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IL PIANO
STRATEGICO
IL PIANO DI SVILUPPO
DI LUNGO TERMINE
Ufficio di Coordinamento
Ufficio Piano Strategico del Comune di Alessandria
Progetto Grafico
Ufficio Stampa del Comune di Alessandria
Tipografia
Viscardi
Foto
Albino Neri
Mario Chichi
Fototeca Civica
e fornite dagli Enti partecipanti
Edizione
Alessandria, agosto 2010
ALESSANDRIA:
IL PIANO
STRATEGICO
IL PIANO DI SVILUPPO
DI LUNGO TERMINE
INDICE
I
_____Introduzione
1
_____PARTE I – Visione generale
29
_____PARTE II - Analisi
_____Asse 1
31
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto
_____ Asse 2
117
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto
_____Asse 3
363
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto
_____Asse 4
489
- I contenuti progettuali
- Parte A Linee strategiche di tavolo
- Analisi S.W.O.T.
- Albero dei problemi (cause/effetti)
- Linee strategiche
- Parte B Elenco delle schede progetto/azioni
- Schede progetto
INTRODUZIONE
L’attività che abbiamo promosso come Associazione per il Piano Strategico in questi anni
è, insieme, banale e preziosa; abbiamo chiesto a molte persone di immaginare una città
diversa, auspicabilmente migliore di quella di oggi. Abbiamo chiesto loro di farlo al di
fuori del contesto dell’attualità e della visione politica, e sulla base di valutazioni il più
possibile oggettive, o comunque motivate da interessi anche di parte, ma basate su
ragionamenti strettamente tecnici, fondati su pareri di esperti o addetti ai lavori, ed in uno
scenario di lungo termine. Ne è venuto fuori un insieme ragionato di idee, come si diceva.
Quanto vale tutto ciò?
È una domanda alla quale qualunque esperto di finanza farebbe fatica a rispondere, perché
nessun mercato è più complesso di quello chiamato a valutare un bene intangibile in una
proiezione futura, cioè un mercato delle idee, o una borsa delle idee. Mi piace l’immagine
di considerare questo pezzo di carta che avete per le mani una borsa delle idee, perché vuol
dire che qualcuno propone e forse qualcun altro potrà dare a queste proposte una
gradualità, una scala di misura, cioè un valore, quindi un prezzo. Allora si entrerà in una
dimensione di concretezza, che però, come si è cercato di dimostrare in queste righe,
esiste già, a meno di valutare zero il lavoro svolto.
Quale che sia il giudizio che verrà da altri formulato, e che, essendo di parte, mi astengo
dal suggerire, mi limito a ricordare al lettore l’origine di questa mole di idee. Dopo un
lungo processo in cui in convegni, seminari, dibattito pubblici, molte persone, appartenenti
a diversi mondi della città, hanno fornito spunti e riflessioni, una rappresentanza molto
Il punto di partenza ampia della collettività locale si è riunita attorno a Tavoli di lavoro per scrivere delle cose.
Il risultato non è definito, non è da considerare scolpito nella pietra, anzi, mi piacerebbe
che fosse un punto di partenza e non di arrivo, un documento aperto al contributo di
molti altri che potranno ancora portare altre proposte, con metodi tradizionali o con uso
delle moderne tecnologie informatiche (ad esempio aprendo un sito per il Piano
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Strategico).
Quale che sia il giudizio che la Governance degli Enti ed Organizzazioni pubbliche e
private vorranno dare al documento, mi corre l’obbligo intellettuale di documentare un
fatto che a mia memoria non ricordo si fosse verificato in questa città.
Dal 5 novembre 2009 all’8 luglio 2010, circa 150 persone, non appartenenti ad un solo
organismo, ma in rappresentanza di 63 Enti od Organizzazioni pubbliche o private,
appartenenti a mondi diversi e in taluni casi rappresentanti interessi contrapposti, si sono
riunite attorno a 12 Tavoli di lavoro, per complessive 105 riunioni tecniche, a discutere
insieme di problemi e di ipotesi di soluzioni. Ne sono emerse oltre 100 proposte, discusse,
mediate, modificate, condivise ed alla fine formalmente votate tutte all’unanimità sotto il
profilo della soluzione tecnica, come strumenti ritenuti idonei a perseguire un interesse
superiore e collettivo. Il che, a mio parere, è già un valore a prescindere dal contenuto.
Il valore di questo documento sono quindi le idee, cioè le immagini di un mondo ristretto
- Alessandria - che condizioneranno un agire futuro per fare una città che oggi non c’è.
Nulla di quello che leggerete in questo volume è ancora realtà; non ha ancora un prezzo,
un finanziamento, non è ancora una cosa tangibile. È soltanto l’immagine di una città che
ancora non si può vivere, come la vedono, però, quelle persone che hanno scritto delle
cose su un pezzo di carta, a rappresentare le loro idee, spesso condividendole, come
leggerete, con altri.
Quello che state per leggere è il frutto del loro lavoro.
Valerio Malvezzi
Segretario del Piano Strategico
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La fase di Identificazione
L’identificazione mira ad identificare i problemi del settore, definire l’ambito di intervento
e delineare le ipotesi di soluzione. L’ “identificazione” è un testo che presenta, anche con
l’ausilio di grafici, carte e schemi, i seguenti punti:
n Analisi S.W.O.T.
n Albero dei problemi
n Albero degli obiettivi
n Definizione ambito di intervento
n Definizione Obiettivi generali (linee strategiche)
In particolare:
n L’analisi S.W.O.T. muove dalla conoscenza del settore dei membri di tavolo
e dalla lettura di dati ed informazioni dell’indagine diagnostica o portati al
tavolo dagli esperti per disegnare punti di forza, debolezza, minacce ed
opportunità del settore
n Ciò consente di disegnare un albero di problemi in logica di causa ed
effetto
n Da cui si disegna un albero di obiettivi in termini di mezzi e fini (obiettivi)
n Il che consente di definire con precisione l’ambito di intervento. È
fondamentale distinguere le variabili endogene governabili localmente dalle
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La fase di Formulazione
La formulazione mira a definire una visione di sviluppo del settore. È cioè la fase di
proposta, che discende dalla precedente e non la anticipa con tesi preconcette o
aprioristiche. La “visione” è un testo che presenta, anche con l’ausilio di grafici, carte e
schemi, i seguenti punti:
1
Acronimo di Strenghts, Weaknesses, Opportunities and Threats (cioè punti di forza, debolezza, opportunità
e minacce)
2
Nella versione proposta, tra gli altri, da Banca Mondiale e Unione Europea
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Numero di soci fondatori di Alessandria 2018: 16, a cui si deve aggiungere la Fondazione
CRAL
Numero di Enti coinvolti ai tavoli: 63 di cui 52 non soci
Numero totale di partecipanti ai tavoli: 151 soggetti di cui 22 dipendenti del Comune di
Alessandria
Durata dei lavori: dal 5 novembre 2009 al 8 luglio 2010
Numero complessivo di riunioni dei tavoli di lavoro: 105
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Risultano dai verbali delle riunioni presenti, e si ringraziano per la partecipazione ai dibattiti
dei Tavoli di Lavoro, i seguenti Enti (in ordine alfabetico):
N.
ENTI PARTECIPANTI AI TAVOLI DI LAVORO
progr.
1 ASO AL - Azienda Sanitaria Ospedaliera di Alessandria
2 AMAG spa - Azienda Multitutility Acqua e Gas
3 ARAL spa - Azienda Rifiuti Alessandrina
4 Archivio di Stato di Alessandria
5 ARFEA spa - Aziende Riunite Filovie e Autolinee
6 ARPA Piemonte - Azienda Regionale Protezione Ambiente
ASCOM - Associazione Commercianti
7
(AL-2018)
8 ASL AL - Azienda Sanitaria Locale di Alessandria
9 ATM S.p.A. - Azienda Trasporti e Mobilità
CIA - Confederazione Italiana Agricoltori
10
(AL-2018)
11 Caritas Diocesana
CCIAA - Camera di Commercio Alessandria
12
(AL-2018)
13 CGIL - Sindacato
CNA - Confederazione Nazionale dell’’Artigianato
14
(AL-2018)
15 CIOFS-FP Piemonte- Scuola di formazione
16 CISL - Sindacato
17 CISSACA - Consorzio Intercomunale Servizi Sociali di Alessandria
18 Clinica Salus e Casa di Cura Città di Alessandria
19 CNOS - FAP - Scuola di formazione
Coldiretti
20
(AL-2018)
Collegio Costruttori Edili ed Affini (Consorzio ALTECH e CPT - Comitato
21 Paritetico Territoriale)
(AL-2018)
22 Collegio Geometri
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X
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55 Scuola Edile
56 Società Arte Storia Archeologia
57 SPRESAL - Asl Al - Servizio Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro
58 Studio Radiologico Centocannoni S.r.l.
59 TRA - Teatro Regionale Alessandrino
60 UGL - Sindacato
61 UIL - Sindacato
Unicoop - Unione Italiana Cooperative
62
(AL-2018)
Università Amedeo Avogadro
63
(AL-2018)
XI
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RINGRAZIAMENTI
Risultano dai verbali delle riunioni presenti, e hanno partecipato attivamente ai dibattiti ai
tavoli di lavoro del Piano Strategico, in qualità di esperti, le seguenti persone in
rappresentanza degli enti citati (in ordine alfabetico):
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LE SCHEDE PROGETTO
N. N.
ASSE- SCHEDE PROGETTO DEPOSITATE E
progr. progr.
TAVOLO APPROVATE DAI TAVOLI DI LAVORO
totale tav.
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PARTE I
Visione generale
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Premessa
Il piano strategico della città di Alessandria nasce per delineare l’immagine di una città
che oggi non c’è.
Il processo di pianificazione strategica è stato avviato da questa città nel 2008, per pensare
una città futura, diversa necessariamente da quella di oggi, cercando di immaginare in
anticipo le esigenze che fatti di natura tecnica o tecnologica, ma anche di mercato, di natura
sociale o demografica, e molteplici altri fattori che per brevità non citiamo, potranno
imporre al cambiamento. Un’ampia trattazione di tali elementi sono tuttavia contenuti nel
secondo volume di questo lavoro, quello dell’indagine diagnostica, sviluppata nel 2009,
sulla base dei dati disponibili a fine dell’anno precedente, con un lavoro di Ricerca
commissionato dall’Associazione proponente il piano strategico (Associazione Alessandria
2018) all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. Il corposo
lavoro di Ricerca è stato alla base di numerosi approfondimenti che in seguito sono stati
effettuati ai tavoli di lavoro della pianificazione strategica. Giova ricordare che tale lavoro
ha visto una scelta coraggiosa ed ampiamente condivisa, basata sulla volontà dei membri
dell’Associazione di non affidare l’incarico di studio ad un singolo Dipartimento o a una
L’indagine società di Consulenza, ma ad un Ateneo (con il parere favorevole dell’altro) il quale ha
diagnostica nominato un coordinatore ed ha coinvolto ben 4 diversi Dipartimenti, peraltro fisicamente
ubicati su 2 città (Alessandria e Novara).
Non è questo il luogo per rimarcare la validità della scelta e dei risultati conseguiti – il
lettore trova approfondimenti nel secondo volume – ma giova in premessa ricordare come
già le scelte dei 4 Assi sui quali viene costruito il Piano Strategico della città fosse stata fatta
all’epoca dell’indagine, che di fatto approfondì tali tematiche su commessa precisa e
circostanziata indicazione.
La scelta dell’anno
Sovente si ritiene di indicare un anno preciso per circostanziare la validità delle ipotesi di
lavoro rispetto ad un momento storico di riferimento. Noi non scriveremo invece Piano
Strategico “Alessandria 2018” o altri titoli del genere, per una ragione semplice.
La prima, per non confondere il nome dell’Associazione committente con il suo
contenuto. Al proposito, si osservi solo che la ragione della scelta del nome crediamo non
desti curiosità a nessuno, ma basti dire che nasce nel 2008 e che nei primi documenti si
parlava di logica di lungo termine, che talvolta per prassi taluno confonde con il decennio
(tralasciando il fatto, a parere di chi scrive irrilevante, del fatto che a quell’anno ricorra un
certo anniversario della nascita della città).
La seconda, ben più rilevante, sta nel fatto di non voler stabilire una sorta di “scadenza”,
come se tutto dovesse essere riferito ad un momento, quando invece si sa che stiamo
trattando di una visione di lungo termine di una città. Di più, se proprio fossimo obbligati
a definire una data di riferimento di un piano strategico, allora avrebbe senso, considerando
che la più parte degli investimenti hanno durata pluriennale, riferirli ad un periodo, come
ad esempio si fa con la programmazione comunitaria, che ha durata settennale. Se non
fosse, così facendo, che dovremmo scrivere che allora questo piano sarebbe il piano 2018-
2025, gettando probabilmente nello sconforto il cittadino o il politico abituati alla logica
dell’“hic et nunc”. Non solo, ma non ha senso definire un anno o più anni di riferimento
perché il Piano Strategico non può che essere una strada, una rotta da seguire, una
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documento.
Di chi è il documento
Non si confonda la proprietà del documento. Esso è frutto di una iniziativa di una
Associazione costituita, su iniziativa del Comune di Alessandria, nel maggio del 2008 tra
16 soggetti, prevalentemente rinvenibili nel mondo economico, finanziario e universitario
locale. Non è tuttavia il Piano Strategico del Comune di Alessandria, anche se il Comune,
essendo soggetto proponente, è stato anche, correttamente, il primo soggetto ad aver
formalmente accettato ed adottato le prime risultanze del Piano, come si evince dalla
assoluta ed evidente connessione, anche descrittiva, tra il Piano Strategico e la revisione
del Programma di Mandato. Anzi, la revisione del proprio Programma di Mandato è nei
fatti un primo e rilevante segnale di rispetto che la pubblica amministrazione proponente
ha voluto manifestare al lavoro condiviso con moltissimi altri attori locali. La stessa
inclusione di parti importanti di testi condivisi in sede di pianificazione strategica, sovente
Connessione al proposti e talvolta dettati da attori diversi dalla amministrazione pubblica prima
proponente il processo, direttamente nella revisione del Programma di Mandato, è fatto
programma di raccomandato dalla migliore dottrina, che chiede di adattare l’azione di breve periodo alle
mandato scelte condivise nel lungo termine, creando una doverosa connessione tra la visioning di
breve e quella di più ampio respiro.
Il Piano Strategico è un documento che l’Associazione lascia in dote alla città, perché ciò
è scritto nel suo stesso Statuto e nella sua fondativa Carta dei Diritti e dei Doveri, invitando
tutti gli Enti pubblici e privati che hanno contribuito a redigerlo a confrontarsi con esso,
e con la sua visione di insieme. Di più, il documento è il frutto di una azione molto faticosa
di mediazione e condivisione di un laborioso processo, che ha visto l’Associazione
La torre d’avorio “Alessandria 2018”, nei fatti, includere decine di altri soggetti, appartenenti a mondi diversi
da quelli che inizialmente avevano avviato il motore dell’operazione. Ci si riferisce agli
apporti, che il lettore potrà leggere nelle schede progetto, di decine di membri effettivi di
tavolo, che riguardano ad esempio Ordini Professionali, che includono il mondo del
Sociale e della Sanità, che vedono il coinvolgimento di tutte le maggiori e riconosciute
rappresentanze della città nei quattro settori dell’economia, dello sviluppo urbano, del
sistema della conoscenza e del campo sociale.
Il documento è quindi una azione di mediazione delle visioni diversificate dei diversi attori
territoriali, i quali hanno portato ciascuno un pezzo di contributo ad un progetto
complessivo che spesso travalicava il proprio singolo ambito di intervento. Inoltre, se si
considera che moltissime schede progetto, come si documenta, vedono tra i proponenti
soggetti che hanno competenze molto diversificate, e non di rado antitetiche o addirittura
concorrenziali, appare evidente - ictu oculi - il valore dell’operazione. Ancora, giova
ricordare che tutte le schede sono state formalmente depositate, illustrate da un relatore,
dibattute, talvolta emendate, ma tutte, indistintamente tutte, approvate all’unanimità.
Trattasi, lo ribadiamo, di un valore di indicazione meramente tecnica, e non di una
approvazione politica, che al momento della stesura del presente testo deve ancora
verificarsi, ma nondimeno trattasi di fatto quantomeno irrituale, almeno nel contesto locale
di riferimento, come da molte parti è stato sottolineato.
Infine, si ricorda – ancora per rispondere alla facile critica della mancanza di fondi - che
sotto il profilo metodologico questo approccio appare corretto con riferimento alla
dottrina della pianificazione non solo strategica, ma in genere. Tutta la moderna teoria
della pianificazione, a partire da quella adottata da Banca Mondiale per arrivare a quella
usata in Comunità Europea, si basa su una definizione delle priorità prima, e non dopo,
la definizione di un budget, e la conseguente fase di fund raising. In questo, si ribadisce,
è il valore del documento, e spetta al mondo politico definirne le priorità, valutandone i
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I 4 assi e la vision
La pianificazione non può, per sua definizione, essere avulsa da una logica di intervento
di lungo termine, sia perché è fatto suggerito dalla migliore dottrina in materia, sia perché
per loro natura taluni ambiti di azione non possono essere concretizzati nel breve periodo,
per fatti tecnici, giuridici, economici, realizzativi in genere. In questo, la vision di città che
dovrà adottare il Comune di Alessandria, è nel futuro, tenendo doverosamente conto di
un processo di pianificazione, sviluppato con approccio bottom up, che ha visto in questi
mesi un articolato e profondo, nonché largamente condiviso, dibattito della società civile
nell’ambito del processo di pianificazione strategica.
La vision
La visione di città che si trova in questo documento nasce nell’ambito di un processo che
ha visto un’ampia partecipazione ed un profondo ed articolato confronto di idee. Occorre
quindi trovare una connessione tra la politica di breve termine, rappresentata dai confini
del mandato amministrativo, e quella di lungo termine, che trova le sue origini nella
impostazione del piano strategico che il Comune di Alessandria, facendo sintesi delle
posizioni largamente condivise, intende definire. Chiaramente i due piani devono essere
connessi e collegati, se del caso attuando opportune correzioni di rotta, ricordando sempre
che il Comune è solo uno dei tanti soggetti che insieme concorre, per la propria parte, alla
realizzazione di una idea comune e complessiva di città.
La visione di Alessandria di domani non è riconducibile a slogan, sia perché rinunciamo
volentieri a tale compito – che pure ricorre tradizionalmente nella letteratura di genere -
sia perché la singola definizione appare riduttiva rispetto al progetto complessivo.
Potremmo dire che è una visione di una città innovativa, di una città moderna conscia dei
propri limiti ma anche delle proprie potenzialità, che il Piano indica chiaramente su 4 Assi,
che sono le quattro “gambe” del proprio sviluppo. Tratteremo quindi dei contenuti dei 4
Assi, descrivendo anche i contenuti dei 3 Tavoli che ogni Asse ha ritenuto di avviare, prima
di affrontare successivamente la lettura ed analisi delle singole schede progetto, o azioni,
che – secondo linee strategiche definite di intervento – sono state depositate
4 assi su 12 tavoli complessivamente sui 12 tavoli.
Il primo Asse è quello dello Sviluppo Economico, valutando che una comunità non può
svilupparsi in assenza di risorse, ed implicitamente riconoscendo che la produzione del
reddito sarà essenziale per il mantenimento e possibilmente l’aumento degli spazi
occupazionali, e che il concorso dell’economia privata in un processo di sviluppo pubblico
sarà determinante anche nei prossimi anni, soprattutto in un contesto come quello attuale
di crisi e di contrazione tendenziale della spesa pubblica. Il secondo Asse è quello dello
sviluppo urbano, tema affrontato in una ampia accezione che non dimentica il fattore di
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universitario a due livelli. Il primo livello è quello della ricerca, intendendosi con tale
termine una ricerca applicata, concreta ed operativa, rispondente alle reali esigenze del
comparto produttivo. Questo livello significa realizzare una Cittadella della Conoscenza,
cioè un luogo fisico di connessione tra il mondo della ricerca universitaria ed il mondo
dell’impresa. Si osservi che, come si vedrà dall’analisi delle schede, esiste una connessione
molto stretta tra i temi affrontati su questo tavolo dell’Asse di sviluppo economico ed i
temi affrontati sul tavolo della Ricerca dell’Asse della Conoscenza. Infatti, il modello della
Cittadella della conoscenza pienamente si integra con i progetti del tavolo, che vedono le
associazioni di categoria proporre soluzioni tecnologiche per il sostegno non tanto della
ricerca applicata, quanto dello sviluppo precompetitivo delle proprie imprese. Tuttavia,
non sfugge a chi conosce la differenza tra i due ambiti di intervento, anche sotto il profilo
della distinzione giuridica, che si trova non nel nostro codice civile quanto nella disciplina
comunitaria, che i due temi dello sviluppo precompetitivo e della ricerca applicata siano
pienamente integrabili, ed anzi sovente sequenziali. Di qui, il modello privatistico
immaginato dalle soluzioni delle associazioni di categoria pienamente sarebbe funzionale,
per la parte di sviluppo, al modello privatistico immaginato dalla Cittadella della
Conoscenza di iniziativa di Politecnico ed Università, e depositato come progetto sul
tavolo della Ricerca, nell’Asse della Conoscenza.
Si badi che allorquando si parla di approccio privatistico non ci si riferisce al destinatario
della prestazione o al modello giuridico di riferimento, quanto all’approccio di mercato
dell’intervento, che deve essere remunerativo e produttivo di redditività, uscendo dalla
logica del sostegno pubblico indifferenziato. Il secondo livello è quello del sostegno al
capitale umano ed alla formazione. In tal senso, la città di Alessandria si colloca in una
posizione logistica favorevole alla raccolta di esigenze formative del comparto produttivo,
Capitale umano sul modello delle scuole di alta formazione che altre città, di dimensioni non maggiori
della nostra, hanno saputo realizzare. In tal senso, anche qui si colga una connessione
logica molto importante tra le indicazioni strategiche proposte dalle associazioni di
categoria e la risposta, che non si trova al tavolo in oggetto, ma che possiamo rinvenire al
tavolo della Didattica universitaria, laddove si trova il progetto ad esempio di una “Business
School”, ed anche al tavolo della Ricerca, dove si trova il progetto di un sistema che tende
a diffondere le conoscenze con un modello reticolare (modello di Rete delle Conoscenze).
Da ultimo, ma non per importanza, occorre rilevare come il sistema bancario locale sia
caratterizzato – come ha dimostrato l’indagine diagnostica - da una situazione di
sostanziale oligopolio in capo a pochi istituti di credito: tale circostanza consente di
ipotizzare azioni concordate e condivise di sostegno all’accesso al credito, tema che, oggi
di attualità, sarà ancora più importante in futuro. Come si vedrà in maggior dettaglio nella
Capitale finanziario parte di descrizione dei contenuti progettuali, il tema dell’accesso al credito – rectius
dell’accesso al capitale – è tema strategico di riconosciuta importanza. Non sfugge la
distinzione tra le due definizioni: il capitale di rischio ed il capitale di debito sono, con
tutte le intermedie distinzioni quali quelle del capitale ibrido, distinte modalità di
finanziamento aziendale. Sul tema, molto bisogna fare, per introdurre una reale visione di
moderna impresa, che non veda la dimensione di piccola impresa come un valore in sé,
ma ponga il tema della crescita in una dimensione di contesto internazionale. In tal senso,
come molti aziendalisti insegnano, l’accesso al mercato del capitale, non solo di debito
ma anche di rischio, diventa uno strumento di crescita in grado di condizionare, in modo
straordinariamente rilevante, le opportunità di crescita, soprattutto in un mercato come
quello italiano, caratterizzato dalla presenza prevalente di un canale finanziario indiretto.
La visione di una città moderna deve anche considerare che la competizione sui mercati
internazionali, ma anche la capacità di attrarre sul nostro territorio imprese, richiede di
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
dotarci di strumenti finanziari non soltanto legati alle forma di capitale di debito, ma anche
a quelle di capitale di rischio. Su questo terreno, nel quale altri sono più avanti di noi, è
possibile immaginare uno sviluppo con il concorso del contesto produttivo, in
collaborazione con quello finanziario e scientifico. Di nuovo, si vedano le connessioni tra
le schede progetto depositate sui tavoli dell’asse economico e quelle depositate su quelli
dell’asse della conoscenza. Giova rimarcare il fatto che ciò non è casuale, ma frutto
razionale del processo di pianificazione strategica utilizzato, poiché numerose riunioni
hanno visto un approccio multidisciplinare, e la presenza di diversi attori locali ai diversi
assi, talvolta reciprocamente in qualità di membri consultivi di differenti tavoli.
Tavolo 3 – Terziario
Per quanto concerne il terzo settore, che possiamo definire terziario, la visione concordata
di città è prevalentemente legata alla connessione tra tre parole chiave: cultura, turismo e
commercio. La tesi emersa dai lavori di tavolo è che in una logica moderna, una città
medio/piccola e priva sostanzialmente di un’autonoma e riconosciuta capacità di
attrazione, debba operare per creare un fenomeno di richiamo organizzato verso il centro
cittadino. Per comprendere appieno tale impostazione ideologica, e per dimostrare la
connessione tra le tre tematiche sopra richiamate, occorre esplicitare alcune ipotesi di
base. Queste considerazioni sono propedeutiche e fortemente integrate con il tema della
cultura, di cui tratteremo più avanti, ma anche con il tema che consideriamo “faro” per la
città di Alessandria, e cioè la Cittadella Militare. Non è un caso infatti che ai tavoli nei
quali si è trattato del tema della Cittadella militare di Alessandria le associazioni di categoria
rappresentanti il settore terziario sono state sistematicamente presenti, riconoscendo come
il commercio e la cultura siano fattori di sviluppo integrato, specialmente se connessi dal
tema turistico.
Gli argomenti socio-economici alla base della tesi condivisa e della visione di città
conseguente sono i seguenti: cambiamento del mondo e degli orari di lavoro, cambiamento
del modello di famiglia, aumento della cultura media, dell’età media, e delle aspettative di
vita delle persone. vale la pena accennare appena alle valutazioni emerse ed ampiamente
Cambiamenti dibattute e condivise. Intanto, nel mondo occidentale si assiste nei decenni, a partire
socio-economici almeno dai primi decenni del secolo scorso, anche per il merito delle lotte sindacali e per
effetto dell’aumento della produttività del lavoro, ma anche per ragioni culturali, ad una
progressiva diminuzione del tempo lavorativo. Il modello di famiglia è per contro cambiato
per moltissime ragioni che sarebbe articolato richiamare, dai cambiamenti dei ruoli tra
uomini e donne alla introduzioni di differenti modelli di famiglia, ai fenomeni di
integrazione razziale, solo per citarne alcuni. L’aumento della cultura media è fatto
innegabilmente connesso all’aumento della scolarizzazione, mentre l’invecchiamento della
popolazione e delle aspettative di vita sono fattori confermati, con particolare riferimento
alla città di Alessandria, anche dalla citata indagine diagnostica effettuata dalla Università
degli Studi del Piemonte Orientale. Un combinato disposto di tutti questi fattori sta
creando un bacino economico nuovo e per certi aspetti ancora parzialmente inesplorato:
Il bacino il bacino del tempo libero. A ben vedere, lo sviluppo del commercio cittadino non può
essere slegato dallo sviluppo degli altri due fattori di occupazione del tempo libero, e cioè
del tempo libero la cultura ed il turismo. Torneremo ad approfondire tale tesi nella parte di visione di città
dedicata alla cultura ed al progetto per noi ritenuto insieme più ambizioso e più
caratterizzante la nostra città: la Cittadella Militare di Alessandria.
Con questa chiave di lettura, tuttavia, possiamo ora esplicitare le linee strategiche previste
per il settore terziario, che ruotano attorno al concetto di città aperta. Tale concetto ha una
visione ed uno strumento realizzativo. La visione è quella di una città accessibile, e questo
si collega ai temi dell’organizzazione del territorio e del suo sviluppo urbano (parcheggi,
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Una visione di città pulita coincide con quella di una città salubre e vivibile; questa visione
di città richiede il coinvolgimento di due attori territoriali. Da un lato è necessario
prevedere attività di analisi di rischio di natura ambientale, con competenze rinvenibili
presso i Dipartimenti Universitari locali, dall’altro è opportuno collegare tali analisi a
valutazioni di tipo sanitario, con skills riscontrabili presso il sistema della salute locale.
Entrambe le linee d’azione devono comunque essere considerate propedeutiche ad
adeguamenti infrastrutturali volti alla rimozione e tendenziale eliminazione di tutti i fattori
inquinanti. Lo sviluppo sostenibile è inoltre chiaramente collegato ed integrato con la
pianificazione urbanistica, con particolare riferimento alle previsioni in materia di
costruzione, ristrutturazione degli edifici, zonizzazione acustica e mobilità urbana.
Un altro tema particolarmente rilevante per una visione di sviluppo sostenibile della città
di Alessandria è strettamente interconnesso alla parte economica. Uno dei grandi
cambiamenti del secolo attuale è il passaggio riconosciuto dalla economia della produzione
alla economia del rifiuto. In tal senso, il rifiuto, storicamente considerato un problema,
viene sempre più considerato una opportunità. Ci riferiamo in particolare al settore della
“green economy”, ed al sostegno che ogni attore del tavolo, ciascuno per la propria parte,
intende dare, in questa accezione, all’implementazione di processi di produzione ed utilizzo
di energia da fonti rinnovabile e di recupero di materia e di energia dai rifiuti.
Questa visione prospettica di città consente di immaginare la connessione almeno di tre
Connessione settori. Il primo è ovviamente il comparto industriale, il secondo è il mondo della ricerca
di tre settori applicata, il terzo è quello del settore agricolo, nella logica sopra descritta (di mercato sia
di approvvigionamento sia di destinazione).
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entrambi, almeno sui temi di Alta formazione e Didattica avanzata, sul modello di una
Scuola di Alta Formazione, che gestisca insieme i molteplici progetti che da parte dei due
Atenei verranno proposti sulla base delle rispettive competenze, fornendo al mondo del
lavoro una risposta nuova, integrata, completa sotto il profilo dei fabbisogni formativi
specialistici.
Tavolo 2 – Ricerca
Il sistema della conoscenza significa anche implementare la ricerca. Occorre rilevare come
in questo ambito la visione strategica maturata al Tavolo del Piano Strategico intenda
perseguire e sostenere non tanto singoli progetti, quanto la creazione di opportuni
contenitori atti ad accoglierli. Si tratta di una posizione di grande lungimiranza, sostenuta
e promossa sia dal Politecnico di Torino, sia dall’Università degli Studi del Piemonte
Orientale. Se infatti si esaminano le schede progetto depositate al tavolo, si osserva che vi
sono solo 2 progetti, ma si tratta da un lato di schede quadro e di ampio valore strategico,
e si deve considerare altresì il fatto, dall’altro, che i due Atenei hanno fornito un contributo
molto rilevante di progettazione nei singoli contenuti sui molteplici singoli tavoli del Piano
Strategico stesso.
La scelta di campo effettuata con lungimiranza da entrambi gli Atenei è veramente
innovativa, e tiene in considerazione le osservazioni, talvolta critiche, formulate da altri
2 progetti quadro in attori locali del mondo economico, finanziario, sociale locale. Ci riferiamo in particolare
tema di Ricerca al fatto che la ricerca, se sostenuta dal sistema economico e finanziario locale, non possa
che essere, almeno nei limiti di tale sostentamento, a questo strumentale. Di qui, per uscire
da una logica talvolta auto-referenziante del sistema universitario, sovente incentrato su
tradizionali modelli pubblicistici, per i quali si cercava in passato il finanziamento di
progetti di ricerca decisi autonomamente dai singoli Dipartimenti, si è convenuto da parte
dei due Atenei di ragionare insieme su un nuovo modello, ispirato a logiche privatistiche
e di mercato.
Il modello al quale ci riferiamo, e per il quale è stato effettuato un ripensamento, è quello
della Cittadella della Conoscenza, per la quale esiste un finanziamento a seguito della
presentazione del progetto nell’ambito dei Piani Territoriali Integrati (PTI). In tale
modello, i Dipartimenti di ricerca del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi del
Piemonte Orientale erogano servizi e consulenze a pagamento, nonché attività di alta
formazione. Inoltre, un progetto denominato “Rete delle conoscenze”, a suo tempo
La Cittadella commissionato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, è stato parimenti
della conoscenza e rivisto alla luce dell’attuale contesto caratterizzato dall’interesse manifestato per i temi
una rete delle della conoscenza da molti attori pubblici e privati. In entrambi i casi i due progetti, riveduti
ed aggiornati alla luce delle indicazioni degli attori del Tavolo, hanno dato origine alle due
conoscenze citate schede progetto, che dettano le linee strategiche verso le quali convergere.
Certamente, quale che sia la scelta definitiva, del contenuto e dei contenitori, scelta per la
quale devono essere coinvolti molteplici attori, dalla Provincia di Alessandria al Comune,
dalla Fondazione della Cassa di Risparmio alla Camera di Commercio, dalla Confapi alla
Confindustria, dall’ASL all’ASO, nella visione di lungo termine di città la didattica
universitaria di base, un sistema integrato di alta formazione e un sistema organizzato di
ricerca applicata alle necessità del territorio sono i tre pilastri della conoscenza come la
immaginano gli attori locali.
Per quanto concerne la Ricerca, in particolare (ma il tema riguarda anche l’Alta Formazione
discussa sull’altro tavolo), il modello si deve orientare verso una soluzione più privatistica,
intendendosi con tale termine non il mercato di riferimento, ma la logica di
funzionamento. Se infatti la Didattica di base non può per sua stessa natura prestarsi a
significativi ritorni monetari, e quindi deve cercare una logica di sostegno pubblico, la
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dalle incredibili capacità di attrazione (una fiera di tre giorni attira decine di migliaia di
persone, più di quante probabilmente l’hanno visitata nel corso di decenni), immaginare
un progetto che esca dalla logica degli eventi per entrare in quella di un’organizzazione
stabile ed imprenditoriale, appare essere la soluzione razionalmente perseguibile. In tal
senso, gli ambiti ed i confini di tale visione del progetto faro della nostra città sono chiari
e già delineati dal Consiglio Comunale. Il primo ambito è quello della mente, e consiste
La testa, il capo nel declinare progetti finalizzati al soddisfacimento dei livelli più alti, mentale ed emotivo.
Il secondo ed il terzo livello, che potremmo chiamare del corpo e della pancia,
e la pancia corrispondono rispettivamente a due ambiti del livello fisico, cioè i settori economici del
benessere (settore in forte crescita in tutti i mercati) e del commercio dedicato (fortemente
integrato con il turismo di nicchia ed il turismo culturale). Quanto all’ultima affermazione,
evidenziamo con forza come questo modello, lungi dall’essere considerato dissacrante, ha
consolidate esperienze i tutti i casi culturali internazionali di successo più famosi (dal
Guggenheim al Louvre ai Musei vaticani). Da ultimo, nella visione di lungo termine della
città, l’industria della cultura, che vedrà nella Cittadella il suo progetto “faro”, simbolo e
richiamo, si integra con un sistema coordinato di musei, biblioteche, osservatori culturali,
poli archivistici ed attività inerenti al nostro Conservatorio.
Su questi ragionamenti generali, ampiamente dibattuti al tavolo di lavoro, si sono
concentrati gli interventi progettuali, che hanno portato - come si vedrà - contributi diversi
e diversificati di importanti attori locali.
Giova osservare che sul tema “faro”, e cioè sul tema della Cittadella militare di Alessandria,
non sono state depositate al Tavolo della Cultura schede progetto in quanto il tema, nato
sotto il profilo culturale, ha poi assunto un piano di dibattito più ampio. In particolare,
l’evolversi della discussione ha portato a considerare la lettura del bene stesso in un
contesto allargato che, senza trascurare la prima logica di intervento (quella culturale
appunto), ha tuttavia ammesso che fosse doveroso ampliare il dibattito in modo
trasversale ad altri attori, presenti sugli altri tavoli di lavoro. Di qui, la decisione di costituire
sul tema specifico della Cittadella un gruppo di lavoro multidisciplinare che ha visto diversi
soggetti interessati del mondo dell’economia, della finanza, dell’Università e del
Il gruppo di lavoro Politecnico, degli ordini professionali, degli Enti pubblici, e che ha esaminato il tema in una
multidisciplinare logica differente. Ritenendo infatti che il bene in sé non dovesse essere considerato come
un manufatto da visitare in orari definiti ed assoggettato alla sola logica degli eventi (logica
sulla Cittadella del museo), ma come un quartiere della città da ripensare in chiave moderna (logica del
borgo), si sono formulate differenti valutazioni, sulle quali si è raggiunta una unanimità di
vedute.
Intanto, da più parti si è evidenziato il problema di una ricognizione dello stato dell’arte,
di tipo tecnico, ma soprattutto di tipo giuridico. Si è anche riconosciuto che la lettura del
bene finalizzata a riscoprire un borgo storico della città apre ad una chiave di lettura che
consente di pensare anche ad usi notturni della Cittadella, poiché un borgo di una città non
si chiude, come un museo, al termine dell’apertura, o come un evento, al termine di una
manifestazione.
L’idea prevalente è stata quella di pensare, su proposta degli ordini professionali degli
ingegneri, degli architetti e del Politecnico, ad una sorta di road map, una sorta di percorso
di analisi, che definisse prevalentemente l’idea di un percorso, di un contenitore, più che
di contenuto. Non sono tuttavia mancati contributi anche di contesto, come i preziosi
Il road map apporti in chiave culturale proposti dall’Università, o le valutazioni inerenti la connessione
con il fiume o con i collegamenti viari alla città mediante sistemi di trasporto pubblici. In
ogni caso, il dibattito sulla Cittadella avviato al tavolo della cultura, e al quale le varie schede
progetto proposte dagli attori locali sono idealmente collegate, ha preso atto del fatto che
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incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. In questa seconda dimensione, l’idea alla
quale i vari attori locali si sono impegnati a dare il proprio contributo è quella di sviluppare
due livelli di integrazione. Il primo è quello istituzionale e relazionale, coincidente nella
volontà di tutti gli attori territoriali di mettere a disposizione le proprie competenze,
informazioni e banche dati. Il secondo è quello di utilizzare le moderne tecnologie
La rete informatiche per fare sì che tutto questo patrimonio di informazioni, oggi disperso tra i
vari attori, pubblici e privati, venga messo a fattore comune. La realizzazione di questa
visione del mercato del lavoro locale dovrà consentire praticamente, in qualunque giorno
dell’anno, non solo di sapere in un istante e da parte di tutti quali siano le offerte e le
domande di lavoro, ma anche di pianificare per tempo la soddisfazione delle une e delle
altre. Questo sistema è oggi ben lungi dall’essere realizzato, rimbalzandosi le competenze
e le responsabilità in capo all’uno o all’altro soggetto con grave perdita di opportunità e
sostanziale inefficacia della ricerca.
Parlando di una visione del lavoro futura, non possiamo dimenticare il tema fondamentale
della sicurezza sul lavoro e della salute in ambiente di lavoro. Tale tema è stato affrontato
al Tavolo di lavoro con soluzioni progettuali che prevedono azioni sinergiche ed integrate
di enti ed organizzazioni competenti in materia (INAIL, SPRESAL-AL, ISPESL,
Università, sindacati, associazioni datoriali e di categoria imprenditoriali, Direzione
La sicurezza Provinciale del Lavoro, Comune e Provincia di Alessandria). L’obiettivo dichiarato è quello
sul lavoro di avere nel medio/lungo termine un aumento significativo della cultura in materia di
sicurezza sul lavoro, ed una conseguente diminuzione degli infortuni. La modalità con la
quale raggiungere tale obiettivo è quella di avviare processi virtuosi di gestione di questo
tema in alcuni ambiti sociali. Ciò prevede il sostegno da parte della Pubblica
Amministrazione a processi di orientamento, ma anche di introduzione nelle aziende,
anche con il supporto delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, di sistemi
di gestione della sicurezza, anche con riferimento a comparti e settori nei quali tale tema
appare particolarmente rilevante (ad esempio nell’edilizia).
Tavolo 2 - sviluppo del welfare
Un secondo ambito applicativo della dimensione della comunità è quello del welfare sociale.
Oggi, come ricordato dagli esperti del Tavolo di lavoro, esistono nel nostro Paese tre
modelli di welfare: welfare State, welfare mix e welfare society. Il nostro sistema di welfare vede
convivere i tre modelli e le tre diverse logiche di pianificazione. Nella nostra comunità,
inoltre, è aumentata negli ultimi anni, in modo preoccupante, la fragilità dei singoli e di
interi gruppi sociali, anche per causa di forte instabilità socio-economica. In questa società
nella quale le richieste di aiuto aumentano, sia in termini di numero, sia in termini di
complessità, le risorse disponibili non sono più sufficienti. Dall’altro lato, i nuovi utenti dei
servizi, nel territorio della nostra città, sono lavoratori usciti forzatamente dal mercato del
lavoro, persone sotto sfratto, persone impoverite da condizioni di precarietà lavorative,
creando una situazione patologica nella quale la normalità entra prepotentemente nella
scena dei servizi sociali, in un contesto in cui questi sono impreparati a gestirla.
In questo nuovo scenario gli interlocutori dei servizi non devono essere solo gli utenti, ma
I modelli di welfare tutti gli attori presenti sul territorio, dalle istituzioni ai soggetti informali, comprese le
famiglie che entrano a far parte della rete dei servizi. In quest’ottica i vari attori ed esperti
partecipanti ai lavori del Piano Strategico hanno concordato sull’ipotesi di ripensare ad
un sistema integrato di servizi sociali nel quale si sostituisca la logica della “prestazione”
con la logica della “relazione”.
Gli ambiti applicativi di questa visione di lungo termine, anche considerando i risultati
emersi dall’indagine diagnostica commissionata all’Università degli Studi del Piemonte
Orientale, riguarda differenti aspetti, tutti orientati alla promozione di un nuovo modello
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dell’incremento dell’aspettativa di vita ma anche della cronicità e di altre variabili sociali ben
note. Tali considerazioni sono alla base dell’albero dei problemi ed alla identificazioni del
Accordi di “box” delle problematiche al centro della mappa stessa, come si vedrà.
programma Da parte pubblica, sentite le opinioni degli esperti e professionisti del settore, si è preso
atto del fatto che lo sviluppo dell’associazionismo in Medicina Generale sia una necessità
e nuovi modelli molto sentita e i progetti presentati dai medici di base, in collaborazione con il Collegio
Infermieri Professionali della Provincia di Alessandria, fanno intravvedere un nuovo modo
di gestire la sempre maggiore domanda di salute.
Come vedremo esistono progetti proposti da ordini professionali e strutture socio sanitarie
che riguardano l’idea di un Sindaco messaggero di salute, ma anche progetti che ipotizzano
una nuova concezione di benessere. Inoltre, il lavoro congiunto degli esperti e
professionisti del settore ha proposto logiche di medicina di gruppo integrata e di cure
primarie integrate.
Il modello proposto fa ipotizzare strutture di I livello nelle quali opera un pool di medici
e di altri professionisti della salute , con la disponibilità per i cittadini di una fascia oraria
di 10 – 12 ore. In queste innovative unità (che ricordano il modello inglese) dovrebbe
essere effettuato un approfondito filtro, inclusa una prima fascia di accertamenti
diagnostici di base, che consenta di evitare accessi indiscriminati di pazienti al Pronto
Soccorso, che oggi creano, in questa struttura ospedaliera, lunghe attese e inducono gravi
problematiche per quanto attiene la corretta gestione delle urgenze.
Per quanto concerne le professioni sanitarie e la formazione professionale, occorre
anticipare le esigenze del futuro. E’ ben noto che alcune professioni sanitarie (in particolar
modo quelle non mediche) soffrano di gravi criticità e che, non raramente, si riesca con
grande difficoltà a garantire, a malapena, il turnover. Per questo è opportuno sostenere la
Anticipare il futuro proposta di implementare le attuali strutture didattiche periferiche della Facoltà di
Medicina dell’Università del Piemonte Orientale. Da questi ragionamenti è stato sviluppato
un percorso concettuale che ha portato all’ipotesi di attivazione di nuovi corsi di laurea in
ambito sanitario, richiesto dal mondo medico stesso. Ciò è auspicabile che avvenga, a
parere degli attori del Tavolo, sia numericamente che per tipologia di corso di laurea breve,
con una particolare attenzione al settore infermieristico, non dimenticando la necessità di
infermieri professionali specializzati in pediatria, essendo presente nell’ASO il secondo
Ospedale Pediatrico della Regione Piemonte. Un’altra laurea breve richiesta dal mercato
è quella della fisioterapia, stante la presenza in città di un grande Centro Riabilitativo quale
il “Borsalino”, come pure necessita un corso periferico il settore dei tecnici di radiologia,
in virtù della presenza presso l’ASO di attività di settori e specialità di alta fascia quali
Radiologia (TAC, RNM) , Medicina Nucleare (PET), Radioterapia (Acceleratore Lineare).
In questo scenario, ai margini del Tavolo di lavoro è sempre stato citato da molti attori il
Nuovo ospedale ed grande tema strategico dell’Ospedale, anche se gli attori hanno concordato di non
integrazione di depositare schede progetto sul Piano Strategico, stante la presenza di altri tavoli di
discussione appositamente dedicati ad altro livello. Da più parti si conviene tuttavia sul
presidi ospedalieri
fatto che il nuovo ospedale di Alessandria dovrebbe costituire il volano per l’economia
della provincia locale, garantire la riqualificazione dell’offerta di produzione incrementando l’alta
specializzazione ed evitando l’ancora troppo elevata mobilità passiva, verso la Lombardia,
in un territorio di confine particolarmente vulnerabile e facilmente “aggredibile” da
produttori pubblici e privati di fuori regione. L’integrazione con altri presìdi ospedalieri
della Provincia è un requisito importante per mettere in rete i diversi livelli di servizi
ospedalieri offerti alla popolazione, evitare competizioni interne dannose, favorire
l’integrazione professionale e culturale degli operatori e razionalizzare l’offerta con
inevitabili e positive ricadute.
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Un settore che si ritiene debba essere potenziato è quello della sperimentazione e della
ricerca nell’ambito di protesi e ausìlii ortopedici, riabilitativi e cardiovascolari, in
Connessione con la collegamento con l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, con il Politecnico di
Torino e con le aziende del territorio che operano nell’ambito delle materie plastiche e dei
Ricerca metalli speciali. Ciò in considerazione della presenza nell’ASO di un Dipartimento
Cardiovascolare di alto livello (con SOC di Cardiochirurgia e SOC di Chirurgia vascolare),
di un Centro Ortopedico di riferimento regionale per le protesi e dell’Ospedale
Riabilitativo “Borsalino”, struttura di II livello dove si potrebbero sperimentare, stante la
presenza di pazienti riabilitandi, affetti da patologie neuromuscolari e traumatologiche e
cardiovascolari, nuovi strumenti e innovative tecniche per la mobilità e non solo.
Sarebbe inoltre auspicabile sviluppare e potenziare l’attività formativa e tutoriale
nell’ambito dell’Emergenza Sanitaria nella quale l’ASO di Alessandria vanta una grande
tradizione e che potrebbe consentire di effettuare formazione in sede per medici e
personale infermieristico proveniente dalla Regione Piemonte e da altre regioni, utilizzando
proficuamente, una volta ristrutturata, la foresteria situata all’interno dell’ospedale
“Borsalino” e di proprietà dell’ASO.
Da tali considerazioni preliminari di carattere generale, formulate ai Tavoli di lavoro, è
disceso un importante lavoro di analisi che ha condotto gli esperti a lavorare con
particolare attenzione al tema della costruzione di una comunità sanitaria integrata, sulla
quale sono stati depositati contributi progettuali più avanti commentati nel presente lavoro.
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PARTE II
Analisi
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AssE I - sviluppo economico
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Industria
Nel secondo tavolo di lavoro dell’Asse economico (manifatturiero), si presentano diversi
progetti che affrontano il tema dello sviluppo industriale partendo dalla decisione di
identificare quattro linee strategiche fondamentali. I fattori dello sviluppo industriale
riconosciuti sono quelli dell’internazionalizzazione di impresa, della ricerca ed innovazione
tecnologica, dell’innovazione nel capitale umano e finanziario.
Il tema della ricerca applicata e dello sviluppo precompetitivo è il riconosciuto fattore di
sviluppo strategico del territorio, e sono stati sviluppate due schede progetto; la prima
prevede un percorso virtuoso finalizzato al raggiungimento del “rating tecnologico
dell’impresa” e, per i nuovi progetti di innovazione da sviluppare, di una “certificazione
del progetto d’innovazione”, mentre la seconda mira alla valutazione del potenziale di
innovazione dell’azienda e ad azioni per il miglioramento della qualità del processo
produttivo.
Il progetto “Tecnogate PMI”, presentato da Confapi Alessandria – Associazione delle
Piccole e Medie Imprese della provincia di Alessandria, prevede la realizzazione di
un’analisi ed un check up tecnologico sulle imprese del territorio comunale al fine di
sviluppare un’azione facilitatrice a favore delle PMI nei confronti della problematica
dell’innovazione d’impresa e di sviluppare, in collaborazione con gli Enti accademici, un
percorso virtuoso finalizzato al raggiungimento del “rating tecnologico dell’impresa” e, per
i nuovi progetti di innovazione da sviluppare, di una “certificazione del progetto
d’innovazione”.
Il progetto “Azioni di check del livello tecnologico e di assistenza nella crescita innovativa
delle imprese”, proposto da Confindustria Alessandria, ha ad oggetto la valutazione del
potenziale di innovazione dell’azienda e azioni per il miglioramento della qualità del
processo produttivo. Giova rilevare come dalla lettura della scheda si comprenda che con
il termine innovazione non si intende la capacità di apportare cambiamenti strategici con
l’invenzione (di un nuovo processo, o di un nuovo prodotto) ma si intende la capacità di
migliorare la qualità dei processi aziendali, con interventi costanti e puntuali.
Le imprese del comparto Alessandrino, sia le PMI che le Grandi, avranno una capacità di
crescita nella misura in cui sapranno confrontarsi con i mercati internazionali, non solo
in termini di sporadica esperienza, ma anche in termini di radicata e consolidata presenza.
Se l’internazionalizzazione di impresa è una delle linee strategiche di sviluppo identificate
dal piano, l’approccio alla soluzione immaginata dal progetto “Internazionalizzazione –
costruzione di una rete di conoscenze”, presentato da Confindustria Alessandria è
certamente innovativo, prevedendo lo scambio di esperienze internazionali via web e la
diffusione delle informazioni tra imprese per accrescere la competitività sui mercati
internazionali. Il progetto muove dalla necessità di favorire lo scambio di esperienze
internazionali via web e la diffusione delle informazioni tra imprese per accrescere la
competitività sui mercati internazionali. Si rileva che lo scopo strategico è quello della
diffusione delle conoscenze nei processi di internazionalizzazione per contribuire a
diminuire il divario di competitività tra imprese di grandi dimensioni e PMI. L’idea è quello
di sostenere l’incremento della conoscenza tecnica e teorica a supporto della presenza
delle imprese sui mercati esteri, allo scopo di favorire l’apertura e lo sviluppo commerciale
internazionale delle aziende.
Se internazionalizzazione e ricerca ed innovazione tecnologica sono le chiavi di successo
per il futuro, si è anche consapevoli del fatto che le imprese non possono sostenere
investimenti in questi settori in assenza di opportuni fattori di sostegno, a cominciare da
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
quelli finanziari. In questa chiave di lettura vanno considerate le 2 azioni previste nelle
schede progetto inerenti la linea del sostegno finanziario. La prima scheda intende fornire
alle piccole e medie imprese del territorio un qualificato supporto nell’accesso a servizi di
assistenza finanziaria qualificata, utili per favorire l’accesso al credito, particolarmente
necessari nell’attuale fase congiunturale, mentre il secondo progetto è volto a sostenere
il processo di crescita e di rafforzamento delle PMI sotto il profilo organizzativo e
finanziario.
Con il progetto dal titolo “Supporto nella gestione economico-finanziaria e nella
patrimonializzazione d’impresa”, proposto da Confindustria Alessandria, si intende
appunto fornire alle piccole e medie imprese del territorio supporto nell’accesso a servizi
di assistenza finanziaria qualificata, utili per favorire l’accesso al credito, particolarmente
necessari nell’attuale fase congiunturale.
Con il progetto dal titolo “Accesso al credito per le PMI”, sin intende nello specifico, su
iniziativa di Confapi Alessandria – Associazione delle Piccole e Medie Imprese della
Provincia di Alessandria, offrire un supporto alle aziende, volto a sostenere il processo di
crescita e di rafforzamento delle PMI sotto il profilo organizzativo e finanziario. Rileva il
fatto che il progetto preveda una assistenza “personalizzata” per ogni singola impresa
attraverso strumenti di finanza ordinaria/straordinaria e controllo di gestione.
Inoltre si è prevista una scheda per la creazione di cluster di imprese: è indubbio che se
da un lato il nostro paese è caratterizzato da una anomala dimensione di SMEs (small &
medium enterprises), che storicamente sono un riconosciuto fattore di forza tipicamente
italiano, dall’altro proprio le sfide della globalizzazione richiedono una capacità competitiva
che una PMI non può avere, in un contesto internazionale. Di più, alla base della scheda
progetto “Reti di impresa e clusters”, proposta da Confapi, sta il ragionamento,
ampiamente condiviso, del fatto che la dimensione dell’ impresa non deve costituirne un
freno alla competitività, poiché un complesso di fattori (organizzativi, umani, finanziari),
se non diversamente gestiti - con i cluster appunto - potrebbe impedirne la crescita. Il
ragionamento è molto ampio, naturalmente, ed è strettamente collegato ai fattori di
sviluppo delle imprese, tra i quali la dimensione, anche in termini di capitale umano e
finanziario in particolare, è una delle variabili strategiche cruciali. Come si vede, quindi, i
progetti del tavolo sono fortemente integrati tra loro nei ragionamenti e nella vision di una
impresa dinamica, in crescita, con forti investimenti in capitale umano, finanziario,
relazionale.
Terziario
Il terzo tavolo di lavoro dell’Asse di sviluppo economico ha contributi misti di parte
pubblica e privata. Da parte del Comune di Alessandria si è pensato ad un progetto di
radicale rivisitazione del modello della Fiera di San Giorgio, pensando di riqualificare la
storica manifestazione alessandrina, nell’ottica di una capillare specializzazione e della
creazione di eventi di sicuro richiamo di visitatori anche a livello extracomunale. Il
progetto, dal titolo “Organizzazione e riqualificazione della Fiera di San Giorgio”,
presentato dal Comune di Alessandria, mira a trasformare la storica manifestazione in un
evento di richiamo turistico, e non più solo nella Fiera Cittadina, mantenendo le tradizioni
ma con uno sguardo alle novità ed al futuro, e collegare iniziative culturali, quali mostre,
esposizioni, eventi, intrattenimenti alla classica offerta commerciale.
Il combinato disposto degli sforzi pubblici del Comune di Alessandria e delle Associazioni
di categoria del commercio ha portato ad identificare una seconda azione strategica nell’
OADI (Organismo associato d’impresa), che potrebbe risultare uno strumento snello e
versatile al fine di introdurre una nuova consapevolezza nella gestione ed organizzazione
degli esercizi commerciali del centro città e valorizzare quello che è il commercio
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“tradizionale”. Si veda la scheda progetto dal titolo “La valorizzazione delle attività
economiche del centro cittadino attraverso gli Oadi”, di iniziativa congiunta delle
Associazioni di Categoria Associazione Commercianti e Confesercenti e Comune di
Alessandria.
La linea strategica del sostegno al credito, similmente per quanto proposto a livello
industriale, trova poi una precisa proposta di azione nella scheda progetto del Credito alle
imprese commerciali, mediante misure di finanziamento diretto garantito da Confidi, e
mediante misure per il rafforzamento delle strutture di garanzia per agevolare l’accesso al
credito, pensate in modo specifico per le necessità finanziarie delle imprese del settore
terziario, che hanno notoriamente esigenze di cassa e di finanziamento al capitale circolante
(working capital) diverse e peculiari. Si veda la scheda progetto, riferita alla linea 1 – misure
e strumenti a sostegno del territorio – dal titolo “Il credito alle imprese commerciali”,
presentato congiuntamente dalle associazioni di categoria Ascom e Confesercenti.
Nel piano trova poi spazio l’azione strategica del town center management, progetto che
evidenzia l’opportunità legata alla creazione di una “cabina di regia” che si occupi del
rilancio della città capoluogo, con azioni di marketing territoriale, ricerca investitori,
pianificazione degli insediamenti. Tale azione è chiaramente correlata e sinergica a quella
degli OADI. Giova rilevare che la scheda progetto sul “Town Centre Management”,
idealmente depositata sulla linea 1 – città dell’accoglienza – congiuntamente predisposta
da Ascom e Confesercenti, ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al
raggiungimento delle seguenti finalità di interesse diffuso: dare una visione strategica alle
diverse attività promozionali e di marketing sviluppate per il centro storico, consentendo
l’aggregazione risorse pubbliche e private.
Inoltre, su iniziativa di spin off nati in ambiente accademico locale, è stato presentati un
progetto di consulenza, formazione ed aggiornamento del settore turistico locale, ed un
progetto per la creazione di un “pacchetto” di prodotti enogastronomici tipici locali in
chiave turistica. Si veda per la prima tematica la scheda “CreaTurismo Alessandria”, un
progetto di Consulenza-Aggiornamento-Formazione-Creazione d’Impresa per il Turismo
Alessandrino, e per la seconda tematica la scheda “Alessandria, Gusta e Gira”, un progetto
per la creazione di un “pacchetto” di prodotti enogastronomici tipici locali in chiave
turistica, entrambi di iniziativa di LaST-Laboratorio Sviluppo e Territorio (spin off
Università Piemonte Orientale).
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
TAVoLo 1
AGRIcoLTuRA
PREmEssA GEnERALE
I rappresentanti delle principali organizzazioni professionali di categoria nell’esaminare
la condizione del settore agricolo nel territorio di Alessandria hanno ribadito che il settore
attraversa un periodo di profonda crisi che investe l’intero comparto ed è comune a tutto
il territorio nazionale. Tale situazione si manifesta nelle crescenti difficoltà che molte
aziende incontrano a coprire i costi di produzione e a far fronte ai costi di investimento.
Il perdurare di tale congiuntura rischia di determinare la progressiva espulsione dal mercato
delle aziende meno competitive e l’abbandono della coltivazione dei terreni più marginali.
La ragione principale di tutto ciò è da ricercarsi nel calo dei prezzi dei prodotti agricoli,
conseguenza della eliminazione delle misure di sostegno da parte dell’Unione Europea,
e del progressivo allineamento dei prezzi dei prodotti agricoli ai livelli mondiali, molto
più bassi. A questo proposito giova ricordare che fin dalla sua costituzione la Comunità
Europea ha adottato una politica agricola comune.
Il principio ispiratore era, ed è tuttora, che le agricolture dei paesi membri non possano
competere con il mercato globale e pertanto debbano essere sostenute: il mantenimento
Le ragioni della crisi sul territorio europeo di una agricoltura capace di garantire comunque una quota
dell’approvvigionamento alimentare e un presidio del territorio è infatti considerato
obiettivo strategico irrinunciabile. Fino al 1992 venne garantito il sostegno dei prezzi, poi
tale politica venne abbandonata sia in ragione delle distorsioni di mercato indotte
dall’artificiale sostegno dei prezzi, sia a causa dell’avanzare del fenomeno della
globalizzazione e del progressivo processo di liberalizzazione del commercio mondiale.
Allo stato attuale il sostegno alle aziende agricole, destinato peraltro a ridursi nel tempo,
è attuato attraverso una politica complessa che può essere semplicisticamente riassunta
in applicazioni di plafond produttivi a molte produzioni, erogazioni di contributi alle
aziende non più come sostegno al prezzo dei prodotti, ma commisurati alle superfici
coltivate, erogazione di contributi a fronte di interventi migliorativi dell’ambiente, misure
strutturali per favorire lo sviluppo rurale.
Anche queste forme di sostegno tuttavia, quando i prezzi dei prodotti scendono ai livelli
attuali non riescono a garantire alle aziende livelli di reddito sufficienti.
I bassi prezzi mondiali dei prodotti agricoli trovano la loro giustificazione, in costi di
produzione molto inferiori a quelli europei e in particolare italiani; Le nostre aziende infatti
per ragioni storiche e a causa anche della tipologia del territorio, devono fare i conti con
una struttura aziendale rigida, una scarsa concentrazione dell’offerta e una dimensione
media insufficiente per competere con il mercato globale.
Per tali ragioni la valorizzazione e la salvaguardia della agricoltura italiana non possono che
puntare sulla qualità e specificità delle produzioni tipiche, sulla concentrazione dell’offerta
per le produzioni di base, sul miglioramento delle capacità imprenditoriali e in generale
sulla riduzione dei costi di produzione.
Esaminando nello specifico l’agricoltura alessandrina al fine di evidenziarne i punti di
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
forza e di debolezza e per individuare quindi le linee strategiche su cui operare per
favorirne lo sviluppo nel medio periodo, si evidenzia che i punti di forza sono il tessuto
imprenditoriale, caratterizzato dalla presenza di molte aziende di dimensione medio
Punti di forza
grande, strutturate e tecnologicamente avanzate, il territorio, in larga parte pianeggiante
e di debolezza fertile ed irrigabile, la presenza di strutture cooperative di essiccazione stoccaggio dei
cereali, la presenza di due consorzi irrigui, l’ottima posizione logistica ; dal punto di vista
delle produzioni la vocazione del territorio è in primo luogo cerealicola, ma si annovera
anche una radicata vocazione zootecnica con numerose stalle da carne e da latte ; il Centro
cooperativo Raccolta Latte, che associa le principali stalle della Provincia e detiene la quota
di maggioranza della Centrale del latte, ne è una conferma e ha costituito, anche
storicamente, per la popolazione delle province di Alessandria e di Asti un punto di
riferimento importante per la qualità del prodotto e la assoluta garanzia di provenienza.
Per quanto attiene i punti di debolezza dell’agricoltura locale è necessario sottolineare in
primo luogo gli aspetti ambientali e pedologici, sia perché parte del territorio comunale
ha terreni meno fertili, ghiaiosi, poco profondi, con bassa redditività dell’irrigazione, sia
perché i terreni più fertili, vicino ai fiumi sono spesso soggetti ad alluvione; a questo
proposito la realizzazione di opere di salvaguardia dei centri urbani ha determinato
l’aumento della frequenza e della velocità con cui le acque esondano e invadono i terreni
con gravi danni che la mancanza di politiche assicurative adeguate rende più gravosi.
L’agricoltura a questo proposito subisce l’impatto che altre attività determinano: la
costruzione di nuovi tratti stradali , lo sviluppo delle aree residenziali e produttive
consumano suolo agricolo, aumentano la superficie impermeabile, stravolgono la rete
idrografica minore la cui efficienza risulta sempre più difficile da mantenere e soprattutto
costituisce un ulteriore costo per l’agricoltore che viene spesso semplicisticamente indicato
come responsabile ultimo. Le problematiche collegate alle periodiche esondazioni del Rio
Lovassina, gli allagamenti e l’erosione dei terreni che si verificano nelle aree collinari ne
sono un esempio.
Per quanto attiene gli aspetti produttivi la mancanza di produzioni tipiche di affermata
visibilità e di grande pregio commerciale costituisce un limite e proprio la vocazione
cerealicola del territorio, in relazione all’andamento dei prezzi estremamente negativo per
questi prodotti, può essere un elemento di debolezza; i cereali, “commodities” per eccellenza,
non sono differenziabili per questo subiscono di più la concorrenza dei prodotti
provenienti dall’estero a costi inferiori: la possibilità di sviluppare politiche di filiera per
i cereali, passa attraverso l’ulteriore concentrazione e standardizzazione dell’offerta e
questo non è favorito da un certo individualismo che comunque caratterizza i nostri
imprenditori.
A questo proposito il tavolo di lavoro evidenzia che il settore agricolo è comunque un
ambito dove prevale l’impresa familiare e dove la cultura d’impresa stenta ad affermarsi.
Anche a livello locale dove pure sono presenti imprenditori di grande competenza tecnica
Cultura di impresa e aziende tecnologicamente ben attrezzate, l’età media degli agricoltori è avanzata e spesso
si riscontrano problemi di non adeguato passaggio generazionale e comunque di
diminuzione del numero di addetti .
Ciò è altresì collegato ad una progressiva perdita di importanza e visibilità del settore
agricolo a favore di altri settori. Tale fenomeno, di natura generale, interessa anche il nostro
Comune con una progressiva perdita, soprattutto nelle giovani generazioni, di conoscenze
dirette del mondo agricolo descritto in modo folcloristico e mediato dalla pubblicità
televisiva.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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Asse I - sviluppo economico
Tavolo 1 Agricoltura
AnALIsI s.W.o.T.
Aspetti territoriali - pedologici - Inquinamento atmosferico e pedologico soprattutto nell’area della Fraschetta
- Territorio in larga parte pianeggiante - vulnerabilità delle aree più fertili alle alluvioni dei fiumi anche in relazione alla
realizzazione di opere di difesa della città che hanno trasformato di fatto molte aree.
agricole in casse di espansione
- Parte del territorio ad elevata fertilità ed irrigabile sia per la presenza di pozzi che per
consorzi irrigui - vulnerabilità del territorio nei confronti dello scorrimento superficiale delle acque dovuto
alla presenza di una rete idrografica minore vasta e in cattivo stato di manutenzione il cui
- Presenza di cascine di alto valore storico - architettonico situate attorno alla città ripristino e mantenimento implica costi elevati
- Erosione trasporto a valle nelle aree di collina
- Nessuna o comunque scarsa attenzione al consumo di suolo agricolo a favore di altri
impieghi considerati più remunerativi e prioritari (logistica, infrastrutture, insediamenti
residenziali)
- vocazione cerealicola - La vocazione cerealicola può essere un punto di debolezza in relazione all’andamento di
mercato sfavorevole e alla scarsa caratterizzazione del prodotto
- Presenza di numerose stalle da latte (alta qualità) e da carne - Mancanza di produzioni tipiche di pregio e fortemente connotate
- Sparizione della barbabietola da zucchero
Competitività Infrastrutturale Competitività Infrastrutturale
- Presenza di Centro Cooperativo Raccolta Latte socio di maggioranza della Centrale del - Forte individualismo aziendale
Latte spa
- Presenza di tre grandi strutture cooperative di essiccazione e stoccaggio cereali - Cooperative di stoccaggio cereali incapaci di sinergie per garantire efficaci politiche di
filiera
- Presenza di due consorzi irrigui - Subordinazione degli interessi dell’attività agricola alle esigenze di altri settori
- Ottima posizione logistica (inquinamento dei corsi d’acqua, realizzazione di infrastrutture)
Asse II - sviluppo economico
Tavolo 1 Agricoltura
AnALIsI s.W.o.T.
oPPoRTunITà mInAccE
Aziendali - produttive Ambientali - territoriali
- Concentrare, qualificare e valorizzare l’offerta cerealicola - Progressiva riduzione della superficie agricola utilizzata e cementificazione del territorio
- valorizzare la filiera corta del latte (Centrale Latte) anche in relazione alla elevata qualità - Rischio esondazione dei fiumi e dei torrenti esaltato dalle realizzazione di opere di
del prodotto salvaguardia delle città
- verificare la possibilità di valorizzare altri prodotti come carne ed ortaggi attraverso - Rischi connessi al cattivo stato di manutenzione e dalla ampiezza della rete idrografica
azione di sensibilizzazione della opinione pubblica sulla produzione locali minore
- valorizzare la presenza di aziende ad elevata dotazione meccanica anche con - Forti problematiche ambientali su aree estese (Fraschetta, Spinetta, Rio Lovassina)
l’introduzione di colture energetiche
Imprenditoriali
- Mancanza di politiche assicurative adeguate per i danni da alluvione
- Globalizzazione dei mercati
- Riduzione dei prezzi
Culturali
- Progressiva perdita di visibilità e di importanza del settore, a favore di altri
- Progressiva perdita, soprattutto nelle giovani generazioni, di conoscenze dirette del
mondo agricolo descritto in modo folcloristico e mediato dalla pubblicità televisiva.
PIAno sTRATEGIco DI ALEssAnDRIA
Asse I sviluppo Economico - Tavolo 1 Agricoltura
ALbERo DEI PRobLEmI (cAusE/EFFETTI)
crisi profonda del settore agricolo, con aziende che non riescono più a garantire reddito, vengono espulse dal
mercato, con conseguente perdita di professionalità e competenze, abbandono dei terreni marginali; difficoltà delle
imprese ad adeguarsi al mercato
FATToRI EsoGEnI
FATToRI EsoGEnI
maggiore ricorso ad alimenti di
provenienza e qualità meno
controllabili
Differenza di
Prodotto valore tra multifunzionalità
Difficoltà a cultura
principale produzione e dell’azienda
differenziare i imprenditoriale
(cereali) poco consumo non a agricola poco
prodotti non adeguata
caratterizzato favore sviluppata
dell’agricoltura
Ragioni Linea 4
Linea 2 storiche
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
LInEE sTRATEGIchE
Innovazione tecnologica
Linea 2
con applicazioni ambientali
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
PRoGETTo n. 1
Titolo:
Produzione di energia da biogas
Innovazione tecnologica
Linea 2
con applicazioni ambientali
sottotitolo:
Produzione di energia da biogas proveniente dalla digestione anaerobica della frazione
umida dei rifiuti solidi urbani e effluenti zootecnici ed altri materiali.
soggetti proponenti:
Confagricoltura Alessandria, Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori, Consorzio
ARAL
Descrizione del progetto:
La produzione di energia alternativa rappresenta uno strumento di sviluppo estremamente
importante.
Gli aspetti ambientali legati alla riduzione dei gas serra e allo sfruttamento di risorse
rinnovabili sono ben noti e si assiste a una continua ricerca di fonti rinnovabili.
I rifiuti sono stati spesso collegati attraverso l’utilizzo dei termovalorizzatori alla
produzione di energia; i vantaggi, però, in questo contesto, sono spesso stati valutati di
secondaria importanza rispetto ai rischi ambientali.
Inoltre, in un contesto ove si è privilegiata la raccolta differenziata, un utilizzo massale
dei rifiuti in funzione energetica appare meno importante del loro recupero e riciclo.
In un’ottica di migliore utilizzazione delle risorse e di ricerca di fonti rinnovabili non
depauperanti del territorio e del paesaggio, non in contrasto con la produzione alimentare
e indirizzate a un riduzione dell’impatto ambientale e a un miglioramento della qualità
della vita, l’utilizzazione della frazione umida dei rifiuti solidi urbani appare una delle fonti
utilizzabili a scopo energetico che risponde a questi requisiti, specialmente se vista in
“simbiosi” con altre di natura strettamente agricola.
Attualmente questa frazione dei rifiuti urbani viene avviata al compostaggio; il compost
così ottenuto viene commercializzato presso le aziende agricole provinciali e presso altre
utilizzazioni sempre di natura agricola (vivai principalmente). Il Consorzio ARAL di
Alessandria produce un compost di alta qualità, apprezzato dagli utilizzatori finali. Fattori
di criticità nella produzione di compost sono legati alla stagionalità dell’utilizzo agricolo
che non si coniuga con i tempi di produzione, alla produzione di odori e al costo elevato
delle strutture produttive proprio per gli strumenti di abbattimento odorigeno.
Un’alternativa potrebbe essere la destinazione della frazione organica dei rifiuti alla
produzione di energia attraverso la biodigestione anaerobica per la produzione di biogas.
Questo sistema risolverebbe completamente il problema legato alla produzione di odori
e avrebbe anche il pregio di ridurre notevolmente i volumi trattati ottenendo comunque,
al termine della digestione, un compost di pari qualità rispetto a quello oggi ottenuto.
I vantaggi economici legati alla produzione di energia e l’annullamento degli odori
potrebbero consentire un importante abbattimento dei costi di produzione; questi vantaggi
economici consentirebbero di lavorare il compost, fornendogli maggiore valore aggiunto;
si potrebbe infatti formulare il compost oggi in polvere trasformandolo in pellet.
Questa lavorazione, ad oggi impraticabile per il suo alto costo, consentirebbe, inoltre, lo
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
stoccaggio del compost, sia in stabilimento che direttamente nelle aziende agricole che
quindi potrebbero utilizzarlo in tempi e modi di maggiore efficienza ed efficacia.
Ma la produzione energetica e l’ottenimento di compost di migliori caratteristiche si
potrebbe raggiungere attraverso la digestione anaerobica dei rifiuti organici mescolati agli
effluenti zootecnici prodotti dai nostri allevamenti.
Pur se rispetto al passato la zootecnia alessandrina ha subito una contrazione come
numero di allevamenti, quelli rimasti si sono affermati come produttori di alta qualità di
discrete dimensioni.
Pur non avvertendo nessuna necessità impellente di disporre di ulteriori strutture per lo
stoccaggio oltre a quelle esistenti e di terreni per l’utilizzo agronomico degli effluenti
prodotti aggiuntivi a quelli condotti o gestiti in asservimento, questi allevamenti
potrebbero collaborare attivamente alla produzione di biogas, conferendo i propri effluenti
all’impianto consortile.
Il beneficio che si otterrebbe in questo modo sarebbe legato a una quantità di biogas
notevolmente superiore a quella ottenibile solo utilizzando rifiuti organici e al
raggiungimento di un livello qualitativo del compost ottenuto notevolmente superiore.
Inoltre il compost in uscita potrebbe diventare un ottimo fertilizzante misto organico se
addizionato a frazioni fosfo-potassiche e opportunamente pellettizzato o granulato.
Il concime misto organico così commercializzato, oltre a ridurre l’impiego di fertilizzanti
di sintesi e ad offrire apporti di elementi in forma organica, meno dilavabili e dall’attività
biologica migliorativa, potrebbe consentire un risparmio di risorse finanziarie per la
fertilizzazione delle colture e consentire una distribuzione delle sostanze organiche in
modo semplice e poco oneroso verso quelle aree che più di altre, per motivi pedologici,
soffrono della costante riduzione della sostanza organica nel suolo agrario.
La localizzazione del digestore anaerobico, potrà essere individuata nelle immediate
vicinanze dell’attuale impianto di Castelceriolo gestito dal Consorzio ARAL; la linea di
produzione del compost esistente nell’impianto di Castelceriolo verrebbe in questo modo
meglio utilizzata.
Inoltre, annoverando l’AMAG tra i proponenti il progetto, vengono arricchite le possibilità
operative dell’impianto con l’utilizzazione anche dei fanghi di depurazione quale materiale
metanogenetico.
Finalità generali:
q produrre energia da fonti rinnovabili.
q produrre compost e/o fertilizzanti misto organici di qualità
q ridurre i costi di produzione del compost e l’impatto ambientale sotto il
profilo degli odori prodotti durante il ciclo di compostaggio
q ridurre i costi di produzione delle aziende agricole
q allargare l’area interessata ala distribuzione di sostanza organica di pregio,
per migliorare la fertilità, ridurre i fenomeni erosivi e il dilavamento degli
elementi nutritivi a tutto vantaggio della qualità delle acque superficiali e
profonde
obiettivi specifici:
- Realizzare un impianto di digestione anaerobica in accordo con il Consorzio
ARAL.
- Migliorare la gestione del compost prodotto dal Consorzio ARAL.
Attività:
p costituzione di una Società (a capitale misto pubblico e privato) per la
gestione dell’energia e del compost/fertilizzante misto organico
p sottoscrizione con gli allevatori interessati di contratti di fornitura o di
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
partecipazione societaria
p progettazione della linea di pellettizzazione del compost e/o quella di
miscelazione con i fertilizzanti fosfo-potassici e di granulazione, posto che le
altre linee produttive del Consorzio ARAL sono già idonee a sostenere questi
nuovi processi produttivi
p verifica, in base ai volumi di effluenti zootecnici conferiti, del sistema di
viabilità
Risultati:
Ci si attende una serie di risultati legati principalmente a:
n produzione di energie rinnovabili;
n riduzione dell’inquinamento ambientale;
n maggiore sostenibilità ambientale della gestione dei rifiuti e dei reflui
zootecnici;
n riduzione dei costi di gestione dei rifiuti
Questi risultati attesi si traducono in vantaggi per l’intera collettività.
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Come descritto, si potrebbero ipotizzare risorse, strumenti e forme di finanziamento
pubbliche e private. Per le pubbliche, data la valenza del progetto, si potrebbero coagulare
risorse comunali e provinciali; per quelle di natura privata potrebbero essere attese
partecipazioni da parte degli allevatori e di altri imprenditori interessati nella gestione
dell’impianto o dei prodotti ottenuti.
costi:
Il costo dell’impianto, in base alle potenzialità produttive, è elevato, ma ammortizzabile
grazie alla produzione energetica e alla vendita del compost/fertilizzante misto-organico.
Si stima che il costo sia di circa 7 milioni di euro per la costruzione di un biodigestore; sarà
anche valutata l’opportunità di sdoppiare l’impianto per utilizzare frazioni organiche
diverse non direttamente compatibili tra loro nell’ottica della massimizzazione della
produzione metanigena.
Quest’ultimo sarebbe comunque commercializzato a costi competitivi con i fertilizzanti
complessi attualmente utilizzati in agricoltura.
Fattibilità:
La realizzazione dell’impianto non presenta particolari problemi, come pure non sarà
problematica la possibilità di digestione anaerobica di una miscela composta da effluenti
zootecnici e rifiuti.
è auspicabile la partecipazione di AMAG al fine di creare un’integrazione tra i vari
componenti che renda maggiormente fattibile la realizzazione dell’impianto
Alcuni ostacoli potrebbero essere costituiti dalla logistica degli effluenti zootecnici, anche
se nelle immediate vicinanze dell’impianto di Castelceriolo sono presenti alcuni allevamenti
di grandi dimensioni e dall’armonizzazione di questo progetto con eventuali progetti
alternativi che potrebbero essere pianificati.
Un ulteriore ostacolo potrebbe essere costituito dai tempi non tanto di realizzazione
dell’impianto, quanto di concessione delle necessarie autorizzazioni e agli accordi tra i vari
soggetti interessati.
cronoprogramma:
Data la dimensione e la complessità del progetto, ci si attende la realizzazione dei vari
passaggi in non meno di 12 – 18 mesi.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
PRoGETTo n. 2
Titolo:
Valorizzazione e sviluppo delle filiere corte
sottotitolo:
Disponibilità di un’area mercatale per la vendita diretta dei prodotti agricoli.
soggetti proponenti:
Confagricoltura Alessandria , Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
PRoGETTo n. 3
Titolo:
Valorizzazione del frumento alessandrino di qualità
sottotitolo:
Qualificazione della produzione granaria alessandrina con studi varietali e sulla filiera in
maniera tale da garantire una migliore remunerazione del prodotto
soggetti proponenti:
PROPONENTI
A COLDIRETTI ALESSANDRIA
B CONFAGRICOLTURA ALESSANDRIA
C CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI
anche sul fronte degli stoccatori (sia cooperativi che privati), dell’industria molitoria e di
quella di trasformazione, di piccole e di grandi dimensioni
Finalità generali:
q Migliorare il reddito dei produttori di grano dell’area alessandrina e della
Provincia.
q Promuovere e valorizzare il frumento alessandrino in una logica di filiera.
q Qualificazione di tutto il settore cerealicolo.
q Migliorare la sicurezza alimentare con l’utilizzo di prodotti locali
obiettivi specifici:
- Far crescere, nella considerazione degli utilizzatori, il nome di Alessandria
quale Provincia vocata alla cerealicoltura di qualità
- Rispondere meglio alle esigenze dell’industria utilizzatrice (essenzialmente
molini) e, più in generale degli utilizzatori (produzione di pane e prodotti da
forno)
- Individuare il prodotto/i prodotti di cui promuovere il consumo,
enfatizzandone le caratteristiche, principalmente quella della provenienze e
della sicurezza alimentare
- Migliorare le informazioni al consumatore finale
Attività:
MODALITà OPERATIvE
Qui di seguito si definiscono gli interventi che si intende effettuare nei vari ambiti:
AMBITO AGRICOLO:
p definizione della vocazionalità delle diverse aree produttive provinciali per
definire areali omogenei per caratteristiche e potenzialità produttive
p monitoraggio annuale della qualità del frumento alessandrino al fine di
avere informazioni medie delle caratteristiche qualitative del frumento tenero
alessandrino
p prove in campo dei materiali di maggior interesse scelti nel panorama
varietale al fine di individuare, per ciascun areale omogeneo, le varietà che
meglio vi si adattano in termini di resa e caratteristiche qualitative; potrà, nel
futuro, essere necessario testare anche materiali non ancora commerciali al
fine di avere maggiori e più dettagliate informazioni quando saranno
disponibili
p individuazione dei percorsi agronomici idonei a valorizzare al meglio le
caratteristiche genetiche delle diverse varietà, garantendo al contempo il
rispetto di normative cogenti in materia igienico-sanitaria
p divulgazione al mondo agricolo dei risultati ottenuti, dei consigli di scelta
varietale e di tecnica colturale, mediante opuscoli, incontri tecnici ed articoli
sulla stampa delle OOPPAA
AMBITO STOCCAGGIO E TRASFORMAZIONE
p conoscenza delle caratteristiche tecniche ed economiche degli stoccatori
presenti sul territorio provinciale (consorzi, cooperative, commercianti, ecc.)
al fine di avere un quadro preciso
p dei volumi stoccati/stoccabili annualmente
p delle caratteristiche dei depositi in relazione alle garanzie di qualità nella
conservazione
p delle principali direttrici verso cui il frumento alessandrino si dirige dopo
lo stoccaggio (sia in termini di operatori che lo acquistano, sia in termini di
zone ove viene lavorato: in provincia o fuori provincia, o fuori regione ecc.)
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Infine, per una maggiore visibilità dei risultati che il progetto di valorizzazione vuole
ottenere, occorrerà anche percorrere le due seguenti strade:
p certificazione di qualità;
p marchio di provenienza.
Questi due strumenti sono diretti al consumatore finale e devono essere legati a particolari
beni e servizi.
Risultati:
I risultati attesi da questa attività sono i seguenti:
AMBITO AGRICOLO
n le ricerche in ambito agricolo dirette alla definizione delle diverse
vocazionalità omogenee consentiranno di individuare le varietà e le
agrotecniche che meglio si adattano ai diversi ambienti, perché annualmente
si possano ottenere i risultati qualitativi e quantitativi attesi, il più possibile
costanti negli anni
n grazie alla partecipazione delle aziende nell’applicazione delle linee
tecnico/agronomiche sarà possibile ottenete masse critiche di prodotto
omogeneo
n inoltre, attraverso la puntuale divulgazione e informazione del mondo
agricolo sarà possibile intervenire capillarmente, aumentando le possibilità di
coinvolgimento degli operatori agricoli
AMBITO STOCCAGGIO E TRASFORMAZIONE
n dalla conoscenza degli aspetti post raccolta del frumento, delle strutture e
delle potenzialità di stoccaggio e trasformazione sarà possibile definire criteri
e modalità per evitare la dispersione delle partite omogenee, indirizzandole
verso canali che consentano la maggiore collaborazione tra i vari anelli della
filiera.
AMBITO ECONOMICO
n definire protocolli con l’industria al fine di fornire masse critiche di
frumento omogenee e di anno in anno il più possibile di qualità standard;
l’attività commerciale dovrà essere regolata attraverso contratti di coltivazione
stipulati con le cooperative, le aziende agricole e le strutture di stoccaggio
n ottenere una certificazione di qualità e una certificazione di origine
identificare i prodotti “a marchio”
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il progetto è finanziato dalla CCIAA di Alessandria. I proponenti sono alla ricerca di altri
finanziamenti. vista l’importanza del comparto cerealicolo per l’areale alessandrino anche
il Comune di Alessandria potrebbe investire sul progetto euro 10.000 per ognuna delle
restanti annualità (2010-2013).
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
costi:
Il progetto è attualmente coperto da un finanziamento di euro 70.000,00 annuali a carico
della CCIAA.
Fattibilità:
Il progetto è particolarmente importante per i produttori di cereali dell’areale alessandrino
e per tutti gli operatori della filiera operanti nei nostri territori. Si evidenziano anche le
valenze ambientali legati allo studio ed alla realizzazione, se fattibile, di una filiera corta.
Le maggiori difficoltà di realizzazione potrebbero consistere nella scarsa vocazionalità
degli agricoltori, delle cooperative e degli altri operatori della filiera a fare sistema.
cronoprogramma:
Quest’attività ha una durata quinquennale a partire dall’annata agraria 2008/2009.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
PRoGETTo n. 4
Titolo:
multifunzionalità dell’impresa agricola
sottotitolo:
Il progetto si pone l’obiettivo di sviluppare la multifunzionalità dell’impresa agricola
ovvero la sua capacità di fornire servizi alla collettività mediante l’utilizzo delle attrezzature
aziendali nel settore della manutenzione del territorio
soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
Descrizione del progetto:
L’art. 15 della legge 228 del 2001, prevede la possibilità per le pubbliche amministrazioni
di stipulare convenzioni e concludere contratti di appalto con gli imprenditori agricoli,
anche in deroga alle norme vigenti, finalizzati allo svolgimento di attività funzionali alla
sistemazione e alla manutenzione del territorio e del verde, alla salvaguardia del paesaggio
agricolo e forestale, alla cura e al mantenimento dell’assetto idrogeologico.
Il progetto si propone di dare attuazione a questa possibilità, già sperimentata da altre
Amministrazioni pubbliche come l’AIPO, individuando le tipologie dei lavori affidabili alle
imprese agricole e verificando la possibilità di coinvolgere le aziende site in prossimità
degli argini dei fiumi nella sorveglianza e nelle gestione delle paratoie sugli argini.
Finalità generali:
q valorizzare a favore della collettività la presenza diffusa sul territorio
delle aziende
q Consentire una azione di monitoraggio in caso di eventi alluvionali
obiettivi specifici:
- Diversificare le fonti di reddito per gli agricoltori
- Consentire un miglior utilizzo delle attrezzature aziendali
- Affidare i lavori con procedure più semplificate e più rapide
Attività:
Si prevedono le seguenti attività:
p individuazione delle tipologie di lavori da affidare alle imprese agricole
verificando con altri soggetti operanti sul territorio e con i quali il Comune ha
un rapporto diretto, come AMAG e AMIU, la possibilità di impiego delle
aziende agricole
p sottoscrizione tra Enti interessati e organizzazioni agricole di una
convenzione quadro disciplinante le modalità di affidamento dei lavori e di
individuazione delle aziende
p creazione di un albo delle imprese abilitate all’esecuzione dei lavori
mediante la definizione dei requisiti di accesso e la pubblicazione di specifico
bando
p affidamento dei lavori
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
TAVoLo 2
mAnIFATTuRIERo
PREmEssA GEnERALE
Il Tavolo riconducibile all’Asse 1 Sviluppo economico, Tavolo 2, settore Manifatturiero,
ha come membri effettivi importanti attori locali: Camera di Commercio, Confindustria
Alessandria, Confapi Alessandria, Confartigianato, CNA, Confcooperative, Legacoop,
Unicoop.
La presenza attiva di queste realtà ha portato, nel corso delle varie riunioni del Tavolo, a
costruttivi dibattiti, tutti caratterizzati dalla positività degli intenti: rilanciare l’economia
alessandrina attraverso la verifica delle criticità e la ricerca di soluzioni efficaci di medio-
lungo periodo.
Il lavoro dei Tavoli ha preso abbrivio dalla difficile congiuntura che attraversa l’intera
economia, focalizzando sulla situazione alessandrina: calo degli ordini e del fatturato, rischi
di disoccupazione, carenza di liquidità e di investimenti sono stati individuati come
l’essenza dei problemi delle nostre imprese, peraltro comune alla maggior parte delle realtà
economiche. Il Tavolo ha individuato, per iniziare a cercare soluzioni, variabili esogene,
relativamente alle quali non è possibile intervenire (trattamento fiscale, congiuntura
Analisi delle variabili economica), e variabili endogene. Su queste ultime è pensabile effettuare interventi e
endogene costruire progetti. L’individuazione di queste variabili è avvenuta muovendo dalle criticità
del sistema imprenditoriale, in relazione a differenti tematiche.
In merito a quanto appena rilevato, è possibile fare una sintesi. Pare che una cosiddetta
“consapevolezza imprenditoriale”, la sua non completa espansione, sia una prima radice
di difficoltà: il passaggio generazionale ed il rifiuto della perdita del controllo familiare a
fronte di un mercato che richiede cambiamenti sono alcuni esempi.
La Ricerca e Innovazione è un altro elemento critico. Le difficoltà riducono gli investimenti
in tal senso, magari già contenuti in tempi meno problematici, generando un cerchio
negativo, ove uno degli elementi importanti di rilancio, la ricerca appunto, viene
compresso, divenendo causa solidificante delle criticità.
L’Internazionalizzazione, legata strettamente al non pieno sviluppo di una efficace cultura
imprenditoriale.
L’accesso ai finanziamenti: forte cambiamento del sistema creditizio, carenza di strumenti
locali di sovvenzioni evolute, declinano un altro importante tassello che limita la rinascita
sana e forte della nostra economia.
Muovendo da queste variabili esogene, il Tavolo, procedendo in modo strutturato, ha
evidenziato i punti di forza e di debolezza del sistema economico alessandrino, nonché le
minacce ed opportunità offerte dall’analisi del sistema stesso.
I punti di forza risiedono nel tessuto produttivo diversificato: in provincia di Alessandria
tutti i settori dell’economia hanno una loro rilevanza; risiedono anche nella presenza di una
Punti di forza e forte moltitudine di micro e piccole imprese, che se da un lato fa scaturire problematiche
criticità legate alla nuova struttura dei mercati odierni, rappresenta un capitale territoriale di
indubbio valore, capace di internazionalizzarsi e fare ricerca di alto livello.
La profonda crisi del sistema orafo, il non pieno sviluppo di un radicale legame fra impresa
60
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
l’impegno della Camera di Commercio è pertanto quello di rendere sempre più fruibili sul
territorio i servizi di CEIPiemonte alle imprese della provincia di Alessandria.
Capitale finanziario Capitale finanziario: la carenza di liquidità è un nodo essenziale della crisi che ha
attraversato il mondo economico. Tale carenza limita gli investimenti in Ricerca e Sviluppo,
in Formazione e quindi, anche, in Internazionalizzazione. La volontà sottesa a questa linea
di intervento è dare maggior respiro al sistema delle imprese locale.
62
Asse I - sviluppo economico
Tavolo 2 manifatturiero
AnALIsI s.W.o.T.
oPPoRTunITà mInAccE
Sviluppo di sinergie su temi quali ricerca, innovazione, internazionalizzazione Presenza di grandi imprese aventi i propri centri decisionali in altre città
Sviluppo di misure specifiche di formazione a supporto della cultura imprenditoriale Perdita di insediamenti produttivi per delocalizzazione
Sviluppo di azioni di fund raising e strutturazione del ricorso al credito Rischi legati alla governante locale (anche rispetto alla comunicazione)
Sviluppo di progetti integrati in collaborazione tra istituzioni ed associazioni di categoria Perdita di rappresentatività all’estero
Creazione di strumenti di supporto alla internazionalizzazione Dimensione delle imprese non sufficiente ai mercati internazionali
Ideazione di strumenti di sostegno alla ricerca e sviluppo Cultura di impresa non evoluta
Ideazione di strumenti di sostegno alla cultura finanziaria Insufficienti investimenti in formazione aziendale
PIAno sTRATEGIco DI ALEssAnDRIA
Asse I sviluppo Economico - Tavolo 2 manifatturiero
ALbERo DEI PRobLEmI (cAusE)
Imprenditoria
sviluppata nel
settore Family Tardiva
produttivo con business Problema di Difficoltà di carenza non pieno
consapevolezza
grandi doti disponibilità di accesso alle cognitiva supporto
delle imprese
tecniche risorse umane opportunità delle degli Enti
rispetto alle
e finanziarie tecnologiche imprese competenti
opportunità
carenza di
ruolo Europeo
FATToRI EsoGEnI
Difficoltà di accesso
al credito per il calo
tessuto produttivo dell’occupazione
(credit crunch)
condizioni di
Rischi di perdite Perdite di
accesso
di posti di lavoro competenze
difficoltose
Deterioramento
del tessuto calo di consumi
Fase “attendista” sociale
Effetto pro
strategie ciclico
Perdita di fiducia
difensive
Effetto
“pro ciclico”
Indebolimento delle
imprese
Dimensione ed
Riduzione di Problemi di contrazione organizzazione
competitività Limiti finanziari
passaggio della produzione aziendale variabili e
allo sviluppo
generazionale cruciali
Riduzione di
vendite necessità di effettuare
necessità di radicali ristrutturazioni
nuovi modelli per
organizzativi internazionalizzazione
Effetto pro
ciclico
necessità di supporti
necessità di specializzati
nuova cultura di consulenziali e
impresa formativi
68
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
LInEE sTRATEGIchE
capitalizzazione e fonti di
Linea 4
finanziamento
69
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Tavolo 2 manifatturiero
1. Tecnogate PMI
2. Azioni di check del livello tecnologico e di assistenza nella
crescita innovativa delle imprese
3. Internazionalizzazione: costruzione di una rete delle conoscenze
4. Supporto nella gestione economico-finanziaria e nella
patrimonializzazione d’impresa
5. Accesso al credito per le PMI
6. Reti di imprese e clusters
70
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
PRoGETTo n. 1
Titolo:
Tecnogate PmI
sottotitolo:
Tecnogate PMI prevede la realizzazione di un’analisi ed un check up tecnologico sulle
imprese del territorio comunale al fine di sviluppare un’azione facilitatrice a favore delle
PMI nei confronti della problematica dell’innovazione d’impresa e di sviluppare, in
collaborazione con gli Enti accademici, un percorso virtuoso finalizzato al raggiungimento
del “rating tecnologico dell’impresa” e, per i nuovi progetti di innovazione da sviluppare,
di una “certificazione del progetto d’innovazione”.
soggetti proponenti:
Confapi Alessandria – Associazione delle Piccole e Medie Imprese della provincia di
Alessandria
Descrizione del progetto:
Tecnogate PMI parte dalla constatazione che spesso le PMI, per problemi organizzativi,
di mentalità, e non da ultimo di risorse finanziarie, hanno oggettive difficoltà ad
approcciare in maniera corretta un percorso di innovazione aziendale (inteso tanto nei
termini di nuovi processi produttivi che di nuovi prodotti) coerente ed incisivo.
Al fine di facilitare l’accesso delle imprese di piccole e medie dimensioni agli strumenti di
crescita tecnologica, CONFAPI Alessandria intende sviluppare una serie di strumenti
adatti a sostenere l’imprenditore nei percorsi di innovazione, sia in fase di pianificazione
che di successiva realizzazione. La filosofia che ci guida e che vogliamo presentare nel
progetto è quella di innovare totalmente le procedure, non attendere le richieste degli
imprenditori, ma recarci nelle imprese per verificare, con il supporto delle necessarie
professionalità, obiettivi e fattibilità di un percorso di innovazione e suggerire le
opportunità disponibili di tipo tecnico, economico, agevolativo. Dopo, e solo dopo,
quando si fosse ravvisata l’opportunità di mettere in campo una ricerca o di realizzare
un’idea innovativa, quando si fosse individuata la struttura universitaria o il centro di ricerca
in grado di aiutare l’impresa, allora, se del caso, subentrerebbe il professionista in grado
di redigere il progetto e/o la domanda di accesso ad eventuali finanziamenti pubblici
Tutto ciò verrà realizzato attraverso una serie di azioni a favore del sistema produttivo
provinciale quali la verifica sul campo (leggasi in azienda) delle specifiche situazioni di
approccio all’innovazione di imprese rappresentative per poter sviluppare una adeguata
proposta di sviluppo tecnologico in collaborazione con il sistema universitario/di ricerca,
nonché la definizione di tool quali il Rating Tecnologico e la Certificazione di Progetto di
Innovazione in grado di migliorare l’accesso al credito connesso all’investimento in
Innovazione. Nello specifico la “certificazione del progetto d’innovazione” riconoscerà
che un determinato percorso di Ricerca e Sviluppo, nella sua concezione progettuale
piuttosto che nelle sue diverse fasi realizzative, sia conforme a determinate norme standard
riconosciute a livello nazionale o internazionale. Il “rating tecnologico dell’impresa”,
invece, sarà finalizzato ad attestare, attraverso una griglia di indicatori, il grado di
innovazione di una specifica impresa esistente al momento della verifica.
71
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Finalità generali:
Le finalità generali sono di aiutare le imprese a sviluppare la cultura della ricerca e
innovazione e sviluppare una collaborazione con il mondo accademico in modo tale da
ampliare e radicare la cultura della ricerca ed innovazione nelle PMI della Provincia.
obiettivi specifici:
L’obiettivo specifico del progetto Tecnogate PMI è quello di portare ad un deciso
miglioramento del livello di tecnologia generale nelle Piccole e Medie Imprese della
Provincia di Alessandria.
Attività:
1. DEFINIZIONE DI UN SISTEMA DI vALUTAZIONE
DELL’INNOvAZIONE NELLE PMI
Individuazione, anche attraverso test di verifica della correttezza procedurale, degli
elementi necessari per lo sviluppo di una valutazione del “rating tecnologico dell’impresa”
e della cosiddetta “certificazione del progetto tecnologico” e la metodologia di
applicazione a casi concreti.
2. APPLICAZIONE DEL SISTEMA vALUTATIvO DI RATING SU UN
CAMPIONE RAPPRESENTATIvO DI PMI ITALIANE – SCREENING DEL
SISTEMA DELLE PMI
Una volta definito il sistema da applicare, occorre procedere con una valutazione sul
campo dell’applicabilità dello stesso attraverso un test per provare la bontà del sistema di
valutazione e a consentirne la correzione sulla base del test, dando la possibilità altresì di
pervenire ad uno screening attendibile della situazione di accesso all’innovazione da parte
del Sistema industriale target.
3. APPLICAZIONE ALLE PMI ITALIANE DEL SISTEMA DI
CERTIFICAZIONE DEL PROGETTO D’INNOvAZIONE
Applicazione a livello di test del sistema normato di certificazione del progetto
d’innovazione proposto dalle PMI dell’area coperta dal Servizio Tecnogate (condotta
attraverso l’attività di un ente di certificazione esterno).
4. APERTURA DEL SISTEMA DELLE PMI ALL’INNOvAZIONE
Organizzazione di incontri tecnici per incentivare un maggiore accesso al sistema dello
sviluppo tecnologico di processo o prodotto.
5. PROMOZIONE DEL PROGETTO NELL’AMBITO DEL SISTEMA DELLE
PMI
Realizzazione di momenti di presentazione pubblica sotto forma di convegni e seminari.
Risultati:
Risultato atteso è quello di monitorare e aiutare ad implementare sensibilmente il livello
tecnologico delle piccole e medie imprese.
costi, risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Voce di spesa Importo
1) Sviluppo, organizzazione e direzione servizio 125.000,00
2) Consulenze di professionisti esterni e presentazione progetti
67.000,00
di ricerca
3) Comunicazione e organizzazione eventi 30.000,00
4) Attività personale tecnico universitario ed enti certificazione 175.000,00
5) Realizzazione sistema informatico valutazione rating 15.000,00
TOTALE 412.000,00
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
73
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
PRoGETTo n. 2
Titolo:
Azioni di check del livello tecnologico e di assistenza nella
crescita innovativa delle imprese
sottotitolo:
valutazione del potenziale di innovazione dell’azienda e azioni per il miglioramento della
qualità del processo produttivo
soggetti proponenti:
Confindustria Alessandria
Descrizione del progetto:
Il progetto si sviluppa in attuazione della seconda delle quattro linee strategiche individuate
dal tavolo, quella relativa alla ricerca e innovazione.
Si precisa, intanto, che con il termine innovazione non si intende la capacità di apportare
cambiamenti strategici con l’invenzione (di un nuovo processo, o di un nuovo prodotto)
ma si intende la capacità di migliorare la qualità dei processi aziendali, con interventi
costanti e puntuali. L’attenzione è particolarmente centrata sul processo perché gli
imprenditori, specie quelli delle aziende medio-piccole, tendono invece a soffermarsi
sovente più sul miglioramento di prodotto.
L’attività vuole intanto fornire all’azienda un metodo di valutazione dei c.d. “intangible
assets”, anche fornendo uno strumento di valutazione del fattore di rischio conseguente
dallo stato tecnologico organizzativo, di controllo del mercato dell’azienda, che può essere
utile anche nella negoziazione con gli istituti di credito, specie per l’accesso a finanziamenti
di scopo delle attività di innovazione.
La valutazione del potenziale di innovazione dell’azienda può essere effettuate con due
modalità alternative, a seconda della disponibilità e del grado di coinvolgimento
dell’impresa.
La prima è la somministrazione diretta, da parte di un valutatore, in sede di colloquio con
un gruppo di figure-chiave delle varie aree di attività aziendale (che si specificano infra),
di un test di valutazione su una serie di temi strategici.
La seconda è la somministrazione di un questionario di valutazione, che viene compilato
dai vari responsabili che presidiano le aree di attività aziendale, e quindi ritornato al
valutatore che redigerà un documento di sintesi sulla base delle risposte ricevute.
Le aree strategiche individuate in un “pentacolo dell’innovazione” sono:
- l’organizzazione
- la cultura aziendale
- le tecnologie
- il mercato
- la finanza.
Per ognuna delle aree strategiche che compongono il “pentacolo dell’innovazione” è stata
individuata una serie di elementi principali di indagine.
La seconda fase dell’attività consiste nell’analisi degli elementi emersi dalla valutazione,
con l’attribuzione di una serie di punteggi derivanti dalle risposte fornite per ognuno degli
74
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
75
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
1. b) euro 15.000
1.c.a) euro 10.000 x 30 interventi = euro 30.000
1.c.b) euro 100 x 70 interventi = euro 7.000
Totale fase 1) euro 62.000
2. a) Analisi: euro 50.000
2. b) Restituzione: euro 30.000
Totale fase 2) euro 80.000
3) nr. 10 interventi consulenziali per 10 gg. cadauno: euro 100.000
Totale generale di progetto: euro 242.000
Fattibilità:
Il progetto è immediatamente attivabile, previo reperimento delle risorse finanziarie e
(minima) formazione del valutatore
cronoprogramma:
si può ipotizzare un programma di lavoro annuale con svolgimento delle varie attività nei
seguenti periodi:
- mesi 1-4 attività 1)
- mesi 5-6 attività 2)
- mesi 7-12 attività 3)
Il progetto può essere svolto, annualmente, con nuove aziende destinatarie (sulla base di
una valutazione delle risorse disponibili e quindi del numero di destinatari delle attività).
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
PRoGETTo n. 3
Titolo:
Internazionalizzazione: costruzione di una rete delle
conoscenze
Internazionalizzazione delle
Linea 3
imprese
sottotitolo:
Favorire lo scambio di esperienze internazionali via web e la diffusione delle informazioni
tra imprese per accrescere la competitività sui mercati internazionali
soggetti proponenti:
Confindustria Alessandria
Descrizione del progetto:
Il progetto si sviluppa in attuazione della terza delle quattro linee strategiche individuate
dal tavolo, quella relativa alle misure in favore dell’internazionalizzazione delle imprese.
Il progetto è finalizzato all’attivazione di un “forum” virtuale delle imprese desiderose di
conoscere meglio i mercati esteri e confrontarsi sulla base delle proprie esperienze
internazionali.
Il forum ha l’obiettivo di creare e sviluppare un dialogo tra le imprese per individuare
nuove forme di collaborazione che consentano di affrontare con successo le sfide
internazionali. E al tempo stesso consentire di condividere in modo diretto le conoscenze
esperienziali.
Il forum potrà essere realizzato attraverso è uno “spazio virtuale (web) certificato” in cui
gli attori avranno accesso su richiesta. I contenuti saranno validati da uno o più “controllers”
che garantiranno riservatezza, anonimato e affidabilità delle informazioni inserite,
attraverso anche la validazione dei contenuti inseriti.
Finalità generali:
Diffusione delle conoscenze nei processi di internazionalizzazione per contribuire a
diminuire il divario di competitività tra imprese di grandi dimensioni e PMI.
Incremento della conoscenza tecnica e teorica a supporto della presenza delle imprese sui
mercati esteri, allo scopo di favorire l’apertura e lo sviluppo commerciale internazionale
delle aziende.
obiettivi specifici:
- migliorare lo scambio di informazioni tra “stakeholders” e operatori
economici
- incrementare la collaborazione tra imprese per favorire la costituzione di reti
d’impresa per avviare, migliorare e consolidare le relazioni internazionali
- individuare iniziative e strategie di globalizzazione più vicine al mondo
imprenditoriale
- creare un sistema di qualità di enti e servizi
Attività:
p Costituzione di una rete di operatori economici disposti a mettere a fattor
comune/scambiare le proprie informazioni e esperienze in tema di
77
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
internazionalizzazione.
p Utilizzo delle tecnologie informatiche per organizzare e promuovere lo
scambio di informazioni in rete.
p Individuazione di una procedura “protetta” che garantisca l’affidabilità
delle informazioni, la riservatezza dei soggetti attori.
p Individuazione di soggetti che svolgano attività di animazione del forum
attraverso l’individuazione, la raccolta e la messa in rete di “contenuti”.
Risultati:
n Miglioramento del dialogo tra imprese: costituzione della rete
n Dare visibilità alla sperimentazione diffondendo la conoscenza attraverso
il passaparola e il web. Aumentare la familiarità dell’uso dello strumento
informatico.
n Trasferimento delle conoscenze tra le grandi imprese e le PMI Maggiore
attendibilità delle informazioni acquisite e scambiate.
Risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Confindustria ha già attivato una convenzione con la FACOLTà di Giurisprudenza
dell’Università del Piemonte Orientale “per agevolare il dialogo tra le imprese per lo
scambio di informazioni ed esperienze sui mercati internazionali “
Risorse: Stakeholders che intravvedano nell’iniziativa un potenziale sviluppo delle proprie
attività. Uno o più “controller” che monitorino la varie fasi di realizzazione del progetto.
Strumenti: creazione di un forum “virtuale” che consenta lo scambio di informazione via
web. Possibili forme di finanziamento:
- messa a disposizione di risorse (finanziarie, conoscitive) da parte degli “stakeholders”
- messa a disposizione da parte di Confindustria Alessandria di una piattaforma
informatica.
costi:
Realizzazione dello strumento informatico ed eventuale implementazione della
piattaforma messa a disposizione da Conf. Alessandria: euro 15.000
Promozione del progetto e dello strumento: euro 20.000
Costi per la comunicazione e diffusione del progetto: euro 20.000
Costi per il monitoraggio delle informazioni scambiate (in funzione dei “controllers”
individuati): euro 25.000
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
PRoGETTo n. 4
Titolo:
supporto nella gestione economico-finanziaria e nella
patrimonializzazione d’impresa
capitalizzazione e fonti di
Linea 4
finanziamento
sottotitolo:
Il progetto intende fornire alle piccole e medie imprese del territorio supporto nell’accesso
a servizi di assistenza finanziaria qualificata, utili per favorire l’accesso al credito,
particolarmente necessari nell’attuale fase congiunturale.
soggetti proponenti:
Confindustria Alessandria
Descrizione del progetto:
Il progetto si sviluppa in attuazione della quarta linea strategica individuata dal tavolo,
quella relativa al capitale finanziario.
Si prefigura un percorso di accompagnamento articolato, da realizzare con il supporto
consulenziale di esperi del settore - preferibilmente reperiti in ambito locale - che può
prevedere lo svolgimento di alcune o tutte le seguenti fasi:
- l’analisi della situazione economico-finanziaria dell’impresa;
- il supporto al processo di autovalutazione mediante processi di scoring
sintetico
- la ristrutturazione del rapporto con il sistema bancario e le istituzioni
finanziarie;
- lo sviluppo di sistemi di gestione della tesoreria;
- l’elaborazione e l’utilizzo di business plan;
- il supporto in operazioni di ristrutturazione dei debiti;
- l’analisi di operazioni di investimento in termini di supporto nella
valutazione della convenienza, nella quantificazione dei fabbisogni,
nell’individuazione delle forme tecniche di copertura e nel reperimento delle
risorse finanziarie occorrenti per una crescita equilibrata;
- la cura nell’emissione di obbligazioni, titoli di debito o altri strumenti
appropriati;
- la consulenza e assistenza qualificata nelle operazioni di finanza
straordinaria;
- nell’acquisizione o cessione di azienda o ramo di azienda; nel passaggio
generazionale; nel risolvere le divergenze tra soci;
- il supporto alla predisposizione di progetti per accesso al capitale di rischio
(es. Private equity)
Finalità generali:
La finalità generale è di supportare le imprese nello sviluppo di una funzione finanziaria
adeguata ai tempi e alla congiuntura, specie per le imprese di dimensioni più piccole,
sovente guidate da un imprenditore ottimo “uomo del fare” ma non dotato di competenze
specifiche; inoltre si intende perseguire il raggiungimento dell’equilibrio finanziario e della
patrimonializzazione necessarie alle imprese per poter competere su ogni mercato e in
80
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
costi:
Sulla base del numero di aziende che potrebbero beneficiare della presente attività si
ipotizza un costo totale pari ad euro 200.000.
Fattibilità:
il progetto è immediatamente attivabile.
cronoprogramma di lavoro:
Ogni singola attività può essere avviata al tempo 0 se indipendente dalle altre (nella scelta
dell’utilizzatore) mentre la valutazione della durata complessiva di ogni singolo intervento
è connessa all’articolazione dello stesso; comunque si stima che anche quello più articolato
possa essere perfezionato in massimo 12 mesi.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
PRoGETTo n. 5
Titolo:
Accesso al credito per le PmI
capitalizzazione e fonti di
Linea 4
finanziamento
sottotitolo:
Supporto alle aziende, volto a sostenere il processo di crescita e di rafforzamento delle PMI
sotto il profilo organizzativo e finanziario
soggetti proponenti:
Confapi Alessandria – Associazione delle Piccole e Medie Imprese della Provincia di
Alessandria
Descrizione del progetto:
Le PMI, rappresentanti la base dell’economia locale, sono generalmente caratterizzate da
uno scarso livello di patrimonializzazione che implica una crescente difficoltà nel reperire
risorse finanziarie da parte degli istituti di credito con conseguentemente immediata
ricaduta sull’obiettivo della crescita.
In quest’ottica il ricorso al mercato dei capitali, difficilmente può essere letto come una
soluzione, in quanto “molto distante” sia per carenza di “cultura finanziaria” degli
imprenditori sia perché oggettivamente caratterizzato da una procedura non immediata
e difficoltosa; in aggiunta a ciò non si può dimenticare che la concentrazione della rete
bancaria ed dei centri decisionali hanno reso il rapporto banca-impresa, specie per le PMI,
ancora meno agevole e maggiormente oneroso.
In quest’ambito si è andato ad innestare l’accordo di Basilea (c.d. Basilea II) con un forte
impatto non solo sul sistema bancario (rischio operativo, sistema di rating efficiente,
cambiamenti organizzativi), ma anche sulle imprese.
Infatti l’utilizzo di sistemi di analisi quantitativi e qualitativi per regolamentare l’accesso al
credito ha un effetto rivoluzionario sul rapporto banca-impresa, premiante per le imprese
in grado di documentare oggettivamente il loro grado di solidità patrimoniale, finanziaria
ed economica.
Di converso, il peso prevalente che prima aveva il rapporto personale dell’imprenditore
verso l’istituto di credito è oggi progressivamente ridimensionato; prassi storiche quali il
forte ricorso alle garanzie da parte delle banche, l’eccessivo frazionamento degli impieghi,
l’orientamento a rapporti di multi affidamento, la bassa propensione al finanziamento
dell’innovazione, e l’utilizzo della leva del tasso a favore prevalentemente delle grandi
imprese, sono e verranno sempre più abbandonate a fronte di un sistema bancario che si
confronta con i temi critici dell’internazionalizzazione e della riorganizzazione.
Di fatto, stiamo attraversando una fase transitoria dove, per le imprese, è imprescindibile
adeguarsi non tanto ai parametri di Basilea quanto piuttosto a parametri oggettivi di solidità
aziendale.
In particolare sopravvivranno le imprese che investiranno molto in ricerca e sviluppo,
imprese non sottocapitalizzate in cui l’imprenditore, diversamente che nel passato,
reinveste parte dei guadagni all’interno dell’impresa, ossia imprese con una bassa leva
finanziaria.
Migliori sono tali caratteristiche, migliore è il giudizio dell’istituto bancario sull’impresa
(rating) e, conseguentemente, minore è il costo dell’indebitamento che la banca applicherà
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
83
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
PRoGETTo n. 6
Titolo:
Reti di imprese e clusters
soggetti proponenti:
Confapi Alessandria – Associazione delle Piccole e Medie Imprese della provincia di
Alessandria
Descrizione del progetto:
La crisi che riguarda il nostro settore manifatturiero non solo è particolarmente pesante,
ed è lungi dall’essere terminata, ma richiede un salto di qualità per un suo superamento,
nonché la ricerca di soluzioni innovative ed originali.
Il concetto di “piccolo è bello” non vuole certo essere ripudiato totalmente, date le
caratteristiche delle nostre imprese manifatturiere, ma deve essere accompagnato
dall’espressione “l’unione fa la forza”. In molti casi e settori e soprattutto allorquando
bisogna affrontare i mercati globali, sono necessarie strutture più razionali, economie di
scala, più elevate professionalità e spesso nuovi investimenti, per vincere la sfida.
84
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
con le loro forze risorse e capacità tali da permetter loro uno scatto in questa direzione e
quindi rimanendo al palo involvono con il rischio di perdere il ruolo che fino ad oggi
avevano rivestito.
Appare quindi fondamentale concentrarsi e ricercare nel mondo delle PMI le strategie e
le soluzioni che permettano la risoluzione di problemi strutturali quali ad esempio
l’eccessiva frammentazione e la scarsa propensione all’investimento.
Le reti d’impresa
Lo Stato si è mosso in questa logica: come noto la legge 23 luglio 2009 recante misure
urgenti a sostegno delle aziende in crisi contiene la previsione del cd “Contratto di Rete”
e quindi tutta una serie di agevolazioni ed incentivi rivolti alle aziende che decideranno di
riunirsi in questo nuovo istituto giuridico voluto allo scopo di permettere aggregazioni di
scopo tra aziende.
Il contratto di rete così come ideato tenta una aggregazione che non vuole forzare
l’individualità delle imprese ma cerca di integrare risorse, progettualità e tutto il surplus
tipico della grande impresa, mantenendo nel contempo la flessibilità e l’individualità delle
piccole imprese.
Lo scopo è quello di legare ad un contratto. in cui siano chiari gli obiettivi e i singoli
apporti, le imprese per godere di un beneficio comune che potrà poi essere misurato sui
risultati individuali.
Ci si riferisce ovviamente alla centralizzazione di determinate funzioni che traggono dalla
concentrazione un maggior potere contrattuale fino ad arrivare alla maggiore capacità
d’investimenti qualora questi vengano fatti con le forze di più partecipanti.
obiettivi specifici:
Proponendo questa nostra progettualità nell’ambito del territorio alessandrino, ci
prefiggiamo un obiettivo abbastanza limitato, quale la promozione di due clusters, che
potrebbero servire come esempio per ulteriori aggregazioni.
Attività:
1. Promozione dell’idea progettuale e diffusione della stessa
2. Analisi delle imprese interessate, dei bilanci e delle prospettive
economiche
3. Intervento di affiancamento di professionisti esterni e di funzionari
dell’Associazione
costi:
Per il numero di clusters indicato, il costo può essere valutato, all’incirca, in € 50.000,00
(costituzione dei gruppi e collaborazione dei professionisti).
Fattibilità:
Immediatamente attivabile
cronoprogramma:
Il progetto è cantierabile in breve termine.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
TAVoLo 3
TERzIARIo
PREmEssA GEnERALE
Dell’Asse 1 Sviluppo economico – Tavolo 3 (terziario) fanno parte il Comune di
Alessandria e le associazioni di categoria del terziario (Associazione Commercianti e
Confesercenti), la Camera di Commercio di Alessandria, la Provincia, la Fondazione Cassa
di Risparmio di Alessandria e il Palazzo del Monferrato.
Per la definizione delle linee strategiche di tavolo si è partiti da una analisi dettagliata della
situazione congiunturale ed in particolare da una fotografia scattata alla città di Alessandria,
ovvero dall’individuazione dei punti di forza e di debolezza che contraddistinguono
l’attuale situazione economica riguardante il settore del terziario.
Fra le debolezze individuate si segnalano l’eccesso di liberalizzazione legislativa che ha
generato l’aumento della presenza di soggetti non qualificati nel settore e una mortalità
delle imprese commerciali nei primi anni di vita, gli effetti della congiuntura economica
che sta facendo defluire da altri settori produttivi (ad esempio quello orafo) nuovi
Analisi della imprenditori senza esperienza specifica, la restrizione creditizia che ha creato difficoltà di
congiuntura acceso al credito per le imprese commerciali, i costi di locazione troppo elevati nelle zone
di pregio della città, la discontinuità di tradizione nella gestione delle imprese (sempre
meno “di famiglia” e sempre più in franchising), lo scarso potere d’acquisto in alcuni
settori del centro storico, la graduale perdita di ruolo di Alessandria quale capoluogo nel
settore terziario ed il conseguente rafforzamento dell’offerta commerciale nelle città vicine
.
Dopo aver posto enfasi sulle debolezze che caratterizzano il settore, ci si è soffermati
anche sugli aspetti positivi ancora presenti, tra cui si evidenzia la tenuta sul mercato del mix
di offerta commerciale – mediamente superiore rispetto ai competitor più vicini e con
una qualità ancora in grado di attrattività. Altro elemento da considerare come punto di
forza è la professionalità mediamente elevata sia dei titolari che dei collaboratori degli
esercizi commerciali cittadini, sostenuta inoltre da una certa stabilità del personale,
soprattutto nei negozi storici, che costituisce ad oggi uno degli elementi ancora
determinanti nell’orientamento all’acquisto del consumatore.
Fatta l’analisi dei punti di forza e di debolezza che contraddistinguono il settore esaminato,
Analisi delle minacce si è proceduto all’individuazione delle minacce e delle opportunità.
ed opportunità Fra le minacce che rischiano di creare conflittualità tra rete commerciale del centro e rete
periferica, spicca la tendenza – non proprio recente - ad incrementare strutture
commerciali della grande distribuzione, elemento che rischia fortemente di alterare i
rapporti tra il piccolo commercio e grande distribuzione organizzata, collocata in particolar
modo nella cintura periferica della città, fatto che tende ad enfatizzare il fenomeno della
desertificazione del centro storico.
A questo si aggiunga il continuo intervento normativo che sta via via liberalizzando tutti
i settori merceologici, compreso quello dei pubblici esercizi, con conseguenti rischi di
forte competitività e problemi di gestione che richiedono l’individuazione di una cabina
di regia in grado di governare il fenomeno. Preoccupazione per alcuni grandi contenitori
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
del centro che dovranno essere ridisegnati nelle loro funzioni e che inevitabilmente
potrebbero influire sullo sviluppo del commercio futuro.
Forte preoccupazione anche per una crescente sensazione di degrado urbano che, in
qualche modo, inibisce o rallenta la vendita o l’insediamento di nuove attività in centro.
Infine l’allargamento della città su aree periferiche determina una progressiva
desertificazione del centro storico.
Tra le opportunità di rilancio del settore economico locale, si auspica la previsione di
sistemi che migliorino l’accessibilità alla città (parcheggi, collegamenti, infrastrutture
adeguate, intermobilità). Per cercare inoltre di normalizzare la liberalizzazione normativa
per quanto concerne le aperture delle attività commerciali si deve pensare ad una
compensazione sotto il profilo urbanistico, introducendo strumenti di programmazione
degli insediamenti commerciali. La liberalizzazione e la crescente competitività tra imprese
deve essere sfruttata in chiave di sviluppo della città, prevedendo una cabina di regia in
grado di coordinare positivamente ogni iniziativa, di favorire inoltre l’accesso anche di
medie strutture in centro città in grado di sviluppare dinamiche di attrazione, di realizzare
l’integrazione tra cultura, turismo e commercio.
Per favorire lo sviluppo ed il recupero della fruibilità (in chiave commerciale) della città
sono necessari interventi di incremento delle infrastrutture (come ad esempio i parcheggi
in zone strategiche della città), oltre al miglioramento della viabilità e dell’accessibilità (con
la realizzazione dei ponti di ingresso alla città.
Da questa analisi della situazione è stata sviluppata una mappa dei problemi che ha avuto
come tema generante “il panorama attuale caratterizzato da una situazione congiunturale
Il problema chiave negativa abbinata ad un cambiamento tendenziale dei consumi rispetto ai canali di
commercio tradizionale, situazione di conflitti rispetto al centro commerciale naturale.
Carenza di risorse complessive e necessità di attenta pianificazione delle stesse anche in
accordo con organismi superiori ed in logica di area vasta”.
Il tema della mappa dei problemi è stato sintetizzato dopo aver ragionato sulle seguenti
cause:
Cambiamento dei consumi – dovuta alla riduzione del fattore tempo da dedicare al
commercio, alla erosione della capacità di spesa (ridotta per la nascita di nuovi tipi di costi
Mappa dei problemi fissi familiari e il cambiamento del paniere dei consumi)
n Crisi congiunturale - variabile esterna e non direttamente imputabile a
politiche condotte sul territorio
n Affitti elevati in centro – con le conseguenti difficoltà di variare un radicato
meccanismo di rendite di posizione
n Pressione fiscale – variabile esterna e riconducibile all’introduzione degli
studi di settore
n Fenomeni dispersivi della concorrenza
n Difficoltà creditizie – con conseguente crisi delle imprese, blocco degli
investimenti, mancanza di sostegno al circolante
n Pianificazione urbanistica non sempre coerente con le esigenze del settore
– con modelli di sviluppo datati ed una rete distributiva non aggiornata
n Grave sofferenza del centro storico – con perdita di attrattività del
capoluogo, i mutamenti della composizione sociale della città e
l’inadeguatezza, in alcuni casi, della rete distributiva presente
n Turismo non sviluppato - con carenza di offerta strutturata, la mancata
valorizzazione delle eccellenze del territorio, le difficoltà conversione di un
turismo prevalentemente e storicamente “d’affari” in altre forme di turismo
Oltre alle cause sono stati inoltre isolati gli effetti che le cause stesse hanno generato sul
settore terziario ovvero:
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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Asse I - sviluppo economico
Tavolo 3 Terziario
AnALIsI s.W.o.T.
oPPoRTunITà mInAccE
Sviluppo di misure
sinergiespecifiche
su temi quali
di formazione
ricerca, innovazione,
a supportointernazionalizzazione
della cultura imprenditoriale Presenza
Perdita
La didiinsediamenti
tendenza grandi imprese
produttivi
ad incrementareaventi per
i propri
strutturedelocalizzazione
centri decisionali
commerciali su grande altre città
in distribuzione altera i rapporti
Prevedere sistemi che migliorino l’accessibilità al centro città (parcheggi, collegamenti,
tra piccolo commercio e grande distribuzione collocata tutta intorno al centro che si
infrastrutture adeguate, intermobilità)
desertifica
La liberalizzazione normativa va compensata sotto il profilo urbanistico I meccanismi competitivi penalizzano il piccolo commercio
Necessità di una regia del centro storico L’entrata in vigore della liberalizzazione dei P.E.
L’eccesso di liberalizzazione crea rischio di governance del centro storico e da qui sorge la
Necessità di valorizzare i grandi insediamenti urbani (es. ospedale)
necessità di una regia appropriata
Incrementare la grande viabilità e ponti come accesso alla città e con uno sguardo agli Preoccupazione per alcuni grandi “contenitori” del centro cittadino (grandi insediamenti
effetti sul commercio urbani)
Interventi infrastrutturali nell’ottica di incremento e non di mera sostituzione (es. parcheggi) Il degrado urbano non incentiva la vendita e i nuovi insediamenti nel centro
Creare le condizioni perché il recupero immobiliare sia finalizzato alla valorizzazione del L’allargamento della città su aree periferiche determina una progressiva desertificazione del
commercio centro storico
Attuare processi di regia del centro che consentano l’accesso anche a medie strutture
Integrazione tra cultura, turismo e commercio
PIAno sTRATEGIco DI ALEssAnDRIA
Asse I sviluppo Economico - Tavolo 3 Terziario
ALbERo DEI PRobLEmI (cAusE/EFFETTI)
Perdita di reddito
consumabile
Inadeguatezza del sistema
Perdita opportunità e commerciale attuale
Espulsione dei soggetti
indotto rispetto agli scenari futuri
marginali Perdita di Perdita di posti di
Perdita di
consumi in lavoro diretti e
professionalità
città indiretti
Perdita consumatori da cambiamenti complessivi
Rischio di precarietà del
aree esterne del sistema sociale
sistema commerciale
chiusura di esercizi
minore attrazione dei cambiamento Invecchiamento Fenomeni commerciali
consumatori fasce sociali popolazione migratori Difficoltà delle imprese a
definire la loro strategia
Problemi incoerenza
attuale assetto scelte storiche di viabilità
commerciale e urbanizzazione non
sempre coerenti
Panorama attuale caratterizzato da situazione congiunturale negativa abbinata a cambiamento tendenziale dei
consumi rispetto ai canali di commercio tradizionale, situazione di conflitti rispetto al centro commerciale naturale.
carenza di risorse complessive e necessità di attenta pianificazione delle stesse anche in accordo con
organismi superiori ed in logica di area vasta.
Rendite di Elusione
Riduzione origini esterne studi di settore
Erosione della posizione norme fiscali
fattore tempo
capacità di spesa
commerciale
FATToRI EsoGEnI
Riduzione di Perdita di
rendite richiamo
Diminuzione di Rarefazione
marchi di esercizi
richiamo commerciali
Linea 1
Linea 2
Pianificazioe
urbanistica non
Difficoltà Difficoltà di Grave sofferenza
sempre coerente
creditizie organizzazione del centro storico
con le esigenze
di settore
Rete
Problemi modelli di Approccio Rete Perdita mutata
mancanza nuovi modelli distributiva
di accesso Presenza sviluppo tradizionale distributiva attrattività composizione
sostegno Logistica Viabilità di servizi e non
ai diffusa datati adottato inadeguata capoluogo sociale
agevolato di di città ed eventi commercio aggiornata
collateral microimpresa
investimenti non realizzati
finanziari
strutturazione
offerte altri
modifiche
Liberalizzaz centri
in modelli
ioni commerciali
economici
Turismo non
sviluppato
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LInEE sTRATEGIchE
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
PRoGETTo n. 1
Titolo:
organizzazione e riqualificazione della Fiera di s. Giorgio
misure e strumenti a
Linea 2
sostegno del terziario
sottotitolo:
Riqualificare la storica manifestazione alessandrina, nell’ottica di una capillare
specializzazione e della creazione di eventi di sicuro richiamo di visitatori anche a livello
extracomunale.
soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
Descrizione del progetto:
Il progetto si articola in tre diverse fasi:
Fase I) INDIVIDUAZIONE DELLE PROBLEMAtIChE E OBIEttIVI.
La Fiera di San Giorgio, giunta quest’anno alla sua 406° edizione, necessita di un restyling
totale. Infatti la formula da sempre scelta, quella cioè di una fiera campionaria, è ormai
divenuta obsoleta e non rispecchia più le reali esigenze degli operatori né tantomeno quelle
dei visitatori/clienti che sempre più si rivolgono ad altri canali più snelli e moderni per i
propri acquisti.
Risulta pertanto imprescindibile operare alcune modifiche alla manifestazione stessa, volte
a valorizzare il nostro territorio e a rinnovare quella che tradizionalmente e
imprescindibilmente è la Fiera della nostra Città.
La specializzazione dell’offerta commerciale unita ad una durata ridotta (4 o 5 giorni in
luogo di 12) sono i fattori che potrebbero portare una ventata di novità mantenendo però
al giusto posto e nella dovuta considerazione un evento storico come la San Giorgio che
potrebbe ampliare la gamma di visitatori anche provenienti da Paesi vicini.
Fase III) REALIZZAZIONE DEGLI INtERVENtI
L’individuazione di temi accattivanti, di attrattiva turistica, e la divisione della Fiera
tradizionale in diverse Fiere monotematiche da realizzarsi durante tutto l’anno e con una
durata notevolmente ridotta, sembra essere anche dall’esperienza di realtà già sperimentate
in altre Città, una formula di sicuro successo per l’attuazione del progetto.
Il tutto sempre nell’ottica di promuovere l’attività commerciale, artigianale, agricola
enogastronomica industriale e del terziario; di valorizzarne la produzione e la
commercializzazione attraverso l’informazione, l’esposizione e un forte messaggio
promozionale.
Fase IV) VALUtAZIONE
La valutazione dei diversi interventi sarà condotta attraverso un coordinamento tra tutti i
soggetti interessati, le valutazioni del pubblico/visitatore, gli Enti partecipanti
all’organizzazione, di concerto con il Comune stesso e gli organi della Regione Piemonte.
Finalità generali:
m Trasformare la storica manifestazione in un evento di richiamo turistico,
e non più solo nella Fiera Cittadina, mantenendo le tradizioni ma con uno
sguardo alle novità ed al futuro.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
n Finanziamento sostanziale:
n Fondi messi a disposizione dalla Regione Piemonte;.
n Fondi comunali
n Finanziamenti a supporto:
n Fondi reperiti tramite sponsor pubblici/privati.
costi:
viste la durata pluriennale e la natura ancora non ben definita dei vari interventi che si
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
andranno a predisporre all’interno del territorio, non è possibile fare una stima o una
previsione dei costi.
Fattibilità:
I costi sono variabili, riferiti ad ogni singola edizione e comprendono voci varie quali:
realizzazione di campagne di comunicazione (immagine coordinata, realizzazioni grafiche,
relazioni con uffici stampa, radio, canali di distribuzione, …), allestimenti, collegamenti
idrici-elettrici, sicurezza, documentazioni tecniche ecc.
Costi vivi di organizzazione di specifiche iniziative quali (allestimenti esposizioni,
animazione per bambini, spettacoli, sfilate di moda, concerti, mercatini ecc.)
cronoprogramma di lavoro:
Manifestazioni da svolgersi nel corso dell’intero anno a partire dal mese di Aprile 2010 e
fino a Dicembre 2010. Le stesse saranno poi ripetute, migliorandone i contenuti e le
modalità organizzative di volta in volta nel corso delle diverse edizioni.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
PRoGETTo n. 2
Titolo:
La valorizzazione delle attività economiche del centro
urbano attraverso gli o.A.D.I.
sottotitolo:
L’O.A.D.I. (Organismo Associato D’Impresa) potrebbe risultare uno strumento snello e
versatile al fine di introdurre una nuova consapevolezza nella gestione ed organizzazione
degli esercizi commerciali del centro città e valorizzare quello che è il commercio
“tradizionale”.
soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
Associazioni di categoria
Commercianti del centro storico
Descrizione del progetto:
Il progetto si articola in quattro diverse fasi:
Fase I) INDIVIDUAZIONE DELLE PROBLEMAtIChE E OBIEttIVI.
Emblematica della situazione di grave difficoltà dell’economia del centro storico è la
constatazione che il terziario distributivo occupa meno di 50.000 metri quadri di superfici
di vendita rispetto ai 65.000 censiti nel recente piano di urbanistica commerciale.
Le iniziative di ribaltamento di tale declino sono oggetto di apposito programma di
Qualificazione Urbana, che dovrà indicare azioni specifiche, anche con diverse scansioni
temporali, che abbiano a riferimento o l’intero territorio comunale o sue porzioni definite
come addensamenti commerciali, da predisporre nei modi e nei tempi previsti dalle
direttive regionali in materia di commercio e saranno vagliate e coordinate da una società
di gestione del centro urbano e per il marketing territoriale che l’Amministrazione
Comunale deve creare in stretta collaborazione con le associazioni produttive di categoria,
commerciali e artigiane.
Tali iniziative potranno così fornire utili contributi per la futura organizzazione e
riqualificazione della fiera di San Giorgio, così come la gestione di tutti gli eventi di
promozione del territorio, a partire dal rilancio di immagine del Raduno motociclistico
internazionale “Madonnina dei centauri”.
Decisivo è il contributo che tale nuovo soggetto giuridico deve fornire sulle politiche del
traffico urbano, dei parcheggi, delle tariffe di sosta, ma anche del trasporto pubblico, tutte
tematiche che necessitano di profonde modifiche amministrative nel prossimo
quinquennio.
Su altro versante, la valorizzazione delle attività economiche deve poter contare anche su
una integrazione impresa-lavoro consolidata attraverso l’intensificazione delle iniziative
di formazione professionale d’intesa con i Centri di formazione professionali presenti,
della integrazione scuola-lavoro e delle attività di miglioramento della situazione
occupazionale del territorio.
Infine si porrà la massima attenzione al progetto regionale di “Logistica di Città” che i
Centri di Assistenza tecnica di Confcommercio e Confesercenti, unitamente a FAI ed al
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Politecnico di Torino stanno mettendo a punto allo scopo di creare, a partire dai
capoluoghi di provincia, per poi estendersi ai centri più popolosi del Piemonte, una vera
e propria rete di centri di stoccaggio e distribuzione delle merci.
Fase II) PROGRAMMA DI QUALIFICAZIONE URBANA. – ACCREDItAMENtO.
Il primo semestre di governo è stato dedicato all’avvio della procedura per la
valorizzazione del commercio urbano, attraverso l’utilizzo del Programma di
Qualificazione Urbana, concretizzatosi con l’approvazione della delibera consiliare
n°176/2007 recante ”dossier di candidatura inerente l’accreditamento dei promotori di
PQU nell’addensamento storico rilevante A1 della città di Alessandria” . Tale dossier è un
documento di programmazione ed indirizzo che si articola con le seguenti linee di
intervento:
accreditamento presso la Regione Piemonte del nostro programma
formazione ed informazione degli attori coinvolti
sostegno degli organismi associati di impresa (OADI) che siano costituiti nell’ambito del
PQU
sostegno delle attività promosse dagli OADI
Tutto ciò è finalizzato alla riqualificazione dei luoghi storici del commercio che, ad oggi,
vede il Comune di Alessandria accreditato dalla Regione Piemonte tra i soggetti che
potranno accedere ai finanziamenti previsti dalla normativa regionale.
Fase III) REALIZZAZIONE DEGLI INtERVENtI
Tale processo coinvolgerà quattro categorie di soggetti:
- soggetti pubblici
- imprese commerciali di media e grande dimensione
- singoli imprenditori del comparto
- organizzazioni di categoria.
Il ruolo dell’OADI unitamente al Town Center Management sarà quello, da un lato, di
salvaguardare l’attrattività del centro commerciale naturale con investimenti specifici,
dall’altro, tutelare il centro cittadino come spazio sociale insostituibile.
Il piano operativo sarà improntato a:
1) sviluppare attività di marketing territoriale e di promozione del territorio
2) valorizzare l’area centrale della città per residenti privati operatori e turisti
3) valorizzare il modo sinergico gli sforzi dell’amministrazione comunale
4) contribuire al coordinamento di azioni culturali
Fase IV) VALUtAZIONE
La valutazione dei diversi interventi sarà condotta attraverso un coordinamento tra il
soggetto che verrà individuato dall’O.A.D.I. come interlocutore dell’Amministrazione
comunale, di concerto con il Comune stesso e gli organi della Regione Piemonte.
Finalità generali:
Trasformare il centro storico in luogo del commercio, promuovendo un programma
integrato di iniziative a sostegno del commercio tradizionale, per portarlo su un piano di
competitività con la grande distribuzione.
obiettivi specifici:
Migliorare il centro storico attraverso iniziative volte a coinvolgere la popolazione non
soltanto dal punto di vista dell’acquisto ma di una vivibilità differente dello stesso;
Attuare politiche di pubblicità del centro, unitamente ad iniziative culturali, atte ad attrarre
anche visitatori non cittadini in una politica di implementazione del turismo.
Attività:
Tutte le attività ed iniziative dovranno essere concordate, ai fini di ottenere il contributo
previsto, con la Regione Piemonte che finanzierà il 50% di ogni progetto approvato.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
PRoGETTo n. 3
Titolo:
Il credito alle imprese commerciali
misure e strumenti a
Linea 2
sostegno del terziario
sottotitolo:
Il progetto presenta strumenti a sostegno delle imprese commerciali mediante misure di
finanziamento diretto garantito da Confidi. Sono previste inoltre misure per il
rafforzamento delle strutture di garanzia per agevolare l’accesso al credito delle imprese
del terziario.
soggetti proponenti:
Ascom, Confesercenti
Descrizione del progetto:
Il tema dell’accesso al credito è diventato negli ultimi tempi sempre più sentito, soprattutto
per via della congiuntura economica non propriamente favorevole. Per consentire alle
imprese di usufruire di strumenti in grado di rilanciare il settore sono state ipotizzate due
linee di intervento. La prima consiste in contributi in conto interessi per le imprese che
effettuano investimenti mediante l’assistenza di consorzi di garanzia fidi.
La seconda punta invece al miglioramento qualitativo e al rafforzamento del ruolo dei
Confidi, al fine di fornire un importante stimolo per la crescita del settore.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso: fornire strumenti finanziari a sostegno degli
investimenti per le imprese del settore terziario al fine di migliorare, in tempi accettabili,
la situazione congiunturale e di rafforzare contestualmente la solidità delle imprese stesse.
obiettivi specifici:
Creare azioni locali a sostegno delle imprese per favorirne la ripresa economica ed il
consolidamento sul mercato, riducendo il grado di mortalità delle stesse registrato negli
ultimi anni.
Attività:
La prima azione proposta riguarda incentivi diretti agli investimenti delle imprese.
I Beneficiari sono microimprese commerciali aventi sede nel comune di Alessandria ed
esercitanti:
la vendita al dettaglio, così come definita all’art. 4, c. 1, lett. b) e all’art. 27, c. 1, lett. a) del
Decreto Legislativo 31/3/98, n. 114
Sono ricomprese nell’agevolazione anche le seguenti attività:
a) le farmacie purché l’attività non sia rivolta, esclusivamente, a prodotti farmaceutici,
specialità medicinali, dispositivi medici e presidi medico-chirurgici;
b) le rivendite di generi di monopolio purché l’attività di vendita non sia rivolta,
esclusivamente, ai generi di monopolio di cui alla L. 22/12/57 n. 1293 e s.m. e al
relativo regolamento di esecuzione, approvato con D.P.R. 14/10/58 n. 1074 e s.m. e/o
alle attività riguardanti le lotterie e le scommesse;
c) gli artigiani iscritti nell’albo di cui all’art. 23 della L.R. 14/01/2009, n. 1 recante
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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PRoGETTo n. 4
Titolo:
Il Town centre management
sottotitolo:
Il progetto evidenzia l’opportunità legata alla creazione di una “cabina di regia” che si
occupi del rilancio della città capoluogo, con azioni di marketing territoriale, ricerca
investitori, pianificazione degli insediamenti.
soggetti proponenti:
Ascom, Confesercenti
Descrizione del progetto:
Il progressivo sviluppo delle grandi superfici di vendita e dei centri commerciali
extraurbani ha gradualmente ridotto la capacità di attrazione del commercio nel centro
storico.
In seguito ai profondi mutamenti sociali degli ultimi decenni, il commercio localizzato nei
centri storici non gode più di quella condizione di privilegio che lo contraddistingueva
storicamente. Gli “spazi di acquisto alternativi” si sono imposti nelle aree periferiche ed
extraurbane, drenando i flussi dei consumatori dalle aree centrali, soggette ad una
consistente perdita di mercato. Questo fenomeno ha, negli anni, evidenziato una serie di
“disfunzioni” della rete commerciale cittadina accentuando alcune problematiche finora
rimaste sopite.
Poca attenzione è stata sino ad oggi dedicata al tema della mancanza di una“regia” per la
valorizzazione di questa area e della sua imprenditorialità.
Affinché i centri storici riacquistino potere attrattivo non solo nei confronti dei
consumatori, ma anche dell’intera collettività, una possibile soluzione è quella
dell’elaborazione di una strategia competitiva, contrapposta a quella delle strutture
periferiche, per la cui definizione è necessario avviare un processo di cooperazione fra i
soggetti che, operandovi a vario titolo, sono interessati al miglioramento della competitività
e della qualità del centro storico.
Mentre nei centri commerciali integrati esiste un unico soggetto coordina la struttura,
gestendo il mix dell’offerta merceologica, pianificando le politiche di marketing, curando
tutti i servizi collaterali da offrire ai consumatori con l’obiettivo comune dell’incremento
delle vendite, nei centri storici si registra una situazione molto più complicata, a partire dai
soggetti coinvolti, spesso microimprese comunque non collegate tra loro e pertanto con
potere decisionale autonomo, indipendente e, per forza di cose, non omogeneo.
Lo strumento del Town Centre Management, che ha avuto molte positive esperienze
soprattutto nel mondo anglosassone, può costituire l’elemento di rilancio del centro storico
e delle aree che gravitano attorno a questa zona di città.
Gli obiettivi di fondo delle iniziative di Town Centre Management sono sostanzialmente
quattro:
1. favorire le attività di marketing e le iniziative promozionali che, con l’obiettivo del
miglioramento dell’immagine complessiva, giungano a rafforzare l’attrattività del centro
storico come luogo piacevole da visitare e da frequentare;
2. valorizzare l’area del centro storico come patrimonio per i residenti, per gli operatori
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
PRoGETTo n. 5
Titolo:
creaTurismo Alessandria
sottotitolo:
Progetto di Consulenza-Aggiornamento-Formazione-Creazione d’Impresa per il Turismo
Alessandrino
soggetti proponenti:
Dipartimento di Ricerca Sociale dell’Università del Piemonte Orientale
LaST-Laboratorio Sviluppo e Territorio (spin-off dell’Università del Piemonte Orientale)
Descrizione:
Le trasformazioni avvenute negli ultimi decenni nel settore della produzione di beni e
servizi hanno accresciuto in misura eccezionale l’importanza della conoscenza come
fattore produttivo. Da qui discende la necessità di potenziare, in funzione della crescita
economica, i settori in cui si produce e si trasmette la conoscenza (ricerca e formazione)
e il loro legame con il mondo economico.
Ricerca e formazione possono, in particolare , contribuire alla crescita economica nel
settore del turismo, dove, più che in altri settori, il profitto di impresa si deve coniugare
con aspetti ancora poco approfonditi quali la sostenibilità economica-sociale-ambientale
e il consenso attivo degli attori locali.
Il settore del turismo, come più in generale l’economia nel suo complesso, sta vivendo
una profonda trasformazione. Le ragioni di tale trasformazione sono da ricercare
nell’innalzamento dei livelli di reddito e di istruzione dei consumatori-turisti, nelle
modifiche dei loro gusti e dei loro stili di vita, nelle innovazioni della tecnologia dei
trasporti, nella crescita della disponibilità di reddito di più ampie fasce di popolazione nei
paesi economicamente emergenti.
Per affrontare la nuova fase, nella quale si intensifica la concorrenza tra mete turistiche,
occorrono InVEsTImEnTI, PRomozIonE, cooRDInAmEnTo E FoRmAzIonE. Ciò è
particolarmente vero in Piemonte dove, accanto a punti di eccellenza, sono presenti
carenze diffuse nel settore turistico (dal trasporto alle strutture ricettive, dai pacchetti di
incoming alla cultura dell’accoglienza). Inoltre, la promozione delle mete e degli eventi
turistici è svolta da una miriade di attori, in genere di dimensione medio-piccola, impegnati
in iniziative sovente formulate in un’ottica campanilistica, condotte in maniera
autoreferenziale e conflittuali tra di loro.
Finalità generali
Sviluppo locale attraverso la creazione di nuovi imprese e l’irrobustimento di quelle già
operanti nel settore turistico inteso in senso ampio: ricettivo, ristorazione, guide, servizi
al turista, ecc.
obiettivi specifici
Il progetto si propone sia di formare nuovi operatori del settore turistico, sia di far crescere
imprenditori già esistenti, sia di fornire a operatori pubblici gli strumenti per diffondere
un approccio al settore del turismo che sia teoricamente avvertito (si pensi all’emergere di
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
nuovi settori come ad esempio il bike e il wedding, oppure alle modifiche nelle preferenze
dei turisti in direzione del wellness e del leisure elsewhere), e che sia al contempo attrezzato
dal punto di vista delle pratiche (si pensi, ad esempio, alle opportunità legate alla
partecipazione ai bandi europei e regionali con proposte innovative).
In tal modo arrivare a:
- aumentare la consapevolezza degli operatori del settore della rilevanza del
settore turistico (inteso in senso ampio, includendo oltre alla ricettività e alla
ristorazione, le strutture culturali e per il tempi libero, i servizi al turista, ecc.)
per l’alessandrino;
- produrre ricadute economiche positive in termini di afflusso di visitatori e
di commercializzazione dei prodotti tipici locali.
Attività
Il progetto prevede le seguenti attività:
n attività di individuazione dei punti di forza del turismo alessandrino,
n attività di creazione d’impresa con soggetti intenzionati ad iniziare l’attività
nel settore turistico (inteso in senso ampio),
n attività di animazione-formazione-aggiornamento-consulenza degli
operatori già esistenti
Risultati
Diffusione di una cultura dell’accoglienza (attenta cioè alla segmentazione del mercato, al
ruolo degli eventi, alla sinergia tra operatori privati e pubblici e degli operatori privati tra
di loro) aderente alle specificità turistiche locali (attente cioè alla valorizzazione delle risorse
culturali, artistiche, enogastronomiche, naturalistiche presenti sul territorio alessandrino)
attraverso la creazione di impresa e l’accompagnamento nell’upgrading delle imprese
esistenti.
Risorse, strumenti, fonti finanziarie
L’attività potrà in ipotesi essere sostenuta con risorse variabili derivanti dai seguenti
soggetti:
capitale Privato
Fondazione C.R. Alessandria
Confcommercio Alessandria
Confesercenti Alessandria
Altri
capitale pubblico
Università
Comune
CCIAA
Provincia
Regione
cronologia
Fase 1: Analisi dei punti di forza dell’offerta turistica alessandrina;
Fase 2: Individuazioni delle azioni di creazione di impresa nel settore turistico inteso in
senso ampio,
Fase 3: Individuazione delle azioni di consulenza-animazione-formazione-aggiornamento
rivolte alle imprese già operanti nel settore turistico alessandrino,
Fase 4: Attività di monitoraggio e valutazione delle attività di cui ai punti 1-2-3.
112
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
costi:
Costo complessivo: 35.000 Euro
Costo della prima fase: 7.500 Euro
Costo della seconda fase: 10.000 Euro
Costo della terza fase: 10.000 Euro
Costo della quarta fase: 7.500 Euro
Fattibilità:
Individuazione delle risorse umane necessarie.
cronoprogramma:
mese
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Fase 1
Fase 2
Fase 3
Fase 4
113
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
PRoGETTo n. 6
Titolo:
Alessandria, Gusta e Gira
sottotitolo:
Progetto per la creazione di un “pacchetto” di prodotti enogastronomici tipici locali in
chiave turistica
soggetti proponenti:
Dipartimento di Ricerca Sociale dell’Università del Piemonte Orientale
LaST-Laboratorio Sviluppo e Territorio (spin-off dell’Università del Piemonte Orientale)
Descrizione:
La proposta progettuale che avanziamo si basa su alcuni punti ormai “fermi” nelle pratiche
di valorizzazione dei prodotti tipici locali e del turismo.
In primo luogo, è noto come negli ultimi anni il settore turistico abbia sperimentato una
crescita sempre più consistente andando ad occupare un posto non marginale in molti
territori. La rilevanza del settore si sovrappone ad ampie trasformazioni di ordine sociale,
fra le quali l’aumento del tempo libero a disposizione degli individui nella società
postindustriale, o l’affermarsi di nuove forme di leasure legate per esempio al settore
enogastronomico, culturale e naturalistico.
Molti luoghi tradizionalmente esclusi dai circuiti turistici scoprono vocazioni inaspettate
legate al fitness, al wellness, al gusto, all’arte, alla terza età, al turismo.
Alla luce dei punti precedenti, appare evidente come l’attrattività turistico di un luogo non
sia semplicemente una risorsa data, ma al contrario sia sempre più un prodotto costruito
socialmente attraverso la sovrapposizione di politiche di valorizzazione, elementi del
patrimonio culturale e naturale, specificità locali. La capacità attrattiva di un territorio non
risiede soltanto nelle caratteristiche intrinseche del suo patrimonio artistico, culturale,
ambientale, ma anche nelle modalità in cui sono combinati, valorizzati, percepiti e “offerti”
al potenziale turista. Questa constatazione non deve indurre a un irreale “relativismo
turistico”, secondo il quale ogni oggetto può essere valorizzato e trasformato in attrazione
turistica, ma sottolinea l’importanza delle politiche di sviluppo nel creare un luogo turistico.
Finalità generali
Sviluppo locale attraverso iniziative rivolte ai produttori ti prodotti tipici locali
enogastronomici e alle strutture ricettive turistiche
obiettivi specifici
Il progetto che proponiamo risulta perseguire, in via prioritaria, i seguenti obiettivi:
m valorizzare i prodotti gastronomici tipici locali alessandrini in chiave di
sviluppo turistico attraverso la creazione di un “paniere” di prodotti;
m Potenziare le sinergie tra il “paniere” e le diversi “reti” del sistema turistico
alessandrino già operanti - si pensi alle reti legate all’enogastronomia, ai
percorsi sportivi, al circuito dei castelli, ai percorsi religiosi, ai percorsi
naturalistici;
m Aumentare la consapevolezza degli operatori del settore della rilevanza
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
cronologia
Fase 1. Predisposizione di un paniere di prodotti tipici.
1) Analisi dell’offerta enogastronomica alessandrina
2) Individuazioni dei requisiti necessari ai diversi prodotti per essere inseriti
nel paniere
3) Realizzazione di alcuni focus group con i potenziali produttori da inserire
nel paniere;
4) Predisposizione di un’indagine qualitativa finalizzata a individuare le
aspettative sia della cittadinanza sia degli operatori economici in relazione al
progetto
5) Presa di contatto con i produttori di prodotti tipici locali che rispondano
ai requisiti del progetto (attenzione alla qualità del prodotto, al legame con le
radizioni, ai saperi del territorio, ecc.)
6) Redazione di un protocollo per l’utilizzo del marchio dei prodotti tipici
alessandrini
7) Registrazione del marchio
Fase 2. “Aggancio” del “paniere” a un “ventaglio” di itinerari sul tema della gastronomia,
natura, cultura, sport, benessere. Obiettivo di questa fase è di individuare e organizzare sul
territorio del Piano Strategico (ed eventualmente ad aree ad esso limitrofe) una serie di
itinerari, attraverso le seguenti azioni:
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Fase 1
Fase 2
Fase 3
Fase 4
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ASSE II - Sviluppo urbano
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
VALFRè”; attraverso nuove destinazioni urbanistiche dell’ex complesso militare, tra cui
l’individuazione di un’area soggetta a Strumento Urbanistico Esecutivo (come da 3^
variante del PRGC adottata nel 2009), l’Amministrazione Comunale può procedere con
un recupero e una riappropriazione di spazi e di contenitori dismessi, particolarmente
significativi per la Città intera. In particolare, il progetto del recupero della Caserma Valfré
è fortemente collegato ad un disegno del centro storico della città che vuole un ruolo
importante per l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, con particolare riferimento
alla realizzazione di un Campus universitario, ed ai correlati immaginati interventi di
urbanizzazione, di viabilità (anche di connessione con il quartiere “Pista”), di
pedonalizzazione e creazione di aree verdi.
Organizzazione del territorio non vuol dire soltanto occupazione razionale di spazi o
connessioni urbane fisiche, ma anche ricerca di soluzioni tecnologicamente avanzate,
soprattutto se si pensa ad un territorio occupato nel prossimo futuro. In tal senso va letto
il progetto “Predisposizione di una rete metropolitana a larga banda per Università,
Comune di Alessandria, Provincia di Alessandria e realtà private”, di iniziativa dell’Ordine
degli Ingegneri della Provincia di Alessandria; tale piano è finalizzato alla progettazione e
realizzazione di una infrastruttura ottica con adeguata copertura geografica e ridondanza
in grado di costituire la base portante di una futura MAN (Metropolitan Area Network),
dotazione infrastrutturale necessaria ad una vision di città che vede - ad esempio - la
conoscenza, la ricerca, la logistica quali fattori di sviluppo.
Uno degli elementi importanti ed essenziali della pianificazione strategica effettuata con
l’approccio bottom up ed in stile relazionale adottato ai tavoli di lavoro del piano di
Alessandria è certamente l’interazione tra i diversi soggetti e la nascita di idee condivise e
nate attorno alle discussioni dei tavoli stessi. Un esempio è il progetto – di iniziativa
dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria – dal titolo “Rete di accoglienza
e supporto agli investimenti produttivi attirati dalle possibilità del retro porto di
Alessandria”. Tale progetto è un esempio di interpretazione innovativa di temi già
sviluppati su altre schede, o su altri tavoli; il piano, che mira alla realizzazione di una rete
di accoglienza e supporto agli investimenti produttivi connessi al “Retroporto di
Alessandria”, tende a creare le condizionali ottimali per l’insediamento di attività
produttive, specialmente considerando le esigenze di operatori non locali.
è proprio l’approccio integrato tipico della pianificazione strategica, e la capacità di questa
di cogliere connessioni e collegamenti tra i diversi soggetti, che ha consentito di completare
l’offerta progettuale collegata ai temi della logistica con un altro progetto innovativo, con
la scheda “Marketing territoriale logistico”, di iniziativa dell’Università degli Studi del
Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. Tale azione intende completare l’offerta
progettuale dedicata alla linea della logistica integrata approvata sul tavolo di lavoro
dell’Organizzazione del Territorio mediante la realizzazione di un portale tematico
dedicato alla logistica ed alla promozione del territorio in tale accezione, attraverso l’offerta
di servizi informativi e di consulenza destinati agli operatori ed agli utenti del settore della
logistica, dell’industria, del commercio e dell’immobiliare.
Altro esempio di interrelazione ed integrazione tra i vari progetti, nata proprio dal dibattito
e dalle differenti competenze degli attori di tavolo, è dato dal naturale completamento
della linea della logistica integrata con l’azione “Scuola di alta formazione in Logistica,
Insediamento Produttivo e Organizzazione di Processo”, di iniziativa congiunta e
concordata tra Politecnico di Torino, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria
e Sital. Tale progetto, che è il naturale complemento delle schede precedenti, e che viene
proposto da diversi attori di tavolo con una scheda integrata e mediata tra le parti, si pone
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
La connessione logica tra lo storico quartiere (il già Bergoglio ) e, attraverso il nuovo ponte
Meier, l’altra parte della città, è pensata con esempi concreti di attuazione di interventi
dall’altra parte del fiume. Un esempio si trova nella scheda progetto “Intervento di
riqualificazione di Piazza Santa Maria di Castello”, di iniziativa del Comune di Alessandria.
Tale azione si pone come oggetto la redazione dello studio di fattibilità per la
riqualificazione dell’area con la sistemazione della piazza stessa e la realizzazione di
interventi di edilizia residenziale pubblica mediante recupero di immobili di proprietà
comunale – ex Istituto Sordomuti.
Ancora sul tema della logistica, di certo interessante è il progetto “Analizzare e rinnovare
le reti ferroviarie e gli snodi – interazioni con la logistica”, di iniziativa del Comune di
Alessandria. L’ottica di questo progetto è differente dagli altri presentati, ma a questi
sinergico, in quanto l’ obiettivo è quello di anticipare scelte obbligate collegate alla mobilità
su ferro/rotaia scommettendo ed investendo su una risorsa/vocazione già consolidata
storicamente, integrandola con il sistema del trasporto su gomma e l’attivazione delle aree
logistiche.
L’organizzazione del territorio di una città ha saputo affrontare il tema della
programmazione urbana anche in termini innovativi, ed uscendo dai propri ristretti
confini, con il progetto “Laboratorio e festival dell’architettura di periferia”, il Comune
proponente con Ordine Architetti PPC Provinciale. L’innovatività dell’approccio sta nella
capacità di aprirsi al confronto, in quanto l’ Obiettivo è quello di promuovere una attività
di confronto a livello nazionale (e/o internazionale) sui temi della progettazione
architettonica e urbana delle periferie in generale (delle città, dei sobborghi e/o in ambito
più vasti di intere aree lontane o distaccate da un “centro” o da un asse prioritario). Il
progetto prevede una serie di iniziative che si concretizzano annualmente in un evento
nazionale (e/ointernazionale) che prevede di coinvolgente docenti universitari, ricercatori,
studenti, amministratori pubblici, politici, enti ed associazioni di categoria, imprese edili,
ed altri.
Ancora, si veda sul tavolo dell’Organizzazione del Territorio il progetto dal titolo “Palazzo
dell’Edilizia”, proponenti il Comune di Alessandria proponente con SEAL – Sistema Edile
Alessandria (Scuola Edile – Cassa Edile di Mutualità ed Assistenza – Comitato paritetico
territoriale). Il progetto, che prevede la progettazione e realizzazione di un edificio da
destinare a molteplici funzioni sociali e di formazione professionale, intende realizzare
una struttura di eccellenza nell’ambito della formazione professionale concentrando
funzioni molteplici rivolte in particolare alla sicurezza sul lavoro, e per tale ragione il
progetto è idealmente collegato alla progettazione del tavolo del Lavoro, sull’asse IV del
piano strategico.
In tema di programmazione del territorio un tema interessante ed innovativo, testimone
di un approccio visionario tipico della pianificazione strategica, è quello elaborato nella
scheda / azione dal titolo “Città, paesaggio, immagine”. La scheda è il risultato di un lavoro
congiunto di 3 attori locali, e precisamente i proponenti sono l’Ordine Architetti P.P.C.
della Provincia di Alessandria con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria
e con l’Archivio di Stato. Centro Studi e Archivio del ‘900 in Alessandria e Provincia. Il
progetto evidenzia la necessità di recuperare un patrimonio culturale diffuso del
Novecento che rischia di andare perduto per la mancanza di un centro di raccolta.
L’obiettivo è quello di promuovere una attività di confronto sui temi della progettazione
architettonica, dell’architettura realizzata e del paesaggio nonché della loro comunicazione
o lettura attraverso le diverse espressioni artistiche (pittura, fotografia, etc.). Il progetto è
rivolto alla creazione di una struttura – di qui l’inserimento nella linea dei nuovi contenitori
- che abbia come compito istituzionale la raccolta, la tutela, la conservazione, la
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Per collegare un bene faro come la Cittadella agli altri quartieri della città sono necessari
i collegamenti; ecco perché nasce il progetto congiunto proposto da Ordine degli Architetti
P.P.C. della Provincia di Alessandria, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria,
Politecnico di Torino, dal titolo “Metropolitana leggera e Cittadella”. Il progetto propone
lo studio di un sistema di stazioni urbane lungo le tratte ferroviarie esistenti.
L’intermodalità, il recupero urbano di strutture militari dismesse, l’incentivo alla mobilità
sostenibile sono alcuni degli elementi che potrebbe stimolare questa iniziativa attraverso
la realizzazione di un sistema di piccole stazioni ubicate lungo la rete ferroviaria esistente,
integrate da infrastrutture quali parcheggi d’interscambio e piste ciclabili, da un lato, ed il
recupero ed il riuso a livello locale della rete ferroviaria, dall’altro.
Se si è detto, infine, che la soluzione strategica pensata per la Cittadella militare di
Alessandria deve essere un progetto integrato che esamini le grandi pulsioni umane della
mente, della pancia, e del corpo, allora nel grande tema del corpo, del benessere, del tempo
libero e del verde si inserisce un altro progetto, di iniziativa della Provincia di Alessandria,
dal titolo “Parco pubblico in Cittadella”. La scheda / azione prevede La realizzazione di
un parco pubblico nell’area esterna alla cinta muraria della Cittadella militare, con
l’esecuzione di indagini strutturali alle mura stesse. Il progetto si pone come obbiettivo la
realizzazione di un parco a verde di uso pubblico sull’area di proprietà demaniale situata
tra la cinta muraria compresa della Cittadella militare di Alessandria e il confine dell’area
comprendente gran parte dei bastioni.
trasporti e mobilità
Il secondo tavolo di lavoro dell’Asse urbano è quello dei trasporti e della mobilità. Uno
dei fattori positivi della pianificazione strategica è stata quella della capacità di integrazione
tra uffici di diverse amministrazioni e della collaborazione tra Enti sul piano della
programmazione futura. Un esempio è certamente il progetto “Miglioramento del livello
di sicurezza sugli attraversamenti pedonali dislocati nella perimetrazione urbana della
Città”. Il progetto, presentato dalla Provincia di Alessandria e condiviso dal Comune, si
pone come obiettivo la realizzazione di più attraversamenti pedonali, mediante strutture
scatolari dislocate al di sotto del piano viabile, onde favorire l’accesso pedonale alla parte
interna della Città rispetto alle aree di parcheggio perimetrali.
Un esempio emblematico di progetto strategico in chiave di mobilità è il progetto
“Variante in accesso ad Alessandria lungo la Ex ss n°10 Padana Inferiore – I° e II° lotto,
presentato dalla Provincia di Alessandria. è chiara la valenza strategica dell’azione
presentata, in quanto il progetto si pone come obbiettivo la realizzazione di una nuova
strada di accesso alla Città di Alessandria dal territorio a sud del capoluogo di Provincia,
in Variante alla ex S.S. n. 10 “Padana Inferiore”. Il tavolo di lavoro ha costruito una azione
importante sul tema della sicurezza, sia per individuare le attività necessarie ad elevare il
grado di sicurezza della circolazione stradale e ridurne la sinistrosità, sia per individuare
le iniziative di carattere culturale sensibilizzanti il corretto comportamento dei conducenti
e l’incentivazione dell’uso dei velocipedi.
Proprio l’uso di diversi strumenti di locomozione, e l’intervento al tavolo di aziende esperte
nel settore, in particolare Arfea - Aziende Riunite Filovie ed Autolinee, ha consentito la
presentazione di progetti innovativi come ad esempio il progetto “Bici-Bus”, che prevede
in sostanza la figura di un passeggero con bici al seguito o di utilizzare bici “pieghevoli“
in dotazione agli autobus stessi.
Nella stessa direzione, seppure con tematica e soluzioni tecnica diverse, va letto il progetto,
sempre di iniziativa di Arfea – Aziende Riunite Filovie ed Autolinee - dei “Semafori
Intelligenti”, cioè di strumenti che riconoscono gli autobus in arrivo, ma anche altri mezzi
pubblici in servizio di linea e dei mezzi di soccorso/forze dell’ordine, e danno la
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
uno dei migliori in assoluto. Altro esempio applicativo in tal senso è il progetto, presentato
congiuntamente da Politecnico di Torino ed Amag, dal titolo “Energia da bio-metano
prodotto da filiera corta”. Tale progetto si inserisce nella tematica della ricerca di soluzioni
tecnologiche innovative in campo energetico per applicazioni empiriche in ambito sociale,
avendo come come scopo principale la valorizzazione delle biomasse presenti sul territorio
per la produzione di bio-metano da utilizzare per l’alimentazione del parco mezzi del
comune di Alessandria e per il riscaldamento di enti pubblici e scuole.
Molti progetti sviluppati sui tavoli di lavoro del piano strategico si sono posti obiettivi di
natura sociale, e di tutela della salute in genere; un esempio applicativo è il progetto del
Dipartimento universitario DISAV dal titolo “Analisi del rischio sanitario: dallo studio del
trasferimento di inquinanti nelle specie vegetali edibili alla valutazione degli effetti
dell’inquinamento atmosferico.” Il progetto si pone come obbiettivo la valutazione del
tasso di bioaccumulo di inquinanti ambientali, quali il cromo, in organismi vegetali, a
seguito di irrigazione con acque contaminate e di deposizione di contaminanti atmosferici;
la soluzione tecnologica è innovativa, e prevede l’ analisi del rischio sanitario derivante dal
consumo alimentare di organismi vegetali potenzialmente contaminati da irrigazione e
ricaduta fumi: valutazione del bioaccumulo in vegetali di rilevanza alimentare e dello stress
ossidativo nei soggetti esposti.
Una linea strategica molto importante è quella della energia, risparmio di materia e gestione
dei rifiuti; in tale linea di intervento va letto il progetto “Ecodiesel”, esempio brillante di
pianificazione strategica con un progetto misto pubblico e privato, presentato
congiuntamente da Politecnico di Torino, Azienda Trasporti e Mobilità spa (ATM spa),
Chemtex Spa. Tale progetto, partendo dall’assunto che i biocombustibili dovranno,
assieme a pochi altri combustibili alternativi, soddisfare il 10 % della domanda al 2020,
prevede lo sviluppo e test su automezzi per il trasporto pubblico urbano di derivati liquidi
da biomasse lignocellulosiche come bioadditivi del diesel per la riduzione delle emissioni
inquinanti.
Nella stessa linea strategica, quella della energia, risparmio di materia e gestione dei rifiuti,
va letto il progetto “Eco-sistema: i rifiuti da problema a risorsa”, di iniziativa del Comune
di Alessandria, che mira a promuovere la cultura della sostenibilità ambientale e ad
incentivare lo sviluppo di comportamenti virtuosi di sistema. Infatti, criterio fondante del
progetto è l’idea di generare nuove opportunità di sviluppo del territorio mediante la
creazione di una filiera del rifiuto che attraverso la collaborazione tra diversi attori
(Università, Politecnico, Collegio Costruttori, Comune, Consorzio rifiuti, A.M.I.U., aziende
private del settore…) permetta ai medesimi di fare sistema e, potenziando le sinergie tra
pubblico e privato, di sostenere la crescita economica.
Ancora in tema di linea strategica di risanamento ambientale di aria, acqua e suolo, si deve
leggere il progetto “Metodologie chimiche e biologiche per la bonifica dei suoli inquinati
da cromo”, primo proponente il Dipartimento DiSAV – Università del Piemonte orientale
“A.Avogadro”. Il progetto è un esempio di pianificazione applicata a problematiche gravi,
concrete e circostanziate nel territorio di riferimento, ed è un esempio di come l’economia
della conoscenza serva al territorio. Nel sito industriale della Fraschetta (un’area del
Comune di Alessandria) si è generato, in seguito a lavorazioni e sintesi di sostanze chimiche
che risalgono ormai a decenni orsono, il problema della presenza di cromati (Cr VI) sia
nel terreno che nelle acque superficiali, con possibili trasmissioni e contaminazioni ai
prodotti agricoli della zona destinati al consumo umano; il progetto del Dipartimento
Universitario DiSAV, mira a fornire dati su modalità e tempi necessari per effettuare la
bonifica di suoli contaminati da metalli pesanti, e all’identificazione del/i sistemi
chimici/biologici da utilizzare.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Nella linea strategica di energia, risparmio di materia e gestione dei rifiuti va letto il
progetto, presentato dal lavoro congiunto di Politecnico di Torino, AMAG, Consorzio
Canale Carlo Alberto, dal titolo “Mini Hydro”. Tale progetto, altro esempio applicativo di
pianificazione strategica congiunta tra Enti ed organizzazioni con diverse competenze, ha
come scopo principale la valorizzazione, la ricerca e sviluppo di tecnologie ad alta
efficienza per la produzione energia elettrica da impianti micro idroelettrici, poco invasivi,
da applicare su piccole portate d’acqua e con piccoli salti; essi si presentano in diverse reti
irrigue presenti sul territorio alessandrino.
In tema di sviluppo sostenibile, un progetto originale in termini di concezione è quello del
“Coordinamento delle normativa per una pianificazione sostenibile”, presentato da
Collegio Costruttori - ANCE Alessandria. La carenza di normative adeguate a livello locale
è geneticamente condizionata da un fattore esogeno in quanto risulta impossibile, a livello
comunale, definire scelte strategiche in assenza di norme primarie e/o regionali; di qui,
l’idea del soggetto proponente il progetto, di creare una proposta complessiva che preveda
l’inserimento di opportune linee guida all’interno degli strumenti di pianificazione
comunale ed esecutivi.
Ancora nella linea strategica dell’ energia, risparmio di materia e gestione dei rifiuti, va
letta l’azione proposta da Amag e Politecnico di Torino, dal titolo “Efficienza energetica
nei servizi a rete”; il progetto si prefigge di ridurre i fabbisogni energetici degli impianti e
dei sistemi di distribuzione e collettamento acque potabili e fogna, tramite la
razionalizzazione della gestione e il ricorso, ove efficace sotto il profilo dei costi, alle fonti
rinnovabili.
Sul Tavolo è stata continua l’attenzione degli Atenei presenti sul territorio e prezioso il
contributo in termini di idee e di progetti. Una prova dell’attenzione dell’Università locale
(Avogadro) in materia di ambiente sta nella linea del risanamento ambientale di acqua,
aria e suolo, in particolare nel progetto “Valutazione del rischio ambientale di suoli ed
acque in aree ad elevata criticità: il problema della Fraschetta”, progetto che si pone come
obbiettivo, la valutazione del rischio ambientale nell’area Fraschetta, utilizzando un
approccio integrato chimico-ecotossicologico-ecologico. Tale progetto, pensato
esplicitamente avendo profonda conoscenza della realtà locale, prevede la valutazione del
rischio ambientale nell’area Fraschetta, applicando un approccio Triad che integra dati
chimici, ecotossicologici ed ecologici su suoli, acque di falda e acque superficiali. Nella
linea strategica dell’ energia, risparmio di materia e gestione dei rifiuti, troviamo invece un
progetto che affronta in modo innovativo il tema della sostenibilità, dal titolo “Sostenibilità
dei sistemi fotovoltaici”. Il progetto, primo proponente il Politecnico di Torino, ha come
scopo principale la valutazione comparativa di diverse soluzioni adottabili in campo
fotovoltaico. In particolare ci si pone come obiettivo quello di effettuare un confronto a
medio e lungo termine, legato alla produttività energetica, tra pannelli fotovoltaici di
differente concezione e tra diverse metodologie di posa e utilizzo.
Una linea strategica particolarmente interessante per lo sviluppo strategico è quella della
pianificazione urbana; in tale ambito, particolarmente interessante è il contributo alla
pianificazione strategica della città di Alessandria fornito nel progetto “Recupero e
Riqualificazione siti degradati e/o relitti rispetto al disegno urbanistico”. Tale azione
strategica, con un progetto ideato dal lavoro congiunto di due ordini professionali, ORGP
(Ordine Regionale dei Geologi del Piemonte) e ODAF (Ordine dei Dottori Agronomi e
dei Dottori Forestali), si pone come obbiettivo il censimento delle aree connotate da
degrado ambientale (Es.: ex cave, siti industriali dismessi, reliquati urbani ed extraurbani,
discariche abusive, etc.) attraverso cartografia e schede illustrative (una per ogni sito
individuato), con lo scopo di ripensare una “riqualificazione” territoriale non
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
necessariamente “intensiva”.
Il tema dello sviluppo sostenibile è stato affrontato nella pianificazione strategica della
città con un approccio veramente aperto, multidisciplinare e multisettoriale; prova ne sia
la condivisione degli attori di tavolo di un progetto, le cui tesi sono supportate da ampia
bibliografia, presentato dal Dipartimento di Ricerca Sociale, dal titolo “Il futuro è già qui:
giovani, partecipazione, sostenibilità”. Il progetto mira ad affrontare il tema della
sostenibilità dedicando, come è giusto che sia, attenzione al fatto che la pianificazione
strategica deve essere pensata per le future generazioni, essendo orientata al lungo periodo.
Per questo il progetto ha ad oggetto Pratiche partecipative e protagonismo giovanile per
lo sviluppo urbano sostenibile. Secondo la nota definizione della Commissione Mondiale
per l’ambiente e lo sviluppo (Rapporto Brundtland), è sostenibile uno sviluppo che
soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future
di soddisfare i propri. Si tratta di un concetto di notevole portata innovativa, che mette in
discussione alcuni tradizionali assiomi dell’economia, come la preferenza del presente
rispetto al futuro (si pensi alla celebre frase dell’economista che ebbe a dire “…nel lungo
termine…siamo tutti morti”) o del più rispetto al meno (lo sviluppo non può ridursi a
semplice crescita di produzione e consumo); tale considerazione dimostra come nella
pianificazione strategica della città, che pure era partita da un approccio dichiaratamente
economico (per ragioni casuali dato il background conoscitivo del soggetto proponente
l’idea), si sono dati spazi ad una vera pluralità di voci e di opinioni, e come gli attori di
tavolo si siano veramente integrati cogliendo lo spirito e la finalità positiva della
pianificazione strategica, portando veramente una stagione di arricchimento culturale
reciproco.
Ancora sulla linea strategica dell’energia, risparmio di materia e gestione dei rifiuti il lettore
può trovare un interessante contributo al tema nel progetto “Efficienza energetica degli
edifici (patrimonio edilizio esistente sul territorio del comune di Alessandria)”. Il progetto,
presentato grazie al lavoro congiunto di Collegio Costruttori - ANCE Alessandria (Sezione
Speciale dei Servizi e delle Attività Tecnologiche), prevede l’Analisi della tipologia
costruttiva degli edifici ed individuazione di criteri, azioni e sistemi integrati per l’aumento
dell’efficienza energetica nell’edilizia.
Un’idea lungimirante di ALTECH (Consorzio per le Innovazioni nell’Industria delle
costruzioni), è poi alla base del progetto “Mobilità sostenibile”, che tende alla realizzazione
di un sistema di mobilità sostenibile urbano attraverso l’uso di tecnologie rinnovabili e il
conseguente abbattimento delle emissioni inquinanti. Nella città di Alessandria il tema
delle polveri sottili è stato negli ultimi anni al centro di un dibattito piuttosto vivo; in tale
ambito, lo studio nasce dalla volontà di ridurre drasticamente il rumore e la produzione
di polveri sottili e di inquinanti durante le lavorazioni edili soprattutto svolte nei centri
storici delle città. L’idea progetto mira alla realizzazione di un prototipo di mezzo di
trasporto merci alimentari avente materiali tecnologicamente innovativi che sfruttano
l’energia rinnovabile solare (fotovoltaico).
La lettura dei progetti sviluppati dalla città di Alessandria può dare al lettore una idea del
livello di condivisione, di approccio multilaterale e multidisciplinare alle tematiche, e di
reale condivisione di finalità mediante apporti professionali e tecnici complementari. Si
veda ad esempio l’azione proposta dal combinato disposto del lavoro di Ordine Architetti
P.P.C. Alessandria e di ARPA Alessandria, dal titolo “La pianificazione urbana sostenibile
applicata alla prevenzione delle malattie”. Tale progetto è particolarmente interessante
perché l’ottica di analisi evidenzia una sensibilità particolare mostrata verso tematiche solo
apparentemente lontane dalle logiche urbanistiche in generale. Infatti l’idea alla base di
tale innovativo approccio ruota attorno al concetto di come l’urbanistica sostenibile possa
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
tAvolo 1
orgAnIzzAzIonE dEl tErrItorIo
prEmESSA gEnErAlE
Nel corso del dibattito sono emerse diverse problematiche e tematiche complesse,
inscindibilmente collegate con gli altri tavoli proprio per la specificità del tavolo (con
implicazioni e ricadute generalizzate): l’organizzazione del territorio.
Tale denominazione comprende al suo interno una serie di elementi che sono stati
particolare oggetto di discussione: le infrastrutture più o meno articolate, gli spazi fisici e/o
virtuali, i volumi e gli “incubatori” destinati e/o vocati a poli tecnologici, i parchi e le aree
industriali, la logistica in generale, etc....
Sin dall’inizio dei lavori è apparso chiaro che alcuni punti di forza (a seconda della visione
e delle prospettive), così come le opportunità, potevano essere considerate punti di
debolezza e minacce ... e viceversa; la linea di demarcazione si presenta e si delineerà di
difficile identificazione/determinazione senza scelte condivise e forti e programmazioni
incrociate.
è comunque apparso evidente a tutti i partecipanti al tavolo come ogni strategia ma
soprattutto ogni programma e/o progetto, in un campo così vasto e multiforme, sia
impraticabile ed inscindibile da scelte di indirizzo politico-amministrative; ciò a prescindere
da fattori negativi esogeni e incontrollabili.
La città (e il suo territorio con i sobborghi, i due fiumi principali, l’area collinare e quella
di pianura) ha una buona dotazione infrastrutturale in generale pur se l’accessibilità viaria
non è pienamente compiuta (tangenziali, anelli, interconnessioni, ponti sul Tanaro e sul
L’analisi dei puinti Bormida, etc.) e pertanto quest’ultima risulta da integrare ed ammodernare.
Anche a livello ferroviario ci sono degli interventi da realizzare; la favorevole localizzazione
di forza e debolezza quale “snodo” geografico e la presenza di reti infrastrutturali “storiche” ha
presumibilmente ritardato nel tempo interventi di adeguamento e di interconnessione.
Tra i punti di forza vi sono poi: un polo sanitario notevole, un polo universitario “giovane”
ma ormai consolidato, una “vocazione” del territorio allo sviluppo logistico per la
localizzazione della città e per le interazioni con il resto della Provincia, della Regione e
dei territori contermini.
Tra i non pochi punti di debolezza sono emersi: il problema idraulico (con gli interventi
sui fiumi, di salvaguardia, di gestione delle acque in generale) sia sui corsi d’acqua principali
(Tanaro e Bormida) che sul reticolo minore; il problema inerente alla scarsa “attrattività”
della città (mancanza di riconoscibilità sul suo territorio e così via se si amplia l’orizzonte
alla Provincia e ad un’area più estesa), il problema di reti infrastrutturali e sottoservizi da
integrare e da adeguare alle nuove tecnologie e alle nuove sfide mondiali (aziendali,
commerciali, culturali, sociali etc.), la carenza di infrastrutture adeguate alla gestione del
tempo libero e dello sport sia a livello locale che di area vasta e/o nazionale.
Vi sono state conseguentemente delle difficoltà nell’individuare chiaramente le scelte e le
priorità della strumentazione urbanistica sia a livello industriale che commerciale, sanitario,
logistico, etc..
Al tavolo poi è emersa una domanda: un’area abbastanza priva di tensioni sociali rilevanti
e di forti e manifeste vocazioni è un pregio o un difetto?
Gli spunti più interessanti, e le sfide quindi, sono emersi nell’esaminare le possibili
opportunità e le minacce.
Le occasioni da cogliere parrebbero molte ma occorre concertazione e volontà concreta
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Asse II - Sviluppo urbano
tavolo 1 organizzazione del territorio
AnAlISI S.W.o.t.
opportunItà mInAccE
Piano regolatore (Nuovo) Rischio di perdita di centralità del capoluogo
Zona in gran parte in piana alluvionale privi di gravi rischi di dissesto Connessione non razionale tra il settore socio/produttivo e quello infrastrutturale
Opportunità di “dare un ruolo” alla centralità della città Uso incontrollato e irrazionale del suolo (cementificazione del territorio coltivato)
Valorizzazione delle buone infrastrutture esistenti Mancata realizzazione del secondo ponte sul Bormida
Rischio di perdita di opportunità di nuovi insediamenti e di nuove attività dovuta ai tempi di
Selezione ragionata delle attività economiche e sociali
fund raising delle infrastrutture
Città all’avanguardia in alcune applicazioni delle nuove tecnologie in campo energetico
Impatto ambientale connesso agli effetti della logistica (flussi contrastanti tra localizzazioni)
(fotovoltaico)
Zona di pianura adatta alla cablatura con nuove tecnologie Perdita di poli universitari di eccellenza
Costruzione della strada di collegamento tra scalo smistamento e tangenziale
Valorizzazione logistica della città
Realizzazione nuovo ponte sul Tanaro di alleggerimento traffico e transito
Cittadella patrimonio militare che può dare ricadute non monetarie ma visibilità
Sviluppo di poli universitari di eccellenza
Ospedale (Nuovo)
Spazi per Incubatori di imprese
Centri di eccellenza tecnologica
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse II Sviluppo urbano - tavolo 1 organizzazione del territorio
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE/EFFEttI)
Saldo negativo tra costi riduzione dei fattori di contrazione ricaduta negativa
perdita opportunità di crescita e sviluppo sugli investimenti
e benefici economici, economica di sistema
sviluppo pubblici e privati
ambientali e sociali locale
dotazione infrastrutturale non adeguata al ruolo di capoluogo di provincia nonostante un posizionameno invidiabile
per la sua posizione geografica.
pianificazione di infrastrutture che non tiene adeguatamente conto della centralità della città e mancanza
sostanziale di collegamento alle reti idriche e tecnologiche di importanza nazionale.
Attuale non completa definizione dei collegamenti infrastrutturali e dei correlati ai contenitori vari già esistenti e di
nuova implementazione. conseguente non razionale uso dei contenitori infrastrutturali.
FAttorI ESogEnI
necessità di
carenza di necessità di pinificazione
organizzazione e
risorse in ambito di lungo termine Inerzia strutturale mancanza di
razionalizzazione di
locale coordinata tra soggetti degli strumenti ruolo di
risorse tra enti diversi
diversi tradizionali di governo capoluogo della
del territorio provincia
FAttorI ESogEnI
rischi di dispersione di
iniziative o realizzazione
difficoltà a realizzare Impossibilità di Impossibilità di di infrastrutture non
evoluzione economica sviluppo servizi e ospitare eventi ed riutilizzabili
e sociale nel terziario attività ad alto valore carenza di iniziative di rilevanza
avanzato aggiunto collegamenti nazionale
difficoltà a collegarsi ai
nazionali ed grandi progetti ed eventi
mancanza di internazionali mancanza di nazionali ed
“sistema nervoso” sul contenitori adatti ai internazionali
corpo del territorio “miopia” tecnologica grandi progetti
linea 4
linea 1 linea 3
mancanza mancanza di
pianificazione meccanismi di
territoriale compensazione
mancanza di mancanza di mancanza di condivisa tra aree limitrofe
visione vocazione mancanza di scete di
logistica storica un distretto di mancanza di
innovazione
integrata uiversitaria ricerca investimenti Scarsa
tecnologica
della città nel settore motivazione
(es. reti Sottovalutazione
wireless) della
de ruolo di
imprenditorialità
capoluogo di
privata ad
provincia
modificate investire nel
esigenzedi area linea 2 non sufficienti campo
vasta per completamenti
traffico merci ed integrazioni
delle reti Frammentazione
infrastrutturali e dispersione mancanza di
delle iniziative spinte propulsive
sui capoluoghi di si grandi progetti
zona
138
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
lInEE StrAtEgIchE
139
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
1. Technology Centre
2. Gli argini della cultura
3. Alessandria logistica
4. Area per Insediamenti Produttivi in San Michele (a est della
ex S.S. del Monferrato n. 31 e a sud delle Strada della Cerca)
5. Piano degli Insediamenti Produttivi P.I.P. area n.7 in Spinetta
Marengo
6. Recupero urbano del complesso immobiliare ex Caserma
Leopoldo Valfrè di Bonzo
7. Predisposizione di una rete metropolitana a larga banda per
Università, Comune di Alessandria, Provincia di Alessandria e
realtà private
8. Rete di accoglienza e supporto agli investimenti produttivi
attirati dalle possibilità del retro porto di Alessandria
9. Marketing territoriale logistico
10. Scuola di alta formazione in Logistica, Insediamento Produttivo
e Organizzazione di Processo
11. Bicistazione (grande parcheggio multipiano per bici e
motocicli/scooter)
12. Realizzazione “Ecomuseo della terra cruda” e avvio di cantieri
pilota per il recupero delle strutture in terra cruda
13. Città dello Sport
14. Borgo Cittadella – progetto di rinnovamento di un quartiere
140
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
141
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 1
titolo:
technology centre
Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo la creazione di un centro integrato di servizi per le
imprese ed il territorio, avente lo scopo di creare una connessione stretta tra ricerca
applicata, alta formazione e servizi al tessuto industriale.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino.
142
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Dal punto di vista delle attività, il Technology Centre diventa così un luogo anche fisico
di attrattività di imprese già esistenti, i fase di realizzazione e di integrazione tra mondo
della conoscenza e mondo della produzione. Non è un caso poi che il progetto preveda
spazi fisici per gli Enti pubblici sostenitori, per la Camera di Commercio, per le stesse
associazioni di categoria imprenditoriale; l’idea è quella di offrire un luogo in cui il sistema
locale offre un pacchetto integrato e coordinato di servizi alle imprese, sulla base di accordi
espliciti, codificati e resi pubblici, in modo trasparente.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
1. supportare le fasi di start up e sviluppo d’impresa
2. realizzare servizi integrati al sistema delle imprese
3. creare una struttura fisica atta alla integrazione tra ricerca ed impresa
obiettivi specifici:
a) creazione di reale integrazione tra sistema della ricerca e sistema della produzione
b) integrazione con il mondo associativo e creazione di sportelli per le imprese
c) creazione di hub aziendali
d) offerta di servizi di ricettività per personale di ricerca e studenti in alta formazione
e) consulenza alle imprese
f) implementazione di bandi di finanza locale
g) assistenza a progetti di finanza agevolata
h) centro studi di analisi economiche
i) creazione e gestione di un incubatore di impresa
j) supporto alla partecipazione a bandi e progetti nazionali e Europei
Attività:
La realizzazione di un Technology Centre prevede le seguenti attività (investimenti):
p attività immateriali di comunicazione e pubblicità
p attività immateriali di costituzione ed avviamento
p affitto di terreni e fabbricati già esistenti
p opere di adeguamento normativo e funzionale di immobili già esistenti
p acquisto di attrezzature industriali e commerciali ad uso uffici
p acquisto di impianti e macchinari per laboratori
p noleggio di attrezzature informatiche e di laboratorio
p costituzione di una Newco mista a maggioranza pubblica
risultati:
Tale innovativo approccio potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
n una integrazione e sinergia di competenze che dalla compartecipazione
nel progetto non potranno che potenziarsi a vicenda;
n lo sviluppo e condivisione di servizi che avranno una massa critica
superiore a quelli attualmente erogati sul territorio che, oltre ad essere più
efficaci, saranno anche più sostenibili sotto il profilo finanziario;
n la ricerca di soluzioni efficaci al sostegno alle imprese, sia in ambito
tecnologico, sia in ambito finanziario, sia in tutti i campi scientifici disciplinari
potenzialmente di interesse;
n la creazione di strumenti finanziari innovativi di finanza locale in
collaborazione con i partner finanziari del progetto (si pensa esplicitamente
Fondazione CRAL);
143
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Si ipotizza la copertura degli investimenti ripartiti tra i suddetti soggetti, in parte termini
di apporto di capitale e in parte in termini di finanziamento soci. La restante parte
dell’investimento sarà coperta con finanziamento bancario a lungo termine.
Si ipotizza a regime la maggioranza pubblica e la copertura dei costi di gestione a carico
della costituenda società, tramite i ricavi del core business.
Sono state individuate due diverse voci di ricavo:
ricavi derivanti da affitti (gli affitti si riferiscono alle aziende incubate, ai centri ricerche
industriali, all’hub delle associazioni, all ’hub delle aziende ed agli sportelli di impresa – a
questi si aggiungono gli affitti d’azienda per il servizio bar e per il residence);
ricavi derivanti da servizi (che comprendono la consulenza alle imprese e bandi locali, i
progetti finanziati e centro studi analisi economiche, l’incubatore d’impresa).
costi:
costi di investimento
Costi di adeguamento edifici già esistenti € 150.000
Costi di ristrutturazione ex Istituto
€ 300.000
Zooprofilattico
Costi di ristruttrazione per servizi di ricettività € 350.000
Costi per attrezzature tecnologiche in leasing € 150.000
Altri costi di avvio € 50.000
totale € 100.000
Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
acquisizione di diritti di superficie di lunga durata su terreni e immobili;
l adozione di una mission societaria basata su ipotesi di costituzione di
144
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
cronoprogramma:
Fase obiettivo durata
1 Costituzione della società 2 mesi
Stipula di un accordo con il Politecnico e acquisizione dei diritti
2 2 mesi
di superficie di immobili esistentiù
Definizione della struttura organizzativa, manageriale e
3 1 mese
gestionale del Technology Centre
4 Richiesta di autorizzazione comunali. ASL, etc. 1 mese
Inizio lavori riqualificazione ex Aule Politecnico primo piano
5 3 mesi
blocco E (circa 500 mq)
Inizio lavori ex Palazzina macello per residence (i lavori
6 potrebbero anche partire in parallelo con la riqualificazione del 6 mesi
blocco E)
Inizio lavori riqualificazione ex Aule Politecnico secondo piano
7 3 mesi
blocco E (circa 500 mq)
8 Riqualificazione spazi ex Istituto Zooprofilattico (circa 400 mq) 6 mesi
Ottenimento di permessi, collaudi e certificazioni dalla
9 2 mesi
conclusione di ogni lotto di lavori
145
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 2
titolo:
gli argini della cultura
Sottotitolo:
Il progetto si pone come obbiettivo la creazione di un centro integrato di servizi per la
convegnistica e per la realizzazione di eventi di rilevanza internazionale creando una rete
tra contenitori già esistenti e nuovi contenitori da realizzare all’interno della Cittadella di
Alessandria
Soggetti proponenti:
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria, Politecnico di Torino
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
- mettere in rete i contenitori esistenti che ospitano eventi congressuali;
- realizzare servizi integrati alla convegnistica, alla cultura, all’esposizione
museale, alla realizzazione di fiere;
- recuperare la cittadella militare.
- integrare la città, il suo fiume e la cittadella militare
146
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
obiettivi specifici:
l creazione di un collegamento fisico tra le strutture per eventi esistenti: la
cittadella militare ed il fiume Tanaro;
l creare percorsi pedonali che permettano di vivere la cittadella e gli argini
del fiume come parco e percorso culturale;
l utilizzare il servizio di Residence realizzato dal Technology Center per i
servizi Fieristici e di convegnistica;
l realizzare all’interno della cittadella spazi a servizio dell’attività
convegnistica e fieristica;
l realizzazione di un servizio di coordinamento e gestione di convegni e
fiere.
Attività:
La realizzazione del progetto prevede le seguenti attività (investimenti):
n creazione di una società per la realizzazione di eventi o revisione dello
statuto di un ente già esistente (es. ALEXALA);
n attività immateriali di costituzione ed avviamento;
n realizzazione di un ponte pedonale/ciclabile tra viale Michel e via Pavia;
n opere di adeguamento normativo e funzionale di immobili già esistenti in
cittadella;
n acquisto di attrezzature informatiche e commerciali ad uso uffici;
n completamento di piste ciclabili e percorsi pedonali (vedi linea rossa su
disegno)
n acquisto di sistemi per traduzione simultanea
risultati:
Tale innovativo approccio potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
1. il maggiore utilizzo di spazi esistenti e la maggiore sostenibilità economica
degli stessi;
2. la programmazione e gestione di eventi di respiro internazionale sia dal
punto di vista espositivo sia congressuale;
3. lo sviluppo e condivisione di servizi che avranno massa critica superiore
agli attuali, ed oltre ad essere più efficaci saranno anche più sostenibili sotto
il profilo finanziario;
147
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
costi:
costi di investimento pubblico
Costi di adeguamento edifici già esistenti in cittadella circa Euro 2.200.000
Costi di realizzazione di un ponte pedonale sul fiume
circa Euro 1.350.000
Tanaro
Costi per il completamento di aree verdi e piste ciclabili circa Euro 450.000
Costi per attrezzature tecnologiche e informatiche Euro 150.000
Altri costi di avvio Euro 150.000
Totale investimento complessivo: circa Euro 4.200.000
costi di gestione:
I costi di gestione a progetto realizzato saranno coperti dai servizi erogati
Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
1. creazione di un Ente di gestione o trasformazione di un Ente di gestione
esistente;
2. acquisizione di diritti di superficie o di uso di lunga durata su terreni e
immobili;
3. disponibilità del Comune alla realizzazione delle infrastrutture necessarie
per il collegamento fisico dei contenitori
148
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
cronoprogramma di lavoro:
- condivisione degli obbiettivi e firma di un memorandum di collaborazione
tra Comune, ACSAL, Politecnico e UNIPMN (sei mesi);
- realizzazione di uno studio preliminare sul collegamento fisico dei
contenitori disponibili (quattro mesi);
- realizzazione di uno studio preliminare sulla rifunzionalizzazione di una
porzione della cittadella militare (quattro mesi);
- realizzazione dei progetti esecutivi (sei mesi);
- realizzazione dei lavori per ponte pedonale, aree verdi e piste ciclabili
(quindici mesi);
- realizzazione dei lavori per rifunzionalizzazione di spazi in ex. cittadella
militare (quindici mesi);
- costituzione della società di gestione eventi (un mese).
149
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 3
titolo:
Alessandria logistica
Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo la realizzazione del polo logistico integrato di
Alessandria.
Soggetti proponenti:
Provincia di Alessandria, Comune di Alessandria
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
a. creare una piattaforma di logistica e servizi per il Porto di Genova
all’interno delle regioni del nord-ovest
b. sviluppare una serie di iniziative imprenditoriali connesse alla
logistica di tipo manifatturiero o di servizi dedicati
150
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
obiettivi specifici:
1. adeguamento a piattaforma logistica dell’attuale scalo merci
2. individuazione di servizi ed attività di supporto alla logistica pura
3. creazione sportelli per imprese o società
4. supporto alla localizzazione
Attività:
La realizzazione della piattaforma logistica prevede le seguenti attività (investimenti):
o attività di concertazione tra enti (Provincia, RFI, Comune)
o costituzione società di gestione
o trasformazione dello scalo in hub logistico
o costruzione rete di collegamento viario e dati
risultati:
Tale innovativo approccio potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
n l’aumento di attrattività del territorio come luogo di insediamento di
imprese
n una differente tipologia di sviluppo territoriale
n la possibilità di nuovi corsi di formazione anche di livello universitario
costi:
costi di investimento:
Stimati 70 milioni di €, capitale pubblico
151
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
costi di gestione:
Da stabilire in funzione delle attività che si intendono svolgere
Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
l definizione dei finanziamenti disponibili
l definizione dei soggetti attuatori (Provincia, Comune, RFI, Regione,
Autorità Portuale di Genova, etc.)
l realizzazione dei progetti per l’infrastrutturazione
cronoprogramma:
I semestre II semestre I semestre II semestre
Attività Anno 3 Anno 4 Anno 5
anno 1 anno 1 anno 2 anno 2
Definizione
struttura di
gestione tra
Enti
Bando
progettazione
e
affidamento
Progettazione
Bando gara e
affidamento
Lavori
realizzazione
strada a
Lavori di
adeguamento
scalo
152
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 4
titolo:
Area per Insediamenti produttivi in San michele (a est della
ex S.S. del monferrato n. 31 e a sud della Strada della cerca)
Sottotitolo:
A seguito delle nuove destinazioni urbanistiche in previsioni nei progetti di variante e di
adeguamento del Piano Regolatore Generale (correlata al Piano delle Alienazioni e
Valorizzazioni Immobiliari) ed al compimento delle contestuali procedure comunali, di
riordino e di valorizzazione del patrimonio immobiliare, con quelle delle Società
partecipate tese a operazioni di cartolarizzazione/dismissioni patrimoniali, potrà essere
attivata una nuova area per insediamenti produttivi, ulteriore intervento di trasformazione
del territorio alessandrino.
Soggetti proponenti:
Il Comune di Alessandria è capofila/proponente con le Aziende partecipate.
153
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata alla tipologia realizzativa e funzionale finale.
Si può ipotizzare che i proventi al Comune derivanti da cessazioni/alienazioni di aree
fondiarie conseguenti a dismissioni e valorizzazioni di patrimonio immobiliare sia pari a
circa € 15.000.000.
Fattibilità:
La fase propositiva ed attuativa del Piano sarebbe gestita direttamente da un soggetto
privato o in alternativa da un’apposita Società di Intervento con partecipazione di
Associazioni di categoria ed operatori, attraverso una convenzione con il Comune di
Alessandria.
è auspicabile un coinvolgimento di altri Comuni “minori” al fine di limitare la dispersione
sul territorio di insediamenti analoghi.
Costi elevati concentrati sulle acquisizioni degli immobili/terreni indispensabili per
l’attuazione del Piano + costi impiantistici e di dotazione di servizi, pur tenendo conto
della favorevole localizzazione . Collaborazione e Convenzioni/Accordi con altri Enti e
154
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
soggetti pubblici e privati ancora da verificare; tra questi anche il coinvolgimento della
Provincia quale soggetto partecipe di riferimento/incontro tra domanda/offerta del
mercato e tra le varie esigenze/aspettative di Amministrazioni Comunali della zona
alessandrina.
Il piano esecutivo dovrà essere pienamente condiviso e integrato tra parte pubblica e
privata, inoltre dovrà essere valutato e messo in relazione con le altre aree con analoghe
destinazioni in modo da non essere in competizione ma parte di un “disegno” generale.
cronoprogramma di lavoro:
Definizione
compatibilità
urbanistica
Predisposizione e
approvazione piano
esecutivo +
convenzioni
Progettazione opere
pubbliche e altro
Lavori per
infrastrutturazioni
Cessioni e concessioni
lotti a private/società
+ realizzazioni
localizzazione:
155
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 5
titolo:
piano degli Insediamenti produttivi p.I.p. area 7
in Spinetta marengo
Sottotitolo:
Attraverso la predisposizione di un progetto di Piano specifico e la sua approvazione,
indispensabile per innescare le necessarie procedure di acquisizione delle aree private ed
eseguire le urbanizzazioni e le infrastrutture indispensabili all’insediamento di attività
produttive, si attiverà un ulteriore intervento di trasformazione del territorio così come
definito dalla vigente strumentazione urbanistica (P.R.G.C.).
Le aree rese disponibili per la nuova edificazione saranno destinate a insediamenti di
strutture e impianti industriali e artigianali, nuove infrastrutture, attrezzature e servizi
tecnologici e sociali, servizi di interesse generale, edifici ed impianti connessi alle reti di
distribuzione di servizi tecnologici, di carattere pubblico e di pubblico interesse, depositi,
etc..
Soggetti proponenti:
Il Comune di Alessandria è capofila/proponente con le Aziende partecipate.
descrizione del progetto:
Ai fini dello sviluppo del settore produttivo e di un corretto insediamento delle aziende
produttive ed artigianali nel territorio comunale il P.R.G.C. vigente, individua alcune aree
destinate all’attività produttiva, tra cui quella, sita ad est del capoluogo nelle vicinanze del
sobborgo di Spinetta Marengo, identificata con il n.7 (sulle tavole di P.R.G.C.); ogni
intervento di trasformazione del territorio per la realizzazione di insediamenti produttivi
nell’area è subordinato alla realizzazione di uno specifico strumento urbanistico esecutivo
(s.u.e. nello specifico identificato in un Piano per gli Insediamenti Produttivi ai sensi
dell’art. 27 della legge 22 ottobre 1971 n.865).
La realizzazione del Piano per Insediamenti Produttivi riguardante la Zona Industriale n.7
di Spinetta Marengo costituisce quindi l’attuazione dell’area destinata ad attività produttive
e individuata dalla strumentazione urbanistica generale in un’area a nord-est dell’abitato
di Spinetta Marengo, immediatamente a est della Zona Industriale P.I.P. D5; ulteriori
confini sono, a sud, la linea ferroviaria Alessandria-Piacenza e, a est, i terreni contigui alla
strada Ventolina.
L’area, naturale espansione della contigua Zona Industriale D5, ha una superficie
complessiva di circa 42 ha. ed è localizzata in territorio pianeggiante.
I lotti ricavabili per la nuova edificazione, destinati prioritariamente a nuovi insediamenti
produttivi (no logistica e/o semplici piazzali/aree sosta), hanno una superficie (superficie
fondiaria) pari a circa il 70% della superficie complessiva; le superfici per servizi pubblici
(generali, verde, parcheggi, ...) sono poco più del 20% , mentre le superfici residuali sono
destinate alla viabilità principale e secondaria, a strade, a rotatorie, ecc...
Dalla redazione e dalla approvazione del Piano discenderà la dichiarazione di pubblica
utilità e indifferibilità ed urgenza di tutte le opere, impianti ed edifici in esso previsti: il
termine per il completamento dei lavori e delle acquisizioni degli immobili interessati
coinciderà con il periodo di efficacia del piano medesimo.
156
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Finalità generali:
- Rendere disponibili nuove aree destinate ad attività produttive, con la
possibilità di insediamenti anche medio-grandi, lotti minimi da 5.000-10.000
mq sulla base della volontà della Amministrazione
- Offrire un’opportunità per le aziende e le attività che intendono rilocalizzarsi
(se attualmente in zone improprie) o insediarsi ex novo
- Mantenere e promuovere un offerta di aree tale da non perdere di attrattività
nel confronto con altri Comuni che possono disporre di aree con analoghe
caratteristiche
- Realizzare un’area più moderna e più appetibile per le ditte che intendono
insediarsi anche grazie alle nuove infrastrutture, alla localizzazione favorevole,
alla flessibilità operativa offerta
- Evitare la dispersione di aree industriali sul territorio, con maggior consumi
di terreni agricoli, maggior costi per la infrastrutturazione (dai servizi quali
fognature, reti idriche, gas, elettriche, di illuminazione, di impianti telematici
e telefonici, alle strade) ed il collegamento alla viabilità principale; la
concentrazione, in una posizione logisticamente favorevole, permetterà di
evitare sprechi di risorse
- Sfruttare la buona accessibilità territoriale
- Favorire interazione tra aziende insediate
obiettivi specifici:
L’applicazione mirata di soluzioni tese a contrastare alcune problematiche già evidenziate
nel tavolo di lavoro, quali:
p assenza di spazi/volumi attrezzati e razionalmente collegati
p mancato sfruttamento di un opportunità logistico/strategica
p rischio dispersioni di realizzazioni di infrastrutture
Attività:
Le aree per attività produttive, come la n.7, ammettono specificatamente le attività
industriali, artigianali e di deposito in sede propria.
Tra gli usi industriali e artigianali il P.R.G.C. comprende, oltre la specifica destinazione
produttiva, le utilizzazioni a queste strettamente connesse, tra cui:
m insediamenti di strutture e impianti industriali, per la logistica ed artigianali
di nuovo impianto
m abitazioni per esigenze di custodia e di assistenza agli impianti e/o di
residenza del titolare dell’attività (con limitazioni)
m uffici ed attività commerciali di vicinato connesse agli usi industriali,
artigianali e di deposito (con limitazioni)
m attrezzature per servizi sociali nonché attività complementari (con
limitazioni) come da norme di attuazione del P.R.G.C.
Gli insediamenti ammessi potranno essere integrati, in generale, con tutte le destinazioni
ammesse dal vigente P.R.G.C.
risultati:
La realizzazione potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
n l’aumento di attrattività del territorio come luogo di insediamento di
imprese ed attività industriali una differente tipologia di sviluppo territoriale
n la possibilità di nuovi insediamenti produttivi
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Le risorse in fase iniziale saranno tutte di carattere pubblico.
157
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Fattibilità:
La fase attuativa del P.I.P. potrebbe essere gestita direttamente dalla Amministrazione
Comunale, o in alternativa da un'apposita Società di Intervento con partecipazione di
Associazioni di categoria ed operatori, attraverso una convenzione con il Comune di
Alessandria.
Costi elevati concentrati sulle acquisizioni degli immobili/terreni indispensabili per
l’attuazione del Piano + costi impiantistici e di dotazione di servizi, pur tenendo conto
della favorevole localizzazione (con la presenza di assi viari e infrastrutture di connessione,
erogazione servizi, etc.).
Collaborazione e Convenzioni/Accordi con altri Enti e soggetti pubblici e privati ancora
da verificare; tra questi anche il coinvolgimento della Provincia quale soggetto partecipe
di riferimento/incontro tra domanda/offerta del mercato e tra le varie esigenze/aspettative
di Amministrazioni Comunali della zona alessandrina.
Il piano esecutivo dovrà essere pienamente condiviso e intergrato tra parte pubblica e
privata.
158
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
cronoprogramma di lavoro:
Ricerche e studi +
Bando progettazione e
affidamento (e/o
procedure interne)
Progettazione P.I.P.
Approvazione P.I.P.
Avvio acquisizioni e
presa in possesso
Progettazione Opere
Pubbliche
Lavori per
infrastrutturazioni
Cessioni e concessioni
lotti a private/società
localizzazione:
159
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 6
titolo:
recupero urbano del complesso immobiliare ex caserma
leopoldo valfrè di Bonzo
(Luogotentente Generale Artiglieria e Senatore del Regno d’Italia)
Sottotitolo:
Attraverso nuove destinazioni urbanistiche dell’ex complesso militare, tra cui
l’individuazione di un’area soggetta a Strumento Urbanistico Esecutivo (come da 3^
variante del PRGC adottata nel 2009), l’Amministrazione Comunale può procedere con
un recupero e una riappropriazione di spazi e di contenitori dismessi, particolarmente
significativi per la Città intera.
L’area densamente popolata, collocata in prossimità del centro, di facile accessibilità
nonché di connessione con una parte di periferia a sud “storica” - il quartiere Pista, si
presta ai molteplici utilizzi individuati dall’A.C. che ben si integrano tra loro .
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria.
descrizione del progetto:
è da tempo che ad Alessandria si discute sul futuro dell’ex caserma Valfrè e sulle
prospettive e le difficoltà che un processo di riqualificazione di un’area militare dismessa
comportano, in termini di processo decisionale, finanziamento e tempi di realizzazione
dell’intervento.
Tutta l’area in questione è particolarmente significativa per la città e può essere vista come
una zona strategica per una parte dello sviluppo locale: la riqualificazione della superficie
occupata dall’ex complesso militare, infatti, centrale, facilmente accessibile pedonalmente
e viabilmente, può avere un impatto notevole su Alessandria e sui suoi cittadini in termini
di qualità urbana e della vita, di offerta di servizi, di nuovi spazi e di strutture, di relazioni
sociali, ecc…
Il progetto di riutilizzo, derivato dallo strumento urbanistico generale, suddivide il
complesso (totale di circa mq.54100) in 5 lotti con le seguenti destinazioni principali:
l il corpo principale dell’ex caserma con la piazza e gli edifici sul perimetro,
a standard urbanistici e aree ad uso pubblico per servizi comunali e pubblici
in generale – circa mq 21300
l l’area limitrofa a quella precedente, verso il centro commerciale
(Esselunga), a verde pubblico – circa mq 9510
l l’area immediatamente a est del corpo principale, a viabilità interna –
collegamento tra Spalto Gamondio e Corso 100 Cannoni e Corso Lamarmora
- circa mq 2900
l un’area ad est a uso pubblico per attrezzature di interesse generale - circa
mq 4800
l un’altra area ancora più ad est verso via Monterotondo a uso residenziale,
soggetta a piano esecutivo obbligatorio - circa mq 15490
Il progetto manterrà un riferimento storico importante, di una tradizione ancora presente
160
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Fattibilità:
Costi elevati concentrati sul recupero degli edifici “storici” a livello impiantistico e di
dotazione di servizi anche alla luce delle nuove destinazioni, pur con tutte le incertezze di
utilizzo finale.
Collaborazione e Convenzioni/Accordi con altri Enti e soggetti pubblici e privati:
l’Agenzia del Demanio, la Provincia di Alessandria con cui è già stato sottoscritto un più
generale Protocollo di Intesa per un Progetto di valorizzazione del Patrimonio pubblico,
la Regione Piemonte, l’Università, l’Esercito con l’Ufficio Storico del Ministero della
Difesa e altri settori specifici; i privati con risorse e finalità diversificate (residenze,
commercio, servizi, artigianato, etc.) nella parte soggetta a strumento urbanistico esecutivo.
Il piano esecutivo dovrà essere pienamente condiviso e integrato tra parte pubblica e
privata.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
cronoprogramma di lavoro:
in trimestri
Acquisizione
Ricerca partner e
confronto soggetti
Predisposizione
convenzioni e
accordi
Redazione studio
di fattibilità
Stipula accordi e
convenzioni
Progetti preliminari
(dal parcheggio,
verde, viabilità e
percorsi, aree
pubbliche a seguire
con progetti più
complessi)
Progetti definitivi
ed esecutivi
Piano esecutivo
con progettazione
per lotti funzionali
Avvio lavori privati
- Lavori
Appalto/Realizza-
zione e collaudo
Inividuazione:
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 7
titolo:
predisposizione di una rete metropolitana a larga banda per
università, comune di Alessandria, provincia di Alessandria
e realtà private
Sottotitolo:
Le crescenti necessità di collegamenti informatici ad alta velocità richiede la progettazione
e predisposizione di una specifica e capillare infrastruttura telematica in grado di
rispondere alle attuali e future esigenze
La rapida evoluzione dei servizi informatici e telematici, da un lato, e la liberalizzazione
delle normative che regolano il mercato delle reti per le trasmissioni telefoniche e dati,
dall’altro, rendono oggigiorno conveniente la costruzione di reti a larga banda, ad uso
interno, da parte di enti pubblici come università, comuni, province, etc. Esempi di
realizzazione di questo tipo di opere possono essere ormai trovati in molte città italiane,
prima fra tutte la città di Pisa dove università e comune hanno costruito in collaborazione
una rete in fibra ottica sul termine dello scorso millennio.
Soggetti proponenti:
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
165
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 8
titolo:
rete di accoglienza e supporto agli investimenti produttivi
attirati dalle possibilità del retro porto di Alessandria
Sottotitolo:
Realizzazione di una rete di accoglienza e supporto agli investimenti produttivi connessi
al “retroporto di alessandria”.
Il progetto mira a creare le condizionali ottimali per l’insediamento di attività produttive
legate al nascituro Retroporto di Alessandria. A titolo di esempio, può richiamarsi il caso
del porto di Rotterdam, che è supportato da un’area produttiva, di trasformazione e
logistica, che si estende per 90 km nell’entroterra olandese. Un’area di tale intensità di
sviluppo che contribuisce a rendere l’Olanda uno dei paesi più floridi al mondo.
Soggetti proponenti:
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria.
descrizione del progetto:
UN’OCCASIONE STRATEGICA
La Società Retroporto di Alessandria, costituita a Dicembre 2009, prevede di iniziare i
lavori di adeguamento dello scalo ferroviario di Alessandria nel 2012 e di avviare
l’operatività nel 2014. Il Retroporto è una struttura collegata con treni navetta alle banchine
del Porto di Genova che consente il rapido smaltimento dei carichi in arrivo e in partenza.
Gli effetti fondamentali dell’opera saranno costituiti da una maggiore capacità di gestione
merci del Porto e dalla diminuzione/razionalizzazione del traffico pesante su strada in
ingresso e uscita da Genova.
Il Retroporto è progettato per gestire circa 500 mila TEU1 (pari circa a 340 mila container)
all’anno e impegnerà direttamente fino a duecento addetti (figure di diverse
specializzazioni) per la gestione operativa e qualche decina come naturale indotto.
E’ di per sé un’opera significativa e di sicuro impatto sull’economia alessandrina e
riteniamo possa diventare un autentico volano di sviluppo strategico, e non solo per
Alessandria, se si creassero condizioni adeguate ad accogliere attività economiche
produttive vicine al Retroporto.
Il caso Rotterdam ci insegna che la ricchezza che nasce da un porto non è solo
direttamente collegata all’attività portuale, anzi, si può dire che siano poche e
numericamente esigue le categorie che prosperano direttamente sul porto. La ricchezza
sociale, quindi il lavoro e le possibilità di sviluppo, sono legate alle strutture produttive che
lavorano le merci in entrata o in uscita dal porto.
Non si tratta solo di lavori di facchinaggio o trasporto (che sono comunque lavoro). Si
tratta di confezionamento, di industria alimentare, di assemblaggio (meccanica,
motoristica, elettronica), di nazionalizzazione dei prodotti (software in lingua), di
predisposizione e di certificazione (cellulari). E quindi centri di assistenza, di supporto, di
commercializzazione. Centri di produzione di materiali pesanti necessitanti strutture di
trasporto adeguate (laterizi, silicio per pannelli solari, cementi di ultima generazione,
laminati).
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
I distretti produttivi di Rotterdam si sono sviluppati grazie a diversi fattori di cui alcuni non
riproducibili in loco: una capacità di gestione del traffico del Porto ineguagliabile (9 milioni
di TEU/anno), spazio in abbondanza, corsi d’acqua navigabili. Altri fattori sono invece
riproducibili e anzi migliorabili tra cui l’elemento che ha sbaragliato la concorrenza italiana:
ottimali condizioni di insediamento per le attività produttive. Imprenditori svizzeri e
tedeschi (e anche italiani) abbandonarono progressivamente i porti italiani in favore dei
porti nordici (molto più distanti) perché i porti nordici offrivano implicite garanzie di
certezza nel trattamento della merce (come tempi di sbarco/imbarco, di sdoganamento,
di trasporto).
L’avvio del Retroporto offrirà una buona cassa di risonanza per portare all’attenzione del
mondo imprenditoriale internazionale il territorio di Alessandria. Si vuole qui esporre un
piano per sfruttare strategicamente questa occasione.
CONCRETIZZARE LE POSSIBILITà
Il piano nasce da alcune considerazioni:
1) le aree retro portuali del nord Europa hanno acquisito clienti offrendo
condizioni di sistema migliori rispetto alle condizioni italiane
2) la portualità italiana nel frattempo è evoluta recuperando efficienza ma
non in misura tale da costituire di per sé un elemento di recupero
3) le condizioni di impianto di nuove attività economiche diventano sempre
più complesse e diversificate.
Occorre quindi creare condizioni che per qualità e completezza superino le offerte o
possibilità presenti in altre aree retroportuali, e ove non sia possibile superare almeno si
sia in grado si presentare un’offerta diversificata.
Immaginiamo allora che qualcuno sia alla ricerca di un posto in Europa Occidentale dove
impiantare un’attività che supporti la commercializzazione dei propri prodotti. In primo
luogo cercherebbe di individuare la via di accesso economicamente migliore (Rotterdam?
Barcellona? Genova? ...). Quindi valuterà le condizioni che i punti di accesso possibili
offrono rispetto alle esigenze: tempi di viaggio, tempi di uscita/ingresso delle merci alle
barriere doganali, vie di comunicazione verso i mercati o gli stabilimenti di trasformazione,
presenza di strutture adeguate, manodopera, sicurezza.... Questo tipo di valutazione può
diventare anche complesso e quindi dispendioso: occorre infatti creare una rete di
competenze (consulenti, professionisti, fornitori, amministratori...) che sappia guidare
nelle valutazioni, che interpreti correttamente le nostre richieste, che si interfacci con le
amministrazioni e gli organi di controllo per tutti i risvolti normativi. Quando un
investitore trova difficoltà a creare la rete di competenze necessaria molto spesso desiste
e cerca altrove condizioni migliori.
Si è quindi pensato di incentrare la disponibilità di insediamenti produttivi mediante
l’offerta della rete di competenze necessaria perché l’investitore possa valutare in tempi
certi e con sicurezza la validità dell’eventuale insediamento, nel caso poi l’investitore ritenga
soddisfacenti le condizioni d’impianto la stessa rete sarà in grado di concorrere e
supportare la realizzazione dell’investimento. Il nucleo centrale dell’idea qui esposta è
quindi la definizione di una rete di competenze che in modo trasparente ed in tempi certi
possa fornire supporto e risposte agli investitori attirati dalle possibilità intrinseche del
Retroporto.
La rete dovrà essere composta da enti pubblici, attivi nei processi autorizzativi e normativi,
e da elementi di carattere privatistico che offriranno i propri servizi in ambito progettistico,
legale, finanziario e di forniture.
OPERATIVITà
Torniamo a immaginare l’investitore visto in precedenza valutare, tra altri, un approdo a
Genova. Nella sua ricerca si imbatterà nei richiami alle possibilità del Retroporto e da lì
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
sarà invitato a visitare il sito messo a disposizione dalla Rete di Supporto agli Insediamenti.
Online potrà ottenere una serie di informazioni quali gli spazi disponibili, le possibilità di
collegamento, i servizi già presenti eccetera. A questo punto potrà contattare direttamente
la Rete, dove troverà un Tutor, un ruolo che definiremo, che sarà in grado di dare le prime
informazioni puntuali richieste. Proseguendo l’approfondimento sempre il Tutor
raccoglierà e classificherà le esigenze dell’investitore predisponendo un elenco delle
competenze richieste in modo che l’investitore possa facilmente (e da lontano) organizzare,
tramite la Rete, un’agenda di incontri e visite dove troverà persone e istituzioni già a
conoscenza di gran parte delle sue esigenze. Se a questo punto l’investitore decidesse di
procedere all’insediamento potrebbe avere dalla rete supporto per le attività di
progettazione, realizzazione, finanziamento, fornitura, operatività e
amministrazione/consulenza.
tutta l’attività della rete dovrà essere finalizzata a garantire – in tempi massimi predefiniti per ciascuna
tipologia insediativa – l’avvio di un’attività imprenditoriale, comprendendo in particolare:
- rilascio di un’autorizzazione unificata relativa a tutti gli aspetti urbanistici, edilizi, sanitari, di sicurezza,
attraverso strumenti amministrativi analoghi alla “conferenza dei servizi”
- messa a disposizione di elenchi di referenti “certificati” per l’effettuazione di tutte le
attività progettuali, di esecuzione, di allestimento propedeutiche all’avvio dell’attività. tutti i soggetti
privati coinvolti dovranno essere dotati di una certificazione di qualità che attesti l’idoneità ad espletare
le attività occorrenti con standard operativi predefiniti ed in tempi massimi determinati.
L’ORGANIZZAZIONE
La rete di cui abbiamo delineato l’obiettivo dovrà essere in grado di occuparsi di istanze
anche molto diverse, dovrà essere in grado di interagire a diversi livelli e con interlocutori
eterogenei, dovrà essere in grado di agire nel rispetto dei legittimi interessi di ciascun
operatore implicato (sia interno alla rete che esterno). Inoltre potrà costituire un motivo
di richiamo solo se offrirà vantaggi in termini di tempo e semplificazione rispetto agli
approcci tradizionali.
Si vogliono quindi elencare i criteri fondanti con cui dovrà essere plasmata l’iniziativa.
p trasparenza
La rete dovrà garantire la trasparenza degli iter decisionali, nel rispetto delle
informazioni confidenziali, al fine di acquisire la credibilità necessaria per
raccogliere l’adesione degli operatori locali e per garantire equità di
trattamento per gli investitori interessati.
p Accessibilità
La rete dovrà essere accessibile da chi vuole farne parte in maniera chiara e
determinata da requisiti pubblici e accertabili.
p leadership pubblica
La rete dovrà garantire la salvaguardia degli interessi di tutte le parti coinvolte
e allo stesso tempo garantire che gli accordi e i processi interni stabiliti siano
condotti regolarmente e nei tempi stabiliti.
p criteri di adesione
I soggetti privati potranno liberamente aderire alla rete fatto salva la verifica
dei requisiti di ammissibilità in relazione al ruolo.
p organizzazione mirata ai processi
La rete dovrà agire secondo processi riconosciuti e concordati al fine di
garantire la corretta gestione dei rapporti tra gli operatori coinvolti, l’equità di
possibilità tra i privati, il rispetto dei tempi.
p vincoli di qualità
La rete non potrà funzionare se non nel rispetto dei criteri di qualità
concordati che verteranno su tempistiche e adeguatezza delle domande e
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
costi:
Possiamo prevedere che l’organo di controllo della Rete sia alla fine composto da un
Direttore, una segreteria e due Tutor (almeno inizialmente). Come strutture saranno
necessari uffici atti a ricevere pubblico e strutture di comunicazione e informatiche
adeguate. Buona parte delle spese sarà dedicata ad attività di marketing e comunicazione.
Indicativamente potremmo distinguere i costi in due fasi prevalenti: i costi di impianto e
i costi operativi.
Impianto
l Definizione giuridica dell’organismo di gestione della Rete
l Definizione dell’organizzazione della Rete, dei criteri di ammissione,
processi di relazione, criteri di qualità, criteri di verifica e controllo
l Informazione e coinvolgimento di istituzioni e operatori
l Definizione del marketing e delle attività di comunicazione
l Uffici, arredi, strutture informatiche, strutture di comunicazione
l Strumenti immateriali come software e sito internet
totale: 420.000 €
operatività
l Stipendi
l Affitto locali
l Manutenzione strumenti
l Evoluzione e mantenimento strumenti
l Segreteria
l Spese di gestione
totale: 340.000 € + Attività promozionali, rappresentanza e marketing
Le attività promozionali e marketing sono a parte perché dipenderanno molto dalla
contingenza e dagli anni (potranno essere più alte in fase di avviamento e diminuire poi
con l’acquisizione di notorietà).
Natura delle stime. Le cifre indicate nascono da un’indagine comparativa con iniziative di
simile dimensione. Per quanto riguarda la stima di Impianto essa è per la gran parte dovuta
all’analisi e definizione del modello di Rete (dal concetto all’operatività) tramite la
costruzione del processo, del piano di comunicazione, dei criteri di tempo e di qualità, di
certificazione della qualità, di adesione degli operatori pubblici e privati (e quindi attività
di coinvolgimento, di informazione e di addestramento).
La stima maturata per l’Operatività è in gran parte dovuta al costo per personale in
possesso di qualifiche rare: i Tutor, per esempio, dovranno possedere spiccate doti di
interrelazione personale, possedere un bagaglio di conoscenze tecniche che li renda in
grado di comprendere e anticipare le necessità che di caso in caso si porranno,
padroneggiare la comunicazione in lingua inglese, essere disponibili a lavorare fuori sede
con frequenza.
Possibili introiti. Sicuramente a tali investimenti devono corrispondere relativi introiti e la
misura del ritorno di investimento e della redditività devono essere tra i criteri di misura
della Rete. Da notare comunque che gli introiti saranno soprattutto indiretti (introiti sulle
nuove attività e sui nuovi redditi). Introiti diretti potranno essere maturati (da definire)
impiantando e gestendo un sistema di certificazione della qualità per l’adesione alla rete e
offrendo prestazioni ai committenti per l’impianto delle nuove attività.
Fattibilità:
La contropartita della possibilità di sviluppo strategica è data dalla complessità della messa
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Anno 1 Anno 2
Attività I II III Iv I II III Iv
Definizione organo di
Definizione processo operativo
Definizione standard qualità
Definizione metriche servizio
Definizione criteri accesso
Coinvolgimento Istituzioni
Coinvolgimento Operatori
Impianto struttura
Reclutamento personale
Strumenti immateriali (Sito)
Note:
1 – TEU, Twenty Equivalent Unit. Container navale lungo 20 piedi (circa 6 metri), è l’unità
di misura del traffico merci su container.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 9
titolo:
marketing territoriale logistico
Sottotitolo:
Realizzazione di un portale tematico dedicato alla logistica ed alla promozione del territorio
in tale accezione, attraverso l’offerta di servizi informativi e di consulenza destinati agli
operatori ed agli utenti del settore della logistica, dell’industria, del commercio e
dell’immobiliare.
Soggetti proponenti:
Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro.
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progEtto n. 10
titolo:
Scuola di alta formazione in logistica, Insediamento
produttivo e organizzazione di processo
Sottotitolo:
Il progetto si pone come obbiettivo la creazione di un scuola di formazione manageriale
da realizzarsi allo scopo di formare operatori della logistica di alto livello al fine di facilitare
l’insediamento di un polo della logistica che crei valore aggiunto nel territorio del comune
di Alessandria
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria, S.I.T.AL
S.p.A..
descrizione del progetto:
Il progetto si pone come obbiettivo principale la creazione di una scuola di alta formazione
rivolta a coloro che opereranno nell’ambito delle attività di produzione, intermediazione,
scambio connesse alla piattaforma logistica, sia in aziende private che presso enti pubblici.
Questa iniziativa ha lo scopo di aiutare le aziende a formare e inserire specialisti in grado
di dare un supporto fattivo alle attività logistiche; essi saranno in grado di aiutarle anche
nelle fasi di realizzazione di un nuovo insediamento sul territorio alessandrino.
Il Italia non esistono profili tecnici in grado di supportare le aziende nelle decisioni legate
alla gestione delle merci con particolare attenzione agli scenari legati alla domanda e
all’offerta (particolarmente influenzata da aspetti tecnici, infrastrutturali, economici e
politici).
Il Politecnico, in collaborazione con altre Università e con professionisti che operano già
sul territorio, potrebbero realizzare un iniziativa che permetta di colmare questa carenza
realizzando sia percorsi Master per personale occupato e non occupato che iniziative
seminariali.
Finalità generali:
Il Politecnico, anche in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale e i
professionisti che già operano sul territorio, si propongono di realizzare un iniziativa che
permetta di creare e gestire sia percorsi di formazione post Laurea per personale occupato
e non occupato che iniziative seminariali.
obiettivi specifici:
L’iniziativa prevede la creazione di un catalogo di proposte formative prevalentemente
indirizzate a neolaureati e ma anche a dipendenti di aziende private e Enti pubblici; tale
catalogo dovrà essere costruito insieme ai diversi portatori di interesse sia sulla base di
indagini di mercato che sulla base dell’analisi dell’offerta presente in altre nazioni.
Attività:
l La Scuola di alta formazione opererebbe principalmente con le seguenti
attività di formazione: Master in Logistica e Insediamento Produttivo (per
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 11
titolo:
Bicistazione
(grande parcheggio multipiano per bici e motocicli/scooter)
Sottotitolo:
Obiettivo è quello di realizzare una “bicistazione” recuperando un contenitore (o più
volumi differenziati) e trasformandolo in una un struttura ad hoc; la localizzazione è
quella in corrispondenza del nodo Stazione Ferroviaria (zona piazzale Curiel) e dei
capolinea di linee bus e corriere.
Favorire anche l’intermodalità fra mezzi di trasporto diversi, garantendo un posto sicuro,
protetto, funzionale, pratico, accessibile ed ecocompatibile, in quanto il progetto si
inserisce nelle politiche volte a ridurre l’inquinamento e soprattutto lo spostamento e la
concentrazione degli autoveicoli e dei mezzi a motore.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
descrizione del progetto:
Realizzazione di una nuova struttura (o preferibilmente il recupero di uno dei contenitori
esistenti inutilizzati o sottoutilizzati contigui alla Stazione Ferroviaria, messo a disposizione
dalle Ferrovie stesse o dalle Poste Italiane: il taglio dimensionale è di circa 7000 mc) sul
modello italiano della “bicistazione” di San Donato Milanese, eventualmente potenziabile
su esempi europei o del resto del mondo (Olanda, Danimarca, Svizzera, Germania,
Giappone, etc.).
Creazione di una struttura multipiano facilmente accessibile dagli utenti su due ruote (con
eventuale spazio all’aperto e/o superficie dedicata a scooter/moto ma in misura
secondaria/aggiuntiva) con sistemi di controllo, di custodia, di elementi funzionalmente
connessi di distribuzione e di collocazione, a pagamento e non, di servizio di riparazione,
di custodia garantita, di pompaggio, di noleggio/bike sharing, di vendita (mini spazio
commerciale specifico e dedicato alle 2 ruote).
Accessibilità totale e assistenza/accessori per soggetti diversamente abili e/o con
particolari esigenze ortopediche: tricicli, biciclette stabilizzate, triciclo tandem, trasporti
carrozzine, ecc…
Il progetto attraverso un inserimento mirato ed una sistemazione dell’intorno
contribuirebbe alla rivitalizzazione dell’area che, a prescindere dal recente restyling della
Stazione, era e resta un piazzale, un elemento di cesura e non di unione con il resto della
città, pur essendo nel cuore di essa.
Il progetto, accompagnato da una attenta e concreta analisi dei bisogni e dei flussi, dovrà
tenere conto del fattore sviluppo turismo e di quello culturale.
Dovrà inoltre essere studiata nel tempo una rete di punti di sosta (di sottostazioni) per le
bici e gli scooter in ogni quartiere della Città.
Dovrà essere stilato protocollo/accordo tra vari soggetti coinvolti per
abbonamenti/tariffazioni misti/cumulativi bici/auto sosta, bici/bus, bici/treno,
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
bici/corriera, ecc…
Numero minimo di biciclette/mezzi da ospitare è ipotizzabile in 500.
Finalità generali:
Incentivare soprattutto lavoratori, pendolari, visitatori occasionali e turisti, giovani studenti
ad avvicinarsi alle due ruote ed utilizzarle, incentivando e favorendo l’uso della bici negli
spostamenti per convenienza e praticità e libertà di movimento.
Contribuire a ridurre l’inquinamento e soprattutto il congestionamento di mezzi ed
autoveicoli (riducendo la domanda di parcheggi per auto).
Favorire un mezzo di trasporto alternativo ed ecologicamente compatibile.
Favorire l’attività fisica e un nuovo modo di pensare (recuperandolo) allo spostamento.
Si rammenta che la bicicletta non inquina, è silenziosa, non ingombra (dieci biciclette
occupano lo spazio di un’auto), non consuma combustibili, fa bene alla salute di chi la
usa; è’, quindi, un mezzo (o il mezzo) di trasporto sostenibile .
Pertanto, anche in considerazione della centralità delle tematiche ambientali (Accordi di
Kyoto, Covenant of Mayor, riduzione dei gas serra e del benzene, contenimento dei
consumi energetici, sviluppo dei mezzi di trasporto meno inquinanti, sviluppo del turismo
sostenibile), si ritiene che tale forma di mobilità eco-compatibile debba avere nella Città
e nel suo contesto un ruolo non più marginale (riappropriandosi di quella importanza che
possedeva sino a qualche decennio fa) come successo fino ad oggi, ma debba diventare
un fattore di programmazione e pianificazione del territorio; ciò anche al fine di consentire
il cofinanziamento con i fondi strutturali stanziati dall’Unione Europea per la realizzazione
degli interventi previsti dalla legge n. 366/98 (“Norme per il finanziamento della mobilità
ciclistica”) a favore dello sviluppo e della sicurezza del traffico ciclistico, o comunque tutti
quei fondi per buone pratiche o per soluzioni volte alla riduzione drastica
dell’inquinamento.
obiettivi specifici:
L’applicazione mirata di soluzioni tese a contrastare alcune problematiche già evidenziate
nel tavolo di lavoro, quali:
m degrado di contenitori e volumi esistenti
m “miopia” tecnologica
m assenza di iniziative di rilievo
m riduzione ricerca e innovazione
m mancati collegamenti
Attività:
Il Comune dovrà stilare un accordo di programma/convenzione con i soggetti coinvolti,
in primis il soggetto che metterà a disposizione l’area/il contenitore; il Comune quindi
dovrà sviluppare la parte più tecnica e gestionale della struttura.
L’accordo dovrà prevedere anche le modalità di finanziamento del progetto da attuarsi
nell’arco di cinque anni e le successive modalità di gestione della struttura (e di
implementazione di dotazione e reti dedicate).
risultati:
Sviluppo della cultura dello sport, attrattività della Città, riduzione della congestione del
traffico e dell’inquinamento, sviluppo di una rinnovata coscienza all’uso alternativo di
mezzi di trasporto (e sviluppo piste ciclabili), ecc…
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Comune di Alessandria
Trenitalia – Ferrovia Italia - Centostazioni
Regione Piemonte
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Provincia di Alessandria
(Ministero Infrastrutture e trasporti, Ministero Istruzione, Università e ricerca, Ministero
Ambiente)
Ministero della Gioventù
Fondazione CRA, Fondazione CRT, Fondazione SAN PAOLO, Fondazione ….
Ditte / Sponsor privati e pubblici
(Unione Europea) eventuale finanziamento attraverso Bando Europeo
costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata alle tipologie realizzative e funzionali finali
Creazione urbanizzazioni € 500.000,00
Costruzione/recupero strutture € 3.000.000,00
Stampe pubblicazioni e creazione sito web, ecc. € 50.000,00
Costi di avvio e gestione del progetto € 100.000,00
costo massimo è di circa € 3.650.000,00 (correlato a disponibilità immobili e
progettazioni esecutive)
Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
a) effettiva disponibilità della struttura (dalle Ferrovie/Trenitalia e/o dalle
Poste Italiane) e realizzazione di un accordo con tutti i soggetti coinvolti per
la realizzazione e gestione della struttura con elementi partecipativi,
strutturanti e/o compensativi
b) coinvolgimento di tutti i soggetti interessati nel concreto avvio del
progetto tramite un accordo di programma con cronoprogramma delle fasi
di attuazione del progetto; potranno essere coinvolti Aziende partecipate,
ATM, AMAG, Cento Stazioni, Trenitalia – Ferrovie, Provincia di Alessandria,
Regione Piemonte, aziende del settore sportivo (2 ruote), partner privati e
enti pubblici (attraverso Convenzioni e Accordi), FIAB –Federazione Italiana
Amici della Bicicletta (www.fiab-onlus.it), Federazione Europea delle
Associazioni Ciclistiche, Rete Ciclabile Italiana ed European Cyclists’
Federation, Associazione Città Ciclabili (www.cittaciclabili.it ), Rete tra gli
Enti Locali in Italia che hanno attivato un “UFFICIO BICICLETTE”
(http://cittainbici.it/chi-siamo.html e cittainbici@gmail.com ) o che
comunque hanno provveduto ad individuare una figura di riferimento per le
politiche a favore della bicicletta nelle proprie realtà territoriali seguendo le
indicazioni UE contenute nel “libro arancio” della Commissione Europea
Cycling: the way ahead for towns and cities,
c) disponibilità su più esercizi finanziari dei fondi necessari per la
realizzazione del progetto
d) Infine occorre considerare che il costo di recupero degli edifici molto
rilevante potrebbe costituire un ostacolo alla realizzazione dell’idea. Infatti
una bicistazione potrebbe essere realizzata anche con strutture più leggere e
pertanto con investimenti dell’ordine di 100.000€ svincolando il progetto dal
recupero dell’immobile.
e) l’iniziativa confligge in parte con il progetto bike-sharing
cronoprogramma di lavoro:
p primo anno – ricerca partner e confronto con vari soggetti - redazione di
uno studio di fattibilità e stipula sulla base di questo di un accordo di
programma
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Ipotesi di localizzazione:
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 12
titolo:
realizzazione “Ecomuseo della terra cruda” e avvio di
cantieri pilota per il recupero delle strutture in terra cruda
Sottotitolo:
Obiettivo è quello di valorizzare e salvaguardare il territorio dell’area della Fraschetta
attraverso il recupero di un prezioso patrimonio edilizio caratterizzato da murature in terra
cruda, di ridefinire percorsi ciclo-turistici, pedonali con area di sosta attrezzate, di creare
una rete gestionale e di nuova imprenditoria locale che sia “formata” nel recupero della
struttura in terra cruda quale materiale bio-eco-compatibile.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria.
descrizione del progetto:
La Regione Piemonte con la L.R. n. 2 del 16 gennaio 2006 - norme per la valorizzazione delle
costruzioni in terra cruda - ed il successivo Regolamento attuativo, si prefigge la
“conservazione e la valorizzazione delle costruzioni in terra cruda attraverso la
promozione della conoscenza del patrimonio esistente ed il sostegno finanziario di
interventi di recupero volti ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione delle
costruzioni stesse”.
Le costruzioni e l’architettura in terra cruda sono parte integrante del patrimonio storico,
architettonico, culturale e sociale del nostro paese. Si tratta di tecniche costruttive e
tipologie insediative differenti tra loro, ma accomunate da un uso massiccio della terra,
materiale economico e disponibile in loco, con funzione portante e dall’interessante
compresenza di tipologie sia rurali che urbane.
Nella legge regionale piemontese fondamentale è il censimento, strumento essenziale con
la duplice finalità di catalogazione dell’ambiente costruito con l’uso della terra cruda e di
modalità per permettere l’erogazione contributi a fondo perduto ai proprietari degli edifici
che in occasione di lavori di manutenzione e restauro ne facciano richiesta (con un
massimale del 60% della spesa sostenuta e un limite massimo per ogni domanda di circa
12.000,00 € ).
Il Comune di Alessandria ha provveduto a promuovere da alcuni anni una campagna di
censimento raccogliendo numerose adesioni e ritiene utile perseguire tale attività anche per
l’anno 2010.
è inoltre interesse della Amministrazione, ed in particolare dell’Assessorato Urbanistica
e Patrimonio, portare avanti tutte quelle azioni volte e collegate alla conservazione ed alla
valorizzazione di tale patrimonio immobiliare così singolare ed unico nel paesaggio
piemontese: nasce così l’ipotesi di avviare un progetto pilota che mirando al recupero di
uno o più fabbricati in terra (con la compartecipazione dei proprietari che intendono
eseguire lavori di recupero ed hanno avuto accesso ai contributi regionali) possa dare il via
ad una serie di progetti/cantieri in progressione e capaci di innescare ricadute positive a
livello culturale ed economico in tutta l’area interessata.
La proposta oltre ad avere un taglio innovativo nella formulazione e nei contenuti,
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
ai dolciumi etc.. In tal senso, così come già sperimentato in questi anni dal
Comune di Novi Ligure, potrebbe essere interessante attivare un rapporto
pianificato con l’Istituto Turistico di Novi
- lo scambio di esperienze con realtà extra-locali e realizzazione di una rete di
relazioni internazionale; importate il collegamento con l’Associazione
Nazionale Città della Terra Cruda e del suo ramificato network internazionale
- individuare e organizzare “cantieri pilota” su alcuni immobili messi a
disposizione dei privati che hanno richiesto il contributo regionale, in modo
tale da svolgere un’attività di controllo, formazione degli operatori (tecnici –
direttori dei lavori, imprese di costruzione private o provenienti dalla scuola
edile) e resocontazione/monitoraggio; i cantieri sarebbero aperti a varie figure
professionali controllate e coordinate da un professionista competente, su
incarico del Comune.
Finalità generali:
Sviluppare una rinnovata imprenditoria locale che sia specializzata nelle tecniche di
costruzione e restauro della terra cruda e nell’affrontare anche l’analisi del recupero delle
stesse costruzioni sotto il profilo energetico e bioclimatico.
Valorizzare e conservare il patrimonio culturale e architettonico locale
obiettivi specifici:
Creazione di materiale didattico formativo, di un “protocollo” di indagine e di intervento
generale sulle costruzioni in terra cruda, percorsi culturali e professionali, recupero
strutture.
- monitorare uno o più cantieri, permettendo la creazione di un “osservatorio”
del Comune
- effettuare un raffronto/adeguamento/aggiornamento del prezziario
regionale attraverso il controllo dei costi di cantiere per la manutenzione ed
il restauro
Attività:
1) redazione di una manuale guida che descriva, operativamente, le tecniche
base di recupero delle strutture in terra cruda, con il coinvolgimento degli
enti, del Politecnico di Torino e/o di altri Istituti Universitari, dei tecnici
professionisti e delle imprese con le maestranze locali
2) realizzazione di “protocolli prestazionali” e di prezziari e di riferimenti
specifici di controllo dei costi di cantiere
3) incentivazione al recupero degli edifici con struttura in terra cruda
mediante la sensibilizzazione dei proprietari dei suddetti edifici tramite
contributi e supporti tecnici
4) creazione di un percorso ciclo-turistico e pedonale con area di sosta a tema
che descriva le tecniche e le qualità architettoniche degli edifici realizzati con
struttura in terra cruda
5) creazione dell’Ecomuseo della terra cruda con le relative ramificazioni
risultati:
L’iniziativa è quella di far crescere la qualità di risorse umane che operano nell’ambito del
settore costruttivo ma anche culturale ed artigianale; far sì inoltre che un cospicuo
patrimonio edilizio (anzi un’intera area) non venga abbandonato o distrutto o inutilizzato
risorse, strumenti e forme di finanziamento
capitale privato:
Accordo con CRA e/o banche locali per prestiti a tasso agevolato per il recupero degli
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
immobili
capitale pubblico:
Regione Piemonte
Provincia di Alessandria
Fondazione CRA e/o altre Fondazioni
Comune di Alessandria
costi:
Contributi privati per recupero fabbricati significativi
da 30 a 50 (numero minimo) € 500.000,00
Copertura tasso agevolato mutui € 200.000,00
Cantieri pilota per la formazione dei tecnici e delle imprese € 50.000,00
Verifiche, collaudi, provini, etc. € 50.000,00
Percorso Marengo, ecomuseo, segnaletica e
aree di sosta attrezzate € 300.000,00
Punto d’informazione e stampe depliants percorsi e
stampe manuali e risultati, creazione sito web, etc. € 200.000,00
Costi di avvio e gestione del progetto € 100.000,00
costo massimo prevedibile € 1.400.000,00
Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
A. coinvolgimento di tutti i soggetti interessati nel concreto avvio del
progetto tramite accordi di programma e convenzionamenti con
cronoprogramma delle fasi di attuazione del progetto; partner prioritari la
Provincia e il Comune di Bosco Marengo. Altri potenziali partner: la Scuola
Edile di Alessandria, il Collegio Costruttori di Alessandria, il Comune di Novi
Ligure che in coerenza con le politiche di tutela, conservazione e rilancio del
proprio territorio porta come partners: “il Distretto del Novese e il portale del
Commercio, Turismo, Arte e Cultura, Enogastronomia, Eccellenza Artigiana
e Bel Vivere” (www.distrettonovese.it), Associazione Nazionale Città della
Terra Cruda (www.terra-cruda.org), l’Associazione Culturale “Amici della
Biblioteca della Fraschetta” di Spinetta Marengo (AL), la Circoscrizione
Fraschetta del Comune di Alessandria, il WWF di Alessandria, la Pro Natura
di Alessandria, l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “A. Avogadro”,
il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Vita, il Touring Club Italiano
della provincia di Alessandria, l’Istituto di Storia del Risorgimento Italiano –
Comitato di Alessandria e Asti, Istituto Tecnico Statale per Geometri di
Alessandria “P.L.Nervi”, il Club Turati di Spinetta Marengo, la Società del
Gelso, il 59^ Demi Brigade d’Infanterie de Ligne di Marengo, l’associazione
per le rievocazioni della Battaglia di Marengo, l’Azienda Bolloli per l’edilizia
di Cascinagrossa (AL), il Laghetto “La Madonnina” di Lobbi (AL), La
Conchiglia Onlus - Servizi Ambientali e Turistici, i proprietari di case e terreni
presenti lungo il percorso. Il Politecnico di Torino potrà fornire il proprio
contributo relativamente al programma di valorizzazione delle costruzioni in
terra cruda così come la Regione Piemonte.
B. disponibilità su più esercizi finanziari dei fondi necessari per la
realizzazione del progetto, correlati a crono programmi
Fondamentale la capacità di mettere tutte le azioni descritte a sistema, interrelazionandole
in modo innovativo e creativo ma concreto.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
cronoprogramma di lavoro:
in trimestri
Ricerca partner e
confronto soggetti
Predisposizione
convenzioni e
accordi - Stipula
Stanziamento
fondi e
finanziamento
privati attraverso
contributi e mutui
Redazione studi di
fattibilità progetti
avvio cantieri
pilota su alcuni
edifici finanziati e
redazione manuale
+ protocolli
avvio
progettazione e
acquisizione aree
per creazione
percorsi + museo,
stampe manuali,
etc.
Appalto lavori di
creazione percorso
Istituzione punto
di informazione,
redazione e stampe
depliant percorsi,
etc.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 13
titolo:
città dello Sport
Sottotitolo:
Obiettivo è quello di realizzare una “città/cittadella dello sport” dedicata principalmente
ai giovani che intendano avvicinarsi allo sport potendo scegliere tra le più diverse discipline
sportive ad oggi coltivate.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria.
descrizione del progetto:
Realizzazione su di un’area estesa con una superficie adeguata ad ospitare un palazzetto
dello sport, dovrà contenere spazi anche per le nuove discipline praticate quale baseball,
campi da tennis, oltre ad avere un buon impianto natatorio che dia spazio agli atleti anche
per la loro preparazione a livello agonistico, si potranno inserire bene in tale contesto le
attrezzature più complete e tutti i servizi per l’atletica leggera e il ciclismo (ipotesi anche
di velodromo).
L’area dovrà essere collocata a poca distanza dal centro cittadino, nelle vicinanze delle
strutture ricettive, scolastiche e gli altri impianti sportivi cittadini; dovranno prevedersi, in
particolare, collegamenti pedonali e ciclabili tra strutture e città o zone rilevanti della città.
Il progetto dovrà tenere conto del contesto agricolo in cui sarà insediata la cittadella dello
sport. L’ambito destinato a parcheggio sarà stato distribuito come una lunga fascia al fine
di diminuire l’impatto ambientale e contornati da alberi che diano l’effetto di un bosco.
Principale requisito necessario alla attivazione delle aree per le realizzazioni sportive è la
destinazione del vigente P.R.G.C. di cui all’art.32 quinques e all’art. 44 bis delle Norme di
Attuazione.
Finalità generali:
Incentivare i giovani ed i meno giovani ad avvicinarsi allo sport e coinvolgere le scuole di
ogni ordine e grado, sul modello delle scuole americane, ad introdurre nei loro programmi
e nelle loro attività le discipline sportive non più come attività marginale ma come attività
formativa per i giovani studenti, sfruttando in tal senso tutte le strutture che la cittadella
dello sport potrà e dovrà mettere a loro disposizione. L’area potrà raccogliere come bacino
di utenza anche tutti i Comuni limitrofi della provincia che intendano usufruire delle
strutture.
La cittadella sarà anche luogo di manifestazioni sportive regionali e nazionali;
appuntamenti programmati nel calendario sportivo nazionale e/o internazionale (giochi
gioventù, campionati universitari per alcune discipline, etc.).
obiettivi specifici:
L’applicazione mirata di soluzioni tese a contrastare alcune problematiche già evidenziate
nel tavolo di lavoro, quali:
l assenza di iniziative di rilievo e assenza di spazi attrezzati
l riduzione ricerca e innovazione
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
cronoprogramma di lavoro:
l I anno - redazione di uno studio di fattibilità e stipula sulla base di questo
di un accordo di programma - avvio variante strumento urbanistico - ricerca
partner e confronto con vari soggetti
l II anno - approvazione variante strumento urbanistico, redazione ed
approvazione progettazione completa finanziata per lotti funzionali nell’arco
di sei anni
l dal III anno all’VIII anno - acquisizione aree (o convenzionamenti),
realizzazione dei lotti funzionali ed avvio graduale della gestione delle strutture
completate e collaudate
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 14
titolo:
Borgo cittadella - progetto di rinnovamento di un quartiere
Sottotitolo:
Obiettivo è quello di trasformare in concreto una parte della città che con il nuovo ponte
Meier e il recupero della Cittadella diventerà “più vicino” e snodo/fulcro. Un programma
con azioni concrete, un ufficio/laboratorio allargato finalizzato alla rigenerazione e alla
valorizzazione di questa “zona di confine” tra il fiume, le vie di accesso e transito, la città
e il grande “vuoto” della Cittadella.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
descrizione del progetto:
Realizzazione di uno studio di fattibilità propedeutico alla concretizzazione del progetti
attraverso la redazione di un programma innovativo di rinnovamento urbano /
programma complesso, strumento pianificatorio/progettuale consolidato in ambito
regionale e nazionale.
Studio che ricollegandosi all’originaria stesura del Programma di Riqualificazione Urbana
degli anni ’90 (rimodulato e limitato al Borgo Rovereto, in seguito alla riduzione dei
finanziamenti richiesti) si concentrerà su una parte importante della Città: Borgocittadella.
Il progetto dovrà confrontarsi con le scelte urbanistiche e progettuali di tutta l’area,
consolidate e in previsione: dal ponte Meier con le connessioni e con l’accessibilità al
centro città allo sviluppo della tangenziale, dalla sistemazione e tutela del fiume al ponte
Tiziano e al lungofiume, dall’utilizzo della Cittadella e del suo intorno semirurale alle
localizzazioni commerciali, artigianali e/o industriali, etc..
Dall’analisi dello stato di fatto, dell’analisi del patrimonio esistente, di tutte le opere di
urbanizzazione esistenti, dei caratteri di degrado (in gran parte derivanti da una
subordinazione dell’intera area alla rete stradale ed agli snodi veicolari), della situazione
ambientale e sociale, si procederà con una fase propositiva sulle possibili modificazioni e
sistemazioni di volumi e di aree esistenti nonché su specifiche destinazioni d’uso.
La previsione di una serie di interventi pubblici e privati (attraverso convenzionamenti)
organici e coordinati dovrà attuarsi attraverso finanziamenti pubblici e privati: fondi
comunali, regionali o statali, europei, partner pubblici e privati, ecc…
Finalità generali:
Avere a disposizione uno strumento indispensabile di analisi e di indirizzo per dare l’avvio
a quella molteplicità di interventi pubblici e privati che permettano la riqualificazione e la
rinascita di un quartiere intero.
Valorizzazione della città e del suo contesto.
Strumento indissolubilmente correlato, e propulsore, alle progettazioni puntuali e ai grandi
progetti quali il ponte Meier o il recupero della Cittadella e dell’asta fluviale, al fine di
definire un lembo di città formalmente e funzionalmente qualificato ed integrato con il
restante tessuto edilizio.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
obiettivi specifici:
L’applicazione mirata di soluzioni tese a contrastare alcune problematiche già evidenziate
nel tavolo di lavoro, quali:
l mancati collegamenti
l mancanza di spinte propulsive si grandi progetti
l perdita di ruolo del territorio
Attività:
Il Comune dovrà redigere, avvalendosi di personale interno e/o di consulenze
specializzate, un “progetto preliminare” di riqualificazione urbana (sul modello dei
Programmi Complessi già in corso di realizzazione) comprensivo di tutte le attività di
analisi, di sperimentazione, di valutazione, di progettazione preliminare, di previsione e di
monitoraggio necessarie alla concretizzazione di un percorso amministrativo virtuoso.
Dovranno essere definite scelte, valutate anche le modalità e le forme di finanziamento del
progetto, i tempi di attuazione, etc..
Collegamento e coordinamento con la molteplicità di progetti e di interventi sulle sponde
fluviali.
risultati:
Dotazione di strumenti indispensabili per ogni progetto di riqualificazione urbana e di
rinnovamento del Capoluogo con effetti di propulsione economico-sociale e di sviluppo.
Collegamento con i grandi progetti .
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Comune di Alessandria capofila
Regione Piemonte (eventuali fondi sulla base di Bandi Specifici)
Provincia di Alessandria
Ministero Infrastrutture e Trasporti e/o Ministero Ambiente (eventuali contributi sulla
base di Bandi Specifici)
Fondazione CRA, Fondazione CRT, Fondazione SAN PAOLO, Altre Fondazioni
Ditte/Sponsor privati e pubblici
Unione Europea (eventuali contributi sulla Base di Bandi Specifici)
Ricerca di finanziamenti sovranazionali con collegamenti a nuovi strumenti pianificatori
(programmi complessi e integrati)
costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata a differenti variabili / attività specifiche
Ipotesi Base (consulenza esterna + personale interno):
Studio e Redazione Proposta € 50.000,00
Analisi/Monitoraggio € 20.000,00
Stampa pubblicazioni e creazione sito web, ecc. € 20.000,00
Costi di avvio e gestione del progetto
(campagna informazione, work shop, ecc..) € 20.000,00
totale € 110.000,00
Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
o perimetrazione area – analisi urbanistico/edilizie – ricerca partner e
consulenze – progetto fattibilità
o coinvolgimento di tutti i soggetti interessati all’attuazione del progetto
tramite bando/convenzioni/accordo di programma con cronoprogramma
delle fasi di attuazione del progetto; potrebbero essere Regione, Ministero,
193
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 15
titolo:
Intervento di riqualificazione
di piazza Santa maria di castello
Sottotitolo:
Redazione dello studio di fattibilità per la riqualificazione dell’area con la sistemazione
della piazza stessa e la realizzazione di interventi di edilizia residenziale pubblica mediante
recupero di immobili di proprietà comunale - ex Istituto Sordomuti .
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria.
descrizione del progetto:
Questo intervento si pone come fase finale di un ampio percorso iniziato a seguito
dell’evento alluvionale del 1994 , che ha portato, attraverso le realizzazione, in corso di
attuazione, del “Progetto di Riqualificazione Urbana Borgo Rovereto I Cortili Ritrovati”,
ad una rivalutazione della zona mediante interventi urbanistici, edilizi e stradali , e che si
pone il fine, con questa ultima operazione, di provvedere alla sistemazione della complessa
zona circostante la chiesa di Santa Maria di Castello.
I professionisti dovranno provvedere a redigere uno studio di fattibilità urbanistica al fine
di riqualificare e rivitalizzare l’ area di piazza Santa Maria di Castello e le aree limitrofe ,
con speciale attenzione alle problematiche edilizie in atto.
Finalità generali:
m Riqualificazione fisica e rivitalizzazione sociale dell’area relativa alla piazza
Santa Maria di Castello
mAttivazione di azioni che definiscano nuove destinazioni d’uso di edifici
fronteggianti o interagenti con l’area
mSistemazione di nuovo “ arredo” della piazza che ne permetta un più facile
utilizzo da parte dei cittadini , moltiplicandone le modalità di utilizzo
obiettivi specifici:
Proporre un coinvolgimento di più realtà , anche economiche , al fine di realizzare una
pluralità di interventi qualificanti per la città.
Attività:
o Indizione ed espletamento della gara al fine di individuare un gruppo di
professionisti particolarmente qualificati per la redazione dello studio di
fattibilità;
o coordinamento delle attività di progettazione ;
o stipula degli atti necessari all’approvazione da parte dei competenti organi
comunali dello studio presentato
risultati:
- miglioramento dell’ uso di uno spazio che testimonia le origini cittadine
- rivalutazione di edifici rilevanti attraverso nuove modalità di utilizzo
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
I II I II I II I II
semestre semestre semestre semestre semestre semestre semestre semestre
Affidamento
incarico luglio
professionale
Approvazione
studio di gennaio
fattibilità
Approvazione
progetti luglio
esecutivi
Avvio dei lavori gennaio
ubicazione:
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 16
titolo:
Analizzare e rinnovare le reti ferroviarie e gli snodi -
interazioni con logistica
Sottotitolo:
Obiettivo è quello di anticipare scelte obbligate collegate alla mobilità su ferro/rotaia
scommettendo ed investendo su una risorsa/vocazione già consolidata storicamente
integrandola con il sistema del trasporto su gomma e l’attivazione delle aree logistiche .
Con la creazione dell’asse ferroviario a nord (Torino – Lione ovest- est), quello tra Milano
– Bologna nord – sud, l’eventuale apertura del terzo valico ma con tracciato tangente alla
città, la città rischia di rimanere all’interno del “triangolo industriale” (e dell’incrocio di due
fondamentali “corridoi europei”) perdendo via via la funzione di collegamento tra Torino
– Bologna, Torino – Genova, etc. sia per trasporto merci che persone …
Il programma dello sviluppo della logistica è inscindibile con un piano/progetto relativo
al sistema dei trasporti e degli scali con interazioni multidisciplinari: CREAZIONE
GRUPPO DI LAVORO (CON RICERCA, CONSULENZA/SUPPORTO,
COORDINAMENTO/RIFERIMENTO, FORMAZIONE ED INFORMAZIONE,
PROD. DOCUMENTAZIONE, VERIFICA PROCEDURE, ecc...)
Tra le priorità oltre all’importante variabile ambientale vi è quella della sicurezza: la tragedia
di Viareggio del 2009 ( ha messo in luce anche la necessità di adeguare ed ammodernare
sistemi di controllo/verifica, linee e soprattutto snodi di traffico merci (e persone), depositi
e aree di sosta (ricadute sia su transito/deposito ferroviario che su gomma, con
movimentazione merci sempre maggiori, in tempi minori, ecc…) .
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto si pone come una serie di obbiettivi tra cui la realizzazione di una metodologia
di indagine/verifica applicativa basata su integrazione di dati e di tecniche innovative di
analisi/valutazione dei rischi; integrazione ed aggiornamento del Piano di Protezione
Civile Comunale + Piano del Traffico + Regolamenti e Norme + Cartografia + Piano
Operativo Merci Pericolose + Piano Zonizzazione Acustica e mappe relative + analisi
emissioni.
Verifica, in caso di Rischio Trasporti (incidenti ferroviari rilevanti, incidenti stradali
rilevanti, aerei, fluviali, inquinamento, ecc..) delle rispettive competenze (di organismi
preposti e/o di soggetti pubblici e di privati coinvolti, con particolare attenzione con le
già presenti aziende a rischio) in modo da agevolare le procedure e l’accessibilità a strutture,
a siti, a collegamenti da attivare/utilizzare in emergenza.
Campagne di misurazioni e di verifica, Analisi rischio sanitario ed antropico –
Programmi/Piani di risanamento.
Nella fase preliminare (project management), fondamentale è la Pianificazione e la
Definizione degli Obiettivi e delle Risorse, i tempi (importantissimi) di realizzazione delle
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
obiettivi specifici:
L’applicazione mirata di soluzioni che si ricollegano a problematiche già evidenziate nel
tavolo di lavoro, quali:
m mancato sviluppo reti di comunicazione
m mancanza di “sistema nervoso”
m “miopia tecnologica”
m assenza di spazi/volumi attrezzati e razionalmente collegati
m mancato sfruttamento di un opportunità logistico/strategica
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata alla fase preliminare (project management), alla Pianificazione
e Definizione degli Obiettivi/modelli, a Risorse e ai tempi di realizzazione del progetto.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 17
titolo:
laboratorio e festival dell’architettura di periferia
Sottotitolo:
Obiettivo è quello di promuovere una attività di confronto a livello nazionale (e/o
internazionale) sui temi della progettazione architettonica e urbana delle periferie in
generale (delle città, dei sobborghi e/o in ambito più vasti di intere aree lontane o
distaccate da un “centro” o da un asse prioritario). Una serie di iniziative che si
concretizzano annualmente in un evento nazionale (e/o internazionale) coinvolgente
docenti universitari, ricercatori, studenti, amministratori pubblici, politici, enti ed
associazioni di categoria, imprese edili, ecc...
Soggetti proponenti:
Comune proponente con Ordine Architetti PPC Provinciale (con l’auspicio di un
coinvolgimento della Federazione Regionale + Consiglio Nazionale Architetti).
descrizione del progetto:
Il progetto è teso a promuovere una attività di confronto continua a livello nazionale (e
internazionale) sui temi della progettazione architettonica e urbana delle periferie.
Denominatore comune è la condizione del “distacco”, della “separazione” dal centro; una
lontananza percepita, elaborata e vissuta in forma duplice, mentale e concreta che si
concretizza in luoghi urbani privi d’immagine, d’identità, di opportunità e di
socializzazione e di confronto, e di conseguenza in spazi della solitudine,
dell’emarginazione sociale, dell’abbandono, dell’impoverimento, etc..
Sperimentazioni architettoniche ed urbanistiche, anche e soprattutto sull’esistente, sui
luoghi vicini ma ampliando sempre più l’orizzonte in un contesto di globalizzazione, per
nuove idee e per nuove soluzioni urbane che possano incidere efficacemente nella pratica
corrente e in programmi e progetti contemporanei e futuri in diversi contesti urbani
rispettandone l’unicità e la particolarità ma con finalità comuni e condivise.
Laboratori e progetti, con eventi, seminari, pubblicazioni, concorsi, forum, ecc... non
occasionali ma collegati alla necessità di “creare” una tradizione organizzativa e di ricerca,
una rete di contatti e di referenti interessati all´approccio conoscitivo di un´architettura (e
di una urbanistica) nuova. Tutto questo tenendo presente la problematica pressante della
“casa” e dell’edilizia residenziale pubblica, della crisi (dai modelli a quella economica più
cogente), delle implicazioni sociologiche mai elaborate e tradotte in azioni concrete, del
mutare continuo della società contemporanea (con globalizzazione e fenomeno di “flussi”
di diverso tipo, da quelli fisici a quelli immateriali, finanziari ...), della “liquidità” di spazi,
condizione, territorio, ecc... con conseguente spaesamento/smarrimento, insicurezza, ecc...
La stessa Alessandria, pur non avendo grandi quartieri periferici come Milano, Torino e
Genova è divenuta area residenziale periferica?
Il progetto si può articolare in subfasi:
l Costruzione del progetto con particolare Fase di analisi, raccolta dati,
verifiche + formazione gruppi lavoro
l Analisi fabbisogni e studi di approfondimento
l Valutazione entità e significatività rischi + Progettazione +
201
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
202
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Fattibilità:
La fase propositiva ed attuativa sarebbe gestita direttamente da un
soggetto/ente/associazione ad hoc o in alternativa da soggetto/ente/associazione
esistente + apposita convenzione/protocollo con il Comune di Alessandria e
partecipazione di Associazioni di categoria ed operatori.
E’ fortemente auspicabile un coinvolgimento di altri Enti.
Costi elevati concentrati sull’avvio delle iniziativa, sulla creazione di basi documentarie, di
ricerche e di elaborazioni, di costituzione fondi.
Collaborazione e Convenzioni/Accordi con altri Enti e soggetti pubblici e privati quali
Regione, Ministero dell’Istruzione, Ministero degli Esteri, Università, ANCI, Collegio
Costruttori ed Associazioni di categoria, ATC , Ordine degli Ingegneri e; importante potrà
essere il coinvolgimento della Provincia quale soggetto partecipe di riferimento/incontro
e tra le varie esigenze/aspettative di Amministrazioni pubbliche.
203
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
cronoprogramma di lavoro:
Attività I anno II anno III anno IV anno V anno
Condivisione obbiettivi
e sottoscrizione
protocollo /
memorandum
di collaborazione tra vari
soggetti interessati +
verifica creazione
società /
fondazione/ente
Fase di studio,
elaborazione dati, avvio,
progetto,
ricerca sponsor
Costituzione
società /
fondazione / ente,
organizzazione evento,
pubblicità
Progetto, Eventi, Premi,
Divulgazione
204
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 18
titolo:
palazzo dell’edilizia
Sottotitolo:
Progettazione e realizzazione di un edificio da destinare a molteplici funzioni sociali e di
formazione professionale.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria proponente con SEAL – Sistema Edile Alessandria (Scuola Edile
– Cassa Edile di Mutualità ed Assistenza – Comitato paritetico territoriale).
descrizione del progetto:
Realizzazione di un edificio destinato a multifunzioni legate alla formazione professionale
nel settore dell’edilizia ed alla gestione delle attività rivolte alla sicurezza sul lavoro,
promuovendo attività in materia di prevenzione degli infortuni e di tutela dei diritti dei
lavoratori del settore. L’edificio di grande valenza architettonica e di forte caratterizzazione
ambientale (all’avanguardia) è costituito sostanzialmente da due grandi volumi ospitanti il
laboratorio della scuola edile e gli apparati tecnologici e gli uffici degli enti coinvolti
nell’operazione.
In tale struttura verranno svolte le funzioni relative alle attività didattiche, oltre ai servizi
accessori a tali attività, saranno collocati gli uffici amministrativi degli enti coinvolti, nonché
sale di riunioni, incontri, auditorio per manifestazioni.
L’intervento è realizzato su area di proprietà comunale concessa in diritto di superficie.
Finalità generali:
Realizzare una struttura di eccellenza nell’ambito della formazione professionale
concentrando funzioni molteplici rivolte in particolare alla sicurezza sul lavoro.
obiettivi specifici:
Miglioramento ambientale dell’area di intervento mediante riorganizzazione del sedime
definendo funzioni e spazi destinati anche alla fruibilità della generalità dei cittadini
La realizzazione mirata tende a contrastare alcune problematiche già evidenziate nel tavolo
di lavoro, quali: l’assenza di spazi/volumi attrezzati e razionalmente collegati e il mancato
sfruttamento di un opportunità logistico/strategica.
Attività:
La realizzazione del progetto prevede le seguenti attività:
l progettazione dell’opera
l scelta del contraente
l realizzazione dell’intervento edilizio
l gestione della struttura
risultati:
Realizzazione della scuola professionale, degli uffici degli enti interessati e di spazi sistemati
a verde fruibili dal pubblico.
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progEtto n. 19
titolo:
città, paesaggio, immagine
Sottotitolo:
Centro Studi e Archivio del ‘900 in Alessandria e Provincia.
Si evidenzia la necessità di recuperare un patrimonio culturale diffuso del Novecento che
rischia di andare perduto per la mancanza di un centro di raccolta.
L’obiettivo è quello di promuovere una attività di confronto sui temi della progettazione
architettonica, dell’architettura realizzata e del paesaggio nonché della loro comunicazione
o lettura attraverso le diverse espressioni artistiche (pittura, fotografia etc. ).
Soggetti proponenti:
Ordine Architetti P.P.C. della Provincia di Alessandria con l’Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Alessandria e con l’Archivio di Stato.
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Fattibilità:
La fase propositiva ed attuativa sarebbe gestita direttamente da un soggetto
Ente/Associazione creata ad hoc con la partecipazione di Enti Pubblici, Fondazioni,
associazioni di categoria, operatori privati.
Visto l’ampio respiro del progetto, si auspica il coinvolgimento della Provincia di
Alessandria, del Comune di Alessandria, della Regione Piemonte, della Soprintendenza
per i Beni Architettonici e il Paesaggio, dei Ministeri interessati, del Collegio Costruttori,
delle Associazioni di categoria. Imprese e Cooperative edilizie, dei Sindacati, dell’ A.T.C.
e di tutti quei soggetti che hanno contribuito direttamente o grazie al contributo dei propri
iscritti alle modificazioni della realtà urbana e territoriale.
Sono fortemente auspicabili collaborazioni e convenzioni con Università e centri di ricerca
pubblici e privati.
Il progetto è collegato anche all’ASSE 3 CONOSCENZA – Tavolo 3 (Cultura e
informazione) con possibili interazioni con progetto di “polo archivistico” generale della
Città.
cronoprogramma di lavoro:
Anni
Attività I anno II anno III anno
successivi
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 20
titolo:
Soluzioni a carattere culturale
per la cittadella di Alessandria
Sottotitolo:
Il progetto si pone come obbiettivo la realizzazione di un polo culturale e museale nella
Cittadella di Alessandria nel quadro della creazione di un sito UNESCO.
Soggetti proponenti:
Università del Piemonte Orientale.
descrizione del progetto:
1) Prevalutazione di fattibilità di investimenti pubblici e privati sulla Cittadella di
Alessandria
Diversi scenari
I diversi scenari che saranno, pur scheletricamente, considerati investono l’intero contesto
territoriale potenzialmente oggetto di trasformazione (l’ampiezza di questo territorio è
diversa per ciascuno degli scenari considerati) e presumono quale vincolo/opportunità
forme di valorizzazione culturale significative, in particolare si riferiscono alla label
UNESCO come orizzonte realistico.
Gli scenari sono proposti in ordine di incidenza finanziaria e territoriale, per primi gli
interventi più invasivi, per ultimi quelli di minore impatto sotto il profilo dell’investimento.
Viene considerata infatti anche la semplice manutenzione. L’incidenza dei capitali investiti
è commisurata ai diversi livelli di rischio, alla previsione di potenziali ricavi, ma soprattutto
ai benefici destinati alla collettività cittadina.
Si presume infatti che gli operatori privati abbiano obiettivi di risultato a breve medio-
termine (ovvero che non intendano acquisire vantaggi semi-permanenti o addirittura il
controllo su specifiche aree del territorio) e che, di converso, il ritorno economico previsto
per il settore pubblico avvenga a medio-lungo termine e che, inoltre, l’operatore pubblico
assuma una posizione di “ultimo creditore”, ovvero che preferisca dare luogo a profitti
potenzialmente distribuiti sulla popolazione al rimborso delle cifre investite.
è ovvio, per esempio, che alcuni dei risultati desiderabili da parte degli investitori potrebbe
essere la creazione di una gated community e che l’operatore pubblico potrà avere interesse
a renderene quanto più ampia possibile la fruizione. Ma nello stesso tempo ragioni di
ordine pubblico o di tutela del patrimonio culturale potrebbero spingere una gestione
pubblica a limitare l’accesso, mentre l’investitore di un centro commerciale o di
divertimenti potrebbe desiderare il massimo afflusso di giorno e di notte.
Gli scenari considerati saranno tuttavia traguardati principalmente sotto il profilo del
rapporto tra manufatto, territorio e sua trasformazione, lasciando a un’eventuale
approfondimento sotto il profilo economico gli elementi di costo-opportunità qui soltanto
prefigurati.
Gli scenari analizzati
1. Interventi di valorizzazione immobiliare privati
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
In realtà le realtà industriali e terziarie di primo livello non hanno manifestato la domanda
attesa, mentre le restrizioni della finanza pubblica non hanno consentito lo sviluppo di una
domanda qualificata e inevitabilmente onerosa. Oggi molti fra gli edifici realizzati a questo
fine risultano scarsamente utilizzati o destinati ad ampliare spazi disponibili ad attività
esistenti, soprattutto nel settore pubblico.
D’altro canto la possibile aggregazione della domanda potrebbe consentire riduzioni di
costo significative e un importante apporto di privati all’efficiente conduzione delle attività
del settore pubblico. Un apporto di tecniche specializzate da fruire in outsourcing da parte
di enti pubblici e privati.
Tuttavia questo tipo di intervento richiede investimenti molto consistenti, come si è potuto
constatare dall’intervento effettuato per gli uffici della Protezione civile. La necessità di
creare condizioni non previste nel progetto dell’edificio, il raggiungimento di un livello
rappresentativo coerente con il prestigio degli edifici, i vincoli posti dall’esistente,
l’inserimento di impianti sono destinati a far lievitare il costo di questi interventi fino a far
dubitare della loro sostenibilità.
è inoltre certo che elementi di opportunità, di efficienza delle strutture ospitate, di privacy
degli operatori tendono a limitare notevolmente l’accesso e impedire la libera circolazione
dei visitatori. D’altronde un intervento parziale tende a limitare l’integrazione delle filiere
produttive e quindi a sottrarre efficacia all’intervento.
9. Archivio centrale per il Nord-Ovest e centro di dematerializzazione
Rispetto ad altri paesi europei l’Italia non ha ancora imboccato la strada della
dematerializzazione dei documenti. I pochi progetti intrapresi riguardano il settore
pubblico, settore per il quale si propongono soprattutto benefici futuri e potenziali, ma non
hanno investito il settore privato. Per questo gli stessi fornitori di servizi risultano collocati
in luoghi diversi, ciascuno caratterizzato da livelli di qualità diversi, spesso questi servizi
sono oggetto di attività discontinue e occasionali.
Contando sull’effetto di volano costituito da una grande massa di documenti pubblici
provenienti dagli archivi storici, i grandi spazi coperti della cittadella potrebbero costituire
una risorsa preziosa, non uno spazio di stoccaggio, ma uno spazio di elaborazione
documentale a diversi livelli, da quelli elementari dell’acquisizione a quelli del
riconoscimento e della conservazione, anche sotto il profilo scientifico, attirando masse
di documenti privati per elaborazione e conservazione.
Tutto questo però potrebbe rendere difficili utilizzazioni concorrenti, sia per il consumo
prevedibilmente rapido, esponenziale e non agevolmente disponibile (la conservazione
richiede spazi permanenti), sia per le necessità di sicurezza e di controllo (tanto più se i
documenti non sono storici, ma funzionali ad attività economiche) che richiederebbero
forti limitazioni all’accesso.
10. Utilizzazioni energetiche e depositi
Gli spazi ipogei della cittadella sono oggi caratterizzati da livelli elevati di umidità, livelli
che sono incompatibili con una salubre permanenza di esseri viventi al loro interno per
tempi prolungati. Essi sono per la stessa ragione difficilmente utilizzabili per lo stoccaggio
di merci che corrono il rischio di deterioramenti dovuti all’atmosfera satura d’umidità o
al contatto con superfici madide d’acqua. In effetti molti prodotti di per sé insensibili
all’umidità (prodotti sintetici, fludi, lubrificanti) sono confezionati con materiali fortemente
sensibili all’umidità stessa (cartoni, metalli), destinati a trattenerne gli effetti (polietilene)
o possono trasmettere umidità, danneggiando le confezioni cui sono destinati, se stoccati
tra la fase di produzione e il confezionamento. Difficile pensare altresì ad un deposito o
un’esposizione di opere d’arte, vuoi anche contemporanee, per le medesime ragioni
ambientali.
La stessa utilizzazione come ricovero per macchine di trasformazione di energia (turbine,
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Ma gli interventi sul costruito non sono esaustivi. Le opere in terra, parte prevalente di
questo tipo di fortificazione, sono fortemente danneggiate dalla vegetazione arborea e
dagli arbusti di maggiore dimensione. La loro crescita provoca minimi, ma violenti,
movimenti di terra che finiscono per danneggiare anche le murature. Anche gli spalti, un
tempo oggetto di contratti di coltura specificamente destinati a evitare la crescita di
vegetazione arborea e arbustiva.
Tanto meno gli effetti dei fenomeni naturalistici potranno essere monitorati (se la cittadella
sarà oggetto di utilizzazione saltuaria), tanto più sarà necessario ricorrere a contratti di
legnatico e di coltura con il diritto di prelievo e prescrizioni per le modalità di sfruttamento.
2) Soluzioni a carattere culturale per la Cittadella di Alessandria
L’area della Cittadella si suddivide in due nette zone, sulle quali é possibile pensare uno
sviluppo di iniziative culturali connesse con la candidatura UNESCO:
- Corpo di Piazza (Caserme, Piazza d’Armi, cinta esagonale);
- Opere esterne (Mezzelune, controguardie, spalto, bacino di inondazione, gallerie di
contromina, strade).
A) Corpo di Piazza
Dato l’enorme spazio del corpo di Piazza della Cittadella di Alessandria risulta possibile
concentrare in questo luogo archivi, collezioni museali o parti di esse che al momento
risultano precluse alla fruizione pubblica a causa della chiusura dei loro spazi originari.
Museo Storico Nazionale d’Artiglieria di Torino. Il museo, gestito direttamente dal
Ministero della Difesa, era originariamente collocato negli spazi del Mastio della Cittadella
di Torino. Dal 1990 il museo é chiuso al pubblico, salvo mostre temporanee (Col Ferro e
con il Fuoco 1990; Il Piemonte in Crimea 1995; L’Assedio di Torino 2006). Le collezioni
sono state trasferite prima in parte nelle caserme di Via Bologna, ora sono tutte in
trasferimento presso altro casermaggio in Corso Francia (Caserme di Piazza Rivoli). Non
si tratta di una sistemazione museale vera e propria, ma di un magazzino ordinato. La
catalogazione, affidata a gruppi di volontari e cooperative, ha sbagliato circa il 60% delle
schede relative ai materiali. Ci sono difficoltà ad accettare tutto il materiale (artiglieria,
mezzi corazzati, sistemi missilistici, equipaggiamento vario) che l’esercito italiano, specie
l’arsenale di Piacenza (che serve tutta la regione militare Nord) dismette in quanto non più
utilizzabile. Si possono prevedere in questo caso tre possibilità: a) Trasferimento delle
collezioni in blocco ad Alessandria e loro inserimento in uno spazio museale più consono
e fruibile: b) trasferimento e apertura ad Alessandria della sezione dedicata agli armamenti
pesanti moderni e contemporanei, in quanto la sede di Torino non é al momento in grado
di ospitare o accogliere nuovi oggetti e, tanto meno, esporli nel modo migliore: c) prestiti
annuali di pezzi o parti di collezioni da distaccare presso la cittadella come viene, ad
esempio, fatto per il forte Bramafam di Bardonecchia (TO)
Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio di Roma. L’archivio e le collezioni di
questo Museo, formato nel 1934, ha concentrato a Roma una serie di documenti e materiali
da tutta Italia. La gestione di questo ente da parte del Ministero della Difesa, non é dei più
felici. Con un solo archivista (dott. Lambiase) a disposizione la visita e la consultazione
dell’archivio storico é piuttosto complicata e richiede, nella migliore delle ipotesi, dai due
ai tre mesi di tempo. Anche gli orari ed i tempi concessi rispecchiano difficoltà di gestione:
L’Archivio storico e la Biblioteca sono aperti nei giorni di martedì, mercoledì e giovedì,
dalle ore 08.45 alle 11.45 e dalle 13.15 alle 15.15. L’idea di base sarebbe quella di
concentrare ad Alessandria i materiali, o copia di essi, relativi alle fortificazioni del Nord
Italia.
Ecomuseo del Borgoglio e della Strada di Fiandra. Alessandria era uno degli snodi
principali della Strada di Fiandra, il noto percorso strategico che metteva in comunicazione
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
risultati:
Tale innovativo approccio potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
l l’aumento di attrattività del territorio
l una differente tipologia di sviluppo territoriale
l la possibilità di nuovi corsi di formazione anche di livello universitario
All’interno della Cittadella sarà altresì possibile formare guide ed operatori
sulla storia militare della Cittadella, di Marengo e del Piemonte Orientale tra
il XVI ed il XX secolo. Dato il patrimonio storico ed archeologico della
Cittadella e della Regione Piemonte in genere sarà possibile organizzare
Seminari e Master di storia dell’Architettura Ailitare e di Archeologia Militare
in collaborazione con l’Università di Nantes (Prof Nicolas Faucherre) e
Glasgow (prof. Tony Pollard)
costi:
Prefigurazione del percorso e avvio degli studi preliminari per il riconoscimento
UNESCO: € 30.000.
Coordinamento della rete europea: da valutare a seconda del grado di partecipazione dei
partners.
Costituzione della documentazione di base per il riconoscimento UNESCO: € 40.000)
Prospezioni (rilievo archeologico e mappatura): € 40.000
Mappatura culturale del patrimonio: € 36.000
Supporto alla progettazione delle attività complementari: € 16.000
Totale costi di investimento: € 162.000
Costi di gestione da stabilire in funzione delle attività che si intendono svolgere e che
saranno avviate.
Fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
1. definizione dei finanziamenti disponibili
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Progettazione
Lavori di adeguamento
scalo
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 21
titolo:
cittadella e città
Sottotitolo:
Azioni strategiche per il recupero e la reintegrazione nel tessuto urbano e nella vita
cittadina. Soggetti, strumenti ed azioni per la governance della reintegrazione della
Cittadella nel tessuto cittadino e la promozione dell’uso ordinario di un oggetto
straordinario.
Soggetti proponenti:
Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Alessandria, Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Alessandria, Politecnico di Torino.
descrizione del progetto:
Il ritorno della Cittadella militare nella disponibilità della città costituisce circostanza di
rilevante peculiarità storica, dimensionale ed ambientale.
La scheda propone un’ipotesi di pianificazione strategica di azioni finalizzate al recupero
ed all’integrazione nel tessuto urbano e nella vita cittadina ordinaria di un oggetto dai
connotati storici, edilizi ed ambientali straordinari.
I capisaldi di riferimento per una efficace ed efficiente pianificazione sono individuati:
- nell’adeguata identificazione dello stato di fatto (fisico e giuridico)
- nella definizione di una modalità di governance delle azioni
- nella definizione dei soggetti (istituzionali, tecnici, economici) coinvolti nella governance
- nella definizione delle finalità generali, usi compatibili, strumenti di pianificazione
- nella programmazione cronologica delle azioni da intraprendere per l’attivazione del
progetto
- nella individuazione delle risorse di base per l’attivazione del progetto.
Per ciascuno di detti elementi sono proposte indicazioni con la presente scheda.
La rilevanza propriamente strategica del recupero della Cittadella alla vita cittadina
determina peraltro la ineludibile necessità di coordinare le azioni relative all’oggetto
Cittadella con azioni relative all’esterno di essa e più latamente all’intero territorio cittadino,
di cui si evidenziano solo alcuni esempi:
- la pianificazione urbanistica ed edilizia del contesto territoriale prossimo alla Cittadella
- la progettazione dei percorsi di connessione (pedonali, veicolari, infrastrutturali) della
Cittadella con il tessuto urbano esterno e la sua maglia infrastrutturale
- la valorizzazione della connessione della Cittadella con il sistema di fortificazioni (il
“Campo trincerato”) costituito unitamente ai forti Bormida, Acqui e Ferrovia
- il recupero e la valorizzazione dell’asta fluviale urbana.
Per queste azioni (ed altre consimili) si rimanda ad apposite schede progetto, da leggersi
ed interpretarsi in prospettiva sinottica.
Le caratteristiche tipologiche e dimensionali dell’insediamento “Cittadella” impongono
altresì un forte richiamo alla indispensabile connessione della governance di tale oggetto
con gli strumenti di pianificazione urbana, quali - non esaustivamente - la pianificazione
urbanistica e quella commerciale.
Si deve infatti considerare che la reintegrazione dello spazio della Cittadella nel tessuto
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
cittadino è un evento che sposta in modo significativo il baricentro stesso del tessuto
urbano (la città cioè ritorna ad essere, dopo due secoli, un nucleo urbano bipolare,
sviluppato sulle due sponde del Tanaro, e non più una città cresciuta su un solo lato del
fiume, con soltanto qualche lacerto di tessuto urbano proiettato al di là del corso d’acqua).
Ciò comporterà una profonda trasformazione della stessa identità urbana della città così
come ora la conosciamo, la quale - se non adeguatamente gestita e mediata anche e
soprattutto da punto di vista politico ed amministrativo - potrebbe essere fonte di
potenziali conflitti e squilibri.
In secondo luogo perché le stesse dimensioni della sola fortezza principale costituiranno
- una volta reintegrate all’interno del sistema urbano - pressoché un raddoppio del centro
storico attuale, con tutte le complessità che questo incremento dimensionale genererà dal
punto di vista dell’impatto sul sistema dei servizi urbani e del tessuto commerciale.
Finalità generali:
Il recupero della Cittadella ad usi civili e la reintegrazione nel tessuto urbano cittadino.
La valorizzazione delle peculiarità storiche, edilizie ed ambientali con l’insediamento di
attività e l’attrezzature di spazi che consentano una fruizione ordinaria e continuativa del
complesso.
obiettivi specifici:
La definizione di un protocollo d’azione che individui azioni, soggetti interlocutori, organi
competenti, principi generali e propedeuticità di intervento per la promozione delle finalità
generali anzidette.
Attività:
A. Accertamento dello stato di fatto
1. Definizione dello stato giuridico dell’immobile e delle modalità di utilizzazione.
Relativamente a tale aspetto, di prioritaria rilevanza, potrà risultare d’ausilio l’apporto delle
specifiche competenze giuridico-patrimoniali espresse dalle istituzioni universitarie
cittadine.
2. Analisi accurata dello stato di fatto del complesso, nelle sue componenti edilizie ed
impiantistiche, con lo scopo di definire:
- completi parametri quantitativi (superfici e volumi)
- vincoli d’uso imposti dalla configurazione architettonica e costruttiva
- indispensabili dotazioni infrastrutturali per servizi (oggi pressoché assenti)
3. Individuazione dei vincoli d’uso correlati alla rilevanza culturale del bene
B. Definizione della modalità di governance delle azioni positive
1. Individuazione/costituzione di un soggetto promotore (“Agenzia”) delle azioni
propedeutiche al recupero. Definizione dei compiti e dell’orizzonte temporale di attività.
(Tale soggetto potrebbe altresì – in tempo successivo e con evoluzione di struttura ed
funzionalità – trasformarsi in organo di controllo e garanzia permanente delle attività
riguardanti la Cittadella).
2. Tale organismo dovrà avere guida pubblica e potrà prevedere un’articolazione tra i livelli
politico-programmatorio, tecnico-scientifico, operativo.
C. Definizione delle finalità generali, usi compatibili, strumenti di pianificazione
1. Definizione delle linee-guida generali (o di primo livello) relative agli usi compatibili, ai
criteri generali ed agli strumenti tecnico-procedurali occorrenti per l’insediamento di
attività.
2. Gli usi identificati come compatibili dovranno prevedere un’articolazione varia ed
equilibrata allo scopo di promuovere e favorire l’insediamento di attività che -
compatibilmente con i connotati di pregio del complesso - risultino sinergiche al
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
cronoprogramma di lavoro:
Anno 1 Anno 2
Accertamento stato
di fatto
Costituzione
soggetto promotore
(operatività)
Attività di
promozione
Definizione
strumenti di
pianificazione ed
utilizzo
Trasformazione
soggetto promotore
in organo di
controllo e garanzia
Individuazione:
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 22
titolo:
Waterfront urbano e cittadella
Sottotitolo:
Alessandria città fluviale.
Soggetti proponenti:
Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Alessandria, Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Alessandria, Politecnico di Torino.
descrizione del progetto:
Gli eventi storici ed economici hanno allontanato il fiume dalla città.
Questo allontanamento ideale si è tradotto concretamente nella profonda cesura
determinata dal Tanaro nel tessuto urbano.
Riscoprire il fiume significa generare un punto focale che accentui lo sguardo su di sé
ovvero il cuore di un sistema più ampio capace di riallacciare il tessuto fra le due rive.
Il progetto ricerca la possibile ricucitura del tessuto urbano di questi due lembi di città con
un’operazione di riqualificazione, in grado di riportare l’attenzione verso questa parte della
città.
Si elencano di seguito, a titolo di esempio, alcuni degli interventi possibili:
l Creazione di un sistema di parcheggi d’interscambio in posizioni
strategiche, volto anche a consentire il declassamento della viabilità di
contorno alla Cittadella (30km/h);
l Creazione di una “porta urbana” d’ingresso alla città, terminale al viale
commerciale, identificabile con il triangolo a contorno della rotonda del ponte
Tiziano;
l Recupero dei percorsi spondali in una rete di collegamenti con i ponti
esistenti e in progetto, con potenziamento delle attrezzature esistenti sportive,
di ristorazione, etc.
l Ridefinizione urbana di una parte della città priva degli elementi
caratteristici del sistema urbano quali piazze, viali, quartieri, ecc…
l Creazione della stazione di metropolitana leggera a servizio di uno dei
parcheggi d’interscambio, volta ad aumentare la connessione con la città e
ridurre l’impatto del traffico in quella zona (testa di ponte dei percorsi
pedonali lungofiume);
l Studio delle reti di urbanizzazione esistenti e valutazione della possibile
sinergia a contorno del recupero della Cittadella.
Finalità generali:
La valorizzazione della città e del suo fiume attraverso interventi mirati a creare sinergia
con i grandi progetti quali il ponte Meier o il recupero della Cittadella, al fine di definire
un lembo di città formalmente e funzionalmente qualificato ed integrato con il restante
tessuto edilizio.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
obiettivi specifici:
l Avere a disposizione uno strumento di analisi in grado di indirizzare la
strategia d’intervento nel tempo.
l Attivare nuove modalità di collegamento e d’infrastrutturazione finalizzati
ad evitare la perdita di ruolo del territorio in sponda sinistra.
Attività:
Il Comune dovrà redigere, avvalendosi di personale interno e/o di consulenze
specializzate, un “progetto preliminare” di riqualificazione urbana (sul modello dei
Programmi Complessi già in corso di realizzazione) comprensivo di tutte le attività di
analisi, di sperimentazione, di valutazione, di progettazione preliminare, di previsione e di
monitoraggio necessarie alla concretizzazione di un percorso amministrativo virtuoso.
Dovranno essere definite scelte, valutate anche le modalità e le forme di finanziamento del
progetto, i tempi di attuazione, ecc...
risultati:
Dotazione di strumenti indispensabili per ogni progetto di riqualificazione urbana e di
rinnovamento del Capoluogo con effetti di propulsione economico-sociale e di sviluppo.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
l Comune di Alessandria capofila
l Regione Piemonte (eventuali fondi sulla base di Bandi Specifici)
l Provincia di Alessandria
l Ministero Infrastrutture e Trasporti e/o Ministero Ambiente (eventuali
contributi sulla base di Bandi Specifici)
l A.I.PO, Autorità di Bacino del fiume Po
l Fondazione CRA, Fondazione CRT, Fondazione SAN PAOLO, Altre
Fondazioni
l Ditte / Sponsor privati e pubblici
l Unione Europea (eventuali contributi sulla Base di Bandi Specifici)
costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata a differenti variabili/attività specifiche
Ipotesi Base (consulenza esterna + personale interno):
Studio e Redazione Proposta € 100.000,00
Analisi/Monitoraggio € 50.000,00
Stampa pubblicazioni e creazione sito web, ecc. € 50.000,00
Costi di avvio e gestione del progetto
(campagna informazione, work shop, ecc..) € 50.000,00
Totale € 250.000,00
Fattibilità:
Si precisa che l’esistenza di una connessione formale e procedurale tra la presente scheda
e quella generale sulla Cittadella denominata: “Cittadella e città”, crea una sinergia in grado
di ottimizzare i costi relativamente alle voci di pubblicazione ed avvio del progetto, con
evidenti riduzioni del budget ipotizzato.
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
1. perimetrazione area – analisi urbanistico/edilizie - ricerca partner e
consulenze - progetto fattibilità
2. coinvolgimento di tutti i soggetti interessati all’attuazione del progetto
tramite bando/convenzioni/accordo di programma con cronoprogramma
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 23
titolo:
metropolitana leggera e cittadella
Sottotitolo:
Sistema di stazioni urbane lungo le tratte ferroviarie esistenti
Soggetti proponenti:
Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Alessandria, Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Alessandria, Politecnico di Torino.
descrizione del progetto:
Il progetto ha principalmente l’obiettivo di ridurre l’inquinamento ed il traffico all’interno
del perimetro urbano, attraverso la creazione di stazioni di metropolitana leggera connesse
a parcheggi d’interscambio che sfruttano le reti ferroviarie esistenti.
Ad oggi il servizio sarebbe in grado di coprire la parte di città individuabile con la rete delle
fortificazioni militari (Cittadella, Forte Acqui e Ferrovia), interessando così il quartiere
Cristo come il Borgo Cittadella o l’area industriale D3.
In un secondo momento si potrebbe ampliare l’intervento anche ai sobborghi di San
Michele e Spinetta Marengo.
L’intermodalità, il recupero urbano di strutture militari dismesse, l’incentivo alla mobilità
sostenibile sono alcuni degli elementi che potrebbe stimolare questa iniziativa attraverso:
l la realizzazione di un sistema di piccole stazioni ubicate lungo la rete
ferroviaria esistente, integrate da infrastrutture quali parcheggi d’interscambio
e piste ciclabili;
l il recupero ed il riuso a livello locale della rete ferroviaria rende molto
rapida la realizzazione dell’intervento e ne riduce sensibilmente i costi
nell’ottica di una sostenibilità economica a breve termine.
Finalità generali:
l Riduzione del traffico urbano e stimolo all’uso dei mezzi pubblici;
l Riduzione dell’inquinamento e sostenibilità del sistema di trasporto;
l Recupero di parti della città (sistema fortificato) ad oggi prive di valenza
urbana, e integrazione delle stesse all’interno delle dinamiche di sviluppo
(urbanistico, economico, sociale, …)
obiettivi specifici:
l Integrare elementi infrastrutturali esistenti con nuove funzioni che ne
ampliano le capacità operative e funzionali.
Attività:
Il Comune dovrà stilare un accordo di programma/convenzione con i soggetti coinvolti,
in primis il soggetto che metterà a disposizione l’area/il contenitore; il Comune quindi
dovrà sviluppare la parte più tecnica e gestionale della struttura.
L’accordo dovrà prevedere anche le modalità di finanziamento del progetto da attuarsi
nell’arco di cinque anni e le successive modalità di gestione della struttura (e di
implementazione di dotazione e reti dedicate).
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
risultati:
Miglioramento della qualità della vita e dell’attrattività della Città, riduzione della
congestione del traffico e dell’inquinamento, sviluppo di una rinnovata coscienza all’uso
alternativo di mezzi di trasporto (e sviluppo piste ciclabili), etc..
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
l Comune di Alessandria
l Trenitalia – Ferrovia Italia - Centostazioni
l Regione Piemonte
l Provincia di Alessandria
l Ministero Infrastrutture e trasporti, Ministero Istruzione, Università e
ricerca, Ministero Ambiente
l Ministero della Gioventù
l Fondazione CRA, Fondazione CRT, Fondazione SAN PAOLO, altre
Fondazioni bancarie interessate
l Ditte / Sponsor privati e pubblici
l Unione Europea, eventuale finanziamento attraverso Bando Europeo
costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata alle tipologie realizzative e funzionali finali
Creazione urbanizzazioni € 350.000,00
Costruzione strutture (4 fermate + stazione) € 1.000.000,00
Stampe pubblicazioni e creazione sito web, ecc. € 50.000,00
Costi di avvio e gestione del progetto € 100.000,00
Totale € 1.500.000,00
Fattibilità:
Si precisa che l’esistenza di una connessione formale e procedurale tra la presente scheda
e quella generale sulla Cittadella denominata: “Cittadella e città”, crea una sinergia in grado
di ottimizzare i costi relativamente alle voci di pubblicazione ed avvio del progetto, con
evidenti riduzioni del budget ipotizzato.
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
1. effettiva disponibilità della struttura (dalle Ferrovie/Trenitalia e/o dalle
Poste Italiane) e realizzazione di un accordo con tutti i soggetti coinvolti per
la realizzazione e gestione della struttura con elementi partecipativi,
strutturanti e/o compensativi
2. coinvolgimento di tutti i soggetti interessati nel concreto avvio del
progetto tramite un accordo di programma con cronoprogramma delle fasi
di attuazione del progetto
3. disponibilità su più esercizi finanziari dei fondi necessari per la
realizzazione del progetto
cronoprogramma di lavoro:
l primo anno – ricerca partner e confronto con vari soggetti - redazione di
uno studio di fattibilità e stipula sulla base di questo di un accordo di
programma
l secondo anno – redazione ed approvazione progettazione completa
finanziata per lotti funzionali nell’arco di 2/3 anni, appalto/aggiudicazione
l Dal secondo al terzo anno – realizzazione ed avvio graduale della gestione
della struttura completata e collaudata.
230
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Esempi:
231
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 24
titolo:
parco pubblico in cittadella
Sottotitolo:
La realizzazione di un parco pubblico nell’area esterna alla cinta muraria della Cittadella
militare, con l’esecuzione di indagini strutturali alle mura stesse. Il progetto si pone come
obbiettivo la realizzazione di un parco a verde di uso pubblico sull’area di proprietà
demaniale situata tra la cinta muraria compresa della Cittadella militare di Alessandria e il
confine dell’area comprendente gran parte dei bastioni.
Soggetti proponenti:
Provincia di Alessandria.
descrizione del progetto:
Il progetto è finalizzato alla costruzione di un’area a verde pubblico, diversamente ripartita
in zone di rispetto naturalistico e zone a destinazione sociale, comunque all’interno delle
finalità di un parco pubblico urbano. Unitamente all’intervento è programmata
l’effettuazione di indagini di tipo strutturale alla cinta muraria che la delimita.
La progettazione si può generalmente riassumere in quattro punti fondamentali :
1. La bonifica della zona del fossato adiacente alla magistrale della fortezza,
ai fini di renderla interamente calpestabile e la realizzazione di un percorso
pedonale e ciclabile interno al parco, accessibile occasionalmente -
limitatamente alle funzioni di manutenzione, vigilanza e soccorso - al traffico
veicolare;
2. La pulizia generale delle parti elevate (rivellini, mezzelune, controguardie
e tenaglioni) dalla boscaglia spontanea cresciuta negli anni e la rimozione da
esse degli elementi incongrui (recinzioni posticce, rottami ecc.);
3. Il riordino complessivo dei punti di penetrazione e di affaccio da e verso
il fossato della fortezza, con la formazione di una quinta alberata lungo il
perimetro sud, in corrispondenza degli edifici sorti nel corso del XX secolo
tra via Giordano Bruno ed il fossato stesso, in posizione elevata rispetto ad
esso.
4. La messa a dimora di nuovi alberi, da realizzarsi nella zona del nuovo
parcheggio su via Pavia (v. anche Opere stradali).
Finalità generali:
Il progetto è di sicura rilevanza strategica urbana-territoriale poiché consegue:
1. la ricucitura del rapporto ora oggettivamente interrotto tra Città e
Territorio, sia dal punto di vista viabilistico, sia sotto l’aspetto
dell’appartenenza culturale urbana, sia per il recupero della qualità del
paesaggio urbano;
2. bonificare l’area interessata sotto l’aspetto idrogeologico, bonificare la cinta
muraria sotto l’aspetto igienico edilizio, realizzare una efficiente rete
infrastrutturale di urbanizzazione per il complesso della Cittadella, qualsiasi sia
in futuro la sua destinazione;
232
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
233
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
234
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
finalità generali:
l Sostanziale ricucitura del tessuto urbano tra le aree alle due sponde del
Tanaro, sia di tipo sostanziale, con le conseguenze del relativo riordino viario
ed infrastrutturale, di permeabilità di un complesso ora isolato dal suo
contesto territoriale, sia di tipo culturale e quindi di appartenenza degli
alessandrini nei confronti del proprio territorio;
l Adeguamento infrastrutturale e idrogeologico dell’area della Cittadella a
fronte di una futura definita destinazione d’uso;
l Realizzazione di un parco verde pubblico per ordinarie attività ludiche e
culturali, con il riordino delle zone d’entrata alla Cittadella, con conseguente
risanamento ambientale delle zone verdi individuate.
l Futura individuazione di un “carnet” d’offerta per le riconosciute attività
di turismo storico di interesse europeo.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
L’opera riguardante la progettazione e le analisi strutturali delle mura di cinta è stata
finanziata tramite C.I.P.E. insieme ad altre attività di pianificazione e progettazione che
la Provincia di Alessandria ha sviluppato. Parte del finanziamento non è stato utilizzato
in seguito al trasferimento delle competenze tecniche dalla Provincia al Comune di
Alessandria.
Rimane comunque il reperimento dei fondi necessari alla realizzazione dell’opera, la cui
sostanza è definita nel seguente Quadro Economico.
costi:
Costi per la Progettazione e le analisi strutturali: Euro 600.000,00
cronoprogramma di lavoro:
Il progetto ha durata pluriennale.
235
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
tAvolo 2
trASportI E moBIlItà
prEmESSA gEnErAlE
Il Tavolo di Lavoro nello scambio di informazioni avuto nelle sedute preliminari ha
accertato una serie di problematiche e carenze nel centro cittadino e nell’area di
connessione con l’esterno inerenti la mobilità dei cittadini in senso lato e la sua
integrazione con le attività economico-sociali.
Tutti i partecipanti al Tavolo sono concordi nell’intraprendere progetti tesi alla rimozione
delle problematiche più urgenti fra quelle di seguito riportate.
AlBEro dEI proBlEmI
n Città racchiusa tra due fiumi, con difficoltà di accesso sui ponti, in
particolare da est dove, l’accessibilità viaria non risulta pienamente compiuta,
manifestando la mancanza di sufficienti collegamenti viari
n Carenza generale di trasporti pubblici, uso elevato delle auto private e
carenza di sistemi di scambio e parcheggio
n Insufficiente sviluppo di reti ciclabili e di correlati programmi di cultura
viaria atti ad incentivarne l’uso
n Insufficienti sistemi di ricovero di mezzi pesanti e della correlata
distribuzione degli stessi sul traffico urbano
n Mancanza di una stazione per autolinee extraurbane, attualmente dislocata
in modo in proprio nell’area limitrofa la stazione ferroviaria
n Forte carenza nella percezione della sicurezza di pedoni e ciclisti. Non
risulta infatti adeguata la protezione dei percorsi pedonali e ciclabili in
relazione alle categorie più forti della circolazione stradale
n Scarso sviluppo della connessione in sicurezza dei vari sistemi di mobilità,
in particolare modo verso le destinazione di spiccato interesse pubblico
n Diminuita centralità dell’importanza dello scalo ferroviario e la
conseguente debolezza dell’interscambio ferro-gomma
n Insufficiente disponibilità di aree di sosta per i mezzi pesanti, nonché per
il trasbordo di merci verso il centro
puntI dI ForzA
Il Tavolo ha altresì discusso circa le opportunità presenti sul territorio in relazione alle
problematiche sollevate ed ha individuato unanimemente le seguenti caratteristiche:
n Città di dimensione medio piccola che presenta geometrie stradali
relativamente comode anche nel centro storico, con possibilità di accedere
con autoveicoli quasi ovunque
n Presenza di una circonvallazione ad anello di comoda sezione, derivata
dalla cinta medievale dei bastioni, la quale consente una buona distribuzione
dei flussi ed un’ottima rotazione del traffico
n La realizzazione di tre aree di insediamento artigianali e produttivo che
hanno consentito una massiccia delocalizzazione delle attività relative e degli
236
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
itinerari di destinazione
n La realizzazione di una tangenziale che unisce i caselli autostradali nord
ovest e sud, nonché la presenza di una rete autostradale che unisce i caselli
nord-ovest, nord-est e sud, costituiscono una situazione favorevole per
mobilità direzionale verso il centro, decongestionando così i nodi più interni
e garantendo una buona fluidità della circolazione
n Aree di parcheggio dislocate sul perimetro del centro storico ed una nel
punto baricentrico; ne deriva una sufficiente raggiungibilità dei punti di
interesse principale
n Situazione altimetrica regolare con la rete viaria che risulta praticamente a
livello con eccezione di un cavalcavia e di un sottopasso nella zona centrale;
ciò oltre a rappresentare un vantaggio nelle dinamiche della circolazione,
rappresenta un punto di forza nel potenziamento della cultura dell’uso del
velocipede
rEcEntI pIAnIFIcAzIonI
In ultima analisi sono di seguito evidenziati gli interventi ritenuti provvidenziali ai progetti
del Tavolo e che sono:
m la costruzione del nuovo Ponte Cittadella progettato dall’arch.R. Meier
m la previsione di realizzazione di sei “Zona 30”
Il Tavolo ha esaminato i citati elementi di forza alla luce della elaborazione dei problemi
evidenziati precedentemente, ponendoli quali punti di partenza per le azioni progettuali
tendenti alla risoluzione dei nodi critici.
opportunItà
Al termine di elaborate discussioni il Tavolo ha sintetizzato una serie di idee che
rappresentano le opportunità naturali scaturite dallo stato di fatto attuale e cioè:
n Con eccezione della direzione est la rete di mobilità extraurbana può essere
ottimizzata raggiungendo comodi tempi di penetrazione al centro
n Per la qualità della geometria urbana è possibile, con interventi strutturali
capillari, migliorare il grado di sicurezza della circolazione stradale,
marcatamente per la tutela delle categorie dei pedoni e dei ciclisti; categoria
che evidenzia l’elevato tasso d’invecchiamento della popolazione
n è auspicabile un deciso miglioramento delle connessioni fra i percorsi
ciclabili, quelli pedonali e quelli veicolari, al fine di garantire maggiormente
l’incolumità degli attori e un sensibile abbattimento dei sinistri stradali
n Conseguentemente è d’uopo porsi l’obiettivo di realizzare un sistema di
trasporto urbano integrato ed intermodale tale da ridurre la dipendenza
dall’uso dell’auto a vantaggio della mobilita’ dei cittadini, cercando soluzioni
a minor impatto ambientale. Può essere altresì sviluppato un programma che
coinvolga gli operatori di settore, le Aziende e gli Enti del territorio comunale
e provinciale
237
Asse II - Sviluppo urbano
tavolo 2 trasporti e mobilità
AnAlISI S.W.o.t.
opportunItà mInAccE
Per la qualità della geometria urbana è possibile, con interventi strutturali capillari,
migliorare il grado di sicurezza della circolazione stradale, marcatamente per la tutela delle
Connessione non razionale tra il settore socio produttivo e quello infrastrutturale
categorie dei pedoni e dei ciclisti; categoria che evidenzia l’elevato tasso d’invecchiamento
della popolazione
Con eccezione della direzione est la rete di mobilità extraurbana può essere ottimizzata
Mancata realizzazione del secondo ponte sul fiume Bormida
raggiungendo comodi tempi di penetrazione al centro
Conseguentemente è d’uopo porsi l’obiettivo di realizzare un sistema di trasporto urbano
integrato ed intermodale tale da ridurre la dipendenza dall’uso dell’auto per la mobilità dei
cittadini, cercando soluzioni a minor impatto ambientale. Può essere altresì sviluppato un Mancata realizzazione di stazione per autolinee
programma che coinvolga gli operatori di settore, le Aziende e gli Enti del territorio
comunale e provinciale
è auspicabile un deciso miglioramento delle connessioni fra i percorsi ciclabili, quelli
pedonali e quelli veicolari, al fine di garantire maggiormente l’incolumità degli attori e un Perdita di centralità dello scalo ferroviario di Alessandria (sia persone sia merci)
sensibile abbattimento dei sinistri stradali
A completamento dell’esame assunto si evidenzia quale nota di forza rilevata la
pianificazione recente di previsione delle sei “Zona 30” che potranno far dialogare
maggiormente le diverse categorie di utenze della strada, migliorandone pertanto la
sicurezza
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse II Sviluppo urbano - tavolo 2 trasporti e mobilità
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE/EFFEttI)
percezione diffusa di
Aumento degli incidenti Accesso deficitario alle rischio di inaccessibilità
insicurezza per pedoni e
stradali strutture sanitarie città da sud est
ciclisti
città racchiusa tra due fiumi con difficoltà di accesso sui ponti e presenza di ingorghi stradali causati dalla elevata
mole di traffico. carenza generale di trasporti pubblici, uso elevato dell’auto privata e carenza di sistemi di scambio
e parcheggio. Insufficiente sviluppo di reti ciclabili e di correlati programmi di cultura viaria atti e incentivarne l’uso.
Situazioni di insufficienti sistemi di ricovero di mezzi pesanti e della correlata distribuzione degli stessi sul traffico
urbano. necessità di incrementare la sicurezza stradale e le correlate azioni di informazione.
linea 1
gestione generale
mancanza di aree Insufficienti sistemi di Sistemi di
del’ambiente non cultura della sicurezza
specifiche per categorie isole ed ostacoli (traffic comunicazione non
codificata con aree non diffusa
di viabilità calming) evoluti
esclusive
Aumento tempi i
percorrenza dei mezzi
pubblici
Anello tangenziale non Aumento del numero
completo delle auto private non incentivazione
all’uso della bicicletta
linea 3
linea 2
mancanza di
carenze Aumento
assi di
infrastrutturali dell’uso dell’auto
collegamento
generali privata
specie ad Est
mancanza carenza
ritardi nella Scelte Sviluppo di Scarso
azioni carenza sistemi di
soluzione dei urbanistiche aree non sviluppo
incentivanti trasporti scambio e
principali non coerenti centrali delle piste
l’uso della pubblici di
accessi alla con le senza ciclabili
bicicletta parcheggio
città necessità adeguati
moderne di sistemi di
viabilità collegamento
242
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
lInEE StrAtEgIchE
243
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
244
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 1
titolo:
miglioramento del livello di sicurezza sugli attraversamenti
pedonali dislocati nella perimetrazione urbana della città
Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo la realizzazione di più attraversamenti pedonali,
mediante strutture scatolari dislocate al di sotto del piano viabile, onde favorire l’accesso
pedonale alla parte interna della Città rispetto alle aree di parcheggio perimetrali.
Soggetti proponenti:
Provincia di Alessandria, Comune di Alessandria.
descrizione del progetto:
La Città è dotata, soprattutto dalla parte di Spalto Marengo di ampi parcheggi,
comunemente utilizzati , dai quali si accede in particolare alla vasta Area Ospedaliera ed
all’Istituto Tecnico “Volta”.
Gli attraversamenti pedonali, in vario numero oggi dislocati lungo Spalto Marengo, sono
di tipo a raso, segnalati con strisciature a terra colorate e con cartellonistica verticale
illuminata.
Nelle serate invernali di scarsa visibilità, causa condizioni atmosferiche avverse (pioggia,
nebbia, neve), piuttosto che negli orari diurni di forte traffico veicolare, risulta
particolarmente arduo procedere in sicurezza nell’attraversamento di Spalto Marengo da
parte dei pedoni, in considerazione peraltro della significativa larghezza della piattaforma
viabile.
Si rileva quindi la necessità di procedere nella realizzazione di almeno n° 2 attraversamenti
in sotterraneo, naturalmente accessibili pure ai diversamente abili.
Equivalenti condizioni valgono per gli spazi antistanti l’area commerciale “Esselunga”.
Le strutture dovranno essere accompagnate da segnaletica che visualizzi ai veicoli in moto
il proprio stato di velocità di movimento.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza locale, centrale però per il miglioramento della qualità
infrastrutturale della rete viabile della Città.
obiettivi specifici:
1) Eliminare le criticità degli attraversamenti pedonali;
2) Aumentare il livello di sicurezza nella movimentazione pedonale, anche
dei diversamente abili
3) Migliorare il flusso veicolare nelle “tangenziali” interne
Attività:
La realizzazione di attraversamenti pedonali in sotterraneo prevede le seguenti attività:
- studio dei flussi pedonali;
- studio di fattibilità per la realizzazione delle specifiche infrastrutture
- redazione di un documento preliminare e di un progetto preliminare
245
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
246
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 2
titolo:
variante in accesso ad Alessandria lungo la ex S.S. n. 10
“padana Inferiore - I e II lotto
viabilità periferica
linea 2
ed accessi
Sottotitolo:
Il progetto si pone come obbiettivo la realizzazione di una nuova strada di accesso alla
Città di Alessandria dal territorio a sud del capoluogo di Provincia, in Variante alla ex S.S.
n. 10 “Padana Inferiore”.
Soggetti proponenti:
Provincia di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto è finalizzato alla costruzione di una nuova strada in Variante alla attuale ex S.S.
n° 10 “Padana Inferiore” nel tratto compreso tra l’intersezione con la S.P. n° 82 “Spinetta-
Sale”, la ex S.S. n° 35bis “dei Giovi di Serravalle” e la nuova tangenziale di Alessandria.
La progettazione della strada di Variante sopraddetta è composta da due lotti funzionali:
- I lotto che parte dall’intersezione con la S.P. n° 82 “Spinetta-Sale” e che,
correndo parallelo all’attuale tracciato della ex S.S. n° 10, termina in prossimità
del “Forte Bormida”;
- II lotto che prosegue il tracciato del I° lotto in prossimità del “Forte
Bormida” e che, tramite viadotto, attraversa il Fiume Bormida e si collega alla
nuova tangenziale di Alessandria.
L’Intero tracciato dei due Lotti si sviluppa nel territorio comunale della Città di
Alessandria.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
1. potenziare il collegamento tra il sud della Provincia di Alessandria e il
capoluogo;
2. migliorare la qualità delle infrastrutture viarie, garantendo il suddetto
collegamento anche in presenza di eventuali eventi alluvionali;
3. trasferire il traffico extraurbano sulla nuova Variante in modo tale da
differenziarlo dal traffico locale proveniente dal sobborgo di Spinetta
Marengo.
è noto infatti che l’Asse stradale portante dell’intero territorio provinciale risulta essere
quello della ex S.S. n.° 10 “Padana Inferiore” che collega il confine ad est, lato Lombardia,
con quello ad ovest verso Asti e Torino.
Pressoché al centro di tale arteria è collocata Alessandria, città capoluogo di provincia,
alla quale si accede con un unico ponte sul fiume Bormida trafficato in media giornalmente
da circa 45.000 veicoli di ogni tipo e classe.
E’ evidente l’assoluta insufficienza di tale collegamento alla Città di Alessandria che
potrebbe rimanere drammaticamente isolata verso le altre città del sud-est della Provincia
247
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
cronoprogramma di lavoro:
Il progetto ha durata triennale.
249
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 3
titolo:
piano di Sicurezza Stradale
Sottotitolo:
Individuare le attività necessarie ad elevare il grado di sicurezza della circolazione stradale
e di ridurne sensibilmente la sinistrosità.
Individuare le iniziative di carattere culturale sensibilizzanti il corretto comportamento
dei conducenti e l’incentivazione nell’uso dei velocipedi.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria.
descrizione del progetto:
Il Progetto rileverà i nodi ritenuti sensibili per incidenza di sinistri e punti di conflitto
teorici e stabilirà gli interventi idonei ad aumentarne la sicurezza.
L’attenzione sarà posta in particolare verso il conflitto pedone/veicolo e
velocipede/veicolo, ma senza tralasciare le problematiche legate ai conflitti fra soli veicoli.
Saranno migliorate le connessioni delle piste ciclabili e degli attraversamenti pedonali con
i crocevia.
Verranno analizzati i nodi in cui intervenire al fine di abbattere il numero dei punti di
conflitto fra veicoli/veicolo, veicoli/pedone e veicoli/velocipede.
Anche il numero eccessivo di attraversamenti pedonali può essere oggetto di studio onde
prevederne un ridimensionamento al fine di garantire sistemazioni più conformi e sicure.
Unitamente a quanto elencato è d’uopo inserire nel progetto uno studio che preveda un
rinnovamento degli impianti di segnalamento indirizzanti i punti d’interesse prioritari, allo
scopo di snellire e rendere più sicura la circolazione stradale in transito nel centro abitato.
Tale studio dovrà integrarsi con le indicazioni dei principali parcheggi urbani onde
armonizzare i citati percorsi ed incidere positivamente sulla mobilità cittadina.
Finalità generali:
Le finalità del presente studio si indirizzano principalmente ad una migliore sistemazione
dei nodi sopracitati, unendo un’attenuazione della pericolosità dei punti sensibili ad una
gradevole sistemazione ambientale che riqualifica le aree oggetto degli interventi.
Analogamente il fattore comunicazione sarà percepito come un elemento di qualità nella
gestione dei servizi ed un investimento a medio termine di chiara appetibilità.
obiettivi specifici:
L’obiettivo prioritario del progetto è l’abbattimento del tasso di sinistrosità presente nel
centro storico.
Analogamente sarà potenziata la percezione di sicurezza di conducenti, ciclisti e pedoni,
grazie alle citate sistemazioni ambientali; pertanto gli obiettivi sottostanti al prioritario
predetto, che perseguirà lo studio, saranno i seguenti:
l individuazione di attraversamenti pedonali, attraversamenti ciclabili,
canalizzazioni, varchi di viali con notevole conflittualità viabile, immissioni
senza sufficiente grado di sicurezza sui quali intervenire con realizzazione di
250
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
strutture di protezione;
l analisi dei percorsi pedonali con insufficiente sezione, senza protezione
verso la sosta dei veicoli e con presenza di interferenze (cabine, cassonetti,
armadietti, installazioni, occupazioni, etc.) onde prevedere lavori di
regolarizzazione e messa in sicurezza;
l individuazione dei percorsi ciclabili in cui non è sufficiente la protezione
dai flussi di altre categorie stradali e risulta scarsa o assente la sicurezza nelle
intersezioni con esse;
l realizzare comunicazioni informative di qualità, dirette a tutti gli attori
della strada, praticamente tutti i cittadini, finalizzate a comportamenti stradali
più corretti e più sicuri;
l sarà diffusa una comunicazione dedicata a bambini e ragazzi, intesi quali
pedoni, ma anche con formazione propedeutica al futuro uso di mezzi;
l verrà adottato un sistema d’indicazione integrata di parcheggi, punti
d’interesse collettivo, sistemi di mobilità, etc.;
risultati
Saranno osservati i dati di sinistrosità e verrà stimata una diminuzione dell’incidentalità a
seguito degli interventi programmati con il presente progetto.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamento sostanziale:
Fondi messi a disposizione per la pianificazione strategica dall’Amministrazione Comunale
e l’Amministrazione Provinciale per l’Associazione Alessandria 2018
Finanziamenti a supporto:
Coinvolgimento di eventuali Fondazioni locali e/o organismi interessati (es.: ACI).
procedimento e costi:
Nell’ambito del presente progetto è possibile quantificare le seguenti fasi:
o indagine progettuale degli interventi strutturali e relativo progetto definitivo ed esecutivo:
si ipotizza che tale prestazione venga redatta da uno studio tecnico
professionale con il coordinamento dei facilitatori di tavolo
€ 150.000,00
o realizzazione dei lavori mediante ditta specializzata
€ 1.800.000,00
o campagne di comunicazione e relativo atto progettuale da affidare a azienda
specializzata nel settore
€ 100.000,00
o coordinamento ed organizzazione consistenti in spese varie di operatività e materiale
di consumo
€ 30.000,00
o eventuali consulenze
€ 20.000,00
Importo totAlE lordo € 2.100.000,00
cronoprogramma:
Le fasi realizzative del progetto si inseriscono in un cronoprogramma complessivo di 24
mesi meglio dettagliato nell’elaborato seguente
251
ElEnco dEllE FASI / mESI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
252
Fase
n. Indagine preliminare degli interventi
1. e relativo progetto definitivo ed
esecutivo
Realizzazione dei lavori mediante
2.
ditta specializzata
A L E S S A N D R I A :
Campagne di Comunicazione e
I L
3.
relativo atto progettuale
4. Coordinamento ed organizzazione
PI A N O
5. Eventuale Consulenza
S T R AT E G I C O
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 4
titolo:
Bici - Bus
Sottotitolo:
Passeggero con bici al seguito o utilizzare bici “pieghevoli“ in dotazione agli autobus stessi
Soggetti proponenti:
Arfea - Aziende Riunite Filovie ed Autolinee.
descrizione del progetto:
TUTELA DELL’AMBIENTE E DIFESA DALL’INQUINAMENTO
Il tema della tutela dell’ambiente e della riduzione dell’inquinamento atmosferico è
all’attenzione di tutte le organizzazioni mondiali; non passa giorno che i mass media non
riportino un’informazione sulla necessità di ridurre le emissioni di anidride carbonica e di
contrastare l’effetto serra.
Si tratta di una problematica a carattere planetario alla quale si cerca di trovare parziale
soluzione attraverso protocolli internazionali, vedasi quello di Kyoto che prevede la
riduzione di emissione di C02, e la conseguente applicazione a livello europeo.
La Comunità Europea agisce tramite direttive che devono trovare applicazione nei paesi
membri ed in questo senso sappiamo che l’Italia è purtroppo inadempiente su parecchi
fronti, rischiando così di dover pagare ingenti sanzioni, oltre che naturalmente non
garantire un ambiente di vita salubre ai propri cittadini.
I termini per la predisposizione del Piano di risanamento dell’aria da parte delle Regioni
in base alle Direttive Europee 96/62 e 99/30 sono ormai ampiamente scaduti.
Tra le varie componenti che possono ridurre le emissioni nocive in atmosfera svolge
sicuramente un ruolo determinante il contenimento dell’emissione dei gas di scarico delle
automobili da ottenersi tramite controlli periodici e corretta manutenzione dei mezzi, oltre
che con l’utilizzo di carburanti adeguati, ma soprattutto riducendo il numero di automobili
circolanti, soprattutto quelle ad uso individuale.
Questi risultati possono essere raggiunti con un piano di mobilità urbana ed extraurbana
sostenibile, costruito con grande razionalità, tenendo sempre ben presente il
miglioramento dell’ambiente.
PIANO Dl MOBILITà SOSTENIBILE
I valori di riferimento della mobilità sostenibile sono:
- il diritto a muoversi di tutti, anche bambini ed anziani secondo necessità
- il diritto alla salute preservandola da inquinamento, incidenti, stress
- il diritto delle future generazioni ad un mondo che abbia almeno le stesse
risorse naturali, le stesse qualità ambientali e caratteristiche di biodiversità
uguali a quelle disponibili per le generazioni presenti; diritto questo
strettamente connesso al concetto generale di sviluppo sostenibile che le
Nazioni Unite definiscono come: “lo sviluppo che soddisfa le necessità del
presente senza compromettere le capacità delle generazioni future di
253
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
254
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
si tratta di bici adatte a percorrere tratte di pochi chilometri, adatte a passeggeri che devono
“coprire l’ultimo miglio” o muoversi nei concentrici cittadini.
L’Arfea ha proceduto ad effettuare:
- una ricerca sulle offerte di servizio similari, in Italia ed all’estero
- un’analisi delle tecnologie esistenti
- un’analisi delle potenzialità e delle criticità
ed ha compreso che la via ottimale per la realizzazione del progetto è quella di intervenire
sui mezzi e sull’organizzazione aziendale, con iniziative di promozione interna ed esterna,
proponendosi come “catalizzatore” del processo e come gestore di servizi e strutture
complementari.
Il servizio di linea tipo realizzato da Arfea è quello che, ad esempio in provincia di
Aessandria, collega tra loro i punti di una rete composta dal capoluogo, da pochi comuni
principali e da molti comuni minori, nonchè frazioni ed agglomerati.
In tale contesto si possono immaginare alcune tipologie di ciclisti, con esigenze diverse,
su percorsi suddivisibili in alcune tratte esemplificative quali:
n zona di partenza-salita sull’autobus
n percorso di andata in autobus
n fermata autobus-destinazione finale e viceversa.
Un tipo di utilizzatore del servizio può essere un pendolare che parte da casa, raggiunge
in bici la fermata dell’autobus e vuole utilizzare la sua bicicletta nel luogo di destinazione:
classico esempio di bici al seguito.
Un altro tipo di destinatario del servizio può essere quello che necessita soltanto della bici
nel luogo di destinazione e che pertanto utilizza la bici pieghevole trasportata all’interno
del bus. In realtà una visione integrata di tutto il sistema potrebbe vedere il coinvolgimento
delle amministrazioni locali, soprattutto il capoluogo ed i centri zona che potrebbero
mettere a disposizione bici pubbliche in prossimità della fermata Arfea. In questo caso
Arfea potrebbe comunque occuparsi delle gestione del sistema.
Finalità generali:
o tutela ambiente
o favorire il trasporto pubblico
o favorire il trasporto su bicicletta
o favorire il ciclo-turismo
Attività:
è ipotizzabile la definizione di un servizio che prevede i seguenti passaggi:
a il passeggero fruitore del servizio, che deve almeno avere 16 anni o essere
accompagnato da un adulto, deve prenotare il servizio permettendo così di
verificare la disponibilità;
ala prenotazione potrà avvenire per via telefonica su centralino IVR o
tramite internet;
aè anche possibile usufruire del servizio senza prenotazione ma il viaggiatore
deve tenere presente che verrà data priorità alle prenotazioni ed in seconda
battuta a coloro non prenotati in base all’ordine cronologico di presentazione
alla fermata;
ail servizio verrà svolto prevalentemente tra i capolinea anche se potranno
esserci eccezioni per i casi in cui il cliente assicuri costanza nel tempo nella
richiesta del servizio;
ail servizio è previsto sin dall’inizio sia per gli abbonati che per i non
abbonati;
ala prenotazione potrà riguardare più corse o potrà addirittura
256
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
risultati:
Per quanto riguarda lo sviluppo si può utilizzare un tempo di crescita dell’utenza e di
entrata a regime pari a 5 anni.
Dall’analisi delle tratte coperte dall’Arfea, emerge potenzialmente la scelta dei seguenti
percorsi come più interessati dal servizio di biciclette al seguito. La maggior parte sono
percorsi che collegano il capoluogo ai centri zona ma alcuni rispondono ad esigenze
turistiche e/o ad esigenze di copertura dei centri zona con le aree circostanti,
particolarmente nei giorni di mercato (cioè una volta alla settimana):
m 02 - Alessandria-San Salvatore-Mirabello-Casale
m 08 - Bassignana - Montecastello - Alessandria
m 22 - Alessandria - Montaldo B.da
m 22 - Alessandria - Sezzadio
m 40 - Caldirola - Tortona -Alessandria
m 41 - Avolasca - Cerreto Grue - Sarezzano - Tortona
m 42 - Sarizzola - Costa Vescovato - Tortona
m 43 - Tortona - Cascina Savonesa - S.Giuliano P. - Tortona
m 45 - Altavilla - Fubine - Alessandria
m 49 - Altavilla - Vignale - camagna - Conzano - Casale
m 63 - Alessandria - Novi - Ovada - Acqui
m 64 - Arquata F.S. - Tortona F.S.
m 77 - Acqui - Ricaldone - Maranzana - Mombaruzzo
m 88 - Masio - Oviglio - Alessandria
m 92 - Sant’Agata - Carezzano - Paterna - Tortona
m 91 - Garbagna - Tortona
La linea 22 (Acqui - Strevi - Cantalupo - Alessandria) nel suo complesso è tra le linee con
più passeggeri e quindi in una seconda fase andrà coinvolta nella sua interezza.
Si può stimare che la potenzialità raggiungibile a regime dopo 5 anni sia pari a 10.000
utilizzi all’ anno.
costi:
Costi iniziali di investimento bici al seguito: 118.211,00 €
Costi di gestione annuo bici al seguito: 50.000,00 €
Costo promozione annuo bici al seguito: 15.000,00 €
Totali 118.211,00€ 65.000,00€
257
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Nei costi di gestioni sono inclusi la manutenzione delle bici e l’aumento del costo del
personale dati i maggiori tempi di percorrenza dovuti al carico/scarico delle bici
Fattibilità:
Il progetto Bici-Bus richiede, per poter decollare, una forte opera di sensibilizzazione
culturale dei possibili utenti.
Si deve proporre un’immagine positiva del trasporto combinato, non solo come modo
per risparmiare tempo e denaro e per migliorare il proprio stato di salute ma proprio come
simbolo di elevazione sociale, collegato ad un comportamento virtuoso volto a favore di
tutta la collettività.
Per far questo è necessaria una massiccia campagna pubblicitaria che utilizzi tutte le forme
di comunicazione operanti sul territorio, in modo da rivolgersi ad un target il più ampio
possibile.
Inizialmente il processo, soprattutto in una fase di test e calibrazione del sistema, potrebbe
giovare di un periodo di esercizio gratuito o prezzi promozionali.
cronoprogramma di lavoro:
- Studio di fattibilità 3 mesi (già svolto)
- Realizzazione e promozione progetto 6 mesi
258
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 5
titolo:
Semafori intelligenti
Sottotitolo:
Semafori intelligenti che riconoscono gli autobus in arrivo e danno la precedenza, facendo
scattare il verde.
Soggetti proponenti:
Arfea - Aziende Riunite Filovie ed Autolinee.
descrizione del progetto:
Un semaforo “intelligente” è uno strumento in grado di facilitare lo scorrimento del
traffico veicolare ed in particolare di quello incanalato sulle relazioni percorse dai mezzi
pubblici in servizio di linea e dei mezzi di soccorso/forze dell’ordine.
Presso un incrocio regolato da semaforo tradizionale, il ciclo semaforico, è cadenzato con
temporizzazioni fisse: se queste, in particolari fasce orarie a traffico ordinario o scarso,
amministrano con regolarità i flussi in transito nell’intersezione, le stesse sono causa di
code e rallentamenti nelle fasce orarie di punta. Occorrerebbe quindi poter variare nel
corso della giornata le temporizzazioni semaforiche (talvolta ricorrendo anche all’utilizzo
di personale dislocato presso la centralina a comandare manualmente la successione delle
fasi), oppure attribuire una “capacità di amministrazione” all’impianto semaforico stesso.
Un semaforo intelligente assolve proprio a questo compito: indipendentemente dalle fasce
orarie e dal traffico è in grado di garantire il transito dei mezzi in servizio pubblico di linea
in modo regolare e con il minor rallentamento possibile permettendo, specialmente sulle
direttrici di ingresso/uscita ai/dai centri abitati di conservare tempi di transito più rapidi
senza dover subire il rallentamento dovuto alla congestione del traffico. Questo consente
di offrire maggiore rispetto degli orari di servizio rendendo nel contempo più appetibile
in trasporto pubblico di linea rispetto al trasporto individuale.
Gli autobus appartenenti alla flotta aziendale sono dotati di sistema di georeferenziazione
satellitare AVM (Automatic Vehicle Monitoring) e utilizzano un sistema di comunicazione
via rete GPRS con i server aziendali in grado di verificare il posizionamento, la targa del
veicolo e la posizione, oltre ad una serie di informazioni non pertinenti al momento.
Queste informazioni, già veicolate tra i mezzi e la sede operativa aziendale, potrebbero
essere utilmente integrate con il sistema di semafori intelligenti per individuare la posizione
e la prossimità del mezzo all’impianto, su scala geografica ed in funzione delle situazioni
di traffico e non solamente in funzione della ‘visibilità’ del mezzo da parte dei sensori
posti sul semaforo.
Ad esempio, il semaforo posto all’intersezione di Via Marengo con Viale Massobrio viene
‘avvisato’ dalla centrale operativa ARFEA che colloquia con la centrale semaforica del
fatto che un autobus proveniente da Tortona si sta avvicinando (ed è circa a metà strada
sul rettilineo della ex S.S. 10) ad Alessandria (la precisione del GPS è sufficientemente a
questo scopo): il semaforo analizza il traffico presente in entrata verso Alessandria, lo
verifica in funzione della congestione delle altre direttici dell’incrocio (uscita da
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Alessandria, circolazione interna tra Viale Massobrio e Corso Don Orione e viceversa) e
determina se sia possibile consentire il mantenimento della luce verde ai mezzi in entrata
verso Alessandria in modo da eliminare la coda presente e consentendo all’autobus in
arrivo di passare direttamente oppure effettuare una serie di cicli a durata asimmetrica con
priorità ai mezzi in ingresso verso la città (in quest’ultimo caso l’autobus potrebbe
comunque trovarsi al semaforo rosso ma in prima fila, oppure potrebbe alla peggio subire
un solo ciclo semaforico anziché più cicli a cui si troverebbe soggetto a causa della coda
nel caso di impianto semaforico tradizionale).
obiettivi specifici:
n Aumento della velocità commerciale dei mezzi di trasporto pubblico,
quindi maggior appetibilità del servizio.
n Fluidificazione del traffico veicolare, con conseguente riduzione delle
emissioni di CO2 dei mezzi fermi in coda, in linea con le politiche ambientali
dell’azienda.
costi:
Costo di implementazione di n. 15 impianti semaforici intelligenti € 350.000,00
Costo di interfacciamento ai veicoli € 250.000,00
cronoprogramma di lavoro:
- Studio di fattibilità 6 mesi
- Realizzazione e promozione progetto 12 mesi
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 6
titolo:
nuove linee di trasporto strategiche
Sottotitolo:
Individuare le strategie atte all’estensione delle linee di trasporto pubblico ed all’uso di
sistemi alternativi di mobilità sostenibile per incentivare la scelta di tali sistemi in alternativa
all’uso dell’auto privata negli spostamenti casa/lavoro da parte di cittadini.
Individuare nuove linee di trasporto pubblico specifiche di carattere sociale/sanitario verso
gli ospedali ed i laboratori analisi.
Soggetti proponenti:
Azienda Trasporti e Mobilità S.p.a.
Comune di Alessandria
1) Il pendolare in prova
L’iniziativa Pendolare in Prova consiste nel regalare un abbonamento mensile al
dipendente che dichiara di voler provare per un mese a spostarsi con i mezzi pubblici
verso il posto di lavoro e ritorno.
L’esperienza di Lund (Svezia), una delle più importanti città ad aver sperimentato questa
metodologia, dimostra che il 40% dei dipendenti che hanno aderito a Pendolare in Prova,
un anno dopo la prova continua ad utilizzare il trasporto pubblico.
come funziona
Il funzionamento del sistema è estremamente semplice: se un automobilista fa richiesta di
aderire a Pendolare in Prova, acquisisce una serie di diritti e di doveri.
diritti:
1. ricevere un abbonamento mensile gratuito
2. ricevere un piccolo benefit quotidiano (es: giornale gratuito, consumazione gratuita alla
macchinetta del caffè, etc.).
doveri:
1. utilizzare il trasporto pubblico (bus ) durante la sperimentazione di 30 giorni
Analogamente il fattore comunicazione sarà percepito come un elemento di qualità nella
gestione dei servizi ed un investimento a medio termine di chiara appetibilità.
2) linee mirate verso ospedali e laboratori analisi
Per questo progetto possono essere formulate analoghe considerazioni a quelle espresse
per il progetto “pendolare in prova”
261
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
obiettivi specifici:
L’obiettivo prioritario del progetto è la creazione di nuove linee di trasporto pubblico
mirate a fasce caratterizzate di utenti al fine di disincentivare l’uso dell’auto privata nella
visione della politica di mobilita’ alternativa voluta dall’Amministrazione Comunale di
Alessandria.
Sarà pertanto potenziata l’offerta di opzioni sulle linee di trasporto pubblico tale da
perseguire il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
m Individuazione di linee nuove da attrezzare ai nuovi percorsi;
m analisi dei bacini di utenza a cui indirizzare l’offerta;
m realizzazione di comunicazioni informative di qualità, dirette a tutti gli
attori della strada, praticamente tutti i cittadini, finalizzate all’incentivazione
dell’utilizzo dell’offerta;
m adozione di un sistema di comunicazione d’indicazione integrata di
parcheggi, punti d’interesse collettivo, sistemi di mobilità, ecc
La fase realizzativa di tale progetto avverrà secondo competenze e fasi in seguito
specificate.
costi:
In questa fase non è possibile effettuare una valutazione economica complessiva perché
indissolubilmente collegata alla tipologia realizzativa attuata.
cronoprogramma di lavoro:
Le fasi realizzative del progetto si inseriscono in un cronoprogramma complessivo di 120
giorni consecutivi.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 7
titolo:
Studio di fattibilità per un progetto di city logistic
Sottotitolo:
Studio preliminare alla realizzazione di sistema di City Logistic in Alessandria finalizzato
allo snellimento ed alla razionalizzazione del traffico commerciale urbano.
Soggetti proponenti:
Dipartimento di Ricerca Sociale - Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro”.
descrizione del progetto:
La city logistic è definibile come l’attività che tende a razionalizzare la distribuzione delle
merci in ambito urbano attraverso la pianificazione dei viaggi, l’impiego ottimale dei mezzi,
la messa a disposizione di servizi dedicati. Si tratta di un modello che prevede in primo
luogo un’attività di monitoraggio della situazione esistente, e in seguito lo studio di
soluzioni logistiche mirate alle specifiche esigenze urbane. Progetti per la realizzazione di
reti dedicate alla city logistic sono stati organizzati in numerose città italiane medio-piccole
(Mantova, Parma) sia di statura metropolitana (Firenze, Napoli).
Si tratta di progetti di natura specificamente intersettoriale che coinvolgono numerosi
ambiti dell’agire urbano (la logistica commerciale, la mobilità, la qualità della vita, la
sostenibilità ambientale) e che richiedono il coinvolgimento di più soggetti, pubblici e
privati: questa loro particolare natura ha fatto sì che in molti casi (Firenze, Mantova) essi
venissero affrontati all’interno di programmi di pianificazione strategica urbana al fine di
garantire il coinvolgimento e la messa in squadra dei differenti attori ed interessi coinvolti.
La messa in funzione di un modello di city logistic per la città rappresenta infatti un’azione
di indubbia portata strategica ai fini dello sviluppo: essa permette una riduzione dei costi
commerciali, una riduzione dei volumi di traffico e dell’inquinamento veicolare, un
aumento della qualità della vita per cittadini e city users (in virtù di tali vantaggi la city
logistic viene riconosciuta come una delle attività previste dal “Patto delle Città europee
per la tutela ambientale” sottoscritto dal Comune di Alessandria su invito del Commissario
Europeo per l’Energia). All’interno della struttura del piano strategico di Alessandria,
questo progetto interessa tutti i Tavoli di lavoro attivati sull’Asse 2 (Organizzazione del
territorio, Trasporti e mobilità, Sviluppo sostenibile) e in particolare presenta sinergie con
le seguenti azioni (con le quali dovrà essere adeguatamente coordinata):
l Asse 1 tav.3 (Terziario)- Progetto 2: La valorizzazione delle attività
economiche del centro urbano.
l Asse 1 tav.3 (Terziario)- Progetto 4: Town center management.
l Asse 2 Tav. 1 (Organizzazione del Territorio)- progetto 3: Alessandria
Logistica.
l Asse 2 Tav. 1 (Organizzazione del Territorio)- progetto 4: Area
Insediamenti Produttivi in S.Michele.
l Asse 2 Tav. 1 (Organizzazione del Territorio)- progetto 9: Marketing
Territoriale Logistico.
l Asse 2 Tav.3 (Sviluppo Sostenibile)- progetto 2: Energia da biometano
263
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Finalità generali:
Il progetto mira a raccogliere informazioni e produrre conoscenze necessarie alla
realizzazione in Alessandria di un sistema di city logistic che permetta di ridurre il traffico
commerciale in città (con conseguente limitazione dell’inquinamento veicolare ed acustico
e snellimento dei flussi di traffico urbano). Si tratta quindi di un progetto che intende
produrre benefici per la comunità commerciale (in quanto saranno possibili risparmi nella
logistica relativa all’approvvigionamento merci e nella logistica di ritorno) e, indirettamente,
per tutti i cittadini e city users che si muovono nel traffico alessandrino.
obiettivi specifici:
Nello specifico, lo Studio Preliminare mira ad individuare:
l Gli orari di apertura degli esercizi e gli orari di ricevimento delle merci.
l La presenza di zone di carico e scarico in prossimità degli esercizi
commerciali (in particolare con riferimento a quelli posizionati nelle ZTL).
264
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Attività:
Nel dettaglio, il processo di lavoro sarà strutturato come segue:
m analisi della letteratura di riferimento e dei modelli di city logistic attuati o
progettati in altre città, al fine di inquadrare nel dettaglio le caratteristiche che
il servizio potrà avere in Alessandria i possibili risultati attesi in termini di
riduzione dei costi e snellimento dei traffici urbani;
m predisposizione di incontri di approfondimento (interviste strutturate) con
gli stakeholders del sistema urbano interessati allo sviluppo di un sistema di
city logistic (Comune di Alessandria, Provincia di Alessandria,
Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Camera di Commercio di
Alessandria, imprese dei settori dei trasporti e della logistica, S.I.T.AL spa,
soggetti privati e attività commerciali e terziarie interessate all’insediamento
e alla messa in opera del servizio di distribuzione delle merci in ambito
urbano, etc.) al fine di raccogliere opinioni, dati e informazioni necessari alla
calibrazione del servizio alle esigenze del tessuto sociale e produttivo della
città.
m predisposizione di un questionario da sottoporre alle attività commerciali
alessandrine al fine di rilevare caratteristiche,costi, tempi, quantità, criticità e
picchi dei flussi commerciali;
m distribuzione del questionario alle attività commerciali del centro storico
(e di altre aree della città ad alta densità commerciale);
m elaborazione dei dati raccolti con il questionario;
m stesura di un report finale contenente l’analisi della letteratura e dei casi di
banchmarking, le informazioni raccolte con l’analisi sul campo effettuata
tramite questionari, le indicazioni e le raccomandazioni ricavate nel corso
dell’analisi e relative alle modalità di realizzazione del servizio di city logistic,
la stima dei possibili benefici dell’attuazione del servizio in termini economici
e ambientali.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Le forme di finanziamento per lo studio preliminare di fattibilità saranno definite di
concerto tra gli attori interessati alla realizzazione dell’opera (tra i quali occorre certamente
includere AMIU, S.I.T.AL spa, Camera di Commercio, Associazioni di rappresentanza dei
commercianti).
costi:
Il progetto sarà realizzato con la predisposizione di un apposito Bando Per La Ricerca, per
un costo complessivo stimabile in Euro 20.000.
Fattibilità:
Ai fini della realizzazione dello studio, deve essere considerato come elemento critico e
necessario l’ampio coinvolgimento dei soggetti beneficiari.(associazioni di categoria dei
commercianti, Camera di Commercio, Comune di Alessandria, AMIU per le attività di
raccolta dei materiali della logistica di ritorno), detentori di risorse, relazioni e conoscenze
indispensabili alla predisposizione di un’analisi approfondita.
cronoprogramma:
La realizzazione dello Studio Preliminare di fattibilità del progetto prevede il seguente
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 8
titolo:
riqualificazione e rifunzionalizzazione
di piazza garibaldi
Sottotitolo:
Progettazione, realizzazione e gestione mediante project financing di parcheggio
multipiano interrato in Piazza Garibaldi.
Soggetti proponenti:
Associazione Temporanea di Imprese formata da RUSCALLA RENATO
S.p.a.(capogruppo - mandataria ), APCOA PARKING ITALIA S.p.a. ( mandante ),
FINAL S.p.a. ( mandante) , attribuendo al raggruppamento il titolo di “ Promotore ai
sensi e per gli effetti di cui all’art. 37 ter Legge 109/94 ora art. 154 del D.Lgs. 163 /06
dall’Amministrazione Comunale di Alessandria.
Finalità generali:
L’intervento si colloca in un territorio densamente urbanizzato soggetto a fattori di
deterioramento dovuti principalmente al traffico veicolare ed alla sosta ancora in attesa di
una soddisfacente regolamentazione, un territorio certamente da proteggere in relazione
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Altro punto di forza è rappresentato dal sottopassaggio pedonale che collega il livello –1
del parcheggio col marciapiede presente sul lato nord della piazza e da qui con il vicino
Corso Roma e con Piazza Marconi dai quali ha inizio la ZTL.
La proposta individuata presenta, inoltre, i requisiti necessari per una realizzazione in
tempi accettabili.
Al momento della redazione del progetto risultano in essere e non ancora completamente
definite problematiche giudiziarie sorte nell’ambito delle procedure di individuazione del
contraente: ciò rappresenta un elemento condizionante la fattibilità ed i tempi di attuazione
del progetto.
cronoprogramma:
Dalla definizione delle problematiche giudiziarie:
- individuazione del contraente incaricato: 2 mesi
- inizio lavori: 6 mesi
- realizzazione parcheggio e area commerciale: 12 mesi
- gestione al termine dell’intervento
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 9
titolo:
riqualificazione e rifunzionalizzazione
di piazza della libertà
Sottotitolo:
Realizzazione e gestione di un parcheggio sotterraneo in Piazza della Libertà , di un
edificio e sistemazione della piazza stessa
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto ipotizza una profonda riqualificazione di tipo urbanistico di Piazza della
Libertà, da sempre “cuore” del concentrico cittadino e sede di edifici storicamente ed
artisticamente rilevanti.
Il primo lotto d’intervento, approvato con determinazione della Giunta Comunale n.
360/4310n-800 del 04.11.2009, prevede la realizzazione di un parcheggio interrato a due
piani insistente su di una porzione della piazza, di un edificio multifunzionale (denominato
edificio “A”) e di una loggia ( denominato edificio “C”). Attualmente il progetto risulta alla
verifica delle Soprintendenze per i Beni Archeologici eper i Beni Architettonici del
Piemonte.
Finalità generali:
o Eliminazione del parcheggio a raso, consentendo ugualmente l’accesso
veicolare alla piazza e mantenimento dello stesso numero di posti auto
attualmente presenti sulla superficie
o Rivitalizzazione dello spazio liberato dalle auto con nuove modalità di
utilizzo rendendolo luogo di incontro e socializzazione
o Valorizzazione delle risultanze archeologiche presenti nella zona e
migliore organizzazione delle zone a verde
obiettivi specifici:
Proporre un coinvolgimento di più realtà, anche economiche, al fine di realizzare una
pluralità di interventi qualificanti per la città
Attività:
l Indizione ed espletamento della gara per l’affidamento della concessione
di costruzione e gestione dell’intervento;
l coordinamento per le verifiche archeologiche e ambientali della proposta
progettuale;
l affidamento in concessione di costruzione e gestione delle struttura;
l approvazione progetti;
l realizzazione dell’intervento.
risultati:
m Migliore utilizzo di una spazio cittadino di particolare pregio;
270
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
costi:
Euro 12.022.696,30 per la realizzazione del primo lotto
Euro 639.417,00 per la realizzazione del secondo lotto
Euro 1.954.194,00 per la realizzazione del terzo lotto
Fattibilità:
n Necessità di individuazione di partners interessati alla realizzazione
dell’intervento, ipotizzato mediante concessione e gestione a soggetti terzi
n reperimento delle risorse economiche da parte dell’amministrazione
comunale per fronteggiare gli impegni a proprio carico
n Avvio lavori soltanto dopo la conclusione delle opere di realizzazione del
parcheggio di Piazza Garibaldi
n Verifica da parte degli Organi di Tutela ambientale e Archeologica
cronoprogramma:
Dall’avvio del procedimento per la concessione, costruzione all’ultimazione dei lavori:
24 mesi.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 10
titolo:
le porte urbane della città
Studio di fattibilità e concorso
viabilità periferica
linea 2
ed accessi
Sottotitolo:
Realizzazione di uno studio di fattibilità propedeutico e di un concorso di architettura,
finalizzati alla riqualificazione e riorganizzazione funzionale dei principali accessi urbani
Soggetti proponenti:
Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Alessandria, Comune di Alessandria.
272
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
di individuare nuove forme di identificazione della separazione tra ratio urbana e ratio
rustica del territorio, che non siano banalmente autoreferenziali e didascaliche, ma che
possano anche avere reali effetti positivi sia sul contenimento di ulteriori fenomeni
dispersivi, sia riguardo all’identificazione di un’immagine coerente di paesaggio. Le porte
urbane nella città contemporanea non sono dunque tendenzialmente manufatti puntuali,
monumenti, oggetti simbolici, landmark ecc. proprio perché la necessaria valenza urbana
che ad essi si attribuisce è soprattutto di natura morfologica e morfogenetica. Le porte
urbane sono oggi viceversa aree di transizione, giocate sul rapporto pieni-vuoti, sulla
sequenza degli spazi pubblici, sull’uso del verde come elemento strutturante dello spazio.
Ad esse è delegato non soltanto il compito di sancire l’entrée de ville e di restituire identità
e riconoscibilità alla città attraverso i propri accessi, ma anche la funzione altrettanto
importante di contenere e indirizzare attivamente la costruzione dei margini urbani
(Giammarco, Isola, (a cura di) 1993).
La città di Alessandria possiede alcuni punti di ingresso particolarmente significativi per
volume di traffico, ma al tempo stesso notoriamente problematici proprio dal punto di
vista dell’immagine e dell’organizzazione dello spazio. Due sono in particolare gli accessi
soggetti a questo tipo di problematiche: quello da ovest (il rettilineo che congiunge la città
con il sobborgo di San Michele), la cui particolare importanza risiede nella connessione
con il tema della riqualificazione del Borgo cittadella e della Cittadella stessa) e quello da
est (il rettilineo che da Spinetta Marengo dà accesso alla parte orientale del centro urbano),
la cui rilevanza consiste in particolare nella presenza del Museo di Marengo. Si tratta cioè
di due luoghi che non solo si connotano per la propria caratteristica di accesso privilegiato
al centro urbano, ma anche e soprattutto per il fatto di individuare complessivamente
un’assialità di collegamento non soltanto ideale, ma anche fisica (soprattutto con il
completamento dell’ulteriore collegamento costituito dalla tangenziale di Alessandria) tra
i due punti di eccellenza storico-culturale della città.
A questi si aggiungono inoltre accessi di minor portata trasportistica (anche perché meno
direttamente connessi alle reti autostradali) e caratterizzati da condizioni decisamente
migliori (l’accesso da sud, nel quartiere Cristo; l’accesso da nord lungo il viale Milite Ignoto
etc.
Obiettivo del progetto è innescare un processo di riqualificazione delle porte urbane di
Alessandria, con priorità alle porte est ed ovest ed eventualmente estendibile anche ad
altri ingressi urbani.
Testi di riferimento:
A. Bagnasco, tre italie. La problematica territoriale dello sviluppo italiano, Il Mulino, Bologna,
1977;
F. Indovina, La città diffusa, Iuav, Venezia 1990;
C. Giammarco, A. Isola, (a cura di), disegnare le periferie. il progetto del limite, La Nuova Italia
Scientifica, Roma 1993.
obiettivi specifici:
L’obiettivo specifico è quello di ottenere un progetto di insieme che inquadri il problema
degli ingressi urbani all’interno di un’unica cornice concettuale; un masterplan
complessivo, che sia suscettibile di successive articolazioni in grado di tenere
opportunamente conto delle specifiche opportunità e delle inevitabili variazioni delle
condizioni al contorno.
Il fine ultimo del progetto non è però limitato - ovviamente - alla sola definizione di un
masterplan complessivo, ma anche quello di arrivare alla reale trasformazione e
valorizzazione degli accessi urbani, processo da attuarsi con una necessaria suddivisione
delle tappe attuative ed una definizione di un quadro economico-finanziario complessivo
in grado di coinvolgere nel processo i capitali privati. A questo fine è stata elaborata una
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 11
titolo:
le porte urbane della città
riqualificazione dei principali accessi urbani
viabilità periferica
linea 2
ed accessi
Sottotitolo:
Trasformazione e riqualificazione funzionale, architettonica ed infrastrutturale degli accessi
alla città
Soggetti proponenti:
Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Alessandria, Comune di Alessandria.
descrizione del progetto:
Il progetto si colloca in naturale continuità con quello relativo allo studio di fattibilità ed
al concorso per le porte urbane di Alessandria (v. scheda relativa), di cui esso costituisce
il naturale completamento.
La presente scheda progetto si riferisce pertanto all’insieme di atti amministrativi, percorsi
autorizzativi, procedure di finanziamento e strategie attuative che riguarderanno la fase
della realizzazione concreta di tali trasformazioni.
Com’è ovvio si tratta di un processo molto meno lineare, con un numero di variabili
decisamente maggiore rispetto al complementare progetto di studio preliminare e
conseguente concorso di architettura. Per questa ragione i due progetti sono stati resi
autonomi da un punto di vista formale, pur essendo parti integrate dello stesso percorso
attuativo.
Il fine di questa parte del processo è in primo luogo quello di individuare – avvalendosi
dei risultati prodotti dal concorso di idee e dallo studio preliminare – una corretta
suddivisione in lotti funzionali delle operazioni di trasformazione previste, portando ad
attuazione parti specifiche del progetto, con l’attenzione ai criteri di carattere generale,
emergenti dalle ipotesi progettuali selezionate.
Altro scopo di questa fase del lavoro è quello di identificare le forme di finanziamento più
adeguate a sostenere gli interventi (le quali saranno con ogni probabilità solo in parte
minoritaria derivanti da risorse pubbliche locali), e di definire le modalità procedurali per
la realizzazione dei progetti, anche e soprattutto con un’attenzione specifica al
coinvolgimento degli attori privati ed all’eventuale integrazione sinergica di altre opere
previste negli stessi ambiti.
Ulteriore obiettivo di questo lavoro sarà quello di assegnare gli appalti per la progettazione
e per l’esecuzione dei progetti previsti, nel rispetto della suddivisione derivante
dall’organizzazione in lotti, e nella cornice delle disponibilità di finanziamento che di volta
in volta si profileranno.
obiettivi specifici:
L’obiettivo specifico è quello di portare a compimento il processo di riqualificazione delle
porte urbane di Alessandria, ridefinendo completamente non soltanto gli aspetti formali
e funzionali degli accessi al centro urbano, ma anche il rapporto tra i due principali
elementi di eccellenza storico–culturale della città, la Cittadella ed il Museo di Marengo,
275
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
276
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
economico.
Difficoltà di individuare con precisione le aree di intervento (a causa della natura stessa
del tema), e le possibilità di trasformazione a causa della frammentazione della proprietà
dei suoli; tema questo da delegare alla prima fase dello studio di fattibilità.
cronoprogramma di lavoro:
Come ordine di grandezza dai 2 ai 6 anni, con la necessità di articolare un crono
programma preciso degli interventi.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
tAvolo 3
SvIluppo SoStEnIBIlE
prEmESSA gEnErAlE
Durante le prime riunioni svolte dal Tavolo “Sviluppo sostenibile”, i partecipanti si sono
confrontati al fine di caratterizzare in modo univoco e approfondito la tematica di
competenza ed individuare la visione del Tavolo, su cui fondare la successiva elaborazione
delle schede dei progetti da proporre nell’ambito del Piano strategico di sviluppo.
I membri del Tavolo hanno dapprima sottolineato la complessità del concetto di sviluppo
sostenibile e la necessità di definirne i contorni con maggior chiarezza, quale punto di
partenza su cui fondare la successiva formulazione di linee di azione e progetti specifici.
Al termine del confronto, è emerso che il concetto di sviluppo sostenibile da inserire nel
Piano strategico di sviluppo deve considerare non solo le qualità delle diverse componenti
ambientali (aria, acque superficiali e sotterranee, ambiente acustico, etc.), ma anche il
“benessere ambientale”, ovvero le interazioni tra l’uomo e il territorio in cui vive, che
il concetto di dovrebbero essere il più possibile armoniose e di positivo impatto reciproco. Il concetto
Sviluppo sostenibile di benessere deve ricomprendere la percezione del cittadino circa la salubrità, la vivibilità
e la fruibilità dell’ambiente in cui normalmente vive e svolge le proprie attività. Pertanto
occorre mantenere o, se già compromesso, incrementare il livello di qualità delle diverse
componenti ambientali, ma anche considerare l’influenza che tale livello di qualità ha sulla
salute e sul benessere dei cittadini.
Applicando il concetto di sviluppo sostenibile, come sopra delineato, alla realtà del
territorio alessandrino, il Tavolo ha delineato i seguenti punti di debolezza: presenza di siti
inquinati “storici”, compromissione ambientale dell’area “Fraschetta”, presenza di aree
Le criticità degradate e insufficienza di aree verdi ben curate all’interno del tessuto urbano, gestione
non corretta del ciclo dei rifiuti anche per mancanza di impianti adeguati e dedicati al
alessandrine recupero di materia ed energia, mobilità non sostenibile con conseguenti problematiche
di congestionamento da traffico, inquinamento dell’aria dovuto alle problematiche legate
alla mobilità ma anche al riscaldamento/raffrescamento degli edifici e alle emissioni
industriali, ambiente acustico non confortevole con particolare riferimento alla realtà
urbana, degrado delle risorse idriche legato in particolare all’insufficiente rete fognaria e
alla scarsa efficienza e potenzialità degli impianti di depurazione.
Queste problematiche determinano un aumento dell’apprensione dei cittadini e una
perdita di legame con il proprio territorio, causa di fenomeni di fruizione consumistica
dell’ambiente che ne incrementano il degrado in una sorta di “circolo vizioso”.
Le cause principali di tale situazione sono state individuate dai membri del Tavolo a livello
normativo e di programmazione, sia nazionale che regionale e locale. In particolare, a
livello nazionale e regionale è stata individuata una legislazione carente di indicazioni chiare
Le cause identificate e spesso suscettibile di frequenti modifiche, che determina un quadro incerto circa le
possibilità e i divieti in campo ambientale e causa la mancanza di punti di riferimento certi,
in particolare per gli operatori del settore. A livello regionale e locale è stata individuata
278
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
280
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
281
Asse II - Sviluppo urbano
tavolo 3 Sviluppo sostenibile
AnAlISI S.W.o.t.
opportunItà mInAccE
Azioni formative ed informative sulla sostenibilità (recupero, riciclaggio, riutilizzo),
Mancata pianificazione della gestione “del fine vita” dei rifiuti solidi urbani
comunicazione e divulgazione dei risultati
Elaborazione di un nuovo Piano Regolatore che guidi lo sviluppo ordinato ed organico del
territorio con particolare riguardo alle tematiche inerenti il recupero del patrimonio edilizio
Mancata pianificazione di siti idonei al fine vita dei rifiuti
esistente, il contenimento del consumo di suolo agricolo e della cementificazione territorio
e la mobilità sostenibile
Completamento anelli della tangenziale al fine di decongestionare il traffico cittadino
Mancata adozione di azioni volte alla introduzione della cultura della sostenibilità
attraverso l’eliminazione della componente di attraversamento
Potenziamento dell’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili (biomassa,
geotermia, solare termico/fotovoltaico)
Potenziamento stazione a turbogas di ENEL
Maggiore livello di differenziazione dei rifiuti e corretta progettazione del loro fine vita con
valutazione dell’opportunità di impiego in impianti di termo-valorizzazione
Azioni di sensibilizzazione su inquinamento prodotto dagli impianti di riscaldamento,
monitoraggio degli impianti pubblici, completamento metanizzazione di edifici pubblici e
privati e valutazione opportunità di teleriscaldamento
Adozione di azioni a sostegno della riqualificazione energetica degli edifici esistenti durante
le operazioni di manutenzioni ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo,
ristrutturazione edilizia
Creazione di un sistema virtuoso che attraverso lo sviluppo di sinergie tra i vari attori
(Università, Collegio Costruttori, Comune, AMIU,…) porti alla valorizzazione del rifiuto
quale materia prima da trasformare, mediante operazioni di recupero, riciclaggio e
riutilizzo, in semilavorati e/o prodotti finiti (isolanti termoacustici, inerti per uso
edile/stradale, materiali tecnici e combustibili da pneumatici obsoleti,…) da reimmettere
sul mercato con importanti ricadute dal punto di vista economico/occupazionale sul
territorio (creazione di una filiera del tipo raccolta – differenziazione – trasformazione –
vendita, sviluppo nuove realtà imprenditoriali e di ricerca su materiali innovativi per
applicazioni edilizie e non). Detta operazione comporterebbe, parallelamente, la comparsa
di esternalità positive quali ad esempio, la presenza di figure altamente specializzate nei
settori della ricerca sui materiali, la riduzione dei costi economici ed ambientali sostenuti
per il trasporto e lo smaltimento dei prodotti,…
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse II Sviluppo urbano - tavolo 3 Sviluppo sostenibile
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE/EFFEttI)
pianificazione territoriale
Accostamenti critici di
inadeguata ai fini del
destinazione d’uso del traffico congestionato parco edilizio energivoro
miglioramento della qualità
territorio
ambientale
percezione della
non piena fruibilità della
sostenibilità come costo e consumo di suolo carenza normativa
città
non come opportunità
disincentivazione utilizzo
Assenza di chiare
Fruizione consumistica mezzi di trasporto
indicazioni circa i temi del carenza applicativa
del territorio sostenibile
risparmio energetico
(bici, autobus, etc.)
limiti della pianificazione territoriale. percezione che la Fraschetta sia compromessa dal punto di vista ambientale. riduzione della
qualità della vita e della vivibilità in ambiente urbano. Aumento dell’apprensione del cittadino. Elevata conflittualità sui temi ambientali
dettata da motivi politici. perdita del legame con il territorio. percezione che la sosteniblità sia un costo e non un’opportunità.
disaffezione territoriale: fruizione consumistica del territorio. presenza di aree degradate ed insufficiente presenza di aree verdi. Scarsa
conoscenza delle conseguenze dell’inquinamento sulla salute. presenza di siti inqunati “storici”. Sottovalutazione, nei passaggi
societari, delle conseguenze di inquinamenti pregressi. consumo del suolo. gestione scorretta dei rifiuti e spreco di energia. non piena
fruibilità della città. Esistenza di fattori di inquinamento. problemi inerenti la mobilità urbana.
linea 1
contraddizioni e
Assenza allegato prg senza visione di parco automobilistico contrapposizioni nelle
energetico sl prg insieme progettata datato scelte delle
amministrazioni
non corretta valutazione del percezione negativa
diminuzione della vivibilità
rischio per insediamenti dell’ambiente urbano come
dell’ambiente urbano
successivi fonte di benessere
degrado qualitativo e
mancato recupero di energia depauperamento risorse perdita legame con il
idriche territorio
linea 1
linea 2
Scarsa
Scarsa ciclo alterato Scarsa Fattori
attenzione presenza di
percezione del di Abitudini
dei siti efficienza ed consumo esogeni
valore delle distribuzione non virtuose Inquinamento
produttori ai inquinati insufficienza di acque (geografia,
risorse rifiuti di utenti ed acustico
contenitori storici potenzialità elevato popolazione,
amministrazioni
depurativa territorio)
Smaltimento
Eluzione e lento carenza di Bassa incontrollato
adeguamento disseminazione qualità della rifiuti Insufficienza Accostamento Aree degradate Insufficiente
degli standard culturale presso raccolta inquinanti rete fognaria aree con del tessuto presenza di
normativi gli utenti differenziata destinazioni urbano aree verdi
diverse
ciclo
alterato di
diffusione
dei prodotti
286
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
lInEE StrAtEgIchE
risanamento ambientale:
linea 3
acqua, aria, suolo
287
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 1
titolo:
Inquinamento atmosferico: caratterizzazione degli
inquinanti e valutazione della ricaduta al suolo
risanamento ambientale:
linea 3
acqua, aria, suolo
Sottotitolo:
Valutazione delle emissioni, della loro provenienza e della loro ricaduta al suolo mediante
strumenti modellistici e tecniche di analisi innovative per la caratterizzazione del
particolato.
Soggetti proponenti:
Università degli Studi del Piemonte Orientale, ARPA.
descrizione del progetto:
Il progetto si pone come obiettivo la realizzazione di una metodologia di indagine
applicativa basata sull’integrazione di strumenti modellistici e tecniche innovative di analisi
del particolato atmosferico.
La caratterizzazione meteorologica del sito permetterà di valutare la distribuzione
tridimensionale degli inquinanti e la loro ricaduta al suolo; mediante misure in situ degli
inquinanti sarà possibile valutare la bontà dell’approccio modellistico, separando il
contributo delle emissioni industriali da altre fonti (traffico, impianti di riscaldamento,
altre attività lavorative e attività agricole).
Tale approccio necessita di uno studio degli scenari emissivi relativi sia alle singole attività
industriali sia alle emissioni urbane e del traffico; sarà quindi necessario valutare la
situazione esistente, sia con misure che con parametrizzazioni basate su dati di inventario.
Tale attività sarà integrata da una valutazione di documentazione preesistente.
La procedura porterà all’identificazione degli inquinanti presenti in zona e permetterà
pertanto una valutazione integrata della “qualità dell’aria” non limitata alle singole sostanze
inquinanti ma al loro effetto sinergico.
Una particolare attenzione verrà rivolta alla CO2 e ai gas serra in generale. Sarà effettuata
una classificazione delle diverse tipologie di sorgente al fine di fornire un supporto alle
autorità decisionali sulle azioni prioritarie da intraprendere.
L’attività modellistica sarà affiancata da misure di laboratorio atte alla caratterizzazione
delle sostanze inquinanti, con particolare attenzione alle polveri sottili. Dai campionamenti
di una centralina ad alto volume, con teste filtranti a 10, 2.5, 1 e 0.1 m verranno raccolti
campioni di particolato atmosferico di cui saranno eseguite le analisi, determinando oltre
alla routinaria valutazione della quantità ponderale, le tipologie di inquinanti presenti. In
particolare si porrà l’attenzione sulla presenza/caratterizzazione nel Particulate Matter
delle fasi inorganiche e di eventuali fasi fibrose, minerali e non, la cui pericolosità sulla
salute umana è stata ampiamente dimostrata da studi scientifici. Per la determinazione
delle fasi si ricorrerà all’uso della microscopia elettronica a scansione in pressione variabile
(PV-SEM) con annesso EDS, innovativa tecnica che premette l’analisi dei filtri senza
preventiva metallizzazione del campione e che consente di determinare sia la morfologia
delle particelle che la loro composizione chimica. A questo proposito presso l’Università
del Piemonte Orientale il gruppo proponente ha messo a punto una nuova metodologia
290
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
per analizzare il Particulate Matter a partire dai filtri provenienti da campionamenti ad alto
volume e normalmente utilizzati dagli Enti preposti al controllo ambientale. L’analisi in
SEM-PV/EDS permetterà quindi di evidenziare la morfologia del materiale aspirato, di
fornire indicazioni sulla percentuale relativa delle diverse componenti e in base alle
determinazioni chimiche effettuate di proporre delle ripartizione degli inquinanti e la fonte
di provenienza. In tale modo sarà possibile quantificare le polveri generate dalle attività site
nell’area in oggetto, evidenziando nel contempo il contributo proveniente dall’esterno e
trasportato dal vento.
Nei casi in cui il modello indicherà una ricaduta degli inquinanti nel suolo, campioni di
suolo potranno essere analizzati sia utilizzando il PV-SEM/EDS per verificarne la
presenza, sia utilizzando la diffrattometria RX per la determinazione delle fasi
mineralogiche presenti e eventuali assorbimenti dei contaminanti nella frazione fine,
normalmente attiva nei processi di assorbimento di inquinanti.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
1. valutare le emissioni nell’area, provenienti sia dall’attività industriale e
agricole sia da emissioni domestiche e del traffico;
2. quantificare il rischio esistente in termini di ricaduta di specifici inquinanti
al suolo;
3. caratterizzare la natura degli inquinanti atmosferici;
4. verificare la presenza, nelle polveri sottili, di sostanze potenzialmente
tossiche per l’uomo e per gli organismi naturali;
5. identificare le principali categorie responsabili dell’emissione di gas serra.
obiettivi specifici:
a. fornire una mappatura delle emissioni inquinanti in atmosfera;
b. fornire una mappatura della ricaduta di inquinanti al suolo e del loro
possibile accumulo nel terreno;
c. caratterizzare le sostanze presenti nel particolato;
d. identificare la provenienza del particolato, in termini di diverse classi di
soggetti emettitori e di aree di provenienza;
e. implementare un modello per valutare le linee strategiche per gli interventi
atti a ridurre l’inquinamento atmosferico;
f. valutare le strategie per la riduzione dell’inquinamento da traffico.
Attività:
La realizzazione di un sistema per la valutazione del’inquinamento dell’aria prevede le
seguenti attività:
l definizione dell’area di studio;
l identificazione delle principali sorgenti inquinanti (puntuali, lineari e areali);
l caratterizzazione meteorologica dell’area;
l raccolta dei dati immediatamente disponibili;
l reperimento di dati ausiliari;
l simulazioni modellistiche;
l validazione dei risultati mediante confronto con misure in situ;
l analisi dei filtri provenienti da campionamenti in laboratorio;
l integrazione dei risultati e definizione delle eventuali criticità territoriali
esistenti.
l predisposizione dei risultati delle analisi per le valutazioni degli effetti
biologici;
291
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
292
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 2
titolo:
Energia da bio-metano prodotta da filiera corta
Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti
Sottotitolo:
Il progetto ha come scopo principale la valorizzazione delle biomasse presenti sul territorio
per la produzione di bio-metano da utilizzare per l’alimentazione del parco mezzi del
comune di Alessandria e per il riscaldamento di enti pubblici e scuole.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino, AMAG.
descrizione del progetto:
Il contesto relativo alla produzione di energia da biomassa, sia di origine agricola che da
rifiuti si caratterizza per una notevole attenzione alla quantità di energia da produrre e
poco o nulla sull’efficienza energetica dei sistemi di produzione e utilizzo della stessa.
La scelta progettuale è quella di estrarre il metano contenuto nella biomassa ricorrendo a
processi di fermentazione anaerobica, introdurlo nelle infrastrutture nazionali di trasporto
e stoccaggio del gas al fine di alimentare impianti di cogenerazione distribuiti sul territorio
di Alessandria (impianti di teleriscaldamento ad alto rendimento secondo la Delibera
42/02 dell’AEEG). L’elevata efficienza del sistema congeniato, inoltre, sarà assicurata
dalla realizzazione di un impianto alimentato dai prodotti di scarto del processo
sopradescritto (acqua e CO2) per la coltivazione massiva di microalghe dalle quali ottenere
altra biomassa fermentabile, acqua di processo e olio vegetale.
La soluzione tecnologica in esame riguarda quindi un sistema complesso ad alto potenziale
innovativo poiché armonizza efficacemente componenti e processi appartenenti a realtà
normalmente separate, con inequivocabili benefici. In primo luogo, l’intensivo
sfruttamento delle materie prime ampiamente disponibili (biomasse agricole, fanghi di
depurazione, Organico da raccolta differenziata) e l’impiego di infrastrutture di trasporto
e stoccaggio del metano preesistenti permetterà il raggiungimento di un bilancio
complessivo non raggiungibile da altre soluzioni attualmente disponibili. Secondariamente,
la possibilità di impiegare impianti di cogenerazione consentirà il disaccoppiamento
temporale tra il momento di produzione e il momento di utilizzo dell’energia, risolvendo
in tal modo uno dei principali problemi che limitano l’impiego dei sistemi energetici
rinnovabili, e di massimizzare l’efficienza della fase produttiva dell’energia realizzando un
processo di produzione, continuo nelle 24 ore e indipendente dalla stagionalità, che non
venga meno alla domanda energetica tipica dei complessi residenziali. Infine, grazie
all’inserimento della coltivazione delle biomasse algali, si raggiungerà un ulteriore
avanzamento rispetto allo stato attuale degli impianti dal punto di vista ambientale poiché
la CO2 normalmente dispersa in atmosfera a seguito della combustione del biogas e i
residui della digestione anaerobica è tra gli alimenti fondamentali per la crescita delle
microalghe.
Il progetto prevede la realizzazione di una serie di impianti e strutture finalizzate alla
produzione di bio-metano e olio vegetale.
Consistenza dell’impianto:
- una linea di fermentazione anaerobica in continuo per la produzione di
293
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Digestore
anaerobico Dry Bioraffineria
per materiale Biomasse algali
organico da RD
Energia
termica
Biometano
Agricoltura: Energia
liquami, elettrica
Biogas
coltivazioni CO2
dedicate, scarti
da agroindustria,
siero di latte, etc.
Olio
Da FORSU: vegetale da
umido, alghe
mercatale, scarti Acqua organica
di lavorazione Digestat
industria Digestato solido
alimentare Fertilizzante
294
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Finalità generali:
L’inquadramento ottimale per la dislocazione dell’impianto, è definito principalmente da
due fattori: vicinanza con la rete metano e disponibilità della materia prima.
La rete del gas metano in Italia è caratterizzata da una elevata capillarità con una altrettanto
elevata capacità di trasporto e stoccaggio. La dislocazione del sito produttivo di bio-metano
dovrà quindi essere individuata in un raggio di alcuni chilometri dalla tubazione di
trasporto nazionale o regionale.
La disponibilità della materia prima, sia organica da raccolta differenziata/industria
alimentare che da coltivazioni agricole, gioca un ruolo fondamentale, in quanto
l’ottimizzazione dei trasporti da e per l’impianto costituisce un importante fattore di
efficienza energetica. L’installazione dell’impianto in aree agricole, decentrate rispetto alle
aree urbane, non costituisce un ostacolo, ma rappresenta un valore aggiunto in quanto
territorio ideale per l’utilizzo del digestato come fertilizzante.
Le materie prime disponibili sono:
- Organico da raccolta differenziata
- Organico da industria alimentare
- Mercatale ( mense, mercato ortofrutticolo, centri commerciali )
- Sfalci da verde pubblico
- Insilati ( trinciati di: mais, grano, orzo, erba, etc.. )
- Colture dedicate ( sorgo, loietto, girasole, etc..)
- Scarti da agro-industria
- Liquami da allevamento (bovini, suini, etc.. )
obiettivi specifici:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
m Produzione di energia rinnovabile tramite la valorizzazione degli scarti
dell’agricoltura e delle attività umane del luogo.
m Utilizzo del combustibile più pulito in natura (metano biologico) per il
riscaldamento degli ambienti e per la mobilità urbana.
m Sequestro della CO2 emessa dalle biomasse (ritrasformazione in biomassa)
m Realizzazione delle reti di teleriscaldamento a servizio dei cittadini
295
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
296
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Prodotti in ingresso
Sulla base di uno studio preliminare le materie prime disponibili per un impianto tipo
dovrebbero essere:
- Rifiuto organico - 30.000 t/anno, S.S. = 30%
- Sfalci verdi da verde pubblico /fanghi – 6.000 t/anno = 70%
Prodotti in uscita:
- Biogas - 8.000.000 mc/anno ( 4.400.000 mc bio-metano e 3.600.000 mc CO2)
- Digestato solido palabile – 20.000 t/anno (ammendante per semina)
- Acqua organica – 10.000 t/anno
ALGHE
Prodotti in ingresso
- CO2 - 7.600.000 mc
- Acqua organica – 20.000 t/anno
Prodotti in uscita
- Olio vegetale – 30.000 kg/anno
- CO2 – 945 t/anno (-40% di quella introdotta)
- Acqua fitodepurata – 20.000 t/anno
Il bilancio energetico del sistema, tiene conto dell’energia utile contenuta nei materiali
introdotti, al netto degli autoconsumi ed utilizzata ai fini della cogenerazione per impianti
di teleriscaldamento. Trasportare il metano ed utilizzarlo dove vi è la possibilità di utilizzare
sia l’energia elettrica che il calore, consente di massimizzare l’efficienza energetica
complessiva del sistema.
INPUT PROCESSO OUTPUT PROCESSO OUTPUT
Biomasse 94% Digestore Biometano Trasporto gas Calore 36%
Liquami 6% Autoconsumo - 11% Olio vegetale Teleriscaldamento Elettricità 36%
“Energia solare” Coltivazine microalghe Trasporto 3.000 dioveg.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 3
titolo:
Analisi del rischio sanitario: dallo studio del trasferimento di
inquinanti nelle specie vegetali edibili alla valutazione
degli effetti dell’inquinamento atmosferico
risanamento ambientale:
linea 3
aria, acqua, suolo
Sottotitolo:
Analisi del rischio sanitario derivante dal consumo alimentare di organismi vegetali
potenzialmente contaminati da irrigazione e ricaduta fumi: valutazione del bioaccumulo
in vegetali di rilevanza alimentare e dello stress ossidativo nei soggetti esposti.
Soggetti proponenti:
DiSAV – Università del Piemonte orientale “A. Avogadro”.
descrizione del progetto:
Il progetto si pone come obbiettivo, la valutazione del tasso di bioaccumulo di inquinanti
ambientali, quali il cromo, in organismi vegetali, a seguito di irrigazione con acque
contaminate e di deposizione di contaminanti atmosferici.
In particolare, il contenuto di cromo nei tessuti di differenti organismi vegetali irrigati con
acqua contaminata sarà messo in relazione con la concentrazione di cromo nei campioni
di acqua.
Infatti, il cromo contenuto nelle acque di irrigazione potrebbe essere assimilato dalle piante
coltivate per scopi alimentari. è perciò opportuno valutare anche l’assorbimento e
l’accumulo del cromo nei vari organi dei vegetali su una gamma di specie con
caratteristiche diverse, verificando anche la specie chimica (cromo esavalente oppure
trivalente) presente nella pianta, essendo note le concentrazioni nelle acque somministrate
e nei suoli coltivati. Particolare attenzione potrà essere rivolta alle colture di insalate, diffuse
nella zona ed utilizzate per il consumo della popolazione residente, sia alle colture più
diffuse quali lattughe e cicorie (es. cicoria pan di zucchero) che hanno un notevole valore
economico per gli agricoltori e vengono per lo più esportate.
Si provvederà inoltre ad accertare l’effetto di trattamenti con funghi micorrizici arbuscolari,
simbionti benefici delle radici delle piante, sull’assorbimento del cromo da parte delle
piante. L’applicazione di questi microrganismi potrebbe infatti fortemente ridurre
l’eventuale presenza del cromo.
Le piante coltivate saranno anche utilizzate per compiere test di tossicità e genotossicità
(comet test, ploidia, contenuto di DNA, etc.), utili per stimare i possibili effetti sulla salute
umana.
Mediante l’utilizzo dei più moderni software verrà inoltre modellata l’assunzione del cromo
(VI) e degli altri inquinanti ritrovati nell’area al fine di poter generalizzare i dati ottenuti,
in maniera sito-specifica, ai suoli con differente composizione geomineralogica e ai
differenti tipi di colture.
Tali ricerche verranno utilizzate per integrare adeguatamente la valutazione del rischio
sanitario nell’area in esame.
Per seguire nel tempo lo sviluppo della situazione relativa alla caratterizzazione chimico -
300
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
301
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
ecotossicologiche;
l raccogliere i dati relativi alla produzione agricola dell’area di studio ed il
consumo medio di vegetali, in modo da valutare l’uptake di contaminanti da
alimentazione;
l determinare gli eventuali rischi per la popolazione attraverso test
ecotossicologici mirati e indagini specifiche.
risultati:
Tale innovativo approccio potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
l lo sviluppo di strumenti efficaci per la valutazione del rischio sanitario
nell’area della Fraschetta;
l la pianificazione di interventi volti alla mitigazione del rischio sanitario
anche attraverso l’attuazione di politiche mirate alla riduzione degli input di
contaminanti nelle differenti matrici e di minimizzazione dell’esposizione della
popolazione agli inquinanti ambientali;
l la realizzazione di un database che permetterà di seguire nel tempo
lo sviluppo della situazione.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamenti da parte degli Enti Territoriali coinvolti, principalmente Comune di
Alessandria e Provincia di Alessandria.
costi:
Il programma prevede un costo di circa 75.000-100.000 €, variabile in funzione del numero
di punti di indagine previsti nel programma operativo, per i suoli, le acque di falda e le
acque superficiali.
Fattibilità:
Il progetto è realizzabile in tutte le sue fasi, se sostenuto economicamente.
cronoprogramma:
L’attività sarà articolata in 36 mesi e prevederà l’alternarsi di fasi di raccolta campioni,
effettuazione analisi e interpretazione dei risultati.
Il cronoprogramma di dettaglio sarà redatto in fase di programma operativo.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 4
titolo:
Ecodiesel
Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti
Sottotitolo:
Sviluppo e test su automezzi per il trasporto pubblico urbano di derivati liquidi da
biomasse lignocellulosiche come bioadditivi del diesel per la riduzione delle emissioni
inquinanti.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino
descrizione del progetto:
L’uso del gasolio standard nelle aree urbane rappresenta come noto un elemento di grande
criticità non solo per il fatto stesso di utilizzare un combustibile di origine fossile (emissioni
serra), ma anche per le emissioni locali connesse all’uso del diesel, in particolar modo il
particolato.
I biocombustibili dovranno, assieme a pochi altri combustibili alternativi, soddisfare il 10
% della domanda al 2020: i biocarburanti di nuova generazione, quali bioetanolo da
lignocellulosico, il FT- Diesel, il DME, il biometanolo dovranno svolgere un ruolo
importante per il raggiungimento degli obiettivi. Rispetto alla benzina, la sostituzione del
gasolio con biocombustibili di seconda generazione risulta maggiormente difficile, in
quanto ad oggi possibile solo ricorrendo alla filiera BTL (Biomass To Liquid), ancora in
fase di ricerca e sviluppo.
Il progetto di ricerca ECODIESEL affronta questo tema, basandosi sulle ricerche in corso
per la dimostrazione in scala industriale (40.000 t/y) delle diverse tecnologie per la
produzione del bioetanolo da lignocellulosico: ECODIESEL prevede lo studio di
un’ottimale miscela di diesel e bioadditivi derivati da biomassa lignocellulosica e la
sperimentazione del biocombustibile con test da banco su motori diesel. Il progetto si
propone di studiare le potenzialità delle molecole derivate dall’utilizzo di zuccheri a 5-6
atomi di carbonio, derivati da trattamenti attraverso vapore e processi enzimatici, per
l’utilizzo nell’additivazione del diesel standard, in modo da ottenere un carburante dalle
migliorate caratteristiche emissive.
Il progetto, attraverso l’utilizzo di zuccheri derivati da biomasse lignocellulosiche
trasformati attraverso processi chimici e/o fermentativi applicati singolarmente od in
sequenza, mira ad ottenere un ECO-DIESEL, in quanto additivato con bio-derivati in
elevate percentuali al diesel tradizionale e combina in questo senso una duplice risposta
alle criticità essenziali relative al consumo di diesel, la riduzione dei gas a effetto serra e
delle emissioni inquinanti in aree urbane e l’aumento della quota di carburante proveniente
da fonti rinnovabili.
Finalità generali:
Il diesel in Europa ed in Italia è il carburante liquido più diffuso nel settore trasporti ed
energia ma è fortemente caratterizzato da emissioni inquinanti, che ne costituiscono il
principale svantaggio. Oltre ad essere evidentemente responsabili di una grande parte delle
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
emissioni serra nel settore trasporti, i motori diesel minacciano seriamente l’ambiente,
soprattutto quello urbano, con tutta una serie di inquinanti quali CO2, particolato, NOx,
THC, VOC etc., e sono considerati una delle principali fonti d’inquinamento dell’aria.
Attualmente al fine di ridurre l’impatto di emissioni di CO2 si ricorre all’uso di alcune
alternative tecnologiche (Biodiesel, Synthetic oil/FT-Diesel, Green Diesel) che hanno un
limitato beneficio ambientale e limitazioni o tecnologiche o di costo.
Si può quindi affermare che attualmente non esistono alternative economiche, competitive
con il diesel petrolifero e sostenibili che siano applicabili a breve alla formulazione
attualmente usata del diesel standard per diminuirne il carico inquinante delle emissioni.
Il progetto mira ad ottenere un ECO-DIESEL additivabile in elevate percentuali al diesel
tradizionale e combina in questo senso una duplice risposta alle criticità essenziali relative
al consumo di diesel, la riduzione dei gas a effetto serra e delle emissioni inquinanti e
l’aumento della quota di carburante proveniente da fonti rinnovabili.
L’utilizzo di tali bioderivati nel diesel non richiederà l’utilizzo di ulteriori additivi, necessari
per stabilizzare il biocombustibile ottenuto. Pertanto, la conversione di zuccheri a 5-6
atomi di C, derivati da biomassa lignocellulosica, in molecole ossigenate da addittivare al
diesel può non solo incrementare in modo significativo l’introduzione dei biocombustibili
nel mercato (fino ai target previsti in Europa), ma contribuire in modo significativo alla
riduzione di emissioni di particolato, una delle principali problematiche associate all’utilizzo
di motori diesel. Tuttavia, la ricerca nel settore richiede notevoli investimenti da parte di
aziende private, enti di ricerca col supporto di fondi pubblici per rendere i processi
economicamente sostenibili.
obiettivi specifici:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
o produzione di combustibili tramite la valorizzazione degli scarti
dell’agricoltura;
o contributo al raggiungimento degli obbiettivi sottoscritti dalla Covenant of
Majors;
o utilizzo di un combustibile più pulito per la mobilità urbana;
o riduzione delle emissioni del parco veicoli pubblici senza grossi
investimenti e senza significative modifiche agli attuali distributori;
o ricerca scientifica applicata per l’industrializzazione dei bio additivi;
o industrializzazione dei prodotti per nuove attività imprenditoriali locali;
o sviluppo dell’occupazione locale per la produzione di biomasse.
Attività:
Fase 1 – Studio e selezione di composti specifici derivati da biomassa
lignocellulosica
L’obiettivo di questa fase è quello di fornire indicazioni sui composti derivanti da biomasse
lignocellulosiche attraverso processi enzimatici o trattamenti attraverso vapore, che
possono avere buone prospettive d’impiego come additivi del diesel standard, basandosi
sui risultati della ricerca scientifica più recenti disponibili in letteratura (articoli, revisioni,
congressi, brevetti...) in modo da poter definire una successiva sperimentazione effettiva
e ragionata dei candidati con le migliori potenzialità teoriche.
Tali composti dovranno presentare caratteristiche tali da permettere la miscelazione con
il diesel e in grado di apportare vantaggi in termini di parziale sostituzione di combustibili
provenienti da fonti fossili, miglioramento delle caratteristiche chimico-fisiche delle
emissioni dei motori diesel, convenienza economica e adattabilità potenziale alle
infrastrutture e alla catena logistica esistente; Verranno sicuramente presi in considerazione
ossigenati (come acetali, eteri, esteri, ...), il cui utilizzo si è dimostrato in grado di diminuire
304
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
305
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
analizzatori in continuo ABB di CO, CO2, NO, NO2, idrocarburi incombusti totali (HC)
e particolato. Sui fumi emessi si effettueranno i classici controlli su polveri sottili PM
(particolar matter) e IPA (idrocarburinpoliciclici aromatici) affiancate da analisi quali-
quantitative dei composti ossigenati (per esempio acroleina) che si potrebbero formare in
presenza dell’additivo.
D4.1 – Caratterizzazione del comportamento dei biocombustibili in motori diesel
D4.2 – Valutazione dei parametri ambientali
Fase 5 - lcA del bioprodotto (life cycle analysis – valutazione del ciclo di vita
L’analisi LCA (Life Cycle Assessment) del processo consente di valutare l’impronta
ambientale del sistema in studio, e quindi in questo caso della produzione ed utilizzo di
derivati del bioetanolo da lignocellulosico destinati all’alimentazione di motori diesel
standard.
La valutazione dei carichi energetici e ambientali e degli impatti potenzialmente associati
al bioprodotto/processo/attività in esame lungo l’intero ciclo di vita deve essere condotta
secondo standard esistenti: in particolare, per questi studi le normative di riferimento sono
le ISO 14040- 14044. I principali indicatori considerati per valutazioni di questo tipo sono
l’energia primaria risparmiata (MJ/Km o simili) e la CO2 equivalente risparmiata
(KgCO2_eq/Km).
Lo studio LCA confronterà i principali impatti ambientali di uno/due tra gli additivi
selezionati – una volta definita una specifica tipologia di materia prima - con quelli che
derivano da produzioni e utilizzo di carburanti tradizionali di origine fossile, concentrando
l’attenzione sulle emissioni serra evitate.
Le valutazioni così condotte rappresenteranno un contributo essenziale per valutarne
l’effettiva sostenibilità ambientale, e saranno di supporto alla disseminazione e
comunicazione verso gli stakeholders pubblici e privati.
D5.1 – Studio LCA
Fase 6 - divulgazione dei risultati e prove in campo su mezzi Atm spa
Sarà predisposto un kit informativo del progetto, composto da comunicati stampa,
presentazioni in power point da fornire ai relatori e poster scientifici al fine di massimizzare
le possibilità di disseminazione dei risultati del progetto.
Durante questa fase verranno realizzate delle prove sul campo utilizzando il parco mezzi
dell’ATM spa di Alessandria allo scopo di verificare i test sperimentali ottenuti sui banchi
prove motori e confermare la riduzione di emissioni su un parco autobus con differenti
classificazioni ambientali.
risultati:
Tra le attività del progetto sono state appositamente incluse tutte quelle attività di
valutazioni tecnico-economiche, acquisizione di know-how sui composti derivati e
valutazione del comportamento del biocarburante nel motore diesel convenzionale che
sono step necessari per favorire una sua rapida realizzabilità industriale.
L’additivazione di BIODERIVATI nel diesel standard porta alla definizione di
biocombustibili che si è visto poter essere utilizzati in motori diesel convenzionali. Pertanto
tale mercato risulta essere una porzione enorme, anche se il limite ad oggi è imposto dalla
produzione su larga scale di questi bioderivati. Un’analisi di mercato più approfondita
sarà, comunque, necessaria per definire in modo più preciso il potenziale commerciale
dei bioderivati ottenuti.
Tale commercializzazione potrebbe avvenire, dapprima, attraverso l’implementazione della
tecnologia di produzione dei derivati da parte dei produttori di etanolo e, successivamente,
attraverso le seguenti tre fasi: (i) introduzione delle miscele in flotte chiuse (per trasporti
urbani), (ii) introduzione nelle stazioni di rifornimento per mezzi pesanti a lunga
percorrenza e, infine, (iii) introduzione nelle stazioni di rifornimento per veicoli a trasporto
privato. In quest’ottica, saranno individuati partner commerciali sia per la produzione su
306
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
larga scala (ad es. produttori di bioetanolo e derivati), sia per la distribuzione dei
biocombustibili (ad. es. trader).
Ultimo aspetto, non però secondario, è che i risultati ottenuti in questo progetto non
saranno di utilità solo per le aree urbane, ma potranno trovare ampi spazi di mercato nel
settore delle macchine agricole, essenzialmente dominato dai motori diesel, chiudendo
così idealmente un cerchio che vedrà il biocarburante ritornare sul luogo in cui è stato
prodotto.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il progetto di ricerca ECODIESEL potrebbe rispondere a bandi ministeriali tipo
“MATTM (GU 150, 21/12/10)” o europei.
Esiste inoltre l’interesse di operatori privati nello sviluppo di bio-additivi da rivendere alle
società di raffinazione petrolifera per lo sviluppo di Ecodiesel.
costi:
totale (E)
Fattibilità:
Il progetto offre una soluzione particolarmente promettente (additivazione di bioderivati
dell’etanolo o da biomassa lignocellulosica nel diesel) al fine di creare i presupposti per un
nuovo biocarburante, basato su processi sostenibili e derivante da biomasse
lignocellulosiche. L’introduzione di percentuali anche minime di derivati da biomasse
lignocellulosiche nel diesel, permetterebbe l’introduzione in tre mercati attualmente non
accessibili ai biocombustibili: quello dei veicoli diesel, quello dei mezzi pesanti per trasporti
e per l’industria e quello dei mezzi agricoli. Grazie all’utilizzo di derivati dell’etanolo in
diesel sarà possibile andare a sostituire parte del combustibile derivante esclusivamente da
fonti fossili con biocombustibile prodotto da fonti alternative rinnovabili, con benefici
significativi sia per l’ambiente (come riduzione dei gas serra e particolato) che dal punto
di vista economico per una maggiore indipendenza dalle importazioni extra-UE di petrolio
e per uno sviluppo del settore agro-industriale locale.
307
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
cronoprogramma di lavoro:
1
Nord K.E., Haupt D., Reducing the emissions of particles from a diesel engine by adding an oxygenate
to the fuel, Environmental Science & Technology, 39, 2005, 6260-6265
308
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 5
titolo:
Eco-sistema: i rifiuti da problema a risorsa
Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti
Sottotitolo:
La natura non produce rifiuti perché le sostanze che compongono la materia vivente
vengono continuamente riciclate attraverso il sistema delle catene alimentari. L’uomo
sembra essere nemico di questo principio divenendo un grande creatore di rifiuti. Occorre
quindi ispirarsi a tali processi al fine di creare un sistema virtuoso che attraverso lo sviluppo
di sinergie tra vari attori porti alla valorizzazione del rifiuto quale materia prima da
trasformare, mediante operazioni di recupero, riciclaggio e riutilizzo, in semilavorati e/o
prodotti finiti.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto mira da un lato a creare opportunità di sviluppo economico del territorio,
dall’altro a promuovere la cultura della sostenibilità ambientale e ad incentivare lo sviluppo
di comportamenti virtuosi da parte di cittadini ed imprese.
Criterio fondante del progetto è l’idea di generare nuove opportunità di sviluppo del
territorio mediante la creazione di una filiera del rifiuto che attraverso la collaborazione
tra diversi attori (Università, Politecnico, Collegio Costruttori, Comune, Consorzio rifiuti,
A.M.I.U., aziende private del settore, ...) permetta ai medesimi di fare sistema e,
potenziando le sinergie tra pubblico e privato, di sostenere la crescita economica.
All’interno del quadro sopra delineato il rifiuto verrebbe a qualificarsi non più e non solo
quale materia di scarto capace di generare unicamente costi derivanti dalle modalità di
smaltimento, ma quale materia prima seconda da utilizzare per la creazione di prodotti di
immediata commercializzazione. Ciò determinerebbe oltre a ricadute economiche dirette,
anche e parallelamente la comparsa di esternalità positive quali ad esempio, lo sviluppo
della ricerca e delle competenze nel campo della scienza dei materiali e dell’uso delle
energie rinnovabili con possibilità di trasferimento delle conoscenze acquisite alle imprese,
la possibilità sviluppo nuove realtà imprenditoriali, la riduzione dei costi economici ed
ambientali sostenuti per il trasporto e lo smaltimento rifiuti, la possibilità di rendere
immediatamente disponibili alle famiglie le risorse economiche derivanti da una riduzione
della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani,…
Considerando l’ampia diffusione che hanno avuto i materiali polimerici l’idea è quella di
realizzare un impianto di recupero, riciclaggio e trasformazione degli stessi (in particolare
pneumatici) in prodotti di immediata commercializzazione quali, ad esempio, isolanti
termo acustici, tubi, scarichi per l’acqua piovana, raccordi, passacavi, prodotti per il settore
edile, materie prime seconde per l’industria, ….
Il processo che porterà alla realizzazione del citato impianto, potrà essere sviluppato per
fasi sequenziali e successive in modo tale da consentire, a partire da una linea di recupero,
trattamento e trasformazione di pneumatici esausti, di implementare, nel tempo, nuove
linee di produzione in grado di generare materie prime seconde (MPS) e/o prodotti finiti
a partire dai materiali polimerici provenienti dalla raccolta differenziata.
309
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
La business idea, dunque, è quella di trovare una soluzione adeguata al riciclaggio degli
pneumatici esausti. Infatti poichè lo smaltimento degli stessi in discarica, sia per il basso
peso specifico del materiale che in ragione dei volumi annualmente prodotti, richiede
notevoli superfici di terreno in siti di sempre più difficile reperibilità e, quindi, con costi
crescenti pare ragionevole tentare il recupero della maggiore frazione possibile di materia.
Il trattamento degli pneumatici in un moderno impianto di riciclaggio si basa su un
procedimento, che riduce i medesimi in quattro componenti essenziali:
- materiali tessili di scarsa rilevanza sia quantitativa che economica da cedere
a ditte di lavorazione dei cascami;
- fili di acciaio di notevole importanza sia per qualità che per valore e che
vengono direttamente conferiti alle acciaierie;
- granuli e polverini di gomma utilizzabili, a seconda della loro qualità, per la
produzione di energia o quali materie prime seconde in vari settori industriali
come di seguito schematizzato.
310
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Si ipotizza di trattare per il 70% pneumatici di tipo A), e per il 30% di tipo B).
L’impianto verrà dimensionato per trattare un volume massimo di 15.000 tonnellate annue
e pertanto occorrerà reperire le seguenti superfici:
Impianto da 15.000 ton/anno mq. 15.000
Opificio mq. 2.000
Piazzale mq. 11.000
Magazzino mq. 2.000
Finalità generali:
o Creazione di nuove opportunità di sviluppo del territorio sulla base di un
approccio sostenibile;
o creazione di una filiera dei rifiuti che permetta il recupero ed il riutilizzo
della maggiore frazione possibile degli stessi mediante soluzioni sostenibili
dal punto di vista ambientale, economico, sociale;
o sviluppo della ricerca e delle conoscenze in vari campi quali: la raccolta,
trattamento e recupero dei rifiuti, la scienza dei materiali e le nanotecnologie,
l’uso delle energie rinnovabili;
311
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
312
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
313
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Fattibilità:
Vista l’importanza di far fronte a due problemi di primaria importanza quali quello
ambientale e quello occupazionale pare che l’unico prerequisito essenziale per la fattibilità
del progetto possa essere rappresentato dal reperimento delle risorse economiche
necessarie a costituire il Consorzio e avviarne le attività.
Fonti normative di riferimento: art. 228, D.Lgs. n. 152/06.
cronoprogramma di lavoro:
314
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 6
titolo:
metodologie chimiche e biologiche per la bonifica dei suoli
inquinati da cromo
risanamento ambientale:
linea 3
aria, acqua, suolo
Sottotitolo:
Metodologie chimiche e biologiche per la bonifica dei suoli inquinati da cromo.
Soggetti proponenti:
DiSAV – Università del Piemonte orientale “A.Avogadro”
descrizione del progetto e finalità:
Nel sito industriale della Fraschetta si è generato, in seguito a lavorazioni e sintesi di
sostanze chimiche che risalgono ormai a decenni orsono, il problema della presenza di
cromati (Cr VI) sia nel terreno che nelle acque superficiali, con possibili trasmissioni e
contaminazioni ai prodotti agricoli della zona destinati al consumo umano.
Il problema della rimozione dei cromati (Cr VI) dalle acque di superficie potrebbe essere
affrontato in modo simile a quello della rimozione degli arseniati (As VI) isoelettronici ed
isostrutturali. Tale problema è stato studiato, a livello mondiale, in modo massiccio e
profondo, vista la elevatissima tossicità di tale elemento, che deve essere abbassato,
secondo gli standard della potabilità dell’acqua, a 10 ppb (microgrammi/litro). Al
momento, negli USA, sono in fase avanzata di studio colonne scambiatrici di silice amorfa
nano-porosa funzionalizzata con poli-allil-ammina e contenenti Zirconio (IV)
immobilizzato. Noi disponiamo di campioni di tale materiale come risultato di una
collaborazione con l’università del Montana (distretto minerario ad alta contaminazione
delle falde); ovviamente sarà necessario effettuare test per verificare che sia mantenuta la
selettività di cattura passando da AsO43- a CrO42-, e per valutare i costi a mc di acqua
trattata, oltre all’impaccamento ed il turn-over delle colonne, operando su scala pilota.
Il controllo analitico riguarderà la quantità di metallo presente nell’acqua prima e dopo il
trattamento sia in forma di cromo totale, per AAS o ICP-MS, che di cromato, per
cromatografia ionica, e il possibile rilascio di sostanze organiche dalla resina.
Per quanto riguarda la rimozione di cromati dai suoli si è spesso ricorso alla riduzione in
situ con reagenti liquidi o gassosi insufflati nel terreno, onde trasformare il più tossico
Cr(VI) a Cr(III), che normalmente rimane immobilizzato sotto forma di idrossido in un
ampio range di pH. Tale remediation non rappresenta però una bonifica radicale poiché,
in particolari condizioni ambientali, può avvenire la ri-ossidazione. Anche la presenza di
altri metalli nel terreno gioca un ruolo sulla stabilizzazione del cromo, in modo positivo
nel caso del catione ferro, che coprecipita stabilizzandolo con l’idrossido di cromo, in caso
negativo per il biossido di manganese (MnO2) che può favorire la ri-ossidazione del
cromo.
Un’alternativa economica e “environmental friendly” è rappresentata dalla bonifica
biologica applicabile a suoli inquinati da cromo e arsenico.
Infatti la stabilizzazione e l’estrazione di metalli pesanti nel suolo tramite l’uso di specie
vegetali, entrambe comprese nel fitorisanamento, consentono di minimizzare l’impatto di
questa categoria di inquinanti inorganici e di depurare i suoli. Per ciascun metallo è
315
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
316
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
sistemi di risanamento sia per attività industriale (per esempio miniere) che nel campo
agricolo (riduzione di nitrati).
Il progetto è realizzabile in tutte le sue fasi, se sostenuto economicamente
cronoprogramma di lavoro:
Fase 0: carotaggio del suolo contaminato. Analisi chimica e delle comunità microbiche
con tecniche microbiologiche e molecolari (DGGE e sequenziamento)
Fase 1: piantumazione in cella climatica, in vaso, su suolo contaminato, di specie diverse,
inclusa la felce Pteris vittata, inoculate o non con il pool di microrganismi selezionati.
Impianto pilota per la riduzione chimica di cromati e cromo III.
Fase 2: prelievi a tempi diversi per determinare la concentrazione di Cr ridotto rispetto al
totale nell’impianto pilota o assorbito dalle piante mediante tecniche AAS ed ICP-MS.
Analisi del suolo rizosferico per verificarne lo stato di salute.
Fase 3: Analisi dei dati e scelta del sistema sperimentale.
317
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 7
titolo:
mini hydro
Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti
Sottotitolo:
Il progetto ha come scopo principale la valorizzazione la ricerca e sviluppo di tecnologie
ad alta efficienza per la produzione energia elettrica da impianti micro idroelettrici, poco
invasivi, da applicare su piccole portate d’acqua e con piccoli salti; essi si presentano in di-
verse reti irrigue presenti sul territorio alessandrino.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino, AMAG.
descrizione del progetto:
Il progetto ha come obiettivo lo sfruttamento delle energie rinnovabili presenti sul terri-
torio del comune attraverso la ricerca e emessa a punto di tecnologie compatibili con il ter-
ritorio stesso. La città infatti, pur essendo circondata da 2 fiumi, non presenta salti d’acqua
o portate tali (se si escludo i fiumi stessi) da poter giustificare la realizzazione di impianti
idroelettrici di grande potenza, senza la realizzazione di opere che avrebbero di contro un
elevato impatto ambientale.
I proponenti del progetto si pongono quindi come obbiettivo:
o La sperimentazione d’impianti innovativi nel settore della pico-hydro
(potenze inferiori a 5 kW) e micro-hydro (potenze comprese tra 5 e 100 kW)
e mini-hydro (potenze superiori a 100 kW)
- Sviluppo e applicazione sperimentale di apparati idraulici innovativi adatti
a salti bassi e portate limitate, per trasformazione di energia idraulica
potenziale in energia meccanica.
- Sviluppo e applicazione sperimentale di tecnologie adatte a tratti a
scorrimento veloce senza salto concentrato.
o Lo sviluppo e applicazione di sistemi a basso costo d’investimento e di
esercizio per la generazione elettrica la regolazione idraulica di mini e micro
impianti
- Sperimentazione di generatori a magnete permanente e di catene di
nuova concezione per l’interfacciamento con la rete elettrica.
- Sperimentazione di sistemi di controllo delle portate idriche in eccesso
e per il controllo del materiale solido trasportato dalla corrente.
La scelta progettuale esemplare è quella di sfruttare il Canale Carlo Alberto, che nasce a
Cassine “derivato” dal fiume Bormida, e confluisce nel fiume Tanaro a Casalbagliano
dopo un percorso di 21 km.
318
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Finalità generali:
La ricerca tematica consentirà di focalizzare il quadro reale, la dimensione, le condizioni
di per la realizzazione di micro e mini impianti idroelettrici che sfruttino le risorse d’acqua
presenti sul territorio del comune di Alessandria.
La ricerca industriale costituirà la base delle nuove conoscenze da applicative per i materiali,
i componenti, i modelli e le soluzioni tecniche da applicare alla fasi di progettazione di
impianti idroelettrici a camera libera.
Lo sviluppo sperimentale consentirà l’acquisizione di importanti cognizioni tecniche ed
ambientali e la predisposizione di modelli di progettuali finalizzati a consentire una
possibile standardizzazione delle soluzioni applicative.
Dai risultati ottenuti è prevedibile lo sviluppo di attività industriali per la produzione di
componentistica e impianti.
obiettivi specifici:
Gli obiettivi principali del progetto sono:
m Ricerca e studio sui principali componenti dell’impianto idroelettrico
(turbina a camera libera, sistema di generazione elettrica, sistema di controllo
e gestione macchina)
m Ricerca su nuovi materiali e progettazione di componenti, dispositivi
innovativi e nuovi sistemi di controllo di turbine sommerse.
m Studio e simulazioni di impianti idroelettrici in camera libera (Simulazioni
virtuali dei profili delle turbine, calcoli e dimensionamento apparati)
m Progettazione della stazione di prova (Strumentazioni, linee di processo,
ecc.)
m Progettazione dell’impianto pilota (turbina, sistema di generazione
elettrica, sistema di controllo e gestione impianto)
m Supervisione e coordinamento della produzione dei componenti e
dispositivi innovativi
m Definizione e programmazione delle fasi di prova e sperimentazione
m Supervisione e coordinamento della realizzazione della stazione di prova
e dell’impianto pilota
m Conduzione prove sull’impianto pilota
m Analisi dei risultati sperimentali
m Progettazione e realizzazione eventuale di nuovi componenti e/o
modifiche impianto pilota
m Conduzione prove finali sull’impianto ed analisi dei risultati
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Attività:
- WP1
Le attività del primo WP includono l’organizzazione dei partner, la condivisione
delle strategie, la raccolta delle informazioni di base del progetto, l’elaborazione
delle azioni della proposta e la pianificazione del programma di lavoro.
- WP2
In questo WP il lavoro è svolto in stretto rapporto con i responsabili di progetto
dei singoli partner e consiste nell’organizzazione delle informazioni raccolte nella
prima fase, nella definizione dei siti di potenziale interesse per la collocazione degli
impianti.
- WP3
L’attività consiste l’acquisizione delle informazioni riguardanti lo stato dell’arte e
le relative caratteristiche degli impianti idroelettrici a camera libera e la loro
divulgazione attraverso convegno è parte sostanziale per un processo di
sensibilizzazione sociale e economico.
La condivisione dell’informazione e della conoscenza dei processi è l’obiettivo più
grande.
- WP4
Questa workpackage contribuisce al progetto caratterizzando i principali elementi
di studio oggetto dei lavori: gli impianti idroelettrici utilizzabili su siti con acqua
fluente e/o reti idriche e/o scarico con salti d’acqua bassi e portate limitate.
Le principali tipologie d’impianto a camera libera e dei nuovi materiali utilizzabili,
i relativi apparati di generazione elettrica, i sistemi controllo e gestione degli
impianti micro-idroelettrici saranno indagati e caratterizzati in relazione alle
dinamiche ed alle caratteristiche di sfruttamento delle soluzioni tecniche, ed in
relazione alle condizioni ambientali e strutturali dei siti.
L’utilizzo di acqua a scopo idroelettrico, nel sito pilota, saranno identificate e
quantificate. La produzione delle soluzioni applicative sarà l’output di processo
dei lavori di sviluppo sperimentale.
- WP5
La WP 5 contribuisce alla definizione di un modello operativo sviluppato sulla
base di monitoraggi delle condizioni di funzionamento dell’impianto idroelettrico,
delle condizioni elettromeccaniche e delle sue varianti tecniche e gestionali.
Verranno utilizzati dati storici e idro-meteorologici per creare scenari di quantità
e qualità dell’acqua. Scenari di futuri utilizzi di acqua aiuteranno a proporre
concetti pratici per il miglioramento della gestione dell’impianto idroelettrico anche
in casi di possibili future scarsità di acqua.
- WP6
La WP 6 contribuisce agli obiettivi del progetto definendo e applicando indicatori
ecologici e idrologici relativi al prelievo ottimale di acqua, sotto regimi di
funzionamento imposti da regimi di gestione e cambiamenti climatici. Questo
impone lo sviluppo di soluzioni applicative in rapporto a condizioni di
funzionamento dell’impianto regimi adeguati e regimi con scarsità di acqua al fine
di mitigare l’influsso sugli ecosistemi.
I risultati di questa WP possono anche ridurre i conflitti potenziali tra i produttori
di energia idroelettrica ed altri interlocutori coinvolti nel processo di gestione
dell’acqua; possono realizzare regimi di gestione ecologicamente più efficaci nei
rispettivi ambiti; possono creare cooperazione, dialogo e scambio tra gli utilizzatori
di energia elettrica pubblici e privati.
risultati:
Il progetto, che sarà realizzato direttamente in ambiente campione, ovvero un sito indoor
320
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
appositamente predisposto per prove, analisi e verifiche all’interno della struttura del
Politecnico ad Alessandria, consentirà di produrre soluzioni e proposte applicative
riguardanti gli impianti di produzione idroelettrica allocabili in siti vincolati da specifiche
condizioni strutturali ed ambientali; in particolare relativamente a modelli di turbine
sommerse, dei relativi apparati di generazione elettrica e di controllo, monitoraggio e
gestione, per salti d’acqua bassi e portate limitate.
I lavori prevedono la realizzazione di un dossier di progetto dove saranno raccolte le
informazioni e i dati raccolti e riscontrati nelle singole fasi operative al fine di predisporre
un unico documento di progetto corredato dai documenti di specifica costruttiva e dai
piani di lavoro.
Sarà identificato e sviluppato un prototipo di impianto con tipologie di micro-turbine,
apparati di generazione elettrica e di controllo, monitoraggio e gestione dell’impianto
pilota.
Il progetto potrà consentire di favorire un miglior utilizzo e la razionale gestione delle
risorse locali nell’ambito dell’utilizzo delle energie rinnovabili attraverso un approccio a
basso impatto ambientale.
Il progetto intende proporsi inoltre come esempio di corretta e sinergica gestione delle
risorse energetiche pulite e delle strutture tipiche del territorio locale.
La metodologia è integrata, multi-livello, multi-disciplinare. Tutti i partner comunicheranno
a più livelli: organizzativo, tecnico, ambientale e sul settore idraulico, elettrico ed
elettronico. L’approccio metodologico include la definizione dei problemi relativi all’uso
dell’acqua in equilibrio con le condizioni strutturali dei siti attraverso la condivisione degli
obiettivi di progetto. Le strategie includono l’armonizzazione di dati e ricerche esistenti in
rapporto alle condizioni tecniche caratteristiche dei micro impianti di generazione
idroelettrica.
I risultati includeranno la realizzazione di esperienze di buone pratiche sui micro sistemi
idraulici, l’implementazione di soluzioni efficienti per sistemi di generazione di energia
elettrica e gestione e controllo degli apparati in rapporto alle condizioni di ambientali.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
In sede di avvio il progetto dovrà avvalersi di capitale a fondo perduto proveniente o da
enti pubblici o dai partner industriali partecipanti al progetto.
Si ipotizza che grazie a proventi derivanti dai diritti di sfruttamento della tecnologia i
partner industriali potranno rientrare rapidamente dell’investimento attraverso le seguenti
voci di ricavo:
aricavi derivati dalla vendita dell’energia elettrica prodotta;
aricavi derivati dagli incentivi concessi alla produzione di energia rinnovabili
aricavi derivati dalla vendita di tecnologia e impianti presso altri siti.
costi:
tipologia di costo Importo
Personale 150.000,00
Strumenti e attrezzature 168.000,00
Servizi di consulenza 50.000,00
Spese di viaggio e altre spese
strettamente legate alla partecipazione 10.000,00
al progetto
Spese Generali 10.000,00
Altri costi d’esercizio 12.000,00
Totale 400.000,00
321
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Fattibilità:
La fattibilità del progetto è strettamente dipendente dalla possibilità di trovare un partners
industriali interessati a sviluppare e gestire la tecnologia oggetto dell’attività o a realizzare
parti di impianto, di ricerca e dal superamento delle valutazioni di impatto ambientale.
Dal punto di vista tecnologico riteniamo invece che il Politecnico dispone della capacità
necessaria a sviluppare un prototipo funzionante.
cronoprogramma:
gAntt
Fasi principali del mesi
progetto 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
WP 1
WP 2
WP 3
WP 4
WP 5
WP 6
322
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 8
titolo:
coordinamento della normativa
per una pianificazione sostenibile
pianificazione urbana
linea 1
e territoriale
Sottotitolo:
La carenza di normative adeguate a livello locale è geneticamente condizionata da un
fattore esogeno in quanto risulta impossibile, a livello comunale, definire scelte strategiche
in assenza di norme primarie e/o regionali.
Soggetti proponenti:
Collegio Costruttori- ANCE Alessandria
descrizione del progetto:
Si ritiene di proporre, preliminarmente, un’analisi della produzione normativa (e
regolamentare) disponibile con la quale definire il quadro operativo ammissibile .
Si ritiene necessario sviluppare i temi più stringenti attraverso una proposta complessiva
che preveda l’inserimento di opportune LINEE GUIDA all’interno degli strumenti di
pianificazione comunale ed esecutivi.
Si dovrebbe operare “politicamente” per alzare il livello di gestione delle suddette proposte
da comunale a sovracomunale al fine di rendere condivise scelte che, altrimenti, rischiano
di produrre effetti limitati e contingentati.
Finalità generali:
GESTIONE DEI PROCESSI Mancanza di iniziative appropriate.
La gestione processuale, soprattutto nel campo della pianificazione urbana e territoriale
sostenibile, è fondamentale.
Affinché essa possa avviarsi è necessario procedere alla individuazione e all’analisi critica
degli strumenti che sovrintendono alla gestione.
L’attività si sviluppa attraverso l’acquisizione sistematica e precisa, attraverso gli uffici
competenti del Comune, delle notizie aggiornate su:
- PRGC
- Disposizioni di legge nel settore energetico
- Disposizioni di legge nel settore ambientale
- Sistema degli incentivi e delle sanzioni disponibili
- Sistemi di comunicazione e disseminazione
obiettivi specifici:
1 - Valutazioni e disposizioni regolamentari che contengano appropriate LINEE GUIDA
di settore da considerare come prescrizioni fondamentali nel processo edificatorio:
a) Edilizia Residenziale, Produttiva;
b) Sistema ambientale complessivo (opere private e pubbliche).
2 – Creazione di una FILIERA sulla sostenibilità : censimento delle attività produttive e
della loro commercializzazione con riferimento all’ ambito provinciale e regionale;
3- Valutazione di un PROGETTO DIMOSTRATIVO nel Comune di Alessandria
323
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
(Palazzo dell’Edilizia) al fine di comparare criticamente sia gli effetti organizzativi messi
in gioco che i risultati ottenuti, eventualmente suscettibili di produrre il passaggio dalla fase
dimostrativa alla fase strutturale.
Attività:
Si rende successivamente necessaria la definizione di un percorso organizzativo del
processo attraverso due passaggi:
1- fase progettuale di controllo dei sistemi di pianificazione (definirne la durata e le griglie
sostenibili) con specifico riferimento agli strumenti urbanistici;
2 - fase gestionale del progetto (delega ad un organo istituzionale eventualmente integrato)
risultati:
Gli effetti delle suddette strategie possono portare alla creazione “ad hoc” di un UFFICIO
COMUNALE di coordinamento delle azioni per la sostenibilità territoriale.
Esso dovrà prevalentemente produrre risultati:
- nell’aggiornamento del “codice sostenibile comunale” contenente gli aspetti normativi
dei diversi settori;
- nelle azioni di disseminazione e formazione presso gli “utenti” , delle buone pratiche da
applicare nel settore dell’edificazione e dell’intervento sul territorio;
- nella razionalizzazione delle diverse informazioni su incentivi e sanzioni, facoltà e
obblighi, ecc.
- nella creazione e aggiornamento, per le utenze, dei risultati della “filiera sostenibile”.
324
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 9
titolo:
Efficienza energetica nei servizi a rete
Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti
Sottotitolo:
Il progetto si prefigge di ridurre i fabbisogni energetici degli impianti e dei sistemi di
distribuzione e collettamento acque potabili e fogna, tramite la razionalizzazione della
gestione e il ricorso, ove efficace sotto il profilo dei costi, alle fonti rinnovabili.
Soggetti proponenti:
AMAG, Politecnico di Torino
descrizione del progetto:
Il sistema di distribuzione dell’acqua potabile si compone di più fasi. Dalla fonte a cui la
risorsa viene attinta, sia essa una falda acquifera o una sorgente, fino agli utenti finali
l’acqua segue un percorso che in ogni sua fase richiede notevoli quantità di energia:
l La captazione che, nella maggior parte dei casi, consiste nell’emungimento
da pozzi, più raramente da sorgenti.
l La potabilizzazione che, a seconda delle caratteristiche organolettiche
dell’acqua, può essere o meno presente e prevede trattamenti che vanno dalla
filtrazione alla disinfezione, a quanto necessario per renderla idonea al
consumo umano.
l L’accumulo, necessario per garantire una costante copertura dei fabbisogni
oltre che per far fronte a eventuali emergenze.
l La distribuzione intesa come il trasporto dell’acqua ai punti di accumulo,
ovvero agli utilizzatori finali della risorsa.
l Lo smaltimento delle acque usate tramite le fognature, che le veicolano
agli impianti di trattamento, prima dell’immissione nei corpi ricettori.
Il progetto ha come obiettivo la razionalizzazione dei sistemi (condotte e accumuli) e degli
impianti (potabilizzatori, sollevamenti) cui sono demandate tutte le operazioni connesse
all’approvvigionamento e al successivo collettamento agli impianti di depurazione della
risorsa idrica.
In particolare la fase iniziale del progetto sarà dedicata a un’approfondita analisi delle
caratteristiche delle reti in esercizio, sia dal punto qualitativo, in termini di tipologia e dati
di targa dei dispositivi di pompaggio, diametri e materiali delle tubazioni, volumi di
accumulo, nonché del loro stato di conservazione, sia quantitativo, in termini di portate
in transito.
Finalità generali:
L’indagine iniziale sarà finalizzata alla valutazione delle effettive necessità del sistema e
alla verifica del dimensionamento del sistema, con l’obiettivo di consentire la redazione di
un quadro programmatico di interventi volti al miglioramento dell’efficienza energetica del
servizio. Tale obiettivo sarà conseguito tramite la razionalizzazione delle modalità operative
e gestionali dei sistemi e degli impianti, la riduzione delle perdite della rete idrica e il ricorso
alle fonti rinnovabili di energia. Si analizzeranno i benefici, in termini di riduzione del
fabbisogno di energia, conseguibili tramite l’impiego di tecnologie all’avanguardia, da
325
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
326
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
mese
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
attività
1
2
3
4
5
6
327
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 10
titolo:
valutazione del rischio ambientale di suoli ed acque in aree
ad elevata citicità: il problema della Fraschetta
risanamento ambientale:
linea 3
aria, acqua, suolo
Sottotitolo:
Valutazione del rischio ambientale nell’area Fraschetta, applicando un approccio Triad
che integra dati chimici, ecotossicologici ed ecologici su suoli, acque di falda e acque
superficiali.
Soggetti proponenti:
DiSAV – Università del Piemonte orientale “A. Avogadro
descrizione del progetto:
Il progetto si pone come obiettivo, la valutazione del rischio ambientale nell’area
Fraschetta, utilizzando un approccio integrato chimico-ecotossicologico-ecologico.
In particolare, sarà valutata la tossicità dei terreni e delle acque di falda utilizzate a fini
irrigui nella zona esterna all’area industriale, in modo da valutare le criticità esistenti sul
territorio e quindi indirizzare le attività di risanamento e recupero, eventualmente
necessarie, applicando un innovativo Sistema Esperto di Supporto Decisionale.
L’area della Fraschetta presenta, ad oggi, problematiche ambientali irrisolte, legate alle
intense attività industriali che ne hanno caratterizzato lo sviluppo nel recente passato e che,
a tutt’oggi, risultano ancora insistere sul territorio.
Come noto, il principale inquinante rilasciato in tale area da differenti matrici contaminate
è il cromo esavalente, ma sono stati individuati anche numerosi inquinanti organici, quali
ad esempio i solventi alogenati.
E’ importante notare che la valutazione del rischio ambientale della zona esterna all’area
industriale, prende in considerazione la somma degli inquinanti presenti nelle matrici suolo
ed acqua, risultando quindi in grado di integrare nel risultato anche gli effetti negativi
dovuti alla “ricaduta” dei fumi generati dagli impianti e dispersi in atmosfera.
La valutazione del rischio ambientale dei terreni esterni alla zona industriale della
“Fraschetta” verrà avviata utilizzando un test ecotossicologico di screening per valutare la
tossicità dei suoli ed uno per evidenziare l’eventuale tossicità delle acque di falda utilizzate
per l’irrigazione dei campi. Tali test includeranno anche valutazioni del rischio genotossico,
un aspetto che lega i risultati degli studi di tipo ambientale a quelli più direttamente
connessi alla salute umana (cancerogenesi ambientale).
Nelle aree che, dai test di screening, risulteranno più colpite (e comunque in alcune delle
aree più esposte all’impatto degli inquinanti), verrà valutato il rischio ambientale utilizzando
tutte le tre linee di evidenza previste dall’approccio Triad: carica totale degli inquinanti
chimici, effetti ecotossicologici, con una batteria di test, ed effetti sulla biodiversità,
valutando le eventuali alterazioni di comunità animali e/o di microrganismi.
Inoltre, una valutazione del rischio ambientale del Tanaro, realizzata a monte e a valle
dell’area di ricezione delle acque inquinate, permetterà di stimare sia il carico totale di
inquinanti che vengono rilasciati nelle acque del fiume, sia gli effetti biologici valutati in
termini di tossicità delle matrici (acqua e sedimenti) e di decremento della biodiversità.
328
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Tale studio, nel suo insieme, permetterà di indirizzare le attività preliminari relative
all’attuazione della bonifica e di valutare come l’inquinamento dell’area Fraschetta incida
sulla qualità dei suoli e delle acque dell’area, sebbene sia importante tener presente che
l’inquinamento del rio Lovassina non dipende solo dagli inquinanti della Fraschetta ma da
un’area più ampia che comprende il rilascio diretto nel corpo idrico di diversi scarichi della
zona del novese.
Finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità di interesse diffuso:
l quantificare il rischio esistente in termini di declino della biodiversità, nella
zona esterna all’area industriale della Fraschetta;
l valutare, attraverso la stima degli effetti subletali sugli organismi esposti ai
campioni di suolo e di acqua di falda prelevati dalla zona esterna all’area
industriale della Fraschetta, il livello di stress degli stessi e quindi la
vulnerabilità del sistema;
l rilevare, attraverso la realizzazione di test di genotossicità sugli organismi
esposti ai campioni di suolo e acqua di falda prelevati dalla zona esterna
all’area industriale della Fraschetta, eventuali effetti genotossici indotti dai
contaminanti accumulati nei suoli superficiali e negli acquiferi sotterranei;
l analizzare l’impatto dell’inquinamento sulla qualità dei maggiori corpi idrici
dell’area, sia in termini di declino della biodiversità che di tossicità delle matrici
impattate;
l fornire un’interpretazione oggettiva dei dati raccolti nel corso delle
indagini, applicabile in termini di gestione ambientale sostenibile del territorio.
obiettivi specifici:
m fornire una mappatura del rischio ambientale nella zona esterna dell’area
industriale della Fraschetta, utile ai fini della pianificazione territoriale e del
risanamento e recupero di tale area
m valutare le possibili ricadute della contaminazione in termini di salute
umana (cancerogenesi ambientale) tramite test di genotossicità;
m individuare le matrici ambientali (e.g., suolo superficiale, suolo profondo,
falda acquifera, corpi idrici) verso cui indirizzare le attività di risanamento e
recupero eventualmente necessarie.
Attività:
La realizzazione di un sistema per la valutazione del rischio ambientale nell’area della
Fraschetta prevede le seguenti attività:
n definizione dell’area di studio e dei punti di campionamento;
n pianificazione delle campagne di campionamento;
n raccolta dei campioni;
n effettuazione delle analisi ecotossicologiche di screening;
n analisi dei risultati di screening e selezione dei punti da sottoporre ad
approfondimento;
n campionamento dei punti per i test di approfondimento;
n realizzazione delle campagne di determinazione dei test ecologici;
n integrazione dei risultati e definizione delle eventuali criticità territoriali
esistenti;
n definizione dei comparti ambientali che presentano un maggior rischio
ambientale verso cui indirizzare le azioni di mitigazione e ricupero
eventualmente necessarie.
329
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
risultati:
Tale innovativo approccio potrà avere come effetti (in parte diretti in parte indiretti):
o lo sviluppo di strumenti efficaci per la valutazione del rischio ambientale
nell’area della Fraschetta;
o la valutazione di dettaglio dei rischi ambientali in atto e la definizione delle
maggiori criticità nella zona esterna all’area industriale della Fraschetta;
o la definizione della vulnerabilità biologica, permettendo così
l’individuazione delle zone da mantenere sotto controllo in quanto
potenzialmente a rischio;
o l’eventuale determinazione di un potenziale rischio di cancerogenesi
ambientale nella popolazione residente, da approfondire con studi
epidemiologici mirati.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamenti da parte degli Enti Territoriali coinvolti, principalmente Comune di
Alessandria e Provincia di Alessandria.
Un parziale finanziamento. finalizzato all’avvio della ricerca, è stato erogato
dall’Associazione ATF, Ambiente, Territorio e Formazione. Tale contributo ha permesso
principalmente la messa a punto delle metodiche analitiche che saranno applicate.
costi:
Il programma prevede un costo di circa 75.000-100.000 €, variabile in funzione del numero
di punti di indagine previsti nel programma operativo, per i suoli, le acque di falda e le
acque superficiali.
Fattibilità:
La fattibilità del programma, dal punto di vista tecnico, è testimoniata dalle pregresse
esperienze del DiSAV nell’ambito della valutazione del rischio ambientale in aree
contaminate, oltre al know-how accumulato dai ricercatori del DiSAV nel corso di
numerosi programmi, sia nazionali che internazionali.
A tal fine occorre sottolineare che il DiSAV ha recentemente realizzato la “Valutazione del
rischio ecologico in siti ad elevato inquinamento della regione Campania” nel corso di un
progetto finanziato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
(ISPRA). Inoltre, il DiSAV è stato recentemente incaricato da ISPRA per lo “Sviluppo di
Sistemi Integrati per la Valutazione della Qualità dei Corpi Idrici e la Gestione di Sedimenti
Contaminati”.
Inoltre, il DiSAV ha recentemente partecipato al progetto europeo NOMIRACLE (NOvel
Methods for Integrated Risk Assessment of CumuLative stressors in Europe), finanziato
dall’Unione Europea nell’ambito del VI programma quadro.
cronoprogramma:
L’attività sarà articolata in 36 mesi e prevederà l’alternarsi di fasi di raccolta campioni,
effettuazione analisi e interpretazione dei risultati.
Il cronoprogramma di dettaglio sarà redatto in fase di programma operativo.
330
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 11
titolo:
Sostenibilità dei sistemi fotovoltaici
Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti
Sottotitolo:
Il progetto ha come scopo principale la valutazione comparativa di diverse soluzioni
adottabili in campo fotovoltaico. In particolare ci si pone come obiettivo quello di
effettuare un confronto a medio e lungo termine, legato alla produttività energetica, tra
pannelli fotovoltaici di differente concezione e tra diverse metodologie di posa e utilizzo.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino
descrizione del progetto:
La materia prima per la produzione di celle e moduli fotovoltaici è il silicio purificato (10-
7 - 10-8 di impurità se di grado solare). Negli ultimi anni si è manifestata una scarsità di
silicio purificato, per cui era possibile acquistarlo o con contratti di fornitura per i quattro
anni successivi oppure accedendo allo “spot market” per quantitativi ridotti con prezzi più
elevati (60-120 $/kg) di quelli del silicio di grado elettronico.
A partire dal silicio purificato, possono essere utilizzate differenti tecnologie per la
fabbricazione di celle solari in silicio mono-, poli-cristallino ed amorfo. Con l’evoluzione
e l’affinamento delle tecniche produttive, si è assistito negli ultimi anni ad un progressivo
incremento della superficie attiva delle celle, passando dal lato di circa 10 cm delle celle
cristalline quadrate o “pseudoquadrate” agli attuali 15,6 cm, con una superficie più che
raddoppiata. Inoltre, lo spessore delle celle in silicio cristallino è progressivamente
diminuito fino a 200 μm. La potenza del singolo modulo è conseguentemente cresciuta
fino a superare i 300 Wp.
Sulla base di quanto detto precedentemente, si ritiene opportuno avviare un’analisi tecnico-
economica di confronto di produzione tra differenti tecnologie di moduli fotovoltaici,
perseguendo uno o entrambi dei seguenti obiettivi:
l massimo rendimento di conversione con tecnologie del tipo “etero
giunzione di silicio monocristallino ed amorfo” (Sanyo) oppure del tipo
“silicio monocristallino con “all-backcontacts” e “textured-surface”
(Sunpower);
l minimo costo (ad es. con minimo impiego di materiale) con tecnologie in
silicio multicristallino del tipo EFG (Edge defined Film Growth della Schott)
o String Ribbon (Evergreensolar), che permettono di evitare la fase di taglio
del lingotto, oppure film sottile di vari semiconduttori come silicio
amorfo+microcristallino (Kaneka, Sharp), CIGS/CIS in Rame Indio Gallio
Selenio (Wurthsolar) e CdTe in telluriuro di Cadmio (Firstsolar) con spessori
intorno a qualche micrometro.
Finalità generali:
Il progetto si pone come obbiettivo principale la creazione, di un centro di competenza a
supporto sia della aziende produttrici di pannelli che si stanno insediando in provincia di
Alessandria che alle società che si occupano di progettazione e di installazione di impianti
331
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
fotovoltaici. Questo centro, sulla base sia di informazioni proprie che di informazioni
acquisite dai produttori di pannelli e sistemi, sarà in grado di divenire un supporto “super
partes” allo sviluppo e all’implementazione di tecnologie fotovoltaiche con il miglior
rapporto tra efficienza e costo.
Tali attività si integreranno con quelle avviate a Tortona dal PST nell’ambito dei Poli di
innovazione regionali e consentiranno alla provincia di Alessandria di eccellere nel campo
dello sviluppo e utilizzo di fonti energetiche maggiormente sostenibili.
obiettivi specifici:
L’idea è quella di installare una gamma di pannelli realizzati con diverse tipologie di
materiali, abbinando al classico Silicio cristallino anche soluzioni adottanti film sottili. A
questi diversi pannelli potranno essere collegati differenti tipi di inverters per valutare i
risultati derivanti dalle diverse combinazioni.
La proposta prevede anche di adottare pose diverse per i vari pannelli, ovvero dotare
alcune stringhe di inclinazioni differenti, in modo da poter confrontare i diversi contributi
di produzione di energia dovuta alla radiazione diretta e a quella diffusa.
Le variabili su cui basare l’attività sono sostanzialmente 3:
l pannelli fotovoltaici
l inverters per interfacciamento rete
l orientamento dei pannelli.
Per il territorio vi è da evidenziare un’immediata ricaduta in termini ambientali: qualsiasi
incremento % dell’efficienza energetica dell’energia prodotta con tecnologia Foto Voltaica
permette di ridurre la quantità di CO2 emessa in ambiente.
Attività:
Quando si dota un impianto FotoVoltaico (FV) connesso a rete di un sistema di
monitoraggio analitico delle prestazioni, si intende determinare l’efficienza globale
dell’impianto sulla base della risorsa solare disponibile nel sito e dell’energia elettrica
prodotta nel corso della sua vita utile. Raramente si approfondisce l’analisi esaminando le
cause di perdita energetica: in tal caso, un opportuno monitoraggio può fornire indicazioni
precise circa l’entità delle varie voci di perdita.
In letteratura le perdite sono attribuibili essenzialmente a:
1. deposizione di particelle solide di grandezza variabile (sporcizia) sul vetro
frontale dei moduli FV;
2. riflessione della luce da parte del medesimo vetro, non trascurabile nei
periodi mattutini e serali;
3. scostamento dal dato di targa nominale (tolleranza) e conseguente
“mismatch” delle caratteristiche corrente-tensione (I-V) dei moduli FV;
4. diversità dello spettro solare, nelle condizioni meteo del sito, da quello
standard con massa d’aria AM = 1,5;
5. sovra-temperature (o eventualmente sotto-temperature con conseguente
guadagno energetico) dei moduli FV rispetto alla temperatura standard di
25°C;
6. resistenza elettrica dei cablaggi e dei dispositivi di protezione;
7. ombrature localizzate su parte del generatore FV con possibilità di
“shading effect” e “hot spot”;
8. imprecisione di inseguimento del punto di massima potenza (MPPT) sulla
I-V dell’array e conversione DC-AC, entrambe a carico dell’unità di
condizionamento della potenza (PCU o più semplicemente “inverter”) per
l’interfacciamento con la rete.
Nell’ottica precedente, l’opportuno sistema di monitoraggio deve comprendere almeno i
seguenti strumenti di misura:
332
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
l uno o più sensori di irradianza solare sia del tipo a termocoppia (di
riferimento per la misura assoluta della radiazione con la minima incertezza)
sia della stessa tecnologia dei moduli FV, in modo tale da valutare l’entità delle
perdite spettrali di cui al punto 4. del precedente elenco;
l uno o più termometri per le temperature dell’aria circostante e dei moduli
FV, in modo tale da calcolare le perdite (o possibili guadagni) per sovra
temperatura (punto 5.);
l i wattmetri per misurare sia la potenza sul lato DC (altrimenti ottenuta
indirettamente dal prodotto della tensione per la corrente) sia la potenza sul
lato AC per la determinazione delle perdite di cui al punto 8..
Evidentemente, il monitoraggio non è in grado di fornire indicazioni precise su tutte le
voci di perdita descritte: i punti 1., 2., 3., 6. e 7. richiedono misure puntuali con opportuni
metodi. Per esempio, la voce 1. richiede di determinare la curva I-V del generatore FV (con
l’appropriata tecnica) prima e dopo l’esecuzione della pulizia della superficie vetrata dei
moduli; anche le voci 3., 6. e 7. richiedono la misura della curva I-V dell’array, che deve
essere eseguita dopo aver disconnesso l’inverter.
risultati:
o Aumento di competitività dell’imprenditoria locale (installatori e
utilizzatori) in un settore strategico e in forte crescita
o Creazione ed insediamento di nuove imprese di progettazione ed
installazione
o Incremento della “visibilità” della città al riguardo delle energie rinnovabili
e della riduzione di emissioni di CO2
o Complementarietà del progetto rispetto alle attività di ricerca che si
sviluppano nel Polo di Innovazione di Tortona
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Avendo il progetto come obbiettivo principale l’ottenimento di risultati comparativi
ottenuti in modo autonomo e trasparente rispetto agli interessi commerciali dei produttori
di pannelli e di inverter il progetto prevede che tutti i materiali siano acquistati sul mercato.
Le attività potranno contare sulle competenze specifiche di 2 Docenti del Politecnico e del
supporto laboratoristico delle strutture già presenti nella sede di Alessandria del
Politecnico.
Il personale utilizzato nell’attività sarà in parte già operante presso il Politecnico (es. Tecnici
di laboratorio) e parte assunto ad hoc (assegno di ricerca).
Il progetto prevede che a regime la struttura si possa in parte autofinanziare grazie a
consulenze da erogare ad installatori e società di architettura ed ingegneria.
costi:
costi di investimento iniziale:
Reperimento pannelli ed inverter 30.000,00 Euro
Impiantistica elettrica e carpenteria 7.000,00 Euro
Acquisizione e gestione di sistemi di monitoraggio 10.000,00 Euro
costi di funzionamento annuali:
Attività di n. 1 assegnista di ricerca per n. 2 anni 50.000,00 Euro
Partecipazione e convegni e seminari 2.000,00 Euro
Materiali di consumo 1.000,00 Euro
totale ammortamenti e funzionamento 62.400,00 Euro
ricavi annuali:
Contratto di consulenza con un grande utilizzatore
333
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
334
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 12
titolo:
recupero e riqualificazione siti degradati e/o relitti
rispetto al disegno urbanistico
pianificazione urbana
linea 1
e territoriale
Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo il censimento delle aree connotate da degrado
ambientale (Es.: ex cave, siti industriali dismessi, reliquati urbani ed extraurbani, discariche
abusive, ecc.) attraverso cartografia e schede illustrative (una per ogni sito individuato), con
lo scopo di ripensare una “riqualificazione” territoriale non necessariamente “intensiva”.
Soggetti proponenti:
Ordine Regionale dei Geologi del Piemonte (ORGP) , Ordine Dottori Agronomi e
Forestali della provincia di Alessandria (ODAF)
descrizione del progetto:
Il progetto si propone l’individuazione di tutti i siti “degradati” dall’attività antropica (sia
a livello urbano che rurale) e successivamente restituiti al contesto territoriale di
appartenenza non solo con una limitata se non nulla possibilità di riutilizzo, ma anche
creando impatti negativi sotto il profilo paesaggistico ed ambientale in senso lato.
Ad esempio una ex cava a fossa lasciata tal quale a fine attività estrattiva può essere
recuperata secondo differenti modalità di ripristino in funzione del contesto di
appartenenza, delle caratteristiche geologiche-stratigrafiche ed idrogeologiche e delle
esigenze dell’Amministrazione in termini sia di sviluppo, sia di gestione territoriale.
Il progetto attraverso la scheda del sito individuerà le tipologie di interventi compatibili
con l’assetto paesaggistico e con le caratteristiche dei luoghi e finalizzate al “riutilizzo”
del sito medesimo. La destinazione d’uso a cui finalizzare il ripristino risulterà anche in
funzione delle previsioni di sviluppo nell’ambito delle scelte di pianificazione di P.R.G.C..
Finalità generali:
1. realizzare servizi a supporto delle fasi di istruttoria dei progetti di nuovi
impianti e/o attività antropiche,
2. fornire possibili aree di sviluppo urbanistico (puntuale), in alternativa ad
ulteriore consumo di suolo (spesso ad elevata fertilità agronomica);
3. creare uno strumento di pianificazione “ambientale” che anziché
“inserire” elementi strategici di varia importanza e livello, miri a “togliere”
elementi di negatività ambientale dal contesto territorio, rimuovendo
importanti fattori limitanti della qualità percettiva dell’insieme.
4. coinvolgere ed assegnare ruoli attivi (eventualmente) ad istituzioni
formative/educative (scuole, associazioni ambientalistiche, etc.), ed aziende
private (sponsorizzazione economica).
obiettivi specifici:
o attuare il recupero ambientale con prevalenza di elementi progettuali
“naturalistici” ed estensivi; ricorrendo il più possibile a soluzioni di elevata
“naturalità ed estensività”, ricordando che le aree individuate non sempre e
335
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Fattibilità:
I principali ostacoli alla realizzazione di questo progetto derivano dalle disponibilità
finanziarie. Le criticità di tipo economico e finanziario potranno essere parzialmente
compensate facendo ricorso quanto più possibile a risorse interne ai soggetti direttamente
coinvolti.
336
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
cronoprogramma di lavoro:
MESI
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
fase
cognitiva/coinvolgimento
altri soggetti
fase di
screening/individuazione
risorse
fase progettazione
fase realizzativa
337
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 13
titolo:
Il futuro è già qui: giovani, partecipazione, sostenibilità
risanamento ambientale:
linea 3
aria, acqua, suolo
Sottotitolo:
Pratiche partecipative e protagonismo giovanile per lo sviluppo urbano sostenibile
Soggetti proponenti:
Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro - Dipartimento di
Ricerca sociale
descrizione del progetto:
Secondo la nota definizione della Commissione Mondiale per l’ambiente e lo sviluppo
(Rapporto Brundtland), è sostenibile uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente
senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri. Si tratta
di un concetto di notevole portata innovativa, che mette in discussione alcuni tradizionali
assiomi dell’economia, come la preferenza del presente rispetto al futuro o del più rispetto
al meno (lo sviluppo non può ridursi a semplice crescita di produzione e consumo), e
dovrebbe stimolare, soprattutto in tempi di crisi come gli attuali, sia le riflessioni teoriche
sia le politiche pubbliche.
La sostenibilità di una comunità ha a che fare con alcune “capacità” in campo:
- ambientale: mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali,
attraverso politiche preventive e regolazione dei comportamenti individuali e
collettivi;
- economico: produrre, distribuire, consumare in modo eco–efficiente e
duraturo beni e servizi, coniugando innovazione tecnologica e responsabilità
sociale;
- sociale: garantire condizioni di benessere e accesso alle opportunità (salute,
sicurezza, istruzione, cultura, socialità), distribuite in modo equo tra individui,
classi, generi e generazioni ed in particolare tra le collettività presenti e quelle
future;
- istituzionale: valorizzare lo spazio pubblico e la coesione sociale, assicurando
stabilmente condizioni di democrazia, giustizia, partecipazione, formazione e
informazione.
Il progetto proposto prevede tre azioni/iniziative distinte ma fortemente integrate:
a) azione di sistema (contestualizzazione)
OSSERVATORIO SULLA SOSTENIBILITà URBANA
b) azione partecipativa (attivazione)
GIOVANI CITTADINI CRESCONO: LABORATORIO DI EDUCAZIONE E
PARTECIPAZIONE ALLA SOSTENIBILITà
c) azione tematica (focalizzazione)
ACQUA E TERRITORIO: RISORSE IDRICHE E CITTà SOSTENIBILE
La questione idrica presenta caratteristiche tipicamente multidimensionali. L’acqua infatti
può essere considerata:
l un bene naturale: indispensabile alla vita;
338
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
339
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Finalità generali:
o Implementare una struttura a rete per la raccolta, elaborazione e diffusione
di dati sull’ambiente urbano, al fine di poter disporre in modo integrato, stabile
e continuativo di informazioni indispensabili a perseguire politiche sostenibili
realistiche, efficaci e condivise;
o coinvolgere attivamente, con modalità strutturate ma non convenzionali
di ascolto e partecipazione, i giovani alessandrini sui temi della sostenibilità
ambientale, economica, sociale ed istituzionale;
o contribuire alla produzione di conoscenza per una più efficace e condivisa
o gestione dell’acqua, valutando sia gli effetti della variabile territoriale nei
processi di rappresentazione sociale delle risorse idriche sia l’adeguatezza dei
sistemi esperti nella costruzione del consenso in presenza di interessi e usi
locali eterogenei.
obiettivi specifici:
Saranno puntualmente declinati, in accordo con le finalità generali, in sede di confronto
tra gli attori potenzialmente coinvolti.
Attività:
a) azione di sistema (contestualizzazione)
OSSERVATORIO SULLA SOSTENIBILITà URBANA
Coordinamento stabile tra agenzie ed enti funzionalmente preposti alla raccolta,
elaborazione e diffusione di dati sull’ambiente urbano, con l’obiettivo di confrontare e
condividere dimensioni sensibili da considerare, indicatori appropriati e metodologie di
rilevazione, modalità di comunicazione ai decisori locali e all’opinione pubblica.
b) azione partecipativa (attivazione)
GIOVANI CITTADINI CRESCONO: LABORATORIO DI EDUCAZIONE E
PARTECIPAZIONE ALLA SOSTENIBILITà
Partendo dall’analisi del contesto locale si intende richiamare l’attenzione su quali
associazioni private ed istituzionali operino sul territorio in materia di educazione e
partecipazione giovanile, sulle problematiche affrontate e da affrontare e sulle interazioni
presenti e mancanti tra stakeholders.
Sinergie con iniziative di enti pubblici e privati, scuole, università
Importante sarà il riferimento come buona pratica all’iniziativa torinese Democrazia 2.0
(http://www.democrazia20.it/)
c) azione tematica (focalizzazione)
ACQUA E TERRITORIO: RISORSE IDRICHE E CITTà SOSTENIBILI
Attraverso interviste qualitative e momenti di discussione collettiva facilitata, si
esploreranno gli aspetti motivazionali e comportamentali legati alla percezione e all’uso
dell’acqua in ambito urbano, con particolare riferimento alla domanda di interventi da
parte del governo locale.
risultati:
Lo sviluppo di ciascuna delle tre azioni progettuali integrate (di sistema, partecipativa,
tematica) produrrà specifici risultati connessi al grado di estensione/approfondimento
perseguito: dalla implementazione dell’Osservatorio come strumento di supporto per il
sistema locale, alla progettualità giovanile per disegnare il futuro assetto della città
sostenibile, alla riflessione condivisa sul tema del rapporto tra acqua e territorio.
Il tema della sostenibilità tenderà così a divenire il criterio scientifico e politico per la
definizione multiattoriale delle poste in gioco, la strutturazione di arene decisionali
cooperative, la progettazione integrata di interventi per lo sviluppo urbano.
340
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
341
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 14
titolo:
Efficienza energetica e nuove tecnologie ambientali per
il progettare ed il costruire
sul territorio del comune di Alessandria
Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti
Sottotitolo:
Analisi energetica degli edifici esistenti e valutazione dell’applicazione di criteri e di
soluzioni progettuali, costruttive e tecnologiche per l’aumento dell’efficienza energetica del
patrimonio edilizio del territorio alessandrino.
Soggetti proponenti:
Collegio Costruttori - ANCE Alessandria (Sezione Speciale dei Servizi e delle Attività
Tecnologiche), Ordine degli Architetti, Pianificatori Territoriali, Paesaggisti, Conservatori
della provincia di Alessandria e Politecnico di Torino.
descrizione del progetto:
L’attività primaria dell’esistenza umana, ovvero l’abitare, incide in maniera importante sui
nostri consumi energetici. In Europa, il riscaldamento in inverno e il raffrescamento nel
periodo estivo degli edifici assorbono più del 40% dei consumi energetici, insieme al
consumo di acqua calda sanitaria e alla corrente elettrica. In Italia la situazione è ancora
più grave: la percentuale sale al 45%. Il patrimonio edilizio esistente è inoltre responsabile
del 25% delle emissioni di CO2, mentre il riscaldamento rappresenta circa i due terzi dei
consumi d’energia e la parte principale delle emissioni di CO2 del settore (fonte: il Sole
24 ore ed “il Libro Verde sull’Efficienza Energetica” dell’Unione Europea).
Tale situazione rappresenta la motivazione per cui l’Unione Europea ha emanato la
direttiva europea 2002/91/CE, sul rendimento energetico nell’edilizia. Attualmente è allo
studio (un accordo politico è stato raggiunto nel dicembre 2009) la revisione della suddetta
Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici (EPBD), che prevederà che a
partire dal 2018 per gli edifici pubblici e dal 2020 per gli edifici residenziali e commerciali,
tutti i nuovi edifici siano a “quasi zero” consumo di energia, attraverso standard di
efficienza più rigorosi e l’utilizzo delle energie rinnovabili. In concreto la neo-direttiva
richiederà che tutti gli edifici pubblici costruiti dopo il 2018 dovranno essere pressoché a
zero (“nearly zero”) consumo di energia (edifici passivi) e lo stesso varrà per tutti gli edifici
residenziali e commerciali costruiti dopo il 2020 (fonte: www.qualenergia.it).
Tale strategia improntata al tema della “sostenibilità ambientale” e dell’efficienza energetica
si pone nell’ottica di rappresentare un efficace strumento per raggiungere gli ambiziosi
obiettivi ambientali europei, ed una grande sfida ed un’occasione sia per il settore edilizio
(imprese e professionisti), chiamato ad interpretare in modo diverso il tema del costruire,
sia il mondo produttivo, interessato a sviluppare nuovi prodotti e tecnologie capaci di
bassi impatti ambientali e costi di realizzazione.
In tale ambito hanno possibilità di inserirsi le figure dei professionisti e le imprese (e
relative associazioni ed ordini professionali), del Politecnico e dell’Università (e relativo
mondo della formazione), presenti sul territorio alessandrino, come soggetti capaci di
342
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
(continua)
344
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
(continua)
345
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
risultati:
L’iniziativa ha lo scopo di ipotizzare, elaborare e verificare la fattibilità di un insieme di
interventi finalizzati all’ottenimento di un risparmio energetico nel patrimonio edilizio
346
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
347
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
cronoprogramma di lavoro:
La realizzazione delle varie fasi progettuali sarà articolata in 24 mesi e prevederà l’alternarsi
di fasi di raccolta dati, valutazioni, definizione di criteri/parametri, di strategie e soluzioni
di intervento e di interpretazione dei risultati.
Il cronoprogramma di dettaglio sarà redatto in fase di programma operativo
348
A L E SSANDRIA :
IL
costo
AzIonE AttIvItà
(€)
PIANO
349
Analisi dei consumi e Catalogazione degli edifici in macroclassi a seconda della tipologia costruttiva e
dell’efficienza energetica del 4 dell’anzianità di realizzazione sulla base del sistema di classificazione energetico 20.000
patrimonio edilizio esistente selezionato
sul territorio del comune di
5 Raccolta dei dati utili a definire i consumi energetici degli edifici in analisi 40.000
Alessandria
Elaborazione e rappresentazione grafica dei dati dei consumi energetici degli
6 15.000
edifici alessandrini
7 Analisi statistica dei risultati della valutazione energetica 15.000
112.000
(continua)
Creazione di uno o più Gruppi tecnici di lavoro e di un Tavolo di indirizzo e di
valutazione finalizzati ad individuare ed a selezionare, per ogni macroclasse di edifici
1 individuati, le migliori pratiche e le soluzioni tecniche / tecnologiche e 15.000
comportamentali che permettano di ottenere il miglior risultato in termini di
efficienza energetica e di rapporto costi/risultati
Identificazione delle Best Practice a livello europeo, nazionale e regionale in
relazione ai modelli di sostenibilità ambientale nel settore edilizio (soluzioni
2 15.000
tecnologiche, progettuali, costruttive e modelli comportamentali, gestionali ed
organizzativi)
350
Studio ed analisi delle migliori soluzioni e modelli di imprese e di professioni /
Definizione delle 3 professionisti legati al settore della “GREEN ECONOMY” e del “CLEAN 35.000
metodologie e le tecniche TECH” esistenti a livello europeo, nazionale e regionale
2 progettuali e costruttive Identificazione degli scenari di intervento:
finalizzate al miglioramento 1. patrimonio edilizio esistente:
energetico degli edifici o determinazione di un modello per la definizione dei parametri di convenienza
(in termini economici, tecnologici, gestionali, comportamentali ed ambientali) per
A L E S S A N D R I A :
2. nuove costruzioni:
o determinazione di un modello per la definizione dei parametri di convenienza
(in termini economici, tecnologici, gestionali, comportamentali ed ambientali) per
la realizzazione nuove costruzioni
PI A N O
(continua)
S T R AT E G I C O
A L E SSANDRIA :
IL
351
30.000
4 Elaborazione di “LINEE GUIDA”
- elaborazione di documentazione tecnica da applicarsi in sede di realizzazione
di interventi di riqualificazione energetica degli edifici o di nuove costruzioni 45.000
- analisi e verifica dei risultati
Realizzazione di “PROGETTI PILOTA / CASE - STUDIES”
- elaborazione di progetti pilota (studi di fattibilità) nei seguenti settori:
o edilizia privata (abitazione che produce energia)
o edilizia pubblica (edilizia scolastica oppure sportiva a consumi zero)
o social housing, edilizia sociale ed universitaria (nuovi modelli di vita “in
85.000
comune” per giovani, anziani, studenti fuori sede, etc.)
o edilizia produttiva / industriale (Aree produttive, logistiche e commerciali
Ecologicamente Attrezzate)
- analisi e verifica dei risultati
(continua)
4 Presentazione dei risultati agli Enti ed ai soggetti interessati 2.000
Eventuale aggiornamento delle soluzioni proposte sulla base delle indicazioni
5 2.000
provenienti dagli Enti e dai soggetti interessati
132.000
Definizione di un Piano di Azione legato allo sviluppo di nuove competenze,
professioni ed imprese, tecnologie legate ai settori della “grEEn EconomY”
e del “clEAn tEch” nell’area alessandrina
- definizione delle linee di intervento
352
- adozione delle “LINEE GUIDA” elaborate da parte dei soggetti interessati
Elaborazione di Piano di - applicazione su larga scala delle soluzioni progettuali, tecnologiche e costruttive
azione per il “Risparmio sviluppate in sede di “PROGETTI PILOTA / CASE - STUDIES” da parte dei
5 1 20.000
energetico e la sostenibilità soggetti interessati
ambientale in edilizia” - analisi degli strumenti e dei canali di finanziamento già esistenti utili alla
realizzazione degli interventi finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica
delle costruzioni
A L E S S A N D R I A :
progEtto n. 15
titolo:
mobilità sostenibile
Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti
Sottotitolo:
Il progetto mira alla realizzazione di un sistema di mobilità sostenibile urbano attraverso
l’uso di tecnologie rinnovabili e il conseguente abbattimento delle emissioni inquinanti.
Soggetti proponenti:
ALTECH (Consorzio per le Innovazioni nell’Industria delle costruzioni).
descrizione del progetto:
Lo studio nasce dalla volontà di ridurre drasticamente il rumore e la produzione di polveri
sottili e di inquinanti durante le lavorazioni edili soprattutto svolte nei centri storici delle
città.
Il progetto mira alla realizzazione di un prototipo di mezzo di trasporto merci alimentari
avente materiali tecnologicamente innovativi che sfruttano l’energia rinnovabile solare
(fotovoltaico). Vengono accoppiati pannelli con funzioni differenti:
m compositi in fibra di vetro alveolare a canne d’organo (leggeri con una
elevata resistenza, flessibilità);
m pannelli fotovoltaici (leggeri, flessibili e ad alta efficienza).
Il risultato è un pannello che isola il tetto del mezzo (non viene surriscaldato) e funge da
supporto al pannello fotovoltaico, sfruttando le caratteristiche e le performance dei due
singoli pannelli.
Lo studio verrà utilizzato anche per l’applicazione sulle macchine operatrici edili che
lavorano nei centri storici.
obiettivi specifici:
Riduzione inquinamento, utilizzo fonti rinnovabili, ricerca, creazione filiera di mercato.
Attività:
Le attività si possono dividere in due: fase di monitoraggio e successiva realizzazione
prototipo.
La realizzazione delle campagne di monitoraggio servono per lo sviluppo e la realizzazione
di una banca dati fotovoltaica.
risultati:
1. Banca dati del solare fotovoltaico in movimento nelle tre latitudini italiane
(nord, centro, sud)
2. Realizzazione prototipo.
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Il progetto viene realizzato con finanziamenti pubblici a seguito di investimenti di partner
privati. Verrà erogato il 45% delle spese sostenute a seguito di consulenze, acquisto di
materiali.
353
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
costi:
Strumenti e attrezzature € 2.500
Ricerca contrattuale, competenze tecniche e brevetti Consulenze € 55.000
Altri costi di esercizio Materiali € 22.500
Obiettivi
studio di
fattibilità
Studio e scelta
materiali
innovativi
Applicazione e
fase di
monitoraggio
Realizzazione
prototipo
Riunioni e
relazioni
progettuali
354
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 16
titolo:
la pianificazione urbana sostenibile applicata alla
prevenzione delle malattie
pianificazione urbana
linea 1
e territoriale
Sottotitolo:
Come l’urbanistica sostenibile può intervenire al fine di prevenire e contrastare in ambito
di prevenzione delle principali malattie (oncologiche, pneumologiche, cardiovascolari).
Soggetti proponenti:
Ordine Architetti P.P.C. Alessandria , ARPA Alessandria
descrizione del progetto:
I dati del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute
(Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità, riportano che il 24% di tutte le malattie nel
mondo è dovuto all’esposizione a fattori ambientali.
Non solo.
L’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità mostra che in diversi modi
l’ambiente influenza significativamente più dell’80% delle malattie principali ; il dato è
ancora più impressionante se si considera che il rapporto pare contare esclusivamente
quei rischi ambientali effettivamente modificabili attraverso politiche di intervento
adeguate o tecnologie già disponibili e se si considera quindi che, anche a detta della stessa
O.M.S., gran parte di questi rischi potrebbe essere evitata attraverso interventi mirati1.
La maggior parte delle malattie legate a fattori di rischio ambientali sono quindi fra i
principali problemi di salute pubblica in generale, associati a livelli diversi di mortalità.
Tra le malattie che in assoluto presentano la mortalità più elevata legata a fattori di rischio
di natura ambientale modificabili troviamo: le malattie cardiovascolari, le infezioni dei
tratti respiratori inferiore, il cancro. Nel rapporto troviamo inoltre tra le principali malattie
cause di morte o disabilità, gli incidenti stradali dovuti a “pianificazione urbanistica
carente”2 .
L’ambiente –intendendo il luogo costruito dove viviamo e circoliamo- influisce, proprio
in base alle sue caratteristiche strutturali, direttamente o indirettamente, sulla salute.
Il costruito condiziona l’ambiente in cui viviamo ed influisce sulla salubrità dei luoghi non
solo a livello puntuale -attraverso la qualità dei materiali o degli impianti- ma, a monte e
soprattutto, a livello territoriale, a seguito delle macro scelte legate alla forma, alla densità
e altezza, alle interconnessioni e coesistenze che vedono la loro origine al livello di
pianificazione urbanistica.
Gli strumenti urbanistici scelgono, attivano e indirizzano i processi di densificazione, di
compatibilità delle funzioni, di specializzazione delle aree. Lo scopo generale del presente
progetto é quello di sensibilizzare nei confronti del profondo legame tra la qualità della vita
e l’ambiente costruito e delle influenze di quest’ultimo sul benessere biologico e psichico
e quindi, dati alla mano, sulla prevenzione delle patologie. L a salute, la qualità della vita e
l’ambiente costituiscono un intreccio ditemi di rilevanza sociale che deve concentrare su
di sé un interesse generale.
355
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Lo scopo puntuale è quello di proporre a tal fine la redazione di strumenti urbanistici che
abbiano la forza di far diventare la prevenzione delle malattie un dettame quanto meno
paritario se non addirittura preponderante, rispetto agli altri interessi che muovono e
indirizzano la pianificazione.
Finalità generali:
Riduzione dell’insorgenza delle patologie - in particolare cancerogene- indicate
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come fortemente influenzate dall’ambiente
urbano e quindi, a monte, anche dalle scelte progettuali in ambito urbanistico.
Per la prevenzione di malattie e decessi è necessario che attraverso l’urbanistica, quindi già
a monte di settori come quello dei trasporti, dell’energia, dell’agricoltura e l’industria, ma
anche dell’edilizia non solo residenziale, sia in contesti di espansione che di riuso, si agisca
in modo finalizzato alla prevenzione dei rischi per la salute ed in particolare per la
prevenzione di malattie oncologiche, cardiovascolari, pneumologiche.
Dati scientifici, studi e prove potranno vedere come possibili patners la Azienda Sanitaria
Locale, L’Azienda Ospedaliera Nazionale SS.Antonio, Biagio e Cesare Arrigo – Reparto
di Oncologia, LILT (Lega Italiana Lotta Tumori), Università del Piemonte Orientale A.
Avogrado (rif. dott. Trivero)
obiettivi specifici:
Redazione di strumenti per la progettazione territoriale ed urbana finalizzata alla gestione
dei diversi contesti (sia linee di espansione sia tessuti esistenti) in chiave di comfort e
salubrità ambientale arrivando a contribuire alle politiche di prevenzione dei rischi per la
salute, anche e soprattutto di natura oncologica. I dati informativi rilevati sul territorio
dall’ARPA costituiscono una base conoscitiva fondamentale. Ricerche potranno essere
effettuate anche con la collaborazione dell’ ASL.
Attività:
m Realizzazione di progetto pilota per linee guida finalizzate alla revisione del
PRGC in chiave sostenibile e di prevenzione dei rischi per la salute, con
sezioni specifiche relative alle microzone omogenee ed alle linee di espansione
e realizzate in riferimento alle specifiche caratteristiche climatiche e territoriali;
m Realizzazione di progetto pilota, collegato al precedente, per linee guida
generali propedeutiche alla redazione di strumenti urbanistici esecutivi, relativi
sia a riusi sia a nuove espansioni, in riferimento alle specifiche caratteristiche
climatiche e territoriali.
Ciascuna delle attività sarà organizzata attraverso le seguenti fasi:
a) indicazione delle modalità di individuazione delle unità di paesaggio con
particolare attenzione alla natura del terreno, ai flussi dei venti, all’esposizione
solare, alle destinazioni puntuali, al livello di sfruttamento del suolo, agli
schemi direttori del reticolo idrografico anche minore, alla collocazione dei siti
produttori/distributori di energia, ecc;
b) indicazione delle carte tematiche necessarie per l’individuazione e la tutela
dei cicli ecologici, climatici e del paesaggio oltre alla tutela e valorizzazione
dell’eredità storica, contenenti indicazioni finalizzate alla tutela della salute
pubblica3;
c) indicazione degli elementi prioritari alla base di una corretta pianificazione
in vista della prevenzione oncologica e delle malattie cardiovascolari e
pneumologiche4;
d) redazione di una carta specifica descrittiva delle priorità e modalità di
intervento in funzione del confort ambientale e della prevenzione delle
malattie di natura oncologica, cardiovascolare e pneumologica.
356
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
risultati:
Di medio/lungo termine; i risvolti positivi legati al miglioramento del comfort ambientale
finalizzato alla prevenzione delle malattie ed al benessere psicologico si riverberano sul
piano economico e sociale (miglioramento dell’ambiente/captazione interesse e capitali,
riduzione delle spese pubblico sanitarie).
risorse, strumenti e forme di finanziamento
Comune di Alessandria, Provincia di Alessandria, Regione Piemonte, Comunità Europea,
enti Ministero della sanità, ASL, Azienda Ospedaliera Alessandrina, Fondazioni
costi:
- analisi e studi di approfondimento
25.000,00/30.000,00 euro
- redazione delle linee guida
20.000,00/25.000,00 euro
- coordinamento e organizzazione:
10.000,00/15.000,00 euro
- Supporto, consulenza e comunicazione durante la redazione della revisione del Prgc:
10.000,00/15.000,00 euro
totale: 65.000,00/85.000,00
Fattibilità:
Alta
cronoprogramma di lavoro:
ANALISI E STUDI DI
APPROFONDIMENTO
COORDINAMENTO ED
ORGANIZZAZIONE
357
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
2
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inoltre valutato l’impatto di fattori ambientali noti su specifiche
malattie, unendo i migliori dati attualmente disponibili in riguardo a 85 categorie di malattie e incidenti,
da cui partire per sviluppare politiche di prevenzione nel campo salute e ambiente.
Nello studio sono riportate le malattie maggiormente influenzate dai fattori di rischio ambientale, in termini
di decessi, morbilità e disabilità, o Disability Adjusted Life Years (Daly, unità di misura che indica la somma
degli anni di vita persi a causa di una morte prematura e degli anni di produttività persi a causa di una
disabilità).
La maggior parte delle malattie legate a fattori di rischio ambientali sono fra i principali problemi di salute
pubblica in generale, per quanto associati a livelli diversi di mortalità. Tra le malattie che in assoluto
presentano la mortalità più elevata legata a fattori di rischio modificabili di natura ambientale troviamo:
* 2,6 milioni di morti ogni anno per malattie cardiovascolari
* 1,5 milioni di morti ogni anno per infezioni del tratto respiratorio inferiore
* 1,4 milioni di morti ogni anno per cancro
2
Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (Cnesps) dell’Istituto
Superiore di Sanità
3
A titolo esemplificativo: carta dell’inquinamento atmosferico, climi di zona, siti a rischio, studi
epidemiologici che individuino i fattori di connessione con le caratteristiche ambientali ed urbane, ecc.
4
A titolo esemplificativo: specificità legate al clima continentale, caldo umido in estate e freddo umido in
inverno (ventilazione negli spazi urbani ed attorno agli edifici), rischi di allagamento e/o ristagni d’acqua,
deflusso rapido delle acque piovane di superficie e loro recupero, protezione dalla pioggia per i pedoni nelle
vie chiuse al traffico, soprattutto se commerciali, protezione dall’irraggiamento solare nelle vie pedonali e
nelle aree per sosta all’aperto, realizzazione di corridoi verdi, rapporto tra densità urbana e altezza degli
edifici tenuto conto delle direzioni prevalenti dei venti, orientamento delle maglie stradali, in funzione del
soleggiamento e delle direzioni prevalenti dei venti, ecc.
358
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 17
titolo:
Elaborazione di un manuale
per la buona pratica paesaggistica
Energia, risparmio di
linea 2
materia e gestione dei rifiuti
Sottotitolo:
Il progetto si pone come obbiettivo principale la redazione di un “MANUALE PER LA
BUONA PRATICA PAESAGGISTICA”, intesa come l’insieme di tipologie costruttive,
l’uso di vegetazione autoctona e naturalizzata, la regimazione delle acque meteoriche, e di
quelle soluzioni tecnico-progettuali che contribuiscono a migliorare la qualità del paesaggio
antropico (agricolo ed urbano), con lo scopo di divenire uno strumento di ausilio alle
valutazioni progettuali da parte di Enti ed Organi preposti e veicolo di conoscenza ed
informazione a favore dei cittadini a riguardo del tema delle criticità paesaggistiche nel
costruito. Si tratta pertanto di uno strumento indicativo e consultivo per i tecnici
dipendenti di enti e liberi professionisti.
Soggetti proponenti:
Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Alessandria, Politecnico di
Torino, Osservatorio del Paesaggio Alessandrino e Ordine degli Architetti, Pianificatori
Territoriali, Paesaggisti, Conservatori della provincia di Alessandria.
descrizione del progetto:
Premesso che in questa sede per “Paesaggio” si intende la definizione introdotta dalla
Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze 20 Ottobre 2000), ossia “Il paesaggio
designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui
carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”, e in
considerazione del fatto che il territorio comunale di Alessandria risulta essere formato per
lo più da differenti tipologie paesaggistiche aventi limitati esempi e/o scarsi elementi di
particolare e rilevante pregio, il presente progetto intende sviluppare un insieme di attività
tese ad analizzare gli elementi critici delle suddette tipologie paesaggistiche, al fine di
avviare un percorso culturale e tecnico per l’individuazione di soluzioni-tipo generali utili
a elevare il livello medio della qualità del paesaggio del territorio del comune di Alessandria.
Al fine della realizzazione del presente studio si propone di analizzare e valutare il
paesaggio secondo indici e metodologie utilizzate dalla Regione Piemonte come l’indice
di qualità paesaggistica (IQL).
Finalità generali:
L’iniziativa ha lo scopo di ipotizzare e verificare la possibilità di elaborare, condividere ed
applicare un “Catalogo delle Buone Pratiche” legato al Paesaggio, che possa essere utile
come strumento culturale e finalizzato a contribuire all’elaborazione di una pedagogia
fondata sull’esempio, alla quale possano prendere parte gli Enti locali, tecnici e
professionisti, ed i vari organismi (es. Commissioni locali del paesaggio, etc.) che
rappresentano una varietà di prospettive interpretative del paesaggio.
Tale MANUALE intende porsi come strumento di consiglio, e non come rigida
imposizione di una tecnica di intervento o di una soluzione progettuale, privilegiando
359
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
360
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Fattibilità:
I principali ostacoli alla realizzazione di questa iniziativa derivano dalla possibilità del
formarsi di una reale volontà (da parte dei vari singoli soggetti potenzialmente interessati)
ad affrontare le suddette problematiche in maniera comune ed organica e collaborando al
raggiungimento di risultati utili ad una pluralità di soggetti senza premettere i vari interessi
particolari.
Il secondo ostacolo risiede nella messa a disposizione delle risorse finanziarie utili allo
sviluppo dello studio.
cronoprogramma di lavoro:
La realizzazione delle varie fasi progettuali potrebbe compiersi in 12 mesi di lavori.
362
ASSE III - Sviluppo di conoscenza
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
364
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Didattica universitaria
Il primo tavolo di lavoro ha discusso dei problemi di didattica universitaria, con un
approccio molto ampio che ha considerato le tematiche sia di didattica di base, sia di
didattica avanzata ed alta formazione.
Un esempio del secondo tipo di tematica è il progetto di “Master 1° Livello in
BIOENERGIA E RIDUZIONE DI CO2”, concepito per dare agli studenti un livello di
conoscenza il più ampio possibile nel settore delle bioenergie. Il progetto è un esempio
di ampia valutazione e di una azione di concertazione, che ha portato ad essere soggetti
proponenti quattro soggetti, e precisamente: Politecnico di Torino, Università del
Piemonte Orientale, ARPA Alessandria, Imperial College di Londra, Università de Belo
Horizonte. Scopo del Master è la specializzazione di giovani laureati in campi inerenti alla
bioenergia e alle problematiche ambientali connesse, valorizzata dallo scambio scientifico
e culturale tra sedi universitarie anche internazionali.
Una logica analoga è quella della scheda progetto, presentata congiuntamente da
Politecnico di Torino, ARPA Alessandria, Università del Piemonte Orientale, dal titolo
“Master di 1° Livello in Sostenibilità Ambientale e Clean Technology”, a dimostrazione
dell’ampia condivisione territoriale trovata su temi di interesse trasversale e fortemente
innovativi. L’attenzione crescente e le azioni condotte dalle aziende sparse in tutto il
mondo sottolineano le notevoli opportunità offerte dal settore della tecnologia
ecosostenibile. In questo scenario, ll Master è una delle iniziative realizzabili nell’ambito
del progetto di scuola di Alta Formazione che Politecnico e Università del Piemonte
Orientale hanno presentato sul tavolo della didattica e si pone come obbiettivo principale
la creazione, in collaborazione con le associazioni industriali, di un percorso formativo
rivolto a imprenditori e ai manager di aziende pubbliche e private sulle tematiche della
sostenibilità e delle CleanTechnology.
Di iniziativa delle Facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza è invece l’idea “Il campus
delle Scienze Umane e Sociali”, cabina di regia che dovrebbe proporre anche lo scambio
di progetti ed esperienze ai fini della creazione di forme di interazione didattica e di
collegamento sistematico tra scuola superiore università e imprese, tema ampiamente
dibattuto al tavolo della didattica. Il campus ha lo scopo di creare un centro didattico
integrato che organizzi la formazione universitaria in campo economico, giuridico e sociale
365
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
legati allo sviluppo locale sviluppo locale, alla pianificazione strategica, al marketing urbano
e territoriale. Il progetto intende essere un momento di incontro non solo tra ricercatori
e studiosi, poiché le sessioni vogliono essere aperte a professionisti, studenti, politici e
amministratori, imprenditori, operatori del terzo settore e a tutti quegli attori che, a vario
titolo, sono coinvolti nelle politiche di sviluppo locale.
L’Università ha pensato di dare il proprio contributo anche al sistema turistico locale; la
proposta che segue è rivolta a varare un sistema di formazione rivolto sia a formare nuovi
operatori del settore turistico, sia a far crescere imprenditori già esistenti, con l’obiettivo
di diffondere un linguaggio e un approccio comune capace di fare sistema e generare
strategie individuali e territoriali vincenti. Si veda la scheda progetto dal titolo “Sistema di
Formazione Permanente per il settore turismo”, di iniziativa dell’Università Amedeo
Avogadro. Scopo del progetto è la creazione di un sistema integrato tra Università, Enti
Locali e operatori del settore turismo per la formazione permanente.
Da secoli Alessandria è uno snodo cruciale dei transiti commerciali e religiosi che collegano
l’Italia ai mari del Nord e l’Europa. La città, crocevia nevralgico delle comunicazioni
italiane, ha da sempre maturato la vocazione di interlocutore privilegiato tra la realtà italiana
e quella europea, con particolare riferimento con il primo vicino, la Francia. La Facoltà di
Scienze Politiche e il Dipartimento di Politiche Pubbliche e Scelte Collettive, POLIS hanno
raccolto tale eredità, proponendo una scheda progetto per una struttura di promozione
degli scambi culturali e scientifici tra Italia e Francia, dal titolo “Centro Italo-Francese per
la cultura economica e l’innovazione istituzionale”.
Operare nel trasporto pubblico locale comporta oggi molte sfide ma anche molte
opportunità. La modernizzazione dei servizi collettivi è infatti cruciale per creare un
contesto favorevole allo sviluppo economico e migliorare l’ambiente e la qualità della vita.
Per operare con un bagaglio di competenze approfondite in questo settore, di iniziativa
della Facoltà di Scienze Politiche, Dipartimento POLIS è stata prodotta la scheda progetto
dal titolo “Master Universitario di I livello in Economia, Diritto e Organizzazione del
Trasporto Pubblico Locale – METROPOLIS”. Il Master si propone di fornire
competenze in campo economico, giuridico e organizzativo, del campo del trasporto
pubblico locale.
Come si è visto, particolare rilevanza per la pianificazione strategica del territorio sono i
temi dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile e della sanità. In questo contesto nasce il
progetto, di iniziativa della Facoltà di Scienze Politiche, Dipartimento POLIS, dal titolo
“Master Universitario di I livello in Economia dell’Ambiente e della Sanità - MEAS. Il
Master si propone di fornire una conoscenza approfondita dei problemi, dei modelli di
analisi, delle alternative di politiche pubbliche e degli strumenti di gestione nei settori
dell’ambiente e della sanità. Il Master, di durata annuale, si rivolgerà principalmente a
laureati in economia, scienze politiche, giurisprudenza, ingegneria e facoltà tecnico-
scientifiche.
Per iniziativa dei proponenti Cattedra “Jean Monnet” dell’Università del Piemonte
Orientale, “Laboratorio di Storia, Politica, Istituzioni” (LaSPI), Facoltà di Scienze Politiche,
Dipartimento POLIS, è stato inserito tra i progetti della Didattica il progetto “Centro
europeo “Jean Monnet” di eccellenza per la formazione e la ricerca”. Il Centro ha lo scopo
di creare un polo europeo d’eccellenza per la formazione e la ricerca operativo sul territorio
e con diramazioni regionali ed europee. A tale scopo sarà anche richiesto il riconoscimento
e il cofinanziamento agli organi competenti dell’Unione Europea, una volta che il progetto
sia stato approvato e finanziato nell’ambito del piano strategico di Alessandria.
Come si è visto con riferimento all’Asse I, il sistema imprenditoriale locale considera
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
ricerca universitaria
Il tavolo della ricerca universitaria merita un commento a sé, sia per la tipologia ristretta
di soggetti membri effettivi - Università del Piemonte Orientale e Politecnico di Torino -
sia per le scelte adottate. Quanto al primo aspetto, è naturale che il novero dei soggetti
interessati sia ristretto ai due soli Atenei presenti sul territorio, mentre le scelte del tavolo
spiegano il numero ridotto di schede progetto. Si è deciso infatti, da parte dei due Atenei,
di non presentare al tavolo progetti singoli di ricerca, in quanto si è ritenuto utile mettersi
a disposizione del territorio. Si guardi infatti il novero delle schede progetto presentate su
molti altri tavoli, per osservare come sia sull’asse economico, sia su quello urbano e sociale
sono molteplici ed articolate le schede progetto presentate da Politecnico ed Università.
Talvolta gli Atenei sono partner di altri progetti, talaltra sono i primi proponenti di progetti
in tema di organizzazione del territorio, mobilità e trasporti, commercio, sviluppo
sostenibile, energie, analisi di problemi sociali, osservatori di varia natura. Di qui, la
presenza di numerose schede progetto che vede il ruolo degli Atenei sul piano strategico
articolato per competenze di ricerca su progetti specifici, da concordare con gli altri attori
locali. Per questo la scelta appare non solo logica, ma anche doverosa, nel rispetto di un
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
ruolo del sistema universitario non auto referenziante ma piuttosto a servizio del territorio.
Per tale ragione, non avrebbe avuto senso depositare schede di ricerca sul tavolo della
ricerca, al quale invitare tutti i portatori di interesse locale, ma si è invece preferito lavorare
per Dipartimenti e competenze sui diversi tavoli, in funzione dei temi specifici e delle
necessità del territorio. Il risultato è documentato dalle numerose iniziative che, nei vari
settori scientifici disciplinari, vedono il sistema universitario locale come un motore
importante ed irrinunciabile della pianificazione strategica. Vediamo allora sul tavolo della
ricerca due sole schede, ma di importanza veramente strategica, perché definiscono non
i singoli progetti, ma le logiche, la filosofia, la scelta di lungo termine per fare ricerca sul
territorio. Definiscono, detto diversamente, non i singoli contenuti, ma il contenitore.
La prima scheda progetto, dal titolo “Centro per la Raccolta e l’Elaborazione del
Patrimonio Informativo Locale”, che ha come detto una natura di progetto quadro per la
ricerca, è proposta di iniziativa del Dipartimento di Ricerca Sociale, U.P.O. Si intende, con
questo progetto quadro per la ricerca universitaria, proporre la promozione di un modello
di governance integrata locale che faccia della raccolta, della sistematizzazione e della
diffusione della conoscenza il presupposto fondante dei processi decisionali riguardanti la
vita della comunità. Si osservi che tale progetto è idealmente collegato ad altro progetto
che in passato ha visto come committente la Fondazione della Cassa di Risparmio di
Alessandria, dal titolo “Rete delle Conoscenze”, che aveva finalità non dissimili. Il progetto
proposto sul Piano Strategico si pone come obiettivo la creazione di un centro integrato
per raccogliere, organizzare e rendere disponibile il patrimonio di informazioni prodotte
dagli Enti Locali e dalle altre Organizzazioni Territoriali a rilevanza pubblica nel corso
della loro normale attività di erogazione di servizi e/o di produzione di beni.
La seconda scheda progetto, dal titolo “Cittadella della conoscenza”, vede tra i proponenti
congiuntamente i due Atenei presenti sul territorio in tema di Ricerca, Università Piemonte
Orientale e Politecnico di Torino. Anche questo progetto è una rivisitazione di un progetto
dal titolo omonimo, commissionato dal Comune di Alessandria, ed è idealmente collegato
ad un precedente progetto depositato sui PTI (Piani Territoriali Integrati) della Provincia
di Alessandria, dal titolo Cittadella della Scienza e Tecnologia. Intanto, si osservi che il
cambiamento del nome del progetto no è fatto meramente lessicale, ma intende
riconoscere il ruolo di una conoscenza più ampia come fattore di sviluppo, non circoscritta
a quella meramente tecnica o tecnologica. Infatti il progetto si pone come obiettivo la
creazione di un centro ricerca tecnologica e scientifica, a carattere fortemente
multidisciplinare e interdisciplinare, che sia al servizio delle esigenze di crescita delle
imprese e di sviluppo del territorio.
Il progetto ipotizza che la Ricerca sia un fattore di sviluppo del territorio a condizione che
si immagini una società mista pubblica e privata (o altro strumento giuridico, quale ad
esempio una fondazione), a maggioranza pubblica, in grado di orientare ed individuare i
bisogni di analisi, rivolgendosi ai Dipartimenti Universitari che della stessa società (o altro
soggetto), fortemente orientata al libero mercato, divengono fornitori di servizi. Sul punto
tuttavia non si è ritenuto di fornire nella scheda progetto una soluzione, lasciando appena
alcune indicazioni preliminari e ritenendo corretto delineare solo le linee generali, e
rimandando l’approfondimento della questione, anche sotto il profilo giuridico, ad una
successiva valutazione politica ed operativa tra la parti interessate.
Si osservi che entrambi i progetti sono considerati due veri e propri modelli strategici di
sviluppo del territorio, il primo finalizzato alla messa in rete delle conoscenze per
assunzione di processi decisionali consapevoli, il secondo finalizzato ad un approccio
pragmatico della ricerca orientata ai bisogni del territorio.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
la cultura
La cultura non può prescindere dalla organizzazione, gestione e divulgazione della
conoscenza scritta. In tal senso, il tavolo ha deciso che sia opportuno investire nella linea
strategica delle azioni di coordinamento e monitoraggio. In tale ambito, l’Archivio di Stato
di Alessandria ha presentato il progetto dal titolo “Polo archivistico per la città di
Alessandria”, progetto che dichiaratamente prevede il coinvolgimento
dell’Amministrazione Comunale, dell’Amministrazione Provinciale, degli Uffici Statali
operanti sul territorio della provincia ed eventualmente dell’ASL, dell’Azienda Ospedaliera
SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, degli Ordini Professionali.
Si definisce Polo Archivistico qualunque struttura partecipata in cui le funzioni di
conservazione, gestione, valorizzazione, comunicazione della memoria storica sono svolte
tramite la cooperazione interistituzionale, a carattere territoriale e / o tematico. Si tratta,
come si evince dalla lettura della scheda progetto, di una struttura formata da un insieme
di soggetti, pubblici ed eventualmente privati, coinvolti a diversi livelli, che collaborano per
gestire i propri archivi di deposito e storici (e le attività connesse) e per fornire spazi e
servizi anche ad altri soggetti interessati; di qui l’opportunità prevista dalla pianificazione
strategica di un ampio coinvolgimento di attori locali. L’Archivio di Stato di Alessandria
ha proposto pertanto nell’ambito del Piano Strategico la realizzazione di un Polo
Archivistico organizzato, partecipato e gestito dai soggetti summenzionati. Tale struttura,
da localizzare in un edificio demaniale situato in città, in area adeguatamente servita,
fornirà spazi, attività e servizi condivisi e cogestiti ai soggetti pubblici e privati partecipanti.
Se da un lato si è inteso valorizzare la conservazione, gestione e trasmissione delle
conoscenze scritte, dall’altro si è inteso puntare sulla musica come elemento di
valorizzazione di un territorio in chiave culturale. è il senso del progetto dal titolo
“Compagine Sinfonico – Corale per Alessandria”, su proposta del Conservatorio “A.
Vivaldi” di Alessandria (Istituzione di Alta Cultura Musicale Afam-MIUR). Il progetto, che
prevede il coinvolgimento del Teatro Regionale Alessandrino, si pone come obiettivo la
creazione di compagini sinfonico-corali e cameristiche, per incrementare ideazioni di alta
valenza artistica musicale e teatral-musicale, in prioritaria integrazione con i palinsesti delle
programmazioni istituzionali Alessandrine, che competono a specifiche Realtà del settore
e possono arricchire strutture teatrali minori. Il piano è certamente innovativo, in quanto
mira a creare, da un lato, una connessione stretta tra l’alta formazione specialistica (AFAM-
MIUR) e le prospettive occupazionali nel tessuto Pubblico della Cultura e dello Spettacolo
in campo musicale, e, dall’altro, una articolata struttura operativa professionale, fino ad ora
assente ad Alessandria; supporto imprescindibile per dare inizio ad una strategia culturale
e programmatica di un’offerta musicale istituzionale autonoma.
Per la sua rilevanza culturale, ed anche per la dimensione economica del progetto, non può
sfuggire al lettore il progetto del “Museo Civico di Alessandria”, proposto dalla
Amministrazione Comunale di Alessandria. Diverse sono le ragioni sostenute in sede di
dibattito, a partire ovviamente dal miglioramento qualitativo dell’offerta turistico-culturale
della Città e dalla crescita culturale della comunità alessandrina. Dal lato economico, a
fronte di un significativo investimento, si richiamano tuttavia i positivi risultati attesi in
termini di indotto, intendendo l’investimento nel settore culturale come potenziale volano
di sviluppo, in quanto contribuirebbe al recupero e alla valorizzazione di un’area degradata
della Città e alla creazione di valore aggiunto in termini di indotto economico per le attività
commerciali del centro. Il nuovo Museo civico avrà come finalità la fruizione pubblica
dei beni ovvero la valorizzazione e la conoscenza del patrimonio storico artistico e
archeologico del territorio alessandrino.
Il patrimonio culturale di una città non può prescindere da un sistema bibliotecario
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
efficiente e coordinato. è questo l’assunto alla base del progetto, di iniziativa della
Amministrazione Comunale di Alessandria, dal titolo “Costituzione del Sistema
Bibliotecario Alessandrino”. Lo scopo primario, come si legge dalla scheda progetto, è
il miglioramento dei servizi bibliotecari offerti alle comunità attraverso scambi reciproci
di informazioni, idee, servizi e competenze. La cooperazione consentirà, attraverso
l’integrazione delle risorse disponibili, di raggiungere risultati di maggiore efficienza ed
efficacia. Si ritiene che la costituzione di una rete di biblioteche di pubblica lettura
favorisce il coordinamento e la condivisione delle risorse culturali, tecniche, finanziarie ed
umane e consente la valorizzazione del patrimonio culturale collettivo. Il progetto si pone
quindi come obiettivo l’organizzazione di una rete di coordinamento delle biblioteche
cittadine e delle biblioteche dei comuni appartenenti al distretto bibliotecario alessandrino
per il potenziamento dei servizi al pubblico.
La connessione tra cultura e turismo ha pervaso i dibattiti del Tavolo, come si evince dalla
lettura della scheda progetto dal titolo “Osservatorio Culturale e Turistico
dell’alessandrino”, proposta dal Centro per l’Economia e la Ricerca Applicata (C.e.rc.a) del
Dipartimento di Politiche Pubbliche e Scelte Collettive POLIS. Il progetto, di carattere
pluriennale, consiste nel produrre e mettere a disposizione dati e conoscenze necessarie
allo sviluppo del consumo culturale e turistico, mettendo a sistema i numerosi dati raccolti
dalle diverse organizzazioni operanti sul territorio. La presenza di informazioni già
rinvenibili presso diversi operatori pubblici e privati non inficia infatti la validità di un
progetto di coordinamento delle operazioni di raccolta dati sulle attività culturali e relativi
flussi di fruitori (locali e non) ed elaborazione degli stessi al fine di progettare interventi
pubblici e privati.
L’obiettivo dell’Osservatorio è quello di consegnare alle istituzioni e agli operatori del
settore un quadro sistematico ed aggiornato delle principali variabili del settore culturale.
In tal senso, obiettivo conseguente è anche quello di costituire un sistema di misurazione
della validità degli interventi nel settore della cultura e dei beni culturali, in quanto anche
i flussi di fruitori dei servizi culturali del territorio saranno oggetto di sistematica
rilevazione da parte dell’Osservatorio. Vale solo la pena di sottolineare ancora una volta
come la presenza su diversi tavoli della soluzione di Osservatori, temporanei o permanenti,
non possa che imporre in una successiva fase al decisore politico di mettere a sistema le
varie progettualità, concentrando in una soluzione unica ed integrata le diverse linee di
azione ed intervento, al fine di creare sinergie e soprattutto evitare duplicazione di costi e
dispersione di risorse umane e finanziarie.
Da ultimo, occorre ricordare che sul Tavolo della cultura è stato avviato il dibattito sul tema
della Cittadella di Alessandria, riconoscendo che tale questione possa divenire il prodotto
“faro” della città. L’approccio culturale del Tavolo ha definito tale bene come un
contenitore necessariamente “aperto”, considerandolo come un quartiere di cui la città
deve tornare ad appropriarsi, e non come un luogo chiuso ed ermetico; per tale ragione
la progettualità è stata spostata sul Tavolo della organizzazione del territorio, come visto
in precedenza, creando un apposito gruppo di lavoro multidisciplinare, di cui la
competenza culturale è stata solo una delle molteplici componenti.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
tAvolo 1
DIDAttIcA
prEmESSA gEnErAlE
Il tavolo “Didattica” si è riunito 6 volte dal dicembre 2009 al maggio 2010, presentando
e discutendo i principali punti di forza e debolezza, minacce ed opportunità, che si
pongono sul piano dell’alta formazione e didattica sul territorio alessandrino. Infine ha
elaborato il cosiddetto “albero dei problemi”, che riassume le grandi problematiche
rispetto alle quali si sono considerate le sfide che la città deve affrontare, cioè i nodi
essenziali che di seguito si va a elencare.
L’analisi condotta nel tavolo di lavoro ha in primo luogo evidenziato le seguenti criticità
relative alla didattica:
- incompletezza dell’insediamento universitario in termini di strutture e servizi;
- incertezza sull’offerta formativa a causa delle future decisioni ministeriali;
- necessità di sviluppare l’integrazione tra domanda e offerta formativa;
Le criticità della - necessità di consolidare l’immagine pubblica del polo universitario.
Il tavolo ha richiamato in particolare l’attenzione sulle conseguenze prevedibili del
didattica processo di riforma universitaria in corso, in base al quale ci si aspetta che:
- si ridurrà il flusso di risorse statali e le università dovranno quindi fare
maggiore appello a risorse esterne e delle comunità locali. Tutto ciò si collega
anche a previsti mutamenti delle forme organizzative della governance
universitaria, in cui avranno maggiore peso gli stake-holders esterni;
- l’offerta didattica dovrà restringere la varietà delle opzioni proposte e
rispondere a criteri che valorizzano la produzione interna della didattica e il
rispetto di rapporti predefiniti tra input e output;
- l’offerta didattica verrà ricondotta più direttamente alle scelte dei
Analisi di scenario responsabili della ricerca (dipartimenti) con un conseguente depotenziamento
delle facoltà, ovvero dei soggetti che tradizionalmente hanno fatto attività di
organizzazione della didattica. Ne consegue la necessità di potenziare le
strutture organizzative integrate, anche con la partecipazione degli
stakeholders locali.
Tale scenario rischia di compromettere il consolidamento dell’esperienza dell’Università
“Amedeo Avogadro” in Alessandria, che ha conseguito alcuni risultati di grande rilievo nel
campo della didattica e della ricerca a beneficio del territorio, in particolare con riferimento
a:
- l’innalzamento della qualità del capitale umano a favore di ceti
recedentemente non in grado di accedere all’università, con i conseguenti
effetti di efficienza e di equità;
- il riconoscimento della qualità didattica nelle graduatorie nazionali;
- l’attivazione economica connessa all’insediamento universitario stesso.
In base a tale scenario si è compiuta un’analisi dei bisogni che si pongono a livello della
didattica universitaria. Anche in assenza di riforme, la situazione della didattica delle
Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche propone una serie di problemi di sviluppo,
connessi allo sfruttamento delle potenzialità di attrazione di domanda formativa esterna
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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Asse III - Sviluppo di conoscenza
tavolo 1 Didattica
AnAlISI S.W.o.t.
Ottimo posizionamento di tutte le facoltà presenti sul territorio nelle classifiche della - l’ateneo ha sedi in tre città diverse, il rettorato è a Vercelli; c’è una scarsa visione unitaria
(anche perché le tre province sono diverse come storia e caratteristiche);
didattica nazionale
- rapporti limitati tra le facoltà (UNIPMN) e gli organismi e gli enti locali, seppure in fase di
sviluppo;
- scarsa conoscenza delle agevolazioni per sport e tempo libero messe a disposizione dal
Comune per gli studenti;
- scarsa promozione delle attività culturali universitarie presso i cittadini;
- scarsa promozione in università delle attività culturali cittadine;
- in sede locale il buon posizionamento dell'università nel panorama nazionale è poco
percepito a fronte della persistente fama delle sedi universitarie storiche;
- gli studenti provenienti da famiglie con titoli di studio più elevati e quelli con votazioni più
alte alle superiori privilegiano sedi ritenute più prestigiose o altre facoltà;
- assenza di un collegio universitario (inteso qui anche come luogo di vita culturale e
aggregazione);
- ridotta offerta formativa post laurea.
Fragilità dell’ambiente universitario e del rapporto tra università e città:
- il corpo docente risiede prevalentemente fuori dal territorio ed deve ancora consolidare la
conoscenza e l’interazione con lo stesso;
- l’ateneo ha sedi in tre città diverse, il rettorato è a Vercelli; c’è una scarsa visione unitaria
(anche perché le tre province sono diverse come storia e caratteristiche);
- rapporti limitati tra le facoltà (UNIPMN) e gli organismi e gli enti locali, seppure in fase di
sviluppo;
- scarsa conoscenza delle agevolazioni per sport e tempo libero messe a disposizione dal
Comune per gli studenti;
Università a misura di studente; i numeri ridotti creano la possibilità di uno stretto rapporto
tra docenti e studenti (ma anche tra studenti e segreterie) - scarsa promozione delle attività culturali universitarie presso i cittadini;
- scarsa promozione in università delle attività culturali cittadine;
- in sede locale il buon posizionamento dell'università nel panorama nazionale è poco
percepito a fronte della persistente fama delle sedi universitarie storiche;
- gli studenti provenienti da famiglie con titoli di studio più elevati e quelli con votazioni più
alte alle superiori privilegiano sedi ritenute più prestigiose o altre facoltà;
- assenza di un collegio universitario (inteso qui anche come luogo di vita culturale e
aggregazione);
- ridotta offerta formativa post laurea.
Presenza equilibrata di facoltà diverse (scientifiche ed umanistiche) Scarsa capacità di attrarre studenti stranieri, in particolare quelli del programma Erasmus
Le facoltà locali hanno consentito l’accesso alla formazione universitaria anche a studenti
provenienti da famiglie con genitori non laureati
Asse III - Sviluppo di conoscenza
tavolo 1 Didattica
AnAlISI S.W.o.t.
opportunItà mInAccE
Sviluppo di misure
La creazione sinergiespecifiche
di un Campus quali
di formazione
su temi Accademico innovazione,
a supporto
ricerca, avrebbe internazionalizzazione
della
ricadute cultura
positive da imprenditoriale
un punto di vista Presenzadidiinsediamenti
Perdita grandi imprese
produttivi
aventi per
i propri
delocalizzazione
centri decisionali in altre città
culturale, sociale, oltre che economico ed urbanistico. Gli studenti avrebbero migliori servizi Tagli di budget da parte del Ministero, particolarmente pericolosi per le piccole università
e maggior stimoli
Capacità di sviluppare progetti formativi innovativi (corsi di laurea o master o corsi di alta
Nuovi requisiti minimali per i corsi di laurea
formazione) utilizzando e integrando le competenze e le idee presenti
Possibilità di specializzazione nella formazione post-laurea Difficoltà a portare nella didattica alcuni temi di ricerca innovativi
Possibilità di sviluppare progetti interdisciplinari con ricadute ampie sul territorio in settori
quali:
- logistica,
- organizzazione, gestione e amministrazione (di enti privati o pubblici),
- economico aziendalistica,
- ambiente, Rischio di progetti specifici non realmente integrati con il territorio
- materie plastiche,
- settore alimentare e vitivinicolo,
- metalli preziosi,
- sanità,
- energie rinnovabili e risparmio energetico
Possibilità di una migliore integrazione e dialogo con le imprese, il settore pubblico e gli
attori socio culturali (la ridotta cultura universitaria della città lascia, in altre parole, spazio a
molte opportunità: l’università può favorire lo sviluppo di conoscenza, adattandosi e
stimolando l’economia e la società locale)
Migliorare la gestione della comunicazione e dei rapporti tra Ateneo ed enti locali
pIAno StrAtEgIco DI AlESSAnDrIA
Asse III Sviluppo di conoscenza - tavolo 1 Didattica
AlbEro DEI problEmI (cAuSE)
Incompletezza dell’insediamento universitario in termini di strutture e servizi
linea 1 linea 3
linea 2
Sistema universitario carente di infrastrutture problemi di integrazione tra domanda e offerta non pieno sfruttamento delle nuove tendenze
formativa
Insufficiente limitata
vision storica di radicamento conoscenza e
limitato dialogo
decentramento universitario nel riconoscimento
cultura tra università e
del polo torinese tessuto e nella del valore del
provinciale sistema socio-
cultura locale sistema
produttivo riforma universitaria in atto
universitario
locale
ottica nazionale
non riconoscimento dello standing del
che non Diversa priorità
marchio locale riduzione delle
privilegia le nell’allocazione
risorse
università in delle risorse
start up
classe dirigente in
comunicazione e
prevalenza non
cooperazione limitate
formata nel sistema
tra i diversi attori
locale fAttorI ESogEnI
pIAno StrAtEgIco DI AlESSAnDrIA
Asse III Sviluppo di conoscenza - tavolo 1 Didattica
AlbEro DEI problEmI (EffEttI)
non pieno
soddisfacimento della
domanda potenziale ed
effettiva in termini
quantitativi e qualitativi
lInEE StrAtEgIchE
Innovazione ed
linea 3 internazionalizzazione del sistema
universitario locale
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 1
titolo:
master 1° livello in bioenergia e riduzione di co2
Sottotitolo:
Il Master è una delle iniziative realizzabili nell’ambito del progetto di scuola di Alta
Formazione che Politecnico e Università del Piemonte Orientale hanno presentato sul
tavolo della didattica. Il Master focalizza la sua attenzione sulle problematiche legate ai
biocombustibili ed alla qualità dell’aria, senza comunque tralasciare la principale
legislazione in materia di bioenergia ed ambiente. Scopo del Master è la specializzazione
di giovani laureati in campi inerenti alla bioenergia e alle problematiche ambientali
connesse, valorizzata dallo scambio scientifico e culturale tra sedi universitarie anche
internazionali.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale, ARPA Alessandria, Imperial
College di Londra, Università de Belo Horizonte
Descrizione del progetto:
Il Master è concepito per dare agli studenti un livello di conoscenza il più ampio possibile
nel settore delle bioenergie. Il corso prevede l’approfondimento delle connessioni tra
aspetti ambientali (sostenibilità, impatto) legati alla produzione di energia, nonché l’analisi
economica riferita alla bioenergia. Una parte del Master si focalizza anche sugli aspetti
legislativi. La conoscenza della legislazione nel settore ambientale e della bioenergia gioca
infatti un ruolo primario nella gestione di progetti a livello sia nazionale sia
europeo/internazionale e le competenze maturate risultano appropriate per le Pubbliche
Amministrazioni quali i Dipartimenti per le politiche energetiche, Agenzie Energetiche
Nazionali o Europee/Internazionali.
Il percorso formativo si articola in moduli, esercitazioni, studio individuale, stage, prove
intermedie ed una prova finale. Ciascun modulo è affidato a professionisti altamente
qualificati nel proprio settore di competenza.
Lo sfruttamento della biomassa a fini energetici rappresenta una tipica attività di filiera ad
elevata interdisciplinarità. Tale formazione interdisciplinare è garantita dal coinvolgimento
di realtà universitarie e lavorative distinte, ma unite nello sforzo di garantire il più ampio
spettro formativo necessario.
Molteplici sono i settori scientifico-disciplinari coinvolti nella didattica, quali l’ingegneria
industriale, le scienze agrarie, biologiche, chimiche, giuridiche, economiche e statistiche.
La produzione della biomassa, le tecnologie di conversione, la generazione di potenza ed
analisi di sistema, l’utilizzo dei diversi biocombustibili, prodotti chimici ed idrogeno,
utilizzo sostenibile dell’ambiente e il business management ed aspetti economici saranno
alcuni fra gli argomenti trattati.
Numerose istituzioni ed aziende di rilevanza nazionale potrebbero risultare interessate ad
ospitare studenti del Master per il periodo di stage formativo (es. Gruppo Mossi &
Ghisolfi, Chemtex, ENI, HySyTech srl, ARPA Piemonte, etc.), impostando la premessa
per una eventuale ed auspicabile collaborazione lavorativa da proseguirsi dopo il
conseguimento del titolo del Master. Riproponendo un’attività già avviata dal Politecnico
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di Torino nell’anno 2009, per un numero limitato di studenti sarà possibile accedere a uno
stage in Brasile organizzato dalla Università di Belo Horizonte con visita dei principali siti
produttivi di biocombustibili della Regione del Minas Gerais.
finalità generali:
La sfida è quella di formare i manager futuri per progetti energetici che siano in possesso
della capacità di seguire le fasi dello start up, dalla valutazione delle disponibilità di
biomassa alle diverse opzioni per la produzione di energia, tenendo conto degli aspetti
legislativi, ambientali ed economici.
Il conseguimento del Master permette il raggiungimento di una professionalità trasversale
rispetto alle problematiche dell’impiego energetico della biomassa. Infatti, durante il corso
degli studi si affrontano problematiche di base ambientali, energetiche, economiche e
gestionali connesse con la bioenergia e il suo impatto ambientale. La figura professionale
emergente è capace di seguire dall’inizio un progetto: dalla valutazione delle risorse di
base (disponibilità e distribuzione territoriale della biomassa), alla scelta della tecnologia
più adatta allo sfruttamento delle risorse e della gestione ottimizzata dal punto di vista
energetico, ambientale ed economico. Una parte del corso è dedicata anche alla legislazione
in materia di bioenergia ed ambiente.
obiettivi specifici:
L’iniziativa prevede la creazione di un master prevalentemente indirizzato a giovani laureati
in materie scientifiche con l’obiettivo di fornire loro un’alta specializzazione in campi
inerenti la bioenergia e le problematiche ambientali connesse direttamente con le realtà
industriali e gli Enti pubblici, che sarebbero poi i diretti fruitori di tali competenze
altamente qualificanti acquisite durante il corso di studi.
Tale corso dovrà essere costruito insieme ai diversi portatori di interesse sia sulla base di
attuali indagini di mercato che sulla base dell’analisi dell’offerta presente in altre regioni o
nazioni.
Attività:
La realizzazione di un master prevede lo sviluppo delle seguenti fasi:
- analisi dei fabbisogni formativi di aziende ed enti pubblici;
- analisi dell’offerta formativa esistente sulle tematiche oggetto del master;
- definizione di un comitato tecnico scientifico che si occupi delle definizione dei contenuti
del corso master;
- definizione del budget e reperimento delle sponsorizzazioni;
- approvazione del master da parte di uno o più Atenei;
- realizzazione del master;
- analisi dei risultati della prima edizione e pianificazione delle edizioni successive.
risultati:
L’obiettivo principale da perseguire durante la creazione del percorso di studio è quello di
stabilire una base comune tra le realtà coinvolte (Università-Enti pubblici-Aziende) su
conoscenze, obiettivi e prospettive attuali dell’uso delle bioenergie all’interno di un
contesto europeo/internazionale. Il risultato della collaborazione, oltre al consolidamento
della cooperazione tra i soggetti proponenti in termini di comune ricerca, è l’investimento
delle singole conoscenze di settore in un articolato e qualificante progetto formativo volto
a formare in maniera completa un giovane laureato nella materia delle Bioenergie e ad
introdurlo nel mondo del lavoro avendo le competenze necessarie per lavorare in un
settore così promettente, in continua evoluzione e destinato ad occupare un posto sempre
più importante nell’era della “green economy”.
Il master è in lingua italiana, integrato con materiale e lezioni in lingua inglese elaborato
dai docenti afferenti al Master. Lo svolgimento della didattica frontale è prevista in lingua
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
italiana, con il prezioso contributo di eventuali seminari con docenti stranieri ospiti o in
videoconferenza, i quali terranno le lezioni in lingua inglese.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il progetto prevede una dotazione iniziale per la creazione del master e la sua promozione;
la struttura sarà molto snella e prevede l’utilizzo di spazi e servizi già disponibili presso il
Politecnico. Il personale si limiterà ad un direttore e a una segretaria, mentre tutte le altre
risorse umane saranno prese a contratto sulla base delle attività.
Il progetto prevede che a regime la struttura si autosostenga con i proventi dell’attività
sviluppata attraverso o un pagamento diretto da parte degli utenti o un utilizzo di fondi
tipo FSE o la sponsorizzazione del master stesso da parte di aziende.
costi:
costi di struttura:
- Affitto spazi e attrezzature 10.000,00 Euro
- Pubblicità e marketing 10.000,00 Euro
- Docenza 65.000,00 Euro
- Materiali didattici 5.000,00 Euro
totAlE coStI 90.000,00 Euro
fattibilità:
Per la realizzazione di questa iniziativa sono già chiari i principali contenuti del programma
da affrontare nel Master. Sono invece da individuare particolari aspetti che potrebbero
essere trattati nel programma che soddisfino sia le esigenze degli Enti pubblici che le
aziende nel territorio.
La struttura dovrà utilizzare le migliori risorse umane disponibili senza interesse particolari
e, se non presenti sul territorio, reclutare docenti e professionisti esterni di elevata e
riconosciuta levatura.
cronoprogramma:
Il master potrebbe essere operativo entro 3 mesi dall’approvazione del progetto.
385
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 2
titolo:
master 1° livello in Sostenibilità Ambientale
e clean technology
Sottotitolo:
Il Master è una delle iniziative realizzabili nell’ambito del progetto di scuola di Alta
Formazione che Politecnico e Università del Piemonte Orientale hanno presentato sul
tavolo della didattica e si pone come obbiettivo principale la creazione, in collaborazione
con le associazioni industriali, di un percorso formativo di 1° Livello rivolto a imprenditori
e ai manager di aziende pubbliche e private sulle tematiche della sostenibilità e delle
CleanTechnology.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino, ARPA Alessandria, Università del Piemonte Orientale
Descrizione del progetto:
L’attenzione crescente e le azioni condotte dalle aziende sparse in tutto il mondo
sottolineano le notevoli opportunità offerte dal settore della tecnologia ecosostenibile.
Riuscire a sfruttare nel migliore dei modi queste opportunità dipenderà probabilmente
dall’identificazione di nuovi modelli di partnership, tra le grandi organizzazioni pubbliche
e private e le imprese emergenti del Cleantech. Queste partnership saranno finalizzate a
favorire la convergenza degli obiettivi verso il raggiungimento di un’economia fondata su
ridotte emissioni di anidride carbonica ed efficienza nella gestione delle risorse”.
Con “Clean-Tech” o “Green-Tech” si intende l’applicazione dell’innovazione allo scopo
di conservare l’ambiente naturale e le risorse. L’obiettivo è quello di migliorare la
produttività delle risorse, consentendo alle imprese di utilizzare gli input in modo migliore
e più efficiente. Adottare un approccio Clean-Tech può consentire di innescare innovazioni
di tipo “breakthorugh” che non soltanto riducano il costo totale di un prodotto/servizio,
ma ne aumentino addirittura il suo valore.
La crisi economica ha fatto ben poco per placare l’appetito delle aziende per la tecnologia
“verde”: anzi molte indagini mostrano che potrebbe addirittura aver innescato l’effetto
contrario; l’uscita dalla crisi velocizzerà infatti l’implementazione delle strategie Cleantech
all’interno delle aziende.
Negli ultimi anni è inoltre mutato anche l’approccio aziendale agli investimenti nel
Cleantech: si è passati da una focalizzazione esclusiva su un piano di azioni relativo ai
cambiamenti climatici ad una più ampia visione di come soluzioni di questo tipo possano
accrescere le entrate, grazie a nuovi guadagni e all’efficienza nella gestione delle risorse. La
crisi finanziaria mondiale degli ultimi due anni non ha solo evidenziato e indirizzato verso
il bisogno di puntare su soluzioni ecosostenibili per ottenere efficienza operativa e
riduzione di costi, ma ne ha anche accelerato il processo di adozione.
Il risultato finale è che gli investimenti nel Cleantech sono stimolati sempre di più dal
tentativo di accrescere l’efficienza nelle operazioni e di generare nuovi flussi di entrate. A
sostenere questi sforzi è la grande consapevolezza che la tecnologià “verde” porterà a dei
ritorni finanziari nel breve periodo. L’efficienza nelle operazioni per ridurre i costi” insieme
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Il progetto prevede che a regime la struttura si auto sostenga con i proventi dell’attività
sviluppata attraverso o un pagamento diretto da parte degli utenti o un utilizzo di fondi
tipo FSE.
costi:
costi di struttura:
- Affitto spazi e attrezzature 10.000,00 Euro
- Pubblicità e marketing 10.000,00 Euro
- Docenza 65.000,00 Euro
- Materiali didattici 5.000,00 Euro
totAlE coStI 90.000,00 Euro
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 3
titolo:
Il campus delle Scienze umane e Sociali
Sottotitolo:
Il campus ha lo scopo di creare un centro didattico integrato che organizzi la formazione
universitaria in campo economico, giuridico e sociale ai diversi livelli di specializzazione,
in un contesto di interscambio di stimoli culturali con la città e gli attori sociali del
territorio. Il campus si propone di fornire agli studenti e agli altri operatori interessati gli
strumenti e le reti per il pieno sviluppo delle potenzialità di crescita delle capacità e
competenze individuali, nonché di sollecitare la creatività e la diffusione delle innovazioni.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche e Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del
Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
Il progetto prevede l’individuazione delle funzioni, delle istituzioni e dei servizi che devono
connotare il campus delle Scienze Sociali, o in quanto aventi all’interno di quest’ultimo la
propria collocazione fisica o in quanto agenti in coordinamento con le attività del
medesimo.
Per qualificare e potenziare i flussi in entrata rispetto all’attività del campus si prevede di
valorizzare l’attività di orientamento, in modo che sia favorita la realizzazione delle
vocazioni individuali e si riduca il fenomeno dei drop-outs, ovvero di coloro che iniziano
gli studi universitari ma li interrompono anzitempo senza raggiungere adeguati risultati
formativi. Ai fini di sviluppare il raccordo tra domanda e offerta di formazione e
permettere il dialogo e il coordinamento tra le diverse istanze impegnate nel settore, appare
opportuna l’istituzione di una cabina di regia tra responsabili di orientamento e di selezione
dell’università, dei centri esterni, delle imprese e delle scuole superiori. Tale cabina di regia
dovrebbe proporre anche lo scambio di progetti ed esperienze ai fini della creazione di
forme di interazione didattica e di collegamento sistematico tra scuola superiore università
e imprese. E’ auspicabile che si proceda a un esame critico sistematico delle esperienze
già compiute, con l’utilizzazione delle competenze ampiamente presenti nell’ambito delle
Facoltà e del territorio, per l’elaborazione di linee condivise di intervento. Alla medesima
cabina di regià dovrebbero far capo le attività di organizzazione degli stage e di job
placement, al fine anche di rimuovere gli ostacoli che la recente istituzione dell’Avogadro
tuttora può porre rispetto alla diffusione delle informazioni sui risultati formativi realizzati
e sulla qualità della formazione fornita..
Poiché inoltre il campus si propone di essere un centro di attrazione per una domanda
formativa più ampia di quella riconducibile alle classi demografiche giovanili del bacino
locale, risultano fondamentali le funzioni che possono sostenere la domanda di formazione
proveniente da altre aree del paese e dall’estero. Tra i principali elementi volti a sostenere
tale prospettiva figurano quindi i servizi collegati a interventi infrastrutturali di grande
rilievo, riguardanti gli aspetti residenziali (collegio, mensa) e di servizio (biblioteca, aula
magna, aule studio e convegno, centri di socializzazione e interscambio).
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Per quanto riguarda le funzioni relative al potenziamento delle ricadute della didattica e
della ricerca sulla formazione attraverso lo sviluppo dei moderni servizi complementari alla
formazione superiore, si richiama la necessità che il campus sia dotato di:
n collegamento wi-fi accessibile a chi si trova nell’area del campus stesso e
ha le previste credenziali;
n accesso integrato e completo da tutto il campus all’offerta didattica e alle
risorse bibliografiche e di data-base disponibili presso le facoltà e la
costituenda biblioteca;
n disponibilità di centri di vita sociale e di aggregazione all’interno del
campus, al fine di favorire l’interazione tra studenti che notoriamente è alla
base dei processi di apprendimento e di networking che sono più propizi allo
sviluppo di idee innovative e al determinarsi di favorevoli prospettive di
inserimento nella vita lavorativa;
n disponibilità di un’aula magna e di strutture minori per attività
convegnistiche e seminariali necessarie alla didattica avanzata e all’interazione
tra mondo dell’impresa e delle professioni e corpo studentesco e dei docenti.
Una ulteriore linea di sviluppo del campus riguarda il coordinamento delle attività e lo
sfruttamento delle sinergie connesse all’alta formazione e alla formazione permanente,
con la creazione di una scuola cui facciano capo i dottorati, le attività formative
universitarie per le professioni, le attività di formazione a domanda, le attività di
promozione dell’internazionalizzazione formativa. Il punto di partenza per lo sviluppo di
tale prospettiva è il coordinamento delle attività di alta formazione di tipo permanente già
in atto presso le due facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche.. La scuola dovrebbe
pubblicare regolarmente un catalogo di opportunità, da concordare via via con le
organizzazioni professionali, delle imprese, e le associazioni culturali locali, in cui da una
parte si propongano percorsi di utilizzazione dell’offerta didattica esistente a fini di
formazione permanente e di aggiornamento, dall’altra si attivano corsi e attività in grado
di rispondere rapidamente a domande formative specifiche emergenti dal territorio.
Un elemento essenziale per favorire l’apertura al mondo esterno del campus e per lo
svolgimento di servizi di impulso allo sviluppo del territorio riguarda la promozione
dell’internazionalizzazione, attraverso l’istituzione di centri che mantengano costanti
opportunità di interscambio con le aree territoriali e linguistiche rispetto alle quali
l’Avogadro dispone di un adeguato network (connesso alla cattedra Jean Monnet, alle
lauree binazionali, ai progetti di ricerca europei ecc., agli accordi di partenariato che
coinvolgono altre istituzioni del territorio) che può fornire servizi da mettere a
disposizione degli studenti e degli operatori economici.
finalità generali:
Posto che l’offerta di base delle facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche in termini
di lauree triennali e magistrali erogate sarà nei prossimi anni sostanzialmente determinata
dalle norme statali e dai limitati aggiustamenti consentiti dalle disponibilità attuali di fattori,
gli obiettivi generali perseguibili attraverso il campus sono:
a) Il consolidamento e la valorizzazione della domanda locale di formazione
attraverso l’orientamento in ingresso e la previsione di forme di interscambio
didattico e formativo con la scuola superiore e l’orientamento all’uscita
dall’università e il job placement;
b) Il miglioramento del contesto culturale e formativo universitario per
promuovere un apprendimento attivo e aggiornato, la diffusione delle nuove
tecnologie di comunicazione, l’interazione tra studenti e docenti, l’interazione
tra università e contesto urbano;
c) Il coordinamento delle attività e lo sfruttamento delle sinergie connesse
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 4
titolo:
business School Alessandria
Sottotitolo:
La scuola è una delle iniziative realizzabili nell’ambito del progetto di scuola di Alta
Formazione presentata sul tavolo della didattica e si pone come obbiettivo principale la
creazione, in collaborazione con le associazioni industriali, di una scuola di formazione
manageriale al fine di consentire sia la formazione continua sia un ricambio generazionale.
Soggetti proponenti:
Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale, Confapi Alessandria.
Descrizione del progetto:
Il progetto si pone come obbiettivo principale la creazione, in collaborazione con le
associazioni industriali e la Fondazione Cassa di Risparmio, di una scuola di formazione
rivolta a imprenditori, ai loro figli e ai manager di aziende pubbliche e private.
Questa iniziativa ha lo scopo di aiutare le aziende, specialmente le PMI, a formare la
propria classe dirigente e a consentire, nelle aziende famigliari, un ricambio generazionale
senza eccessivi traumi. Il Piemonte, e la provincia di Alessandria in particolare, presentano
una scarsa offerta di formazione post laurea e di formazione continua in campo
manageriale; tolte alcune iniziative torinesi e la realizzazione di alcune esperienze con la
SDA Bocconi in Alessandria, i manager e gli imprenditori sono costretti ad andare in
Lombardia per poter accrescere le proprie conoscenze e competenze.
Il solo titolo di laurea non è oggi sufficiente a garantire una adeguata preparazione per
poter sostenere le sfide che i manager e gli imprenditori devono affrontare tutti i giorni
in un mercato caotico ed estremamente competitivo.
Il Politecnico di Torino, l’Università del Piemonte Orientale e i professionisti che operano
già sul territorio, realizzerebbero in questo modo un’iniziativa che permetta di colmare
questa carenza attraverso percorsi di Master per personale occupato e non occupato; I
contenuti del Master potranno essere modificati di volta in volta sulla base delle
caratteristiche e dei bisogni dei partecipanti. Il lungo radicamento ad Alessandria dei
soggetti proponenti, le esperienze maturate in campo didattico e anche la profonda
conoscenza dei problemi del territorio grazie alle attività di ricerca realizzate costituiscono
una garanzia dell’efficacia del progetto qui proposto.
finalità generali:
Il Politecnico di Torino, l’Università del Piemonte Orientale e i professionisti che già
operano sul territorio si propongono di realizzare un’iniziativa che permetta di creare e
gestire percorsi di formazione post Laurea per personale occupato e non occupato.
obiettivi specifici:
L’iniziativa prevede la creazione di proposte formative post laurea prevalentemente
indirizzate agli imprenditori e ai manager di PMI; tali proposte dovranno essere costruite
insieme ai diversi portatori di interesse sia sulla base di indagini di mercato sia sulla base
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Ogni singolo progetto formativo aggiuntivo prevedrebbe la completa copertura dei costi
e la creazione di un margine.
ricavi:
1° anno: 60.000 euro da fondi pubblici e/o privati per l’avviamento della
scuola di alta formazione
30.000 euro da quote di iscrizione al Master in gestione
d’impresa
Anni successivi: 45.000 euro da quote iscrizione al Master in gestione
d’impresa
40.000 euro da sponsorizzazioni e contributi da fondazioni e
enti pubblici
394
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
fattibilità:
I principali ostacoli alla realizzazione di questa iniziativa derivano dalla necessità di creare
un ente/associazione (Scuola di Alta Formazione) che possa gestire in modo snello questa
iniziativa, svincolato da interessi di parte e avente come unico obbiettivo i risultati
qualitativi della formazione erogata.
La struttura dovrà utilizzare le migliori risorse umane disponibili senza interesse particolari
e, se non presenti sul territorio, reclutare docenti e professionisti esterni di elevato standing.
cronoprogramma:
La Business School potrebbe essere operativa entro 2 mesi della costituzione
dell’associazione ed erogare le prime attività formative dopo circa 3 mesi.
395
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 5
titolo:
orientamento e tutorato studenti
Sottotitolo:
Il progetto si pone l’obiettivo di creare un centro che gestisca l’orientamento alle facoltà
presenti sul territorio, in modo da informare gli studenti sulle caratteristiche delle varie
facoltà; inoltre il centro si proporrebbe l’obiettivo di guidare e tutorare gli studenti durante
il loro cammino universitario, almeno nelle prime fasi.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
Il progetto è rivolto a cercare di migliorare il problema degli abbandoni e dei tempi troppo
lunghi per completare il percorso universitario. Si tratta di problemi tipici dell’università
italiana e che ad Alessandria possono avere un impatto particolare, a causa delle
provenienza culturale di molti studenti (sovente sono i primi iscritti all’università della
famiglia e quindi non hanno un supporto cognitivo e motivazionale forte alle spalle). Gli
studenti che impiegano più tempo a finire o che abbandonano sono anche quelli che
hanno maggiori difficoltà a scegliere la facoltà (come dimostrano mie recenti elaborazioni
sui dati degli studenti di giurisprudenza). Altri problemi riguardano l’impatto con un
mondo nuovo, in cui non si è accompagnati e obbligati da scadenze e obblighi fissi.
finalità generali:
L’idea del progetto è quella di stimolare un’università più vicina agli studenti e quindi al
territorio, incrementandone la qualità. In una prospettiva diversa, il centro si proporrebbe
di migliorare la qualità del saper essere studenti, incrementandone così le probabilità di
successo.
In prima battuta si cercherà di comprendere i fattori che determinano il successo
accademico e quelli che, al contrario, lo riducono, portando ad abbandonare il percorso
formativo o a terminarlo in tempi molto lunghi (con costi per il singolo e la società). Il
progetto si pone poi finalità concrete.
obiettivi specifici:
Creare un centro di orientamento e tutorato per gli studenti.
Attività:
Il centro in esame si proporrebbe di intervenire sui problemi evidenziati (recuperando
alcune idee della vecchia società per lo sviluppo universitario ad Alessandria), con una
serie di attività diverse, quali:
- organizzazione di incontri nelle scuole superiori, a partire anche dalle prime classi, in
modo da creare un legame più forte e stimolare da subito gli studenti ad acquisire
determinate capacità, e conoscenze; gli incontri dovrebbero essere tenuti da docenti e
studenti delle varie facoltà e avrebbero carattere divulgativo e formativo; le sedi locali
sarebbero così note agli studenti, e diventerebbero automaticamente un punto di
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
397
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 6
titolo:
osservatorio sulla domanda e l’offerta
di competenze e professioni
Sottotitolo:
Il progetto si pone l’obiettivo di monitorare la necessità di formazione e competenze da
parte degli attori economici locali, considerando sia le necessità delle imprese e degli enti
pubblici, che i desideri degli studenti (giovani o meno). L’osservatorio dovrebbe, inoltre,
monitorare le più rilevanti a livello internazionale, in modo da proporre un punto di
riferimento per tutti e suggerire potenziali linee di sviluppo.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
Il progetto si propone di effettuare una ricognizione molto ampia della domanda di
formazione, non limitandosi ad una generica analisi della domanda da parte delle imprese.
Non è infatti sufficiente considerare solo tali necessità, anche perché, in genere i valori
indicati rischiano di essere legati a desideri di breve periodo e quindi influenzati dal ciclo.
Non sono quindi sempre in grado di fornire indicazioni per una programmazione di medio
o lungo periodo. Oltre tutto, la disponibilità degli studenti a seguire determinati percorsi
è comunque limitata e solo parzialmente influenzabile dall’offerta o dall’attività di
orientamento.
finalità generali:
Monitorare la domanda e offerta di competenze professionali e diffondere informazioni
ai vari attori interessati.
obiettivi specifici:
Creare un database, disponibile per famiglie, studenti e imprese, con la domanda e offerta
di professioni e capacità e un catalogo delle figure professionali.
Attività:
- Realizzare questionari e test attitudinali e conoscitivi con campioni di lavoratori di enti
pubblici e privati
- Realizzare questionari e test attitudinali preso gli studenti di età e scuole differenti
- Monitorare la domanda e offerta di professioni a livello nazionale e internazionale
- Organizzare seminari e incontri conoscitivi e di dialogo tra centri di ricerca e formazione
e mondo produttivo
- Realizzare un catalogo delle professioni, che ne descriva competenze e percorsi formativi
necessari, caratteristiche, livelli di reddito, consistenza e possibili variazioni della domanda
e dell’offerta, a livello locale, nazionale e internazionale
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
risultati:
Il centro permetterebbe di orientare meglio lo sviluppo di nuovi corsi e le politiche
formative, indirizzando le risorse dove maggiormente utili; il mondo produttivo sarebbe
reso più consapevole delle capacità e professionalità presenti; gli studenti e le famiglie
sarebbero informati delle caratteristiche dei corsi e della possibilità di impiego dei vari
percorsi formativi.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
I costi dipendono dalla struttura organizzativa che si costruisce. Al progetto possono
collaborare e partecipare strutture già presenti in università. Serve un ricercatore di
riferimento.
costi:
Per far funzionare il centro servirebbe un ricercatore a tempo pieno con un costo
indicativo sui 60/70.000 euro annuali.
fattibilità:
Non ci sono problemi di fattibilità.
cronoprogramma:
Il progetto può partire in tempi brevi.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 7
titolo:
master universitario di I livello in Sviluppo locale
teorie e metodi per le pubbliche Amministrazioni
Sottotitolo:
Il Master si propone, in collaborazione con enti pubblici e aziende, di formare e/o
aggiornare una figura professionale di livello dirigenziale, in possesso di un’elevata
specializzazione nella progettazione e gestione delle politiche di sviluppo locale, in grado
di essere inserita nel campo della consulenza presso amministrazioni pubbliche, attori
sociali, sindacati, associazioni imprenditoriali, autonomie funzionali, imprese private,
organismi istituzionali, fondazioni, organizzazioni no profit, etc.
Il Master sarà collegato alla Scuola di Alta Formazione, la cui Scheda progetto è stata
presentata al tavolo Didattica.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale -
Dipartimento di Ricerca Sociale. Consorzio per la Ricerca e l’Educazione Permanente di
Torino (COREP)
Descrizione del progetto:
Il Master intende rivolgersi da un lato a studenti in possesso di una laurea triennale o
magistrale che intendono completare il loro percorso formativo con un’esperienza in grado
di accrescere le loro competenze scientifiche e professionali, dall’altro a funzionari e
dirigenti di enti o organizzazioni pubblici o privati impegnati a vario titolo nella
pianificazione strategica, nel marketing urbano e territoriale o comunque interessati ai
progetti e alle iniziative che coinvolgono la negoziazione ambientale, le infrastrutture, la
logistica territoriale.
Il Master vorrebbe potenziare le competenze di attuali e futuri dirigenti delle pubbliche
amministrazioni, in particolare quelle legate al territorio del Piemonte Orientale (ma il
bacino del Master è più ampio). In particolare, attraverso l’apprendimento e l’applicazione
di strumenti e tecniche multidisciplinari si intende promuovere un approccio complesso
allo sviluppo economico del territorio, in gradi di affrontare e coniugare diverse
problematiche e fattori di tipo economico, sociale, infrastruttuale e logistico, culturale,
ambientale.
finalità generali:
La Facoltà di Scienze Politiche dell’Università del Piemonte Orientale-Dipartimento di
Ricerca Sociale e il Corep, in collaborazione con gli enti pubblici e privati in partnership
con il Master intendono dar vita a un’iniziativa di formazione universitaria ad alta
professionalizzazione, rivolta a studenti neolaureati, figure dirigenziali, e personale in cerca
di occupazione.
obiettivi specifici:
Gli obiettivi formativi del Master consistono nell’acquisizione di competenze scientifiche
400
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
e tecniche per intervenire nei rapporti tra società locale e sviluppo socio-economico
territoriale, con particolare attenzione allo sviluppo del capitale sociale, alla crescita delle
capacità relazionali e al funzionamento dei sistemi socio-economici e istituzionali della
società locale.
Nello specifico il Master sviluppa competenze trasversali nei seguenti ambiti:
- manageriale-organizzativo: per la pianificazione, gestione e implementazione
di progetti di sviluppo locale nelle istituzioni e nella Pubblica
Amministrazione;
- economico-manageriale: per la gestione di servizi all’interno di imprese e
nel mondo della consulenza.
Al termine del corso gli studenti saranno in grado, tra l’altro, di:
o pianificare e programmare obiettivi, attività, tempi e risorse inerenti la
realizzazione di progetti di sviluppo locale;
o analizzare, gestire, monitorare politiche (o progetti o processi) di sviluppo
locale;
o applicare competenze di economia e management alla pianificazione e
gestione delle politiche pubbliche territoriali;
o coordinare le diverse fasi ed azioni di realizzazione dei progetti;
o predisporre un piano di marketing territoriale;
o sostenere e orientare le pubbliche amministrazioni nel processo decisionale
e nell’attuazione delle politiche.
Attività:
Il Master prevede ore di lezione, di laboratorio e di tirocinio.
Le ore di lezione comprendono le seguenti attività: formazione teorica, comprendente
lezioni frontali, offerta mediante insegnamenti nelle discipline di base da parte di docenti
interni all’Ateneo e di docenti esterni, esperti in specifiche discipline. Ci saranno, inoltre,
seminari tenuti da esperti di settore con testimonianze tecniche e professionalizzanti che
andranno ad integrare gli aspetti teorici delle materie oggetto di studio.
Le ore di laboratorio sono dedicate all’insegnamento di tecniche inerenti la facilitazione e
la negoziazione, la metodologia e tecnica della ricerca sociale, la swot analysis, la
pianificazione degli enti locali.
Parte delle lezioni e delle attività di laboratorio saranno svolte a distanza con modalità e-
learning che coinvolgeranno gli studenti individualmente oppure in gruppi di lavoro nelle
strutture universitarie in orari concordati.
Le ore di stage e/o tirocinio prevedono un’esperienza professionalizzante presso
amministrazioni e aziende in convenzione che si sostanzia nella realizzazione di un project
work da parte dello studente, con la supervisione di un docente del Master (tutor
accademico) e di un tutor aziendale, e che si conclude con l’elaborazione e la discussione
pubblica da parte dello studente di una prova finale. E’ previsto che gli studenti che già
operano in un’organizzazione pubblica o privata di interesse per i temi del Master possano
realizzare il project work anche presso il loro ente di appartenenza, ove vi siano le
condizioni per stipulare una convenzione e realizzare un progetto di interesse per
l’amministrazione di appartenenza e di reale crescita e maturazione scientifica e
professionale dello studente.
Per facilitare la frequenza di studenti fuori sede e/o occupati in attività lavorative, le lezioni
e i laboratori saranno concentrati in non più di due giorni a settimana, preferibilmente
Venerdì e Sabato.
risultati:
La pianificazione strategica delle Pubbliche Amministrazioni è sempre più il risultato di
un complesso processo di analisi, ricerca, negoziazione. Tale processo ha bisogno di
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 8
titolo:
Summer School in Sviluppo locale
Sottotitolo:
La Summer School si propone, in collaborazione con dipartimenti e centri di ricerca
universitari di tutta Italia, di proporre annualmente un convegno di riflessione, incontro
e dibattito su temi legati allo sviluppo locale, alla pianificazione strategica, al marketing
urbano e territoriale. Un’occasione di incontro non solo tra ricercatori e studiosi, poiché
le sessioni vogliono essere aperte a professionisti, studenti, politici e amministratori,
imprenditori, operatori del terzo settore e a tutti quegli attori che, a vario titolo, sono
coinvolti nelle politiche di sviluppo locale.
La Summer School potrà essere integrata con la Scuola di Alta Formazione proposta al
tavolo Didattica.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale -
Dipartimento di Ricerca Sociale.
Nella realizzazione della Scuola, giunta alla sua quinta edizione, il Dipartimento di Ricerca
Sociale collabora con il Dipartimento di Ricerche Economiche e Sociali di Cagliari, con il
Dipartimento di Scienze Sociali di Torino, il Laboratorio di Economia Locale
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore della sede di Piacenza. C’è anche un collegamento
con il Dipartimento Interateneo Territorio dell’Università degli Studi di Torino e
Politecnico di Torino, il Centro Studi di Sviluppo Rurale dell’Università della Calabria.
Nelle passate edizioni la Summer School si è svolta a Segneghe (Oristano), ma potrebbe
in futuro, se promossa e sostenuta dagli enti locali, essere portata nel territorio
dell’alessandrino.
Descrizione del progetto:
La Scuola intende rivolgersi a studenti, ricercatori e operatori dello Sviluppo Locale,
individuando di anno in anno temi di interesse su cui avviare un dibattito e costruire
sessioni e laboratori di approfondimento e aggiornamento. La sua specificità è quella di
essere un’iniziativa in grado di coinvolgere diversi centri e dipartimenti universitari, così
da mettere insieme le punte più avanzate della ricerca in questo campo, in una prospettiva
profondamente interdisciplinare. La Scuola, più precisamente si rivolgerà quindi in primo
luogo a Dirigenti e funzionari di Regione, Enti regionali, Province e Comuni, operatori di
sviluppo locale dei Gal, delle Camere di Commercio, delle Agenzie di sviluppo, aziende,
corsisti Laureandi e laureati nei corsi di laurea triennale e specialistica e master afferenti
alle Facoltà di riferimento dei Dipartimenti che organizzano la Scuola, ma sarà aperta a
tutti quegli operatori e studiosi che possono essere interessati a un’esperienza in grado di
valorizzare interessi e competenze specifici, coniugandoli con un approccio globale e per
complesso ai temi dello sviluppo locale.
finalità generali:
Il Dipartimento di Ricerche Economiche e Sociali di Cagliari e dal Dipartimento di Ricerca
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
possa portare gli organizzatori a scegliere il nostro territorio per radicare questo convegno
che si è affermato ormai come uno dei più prestigiosi, a livello nazionale e non, sui temi
dello sviluppo locale.
cronoprogramma:
La Summer School potrebbe essere attivata in tempi brevi non essendoci vincoli di
fattibilità.
405
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 9
titolo:
Sistema di formazione permanente per il Settore turismo
Sottotitolo:
Sistema integrato tra Università, Enti Locali e operatori del settore turismo per la
formazione permanente.
Tale Sistema opererà in sinergia con la Scuola di Alta Formazione la cui Scheda Progetto
è stata approvata al Tavolo della Didattica.
Soggetti proponenti:
Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
Il settore del turismo, come più in generale l’economia nel suo complesso, sta vivendo
una profonda trasformazione. Per affrontare questa nuova situazione, nella quale si
intensifica la concorrenza tra mete turistiche, occorrono investimenti, promozione,
coordinamento e formazione. Ciò è particolarmente vero in Piemonte e nell’Alessandrino
dove, accanto a punti di eccellenza, vi sono carenze diffuse nel settore turistico (dal
trasporto alle strutture ricettive, dai pacchetti di incoming alla cultura dell’accoglienza).
Inoltre, sul lato della promozione, emerge come la promozione delle mete e degli eventi
turistici sia svolta da una miriade di attori, in genere di dimensione medio-piccola,
impegnati in iniziative sovente formulate in un’ottica campanilistica e condotte in maniera
autoreferenziale e talora conflittuale tra di loro.
Tutte queste competenze possono essere apprese, aggiornate e condivise con altri attori
(privati e pubblici) del settore turismo per mezzo di un Sistema di Formazione Permanente
che contribuisca a mettere in grado di affrontare le sfide della nuova competizione turistica.
Una prima iniziativa quale quelle qui progettate è stata realizzata nel 2009 dal Dipartimento
di Ricerca Sociale e il suo spin off Last, con il sostegno economico di palazzo del
Monferrato e della Fondazione CRAL.
finalità generali:
La proposta che segue è rivolta a varare un sistema di formazione rivolto sia a formare
nuovi operatori del settore turistico, sia a far crescere imprenditori già esistenti, con
l’obiettivo di diffondere un linguaggio e un approccio comune capace di fare sistema e
generare strategie individuali e territoriali vincenti.
obiettivi specifici:
Il sistema-formazione si propone di:
o unire il sapere teorico dell’Università e quello pratico dei protagonisti
dell’impresa;
o diversificare l’offerta in maniera da soddisfare la pluralità di esigenze e
bisogni manifestata dal mercato del lavoro nel settore turistico;
o avvalersi della testimonianza di imprenditori di successo, decisori pubblici,
studiosi dell’industria-turismo;
406
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
o formare sia giovani sia operatori già attivi con una visione globale e
moderna del settore;
o selezionare le migliori risorse umane a cui affidare dei project work nel
settore turistico, ;
o rendere più facile il dialogo fra gli enti pubblici e gli operatori privati.
Attività:
Il Sistema di Formazione Permanente per il settore turismo prevede:
moduli di formazione
Approfondimento e Project Work 2) I Moduli di formazione sono pensati
come ‘pacchetti’ formativi cadenzati da un
calendario formativo annuale/semestrale.
convegni e Workshop
3) I Convegni e i Workshop sono forum di
Aggiornamenti
confronto con i maggiori esperti intorno a
fatti ed eventi che costituiscono novità del
settore turistico.
risultati:
Il Sistema di Formazione Permanente si presenta di fatto come un corso di alta
formazione, che si rivolge non solo a studenti, ma anche alle aziende e ai soggetti chiave
del settore turismo.
La Scuola, come si può dedurre dal programma e dai soggetti coinvolti, non ha un carattere
esclusivamente accademico, ma intende aprirsi ai soggetti che nel territorio svolgono
funzioni primarie relativamente allo sviluppo locale e in particolare ai processi legati alla
promozione dei servizi turistici e dei prodotti locali, alla pianificazione strategica locale,
al marketing urbano e territoriale, all’animazione dei soggetti locali cruciali per il successo
turistico (commercianti, associazioni, giovani, in certo senso l’intera popolazione di un
territorio).
dai corsisti.
fattibilità:
La fattibilità del progetto è legata primariamente alla possibilità di coprire i costi per
l’attivazione del Sistema di Formazione Permanente, in modo da poter richiedere una
quota di iscrizione a carico dei corsisti non eccessivamente alta.
cronoprogramma:
Il Sistema di Formazione Permanente potrebbe essere attivato a breve termine.
408
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 10
titolo:
centro Italo - francese per la cultura economica e
l’innovazione istituzionale
Innovazione ed
linea 3 internazionalizzazione del
sistema universitazio locale
Sottotitolo:
Struttura di promozione degli scambi culturali e scientifici tra Italia e Francia.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale -
Dipartimento POLIS.
Descrizione del progetto:
Da secoli Alessandria è uno snodo cruciale dei transiti commerciali e religiosi che collegano
l’Italia ai mari del Nord e l’Europa. La città, crocevia nevralgico delle comunicazioni
italiane, ha da sempre maturato la vocazione di interlocutore privilegiato tra la realtà italiana
e quella europea, con particolare riferimento con il primo vicino, la Francia.
Tale ampia relazione è stata intensificata nei secoli più vicini cosicché persino uno dei più
illustri imprenditori alessandrini, Giuseppe Borsalino, molto deve del suo successo alla
relazione con il Paese d’Oltralpe.
La Facoltà di Scienze Politiche e il Dipartimento di Politiche Pubbliche e Scelte Collettive,
POLIS hanno raccolto tale eredità, mantenendo da anni una costante attenzione alla antica
vocazione alessandrina e alimentando in modo specifico le relazioni con la Francia sia dal
profilo didattico che da quello di ricerca, raccogliendo al proprio interno un gruppo di
ricercatori che hanno cercato di approfondire la comprensione della complessa realtà
francese sotto il profilo economico, istituzionale e storico e assecondare al contempo le
strategie delle imprese e delle istituzioni pubbliche.
Oggi tale attività può dar luogo a nuovi sviluppi, nella prospettiva di una accresciuta
rilevanza dei rapporti italo-francesi, favorita dalle comuni tradizioni e confermata ad
esempio sul piano nazionale dall’invito recentemente rivolto a studiosi e politici italiani a
partecipare alla preparazione dei piani per l’innovazione in Francia. Di stretto interesse
locale è poi il prospettato sviluppo delle comunicazioni, connesso ai piani relativi alla TAV
e alla realizzazione dei grandi assi trasportistici (Lyon-Torino- Trieste). Alessandria come
noto in questo ambito si pone come snodo in particolare in relazione alle opportunità nel
campo della logistica, connesse allo sviluppo del porto di Genova e più ingenerale del
sistema portuale ligure.
Le opportunità che in tale ambito si prospettano per l’area alessandrina vengono rafforzate
con il progetto di uno specifico centro italo-francese.
Il centro si avvarrà di interlocutori privilegiati con il mondo delle imprese e delle istituzioni
francesi. E’ previsto un coordinamento con centri operanti nei diversi settori implicati
presso l’Université de Rennes 1, l’Université de Caen, il CNRS, l’Institut d’Etudes
Politiques IEP de Grenoble, l’Université Jean Moulin Lyon 3, l’ Université Paris X
Nanterre, l’ Università Paris I – Sorbonne, l’ Ecole Polytechnique Paris, l’Echole des Haute
Etude en Sciences Sociale (EHESS), Paris, l’Università de Reims, Champagne, Ardenne,
e altre istituzioni di ricerca francesi con i quali il nostro dipartimento e i singoli ricercatori
409
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
risultati:
Internazionalizzazione delle Facoltà e dei Dipartimento, migliore occupabilità dei laureati,
aumento delle relazioni con il sistema produttivo in una ottica europea.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Risorse da Laurea Italo Francese, da Piano Strategico, da altri sponsor su singoli progetti.
costi:
L’ordine di grandezza del budget per iniziative alla portata del Centro è di circa
410
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
35mila €/anno.
fattibilità:
Il centro è già operativo presso il Dipartimento POLIS.
cronoprogramma:
Le attività del centro potrebbero avviarsi in tempi brevi.
411
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 11
titolo:
master universitario di I livello in Economia, Diritto ed
organizzazione del trasporto pubblico locale
mEtropolIS
Sottotitolo:
Creazione di un percorso formativo post laurea di I livello.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale -
Dipartimento POLIS.
Descrizione del progetto:
Operare nel trasporto pubblico locale comporta oggi molte sfide ma anche molte
opportunità. La modernizzazione dei servizi collettivi è infatti cruciale per creare un
contesto favorevole allo sviluppo economico e migliorare l’ambiente e la qualità della vita.
La legislazione nazionale ed europea propone un quadro rinnovato delle regole di
funzionamento del trasporto pubblico locale, in cui trovano posto nuovi strumenti, come
le gare, nuove formule organizzative, come le associazioni di imprese, nuovi soggetti,
come le agenzie di regolazione. Ai dirigenti e ai funzionari è richiesta oggi una
professionalità polivalente e flessibile, che li metta in grado di padroneggiare il
cambiamento. Questo Master intende fornire ai suoi partecipanti competenze in campo
economico, giuridico e organizzativo, inquadrate in aree tematiche puntualmente ancorate
alle problematiche degli operatori del settore.
Il Corso, di durata annuale, sarà aperto ai possessori di qualunque diploma di laurea ed in
particolare si rivolgerà a tue tipologie di utenti:
a) giovani laureati universitari che vogliano indirizzarsi verso il mondo del
trasporto pubblico locale;
b) operatori già attivi nel settore che vogliano completare la loro preparazione
rendendola omogenea ed aggiornata.
Inoltre potranno partecipare ai lavori in qualità di uditori anche funzionari e operatori
non laureati delle Aziende e/o Enti sostenitori.
Il Master, sarà strutturato in due periodi parti:
1) una prima parte (250+180 ore) di insegnamento in cui verranno
approfondite sei aree tematiche (giuridica amministrativa, economica,
organizzativa, contabile-amministrativa-finanziaria, sistemica, risorse umane);
2) una seconda parte (480) costituita da un periodo di stage che consentirà
ai partecipanti l’applicazione pratica di quanto appreso al Master presso
un’azienda o ente operante nel settore dei Trasporti Pubblici Locali.
La docenza e la supervisione si caratterizzeranno per gli apporti coordinati di docenti
provenienti dall’università, dalle imprese, dai soggetti pubblici. Sarà così possibile assicurare
sia l’aggiornamento disciplinare che l’attenzione per gli aspetti applicativi.
412
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
finalità generali:
Il Master si propone di fornire competenze in campo economico, giuridico e organizzativo,
del campo del trasporto pubblico locale.
obiettivi specifici:
Il Master intende formare figure professionali che, accanto ad una conoscenza
approfondita dei fondamenti teorici ed istituzionali, disponga di competenze gestionali e
organizzative tipiche dei soggetti responsabili, a diverso titolo, nel settore del TPL. A tale
scopo particolare attenzione sarà dedicata allo sviluppo della cultura di impresa e della
cultura di sistema nel comparto del TPL.
Attività:
Attività didattica: lezioni frontali, seminari, lavori di gruppo ed esercitazioni per un totale
di 600 ore.
Stage da svolgere presso un’azienda o un ente locale operante nel settore dei trasporti per
un totale di 300 ore.
risultati:
L’iniziativa si pone lo scopo di formare nuove figure professionali che possano trovare
opportunità di impiego presso imprese del trasporto pubblico locale, amministrazioni
competenti e soggetti pubblici e privati coinvolti nei processi di programmazione, gestione
e valutazione dei servizi di Trasporto Pubblico Locale. Inoltre il Master si propone di
offrire a soggetti già inseriti in questo settore l’opportunità di ampliare le proprie
conoscenze e capacità professionali.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il progetto prevede una dotazione iniziale per la creazione e la promozione del master. Il
personale fisso si limiterà ad un direttore e a una segretaria, mentre tutte le altre risorse
umane saranno prese a contratto sulla base delle attività.
Il progetto prevede che a regime la struttura si autosostenga attraverso il contributo di
Aziende e/o Enti sostenitori, ed una quota di iscrizione a carico degli studenti.
costi:
costi di realizzazione (1° anno)
Direttore 10.000,00 €
Tutor didattico 10.000,00 €
Tutor per project work 5.000,00 €
Pubblicità e marketing 5.000,00 €
Docenza 45.000,00 €
Segreteria e funzionamento 10.000,00 €
totAlE coStI 85.000,00 €
ricavi:
1° anno:
da iscrizioni studenti (15) 30.000,00 €
da fondi pubblici e/o privati 55.000,00 €
totAlE rIcAvI 85.000,00 €
fattibilità:
Per la realizzazione di questa iniziativa sono già chiari i principali contenuti del programma
da affrontare nel Master e quale sarà la sua organizzazione in quanto il progetto è ispirato
ad un’esperienza formativa già realizzata in passato di non difficile replicabilità.
cronoprogramma:
Il Master potrebbe essere operativo in tempi molto brevi.
413
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 12
titolo:
master universitario di II livello
in Economia dell’Ambiente e della Sanità
mEAS
Interazione tra domanda ed
linea 2
offerta formativa e culturale
Sottotitolo:
Creazione di un percorso formativo post laurea di I livello.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale -
Dipartimento POLIS.
Descrizione del progetto:
Il Master, di durata annuale, si rivolgerà principalmente a laureati in economia, scienze
politiche, giurisprudenza, ingegneria e facoltà tecnico-scientifiche. Inoltre saranno previste
alcune giornate di formazione aperte a operatori dei vari settori, già inseriti nel mondo del
lavoro, che intendono ampliare e perfezionare le loro conoscenze e capacità professionali
nei campi dell’Ambiente e della Sanità.
Il Master, che consentirà agli studenti di scegliere tra due indirizzi (ambientale o sanitario),
sarà strutturato in tre periodi didattici:
a) una prima parte generale fornirà a tutti i partecipanti le conoscenze di base
nelle aree economica, giuridica e delle politiche pubbliche;
b) una seconda parte, differenziata per indirizzo, approfondirà i temi e gli
strumenti metodologici del settore relativo all’indirizzo scelto dallo studente;
c) una terza parte pervaderà un periodo di stage presso un’azienda o ente
operante nel settore dell’ambiente o della sanità che si conclude con la
redazione di un project work. Questa parte favorirà il passaggio dal “sapere”
al “saper fare”, attraverso l’approfondimento della formazione in campo
ambientale e sanitario direttamente a contatto con i problemi che
amministrazioni e aziende normalmente affrontano.
L’attività didattica, che sarà tenuta da docenti provenienti dall’Università del Piemonte
Orientale, dall’Università di Torino e da altri Atenei italiani, sarà integrata e completata per
mezzo di esercitazioni, che consentiranno l’approfondimento di aspetti specifici della
letteratura, studio di casi, soluzione di problemi, esercizi ed attività di autovalutazione.
Inoltre diversi insegnamenti saranno tenuti da professionisti ed esperti nei settori
dell’ambiente e della sanità.
finalità generali:
Il Master si propone di fornire una conoscenza approfondita dei problemi, dei modelli di
analisi, delle alternative di politiche pubbliche e degli strumenti di gestione nei settori
dell’ambiente e della sanità.
obiettivi specifici:
L’iniziativa, in particolare, perseguirà l’obiettivo di formare figure professionali capaci di
svolgere le seguenti attività:
o Consulenza economica e gestionale a favore di amministrazioni, enti
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
costi:
costi di realizzazione (1° anno)
Direttore 10.000,00 €
Tutor didattico 10.000,00 €
Tutor per project work 5.000,00 €
Pubblicità e marketing 5.000,00 €
Docenza 45.000,00 €
Segreteria e funzionamento 10.000,00 €
totAlE coStI 85.000,00 €
ricavi:
1° anno:
da iscrizioni studenti (15) 30.000,00 €
da fondi pubblici e/o privati 55.000,00 €
totAlE rIcAvI 85.000,00 €
fattibilità:
Per la realizzazione di questa iniziativa sono già chiari i principali contenuti del programma
da affrontare nel Master e quale sarà la sua organizzazione in quanto il progetto è ispirato
ad un’esperienza formativa già realizzata in passato di non difficile replicabilità.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
cronoprogramma:
Il Master potrebbe essere operativo in tempi molto brevi.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 13
titolo:
centro Europeo “Jean monnet” di eccellenza
per la formazione e la ricerca
Innovazione ed
linea 3 internazionalizzazione del
sistema universitazio locale
Sottotitolo:
Il Centro ha lo scopo di creare un polo europeo d’eccellenza per la formazione e la ricerca
operativo sul territorio e con diramazioni regionali ed europee. A tale scopo sarà anche
richiesto il riconoscimento e il cofinanziamento agli organi competenti dell’Unione
Europea, una volta che il progetto sia stato approvato e debitamente finanziato nell’ambito
del piano strategico di Alessandria 2018.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche, Dipartimento POLIS - Cattedra “Jean Monnet”
dell’Università del Piemonte Orientale, “Laboratorio di Storia, Politica, Istituzioni”
(LaSPI).
Descrizione del progetto:
Relativamente alla formazione, il Centro intende implementare e allargare le attività
universitarie di tipo europeo già avviate dalla Cattedra “Jean Monnet” e dal LaSPI. Esso
intende collegarsi con i soggetti istituzionali e sociali che a livello locale (Comune e
Provincia) e regionale lavorano sullo stesso terreno, e ampliare il numero dei soggetti
universitari interessati stabilendo rapporti coordinati di collaborazione con le cattedre e i
moduli Jean Monnet operanti nelle vicine università (Torino, Pavia, Genova) al fine di
dare effettivamente una dimensione di “polo d’eccellenza” alle attività che verranno
intraprese. Le sue finalità generali saranno realizzate attraverso la messa in opera di attività
a carattere annuale e pluriennali incentrate nella costruzione di a) centri di raccolta e
documentazione dei dati e delle informazioni di dimensione europea; b) organizzazioni di
occasioni di studio, di ricerca e di dibattito su materie e temi europei.
finalità generali:
Il Centro si propone di mettere a punto strumenti di didattica integrata con la ricerca che
organizzino la formazione universitaria con riferimento alla dimensione europea e
internazionale delle scienze storiche, politiche, economiche, giuridiche e sociali, ai diversi
livelli di specializzazione, in un contesto di interscambio con la città e gli attori sociali del
territorio. Il Centro si propone di fornire agli studenti e agli operatori interessati gli
strumenti e le reti per il pieno sviluppo a livello europeo delle potenzialità di crescita delle
capacità e competenze individuali, nonché di sollecitare la creatività e la diffusione delle
innovazioni.
Attività:
Nello specifico, le attività di cui dovrà occuparsi il Centro saranno:
l Messa a punto di un “Bollettino universitario di documentazione e di
informazioni Jean Monnet” che assembli e fornisca al pubblico le
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 14
titolo:
centro per la diffusione della cultura imprenditoriale e
l’implementazione degli strumenti di acquisizione
del know-how
unIform - l’unIversità che forma
Sottotitolo:
Centro integrato di diffusione della cultura imprenditoriale e di implementazione delle
conoscenze economiche, giuridiche, sociologiche e tecniche indispensabili per uno
sviluppo sostenibile dell’economia locale.
Soggetti proponenti:
Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
1. la realtà industriale alessandrina
La realtà imprenditoriale della provincia di Alessandria è composita, costituita da un
complesso di aziende divise tra piccole, medie e grandi, cui vanno aggiunte le realtà
artigiane.
Il panorama composito riflette le diversità che connotano i singoli imprenditori: imprese
radicate da tempo sul territorio hanno sviluppato competenze tecniche che non hanno le
imprese di più recente insediamento, le quali, a loro volta, posseggono un bagaglio di
conoscenze vieppiù utile alle prime.
Fra le stesse aziende, una percentuale non irrilevante effettua esportazioni in paesi stranieri
ed una parte di queste ha anche insediamenti produttivi all’estero. Molte, se non tutte, si
dichiarano interessate e non escludono, in un prossimo futuro, di ampliare il proprio
mercato oltre i confini nazionali, mentre alcune stanno già operando fattivamente per
aprire le proprie nuove sedi o diffondere i propri prodotti all’estero.
Tutte le imprese, a prescindere ora dalla dimensione, sulla “via della
internazionalizzazione”, hanno incontrato difficoltà nell’affrontare i mercati stranieri.
Le difficoltà, che si manifestano in parte nei mercati comunitari, divengono maggiori
qualora si tratti di espansioni in mercati extracomunitari.
In questa seconda ipotesi le imprese hanno avvertito la necessità non solo di consulenza
di esperti della legislazione del paese di interesse ma anche di essere a conoscenza di prassi
e interpretazioni del diritto vivente per poter avviare la propria attività.
2. gli obiettivi del centro
Lo strumento che si propone per rispondere alle esigenze funzionali appena esposte è un
Centro di diffusione di cultura imprenditoriale il cui personale, competente e di alto livello
(professori universitari - ricercatori - liberi professionisti - esperti), organizza a vantaggio
degli imprenditori del territorio incontri di formazione su tematiche specifiche connesse
alle conoscenze necessarie per lo sviluppo dell’attività imprenditoriale e l’implementazione
del know how delle imprese.
In ragione della complessità delle tematiche di interesse imprenditoriale, il centro verrà
420
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
articolato in 2 sezioni:
1) una Sezione gestionale-manageriale, con competenze giuridiche in materia fiscale/tributaria;
giuslavoristica; ambientale; contrattualistica internazionale, competenze sociologiche, su
tematiche organizzative, di gestione e sviluppo del personale anche nei termini della
comunicazione interculturale, di progettazione di politiche di sviluppo, e competenze
economiche in materie economico/contabile e di bilanci
2) una Sezione Tecnica: competenza specifica in materie tecnologiche e scienze dei materiali
anche in collaborazione con il Politecnico. In questo ambito l’università del Piemonte
Orientale può avviare un servizio di front office di interfaccia con le aziende attraverso la
società spin-off Nova Res.
Questa si propone di fornire un servizio di ‘open innovation’ nel settore della scienza dei
materiali con lo scopo di raccogliere sotto un’unica veste le competenze di chimici dei
materiali e di ingegneri esperti di experimental design e analisi di processo del ciclo di vita
(LCA). Lo scopo è dare riscontro diretto ad aziende che hanno necessità di intraprendere
uno specifico percorso di ricerca applicata, di scouting di nuove applicazioni o di
valutazione di ottimizzazioni di determinati prodotti. Il servizio di front office ha la finalità
di fornire un preliminare supporto di consulenza all’innovazione e favorire l’identificazione
di programmi di sviluppo di nuove idee nel settore dei materiali. L’incontro al front office
può essere finalizzato all’identificazione di strategie di innovazione, di valutazione
dell’originalità di soluzioni e idee, all’identificazione di partnership strategiche per lo
sviluppo di prodotto e di processo, all’analisi di fattibilità.
finalità generali:
Il progetto si configura di rilevanza strategica per l’intero territorio. La realizzazione di
questo servizio di circolazione delle informazioni è in grado di innescare un circolo
virtuoso che vedrà le imprese del territorio sviluppare la propria attività, sia sul territorio
che a livello internazionale, le aree geografiche di diffusione dei propri prodotti, così
aumentando, in primo luogo certamente i propri profitti, ma, di conseguenza, anche
l’occupazione, acquisendo al contempo esperienze che facilmente tramite il medesimo
centro potranno essere di aiuto ad altri imprenditori.
obiettivi specifici:
m Analisi delle caratteristiche delle attività imprenditoriali e del loro sviluppo
sul territorio
m Individuazione delle aree tematiche strategiche per la crescita/sviluppo
imprenditoriale
m Progettazione di incontri informativi periodici a carattere seminariale per
ciascun settore secondo la metodologia del “problem solving” (proposizione
di casi problematici reali o teorici ed elaborazione delle relative soluzioni)
Attività:
l Identificazione di una sede fisica per la realizzazione delle attività di
rilevazione statistica ed informative/formative.
l Rilevazione dei dati statistici necessari alla predisposizione dei contenuti
delle attività informative/formative.
l Selezione delle risorse umane competenti per la realizzazione delle attività
medesime
l Predisposizione di una rete di diffusione delle comunicazioni concernenti
le attività del centro e del materiale informativo/formativo a disposizione dei
fruitori
421
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
capitale privato
Fondazioni Bancarie
Organizzazioni a rilevanza pubblica (associazioni datoriali, etc.)
capitale pubblico
Comune
Provincia
Regione
CCIAA
Altri enti pubblici territoriali
costi:
buDgEt
COSTO DIDATTICA 50.000,00
PERSONALE CUSTODIA ORE EXTRA LAVORATIVE 4.000,00
LOCAZIONE AULE MULTIMEDIALI 6.000,00
PERSONALE ASSISTENZA INFORMATICA DIDATTICA 4.000,00
CREAZIONE PAGINA WEB ED AGGIORNAMENO
10.000,00
PERIODICO IN RELAZIONE AGLI EVENTI
SPESE DI GESTIONE VARIA (CANCELLERIA, TELEFONO,
10.000,00
MATERIALE DIVULGATIVO)
ATTIVITà DI SEGRETERIA DEGLI INCONTRI 16.000,00
totAlE 100.000,00
cronoprogramma:
1a FASE: STUDIO PRELIMINARE E RACCOLTA DATI.
- Individuazione delle imprese della Provincia di Alessandria; classificazione
e identificazione di quelle che abbiano già avviato un processo di
internazionalizzazione e di quelle che intendono svilupparsi sui mercati
internazionali entro i prossimi 3 anni;
- Elaborazione dei dati rilevati;
- Creazione di uno sportello on-line che consenta agli imprenditori di
inoltrare ai docenti coinvolti i propri quesiti, creando così una relazione
diretta;
- Individuazione dei Paesi e/o delle aree geografiche di maggior interesse e
rilevazione dei problemi più frequenti incontrati dalle aziende italiane;
- Illustrazione dei dati raccolti e dei risultati in un incontro finalizzato a
delineare lo scenario attuale e presentare agli imprenditori alessandrini le
potenzialità del Centro di diffusione della cultura al loro servizio;
- ricerca e catalogazione del materiale giuridico già disponibile per le aree
geografiche di maggior interesse precedentemente selezionate
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
423
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 15
titolo:
biblioteca universitaria
Sottotitolo:
La porta dell’università sulla città. La costruzione di una biblioteca universitaria è
un’occasione cruciale per il rapporto con la città e per la sua crescita culturale.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
Può una biblioteca universitaria essere occasione di crescita culturale per la città, oltre che
per l’università? Una biblioteca di questo tipo ha certo il compito di servire il pubblico
universitario ed essere adeguata alle esigenze della ricerca. Deve quindi possedere una
struttura organizzativa sufficientemente plastica, consona allo sviluppo delle tecnologie per
la ricerca. Deve essere quindi anche mediateca, un luogo che consenta di usufruire del
sapere codificato non solo in libri e riviste, ma anche in tutti gli altri supporti che
consentano la fruizione della conoscenza ad ampio raggio. Tuttavia oggi una biblioteca
universitaria deve essere molto di più. Innanzitutto, se adeguatamente attrezzata, può
essere una finestra sul mondo che permetta ai fruitori di trovare ciò che manca e si trova
altrove, diventando luogo di dialogo e incontro, non solo fra chi la frequenta direttamente,
ma anche con studiosi lontani. L’aspetto della comunicazione e dell’incontro introduce alla
tematica del rapporto tra università e territorio, al dialogo e ai tanti progetti sinergici che
da esso possono scaturire. L’università è il luogo di produzione della conoscenza,
dell’avanguardia, della ricerca e della sperimentazione. Ma l’università deve essere luogo
di divulgazione dell’informazione anche nei luoghi di appartenenza. Proprio per questo
l’università deve consolidare il rapporto con il territorio, andando oltre l’accademia,
aprendosi ai cittadini.
obiettivi specifici:
La biblioteca può essere il luogo per la fruizione del sapere prodotto dalla ricerca
universitaria, attraverso cicli di conferenze, seminari e workshop insieme ad attività culturali
di più ampia portata, attraverso un’adeguata programmazione.
Per queste funzioni, oltre ai tradizionali spazi per la lettura e lo studio, occorre predisporre
strutture per la ricerca multimediale, luoghi per l’ascolto e la visione, sia per singoli sia per
piccoli gruppi.
La costruzione di una biblioteca universitaria diventa in questo senso un’occasione cruciale:
far diventare la biblioteca la porta dell’università sulla città, puntando in particolare sulla
creazione di luoghi di fruizione della cultura e dell’arte d’avanguardia, con particolare
riferimento all’arte multimediale e alle videoinstallazioni, queste nuove forme di
espressione di grande interesse, proposte soprattutto dagli artisti più giovani, accanto a
personaggi già affermati. Il tutto in un luogo che ha già un pubblico molto particolare
(quello universitario) e dovrebbe richiamarne altro, non immediatamente coinvolto
Gli spazi di una biblioteca-mediateca possono inoltre fornire l’opportunità di puntare alla
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
diffusione dei linguaggi delle avanguardie artistiche, non sempre immediatamente coglibili,
attraverso conferenze e stages paralleli agli eventi.
A tal proposito, gli strumenti multimediali consentono di trasformare le tradizionali
conferenze in una forma nuova di divulgazione del sapere, con l’uso di software adeguato,
videoproiettori e hardware che consenta la realizzazione di video-conferenze.
Una biblioteca universitaria, quindi, con questo ruolo per la città, deve anche contenere
una sala per grandi eventi, possibilmente un auditorium, che può diventare anche la sede
stabile dell’orchestra, e sale meno spaziose per video-conferenze di piccoli gruppi.
costi:
La biblioteca dovrebbe sorgere all’interno del campus universitario. I costi saranno
commisurati alla dimensioni della stessa e alle strutture di cui sarà dotata.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 16
titolo:
Scuola di Alta formazione
Sottotitolo:
Creazione di una struttura di coordinamento, gestione e sviluppo delle attività universitarie
di alta formazione post lauream, da concordare con le esigenze della pubblica
amministrazione e le imprese.
Soggetti proponenti:
Facoltà di Scienze Politiche e Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del
Piemonte Orientale, Politecnico di Torino.
Descrizione del progetto:
Attualmente l’Università del Piemonte orientale offre in Alessandria un ampio ventaglio
di proposte per l’alta formazione tra master e corsi di alta formazione: diritto ed economia
dell’ambiente e della salute, monitoraggio e valutazione del rischio ambientale, energia e
ambiente, sicurezza alimentare, scuola forense, sviluppo locale, analisi delle politiche
pubbliche, ma che possono essere facilmente estese, viste le competenze presenti nelle
facoltà e dipartimenti alessandrini anche a decision making e problem solving nelle
decisioni manageriali, contrattualistica internazionale, sistemi bancari e finanziari,
economia, diritto e organizzazione dei trasporti, diritto dell’energia, sicurezza informatica
per imprese, istituti di credito e pubblica amministrazione, firma digitale, protezione del
software e proprietà intellettuale, Summer School in Sviluppo Locale. Inoltre tenendo
conto delle competenze offerte dalla sede di Alessandria, del Politecnico di Torino, alcune
di queste iniziative possono essere svolte in collaborazione tra i due atenei, quali ad
esempio la School of Management (o Business School).
obiettivi specifici:
Le finalità specifiche riguardano la possibilità di creare sinergie tra le varie competenze
presenti nel territorio in tema di alta formazione e garantire un efficace coordinamento
delle stesse. Ciò consentirà di creare un circolo virtuoso tra formazione universitaria,
specializzazione delle competenze ed esigenze delle imprese, della pubblica
amministrazione e più in generale del mondo del lavoro. Una rilevante parte dell’attività
della scuola sarà dedicata ai corsi di aggiornamento.
La struttura dovrà prevedere, oltre ad una sede che si potrà realizzare anche
successivamente all’avvio della scuola stessa nell’ambito del nuovo campus universitario,
anche di un direttore, un comitato scientifico, un consiglio di amministrazione e il
personale amministrativo e tecnico informatico necessario al buon funzionamento della
struttura.
Questa scheda è completata da una serie di schede specifiche, relative a sotto-progetti
collegati, che rappresentano, ma non esauriscono alcuni esempi dei corsi che si potrebbero
erogare all’interno della stessa. Per altri corsi o master, già attivi all’interno dell’offerta
formativa post universitaria erogata dall’Università del Piemonte Orientale si propone il
trasferimento all’interno della scuola (tra questi si segnalano: scuola forense, diritto della
sicurezza alimentare, diritto ed economia dell’ambiente, informatica giuridica per la
426
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
427
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
tAvolo 2
rIcErcA
prEmESSA gEnErAlE
Un primo aspetto emerge dall’approfondita discussione che si è realizzata nell’ambito del
tavolo della ricerca del piano strategico della città di Alessandria: gli atenei hanno ricordato
con chiarezza la volontà (e le necessità) di realizzare un’attività di ricerca e formativa che
incontri le esigenze di crescita del territorio e gli enti locali (Comune e Provincia di
Alessandria), le associazioni imprenditoriali (API, Confidustria e Camera di Commercio),
commercianti, ecc., hanno identificato nell’attività delle Università l’elemento centrale per
la crescita di Alessandria e provincia.
è infatti ormai chiaro che la sfida a livello globale riguarda tutte le attività produttive la
si può vincere solo innovando la produzione industriale nei differenti settori: solo in questo
modo sarà possibile mantenere elevato il tenore di vita dei cittadini.
Un risultato di questa portata lo si può ottenere solo con una costante innovazione
tecnologica (Università del Piemonte Orientale Facoltà di Scienze MFN e Politecnico di
Torino), ma anche garantendo un supporto giuridico socio - economico alle imprese
(Università del Piemonte Orientale Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche), con
Il valore delle una semplificazione sia delle attività delle imprese già presenti sul territorio, sia rendendo
conoscenze più appetibile Alessandria quale sito di insediamento di nuove attività industriali /
commerciali; inoltre, grazie al supporto scientifico – tecnologico si garantirà la copertura
di nuove percentuali di mercato con prodotti ad elevata tecnologia, con minimo impatto
ambientale ed elevato tasso di riciclabilità.
è sempre importante ricordare che la qualità della ricerca degli Atenei viene valutata in
base ai risultati della ricerca pubblicati su riviste internazionali ad elevato Impact Factor
(IF). Risulta quindi chiaro che il supporto alla crescita del territorio non può immaginare
un ateneo che abbia come unico scopo quello di risolvere i problemi tecnici delle imprese
locali.
Tale obiettivo deve infatti essere sempre associato con quello di fornire supporto alle
imprese con laboratori all’avanguardia e ricerca ai massimi livelli nazionali (come riportato
da valutazioni obiettive quali quelle del Censis) e a livello internazionale (diversi programmi
europei ed internazionali finanziati).
Per tali ragioni il rapporto con il territorio impone che le scelte che verranno effettuate,
garantiranno di raggiungere entrambi i traguardi.
tavolo si sono presentati 2 soli progetti, ritenuti tuttavia una scelta epocale e di netto
cambiamento nel rapporto tra sistema universitario locale e territorio. I 2 progetti sono
riferiti alle 2 linee strategiche formulate ed identificate:
linea 1 – Sistema di comunicazione attivo per la diffusione della conoscenza sulle
competenze di ricerca.
linea 2 – Sviluppo di strumenti condivisi per il reperimento, il controllo e la
gestione dei finanziamenti
La logica conseguenza che deriva dalle premesse è la messa a punto di un piano che faccia
perno su un’entità, “La Cittadella della Conoscenza”, che integrando nei campi della ricerca
e della formazione l’attività dei due atenei, permetta di raggiungere gli obiettivi di garantire
Cittadella della lo sviluppo delle imprese del territorio mettendo a disposizione una ricerca d’avanguardia,
conoscenza da un lato, e su una seconda entità, “Il centro per la raccolta e l’elaborazione del patrimonio
informativo locale”, che consenta di sviluppare un vero e reale progetto di rete delle
conoscenze, utile ad acquisire da parte degli attori locali, pubblici e privati, decisioni
consapevoli sulla base di dati ed informazioni strutturate e documentate, dall’altro.
centro per la raccolta e l’elaborazione del patrimonio informativo locale – linea 1
Per la prima linea strategica si rimanda alla lettura del progetto, più oltre commentato,
finalizzato alla creazione ed implementazione di un sistema di Rete delle Conoscenze, un
progetto che rappresenta una netta scelta di campo, vedendo il sistema universitario a
sostegno e supporto delle scelte decisionali degli attori locali. Si ricorda che la scheda
progetto che il lettore troverà più oltre è l’evoluzione di un preesistente progetto
commissionato dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria, in seguito
studiato anche in termini di fattibilità con un Business Plan dedicato. A supporto della
crescita culturale del territorio e delle attività imprenditoriali sarà importante quindi avviare
uno studio completo riguardante la realizzazione di un centro per la raccolta e
l’elaborazione del patrimonio informativo locale; il progetto si pone come obiettivi la
creazione di un centro integrato per raccogliere, organizzare e rendere disponibile il
patrimonio di informazioni prodotte dagli enti locali e dalle altre organizzazioni territoriali
a rilevanza pubblica nel corso della loro normale attività di erogazione di servizi e/o
produzione di beni. La prima linea strategica si inserisce quindi nel filone definibile della
Rete delle Conoscenze, tema di grande attualità ed innovativo, come strumento di
assunzioni consapevoli di decisioni ed analisi strutturate del territorio.
la cittadella della conoscenza – linea 2
La struttura permetterà di integrare l’attività di ricerca tecnologica della Facoltà di Scienze
MFN dell’Università del Piemonte Orientale e dei laboratori del Politecnico di Torino
presenti ad Alessandria.
Al contempo la Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche garantiranno il supporto
al territorio e alle imprese relativamente per gli aspetti giuridici e nel campo socio-
economico.
La Cittadella della Conoscenza dovrà permettere sia l’incubazione di nuove attività
imprenditoriali, che il contatto stretto con quelle imprese che vorranno realizzare un
percorso di sviluppo tecnologico supportato dai nostri Atenei.
E’ importante comunque non dimenticare il numero di piccole e medie imprese presenti
nel territorio del Piemonte sud orientale (e nell’alessandrino in particolare); per tali imprese
i laboratori della Cittadella della Conoscenza dovranno mettere a disposizione delle
imprese quelle tecnologie che difficilmente le singole entità produttive private potrebbero
sviluppare senza i sacrifici relativamente onerosi investimenti in strumentazioni e personale
altamente qualificato.
Gli atenei forniranno le tecnologie nel settore dei nuovi materiali, nano materiali, materie
plastiche e compositi delle tecnologie relative all’impiantistica industriale.
Quando si parla di nuove tecnologie per le imprese non bisogna comunque dimenticare
430
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
431
Asse III - Sviluppo di conoscenza
tavolo 2 ricerca
AnAlISI S.W.o.t.
opportunItà mInAccE
Individuazione di tematiche trasversali che coinvolgano più ambiti scientifici, per avviare Rischio di vedere la ricerca come servizio strumentale, in senso solo economico e non
progetti multidisciplinari di ricerca, anche al di fuori dell’area alessandrina culturale
Dipartimenti promotori di progetti di ricerca con collaborazioni da trovarsi anche al di
Mancata percezione da parte del sistema locale del valore della ricerca
fuori del territorio locale
Fuga di cervelli verso altre località per ricerca pubblica o privata, o cessazione totale di
Percezione della ricerca come elemento di sviluppo culturale del territorio
attività di ricerca
Incapacità di reclutare soggetti giovani per mancanza di offerta di prospettive stabili di
Costruzione di un forte matching tra domanda ed offerta di ricerca a livello locale
carriera
Potenziamento delle strutture a servizio della didattica come strumento di attrazione degli
studenti (es.: biblioteche, mense, collegi, aule studio, …)
Percezione dell’università come un’opportunità
Percezione dell’università come fonte di produzione di reddito per il territorio mediante
investimenti in didattica e ricerca
Necessità di realizzare un “catalogo” dei servizi di ricerca offerti dagli atenei da presentare
all’industria ed agli enti pubblici
Opportunità di dialogare con i produttori di ricchezza locali, pubblici e privati, come
mezzo di raccolta di fondi integrativi al finanziamento pubblico nazionale
Creazione di progetti di finanziamento locali
pIAno StrAtEgIco DI AlESSAnDrIA
Asse III Sviluppo di conoscenza - tavolo 2 ricerca
AlbEro DEI problEmI (cAuSE)
mancanza di una cabina di regia integrata sul sistema locale che illustri ed eventualmente coordini l’attività di ricerca. Scarsa
percezione e conoscenza da parte della località sulle molteplici opportunità di ricerca in diversi ambiti operativi, fornibile dal sistema
universitario locale. Attività di ricerca sul terriotrio non riconosciuta né conosciuta a livello locale. necessità di ricerca non solo locale
ma con ricadute in aree più ampie. visione prevalentemente strumentale della ricerca, orientata spesso alla soluzione di problemi
contingenti e non strutturali. necessità di canali di finanziamento più agili e dedicati e meglio inquadrati. Situazione economica e
finanziaria dei dipartimenti non sostenibile: impossibilità di fare pianificazione finanziaria e conseguente assunzione di personale.
perdita di cervelli verso altre professioni e/o destinazioni. necessità di risolvere il nodo strutturale per l’ottenimento di garanzie di
risorse nel medio-lungo termine per poter pianificare attività di ricerca. mancato rispetto di tempi di cash flow e necessità di
strumenti finanziari coordinati tra gli enti locali ed il sistema finanziario.
linea 2
linea 1
meccanismi di
fAttorE ESogEno
fascino nel
richiamo a player premialità
esterni
carenza di
ricambio meccanismi di
mancanza di
generazionale compensazione locale
visibilità
dell’elite molto
dell’università
lenta
carenza di
tempi di visibilità cabina di regia
prezzo “pagato” per
mancanti per
autonomia
garantire piena
universitaria
visibilità
pIAno StrAtEgIco DI AlESSAnDrIA
Asse III Sviluppo di conoscenza - tavolo 2 ricerca
AlbEro DEI problEmI (EffEttI)
mancata ricezione dei risultati della Azioni di ricerca pubblicizzate ma carenza di ricettività per attività di
parziale perdita di opportunità fuga di cervelli
ricerca non pienamente recepite ricerca
mancanza di una cabina di regia integrata sul sistema locale che illustri ed eventualmente coordini l’attività di ricerca. Scarsa
percezione e conoscenza da parte della località sulle molteplici opportunità di ricerca in diversi ambiti operativi, fornibile dal sistema
universitario locale. Attività di ricerca sul terriotrio non riconosciuta né conosciuta a livello locale. necessità di ricerca non solo locale
ma con ricadute in aree più ampie. visione prevalentemente strumentale della ricerca, orientata spesso alla soluzione di problemi
contingenti e non strutturali. necessità di canali di finanziamento più agili e dedicati e meglio inquadrati. Situazione economica e
finanziaria dei dipartimenti non sostenibile: impossibilità di fare pianificazione finanziaria e conseguente assunzione di personale.
perdita di cervelli verso altre professioni e/o destinazioni. necessità di risolvere il nodo strutturale per l’ottenimento di garanzie di
risorse nel medio-lungo termine per poter pianificare attività di ricerca. mancato rispetto di tempi di cash flow e necessità di
strumenti finanziari coordinati tra gli enti locali ed il sistema finanziario.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
lInEE StrAtEgIchE
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 1
titolo:
centro per la raccolta e l’elaborazione del patrimonio
informativo locale
Sistema di comunicazione
attivo per la diffusione
linea 1
della conoscenza sulle
competenze di ricerca
Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo la creazione di un centro integrato per raccogliere,
organizzare e rendere disponibile il patrimonio di informazioni prodotte dagli Enti Locali
e dalle altre Organizzazioni Territoriali a rilevanza pubblica nel corso della loro normale
attività di erogazione di servizi e/o di produzione di beni.
Soggetti proponenti:
Dipartimento di Ricerca Sociale - Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi
del Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
1. le esigenze funzionali di partenza.
Il sistema istituzionale della Provincia di Alessandria è caratterizzato da alcune specificità
che lo contraddistinguono. Sinteticamente possiamo affermare che, a fronte di un livello
erogativo di prestazioni da parte degli Enti Pubblici che si attesta su buoni standard e a
un livello di infrastrutturazione logistica di assoluta eccellenza, si evidenzia una
frammentazione dei sette sottosistemi territoriali che lo contraddistinguono piuttosto
spiccato. Accanto a questo è presente una fitta rete di strutture di gestione
pubblico/privato di servizi locali al cittadino e alle imprese. Il processo di diffusione delle
nuove tecnologie negli Enti Pubblici Locali e nelle altre strutture istituzionali territoriali
ha incontrato rallentamenti e tuttora non appare essere compiuto. Peraltro la
frammentazione istituzionale ha impedito nel passato di sviluppare programmi di lungo
periodo che consentissero una adeguata differenziazione funzionale del sistema provinciale
alimentando spesso ridondanze.
La recente ristrutturazione degli ambiti di raccolta della fiscalità locale, la progressiva
restrizione dei trasferimenti dal centro statuale agli enti territoriali, la situazione contingente
di crisi economica e finanziaria hanno evidenziato ulteriormente la necessità per i sistemi
territoriali locali di identificare linee di sviluppo integrato e di progettare con largo anticipo
le possibili misure necessarie a implementarle. La sfida a cui i territori sono chiamati non
investe solo le responsabilità degli amministratori dei nostri enti, ma anche da tutti gli altri
attori sociali ed economici che agiscono sul territorio. Essa è rappresentata dalla
implementazione di un nuovo modello di concertazione della decisione pubblica che
riunisca attori istituzionali pubblici e privati attorno a grandi progetti programmatici per
l’intero territorio provinciale.
A questo scopo sono nate sul territorio alcune iniziative di tipo pianificatorio (fra tutte il
Piano Strategico di Alessandria 2018) il cui scopo è quello di censire le potenzialità del
contesto locale per costruire un percorso di valorizzazione e posizionamento sullo scenario
439
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
domande di conoscenza necessarie allo sviluppo del territorio. Il primo passo operativo
necessario è costituito dalla necessità di sensibilizzare gli Enti Pubblici e le Organizzazioni
a Rilevanza Pubblica rispetto agli obiettivi del Centro e alle modalità di adesione. Il Centro
potrà essere realizzato effettivamente solo sulla base di un accordo associativo fra tutti i
soggetti istituzionali interessati.
La stipula di un accordo associativo consentirà di iniziare le fasi di messa in opera vera e
propria. Appare opportuno che sia l’Università a fornire (sulla base di specifiche
convenzioni di finanziamento) il personale di ricerca interno al Centro. Questo consentirà
di promuovere ulteriormente il rapporto di integrazione fra l’Università e il suo territorio,
oltre a garantire la preparazione scientifica delle risorse umane coinvolte (che sarebbero
articolate in almeno cinque ricercatori a coprire queste aree di competenze: metodologica,
sociologica, economica, giuridica, monitoraggio chimico fisico e biologico dell’ambiente,
coordinate da un responsabile scientifico).
A questo scopo occorre sottolineare che il presente progetto si propone in linea di
continuità con altri progetti attualmente in fase di analisi preliminare, su tutti Cittadella
della Conoscenza e della Tecnologia, con lo scopo di fornire a questi una ulteriore
integrazione funzionale. Qualora i progetti di cui sopra non trovassero effettiva
realizzazione, potrebbe essere praticabile un potenziamento delle attività del Centro e
conseguentemente delle risorse disponibili per la sua realizzazione, in modo da consentire
in ogni caso l’attuazione degli obiettivi che hanno animato l’insieme delle iniziative in
questione: dotare Alessandria di un centro di raccolta, produzione ed erogazione del sapere
disponibile per tutti gli attori territoriali pubblici e privati, con lo scopo di accompagnare
il processo di sviluppo locale. Si sottolinea ulteriormente che questa opportunità risulta
eventualmente esplorabile solo se gli altri progetti in parola non potessero trovare
attuazione per impedimenti sopraggiunti.
La realizzazione operativa delle strutture operative del Centro sarà articolata come segue.
In una prima fase saranno rilevate le caratteristiche del patrimonio informativo degli enti
e delle organizzazioni aderenti e saranno quindi progettate in una seconda fase le strutture
hardware e software necessarie alla loro normalizzazione e alla loro organizzazione in un
data warehouse. Saranno poi, in una terza e ultima fase, implementate le procedure per la
scelta degli indicatori tematici di elaborazione e le architetture software per l’analisi dei dati
e per la messa a disposizione degli stessi con accesso pubblico supervisionato dal personale
del Centro.
Queste operazioni consentiranno la predisposizione continua nel tempo di rapporti
tematici a cura del Cento che avranno come scopo principale la diffusione dei dati raccolti,
al fine di promuovere la definizione di una base di conoscenza comune necessaria a
favorire i tavoli di concertazione e di sviluppo delle politiche di governo e a permettere
efficaci azioni di monitoraggio e valutazione delle stesse.
Questa iniziativa, ancorché non riducibile al solo territorio di competenza del Progetto
Alessandria 2018, costituisce un’iniziativa qualificante di rilevanza strategica per l’intero
tessuto locale e non sfugge l’opportunità che l’attività propulsiva iniziale possa essere
proprio legata alla pianificazione strategica del ruolo del capoluogo provinciale.
Si fa infine presente che le numerose proposte progettuali di Osservatori su temi specifici
presentate nei singoli tavoli potrebbero essere successivamente integrate nelle finalità del
Centro qui proposto.
finalità generali:
1) Promuovere la realizzazione di un DATA WAREHOUSE che consenta di
mettere in rete informazioni (opportunamente trattate per essere normalizzate
e rese commensurabili), attingendo al patrimonio informativo di tutti gli Enti
e le Organizzazioni a Rilevanza Pubblica che aderiranno al progetto.
2) Rendere tali informazioni disponibili per l’elaborazione scientifica e la
441
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
442
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
costi di investimento
Voci di costo Importi in Euro
Costi di adeguamento edifici già esistenti 50.000
Costi hardware 20.000
Altri costi di avvio 50.000
Totale investimento iniziale 120.000
Costi infrastrutturazione di rete Da definirsi
443
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
costi di gestione
I costi di gestione per l’esercizio annuale delle attività a progetto realizzato saranno:
Voci di costo Importi in Euro
Risorse umane (5 ricercatori e 1 tecnico) 330.000
Coordinamento scietifico 30.000
Licenze software annuali 30.000
Adeguamento e manutenzione hardware 20.000
Spese di gestione vria (telefonica,
20.000
cancelleria, etc.)
Costo di esercizio annuale complessivo 430.000
Una parte significativa (non inferiore al 30%) del costo di esercizio annuo potrà essere
finanziato con attività di ricerca o di erogazione dei dati a favore di terzi on demand dietro
tariffa stabilita dagli Organi di Governo del Centro (da definirsi).
fattibilità:
Gli elementi preliminari di fattibilità sono:
l Sensibilizzazione degli Enti Pubblici e delle Organizzazioni a Rilevanza
Pubblica rispetto agli obiettivi del Centro.
l Creazione di una struttura associativa fra i sopra citati Enti e
Organizzazioni per la realizzazione dell’Iniziativa.
l Patrimonializzazione in fase di avvio atta a coprire tra capitale di rischio e
finanziamento soci almeno il 50% degli investimenti.
444
A L E SSANDRIA :
IL
cronoprogramma:
PIANO
mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese
Attività
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Sensibilizzazione attori coinvolti
Determinazione struttura giuridica
ottimale
Stesura e sottoscrizione accordi e
STRAT E G I C O
445
elezione/nomina degli Organi di
Governo
Identificazione e messa in opera
della sede fisica
Reclutamento risorse umane
Analisi patrimonio informativo
disponibile negli
Enti/Organizzazioni sottoscrittori
Creazione architettura hardware di
organizzazione delle informazioni
Creazione architettura software di
organizzazione/normalizzazione
delle informazioni
Creazione della piattaforma per
l’accesso pubblico supervisionato
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 2
titolo:
cittadella della conoscenza
Sviluppo di strumenti
condivisi per il reperimento,
linea 2
il controllo e la gestione dei
finanziamenti
Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo la creazione di un centro ricerca tecnologica e
scientifica, a carattere fortemente multidisciplinare e interdisciplinare, che sia al servizio
delle esigenze di crescita delle imprese e di sviluppo del territorio
Soggetti proponenti:
Università Piemonte Orientale, Politecnico di Torino
Descrizione del progetto:
1. le esigenze funzionali di partenza.
La competitività dei sistemi locali, assai più che in passato, si gioca oggi sulla dotazione di
servizi avanzati alle imprese, sia specialistici sia orizzontali. Infatti la nuova divisione
mondiale del lavoro richiede alle aree-sistema dei paesi avanzati una capacità di competere
su fattori di qualità, sofisticazione nell’uso di nuovi materiali, uso di sistemi informativi
efficienti, affidabilità nel prodotto e nella distribuzione, efficienza di sistema, velocità nel
time to market.
La provincia di Alessandria, dotata di un sistema produttivo diversificato, aperto
all’internazionalizzazione (è la settima provincia italiana per consistenza delle presenze
multinazionali), specializzato nella logistica (retro-porto dei porti liguri aperto
all’integrazione europea) deve dotarsi di un sistema di servizi avanzati alle imprese
articolato e complesso di cui oggi è ancora sprovvista.
In questa chiave il ruolo della Università e del Politecnico, come luoghi di produzione di
conoscenza usabile da parte delle imprese, diventa un fattore chiave dello sviluppo
territoriale integrato.
La competizione territoriale legata alla globalizzazione dell’economia ha innescato
dinamiche di accesso alle risorse sempre più complesse che richiedono l’implementazione
di nuovi servizi di supporto strategico alle imprese (soprattutto di medie e piccole
dimensioni). In quest’ottica, l’ente pubblico vede trasformarsi le proprie competenze da
soggetto di processi di government a titolare di processi di coordinamento e di
accompagnamento degli sforzi progettuali delle imprese situate nel suo territorio di
riferimento, in un’ottica di composizione delle esigenze degli stakeholders attraverso
strumenti di governance.
La chiave di volta per il sostegno strategico alla competitività delle imprese è senza dubbio
la costruzione di centri di competenza locali in grado di erogare servizi a elevato valore
aggiunto fondati sulla “conoscenza”. Il presente progetto si situa in questo sentiero di
promozione dello sviluppo locale provando a individuare alcuni assi strategici di
erogazione sul territorio di servizi qualificati alle imprese che consentano di alimentare
circuiti virtuosi di trasferimento di conoscenza dalle sedi di ricerca universitarie alle
imprese.
446
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
di distretti industriali e cluster di imprese, sia di dare origine a nuovi modelli di eccellenza,
con fenomeni di “clonazione” di modelli di successo già esistenti.
Tale approccio consente di creare i presupposti per fornire alle imprese un supporto
concreto in tutti i campi della ricerca applicata in ogni settore scientifico disciplinare, per
porre il comparto produttivo in grado di competere in chiave di globalizzazione sui tre
temi di riconosciuta rilevanza competitiva dalla Comunità Europea, vale a dire l’elemento
finanziario, l’eccellenza tecnologica e l’approccio internazionale.
La presente proposta prevede la relazione stretta fra gli enti locali, preposti a svolgere una
funzione di impulso e di coordinamento per la realizzazione dell’iniziativa, il mondo
produttivo, portatore delle domande conoscitive a cui il costituendo centro deve essere in
grado di dare risposta, ma anche soggetto promotore e garante della continuità
dell’iniziativa, e infine il mondo accademico, chiamato a fornire le competenze tecnico-
scientifiche necessarie al raggiungimento degli scopi istitutivi dell’iniziativa.
Il progetto intende creare una nuova struttura di servizi alle imprese per il trasferimento
di “conoscenza usabile” e di risorse umane molto qualificate dal sistema universitario al
sistema economico.
La rilevanza strategica del progetto e la sua indubbia coerenza con il sistema della nuova
programmazione territoriale lo rende essenziale per fare avanzare l’intero quadrante
alessandrino nei prossimi anni. è infatti chiaro che, per essere Alessandria (e in genere le
città universitarie) il nodo centrale della produzione e diffusione della conoscenza usabile,
la struttura qui proposta intende servire l’insieme dei sistemi e dei sotto-nodi produttivi,
dei distretti e dei cluster, distribuiti nel territorio provinciale, ma anche quelli di scala
regionale e sovra-regionale.
finalità generali:
Le funzioni specifiche degli Atenei vengono a declinarsi oltre che nei tradizionali canoni
della Ricerca Scientifica di alta qualità e della Formazione (sia accademica sia
professionalizzante, ivi inclusi i Master) anche in quelli del Trasferimento Tecnologico, in
stretto rapporto con le realtà aziendali ospitate nella Cittadella, e dei Servizi al Territorio,
diventando così l’università uno degli strumenti degli Enti Territoriali per la realizzazione
delle politiche di sviluppo locale.
La Cittadella ambisce dunque a essere prima di tutto un motore dello sviluppo
imprenditoriale e strumento di attuazione delle politiche degli Enti Territoriali a cominciare
da quelle della Regione Piemonte che ha voluto programmare i suoi interventi di sostegno
del comparto socio-economico e produttivo in Poli di Innovazione, alla Provincia di
Alessandria che ha intessuto in un piano articolato a rete le opportunità di interazione dei
diversi distretti tecnologici in cui si articola per concludere con il Comune di Alessandria
che proprio nella Cittadella della Conoscenza ha posto il cardine della propria progettualità
in ambito PTI.
Il progetto della Cittadella della Conoscenza prende corpo dalla volontà di disegnare un
nuovo ruolo ed una nuova strategia da parte dell’università basata sulla messa a
disposizione della Cittadella delle strutture di formazione e di ricerca di qualità già esistenti
che hanno saputo guadagnarsi negli anni una reputazione presso il mondo industriale. Al
progetto parteciperanno sia i Dipartimenti dotati di competenze a carattere scientifico e
tecnologico sia quelli con competenze negli ambito giuridico, economico e gestionale,
gestione del personale, progettazione di politiche di sviluppo organizzativo e di prodotto.
Uno sviluppo auspicabile del presente progetto, ma non inderogabile, è costituto dalla
creazione di un incubatore di nuove imprese, sul modello di quello già operante presso il
Politecnico di Torino e a Novara presso l’Università del Piemonte Orientale.
obiettivi specifici:
1. promozione della ricerca, del trasferimento tecnologico e
448
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
dell’innovazione:
- sostegno alla formazione di piattaforme innovative, laboratori e
infrastrutture connesse;
- creazione di reti di collaborazione tra imprese e tra imprese e istituzioni della
ricerca: progetti di ricerca congiunta tra centri di ricerca e imprese e
condivisione delle strutture, sostegno alle reti transnazionali di scambio e di
azione formativa;
- sostegno a progetti di innovazione delle PMI.
In questo quadro il progetto si fonda direttamente sulla condivisione di infrastrutture e
attrezzature di ricerca accademiche con il mondo delle imprese la sua principale ragione.
Esso inoltre si fonda su un rapporto intimo tra imprese e strutture pubbliche di ricerca
quali quelle universitarie. Ciò comporterà la semplificazione dei rapporti a tutto beneficio
della conduzione di progetti di ricerca congiunti tra imprese e università, della creazione
di nuove idee progettuali inquadrate in rapporti di parternariato industria-università, come
pure la nascita di team affiatati con possibilità di fertilizzazione incrociata sia nella
formazione sia nella ricerca. La Cittadella inoltre mira nello specifico della PMI al sostegno
della creazione di nuovi prodotti come pure al recupero di competitività di prodotti oramai
obsoleti, il tutto a costi accettabili e decisamente più contenuti rispetto a quanto
accadrebbe per imprese che volessero realizzare questi percorsi in proprio.
2. Sviluppo dei sistemi produttivi locali e rafforzamento delle filiere
produttive (incluse filiere agro-industriali ed energie rinnovabili): poli innovativi,
promozione dell’imprenditorialità, innovazione organizzativa e sostegno alla formazione
di centri di competenza, offerta di servizi alle imprese, compresa l’ingegneria finanziaria
e il sostegno della ricerca, percorsi formativi integrati per la creazione d’impresa.
Qui l’innovazione della struttura proposta è tale in un contesto come quello italiano, ma
è la regola di cui si nutrono i principali campus universitari a vocazione tecnologica
mondiale dove la promozione dell’imprenditorialità nasce proprio, anche se non in modo
esclusivo, dalle migliori idee prodotte dagli ambienti universitari. Per il sostegno a tale
progettualità, i proponenti sono ben consci che siano necessari quegli strumenti finanziari,
organizzativi e formativi senza i quali una buon idea, non necessariamente tecnologica,
non può affermarsi.
3. creazione di reti tecnologiche e collaborative transnazionali.
La sopra richiamata natura della Cittadella quale strumento dell’attuazione delle politiche
territoriali la inquadra costituzionalmente in una rete di relazioni mutue con i diversi
distretti della Provincia di Alessandria e più in generale del Basso Piemonte e del Piemonte
Orientale. Essa intende porsi pertanto come soggetto che opera in sinergia ed in modo
complementare rispetto ad altri nodi del contesto alessandrino (es. Parco Scientifico e
Tecnologico di Rivalta Scrivia, Distretto del Freddo nel Casalese, Polo della Metallurgia
Orafa del Valenzano, ecc.) a forte vocazione internazionale. Facciamo inoltre presente
che la Cittadella opererà in piena sinergia con il Centro di raccolta ed elaborazione de
patrimonio informativo locale, di cui è stata approvata la Scheda Progetto al Tavolo della
Ricerca.
4. promozione della formazione di eccellenza.
L’università è il luogo della formazione per antonomasia. Alla formazione in settori
tradizionali la Cittadella, in collaborazione con il Centro per l’Alta Formazione (cfr.
Scheda-Progetto presentata al Tavolo della didattica), saprà declinare anche nuovi e
moderni percorsi formativi in linea con i settori e le discipline cardine che caratterizzano
la missione della Cittadella stessa. L’eccellenza dei percorsi formativi andrà così di pari
passo con quella dei percorsi di ricerca, a costituire il richiamo di studenti da fuori bacino
449
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
ivi includi studenti stranieri. Saranno da ipotizzarsi anche percorsi in lingua inglese che
favoriscano quest’ultima evoluzione, così importante per la sprovincializzazione della
cultura degli studenti locali. Un ulteriore tratto su cui si incentrerà l’azione della Cittadella
sarà la formazione permanente anche in collaborazione con istituzioni che già operano in
questo settore.
Attività:
La realizzazione della Cittadella prevede le seguenti attività (investimenti):
m Attività di discussione presso gli Enti Pubblici e le Organizzazioni a
Rilevanza Pubblica rispetto agli obiettivi strategici e le linee di attuazione del
progetto.
m Redazione di un analisi giuridica sulle forme societarie ottimali ( di diritto
pubblico o privato ovvero eventuali forme miste) per garantire una adeguata
possibilità di adesione a agli Enti Pubblici e alle Organizzazioni a Rilevanza
Pubblica interessati dall’iniziativa
m Redazione di un Business Plan decennale per l’iniziativa
m Identificazione di una sede fisica per la realizzazione delle infrastrutture
tecnologiche e di ricerca necessarie e delle eventuali opere di adeguamento
edilizio.
m Redazione e sottoscrizione del documento istitutivo e fondazione del
soggetto giuridico “Cittadella della scienza e della tecnologia”
m Elezione/nomina degli organi di governo societari e avvio dell’esercizio di
bilancio
m Reclutamento delle risorse umane interne per garantire lo start-up
amministrativo della Cittadella.
m Definizione puntuale della struttura macro e micro-organizzativa dei centri
di competenza sviluppati in stretta collaborazione con l’università e
definizione del catalogo dei servizi di consulenza e di formazione erogabili
m Acquisizione delle infrastrutture tecnologiche.
m Identificazione delle strutture di tariffazione/prezzo corrispondenti ai
servizi di consulenza on demand offerti sul mercato
m Qualora la creazione di un incubatore di impresa abbia luogo sarà
necessario procedere alla definzione dei modelli giuridici per la selezione delle
iniziative industriali da incubare e dei centri di ricerca aziendali che troveranno
posto nella Cittadella
m (Qualora la creazione di un incubatore di impresa abbia luogo) Selezione
delle prime iniziative industriali che potranno essere soggette ad incubazione
m Strutturazione di uno specifico piano per il marketing dell’iniziativa e la
diffusione del catalogo delle servizi di competenze disponibili presso il tessuto
imprenditoriale locale e sovralocale.
risultati attesi:
Nel perseguire tali obiettivi ci si prefigge di conseguire i risultati e gli effetti qui di seguito
elencati, in linea con le strategie di sviluppo regionali (PTR e DSR):
o Innalzamento del livello di formazione e professionalità dei lavoratori.
o Aumento del numero di corsi di formazione volti ad una formazione di
alto livello di figure fortemente richieste dal mercato.
o Creazione di una nuova classe dirigente ed imprenditoriale locale.
o Creazione di una fitta rete di relazioni internazionali, finalizzate alla
sprovincializzazione dei modelli culturali di riferimento, alla diversificazione
del comportamento sociale ed alla creazione di una rete estesa di relazioni
450
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
451
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
capitale privato
Fondazione CRAL
Organizzazioni a rilevanza pubblica (associazioni datoriali, sindacati, etc.)
capitale pubblico
Regione Piemonte attraverso l’erogazione del finanziamento entro il Piano
territoriale integrato o altri fondi dedicati
Comune
CCIAA
Provincia
Regione
ASL
ASO
Prefettura
Comuni Centri-Zona
Altri enti pubblici territoriali
452
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Nel periodo complessivo dei 6 mesi sopra indicati dovrà essere prodotto un piano
industriale atto a verificare la sostenibilità economica, patrimoniale e finanziaria
dell’iniziativa, a supporto degli atti decisionali dei rispettivi aderenti all’iniziativa.
453
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
454
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
tAvolo 3
culturA E InformAzIonE
prEmESSA gEnErAlE
Le riunioni di lavoro relative al Tavolo 3 – Cultura e Informazione del Piano Strategico di
Alessandria, hanno visto una presenza di numerosi autorevoli rappresentanti di Enti quali
l’Università del Piemonte Orientale, il Comune di Alessandria, il Teatro Regionale
Alessandrino, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria, il Conservatorio,
l’Archivio di Stato, la Società di Storia Arte ed Archeologia, oltre a rappresentanti di organi
di informazione quali Corrieral, Radio Gold, Grp, Il Piccolo, l’Ufficio Stampa della
Provincia di Alessandria.
Punto di partenza dei lavori il fatto che dal punto vista culturale la città di Alessandria,
nonostante sia capoluogo di Provincia, non viene considerata attraente dai suoi cittadini,
né tanto meno da potenziali turisti. La causa principale è, a parere dei membri di tavolo,
la mancanza di un’adeguata valorizzazione dei beni storico-artistici presenti sul territorio,
attraverso campagne di comunicazione e promozione.
Una percezione Il risultato è che la percezione del livello dell’offerta culturale da parte dei cittadini non è
non corretta corrispondente al suo vero potenziale e, di conseguenza, cercano offerte culturali in altre
Città. Per tanto, il ritorno economico delle iniziative culturali cittadine è decisamente
inferiore alle sue potenzialità, causando così agli Enti e alle Istituzioni organizzatrici di
eventi una significativa perdita di reddito.
L’inadeguatezza della comunicazione provoca come conseguenza diretta la difficoltà per
le informazioni di giungere ai destinatari, che partecipano così in un numero spesso non
corrispondente alle aspettative degli organizzatori. Un insufficiente lavoro di
coordinamento tra gli Enti e le Istituzioni che producono e organizzano eventi culturali
provoca la frammentazione e la sovrapposizione degli eventi stessi. Risorse umane e
finanziarie finiscono così per essere poco razionalizzate e inutilmente disperse.
Infine le manifestazione organizzate ad Alessandria hanno troppo spesso un carattere
eccessivamente localistico, risultano fruibili soprattutto da fasce d’età più anziane e quindi
prive di appeal per il pubblico più giovane. La mancanza di stimoli culturali ideati e rivolti
a fasce d’età giovanili incentiva la “migrazione” verso altre realtà più appetibili, stimolanti
e dinamiche.
Un primo, importante obiettivo per rilanciare la vita culturale della nostra città, individuato
nel corso delle riunioni, è quello di rendere la Cittadella di Alessandria un bene culturale
vivo, pulsante, aperto sempre e a tutti. Fino ad ora il suo utilizzo non è stato strategico e
Una prima non ha tenuto sufficientemente conto degli interessi comuni agli Enti e le Istituzioni
indicazione di tavolo Culturali della città. La gestione sin qui operata ha utilizzato la Cittadella come un
contenitore anonimo di iniziative fin troppo disomogenee tra loro, che ne hanno
valorizzato poco la splendida struttura. Un miglioramento sensibile potrebbe essere dato
dalla creazione di un’unica “cabina di regia” che coordini e colleghi la presenza delle
frequenti iniziative culturali. La presenza di un maggior dialogo e coordinamento comune
contribuirebbe da un lato alla realizzazione di un calendario di eventi non più frammentati
né sovrapposti tra loro, ma uniforme, dall’altro a un uso più corretto e differenziato di
455
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Per quanto concerne la linea strategica 1, si riconosce che tale struttura possa essere da un
lato un problema, se non adeguatamente valorizzata, e dall’altro una delle più grandi
opportunità della città. Si è riconosciuto altresì che la soluzione non possa essere confinata
alla sola dimensione culturale, e per tale ragione è stata promossa una iniziativa che,
muovendo dal tavolo della Cultura, ha portato poi l’argomento ad essere discusso sull’Asse
2 (Sviluppo Urbano), riconoscendo come la Cittadella sia in realtà storicamente un
quartiere della città, e come la soluzione progettuale (quanto meno come linea di azione
metodologica e di percorso) dovesse vedere un dibattito allargato ad altri tavoli di lavoro,
ed in particolare tener conto delle componenti tecniche, giuridiche, umanistiche,
economiche, di produzione di reddito e sociali.
Per quanto concerne la linea strategica 2, è su questa linea che si sono concretizzate le
progettualità dei vari attori di tavolo, in molteplici schede progetto che hanno cercato di
evidenziare le principali opportunità di sviluppo della città in ambito culturale.
Per quanto concerne la linea 3, si è evidenziato il problema della comunicazione ed
informazione, riconoscendo come talvolta vi sia un problema di percezione errata del
livello culturale della città, probabilmente superiore a quello comunemente riconosciuto.
In tal senso, il tavolo non ha ritenuto di evidenziare specifiche schede progettuali, ma si è
456
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
assunto l’onere di pianificare per il futuro iniziative coordinate e concordate, sia per
continuare le migliori pratiche, sia per rendere note le risultanze dei lavori di tutti i tavoli
del piano strategico, e contribuire alla disseminazione dei risultati.
1
Si veda l’Albero dei Problemi e degli Obiettivi
457
Asse III - Sviluppo di conoscenza
tavolo 3 cultura e informazione
AnAlISI S.W.o.t.
opportunItà mInAccE
Valorizzazione culturale del complesso “Cittadella” Rischio di “immobilismo” culturale
Opportunità di coinvolgimento ordinario della domanda culturale Rischio di non coinvolgimento del bacino di domanda locale
Uso di nuove tecnologie per sostegno a prodotti culturali Visione localizzata e non aperta alla evoluzione culturale
Valorizzazione dei “beni culturali” su bacini informativi universitari Adeguamento dell’offerta all’ evoluzione tecnologica
Identificazione di progetti “faro” collegati all’ immagine della Città Limite “scolastico” della cultura
Rischio di deterioramento dell’immagine della Città
Evanescenza della vision culturale della Città
Mancanza di strumenti di verifica delle iniziative
Mancanza di una “cabina” di regia per il finanziamento
pIAno StrAtEgIco DI AlESSAnDrIA
Asse III Sviluppo di conoscenza - tavolo 3 cultura e informazione
AlbEro DEI problEmI (cAuSE)
Alessandria, benché capoluogo di provincia, non è considerata una città attraente perché i suoi beni storico artistici non sono stati
adeguatamente valorizzati con iniziative di tutela e di promozione e perché le manifestazioni culturali hanno spesso carattere localistico
e risentono di un insufficiente coordinamento tra le istituzioni operanti sul territorio.
linea 1
linea 2 linea 3
utilizzo non strategico del presenza di frequenti iniziative numero di attori crescente nel
contenitore “cittadella culturali non coordinate tempo e competizione elevata
militare”
mancanza di conoscenza
Difficoltà di selezione
mancanza di di corretti strumenti di
delle informazioni
un comunicazione
“osservatorio
culturale”
fAttorE ESogEno
mancata
conoscenza del
valore
economico
degli indicatori
culturali
pIAno StrAtEgIco DI AlESSAnDrIA
Asse III Sviluppo di conoscenza - tavolo 3 cultura e informazione
AlbEro DEI problEmI (EffEttI)
Alessandria, benché capoluogo di provincia, non è considerata una città attraente perché i suoi beni storico artistici non sono stati
adeguatamente valorizzati con iniziative di tutela e di promozione e perché le manifestazioni culturali hanno spesso carattere localistico
e risentono di un insufficiente coordinamento tra le istituzioni operanti sul territorio.
percezione del livello Impatto economico delle mancanza di stimoli fruizione degli eventi Difficoltà per le mancanza di una struttura
frammentazione e
culturale della città non iniziative culturali inferiore culturali per fasce d’età culturali da parte delle informzioni di giungere ai musele comunale
sovrapposizione di eventi
corrispondente alla realtà alle potenzialità giovanili fasce d’età più anziane destinatari centralizzata
mancanza di
Insufficiente dinamismo partecipazione del
ricerca di oferte culturali rischio di emigrazione per razionalizzazione delle
perdita di reddito nel rapporto tra offerta e pubblico non
al di fuori della città fasce d’età giovanili risorse umane e finanziarie
fruizione corrispondente alle attese
e conseguente dipersione
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
lInEE StrAtEgIchE
Azioni di coordinamento
linea 2
e monitoraggio
461
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
462
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 1
titolo:
polo Archivistico per la città di Alessandria
Azioni di coordinamento
linea 2
e monitoraggio
Sottotitolo:
Struttura formata da un insieme di soggetti, pubblici ed eventualmente privati, coinvolti
a diversi livelli, che collaborano per gestire i propri archivi di deposito e storici (e le attività
connesse) e per fornire spazi e servizi anche ad altri soggetti interessati.
Soggetti proponenti:
Archivio di Stato di Alessandria.
Descrizione del progetto:
L’Archivio di Stato di Alessandria (ASAL), uno dei centoventi Istituti di conservazione del
patrimonio archivistico, è un organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali (MiBac) la cui missione è conservare, tutelare, promuovere, valorizzare ed offrire
alla pubblica fruizione la documentazione storica riguardante l’Alessandrino ed il
Monferrato dal Medioevo all’epoca attuale. L’ASAL non solo ospita archivi storici prodotti
da Enti statali, ma fornisce spazi attrezzati, competenza e servizi ad archivi donati o
depositati da privati, famiglie nobili, professionisti ed enti locali: di particolare interesse ed
importanza è l’archivio storico comunale di Alessandria (ASCAL), gestito in convenzione
con l’Amministrazione municipale dal 1941.
Al momento attuale l’ASAL (che occupa un immobile in affitto: il contratto scade nel
2011 ed all’Agenzia del Demanio è ora demandato il compito di esplorare offerte di edifici
da concedere eventualmente in uso governativo) sta esaurendo gli spazi adibiti a deposito:
su 13.635 metri lineari di scaffalature, ne risultano occupati 11.150 e restano disponibili
solo 2485, già in buona parte prenotati; questo significa che entro due anni al massimo
l’ASAL non sarà più in grado di adempiere alla sua missione istituzionale.
Richiamandosi a quanto previsto dalla legislazione vigente (Dlgs 42 del 22 gennaio 2004
Codice dei Beni Culturali e del paesaggio, in particolare l’art. 112), mentre è in via di
approvazione l’Accordo tra il MiBac, le Regioni, le Province Autonome, le Province ed i
Comuni per la promozione e l’attuazione del Sistema Archivistico Nazionale (SAN), il
MiBac (Direzione Generale per gli Archivi – Commissione Tecnica Paritetica Nazionale)
ha presentato alla II Conferenza Nazionale degli Archivi (Bologna, 19-21 novembre 2009)
il Piano nazionale per la salvaguardia della documentazione archivistica, articolato in Fare
Poli e Fare Sedi.
Il Piano promuove attivamente una politica di salvaguardia e valorizzazione degli archivi
tale da assumere il carattere di fonte storica, indispensabile alla conservazione della
memoria e delle identità, quale fattore determinante, superando le distinzioni fra enti statali
e locali, pubblico e privato, quindi indipendentemente dai profili giuridici dei soggetti
titolari dei documenti. I Poli Archivistici sono lo strumento idoneo per la conservazione,
gestione e valorizzazione coordinata del patrimonio documentario.
463
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
464
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
465
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
costi:
In questa sede si possono fornire solo alcune valutazioni e dati indicativi.
costi d’investimento:
Comprendono l’adeguamento e la ristrutturazione dell’immobile e le attrezzature
tecnologiche necessarie alla conservazione del patrimonio archivistico ospitato ed alle
attività svolte nella struttura. Una valutazione estremamente approssimativa, basata su
analoghi lavori eseguiti in Piemonte (Archivio di Stato di Novara, ma soprattutto di Asti)
nell’ultimo decennio, potrebbe dare un impegno di € 5.000.000 – 10.000.000
(probabilmente sovrastimato, in assenza - per ora - di sopralluoghi tecnici, indagini, stime
e perizie). Va comunque considerato che l’acquisizione dell’immobile avverrà a titolo non
oneroso e che la progettazione sarà realizzata dai tecnici delle Amministrazioni interessate
al Polo Archivistico, che si ripartiranno i costi in proporzione fra di loro; ulteriori Soggetti
partecipanti, qualora interessati ad usufruire della sede, dovranno attenersi agli stessi criteri.
costi di gestione:
Premesso che parte dei costi di gestione saranno coperti dall’affitto degli spazi attrezzati
concessi e dagli utili ricavati da alcuni servizi erogati (ad esempio si può pensare al restauro,
alla digitalizzazione, alla disinfestazione, spolveratura e recupero di materiali cartacei da
situazioni critiche dovute ad emergenze ambientali quali le alluvioni o le cattive pratiche
di conservazione, alle consulenze tecnico-scientifiche eccetera), in questa sede si può solo
fornire un riferimento approssimativo alla situazione dell’ASAL, che attualmente paga a
privati circa 50 € al mq. di affitto annuale per l’attuale sede (c. 3000 mq.), mentre le spese
di funzionamento ammontano - sempre su base annuale - a c. 40.000 €. Per quanto
riguarda le spese per il personale, non si può entrare in questa sede nei dettagli delle varie
tipologie contrattuali, diverse secondo le Amministrazioni coinvolte. A titolo di esempio
si possono ipotizzare le seguenti esigenze minime, suddivise per aree funzionali:
n Sala di studio e lettura: 6 Assistenti alla sorveglianza, alla comunicazione,
accoglienza e servizi al pubblico
n Settore scientifico: 4 Archivisti, 1 Bibliotecario/a (Consulenza al
pubblico, progettazione, riordinamenti, schedatura e inventariazione, ricerche)
n Settore tecnico: 2 Referenti informatici (rete LAN, adeguamenti, gestione
466
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
467
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 2
titolo:
compagine sinfonico corale per Alessandria
Azioni di coordinamento
linea 2
e monitoraggio
Sottotitolo:
Polo di Alta Formazione musicale del Nord Ovest. Il progetto si pone come obiettivo la
creazione di compagini sinfonico-corali e cameristiche, per incrementare ideazioni di alta
valenza artistica musicale e teatral-musicale, in prioritaria integrazione con i palinsesti delle
programmazioni istituzionali Alessandrine, che competono a specifiche Realtà del settore
(Ente Teatro Regionale, Teatro Alessandrino) e possono arricchire strutture teatrali
minori: Teatro Parvum, Auditorio San Francesco, Auditorio “Pittaluga”…), con lo scopo
di creare:
- Una connessione stretta tra l’alta formazione specialistica (AFAM-MIUR) e le prospettive
occupazionali nel tessuto Pubblico della Cultura e dello Spettacolo in campo musicale.
- Una articolata struttura operativa professionale, fino ad ora assente ad Alessandria;
supporto imprescindibile per dare inizio ad una strategia culturale e programmatica di
un’offerta musicale istituzionale autonoma. Tale, in concreto, da ridimensionare la prassi
pluridecennale di Città culturalmente soggetta a sede di escclusivo decentramento indotto.
Soggetti proponenti:
Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria (Istituzione di Alta Cultura Musicale Afam-
MIUR)
Descrizione del progetto:
Premessa: da circa un ventennio l’Italia assiste (primato negativo nello scenario
Comunitario, e non solo) alla progressiva chiusura di compagini sinfoniche, sinfonico-
corali e cameristiche. Tra i casi ben noti: tre Orchestre Nazionali RAI (Napoli, Milano,
Roma), alcune ICO (Orchestre a gestione provinciale-regionale) e un numero decisamente
alto di Orchestre che, pur nascendo con pregevoli finalità artistiche e stupefacente
“volontariato”, non riescono a sopravvivere per questioni economiche e ragioni
organizzative, prive di quei decorosi supporti logistici ed economici, almeno “minimi”, che
possano garantire una prospettiva di vitalità ed efficienza. Per converso gli Istituti di Alta
Formazione Musicale (i Conservatori), transitati dal MPI al MIUR quali Istituzioni
Universitarie con la legge n.508 e gli Istituti Musicali Pareggiati seguitano, aggiornando i
contenuti e diversificando ulteriormente i percorsi formativi, a diplomare e laureare
eccellenze in campo strumentale, vocale, nell’area compositiva, della direzione d’orchestra
e della direzione di coro; senza contare altre figure professionali nei settori della
musicologia e critica musicale, della musica applicata, della musicoterapia etc.. Alessandria
è sede di una di queste pregevoli Istituzioie, il Conservatorio di Musica “Antonio Vivaldi”.
Il Progetto si articola lungo tre fasi: Didattica (formazione) - Laboratori applicativi
(tirocinio ed esperienze professionalizzanti mirate) - Compagini operative (Orchestra
sinfonico corale, Orchestra da Camera e Coro da Camera, tutte in residenza “principale”
ad Alessandria).
468
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
finalità generali:
Il progetto ha rilevanza strategica territoriale in quanto mira al raggiungimento delle
seguenti finalità:
1. creare strutture operative professionali permanenti e in residenza
(compagini strumentali-corali) atte alla garanzia di una pianificazione
programmatica nel campo della Musica, quale servizio per un’utenza pubblica
quanto più allargata ed eterogenea.
469
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
470
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
471
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Costi per realizzazione e/o riadattamento locali uso uffici (direzione artistica / segreterie
/ archivio materiali cartacei e informatici musicali, etc.).
Costi per supporti tecnologici (uso ufficio).
Costi per attrezzature tecnologiche (impiantista audio-video-registrazione ecc…).
Costi per la realizzazione di sito web.
Costi di gestione:
Costi annui, Corsi di formazione: stima annua 100.000
Costi risorse umane-professionali orchestra e coro (a regime). Ipotizzando 40 professori
d’orchestra e 20 coristi, media retribuzione mensile (4-5 mesi attività di programmazione).
200.000 orchestra + 80.000 coro
Costi gestione uffici: Direzione artistica (10.000) + personale uffici (stima 5 unità 30.000).
La proiezione è sempre su stima minima di 5-6 mesi operativi.
Varie, in avvio 50.000
fattibilità:
Soggetti coinvolgibili: Teatro Comunale Alessandrino
cronoprogramma:
Premessa: Il cronogramma successivo sintetizza una calendarizzazione / scansione atta alla
garanzia di ottimizzazione finale, che consenta il concreto assetto del progetto in tutte le
principali componenti operative e produttive. Tuttavia è importante sottolineare come le
opere e interventi di adeguamento edilizio-logistico (aumento degli spazi disponibili per
le attività di formazione, etc.), pur essendo voce “necessaria”, non siano vincolanti ad un
processo di integrazione formazione – produzione (più volte richiamato in questa sede)
che già avviene ed è in costante divenire nelle “progettazioni pluriennali” del
Conservatorio di Alessandria.
472
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Percorsi formativi
strumentali e corali (esistenti
MIUR)
Incremento Percorsi form.
strumentali e corali (di prox
attivazione MIUR)
Ricognizione offerta Monitoraggio
culturale territoriale costante
Da valutare
Acquisti attrezzature musicali in base alle
esigenze
Attivazione uffici –-
operatività
Attivazione procedure Da valutare
reclutamento forze in base alle
artistiche esigenze
Opere e interventi di
adeguamento
Operatività completa:
produzione artistica a
regime ufficiale
473
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 3
titolo:
Il museo civico di Alessandria
Azioni di coordinamento
linea 2
e monitoraggio
Sottotitolo:
Progetto di restauro conservativo e realizzazione di uno spazio espositivo–museale nel
complesso dell’ex chiesa e convento di S. Francesco.
Soggetti proponenti:
Amministrazione Comunale di Alessandria
Descrizione del progetto:
In questi anni l’ apertura del percorso espositivo nelle sale di Palazzo Cuttica (2004) e
l’inaugurazione delle Sale d’Arte (2006), hanno permesso di esporre una piccola parte
delle collezioni storico-artistiche e archeologiche del Museo Civico di Alessandria. I
restanti materiali sono attualmente conservati nei depositi e non sono visibili al pubblico.
Il Museo Civico, chiuso al pubblico dal 1978, ora esiste come somma di collezioni ma
non come luogo fisico. Negli ultimi anni, oltre alle due sedi già citate, si sono definiti
diversi luoghi didattico-espositivi, che fanno parte del Sistema dei Musei Civici:
l’antiquarium di Villa del Foro, il Teatro delle Scienze, il Museo del Fiume, il Museo
Etnografico C’era una volta, il Museo del Cappello Borsalino, il Museo della Battaglia di
Marengo che si trova in un edificio appartenente alla Provincia. Ciascuno di questi spazi
approfondisce un aspetto di vita del territorio secondo prospettive naturalistiche,
antropologiche, archeologiche, storico-economiche.
Il Museo Civico, nella sua accezione più ampia, dovrebbe costituire il cuore del sistema e
rappresentare il “nucleo forte” delle collezioni che vantano una preminenza storico-
artistica e archeologica. L’idea di museo è fondamentale per costruire un’identità cittadina
e coltivarla nel tempo; un Museo capace di restituire ad Alessandria la coscienza della sua
storia e di conferirle una visibilità culturale e turistica. Il processo di realizzazione del
nuovo Museo civico deve corrispondere a un’idea coerente e adeguata delle necessità e dei
bisogni della Città e del suo territorio e deve rispondere alle esigenze di sviluppo turistico
del territorio e di crescita culturale della comunità alessandrina.
Il Museo Civico inteso come bussola dell’intero sistema, come il luogo da visitare per
primo per afferrare le coordinate dello sviluppo di Alessandria e del territorio e scegliere
i percorsi di approfondimento nei singoli luoghi della città: chiese, palazzi, monumenti,
Cittadella.
D’intesa con gli organi di tutela, l’amministrazione comunale ha individuato da tempo la
sede ideale del nuovo museo nel complesso dell’ex ospedale militare e in particolare nell’ex
chiesa di San Francesco, definendo in parallelo alcune linee di programma politico-
istituzionali: con questo obiettivo sono iniziati i lavori di restauro dell’edificio per lotti
funzionali e in parallelo è stato commissionato un dettagliato rapporto di fattibilità a uno
studio di architettura dalla vasta esperienza nel settore.
Il nuovo Museo civico, in relazione alla sua missione, alle caratteristiche ambientali, le
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
didattica;
A completamento di queste attività il Museo programma e realizza una serie di cicli di
conferenze ed altre iniziative di promozione del patrimonio culturale.
risultati:
Il nuovo museo sarà un elemento di forza e di qualità dell’ offerta turistico/culturale della
Città e del territorio, ponendosi all’avanguardia rispetto ad analoghe realtà culturali
localizzabili nella stessa area geografica.
La realizzazione del progetto contribuirà al recupero dell’importante complesso di S.
Francesco e alla realizzazione del Museo Civico che manca da più di trent’anni e alla
creazione di nuovi spazi condivisi e tecnologici in centro Città.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
l Risorse stanziate dal Comune di Alessandria
l Contributo della Regione Piemonte
l Contributo della Provincia di Alessandria
l Finanziamenti delle fondazioni bancarie
l Ministero per i Beni e le attività culturali
l Ministero del Turismo
l Ministero dell’Economia e delle finanze
l Fondi europei
costi:
Ipotesi dei costi di investimento:
Costo del restauro e ristrutturazione della chiesa e del Complesso Conventuale:
24.000.000,00 Euro per 11.170 mq
Costo per allestimento espositivo, mobili e arredi, allestimento multimediale: 2.000.000,00
Euro per 8.780 mq previsti
Totale costi di investimento stima: € 26.000.000,00
Ipotesi dei costi di gestione:
costo complessivo annuo di Euro 2.300.000,00,
I dati sono presenti nello studio di fattibilità realizzato dal Servizio Cultura e Turismo.
fattibilità:
l Costi elevati
l Definizione dei rapporti con l’ Università per l’utilizzo degli spazi
l Difficoltà derivanti dalla necessità di coordinare un numero elevato di
soggetti coinvolti nel progetto (comuni, regione, provincia, Ministero,
sponsor, istituti culturali diversi)
l Procedure burocratiche complesse
cronoprogramma:
Si ipotizza, per la realizzazione del progetto una durata decennale.
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progEtto n. 4
titolo:
costituzione del sistema bibliotecario alessandrino
Azioni di coordinamento
linea 2
e monitoraggio
Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo l’organizzazione di una rete di coordinamento delle
biblioteche cittadine e delle biblioteche dei comuni appartenenti al distretto bibliotecario
alessandrino per il potenziamento dei servizi al pubblico.
Soggetti proponenti:
Amministrazione Comunale di Alessandria
Descrizione del progetto:
Con la ristrutturazione della sede conclusa nel febbraio 2007, la Biblioteca Civica di
Alessandria ha avviato una generale riorganizzazione sia dei servizi interni che dei servizi
al pubblico, con il duplice scopo di rinnovare, mediante strumenti e tecnologie moderne,
la tradizione di biblioteca di conservazione per i fondi librari storici e per la
documentazione di carattere locale e di offrire alla città le opportunità culturali di una
moderna biblioteca di pubblica lettura. A tre anni dalla riapertura, considerando le
tipologie di utenza dell’istituto e le possibilità di sviluppo delle proposte culturali inerenti
la lettura e la ricerca, l’Amministrazione Comunale ritiene che una rete di biblioteche
cittadine e intercomunali possa garantire, individuando gli idonei strumenti di
cooperazione, una maggiore efficienza ed efficacia sia nell’erogazione dei servizi al
pubblico che nella gestione delle raccolte.
A tal fine si istituirà un gruppo di lavoro composta da: Comune di Alessandria, Provincia
di Alessandria, Regione Piemonte, biblioteche cittadine (universitarie, scolastiche, bio-
medica, della Camera di Commercio, del Seminario Vescovile, dell’Istituto per la storia
della resistenza, dell’Archivio di Stato, della Società di Storia Arte Archeologia, del Teatro
Regionale Alessandrino e del Conservatorio) e 31 biblioteche comunali componenti il
distretto alessandrino individuato nella relativa normativa regionale . IL gruppo di lavoro
procederà all’elaborazione di un documento programmatico che illustri le linee generali del
progetto:il documento costituirà la base della convenzione con la quale i vari soggetti
coinvolti stabiliranno di condividere ed accettare le disposizioni normative e le ipotesi
progettuali dell’istituendo Sistema Bibliotecario Alessandrino .
Il progetto prevede fasi diverse:
l Tramite una serie di riunioni preliminari di analisi e di discussione viene
definito un quadro di esigenze condivise tra i vari istituti bibliotecari sulla
base delle quali prevedere le attività di cooperazione che consentono di
ottenere un complessivo miglioramento dei servizi offerti alla comunità di
riferimento: sviluppo delle raccolte librarie, ampliamento dei servizi all’utenza,
promozione del libro e della lettura e aggiornamento del personale.
l Le singole biblioteche individuano filoni di specializzazione tematica ed
elaborano un piano di acquisti collettivi e ragionati che dovrà portare
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cronoprogramma:
Anno
Anno primo Anno terzo
secondo
attività I II I II III I II
III IV IV III IV
Programma di catalogazione
centralizzata
Piano di conservazione
Programma di servizi al
pubblico
Servizio di movimentazione
dei documenti
Strumenti informatici e sito
web
Piano di comunicazione
Segreteria organizzativa
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progEtto n. 5
titolo:
osservatorio culturale e turistico alessandrino
Azioni di coordinamento
linea 2
e monitoraggio
Sottotitolo:
Coordinamento delle operazioni di raccolta dati sulle attività culturali e relativi flussi di
fruitori (locali e non) ed elaborazione degli stessi al fine di progettare interventi pubblici
e privati.
Soggetti proponenti:
Centro per l’Economia e la Ricerca Applicata (C.e.rc.a) del Dipartimento di Politiche
Pubbliche e Scelte Collettive POLIS – Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Descrizione del progetto:
L’obiettivo dell’Osservatorio è quello di consegnare alle istituzioni e agli operatori del
settore un quadro sistematico ed aggiornato delle principali variabili del settore culturale,
che possa costituirsi come lo scenario di base, lo sfondo conosciuto e condiviso rispetto
al quale valutare le strategie di intervento, i risultati attesi, le dinamiche di singoli settori
in rapporto al complesso delle attività sociali ed economiche del territorio.
Anche i flussi di fruitori dei servizi culturali del territorio saranno oggetto di sistematica
rilevazione da parte dell’Osservatorio.
finalità generali:
Troppo spesso, in passato, il patrimonio artistico, culturale e ambientale del Comune di
Alessandria è stato unicamente meta d’arrivo o di fugace passaggio e non si è trasformato
in un punto di partenza, per un Comune tutto da scoprire. Da qui la necessità di
intervenire in tale contesto attraverso il coordinamento e la promozione di azioni di
valorizzazione culturale e turistica del territorio comunale. Nasce così il progetto della
costituzione di un Osservatorio Culturale e Turistico dell’alessandrino facente capo al
C.E.Rc.A. (Centro di Economia e Ricerca Applicata) dell’Università del Piemonte
Orientale.
Il progetto, di carattere pluriennale, consiste nel produrre e mettere a disposizione dati e
conoscenze necessarie allo sviluppo del consumo culturale e turistico.
Esistono almeno tre assi attorno ai quali si articolano le esigenze del territorio:
1. la ricerca operativa, ovvero la produzione di conoscenza destinata ad
orientare il processo decisionale, a fornire quadri interpretativi, a dare
indicazioni per far fronte a problemi concreti
2. la dimensione territoriale dei fenomeni: sempre più di frequente emerge
la richiesta di individuare la dimensione territoriale di tutti i fenomeni indagati,
sia essa relativa alle grandezze economiche di un settore produttivo o
all’impatto di una policy
3. legato al secondo, riguarda l’integrazione tra cultura e sviluppo locale
sostenibile. Alla base di questo asse vi è l’idea della cultura come elemento
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tanto l’attività degli operatori, quanto quella dei ricercatori e, non per ultimo,
del fruitore finale
Permanente: gestione di un tavolo permanente di dialogo e confronto tra gli enti pubblici
e i soggetti privati operanti nel settore
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ASSE IV - Sviluppo di comunità
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progetto consiste nella soluzione proposta di agevolare a livello locale i rapporti tra utenti
ed enti pubblici che si occupano di sicurezza sul lavoro (e ambiente), favorendo lo scambio
di informazioni e di documentazione. Il progetto prevede così la realizzazione e messa a
disposizione sulla Rete di un data base veramente ampio ed integrato di informazioni e
documentazione utili alle imprese, ai professionisti e alle associazioni.
Ancora dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria è l’idea, poi confluita
nella scheda progetto dal titolo “Introduzione nelle aziende dei sistemi di gestione della
sicurezza sul lavoro - attività formativa.” , di introdurre sperimentazioni in tema di
formazione sul lavoro. L’idea, ampiamente dibattuta sul tavolo di lavoro dagli esperti di
settore, parte dalla constatazione che la definitiva entrata in vigore del testo unico in
materia di sicurezza e salute sul posto di lavoro, il d.lgs. 81 del 2008 e succ. modifiche ed
integrazioni, ha introdotto la possibilità per le aziende di adottare dei “modelli di
gestione”della sicurezza. Tale opportunità, di qui la scheda progetto, necessita tuttavia di
un percorso formativo di alto livello che apporti le necessarie conoscenze a tutto il
personale impiegato, attraverso azioni di formazione mirata a migliorare le condizioni di
sicurezza e salute sui luoghi di lavoro.
Trattando di politiche per il lavoro, la formazione costituisce una risorsa imprescindibile
di sviluppo, ma anche l’orientamento viene visto come un servizio da attuarsi con modalità
innovative. Si veda ad esempio la scheda progetto studiata e proposta da “CIOFS/FP
PIEMONTE”, dal titolo “Un servizio per l’Informazione Orientativa, il Bilancio
Professionale e il Bilancio Giovani”. La ratio che muove l’ideatore del nuovo servizio è
data dal fattore del mercato in repentino mutamento; la necessità di imparare ad auto-
orientarsi tra le opportunità lavorative e formative del mercato del lavoro trae origine dal
contesto attuale, dalla criticità e variabilità che lo caratterizza. In tal senso, la scheda
progetto prevede che il servizio di orientamento è dedicato a tutti coloro che desiderano
accrescere la capacità di gestire il proprio sviluppo professionale per far fronte alle richieste
del mercato del lavoro in continua trasformazione.
Ancora sulla linea 3 - Comunicazione sociale per la sensibilizzazione in materia di lavoro
– si osserva che il piano strategico parte dal presupposto che la sua naturale proiezione nel
lungo termine debba vedere una comunicazione destinata ai giovani. Si veda il progetto
“Sicurezza in edilizia: conoscenza e consapevolezza iniziano dalla scuola”, proposto per
il comparto edile – uno dei più problematici in tale ambito – da Scuola Edile di Alessandria
Comitato Paritetico Territoriale (C.P.T.) di Alessandria. Il problema della sicurezza e della
salute nei luoghi di lavoro, viene affrontato nella scheda progetto a partire dal basso e cioè
attraverso un percorso di conoscenza, formazione e partecipazione svolto nelle scuole, con
interlocutori oggi giovani e giovanissimi ma che domani saranno probabilmente futuri
committenti ed in alcuni casi professionisti, tecnici, addetti ai lavori.
Ancora in tema di sicurezza sul lavoro, un altro interessante progetto è quello presentato
dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Alessandria, dal titolo “Il coordinamento
locale della formazione per la sicurezza sul lavoro”. Il progetto, muovendo dalla
considerazione che per la sicurezza sul lavoro sia fondamentale la formazione degli addetti,
e che a nulla vale una sicurezza fatta di elementi formali, per lo più cartacei, se non si
riesce a diffondere una nuova cultura del lavoro che veda la sicurezza al centro del processo
lavorativo, incentra l’attenzione sulle esigenze di coordinamento. E’ necessario infatti in
prospettiva futura coordinare ed unificare i corsi di formazione a tutti i livelli. Il Comune,
unitamente agli altri enti presenti sul territorio, può gestire in maniera organica tale
processo formativo e garantire una reale qualità della formazione.
La capacità di fare pianificazione strategica significa sapere anticipare le determinanti
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
future del lavoro; in tal senso, la programmazione delle attività formative deve sapere
seguire le necessità reali del mercato. Troppo spesso si assiste ad un disallineamento tra i
corsi proposti e le esigenze del mondo del lavoro; di qui lo spunto per l’interessante
progetto dal titolo “Osservatorio Permanente Fabbisogni Formativi e Occupazionali”. E’
importante osservare che il progetto viene ideato, proposto e sottoscritto da tutte le
agenzie formative operanti sul territorio, come esempio di altra buona prassi di
pianificazione strategica, volta al superamento della logica della competizione e della
visione di parte in funzione di un interesse di più ampia portata. La scheda progetto delle
agenzie formative propone l’adozione di un modello di rilevazione e condivisione dei
fabbisogni formativi e occupazionali per il rafforzamento del sistema di formazione
professionale nell’alessandrino. L’innovazione della scheda progetto consiste nel fatto di
pensare ad un sistema integrato – che coinvolge Provincia, Parti Sociali, Imprese, Scuole,
Organismi di Formazione, Centri per l’Impiego, Camera di commercio - per studiare in
anticipo i bisogni del marcato. Il modello deve risultare cioè in grado di fornire risposte
adeguate al mondo imprenditoriale grazie a molteplici progetti finalizzati a creare un
sistema integrato destinato ai giovani, alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese del territorio
mediante la costruzione di un database, in continuo aggiornamento, delle figure
professionali e relative competenze richieste dal mercato del lavoro.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
problematiche della città si legge nella capacità di saper trattare temi diametralmente
opposti, passando dal tema degli anziani e quello dei giovani. Si veda a proposito il
progetto presentato dal Comune di Alessandria dal titolo “Giovani protagonisti della
città”; il progetto proposto da Assessorato Politiche per la Famiglia e per la Solidarietà
Sociale – Servizio Famiglia e Giovani, si inserisce nel quadro metodologico di riferimento
che si avvale dei contributi della psicologia di comunità, della ricerca- azione,
dell’animazione sociale e culturale e dell’animazione di comunità, che implicano il
coinvolgimento attivo di tutti i soggetti impegnati nel percorso e considerano il gruppo
come risorsa privilegiata di lavoro. La soluzione proposta per i giovani del futuro è
partecipare per identificarsi: promozione della partecipazione dei giovani alle decisioni
che li riguardano, valorizzazione con e per i giovani, attraverso momenti di consultazione
aperti alla costruzione di percorsi che creino responsabilità.
La prima linea strategica di sviluppo del welfare è stata concordata nella promozione e
sostegno della famiglia, riconoscendo a tale tema una rilevanza particolare nel contesto
sociale. Amministrazione Comunale di Alessandria – Assessorato alle Politiche per la
Famiglia ha proposto al tavolo un progetto dal titolo “Per una promozione innovativa
della famiglia”, che mira alla costituzione del Consiglio della famiglia. “Consiglio della
famiglia, un organismo privilegiato” è infatti il sottotitolo del presente progetto e individua
in tale organismo lo strumento che si ritiene idoneo a promuovere nel suo complesso e
nelle sue molteplici peculiarità l’essere e il vivere esperienza della famiglia nel contesto
locale. Leggendo la scheda, si comprende che si tratta di uno strumento di carattere
metodologico che consente di utilizzare al meglio il contributo di proposte e di
partecipazione attiva la cui primaria finalità è quella di valorizzare l’istituzione familiare (a
partire dalla proprie prerogative, così come definite dalla Carta Costituzionale) per
promuovere integralmente un complessivo sviluppo della comunità locale alessandrina.
Il legame sorto al tavolo tra i vari attori, la capacità di affrontare in modo integrato le
problematiche cogliendo dai problemi le opportunità è dato ad esempio dalla capacità di
discutere della crisi economica e di vedere in questo occasione di ripensamento delle
capacità relazionali ed intergenerazionali. In particolare perché non provare a considerare
la crisi come uno stimolo e la popolazione anziana come una preziosa risorsa grazie
all’esperienza accumulata e, quindi alla possibilità di “passarla”, questa straordinaria
esperienza? E’ quello che si chiede il Comune di Alessandria, proponendo il progetto dal
titolo “Da e con gli anziani: mosaico di attività volte al recupero, al riuso, al fare condiviso”,
sulla linea strategica delle Politiche per la terza e quarta età. Il progetto dimostra la capacità
del Piano Strategico di ragionare in logica di sistema, vedendo il Comune di Alessandria
– Direzione Famiglia e Solidarietà Sociale agire con il coinvolgimento di diversi soggetti
presenti sul territorio, già partner di altre precedenti iniziative con spirito e finalità analoghe
e sentiti informalmente al riguardo, quali: Associazione Amici del Museo della Gambarina,
Caritas Diocesana, CISSACA, Consorzio Consolidale, Cooperativa Coompany &,
Cooperativa Progetto A, “Altro & Oltre”, Dipartimento Salute Mentale Asl Al, botteghe
artigiane di restauro e impagliatura. La logica del progetto è quella di immaginare in modo
positivo il ruolo degli anziani, considerando sempre le persone, di qualsiasi età ed
estrazione, dotate di un patrimonio da difendere e quindi sempre dei processi e mai dei
prodotti.
Un altro tema importante discusso ed affrontato al tavolo di lavoro è quello del disagio;
nel merito, il consumo di sostanze psicoattive è un fenomeno sociale complesso, che vede
il Comune e la Provincia di Alessandria, come documentano i dati dell’Indagine
Diagnostica del Piano Strategico, a livello preoccupanti sotto il profilo dei dati statistici.
Per risolvere tale problema in una strategia di lungo termine è stato licenziato dal tavolo
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scheda, è quello del progetto “Medicina di gruppo integrata”, che annovera tra i
proponenti Ordine dei Medici della Provincia di Alessandria, Collegio I.P.A.S.V.I. della
Provincia di Alessandria, ASL AL di Alessandria. Il tema della medicina di gruppo è
affrontato mediante la presenza di infermieri ed altri professionisti sanitari e della
riabilitazione coordinati dai medici di medicina generale presenti sul territorio. Si tratta di
un progetto sperimentale di integrazione della medicina di gruppo, che potrà essere esteso
a tutti i medici già associati o che vorranno costituire nuove associazioni, per garantire
una migliore accessibilità ai servizi dell’ASO-ASL AL, affinché i cittadini possano trovare
sempre più risposte in un’unica sede, acquistando tempo e, soprattutto, mantenendo a
riferimento la figura centrale a tutela della propria salute: il medico di famiglia.
Certamente la linea strategica della costruzione di una Comunità sanitaria integrata è molto
importante, e ha trovato ampia condivisione anche progettuale tra gli attori del territorio.
Si veda ad esempio il progetto, proposto congiuntamente da Ordine dei Medici della
Provincia di Alessandria, Collegio I.P.A.S.V.I. della Provincia di Alessandria ed ASL di
Alessandria, dal titolo “Cure primarie integrate”. Si noti come al tavolo della Garanzia
della salute molti progetti siano stati scritti a più mani, in nome di diversi attori territoriali,
a testimonianza dell’elevato livello di integrazione progettuale raggiunto. Nello specifico,
il progetto prevede l’implementazione delle cure primarie attraverso la collaborazione e la
presenza degli infermieri e di altri professionisti sanitari, coordinati dai MMG. In tal senso,
il Piano Strategico intende anticipare le evoluzioni in atto, riconoscendo che si sta
evolvendo una forma di sanità moderna, altamente complessa con risvolti assistenziali,
legali, etici ed economici che impongono ai professionisti un nuovo modo di lavorare e
di rapportarsi all’interno di gruppi organizzati. Partendo da tale assunto, il progetto ha la
finalità di implementare l’attività di cure primarie nella città di Alessandria attraverso la
collaborazione e la presenza di infermieri e altri professionisti all’interno degli studi di
medicina generale e di gruppo.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
tAVolo 1
lAVoro, formAzIonE profESSIonAlE, SIcurEzzA Sul lAVoro
prEmESSA gEnErAlE
Il tavolo riconducibile all’Asse IV Sviluppo di comunità, Tavolo 1 “Lavoro, formazione
professionale, sicurezza sul lavoro” ha visto tra i partecipanti al dibattito importanti
protagonisti della realtà locale: Comune di Alessandria, Spresal, Ordine degli architetti,
Ordine degli ingegneri, Cissaca, ASL, Collegio Costruttori, CGIL, CISL, UIL, UGL,
Confindustria, Confapi, Direzione Provinciale del Lavoro, Scuola edile, C.p.t., Foral, Enaip,
Cnos-Fap, Ial, Ciofs Piemonte, Provveditorato agli Studi.
Tutti i componenti del Tavolo hanno concordato circa l’importanza strategica dei temi
riguardanti: il Lavoro, la Formazione professionale e la Sicurezza sui luoghi di lavoro, oltre
a riconoscere l’opportunità di attivare idee e progetti finalizzati a raccogliere le numerose
sfide socio-economiche, cui la città di Alessandria e il suo territorio devono far fronte
oggi e negli anni a venire.
Nell’ambito dei temi trattati, il Tavolo di lavoro ha individuato alcune criticità sulla base
delle quali sono state elaborate proposte e idee progettuali coerenti.
In particolare tali criticità riguardano:
Le criticità - la non sufficiente conoscenza delle necessità future in ambito lavorativo e la
pianificazione conseguente dei fabbisogni formativi;
individuate - la necessità di implementazione di azioni di “matching” tra domanda ed
offerta di lavoro sul sistema locale;
- l’attenzione al tema della sicurezza in ambiente di lavoro spesso differenziata
e non omogenea;
- la dispersione delle informazioni tra enti preposti ed utenti dei servizi, oltre
alla mancanza di centri integrati per l’erogazione di servizi organizzati;
- la necessità di accedere a nuove forme di sensibilizzazione, dovute alla
carenza di sensibilità e cultura diffusa in materia di lavoro e sicurezza sul
lavoro.
Tutti gli attori presenti al Tavolo hanno concordato circa lo stretto legame che unisce le
tematiche del Lavoro, della Formazione e della Sicurezza e circa l’opportunità di adottare
un approccio integrato che consenta di sviluppare armonicamente tali aspetti fondamentali
nella crescita presente e futura del nostro territorio.
In particolare è stata più volte ribadita la necessità di investire sul “capitale umano”
attraverso sistemi di istruzione e formazione efficienti, quale prerequisito fondamentale
per costruire un solido futuro per la città di Alessandria e permetterle di competere a pari
livello con le realtà geografiche più avanzate.
Allargando il punto di osservazione, si è constatato che le riflessioni emerse al Tavolo di
lavoro sono coerenti con i principali obiettivi individuati a livello europeo dalla c.d.
“Strategia di Lisbona”, che attraverso il graduale sviluppo del livello di
istruzione/formazione dei cittadini mira a realizzare:
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Asse IV - Sviluppo di comunità
tavolo 1 lavoro, formazione professionale, sicurezza sul lavoro
AnAlISI S.W.o.t.
opportunItà mInAccE
Messa in rete di soggetti istituzionali Analisi preventiva dei fabbisogni formativi
Marketing sociale Perdita di figure professionali qualificate nel settore industriale
Nuove tecnologie (energetico, fonti rinnovabili, riciclo, sistemi di comunicazione ed Non adeguato sistema di controlli, sia come azione preventiva sia come azione di
informativi, nuovi materiali) monitoraggio continuo
Processi di formazione dedicati Perdita di professionalità nei settori delle manualità e dell’artigianato
Formazione professionale sviluppata ed applicazione preventiva della normativa di
Perdita di competenze derivanti da tradizioni orali ed eccellenze artigiane
riferimento
Sensibilizzazione della committenza pubblica e privata nei processi di esternalizzazioni Non comparazione delle diversità culturali e locali nelle applicazioni di normative di
(appalti e forniture) riferimento
Analisi delle figure professionali ricercate dal mondo del lavoro e relativa proposizione alle
Corsi di formazione non mirati alle fasce deboli (giovani in abbandono scolastico,
Agenzie formative di quei corsi di formazione appetibili dal mercato del lavoro e
disoccupati dequalificati, donne e uomini over 40 anni espulsi dal lavoro per crisi aziendale)
successivo monitoraggio
Progetti di coordinamento sui controlli
Azioni di sensibilizzazioni culturali legate alla cultura del lavoro
Progetti mirati in ambito di formazione
Polo logistico e nuovo ospedale
Diffusione delle best practises
Territorio avanzato, tecnologia ed infrastrutture
Introduzione di sistemi di gestione per la sicurezza
Alternanza scuola e lavoro
Recupero di centri storici e patrimoni artistici
Azioni di comitati paritetici propositivi su progetti congiunti
Servizio Colf, Badanti, Baby Sitter, capace di effettuare la selezione della figura
professionale ricercata e tutte le operazioni inerenti l’assunzione, l’elaborazione mensile dei
prospetti retributivi, i conteggi del versamento contributivo all’INPS, a carico del datore di
lavoro ed i conteggi finali per l’eventuale cessazione del rapporto di lavoro
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 1 lavoro, formazione professionale, sicurezza sul lavoro
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE)
linea 1
linea 2
mutamenti repentini
globalizzazione cambiamento sociale
tenologie e mercati
linea 3 carenza di conoscenza sul mercato del lavoro e delle attività lavorative
cultura di non
mancanza carenze di impresa e di conoscenza
di incentivi informazione lavoro non delle materie
pubblici adeguata sul lavoro
mancanza di
problemi e costi per le Impoverimento produzione di
disponibilità di
imprese e per i prestatori di del tessuto servizi non
risorse per le
servizio produttivo adeguati
imprese
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lInEE StrAtEgIchE
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progEtto n. 1
titolo:
la salute e la sicurezza sul lavoro: il marketing sociale
applicato alla pianificazione strategica
Sottotitolo:
Il marketing sociale è uno strumento utile per favorire cambiamenti di comportamenti. Il
progetto proposto intende sfruttare al meglio il contributo che le sue metodologie e le sue
tecniche, insieme ad altri interventi di prevenzione, possono apportare alla salute e la
sicurezza sul lavoro.
Soggetti proponenti:
Spresal – ASL di Alessandria
S.C.D.U. Servizio di Epidemiologia ASL TO3:
n Gruppo Rischi e Danni da Lavoro
n DoRS - Centro di Documentazione per la Promozione della Salute,
Regione Piemonte.
descrizione del progetto:
Il progetto si articola in quattro diverse fasi:
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finalità generali:
- Sensibilizzare la popolazione sul tema della sicurezza e della salute in ambito
lavorativo come “investimento”.
- Promuovere fra i lavoratori e datori di lavoro atteggiamenti orientati
all’adozione di comportamenti sicuri, costruendo consenso verso i valori della
sicurezza come “qualità della vita e del lavoro” e non solo come adempimento
di norme e prescrizioni.
obiettivi specifici:
La risoluzione di almeno tre problematiche evidenziate dalle minacce e punti di debolezza
dell’analisi SWOT condotta dal tavolo. (Es. Analisi preventiva dei fabbisogni formativi,
strumenti attuali non pienamente efficienti sul tema della sensibilizzazione, sistema di
microimpresa non competitivo su fattori di prevenzione, non pieno utilizzo
dell’apprendistato a scopo informativo, figura delle RLS non adeguatamente valorizzate
a livello di microimpresa, divario di sensibilità sul tema della sicurezza tra pubblico e
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
privato, non adeguati risultati sulla riduzione degli incidenti sul lavoro, …).
Attività:
m SSEPI DoRS: ricerche bibliografiche, individuazione delle buone pratiche,
gestione della progettazione di interventi di Marketing Sociale, consulenza
per l’organizzazione di campagne di comunicazione, organizzazione operativa
del progetto e coordinamento della segreteria organizzativa.
m SSEPI RDL e Spresal di Alessandria: Analisi e interrogazione dei flussi
per l’analisi dei bisogni delle prime fasi, la valutazione quantitativa degli
interventi previsti e consulenza operativa all’interno del gruppo di lavoro.
m Spresal di Alessandria: Analisi e interrogazione dei flussi per l’analisi dei
bisogni delle prime fasi e consulenza operativa all’interno del gruppo di
lavoro.
m Segreteria organizzativa per la gestione operativo/amministrativa che deve
essere creata ad hoc comprendendo anche personale individuato alle
segreterie dell’associazione o degli enti istituzionali coinvolti.
m L’Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro (dip. di ricerca
sociale e dip. di politiche pubbliche e scelte collettive) che si occuperà della
conduzione del gruppo di lavoro per l’analisi dei bisogni e dell’analisi
qualitativa del target di riferimento (focus group, questionari, osservazioni
etnografiche, ... ) e la valutazione qualitativa degli interventi.
Consulenze esterne:
- Un esperto del tema, Vittorio Curzel, già Direttore Ufficio Informazione e
Comunicazione per la Salute, Provincia Autonoma di Trento coordinatore di
altri progetti simili a quello proposto.
- Esperti di marketing, comunicazione e addetti uffici stampa per la
progettazione e realizzazione di campagne di comunicazione.
- Eventuale collaborazione di una nuova risorsa amministrativa.
risultati:
Non sono prevedibili risultati precisi, legati forzatamente all’analisi dei bisogni della fase
II del progetto.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamento sostanziale:
n Fondi messi a disposizione per la pianificazione strategica
dall’Associazione Alessandria 2018
Finanziamenti a supporto:
n Fondi Europei per la formazione
n Coinvolgimento dell’INAIL
n Bandi ISPESL
n Ricerca finalizzata Regione Piemonte
costi:
Viste la durata pluriennale e la natura ancora non ben definita dei destinatari e dei vari
interventi che si andranno a predisporre all’interno del territorio, non è possibile fare una
stima o una previsione dei costi.
è possibile comunque prevedere i costi di alcune attività specifiche del progetto come:
- Analisi dei bisogni:
Il Servizio di Epidemiologia dell’ASL TO3 (RDL e DoRS) accompagnerà il processo
d’individuazione dei bisogni come attività istituzionale all’interno della Regione Piemonte.
- Analisi di approfondimento:
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ATTIVITà I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV
analisi dei
bisogni
approfondimento
sul target
campagna di
comunicazione
avvio degli
interventi
valutazione
coordinamento
gest. organizzativa
- attività di amministrazione
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progEtto n. 2
titolo:
Il lavoro sicuro e regolare interessa anche a te
Sottotitolo:
Il lavoro nero e l’inosservanza delle norme di sicurezza riguarda tutti i cittadini e non solo
i lavoratori.
Soggetti proponenti:
Direzione Provinciale del Lavoro di Alessandria
descrizione del progetto:
La percezione sociale del fenomeno del lavoro nero e senza sicurezza non raggiunge livelli
tali da “bucare” la sensibilità dei cittadini se non per il tempo minimo della lettura o ascolto
della notizia. Il progetto si propone di introdurre un nuovo modo di comunicare attraverso
gli atti che tutta la Pubblica Amministrazione emette per le proprie attività istituzionali. La
proposta si basa sulla possibilità di utilizzare la corrispondenza inviata da tutte le
Amministrazioni Pubbliche inserendo a piè di pagina il messaggio di promozione della
legalità sociale. Poiché la Legge (449/97 e 267/2000) consente alla PA di concludere
contratti di sponsorizzazione, al fine di favorire l’innovazione dell’organizzazione
amministrativa e di realizzare maggiori economie, nonché una migliore qualità dei servizi
prestati, subordinando detta attività contrattuale alla condizione che tali iniziative siano
dirette a perseguire interessi pubblici, appare possibile credere che il progetto di
comunicazione sociale sia compatibile. Per la realizzazione del logo e del messaggio è
ipotizzabile il coinvolgimento di una struttura scolastica (es. Istituto Superiore Leardi di
Casale o altra scuola di grafica e marketing) alla quale fornire in modo chiaro e sintetico
il tema da svolgere. Il messaggio che sarà scelto tramite una Commissione composta da
tecnici e da un campione di utenti-cittadini, essendo questi i soggetti ai quali comunicare,
dovrà essere trasmesso da un’Autorità sovraordinata (es Prefettura che coinvolga l’intero
territorio provinciale) a tutta la PA con la richiesta di inserirlo a piè di pagina di tutti i fogli
stampati in periodi concordati (es nella settimana europea della sicurezza sul lavoro).
Questa azione dovrebbe essere preceduta da una serie di attività promozionali sui mass
media per avere la massima visibilità.
finalità generali:
Sensibilizzare la popolazione sul tema del lavoro nella legalità come valore sociale
imprescindibile
obiettivi specifici:
Creare una “ Pubblicità Progresso” veicolata dalla PA contestualmente alla propria attività
istituzionale.
Attività:
l redazione del progetto
l scelta del logo e del messaggio
518
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
fattibilità:
La maggiore difficoltà è rappresentata dal coinvolgimento della PA in generale, che
risponde a proprie linee organizzative spesso impermeabili alla novità. Il Prefetto
all’interno del Comitato della PA potrebbe essere il soggetto facilitatore per tutta la
Provincia.
cronoprogramma:
Complessivamente un anno dall’avvio del progetto
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 3
titolo:
reti di sportelli per la sicurezza sul lavoro
Sottotitolo:
Agevolare a livello locale i rapporti tra utenti ed enti pubblici che si occupano di sicurezza
lavoro (e ambiente), favorendo lo scambio di informazioni e di documentazione.
Soggetti proponenti:
Ordine degli Ingegneri Alessandria, Confindustria Alessandria, Confapi Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto prevede la realizzazione e messa a disposizione sulla Rete di un data base di
informazioni e documentazione utili alle imprese, ai professionisti e alle associazioni, per
agevolare il colloquio e lo scambio di comunicazioni con i diversi enti pubblici che si
occupano di sicurezza sul lavoro (e ambiente), attraverso una unica piattaforma in grado
di rendere le informazioni in forma omogenea, di immediata comprensione, in grado di
accrescere nel tempo contenuti e forme di interattività con il pubblico. Il progetto non
intende proporre una copia dello Sportello Unico per le Attività Produttive, nel quale
l’aspetto primario è lo sviluppo dell’iter di pratiche amministrative ma affiancare la realtà
di Sportello esistente agevolandone l’utilizzo e incrementando le informazioni disponibili.
Benché gli adempimenti nel settore della sicurezza (e dell’ambiente) abbiano una
impostazione comune a livello nazionale o almeno regionale, spesso le prassi locali
possono differire in modi e forme, tanto da rendere utile l’illustrazione delle modalità del
servizio pubblico offerto, attraverso uno schema di comunicazione omogeneo.
Gli Enti pubblici che possono essere coinvolti nell’iniziativa, in quanto operanti nell’area
sicurezza lavoro (e ambiente) sono:
- ARPA
- ASL Dipartimento di Prevenzione: SPRESAL, SISP
- Comando Provinciale dei VVF
- Comune (Sportello Unico / Servizi Tecnici)
- Direzione Provinciale del Lavoro
- INAIL
- ISPESL
- NOE dei CC (per la parte ambientale)
- Provincia
- Organismi accreditati per la verifica di impianti
- Organismi di certificazione
- CCIAA
La Base Dati e la relativa piattaforma WEB di condivisione non risultano allo stato attuale
disponibili sul territorio e non si conoscono esempi a livello nazionale.
finalità generali:
Semplificare l’accesso alle informazioni e alla documentazione riguardanti sicurezza e
520
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
521
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
cronoprogramma:
Circa 10 mesi di durata per l’avvio dei test sul sito vedasi GANTT allegato
522
A L E SSANDRIA :
IL
1° mese 2° mese 3° mese 4° mese 5° mese 6° mese 7° mese 8° mese 9° mese 10° mese
AzIonI pArtEcIpAntI
1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 1-15 15-30 Durata fissa® Costi Tipo di costo
523
curerà la gestione della piattaforma e il suo GdL 1 o 2 incontri
aggiornamento (Org. Gest.)
marketing per
promozione del sistema di rete sul territorio proponenti 20 gg 2.000,00
avvio test diffusione
in rete
Org. Gest. Sito/P.T. 1 giornata di lavoro P.T. 1.000,00 consulenza
costo personale
Org. Gest. Sito 10.000,00 dell’Organizzazione
gest. Sito
25.000,00
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 4
titolo:
Introduzione nelle aziende dei sistemi di gestione
della sicurezza sul lavoro - attività formativa
formazione professionale
linea 1
integrata
Sottotitolo:
La definitiva entrata in vigore del testo unico in materia di sicurezza e salute sul posto di
lavoro, il d.lgs. 81 del 2008 e succ. modifiche ed integrazioni, ha introdotto la possibilità
per le aziende di adottare dei “modelli di gestione”della sicurezza. Tale opportunità,
necessita tuttavia di un percorso formativo di alto livello che apporti le necessarie
conoscenze a tutto il personale impiegato.
Soggetti proponenti:
Ordine degli Ingegneri della prov. di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto è finalizzato, attraverso azioni di formazione mirata, a migliorare le condizioni
di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. L’attuale sistema di garanzia applicato, tutto in
capo al datore di lavoro, presente notevoli punti di debolezza. Un “modello di gestione”
della sicurezza, oltre a coinvolgere quanti più soggetti possibili nell’applicazione dei vigenti
dettati normo/legislativi, ha il vantaggio di prevedere l’utilizzo di procedure documentate
tali da rendere il controllo del processo produttivo efficace non soltanto a livello “teorico”,
ma soprattutto “pratico”. Per poter realizzare tutto ciò, è quindi assolutamente necessario
procedere ad un’intensa e capillare attività formativa che sappia comprendere gli aspetti
legati sia alle specifiche normative in materia di sicurezza, sia all’esplicitazione dei criteri
di base propri di un “modello di gestione”.
In sintesi il modello di gestione ha il vantaggio di:
n favorire una sistematica crescita delle competenze dei lavoratori, a tutti i
livelli;
n realizzare adeguate procedure che permettono di prevenire gli infortuni o
le malattie professionali;
n favorire un clima di effettiva fiducia tra i lavoratori e l’alta direzione
aziendale.
Per realizzare tutto ciò è necessario procedere ad una intensa attività formativa, che spazi
dalle normative di sicurezza alle normative di qualità.
La formazione sarà “tagliata su misura” in ogni azienda in funzione:
n del gap tra le conoscenze che il personale possiede e quelle che dovrebbe
possedere per una concreta prevenzione degli infortuni, dei “quasi infortuni”,
n del possibile insorgere di malattie professionali;
n delle infrastrutture, dei materiali, dei processi, delle procedure specifiche
di ogni azienda.
524
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
finalità generali:
a Ridurre gli infortuni e migliorare le condizioni di lavoro
a Più efficace pianificazione dell’attività di formazione tramite un
sistematico e tempestivo rilevamento delle reali esigenze aziendali
obiettivi specifici:
m Maggior conoscenza e conseguente corretta applicazione della normativa
m Acquisizione a tutti i livelli del personale impiegato di una maggior
sensibilità al problema della sicurezza con maggior responsabilizzazione
diretta
m Introduzione di procedure operative controllabili con conseguente
riduzione degli incidenti sul lavoro
m Reale consapevolezza da parte di ogni singolo addetto dei criteri e dei
meccanismi che presiedono la gestione della sicurezza in azienda
Attività:
1) Analisi della situazione in essere
In questa fase il proponente del progetto, Ordine Ingg, dovrà predisporre un questionario
e raccogliere ed organizzare i dati. E’ indispensabile la collaborazione con le organizzazioni
di categoria per la raccolta dei dati
2) Attività formativa
Organizzazione e tenuta di corsi di formazione. Il proponente del progetto costituirà un
comitato scientifico per la scelta dei docenti e per la stesura dei programmi. Le lezioni
saranno effettuate in collaborazione con gli enti formativi presenti sul territorio. I docenti
saranno scelti tra professionisti, dirigenti d’azienda, ispettori, ecc.
3) Assistenza in azienda per l’introduzione dei sistemi
Si dovranno costituire gruppi di lavoro costituiti da esperti in materia di sicurezza, gestione
aziendale, e sistemi qualità. L’individuazione dei soggetti interessati sarà effettuata
congiuntamente tra il proponente del progetto e le organizzazioni di categoria.
4) Monitoraggio dei risultati
L’analisi dovrà essere effettuata attraverso sia attività ispettiva sia attraverso questionari.
La metodologia sarà individuata dal soggetto proponente, in conseguenza dei programmi
di formazione avviati, le verifiche e le raccolte dei dati saranno compito delle
organizzazioni di categoria. Tale fase porterà comunque all’elaborazione di uno o più
indicatori prestazionali tali da poter valutare l’efficacia degli interventi svolti anche nel
medio/lungo periodo.
risultati:
l Maggior numero di aziende con sistemi di gestione adottati
l Riduzione degli infortuni nelle aziende che utilizzano i sistemi di gestione
l Diffusione della cosiddetta “cultura della sicurezza”
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
- Richiesta di finanziamenti pubblici legati alla formazione per occupati e non.
- Richiesta di contributi al sistema formativo comunitario, regionale e
provinciale
- Finanziamenti privati per la parte non coperta.
costi:
1) Per l’analisi conoscitiva
€. 5.000,00
525
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
2) Si stima che per ogni corso di formazione, max 30 partecipanti, siano necessari
€. 9000,00.
3) Per l’assistenza in azienda
€. 1500,00 per ogni azienda.
4) Per il monitoraggio
€. 5.000,00
fattibilità:
La fattibilità dell’intervento è legata unicamente alla disponibilità delle aziende a partecipare
al progetto ed a reperire i relativi finanziamenti.
cronoprogramma di lavoro:
Predisposizione in dettaglio del progetto gg. 60
Fase 1 gg. 60
Fase 2 gg. 120
Fase 3 gg 120
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 5
titolo:
un servizio per l’Informazione orientativa,
il Bilancio professionale e il Bilancio giovani
formazione professionale
linea 1
integrata
Sottotitolo:
Il servizio di orientamento è dedicato a tutti coloro che desiderano accrescere la capacità
di gestire il proprio sviluppo professionale per far fronte alle richieste del mercato del
lavoro in continua trasformazione.
Soggetti proponenti:
CIOFS/FP Piemonte
descrizione del progetto:
L’orientamento come supporto alle transizioni.
L’orientamento, in generale, può essere definito come un processo che si sviluppa lungo
tutto l’arco della vita e che matura nella persona attraverso l’acquisizione di risorse
specifiche, definite competenze orientative, necessarie per fronteggiare i momenti di scelta
e di transizione: conoscenze delle proprie risorse e vincoli, capacità di reperire
informazioni e capacità di fronteggiare problemi, capacità di delineare progetti lavorativi
in base a specifici obiettivi personali.
La necessità di imparare ad auto-orientarsi tra le opportunità lavorative e formative del
mercato del lavoro trae origine dal contesto attuale, dalla criticità e variabilità che lo
caratterizza.
I percorsi di ingresso nell’attuale mercato del lavoro sono sempre più diversificati ed è
pertanto difficile ipotizzare un percorso professionale a partire dalla sola formazione
ricevuta.
In questo particolare momento storico l’itinerario della carriera professionale prevede 4
fasi chiave: l’accesso al primo impiego, la mobilità nel lavoro (il lavoratore “decide” di
muoversi all’interno della stessa azienda o di rivolgersi all’esterno), la situazione di rottura
(condizione imprevista di cessazione dell’attività lavorativa) e la fine della carriera.
Attualmente le “transizioni professionali” non corrispondono più a un vero e proprio
“sviluppo di carriera”, pertanto la domanda di orientamento che emerge si esplica nel
bisogno di capire come far fronte alle diverse transizioni nel mercato del lavoro.
Partendo da questo presupposto possiamo descrivere le finalità di un servizio orientativo
finalizzato a favorire l’orientamento delle persone nel mercato del lavoro secondo questa
articolazione:
- permettere all’utente di trarre il meglio dalle carte che ha in mano, tenendo
conto delle limitazioni che gli vengono imposte dai contesti in cui si trova;
- preparare i giovani alla flessibilità, a portarli ad accettare di dover
continuamente riprogettarsi.
Nella pratica di orientamento, non si tratta tanto di portare l’individuo a sviluppare
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
528
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Attività:
Primo livello
Il servizio di Accoglienza
L’accoglienza è la fase che segna il primo contatto con l’utente. In questa fase il consulente
ha il compito di leggere le richieste manifeste dell’utente ma anche di far emergere i bisogni
che non vengono, per diversi motivi, esplicitati dall’utente stesso.
Il servizio di Accoglienza ha l’obiettivo di accogliere e favorire la comunicazione della
domanda della persona ed appurare, attraverso il confronto individuale, le motivazioni di
adesioni/richiesta del servizio e sondare le aspettative rispetto ai servizi offerti.
Gli obiettivi specifici dell’attività possono essere così articolati:
l accogliere l’utente con l’intenzione di renderlo subito attivo nella
rilevazione e nella soddisfazione dei proprio bisogni orientativi;
l consentire all’utente di esplicitare in maniera approfondita i propri bisogni;
l consigliare all’utente il percorso da intraprendere (consultazione
dell’informazione, Bilancio Professionale, Bilancio Giovani).
La durata della fase di accoglienza si aggira, comprese le attività di back-office, intorno ai
40 minuti.
L’attività di monitoraggio del servizio di Accoglienza consente di individuare e determinare
con precisione il target d’utenza e la relativa domanda orientativa. Il servizio consente di
raccogliere i dati anagrafici, formativi, lavorativi, personali degli utenti in riferimento al
servizio erogato con l’obiettivo di definire l’articolazione dell’offerta dei servizi dello
sportello.
Gli obiettivi specifici dell’Analisi del fabbisogno orientativo possono essere i seguenti:
l individuare le aree del territorio con maggiore necessità di interventi
orientativi;
l stabilire il bisogno orientativo prevalente sul territorio;
l ridefinire il repertorio dei servizi orientativi rivolti ai cittadini e al territorio;
l anticipare le esigenze del territorio attraverso una rilettura attenta del
fenomeno analizzato.
L’Informazione Orientativa
L’informazione è un momento di incontro in cui vi è una trasmissione di dati attendibili,
chiari e funzionali. L’informazione deve essere uno stimolo alla scelta, deve essere
strutturata, aggiornata e personalizzata.
Lo sportello dedicato all’informazione disporrà di supporti cartacei e informatizzati, per
fornire a tutti coloro che si presenteranno, informazioni in particolare rispetto a:
identità territoriale e servizi offerti;
caratteristiche del mercato del lavoro (normative, contratti);
sistema delle professioni e opportunità del mercato del lavoro;
opportunità educative, scolastiche e formative del territorio.
L’utente potrà accedere alle informazioni disponibili secondo diverse modalità: auto
consultazione, colloquio informativo individuale, seminari di gruppo.
Secondo livello
Lo sportello prevede l’erogazione di servizi di consulenza orientativa (il Bilancio
Professionale e il Bilancio Giovani) che si pongono l’obiettivo di facilitare l’utente nella
presa di decisione rispetto al proprio percorso formativo e nella fase di inserimento
professionale.
Il Bilancio Professionale
Il Bilancio Professionale è un percorso di orientamento al lavoro, rivolto ad adulti, uomini
e donne, che per le loro situazioni personali e sociali hanno un’esigenza di
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Coordinamento
Si prevede l’intervento di 1 risorsa per circa 50 ore all’anno. Il costo complessivo ammonta
a circa 2.500 €.
Amministrazione
Si prevede l’impiego di 2 persone per circa 50 ore all’anno. Il costo complessivo ammonta
a circa 2.000€.
ATTREZZATURE E ARREDI
Attrezzature ITC
I costi potrebbero ammontare in linea generale tra i 5.000 e 7.500 €. Arredi
I costi potrebbero ammontare in linea generale tra i 10.000 e 20.000 €. Materiali di
consumo
I costi potrebbero ammontare in linea generale tra i 3.000 e 5.000 €. Campagna di
comunicazione
I costi potrebbero ammontare in linea generale tra i 5.000 e 10.000 €.
fattibilità:
Si rende indispensabile la creazione e l’attivazione di una rete di servizi pubblici e privati
con ruolo di coordinamento delle attività (territorialità del servizio)
Si rende necessaria l’acquisizione di un ruolo specifico dello sportello che non si
sovrapponga alle attività svolte da altri servizio per il territorio.
Si auspica la collaborazione e la partecipazione di professionisti di vari ambiti disciplinari
(pluridisciplinarietà degli operatori)
La gestione del servizio dovrebbe essere affidata a psicologi, orientatori con competenze
e esperienze in materia di orientamento al lavoro. Nel caso della consulenza specialistica,
con specifico riferimento alla metodologia del Bilancio delle Competenze, si ritiene
necessarie fare ricorso a specialisti formati secondo il modello europeo della Federazione
Europea dei Centri di Bilancio delle Competenze e Orientamento Professionale
(FECBOP).
Nei momenti di apertura al pubblico è prevista la presenza contemporanea di due
operatori (un operatore addetto all’accoglienza e uno addetto ai servizi di consulenza).
In una fase iniziale di sperimentazione si prevede l’apertura del servizio per due giorni
alla settimana per un totale di 4 ore. I servizi di consulenza potranno essere svolti solo
dietro appuntamento.
532
A L E SSANDRIA :
IL
Servizi Mag10 Giu10 Lug10 Ago10 Set10 Ott10 Nov10 Dic10 Gen11 Feb11 Mar11 Apr11
PIANO
Accoglienza
Informazione
STRAT E G I C O
533
orientativa
Seminari
tematici
Bilancio
Professionale
Bilancio
Giovani
Analisi del
fabbisogno
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 6
titolo:
Sicurezza in edilizia: conoscenza e consapevolezza
iniziano dalla scuola
Sottotitolo:
I ragazzi di oggi saranno i lavoratori e gli imprenditori di domani: il problema della
sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro, ed in particolare in quei luoghi un po’
“anomali” in quanto temporanei e mobili come sono i cantieri edili, può essere affrontato
a partire dal basso e cioè attraverso un percorso di conoscenza, formazione e
partecipazione svolto nelle scuole, con interlocutori oggi giovani e giovanissimi ma che
domani saranno probabilmente futuri committenti ed in alcuni casi professionisti, tecnici,
addetti ai lavori.
Soggetti proponenti:
Scuola Edile di Alessandria
Comitato Paritetico Territoriale (C.P.T.) di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto parte dalla considerazione che la divulgazione di problematiche importanti e
purtroppo sempre attuali come la sicurezza dei lavoratori debba iniziare dalla scuola;
portare conoscenza e consapevolezza dei problemi a soggetti oggi apparentemente
estranei o indifferenti al mondo del lavoro può sicuramente contribuire ad accrescere la
loro coscienza civica e creare interesse e sensibilità per una realtà che li vedrà protagonisti
negli anni futuri.
Il progetto prevede 2 diversi “sistemi” di formazione e divulgazione: il primo basato su
incontri – seminari da organizzare nelle sedi degli Istituti Scolastici (il numero degli allievi
coinvolti dovrà essere concordato con il responsabile dell’istituto) e strutturato attraverso
la presentazione di documenti e filmati, il secondo di carattere più pratico e partecipativo
attraverso l’organizzazione di laboratori didattici, in cui gli allievi potranno prendere
visione dei principali aspetti concreti del problema sicurezza, da realizzare all’interno dei
laboratori della Scuola Edile.
Si prevede il coinvolgimento degli studenti delle Scuole Medie Inferiori e degli Istituti
Superiori preferibilmente con indirizzo tecnico scientifico; gli argomenti saranno pertanto
presentati con un “taglio” diverso a seconda degli interlocutori: per gli allievi delle scuole
medie inferiori si privilegerà un approccio più generale e discorsivo, per gli allievi degli
Istituti Tecnici, che potranno diventare addetti ai lavori, si svilupperanno tematiche più
specifiche e tecniche.
E’ evidente che la realizzazione del progetto prevede il coinvolgimento e la collaborazione
degli Istituti Scolastici del territorio; sarebbe inoltre utile ed auspicabile, in fase di
preparazione del materiale didattico, la consulenza degli esperti della SPRESAL – ASL e
della Direzione Provinciale del Lavoro.
La realizzazione del progetto si articolerà in 3 fasi principali:
534
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
535
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
risultati:
Risultati attendibili del progetto potranno essere verificati attraverso la realizzazione di
un sondaggio finale a campione degli allievi attraverso il quale stimare il livello di
conoscenza acquisito rispetto al test proposto all’inizio.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamento sostanziale:
Fondi messi a disposizione per la pianificazione strategica da Alessandria 2018
Finanziamenti a supporto:
Fondi Europei per la formazione
costi:
Visto la durata pluriennale del progetto e la non possibile definizione degli istituti che
aderiranno al progetto, non è possibile fare una stima attendibile e specifica dei costi.
E’ possibile prevedere i costi di massima delle principali attività del progetto come:
Costi per la campagna di promozione e pubblicità del progetto: € 5.000,00
Costi per la preparazione della documentazione, intesa come compenso per il gruppo di
lavoro e costi per l’acquisto di materiale e stampa degli opuscoli da distribuire: € 15.000,00
Costi per l’organizzazione e la gestione del laboratorio, intesa come compenso per il
gruppo di lavoro e l’acquisto eventuale di materiale ed attrezzature: € 10.000,00
I rimanenti costi sono per lo più riferiti all’attività dei docenti incaricati alla presentazione
del lavoro nelle singole scuole, all’accompagnamento degli allievi alle attività di laboratorio
e ai costi per il trasferimento degli allievi dalle loro sedi alla scuola edile; non potendo
prevedere il numero degli incontri stessi i costi sono stimabili in modo del tutto indicativo:
da € 10.000,00 a € 20.000,00.
totAlE coStI complESSIVI StImAtI: da € 40.000,00 a € 50.000,00
fattibilità:
Considerando che la scuola ha già avuto esperienze precedenti nell’organizzazione di
giornate di formazione nelle scuole medie e superiori si ritiene che la fattibilità del progetto
sia buona.
La fattibilità sarà naturalmente direttamente collegata alla disponibilità degli istituti a
partecipare al progetto.
cronoprogramma di lavoro:
Dalla data di avvio del progetto si può ragionevolmente stimare 1 anno di tempo
necessario per la preparazione delle fasi 1 e 2; la durata della fase 3 è consequenziale al
numero di adesioni degli istituti scolastici aderenti al progetto.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 7
titolo:
Il coordinamento locale della formazione
per la sicurezza sul lavoro
formazione professionale
linea 1
integrata
Sottotitolo:
Per la sicurezza sul lavoro è fondamentale la formazione degli addetti. E’ necessario
tuttavia coordinare ed unificare i corsi di formazione a tutti i livelli. Il Comune, unitamente
agli altri enti presenti sul territorio, può gestire in maniera organica tale processo formativo
e garantire una reale qualità della formazione.
Soggetti proponenti:
Ordine Architetti della Provincia di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto parte dalla considerazione che la formazione dei lavoratori è l’elemento
fondamentale della sicurezza sul lavoro. A nulla vale una sicurezza fatta di elementi
formali, per lo più cartacei, se non si riesce a diffondere una nuova cultura del lavoro che
veda la sicurezza al centro del processo lavorativo.
Sono quindi poco efficaci, al fine di diminuire significativamente gli incidenti, voluminose
e dettagliate “analisi rischi” o “piani operativi di sicurezza” che si rivelano quasi sempre
adempimenti esclusivamente formali e teorici che i lavoratori generalmente consultano,
conoscono e applicano in maniera non adeguata.
Allo stato attuale tuttavia la formazione, ancorché elemento fondante della sicurezza sul
luogo di lavoro, è un processo insufficiente e frammentario. Insufficiente in quanto il
datore di lavoro iscrive i propri dipendenti (e non sempre) esclusivamente ai corsi resi
obbligatori per legge, ma non si cura del reale grado di apprendimento del dipendente;
frammentario per il fatto che tali corsi non sono inseriti in un quadro formativo organico.
Tali corsi infatti sono basati essenzialmente su moduli formati da una serie di unità
didattiche che riguardano sia problemi di sicurezza in termini generali sia problemi specifici
inerenti lo svolgimento della particolare mansione verso la quale è indirizzato il corso.
Ciò fa sì che il soggetto che frequenta i corsi acquisisca una formazione frammentaria e
disorganica in quanto si trova ad affrontare determinati argomenti, che già conosce, più
volte nei vari corsi, mentre altri argomenti, altrettanto importanti anche se non collegati
direttamente alla mansione specifica trattata nel corso frequentato, o non vengono
affrontati o vengono trattati in maniera insufficiente.
Vi è quindi una dispersione di mezzi ed energie dovuta al fatto che manca un “progetto
formativo generale”.
E’ quindi essenziale poter disporre di un progetto formativo unico e coordinato ma per
fare ciò occorre che i vari enti operanti sul territorio sia sotto il profilo del controllo (ASL,
SPRESAL, Direzione Provinciale del Lavoro ecc.) sia sotto il profilo formativo (Scuola
Edile, ecc.) nonché le varie associazioni di categoria che forniscono i partecipanti ai corsi
537
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
limitrofe.
obiettivi specifici:
l La risoluzione di 4 problematiche evidenziate fra le minacce ed i punti di
debolezza dell’analisi condotta dal tavolo e precisamente:
- Non pieno coordinamento tra gli enti deputati alla vigilanza
- Non sufficiente integrazione tra mondo della formazione e delle imprese
- Azioni spot e non continuative sulla sicurezza in taluni settori
- Non adeguati risultati sulla riduzione degli incidenti sul lavoro
l L’incremento dell’attività formativa
l Accesso facilitato ai vari finanziamenti in tema di formazione
Attività:
l COMITATO SCIENTIFICO NOMINATO DAGLI ENTI
PARTECIPANTI
Coordinamento generale, indicazione delle linee guida, verifica degli obiettivi
raggiunti.
Direzione Provinciale del Lavoro – Università AVOGADRO – Unione
Industriale – Unione Piccole Industrie – Collegio Costruttori – Associazione
Artigiani – ORDINI PROFESSIONALI
Analisi dei bisogni, individuazione delle esigenze delle ditte, analisi delle
carenze riscontrate in fase ispettiva dagli enti preposti.
l UNIVERSITA’ AVOGADRO - SCUOLA EDILE
Redazione dei programmi dei corsi.
l UNIVERSITA’ – ENTI DI CONTROLLO PRESENTI FRA I
PARTECIPANTI
Monitoraggio dell’attività svolta tramite le ispezioni effettuate
risultati:
n Inserimento nel programma formativo di tutte le aziende presenti sul
territorio ivi comprese le piccole aziende che spesso non riescono ad accedere
in maniera adeguata alla formazione.
n Miglioramento della qualità del lavoro in tema di sicurezza.
n Riduzione degli incidenti sul lavoro.
n Sviluppo dell’attività didattica.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
L’attività svolta renderà più agevole l’accesso ai Fondi Europei ed ai fondi regionali per la
formazione, fondi di cui potranno usufruire i soggetti partecipanti
costi:
Trattandosi sostanzialmente di un tavolo di lavoro, non vi sono costi diretti veri e propri
in quanto tutta l’attività verrà svolta dai delegati degli enti che parteciperanno a questo
lavoro. Il Comune dovrebbe accollarsi il lavoro di segreteria per mantenere i contatti ed il
coordinamento fra gli enti. E’ tuttavia opportuno prevedere un budget iniziale per le
attività di analisi e coordinamento quantificabile in prima approssimazione in €. 10.000.
Anche le attività di monitoraggio potranno dare origine a dei costi nel corso degli anni,
quantificabili in circa €. 5.000/anno. Occorre per contro considerare che la maggior
possibilità di accesso ai finanziamenti del settore, compenserà in linea generale tali costi.
fattibilità:
L’indice di fattibilità del progetto è elevato in quanto vi sono costi diretti assai contenuti
ed il raggiungimento degli obiettivi è interesse di tutti gli enti partecipanti. Altro elemento
a favore della fattibilità del progetto è la possibilità di facilitare il reperimento di
539
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
ANALISI DEI
CORSI ESISTENTI
E DEI BISOGNI
FORMAZIONE
DEI GRUPPI DI
LAVORO
STESURA DEI
PROGRAMMI
COORDINATI DEI
CORSI
STIPULA DELLA
CONVENZIONE
FRA I
PARTECIPANTI
MONITORAGGIO
DELL’ATTIVITà
SVOLTA
COORDINAMENTO
GEST.
ORGANIZZATIVA
540
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 8
titolo:
osservatorio permanente fabbisogni formativi
ed occupazionali
formazione professionale
linea 1
integrata
Sottotitolo:
Modello di rilevazione e condivisione dei fabbisogni formativi e occupazionali per il
rafforzamento del sistema di formazione professionale nell’alessandrino.
Soggetti proponenti:
Agenzie Formative di Alessandria (CNOS, FOR.AL., IAL)
541
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
542
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
n n. 1 operatore informatico
n n. 2 operatori statistici
Strutture:
n ufficio attrezzato
Forme di finanziamento:
n il progetto sarà finanziato con risorse private e pubbliche
costi:
Personale: € 100.000,00 annui
Costi accessori: € 15.000 annui
cronoprogramma di lavoro:
set. ott. nov. dic. gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago.
Attività
Definizione del Modello
Costruzione di un portale
Predisposizione
strumenti per
realizzazione analisi
Realizzazione analisi
dei fabbisogni
professionali del
tessuto produttivo
Elaborazione e
realizzazione report
Aggiornamento portale
Monitoraggio
valutazione risultati
543
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
tAVolo 2
SVIluppo dEl WElfArE
prEmESSA gEnErAlE
Situazione problematica sul welfare sociale.
I temi emersi al tavolo tematico sul welfare hanno fatto emergere le seguenti criticità:
n Mutamento repentino dei bisogni sociali, oggetto di lavoro dei servizi:
dalla patologia sociale (povertà croniche, esiti di patologie psichiatriche e di
stile di vita) alla richiesta di aiuto nella normalità (povertà derivante da
disoccupazione, mobilità, precarizzazione dei rapporti di lavoro), una società
dove si “sta imponendo un vero e proprio quotidiano della precarietà” . In
questo tipo di società si registra un aumento di numero e di complessità delle
richieste d’aiuto. A fianco di richieste di tipo tradizionale “casa, soldi, lavoro”
si registrano altre meno categorizzabili: il “corto circuito” della famiglia che
non riesce più a garantire ai figli lo stile di vita precedente alla perdita del
Aiuto nella lavoro, a sostenere i costi di un mutuo per la casa, a far fronte ai bisogni di cura
normalità del congiunto anziano, e così via. A fronte del complessificarsi delle richieste
d’aiuto, si riducono non solo le risorse disponibili per farvi fronte, ma anche
le competenze e gli strumenti tecnici per leggere i nuovi fenomeni.
n Nuove problematiche emergenti e carenza di risposte organizzate: la
nuova domanda di aiuto fa spesso riferimento a bisogni economici a cui il
sistema dei servizi sociali non è in grado di rispondere. Una misura centrale,
quale è il reddito minimo di inserimento, pur essendo previsto dalla legge
328/2000 , non è finanziata e ciò impedisce di sostenere nuclei familiari che
a causa della crisi precipitano in condizioni di povertà ed esclusione sociale.
I servizi diventano a poco a poco una sorta di “imbuto” in cui si deposita il
Problematiche malessere della società, sede di una delega di tutte le domande a cui la politica
emergenti fatica a organizzare risposte. La solitudine con cui oggi i servizi sociali
affrontano la molteplicità della domanda alimenta il senso di fallimento e la
distanza tra ciò che si produce nei servizi e ciò che le persone, la classe politica,
le istituzioni circostanti si aspettano, tra i modi di pensare degli operatori
sociali e i pensieri circolanti nel territorio. La minaccia è identificabile in una
cecità e mancanza di “intelligenza collettiva” sui problemi, determinata dalla
“delega ai servizi”: si impoveriscono le capacità dei contesti di far fronte al
disagio che in essi si genera, si consolida una distanza tra servizi e contesto
sociale che contribuisce a diffondere visioni semplificate e magiche di
eliminazione dei problemi.
n Tendenza a processi di delega totale ai servizi sociali nel passaggio dal
welfare clinico alle nuove necessità: i problemi legati all’impoverimento sono
di esclusiva competenza dei servizi sociali o della società intera? La ricerca di
Nuove necessità nuove opportunità lavorative, la creazione di possibili soluzioni ai processi di
impoverimento delle persone non possono essere gestiti esclusivamente dagli
operatori sociali pena il generarsi si situazioni di cortocircuito e di
sovraccarico, di malessere, definito come un vero e proprio“stato d’assedio”.
545
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Stato sociale
welfare society
welfare mix Impegno della P.A. a
welfare state Impegno della P.A. a predisporre condizioni e
Impegno della P.A. a predisporre condizioni e regolazioni (governance)
individuare i bisogni regolazioni (governance) che facilitino l’azione
prioritari, a reperire le che permettano lo societaria non solo per la
risorse finanziarie, a sviluppo di una piena produzione di prestazioni
creare e gestire strutture e concorrenza tra imprese definite (standard
organizzazioni, a produrre erogatrici (provider) di provisions) tramite
ed erogare prestazioni e vario tipo (pubbliche, organizzazioni efficienti,
risorse direttamente (o terzo settore, mercato, bensì anche per la
indirettamente tramite miste) operanti in un costruzione condivisa di
strutture convenzionate “quasi-mercato iniziative di care nelle
non lucrative) assistenziale” (care quasi- comunità locali emergenti
market) da (e generative di)
relazioni sociali
Stato sociale
nel welfare state, l’ente pubblico impiega delle risorse, ma i soldi vengono immessi nel
mercato, e non spesi attraverso i canali istituzionali per finanziare direttamente la
realizzazione di servizi e prestazioni.
La logica del case management è tipica del welfare mix. Il case manager è un esperto dei
mercati assistenziali locali e della gestione di budget, che si affianca agli utenti o alle loro
famiglie: in sostanza, aiuta l’utente a decodificare i bisogni, a scegliere le prestazioni più
adeguate e a interagire con il mercato, con il fine di assemblare un pacchetto
«individualizzato» di prestazioni standard. In quest’ottica, il benessere deriva
dall’assemblaggio razionale e competente di prestazioni, mediato da un professionista
capace di fare scelte oculate efficienti/efficaci.
La teoria mercantilista «pura» richiederebbe un mercato vero e proprio, in cui i cittadini
comprano le prestazioni desiderate, a fronte di un’offerta ampia. La realizzazione di un
mercato «puro» nel campo del welfare è però problematica: per i cittadini è difficile
acquistare - nel senso vero e proprio del termine - prestazioni di welfare, sia dal punto di
vista economico che per quanto riguarda le capacità di scelta. Si parla quindi di quasi-
mercato, in quanto la pubblica amministrazione entra in modo significativo nei meccanismi
di concorrenza.
Un esempio di quasi-mercato è l’appalto. L’ente pubblico bandisce l’appalto e mette in
concorrenza i vari erogatori, per poi selezionare il migliore. Si tratta di quasi-mercato in
quanto c’è un unico acquirente, cioè l’ente pubblico. Dal punto di vista del cittadino non
cambia nulla rispetto al welfare state: egli riceve comunque una prestazione, decisa da altri.
Si presume che ci sia maggiore efficienza nell’erogazione della prestazione, perché in
questa «gara» vengono eliminati i providers (= erogatori di prestazioni) meno vantaggiosi
in termini di rapporto efficacia/efficienza.
Un altro esempio di quasi-mercato è il sistema dei vouchers: i soldi stanziati vengono
messi direttamente nelle tasche dei consumatori in forma vincolata. La persona li impiega
con la libertà di scegliere di quali servizi usufruire, in maniera analoga ad un acquisto vero
e proprio. Il presupposto è che, a fronte della concorrenza tra operatori locali, l’utente
abbia la capacità di scegliere. Si parla anche qui di quasi-mercato perché la possibilità di
usufruire dei voucher è successiva a un procedimento amministrativo di erogazione del
voucher, gestito dall’ente.
Un esempio di mercato puro, che si è sviluppato nella realtà italiana, è invece quello delle
badanti. La distribuzione da parte dell’amministrazione pubblica di somme in denaro non
vincolate nell’uso (le indennità di accompagnamento), ha permesso agli utenti di pagare
un’assistenza privata. Questo mercato, che si è creato autonomamente in presenza di una
disponibilità economica connessa ad bisogni assistenziali, è stato «visto» e regolamentato
solo in un momento successivo al suo crearsi.
Il modello del welfare societario
Nell’ottica relazionale, il miglioramento di situazioni di difficoltà complesse non avviene
solo a partire dalle prestazioni, ma soprattutto attraverso la riflessività sociale. Non emerge
quindi da una efficiente erogazione della «prestazione giusta» (o del pacchetto di
prestazioni), ma dallo sviluppo di attitudini umane di fronteggiamento delle situazioni
problematiche.
Mentre nel welfare state è lo Stato che si assume la responsabilità di garantire il benessere
e nel welfare mix questo compito spetta al mercato, nel welfare societario il benessere
dipende in primo luogo dalla società, dalle relazioni sociali. Mentre nelle prime due visioni
di welfare il disagio viene da una parte della società e la capacità (presunta) di trovare le
soluzioni viene dall’altra, nel welfare societario il benessere emerge dalle relazioni sociali,
vale a dire dall’incontro di parti che interagiscono sviluppando una capacità maggiore della
loro somma. Al livello di campo, nel welfare societario la funzione degli operatori sociali
è quella di operatori di rete, che facilitano l’attivazione e l’impegno delle persone nella
549
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Societarie
Burocratiche mercantili
(relazionali)
Il nostro sistema di welfare vede convivere i tre modelli e le tre diverse logiche di
pianificazione spesso agìte e non pensate. Andando ad osservare molte esperienze reali
nei servizi, si può cogliere come le buone prassi si creino quando viene sviluppata la
capacità relazionale del sociale e l’emergere della competenza e intelligenza di ognuno,
ovvero quando si assumono logiche di tipo societario.
Gli operatori sociali professionali creano sul campo le condizioni affinché i vari portatori
di interessi (stakeholders) nelle situazioni sociali/assistenziali (cittadini
motivati/volontari/carer familiari/utenti/ altri colleghi) abbiano il potere (empowerment)
di agire creativamente e responsabilmente per il bene comune (e imparano da essi).
I cittadini e le associazioni locali si attivano anche autonomamente per risolvere problemi
comuni o per porre questioni o esercitare pressioni o controlli nei confronti del
sistema/mercato di servizi. Sono disponibili a interagire e cooperare con i servizi e i singoli
professionisti.
Questa logica è in grado di riutilizzare anche le risorse finanziarie che attualmente nel
sistema di welfare sono tante ma non più sufficienti.
L’ idea sbagliata è che problemi umani ed esistenziali possano essere risolti cioè fatti
sparire per influsso tecnico da intelligenze esperte (cliniche) che agiscono con
procedimenti il più possibile esatti. Se così fosse, è chiaro che basterebbe avere i soldi per
comprare queste competenze e i problemi sparirebbero. In realtà negli anni in cui si è
investito di più tali problemi non si sono risolti. Sono stati attivati un mare di servizi e
prestazioni standard gratuite, ma i problemi no, quelli non sono mai spariti .
La nostra è una società è attraversata da forti instabilità socio economiche, in cui aumenta
550
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
in modo preoccupante la fragilità dei singoli e di interi gruppi sociali . Una società i cui
tessuti paiono sfilacciarsi, perché la crescita economica non genera più coesione sociale,
ma ulteriori squilibri.
In questa società le richieste d’aiuto aumentano, di numero e di complessità e le risorse
disponibili non sono sufficienti.
I servizi sociali nati per promuovere cambiamenti nella società, si trovano oggi investiti da
trasformazioni del contesto più generali non volute e non desiderabili. I nuovi utenti dei
servizi sono lavoratori usciti forzatamente dal mercato del lavoro, persone sotto sfratto,
persone impoverite da condizioni di precarietà lavorativa: è la normalità che irrompe sulla
scena dei servizi , i quali si trovano impreparati perché abituati ad operare su situazioni di
patologia sociale. Negli anni, la specializzazione degli operatori nell’area della tutela
minorile, della disabilità, delle tossicodipendenze ha di fatto modificato la morfologia del
sistema di welfare facendolo diventare “clinico”. Dall’altro, il tentativo, tipico del welfare
state di garantire equità nell’erogazione delle prestazioni ha prodotto sistemi burocratici
in grado di fornire prestazioni standardizzate a prescindere dalle peculiarità del loro
beneficiari. A fianco di questo modello, in conseguenza della crisi economica, al tema della
povertà il governo ha annoverato nuove misure di sostegno al reddito: è infatti cresciuta
la frammentazione delle offerte, descrivendo le quali appare l’immagine di un welfare che
assomiglia a una prolificazione ingovernata. La burocratizzazione ha prodotto uno
scollamento tra bisogni sociali e risposte generando anche malessere negli operatori che
si interrogano sul senso del lavoro sociale oggi. Ma i cambiamenti sociali ci domandano
se sono ancora sostenibili dei servizi clinici o dobbiamo inventare e generare risorse per
creare una nuova “sostenibilità” dei servizi.
L’ipotesi sulla sostenibilità dei servizi porta a ripensare la relazione che i servizi hanno
con il contesto. Se infatti la sostenibilità dei servizi dipende dal sostegno che questi
riescono a creare nei contesti locali, i servizi non dovranno pensarsi solo, in una relazione
duale con l’utente , ma dovranno pensarsi in rapporti multipli tra più soggetti con cui
sono possibili interlocuzioni parziali e con cui si possono trovare convergenze sui problemi
e sulle ipotesi di intervento. Gli interlocutori dei servizi non devono essere solo gli utenti,
ma tutti gli attori presenti nel territorio, dalle istituzioni ai soggetti informali, comprese le
famiglie che entrano a far parte della rete dei servizi.
Ripensare nuovo sistema integrato di servizi sociali richiede un rinnovamento nel modo
di concepire i servizi e di riqualificare le professioni del sociale all’interno di strutture
flessibili, poco burocratizzate, attente alle dimensioni relazionali, spostando la prospettiva
dalla logica della “prestazione” alla logica della “relazione”. Questo implica una
riqualificazione degli operatori nella fisionomia di una presenza che si connota come
“facilitazione”, “promozione”, “accompagnamento” piuttosto che come “adempimento”
di una mansione o “erogazione” di servizi pensati “altrove” e da altri rispetto a chi li vive
nel concreto. Ciò, al fine di trasformare i cittadini dalla dimensione di “passivi fruitori”
di prestazioni rigide e standardizzate, in attivi co-protagonisti di risposte adeguate alle
diverse situazioni, perseguendo una prospettiva di empowerment.
BIBLIOGRAFIA
R.Camarlinghi e altri, Dalla percezione d’impotenza al riscoprirsi soggetti attivi, in Animazione Sociale,
ed. Gruppo Abele, Torino,dicembre 2005
Franca Olivetti Manoukian , Re-immaginare il lavoro sociale, I geki, ed Gruppo Abele, Torino, 2005
F. Folgheraiter, La logica sociale dell’aiuto , Ed Erickson, Trento , 2007
Franca Olivetti Manoukian, Possiamo ancora cambiare?, in Animazione Sociale, agosto 2006, ed
Gruppo Abele, Torino
M. Fasciolo, Sviluppare fiducia nelle reti naturali, in Animazione Sociale, novembre 2008, ed Gruppo
Abele, Torino
551
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
“altrove” e da altri rispetto a chi li vive nel concreto. Ciò, al fine di trasformare i cittadini
dalla dimensione di “passivi fruitori” di prestazioni rigide e standardizzate, in attivi co-
protagonisti di risposte adeguate alle diverse situazioni, perseguendo una prospettiva di
empowerment.
Sviluppare politiche per garantire l’accesso a bisogni fondamentali quali casa e lavoro è
stato un altro tema dibattuto al Tavolo da parte degli esperti. Porre in primo piano la
questione di due diritti fondamentali, quali l’abitazione e il lavoro, non significa
semplicemente rispondere a dei bisogni fondamentali, ma considerare queste due misure
come la chiave di volta attorno a cui si può sviluppare benessere di una comunità, maggior
partecipazione e senso di sicurezza dei cittadini.
L’articolazione delle tematiche principali attorno alle quali si sono sviluppati i lavori dal
tavolo sul welfare ha quindi previsto approfondimenti su:
o problematiche inerenti il ruolo della famiglia
Le tematiche del o l’invecchiamento della popolazione
o la disabilità
tavolo o le problematiche socioeconomiche ed esclusione culturale
o l’integrazione multietinica
o le problematiche inerenti i giovani e il volontariato
Tali tematiche si intrecciano, alcune di queste tagliano trasversalmente le altre, vi è inoltre
la consapevolezza di aver compiuto un’operazione di lettura analitica rispetto ad una
complessità leggibile da vertici di osservazione differenti.
Le stesse aree sono riconducibili alle criticità sopra analizzate e se ne rintracciano le
specificità. Un chiarimento va fatto sull’ultima area, giovani e volontariato, due temi tenuti
insieme dal filo della precarietà e mutevolezza. Sembra infatti che il volontariato sconti in
questo periodo l’impossibilità di un ricambio generazionale, poiché gestito di fatto da
adulti e prevalentemente anziani e che non sia attraente per le fasce d’età giovanile.
Dall’altro lato, l’età dei giovani sta pagando un prezzo elevato della crisi economica che
affligge l’intero paese in termini di precarietà lavorativa, incertezza sul futuro, difficoltà a
realizzare il proprio progetto di vita e la completa autonomizzazione.
Sul versante delle opportunità sembra invece che, sia l’età giovanile che il volontariato,
siano potenzialità feconde in termini di energia, propositività, nonché visione etica delle
relazioni umane pensate in termini di condivisione e di scambio di saperi.
Se è vero che la crisi economica è anche crisi dei valori etici, associare le potenzialità dei
giovani al volontariato può costituire una possibilità differente di leggere la stessa crisi
attraverso un possibile sviluppo di opportunità.
A chiusura delle discussioni preliminari avvenute nel presente Tavolo sono emerse unanimi
definizioni e si sono individuate le scelte strategiche ritenute prioritarie per il
raggiungimento dell’obiettivo di soluzione delle problematiche sopra descritte.
Sono stati quindi individuati, in coerenza con tutto quanto esposto in premessa e con le
considerazioni sopra richiamate, principalmente sei indirizzi di programma:
1
Benasayag M. e altri, L’epoca delle passioni tristi, Feltrinelli, Milano, 2004
553
Asse IV - Sviluppo di comunità
tavolo 2 Sviluppo del software
AnAlISI S.W.o.t.
(continua)
Servizi di trasporto innovativi (es.: servizio Eccobus)
Individuazione delle soluzioni possibili ai temi della mobilità di disabili e anziani
Avvio di politiche a sostegno del bisogno abitativo con integrazione pubblico/privato
Valorizzazione del patrimonio di edilizia residenziale
Progetti di Housing sociale per famiglie con giovani coppie e per definite categorie sociali
Iniziative a sostegno dell’abitare
opportunItà mInAccE
Sistema di comunicazione codificato di opportunità integrate di Enti e Istituzioni per fasce
Rischi di sovrapposizione di interventi e dispersione delle risorse
di cittadini
Incrocio dei dati degli Enti e delle Istituzioni e gestione telematica delle informazioni Rischi di conflitti sociali sia per fattori etnici, sia per ragioni di svantaggio sociale
Popolazione anziana in crescita in condizione di debolezza economica e contrazione delle
Promozione della partecipazione giovanile
opportunità e della qualità della vita
Mancanza di strumenti di assistenza economica nazionale e scaricamento delle competenze
Superamento della logica dell’emergenza e pianificazione delle soluzioni
sugli Enti Locali
Iniziative di incontro e di confronto di culture multietniche Possibile crisi del modello relazionale consolidato della famiglia tradizionale europea
Individuazione di processi di razionalizzazione delle risorse e creazione di centri unici di
erogazione di servizi per incrocio dell’offerta e della domanda di lavoro nel settore sociale
Individuazione da parte del sistema di forme di sostegno alla famiglia e alla genitorialità
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 2 Sviluppo del welfare
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE)
Situazione problematica sul welfare sociale; dalla patologia sociale alla richiesta di aiuto nella normalità. nuove problematiche
emergenti e carenza di risposte organizzate. tendenza a processi di delega nel passaggio dal welfare clinico alle nuove necessità.
mancanza di politiche strutturali. diversa velocità tra tempi di programmazione e repentina evoluzione socio-economica e sanitaria.
necessità di ripensare agli strumenti di sostegno per fronteggiare nuovi problemi emergenti. frammentazione delle risposte e
mancanza di coordinamento dei servizi. necessità di studiare strumenti flessibili.
linea 1 linea 2
problematiche
disabilità socio-economiche ed Integrazione
fAttorE
esclusione multietnica
ESogEno socio-culturale
concetto di
volontariato
“subordinato” e
non paritario
tensioni sociali
costruzione
Aumento della per carenza di Accettazione del disabile
delle identità conflittualità
percezione di abitazioni a ma modello culturale
delle seconde sociale
sicurezza canone differente
generazioni
sostenibile
Impossibilità di
Solitudine e
nuovi strumenti dare risposte perdita di sapere e di ruolo
smarrimento
di assistenza alle assistenziali ed della persona anziana
dell’anziano
persone educative nella
famiglia
Situazione problematica sul welfare sociale; dalla patologia sociale alla richiesta di aiuto nella normalità. nuove problematiche
emergenti e carenza di risposte organizzate. tendenza a processi di delega nel passaggio dal welfare clinico alle nuove necessità.
mancanza di politiche strutturali. diversa velocità tra tempi di programmazione e repentina evoluzione socio-economica e sanitaria.
necessità di ripensare agli strumenti di sostegno per fronteggiare nuovi problemi emergenti. frammentazione delle risposte e
mancanza di coordinamento dei servizi. necessità di studiare strumenti flessibili.
Incertezza sul
futuro
mancanza di
prospettive
Sistema rigido e non
flessibile
perdite di
precarietà del lavoro
opportunità risposta flessibile ai
giovanile la povertà
economiche rientro delle bisogni dell’anziano
diventa
vecchie cronico (badante)
condizione
“povertà”
stabile
560
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
lInEE StrAtEgIchE
linea 3 disabilità
problematiche socio-economiche ed
linea 4
esclusione socio-culturale
561
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
1. IterAL
2. Consumo critico e nuovi stili di vita
3. Giovani protagonisti della città
4. Per una promozione innovativa della famiglia
5. Da e con gli anziani: mosaico di attività volte al recupero, al
riuso, al fare condiviso
6. Osservatorio sul consumo di sostanze psicoattive
7. OsservAzione: i giovani italiani e stranieri in città
8. Osservatorio sul mondo giovanile
9. Abitare sostenibile in Piemonte
10. Casa EtiCA “Eticasa”
11. Habital: interventi integrati per il miglioramento della qualità
della vita e della sicurezza in alcuni quartieri della città di
Alessandria
12. Oikos 2006
13. Interventi edilizi in autocostruzione
14. Interventi sperimentali di social housing
15. Cittadinanza è Partecipazione
562
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 1
titolo:
IterAl
Sottotitolo:
Interventi in rete anziani ed assistenti familiari
Soggetti proponenti:
CISSACA
Rete dei partners:
Cooperativa Sociale “Azimut” – co-progettazione e gestione in convenzione di alcune
azioni previste dal progetto
Cooperativa sociale “Aloha” - gestione in convenzione di alcune azioni previste dal
progetto
Caritas – collaborazione alle attività previste dallo Sportello
Anolf (CISL) – collaborazione alle attività previste dallo Sportello
CGIL (Ufficio Immigrati) – collaborazione alle attività previste dallo Sportello
ACLI - collaborazione alle attività previste dallo Sportello
Comuni aderenti al Cissaca – interfaccia rispetto al contatto con i diversi gruppi di
extracomunitari presenti sul territorio
A.S.L. AL – collaborazione tramite consultorio familiare, medici di base, Pronto Soccorso
ecc.
Provincia e Centro per l’impiego di Alessandria – attività di matching tra domanda e
offerta; certificazione competenze non formali; avvio e manutenzione albo provinciale
delle asisistenti familiari
C.F.P. del territorio – collaborazione rispetto alla progettazione di percorsi formativi rivolti
ai beneficiari
descrizione del progetto:
Con la proposta “ITE.R A.L.” il Cissaca si propone di cogliere le opportunità fornite dalla
D.G.R. 46-8204 per organizzare una risposta istituzionale e strutturata in grado di
presidiare il lavoro di cura e assistenza domiciliare fornito da donne immigrate ai nuclei
familiari con anziani non autosufficienti.
Il fenomeno della cosiddetta “assistenza familiare” è, com’è noto, complesso e variegato,
e sta influendo in modo sensibile sulle politiche del welfare attualmente praticate in Italia,
sugli stili di vita delle famiglie coinvolte, sulla stessa qualità della vita delle donne immigrate
direttamente coinvolte in quest’attività. Una recentissima ricerca dell’I.R.S (“Badanti: la
nuova generazione”, novembre 2008; fonte: www.qualificare.it,) quantifica in 774.000 le
assistenti familiari, professionalità presente accanto al 6,6 % degli ultrasessantenni (10%
degli ultrasessantacinquenni del Nord Italia). Per dare un’idea della portata del fenomeno
basta ricordare che la media nazionale degli anziani accolti nelle strutture residenziali si
attesta al 2%. Tuttavia si tratta di un fenomeno complesso e diversificato, dato che solo il
33% delle assistenti usufruisce di un contratto regolare (di queste, il 70% è messa in regola
per un numero di ore inferiore a quelle che realizza effettivamente), il 43% di loro è
563
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
1) Servizi di informazione
Lo Sportello
Cissaca punta in modo particolare a qualificare questa azione, coinvolgendo attivamente
i diversi attori sociali che attualmente, con vocazioni ed esperienze diverse, presidiano il
fenomeno dell’assistenza familiare sul versante della domanda e dell’offerta.
565
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Famiglie e donne, in questo quadro, cercano prima di tutto una risposta alle proprie
richieste immediate, ma anche un servizio che li ascolti, che ne valuti capacità da un lato,
bisogni dall’altro, e che sia capace di accompagnare i complessi processi relazionali attivati
dalle proprie funzioni. Le informazioni e le segnalazioni raccolte dai diversi enti che
partecipano alla costruzione di quello che può definirsi una sorta di “sportello diffuso”
convergeranno in un data base unico e aggiornato on line da tutti gli operatori degli
sportelli (si evitano quindi sovrapposizioni di interventi e sprechi di risorse). La scelta
dello sportello “diffuso” garantisce ad ogni partner il rispetto della propria identità ed
autonomia organizzativa, e favorisce il lavoro di rete e la creazione di un cultura condivisa
rafforzata dallo scambio di esperienze e culture diverse. Collaborano a questa iniziativa:
Caritas, Acli, Anolf, Cgil, le cooperative sociali Azimut e Aloha.
Per quanto riguarda invece le attività di vero e proprio matching, cioè l’incontro
domanda/offerta, lo Sportello interfaccerà i propri processi con il Centro per L’impiego
di Alessandria, il quale metterà a disposizione risorse e competenze per fornire a donne
e famiglie una qualificata consulenza ed una esauriente risposta ai loro quesiti di carattere
giuridico e contrattuale.
Lo “Sportello” realizzerà le seguenti azioni:
m Attività di orientamento ed informazione rivolta ad assistenti e famiglie,
finalizzata a focalizzare le diverse esigenze espresse dalle parti ed i bisogni
informativi
m Attività di informazione rivolta alle donne attualmente disoccupate ed
interessate a svolgere attività di assistenza familiare
m Coinvolgimento delle donne interessate (siano esse disoccupate o già attive
nel settore) nelle attività informative mirate previste
m Azioni di accompagnamento e monitoraggio nei confronti delle famiglie
che scelgono di inquadrare contrattualmente le assistenti familiari
m Azioni di raccordo e scambi informativi con le altre organizzazioni
coinvolte e con il CpI di Alessandria
m Collaborazione con enti di formazione professionale per facilitare ulteriori
percorsi formativi
2) Contributi economici alle famiglie
Una quota delle risorse disponibili verrà posta a disposizione di quelle famiglie che si
rivolgeranno al servizio con l’obiettivo di garantire alle assistenti familiari un
inquadramento contrattuale regolare. In questo modo si agirà sul lato della domanda
prevenendo nuovo lavoro nero o favorendo la sua emersione, nel rispetto dei diritti delle
assistenti lavoratrici, ma anche nell’interesse delle famiglie beneficiarie dei contributi. La
ripartizione del budget disponibile verrà stabilita sulla base di criteri che saranno individuati
in itinere dal Cissaca, e che terranno conto dei seguenti indicatori:
l numero complessivo delle famiglie che hanno assunto regolarmente le
assistenti familiari
l reddito isee delle famiglie
l esiti del monitoraggio periodico effettuato presso le famiglie dallo
Sportello nell’ambito delle proprie attività di accompagnamento
l grado di stabilizzazione del contratto di lavoro creato
Sostegno all’offerta
Azioni di rafforzamento delle competenze
Per quest’ambito di intervento si prevede di attivare una serie di momenti informativi
specifici e di tirocini professionali (tre moduli di corso per un totale di 45 assistenti familiari
e 20 tirocini) finalizzati a rispondere alla domande di informazione ed orientamento che
566
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
risultati:
a Incremento qualificazione professionale delle donne impegnate in attività
di cura a favore di anziani;
a incremento, per le assistenti familiari, di occasioni di un primo contatto
con la professione
a incremento abbinamenti tra le assistenti familiari e le famiglie, nel rispetto
dei diritti di entrambe le parti coinvolte;
a diminuzione di contenziosi e difficoltà nelle relazioni tra assistente
familiare e famiglia, grazie all’intervento dello sportello;
a incremento continuità del rapporto di lavoro delle badanti coinvolte,
facilitando il passaggio da una famiglia ad un’altra prima della scadenza del
permesso di soggiorno;
a maggiore consapevolezza nell’opinione pubblica rispetto alla positività del
ruolo che le assistenti familiari - ed i lavoratori extracomunitari in generale -
svolgono nel tessuto economico, sociale e familiare dei nostri territori.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamento regionale di euro 58.424,39
costi:
Importo Importo
Macrovoce Descrizione Ore Importo
unitario totale
Servizi di
16.093,00
informazione
Sportello-Coop. Aloha/Azimut 770 20,9 16.093,00
Azioni di
rafforzamento delle 14.001,20
competenze
Premio incentivo - n. 20 assistenti
150 6.000,00
familiari
Tutoraggio Coop. BIOS 433 18,47 8.001,20
Servizi di
accompagnament/ 26,971,69
Tutoring/Sostituzione
Monitoraggio inserimenti - Coop.
60 18,47 1.108,20
Aloha
Coordinamento progetto -
516 20,9 10.784,40
CISSACA
Sportello diffuso - Coop. Azimut 54 20,9 1.128,60
Costruzione data base - CISSACA 190 20,9 3.971,00
Sgravio fiscale - n. 10 famiglie 135 8.100,00
Istruttore Direttivo Contabile 90 20,9 1.879,49
Pubblicizzazione 1.358,50
Convegno - CISSACA 30 20,9 627,00
567
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
fattibilità:
Gli elementi di fattibilità riguardano:
- l’avvio di un nuovo servizio all’interno della struttura del Cissaca
- l’integrazione del nuovo progetto all’interno delle prassi e
dell’organizzazione del Cissaca
- la certezza del finanziamento regionale
- l’affidamento della gestione del progetto alla cooperativa Azimut che ha
messo a disposizione due operatori.
cronoprogramma:
Attività Mesi
1 2 3 4 5 6 7 8 9
Costituzione rete
Convenzione coop. Azimut
Avvio sportello informativo
Attività formativa
Tirocini
Verifica, rendicontazione del progetto
568
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 2
titolo:
consumo critico e stili di vita
problematiche
linea 4 socio-economiche ed
esclusione socio-culturale
Sottotitolo:
L’idea di scrivere un progetto sugli stili di vita e sui possibili modi di muovere i cittadini
ad un consumo critico e razionale è nata dall’accogliere quotidianamente, da parte degli
operatori e volontari Caritas, di storie di persone principalmente in difficoltà economiche
dovute in qualche maniera alla crisi che da alcuni mesi il paese sta affrontando. Da una
visione d’insieme ci si accorge che negli ultimi tempi sono emerse accanto alle vecchie
povertà delle nuove povertà sul nostro territorio. Tante famiglie confidano negli spazi a
loro dedicati, come il Centro d’ascolto e dall’ascolto di queste persone emerge una forte
preoccupazione nel il pareggiare i conti a fine mese con le bollette di luce, acqua e gas.
A livello nazionale molto si sta muovendo per agevolare queste spese attraverso bonus che
alleggeriscono il budget familiare alle persone meno abbienti. La Caritas stando vicino in
modo particolare alle famiglie bisognose si è posta come obiettivo espandere alla maggior
parte dei cittadini semplici ma utili regole e consigli per far conoscere a tutti come poter
risparmiare nei piccoli gesti quotidiani. Aderire a nuovi stili di vita significa abituarsi ad un
consumo più sobrio e meno consumistico, più pensato e voluto, prendendo in
considerazione, come ai tempi dei nostri nonni, il riuso, il riciclo…
Un consumo razionale è strettamente collegato ad un cambiamento di stili di vita. Il
progetto proposto intende sfruttare al meglio tutte le nuove possibilità di consumo
razionale che possono portare ad un sensibile cambiamento e miglioramento degli stili di
vita dei cittadini.
Soggetti proponenti:
Caritas della Diocesi di Alessandria
descrizione del progetto:
La percezione sociale del fenomeno del lavoro nero e senza sicurezza non raggiunge livelli
tali da “bucare” la sensibilità dei cittadini se non per il tempo minimo della lettura o ascolto
della notizia. Il progetto si propone di introdurre un nuovo modo di comunicare attraverso
gli atti che tutta la Pubblica Amministrazione emette per le proprie attività istituzionali. La
proposta si basa sulla possibilità di utilizzare la corrispondenza inviata da tutte le
Amministrazioni Pubbliche inserendo a piè di pagina il messaggio di promozione della
legalità sociale. Poiché la Legge (449/97 e 267/2000) consente alla PA di concludere
contratti di sponsorizzazione, al fine di favorire l’innovazione dell’organizzazione
amministrativa e di realizzare maggiori economie, nonché una migliore qualità dei servizi
prestati, subordinando detta attività contrattuale alla condizione che tali iniziative siano
dirette a perseguire interessi pubblici, appare possibile credere che il progetto di
comunicazione sociale sia compatibile. Per la realizzazione del logo e del messaggio è
ipotizzabile il coinvolgimento di una struttura scolastica (es. Istituto Superiore Leardi di
Casale o altra scuola di grafica e marketing) alla quale fornire in modo chiaro e sintetico
il tema da svolgere. Il messaggio che sarà scelto tramite una Commissione composta da
tecnici e da un campione di utenti-cittadini, essendo questi i soggetti ai quali comunicare,
569
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
dovrà essere trasmesso da un’Autorità sovraordinata (es Prefettura che coinvolga l’intero
territorio provinciale) a tutta la PA con la richiesta di inserirlo a piè di pagina di tutti i fogli
stampati in periodi concordati (es nella settimana europea della sicurezza sul lavoro).
Questa azione dovrebbe essere preceduta da una serie di attività promozionali sui mass
media per avere la massima visibilità.
finalità generali:
Sensibilizzare la popolazione sul tema dei nuovi stili di vita e del consumo critico.
Promuovere fra i cittadini atteggiamenti orientati all’adozione di comportamenti
responsabili verso stili di vita improntati alla sobrietà.
Sviluppare l’economia solidale è uno degli elementi strutturali fondamentali per lo sviluppo
socio-economico del territorio. In questo punto si riconosce che il welfare urbano (inteso
come l’insieme degli interventi e dei servizi alla persona, alle famiglie e alle comunità aventi
carattere sociale, sociosanitario, educativo e abitativo) è una voce significativa
dell’economia cittadina sia dal punto di vista quantitativo (numero di addetti, fatturato,
ecc.) che qualitativo (la qualità dei servizi offerti migliora la qualità della vita e ciò favorisce
di conseguenza nuova residenza ed insediamento di attività produttive).
L’obiettivo privilegiato è di coinvolgere i cittadini nella sperimentazione di nuovi stili di
vita, riorientando i consumi, rafforzando i legami comunitari e recuperando le relazioni
non mercantili, mettendo in pratica scelte di acquisto e comportamenti, individuali e
collettivi, più equi, solidali e rispettosi dell’ambiente.
obiettivi specifici:
Obiettivo del progetto è la costruzione e promozione di una Rete di Economia Solidale
(RES) che raduni intorno ad un Tavolo permanente per l’“altra economia”, le realtà che
operano nell’economia solidale e sociale del territorio per arrivare, in prospettiva, alla
strutturazione di un vero e proprio “Distretto di Economia Solidale” (DES), basato su
modalità alternative di produzione, consumo e risparmio.
Creazione di Gruppi di Acquisto Solidali (GAS) per valorizzare i prodotti locali a km 0.
Attività:
Il progetto si articola in sette diverse fasi:
FASE I - Studio di approfondimento e analisi dei bisogni.
Elaborazione di un questionario sugli stili di vita e consumi dei cittadini da sottoporre alle
parti coinvolte: ai cittadini consumatori, ai distributori e fornitori di beni e servizi: come
centri commerciali, centri sportivi, enti turistici etc…
Raccolta dei dati ed elaborazione per acquisire conoscenze che orienteranno interventi
specifici nella fasi successive.
FASE II- Elaborazione della bozza del progetto.
Elaborazione di una bozza di progetto da portare a conoscenza degli addetti ai lavori che
già per loro statuto s’ispirano alla pratica di un’Altra Economia, come i soggetti del
Commercio Equo e Solidale, Agricoltori Bio, Gruppi di Acquisto Solidale, Banche Etiche
e MAG, Artigiani ed Imprenditori Etici, etc.
FASE III- Formazione del gruppo di lavoro.
Il gruppo di lavoro dovrà avere il compito di segreteria organizzativa. Sarà composta da
uno/due coordinatori ed esperti di consumo ed economia da individuare tra i settori
interessati. Sono previsti apporti esterni saltuari in base alle specificità del progetto.
FASE IV- Individuazione delle nuove possibilità di consumo alternativo.
L’economia sociale assume un ruolo strategico delle città poiché genera una ricaduta
sociale nel territorio, rafforzando i legami sociali e il senso di appartenenza alla comunità,
570
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
572
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
costi:
Le seguenti cifre sono state stimate indicativamente per le attività previste nei quattro anni
di avvio e realizzazione del progetto:
promozione e sensibilizzazione: spot, pubblicità: 15.000 euro
concorso in premi: 5.000 euro
collaborazioni esterne per interventi educativi/formativi nelle scuole (se necessario) ed
attività extra scolastiche: 25.000 euro
Collaborazioni esterne eventuali per aiuto segreteria (se necessario): 5.000 euro
Per un valore complessivo di 50.000 euro
fattibilità:
Il progetto se pur ambizioso può contare su costi non molto elevati in quanto verrà attivata
la rete del volontariato dal quale si potranno attingere le risorse umane adeguate alla
promozione e alla realizzazione del progetto. Non si prevedono difficoltà elevate nel
coinvolgere le varie realtà locali dai produttori ai consumatori alle iniziative previste.
cronoprogramma:
Si prevede la realizzazione di tale progetto in un arco temporale di circa quattro anni. I
tempi stimati sono indicativi e possono subire variazioni in base alle necessità progettuali.
l primo anno si procederà alla fase I e II;
l secondo anno si procederà alla fase III e IV;
l terzo anno si procederà alla fase V;
l quarto anno si procederà alla fase VI e VII.
573
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 3
titolo:
giovani protagonisti della città
Sottotitolo:
Partecipare per identificarsi: promozione della partecipazione dei giovani alle decisioni
che li riguardano, valorizzazione con e per i giovani, attraverso momenti di consultazione
aperti alla costruzione di percorsi che creino responsabilità.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria – Assessorato Politiche per la Famiglia e per la Solidarietà Sociale
– Servizio Famiglia e Giovani
descrizione del progetto:
Il progetto si inserisce all’interno delle attività proposte dall’Assessorato Politiche della
Famiglia – Direzione Famiglia e Solidarietà Sociale – Servizio Famiglia e Giovani del
Comune di Alessandria. L’Amministrazione Comunale di Alessandria con il Documento
Programmatico 2007-2012 ha individuato linee di intervento nell’ambito del settore della
famiglia con particolare attenzione al mondo giovanile, attraverso la realizzazione di spazi,
servizi, iniziative volti ad offrire ai bambini e agli adolescenti occasioni di protagonismo
attivo, possibilità di relazioni positive, proposte di sviluppo/utilizzo delle potenzialità
creative.
Il Servizio Famiglia e Giovani svolge un monitoraggio periodico dei comportamenti dei
giovani al fine di strutturare politiche giovanili territoriali che colgano i bisogni e le
aspettative degli stessi.
Nell’ultimo anno l’Assessorato Politiche della Famiglia – Direzione Famiglia e Solidarietà
Sociale – ha, inoltre, promosso e sostenuto i progetti e le iniziative a favore dei giovani
sotto elencate, riconoscendo e valorizzando (ai sensi dell’art. 6 dello Statuto Comunale)
le libere forme associative che operano nei settori sociali e dell’assistenza del tempo libero:
- 2° Rassegna nazionale di cori giovanili e scolastici “Città di Alessandria” per l’anno 2009:
ha offerto una panoramica sulle migliori esperienze educative ed artistiche nazionali di
canto corale.
- Progetto di animazione delle relazioni di comunità ed educazione civica per i giovani di
Alessandria: ha promosso le esperienze formative e educative attraverso lo strumento
innovativo, per i contesto locale, degli oratori interquartieri.
- Progetto di animazione con la realizzazione di iniziative ludico – ricreative rivolte ai
giovani e alle famiglie del Centro Don Bosco.
- Compartecipazione all’organizzazione e gestione di attività ludico-ricreative denominate
“Centri Estivi” svolte da enti diversi.
- Libri in festa: rassegna di incontri e letture guidate e laboratori dedicati alla lettura per i
giovani.
- Percorsi culturali – educativi in collaborazione con gli istituti scolastici che si sono
conclusi con l’allestimento di mostre: “Solidarnosc”, “Guareschi”, “Praga ‘68”, “Eugenio
Montale”, “Testimoni della resistenza” ed Atmosfera- mostra “ Prove di Stermino” sullo
574
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
575
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
soggetti impegnati nel percorso e considerano il gruppo come risorsa privilegiata di lavoro.
E’ implicito che ogni gruppo elaborerà scelte differenziate e riferite ad una dato contesto,
situazione e che attuerà scelte che non possono essere nè generalizzabili, né predefinite.
Il progetto quindi, riconosce il bisogno dei giovani di avere spazi di confronto ed
interazione: i comportamenti pro-attivi , infatti sono motivati dal senso di appartenenza
al gruppo e dalla percezione di condividere con lo stesso obiettivi, ideali e valori. Al
contempo è forte la spinta a concretizzare l’interesse in azioni concrete.
Il Progetto in questo senso può diventare l’occasione per favorire percorsi di promozione
e sviluppo di una “cultura della cittadinanza” attraverso due processi:
il sostegno del gruppo dei pari quale presupposto della costruzione dell’identità sociale da
parte dei giovani
la riflessione sui significati dell’appartenenza storico-culturale al territorio (locale e
europeo) e dell’identificazione ad esso.
Modalità di coinvolgimento attivo dei giovani:
1) costituzione del gruppo: un gruppo di volontari appartenenti alle associazioni giovanili
hanno il compito di coinvolgere altri pari attraverso la presentazione delle proposte del
percorso nei contesti formali e informali.
2) progettazione: il gruppo dei giovani discute gli obiettivi e le finalità del progetto,
individua i possibili argomenti di discussione e le attività, corsi, laboratori da proporre.
3) realizzazione: il gruppo ha il compito di organizzare le iniziative , curare i rapporti con
i relatori, la pubblicizzazione e cura l’accoglienza dei giovani, gestisce e organizza i
momenti di discussione collettiva e di lavoro di gruppo.
4) valutazione e monitoraggio .Il gruppo, attraverso alcuni rappresentanti, partecipa ad
alcuni momenti del tavolo di lavoro interistituzionale sull’andamento del progetto e delle
iniziative a livello territoriale ed elabora un documento conclusivo del lavoro del gruppo
e organizza i materiali prodotti dai ragazzi e dagli adulti esperti chiamati a svolgere gli
interventi sulle aree tematiche proposte. A conclusione del progetto il gruppo propone un
documento conclusivo ai comuni partner del progetto sulla eventuale prosecuzione dello
stesso e sulla rimodulazione dei contenuti, alla luce dell’esperienza prodotta
finalità generali:
Coinvolgere i giovani in percorsi di sviluppo del protagonismo giovanile nella e per la
comunità.
obiettivi specifici:
o conoscere per intervenire
o far partecipare per favorire l’identificazione dei giovani
o realizzare strumenti di informazione e di comunicazione
o qualificare le fonti informative istituzionali
o ideare e realizzare progetti di collaborazione su proposte dei giovani
Attività:
l analisi e studio della realtà e condizione giovanile
l istituzione di momenti di consultazione dei giovani aperti alla costruzione
di percorsi che creano responsabilità
l realizzazione di uno strumento di informazione e di comunicazione che
valorizzi le opportunità esistenti nella città per i giovani
l qualificazione informativa del sito web comunale dedicato ai Giovani
l punti di incontro per i giovani al fine di incontrarsi e partecipare a
iniziative, corsi e progetti riguardanti l’arte, lo spettacolo, la musica, la
letteratura, il turismo
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Progettazione operativa x x
Attività: Attivazione collegamento ad un network
istituzionale Creazione di un logo Definizione dei
contenuti comunicativi divulgativi.
Definizione degli interventi e obiettivi da perseguire e
x x x
le risorse da mettere a disposizione. Inividuazione
degi strumenti di verifica e gestione.
Fase 2: Progettazione Organizzazione proposte ed
eventi
x x x x x x
Progettazione operativa x x x
Attività: Raccolta ed elaborazione dei contatti.
Individuazione delle aree di interesse.
Organizzazione delle proposte di atività in ambito
sociale e culturale.
Individuazione dei gruppi di giovani, dei volontari,
x x x x
dei formatori e di eventuli esperti per la riuscita degli
eventi.
Individuazione di luohi e spazi.
Fase 3: Avvio delle attività previste dal progetto. x x x x x x x
Progettazione operativa x x x x
Attività: Organizzazione eventi.
Definizione corsi. x x x x x x x x
Organizzazione laboratori
Monitoraggio in itinere: verifica della tempistica, del
focus sugli obiettivi e degli indicatori di processo e di x x x x x x
risultato
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 4
titolo:
per una promozione innovativa della famiglia
Sottotitolo:
“Consiglio della famiglia, un organismo privilegiato” è il sottotitolo del presente progetto
e individua lo strumento che si ritiene idoneo a promuovere nel suo complesso e nelle sue
molteplici peculiarità l’essere e il vivere esperienza della famiglia nel contesto locale.
Si tratta di uno strumento di carattere metodologico che consente di utilizzare al meglio
il contributo di proposte e di partecipazione attiva la cui primaria finalità è quella di
valorizzare l’istituzione familiare (a partire dalla proprie prerogative, così come definite
dalla Carta Costituzionale) per promuovere integralmente un complessivo sviluppo della
comunità locale alessandrina.
Soggetti proponenti:
Amministrazione Comunale di Alessandria – Assessorato alle Politiche per la Famiglia
Soggetti da coinvolgere
l Associazionismo familiare locale rappresentativo delle istanze del Forum
Nazionale delle Associazioni Familiari
l Agenzie formative ed educative
l Rappresentanti del mondo produttivo locale
l Sindacati e Patronati
l Enti e Istituzioni pubbliche e private operanti nel contesto locale
descrizione del progetto:
Per realizzare un’efficace alleanza tra portatori di valori e produttori di reddito e per
valorizzare le famiglie (e le realtà associative) quali soggetti realmente protagonisti dello
sviluppo della Città, il progetto in coerenza con la vision che caratterizza le attività
proposte dall’Assessorato Politiche della Famiglia, intende attivare specificamente un
organismo denominato Consiglio della Famiglia, per il quale si prevede di mettere a
disposizione tutte le risorse necessarie per la sua attuazione e il suo mantenimento.
Il Consiglio della Famiglia costituirà più specificatamente un ambito di attivazione di
processi comunitari, in quanto catalizzatore di idee, stimolatore di iniziative e di
opportunità nelle singole aree e promotore di una progettualità autonoma. Esso sarà un
innovativo strumento permanente di consultazione e proposta da parte
dell’Amministrazione e sarà costituito da famiglie, da rappresentanti delle associazioni
familiari, da soggetti sociali rappresentativi di esperienze familiari cittadine nonché da
esponenti delle agenzie educative e del mondo produttivo.
Sarà consultato sulle politiche familiari comunali in merito alle iniziative di promozione
della famiglia e interpellato per proposte innovative a favore della famiglia.
La gestione del Consiglio della Famiglia sarà affidata al Forum delle Associazioni Familiari
che per storia e per competenza è in grado di offrire un prezioso contributo di esperienza,
di creatività e di impulso alle politiche familiari.
579
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
580
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Questo tipo di attività di ricerca costituisce una fase importante e “strategica” del progetto
perché fornisce gli elementi utili per le scelte e le decisioni da mettere in campo nella
progettazione attuativa e in particolare per stabilire i migliori strumenti disponibili per gli
interventi sul campo che andranno individuati ed elaborati in seno al Consiglio della
Famiglia.
All’interno della ricerca è infatti prevista l’analisi delle peculiarità sintetizzabili nello slogan
“Famiglia, capitale sociale” e che fanno riferimento ai diversi contesti esperienziali, culturali
nonché socio-economici che condizionano da un lato le risposte elaborate dalle singole
famiglie alessandrine e, dall’altro, le stesse scelte di carattere pubblico-amministrativo che
ambiscono a valorizzare e sostenere coerentemente la famiglia in quanto tale.
Le analisi che verranno condotte, a questo riguardo, potranno infine allargarsi a prendere
in considerazione anche tutto quel vasto ambito di idee, valori, scelte di fondo,
atteggiamenti, comportamenti che possono al contempo essere di effettivo aiuto alla
promozione dell’essere e vivere l’esperienza della famiglia. Per ottenere questo tipo
d’informazioni si prevedono attività di ricerca qualitativa e quantitativa, sia diretta, tramite
questionari, sondaggi, interviste a testimoni privilegiati e focus group, sia indiretta,
vagliando i risultati di indagini realizzate da altri in contesti simili.
Parallelamente a tale tipo di approfondimento, il progetto prevede di avviare una campagna
di comunicazione che coinvolga una porzione più ampia di popolazione con l’obiettivo
primario di promuovere il progetto stesso e i propri enti sostenitori, con l’obiettivo
secondario di sensibilizzare i cittadini e i vari attori sociali sul tema della valorizzazione
della famiglia e dello strumento peculiare denominato “Consiglio della Famiglia”
evidenziando la necessità di creare un clima favorevole per gli interventi specifici previsti
in seguito.
IV) Realizzazione degli interventi
La fase in oggetto sarà dedicata alla definizione e allo start-up dei diversi interventi che
avranno una durata differente secondo la loro tipologia. è arduo descrivere al momento
quali tipi di specifici interventi potranno essere messi in atto, proprio perché elaborati,
per definizione, intorno a tipologie di bisogni e aspettative ancora da individuare, tuttavia
è opportuno segnalare alcune indicazioni generali che si intendono seguire.
In primo luogo, l’importanza del coinvolgimento attivo e diretto dei destinatari cui sono
rivolti gli interventi ipotizzando delle azioni che vadano al di là della sola sensibilizzazione
di carattere informativo, ma che prevedano modalità di intervento partecipativo, formativo
e organizzativo in grado di rendere protagoniste tutte le persone, gruppi, associazioni e
referenti a diverso tiolo implicati.
Esistono peraltro esperienze, condotte in altri contesti territoriali comunali in Italia (e
anche all’estero) da cui trarre spunti importanti per “tarare” il dimensionamento e la
fattibilità operativa delle proposte e degli interventi per valorizzare le famiglie nella Città
di Alessandria.
In secondo luogo, l’utilizzo di nuovi approcci comunicativi e nuovi strumenti di diffusione
in grado di catturare l’attenzione di un pubblico vasto di famiglie (e gruppi associativi)
quali destinatari. L’individuazione partecipata e condivisa nell’ambito del Consiglio della
Famiglia del tipo di approccio comunicazionale e informativo più opportuno sarà in grado
di offrire vantaggi interessanti soprattutto per l’elevata capacità di catturare l’attenzione dei
fruitori finali delle proposte elaborate e di generare in essi un ricordo esperienziale
durevole.
V) Valutazione degli interventi elaborati e costituzione formale del “Consiglio della famiglia”
La valutazione dei diversi interventi sarà condotta applicando modelli funzionali per quei
tipi d’intervento già sperimentati in Italia e allestendo degli studi pre-post per quegli
interventi considerati innovativi ancora non valutati in contesti paragonabili al nostro.
581
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Il tutto porterà alla fase di formalizzazione costitutiva del Consiglio della Famiglia del
Comune di Alessandria, il quale costituirà un innovativo ambito di attivazione di processi
comunitari in quanto catalizzatore di idee, stimolatore di iniziative e di opportunità nelle
singole aree e promotore di una progettualità autonoma.
Esso sarà pertanto un innovativo strumento permanente di consultazione e proposta da
parte dell’Amministrazione e sarà costituito da famiglie, da rappresentanti delle
associazioni familiari, da soggetti sociali rappresentativi di esperienze familiari cittadine
nonché da esponenti delle agenzie educative e del mondo produttivo.
VI) Ulteriore analisi dei bisogni
Dopo aver valutato gli interventi elaborati e proposti in seno al Consiglio della Famiglia,
sarebbe opportuno predisporre una nuova analisi dei bisogni e dei progetti per riproporre
con la stessa metodologia, nuovi interventi in settori correlati e/o correlabili alle tematiche
di pertinenza della famiglia, coinvolgendo eventualmente — e con logica a “cerchi
concentrici” — ulteriori tipologie di soggetti in ambito locale.
Riferimenti bibliografici:
Documentazione consultabile in particolare nel sito web del Forum Nazionale delle
Associazioni Familiari
finalità generali:
Restituire alla famiglia la sua centralità nella costruzione della coesione sociale, nella
partecipazione allo sviluppo economico e sociale della città, attraverso la realizzazione di
uno strumento permanente di consultazione da parte dell’Amministrazione Comunale.
obiettivi specifici:
o Risoluzione delle problematiche evidenziate dalle minacce e punti di
debolezza dell’analisi SWOT condotta dal tavolo, puntando al perseguimento
in particolare dei seguenti sotto-obiettivi;
o promuovere, proteggere e sostenere la vita, nel suo nascere e nel suo
sviluppo, con particolare attenzione alle situazioni di maggiore fragilità;
o valorizzare la famiglia e le realtà associative;
o superare la logica dell’assistenzialismo economico alla famiglia per
introdurre modalità che ne attivino la responsabilità.
Attività:
m Avvio percorso verso il Consiglio della Famiglia attraverso:
- conferenze periodiche aperte alla cittadinanza e agli operatori;
- convegno sul tema “Famiglia, capitale sociale”;
m analisi e studio della realtà e condizione della famiglia;
m istituzione di momenti di consultazione con famiglie, rappresentanti delle
associazioni familiari, soggetti sociali rappresentativi di esperienze familiari
cittadine, esponenti delle agenzie educative e del mondo produttivo;
m costituzione formale del Consiglio della Famiglia.
In particolare, lo svolgimento delle attività previste dal progetto è declinabili nel seguente
modo:
l ricerche bibliografiche, individuazione delle buone pratiche, gestione della
progettazione di interventi di valorizzazione e promozione dell’essere e vivere
l’esperienza familiare in Alessandria, consulenza per l’organizzazione di eventi
e momenti continuativi di confronto esperienziale e di approfondimento
tematico, organizzazione operativa del progetto e coordinamento della
segreteria organizzativa;
l analisi e interrogazione dei flussi per l’analisi dei bisogni delle prime fasi
582
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Il Servizio Famiglia e Giovani della Direzione Famiglia e Solidarietà sociale del Comune
di Alessandria accompagnerà il processo d’individuazione dei bisogni come attività
istituzionale.
- Analisi di approfondimento:
Le attività di ricerca qualitativa e quantitativa da condurre con collaborazioni esterne
all’ente (da definire), sono da considerare sui 40.000-60.000 euro se s’ipotizza di
intervistare/coinvolgere almeno un campione di 500-700 famiglie.
- Campagne di comunicazione:
20.000 -50.000 euro in base alla complessità delle attività di comunicazione previste e alla
grandezza di popolazione che si vuole raggiungere.
- Coordinamento e organizzazione:
risorse istituzionali utilizzate dagli organizzatori per il progetto e spese vive per un
ammontare dai 15.000 ai 20.000 euro (per i primi 4 anni).
fattibilità:
Altissimo livello di flessibilità, con un adattamento costante alla realtà. Questo approccio
consente di personalizzare al massimo una progettazione capace di valorizzare il
protagonismo delle famiglie alessandrine coinvolte direttamente e/o indirettamente nel
progetto stesso.
cronoprogramma di lavoro:
fASI mESI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18
1)Sensibilizzazione
x x x x
del gruppo di lavoto
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 5
titolo:
da e con gli anziani: mosaico di attività volte al recupero,
al riuso, al fare condiviso
Sottotitolo:
Un tempo si diceva “contro la fame cambia la vita”, i contesti, allora erano soprattutto
quelli dell’impegno alla lotta alla fame nei paesi in via di sviluppo. Senza addentrarsi in
dinamiche di cooperazione e solidarietà internazionale, si prende ora a prestito tale slogan
pensando che ben si presti a favorire una riflessione per disegnare percorsi costruttivi di
lotta alla crisi e soprattutto di risposta alle sfide portate dall’invecchiamento della
popolazione, anche nella nostra Città. Come dire... prima di tutto... è importante un
cambiamento di atteggiamento verso tali situazioni, in particolare perché non provare a
considerare la crisi come uno stimolo e la popolazione anziana come una preziosa risorsa
grazie all’esperienza accumulata e, quindi alla possibilità di “passarla” questa esperienza.
Considerando sempre le persone , di qualsiasi età ed estrazione, dotate di un patrimonio
da difendere e quindi sempre dei processi e mai dei prodotti.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria – Direzione Famiglia e Solidarietà Sociale (con il coinvolgimento
di diversi soggetti presenti sul territorio, già partner di altre precedenti iniziative con spirito
e finalità analoghe e sentiti informalmente al riguardo, quali: Associazione Amici del Museo
della Gambarina, Caritas Diocesana, CISSACA, Consorzio Consolidale, Cooperativa
Coompany &, Cooperativa Progetto A, “Altro & Oltre”, Dipartimento Salute Mentale
Asl Al, botteghe artigiane di restauro e impagliatura).
Possibilità di attivare una futura collaborazione con l’AMIU - servizio ritiro ingombranti
per recupero oggetti riutilizzabili.
descrizione del progetto:
Il progetto viene pensato avendo presente da un lato le abilità e il sapere diffuso di cui sono
portatori gli anziani che talvolta assumono la veste di specifiche competenze tecniche
legate ad antichi mestieri, dall’altro il rischio che tale sapere venga relegato in contesti
ristretti e sconosciuti ai più e non faccia più parte delle tradizioni locali condivise.
Inoltre, in questo dato periodo, è a nostro avviso fondamentale immaginare un cambio
anche di tipo culturale. è quanto mai necessario costruire una politica del sobrio,
spingendosi fino ad immaginare di poter costruire un’estetica del sobrio, attivandosi
affinché le “cose”, gli oggetti, mobili, vestiti, biciclette ecc, possano diventare risorse a
prezzi contenuti per tutti, magari rivisitati grazie al sapere, se condiviso.
Le attività manuali, attraverso cui si estrinsecano determinati saperi e tradizioni, possono
diventare occasione di apprendimento e di occupazione mirata per soggetti svantaggiati,
nonché occasione di incontri e confronto fra persone interessate e motivate attorno ad un
fare condiviso.
Consapevoli dell’importante lavoro che alcuni soggetti presenti sul territorio quali il Museo
della Gambarina su un fronte culturale/rievocativo e le Cooperative sociali sul fronte
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 6
titolo:
osservatorio sul consumo di sostanze psicoattive
problematiche
linea 4 socio-economiche ed
esclusione socio-culturale
Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo la creazione di un sistema informativo sul consumo di
sostanze psicoattive (sia legali, compresi gli psicofarmaci, che illegali) al fine di migliorare
la conoscenza del fenomeno presso gli amministratori, i cittadini e gli operatori dei servizi
pubblici e privati e favorire una maggiore connessione tra la ricerca e l’intervento sociale.
Soggetti proponenti:
Dipartimento di Ricerca sociale dell’Università del Piemonte Orientale, Prefettura di
Alessandria.
descrizione del progetto:
Il consumo di sostanze psicoattive è un fenomeno sociale complesso: ci sono persone
che assumono una droga una sola volta nella vita, persone che la usano per un po’ di
tempo in modo regolare, persone che la usano soltanto nei fine settimana o durante i pasti
(come nel caso dell’alcol), persone che ne diventano dipendenti, persone che assumono
più sostanze psicoattive, persone che si indebitano, perdono il lavoro, compromettono la
propria vita sociale e la propria salute, persone che ne fanno un uso controllato, persone
che scelgono di ricorrere al trattamento e persone che non vi ricorrono…
Ogni politica di intervento su questo fenomeno (sia quelle finalizzate a ridurre la domanda,
sia quelle finalizzate a ridurre i danni associati al consumo di sostanze psicoattive, sia quelle
finalizzate al trattamento) che si basi su informazioni che non rendano conto di tale
eterogeneità corre il rischio di essere scientificamente infondata e, soprattutto, di non
riuscire per questo a produrre i risultati attesi.
Spesso, però, i dati di cui si dispone a livello locale, qualora si intenda analizzare le
caratteristiche dei consumatori di sostanze psicoattive e i loro stili di consumo, sono quelli
registrati dalle statistiche ufficiali (soggetti in trattamento, soggetti sottoposti a
procedimento amministrativo o penale, soggetti detenuti che si dichiarano
tossicodipendenti, ecc.). Tali dati sono prodotti dalle agenzie e istituzioni deputate al
trattamento (i servizi sociali e sanitari pubblici, le organizzazioni del privato sociale) e al
controllo sociale (prefetture, forze di polizia, magistratura) nel corso delle loro attività.
Così come i criminologi ritengono che i dati ufficiali sulla criminalità non descrivano
adeguatamente il fenomeno criminale poiché vi è un numero elevato di autori di reato
che non vengono registrati nelle statistiche ufficiali (numero oscuro), anche i dati ufficiali
di cui disponiamo sui consumatori di sostanze psicoattive non ci consentono di acquisire
informazioni sugli stili di consumo e le carriere di consumo di coloro che non
appartengono a popolazioni cliniche e/o istituzionalizzate. Tali consumatori costituiscono
una cosiddetta “popolazione nascosta” che può essere studiata soltanto utilizzando
specifiche strategie di ricerca.
Occorre, pertanto, strutturare processi conoscitivi che consentano di evitare il circolo
chiuso che può caratterizzare il processo di costruzione sociale della conoscenza del
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 7
titolo:
osservAzione: i giovani italiani e stranieri in città
Sottotitolo:
Il progetto propone di migliorare le conoscenze rispetto ai progetti personali e
professionali dei giovani alessandrini – di origine italiana e straniera – e ai rapporti sociali
nei quartieri, nelle associazioni, a scuola e nei luoghi di incontro.
Soggetti proponenti:
Dipartimento di ricerca sociale dell’Università del Piemonte orientale, Prefettura di
Alessandria.
descrizione del progetto:
Secondo le previsioni più accreditate, in Italia l’incidenza di giovani di discendenza
straniera continuerà a crescere nei prossimi decenni. I figli degli immigrati formeranno una
parte fondamentale della forza lavoro del futuro. La qualità delle risorse che porteranno
all’economia e alla città di Alessandria dipenderà dai rapporti che si formano oggi nei
quartieri e nelle scuole, nelle associazioni e negli spazi informali del tempo libero. In questi
ambiti infatti prendono forma i progetti personali e professionali. I percorsi dei figli di
famiglie straniere giocheranno inoltre un ruolo importante rispetto alle forme e ai modi
futuri della coesione sociale.
Non si propone un osservatorio “sui giovani stranieri” come categoria “speciale” di
individui, ma ci si occuperà di giovani alessandrini italiani e stranieri, soggetti che in modi
diversi stanno costruendo, o non costruendo, la propria futura cittadinanza sociale e
l’inserimento nel mondo del lavoro. La differenza nei modi e nell’intensità di tale percorso
solo in parte dipende dalla nazionalità dei genitori: le esperienze di tanti giovani stranieri
e di tanti giovani italiani sono molto simili. Un’analisi centrata sugli ambienti in cui i giovani
crescono, sulle aspettative di lavoro, progetti di vita, sulle realistiche prospettive di carriera,
può essere uno strumento utile alla comprensione del tipo di inclusione e di partecipazione
che si sta delineando per le nuove generazioni.
Il progetto raccoglierà dati quantitativi e qualitativi e diventerà conoscenza diffusa e base
di orientamento operativo mediante la realizzazione di un sito web nel quale confluiscano
risultati intermedi e finali e contributi specifici. I ricercatori del Dipartimento avranno
inoltre il compito di organizzare momenti di confronto e discussione finalizzati
all’orientamento operativo con soggetti che a vario titolo si occupano di giovani e
soprattutto con i giovani stessi.
I temi da indagare sono molti ma un’attenzione particolare sarà data ai rapporti che i
giovani formano con i coetanei. Infatti è nel gruppo degli amici e nell’interazione con gli
altri che si sviluppa gran parte della “cultura” di una determinata generazione. Anche la
rivalità e il conflitto con altri gruppi può avere conseguenze importanti. In quali
circostanze la divisione tra “italiani” e “stranieri” diventa significativa? Quali definizioni
di sé sono importanti per i percorsi scolastici e professionali?
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
finalità generali:
Il progetto ha rilevanza territoriale in quanto mira al raggiungimento delle seguenti finalità
di interesse diffuso:
o acquisire una conoscenza partecipata dei contesti sociali locali in cui i
giovani crescono e costruiscono relazioni
o realizzare uno strumento che sinteticamente contribuisca a rispondere alle
esigenze informative e di orientamento operativo per gli amministratori e gli
operatori che si occupano di giovani e di politiche giovanili
o creare uno spazio aperto di discussione e confronto tra amministratori,
operatori dei servizi pubblici e del privato sociale, insegnanti, ricercatori e
soprattutto con gli stessi giovani.
obiettivi specifici:
l Analisi approfondita degli ambienti in cui i giovani si muovono: spazi di
aggregazione formali e informali, attività che svolgono i giovani, strutture e
risorse per l’aggregazione, l’accesso al mondo del lavoro;
l gestione sistematica dei flussi informativi mediante un sito web nel quale
siano convogliati dati, elaborazioni, analisi sulla condizione giovanile in un
prospettiva di approccio multidimensionale alla conoscenza e alla
progettualità;
l realizzazione di momenti di discussione, confronto, progettazione a
partire dai dati raccolti e elaborati con i giovani.
Attività:
La realizzazione dell’Osservatorio Giovani prevede le seguenti attività:
l Individuazione di una rete di interlocutori privilegiati locali con cui
scambiare dati, informazioni e conoscenze
l Realizzazione di un sito web
l Interviste semistrutturate a testimoni privilegiati individuati tra operatori
di vari servizi (culturali, educativi, assistenziali), amministratori (politici e
funzionari), cittadini (insegnanti, parroci, responsabili di associazioni...)
l Realizzazione periodica di schede di analisi quantitativa e/o qualitativa sul
tema in oggetto
l Gruppi di studio tematici che coinvolgano attori impegnati nel mondo
giovanile oggetto di studio. Oltre ad analizzare questioni chiave attinenti al
tema scelto, il gruppo cercherà di elaborare anche delle possibili proposte e
iniziative. Il materiale elaborato dal gruppo di studio sarà pubblicato on line
a cura dell’Osservatorio.
l Gruppi di discussione con giovani italiani e stranieri focalizzati su temi di
rilevanza sociale per la loro generazione e per il territorio di riferimento.
risultati:
m Conoscenza e attenzione ai meccanismi sociali che sottostanno alle scelte
e alle carriere scolastiche e lavorative e, in certi casi, ai comportamenti
“devianti”;
m conoscenza di ambiti - la scuola, i quartieri, i luoghi di incontro,
organizzati e non - in cui i giovani costruiscono forme di vita e culture
giovanili e in cui si possono sviluppare dinamiche conflittuali ;
m conoscenza delle caratteristiche delle reti sociali e del ruolo che svolgono
nella definizione delle traiettorie;
m trasformazione delle conoscenze in strumento di progettazione per gli
amministratori, gli operatori sociali, gli educatori;
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 8
titolo:
osservatorio sul mondo giovanile
Sottotitolo:
Il progetto si pone come obiettivo la creazione di una struttura dedicata al monitoraggio
dei vari aspetti, sia qualitativi che quantitativi, della condizione giovanile in Alessandria,
avente lo scopo di fornire all’Amministrazione Comunale, alle Istituzioni, agli Enti e alle
associazioni un quadro conoscitivo da utilizzare come elemento di riflessione per le
politiche e gli interventi rivolti al mondo giovanile.
Soggetti proponenti:
Dipartimento di Ricerca Sociale dell’Università del Piemonte Orientale
descrizione del progetto:
Obiettivo dell’Osservatorio è la raccolta di informazioni sul mondo giovanile alessandrino,
sia attraverso la raccolta di dati statistici, sia attraverso la realizzazione di indagini
riguardanti la condizione giovanile.
Entrambe le azioni sono finalizzate, da una parte, alla conoscenza del mondo giovanile e,
dall’altra parte, al supporto delle decisioni riguardanti iniziative in questo settore da parte
della Amministrazione Comunale di Alessandria.
L’Osservatorio nasce dalla constatazione che, al fine di consentire la produzione di
conoscenze di supporto all’attività dell’Amministrazione Comunale, sono ritenuti elementi
imprescindibili:
- un’attività continuativa nel tempo di raccolta ed elaborazione dei dati;
- una gestione sistematica dei flussi informativi, sia interni (prodotti
dall’Amministrazione Comunale stessa), sia esterni (prodotti da altri Enti,
quali l’Istat, la Regione, il CSA, l’ASL, etc.);
- una diffusione regolare nel tempo delle informazioni raccolte.
finalità generali:
L’obiettivo dell’Osservatorio è la realizzazione di “serbatoio” di informazioni e di
conoscenze riguardanti la condizione giovanile; indagini finalizzate,
- da una parte, alla conoscenza del mondo giovanile e,
- dall’altra parte, al supporto delle decisioni riguardanti iniziative in questo
settore da parte dell’Amministrazione Comunale, delle Istituzioni, degli Enti
e delle associazioni presenti in Alessandria.
obiettivi specifici:
Gli obiettivi specifici sono i seguenti:
1) raccolta dati: si articola in diverse fasi, consistenti nell’individuazione degli
indicatori rilevanti, nell’individuazione delle fonti presso le quali sono
disponibili e nella loro acquisizione;
2) organizzazione dati: le informazioni raccolte sono validate, selezionate ed
inserite in un archivio cartaceo o informatico;
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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cronoprogramma di lavoro:
Impianto metodologico
598
Acquisizione attrezzature
Selezione personale
progEtto n. 9
titolo:
Abitare sostenibile in piemonte
Sottotitolo:
Progetti di Housing Sociale finanziati con Fondo Immobiliare Etico
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
Soggetti coinvolti nella costituzione di un fondo etico piemontese:
Regione Piemonte, Cassa Depositi e Prestiti, Compagnia di San Paolo, Fondazione
bancarie piemontesi (Cuneo, Torino, Asti, Biella, Fossano, Alessandria, Saluzzo, Vercelli).
descrizione del progetto:
Utilizzo di fondo etico per la costruzione o ristrutturazione di immobili con significativi
elementi di eco-sostenibilità a costi contenuti, per la costituzione di alloggi da destinare
in locazione permanente a cittadini alessandrini in situazione di vulnerabilità di fascia
sociale media e per i quali l’accesso al mercato privato degli affitti risulta essere sempre
più gravoso.
Il Fondo immobiliare etico “Abitare sostenibile in Piemonte” vuole rappresentare una
risposta concreta al crescente disagio abitativo e nasce come una nuova modalità per
incrementare il livello degli investimenti nel settore dell’housing sociale. Un’opportunità
anche per la riqualificazione urbana e per la promozione di nuovi quartieri sperimentali
mediante il ricorso a sistemi costruttivi, materiali e tipologie innovativi. L’immissione sul
mercato di alloggi sociali potrebbe anche concorrere a calmierare il mercato immobiliare
e della locazione.
finalità generali:
o Rispondere ad un ampia richiesta di alloggi in locazione a canone
moderato (in media – 25-30% rispetto al libero mercato)
o Creare un mix sociale diversificando le fasce di reddito e
conseguentemente i livelli di canone
o Creare servizi e attività negli spazi non residenziali
obiettivi specifici:
l Consentire una locazione stabile e sostenibile ad un’ampia fascia di
popolazione
l Costruire un’edilizia sociale rispondendo ad un approccio
multidimensionale nel quale le necessità, i bisogni espressi dagli individui,
dalla comunità, dalla società si intrecciano con nuove forme di mercato e di
governante, tra competenze finanziario-immobiliari, tecnologiche e sociali
l Attirare investimenti sul territorio promuovendo strategie ed azioni di
intervento integrate e sostenibili.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Attività:
m competitiva dei costruttori
m Edificazione attenta alla qualità urbana
m Cessione di aree o edifici ceduti gratuitamente dall’ Ente pubblico
m Costituzione di una società per la gestione degli immobili
m Gestione amministrativa sociale
m Patto con gli inquilini (gestione aree verdi, spazi comuni ecc..)
m Eventuale accompagnamento sociale all’abitare
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
- Fondo immobiliare etico
- Contributo comunale di aree/edifici o ceduti gratuitamente (o a valori bassi)
in diritto di superficie o d’uso da Ente Pubblici o apportati al Fondo
costi:
Da definire all’atto dell’avvio dell’intervento.
fattibilità:
n Demandata alla capienza degli stanziamenti del fondo
n Gestione degli immobili
n Rispetto della redditività etica minima
n Solvibilità nel tempo degli assegnatari
cronoprogramma:
Da definire all’atto dell’avvio dell’intervento.
600
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 10
titolo:
casa EticA “Eticasa”
Sottotitolo:
Agenzia per l’orientamento e il sostegno di domanda e offerta abitativa su basi eticamente
sostenibili. Intervento per ridurre i rischi e i costi economici e sociali della ricerca abitativa
Soggetti proponenti:
Cooperativa Sociale Company
descrizione del progetto:
In provincia di Alessandria sono 1.680 le persone che attendono un alloggio di edilizia
popolare (solo ad Alessandria 660, 217 a Novi, 226 a Casale Monferrato, 169 ad Acqui,
85 ad Ovada, 170 a Tortona, 140 a Valenza). Solamente nell’ultimo periodo ad Alessandria
si sono registrati 428 sfratti esecutivi, ben 400 per morosità. C’è un problema di stato
sociale che deve essere affrontato con urgenza. Dagli anni Settanta ad oggi la politica
edilizia non è cambiata, i problemi sono sempre gli stessi. Purtroppo nel nostro Paese la
povertà abitativa non viene considerata; il welfare sulle case non esiste. Da queste
drammatiche indicazioni emerse da un convegno della Cisl Filca degli ultimi mesi dello
scorso anno emerge con chiarezza che esiste un fenomeno legato alle difficoltà abitative
di una fascia della popolazione. La crescita del mercato immobiliare degli ultimi 10 anni (
in alcune aree del nostro paese si può parlare di bolla speculativa) è sembrata inarrestabile
e ha spinto i prezzi degli immobili e degli affitti a livelli difficilmente sopportabili da parte
di molte famiglie. La crisi economica che ha investito il nostro paese ha avuto le sue
conseguenze più drammatiche tra la popolazione meno abbiente e ha
contemporaneamente privato di importanti fonti di reddito (salari e stipendi) numerose
famiglie che si sono trovate, in pochissimo tempo, in situazione di morosità. Questo dato
va a sommarsi alle situazioni di alcuni condomini del Centro Storico Alessandrino che
vedono il riprodursi delle dinamiche di sub-affitto (ovviamente non regolare) le quali se
da una parte consentono a nuclei di persone più ampi di far fronte ai maggiori costi di
affitto rischiano dall’altra di riprodurre difetti relazionali e problemi di convivenza
all’interno dei condomini.
Esiste però ancora un mercato che offre, spesso a prezzi insopportabili da parte di
numerose famiglie, alloggi a condizioni di mercato. Il rallentamento delle compravendite
ha poi ulteriormente spinto in alto il prezzo degli affitti innescando una spirale di
inadeguatezza economica da parte di molti.
In ultimo non bisogna dimenticare il fenomeno dei figli che tendono ad abbandonare la
casa della famiglia d’origine in età sempre più adulta. Tra i motivi di questo fenomeno c’è
l’impossibilità da parte dei nuclei familiari monoreddito (o addirittura dei monofamiliari)
di sostenere all’interno del budget salariale, il costo di un affitto e le spese accessorie che
ne derivano.
E’ in questi contesti che il progetto di CasaEtiCA intende inserirsi come modello di
facilitazione e di individuazione di quei soggetti che, a partire da una offerta e da una
domanda etica e sostenibile, intendono affittare una abitazione. L’Agenzia di orientamento
intende quindi proporsi come un soggetto territoriale, presente e visibile nel quartiere,
601
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
che si avvale della collaborazione di Operatori di Social Housing per favorire e facilitare
l’incontro e la relazione tra questi soggetti.
finalità generali:
Le finalità generali sono quelle di migliorare la convivenza all’interno di determinati
condomini (Piazza Santo Stefano e Corso Virginia Marini) permettendo
contemporaneamente alle persone di trovare un riferimento affidabile che le accompagni
e le orienti nella individuazione e nella gestione di un alloggio “eticamente sostenibile”.
obiettivi specifici:
o Permettere l’incontro tra persone attraverso lo scambio di informazioni e
di saperi sulle abitazioni e sulla convivenza;
o fornire strumenti di informazione e di supporto alle persone che
intendono affittare un alloggio (Tecnico, legale, amministrativo, finanziario);
o orientare gli affittuari e i proprietari verso comportamenti etici ed equi
con la possibilità di usufruire di un facilitatore garante degli accordi presi;
rimanere punto di riferimento per qualsiasi necessità o problematica relative
a contratti già stipulati;
o offrire gratuitamente supervisione e consulenza alle persone più in
difficoltà;
o facilitare le relazioni, lo scambio di conoscenze, le interazioni tra inquilini;
ridurre i rischi di sfratto per morosità e le condizioni spesso disumane di
convivenze troppo allargate.
Attività:
L’attività prevede la formazione e la preparazione degli Operatori di Social Housing che
saranno riconoscibili dalla popolazione residente. Contemporaneamente si affitterà un
locale commerciale per la sede dell’Agenzia e si strutturerà un orario di apertura
attribuendo le diverse funzioni. Successivamente gli Operatori effettueranno ricognizioni
sul territorio e cercheranno di individuare le possibili offerte “eticamente sostenibili”, per
permettere alle persone in ricerca di valutare le possibilità.
In agenzia, ad orari prestabiliti, saranno disponibili poi dei Consulenti in grado di orientare,
suggerire, ascoltare e accompagnare gli inquilini e i proprietari verso un accordo
vantaggioso per entrambi. Il modello utilizzato sarà quello della mediazione dei conflitti
applicato in un ambito fino ad oggi esclusivo delle Agenzie Immobiliari. L’Agenzia
EtiCaSA non sarà però una vera Agenzia Immobiliare ma qualcosa di più e di meglio:
offrirà infatti un contesto caldo, accogliente e ospitale in grado di conquistarsi la fiducia
dei Cittadini nei quartieri coinvolti. Pemetterà inoltre di esplorare quei bisogni abitativi
“atipici” così diffusi negli ultimi anni (ricerca di badanti a tempo pieno, offerta di lavori a
domicilio, ecc…).
risultati:
Il progetto si propone di incontrare in contesti adeguati più persone possibili favorendo
relazioni e scambi utili a supportare una adeguata convivenza.
Nello specifico si punta a sostenere la ricerca di case con affitti sostenibili per ridurre in
quelle zone il fenomeno degli sfratti per morosità.
Al contempo si vorrebbe produrre una sensibilizzazione e una serie di iniziative volte a
scoraggiare le convivenze troppo numerose favorendo al contempo l’individuazione di
nuove risorse abitative.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Tra le risorse da utilizzare sarà necessario individuare subito il Locale Commerciale sede
dell’Agenzia EtiCaSA e un veicolo utile per gli spostamenti. I tre Operatori saranno
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 11
titolo:
habital: interventi integrati per il miglioramento della
qualità della vita e della sicurezza in alcuni quartieri
della città di Alessandria
Sottotitolo:
Il progetto ha l’obiettivo di rafforzare le reti di contatto tra gli abitanti di condomini di
edilizia residenziale pubblica (Via Gandolfi), ridurre i fenomeni di esclusione sociale,
ampliare i servizi esistenti, rafforzare il senso di appartenenza alla comunità, contribuire
ad aumentare la sicurezza territoriale e sociale.
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria (U.O.A. Politiche dell’Abitare- Direzione famiglia e solidarietà
sociale); CISSACA, ASL AL (Dipartimento Salute Mentale – Dipartimento Dipendenze
Patologiche).
descrizione del progetto:
Accanto ad una riqualificazione di tipo urbanistico – edilizio ed energetico svolta in alcuni
stabili di proprietà dell’ ATC siti in via Gandolfi, è emersa la necessità di lavorare “sul
tessuto sociale” di questi condomini che evidenziano situazioni di conflittualità e di
precarietà o deprivazione socioculturale.
In tali stabili vivono famiglie “fragili”, anziani, immigrati, individui con patologie o disturbi
legati alla perdita del lavoro o del partner, persone che hanno terminato periodi comunitari
e che necessitano di accompagnamento e monitoraggio. In generale si tratta di nuclei con
pochi legami sociali e che dispongono di scarse disponibilità economiche.
In questi nuclei sono spesso presenti numerosi minori ed adolescenti che non sono sempre
“agganciati”alle opportunità del territorio per quanto riguarda attività extrascolastiche e
ludiche.
Stante le premesse iniziali, il progetto prevede di svilupparsi come programma di
accompagnamento all’abitare ed è volto a costruire interventi differenziati con lo scopo
di ridurre il tasso di conflittualità, migliorare il clima di conoscenza e fiducia tra gli abitanti
e anche verso le istituzioni coinvolte, migliorare la sicurezza ambientale, sviluppare un
maggiore senso civico.
Il progetto si sviluppa attraverso le seguenti azioni:
l intercettare: fungere da catalizzatore del disagio del territorio, offrire
momenti di accoglienza e ascolto ed interfacciarsi, quando necessario, con i
servizi sociali di riferimento;
l svolgere funzioni di controllo, filtro e vigilanza sociale:con una presenza
di riferimento dell’immobile, recepire e segnalare situazioni di emergenza,
con lo scopo di prevenire possibili comportamenti illeciti in aree dove
esistono problemi di devianza giovanile o altri fenomeni analoghi;
l aggregare: organizzare momenti di socialità e animazione finalizzati alla
creazione di coesione sociale
l apertura di uno sportello: in giorni ed orari stabiliti: l’ATC ha messo a
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
creativi
m Incontri tra i facilitatori naturali e l’equipe rivolti alla verifica delle azioni
intraprese.
risultati:
n Incremento della percezione e della sicurezza e qualità della vita dell’abitare
n Maggiore efficacia dell’intervento di rete in relazione all’ intercettazione del
disagio
n Aumento della soddisfazione e delle capacità relazionali dei soggetti
coinvolti
n Riappropriazione degli spazi sociali del quartiere
n Incremento della consapevolezza da parte dei cittadini (civismo,
partecipazione)
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Comune di Alessandria € 40.000 annuali
Provincia di Alessandria – attraverso la partecipazione ad un bando per le politiche di
sicurezza integrata € 49.000
Altre fonti di copertura derivanti da risorse private e/o pubbliche
€ 31.000
costi:
Costo annuale € 130.000.
fattibilità:
aStabilità del progetto nel tempo
aImpegno e continuità dello stesso gruppo di lavoro ed in particolare
dell’equipe operativa
aCondivisione degli obiettivi da parte del gruppo interistituzionale
aAllargamento del progetto ad altri quartieri della città
aProgrammazione risorse economiche
cronoprogramma:
fASI tEmpIStIcA mEnSIlE
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Fase 1: Istituzione Comitato di Coordinamento e
predisposizione atti amministrativi (Protocolli di Intesa,
convenzioni, ecc.)
progettazione operativa
Attività: Mappature dei bisogni, definizione degli
interventi e obiettivi da perseguire e le risorse da mettere
a disposizione. Individuazione degli strumenti di verifica
e gestione
fase 2: costituzione di gruppo di lavoro operativo
progettazione operativa
Attività: Attività di primo contatto, accoglienza,
sostegno, individuazione facilitatori naturali, messa in uso
degli spazi
fase 3: Avvio delle attività previste dal progetto
progettazione operativa
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 12
titolo:
oikos 2006
Sottotitolo:
Housing sociale in partnership con il privato.
Soggetti proponenti:
Società Oikos 2006 srl. Società partecipata al 71% dalla Fondazione Cassa di Risparmio
di Alessandria, al 19% dal Comune di Alessandria e al 10% dal Gruppo Norman.
descrizione del progetto:
Costruzione di alloggi volti a rispondere ad una crescente domanda di abitazioni per le
fasce a reddito contenuto.
L’Amministrazione Comunale, in una logica di sussidiarietà orizzontale, ha rilevato la
necessità di promuovere nuove ed ampie forme di collaborazione con altri soggetti privati
operanti sul mercato.
Tenendo conto dell’evoluzione legislativa che ha ridisegnato il sistema di rapporti tra enti
pubblici e alcune autonomie funzionali, con l’attribuzione alle stesse di un ruolo attivo e
con la previsione di forme di collaborazione e di interazione stante anche alle indicazioni
emerse dal Programma Casa Regionale, che prevede specifiche strategie di intervento e
collaborazione, soprattutto con le Fondazioni Bancarie, l’Amministrazione Comunale ha
stabilito di sperimentare un nuovo modello si housing sociale, individuando quale
interlocutore la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Per l’attuazione del progetto è stata costituita una apposita Società tra la Fondazione, il
Comune di Alessandria ed il privato (Norman 95 S.p.A) avente come oggetto sociale
l’esercizio in forma di impresa dell’attività di social housing, consistente nell’insieme di
azioni, iniziative e strumenti volti a promuovere, progettare e gestire iniziative destinate a
categorie sociali deboli.
La novità del progetto consiste nel fatto che gli inquilini potranno diventare, nel lungo
termine, proprietari dell’appartamento in quanto l’affitto versato dal conduttore non è
solo un canone calmierato, ma una rata di mutuo, senza anticipo, che non va a fondo perso
In particolare la prima tranche di progetto si è rivolta ai giovani che intendono lasciare il
nucleo famigliare di origine e alle coppie di nuova formazione. E’ stato realizzato un
modello virtuoso di partnership volto ad andare incontro ad una certa richiesta di abitare,
e che si accontenti di una redditività inferiore a quella del mercato.
Gli alloggi sono stati edificati sulla base di scelte tipologiche costruttive semplici ma rapide
nell’esecuzione, con particolare attenzione alle coibentazioni dei volumi e dei ponti termici,
per conseguire un significativo risparmio nei costi gestionali e nella salubrità degli
ambienti. E’ stata ipotizzata una operazione di sviluppo di 5000 mq. Su 4 piani fuori terra
suddivisi fra residenza per mq. 3000 e commerciale per mq. 1000; i singoli edifici
caratterizzati da una architettura gradevole ma indirizzata all’economicità dell’operazione
hanno compreso 24 monolocali da 40 mq; 9 bilocali da 65 mq;1 trilocale da 80 mq.
608
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
finalità generali:
l Rispondere ad una richiesta consistente e diversificata di alloggi per le
fasce a reddito contenuto
l Trasformare gli inquilini, anche se nel lungo periodo, in proprietari
dell’appartamento
obiettivi specifici:
m Consentire il raggiungimento di un’autonomia abitativa a determinate
categorie sociali
m Creare integrazione tra pubblico e privato per il raggiungimento di
obiettivi che garantiscano il capitale investito e lo scopo sociale
Attività:
n Edificazione dell’abitato
n Creazione di un tavolo di lavoro comune tra i soggetti partecipanti
n Emissione di un bando per l’assegnazione degli alloggi
n Predisposizione di un’ istruttoria adeguata alle richieste del bando
n Predisposizione di una graduatoria degli ammessi e aventi titolo
all’assegnazione
n Consegna degli alloggi e stipula dei contratti
n Gestione dei condomini
risultati:
o Incremento dell’offerta immobiliare a canone sostenibile
o Incremento dell’autonomia dei soggetti utilizzatori
o Sperimentare nuovi metodi di intervento in partnership pubblico/privato
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Costituzione della Società: Comune di Alessandria € 19.000; Fondazione Cassa di
Risparmio di Alessandria € 71.000; Norman 95 S.p.A. € 10.000;
E’ intervenuto un aumento di capitale sociale passato da € 1.000.000 a € 1.610.000.
L’Amministrazione Comunale fornisce la disponibilità dei terreni.
costi:
Definiti direttamente dalla Soc. OIKOS 2006 S.r.l.
fattibilità:
a) Gestione degli immobili
b) Prosecuzione dell’esperienza
c) Solvibilità nel tempo degli assegnatari
d) Programmazione ulteriori risorse
cronoprogramma:
- 18 mesi per la realizzazione dell’intervento edilizio
- 6 mesi per l’istruttoria delle domande, a seguito dell’emissione del bando
- 6 mesi per la conclusione degli adempimenti amministrativi, stipula dei
contratti e consegna alloggi
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 13
titolo:
Interventi edilizi in autocostruzione
Sottotitolo:
Una misura integrata di edilizia sociale a favore dell’integrazione sociale
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
descrizione del progetto:
L’Amministrazione Comunale di Alessandria intende proseguire il proprio consolidato
cammino di solidarietà ed integrazione sociale, attraverso la facilitazione alla casa e
sperimentare il percorso innovativo di inclusione sociale attraverso la metodologia in
autocostruzione.
L’Autocostruzione è un intervento di edilizia sociale, per cui l’abitazione viene costruita
attraverso il lavoro dei futuri proprietari. Uomini e donne di culture differenti, che durante
il tempo libero, nei fine settimana e nei periodi di ferie si trasformano in muratori,
carpentieri, idraulici, elettricisti falegnami sotto l’attenta e costante guida di esperti dei vari
settori. Donne e uomini che fanno parte di nuclei familiari a basso reddito, italiani e
stranieri, e che possono vedere realizzato il sogno di avere un’abitazione di proprietà
abbattendo i costi di costruzione e cominciando a pagarla, con rate di mutuo accettabili,
solo a costruzione ultimata. Il cantiere di autocostruzione adotta tecniche edilizie in parte
sperimentali, realizza risparmi non soltanto nell’impiego di lavoro vivo ma anche
nell’adozione di particolari procedimenti produttivi. Tale sperimentazione viene orientata
al risparmio energetico ed ecologico, adotta tecniche di bioedilizia, materiali riciclati, stili
di costruzione economici e sani.
L’autocostruzione è un esempio di produzione e organizzazione dell’habitat che vede
come protagonista l’abitante: sviluppa pratiche di organizzazione e aggregazione rivolte
alla costruzione e alla riabilitazione collettiva, alla formazione tecnica, all’integrazione
multiculturale e multietnica, all’autosviluppo partecipativo e sostenibile. Almeno la metà
degli alloggi dovranno infatti essere costruiti da nuclei familiari di migranti.
Il progetto si sviluppa attraverso le seguenti azioni:
- Emissione di un avviso pubblico di indagine esplorativa per l’individuazione
di soggetti a cui affidare l’incarico del coordinamento e della realizzazione di
un progetto di autocostruzione. Eventualmente il Comune avrà la facoltà di
mettere a disposizione un lotto di terreno di area urbana.
- Fase di progettazione edilizio-architettonica da affidare a terzi, al fine di
identificare la tipologia edilizia più idonea sia alla metodologia in
autocostruzione sia alla conformazione del terreno su cui insisteranno le unità
abitative
- Selezione dei candidati autocostruttori attraverso un bando pubblico che
consenta di rispettare specifici requisiti e finalità
- apertura di uno spazio informativo che raccolga richieste e fornisca
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
informazioni
- Costituzione della cooperativa di autocostruttori, mediante la quale le
famiglie sanciscono un patto associativo e definiscono uno statuto giuridico,
che garantisce la regolamentazione fra i componenti del gruppo (ruoli
responsabilità, condizioni di appartenenza, recesso dal contratto, ecc)
- Monitoraggio e mediazione continua del gruppo di autocostruttori al fine
di gestire al meglio le dinamiche di gruppo e orientare i momenti di dibattito
sugli argomenti chiave, mantenendo la leadership del gruppo e assicurando il
controllo delle personalità predominanti
- Formazione e tutoraggio degli autocostruttori al fine di creare un clima di
fiducia e motivazione rispetto all’obiettivo, assicurare la totale sicurezza del
cantiere secondo le norme vigenti
- Organizzazione delle attività tecniche relative al cantiere; organizzazione
delle squadre di lavoro
- Gestione delle fasi del cantiere
- La mediazione sociale costituisce una delle componenti di maggior rilievo di
tutto il processo di autocostruzione
finalità generali:
m I soci della cooperativa risolvono il proprio problema abitativo acquisendo
un alloggio di proprietà nel proprio comune di residenza
m creazione di un mix culturale sociale e abitativo partendo dai bisogni
comuni per favorire l’ integrazione e la coesione sociale
obiettivi specifici:
n I soci della cooperativa, per metà italiani e per il resto stranieri,
acquisiscono un alloggio in proprietà consolidando “mattone per mattone”
il loro sentimento di appartenenza alla comunità
n Costruzione di un senso di ideale vicinato e solidarietà complessiva
Attività:
o Individuazione sedime per la localizzazione
o Avvio della processo
o Direzioni lavori
o Mediazione sociale
o Opere Edili – Costruzione case
risultati:
l Creazione di una cooperativa sociale multietnica sviluppata con
competenze tecniche
l Acquisizione della proprietà dell’abitazione
l I beneficiari hanno trovano motivi di incontro nella condivisione di un
obiettivo comune e sviluppano un legame affettivo, generato con il luogo che
i soci stessi hanno contribuito a creare
l Rafforzamento delle competenze relative alla mediazione dei conflitti
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Da definire.
costi:
L’autocostruzione non è una misura assistita, fatta salva la possibilità da parte degli Enti
di cedere i terreni.
Il costo del primo intervento di 14 alloggi in autocostruzione verrà definito al momento
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 14
titolo:
Interventi sperimentali di social housing
problematiche
linea 4 socio-economiche ed
esclusione socio-culturale
Sottotitolo:
Programma comunale interventi sperimentali di social housing tramite casi pilota che si
compone dei seguenti progetti:
l Progetto Donna
l Verso l’autonomia
l L’autonomia
l Un tetto per tutti
Soggetti proponenti:
Comune di Alessandria
Partners: Agenzia Territoriale per la casa della Provincia di Alessandria, Consorzio
Intercomunale dei Servizi Socio Assistenziali Comuni dell’Alessandrino, ASL AL –
Dipartimento di Salute Mentale- Dipartimento Dipendenze Patologiche; Diocesi di
Alessandria, Parrocchia dei Santi Michele e Carlo; Caritas.
descrizione del progetto:
1. “progetto donna” (6 alloggi di residenza temporanea e microcomunità rivolti alle
donne senza fissa dimora e alle donne sole sfrattate e/o in fase di reinserimento lavorativo
o sociale), localizzato nel centro urbano in immobile messo a disposizione del Comune,
in comodato d’uso gratuito di durata trentennale, dalla Diocesi di Alessandria;
2. “Verso l’autonomia” (6 alloggi di residenza temporanea e microcomunità rivolti a
persone per le quali la risposta residenziale assistita rappresenta una componente essenziale
del progetto di aiuto complessivo), localizzato nel sobborgo di San Michele, in un
immobile messo a disposizione del Comune in comodato d’uso gratuito di durata
trentennale dalla proprietà la Parrocchia dei Santi Michele e Carlo;
3. “l’autonomia” (6 alloggi di residenza temporanea e microcomunità rivolti a persone
che hanno completato positivamente percorsi diversi di autosufficienza e a persone che,
a seguito di un evento critico – lutto, licenziamento, crisi famigliare- hanno perso la loro
abitazione o non sono più in grado di sostenere i costi, pur conservando capacità di vita
autonoma), localizzato nel sobborgo di San Michele, in un immobile messo a disposizione
del Comune in comodato d’uso gratuito di durata trentennale dalla proprietà la Parrocchia
dei Santi Michele e Carlo;
4. “un tetto per tutti” (6 alloggi di residenza temporanea destinati a nuclei
monogenitoriali in disagio abitativo e a persone con necessità abitativa temporanea, ragioni
di studio, cura, assistenza, perdita del lavoro), localizzato nel sobborgo di San Michele, in
un immobile messo a disposizione del Comune in comodato d’uso gratuito di durata
trentennale dalla proprietà la Parrocchia dei Santi Michele e Carlo.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
finalità generali:
Offrire ai soggetti con particolare debolezza sociale, una risposta abitativa, differenziata.
obiettivi specifici:
o Dare una prima risposta alla perdita della casa
o Prevenire situazioni di grave emarginazione
o Prevenire situazioni di violenza domestica
o Prevenire situazioni di microcriminalità legata ai bisogni primari
o Offrire un supporto complessivo ai bisogni della persona.
Attività:
l Predisposizione di metodo di lavoro concertativo tra soggetti pubblici e
privati
l Progettazione integrata dell’abitare sociale
l Definizione dei progetti edilizi
l Recupero degli immobili oggetto degli interventi
l Accoglienza di bisogni abitativi diversificati
l Gestione sociale condivisa con integrazione tra servizi differenti a
supporto dei progetti della persona
l Accompagnamento all’autonomia
risultati:
Rispondere in modo articolato al bisogno abitativo e alla complessità della persona in
situazione di difficoltà.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
STIMA
Proprietà FINANZIA- FINANZIA-
STIMA
Immobili STIMA STIMA MENTI MENTI STIMA
FINANZIA-
Concessi in ITERVENTI PROGETTO PUBBLICI PUBBLICI FINAN-
PROGETTO MENTI TOTALI
comodato RESIDEN- GESTIO- CONCESSI (ALTRI: ZIAMENTI
PUBBLICI
d’uso gratuito ZIALI NALE dalla Cissaca primi 3 PRIVATI
(COMUNE)
trentennale REGIONE e ATC per
progetto 4)
Progetto n. 1
“PRO-
DIOCESI € 395.276,00 € 173.162,83 € 346.000,00 € 49.276,00 € 173.162,83 € 0,00 € 568.438,83
GETTO
DONNA”
Progetto n. 2 PARROC-
“VERSO CHIA
L’AUTONO- SANTI € 769.748,00 € 173.162,83 € 675.000,00 € 84.748,00 € 173.162,83 € 10.000,00 € 942.910,83
MIA” MICHELE E
CARLO
PARROC-
Progetto n. 3 CHIA
“L’AUTO- SANTI € 769.748,00 € 102.234,56 € 675.000,00 € 84.748,00 € 102.234,56 € 10.000,00 € 871.982,56
NOMIA” MICHELE E
CARLO
PARROC-
Progetto n.4
CHIA
“UN
SANTI € 540.904,00 € 0,00 € 202.000,00 € 176.904,00 € 162.000,00 € 0,00 € 540.904,00
TETTO PER
MICHELE E
TUTTI”
CARLO
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
fattibilità:
m Approvazione programma comunale degli interventi sperimentali di
housign sociale predisposto dal Comune con i partners aderenti
m Approvazione e sottoscrizione comodati d’uso degli immobili oggetti degli
interventi
m Approvazione e sottoscrizione con ATC della Provincia di Alessandria
della convenzione d’incarico di stazione appaltante
m Approvazione progetti edilizi
m Gara per la scelta dell’Impresa propedeutica all’avvio dei lavori
m Realizzazione degli interventi di recupero edilizia
m Affidamento gestione sociale operativa
m Coordinamento degli interventi, delle attività sociali, di comunicazione e
di armonizzazione dell’insediamento nell’ambito del territorio
cronoprogramma:
tempistica
Azioni
annuale
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 15
titolo:
cittadinanza è partecipazione
problematiche
linea 4 socio-economiche ed
esclusione socio-culturale
Sottotitolo:
Interazione e educazione alla cittadinanza attraverso lo sport per ragazzi stranieri e italiani
Soggetti proponenti:
- Istituto per la Cooperazione allo Sviluppo in collaborazione con:
- Consiglio Territoriale per l’Immigrazione
- PGS
- Comunità San Benedetto al Porto
- Associazione Sportiva Uppercut
descrizione del progetto:
Il progetto offre un supporto per migliorare la conoscenza reciproca tra giovani italiani e
di origine straniera, educarli alla cittadinanza e alla partecipazione, favorire la
socializzazione e l´apprendimento dell´italiano L2 da parte degli alunni stranieri
neoarrivati. Lo sport è un potente mezzo di aggregazione, attraverso il quale è possibile
far arrivare facilmente ai ragazzi messaggi positivi di rispetto, solidarietà, giustizia. La
condivisione di una pratica sportiva e di altri percorsi interattivi, possono prevenire episodi
di xenofobia e razzismo, spesso generati dall’ignoranza e dalla paura dell’altro. Le azioni
proposte prevedono il coinvolgimento di una serie di attori, istituzionali e non, attivi sul
territorio alessandrino, in modo da favorire la creazione di uno spazio educativo aperto ai
bambini e ragazzi anche oltre l’orario scolastico.
Bisogni rilevati
La popolazione straniera del Comune di Alessandria alla data del 31/12/2009 è pari a
11.249 unità di cui 5526 maschi e 5723 femmine. E’ in costante aumento, quindi, il
fenomeno dell’ immigrazione di popolazione straniera. I Paesi più rappresentati sono
l’Albania (2842), il Marocco (2246), la Cina (465), l’Ecuador (409), l’Ucraina (280) e la
Tunisia (215). Nell’ambito della Comunità Europea i Paesi più rappresentati sono la
Romania (2669), la Polonia (99), la Bulgaria (51) e la Francia (43).
A fronte di questi dati, che rispecchiano la situazione della Provincia e della Regione, poco
confortanti appaiono alcuni risultati di una recente ricerca realizzata dall’Associazione
Cultura & Sviluppo (ACSAL) sul grado di cultura civica di tutti gli studenti dell’ultimo
anno delle superiori del Comune di Alessandria. I risultati riferiti al razzismo sono i
seguenti: il 75,3% pensa che gli stranieri siano troppi; il 35% si dichiara apertamente
razzista; il 55% considera gli immigrati come potenziali concorrenti sul mondo del lavoro;
il 43% ritiene svantaggiosa per il nostro paese la presenza degli immigrati.
Appare assolutamente necessario, quindi, promuovere una cultura della cittadinanza come
partecipazione consapevole e condivisa alla vita cittadina. Si ritiene che lo sport,
l’osservazione delle buone prassi di inserimento scolastico, i percorsi interattivi, possano
essere ottimi strumenti per diffondere tale cultura tra i giovani alessandrini, di origine
616
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
italiana o straniera.
finalità generali:
Il progetto intende realizzare una serie di azioni rivolte ai giovani italiani e stranieri, in
orario scolastico e extrascolastico, con l’obiettivo di migliorare la conoscenza reciproca,
la convivenza pacifica e la conoscenza delle leggi italiane e del territorio alessandrino.
obiettivi specifici:
o Promuovere tra i giovani alessandrini, italiani e di origine straniera, una
aggiore conoscenza e consapevolezza dei diritti e dei doveri che derivano dalla
Costituzione italiana
o Promuovere la piena integrazione dei giovani alessandrini di origine
straniera
o Promuovere una partecipazione consapevole alla vita sociale cittadina
o Aumentare le occasioni di socialità attraverso attività ludico- sportive
o Promuovere una cultura del dialogo e della solidarietà
Attività:
l Costituzione di un gruppo di lavoro, formato da esperti delle varie realtà
coinvolte nel progetto, con funzioni di coordinamento delle attività
l Realizzazione di percorsi ludico-sportivi rivolti a bambini e ragazzi italiani
e stranieri, in orario extrascolastico, finalizzati alla socializzazione, alla
condivisione delle regole, alla promozione del lavoro di equipe. I percorsi,
realizzati in collaborazione con le associazioni sportive del territorio, verranno
svolti da allenatori/ animatori opportunamente formati
l Realizzazione di percorsi di educazione alla cittadinanza e alla costituzione
per gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado e per giovani stranieri neo
arrivati, condotti da esperti e opportunamente modulati in base all’età.
l Realizzazione di una sperimentazione sull’utilizzo del “Quaderno
dell’integrazione” (uno strumento per analizzare il percorso di inserimento
degli alunni stranieri) da avviare presso le scuole della città e in collaborazione
con gli insegnanti alessandrini
l Realizzazione di eventi (conferenze, proiezioni di cinema e documentari,
ecc..) sui diritti umani e sull’immigrazione rivolti, in particolare, ai ragazzi delle
scuole
l Realizzazione di percorsi di informazione/formazione alla scopo di
accompagnare i bambini e i ragazzi verso un partecipazione consapevole alle
future edizioni della StrAlessandria (evento che unisce perfettamente attività
sportiva e educazione alla cooperazione)
l Monitoraggio e verifica dell’andamento del progetto, attraverso la
somministrazione di questionari, raccolta dati quantitativi circa la
partecipazione alle attività, riunioni di verifica con i soggetti coinvolti.
Tutte le attività sopra descritte richiedono il coinvolgimento dei mediatori interculturali,
che da anni collaborano con l’ICS attraverso il Servizio Provinciale di mediazione
interculturale.
risultati:
Attraverso le attività sopra descritte si cercherà, soprattutto, di favorire la conoscenza
reciproca tra giovani alessandrini e giovani di origine straniera. Il coinvolgimento dei
giovani in attività di tipo ludico- sportivo dovrebbe portare alla condivisione consapevole
di alcuni valori fondamentali quali il rispetto delle regole e l’importanza del lavoro di
squadra.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
fattibilità:
- Concessione mutui
- Ripetibilità dell’esperienza sullo stesso territorio/aree urbane disponibili
- Solvibilità dei cooperatori
cronoprogramma:
Anno 1 mesi
Attività 1 2 3 4 5 6 7 8 9
Percorsi StrAlessandria
Monitoraggio – valutazione
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
tAVolo 3
gArAnzIA E quAlItà dEllA SAlutE
prEmESSA gEnErAlE
rapporti Istituzionali e tavolo di programmazione
Il tavolo sulla qualità della salute vede coinvolti numerosi soggetti che esprimono realtà
istituzionali diverse che, a vario titolo, si occupano in modo professionale di aspetti
collegati alla “salute”: ASL, ASO, Produttori Privati, Ordine dei Medici, Collegio degli
Infermieri, rappresentanze dei MMG e dei medici Ospedalieri.
Molti soggetti hanno tra di loro “rapporti istituzionali” di vario tipo (ASO/ASL,
ASL/Strutture Produttive Private, ASL/ASO/Ordine dei Medici, MMG/ASL ecc.) nei
quali sono talora portatori di interessi, anche economico non sempre convergenti.
Inoltre alcune delle tematiche affrontate nel tavolo sono affrontate dagli stessi soggetti
anche ad altri livelli dove gli stessi soggetti sono portatori di responsabilità istituzionali.
Infine ci sono elementi di fondo non controllabili dai componenti del tavolo (Contratti di
Lavoro, PSN, PSR) che incidono pesantemente sulle problematiche oggetto di interesse.
Con queste premesse la discussione si è sviluppata in modo appassionato partendo da
aspetti generali di sistema (ruolo dei MMG, dell’Ospedale, del pubblico e dei privati,...) per
Molteplicità di cercare di raggiungere un livello di dettaglio più concreto che mettesse in rilievo possibili
punti di intervento integrato tra le varie parti del sistema.
soggetti è condivisa la necessità di “non incrociare i tavoli” cioè di non portare al tavolo della
pianificazione strategica di “Alessandria 2018” tematiche che gli stessi soggetti devono
affrontare in modo istituzionale ad altri livelli (ad esempio nel rapporto produttori
privati/azienda di tutela, o Ospedale di Alessandria), affrontando nel tavolo della
programmazione di Alessandria 2018 tematiche possano ricevere il massimo impulso
proprio dalla partecipazione di soggetti molto diversificati .
Alessandria e la provincia
Un secondo aspetto emerso a livello generale è rappresentato dalla necessità di considerare
gli aspetti di pianificazione strategica in tema di “qualità della Salute” relativi in qualche
modo non solamente alla città di Alessandria ma a tutto il territorio della provincia non
solo per la natura “provinciale” della maggioranza dei soggetti presenti al Tavolo
Necessità di (ASL/ASO/ Ordine dei Medici/ Collegio Infermieri), che di per se stessa impone a questi
ragionare come soggetti, ai tavoli istituzionali, una visione che non può essere ristretta ad una sola realtà
capoluogo di territoriale, sia pure essa il capoluogo di provincia, ma soprattutto perché i problemi di
“qualità della Salute” sono comuni in tutte le realtà della provincia e perché solo in una
Provincia logica di territorio provinciale possono trovare sviluppo progetti strategici di ampio
respiro.
Con queste premesse il dibattito è stato estremamente ricco evidenziando numerosi punti
di forza, peraltro accompagnati da vari elementi di debolezza, comunque migliorabili.
La sintesi seguente elenca i principali punti di forza ed elementi di criticità, cercando di
evidenziare quali sono le problematiche principali e le ipotesi di sviluppo strategico.
619
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
punti di forza
n Presenza di un Piano Sanitario Regionale La presenza di un Piano
Sanitario Regionale, che definisce con chiarezza quali sono gli obiettivi
strategici verso cui la Sanità della Regione deve muoversi, fornisce un quadro
di riferimento certo all’interno del quale deve ricondursi la programmazione
istituzionale. Il quadro di riferimento rappresentato dal PSR è un elemento di
contesto immodificabile ma è un punto di forza perché può orientare le scelte
di programmazione in modo certo, almeno in un orizzonte temporale di
medio periodo, evitando una ulteriore frammentazione determinabile da una
programmazione “spontanea” e “a vista” come si avrebbe (e si è avuta per 10
anni) senza PSR
n Presenza di una progettazione istituzionale per il nuovo Ospedale
Cittadino. In tale logica rappresenta sicuramente un punto di forza il percorso
avviato, che vede coinvolte Regione, ASO e Comune di Alessandria, per il
finanziamento e la costruzione del nuovo Ospedale di Alessandria. A questo
riguardo appare particolarmente importante definire con chiarezza il ruolo
del tavolo istituzionale e del tavolo della programmazione strategica di
Alessandria 2018
n Buona qualità complessiva del sistema dei professionisti . Certificata,
oltre che dalla presenza di vari punti di eccellenza, dal fatto che, nonostante
le caratteristiche geografiche della provincia di Alessandria, “piattaforma
aperta” tra Piemonte, Liguria e Lombardia e quindi sottoposta a fortissime
pressioni sanitarie dall’esterno, i risultati gestionali del sistema sanitario della
Provincia evidenziano:
- Per l’ASO una delle migliori performance tra le ASO della Regione i
termini di complessità dei ricoveri e equilibrio economico
- Per l’ASL il raggiungimento di un bilancio gestionale in lieve attivo,
nonostante le difficoltà della fusione e la fuga extraregionale.
- Per il sistema del MMG uno dei risultati migliori in regione per il
miglioramento in termini di appropriatezza delle prescrizioni
farmaceutiche
n Forte motivazione dei professionisti coinvolti. Esiste un buon livello
di discussione scientifica e professionale tra tutte le professioni, comprovato
anche dall’alto numero di convegni scientifici organizzati dai vari attori, e la
motivazione ad affrontare i problemi in modo sistematico è comunque
elevata.
n Accettabile livello di collaborazione interaziendale ASO/ASL. Dopo
un periodo relativamente lungo di conflittualità le attuali Direzioni dell’ASL
e dell’ASO hanno sviluppato numerose azioni di collaborazione ed
integrazione, pur nel rispetto della differenziazione tra le mission delle due
aziende (produzione e tutela), con risultati già osservabili direttamente e con
una sufficiente disposizione alla collaborazione strategica, orientandosi
entrambe all’interesse del cittadino.
n Buona comprensione delle variabili epidemiologiche. Ad Alessandria
ha sede il Servizio Sovrazonale di Epidemiologia – Servizio Regionale di
Malattie Infettive (SSepi – SeReMI) che ha sviluppato negli anni una buona
comprensione delle principali variabili epidemiologiche del territorio
provinciale e Regionale. Inoltre il percorso di definizione dei PEPS (Profili e
Piani di Salute), programmato dal piano sanitario Regionale, si è sviluppato in
tutti i distretti dell’ASL AL in modo efficace, portando all’elaborazione della
bozza dei Profili di Salute per tutti i territori della provincia. L’esistenza di
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
tali dati, che riguardano numerosi indicatori dello stato di salute, fornisce un
quadro di riferimento importante per orientare la programmazione sanitaria.
n Accettabile chiarezza nella definizione dei rapporti pubblico privato.
La definizione dei contratti di produzione tra Regione/ASL e produttore
privato, in base ai quali nel 2009 si è definito il tetto massimo di produzione
effettuabile dai produttori privati, e la tipologia di tale produzione, pur con
svariati limiti, ha rappresentato un elemento di “chiarezza di contesto” che ha
determinato, tra l’altro lo scenario in cui ha potuto svilupparsi la proposta di
integrazione ospedale/territorio con sviluppo della
lungodegenza/riabilitazione di I livello nelle strutture private della zona ed
integrazione con le strutture del Borsalino.
Elementi di criticità
o Caratteristiche epidemiologico demografiche della popolazione. La
Provincia di Alessandria presenta una tra le popolazioni più anziane d’Italia
per quanto riguarda la struttura della popolazione: se questo rappresenta un
valore positivo per la lunga aspettativa di vita, comporta ovviamente anche
una maggiore necessità di welfare e un incremento delle problematiche
assistenziali. Oltre a ciò è anche elevata l’incidenza di malattie croniche
degenerative, in parte legate all’invecchiamento, in parte agli stili di vita ed in
parte allo sviluppo industriale del territorio. La necessità di orientare in questo
senso i servizi socio-sanitari rappresenta quindi una necessità ineludibile.
o Mancata integrazione tra sistema sanitario e Università/ricerca. Il
problema delle disconnessioni del Sistema Universitario Italiano con il sistema
“produttivo” è ampiamente dibattuto. Per le professioni sanitarie il problema
è accentuato dal fatto che, soprattutto per le specializzazioni mediche non
esiste pianificazione legata ai fabbisogni reali di inserimenti lavorativi. La
possibilità di convenzionare reparti clinici dove poter fare formazione in
ambito ospedaliero è sporadica, non sistematica e legata a rapporti personali.
Il problema è analogo anche per le altre professioni sanitarie: in questo
specifico ambito le sezioni della scuola Universitaria per Infermieri
professionali di Alessandria e Tortona sono solo parzialmente inserite nel
territorio e l’offerta è limitata al personale infermieristico mentre sarebbe
opportuno un suo ampliamento ad altri settori (es. tecnici di radiologia).
o L’Integrazione tra i vari attori istituzionali (ASL, ASO, Consorzio Socio
Assistenziale) se pure presente è sicuramente limitata e migliorabile. E’
oggettiva una certa autoreferenzialità delle aziende/enti che tende a riprodurre
l’autoreferenzialità dei professionisti che operano in ambito sanitario. Anche
l’essere portatori di ”interessi” aziendali differenti (produzione di servizi,
tutela della salute, tutela del welfare sociale) spesso porta a dimenticare la
centralità e unicità della persona. La continuità Ospedale-Territorio e
l’integrazione socio-sanitaria non sono ottimali. Occorre inoltre “snellire” gli
aspetti burocratici.
o L’Integrazione e differenziazione produttiva con il privato è appena
accennata e non ancora sufficientemente sviluppata. Ci sono effetti legati al
passato in cui i rapporti con il sistema pubblico erano improntati ad una
franca competitività che ha portato, anche per scelte regionali, ad una
duplicazione di servizi e ad una inappropriatezza delle prestazioni a controlli
“burocratici” e a non condivisione delle regole tra i due sistemi. Come detto
la risposta sta nei “contratti di produzione” e nello sviluppo di modelli di
integrazione orientati alla copertura dei fabbisogni reali dei cittadini.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
o Criticità del modello di cure : anche se molto è stato fatto negli ultimi
anni il modello generale di cura “introiettato” dai cittadini è ancora fortemente
ospedalo centrico ed il ruolo del MMG è non completamente valorizzato né
dai professionisti che operano negli ospedali, né dagli stessi pazienti. La
mancanza di possibilità di interventi diagnostici urgenti e tempestivi sul
territorio limita la possibilità di gestire al di fuori dell’Ospedale molte
situazioni, portando ad un intasamento del Pronto-Soccorso.
o Duplice ruolo dell’Ospedale di Alessandria che deve funzionare sia da
Ospedale di Città di I livello per i cittadini del distretto di Alessandria, sia da
Ospedale di II livello di alta specializzazione per tutta la Provincia: questa
distinzione non è completamente chiara, né ai professionisti che operano
nell’Ospedale di Alessandria e negli altri Ospedali della Rete Provinciale, né
ai cittadini.
o Sono presenti a vario livello le problematiche delle organizzazioni a
matrice complesse: non essendoci protocolli formalizzati che regolano i
rapporti tra i vari Enti, spesso di fronte ai problemi concreti gli attori si
concentrano sul proprio ruolo e non sul problema reale e la situazione nei
rapporti intersistituzionali e in quelli operativi può oscillare tra la rigidità
burocratica e lo “sfarinamento indistinto” (tutti fanno un po’ di tutto e non
si capisce chi fa cosa)
o Difficoltà a considerare le risorse investite in sanità una possibilità di
sviluppo economica per un territorio: lo sviluppo della tecnologia e la
possibilità di ricorrere in sanità a cambiamenti organizzativo-gestionali che
attirino e determinino investimenti sul territorio è ampiamente sottovalutata.
Gli elementi di criticità, nonostante i punti di forza determinano un sistema Socio-Sanitario
non sufficientemente integrato con frammentazione dell’offerta e conseguenti disservizi
per il cittadino, e dispersione di risorse.
622
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
(vedi sopra), la mancanza di informazioni sulla utilizzabilità dei servizi, rendono utili
interventi in questo settore.
In questo campo può essere utile coinvolgere le associazioni di volontariato in ambito
sanitario, numerose e presenti nella città e fortemente disponibili a farsi coinvolgere in
progetti di educazione alla salute: l’integrazione di questi progetti in un “cartellone”
annuale con il coinvolgimento dell’Assessorato Comunale all’Assistenza e del’Assessorato
Provinciale può essere una linea di sviluppo interessante.
623
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
dall’altro. Tuttavia, si è ritenuto corretto fare cenno a tale questione, sia per la sua rilevanza
strategica, sia perché le 3 linee strategiche decise dal Tavolo dovranno necessariamente
essere considerate alla luce degli scenari che si andranno a definire.
Si ritiene quindi che le linee strategiche individuate a questo Tavolo, e le schede progetto
ad esse correlate, debbano essere tenute in considerazione dai soggetti decisori nelle
valutazioni inerenti a tale problematica di natura strutturale.
624
Asse IV - Sviluppo di comunità
tavolo 3 garanzia di qualità della salute
AnAlISI S.W.o.t.
Carente o inadeguata programmazione nella distribuzione dei posti letto per anziani tra
convenzionati e autorizzati (tra strutture residenziali convenzionate e quelle accreditate)
Ricoveri per persone provenienti da altri territori in ambito sociale con aggravi di costi sul
sistema locale
Carenza di assistenza domiciliare per pazienti in fase terminale
opportunItà mInAccE
Integrazione reale tra struttura ospedaliera e territorio Evitare la mobilità passiva
Riorganizzazione della rete ospedaliera (valutazioni logistiche e di servizi) Minaccia demografica (mancato investimento sulle nuove generazioni)
Investimenti in tecnologia e connessioni con il tessuto industriale Incapacità di soddisfare nuove esigenze e di formare nuove competenze
Valutazione delle professionalità future e creazione nuovi posti di lavoro Programmazione mancata sui giovani di didattica universitaria e sulla scuola specializzata
Creazione di strumenti di partnership per progetti
Pianificazione della sanità privata
pIAno StrAtEgIco dI AlESSAndrIA
Asse IV Sviluppo di comunità -
tavolo 3 garanzia di qualità della salute
AlBEro dEI proBlEmI (cAuSE)
Sistema socio-sanitario non pienamente integrato con frammentazione dell’offerta e ridotta proposta di cure domiciliari
linea 1
linea 2
fAttorE
ESogEno
logistica
ospedaliera
piano socio-
location
trasporti sanitario regionale
distribuzione inadeguata degli
pubblici
farmacie attuali ospedali
modello
sanitario
fAttorE problemi di
ESogEno accesso
fAttorI
ESogEnI
linea 3
necessità di reperire posti letto difficile umanizzazione del rapporto con l’utente
Intasamento
ricoveri difficoltà di Inadeguata Informazione e
dEA/pronto tempi di attesa
inappropriati accesso informazione comunicazione
Soccorso
disservizi al cittadino
uso non
appropriato
dell’ospedale
Sistema socio-sanitario non pienamente integrato con frammentazione dell’offerta e ridotta proposta di cure domiciliari
Spreco di risorse
duplicazione di attività
dispersione di risorse
630
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
lInEE StrAtEgIchE
costruzione di comunità
linea 3
sanitaria integrata
631
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
632
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 1
titolo:
Attivazione nuovi corsi di laurea in ambito sanitario
ricerca e formazione in
linea 1
ambito sanitario
Sottotitolo:
In riferimento alla significativa richiesta di professionalità quali Tecnici di Radiologia
(TSRM), Tecnici della Riabilitazione e Infermieri Pediatrici, il progetto si propone di
attivare corsi di laurea per formare tali professionalità in Alessandria, sede di Azienda
Ospedaliera dotata di alte tecnologie e di professionalità utili allo sviluppo professionale
delle figure individuate:
- per TSRM con la presenza in ASO di tutte le possibili tecnologie in ambito
diagnostico e terapeutico (TAC, RMN, PET, Acceleratore lineare per
Radioterapia)
- per Tecnici della Riabilitazione con la presenza sia di attività ambulatoriale,
sia per ricovero in II e III livello (Presidio Borsalino)
- per Infermieri Pediatrici con la specificità dell’Ospedale Infantile “Cesare
Arrigo”
- operatori connessi alle attività distrettuali
- presidi ospedalieri ASL AL.
Potranno essere ricercate opportune sinergie in termini di docenti e di sedi didattico-
formative nell’ambito dell’intera provincia.
Soggetti proponenti:
n ASO Alessandria
n ASL AL
n IPASVI
n Comune Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto si articola in diverse fasi:
Fase I) Analisi dei fabbisogni formativi
Fase II) Progettazione dell’offerta formativa conforme ai requisiti normativi ed in linea con
le esigenze del mercato
Fase III) Implementazione dei corsi di laurea in collaborazione con l’università
Fase IV) Individuazione e monitoraggio di opportuni indicatori di valutazione dell’efficacia
formativa
finalità generali:
o Implementare un’offerta formativa efficace e in linea con le esigenze del
mercato
o Favorire un’effettiva mobilità degli studenti
o Fornire nuove occasioni di lavoro
o Garantire una migliore offerta di Servizi per la Salute attraverso la
formazione di figure professionali nel contesto dei Servizi Sanitari presenti in
633
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
città
risultati:
Formazione di figure professionali specialistiche e formate in un contesto altamente
specializzato quale l’Azienda Ospedaliera di Alessandria, come precedentemente descritto.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il D.L.vo 30 /12/92 n° 502 art.6, comma 3, con riferimento alla formazione del personale
di area sanitaria prevede specificamente che:
la formazione avviene in sede ospedaliera, ovvero in altre strutture del SSN ed istituzioni
private accreditate
le regioni e le Università attivano appositi protocolli d’intesa per l’espletamento dei corsi.
Le sedi universitarie dei corsi di Laurea per la regione Piemonte sono la Facoltà di
Medicina e Chirurgia e Scienze della salute dell’Università del Piemonte Orientale
“Amedeo Avogadro” e la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’ Università degli Studi di
Torino.
Le Università sulla base della programmazione regionale, approvano con cadenza annuale
e per la durata degli interi cicli attivati, un programma in cui sono previsti:
l i Corsi di Laurea e i corsi di laurea specialistica da attivare in relazione alle
specifiche figure professionali nonché il numero degli operatori da formare
annualmente in relazione al fabbisogno formativo del SSR e delle strutture
private nell’ambito territoriale regionale
l le risorse a disposizione.
L’azienda Sanitaria e l’Università concordano altresì le modalità di utilizzo delle strutture
e del personale non universitario con funzione di docenza, di coordinamento
teorico/pratico, di tutorato, di affiancamento, nonché di attività di segreteria didattica.
costi:
Gli oneri finanziari conseguenti all’attivazione dei singoli corsi di laurea delle Professioni
Sanitarie, vengono quantificati in piani finanziari relativi all’intero ciclo formativo e
predisposti per annualità di corso tenendo conto di:
a numero di studenti iscritti
a strutture didattiche ( aule laboratori, attrezzature, arredi e materiali
didattici)
a servizi amministrativi
a servizi per studenti e tutors
a attività didattiche teoriche e tecnico/pratiche(tirocini guidati, esercitazioni
di laboratorio, attività professionalizzanti)
a seminari interdisciplinari e stages fuori sede
La Regione, in sede di definizione annuale delle modalità di finanziamento delle Aziende
Sanitarie determina, sulla base del Piano finanziario, il limite del concorso del Fondo
sanitario regionale e gli oneri connessi alla formazione delle figure professionali.
fattibilità:
I proponenti il progetto ritengono opportuno coinvolgere le strutture sanitarie private.
634
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
cronoprogramma:
gen feb mar Apr mag giu lug Ago Sett ott nov dic
635
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 2
titolo:
Il Sindaco “messaggero” di salute
Sottotitolo:
Ruolo primario del Sindaco nei confronti dei problemi sanitari è quello di promuovere e
sviluppare i rapporti con la popolazione e la partecipazione di quest’ultima alle
problematiche della salute. Ecco perché è importante che il Sindaco attivi azioni di
promozione e tutela della salute, volte al miglioramento della qualità della vita, al benessere
del singolo come benessere della comunità, in linea con il progetto ‘Città sane’ dell’
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS ).
Soggetti proponenti:
- Comune di Alessandria - Assessorato alla Salute e Rapporti con i Servizi
Sanitari
- Asl AL
- ASO
- Ordine dei medici
descrizione del progetto:
PREMESSA
Per chi ha responsabilità nel governo della comunità e della sanità pubblica promuovere
interventi di educazione alla salute – intesa come iniziative capaci di aumentare le
conoscenze le consapevolezza dei singoli e di incidere sugli stili di vita – è una scelta
dovuta. L’importanza dei comportamenti individuali per la salvaguardia della salute è del
tutto evidente: secondo i dati dell’ OMS oltre la metà delle cause di morte più frequenti e
circa il 60% dell’onere della spesa sanitaria in Europa è il risultato di soli 7 fattori di
rischio: ipertensione, fumo di tabacco, elevato consumo di alcool, ipercolesterolemia,
obesità, scarso consumo di frutta e verdura, scarsa attività fisica. Altrettanto evidente
quindi che la modificazione degli stili di vita ‘ non salutari’ rappresenta un tema di politica
sanitaria generale molto importante.
Le più avanzate esperienze internazionali e nazionali ci segnalano che i soli interventi di
educazione alla salute – oggi meglio definiti come ‘empowerment della popolazione’ per
rafforzare la consapevolezza e la capacità dei singoli e della collettività nell’attenzione alla
salute e al benessere – non sono sufficienti se non accompagnati da azioni dirette a
modificare i cosiddetti ‘determinanti sociali e ambientali’, cioè quei fattori che influiscono
sul nostro stato di salute attraverso condizioni generali come la mobilità, l’assetto urbano,
i sistemi commerciali, i sistemi scolastici, le disuguaglianze sociali, l’uso appropriato e
l’accessibilità ai servizi socio-sanitari, la qualità dell’aria urbana, etc.
L’esperienza internazionale dell’ OMS con il progetto ‘Città sane’ (che annovera oggi più
di 1200 città in 30 paesi europei, di cui quasi 100 in Italia riunite dal 2001 in una
Associazione senza scopo di lucro, tra queste è associata nella sezione italiana anche il
Comune di Alessandria) ha sviluppato progetti e attività puntando su tre punti
fondamentali: 1) L’integrazione fra le politiche di gestione diretta della salute e le politiche
strategiche che appartengono ad altri settori dell’attività amministrativa, ma hanno
636
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
un’influenza sulla salute dei cittadini intesa in senso ampio; 2) La promozione di uno
sviluppo della città fondato sull’equità, sulla sostenibilità e sull’attenzione alla persona, al
suo valore e alle sue esigenze; 3) la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche che
hanno un concreto effetto sulla loro vita. Il progetto dell’ OMS ‘Città sane’ può quindi
rappresentare un importante riferimento e un ‘filo conduttore’ per la programmazione e
lo sviluppo di un progetto che individui nel Sindaco il promotore di attività e azioni ideate
e sviluppate in stretta collaborazione con le Aziende sanitarie, altre Amministrazioni
pubbliche, Università, Scuole, Associazioni di categoria e volontariato, realtà economiche
e produttive interessate ai temi della promozione della salute, della qualità della vita e del
benessere, con partenariati attivati secondo le esigenze e le finalità delle azioni.
IL PROGETTO
Il ruolo dell’Ente locale è – come si è detto - di assoluta rilevanza nella programmazione
e individuazione del sistema di tutela socio-sanitaria del proprio territorio, soprattutto in
un quadro di mutata realtà demografica, di maggiore attesa di vita e di ‘transizione
epidemiologica’ con una sempre maggiore incidenza di malattie croniche e invalidanti.
Peraltro se lo stile di vita dei cittadini – cioè il modo in cui ognuno di noi si atteggia nei
confronti della propria salute, sia mentale che fisica - ha una ricaduta non solo in termini
di aspettative e qualità di vita personale e collettiva, ma anche nella prospettiva di un
contenimento e di una riqualificazione della spesa socio-sanitaria,il luogo nel quale meglio
si può esercitare il controllo e la proposta è senza dubbio il Comune.
Pertanto un coinvolgimento diretto del Sindaco in una comunicazione istituzionale a
largo raggio per socializzare i comportamenti ritenuti maggiormente utili per una condotta
di vita sana, appare –tenuto conto come si è detto della varietà di determinanti non solo
sanitari che incidono sullo stato di salute collettiva – utile alle finalità di un progetto di
educazione alla salute di ampio respiro: il titolo e il logo del progetto potrebbero in modo
suggestivo richiamarsi al Sindaco della città quale “ Messaggero di salute”.
Per dare il necessario supporto al Sindaco e al progetto – che si muove lungo il filo
conduttore e i temi dell’esperienza internazionale dell’ OMS ‘ Città sane’- è necessario
costituire una ‘cabina di regia’ all’interno della quale operino non solo competenze
professionali sanitarie e socio-assistenziali , ma anche figure rappresentative di quelle
altre componenti istituzionali (istruzione, lavoro, casa, cultura, tempo libero, etc) che
sappiamo incidere in maniera significativa sulla salute e in grado di pianificare azioni ed
eventi coinvolgendo e attivando partners (Amministrazioni pubbliche, Università, Scuole,
associazioni di categoria e di volontariato, realtà economiche e produttive, etc) secondo
le esigenze e le finalità.
La strategica linea 2 (Promozione della Salute) evidenzia come la carenza di educazione
sanitaria, le caratteristiche epidemiologiche della popolazione, gli ambienti di vita e di
lavoro, la mancanza di informazioni sulla utilizzabilità dei servizi, rendano indispensabili
interventi di “Promozione della salute”.
Il progetto si muove proprio in questo solco, proponendo un insieme coordinato:
l di confronti a diversi livelli per condividere riflessioni, analisi del contesto
locale, ricognizione delle dinamiche in corso, analisi multidimensionali
dell’ambiente urbano;
l di azioni finalizzate all’informazione e alla sensibilizzazione sui temi del
benessere, dello “star bene”, della prevenzione e della cura;
l di riflessioni sugli stili di vita, sull’organizzazione dei tempi di vita;
l di iniziative tese a far conoscere i servizi esistenti sul territorio, siano essi
direttamente connessi alle tematiche della diagnosi e della cura delle patologie,
siano essi “di riferimento” della rete di servizi che contribuisce in modo
determinante a garantire livelli accettabili di protezione sociale e di qualità
637
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
della vita;
l interventi tesi a diffondere nuovi paradigmi culturali dello “star bene” e
l’uso di strumenti efficaci di tutela dei diritti e di autotutela dei cittadini.
finalità generali:
o Creare a livello locale una influente rete di sostenitori della salute pubblica.
o Sviluppo di iniziative ed eventi finalizzate alla tutela di persone sane e
all’adozione di stili di vita salutari.
obiettivi specifici:
Obiettivo specifico è la sensibilizzazione della cittadinanza alle problematiche riguardanti
la salute nelle sue diverse accezioni, focalizzando l’attenzione su argomenti quali p.es.: il
fumo, l’alcool, l’alimentazione, le nuove dipendenze, le malattie cronico-invalidanti (
patologie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie, etc. ), i diritti, la terza età, l’AIDS,
la sicurezza, la pratica della prevenzione, la coesione sociale, la mobilità, i diversamente
abili, la salute mentale, l’infanzia e l’adolescenza, la solidarietà sociale e tutto quello che
incide sullo stato di salute inteso non solo a livello medico-sanitario ma anche sociale,
psichico, fisico e relazionale.
Attività:
Lo sviluppo del progetto permette una compiuta articolazione delle fasi di attività.
Fase di analisi e di condivisione – è una fase importante di esplicitazione e di condivisione degli
elementi di conoscenza, che potrà permettere anche di approfondire i percorsi analitici e
di completare l’analisi multidimensionale dell’ambiente urbano approfittando degli sforzi
già compiuti per la predisposizione delle linee strategiche e per l’elaborazione dei nuovi
strumenti urbanistici. E’ presumibile che essa si possa articolare in sessioni di convegnistica
dedicata, pubblicazioni di carattere divulgativo e coinvolgimento dei mass media locali ..
Il target di riferimento è rappresentato da tutti i soggetti in grado di svolgere una funzione
di partenariato , di ‘opinion leader’ e di mediatori culturali.
Fase d’informazione e di sensibilizzazione sui temi del benessere, dello “star bene”, della prevenzione e
della cura – Raggruppa tutte le azioni tendenti a svolgere un’azione di sensibilizzazione sui
temi ricordati, in modo tale da promuovere l’acquisizione di nuovi paradigmi culturali che
possono determinare anche riflessioni sugli stili di vita, sui modelli di consumo,
sull’insieme delle azioni di prevenzione e di tutela della salute e dello “star bene”.
Allo stato attuale è prevedibile che essa si orienti verso due tipologie di attività:
1) le iniziative finalizzate a formare soggetti in grado di svolgere la preziosa
funzione di mediazione culturale per ruolo ricoperto (insegnanti, medici, …)
o per caratteristiche personali o d’impegno (volontari, …);
2) le iniziative rivolte ai cittadini (giovani, ma non solo: famiglie, anziani,
gruppi associativi e sportivi, etc..) attraverso il presidio di media di amichevole
frequentazione, ovvero di “inserti” in momenti di consumo collettivo, ovvero,
ancora, con eventi pubblici dedicati. La sensibilizzazione dei cittadini su temi
legati alla salute e alla qualità di vita dovrebbe riguardare, come si è detto, temi
quali: il rischio dell’esposizione a fattori ambientali nocivi (smog, acqua, rifiuti,
etc. ), l’incremento delle malattie croniche e tumorali dovuto a stili di vita non
salutari (fumo, alimentazione, alcool, dipendenze, sedentarietà, etc. ), le
malattie infettive, incidenti stradali e domestici, le emergenze sanitarie
pubbliche, etc.
Fase dedicata alla conoscenza dei servizi esistenti sul territorio – La crescita di consapevolezza dei
nuovi paradigmi personali e collettivi del concetto di benessere passa anche attraverso la
638
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
conoscenza sedimentata dell’insieme dei servizi offerti dal territorio siano essi direttamente
connessi alle tematiche della diagnosi e della cura delle patologie, siano essi “di
riferimento” della rete dei servizi alla persona che contribuisce in modo determinante a
garantire livelli accettabili di protezione sociale e di qualità della vita. E’ una fase delicata,
che ha un obiettivo recondito: indurre processi di sviluppo qualitativo dei servizi stessi ed
accrescere i loro livelli di copertura della domanda.
Gli strumenti tradizionali di intervento (pubblicistica dedicata, incontri operatori-fruitori,
visite guidate, …) non devono impedire di cogliere l’importanza e l’innovatività della Fase,
soprattutto in merito allo sviluppo di nuova consapevolezza che può portare a ridisegnare
il concetto di diritti di cittadinanza per la parte riguardante i servizi di protezione e tutela.
Fase di formazione all’uso di strumenti efficaci di tutela dei diritti e di autotutela dei cittadini – La
nuova consapevolezza può rappresentare un potente strumento d’influenza dei processi
decisionali e di controllo. Partendo da questo assioma, è facile intuire come questa fase
assuma una rilevanza decisiva nel quadro complessivo del progetto. In questo caso, a
fianco degli strumenti tradizionali (pubblicistica dedicata, incontri operatori-fruitori, …)
assume una particolare rilevanza l’azione che può essere svolta dalle associazioni di tutela
quali il Tribunale del Malato, ovvero le associazioni di rappresentanza dei cittadini e dei
consumatori, che va sostenuta e promossa.
Fase di realizzazione di eventi pubblici di particolare risonanza e di coinvolgimento della comunità – A
sostegno delle precedenti fasi a cura della ‘cabina di regia’ saranno progettate e realizzate
( con l’uso più efficace ed esteso possibile di tutti i partners più utili allo scopo) eventi e
manifestazioni pubbliche con una forte connotazione ‘simbolica’ e di grande impatto
mediatico. Si propone p.es. ( sull’esempio di analoghe iniziative avviate con successo in
altre città): eventi- pilota per incrementare l’attività motoria e combattere la sedentarietà
(bambini accompagnati a piedi a scuola con l’ausilio di genitori, insegnanti, studenti di
altre scuole; periodiche passeggiate di gruppo su strade urbane ed extra-urbane con la
guida di un esperto; chiusura del traffico veicolare in alcuni settori della città con eventi
all’aria aperta quali lezioni di ginnastica, yoga, taiqui quan, etc. sotto la guida di esperti
della salute); mercatini di prodotti sani e biologici; giochi per bambini all’aperto; eventi
musicali e di ballo; gare di bicicletta e di corsa; etc.
risultati attesi:
Una migliore educazione sanitaria porta una riduzione del rischio di ammalarsi.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Le risorse per la realizzazione del progetto potranno derivare da:
l soggetti pubblici:
Comune di Alessandria - Assessorato alla Salute e Rapporti con i Servizi Sanitari
Regione Piemonte – Settore Promozione della Salute. Interventi di prevenzione
individuale e collettiva;
l soggetti a capitale privato:
Fondazioni bancarie
costi:
Il modulo “annuale” richiede un impegno di spesa di Euro 50.000= così come di seguito
indicato:
639
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Azione mESI
0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2
640
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 3
titolo:
BenEssere
Sottotitolo:
Dar vita a prospettive comunicative e a prassi creative per attivare la promozione della
salute presso gli adolescenti, oltre gli stereotipi mediatici.
Soggetti proponenti:
- Il Comune di Alessandria, Assessorato alla Salute, Rapporti con i Servizi
Sanitari e Immigrazione,
- l’Asl locale,
- ASPAL servizio giovani e mediazione culturale
descrizione del progetto:
L’ipotesi progettuale si innesta sull’esperienza svolta nell’ambito del progetto “Inqui-età,”
che ha coinvolto diverse classi di Alessandria. Riferito alla declinazione del concetto di
“regola” il progetto era finalizzato alla progettazione e alla realizzazione di formati
mediatici che permettessero una comunicazione orizzontale tra i soggetti coinvolti e il
territorio in cui vivono, offrendo un punto di vista inedito e nuovi stili comunicativi per
stimolare un maggiore coinvolgimento dei più giovani.
Su queste basi, si propone di articolare un nuovo progetto formativo che, a partire dai
prodotti realizzati, stimoli una riflessione condivisa e un processo realizzativo che ponga
al centro il concetto di salute, inteso non solo in senso sanitario e fisico, ma anche in
riferimento alla promozione dell’agio e del benessere psicologico, sociale e culturale.
Sulla falsariga della metodologia utilizzata con successo, si propone di utilizzare i formati
mediali e comunicativi come oggetti di riflessione e come strumenti di espressione per
interrogarsi sul ruolo che la comunicazione assume nell’universo giovanile contemporaneo,
come vettore e promotore di modelli comportamentali, in particolare rispetto a temi che
esprimano il concetto di “benessere psico-fisico”.
Il progetto si articola in diverse fasi, complessivamente replicabili in successive annualità:
Fase I - Formazione rivolta agli insegnanti per rafforzare al meglio il ruolo della scuola e
stimolare la partecipazione attiva degli studenti.
Fase II - Lavoro con i ragazzi partecipanti riferito al confronto tra le percezioni individuali e
collettive e allo sviluppo di capacità critiche rispetto all’universo mediatico in cui si vive.
La fase di analisi e progettazione dovrebbe prevedere 6 incontri. La fase di realizzazione
verrà gestita da un’équipe con competenze e strumentazioni adeguate per creare prodotti
audiovisivi.
finalità generali:
A fronte di un consumo sempre più massiccio dei linguaggi audiovisivi da parte dei più
giovani, ma anche di una loro crescente capacità di interagire con essi e di manipolare
direttamente le immagini, il progetto si pone alcuni obiettivi principali:
- fornire una serie di competenze e di strumenti operativi per utilizzare i media
come strumenti adatti a stimolare una riflessione in relazione alle principali
641
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
rappresentazioni dell’adolescenza;
- stimolare l’espressione concreta di un proprio punto di vista sul tema della
percezione di sé e del proprio corpo.
obiettivi specifici:
Operativamente, nell’ottica della ricerca/azione, il progetto intende agire in senso
modulare, declinando in modo complementare differenti livelli formativi:
o verificare il ruolo dei media audiovisivi in riferimento alla costruzione dei
saperi e della propria identità psico-fisica e socio-culturale sugli adolescenti;
o stimolare una maggiore capacità di analisi e riflessione rispetto ai propri
comportamenti, individuali e sociali, a partire dai riferimenti mediatici che
costellano la quotidianità di ragazzi e ragazze contemporanei;
o offrire strumenti e prassi di decodifica dei linguaggi audiovisivi – dai film
ai format televisivi, dagli spot ai clip ai nuovi strumenti tecnologici e
all’universo del web – per accrescere negli adolescenti la capacità di interagire
criticamente e consapevolmente con l’universo mediatico in cui sono immersi;
o permettere l’esplicitazione del punto di vista dei ragazzi in riferimento alle
tematiche scelte, offrendo nuove modalità di comunicazione e di confronto
generazionale con gli adulti, a partire dal punto di vista dei più giovani.
La proposta formativa dovrebbe coinvolgere attivamente le scuole del territorio,
prevedendo spazi di formazione rivolti agli insegnanti che permettano una gestione
significativa del progetto anche in una prospettiva di implementazione e perfezionamento
per il futuro.
A fine percorso, si potrebbe pensare a una giornata di presentazione pubblica dei prodotti,
con la presenza delle istituzioni.
A livello tematico, si propone di elaborare in più direzioni il concetto di “salute”,
individuando aree di significato più specifiche: dai comportamenti alimentari alla cura del
proprio corpo; dalla prevenzione dei comportamenti a rischio alla destrutturazione dei
conflitti; dalla consapevolezza dei consumi alla percezione delle nuove dipendenze
tecnologiche o comportamentali (shopping, gioco, media digitali…).
Attività:
fase I
Il percorso formativo per insegnanti (5 incontri di 2 ore ciascuno), con un taglio
metodologico e organizzativo, si strutturerà attorno ad alcuni nodi chiave, qui
schematizzati:
l Le potenzialità didattiche dei media audiovisivi. I formati audiovisivi come
strumento formativo per confrontarsi sulle rappresentazioni sociali e culturali
più diffuse: il concetto di salute e di benessere nei media contemporanei.
l La dialettica tra temi affrontati e linguaggi utilizzati. Dalle rappresentazioni
al protagonismo degli adolescenti: nodi teorici e prassi operative sul rapporto
tra la rappresentazione dei temi in esame, la percezione sociale e quella
personale.
l Come comunicare oggi tra generazioni differenti. Le trasformazioni dei
linguaggi: oltre i contenuti, i flussi di emozioni. Come affrontare le nuove
modalità comunicative diffuse tra i più giovani.
l Dall’analisi alla progettazione. Come utilizzare concretamente gli
audiovisivi in sede didattica e pedagogica. Gli elementi chiave per progettare
moduli didattici e formativi integrati che utilizzino i media audiovisivi per
coinvolgere gli adolescenti in attività operative.
l La metodologia operativa. Il lavoro nelle classi, il ruolo degli insegnanti, le
differenti fasi operative, gli indicatori di verifica.
642
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
fase II
Il modulo didattico all’interno delle classi coinvolte (6 incontri di 2 ore ciascuno), potrebbe
seguire questo schema di fondo:
l Immagini della salute. A partire da sequenze filmiche, audiovisive e immagini
fisse, si stimola la riflessione sulle principali modalità di messa in scena del
concetto di salute.
l Bello o sano? I modelli comportamentali e la realtà. Oltre le superfici visive,
altre sequenze permettono di riflettere sulla costruzione dei significati sociali
e culturali riferiti al concetto di benessere.
l La prevenzione dei rischi. L’attenzione si focalizza sui vissuti più specifici
all’interno delle classi, utilizzando fonti iconiche, audiovisive e narrative che
rappresentino differenti aspetti dei comportamenti giovanili a rischio.
l Cosa comunicare? A partire dagli elementi emersi in classe si analizzano gli
aspetti ricorrenti e si individua il tema su cui concentrarsi per progettare una
campagna comunicativa. Sulla base di una griglia progettuale fornita si iniziano
a definire gli elementi chiave per la progettazione.
l Come comunicare? A partire dai materiali realizzati nel 2008 si verificano le
caratteristiche dei differenti formati mediali e si sceglie quello che appare più
efficace rispetto al tema scelto dalla classe. Progettazione del formato.
l Azione… Dal confronto tra le varie idee emerse si valutano le potenzialità
comunicative e le caratteristiche stilistiche e contenutistiche dei vari progetti.
Si offrono indicazioni metodologiche e operative per trasformarle in
realizzazioni concrete, elaborando le tappe del percorso dei mesi successivi,
che vedrà gli studenti direttamente all’opera.
Sulla scorta dell’esperienza già effettuata, si propone di replicare il modello, con tipologie
ben precise, che siano anche utili a creare un confronto tra età e contesti sociali e culturali
differenti.
Il corso per insegnanti potrebbe essere esteso anche a chi poi non parteciperà direttamente
al progetto, fino a un massimo di 50 docenti, il modulo nelle classi potrebbe di nuovo
coinvolgere 6 classi divise equamente tra 2 terze medie e 4 quarte superiori, per un totale
di circa 150 ragazzi.
I materiali prodotti saranno oggetto di campagne di sensibilizzazione rivolte a tutta la
popolazione giovanile alessandrina e della provincia.
I materiali prodotti dagli studenti, proponenti messaggi di sensibilizzazione alla
popolazione giovanile di comportamenti di attenzione alla salute e divertimento sano,
saranno divulgati attraverso biglietti del discobus, video “spot” per tv locali; manifesti per
la città e sugli autobus frequentati dagli studenti; magliette per gestori locali di
divertimento; banner per siti web di istituzioni e portali giovani; partecipazione al concorso
HiVideo.
risultati:
a Accrescere negli adolescenti la capacità di interagire criticamente e
consapevolmente con l’universo mediatico in cui sono immersi;
a offrire nuove modalità di comunicazione e di confronto generazionale
con gli adulti, a partire dal punto di vista dei più giovani.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Il modulo “annuale” richiede finanziamenti così come di seguito indicati.
1) Risorse proprie complessive (autofinanziamento) € 2.950,00
2) Finanziamenti da Regione Piemonte e altri € 20.000,00
TOTALE (1+2) € 22.950,00
643
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
costi:
TIPOLOGIA COSTO COMPLESSIVO
Grafico 1.000,00
d) VArIE € 6.500,00
Pubblicità 1.000,00
Siae 150,00
fattibilità:
Finanziamento regionale e privato da verificare.
Il quantitativo di moduli annuali è, ovviamente, subordinato alle risorse finanziarie
644
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
attivabili.
Si prevede il coinvolgimento delle le forze sociali operanti nel volontariato in ambito socio-
sanitario, e della promozione e sostegno di attività formativo/informative di educazione
alla salute.
cronoprogramma:
Lo schema che segue indica il cronoprogramma per un singolo modulo annuale, replicabile
sulla base del numero di moduli attivabili.
Azione mESE
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12
645
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 4
titolo:
nasce una mamma
Sottotitolo:
Il progetto si occupa della salute mentale della donna e del bambino attraverso una serie
di interventi di prevenzione e di trattamento in grado di cogliere e di affrontare
precocemente i segnali di disagio e di difficoltà di relazione nel rapporto tra mamma e
bambino.
Soggetti proponenti:
- Il Comune di Alessandria, Assessorato alla Salute e Rapporti con i Servizi
Sanitari,
- A.S.O. AL – Dipartimento Materno Infantile (SOC Ostetricia e Ginecologia
e SSD di Psicologia),
- l’Asl locale – Dipartimento Materno Infantile – AL (Consultori Familiari e
Punti Nascita).
descrizione del progetto:
Il reparto di ostetricia e ginecologia è oggi un luogo in cui la donna vive continuamente
forti esperienze oltre che medico-sanitarie, anche fisiologiche, emotive, affettive, quindi
psicologiche.
Ciononostante, l’educazione prenatale e perinatale, in quanto scienza giovane e innovativa,
rappresenta un ambito applicativo che riceve ancora un’attenzione eccessivamente limitata
rispetto al ruolo fondamentale che può svolgere nell’instaurarsi di una relazione solida di
attaccamento tra genitori e figlio e all’interno della stessa relazione di coppia genitoriale.
Una donna, dopo la nascita del figlio, si trova dover affrontare numerosi cambiamenti sia
di ordine pratico, come perdita della routine e notti insonni, sia di ordine emotivo, come
il cambiamento di ruolo all’interno della coppia e all’interno della propria famiglia di
origine e come la stessa costruzione della propria genitorialità.
Il 13% delle donne si ammala di depressione post-partum, caratterizzata da tristezza, ansia,
senso di colpa, disturbi del sonno e dell’appetito, mancanza di interessi e di energia,
pensieri suicidari, difficoltà di concentrazione. Questo disturbo dura in media da alcuni
mesi a due anni e, oltre a causare una grandissima sofferenza alla neo-mamma, ha un
notevole impatto anche sullo sviluppo cognitivo-emotivo del bambino e sulla relazione
affettiva di coppia, effetti che peraltro continuano anche successivamente dopo la
remissione sintomatologia.
Tre donne su mille manifestano sintomi di psicosi puerperale, un disturbo psichiatrico
raro, caratterizzato da presenza di deliri, allucinazioni e notevole riduzione della
funzionalità psichica della donna. E’ sicuramente il più grave tra i disordini del periodo
post-natale per i potenziali rischi di suicidio e infanticidio.
Tra il 50 e l’80% delle donne manifesta, inoltre, nel periodo successivo al parto, uno stato
definito maternity blues, caratterizzato da pianto, labilità dell’umore, ansia e umore
depresso, la cui insorgenza può avvenire da 10 giorni a un anno circa dopo la nascita del
bambino.
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
costi:
tIpologIA coSto complESSIVo
A) RISORSE UMANE € 18.000,00
B) STRUMENTI DI DIFFUSIONE € 3.000,00
Stampa materiali 2.000,00
Realizzazione Convegno (catering …) 1.000,00
totAlE (A+B) € 21.000,00
fattibilità:
Il primo modulo annuale è previsto solo all’interno delle strutture ospedaliere
coinvolgendo il Dipartimento Materno Infantile dell’ASO.
Il quantitativo di moduli annuali è, ovviamente, subordinato alle risorse finanziarie
attivabili.
Si prevede il coinvolgimento delle forze sociali operanti nel volontariato in ambito socio-
sanitario, e della promozione e sostegno di attività formativo/informative di educazione
alla salute.
In una seconda fase si potrebbe non solo collaborare più compiutamente con i Consultori
Familiari e i Punti nascita del Dipartimento Materno Infantile-AL ma sperimentare, in
collaborazione con il CISSACA, anche un modello di auto-aiuto.
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
cronoprogramma di lavoro:
Azione mESE
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12
Diffusione / divulgazion
Valutazione
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
progEtto n. 5
titolo:
rete sanitaria informatica provinciale
costruzione di comunità
linea 3
sanitaria integrata
Sottotitolo:
La disponibilità dei dati sanitari di ogni singolo cittadino su supporto informatico è un
obiettivo perseguito a livello nazionale (progetto tessera sanitaria), sicuramente di estrema
utilità, che ha avuto soluzioni parziali e che appare comunque ancora di realizzazione
lontana.
In quest’ottica il progetto si propone di riunire le soluzioni parziali già attive nella nostra
provincia in una rete globale.
Soggetti proponenti:
- Asl AL
- ASO
- Ordine dei medici
descrizione del progetto:
PREMESSA
La disponibilità di dati sanitari relativi alla storia clinica complessiva del paziente è un
elemento essenziale per garantire interventi efficaci da parte del Sistema Sanitario; inoltre
dal punto di vista dell’efficienza è indispensabile per evitare duplicazioni di accertamenti,
accertamenti inutili, trattamenti inefficaci e potenzialmente dannosi.
Il MMG, che rappresenta il fulcro dell’assistenza al paziente, spesso non riesce ad avere
in tempo reale i risultati degli accertamenti eseguiti dal paziente; altre volte il ricorso
autonomo a strutture ospedaliere (pronto Soccorso, Ricoveri) non è accompagnato da un
ritorno completo ed esaustivo degli accertamenti eseguiti al MMG.
D’altra parte le stesse strutture ospedaliere sono spesso costrette ad operare senza la
disponibilità della storia completa del paziente.
Il problema è ulteriormente complicato dall’esistenza sul territorio provinciale di numerose
strutture ospedaliere, appartenenti a due aziende differenti, e da numerosi punti di
erogazione di accertamenti diagnostici nell’ambito del privato.
A fronte di questa situazione esistono elementi di partenza positivi rappresentati dallo
sviluppo di vari sistemi sulla linea dell’integrazione:
a) l’utilizzo da parte della stragrande maggioranza dei MMG della cartella
clinica informatizzata, che diverrà elemento necessario per la convenzione e
che dovrà essere utilizzata dal 100% dei MMG e PLS.
b) L’informatizzazione di ASL e ASO relativamente ad esami di laboratorio
e diagnostica per immagini con la possibilità di trasmissione a distanza delle
stesse.
c) L’esistenza di progetti di integrazione tra ASL ed ASO a questo riguardo
d) La digitalizzazione già operativa nella maggioranza delle strutture private
che si occupano di diagnostica per immagini.
e) La definizione di una anagrafica unica provinciale e di un CUP unico per
l’ASL AL
651
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
Attività:
Lo sviluppo del progetto può articolarsi in una serie di “fasi” successive.
Fase di analisi e condivisione: il progetto deve partire dall’esposizione dei progetti di sviluppo
informatico esistenti ad oggi nelle diverse realtà coinvolte (ASL, ASO, MMG, Privati..)
che devono essere condivisi in uno specifico gruppo di lavoro tecnico.
Fase di Studio : la rilevanza economica dei singoli progetti, sicuramente elevata, e la necessità
di una progettazione che affronti i problemi in termini complessivi si scontra con la
complessità e la frammentazione di un mercato nel quale agiscono numerosi attori che
propongono soluzioni differenti con costi di integrazione non indifferenti.
Le professionalità esistenti nelle differenti aziende devono essere integrate con un
contenuto “alto” proveniente dal livello universitario, sia relativamente agli aspetti tecnico-
informatici che relativamente agli aspetti giuridici, o, non in sostituzione ma in
integrazione, da agenti privati operanti nella provincia.
In questa fase dovrebbero essere creato il “laboratorio di studio” che avrà il compito di
armonizzare i singoli progetti di sviluppo con l’obiettivo finale, definendone la
compatibilità.
Fase operativa: i singoli attori (ASL, ASO, Privati, MMG) dovranno sviluppare i singoli
progetti di sviluppo informatico che istituzionalmente portano avanti secondo le linee
indicate dal laboratorio di studio suddetto.
risultati:
I risultati attesi coincidono con gli obiettivi del progetto
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Le risorse necessarie per lo sviluppo dei singoli progetti specifici naturalmente rimangono
a carico delle aziende, pubbliche e private, che li realizzano, che dovranno attingere alle
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
progEtto n. 6
titolo:
medicina di gruppo integrata
costruzione di comunità
linea 3
sanitaria integrata
Sottotitolo:
Implementazione della medicina di gruppo attraverso la presenza degli infermieri e di altri
professionisti sanitari e della riabilitazione coordinati dai MMG presenti sul territorio della
Provincia di Alessandria.
Soggetti proponenti:
- Ordine dei Medici della Provincia di Alessandria
- Collegio I.P.A.S.V.I. della Provincia di Alessandria
- ASL AL di Alessandria
descrizione del progetto:
L’associazionismo medico è ormai un’esperienza presente su tutto il territorio della nostra
provincia.
L’associazionismo medico non pregiudica il rapporto di fiducia che c’è fra il medico ed il
paziente;
con l’associazionismo medico il principio di libera scelta non viene messo in discussione.
L’associazionismo medico è, piuttosto, uno strumento che consente, da un lato, ai cittadini
una maggiore fruibilità ed accessibilità ai servizi sanitari e, dall’altro, ai Medici di medicina
generale un’occasione di crescita, di arricchimento reciproco, di scambio di informazioni
e pareri.
Sono tre le forme di associazionismo:
1) la medicina in gruppo;
2) la medicina in rete;
3) la medicina in associazione.
La medicina in gruppo – forma più “forte e raffinata” dell’associazionismo – prevede che
un gruppo di medici svolga la propria attività in ambulatori collocati presso una stessa
sede, garantendo sempre la presenza, almeno 3 ore al mattino e 3 ore al pomeriggio,
comunque fino alle 19.00, dal lunedì al venerdì.
Con la medicina in gruppo, viene offerta all’utente la possibilità di avere risposte al bisogno
espresso qualificate e tempestive, anche quando il proprio medico di famiglia non è
disponibile. L’utente, infatti, si può rivolgere liberamente agli altri medici presenti. Anche
la continuità dell’assistenza domiciliare è garantita all’interno della medicina di gruppo.
Non solo, a supporto dell’attività svolta dai professionisti aderenti alla medicina in gruppo,
è prevista la figura di un infermiere o di un amministrativo. Ciò consente di offrire agli
utenti un migliore servizio di accoglienza, ma anche riduzione dei tempi nella fruizione
della prestazione. L’infermiere, infatti, può svolgere alcune attività, quali misurare la
pressione o effettuare delle medicazioni, collaborando direttamente con il medico.
Si tratta di un progetto sperimentale di integrazione della medicina di gruppo e che si auspica potrà essere
esteso a tutti i medici già associati o che vorranno costituire nuove associazioni, per garantire una migliore
accessibilità ai servizi dell’ASO-ASL AL,affinché i cittadini possano trovare sempre più risposte in
un’unica sede, acquistando tempo e, soprattutto, mantenendo a riferimento la figura centrale a tutela della
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
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progEtto n. 7
titolo:
cure primarie integrate
costruzione di comunità
linea 3
sanitaria integrata
Sottotitolo:
Implementazione delle cure primarie attraverso la collaborazione e la presenza degli
infermieri e di altri professionisti sanitari e della riabilitazione coordinati dai MMG presso
il territorio della Provincia di Alessandria.
Soggetti proponenti:
- Ordine dei Medici della Provincia di Alessandria
- Collegio I.P.A.S.V.I. della Provincia di Alessandria
- ASL di Alessandria
descrizione del progetto:
Il progetto si articola in quattro diverse fasi:
Fase I) BACKGROUND e FORMAZIONE DEI GRUPPI DI LAVORO.
I sistemi sanitari, in tutto il mondo occidentale, sono oggetto di profonde e radicali
trasformazioni determinate dalla evoluzione complessiva dei bisogni di salute della
popolazione. è, quindi, in atto un processo di riorganizzazione dei servizi sanitari e
sociosanitari che modifica profondamente le condizioni dell’offerta, cercando di coniugare
una diversa modalità di risposta ai nuovi bisogni presentati dai cittadini. Uno degli scopi
della riorganizzazione è costituito dalla ridefinizione del ruolo dell’ospedale nel sistema dei
servizi e dalla conseguente necessità di attrezzare adeguatamente il territorio,
implementando percorsi assistenziali fondati su interventi domiciliari, strutture residenziali
e semi residenziali in grado di garantire le esigenze assistenziali a fronte della necessità di
ridurre il ricorso al ricovero in ospedale. Cresce il numero dei soggetti che richiedono un
alto grado di protezione socio-sanitaria: emergono nuovi bisogni a cavallo fra sociale e
sanitario in relazione all’evoluzione socio-economica e all’incremento dell’immigrazione
e della mobilità,generale della popolazione. In questo scenario si fanno spazio nuovi
modelli di gestione del paziente mettendo in crisi i modelli tradizionali. Tra questi il più
utilizzato è il Chronic Care Model, un nuovo modello basato sull’individuazione precoce
dei segni e sintomi di aggravamento della malattia, coinvolgimento e responsabilizzazione
del paziente e dei suoi familiari nella gestione della malattia e spostamento verso i servizi
territoriali. Senza dubbio questo è un momento di crescente autonomia della professione
infermieristica ed è sempre più richiesta la figura dell’infermiere di famiglia, chiamato ad
offrire un significativo contributo nel perseguire gli obiettivi volti a promuovere e a
conservare la salute della popolazione lungo tutto l’arco della vita. Con questo tipo di
lavoro, flessibile e polivalente, gli infermieri di famiglia possono da un lato individuare
precocemente l’insorgenza di problemi di salute e garantirne la cura sin dal loro insorgere,
dall’altro possono facilitare le dimissioni precoci dei pazienti dalle altre strutture sanitarie
(ospedali o luoghi di convalescenza), reinserendo tempestivamente l’individuo nel proprio
contesto naturale: la propria dimora. Il nucleo familiare torna ad essere il centro di
raccordo dove, chi si occupa di assistenza, è effettivamente in grado di gestire le situazioni
658
A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
tenendo conto degli aspetti psicologici e sociali del singolo individuo, adattandosi a queste
e non pretendendo di applicare soluzioni prefissate per ogni tipo di paziente. “La famiglia
avrà un punto di riferimento infermieristico al pari di quello fino ad ora rappresentato dal
medico, il quale fino ad oggi, per far fronte a situazioni di bisogno, si addentrava in
competenze non sue”. L’infermiere di famiglia è un professionista che opera in
collaborazione con il medico di medicina generale, la sua funzione primaria è
quella di assicurare la continuità assistenziale sia in ambito domiciliare, sia in quello
ambulatoriale, fornendo tutti i servizi di maggior richiesta degli utenti e diventando un
punto di riferimento per la comunità anche per quanto attiene l’informazione sanitaria, la
prevenzione, la promozione della salute e l’accesso ai sevizi che la Ausl mette a
disposizione dei cittadini. Tra gli infermieri, e in particolare tra gli infermieri di famiglia,
in crescente sviluppo è anche il ruolo dell’infermiere Case Manager. Il Case Management
è una metodologia di gestione dell’assistenza sanitaria basata sul processo di miglioramento
dell’efficacia e dell’efficienza dell’assistenza, sulla logica del coordinamento delle risorse da
utilizzare per trattare la specifica patologia di un paziente, coinvolgendo le diverse strutture
e organizzazioni del sistema sanitario in cui si trova. L’approccio del Case Manager è di
considerare la persona come entità che sta vivendo una condizione di malattia su un
percorso spaziale temporale predefinito. Consiste, dunque, nella presa in carico del
paziente e nella sua supervisione dal momento del ricovero a quello della dimissione. Per
ovvi motivi, i modelli organizzativi più forti stanno per divenire, pertanto, quelli a valenza
prettamente
manageriale e tecnico-sanitaria che dovranno avere come contributo fondamentale quello
di affidarsi ad un gruppo di professionisti (specializzati delle varie discipline assistenziali)
chiamati a scegliere interdisciplinariamente come meglio realizzare l’assistenza, la didattica
e la ricerca con le risorse a disposizione, badando di utilizzarle al massimo delle loro
capacità.
Sostanzialmente si sta facendo strada una sanità moderna, altamente complessa con risvolti
assistenziali, legali, etici ed economici che impongono ai professionisti un nuovo modo di
lavorare e di rapportarsi all’interno di gruppi organizzati.
Fase II) ANALISI DEI BISOGNI.
Il gruppo di lavoro dovrà predisporre un’analisi approfondita dei bisogni all’interno del
territorio valutando gli aspetti importanti in ambito dell’assistenza al domicilio e delle cure
primarie.
La ricognizione comprenderà, in prima battuta, le esperienze sul territorio (iniziative,
progetti, interventi sul tema) e un’analisi approfondita della letteratura per individuare
soprattutto interventi valutati e adattabili alla realtà in oggetto. Per individuare i gruppi di
popolazione cui rivolgere prioritariamente l’intervento sarà opportuno, in seguito, fare
riferimento alle informazioni disponibili presso gli studi dei medici di medicina generale
e delle medicine di gruppo.
Dall’analisi dei bisogni ci si aspetta di individuare almeno 2 o 3 tipologie di utenti su cui
concentrarsi e lavorare (es. utenti diabetici, utenti con patologie cardiovascolari, utenti
anziati assistiti al domicilio ecc.).
Fase III) STUDI DI APPROFONDIMENTO
Individuata la tipologia di utenza verso i quali orientare gli interventi, sarà opportuno
predisporre uno o più studi di approfondimento con lo scopo di conoscere a fondo i
target e i contesti individuati. Questo tipo di attività di ricerca costituisce una fase decisiva,
perché fornisce gli elementi utili per le scelte e le decisioni da mettere in campo nella
progettazione e in particolare per stabilire i migliori strumenti disponibili per gli interventi.
Per ottenere questo tipo d’informazioni si prevedono attività di ricerca qualitativa e
quantitativa, sia diretta, tramite questionari, sondaggi, interviste a testimoni privilegiati,
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A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
family health nurse in a new nurse on the horizon. Copenaghen, Ufficio Regionale OMS per l’Europa,
1999 (documento DL VRO2O1O616/6).
Martini Torti. Fare Lavoro di Comunità. Edizione Carocci
finalità generali:
Questo progetto ha la finalità di implementare l’attività di cure primarie nella città di
Alessandria attraverso la collaborazione e la presenza di infermieri e altri professionisti
all’interno degli studi di medicina generale e di gruppo.
obiettivi specifici:
o Garantire la continuità assistenziale e terapeutica per 24 ore e sette giorni
su sette
o Assicurare un punto unico di accesso dei cittadini alla rete dei servizi e la
presa in carico della domanda
o Operare per programmi condivisi, sulla base del Programma delle Attività
Territoriali del distretto
o Promuovere e valorizzare la partecipazione dei cittadini, soprattutto delle
loro Associazioni, assicurando forme di gestione sociale ( programmazione
dei servizi e valutazione dei risultati) nei vari presidi e servizi.
o Organizzare e coordinare le risposte da dare al cittadino nelle sedi più
idonee, privilegiando il domicilio e il contesto sociale delle persone
o Sviluppare programmi di prevenzione per tutto l’arco della vita, basati su
conoscenze epidemiologiche e sulla partecipazione informata dei cittadini
o Sviluppare, tramite il distretto, rapporti di collaborazione con l’ospedale di
riferimento sia per l’interdipendenza tra cure primarie, cure specialistiche e
diagnostica strumentale che per la definizioni di protocolli per accessi e
dimissioni programmate
o Offrire occasioni di formazione permanente degli operatori, con
particolare riguardo al lavoro di gruppo.
risultati:
Non sono prevedibili risultati precisi, legati forzatamente all’analisi dei bisogni della fase
II del progetto.
risorse, strumenti e forme di finanziamento:
Finanziamento sostanziale:
- Fondi regionali diabetologia e patologie cardiovascolari
- Fondi Alessandria 2018
Finanziamenti a supporto:
- Prestazioni aggiuntive attraverso l’ADI
- Fondazioni Casse di Risparmio
- Case farmaceutiche
costi:
Costo annuo di Euro 180.000/200.000
fattibilità:
Si prevede di coinvolgere nel progetto gli Studi Medici Associati e gli Studi infermieristici
Associati.
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cronoprogramma di lavoro:
fasi 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12
FASE I) BACKGROUND e
FORMAZIONE DEI GRUPPI DI
LAVORO
FASE II) ANALISI DEI BISOGNI
FASE III) STUDI DI
APPROFONDIMENTO
FASE IV) REALIZZAZIONE DEGLI
INTERVENTI
FASE V) V ALUTAZIONE
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pArtE III
Sintesi
A L E S S A N D R I A : I L PI A N O S T R AT E G I C O
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
CONCLUSIONI
Le crisi Se possiamo dare la prima affermazione per scontata, facciamo alcune riflessioni sulla
seconda. Quando si tratta di innovazione, in un contesto internazionale si riteneva, fino
a pochi anni fa, che la stragrande maggioranze delle innovazioni stava negli Stati Uniti.
Oggi, la mappa internazionale dell’innovazione (dell’Institute for Large Scale Innovation)
è molto più ricca, vedendo ancora al primo posto gli Usa, ma, nella classifica dei primi
venti, altri players come Finlandia, Israele, Regno Unitò, Singapore, Giappone, Corea del
Sud, Canada, Irlanda ed altri nuovi entranti come la Cina. L’Italia non compare nei primi
venti Paesi più innovativi. In questo contesto, ed in uno scenario temporale e di contesto
così avverso, la città di Alessandria ha deciso di avviare un processo di innovazione,
rappresentato dal Piano Strategico.
Parte rilevante del lavoro ha riguardato l’Asse I, di sviluppo economico, cioè la dimensione
delle imprese e della produzione di reddito. Anche in questo ambito, un recente studio
della Banca Mondiale, Ease of Doing Business (facilità nel fare business), colloca l’Italia
al 78° posto, vicino ad Haiti, Liberia, Gaza e Cisgiordania, Repubblica ceca, Turchia e
Innovazione Polonia. I paesi invece come Finlandia ed Israele, oggi ai vertici mondiali in questa
nel mondo classifica, sono quelli nei quali il sistema pubblico ha supportato lo sforzo innovativo delle
aziende, con risultati straordinari. Non è un caso allora che nel nostro Piano, più
modestamente ancorato ad una visione locale, abbiamo comunque creato chiari
collegamenti, evidenti al lettore attento, tra la produzione di reddito e quella di sapere
(collegamento tra Asse I ed Asse III). Si noti inoltre altri spunti derivanti dalla lettura del
Piano Strategico, laddove in diversi settori si evidenzia la necessità di investimenti anche
nelle nuove tecnologie, come diverse schede progetto, scritte da diverse mani,
testimoniano. Anche qui, si osservi che il complesso degli investimenti in IT (Information
Technology) delle aziende e dei sistemi pubblici italiani sia mediamente inferiore rispetto
a quello di Paesi concorrenti, europei e non.
Il tema non è rilevante solo sull’Asse della produzione del reddito (Asse I), ma vi sono
esempi anche su quello dello sviluppo di Comunità (Asse IV). Si pensi, ad esempio, alle
schede progetto che prevedono creazioni di piattaforme e database intergrati tra Enti ed
Organizzazioni, del sistema pubblico e privato, con supporto della vicina Facoltà di
Dove si colloca il Informatica, nei campi della formazione ed in quelli della sanità. Anche questa è -
limitatamente ad una visione locale come può essere quella di una città - una precisa scelta
nostro Paese di innovazione, che va nella direzione giusta, quella di riduzione di un gap competitivo. Una
recente indagine del World Economic Forum (il Global Information Technology Report
2009-2010) evidenzia infatti il ruolo chiave delle ICT nella capacità di ottenere una crescita
economicamente ma anche socialmente sostenibile. Anche negli indici correlati a tale
indagine il nostro Paese non si piazza bene, posizionandosi al 48° posto, molto lontano
dai primi della classe quali Svezia, Singapore, Danimarca, ma anche dietro a Cina (37°),
Israele (28°), Montenegro (42°). Vero è che gli indici statistici non sono mai da prendere
come indicatori di verità assoluta, ma se tre diversi markers descrivono il Paese come
arretrato rispetto ad un parametro (quello dell’innovazione), forse dobbiamo convincerci
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A L E SSANDRIA : IL PIANO STRAT E G I C O
Dobbiamo però, nel leggere questo volume, e prima di arrivare alle conclusioni del
prossimo paragrafo, prendere atto dei due elementi di innovazione, che sono alla base
delle schede progetto.
Recenti ricerche in tema di strategia ci insegnano che due sono essenzialmente gli elementi
che possono spingere il soggetto decisore a fare innovazione, e che quindi distingue i
decisori innovatori da quelli conservatori: sono innovatori coloro che desiderano
Gli innovatori veramente cambiare lo status quo e si assumono regolarmente i rischi di tale cambiamento.
In tale accezione, intendiamo che i soggetti pubblici e privati che approvano il Piano, con
tutte le modifiche, le gradualità e le priorità che un processo selettivo comporta -
prescindere dalla successiva fase di fund raising - intendono comunque migliorare la qualità
della vita di Alessandria.
Ecco allora il senso, i pregi ed i limiti di questo documento. Esso non è – non può esserlo
– un immaginifico ed infallibile contenitore di soluzioni. è tuttavia, a parere di chi scrive,
un prezioso contributo della città alla città, derivante non da arbitrarie opinioni di uomini
politici e nemmeno da tesi tecniche scritte a tavolino da un limitato numero di sedicenti
Teoria delle esperti, magari commissionate dai primi. La stesura di questo Piano deriva da un approccio
intelligenze multiple completamente diverso. Si è cercato di stimolare l’innovazione avendo rispetto della teoria
delle intelligenze multiple. Recenti studi affermano che nel processo di innovazione si va
ben oltre il talento cognitivo che deriva dalla predominanza dell’emisfero cerebrale destro;
gli innovatori utilizzano entrambi gli emisferi del cervello nello sfruttamento delle sopra
citate cinque regole favorevoli alla scoperta di nuove tesi. Le quattro componenti
dell’azione si avviluppano tra di loro attorno al pensiero, con una immagine che taluno
metaforicamente abbina a quella a doppia elica del DNA. Così come il DNA fisico di
ciascuno è unico ed irripetibile, ogni individuo ha – secondo recenti studi di autorevoli
ricercatori americani – un proprio DNA delle caratteristiche di innovazione. Gli studi sui
gemelli omozigoti separati dalla nascita indicano che la capacità di pensare creativamente
deriva per un terzo dalla conformazione genetica, ma per due terzi dall’apprendimento.
I risultati, apparentemente casuali, delle oltre cento schede progetto raccolte nel Piano
Strategico di Alessandria, derivano invece da un processo volutamente pianificato nei
dettagli, che ha previsto che si creassero le condizioni per tale apprendimento, in tutte le
Le oltre 100 schede: sue fasi, dal familiarizzare il metodo, dall’esercitarlo, dalla sperimentazione, dalla capacità
un caso? di creare, di cui le schede progetto sono solo l’output finale. Il tutto, sperimentato sempre
con un approccio inclusivo, rispettoso delle diversità di pensiero e di veduta, mai di
censura, ha condotto ad un lavoro di gruppo e di mediazione di interessi, talvolta
contrapposti. Prova ne sia il fatto che tra tutte le idee pervenute - quelle contenute nel
volume sono soltanto quelle selezionate – molte sono state condivise, mediate appunto,
ed alla fine tutte indistintamente votate, formalmente, all’unanimità. Certamente si tratta
di una votazione sotto un piano di tipo tecnico, di ragionevolezza, e che non ha né un
valore politico, né tanto meno il valore di una conseguente decisione di natura finanziaria.
Tale decisione non spetta agli attori dei Tavoli, ma ad altri piani decisionali, esattamente
come nelle grandi aziende pubbliche e private è il CEO - comunque un ristretto board -
il decisore ultimo delle soluzioni proposte dai manager. Il valore del documento sta
Il piano politico comunque nell’aver messo in condizione il decisore – che nel caso di una città è un
decisionale complesso molto ampio di attori locali - di poter più consapevolmente percorrere una
strada, il cui solco è comunque già tracciato, perché gli esperti hanno, se non altro, già
svolto una attività di problem solving, proponendo una soluzione, articolate in linee
strategiche ed azioni, comunque riconducibili ad una chiara visione di città. Il pregio di tale
visione sta nell’approfondimento dell’analisi e nel suo approccio multilaterale, ampio e
condiviso, oltre che nell’averlo fatto, cosa non irrilevante, in modo pubblico e con un
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dibattito aperto. Così come nelle grandi aziende pubbliche e private, così nella grande
azienda che è una intera città si possono ora esaminare i risultati di questo lavoro, criticarli,
selezionarli, decidere quali priorità assegnare alle molteplici proposte. Si raccomanda
tuttavia di aver rispetto del lavoro svolto, prima di tutto per le persone che vi hanno
lavorato, e poi per il metodo che ha rispettato le regole di una corretta gestione dei gruppi
di lavoro.
In estrema sintesi, il risultato, ad una prima lettura apparentemente casuale, è il frutto
invece di un processo volutamente pensato ed articolato in sei fasi. Si è selezionato ed
invitato ai tavoli di lavoro un novero di soggetti ed enti che rappresentassero, non in modo
esaustivo ma certamente molto ampio, tutti i potenziali interessi, sulla base di riconosciuti
Sei fasi logiche criteri di riconoscibilità e di rappresentanza territoriale. Ci si è quindi assicurati che tutti
fossero coinvolti, con un processo di inclusione che ha consentito a tutti di portare il
proprio contributo, e che ha portato in rarissimi casi ad auto esclusione di chi non ha
voluto condividere il percorso, e mai ad azioni di censura. Si sono poi strutturate le riunioni
secondo criteri di appartenenza tecnica e non politica, invitando alle stesse gli enti e le
organizzazioni, che hanno liberamente scelto e mandato ai tavoli, in piena autonomia, i
propri rappresentanti, sulla base del solo criterio della competenza tecnica o professionale.
Si è rifiutato il metodo del brain storming destrutturato ma si sono definite precise e
rigorose metodologie di lavoro, univoche, condivise e concordate su tutti i 12 tavoli (in
aggiunta al Tavolo multisettoriale dedicato al tema “faro” della Cittadella). Non ci si è
affidati ad una unica sessione di lavoro, come raccomandano i più autorevoli autori in
dottrina, ma si sono sviluppate successive ed articolate sessioni, sempre strutturate
secondo precise agende di lavoro. Infine, come sesta ed ultima azione, si è avuto cura di
effettuare un processo di progressiva definizione dal generale al particolare, selezionando
le linee strategiche, quindi le prime idee e poi definendole, con un processo di mediazione,
in quelle che sono alla fine diventate le schede progetto, cioè le azioni proposte.
Il risultato di questo articolato e strutturato processo consente di avere una visione della
città futura, che andremo ora ad illustrare.
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tema della costruzione del nuovo ospedale - argomento in realtà di sottofondo e non
affrontato sotto il piano tecnico - in quanto si è riconosciuto che sono altri i piani di
Una città attenta discussione, peraltro ad uno stadio avanzato di dibattito. Si tratta piuttosto di tutti gli altri
fattori che devono concorrere ad una visione di città moderna sotto il profilo sanitario, ed
alla salute in particolare il tema del nuovo ruolo dei medici di medicina generale, delle nuove
professioni sanitarie e della necessità di anticipare i tempi cercando l’attivazione di corsi
di laurea atti a coprire necessità di specializzazioni oggi non rinvenibili nella città di
Alessandria. Ecco un immediato piano di contatto tra il tema della salute e quello della
formazione, laddove in altro tavolo di lavoro si discute, con progetti analoghi, di fare
matching tra domanda ed offerta di lavoro. Ma non sfugge certo al lettore attento la
presenza di almeno altri due piani di connessione. Uno è il rapporto con l’Università, sia
con la didattica universitaria, sia con la ricerca e lo sviluppo precompetitivo (si pensi
Università e soltanto ai progetti di integrazione informatica di dati sensibili). L’altro è il rapporto di
socioassistenziale connessione e di confine, davvero molto lieve, tra i temi della sanità e quelli della assistenza,
cioè il grande capitolo della continuità assistenziale. Si pensi ai progetti presentati che
vanno in questa direzione, alle schede progetto depositate sia al tavolo del sociale, sia a
quello della sanità, che possono benissimo convergere verso una visione di insieme.
Questa visione di una comunità socio-sanitaria integrata tende a superare le barriere
giuridiche, i confini organizzativi e burocratici, per chiedere ai vari attori locali di
coordinare sforzi ed energie per un interesse comune, si pensi soltanto ai temi
Il superamento dell’assistenza agli anziani. Si consideri poi la grande attenzione del Piano verso i problemi
sociali, determinati da una crisi economica e del sistema di welfare che sta portando una
delle barriere situazione patologica nella quale la normalità entra prepotentemente sulla scena dei servizi
sociali. Di qui, la visione di una altra città, una città solidale, che non lascia indietro
nessuno, dai giovani agli anziani, per citare solo due categorie astratte ma facilmente
identificabili nel comune pensiero, con progetti sia di contenuto, sia di forma e metodo,
come il lettore avrà potuto osservare. Si pensi ai progetti di interventi di rete di assistenti
familiari e del problema degli anziani, ai temi della famiglia e dei giovani, ma anche al tema
della integrazione multietnica, di una città cioè che non si nasconde, ma prende atto della
propria trasformazione per tipologie di abitanti e per evoluzione delle classi di età. Una
città allora che non ragiona per barriere, per confini di competenza, per astratte
suddivisioni di compiti, per confini istituzionali, giuridici, normativi, ma che cerca di
affrontare e risolvere i problemi in logica di rete.
Si guardi, ad esempio, al tema del lavoro, ed alla risposta integrata che Associazioni di
Categoria, Ordini Professionali, Istituzioni ed Enti di Formazione hanno proposto come
Integrare domanda ed una delle possibili soluzioni. Una duplice idea, forte, di sapere da un lato anticipare il
offerta di conoscenza futuro, pianificando le future professioni e non più rincorrendo i finanziamenti disponibili,
e dall’altro di mettere in rete, usando le moderne tecnologie, tutte le opportunità e le
richieste, fornendo ciascuno il proprio contributo. Si osservi poi che questo approccio,
usato dal lato della formazione professionale, è fortemente collegato ad un altro approccio,
speculare, dal lato della didattica universitaria. Anche qui, come avrà notato il lettore, un
tema cruciale è quello della integrazione tra domanda ed offerta di conoscenza.
Non può esserci Il piano fa alcune affermazioni di principio, che sono scelte nette e chiare. Alessandria
non è ancora una città universitaria, perché mancano tutti gli elementi tipici di tale
Università senza caratterizzazione, basti pensare al lato infrastrutturale, e sarebbe pedante richiamare nel
didattica dettaglio tali elementi. Tuttavia, si ritiene indispensabile acquisire questo status, che non
può prescindere da un assunto di base: non vi è Università degli Studi senza studenti, e
questo vuol dire investire nella didattica e nelle strutture ad essa correlate. Di nuovo, si
colga una altra correlazione tra diversi elementi del Piano, ed in particolare quelli
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oppure all’asse IV al Tavolo della Garanzia della Salute (si pensi alla richiesta di attivazione
di nuovi corsi in ambito sanitario), per avere una visione complessiva di un territorio che
chiede insieme corsi di didattica di base, ma anche percorsi di alta formazione. Né si può
ragionare come se le due cose fossero scollegate, a meno di uscire dall’assunto di avere una
vera città universitaria.
Analogamente, in termini di Ricerca, le scelte fatte sono ancora, se possibile, più nette e
2 sole idee nette di marcate. Si è scelto un modello basato su due sole schede quadro nell’Asse III
Ricerca (Conoscenza), e si sono spostati i singoli interventi progettuali su molteplici tavoli dei
restanti tre Assi. Non si sottovaluti il portato di tale scelta, condivisa – fatto molto rilevante
- da entrambi gli Atenei, né il livello di innovazione, per certi versi rivoluzionario rispetto
all’attuale sistema. Le due scelte strategiche hanno riguardato il tema della raccolta di
conoscenza a servizio del territorio e della ricerca applicata alle sue esigenze, e sono riferite
rispettivamente al modello della Rete delle Conoscenze ed al modello della Cittadella della
Conoscenza.
Con tali termini si intende per il primo aspetto una strutturazione professionale di centri
Il modello di Rete studi ed osservatori che si mettono al servizio del territorio, in un unico Ente in cui le
delle conoscenze competenze articolate per settori scientifici disciplinari sono integrate, al fine di offrire
sia al comparto pubblico sia al comparto privato sistemi di raccolta, organizzazione ed
analisi di conoscenze per consentire ai destinatari del servizio l’assunzione di decisioni
consapevoli. Vale la pena di soffermarsi su questo punto; esistono, come avrà osservato
il settore, molteplici progetti di osservatori e progetti immateriali nel Piano Strategico, che
sono stati depositati come schede progetto su diversi Tavoli di lavoro del Piano, in
funzione della competenza tecnica e della natura del progetto. Si pensi ai progetti sul
turismo al Tavolo del Terziario in Asse I, alle schede di indagine del Territorio sul Tavolo
di Organizzazione del Territorio in Asse II, o agli Studi di Fattibilità in tema di Logistic
City sul Tavolo della Mobilità sempre in Asse II, o all’Osservatorio culturale sul Tavolo
della Cultura in asse III, o agli Osservatori sulla integrazione, sui consumi di sostanze
psico attive, sul mondo giovanile, previsti al Tavolo del Welfare in Asse IV. Dobbiamo sul
tema in oggetto rilevare che si raccomanda ai soggetti decisori di non considerare tali
molteplici progetti come separati, ma facenti capo a questo comune denominatore, al fine
di evitare duplicazioni di costi di struttura e di spese generali, nonché la dispersione delle
iniziative e delle risorse.
In altri termini, tutti i progetti di osservatorio, di studio, di indagine, di servizi di
conoscenza facenti capo alla progettualità emersa al Piano Strategico nei vari Tavoli dei
vari Assi, dovranno essere ricondotti ad un unico contenitore, che è stato studiato nella
scheda progetto depositata all’Asse III, tavolo della Ricerca. Il contenitore è quindi lo
strumento ed il modello, mentre i singoli progetti sono le azioni previste, naturalmente non
esaustive delle sue potenzialità. Come si vede, con questa chiave di lettura molti progetti
di indagine, di studio, di osservazione ed analisi, depositati in funzione delle competenze
sui diversi Tavoli dimostrano da un lato l’interesse trasversale a tale tema (l’acquisizione
di conoscenza), dall’altro l’opportunità della risposta fornita dal Piano (è necessario
strutturarla e metterla a sistema). Ecco così un altro esempio di integrazione e di
collegamento tra i vari Assi e Tavoli, che fornisce una ulteriore parte della visione di città:
una città orientata alla consapevolezza, all’analisi ed allo studio, cioè più attenta alla
assunzione delle decisioni che possono condizionarne lo sviluppo nel lungo termine. Le
scelte strategiche, almeno, dovranno essere scelte consapevoli e documentate, in tutti i
settori, con una unica regia, per evitare dispersione di risorse e mancanza di
rendicontazione e controllo delle stesse.
Analogamente, sempre con la stessa logica, e per spiegare la valenza della soluzione della
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Cittadella della Conoscenza, si deve rilevare come esistono molti progetti di Ricerca ed
analisi sui vari Tavoli e nei vari Assi del Piano. Si pensi soltanto ad esempio al progetto del
Technology Center sul Tavolo di Organizzazione del Territorio in Asse II, ai progetti di
Analisi degli Inquinanti e di Analisi dei Rischi Sanitari o quelli di Metodologie Chimiche
e Biologiche per la bonifica dei suoli inquinati da cromo al Tavolo dello Sviluppo
Sostenibile sempre in Asse II. I singoli progetti di Ricerca sono quindi depositati e previsti
Il modello di sui Tavoli diversi in funzione delle competenze tecniche e scientifiche, ma il modello di
Cittadella riferimento è unico, ed è quello della Cittadella della Conoscenza. In tale modello si
riconosce esplicitamente da parte dei due Atenei (Politecnico ed Avogadro) che il modello
delle conoscenze di riferimento non è quello del finanziamento a pioggia, ma della acquisizione della
commessa di ricerca, a pagamento, fornendo servizi a committenti pubblici e privati, in
funzione delle specifiche necessità del territorio. Si tratta di un modello completamente
innovativo, rispetto alla situazione esistente, perché immagina un unico soggetto
giuridicamente riconosciuto (La Cittadella appunto), che può essere una SPA o una
Fondazione, o altro soggetto eventualmente già esistente da ripensare, con una propria
struttura organizzativa, con un sistema di Governance allargato ai soggetti finanziatori, a
maggioranza pubblica, e con una fortissima propensione al libero mercato (logica di
commessa e non di finanziamento) e una finalità di utile di impresa (o quanto meno di
pareggio di bilancio, dopo la restituzione dei capitali di rischio e di debito). Elemento
essenziale di tale modello è che la Direzione sia affidata a soggetti aventi esperienza in
gestione di impresa, cioè a manager non incardinati nel sistema universitario; quanto sopra
sia per questioni di conflitto di interesse (perché il sistema universitario è fornitore di
servizi, e non dovrebbe essere anche il committente), sia per questioni di orientamento al
mercato.
Come si vede, la connessione tra l’Asse della Conoscenza (Asse III) e gli altri Assi esiste,
è pianificata, ed è di natura metodologica. Il Piano Strategico fornisce al lettore attento non
una generica indicazione di percorso ma tre risposte specifiche altamente innovative,
Lo scenario quadro e incardinate in uno scenario quadro di riferimento. Le tre risposte sono la Scuola di Alta
Formazione, la Rete delle Conoscenze e la Cittadella della Tecnologia; lo scenario quadro
la regia complessiva
che tutte e tre deve comprendere e possibilmente integrare in un unico modello è da
dipingere sullo sfondo di un Consorzio per il sostegno del Sistema Universitario locale
(Avogadro e Politecnico). Si tratta, a parere di chi scrive, di un modello fortemente
innovatore nei rapporti tra sistema della conoscenza e sistema territoriale, perché risponde
per la prima volta in modo chiaro al tema dello scambio di beni, denaro e servizi,
definendo regole chiare e condivise di pianificazione e di controllo dei risultati. La
Didattica di base è confinata – non potrebbe essere diversamente - nel sistema del
finanziamento per ragioni di interesse collettivo (logica di sostegno), ma la Didattica
Avanzata, i Servizi di indagine e consulenza, i progetti di Ricerca applicata entrano in
sistemi di libero mercato (logica di commessa). Il tutto nel contesto di una sola regia
complessiva, e di dialogo vero con il territorio, e cioè, lo ribadiamo, nel quadro di uno
strumento giuridico (il Consorzio) per il sostegno del Sistema Universitario alessandrino.
Questa parte del Piano aggiunge la visione di una città per l’innovazione, vero fattore
competitivo.
Del resto il territorio sa bene quali sono i problemi, ed anche quali sono i progetti prioritari
Le connessioni delle
per risolverli. Se infatti il lettore studia le proposte dell’Asse I, che affronta i temi
soluzioni in Industria dell’economia alessandrina nei settori primario, secondario e terziario, può verificare precisi
e Commercio indirizzi e linee strategiche definite. Non una generica industria, ma una industria che pone
quattro precise necessità progettuali al centro dello sviluppo. L’innovazione tecnologica
(connessione con Tavolo della Ricerca, Asse III), la formazione professionale (connessione
con Tavolo della Didattica, Asse III e con Tavolo della Formazione professionale Asse IV),
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I grandi contenitori, cioè la linea strategica che va a definire i progetti di occupazione degli
spazi urbani, è conseguente a tale disegno, e contempla numerosi esempi – coerenti con
la vision sopra delineata - da quello della ex caserma Valfrè (per la quale si ipotizza un ruolo
prevalente per il sistema universitario locale) a quello del Technology Center (per il quale
si rende evidente il collegamento alla filosofia della Cittadella della Conoscenza), a quello
del ripensamento culturale degli argini del fiume (Argini della Cultura, che si collega
idealmente all’Asse III e all’industria della Cultura) o a quello della ridefinizione di un
Contenitori quartiere come il Borgo Cittadella (che si collega al grande tema “faro” di Alessandria di
connessioni e mobilità cui tratteremo separatamente tra poco). La mobilità è un tema di collegamento e
trasversale, che spazia dagli elementi di connessione viaria (gli accessi) a quelli di
innovazione tecnologica (sistemi di snellimento del traffico), e quindi riprende in modo
duplice la visione di città in trasformazione ed innovativa, anche in alcune parti vagamente
oniriche, come deve essere un Piano Strategico, come per esempio laddove si disegna il
tema delle porte urbane della città, senza rinunciare a temi di estrema concretezza, come
le connessioni per fasce sociali deboli (si pensi ai progetti di mobilità dedicati ad anziani
e malati) e soprattutto al tema della sicurezza stradale, flagello che impone a tutti una
riflessione ed una assunzione di maggiori responsabilità.
La visione di città fino a qui descritta (città sana, moderna, in trasformazione, dinamica,
culturale) non poteva completarsi in assenza di un elemento che pare essenziale ed
irrinunciabile, poiché nessuna operazione di turismo, di tipo congressuale, di industria
culturale, ma anche di normale vita quotidiana è possibile se non si assicura una città in
cui lo sviluppo è caratterizzato da un aggettivo: sostenibile. In questa parte del Piano il
lettore trova probabilmente una applicazione operativa e concreta di quello che sopra
abbiamo richiamato, ricordando che taluno ha definito in dottrina strategica “l’effetto
“L’effetto Medici” Medici”; ricercatori, docenti, tecnici, umanisti, liberi professionisti, dipendenti di pubbliche
amministrazioni, dirigenti di enti di controllo e monitoraggio, tutti hanno concorso a
portare un pezzo della propria visione per una città rispettosa dell’ambiente ed alla ricerca
di nuove fonti energetiche. Questa parte del Piano riesce a far capire come si possa
trasformare un problema (come quello dei rifiuti ad esempio) in una opportunità, di come
si possano usare le conoscenze del sistema universitario per risolvere problemi tipici della
città (gli inquinamenti), di come si possa e si debba investire in nuove fonti energetiche,
ma anche di come si possa fare cultura nel cittadino e nelle nuove generazioni, per
cambiare, tutti insieme, nella quotidianità, giorno per giorno, la nostra visione dell’ambiente
in cui viviamo. Si badi, un conto è aderire ai progetti comunitari, perché esistono bandi o
finanziamenti cui attingere risorse, un altro è progettarli dal basso, costruendo le proprie
migliori pratiche, perché tutto il sistema locale è convinto che, così facendo, il ritorno –
anche monetario – dell’investimento, sarà maggiore dei costi sostenuti per realizzarlo. Che
è, per inciso, il miglior metodo di valutazione, in quanto tiene conto della natura e della
distribuzione temporale dei flussi, del tempo di ritorno, del valore finanziario del tempo,
Il valore dello ed è quindi parametro adatto a chi, come il soggetto decisore, dovrà esaminare il costo
sviluppo sostenibile previsto dei progetti, ma anche i ritorni di lungo termine. Sarà difficile valutare il costo non
monetario, come quello dei molteplici benefici sociali ed immateriali, ma a nessuno
certamente sfugge il valore di uno sviluppo sostenibile di un contesto territoriale, ed il
suo asset intangibile nel lungo termine. Appare pleonastico e pedante segnalare come
questa visione sia totalmente integrata con la visione degli altri tre Assi, e cioè con il piano
culturale della città, ma anche con il suo ritorno in termini di reddito, e con la valutazione
sociale in termini di qualità della vita.
Chiudiamo lasciando per ultimi gli spunti di riflessioni su quello che riteniamo, usando una
terminologia della pianificazione strategica, il prodotto “faro” della città, cioè quello che
potrebbe diventare il proprio marchio di riconoscibilità al di fuori dei suoi confini locali:
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progetti si sono realizzati, è sempre stato necessario un quadro definito di contesto locale,
una definizione degli scopi pubblici ed istituzionali, ed una concessione di attività
economiche atte a realizzare lo scambio tra gli interessi pubblici e le legittime aspettative
di ritorno economico del capitale privato. Ciò significa valutare l’ipotesi di meccanismi di
concessione di lungo termine, ipotesi di project financing, e soluzioni tecniche che
comunque non possono prescindere da tre elementi essenziali. Il primo elemento è una
definizione giuridica precisa del tema. Il secondo è una definizione tecnica puntuale di
tutta l’area e delle problematiche connesse. Il terzo è la definizione politica ed istituzionale
del livello di scambio possibile a fronte di attesi vantaggi economici e sociali per il
territorio.
In assenza di questi tre elementi preliminari, non sarà possibile avviare un serio incontro
tra le attese della parte pubblica e gli interessi dell’investitore privato, perché nessun
imprenditore può investire, ma nemmeno investire soldi in uno studio di fattibilità, in un
Tre profili ed una contesto non determinato sotto questi tre profili: giuridico, tecnico e politico. Dando per
“road map” scontato che sia possibile avviare un percorso di metodo atto a creare una sorta di road
map che punti nel breve termine a definire questi tre elementi preliminari (una scheda del
Piano Strategico fornisce spunti al riguardo), allora sarà possibile successivamente
ipotizzare un percorso di natura almeno nazionale, ma probabilmente internazionale, atto
ad illustrare a potenziali investitori le potenzialità del contesto. Si badi bene, non un
concorso di idee progetto, o un concorso di tipo ingegneristico o architettonico, ma un
concorso di progetti di natura imprenditoriale, per i quali si sviluppi il quarto ed ultimo
tassello mancante, cioè la valutazione di sostenibilità economica e finanziaria. Saranno gli
investitori a scegliersi e pagarsi i propri studi di riferimento, ma sulla base di un interesse
di natura economica, e come strumenti atti a creare i vari studi di fattibilità alla base del
piano finanziario proposto.
Così ragionando, possiamo dare altri spunti di riflessione. Un investimento di questa
Uscire dalla logica natura, necessariamente rilevante, deve puntare ad un rientro dell’investimento nel tempo
degli “eventi” minore possibile. Ciò conduce alla riflessione che la soluzione – o il complesso delle
soluzioni integrate – deve uscire dalla logica degli eventi, ed entrare in quella di una
apertura continua giornaliera. La ragione è nuovamente finanziaria, perché diventa
rilevante poter contare su una continuità e su una diversificazione dei flussi di cassa durante
tutto l’anno, per ammortizzare l’investimento. Quindi, si immagina una soluzione integrata
in grado di rendere praticabile l’accesso quotidianamente, ed atta a massimizzare i flussi
di cassa in entrata.
Possiamo anche fornire al lettore spunti per la definizione dei possibili elementi di scambio,
ai quali abbiamo accennato, suggerendo come possibile una soluzione integrata, e non
definita verso un solo oggetto, perché il contenitore, come sappiamo, è veramente molto
ampio. Considerando tutte le questioni alle quali abbiamo fatto cenno in precedenza, e cioè
i temi dell’invecchiamento della popolazione, dell’aumento della scolarizzazione,
dell’incremento del livello medio culturale, della riduzione del tempo lavorativo, del grande
bacino economico del tempo libero, dell’industria della cultura, dell’industria del benessere,
ed altri fattori che sarebbe ridondante citare, possiamo suggerire una tesi.
La tesi è che un bene così rilevante ed importante per il suo essere un contenitore
potenzialmente incredibile di diverse attività debba essere pensato come uno spazio atto
ad essere riempito di progetti atti a soddisfare diversi bisogni dell’uomo. Si pensi ad
esempio alla piramide di Maslow, ed ai vari livelli di bisogni da soddisfare. Il primo ambito
di intervento, quasi scontato, è quello di natura culturale, che soddisfa un bisogno della
mente; qui vediamo tutti i progetti di matrice storica, culturale, artistica, intendendo il
mondo ampio ed articolato che ruota attorno alla soddisfazione dei bisogni più elevati
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ragionato di riflessione. In tal senso, ci piace pensare che sia un regalo della città a sé
stessa.
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