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Anthony de Mello Esercizi Spirituali
Anthony de Mello Esercizi Spirituali
ALLE SORGENTI
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IMMAGINO...
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PRESENTAZIONE DELL'AUTORE
ANTHONY DE MELLO
LA CONCLUSIONE
Chiedo tempo per restare solo e buttare giù per i miei amici una sorta di
testamento, per il
quale i punti che seguono possono servire come titoli di capitoli:
11. Questi gli influssi che hanno forgiato la mia vita (persone,
occupazioni, libri,
avvenimenti...)...
Come finale per queste considerazioni scelgo una poesia... mia o di qualcun
altro;
o una preghiera; un disegno o una fotografia presa da una rivista; un brano
di qualche
scrittore; o qualsiasi cosa che mi appaia una conclusione adatta al mio
testamento.
LA VACANZA
Immagino di ritirarmi in un posto solitario per regalarmi un momento di
solitudine, perché
quello è il tempo in cui vedo le cose come sono.
Quali sono le cose realmente grandi alle quali dedico troppo poco tempo?
La solitudine è il momento in cui si prendono decisioni. Quali decisioni
devo prendere... O
riconsiderare... in questo frangente della mia vita?
Ora prendo una decisione su che tipo di giornata sarà oggi:
Sarà un giorno dedicato all'attività! Elenco le cose che voglio realmente
fare Oggi...
Sarà invece un giorno dedicato all'interiorità? - nessuno sforzo, quindi
per ottenere
successo, per completare delle cose, per raccogliere o possedere, ma solo
per essere? La mia
vita non darà frutti se non imparo l'arte di starmene inutilizzato, l'arte
di "perdere" tempo
creativamente.
Quindi decido quanto tempo dedicare al gioco... a interessi inutili e
improduttivi... al
silenzio... all'intimità... al riposo... E mi chiedo cosa gusterò oggi... e
toccherò... e
odorerò... e ascolterò... e vedrò...
L'AVVENTURA
Immagino di essere presente quando Gesù incontra per la prima volta Pietro e
gli dà il nome
Cefa, cioè pietra.
(Gv 1,40-42)
Sto sulla riva del lago quando chiama Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni a
diventare pescatori
di uomini.
(Mt 4,18-22)
(Mt 9,9)
(Lc 1,26-38)
Vedo il Signore Risorto incaricare Maria di Magdala di una speciale
missione.
(Gv 20,11-18)
Quando la Voce chiama Paolo sulla via di Damasco sto viaggiando con lui.
(At 9,22.26)
Vedo queste scene mentre si svolgono non nel passato ma ora. Non sono un
semplice spettatore,
mi trovo coinvolto... partecipo...
Scrivo la storia della mia chiamata per la mia copia della Bibbia... Come è
per ogni brano
delle scritture ogni parola, ogni frase è carica di significato...
Visito Pietro nella sua cella prima dell'esecuzione. Egli rievoca il giorno
in cui Gesù l'ha
chiamato... e le cose che ha visto... e imparato... e sentito... da
llora, - il tipo di
lavoro, il tipo di vita che avrebbe avuto se Gesù non l'avesse
ncontrato... - il contrasto
tra le realtà di oggi e le Illusioni di ieri...
Anch'io rievoco il giorno in cui Gesù mi ha chiamato, come Pietro...
Poi Pietro mi comunica i suoi sentimenti al pensiero di dover morire
l'indomani...
La chiamata è viva tuttora. Ogni giorno mi porta a qualcosa che non conosco
finché non accade.
A cosa sono stato chiamato ieri?...
La Voce che parlò a Pietro sulla riva del lago e a Maria Maddalena presso il
sepolcro - la
sento che mi dice proprio adesso: "Vieni... io ti manderò"... Mi sembra di
udire quelle parole
che risuonano ripetutamente nel mio cuore...
Non so a che cosa mi chiama, ma riconosco la Voce e do la mia risposta...
L'AVVENTO
Gli eventi della storia sono stati vagliati per la mia venuta in questo
mondo non meno che per
la venuta del Salvatore. I tempi dovevano essere maturi... il posto doveva
essere quello
giusto... le circostanze predisposte... prima che potessi nascere.
Guardo con speranza e abbandono a tutto ciò che ancora deve venire... e,
come Cristo, dico:
"Sì. Così sia"...
Infine rievoco il canto che gli angeli fecero risuonare quando nacque
Cristo. Proclamarono
quella pace e quella gioia che rendono gloria a Dio.
Ho mai udito il canto che gli angeli intonarono quando sono nato io?
Vedo con gioia ciò che è stato fatto, per mio tramite,
per rendere il mondo un posto migliore... e mi unisco a quegli angeli nel
canto che intonarono
per celebrare la mia nascita.
IL VASO
Il mio rapporto con il mio corpo influenza potentemente la mia vita in bene
o in male. Il modo
migliore per sanare o approfondire il rapporto è il dialogo:
Il mio corpo dov'essere franco nell'esprimere il suo risentimento... e le
sue paure... nei miei
confronti.
Le Scritture rivelano la spiritualità del mio corpo. Dicono che il mio corpo
è il tempio di
Dio, il luogo dove dimora lo Spirito. Cosa significa?...
Dicono inoltre che i nostri corpi non sono nostri ma di Cristo, cosicché
Egli può dire di me:
"Questo è il mio corpo". Di nuovo mi chiedo cosa significano queste
parole...
LE SORGENTI
Così ora cerco di far tacere parole e pensieri prendendo coscienza dei suoni
intorno a me... o
delle sensazioni del mio corpo... o del mio respiro...
Ripenso a ciò che accade quando sono in armonia con la terra e il cielo, con
i monti, i fiumi,
gli oceani... e i molti umori della natura... e le stagioni della natura...
Trovo tutto nella preghiera che è per me fragranza e cibo, casa, rifugio,
stimolo.
Ripenso alle stagioni della mia preghiera: i momenti in cui grido di
disperazione... i giorni
in cui rendo grazie con gioia... gli istanti di quiete... presenza...
adorazione...
E recito una preghiera o una canzone o una poesia che mi è diventata cara,
che desidero
m'accompagni per tutta la vita e che vorrei che le mie labbra pronunciassero
mentre muoio...