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Anthony de Mello

ALLE SORGENTI

Esercizi spirituali oggi

Presentazione di Antonio Gentili

PAOLINE Editoriale Libri)

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IMMAGINO...

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PRESENTAZIONE DELL'AUTORE

Questi esercizi hanno un potere non sperimentabile se semplicemente letti:


devono essere fatti.
Ciò è vero per quasi ogni frase di ogni esercizio. Spesso ciò che appare un
insieme di parole
che non ci dice niente se letto, si può rivelare, sorprendentemente, una via
all'illuminazione
se eseguito.

Se praticati in gruppo, l'animatore legge un esercizio a voce alta con


frequenti pause... Ogni
membro del gruppo, però, deve tenere il proprio ritmo interno e non quello
dell'animatore. In
altre parole, occorre sentirsi liberi di restare indietro mentre l'animatore
prosegue nella
lettura. Si può persino estraniarsi completamente dalle sue parole, se si è
presi da qualcosa
che attrae e invita a fermarsi.

Se fatti da soli, è meglio leggere l'esercizio attentamente, poi mettere da


parte il libro e
fare ciò che si ricorda dell'esercizio stesso. Ricorrere con troppa
insistenza al libro può
distrarre chi medita da solo. Non è necessario che si faccia un esercizio
per intero. Si può
scegliere di attuarne un frammento, o perché non si ha tempo per farne di
più o perché il
frammento offre tali spunti da non sentirsi invogliati a passare ad altro.

E'consigliabile fare un esercizio ripetutamente, perché nella ripetizione


talvolta si accede a
livelli più profondi; o perché così si rompe la crosta esterna di un
esercizio che, al primo
tentativo, si era dimostrato arido e infruttuoso.

Lavorando a un esercizio, sia da soli che in gruppo, si può talvolta


scoprire che scrivere
aiuta a stimolare la mente quando è pigra o a concentrarsi quando si è
distratti. Ma ricordate
che lo scrivere è una piattaforma di lancio
che va abbandonata nell'istante in cui vi staccate dal terreno.

Prima di iniziare un esercizio occorre sempre darsi un po'di tempo per


cercare questo stato
d'animo: d'intraprendere cioè l'esercizio non per voi soli, ma per il bene
del creato di cui
siete parte, e che ogni trasformazione che subirete andrà a beneficio del
mondo. Vi sorprenderà
spesso costatare la differenza che si può produrre se adottate consciamente
questo
atteggiamento.

L'intento di questo libro è di operare un passaggio dall'intelletto ai


sensi, dal pensiero alla
fantasia e ai sentimenti, per poi, auspicabilmente, attraverso i sentimenti,
la fantasia e i
sensi, raggiungere il silenzio. Il testo va, quindi, usato come una scala
per salire in
terrazza. Ma una volta lassù, lasciate decisamente da parte le scale usuali,
altrimenti non
vedrete il cielo.

Quando vi avrà condotto al silenzio questo libro sarà vostro nemico.


Sbarazzatevene.

ANTHONY DE MELLO

Nonostante i frequenti riferimenti a Gesù Cristo, di cui l'autore si


professa discepolo, questo
libro è indirizzato a persone di ogni appartenenza spirituale... religiose,
non religiose,
agnostiche, atee.

LA CONCLUSIONE

Immagino di dover morire oggi.

Chiedo tempo per restare solo e buttare giù per i miei amici una sorta di
testamento, per il
quale i punti che seguono possono servire come titoli di capitoli:

1. Queste cose ho amato nella vita: cose che ho gustato... guardato...


odorato... udito...
toccato...

2. Queste esperienze mi sono state care...

3. Queste idee mi hanno portato la liberazione...

4. Queste le credenze che ho superate...

5. Queste le convinzioni su cui ho basato la mia vita...

6. Queste le cose per cui sono vissuto...

7. Questo è ciò che ho imparato alla scuola della vita:


su Dio, sul mondo, sulla natura umana, su Gesù Cristo, sull'amore, sulla
religione, sulla
preghiera...

8. Questi i rischi da me corsi.. questi i pericoli ai quali mi sono


esposto...

9. Queste le sofferenze che mi hanno temprato...

10. Queste le lezioni che la vita mi ha impartito...

11. Questi gli influssi che hanno forgiato la mia vita (persone,
occupazioni, libri,
avvenimenti...)...

12. Questi i testi scritti che hanno illuminato il mio cammino...

13. Queste le cose che rimpiango della mia vita...

14. Queste le conquiste della mia vita...

15. Queste le persone che serbo nel cuore...

16. Questi i miei desideri irrealizzati...

Come finale per queste considerazioni scelgo una poesia... mia o di qualcun
altro;
o una preghiera; un disegno o una fotografia presa da una rivista; un brano
di qualche
scrittore; o qualsiasi cosa che mi appaia una conclusione adatta al mio
testamento.

LA VACANZA
Immagino di ritirarmi in un posto solitario per regalarmi un momento di
solitudine, perché
quello è il tempo in cui vedo le cose come sono.

Quali sono le cose insignificanti della vita che la mancanza di solitudine


ha indebitamente
ingrandito?

Quali sono le cose realmente grandi alle quali dedico troppo poco tempo?
La solitudine è il momento in cui si prendono decisioni. Quali decisioni
devo prendere... O
riconsiderare... in questo frangente della mia vita?
Ora prendo una decisione su che tipo di giornata sarà oggi:
Sarà un giorno dedicato all'attività! Elenco le cose che voglio realmente
fare Oggi...
Sarà invece un giorno dedicato all'interiorità? - nessuno sforzo, quindi
per ottenere
successo, per completare delle cose, per raccogliere o possedere, ma solo
per essere? La mia
vita non darà frutti se non imparo l'arte di starmene inutilizzato, l'arte
di "perdere" tempo
creativamente.
Quindi decido quanto tempo dedicare al gioco... a interessi inutili e
improduttivi... al
silenzio... all'intimità... al riposo... E mi chiedo cosa gusterò oggi... e
toccherò... e
odorerò... e ascolterò... e vedrò...

L'AVVENTURA

Immagino di essere presente quando Gesù incontra per la prima volta Pietro e
gli dà il nome
Cefa, cioè pietra.

(Gv 1,40-42)

Sto sulla riva del lago quando chiama Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni a
diventare pescatori
di uomini.

(Mt 4,18-22)

Mi avvicino al banco delle imposte per sentirlo chiamare Matteo e assisto al


risultato della
chiamata.

(Mt 9,9)

Sono presente quando l'angelo annuncia a Maria il suo destino.

(Lc 1,26-38)
Vedo il Signore Risorto incaricare Maria di Magdala di una speciale
missione.

(Gv 20,11-18)

Quando la Voce chiama Paolo sulla via di Damasco sto viaggiando con lui.

(At 9,22.26)

Vedo queste scene mentre si svolgono non nel passato ma ora. Non sono un
semplice spettatore,
mi trovo coinvolto... partecipo...

Scrivo la storia della mia chiamata per la mia copia della Bibbia... Come è
per ogni brano
delle scritture ogni parola, ogni frase è carica di significato...

Visito Pietro nella sua cella prima dell'esecuzione. Egli rievoca il giorno
in cui Gesù l'ha
chiamato... e le cose che ha visto... e imparato... e sentito... da
llora, - il tipo di
lavoro, il tipo di vita che avrebbe avuto se Gesù non l'avesse
ncontrato... - il contrasto
tra le realtà di oggi e le Illusioni di ieri...
Anch'io rievoco il giorno in cui Gesù mi ha chiamato, come Pietro...
Poi Pietro mi comunica i suoi sentimenti al pensiero di dover morire
l'indomani...
La chiamata è viva tuttora. Ogni giorno mi porta a qualcosa che non conosco
finché non accade.
A cosa sono stato chiamato ieri?...
La Voce che parlò a Pietro sulla riva del lago e a Maria Maddalena presso il
sepolcro - la
sento che mi dice proprio adesso: "Vieni... io ti manderò"... Mi sembra di
udire quelle parole
che risuonano ripetutamente nel mio cuore...
Non so a che cosa mi chiama, ma riconosco la Voce e do la mia risposta...

L'AVVENTO

Gli eventi della storia sono stati vagliati per la mia venuta in questo
mondo non meno che per
la venuta del Salvatore. I tempi dovevano essere maturi... il posto doveva
essere quello
giusto... le circostanze predisposte... prima che potessi nascere.

Dio scelse i genitori di suo Figlio e li dotò della personalità necessaria


per il Bambino che
doveva nascere. Parlo con Dio dell'uomo e della donna che ha scelto perché
fossero i miei
genitori... finché capisco che dovevano essere il tipo di esseri umani che
sono stati se dovevo
diventare ciò che Dio intendeva che io fossi.
Gesù Bambino viene, come ogni altro bambino, per portare al mondo un
messaggio. Quale messaggio
sono venuto a portare io?... Cerco la guida del Signore per esprimerlo in
una parola... o
un'immagine...
Cristo viene nel mondo per percorrere un certo cammino, per compiere un
certo destino. Egli ha
adempiuto consciamente ciò che era stato "scritto" per lui. Guardando
indietro vedo con
meraviglia ciò che è stato "scritto" e si è compiuto finora nella mia
vita... e per ogni parte
di quello scritto, per quanto piccola, dico: "grazie"... per santificarla
con la mia
gratitudine.

Guardo con speranza e abbandono a tutto ciò che ancora deve venire... e,
come Cristo, dico:
"Sì. Così sia"...
Infine rievoco il canto che gli angeli fecero risuonare quando nacque
Cristo. Proclamarono
quella pace e quella gioia che rendono gloria a Dio.
Ho mai udito il canto che gli angeli intonarono quando sono nato io?
Vedo con gioia ciò che è stato fatto, per mio tramite,
per rendere il mondo un posto migliore... e mi unisco a quegli angeli nel
canto che intonarono
per celebrare la mia nascita.

IL VASO

Chiedo a Dio un tipo speciale di corpo... e ottengo quello che ho proprio


ora. Quali sono i
pensieri e sentimenti che nutro verso questo mio corpo?...

Sentiamo parlare di santi che odiavano il proprio corpo o erano indifferenti


verso di esso.
Qual è il mio atteggiamento?... Da dove mi viene?...

Nello schizzo che ho tracciato


per la mia vita
come mi aiuta o mi ostacola il mio corpo?
Se potesse parlare,
cosa direbbe di tale abbozzo il mio corpo?

Il mio rapporto con il mio corpo influenza potentemente la mia vita in bene
o in male. Il modo
migliore per sanare o approfondire il rapporto è il dialogo:
Il mio corpo dov'essere franco nell'esprimere il suo risentimento... e le
sue paure... nei miei
confronti.

Io devo essere altrettanto franco...

Continuiamo a discorrere finché non ci riconciliamo e ci comprendiamo e


amiamo meglio l'un
l'altro...

Dobbiamo poi dichiarare esplicitamente cosa ci aspettiamo l'uno


dall'altro...

Prima di concludere il dialogo chiedo al mio corpo una parola di saggezza...

Le Scritture rivelano la spiritualità del mio corpo. Dicono che il mio corpo
è il tempio di
Dio, il luogo dove dimora lo Spirito. Cosa significa?...

Dicono inoltre che i nostri corpi non sono nostri ma di Cristo, cosicché
Egli può dire di me:
"Questo è il mio corpo". Di nuovo mi chiedo cosa significano queste
parole...

Mi vedo compiere le azioni del giorno (mangiare, lavarmi, giocare,


dormire...) con la
consapevolezza che il mio corpo è la casa del Divino...

O aver cura di esso come del corpo della mia amata...

Infine parlo a Dio del mio corpo...


E ascolto mentre lui mi parla...

LE SORGENTI

Cerco le fonti di ristoro, sostentamento e guarigione di cui il mio spirito,


come il mio corpo,
ha costantemente bisogno:

Sono di nuovo integro - il mio io mi è restituito - nella solitudine e nel


silenzio.

Così ora cerco di far tacere parole e pensieri prendendo coscienza dei suoni
intorno a me... o
delle sensazioni del mio corpo... o del mio respiro...

L'amore m'infonde energia.


Così riaffermo e rivivo i momenti in cui mi sono sentito amato, protetto e
apprezzato...

E mi vedo aprirmi nell'amore


per gli amici... per i bisognosi... e per ogni creatura vivente...

Divento vivo nei momenti di creatività.

Come trova espressione nella mia vita?...

Traggo pace e guarigione dalle mie radici nella natura.

Ripenso a ciò che accade quando sono in armonia con la terra e il cielo, con
i monti, i fiumi,
gli oceani... e i molti umori della natura... e le stagioni della natura...

Trovo tutto nella preghiera che è per me fragranza e cibo, casa, rifugio,
stimolo.
Ripenso alle stagioni della mia preghiera: i momenti in cui grido di
disperazione... i giorni
in cui rendo grazie con gioia... gli istanti di quiete... presenza...
adorazione...

E recito una preghiera o una canzone o una poesia che mi è diventata cara,
che desidero
m'accompagni per tutta la vita e che vorrei che le mie labbra pronunciassero
mentre muoio...

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