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ALESSANDRIA:

IL PIANO
STRATEGICO

IL PIANO DI SVILUPPO
DI LUNGO TERMINE

Piano redatto dalle istituzioni e dalle


forze economiche, culturali e sociali
del territorio
Soggetto proponente
Associazione Alessandria 2018

Ufficio di Coordinamento
Ufficio Piano Strategico del Comune di Alessandria

Redazione del testo


Simona Valcada

Progetto Grafico
Ufficio Stampa del Comune di Alessandria

Tipografia
Viscardi

Foto
Albino Neri
Mario Chichi
Fototeca Civica
e fornite dagli Enti partecipanti

Edizione
Alessandria, agosto 2010
ALESSANDRIA:
IL PIANO
STRATEGICO

IL PIANO DI SVILUPPO
DI LUNGO TERMINE

Piano redatto dalle istituzioni e dalle


forze economiche, culturali e sociali
del territorio
Avvertenze
Il presente documento rappresenta la prima versione del Piano Strategico della Città di
Alessandria.
Esso è da considerarsi il documento tecnico risultante dalla attività derivante dai Tavoli
di Lavoro.
In tale accezione, a seguito dei doverosi passaggi concertati a livello territoriale tra i vari
attori del Piano, il documento potrà, nella versione finale, essere oggetto di modifiche,
correzioni o integrazioni.
Da ultimo, si osserva che il Piano deve avere una logica di apertura e non di chiusura.
Con ciò si intende che deve essere considerato un punto di partenza e non di arrivo, un
documento aperto alle proposte degli altri stakeholders locali che vorranno contribuire
al suo miglioramento con ulteriori schede progetto.
Ringraziamenti
Si ringraziano tutti coloro che, partecipando attivamente ai Tavoli di Lavoro, hanno
concorso in modo trasparente e contribuito alla realizzazione del presente volume.
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

INDICE

I
_____Introduzione

VIII I numeri del piano


_____

IX Gli Enti partecipanti


_____

XVI Le schede progetto


_____

1
_____PARTE I – Visione generale

29
_____PARTE II - Analisi
_____Asse 1
31
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto
_____ Asse 2
117
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto
_____Asse 3
363
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto
_____Asse 4
489
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto

663 PARTE III - Sintesi


_____
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

INTRODUZIONE

Un Piano Strategico è un insieme ragionato di idee.


Sovente si sente l’invito, da molte parti, alla concretezza, al fare, all’agire, piuttosto che al
pensare. Disse un pensatore del passato che sono però le immagini del mondo, create per
mezzo delle idee, a spingere avanti, nei secoli, l’agire umano. Altri evidenziano il fatto che
senza fonti di finanziamento è un esercizio filosofico quello di immaginare dei progetti.
Possono però testimoniare tutti coloro che si occupano di fund raising - che è certamente
una delle attività più concrete possibili (raccogliere soldi) - che sono sovente più carenti
nel mercato finanziario i buoni progetti che i fondi necessari a realizzarli. Altri ancora
ricordano che i fatti concreti sono quelli che parlano di muri, di opere, di attività, e non i
pezzi di carta. Vero, ma per mia esperienza professionale tutti i progetti concreti che ho
visto realizzare (e talvolta prima contribuito a scrivere sulla carta), dai capannoni industriali
alle strade, dagli alberghi alle basiliche religiose, esistevano già prima della loro
realizzazione.
Esistevano anche prima del loro finanziamento, ed esistevano anche prima della loro
stesura definitiva. Semplicemente erano presenti a livello di idea, nella testa
dell’imprenditore che voleva un utile d’impresa, o dell’amministratore pubblico che cercava
Idee e realtà un ritorno collettivo, o della persona che voleva promuovere una iniziativa senza scopo di
lucro. Qualsiasi attività o fatto umano, prima di essere una realtà, è una immagine di quella
realtà futura.

L’attività che abbiamo promosso come Associazione per il Piano Strategico in questi anni
è, insieme, banale e preziosa; abbiamo chiesto a molte persone di immaginare una città
diversa, auspicabilmente migliore di quella di oggi. Abbiamo chiesto loro di farlo al di
fuori del contesto dell’attualità e della visione politica, e sulla base di valutazioni il più
possibile oggettive, o comunque motivate da interessi anche di parte, ma basate su
ragionamenti strettamente tecnici, fondati su pareri di esperti o addetti ai lavori, ed in uno
scenario di lungo termine. Ne è venuto fuori un insieme ragionato di idee, come si diceva.
Quanto vale tutto ciò?

È una domanda alla quale qualunque esperto di finanza farebbe fatica a rispondere, perché
nessun mercato è più complesso di quello chiamato a valutare un bene intangibile in una
proiezione futura, cioè un mercato delle idee, o una borsa delle idee. Mi piace l’immagine
di considerare questo pezzo di carta che avete per le mani una borsa delle idee, perché vuol
dire che qualcuno propone e forse qualcun altro potrà dare a queste proposte una
gradualità, una scala di misura, cioè un valore, quindi un prezzo. Allora si entrerà in una
dimensione di concretezza, che però, come si è cercato di dimostrare in queste righe,
esiste già, a meno di valutare zero il lavoro svolto.

Quale che sia il giudizio che verrà da altri formulato, e che, essendo di parte, mi astengo
dal suggerire, mi limito a ricordare al lettore l’origine di questa mole di idee. Dopo un
lungo processo in cui in convegni, seminari, dibattito pubblici, molte persone, appartenenti
a diversi mondi della città, hanno fornito spunti e riflessioni, una rappresentanza molto
Il punto di partenza ampia della collettività locale si è riunita attorno a Tavoli di lavoro per scrivere delle cose.
Il risultato non è definito, non è da considerare scolpito nella pietra, anzi, mi piacerebbe
che fosse un punto di partenza e non di arrivo, un documento aperto al contributo di
molti altri che potranno ancora portare altre proposte, con metodi tradizionali o con uso
delle moderne tecnologie informatiche (ad esempio aprendo un sito per il Piano
I
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Strategico).
Quale che sia il giudizio che la Governance degli Enti ed Organizzazioni pubbliche e
private vorranno dare al documento, mi corre l’obbligo intellettuale di documentare un
fatto che a mia memoria non ricordo si fosse verificato in questa città.
Dal 5 novembre 2009 all’8 luglio 2010, circa 150 persone, non appartenenti ad un solo
organismo, ma in rappresentanza di 63 Enti od Organizzazioni pubbliche o private,
appartenenti a mondi diversi e in taluni casi rappresentanti interessi contrapposti, si sono
riunite attorno a 12 Tavoli di lavoro, per complessive 105 riunioni tecniche, a discutere
insieme di problemi e di ipotesi di soluzioni. Ne sono emerse oltre 100 proposte, discusse,
mediate, modificate, condivise ed alla fine formalmente votate tutte all’unanimità sotto il
profilo della soluzione tecnica, come strumenti ritenuti idonei a perseguire un interesse
superiore e collettivo. Il che, a mio parere, è già un valore a prescindere dal contenuto.
Il valore di questo documento sono quindi le idee, cioè le immagini di un mondo ristretto
- Alessandria - che condizioneranno un agire futuro per fare una città che oggi non c’è.
Nulla di quello che leggerete in questo volume è ancora realtà; non ha ancora un prezzo,
un finanziamento, non è ancora una cosa tangibile. È soltanto l’immagine di una città che
ancora non si può vivere, come la vedono, però, quelle persone che hanno scritto delle
cose su un pezzo di carta, a rappresentare le loro idee, spesso condividendole, come
leggerete, con altri.
Quello che state per leggere è il frutto del loro lavoro.

Alessandria, agosto 2010

Valerio Malvezzi
Segretario del Piano Strategico

II
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Informazioni preliminari, statistiche e metodologiche


La storia del Piano in pillole
Il documento che avete tra le mani non è il frutto di un lavoro di pochi, ma il risultato di
un processo ampiamente condiviso con molti attori della città. Proviamo a riassumerne
brevemente la storia.
Nel mese di dicembre del 2007 nasceva presso il Consiglio Comunale di Alessandria l’idea
di avviare un processo di pianificazione strategica. Si dava avvio alla prima fase del piano,
quella della maturazione dell’idea.
Nel maggio dell’anno successivo, dopo una serie di riunioni preliminari atte a costruire il
La nascita consenso iniziale si costituiva l’Associazione Alessandria 2018, associazione apolitica e
senza fine di lucro, il cui fine statutario è quello della costruzione del Piano Strategico
della città di Alessandria. Della Associazione facevano parte come soci fondatori 16
soggetti, tra cui il Comune di Alessandria, la Camera di Commercio, le Associazioni di
Categoria rappresentanti tutte le categorie economiche, i due Atenei presenti sul territorio.
L’associazione si dotava di un documento ideologicamente orientato alla democrazia, alla
trasparenza, alla oggettività ed alla imparzialità di analisi, denominato Carta dei Diritti e
dei Doveri, che da tutti era accettato come atto fondativo del processo. Parallelamente
veniva costituita una alleanza con la Fondazione della Cassa di Risparmio, che siglava un
accordo strategico e definiva la Fondazione partner finanziario e tecnico del processo.
Iniziava un lavoro che portava alla condivisione delle idee, alla pianificazione di un
percorso, alla programmazione delle iniziative. All’inizio di gennaio del 2009 si
commissionava da parte dell’Associazione Alessandria 2018 all’Università del Piemonte
L’ascolto Orientale un lavoro di Indagine Diagnostica. Nel mese di febbraio del 2009 si comunicava
il progetto alla città, nel teatro comunale. Nel mese di aprile dello stesso anno si avviava
una altra iniziativa pubblica, denominata “Specchi Strategici”, presso la Fiera di San
Giorgio, e nel primo semestre dell’anno si avviavano una serie di iniziative collaterali di
comunicazione atte a sostenere la fase successiva, definita di “Ascolto”.
A luglio del 2009 veniva concluso il lavoro dell’Indagine Diagnostica, che fa parte del
secondo volume del presente Piano Strategico, ed è da considerarsi documento
propedeutico al presente volume.
Da settembre a novembre dello stesso anno si avviava con una serie di iniziative una fase
definita di “allargamento”, atta ad ampliare il novero dei soggetti aderenti al progetto, al
L’allargamento fine di ampliare il numero degli esperti in grado di coprire le quattro aree di interesse che
si erano venute a delineare, e cioè quella economica, quella urbana, quella di conoscenza
e quella sociale.
A novembre del 2009 iniziava la terza fase, definita operativa o dei “Tavoli di lavoro”,
I tavoli centrale all’intero processo, perché in essa si dibatteva democraticamente e con criteri
rigorosamente tecnici di ipotesi di lavoro che poi sarebbero divenute le schede progetto
raccolte nel presente volume.
A luglio del 2010 si chiudevano i lavori di tavolo ed iniziava la fase della “stesura del
Piano”, che nella prima versione si chiudeva, in un paio di mesi di lavoro, ad agosto. Il
La stesura presente volume è quindi la visione prospettica della città, contestualizzata a quella data
storica.

III
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Come è strutturato il volume


Il presente lavoro è strutturato in 3 parti:
n Parte I – Visione Generale
n Parte II – Analisi
n Parte III – Sintesi
Nella prima parte si fornisce al lettore una comprensione generale di cosa sia il documento,
quali siano le finalità ed i valori di questo documento, la sua articolazione in 4 assi ed in
12 tavoli di lavoro (3 per Asse). La prima parte è finalizzata ad introdurre il lettore in
argomento ed a fornirgli una comprensione generale e di insieme.
Nella seconda parte si trova l’analisi, cioè la parte centrale e maggiormente dettagliata
quanto a contenuti. Questa parte, la più corposa, contiene anche le analisi, le scelte
effettuate, le linee strategiche conseguenti e le schede progetto / azioni correlate.
Nella terza parte si fornisce al lettore una proposta di sintesi dell’intero documento. Questa
è la parte più importante per il decisore politico, intendendosi con questo termine non solo
l’accezione ristretta ed istituzionale, ma anche quella di qualsiasi bord di decisori di Enti
pubblici o privati che vorranno, successivamente alla lettura, approvare il documento.
Nell’ultima parte si traggono cioè le conclusioni, e si fornisce una vision di città futura.

Come è strutturata l’Analisi


Il lettore trova la parte di analisi nella seconda parte. In essa, si ripete lo stesso schema su
4 Assi del Piano (Sviluppo Economico, Sviluppo Urbano, Sviluppo di Conoscenza,
Sviluppo di Comunità).
Lo schema è il seguente:
n I contenuti progettuali per Asse (in essa si trova una descrizione dei
contenuti progettuali dei 3 Tavoli di lavoro presenti nell’Asse)
n I contenuti per Tavolo (si ripete lo schema per i 3 Tavoli di ogni Asse)
n Parte A – Linee strategiche di Tavolo (in essa si trovano due informazioni;
le premesse generali condivise e le scelte delle linee strategiche conseguenti)
n L’analisi SWOT1 per Tavolo (in essa si trova una sintesi dei verbali del
Tavolo)
n Albero dei problemi e degli obiettivi (in essa si trova la definizione di un
box “grigio” centrale che rappresenta il problema, le cause e gli effetti)
n Linee Strategiche (contengono, rispetto all’albero dei problemi, la
definizione degli obiettivi e dell’ambito di intervento)
n Parte B – Elenco delle schede progetto / azioni
n Singole schede progetto (si trovano i singoli progetti discussi ed approvati
al Tavolo sotto un profilo tecnico)

Criteri di composizione dei Tavoli di Lavoro


La costruzione e creazione dei Tavoli di lavoro è stata articolata tenendo conto dei suddetti
principi ispiratori documentati alla Carta dei Diritti e dei Doveri dell’Associazione
Alessandria 2018, ed appare coerente con l’impianto generale e le necessità di mediazione
di diversi portatori di interesse locale, sempre avendo come assunto il processo inclusivo
e non esclusivo della pianificazione.
Quanto ai criteri di scelta si precisa quanto segue:
l si è partiti dall’assunto tecnico che il piano strategico è un processo
inclusivo e non esclusivo
l si è considerato che ai tavoli di lavoro devono sedere solo membri di
natura tecnica
l i membri di governance lavorano al livello superiore (di Asse o di Piano)
IV
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

l si sono strutturati i Tavoli per Asse seguendo le logiche evoluzioni delle


indicazioni emerse in fase di ascolto e di diagnostica
l parimenti si sono strutturati i tavoli tenendo conto di indicazioni dei soci
dell’Associazione Alessandria 2018
l i Tavoli sono stati costruiti per rispondere alle macro tematiche oggetto di
indagine e di possibili evoluzioni progettuali per la Città di Alessandria
l i membri non sono persone fisiche ma Organizzazioni od Enti pubblici o
privati
l i membri sono una conseguenza logica delle scelte su macro tematiche
l i membri di diritto (soci di Alessandria 2018) possono sempre partecipare
a qualsiasi tavolo di lavoro, nel rispetto delle regole di cui al secondo punto
(presenza tecnica)
l il Comune di Alessandria è sempre presente ai tavoli di lavoro con una
unità di progetto appositamente costituita
l i membri effettivi sono individuati sulla base del criterio della competenza
inerente la totalità o la più parte delle macro tematiche del tavolo
l i membri consultivi sono individuati sulla base del criterio della
competenza inerente una o più macro tematiche del tavolo
l le persone fisiche presenti ai Tavoli non sono state nominate
dall’Associazione, ma liberamente ed autonomamente scelte ed indicate dalle
Organizzazioni od Enti aderenti
l le persone fisiche operanti ai Tavoli hanno agito su delega del proprio
Ente/Organizzazione e operato esclusivamente in virtù della propria
competenza tecnica
l i Tavoli di lavoro hanno quindi operato solo su un piano tecnico e le
conseguenti decisioni formali sono sempre state di mera valutazione tecnica
delle linee e schede progetto
l si è cercato di operare con obiettività ed avendo a riferimento lo standing,
la reputation ed il livello di rappresentanza dell’Ente/Organizzazione di
riferimento
l in funzione di queste valutazioni l’Associazione ha invitato ai Tavoli di
lavoro Enti ed Organizzazioni, i quali a loro volta hanno delegato propri
rappresentanti tecnici ed esperti

Metodologia adottata ai Tavoli di Lavoro


Il documento che il gruppo di lavoro, ad ogni Tavolo, è stato chiamato e redigere si
compone di due parti distinte e sequenziali:
I. Identificazione della tematica (indagine diagnostica, analisi S.W.O.T., albero problemi,
albero obiettivi, ambito di intervento, obiettivi generali e linee strategiche)
II. Formulazione della Visione del Tavolo di lavoro (obiettivi generali, obiettivi specifici
e progetti o azioni)
La parte I mira a identificare:
o Indagine diagnostica ed analisi S.W.O.T.
o Albero dei problemi
o Albero degli obiettivi
o Selezione di ambito di intervento
o Definizione degli obiettivi generali e linee strategiche
La parte II mira a formulare:
o Linee strategiche generali (segue da parte I)

V
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

o Linee di azione (obiettivi specifici)


o Progetti ed azioni specifiche
Ogni singolo progetto o azione è stato redatto su tutti i Tavoli con una struttura discussa,
condivisa e formalmente approvata (dettagliatamente formalizzata) atta a redigere una
scheda progetto (secondo la logica di project management della logical framework matrix)
contenente, in estrema sintesi, 4 elementi:
o Obiettivo generale di riferimento
o Obiettivo specifico di riferimento
o Risultati attesi dal progetto
o Attività previste
In particolare, tutte le schede progetto sono costruite in modo che:
o I risultati attesi possano essere misurati in termini di indicatori
oggettivamente verificabili (IOV) e fonti di verifica
o Le attività previste possano essere espresse in termini di mezzi e costi
stimati attesi

Le fasi del Piano


Le fasi che il Piano viene così ad avere, secondo la metodologia di Project Management
adottata, sono le seguenti:
1. Identificazione della problematica
2. Formulazione di una proposta
3. Approvazione, definizione di ipotesi di budget e Fund Raising
4. Linee di attuazione del Piano
5. Monitoraggio
Il Presente documento ha coperto le prime due tappe, giungendo alla stesura della
proposta di tipo tecnico. Le fasi successive sono demandate alle valutazioni politiche e
alle scelte decisionali di tutti i soggetti coinvolti. Nel successivo paragrafo si spiega la
metodologia adottata per le prime due fasi di tipo tecnico.

La fase di Identificazione
L’identificazione mira ad identificare i problemi del settore, definire l’ambito di intervento
e delineare le ipotesi di soluzione. L’ “identificazione” è un testo che presenta, anche con
l’ausilio di grafici, carte e schemi, i seguenti punti:
n Analisi S.W.O.T.
n Albero dei problemi
n Albero degli obiettivi
n Definizione ambito di intervento
n Definizione Obiettivi generali (linee strategiche)
In particolare:
n L’analisi S.W.O.T. muove dalla conoscenza del settore dei membri di tavolo
e dalla lettura di dati ed informazioni dell’indagine diagnostica o portati al
tavolo dagli esperti per disegnare punti di forza, debolezza, minacce ed
opportunità del settore
n Ciò consente di disegnare un albero di problemi in logica di causa ed
effetto
n Da cui si disegna un albero di obiettivi in termini di mezzi e fini (obiettivi)
n Il che consente di definire con precisione l’ambito di intervento. È
fondamentale distinguere le variabili endogene governabili localmente dalle

VI
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

variabili esogene o non governabili localmente.


n Ultimo passaggio è quello di delineare così gli obiettivi generali e le linee
strategiche nelle quali si intende presentare progetti ed azioni.
Il lettore troverà esattamente questa struttura metodologica nella parte II (analisi).

La fase di Formulazione
La formulazione mira a definire una visione di sviluppo del settore. È cioè la fase di
proposta, che discende dalla precedente e non la anticipa con tesi preconcette o
aprioristiche. La “visione” è un testo che presenta, anche con l’ausilio di grafici, carte e
schemi, i seguenti punti:

n quali azioni (ovvero progetti) si ritiene importante attuare nel futuro


n come queste azioni/progetti servono a raggiungere gli obiettivi specifici
n come questi obiettivi specifici si articolano in linee strategiche (obiettivi
generali)
n e come, infine, le linee strategiche servono a rendere concreta la “visione”
del Piano.
Il testo contiene quindi le seguenti 3 componenti:
1. Definizione nell’albero dei problemi e degli obiettivi dell’ambito di
intervento
2. Conseguente definizione delle linee strategiche
3. Azioni correlate alle singole linee (sono le singole schede progetto)
La formulazione delle proposte è quindi identica, metodologicamente, su tutti i Tavoli del
Piano.

1
Acronimo di Strenghts, Weaknesses, Opportunities and Threats (cioè punti di forza, debolezza, opportunità
e minacce)
2
Nella versione proposta, tra gli altri, da Banca Mondiale e Unione Europea

VII
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

I NUMERI DEL PIANO

Schede progetto approvate: tot. 121 approvate all’unanimità


Schede progetto per asse:
Asse 1: n. 16
Asse 2: n. 52
Asse 3: n. 23
Asse 4: n. 30

Numero di soci fondatori di Alessandria 2018: 16, a cui si deve aggiungere la Fondazione
CRAL
Numero di Enti coinvolti ai tavoli: 63 di cui 52 non soci
Numero totale di partecipanti ai tavoli: 151 soggetti di cui 22 dipendenti del Comune di
Alessandria
Durata dei lavori: dal 5 novembre 2009 al 8 luglio 2010
Numero complessivo di riunioni dei tavoli di lavoro: 105

VIII
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

GLI ENTI PARTECIPANTI

Risultano dai verbali delle riunioni presenti, e si ringraziano per la partecipazione ai dibattiti
dei Tavoli di Lavoro, i seguenti Enti (in ordine alfabetico):

N.
ENTI PARTECIPANTI AI TAVOLI DI LAVORO
progr.
1 ASO AL - Azienda Sanitaria Ospedaliera di Alessandria
2 AMAG spa - Azienda Multitutility Acqua e Gas
3 ARAL spa - Azienda Rifiuti Alessandrina
4 Archivio di Stato di Alessandria
5 ARFEA spa - Aziende Riunite Filovie e Autolinee
6 ARPA Piemonte - Azienda Regionale Protezione Ambiente
ASCOM - Associazione Commercianti
7
(AL-2018)
8 ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
9 ATM S.p.A. - Azienda Trasporti e Mobilità
CIA - Confederazione Italiana Agricoltori
10
(AL-2018)
11 Caritas Diocesana
CCIAA - Camera di Commercio Alessandria
12
(AL-2018)
13 CGIL - Sindacato
CNA - Confederazione Nazionale dell’’Artigianato
14
(AL-2018)
15 CIOFS-FP Piemonte- Scuola di formazione
16 CISL - Sindacato
17 CISSACA - Consorzio Intercomunale Servizi Sociali di Alessandria
18 Clinica Salus e Casa di Cura Città di Alessandria
19 CNOS - FAP - Scuola di formazione
Coldiretti
20
(AL-2018)
Collegio Costruttori Edili ed Affini (Consorzio ALTECH e CPT - Comitato
21 Paritetico Territoriale)
(AL-2018)
22 Collegio Geometri

IX
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

23 Collegio Infermieri IPASVI


Comune di Alessandria
24
(AL-2018)
Confagricoltura
25
(AL-2018)
Confapi
26
(AL-2018)
Confartigianato
27
(AL-2018)
Confesercenti
28
(AL-2018)
Confindustria
29
(AL-2018)
30 Conservatorio “A. Vivaldi”
31 Cooperativa sociale Azimut
32 Cooperativa sociale Consolidale
33 Cooperativa sociale Lavoro Liberazione
34 Cooperativa sociale Coompany
35 Cooperativa sociale Progetto A
36 Corriere AL - Giornale
37 Direzione Provinciale del Lavoro
38 Enaip - Scuola di Formazione
39 Fondazione CRAL
40 FOR.AL. - Scuola di Formazione
41 GRP Televisione
42 IAL - Scuola di formazione
43 Il Piccolo - Quotidiano di Alessandria
44 Istituto per la Cooperazione allo Sviluppo
Legacoop - Organizzazione di cooperative
45
(AL-2018)
46 Ordine Agronomi Forestali
47 Ordine Architetti
48 Ordine Geologi
49 Ordine Ingegneri
50 Ordine Medici
Politecnico di Torino
51
(AL 2018)
Prefettura di Alessandria (NOT - Nucleo Operativo Tossicodipendenze e CTI -
52
Consiglio Territoriale per l’Immigrazione)
53 Provincia di Alessandria
54 Provveditorato agli studi di Alessandria

X
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

55 Scuola Edile
56 Società Arte Storia Archeologia
57 SPRESAL - Asl Al - Servizio Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro
58 Studio Radiologico Centocannoni S.r.l.
59 TRA - Teatro Regionale Alessandrino
60 UGL - Sindacato
61 UIL - Sindacato
Unicoop - Unione Italiana Cooperative
62
(AL-2018)
Università Amedeo Avogadro
63
(AL-2018)

XI
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

RINGRAZIAMENTI
Risultano dai verbali delle riunioni presenti, e hanno partecipato attivamente ai dibattiti ai
tavoli di lavoro del Piano Strategico, in qualità di esperti, le seguenti persone in
rappresentanza degli enti citati (in ordine alfabetico):

N. progr. PARTECIPANTI ENTE DI APPARTENENZA


1 Actis Grande Marco Politecnico di Torino
2 Anelli Guido Ordine Ingegneri
3 Ardesi Graziella Ordine Architetti
4 Arlenghi Flavio Confartigianato
5 Barbero Micaela Provincia di Alessandria
6 Baretta Giampiero Comune di Alessandria
7 Barresi Orazio ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
8 Beccaria Luca Università A. Avogadro - Rappresentante studenti
9 Bellinceri Salvatore Collegio Infermieri IPASVI
10 Berrone Giovanni Confesercenti
11 Berta Mauro Ordine Architetti
12 Bianco Maria Luisa Università Avogadro - Dip. di Ricerca sociale
13 Bigi Patrizia Comune di Alessandria
14 Bina Gian Carlo ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
15 Biscaldi Angela Comune di Alessandria
16 Bisio Paola UIL - Sindacato
17 Bocca Claudio Comune di Alessandria
18 Bocchio Alain Camera di Commercio
19 Bocchio Piercarlo Aral S.p.A.
20 Bolloli Gianmario Ordine Ingegneri
21 Bosso Matteo Ordine Agronomi
22 Botto Giuseppe Confederazione Italiana Agricoltori
23 Bovone Gabriella Università Avogadro - Dip. di Ricerca Sociale
24 Bressan Ezio EN.A.I.P. Piemonte - Scuola di formazione
25 Bulsei Gianluigi Università Avogadro - Dip. Ricerca Sociale
26 Buzzi Mauro CGIL - Sindacato
27 Camera Rita Prefettura - Consiglio Territoriale per l’Immigrazione
28 Campete Dominique Progetto A - Cooperativa sociale
29 Caporali Paola Direzione Provinciale del Lavoro
30 Cappelletti Mauro Ordine Medici
31 Capra Gianluca Politecnico di Torino
32 Carta Maurizio Ordine Architetti
33 Cassulo Chiara Ordine Ingegneri

XII
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

34 Castiglione Franco Collegio Geometri


35 Cattaneo Carla Comune di Alessandria
36 Cattaneo Enrica Comune di Alessandria
37 Cava Roberto ASCOM - Associazione Commercianti di Alessandria
38 Cavallera Marco FOR.AL - Scuola di formazione
39 Cavanna Margherita Comune di Alessandria
40 Celani Luciano Università Avogadro - Dip. di Ricerca Sociale
41 Ceravolo Flavio Università Avogadro - Dip. di Ricerca Sociale
42 Cerruti Giampiero Comune di Alessandria
43 Chiabrando Andrea Corriere Al - Giornale
44 Coffano Claudio Provincia di Alessandria
45 Colombo Marco Ordine Ingegneri
46 Cortemiglia Francesca Ordine Geologi
47 D’Ago Giuseppe Comune di Alessandria
48 d’Alessandro Paola Provveditorato agli studi
49 Del Sarto Alessio Università Avogadro - Dip. Politiche Pubbliche e Scelte Collettive
50 Dell’Omo Antonello UIL - Sindacato
51 Desimone Andrea Ordine Architetti
52 Dezza Piergiuseppe Provincia di Alessandria
53 Di Meo Alfredo Unicoop
54 Ermirio Federico Conservatorio “A. Vivaldi
55 Falleti Salvatore Collegio Costruttori Edili ed Affini
56 Fasciolo Marina CISSACA - Consorzio Intercomunale Servizi Sociali
57 Ferralasco Marcello Ordine Ingegneri
58 Ferraris Carlo Scuola Edile
59 Ferretti Gabriele Ordine Medici
60 Ferretti Riccardo Ordine Geologi
61 Foco Rossella Lavoro Liberazione e Consolidale-Cooperative sociali
62 Forneris Roberta Comune di Alessandria
63 Fracchia Fabio Coldiretti
64 Franchini Cristina Comune di Alessandria
65 Gallia Patrizia Comune di Alessandria
66 Gallo Vittoria Comune di Alessandria
67 Gambarini Lorella Collegio Infermieri IPASVI
68 Gandini Arianna Istituto Cooperazione allo Sviluppo
69 Gandini Giuseppe CISL - Sindacato
70 Genovese Marco Comune di Alessandria
71 Garavaglia Luca Università Avogadro - Dip. Ricerca Sociale
72 Ghè Giovanni Fondazione CRAL
73 Ghiazza Gianfranco A.S.L. AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria

XIII
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

74 Giordano Alberto Ordine Architetti


75 Guerci Giancarla Comune di Alessandria
76 Guglielmero Sergio Confesercenti
77 Iandolino Salvatore Provincia di Alessandria
78 Icardi Simona Comune di Alessandria
79 Leporati Massimo A.S.O.-Azienda Sanitaria Ospedaliera di Alessandria
80 Libener Ettore Consolidale e Azimut - Cooperative sociali
81 Lombardo Giancarlo Confapi - Associazione Piccole e Medie Imprese
82 Lorefice Roberto Comune di Alessandria
83 Lumi Giampaolo ATM S.p.A. - Azienda Trasporti e Mobilità
84 Luther Joerg Università Avogadro - Dip. Politiche Pubbliche e Scelte Collettive
85 Maffiotti Alberto ARPA Piemonte
86 Malandrino Corrado Università Avogadro - Dip. Politiche Pubbliche e Scelte Collettive
87 Mancuso Elvira Teatro Regionale Alessandrino
88 Marchese Carla Università Avogadro - Dip. Politiche Pubbliche e Scelte Collettive
89 Marchese Leonardo Università Avogadro-Dip. Scienze e Tecnologie Avanzate
90 Martino Tiziana CIOFS FP Piemonte - Scuola di formazione
91 Mazzola Roberto Università Avogadro-Dip. Scienze Giuridiche ed Economiche
92 Mongiano Elisa Società Storia Arte e Archeologia
93 Monighini Giuseppe Confindustria
94 Moroni Simone Coldiretti
95 Mortara Gian Paolo Caritas Diocesana
96 Mussano Laura CISSACA - Consorzio Intercomunale Servizi Sociali
97 Mutti Romano Collegio Costruttori Edili e Affini
98 Nervi Raffaella Provincia di Alessandria
99 Novarese Marco Università Avogadro-Dip. Scienze Giuridiche ed Economiche
100 Nuovo Daniela Prefettura - Nucleo Operativo Tossicodipendenze
101 Osella Domenico Università Avogadro-Dip. Scienze dell’’Ambiente e della Vita
102 Pagano Bruno CISL - Sindacato
103 Panizza Giovanni Maria Archivio di Stato di Alessandria
104 Parodi Valter Confagricoltura
105 Pasquariello Massimo Università Avogadro - Dip. Politiche Pubbliche e Scelte Collettive
106 Pensante Domenico UGL - Sindacato
107 Perla Giancarlo Clinica Salus e Casa di Cura Città di Alessandria
108 Pesce Alessandro Comune di Alessandria
109 Pesce Domenico Coldiretti
110 Piacentino Alberto Studio Radiologico Centocannoni S.r.L.
111 Pigazzi Mauro ASCOM - Associazione Commercianti di Alessandria
112 Platania Paolo Provincia di Alessandria
113 Poggio Danilo GRP Televisione

XIV
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

114 Polastri Laura Comune di Alessandria


115 Ponte Ezio Scuola edile
116 Ponzano Stefano ALTECH - Collegio Costruttori Edili ed Affini
117 Ponzetti Clemente Clinica Saluse Casa di Cura Città di Alessandria
118 Pupo Fausto Confindustria
119 Rabagliati Claudio ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
120 Ratti Andrea AMAG S.p.A. - Axienda Multiutility Acqua Gas
121 Rendo Corrado ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
122 Ricci Angela Comune di Alessandria
123 Rizzello Salvatore Università Avogadro-Dip. Scienze Giuridiche ed Economiche
124 Robbiano Giorgio CNOS - FAP - Scuola di formazione
125 Rossi Enrico M. Progetto A - Cooperativa sociale
126 Ruvolo Marina SPRESAL-ASL AL-Servizio Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro
127 Sacco Renzo Company - Cooperativa sociale
128 Saggese Sabato CGIL - Sindacato
129 Saletta Claudio Direzione Provinciale del Lavoro
130 Santoro Silvano SPRESAL-ASL AL-Servizio Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro
131 Saracco Guido Politecnico di Torino
132 Sardi Mariuccia Legacoop
133 Scotti Alessandro IAL -Scuola di formazione
134 Scutari Daniele ARFEA S.p.A.- Aziende Riunite Filovie e Autolinee
135 Sozzetti Enrico Il Piccolo - Quotidiano alessandrino
136 Sparacino Filippo ATM S.p.A. - Azienda Trasporti e Mobilità
137 Taverna cCarlo Confapi - Associazione Piccole e Medie Imprese
138 Testa Paola Comune di Alessandria
139 Tinello Enrico AMAG S.p.A. - Azienda Multiutility Acqua Gas
140 Tofanini Paolo ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
141 Torre Angelo Università Avogadro - Dip. Politiche Pubbliche e Scelte Collettive
142 Torrielli Pier Paolo Camera di Commercio
143 Tosi Luigi Costruttori Edili e Affini
144 Trivero Paolo Università Avogadro-Dip. Scienze dell’’Ambiente e della Vita
145 Tromba Marco Confapi - Associazione Piccole e Medie Imprese
146 Viarengo Aldo Università Avogadro-Dip. Scienze dell’’Ambiente e della Vita
147 Vigna Paola Istituto Cooperazione allo Sviluppo
148 Visca Marco Confagricoltura
149 Zailo Maurizio Ordine Agronomi
150 Zanetta Paolo ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
Zangirolami Laura
151 Comune di Alessandria
Giovanna

XV
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

LE SCHEDE PROGETTO

N. N.
ASSE- SCHEDE PROGETTO DEPOSITATE E
progr. progr.
TAVOLO APPROVATE DAI TAVOLI DI LAVORO
totale tav.

Produzione di energia da biogas - Confagricoltura,


1 1
Coldiretti, CIA, Cons. ARAL
Valorizzaz. e sviluppo filiere corte -
2 2
Asse 1 Tav. 1 Confagricoltura, Coldiretti, CIA
Agricoltura Valorizzaz. del frumento alessandrino di qualità
3 3
- Coldiretti, Confagricoltura, CIA
Multifunzionalità dell’’impresa agricola -
4 4
Comune
5 1 Tecnogate PMI - Confapi
Azioni di check del livello tecnologico e
6 2 assistenza nella crescita innovativa delle imprese
- Confindustria
Internazionalizzazione: costruzione rete di
Asse 1 Tav. 2 7 3
conoscenze - Confindustria
Manifatturiero
Supporto nella gestione economico-finanziaria e
8 4 nella patrimonializzazione d’impresa -
Confindustria
9 5 Accesso al credito per le PMI - Confapi
10 6 Reti di imprese e clusters - Confapi
Organizzaz. e riqualificaz. Fiera di S.Giorgio -
11 1
Comune
La valorizzazione delle attività economiche del
12 2
centro urbano attraverso gli O.A.D.I. - Comune
Credito alle imprese commerciali - Ascom,
13 3
Confesercenti
Asse 1 Tav. 3 14 4 Town center management - Ascom Confesercenti
Terziario Crea Turismo Alessandria - Progetto per
consulenza , aggiornamento, formazione,
15 5
creazione di impresa per il turismo- Università
Piemonte Orientale
Alessandria Gusta e Gira - Progetto per creazione
16 6 pacchetto prodotti enogastronomici - Università
Piemonte Orientale

XVI
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Tecnology Center (creare connessione tra ricerca


17 1 applicata, alta formazione, servizi al tessuto
industriale )- Politecnico di Torino
Gli argini della cultura (centro integrato di servizi
per la convegnistica creando rete tra contenitori
18 2
esistenti e da realizzare nella Cittadella) - Ordine degli
Ingegneri e Politecnico di Torino
Alessandria Logistica (realizzazione del polo
19 3 logistico integrato di Alessandria)- Provincia,
Comune
Area Insediamenti Produttivi in S. Michele -
20 4
Comune
Piano Insediamenti Produttivi in Spinetta M.go
21 5
- Comune
Recupero del complesso ex Caserma Valfrè -
22 6
Comune
Predisposizione rete metropolitana a banda larga
23 7 per Università, Comune, Provincia e realtà
private - Ordine Ingegneri
Rete di accoglienza e supporto agli investimenti
24 8 produttivi attirati dalle possibilità del retroporto
di Alessandria - Ordine Ingegneri
Marketing Territoriale Logistico - Università
Asse 2 Tav. 1 25 9
Avogadro
Organizzazione
Scuola di alta formazione in Logistica,
del Territorio
26 10 insediamento produttivo e organizzazione di
processo Politecnico, Ordine Ingegneri, S.I.T.AL
27 11 Bicistazione - Comune
Realizzazione ecomuseo della terra cruda e avvio
28 12 di cantieri pilota per il recupero delle strutture in
terra cruda - Comune
29 13 Città dello sport - Comune
Borgo Cittadella progetto di rinnovamento di un
30 14
quartiere - Comune
Riqualificazione Piazza S.Maria di Castello -
31 15
Comune
Analizzare e rinnovare le reti ferroviarie e gli
32 16 snodi -interazioni con la logistica - Comune di
Alessandria
Laboratorio e festival dell’architettura di periferia
33 17
- Comune, Ordine Architetti
Palazzo dell’’edilizia - Scuola edile, Comune,
34 18
Provincia
35 19 Città, paesaggio, immagine - Ordine Architetti
Quale uso per la Cittadella di Alessandria -
36 20
Università A. Avogadro
Cittadella e Città - Ordine Architetti, Ordine
37 21
Ingegneri, Politecnico

XVII
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Waterfront urbano e Cittadella - Ordine Architetti,


38 22
Ordine Ingegneri, Politecnico
Metropolitana leggera e Cittadella - Ordine
Asse 2 Tav. 1 39 23
Architetti, Ordine Ingegneri, Politecnico
Organizzazione
del Territorio Realizzazione di un parco pubblico nell’area
esterna alla cinta muraria della Cittadella con
40 24
esecuzione di indagini strautturali alle mura
stesse - Provincia di Alessandria
Miglioramento del livello sicurezza sugli
attraversamenti pedonali dislocati nella
41 1
perimetrazione urbana della città - Comune,
Provincia
Variante in accesso in Alessandria “Padana
42 2
Inferiore” - Comune, Provincia
Individuare attività necessarie ad elevare il grado
43 3 di sicurezza stradale e ridurre la sinistrosità-
Comune
44 4 Bici-bus - Arfea
45 5 Progetto semafori intelligenti - Arfea
Asse 2 Tav. 2
Nuove linee di trasporto strategiche Zone D e
Trasporti e 46 6
aree sanitarie - ATM e Comune
Mobilità
Studio di fattibilità per un progetto di city logistic
47 7
- Università piemonte Orient. Dip. Ricerca sociale
Riqualificazione e rifunzionalizzazione P.za
48 8 Garibaldi - Promotore art. 37 l.109/94 - Comune
Alessandria
Riqualificazione e rifunzionalizzazione P.zza
49 9
Libertà - Comune
Le porte urbane della città: Studio di fattibilità -
50 10
Ordine degli Architetti, Comune
Le porte urbane della città: Realizzazione -
51 11
Ordine Architetti, Comune
Inuinamento atmosferico: caratterizzazione degli
52 1 inuinanti e valutazione della ricaduta al suolo -
ComuneUniversità Avogadro, Arpa
Energia da biometano prodotto da filiera corta
53 2
- Politecnico Torino, Amag
Analisi del rischio sanitario: dallo studio del
trasferimento di inquinanti nelle specie vegetali
Asse 2 Tav. 3 54 3 edibili alla valutazione degli effetti
Sviluppo
dell’inquinamento atmosferico - DiSAV,
sostenibile
Università Avogadro
55 4 Ecodiesel - Politecnico Torino, Atm
Eco-sistema: i rifiuti da problema a risorsa -
56 5
Comune
Metodologie chimiche e biologiche per la boni-
57 6 fica dei suoli inquinati da cromo - DiSAV,
Università Avogadro

XVIII
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Mini Hydro - Valorizzazione ricerca e sviluppo


ad alta efficienza per produzione di energia
58 7
elettrica da impianti micro idroelettrici -
Politecnico Torino, Amag
Coordinamento della normativa per una
59 8
pianificazione sostenibile - Collegio Costruttori
Efficienza energetica nei servizi a rete - Amag,
60 9
Politecnico Torino
Valutazione rischio ambientale area Fraschetta
con approccio TRIA che integra dati chimici
61 10
ecotossicologici ed ecologici su suoli, acque di
falda e superficiali - DiSAV, Università A. Avogadro
Sostenibilità sistemi fotovoltaici - Politecnico
62 11
Torino
Asse 2 Tav. 3 Recupero e riqualificazione siti degradati e/o
Sviluppo 63 12 relitti rispetto al disegno urbanistico - ORGP,
sostenibile ODAF
Il futuro è già qui: giovani partecipazione
64 13 solidarietà - Università Avogadro dip. Ricerca
sociale
Efficienza energetica e nuove tecnologie
ambientaliper il progettare ed il costruire sul
65 14
territorio del Comune di Alessandria - CCE,
Ordine Architetti, Politecnico
Mobilità sostenibile (riduzione rumore e polveri
66 15
sottili durante i lavori edili ) - Consorzio Altech
Pianificazione urbana sostenibile applicata alla
67 16
prevenzione delle malattie - Ordine Architetti
Elaborazione di un manuale per la buona
68 17 pratica paeaggistica - Ordine Agronomi - Ordine
Architetti - Osservatorio del paesaggio alessandrino
Master 1° Livello in BIOENERGIA E
69 1 RIDUZIONE DI CO2- Politecnico Torino, Arpa,
Imperial College Londra, Università Belo Horizonte
Master di 1° Livello in Sostenibilità Ambientale
70 2 e Clean Technology - Politecnico Torino, Arpa -
Università Piemonte Oriental
Campus delle Scienze Umane e Sociali - facoltà
71 3
Scienze Politiche - facoltà di Giurisprudenza
Asse 3 Tav.1
72 4 Business school - Politecnico API
Didattica e
formazione Orientamento tutorato studenti - Facoltà
73 5
Giurisprudenza Università Avogadro (Novarese)
Osservatorio domanda e offerta competenze
74 6
professionali - UNIPMN
Master universitario di I livello in Sviluppo
Locale - Teorie e metodi per le Pubbliche
75 7 Amministrazioni Fac. Scienze Politiche -
Consorzio per la ricerca e l’Educazione permanente
di Torino

XIX
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Summer School in Sviluppo Locale - Fac.


76 8
Scienze Poltiche Dip. Ricerca sociale
Sistema di Formazione Permanente per il
77 9 settore turismo - Università Piemonte Orientale -
Palazzo Monferrato
Centro Italo-Francese per la cultura economica
78 10 e l’innovazione istituzionale - Facoltà di Scienze
Politiche, Dipartimento POLIS
Master Universitario di I livello in Economia,
Diritto e Organizzazione del Trasporto
79 11
Pubblico Locale - METROPOLIS Fac Scienze
Poltiche Dip. Polis
Master Universitario di I livello in Economia
Asse 3 Tav.1 80 12 dell’Ambiente e della Sanità - MEAS . Fac
Didattica e Scienze Poltiche Dip. Poli
formazione Centro europeo “Jean Monnet” di eccellenza
per la formazione e la ricerca. Cattedra “Jean
81 13 Monnet” dell’Università del Piemonte Orientale,
“Laboratorio di Storia, Politica, Istituzioni” (LaSPI),
Facoltà di Scienze Politiche, Dipartimento POLIS.
CENTRO PER LA DIFFUSIONE DELLA
CULTURA IMPRENDITORIALE E
L’IMPLEMENTAZIONE DEGLI
82 14
STRUMENTI DI ACQUISIZIONE DEL
KNOW-HOW UNIFORM – l’UNIversità che
FORMa Università del Piemonte Orientale
83 15 Biblioteca universitaria - fac. Giurisprudenza
Scuola di alta formazione - Università Piemonte
84 16
Orientale fac. Giurisprudenza fac. Scienze Politiche
Centro per la raccolta e l’elaborazione del
85 1 Patrimonio informativo locale - Università
Asse 3 Tav. 2 Avogadro
Ricerca
Cittadella della Conoscenza - Università
86 2
Piemonte Orientale, Politecnico
Polo archivistico per la Città di Alessandria -
87 1
Archivio di Stato Alessandri
Compagine Sinfonico - Conservatorio, Teatro
88 2
comunale alessandrino
Asse 3 Tav. 3
89 3 Il Museo Civico di Alessandria - Comune
Cultura e
informazione Costituzione sistema bibliotecario Alessandrino
90 4
- Comune
Osservatorio culturale e turistico
91 5 dell’Alessandrino - Centro Economia e Ricerca
Dip. Polis

XX
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Salute e sicurezza sul lavoro: Marketing sociale


92 1
- Spresal-Asl, Epidemiologia Asl TO
Il lavoro sicuro e regolare interessa anche te -
93 2
Direzione Provinciale del Lavoro
Rete di sportelli per la sicurezza sul lavoro -
94 3
Ord. Ingegneri, Confindustria, Confapi
Asse 4 Tav. 1 Introduzione nelle aziende di sistemi di
Lavoro, 95 4 gestione della sicurezza sul lavoro - Ordine
Formazione Ingegneri
professionale, Un servizio per l’informazione orientativa…. -
sicurezza sul 96 5
Scuola Ciofs/Fp Piemonte
lavoro Sicurezza in edilizia: conoscenza e
97 6 consapevolezza iniziano dalla scuola - Scuola
Edile, Comitato Paritetico Territoriale (CPT)
Il coordinamento locale della formazione per la
98 7
sicurezza sul lavoro - Ordine Architetti
Osservatorio permanente fabbisogni formativi
99 8
ed occupazionali - Agenzie formative
IterAL Interventi in rete anziani e assistenti
100 1
familiari- Cissaca
101 2 Consumo critico e nuovi stili di vita - Caritas
102 3 Giovani protagonisti della città - Comune
103 4 Promozione innovativa della famiglia - Comune
Da e con gli anziani mosaico di attività volte al
104 5
recupero al riuso e al fare condiviso Comune
Osservatorio consumo sostanze psicoattive -
105 6
Università Avogadro
OsservAzione giovani italiani e stranieri -
106 7
Università Avogadro
Osservatorio mondo giovanile - Università
107 8
Avogadro
Abitare sostenibile in Piemonte - Comune di
108 9
Alessandri
Asse 4 Tav. 2
Sviluppo del Casa Etica “Eticasa” . Agenzia per l’orientamento
welfare e il sostegno di domanda e offerta abitativa su basi
109 10 eticamente sostenibile. - Ass Com. san benedetto al
Porto, Cooperativa Sociale Company; Cooperativa
sociale il pane e le rose
Habital: interevnti integrati per il miglioramento
110 11 della qualità della vita e della sicurezza in alcuni
quartieri della città - Comune, Cissaca A.T.C.
Oikos 2006 Housing sociale in partnership con
111 12
il privato. - OIKOS 2006 s.r.l.
Interventi edilizi in autocostruzione - Misura
112 13 integrata di edilizia sociale a favore dell’integrazione
sociale- Comune, Coop. Autocostruttori
Programma comunale di interventi
sperimentali di social housing tramite casi
113 14
pilota - Comune. A.T.C. , Cissaca, ASL AL, Diocesi
di Al, Parrocchia Santi Michele e Carlo, Caritas

XXI
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Cittadinanza è partecipazione . Educazione alla


114 15 cittadinanza attraverso lo sport per giovani stranieri
e italiani - ICS
Attivazione nuovi corsi di laurea in ambito
115 1
sanitario - Aso, Asl, Ipasvi, Comune
Il Sindaco “Messaggero di salute” - Comune,
116 2 Asl, Aso, Ordine Medici, Associazioni di
volontariato e e di consumatori
117 3 Benessere - Comune, Asl, Aspal servizio giovani
Asse 4 Tav. 3
118 4 Nasce una mamma - Comune, Aso, Asl
Garanzia qualità
della salute Rete sanitaria informatica prov.le - Asl, Aso,
119 5 soggetti privati, Ordine medici, Università,
fondazioni
Medicina di gruppo integrata- Collegio
120 7
Infermieri IPASVI, Ordine Medici
Cure primarie integrate - Collegio Infermieri
121 7
IPASVI, Ordine Medici

XXII
PARTE I
Visione generale
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

2
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

LA vISIONE GENERALE DEL PIANO STRATEGICO

Premessa
Il piano strategico della città di Alessandria nasce per delineare l’immagine di una città
che oggi non c’è.
Il processo di pianificazione strategica è stato avviato da questa città nel 2008, per pensare
una città futura, diversa necessariamente da quella di oggi, cercando di immaginare in
anticipo le esigenze che fatti di natura tecnica o tecnologica, ma anche di mercato, di natura
sociale o demografica, e molteplici altri fattori che per brevità non citiamo, potranno
imporre al cambiamento. Un’ampia trattazione di tali elementi sono tuttavia contenuti nel
secondo volume di questo lavoro, quello dell’indagine diagnostica, sviluppata nel 2009,
sulla base dei dati disponibili a fine dell’anno precedente, con un lavoro di Ricerca
commissionato dall’Associazione proponente il piano strategico (Associazione Alessandria
2018) all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. Il corposo
lavoro di Ricerca è stato alla base di numerosi approfondimenti che in seguito sono stati
effettuati ai tavoli di lavoro della pianificazione strategica. Giova ricordare che tale lavoro
ha visto una scelta coraggiosa ed ampiamente condivisa, basata sulla volontà dei membri
dell’Associazione di non affidare l’incarico di studio ad un singolo Dipartimento o a una
L’indagine società di Consulenza, ma ad un Ateneo (con il parere favorevole dell’altro) il quale ha
diagnostica nominato un coordinatore ed ha coinvolto ben 4 diversi Dipartimenti, peraltro fisicamente
ubicati su 2 città (Alessandria e Novara).
Non è questo il luogo per rimarcare la validità della scelta e dei risultati conseguiti – il
lettore trova approfondimenti nel secondo volume – ma giova in premessa ricordare come
già le scelte dei 4 Assi sui quali viene costruito il Piano Strategico della città fosse stata fatta
all’epoca dell’indagine, che di fatto approfondì tali tematiche su commessa precisa e
circostanziata indicazione.

La scelta dell’anno
Sovente si ritiene di indicare un anno preciso per circostanziare la validità delle ipotesi di
lavoro rispetto ad un momento storico di riferimento. Noi non scriveremo invece Piano
Strategico “Alessandria 2018” o altri titoli del genere, per una ragione semplice.
La prima, per non confondere il nome dell’Associazione committente con il suo
contenuto. Al proposito, si osservi solo che la ragione della scelta del nome crediamo non
desti curiosità a nessuno, ma basti dire che nasce nel 2008 e che nei primi documenti si
parlava di logica di lungo termine, che talvolta per prassi taluno confonde con il decennio
(tralasciando il fatto, a parere di chi scrive irrilevante, del fatto che a quell’anno ricorra un
certo anniversario della nascita della città).
La seconda, ben più rilevante, sta nel fatto di non voler stabilire una sorta di “scadenza”,
come se tutto dovesse essere riferito ad un momento, quando invece si sa che stiamo
trattando di una visione di lungo termine di una città. Di più, se proprio fossimo obbligati
a definire una data di riferimento di un piano strategico, allora avrebbe senso, considerando
che la più parte degli investimenti hanno durata pluriennale, riferirli ad un periodo, come
ad esempio si fa con la programmazione comunitaria, che ha durata settennale. Se non
fosse, così facendo, che dovremmo scrivere che allora questo piano sarebbe il piano 2018-
2025, gettando probabilmente nello sconforto il cittadino o il politico abituati alla logica
dell’“hic et nunc”. Non solo, ma non ha senso definire un anno o più anni di riferimento
perché il Piano Strategico non può che essere una strada, una rotta da seguire, una
3
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

indicazione di percorso, della quale mancano, necessariamente, valutazioni prima di tutto


politiche, e poi attuative, di fattibilità, prima di tutte quella finanziaria. Preferiamo scrivere
che questo è il Piano Strategico della città di Alessandria, che nasce in un certo anno,
quello nel quale verrà approvato da, si spera, una ampia platea di soggetti, in un contesto
storico ben preciso e per finalità di lungo periodo. Ovviamente, tale piano non potrà
considerarsi imperituro, e quindi dovrà essere oggetto di periodiche valutazioni, ed anche
doverose revisioni, che tengano conto delle innumerevoli variabili che, negli anni,
muteranno.

Il valore di questo documento


Così scrivendo, probabilmente, potrebbe sembrare di ridimensionarne, e di molto, il valore,
come se si trattasse solo di un mero esercizio di idee. Del resto, il Piano Strategico, che state
leggendo nella sua versione tecnica, può essere oggetto di innumerevoli critiche, ma
Le critiche fondamentalmente ve ne sono due che devono essere richiamate in partenza, perché
rilevanti e, a parere di chi argomenta, fondate.
La prima è che il piano, almeno nella sua iniziale stesura, non nasce in un dibattito politico,
e che ai tavoli di lavoro non sono stati invitati rappresentanti delle forze politiche, e quindi
sia privo di valore politico. La seconda è che il piano sia un mero e sterile esercizio di stile,
un apprezzabile gioco delle parti, un “libro dei sogni”, e poco di più.
Quanto alla prima critica, per quanto fondata, essa nasce da una scelta ben precisa, quella
di discutere ai tavoli di lavoro non in funzione dell’appartenenza politica, ma in funzione
della competenza tecnica. Appare del tutto irrilevante l’idea politica del relatore di una
scheda progetto, se il suo contributo si basa su una competenza tecnica ed una fondata e
documentata, ed in generale riconosciuta, capacità di analisi su un tema speficico. Si è
La composizione dei scelto di comporre i tavoli di lavoro sulla base delle rappresentanze di Enti ed organismi,
tavoli di lavoro pubblici e privati, di riconosciuta e chiara identificabilità come di attori rilevanti nel
processo di sviluppo locale. Anche tale scelta, come tale, potrà essere contestata, ma è
apparsa la migliore possibile, non avendo escluso nessuno, dai Sindacati alle Associazioni
di categoria, dagli Ordini professionali agli Atenei, dalla Provincia di Alessandria alla
Camera di Commercio, come le decine di rappresentanze documentate dimostrano. Le
riunioni sono sempre state riunioni di natura tecnica, nella quale i rappresentanti degli
Enti, a qualunque tipologia appartengano, sono sempre state garantite da figure apicali
con funzioni di esperti all’uopo delegati dal membro partecipante al processo. Non solo,
ma tale processo si è basato sempre su un approccio volontaristico, inclusivo e
collaborativo. Pertanto, il documento è una sorta di supporto operativo dei delegati degli
attori territoriali ai propri “decision makers”, i quali possono in seguito esprimersi
nell’ambito di un dibattito politico, inteso nel senso più lato del termine.
Quanto alla seconda critica, quella di essere un mero esercizio di idee, o un libro dei sogni,
si tratta di intendersi. Nessuno ritiene che la totalità delle schede progetto sia cantierabile
o finanziabile, o che non possa esserci una gradualità o una modularità, ma appare vera
una cosa; se questo è un libro dei sogni portato alla città, è un libro scritto da persone che
hanno discusso, analizzato ed approfondito delle tematiche mettendo in grado chi deve
Il lavoro dei cittadini decidere di scegliere - con maggior contezza dei fatti si spera - quali sogni realizzare. In
questo, si ritiene che il valore del documento, la cui area centrale, quella delle schede
progetto, ha comportato un intenso lavoro di oltre cento persone, venga riconosciuto
dalla parte politica a prescindere della posizione di parte, perché il documento appunto
non è stato scritto da questa o quella parte, ma dalla città. Tutti questi esperti, donne e
uomini che hanno interesse di parte ad Alessandria, hanno lavorato con spirito costruttivo,
superando le conflittualità, anteponendo all’“uti singuli” l’interesse collettivo. Lo possiamo
affermare con fermezza ricordando, ce ne fosse bisogno, chi è il proprietario del
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

documento.

Di chi è il documento
Non si confonda la proprietà del documento. Esso è frutto di una iniziativa di una
Associazione costituita, su iniziativa del Comune di Alessandria, nel maggio del 2008 tra
16 soggetti, prevalentemente rinvenibili nel mondo economico, finanziario e universitario
locale. Non è tuttavia il Piano Strategico del Comune di Alessandria, anche se il Comune,
essendo soggetto proponente, è stato anche, correttamente, il primo soggetto ad aver
formalmente accettato ed adottato le prime risultanze del Piano, come si evince dalla
assoluta ed evidente connessione, anche descrittiva, tra il Piano Strategico e la revisione
del Programma di Mandato. Anzi, la revisione del proprio Programma di Mandato è nei
fatti un primo e rilevante segnale di rispetto che la pubblica amministrazione proponente
ha voluto manifestare al lavoro condiviso con moltissimi altri attori locali. La stessa
inclusione di parti importanti di testi condivisi in sede di pianificazione strategica, sovente
Connessione al proposti e talvolta dettati da attori diversi dalla amministrazione pubblica prima
proponente il processo, direttamente nella revisione del Programma di Mandato, è fatto
programma di raccomandato dalla migliore dottrina, che chiede di adattare l’azione di breve periodo alle
mandato scelte condivise nel lungo termine, creando una doverosa connessione tra la visioning di
breve e quella di più ampio respiro.
Il Piano Strategico è un documento che l’Associazione lascia in dote alla città, perché ciò
è scritto nel suo stesso Statuto e nella sua fondativa Carta dei Diritti e dei Doveri, invitando
tutti gli Enti pubblici e privati che hanno contribuito a redigerlo a confrontarsi con esso,
e con la sua visione di insieme. Di più, il documento è il frutto di una azione molto faticosa
di mediazione e condivisione di un laborioso processo, che ha visto l’Associazione
La torre d’avorio “Alessandria 2018”, nei fatti, includere decine di altri soggetti, appartenenti a mondi diversi
da quelli che inizialmente avevano avviato il motore dell’operazione. Ci si riferisce agli
apporti, che il lettore potrà leggere nelle schede progetto, di decine di membri effettivi di
tavolo, che riguardano ad esempio Ordini Professionali, che includono il mondo del
Sociale e della Sanità, che vedono il coinvolgimento di tutte le maggiori e riconosciute
rappresentanze della città nei quattro settori dell’economia, dello sviluppo urbano, del
sistema della conoscenza e del campo sociale.
Il documento è quindi una azione di mediazione delle visioni diversificate dei diversi attori
territoriali, i quali hanno portato ciascuno un pezzo di contributo ad un progetto
complessivo che spesso travalicava il proprio singolo ambito di intervento. Inoltre, se si
considera che moltissime schede progetto, come si documenta, vedono tra i proponenti
soggetti che hanno competenze molto diversificate, e non di rado antitetiche o addirittura
concorrenziali, appare evidente - ictu oculi - il valore dell’operazione. Ancora, giova
ricordare che tutte le schede sono state formalmente depositate, illustrate da un relatore,
dibattute, talvolta emendate, ma tutte, indistintamente tutte, approvate all’unanimità.
Trattasi, lo ribadiamo, di un valore di indicazione meramente tecnica, e non di una
approvazione politica, che al momento della stesura del presente testo deve ancora
verificarsi, ma nondimeno trattasi di fatto quantomeno irrituale, almeno nel contesto locale
di riferimento, come da molte parti è stato sottolineato.
Infine, si ricorda – ancora per rispondere alla facile critica della mancanza di fondi - che
sotto il profilo metodologico questo approccio appare corretto con riferimento alla
dottrina della pianificazione non solo strategica, ma in genere. Tutta la moderna teoria
della pianificazione, a partire da quella adottata da Banca Mondiale per arrivare a quella
usata in Comunità Europea, si basa su una definizione delle priorità prima, e non dopo,
la definizione di un budget, e la conseguente fase di fund raising. In questo, si ribadisce,
è il valore del documento, e spetta al mondo politico definirne le priorità, valutandone i
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

contenuti ed entrando nella fase di valutazione di fattibilità, prima di tutto economica e


finanziaria.
Il documento è quindi idealmente lasciato dalla Associazione proponente in proprietà alla
città, perché scritto dalle molteplici anime della città stessa, non perché venga considerato
un programma di mandato di un singolo Ente locale, ma perché, travalicando il breve
La teoria del project termine, diventi un punto di riferimento per la pianificazione complessiva di un intero
management ed il sistema locale, fatto molto più rilevante e certamente più complesso. La stessa
Associazione non può ritenersi proprietaria del documento stesso, in quanto esso è stato
“fund raising” scritto con il contributo indiscutibile di decine di soggetti che, almeno formalmente, non
facevano ancora parte dell’Associazione al momento dell’adesione al progetto. Si è scelto
quindi concordemente da parte di tutti i soggetti aderenti la logica del fare, prima di tutto.
Il risultato è di proprietà di tutti gli alessandrini, e dovrebbe anzi auspicabilmente divenire
argomento di discussione su area vasta.

I 4 assi e la vision
La pianificazione non può, per sua definizione, essere avulsa da una logica di intervento
di lungo termine, sia perché è fatto suggerito dalla migliore dottrina in materia, sia perché
per loro natura taluni ambiti di azione non possono essere concretizzati nel breve periodo,
per fatti tecnici, giuridici, economici, realizzativi in genere. In questo, la vision di città che
dovrà adottare il Comune di Alessandria, è nel futuro, tenendo doverosamente conto di
un processo di pianificazione, sviluppato con approccio bottom up, che ha visto in questi
mesi un articolato e profondo, nonché largamente condiviso, dibattito della società civile
nell’ambito del processo di pianificazione strategica.
La vision
La visione di città che si trova in questo documento nasce nell’ambito di un processo che
ha visto un’ampia partecipazione ed un profondo ed articolato confronto di idee. Occorre
quindi trovare una connessione tra la politica di breve termine, rappresentata dai confini
del mandato amministrativo, e quella di lungo termine, che trova le sue origini nella
impostazione del piano strategico che il Comune di Alessandria, facendo sintesi delle
posizioni largamente condivise, intende definire. Chiaramente i due piani devono essere
connessi e collegati, se del caso attuando opportune correzioni di rotta, ricordando sempre
che il Comune è solo uno dei tanti soggetti che insieme concorre, per la propria parte, alla
realizzazione di una idea comune e complessiva di città.
La visione di Alessandria di domani non è riconducibile a slogan, sia perché rinunciamo
volentieri a tale compito – che pure ricorre tradizionalmente nella letteratura di genere -
sia perché la singola definizione appare riduttiva rispetto al progetto complessivo.
Potremmo dire che è una visione di una città innovativa, di una città moderna conscia dei
propri limiti ma anche delle proprie potenzialità, che il Piano indica chiaramente su 4 Assi,
che sono le quattro “gambe” del proprio sviluppo. Tratteremo quindi dei contenuti dei 4
Assi, descrivendo anche i contenuti dei 3 Tavoli che ogni Asse ha ritenuto di avviare, prima
di affrontare successivamente la lettura ed analisi delle singole schede progetto, o azioni,
che – secondo linee strategiche definite di intervento – sono state depositate
4 assi su 12 tavoli complessivamente sui 12 tavoli.
Il primo Asse è quello dello Sviluppo Economico, valutando che una comunità non può
svilupparsi in assenza di risorse, ed implicitamente riconoscendo che la produzione del
reddito sarà essenziale per il mantenimento e possibilmente l’aumento degli spazi
occupazionali, e che il concorso dell’economia privata in un processo di sviluppo pubblico
sarà determinante anche nei prossimi anni, soprattutto in un contesto come quello attuale
di crisi e di contrazione tendenziale della spesa pubblica. Il secondo Asse è quello dello
sviluppo urbano, tema affrontato in una ampia accezione che non dimentica il fattore di

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

uno sviluppo sostenibile e di una crescita rispettosa dell’ambiente e spazia


dall’organizzazione del territorio alla mobilità. Il terzo Asse è quello dello sviluppo della
conoscenza, scelta coraggiosa e forte della città di Alessandria, che identifica in uno dei
propri 4 fattori di crescita quello forse più immateriale e apparentemente meno
documentabile, ma anche probabilmente il più strategico; la risorsa umana e culturale. Il
quarto Asse dello sviluppo è quello di comunità, che affronta in modo articolato i temi del
lavoro e della formazione correlata, del sociale nelle sue più ampie accezioni
contestualizzate alla realtà cittadina, e della sanità, intesa nella sua più ampia accezione di
garanzia della qualità della salute.
Queste sono state le scelte formulate dalla città, ed alla base di una visione di una città che,
lungi dal divenire una dimenticata cittadina di Provincia, intende ritrovare una propria
dimensione e ruolo nel contesto economico, urbano, culturale e sociale, in riferimento ad
area vasta. Nel seguito si descrivono gli Assi e i Tavoli di Lavoro, commentando le linee
strategiche scelte dai singoli Tavoli.

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AssE I – sVILuPPo EconomIco


Nell’ultimo secolo l’uomo si è concentrato nei centri urbani, con un processo di repentino
spostamento della propria vita sociale dalle campagne alle città (in un rapporto che recenti
stime mondiali indicano da 1 a 9), che non aveva conosciuto precedenti nei precedenti
sessanta secoli di storia. Il settore agricolo ha conosciuto quindi un declino inesorabile, che
per il nostro paese è stato particolarmente forte; negli ultimi decenni, ed in particolare dal
1970 al 2010, si è assistito ad un progressivo spostamento dei livelli occupazionali dal
settore agricolo ai due settori dell’industria e poi dei servizi. Tale processo, di natura
congiunturale, ha interessato anche la nostra città. Per tali ragioni si dividono idealmente
le potenzialità di sviluppo in questi tre grandi macro contenitori di produzione di reddito.
Tavolo 1 – Agricoltura
Per quanto concerne il primo aspetto, l’agricoltura, si è concordato tra i membri del Tavolo
che non possiamo assistere passivamente ad un processo di progressiva perdita di
competitività del settore primario, come se le cause fossero esclusivamente di carattere
esogeno. Se è vero infatti che esistono ragioni congiunturali che determinano la crisi del
settore (calo dei prezzi dei prodotti agricoli, tipologia del territorio, struttura aziendale
rigida, scarsa concentrazione dell’offerta, dimensione media delle aziende agricole
insufficiente), è anche vero che una città che vuole raggiungere degli obiettivi strategici di
lungo termine deve puntare alla valorizzazione dei propri fattori di forza. Tra questi
indichiamo certamente il territorio, in larga parte pianeggiante, fertile ed irrigabile, la qualità
e specificità delle nostre produzioni tipiche, la presenza di strutture cooperative e di
consorzi irrigui, la nostra posizione logistica e la nostra vocazione zootecnica, tra i tanti.
Conseguentemente, ai tavoli di lavoro si è concordato sul fatto che si vuole sostenere
un’idea di città nella quale ci sia non solo memoria, bensì presenza di spazi dedicati alla
La perdita di produzione di reddito, in chiave moderna, derivante dal settore primario. Si veda, ad
competitività esempio, il progetto riguardante la valorizzazione del frumento alessandrino di qualità.
Non interessa agli attori del tavolo una visione retrograda dell’agricoltura confinata a
patetiche immagini di un mondo richiamato in chiave nostalgica, e descritto alle nuove
generazioni in modo folkloristico e giornalistico.
La connessione delle attività economiche ai temi sociali, e della famiglia in particolare,
non ci consente di relegare questo settore economico al ruolo di svago occasionale e
pittoresca descrizione, alle nuove generazioni ed in particolare ai bambini, di un mondo
ormai scomparso. Interessa invece agli attori del Piano Strategico sostenere tutte le
associazioni agricole in processi integrati e sinergici volti prima di tutto alla valorizzazione
della filiera cerealicola, individuando le tecniche che meglio si adattano al territorio
alessandrino, favorendo la concentrazione dell’offerta e consolidando l’immagine del
Nostalgia o nostro territorio con moderni strumenti di marketing. Lo studio approfondito della
modernità? connessione esistente ed acclarata, anche sul piano normativo, tra l’agricoltura ed il settore
ambientale, ci fa ritenere necessario immaginare per il futuro progetti integrati del mondo
pubblico e privato nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili, con
particolare riferimento alle tematiche degli impianti di cogenerazione e trigenerazione (con
materie prime derivanti dal comparto agricolo).
Guardando alla presenza sul nostro territorio di aziende operanti nel trattamento dei rifiuti
Agricoltura ed organici, e di un sistema universitario in grado di fare ricerca (tema sul quale torneremo
ambiente più avanti), sono certamente cantierabili progetti volti a creare una connessione tra i vari
comparti, trasformando il rifiuto da un problema ad una opportunità, ed immaginando la

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

sua destinazione finale in termini di prodotto destinato all’agricoltura. Un esempio di tale


linea strategica di intervento è rinvenibile ad esempio nel progetto di innovazione
tecnologica con applicazioni ambientali. Esiste poi un terzo filone di intervento che crea
le premesse per un moderno sistema agricolo nella nostra città, riportando l’agricoltura a
contatto con le famiglie e con il mercato locale, oltre che con il cittadino. Si pensi ad
esempio al progetto che prevede la soluzione della filiera corta e l’identificazione di una
area mercatale. In questa visione di città è possibile realizzare servizi destinati alla
collettività, con particolare riferimento, da un lato, al ruolo di presidio e manutenzione del
territorio, al quale può contribuire il comparto agricolo, e, dall’altro, alla valorizzazione
della filiera corta e quindi di un rapporto più diretto tra produttore e consumatore.
In termini economici questa visione di città considera il comparto agricolo un motore in
grado di produrre reddito, beni e servizi, a condizione di creare le premesse perché vi sia,
da un lato, un processo di culturalizzazione del settore agricolo, con particolare riferimento
alla crescita professionale ed imprenditoriale, e, dall’altro, la presa d’atto del fatto che sin
dalle più antiche definizioni degli economisti classici, il suolo è una delle componenti di
produzione del valore, con la peculiarità, e l’aggravante, che il terreno agricolo è un bene
limitato, e non ricostruibile se oggetto di cementificazione. In tal senso, occorre
un’adeguata e prudente capacità di pianificazione del territorio.
Tavolo 2 – Industria
è ben noto che i processi occupazionali sono prevalentemente legati alle necessità di forza
lavoro che gli imprenditori valutano necessarie al raggiungimento dei propri legittimi
obiettivi reddituali. Senza invadere il campo delle scelte private, il Piano Strategico può e
deve tuttavia sviluppare le condizioni utili alla realizzazione di tali obiettivi, sia in quanto
la collettività è interessata alla produzione di reddito sul proprio territorio, sia in quanto è
motivata dall’ipotesi di creazione di stabili e duraturi rapporti occupazionali con le aziende
ivi residenti. Cerchiamo di illustrare le ragioni per le quali si è deciso di identificare in ben
precise linee strategiche lo sviluppo del comparto, e precisamente nella cultura di impresa,
nella ricerca ed innovazione tecnologica, nella internazionalizzazione di impresa e nella
ricerca di nuovi strumenti finanziari.
La moderna visione di impresa, fatti salvo i distinguo e le diverse valutazioni dovute a
seconda del settore di riferimento, e confinando le nostre valutazioni prevalentemente al
comparto industriale e manifatturiero, prende atto del fatto che il sistema globale attuale
richiede nuovi strumenti competitivi. Da questa considerazione discende il fatto che il
contesto di riferimento delle imprese locali è molto cambiato negli ultimi tempi, e che i
nuovi scenari richiedono nuovi strumenti per competere in un mercato globale. Le imprese
alessandrine che alcuni decenni or sono operavano con logiche tradizionali, con marchi
Internazionalizzazione consolidati e in un mercato sostanzialmente locale o prevalentemente nazionale, si trovano
oggi ad operare in contesti internazionali caratterizzati da repentini processi evolutivi,
contesti richiedenti nuove competenze e skills professionali, capacità di operare in mercati
lontani. Tutto questo necessita di ingenti investimenti nella qualità ed innovazione
tecnologica dei prodotti, nei processi di internazionalizzazione d’impresa e nel capitale
umano delle aziende. Di qui la scelta di privilegiare gli investimenti sul capitale tecnologico,
umano e finanziario, come strumenti collegati ad una strategia di internazionalizzazione.
Il sistema degli attori locali può quindi promuovere una visione di città aperta, nella quale
sia possibile sviluppare convegni di natura internazionale, e creare le condizioni affinché,
in collaborazione con altri soggetti, privati e pubblici (in primis il sistema camerale), si possa
accompagnare le imprese nei contesti economici internazionali con un percorso
organizzato, strutturato e coordinato.
La seconda azione di integrazione strategica deve essere realizzata con il sistema

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

universitario a due livelli. Il primo livello è quello della ricerca, intendendosi con tale
termine una ricerca applicata, concreta ed operativa, rispondente alle reali esigenze del
comparto produttivo. Questo livello significa realizzare una Cittadella della Conoscenza,
cioè un luogo fisico di connessione tra il mondo della ricerca universitaria ed il mondo
dell’impresa. Si osservi che, come si vedrà dall’analisi delle schede, esiste una connessione
molto stretta tra i temi affrontati su questo tavolo dell’Asse di sviluppo economico ed i
temi affrontati sul tavolo della Ricerca dell’Asse della Conoscenza. Infatti, il modello della
Cittadella della conoscenza pienamente si integra con i progetti del tavolo, che vedono le
associazioni di categoria proporre soluzioni tecnologiche per il sostegno non tanto della
ricerca applicata, quanto dello sviluppo precompetitivo delle proprie imprese. Tuttavia,
non sfugge a chi conosce la differenza tra i due ambiti di intervento, anche sotto il profilo
della distinzione giuridica, che si trova non nel nostro codice civile quanto nella disciplina
comunitaria, che i due temi dello sviluppo precompetitivo e della ricerca applicata siano
pienamente integrabili, ed anzi sovente sequenziali. Di qui, il modello privatistico
immaginato dalle soluzioni delle associazioni di categoria pienamente sarebbe funzionale,
per la parte di sviluppo, al modello privatistico immaginato dalla Cittadella della
Conoscenza di iniziativa di Politecnico ed Università, e depositato come progetto sul
tavolo della Ricerca, nell’Asse della Conoscenza.
Si badi che allorquando si parla di approccio privatistico non ci si riferisce al destinatario
della prestazione o al modello giuridico di riferimento, quanto all’approccio di mercato
dell’intervento, che deve essere remunerativo e produttivo di redditività, uscendo dalla
logica del sostegno pubblico indifferenziato. Il secondo livello è quello del sostegno al
capitale umano ed alla formazione. In tal senso, la città di Alessandria si colloca in una
posizione logistica favorevole alla raccolta di esigenze formative del comparto produttivo,
Capitale umano sul modello delle scuole di alta formazione che altre città, di dimensioni non maggiori
della nostra, hanno saputo realizzare. In tal senso, anche qui si colga una connessione
logica molto importante tra le indicazioni strategiche proposte dalle associazioni di
categoria e la risposta, che non si trova al tavolo in oggetto, ma che possiamo rinvenire al
tavolo della Didattica universitaria, laddove si trova il progetto ad esempio di una “Business
School”, ed anche al tavolo della Ricerca, dove si trova il progetto di un sistema che tende
a diffondere le conoscenze con un modello reticolare (modello di Rete delle Conoscenze).
Da ultimo, ma non per importanza, occorre rilevare come il sistema bancario locale sia
caratterizzato – come ha dimostrato l’indagine diagnostica - da una situazione di
sostanziale oligopolio in capo a pochi istituti di credito: tale circostanza consente di
ipotizzare azioni concordate e condivise di sostegno all’accesso al credito, tema che, oggi
di attualità, sarà ancora più importante in futuro. Come si vedrà in maggior dettaglio nella
Capitale finanziario parte di descrizione dei contenuti progettuali, il tema dell’accesso al credito – rectius
dell’accesso al capitale – è tema strategico di riconosciuta importanza. Non sfugge la
distinzione tra le due definizioni: il capitale di rischio ed il capitale di debito sono, con
tutte le intermedie distinzioni quali quelle del capitale ibrido, distinte modalità di
finanziamento aziendale. Sul tema, molto bisogna fare, per introdurre una reale visione di
moderna impresa, che non veda la dimensione di piccola impresa come un valore in sé,
ma ponga il tema della crescita in una dimensione di contesto internazionale. In tal senso,
come molti aziendalisti insegnano, l’accesso al mercato del capitale, non solo di debito
ma anche di rischio, diventa uno strumento di crescita in grado di condizionare, in modo
straordinariamente rilevante, le opportunità di crescita, soprattutto in un mercato come
quello italiano, caratterizzato dalla presenza prevalente di un canale finanziario indiretto.
La visione di una città moderna deve anche considerare che la competizione sui mercati
internazionali, ma anche la capacità di attrarre sul nostro territorio imprese, richiede di

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

dotarci di strumenti finanziari non soltanto legati alle forma di capitale di debito, ma anche
a quelle di capitale di rischio. Su questo terreno, nel quale altri sono più avanti di noi, è
possibile immaginare uno sviluppo con il concorso del contesto produttivo, in
collaborazione con quello finanziario e scientifico. Di nuovo, si vedano le connessioni tra
le schede progetto depositate sui tavoli dell’asse economico e quelle depositate su quelli
dell’asse della conoscenza. Giova rimarcare il fatto che ciò non è casuale, ma frutto
razionale del processo di pianificazione strategica utilizzato, poiché numerose riunioni
hanno visto un approccio multidisciplinare, e la presenza di diversi attori locali ai diversi
assi, talvolta reciprocamente in qualità di membri consultivi di differenti tavoli.
Tavolo 3 – Terziario
Per quanto concerne il terzo settore, che possiamo definire terziario, la visione concordata
di città è prevalentemente legata alla connessione tra tre parole chiave: cultura, turismo e
commercio. La tesi emersa dai lavori di tavolo è che in una logica moderna, una città
medio/piccola e priva sostanzialmente di un’autonoma e riconosciuta capacità di
attrazione, debba operare per creare un fenomeno di richiamo organizzato verso il centro
cittadino. Per comprendere appieno tale impostazione ideologica, e per dimostrare la
connessione tra le tre tematiche sopra richiamate, occorre esplicitare alcune ipotesi di
base. Queste considerazioni sono propedeutiche e fortemente integrate con il tema della
cultura, di cui tratteremo più avanti, ma anche con il tema che consideriamo “faro” per la
città di Alessandria, e cioè la Cittadella Militare. Non è un caso infatti che ai tavoli nei
quali si è trattato del tema della Cittadella militare di Alessandria le associazioni di categoria
rappresentanti il settore terziario sono state sistematicamente presenti, riconoscendo come
il commercio e la cultura siano fattori di sviluppo integrato, specialmente se connessi dal
tema turistico.
Gli argomenti socio-economici alla base della tesi condivisa e della visione di città
conseguente sono i seguenti: cambiamento del mondo e degli orari di lavoro, cambiamento
del modello di famiglia, aumento della cultura media, dell’età media, e delle aspettative di
vita delle persone. vale la pena accennare appena alle valutazioni emerse ed ampiamente
Cambiamenti dibattute e condivise. Intanto, nel mondo occidentale si assiste nei decenni, a partire
socio-economici almeno dai primi decenni del secolo scorso, anche per il merito delle lotte sindacali e per
effetto dell’aumento della produttività del lavoro, ma anche per ragioni culturali, ad una
progressiva diminuzione del tempo lavorativo. Il modello di famiglia è per contro cambiato
per moltissime ragioni che sarebbe articolato richiamare, dai cambiamenti dei ruoli tra
uomini e donne alla introduzioni di differenti modelli di famiglia, ai fenomeni di
integrazione razziale, solo per citarne alcuni. L’aumento della cultura media è fatto
innegabilmente connesso all’aumento della scolarizzazione, mentre l’invecchiamento della
popolazione e delle aspettative di vita sono fattori confermati, con particolare riferimento
alla città di Alessandria, anche dalla citata indagine diagnostica effettuata dalla Università
degli Studi del Piemonte Orientale. Un combinato disposto di tutti questi fattori sta
creando un bacino economico nuovo e per certi aspetti ancora parzialmente inesplorato:
Il bacino il bacino del tempo libero. A ben vedere, lo sviluppo del commercio cittadino non può
essere slegato dallo sviluppo degli altri due fattori di occupazione del tempo libero, e cioè
del tempo libero la cultura ed il turismo. Torneremo ad approfondire tale tesi nella parte di visione di città
dedicata alla cultura ed al progetto per noi ritenuto insieme più ambizioso e più
caratterizzante la nostra città: la Cittadella Militare di Alessandria.
Con questa chiave di lettura, tuttavia, possiamo ora esplicitare le linee strategiche previste
per il settore terziario, che ruotano attorno al concetto di città aperta. Tale concetto ha una
visione ed uno strumento realizzativo. La visione è quella di una città accessibile, e questo
si collega ai temi dell’organizzazione del territorio e del suo sviluppo urbano (parcheggi,

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

collegamenti, infrastrutture, intermobilità). Lo strumento realizzativo è quello di una


cabina di regia, in grado di concretizzare l’integrazione tra cultura, turismo e commercio.
Si vedano, in tal senso, i progetti presentati sui modelli degli OADI e del Town Center
Management. La visione di una città accogliente coincide con quella di una città fruibile
(in chiave commerciale), ma anche di una città accessibile. Ecco che l’idea di una città
aperta prevede come obiettivi da raggiungere lo sviluppo di reti di imprese, il
miglioramento e l’ampliamento del sistema dei parcheggi e della connessa viabilità, il
ripensamento dei grandi “contenitori/edifici”, per fini che tengano conto anche dello
sviluppo del tessuto commerciale locale.
L’idea di una città aperta ed accogliente esce dalla logica degli eventi spot, per entrare in
quella di una città che ha saputo dotarsi di una propria connotazione e specificità di
Uscire dalla logica attrazione attorno a pochi ma chiaramente definiti fenomeni di richiamo turistico. Lo
strumento di attuazione operativa di tale strategia può essere una cabina di regia – di qui
degli eventi la conferma da parte delle associazioni di categoria della positività dell’idea del Town
Centre Management - che integra le anime differenti ma convergenti dei tre fattori di
produzione di reddito: la cultura, il turismo ed il commercio. vale la pena di ricordare poi
che anche il tema del terziario affronta - similmente a quanto visto sui tavoli dell’industria
- la problematica dell’accesso al credito, vero tema di attualità che certamente ha pesato
La cabina di regia nella scelta delle linee strategiche. Certamente, l’avere iniziato il processo di pianificazione
strategica in una fase economica di recessione ha condizionato in qualche misura l’agenda
e le scelte sui temi ad essa correlati.

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

AssE II – sVILuPPo uRbAno


Ragionare sulla dimensione urbana della città significa, a parere condiviso dei membri
invitati dall’Associazione Alessandria 2018, discutere con gli attori del territorio sul modo
di organizzarlo in senso lato. Significa quindi ragionare degli spazi della città, ma anche
della mobilità e della sicurezza viaria ad essa correlata. Significa infine, sempre a parere
degli attori dell’Asse di Sviluppo urbano, pensare anche ad uno sviluppo sostenibile, che
tenga conto delle opportunità fornite dalle nuove tecnologie in tema energetico, e che sia
rispettoso dell’Ambiente. Da questi ragionamenti emerge la divisione nei 3 Tavoli che
verranno ora illustrati in termini di linee strategiche generali, e più oltre in termini di azioni
e schede progetto correlate.
Tavolo 1 - organizzazione del territorio
Lo sviluppo di una città deve essere pensato in termini urbanistici con anticipo in
riferimento alla scelta degli spazi disponibili, ed all’uso funzionale a strategie di sviluppo.
Ciò implica, dal punto di vista della pianificazione, che vanno affrontati all’interno dello
stesso ragionamento complessivo i seguenti temi: le infrastrutture (sia in senso fisico sia
in senso virtuale), gli spazi (a vocazione tematica, tecnologica, incubatore di impresa,
etc…) e le aree (industriali, sanitarie, logistiche, etc…).
I temi e le questioni strategiche affrontate su questo tavolo di lavoro sono quelli della
creazione di spazi dedicati ad esempio alla integrazione tra industria e ricerca, come
elemento di connessione tra le esigenze manifestate sul tavolo dell’industria nell’Asse dell’
I (economia) e le opportunità evidenziate al tavolo della ricerca dell’Asse III (conoscenza).
Come si vede, questo è un altro elemento di connessione nato ai tavoli di lavoro del piano
strategico che porta ad una lettura del piano integrata e sinergica, e che consente di avere
Connessione tra spazi una visione di insieme in chiave di sviluppo del territorio.
e contenuti
Elemento imprescindibile di questo modo di ragionare è che l’organizzazione del territorio
non può essere un fattore riservato agli angusti confini comunali. Ciò essenzialmente per
due ragioni: la prima in quanto tale argomento è immediatamente connesso all’aspetto
delle infrastrutture viarie ed ai collegamenti con altre realtà, la seconda in quanto se si
vuole, come si vuole, ridare alla città di Alessandria il ruolo di capoluogo di Provincia,
tale ruolo non può essere imposto o auto dichiarato, bensì concordato e negoziato con gli
altri Comuni capizona, ai quali la città di Alessandria potrà portare le proprie proposte di
attività economiche, sociali e culturali, al fine di definire in un contesto più ampio elementi
di reciproco interesse e sostegno. In questo quadro occorre ragionare in una logica di area
vasta. Si pensi ad esempio al grande tema della logistica, affrontato dagli esperti dei tavoli
di lavoro sia in senso ristretto sia in senso allargato ad esempio alle necessità di supporto
in senso organizzativo, formativo, di servizi e funzionale. Si pensi anche ad altri grandi temi
dello sviluppo della città quali ad esempio i grandi contenitori urbani della ex Caserma
valfrè e della Cittadella Militare di Alessandria, per i quali la visione degli esperti dell’Asse
Urbano è collegata da un lato al ripensamento del centro storico della città, ed in
Uscire dal territorio particolare alla creazione di una area verde, pedonale e dichiaratamente pensata per
del comune l’Università del Piemonte Orientale, e dall’altra alla riqualificazione del “prodotto faro”
della città – la Cittadella – non come un luogo chiuso, ma come un luogo aperto, un
quartiere, sulle ceneri dello storico borgo antecedente la costruzione della fortezza.
In tale logica il nuovo Piano Regolatore della città diventa uno strumento aperto, che
considera le aspirazioni dei Comuni e delle aree limitrofe, nonché definisce aree e/o
contenitori che attirino o spingano investimenti. Conseguentemente, per attirare o spingere

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

investimenti occorre caratterizzare la città per centri/poli/distretti dedicati all’innovazione


in senso lato. Ciò significa accettare la visione di una città dinamica, le cui parole chiave,
come vedremo anche in seguito, sono: conoscenza, innovazione e trasformazione. Se
questa è la visione di area vasta ma comunque di ambito locale (in ogni caso nazionale),
la scelta ben precisa di fare di Alessandria un centro di logistica integrata apre la strada
verso un traffico/transito di merci per un’area ancora più vasta (internazionale).
La visione condivisa al tavolo di lavoro in tema di logistica non è tuttavia ristretta al core
business di tale attività, ma intende invece mettere a sistema molteplici componenti e
competenze di diversi ambiti settoriali, aventi come comune denominatore la logistica
stessa. Si pensi alle reali necessità che hanno operatori internazionali nel caso in cui
vogliano utilizzare una piattaforma logistica in una piccola città come la nostra: si tratta
Connettività fisica e di competenze linguistiche, giuridiche, tecniche e tecnologiche, burocratiche, organizzative,
virtuale comunicative, economico-finanziarie e di accesso al sistema creditizio locale. Questa
visione dell’organizzazione del territorio non può poi prescindere, ragionando nel lungo
termine, da elementi di connettività non fisica ma virtuale. Ci riferiamo alla creazione di
reti di comunicazione veloce ed evoluta, con investimenti nei settori del cablaggio e delle
reti telematiche in genere.
Tutte le costruzioni di nuove infrastrutture (nuovo ponte della Cittadella, ponte sul fiume
Bormida, nuovo ospedale, etc…), nonché le azioni di recupero e ripensamento delle aree
e dei volumi urbani (Cittadella Militare, forti, ex ospedale militare, ex mercato
ortofrutticolo, ex Caserma valfrè) devono essere pianificate alla luce degli indirizzi di
lungo termine sopra delineati. Parimenti, le linee strategiche che verranno illustrate sono
state scelte alla luce delle considerazioni sopra richiamate, anche con riferimento ad
investimenti non materiali ma immateriali correlati, ivi comprese le tematiche ad esempio
di scuole di formazione funzionali ed accessorie ai temi della logicistica, oppure quelle dei
confronti di progettazione urbana ed architettonica delle periferie urbane, a livello
internazionale, per uscire dagli schemi più consolidati.
Tavolo 2 – mobilità
La dimensione urbana pone poi per una città moderna il problema di un ripensamento del
sistema dei trasporti e della mobilità. La scelta delle linee strategiche di questo secondo
tavolo dell’Asse II verrà spiegato più oltre - nel commento all’analisi SWOT e agli alberi
di problemi ed obiettivi – ma vale la pena inquadrare brevemente le considerazioni
preliminari e le valutazioni di contesto ribadite da tutti gli attori del tavolo. Se da una lato
si è già fatto cenno al tema degli accessi attraverso ponti di nuova realizzazione, si ritiene
fondamentale realizzare un sistema di viabilità periferica ed accessi fortemente integrato
con il tessuto urbano e in grado di consentire tempi rapidi di raggiungimento della città
da altre località.
Se il sistema degli accessi viari è una priorità per il territorio, che ha visto al tavolo di lavoro
importanti contributi e sinergie tra i dirigenti delle pubbliche amministrazioni del Comune
e della Provincia di Alessandria, è essenziale sia aumentare la proposta qualificata di utilizzo
del servizio di trasporto pubblico, sia migliorare il sistema di sicurezza stradale. Di qui, gli
esperti del tavolo hanno sin dalle prime valutazioni incentrato l’attenzione ai temi della
sicurezza viaria come elemento imprescindibile di qualità della vita, ad esempio, ma anche
Collaborazione tra cercato di affrontare il tema della mobilità delle persone e delle merci in modo innovativo,
istituzioni pubbliche ad esempio guardando alle nuove tecnologie, ma anche con riguardo a nuovi tipi di
mobilità e pratiche incentivanti usi alternativi all’automobile privata, sull’esempio di quanto
successo in altre realtà italiane ed europee. I temi della sicurezza, della mobilità, dell’uso
di mezzi pubblici, della ideazione di percorsi pubblici finalizzati a categorie sociali sensibili
sono tutti temi integrati sia al tavolo, sia ai lavori complessivi dell’asse urbano. In tal senso

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

recenti interventi di progettazione costituiscono elementi da implementare (percorso


ciclopedonale del Ponte “Meier”, passerella ciclopedonale sul cavalca-ferrovia Ravenna,
previsione di realizzazione di sei “zone 30”).
Tali considerazioni derivano dalla volontà di migliorare il grado di sicurezza della
circolazione stradale, anche per la tutela di pedoni e ciclisti (si pensi anche alle curve di
invecchiamento della popolazione della città, peraltro ampiamente documentate nel
volume dell’Analisi Diagnostica del presente Piano Strategico). Connessioni tra percorsi
ciclabili, pedonali e veicolari, sistemi di trasporto urbano integrato ed intermodale,
soluzioni a minore impatto ambientale, sistemi automatici e telematici di gestione del
traffico, riduzione dell’uso dell’automobile a vantaggio della mobilità, e abbattimento di
sinistri stradali sono gli obiettivi specifici in termini di mobilità urbana che la città intende
perseguire. Da questi ragionamenti sono scaturite le scelte delle linee strategiche di tavolo
e le azioni documentate nelle schede progetto ad esse correlate.
Tavolo 3 – sviluppo sostenibile
Gli attori dell’Asse II (Urbano) hanno convenuto sin da subito sull’opportunità di
affrontare separatamente il tema delle energie alternative, del rispetto dell’ambiente,
dell’impatto dello sviluppo sulla salute delle persone, insomma di quello che in una
definizione condivisa è stato definito sviluppo sostenibile. Il tema è di grande attualità
naturalmente, sia perché bisogna valutare i costi sociali che uno sviluppo economico non
controllato può comportare, sia perché in alcuni ambiti e settori economici il fattore
ambientale è strategico alla riuscita dei progetti di investimento. Nessuna politica di
attrazione turistica, ad esempio, è facilitata dall’immagine di una località poco pulita sotto
il profilo ambientale.
Nella visione di sviluppo sostenibile concordata al tavolo dagli esperti del settore, si
considera pertanto l’ambiente non solo un problema da risolvere, ma una grande
Uno sviluppo opportunità da cogliere. In tale senso, la città di Alessandria ha indubbi fattori competitivi
controllato se consideriamo la possibilità di coinvolgimento degli Atenei con competenza in materia
di Scienza dei Materiali, Energia ed Ambiente, la presenza sul territorio di aziende operanti
nel settore e l’esistenza di progetti d’avanguardia già avviati (Practise, contratti di quartiere,
Concerto al Piano, villaggio Fotovoltaico, Palazzo dell’Edilizia). Se si vuole cogliere la
visione di insieme del piano strategico con riferimento particolare a questa grande
tematica, si deve comprendere che la logica che ha inserito questi temi nello sviluppo
urbano è certamente innovativa. Significa affermare la visione di uno sviluppo urbano
della città non legato solo alla dimensione economica o utilitaristica di questa o quella
parte, ma subordinato alle grandi ragioni del benessere collettivo, da un lato, e della
previsione degli scenari energetici ed ambientali, dall’altro. Ecco perché si troverà nella
valutazione SWOT del tavolo, e nella definizione dell’albero dei problemi e degli obiettivi,
grande attenzione ad un complesso di elementi solo apparentemente non legati tra loro.
In realtà i temi degli inquinamenti, delle energie alternative, delle valutazioni di rischio
sanitario, dei rifiuti, delle bonifiche dei suoli, dei risparmi energetici, della pianificazione
urbanistica e di architettura degli edifici, dei fabbisogni energetici degli stessi, del recupero
dei siti degradati, e perfino della partecipazione delle future generazioni ai temi della
sostenibilità ambientale sono tutti temi che gli esperti hanno voluto considerare integrati
Sostenibilità e e complementari, al punto di trattarli allo stesso tavolo e presentare diverse soluzioni
benessere ambientale collegate tra loro. La sostenibilità ed il benessere ambientale nel territorio alessandrino
non può quindi prescindere da una visione di ambiente pulito dal quale partire. Se in
passato grande attenzione è stata posta (talvolta in modo confuso) sul tema
dell’inquinamento dell’aria, non minore attenzione dovrà essere posta in futuro anche ad
altri gravi fenomeni di inquinamento dell’acqua e del suolo.

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Una visione di città pulita coincide con quella di una città salubre e vivibile; questa visione
di città richiede il coinvolgimento di due attori territoriali. Da un lato è necessario
prevedere attività di analisi di rischio di natura ambientale, con competenze rinvenibili
presso i Dipartimenti Universitari locali, dall’altro è opportuno collegare tali analisi a
valutazioni di tipo sanitario, con skills riscontrabili presso il sistema della salute locale.
Entrambe le linee d’azione devono comunque essere considerate propedeutiche ad
adeguamenti infrastrutturali volti alla rimozione e tendenziale eliminazione di tutti i fattori
inquinanti. Lo sviluppo sostenibile è inoltre chiaramente collegato ed integrato con la
pianificazione urbanistica, con particolare riferimento alle previsioni in materia di
costruzione, ristrutturazione degli edifici, zonizzazione acustica e mobilità urbana.
Un altro tema particolarmente rilevante per una visione di sviluppo sostenibile della città
di Alessandria è strettamente interconnesso alla parte economica. Uno dei grandi
cambiamenti del secolo attuale è il passaggio riconosciuto dalla economia della produzione
alla economia del rifiuto. In tal senso, il rifiuto, storicamente considerato un problema,
viene sempre più considerato una opportunità. Ci riferiamo in particolare al settore della
“green economy”, ed al sostegno che ogni attore del tavolo, ciascuno per la propria parte,
intende dare, in questa accezione, all’implementazione di processi di produzione ed utilizzo
di energia da fonti rinnovabile e di recupero di materia e di energia dai rifiuti.
Questa visione prospettica di città consente di immaginare la connessione almeno di tre
Connessione settori. Il primo è ovviamente il comparto industriale, il secondo è il mondo della ricerca
di tre settori applicata, il terzo è quello del settore agricolo, nella logica sopra descritta (di mercato sia
di approvvigionamento sia di destinazione).

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

AssE III – sVILuPPo DI conoscEnzA


Non tutti i piani strategici considerano gli stessi fattori di sviluppo. Spesso sono legati a
fattori economici, si concentrano sugli elementi urbani, considerano elementi sociali,
discutono di lavoro ed occupazione, trattano elementi ambientali, considerano la
dimensione sanitaria, evidenziano innumerevoli fattori di crescita anche tecnologica. Il
piano strategico di Alessandria fa una scelta precisa, radicale e per certi versi molto netta,
in termini di scelta di campo: afferma che una delle 4 “gambe” di sviluppo della città è il
suo motore culturale.
vale la pena fare una breve digressione sul tema, precisando che tale scelta si divide a sua
volta in due assunti di base. Il primo è che Alessandria deve decidere, una volta per tutte,
se desidera diventare – non lo è ancora pienamente – una città universitaria. La seconda
è che la città deve anche decidere se investire in una forma di industria alternativa, quella
della cultura. Di qui la scelta dei 3 tavoli, due dedicati al primo tema (didattica e ricerca
universitaria), ed il terzo al secondo.
Tavolo 1 - Didattica
Diciamo subito alcune cose nette e difficilmente contestabili: non è in Italia giuridicamente
compito degli Enti locali e del territorio sostenere l’Università, e non è indifferente rispetto
allo sviluppo decidere il tipo di insediamento universitario in ambito locale. Nel recente
orientamento legislativo in materia di Università, considerando le politiche di tagli e
riduzioni dei trasferimenti statali, viene da chiedersi quale tipo di Università possa esistere,
nel lungo termine, in bacini territoriali ed urbani secondari – almeno rispetto ai territori
metropolitani – come quello di Alessandria.
La risposta che si dà il Piano Strategico di Alessandria è semplice: può esistere nel lungo
termine il tipo di Università che il territorio vuole. Il termine vuole merita di essere
integrato da valutazioni economiche più corrette, traducibile nei termini “che può
permettersi” oppure “per la quale è disposto ad investire”. Ovviamente le due espressioni
non sono sinonimi, in quanto di mezzo vi sono le valutazioni politiche, poiché vale la
pena di osservare che in un paniere limitato di risorse di bilancio la scelta di investire e
Quale Università l’allocazione delle risorse locali tiene certamente conto di valutazioni non ristrette alla
può esistere? sfera tecnica. Di certo, nella storia della città, oltre venti anni or sono fu l’iniziativa di forze
rinvenibili nel mondo economico e politico locale a dare impulso alla creazione di Poli
universitari, che portarono progressivamente in Alessandria corsi ed attività didattiche di
due Atenei, seppure con modalità ed impegni molto differenti; il Politecnico di Torino e
l’Università degli Studi del Piemonte Orientale.
vale la pena di ricordare un altro elemento apparentemente banale ma di importanza
invece strategica. Se abbiamo affermato l’opportunità di decidere se raggiungere o meno
lo status di città veramente universitaria – ci si riferisce al modello ad esempio della vicina
città di Pavia – occorre immaginare una realtà molto diversa, con una reale e forte
Diventare una vera integrazione tra città ed Università. Naturalmente la città di riferimento è indicata in modo
città universitaria proprio quanto a dimensione, ma assolutamente improprio in quanto al riferimento
storico. Non si può ad esempio paragonare l’Ateneo dell’Alma Ticinensis Universitas, che
ha centinaia di anni di storia, con l’Ateneo del Piemonte Orientale, che in termini
aziendalistici si potrebbe definire una start up del sistema universitario italiano, essendo
nato da poco più di una decade. Proprio per questo, ed in considerazione del fatto che
Alessandria non ha una storia consolidata di sistema universitario, occorre fare chiarezza.
Soprattutto, ed in via preliminare, bisogna tuttavia riconoscere un altro elemento

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

indispensabile alla identificazione degli investimenti, al sostegno degli stessi, ed alla


conseguente allocazione delle priorità.
Se di città universitaria si vuole parlare (riferendosi generalmente a quelle città piene di vita,
di giovani, di innovazione, di movimento, di creazione di risorse per il sistema locale, ecc.)
bisogna con fermezza, e senza tentennamenti riconoscere il seguente assunto: una città
universitaria non può esistere senza studenti. Appare banale, quasi tautologico, ma è
propedeutico a fare un netto distinguo tra le attività latu sensu di alta formazione e la
didattica universitaria. Del resto, la definizione e denominazione delle Università italiane
si riferisce sempre al concetto di studenti, poiché recita letteralmente “Università degli
Studi…”.
Quale che sia il modello preso a riferimento, la città di Alessandria riconosce all’interno
del Piano Strategico il fattore della conoscenza come elemento imprescindibile dello
sviluppo dei sistemi economici. Non è un caso che Paesi un tempo considerati in via di
sviluppo (India, Cina) oggi superino altre realtà occidentali tradizionalmente considerate
L’istruzione elevata motori trainanti dell’economica mondiale, in ragione del fatto che hanno investito ed
investono risorse considerevoli e crescenti nel sistema della conoscenza. La capacità di
è un lusso? avere in loco persone ad elevato grado di istruzione non è un lusso per una città di
provincia, ma una necessità. Lo stesso ruolo documentato per l’Università locale da recenti
ricerche, che dimostrano come la presenza di una Università di territorio abbia consentito
a molte famiglie alessandrine di vedere l’ingresso, per la prima volta, di una laurea, ha un
valore immateriale riconosciuto. In tal senso, l’Amministrazione Comunale di Alessandria
non può che apprezzare e sostenere in ogni modo possibile la dichiarata volontà
dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale di rimanere sul territorio cittadino, e
questa pare essere una posizione condivisa da molti altri attori locali, pubblici e privati.
Di più, la visione da più parti sostenuta al Tavolo del Piano Strategico giunge ad affermare
che tale binomio è un vantaggio reciproco per la città e per la stessa Università, a
condizione che i due soggetti dialoghino tra di loro e con gli altri soggetti territoriali
interessati alla questione. Non è infatti, a parere di taluni soggetti del tavolo, interesse di
una Università tripolare quella di concentrare le proprie sedi universitarie altrove, in quanto,
semplicemente, questo andrebbe statisticamente a ridurre e non ad ampliare il novero
degli studenti potenzialmente interessati. Semmai, occorre ragionare insieme sul fatto che
il sistema della didattica universitaria locale non ha ancora sfruttato pienamente le proprie
capacità di soddisfazione della domanda e soprattutto di integrazione tra domanda ed
Coinvolgere il sistema offerta. Tale punto è stato più volte sottolineato, seppure in toni e con finalità diverse, da
alcuni attori locali, quali ad esempio il sistema industriale (ad esempio Confapi e
ed ampliare Confindustria) ma anche il sistema socio sanitario (ad esempio ASL ed ASO).
le competenze
Il dibattito del Piano Strategico pone quindi l’interrogativo sul fatto se sia possibile, in
una prospettiva di medio/lungo termine, attrarre sulla città di Alessandria ulteriori
competenze, laddove necessarie, per erogare formazione, sia per didattica di base, sia per
alta formazione, anche in settori scientifici disciplinari eventualmente oggi non rinvenibili
nella città. In ogni caso, anche volendo rinunciare a tale ipotesi di lavoro, occorre quanto
meno verificare se l’offerta formativa di un’Università avente forte radicamento territoriale
debba andare nella direzione di una standardizzazione piuttosto che in quella della
diversificazione e soprattutto della caratterizzazione. Ciò consentirebbe, qualora
concordato con gli altri attori territoriali, di rispondere al meglio alle istanze del tessuto
Gli spazi produttivo, ma anche a quello di altri sistemi interessati ai fattori della conoscenza (si
occupazionali pensa, in primis, al sistema degli enti pubblici, al sistema sanitario, al sistema bancario
locale). è di tutta evidenza che i citati ambiti costituiscono importanti sbocchi
occupazionali per i futuri laureati, almeno nel territorio della città di Alessandria, ma

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

probabilmente anche per il contesto almeno provinciale.


Per quanto concerne quindi questo primo aspetto della conoscenza (la didattica
universitaria), occorre prendere atto, almeno in base alle informazioni risultanti alla data
della redazione del presente Piano, della decisione unilaterale del Politecnico di Torino di
interrompere la propria attività didattica frontale tradizionale, e di considerare le istanze
dell’unico ateneo rimasto (“Amedeo Avogadro”) che evidenzia due questioni strategiche
fondamentali.
La prima questione è quella di natura infrastrutturale, e cioè la dotazione di opportune e
moderne sedi universitarie. La seconda è di natura gestionale, e riguarda la richiesta di
Edilizia universitaria contributi al sostegno dell’università, in un quadro di forte riduzione dei trasferimenti
statali. Posto che la visione di medio/lungo termine della città di Alessandria è quella già
enunciata da alcuni attori locali di irrinunciabile mantenimento sul proprio territorio di una
presenza universitaria stabile e duratura, anche in considerazione delle ricadute
economiche dirette ed indirette, le due citate questioni devono essere considerate a parere
di molti come correlate. La prima questione ha già diverse ipotesi di soluzioni, ma due
sembrano essere al momento le ipotesi accreditate, probabilmente integrabili tra di loro.
Una prima ipotesi si chiama progetto Campus e riguarda lo scenario del trasferimento a
titolo gratuito, secondo modalità e termini da concordare con la citata Università, di una
parte rilevante di edifici ed aree nel complesso della ex Caserma valfrè, nell’ottica di
pianificare con l’EDISU interventi di edilizia universitaria al fine di realizzare, unitamente
agli investimenti comunali in aree verdi, viarie e pedonali, tutti gli elementi necessari ad una
moderna università (biblioteche, aule, sale studio, aree ricreative, mensa e pernottamento).
Una altra ipotesi di lavoro discussa ai tavoli di lavoro riguarda invece la questione della
cosiddetta Caserma dei Carabinieri, ritenuta dai più ideale soluzione per la sede di una
delle Facoltà alessandrine (Giurisprudenza). Naturalmente tali valutazioni sono oggetto di
considerazioni anche di natura politica e quindi non sono state depositate schede progetto
al riguardo ai Tavoli del Piano Strategico, ma vale la pena osservare che sono argomenti
di rilievo più volte sollevati, e sui quali da parte universitaria molti hanno ipotizzato
auspicabili elementi di convergenza e sinergia, soprattutto da parte degli Enti pubblici
interessati (Comune e Provincia di Alessandria, in primis).
Quanto alla questione del contributo alle spese di gestione, occorre affermare subito un
principio chiave: non è competenza di soggetti periferici diversi dallo Stato quello di
sostenere il diritto allo studio universitario. Tuttavia, nel momento in cui una collettività
ritiene importante avere un servizio in ambito locale, può decidere autonomamente di
Il sostegno alle spese creare un processo virtuoso e concordato per il suo mantenimento. In tal senso, al Tavolo
di lavoro della Didattica è stato più volte sottolineato da molti docenti dell’Avogadro
di gestione l’invito a sostenere la richiesta dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale di
creazione di un nuovo soggetto giuridico (ovvero modifica o allargamento di soggetti
esistenti) atto al sostenimento della stessa, insieme naturalmente a tutti gli altri soggetti del
mondo economico, finanziario e pubblico locale. Si evidenzia la posizione di tale Ateneo
sia in quanto i costi della Didattica di base, cioè l’erogazione di Corsi universitari, è di gran
lunga superiore a quella dei costi di Didattica avanzata ed alta formazione, sia perché i
secondi, a differenza dei primi, si rivolgono ad un mercato completamente differente e per
il quale si possono ipotizzare forme di copertura finanziaria differenti.
I due temi sopra evidenziati fanno parte tuttavia di un’unica ed inscindibile questione, per
la quale ha senso investire risorse del territorio solo nel quadro di una strategia chiara,
condivisa, e concordata per il lungo periodo. Nel quadro di tale strategia, al tavolo della
Didattica, dopo ampio dibattito, si è giunta ad una articolata proposta progettuale
congiunta di Politecnico ed Avogadro, che ha visto peraltro convergere la progettualità di

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

entrambi, almeno sui temi di Alta formazione e Didattica avanzata, sul modello di una
Scuola di Alta Formazione, che gestisca insieme i molteplici progetti che da parte dei due
Atenei verranno proposti sulla base delle rispettive competenze, fornendo al mondo del
lavoro una risposta nuova, integrata, completa sotto il profilo dei fabbisogni formativi
specialistici.
Tavolo 2 – Ricerca
Il sistema della conoscenza significa anche implementare la ricerca. Occorre rilevare come
in questo ambito la visione strategica maturata al Tavolo del Piano Strategico intenda
perseguire e sostenere non tanto singoli progetti, quanto la creazione di opportuni
contenitori atti ad accoglierli. Si tratta di una posizione di grande lungimiranza, sostenuta
e promossa sia dal Politecnico di Torino, sia dall’Università degli Studi del Piemonte
Orientale. Se infatti si esaminano le schede progetto depositate al tavolo, si osserva che vi
sono solo 2 progetti, ma si tratta da un lato di schede quadro e di ampio valore strategico,
e si deve considerare altresì il fatto, dall’altro, che i due Atenei hanno fornito un contributo
molto rilevante di progettazione nei singoli contenuti sui molteplici singoli tavoli del Piano
Strategico stesso.
La scelta di campo effettuata con lungimiranza da entrambi gli Atenei è veramente
innovativa, e tiene in considerazione le osservazioni, talvolta critiche, formulate da altri
2 progetti quadro in attori locali del mondo economico, finanziario, sociale locale. Ci riferiamo in particolare
tema di Ricerca al fatto che la ricerca, se sostenuta dal sistema economico e finanziario locale, non possa
che essere, almeno nei limiti di tale sostentamento, a questo strumentale. Di qui, per uscire
da una logica talvolta auto-referenziante del sistema universitario, sovente incentrato su
tradizionali modelli pubblicistici, per i quali si cercava in passato il finanziamento di
progetti di ricerca decisi autonomamente dai singoli Dipartimenti, si è convenuto da parte
dei due Atenei di ragionare insieme su un nuovo modello, ispirato a logiche privatistiche
e di mercato.
Il modello al quale ci riferiamo, e per il quale è stato effettuato un ripensamento, è quello
della Cittadella della Conoscenza, per la quale esiste un finanziamento a seguito della
presentazione del progetto nell’ambito dei Piani Territoriali Integrati (PTI). In tale
modello, i Dipartimenti di ricerca del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi del
Piemonte Orientale erogano servizi e consulenze a pagamento, nonché attività di alta
formazione. Inoltre, un progetto denominato “Rete delle conoscenze”, a suo tempo
La Cittadella commissionato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, è stato parimenti
della conoscenza e rivisto alla luce dell’attuale contesto caratterizzato dall’interesse manifestato per i temi
una rete delle della conoscenza da molti attori pubblici e privati. In entrambi i casi i due progetti, riveduti
ed aggiornati alla luce delle indicazioni degli attori del Tavolo, hanno dato origine alle due
conoscenze citate schede progetto, che dettano le linee strategiche verso le quali convergere.
Certamente, quale che sia la scelta definitiva, del contenuto e dei contenitori, scelta per la
quale devono essere coinvolti molteplici attori, dalla Provincia di Alessandria al Comune,
dalla Fondazione della Cassa di Risparmio alla Camera di Commercio, dalla Confapi alla
Confindustria, dall’ASL all’ASO, nella visione di lungo termine di città la didattica
universitaria di base, un sistema integrato di alta formazione e un sistema organizzato di
ricerca applicata alle necessità del territorio sono i tre pilastri della conoscenza come la
immaginano gli attori locali.
Per quanto concerne la Ricerca, in particolare (ma il tema riguarda anche l’Alta Formazione
discussa sull’altro tavolo), il modello si deve orientare verso una soluzione più privatistica,
intendendosi con tale termine non il mercato di riferimento, ma la logica di
funzionamento. Se infatti la Didattica di base non può per sua stessa natura prestarsi a
significativi ritorni monetari, e quindi deve cercare una logica di sostegno pubblico, la

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

Ricerca applicata e la Didattica Avanzata può invece cercare di raggiungere il pareggio di


bilancio ed anzi la creazione di margini economici, esattamente sul modello di quanto
avviene in altre realtà, e quindi orientarsi alla logica della commessa. Gli attori territoriali
privati, del resto, hanno più volte auspicato che il ruolo del sistema universitario locale in
Soluzioni tal senso si avvicini maggiormente ai bisogni del tessuto locale, ed auspicato progetti di
privatistiche e logiche Ricerca che siano vicini alle necessità del territorio, giungendo ad affermare che sarebbe
pubbliche di sostegno gradito di volta in volta verificare l’interesse territoriale all’avvio dei singoli progetti,
valutando di volta in volta, in via preventiva, quali commissionare. Si badi che l’espressione
commissionare significa entrare nella logica della commessa, appunto, e non del
finanziamento, che richiama invece la logica del sostegno. Entrambe le schede progetto del
tavolo della ricerca prendono atto di tale logica, ed il sistema universitario locale,
Politecnico di Torino e Università degli Studi del Piemonte Orientale, hanno
congiuntamente deliberato di approvare sotto il profilo tecnico tali orientamenti,
dichiarandosi pronte a discutere con il territorio sotto il profilo dei contenuti.
Se quindi il tavolo ha licenziato due sole schede progetto è perché ha voluto sottolineare
la rilevanza strategica, a parere congiunto dei due Atenei, di sostenere la Ricerca
universitaria in queste due direzioni, entrambe orientate al mercato, la prima in termini di
produzione di conoscenza su commessa, la seconda orientata alla diffusione della stessa
per l’assunzione di decisioni più consapevoli da parte degli attori locali, pubblici e privati.
Tavolo 3 – cultura
La dimensione della conoscenza ha poi un altro ambito applicativo: quello della cultura.
Nella visione di città proposta e dibattuta al tavolo di lavoro, la cultura è ritenuta un fattore
di sviluppo e di crescita, anche reddituale. Come sopra anticipato, la cultura si lega
indissolubilmente a due altri temi di sviluppo: il commercio ed il turismo. Tra le molteplici
linee di azione giova focalizzare la nostra attenzione su un terzo grande fattore di
potenziale crescita della città (insieme alla logistica ed all’università): la Cittadella Militare
di Alessandria.
Si ritiene opportuno rilevare che esistono fattori storici di evoluzione dei mercati e della
società contemporanea. Tra questi, e con particolare riferimento alla città di Alessandria,
mettiamo in connessione alcuni elementi: l’aumento della scolarizzazione,
l’invecchiamento ed il progressivo incremento di aspettativa di vita, la riduzione media
delle ore lavorate, la sensibile e crescente attenzione verso il benessere e la qualità della vita.
Mettendo insieme tutti questi fattori, si ritiene da parte di molti studiosi, che uno dei bacini
economici più importante di questo e dei prossimi decenni sia quello del tempo libero. In
tal senso, molti analisti spiegano il successo di modelli economici come quelli dei grandi
Il bacino centri commerciali, volti a soddisfare esigenze dell’uomo diversamente stratificate nella ben
del tempo libero nota piramide di Maslow. Se ad esempio si considera il successo di grandi centri
commerciali (in termini di pubblico e di fatturato), ma ci si ferma ad analizzare il rapporto
tra ore consumate nella visita e valore medio dell’acquisto, si scopre che certamente alla
base della pulsione del consumatore vi è un complesso di bisogni non soltanto elementari
ma anche di accrescimento e persino transpersonali. Ciò significa che, seppure in modo
diverso, sono presenti bisogni di livello fisico, emotivo e mentale. Mettersi a competere con
altri modelli sul piano meramente commerciale (ad esempio sul fattore prezzo) sarebbe
una strategia perdente per la città di Alessandria, in quanto non avremmo valorizzato il
nostro principale fattore di forza. Tale fattore consiste nella capacità di offrire in modo
organizzato, stabile e duraturo nel tempo, un prodotto richiesto da un bacino economico
sempre più importante in termini economici e di potenziale fatturato: il bacino economico
del tempo libero.
Avendo a disposizione un bene simbolo della città di Alessandria, la Cittadella Militare,

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

dalle incredibili capacità di attrazione (una fiera di tre giorni attira decine di migliaia di
persone, più di quante probabilmente l’hanno visitata nel corso di decenni), immaginare
un progetto che esca dalla logica degli eventi per entrare in quella di un’organizzazione
stabile ed imprenditoriale, appare essere la soluzione razionalmente perseguibile. In tal
senso, gli ambiti ed i confini di tale visione del progetto faro della nostra città sono chiari
e già delineati dal Consiglio Comunale. Il primo ambito è quello della mente, e consiste
La testa, il capo nel declinare progetti finalizzati al soddisfacimento dei livelli più alti, mentale ed emotivo.
Il secondo ed il terzo livello, che potremmo chiamare del corpo e della pancia,
e la pancia corrispondono rispettivamente a due ambiti del livello fisico, cioè i settori economici del
benessere (settore in forte crescita in tutti i mercati) e del commercio dedicato (fortemente
integrato con il turismo di nicchia ed il turismo culturale). Quanto all’ultima affermazione,
evidenziamo con forza come questo modello, lungi dall’essere considerato dissacrante, ha
consolidate esperienze i tutti i casi culturali internazionali di successo più famosi (dal
Guggenheim al Louvre ai Musei vaticani). Da ultimo, nella visione di lungo termine della
città, l’industria della cultura, che vedrà nella Cittadella il suo progetto “faro”, simbolo e
richiamo, si integra con un sistema coordinato di musei, biblioteche, osservatori culturali,
poli archivistici ed attività inerenti al nostro Conservatorio.
Su questi ragionamenti generali, ampiamente dibattuti al tavolo di lavoro, si sono
concentrati gli interventi progettuali, che hanno portato - come si vedrà - contributi diversi
e diversificati di importanti attori locali.
Giova osservare che sul tema “faro”, e cioè sul tema della Cittadella militare di Alessandria,
non sono state depositate al Tavolo della Cultura schede progetto in quanto il tema, nato
sotto il profilo culturale, ha poi assunto un piano di dibattito più ampio. In particolare,
l’evolversi della discussione ha portato a considerare la lettura del bene stesso in un
contesto allargato che, senza trascurare la prima logica di intervento (quella culturale
appunto), ha tuttavia ammesso che fosse doveroso ampliare il dibattito in modo
trasversale ad altri attori, presenti sugli altri tavoli di lavoro. Di qui, la decisione di costituire
sul tema specifico della Cittadella un gruppo di lavoro multidisciplinare che ha visto diversi
soggetti interessati del mondo dell’economia, della finanza, dell’Università e del
Il gruppo di lavoro Politecnico, degli ordini professionali, degli Enti pubblici, e che ha esaminato il tema in una
multidisciplinare logica differente. Ritenendo infatti che il bene in sé non dovesse essere considerato come
un manufatto da visitare in orari definiti ed assoggettato alla sola logica degli eventi (logica
sulla Cittadella del museo), ma come un quartiere della città da ripensare in chiave moderna (logica del
borgo), si sono formulate differenti valutazioni, sulle quali si è raggiunta una unanimità di
vedute.
Intanto, da più parti si è evidenziato il problema di una ricognizione dello stato dell’arte,
di tipo tecnico, ma soprattutto di tipo giuridico. Si è anche riconosciuto che la lettura del
bene finalizzata a riscoprire un borgo storico della città apre ad una chiave di lettura che
consente di pensare anche ad usi notturni della Cittadella, poiché un borgo di una città non
si chiude, come un museo, al termine dell’apertura, o come un evento, al termine di una
manifestazione.
L’idea prevalente è stata quella di pensare, su proposta degli ordini professionali degli
ingegneri, degli architetti e del Politecnico, ad una sorta di road map, una sorta di percorso
di analisi, che definisse prevalentemente l’idea di un percorso, di un contenitore, più che
di contenuto. Non sono tuttavia mancati contributi anche di contesto, come i preziosi
Il road map apporti in chiave culturale proposti dall’Università, o le valutazioni inerenti la connessione
con il fiume o con i collegamenti viari alla città mediante sistemi di trasporto pubblici. In
ogni caso, il dibattito sulla Cittadella avviato al tavolo della cultura, e al quale le varie schede
progetto proposte dagli attori locali sono idealmente collegate, ha preso atto del fatto che

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

le ipotesi di soluzione debbano essere pensate nell’ambito di un processo di ampia


concertazione che veda il territorio disponibile ad uno scambio. I termini dello scambio
sono la definizione sotto il profilo tecnico, giuridico e politico di cosa sia considerato
fattibile in termini di investimento, in cambio di un coinvolgimento di capitali privati a
sostegno di un investimento complessivo che, data la dimensione del progetto, i capitali
pubblici probabilmente da soli non possono affrontare. Naturalmente, da parte di tutti gli
attori vi è la piena consapevolezza della delicatezza della questione, dell’importanza
dell’analisi, dei vincoli normativi e tecnici, dei problemi giuridici, ma anche la
consapevolezza che una valutazione complessiva, allargata e condivisa del percorso
Il fund raising potrebbe delineare i confini preliminari ad una valutazione di fattibilità, anche economica
e finanziaria. Tale valutazione è propedeutica a pensare ad una successiva fase di fund raising
di capitali pubblici e privati su un format definito e concordato tra tutti gli attori locali, ma
orientato a livelli anche extra territoriali. Naturalmente quanto sopra nell’ipotesi che sia
possibile un piano quadro di intervento, anche di natura strutturale, eventualmente
modulare, ma nel quadro di un processo definito e condiviso, al di là dell’ipotesi di mero
mantenimento.
Particolare riguardo è stato posto da parte di molti al fatto che laddove in altre realtà si
sono perseguiti obiettivi così ambiziosi si è dovuto valutare il tempo di ritorno
dell’investimento, sulla base di flussi di cassa in entrata continuativi nel tempo, senza
soluzione di continuità, il che porta lontano dalla logica degli eventi, soggetti anche a
fenomeni di stagionalità, per entrare in quella di una progettualità integrata, di tipo
eventualmente modulare ma rispondente ad una strategia complessiva definita.
Per tali ragioni, dopo ampia discussione tra moltissimi attori locali aderenti a vari tavoli di
lavoro, in logica multidisciplinare, si è concordato di depositare le schede progetto sull’Asse
urbano, ritenendo il tema legato all’uso degli spazi del territorio, senza naturalmente negare
l’origine culturale del dibattito. Sul tavolo della cultura sono rimasti gli altri temi
strettamente legati invece al solo aspetto culturale, come si vedrà nel commento dedicato
al tavolo nello specifico.

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

AssE IV – sVILuPPo DI comunITà


Discutere di quali siano i fattori di sviluppo di una comunità è stato un tema complesso,
che ha comportato una ampia attività di concertazione, dalla quale si è deciso di definire
tre distinti ambiti di intervento.
Un primo tema e correlato tavolo di lavoro è stato identificato nella necessità di garantire
alla comunità le migliori opportunità di accesso al mercato del lavoro, anche con
riferimento ai temi della sicurezza ed ai temi della formazione professionale continua. Un
secondo ambito di intervento è stato dedicato al concetto di Welfare, nel quale come si
vedrà sono state identificate diverse linee di intervento strategico, sia con riferimento a temi
nazionali ed orientamenti generali, sia con riferimento al contesto ed alla specificità locale.
Il terzo ed ultimo Tavolo di lavoro è stato dedicato ad un particolare fattore di sviluppo
della Comunità, definito garanzia della qualità della salute, riconoscendo come questo
fattore sia certamente il più importante per misurare la qualità stessa della vita in un
contesto sociale.
Tavolo 1 - Lavoro, formazione professionale e sicurezza sul lavoro
Per quanto concerne la dimensione di comunità, un primo ambito applicativo è quello
del lavoro. Al tavolo hanno collaborato esperti di enti pubblici e privati che hanno portato
competenze diversificate e hanno consentito di studiare il tema sotto differenti ottiche di
analisi. Il primo aspetto dal quale partire è certamente quello formativo, riconoscendo che
sempre più il moderno mercato del lavoro richiede competenze specifiche per le quali il
ruolo delle scuole di formazione operanti nella nostra città è da considerarsi di prioritaria
importanza. Negli ultimi anni si sono accentuati i problemi derivanti dal divario tra
domanda ed offerta di lavoro in seguito ad un processo di profonda trasformazione
economica; in questo contesto la formazione assume un ruolo di importanza strategica.
Il Piano Strategico intende sostenere la creazione di know-how specifico con gli operatori
pubblici ed attivare una rete integrata di servizi, in sinergia con gli attori che a vario titolo
intervengono sul territorio. Il fine di tale intervento è attuare misure idonee a qualificare
Domanda ed offerta e/o riqualificare soggetti disoccupati, inoccupati, in cassa integrazione e mobilità, per
favorirne il collocamento attivo, sia nel senso della ricerca di un posto di lavoro, sia nel
senso di un interesse ad aprire un’attività in proprio o di seguire un percorso formativo
preliminare all’ingresso nel mondo del lavoro. Per poter agire in tal senso appare
indispensabile valutare l’evoluzione del contesto lavorativo e rilevare analiticamente ed in
via preliminare i diversi fabbisogni attraverso l’istituzione di un Osservatorio Permanente.
Tale Osservatorio dovrà fotografare la realtà attuale per dimensionare l’offerta di lavoro,
e prefigurare realisticamente quali campi di attività, quali modalità di riorganizzazione della
Analisi dei bisogni produzione, quale cultura del lavoro conviene tenere in considerazione per orientare gli
formativi investimenti formativi.
è importante che si curi con attenzione il matching della domanda e dell’offerta e in generale
tutto il processo; dall’analisi dei fabbisogni formativi alla formazione e alla ricollocazione.
L’azione dei vari enti aderenti a tale accordo dovrà, quindi, facilitare il contatto domanda
e offerta di lavoro attraverso gli organismi già esistenti o attivando nuovi strumenti.
Il tema del lavoro non può tuttavia essere risolto semplicemente con il miglioramento
delle attività formative in grado di valorizzare le competenze dei singoli, e di porli in
condizione di meglio offrirsi sul mercato. Esiste infatti una seconda dimensione nella quale
operare, rappresentata dalla capacità di creare una rete reale, operativa e consolidata di

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. In questa seconda dimensione, l’idea alla
quale i vari attori locali si sono impegnati a dare il proprio contributo è quella di sviluppare
due livelli di integrazione. Il primo è quello istituzionale e relazionale, coincidente nella
volontà di tutti gli attori territoriali di mettere a disposizione le proprie competenze,
informazioni e banche dati. Il secondo è quello di utilizzare le moderne tecnologie
La rete informatiche per fare sì che tutto questo patrimonio di informazioni, oggi disperso tra i
vari attori, pubblici e privati, venga messo a fattore comune. La realizzazione di questa
visione del mercato del lavoro locale dovrà consentire praticamente, in qualunque giorno
dell’anno, non solo di sapere in un istante e da parte di tutti quali siano le offerte e le
domande di lavoro, ma anche di pianificare per tempo la soddisfazione delle une e delle
altre. Questo sistema è oggi ben lungi dall’essere realizzato, rimbalzandosi le competenze
e le responsabilità in capo all’uno o all’altro soggetto con grave perdita di opportunità e
sostanziale inefficacia della ricerca.
Parlando di una visione del lavoro futura, non possiamo dimenticare il tema fondamentale
della sicurezza sul lavoro e della salute in ambiente di lavoro. Tale tema è stato affrontato
al Tavolo di lavoro con soluzioni progettuali che prevedono azioni sinergiche ed integrate
di enti ed organizzazioni competenti in materia (INAIL, SPRESAL-AL, ISPESL,
Università, sindacati, associazioni datoriali e di categoria imprenditoriali, Direzione
La sicurezza Provinciale del Lavoro, Comune e Provincia di Alessandria). L’obiettivo dichiarato è quello
sul lavoro di avere nel medio/lungo termine un aumento significativo della cultura in materia di
sicurezza sul lavoro, ed una conseguente diminuzione degli infortuni. La modalità con la
quale raggiungere tale obiettivo è quella di avviare processi virtuosi di gestione di questo
tema in alcuni ambiti sociali. Ciò prevede il sostegno da parte della Pubblica
Amministrazione a processi di orientamento, ma anche di introduzione nelle aziende,
anche con il supporto delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, di sistemi
di gestione della sicurezza, anche con riferimento a comparti e settori nei quali tale tema
appare particolarmente rilevante (ad esempio nell’edilizia).
Tavolo 2 - sviluppo del welfare
Un secondo ambito applicativo della dimensione della comunità è quello del welfare sociale.
Oggi, come ricordato dagli esperti del Tavolo di lavoro, esistono nel nostro Paese tre
modelli di welfare: welfare State, welfare mix e welfare society. Il nostro sistema di welfare vede
convivere i tre modelli e le tre diverse logiche di pianificazione. Nella nostra comunità,
inoltre, è aumentata negli ultimi anni, in modo preoccupante, la fragilità dei singoli e di
interi gruppi sociali, anche per causa di forte instabilità socio-economica. In questa società
nella quale le richieste di aiuto aumentano, sia in termini di numero, sia in termini di
complessità, le risorse disponibili non sono più sufficienti. Dall’altro lato, i nuovi utenti dei
servizi, nel territorio della nostra città, sono lavoratori usciti forzatamente dal mercato del
lavoro, persone sotto sfratto, persone impoverite da condizioni di precarietà lavorative,
creando una situazione patologica nella quale la normalità entra prepotentemente nella
scena dei servizi sociali, in un contesto in cui questi sono impreparati a gestirla.
In questo nuovo scenario gli interlocutori dei servizi non devono essere solo gli utenti, ma
I modelli di welfare tutti gli attori presenti sul territorio, dalle istituzioni ai soggetti informali, comprese le
famiglie che entrano a far parte della rete dei servizi. In quest’ottica i vari attori ed esperti
partecipanti ai lavori del Piano Strategico hanno concordato sull’ipotesi di ripensare ad
un sistema integrato di servizi sociali nel quale si sostituisca la logica della “prestazione”
con la logica della “relazione”.
Gli ambiti applicativi di questa visione di lungo termine, anche considerando i risultati
emersi dall’indagine diagnostica commissionata all’Università degli Studi del Piemonte
Orientale, riguarda differenti aspetti, tutti orientati alla promozione di un nuovo modello

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

di società, e su tali linee di ragionamento si sono delineate le linee strategiche di tavolo,


come in seguito vedremo nel dettaglio. Il primo è certamente quello del sostegno alla
Logica della famiglia. In considerazione della curva demografica della nostra cittadinanza, dobbiamo
prestazione e logica prevedere politiche specifiche per la terza e quarta età, da integrarsi a vari livello di
intervento (prima di tutto quello medico, ma anche a livelli economici e relazionali). Una
della relazione
città moderna non può altresì presentarsi ai propri abitanti e ai potenziali visitatori priva
di tutte le attenzioni da riservarsi ai portatori di disabilità in senso lato, siano esse fisiche,
siano esse mentali. Nel nuovo modello di società dovranno trovare spazio anche le
tematiche dell’esclusione e dell’integrazione, con particolare riguardo all’esclusione sociale
(soggetti a rischio di povertà o già in condizioni di povertà) ed all’integrazione multietnica
(anche in considerazione dell’aumento a tendere delle percentuali di stranieri residenti). Da
ultimo, ma non per importanza, una visione di medio/lungo termine di politica sociale
moderna, in un’ottica relazionale, non può prescindere da una particolare attenzione verso
le associazioni di volontariato, non solo destinate al mondo giovanile.
Da questi ragionamenti complessivi sono discesi i lavori del tavolo, formalizzati nei testi
- che analizzeremo - dell’analisi swot e degli alberi dei problemi e degli obiettivi, dai quali
poi conseguono la scelta delle linee strategiche e le schede delle azioni ad esse correlate.
Tavolo 3 - Garanzia della qualità della salute
La visione di una dimensione di comunità moderna ha infine un terzo cruciale elemento:
la qualità della salute, e per tale ragione la garanzia di questa qualità di vita appare agli
attori locali un elemento imprescindibile per lo sviluppo. Una visione di città positiva,
nella quale i suoi abitanti abbiano piacere di vivere, non può prescindere da un ambiente
nel quale sia garantito il massimo livello possibile del bene primario dell’uomo: la salute.
Questo appare elemento irrinunciabile, propedeutico e indispensabile alla conduzione
della vita in una qualsiasi località.
Con riferimento alla nostra città, in una prospettiva di medio/lungo termine, si ritiene
che esistano, come vedremo in seguito nel commento ai lavori del tavolo, quattro tematiche
di assoluta priorità, verso le quali fare convergere gli sforzi di tutti i portatori di interesse:
la continuità assistenziale, il nuovo ruolo dei medici di medicina generale, le professioni
sanitarie e la formazione professionale, ed infine, certo non per importanza, il nuovo
ospedale di Alessandria.
I portatori di interesse locale, dall’ASL all’ASO, dal Cissaca agli operatori in campo sociale,
dagli ordini dei medici a quelli degli infermieri, fino a giungere alle strutture private
Le quattro priorità coinvolte nel dibattito insieme alle parti pubbliche, hanno fornito elementi di riflessione
finalizzati a creare una maggiore integrazione tra i temi della sanità e quelli della assistenza,
del sistema di salute con particolare riguardo ai problemi della continuità assistenziale. Per quanto concerne la
continuità assistenziale, la necessità di implementare questa tipologia di assistenza, anche
nel distretto e, in modo particolare nella città di Alessandria, è un dato di fatto segnalato
sia dai bisogni della popolazione che dall’ASO di Alessandria. Ciò deriva dalla necessità
di evitare ricoveri o prolungamenti di ricovero inappropriati, e dall’obbligo, per l’ASO, di
effettuare attività di alta specializzazione e quindi non avere posti-letto occupati da pazienti
con quota-parte di bisogni assistenziali più rilevante rispetto a quelli sanitari. Sarà quindi
necessario, da parte dell’ASL AL, incrementare i posti-letto convenzionati, nelle RSA del
territorio, ma anche potenziare l’Assistenza Domiciliare Integrata, differenziando in tal
modo le tipologie di offerta assistenziale e favorendo così forme più corrette di utilizzo
dei servizi sanitari.
Si è detto al Tavolo che saranno necessari accordi di programma fra i vari soggetti
interessati (ASO – ASL – Cissaca – Comune di Alessandria) per ridurre disagi alle fasce
deboli della popolazione, che ha, lo ricordiamo, sempre più bisogni, in considerazione

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

dell’incremento dell’aspettativa di vita ma anche della cronicità e di altre variabili sociali ben
note. Tali considerazioni sono alla base dell’albero dei problemi ed alla identificazioni del
Accordi di “box” delle problematiche al centro della mappa stessa, come si vedrà.
programma Da parte pubblica, sentite le opinioni degli esperti e professionisti del settore, si è preso
atto del fatto che lo sviluppo dell’associazionismo in Medicina Generale sia una necessità
e nuovi modelli molto sentita e i progetti presentati dai medici di base, in collaborazione con il Collegio
Infermieri Professionali della Provincia di Alessandria, fanno intravvedere un nuovo modo
di gestire la sempre maggiore domanda di salute.
Come vedremo esistono progetti proposti da ordini professionali e strutture socio sanitarie
che riguardano l’idea di un Sindaco messaggero di salute, ma anche progetti che ipotizzano
una nuova concezione di benessere. Inoltre, il lavoro congiunto degli esperti e
professionisti del settore ha proposto logiche di medicina di gruppo integrata e di cure
primarie integrate.
Il modello proposto fa ipotizzare strutture di I livello nelle quali opera un pool di medici
e di altri professionisti della salute , con la disponibilità per i cittadini di una fascia oraria
di 10 – 12 ore. In queste innovative unità (che ricordano il modello inglese) dovrebbe
essere effettuato un approfondito filtro, inclusa una prima fascia di accertamenti
diagnostici di base, che consenta di evitare accessi indiscriminati di pazienti al Pronto
Soccorso, che oggi creano, in questa struttura ospedaliera, lunghe attese e inducono gravi
problematiche per quanto attiene la corretta gestione delle urgenze.
Per quanto concerne le professioni sanitarie e la formazione professionale, occorre
anticipare le esigenze del futuro. E’ ben noto che alcune professioni sanitarie (in particolar
modo quelle non mediche) soffrano di gravi criticità e che, non raramente, si riesca con
grande difficoltà a garantire, a malapena, il turnover. Per questo è opportuno sostenere la
Anticipare il futuro proposta di implementare le attuali strutture didattiche periferiche della Facoltà di
Medicina dell’Università del Piemonte Orientale. Da questi ragionamenti è stato sviluppato
un percorso concettuale che ha portato all’ipotesi di attivazione di nuovi corsi di laurea in
ambito sanitario, richiesto dal mondo medico stesso. Ciò è auspicabile che avvenga, a
parere degli attori del Tavolo, sia numericamente che per tipologia di corso di laurea breve,
con una particolare attenzione al settore infermieristico, non dimenticando la necessità di
infermieri professionali specializzati in pediatria, essendo presente nell’ASO il secondo
Ospedale Pediatrico della Regione Piemonte. Un’altra laurea breve richiesta dal mercato
è quella della fisioterapia, stante la presenza in città di un grande Centro Riabilitativo quale
il “Borsalino”, come pure necessita un corso periferico il settore dei tecnici di radiologia,
in virtù della presenza presso l’ASO di attività di settori e specialità di alta fascia quali
Radiologia (TAC, RNM) , Medicina Nucleare (PET), Radioterapia (Acceleratore Lineare).
In questo scenario, ai margini del Tavolo di lavoro è sempre stato citato da molti attori il
Nuovo ospedale ed grande tema strategico dell’Ospedale, anche se gli attori hanno concordato di non
integrazione di depositare schede progetto sul Piano Strategico, stante la presenza di altri tavoli di
discussione appositamente dedicati ad altro livello. Da più parti si conviene tuttavia sul
presidi ospedalieri
fatto che il nuovo ospedale di Alessandria dovrebbe costituire il volano per l’economia
della provincia locale, garantire la riqualificazione dell’offerta di produzione incrementando l’alta
specializzazione ed evitando l’ancora troppo elevata mobilità passiva, verso la Lombardia,
in un territorio di confine particolarmente vulnerabile e facilmente “aggredibile” da
produttori pubblici e privati di fuori regione. L’integrazione con altri presìdi ospedalieri
della Provincia è un requisito importante per mettere in rete i diversi livelli di servizi
ospedalieri offerti alla popolazione, evitare competizioni interne dannose, favorire
l’integrazione professionale e culturale degli operatori e razionalizzare l’offerta con
inevitabili e positive ricadute.

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Un settore che si ritiene debba essere potenziato è quello della sperimentazione e della
ricerca nell’ambito di protesi e ausìlii ortopedici, riabilitativi e cardiovascolari, in
Connessione con la collegamento con l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, con il Politecnico di
Torino e con le aziende del territorio che operano nell’ambito delle materie plastiche e dei
Ricerca metalli speciali. Ciò in considerazione della presenza nell’ASO di un Dipartimento
Cardiovascolare di alto livello (con SOC di Cardiochirurgia e SOC di Chirurgia vascolare),
di un Centro Ortopedico di riferimento regionale per le protesi e dell’Ospedale
Riabilitativo “Borsalino”, struttura di II livello dove si potrebbero sperimentare, stante la
presenza di pazienti riabilitandi, affetti da patologie neuromuscolari e traumatologiche e
cardiovascolari, nuovi strumenti e innovative tecniche per la mobilità e non solo.
Sarebbe inoltre auspicabile sviluppare e potenziare l’attività formativa e tutoriale
nell’ambito dell’Emergenza Sanitaria nella quale l’ASO di Alessandria vanta una grande
tradizione e che potrebbe consentire di effettuare formazione in sede per medici e
personale infermieristico proveniente dalla Regione Piemonte e da altre regioni, utilizzando
proficuamente, una volta ristrutturata, la foresteria situata all’interno dell’ospedale
“Borsalino” e di proprietà dell’ASO.
Da tali considerazioni preliminari di carattere generale, formulate ai Tavoli di lavoro, è
disceso un importante lavoro di analisi che ha condotto gli esperti a lavorare con
particolare attenzione al tema della costruzione di una comunità sanitaria integrata, sulla
quale sono stati depositati contributi progettuali più avanti commentati nel presente lavoro.

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PARTE II
Analisi
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

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AssE I - sviluppo economico
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

AssE I - I conTEnuTI PRoGETTuALI


Il primo Asse del Piano Strategico è quello di Sviluppo Economico. Si è scelto da parte
dei soggetti promotori del Piano tale termine e tale contenitore per doveroso riguardo al
tema della produzione di reddito, elemento imprescindibile alla crescita anche culturale,
urbanistica e sociale di un territorio. Si è diviso il piano dei lavori su 3 tavoli, denominati
tavolo dell’agricoltura, del manifatturiero e dei servizi. Al primo dei 3 tavoli si sono
affrontate prevalentemente le questioni inerenti lo sviluppo del settore primario, al
secondo prevalentemente quelle di natura industriale, mentre al terzo prevalentemente
quelle del commercio.
Agricoltura
Quanto al primo tavolo di lavoro dell’Asse economico (agricoltura), i progetti approvati
sotto il profilo tecnico dai membri di tavolo hanno interpretato il ruolo di una agricoltura
moderna, in grado di trasformare il problema del rifiuto in una opportunità per
produzione di energia e reddito; ciò ha originato il progetto di produzione di energia da
biogas proveniente dalla digestione anaerobica della frazione umida dei rifiuti solidi urbani
e effluenti zootecnici ed altri materiali. Sulla Linea 2 troviamo infatti il progetto, dal titolo
“Innovazione tecnologica con applicazioni ambientali”, proposto da un lavoro congiunto
di Confagricoltura Alessandria, Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori e Consorzio
ARAL.
Un altro tema rilevante è stato identificato nella ricerca di sostegno ai prodotti del
territorio, con elementi innovativi sulla qualità e sulla sicurezza alimentare, che ha
condotto il gruppo di lavoro alla soluzione della filiera corta ed al progetto sulla
disponibilità di un’area mercatale per la vendita diretta dei prodotti agricoli. Il progetto
correlato alla linea 3, proposto congiuntamente da Confagricoltura Alessandria, Coldiretti
e Confederazione Italiana Agricoltori, ha per oggetto infatti la disponibilità di un’area
mercatale per la vendita diretta dei prodotti agricoli.
La soluzione della qualificazione della produzione granaria alessandrina con studi varietali
e sulla filiera in maniera tale da garantire una migliore remunerazione del prodotto è alla
base del progetto di valorizzazione del frumento di qualità, come azione strategica per la
difesa del comparto cerealicolo. Il progetto, dal titolo “valorizzazione del frumento
alessandrino di qualità”, presentato sulla linea 1 - Filiera del settore cerealicolo – da
Confagricoltura Alessandria, Coldiretti e Confederazione Italiana Agricoltori, prevede la
qualificazione della produzione granaria alessandrina con studi varietali e sulla filiera in
maniera tale da garantire una migliore remunerazione del prodotto. Il progetto ha un
ampio novero di soggetti coinvolti, tra i quali Consorzio Agrario Provinciale, Centro
Agricolo San Michele, Cooperativa Produttori Mais, Cooperativa Sette vie, Centro Cereali
Basso Monferrato, SAF Fresonara, Cadir Lab.
Di sicuro interesse è il progetto della multifunzionalità dell’impresa agricola, intesa come
capacità di fornire servizi alla collettività mediante l’utilizzo delle attrezzature aziendali
nel settore della manutenzione del territorio. Il progetto, idealmente collegato alla linea 5
– servizi alla collettività - dal titolo “Multifunzionalità dell’impresa agricola”, presentato
da Comune di Alessandria (AMAG – AMIU), si pone l’obiettivo di sviluppare la
multifunzionalità dell’impresa agricola ovvero la sua capacità di fornire servizi alla
collettività mediante l’utilizzo delle attrezzature aziendali nel settore della manutenzione
del territorio. Scopo dei soggetti proponenti è quello di valorizzare a favore della
collettività la presenza diffusa sul territorio delle aziende e consentire una azione di

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

monitoraggio in caso di eventi alluvionali.

Industria
Nel secondo tavolo di lavoro dell’Asse economico (manifatturiero), si presentano diversi
progetti che affrontano il tema dello sviluppo industriale partendo dalla decisione di
identificare quattro linee strategiche fondamentali. I fattori dello sviluppo industriale
riconosciuti sono quelli dell’internazionalizzazione di impresa, della ricerca ed innovazione
tecnologica, dell’innovazione nel capitale umano e finanziario.
Il tema della ricerca applicata e dello sviluppo precompetitivo è il riconosciuto fattore di
sviluppo strategico del territorio, e sono stati sviluppate due schede progetto; la prima
prevede un percorso virtuoso finalizzato al raggiungimento del “rating tecnologico
dell’impresa” e, per i nuovi progetti di innovazione da sviluppare, di una “certificazione
del progetto d’innovazione”, mentre la seconda mira alla valutazione del potenziale di
innovazione dell’azienda e ad azioni per il miglioramento della qualità del processo
produttivo.
Il progetto “Tecnogate PMI”, presentato da Confapi Alessandria – Associazione delle
Piccole e Medie Imprese della provincia di Alessandria, prevede la realizzazione di
un’analisi ed un check up tecnologico sulle imprese del territorio comunale al fine di
sviluppare un’azione facilitatrice a favore delle PMI nei confronti della problematica
dell’innovazione d’impresa e di sviluppare, in collaborazione con gli Enti accademici, un
percorso virtuoso finalizzato al raggiungimento del “rating tecnologico dell’impresa” e, per
i nuovi progetti di innovazione da sviluppare, di una “certificazione del progetto
d’innovazione”.
Il progetto “Azioni di check del livello tecnologico e di assistenza nella crescita innovativa
delle imprese”, proposto da Confindustria Alessandria, ha ad oggetto la valutazione del
potenziale di innovazione dell’azienda e azioni per il miglioramento della qualità del
processo produttivo. Giova rilevare come dalla lettura della scheda si comprenda che con
il termine innovazione non si intende la capacità di apportare cambiamenti strategici con
l’invenzione (di un nuovo processo, o di un nuovo prodotto) ma si intende la capacità di
migliorare la qualità dei processi aziendali, con interventi costanti e puntuali.
Le imprese del comparto Alessandrino, sia le PMI che le Grandi, avranno una capacità di
crescita nella misura in cui sapranno confrontarsi con i mercati internazionali, non solo
in termini di sporadica esperienza, ma anche in termini di radicata e consolidata presenza.
Se l’internazionalizzazione di impresa è una delle linee strategiche di sviluppo identificate
dal piano, l’approccio alla soluzione immaginata dal progetto “Internazionalizzazione –
costruzione di una rete di conoscenze”, presentato da Confindustria Alessandria è
certamente innovativo, prevedendo lo scambio di esperienze internazionali via web e la
diffusione delle informazioni tra imprese per accrescere la competitività sui mercati
internazionali. Il progetto muove dalla necessità di favorire lo scambio di esperienze
internazionali via web e la diffusione delle informazioni tra imprese per accrescere la
competitività sui mercati internazionali. Si rileva che lo scopo strategico è quello della
diffusione delle conoscenze nei processi di internazionalizzazione per contribuire a
diminuire il divario di competitività tra imprese di grandi dimensioni e PMI. L’idea è quello
di sostenere l’incremento della conoscenza tecnica e teorica a supporto della presenza
delle imprese sui mercati esteri, allo scopo di favorire l’apertura e lo sviluppo commerciale
internazionale delle aziende.
Se internazionalizzazione e ricerca ed innovazione tecnologica sono le chiavi di successo
per il futuro, si è anche consapevoli del fatto che le imprese non possono sostenere
investimenti in questi settori in assenza di opportuni fattori di sostegno, a cominciare da

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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

quelli finanziari. In questa chiave di lettura vanno considerate le 2 azioni previste nelle
schede progetto inerenti la linea del sostegno finanziario. La prima scheda intende fornire
alle piccole e medie imprese del territorio un qualificato supporto nell’accesso a servizi di
assistenza finanziaria qualificata, utili per favorire l’accesso al credito, particolarmente
necessari nell’attuale fase congiunturale, mentre il secondo progetto è volto a sostenere
il processo di crescita e di rafforzamento delle PMI sotto il profilo organizzativo e
finanziario.
Con il progetto dal titolo “Supporto nella gestione economico-finanziaria e nella
patrimonializzazione d’impresa”, proposto da Confindustria Alessandria, si intende
appunto fornire alle piccole e medie imprese del territorio supporto nell’accesso a servizi
di assistenza finanziaria qualificata, utili per favorire l’accesso al credito, particolarmente
necessari nell’attuale fase congiunturale.
Con il progetto dal titolo “Accesso al credito per le PMI”, sin intende nello specifico, su
iniziativa di Confapi Alessandria – Associazione delle Piccole e Medie Imprese della
Provincia di Alessandria, offrire un supporto alle aziende, volto a sostenere il processo di
crescita e di rafforzamento delle PMI sotto il profilo organizzativo e finanziario. Rileva il
fatto che il progetto preveda una assistenza “personalizzata” per ogni singola impresa
attraverso strumenti di finanza ordinaria/straordinaria e controllo di gestione.
Inoltre si è prevista una scheda per la creazione di cluster di imprese: è indubbio che se
da un lato il nostro paese è caratterizzato da una anomala dimensione di SMEs (small &
medium enterprises), che storicamente sono un riconosciuto fattore di forza tipicamente
italiano, dall’altro proprio le sfide della globalizzazione richiedono una capacità competitiva
che una PMI non può avere, in un contesto internazionale. Di più, alla base della scheda
progetto “Reti di impresa e clusters”, proposta da Confapi, sta il ragionamento,
ampiamente condiviso, del fatto che la dimensione dell’ impresa non deve costituirne un
freno alla competitività, poiché un complesso di fattori (organizzativi, umani, finanziari),
se non diversamente gestiti - con i cluster appunto - potrebbe impedirne la crescita. Il
ragionamento è molto ampio, naturalmente, ed è strettamente collegato ai fattori di
sviluppo delle imprese, tra i quali la dimensione, anche in termini di capitale umano e
finanziario in particolare, è una delle variabili strategiche cruciali. Come si vede, quindi, i
progetti del tavolo sono fortemente integrati tra loro nei ragionamenti e nella vision di una
impresa dinamica, in crescita, con forti investimenti in capitale umano, finanziario,
relazionale.
Terziario
Il terzo tavolo di lavoro dell’Asse di sviluppo economico ha contributi misti di parte
pubblica e privata. Da parte del Comune di Alessandria si è pensato ad un progetto di
radicale rivisitazione del modello della Fiera di San Giorgio, pensando di riqualificare la
storica manifestazione alessandrina, nell’ottica di una capillare specializzazione e della
creazione di eventi di sicuro richiamo di visitatori anche a livello extracomunale. Il
progetto, dal titolo “Organizzazione e riqualificazione della Fiera di San Giorgio”,
presentato dal Comune di Alessandria, mira a trasformare la storica manifestazione in un
evento di richiamo turistico, e non più solo nella Fiera Cittadina, mantenendo le tradizioni
ma con uno sguardo alle novità ed al futuro, e collegare iniziative culturali, quali mostre,
esposizioni, eventi, intrattenimenti alla classica offerta commerciale.
Il combinato disposto degli sforzi pubblici del Comune di Alessandria e delle Associazioni
di categoria del commercio ha portato ad identificare una seconda azione strategica nell’
OADI (Organismo associato d’impresa), che potrebbe risultare uno strumento snello e
versatile al fine di introdurre una nuova consapevolezza nella gestione ed organizzazione
degli esercizi commerciali del centro città e valorizzare quello che è il commercio

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

“tradizionale”. Si veda la scheda progetto dal titolo “La valorizzazione delle attività
economiche del centro cittadino attraverso gli Oadi”, di iniziativa congiunta delle
Associazioni di Categoria Associazione Commercianti e Confesercenti e Comune di
Alessandria.
La linea strategica del sostegno al credito, similmente per quanto proposto a livello
industriale, trova poi una precisa proposta di azione nella scheda progetto del Credito alle
imprese commerciali, mediante misure di finanziamento diretto garantito da Confidi, e
mediante misure per il rafforzamento delle strutture di garanzia per agevolare l’accesso al
credito, pensate in modo specifico per le necessità finanziarie delle imprese del settore
terziario, che hanno notoriamente esigenze di cassa e di finanziamento al capitale circolante
(working capital) diverse e peculiari. Si veda la scheda progetto, riferita alla linea 1 – misure
e strumenti a sostegno del territorio – dal titolo “Il credito alle imprese commerciali”,
presentato congiuntamente dalle associazioni di categoria Ascom e Confesercenti.
Nel piano trova poi spazio l’azione strategica del town center management, progetto che
evidenzia l’opportunità legata alla creazione di una “cabina di regia” che si occupi del
rilancio della città capoluogo, con azioni di marketing territoriale, ricerca investitori,
pianificazione degli insediamenti. Tale azione è chiaramente correlata e sinergica a quella
degli OADI. Giova rilevare che la scheda progetto sul “Town Centre Management”,
idealmente depositata sulla linea 1 – città dell’accoglienza – congiuntamente predisposta
da Ascom e Confesercenti, ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al
raggiungimento delle seguenti finalità di interesse diffuso: dare una visione strategica alle
diverse attività promozionali e di marketing sviluppate per il centro storico, consentendo
l’aggregazione risorse pubbliche e private.
Inoltre, su iniziativa di spin off nati in ambiente accademico locale, è stato presentati un
progetto di consulenza, formazione ed aggiornamento del settore turistico locale, ed un
progetto per la creazione di un “pacchetto” di prodotti enogastronomici tipici locali in
chiave turistica. Si veda per la prima tematica la scheda “CreaTurismo Alessandria”, un
progetto di Consulenza-Aggiornamento-Formazione-Creazione d’Impresa per il Turismo
Alessandrino, e per la seconda tematica la scheda “Alessandria, Gusta e Gira”, un progetto
per la creazione di un “pacchetto” di prodotti enogastronomici tipici locali in chiave
turistica, entrambi di iniziativa di LaST-Laboratorio Sviluppo e Territorio (spin off
Università Piemonte Orientale).

36
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

TAVoLo 1
AGRIcoLTuRA

PARTE A - LInEE sTRATEGIchE DI TAVoLo

PREmEssA GEnERALE
I rappresentanti delle principali organizzazioni professionali di categoria nell’esaminare
la condizione del settore agricolo nel territorio di Alessandria hanno ribadito che il settore
attraversa un periodo di profonda crisi che investe l’intero comparto ed è comune a tutto
il territorio nazionale. Tale situazione si manifesta nelle crescenti difficoltà che molte
aziende incontrano a coprire i costi di produzione e a far fronte ai costi di investimento.
Il perdurare di tale congiuntura rischia di determinare la progressiva espulsione dal mercato
delle aziende meno competitive e l’abbandono della coltivazione dei terreni più marginali.
La ragione principale di tutto ciò è da ricercarsi nel calo dei prezzi dei prodotti agricoli,
conseguenza della eliminazione delle misure di sostegno da parte dell’Unione Europea,
e del progressivo allineamento dei prezzi dei prodotti agricoli ai livelli mondiali, molto
più bassi. A questo proposito giova ricordare che fin dalla sua costituzione la Comunità
Europea ha adottato una politica agricola comune.
Il principio ispiratore era, ed è tuttora, che le agricolture dei paesi membri non possano
competere con il mercato globale e pertanto debbano essere sostenute: il mantenimento
Le ragioni della crisi sul territorio europeo di una agricoltura capace di garantire comunque una quota
dell’approvvigionamento alimentare e un presidio del territorio è infatti considerato
obiettivo strategico irrinunciabile. Fino al 1992 venne garantito il sostegno dei prezzi, poi
tale politica venne abbandonata sia in ragione delle distorsioni di mercato indotte
dall’artificiale sostegno dei prezzi, sia a causa dell’avanzare del fenomeno della
globalizzazione e del progressivo processo di liberalizzazione del commercio mondiale.
Allo stato attuale il sostegno alle aziende agricole, destinato peraltro a ridursi nel tempo,
è attuato attraverso una politica complessa che può essere semplicisticamente riassunta
in applicazioni di plafond produttivi a molte produzioni, erogazioni di contributi alle
aziende non più come sostegno al prezzo dei prodotti, ma commisurati alle superfici
coltivate, erogazione di contributi a fronte di interventi migliorativi dell’ambiente, misure
strutturali per favorire lo sviluppo rurale.
Anche queste forme di sostegno tuttavia, quando i prezzi dei prodotti scendono ai livelli
attuali non riescono a garantire alle aziende livelli di reddito sufficienti.
I bassi prezzi mondiali dei prodotti agricoli trovano la loro giustificazione, in costi di
produzione molto inferiori a quelli europei e in particolare italiani; Le nostre aziende infatti
per ragioni storiche e a causa anche della tipologia del territorio, devono fare i conti con
una struttura aziendale rigida, una scarsa concentrazione dell’offerta e una dimensione
media insufficiente per competere con il mercato globale.
Per tali ragioni la valorizzazione e la salvaguardia della agricoltura italiana non possono che
puntare sulla qualità e specificità delle produzioni tipiche, sulla concentrazione dell’offerta
per le produzioni di base, sul miglioramento delle capacità imprenditoriali e in generale
sulla riduzione dei costi di produzione.
Esaminando nello specifico l’agricoltura alessandrina al fine di evidenziarne i punti di

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

forza e di debolezza e per individuare quindi le linee strategiche su cui operare per
favorirne lo sviluppo nel medio periodo, si evidenzia che i punti di forza sono il tessuto
imprenditoriale, caratterizzato dalla presenza di molte aziende di dimensione medio
Punti di forza
grande, strutturate e tecnologicamente avanzate, il territorio, in larga parte pianeggiante
e di debolezza fertile ed irrigabile, la presenza di strutture cooperative di essiccazione stoccaggio dei
cereali, la presenza di due consorzi irrigui, l’ottima posizione logistica ; dal punto di vista
delle produzioni la vocazione del territorio è in primo luogo cerealicola, ma si annovera
anche una radicata vocazione zootecnica con numerose stalle da carne e da latte ; il Centro
cooperativo Raccolta Latte, che associa le principali stalle della Provincia e detiene la quota
di maggioranza della Centrale del latte, ne è una conferma e ha costituito, anche
storicamente, per la popolazione delle province di Alessandria e di Asti un punto di
riferimento importante per la qualità del prodotto e la assoluta garanzia di provenienza.
Per quanto attiene i punti di debolezza dell’agricoltura locale è necessario sottolineare in
primo luogo gli aspetti ambientali e pedologici, sia perché parte del territorio comunale
ha terreni meno fertili, ghiaiosi, poco profondi, con bassa redditività dell’irrigazione, sia
perché i terreni più fertili, vicino ai fiumi sono spesso soggetti ad alluvione; a questo
proposito la realizzazione di opere di salvaguardia dei centri urbani ha determinato
l’aumento della frequenza e della velocità con cui le acque esondano e invadono i terreni
con gravi danni che la mancanza di politiche assicurative adeguate rende più gravosi.
L’agricoltura a questo proposito subisce l’impatto che altre attività determinano: la
costruzione di nuovi tratti stradali , lo sviluppo delle aree residenziali e produttive
consumano suolo agricolo, aumentano la superficie impermeabile, stravolgono la rete
idrografica minore la cui efficienza risulta sempre più difficile da mantenere e soprattutto
costituisce un ulteriore costo per l’agricoltore che viene spesso semplicisticamente indicato
come responsabile ultimo. Le problematiche collegate alle periodiche esondazioni del Rio
Lovassina, gli allagamenti e l’erosione dei terreni che si verificano nelle aree collinari ne
sono un esempio.
Per quanto attiene gli aspetti produttivi la mancanza di produzioni tipiche di affermata
visibilità e di grande pregio commerciale costituisce un limite e proprio la vocazione
cerealicola del territorio, in relazione all’andamento dei prezzi estremamente negativo per
questi prodotti, può essere un elemento di debolezza; i cereali, “commodities” per eccellenza,
non sono differenziabili per questo subiscono di più la concorrenza dei prodotti
provenienti dall’estero a costi inferiori: la possibilità di sviluppare politiche di filiera per
i cereali, passa attraverso l’ulteriore concentrazione e standardizzazione dell’offerta e
questo non è favorito da un certo individualismo che comunque caratterizza i nostri
imprenditori.
A questo proposito il tavolo di lavoro evidenzia che il settore agricolo è comunque un
ambito dove prevale l’impresa familiare e dove la cultura d’impresa stenta ad affermarsi.
Anche a livello locale dove pure sono presenti imprenditori di grande competenza tecnica
Cultura di impresa e aziende tecnologicamente ben attrezzate, l’età media degli agricoltori è avanzata e spesso
si riscontrano problemi di non adeguato passaggio generazionale e comunque di
diminuzione del numero di addetti .
Ciò è altresì collegato ad una progressiva perdita di importanza e visibilità del settore
agricolo a favore di altri settori. Tale fenomeno, di natura generale, interessa anche il nostro
Comune con una progressiva perdita, soprattutto nelle giovani generazioni, di conoscenze
dirette del mondo agricolo descritto in modo folcloristico e mediato dalla pubblicità
televisiva.

38
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

scELTA DELLE LInEE sTRATEGIchE


Gli elementi fino ad ora illustrati hanno portato i membri del tavolo a ritenere che linee
strategiche che possono costituire le priorità per lo sviluppo del territorio debbano puntare
alla valorizzazione della filiera cerealicola, alla diversificazione delle produzioni e delle
fonti di reddito per l’impresa, al miglioramento della capacità imprenditoriale . Sono state
pertanto individuate le seguenti linee strategiche:

1 - Filiera del settore cerealicolo


La creazione e valorizzazione della filiera cerealicola, parte dal presupposto che la provincia
di Alessandria, con circa 40.000 ettari coltivati a frumento tenero ogni anno, è la più
importante provincia cerealicola d’Italia. A questo proposito nel corso degli ultimi mesi
le organizzazioni professionali agricole, la Camera di Commercio, il Consorzio Agrario e
le principali cooperative cerealicole hanno individuato un progetto per la valorizzazione
di questo prodotto in una logica di filiera.
Ciò implica porre in atto strategie per individuare le cultivar e le tecniche che meglio si
adattano al territorio, far emergere le esigenze dell’industria molitoria e degli utilizzatori
al fine di adeguare l’offerta, favorire la concentrazione dell’offerta stessa, consolidare
l’immagine del frumento alessandrino anche presso il consumatore finale attraverso
interventi divulgativi e di informazione.

2 - Innovazione tecnologica con applicazioni ambientali


Tale linea strategica si pone l’obiettivo di individuare interventi per favorire il
coinvolgimento delle aziende agricole in progetti di produzione di energia da fonti
rinnovabili, con l’inserimento nella rotazione aziendale di colture da destinare agli impianti
di cogenerazione e con lo sviluppo del fotovoltaico; merita inoltre di essere approfondita
la possibilità di promuovere lo smaltimento in agricoltura di compost ottenuto dal
trattamento dei rifiuti organici;

3 - culturizzazione del settore agricolo


In tale linea strategica verranno compresi progetti che favoriscano una migliore cultura di
impresa tra gli imprenditori agricoli.

4 - Valorizzazione e sviluppo delle filiere corte


La valorizzazione della filiera corta cioè di un rapporto più diretto tra produttore e
consumatore costituisce una importante risorsa per l’agricoltura in quanto consente
incremento di valore aggiunto per il produttore e garanzie di provenienza e sicurezza
alimentare per il consumatore. In questo quadro si collocano le iniziative di diffusione di
prodotti definiti a “Km zero” con lo sviluppo di mercati contadini e della vendita diretta.
In Alessandria inoltre la presenza di ottime stalle da latte e della Centrale costituisce una
importante risorsa.

5 - servizi alla collettività


La possibilità per l’azienda agricola di svolgere servizi per la collettività afferenti in generale
alla manutenzione del territorio può costituire per l’azienda una fonte di reddito e una
occasione per il miglior utilizzo delle attrezzature aziendali, valorizzando il ruolo di presidio
e di controllo del territorio che le aziende ricoprono.
I membri del tavolo di lavoro hanno ritenuto che le linee strategiche sopra indicate possano
contribuire sul breve-medio periodo a far crescere la qualità del settore agricolo,
incrementando la capacità imprenditoriale, migliorando e diversificando le fonti di reddito
e contribuendo in ultima analisi al sostegno e alla presenza delle imprese agricole sul
territorio e al mantenimento e all’incremento delle produzioni alimentari di origine locale.

39
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

Proprio tale obiettivo riveste interesse generale in quanto le produzioni controllate e di


origine locale migliorano la sicurezza alimentare per il consumatore.
Si ritiene inoltre che la presenza e la salvaguardia di un efficiente tessuto imprenditoriale
agricolo, possa contribuire al prodotto lordo del territorio e abbia riflessi positivi sulla
occupazione.
Altresì non deve essere dimenticato, in una realtà di consolidata e di antica tradizione
agricola come quella alessandrina, l’importanza di mantenere, soprattutto per le giovani
generazioni, la conoscenza di una cultura specifica. A questo proposito è importante
ricordare come la presenza attorno alla città di cascine di alto valore architettonico e storico
possa essere valorizzata per la fruizione pubblica e ricreativa e per iniziative a favore
dell’infanzia e delle famiglie.
I membri del tavolo infine sottolineano e richiamano l’attenzione anche degli altri soggetti
che interagiscono sul territorio al fine di non dimenticare l’importanza della tutela del
suolo agricolo dalla cementificazione: il terreno è infatti un bene limitato, se
cementificato non è più ripristinabile e dovrebbe essere salvaguardato per le generazioni
future ponendolo al riparo da logiche speculative e da utilizzi poco razionali .

40
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

41
Asse I - sviluppo economico
Tavolo 1 Agricoltura
AnALIsI s.W.o.T.

PunTI DI FoRzA PunTI DI DEboLEzzA


Tessuto imprenditoriale Tessuto imprenditoriale
- Lunga tradizione agricola - Frammentazione della superficie aziendale
- Presenza di molte aziende di dimensione media e grande - Età media degli imprenditori avanzata
- Presenza di aziende strutturate e tecnologicamente avanzate, ad elevata meccanizzazione - Problemi di passaggio generazionale

Aspetti territoriali - pedologici


- Presenza in parte del territorio comunale di terreni ghiaiosi e permeabili a fertilità ridotta
e bassa redditività dell’irrigazione soprattutto per la produzione di cereali

Aspetti territoriali - pedologici - Inquinamento atmosferico e pedologico soprattutto nell’area della Fraschetta

- Territorio in larga parte pianeggiante - vulnerabilità delle aree più fertili alle alluvioni dei fiumi anche in relazione alla
realizzazione di opere di difesa della città che hanno trasformato di fatto molte aree.
agricole in casse di espansione
- Parte del territorio ad elevata fertilità ed irrigabile sia per la presenza di pozzi che per
consorzi irrigui - vulnerabilità del territorio nei confronti dello scorrimento superficiale delle acque dovuto
alla presenza di una rete idrografica minore vasta e in cattivo stato di manutenzione il cui
- Presenza di cascine di alto valore storico - architettonico situate attorno alla città ripristino e mantenimento implica costi elevati
- Erosione trasporto a valle nelle aree di collina
- Nessuna o comunque scarsa attenzione al consumo di suolo agricolo a favore di altri
impieghi considerati più remunerativi e prioritari (logistica, infrastrutture, insediamenti
residenziali)

Caratteristiche produttive Caratteristiche produttive

- vocazione cerealicola - La vocazione cerealicola può essere un punto di debolezza in relazione all’andamento di
mercato sfavorevole e alla scarsa caratterizzazione del prodotto
- Presenza di numerose stalle da latte (alta qualità) e da carne - Mancanza di produzioni tipiche di pregio e fortemente connotate
- Sparizione della barbabietola da zucchero
Competitività Infrastrutturale Competitività Infrastrutturale
- Presenza di Centro Cooperativo Raccolta Latte socio di maggioranza della Centrale del - Forte individualismo aziendale
Latte spa
- Presenza di tre grandi strutture cooperative di essiccazione e stoccaggio cereali - Cooperative di stoccaggio cereali incapaci di sinergie per garantire efficaci politiche di
filiera
- Presenza di due consorzi irrigui - Subordinazione degli interessi dell’attività agricola alle esigenze di altri settori
- Ottima posizione logistica (inquinamento dei corsi d’acqua, realizzazione di infrastrutture)
Asse II - sviluppo economico
Tavolo 1 Agricoltura
AnALIsI s.W.o.T.

oPPoRTunITà mInAccE
Aziendali - produttive Ambientali - territoriali
- Concentrare, qualificare e valorizzare l’offerta cerealicola - Progressiva riduzione della superficie agricola utilizzata e cementificazione del territorio
- valorizzare la filiera corta del latte (Centrale Latte) anche in relazione alla elevata qualità - Rischio esondazione dei fiumi e dei torrenti esaltato dalle realizzazione di opere di
del prodotto salvaguardia delle città
- verificare la possibilità di valorizzare altri prodotti come carne ed ortaggi attraverso - Rischi connessi al cattivo stato di manutenzione e dalla ampiezza della rete idrografica
azione di sensibilizzazione della opinione pubblica sulla produzione locali minore
- valorizzare la presenza di aziende ad elevata dotazione meccanica anche con - Forti problematiche ambientali su aree estese (Fraschetta, Spinetta, Rio Lovassina)
l’introduzione di colture energetiche

Culturali Aziendali - produttive


- valorizzare la presenza di fabbricati ad elevato valore architettonico anche con la - Mancanza di politiche assicurative adeguate per i danni da alluvione
promozione di fattorie didattiche stabilmente inserite nei circuiti didattici
- Possibilità di interagire con la città - Globalizzazione dei mercati
- Riduzione dei prezzi

Imprenditoriali
- Mancanza di politiche assicurative adeguate per i danni da alluvione
- Globalizzazione dei mercati
- Riduzione dei prezzi

Culturali
- Progressiva perdita di visibilità e di importanza del settore, a favore di altri
- Progressiva perdita, soprattutto nelle giovani generazioni, di conoscenze dirette del
mondo agricolo descritto in modo folcloristico e mediato dalla pubblicità televisiva.
PIAno sTRATEGIco DI ALEssAnDRIA
Asse I sviluppo Economico - Tavolo 1 Agricoltura
ALbERo DEI PRobLEmI (cAusE/EFFETTI)

Perdita di Perdita di opportunità di


imprenditorialità reddito collettivo

non piena utilizzazione non piena valorizzazione


della capacità produttiva degli investimenti pubblici
Diminuzione numero di mancata riconoscibilità del ruolo del
imprese comparto agricolo

Elevato livello di capitale investito


immobilizzato

calo di fatturato e scarsa attenzione ai


marginalità problemi del settore

crisi profonda del settore agricolo, con aziende che non riescono più a garantire reddito, vengono espulse dal
mercato, con conseguente perdita di professionalità e competenze, abbandono dei terreni marginali; difficoltà delle
imprese ad adeguarsi al mercato

FATToRI EsoGEnI

Prezzi in calo da decenni


struttura aziendale rigida che determina
costi fissi elevati
Dimensione Determinazione Fine del
Elevato livello di aziendale prezzi su scala sostegno dei
strutturazione Elevato capitale prezzi da parte
insufficiente mondiale
immobiliare agrario investito dell’uE

Ragioni Ragioni Politiche di Difficoltà


non piena aGlobalizzazione bilancio Politiche
non piena Livelli importanti storiche normative di gestione
valutazione della uE WTo
Ragioni valutazione di agevolazione degli stock
storiche economica delle economica delle
pubblica
agevolazioni agevolazioni
Imprese credito
familiari ereditario

FATToRI EsoGEnI
maggiore ricorso ad alimenti di
provenienza e qualità meno
controllabili

minore quantità di alimenti di


minore presidio del territorio
origine locale

Linea 1 Linea 3 Linea 5

Differenza di
Prodotto valore tra multifunzionalità
Difficoltà a cultura
principale produzione e dell’azienda
differenziare i imprenditoriale
(cereali) poco consumo non a agricola poco
prodotti non adeguata
caratterizzato favore sviluppata
dell’agricoltura

carenza di Ridotto ruolo non piena


Tecnica scarso sviluppo
offerta non Eliminazione opportunità di delle aziende applicazione
colturale e carenze Politiche di dela vendita
abbastanza della mercato agricole nel delle
scelte varietali professionali sussidio diretta e delle
concentrata barbabietola alternative ai presidio del opportunità
poco specifiche filiere corte
cereali territorio normative

Ragioni Linea 4
Linea 2 storiche

PIAno sTRATEGIco DI ALEssAnDRIA


Asse I sviluppo Economico - Tavolo 1 Agricoltura
ALbERo DEI PRobLEmI (cAusE/EFFETTI)
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

46
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

AssE I sVILuPPo EconomIco


Tavolo 1 Agricoltura

LInEE sTRATEGIchE

Linea 1 Filiera del settore cerealicolo

Innovazione tecnologica
Linea 2
con applicazioni ambientali

Linea 3 culturizzazione del settore agricolo

Linea 4 Le filiere corte

Linea 5 servizi alla collettività

47
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

AssE I sVILuPPo EconomIco


Tavolo 1 Agricoltura

PARTE B – ELENCO DELLE SCHEDE


PROGETTO/AZIONI

1. Produzione di energia da biogas


2. valorizzazione e sviluppo delle filiere corte
3. valorizzazione del frumento alessandrino di qualità
4. Multifunzionalità dell’impresa agricola

48
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

PRoGETTo n. 1
Titolo:
Produzione di energia da biogas

Innovazione tecnologica
Linea 2
con applicazioni ambientali

sottotitolo:
Produzione di energia da biogas proveniente dalla digestione anaerobica della frazione
umida dei rifiuti solidi urbani e effluenti zootecnici ed altri materiali.
soggetti proponenti:
Confagricoltura Alessandria, Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori, Consorzio
ARAL
Descrizione del progetto:
La produzione di energia alternativa rappresenta uno strumento di sviluppo estremamente
importante.
Gli aspetti ambientali legati alla riduzione dei gas serra e allo sfruttamento di risorse
rinnovabili sono ben noti e si assiste a una continua ricerca di fonti rinnovabili.
I rifiuti sono stati spesso collegati attraverso l’utilizzo dei termovalorizzatori alla
produzione di energia; i vantaggi, però, in questo contesto, sono spesso stati valutati di
secondaria importanza rispetto ai rischi ambientali.
Inoltre, in un contesto ove si è privilegiata la raccolta differenziata, un utilizzo massale
dei rifiuti in funzione energetica appare meno importante del loro recupero e riciclo.
In un’ottica di migliore utilizzazione delle risorse e di ricerca di fonti rinnovabili non
depauperanti del territorio e del paesaggio, non in contrasto con la produzione alimentare
e indirizzate a un riduzione dell’impatto ambientale e a un miglioramento della qualità
della vita, l’utilizzazione della frazione umida dei rifiuti solidi urbani appare una delle fonti
utilizzabili a scopo energetico che risponde a questi requisiti, specialmente se vista in
“simbiosi” con altre di natura strettamente agricola.
Attualmente questa frazione dei rifiuti urbani viene avviata al compostaggio; il compost
così ottenuto viene commercializzato presso le aziende agricole provinciali e presso altre
utilizzazioni sempre di natura agricola (vivai principalmente). Il Consorzio ARAL di
Alessandria produce un compost di alta qualità, apprezzato dagli utilizzatori finali. Fattori
di criticità nella produzione di compost sono legati alla stagionalità dell’utilizzo agricolo
che non si coniuga con i tempi di produzione, alla produzione di odori e al costo elevato
delle strutture produttive proprio per gli strumenti di abbattimento odorigeno.
Un’alternativa potrebbe essere la destinazione della frazione organica dei rifiuti alla
produzione di energia attraverso la biodigestione anaerobica per la produzione di biogas.
Questo sistema risolverebbe completamente il problema legato alla produzione di odori
e avrebbe anche il pregio di ridurre notevolmente i volumi trattati ottenendo comunque,
al termine della digestione, un compost di pari qualità rispetto a quello oggi ottenuto.
I vantaggi economici legati alla produzione di energia e l’annullamento degli odori
potrebbero consentire un importante abbattimento dei costi di produzione; questi vantaggi
economici consentirebbero di lavorare il compost, fornendogli maggiore valore aggiunto;
si potrebbe infatti formulare il compost oggi in polvere trasformandolo in pellet.
Questa lavorazione, ad oggi impraticabile per il suo alto costo, consentirebbe, inoltre, lo

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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

stoccaggio del compost, sia in stabilimento che direttamente nelle aziende agricole che
quindi potrebbero utilizzarlo in tempi e modi di maggiore efficienza ed efficacia.
Ma la produzione energetica e l’ottenimento di compost di migliori caratteristiche si
potrebbe raggiungere attraverso la digestione anaerobica dei rifiuti organici mescolati agli
effluenti zootecnici prodotti dai nostri allevamenti.
Pur se rispetto al passato la zootecnia alessandrina ha subito una contrazione come
numero di allevamenti, quelli rimasti si sono affermati come produttori di alta qualità di
discrete dimensioni.
Pur non avvertendo nessuna necessità impellente di disporre di ulteriori strutture per lo
stoccaggio oltre a quelle esistenti e di terreni per l’utilizzo agronomico degli effluenti
prodotti aggiuntivi a quelli condotti o gestiti in asservimento, questi allevamenti
potrebbero collaborare attivamente alla produzione di biogas, conferendo i propri effluenti
all’impianto consortile.
Il beneficio che si otterrebbe in questo modo sarebbe legato a una quantità di biogas
notevolmente superiore a quella ottenibile solo utilizzando rifiuti organici e al
raggiungimento di un livello qualitativo del compost ottenuto notevolmente superiore.
Inoltre il compost in uscita potrebbe diventare un ottimo fertilizzante misto organico se
addizionato a frazioni fosfo-potassiche e opportunamente pellettizzato o granulato.
Il concime misto organico così commercializzato, oltre a ridurre l’impiego di fertilizzanti
di sintesi e ad offrire apporti di elementi in forma organica, meno dilavabili e dall’attività
biologica migliorativa, potrebbe consentire un risparmio di risorse finanziarie per la
fertilizzazione delle colture e consentire una distribuzione delle sostanze organiche in
modo semplice e poco oneroso verso quelle aree che più di altre, per motivi pedologici,
soffrono della costante riduzione della sostanza organica nel suolo agrario.
La localizzazione del digestore anaerobico, potrà essere individuata nelle immediate
vicinanze dell’attuale impianto di Castelceriolo gestito dal Consorzio ARAL; la linea di
produzione del compost esistente nell’impianto di Castelceriolo verrebbe in questo modo
meglio utilizzata.
Inoltre, annoverando l’AMAG tra i proponenti il progetto, vengono arricchite le possibilità
operative dell’impianto con l’utilizzazione anche dei fanghi di depurazione quale materiale
metanogenetico.
Finalità generali:
q produrre energia da fonti rinnovabili.
q produrre compost e/o fertilizzanti misto organici di qualità
q ridurre i costi di produzione del compost e l’impatto ambientale sotto il
profilo degli odori prodotti durante il ciclo di compostaggio
q ridurre i costi di produzione delle aziende agricole
q allargare l’area interessata ala distribuzione di sostanza organica di pregio,
per migliorare la fertilità, ridurre i fenomeni erosivi e il dilavamento degli
elementi nutritivi a tutto vantaggio della qualità delle acque superficiali e
profonde
obiettivi specifici:
- Realizzare un impianto di digestione anaerobica in accordo con il Consorzio
ARAL.
- Migliorare la gestione del compost prodotto dal Consorzio ARAL.
Attività:
p costituzione di una Società (a capitale misto pubblico e privato) per la
gestione dell’energia e del compost/fertilizzante misto organico
p sottoscrizione con gli allevatori interessati di contratti di fornitura o di

50
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

partecipazione societaria
p progettazione della linea di pellettizzazione del compost e/o quella di
miscelazione con i fertilizzanti fosfo-potassici e di granulazione, posto che le
altre linee produttive del Consorzio ARAL sono già idonee a sostenere questi
nuovi processi produttivi
p verifica, in base ai volumi di effluenti zootecnici conferiti, del sistema di
viabilità
Risultati:
Ci si attende una serie di risultati legati principalmente a:
n produzione di energie rinnovabili;
n riduzione dell’inquinamento ambientale;
n maggiore sostenibilità ambientale della gestione dei rifiuti e dei reflui
zootecnici;
n riduzione dei costi di gestione dei rifiuti
Questi risultati attesi si traducono in vantaggi per l’intera collettività.
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Come descritto, si potrebbero ipotizzare risorse, strumenti e forme di finanziamento
pubbliche e private. Per le pubbliche, data la valenza del progetto, si potrebbero coagulare
risorse comunali e provinciali; per quelle di natura privata potrebbero essere attese
partecipazioni da parte degli allevatori e di altri imprenditori interessati nella gestione
dell’impianto o dei prodotti ottenuti.
costi:
Il costo dell’impianto, in base alle potenzialità produttive, è elevato, ma ammortizzabile
grazie alla produzione energetica e alla vendita del compost/fertilizzante misto-organico.
Si stima che il costo sia di circa 7 milioni di euro per la costruzione di un biodigestore; sarà
anche valutata l’opportunità di sdoppiare l’impianto per utilizzare frazioni organiche
diverse non direttamente compatibili tra loro nell’ottica della massimizzazione della
produzione metanigena.
Quest’ultimo sarebbe comunque commercializzato a costi competitivi con i fertilizzanti
complessi attualmente utilizzati in agricoltura.
Fattibilità:
La realizzazione dell’impianto non presenta particolari problemi, come pure non sarà
problematica la possibilità di digestione anaerobica di una miscela composta da effluenti
zootecnici e rifiuti.
è auspicabile la partecipazione di AMAG al fine di creare un’integrazione tra i vari
componenti che renda maggiormente fattibile la realizzazione dell’impianto
Alcuni ostacoli potrebbero essere costituiti dalla logistica degli effluenti zootecnici, anche
se nelle immediate vicinanze dell’impianto di Castelceriolo sono presenti alcuni allevamenti
di grandi dimensioni e dall’armonizzazione di questo progetto con eventuali progetti
alternativi che potrebbero essere pianificati.
Un ulteriore ostacolo potrebbe essere costituito dai tempi non tanto di realizzazione
dell’impianto, quanto di concessione delle necessarie autorizzazioni e agli accordi tra i vari
soggetti interessati.
cronoprogramma:
Data la dimensione e la complessità del progetto, ci si attende la realizzazione dei vari
passaggi in non meno di 12 – 18 mesi.

51
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

PRoGETTo n. 2
Titolo:
Valorizzazione e sviluppo delle filiere corte

Linea 4 Le filiere corte

sottotitolo:
Disponibilità di un’area mercatale per la vendita diretta dei prodotti agricoli.
soggetti proponenti:
Confagricoltura Alessandria , Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori

Descrizione del progetto:


Partendo dai risultati dell’esame delle criticità del comparto, le Associazioni di Categoria
provinciali hanno identificato le diverse strategie per il rilancio dell’agricoltura nel Comune
di Alessandria.
Tra i vari progetti per la valorizzazione delle produzioni agricole, quello legato allo sviluppo
delle filiere corte rappresenta senz’altro uno strumento per il raggiungimento di una
maggiore competitività delle imprese agricole e di incontro della domanda con l’offerta,
anche se la sua competitività può essere realisticamente contrastata dalla stagionalità delle
produzioni agricole provinciali e dalla produzione di molte ma non di tutte le specie
ortofrutticole.
In questo contesto, la disponibilità di un’area mercatale, aperta alle aziende ortofrutticole
rappresenta un ulteriore strumento per la diversificare le opportunità di presenza sul
mercato, in un ambito di produzione di elevata qualità e sicurezza alimentare.
In tal modo si potrebbero incontrare i bisogni più volte espressi dagli operatori del settore
di poter disporre di un’area stabile ove vendere direttamente al consumatore i propri
prodotti.
Questo spazio deve essere attrezzato con tutti gli strumenti utili alla realizzazione di un
vero e proprio mercato stabile (celle frigorifere, ecc.), aperto quotidianamente, di libero
accesso per la vendita al dettaglio e all’ingrosso.
Il funzionamento deve avvenire in modo coordinato, con spazi definiti e nominali a
disposizione degli agricoltori che intendono aderire all’iniziativa.
Finalità generali:
q Offrire spazi di vendita diretta agli operatori agricoli nel campo
ortofrutticolo che si impegnano in modo continuativo e non saltuario alla
commercializzazione dei propri prodotti ortofrutticoli.
q Promuovere presso i consumatori i prodotti del territorio, specialmente
puntando sull’aspetto della qualità e della sicurezza alimentare.
obiettivi specifici:
Ricerca di un’area ove realizzare il mercato ortofrutticolo alessandrino in forma stabile.
Attività:
Per la realizzazione del progetto saranno indispensabili almeno le seguenti attività:
p individuazione di un’area in accordo con l’Ufficio Tecnico del Comune,
che risponda a requisiti minimi di fruibilità da parte dei consumatori/grossisti

52
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O

(possibilità di parcheggio, viabilità, etc.) e dei potenziali clienti


p ricerca della collaborazione con i produttori ortofrutticoli
p divulgazione tra i produttori e pubblicizzazione presso i potenziali clienti
dei nuovi spazi di vendita
Risultati attesi:
Ci si attendono risultati in termini di:
n interesse per i produttori che potranno vendere prodotti ortofrutticoli di
stagione
n interesse tra i consumatori: la collettività potrà fruire dei vantaggi offerti
dalla filiera corta potrà essere garantita sulla qualità dei prodotti acquistati
offerta direttamente dal produttore-venditore.
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
è ipotizzabile che la maggior parte delle risorse siano messe a disposizione degli Enti
Pubblici, anche se alcuni interventi potranno essere realizzati con risorse finanziarie
private.
costi:
Per quanto riguarda il costo per la realizzazione del progetto, sia in termini fisici che di
operatività, ad oggi non è possibile ipotizzare una quantificazione precisa, variando, questo
valore, in base a molteplici fattori, quali le dimensioni dell’area, se questa sia già di proprietà
comunale o da acquisirsi, se la struttura sia coperta (preferibile) o scoperta, se sia necessaria
un’integrazione della viabilità, se le strutture di vendita siano interamente realizzate a spese
comunali oppure se saranno previsti anche interventi dei privati.
Comunque, si stima che l’investimento ammonti ad alcune centinaia di migliaia di euro.
Sotto il profilo operativo, la struttura mercatale deve prevedere un costo per l’uso degli
spazi e per le attrezzature utilizzate a carico dei produttori, salvo il caso di utilizzo di
strumenti finanziati direttamente dagli agricoltori.
Fattibilità:
In passato l’area mercatale alessandrina godeva di notevole notorietà sia tra i produttori
che tra i consumatori, per cui non si dovrebbero incontrare particolari difficoltà nella
realizzazione.
Occorrerà comunque considerare alcuni possibili ostacoli legati alla disponibilità di
adeguate risorse finanziarie, alle possibili opposizioni da parte degli altri operatori del
settore, alla localizzazione dell’area e difficoltà legate alla definizione di un calendario,
degli orari di apertura.
cronoprogramma:
Si stima che per l’individuazione dell’area sarà necessario un congruo periodo di tempo,
stimabile in almeno 4 mesi; sarà nel frattempo possibile divulgare l’iniziativa tra i
produttori. Quindi sarà necessario un ulteriore periodo di 2 mesi per l’adeguata
informazione dei clienti.

53
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O

PRoGETTo n. 3
Titolo:
Valorizzazione del frumento alessandrino di qualità

Linea 3 Filiera del settore cerealicolo

sottotitolo:
Qualificazione della produzione granaria alessandrina con studi varietali e sulla filiera in
maniera tale da garantire una migliore remunerazione del prodotto
soggetti proponenti:
PROPONENTI
A COLDIRETTI ALESSANDRIA
B CONFAGRICOLTURA ALESSANDRIA
C CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI

Descrizione del progetto:


PARTECIPANTI
A Consorzio Agrario Provinciale
B Centro Agricolo San Michele
C Cooperativa Produttori Mais
D Cooperativa Sette vie
E Centro Cereali Basso Monferrato
F SAF Fresonara
G Cadir Lab

ALTRI ENTI PUBBLICI COINvOLTI


A Provincia di Alessandria – Assessorato Agricoltura
B C.R.A. – Istituto per la Cerealicoltura – Sant’angelo Lodigiano
C Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”
La crisi del comparto cerealicolo si trascina ormai da lungo tempo; ad oggi non sono
visibili segnali di una sua conclusione in tempi medio/brevi.
I cereali, “commodities” per eccellenza, non sono differenziabili; per questo subiscono la
forte concorrenza dei prodotti provenienti dall’estero, caratterizzati da un minor prezzo.
La Provincia di Alessandria, con circa 40.000 ha coltivati a frumento tenero ogni anno, è
la più importante provincia cerealicola d’Italia. Solo il valo