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Vinod Verma

LA FARMACIA
AYURVEDICA

Rimedi naturali
da preparare in casa
I consigli forniti in questo libro sono stati verificati con cura dall’autrice e dalla casa
editrice; tuttavia, non è possibile garantirne l’efficacia. I rimedi presentati non possono
essere considerati in alcun caso una valida alternativa a una visita medica. Si esclude
qualsivoglia responsabilità dell’autrice, della casa editrice e dei suoi collaboratori in
caso di danni alla salute, alle persone, alle cose e al patrimonio. Lo sfruttamento
commerciale dei metodi indicati nella presente opera richiede l’autorizzazione
preventiva dell’autrice.

Vinod Verma
La farmacia ayurvedica
Titolo originale: Die Ayurveda Apotheke
Traduzione di Simone Crestanello
Copyright © 2016 by Knaur Verlag. An imprint of Verlagsgruppe Droemer Knaur
GmbH Co. KG, München, all rights reserved – negotiated through Giuliana Bernardi
Literary Agent
Copyright © 2017 Edizioni Il Punto d’Incontro per l’edizione italiana
Immagini: Shutterstock.com
Prima edizione originale pubblicata nel 2016 da Verlagsgruppe Droemer Knaur GmbH
Co. KG, Hilblestrasse 54, 80636 München, Germany
Prima edizione italiana pubblicata nel maggio 2017
Prima edizione digitale: giugno 2017
Edizioni Il Punto d’Incontro, Via Zamenhof 685, 36100 Vicenza, tel. 0444239189, fax
0444239266
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di quest’opera può essere riprodotta in alcuna forma
senza l’autorizzazione scritta dell’editore, a eccezione di brevi citazioni destinate alle
recensioni.

ISBN 9788868204297
www.edizionilpuntodincontro.it
Indice

I FONDAMENTI

RIMEDI CURATIVI
DEPURAZIONE DEL CORPO
RIMEDI PER LA STANCHEZZA E LA SPOSSATEZZA
DISTURBI DEL SONNO
DISTURBI DIGESTIVI
INFEZIONI ALLA GOLA E AI POLMONI
ALTERNATIVE AYURVEDICHE AGLI ANTIBIOTICI
RIMEDI ANTIDOLORIFICI
DISTURBI DELLE CAVITÀ ORALI
CAPELLI E CUOIO CAPELLUTO
DISTURBI FEMMINILI

DISTURBI DEI NEONATI E DEI BAMBINI


RINFORZARE IL SISTEMA IMMUNITARIO
DISTURBI AI DENTI
VIE RESPIRATORIE CONGESTIONATE
DISTURBI DEL SONNO

CONOSCERE E PREPARARE LE ERBE E LE SPEZIE


DALLA FARMACIA NATURALE
PULIRE E CONSERVARE LE SPEZIE

NOTA SULL’AUTRICE
ALTRE PUBBLICAZIONI DELLA DOTT.SSA VINOD VERMA
PROGRAMMI FORMATIVI, SEMINARI E CORSI
RINGRAZIAMENTI
INDICE DELLE MALATTIE E DEI DISTURBI
INDICE DEI RIMEDI CURATIVI
Dedico quest’opera a mia nonna che mi ha introdotta alle saggezze
fondamentali della vita, e al mio guru Acharya Priya Vrat Sharma da cui ho
imparato le basi scientifiche di tutte queste saggezze. Acharya ji ha
illuminato la mia vita grazie all’antica saggezza medica di questa tradizione
proveniente dall’India, ancestrale ma ancora fortemente presente.
I FONDAMENTI

Secondo la scienza ayurvedica, la salute è uno stato naturale.


Qualsiasi trattamento medico dovrebbe mirare a ricostituire
questo stato naturale grazie a un’alimentazione adeguata,
medicinali appropriati, esercizi ecc. Pertanto, nell’Ayurveda il
trattamento viene definito anche pakriti sthapana (ristabilire la
nostra natura equilibrata).

— ACHARYA PRIYA VRAT SHARMA

L’idea di scrivere un libro sui rimedi che possono essere preparati utilizzando
spezie ed erbe normalmente presenti in ogni cucina mi è venuta per la prima
volta quando, sedici anni fa, tenni la mia prima conferenza su questa tematica
in Germania. Probabilmente, al tempo decisi di non dar seguito a questo
pensiero perché mi sembrava troppo banale. L’esperienza mi ha portato a
capire che anche gli ingredienti più semplici vengono spesso usati in modo
errato e questo comporta danni e disturbi alle persone; proprio da questa
presa di coscienza nasce quest’opera.
I rimedi essenziali dell’Ayurveda per la cura della salute derivano dalla
cucina ayurvedica, nella quale i cibi vengono preparati con erbe e spezie
diverse. Gli ingredienti usati per dare sapore alle pietanze vengono impiegati
anche in semplici rimedi domestici utili per curare disturbi minori e problemi
di salute cronici. Questa saggezza è sempre stata appannaggio delle donne fin
dall’inizio dei tempi. Lo studio delle scritture ayurvediche mi ha permesso di
determinare quanto precisi fossero i metodi curativi delle nostre nonne e
quanto corrispondessero alle scritture stesse.
Con questo piccolo manuale di rimedi domestici desidero fornire alcune
semplici soluzioni per i disturbi quotidiani, rispondendo anche ad alcune
domande basilari sulla salute. È un’opera di primo soccorso per le piccole
noie di tutti i giorni; tuttavia, non rappresenta un trattato esaustivo sulle
terapie ayurvediche, ma presenta i semplici rimedi della nonna con
ingredienti che possono essere facilmente trovati in qualsiasi negozio di
alimentari asiatici. Io sono cresciuta grazie a questi rimedi e ho già aiutato
migliaia di persone in tutto il mondo attraverso i miei libri e i miei consigli.
Ventuno dei ventitré libri che ho scritto su diverse tematiche legate alla salute
sono già stati tradotti in tedesco e contengono numerose ricette per la
preparazione di questi rimedi domestici.
Ricevo ringraziamenti da persone di tutto il mondo per rimedi così
semplici e usuali come l’acqua al cardamomo, il latte di curcuma, l’ajwain al
limone o la polvere di quattro spezie.
In questo libro sono indicate solamente erbe, spezie e altri ingredienti di
normale impiego per rendere i rimedi consigliati più semplici e veloci da
preparare. Questo manuale con ricette precise, note di utilizzo e soprattutto
indicazioni puntuali sui dosaggi e i modi di somministrazione può essere utile
per gestire al meglio la quotidianità e lenire velocemente i disturbi più
comuni. Poiché l’opera è stata pensata per poter essere sfruttata da tutta la
famiglia, sono indicate anche le dosi consigliate per i più piccoli e alcune
ricette specifiche per neonati e bambini.
La mia formazione scientifica, che ho condotto in Europa e in America, mi
permette di affermare che nella maggior parte dei libri finora pubblicati (ma
anche nel sapere trasmesso da sedicenti “guru”) mancano spesso indicazioni
precise sulle dosi e sulla frequenza di utilizzo dei vari rimedi; di
conseguenza, molte persone sono costrette a dover cercare maggiori
informazioni in internet, con conseguenze spesso drammatiche. Per esempio,
in rete possiamo trovare l’indicazione: “Un cucchiaino al giorno di cannella o
di miele in acqua calda aiuta a dimagrire”. In realtà, una concentrazione così
elevata di cannella è tossica, mentre il miele molto caldo rilascia alcune
sostanze nocive che rimangono nel sangue per sempre. Ho incontrato anche
molte persone che si sono ammalate a causa di un consumo eccessivo di
aglio. Il sovradosaggio di erbe e spezie ha effetti collaterali, pertanto è molto
importante avere a portata di mano un libro di consultazione che specifichi
chiaramente le dosi e i possibili utilizzi dei rimedi descritti, in modo
scientifico ma senza tradire l’autentica tradizione ayurvedica.
L’indice analitico e l’indice in ordine alfabetico dei rimedi e delle
patologie renderà più semplice e veloce la consultazione. L’ultima parte del
libro contiene la descrizione delle erbe e delle spezie utilizzate per facilitarne
il reperimento e permettere ai lettori di prendere familiarità con le
caratteristiche tipiche di queste piante. Per chi desidera approfondire il tema
della guarigione attraverso lo Yoga e l’Ayurveda sono stati inseriti alcuni
riferimenti agli altri libri che ho pubblicato.
Secondo Charaka, uno dei saggi più importanti dell’Ayurveda vissuto circa
600 anni prima di Cristo, è nostro obbligo (Svadharma) organizzare la vita e
intraprendere tutti gli sforzi necessari per restare in salute ed evitare le
malattie. Questo libro nasce per semplificare questo alto compito e diffondere
la saggezza necessaria per risolvere autonomamente i problemi minori che
possono affliggere le nostre giornate.
Quest’opera mostra come mantenere un buono stato di salute in modo
semplice e come aumentare l’energia e la vitalità che nell’Ayurveda si
definiscono Ojas. La maggior parte delle persone pensa che sia compito del
medico “rimetterle a nuovo” quando sono malate. Al contrario, questo libro e
la saggezza dell’Ayurveda ci insegnano ad assumerci la piena responsabilità
della nostra salute e a prestare attenzione alle situazioni in cui non ci
sentiamo bene per evitare che possano portare all’insorgere di patologie.
Mantenere un buono stato generale di salute significa anche incrementare le
nostre riserve energetiche per combattere le malattie reagendo ai primi
sintomi che compaiono e tornando ben presto sani.
IN ARMONIA CON LA VITA

La teoria dei tre dosha (energie vitali) nell’Ayurveda si basa sulla


legge dell’unitarietà della natura, secondo la quale i principi che
regolano il cosmo valgono anche per il corpo umano. Le tre forze
vitali non determinano solo le funzioni fisiologiche, ma anche le
attività mentali e il comportamento umano.

— ACHARYA PRIYA VRAT SHARMA

La saggezza fondamentale dello Yoga e dell’Ayurveda ha migliaia d’anni;


tuttavia, la sua crescente popolarità nell’ultimo ventennio dimostra che non è
passata di moda ma che, al contrario, può essere considerata senza tempo e
applicabile in tutto il mondo. Solo una saggezza duratura può offrire
soluzioni durature, e allora non sarà più appannaggio esclusivo di un solo
stato, ma diventerà una ricchezza universale.
Fuori dall’India è diffusa l’erronea credenza che l’Ayurveda sia un sistema
esclusivamente medico. In realtà l’Ayurveda è un veda della vita nel quale
rientrano anche le malattie. La vita ha un suo ordine e sistema. Stati
temporanei di disagio, piccoli disturbi e malattie fanno parte della vita e, di
conseguenza, di un cosmo che è in continua evoluzione. Il veda della vita ci
aiuta a capire cos’è la vita stessa, come possiamo organizzarla e gestirla nel
rispetto dei principi cosmici e come possiamo evitare le malattie o ritrovare il
nostro stato di salute.
L’Ayurveda ci insegna a condurre la nostra vita il più a lungo possibile con
il massimo delle energie. Oltre alla cura delle malattie, anche la longevità, la
sessualità e il ringiovanimento sono parte dell’Ayurveda. Le tradizioni
religiose, cerimoniali e culinarie dell’India trovano origine nelle linee guida
dell’Ayurveda sullo stile di vita e servono a mantenere la salute, a migliorare
le riserve energetiche e a prevenire e curare i disturbi minori.
La cucina indiana tradizionale è strutturata come una piccola farmacia.
Purtroppo, nelle grandi metropoli dell’India questa tradizione si sta perdendo
e la maggior parte dei giovani non è nemmeno in grado di riconoscere una
spezia dall’altra, figuriamoci poi preparare rimedi domestici. Gli abitanti
delle grandi città sono abituati a comprare masala (miscele di spezie) già
pronte e i bambini crescono senza avere alcun contatto con la saggezza
fondamentale della cultura culinaria ayurvedica e dei suoi semplici rimedi
curativi.

COME CONSULTARE QUESTO LIBRO


Ho scritto questo libro in modo che possa essere utilizzato anche senza avere
alcuna conoscenza pregressa sull’Ayurveda. A coloro che non hanno
familiarità con gli ingredienti di questa cucina ho dedicato un capitolo con la
descrizione precisa delle erbe e delle spezie impiegate in questo libro. Per
completezza di informazione, gli ingredienti sono stati indicati anche con il
loro nome in latino e in hindi.
Di seguito verranno presentati in breve i principi dell’Ayurveda, i concetti
fondamentali e la relazione tra uomo e cosmo. Poiché questo approccio
cosmologico è notevolmente diverso dalla medicina occidentale moderna,
queste pagine potranno essere d’aiuto per cogliere la forte interconnessione
che esiste tra il nostro Essere e il cosmo.

PRINCIPI FONDAMENTALI DELL’AYURVEDA


Come sottolinea il mio guru dell’Ayurveda, l’intero cosmo è un’unità
inscindibile e tutto quello che in esso esiste è soggetto agli stessi principi.
L’insieme di tutti gli esseri viventi è come un piccolo cosmo che si trova in
continuo scambio con il cosmo maggiore e viene profondamente influenzato
dalle perenni mutazioni di quest’ultimo. Noi siamo parte di questo cosmo che
è un unicum in continua evoluzione. Per restare sani dobbiamo mantenere il
passo con la natura e adattarci a questi cambiamenti. Normalmente, ogni
essere vivente ha la capacità intuitiva di seguire il ritmo del cosmo senza
doverla assimilare consciamente; tuttavia, gli uomini hanno avuto
un’evoluzione diversa rispetto agli altri esseri viventi e il nostro intuito viene
spesso soffocato da uno stile di vita determinato prevalentemente da
meccanismi esterni. Una vita e una mentalità rigide non sono in grado di
adattarsi alla realtà di un cosmo in perenne evoluzione e questo rende gli
uomini vulnerabili sul piano del corpo e dello spirito. Le funzioni naturali
dell’organismo, come il sonno, la fame, la sete e la minzione iniziano così a
non funzionare più correttamente, innescando una reazione a catena che porta
al disagio e alla malattia.
Il nostro obiettivo deve essere, quindi, quello di capire il corpo umano e gli
effetti delle tre forze dinamiche che regolano tutte le funzioni dell’organismo
e della sfera spirituale.

Vata deriva dagli elementi etere e aria e regola i movimenti del corpo,
l’attività mentale, la circolazione sanguigna, la respirazione, la minzione, la
lingua, la percezione, il tatto, l’udito e i sentimenti (paura, lutto, angoscia,
entusiasmo ecc.), ma influenza anche gli impulsi naturali, la formazione del
feto, l’attività sessuale e la sua durata.

Pitta deriva dal fuoco e regola la vista, la digestione, la fame, la sete, la


termoregolazione, la pigmentazione, la serenità, l’intelletto e il desiderio
sessuale.
Kapha deriva dall’acqua e dalla terra. Determina la corporatura e regola
l’elasticità della pelle, le capacità intellettuali, la resistenza, la lentezza, la
forza, la pazienza e la moderazione; previene l’avidità e influenza secreti e
potenza sessuali.

COME FUNZIONA IL CORPO UMANO


Le tre energie vitali sono interdipendenti l’una dall’altra. Per semplificare
possiamo dire che Vata è il sistema di distribuzione del corpo; tutte le
funzioni collegate al movimento dipendono da Vata. Pitta è il sistema di
termoregolazione del corpo e trasforma il cibo che mangiamo in energia,
distribuita poi in tutto il corpo da Vata. Kapha produce le sostanze
fondamentali di cui si compone il corpo: genera i secreti e dà vita alle nuove
cellule. Per esempio, la produzione dei succhi gastrici è una funzione
demandata a Kapha, che è anche responsabile della crescita del feto nel
grembo materno e del perenne rinnovamento cellulare dell’apparato digerente
e della pelle.
Le energie vitali vengono continuamente impiegate e rigenerate attraverso
la respirazione e l’alimentazione. Respirando manteniamo l’energia cosmica,
prana shakti (forza). L’aria che inspiriamo contiene ossigeno, che permette al
cuore di funzionare, ma è anche portatrice della luce e del calore solare, della
fievole energia della notte, del particolare profumo di ogni stagione ecc.
Attraverso il respiro, quindi, assorbiamo i cinque elementi del cosmo sotto
forma di energia sottile; pertanto, è importante respirare correttamente e
imparare alcune pratiche basilari del pranayama, una parte dello yoga
definito come arte del respiro cosciente e controllato.
Per poter rigenerare le tre energie vitali è importante l’alimentazione che
fornisce i cinque elementi, poiché ciascun gusto (rasa) è composto da due di
questi elementi fondamentali.
L’equilibrio tra i cinque elementi è basilare per il cosmo perché tempeste,
incendi, alluvioni e terremoti hanno effetti distruttivi. Allo stesso modo anche
i tre dosha devono essere equilibrate perché il nostro corpo possa rimanere
sano e in armonia. Tuttavia, l’equilibrio dei dosha può essere turbato dal
tempo, dal clima, dalla posizione geografica, dallo stile di vita, dalla
mentalità ecc. ma questo stato di instabilità viene compensato dalla natura.
Rimanere sani secondo i principi dell’Ayurveda significa aiutare la natura a
mantenere questo equilibrio.

LA COSTITUZIONE INDIVIDUALE DELL’UOMO


(PRAKRITI)
Gli uomini si distinguono dall’aspetto esteriore; nessun uomo è uguale a un
altro. Allo stesso modo, ciascuno di noi ha un “viso interiore”, diverso da
tutti gli altri e che nell’Ayurveda viene chiamato prakriti. Tutti nasciamo con
una nostra costituzione individuale (prakriti): essa descrive il nostro modo
d’agire, le nostre reazioni e il comportamento fondamentale dell’uomo, la sua
“identità interiore”. Esattamente come esistono infinite varianti dell’aspetto
umano, esistono anche infinite costituzioni individuali di base.
Il prakriti di un uomo è sempre definito da uno o due dosha. Esistono sette
tipologie fondamentali di prakriti: tre in cui è dominante un solo dosha, tre
dominati da due dosha e il settimo in cui tutti i dosha sono in equilibrio
(samdosha).
Le infinite varianti di ciascuna tipologia fondamentale di prakriti derivano
da

▪ la dominanza variabile di un dosha


▪ l’equilibrio di due dosha in un prakriti misto e
▪ l’energia essenziale corporale e spirituale che conserviamo dentro di noi
fin dalla nascita in base al nostro karma passato.

La quantità di energia o la capacità che ciascuno ha dalla nascita comporta


tutte queste varianti. Se in una persona con un dosha dominante definiamo le
sottotipologie più sottili su una scala da 0,1 a 100, otterremo un infinito
numero di prakriti, a cui potremo aggiungere la potenza del dosha
dominante, misurata sempre sulla stessa scala. Anche nel caso del prakriti
misto, il rapporto tra i due dosha dominanti viene misurato allo stesso modo.
Per poter utilizzare al meglio quest’opera, il lettore deve essere
innanzitutto cosciente che la nostra individualità è influenzata e definita dal
nostro aspetto esteriore e dal nostro prakriti in egual misura. La natura
determina la velocità delle nostre azioni e reazioni, la nostra sensazione di
avere più o meno caldo, quanto mangiamo e quanto dormiamo. Dovremmo
imparare a rispettare queste differenze. Il prakriti è l’equilibrio naturale che
ci ha donato la natura che ci permette di sentirci bene per tutta la nostra vita;
è insito in noi dalla nostra nascita e rimane in noi fino alla morte.

LE CARATTERISTICHE DEI DOSHA


Per poter definire il prakriti è necessario conoscerne con precisione le
caratteristiche. Nella maggior parte dei casi è molto semplice, basta una
conoscenza di base dei prakriti e osservare attentamente i propri
comportamenti e le proprie azioni. Poiché sarebbe impossibile trattare nel
dettaglio tutte le particolarità, invito i lettori ad approfondire questo tema
dagli altri libri che ho pubblicato. Ciononostante, vorrei presentare
brevemente le caratteristiche principali di tutti i dosha per chiarire meglio il
concetto di prakriti e spiegare cosa succede quando ci discostiamo da esso.

Tabella 1: caratteristiche corporali e tratti essenziali della persona


con prakriti vata

1. Non sopporta il freddo e lo sente subito


2. Agile
3. Movimenti veloci e ampi
4. Agisce d’impulso
5. Pelle secca
6. Occhi spenti e carnagione prevalentemente opaca
7. Capelli spessi e unghie dure
8. Vene ben visibili
9. Tendenza a essere preoccupato e ansioso e a esternare subito le
proprie emozioni
10.Facilmente irritabile

Tabella 2: caratteristiche corporali e tratti essenziali della persona


con prakriti pitta

1. Non sopporta il caldo


2. Volto spesso arrossato
3. Organi sensibili
4. Tendenza ad avere nei, lentiggini e foruncoli
5. Pelle lucida e occhi arrossati
6. Fame e sete maggiori della media
7. Tendenza a perdere i capelli
8. Odore del corpo
9. Tendenza a essere intollerante e a sopportare poco
10.Tendenza alla collera soprattutto quando prova fame

Tabella 3: caratteristiche corporali e tratti essenziali della persona


con prakriti kapha

1. Agisce e parla lentamente


2. Movimenti regolari
3. Corporatura robusta con legamenti forti
4. Occhi chiari, tratti del viso netti, carnagione pura
5. Avverte poco il senso della fame e della sete, suda poco
6. Tendenza al disordine
7. Iniziazione sessuale ritardata
8. Processi decisionali lenti
9. Tollerante e indulgente
10.Generalmente soddisfatto

Dopo aver capito il concetto di prakriti è necessario imparare a mantenerlo


evitando squilibri (vikriti).

VIKRITI: LE MUTAZIONI DEL PRAKRITI


Il prakriti è la natura essenziale del corpo. La natura tende a essere ordinata e
salubre, ma a causa di fattori esterni come il tempo, gli agenti atmosferici, lo
stress, la cattiva alimentazione ecc. essa può mutarsi in vikriti, ossia uno stato
non sano di disequilibrio. Il corpo cerca spontaneamente di tornare al suo
naturale stato di prakriti, ma se i fattori di disturbo sono troppo forti e
continuano a reprimere lo stato naturale il vikriti si protrae più a lungo. In
questo caso avremo bisogno di un’alimentazione adeguata, rimedi curativi e
altre misure che ci permettano di riacquisire il prakriti. Tuttavia, se lo stato di
disequilibrio permane troppo a lungo potrebbe causare malattie e altri
disturbi.
Il vikriti è uno stato che possiamo descrivere in questo modo: “non so
perché, ma non mi sento bene”. A volte percepiamo una serie di sintomi di
disagio che sono soggettivi, al contrario di sintomi oggettivi come la febbre o
il mal di pancia. Per esempio, il vikriti vata può essere dovuto a una giornata
particolarmente ventosa, che ci porterà a sentirci rigidi, costipati, con la gola
secca o irrequieti. Al contrario, un clima molto caldo può portare al vikriti
pitta con abbondante sudorazione, odore corporale, una sensazione
particolarmente accentuata di fame e sete, eruzioni cutanee e foruncoli. Un
clima freddo e piovoso può causare il vikriti kapha con sonnolenza, un
retrogusto dolciastro in bocca, una produzione eccessiva di saliva ecc.
A seconda del prakriti avremo una maggior o minor tolleranza verso le
varie condizioni climatiche e altri fattori esterni; per esempio, rispetto a chi
ha un prakriti pitta le persone con prakriti vata saranno più sensibili al brutto
tempo ma soffriranno meno il caldo intenso. I lunghi periodi di freddo e il
tempo piovoso saranno mal sopportati dalle persone con prakriti kapha
rispetto alle altre tipologie di costituzione.
Per capire meglio e con maggior facilità questo libro si riportano nella
tabella seguente i vari sintomi legati ai prakriti.

Tabella 4: sintomi dei disturbi (vikriti) associati ai tre dosha

VATA DISTURBO PITTA KAPHA DISTURBO


DISTURBO
▪ Corpo rigido al ▪ Sudorazione ▪ Difficoltà a svegliarsi il mattino.
risveglio eccessiva e Sensazione di pesantezza e
▪ Costipazione o odore corporale desiderio di dormire tutto il
feci dure e scure. intenso giorno. Sonnolenza che persiste
Urine grigiastre o ▪ Urine gialle o per tutta la giornata.
torbide. giallo scuro e ▪ Urine e feci biancastre, occhi
▪ Pelle secca feci più molli lattei
nonostante l’uso ▪ Occhi arrossati ▪ Carnagione bianca opaca e pelle
regolare di creme ▪ Carnagione idratata
▪ Carnagione arrossata con ▪ Retrogusto dolciastro in bocca
pallida e occhi eruzioni
cutanee o ▪ Produzione abbon-dante di
spenti saliva
foruncoli
▪ Gola secca e ▪ Sensazione frequente di freddo
bisogno ▪ Sensazione
frequente di bere anormale di ▪ Prurito in gola
anche durante la fame e sete ma
senza ▪ Nausea occasionale
notte
assunzione ▪ Pigrizia
▪ Sonno irrequieto eccessiva di
o disturbi del cibo ▪ Depressione e avvilimento
sonno occasionali
▪ Frequenti
▪ Sbadigli e disturbi gastrici
singhiozzo
frequenti ▪ Frequenti
disturbi come
▪ Senso di brufoli, herpes,
stanchezza che vesciche e pelle
scompare dopo desquamata
una pausa, una
dormita o un ▪ Caldane
bagno caldo ▪ Insoddisfazione
▪ Irrequietezza e ▪ Scatti d’ira
scarsa pazienza frequenti
▪ Impazienza e
irritabilità
frequenti

MANTENERE IL PRAKRITI GRAZIE A RIMEDI


CURATIVI E UN’ALIMENTAZIONE
EQUILIBRATA
Come descritto nel paragrafo precedente, esistono infinite tipologie di
prakriti: ogni uomo è diverso dagli altri e ha il proprio equilibrio. Siamo in
salute se manteniamo questo equilibrio individuale; se invece si crea una
situazione di disequilibrio, il nostro senso di malessere aumenta e cresce la
nostra propensione ad ammalarsi. Per mantenere l’equilibrio è importante
seguire determinati principi ed entrare in sintonia con fattori cosmici come il
tempo e lo spazio (kala e desha). Tuttavia, in questo libro non ci
concentreremo su questi temi, ma su semplici rimedi che potrete preparare a
livello domestico perché nell’Ayurveda non sono importanti solo l’equilibrio
dei dosha e il mantenimento del proprio prakriti, ma anche un’alimentazione
equilibrata e dei rimedi curativi adeguati.
Si è spesso portati erroneamente a credere che persone con prakriti diversi
abbiano bisogno di regimi alimentari e rimedi curativi diversi. In realtà, per
ritrovare l’equilibrio e liberarsi dallo stato di vikriti (disequilibrio) spesso non
servono rimedi specifici, che diventano necessari solo se il vikriti è
particolarmente intenso; nella maggior parte dei casi un’alimentazione sana,
il riposo e il sonno ci conducono in modo del tutto naturale al prakriti.
Nelle pubblicazioni e in internet continuo a trovare sostenitori
dell’Ayurveda che ritengono che ciascun prakriti richieda un’alimentazione
specifica e dei rimedi curativi dedicati. Questo è errato e illogico perché con
l’infinità di prakriti esistenti significherebbe dover sviluppare milioni di
tipologie diverse di cibi e medicinali. Se fosse davvero così non servirebbe il
mio sforzo di raccogliere in questo libro dei rimedi equilibrati; sarebbe più
semplice indicare quale rimedio è adatto a quale disturbo e le relative dosi di
somministrazione. Inoltre, esistono rimedi utili nel trattamento di sintomi
diversi che, di conseguenza, avranno dosi e modalità di somministrazione che
variano a seconda dei casi. Lo stesso ingrediente può essere impiegato in
preparazioni e dosi diverse per curare disturbi anche molto differenti tra loro.
La farmacologia dell’Ayurveda è molto varia e i suoi rimedi vengono
preparati secondo principi logici. Oltre ad alcune sostanze attive ci sono
numerosi additivi che permettono di mantenere l’equilibrio senza
controindicazioni; a volte ho indicato anche dei consigli aggiuntivi (come
bere di più o mangiare più ghi).
Il seguente è un piccolo esempio per chiarire meglio cosa intendo quando
parlo di rimedi equilibrati. Il latte di curcuma è utile nel trattamento di
disturbi differenti e può essere preparato in due modi. C’è un valido motivo
per cui assumiamo sempre la curcuma con il latte o con il ghi: secondo
l’Ayurveda queste due sostanze hanno effetti rinfrescanti che equilibrano la
curcuma. Spesso mi viene chiesto se si può utilizzare il latte di soia al posto
del latte di mucca. Per sua natura, la soia e quindi tutti i prodotti che ne
derivano sono caldi; di conseguenza avrebbe l’effetto esattamente opposto al
latte di mucca causando come effetto indesiderato uno stato di pitta e/o di
vikriti.

MALATTIA E TERAPIA
NELL’AYURVEDA

TRE TIPOLOGIE DI MALATTIA


Nell’Ayurveda classico si distinguono tre tipologie di malattia:
1. Patologie che derivano da un disequilibrio dei dosha. Dipendono
prevalentemente dallo stile di vita.
2. Patologie causate da fattori esterni come virus, batteri, veleni,
incidenti ecc.
3. Patologie psichiche dovute a desideri non esauditi o situazioni non
desiderate o volute.

Queste tre tipologie sono interconnesse poiché la prima può rendere le


persone più cagionevoli alle altre due; allo stesso modo, la seconda e la terza
tipologia causano disequilibrio dei dosha.
Secondo l’Ayurveda esiste uno stretto legame tra il pensiero e la malattia.
Insoddisfazione e frustrazione portano ad ammalarsi. Ci sono tre
caratteristiche del pensiero e dell’intelletto: lo stato attivo (raja), lo stato
inerte che blocca qualsiasi attività (tama) e quello soddisfatto, armonico e
pacifico (sattva). Oltre alle tre energie vitali, anche questi stati di pensiero
devono essere in equilibrio se si vuole restare sani. Una vita regolata da raja
e tama ha bisogno di sattva per la tranquillità e l’armonia interiori.
TRE TIPI DI TERAPIA
L’Ayurveda prevede tre tipi di terapia (razionale, mentale e spirituale) che
dovrebbero essere applicate contemporaneamente e non divise l’una
dall’altra. Oltre ai rimedi concreti, la terapia razionale comprende consigli per
condurre una vita migliore, lo yoga terapeutico, vari trattamenti col calore,
unzioni ecc. La terapia mentale e spirituale sono una componente importante
dell’Ayurveda che pone particolare attenzione sulla natura e la spiritualità.
L’Atharva Veda è la prima scrittura dell’Ayurveda: le citazioni che seguono
dimostrano quanta importanza fosse attribuita già nell’antichità
all’applicazione contemporanea della terapia razionale, mentale e spirituale.

Pieno di vitalità, o Haridre! (Curcuma), sei la migliore di tutte le medicine,


come il sole e la luna rispettivamente durante il giorno e la notte.
O sole, liberaci dalle malattie che derivano dalle tre forze vitali (tridosha)
… O sole, libera quest’uomo dal mal di testa e dalle malattie legate al kapha
che hanno colpito ogni parte del suo corpo. Libera quest’uomo dal kapha di
pioggia e acqua, dal vata d’aria, dalla febbre ecc. causate dal pitta. Che
queste malattie abbandonino quest’uomo e si ritirino nei boschi e sulle
montagne solitarie.

2600 anni fa, proseguendo lungo la storia dell’Ayurveda, il grande maestro


Charaka scrisse nella sua opera Charaka Samhita:

Presunzione, paura, rabbia, avidità, ignoranza, narcosi e turbamento, sforzi


compiuti magicamente e altre azioni derivanti da raja (caratteristiche attive
dello spirito) e tama (caratteristiche inerti dello spirito) si rifanno a errori
intellettuali (pragyapradha) e causano malattie. (Sarisasthanam)
Le persone con sattva dominante (pace e serenità interiori) hanno una
buona memoria e forte abnegazione, sono riconoscenti, intelligenti, puri,
coraggiosi, dotati, decisi… non hanno timori, agiscono e pensano
risolutamente e con serietà, si appassionano spesso a progetti virtuosi.
(Vimansthanam)
PURIFICAZIONE INTERNA ED ESTERNA
Secondo i principi dell’Ayurveda, quando le impurità si accumulano il corpo
umano inizia ad ammalarsi. Pertanto esistono dei rituali di purificazione che
possono essere seguiti ogni giorno (dincharya), tra cui alcune azioni molto
semplici come bere un bicchiere d’acqua calda il mattino, fare una
passeggiata o dello yoga, andare di corpo regolarmente due volte al giorno
ecc. Tra le pratiche di purificazione esterna e di cura del proprio corpo si
ricordano la pulizia del cavo orale, delle orecchie, del naso, delle zone anale e
vaginale, ma anche il bagno mattutino, il massaggio del corpo con creme e oli
e varie altre attività minori di routine. Si consiglia di sottoporsi a una
purificazione interna (panchakarma) ogni sei mesi, alla fine dell’estate e
dell’inverno (settembre/ottobre e marzo/aprile).

RASAYANA
I rasayana (o rimedi rigeneranti) sono sostanze o gruppi di sostanze con
particolari caratteristiche molto efficaci e rasa (essenza e forza vitale). I
rasayana rinforzano il sistema immunitario e la forza vitale (ojas) del corpo
con effetti rigeneranti e ringiovanenti. L’Ayurveda raccomanda l’assunzione
regolare di rasayana per stimolare l’energia e la longevità mantenendosi
giovani e vitali. Sono rasayana molte spezie come l’aglio, lo zenzero, il
cumino, il finocchio e il pepe lungo (pippali). Per poter espletare i loro effetti
rigeneranti, tuttavia, queste sostanze devono essere assunte nella
combinazione e nel dosaggio corretti.
Si può affermare, quindi, che i fattori determinanti per la salute sono una
respirazione corretta, dell’attività fisica adeguata come sport o yoga per
aprire gli srota e i canali energetici, un’alimentazione equilibrata con tutti i
rasa, l’assunzione di rasayana, una depurazione regolare interna ed esterna,
uno stato emotivo equilibrato e una sensazione di soddisfazione nei confronti
della vita (santosha). Tutti questi elementi aiutano a mantenere il prakriti e a
rinforzare le difese immunitarie dell’organismo. Quando soffriamo di disturbi
minori dovremmo trattare il corpo con rimedi naturali blandi dandogli il
tempo di guarire in modo spontaneo.
ALIMENTAZIONE O MEDICINALI?
In questo libro sono descritti 135 rimedi curativi che possono essere preparati
con semplici ingredienti da cucina usati quotidianamente per cucinare.
Tuttavia, perché possano avere effetti curativi è fondamentale fare una
distinzione tra medicina e alimentazione. Spezie comuni come l’aglio, lo
zenzero, il cumino, il cardamomo e i chiodi di garofano possono essere
rimedi curativi se si rispetta innanzitutto un determinato dosaggio, spesso
maggiore rispetto al loro utilizzo come spezie. Inoltre esse devono essere
preparate in un modo particolare e in una determinata combinazione per
garantirne un effetto equilibrato e scongiurare controindicazioni. Ancora, le
modalità di preparazione influenzano le caratteristiche di qualsiasi sostanza;
per esempio, l’ajwain può essere mescolato o al limone o allo yogurt, o
ancora preparato come infuso. Infine, dosaggio e frequenza di
somministrazione sono fondamentali. Nell’Ayurveda si presta attenzione
anche al momento preciso in cui assumere un rimedio. Addirittura l’acqua,
elemento imprescindibile per qualunque essere vivente, viene assunta in
modo diverso a seconda dell’effetto che si desidera ottenere. Nel primo
capitolo, per esempio, sarà descritto il contributo che può avere l’acqua
bevuta a determinati orari e in determinati modi per depurare l’organismo; al
contrario, bere la stessa acqua durante i pasti ha effetti dannosi.
L’equilibrio ha un ruolo importante anche nell’alimentazione ayurvedica. I
principi alimentari presentati in quest’opera hanno effetti benefici e curativi
in molte persone; è fondamentale, però, seguire anche le indicazioni fornite
per ciascun rimedio.
La nostra salute è nelle nostre mani. Questo libro si prefigge di aiutare i
lettori a evitare ciò che ci fa ammalare e a curare immediatamente i disturbi
minori grazie a rimedi naturali e alla prevenzione. Chi non vorrebbe essere
sempre in salute e pieno di forze? Dobbiamo capire che un po’ di
prevenzione e del duro lavoro possono aiutarci a raggiungere questo
obiettivo. Nell’Ayurveda la salute rappresenta la prima priorità della vita:
trascurarla perché “non si ha tempo” rischia di farci ammalare e, cosa ancor
più grave, di farci perdere la gioia di vivere, tempo e denaro.
RIMEDI CURATIVI
DEPURAZIONE DEL CORPO
Attraverso l’alimentazione e l’inquinamento atmosferico molte tossine
entrano nel nostro corpo. Gli alimenti vengono prodotti con l’impiego di
fertilizzanti chimici e pesticidi per essere poi trattati con ogni sorta di
insaporitori, coloranti artificiali, aromi e conservanti. Anche il sapone, lo
shampoo e il dentifricio sono veicoli attraverso i quali le tossine penetrano
nell’organismo; a questi si aggiungono ancora le sostanze tossiche naturali
rilasciate da insetti, vermi e alcune piante. Molte persone accumulano tossine
a causa di abitudini alimentari dannose, in particolare mangiando troppo
spesso e troppo abbondantemente. Questo causa amadosha, uno stato di
intossicazione dovuto ai resti di cibo non digerito che si fermano nello
stomaco e formano una pasta densa (ama). Attraverso i processi digestivi e i
succhi gastrici aggressivi che ne vengono prodotti, l’ama rilascia tossine
nocive per il sangue, i polmoni e la pelle. La reazione di alcune persone a
queste sostanze è diretta e violenta, ci permette di scorgere il pericolo e di
evitarlo. Tuttavia, in alcuni casi esse si formano all’interno dell’organismo in
modo celato, rinforzando così i loro effetti dannosi.
L’Ayurveda attribuisce una grande importanza alla depurazione interna ed
esterna del corpo, all’evitare tossine e alla disintossicazione periodica
dell’organismo. Il panchakarma (disintossicazione semestrale) è una pratica
utilizzata al giorno d’oggi in tutto il mondo; tuttavia, vorrei limitarmi in
questo libro ad alcuni rimedi curativi semplici ed efficaci. Per un
panchakarma completo è necessario approfondire bene gli aspetti pratici e
teorici dell’Ayurveda: per maggiori informazioni su questo tema, vi invito a
consultare le mie opere già pubblicate.
DEPURAZIONE QUOTIDIANA
Un metodo relativamente semplice di depurazione quotidiana consiste nel
bere acqua, ancor meglio se acqua calda al cardamomo, tre volte al giorno.
L’effetto dell’acqua sulle tre energie vitali (vata, pitta e kapha) varia a
seconda del luogo. Il cardamomo conferisce all’acqua maggior equilibrio.

ACQUA AL CARDAMOMO

Bollire 3-4 semi di cardamomo sbucciati e pestati in un litro d’acqua per


2-3 minuti. Travasare l’acqua in un thermos per mantenerla calda o
lasciarla raffreddare a temperatura ambiente in una caraffa.

Tempistiche: bere l’acqua calda tre volte al giorno.

1. Bere la prima dose al mattino a stomaco vuoto e attendere mezzora


prima di fare colazione.
2. Bere la seconda dose mezzora prima di cena.
3. Bere la terza dose prima di coricarsi. Si consiglia di cenare almeno
due ore prima di andare a letto.

Dose: la dose singola standard è di 200 ml. Per le persone con un peso
corporeo superiore a 70 kg si consigliano 300 ml. Per i bambini, a
seconda dell’età la dose può variare da 100 a 150 ml.
DEPURAZIONE SETTIMANALE
Questo semplice metodo di depurazione periodica è stato concepito sulla base
dello svedana (cura del sudore) del panchakarma ed è stato già descritto in
vari libri. Il suo obiettivo non è solo quello di depurare tramite il sudore ma
permette anche un’estrema rilassatezza, allevia lo stress e migliora la
carnagione.
Il metodo si sviluppa in tre fasi e ha una durata di circa tre ore. È
importante evitare le correnti d’aria e in inverno riscaldare bene la stanza e il
letto con una borsa dell’acqua calda.

FASE 1: massaggiarsi con dell’olio caldo (olio di sesamo, di oliva, ghi o un


altro olio per massaggi) praticando una pressione vigorosa in modo da farlo
assorbire bene dalla pelle. Ripetere il massaggio più volte finché il corpo è
saturo d’olio.

FASE 2: fare un bagno di 15-30 minuti aggiungendo all’acqua qualche


goccia di olio essenziale (di eucalipto o citronella). Si può utilizzare anche la
miscela seguente.

PREPARATO PROFUMATO PER IL BAGNO

Semi di finocchio 1 cucchiaio


Chiodi di garofano tritati 1 cucchiaino
Cannella in polvere 1 cucchiaino

Bollire tutte le spezie in un litro d’acqua per 15 minuti circa a fuoco


vivace. Filtrare e aggiungere il preparato all’acqua del bagno.

In alternativa si può avvolgere il corpo per 15-30 minuti con degli


asciugamani bagnati in acqua calda e leggermente strizzati. Per garantire una
distribuzione omogenea del calore in tutto il corpo, si consiglia di tenere a
disposizione dell’acqua calda in cui immergere rapidamente gli asciugamani
appena iniziano a raffreddarsi. È importante che tutto il corpo sia coperto e si
riscaldi.

FASE 3: dopo la cura del sudore lavarsi con un sapone delicato contenente
olio; evitare i bagnodoccia poiché solitamente tendono a seccare la pelle.
Avvolgersi in un accappatoio e stendersi a letto, avendo cura di tenere a
portata di mano un thermos di infuso allo zenzero (o di infuso “Magia
dell’Undici” descritto in questo libro). Rimanere nel letto preriscaldato per
almeno 30 minuti sorseggiando via via un po’ di infuso e rimanendo coperti
per favorire la sudorazione. Durante questa fase è consigliato anche dormire.

Questa semplice cura non è indicata solamente per depurarsi, ma aiuta


anche a rilassare la mente, a migliorare l’aspetto fisico e a bilanciare il
Vata. La vita moderna è dominata da Vata e Rajas, pertanto soffriamo di
molti disturbi dovuti al disequilibrio cronico del Vata.
DEPURAZIONE MENSILE
Questa cura depurativa deriva dal panchakarma ayurvedico definito
Virechana. Indipendentemente dalla presenza effettiva di stati di
costipazione, la cura ha effetti benefici sull’intero sistema digerente e, di
conseguenza, sul metabolismo.
Si tratta dell’unica cura che non richiede l’impiego di spezie ed erbe
ayurvediche; ciononostante, ho deciso di inserirla in quest’opera poiché i
disturbi al fegato e all’intestino causano molti problemi di salute e
impediscono l’assorbimento degli altri rimedi curativi. Dopo averla ripetuta
un paio di volte, basterà rispettare gli otto principi dell’alimentazione
ayurvedica per mantenere l’organismo sano, depurato e vitale.

LASSATIVO

Per questa cura assumere una volta al mese un lassativo blando, per
esempio delle foglie di cassia (Cassia angustifolia) o del passato di
cassia (Cassia fistula), o ancora un leggero lassativo acquistato in
farmacia. In Europa, le foglie di cassia si trovano facilmente nella
maggior parte delle farmacie; in Italia vengono chiamate anche foglie di
senna. Assumere il lassativo prima di coricarsi: di norma, durante questa
cura si verificano da 3 a 4 evacuazioni diarroiche liquide.

Dosaggio: 5-10 g di foglie di cassia polverizzate sciolte in acqua calda.


In alternativa, è possibile preparare un passato facendo bollire un frutto
di cassia (amaltas) lungo ca. 12-15 cm in acqua. Il dosaggio dipende dal
peso corporeo. Ai più giovani si consiglia l’assunzione di metà
dosaggio, ai bambini sotto i dodici anni di un terzo della dose indicata.
Bere il preparato 2 ore dopo cena e coricarsi.
DEPURAZIONE SEMESTRALE
Per questa cura si assumeranno sostanze che aiutano l’organismo a depurarsi.
Definite nell’Ayurveda “depurativi del sangue”, esse hanno effetti benefici
soprattutto per coloro che si trovano spesso ad affrontare problemi cutanei e
allergie.

CURA ALLA CURCUMA


Il rimedio domestico più semplice consiste nell’assunzione regolare di latte di
curcuma (o latte d’oro) per 15 giorni.

LATTE DI CURCUMA

Portare a ebollizione 250 ml di latte, aggiungere 1-1½ cucchiaino di


curcuma in polvere o pasta di curcuma fresca e lasciare bollire per un
minuto. Addolcire con dello zucchero candito a piacimento. Bere il latte
(meglio se ben caldo) 15 minuti prima di colazione o 2 ore dopo cena.

Dosaggio: le quantità indicate nella ricetta corrispondono a una dose. In


caso di sovrappeso aggiungere un po’ più di curcuma. Ai bambini si
raccomanda l’assunzione di metà dosaggio, ai neonati di circa 50 ml.

Chi non beve latte o è intollerante può aggiungere la curcuma e dello


zucchero al ghi caldo rispettando le dosi sopra indicate.

La curcuma in polvere si trova con estrema facilità, mentre la curcuma


fresca (simile allo zenzero fresco) è reperibile solitamente in erboristeria.
La curcuma non è utile solo per depurare il sangue, ma presenta anche
capacità antinfiammatorie, antibiotiche e fungicide; per questa ragione, la
ricetta del latte di curcuma verrà consigliata anche in altri punti di questo
libro.
DEPURAZIONE DEL SANGUE CON
ALTRI RIMEDI
Il sangue può essere depurato grazie a una combinazione di sostanze attive.
In un libro pubblicato in precedenza ho già raccolto varie ricette che possono
essere impiegate a questo scopo; di seguito descriverò invece una ricetta
realizzabile in modo semplice e veloce utilizzando spezie di facile
reperibilità.

MIX DEPURATIVO DEL SANGUE

Cumino 10 g
Chiodi di garofano 10 g
Semi di fieno greco 10 g
Ajwain 10 g Cumino nero (nigella) 10 g
Semi di crescione inglese 10 g
Foglie essiccate di basilico 10 g
Noce moscata 10 g
Liquirizia 30 g

Essiccare tutti gli ingredienti, macinarli finemente e miscelarli.


Setacciarli e macinare nuovamente le parti più grossolane.

Dosaggio: assumere ¾-1 cucchiaino al giorno per 15 giorni prima di


coricarsi. Ai bambini si raccomanda l’assunzione di metà dose. Mettere
in bocca la miscela e ingerirla bevendo dell’acqua tiepida o a
temperatura ambiente.
L’ajwain, noto anche come erba del vescovo, è simile al timo, come
quest’ultimo contiene timolo ma ha un gusto molto più intenso. Della pianta
vengono impiegati solo i semi. Nei negozi indiani si trovano due tipologie
diverse di ajwain, entrambe sono adatte per le ricette di questo libro.
Prima di utilizzarlo, allargare i semi di ajwain su un piatto bianco e
controllare che non siano presenti impurità; in caso contrario sarà
necessario lavare accuratamente i semi perché sono troppo piccoli per
essere puliti a secco. Coprire i semi con acqua in modo che gli eventuali
sassolini e residui di terra si depositino sul fondo mentre i semi galleggiano
sull’acqua. Aiutandosi con un colino, togliere i semi dall’acqua, allargarli su
un canovaccio pulito e lasciarli asciugare per più giorni in modo che si
possano conservare. L’ajwain è utile anche per altre ricette.
DEPURAZIONE A SEGUITO DI
PUNTURE D’INSETTO O
CONTATTO CON SOMMACCO
VELENOSO
Le punture e i morsi di alcuni insetti sono dolorosi e possono causare febbre e
infezioni. Inoltre esistono varie piante le cui foglie sono fortemente irritanti in
caso di contatto con la pelle. Un rimedio domestico specifico può essere
particolarmente d’aiuto in questi casi.

1. Bere il latte di curcuma sopra descritto due volte al giorno.


2. Assumere la miscela depurativa del sangue una volta al giorno.
3. Applicare la seguente pasta sulla parte interessata da gonfiore o eruzione
cutanea.

PASTA DI NOCE MOSCATA

Pestare un pezzo di noce moscata su un piano ruvido in pietra


aggiungendo alcune gocce di latte e continuare a lavorarla fino a
ottenere una pasta. Sarà necessario aggiungere del latte più volte. Se non
si ha a disposizione un piano di pietra adeguato, grattugiare la noce
moscata finemente e mescolarne ½ cucchiaino con alcune gocce di latte
per ottenere una pasta non troppo liquida. La pasta deve avere una
consistenza molto fine per poter penetrare bene nella pelle. Applicare la
pasta sulla puntura (o sul morso) e sulla pelle circostante. Il gonfiore e il
dolore diminuiranno rapidamente.
RIMEDI PER LA STANCHEZZA E
LA SPOSSATEZZA
La stanchezza cronica causa vari disturbi, pertanto dovrebbe essere curata
immediatamente. Inizialmente si può soffrire di attacchi sporadici di
stanchezza che possono essere dovuti al disequilibrio delle tre energie vitali
(dosha), che a sua volta può derivare da cambi improvvisi delle condizioni
climatiche, da abitudini alimentari irregolari o da eventi particolari come
viaggi, situazioni in cui si deve parlare molto o un cambiamento mal gestito
dello stile di vita. Il primo passo verso la guarigione è conoscere i rimedi e le
cure che permettono di ristabilire l’equilibrio.
Se non affrontiamo questi disequilibri o ne ignoriamo i sintomi, gli stati di
stanchezza iniziano ad accumularsi e sfociano in irritabilità, nervosismo e
confusione mentale. La stanchezza continua porta all’esaurimento rendendo
l’organismo cagionevole e soggetto a infezioni. Altre cause che conducono
alla spossatezza sono l’eccesso di stimoli, la carenza di sonno e gli eccessivi
sforzi fisici, ma esistono anche forme di spossatezza cronica dovute a disturbi
particolari, come le difficoltà digestive e le intolleranze alimentari. Anche la
convalescenza dopo una malattia, l’insoddisfazione costante e il pessimismo
sono spesso associati a stati anomali di stanchezza. Se queste situazioni
perdurano, possono derivarne effetti negativi per il sistema immunitario e, di
conseguenza, l’organismo può essere attaccato più facilmente dalle infezioni.
Il disequilibrio dei dosha o forti preoccupazioni comportano inizialmente
uno stato di stanchezza che consuma via via le riserve del corpo, chiamate
dhatu nell’Ayurveda. Se questo disequilibrio non viene trattato, si finisce per
raggiungere uno stato in cui queste riserve sono completamente esaurite
(dhatukshay o distruzione dei dhatu) e il corpo non ha più energia per far
fronte alle proprie funzioni. A questo punto l’uomo non è più in grado di
condurre una vita normale. Recentemente la medicina moderna ha
riconosciuto che questi stati sono dovuti allo stress e li ha definiti “burn-out”.
Nell’Ayurveda, la loro comparsa si spiega nei seguenti termini.
Squilibrio delle energie vitali, sforzi eccessivi o forti preoccupazioni

Stanchezza La stanchezza non curata porta a

Stanchezza cronica che rende impossibile condurre una vita normale e


causa confusione mentale, irritabilità, rabbia e depressione

Esaurimento delle riserve del corpo (dhatukshay), uno stato di squilibrio


totale e di esaurimento delle energie mentali e fisiche che bloccano
completamente la vita.
MANTENERE L’EQUILIBRIO
FONDAMENTALE
VATA VIKRITI
Sintomi: si manifestano uno o più sintomi dei seguenti: costipazione, gola
secca, arti rigidi, pelle secca, ansia, stanchezza, disturbi del sonno, irritabilità.

Azioni consigliate:

1. Bere sempre acqua calda, meglio se acqua al cardamomo.


2. Eseguire un massaggio con olio tiepido fino a saturazione della pelle,
seguito da un bagno caldo come descritto al capitolo precedente.
3. Consumare pietanze calde e ricche di grassi dal gusto prevalentemente
dolce e acidulo. Evitare sostanze piccanti, astringenti e amare.
4. Assumere solamente cibi e bevande caldi, evitare alimenti e bevande
fredde.
5. In caso di squilibrio del vata bere dell’infuso di basilico e liquirizia.

INFUSO DI BASILICO E LIQUIRIZIA

Versare ½ l d’acqua in un pentolino e aggiungere 4-5 foglie di basilico e


½ cucchiaino di liquirizia in polvere. Portare a ebollizione e lasciare
bollire per circa 5 minuti a fuoco lento avendo cura di coprire il
pentolino con un coperchio. Togliere dal fuoco e lasciar riposare alcuni
minuti, filtrare e berne due volte al giorno.

6. Se lo squilibrio del vata è stato causato dal freddo e si soffre di arti rigidi
e doloranti, preparare e bere il seguente infuso:
INFUSO DI BASILICO E CARDAMOMO

Lasciare in ammollo per 5 minuti 6-7 semi di cardamomo pestati e 7-8


foglie di basilico (Tulsi) in ½ l d’acqua. Far bollire a fuoco lento per 5
minuti avendo cura di coprire il pentolino con un coperchio. Versare
l’infuso in 2 tazze.

7. Anche l’ajwain o l’infuso di timo hanno effetti benefici in caso di


disequilibrio del vata. Per prepararlo, far bollire per cinque minuti ½
cucchiaino di ajwain o di timo in ½ l d’acqua.
8. Per ristabilire l’equilibrio del vata è utile anche pestare ogni giorno uno
spicchio d’aglio e ingerirlo con ¼ di cucchiaino di ghi. Evitare di bere
bevande fredde dopo l’infuso.
9. Pestare un cucchiaino di nigella (cumino nero), uno di cumino romano e
2 di zucchero candito, dividere la miscela in sei porzioni e assumerne tre
porzioni al giorno per due giorni. Se i sintomi da disequilibrio del vata
perdurano, ripetere la cura.
10.In caso di vata vikriti cronico, assumere la seguente miscela:

MISCELA DI QUATTRO SEMI

Semi di fieno greco 50 g


Ajwain 50 g
Semi di crescione inglese 50 g
Cumino nero (nigella) 50 g
Pulire tutti i semi dalle impurità e macinarli finemente. Miscelare bene e
assumerne mezzo cucchiaino tre volte al giorno per 10-15 giorni.

Questo rimedio curativo è efficace anche per molti altri problemi di salute e
sarà consigliato in altri punti di questo libro. Si consiglia di averne sempre
una scorta in casa.
PITTA VIKRITI
Sintomi: i possibili sintomi sono la sensazione di forte calore, eruzioni
cutanee, herpes o foruncoli, indigestione, gusto acidulo in bocca, fame o sete
eccessive, sudorazione eccessiva, urina gialla, odore corporale e attacchi
d’ira.

Azioni consigliate:
Si raccomanda di evitare l’alcool e di mangiare cibi semplici e non troppo
salati o speziati. Evitare il peperoncino, il pepe e altri cibi piccanti.

1. Evitare di esporsi al sole e alla calura pomeridiana.


2. Bere abbondantemente acqua, latte freddo e lassi.
3. Fare dei bagni freddi e massaggiare il corpo con ghi o olio di cocco. Se
si avverte una sensazione di bruciore in alcune parti del corpo, macinare
dei chiodi di garofano e dei semi di finocchio in egual misura, lavorare
la polvere con dell’acqua per ottenere una pasta e applicarla sulla parte
interessata. Lasciare agire per mezzora e risciacquare.
4. Preferire cibi dal sapore prevalentemente dolce, amaro e astringente
come riso, Masoor Dal, spinaci, carote, cavolo cappuccio, zucca,
zucchini, melanzane, karela (melone amaro), datteri, banane, mele e uva,
papaya, latte freddo, ghi, formaggio fresco (paneer), finocchio, chiodi di
garofano, coriandolo e liquirizia.
5. In caso di squilibrio del pitta è utile anche mangiare la zuppa di Masoor
Dal e ghi.

ZUPPA DI MASOOR DAL

Masoor Dal 100 g


Semi di finocchio ¼ di cucchiaino
Curcuma ¼ di cucchiaino
Sale a piacimento
Ghi 3 cucchiaini
Foglie di coriandolo 1 cucchiaino
Lavare più volte il Dal e lasciarlo in ammollo per 15 minuti. Far bollire
½ l d’acqua, scolare il Dal e versarlo nella pentola. Insaporire con il sale
e le spezie e lasciar bollire a fuoco lento per 30 minuti coprendo la
pentola con un coperchio. Mescolare ripetutamente. Se la zuppa diventa
troppo densa, aggiungere dell’acqua. A cottura quasi ultimata
aggiungere le foglie di coriandolo tritate e prima di servire incorporare il
ghi. Se non si hanno a disposizione foglie di coriandolo è possibile
sostituirle con dei semi di coriandolo tritati che dovranno essere aggiunti
alla zuppa assieme alle altre spezie.

Dosaggio: dividere la zuppa in due porzioni e consumarla due volte al


giorno.
KAPHA VIKRITI
Sintomi: lo squilibrio del kapha è segnalato da uno o più dei seguenti
sintomi: gusto dolciastro in bocca, salivazione eccessiva, urina schiumosa,
feci collose e bisogno accentuato di dormire. Saltuariamente compaiono
anche sensazione di pesantezza, insonnia, fiacchezza e passività.

Azioni consigliate:
1. Evitare alimenti oleosi, grassi, salati e difficili da digerire. Cucinare con
poco olio d’oliva. Sforzarsi di praticare attività fisica e a uscire di casa
per una passeggiata o altre attività all’aria aperta (la mancanza di
movimento peggiora i disturbi).
2. Utilizzare spezie come zenzero, aglio, semi di aneto, cumino nero, semi
di fieno greco e semi di senape.
3. Mangiare solamente pietanze preparate fresche.
4. Fare bagni caldi e di vapore.
5. Sforzarsi di praticare attività fisica e di fare passeggiate. Mantenere il
corpo attivo e non dormire per più di otto ore al giorno.
6. Uscire di casa e incontrare altre persone invece di rimanere a oziare tra
le mura domestiche.
7. Evitare di guardare troppo la televisione poiché questo causa
disequilibrio del kapha e del vata.
8. Si consiglia di consumare germogli di soia, patate, insalata di crescione
inglese, pomodori, cavolfiore, pesche, prugne, agrumi e miele. Evitare il
ghi e utilizzare poco olio di sesamo e di oliva. Non mangiare zucchero o
alimenti zuccherati; preferire dolcificanti come lo zucchero candito o lo
jaggery.
9. Mangiare ogni giorno uno spicchio d’aglio con del miele.
10.Bere infuso allo zenzero, cardamomo, pepe e basilico.
PREVENZIONE E CURE
1. Preferire cibi semplici ma equilibrati.
2. Mangiare regolarmente frutta e verdura.
3. Preferire pranzi caldi, soprattutto zuppe di verdura, carote e pollo
fresche.
4. Sforzarsi di consumare i pasti sempre alla stessa ora ed evitare spuntini
intermedi.
5. Inserire delle pause di relax durante la giornata. Se non è possibile, si
raccomanda di bere qualcosa di caldo dopo il lavoro e di coricarsi per un
breve periodo.
6. Il latte caldo, o il latte di curcuma precedentemente descritto, aiutano
contro la stanchezza.
7. Se si ha una forte sensazione di stanchezza e spossatezza, si raccomanda
il rimedio seguente per riottenere le energie necessarie.

ENERGIZZANTE CONTRO LA
STANCHEZZA
L’Ayurveda prevede vari energizzanti, chiamati rasayana, particolarmente
efficaci in caso di stanchezza. Rasayana è un concetto generale che
comprende centinaia di rimedi rinforzanti ed energizzanti: infatti, esso indica
qualsiasi sostanza o miscela che stimoli la digestione e l’assorbimento
rinforzando la vitalità e le difese immunitarie (ojas).
Per combattere la stanchezza, tornare vitali e rinforzare le difese
immunitarie si consiglia di assumere questo semplice rimedio due volte al
giorno: in questo modo si guadagneranno energie e si migliorerà il sonno, la
sessualità e la circolazione del sangue. Inoltre, questo rimedio è efficace in
caso di mani e piedi freddi e dona una carnagione più bella al volto, regola la
sensazione di fame e sete e stabilizza il bilancio termico dell’organismo.

RASAYANA PER LA STANCHEZZA

Semi di coriandolo 50 g
Cumino romano 50 g
Semi di fieno greco 50 g
Cumino nero (nigella) 50 g
Ajwain 50 g
Semi di finocchio 50 g
Zenzero essiccato 50 g
Liquirizia 50 g
Pepe nero 25 g
Pepe lungo (Pippali) 25 g
Chiodi di garofano 25 g
Cannella 25 g
Cardamomo 25 g
Foglie di basilico essiccate (Tulsi) 25 g
Foglie di alloro o di cannella 25 g

Pulire tutti gli ingredienti, asciugarli, sgranare i semi di cardamomo dai


baccelli e lasciarli essiccare al sole o in forno a bassa temperatura per un’ora.
Macinare tutto nel macinino da caffè o da spezie e miscelare bene. Filtrare la
polvere e macinare finemente le parti più grossolane.
Per conservare la miscela mescolarla bene con del miele di buona qualità; per
le quantità sopra indicate serviranno circa 2½ kg di miele in modo da ottenere
una pasta densa. Conservare in un vasetto di vetro ben chiuso.
Dosaggio: un cucchiaino colmo tre volte al giorno in caso di stanchezza
estrema. Per rinforzare la vitalità e le difese immunitarie assumere un
cucchiaino al giorno. Per i bambini si raccomanda da ¼ a ½ cucchiaio al
giorno a seconda dell’età.
Se non si riesce a reperire qualcuno degli ingredienti sopra indicati, è
possibile semplicemente saltarlo. Questa miscela può essere utilizzata anche
per speziare il cibo.

ALTRI RIMEDI DOMESTICI PER MANTENERE


L’ENERGIA
Di seguito indico un semplice energizzante alternativo che può essere utile se
non si ha il tempo e le forze per preparare un altro rasayana.

CUMINO ROMANO CON ZUCCHERO CANDITO

Cumino romano 1 cucchiaino


Zucchero candito (mishri) 1 cucchiaino

Dorare il cumino romano in una padella calda per 30 secondi.


Aggiungere lo zucchero candito e macinare tutto fino a ottenere una
polvere fine. Dividere in due porzioni e assumere la miscela due volte al
giorno. Per i bambini si consiglia l’assunzione di metà dose.

ZAFFERANO (KESAR) COME RASAYANA


Impiegare esclusivamente zafferano puro e di alta qualità coltivato soprattutto
nel Kashmir, in Spagna e nel sud della Francia. Anche se chiuso nella
confezione, lo zafferano puro ha un odore molto forte e aromatico.

LATTE ALLO ZAFFERANO

È possibile sciogliere lo zafferano nel latte caldo mescolando


vigorosamente; in alternativa lo si può assumere con un cucchiaio di ghi
dopo averlo scaldato, mescolato allo zafferano stesso e lasciato riposare
per qualche minuto. Il ghi va bevuto mentre è ancora caldo e liquido.
Dosaggio: se usato come rasayana, la dose giornaliera di zafferano è
pari a 100 mg. Pertanto, 1 g di zafferano può essere suddiviso in dieci
porzioni. Assumere la miscela regolarmente per 15-20 giorni.

AGLIO COME RASAYANA


L’aglio è un rasayana molto efficace perché ha cinque dei sei rasa. Il suo
sapore è dolce, piccante, amaro e astringente ma non acido. In base alla
tolleranza e alla predisposizione individuale (prakriti) se ne consiglia
l’assunzione solo in piccole dosi: vata prakriti con del ghi, pitta prakriti con
dell’acqua e kapha prakriti con del miele. Inizialmente se ne può mangiare
uno spicchio al giorno, aumentando via via la quantità fino a un massimo di
tre al giorno. Se non si è sicuri a quale prakriti si appartiene si consiglia di
assumere il rasayana all’aglio sotto descritto.
L’aglio conferisce un odore particolare all’alito, al sudore e alle urine: per
contrastarlo si consiglia di masticare dei semi di cardamomo o di bere
dell’infuso di coriandolo. Il rasayana all’aglio può essere preparato anche
con del miele per essere adatto a tutti i tipi di prakriti e per ridurne il forte
odore caratteristico.

RASAYANA ALL’AGLIO

Aglio 100 g
Miele 300 g
Chiodi di garofano 10 g

Sbucciare gli spicchi d’aglio e lasciarli essiccare per parecchie ore


all’aria. Metterli in un vasetto dotato di tappo, aggiungere il miele e i
chiodi di garofano e mescolare bene. Chiudere bene il tappo e
conservare il vasetto al buio. Mescolare una volta al giorno. Il rasayana
deve “maturare” per 10 giorni.
Dosaggio: inizialmente assumere uno spicchio d’aglio con un chiodo di
garofano prima di coricarsi, masticandoli bene. A seconda della
tolleranza è possibile aumentare la quantità fino a tre spicchi.
L’INFUSO “MIRACOLO DELL’UNDICI”
Questo infuso contiene una miscela di undici spezie che ho sviluppato
qualche anno fa e ha già dimostrato di essere straordinariamente efficace. Io
stessa ne bevo due volte al giorno. Consiglio di preparare una quantità
abbondante di miscela e di berne una tazza al giorno anche quando si è in
salute e ci si sente pieni di energia. Consiglio questo infuso anche nel mio
libro sul dimagrimento poiché impedisce alle persone in dieta di stancarsi
troppo velocemente.

INFUSO “MIRACOLO DELL’UNDICI”

Semi di coriandolo 50 g
Zenzero essiccato 50 g
Liquirizia 50 g
Semi di finocchio 50 g
Semi verdi di cardamomo 25 g
Semi neri di cardamomo 25 g
Foglie di basilico essiccate (Tulsi) 25 g
Pepe lungo 25 g
Pepe nero 25 g
Chiodi di garofano 25 g
Cannella 25 g
Pulire tutti gli ingredienti e macinarli finemente. Miscelare bene le
polveri e setacciarle per dividere le parti più grossolane che dovranno
essere nuovamente macinate. Infine miscelare nuovamente con cura
tutte le polveri insieme. Conservare la miscela in un vasetto con
coperchio a chiusura ermetica.
Dosaggio: sciogliere ½ cucchiaino di miscela in ½ l d’acqua e lasciar
bollire per 3 minuti coprendo il pentolino con un coperchio. Lasciare
riposare per altri 3 minuti prima di servire. Questo infuso è adatto anche
ai bambini e ai neonati rispettando una dose massima giornaliera di 50
ml. I ragazzi più grandi possono consumarne 200-300 ml al giorno a
seconda dell’età.

IL “MIRACOLO DELL’UNDICI” CON TÈ NERO

Per gli amanti del tè nero consiglio anche la seguente ricetta:


Dopo aver preparato la miscela descritta sopra aggiungere un cucchiaio
di tè nero e lasciare bollire per altri 30 secondi circa. Aggiungere 150 ml
di latte e dello zucchero candito e far bollire ancora per 1 minuto.
Questo infuso ha effetti stimolanti ed energizzanti.

RASAYANA PER IL CUORE


Questa cura rinforza il cuore e si basa sull’infuso “Miracolo dell’Undici”
sopra descritto.

RASAYANA PER IL CUORE

Miscela “Miracolo dell’Undici” 100 g


Cardamomo 50 g
Liquirizia 50 g
Petali di rosa essiccati 50 g
Foglie di menta essiccate 50 g
Miele 600 g

Sgranare i semi di cardamomo e macinarli finemente assieme alla


liquirizia, alle foglie di menta e ai petali di rosa. Miscelare con il
“Miracolo dell’Undici” e incorporare bene il miele per ottenere una
pasta (avaleha). Le spezie assorbiranno il miele. Se la pasta diventa
troppo secca, aggiungere altro miele. Conservare in un vasetto di vetro
asciutto e pulito.
Dosaggio: assumere ¾ di un cucchiaino al giorno per 15 giorni e
ripetere la cura dopo alcuni mesi.
STANCHEZZA CAUSATA DALLO
SQUILIBRIO DELL’ENERGIA
VITALE (DOSHA)
Una tipologia particolare di stanchezza dipende dallo squilibrio del dosha o
dell’energia vitale. All’inizio del capitolo ho descritto i sintomi e i rimedi
curativi per questo tipo di disturbo. Tuttavia, se il disequilibrio di vata e
kapha permane (vikriti) può generarsi una stanchezza dalle caratteristiche
molto marcate; è importante quindi riconoscere questi sintomi per intervenire
in modo mirato rinforzando l’effetto benefico dei rasayana e delle cure
energizzanti.

SPOSSATEZZA DOVUTA ALLO SQUILIBRIO DEL


VATA
Sintomi: la stanchezza viene causata dal vata vikriti. Basta un minimo sforzo
o il lavoro quotidiano per esaurire le energie, si ha il desiderio di rimanere
seduti o sdraiati e di evitare il movimento e l’attività fisica. Sebbene una
breve pausa basti per riprendere le forze, la stanchezza torna a farsi sentire
altrettanto velocemente. Al risveglio il corpo sembra rigido ma questa
sensazione si affievolisce dopo un bagno o una doccia caldi.
Oltre ai metodi preventivi descritti in precedenza, si consiglia di seguire la
cura riportata qui sotto.
CURA PER LA STANCHEZZA VATA

Cumino nero (nigella) 50 g


Semi di fieno greco 50 g
Cumino romano 50 g
Ajwain 50 g
Semi di crescione inglese 50 g
Pepe lungo 50 g
Semi di finocchio 50 g

Pulire tutti gli ingredienti e macinarli finemente. Miscelare bene le


polveri e conservarle in un vasetto di vetro con coperchio. Versare la
dose giornaliera in un contenitore più piccolo.
Dosaggio: gli adulti possono assumere 1 cucchiaino al giorno per circa
2 settimane appena dopo essersi alzati dal letto. Per i bambini sopra i 6
anni si raccomanda l’assunzione di metà dose, per quelli più piccoli ¼
della dose indicata per gli adulti. Mettere in bocca la miscela e ingerirla
con l’aiuto di un po’ d’acqua calda o di acqua al cardamomo.

SPOSSATEZZA DOVUTA ALLO SQUILIBRIO DEL


KAPHA
Sintomi: tipica è la sensazione di pesantezza e svogliatezza, nonché la
tendenza a dormire troppo. Tuttavia, al contrario dello squilibrio del vata
dormire molto non è d’aiuto ma rende ancora più stanchi. Alzarsi al mattino
diventa difficile. Dopo pranzo ci si sente particolarmente stanchi e si ha la
tendenza ad appisolarsi. Si ha la sensazione di essere senza forze e pigri e si
tende a rimandare i lavori.
Oltre ai metodi descritti in precedenza per l’equilibrio del kapha, si
consiglia di seguire la cura riportata qui sotto.
CURA PER LA STANCHEZZA KAPHA

Zenzero 50 g
Pepe lungo 25 g
Pepe nero 25 g
Cardamomo maggiore 25 g
Foglie di basilico essiccate 25 g
Cannella 10 g
Liquirizia 25 g

Pulire tutti gli ingredienti e macinarli finemente.


Dosaggio: gli adulti possono assumere ½ cucchiaino due volte al
giorno, per i bambini si raccomanda l’assunzione di metà dose.

STANCHEZZA MENTALE
Nella maggior parte dei casi la stanchezza mentale può essere risolta
dormendo bene e a sufficienza. Tuttavia, se a causa di un’eccessiva attività
fisica e mentale si è troppo stanchi, risulta spesso difficile riuscire a dormire
in modo sano. Anche i bambini possono essere soggetti a stanchezza mentale
a causa della forte pressione provocata dagli impegni scolastici, ma anche
impiegati e manager, spesso costretti a parlare molto e a interagire con molte
persone, possono essere colpiti da questo disturbo.
Riporto di seguito un rimedio domestico semplice da assumere per due
settimane o al bisogno al fine di rischiarare la mente.

RIMEDIO PER LA STANCHEZZA MENTALE

Mandorle 100 g
Anacardi 100 g
Semi di zucca 100 g
Zucchero candito (mishri) 150 g
Semi di finocchio 50 g
Pepe nero 25 g
Pepe lungo 25 g

Macinare finemente le spezie, lo zucchero e gli anacardi separatamente.


Setacciare le spezie macinate, poi miscelare bene tutti gli ingredienti.
Conservare la miscela in un vasetto di vetro pulito e asciutto con un
tappo a chiusura ermetica.
Dosaggio: assumere 1 cucchiaino al giorno con del latte caldo. I
bambini in età scolare possono assumerne metà dose.
Questa miscela rilassa la mente, rinforza la memoria e migliora la vista.
In caso di disturbi del sonno si consiglia di assumerne la sera prima di
coricarsi.
DISTURBI DEL SONNO
Quando lo spirito è sfinito e gli esausti organi di senso si ritirano
dagli oggetti, l’uomo dorme… Felicità o infelicità, corpulenza o
magrezza, forza o debolezza, potenza o impotenza, intelletto o
ignoranza, vita o morte: tutto dipende dal sonno. Dormire negli
orari sbagliati, troppo o male rende infelici e trasforma la vita in
un incubo. Dormire bene porta a una sensazione di soddisfazione
e vitalità, proprio come una scintilla di vera sapienza infonde un
senso di completezza yogi… Per mantenere in salute l’organismo
un sonno sano è altrettanto importante di un’alimentazione
equilibrata. Il sovrappeso o il peso forma sono influenzati
prevalentemente dal sonno e dall’alimentazione.

— CHARAKA SAMHITA, SUTRASTHANA

È evidente che Charaka, uno dei sommi saggi dell’Ayurveda, attribuiva


un’importanza particolare al dormire bene. Il sonno è sano quando è
profondo, indisturbato, sufficientemente lungo e negli orari giusti.
L’Ayurveda vieta di dormire durante la giornata, salvo in caso di grande
calura estiva. Il sonno equilibrato rispetta la lunghezza delle notti invernali e
la brevità delle notti estive, non è né troppo lungo, né troppo corto e deve
adattarsi all’età e alle condizioni in cui viviamo.
Le ore di sonno necessarie dipendono dall’età, dal tipo di lavoro e da altre
circostanze. Un neonato proviene dal tamas (il ventre materno) e deve
adattarsi lentamente alle raja (le attività del mondo); per questo i bambini
appena nati hanno bisogno di dormire molto (da 15 a 16 ore). Man mano che
crescono, i bambini iniziano ad accorciare le ore di sonno che passano a 9-10,
mentre gli adulti sentono la necessità di dormire dalle 6 alle 8 ore a seconda
della costituzione fisica e dal tipo di lavoro che svolgono. Chi ha un lavoro
che richiede sforzi di natura fisica ha bisogno di meno ore di sonno rispetto a
chi svolge un lavoro intellettuale. Le persone anziane (secondo l’Ayurveda
oltre i 70 anni) dormono relativamente poco, in base anche alla loro
costituzione fisica. Durante i periodi di malattia, in convalescenza o durante
le terapie sentiamo il bisogno di dormire di più: il sonno stimola la guarigione
e la ripresa delle forze.
Di seguito sono descritti i cinque disturbi del sonno che ricorrono più
sovente con l’indicazione di possibili modi di trattamento e guarigione.

SONNO DISTURBATO E AGITATO


Un sonno disturbato e agitato è causato dallo squilibrio del vata e da troppe
rajas (attività). I seguenti consigli aiutano a ristabilire un sonno sereno e
tranquillo.
1. Riequilibrare il vata con la cura di massaggi e sudore descritta in
precedenza.
2. Assicurarsi di non soffrire di costipazione. Ogni giorno si dovrebbe
andare di corpo due volte; maggiori informazioni su rimedi adeguati in
questo ambito sono riportate nel capitolo successivo.
3. Pranzare e soprattutto cenare sempre alla stessa ora. Si consiglia di
consumare pasti caldi, possibilmente prevedendo sempre una zuppa. La
cena dovrebbe tenersi sempre almeno due ore prima di coricarsi.
4. È di fondamentale importanza prepararsi adeguatamente a dormire
lasciando andare i pensieri legati alla quotidianità, ascoltando musica
meditativa, ripetendo un mantra o svolgendo altri esercizi di
concentrazione (chiamata meditazione nel mondo occidentale). Bere una
tazza del seguente infuso un’ora dopo aver cenato o comunque prima di
coricarsi.

INFUSO CALMANTE

Liquirizia 50 g
Foglie di basilico (Tulsi) 50 g
Cardamomo verde 50 g
Finocchio 50 g
Coriandolo 50 g

Pulire tutti gli ingredienti, essiccarli e macinarli finemente (le foglie di


basilico si essiccano molto lentamente). Alcuni ingredienti possono
essere acquistati già essiccati. Far bollire dell’acqua, aggiungere ½
cucchiaino di miscela e lasciare riposare per 3 minuti coprendo il
pentolino con un coperchio. In alternativa si può lasciare riposare una
presa di tutti gli ingredienti (senza macinarli) in 250 ml d’acqua per 5
minuti. Filtrare e bere. Dosaggio: la dose massima giornaliera è di 1
cucchiaino di miscela macinata.

5. Massaggiare la nuca, dietro le orecchie e attorno al naso con della crema


prima di coricarsi.
6. Praticare degli esercizi di respirazione (pranayama) prima di andare a
dormire; alcuni semplici esercizi sono descritti qui di seguito e aiutano a
liberarsi dai pensieri della giornata per ritrovare uno stato di serenità
(sattva). Prepararsi alla tranquillità notturna praticando esercizi di
respirazione stimola un sonno profondo e sereno.

PRANAYAMA O RESPIRO CONTROLLATO


Una respirazione corretta è molto importante sia per rimanere in salute sia per
guarire. I pranayama sono esercizi di Yoga che mirano a una respirazione
controllata e cosciente e stimolano la salute e la serenità mentali.
Il pranayama prevede tre fasi: inspirazione, espirazione e trattenimento del
respiro. Se queste tre fasi vengono gestite in modo errato può risentirne lo
stato di salute con la comparsa di mal di testa o infezioni alla gola e alle altre
vie respiratorie. Inoltre, anche gli altri sensi possono esserne influenzati
negativamente e di conseguenza ci si stanca velocemente. Pertanto è
importante esercitare e verificare regolarmente la respirazione: a questo
scopo sono pensati i quattro semplici esercizi descritti di seguito, che
dovranno essere eseguiti per cinque minuti alla mattina e alla sera, all’aria
aperta o davanti a una finestra aperta.
Esercizio 1: sedetevi in posizione semplice (a gambe incrociate, sukhasana)
o in una posizione rilassata. Iniziate a inspirare profondamente in modo lento
e regolare. Concentratevi completamente sull’aria che state inspirando e sul
ritmo con il quale essa si fa strada nel vostro corpo. Rilassatevi e trattenete il
respiro il più a lungo possibile. Poi espirate alla stessa velocità continuando a
concentrarvi sull’aria che state buttando fuori. Quando avete svuotato
completamente i polmoni, rimanete in raccoglimento e concentratevi sullo
spazio all’interno del vostro corpo. Ripetete questo esercizio più volte
cercando di dilatare via via sempre di più il tempo di inspirazione,
espirazione e trattenimento del respiro.

Esercizio 2: in questa fase le due metà del corpo verranno alimentate di


energia in modo separato. Le due metà rappresentano rispettivamente
l’inerzia (tamas) e l’attività (rajas), ma possono anche essere paragonate alla
luna (lato sinistro) e al sole (lato destro) o al giorno e alla notte. Tappatevi
una narice ed eseguite il pranayama come descritto nell’esercizio 1 ma solo
attraverso la narice aperta. Tenete chiusa la narice destra con il pollice destro
e respirate attraverso la sinistra. Trattenete il respiro chiudendo anche la
narice sinistra con l’anulare sinistro. Liberate nuovamente la narice sinistra
ed espirate, poi ritappatela sempre con l’anulare per trattenere nuovamente il
respiro. Ripetete l’esercizio con la narice sinistra da sei a dieci volte, poi
cambiate lato e ripetete tutto da capo con la narice destra.

Esercizio 3: in questa fase inspirate attraverso una narice ed espirate


attraverso l’altra, per poi invertire i lati. Inizialmente inspirate dalla narice
destra tenendo chiusa quella sinistra con il pollice. Trattenete il fiato
tappando anche la narice destra con l’anulare. Liberate poi la narice sinistra
per espirare mantenendo chiusa quella destra. Chiudete nuovamente la narice
sinistra per trattenere il respiro, poi ripetete l’esercizio invertendo la
sequenza. Ripetete l’esercizio da sei a dieci volte per purificare il canale
energetico centrale del corpo.

Esercizio 4: in questa fase inspirate attraverso le due narici e tappatele


entrambe con il pollice e l’anulare per trattenere il respiro a polmoni pieni e
vuoti. In questo modo sarà più facile dilatare via via le singole fasi del
pranayama.
INSONNIA
L’insonnia è causata spesso da uno squilibrio cronico del vata e da situazioni
di rajas estremi. Per sua natura, il vata è fresco e secco, ma il sonno è uno
stadio dell’inattività (tamas) e del kapha; durante il sonno, i sensi esausti si
chiudono e la mente si ripara dai nuovi influssi provenienti dal mondo che ci
circonda. L’insonnia è un disturbo che compare quando i sensi non sono in
grado di isolarsi dall’esterno perché non sono sufficientemente stanchi per
sottrarsi a colui che li controlla, oppure perché la mente non si aliena e
impedisce loro di staccarsi dalla realtà quotidiana. L’insonnia può essere
trattata in modo duraturo grazie a cure di calore, massaggi con oli particolari,
bagni caldi e la ripetizione di mantra (japa) per infondere pace e tranquillità
nella mente. Inoltre, in questi casi c’è la necessità di seguire un’alimentazione
che stimoli il kapha come le zuppe di verdura con ghi, i piatti a base di grano,
il latte caldo alla curcuma con del ghi o il latte caldo e dolce con ghi o burro
ecc. L’alimentazione calda e grassa aiuta a equilibrare gli aspetti secchi e
leggeri del vata.

RIMEDI CHE FAVORISCONO IL SONNO


Oltre alle cure contro l’insonnia descritte precedentemente è possibile fare
ricorso ai seguenti rimedi per ristabilire il normale fabbisogno di dormire
dell’organismo.

DORMIRE BENE GRAZIE ALLE CIPOLLE

Le cipolle crude hanno effetto mitigante e rilassante e possono essere


consumate per cena in vari modi. Inoltre, sono utili per preparare il
seguente rimedio:

Cipolle 1 (media)
Miele 1 cucchiaio

Sbucciare la cipolla e schiacciarla contro le maglie di un colino per


spremerne il succo (eventualmente schiacciare i residui con il dorso di
un cucchiaio per ottenere più succo). Consumare con del miele che ne
mitiga il gusto e l’odore intenso.
Dosaggio: la dose indicata è adatta agli adulti. Per i bambini si
raccomanda metà dose, mentre per i bambini dai tre ai sette anni un
terzo della dose completa. Ai bambini sotto i tre anni va somministrato
¼ di cucchiaio. Questo rimedio non è adatto ai neonati.

ALTRI RIMEDI E ATTIVITÀ CHE FAVORISCONO


IL SONNO
1. Massaggiare dell’olio di papavero o di mandorla dietro all’orecchio e
soprattutto dietro al padiglione auricolare praticando una leggera
pressione.
2. In caso di insonnia cronica è utile effettuare un massaggio ayurvedico
del capo (champi) applicando con la punta delle dita un po’ d’olio sul
cuoio capelluto e massaggiandolo vigorosamente con varie tecniche
(spiegate in dettaglio nel mio libro sui massaggi ayurvedici indicato in
bibliografia).
3. Evitare di bere bevande fredde in estate; al loro posto preferire
dell’acqua al cardamomo calda.
4. Rilassarsi per almeno un’ora prima di coricarsi. La mente deve avere il
tempo di prepararsi al sonno per passare dai rajas al sattva. Guardare un
film, conversare con gli amici o frequentare un ambiente rumoroso può
dare la sensazione di essere rilassati, ma la mente rimane iperattiva. Al
contrario, è importante permetterle di ritrovare la necessaria tranquillità.
SONNO BREVE E INSUFFICIENTE
Alcune persone dormono troppo poco e soffrono di un ciclo del sonno
anormale: dormono bene nella prima metà della notte ma poi si svegliano e
non riescono più ad addormentarsi per tre-quattro ore nonostante tutti gli
sforzi e i tentativi. Poiché queste poche ore di sonno non sono sufficienti,
durante la giornata si sentiranno stanche e affaticate. Per alcuni il problema
compare solo sporadicamente mentre altri ne soffrono quasi ogni notte.
Inizialmente queste persone si addormentano perché sono stanche e i loro
sensi sono esausti, ma superata la prima fase del sonno si svegliano e non
riescono a dormire almeno sei ore, ossia il tempo minimo sufficiente per
permettere all’organismo e alla mente di riorganizzarsi e di riprendersi dallo
stress e dagli sforzi quotidiani.

Questo disturbo può avere varie cause.

1. A volte può dipendere dal consumo eccessivo di caffè, tè nero o verde.


2. In altri casi il problema è dovuto all’iperattività della mente che
impedisce un funzionamento armonico ed equilibrato di corpo e sfera
cerebrale. Si crea così una situazione conflittuale in cui il corpo è esausto
e richiede riposo mentre la mente iperattiva (rajas) impedisce un sonno
ristoratore.
3. Inoltre esiste una categoria di persone che si preoccupa troppo e a cui
manca saggezza. In linea di massima si tratta di persone insoddisfatte
della vita che soffrono pertanto di frustrazione e sonno irregolare.
4. Dagli studi che ho compiuto è emerso che molti dei disturbi del sonno
sopra descritti sono correlati a un’atmosfera non adatta a dormire
serenamente. Per esempio, la presenza di un televisore in camera da letto
rende l’ambiente rumoroso; in alcune case manca l’aria fresca, si fuma o
c’è odore di cibo. Queste persone mi raccontano spesso di riuscire a
dormire bene quando sono in vacanza.
5. Alcune persone riferiscono di aver sofferto di insonnia a causa del poco
lavoro e del troppo riposo. Vanno a letto molto presto e si svegliano
quando il corpo ha riposato sufficientemente.

I consigli che seguono possono aiutare a instaurare un sonno continuo e


sufficiente:

1. Bere meno tè e caffè. Se si fa fatica a eliminarli completamente, evitare


almeno di berne dopo le ore 15.
2. Cenare almeno due ore prima di coricarsi e bere un bicchiere di acqua
calda prima di andare a letto.
3. Seguire tutti i consigli che ho dato per l’insonnia.
4. Tenere la camera da letto pulita e silenziosa.
5. Prima di coricarsi bere del latte alla curcuma o del latte caldo dolce con
del burro o del ghi.
6. Alle persone descritte al precedente punto 5 si raccomanda di camminare
per almeno un chilometro dopo cena.
7. Assumere il rimedio alla cipolla descritto in precedenza per un paio di
giorni e rispettare gli altri consigli volti a correggere il ciclo del sonno.
8. Chi soffre di questo disturbo solo sporadicamente dovrebbe bere un
bicchiere di latte caldo e mangiare una banana quando si sveglia nel
cuore della notte. Inoltre, sarà opportuno ricercare e combattere le cause
dell’insonnia.
SFASAMENTO DEL CICLO
SONNO-VEGLIA
Si tratta di un disturbo causato spesso dallo sfasamento temporale che deriva
da frequenti viaggi, da un cambiamento delle abitudini legate al sonno o dal
lavoro a turni. Chi ne soffre si sente sveglio e iperattivo nel momento in cui
dovrebbe andare a letto, mentre quando è ora di alzarsi si sente estremamente
stanco. In questi casi è importante ristabilire per gradi il normale ciclo sonno-
veglia. Per evitare la stanchezza o la sensazione di sonno in orari impropri è
importante che i sensi siano sufficientemente stanchi e si possano isolare non
appena è ora di coricarsi. Le seguenti attività favoriscono un ciclo sonno-
veglia regolare.

1. Seguire i consigli sull’insonnia per prepararsi al sonno nell’orario


corretto.
2. Se non si riesce a dormire evitare di distrarsi con altre attività. Al
contrario, eseguire alcuni esercizi di respirazione (pranayama) descritti
in precedenza. Rimanendo sdraiati assumere la posizione shavasana
(posizione del cadavere) rilassando completamente tutto il corpo.
Istruzioni dettagliate sono riportate nel mio libro Yoga per la salute.
3. Prestare attenzione al respiro grazie a questo semplice esercizio:
prendere coscienza del proprio respiro “ascoltando” i polmoni che si
riempiono, trattenere brevemente il respiro e “ascoltare” l’aria che
fuoriesce.
4. Evitare di dormire durante la giornata anche attraverso gli esercizi
descritti nel prossimo paragrafo “Dormire troppo”.
5. Lavarsi gli occhi con acqua fredda per evitare la sonnolenza a orari
impropri. Trascorrere qualche minuto all’aria aperta facendo dei respiri
profondi e veloci.
6. Durante il lavoro consumare pasti leggeri e scarsi.
Donare energia al corpo e alla mente attraverso gli esercizi pranayama
7. già descritti per superare il senso di sonnolenza a orari indesiderati.
DORMIRE TROPPO
L’eccessiva sensazione di sonno deriva per lo più da uno squilibrio del
kapha. Il dosha kapha è umido, pesante e freddo, pertanto deve essere
equilibrato con attività calde e, nel rispetto della sua natura, attraverso cibi
caldi come lo zenzero, il pepe, il cumino, il cardamomo nero e la cannella. Si
consiglia di evitare cibi grassi e contenenti amido.
Le miscele di spezie D e H descritte di seguito possono essere impiegate in
cucina per equilibrare il kapha e stimolare la digestione. La miscela D è
adatta alle pietanze di verdura e carne, mentre la miscela H si addice alle
zuppe e alle insalate. Alle zuppe viene aggiunta verso fine cottura, mentre per
le insalate va incorporata alla salsa di condimento.

MISCELA DI SPEZIE D

Zenzero essiccato 50 g
Ajwain 50 g
Cumino 50 g
Pepe nero 25 g
Pepe lungo 25 g
Finocchio 25 g
Chiodi di garofano 10 g
Semi di aneto 15 g

MISCELA DI SPEZIE H

Cumino (leggermente arrostito) 50 g


Semi di aneto 30 g
Ajwain 50 g
Pepe nero 25 g
Pepe lungo 25 g
Foglie di menta piperita (essiccate) 50 g

Pulire, essiccare e macinare finemente tutti gli ingredienti. Conservare


in un contenitore per spezie e consumare regolarmente seguendo le
indicazioni sopra elencate.
Dosaggio: ½ cucchiaino a persona al giorno di ciascuna miscela.

Prestare attenzione ai seguenti punti relativi all’alimentazione:

1. Utilizzare molto zenzero fresco e poche cipolle.


2. Mangiare frutta mista e verdure di vari colori.
3. Evitare il più possibile il pane di grano. Al posto delle pietanze a base di
grano e riso preferire il miglio indiano (chiamato in India mandua o
raagi).
4. Consumare pochi alimenti contenenti amido come cereali, lenticchie ecc.
Al loro posto preferire le noci.
5. Consumare latticini (formaggio, latte, panna, burro ecc.) solo in quantità
moderata.

Sconsiglio di bere tè o caffè per rimanere svegli poiché potrebbero alterare il


ciclo sonno-veglia. Infatti queste sostanze hanno un effetto prolungato
sull’organismo e tengono svegli anche quando sarebbe ora di dormire
causando così altri disturbi del sonno. Inoltre, a lungo andare non
rappresentano una vera soluzione al problema.
DISTURBI DIGESTIVI
L’apparato digerente dell’uomo comprende tutto il tratto che va dalla bocca
all’uscita dell’intestino ed è preposto all’elaborazione del cibo, al
metabolismo e all’espulsione delle scorie dall’organismo. In questo paragrafo
ci occuperemo dei disturbi digestivi più comuni; a questo proposito è
importante conoscere gli otto principi aurei dell’alimentazione ayurvedica.
Grazie a queste regole ho avuto modo di aiutare molte persone in tutto il
mondo risolvendo problematiche digestive dolorose e pressoché croniche.

GLI OTTO PRINCIPI AUREI


DELL’ALIMENTAZIONE AYURVEDICA
1. Utilizzare tutti i rasa per la preparazione dei pasti. Cercare di impiegare
ingredienti diversi per ogni pasto evitando di combinare tra loro alimenti
contrapposti che non si sposano bene (vedi anche la tabella più avanti).
Le pietanze calde e liquide dovrebbero contenere pochi grassi. Evitare di
consumare conserve o cibi preparati il giorno prima (basa). Il cibo
dovrebbe sempre essere servito curandone l’aspetto per favorire
un’atmosfera piacevole ed esteticamente invitante.
2. Evitare di consumare pasti in situazioni di forte stress o grande carico
emotivo. Se prima di mangiare ci si sente stressati, è preferibile attendere
un po’, fare qualche esercizio di respirazione, lavarsi il viso con
dell’acqua fredda e solo successivamente sedersi con calma a tavola.
3. Prepararsi psicologicamente a mangiare prima di iniziare il pranzo o la
cena; in questo modo, il corpo viene caricato di energia. Osservare il
cibo e concentrarsi sul pensiero che i cinque elementi dell’alimentazione
possono fornire equilibrio, voglia di fare e salute. Pronunciare una breve
preghiera o inspirare profondamente più volte.
4. Evitare di mangiare troppo lentamente o troppo velocemente e di
parlare con la bocca piena.
5. Secondo l’Ayurveda è preferibile bere appena prima o un’ora dopo dei
pasti. Se si sente la necessità di bere qualcosa durante il pasto, è
preferibile bere in piccoli sorsi. Preferire vino e birra di alta qualità e
consumarne solo in quantità moderata. Evitare di bere succhi e latte
durante i pasti; preferire dell’acqua, ma sempre un’ora prima o dopo
aver mangiato. I pasti dovrebbero essere preparati in modo tale da
garantire sufficienti liquidi (grazie a zuppe, minestre ecc.).
6. Evitare di mangiare finché il pasto precedente non è stato
completamente digerito. Secondo i principi ayurvedici il mancato
rispetto di questa semplice regola intossica l’organismo. Dopo ciascun
pasto evitare di mangiare per almeno quattro ore. Anche piccolezze
come un pezzetto di cioccolato o della frutta rappresentano per lo
stomaco del cibo da lavorare e digerire, pertanto è importante non
mangiare assolutamente nulla tra un pasto e l’altro. Se dopo un pasto
abbondante non si avverte alcuna sensazione di fame nemmeno dopo
cinque o sei ore, è consigliabile saltare il pasto successivo,
eventualmente sostituendolo con una zuppa o una minestra leggera.
7. Molte persone si ammalano perché mangiano troppo. L’Ayurveda
consiglia di mangiare sempre solo la quantità necessaria per riempire lo
stomaco fino a due terzi. Pertanto, è importante mangiare fino a sentirsi
sazi, non fino a non poterne più. Questa regola si basa sul principio che
anche le tre energie vitali (vata, pitta e kapha) hanno bisogno di spazio
all’interno dello stomaco per poter digerire gli alimenti: se quest’ultimo
è completamente riempito di cibo, con la digestione le energie occupate
(dosha) verranno espulse dallo stomaco causando un disequilibrio che a
sua volta comporterà disturbi digestivi ed eventualmente anche
amadosha (digestione incompleta che causa il deposito di residui di
alimenti non digeriti nel tratto gastrointestinale portando a una graduale
intossicazione dell’organismo). Per mantenere in buono stato la salute
evitando malattie legate alle difficoltà digestive è importante essere
molto disciplinati rispetto alle quantità di cibo da assumere.
8. Evitare di fare il bagno o la doccia subito dopo aver mangiato.
Aspettare almeno due ore, meglio se tre; se possibile lavarsi prima dei
pasti. Inoltre evitare di praticare sport o attività intense dopo aver
mangiato perché potrebbero causare un disequilibrio vata. Si consiglia
piuttosto di fare una passeggiata lenta. La cena dovrebbe essere
consumata almeno due ore prima di coricarsi; durante la notte
l’organismo dovrebbe rimanere almeno dodici ore senza mangiare.

I principi 5, 6 e 7 sono particolarmente importanti: il loro rispetto ha


permesso a molte persone di guarire da disturbi intestinali dolorosi. Per
rimanere in buona salute si consiglia di integrare questi otto principi nelle
proprie abitudini quotidiane.
COMBINAZIONI DI ALIMENTI
CONTRAPPOSTI
Per sua natura, il corpo umano tende a respingere sostanze, azioni o
preparazioni contrapposte. Queste contrapposizioni possono derivare anche
dall’alimentazione a causa di combinazioni errate di alimenti, modalità
sbagliate di preparazione, ora, luogo, dosaggi ecc. Consumando alimenti
contrapposti tra loro si violano i principi ayurvedici da vari punti di vista,
rischiando così conseguenze anche severe. Le reazioni dell’organismo
possono variare da una sensazione immediata di malessere a effetti
indesiderati meno dirompenti ma potenzialmente molto pericolosi. Infatti, dai
disturbi minori dovuti a combinazioni alimentari errate possono svilupparsi
patologie croniche. Pertanto è importante essere cauti nel combinare alimenti
diversi per non rischiare di intossicare involontariamente il corpo (e la
mente).

LISTA DELLE COMBINAZIONI ALIMENTARI


ERRATE
1. Latte e melone
2. Latte e ravanelli rossi
3. Latte e sostanze acide
4. Miele e vino
5. Miele e bevande calde
6. Acqua calda dopo aver mangiato miele
7. Sostanze fredde dopo aver mangiato ghi o altri grassi
8. Alimenti dolci o freddi per le persone abituate a cibi molto speziati e
piccanti e viceversa
9. Alimenti, comportamenti o medicinali diversi da quelli consumati
abitualmente
10.Preparazioni errate, per esempio utilizzando alcuni elettrodomestici che
rendono il cibo inadatto
11.Modalità di cottura errate, per esempio utilizzando combustibili di bassa
qualità o consumando cibi bruciati, crudi o troppo cotti
12.Cibi non corrispondenti alle singole stagioni, come noci in estate o
bevande fredde in inverno ecc.
13.Yogurt durante la notte
14.Bevande troppo fredde o troppo calde
15.Combinazioni di sostanze fredde e calde
16.Cibi troppo salati, troppo piccanti, troppo speziati o troppo acidi
17.Cibi non tipici dell’area geografica in cui ci si trova, per esempio
alimenti crudi o piccanti in zone secche e aride
18.Le persone che lavorano molto, con una vita sessuale molto attiva e che
praticano molto sport dovrebbero evitare alimenti che riducono il vata.
19.Le persone che dormono molto e fanno poca attività fisica dovrebbero
evitare alimenti che riducono il kapha.
20.Un’alimentazione che non corrisponde alla propria tipologia costitutiva.
COSTIPAZIONE
La costipazione o lo svuotamento incompleto dell’intestino comportano molti
disturbi. I resti degli alimenti che rimangono all’interno del corpo fermentano
a causa della temperatura corporea e intossicano l’organismo e la mente.
Secondo l’Ayurveda si dovrebbe andare di corpo due volte al giorno, una
volta il mattino dopo essersi alzati e una volta la sera prima di cena. È facile
abituare il corpo a questo ritmo.
Il metodo più semplice e sicuro per guarire da stati di costipazione e per
garantire lo svuotamento completo dell’intestino consiste nel bere dell’acqua
calda (meglio se al cardamomo) come descritto in precedenza. Si consiglia di
bere dell’acqua calda al mattino subito dopo essersi alzati evitando poi di
rimettersi a letto. Praticare qualche esercizio di yoga, fare una passeggiata o
qualche altra attività fisica. Dopo circa dieci minuti andare in bagno e
contrarre i muscoli per praticare una pressione sul tratto intestinale al fine di
favorirne lo svuotamento. Ripetere questi passaggi la sera prima di cena.
Se ciononostante la digestione continua a essere lenta, seguire i punti sotto
indicati:

1. Evitare di mangiare troppi cibi freddi come pane, affettati o formaggi.


2. Prevedere verdura e insalata per cena.
3. Cenare con una zuppa di verdura che contenga sempre qualche verdura
verde e un cucchiaio di ghi.
4. Cenare esattamente tre ore prima di andare a letto e bere un bicchiere di
latte caldo con del ghi subito prima di coricarsi. Aggiungere 2 cucchiaini
di ghi a 200 ml di latte, mescolare bene e zuccherare a piacimento con
dello zucchero candito.
5. Evitare succhi di frutta con conservanti e altri alimenti molto elaborati.
Come dessert preferire della frutta fresca.
6. Evitare di mangiare molte patate o combinarle con della verdura verde.
Per esempio, un pasto con carne e patate senza insalata o minestra di
verdure non è salutare e può causare costipazione.
7. Trattenere il bisogno di evacuare o interrompere lo svuotamento naturale
dell’intestino può provocare problemi gastrici e stati di costipazione.
Pertanto evitare di trattenersi e andare in bagno appena si avverte lo
stimolo.

RIMEDI CONTRO LA COSTIPAZIONE


Se non si riesce a risolvere uno stato di costipazione grazie ai metodi sopra
descritti, si può fare ricorso ai rimedi seguenti.

CONFETTURA DI ROSE

Per la preparazione della confettura di rose sono necessarie foglie di


rosa rossa fresche. Raccogliere le foglie di rosa ogni giorno e avvolgerle
in un canovaccio pulito. Quando sono in quantità sufficiente, tritarle con
un mixer o un tritaverdure, versarle in un vasetto pulito e incorporare
mescolando bene dello zucchero candito pestato finemente. Aggiungere
altro zucchero finché l’impasto risulta secco e composto
prevalentemente di zucchero. Lasciare riposare al sole o in un luogo
caldo e luminoso almeno due settimane mescolando occasionalmente.
Grazie al calore, le foglie di rosa rilasciano un liquido che trasformerà
via via il composto in una specie di confettura.
Dosaggio: Sciogliere 1-2 cucchiaini di confettura (a seconda del peso
corporeo) in circa 150 ml di latte caldo e bere prima di coricarsi. I
bambini sopra gli otto anni possono assumerne 1 cucchiaio con le stesse
modalità, mentre i bambini più piccoli ne assumeranno solo ½
cucchiaio.

HALVA DI FARINA DI GRANO INTEGRALE O DI FARINA DI


SPELTA

Questa ricetta equilibra il vata e calma le mucose del tubo digerente. In


quantità maggiori è adatta anche per colazione.
Farina di grano integrale o farina di spelta 3 cucchiai
Ghi 2 cucchiaini
Cardamomo verde 5 semi

Riscaldare il ghi, estrarre i semi di cardamomo dal baccello, aggiungerli


assieme alla farina e mescolare bene. Ridurre la temperatura e lasciare
dorare la farina continuando a mescolare. Aggiungere 200 ml d’acqua e
lasciare cuocere per altri 2-3 minuti sempre mescolando. Consumare
caldo.

Dosaggio: la quantità indicata corrisponde alla dose per un adulto da


consumare come dessert dopo una cena leggera con zuppa. Il rimedio è
adatto anche ai bambini e ai neonati. I neonati oltre i sei mesi possono
consumare il preparato anche come pietanza principale.
PANE DI GERME DI GRANO

Questo rimedio è adatto alle persone che soffrono di costipazione


cronica per risolvere una volta per tutte questo disturbo.
Lavare accuratamente 200 g di germe di grano da agricoltura biologica e
lasciarli in acqua per almeno 24 ore affinché germoglino. Scolare
dall’acqua e tritare il germe di grano con un mixer senza ridurlo però a
una purea. Se necessario aggiungere qualche goccia d’acqua per
ottenere un impasto liquido. Sciogliere del ghi in una padella
antiaderente e cuocere l’impasto per ottenere una specie di piadina.
Dosaggio: mangiare il pane almeno una volta al dì per 15 giorni assieme
a della zuppa di verdure o a verdure bollite. Ripetere il trattamento ogni
volta che si soffre di difficoltà digestive o costipazione. Questo pane
può essere mangiato anche regolarmente una volta a settimana o ogni 15
giorni.

Va sottolineato anche che rimanere seduti troppo a lungo, praticare poca


attività fisica e condurre una vita stressata possono causare stati di
costipazione. Pertanto, si consiglia di ricercare le cause di tali disturbi. Le
persone reagiscono in modi molto diversi alle situazioni di stress, spesso
contraendo eccessivamente varie parti del corpo: alcuni contraggono la zona
cervicale, altri la pancia, altri ancora lo sfintere. La costipazione può derivare
anche da insicurezza, paura, ansia e preoccupazioni; in questo caso, spesso si
accompagna con atteggiamenti di introversione, o in generale di chiusura in
se stessi.
MAL DI STOMACO
Una persona sana può soffrire di mal di stomaco a causa di cibi difficilmente
digeribili o infezioni blande. Alimenti secchi e duri come lenticchie, mais
(popcorn), ceci ecc. ma anche ulcere gastriche e altre patologie producono
gas che possono provocare flatulenza e dolore addominale. Questi ultimi casi
richiedono chiaramente trattamenti specifici non limitati a quanto descritto in
questo libro.
Il rimedio più semplice contro il mal di stomaco e la flatulenza è
rappresentato dall’acqua calda, ma anche la miscela di quattro semi già
presentata è un’ottima soluzione: per questi disturbi ne va assunto ½
cucchiaino ingerendolo con dell’acqua calda. In alternativa è possibile
assumere ½ cucchiaino di ajwain al limone (descritto più avanti in questo
capitolo). In questo modo sarà possibile risolvere la flatulenza e stimolare
l’evacuazione intestinale.
A volte il mal di stomaco è accompagnato da sensazione di malessere e
vomito, in alcuni casi addirittura da mal di testa: nella maggior parte dei casi,
questi disturbi sono causati da alimenti non tollerati, mal preparati o scaduti.
In questi casi si consiglia di bere molta acqua calda e di indurre il vomito;
spesso queste misure sono sufficienti per ritrovare immediatamente il
benessere.

IPERACIDITÀ E ULCERE GASTRICHE


Lo stomaco è un organo incredibile in cui i cibi che assumiamo vengono
sottoposti a tutti i processi metabolici per poter essere assorbiti
dall’organismo. Lo stomaco umano è in grado di digerire sostanze che gli
siano affini per struttura e composizione (per esempio la carne) senza
autodigerirsi. Infatti, durante la fase digestiva quest’organo produce succhi
gastrici molto acidi che non lo attaccano né lo danneggiano grazie alla
barriera formata dalle cellule epiteliali della mucosa gastrica. Queste cellule
“protettive” dello stomaco si rinnovano continuamente; tuttavia, alcuni
alimenti come il tè, il caffè, l’alcol e i medicinali (soprattutto gli antidolorifici
e gli antiartritici) indeboliscono questa funzione protettrice, aumentando così
il rischio che gli acidi gastrici riescano a superare la mucosa e a intaccare la
parete dello stomaco provocando malessere e dolore. Se questa azione
distruttiva della mucosa continua, le cellule possono danneggiarsi sempre più
provocando infiammazioni, degenerazione (gastrite) e ulcere gastriche che, se
non adeguatamente curate, possono portare allo sviluppo di tumori.

L’iperacidità gastrica deriva da un’alimentazione sbagliata e può essere


risolta con i seguenti rimedi.

1. Un bicchiere di latte freddo e dolce aiuta a ridurre la presenza di succhi


gastrici nello stomaco. Le persone con uno stomaco sensibile che
tendono a soffrire di iperacidità dovrebbero berne un bicchiere dopo i
pasti.
2. Masticare un chiodo di garofano dopo ogni pasto, non troppo
velocemente ma tenendolo a lungo in bocca.
3. Preparare il rimedio descritto di seguito e assumerne una dose dopo ogni
pasto.

RIMEDIO CONTRO L’IPERACIDITÀ

Chiodi di garofano 30 g
Cardamomo 20 g
Semi di finocchio 30 g
Uva sultanina 50 g
Miele 1 cucchiaio

Estrarre i semi di cardamomo dal baccello, macinare finemente le tre


spezie e filtrarle per ottenere una polvere sottile. Tritare l’uva sultanina
con un mixer o un tritaverdure e mescolarla con le mani alle spezie in
polvere. Aggiungere del miele e lavorare il tutto fino a ottenere un
impasto. Formare con l’impasto delle pastiglie grandi circa come un
cece e lasciarle seccare su una superficie piana. In alternativa, l’impasto
può essere conservato in una bottiglietta ben asciutta.
Dosaggio: assumere 2 pastiglie dopo ogni pasto o la quantità di impasto
corrispondente.

4. Evitare tutte le sostanze che causano iperacidità. Se si beve alcol o si


assumono altre sostanze a cui lo stomaco è intollerante, si consiglia di
prendere provvedimenti prima che insorga il problema. Per esempio,
alcune persone sono intolleranti a certi tipi di vino. Per capire quali
sostanze provocano questo disturbo basterà osservare con un po’ di
pazienza le situazioni in cui è insorto confrontandole con quello che si è
mangiato o bevuto.
5. Le persone con prakriti pitta sono particolarmente sensibili
all’iperacidità e dovrebbero quindi evitare cibi acidi e troppo speziati. I
frutti acidi come il pompelmo, le arance o le prugne dovrebbero essere
mangiati con del sale e dello zucchero per ridurre il loro effetto pitta
sull’organismo.
6. Praticare regolarmente il jala dhauti protegge dall’iperacidità e aiuta a
rilassare e mantenere sano lo stomaco. Questa pratica yoga consiste nel
bere acqua calda al mattino a stomaco vuoto per vomitarla subito dopo
volontariamente. In questo modo lo stomaco viene depurato da tutti gli
eventuali residui di cibo non digeriti (chiamati nell’Ayurveda ama).

Le ulcere gastriche sono delle piccole ferite della mucosa gastrica che
possono guarire spontaneamente se adeguatamente trattate e grazie a
un’alimentazione corretta. A questo proposito è fondamentale seguire una
dieta ferrea. È una situazione analoga a quando si ha una ferita al dito:
inizialmente si fa di tutto per mantenere pulita la zona, evitando infezioni
grazie a sapone, sale, aceto ecc. Successivamente si applica un unguento
antisettico per proteggersi da infezioni dovute a batteri, funghi, virus ecc.
Dopo un paio di giorni la ferita guarisce e ce ne si dimentica. Al contrario del
dito, non possiamo vedere le ulcere nello stomaco, ma possiamo provare a
sentirle e a percepirne la presenza. Di seguito indico alcuni metodi che
possono tornare utili in questi casi.
1. Evitare di mangiare alimenti troppo speziati, acidi o piccanti, ma
preferire piatti semplici con rasa prevalentemente dolce. Particolarmente
consigliato è il riso a grani piccoli e tondi cotto con yogurt fresco.
2. Le seguenti ricette possono essere una valida soluzione per una dieta in
caso di ulcere gastriche.

RISO ALLO YOGURT

Pulire bene una porzione di riso bianco a grani tondi e lasciarlo riposare
in acqua per cinque minuti. Mettere in una pentola con il doppio
dell’acqua e aggiungere alcuni semi di finocchio. Cuocere a fuoco lento
per 10 minuti e lasciarlo riposare per altri 5 minuti coprendo la pentola
con un coperchio.
Portare lo yogurt fresco a temperatura ambiente, mescolarlo bene con un
cucchiaio e aggiungere una presa di salgemma. Mescolare lo yogurt e il
riso tiepido in quantità uguali.
Consumare in piccole porzioni ricordando che è preferibile fare tanti
piccoli pasti rispetto a uno abbondante.

VERDURE MISTE

Utilizzare verdure dal rasa dolce come carote, zucchine, pastinache,


patate, zucca, finocchio ecc. Lavare la verdura, pulirla, tagliarla a
pezzetti e bollirla in acqua a bassa temperatura. Aggiungere qualche
seme di finocchio e lasciare cuocere finché le verdure sono ben cotte e
l’acqua si è consumata. Se non si hanno problemi di intolleranza
aggiungere del ghi.
Mangiare le verdure appena cotte accompagnandole con del riso bollito.
Conservare le verdure al massimo per 5-6 ore. Non mangiare mai
pietanze preparate il giorno prima.

3. Per colazione si può mangiare del riso bollito (come descritto sopra) con
del latte caldo e zuccherato. In alternativa al latte di mucca si può
scegliere il latte di grano.
LATTE DI GRANO

Mettere a bagno dei semi di grano in acqua per 24 ore. Scolare e


aggiungere acqua pulita. Tritare con un mixer e pressare con forza il
composto contro le maglie di un colino per raccogliere tutto il liquido
(latte di grano). Mescolare del latte di grano e di mucca in quantità
uguali e fare bollire per alcuni minuti continuando a mescolare. Le
persone che soffrono di ulcere gastriche in stadio avanzato potrebbero
avere difficoltà a digerire il latte di mucca: in questo caso si raccomanda
di assumere solamente del latte di grano puro.
Addolcire a piacimento con dello zucchero candito. Questo rimedio
aiuta a calmare lo stomaco.

4. Per colazione si può mangiare anche del riso bollito con zucchero e ghi.
L’importante è che il riso sia ben cotto per renderlo altamente digeribile.
5. Utilizzare latte fresco, biologico e non omogeneizzato per la
preparazione domestica dello yogurt e di altre pietanze.
6. Preparazione dell’amido di riso: bollire in abbondante acqua del riso a
grani tondi da agricoltura biologica per almeno 30 minuti. Separare
l’amido di riso con una schiumarola e aggiungerlo alle zuppe di verdura.
7. In caso di ulcere gastriche sono ben tollerati frutti come la papaya
matura, le pere dolci e le banane.
8. Durante la cura è importante mangiare il minimo indispensabile, in
modo che lo stomaco debba lavorare il meno possibile e abbia il tempo
per guarire.

ALTRI RIMEDI PER GUARIRE DALLE ULCERE


GASTRICHE
Massaggiare la pancia tutti i giorni con dell’olio analgesico prima di fare il
bagno e prima di coricarsi per stimolare il rilassamento dei muscoli contratti e
doloranti dell’addome.
Evitare di lasciarsi andare al pessimismo a causa della malattia: è
importante rimanere fiduciosi nella guarigione e non lasciarsi sopraffare dallo
stato di malessere per evitare nervosismo e ansia che rallentano il processo di
guarigione.

INAPPETENZA
L’Ayurveda definisce l’inappetenza come aruchi, ossia la situazione in cui si
ha fame ma non si sente alcun impulso a mangiare. Questo disturbo colpisce
spesso i bambini nella fase dello sviluppo. Di seguito riporto alcuni buoni
consigli per risolvere questo problema.

1. Mangiare qualche fettina di zenzero fresco (1-2 g) impregnata di succo


di limone e cosparsa di salgemma mezzora prima dei pasti. Rispetto al
sale marino, il salgemma è morbido e contiene cloruro di potassio e altri
minerali. Se non si riesce a sopportare il gusto molto intenso dello
zenzero fresco, si può assumere 1 cucchiaino di succo di zenzero
mescolato a ¼ di cucchiaio di succo di limone e una presa di sale.
Eventualmente, è possibile diluire il preparato con dell’acqua.
2. I bambini soffrono spesso di inappetenza, ma è difficile convincerli ad
assumere questo rimedio. Pertanto, per loro è possibile preparare una
bevanda a base di sciroppo di limone e zenzero (vedi riquadro seguente)
da bere prima dei pasti.

SCIROPPO DI LIMONE E ZENZERO

Zenzero in polvere 100 g


Succo di limone 100 g
Zucchero 1 kg
Portare a ebollizione 1 l d’acqua, aggiungere lo zenzero e lo zucchero e
mescolare di tanto in tanto. Lasciar bollire per 45 minuti a fuoco lento
fino a ottenere uno sciroppo; farlo raffreddare e filtrarlo con l’aiuto di
un canovaccio o di un colino a maglie fini. Incorporare il succo di
limone e conservare lo sciroppo in una bottiglia pulita.
Dosaggio: sciogliere 2 cucchiai di sciroppo in 150 ml d’acqua. Il
rapporto tra sciroppo e acqua può essere modificato a piacere. Berne due
volte al giorno circa mezzora prima dei pasti principali.

3. Anche l’ajwain al limone è un ottimo rimedio contro l’inappetenza


(maggiori informazioni sono state fornite nel paragrafo riguardante il
mal di stomaco).

AJWAIN AL LIMONE

Ajwain 100 g
Kala Namak 50 g
Succo di limone 50 ml

Allargare su un piatto l’ajwain pulito e asciutto e versarci sopra metà


succo di limone e tutto il sale. Il Kala Namak contiene salgemma, ha un
colore scuro e un odore pungente e può essere acquistato nei negozi di
prodotti biologici e asiatici. Impregnare l’ajwain con il succo di limone;
dopo alcune ore avrà assorbito parte del succo, mentre parte dell’acqua
sarà evaporata. A questo punto aggiungere il resto del succo e mescolare
con un cucchiaio. A seconda delle condizioni atmosferiche la miscela
avrà bisogno di uno o due giorni per seccarsi. Conservare la miscela
secca in un vasetto pulito e ben chiuso.
Dosaggio: masticare lentamente ½ cucchiaino di ajwain al limone e
ingerirlo. In alternativa la stessa quantità può essere assunta con
dell’acqua calda.

4. Assumere la miscela di quattro semi precedentemente descritta nella


solita quantità di ½ cucchiaino, ma in questo caso due volte al giorno 15-
30 minuti prima del pasto principale.
5. Masticare bene dieci foglie di curry per 15 minuti prima dei pasti
ingerendone il succo e sputando i resti più duri.
6. Nella cucina indiana l’inappetenza viene curata spesso con dei contorni
specifici come il chutney o delle zuppe acide come il rasam. Riporto di
seguito la mia ricetta per preparare con semplicità il chutney alla menta.

CHUTNEY ALLA MENTA PER STIMOLARE L’APPETITO

Menta 200 g
Cipolle 2
Zenzero tagliato fino 1
cucchiaio Aglio 7-8 spicchi
Succo di limone 1 cucchiaio
Salgemma 1 cucchiaino
Peperoncini verdi (a piacere) 1
Oppure peperoncino in polvere ½ cucchiaino

Versare tutti gli ingredienti in un mixer e macinare finemente.


Dosaggio: assumere 1-2 cucchiai di chutney a ogni pasto o subito prima
di mangiare su una fetta di pane. In alternativa è possibile aggiungerlo
alla zuppa o alla pasta.
ERUTTAZIONE, FLATULENZA E
GONFIORE
Questi tre sintomi derivano dalla presenza di aria nel tubo digerente, che
gonfia la pancia e provoca rutti e flatulenza. Riporto di seguito le cause
principali di questi disturbi.

1. Tra le cause principali rientrano le cattive abitudini alimentari come il


mangiare troppo e troppo spesso. In molti casi è sufficiente rispettare gli
otto principi dell’alimentazione ayurvedica (già descritti in questo libro);
ma anche cenare tardi e andare subito a letto, fare la doccia o andare a
nuotare dopo aver mangiato ecc. possono provocare questi problemi.
2. Il gonfiore di pancia è dovuto ad alimenti difficilmente digeribili (come i
cereali e le lenticchie) o che non rientrano nelle abitudini della persona.
Per chi non è abituato, il consumo di lenticchie, ceci, pane o latte può
dare gli stessi disturbi di pietanze molto speziate o contenenti molto olio.
3. Anche i cibi precotti (basa) e conservati per più giorni e le conserve
possono provocare questi disturbi.
4. Trattenere lo stimolo naturale a evacuare o urinare causano flatulenza e
gonfiore addominale.
5. La pancia gonfia può derivare anche da forti preoccupazioni o
nervosismo. Anche forti arrabbiature influiscono sul metabolismo (agni)
provocando eruttazione e iperacidità. Infine, uno stile di vita stressato e
nervoso comporta gonfiore, costipazione e flatulenza.
6. La flatulenza e la costipazione sono due fenomeni correlati. Chi soffre
spesso di costipazione o non riesce a svuotare completamente l’intestino
è spesso soggetto a flatulenza a causa dello squilibrio vata nel tratto
gastrointestinale.

RIMEDI CONTRO L’ERUTTAZIONE, LA


FLATULENZA E IL GONFIORE
Di seguito sono riportati vari rimedi per affrontare questi tre disturbi che sono
sempre correlati l’uno all’altro. Inoltre è sempre opportuno evitare le cause
scatenanti descritte nel paragrafo precedente.

1. Agitare bene 150 ml di yogurt e aggiungere ½ cucchiaino di ajwain e ¼


di cucchiaino di Kala Namak. Agitare nuovamente lo yogurt e
mangiarne ogni giorno per due settimane dopo pranzo per curare
l’eruttazione, la flatulenza e il gonfiore di pancia. Ricordare il principio
secondo il quale lo stomaco deve essere riempito solo fino a due terzi
(compreso lo yogurt).
2. La polvere di quattro spezie è composta, come già descritto, di fieno
greco, ajwain, semi di crescione inglese e cumino nero ed è un ottimo
rimedio contro questi tre disturbi. Assumerne ½ cucchiaino con
dell’acqua calda due volte al dì dopo i pasti principali.
3. L’ajwain al limone è efficace contro l’eruttazione. Masticarne ½
cucchiaino dopo ogni pasto.
4. Pestare due piccoli spicchi d’aglio da agricoltura biologica con cinque o
sei grani di uva sultanina (dose per un adulto). Questo rimedio sgonfia
subito la pancia.
5. In caso di gonfiore ed eruttazione assumere ½ cucchiaino di miscela di
spezie H con dell’acqua calda ogni quattro ore.
6. Un rimedio molto efficace contro il gonfiore sono i murraya (foglie di
curry), che hanno effetto immediato se masticati. Le foglie fresche di
curry sono difficili da reperire in Europa, mentre essiccate perdono il
loro sapore e la loro efficacia medica. Ciononostante, in internet e in
alcuni mercati si trovano semi e piante di curry indiano (albero del
curry) che possono essere allevate in vaso.
CATTIVO GUSTO IN BOCCA E
ALITOSI
In generale un gusto cattivo in bocca e l’alitosi hanno due cause comuni: una
cattiva igiene dentale e gengivale o disturbi epatici. Quando le gengive
sanguinano e assumono una consistenza spugnosa, la causa può essere
un’infezione che, a sua volta, può portare a problemi di alitosi. Questo
disturbo sarà trattato più in dettaglio più avanti in questo libro. Se a questo si
abbina la sensazione di avere la lingua bianca, l’alitosi potrebbe derivare dal
fegato e dai succhi gastrici.

CHIODI DI GAROFANO E CARDAMOMO PER


RINFRESCARE L’ALITO

Tenere un chiodo di garofano in bocca senza masticarlo. Quando si sarà


ben insalivato e sarà diventato morbido, potrà essere ingerito senza
problemi. Alternare ai chiodi di garofano dei semi di cardamomo.

Oltre a seguire delle abitudini alimentari sane e rispettare gli otto principi
dell’alimentazione ayurvedica, assumere prima e dopo i pasti il seguente
rimedio per stimolare l’agni (fuoco digestivo).

INFUSO ALL’AJWAIN (DA BERE PRIMA DEI PASTI)

Per una dose: far bollire ½ cucchiaino di ajwain in 200 ml d’acqua a


fuoco lento per 2-3 minuti. Bere 15 minuti prima di ogni pasto.
INFUSO DIGESTIVO (DA BERE DOPO I PASTI)

Cumino nero 50 g
Ajwain 50 g
Cumino romano 50 g

Pulire ed essiccare le spezie. Far arrostire il cumino romano per qualche


minuto in una padella bollente. Macinare finemente le tre spezie e
conservare in un vasetto di vetro pulito e asciutto.
Dosaggio: per un adulto la dose varia da ½ a 1 cucchiaino a seconda del
peso corporeo. Per i bambini sopra gli otto anni si consiglia ½
cucchiaio, a quelli più piccoli ¼ di cucchiaio. La miscela va assunta con
acqua calda un’ora dopo i pasti.

LINGUA BIANCA E DISTURBI EPATICI


Le persone che soffrono da tempo di lingua bianca e alitosi potrebbero avere
un’insufficienza epatica, altri disturbi legati al fegato o un’infezione virale (in
quest’ultimo caso i sintomi saranno però solo temporanei e scompariranno da
soli).

MISCELA CHE RINFORZA IL FEGATO E STIMOLA LA


DIGESTIONE

Zenzero essiccato 10 g
Ajwain 10 g
Pepe lungo 5g
Pepe nero 5g
Cumino romano 10 g
Cumino nero 10 g
Semi di aneto 10 g
Chiodi di garofano 10 g
Foglie di menta essiccate 10 g
Cardamomo 10 g

Pulire ed essiccare tutti gli ingredienti; togliere i semi di cardamomo dal


baccello. Arrostire il cumino romano per circa 1 minuto in una padella
bollente. Macinare finemente tutti gli ingredienti e miscelarli bene,
filtrarli per ottenere una polvere sottile e conservarla in un vasetto di
vetro pulito e asciutto.
Dosaggio: come tonico per il fegato assumere ½ - ¾ di cucchiaino con
acqua calda prima di andare a letto per 15 giorni. Per prevenire i
postumi della sbornia assumere ¾ di cucchiaino a fine serata e la stessa
quantità il mattino seguente.

I seguenti aspetti sono importanti ai fini della prevenzione:

1. Evitare lo zucchero bianco e i cibi che lo contengono. Preferire lo


zucchero candito di canna, jaggery o altri tipi di zucchero di canna o di
palma.
2. Evitare di bere troppo tè o caffè e l’alcol durante il trattamento.
3. Evitare pause troppo lunghe tra un pasto e l’altro. Mangiare pietanze
calde regolarmente e sempre agli stessi orari.
4. Evitare grassi idrogenati (come la margarina) e l’olio di colza poiché
rallentano la funzione epatica. Utilizzare preferibilmente piccole quantità
di olio d’oliva, olio di sesamo o ghi.
5. Evitare i cibi fritti e cotti in olio e prevedere in ogni pasto zuppe e
insalate condite con la miscela di spezie H. Preparare le salse di
condimento delle insalate preferibilmente con succo di limone o lime.

DIARREA
Quando si hanno scariche diarroiche quattro o cinque volte al giorno, non ci
si deve lasciar prendere dal panico ma intervenire con dei rimedi efficaci. A
volte è semplicemente il modo naturale dell’organismo per depurarsi dal pitta
in eccesso; in altri casi, l’eccedente calore provocato all’interno del corpo da
determinati cibi, da condizioni climatiche estreme ecc. viene espulso sotto
forma di diarrea. In tutti questi casi, le scariche si regolarizzano naturalmente
e senza necessità di interventi particolari; si raccomanda solamente di
prestare attenzione all’alimentazione mangiando della zuppa di carote o delle
piccole quantità di riso allo yogurt.
Al contrario, se la diarrea si accompagna a mal di stomaco, forti movimenti
intestinali, gonfiore e secrezioni mucolitiche, è consigliabile ricorrere ai
seguenti rimedi.

FIORI DI MACIS CONTRO LA DIARREA

Mescolare una presa di fiori di macis in polvere e 2 cucchiai di yogurt


cremoso e assumerne ogni quattro ore. Bere abbondantemente e
mangiare solamente dello yogurt a pranzo e una zuppa di carote e patate
a cena. Indicata è anche la zuppa di fagioli mungo verdi con un paio di
carote, della curcuma, del cumino romano, dell’ajwain e un po’ di ghi.

ESTRATTO DI FINOCCHIO CONTRO LA DIARREA

La tisana al finocchio non è molto efficace contro la diarrea poiché è


sensibile al calore. Per preparare un estratto utilizzando dei semi di
finocchio è sufficiente lasciarli in ammollo in dell’acqua e spremerli
contro le maglie di un colino.
Dosaggio: assumere 1-2 cucchiaini con dell’acqua a temperatura
ambiente ogni 4 ore a seconda dell’intensità delle scariche diarroiche.
Interrompere la cura appena si nota un miglioramento. Per i bambini è
consigliato ½ - ¼ di cucchiaino a seconda dell’età. Per i bambini più
piccoli aggiungere un cucchiaino di estratto a 5 cucchiai d’acqua e
somministrarne un cucchiaino ogni 4 ore.
PRURITO ALL’ANO
Il prurito all’ano è un problema molto diffuso e può essere causato dalla
secchezza della cute o da leggere infezioni. Per risolvere questo disturbo si
consiglia di:

1. Nutrire la cute dell’area anale con olio alternato a ghi dopo la doccia.
2. Utilizzare dell’olio di senape puro e spremuto a freddo se il disturbo
persiste. Qualora non si riesca a reperire dell’olio di senape, è possibile
preparare un estratto di semi di senape in casa.
3. Nello stesso modo è possibile preparare dell’olio di curcuma, utile in
caso di gonfiori attorno o nell’ano. Si raccomanda di risciacquare con
cura la zona dopo l’applicazione perché la curcuma macchia molto.
4. In modo simile può essere preparato anche del ghi all’aglio. Aggiungere
quattro o cinque spicchi d’aglio al ghi caldo e filtrare. Applicare il ghi
raffreddato attorno alla zona anale.

ESTRATTO DI SEMI DI SENAPE

Semi di senape 1 cucchiaio


Olio d’oliva o di sesamo 3 cucchiai

Schiacciare i semi di senape. Scaldare l’olio in una pentola e aggiungere


la polvere di senape lentamente e prestando attenzione agli eventuali
schizzi. Togliere dal fuoco e lasciar riposare per più ore. Filtrare l’olio e
applicarlo quotidianamente.
INFEZIONI ALLA GOLA E AI
POLMONI
MAL DI GOLA
Nella maggior parte dei casi le infezioni partono dalla faringe per poi
espandersi; pertanto è importante intervenire subito ai primi sintomi di
irritazione, secchezza o dolore. Riporto di seguito alcuni rimedi semplici per
curare infezioni incipienti alla gola.

1. Un rimedio molto semplice contro il mal di gola è lo zenzero. In


commercio si trovano confezioni di zenzero candito da masticare ai
primi sintomi di mal di gola; in alternativa, si può utilizzare dello
zenzero fresco con dello zucchero candito.
2. Nelle pagine seguenti ho indicato una ricetta per la preparazione di una
tisana da bere e con cui fare dei gargarismi dall’effetto particolarmente
veloce.
3. Anche masticare un piccolo pezzetto di liquirizia aiuta contro le
infezioni del cavo orale.
4. Rimedi efficaci sono anche il finocchio, i chiodi di garofano e il
cardamomo, che possono essere masticati singolarmente o
contemporaneamente mettendo in bocca i semi di un baccello di
cardamomo, un chiodo di garofano e una presa di finocchio.
5. È possibile preparare delle pastiglie per la gola con diverse erbe.

PASTIGLIE PER LA GOLA

Cardamomo 5g
Foglie di alloro 5g
Cannella 5g
Chiodi di garofano 5g
Finocchio 10 g
Pepe in grani 15 g
Liquirizia 25 g
Datteri essiccati 25 g
Uva sultanina 25 g
Miele 1 cucchiaio

Tritare finemente tutti gli ingredienti (a eccezione dei datteri e dell’uva


sultanina) e filtrarli. Schiacciare i datteri e l’uva e lavorarli con il miele
per ottenere una pasta che potrà essere conservata in un vasetto di vetro
o lavorata con le mani per creare delle piccole pastiglie delle dimensioni
di un pisello. Far essiccare le pastiglie al riparo dalla luce diretta del sole
e conservarle in un vasetto ben chiuso.
RAFFREDDORE, TOSSE E FEBBRE
Il rimedio descritto di seguito è molto utile quando il naso inizia a colare.

CURA DI BESAN PER IL NASO CHE COLA

Farina di ceci (Besan) 2 cucchiai


Ghi 2 cucchiaini
Acqua 200 ml
Zucchero candito a piacimento

Il Besan non si ricava dai ceci comunemente utilizzati nella cucina


indiana e orientale, bensì da piccoli piselli marroni chiamati in hindi
kala channa. Cucinare nel ghi la farina a fuoco lento per un minuto
continuando a mescolare. Aggiungere dello zucchero e subito dopo
l’acqua. Lasciar bollire per un minuto a fuoco lento. Bere caldo.
Dopo aver bevuto la tisana, evitare gli spifferi d’aria e di prendere
freddo. Si consiglia di stendersi e coprirsi per favorire la sudorazione.
Dosaggio: le quantità sopra indicate corrispondono a una dose. A
seconda dell’intensità del raffreddore è possibile assumere il rimedio da
due a tre volte al dì.

INALAZIONI
In caso di raffreddore, tosse e naso chiuso è molto importante inalare vapori
caldi. Per la cura del raffreddore è consigliato fare dei vapori due volte al dì
fino a completa guarigione. In caso di disturbi ai seni paranasali si
raccomanda di continuare con le inalazioni per qualche giorno anche dopo
aver superato la fase acuta fino a liberarsi completamente del muco in
eccesso. Nei libri che ho pubblicato precedentemente ho già descritto le
inalazioni con oli essenziali come canfora, citronella, eucalipto e mentolo.
Trattando invece rimedi semplici preparati con ingredienti di uso quotidiano,
propongo di seguito una ricetta per una miscela di spezie da tenere sempre a
portata di mano in caso di bisogno.

MISCELA DI SPEZIE PER INALAZIONI

Ajwain 10 g
Cannella 10 g
Chiodi di garofano 10 g
Foglie di menta essiccate 10 g
Finocchio 10 g
Cardamomo 10 g
Pepe 10 g

Estrarre i semi di cardamomo dal baccello, essiccare tutti gli ingredienti,


macinarli finemente e conservarli in un vasetto di vetro. Per le inalazioni
sciogliere ¼ di cucchiaino di polvere in acqua bollente e inspirare
profondamente i vapori che si sprigioneranno. Trattenere brevemente i
vapori ed espirare energicamente. Dopo 10-15 respirazioni aggiungere
una presa di polvere all’acqua poiché gli oli essenziali evaporano
velocemente. Ripetere più volte.
Durante le inalazioni il muco presente nel naso e nella gola inizierà a
sciogliersi; si consiglia pertanto di soffiare spesso il naso e di sputare il
muco fermo in bocca.

TOSSE CRONICA E ASMA


Oltre alle cure descritte in precedenza, in caso di tosse cronica e asma si
consiglia di seguire alcune regole basilari:
1. Eseguire regolarmente i pranayama o altri esercizi di respirazione.
Inizialmente potrebbe risultare difficile, ma è importante essere costanti;
via via che i disturbi miglioreranno, anche gli esercizi diventeranno più
facili e si potranno verificare agilmente i progressi fatti.
2. Effettuare regolarmente il jala dhauti bevendo dell’acqua calda ogni
mattina a stomaco vuoto e vomitandola volutamente. In questo modo si
espelle anche il muco accumulatosi nelle vie respiratorie e ci si sentirà
meglio. I lattanti vomitano spesso quando hanno la tosse e subito dopo
tornano a stare bene.
3. Evitare di mangiare noci, cibi secchi come biscotti e pane o freddi come
banane, latticini freddi, yogurt o gelato. Evitare le bevande fredde e
preferire bevande o acqua calda.
4. Consumare solamente cibi leggeri, zuppe, minestre, riso ben cotto e
simili.
5. Bere tisane astringenti, per esempio di timo o ajwain.
6. Se si soffre di asma, praticare al mattino e alla sera prima di coricarsi
l’esercizio yoga bhujangasana (noto anche come “cobra”) che dona
energia al petto per la notte, ossia il periodo della giornata in cui il muco
si accumula maggiormente durante il sonno.
7. Assumere la medicina descritta di seguito ogni giorno prima di andare a
letto. La preparazione non è molto agevole perché deve essere ripetuta
ogni giorno e la spremitura delle foglie di basilico sacro (Tulsi) e dello
zenzero richiede tempo e forza.

MEDICINA PER L’ASMA

Estratto di zenzero 1 cucchiaino


Estratto di basilico sacro 1 cucchiaino
Pepe 1 presa
Miele 1 cucchiaino

Mescolare gli ingredienti e assumere la medicina prima di coricarsi


senza bere acqua subito dopo.
Se la tosse e l’asma sono provocate da allergie è consigliabile seguire una
cura alla curcuma assumendo un cucchiaino di questa spezia ogni giorno per
un anno e preparando il latte alla curcuma descritto in precedenza, che depura
il sangue e risolvere problemi allergici e cutanei. Le persone che soffrono di
intolleranza al lattosio possono dorare un cucchiaio di curcuma nel ghi caldo
per 30 secondi, aggiungere dello zucchero e continuare la cottura per altri 30
secondi.
SENI PARANASALI CHIUSI
Di seguito sono riportati tre metodi di base per curare le congestioni e le
infezioni a carico dei seni paranasali. Il primo consiste in un’inalazione simile
a quella precedentemente descritta, che tuttavia deve essere eseguita con
regolarità e supportata da esercizi specifici di respirazione. L’inalazione
prevede quattro fasi.

INALAZIONI PRANA
1. Tenere il naso a breve distanza dai vapori e respirare alternando la bocca
e il naso tenendo dentro il vapore per alcuni secondi come nel
pranayama. In questo modo si sentirà spesso la necessità di tossire,
sputare e soffiarsi il naso. Piano piano i seni nasali si libereranno e
diventerà più semplice inspirare profondamente i vapori caldi.
2. Chiudere ora la narice destra con un dito e inspirare profondamente dalla
narice sinistra quattro o cinque volte. Ripetere il procedimento con
l’altra narice.
3. Inspirare ora profondamente, tenere chiusi il naso e la bocca e spingere il
vapore con forza verso l’alto come se lo si volesse convogliare nella
testa. L’effetto del vapore si sentirà fino a dentro le orecchie. Espirare
appena non si riesce più a trattenere il fiato e ripetere questa fase quattro
o cinque volte.
4. Inspirare profondamente, tenere chiusi il naso e la bocca con le mani,
portare la testa in basso e girarla da un lato all’altro. Trattenere il vapore
il più a lungo possibile e ripetere questa fase cinque volte.

JALA NETI
Il secondo metodo efficace contro la sinusite è il jala neti, un esercizio dello
Yoga che prevede di spruzzare dell’acqua calda in una narice tramite uno
spruzzino per naso e di farla uscire dall’altra narice. Questa tecnica deve
essere insegnata da un maestro Yoga e dovrà essere eseguita ogni giorno;
permette di ridurre il dolore e di aprire lentamente i seni paranasali
congestionati, scioglie il kapha che si è accumulato e ne favorisce
l’espulsione. Infatti, il kapha disequilibrato tende a indurirsi come la cera e
deve essere fluidificato tramite rimedi appropriati per poterlo espellere.
Anche se l’acqua neti non riesce a penetrare in tutte le cavità, apre la strada al
vata e ammorbidisce il kapha nelle aree non raggiunte attorno agli occhi e
agli zigomi. Nei primi giorni di regolare svolgimento dello jala neti si noterà
che soffiandosi il naso uscirà del muco scuro che tenderà a diventare sempre
più fluido con il passare dei giorni fino a quando il dolore scomparirà
completamente.

CURA ALLA CURCUMA


Bere del latte di curcuma due volte al dì fino a completa guarigione.

DODHI O CURA CON IL LATTE DI GRANO PER 30


GIORNI
Questa cura non è indicata per le persone che soffrono regolarmente di
raffreddore e hanno spesso il naso e i seni paranasali congestionati. Deve
essere seguita con costanza per un mese.

LATTE DI GRANO

Grano biologico 100 g


Latte di mucca 100 ml
Ghi 1 cucchiaino
Cardamomo 3 pezzi
Mandorle tritate 1 cucchiaio
Zucchero candito 2 cucchiaini (a piacimento)

Lavare il grano e lasciarlo a bagno nell’acqua. Scolarlo dopo 24 ore e


tritarlo in un mixer aggiungendo dell’acqua. Filtrare e raccogliere
l’amido; se risulta troppo denso aggiungere ancora un po’ d’acqua.
Questo estratto è chiamato latte di grano e deve essere filtrato.
Riscaldare il ghi in una padella e aggiungere i semi di cardamomo
pelati. Aggiungere il latte di grano e lasciar cuocere per 1-2 minuti
continuando a mescolare per evitare che si attacchi al fondo della
pentola. Aggiungere il latte di mucca e lo zucchero e far cuocere per 2-3
minuti continuando a mescolare. Infine aggiungere le mandorle tritate.
Dosaggio: le indicazioni precedenti corrispondono a una dose
giornaliera. Per i bambini minori di dodici anni si consiglia l’assunzione
di metà dose. Bere il latte di grano ogni sera prima di coricarsi, evitare
le correnti d’aria e rimanere al caldo.

Questa cura richiede tempo e dedizione, ma è miracolosa per il


trattamento del raffreddore cronico e della sinusite.
ALTERNATIVE AYURVEDICHE
AGLI ANTIBIOTICI
Al giorno d’oggi gli antibiotici vengono utilizzati in quantità eccessive e sono
prescritti anche per disturbi che potrebbero essere tranquillamente trattati con
medicinali più blandi, come l’influenza e altre infezioni virali. Inoltre, va
ricordato che gli antibiotici debellano i batteri ma non i virus.
Nella farmacologia ayurvedica si conoscono numerose piante con effetti
antibiotici e anche le sostanze di cui disponiamo comunemente in cucina
offrono alternative adeguate. I rimedi ayurvedici non hanno conseguenze così
drastiche come gli antibiotici allopatici che attaccano anche i batteri utili
causando effetti collaterali a volte anche gravi. C’è da chiedersi, quindi,
perché le persone assumano medicinali così forti sebbene facciano più male
che bene. La risposta è semplice: perché hanno paura. Tutto il sistema
allopatico si basa sulla paura e sull’ansia. Nel 1998 ho avuto un incidente nel
quale mi causai una ferita aperta e dei traumi interni che mi costrinsero a
rivolgermi all’ospedale per essere suturata. I medici rimasero stupiti quando
rifiutai il ricovero e la loro prescrizione di medicinali e antibiotici. La buona
vecchia curcuma, definita già 5000 anni fa dai saggi “il migliore di tutti i
rimedi”, mi permise di guarire completamente anche grazie al supporto di
altri trattamenti.
La tosse, il raffreddore e le infezioni polmonari che insorgono nella
stagione fredda hanno spesso natura batterica, mentre nelle regioni climatiche
più calde si riscontrano prevalentemente patologie virali. Prima e dopo
un’operazione alla mandibola o durante la guarigione di una ferita è
necessario assumere più dosi di uno dei rimedi antibiotici descritti di seguito.
Qui sotto sono descritte alcune ricette che prevedono l’uso di singole
piante e una miscela dagli effetti antibiotici composta da dieci piante
facilmente reperibili in tutte le case.

AGLIO COME ANTIBIOTICO


Gli esperti di Ayurveda ritengono che l’aglio abbia milioni di caratteristiche,
sebbene sia necessario farne un uso prudente. Infatti, questa pianta è molto
forte e potrebbe causare effetti collaterali in caso di abuso. Le persone con un
agni debole possono avere difficoltà a digerirlo. Usato come antibiotico,
l’aglio va assunto in quantità leggermente maggiori rispetto a quando viene
assunto come rasayana contro la stanchezza; di conseguenza, è consigliabile
aggiungere alcuni ingredienti che ne equilibrino l’effetto.

AGLIO COME ANTIBIOTICO

Aglio biologico 100 g


Ghi 100 g
Miele 100 g
Pelare l’aglio e schiacciarlo con un mixer o un pestello. Sciogliere il ghi
senza riscaldarlo eccessivamente (si consiglia a bagnomaria),
aggiungere il miele e mescolare energicamente. Aggiungere la purea
d’aglio e mescolare nuovamente con vigore.
Dosaggio: ½ cucchiaino ogni quattro ore per gli adulti, una presa per i
bambini. Le persone con peso corporeo superiore a 75 kg possono
prendere la stessa dose ogni tre ore. Evitare assolutamente di bere acqua
dopo aver assunto il rimedio.
ATTENZIONE: durante la cura si raccomanda di bere molta acqua e di
assumere degli alimenti rinfrescanti ed equilibranti come il ghi, il riso,
le zucchine, le carote e la frutta dolce.

ASSAFETIDA (HINGU) COME ANTIBIOTICO


L’assafetida (o finocchio fetido) è un antibiotico eccellente nonostante il suo
odore molto intenso. Inoltre è anche un rimedio particolarmente efficace
contro i disturbi vata come i dolori articolari, alcune patologie nervose, i
reumatismi e l’artrite. Per le donne è utile anche dopo il parto per depurare
l’utero. Ancora, ha effetti corroboranti sul cuore, riduce i grassi in eccesso nel
sangue come il colesterolo, cura l’eruttazione e rinforza il fuoco digestivo
(agni). È un ottimo analgesico se applicato direttamente sulla zona interessata
dopo essere stato sciolto in acqua. Nella cucina indiana/ayurvedica
l’assafetida viene anche impiegata come spezia e aggiunta ad alcuni rimedi
come heengadivati, hingavashtak churna, rajahpravartani vati ecc. Tuttavia,
questi rimedi sono complessi da preparare e non saranno oggetto di
trattazione in quest’opera.
A causa della sua natura estremamente calda l’assafetida deve essere
utilizzata con molta cautela, pertanto si raccomanda di seguire
scrupolosamente i dosaggi e le note indicati.

ASSAFETIDA COME ANTIBIOTICO

Assafetida 1g
Ghi 50 g
Utilizzare solamente dell’assafetida pura evitando surrogati sintetici
(sebbene siano notevolmente più economici). Tritare finemente
l’assafetida, riscaldare molto il ghi, aggiungere la polvere di assafetida e
togliere dal fuoco. Mescolare brevemente e conservare in un vasetto di
vetro.
Dosaggio: le quantità indicate corrispondono a dieci porzioni. Assumere
½ cucchiaino due volte al giorno o aggiungere la stessa quantità a una
zuppa di verdura chiara.
In caso di infezione batterica severa è possibile assumere ½ cucchiaio di
miscela ogni quattro ore.
ATTENZIONE: bere regolarmente dell’acqua tre volte al giorno.
Assumere sufficienti liquidi ed evitare la carne (a eccezione del pollo).
Consumare pietanze rinfrescanti ed equilibranti come ghi, riso, frutta
dolce, zucchine, zucca, carote ecc. In caso di effetti collaterali come
sensazione eccessiva di calore o eruzioni cutanee bere del succo fresco
di mela o melograno oppure mangiare questi frutti e ridurre il dosaggio
di assafetida.

FOGLIE DI CURRY COME ANTIBIOTICO


Le foglie di curry devono essere sempre utilizzate fresche e hanno un effetto
più blando rispetto all’aglio e all’assafetida.

FOGLIE DI CURRY COME ANTIBIOTICO

Prendere circa 20-30 foglie di curry e seguire una delle due modalità di
preparazione sotto descritte.
Pestare le foglie in un mortaio in pietra e filtrare il succo con l’aiuto di
un colino (in questo modo si ottiene circa 1 cucchiaino di succo puro).
In alternativa masticare le foglie lentamente fino a estrarne tutto il succo
e sputare i resti.
Dosaggio: le quantità indicate corrispondono a una dose. Come
antibiotico assumere questa quantità tre volte al giorno.
CURCUMA COME ANTIBIOTICO
Gli effetti antibiotici, antinfiammatori, antivirali, fungicidi e analgesici della
curcuma sono già stati descritti in precedenza. Utilizzata come antibiotico,
questa spezia deve essere assunta con un dosaggio leggermente maggiore.

CURCUMA COME ANTIBIOTICO

Curcuma in polvere 1 cucchiaino


Ghi 1 cucchiaino
Latte 150-200 ml
Zucchero candito a piacimento

Rosolare la curcuma in polvere nel ghi caldo per 30 secondi, aggiungere


il latte e lo zucchero e mescolare. Portare a ebollizione e bere caldo.
Dosaggio: le quantità indicate corrispondono a una dose. Assumere la
miscela tre volte al giorno per curare sia le infezioni batteriche sia quelle
virali.
ANTIBIOTICO CON PIÙ INGREDIENTI
La seguente preparazione contiene vari ingredienti che non sono efficaci solo
per combattere le infezioni ma donano anche energia.

RIMEDIO “ANTIBIOTICO”

Curcuma 10 g
Aglio (pelato) 10 g
Basilico sacro 10 g
Chiodi di garofano 10 g
Fieno greco 10 g
Liquirizia 10 g
Semi di aneto 10 g
Semi di crescione inglese 10 g
Cannella 5g
Miele 100 g

Essiccare gli ingredienti (a eccezione dell’aglio) e macinarli finemente,


filtrare per ottenere una polvere fine. Schiacciare separatamente l’aglio e
incorporarlo pian piano al miele e alla miscela di spezie in modo da
ottenere un impasto leggermente duro che possa essere lavorato con le
mani per creare delle pastiglie. Le pastiglie dovrebbero avere la
dimensione di un pisello e vanno lasciate essiccare su un piatto. Dopo
qualche giorno versarle in un vasetto di vetro e conservarle al riparo
dall’aria.
Dosaggio: assumere due pastiglie o una presa di polvere tre o quattro
volte al giorno. Per i bambini ridurre la dose di metà, per i neonati sopra
i dieci mesi aggiungere più miele alla miscela e somministrarla
immergendo un dito nel vasetto e spalmandola tre o quattro volte al
giorno sulla lingua del bambino.
RIMEDI ANTIDOLORIFICI
Il dolore è un segnale che il corpo umano invia per indicare una sorta di
anomalia che non necessariamente deve essere una malattia; per esempio,
anche un disequilibrio dell’energia vata può provocare dolore. Per affrontare
in maniera efficace questi stati è innanzitutto necessario intervenire in modo
analgesico per poi indagare adeguatamente sulle cause scatenanti. I seguenti
metodi aiutano a ridurre il dolore, sebbene vada ricordato che alcuni tipi di
dolore (per esempio dovuti a intossicazioni epatiche o calcoli vescicali)
debbano essere trattati specificamente senza attendere. I rimedi per queste
patologie vanno oltre lo scopo di quest’opera che, al contrario, si limita
all’impiego di spezie ed erbe secondo i principi ayurvedici.

RIDUZIONE DEL DOLORE GRAZIE AL CALORE


A eccezione del mal di testa, ogni tipo di dolore può essere lenito grazie al
calore. L’Ayurveda riconosce numerose cure basate su fonti di calore umido
o secco. Nel capitolo dedicato alla depurazione è già stato presentato un
esempio di calore umido, che può essere applicato sotto forma di vapore, riso
in busta o altri metodi. In questo paragrafo desidero concentrarmi su due
semplici forme di calore secco che possono essere impiegate con semplicità a
casa.
Nell’Ayurveda si crede che le varie forme di applicazione del calore secco
(per es. pietre, mattoni, ferro o sabbia) abbiano effetti diversi. La maggior
parte delle persone è abituata a usare la borsa dell’acqua calda, ma secondo i
principi ayurvedici ciascun metodo deve essere impiegato in ambiti medici
specifici. La mia esperienza personale e le ricerche che ho condotto non
hanno fatto altro che confermare questa credenza; i due metodi descritti
potrebbero sembrare poco pratici e non convenzionali, ma agiscono in
profondità con effetti mirati e analgesici.
CALDO SECCO CON IL FERRO

Questo trattamento è utile in caso di dolori muscolari e articolari. Il


caldo veicolato dal ferro penetra in profondità ed è in grado di ridurre il
dolore molto rapidamente. Il modo più semplice di applicazione prevede
l’utilizzo di una pentola di ferro dotata di manico. Si raccomanda di
essere molto prudenti e di stendere sempre un panno di cotone tra la
pentola e la pelle per evitare scottature.
Riscaldare leggermente la pentola, proteggere la parte dolorante con
degli asciugamani di cotone (non usare mai stoffe sintetiche) e
appoggiare sopra la pentola. Quando questa si sarà raffreddata,
riscaldarla nuovamente e ripetere l’applicazione. Verificare sempre che
la pentola non sia troppo calda proteggendosi le mani con un panno di
cotone. Ripetere l’applicazione per 15 minuti evitando di rimanere
esposti a correnti d’aria. Il calore così veicolato agisce in modo ottimale
sui dolori muscolari e in caso di arti tesi.

Se il dolore persiste o si avverte male alle ossa o ai tendini si può utilizzare la


sabbia calda, molto semplice da applicare in casa.

CALDO SECCO CON LA SABBIA

Per questo trattamento è necessaria della sabbia fine, una pentola in


ghisa, un asciugamano spesso in cotone e una corda in cotone.
Riscaldare la sabbia nella pentola continuando a mescolare, poi versarla
al centro di un asciugamano quadrato in cotone. Unire i quattro angoli
dell’asciugamano e legarli con la corda. Evitare di utilizzare un elastico
in gomma che potrebbe fondere a causa del calore.
Appoggiare con cautela l’asciugamano pieno di sabbia sulla parte
dolorante, eventualmente frapponendo un altro asciugamano per evitare
scottature. La sabbia trattiene a lungo il calore. Lasciare agire per circa
15 minuti.
MAL DI TESTA ED EMICRANIA
Tra le varie cause del mal di testa rientrano anche la febbre, il raffreddore,
l’influenza ecc. Normalmente una persona in buona salute non dovrebbe mai
soffrire di questo disturbo, ma la realtà dei fatti dimostra spesso il contrario.
Infatti, anche uno squilibrio delle energie vitali dovuto a costipazione, stress,
nervosismo, iperattività, calore o freddo estremo o un ambiente molto
rumoroso e inquinato possono provocare cefalea. Per esempio, gli stati di
costipazione danno spesso la sensazione di avere la testa pesante, mentre se il
mala (prodotti di scarto del metabolismo) rimane troppo a lungo all’interno
dell’organismo può derivarne un mal di testa persistente che potrebbe
peggiorare qualora si associno altri fattori negativi come lo stress o il rumore.
Il secondo tipo di cefalea ha cause nervose e viene provocato da un
ambiente rumoroso, uno stile di vita frenetico, l’iperattività e le troppe
preoccupazioni. Le persone che vivono al di là delle proprie forze sono
spesso soggette a questo tipo di disturbo. Se non si determinano e si
combattono le cause scatenanti intervenendo semplicemente sui sintomi
grazie all’azione dei medicinali, si corre il rischio che il dolore si cronicizzi e
sfoci in emicrania. Pertanto si consiglia di evitare il più possibile di ricorrere
ad analgesici che rimandano solamente il problema senza risolverlo davvero.
Di seguito sono elencati alcuni metodi preventivi e curativi contro il mal di
testa.

1. Le preoccupazioni e il nervosismo provocano il disequilibrio del vata


esattamente come un vata vikriti comporta nervosismo. È importante
ricorrere ai rimedi con il calore per riequilibrare il proprio vata, ma
anche la pratica regolare del pranayama aiuta a liberare la mente dalle
tensioni. Gli effetti benefici si faranno sentire già dopo tre minuti di
esercizio appena alzati dal letto e prima di coricarsi.
2. Eseguire ogni giorno le inalazioni con la miscela di spezie descritta nel
paragrafo dedicato a raffreddore, tosse e febbre. Secondo l’Ayurveda
tutto ciò che passa attraverso il naso ha effetti calmanti sui nervi; inoltre,
le inalazioni aiutano a rilassare le spalle e il collo. Se possibile, si
consiglia di effettuare le inalazioni ogni sera prima di coricarsi.
3. Bere un bicchiere di latte con del ghi o un bicchiere di latte di curcuma
prima di andare a letto garantisce un sonno tranquillo, rilassante e
rigenerante.
4. L’infuso “Magia dell’Undici” ha effetto stimolante e aiuta a ridurre il
mal di testa e altri dolori.

Il terzo tipo di mal di testa è dovuto al pitta vikriti e compare quando del cibo
pesante rimane non digerito all’interno dello stomaco o in caso di
intossicazione alimentare. Come già ricordato più volte, il metodo migliore
per risolvere il mal di testa e i disturbi gastrici consiste nel bere dell’acqua
calda e provocare intenzionalmente il vomito.
La quarta causa della cefalea ricorrente è dovuta a disturbi a carico delle
vertebre cervicali e all’errata postura, che provocano principalmente dolori
alle spalle e al collo (questi problemi saranno trattati più avanti).

L’emicrania è un tipo di cefalea ricorrente, intensa e monolaterale spesso


associata a nausea, vomito, irritabilità e fotofobia. Normalmente questo tipo
di mal di testa colpisce solo un lato del capo (definito nell’Ayurveda
ardhashishi) attorno all’occhio, alla mandibola o all’orecchio e viene spesso
confuso con altri disturbi a carico di questi organi. Il dolore molto forte e
pulsante costringe spesso a letto. Le persone soggette a emicrania si sentono
dire sovente che dovranno convivere sempre con questo disturbo e che non
esiste una soluzione definitiva. In realtà la situazione non è così drammatica:
con i rimedi ayurvedici è possibile guarire dall’emicrania. La medicina
migliore è la prevenzione, pertanto si consiglia di rispettare tutte le
indicazioni contro la cefalea descritte in precedenza e di fare attenzione a non
avere stati di congestione delle mucose. Intervenire immediatamente contro le
sinusiti e trattare l’emicrania con la cura dei 30 giorni descritta alla pagina
successiva.

CURA DEI 30 GIORNI CONTRO L’EMICRANIA

Come già indicato, i kala chana sono dei piccoli ceci neri. Pulirne,
lavarne e lasciarne in ammollo una manciata (circa 3-4 cucchiai) per 24
ore e mangiarli il giorno seguente a stomaco vuoto masticandoli bene.
Mettere poi in ammollo altri ceci per il giorno dopo. Continuare questo
trattamento per 30 giorni.
Questa cura depura l’intestino, apre i srota (canali energetici) e bilancia
il kapha. In questo modo si riacquista l’equilibrio e l’emicrania sparisce.

DOLORI ALLE SPALLE E AL COLLO


Contro questi e altri tipi di dolori muscolari consiglio un olio analgesico che
può essere preparato con facilità a casa.

OLIO ANALGESICO

Cannella 10 g
Cardamomo nero 10 g
Chiodi di garofano 10 g
Noce moscata 10 g
Semi di aneto 10 g
Fieno greco 10 g
Ajwain 10 g
Olio di senape 300 ml

Spellare i semi di cardamomo e macinare finemente tutte le spezie.


Riscaldare l’olio in una pentola che possa contenere almeno 2 l. Appena
l’olio inizia a fumare togliere la pentola dal fuoco e aggiungere pian
piano le spezie. Il contenuto d’acqua delle spezie porterà l’olio a
schiumare molto velocemente, pertanto è importante che la pentola sia
abbastanza grande. Dopo aver versato tutte le spezie nell’olio rimettere
la pentola sul fuoco, abbassare la fiamma e lasciar bollire per 15 minuti
continuando a mescolare. Filtrare con l’aiuto di un panno filtro
spremendo bene le spezie in polvere; si otterranno circa 150 ml d’olio.
Applicare l’olio sulle parti doloranti e massaggiare bene. Si consiglia
anche un trattamento a caldo per ridurre il dolore (a seconda della
tipologia di dolore sarà più appropriato del calore umido o secco).

Utilizzare regolarmente questo olio per trattare i dolori muscolari alle spalle e
al collo, abbinandolo a una cura con il calore con degli asciugamani umidi e a
riposo. Per questo trattamento si consiglia di prendersi del tempo la sera
prima di andare a letto.
Come ho già descritto in precedenza, anche le inalazioni aiutano a ridurre
il dolore al collo e a rilassare la zona cervicale. Inoltre, consiglio degli
esercizi yoga specifici per queste parti del corpo che ho già presentato
dettagliatamente nei miei libri precedenti.

MAL DI SCHIENA
Il mal di schiena e l’ipertensione sono diventati un simbolo del mondo
moderno; si stima che il 35 percento delle persone soffrano di questi disturbi,
causati da vari fattori. Tuttavia, a mio avviso le cause principali sono da
cercarsi nella postura sbagliata e nello stile di vita.
Ho già indicato varie tipologie di trattamento con il calore, cure a base
d’olio e modi diversi per riequilibrare il vata al fine di evitare tensioni e
rigidità nel corpo. Tuttavia, per guarire dal mal di schiena sono necessari
metodi yoga con esercizi e yogasana specifici.

DOLORI E GONFIORI DURANTE IL


TRATTAMENTO DI OSSA E TENDINI
Il corpo guarisce da solo le ferite interne e le fratture ossee spostando le
energie vitali verso le parti interessate. Il vata ha un ruolo fondamentale nel
processo di guarigione, pertanto è importante prestare attenzione a non
disturbarne l’equilibrio. Durante la convalescenza è opportuno mangiare
sempre cibi caldi, bere acqua e bevande calde, riposare sufficientemente e
assumere dei rasayana. Evitare di prendere freddo e ricorrere ai seguenti
rimedi curativi.

1. La curcuma è un rimedio eccezionale per prevenire le infezioni. Durante


la convalescenza bere del latte di curcuma due volte al dì; arrostire la
curcuma in olio e aggiungere del latte. Perché sia efficace, la curcuma
deve essere assunta calda.
2. L’unguento di curcuma ha effetti miracolosi in caso di ferite interne e
gonfiori. Dopo aver rimosso il gesso in caso di fratture ossee, l’arto
rimane sensibile e a volte anche infiammato. Applicare l’unguento caldo
due volte al dì sulla parte interessata e coprirla con una garza.

UNGUENTO ALLA CURCUMA

Curcuma in polvere 1 cucchiaio


Olio di senape 1 cucchiaio

Riscaldare l’olio in una pentola fino a farlo fumare. Togliere dal fuoco e
aggiungere molto lentamente e con attenzione la curcuma in polvere.
Rimettere sul fuoco e lasciare cuocere per 30 secondi a fiamma bassa.
L’unguento può essere preparato in quantità maggiore ed essere
riscaldato prima di ogni applicazione.
Spalmare uno strato spesso di unguento su una garza, applicarla sulla
parte interessata e fissarla con un bendaggio. Attenzione: la curcuma
lascia macchie difficili da pulire, pertanto si consiglia di proteggere
mobili e materasso con delle lenzuola o degli asciugamani vecchi.
Sostituire la garza due volte al giorno.
DISTURBI DELLE CAVITÀ ORALI
Se si immaginano le cavità orali come della porcellana finissima si intuisce
subito perché molte persone siano soggette a disturbi in queste zone. Quando
utilizziamo la porcellana di alta qualità, la maneggiamo con cura, la puliamo
e l’asciughiamo bene dopo l’uso. Al contrario, la maggior parte delle persone
dimentica di prendersi cura della struttura eccezionale e delicata delle cavità
orali. La bocca dovrebbe essere risciacquata a fondo dopo ogni pasto e
bisognerebbe evitare di usarla troppo.

DENTI E GENGIVE
Oltre alla pulizia con lo spazzolino, la bocca e i denti dovrebbero essere
curati con attenzione almeno una volta al giorno. Si consiglia di non usare i
dentifrici che si trovano comunemente in commercio ma di sostituirli con
della crema dentifricia naturale e curativa. Riporto di seguito alcuni consigli
per prevenire il deperimento di denti e gengive e mantenere la bocca e la gola
pulite, sane e forti.

1. Risciacquare bene la bocca dopo ogni pasto e dopo aver bevuto (a


eccezione dell’acqua) riempiendola d’acqua, facendo dei risciacqui e dei
gargarismi e sputandola in un lavandino. Ripetere questo passaggio più
volte. Se si è impossibilitati a farlo perché, per esempio, si è bevuto del
caffè durante una riunione di lavoro, si consiglia comunque di
rinfrescare la bocca masticando del cardamomo verde o un chiodo di
garofano.
2. Evitare di usare acqua troppo fredda o troppo calda per i risciacqui.
L’ideale è dell’acqua a temperatura ambiente.
3. Scegliere con cura il dentifricio; attualmente si trovano in commercio
molti dentifrici ayurvedici e omeopatici. Verificare sempre gli
ingredienti indicati sull’etichetta.
Risciacquare la bocca con dell’olio di sesamo dopo essersi lavati i denti
4. prima di andare a letto. Mettere in bocca 2-3 cucchiaini di olio e
risciacquare bene il cavo orale muovendolo con forza per due o tre
minuti, poi sputare. Questa pratica (chiamata oil pulling) rinforza i denti
e le gengive e protegge dalle infezioni. Chi ha denti e gengive deboli
dovrebbe eseguire questa pratica due volte al giorno dopo essersi lavato i
denti.
5. Il seguente rimedio è ideale per il trattamento di denti e gengive deboli e
sensibili. Questa polvere per i denti preparata in casa aiuta a rinforzare i
denti.

RIMEDIO CONTRO IL MAL DI DENTI E LE GENGIVE


GONFIE

L’Ayurveda offre molti rimedi molto efficaci contro questi disturbi; la


ricetta che segue è molto semplice da preparare con ingredienti di facile
reperibilità.

Salgemma 1 cucchiaino
Olio di senape 4 cucchiaini

Per questa ricetta il salgemma deve essere macinato molto finemente.


Normalmente viene filtrata con l’aiuto di un panno filtro, sebbene
questo passaggio richieda molto lavoro. In alternativa, si può versare il
salgemma macinato su due colini posti uno sopra l’altro e poi scioglierlo
nell’olio mescolando con forza per qualche minuto. I cristalli di sale non
sciolti precipiteranno sul fondo del contenitore. Intingere un dito
nell’olio e massaggiare denti e gengive più volte al giorno. Ricorrendo
regolarmente a questo rimedio si riduce il mal di denti, si rinforzano le
gengive e si risolve il problema dell’ipersensibilità al caldo e al freddo.

DENTIFRICIO IN POLVERE
Chiodi di garofano 10 g
Pepe nero 5g
Cannella 5g
Ajwain 10 g
Salgemma 10 g

Tritare finemente tutti gli ingredienti, passarli due volte in un colino a


maglie fini per ottenere una polvere molto sottile.
Questo rimedio aiuta a pulire e rinforzare i denti. Mettere un po’ di
polvere sullo spazzolino bagnato e lavare i denti come d’abitudine.
Massaggiare poi le gengive con un dito intinto nella polvere. Infine
risciacquare la bocca con acqua.

Il dentifricio in polvere è utile anche contro l’alitosi dovuta a disturbi


dentali e gengivali.
AFTE E STOMATITI
Molte persone soffrono di pustole dolorose in bocca che rendono difficile la
masticazione, derivano da uno squilibrio del pitta e sono sintomo di
eccessivo calore nel corpo. Questo disturbo è una conseguenza di
un’alimentazione non equilibrata, del consumo eccessivo di succhi acidi o
conservati e di vini acidi e di bassa qualità, ma può derivare anche da
alimenti che producono calore come le noci, i semi di sesamo e di zucca.

Per curare questi disturbi si consiglia di seguire i punti indicati sotto.


1. Evitare l’uso di ingredienti acidi nella preparazione dei pasti e tutti gli
alimenti che producono calore, come la carne (a eccezione del pollo e
del capretto), i formaggi industriali, le patate, la frutta acida, le noci, i
semi di zucca, di sesamo e di girasole. Preferire alimenti rinfrescanti
come latte, riso, frutta dolce (banane, pere, papaya) e verdura (carote,
zucchine, zucca, piselli e fagioli).
2. Effettuare la depurazione con acqua di cardamomo tre volte al giorno.
3. Evitare il consumo eccessivo di tè e caffè.
4. Risciacquare la bocca con olio di sesamo dopo ogni pasto come
precedentemente descritto (oil pulling); in questo modo si stimola la
guarigione delle afte e si impedisce che si riformino.
5. Assumere il seguente rimedio due volte al giorno.

INFUSO RINFRESCANTE

Coriandolo 30 g
Semi di finocchio 30 g
Liquirizia 30 g
Cardamomo verde 10 g
Togliere i semi di cardamomo dal baccello e tritare tutti gli ingredienti
per ottenere una polvere fine. Conservare in un vasetto di vetro.
Dosaggio: portare a ebollizione 200 ml d’acqua con ½ cucchiaino di
polvere e lasciare bollire a fuoco lento per 3 minuti. Filtrare e bere due o
tre volte al dì. Fare dei gargarismi con l’infuso rinfrescante allevia il
dolore causato da afte, stomatiti e altri disturbi del cavo orale.
GOLA SECCA
A volte abbiamo la sensazione di avere la gola secca, come se avessimo sete,
ma anche dopo aver bevuto non ci sentiamo meglio. Questo disturbo dipende
da uno squilibrio del vata ma può essere anche sintomo di un’infezione virale
incipiente. Tuttavia, anche in questo caso si tratta di un disequilibrio del vata
causato dalla reazione del corpo contro l’attacco dei virus. Inoltre, il consumo
eccessivo di sale, glutammato di sodio o altri insaporitori possono provocare
secchezza in gola. Questo disturbo compare spesso durante la notte, di
conseguenza siamo portati a bere continuamente, dobbiamo andare spesso in
bagno e non riusciamo più a dormire tranquillamente.
In questi casi il cardamomo ci viene velocemente in aiuto. La ricetta che
segue è semplice da preparare e può essere utilizzata ogni volta che compare
il disturbo assumendone una presa. Inoltre, è efficace contro le infezioni
blande alla gola.

RIMEDIO CONTRO LA GOLA SECCA

Cardamomo verde 10 g
Chiodi di garofano 10 g
Pepe lungo 5g
Zucchero candito 25 g

Togliere i semi di cardamomo dal baccello e tritare le tre spezie per


ottenere una polvere fine. Macinare separatamente lo zucchero candito,
miscelarlo con le spezie e conservare in un vasetto asciutto. Assumerne
una presa ogni volta che compare il disturbo.
CAPELLI E CUOIO CAPELLUTO
Chi tiene umida la testa con sostanze oleose non soffre di cefalea,
di caduta dei capelli, di stempiatura e di capelli bianchi.
Applicare regolarmente l’olio sul capo rinforza le radici dei
capelli, li allunga, li rende più lucenti, oltre a rinforzare il cranio.
I sensi si acuiscono, si dorme meglio e ci si sente felici. Il viso si
illumina e assume un aspetto più sereno.

— CHARAKA SAMHITA, SUTRASTHAMA

Nell’Ayurveda si dà più importanza alla prevenzione e alla cura; per questo


consiglio vivamente di seguire la cura con l’olio descritta più avanti una volta
a settimana. Ricordo ancora che la prima volta che mi recai in Europa rimasi
stupefatta al vedere le persone che non si prendevano cura del cuoio capelluto
e del corpo usando l’olio. Certo, utilizzavano varie lozioni, ma non riuscivo a
capire come potessero convivere con un cuoio capelluto secco. Al tempo non
conoscevo ancora le parole di Charaka né gli effetti benefici dell’olio per la
testa, ma ricordavo che a casa eravamo soliti massaggiarci la testa e quella
dei bambini una volta a settimana per affrontare meglio lo stress legato alla
scuola e agli esami.

CADUTA DEI CAPELLI E CAPELLI BIANCHI


È del tutto normale che allo spuntare di capelli nuovi quelli vecchi cadano;
tuttavia, se questo equilibrio viene meno e i capelli che cadono non vengono
sostituiti si rischia di rimanere calvi. La perdita e la crescita dei capelli
cambiano con le stagioni. Nelle zone climatiche fredde del nord le persone
perdono molti capelli in autunno e in inverno, mentre la crescita risulta più
abbondante in primavera e in estate. Tuttavia, se il dosha è disequilibrato si
perdono molti più capelli di quelli che ricrescono.
Pitta e vikriti kapha provocano la caduta dei capelli; la loro ricrescita e la
vista possono essere influenzate dalla congestione dei seni paranasali e dalla
presenza frequente di tosse e raffreddore. Pensando al pitta, la caduta dei
capelli è causata anche dall’eccesso di calore nel corpo. Il cambiamento delle
abitudini alimentari nel secondo dopoguerra e il consumo eccessivo di carne
e alcol hanno determinato un’ampia diffusione della calvizie in Germania e in
altri paesi europei.
Dal punto di vista ayurvedico la crescita sana dei capelli non ha solo una
funzione estetica, ma è anche il segnale di un corpo e di una mente sani. Di
seguito riporto alcuni consigli per la cura dei capelli e per prevenire che
questi cadano e diventino bianchi.

1. Curare seriamente i raffreddori continui ricorrendo ai rimedi già indicati.


2. Trattare le sinusiti in modo appropriato per evitare conseguenze su
capelli, occhi e orecchie.
3. Effettuare regolarmente lo jata neti per evitare l’accumulo del kapha e
mantenere aperti i canali energetici della testa.
4. Effettuare regolarmente il pranayama per evitare la caduta dei capelli.
5. Stimolare una buona digestione, una sana funzionalità epatica e curare
eventuali altri disturbi gastrici. I disturbi gastrointestinali ed epatici
possono contribuire notevolmente alla depigmentazione e alla caduta dei
capelli.
6. Massaggiare la testa (champi) una volta a settimana con il metodo
ayurvedico, ossia massaggiando con vigore il cuoio capelluto con le
punte delle dita precedentemente intinte in olio. Il massaggio dovrebbe
durare almeno 15 minuti affinché la pelle si saturi bene d’olio.

OLIO PER STIMOLARE


LA RICRESCITA SANA DEI CAPELLI

Finocchio 50 g
Liquirizia 50 g
Foglie di rosa (essiccate) 50 g
Olio di cocco 100 ml
Olio di sesamo 200 ml

Triturare finemente i primi tre ingredienti. Riscaldare l’olio di sesamo


fino a quando inizia a fumare, toglierlo dal fuoco e aggiungere pian
piano la polvere. Cucinare per 10 minuti a fuoco lento, lasciare
raffreddare, filtrare con l’aiuto di un panno filtro sottile e spremere
l’olio. Riscaldare nuovamente l’olio, aggiungere l’olio di cocco e
mescolare bene. Togliere dal fuoco, lasciare raffreddare e conservare in
una bottiglia.
Modo d’uso: massaggiare il cuoio capelluto con le punte delle dita
dopo averle intinte nell’olio. Ripetere l’applicazione più volte come
descritto precedentemente per il champi. Lasciare agire per almeno
un’ora prima di lavare i capelli.

7. Usare delle piccole quantità di shampoo alle erbe non troppo aggressivo
ed evitare prodotti chimici.
8. Se si desidera tingere i capelli, usare solamente metodi naturali e blandi
senza lasciarsi convincere dalla pubblicità (spesso ingannevole).

RIMEDI CONTRO LA CADUTA DEI CAPELLI


Come già detto, la caduta dei capelli è dovuta a uno squilibrio interno. Oltre
agli altri metodi per riequilibrare i dosha è possibile ricorrere ai seguenti
rimedi per bloccare la perdita dei capelli.

CURA AL MIELE E ALL’ESTRATTO DI CIPOLLA

Estratto di cipolla 1 cucchiaio


Miele 1 cucchiaio

Per preparare l’estratto grattugiare finemente una cipolla e lasciare


gocciolare il liquido in un passino. Mescolare l’estratto e il miele in
quantità uguale e applicare sui capelli puliti e asciutti. Massaggiare con
delicatezza il cuoio capelluto e lasciare agire per almeno 30 minuti.
Lavare poi i capelli con acqua calda senza aggiungere shampoo né
sapone.
Ripetere il massaggio una volta a settimana per 4 settimane.

CURA AL MIELE, LIMONE E MANGO

Mango 1
Succo di limone 1 cucchiaino
Miele 1 cucchiaio

Togliere il nocciolo dal mango e schiacciarlo per ottenere una pasta.


Mescolare un cucchiaino di questa pasta con il succo di limone e il
miele. Massaggiare sulla testa come descritto nella ricetta precedente e
ripetere una volta a settimana per 4 settimane.
FORFORA
Nella maggior parte dei casi la forfora è causata dal cuoio capelluto secco, da
abbigliamento e lenzuola sporchi o da un’igiene personale carente, ma può
derivare anche da un uso smodato di shampoo. Pertanto si consiglia di usare
solo shampoo per bambini e di erbe in piccole quantità. Per prevenire la
forfora propongo di seguito due semplici rimedi domestici.

OLIO DI COCCO CON SUCCO DI LIMONE

Olio di cocco 3 cucchiai


Succo di limone 1 cucchiaio

Riscaldare l’olio di cocco e aggiungere il succo di limone mescolando


bene. Massaggiare delicatamente l’olio caldo sul cuoio capelluto con la
punta delle dita. Coprire la testa e lasciare agire per almeno un’ora.
Lavare poi i capelli con uno shampoo delicato.

CURA AL POMPELMO

Pompelmo 1
Zucchero grezzo 200 g

Sbucciare il pompelmo e tagliarlo in piccoli pezzi. Cuocere in 250 ml


d’acqua per mezzora tenendo la pentola coperta con un coperchio.
Filtrare con un colino a maglie larghe per estrarre tutto il succo.
Mescolare a caldo l’estratto e lo zucchero per ottenere uno sciroppo e
conservare in una bottiglia. Massaggiare il cuoio capelluto con l’estratto
per 2-3 minuti durante la doccia e risciacquare con acqua. Questo
rimedio serve anche a pulire i capelli. Non usare shampoo e ripetere la
cura ogni tre o quattro giorni.

In alternativa si può anche usare del succo fresco di pompelmo


mescolandolo al miele in quantità uguali.
DISTURBI CUTANEI
La nostra pelle è esposta al mondo esterno ed è quindi sensibile al vata;
pertanto deve essere trattata con cura usando degli oli e andrebbe mantenuta
pulita in vari modi. La cute rappresenta la parte più importante del nostro
aspetto e della nostra identità. Ogni parte del corpo ha bisogno di
un’attenzione particolare, soprattutto le mani e i piedi, ma anche il viso è
fondamentale per avere un bell’aspetto. Di seguito descriverò i rimedi
principali che possono essere preparati a casa per trattare i problemi più
comuni della pelle.

PELLE SECCA
Questo disturbo può avere diverse cause. Se compare solo localmente può
essere curato usando dell’olio, mentre se il problema è diffuso in tutto il
corpo è un chiaro sintomo di uno squilibrio del vata. Anche in questo caso
l’olio è un rimedio eccellente. Massaggiare il corpo con dell’olio e fare un
bagno caldo aiuta a guarire dal vikriti vata; se ciononostante la pelle continua
a essere secca saranno necessari altri interventi per riequilibrare il vata.

AUTOMASSAGGIO CON L’OLIO


SCEGLIERE L’OLIO GIUSTO: se la pelle è molto secca e si ha spesso la
sensazione di doversi grattare è consigliabile scegliere degli oli che penetrino
bene nella pelle. Usare del ghi caldo o dell’olio di cocco caldo per tutto il
corpo.

MASSAGGIO: massaggiare tutto il corpo con l’olio praticando una


pressione vigorosa finché la pelle è satura e non è più in grado di assorbirne.
Questo massaggio può durare fino a un’ora. Infine togliere l’olio in eccesso
dalla pelle passando con delicatezza un asciugamano caldo e umido per non
dover fare subito una doccia o un bagno. Infatti è preferibile lasciare che
l’olio agisca alcune ore o addirittura tutta la notte.
Il seguente olio per massaggi renderà la pelle liscia e morbida.

OLIO DA MASSAGGI PER UNA PELLE MORBIDA

Semi di finocchio 50 g
Liquirizia 50 g
Semi di cardamomo verde 10 g
Petali di rosa 30 g
Olio di sesamo 300 ml

Macinare finemente le spezie, versare l’olio in una pentola da 2 l e


riscaldare finché non inizia a fumare. Togliere dal fuoco e aggiungere le
spezie prestando molta attenzione poiché il contenuto d’acqua potrebbe
sviluppare molto vapore e l’olio potrebbe schiumare. Rimettere la
pentola sul fuoco e cuocere per 10 minuti. Filtrare con un panno filtro e
spremere l’olio. Applicare l’olio come descritto nella ricetta precedente.

MANI SECCHE
Nonostante l’uso frequente di creme e oli le mani rimangono spesso secche e
la pelle può tendere a desquamarsi. Nelle mie ricerche ho scoperto che questo
problema è legato all’utilizzo di saponi liquidi, pertanto si consiglia di
sostituire questi prodotti e le lozioni per doccia con delle semplici saponette e
dell’olio e di frizionare le mani con qualche goccia di olio d’oliva o di
sesamo dopo averle lavate con il sapone. Dopo qualche giorno le mani
torneranno a essere morbide.
FORUNCOLI E ACNE
I foruncoli e l’acne sono un disturbo indiretto della pelle poiché sono causati
da cambiamenti di vita irregolari e da una cattiva alimentazione. Sono lo
specchio dello “sporco interiore” che viene espulso tramite la cute: infatti una
delle cause principali di questi disturbi è proprio l’accumulo di ama (cibo non
digerito nello stomaco). I foruncoli e l’acne sono difficili da guarire con i
trattamenti cosmetici che leniscono il fastidio temporaneamente senza andare
a risolvere il problema alla radice. Questi disturbi sono provocati dai seguenti
fattori:

1. Cattive abitudini alimentari e disturbi del sonno.


2. Consumo eccessivo di alimenti da fast food e bibite gassate, molto dolci
o acide.
3. Costipazione, svuotamento incompleto del tratto intestinale o irregolarità
intestinale.
4. Eccessivo calore nel corpo che si manifesta anche con urine giallastre.
5. Carenza di attività fisica.

Chi desidera una pelle bella e senza brufoli e non vuole rimanere segnato da
cicatrici per tutta la vita dovrebbe cambiare il proprio stile di vita e depurare
regolarmente l’organismo. A questo proposito consiglio i seguenti rimedi:

1. Depurare l’organismo tre volte al giorno con l’acqua al cardamomo.


2. Depurare il sangue due volte al giorno ricorrendo alla miscela descritta
in precedenza.
3. Bere ogni giorno del latte alla curcuma.
4. Effettuare la depurazione settimanale e mensile.
5. Evitare di consumare hamburger, bibite gassate e non e succhi pronti, ma
bere solo acqua.
6. Mangiare verdura, riso, pasta o cereali come miglio e legumi come
fagioli mungo preparati freschi. Ridurre il consumo di carne e preferire
pollo o capretto. Evitare cibi fritti e cotti nell’olio.
7. Mangiare carote, zucchine e zucca che aiutano a mantenere l’equilibrio
del corpo.
8. Mangiare molta frutta evitando però le specie più acide come gli agrumi
e i kiwi. Se possibile mangiare frutta mista e macedonia perché i frutti
dolci aiutano a riequilibrare l’organismo.
9. Mangiare spesso verdura amara e insalata come indivia, cicoria o rucola.
Negli alimentari indiani e asiatici si trova spesso anche il melone amaro
che è molto salutare.
10.Cercare di mangiare sempre agli stessi orari ed evitare gli spuntini tra un
pasto e l’altro.

Continuando a grattarsi si possono provocare lesioni che diventano un ottimo


veicolo per le infezioni; pertanto si consiglia di curare la pelle anche
esteriormente ricorrendo ai seguenti rimedi.

OLIO ALLA CURCUMA

L’olio alla curcuma può essere preparato in due modi:


1. Inserire 3-4 pezzi di radice di curcuma essiccata in una bottiglia di
vetro e coprirli con dell’olio di sesamo pressato a freddo. Se
possibile conservare la bottiglia al sole; l’olio assumerà via via un
colore giallastro.
2. Il secondo modo è più veloce: riscaldare 4 cucchiai di olio di
senape finché non inizia a fumare, togliere dal fuoco e aggiungere
con cautela 1 cucchiaino di curcuma. Lasciare bollire l’olio per un
altro minuto a fuoco lento, filtrare e conservare in una bottiglia
pulita.

Modo d’uso: applicare e massaggiare delicatamente l’olio su tutto il


viso. Lasciare agire per 15 minuti, poi lavare il viso con dell’acqua
calda. Contro l’acne usare sempre il metodo di preparazione n. 2.
POLVERE DI UBTAN O MASCHERA PER IL VISO
Questa maschera per il viso riduce la sensazione di prurito causata dai
foruncoli ed evita la formazione di cicatrici.

POLVERE DI UBTAN

Curcuma 1 cucchiaino
Olio di senape 2-3 cucchiaini
Farina di ceci (Besan) 1 cucchiaino

Mescolare la curcuma in polvere alla farina di ceci, incorporare l’olio di


senape per ottenere un impasto denso che possa essere applicato alla
pelle. Mescolare bene l’impasto, applicarlo sulle zone interessate,
lasciarlo agire per 15 minuti e risciacquare. Infine frizionare con
dell’olio di cocco e chiodi di garofano.

OLIO DI COCCO E CHIODI DI GAROFANO

Olio di cocco 100 ml


Olio di sesamo 2 cucchiai
Chiodi di garofano 5g

Macinare finemente i chiodi di garofano, scaldare l’olio di sesamo


finché non inizia a fumare e aggiungere la polvere. Togliere dal fuoco.
Sciogliere l’olio di cocco, filtrare l’olio di sesamo e aggiungerlo ancora
caldo all’olio di cocco mescolando bene con un cucchiaio. La
preparazione può essere usata per più applicazioni.
PRURITO E IRRITAZIONI CUTANEE
Seguire le indicazioni precedenti per cambiare adeguatamente le abitudini
alimentari e di vita. Trattare le parti interessate con dell’olio di senape o con
l’olio di cocco e chiodi di garofano appena descritto. Mangiare regolarmente
verdura amara ed eventualmente del melone amaro, reperibile fresco o
essiccato presso gli alimentari indiani. Seguire la cura con il pane di farina di
ceci, ottenuta da ceci simili al besan ma che al contrario di quest’ultimo non
vengono sbucciati prima di essere macinati. Se non si riesce a trovare questa
farina, è possibile prepararla in casa macinando finemente dei ceci Gram Dal,
solitamente più facilmente reperibili.

CURA CON PANE DI FARINA DI CECI

Il trattamento dura 4 settimane, durante le quali si raccomanda di evitare


tutti gli altri tipi di pane e cereali e di consumare solamente questo pane
preparato in casa, ghi e verdura, soprattutto amara e insalata. Il latte di
mucca e lo yogurt possono essere consumati, ma è preferibile evitare il
formaggio.
Preparazione: preparare un impasto di farina e acqua senza aggiungere
sale. Riscaldare il ghi in una padella, immergere una pallina di impasto
grande come un pugno e schiacciarla con un mestolo di legno per
ottenere un disco. Capovolgere il dischetto dopo qualche minuto e
aggiungere ancora del ghi nella pentola. Il pane dovrà essere ben cotto e
leggermente rosolato. Può essere accompagnato con piatti di verdura,
insalate o zuppe.
DISTURBI FEMMINILI
La maggior parte dei medici e dei ricercatori sono uomini che non possono
capire a fondo le particolarità dei disturbi di salute tipici delle donne. Le
scritture ayurvediche parlano spesso di gravidanza e parto, ma i problemi di
salute legati, per esempio, a mestruazioni e infezioni non vengono trattati nel
dettaglio. Ciononostante, le leggende ayurvediche tramandate oralmente
soprattutto dalle donne rappresentano un enorme bacino di informazioni sui
disturbi tipici delle donne. Nel libro dedicato alle donne che ho pubblicato in
passato ho descritto una serie di ricette specifiche in questo ambito; in
quest’opera mi concentrerò su alcuni dei problemi più diffusi.
DISTURBI MESTRUALI
Durante il periodo mestruale molte donne soffrono di dolori e disturbi
digestivi; alcune lamentano anche nausea, vomito, mal di stomaco, pancia
gonfia, costipazione ecc. Altre soffrono di emorroidi fin da qualche giorno
prima che inizi il ciclo. Per risolvere questi problemi, le donne devono
cambiare il proprio stile di vita. Di seguito descrivo alcuni rimedi e consigli
pratici.

1. Gli stati di costipazione prima dell’inizio del ciclo mestruale possono


causare dolore, emorroidi e disturbi intestinali. In questo periodo il corpo
cerca di riequilibrare i dosha; per sostenere questo processo è importante
depurare l’organismo con l’acqua dieci giorni prima del ciclo. Evitare
soprattutto i cibi cotti in olio, secchi o grassi; sostituirli con molta
verdura, zuppe, insalate e liquidi.
2. Praticare un massaggio alla pancia una volta a settimana aiuta a
distendere i muscoli addominali e a rilassare gli organi interni.
3. Contro i dolori mestruali mangiare da 10 a 15 mandorle al giorno
lasciate in ammollo per una notte intera in acqua. È possibile mangiarne
durante tutto il mese o almeno per i 15 giorni che precedono il ciclo. Le
mandorle così preparate sono una medicina, non un alimento; pertanto si
consiglia di mangiarle prima di colazione e di masticarle bene.
4. Descrivo di seguito una medicina estremamente efficace contro i dolori
mestruali.

POLVERE DI CUMINO NERO


PER I DOLORI MESTRUALI

Assumere ½ cucchiaino di cumino nero con dell’acqua calda due volte


al giorno. Iniziare la cura 3-4 giorni prima del ciclo mestruale e
proseguire fino al suo termine.
5. È utile anche ricorrere a oli o unguenti analgesici da massaggiare sulla
pancia e sulla schiena. Anche il caldo secco è molto efficace contro i
dolori mestruali.
6. L’infuso che segue è adatto contro i dolori mestruali e le contratture dei
muscoli addominali.

INFUSO STIMOLANTE

Zenzero 3g
Pepe nero 1 presa
Cardamomo nero 1
Chiodi di garofano 5
Cannella 1 pezzetto
Tè nero ½ cucchiaino
Latte 50 ml
Zucchero candito a piacimento

Macinare tutte le spezie e versarle in 200 ml d’acqua. Cuocere per 5


minuti a fuoco lento, aggiungere il tè nero, lasciare bollire per un altro
minuto, poi aggiungere il latte e lo zucchero. Lasciare bollire per altri 30
secondi e bere caldo.

Le persone che non tollerano il tè nero possono togliere questo


ingrediente che, soprattutto la sera, può disturbare il sonno. Anche
l’infuso “Miracolo dell’Undici” già descritto ha effetti stimolanti e può
essere un’ottima alternativa a questa ricetta.

7. Durante i 3-4 giorni che precedono il ciclo mestruale assumere ½


cucchiaino di semi di crescione da giardino al giorno con dell’acqua
calda per sciogliere le tensioni, attenuare i dolori e stimolare la
digestione. Il crescione sostiene sia il vata sia il kapha e rinforza il pitta,
pertanto deve essere assunto con cautela e in piccole dosi soprattutto
dalle persone prakriti pitta o in combinazione con altre sostanze che
riequilibrano il pitta come il coriandolo e il finocchio.
MESTRUAZIONI IRREGOLARI
Questo problema può assumere due aspetti contrapposti: il ciclo mestruale
può arrivare in ritardo con emorragie limitate o, al contrario, può arrivare
prima del previsto con emorragie abbondanti. Allo stesso modo, anche
mestruazioni regolari possono presentare un flusso più o meno abbondante.
Nel primo caso è necessario rafforzare il pitta nel corpo, mentre emorragie
abbondanti richiedono l’assunzione di rimedi che riequilibrino il pitta in
eccesso.

Qualora si sia soggetti a mestruazioni anticipate con flusso abbondante si


consigliano i seguenti rimedi.

1. Bere una tisana di coriandolo al giorno preparata con un cucchiaino e


mezzo di semi di coriandolo macinati sciolti in acqua calda.
2. I semi di ravanello rosso sono molto utili per regolarizzare il flusso
eccessivo o irregolare. Macinare mezzo cucchiaino di semi e ingerirli
con dell’acqua calda a giorni alterni per un mese.

In caso di mestruazioni ritardate indico di seguito alcuni consigli pratici.

1. Preparare una tisana di petali di rosa rossa e semi di finocchio. Evitare di


usare incroci di rose. Bollire 3 cucchiai di petali di rosa e 1 cucchiaino di
semi di finocchio in 400 ml d’acqua per 15 minuti e bere due volte al
giorno. Si raccomanda cautela perché questa tisana potrebbe causare
aborto nei primi giorni di gravidanza.
2. Preparare la tisana seguente per regolarizzare le mestruazioni ritardate.

RIMEDIO PER MESTRUAZIONI RITARDATE

Semi di sesamo 1 cucchiaino


Zenzero in polvere ½ cucchiaino
Pepe nero 1 presa
Pepe lungo 1 presa

Fare bollire a fuoco lento tutti gli ingredienti in 250 ml d’acqua per 15
minuti. Bere la tisana una volta al giorno.

3. Bere ½ cucchiaino di ajwain macinato sciolto in latte caldo due volte al


giorno per regolarizzare le mestruazioni ritardate.
4. L’assafetida è un rimedio eccezionale contro il ritardo mestruale. Nel
paragrafo dedicato agli antibiotici ho presentato una ricetta per lo hing
ghi, adatta anche in questo caso se assunto una volta al dì per dieci giorni
prima del ciclo in quantità pari a ½ cucchiaino. Il ghi può essere sciolto
in una minestra chiara o mangiato con del miele.
INFEZIONI VAGINALI BLANDE
Le infezioni vaginali da funghi (micosi), batteri o di altra natura sono spesso
causate da un’igiene carente o da uno squilibrio della flora vaginale. In
condizioni normali, i cosiddetti bacilli di Doderlein garantiscono un pH acido
in queste zone poiché trasformano il glicogeno prodotto dalle cellule vaginali
in acido lattico, una sorta di meccanismo difensivo che mira a prevenire lo
sviluppo di agenti patogeni. Tuttavia, se questi batteri muoiono viene a
mancare anche questa difesa e la zona vaginale umida e calda diventa un
ambiente ideale per l’attacco da parte di batteri, funghi e altri parassiti
unicellulari che si sviluppano molto rapidamente e provocano irritazioni,
infiammazioni e ferite aperte.
L’uso di antibiotici per debellare queste infezioni batteriche comporta
anche la morte dei batteri utili che colonizzano bocca, tratto digerente e
vagina, indebolendo così i meccanismi naturali di difesa del corpo. Le
persone che di tanto in tanto sono costrette ad assumere antibiotici avranno
sicuramente constatato che dopo la cura rimane un gusto cattivo in bocca.
Questo disturbo è dovuto al fatto che i batteri utili del cavo orale vengono
debellati aprendo la strada a micosi. Pertanto si raccomanda di ricorrere agli
antibiotici solamente se strettamente necessario usando, laddove possibile,
delle alternative a base di spezie presentate in questo libro. Durante l’uso
prolungato di antibiotici è consigliato mangiare molto yogurt. Si consiglia
inoltre di spalmare yogurt sulla vagina e al suo interno. È importante che
quest’ultimo contenga fermenti lattici vivi, poiché molti tipi di yogurt venduti
in Occidente contengono conservanti che uccidono i batteri. È sempre
preferibile usare dello yogurt preparato in casa.
Di seguito descrivo altri rimedi per trattare infezioni vaginali blande:

1. Un metodo molto efficace per debellare infezioni vaginali allo stadio


iniziale consiste nel lavare la vagina con del latte fresco di mucca. Non
usare latte pastorizzato o contenente conservanti. I fermenti lattici
presenti nel latte riequilibrano la naturale flora vaginale e combattono
l’attacco da parte di batteri nocivi creando un ambiente sfavorevole al
loro proliferare.
2. Impregnare un asciugamano di cotone di miele e ghi in parti uguali e
appoggiarlo sulla vagina, ripetendo l’applicazione più volte.
3. In caso di secchezza o irritazioni leggere dovute a infezioni alternare
l’applicazione di olio di senape e di cocco, frizionandolo con le dita o
con un piccolo asciugamano di cotone. L’olio di senape è molto
piccante, pertanto dopo qualche ora si consiglia di applicare dell’olio di
cocco.
4. Macinare finemente della liquirizia e del ghi e preparare un impasto da
stendere sulle pareti vaginali e attorno alla vagina. Questo rimedio è
particolarmente efficace in caso di ferite causate da parassiti.

GRAVIDANZA
L’Ayurveda fornisce alcuni consigli utili durante la gravidanza:

1. Le donne in gravidanza devono evitare alcol, tabacco, marijuana e


droghe oppiacee. In caso di disturbi blandi si consiglia di intervenire
attraverso l’alimentazione evitando l’assunzione di medicinali di natura
chimica.
2. All’inizio della gravidanza evitare cibi che stimolino il pitta. Al
contrario, si consiglia di assumere questi cibi nelle ultime due settimane
per indurre il parto.
3. Evitare assolutamente congestioni che risultano molto fastidiose per la
donna e pericolose per il feto. Alcune donne incinte soffrono di anemia e
assumono integratori di ferro che, tuttavia, aumentano il vata
nell’organismo e possono causare congestione. Al loro posto, si
consiglia di mangiare mele, verdura verde e pomodori.
4. Mangiare esclusivamente cibi nutrienti, leggeri e liquidi. Consumare
molta verdura fresca e insalata evitando cibi con conservanti. Evitare
tutte le sostanze che aumentano il vata nel corpo, che potrebbero essere
dannose per mamma e bambino. Mantenere l’equilibrio dei dosha che
potrebbero essere influenzati negativamente dalla gravidanza.

RIMEDI CONTRO LA NAUSEA IN GRAVIDANZA


1. Sciogliere un cucchiaio di cristalli di zucchero macinati in mezzo
bicchiere d’acqua e aggiungere due chiodi di garofano tritati. Berne
alcuni sorsi in caso di nausea.
2. Il succo fresco di arance dolci o di altri agrumi riduce il senso di nausea.
Si raccomanda di usare solo frutti dolci evitando quelli aciduli. Anche
succhiare qualche grano di melagrana è un rimedio eccezionale contro la
nausea. Al contrario, l’Ayurveda vieta di bere succhi che contengano
conservanti a tutti e soprattutto alle donne incinte.
3. Evitare di usare zucchero raffinato e sostituirlo con cristalli di zucchero
grezzo che aumentano il kapha.
4. Lasciare in ammollo del cumino in succo di limone e salare con del
salgemma. Lasciare evaporare il succo e succhiare un paio di semi in
caso di nausea.
5. Masticare dei semi di cardamomo aiuta a ridurre il senso di nausea.
DISTURBI DEI NEONATI E DEI
BAMBINI
RINFORZARE IL SISTEMA
IMMUNITARIO
Nell’Ayurveda classico la prevenzione delle malattie ha la priorità assoluta.
All’inizio della sua opera, Charaka descrive due tipologie di terapia: da un
lato stimolare la salute, dall’altro curare le patologie. Queste due indicazioni
sono seguite ancor oggi dagli adepti dell’Ayurveda.
Il sistema immunitario dei neonati viene rinforzato in modo tradizionale.

PASTA DI MANDORLE

Macinare finemente una mandorla con una pietra ruvida e aggiungere un


paio di gocce d’acqua. Questo procedimento è un po’ laborioso, ma
secondo l’Ayurveda questa preparazione garantisce effetti migliori
rispetto all’uso di mandorle tritate. Aggiungere una presa di zucchero
candito macinato e mescolare bene.
Dosaggio: le quantità indicate corrispondono al dosaggio per due giorni.
Somministrare al neonato mezza dose al giorno mettendogliela sulla
lingua con un dito.
TRATTAMENTO CON L’OLIO ED
ESERCIZI
Il trattamento e i massaggi con l’olio sono molto importanti per rinforzare i
muscoli e le ossa dei neonati. Poiché i bambini così piccoli possono stare solo
sdraiati, è fondamentale che facciano determinati movimenti.

MASSAGGI
Fino a tre mesi usare esclusivamente il ghi caldo perché i neonati hanno una
pelle molto sensibile. Secondo le scritture ayurvediche il ghi è anche dolce,
pertanto ha effetti protettivi e rinforzanti. Dopo i tre mesi è possibile alternare
al ghi dell’olio di sesamo, di cocco o di oliva, da applicare sempre tiepido su
tutto il corpo del bambino. Soffermarsi in particolare sulle mani e sui piedi
praticando dei massaggi leggeri e ripetuti.

ESERCIZI
Muovere le braccia e le gambe del neonato con cautela in modo da smuovere
tutte le articolazioni. Praticare dei movimenti circolari con le articolazioni
delle anche sollevando leggermente le gambe del bambino.
I neonati di età inferiore a dodici mesi devono rinforzare il collo e la
colonna vertebrale. A questo scopo sollevare il bambino dalle gambe e
tenerlo per qualche secondo a testa in giù; in questo modo la colonna
vertebrale si allunga e l’irrorazione sanguigna della testa migliora.
DISTURBI DIGESTIVI

CONGESTIONE
Di seguito indico alcuni rimedi per curare gli stati di congestione dei neonati.
1. Spalmare del ghi tiepido con un dito sull’ano del neonato. Se il disturbo
non passa, prendere una siringa da 1 ml, togliere l’ago e iniettare un po’
di ghi tiepido dentro all’ano.
2. Nella maggior parte dei casi gli stati di congestione sono associati a
pancia gonfia e flatulenza. Ricorrere quindi ai rimedi descritti sotto.
3. Le tecniche moderne per la cura dei neonati consigliano di non dare
acqua ai bambini con meno di sei mesi, limitandosi solamente a far bere
loro il latte materno. L’Ayurveda non condivide quest’opinione poiché
provoca secchezza e congestione. I neonati dovrebbero bere dell’acqua
calda di cardamomo due o tre volte al giorno (somministrata con un
cucchiaino o il biberon). Usare solamente acqua di cardamomo bollita o,
in alternativa, acqua bollita con una foglia di basilico sacro.

GONFIORE DI PANCIA
I neonati hanno spesso il pancino gonfio, sentono dolore e piangono. In
questo caso si consiglia di piegare le ginocchia del bambino portandole verso
l’addome per calmare il fastidio.
L’assafetida è un ottimo rimedio per trattare questo disturbo, sebbene abbia
un odore molto forte che scoraggia molti genitori.

ASSAFETIDA CONTRO IL GONFIORE DI PANCIA

Sciogliere un seme di assafetida in qualche goccia d’acqua calda in


modo da ottenere un impasto da applicare sopra e dentro all’ombelico. Il
gonfiore di pancia dovrebbe ridursi immediatamente.
L’assafetida può essere sostituita da aglio pestato, fieno greco in
polvere, ajwain macinato o semi di aneto; tuttavia, in questo caso
l’effetto non sarà più altrettanto rapido.

RIMEDIO ALL’AJWAIN E OLIO DI SENAPE CONTRO IL


GONFIORE DI PANCIA

Mescolare acqua e farina di grano integrale e formare una pallina.


Scaldare l’olio di senape fino a quando inizia a fumare e togliere dal
fuoco. Aggiungere un cucchiaino di ajwain e lasciare raffreddare l’olio
finché non diventa tiepido. Immergere la pallina di impasto nell’olio e
praticare un massaggio delicato dentro e sull’ombelico del neonato.

Questi rimedi sono pensati per uso esterno; l’infuso descritto di seguito aiuta
invece il neonato a ritrovare l’equilibrio interno migliorando la digestione e
riducendo la formazione di gas nella pancia.

INFUSO ALL’AJWAIN

Far bollire ¼ di cucchiaino di ajwain in 150 ml d’acqua per 3-4 minuti,


poi lasciare riposare per 10 minuti. Scolare l’acqua e aggiungere una
presa di zucchero candito. Farne bere al neonato 2-3 cucchiaini ogni due
ore.
DIARREA
Questo rimedio è utile in caso di diarrea o feci molli.

ACQUA AL FINOCCHIO

La maggior parte delle persone preparano l’infuso di finocchio facendo


bollire dei semi in acqua, ma questa modalità fa perdere alla pianta le
sue proprietà curative. Pertanto si consiglia di seguire uno dei due
metodi descritti sotto per curare la diarrea del neonato.
Il modo migliore per preparare questo infuso consiste nel lasciare in
ammollo un cucchiaino di semi di finocchio in 200 ml d’acqua calda per
una notte intera per poi somministrare al neonato 15 ml (3 cucchiaini) di
acqua ogni quattro ore. Se è necessario intervenire più rapidamente,
macinare finemente un cucchiaino di semi di finocchio, versare la
polvere in 3 cucchiai d’acqua calda, mescolare bene e filtrare con un
colino. Far bere al bambino 1-2 cucchiaini di quest’acqua ogni quattro
ore.
CONSIGLI UTILI PER LE MAMME
DURANTE L’ALLATTAMENTO
Durante l’allattamento le mamme dovrebbero prestare particolare attenzione
a un’alimentazione equilibrata e regolare per evitare di disturbare il vata del
neonato. I seguenti consigli permettono di avere la dovuta cautela in questo
periodo.
1. A ogni pasto mangiare un piatto di verdura mista e una zuppa di verdure;
come condimento utilizzare la miscela di spezie D.
2. Per condire i cibi usare zenzero e cumino freschi.
3. Bere dell’acqua di cardamomo tre volte al giorno.
4. Assumere la miscela di quattro semi nel dosaggio indicato; questo
rimedio non aiuta solamente a riequilibrare il vata, ma rende anche più
nutriente il latte materno.

PREPARAZIONE DEL LATTE PER


NEONATI
La cosa migliore è nutrire i neonati esclusivamente con il latte materno per i
primi sei mesi di vita; tuttavia, se per qualche ragione il bambino deve essere
alimentato con altre sostanze, si raccomanda di usare latte fresco da
allevamento biologico non trattato allungandolo con dell’acqua in quantità
uguali. Per preparare il latte mettere in una pentola latte, acqua, un seme di
cardamomo e una foglia di basilico sacro e portare a ebollizione. Se il
neonato soffre di vomito, aggiungere anche una presa di pepe, possibilmente
lungo.

Sconsiglio vivamente di usare latte per neonati di produzione industriale o


latte in polvere, perché sono difficili da digerire e possono avere effetti
negativi sul fegato e sul metabolismo del bambino.
DISTURBI AI DENTI
La maggior parte dei bambini soffre di mal di denti, pertanto ho selezionato
alcune ricette di semplice preparazione per lenire questi disturbi e prevenire
problemi collaterali.
1. L’olio di garofano è un rimedio ben noto contro il mal di denti e alle
gengive, ma per i bambini piccoli è troppo forte. Pertanto si può
preparare del ghi al garofano e massaggiarlo sulle gengive del neonato
durante il periodo di dentizione.

GHI AL GAROFANO

Chiodi di garofano 5
Ghi 2 cucchiaini

Macinare i chiodi di garofano. Scaldare il ghi fino a quando inizia a


fumare, ridurre la fiamma e aggiungere i chiodi di garofano in polvere.
Togliere la pentola dal fuoco dopo 15-20 secondi, lasciare raffreddare
brevemente e filtrare con un passino a maglie strette o con un panno
filtro. Conservare in un contenitore con coperchio.
Frizionare delicatamente le gengive del neonato con il ghi al garofano
aiutandosi con le dita. Il ghi diventa duro anche a 20°C.

2. Massaggiare delicatamente la testa del bambino con la punta delle dita


aiuta a tranquillizzarlo durante la dentizione. Usare dell’olio di mandorla
e massaggiare soprattutto la parte dietro al padiglione auricolare per
rilassare il neonato e farlo addormentare.
3. Stendere il neonato sulla pancia e massaggiargli delicatamente la schiena
facendo dei lenti movimenti circolari con la mano. Questo massaggio
tranquillizza il bambino e lo aiuta ad addormentarsi.
4. Il miglio indiano (che in India viene chiamato mandua o raagi) è
eccezionale per i neonati. Normalmente la dentizione inizia dopo il sesto
mese di vita, pertanto è possibile dar loro da mangiare dell’halva al
miglio indiano (vedi sotto) senza preoccupazioni.

HALVA AL MIGLIO INDIANO

Farina di miglio indiano 1 cucchiaio


Ghi 1 cucchiaino
Zucchero 1 cucchiaino

Scaldare il ghi e aggiungere la farina. Cuocere per un minuto, poi


aggiungere lo zucchero. Continuare la cottura per alcuni secondi e
coprire con 100 ml d’acqua. Lasciare bollire per un minuto.
Somministrare al neonato dell’halva caldo uno o due volte al giorno a
seconda del suo appetito.

5. La pasta di mandorle e miele è già stata descritta in precedenza. Durante


la dentizione somministrarne al neonato una volta al giorno per
rinforzare il sistema immunitario.

MALE ALLE ORECCHIE


Durante la dentizione i bambini soffrono quasi sempre di male alle orecchie;
di seguito riporto due semplici rimedi per dare loro conforto.
1. Scaldare 3 cucchiaini di olio di senape finché non inizia a fumare.
Togliere dal fuoco, aggiungere 3 spicchi d’aglio e lasciarli rosolare. Far
raffreddare l’olio e filtrarlo. Inserire due o tre gocce di olio nelle
orecchie del neonato.
2. Il seguente rimedio non rientra tra i classici dell’Ayurveda ma viene
usato tradizionalmente in India. Inserire qualche goccia di urina del
neonato nelle sue orecchie.
VIE RESPIRATORIE
CONGESTIONATE
A volte i neonati hanno una tosse persistente e il naso chiuso. I due rimedi
descritti di seguito aiutano a decongestionare le vie respiratorie.
1. Scaldare un cucchiaio di olio di senape e aggiungere una presa di sale.
Frizionare il petto del neonato: dopo un paio di applicazioni il muco
dovrebbe iniziare a sciogliersi.
2. Effettuare delle inalazioni di vapore con erbe. Pestare tre chiodi di
garofano, un pezzetto di cannella e un seme di cardamomo nero per
ottenere una polvere fine. Versare la polvere in acqua bollente e far
respirare al neonato i vapori. Si consiglia di sedersi su una sedia e di
appoggiare il neonato sul grembo a pancia in giù, in modo che la testa
penda leggermente di lato. Sistemare la pentola o un inalatore sul
pavimento in modo che il bambino respiri i vapori automaticamente.
Questo rimedio non è molto apprezzato dai neonati, che spesso piangono
quando respirano i vapori caldi; tuttavia è molto efficace per liberare il
naso e i bronchi dal muco.
DISTURBI DEL SONNO
Molti neonati hanno difficoltà a dormire e questo causa non pochi grattacapi
ai genitori. È importante abituare fin da subito il bambino a rispettare il ritmo
sonno-veglia; a questo scopo ho selezionato qualche consiglio.
1. Rispettare il più possibile gli orari dei pasti evitando di dare da mangiare
al bambino tra un pasto e l’altro. Se il neonato piange nelle tre ore tra un
pasto e l’altro si può fargli bere dell’acqua di cardamomo.
2. Secondo la saggezza ayurvedica e la tradizione indiana un neonato
dovrebbe dormire fin dall’inizio per cinque ore di fila. Se il bambino
piange gli si può dare da bere dell’acqua calda. Allattare il bambino
durante queste ore mette in moto il suo metabolismo e lo sveglia.
Abituarlo a rispettare il ritmo sonno-veglia costa pazienza e fatica, ma è
fondamentale per la sua salute.
3. Se il neonato non si addormenta si può provare a tranquillizzarlo con il
massaggio alle orecchie descritto sopra.
4. Per aiutare il bambino ad addormentarsi si può ricorrere al seguente
rimedio.

JAVITRI (MACIS) CON MIELE

Macinare finemente e filtrare il macis. Incorporarlo al miele puro per


ottenere una pasta morbida. Somministrarne un po’ al bambino
mettendoglielo sulla lingua con un dito.

5. Durante l’allattamento le mamme dovrebbero mangiare alimenti che


riequilibrino il vata e sufficiente ghi, noci e altri cibi che rinforzano il
kapha per evitare che il bambino soffra di squilibri del vata.
6. Le difficoltà che il neonato ha nel dormire sono spesso collegate al
nervosismo che la mamma gli trasmette. Le madri dovrebbero cercare di
superare gli stati di ansia grazie a esercizi respiratori e altre pratiche
yoga e di essere grate del piccolo miracolo che ha benedetto la loro vita.
I neonati sono molto sensibili e reagiscono immediatamente al mondo
che li circonda.

DISTURBI EPATICI
A volte i neonati sono molto pallidi o hanno un colorito giallastro; questo
significa che soffrono di epatite. La tradizione indiana e l’Ayurveda
consigliano un rimedio molto semplice ed efficace.
Far bollire 200 ml d’acqua con un cucchiaio di zucchero e una presa di sale
finché non ne sarà evaporata la metà. Lasciare raffreddare e farne bere al
neonato un paio di cucchiai ogni due ore. L’urina del bambino diventerà di
colore giallo scuro perché l’organismo inizierà a espellere tutto il calore
accumulato. Continuare a somministrare il rimedio ogni due o tre ore finché
l’urina non tornerà chiara.
CONOSCERE E PREPARARE LE
ERBE E LE SPEZIE
DALLA FARMACIA NATURALE
In questo libro ho cercato di proporre dei rimedi che possano essere preparati
con semplicità partendo da erbe e spezie ayurvediche. La natura ci regala le
sostanze più disparate per curare i disturbi di salute; in questo contesto mi
sono concentrata su soluzioni facili e pratiche. In quest’ottica è importante
prendere familiarità con le poche erbe e spezie che servono per gli oltre 135
rimedi descritti e consigliati in quest’opera. Infatti, non basta saperle
riconoscere sugli scaffali dei negozi, ma è opportuno conoscerne anche il loro
posto in natura e la loro relazione con l’uomo.1

AGLIO (ALLIUM SATIVUM)


La pianta dell’aglio è alta 50-60 cm e ha foglie strette e allungate. I numerosi
fiori bianchi crescono a ombrello. Il bulbo bianco o rosato si divide in 12-18
spicchi. Le foglie d’aglio sono usate in insalate, per guarnire zuppe e in altri
piatti caldi. Nell’Ayurveda l’aglio è considerato caldo. Tra le spezie è un
rasayana importante e ha da cinque a sei rasa, a eccezione dell’acido. Ha un
odore molto intenso, è rinvigorente e ha anche effetti antibiotici, stimola la
vista ed è un buon afrodisiaco.
Nonostante le sue eccezionali caratteristiche, l’aglio deve essere usato con
cautela poiché è molto caldo; di conseguenza, andrebbe consumato
quotidianamente ma in piccole dosi. Alcune persone non lo tollerano bene e
soffrono di alcuni effetti collaterali tipici come gola secca, sete eccessiva,
eruzioni cutanee e irrequietezza, trattabili con una tisana di semi di
coriandolo. Il cardamomo verde è efficace contro l’odore forte.

AJWAIN O CUMINO REALE (TRACHYSPERMUM AMMI)


L’ajwain è chiamato anche cumino reale; si tratta di una pianta alta ca. un
metro che cresce a cespuglio e ha piccolissime foglie pennate. I fiori bianchi
crescono a campana, mentre i frutti sono marroni, lunghi 4 mm e dalla forma
a uovo. Ogni frutto contiene un piccolo seme marrone nervato.
Esistono due tipi di ajwain: quello minore ha semi grandi 1-2 mm, mentre
il maggiore ha dimensioni circa doppie. In India il maggiore viene usato
come rimedio curativo per gli animali domestici, mentre il minore trova
impiego in cucina e come medicina per l’uomo.
L’ajwain ricorda il timo, sebbene di quest’ultimo si usino le foglie e non i
semi. Viene impiegato molto in India per cucinare e come rimedio
farmacologico ed è coltivato in tutto il paese.
Nell’Ayurveda l’ajwain è considerato caldo; riequilibra il vata e il kapha e
migliora il pitta. Stimola la digestione ed è estremamente efficace contro vari
disturbi digestivi. Dona ai cibi un sapore piacevole e viene consigliato
soprattutto per le pietanze cotte in olio, con la pasta e gli alimenti grassi.
L’ajwain stimola la funzione epatica e aiuta a digerire i cibi pesanti e grassi.
Viene usato anche per il trattamento del gonfiore addominale,
dell’eruttazione e dell’inappetenza.

ANETO (ANETHUM SOWA, IN HINDI SOYE)


L’aneto cresce fino a 50-60 cm, ha foglie molto sottili e minuscoli frutti
marroni che crescono a ombrello e contengono semini leggermente
schiacciati dal colore marrone opaco. L’aneto viene coltivato in tutta l’India;
in alcuni stati del nord le foglie vengono consumate come verdura.
Le foglie di aneto sono considerate fredde, mentre i suoi semi sono
estremamente caldi. Le prime vengono consumate come erba o verdura,
mentre i secondi sono impiegati come spezia e rimedio curativo. Con i semi
di aneto si preparano numerosi rimedi, per esempio contro i disturbi mestruali
e per i problemi postnatali.

ASSAFETIDA (FERULA NATHEX, IN HINDI HEENG)


L’assafetida è la resina oleosa dell’omonima pianta, alta ca. 2 m, che cresce
sull’Himalaya. Questa resina ha un odore particolarmente forte poiché
contiene sali di zolfo. È difficile riuscire a trovare la spezia pura a causa delle
numerose imitazioni sintetiche che vengono prodotte; di conseguenza, il
prodotto puro è spesso caro e raro. A volte vengono vendute per assafetida
anche resine di altri alberi.
Nell’Ayurveda l’assafetida è considerata molto calda, riequilibra il vata e il
kapha e rinforza il pitta. Viene usata per pietanze difficilmente digeribili a
base di lenticchie e fagioli che possono causare disturbi vata. Inoltre trova
applicazione per il trattamento di disturbi legati alla vecchiaia solitamente
correlati al vata come dolori articolari, stanchezza e gotta. L’assafetida
depura l’utero dopo il parto e ha un forte effetto antibiotico.

BASILICO INDIANO (OCIMUM SANCTUM, IN HINDI TULSI)


Questo tipo di basilico è considerato sacro in India e viene venerato in tutte le
famiglie hindu. La pianta si differenzia dalla specie europea a foglie larghe;
esiste inoltre una variante a foglie viola ideale per l’uso medico. Grazie alla
sua importanza farmacologica si sono sviluppati numerosi rituali per la cura e
la protezione di questa pianta.
La pianta di basilico è alta 1 metro, le sue foglie sono lunghe 2-5 cm e i
fiori viola crescono in spighe da 10-15 cm. I semi sono piccoli, rotondi e
marroni.
Il basilico è un rasayana e rinforza il sistema immunitario. Nell’Ayurveda
è considerato caldo, pertanto se ne sconsiglia l’uso eccessivo. Per cucinare si
utilizzano quattro o cinque foglie al giorno, mentre ai fini curativi la dose è
leggermente superiore.

CANNELLA (CINNAMOMUM ZEYLANICUM, IN HINDI


DALCHINI)
L’albero della cannella (cinnamomo) può raggiungere i 7-10 m di altezza;
come spezia viene usata la sua corteccia, per lo più reperibile in due versioni,
una spessa e marrone scuro, l’altra rossastra e sottile. La prima versione ha un
odore e un sapore più intenso.
La cannella cresce sull’Himalaya nordoccidentale a un’altezza massima di
1200 m, nell’India sudoccidentale e in Sri Lanka. La variante meridionale è
più sottile e delicata. Il cinnamomo è facilmente riconoscibile dalle foglie con
profonde solcature e dalla chioma molto densa. Dal punto di vista ayurvedico
la cannella è calda, è un importante rasayana e stimola il sistema
immunitario e la vitalità. Inoltre ha effetti antibiotici.
Le foglie di cannella sono chiamate tejpatra e vengono usate anche in
spezie, rimedi curativi e per l’estrazione di olio.
CARDAMOMO (ELETTARIA CARDAMOMUM O AMOMUM
SUBULATUM, IN HINDI CHOTI O BADI ILAYACHI)
Il cardamomo più conosciuto è il “cardamomo piccolo”, chiamato in hindi
choti ilayachi. Esiste anche il cardamomo grande che presenta caratteristiche
ayurvediche molto diverse pur appartenendo alla stessa famiglia delle
zingiberacee. Entrambe le piante crescono in cespugli e hanno lunghe foglie
che crescono direttamente dalla radice. Le bacche crescono alla base delle
foglie in prossimità del terreno. Il cardamomo piccolo cresce in India
meridionale e in Sri Lanka, mentre quello grande nella regione più bassa
dell’Himalaya; entrambe le piante richiedono un terreno umido ma non
troppo bagnato.
Il cardamomo piccolo, normalmente noto semplicemente come
cardamomo, ha fiori verde chiaro e frutti verdognoli o gialli lunghi ca. 1 cm
che contengono dai 15 ai 20 semi marroni o neri. Questi ultimi sono utilizzati
per cucinare e a fini farmaceutici. Il cardamomo piccolo riequilibra le energie
vitali ed è indicato per il trattamento dei disturbi a carico della gola e del
cuore. Stimola la digestione e fa bene ai denti. Dopo i pasti pulisce e profuma
il cavo orale. Il cardamomo grande ha fiori gialli o bianchi, i suoi frutti sono
marrone scuro e sono tre volte più grandi di quelli del cardamomo piccolo. I
piccoli semini sono usati come spezia e per la preparazione di rimedi curativi.
Nell’Ayurveda il cardamomo grande è considerato caldo; è un’ottima
medicina contro l’ipotensione arteriosa ed è pertanto sconsigliato alle persone
ipertese. Trova impiego negli sciroppi per la tosse, come rimedio contro
febbre e disturbi delle cavità orali. Il cardamomo grande ha un aroma molto
più intenso rispetto a quello piccolo e viene usato soprattutto per la
preparazione di miscele di spezie.

CHIODI DI GAROFANO (SYZYGIUM AROMATICUM, IN HINDI


LAVANG O LAUNG)
La maggior parte delle persone conosce questa spezia; pur non avendone mai
visto le piccole bacche essiccate, ne conoscono l’odore sentito dal dentista,
poiché l’olio di garofano viene spesso usato contro il mal di denti e per
prevenire le carie.
L’albero dei chiodi di garofano può raggiungere un’altezza di 12 m ed è
molto longevo (fino a 100 anni). I primi boccioli fiorali compaiono dopo sette
o otto anni, mentre la produzione maggiore si registra tra i 30 e i 60 anni. I
boccioli vengono raccolti quando la loro colorazione verde muta in rosa.
Nell’Ayurveda i chiodi di garofano sono considerati freddi. Come la
cannella, anche i chiodi di garofano hanno effetti antibiotici. La maggioranza
delle spezie sono rasayana e stimolano le difese immunitarie e la vitalità, ma
queste ultime due sono particolarmente importanti.

CORIANDOLO (CORIANDER SATIVUM, IN HINDI DHANIYA)


La pianta del coriandolo è alta ca. 60 cm; le sue foglie sono usate per condire
insalate e piatti piccanti. I semi vengono utilizzati come spezia e in medicina.
Le foglie sono rotonde e presentano vari solchi; i fiori viola e bianchi
crescono a ombrello. I frutti sono gialli e rotondi, se premuti si dividono in
due e contengono semi. Si consiglia di aprirli sempre prima di piantarli. Il
coriandolo viene coltivato in tutta l’India.
Nell’Ayurveda il coriandolo è freddo e viene usato per la preparazione di
miscele e come rimedio per equilibrare il calore di alcune spezie. Ha molte
caratteristiche benefiche, tra cui il rafforzamento dei nervi.

CRESCIONE DEI GIARDINI (LEPIDIUM SATIVUM, IN HINDI


CHANSUR O HALIM)
Il crescione dei giardini raggiunge un’altezza di 30 cm. Le foglie arrotondate
sono grandi ca. 1 cm e crescono in gruppi di tre. I fiori sono minuscoli e
bianchi, i frutti sono piccoli baccelli dalla forma allungata e contengono un
seme marrone dal sapore molto intenso che viene usato per vari rimedi.
In Europa viene consumato come insalata, mentre in India è usato come
cibo per cavalli, cammelli e altri animali domestici.
Il crescione è considerato caldo; grazie al loro rasa amaro, le foglie sono
più delicate, mentre i semi sono estremamente caldi e diventano delicati dopo
la germinazione. I semi depurano il sangue, sono efficaci contro i disturbi
tipici delle donne, donano forza e migliorano le secrezioni degli organi
sessuali.

CUMINO NERO (NIGELLA SATIVA, IN HINDI KALONJI)


Il cumino nero è una piccola pianta con grandi foglie. I fiori sono azzurri, i
frutti rotondi con molti semi neri a forma di cuore. Si consiglia di acquistare
solamente cumino nero vero (nigella sativa) verificando che l’etichetta riporti
la denominazione “Kalonji”. Originario dell’Europa meridionale, a oggi
viene usato come spezia indiana e coltivato in tutta l’India.
Nell’Ayurveda il cumino nero è caldo e ha sapore e odore intensi. Oltre ad
altre caratteristiche farmacologiche, è impiegato anche per alleviare i dolori
mestruali.

CUMINO ROMANO (CUMINUM CYMINUM, IN HINDI JEERA)


La pianta del cumino romano è alta circa 30 cm e ha foglie molto sottili. I
minuscoli fiori sono bianchi e rosa e crescono a ombrello. I frutti sono
allungati, marroni e lunghi ca. mezzo centimetro. La pianta viene coltivata in
tutta l’India.
Il cumino romano è considerato caldo nell’Ayurveda. Ha sapore e profumo
piacevoli, stimola la digestione e viene usato soprattutto per la preparazione
di cibi difficili da digerire e grassi. Il cumino ha anche altre caratteristiche
farmacologiche: stimola la forza, contrasta la stanchezza e viene
somministrato dopo il parto per indurre il latte materno. Inoltre è utile contro
l’inappetenza.

CURCUMA (CURCUMA LONGA, IN HINDI HALDI)


Conosciamo tutti questa spezia dal colore giallo acceso, ma solo pochi
occidentali hanno presente com’è fatta la pianta, una radice che a prima vista
sembra zenzero e che dopo essere stata pelata assume il suo classico colore.
Normalmente la pianta è alta 70-90 cm con foglie lunghe circa 50-60 cm e
larghe 15 cm.
La curcuma ha un’importanza medica straordinaria: è antinfiammatoria,
antiallergica, antibiotica e rappresenta un rasayana. Riequilibra le tre energie
vitali sebbene abbia una natura leggermente calda.
Fuori dall’India, molte persone confondono la curcuma con il cosiddetto
curry; in realtà né la cucina indiana né l’Ayurveda prevedono l’uso di curry,
che è un’invenzione degli inglesi che in epoca coloniale consideravano le
spezie indiane troppo complicate e cercarono di produrre una miscela di
curcuma e varie altre spezie. Secondo la tradizione indiana e ayurvedica
questa miscela non ha alcun senso perché le singole spezie vengono usate in
modo molto mirato in base al cibo, alle condizioni climatiche e alla stagione.

FIENO GRECO (TRIGONELLA FOENUM-GRAECUM, IN HINDI


METHI)
Il fieno greco è un’altra pianta alta ca. 60 cm con foglie arrotondate che
crescono in gruppetti di tre. I fiori sono bianchi e giallastri e i piccoli frutti a
forma di fagiolo contengono dai 10 ai 20 semi di colore giallo scuro con
superficie irregolare.
I semi di fieno greco vengono usati come spezia e per la preparazione di
rimedi curativi, mentre le foglie sono usate come verdura. Il fieno greco è
caldo, i suoi semi hanno un sapore molto intenso. È efficace contro gli
squilibri del vata e viene somministrato alle donne dopo il parto per
migliorare le qualità nutritive del latte. Inoltre rinforza i nervi.

FINOCCHIO (FOENICULUM VULGARE, IN HINDI SAUNF) E


ANICE COMUNE (PIMPINELLA ANISUM)
Il finocchio è simile al cumino romano, ma è più grande e verde. La pianta è
alta ca. 1 m e ha foglioline minuscole e fiori a campana gialli. I frutti sono
allungati, verde chiaro e hanno cinque solchi. Continuando a sfogliare la
pianta, la radice si inspessisce e può essere consumata come verdura.
L’Ayurveda considera il finocchio freddo. Ha un aroma delicato e un gusto
dolce; stimola la digestione e profuma il cavo orale, pertanto si consiglia di
masticarne qualche pezzetto dopo i pasti. Viene usato nei dessert e anche in
abbinamento a spezie per mitigarne l’effetto caldo.
Il finocchio contrasta gli squilibri del vata e del pitta e viene usato per la
preparazione di tisane. L’abuso può causare costipazione, ma viene usato
anche come rimedio contro la diarrea.
L’anice comune (pimpinella anisum) ha semi piccoli e rotondi e presenta
caratteristiche simili al finocchio, a cui assomiglia anche per aroma e sapore,
sebbene abbia un rasa leggermente più amaro. Può sostituire il finocchio nei
rimedi curativi.

FOGLIE DI CURRY (MURRAYA KOENIGII)


La pianta del curry è chiamata in hindi “nim dolce”, è un albero alto 3-4 m
con foglie aromatiche, fiori bianchi e piccole bacche dolci che cresce in India
fino a un’altezza di 1500 m. Viene usato come spezia per i piatti a base di
verdura e lenticchie. Solo le foglie fresche hanno sapore ed effetti medicinali.
In Europa questa pianta si trova nei vivai e può essere coltivata in vasi. È
originaria delle regioni meridionali dell’Himalaya ed è resistente all’inverno.
Le foglie hanno azione antiossidante, antidiabetica, antinfiammatoria,
antitumorale, corroborante, stimolante dell’appetito, analgesica, depurativa e
diuretica. Inoltre aiutano la ricrescita dei capelli, bilanciano il vata e il kapha
e stimolano il pitta.

MENTA PIPERITA (MENTHA PIPERITA, IN HINDI PUDINA)


Quest’erba non ha bisogno di essere presentata perché abbiamo tutti ricordi
legati al forte sapore di menta delle caramelle che mangiavamo da bambini.
Questa piccola pianta raggiunge un’altezza di 30 cm, ha foglie spesse e
leggermente rotondeggianti e minuscoli fiori viola. Le foglie della pianta
giovane prima della fioritura sono tenere e possono essere usate per la
preparazione di infusi e tisane. Oltre alla menta piperita esistono numerose
altre specie di menta, per esempio la menta comune, la menta campestre e la
menta romana.
La menta piperita è considerata calda, stimola l’appetito e il fuoco
digestivo (agni), calma e rinforza il cuore.

NOCE MOSCATA E MACIS (MYRISTICA FRAGRANS, IN HINDI


JAIPHAL E JAVITRI)
L’albero della noce moscata cresce fino a 10 m di altezza; le sue foglie ovali
sono lunghe ca. 8 cm, i fiori sono gialli e hanno un piacevole profumo. I frutti
sono lunghi ca. 5 cm, hanno forma ovale, colore giallo e una buccia spessa e
gialla. Quando sono maturi, la buccia si crepa e scopre un seme duro e
marroncino con un mantello rosso e giallo acceso che si stacca dopo
l’essiccazione. In questo modo si ricava il macis, ossia il fiore della noce
moscata, che viene usato anche come spezia. Al contrario, i semi sono
chiamati noci moscate e vengono usate in tutto il mondo come spezia.
Sia la noce moscata sia il macis sono considerati caldi e conferiscono ai
cibi un sapore e un odore piacevoli. Il macis è più delicato; entrambi sono
usati per trattare gli squilibri del vata e del kapha.
La noce moscata rallenta le funzioni cerebrali e calma i nervi. La dose
massima giornaliera consigliata è di circa ¼ di noce; si raccomanda di non
superare questo dosaggio perché potrebbe avere effetti narcotici e soporiferi.
La noce moscata è ottima per le persone iperattive, rilassa la muscolatura
liscia e viene usata anche per la diarrea; inoltre allevia i disturbi mestruali e
sessuali.

PEPE (PIPER NIGRUM)


La spezia più diffusa in assoluto al mondo è il pepe, che viene coltivato non
solo in India ma anche in Malesia, Indonesia e Sri Lanka. Il pepe è una pianta
rampicante con foglie lunghe ca. 15 cm e larghe ca. 8 cm, fiori e frutti che
crescono in spighe. I frutti acerbi sono verdi e si colorano di rosso man mano
che maturano; quando vengono essiccati diventano neri e danno il famoso
pepe nero. Il pepe bianco è prodotto dalle bacche mature del pepe nero che
vengono messe a macerare in acqua per provocare il distacco dell’involucro
esterno e poi essiccate. Attraverso questa lavorazione il pepe bianco assume
un sapore molto più delicato rispetto a quello nero.
Nell’Ayurveda il pepe è considerato una spezia calda, sebbene il pepe
bianco sia più delicato di quello nero. Il pepe è consigliato per guarire gli stati
di vikriti vata e kapha e stimola il fuoco digestivo (agni).

PEPE LUNGO (PIPER LONGUM, IN HINDI PEEPAL O PIPPALI)


Esistono due varianti di pepe lungo: una ha grani piccoli e sottili (con una
lunghezza di ca. 1,2 cm e uno spessore di ca. 0,5 cm), l’altra è grande il
doppio. Il pepe lungo ha una superficie granulosa.
Anche il pepe lungo è una pianta rampicante, ma ha foglie di ca. 8 cm a
forma di cuore. Il frutto maturo è rosso e assume un colore marronenero
opaco dopo l’essiccazione.
Il pepe lungo non è molto piccante e viene consigliato per la preparazione
di miscele di spezie e di alcuni infuso. Ha effetti benefici sul cervello e sui
nervi.

SALE
Dal punto di vista ayurvedico esistono tre tipi di sale; per la preparazione di
cibi e rimedi curativi sono importanti due tipologie di salgemma.
Il sale sendhav o sendha è un tipo di salgemma trasparente o rosato che
può assumere colorazioni diverse in funzione delle inclusioni di minerali
differenti che può presentare. Il nome sendha deriva dal grande fiume Indo
che in sanscrito è chiamato Sindhu. Questo sale viene venduto in Occidente
come “sale dell’Himalaya”, sebbene non provenga dalla regione montana
himalayana ma la gran parte della produzione sia localizzata nell’attuale
Pakistan.
Il krishan lavan, kala namak o sale nero si presenta prevalentemente di
colore marrone scuro perché contiene ferro e zolfo.
Il sale marino stimola il kapha e il pitta ma riduce il vata, al contrario del
salgemma che non ha alcun effetto stimolante del kapha ma è ottimale per la
digestione ed efficace in caso di inappetenza. Per i rimedi ayurvedici viene
usato solamente il salgemma, adatto anche come condimento, poiché oltre al
cloruro di sodio contiene anche altri minerali come ferro, potassio, magnesio,
manganese e zinco.

SENAPE (SINAPIS ALBA E BRASSICA NIGRA)


Questa piccola pianta alta quasi un metro ha fiori di colore giallo acceso ed è
conosciuta in tutto il mondo. I frutti sono dei piccoli baccelli a forma di
fagiolo che contengono numerosi semi rotondi e rossastri. Esistono varie
tipologie di senape con colori e dimensioni diverse. La senape marrone viene
usata come spezia e in hindi viene chiamata rai. Ha semi ancor più piccoli
della senape maggiore, coltivata soprattutto per l’estrazione dell’olio. In
alcune regioni indiane le foglie di senape vengono mangiate come verdura;
tuttavia queste hanno un effetto fortemente astringente e richiedono modalità
di preparazione particolari. L’olio di senape è impiegato per cucinare e come
rimedio curativo poiché allevia i dolori e ha effetti antibiotici; inoltre è
efficace contro le infezioni cutanee. I semi di senape sono considerati caldi e
vengono usati per la preparazione di miscele di spezie.

ZAFFERANO (CROCUS SATIVUS, IN HINDI KESAR)


Lo zafferano si ottiene dagli stigmi del fiore del Crocus sativus, dal colore
rosso acceso e arancione. La pianta è alta appena 30 cm e ha foglie strette e
lunghe. I fiori sono viola, i fiori femmina hanno tre pistilli rossi lunghi ca. 2,5
cm che vengono staccati con cura ed essiccati. La coltivazione e la
lavorazione dello zafferano richiedono particolare attenzione; di
conseguenza, anche il prezzo sul mercato è piuttosto elevato. Tuttavia, per
preparare pietanze e rimedi curativi ne viene usata solo una minima quantità.
Si raccomanda di fare attenzione allo zafferano offerto a poco prezzo; nella
maggior parte dei casi si tratta di prodotti falsificati.
La pianta dello zafferano è originaria dell’Europa meridionale, ma viene
coltivata anche in Spagna, Italia, Grecia, Francia, Afghanistan e Iran per
essere esportata in tutto il mondo. In India viene coltivata nel Jammu e nel
Kashmir, ma viene importata anche da Francia e Spagna.
L’assunzione regolare di zafferano in piccole quantità riequilibra le tre
energie vitali. Nell’Ayurveda viene considerato caldo e la dose giornaliera è
di 100 mg. È un afrodisiaco e un rasayana e viene usato in molti rimedi
curativi, soprattutto per il trattamento dei disturbi tipici delle donne.

ZENZERO (ZINGIBER OFFICINALE, IN HINDI SHUNTI, SAUNTH


O ADARAK)
La pianta dello zenzero ha foglie spesse che crescono al suolo e ricordano la
curcuma anche per le dimensioni. Lo zenzero fresco bilancia le tre energie ed
è raccomandato per pietanze e infuso. È un rasayana. Lo zenzero essiccato è
considerato caldo, stimola la funzione epatica e l’appetito.
PULIRE E CONSERVARE LE
SPEZIE
Prima di essere conservate, le spezie devono essere pulite con cura. La
maggior parte delle spezie preconfezionate sono già pulite, ma è sempre bene
controllarle per una maggior sicurezza. A tal fine si consiglia di rovesciare la
spezia su un piatto e verificare con le mani che non siano presenti impurità
come pagliuzze, sassolini ecc.
Per la loro conservazione consiglio di usare dei vasetti di vetro a chiusura
ermetica che dovranno essere asciugati con cura prima di versarci dentro le
spezie; eventualmente possono essere lasciati brevemente al sole o in un
forno caldo. Questa accortezza è particolarmente importante nelle zone
climatiche umide.

GLI UTENSILI NECESSARI


Per la preparazione dei rimedi curativi ayurvedici sono necessari vari tipi di
mortaio e macinello.

MORTAIO DI PORCELLANA: il mortaio in porcellana con pestello serve


a pestare erbe e spezie sensibili o qualora sia necessario preparare polveri in
piccole quantità (per esempio ½ cucchiaino di cumino o foglie di basilico
essiccate per un infuso). La porcellana è delicata, pertanto non può essere
usata con troppa forza. Le erbe e le spezie andranno quindi pestate con
movimenti circolari.

MORTAIO DI PIETRA: i piccoli mortai di pietra sono prodotti in marmo,


ma si trovano anche mortai di altri materiali. Sono più resistenti dei mortai in
porcellana e quindi più adatti alle sostanze dure. Per pestare erbe o spezie più
dure, si consiglia di ridurle inizialmente in polvere grossolana in un mortaio
di pietra e poi di renderle più sottili in uno di porcellana.
I modelli più grandi per sostanze dure sono prodotti con pietre molto
resistenti, mentre il pestello è spesso di legno. Tuttavia, è possibile utilizzare
anche utensili più moderni spiegati di seguito.

MORTAIO DI METALLO: i mortai di metallo sono costruiti in rame o


ghisa. Consiglio di tenere sempre in casa un piccolo mortaio di questo tipo
per le sostanze più dure; normalmente sono più profondi di quelli descritti in
precedenza per evitare che la polvere possa spargersi sul tavolo. Il mortaio di
metallo è adatto, per esempio, per rompere le bucce del cardamomo.

MACININO DA CAFFÈ: questo utensile è molto utile e pratico per


macinare le miscele di spezie e i rimedi curativi. Macinando delle piccole
quantità non si rischia che il motore si surriscaldi, evitando così di rovinare le
spezie più sensibili.

MACININO DI PIETRA, TRITATUTTO O MIXER: si tratta di un


utensile fondamentale per la preparazione di alcuni rimedi descritti in questo
libro; è utile anche per macinare il grano germinato.

GRATTUGIA: tutti hanno in casa una grattugia manuale o elettrica; per


alcuni rimedi curativi descritti in questo libro è di fondamentale importanza.

1 Le informazioni riportate in questo capitolo sono riprese dai miei libri sull’Ayurveda: La
scienza della vita (1990), Ayurveda for inner harmony (1992) e Ayurvedic food culture
and recipes (2000). I dati farmacologici e i dosaggi derivano dal mio maestro Acharya
Priya Vrat Sharma e dalle sue numerose pubblicazioni sulla farmacologia ayurvedica,
che a oggi sono annoverate tra i libri di riferimento principiali nella maggior parte delle
scuole di Ayurveda in India.
NOTA SULL’AUTRICE
Dopo la laurea e il dottorato in Biologia della riproduzione conseguiti in
India, la dott.ssa Verma studia neurobiologia all’Université de Paris, dove
ottiene il secondo dottorato. Collabora come ricercatrice con i National
Institutes of Health di Bethesda (USA) e con il Max-Planck-Institut di
Friburgo (Germania). All’apice della sua carriera medica, mentre lavora per
un’azienda farmaceutica tedesca, capisce che l’approccio moderno della
medicina non è olistico. Tutte le energie vengono concentrate sulla cura delle
malattie e non sul mantenimento di un buono stato di salute. Di conseguenza,
nel 1986 fonda la The New Way Health Organisation (NOW) che si occupa
della promozione di uno stile di vita olistico, di un’attenzione preventiva alla
salute, di un tipo di medicina non invasiva e di metodi autoterapeutici.
La dott.ssa Verma è cresciuta in una famiglia dalla lunga tradizione
ayurvedica; sua nonna aveva un’enorme conoscenza dell’Ayurveda ed era
una guaritrice dotata che curava regolarmente le persone. Per 23 anni la
dott.ssa Verma ha studiato secondo la tradizione Guru-Shishya (maestro-
discepolo) presso la Benares Hindu University, dove il suo maestro fu
Acharya Priya Vrat Sharma.
Ricercatrice entusiasta e di talento, la dott.ssa Verma lavora con tenacia
per raccogliere la vivace tradizione dell’Ayurveda e tramandarla grazie alle
sue pubblicazioni e ai suoi seminari. Finora ha pubblicato 24 libri su Yoga,
Ayurveda, donne e coppia, tradotti in varie lingue, oltre che numerosi articoli
scientifici. Attualmente sta redigendo nuove opere di prossima pubblicazione.
Oltre alla sua alacre attività convegnistica, la dott.ssa Verma trascorre molti
mesi all’anno in Europa, dove tiene lezioni, corsi e seminari. Con la sua
collaborazione, nel 1995 un’emittente televisiva tedesca ha girato il primo
film sull’Ayurveda al mondo, che è stato trasmesso in oltre 100 paesi in 130
lingue. La dott.ssa Verma scrive regolarmente articoli per riviste e giornali
ayurvedici come Ayurveda Sutra, Dharohar, Ah Zindagi, Life Positive e molti
altri. I suoi libri e articoli si occupano degli aspetti pratici dell’Ayurveda e si
rivolgono a un pubblico internazionale estremamente vasto.
La dott.ssa Verma è famosa in tutto il mondo per i suoi studi approfonditi
sulla lunga tradizione ayurvedica e per il suo approccio volto a mantenere un
buono stato di salute. Come dimostrato dai suoi libri, ha compiuto un enorme
lavoro nell’ambito della cura e della medicina preventiva; quest’opera
evidenzia la sua volontà di trovare soluzioni semplici che permettano di
condurre una vita piena di energia, salute e soddisfazione contribuendo a
curare autonomamente alcuni disturbi minori.
Il suo merito maggiore consiste nell’ampia e approfondita ricerca
sull’alimentazione ayurvedica e sul trattamento tradizionale dei disturbi di cui
soffrono comunemente le donne. Ha sviluppato ricette ayurvediche che
rispettano il nostro stile di vita e di alimentazione moderno e ritiene che “non
tutto il cibo indiano sia ayurvedico, e il cibo ayurvedico non debba essere per
forza indiano. È sempre una questione di equilibrio”.
La dott.ssa Verma ha fondato la Charaka School of Ayurveda per la
formazione delle persone interessate al mondo ayurvedico, con lo scopo di
diffondere il più possibile le sue conoscenze e proteggere le persone dai falsi
guaritori. La scuola non ha fini di lucro ma si propone esclusivamente di
trasmettere conoscenze e sapere agli interessati e agli studenti. La dott.ssa
Verma si occupa della ricerca sulle piante medicinali e le loro combinazioni
nella preparazione di rimedi curativi. Inoltre, è fondatrice e presidentessa
della The Ayurveda Health Organisation, una fondazione a scopi benefici per
la diffusione della sapienza tradizionale, dei rimedi domestici ayurvedici e
delle terapie Yoga nelle regioni rurali e isolate dell’Himalaya. Il progetto
principale della fondazione è la costruzione di una scuola dove i bambini di
famiglie povere possano imparare le varie applicazioni ayurvediche pratiche
come cucinare, preparare miscele di spezie, praticare massaggi Marma,
preparare rimedi curativi ecc.
La dott.ssa Verma parla hindi, punjabi, francese, tedesco e inglese e ha
conoscenze di base del sanscrito.
ALTRE PUBBLICAZIONI DELLA
DOTT.SSA VINOD VERMA
Ayurveda: la scienza della vita: l’arte del curare indiana: metodi e ricette a
uso degli occidentali, Roma: Edizioni Mediterranee 1994

Ayurveda: uno stile di vita, Roma, Edizioni Mediterranee 1994

Kamasutra per le donne, Roma, Edizioni Mediterranee 2003

Yoga per la salute: metodo integrale di pratica yoga e terapia ayurvedica,


Roma, Edizioni Mediterranee 1994

Losing Weight with Ayurveda and Yoga, United States, Createspace 2015

Timeless Wisdom of Ayurveda, United States, Gayatri Books International


2014

Ayurveda for Inner Harmony: Nutrition, Sexual Energy and Healing, United
States, Createspace 2014

AUM - The eternal energy: Spiritual techniques for stability, strength, stress
management and healing, United States, Gayatri Books International 2014

Prevention of dementia, United States, Gayatri Books International 2012

The Natural Glamour: the Ayurveda Beauty Book, United States, Gayatri
Books International 2013

Programming Your Life with Ayurveda: A Practical Manual for a Holistic


Way of Living for Well Being, Health, and Preventing Ailments, Create
Space Independent Publishing Platform 2014

Good Food for Dogs: Based on Ayurvedic Wisdom, Meerut, Gayatri Books
International 2007

Yoga: A natural way of being, Meerut, Gayatri Books International 2014

Ayurvedic Food Culture and Recipes, Meerut, Gayatri Books International


2008

Companionship and Sexuality: Based on Ayurveda and the Hindu tradition,


Meerut, Gayatri Books International 2005

Healing Hands: The Ayurvedic Massage workbook, CreateSpace Independent


Publishing Platform 2015

Patanjali and Ayurvedic Yoga, Meerut, Gayatri Books International 2009

Shivas Geheimnis: Das ayurvedische Heilwissen für Gesundheit und


Verjüngung, München, Nymphenburger 2009

Pulsdiagnose in der Chinesischen und Ayurvedischen Medizin, Schiedlberg


2009
PROGRAMMI FORMATIVI,
SEMINARI E CORSI
Per maggiori informazioni sui programmi e le date dei corsi si prega di
consultare il nostro sito internet o di contattarci direttamente. Corsi, seminari
ed eventi formativi vengono organizzati in Germania, in altri paesi europei e
presso l’Himalayan Centre in India.
In Germania e all’Himalayan Centre è possibile seguire anche corsi
specifici sulle tematiche affrontate in questo libro.

Contatti:
ayurvedavv@yahoo.com
ayurvedavv@gmail.com
RINGRAZIAMENTI
Questa pubblicazione è il risultato di una lunga tradizione di famiglia, ossia
vivere nel rispetto dei principi ayurvedici. Mia nonna era una nota guaritrice,
famosa per la “magia delle sue mani”. La nascita di questo libro ha visto così
il coinvolgimento di tutta la mia famiglia allargata, a cui non posso che essere
particolarmente grata.
Da Acharya Priya Vrat Sharma tutti noi abbiamo ereditato un’infinita
sapienza e conoscenza: quest’opera non avrebbe visto la luce senza i suoi
innumerevoli libri sulla farmacologia ayurvedica. Inoltre, gli sono grata per la
traduzione del Charaka Samhita e del Sushurata Samhita.
Il mio più sentito ringraziamento va anche agli amici Eckhard e Andrea
Biermann di Friburgo che mi offrono sempre un luogo dove sentirmi a casa e
mi permettono di condurre le mie ricerche senza ansia né fretta.
Ringrazio anche la casa editrice Droemer Knaur e il mio revisore Sabine
Jaenicke: la sua straordinaria competenza mi ha supportato fin dai miei primi
passi nel mondo editoriale. Le devo un sentito ringraziamento per essere
riuscita a coordinare l’enorme lavoro celato dietro a quest’opera nonostante il
mio continuo “peregrinare per il mondo”.
Infine, non posso dimenticare Aumansh e Raga, che quest’anno hanno
ampliato la nostra famiglia facilitandomi notevolmente la stesura del capitolo
sui rimedi per neonati.
INDICE DELLE MALATTIE E DEI
DISTURBI
Acne 133-134
Alitosi 90-91, 122
Allergie 36, 101
Amadosha 31, 71
Anemia 144
Angoscia 14
Asma 100-101
Avvilimento 21
Burn-out 40
Caduta dei capelli 126-127, 129
Calcoli vescicali 112
Convalescenza 40, 58, 118-119
Costipazione 21, 35, 42, 58, 74-75, 77, 88, 114, 133, 137,
171
Dentizione 155-156
Depressione 21, 41
Depurazione 26, 31-33, 35-37, 39, 112, 123, 133
Diarrea 93-94, 153, 171-172
Disturbi gastrici 21, 115, 127
Disturbi mestruali 137, 164, 172
Dolori 107, 113, 115, 117-118, 137-139, 165, 169,
174
Dolori alle spalle 115, 117
Dolori articolari 107, 165
Dolori mestruali 137-138, 169
Dolori muscolari 113, 117-118
Emicrania 114-116
Emorroidi 137
Epatite 159
Eruttazione 88-89, 107, 164
Eruzione 39
Febbre 20, 24, 39, 98, 114, 167
Feci biancastre 21
Feci collose 46
Feci dure 21
Feci molli 153
Ferite interne 118-119
Fiacchezza 46
Flatulenza 78, 88-89, 151
Forfora 130
Foruncoli 19-21, 44, 133, 135
Fratture ossee 118-119
Gola secca 20-21, 42, 125, 163
Gonfiore di pancia 88-89, 151-152
Gravidanza 137, 140, 144-145
Gusto cattivo in bocca 90, 142
Herpes 21, 44
Impazienza 21
Inappetenza 84-86, 164, 169, 174
Infezioni vaginali 142-143
Infezioni virali 105
Infiammazioni 79, 142
Influenza 14, 105, 114
Insoddisfazione 21, 23, 40
Insonnia 46, 62-63, 65-66
Insufficienza epatica 91
Intolleranza 82, 101
Iperacidità 78-80, 88
Irritabilità 21, 40-42, 115
Irritazioni cutanee 136
Lingua bianca 90-91
Mal di denti 121, 155, 167
Mal di gola 96
Mal di pancia 20
Mal di schiena 118
Mal di stomaco 78, 85, 93, 137
Mal di testa 24, 60, 78, 112, 114-115
Mani secche 132
Mestruazioni irregolari 140
Micosi 142
Nausea 21, 115, 137, 145
Nervosismo 40, 84, 88, 114, 159
Occhi arrossati 19, 21
Occhi spenti 18, 21
Passività 46
Pelle secca 18, 21, 42, 131
Prurito 21, 94, 135-136
Purificazione 25
Raffreddore 98-99, 103-105, 114, 127
Ritmo sonno-veglia 158
Rumore 114
Salivazione 46
Sensazione di pesantezza 21, 46, 54
Sete 14, 19-21, 44, 47, 125, 163
Singhiozzo 21
Sinusite 103-104
Sommacco velenoso 39
Sonnolenza 20-21, 66
Spossatezza 40, 47, 53-54
Stanchezza 21, 40-42, 47-48, 53-56, 66, 106, 165, 169
Stress 20, 33, 40, 64, 70, 77, 114, 126
Sudorazione 20-21, 34, 44, 98
Tosse 98-101, 105, 114, 127, 157, 167
Tossine 31
Urine gialle 21
Urine grigiastre 21
Vesciche 21
Vie respiratorie congestionate 157
Vikriti 19-23, 42-44, 46, 53, 114-115, 127, 131,
173
Vomito 78, 115, 137, 154
INDICE DEI RIMEDI CURATIVI
Acqua al cardamomo 10, 32, 42, 54, 63, 133
Acqua al finocchio 153
Aglio come antibiotico 106
Ajwain al limone 10, 78, 85-86, 89
Alimentazione ayurvedica 26, 35, 69-70, 88, 90, 180
Assafetida come antibiotico 108
Assafetida contro il gonfiore di pancia 152
Caldo secco con il ferro 113
Caldo secco con la sabbia 113
Confettura di rose 75
Cumino romano con zucchero candito 49
Cura al miele, limone e mango 129
Cura al pompelmo 130
Cura con pane di farina di ceci 136
Cura di besan per il naso che cola 98
Cura per la stanchezza kapha 55
Cura per la stanchezza vata 54
Curcuma come antibiotico 110
Dentifricio in polvere 122
Dormire bene grazie alle cipolle 63
Estratto di finocchio contro la diarrea 94
Estratto di semi di senape 94-95
Fiori di macis contro la diarrea 93
Foglie di curry come antibiotico 109
Halva al miglio indiano 156
Javitri (macis) con miele 158
Lassativo 35
Latte allo zafferano 49
Latte di curcuma 10, 23, 36, 39, 47, 103, 115, 119
Latte di grano 82-83, 103-104
Miscela di quattro semi 43, 78, 86, 154
Miscela di spezie D 67, 154
Miscela di spezie H 68, 89, 93

Miscela di spezie per inalazioni 99


Mix depurativo del sangue 37
Olio alla curcuma 134
Olio analgesico 84, 117
Olio di cocco con succo di limone 130
Olio di cocco e chiodi di garofano 135-136
Pane di germe di grano 77
Pasta di mandorle 149, 156
Pasta di noce moscata 39
Pastiglie per la gola 96-97
Pranayama 15, 59-61, 66, 100, 102, 114, 127
Preparato profumato per il bagno 33
Rasayana per il cuore 52
Rasayana per la stanchezza 48
Riso allo yogurt 82, 93
Sciroppo di limone e zenzero 84-85
Tè al basilico e cardamomo 43
Tè al basilico e liquirizia 42
Tè calmante 59
Tè rinfrescante 124
Tè stimolante 139
Unguento alla curcuma 119
Verdure miste 82
Zuppa di masoor dal 44-45
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