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IL PIANO
STRATEGICO
IL PIANO DI SVILUPPO
DI LUNGO TERMINE
Ufficio di Coordinamento
Ufficio Piano Strategico del Comune di Alessandria
Progetto Grafico
Ufficio Stampa del Comune di Alessandria
Tipografia
Viscardi
Foto
Albino Neri
Mario Chichi
Fototeca Civica
e fornite dagli Enti partecipanti
Edizione
Alessandria, agosto 2010
ALESSANDRIA:
IL PIANO
STRATEGICO
IL PIANO DI SVILUPPO
DI LUNGO TERMINE
INDICE
I
_____Introduzione
1
_____PARTE I – Visione generale
29
_____PARTE II - Analisi
_____Asse 1
31
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto
_____ Asse 2
117
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto
_____Asse 3
363
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto
_____Asse 4
489
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto
INTRODUZIONE
L’attività che abbiamo promosso come Associazione per il Piano Strategico in questi anni
è, insieme, banale e preziosa; abbiamo chiesto a molte persone di immaginare una città
diversa, auspicabilmente migliore di quella di oggi. Abbiamo chiesto loro di farlo al di
fuori del contesto dell’attualità e della visione politica, e sulla base di valutazioni il più
possibile oggettive, o comunque motivate da interessi anche di parte, ma basate su
ragionamenti strettamente tecnici, fondati su pareri di esperti o addetti ai lavori, ed in uno
scenario di lungo termine. Ne è venuto fuori un insieme ragionato di idee, come si diceva.
Quanto vale tutto ciò?
È una domanda alla quale qualunque esperto di finanza farebbe fatica a rispondere, perché
nessun mercato è più complesso di quello chiamato a valutare un bene intangibile in una
proiezione futura, cioè un mercato delle idee, o una borsa delle idee. Mi piace l’immagine
di considerare questo pezzo di carta che avete per le mani una borsa delle idee, perché vuol
dire che qualcuno propone e forse qualcun altro potrà dare a queste proposte una
gradualità, una scala di misura, cioè un valore, quindi un prezzo. Allora si entrerà in una
dimensione di concretezza, che però, come si è cercato di dimostrare in queste righe,
esiste già, a meno di valutare zero il lavoro svolto.
Quale che sia il giudizio che verrà da altri formulato, e che, essendo di parte, mi astengo
dal suggerire, mi limito a ricordare al lettore l’origine di questa mole di idee. Dopo un
lungo processo in cui in convegni, seminari, dibattito pubblici, molte persone, appartenenti
a diversi mondi della città, hanno fornito spunti e riflessioni, una rappresentanza molto
Il punto di partenza ampia della collettività locale si è riunita attorno a Tavoli di lavoro per scrivere delle cose.
Il risultato non è definito, non è da considerare scolpito nella pietra, anzi, mi piacerebbe
che fosse un punto di partenza e non di arrivo, un documento aperto al contributo di
molti altri che potranno ancora portare altre proposte, con metodi tradizionali o con uso
delle moderne tecnologie informatiche (ad esempio aprendo un sito per il Piano
I
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Strategico).
Quale che sia il giudizio che la Governance degli Enti ed Organizzazioni pubbliche e
private vorranno dare al documento, mi corre l’obbligo intellettuale di documentare un
fatto che a mia memoria non ricordo si fosse verificato in questa città.
Dal 5 novembre 2009 all’8 luglio 2010, circa 150 persone, non appartenenti ad un solo
organismo, ma in rappresentanza di 63 Enti od Organizzazioni pubbliche o private,
appartenenti a mondi diversi e in taluni casi rappresentanti interessi contrapposti, si sono
riunite attorno a 12 Tavoli di lavoro, per complessive 105 riunioni tecniche, a discutere
insieme di problemi e di ipotesi di soluzioni. Ne sono emerse oltre 100 proposte, discusse,
mediate, modificate, condivise ed alla fine formalmente votate tutte all’unanimità sotto il
profilo della soluzione tecnica, come strumenti ritenuti idonei a perseguire un interesse
superiore e collettivo. Il che, a mio parere, è già un valore a prescindere dal contenuto.
Il valore di questo documento sono quindi le idee, cioè le immagini di un mondo ristretto
- Alessandria - che condizioneranno un agire futuro per fare una città che oggi non c’è.
Nulla di quello che leggerete in questo volume è ancora realtà; non ha ancora un prezzo,
un finanziamento, non è ancora una cosa tangibile. È soltanto l’immagine di una città che
ancora non si può vivere, come la vedono, però, quelle persone che hanno scritto delle
cose su un pezzo di carta, a rappresentare le loro idee, spesso condividendole, come
leggerete, con altri.
Quello che state per leggere è il frutto del loro lavoro.
Valerio Malvezzi
Segretario del Piano Strategico
II
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
III
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
V
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
La fase di Identificazione
L’identificazione mira ad identificare i problemi del settore, definire l’ambito di intervento
e delineare le ipotesi di soluzione. L’ “identificazione” è un testo che presenta, anche con
l’ausilio di grafici, carte e schemi, i seguenti punti:
n Analisi S.W.O.T.
n Albero dei problemi
n Albero degli obiettivi
n Definizione ambito di intervento
n Definizione Obiettivi generali (linee strategiche)
In particolare:
n L’analisi S.W.O.T. muove dalla conoscenza del settore dei membri di tavolo
e dalla lettura di dati ed informazioni dell’indagine diagnostica o portati al
tavolo dagli esperti per disegnare punti di forza, debolezza, minacce ed
opportunità del settore
n Ciò consente di disegnare un albero di problemi in logica di causa ed
effetto
n Da cui si disegna un albero di obiettivi in termini di mezzi e fini (obiettivi)
n Il che consente di definire con precisione l’ambito di intervento. È
fondamentale distinguere le variabili endogene governabili localmente dalle
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
La fase di Formulazione
La formulazione mira a definire una visione di sviluppo del settore. È cioè la fase di
proposta, che discende dalla precedente e non la anticipa con tesi preconcette o
aprioristiche. La “visione” è un testo che presenta, anche con l’ausilio di grafici, carte e
schemi, i seguenti punti:
1
Acronimo di Strenghts, Weaknesses, Opportunities and Threats (cioè punti di forza, debolezza, opportunità
e minacce)
2
Nella versione proposta, tra gli altri, da Banca Mondiale e Unione Europea
VII
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Numero di soci fondatori di Alessandria 2018: 16, a cui si deve aggiungere la Fondazione
CRAL
Numero di Enti coinvolti ai tavoli: 63 di cui 52 non soci
Numero totale di partecipanti ai tavoli: 151 soggetti di cui 22 dipendenti del Comune di
Alessandria
Durata dei lavori: dal 5 novembre 2009 al 8 luglio 2010
Numero complessivo di riunioni dei tavoli di lavoro: 105
VIII
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Risultano dai verbali delle riunioni presenti, e si ringraziano per la partecipazione ai dibattiti
dei Tavoli di Lavoro, i seguenti Enti (in ordine alfabetico):
N.
ENTI PARTECIPANTI AI TAVOLI DI LAVORO
progr.
1 ASO AL - Azienda Sanitaria Ospedaliera di Alessandria
2 AMAG spa - Azienda Multitutility Acqua e Gas
3 ARAL spa - Azienda Rifiuti Alessandrina
4 Archivio di Stato di Alessandria
5 ARFEA spa - Aziende Riunite Filovie e Autolinee
6 ARPA Piemonte - Azienda Regionale Protezione Ambiente
ASCOM - Associazione Commercianti
7
(AL-2018)
8 ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
9 ATM S.p.A. - Azienda Trasporti e Mobilità
CIA - Confederazione Italiana Agricoltori
10
(AL-2018)
11 Caritas Diocesana
CCIAA - Camera di Commercio Alessandria
12
(AL-2018)
13 CGIL - Sindacato
CNA - Confederazione Nazionale dell’’Artigianato
14
(AL-2018)
15 CIOFS-FP Piemonte- Scuola di formazione
16 CISL - Sindacato
17 CISSACA - Consorzio Intercomunale Servizi Sociali di Alessandria
18 Clinica Salus e Casa di Cura Città di Alessandria
19 CNOS - FAP - Scuola di formazione
Coldiretti
20
(AL-2018)
Collegio Costruttori Edili ed Affini (Consorzio ALTECH e CPT - Comitato
21 Paritetico Territoriale)
(AL-2018)
22 Collegio Geometri
IX
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
X
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
55 Scuola Edile
56 Società Arte Storia Archeologia
57 SPRESAL - Asl Al - Servizio Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro
58 Studio Radiologico Centocannoni S.r.l.
59 TRA - Teatro Regionale Alessandrino
60 UGL - Sindacato
61 UIL - Sindacato
Unicoop - Unione Italiana Cooperative
62
(AL-2018)
Università Amedeo Avogadro
63
(AL-2018)
XI
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
RINGRAZIAMENTI
Risultano dai verbali delle riunioni presenti, e hanno partecipato attivamente ai dibattiti ai
tavoli di lavoro del Piano Strategico, in qualità di esperti, le seguenti persone in
rappresentanza degli enti citati (in ordine alfabetico):
XII
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XIII
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XIV
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XV
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LE SCHEDE PROGETTO
N. N.
ASSE- SCHEDE PROGETTO DEPOSITATE E
progr. progr.
TAVOLO APPROVATE DAI TAVOLI DI LAVORO
totale tav.
XVI
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XVII
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XVIII
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XIX
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XX
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XXI
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XXII
PARTE I
Visione generale
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2
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Premessa
Il piano strategico della città di Alessandria nasce per delineare l’immagine di una città
che oggi non c’è.
Il processo di pianificazione strategica è stato avviato da questa città nel 2008, per pensare
una città futura, diversa necessariamente da quella di oggi, cercando di immaginare in
anticipo le esigenze che fatti di natura tecnica o tecnologica, ma anche di mercato, di natura
sociale o demografica, e molteplici altri fattori che per brevità non citiamo, potranno
imporre al cambiamento. Un’ampia trattazione di tali elementi sono tuttavia contenuti nel
secondo volume di questo lavoro, quello dell’indagine diagnostica, sviluppata nel 2009,
sulla base dei dati disponibili a fine dell’anno precedente, con un lavoro di Ricerca
commissionato dall’Associazione proponente il piano strategico (Associazione Alessandria
2018) all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. Il corposo
lavoro di Ricerca è stato alla base di numerosi approfondimenti che in seguito sono stati
effettuati ai tavoli di lavoro della pianificazione strategica. Giova ricordare che tale lavoro
ha visto una scelta coraggiosa ed ampiamente condivisa, basata sulla volontà dei membri
dell’Associazione di non affidare l’incarico di studio ad un singolo Dipartimento o a una
L’indagine società di Consulenza, ma ad un Ateneo (con il parere favorevole dell’altro) il quale ha
diagnostica nominato un coordinatore ed ha coinvolto ben 4 diversi Dipartimenti, peraltro fisicamente
ubicati su 2 città (Alessandria e Novara).
Non è questo il luogo per rimarcare la validità della scelta e dei risultati conseguiti – il
lettore trova approfondimenti nel secondo volume – ma giova in premessa ricordare come
già le scelte dei 4 Assi sui quali viene costruito il Piano Strategico della città fosse stata fatta
all’epoca dell’indagine, che di fatto approfondì tali tematiche su commessa precisa e
circostanziata indicazione.
La scelta dell’anno
Sovente si ritiene di indicare un anno preciso per circostanziare la validità delle ipotesi di
lavoro rispetto ad un momento storico di riferimento. Noi non scriveremo invece Piano
Strategico “Alessandria 2018” o altri titoli del genere, per una ragione semplice.
La prima, per non confondere il nome dell’Associazione committente con il suo
contenuto. Al proposito, si osservi solo che la ragione della scelta del nome crediamo non
desti curiosità a nessuno, ma basti dire che nasce nel 2008 e che nei primi documenti si
parlava di logica di lungo termine, che talvolta per prassi taluno confonde con il decennio
(tralasciando il fatto, a parere di chi scrive irrilevante, del fatto che a quell’anno ricorra un
certo anniversario della nascita della città).
La seconda, ben più rilevante, sta nel fatto di non voler stabilire una sorta di “scadenza”,
come se tutto dovesse essere riferito ad un momento, quando invece si sa che stiamo
trattando di una visione di lungo termine di una città. Di più, se proprio fossimo obbligati
a definire una data di riferimento di un piano strategico, allora avrebbe senso, considerando
che la più parte degli investimenti hanno durata pluriennale, riferirli ad un periodo, come
ad esempio si fa con la programmazione comunitaria, che ha durata settennale. Se non
fosse, così facendo, che dovremmo scrivere che allora questo piano sarebbe il piano 2018-
2025, gettando probabilmente nello sconforto il cittadino o il politico abituati alla logica
dell’“hic et nunc”. Non solo, ma non ha senso definire un anno o più anni di riferimento
perché il Piano Strategico non può che essere una strada, una rotta da seguire, una
3
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
documento.
Di chi è il documento
Non si confonda la proprietà del documento. Esso è frutto di una iniziativa di una
Associazione costituita, su iniziativa del Comune di Alessandria, nel maggio del 2008 tra
16 soggetti, prevalentemente rinvenibili nel mondo economico, finanziario e universitario
locale. Non è tuttavia il Piano Strategico del Comune di Alessandria, anche se il Comune,
essendo soggetto proponente, è stato anche, correttamente, il primo soggetto ad aver
formalmente accettato ed adottato le prime risultanze del Piano, come si evince dalla
assoluta ed evidente connessione, anche descrittiva, tra il Piano Strategico e la revisione
del Programma di Mandato. Anzi, la revisione del proprio Programma di Mandato è nei
fatti un primo e rilevante segnale di rispetto che la pubblica amministrazione proponente
ha voluto manifestare al lavoro condiviso con moltissimi altri attori locali. La stessa
inclusione di parti importanti di testi condivisi in sede di pianificazione strategica, sovente
Connessione al proposti e talvolta dettati da attori diversi dalla amministrazione pubblica prima
proponente il processo, direttamente nella revisione del Programma di Mandato, è fatto
programma di raccomandato dalla migliore dottrina, che chiede di adattare l’azione di breve periodo alle
mandato scelte condivise nel lungo termine, creando una doverosa connessione tra la visioning di
breve e quella di più ampio respiro.
Il Piano Strategico è un documento che l’Associazione lascia in dote alla città, perché ciò
è scritto nel suo stesso Statuto e nella sua fondativa Carta dei Diritti e dei Doveri, invitando
tutti gli Enti pubblici e privati che hanno contribuito a redigerlo a confrontarsi con esso,
e con la sua visione di insieme. Di più, il documento è il frutto di una azione molto faticosa
di mediazione e condivisione di un laborioso processo, che ha visto l’Associazione
La torre d’avorio “Alessandria 2018”, nei fatti, includere decine di altri soggetti, appartenenti a mondi diversi
da quelli che inizialmente avevano avviato il motore dell’operazione. Ci si riferisce agli
apporti, che il lettore potrà leggere nelle schede progetto, di decine di membri effettivi di
tavolo, che riguardano ad esempio Ordini Professionali, che includono il mondo del
Sociale e della Sanità, che vedono il coinvolgimento di tutte le maggiori e riconosciute
rappresentanze della città nei quattro settori dell’economia, dello sviluppo urbano, del
sistema della conoscenza e del campo sociale.
Il documento è quindi una azione di mediazione delle visioni diversificate dei diversi attori
territoriali, i quali hanno portato ciascuno un pezzo di contributo ad un progetto
complessivo che spesso travalicava il proprio singolo ambito di intervento. Inoltre, se si
considera che moltissime schede progetto, come si documenta, vedono tra i proponenti
soggetti che hanno competenze molto diversificate, e non di rado antitetiche o addirittura
concorrenziali, appare evidente - ictu oculi - il valore dell’operazione. Ancora, giova
ricordare che tutte le schede sono state formalmente depositate, illustrate da un relatore,
dibattute, talvolta emendate, ma tutte, indistintamente tutte, approvate all’unanimità.
Trattasi, lo ribadiamo, di un valore di indicazione meramente tecnica, e non di una
approvazione politica, che al momento della stesura del presente testo deve ancora
verificarsi, ma nondimeno trattasi di fatto quantomeno irrituale, almeno nel contesto locale
di riferimento, come da molte parti è stato sottolineato.
Infine, si ricorda – ancora per rispondere alla facile critica della mancanza di fondi - che
sotto il profilo metodologico questo approccio appare corretto con riferimento alla
dottrina della pianificazione non solo strategica, ma in genere. Tutta la moderna teoria
della pianificazione, a partire da quella adottata da Banca Mondiale per arrivare a quella
usata in Comunità Europea, si basa su una definizione delle priorità prima, e non dopo,
la definizione di un budget, e la conseguente fase di fund raising. In questo, si ribadisce,
è il valore del documento, e spetta al mondo politico definirne le priorità, valutandone i
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
I 4 assi e la vision
La pianificazione non può, per sua definizione, essere avulsa da una logica di intervento
di lungo termine, sia perché è fatto suggerito dalla migliore dottrina in materia, sia perché
per loro natura taluni ambiti di azione non possono essere concretizzati nel breve periodo,
per fatti tecnici, giuridici, economici, realizzativi in genere. In questo, la vision di città che
dovrà adottare il Comune di Alessandria, è nel futuro, tenendo doverosamente conto di
un processo di pianificazione, sviluppato con approccio bottom up, che ha visto in questi
mesi un articolato e profondo, nonché largamente condiviso, dibattito della società civile
nell’ambito del processo di pianificazione strategica.
La vision
La visione di città che si trova in questo documento nasce nell’ambito di un processo che
ha visto un’ampia partecipazione ed un profondo ed articolato confronto di idee. Occorre
quindi trovare una connessione tra la politica di breve termine, rappresentata dai confini
del mandato amministrativo, e quella di lungo termine, che trova le sue origini nella
impostazione del piano strategico che il Comune di Alessandria, facendo sintesi delle
posizioni largamente condivise, intende definire. Chiaramente i due piani devono essere
connessi e collegati, se del caso attuando opportune correzioni di rotta, ricordando sempre
che il Comune è solo uno dei tanti soggetti che insieme concorre, per la propria parte, alla
realizzazione di una idea comune e complessiva di città.
La visione di Alessandria di domani non è riconducibile a slogan, sia perché rinunciamo
volentieri a tale compito – che pure ricorre tradizionalmente nella letteratura di genere -
sia perché la singola definizione appare riduttiva rispetto al progetto complessivo.
Potremmo dire che è una visione di una città innovativa, di una città moderna conscia dei
propri limiti ma anche delle proprie potenzialità, che il Piano indica chiaramente su 4 Assi,
che sono le quattro “gambe” del proprio sviluppo. Tratteremo quindi dei contenuti dei 4
Assi, descrivendo anche i contenuti dei 3 Tavoli che ogni Asse ha ritenuto di avviare, prima
di affrontare successivamente la lettura ed analisi delle singole schede progetto, o azioni,
che – secondo linee strategiche definite di intervento – sono state depositate
4 assi su 12 tavoli complessivamente sui 12 tavoli.
Il primo Asse è quello dello Sviluppo Economico, valutando che una comunità non può
svilupparsi in assenza di risorse, ed implicitamente riconoscendo che la produzione del
reddito sarà essenziale per il mantenimento e possibilmente l’aumento degli spazi
occupazionali, e che il concorso dell’economia privata in un processo di sviluppo pubblico
sarà determinante anche nei prossimi anni, soprattutto in un contesto come quello attuale
di crisi e di contrazione tendenziale della spesa pubblica. Il secondo Asse è quello dello
sviluppo urbano, tema affrontato in una ampia accezione che non dimentica il fattore di
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
universitario a due livelli. Il primo livello è quello della ricerca, intendendosi con tale
termine una ricerca applicata, concreta ed operativa, rispondente alle reali esigenze del
comparto produttivo. Questo livello significa realizzare una Cittadella della Conoscenza,
cioè un luogo fisico di connessione tra il mondo della ricerca universitaria ed il mondo
dell’impresa. Si osservi che, come si vedrà dall’analisi delle schede, esiste una connessione
molto stretta tra i temi affrontati su questo tavolo dell’Asse di sviluppo economico ed i
temi affrontati sul tavolo della Ricerca dell’Asse della Conoscenza. Infatti, il modello della
Cittadella della conoscenza pienamente si integra con i progetti del tavolo, che vedono le
associazioni di categoria proporre soluzioni tecnologiche per il sostegno non tanto della
ricerca applicata, quanto dello sviluppo precompetitivo delle proprie imprese. Tuttavia,
non sfugge a chi conosce la differenza tra i due ambiti di intervento, anche sotto il profilo
della distinzione giuridica, che si trova non nel nostro codice civile quanto nella disciplina
comunitaria, che i due temi dello sviluppo precompetitivo e della ricerca applicata siano
pienamente integrabili, ed anzi sovente sequenziali. Di qui, il modello privatistico
immaginato dalle soluzioni delle associazioni di categoria pienamente sarebbe funzionale,
per la parte di sviluppo, al modello privatistico immaginato dalla Cittadella della
Conoscenza di iniziativa di Politecnico ed Università, e depositato come progetto sul
tavolo della Ricerca, nell’Asse della Conoscenza.
Si badi che allorquando si parla di approccio privatistico non ci si riferisce al destinatario
della prestazione o al modello giuridico di riferimento, quanto all’approccio di mercato
dell’intervento, che deve essere remunerativo e produttivo di redditività, uscendo dalla
logica del sostegno pubblico indifferenziato. Il secondo livello è quello del sostegno al
capitale umano ed alla formazione. In tal senso, la città di Alessandria si colloca in una
posizione logistica favorevole alla raccolta di esigenze formative del comparto produttivo,
Capitale umano sul modello delle scuole di alta formazione che altre città, di dimensioni non maggiori
della nostra, hanno saputo realizzare. In tal senso, anche qui si colga una connessione
logica molto importante tra le indicazioni strategiche proposte dalle associazioni di
categoria e la risposta, che non si trova al tavolo in oggetto, ma che possiamo rinvenire al
tavolo della Didattica universitaria, laddove si trova il progetto ad esempio di una “Business
School”, ed anche al tavolo della Ricerca, dove si trova il progetto di un sistema che tende
a diffondere le conoscenze con un modello reticolare (modello di Rete delle Conoscenze).
Da ultimo, ma non per importanza, occorre rilevare come il sistema bancario locale sia
caratterizzato – come ha dimostrato l’indagine diagnostica - da una situazione di
sostanziale oligopolio in capo a pochi istituti di credito: tale circostanza consente di
ipotizzare azioni concordate e condivise di sostegno all’accesso al credito, tema che, oggi
di attualità, sarà ancora più importante in futuro. Come si vedrà in maggior dettaglio nella
Capitale finanziario parte di descrizione dei contenuti progettuali, il tema dell’accesso al credito – rectius
dell’accesso al capitale – è tema strategico di riconosciuta importanza. Non sfugge la
distinzione tra le due definizioni: il capitale di rischio ed il capitale di debito sono, con
tutte le intermedie distinzioni quali quelle del capitale ibrido, distinte modalità di
finanziamento aziendale. Sul tema, molto bisogna fare, per introdurre una reale visione di
moderna impresa, che non veda la dimensione di piccola impresa come un valore in sé,
ma ponga il tema della crescita in una dimensione di contesto internazionale. In tal senso,
come molti aziendalisti insegnano, l’accesso al mercato del capitale, non solo di debito
ma anche di rischio, diventa uno strumento di crescita in grado di condizionare, in modo
straordinariamente rilevante, le opportunità di crescita, soprattutto in un mercato come
quello italiano, caratterizzato dalla presenza prevalente di un canale finanziario indiretto.
La visione di una città moderna deve anche considerare che la competizione sui mercati
internazionali, ma anche la capacità di attrarre sul nostro territorio imprese, richiede di
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
dotarci di strumenti finanziari non soltanto legati alle forma di capitale di debito, ma anche
a quelle di capitale di rischio. Su questo terreno, nel quale altri sono più avanti di noi, è
possibile immaginare uno sviluppo con il concorso del contesto produttivo, in
collaborazione con quello finanziario e scientifico. Di nuovo, si vedano le connessioni tra
le schede progetto depositate sui tavoli dell’asse economico e quelle depositate su quelli
dell’asse della conoscenza. Giova rimarcare il fatto che ciò non è casuale, ma frutto
razionale del processo di pianificazione strategica utilizzato, poiché numerose riunioni
hanno visto un approccio multidisciplinare, e la presenza di diversi attori locali ai diversi
assi, talvolta reciprocamente in qualità di membri consultivi di differenti tavoli.
Tavolo 3 – Terziario
Per quanto concerne il terzo settore, che possiamo definire terziario, la visione concordata
di città è prevalentemente legata alla connessione tra tre parole chiave: cultura, turismo e
commercio. La tesi emersa dai lavori di tavolo è che in una logica moderna, una città
medio/piccola e priva sostanzialmente di un’autonoma e riconosciuta capacità di
attrazione, debba operare per creare un fenomeno di richiamo organizzato verso il centro
cittadino. Per comprendere appieno tale impostazione ideologica, e per dimostrare la
connessione tra le tre tematiche sopra richiamate, occorre esplicitare alcune ipotesi di
base. Queste considerazioni sono propedeutiche e fortemente integrate con il tema della
cultura, di cui tratteremo più avanti, ma anche con il tema che consideriamo “faro” per la
città di Alessandria, e cioè la Cittadella Militare. Non è un caso infatti che ai tavoli nei
quali si è trattato del tema della Cittadella militare di Alessandria le associazioni di categoria
rappresentanti il settore terziario sono state sistematicamente presenti, riconoscendo come
il commercio e la cultura siano fattori di sviluppo integrato, specialmente se connessi dal
tema turistico.
Gli argomenti socio-economici alla base della tesi condivisa e della visione di città
conseguente sono i seguenti: cambiamento del mondo e degli orari di lavoro, cambiamento
del modello di famiglia, aumento della cultura media, dell’età media, e delle aspettative di
vita delle persone. vale la pena accennare appena alle valutazioni emerse ed ampiamente
Cambiamenti dibattute e condivise. Intanto, nel mondo occidentale si assiste nei decenni, a partire
socio-economici almeno dai primi decenni del secolo scorso, anche per il merito delle lotte sindacali e per
effetto dell’aumento della produttività del lavoro, ma anche per ragioni culturali, ad una
progressiva diminuzione del tempo lavorativo. Il modello di famiglia è per contro cambiato
per moltissime ragioni che sarebbe articolato richiamare, dai cambiamenti dei ruoli tra
uomini e donne alla introduzioni di differenti modelli di famiglia, ai fenomeni di
integrazione razziale, solo per citarne alcuni. L’aumento della cultura media è fatto
innegabilmente connesso all’aumento della scolarizzazione, mentre l’invecchiamento della
popolazione e delle aspettative di vita sono fattori confermati, con particolare riferimento
alla città di Alessandria, anche dalla citata indagine diagnostica effettuata dalla Università
degli Studi del Piemonte Orientale. Un combinato disposto di tutti questi fattori sta
creando un bacino economico nuovo e per certi aspetti ancora parzialmente inesplorato:
Il bacino il bacino del tempo libero. A ben vedere, lo sviluppo del commercio cittadino non può
essere slegato dallo sviluppo degli altri due fattori di occupazione del tempo libero, e cioè
del tempo libero la cultura ed il turismo. Torneremo ad approfondire tale tesi nella parte di visione di città
dedicata alla cultura ed al progetto per noi ritenuto insieme più ambizioso e più
caratterizzante la nostra città: la Cittadella Militare di Alessandria.
Con questa chiave di lettura, tuttavia, possiamo ora esplicitare le linee strategiche previste
per il settore terziario, che ruotano attorno al concetto di città aperta. Tale concetto ha una
visione ed uno strumento realizzativo. La visione è quella di una città accessibile, e questo
si collega ai temi dell’organizzazione del territorio e del suo sviluppo urbano (parcheggi,
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Una visione di città pulita coincide con quella di una città salubre e vivibile; questa visione
di città richiede il coinvolgimento di due attori territoriali. Da un lato è necessario
prevedere attività di analisi di rischio di natura ambientale, con competenze rinvenibili
presso i Dipartimenti Universitari locali, dall’altro è opportuno collegare tali analisi a
valutazioni di tipo sanitario, con skills riscontrabili presso il sistema della salute locale.
Entrambe le linee d’azione devono comunque essere considerate propedeutiche ad
adeguamenti infrastrutturali volti alla rimozione e tendenziale eliminazione di tutti i fattori
inquinanti. Lo sviluppo sostenibile è inoltre chiaramente collegato ed integrato con la
pianificazione urbanistica, con particolare riferimento alle previsioni in materia di
costruzione, ristrutturazione degli edifici, zonizzazione acustica e mobilità urbana.
Un altro tema particolarmente rilevante per una visione di sviluppo sostenibile della città
di Alessandria è strettamente interconnesso alla parte economica. Uno dei grandi
cambiamenti del secolo attuale è il passaggio riconosciuto dalla economia della produzione
alla economia del rifiuto. In tal senso, il rifiuto, storicamente considerato un problema,
viene sempre più considerato una opportunità. Ci riferiamo in particolare al settore della
“green economy”, ed al sostegno che ogni attore del tavolo, ciascuno per la propria parte,
intende dare, in questa accezione, all’implementazione di processi di produzione ed utilizzo
di energia da fonti rinnovabile e di recupero di materia e di energia dai rifiuti.
Questa visione prospettica di città consente di immaginare la connessione almeno di tre
Connessione settori. Il primo è ovviamente il comparto industriale, il secondo è il mondo della ricerca
di tre settori applicata, il terzo è quello del settore agricolo, nella logica sopra descritta (di mercato sia
di approvvigionamento sia di destinazione).
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entrambi, almeno sui temi di Alta formazione e Didattica avanzata, sul modello di una
Scuola di Alta Formazione, che gestisca insieme i molteplici progetti che da parte dei due
Atenei verranno proposti sulla base delle rispettive competenze, fornendo al mondo del
lavoro una risposta nuova, integrata, completa sotto il profilo dei fabbisogni formativi
specialistici.
Tavolo 2 – Ricerca
Il sistema della conoscenza significa anche implementare la ricerca. Occorre rilevare come
in questo ambito la visione strategica maturata al Tavolo del Piano Strategico intenda
perseguire e sostenere non tanto singoli progetti, quanto la creazione di opportuni
contenitori atti ad accoglierli. Si tratta di una posizione di grande lungimiranza, sostenuta
e promossa sia dal Politecnico di Torino, sia dall’Università degli Studi del Piemonte
Orientale. Se infatti si esaminano le schede progetto depositate al tavolo, si osserva che vi
sono solo 2 progetti, ma si tratta da un lato di schede quadro e di ampio valore strategico,
e si deve considerare altresì il fatto, dall’altro, che i due Atenei hanno fornito un contributo
molto rilevante di progettazione nei singoli contenuti sui molteplici singoli tavoli del Piano
Strategico stesso.
La scelta di campo effettuata con lungimiranza da entrambi gli Atenei è veramente
innovativa, e tiene in considerazione le osservazioni, talvolta critiche, formulate da altri
2 progetti quadro in attori locali del mondo economico, finanziario, sociale locale. Ci riferiamo in particolare
tema di Ricerca al fatto che la ricerca, se sostenuta dal sistema economico e finanziario locale, non possa
che essere, almeno nei limiti di tale sostentamento, a questo strumentale. Di qui, per uscire
da una logica talvolta auto-referenziante del sistema universitario, sovente incentrato su
tradizionali modelli pubblicistici, per i quali si cercava in passato il finanziamento di
progetti di ricerca decisi autonomamente dai singoli Dipartimenti, si è convenuto da parte
dei due Atenei di ragionare insieme su un nuovo modello, ispirato a logiche privatistiche
e di mercato.
Il modello al quale ci riferiamo, e per il quale è stato effettuato un ripensamento, è quello
della Cittadella della Conoscenza, per la quale esiste un finanziamento a seguito della
presentazione del progetto nell’ambito dei Piani Territoriali Integrati (PTI). In tale
modello, i Dipartimenti di ricerca del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi del
Piemonte Orientale erogano servizi e consulenze a pagamento, nonché attività di alta
formazione. Inoltre, un progetto denominato “Rete delle conoscenze”, a suo tempo
La Cittadella commissionato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, è stato parimenti
della conoscenza e rivisto alla luce dell’attuale contesto caratterizzato dall’interesse manifestato per i temi
una rete delle della conoscenza da molti attori pubblici e privati. In entrambi i casi i due progetti, riveduti
ed aggiornati alla luce delle indicazioni degli attori del Tavolo, hanno dato origine alle due
conoscenze citate schede progetto, che dettano le linee strategiche verso le quali convergere.
Certamente, quale che sia la scelta definitiva, del contenuto e dei contenitori, scelta per la
quale devono essere coinvolti molteplici attori, dalla Provincia di Alessandria al Comune,
dalla Fondazione della Cassa di Risparmio alla Camera di Commercio, dalla Confapi alla
Confindustria, dall’ASL all’ASO, nella visione di lungo termine di città la didattica
universitaria di base, un sistema integrato di alta formazione e un sistema organizzato di
ricerca applicata alle necessità del territorio sono i tre pilastri della conoscenza come la
immaginano gli attori locali.
Per quanto concerne la Ricerca, in particolare (ma il tema riguarda anche l’Alta Formazione
discussa sull’altro tavolo), il modello si deve orientare verso una soluzione più privatistica,
intendendosi con tale termine non il mercato di riferimento, ma la logica di
funzionamento. Se infatti la Didattica di base non può per sua stessa natura prestarsi a
significativi ritorni monetari, e quindi deve cercare una logica di sostegno pubblico, la
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dalle incredibili capacità di attrazione (una fiera di tre giorni attira decine di migliaia di
persone, più di quante probabilmente l’hanno visitata nel corso di decenni), immaginare
un progetto che esca dalla logica degli eventi per entrare in quella di un’organizzazione
stabile ed imprenditoriale, appare essere la soluzione razionalmente perseguibile. In tal
senso, gli ambiti ed i confini di tale visione del progetto faro della nostra città sono chiari
e già delineati dal Consiglio Comunale. Il primo ambito è quello della mente, e consiste
La testa, il capo nel declinare progetti finalizzati al soddisfacimento dei livelli più alti, mentale ed emotivo.
Il secondo ed il terzo livello, che potremmo chiamare del corpo e della pancia,
e la pancia corrispondono rispettivamente a due ambiti del livello fisico, cioè i settori economici del
benessere (settore in forte crescita in tutti i mercati) e del commercio dedicato (fortemente
integrato con il turismo di nicchia ed il turismo culturale). Quanto all’ultima affermazione,
evidenziamo con forza come questo modello, lungi dall’essere considerato dissacrante, ha
consolidate esperienze i tutti i casi culturali internazionali di successo più famosi (dal
Guggenheim al Louvre ai Musei vaticani). Da ultimo, nella visione di lungo termine della
città, l’industria della cultura, che vedrà nella Cittadella il suo progetto “faro”, simbolo e
richiamo, si integra con un sistema coordinato di musei, biblioteche, osservatori culturali,
poli archivistici ed attività inerenti al nostro Conservatorio.
Su questi ragionamenti generali, ampiamente dibattuti al tavolo di lavoro, si sono
concentrati gli interventi progettuali, che hanno portato - come si vedrà - contributi diversi
e diversificati di importanti attori locali.
Giova osservare che sul tema “faro”, e cioè sul tema della Cittadella militare di Alessandria,
non sono state depositate al Tavolo della Cultura schede progetto in quanto il tema, nato
sotto il profilo culturale, ha poi assunto un piano di dibattito più ampio. In particolare,
l’evolversi della discussione ha portato a considerare la lettura del bene stesso in un
contesto allargato che, senza trascurare la prima logica di intervento (quella culturale
appunto), ha tuttavia ammesso che fosse doveroso ampliare il dibattito in modo
trasversale ad altri attori, presenti sugli altri tavoli di lavoro. Di qui, la decisione di costituire
sul tema specifico della Cittadella un gruppo di lavoro multidisciplinare che ha visto diversi
soggetti interessati del mondo dell’economia, della finanza, dell’Università e del
Il gruppo di lavoro Politecnico, degli ordini professionali, degli Enti pubblici, e che ha esaminato il tema in una
multidisciplinare logica differente. Ritenendo infatti che il bene in sé non dovesse essere considerato come
un manufatto da visitare in orari definiti ed assoggettato alla sola logica degli eventi (logica
sulla Cittadella del museo), ma come un quartiere della città da ripensare in chiave moderna (logica del
borgo), si sono formulate differenti valutazioni, sulle quali si è raggiunta una unanimità di
vedute.
Intanto, da più parti si è evidenziato il problema di una ricognizione dello stato dell’arte,
di tipo tecnico, ma soprattutto di tipo giuridico. Si è anche riconosciuto che la lettura del
bene finalizzata a riscoprire un borgo storico della città apre ad una chiave di lettura che
consente di pensare anche ad usi notturni della Cittadella, poiché un borgo di una città non
si chiude, come un museo, al termine dell’apertura, o come un evento, al termine di una
manifestazione.
L’idea prevalente è stata quella di pensare, su proposta degli ordini professionali degli
ingegneri, degli architetti e del Politecnico, ad una sorta di road map, una sorta di percorso
di analisi, che definisse prevalentemente l’idea di un percorso, di un contenitore, più che
di contenuto. Non sono tuttavia mancati contributi anche di contesto, come i preziosi
Il road map apporti in chiave culturale proposti dall’Università, o le valutazioni inerenti la connessione
con il fiume o con i collegamenti viari alla città mediante sistemi di trasporto pubblici. In
ogni caso, il dibattito sulla Cittadella avviato al tavolo della cultura, e al quale le varie schede
progetto proposte dagli attori locali sono idealmente collegate, ha preso atto del fatto che
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incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. In questa seconda dimensione, l’idea alla
quale i vari attori locali si sono impegnati a dare il proprio contributo è quella di sviluppare
due livelli di integrazione. Il primo è quello istituzionale e relazionale, coincidente nella
volontà di tutti gli attori territoriali di mettere a disposizione le proprie competenze,
informazioni e banche dati. Il secondo è quello di utilizzare le moderne tecnologie
La rete informatiche per fare sì che tutto questo patrimonio di informazioni, oggi disperso tra i
vari attori, pubblici e privati, venga messo a fattore comune. La realizzazione di questa
visione del mercato del lavoro locale dovrà consentire praticamente, in qualunque giorno
dell’anno, non solo di sapere in un istante e da parte di tutti quali siano le offerte e le
domande di lavoro, ma anche di pianificare per tempo la soddisfazione delle une e delle
altre. Questo sistema è oggi ben lungi dall’essere realizzato, rimbalzandosi le competenze
e le responsabilità in capo all’uno o all’altro soggetto con grave perdita di opportunità e
sostanziale inefficacia della ricerca.
Parlando di una visione del lavoro futura, non possiamo dimenticare il tema fondamentale
della sicurezza sul lavoro e della salute in ambiente di lavoro. Tale tema è stato affrontato
al Tavolo di lavoro con soluzioni progettuali che prevedono azioni sinergiche ed integrate
di enti ed organizzazioni competenti in materia (INAIL, SPRESAL-AL, ISPESL,
Università, sindacati, associazioni datoriali e di categoria imprenditoriali, Direzione
La sicurezza Provinciale del Lavoro, Comune e Provincia di Alessandria). L’obiettivo dichiarato è quello
sul lavoro di avere nel medio/lungo termine un aumento significativo della cultura in materia di
sicurezza sul lavoro, ed una conseguente diminuzione degli infortuni. La modalità con la
quale raggiungere tale obiettivo è quella di avviare processi virtuosi di gestione di questo
tema in alcuni ambiti sociali. Ciò prevede il sostegno da parte della Pubblica
Amministrazione a processi di orientamento, ma anche di introduzione nelle aziende,
anche con il supporto delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, di sistemi
di gestione della sicurezza, anche con riferimento a comparti e settori nei quali tale tema
appare particolarmente rilevante (ad esempio nell’edilizia).
Tavolo 2 - sviluppo del welfare
Un secondo ambito applicativo della dimensione della comunità è quello del welfare sociale.
Oggi, come ricordato dagli esperti del Tavolo di lavoro, esistono nel nostro Paese tre
modelli di welfare: welfare State, welfare mix e welfare society. Il nostro sistema di welfare vede
convivere i tre modelli e le tre diverse logiche di pianificazione. Nella nostra comunità,
inoltre, è aumentata negli ultimi anni, in modo preoccupante, la fragilità dei singoli e di
interi gruppi sociali, anche per causa di forte instabilità socio-economica. In questa società
nella quale le richieste di aiuto aumentano, sia in termini di numero, sia in termini di
complessità, le risorse disponibili non sono più sufficienti. Dall’altro lato, i nuovi utenti dei
servizi, nel territorio della nostra città, sono lavoratori usciti forzatamente dal mercato del
lavoro, persone sotto sfratto, persone impoverite da condizioni di precarietà lavorative,
creando una situazione patologica nella quale la normalità entra prepotentemente nella
scena dei servizi sociali, in un contesto in cui questi sono impreparati a gestirla.
In questo nuovo scenario gli interlocutori dei servizi non devono essere solo gli utenti, ma
I modelli di welfare tutti gli attori presenti sul territorio, dalle istituzioni ai soggetti informali, comprese le
famiglie che entrano a far parte della rete dei servizi. In quest’ottica i vari attori ed esperti
partecipanti ai lavori del Piano Strategico hanno concordato sull’ipotesi di ripensare ad
un sistema integrato di servizi sociali nel quale si sostituisca la logica della “prestazione”
con la logica della “relazione”.
Gli ambiti applicativi di questa visione di lungo termine, anche considerando i risultati
emersi dall’indagine diagnostica commissionata all’Università degli Studi del Piemonte
Orientale, riguarda differenti aspetti, tutti orientati alla promozione di un nuovo modello
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dell’incremento dell’aspettativa di vita ma anche della cronicità e di altre variabili sociali ben
note. Tali considerazioni sono alla base dell’albero dei problemi ed alla identificazioni del
Accordi di “box” delle problematiche al centro della mappa stessa, come si vedrà.
programma Da parte pubblica, sentite le opinioni degli esperti e professionisti del settore, si è preso
atto del fatto che lo sviluppo dell’associazionismo in Medicina Generale sia una necessità
e nuovi modelli molto sentita e i progetti presentati dai medici di base, in collaborazione con il Collegio
Infermieri Professionali della Provincia di Alessandria, fanno intravvedere un nuovo modo
di gestire la sempre maggiore domanda di salute.
Come vedremo esistono progetti proposti da ordini professionali e strutture socio sanitarie
che riguardano l’idea di un Sindaco messaggero di salute, ma anche progetti che ipotizzano
una nuova concezione di benessere. Inoltre, il lavoro congiunto degli esperti e
professionisti del settore ha proposto logiche di medicina di gruppo integrata e di cure
primarie integrate.
Il modello proposto fa ipotizzare strutture di I livello nelle quali opera un pool di medici
e di altri professionisti della salute , con la disponibilità per i cittadini di una fascia oraria
di 10 – 12 ore. In queste innovative unità (che ricordano il modello inglese) dovrebbe
essere effettuato un approfondito filtro, inclusa una prima fascia di accertamenti
diagnostici di base, che consenta di evitare accessi indiscriminati di pazienti al Pronto
Soccorso, che oggi creano, in questa struttura ospedaliera, lunghe attese e inducono gravi
problematiche per quanto attiene la corretta gestione delle urgenze.
Per quanto concerne le professioni sanitarie e la formazione professionale, occorre
anticipare le esigenze del futuro. E’ ben noto che alcune professioni sanitarie (in particolar
modo quelle non mediche) soffrano di gravi criticità e che, non raramente, si riesca con
grande difficoltà a garantire, a malapena, il turnover. Per questo è opportuno sostenere la
Anticipare il futuro proposta di implementare le attuali strutture didattiche periferiche della Facoltà di
Medicina dell’Università del Piemonte Orientale. Da questi ragionamenti è stato sviluppato
un percorso concettuale che ha portato all’ipotesi di attivazione di nuovi corsi di laurea in
ambito sanitario, richiesto dal mondo medico stesso. Ciò è auspicabile che avvenga, a
parere degli attori del Tavolo, sia numericamente che per tipologia di corso di laurea breve,
con una particolare attenzione al settore infermieristico, non dimenticando la necessità di
infermieri professionali specializzati in pediatria, essendo presente nell’ASO il secondo
Ospedale Pediatrico della Regione Piemonte. Un’altra laurea breve richiesta dal mercato
è quella della fisioterapia, stante la presenza in città di un grande Centro Riabilitativo quale
il “Borsalino”, come pure necessita un corso periferico il settore dei tecnici di radiologia,
in virtù della presenza presso l’ASO di attività di settori e specialità di alta fascia quali
Radiologia (TAC, RNM) , Medicina Nucleare (PET), Radioterapia (Acceleratore Lineare).
In questo scenario, ai margini del Tavolo di lavoro è sempre stato citato da molti attori il
Nuovo ospedale ed grande tema strategico dell’Ospedale, anche se gli attori hanno concordato di non
integrazione di depositare schede progetto sul Piano Strategico, stante la presenza di altri tavoli di
discussione appositamente dedicati ad altro livello. Da più parti si conviene tuttavia sul
presidi ospedalieri
fatto che il nuovo ospedale di Alessandria dovrebbe costituire il volano per l’economia
della provincia locale, garantire la riqualificazione dell’offerta di produzione incrementando l’alta
specializzazione ed evitando l’ancora troppo elevata mobilità passiva, verso la Lombardia,
in un territorio di confine particolarmente vulnerabile e facilmente “aggredibile” da
produttori pubblici e privati di fuori regione. L’integrazione con altri presìdi ospedalieri
della Provincia è un requisito importante per mettere in rete i diversi livelli di servizi
ospedalieri offerti alla popolazione, evitare competizioni interne dannose, favorire
l’integrazione professionale e culturale degli operatori e razionalizzare l’offerta con
inevitabili e positive ricadute.
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Un settore che si ritiene debba essere potenziato è quello della sperimentazione e della
ricerca nell’ambito di protesi e ausìlii ortopedici, riabilitativi e cardiovascolari, in
Connessione con la collegamento con l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, con il Politecnico di
Torino e con le aziende del territorio che operano nell’ambito delle materie plastiche e dei
Ricerca metalli speciali. Ciò in considerazione della presenza nell’ASO di un Dipartimento
Cardiovascolare di alto livello (con SOC di Cardiochirurgia e SOC di Chirurgia vascolare),
di un Centro Ortopedico di riferimento regionale per le protesi e dell’Ospedale
Riabilitativo “Borsalino”, struttura di II livello dove si potrebbero sperimentare, stante la
presenza di pazienti riabilitandi, affetti da patologie neuromuscolari e traumatologiche e
cardiovascolari, nuovi strumenti e innovative tecniche per la mobilità e non solo.
Sarebbe inoltre auspicabile sviluppare e potenziare l’attività formativa e tutoriale
nell’ambito dell’Emergenza Sanitaria nella quale l’ASO di Alessandria vanta una grande
tradizione e che potrebbe consentire di effettuare formazione in sede per medici e
personale infermieristico proveniente dalla Regione Piemonte e da altre regioni, utilizzando
proficuamente, una volta ristrutturata, la foresteria situata all’interno dell’ospedale
“Borsalino” e di proprietà dell’ASO.
Da tali considerazioni preliminari di carattere generale, formulate ai Tavoli di lavoro, è
disceso un importante lavoro di analisi che ha condotto gli esperti a lavorare con
particolare attenzione al tema della costruzione di una comunità sanitaria integrata, sulla
quale sono stati depositati contributi progettuali più avanti commentati nel presente lavoro.
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PARTE II
Analisi
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AssE I - sviluppo economico
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Industria
Nel secondo tavolo di lavoro dell’Asse economico (manifatturiero), si presentano diversi
progetti che affrontano il tema dello sviluppo industriale partendo dalla decisione di
identificare quattro linee strategiche fondamentali. I fattori dello sviluppo industriale
riconosciuti sono quelli dell’internazionalizzazione di impresa, della ricerca ed innovazione
tecnologica, dell’innovazione nel capitale umano e finanziario.
Il tema della ricerca applicata e dello sviluppo precompetitivo è il riconosciuto fattore di
sviluppo strategico del territorio, e sono stati sviluppate due schede progetto; la prima
prevede un percorso virtuoso finalizzato al raggiungimento del “rating tecnologico
dell’impresa” e, per i nuovi progetti di innovazione da sviluppare, di una “certificazione
del progetto d’innovazione”, mentre la seconda mira alla valutazione del potenziale di
innovazione dell’azienda e ad azioni per il miglioramento della qualità del processo
produttivo.
Il progetto “Tecnogate PMI”, presentato da Confapi Alessandria – Associazione delle
Piccole e Medie Imprese della provincia di Alessandria, prevede la realizzazione di
un’analisi ed un check up tecnologico sulle imprese del territorio comunale al fine di
sviluppare un’azione facilitatrice a favore delle PMI nei confronti della problematica
dell’innovazione d’impresa e di sviluppare, in collaborazione con gli Enti accademici, un
percorso virtuoso finalizzato al raggiungimento del “rating tecnologico dell’impresa” e, per
i nuovi progetti di innovazione da sviluppare, di una “certificazione del progetto
d’innovazione”.
Il progetto “Azioni di check del livello tecnologico e di assistenza nella crescita innovativa
delle imprese”, proposto da Confindustria Alessandria, ha ad oggetto la valutazione del
potenziale di innovazione dell’azienda e azioni per il miglioramento della qualità del
processo produttivo. Giova rilevare come dalla lettura della scheda si comprenda che con
il termine innovazione non si intende la capacità di apportare cambiamenti strategici con
l’invenzione (di un nuovo processo, o di un nuovo prodotto) ma si intende la capacità di
migliorare la qualità dei processi aziendali, con interventi costanti e puntuali.
Le imprese del comparto Alessandrino, sia le PMI che le Grandi, avranno una capacità di
crescita nella misura in cui sapranno confrontarsi con i mercati internazionali, non solo
in termini di sporadica esperienza, ma anche in termini di radicata e consolidata presenza.
Se l’internazionalizzazione di impresa è una delle linee strategiche di sviluppo identificate
dal piano, l’approccio alla soluzione immaginata dal progetto “Internazionalizzazione –
costruzione di una rete di conoscenze”, presentato da Confindustria Alessandria è
certamente innovativo, prevedendo lo scambio di esperienze internazionali via web e la
diffusione delle informazioni tra imprese per accrescere la competitività sui mercati
internazionali. Il progetto muove dalla necessità di favorire lo scambio di esperienze
internazionali via web e la diffusione delle informazioni tra imprese per accrescere la
competitività sui mercati internazionali. Si rileva che lo scopo strategico è quello della
diffusione delle conoscenze nei processi di internazionalizzazione per contribuire a
diminuire il divario di competitività tra imprese di grandi dimensioni e PMI. L’idea è quello
di sostenere l’incremento della conoscenza tecnica e teorica a supporto della presenza
delle imprese sui mercati esteri, allo scopo di favorire l’apertura e lo sviluppo commerciale
internazionale delle aziende.
Se internazionalizzazione e ricerca ed innovazione tecnologica sono le chiavi di successo
per il futuro, si è anche consapevoli del fatto che le imprese non possono sostenere
investimenti in questi settori in assenza di opportuni fattori di sostegno, a cominciare da
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
quelli finanziari. In questa chiave di lettura vanno considerate le 2 azioni previste nelle
schede progetto inerenti la linea del sostegno finanziario. La prima scheda intende fornire
alle piccole e medie imprese del territorio un qualificato supporto nell’accesso a servizi di
assistenza finanziaria qualificata, utili per favorire l’accesso al credito, particolarmente
necessari nell’attuale fase congiunturale, mentre il secondo progetto è volto a sostenere
il processo di crescita e di rafforzamento delle PMI sotto il profilo organizzativo e
finanziario.
Con il progetto dal titolo “Supporto nella gestione economico-finanziaria e nella
patrimonializzazione d’impresa”, proposto da Confindustria Alessandria, si intende
appunto fornire alle piccole e medie imprese del territorio supporto nell’accesso a servizi
di assistenza finanziaria qualificata, utili per favorire l’accesso al credito, particolarmente
necessari nell’attuale fase congiunturale.
Con il progetto dal titolo “Accesso al credito per le PMI”, sin intende nello specifico, su
iniziativa di Confapi Alessandria – Associazione delle Piccole e Medie Imprese della
Provincia di Alessandria, offrire un supporto alle aziende, volto a sostenere il processo di
crescita e di rafforzamento delle PMI sotto il profilo organizzativo e finanziario. Rileva il
fatto che il progetto preveda una assistenza “personalizzata” per ogni singola impresa
attraverso strumenti di finanza ordinaria/straordinaria e controllo di gestione.
Inoltre si è prevista una scheda per la creazione di cluster di imprese: è indubbio che se
da un lato il nostro paese è caratterizzato da una anomala dimensione di SMEs (small &
medium enterprises), che storicamente sono un riconosciuto fattore di forza tipicamente
italiano, dall’altro proprio le sfide della globalizzazione richiedono una capacità competitiva
che una PMI non può avere, in un contesto internazionale. Di più, alla base della scheda
progetto “Reti di impresa e clusters”, proposta da Confapi, sta il ragionamento,
ampiamente condiviso, del fatto che la dimensione dell’ impresa non deve costituirne un
freno alla competitività, poiché un complesso di fattori (organizzativi, umani, finanziari),
se non diversamente gestiti - con i cluster appunto - potrebbe impedirne la crescita. Il
ragionamento è molto ampio, naturalmente, ed è strettamente collegato ai fattori di
sviluppo delle imprese, tra i quali la dimensione, anche in termini di capitale umano e
finanziario in particolare, è una delle variabili strategiche cruciali. Come si vede, quindi, i
progetti del tavolo sono fortemente integrati tra loro nei ragionamenti e nella vision di una
impresa dinamica, in crescita, con forti investimenti in capitale umano, finanziario,
relazionale.
Terziario
Il terzo tavolo di lavoro dell’Asse di sviluppo economico ha contributi misti di parte
pubblica e privata. Da parte del Comune di Alessandria si è pensato ad un progetto di
radicale rivisitazione del modello della Fiera di San Giorgio, pensando di riqualificare la
storica manifestazione alessandrina, nell’ottica di una capillare specializzazione e della
creazione di eventi di sicuro richiamo di visitatori anche a livello extracomunale. Il
progetto, dal titolo “Organizzazione e riqualificazione della Fiera di San Giorgio”,
presentato dal Comune di Alessandria, mira a trasformare la storica manifestazione in un
evento di richiamo turistico, e non più solo nella Fiera Cittadina, mantenendo le tradizioni
ma con uno sguardo alle novità ed al futuro, e collegare iniziative culturali, quali mostre,
esposizioni, eventi, intrattenimenti alla classica offerta commerciale.
Il combinato disposto degli sforzi pubblici del Comune di Alessandria e delle Associazioni
di categoria del commercio ha portato ad identificare una seconda azione strategica nell’
OADI (Organismo associato d’impresa), che potrebbe risultare uno strumento snello e
versatile al fine di introdurre una nuova consapevolezza nella gestione ed organizzazione
degli esercizi commerciali del centro città e valorizzare quello che è il commercio
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“tradizionale”. Si veda la scheda progetto dal titolo “La valorizzazione delle attività
economiche del centro cittadino attraverso gli Oadi”, di iniziativa congiunta delle
Associazioni di Categoria Associazione Commercianti e Confesercenti e Comune di
Alessandria.
La linea strategica del sostegno al credito, similmente per quanto proposto a livello
industriale, trova poi una precisa proposta di azione nella scheda progetto del Credito alle
imprese commerciali, mediante misure di finanziamento diretto garantito da Confidi, e
mediante misure per il rafforzamento delle strutture di garanzia per agevolare l’accesso al
credito, pensate in modo specifico per le necessità finanziarie delle imprese del settore
terziario, che hanno notoriamente esigenze di cassa e di finanziamento al capitale circolante
(working capital) diverse e peculiari. Si veda la scheda progetto, riferita alla linea 1 – misure
e strumenti a sostegno del territorio – dal titolo “Il credito alle imprese commerciali”,
presentato congiuntamente dalle associazioni di categoria Ascom e Confesercenti.
Nel piano trova poi spazio l’azione strategica del town center management, progetto che
evidenzia l’opportunità legata alla creazione di una “cabina di regia” che si occupi del
rilancio della città capoluogo, con azioni di marketing territoriale, ricerca investitori,
pianificazione degli insediamenti. Tale azione è chiaramente correlata e sinergica a quella
degli OADI. Giova rilevare che la scheda progetto sul “Town Centre Management”,
idealmente depositata sulla linea 1 – città dell’accoglienza – congiuntamente predisposta
da Ascom e Confesercenti, ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al
raggiungimento delle seguenti finalità di interesse diffuso: dare una visione strategica alle
diverse attività promozionali e di marketing sviluppate per il centro storico, consentendo
l’aggregazione risorse pubbliche e private.
Inoltre, su iniziativa di spin off nati in ambiente accademico locale, è stato presentati un
progetto di consulenza, formazione ed aggiornamento del settore turistico locale, ed un
progetto per la creazione di un “pacchetto” di prodotti enogastronomici tipici locali in
chiave turistica. Si veda per la prima tematica la scheda “CreaTurismo Alessandria”, un
progetto di Consulenza-Aggiornamento-Formazione-Creazione d’Impresa per il Turismo
Alessandrino, e per la seconda tematica la scheda “Alessandria, Gusta e Gira”, un progetto
per la creazione di un “pacchetto” di prodotti enogastronomici tipici locali in chiave
turistica, entrambi di iniziativa di LaST-Laboratorio Sviluppo e Territorio (spin off
Università Piemonte Orientale).
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
TAVoLo 1
AGRIcoLTuRA
PREmEssA GEnERALE
I rappresentanti delle principali organizzazioni professionali di categoria nell’esaminare
la condizione del settore agricolo nel territorio di Alessandria hanno ribadito che il settore
attraversa un periodo di profonda crisi che investe l’intero comparto ed è comune a tutto
il territorio nazionale. Tale situazione si manifesta nelle crescenti difficoltà che molte
aziende incontrano a coprire i costi di produzione e a far fronte ai costi di investimento.
Il perdurare di tale congiuntura rischia di determinare la progressiva espulsione dal mercato
delle aziende meno competitive e l’abbandono della coltivazione dei terreni più marginali.
La ragione principale di tutto ciò è da ricercarsi nel calo dei prezzi dei prodotti agricoli,
conseguenza della eliminazione delle misure di sostegno da parte dell’Unione Europea,
e del progressivo allineamento dei prezzi dei prodotti agricoli ai livelli mondiali, molto
più bassi. A questo proposito giova ricordare che fin dalla sua costituzione la Comunità
Europea ha adottato una politica agricola comune.
Il principio ispiratore era, ed è tuttora, che le agricolture dei paesi membri non possano
competere con il mercato globale e pertanto debbano essere sostenute: il mantenimento
Le ragioni della crisi sul territorio europeo di una agricoltura capace di garantire comunque una quota
dell’approvvigionamento alimentare e un presidio del territorio è infatti considerato
obiettivo strategico irrinunciabile. Fino al 1992 venne garantito il sostegno dei prezzi, poi
tale politica venne abbandonata sia in ragione delle distorsioni di mercato indotte
dall’artificiale sostegno dei prezzi, sia a causa dell’avanzare del fenomeno della
globalizzazione e del progressivo processo di liberalizzazione del commercio mondiale.
Allo stato attuale il sostegno alle aziende agricole, destinato peraltro a ridursi nel tempo,
è attuato attraverso una politica complessa che può essere semplicisticamente riassunta
in applicazioni di plafond produttivi a molte produzioni, erogazioni di contributi alle
aziende non più come sostegno al prezzo dei prodotti, ma commisurati alle superfici
coltivate, erogazione di contributi a fronte di interventi migliorativi dell’ambiente, misure
strutturali per favorire lo sviluppo rurale.
Anche queste forme di sostegno tuttavia, quando i prezzi dei prodotti scendono ai livelli
attuali non riescono a garantire alle aziende livelli di reddito sufficienti.
I bassi prezzi mondiali dei prodotti agricoli trovano la loro giustificazione, in costi di
produzione molto inferiori a quelli europei e in particolare italiani; Le nostre aziende infatti
per ragioni storiche e a causa anche della tipologia del territorio, devono fare i conti con
una struttura aziendale rigida, una scarsa concentrazione dell’offerta e una dimensione
media insufficiente per competere con il mercato globale.
Per tali ragioni la valorizzazione e la salvaguardia della agricoltura italiana non possono che
puntare sulla qualità e specificità delle produzioni tipiche, sulla concentrazione dell’offerta
per le produzioni di base, sul miglioramento delle capacità imprenditoriali e in generale
sulla riduzione dei costi di produzione.
Esaminando nello specifico l’agricoltura alessandrina al fine di evidenziarne i punti di
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forza e di debolezza e per individuare quindi le linee strategiche su cui operare per
favorirne lo sviluppo nel medio periodo, si evidenzia che i punti di forza sono il tessuto
imprenditoriale, caratterizzato dalla presenza di molte aziende di dimensione medio
Punti di forza
grande, strutturate e tecnologicamente avanzate, il territorio, in larga parte pianeggiante
e di debolezza fertile ed irrigabile, la presenza di strutture cooperative di essiccazione stoccaggio dei
cereali, la presenza di due consorzi irrigui, l’ottima posizione logistica ; dal punto di vista
delle produzioni la vocazione del territorio è in primo luogo cerealicola, ma si annovera
anche una radicata vocazione zootecnica con numerose stalle da carne e da latte ; il Centro
cooperativo Raccolta Latte, che associa le principali stalle della Provincia e detiene la quota
di maggioranza della Centrale del latte, ne è una conferma e ha costituito, anche
storicamente, per la popolazione delle province di Alessandria e di Asti un punto di
riferimento importante per la qualità del prodotto e la assoluta garanzia di provenienza.
Per quanto attiene i punti di debolezza dell’agricoltura locale è necessario sottolineare in
primo luogo gli aspetti ambientali e pedologici, sia perché parte del territorio comunale
ha terreni meno fertili, ghiaiosi, poco profondi, con bassa redditività dell’irrigazione, sia
perché i terreni più fertili, vicino ai fiumi sono spesso soggetti ad alluvione; a questo
proposito la realizzazione di opere di salvaguardia dei centri urbani ha determinato
l’aumento della frequenza e della velocità con cui le acque esondano e invadono i terreni
con gravi danni che la mancanza di politiche assicurative adeguate rende più gravosi.
L’agricoltura a questo proposito subisce l’impatto che altre attività determinano: la
costruzione di nuovi tratti stradali , lo sviluppo delle aree residenziali e produttive
consumano suolo agricolo, aumentano la superficie impermeabile, stravolgono la rete
idrografica minore la cui efficienza risulta sempre più difficile da mantenere e soprattutto
costituisce un ulteriore costo per l’agricoltore che viene spesso semplicisticamente indicato
come responsabile ultimo. Le problematiche collegate alle periodiche esondazioni del Rio
Lovassina, gli allagamenti e l’erosione dei terreni che si verificano nelle aree collinari ne
sono un esempio.
Per quanto attiene gli aspetti produttivi la mancanza di produzioni tipiche di affermata
visibilità e di grande pregio commerciale costituisce un limite e proprio la vocazione
cerealicola del territorio, in relazione all’andamento dei prezzi estremamente negativo per
questi prodotti, può essere un elemento di debolezza; i cereali, “commodities” per eccellenza,
non sono differenziabili per questo subiscono di più la concorrenza dei prodotti
provenienti dall’estero a costi inferiori: la possibilità di sviluppare politiche di filiera per
i cereali, passa attraverso l’ulteriore concentrazione e standardizzazione dell’offerta e
questo non è favorito da un certo individualismo che comunque caratterizza i nostri
imprenditori.
A questo proposito il tavolo di lavoro evidenzia che il settore agricolo è comunque un
ambito dove prevale l’impresa familiare e dove la cultura d’impresa stenta ad affermarsi.
Anche a livello locale dove pure sono presenti imprenditori di grande competenza tecnica
Cultura di impresa e aziende tecnologicamente ben attrezzate, l’età media degli agricoltori è avanzata e spesso
si riscontrano problemi di non adeguato passaggio generazionale e comunque di
diminuzione del numero di addetti .
Ciò è altresì collegato ad una progressiva perdita di importanza e visibilità del settore
agricolo a favore di altri settori. Tale fenomeno, di natura generale, interessa anche il nostro
Comune con una progressiva perdita, soprattutto nelle giovani generazioni, di conoscenze
dirette del mondo agricolo descritto in modo folcloristico e mediato dalla pubblicità
televisiva.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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Asse I - sviluppo economico
Tavolo 1 Agricoltura
AnALIsI s.W.o.T.
Aspetti territoriali - pedologici - Inquinamento atmosferico e pedologico soprattutto nell’area della Fraschetta
- Territorio in larga parte pianeggiante - vulnerabilità delle aree più fertili alle alluvioni dei fiumi anche in relazione alla
realizzazione di opere di difesa della città che hanno trasformato di fatto molte aree.
agricole in casse di espansione
- Parte del territorio ad elevata fertilità ed irrigabile sia per la presenza di pozzi che per
consorzi irrigui - vulnerabilità del territorio nei confronti dello scorrimento superficiale delle acque dovuto
alla presenza di una rete idrografica minore vasta e in cattivo stato di manutenzione il cui
- Presenza di cascine di alto valore storico - architettonico situate attorno alla città ripristino e mantenimento implica costi elevati
- Erosione trasporto a valle nelle aree di collina
- Nessuna o comunque scarsa attenzione al consumo di suolo agricolo a favore di altri
impieghi considerati più remunerativi e prioritari (logistica, infrastrutture, insediamenti
residenziali)
- vocazione cerealicola - La vocazione cerealicola può essere un punto di debolezza in relazione all’andamento di
mercato sfavorevole e alla scarsa caratterizzazione del prodotto
- Presenza di numerose stalle da latte (alta qualità) e da carne - Mancanza di produzioni tipiche di pregio e fortemente connotate
- Sparizione della barbabietola da zucchero
Competitività Infrastrutturale Competitività Infrastrutturale
- Presenza di Centro Cooperativo Raccolta Latte socio di maggioranza della Centrale del - Forte individualismo aziendale
Latte spa
- Presenza di tre grandi strutture cooperative di essiccazione e stoccaggio cereali - Cooperative di stoccaggio cereali incapaci di sinergie per garantire efficaci politiche di
filiera
- Presenza di due consorzi irrigui - Subordinazione degli interessi dell’attività agricola alle esigenze di altri settori
- Ottima posizione logistica (inquinamento dei corsi d’acqua, realizzazione di infrastrutture)
Asse II - sviluppo economico
Tavolo 1 Agricoltura
AnALIsI s.W.o.T.
oPPoRTunITà mInAccE
Aziendali - produttive Ambientali - territoriali
- Concentrare, qualificare e valorizzare l’offerta cerealicola - Progressiva riduzione della superficie agricola utilizzata e cementificazione del territorio
- valorizzare la filiera corta del latte (Centrale Latte) anche in relazione alla elevata qualità - Rischio esondazione dei fiumi e dei torrenti esaltato dalle realizzazione di opere di
del prodotto salvaguardia delle città
- verificare la possibilità di valorizzare altri prodotti come carne ed ortaggi attraverso - Rischi connessi al cattivo stato di manutenzione e dalla ampiezza della rete idrografica
azione di sensibilizzazione della opinione pubblica sulla produzione locali minore
- valorizzare la presenza di aziende ad elevata dotazione meccanica anche con - Forti problematiche ambientali su aree estese (Fraschetta, Spinetta, Rio Lovassina)
l’introduzione di colture energetiche
Imprenditoriali
- Mancanza di politiche assicurative adeguate per i danni da alluvione
- Globalizzazione dei mercati
- Riduzione dei prezzi
Culturali
- Progressiva perdita di visibilità e di importanza del settore, a favore di altri
- Progressiva perdita, soprattutto nelle giovani generazioni, di conoscenze dirette del
mondo agricolo descritto in modo folcloristico e mediato dalla pubblicità televisiva.
PIAno sTRATEGIco DI ALEssAnDRIA
Asse I sviluppo Economico - Tavolo 1 Agricoltura
ALbERo DEI PRobLEmI (cAusE/EFFETTI)
crisi profonda del settore agricolo, con aziende che non riescono più a garantire reddito, vengono espulse dal
mercato, con conseguente perdita di professionalità e competenze, abbandono dei terreni marginali; difficoltà delle
imprese ad adeguarsi al mercato
FATToRI EsoGEnI
FATToRI EsoGEnI
maggiore ricorso ad alimenti di
provenienza e qualità meno
controllabili
Differenza di
Prodotto valore tra multifunzionalità
Difficoltà a cultura
principale produzione e dell’azienda
differenziare i imprenditoriale
(cereali) poco consumo non a agricola poco
prodotti non adeguata
caratterizzato favore sviluppata
dell’agricoltura
Ragioni Linea 4
Linea 2 storiche
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LInEE sTRATEGIchE
Innovazione tecnologica
Linea 2
con applicazioni ambientali
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
PRoGETTo n. 1
Titolo:
Produzione di energia da biogas
Innovazione tecnologica
Linea 2
con applicazioni ambientali
sottotitolo:
Produzione di energia da biogas proveniente dalla digestione anaerobica della frazione
umida dei rifiuti solidi urbani e effluenti zootecnici ed altri materiali.
soggetti proponenti:
Confagricoltura Alessandria, Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori, Consorzio
ARAL
Descrizione del progetto:
La produzione di energia alternativa rappresenta uno strumento di sviluppo estremamente
importante.
Gli aspetti ambientali legati alla riduzione dei gas serra e allo sfruttamento di risorse
rinnovabili sono ben noti e si assiste a una continua ricerca di fonti rinnovabili.
I rifiuti sono stati spesso collegati attraverso l’utilizzo dei termovalorizzatori alla
produzione di energia; i vantaggi, però, in questo contesto, sono spesso stati valutati di
secondaria importanza rispetto ai rischi ambientali.
Inoltre, in un contesto ove si è privilegiata la raccolta differenziata, un utilizzo massale
dei rifiuti in funzione energetica appare meno importante del loro recupero e riciclo.
In un’ottica di migliore utilizzazione delle risorse e di ricerca di fonti rinnovabili non
depauperanti del territorio e del paesaggio, non in contrasto con la produzione alimentare
e indirizzate a un riduzione dell’impatto ambientale e a un miglioramento della qualità
della vita, l’utilizzazione della frazione umida dei rifiuti solidi urbani appare una delle fonti
utilizzabili a scopo energetico che risponde a questi requisiti, specialmente se vista in
“simbiosi” con altre di natura strettamente agricola.
Attualmente questa frazione dei rifiuti urbani viene avviata al compostaggio; il compost
così ottenuto viene commercializzato presso le aziende agricole provinciali e presso altre
utilizzazioni sempre di natura agricola (vivai principalmente). Il Consorzio ARAL di
Alessandria produce un compost di alta qualità, apprezzato dagli utilizzatori finali. Fattori
di criticità nella produzione di compost sono legati alla stagionalità dell’utilizzo agricolo
che non si coniuga con i tempi di produzione, alla produzione di odori e al costo elevato
delle strutture produttive proprio per gli strumenti di abbattimento odorigeno.
Un’alternativa potrebbe essere la destinazione della frazione organica dei rifiuti alla
produzione di energia attraverso la biodigestione anaerobica per la produzione di biogas.
Questo sistema risolverebbe completamente il problema legato alla produzione di odori
e avrebbe anche il pregio di ridurre notevolmente i volumi trattati ottenendo comunque,
al termine della digestione, un compost di pari qualità rispetto a quello oggi ottenuto.
I vantaggi economici legati alla produzione di energia e l’annullamento degli odori
potrebbero consentire un importante abbattimento dei costi di produzione; questi vantaggi
economici consentirebbero di lavorare il compost, fornendogli maggiore valore aggiunto;
si potrebbe infatti formulare il compost oggi in polvere trasformandolo in pellet.
Questa lavorazione, ad oggi impraticabile per il suo alto costo, consentirebbe, inoltre, lo
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stoccaggio del compost, sia in stabilimento che direttamente nelle aziende agricole che
quindi potrebbero utilizzarlo in tempi e modi di maggiore efficienza ed efficacia.
Ma la produzione energetica e l’ottenimento di compost di migliori caratteristiche si
potrebbe raggiungere attraverso la digestione anaerobica dei rifiuti organici mescolati agli
effluenti zootecnici prodotti dai nostri allevamenti.
Pur se rispetto al passato la zootecnia alessandrina ha subito una contrazione come
numero di allevamenti, quelli rimasti si sono affermati come produttori di alta qualità di
discrete dimensioni.
Pur non avvertendo nessuna necessità impellente di disporre di ulteriori strutture per lo
stoccaggio oltre a quelle esistenti e di terreni per l’utilizzo agronomico degli effluenti
prodotti aggiuntivi a quelli condotti o gestiti in asservimento, questi allevamenti
potrebbero collaborare attivamente alla produzione di biogas, conferendo i propri effluenti
all’impianto consortile.
Il beneficio che si otterrebbe in questo modo sarebbe legato a una quantità di biogas
notevolmente superiore a quella ottenibile solo utilizzando rifiuti organici e al
raggiungimento di un livello qualitativo del compost ottenuto notevolmente superiore.
Inoltre il compost in uscita potrebbe diventare un ottimo fertilizzante misto organico se
addizionato a frazioni fosfo-potassiche e opportunamente pellettizzato o granulato.
Il concime misto organico così commercializzato, oltre a ridurre l’impiego di fertilizzanti
di sintesi e ad offrire apporti di elementi in forma organica, meno dilavabili e dall’attività
biologica migliorativa, potrebbe consentire un risparmio di risorse finanziarie per la
fertilizzazione delle colture e consentire una distribuzione delle sostanze organiche in
modo semplice e poco oneroso verso quelle aree che più di altre, per motivi pedologici,
soffrono della costante riduzione della sostanza organica nel suolo agrario.
La localizzazione del digestore anaerobico, potrà essere individuata nelle immediate
vicinanze dell’attuale impianto di Castelceriolo gestito dal Consorzio ARAL; la linea di
produzione del compost esistente nell’impianto di Castelceriolo verrebbe in questo modo
meglio utilizzata.
Inoltre, annoverando l’AMAG tra i proponenti il progetto, vengono arricchite le possibilità
operative dell’impianto con l’utilizzazione anche dei fanghi di depurazione quale materiale
metanogenetico.
Finalità generali:
q produrre energia da fonti rinnovabili.
q produrre compost e/o fertilizzanti misto organici di qualità
q ridurre i costi di produzione del compost e l’impatto ambientale sotto il
profilo degli odori prodotti durante il ciclo di compostaggio
q ridurre i costi di produzione delle aziende agricole
q allargare l’area interessata ala distribuzione di sostanza organica di pregio,
per migliorare la fertilità, ridurre i fenomeni erosivi e il dilavamento degli
elementi nutritivi a tutto vantaggio della qualità delle acque superficiali e
profonde
obiettivi specifici:
- Realizzare un impianto di digestione anaerobica in accordo con il Consorzio
ARAL.
- Migliorare la gestione del compost prodotto dal Consorzio ARAL.
Attività:
p costituzione di una Società (a capitale misto pubblico e privato) per la
gestione dell’energia e del compost/fertilizzante misto organico
p sottoscrizione con gli allevatori interessati di contratti di fornitura o di
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partecipazione societaria
p progettazione della linea di pellettizzazione del compost e/o quella di
miscelazione con i fertilizzanti fosfo-potassici e di granulazione, posto che le
altre linee produttive del Consorzio ARAL sono già idonee a sostenere questi
nuovi processi produttivi
p verifica, in base ai volumi di effluenti zootecnici conferiti, del sistema di
viabilità
Risultati:
Ci si attende una serie di risultati legati principalmente a:
n produzione di energie rinnovabili;
n riduzione dell’inquinamento ambientale;
n maggiore sostenibilità ambientale della gestione dei rifiuti e dei reflui
zootecnici;
n riduzione dei costi di gestione dei rifiuti
Questi risultati attesi si traducono in vantaggi per l’intera collettività.
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Come descritto, si potrebbero ipotizzare risorse, strumenti e forme di finanziamento
pubbliche e private. Per le pubbliche, data la valenza del progetto, si potrebbero coagulare
risorse comunali e provinciali; per quelle di natura privata potrebbero essere attese
partecipazioni da parte degli allevatori e di altri imprenditori interessati nella gestione
dell’impianto o dei prodotti ottenuti.
costi:
Il costo dell’impianto, in base alle potenzialità produttive, è elevato, ma ammortizzabile
grazie alla produzione energetica e alla vendita del compost/fertilizzante misto-organico.
Si stima che il costo sia di circa 7 milioni di euro per la costruzione di un biodigestore; sarà
anche valutata l’opportunità di sdoppiare l’impianto per utilizzare frazioni organiche
diverse non direttamente compatibili tra loro nell’ottica della massimizzazione della
produzione metanigena.
Quest’ultimo sarebbe comunque commercializzato a costi competitivi con i fertilizzanti
complessi attualmente utilizzati in agricoltura.
Fattibilità:
La realizzazione dell’impianto non presenta particolari problemi, come pure non sarà
problematica la possibilità di digestione anaerobica di una miscela composta da effluenti
zootecnici e rifiuti.
è auspicabile la partecipazione di AMAG al fine di creare un’integrazione tra i vari
componenti che renda maggiormente fattibile la realizzazione dell’impianto
Alcuni ostacoli potrebbero essere costituiti dalla logistica degli effluenti zootecnici, anche
se nelle immediate vicinanze dell’impianto di Castelceriolo sono presenti alcuni allevamenti
di grandi dimensioni e dall’armonizzazione di questo progetto con eventuali progetti
alternativi che potrebbero essere pianificati.
Un ulteriore ostacolo potrebbe essere costituito dai tempi non tanto di realizzazione
dell’impianto, quanto di concessione delle necessarie autorizzazioni e agli accordi tra i vari
soggetti interessati.
cronoprogramma:
Data la dimensione e la complessità del progetto, ci si attende la realizzazione dei vari
passaggi in non meno di 12 – 18 mesi.
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PRoGETTo n. 2
Titolo:
Valorizzazione e sviluppo delle filiere corte
sottotitolo:
Disponibilità di un’area mercatale per la vendita diretta dei prodotti agricoli.
soggetti proponenti:
Confagricoltura Alessandria , Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori
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PRoGETTo n. 3
Titolo:
Valorizzazione del frumento alessandrino di qualità
sottotitolo:
Qualificazione della produzione granaria alessandrina con studi varietali e sulla filiera in
maniera tale da garantire una migliore remunerazione del prodotto
soggetti proponenti:
PROPONENTI
A COLDIRETTI ALESSANDRIA
B CONFAGRICOLTURA ALESSANDRIA
C CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI