone
che hanno completato positivamente percorsi diversi di autosufficienza e a persone che,
a seguito di un evento critico – lutto, licenziamento, crisi famigliare- hanno perso la loro
abitazione o non sono più in grado di sostenere i costi, pur conservando capacità di vita
autonoma), localizzato nel sobborgo di San Michele, in un immobile messo a disposizione
del Comune in comodato d’uso gratuito di durata trentennale dalla proprietà la Parrocchia
dei Santi Michele e Carlo;
4. “un tetto per tutti” (6 alloggi di residenza temporanea destinati a nuclei
monogenitoriali in disagio abitativo e a persone con necessità abitativa temporanea, ragioni
di studio, cura, assistenza, perdita del lavoro), localizzato nel sobborgo di San Michele, in
un immobile messo a disposizione del Comune in comodato d’uso gratuito di durata
trentennale dalla proprietà la Parrocchia dei Santi Michele e Carlo.

613
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

finalità generali:
Offrire ai soggetti con particolare debolezza sociale, una risposta abitativa, differenziata.
obiettivi specifici:
o Dare una prima risposta alla perdita della casa
o Prevenire situazioni di grave emarginazione
o Prevenire situazioni di violenza domestica
o Prevenire situazioni di microcriminalità legata ai bisogni primari
o Offrire un supporto complessivo ai bisogni della persona.
Attività:
l Predisposizione di metodo di lavoro concertativo tra soggetti pubblici e
privati
l Progettazione integrata dell’abitare sociale
l Definizione dei progetti edilizi
l Recupero degli immobili oggetto degli interventi
l Accoglienza di bisogni abitativi diversificati
l Gestione sociale condivisa con integrazione tra servizi differenti a
supporto dei progetti della persona
l Accompagnamento all’autonomia
risultati:
Rispondere in modo articolato al bisogno abitativo e alla complessità della persona in
situazione di difficoltà.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:

STIMA
Proprietà FINANZIA- FINANZIA-
STIMA
Immobili STIMA STIMA MENTI MENTI STIMA
FINANZIA-
Concessi in ITERVENTI PROGETTO PUBBLICI PUBBLICI FINAN-
PROGETTO MENTI TOTALI
comodato RESIDEN- GESTIO- CONCESSI (ALTRI: ZIAMENTI
PUBBLICI
d’uso gratuito ZIALI NALE dalla Cissaca primi 3 PRIVATI
(COMUNE)
trentennale REGIONE e ATC per
progetto 4)

Progetto n. 1
“PRO-
DIOCESI € 395.276,00 € 173.162,83 € 346.000,00 € 49.276,00 € 173.162,83 € 0,00 € 568.438,83
GETTO
DONNA”

Progetto n. 2 PARROC-
“VERSO CHIA
L’AUTONO- SANTI € 769.748,00 € 173.162,83 € 675.000,00 € 84.748,00 € 173.162,83 € 10.000,00 € 942.910,83
MIA” MICHELE E
CARLO

PARROC-
Progetto n. 3 CHIA
“L’AUTO- SANTI € 769.748,00 € 102.234,56 € 675.000,00 € 84.748,00 € 102.234,56 € 10.000,00 € 871.982,56
NOMIA” MICHELE E
CARLO

PARROC-
Progetto n.4
CHIA
“UN
SANTI € 540.904,00 € 0,00 € 202.000,00 € 176.904,00 € 162.000,00 € 0,00 € 540.904,00
TETTO PER
MICHELE E
TUTTI”
CARLO

(*) con locali e


spazi/servizi comuni

614
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

fattibilità:
m Approvazione programma comunale degli interventi sperimentali di
housign sociale predisposto dal Comune con i partners aderenti
m Approvazione e sottoscrizione comodati d’uso degli immobili oggetti degli
interventi
m Approvazione e sottoscrizione con ATC della Provincia di Alessandria
della convenzione d’incarico di stazione appaltante
m Approvazione progetti edilizi
m Gara per la scelta dell’Impresa propedeutica all’avvio dei lavori
m Realizzazione degli interventi di recupero edilizia
m Affidamento gestione sociale operativa
m Coordinamento degli interventi, delle attività sociali, di comunicazione e
di armonizzazione dell’insediamento nell’ambito del territorio
cronoprogramma:
tempistica
Azioni
annuale

1° anno Approvazione piano e progetti


Ammissione a finanziamento da parte della Regione Piemonte
Stipula comodati d’uso gratuito degli immobili
Stipula convenzione con ATC per incarico stazione appaltante

2° anno Gara per la scelta dell’Impresa affidataria dei lavori


Avvio dei lavori
Sottoscrizione del Protocollo d’Intesa con Regione Piemonte e altri

3° anno Esecuzione lavori

4° anno Inizio gestione sociale

615
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 15
titolo:
cittadinanza è partecipazione

problematiche
linea 4 socio-economiche ed
esclusione socio-culturale

Sottotitolo:
Interazione e educazione alla cittadinanza attraverso lo sport per ragazzi stranieri e italiani
Soggetti proponenti:
- Istituto per la Cooperazione allo Sviluppo in collaborazione con:
- Consiglio Territoriale per l’Immigrazione
- PGS
- Comunità San Benedetto al Porto
- Associazione Sportiva Uppercut
descrizione del progetto:
Il progetto offre un supporto per migliorare la conoscenza reciproca tra giovani italiani e
di origine straniera, educarli alla cittadinanza e alla partecipazione, favorire la
socializzazione e l´apprendimento dell´italiano L2 da parte degli alunni stranieri
neoarrivati. Lo sport è un potente mezzo di aggregazione, attraverso il quale è possibile
far arrivare facilmente ai ragazzi messaggi positivi di rispetto, solidarietà, giustizia. La
condivisione di una pratica sportiva e di altri percorsi interattivi, possono prevenire episodi
di xenofobia e razzismo, spesso generati dall’ignoranza e dalla paura dell’altro. Le azioni
proposte prevedono il coinvolgimento di una serie di attori, istituzionali e non, attivi sul
territorio alessandrino, in modo da favorire la creazione di uno spazio educativo aperto ai
bambini e ragazzi anche oltre l’orario scolastico.

Bisogni rilevati
La popolazione straniera del Comune di Alessandria alla data del 31/12/2009 è pari a
11.249 unità di cui 5526 maschi e 5723 femmine. E’ in costante aumento, quindi, il
fenomeno dell’ immigrazione di popolazione straniera. I Paesi più rappresentati sono
l’Albania (2842), il Marocco (2246), la Cina (465), l’Ecuador (409), l’Ucraina (280) e la
Tunisia (215). Nell’ambito della Comunità Europea i Paesi più rappresentati sono la
Romania (2669), la Polonia (99), la Bulgaria (51) e la Francia (43).
A fronte di questi dati, che rispecchiano la situazione della Provincia e della Regione, poco
confortanti appaiono alcuni risultati di una recente ricerca realizzata dall’Associazione
Cultura & Sviluppo (ACSAL) sul grado di cultura civica di tutti gli studenti dell’ultimo
anno delle superiori del Comune di Alessandria. I risultati riferiti al razzismo sono i
seguenti: il 75,3% pensa che gli stranieri siano troppi; il 35% si dichiara apertamente
razzista; il 55% considera gli immigrati come potenziali concorrenti sul mondo del lavoro;
il 43% ritiene svantaggiosa per il nostro paese la presenza degli immigrati.
Appare assolutamente necessario, quindi, promuovere una cultura della cittadinanza come
partecipazione consapevole e condivisa alla vita cittadina. Si ritiene che lo sport,
l’osservazione delle buone prassi di inserimento scolastico, i percorsi interattivi, possano
essere ottimi strumenti per diffondere tale cultura tra i giovani alessandrini, di origine

616
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

italiana o straniera.
finalità generali:
Il progetto intende realizzare una serie di azioni rivolte ai giovani italiani e stranieri, in
orario scolastico e extrascolastico, con l’obiettivo di migliorare la conoscenza reciproca,
la convivenza pacifica e la conoscenza delle leggi italiane e del territorio alessandrino.
obiettivi specifici:
o Promuovere tra i giovani alessandrini, italiani e di origine straniera, una
aggiore conoscenza e consapevolezza dei diritti e dei doveri che derivano dalla
Costituzione italiana
o Promuovere la piena integrazione dei giovani alessandrini di origine
straniera
o Promuovere una partecipazione consapevole alla vita sociale cittadina
o Aumentare le occasioni di socialità attraverso attività ludico- sportive
o Promuovere una cultura del dialogo e della solidarietà
Attività:
l Costituzione di un gruppo di lavoro, formato da esperti delle varie realtà
coinvolte nel progetto, con funzioni di coordinamento delle attività
l Realizzazione di percorsi ludico-sportivi rivolti a bambini e ragazzi italiani
e stranieri, in orario extrascolastico, finalizzati alla socializzazione, alla
condivisione delle regole, alla promozione del lavoro di equipe. I percorsi,
realizzati in collaborazione con le associazioni sportive del territorio, verranno
svolti da allenatori/ animatori opportunamente formati
l Realizzazione di percorsi di educazione alla cittadinanza e alla costituzione
per gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado e per giovani stranieri neo
arrivati, condotti da esperti e opportunamente modulati in base all’età.
l Realizzazione di una sperimentazione sull’utilizzo del “Quaderno
dell’integrazione” (uno strumento per analizzare il percorso di inserimento
degli alunni stranieri) da avviare presso le scuole della città e in collaborazione
con gli insegnanti alessandrini
l Realizzazione di eventi (conferenze, proiezioni di cinema e documentari,
ecc..) sui diritti umani e sull’immigrazione rivolti, in particolare, ai ragazzi delle
scuole
l Realizzazione di percorsi di informazione/formazione alla scopo di
accompagnare i bambini e i ragazzi verso un partecipazione consapevole alle
future edizioni della StrAlessandria (evento che unisce perfettamente attività
sportiva e educazione alla cooperazione)
l Monitoraggio e verifica dell’andamento del progetto, attraverso la
somministrazione di questionari, raccolta dati quantitativi circa la
partecipazione alle attività, riunioni di verifica con i soggetti coinvolti.
Tutte le attività sopra descritte richiedono il coinvolgimento dei mediatori interculturali,
che da anni collaborano con l’ICS attraverso il Servizio Provinciale di mediazione
interculturale.
risultati:
Attraverso le attività sopra descritte si cercherà, soprattutto, di favorire la conoscenza
reciproca tra giovani alessandrini e giovani di origine straniera. Il coinvolgimento dei
giovani in attività di tipo ludico- sportivo dovrebbe portare alla condivisione consapevole
di alcuni valori fondamentali quali il rispetto delle regole e l’importanza del lavoro di
squadra.

617
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

risorse, strumenti e forme di finanziamento:


a ICS
a PGS
a Regione Piemonte
a Fondazioni
costi:
Coordinamento 5.000,00 euro
Percorsi ludico- sportivi 10.000,00 euro
Percorsi cittadinanza e costituzione 6.000,00 euro
Sperimentazione “quaderno dell’integrazione” 4.000,00 euro
Conferenze, promozioni, eventi 3.000,00 euro
Percorsi StrAlessandria 3.000,00 euro
totAlE 31.000,00 euro

fattibilità:
- Concessione mutui
- Ripetibilità dell’esperienza sullo stesso territorio/aree urbane disponibili
- Solvibilità dei cooperatori
cronoprogramma:

Anno 1 mesi

Attività 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Costituzione del gruppo di lavoro e


coordinamento

Percorsi ludico- sportivi

Percorsi cittadinanza e costituzione

Sperimentazione “quaderno dell’integrazione”

Conferenze, promozioni, eventi

Percorsi StrAlessandria

Monitoraggio – valutazione

Il progetto è riproponibile di anno in anno.

618
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

tAVolo 3
gArAnzIA E quAlItà dEllA SAlutE

pArtE A - lInEE StrAtEgIchE dI tAVolo

prEmESSA gEnErAlE
rapporti Istituzionali e tavolo di programmazione
Il tavolo sulla qualità della salute vede coinvolti numerosi soggetti che esprimono realtà
istituzionali diverse che, a vario titolo, si occupano in modo professionale di aspetti
collegati alla “salute”: ASL, ASO, Produttori Privati, Ordine dei Medici, Collegio degli
Infermieri, rappresentanze dei MMG e dei medici Ospedalieri.
Molti soggetti hanno tra di loro “rapporti istituzionali” di vario tipo (ASO/ASL,
ASL/Strutture Produttive Private, ASL/ASO/Ordine dei Medici, MMG/ASL ecc.) nei
quali sono talora portatori di interessi, anche economico non sempre convergenti.
Inoltre alcune delle tematiche affrontate nel tavolo sono affrontate dagli stessi soggetti
anche ad altri livelli dove gli stessi soggetti sono portatori di responsabilità istituzionali.
Infine ci sono elementi di fondo non controllabili dai componenti del tavolo (Contratti di
Lavoro, PSN, PSR) che incidono pesantemente sulle problematiche oggetto di interesse.
Con queste premesse la discussione si è sviluppata in modo appassionato partendo da
aspetti generali di sistema (ruolo dei MMG, dell’Ospedale, del pubblico e dei privati,...) per
Molteplicità di cercare di raggiungere un livello di dettaglio più concreto che mettesse in rilievo possibili
punti di intervento integrato tra le varie parti del sistema.
soggetti è condivisa la necessità di “non incrociare i tavoli” cioè di non portare al tavolo della
pianificazione strategica di “Alessandria 2018” tematiche che gli stessi soggetti devono
affrontare in modo istituzionale ad altri livelli (ad esempio nel rapporto produttori
privati/azienda di tutela, o Ospedale di Alessandria), affrontando nel tavolo della
programmazione di Alessandria 2018 tematiche possano ricevere il massimo impulso
proprio dalla partecipazione di soggetti molto diversificati .
Alessandria e la provincia
Un secondo aspetto emerso a livello generale è rappresentato dalla necessità di considerare
gli aspetti di pianificazione strategica in tema di “qualità della Salute” relativi in qualche
modo non solamente alla città di Alessandria ma a tutto il territorio della provincia non
solo per la natura “provinciale” della maggioranza dei soggetti presenti al Tavolo
Necessità di (ASL/ASO/ Ordine dei Medici/ Collegio Infermieri), che di per se stessa impone a questi
ragionare come soggetti, ai tavoli istituzionali, una visione che non può essere ristretta ad una sola realtà
capoluogo di territoriale, sia pure essa il capoluogo di provincia, ma soprattutto perché i problemi di
“qualità della Salute” sono comuni in tutte le realtà della provincia e perché solo in una
Provincia logica di territorio provinciale possono trovare sviluppo progetti strategici di ampio
respiro.
Con queste premesse il dibattito è stato estremamente ricco evidenziando numerosi punti
di forza, peraltro accompagnati da vari elementi di debolezza, comunque migliorabili.
La sintesi seguente elenca i principali punti di forza ed elementi di criticità, cercando di
evidenziare quali sono le problematiche principali e le ipotesi di sviluppo strategico.

619
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

punti di forza
n Presenza di un Piano Sanitario Regionale La presenza di un Piano
Sanitario Regionale, che definisce con chiarezza quali sono gli obiettivi
strategici verso cui la Sanità della Regione deve muoversi, fornisce un quadro
di riferimento certo all’interno del quale deve ricondursi la programmazione
istituzionale. Il quadro di riferimento rappresentato dal PSR è un elemento di
contesto immodificabile ma è un punto di forza perché può orientare le scelte
di programmazione in modo certo, almeno in un orizzonte temporale di
medio periodo, evitando una ulteriore frammentazione determinabile da una
programmazione “spontanea” e “a vista” come si avrebbe (e si è avuta per 10
anni) senza PSR
n Presenza di una progettazione istituzionale per il nuovo Ospedale
Cittadino. In tale logica rappresenta sicuramente un punto di forza il percorso
avviato, che vede coinvolte Regione, ASO e Comune di Alessandria, per il
finanziamento e la costruzione del nuovo Ospedale di Alessandria. A questo
riguardo appare particolarmente importante definire con chiarezza il ruolo
del tavolo istituzionale e del tavolo della programmazione strategica di
Alessandria 2018
n Buona qualità complessiva del sistema dei professionisti . Certificata,
oltre che dalla presenza di vari punti di eccellenza, dal fatto che, nonostante
le caratteristiche geografiche della provincia di Alessandria, “piattaforma
aperta” tra Piemonte, Liguria e Lombardia e quindi sottoposta a fortissime
pressioni sanitarie dall’esterno, i risultati gestionali del sistema sanitario della
Provincia evidenziano:
- Per l’ASO una delle migliori performance tra le ASO della Regione i
termini di complessità dei ricoveri e equilibrio economico
- Per l’ASL il raggiungimento di un bilancio gestionale in lieve attivo,
nonostante le difficoltà della fusione e la fuga extraregionale.
- Per il sistema del MMG uno dei risultati migliori in regione per il
miglioramento in termini di appropriatezza delle prescrizioni
farmaceutiche
n Forte motivazione dei professionisti coinvolti. Esiste un buon livello
di discussione scientifica e professionale tra tutte le professioni, comprovato
anche dall’alto numero di convegni scientifici organizzati dai vari attori, e la
motivazione ad affrontare i problemi in modo sistematico è comunque
elevata.
n Accettabile livello di collaborazione interaziendale ASO/ASL. Dopo
un periodo relativamente lungo di conflittualità le attuali Direzioni dell’ASL
e dell’ASO hanno sviluppato numerose azioni di collaborazione ed
integrazione, pur nel rispetto della differenziazione tra le mission delle due
aziende (produzione e tutela), con risultati già osservabili direttamente e con
una sufficiente disposizione alla collaborazione strategica, orientandosi
entrambe all’interesse del cittadino.
n Buona comprensione delle variabili epidemiologiche. Ad Alessandria
ha sede il Servizio Sovrazonale di Epidemiologia – Servizio Regionale di
Malattie Infettive (SSepi – SeReMI) che ha sviluppato negli anni una buona
comprensione delle principali variabili epidemiologiche del territorio
provinciale e Regionale. Inoltre il percorso di definizione dei PEPS (Profili e
Piani di Salute), programmato dal piano sanitario Regionale, si è sviluppato in
tutti i distretti dell’ASL AL in modo efficace, portando all’elaborazione della
bozza dei Profili di Salute per tutti i territori della provincia. L’esistenza di

620
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

tali dati, che riguardano numerosi indicatori dello stato di salute, fornisce un
quadro di riferimento importante per orientare la programmazione sanitaria.
n Accettabile chiarezza nella definizione dei rapporti pubblico privato.
La definizione dei contratti di produzione tra Regione/ASL e produttore
privato, in base ai quali nel 2009 si è definito il tetto massimo di produzione
effettuabile dai produttori privati, e la tipologia di tale produzione, pur con
svariati limiti, ha rappresentato un elemento di “chiarezza di contesto” che ha
determinato, tra l’altro lo scenario in cui ha potuto svilupparsi la proposta di
integrazione ospedale/territorio con sviluppo della
lungodegenza/riabilitazione di I livello nelle strutture private della zona ed
integrazione con le strutture del Borsalino.
Elementi di criticità
o Caratteristiche epidemiologico demografiche della popolazione. La
Provincia di Alessandria presenta una tra le popolazioni più anziane d’Italia
per quanto riguarda la struttura della popolazione: se questo rappresenta un
valore positivo per la lunga aspettativa di vita, comporta ovviamente anche
una maggiore necessità di welfare e un incremento delle problematiche
assistenziali. Oltre a ciò è anche elevata l’incidenza di malattie croniche
degenerative, in parte legate all’invecchiamento, in parte agli stili di vita ed in
parte allo sviluppo industriale del territorio. La necessità di orientare in questo
senso i servizi socio-sanitari rappresenta quindi una necessità ineludibile.
o Mancata integrazione tra sistema sanitario e Università/ricerca. Il
problema delle disconnessioni del Sistema Universitario Italiano con il sistema
“produttivo” è ampiamente dibattuto. Per le professioni sanitarie il problema
è accentuato dal fatto che, soprattutto per le specializzazioni mediche non
esiste pianificazione legata ai fabbisogni reali di inserimenti lavorativi. La
possibilità di convenzionare reparti clinici dove poter fare formazione in
ambito ospedaliero è sporadica, non sistematica e legata a rapporti personali.
Il problema è analogo anche per le altre professioni sanitarie: in questo
specifico ambito le sezioni della scuola Universitaria per Infermieri
professionali di Alessandria e Tortona sono solo parzialmente inserite nel
territorio e l’offerta è limitata al personale infermieristico mentre sarebbe
opportuno un suo ampliamento ad altri settori (es. tecnici di radiologia).
o L’Integrazione tra i vari attori istituzionali (ASL, ASO, Consorzio Socio
Assistenziale) se pure presente è sicuramente limitata e migliorabile. E’
oggettiva una certa autoreferenzialità delle aziende/enti che tende a riprodurre
l’autoreferenzialità dei professionisti che operano in ambito sanitario. Anche
l’essere portatori di ”interessi” aziendali differenti (produzione di servizi,
tutela della salute, tutela del welfare sociale) spesso porta a dimenticare la
centralità e unicità della persona. La continuità Ospedale-Territorio e
l’integrazione socio-sanitaria non sono ottimali. Occorre inoltre “snellire” gli
aspetti burocratici.
o L’Integrazione e differenziazione produttiva con il privato è appena
accennata e non ancora sufficientemente sviluppata. Ci sono effetti legati al
passato in cui i rapporti con il sistema pubblico erano improntati ad una
franca competitività che ha portato, anche per scelte regionali, ad una
duplicazione di servizi e ad una inappropriatezza delle prestazioni a controlli
“burocratici” e a non condivisione delle regole tra i due sistemi. Come detto
la risposta sta nei “contratti di produzione” e nello sviluppo di modelli di
integrazione orientati alla copertura dei fabbisogni reali dei cittadini.

621
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

o Criticità del modello di cure : anche se molto è stato fatto negli ultimi
anni il modello generale di cura “introiettato” dai cittadini è ancora fortemente
ospedalo centrico ed il ruolo del MMG è non completamente valorizzato né
dai professionisti che operano negli ospedali, né dagli stessi pazienti. La
mancanza di possibilità di interventi diagnostici urgenti e tempestivi sul
territorio limita la possibilità di gestire al di fuori dell’Ospedale molte
situazioni, portando ad un intasamento del Pronto-Soccorso.
o Duplice ruolo dell’Ospedale di Alessandria che deve funzionare sia da
Ospedale di Città di I livello per i cittadini del distretto di Alessandria, sia da
Ospedale di II livello di alta specializzazione per tutta la Provincia: questa
distinzione non è completamente chiara, né ai professionisti che operano
nell’Ospedale di Alessandria e negli altri Ospedali della Rete Provinciale, né
ai cittadini.
o Sono presenti a vario livello le problematiche delle organizzazioni a
matrice complesse: non essendoci protocolli formalizzati che regolano i
rapporti tra i vari Enti, spesso di fronte ai problemi concreti gli attori si
concentrano sul proprio ruolo e non sul problema reale e la situazione nei
rapporti intersistituzionali e in quelli operativi può oscillare tra la rigidità
burocratica e lo “sfarinamento indistinto” (tutti fanno un po’ di tutto e non
si capisce chi fa cosa)
o Difficoltà a considerare le risorse investite in sanità una possibilità di
sviluppo economica per un territorio: lo sviluppo della tecnologia e la
possibilità di ricorrere in sanità a cambiamenti organizzativo-gestionali che
attirino e determinino investimenti sul territorio è ampiamente sottovalutata.
Gli elementi di criticità, nonostante i punti di forza determinano un sistema Socio-Sanitario
non sufficientemente integrato con frammentazione dell’offerta e conseguenti disservizi
per il cittadino, e dispersione di risorse.

ScEltA dEllE lInEE StrAtEgIchE


Le linee strategiche individuate dalla discussione e riportate nell’albero dei problemi e
nella mappa delle opportunità possono essere individuate nelle seguenti per ciascuna delle
quali si annotano brevemente alcune possibilità/ipotesi concrete di progetti:
linea 1 - ricerca e formazione in ambito sanitario
Questo settore è fortemente definito da vincoli esterni sui quali l’intervento non è facile.
Occorre pensare da un lato a definire un rapporto strutturale con l’università sia per
l’ambito strettamente tecnico sanitario, sia per gli ambiti di sviluppo
organizzativo/legislativo.
In ambito tecnico occorre:
a) ottenere la presenza ad Alessandria non solo delle scuole per infermieri
professionali ma anche per tecnici di radiologia e laboratorio
b) ottenere per l’ASO la qualifica di Ospedale di insegnamento
universitario per renderlo disponibile stabilmente ai tirocini delle
specializzazioni.
Una linea di sviluppo sicuramente utile inoltre può essere quella di condividere con le
facoltà non sanitarie presenti ad Alessandria lo studio di modelli organizzativi innovativi
in ambito di gestione sanitaria.

linea 2 - promozione della Salute


La carenza di educazione sanitaria, le caratteristiche epidemiologiche della popolazione

622
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

(vedi sopra), la mancanza di informazioni sulla utilizzabilità dei servizi, rendono utili
interventi in questo settore.
In questo campo può essere utile coinvolgere le associazioni di volontariato in ambito
sanitario, numerose e presenti nella città e fortemente disponibili a farsi coinvolgere in
progetti di educazione alla salute: l’integrazione di questi progetti in un “cartellone”
annuale con il coinvolgimento dell’Assessorato Comunale all’Assistenza e del’Assessorato
Provinciale può essere una linea di sviluppo interessante.

linea 3 - costruzione di comunità Sanitaria Integrata


Rappresenta la linea di sviluppo portante di tutte le azioni che si possono mettere in campo
perché in questo ambito ci si possono aspettare risultati oggettivi in tempi ragionevoli.
Essendo vincoli di contesto predefiniti sia il modello generale di assistenza sanitaria (ruolo
dei MMG e degli Ospedali) sia il PSR occorre agire sull’integrazione tra i vari attori del
sistema.
In questo senso vano sviluppati ad esempio:
protocolli quadro interistituzionali dei rapporti tra Aziende, Enti Gestori, Provincia,
Comune
protocolli operativi relativi alle “intersezioni del sistema” : es Ospedale territorio per
continuità assistenziale (già esistente), ospedale, ASL, Strutture accreditate per l’invio dei
pazienti in lungodegenza o l’uso corretto dei vari livelli riabilitativi o della riabilitazione
specialistica. (già esistenti), protocolli tra 118 e ospedale ecc.
protocolli interprofessionali.
Ovviamente lo sviluppo di tali protocolli è istituzionale per i vari Enti e non riguarda il
tavolo che potrebbe però svolgere con un apposito progetto di studio la funzione di
stimolo, elencazione dei protocolli da stilare, monitoraggio della loro applicazione ed
eventuale loro revisione.
Per la costruzione della “Comunità Sanitaria integrata” lo sviluppo dei sistemi informatici
può giocare un ruolo fondamentale: attualmente al situazione è frammentata e progetti di
sviluppo/integrazione possono avere sicuri riscontri positivi.

un argomento sullo sfondo: il nuovo ospedale


La definizione del modello di nuovo ospedale non riguarda sicuramente questo tavolo ma
il corretto tavolo istituzionale a cui il protocollo Regione Comune attribuisce questa
responsabilità.
In relazione al discorso sul duplice ruolo del’Ospedale di Alessandria, peraltro, gioca un
ruolo rilevante la localizzazione con la necessità di studiare in modo approfondito la
raggiungibilità del nuovo ospedale, non solo dalla città di Alessandria ma da tutto il
territorio della provincia.
Per questo vanno considerate, in prospettiva di medio-lunga durata le modificazioni
strutturali della viabilità
Anche lo sviluppo nel territorio provinciale di settori industriali che garantiscano funzioni
integrate tra l’Ospedale di Alessandria e gli ospedali della rete provinciale (es. centrale di
sterilizzazione, magazzini centralizzati per farmaci ecc.) o altro può rappresentare
occasione di sviluppo da studiare.
Infine può essere rilevante approfondire le tematiche legate all’integrazione tra Ospedale
di Alessandria e gli ospedali della rete (Hub e spoke) nella logica delle caratteristiche che
dovrà avere il modello di nuovo ospedale.
Per le ragioni sopra esposte i membri di Tavolo hanno concordato di non presentare
schede progetto sul questa tematica, ritenendo che non fosse opportuno evidenziare una
linea strategica sul tema, in quanto appariva evidente la sua rilevanza, da un lato, ed in
quanto l’argomento del nuovo ospedale è già oggetto di discussioni in altri ambiti,

623
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

dall’altro. Tuttavia, si è ritenuto corretto fare cenno a tale questione, sia per la sua rilevanza
strategica, sia perché le 3 linee strategiche decise dal Tavolo dovranno necessariamente
essere considerate alla luce degli scenari che si andranno a definire.
Si ritiene quindi che le linee strategiche individuate a questo Tavolo, e le schede progetto
ad esse correlate, debbano essere tenute in considerazione dai soggetti decisori nelle
valutazioni inerenti a tale problematica di natura strutturale.

624
Asse IV - Sviluppo di comunità
tavolo 3 garanzia di qualità della salute
AnAlISI S.W.o.t.

puntI dI forzA puntI dI dEBolEzzA


Dotazione con risorse umane strutturate e cultura aperta Rapporto con Università non sufficiente
Risposte adeguate ai bisogni sanitari e socio assistenziali Integrazione tra ospedale e territorio migliorabile
Capacità dei professionisti e del sistema sanitario di sfruttare la rete degli ospedali Programmazione sul distretto che crea mismatching tra domanda ed offerta (sostenibilità
provinciali di sistema)
Disconnessione tra l’Ospedale di capoluogo della provincia e la rete degli ospedali
Logistica eccezionale con ottimi accessi alle infrastrutture
provinciali (Ospedale di città e non di rete)
Accordo ASO ASL con privati – implementazione long term care Criticità sulla collocazione pazienti anziani non autosufficienti
Territorio di confine e attrattività da altri territori
Separazione organizzativa e non integrazione tra le attività degli ospedali della Provincia
con l’Ospedale di Alessandria

Carente o inadeguata programmazione nella distribuzione dei posti letto per anziani tra
convenzionati e autorizzati (tra strutture residenziali convenzionate e quelle accreditate)

Ricoveri per persone provenienti da altri territori in ambito sociale con aggravi di costi sul
sistema locale
Carenza di assistenza domiciliare per pazienti in fase terminale

Asse IV - Sviluppo di comunità


tavolo 3 garanzia di qualità della salute
AnAlISI S.W.o.t.

opportunItà mInAccE
Integrazione reale tra struttura ospedaliera e territorio Evitare la mobilità passiva
Riorganizzazione della rete ospedaliera (valutazioni logistiche e di servizi) Minaccia demografica (mancato investimento sulle nuove generazioni)
Investimenti in tecnologia e connessioni con il tessuto industriale Incapacità di soddisfare nuove esigenze e di formare nuove competenze
Valutazione delle professionalità future e creazione nuovi posti di lavoro Programmazione mancata sui giovani di didattica universitaria e sulla scuola specializzata
Creazione di strumenti di partnership per progetti
Pianificazione della sanità privata
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 3 garanzia di qualità della salute
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE)

Sistema socio-sanitario non pienamente integrato con frammentazione dell’offerta e ridotta proposta di cure domiciliari

linea 1
linea 2

mancata integrazione tra i sistemi sanitario mutazioni epidemiologiche, demografiche


ed universitario e di stili di vita

non piena carenza di Invecchiamento


mancanza di educazione della
integrazione
professionisti sanitaria popolazione
ricerca tra atenei
della salute
e territorio
malattie
croniche

carenza offerta Scuole


mancata attività formativa specializzazione
di pianificazione professioni mediche
sanitarie

fAttorE
ESogEno

logistica
ospedaliera

piano socio-
location
trasporti sanitario regionale
distribuzione inadeguata degli
pubblici
farmacie attuali ospedali

modello
sanitario
fAttorE problemi di
ESogEno accesso

fAttorI
ESogEnI
linea 3

criticità del necessità di ulteriore


Integrazione
modello di cure formalizzazione di
interaziendale
primarie protocolli operativi

ruolo non pienamente mancanza


problematice di
carenza di definito dell’ospedale di protocolli
personale negli studi mancanza
servizio di diagnostica Alessandria vincolanti
associati dei medici di protocollo
territoriale d’urgenza sottoscritti da
famiglia interistituzionale
ASo, ASl,
al fine di dare
comune,
piena
rapporti di provincia,
attuazione agli
collaborazione e consorzi,
fAttorE interventi
programmazione ordini
Eccesso di
ESogEno tra ASo e ASl professionali
burocrazia

necessità di protocolli clinici


integrazione tra duplice ruolo
rigidi
struttura
duplicazione sanitaria e socio-
interventi sanitari assistenziale
sullo stesso
soggetto (mancanza
di clinical
governance) Autoreferenzialità
rispetto alla
competenza delle
due aziende

pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA


Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 3 garanzia di qualità della salute
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE)
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 3 garanzia di qualità della salute
AlBEro dEI proBlEmI (EffEttI)

necessità di reperire posti letto difficile umanizzazione del rapporto con l’utente

Intasamento
ricoveri difficoltà di Inadeguata Informazione e
dEA/pronto tempi di attesa
inappropriati accesso informazione comunicazione
Soccorso

disservizi al cittadino
uso non
appropriato
dell’ospedale

Sistema socio-sanitario non pienamente integrato con frammentazione dell’offerta e ridotta proposta di cure domiciliari
Spreco di risorse

duplicazione di attività

non piena integrazione socio-


sanitaria ed assistenziale

dispersione di risorse

pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA


Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 3 garanzia di qualità della salute
AlBEro dEI proBlEmI (EffEttI)
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

630
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

ASSE IV SVIluppo dI comunItà


tavolo 3 garanzia di qualità della salute

lInEE StrAtEgIchE

linea 1 ricerca e formazione in ambito


sanitario

linea 2 promozione della salute

costruzione di comunità
linea 3
sanitaria integrata

631
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

ASSE IV SVIluppo dI comunItà


tavolo 3 garanzia di qualità della salute

PARTE B – ELENCO DELLE SCHEDE


PROGETTO/AZIONI

1. Attivazione nuovi corsi di laurea in ambito sanitario


2. Il Sindaco “messaggero” di salute
3. BenEssere
4. Nasce una mamma
5. Rete sanitaria informatica provinciale
6. Medicina di gruppo integrata
7. Cure primarie integrate

632
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 1
titolo:
Attivazione nuovi corsi di laurea in ambito sanitario

ricerca e formazione in
linea 1
ambito sanitario

Sottotitolo:
In riferimento alla significativa richiesta di professionalità quali Tecnici di Radiologia
(TSRM), Tecnici della Riabilitazione e Infermieri Pediatrici, il progetto si propone di
attivare corsi di laurea per formare tali professionalità in Alessandria, sede di Azienda
Ospedaliera dotata di alte tecnologie e di professionalità utili allo sviluppo professionale
delle figure individuate:
- per TSRM con la presenza in ASO di tutte le possibili tecnologie in ambito
diagnostico e terapeutico (TAC, RMN, PET, Acceleratore lineare per
Radioterapia)
- per Tecnici della Riabilitazione con la presenza sia di attività ambulatoriale,
sia per ricovero in II e III livello (Presidio Borsalino)
- per Infermieri Pediatrici con la specificità dell’Ospedale Infantile “Cesare
Arrigo”
- operatori connessi alle attività distrettuali
- presidi ospedalieri ASL AL.
Potranno essere ricercate opportune sinergie in termini di docenti e di sedi didattico-
formative nell’ambito dell’intera provincia.
Soggetti proponenti:
n ASO Alessandria
n ASL AL
n IPASVI
n Comune Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto si articola in diverse fasi:
Fase I) Analisi dei fabbisogni formativi
Fase II) Progettazione dell’offerta formativa conforme ai requisiti normativi ed in linea con
le esigenze del mercato
Fase III) Implementazione dei corsi di laurea in collaborazione con l’università
Fase IV) Individuazione e monitoraggio di opportuni indicatori di valutazione dell’efficacia
formativa

finalità generali:
o Implementare un’offerta formativa efficace e in linea con le esigenze del
mercato
o Favorire un’effettiva mobilità degli studenti
o Fornire nuove occasioni di lavoro
o Garantire una migliore offerta di Servizi per la Salute attraverso la
formazione di figure professionali nel contesto dei Servizi Sanitari presenti in

633
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

città
risultati:
Formazione di figure professionali specialistiche e formate in un contesto altamente
specializzato quale l’Azienda Ospedaliera di Alessandria, come precedentemente descritto.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il D.L.vo 30 /12/92 n° 502 art.6, comma 3, con riferimento alla formazione del personale
di area sanitaria prevede specificamente che:
la formazione avviene in sede ospedaliera, ovvero in altre strutture del SSN ed istituzioni
private accreditate
le regioni e le Università attivano appositi protocolli d’intesa per l’espletamento dei corsi.
Le sedi universitarie dei corsi di Laurea per la regione Piemonte sono la Facoltà di
Medicina e Chirurgia e Scienze della salute dell’Università del Piemonte Orientale
“Amedeo Avogadro” e la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’ Università degli Studi di
Torino.
Le Università sulla base della programmazione regionale, approvano con cadenza annuale
e per la durata degli interi cicli attivati, un programma in cui sono previsti:
l i Corsi di Laurea e i corsi di laurea specialistica da attivare in relazione alle
specifiche figure professionali nonché il numero degli operatori da formare
annualmente in relazione al fabbisogno formativo del SSR e delle strutture
private nell’ambito territoriale regionale
l le risorse a disposizione.
L’azienda Sanitaria e l’Università concordano altresì le modalità di utilizzo delle strutture
e del personale non universitario con funzione di docenza, di coordinamento
teorico/pratico, di tutorato, di affiancamento, nonché di attività di segreteria didattica.
costi:
Gli oneri finanziari conseguenti all’attivazione dei singoli corsi di laurea delle Professioni
Sanitarie, vengono quantificati in piani finanziari relativi all’intero ciclo formativo e
predisposti per annualità di corso tenendo conto di:
a numero di studenti iscritti
a strutture didattiche ( aule laboratori, attrezzature, arredi e materiali
didattici)
a servizi amministrativi
a servizi per studenti e tutors
a attività didattiche teoriche e tecnico/pratiche(tirocini guidati, esercitazioni
di laboratorio, attività professionalizzanti)
a seminari interdisciplinari e stages fuori sede
La Regione, in sede di definizione annuale delle modalità di finanziamento delle Aziende
Sanitarie determina, sulla base del Piano finanziario, il limite del concorso del Fondo
sanitario regionale e gli oneri connessi alla formazione delle figure professionali.
fattibilità:
I proponenti il progetto ritengono opportuno coinvolgere le strutture sanitarie private.

634
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

cronoprogramma:
gen feb mar Apr mag giu lug Ago Sett ott nov dic

AnAlISI dEI fABBISognI


formAtIVI

fASE II) progEttAzIonE


dEll’offErtA formAtIVA

fASE III) ImplEmEntAzIonE


dEI corSI dI lAurEA In
collABorAzIonE con
l’unIVErSItà
fASE IV) IndIVIduAzIonE E
monItorAggIo dI
opportunI IndIcAtorI

635
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 2
titolo:
Il Sindaco “messaggero” di salute

linea 2 promozione della salute

Sottotitolo:
Ruolo primario del Sindaco nei confronti dei problemi sanitari è quello di promuovere e
sviluppare i rapporti con la popolazione e la partecipazione di quest’ultima alle
problematiche della salute. Ecco perché è importante che il Sindaco attivi azioni di
promozione e tutela della salute, volte al miglioramento della qualità della vita, al benessere
del singolo come benessere della comunità, in linea con il progetto ‘Città sane’ dell’
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS ).
Soggetti proponenti:
- Comune di Alessandria - Assessorato alla Salute e Rapporti con i Servizi
Sanitari
- Asl AL
- ASO
- Ordine dei medici
descrizione del progetto:
PREMESSA
Per chi ha responsabilità nel governo della comunità e della sanità pubblica promuovere
interventi di educazione alla salute – intesa come iniziative capaci di aumentare le
conoscenze le consapevolezza dei singoli e di incidere sugli stili di vita – è una scelta
dovuta. L’importanza dei comportamenti individuali per la salvaguardia della salute è del
tutto evidente: secondo i dati dell’ OMS oltre la metà delle cause di morte più frequenti e
circa il 60% dell’onere della spesa sanitaria in Europa è il risultato di soli 7 fattori di
rischio: ipertensione, fumo di tabacco, elevato consumo di alcool, ipercolesterolemia,
obesità, scarso consumo di frutta e verdura, scarsa attività fisica. Altrettanto evidente
quindi che la modificazione degli stili di vita ‘ non salutari’ rappresenta un tema di politica
sanitaria generale molto importante.
Le più avanzate esperienze internazionali e nazionali ci segnalano che i soli interventi di
educazione alla salute – oggi meglio definiti come ‘empowerment della popolazione’ per
rafforzare la consapevolezza e la capacità dei singoli e della collettività nell’attenzione alla
salute e al benessere – non sono sufficienti se non accompagnati da azioni dirette a
modificare i cosiddetti ‘determinanti sociali e ambientali’, cioè quei fattori che influiscono
sul nostro stato di salute attraverso condizioni generali come la mobilità, l’assetto urbano,
i sistemi commerciali, i sistemi scolastici, le disuguaglianze sociali, l’uso appropriato e
l’accessibilità ai servizi socio-sanitari, la qualità dell’aria urbana, etc.
L’esperienza internazionale dell’ OMS con il progetto ‘Città sane’ (che annovera oggi più
di 1200 città in 30 paesi europei, di cui quasi 100 in Italia riunite dal 2001 in una
Associazione senza scopo di lucro, tra queste è associata nella sezione italiana anche il
Comune di Alessandria) ha sviluppato progetti e attività puntando su tre punti
fondamentali: 1) L’integrazione fra le politiche di gestione diretta della salute e le politiche
strategiche che appartengono ad altri settori dell’attività amministrativa, ma hanno
636
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

un’influenza sulla salute dei cittadini intesa in senso ampio; 2) La promozione di uno
sviluppo della città fondato sull’equità, sulla sostenibilità e sull’attenzione alla persona, al
suo valore e alle sue esigenze; 3) la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche che
hanno un concreto effetto sulla loro vita. Il progetto dell’ OMS ‘Città sane’ può quindi
rappresentare un importante riferimento e un ‘filo conduttore’ per la programmazione e
lo sviluppo di un progetto che individui nel Sindaco il promotore di attività e azioni ideate
e sviluppate in stretta collaborazione con le Aziende sanitarie, altre Amministrazioni
pubbliche, Università, Scuole, Associazioni di categoria e volontariato, realtà economiche
e produttive interessate ai temi della promozione della salute, della qualità della vita e del
benessere, con partenariati attivati secondo le esigenze e le finalità delle azioni.
IL PROGETTO
Il ruolo dell’Ente locale è – come si è detto - di assoluta rilevanza nella programmazione
e individuazione del sistema di tutela socio-sanitaria del proprio territorio, soprattutto in
un quadro di mutata realtà demografica, di maggiore attesa di vita e di ‘transizione
epidemiologica’ con una sempre maggiore incidenza di malattie croniche e invalidanti.
Peraltro se lo stile di vita dei cittadini – cioè il modo in cui ognuno di noi si atteggia nei
confronti della propria salute, sia mentale che fisica - ha una ricaduta non solo in termini
di aspettative e qualità di vita personale e collettiva, ma anche nella prospettiva di un
contenimento e di una riqualificazione della spesa socio-sanitaria,il luogo nel quale meglio
si può esercitare il controllo e la proposta è senza dubbio il Comune.
Pertanto un coinvolgimento diretto del Sindaco in una comunicazione istituzionale a
largo raggio per socializzare i comportamenti ritenuti maggiormente utili per una condotta
di vita sana, appare –tenuto conto come si è detto della varietà di determinanti non solo
sanitari che incidono sullo stato di salute collettiva – utile alle finalità di un progetto di
educazione alla salute di ampio respiro: il titolo e il logo del progetto potrebbero in modo
suggestivo richiamarsi al Sindaco della città quale “ Messaggero di salute”.
Per dare il necessario supporto al Sindaco e al progetto – che si muove lungo il filo
conduttore e i temi dell’esperienza internazionale dell’ OMS ‘ Città sane’- è necessario
costituire una ‘cabina di regia’ all’interno della quale operino non solo competenze
professionali sanitarie e socio-assistenziali , ma anche figure rappresentative di quelle
altre componenti istituzionali (istruzione, lavoro, casa, cultura, tempo libero, etc) che
sappiamo incidere in maniera significativa sulla salute e in grado di pianificare azioni ed
eventi coinvolgendo e attivando partners (Amministrazioni pubbliche, Università, Scuole,
associazioni di categoria e di volontariato, realtà economiche e produttive, etc) secondo
le esigenze e le finalità.
La strategica linea 2 (Promozione della Salute) evidenzia come la carenza di educazione
sanitaria, le caratteristiche epidemiologiche della popolazione, gli ambienti di vita e di
lavoro, la mancanza di informazioni sulla utilizzabilità dei servizi, rendano indispensabili
interventi di “Promozione della salute”.
Il progetto si muove proprio in questo solco, proponendo un insieme coordinato:
l di confronti a diversi livelli per condividere riflessioni, analisi del contesto
locale, ricognizione delle dinamiche in corso, analisi multidimensionali
dell’ambiente urbano;
l di azioni finalizzate all’informazione e alla sensibilizzazione sui temi del
benessere, dello “star bene”, della prevenzione e della cura;
l di riflessioni sugli stili di vita, sull’organizzazione dei tempi di vita;
l di iniziative tese a far conoscere i servizi esistenti sul territorio, siano essi
direttamente connessi alle tematiche della diagnosi e della cura delle patologie,
siano essi “di riferimento” della rete di servizi che contribuisce in modo
determinante a garantire livelli accettabili di protezione sociale e di qualità

637
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

della vita;
l interventi tesi a diffondere nuovi paradigmi culturali dello “star bene” e
l’uso di strumenti efficaci di tutela dei diritti e di autotutela dei cittadini.
finalità generali:
o Creare a livello locale una influente rete di sostenitori della salute pubblica.
o Sviluppo di iniziative ed eventi finalizzate alla tutela di persone sane e
all’adozione di stili di vita salutari.
obiettivi specifici:
Obiettivo specifico è la sensibilizzazione della cittadinanza alle problematiche riguardanti
la salute nelle sue diverse accezioni, focalizzando l’attenzione su argomenti quali p.es.: il
fumo, l’alcool, l’alimentazione, le nuove dipendenze, le malattie cronico-invalidanti (
patologie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie, etc. ), i diritti, la terza età, l’AIDS,
la sicurezza, la pratica della prevenzione, la coesione sociale, la mobilità, i diversamente
abili, la salute mentale, l’infanzia e l’adolescenza, la solidarietà sociale e tutto quello che
incide sullo stato di salute inteso non solo a livello medico-sanitario ma anche sociale,
psichico, fisico e relazionale.
Attività:
Lo sviluppo del progetto permette una compiuta articolazione delle fasi di attività.
Fase di analisi e di condivisione – è una fase importante di esplicitazione e di condivisione degli
elementi di conoscenza, che potrà permettere anche di approfondire i percorsi analitici e
di completare l’analisi multidimensionale dell’ambiente urbano approfittando degli sforzi
già compiuti per la predisposizione delle linee strategiche e per l’elaborazione dei nuovi
strumenti urbanistici. E’ presumibile che essa si possa articolare in sessioni di convegnistica
dedicata, pubblicazioni di carattere divulgativo e coinvolgimento dei mass media locali ..
Il target di riferimento è rappresentato da tutti i soggetti in grado di svolgere una funzione
di partenariato , di ‘opinion leader’ e di mediatori culturali.
Fase d’informazione e di sensibilizzazione sui temi del benessere, dello “star bene”, della prevenzione e
della cura – Raggruppa tutte le azioni tendenti a svolgere un’azione di sensibilizzazione sui
temi ricordati, in modo tale da promuovere l’acquisizione di nuovi paradigmi culturali che
possono determinare anche riflessioni sugli stili di vita, sui modelli di consumo,
sull’insieme delle azioni di prevenzione e di tutela della salute e dello “star bene”.
Allo stato attuale è prevedibile che essa si orienti verso due tipologie di attività:
1) le iniziative finalizzate a formare soggetti in grado di svolgere la preziosa
funzione di mediazione culturale per ruolo ricoperto (insegnanti, medici, …)
o per caratteristiche personali o d’impegno (volontari, …);
2) le iniziative rivolte ai cittadini (giovani, ma non solo: famiglie, anziani,
gruppi associativi e sportivi, etc..) attraverso il presidio di media di amichevole
frequentazione, ovvero di “inserti” in momenti di consumo collettivo, ovvero,
ancora, con eventi pubblici dedicati. La sensibilizzazione dei cittadini su temi
legati alla salute e alla qualità di vita dovrebbe riguardare, come si è detto, temi
quali: il rischio dell’esposizione a fattori ambientali nocivi (smog, acqua, rifiuti,
etc. ), l’incremento delle malattie croniche e tumorali dovuto a stili di vita non
salutari (fumo, alimentazione, alcool, dipendenze, sedentarietà, etc. ), le
malattie infettive, incidenti stradali e domestici, le emergenze sanitarie
pubbliche, etc.
Fase dedicata alla conoscenza dei servizi esistenti sul territorio – La crescita di consapevolezza dei
nuovi paradigmi personali e collettivi del concetto di benessere passa anche attraverso la

638
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

conoscenza sedimentata dell’insieme dei servizi offerti dal territorio siano essi direttamente
connessi alle tematiche della diagnosi e della cura delle patologie, siano essi “di
riferimento” della rete dei servizi alla persona che contribuisce in modo determinante a
garantire livelli accettabili di protezione sociale e di qualità della vita. E’ una fase delicata,
che ha un obiettivo recondito: indurre processi di sviluppo qualitativo dei servizi stessi ed
accrescere i loro livelli di copertura della domanda.
Gli strumenti tradizionali di intervento (pubblicistica dedicata, incontri operatori-fruitori,
visite guidate, …) non devono impedire di cogliere l’importanza e l’innovatività della Fase,
soprattutto in merito allo sviluppo di nuova consapevolezza che può portare a ridisegnare
il concetto di diritti di cittadinanza per la parte riguardante i servizi di protezione e tutela.
Fase di formazione all’uso di strumenti efficaci di tutela dei diritti e di autotutela dei cittadini – La
nuova consapevolezza può rappresentare un potente strumento d’influenza dei processi
decisionali e di controllo. Partendo da questo assioma, è facile intuire come questa fase
assuma una rilevanza decisiva nel quadro complessivo del progetto. In questo caso, a
fianco degli strumenti tradizionali (pubblicistica dedicata, incontri operatori-fruitori, …)
assume una particolare rilevanza l’azione che può essere svolta dalle associazioni di tutela
quali il Tribunale del Malato, ovvero le associazioni di rappresentanza dei cittadini e dei
consumatori, che va sostenuta e promossa.
Fase di realizzazione di eventi pubblici di particolare risonanza e di coinvolgimento della comunità – A
sostegno delle precedenti fasi a cura della ‘cabina di regia’ saranno progettate e realizzate
( con l’uso più efficace ed esteso possibile di tutti i partners più utili allo scopo) eventi e
manifestazioni pubbliche con una forte connotazione ‘simbolica’ e di grande impatto
mediatico. Si propone p.es. ( sull’esempio di analoghe iniziative avviate con successo in
altre città): eventi- pilota per incrementare l’attività motoria e combattere la sedentarietà
(bambini accompagnati a piedi a scuola con l’ausilio di genitori, insegnanti, studenti di
altre scuole; periodiche passeggiate di gruppo su strade urbane ed extra-urbane con la
guida di un esperto; chiusura del traffico veicolare in alcuni settori della città con eventi
all’aria aperta quali lezioni di ginnastica, yoga, taiqui quan, etc. sotto la guida di esperti
della salute); mercatini di prodotti sani e biologici; giochi per bambini all’aperto; eventi
musicali e di ballo; gare di bicicletta e di corsa; etc.
risultati attesi:
Una migliore educazione sanitaria porta una riduzione del rischio di ammalarsi.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Le risorse per la realizzazione del progetto potranno derivare da:
l soggetti pubblici:
Comune di Alessandria - Assessorato alla Salute e Rapporti con i Servizi Sanitari
Regione Piemonte – Settore Promozione della Salute. Interventi di prevenzione
individuale e collettiva;
l soggetti a capitale privato:
Fondazioni bancarie
costi:
Il modulo “annuale” richiede un impegno di spesa di Euro 50.000= così come di seguito
indicato:

639
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

tIpologIA coSto complESSIVo


A) rISorSE umAnE € 10.000,00
B) StrumEntI dI dIffuSIonE € 20.000,00
Stampa materiali 5.000,00
Realizzazione Convegni (catering …) 10.000,00
c) StrumEntI dI InformAzIonE € 20.000,00
Messaggi promozionali su radio e stampa locale 10.000,00
totAlE (A+B+c) € 50.000,00
I costi potranno variare a progetto esecutivo redatto.
fattibilità:
Finanziamenti regionale e privato da verificare.
Condivisione del progetto da parte di Associazioni di volontariato e di Associazioni di
consumatori.
cronoprogramma:
Modulo annuale rinnovabile:

Azione mESI

0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2

1 Fase di analisi e di condivisione

2 Fase d’informazione e di sensibilizzazione sui temi


del benessere, dello “star bene”, della prevenzione e
della cura
3 Fase dedicata alla conoscenza dei servizi esistenti
sul territorio
4 Fase di formazione all’uso di strumenti efficaci di
tutela dei diritti e di autotutela dei cittadini

640
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 3
titolo:
BenEssere

linea 2 promozione della salute

Sottotitolo:
Dar vita a prospettive comunicative e a prassi creative per attivare la promozione della
salute presso gli adolescenti, oltre gli stereotipi mediatici.

Soggetti proponenti:
- Il Comune di Alessandria, Assessorato alla Salute, Rapporti con i Servizi
Sanitari e Immigrazione,
- l’Asl locale,
- ASPAL servizio giovani e mediazione culturale
descrizione del progetto:
L’ipotesi progettuale si innesta sull’esperienza svolta nell’ambito del progetto “Inqui-età,”
che ha coinvolto diverse classi di Alessandria. Riferito alla declinazione del concetto di
“regola” il progetto era finalizzato alla progettazione e alla realizzazione di formati
mediatici che permettessero una comunicazione orizzontale tra i soggetti coinvolti e il
territorio in cui vivono, offrendo un punto di vista inedito e nuovi stili comunicativi per
stimolare un maggiore coinvolgimento dei più giovani.
Su queste basi, si propone di articolare un nuovo progetto formativo che, a partire dai
prodotti realizzati, stimoli una riflessione condivisa e un processo realizzativo che ponga
al centro il concetto di salute, inteso non solo in senso sanitario e fisico, ma anche in
riferimento alla promozione dell’agio e del benessere psicologico, sociale e culturale.
Sulla falsariga della metodologia utilizzata con successo, si propone di utilizzare i formati
mediali e comunicativi come oggetti di riflessione e come strumenti di espressione per
interrogarsi sul ruolo che la comunicazione assume nell’universo giovanile contemporaneo,
come vettore e promotore di modelli comportamentali, in particolare rispetto a temi che
esprimano il concetto di “benessere psico-fisico”.
Il progetto si articola in diverse fasi, complessivamente replicabili in successive annualità:
Fase I - Formazione rivolta agli insegnanti per rafforzare al meglio il ruolo della scuola e
stimolare la partecipazione attiva degli studenti.
Fase II - Lavoro con i ragazzi partecipanti riferito al confronto tra le percezioni individuali e
collettive e allo sviluppo di capacità critiche rispetto all’universo mediatico in cui si vive.
La fase di analisi e progettazione dovrebbe prevedere 6 incontri. La fase di realizzazione
verrà gestita da un’équipe con competenze e strumentazioni adeguate per creare prodotti
audiovisivi.
finalità generali:
A fronte di un consumo sempre più massiccio dei linguaggi audiovisivi da parte dei più
giovani, ma anche di una loro crescente capacità di interagire con essi e di manipolare
direttamente le immagini, il progetto si pone alcuni obiettivi principali:
- fornire una serie di competenze e di strumenti operativi per utilizzare i media
come strumenti adatti a stimolare una riflessione in relazione alle principali
641
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

rappresentazioni dell’adolescenza;
- stimolare l’espressione concreta di un proprio punto di vista sul tema della
percezione di sé e del proprio corpo.
obiettivi specifici:
Operativamente, nell’ottica della ricerca/azione, il progetto intende agire in senso
modulare, declinando in modo complementare differenti livelli formativi:
o verificare il ruolo dei media audiovisivi in riferimento alla costruzione dei
saperi e della propria identità psico-fisica e socio-culturale sugli adolescenti;
o stimolare una maggiore capacità di analisi e riflessione rispetto ai propri
comportamenti, individuali e sociali, a partire dai riferimenti mediatici che
costellano la quotidianità di ragazzi e ragazze contemporanei;
o offrire strumenti e prassi di decodifica dei linguaggi audiovisivi – dai film
ai format televisivi, dagli spot ai clip ai nuovi strumenti tecnologici e
all’universo del web – per accrescere negli adolescenti la capacità di interagire
criticamente e consapevolmente con l’universo mediatico in cui sono immersi;
o permettere l’esplicitazione del punto di vista dei ragazzi in riferimento alle
tematiche scelte, offrendo nuove modalità di comunicazione e di confronto
generazionale con gli adulti, a partire dal punto di vista dei più giovani.
La proposta formativa dovrebbe coinvolgere attivamente le scuole del territorio,
prevedendo spazi di formazione rivolti agli insegnanti che permettano una gestione
significativa del progetto anche in una prospettiva di implementazione e perfezionamento
per il futuro.
A fine percorso, si potrebbe pensare a una giornata di presentazione pubblica dei prodotti,
con la presenza delle istituzioni.
A livello tematico, si propone di elaborare in più direzioni il concetto di “salute”,
individuando aree di significato più specifiche: dai comportamenti alimentari alla cura del
proprio corpo; dalla prevenzione dei comportamenti a rischio alla destrutturazione dei
conflitti; dalla consapevolezza dei consumi alla percezione delle nuove dipendenze
tecnologiche o comportamentali (shopping, gioco, media digitali…).
Attività:
fase I
Il percorso formativo per insegnanti (5 incontri di 2 ore ciascuno), con un taglio
metodologico e organizzativo, si strutturerà attorno ad alcuni nodi chiave, qui
schematizzati:
l Le potenzialità didattiche dei media audiovisivi. I formati audiovisivi come
strumento formativo per confrontarsi sulle rappresentazioni sociali e culturali
più diffuse: il concetto di salute e di benessere nei media contemporanei.
l La dialettica tra temi affrontati e linguaggi utilizzati. Dalle rappresentazioni
al protagonismo degli adolescenti: nodi teorici e prassi operative sul rapporto
tra la rappresentazione dei temi in esame, la percezione sociale e quella
personale.
l Come comunicare oggi tra generazioni differenti. Le trasformazioni dei
linguaggi: oltre i contenuti, i flussi di emozioni. Come affrontare le nuove
modalità comunicative diffuse tra i più giovani.
l Dall’analisi alla progettazione. Come utilizzare concretamente gli
audiovisivi in sede didattica e pedagogica. Gli elementi chiave per progettare
moduli didattici e formativi integrati che utilizzino i media audiovisivi per
coinvolgere gli adolescenti in attività operative.
l La metodologia operativa. Il lavoro nelle classi, il ruolo degli insegnanti, le
differenti fasi operative, gli indicatori di verifica.
642
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

fase II
Il modulo didattico all’interno delle classi coinvolte (6 incontri di 2 ore ciascuno), potrebbe
seguire questo schema di fondo:
l Immagini della salute. A partire da sequenze filmiche, audiovisive e immagini
fisse, si stimola la riflessione sulle principali modalità di messa in scena del
concetto di salute.
l Bello o sano? I modelli comportamentali e la realtà. Oltre le superfici visive,
altre sequenze permettono di riflettere sulla costruzione dei significati sociali
e culturali riferiti al concetto di benessere.
l La prevenzione dei rischi. L’attenzione si focalizza sui vissuti più specifici
all’interno delle classi, utilizzando fonti iconiche, audiovisive e narrative che
rappresentino differenti aspetti dei comportamenti giovanili a rischio.
l Cosa comunicare? A partire dagli elementi emersi in classe si analizzano gli
aspetti ricorrenti e si individua il tema su cui concentrarsi per progettare una
campagna comunicativa. Sulla base di una griglia progettuale fornita si iniziano
a definire gli elementi chiave per la progettazione.
l Come comunicare? A partire dai materiali realizzati nel 2008 si verificano le
caratteristiche dei differenti formati mediali e si sceglie quello che appare più
efficace rispetto al tema scelto dalla classe. Progettazione del formato.
l Azione… Dal confronto tra le varie idee emerse si valutano le potenzialità
comunicative e le caratteristiche stilistiche e contenutistiche dei vari progetti.
Si offrono indicazioni metodologiche e operative per trasformarle in
realizzazioni concrete, elaborando le tappe del percorso dei mesi successivi,
che vedrà gli studenti direttamente all’opera.
Sulla scorta dell’esperienza già effettuata, si propone di replicare il modello, con tipologie
ben precise, che siano anche utili a creare un confronto tra età e contesti sociali e culturali
differenti.
Il corso per insegnanti potrebbe essere esteso anche a chi poi non parteciperà direttamente
al progetto, fino a un massimo di 50 docenti, il modulo nelle classi potrebbe di nuovo
coinvolgere 6 classi divise equamente tra 2 terze medie e 4 quarte superiori, per un totale
di circa 150 ragazzi.
I materiali prodotti saranno oggetto di campagne di sensibilizzazione rivolte a tutta la
popolazione giovanile alessandrina e della provincia.
I materiali prodotti dagli studenti, proponenti messaggi di sensibilizzazione alla
popolazione giovanile di comportamenti di attenzione alla salute e divertimento sano,
saranno divulgati attraverso biglietti del discobus, video “spot” per tv locali; manifesti per
la città e sugli autobus frequentati dagli studenti; magliette per gestori locali di
divertimento; banner per siti web di istituzioni e portali giovani; partecipazione al concorso
HiVideo.
risultati:
a Accrescere negli adolescenti la capacità di interagire criticamente e
consapevolmente con l’universo mediatico in cui sono immersi;
a offrire nuove modalità di comunicazione e di confronto generazionale
con gli adulti, a partire dal punto di vista dei più giovani.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il modulo “annuale” richiede finanziamenti così come di seguito indicati.
1) Risorse proprie complessive (autofinanziamento) € 2.950,00
2) Finanziamenti da Regione Piemonte e altri € 20.000,00
TOTALE (1+2) € 22.950,00

643
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

costi:
TIPOLOGIA COSTO COMPLESSIVO

A) rISorSE umAnE € 10.100,00

Docente formazion 2.700,00

Coordinatore progetto 1.000,00

Grafico 1.000,00

Tecnico audio/video 1.500,00

Montaggio video 500,00

Tutor formazione /12 operatori) 3.000,00

Rimborsi spese 400,00


B) AffItto, gEStIonE,
€ 500,00
funzIonz. locAlI
c) ArrEdI E dotAzIonE
€ 5.800,00
StrumEntAlE
Telecamera 4.000,00

Materiale informatico 600,00

Materiale didattico e testi 500,00

Noleggio service evento finale 700,00

d) VArIE € 6.500,00

Stampa materiali 3.000,00

Acquisto magliette 500,00

Pubblicità 1.000,00

Cancelleria e fotocopie 300,00

Catering evento finale 500,00

Trasporti classi 400,00

Acquisti per sceneggiature video 500,00

Siae 150,00

Spese generali 200,00

totAlE (A+B+c+d) € 22.950,00

fattibilità:
Finanziamento regionale e privato da verificare.
Il quantitativo di moduli annuali è, ovviamente, subordinato alle risorse finanziarie

644
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

attivabili.
Si prevede il coinvolgimento delle le forze sociali operanti nel volontariato in ambito socio-
sanitario, e della promozione e sostegno di attività formativo/informative di educazione
alla salute.

cronoprogramma:
Lo schema che segue indica il cronoprogramma per un singolo modulo annuale, replicabile
sulla base del numero di moduli attivabili.
Azione mESE
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12

1 organizzazione avvio progetto


2 formazione insegnanti
3 formazione studenti
4 realizzazione prodotti audiovisivi
5 presentazione pubblica prodotti realizzati
6 divulgazione prodotti
7 valutazione

645
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 4
titolo:
nasce una mamma

linea 2 promozione della salute

Sottotitolo:
Il progetto si occupa della salute mentale della donna e del bambino attraverso una serie
di interventi di prevenzione e di trattamento in grado di cogliere e di affrontare
precocemente i segnali di disagio e di difficoltà di relazione nel rapporto tra mamma e
bambino.
Soggetti proponenti:
- Il Comune di Alessandria, Assessorato alla Salute e Rapporti con i Servizi
Sanitari,
- A.S.O. AL – Dipartimento Materno Infantile (SOC Ostetricia e Ginecologia
e SSD di Psicologia),
- l’Asl locale – Dipartimento Materno Infantile – AL (Consultori Familiari e
Punti Nascita).
descrizione del progetto:
Il reparto di ostetricia e ginecologia è oggi un luogo in cui la donna vive continuamente
forti esperienze oltre che medico-sanitarie, anche fisiologiche, emotive, affettive, quindi
psicologiche.
Ciononostante, l’educazione prenatale e perinatale, in quanto scienza giovane e innovativa,
rappresenta un ambito applicativo che riceve ancora un’attenzione eccessivamente limitata
rispetto al ruolo fondamentale che può svolgere nell’instaurarsi di una relazione solida di
attaccamento tra genitori e figlio e all’interno della stessa relazione di coppia genitoriale.
Una donna, dopo la nascita del figlio, si trova dover affrontare numerosi cambiamenti sia
di ordine pratico, come perdita della routine e notti insonni, sia di ordine emotivo, come
il cambiamento di ruolo all’interno della coppia e all’interno della propria famiglia di
origine e come la stessa costruzione della propria genitorialità.
Il 13% delle donne si ammala di depressione post-partum, caratterizzata da tristezza, ansia,
senso di colpa, disturbi del sonno e dell’appetito, mancanza di interessi e di energia,
pensieri suicidari, difficoltà di concentrazione. Questo disturbo dura in media da alcuni
mesi a due anni e, oltre a causare una grandissima sofferenza alla neo-mamma, ha un
notevole impatto anche sullo sviluppo cognitivo-emotivo del bambino e sulla relazione
affettiva di coppia, effetti che peraltro continuano anche successivamente dopo la
remissione sintomatologia.
Tre donne su mille manifestano sintomi di psicosi puerperale, un disturbo psichiatrico
raro, caratterizzato da presenza di deliri, allucinazioni e notevole riduzione della
funzionalità psichica della donna. E’ sicuramente il più grave tra i disordini del periodo
post-natale per i potenziali rischi di suicidio e infanticidio.
Tra il 50 e l’80% delle donne manifesta, inoltre, nel periodo successivo al parto, uno stato
definito maternity blues, caratterizzato da pianto, labilità dell’umore, ansia e umore
depresso, la cui insorgenza può avvenire da 10 giorni a un anno circa dopo la nascita del
bambino.
646
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Alla luce di quanto detto finora si rivela necessaria l’attuazione di un programma di


PREVENZIONE SECONDARIA E DI EDUCAZIONE SANITARIA, in un’ottica di
promozione della salute, che abbia l’intento di individuare e affrontare precocemente la
sintomatologia precedentemente descritta e di contenerne le conseguenze.

Il progetto, pertanto, prevede di effettuare un’attività psicologica che si articola in 5 fasi


di natura clinica, psico-diagnostica e presa in carico, e psico-educazionale, servendosi di
colloqui individuali, familiari e di gruppo e attraverso la somministrazione di strumenti
testistici standardizzati:
l FASE 1. Screening pre-parto e individuazione dei casi a rischio
l FASE 2. Attività psicologica dopo la nascita
l FASE 3. Istituzione di uno sportello di ascolto
l FASE 4. Supporto psicologico per gravidanze a rischio, aborti volontari e
terapeutici, diagnosi infauste e morti intrauterine.
l FASE 5. Supporto psicologico e interventi psico-educativi nei casi di
gravidanza gemellare
l VALUTAZIONE
Riferimenti bibliografici:
Ammaniti M. Pensare per due, Nella mente delle madri …, 2008 Ed. Laterza, Roma-Bari
D. Casadei, P.L. Righetti, T. Maggino, G. Marangon, Lo Psicologo in ostetricia e ginecologia: Progetto
integrato e multifocale medico-psicologico, Franco Angeli
G. Caviglia, “Attaccamento e psicopatologia”, 2003 Carocci Editore, Roma.
Cox J. E Holden J. Maternità e psicologia, Guida all’uso dell’Edimburghh Postnatal Depressione Scale,
2008, ed. Erickson, Trento.
F. Lambruschi, a cura di “Psicoterapia cognitiva dell’età evolutiva”, 2004, Bollati Boringhieri, Torino
L. Isola, F. Mancini a cura di “Psicologia cognitiva dell’infanzia e dell’adolescenza”, seconda edizione
2007, Franco Angeli, Milano
P.L. Righetti, D. Casadei a cura di “Sostegno psicologico in gravidanza”, 2006, Magi, Roma
A. Salvini, “Personalità femminile e riproduzione umana”, 1993, Lombardo Editore, Roma
M. Zaccagnino, A. Carassa, G. Rezzonico, “Depressione post-partum: rischio, prevenzione, trattamento”,
in “Quaderni di psicoterapia cognitiva” SITCC, vol 12, n.2, 2007
Giornale italiano di Educazione Prenatale
www.anpep.it
www.associazioneprogettopanda.it
finalità generali:
Attuare adeguati programmi di intervento nell’area della psicologia perinatale, al fine di
strutturare un sistema di prevenzione secondaria e di trattamento della psicopatologia
perinatale nella donna, nella coppia genitoriale e nel bambino.
obiettivi specifici:
Sono direttamente rinvenibili nell’elenco delle attività.
Attività:
FASE 1. Screening pre-parto e individuazione dei casi a rischio
L’attività di screening dei fattori di rischio verrà effettuata attraverso la somministrazione
di un questionario anamnestico che sarà consegnato alla gestante al momento e in sede
dell’ecografia morfologica.
Le donne che saranno considerate “a rischio”, riceveranno un’assistenza più assidua
consistente in:
- colloqui individuali o di coppia prima della nascita, finalizzati a realizzare un

647
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

percorso di assessment, a fornire supporto emotivo e a costruire o rinforzare


il sostegno famigliare e sociale.
- eventuale assistenza dello psicologo durante lo svolgimento di esami pre
natali o durante il travaglio, se necessario e precedentemente concordato dagli
operatori.
- colloqui di counselling durante i primi mesi che succedono al parto.
Con i casi identificati come “non a rischio”, si procede con il protocollo ordinario previsto
per il dopo-nascita.
FASE 2. Attività psicologica dopo la nascita
-INCONTRI POST PARTUM
Conduzione di un incontro di gruppo (che rimarrà invariato durante tutto il percorso) di
supporto post-partum (con eventuale individuazione di casi che manifestano insorgenza
di sintomi e necessità di approfondimento individuale), della durata di 1 h, da
programmarsi possibilmente il giorno precedente o il giorno stesso della dimissione della
mamma e del bambino. Può essere molto utile che a tali incontri ci sia la partecipazione
anche dei papà. All’interno di tali incontri saranno accolte e valutate le emozioni, i pensieri
e gli aspetti comportamentali immediatamente successivi alla nascita, saranno forniti
alcuni accorgimenti e alcune strategie di coping da utilizzare per affrontare il ritorno a
casa con il bambino e saranno rinnovati gli appuntamenti per i successivi incontri di
gruppo.
-PERCORSO DOPO NASCITA
Programmazione di un calendario di 4 incontri di gruppo, a cadenza quindicinale, della durata
di 1h e 30’ ciascuno, da svolgersi nei primissimi mesi di vita del bambino, all’interno dei
quali si svolgerà la seguente attività:
m promozione del confronto e della relazione tra genitori alle prese con
problematiche talvolta molto simili;
m interfaccia con la costruzione di una nuova identità di genitore;
m i momenti di cura del bambino (allattamento, sonno, nutrimento);
m la propria storia e la propria personalità come punto di partenza di una
nuova relazione di attaccamento e accadimento.
m la ridefinizione del proprio ruolo all’interno della coppia, della famiglia e
della società. Come far incontrare il proprio passato con il proprio presente.
m somministrazione dell’Edinburgh Postnatal Depression Scale (versione
italiana e in altre numerose lingue straniere).
Alcuni incontri di counselling individuali o di coppia, trattamenti psicoeducativi e di
psicoterapia nei casi in cui è stata individuata la necessità o in cui è stata esplicitata la
richiesta di aiuto (che possono rientrare all’interno del modulo 3).
Ogni settimana è prevista la conduzione di un gruppo del percorso dopo nascita e di uno-
due gruppi post-partum.
FASE 3. Istituzione di uno sportello di ascolto
Gli operatori, psicologi esperti nell’area materno-infantile e in psicologia perinatale, danno
la loro disponibilità, quattro ore la settimana (da definire anche a seconda delle richieste),
in orari prestabiliti, a ricevere i neo-genitori utenti o ex utenti del reparto di ostetricia e
ginecologia, dalla gravidanza al primo anno di vita del bambino, per svolgere attività di
consulenza e assistenza psicologica perinatale.
FASE 4. Supporto psicologico per gravidanze a rischio, aborti volontari e terapeutici, diagnosi infauste
e morti intrauterine.
Saranno effettuati colloqui di sostegno psicologico alle donne ricoverate per gravidanza a
rischio, a seguito di aborti terapeutici, spontanei e volontari, di diagnosi infauste a seguito

648
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

degli esami pre-natali e di morti intrauterine.


FASE 5. Supporto psicologico e interventi psico-educativi nei casi di gravidanza gemellare
La gravidanza gemellare richiede normalmente un’assistenza più assidua, sia per i rischi
gestazionali che sono più numerosi e frequenti, sia per quanto riguarda la preparazione
psicologica, finalizzata ad aspetti di ordine pratico, relazionali e psico-educazionali.
VALUTAZIONE
Il progetto sarà monitorato in ogni sua fase dall’équipe composta da personale del SSD
di Psicologia dell’ASO AL, che si occuperà del coordinamento e della supervisione della
medesima, da personale del SOC Ostetricia e Ginecologia dell’ASO AL e dal Responsabile
Servizio Salute e Rapporti ASL del Comune di Alessandria.
Il piano di valutazione/verifica prevede:
n incontri di discussione e riflessione tra i componenti dell’equipe;
n predisposizione di strumenti di verifica: questionari per valutare il livello
di soddisfazione dell’utenza e soprattutto i margini di adeguatezza
dell’intervento;
n la raccolta di dati quantitativi su quante donne saranno seguite dal
progetto.
risultati:
Riduzione dei rischi di ammalarsi di depressione post-partum.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il modulo “annuale” richiede finanziamenti così come di seguito indicati.
1) Risorse proprie complessive (autofinanziamento) € 3.000,00
2) Finanziamenti da Regione Piemonte € 7.000,00
3) Altri finanziamenti € 11.000,00
TOTALE (1+2) € 21.000,00

costi:
tIpologIA coSto complESSIVo
A) RISORSE UMANE € 18.000,00
B) STRUMENTI DI DIFFUSIONE € 3.000,00
Stampa materiali 2.000,00
Realizzazione Convegno (catering …) 1.000,00
totAlE (A+B) € 21.000,00

fattibilità:
Il primo modulo annuale è previsto solo all’interno delle strutture ospedaliere
coinvolgendo il Dipartimento Materno Infantile dell’ASO.
Il quantitativo di moduli annuali è, ovviamente, subordinato alle risorse finanziarie
attivabili.
Si prevede il coinvolgimento delle forze sociali operanti nel volontariato in ambito socio-
sanitario, e della promozione e sostegno di attività formativo/informative di educazione
alla salute.
In una seconda fase si potrebbe non solo collaborare più compiutamente con i Consultori
Familiari e i Punti nascita del Dipartimento Materno Infantile-AL ma sperimentare, in
collaborazione con il CISSACA, anche un modello di auto-aiuto.

649
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

cronoprogramma di lavoro:

Azione mESE

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12

Organizzazione avvio progetto

Fase 1 – screening pre parto e


individuazione casi a rischio

Fase 2 – attività psicologica dopo la nascita

Fase 3 – istituzione di uno sportello di


ascolto
Fase 4 – suporto psicologico per
gravidanze a rischio
Fase 5 – supporto psicologico e interventi
psico educativi nei casi di gravidanza
gemellare

Diffusione / divulgazion

Valutazione

650
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

progEtto n. 5
titolo:
rete sanitaria informatica provinciale

costruzione di comunità
linea 3
sanitaria integrata

Sottotitolo:
La disponibilità dei dati sanitari di ogni singolo cittadino su supporto informatico è un
obiettivo perseguito a livello nazionale (progetto tessera sanitaria), sicuramente di estrema
utilità, che ha avuto soluzioni parziali e che appare comunque ancora di realizzazione
lontana.
In quest’ottica il progetto si propone di riunire le soluzioni parziali già attive nella nostra
provincia in una rete globale.
Soggetti proponenti:
- Asl AL
- ASO
- Ordine dei medici
descrizione del progetto:
PREMESSA
La disponibilità di dati sanitari relativi alla storia clinica complessiva del paziente è un
elemento essenziale per garantire interventi efficaci da parte del Sistema Sanitario; inoltre
dal punto di vista dell’efficienza è indispensabile per evitare duplicazioni di accertamenti,
accertamenti inutili, trattamenti inefficaci e potenzialmente dannosi.
Il MMG, che rappresenta il fulcro dell’assistenza al paziente, spesso non riesce ad avere
in tempo reale i risultati degli accertamenti eseguiti dal paziente; altre volte il ricorso
autonomo a strutture ospedaliere (pronto Soccorso, Ricoveri) non è accompagnato da un
ritorno completo ed esaustivo degli accertamenti eseguiti al MMG.
D’altra parte le stesse strutture ospedaliere sono spesso costrette ad operare senza la
disponibilità della storia completa del paziente.
Il problema è ulteriormente complicato dall’esistenza sul territorio provinciale di numerose
strutture ospedaliere, appartenenti a due aziende differenti, e da numerosi punti di
erogazione di accertamenti diagnostici nell’ambito del privato.
A fronte di questa situazione esistono elementi di partenza positivi rappresentati dallo
sviluppo di vari sistemi sulla linea dell’integrazione:
a) l’utilizzo da parte della stragrande maggioranza dei MMG della cartella
clinica informatizzata, che diverrà elemento necessario per la convenzione e
che dovrà essere utilizzata dal 100% dei MMG e PLS.
b) L’informatizzazione di ASL e ASO relativamente ad esami di laboratorio
e diagnostica per immagini con la possibilità di trasmissione a distanza delle
stesse.
c) L’esistenza di progetti di integrazione tra ASL ed ASO a questo riguardo
d) La digitalizzazione già operativa nella maggioranza delle strutture private
che si occupano di diagnostica per immagini.
e) La definizione di una anagrafica unica provinciale e di un CUP unico per
l’ASL AL
651
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

f) Il progetto di integrazione tra il CUP dell’ASL AL ed il CUP dell’ASO


g) Alcuni progetti sperimentali di trasmissione dei referti tra Ospedale e
MMG (territorio di Tortona)
IL PROGETTO
Partendo dai suddetti elementi il progetto si propone di realizzare un sistema globale in
cui tutti i dati clinici relativi a ciascun singolo paziente (cartella clinica, accertamenti
diagnostici, referti specialistici, relazioni di pronto soccorso, ricoveri, ecc.) siano condivisi
e visibili al paziente stesso e a quanti ne abbiano necessità in occasione di accessi del
paziente a differenti punti del sistema.
I problemi informatici relativi all’architettura complessiva del sistema sono rilevanti ed
accompagnati da problemi relativi alla privacy ed ai livelli di autorizzazione necessari.
Per queste ragioni il progetto deve essere articolato in step successivi e richiedere un
contributo di studio importante da parte dell’Università: l’obiettivo è quello di rendere
compatibili con il quadro finale le varie soluzioni che nelle diverse realtà (ASL, ASO,
MMG, Privati ecc.) si realizzano progressivamente come progetti specifici.
finalità generali:
Creare un sistema integrato di tutti i dati sanitari relativi ai singoli pazienti .
obiettivi specifici:
Esporre in un quadro complessivo tutti i progetti di sviluppo informatico in essere nei vari
attori partecipanti (ASL, ASO, Privati) definendone le possibilità di integrazione
relativamente alla creazione del sistema suddetto.

Attività:
Lo sviluppo del progetto può articolarsi in una serie di “fasi” successive.
Fase di analisi e condivisione: il progetto deve partire dall’esposizione dei progetti di sviluppo
informatico esistenti ad oggi nelle diverse realtà coinvolte (ASL, ASO, MMG, Privati..)
che devono essere condivisi in uno specifico gruppo di lavoro tecnico.
Fase di Studio : la rilevanza economica dei singoli progetti, sicuramente elevata, e la necessità
di una progettazione che affronti i problemi in termini complessivi si scontra con la
complessità e la frammentazione di un mercato nel quale agiscono numerosi attori che
propongono soluzioni differenti con costi di integrazione non indifferenti.
Le professionalità esistenti nelle differenti aziende devono essere integrate con un
contenuto “alto” proveniente dal livello universitario, sia relativamente agli aspetti tecnico-
informatici che relativamente agli aspetti giuridici, o, non in sostituzione ma in
integrazione, da agenti privati operanti nella provincia.
In questa fase dovrebbero essere creato il “laboratorio di studio” che avrà il compito di
armonizzare i singoli progetti di sviluppo con l’obiettivo finale, definendone la
compatibilità.
Fase operativa: i singoli attori (ASL, ASO, Privati, MMG) dovranno sviluppare i singoli
progetti di sviluppo informatico che istituzionalmente portano avanti secondo le linee
indicate dal laboratorio di studio suddetto.
risultati:
I risultati attesi coincidono con gli obiettivi del progetto
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Le risorse necessarie per lo sviluppo dei singoli progetti specifici naturalmente rimangono
a carico delle aziende, pubbliche e private, che li realizzano, che dovranno attingere alle

652
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

usuali fonti di finanziamento (finanziamenti regionali, investimenti ecc.) mentre occorre


trovare le forme di finanziamento per il laboratorio di studio, eventualmente ricorrendo
a istituzioni a capitale privato, quali le fondazioni.
Singoli “pezzi” del progetto potranno anch’essi essere finanziati da privati (es.
collegamento dei MMG ).
costi:
Il modulo annuale iniziale prevede un costo di investimento di Euro 50.000/75.000,
mentre per gli anni successivi si ipotizza un costo annuo di mantenimento di
Euro 5.000/10.000.
fattibilità:
Si ipotizza di coinvolgere nel progetto i Soggetti privati operanti in provincia, Università
e Fondazioni. Particolare attenzione sarà data, da parte dei progettisti dei sistemi
informatici, all’hardware e al software. Si raccomanda, da parte dei soggetti proponenti
la scheda, di verificare l’opportunità di un’integrazione a cura delle locali competenze
universitarie in materia informatica rinvenibile presso i dipartimenti alessandrini.
L’integrazione tra i vari progetti di sviluppo informatico rappresenta una necessità
ineludibile che, a prescindere dalla realizzabilità del progetto complessivo deve essere
perseguita da tutti gli attori.
cronoprogramma di lavoro:
Azione mESE
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12
1 Fase di analisi e di condivisione
2 Fase di studio: creazione del “laboratorio”
Con queste fasi dovranno integrarsi le fasi “operative” nelle diverse aziende coinvolte.

653
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 6
titolo:
medicina di gruppo integrata

costruzione di comunità
linea 3
sanitaria integrata

Sottotitolo:
Implementazione della medicina di gruppo attraverso la presenza degli infermieri e di altri
professionisti sanitari e della riabilitazione coordinati dai MMG presenti sul territorio della
Provincia di Alessandria.
Soggetti proponenti:
- Ordine dei Medici della Provincia di Alessandria
- Collegio I.P.A.S.V.I. della Provincia di Alessandria
- ASL AL di Alessandria
descrizione del progetto:
L’associazionismo medico è ormai un’esperienza presente su tutto il territorio della nostra
provincia.
L’associazionismo medico non pregiudica il rapporto di fiducia che c’è fra il medico ed il
paziente;
con l’associazionismo medico il principio di libera scelta non viene messo in discussione.
L’associazionismo medico è, piuttosto, uno strumento che consente, da un lato, ai cittadini
una maggiore fruibilità ed accessibilità ai servizi sanitari e, dall’altro, ai Medici di medicina
generale un’occasione di crescita, di arricchimento reciproco, di scambio di informazioni
e pareri.
Sono tre le forme di associazionismo:
1) la medicina in gruppo;
2) la medicina in rete;
3) la medicina in associazione.
La medicina in gruppo – forma più “forte e raffinata” dell’associazionismo – prevede che
un gruppo di medici svolga la propria attività in ambulatori collocati presso una stessa
sede, garantendo sempre la presenza, almeno 3 ore al mattino e 3 ore al pomeriggio,
comunque fino alle 19.00, dal lunedì al venerdì.
Con la medicina in gruppo, viene offerta all’utente la possibilità di avere risposte al bisogno
espresso qualificate e tempestive, anche quando il proprio medico di famiglia non è
disponibile. L’utente, infatti, si può rivolgere liberamente agli altri medici presenti. Anche
la continuità dell’assistenza domiciliare è garantita all’interno della medicina di gruppo.
Non solo, a supporto dell’attività svolta dai professionisti aderenti alla medicina in gruppo,
è prevista la figura di un infermiere o di un amministrativo. Ciò consente di offrire agli
utenti un migliore servizio di accoglienza, ma anche riduzione dei tempi nella fruizione
della prestazione. L’infermiere, infatti, può svolgere alcune attività, quali misurare la
pressione o effettuare delle medicazioni, collaborando direttamente con il medico.
Si tratta di un progetto sperimentale di integrazione della medicina di gruppo e che si auspica potrà essere
esteso a tutti i medici già associati o che vorranno costituire nuove associazioni, per garantire una migliore
accessibilità ai servizi dell’ASO-ASL AL,affinché i cittadini possano trovare sempre più risposte in
un’unica sede, acquistando tempo e, soprattutto, mantenendo a riferimento la figura centrale a tutela della
654
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

propria salute: il medico di famiglia”.


Il progetto si articola in diverse fasi:
Fase I) “Mappatura” con identificazione degli studi di Medicina di gruppo nella provincia di Alessandria.
Identificazione degli infermieri (neolaureati, pensionati, liberi professionisti in studi
associati o individuali, dipendenti full time e part time,) e degli altri professionisti presenti
sul territorio e disponibili .
Fase II) Presentazione dei risultati del censimento dei professionisti da parte del gruppo di lavoro
ed illustrazione del modello integrato proposto che individua la figura del disease e del case
management (medico, “infermiere di famiglia”, fisioterapista ) in risposta alla domanda
delle prestazioni circa i bisogni dei cittadini evidenziando punti di forza e di debolezza.
Fase III) Stimare la fattibilità di incremento dell’applicazione del nuovo modello sperimentale degli studi
di medicina di gruppo sul territorio e determinazione dei costi (in rapporto al numero
delle sperimentazioni attuabili sul territorio con una stima presunta di circa 45-50.000 €
per studio)
Fase IV) Realizzazione degli interventi
n programmazione e attivazione dell’ assistenza attuata dagli studi dei MdG
n attività specialistica integrata ( es. valutazione del rischio cardio-vascolare
globale, ecografia di base, esecuzione elettrocardiogrammi con trasmissione
telematica verso la cardiologia di riferimento, gestione di terapia
anticoagulante orale con trasmissione per via telematica dei risultati al servizio
di riferimento, cartella clinica computerizzata uniforme per tutti i pazienti
n valorizzazione dell’ambulatorio infermieristico dedicato all’interno dello
studio di MdG
n adesione del gruppo al progetto di informatizzazione (comunicazione per
via telematica di richieste, referti e ricoveri ospedalieri verso e dalle strutture
dell’ASO e dell’ASL AL) collegamento in rete con i Medici di Continuità
Assistenziale, Segreteria e prenotazione
n collegamento in rete con le sedi delle guardia medica
n collegamento in rete con il pronto soccorso di Alessandria e con le sedi dei
PP.OO. della rete degli ospedali presenti sul territorio dell’ASLAL
Fase V) Valutazione
La valutazione dei diversi interventi sarà effettuata attraverso un’indagine sui Medici
aderenti e sugli altri professionisti, oltre ai cittadini fruitori applicando il modello
funzionale innovativo e sull’analisi dei costi.
Riferimenti bibliografici:
L’evoluzione dell’infermieristica nelle cure primarie A. Silvestro, presidente Federazione
nazionale collegi infermieri professionali, assistenti sanitari, vigilatrici d’infanzia (IPASVI)
- martedì 26 febbraio 2008
Dichiarazione di Bologna: documento condiviso e approvato dalla Conferenza nazionale
sulle cure primarie 25/26/2/2008
Prospettive per la professione infermieristica nelle cure primarie dell’Emilia-Romagna
M. Rolfini, Direzione generale sanità e politiche sociali, Regione Emilia-Romagna - martedì
26 febbraio]
Progetto SOLE - Medicina di Gruppo “San Secondo Trecasali” Piazza Martiri della
Libertà 24 - 43017 S. SECONDO (PARMA - ITALY)
finalità generali:
Questo progetto ha la finalità di implementare l’attività di assistenza multiprofessionale e
specialistica nella città e nella provincia di Alessandria attraverso lo sviluppo della medicina
di gruppo con la collaborazione e la presenza di infermieri e altri professionisti all’interno
degli studi di MMG di gruppo

655
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Lo scopo è quello di governare la domanda identificando dove, come, perché e da chi


origina la domanda di prestazioni sanitarie e nel decidere come questa deve essere trattata
(ridotta, modificata o accresciuta) in modo che si possa sviluppare un sistema sanitario
efficiente, appropriato ed equo (Pencheon D., 1998).
obiettivi specifici:
1) Facilitare il rapporto tra cittadino e medico (es.: il medico e’ meno preso
da adempimenti burocratici ed e’ quindi piu’ disponibile)
2) Snellire le procedure di accesso ai servizi delle Azienda Sanitarie (es.:
prenotando direttamente esami e/o visite specialistiche direttamente in sede
in collegamento con i centri di prenotazione dell’ASO e dell’ASL AL -
Progetto Informatizzazione es. Studio 3Valli Arquata -software dedicato
Millewin )
3) Garantire un più elevato livello qualitativo e una maggiore appropriatezza
delle prestazioni erogate, anche attraverso l’attivazione di ambulatori per il
monitoraggio di patologie croniche ad alta prevalenza come ad es. il diabete,
l’ipertensione, la broncopneumopatia cronica (es.: dedicando un pomeriggio
a settimana al controllo solo dei diabetici, o solo degli ipertesi e così via)
4) Realizzare adeguate forme di continuità dell’assistenza e delle cure anche
attraverso modi di integrazione fra medici (es.: organizzando a rotazione turni
di disponibilità interna e/o esterna nei periodi di maggiore mobilità)
5) Identificare gli strumenti aziendali e le possibili modalità organizzative che
le organizzazioni sanitarie hanno a disposizione per il governo della domanda
6) Perseguire il coordinamento funzionale dell’attività’ dei medici di medicina
generale con i servizi e le attività del Distretto (es.: entrare a far parte delle
campagne vaccinali)
7) Realizzare forme di maggiore fruibilità ed accessibilità da parte dei
cittadini, dei servizi e delle attività dei medici di medicina generale (es.:
migliorando l’organizzazione generale del lavoro)
8) Perseguire maggiori e più qualificanti standard strutturali, strumentali e di
organizzazione dell’attività professionale (es.: grazie ad una maggiore
disponibilità economica del gruppo rispetto al singolo)
9) Condividere ed implementare linee guida diagnostico terapeutiche per le
patologie a più alta prevalenza e attuare momenti di verifica periodica (es.: il
lavoro di gruppo porta inevitabilmente ad una maggiore uniformità dei
comportamenti)
risultati:
o Gestione integrata del paziente - disease e case management
o Aumento dell’efficienza, dell’appropriatezza e dell’equità delle prestazioni
erogate attraverso la modalità organizzativa della MdG
o Valorizzazione degli strumenti di programmazione e controllo – budget di
distretto e budget degli studi medici di gruppo
o Implementazione delle logiche di empowerment dei cittadini
o Aumento dell’integrazione dei modelli organizzativi del/dei distretto/i e
della Medicina di gruppo Conoscenza degli strumenti di compartecipazione
alla spesa e gestione delle liste di attesa Elaborazione e/o revisione ed
applicazione delle linee guida diagnostico – terapeutiche
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamento sostanziale:
- Fondi regionali diabetologia e patologie cardiovascolari

656
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

- Fondi dedicati (es. prestazioni aggiuntive ) attraverso l’ASL e l’ASO


- Fondi reperiti attraverso l’associazione Alessandria 2018 (PMI, Industriali,
ecc..)
Finanziamenti a supporto:
- Fondazioni Casse di Risparmio
- Aziende Farmaceutiche
costi:
Il costo può variare se la realizzazione del progetto è su scala cittadina o più ampio (livello
provinciale). Da una prima stima si ipotizza un costo annuo che varia da 30.000 a 50.000
euro per ogni équipe assistenziale per un costo complessivo possibile di Euro 150.000.
fattibilità:
Si prevede di coinvolgere nel progetto: ASO di Alessandria, Studi Medici Associati, Studi
Infermieristici Associati e Associazionismo dei cittadini
cronoprogramma di lavoro:
fasi 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12
FASE I) Mappatura/indagine
FASE II) presentazione modello disease e
case management
FASE III) studio di fattibilità
FASE IV) Sperimentazione modello MdG
nei centri aderenti
FASE V) Valutazione

657
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

progEtto n. 7
titolo:
cure primarie integrate

costruzione di comunità
linea 3
sanitaria integrata

Sottotitolo:
Implementazione delle cure primarie attraverso la collaborazione e la presenza degli
infermieri e di altri professionisti sanitari e della riabilitazione coordinati dai MMG presso
il territorio della Provincia di Alessandria.
Soggetti proponenti:
- Ordine dei Medici della Provincia di Alessandria
- Collegio I.P.A.S.V.I. della Provincia di Alessandria
- ASL di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto si articola in quattro diverse fasi:
Fase I) BACKGROUND e FORMAZIONE DEI GRUPPI DI LAVORO.
I sistemi sanitari, in tutto il mondo occidentale, sono oggetto di profonde e radicali
trasformazioni determinate dalla evoluzione complessiva dei bisogni di salute della
popolazione. è, quindi, in atto un processo di riorganizzazione dei servizi sanitari e
sociosanitari che modifica profondamente le condizioni dell’offerta, cercando di coniugare
una diversa modalità di risposta ai nuovi bisogni presentati dai cittadini. Uno degli scopi
della riorganizzazione è costituito dalla ridefinizione del ruolo dell’ospedale nel sistema dei
servizi e dalla conseguente necessità di attrezzare adeguatamente il territorio,
implementando percorsi assistenziali fondati su interventi domiciliari, strutture residenziali
e semi residenziali in grado di garantire le esigenze assistenziali a fronte della necessità di
ridurre il ricorso al ricovero in ospedale. Cresce il numero dei soggetti che richiedono un
alto grado di protezione socio-sanitaria: emergono nuovi bisogni a cavallo fra sociale e
sanitario in relazione all’evoluzione socio-economica e all’incremento dell’immigrazione
e della mobilità,generale della popolazione. In questo scenario si fanno spazio nuovi
modelli di gestione del paziente mettendo in crisi i modelli tradizionali. Tra questi il più
utilizzato è il Chronic Care Model, un nuovo modello basato sull’individuazione precoce
dei segni e sintomi di aggravamento della malattia, coinvolgimento e responsabilizzazione
del paziente e dei suoi familiari nella gestione della malattia e spostamento verso i servizi
territoriali. Senza dubbio questo è un momento di crescente autonomia della professione
infermieristica ed è sempre più richiesta la figura dell’infermiere di famiglia, chiamato ad
offrire un significativo contributo nel perseguire gli obiettivi volti a promuovere e a
conservare la salute della popolazione lungo tutto l’arco della vita. Con questo tipo di
lavoro, flessibile e polivalente, gli infermieri di famiglia possono da un lato individuare
precocemente l’insorgenza di problemi di salute e garantirne la cura sin dal loro insorgere,
dall’altro possono facilitare le dimissioni precoci dei pazienti dalle altre strutture sanitarie
(ospedali o luoghi di convalescenza), reinserendo tempestivamente l’individuo nel proprio
contesto naturale: la propria dimora. Il nucleo familiare torna ad essere il centro di
raccordo dove, chi si occupa di assistenza, è effettivamente in grado di gestire le situazioni

658
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

tenendo conto degli aspetti psicologici e sociali del singolo individuo, adattandosi a queste
e non pretendendo di applicare soluzioni prefissate per ogni tipo di paziente. “La famiglia
avrà un punto di riferimento infermieristico al pari di quello fino ad ora rappresentato dal
medico, il quale fino ad oggi, per far fronte a situazioni di bisogno, si addentrava in
competenze non sue”. L’infermiere di famiglia è un professionista che opera in
collaborazione con il medico di medicina generale, la sua funzione primaria è
quella di assicurare la continuità assistenziale sia in ambito domiciliare, sia in quello
ambulatoriale, fornendo tutti i servizi di maggior richiesta degli utenti e diventando un
punto di riferimento per la comunità anche per quanto attiene l’informazione sanitaria, la
prevenzione, la promozione della salute e l’accesso ai sevizi che la Ausl mette a
disposizione dei cittadini. Tra gli infermieri, e in particolare tra gli infermieri di famiglia,
in crescente sviluppo è anche il ruolo dell’infermiere Case Manager. Il Case Management
è una metodologia di gestione dell’assistenza sanitaria basata sul processo di miglioramento
dell’efficacia e dell’efficienza dell’assistenza, sulla logica del coordinamento delle risorse da
utilizzare per trattare la specifica patologia di un paziente, coinvolgendo le diverse strutture
e organizzazioni del sistema sanitario in cui si trova. L’approccio del Case Manager è di
considerare la persona come entità che sta vivendo una condizione di malattia su un
percorso spaziale temporale predefinito. Consiste, dunque, nella presa in carico del
paziente e nella sua supervisione dal momento del ricovero a quello della dimissione. Per
ovvi motivi, i modelli organizzativi più forti stanno per divenire, pertanto, quelli a valenza
prettamente
manageriale e tecnico-sanitaria che dovranno avere come contributo fondamentale quello
di affidarsi ad un gruppo di professionisti (specializzati delle varie discipline assistenziali)
chiamati a scegliere interdisciplinariamente come meglio realizzare l’assistenza, la didattica
e la ricerca con le risorse a disposizione, badando di utilizzarle al massimo delle loro
capacità.
Sostanzialmente si sta facendo strada una sanità moderna, altamente complessa con risvolti
assistenziali, legali, etici ed economici che impongono ai professionisti un nuovo modo di
lavorare e di rapportarsi all’interno di gruppi organizzati.
Fase II) ANALISI DEI BISOGNI.
Il gruppo di lavoro dovrà predisporre un’analisi approfondita dei bisogni all’interno del
territorio valutando gli aspetti importanti in ambito dell’assistenza al domicilio e delle cure
primarie.
La ricognizione comprenderà, in prima battuta, le esperienze sul territorio (iniziative,
progetti, interventi sul tema) e un’analisi approfondita della letteratura per individuare
soprattutto interventi valutati e adattabili alla realtà in oggetto. Per individuare i gruppi di
popolazione cui rivolgere prioritariamente l’intervento sarà opportuno, in seguito, fare
riferimento alle informazioni disponibili presso gli studi dei medici di medicina generale
e delle medicine di gruppo.
Dall’analisi dei bisogni ci si aspetta di individuare almeno 2 o 3 tipologie di utenti su cui
concentrarsi e lavorare (es. utenti diabetici, utenti con patologie cardiovascolari, utenti
anziati assistiti al domicilio ecc.).
Fase III) STUDI DI APPROFONDIMENTO
Individuata la tipologia di utenza verso i quali orientare gli interventi, sarà opportuno
predisporre uno o più studi di approfondimento con lo scopo di conoscere a fondo i
target e i contesti individuati. Questo tipo di attività di ricerca costituisce una fase decisiva,
perché fornisce gli elementi utili per le scelte e le decisioni da mettere in campo nella
progettazione e in particolare per stabilire i migliori strumenti disponibili per gli interventi.
Per ottenere questo tipo d’informazioni si prevedono attività di ricerca qualitativa e
quantitativa, sia diretta, tramite questionari, sondaggi, interviste a testimoni privilegiati,

659
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

sia indiretta, vagliando i risultati di indagini realizzate da altri in contesti simili.


In parallelo agli studi di approfondimento si prevede di avviare una campagna di
comunicazione che coinvolga una porzione più ampia di popolazione con l’obiettivo
primario di promuovere il progetto e gli enti sostenitori che lo conducono e con l’obiettivo
secondario di sensibilizzare i cittadini e i vari attori sociali sul tema della sicurezza,
evidenziando la necessità di affrontarlo prioritariamente e creando un clima favorevole per
gli interventi specifici previsti in seguito.
Fase IV) REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI
In questa fase sarà dedicata alla definizione e alla partenza dei vari interventi che avranno
una durata differente secondo la loro tipologia. E’ impossibile descrivere ora quali tipi
d’interventi assistenziali potranno essere messi in atto, proprio perché costruiti, per
definizione, intorno a tipologie di utenti ancora da individuare, tuttavia è opportuno
segnalare alcune indicazioni generali che si intendono seguire.
In primo luogo l’importanza della medicina di iniziativa ovvero il passaggio da un’ offerta
passiva e non coordinata di servizi ad un sistema assistenziale integrato in cui ogni soggetto
coinvolto possa svolgere il proprio ruolo senza sovrapposizioni, facendo anche in modo
che le informazioni fluiscano agevolmente e sistematicamente tra i diversi attori. Questa
attività prevede pertanto una stretta collaborazione tra le figure professionali mediche e
le figure professionali infermieristiche che attuano programmi sanitari volti al
miglioramento continuo dell’assistenza a pazienti con patologie croniche come ad esempio
il diabete.
In secondo luogo l’assistenza a domicilio a domanda ovvero un servizio erogato
direttamente a casa dell’utente che comprende a seconda dei casi diverse prestazioni
mediche, infermieristiche, riabilitative e socio assistenziali. Essa è caratterizzata da vari
gradi, che dipendono dalle specifiche necessità della persona che la richiede. Descrivendo
tali livelli è possibile capire con facilità che tipo di interventi essa preveda.
In fine le dimissioni protette il cui obiettivo sarà quello di favorire il mantenimento dei
soggetti fragili presso il proprio domicilio attraverso lo sviluppo e la diffusione dei servizi
domiciliari, in particolare in forma integrata, contrastando il ricorso alla
istituzionalizzazione e con un indubbio vantaggio per la qualità della vita. ridurre il
fenomeno dei ricoveri ripetuti o incongrui legati ad un ridotto equilibrio clinico del
paziente nel periodo immediatamente successivo alla dimissione.
Fase V) VALUTAZIONE
La valutazione dei diversi interventi sarà condotta applicando modelli funzionali per quei
tipi d’intervento già valutati in Italia e allestendo degli studi pre-post per quegli interventi
considerati innovativi ancora non valutati in contesti paragonabili al nostro.
Riferimenti bibliografici:
Piano Sanitario Nazionale 2002-20042 (Progetto 4: “potenziare i fattori di sviluppo (o “capitali”) della
sanità”) Presentato nel corso della riunione del Consiglio dei Ministri del 28 marzo 2002 - Testo integrale
www.epicentro.iss.it/focus/piano-sani/piano.htm
World Health Organization (WHO – OMS). Dichiarazione di Monaco. Nurses and Midwives: A
force for Health. Copenhagen WHO/OMS.
American Nurses Association. Nursing’s Social Policy Statement. Kansas City: ANA, 1995.
Canadian Nurses Association. The Family Connection. Nursing Now, Issuses and Trends in Canadian
Nursing: No 3. Ottawa, 1997.
Documento europeo Salute per tutti dell’OMS Health21: the health for all policy for the WHO European
Region. Copenaghen, Ufficio Regionale OMS per l’Europa, 1999 (European Health for All Series, No.
6).
Gruppo di Pianificazione europeo per la formazione dell’Infermiere di Famiglia. Fawcett-Henesy, A. The

660
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

family health nurse in a new nurse on the horizon. Copenaghen, Ufficio Regionale OMS per l’Europa,
1999 (documento DL VRO2O1O616/6).
Martini Torti. Fare Lavoro di Comunità. Edizione Carocci
finalità generali:
Questo progetto ha la finalità di implementare l’attività di cure primarie nella città di
Alessandria attraverso la collaborazione e la presenza di infermieri e altri professionisti
all’interno degli studi di medicina generale e di gruppo.
obiettivi specifici:
o Garantire la continuità assistenziale e terapeutica per 24 ore e sette giorni
su sette
o Assicurare un punto unico di accesso dei cittadini alla rete dei servizi e la
presa in carico della domanda
o Operare per programmi condivisi, sulla base del Programma delle Attività
Territoriali del distretto
o Promuovere e valorizzare la partecipazione dei cittadini, soprattutto delle
loro Associazioni, assicurando forme di gestione sociale ( programmazione
dei servizi e valutazione dei risultati) nei vari presidi e servizi.
o Organizzare e coordinare le risposte da dare al cittadino nelle sedi più
idonee, privilegiando il domicilio e il contesto sociale delle persone
o Sviluppare programmi di prevenzione per tutto l’arco della vita, basati su
conoscenze epidemiologiche e sulla partecipazione informata dei cittadini
o Sviluppare, tramite il distretto, rapporti di collaborazione con l’ospedale di
riferimento sia per l’interdipendenza tra cure primarie, cure specialistiche e
diagnostica strumentale che per la definizioni di protocolli per accessi e
dimissioni programmate
o Offrire occasioni di formazione permanente degli operatori, con
particolare riguardo al lavoro di gruppo.
risultati:
Non sono prevedibili risultati precisi, legati forzatamente all’analisi dei bisogni della fase
II del progetto.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamento sostanziale:
- Fondi regionali diabetologia e patologie cardiovascolari
- Fondi Alessandria 2018
Finanziamenti a supporto:
- Prestazioni aggiuntive attraverso l’ADI
- Fondazioni Casse di Risparmio
- Case farmaceutiche
costi:
Costo annuo di Euro 180.000/200.000
fattibilità:
Si prevede di coinvolgere nel progetto gli Studi Medici Associati e gli Studi infermieristici
Associati.

661
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

cronoprogramma di lavoro:
fasi 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12

FASE I) BACKGROUND e
FORMAZIONE DEI GRUPPI DI
LAVORO
FASE II) ANALISI DEI BISOGNI
FASE III) STUDI DI
APPROFONDIMENTO
FASE IV) REALIZZAZIONE DEGLI
INTERVENTI
FASE V) V ALUTAZIONE

662
pArtE III
Sintesi
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

664
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

CONCLUSIONI

Il piano Strategico come motore di innovazione


Il Piano Strategico non è fatto per conservare, ma per innovare, cioè per cambiare. Vale
la pena rilevare che il presente lavoro è stato prevalentemente sviluppato in un periodo
(2009-2010) attraversato da una delle peggiori crisi degli ultimi decenni, ed in un contesto,
quello italiano, avverso all’innovazione in genere.

Le crisi Se possiamo dare la prima affermazione per scontata, facciamo alcune riflessioni sulla
seconda. Quando si tratta di innovazione, in un contesto internazionale si riteneva, fino
a pochi anni fa, che la stragrande maggioranze delle innovazioni stava negli Stati Uniti.
Oggi, la mappa internazionale dell’innovazione (dell’Institute for Large Scale Innovation)
è molto più ricca, vedendo ancora al primo posto gli Usa, ma, nella classifica dei primi
venti, altri players come Finlandia, Israele, Regno Unitò, Singapore, Giappone, Corea del
Sud, Canada, Irlanda ed altri nuovi entranti come la Cina. L’Italia non compare nei primi
venti Paesi più innovativi. In questo contesto, ed in uno scenario temporale e di contesto
così avverso, la città di Alessandria ha deciso di avviare un processo di innovazione,
rappresentato dal Piano Strategico.
Parte rilevante del lavoro ha riguardato l’Asse I, di sviluppo economico, cioè la dimensione
delle imprese e della produzione di reddito. Anche in questo ambito, un recente studio
della Banca Mondiale, Ease of Doing Business (facilità nel fare business), colloca l’Italia
al 78° posto, vicino ad Haiti, Liberia, Gaza e Cisgiordania, Repubblica ceca, Turchia e
Innovazione Polonia. I paesi invece come Finlandia ed Israele, oggi ai vertici mondiali in questa
nel mondo classifica, sono quelli nei quali il sistema pubblico ha supportato lo sforzo innovativo delle
aziende, con risultati straordinari. Non è un caso allora che nel nostro Piano, più
modestamente ancorato ad una visione locale, abbiamo comunque creato chiari
collegamenti, evidenti al lettore attento, tra la produzione di reddito e quella di sapere
(collegamento tra Asse I ed Asse III). Si noti inoltre altri spunti derivanti dalla lettura del
Piano Strategico, laddove in diversi settori si evidenzia la necessità di investimenti anche
nelle nuove tecnologie, come diverse schede progetto, scritte da diverse mani,
testimoniano. Anche qui, si osservi che il complesso degli investimenti in IT (Information
Technology) delle aziende e dei sistemi pubblici italiani sia mediamente inferiore rispetto
a quello di Paesi concorrenti, europei e non.
Il tema non è rilevante solo sull’Asse della produzione del reddito (Asse I), ma vi sono
esempi anche su quello dello sviluppo di Comunità (Asse IV). Si pensi, ad esempio, alle
schede progetto che prevedono creazioni di piattaforme e database intergrati tra Enti ed
Organizzazioni, del sistema pubblico e privato, con supporto della vicina Facoltà di
Dove si colloca il Informatica, nei campi della formazione ed in quelli della sanità. Anche questa è -
limitatamente ad una visione locale come può essere quella di una città - una precisa scelta
nostro Paese di innovazione, che va nella direzione giusta, quella di riduzione di un gap competitivo. Una
recente indagine del World Economic Forum (il Global Information Technology Report
2009-2010) evidenzia infatti il ruolo chiave delle ICT nella capacità di ottenere una crescita
economicamente ma anche socialmente sostenibile. Anche negli indici correlati a tale
indagine il nostro Paese non si piazza bene, posizionandosi al 48° posto, molto lontano
dai primi della classe quali Svezia, Singapore, Danimarca, ma anche dietro a Cina (37°),
Israele (28°), Montenegro (42°). Vero è che gli indici statistici non sono mai da prendere
come indicatori di verità assoluta, ma se tre diversi markers descrivono il Paese come
arretrato rispetto ad un parametro (quello dell’innovazione), forse dobbiamo convincerci

665
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

del fatto che qualche problema di riflessione si ponga.


Di certo, la città di Alessandria ha scelto di avviare un processo volontaristico come quello
di pianificazione strategica, liberamente e senza imposizione normativa alcuna, in un
contesto come quello italiano ed in uno scenario internazionale non particolarmente
favorevole al cambiamento. L’ultima affermazione appare discutibile. Nei periodi di crisi
vi sono sistemi come quello italiano che tendono, in vari settori, dal sociale all’economico,
La logica alla conservazione, ma altri sistemi che tendono al cambiamento. Da Singapore alla
di lungo termine Finlandia, dal Cile alla Cina, in tutto il mondo si stanno discutendo nuovi approcci alla
strategia dell’innovazione; tutti questi approcci hanno tuttavia un comune denominatore,
la logica di lungo termine. Quando qualcuno ha criticato questo approccio, ritenendo che
in una fase di congiuntura avversa si dovesse avere un approccio conservativo per la città
di Alessandria, e non pianificare un futuro che appare lontano ed irraggiungibile,
limitandosi invece - forse più pragmaticamente - a garantire ai cittadini i livelli attuali di
qualità della vita, non teneva in considerazione il fatto che altri stanno adottando un
approccio diametralmente opposto.
Le strategie di innovazione sono sempre per loro natura strategie di lungo termine, hanno
sovente un approccio visionario e sognatore, prevedono spesso politiche di istruzione e
di sviluppo di nuovi talenti, cercano di concentrare fondi su iniziative di vasta scala e di
valorizzare risorse in termini di capitale intellettuale, umano ed infrastrutturale.
Per queste considerazioni abbiamo deciso di sviluppare i quattro assi del Piano Strategico
attorno ai concetti di sviluppo economico, urbano ed infrastrutturale, sociale ed
assistenziale, accompagnati da una coraggiosa scelta per una città universitaria, che investa
nel capitale umano. Non esiste, probabilmente, un investimento più a lungo termine di
Le scelte per una quello effettuato nel capitale umano. Non esiste peraltro, a parere di chi scrive, un
investimento più redditizio per un Paese, come insegna la storia dei popoli, anche recenti.
città universitaria Per contro, l’investimento di lungo termine, come è ovvio, non rende nell’immediato. Si
pensi però al fatto, sempre guardando alle nostre scelte da una prospettiva un po’ meno
provinciale, che la Cina ha incluso l’innovazione tra le priorità del suo undicesimo piano
di sviluppo quinquennale, concentrandosi su ciò che definisce “innovazione autoctona”,
ovvero la promozione del capitale generato localmente. Un altro Paese ai vertici
dell’innovazione, Singapore, con il proprio Singapore Economic Development Board
invita il mondo ad innovare a Singapore e Singapore ad innovare per il mondo.
La nostra scelta localistica non usa toni così altisonanti, ma il Piano Strategico di
Alessandria in tutte le sue pagine, in tutte le sue schede progetto pone in correlazione
l’innovazione, il diventare – non lo si è ancora – una città universitaria, con le applicazioni
in campo urbanistico, economico, sanitario, socio-assistenziale, ambientale, solo per citare
alcuni riferimenti. Una facile critica alla scelta innovativa è che, così facendo, si drenano
certamente risorse scarse nel breve termine a fronte di un ritorno aleatorio e di lungo
termine. Critica corretta, ma vera anche per il sistema delle imprese private. In periodo di
La gestione della crisi, come quello che si attraversa al momento di stesura del presente piano, la gestione
dell’innovazione appare ancora più importante che nei momenti di crescita. Secondo molti
innovazione economisti, le aziende che saranno vincenti non saranno quelle che si limiteranno ad una
conservazione dell’esistente e ad una politica di contenimento dei costi, ma quelle che
avranno avviato una strategia per la ripresa, o differenziando il modello di business, o
sviluppando nuovi business, o sviluppando nuovi mercati. Si osservi, incidentalmente, che
questa è stata esattamente l’articolata risposta formulata dal tavolo di lavoro del settore
manifatturiero nell’asse dello sviluppo economico. E’ legittimo allora pensare che una
intera città possa sfruttare un periodo di crisi per riposizionarsi, per pensare al lungo
termine?

666
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

La domanda va posta probabilmente in termini più corretti, e cioè in termini di rischio e


di rapporto atteso tra i costi ed i benefici, cioè in termini di scommessa. Così ragionando,
apparirà condivisibile ai più il fatto che tale scommessa valga il prezzo di accesso, e che
anche i lunghi tempi di ritorno degli investimenti, come hanno capito nello scenario
internazionale piccoli e grandi Paesi, dalla Svezia alla Finlandia alla Cina, siano sempre
Innovazione e ritorno giustificati dai ritorni in campi applicativi della vita sociale, quali ad esempio nelle
innovazioni a servizio dell’ambiente, della salute, del benessere, della qualità della vita degli
del capitale investito anziani, solo per citare quattro temi che troviamo puntualmente sviluppati nelle schede del
Piano Strategico di Alessandria. Del resto, sempre la storia economica insegna, almeno
quella forse più nota degli ultimi due secoli, che tutti i sistemi che continuano ad investire
sulla propria capacità di innovazione, anche nei periodi di recessione economica, sono
quelli che poi ottengono i risultati più significativi in una successiva, inevitabile, fase di
ripresa.
Questi sono i principi ispiratori della logica complessiva del piano, ed alla base della scelta,
da tutti gli attori locali partecipanti ai tavoli di lavoro condivisa, dell’avviare la progettazione
in una congiuntura tanto avversa. La lettura delle oltre cento schede progetto può aver
tuttavia disorientato il lettore, essendo priva al momento di una valutazione di priorità, cioè
di una misura di innovazione. Del resto, lo scopo del lavoro è sempre stato quello di essere
non uno strumento di scelta, ma di supporto alla scelta. Tale scelta, che a questo punto
dovrebbe essere – auspicabilmente – più consapevole, deve necessariamente passare per
il tramite di valutazioni politiche, sia di soggetti istituzionali, sia di soggetti del mondo
privato, insomma del complesso degli stakeholders locali che ha concorso all’elaborazione
del piano stesso.
Per non evadere alla risposta di quale debba essere a nostro avviso il criterio di
ordinamento delle scelte, e quindi il conseguente allocamento delle risorse e delle scelte
di fund raising, raccomandiamo di esaminare le schede progetto in una logica di
cambiamento, di evoluzione, e quindi di innovazione. Se dobbiamo indicare un criterio per
Il criterio per misurare il livello di innovazione, possiamo suggerire che l’innovazione si intende compiuta
misurare le schede nella misura in cui apporta un valore addizionale alla collettività, intendendo per valore
progetto addizionale una somma di benefici e di vantaggi che la nuova iniziativa locale è in grado
di fornire al netto dei costi – monetari e non – che devono essere sostenuti per la sua
implementazione e per la sua successiva gestione. Ecco perché, in tutte le schede progetto
in cui è stato ragionevolmente possibile farlo, si è cercato di indicare i risultati attesi, a
fronte di una separata indicazione dei costi di investimento e di gestione.
Così ragionando, il Piano può essere letto da ciascun attore locale secondo una struttura
di tipo piramidale, che dovrà essere successivamente delineata. Non tutte le schede
progetto possono essere considerate sullo stesso livello, ma potrebbero essere disposte, a
La struttura seguito del dibattito politico, su diversi livelli nella piramide dell’innovazione. Alcune
piramidale schede dovranno essere considerate progetti di vertice, di natura strutturale ed
irrinunciabili; altre di livello intermedio potranno essere considerate un portafoglio di idee
promettenti; una terza serie potranno essere considerate innovazioni incrementali
dell’esistente o schede non prioritarie. Va però distinto il ruolo tecnico di chi ha scritto il
Piano, dal ruolo politico di chi, partendo dalle proposte, deve fare delle scelte. Occorre
allora tornare alla metodologia, per evitare incomprensioni o critiche non fondate. Il
percorso svolto fin qui consente oggi al decisore di cogliere una prospettiva, che andremo
a delineare, traendo le conclusioni del lavoro, nel prossimo paragrafo, che abbiamo
intitolato “La visione di Alessandria domani”.
Prima di leggerle, invitiamo però a prendere atto della metodologia, degli scopi del
documento, e dei risultati. La metodologia adottata, facendo uso di tecniche di project

667
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

management, si è basata su consolidate procedure di gestione del brain storming,


raccomandate dagli esperti di strategia, ed usate anche in ambiente di pianificazione delle
aziende pubbliche e private. Dobbiamo distinguere tra azione di pianificazione e pensiero
risultante. In estrema sintesi, e senza entrare nel tecnicismo dei manuali di strategia, si è
Azione e pensiero svolta una attività di azione sui Tavoli di Lavoro, al fine di sviluppare un pensiero, che
verrà descritto nel paragrafo seguente. Tale pensiero corrisponde ad una ben precisa idea
di città, che andremo a delineare, e di cui le schede progetto sono soltanto esempi
applicativi concreti. L’azione dei tavoli di lavoro è stata improntata, come raccomandano
più autorevoli ricercatori a livello mondiale di strategia, secondo quattro punti.
Il primo è stato il saper porre le domande giuste e contemporaneamente omogenee per
tutti i differenti settori, al fine di consentire alle persone con capacità di innovazione di
uscire mentalmente da schemi definiti e prendere in considerazione ipotesi di
cambiamento dello status quo. Il secondo è stato stimolare i gruppi di esperti
all’osservazione dei problemi attuali ed alla identificazione di nuovi modi di fare le cose.
Le 4 azioni
Il terzo è stato la sperimentazione tecnica di nuove ipotesi attraverso la stesura delle schede
sviluppate ai tavoli progetto. Il quarto è stato la sperimentazione del dibattito delle schede progetto in logica
di rete, cioè in lavori di gruppo nei quali si è fatta attività di networking, portando spesso
– come si è visto - alla redazione di schede congiunte e condivise, nelle quali persone di
differenti estrazioni acquisivano prospettive radicalmente diverse ed apportavano
contributi basati su competenze spesso complementari. Da queste quattro azioni è risultato
il pensiero condiviso, cioè la visioning del futuro della città, perché le quattro componenti
dell’azione hanno aiutato, come previsto, gli innovatori a effettuare associazioni per
coltivare nuove intuizioni.
La capacità di effettuare associazioni ha consentito agli esperti ai tavoli di lavoro di mettere
in modo efficace in relazione tra loro interrogativi, problemi o idee apparentemente
scollegati, elementi fondamentali per lo sviluppo dell’innovazione. Taluno, in dottrina, ha
descritto efficacemente tale approccio con il termine “effetto Medici”, dal nome della
famiglia che a Firenze mise assieme esponenti di una vasta gamma di discipline – scultori,
“L’effetto Medici” scienziati, poeti, filosofi, pittori, architetti. Fu proprio da quelle relazioni ed interazioni
che fiorirono nuove idee nei punti di collegamento tra le varie discipline scientifiche ed
umanistiche, dando così origine al Rinascimento, epoca conosciuta come una delle fasi di
maggiore contenuto di innovazione della storia dell’uomo. Se si osserva la composizione
dei tavoli di lavoro del Piano Strategico di Alessandria si trova – avendo doveroso rispetto
dei termini di paragone - tale approccio, con la presenza di soggetti aventi competenze
stratificate in diversi contesti della realtà cittadina, con una progressiva integrazione di
competenze diverse rispetto alla iniziale azione fondativa dell’Associazione Alessandria
2018, che era troppo sbilanciata sui temi economici e finanziari.
Da un ristretto numero di soggetti fondatori si è iniziato un processo di inclusione che ha
portato progressivamente ad aderire ai lavori di tavolo esperti del mondo dell’urbanistica
e della progettazione del territorio, della tecnologia, delle scienze umane, del campo sociale
ed assistenziale, della sanità, del lavoro, della formazione professionale, della cultura, della
musica, solo per citare alcuni settori, per un complesso di circa centocinquanta uomini e
donne che hanno consentito di esaminare i temi in modo multidisciplinare ed integrato.
L’approccio creativo che abbiamo stimolato come Associazione per il Piano Strategico,
senza porre alcun limite che non fosse il rispetto di rigorose regole e di una metodologia
Mettere in relazione condivisa, è quello che taluni esperti di strategia definiscono come essenza della creatività
le cose stessa, e cioè “il mettere in relazione le cose”. è indubbio che tutte le schede progetto del
presente Piano siano destinate a far discutere, molte non siano condivise da questa o quella
parte politica, talune, ci pare di capire, possano aver fatto anche sorridere qualcuno.

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Dobbiamo però, nel leggere questo volume, e prima di arrivare alle conclusioni del
prossimo paragrafo, prendere atto dei due elementi di innovazione, che sono alla base
delle schede progetto.
Recenti ricerche in tema di strategia ci insegnano che due sono essenzialmente gli elementi
che possono spingere il soggetto decisore a fare innovazione, e che quindi distingue i
decisori innovatori da quelli conservatori: sono innovatori coloro che desiderano
Gli innovatori veramente cambiare lo status quo e si assumono regolarmente i rischi di tale cambiamento.
In tale accezione, intendiamo che i soggetti pubblici e privati che approvano il Piano, con
tutte le modifiche, le gradualità e le priorità che un processo selettivo comporta -
prescindere dalla successiva fase di fund raising - intendono comunque migliorare la qualità
della vita di Alessandria.
Ecco allora il senso, i pregi ed i limiti di questo documento. Esso non è – non può esserlo
– un immaginifico ed infallibile contenitore di soluzioni. è tuttavia, a parere di chi scrive,
un prezioso contributo della città alla città, derivante non da arbitrarie opinioni di uomini
politici e nemmeno da tesi tecniche scritte a tavolino da un limitato numero di sedicenti
Teoria delle esperti, magari commissionate dai primi. La stesura di questo Piano deriva da un approccio
intelligenze multiple completamente diverso. Si è cercato di stimolare l’innovazione avendo rispetto della teoria
delle intelligenze multiple. Recenti studi affermano che nel processo di innovazione si va
ben oltre il talento cognitivo che deriva dalla predominanza dell’emisfero cerebrale destro;
gli innovatori utilizzano entrambi gli emisferi del cervello nello sfruttamento delle sopra
citate cinque regole favorevoli alla scoperta di nuove tesi. Le quattro componenti
dell’azione si avviluppano tra di loro attorno al pensiero, con una immagine che taluno
metaforicamente abbina a quella a doppia elica del DNA. Così come il DNA fisico di
ciascuno è unico ed irripetibile, ogni individuo ha – secondo recenti studi di autorevoli
ricercatori americani – un proprio DNA delle caratteristiche di innovazione. Gli studi sui
gemelli omozigoti separati dalla nascita indicano che la capacità di pensare creativamente
deriva per un terzo dalla conformazione genetica, ma per due terzi dall’apprendimento.
I risultati, apparentemente casuali, delle oltre cento schede progetto raccolte nel Piano
Strategico di Alessandria, derivano invece da un processo volutamente pianificato nei
dettagli, che ha previsto che si creassero le condizioni per tale apprendimento, in tutte le
Le oltre 100 schede: sue fasi, dal familiarizzare il metodo, dall’esercitarlo, dalla sperimentazione, dalla capacità
un caso? di creare, di cui le schede progetto sono solo l’output finale. Il tutto, sperimentato sempre
con un approccio inclusivo, rispettoso delle diversità di pensiero e di veduta, mai di
censura, ha condotto ad un lavoro di gruppo e di mediazione di interessi, talvolta
contrapposti. Prova ne sia il fatto che tra tutte le idee pervenute - quelle contenute nel
volume sono soltanto quelle selezionate – molte sono state condivise, mediate appunto,
ed alla fine tutte indistintamente votate, formalmente, all’unanimità. Certamente si tratta
di una votazione sotto un piano di tipo tecnico, di ragionevolezza, e che non ha né un
valore politico, né tanto meno il valore di una conseguente decisione di natura finanziaria.
Tale decisione non spetta agli attori dei Tavoli, ma ad altri piani decisionali, esattamente
come nelle grandi aziende pubbliche e private è il CEO - comunque un ristretto board -
il decisore ultimo delle soluzioni proposte dai manager. Il valore del documento sta
Il piano politico comunque nell’aver messo in condizione il decisore – che nel caso di una città è un
decisionale complesso molto ampio di attori locali - di poter più consapevolmente percorrere una
strada, il cui solco è comunque già tracciato, perché gli esperti hanno, se non altro, già
svolto una attività di problem solving, proponendo una soluzione, articolate in linee
strategiche ed azioni, comunque riconducibili ad una chiara visione di città. Il pregio di tale
visione sta nell’approfondimento dell’analisi e nel suo approccio multilaterale, ampio e
condiviso, oltre che nell’averlo fatto, cosa non irrilevante, in modo pubblico e con un

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

dibattito aperto. Così come nelle grandi aziende pubbliche e private, così nella grande
azienda che è una intera città si possono ora esaminare i risultati di questo lavoro, criticarli,
selezionarli, decidere quali priorità assegnare alle molteplici proposte. Si raccomanda
tuttavia di aver rispetto del lavoro svolto, prima di tutto per le persone che vi hanno
lavorato, e poi per il metodo che ha rispettato le regole di una corretta gestione dei gruppi
di lavoro.
In estrema sintesi, il risultato, ad una prima lettura apparentemente casuale, è il frutto
invece di un processo volutamente pensato ed articolato in sei fasi. Si è selezionato ed
invitato ai tavoli di lavoro un novero di soggetti ed enti che rappresentassero, non in modo
esaustivo ma certamente molto ampio, tutti i potenziali interessi, sulla base di riconosciuti
Sei fasi logiche criteri di riconoscibilità e di rappresentanza territoriale. Ci si è quindi assicurati che tutti
fossero coinvolti, con un processo di inclusione che ha consentito a tutti di portare il
proprio contributo, e che ha portato in rarissimi casi ad auto esclusione di chi non ha
voluto condividere il percorso, e mai ad azioni di censura. Si sono poi strutturate le riunioni
secondo criteri di appartenenza tecnica e non politica, invitando alle stesse gli enti e le
organizzazioni, che hanno liberamente scelto e mandato ai tavoli, in piena autonomia, i
propri rappresentanti, sulla base del solo criterio della competenza tecnica o professionale.
Si è rifiutato il metodo del brain storming destrutturato ma si sono definite precise e
rigorose metodologie di lavoro, univoche, condivise e concordate su tutti i 12 tavoli (in
aggiunta al Tavolo multisettoriale dedicato al tema “faro” della Cittadella). Non ci si è
affidati ad una unica sessione di lavoro, come raccomandano i più autorevoli autori in
dottrina, ma si sono sviluppate successive ed articolate sessioni, sempre strutturate
secondo precise agende di lavoro. Infine, come sesta ed ultima azione, si è avuto cura di
effettuare un processo di progressiva definizione dal generale al particolare, selezionando
le linee strategiche, quindi le prime idee e poi definendole, con un processo di mediazione,
in quelle che sono alla fine diventate le schede progetto, cioè le azioni proposte.
Il risultato di questo articolato e strutturato processo consente di avere una visione della
città futura, che andremo ora ad illustrare.

la visione di Alessandria domani


Quale è la visione di città che esce dai tavoli di lavoro del Piano Strategico? In questo
ultimo paragrafo non cerchiamo di dare una spiegazione, poiché il lettore interessato può
autonomamente cogliere le connessioni, le integrazioni, e quindi la visione complessiva.
Cercheremo soltanto di fornire alcuni spunti di riflessione che consentano al decisore
finale di cogliere la ricchezza di contributi che l’articolato del lavoro ha prodotto. Vogliamo
dimostrare che è possibile cogliere tale visione generale, che esistono molti punti di
contatto tra i diversi tavoli di lavoro, e che solo una regia coordinata di attuazione di tale
visione può consentire di realizzare un progetto che è complesso perché necessariamente
alcune linee di sviluppo della città sono correlate ad altre, ed anzi alcuni fattori di sviluppo
sono propedeutici, se non complementari ad altri. Solo questa chiave di studio, e non
l’esame separato delle singole schede progetto, può consentire alla fine, alzando il piano
di lettura, allontanando il punto di osservazione, di cogliere dall’alto tale visione di insieme,
cioè il disegno di città.
Intanto, non è vero che si tratta di una visione ristretta al comparto economico e
Una visione finanziario. Anzi, ampio spazio ha avuto l’esame del complesso dei valori che determinano
la qualità della vita di una città, primo tra tutti quello della salute dei cittadini. Tra tutte le
non solo economica linee strategiche, una certamente rilevante, la prima che vogliamo sottolineare è quella
della costruzione di una comunità sanitaria integrata. Si badi bene, non si tratta solo del

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

tema della costruzione del nuovo ospedale - argomento in realtà di sottofondo e non
affrontato sotto il piano tecnico - in quanto si è riconosciuto che sono altri i piani di
Una città attenta discussione, peraltro ad uno stadio avanzato di dibattito. Si tratta piuttosto di tutti gli altri
fattori che devono concorrere ad una visione di città moderna sotto il profilo sanitario, ed
alla salute in particolare il tema del nuovo ruolo dei medici di medicina generale, delle nuove
professioni sanitarie e della necessità di anticipare i tempi cercando l’attivazione di corsi
di laurea atti a coprire necessità di specializzazioni oggi non rinvenibili nella città di
Alessandria. Ecco un immediato piano di contatto tra il tema della salute e quello della
formazione, laddove in altro tavolo di lavoro si discute, con progetti analoghi, di fare
matching tra domanda ed offerta di lavoro. Ma non sfugge certo al lettore attento la
presenza di almeno altri due piani di connessione. Uno è il rapporto con l’Università, sia
con la didattica universitaria, sia con la ricerca e lo sviluppo precompetitivo (si pensi
Università e soltanto ai progetti di integrazione informatica di dati sensibili). L’altro è il rapporto di
socioassistenziale connessione e di confine, davvero molto lieve, tra i temi della sanità e quelli della assistenza,
cioè il grande capitolo della continuità assistenziale. Si pensi ai progetti presentati che
vanno in questa direzione, alle schede progetto depositate sia al tavolo del sociale, sia a
quello della sanità, che possono benissimo convergere verso una visione di insieme.
Questa visione di una comunità socio-sanitaria integrata tende a superare le barriere
giuridiche, i confini organizzativi e burocratici, per chiedere ai vari attori locali di
coordinare sforzi ed energie per un interesse comune, si pensi soltanto ai temi
Il superamento dell’assistenza agli anziani. Si consideri poi la grande attenzione del Piano verso i problemi
sociali, determinati da una crisi economica e del sistema di welfare che sta portando una
delle barriere situazione patologica nella quale la normalità entra prepotentemente sulla scena dei servizi
sociali. Di qui, la visione di una altra città, una città solidale, che non lascia indietro
nessuno, dai giovani agli anziani, per citare solo due categorie astratte ma facilmente
identificabili nel comune pensiero, con progetti sia di contenuto, sia di forma e metodo,
come il lettore avrà potuto osservare. Si pensi ai progetti di interventi di rete di assistenti
familiari e del problema degli anziani, ai temi della famiglia e dei giovani, ma anche al tema
della integrazione multietnica, di una città cioè che non si nasconde, ma prende atto della
propria trasformazione per tipologie di abitanti e per evoluzione delle classi di età. Una
città allora che non ragiona per barriere, per confini di competenza, per astratte
suddivisioni di compiti, per confini istituzionali, giuridici, normativi, ma che cerca di
affrontare e risolvere i problemi in logica di rete.
Si guardi, ad esempio, al tema del lavoro, ed alla risposta integrata che Associazioni di
Categoria, Ordini Professionali, Istituzioni ed Enti di Formazione hanno proposto come
Integrare domanda ed una delle possibili soluzioni. Una duplice idea, forte, di sapere da un lato anticipare il
offerta di conoscenza futuro, pianificando le future professioni e non più rincorrendo i finanziamenti disponibili,
e dall’altro di mettere in rete, usando le moderne tecnologie, tutte le opportunità e le
richieste, fornendo ciascuno il proprio contributo. Si osservi poi che questo approccio,
usato dal lato della formazione professionale, è fortemente collegato ad un altro approccio,
speculare, dal lato della didattica universitaria. Anche qui, come avrà notato il lettore, un
tema cruciale è quello della integrazione tra domanda ed offerta di conoscenza.

Non può esserci Il piano fa alcune affermazioni di principio, che sono scelte nette e chiare. Alessandria
non è ancora una città universitaria, perché mancano tutti gli elementi tipici di tale
Università senza caratterizzazione, basti pensare al lato infrastrutturale, e sarebbe pedante richiamare nel
didattica dettaglio tali elementi. Tuttavia, si ritiene indispensabile acquisire questo status, che non
può prescindere da un assunto di base: non vi è Università degli Studi senza studenti, e
questo vuol dire investire nella didattica e nelle strutture ad essa correlate. Di nuovo, si
colga una altra correlazione tra diversi elementi del Piano, ed in particolare quelli

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

immateriali, e quelli infrastrutturali, che trovano la loro collocazione in un altro Asse ed


altro Tavolo (Asse II, Tavolo Organizzazione del Territorio, Linea Strategica Spazi e
Strutture per l’Innovazione, nonché Linea Strategica Nuovi Contenitori per il Rilancio del
Territorio). A differenza di quanto da alcuni ritenuto, ed anche affermato in alcuni recenti
convegni, da parte della maggioranza degli attori del Piano Strategico non si ritiene affatto
un lusso, per una città di Provincia, avere un elevato livello di istruzione, ma una necessità.
Taluno potrebbe argomentare che si può ottenere istruzione recandosi in altra località,
ma in estrema sintesi potremmo controbattere che tali tesi sono anacronistiche di almeno
vent’anni. In ogni caso, così si ritiene da parte della maggioranza degli attori di Tavolo, e
non solo da parte degli universitari, ma soprattutto da parte del tessuto produttivo, sociale,
sanitario locale.
Il Piano afferma inoltre che sono due i livelli nei quali la città deve investire, sotto questo
profilo e per tale obiettivo; uno è il livello delle infrastrutture, l’altro quello della
progettazione didattica. Del primo livello esistono molteplici schede progetto, ma
I due livelli di intendiamo porre l’attenzione al secondo livello. Senza commentare, sarebbe pleonastico,
investimento tutte le schede depositate al tavolo della Didattica, si rilevi come sia probabilmente centrale
e strategica la decisione di creare finalmente una reale integrazione tra le esigenze del
territorio e l’offerta formativa. Sottostante vi è una ipotesi di lavoro, quella della
costituzione di una nuova forma di Consorzio per il sostegno il sistema universitario, ed
una affermazione di principio. Se è vero, come è vero, che non è compito del sistema
locale finanziare il sistema universitario, è altrettanto ragionevole ritenere che azioni di
finanziamento debbano essere previste per il tipo di università che il sistema locale
desidera, e per il quale è disposto a spendere risorse. Significa leggere il Piano Strategico
nelle sue affermazioni centrali; il sistema locale vuole una città universitaria, ed è disposto
a finanziare il sistema dell’offerta formativa, a patto che si crei una reale integrazione tra
la richiesta di formazione del territorio e la capacità di proposta del sistema. In altri termini,
una città non metropolitana può avere nel lungo termine - in un quadro di contrazione di
risorse nazionali - il sistema universitario che lo stesso territorio, per le proprie finalità, è
interessato a co-finanziare.
Di qui, si vedano le molteplici forme di didattica avanzata che il Piano propone, che
ruotano tutte in realtà attorno ad una idea chiave e centrale, ad una scheda quadro: quella
della scuola di Alta Formazione. E’ qui che in realtà convergono le proposte avanzate da
entrambi gli Atenei presenti sul territorio, il Politecnico di Torino e l’Università degli Studi
Una scuola di alta del Piemonte Orientale. Non conta tanto probabilmente l’esame dei singoli progetti di
formazione Master o dei corsi specialistici, quanto l’idea di un centro che tenga conto da un lato delle
reali esigenze del territorio (avanzate ad esempio dal sistema delle imprese, ma in futuro
perché non delle banche, o della sanità?) e dall’altro della straordinaria capacità di offerta
che due Atenei possono insieme fornire. Non si confonda tuttavia il piano della didattica
di base, di cui si è trattato sopra, con quello della didattica avanzata; per avere lo status di
città universitaria è prioritario difendere il primo livello. Non solo, ma il modello prevede
per il livello di base una logica di contribuzione e finanziamento, mentre per il secondo la
scelta verso un modello di scuola, cioè un modello privatistico, che esce dal sistema dei
finanziamenti e contributi (pubblicistico) per entrare in quello delle commesse e dei ricavi
di formazione (privatistico). Il primo ambito è quello del Consorzio, il secondo ambito è
quello della Scuola, che del Consorzio potrebbe essere uno strumento operativo.
Del resto, si veda quanti spunti in tal senso sono trasversali a diversi tavoli di lavoro, a
La conscenza cominciare naturalmente nell’Asse I da quello dell’Industria (si pensi al tema della
trasversale per Assi formazione in tema di imprese o di internazionalizzazione) per passare nell’Asse II al
Tavolo dell’Organizzazione del Territorio (si pensi alla formazione in ambito di logistica),

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

oppure all’asse IV al Tavolo della Garanzia della Salute (si pensi alla richiesta di attivazione
di nuovi corsi in ambito sanitario), per avere una visione complessiva di un territorio che
chiede insieme corsi di didattica di base, ma anche percorsi di alta formazione. Né si può
ragionare come se le due cose fossero scollegate, a meno di uscire dall’assunto di avere una
vera città universitaria.
Analogamente, in termini di Ricerca, le scelte fatte sono ancora, se possibile, più nette e
2 sole idee nette di marcate. Si è scelto un modello basato su due sole schede quadro nell’Asse III
Ricerca (Conoscenza), e si sono spostati i singoli interventi progettuali su molteplici tavoli dei
restanti tre Assi. Non si sottovaluti il portato di tale scelta, condivisa – fatto molto rilevante
- da entrambi gli Atenei, né il livello di innovazione, per certi versi rivoluzionario rispetto
all’attuale sistema. Le due scelte strategiche hanno riguardato il tema della raccolta di
conoscenza a servizio del territorio e della ricerca applicata alle sue esigenze, e sono riferite
rispettivamente al modello della Rete delle Conoscenze ed al modello della Cittadella della
Conoscenza.
Con tali termini si intende per il primo aspetto una strutturazione professionale di centri
Il modello di Rete studi ed osservatori che si mettono al servizio del territorio, in un unico Ente in cui le
delle conoscenze competenze articolate per settori scientifici disciplinari sono integrate, al fine di offrire
sia al comparto pubblico sia al comparto privato sistemi di raccolta, organizzazione ed
analisi di conoscenze per consentire ai destinatari del servizio l’assunzione di decisioni
consapevoli. Vale la pena di soffermarsi su questo punto; esistono, come avrà osservato
il settore, molteplici progetti di osservatori e progetti immateriali nel Piano Strategico, che
sono stati depositati come schede progetto su diversi Tavoli di lavoro del Piano, in
funzione della competenza tecnica e della natura del progetto. Si pensi ai progetti sul
turismo al Tavolo del Terziario in Asse I, alle schede di indagine del Territorio sul Tavolo
di Organizzazione del Territorio in Asse II, o agli Studi di Fattibilità in tema di Logistic
City sul Tavolo della Mobilità sempre in Asse II, o all’Osservatorio culturale sul Tavolo
della Cultura in asse III, o agli Osservatori sulla integrazione, sui consumi di sostanze
psico attive, sul mondo giovanile, previsti al Tavolo del Welfare in Asse IV. Dobbiamo sul
tema in oggetto rilevare che si raccomanda ai soggetti decisori di non considerare tali
molteplici progetti come separati, ma facenti capo a questo comune denominatore, al fine
di evitare duplicazioni di costi di struttura e di spese generali, nonché la dispersione delle
iniziative e delle risorse.
In altri termini, tutti i progetti di osservatorio, di studio, di indagine, di servizi di
conoscenza facenti capo alla progettualità emersa al Piano Strategico nei vari Tavoli dei
vari Assi, dovranno essere ricondotti ad un unico contenitore, che è stato studiato nella
scheda progetto depositata all’Asse III, tavolo della Ricerca. Il contenitore è quindi lo
strumento ed il modello, mentre i singoli progetti sono le azioni previste, naturalmente non
esaustive delle sue potenzialità. Come si vede, con questa chiave di lettura molti progetti
di indagine, di studio, di osservazione ed analisi, depositati in funzione delle competenze
sui diversi Tavoli dimostrano da un lato l’interesse trasversale a tale tema (l’acquisizione
di conoscenza), dall’altro l’opportunità della risposta fornita dal Piano (è necessario
strutturarla e metterla a sistema). Ecco così un altro esempio di integrazione e di
collegamento tra i vari Assi e Tavoli, che fornisce una ulteriore parte della visione di città:
una città orientata alla consapevolezza, all’analisi ed allo studio, cioè più attenta alla
assunzione delle decisioni che possono condizionarne lo sviluppo nel lungo termine. Le
scelte strategiche, almeno, dovranno essere scelte consapevoli e documentate, in tutti i
settori, con una unica regia, per evitare dispersione di risorse e mancanza di
rendicontazione e controllo delle stesse.
Analogamente, sempre con la stessa logica, e per spiegare la valenza della soluzione della

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Cittadella della Conoscenza, si deve rilevare come esistono molti progetti di Ricerca ed
analisi sui vari Tavoli e nei vari Assi del Piano. Si pensi soltanto ad esempio al progetto del
Technology Center sul Tavolo di Organizzazione del Territorio in Asse II, ai progetti di
Analisi degli Inquinanti e di Analisi dei Rischi Sanitari o quelli di Metodologie Chimiche
e Biologiche per la bonifica dei suoli inquinati da cromo al Tavolo dello Sviluppo
Sostenibile sempre in Asse II. I singoli progetti di Ricerca sono quindi depositati e previsti
Il modello di sui Tavoli diversi in funzione delle competenze tecniche e scientifiche, ma il modello di
Cittadella riferimento è unico, ed è quello della Cittadella della Conoscenza. In tale modello si
riconosce esplicitamente da parte dei due Atenei (Politecnico ed Avogadro) che il modello
delle conoscenze di riferimento non è quello del finanziamento a pioggia, ma della acquisizione della
commessa di ricerca, a pagamento, fornendo servizi a committenti pubblici e privati, in
funzione delle specifiche necessità del territorio. Si tratta di un modello completamente
innovativo, rispetto alla situazione esistente, perché immagina un unico soggetto
giuridicamente riconosciuto (La Cittadella appunto), che può essere una SPA o una
Fondazione, o altro soggetto eventualmente già esistente da ripensare, con una propria
struttura organizzativa, con un sistema di Governance allargato ai soggetti finanziatori, a
maggioranza pubblica, e con una fortissima propensione al libero mercato (logica di
commessa e non di finanziamento) e una finalità di utile di impresa (o quanto meno di
pareggio di bilancio, dopo la restituzione dei capitali di rischio e di debito). Elemento
essenziale di tale modello è che la Direzione sia affidata a soggetti aventi esperienza in
gestione di impresa, cioè a manager non incardinati nel sistema universitario; quanto sopra
sia per questioni di conflitto di interesse (perché il sistema universitario è fornitore di
servizi, e non dovrebbe essere anche il committente), sia per questioni di orientamento al
mercato.
Come si vede, la connessione tra l’Asse della Conoscenza (Asse III) e gli altri Assi esiste,
è pianificata, ed è di natura metodologica. Il Piano Strategico fornisce al lettore attento non
una generica indicazione di percorso ma tre risposte specifiche altamente innovative,
Lo scenario quadro e incardinate in uno scenario quadro di riferimento. Le tre risposte sono la Scuola di Alta
Formazione, la Rete delle Conoscenze e la Cittadella della Tecnologia; lo scenario quadro
la regia complessiva
che tutte e tre deve comprendere e possibilmente integrare in un unico modello è da
dipingere sullo sfondo di un Consorzio per il sostegno del Sistema Universitario locale
(Avogadro e Politecnico). Si tratta, a parere di chi scrive, di un modello fortemente
innovatore nei rapporti tra sistema della conoscenza e sistema territoriale, perché risponde
per la prima volta in modo chiaro al tema dello scambio di beni, denaro e servizi,
definendo regole chiare e condivise di pianificazione e di controllo dei risultati. La
Didattica di base è confinata – non potrebbe essere diversamente - nel sistema del
finanziamento per ragioni di interesse collettivo (logica di sostegno), ma la Didattica
Avanzata, i Servizi di indagine e consulenza, i progetti di Ricerca applicata entrano in
sistemi di libero mercato (logica di commessa). Il tutto nel contesto di una sola regia
complessiva, e di dialogo vero con il territorio, e cioè, lo ribadiamo, nel quadro di uno
strumento giuridico (il Consorzio) per il sostegno del Sistema Universitario alessandrino.
Questa parte del Piano aggiunge la visione di una città per l’innovazione, vero fattore
competitivo.
Del resto il territorio sa bene quali sono i problemi, ed anche quali sono i progetti prioritari
Le connessioni delle
per risolverli. Se infatti il lettore studia le proposte dell’Asse I, che affronta i temi
soluzioni in Industria dell’economia alessandrina nei settori primario, secondario e terziario, può verificare precisi
e Commercio indirizzi e linee strategiche definite. Non una generica industria, ma una industria che pone
quattro precise necessità progettuali al centro dello sviluppo. L’innovazione tecnologica
(connessione con Tavolo della Ricerca, Asse III), la formazione professionale (connessione
con Tavolo della Didattica, Asse III e con Tavolo della Formazione professionale Asse IV),

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

l’internazionalizzazione di impresa e l’accesso ai mercati del capitale di debito, di rischio


ed ibrido (connessione ai sistemi della Conoscenza). Anche il Tavolo del Commercio e
servizi pone il tema dell’accesso al mercato dei capitali, ma ancora più centrale è la risposta
proposta dagli addetti ai lavori di tipo metodologico, cioè il modello di sistema di
commercio alessandrino. Come l’industria si dovrà trasformare in un sistema
manifatturiero più solido finanziariamente, più preparato culturalmente, più competitivo
sui mercati internazionali e più innovativo in termini di prodotti, così anche il sistema
commerciale propone cambiamenti radicali. Il modello di commercio tradizionale nel
lungo termine non può reggere, a giudizio dei più. Servono allora modelli integrati, in
grado di aumentare la massa critica, il peso competitivo del commercio, la sua capacità
organizzativa e di sistema. Le due risposte sono nelle schede progetto degli OADI e del
Town Center Management, condivise dalle Associazioni di Categoria. Due risposte
Le connessioni nel assolutamente simili a quelle di metodo fornite nell’Asse III, perché anche queste trattano
di modello, e non di singolo elemento progettuale, ed affermano la necessità di una cabina
settore agricolo di regia, coordinata e condivisa, integrando il pubblico con il privato. Anche a questo
livello si trova quindi una altra connessione tra i Tavoli e gli Assi del Piano. Si guardi infine
alla lungimiranza delle soluzioni progettuali proposte dal settore agricolo, anch’esso
unanime nel definire una strategia che vede l’integrazione del comparto con il territorio
(integrazione tra produttore e consumatore), che cerca la valorizzazione dello stesso
territorio (filiera corta), che vuole l’innovazione (culturalizzazione del settore agricolo), e
soprattutto che cerca integrazione con le aziende ed i poli di ricerca (trasformazione del
rifiuto in opportunità, anche nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili).
Questa parte del piano propone l’idea di una economia alessandrina che non segue, ma
anticipa le esigenze dei mercati, ma anche della società nella quale si colloca. Una
economia, potremmo dire, della trasformazione e della sostenibilità.
Temi, questi ultimi due, che si ritrovano come collegamento nell’Asse II, quello dello
sviluppo urbano. Lo trattiamo per ultimo, perché a nostro parere deve essere conseguente
Contenitori e alle scelte ed alle esigenze di cambiamento di natura sociale, culturale ed economica, sulle
contenuti della città quali abbiamo posto fino ad ora spunti di riflessione e di focalizzazione. La visione dello
sviluppo urbano della città, e cioè dei suoi contenitori, è conseguente, e non antecedente,
rispetto ai contenuti. I contenuti, come visto nelle schede progetto, propongono una
visione di città dinamica, le cui parole chiave sono conoscenza, innovazione e
trasformazione, in una logica di area vasta. La logistica, per esempio, è un tema chiave, in
una logica di area vasta. Molteplici sono i progetti sul tema, a cavallo tra il Tavolo della
Organizzazione del Territorio e quello della Mobilità, sull’Asse II, e spaziano da progetti
di contenuto, di tipo infrastrutturale, ma anche di metodo, di processo, fino a considerare
elementi immateriali come il marketing e la formazione, tutti elementi che vanno
ricompresi nell’idea complessiva di offrire al potenziale investitore il supporto di una città
che vuole anch’essa investire nella logistica, in termini anche di servizi integrati, collaterali
e di supporto.
Ma si pensi, per comprendere la visione di città dinamica, alle connessioni fisiche
(prevalentemente presenti nei progetti di mobilità di cui all’omonimo Tavolo in Asse II,
Connessioni fisiche e come i ponti o gli accessi o gli snodi) ed alle connessioni virtuali e telematiche, presenti
virtuali invece in idee progetto depositate al Tavolo dell’Organizzazione del Territorio, sempre
sull’Asse II. La cosa importante è ribadire, ancora una volta, come a questo disegno
complessivo di città dinamica e in trasformazione, fisica ed immateriale, abbiano
contribuito in modo pienamente sinergico, intergrato e complementare diversi attori locali
del mondo della produzione, delle istituzioni, degli ordini professionali, delle università,
come dimostrano le sigle dei soggetti proponenti le azioni / schede progetto.

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

I grandi contenitori, cioè la linea strategica che va a definire i progetti di occupazione degli
spazi urbani, è conseguente a tale disegno, e contempla numerosi esempi – coerenti con
la vision sopra delineata - da quello della ex caserma Valfrè (per la quale si ipotizza un ruolo
prevalente per il sistema universitario locale) a quello del Technology Center (per il quale
si rende evidente il collegamento alla filosofia della Cittadella della Conoscenza), a quello
del ripensamento culturale degli argini del fiume (Argini della Cultura, che si collega
idealmente all’Asse III e all’industria della Cultura) o a quello della ridefinizione di un
Contenitori quartiere come il Borgo Cittadella (che si collega al grande tema “faro” di Alessandria di
connessioni e mobilità cui tratteremo separatamente tra poco). La mobilità è un tema di collegamento e
trasversale, che spazia dagli elementi di connessione viaria (gli accessi) a quelli di
innovazione tecnologica (sistemi di snellimento del traffico), e quindi riprende in modo
duplice la visione di città in trasformazione ed innovativa, anche in alcune parti vagamente
oniriche, come deve essere un Piano Strategico, come per esempio laddove si disegna il
tema delle porte urbane della città, senza rinunciare a temi di estrema concretezza, come
le connessioni per fasce sociali deboli (si pensi ai progetti di mobilità dedicati ad anziani
e malati) e soprattutto al tema della sicurezza stradale, flagello che impone a tutti una
riflessione ed una assunzione di maggiori responsabilità.
La visione di città fino a qui descritta (città sana, moderna, in trasformazione, dinamica,
culturale) non poteva completarsi in assenza di un elemento che pare essenziale ed
irrinunciabile, poiché nessuna operazione di turismo, di tipo congressuale, di industria
culturale, ma anche di normale vita quotidiana è possibile se non si assicura una città in
cui lo sviluppo è caratterizzato da un aggettivo: sostenibile. In questa parte del Piano il
lettore trova probabilmente una applicazione operativa e concreta di quello che sopra
abbiamo richiamato, ricordando che taluno ha definito in dottrina strategica “l’effetto
“L’effetto Medici” Medici”; ricercatori, docenti, tecnici, umanisti, liberi professionisti, dipendenti di pubbliche
amministrazioni, dirigenti di enti di controllo e monitoraggio, tutti hanno concorso a
portare un pezzo della propria visione per una città rispettosa dell’ambiente ed alla ricerca
di nuove fonti energetiche. Questa parte del Piano riesce a far capire come si possa
trasformare un problema (come quello dei rifiuti ad esempio) in una opportunità, di come
si possano usare le conoscenze del sistema universitario per risolvere problemi tipici della
città (gli inquinamenti), di come si possa e si debba investire in nuove fonti energetiche,
ma anche di come si possa fare cultura nel cittadino e nelle nuove generazioni, per
cambiare, tutti insieme, nella quotidianità, giorno per giorno, la nostra visione dell’ambiente
in cui viviamo. Si badi, un conto è aderire ai progetti comunitari, perché esistono bandi o
finanziamenti cui attingere risorse, un altro è progettarli dal basso, costruendo le proprie
migliori pratiche, perché tutto il sistema locale è convinto che, così facendo, il ritorno –
anche monetario – dell’investimento, sarà maggiore dei costi sostenuti per realizzarlo. Che
è, per inciso, il miglior metodo di valutazione, in quanto tiene conto della natura e della
distribuzione temporale dei flussi, del tempo di ritorno, del valore finanziario del tempo,
Il valore dello ed è quindi parametro adatto a chi, come il soggetto decisore, dovrà esaminare il costo
sviluppo sostenibile previsto dei progetti, ma anche i ritorni di lungo termine. Sarà difficile valutare il costo non
monetario, come quello dei molteplici benefici sociali ed immateriali, ma a nessuno
certamente sfugge il valore di uno sviluppo sostenibile di un contesto territoriale, ed il
suo asset intangibile nel lungo termine. Appare pleonastico e pedante segnalare come
questa visione sia totalmente integrata con la visione degli altri tre Assi, e cioè con il piano
culturale della città, ma anche con il suo ritorno in termini di reddito, e con la valutazione
sociale in termini di qualità della vita.
Chiudiamo lasciando per ultimi gli spunti di riflessioni su quello che riteniamo, usando una
terminologia della pianificazione strategica, il prodotto “faro” della città, cioè quello che
potrebbe diventare il proprio marchio di riconoscibilità al di fuori dei suoi confini locali:

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

la Cittadella Militare di Alessandria.


In letteratura in materia di pianificazione strategica si usa infatti il termine di progetto
“faro” ad indicare, tra i tanti, il tema che si ritiene più importante, o incisivo, in grado di
meglio rappresentare la vision della città o del territorio in esame. Ai tavoli di lavoro del
piano strategico di Alessandria nessun argomento, nessun progetto o tema è sembrato,
sotto il profilo simbolico, ma anche per dimensione economica, oltre che per il suo valore
Il progetto “faro”: storico, così importante come la Cittadella. Tale tema è nato come discussione al Tavolo
la Cittadella della Cultura, ma è stato in seguito affrontato ad un Tavolo multisettoriale al quale sono
state invitate le forze economiche, sociali, finanziarie, culturali della città, ottenendo una
ampia adesione. Come si potrà notare, sono state preparate, illustrate, dibattute e votate
diverse schede progetto, alcune di metodo, altre di contenuto. Riteniamo opportuno, a
questo punto, esprimere alcune considerazioni che inquadrano tale problematica in modo
netto e definito.
Intanto, la Cittadella può essere, per la sua dimensione, per il valore economico e
finanziario del tema o la più grande opportunità di questa città, o il suo più grande
problema. L’ottica del mantenimento, della conservazione, in assenza di un progetto che
parimenti punti ad una logica di entrate, non può, nel lungo termine, che condurre a gravi
problemi di finanziamento per chi avrà l’onere giuridico di gestirla. E’ opinione di chi
scrive che si debbano allora, prima di discutere di cosa farci, riconoscere due elementi
preliminari.
Il primo è che si deve scegliere tra una logica di conservazione ed una logica di rilancio,
Conservazione o sapendo che entrambe hanno dei pro e dei contro. La logica di conservazione minimizza
gli esborsi finanziari di breve termine, ma è destinata a produrre sostanziali perdite, in
rilancio?
assenza di un progetto in grado di generare flussi di cassa in entrata, e prevedendo solo
sostanzialmente flussi di cassa in uscita, necessariamente incrementali, data l’obsolescenza
fisico tecnica del bene, in alcune parti e funzioni già compromesso. La logica di rilancio
necessita invece di rilevantissimi investimenti, e quindi importanti esborsi finanziari iniziali,
ma prevede potenzialmente ritorni di flussi di cassa positivi e crescenti nel tempo.
Il secondo elemento è che, se si sceglie, come noi suggeriamo, l’ipotesi del rilancio - in
quanto la prima ipotesi significherebbe sostanzialmente non cogliere le opportunità ma di
fatto limitarsi a minimizzare i danni ed a fare opere di manutenzione - sorgono altri
problemi e considerazioni. Prima di avventurarsi a discutere appassionatamente di quali
siano le attività da inserire in questo contenitore, occorre riconoscere un dato di base: non
esistono, se parliamo di un piano complessivo ed organico di investimenti - che ammonta
Non si può fare solo non a unità o decine ma probabilmente a centinaia di milioni di euro – risorse pubbliche
con le risorse disponibili. Non vi sono a livello comunale, né provinciale, o regionale, o statale, e non si
usi il mito dei fondi comunitari, almeno se non si è degli addetti ai lavori e si ha conoscenza
pubbliche di bandi direttamente attivabili. Non ci sono, almeno nella logica della copertura integrale
dell’opera. Si deve allora riconoscere, così ragionando, che realisticamente sia necessario
entrare nell’ottica dei grandi investimenti per una progettualità integrata mista pubblica e
privata, cioè nella logica di co-finanziamento, nella quale però sia da considerare probabile
la copertura in parte minoritaria quella disponibile con fondi pubblici.
Ne discende allora che - se si intende ragionare nella logica di un progetto “faro”, cioè di
Logica privatistica e un grande progetto di rilancio con una unica regia, eventualmente modulare e graduale,
scambio ma riconducibile ad un unico disegno concordato e pianificato - sia necessario scendere
pubblico/privato a compromessi. Il primo compromesso è quello di non volere considerare una sola ipotesi
di soluzione, né di imporre schemi concettuali predefiniti, perché è necessario attrarre
capitali esterni di fonte privata, e questi non possono che essere interessati ad un unico
metro di valutazione; il tasso interno di rendimento del capitale. Dovunque questi grandi

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progetti si sono realizzati, è sempre stato necessario un quadro definito di contesto locale,
una definizione degli scopi pubblici ed istituzionali, ed una concessione di attività
economiche atte a realizzare lo scambio tra gli interessi pubblici e le legittime aspettative
di ritorno economico del capitale privato. Ciò significa valutare l’ipotesi di meccanismi di
concessione di lungo termine, ipotesi di project financing, e soluzioni tecniche che
comunque non possono prescindere da tre elementi essenziali. Il primo elemento è una
definizione giuridica precisa del tema. Il secondo è una definizione tecnica puntuale di
tutta l’area e delle problematiche connesse. Il terzo è la definizione politica ed istituzionale
del livello di scambio possibile a fronte di attesi vantaggi economici e sociali per il
territorio.
In assenza di questi tre elementi preliminari, non sarà possibile avviare un serio incontro
tra le attese della parte pubblica e gli interessi dell’investitore privato, perché nessun
imprenditore può investire, ma nemmeno investire soldi in uno studio di fattibilità, in un
Tre profili ed una contesto non determinato sotto questi tre profili: giuridico, tecnico e politico. Dando per
“road map” scontato che sia possibile avviare un percorso di metodo atto a creare una sorta di road
map che punti nel breve termine a definire questi tre elementi preliminari (una scheda del
Piano Strategico fornisce spunti al riguardo), allora sarà possibile successivamente
ipotizzare un percorso di natura almeno nazionale, ma probabilmente internazionale, atto
ad illustrare a potenziali investitori le potenzialità del contesto. Si badi bene, non un
concorso di idee progetto, o un concorso di tipo ingegneristico o architettonico, ma un
concorso di progetti di natura imprenditoriale, per i quali si sviluppi il quarto ed ultimo
tassello mancante, cioè la valutazione di sostenibilità economica e finanziaria. Saranno gli
investitori a scegliersi e pagarsi i propri studi di riferimento, ma sulla base di un interesse
di natura economica, e come strumenti atti a creare i vari studi di fattibilità alla base del
piano finanziario proposto.
Così ragionando, possiamo dare altri spunti di riflessione. Un investimento di questa
Uscire dalla logica natura, necessariamente rilevante, deve puntare ad un rientro dell’investimento nel tempo
degli “eventi” minore possibile. Ciò conduce alla riflessione che la soluzione – o il complesso delle
soluzioni integrate – deve uscire dalla logica degli eventi, ed entrare in quella di una
apertura continua giornaliera. La ragione è nuovamente finanziaria, perché diventa
rilevante poter contare su una continuità e su una diversificazione dei flussi di cassa durante
tutto l’anno, per ammortizzare l’investimento. Quindi, si immagina una soluzione integrata
in grado di rendere praticabile l’accesso quotidianamente, ed atta a massimizzare i flussi
di cassa in entrata.
Possiamo anche fornire al lettore spunti per la definizione dei possibili elementi di scambio,
ai quali abbiamo accennato, suggerendo come possibile una soluzione integrata, e non
definita verso un solo oggetto, perché il contenitore, come sappiamo, è veramente molto
ampio. Considerando tutte le questioni alle quali abbiamo fatto cenno in precedenza, e cioè
i temi dell’invecchiamento della popolazione, dell’aumento della scolarizzazione,
dell’incremento del livello medio culturale, della riduzione del tempo lavorativo, del grande
bacino economico del tempo libero, dell’industria della cultura, dell’industria del benessere,
ed altri fattori che sarebbe ridondante citare, possiamo suggerire una tesi.
La tesi è che un bene così rilevante ed importante per il suo essere un contenitore
potenzialmente incredibile di diverse attività debba essere pensato come uno spazio atto
ad essere riempito di progetti atti a soddisfare diversi bisogni dell’uomo. Si pensi ad
esempio alla piramide di Maslow, ed ai vari livelli di bisogni da soddisfare. Il primo ambito
di intervento, quasi scontato, è quello di natura culturale, che soddisfa un bisogno della
mente; qui vediamo tutti i progetti di matrice storica, culturale, artistica, intendendo il
mondo ampio ed articolato che ruota attorno alla soddisfazione dei bisogni più elevati

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

dell’individuo. Un secondo ambito di intervento è di grande attualità, e possiamo definirlo


quello del corpo; ci riferiamo al grande bacino economico della cura del corpo e del
benessere psico-fisico in generale, del verde e del tempo libero, nel quale grandi
investimenti si stanno facendo in imprese private in tutti i paesi del mondo industrializzato.
La testa il corpo Il terzo ambito di intervento è quello che potremmo definire, senza timore di abbinare il
e la pancia sacro al profano, l’ambito della pancia; ci riferiamo al bacino dell’accoglienza, della
ricettività e della ristorazione, da sempre abbinato a tutti i progetti di primo e di secondo
tipo. La nostra tesi è che non si debba pensare ad un progetto specifico, ma definire i
confini nell’ambito di questi tre mondi, stabilendo quali siano le attività economiche
ritenute ammissibili agli scopi pubblici e sociali, finalizzati a generare ritorni di immagine,
di reddito e di occupazione.
Solo allora sarà possibile valutare se il progetto va finanziato, anche da parte pubblica,
con l’unico criterio possibile; quello del valore. Un progetto determina valore se il ritorno
Il criterio del valore dell’investimento, in un tempo definito, è maggiore del costo sostenuto per realizzarlo.
Naturalmente, trattandosi di un bene “faro”, tale ritorno non può essere misurato in
termini meramente monetari (unlevered cash flows prospettici); ma questi elementi,
tuttavia, devono essere considerati per ricondurre la discussione non ad un mero esercizio
intellettuale, ma ad una ipotesi di lavoro tecnicamente ed economicamente realizzabile.
Manca una ultima considerazione. Così facendo, siamo giunti a prospettare la realizzazione
di un grande progetto integrato per la Cittadella, eventualmente modulare o graduale, ma
generato da una regia pubblica, trasparente e condivisa. Siamo però arrivati a pensare ad
Luogo chiuso o un luogo chiuso o aperto? Riferendoci ai modelli nei quali si è unito il sacro al profano,
dovunque nel mondo, pensiamo per antonomasia al modello dei musei, nei quali la cultura
aperto? è spesso abbinata al commercio dedicato ed ai servizi. Riteniamo che nel caso in questione
si debba fare un passo in più. A nostro avviso la Cittadella non è un museo, un “Outlet”
della Cultura, un centro in cui si scambiano beni e servizi, quand’anche con apertura
giornaliera, tutti i giorni, come se fosse un bene chiuso. Se anche tale attività fosse
economicamente sostenibile, se anche fosse un esempio di industria della cultura o del
benessere, se anche fosse produttrice di reddito e posti di lavoro, non si sarebbe colto
fino in fondo l’opportunità. La Cittadella è una parte della città, è un borgo. Il progetto
da pensare deve considerare anche questo aspetto; non un luogo da chiudere dopo una
certa ora, con barriere o con azioni di custodia, ma un luogo vivo, nel quale la gente possa
circolare.
Ciò significa aprire la mente ad una altra possibilità, finora non esplorata nel dibattito
politico ed istituzionale, aprire ad una dimensione temporale; la notte. Luogo aperto
La notte significa luogo nel quale sia possibile, almeno in alcune parti, circolare a qualsiasi ora, del
giorno e della notte. Significa pensare a vie di accesso, collegamenti, parcheggi, punti di
ristoro ed eventuale pernottamento, facendo tornare ad essere la Cittadella ciò che era
prima che fosse destinata ad un uso militare; un quartiere della città.
Siamo davvero alle conclusioni. Il Piano Strategico è un documento al quale hanno
lavorato molte persone, uomini e donne che hanno dedicato tempo ad un progetto di
interesse collettivo. Se lo hanno fatto è perché tutti credevano nella possibilità di cambiare
Concludendo... qualcosa, e di vedere una parte del proprio pensiero diventare azione. Il Piano non è certo
il migliore di quelli possibili, né è da considerare come uno strumento bloccato nel tempo,
ma oggetto di modifiche, miglioramenti, apporti critici. Si ritiene però, come si è cercato
di dimostrare in questo capitolo, che esso contenga i due elementi essenziali che ogni
buon Piano deve proporre, e cioè la capacità di innovazione, e la capacità di offrire una
visione del futuro diversa. In questo senso esso è di tutti e di nessuno. Molti ci hanno
lavorato, e tutti possono migliorarlo e farlo proprio. Non è un obbligo, ma uno spunto

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ragionato di riflessione. In tal senso, ci piace pensare che sia un regalo della città a sé
stessa.

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