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9.

Aspetti generali della corrosione

9.1.1 Introduzione reverse). I processi di corrosione tendono infatti a portare


spontaneamente i materiali metallici allo stato termodinami-
Nell’industria di estrazione e trattamento degli idrocarburi sono co più stabile, che è quello di combinazione con altri elementi,
impiegate tutte le classi di materiali: materiali metallici, poli- in particolare con ossigeno e zolfo. A partire da tale stato i
merici, ceramici, compositi e cementiti. I materiali metallici materiali metallici vengono ottenuti (‘estratti’) tramite pro-
costituiscono, per quantità e tipo di impiego, la componente cessi metallurgici che comportano una notevole sommini-
principale. Ne sono testimonianza, per esempio, i pozzi petro- strazione di energia (fig. 1).
liferi, le colonne di raffinazione, le tubazioni per il trasporto,
i serbatoi di stoccaggio e molte altre parti importanti degli Impatto economico della corrosione
impianti. Per l’importanza e l’impatto strategico, nel seguito Un’idea dell’importanza della corrosione nelle attività
saranno quindi trattati principalmente proprio i materiali metal- industriali è data dall’impatto economico che essa assume.
lici e le loro principali forme di corrosione. Nei paesi industrializzati il costo della corrosione è intorno
In generale, i materiali a contatto con ambienti aggressi- al 3-4% del prodotto interno lordo, valutato come somma
vi subiscono un degrado chimico e fisico che, per quanto dei costi dei danni diretti (per esempio, il costo dei materia-
riguarda in particolare i materiali metallici, è denominato li danneggiati che devono essere rimpiazzati, il costo del-
appunto corrosione. La corrosione può essere definita come l’intervento di sostituzione) e di quelli indiretti (per esem-
il fenomeno di attacco esercitato da agenti atmosferici o da pio, il costo della perdita di produzione, l’inattività dell’im-
altri mezzi aggressivi sui materiali, specialmente metallici, pianto, i costi dell’inquinamento, la perdita di immagine nella
che ha come conseguenza la lenta ma progressiva alterazione società, il costo del disinquinamento ambientale, i danni a
delle caratteristiche, spesso non soltanto superficiali, del mate- persone e cose; Hoar, 1971; Eni-Agip, 1994). I costi indi-
riale interessato; può essere definita anche come la distruzio- retti, di difficile valutazione, superano in genere quelli diret-
ne o il deterioramento di un materiale per reazione con l’am- ti. È stato stimato (Hoar, 1971) che il costo della corrosio-
biente o come la tendenza di un manufatto metallico a torna- ne può essere ridotto del 15-20% mediante l’applicazione di
re al suo stato originale, come si trova in natura (Fontana, tecniche che utilizzano le conoscenze di base della corro-
1986) e per questo è detta pure antimetallurgia (metallurgy in sione; fra le tecniche più note si ricordano: la protezione

energia

energia
lamiere
miniera ambiente aggressivo
(atmosfera, fluidi di
processo, ecc.)
processi
siderurgici
ambiente aggressivo
(terreni, acqua di mare, ruggine
minerale (ossidi)
(ossidi) ecc.)
tubazioni
energia

energia

fig. 1. Il processo di corrosione come antimetallurgia (Fontana, 1986).

VOLUME V / STRUMENTI 485


MATERIALI

catodica, la scelta del materiale più resistente, l’uso di ini-


bitori di corrosione, il miglioramento del design (per esem- tab. 1. Classificazione della velocità di corrosione
pio, l’eliminazione dei ristagni).
Velocità di corrosione Velocità di corrosione
Morfologia dei fenomeni corrosivi uniforme mm/a
I fenomeni corrosivi si possono produrre alla superficie
dei materiali metallici in modo diffuso oppure localizzato Trascurabile ⬍50
(Pedeferri, 2007). Si ha corrosione generalizzata quando l’at- Bassa ⬍50-100
tacco interessa tutta la superficie del materiale esposta all’am-
biente e corrosione uniforme quando tale attacco generaliz- Modesta 100-500
zato si produce in modo uniforme. Si ha corrosione localiz-
zata, invece, quando l’attacco ha luogo solo su alcune parti Severa 500-1.000
della superficie del materiale esposta all’ambiente, con morfo- Molto severa ⬎1.000
logia particolare, per esempio in forma di fenditure o di cric-
che, di cavità, crateri, ulcere. Si parla di corrosione selettiva
quando si verifica l’attacco di costituenti particolari del mate- Attacco localizzato
riale, per esempio alcune fasi presenti come grani o al con- In condizioni di corrosione localizzata è necessario distin-
torno di grani. guere la velocità di perdita di massa (che esprime una velocità
media su tutta la superficie esposta) da quella di penetrazione
Velocità di corrosione nella zona attaccata. In presenza di attacco localizzato, la per-
In un processo corrosivo, qualunque sia la morfologia del- dita di efficienza è data per esempio dalla perforazione della
l’attacco, si ha una perdita di massa. La velocità di corrosione parete metallica (come nel caso di un serbatoio o di una tuba-
può essere espressa come perdita di massa per unità di super- zione) e non certo dalla perdita di massa del metallo.
ficie e di tempo. In generale, però, si preferisce considerare la
velocità di penetrazione della corrosione; pertanto in questo Tipi e meccanismi di corrosione
caso la velocità di corrosione è espressa come la diminuzione La corrosione dei materiali metallici è di due tipi: la cor-
dello spessore nell’unità di tempo. Per alcune forme di corro- rosione ad alta temperatura (o corrosione a caldo o anche cor-
sione, come la corrosione sotto sforzo o la corrosione-fatica rosione a secco), tipica dei materiali metallici che operano a
che danno luogo alla formazione di cricche, non interessano elevata temperatura in presenza di gas caldi, per esempio nelle
tanto la perdita di massa e la diminuzione di spessore, quanto caldaie lato fumi e nelle turbine a gas; la corrosione a umido,
il tempo a rottura o la velocità di crescita o propagazione delle caratteristica dei materiali che sono esposti a una soluzione
cricche. elettrolitica, per esempio l’acqua di mare, i terreni, il calce-
struzzo inquinato da cloruri o carbonatato, i fluidi di proces-
Attacco uniforme so. La distinzione tra corrosione a umido e corrosione a secco
In condizioni di corrosione uniforme, cioè di attacco unifor- si deve ai due diversi meccanismi con cui il fenomeno ha luogo:
memente distribuito sulla superficie del materiale, la velocità nel primo caso il meccanismo è di tipo elettrochimico, nel
di perdita di massa per unità di superficie esposta all’ambien- secondo è di tipo chimico, caratteristico delle reazioni etero-
te aggressivo misura nel tempo l’entità del danno provocato genee.
dall’attacco ed è calcolabile con la relazione:
∆m
[1] Vcorr, m = 9.1.2 Corrosione a caldo
At
dove Dm è la perdita di massa nell’intervallo di tempo t e A è La corrosione dei metalli a contatto con aria a temperature
l’area della superficie esposta. L’unità di misura più usata della superiori a 400 °C e fino a temperature di 1.300 °C è detta cor-
velocità di corrosione come perdita di massa è il mgⲐdm2⭈gior- rosione a caldo. La presenza di ossigeno provoca la formazio-
no (mdd). La perdita di massa assume interesse quando si vuole ne di una scaglia di ossido sulla superficie del metallo, men-
conoscere la quantità di metallo disciolto, per esempio per valu- tre la presenza nei gas caldi di alcune specie chimiche, quali
tare l’inquinamento prodotto. Potrebbe essere il caso dell’in- zolfo, sodio e vanadio, porta alla formazione di sali con bassa
quinamento da stagno dovuto alle lattine usate per conservare temperatura di fusione che reagiscono con il metallo.
il pomodoro. L’ossidazione di metalli e leghe ad alta temperatura è nota
In generale, più che la perdita di massa interessa l’assotti- e ben documentata (ASM, 1987; Revie, 2000). Per prevedere
gliamento, per cui la velocità di corrosione uniforme è espres- la formazione della scaglia e la sua crescita è necessario con-
sa come perdita di spessore, data dalla relazione: siderare le condizioni termodinamiche e la cinetica delle rea-
∆m Vcorr, m zioni coinvolte. Le condizioni termodinamiche stabiliscono se
[2] Vcorr = = la reazione di ossidazione procede spontaneamente alla tem-
γ At γ peratura di esercizio, mentre la cinetica determina la velocità
dove g è la densità del metallo. L’unità di misura più usata della con cui ha luogo la reazione di crescita della scaglia.
velocità di corrosione in questo caso è il mm/a. Per i metalli I processi di degrado ad alta temperatura comprendono: a)
di maggior uso (ferro, rame e zinco), che hanno una densità l’assottigliamento per formazione di scaglia non protettiva; b)
compresa fra 7 e 8 tⲐm3, si ottiene l’equivalenza approssimata la corrosione da sali fusi con evaporazione dei prodotti di cor-
seguente: 1 mdd⬇5 mmⲐa; 1 mmⲐa⬇220 mdd. La velocità di rosione; c) l’erosione-corrosione causata da particelle solide
corrosione di tipo generalizzato è di solito classificata secon- sospese; d) gli attacchi localizzati al bordo dei grani; e) l’in-
do i valori riportati nella tab. 1. fragilimento del materiale.

486 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


ASPETTI GENERALI DELLA CORROSIONE

Date le condizioni di esercizio piuttosto al limite, spesso La nucleazione dell’ossido è favorita nei siti a elevata
con rischio di conseguenze catastrofiche a seguito di una rot- energia quali i difetti di superficie (dislocazioni, bordi di
tura, la scelta dei materiali richiede in generale una maggiore grano, precipitati) ed è influenzata da trattamento superfi-
attenzione rispetto alle applicazioni a basse temperature. ciale, temperatura e pressione parziale dell’ossigeno. Una
volta formato il film su tutta la superficie, la sua crescita
Condizioni termodinamiche procede attraverso i processi di diffusione allo stato solido
Mentre i processi di corrosione a umido sono di natura elet- nella scaglia.
trochimica, la corrosione a caldo segue la cinetica delle rea- La valutazione della capacità protettiva di un ossido è
zioni chimiche in fase gassosa; sono perciò importanti le con- effettuata in modo qualitativo con il rapporto di Pilling-
dizioni termodinamiche e i processi di diffusione in fase soli- Bedworth, definito come il rapporto tra il volume dell’ossi-
da nei prodotti o scaglie di corrosione. do e quello del metallo che l’ha prodotto. Se tale rapporto è
Lo studio termodinamico mostra che tutti i metalli si ossi- inferiore a 1 o maggiore di 2,5 l’ossido non è protettivo per-
dano spontaneamente in presenza di ossigeno o in aria a ecce- ché nel primo caso non è sufficiente per ricoprire il metal-
zione dell’oro e del platino. Tuttavia numerosi metalli possono lo, mentre nel secondo caso va incontro a distacco a causa
essere usati per periodi molto lunghi anche ad alta temperatu- delle tensioni di compressione che si originano durante la
ra, perché la cinetica di crescita dell’ossido è sufficientemen- crescita.
te lenta. Su questo si basa la messa a punto di leghe resistenti Se l’ossido non è protettivo, il metallo è continuamente
all’ossidazione che prevede la formazione di una scaglia con esposto all’atmosfera ossidante e la velocità di ossidazione è
funzione di barriera di separazione tra metallo e ambiente, costante. La crescita dell’ossido è di tipo lineare e perciò la per-
caratterizzata da una lenta velocità di crescita. dita di spessore del metallo è data da un’espressione del tipo:
In assenza di soluzioni acquose, cioè in aria o ossigeno sec-
[6] x ⫽C1t
chi, i metalli a temperatura ambiente formano una scaglia pro-
tettiva di spessore 1-10 nm che impedisce l’ulteriore ossida- dove t è il tempo e C1 è una costante del metallo.
zione del metallo. All’aumentare della temperatura lo spesso- Quando lo strato di ossido è protettivo, la sua crescita dipen-
re del film cresce e su molti metalli dà luogo a distacco de dai processi di diffusione degli ioni ossigeno O2⫺ e degli
meccanico per eccessivo volume del film di ossido. ioni metallici. La velocità di crescita è pertanto proporzionale
Dal punto di vista termodinamico l’ossidazione di un metal- al flusso più lento degli ioni (Jion), flusso che è dato dalla legge
lo ha luogo solo se la pressione parziale di ossigeno alle con- di Fick:
dizioni di esercizio è maggiore della pressione di dissociazio-
dx dc
ne del metallo calcolabile con il diagramma di Ellingham (ASM, ∝ Jion Jion = − D
1987). dt dx
Se si considera il gradiente di concentrazione costante, la
Cinetica perdita di spessore per formazione dell’ossido è data da un’e-
Il processo di formazione dello strato di ossido può esse- spressione del tipo:
re interpretato con un meccanismo di tipo elettrochimico. La
reazione di ossidazione è la seguente (per semplicità si consi- [7] x = C2t + C3
dera un metallo bivalente):
dove t è il tempo e C2 e C3 sono costanti del metallo. La cre-
[3] M ⫹1Ⲑ2O2⫺
⫺MO 䉳

scita dell’ossido è di tipo parabolico.


che può essere suddivisa nelle due reazioni complementari: La dipendenza dalla temperatura del coefficiente di diffu-
sione D della specie che diffonde è data da:
[4] M⫺
⫺M2⫹ ⫹2e⫺

Q

[5] 1Ⲑ2O2 ⫹2e⫺⫺
⫺O2⫺ 䉳
䉴 [8] D = Do e RT

dove la prima ha luogo all’interfaccia metallo-ossido e la secon- dove Do è una costante, Q è l’energia di attivazione, T la tem-
da all’interfaccia ossido-gas. Lo strato di ossido può aumen- peratura e R la costante dei gas. Pertanto, la velocità di cresci-
tare di spessore se si verificano due condizioni: gli elettroni ta di un ossido a controllo diffusivo presenta un andamento di
migrano dal metallo all’interfaccia ossido-gas, dove ha luogo tipo Arrhenius al variare della temperatura.
la reazione di riduzione dell’ossigeno, e contemporaneamen- Alcuni metalli comuni, quali Al, Be, Zn e Cr, mostrano una
te, per fenomeni di diffusione, gli ioni del metallo si allonta- cinetica di crescita dei loro ossidi di tipo logaritmico:
nano dall’interfaccia metallo-ossido oppure gli ioni ossigeno
[9] x = C4 ln ( C5t + 1)
O2⫺ ci si avvicinano o anche avvengono entrambi i fenomeni
diffusivi. La differente velocità di diffusione determina la loca- dove t è il tempo e C4 e C5 sono costanti del metallo. La ragio-
lizzazione della crescita del film: all’interfaccia ossido-gas se ne di questa deviazione dal comportamento parabolico è com-
è più veloce la diffusione degli ioni metallici; all’interfaccia plessa e nel caso di Al e Be risiede nella bassa mobilità degli
metallo-ossido se è più veloce la diffusione degli ioni ossige- elettroni che partecipano al processo di ossidazione, mentre
no e infine in tutte le posizioni se le due velocità di diffusione nel caso di Zn e Cr nella minore velocità di diffusione degli
sono comparabili. ioni. Nel caso di Al e Cr l’ossido ha una struttura cristallina
La cinetica dell’ossidazione prevede una serie di stadi che coerente con quella del metallo sottostante e pertanto è estre-
comprendono: l’adsorbimento dell’ossigeno sulla superficie mamente aderente e protettivo.
del metallo; la formazione di un nucleo di ossido che succes- La crescita dell’ossido deve essere studiata alla luce delle
sivamente si estende su tutta la superficie; la crescita dello proprietà dei semiconduttori, poiché l’ossido che si forma
spessore del film. durante l’ossidazione è non stechiometrico, cioè il rapporto

VOLUME V / STRUMENTI 487


MATERIALI

metallo/ossigeno non è esattamente quello della formula anche e riduzione di Fe3O4. La mobilità di Fe2⫹ in FeO è molto
se il composto è elettricamente neutro. elevata, con conseguente elevata velocità di ossidazione;
I composti ionici non stechiometrici sono classificati come • se l’ossidazione avviene a temperature inferiori a 570 °C,
semiconduttori e possono essere di tipo n o p. Il tipo n (man- non si forma FeO ma gli ossidi FeⲐFe3O4ⲐFe2O3ⲐO2. Poiché
canza di ossigeno) è il risultato di una vacanza di ossigeno: la diffusione degli ioni ferro nella magnetite è lenta, gli
MO1⫺x (Nb, Ta, Zr). In questo caso la conduzione ionica avvie- acciai offrono una buona resistenza all’ossidazione a tem-
ne attraverso la diffusione di vacanze di ossigeno, mentre l’ec- perature fino a 550 °C.
cesso di elettroni entra nella banda di conduzione elettroni- Cromo. Forma l’ossido Cr2O3 (struttura corindone spinel-
ca. Il tipo p (mancanza di metallo) è il risultato di una vacan- lo) di tipo p (anche se a basse pressioni di ossigeno sembra che
za di metallo M1⫺xO (Fe, Ni, Co, Cu, Mn, Cr): la conduzione l’ossido diventi di tipo n). Cr2⫺xO3 ha un valore di x⫽9⭈10⫺5
ionica avviene attraverso la diffusione di vacanze del metal- a 1.100 °C alla pressione parziale di ossigeno di 1 bar. Poiché
lo, mentre la conduzione degli elettroni ha luogo mediante l’ossido è relativamente stechiometrico (bassa concentrazione
vacanze di elettroni (electron holes). La presenza di atomi di difetti) il trasporto nella scaglia è influenzato dalla diffu-
diversi (o dopanti) può dare lo stesso risultato (per esempio, sione al bordo di grano. A temperature superiori a 900 °C in
l’aggiunta di Cr2O3 a NiO) con un aumento delle vacanze del atmosfere ricche di ossigeno, Cr2O3 si ossida a CrO3 volatile
metallo e una diminuzione della concentrazione delle vacan- perdendo la capacità di protezione.
ze di elettroni. Alluminio. Forma l’ossido Al2O3 molto stabile e protetti-
I difetti lineari o superficiali (per esempio, dislocazioni, vo perché molto stechiometrico. Alcune leghe sono progetta-
bordi di grano, interfacce ossido-metallo o ossido-gas, fessu- te per formare una scaglia di Al2O3 che offre protezione fino
re nella scaglia) rappresentano un cammino facile per la dif- a 1.300 °C.
fusione dei difetti. Alcuni modelli di diffusione nei materiali Silicio. Come l’alluminio forma un ossido, SiO2, molto
policristallini sono basati su relazioni in cui il coefficiente di stabile e protettivo perché molto stechiometrico. Nuove leghe
diffusione effettivo dipende dal coefficiente di diffusione nel sono progettate per formare una scaglia di SiO2 che offre pro-
reticolo cristallino, dal coefficiente di diffusione nel bordo di tezione fino a 1.200 °C.
grano, dallo spessore del bordo di grano e dalla dimensione Titanio. L’ossidazione del Ti appare complessa per la for-
del grano, e rendono conto del fatto che la diffusione aumen- mazione di molti ossidi stabili (Ti2O, TiO, Ti2O3, Ti3O5, TiO2).
ta proporzionalmente all’aumento dello spessore del bordo di A temperature inferiori a 1.000 °C e pressione parziale di ossi-
grano e alla diminuzione della dimensione del grano. La dif- geno di 1 bar si forma solo TiO2. A temperature superiori a
fusione attraverso i difetti è importante alle alte temperature 600 °C la cinetica di crescita è di tipo parabolico e può diven-
per Cr2O3 e Al2O3, mentre per NiO è significativa alle basse tare pseudolineare per lunghi tempi di esposizione. Ad alta
temperature. Il tipo di ossido, p o n, determina la localizza- temperatura l’ossigeno si scioglie nel metallo in quantità signi-
zione della crescita del film: all’interfaccia ossido-gas per ossi- ficative provocando la formazione di cricche e l’esfoliazione
di di tipo p, come nel caso di NiO; all’interfaccia metallo-ossi- del metallo.
do per ossidi di tipo n. Molibdeno. L’ossidazione del Mo porta alla formazione di
ossidi volatili (per esempio, MoO3 fonde a 795 °C). Questi
Scaglie di ossidi multistrato ossidi non sono protettivi e l’ossidazione ha un andamento cata-
Se un metallo dà luogo a differenti ossidi, la scaglia può strofico.
essere formata da una sequenza di ossidi con diversa compo-
sizione, per esempio MⲐM2OⲐMO. Se la scaglia interna cresce Ossidazione delle leghe
per diffusione degli ioni del metallo verso l’esterno, l’M2O si L’ossidazione delle leghe segue meccanismi più comples-
forma all’interfaccia M2OⲐMO attraverso la reazione di spo- si, in quanto esse sono costituite da molti metalli che hanno
stamento: M⫹⫹e⫺⫹MO⫺ 䉳
⫺M2O. I fattori che influenzano la

affinità differenti con l’ossigeno e diverse velocità di diffu-
velocità di ossidazione sono diversi: la purezza del metallo, la sione. Inoltre si possono formare ossidi misti con zone di solu-
composizione del gas, le impurezze nel gas, la pressione e la bilità tra gli ossidi e gli elementi di lega. Per semplicità e per
temperatura, la portata del gas, l’orientamento del reticolo cri- una lega costituita da due metalli (A e B), si possono preve-
stallino, la finitura superficiale del metallo, le variazioni di dere tre casi distinti: gli ossidi AO e BO sono completamente
temperatura, la geometria e lo spessore del metallo. miscibili oppure completamente immiscibili o infine parzial-
Nichel. Forma un ossido stabile NiO di tipo p (semicon- mente miscibili. Dal punto di vista della composizione si veri-
duttore con carenza di metallo). Ni1⫺xO ha un valore di x⫽10⫺4 fica inoltre che se prevale uno dei due metalli, l’altro esercita
a 900 °C e alla pressione parziale di ossigeno di 1 bar. La cre- un’azione di drogaggio sull’ossido del metallo prevalente, men-
scita dell’ossido avviene per migrazione degli ioni del metal- tre se la composizione è intermedia la situazione è più com-
lo con formazione di grani colonnari di ossido. La presenza di plessa.
impurezze nel Ni porta alla formazione di ossido a grano fine In linea generale si può affermare che la resistenza all’os-
e poroso all’interfaccia con il metallo e colonnare all’esterno. sidazione è determinata dalla presenza di elementi di lega reat-
Ferro. Forma tre ossidi stabili: ematite Fe2O3, magnetite tivi come Ni, Cr, Al e Si che formano scaglie di ossido stabi-
Fe3O4 e wüstite FeO. Quest’ultima è stabile solo a temperatu- le e aderente alle superfici e forniscono un’efficace protezio-
re superiori a 570 °C, ma ha scarse proprietà protettive. Si deve ne al progredire dell’ossidazione. Le strategie di protezione dei
perciò distinguere: materiali che operano alle alte temperature sono svariate e com-
• se l’ossidazione avviene a temperature superiori a prendono: la variazione delle condizioni del gas (composizio-
570 °C, la sequenza degli ossidi è la seguente: ne, temperatura, velocità); la composizione del materiale, rego-
FeⲐFeOⲐFe3O4ⲐFe2O3ⲐO2. Il rapporto tra gli spessori degli lata in modo da favorire la formazione di una scaglia protetti-
ossidi è all’incirca 95:4:1, e dunque FeO ha uno spessore va; il ricorso a un rivestimento protettivo; la riduzione degli
notevole. La crescita avviene per diffusione degli ioni Fe2⫹ sforzi residui e delle sollecitazioni.

488 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


ASPETTI GENERALI DELLA CORROSIONE

9.1.3 Corrosione a umido L’ossigeno che compare come reagente è l’ossigeno mole-
colare sciolto nell’acqua, la cui concentrazione varia da 0 a 12
Una generica reazione di corrosione per un materiale metalli- mg per kg di acqua (ppm).
co M può essere schematizzata con la seguente reazione:
Aspetti stechiometrici
[10] M ⫹ambiente aggressivo⫺
⫺prodotti di corrosione di M

Poiché il meccanismo è elettrochimico, si possono appli-


dove M è un generico materiale metallico. Quando l’ambien- care le leggi di Faraday che stabiliscono la relazione tra le masse
te è una soluzione elettrolitica, la reazione globale di corro- e la carica elettrica circolante (numero di elettroni) attraverso
sione [10] implica un processo di ossidazione del metallo accom- gli equivalenti elettrochimici:
pagnato dalla reazione di riduzione dell’ossigeno disciolto nella echim
soluzione, per esempio nel caso del ferro: [18] ∆m = eech q = q
F
[11] ferro ⫹ossigeno ⫹acqua⫺
⫺prodotti di corrosione

dove q è la carica che è circolata (coulomb), eech è l’equiva-


oppure un secondo processo, tipico delle soluzioni acide, in lente elettrochimico, echim è l’equivalente chimico e F è la
cui ha luogo la riduzione dell’idrogenione, secondo la reazio- costante di Faraday (96.500 coulomb/eq). La relazione tra la
ne, sempre nel caso del ferro: velocità di corrosione come perdita di massa e la corrente scam-
biata dal materiale metallico è:
[12] ferro ⫹soluzione acida⫺
⫺ioni ferro ⫹idrogeno

Vcorr, m ∆m eech q 1
Queste due reazioni procedono secondo un meccanismo [19] Vcorr = = = = e i
elettrochimico in cui sono coinvolti gli elettroni del materiale γ γ At γ At γ ech a
metallico. La reazione è la somma di due processi elettrodici dove ia è la densità di corrente anodica o di corrosione.
complementari: un processo anodico che implica l’ossidazio- L’equivalenza tra la velocità di corrosione espressa in mAⲐm2
ne del materiale metallico e rende disponibili elettroni nella e mm/a per metalli bivalenti con densità di circa 8 t/m3 (per
fase metallica; un processo catodico che consuma gli elettro- esempio, Fe, Zn e Cu) è 1 mA/m2⬇1 mm/a (per il ferro, il valo-
ni, resi disponibili dal processo anodico, mediante una reazio- re preciso è 1 mAⲐm2⫽1,17 mm/a).
ne di riduzione (dell’ossigeno molecolare o dell’idrogenione
o di entrambi). Aspetti termodinamici
Poiché deve essere mantenuta l’elettroneutralità, le due rea- La generica reazione di corrosione [10] per un materiale
zioni devono prodursi simultaneamente e con la stessa velo- metallico M avviene se è termodinamicamente favorita, ossia
cità. se la variazione della energia libera DG a essa associata è nega-
tiva. Se consideriamo una reazione di corrosione e le due rea-
Processi elettrodici zioni complementari anodica e catodica:

Processi anodici [20] M ⫹(zⲐa)A⫺


⫺Mz⫹⫹(z/a) Aa⫺

Il generico processo anodico di un metallo può essere rap-


presentato dalla reazione di ossidazione del metallo a un suo [21] M⫺
⫺Mz⫹⫹ze⫺ (anodica)

ione che passa in soluzione: [22] (z/a)A ⫹ze⫺⫺


⫺(z/a) Aa⫺ (catodica)

[13] M⫺
⫺Mz⫹ ⫹ze⫺

la condizione termodinamica generale sopra ricordata può esse-


dove z è la valenza del metallo, il simbolo e⫺ indica l’elettro- re applicata a tutte e tre le reazioni. Poiché trattasi di reazioni
ne, M il generico materiale metallico e Mz⫹ il suo ione che elettrochimiche, possiamo esprimere la variazione di energia
passa in soluzione. Nei casi in cui il materiale metallico tende libera DG come variazione del lavoro elettrico associato alla
a formare i relativi idrossidi, la reazione anodica è del tipo: reazione:
M ⫹zH2O⫺ [23] ∆G = − zF ∆E
[14] ⫺M(OH)z ⫹zH⫹⫹ze⫺

dove DE assume il significato di forza elettromotrice della rea-


Processi catodici zione considerata, mentre z e F hanno il significato noto. Nel
Le reazioni catodiche di interesse pratico per la corrosio- seguito DE sarà chiamato anche lavoro motore o differenza di
ne sono invece in numero limitato. Nel caso di corrosione in potenziale.
una soluzione acida, il processo catodico consiste nella ridu- La condizione termodinamica di spontaneità del processo
zione dello ione idrogeno e nella produzione di idrogeno mole- di corrosione diventa pertanto:
colare, secondo la reazione: [24] ∆G < 0 ovvero ∆E > 0
[15] 2H⫹ ⫹2e⫺⫺
⫺H2 䉳

Poiché la variazione dell’energia libera è espressa dall’e-


dove e⫺ indica ancora l’elettrone. quazione:
Negli ambienti naturali, quella di gran lunga più impor-
Π prod
tante è la reazione di riduzione dell’ossigeno, che in ambien- [25] ∆G = ∆G °+ RT ln
te neutro o basico è la seguente: Πreag
introducendo il potenziale si ottiene la legge di Nernst:
[16] O2 ⫹2H2O ⫹4e⫺⫺
⫺4OH⫺ 䉳

RT [ M ]
z+
= E° +
z+
e in ambiente acido: [26] EM /M
ln
zF [M]
[17] O2 ⫹4H⫹ ⫹4e⫺⫺
⫺2H2O 䉳

ossia

VOLUME V / STRUMENTI 489


MATERIALI

tab. 2. Serie elettrochimica dei potenziali standard

E Reazioni E
Reazioni di elettrodo
(V vs. SHE) di elettrodo (V vs. SHE)
F2⫹2H⫹⫹2e⫺⫺
⫺2HF 䉳

⫹3,03 2H⫹⫹2e⫺⫺
⫺H2 䉳

0
O3⫹2H⫹⫹2e⫺⫺
⫺O2⫹H2O


⫹2,07 2D⫹⫹2e⫺⫺
⫺D2


⫺0,0034

Co3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Co 䉳

⫹1,842 Fe3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Fe 䉳

⫺0,036

Au⫹⫹e⫺⫺



Au ⫹1,68 Pb2⫹⫹2e⫺⫺


Pb⫺ ⫺0,1263

Au3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Au 䉳

⫹1,50 Sn2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Sn 䉳

⫺0,1364
MnO⫺ ⫹ ⫺⫺
4 ⫹8H ⫹5e ⫺Mn ⫹4H2O ⫹1,491 Ge4⫹⫹4e⫺⫺ ⫺0,15
2⫹ 䉴

⫺Ge
䉳 䉴

PbO2 ⫹4H⫹⫹2e⫺⫺


Pb2⫹⫹2H ⫺ 2O ⫹1,467 Mo3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Mo 䉳

⫺0,20
Cl2⫹2e⫺⫺
⫺2Cl

⫺ 䉴
⫹1,3583 Ni2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Ni 䉳

⫺0,25
Cr2O72⫺⫹14H⫹⫹6e⫺⫺
⫺2Cr ⫹7H2O
3⫹ 䉳

⫹1,33 Co2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Co 䉳

⫺0,28
O2⫹4H⫹⫹4e⫺⫺
⫺2H2O


⫹1,23 Mn3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Mn 䉳

⫺0,283
CrO42⫺⫹8H⫹⫹3e⫺⫺
⫺Cr ⫹4H2O
3⫹ 䉳

⫹1,195 In3⫹⫹3e⫺⫺
⫺In 䉳

⫺0,342

Pt2⫹⫹2e⫺⫺


Pt⫺ ⫹1,19 Cd2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Cd 䉳

⫺0,40
Br2⫹2e⫺⫺
⫺2Br

⫺ 䉴
⫹1,087 Cr3⫹⫹e⫺⫺
⫺Cr䉳
2+ 䉴
⫺0,41
HNO3⫹3H⫹⫹3e⫺⫺
⫺NO⫹2H2O 䉳

⫹0,96 Fe2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Fe 䉳

⫺0,44
2Hg2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Hg2

䉴 2⫹
⫹0,92 Cr3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Cr 䉳

⫺0,74

Hg2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Hg 䉳

⫹0,851 Zn2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Zn 䉳

⫺0,76

Ag⫹⫹e⫺⫺



Ag ⫹0,7996 V3⫹⫹3e⫺⫺


V ⫺ ⫺0,876
⫺⫺
2 ⫹2e ⫺2Hg
Hg2⫹ ⫹0,7961 Cr2⫹⫹2e⫺⫺ ⫺0,913

⫺Cr
䉳 䉴

Fe3⫹⫹e⫺⫺
⫺Fe
2+


⫹0,770 Nb3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Nb 䉳

⫺1,10
O2⫹2H⫹⫹2e⫺⫺
⫺H2O2


⫹0,682 Mn2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Mn 䉳

⫺1,18
Hg2SO4⫹2e⫺⫺ 2⫺
⫺2Hg⫹SO4 䉳

⫹0,62 V2⫹⫹2e⫺⫺
⫺V 䉳

⫺1,18
MnO⫺ ⫺⫺ ⫺
4 ⫹2H2O⫹3e ⫺MnO2⫹4OH ⫹0,588 Ti3⫹⫹3e⫺⫺ ⫺1,21

⫺Ti
䉳 䉴

I2⫹2e⫺⫺


⫺2I⫺ ⫹0,534 Zr4⫹⫹4e⫺⫺
⫺Zr 䉳

⫺1,53

Cu⫹⫹e⫺⫺
⫺Cu 䉳

⫹0,522 Ti2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Ti 䉳

⫺1,63

Cu2⫹⫹2e⫺⫺


Cu ⫺ ⫹0,34 Al3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Al 䉳

⫺1,66

AgCl⫹e⫺⫺
⫺Ag⫹Cl

⫺ 䉴
⫹0,22 Mg2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Mg 䉳

⫺2,36

Cu2⫹⫹e⫺⫺
⫺Cu
⫹䉳

⫹0,158 Na⫹⫹e⫺⫺
⫺Na 䉳

⫺2,71

Sn4⫹⫹2e⫺⫺


Sn2⫹
⫺ ⫹0,15 Ca2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Ca 䉳

⫺2,86
2H⫹⫹2e⫺⫺
⫺H2 䉳

0 Li⫹⫹e⫺⫺
⫺Li䉳

⫺3,05

RT
Ea = Ea° + ln  M z +  È immediato ricavare la variazione di energia libera per la
zF  reazione globale come somma delle variazioni delle due reazio-
ni parziali (legge di Hess). Utilizzando i potenziali si ottiene:
RT  A 
a−
a−
[27] E A/ A = E ° − ln [28] ∆E = Ec − Ea
zF  A 
ossia La condizione [24] diventa così:
RT Ec − Ea > 0 cioè Ec > Ea
Ec = Ec° − ln  A a−  [29]
zF 

490 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


ASPETTI GENERALI DELLA CORROSIONE

tab. 3. Elettrodi di riferimento

E
Elettrodo di riferimento Descrizione Semireazione
(V vs. SHE)

Standard a idrogeno H2(1 atm)兩H⫹(a⫽1) 2H⫹⫹2e⫺⫺


⫺H2 䉳

0

Calomelano Hg兩Hg2Cl2, KCl (sat) Hg2Cl2 ⫹2e⫺⫺


⫺2Hg ⫹2Cl⫺ 䉳

⫹0,244
Argento/cloruro di argento (0,1M) Ag兩AgCl, KCl (0,1M) AgCl ⫹e⫺⫺
⫺Ag ⫹Cl⫺ 䉳

⫹0,288
Argento/cloruro di argento/acqua di mare Ag兩AgCl, acqua di mare AgCl ⫹e⫺⫺
⫺Ag ⫹Cl⫺ 䉳

⫹0,250
Rame/solfato di rame saturo Cu兩CuSO4 (sat) Cu2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Cu 䉳

⫹0,318
Zinco/acqua di mare Zn兩acqua di mare reazione di corrosione ⬇⫺0,80

ossia la reazione di corrosione è spontanea se il potenziale della Diagrammi di Pourbaix


reazione catodica è più nobile del potenziale della reazione Marcel Pourbaix ha introdotto nel 1946 i diagrammi poten-
anodica. Solo in questo caso è disponibile un lavoro motore ziale-pH che forniscono i potenziali di equilibrio al variare del
positivo (DE⬎0) che rende possibile la reazione. pH per i metalli a contatto con elettroliti (Pourbaix, 1973). Nei
Se si considera la singola reazione anodica [21], la condi- diagrammi sono riportate le reazioni catodiche di sviluppo di
zione termodinamica perché essa proceda in senso anodico idrogeno [15] e di riduzione di ossigeno [16], rappresentate da
(corrosione) si realizza quando il suo potenziale E è più nobi- due rette parallele aventi coefficiente angolare ⫺0,059 e distan-
le del potenziale di equilibrio, indicato con Eeq, dato da ziate di 1,23 V, ottenute dalle rispettive equazioni di Nernst:
+
RT [31] EeqH /H
= −0, 0059pH
[30] Eeq = E ° + ln  M z + 
zF 
dove E° è il potenziale standard del metallo e [Mz⫹] la con- = 1, 229 − 0, 0059pH
O / H 2O
[32] Eeq2
centrazione dei suoi ioni nell’elettrolita a contatto con la sua
superficie. Nella tab. 2 sono riportati i potenziali standard – La reazione di dissoluzione di un metallo M è rappresen-
espressi in volt rispetto all’elettrodo a idrogeno (SHE, Stand- tata dall’equazione:
ard Hydrogen Electrode) – dei metalli e delle reazioni elettro- z+ z+ 0, 0059
diche più comuni. La condizione termodinamica perché la [33] EeqM /M
= EoM /M
− log aM z+
reazione proceda in senso anodico (corrosione) è pertanto z
E⬎Eeq, a cui corrisponde una variazione negativa dell’energia dove EM ⲐM è il potenziale standard della reazione di dissolu-
z⫹
o
libera (DG⬍0). Se, viceversa, E⬍Eeq, si ha una variazione posi- zione del metallo M. Nel diagramma E-pH, il potenziale di
tiva dell’energia libera (DG⬎0), e la reazione procede in senso M z⫹ⲐM non dipende dal pH ed è perciò rappresenta-
equilibrio Eeq
catodico (l’ossidazione del metallo non può avvenire, ossia si to da un fascio di rette parallele all’asse delle ascisse (fig. 2)
realizza la condizione di immunità termodinamica). Se si fissa
una concentrazione di riferimento al di sopra della quale si con-
sidera che il metallo subisca corrosione, per esempio una con- 2
centrazione di 10⫺6 mol/L, come suggerito da M. Pourbaix 0 ⫺3 ⫺6
(1973), mediante la [30] si può calcolare il potenziale di immu-
nità del metallo usato nelle applicazioni pratiche, per esempio
per definire le condizioni di protezione catodica (v. oltre). 1
M(OH)z
passività
E (V vs. SHE)

Misura del potenziale ed elettrodi di riferimento Mz⫹


Per convenzione, i potenziali sono riferiti all’elettrodo a idro- attività
0 b
geno preso come lo zero di riferimento. In pratica, la misura del
potenziale si effettua collegando un voltmetro al metallo (o strut-
tura metallica) e a un elettrodo di riferimento che ha la proprietà 0
⫺3
di mantenere costante il proprio potenziale. In laboratorio uno ⫺6
degli elettrodi più comuni è quello a calomelano, SCE (Satur- ⫺1
a
ated Calomel Electrode), che ha un potenziale di ⫹0,24 V rispet- M
to a SHE, mentre per misure di potenziale su strutture reali sono immunità
impiegati l’elettrodo rame-solfato di rame saturo (CSE, Copper
Sulphate Electrode) nei terreni (potenziale di ⫹0,3 V rispetto a ⫺2
SHE), lo zinco (potenziale di ⫺0,8 V rispetto a SHE) e l’ar- 0 7 14
gento-cloruro di argento (Ag/AgCl) in acqua di mare (poten- pH
ziale di ⫹0,25 V rispetto a SHE). Nella tab. 3 sono riportati gli fig. 2. Diagramma E-pH per un generico metallo M che forma
elettrodi di riferimento usati in laboratorio e in campo per la idrossidi. La retta a rappresenta la reazione di sviluppo
misura del potenziale. di idrogeno e la retta b la reazione di riduzione dell’ossigeno.

VOLUME V / STRUMENTI 491


MATERIALI

2,0 [36] divide il campo di immunità da quello di formazione del-


l’idrossido, detto anche di passività. In fig. 3 è riportato il dia-
1,6 gramma semplificato di Pourbaix per il ferro.
b I diagrammi di Pourbaix, costruiti sulla base dei dati ter-
1,2 modinamici di equilibrio delle reazioni elettrochimiche che
coinvolgono il metallo al variare del pH, mostrano le zone di
Fe3⫹
0,8 stabilità delle specie chimiche coinvolte (zona di immunità del
E (V vs. SHE)

metallo; zona di stabilità degli ossidi, i quali potrebbero dare


0,4 luogo a fenomeni di passivazione; zona di stabilità degli ioni
Fe2⫹ Fe2O3 metallici e delle forme complessate in ambienti fortemente
a
0 alcalini) ma non possono fornire informazioni (se non quali-
tative) sulla cinetica dei processi, ossia sulla velocità di cor-
⫺0,4 0 rosione. È necessario inoltre osservare che in condizioni di non
⫺3
Fe3O4 equilibrio, come avviene nella pratica, i campi di stabilità sono
⫺6
⫺0,8 ⫺10 diversi, con ricadute importanti sulla cinetica. Nel caso del
Fe ferro, per esempio, il diagramma ottenuto sperimentalmente
HFeO⫺
2
⫺1,2 in acqua agitata evidenzia una zona di passività molto più este-
0 7 14 sa di quella prevista teoricamente.
pH
Aspetti cinetici
fig. 3. Diagramma semplificato di Pourbaix per il ferro. La disponibilità di un lavoro motore costituisce una condi-
zione necessaria perché la reazione di corrosione possa avveni-
re, ma non sufficiente: l’intervento di resistenze di reazione (o
dove ogni retta corrisponde a un valore del parametro log aM z⫹. attriti generalizzati) condiziona la velocità di corrosione fino
La retta caratterizzata da un valore del parametro corrispon- anche ad annullarla e comunque non permette di prevedere, dalla
dente alla concentrazione di 10⫺6 mol/L divide il piano in due sola conoscenza del lavoro motore, l’evoluzione temporale del
regioni: la regione superiore di corrosione per concentrazioni processo di corrosione. In altre parole, come in molti fenome-
superiori a questo valore e la regione inferiore di stabilità ter- ni chimici e fisici, intervengono i fattori cinetici che possono
modinamica del metallo M per concentrazioni inferiori, detta mutare radicalmente il comportamento di un materiale sogget-
anche zona di immunità. to a corrosione dedotto da considerazioni termodinamiche. È il
Nel caso più semplice, se la reazione di dissoluzione del caso, per esempio, del titanio, che secondo la termodinamica è
metallo M porta alla formazione di idrossidi, soprattutto in più reattivo del ferro avendo un potenziale standard più negati-
campo neutro o basico, secondo la reazione vo di oltre 1 V, ma in pratica si comporta da metallo nobile e non
subisce corrosione negli ambienti in cui invece il ferro si cor-
[34] M ⫹zH2O⫺ ⫺M(OH)z ⫹zH⫹ ⫹ze⫺

rode, come l’acqua di mare. Questo comportamento è dovuto


la condizione di equilibrio è data dall’equazione all’intervento di fenomeni di passivazione (v. oltre) con forma-
z zione di film protettivi. Nel processo di corrosione, proprio per-
RT a M ( OH )z aH +
= Eo +
M / M ( OH ) z M / M ( OH ) z
[35] Eeq ln ché di natura elettrochimica, gli attriti generalizzati sono loca-
zF aM lizzati alla superficie del materiale, dove hanno luogo le rea-
Sostituendo le attività unitarie del metallo e dell’idrossido zioni elettroniche, e nell’elettrolita, secondo lo schema riportato
e introducendo il valore delle costanti (R è la costante univer- nella fig. 4, dove i quattro processi parziali sono complementa-
sale dei gas; F è la costante di Faraday) si ottiene ri, cioè si producono alla stessa velocità. Tali processi sono:
[36]
M / M ( OH ) z
Eeq = Eo
M / M ( OH ) z
− 0, 059pH • la reazione di ossidazione del ferro (processo anodico) che
rende disponibili elettroni nella fase metallica (Ia);
che mostra come il potenziale di equilibrio vari con il pH secon- • la reazione di riduzione dell’ossigeno (processo cato-
do una retta avente la stessa pendenza delle rette a e b dei proces- dico) che consuma tali elettroni e produce alcalinità:
si catodici visti. Nella fig. 2 la generica retta dell’equazione O2⫹2H2O⫹4e⫺ 䉳
⫺4OH⫺ (Ic );

fig. 4. Rappresentazione
schematica del meccanismo processo
elettrochimico anodico
Ia
(Pedeferri, 2007).
Im

trasporto di corrente Ia ⫽ Iamb ⫽ Ic ⫽ Im ⫽ Icorr trasporto di corrente


nell’ambiente nel metallo

Iamb
Ic
processo
catodico

492 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


ASPETTI GENERALI DELLA CORROSIONE

• il trasporto degli elettroni all’interno del metallo dalle regio-


ni anodiche a quelle catodiche (Im); E
• il trasporto di corrente nell’elettrolita (Iamb) Eeq,c
[37] Ia ⫽Ic ⫽Im ⫽Iamb ⫽Icorr processo catodico
Il valore comune di queste correnti (Icorr ) misura, in unità
elettrochimiche, la velocità del processo globale di corrosio-
ne. La velocità di corrosione è determinata dal più lento dei
quattro processi parziali; in effetti, poiché la resistenza elettri- Ecorr
ca del metallo è sempre trascurabile, il trasporto di corrente
nel metallo non è mai un processo lento e quindi non contri-
buisce a ridurre la velocità di corrosione. Ciascuno degli altri
tre processi, invece, in specifiche condizioni dell’ambiente può processo anodico
prodursi con velocità bassissima e costituire quindi il proces-
so cineticamente controllante. È tipico il caso della presenza Eeq,a
di passività che riduce la velocità del processo anodico a valo-
ri trascurabili; oppure il caso di riduzione della velocità del
processo catodico per intervento delle sovratensioni (per esem- logjcorr logj
pio, impiego di inibitori di corrosione nelle soluzioni acide).
Nel primo caso si parla di controllo anodico, nel secondo di fig. 5. Diagramma potenziale-logaritmo
controllo catodico. della densità di corrente di un processo di corrosione
(caratteristica anodica e catodica).
Diagrammi potenziale-corrente
Per descrivere i sistemi di corrosione, è conveniente ricor-
rere ai diagrammi, proposti nel 1945 da Ulick Richardson dove Ea è l’energia di attivazione riferita a una mole, T la tempe-
Evans, in cui le coordinate sono il potenziale (E) e la densità ratura termodinamica, R la costante dei gas e Z una costante.
di corrente (log j), che riportano le curve caratteristiche delle L’espressione generale della densità di corrente in funzio-
reazioni anodiche e catodiche, ottenute per via sperimentale a ne della sovratensione è data dall’equazione di Butler-Volmer:
partire dal potenziale di equilibrio della reazione. All’aumen-
tare della corrente, in senso anodico o catodico, il potenziale  (1− β ) zFη −
β zF η 
[40] i = io  e RT − e RT 
della reazione si scosta dal potenziale di equilibrio di un valo-  
re detto sovratensione, indicato con h, che rappresenta il ter-
mine dissipativo speso al procedere della reazione e cresce con dove h è la sovratensione data da h⫽兩E⫺Eeq兩, io è la densità di
la velocità di reazione seguendo un andamento di tipo logarit- corrente di scambio, b è il fattore di simmetria tra il ramo ano-
mico. Le sovratensioni delle reazioni anodiche hanno segno dico e quello catodico (di solito considerato pari a 0,5), F la
positivo e quelle catodiche segno negativo. Se sullo stesso gra- costante di Faraday e z l’equivalenza della reazione (numero degli
fico si riportano le curve caratteristiche dei due processi ano- elettroni nella reazione elettrodica considerata). L’equazione di
dico e catodico, si individuano il potenziale di corrosione e la Butler-Volmer stabilisce che lo scambio di corrente alla super-
corrente di corrosione dati dal punto di incontro delle due curve ficie di un elettrodo avviene solo se si supera un’energia di atti-
(fig. 5). Il potenziale di corrosione (Ecorr) è direttamente misu- vazione, cioè dissipando parte del lavoro motore disponibile.
rabile. Di solito i diagrammi di Evans sono di tipo semiloga- Nel caso in cui la sovratensione di attivazione di una rea-
ritmico, con la densità di corrente rappresentata in scala loga- zione elettrodica sia relativamente grande anche per bassi valo-
ritmica, per rendere le caratteristiche lineari. ri di densità di corrente scambiata i, dell’ordine di 兩h兩⬎50 mV,
Il lavoro motore DE, disponibile per il prodursi del pro- l’equazione di Butler-Volmer [40] si riduce, considerando
cesso anodico, è in questo caso dato dalla differenza tra il poten- b⫽0,5, alla nota equazione di Tafel:
ziale di corrosione Ecorr e quello di equilibrio Eeq, per cui
DE⫽Ecorr⫺Eeq. Il potenziale Ecorr, a cui si porta il sistema, è [41] h ⫽a ⫾b logi
superiore a quello di equilibrio del metallo, ma inferiore a quel- che può essere scritta nella forma equivalente
lo di equilibrio del processo catodico. i
[42] η = ±b log
Sovratensioni di elettrodo io
Nei processi di corrosione possiamo distinguere due tipi dove il segno ⫹ è per i processi anodici, nei quali le h sono
di sovratensione: la sovratensione di attivazione o di trasferi- positive, e il segno ⫺ è per i processi catodici, nei quali le h
mento di carica e la sovratensione di concentrazione. sono negative; a è una costante (positiva) che dipende dalla
La sovratensione di attivazione è associata a tutte le rea- densità di corrente di scambio io, b è una costante (positiva)
zioni di elettrodo in cui avviene un trasferimento di carica: che assume il significato della pendenza della retta h-i in un
diagramma semilogaritmico, detta pendenza della retta di Tafel.
[38] Ox ⫹ze⫺⫺
⫺Red䉳

Introducendo i logaritmi decimali, la costante b assume un


e assume il significato di energia di attivazione della reazione. valore pari a 59 mV/decade per reazioni bivalenti e 118
Si può dedurre che la costante di velocità segua l’equazione di mV/decade per reazioni monovalenti (come, per esempio, lo
Arrhenius: sviluppo di idrogeno).
Ea Sovratensioni di dissoluzione dei metalli. I risultati speri-
( )

[39] k T = Ze RT
mentali dimostrano (Piontelli, 1961) che le caratteristiche delle

VOLUME V / STRUMENTI 493


MATERIALI

reazioni anodiche di dissoluzione dei metalli e di quelle oppo-


ste catodiche di deposizione sono pressoché simmetriche. Per E
quanto riguarda i valori delle sovratensioni sono state indivi- transpassività
duate tre classi di comportamento, riconducibili alle caratteri-
stiche atomiche e cristalline dei metalli: Et
• metalli normali, che hanno sovratensioni molto basse, infe-
riori a 10 mV, anche a elevate densità di corrente (sia ano-
diche, sia catodiche). Questa classe comprende i metalli
che hanno bassa temperatura di fusione (inferiore a 600
°C), ossia legami interatomici relativamente deboli: Cd, passività
Hg, Sn, Pb, Mg, Al; lo Zn solo sul lato anodico;
• metalli inerti, che mostrano sovratensioni superiori a 100
mV anche a piccole densità di corrente. Al contrario della
classe precedente, questa include i metalli che hanno alta Ep
temperatura di fusione (superiore a 1.400 °C), ossia lega-
mi interatomici più forti: Fe, Co, Ni, Cr, Mo, Ti, i metalli attività
del gruppo del Pt e i metalli di transizione;
• metalli intermedi, che mostrano un comportamento inter- Eeq,a
medio rispetto alle due classi precedenti. Fanno parte di
questa classe i metalli che hanno temperatura di fusione logjp logj
intermedia, intorno a 1.000 °C, per esempio Cu, Ag, Au.
La correlazione tra sovratensione e temperatura di fusio- fig. 6. Diagramma potenziale-logaritmo della densità corrente
ne dei metalli si estende anche ad altre proprietà fisiche, sem- di un metallo a comportamento attivo-passivo.
pre correlate alla natura dei legami interatomici; per esempio, Ep, potenziale di passivazione; Et, potenziale di transpassività;
è facile prevedere che i metalli normali (basse sovratensioni) jp, densità di corrente di passività.
hanno anche bassa durezza e resistenza meccanica ed elevate
distanze interatomiche, mentre vale esattamente il contrario
per i metalli inerti. La variazione delle sovratensioni con la del materiale metallico M su cui avviene la reazione, secondo
densità di corrente è praticamente lineare per i metalli norma- una anticorrelazione con la sovratensione di dissoluzione del
li, mentre segue la legge di Tafel per quelli intermedi e inerti. metallo. Si distinguono pertanto:
Passività. Il ferro e gli acciai al carbonio e bassolegati si • i metalli normali caratterizzati da sovratensioni di disso-
trovano negli ambienti naturali, quali terreni e acque, e in gene- luzione molto basse, inferiori a 10 mV, ed elevate sovra-
rale nelle soluzioni acide, in condizioni cosiddette attive, cioè tensioni di sviluppo di idrogeno, a cui corrispondono bassi
con una resistenza della reazione anodica praticamente nulla. valori della densità di corrente di scambio, da 10⫺3 a 10⫺6
Il processo anodico in questi casi non può contribuire alla ridu- mA/m2 (Hg, Sn, Pb, Mg, Al, Zn);
zione della velocità di corrosione. Molti metalli e loro leghe • i metalli inerti che mostrano sovratensioni superiori a 100
ad alta affinità per l’ossigeno hanno la caratteristica di rico- mV e sovratensioni di sviluppo di idrogeno molto basse,
prirsi di uno strato di ossido protettivo che li preserva dalla cor- a cui corrispondono elevati valori della densità di cor-
rosione in ambienti corrosivi. Queste condizioni sono dette rente di scambio, da 10 a 105 mA/m2 (Fe, Co, Ni, Cr, Mo,
condizioni di passività e definiscono uno stato di ‘inerzia’ del Ti, Pt).
metallo, che si comporta come un metallo nobile. È il caso, Come visto in precedenza, la relazione che lega la sovra-
ben noto, degli acciai inossidabili, che devono la loro condi- tensione hH alla densità di corrente è data dalla legge di Tafel
zione di passività alla formazione sulla superficie di uno stra- [41]. La pendenza b della retta di Tafel in un diagramma semi-
to di ossido di cromo molto protettivo che li rende, come indi- logaritmico è in teoria uguale a 118 mV/decade, in pratica per
ca lo stesso nome, resistenti a molti ambienti dove il ferro o tutti i metalli è compresa tra 120 e 150 mV/decade, mentre la
gli acciai al carbonio e bassolegati subiscono corrosione anche densità di corrente di scambio jo,H varia di ben 11 ordini di
molto severa. Un altro esempio di comportamento passivo, che grandezza passando dal mercurio al platino.
spesso passa inosservato, è quello delle armature del calce-
struzzo armato che risultano perfettamente passivate dall’al- Sovratensione di riduzione dell’ossigeno
calinità della pasta di cemento idratata. Il ferro nel calcestruz- La reazione di riduzione dell’ossigeno è il principale pro-
zo (o in soluzioni molto alcaline) si comporta come l’acciaio cesso catodico nelle reazioni che avvengono in ambienti natu-
inossidabile nelle acque dolci. Alluminio e titanio sono resi- rali e in soluzioni neutre o debolmente alcaline. Come già detto,
stenti alla corrosione grazie alla loro capacità di passivarsi. l’ossigeno che partecipa ai processi di corrosione a umido è
Dal punto di vista elettrochimico, il comportamento atti- quello disciolto nell’acqua, in equilibrio con l’ossigeno pre-
vo e quello passivo sono caratterizzati da due distinti anda- sente come gas nell’atmosfera. La solubilità dell’ossigeno nel-
menti della caratteristica anodica: nei materiali attivi è una retta l’acqua diminuisce all’aumentare della temperatura (diviene
con bassa pendenza, nei materiali con comportamento attivo- praticamente nulla al di sopra di 60 °C) e all’aumentare del
passivo è una retta verticale che assume l’andamento tipico contenuto di sali disciolti nell’acqua. In acqua pura a 0 °C la
riportato nella fig. 6. solubilità dell’ossigeno è pari a 10 mL/L e si riduce, a 30 °C,
a 5,28 mL/L. In acqua di mare, con salinità pari a 36 g/L, la so-
Sovratensione di sviluppo di idrogeno lubilità dell’ossigeno è di 8 mL/L a 0 °C e 4,33 mL/L a 30 °C.
Gli attriti (sovratensioni) del processo di sviluppo di idroge- Nei sistemi chiusi che operano a temperature superiori a 60
no, rappresentato dalla reazione [15], dipendono dalla natura °C, per esempio nei circuiti di riscaldamento, tutto l’ossigeno

494 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


ASPETTI GENERALI DELLA CORROSIONE

presente partecipa alla reazione catodica di riduzione a eleva- diffusione dell’ossigeno jl, che dipende dalle condizioni flui-
ta velocità data l’elevata temperatura, nonostante la sua bas- dodinamiche, è ottenuta dal numero di Sherwood (o di Nus-
sissima solubilità, inferiore a 1 mL/L (1 mL/L di ossigeno nel- selt) espresso dalla relazione:
l’acqua corrisponde a circa 1,2 ppm o mg/kg).
Nelle soluzioni neutre o alcaline in assenza di ossigeno la [45] Sh ⫽/Ⲑd ⫽jl/Ⲑ(4FD CO2 )
corrosione risulta trascurabile, come nel caso dei circuiti chiu- dove / è una dimensione caratteristica, per esempio il diame-
si usati per il riscaldamento o il raffreddamento negli impian- tro di una tubazione. Il numero adimensionale di Sherwood si
ti: trattandosi di sistemi chiusi, l’ossigeno è presente inizial- calcola in funzione dei numeri adimensionali di Reynolds (Re)
mente al momento dell’avvio dell’impianto, ma viene consu- e di Schmidt (Sc; Shreir et al., 1994; Lazzari e Pedeferri, 2006).
mato per corrosione in un tempo breve, trascorso il quale l’acqua Per una stima approssimata, ma spesso accettabile, della cor-
è deaerata e non corrosiva. Pertanto, in soluzioni neutre o alca- rente limite in condizioni di turbolenza si moltiplica il valore
line, la velocità di corrosione è pari alla velocità di riduzione ottenuto in condizioni stagnanti per il coefficiente moltiplica-
dell’ossigeno sul metallo, che è determinata dal suo apporto tivo 1⫹(u)1Ⲑ2, dove u è la velocità media in m/s.
per diffusione perché l’ossigeno è una specie neutra non inte-
ressata dal trasporto di corrente. In condizioni stazionarie l’ap-
porto di ossigeno è dato dalla prima legge di Fick, secondo la 9.1.4 Forme di corrosione
quale è direttamente proporzionale al gradiente di concentra-
zione e al coefficiente di diffusione, e inversamente propor- Corrosione generalizzata
zionale allo strato limite di diffusione. In unità elettrochimi- La corrosione generalizzata interessa tutta la superficie di
che, si ottiene: un metallo, o ampia parte di essa. Si distingue tra corrosione
jO dC CO − C M ,O generalizzata uniforme o disuniforme: nel primo caso la per-
[43] 2
= −D =D 2 2
dita di spessore è uniforme su tutta la superficie, mentre nel
4F dx δ secondo caso segue un profilo più o meno regolare.
dove D è il coefficiente di diffusione, x la coordinata nella In relazione al meccanismo, la corrosione generalizzata
direzione del trasporto di ossigeno, d lo spessore dello stra- sta a indicare la sostanziale coincidenza tra aree anodiche e
to limite di diffusione, CO2 e CM,O2 sono rispettivamente la catodiche, interessando sistemi metallo-ambiente allo stato
concentrazione nella soluzione e sulla superficie del metal- attivo, come avviene per l’acciaio al carbonio in soluzioni
lo. La relazione [43] ammette un massimo quando a parità di acide e negli ambienti naturali quali terreni, acque e atmo-
condizioni chimico-fisiche la concentrazione dell’ossigeno sfera. Quando la corrosione è controllata dalla reazione di
sulla superficie del metallo si annulla, CM,O2⫽0, cioè, in altre riduzione dell’ossigeno, la massima velocità di penetrazione
parole, quando tutto l’ossigeno che arriva per diffusione alla uniforme coincide con la corrente limite di diffusione del-
superficie del metallo è consumato dal processo di corrosio- l’ossigeno.
ne. Il valore massimo del flusso di ossigeno che dalla solu- Negli acidi, la reazione catodica è la riduzione di ioni idro-
zione arriva alla superficie del metallo, che corrisponde alla geno a idrogeno molecolare gassoso. Il parametro controllan-
corrente limite di diffusione di ossigeno, jl, è perciò dato dalla te è il pH: per il ferro e gli acciai in genere, la corrosione acida
relazione: diviene significativa per pH inferiori a 4, aumentando espo-
CO2 nenzialmente per valori di pH più bassi; a pH alcalini, invece,
[44] jl = 4 FD dove prevale la presenza di ioni OH⫺ in soluzione, la velocità
δ
Il valore jl dipende da tre fattori: il coefficiente di diffu-
sione D che aumenta all’aumentare della temperatura, la con- E
centrazione di ossigeno CO2 che diminuisce all’aumentare della
temperatura, lo strato limite di diffusione d che è massimo in
condizioni stagnanti e diminuisce all’aumentare della turbo-
lenza. In acqua di mare, per esempio, poiché la concentrazio- controllo di
ne di ossigeno non supera 11 ppm, lo strato limite di diffusio- attivazione
ne d varia in pratica da 0,1 a 3 mm e il coefficiente di diffu-
sione D varia da 1,3 a 2,5 10⫺9 m2⭈s⫺1 per temperature da 10
a 30 °C, la densità di corrente limite di diffusione di ossigeno
varia da circa 50 mA/m2 a circa 2 A/m2.
La curva caratteristica della reazione catodica di riduzio-
ne dell’ossigeno ha l’andamento illustrato nella fig. 7 ed è con-
traddistinta da un tratto verticale che rappresenta la densità di controllo di
corrente limite di diffusione, jl. L’importanza di jl risiede nel diffusione
fatto che per i comuni metalli (per esempio, Fe, Zn) la velo-
cità di corrosione coincide con la corrente limite.
In condizioni stagnanti l’impiego della legge di Fick è
immediato, potendosi stimare lo spessore dello strato limite d
da grafici sperimentali riportati nei manuali; si ricava in que-
sto caso una regola empirica per cui, a temperatura ambiente, logjl logj
la velocità di corrosione in mm/a è data da 10 volte la concen-
trazione di ossigeno in ppm. In condizioni non stagnanti, il fig. 7. Andamento della caratteristica curva catodica
calcolo di d è piuttosto complesso per cui la corrente limite di di riduzione dell’ossigeno.

VOLUME V / STRUMENTI 495


MATERIALI

di corrosione del ferro diviene trascurabile per formazione di lavoro motore del processo di corrosione (dato dalla differen-
un film protettivo di ossido. za dei potenziali di equilibrio dei processi catodico e anodico
Per quanto riguarda la prevenzione di questa forma di cor- alla quale devono essere sottratte le sovratensioni dei due pro-
rosione, che rispetto alle altre forme è meno insidiosa perché cessi). A parità di lavoro motore, negli ambienti resistivi l’at-
si può prevedere sia come insorgenza sia come velocità media tacco è localizzato e circoscritto alle zone dove i due metalli
di perdita di spessore, si attua principalmente utilizzando un sono vicini tra loro; viceversa, in ambienti a conducibilità ele-
sovraspessore di corrosione, dimensionato come prodotto della vata, come in acqua di mare, l’attacco risulta più esteso e inte-
velocità di corrosione uniforme per la vita di progetto e, più in ressa superfici lontane tra loro. Per un calcolo accurato è neces-
generale, mediante i metodi tradizionali, come la protezione sario ricorrere a modelli matematici agli elementi finiti per la
catodica, l’uso di rivestimenti (organici, inorganici e metalli- risoluzione dell’equazione del campo elettrico. Se sono note
ci), le pitture e gli inibitori di corrosione. le aree delle due superfici anodica e catodica, la velocità di
corrosione per contatto galvanico è data dall’espressione gene-
Corrosione localizzata rale jcat(1⫹Sc ⲐSa), dove jcat è la velocità del processo catodico
Quando le reazioni anodica e catodica hanno luogo su super- e Sa e Sc sono rispettivamente le aree anodiche e catodiche.
fici distinte si ha la corrosione localizzata, che interessa solo
una parte limitata della superficie esposta all’ambiente. La
separazione delle aree instaura la circolazione di una corren- tab. 4. Serie dei potenziali pratici dei materiali
te, detta corrente di macrocoppia, con circolazione di elettro- in acqua di mare (LaQue, 1975)
ni nel metallo, dall’area anodica a quella catodica, e circola-
zione di ioni nella soluzione: quelli positivi migrano dall’area Grafite
anodica verso l’area catodica e quelli negativi viceversa. Titanio
Le cause che determinano l’instaurarsi di una corrente di Acciai inossidabili ad alto contenuto
macrocoppia sono molteplici: la diversa nobiltà di metalli o di Cr e Mo (passivi)
Acciaio inossidabile 18-8-3,
leghe in contatto elettrico, che dà luogo alla corrosione per con-
tipo AISI 316 (passivo)
tatto galvanico; la differente disponibilità di ossigeno che pro- Acciaio inossidabile 18-8,
voca, per esempio sugli acciai, la separazione tra aree anodi- tipo AISI 304 (passivo)
che e aree catodiche; la rottura locale del film di passività nei Acciaio inossidabile 13%Cr,
materiali attivo-passivi. tipo AISI 410 (passivo)
Nichel (passivo)
Corrosione per contatto galvanico Argento per saldatura
È detta anche corrosione galvanica o bimetallica e ha luogo Bronzo M
Più nobili
su un metallo quando è in contatto elettrico con un altro metal- Bronzo G
lo più nobile (o con un materiale non metallico dotato di con- Cupronichel 70-30
Cupronichel 90-10
ducibilità elettronica, come la grafite, o film superficiali, come Bronzo
la magnetite e il solfuro di ferro) ed entrambi sono esposti a un Rame
ambiente aggressivo. In queste condizioni la velocità di corro- Ottone rosso
sione del metallo meno nobile subisce un’accelerazione dipen- Bronzo-Al
dente dal rapporto tra l’area del metallo più nobile (area cato- Ottone ammiragliato
dica) e quella del metallo meno nobile che si corrode (area ano- Ottone giallo
dica). Un esempio tipico è l’attacco sugli acciai al carbonio Nichel (attivo)
bassolegati in acqua di mare o in soluzioni aerate quando sono Ottone navale
accoppiati con materiali più nobili, come le leghe di rame, o di Bronzo-Mn
Metallo Muntz
nobiltà pratica più alta, come gli acciai inossidabili e il titanio.
Per avere corrosione galvanica sono necessarie tre condizioni: Idrogeno
i due metalli devono essere in contatto elettrico (è spesso suf-
ficiente un contatto meccanico metallo-metallo); devono avere Stagno
diversa nobiltà (il metallo meno nobile si corrode, mentre il Piombo
metallo più nobile è sede prevalente del processo catodico con Acciaio inossidabile 18-8-3,
riduzione e anche di annullamento della velocità di corrosio- tipo AISI 316 (attivo)
Acciaio inossidabile 18-8,
ne); devono essere esposti a un ambiente corrosivo dove sia pos-
tipo AISI 304 (attivo)
sibile un processo catodico (per esempio, in acqua di mare dove Acciaio inossidabile 13%Cr,
il processo catodico è la riduzione di ossigeno). È bene sotto- tipo AISI 410 (attivo)
lineare che in soluzioni neutre e deaerate la corrosione per con- Ghisa
tatto galvanico è ininfluente, perché il processo catodico è assen- Meno nobili Acciaio per laminazione
te o avviene con velocità bassissima. Condizioni severe di cor- Acciaio dolce
rosione per contatto galvanico si hanno in acqua di mare (bassa Alluminio serie 2024
resistività, elevato lavoro motore e disponibilità di ossigeno Cadmio
come processo catodico) e in soluzioni acide (bassa resistività, Alclad
Alluminio serie 6053
basso lavoro motore ma elevata velocità del processo catodico
Acciaio zincato
di sviluppo di idrogeno), soprattutto quando i rapporti tra le aree Zinco
sono sfavorevoli (area catodicaⰇarea anodica). Leghe di magnesio
Le aree dei due metalli coinvolte nel processo di corrosio- Magnesio
ne galvanica sono definite dalla resistività dell’elettrolita e dal

496 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


ASPETTI GENERALI DELLA CORROSIONE

Nelle acque, la velocità del processo catodico è espressa dalla variano da poche decine di µm sino ad alcuni mm e le morfo-
densità di corrente limite di diffusione di ossigeno jl. logie si presentano variabili, dal tipo a punta di spillo a quello
Per stabilire la presenza di un contatto galvanico, prima di cosiddetto a caverna.
tutto si devono confrontare i potenziali dei due metalli nel- È una forma di corrosione tipica dei materiali con com-
l’ambiente aggressivo al quale sono esposti. È consuetudine portamento attivo-passivo. Tra i metalli di comune impiego la
far uso della scala dei potenziali pratici in acqua di mare ripor- corrosione per pitting interessa gli acciai inossidabili, il rame,
tati nella tab. 4 anche per ambienti diversi come terreni e acque l’alluminio. Nel meccanismo si distinguono due stadi: l’inne-
(LaQue, 1975). Nella tab. 5 sono riportati i potenziali pratici sco e la propagazione.
dei materiali metallici impiegati nei pozzi petroliferi (Well- Lo stadio di innesco ha una durata pari al tempo necessa-
mate R2, 1999). rio per la rottura locale del film di passività a opera di speci-
La prevenzione della corrosione per contatto galvanico si fiche specie chimiche presenti nell’ambiente corrosivo, come
attua: a) evitando l’accoppiamento di materiali con diversa gli ioni cloruro, Cl⫺, nel caso degli acciai inossidabili e delle
nobiltà (per esempio, usando flange isolanti); b) utilizzando leghe di alluminio, quando la loro concentrazione supera un
aree anodiche grandi e aree catodiche piccole; c) evitando elet- valore di soglia che dipende dalla composizione (per esem-
troliti con bassa resistività; d ) applicando la protezione cato- pio, contenuto di Cr e Mo per gli acciai inox) e dai parametri
dica. La pitturazione è un rimedio efficace se applicata sulle ambientali (per esempio, temperatura e turbolenza: condizio-
aree catodiche, cioè sul metallo più nobile; se la pitturazione ni stagnanti riducono il tempo di innesco e in generale costi-
(o il rivestimento isolante) interessa solo il metallo meno nobi- tuiscono un fattore aggravante per il pitting; la temperatura
le, è pericolosa perché aumenta la velocità di corrosione in favorisce sempre l’innesco e aumenta la velocità di propaga-
corrispondenza dei difetti del rivestimento. Si possono avere zione). La presenza di inclusioni, la formazione di precipita-
effetti secondari della corrosione per contatto galvanico, quali ti e il grado di incrudimento del metallo favoriscono l’inne-
lo sviluppo di idrogeno sul metallo più nobile con possibile sco del pitting.
infragilimento da idrogeno sulle leghe inossidabili suscettibi- La fig. 8 illustra l’effetto degli ioni cloruro sulla curva carat-
li e sul titanio. teristica di un generico acciaio inossidabile in ambiente acquo-
so, che consiste in una riduzione dell’intervallo di passività,
Pitting tanto più significativa quanto più alta è la concentrazione di
Si presenta come attacchi, detti pit o vaiolature, molto pene- cloruri. Sulle curve si individua un potenziale, detto poten-
tranti, ma che interessano una porzione di superficie metallica ziale di pitting o di rottura, Er, al di sopra del quale si ha inne-
piccola rispetto alla superficie esposta. Le dimensioni lineari sco. Il potenziale di pitting, misurabile sperimentalmente, è

tab. 5. Serie dei potenziali pratici dei materiali a contatto con gli idrocarburi (Wellmate R2, 1999)

Potenziali di libera corrosione di materiali metallici impiegati


in campo petrolifero
(V vs. SCE)
Materiale metallico Ambiente sweet Ambiente sour Acqua di mare aerata

Acciai al carbonio e bassolegati da ⫺0,6 a ⫺0,7 da ⫺0,65 a ⫺0,75 ⫺0,6

⫺0,5 (T⬍120 °C)


Acciaio inossidabile martensitico 9Cr 1Mo ⫺0,5
⫺0,4 (T⬎120 °C)

Acciaio inossidabile martensitico (tipo 410) ⫺0,55 ⫺0,6

⫺0,45 (T⬍120 °C)


Acciaio inossidabile martensitico (tipo 420)
⫺0,4 (T⬎120 °C)

Acciaio inossidabile austenitico (tipo 304) da ⫺0,25 a ⫺0,35 da ⫺0,3 a 0,45 da ⫺0,12 a ⫺0,04

Acciaio inossidabile austenitico (tipo 316) da ⫺0,2 a ⫺0,25 da ⫺0,35 a ⫺0,4 da ⫺0,12 a ⫺0,04

Acciaio inossidabile austeno-ferritico


da ⫺0,3 a ⫺0,4 da ⫺0,35 a ⫺0,45 da ⫺0,10 a ⫺0,02
(duplex)

Acciaio inossidabile austeno-ferritico ⫺0,4 (T⬍120 °C)


(duplex) (tipo 2205) ⫺0,35 (T⬎120 °C)

Leghe di nichel tipo C-276, tipo 625, ⫺0,4 (T⬍120 °C)


tipo 825 ⫺0,35 (T⬎120 °C)

Leghe di nichel ⫺0,35 (T⬍120 °C)


tipo G3, tipo 718 ⫺0,33 (T⬎120 °C)

Titanio da ⫺0,12 a ⫹0,04

VOLUME V / STRUMENTI 497


MATERIALI

mediante flange, la saldatura a punti, la presenza di depositi


E di varia natura.
soluzione
senza cloruri Gli interstizi possono rendere la corrosione più severa tra-
mite diversi meccanismi. Per i metalli allo stato attivo, come
per esempio gli acciai al carbonio e bassolegati in acqua o nei
terreni, il ridotto apporto di ossigeno all’interno dell’intersti-
zio instaura una macrocoppia per aerazione differenziale, con
l’area anodica localizzata nell’interstizio, dove l’apporto di
soluzione con ossigeno è basso o nullo, e l’area catodica all’esterno dell’in-
contenuto di
Er cloruri crescente terstizio, dove l’apporto di ossigeno è elevato. La velocità di
corrosione è data dal prodotto della densità di corrente limite
di diffusione dell’ossigeno sull’area catodica per il rapporto
tra l’area catodica e quella anodica sotto deposito. In molte
situazioni pratiche, questo rapporto può variare da 10 a 20 in
relazione alla conducibilità dell’ambiente e alla geometria.
Più articolato è invece il meccanismo di corrosione inter-
stiziale degli acciai inossidabili in soluzioni contenenti ioni clo-
ruro. Come per il pitting, si distinguono due stadi: uno di inne-
sco e uno di propagazione. Nella fase di innesco ha luogo una
logj serie di variazioni della composizione della soluzione all’inter-
no dell’interstizio, sino ad arrivare alla distruzione della passi-
fig. 8. Comportamento attivo-passivo vità, provocata dal consumo di tutto l’ossigeno presente nel-
di un acciaio inossidabile in soluzione acquosa, l’interstizio a opera della corrente di passività (se questa è supe-
con e senza ioni cloruro (tenori crescenti). riore alla velocità di apporto di ossigeno all’interno dell’interstizio)
e successivamente dalla formazione di una macrocoppia che,
come nel caso del pitting, dà luogo allo stadio di propagazione,
utilizzato per determinare la resistenza relativa alla corrosio- all’accumulo di cloruri e alla diminuzione del pH.
ne per pitting dei materiali metallici. Nel caso di corrosione sotto deposito dei materiali attivi,
Nello stadio di propagazione si instaura una corrente di le misure di prevenzione riguardano innanzi tutto l’elimina-
macrocoppia tra le aree dove l’ossido è stato danneggiato zione delle disomogeneità ambientali e in secondo luogo l’im-
con dissoluzione del metallo e le aree passive con compor- piego di pitture e l’applicazione della protezione catodica. Per
tamento catodico. La velocità di corrosione risultante è molto la prevenzione della corrosione interstiziale degli acciai inos-
elevata, in molti casi dell’ordine di alcuni mm per anno, dato sidabili, devono essere adottate in fase di progettazione solu-
il rapporto sfavorevole tra l’area anodica piccola e l’area zioni prive di interstizi; nel caso di giunzioni, è preferibile una
catodica molto grande. In questo stadio, la soluzione all’in- saldatura di testa piuttosto che per sovrapposizione o altri meto-
terno del pit diventa via via più aggressiva per effetto delle di meccanici, quali la flangiatura, che non eliminano gli inter-
reazioni di idrolisi, del tipo Mz⫹⫹zH2O⫺ ⫺M(OH)z⫹zH⫹,


stizi. Come per il pitting, la protezione catodica è efficace in
dei metalli che passano in soluzione (in particolare il Cr negli entrambi gli stadi di innesco e di propagazione.
acciai inossidabili), che determinano sia una progressiva aci-
dificazione della soluzione con pH inferiore a 2, sia l’au- Corrosione intergranulare
mento della concentrazione dei cloruri portati all’interno del Questa forma di corrosione si manifesta come attacco loca-
pit dalla corrente di macrocoppia (meccanismo autocataliti- lizzato al bordo di grano per la presenza di precipitati. In effet-
co del pitting). ti, il bordo di grano è un sito preferenziale di processi di segre-
La prevenzione del pitting è attuata principalmente nello gazione e precipitazione di composti (per esempio, carburi,
stadio di innesco, perché una volta innescato è più difficile arre- solfuri, composti intermetallici). In linea di principio, tutte le
starne la propagazione, e pertanto si basa sulla scelta di mate- leghe in cui sono presenti precipitati ai bordi di grano sono
riali resistenti all’innesco nelle condizioni di esercizio. Per gli suscettibili di corrosione intergranulare. In pratica, le leghe che
acciai inossidabili austenitici e austeno-ferritici e per le leghe hanno dimostrato maggiore suscettibilità sono gli acciai inos-
di nichel si impiega un indice, il Pitting Resistance Equivalent sidabili e alcune leghe di nichel, cioè materiali ritenuti resi-
Number (PREN), calcolato in base al contenuto nella lega di stenti a corrosione.
Cr, Mo, W e N in accordo alla formula seguente: Il meccanismo che porta a questa forma di attacco si può
semplificare nelle seguenti fasi, tipiche per l’acciaio inossida-
[46] PREN ⫽Cr% ⫹3,3(Mo% ⫹0,5W%) ⫹16N%
bile AISI 304 (18Cr-8Ni): l’acciaio è fornito nella forma detta
Per valori di PREN superiori a 40 la resistenza al pitting è solubilizzata, ottenuta attraverso il trattamento termico di tem-
elevata, mentre per valori inferiori a 35 è bassa. La protezione pra di solubilizzazione che consiste nel portare l’acciaio a una
catodica è efficace sia nella fase di innesco sia in quella di pro- temperatura di 1.050 °C in modo da solubilizzare i carburi di
pagazione. cromo, seguito da un raffreddamento veloce per impedirne la
precipitazione; se dopo la messa in opera l’acciaio è portato
Corrosione interstiziale e sotto deposito nell’intervallo critico di temperatura 600-850 °C, per esempio
La presenza di interstizi con spessori molto piccoli, inferio- nelle operazioni di saldatura nella zona termicamente altera-
ri al µm, o di parti di superficie non liberamente esposte all’am- ta, si ha la precipitazione al bordo dei grani di carburi di cromo
biente costituisce spesso un fattore aggravante per la corro- (formula più probabile Fe23Cr23C6) con abbassamento del con-
sione di un metallo. Esempi di interstizi sono: l’accoppiamento tenuto di cromo al di sotto del 12% nelle zone adiacenti i bordi

498 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


ASPETTI GENERALI DELLA CORROSIONE

di grano stessi; queste zone perdono la proprietà di inossida- meccanismo di dissoluzione, con il quale la propagazione e
bilità e subiscono una corrosione di tipo galvanico dove le aree la crescita delle cricche avvengono per dissoluzione anodica
catodiche (inossidabili) sono costituite dai grani; dato il rap- dell’apice, e un meccanismo detto di infragilimento, con il
porto sfavorevole tra le aree anodiche (molto piccole) e quel- quale le cricche crescono per rottura meccanica della zona
le catodiche (grandi), la velocità di corrosione è in genere molto adiacente l’apice della cricca. Quest’ultimo prevede l’ingres-
elevata anche in ambienti di modesta corrosività. so di idrogeno atomico, prodotto dalla reazione catodica, nel
Per impedire questa forma di corrosione è necessario evi- reticolo cristallino del metallo, la sua diffusione all’apice della
tare la precipitazione dei carburi, ripetendo il trattamento ter- cricca che si trova in uno stato di forte deformazione plasti-
mico di solubilizzazione sull’intero manufatto saldato. Quan- ca, e l’interazione con il metallo con conseguente infragili-
do non è possibile effettuare il trattamento termico di solu- mento. Il primo meccanismo è definito dal processo anodico
bilizzazione, la precipitazione dei carburi di cromo viene di dissoluzione del metallo, mentre il secondo è determinato
impedita secondo una delle due seguenti strade: abbassare il dal processo catodico di sviluppo di idrogeno. La più sempli-
contenuto di carbonio al di sotto di un valore soglia in gene- ce e immediata dimostrazione dei due meccanismi è l’effetto
re inferiore a 0,03% in modo che la formazione dei carburi delle polarizzazioni anodica e catodica: quella anodica aumen-
sia cineticamente più difficile (acciai di grado L, per esem- ta la velocità di dissoluzione del primo meccanismo e inibi-
pio, AISI 304L); oppure aggiungere elementi di lega che sce il secondo, mentre la polarizzazione catodica blocca il
hanno maggiore affinità del cromo verso il carbonio, per primo meccanismo e accelera il secondo. Nella tab. 6 sono
esempio titanio o niobio, in modo che il carbonio sia già lega- riportati i più comuni casi di SCC.
to e quindi non disponibile per il cromo (acciai stabilizzati Tensiocorrosione da cloruri. Interessa soprattutto gli acciai
AISI 321 e AISI 347). Sono ritenuti più sicuri gli acciai a inossidabili austenitici della serie 300, tipo AISI 304 e 316, e
basso contenuto di carbonio (grado L), che però hanno carat- anche, in misura minore, gli acciai inossidabili austeno-ferri-
teristiche meccaniche inferiori dato il minore contenuto di tici. Ne sono praticamente immuni gli acciai inossidabili fer-
carbonio, mentre gli acciai stabilizzati hanno caratteristiche ritici con tenori di Ni inferiori al 4%. Per manifestarsi richie-
meccaniche più elevate, ma possono dar luogo a una forma de: una temperatura superiore a 60 °C (la temperatura di insor-
di corrosione intergranulare poco frequente, nota come attac- genza del fenomeno è tanto più alta quanto più bassa è la
co a lama di coltello. concentrazione di ioni cloruro in soluzione); una concentra-
zione di cloruri in soluzione superiore a una soglia dipenden-
Corrosione selettiva te dalla composizione dell’acciaio e comunque superiore a 10
Interessa le leghe metalliche e consiste nella dissoluzione ppm; uno sforzo di trazione applicato o residuo superiore a
preferenziale del metallo meno nobile per esposizione ad circa il 30% del carico di snervamento. Gli acciai inossidabi-
ambienti di media corrosività. Gli esempi più importanti sono: li austenitici caratterizzati da alto tenore di nichel (oltre il 15%)
la dezincificazione degli ottoni (leghe rame-zinco), nella quale e le leghe di nichel offrono una resistenza a tensiocorrosione
lo zinco passa in soluzione e il rame rimane come residuo metal- crescente con il tenore di elementi di lega, e comunque deci-
lico, di colore rossastro; la grafitizzazione delle ghise (che inte- samente superiore agli acciai tipo 304 e 316.
ressa in particolare le ghise grigie), nella quale la matrice fer- Infragilimento da idrogeno. La reazione di riduzione di ioni
rosa subisce corrosione selettiva con formazione di uno strato idrogeno (2H⫹⫹2e⫺⫺ 䉳
⫺H2), che ha luogo negli ambienti acidi,

residuo, più o meno superficiale, di grafite. avviene attraverso un primo stadio (H⫹⫹e⫺⫺ 䉳
⫺Hads) con for-

mazione di idrogeno atomico adsorbito sulla superficie metal-


Tensiocorrosione lica (Hads). Questo idrogeno atomico può formare una mole-
Con il termine tensiocorrosione, o corrosione sotto sforzo cola di idrogeno H2 (Hads⫹Hads⫺ 䉳
⫺H2), oppure penetrare all’in-

(SCC, Stress Corrosion Cracking), si definiscono i fenomeni terno del reticolo cristallino del metallo (Hass) se sono presenti
di innesco e propagazione di cricche in un metallo sotto l’a- sulla sua superficie particolari veleni che inibiscono la for-
zione combinata di sollecitazioni meccaniche di trazione (ma mazione dell’idrogeno molecolare. Sono veleni i solfuri metal-
non di compressione) e di un ambiente corrosivo. È un feno- lici e il solfuro di idrogeno (H2S), spesso presenti negli ambien-
meno complesso che riguarda molteplici aspetti: per esempio, ti associati agli idrocarburi. La presenza di H2S dà luogo alla
le condizioni di insorgenza sono caratteristiche di accoppia- forma di tensiocorrosione per infragilimento da idrogeno detta
menti molto specifici di un materiale metallico e di un ambien- Sulphide Stress Cracking (SSC).
te; il fenomeno si innesca solo e soltanto al di sopra di una Gli acciai suscettibili di SSC sono quelli ad alto limite di
soglia di sollecitazione meccanica e interessa soprattutto le snervamento (carico di rottura superiore a 700 MPa) con una
leghe; la velocità di propagazione delle cricche, seppure ele- microstruttura che risulta particolarmente sensibile agli effet-
vata, è inferiore a quella relativa a cricche di natura puramen- ti dell’idrogeno. Le rotture sono caratterizzate da cricche tran-
te meccanica. Gli sforzi di trazione possono provenire da cari- sgranulari.
chi esterni applicati al componente metallico, ma anche da stati La prevenzione della tensiocorrosione si attua innanzitut-
di sollecitazione interni, quali per esempio tensioni residue da to in sede di progettazione attraverso la scelta di materiali non
lavorazioni meccaniche, da operazioni di saldatura e da tratta- suscettibili nell’ambiente specificato e mettendo in pratica le
menti termici. Le cricche possono essere di tipo intergranula- misure atte a rimuovere stati di sollecitazione residui (per esem-
re, con propagazione lungo i bordi dei grani, o di tipo tran- pio, dopo l’esecuzione di giunzioni saldate mediante tratta-
sgranulare, quando la propagazione avviene attraverso i grani mento termico di distensione). In alcuni casi si ricorre al con-
del metallo. Le cricche inoltre possono essere individuali o dizionamento dell’ambiente, per esempio modificando il pH
ramificate. (è il caso del trattamento dei fanghi di perforazione dei pozzi
Secondo un approccio semplificato che non descrive com- petroliferi a pH superiore a 10 quando è presente H2S). La pro-
piutamente questo complesso fenomeno, i meccanismi della tezione catodica è efficace solo per la tensiocorrosione con
tensiocorrosione possono essere distinti in due categorie: un meccanismo di dissoluzione anodica.

VOLUME V / STRUMENTI 499


MATERIALI

tab. 6. Esempi di SCC (Pedeferri, 2007)

Metallo o lega Ambiente Note

Soluzioni contenenti ammoniaca, Cricche transgranulari; cracking


Leghe di rame
sali di ammonio, ammine stagionale (season cracking) degli ottoni

Leghe di rame Mercurio Cricche intergranulari


Interessa gli acciai inossidabili della
serie 300 (AISI 304 e 316); avviene per
Acciai inossidabili Soluzioni di cloruri
T⬎60 °C; cricche intergranulari,
ramificate
Soluzioni contenenti H2S;
Acciai inossidabili –
acidi politionici

Titanio Cloruri in metanolo o etanolo anidri –

Infragilimento caustico: interessa le


Acciai al carbonio Soluzioni alcaline caldaie; T⬎200 °C; cricche
intergranulari

Nitrati di calcio e ammonio


Acciai al carbonio Soluzioni di nitrati
(industria dei fertilizzanti); T⬎100 °C

Tensiocorrosione da solfuri: si verifica


Acciai al carbonio Soluzioni contenenti solfuri in ambienti deaerati, neutri o acidi, tipici
dell’industria petrolifera

Soluzioni di carbonati, fosfati, cianuri;


Acciai al carbonio
ammoniaca liquida –

Aria umida,
Acciai ad alto limite di snervamento –
soluzioni acquose

Corrosione-fatica sui fenomeni di fatica, riportando la resistenza a fatica ai livel-


La contemporanea presenza di sforzi meccanici variabili, li tipici degli ambienti inerti, come per esempio l’aria. D’altra
cioè di sollecitazioni a fatica, e di un processo di corrosione parte, anche il fatto ben noto per cui il limite di fatica dell’ac-
dà luogo a una forma di rottura denominata corrosione-fatica ciaio migliora quando è ricoperto con rivestimenti anodici (per
(C-F). L’influenza dell’ambiente aggressivo sul comportamento esempio di zinco) fino quasi a portarsi ai valori ottenuti in aria,
a fatica avviene solo per variazioni dei carichi alle basse fre- conferma l’effetto benefico della protezione catodica. Tutta-
quenze, mentre alle alte frequenze prevalgono gli aspetti mec- via, la scelta del potenziale di protezione più adatto per le strut-
canici della fatica. In presenza di C-F, il limite di fatica per gli ture che operano in mare risulta piuttosto complessa, perché
acciai scompare e le curve S-N (ampiezza dello sforzo appli- diversi sono gli effetti del potenziale nei due stadi che caratte-
cato-numero di cicli) assumono un andamento simile a quello rizzano i fenomeni di corrosione-fatica (il periodo di innesco
dei materiali non ferrosi. In pratica, come nel caso della pro- e quello di propagazione) e l’entità delle variazioni dei carichi
gettazione dei nodi delle piattaforme petrolifere, il limite di (bassi o elevati valori di DK). In generale si concorda sul fatto
fatica è ridotto anche del 50% rispetto alla fatica in aria. Sono che l’applicazione della protezione catodica ha un effetto bene-
presenti fenomeni di C-F in ambiente marino sulle tubazioni fico, perché allunga il periodo di innesco, ma la velocità di cre-
sottomarine e soprattutto sui nodi di piattaforme petrolifere scita può risultare accelerata.
(Design […], 1990). Nei terreni, l’influenza della protezione catodica sul com-
Due sono gli approcci utilizzati per determinare la vita a portamento a fatica degli acciai al carbonio è più complessa e
corrosione-fatica di una struttura: le curve limite di fatica in risulta negativa in presenza di soluzione di carbonati-bicarbo-
funzione del numero di cicli e la meccanica della frattura espres- nati e di variazioni di carico molto lente: in questi casi il poten-
sa dalle curve velocità di crescita delle cricche per ciclo in fun- ziale di protezione per la corrosione-fatica è ⫺0,70 V CSE,
zione della variazione DK del fattore di intensificazione degli cioè di sottoprotezione rispetto alla corrosione generalizzata
sforzi. L’uso della meccanica della frattura per la previsione dell’acciaio. La velocità di avanzamento risulta, invece, acce-
della vita a corrosione-fatica di strutture è piuttosto comples- lerata in condizioni di sovraprotezione a ⫺1,4V CSE, dove l’i-
so, ma è di aiuto nella comprensione dell’influenza esercitata drogeno esercita un’influenza negativa che non si manifesta in
dai vari fattori, tra i quali la protezione catodica nelle struttu- condizioni di carico statico.
re offshore. Tranne che per i materiali suscettibili di infragili-
mento da idrogeno, come gli acciai ad alto limite di snerva- Erosione-corrosione
mento, la protezione catodica è spesso indicata come il meto- Questa forma di corrosione si manifesta sotto forma di attac-
do idoneo per annullare gli effetti negativi che l’ambiente esplica chi quando il processo di corrosione è associato a condizioni

500 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


ASPETTI GENERALI DELLA CORROSIONE

fluidodinamiche spinte (per esempio, elevata velocità del flui- Corrosione da correnti disperse
do che provoca la rimozione dei prodotti di corrosione). La Questa forma di corrosione, detta anche corrosione elet-
presenza di solidi sospesi accentua il fenomeno. Questo effet- trolitica o da correnti vaganti, è provocata da fenomeni di inter-
to sinergico tra corrosione e azione meccanica del fluido si ferenza elettrica (Lazzari e Pedeferri, 2006). Il caso più fre-
manifesta su gran parte dei materiali metallici quando si supe- quente si manifesta come corrosione localizzata su tubazioni
rano determinate condizioni di turbolenza espresse dalla velo- o serbatoi interrati che si trovano in vicinanza dei binari delle
cità critica di erosione-corrosione, che in campo petrolifero è linee ferroviarie, tranviarie e metropolitane con trazione elet-
calcolata mediante la seguente formula empirica (API, 1991): trica a corrente continua o in vicinanza di dispersori di cor-
Cm rente continua impiegati negli impianti di protezione catodica.
[47] ue = Il meccanismo è il seguente: la corrente circolante nel terreno
rm (corrente di ritorno nei sistemi di trazione elettrica a corrente
dove ue è la velocità critica di corrosione-erosione (m/s), C è continua o corrente di protezione negli impianti di protezione
una costante dipendente dal metallo e rm è la densità del flui- catodica) utilizza la struttura metallica interrata come condut-
do alle condizioni di esercizio (Mg/m3). La costante C assume tore elettrico, causando un attacco di corrosione nelle zone
diversi valori in relazione al materiale, al tipo di servizio (con- dove la corrente lascia la struttura. Le zone di ingresso della
tinuo o intermittente) e alla presenza di un inibitore di corro- corrente sono, invece, in condizioni di protezione catodica e
sione. I valori della costante C in assenza di inibitori sono 40 non subiscono corrosione. Gli attacchi sono spesso severi per-
per il rame, 60 per il cupro-nichel 70/30, 120 per gli acciai al ché la zone di uscita della corrente si localizzano nei difetti del
carbonio e 500 per gli acciai inossidabili. Qualora le condi- rivestimento isolante delle strutture, in vicinanza delle sotto-
zioni di aggressività siano particolarmente severe, diventa stazioni elettriche o delle strutture protette catodicamente; basti
necessario ricorrere a rivestimenti duri e resistenti a corrosio- pensare che 1 mA rilasciato da 1 cm2 di superficie del metal-
ne, come le stelliti e i riporti ceramici. lo provoca una perdita di spessore di 10 mm/a.
Per limitare i danni provocati dalle correnti disperse è neces-
Corrosione microbiologica sario impedire che queste ultime entrino nelle strutture inter-
Nelle acque e nei terreni ha luogo una forma di corrosio- ferite; a questo riguardo si ricorre a varie strategie che com-
ne, detta MIC (Microbiologically Induced Corrosion), che è prendono il miglioramento del rivestimento isolante, il sezio-
associata alla presenza e all’azione di batteri (Biological […], namento elettrico delle strutture (per esempio, interposizione
1985). Questa forma di corrosione coinvolge sia i batteri aero- di giunti isolanti sulle tubazioni), il drenaggio elettrico e i col-
bi, che vivono e crescono in presenza di ossigeno, in genere legamenti equipotenziali.
producendo condizioni acide, sia i batteri anaerobi che vivo- Corrosione da corrente alternata. Anche la corrente alter-
no e crescono in condizioni di assenza di ossigeno. Questi ulti- nata può causare danni sulle strutture oggetto di interferenza
mi, che sono ritenuti i più pericolosi, comprendono i batteri elettrica, ma è necessario che la densità della corrente scam-
solfatoriduttori (SRB, Sulphate Reducing Bacteria). biata tra metallo e terreno sia superiore a 30 A/m2, cioè cinque
Si può osservare come le condizioni di assenza di ossige- ordini di grandezza superiore alle correnti di interferenza da
no, ideali dal punto di vista elettrochimico per escludere pro- corrente continua. Casi di interferenza da corrente alternata
cessi di corrosione, in realtà siano quelle che favoriscono la sono provocati dai parallelismi con le linee ad alta tensione,
crescita di questi batteri e che danno quindi i peggiori risultati superiore a 125 kV, e dalla dispersione nel terreno della linea
dal punto di vista della corrosione. Sono riportate in letteratu- ferroviaria ad alta velocità. Gli attacchi di corrosione si mani-
ra velocità di corrosione anche superiori a 1 mm/a. I batteri festano soprattutto su strutture dotate di ottimi rivestimenti iso-
anaerobi hanno un’elevata adattabilità e sono capaci di resi- lanti, in corrispondenza dei difetti del rivestimento. La princi-
stere fino a temperature di 80 °C e a pressioni di 400 bar. In pale misura di prevenzione e controllo della corrosione da cor-
ambiente aerobico non sono attivi, ma possono sopravvivere, rente alternata è la corretta messa a terra della struttura.
pronti a crescere nel caso in cui si creino dei microambienti
anaerobici (per esempio, sotto depositi). Il meccanismo di cor-
rosione dei batteri solfatoriduttori è piuttosto complesso e non 9.1.5 Corrosione interna
ancora del tutto chiarito. La teoria moderna più accreditata pre- nei pozzi petroliferi
vede che prima, attraverso un enzima, l’idrogenasi, avvenga la
produzione di idrogeno utilizzato dai batteri solfatoriduttori per Condizioni generali di corrosione
ridurre i solfati a solfuri; quindi la depolarizzazione catodica Le superfici a contatto con idrocarburi possono subire cor-
per precipitazione del solfuro ferroso; infine la stimolazione rosione solo se, in modo permanente o discontinuo, sono bagna-
anodica da parte dello ione solfuro con passaggio in soluzione te dalla fase acquosa (water wetting). Le condizioni che danno
del ferro e formazione di celle occluse. Le condizioni anaero- luogo al water wetting possono variare in base alla composi-
biche adatte per la crescita dei batteri solfatoriduttori possono zione della fase idrocarburica e delle condizioni operative;
essere determinate mediante la misurazione del potenziale redox secondo una regola empirica spesso seguita, si ha water
con elettrodo di platino: potenziali riportati a pH 7 inferiori a wetting nei flussi verticali (per esempio, nei tubing dei pozzi)
0,1 V SHE indicano assenza di ossigeno, mentre potenziali più quando la percentuale della fase acquosa supera il 20% in volu-
nobili di 0,4 V SHE indicano condizioni ossigenate. La pre- me, mentre nei flussi orizzontali (per esempio, nelle tubazioni
senza di batteri, o meglio del cosiddetto biofilm, è responsabi- di trasferimento) tale percentuale si può abbassare anche all’1%.
le dell’innesco della corrosione per pitting degli acciai inossi- Per la stima del water wetting non si deve fare riferimento al
dabili nelle acque e soprattutto in acqua di mare. La causa di contenuto totale di acqua (water cut), bensì alla fase acquo-
questo comportamento è associata alla nobilitazione dei pro- sa libera, ossia alla parte non emulsionata nella fase idrocar-
cessi catodici provocata dal biofilm fino a portare il potenzia- burica. Nei pozzi a olio, la fase acquosa ha la composizio-
le di corrosione al di sopra del potenziale di pitting dell’acciaio. ne dell’acqua di formazione, con salinità variabile ma sempre

VOLUME V / STRUMENTI 501


MATERIALI

elevata, in genere superiore a 100 g/L. Nei pozzi a gas e a con- 1.710
[48] log uCO ,dWLM = 5, 8 − + 0, 67 log pCO
densati da gas la fase acquosa può essere presente come acqua 2
T + 273 2

di formazione trascinata o come acqua di condensa del vapor


d’acqua contenuto nel gas oppure come una miscela delle due, dove vCO2,dWLM è la velocità di corrosione in mm/a e pCO2 è la pres-
per cui la salinità è in genere molto bassa e varia da quella del- sione parziale di CO2 in fase gas. Partendo da questa equazione
l’acqua distillata a pochi g/L. base sono stati introdotti dei fattori correttivi che tengono conto
Le condizioni di water wetting sono influenzate dalla pre- della fugacità per pressioni superiori a 100 bar (system factor),
senza di gas e variano in funzione della temperatura e della della formazione di depositi (scale factor) e del pH (pH factor).
pressione; la presenza di gas è in relazione alla pressione di Il pH spesso non è noto perché di difficile misurazione; si
bolla (bubble point pressure) alla temperatura considerata: se ricorre perciò al suo calcolo sulla base della composizione della
la pressione è superiore alla pressione di bolla, il gas è tutto fase acquosa, della pressione parziale di CO2 e H2S e della con-
disciolto nella fase idrocarburica liquida. centrazione degli idrogenocarbonati. Si utilizzano spesso le
La corrosione interna nei pozzi petroliferi può presentar- seguenti formule empiriche (rispettivamente, in presenza e in
si in varie forme: alcune sono state già esaminate (corrosione assenza di idrogenocarbonati):
per contatto galvanico, tensiocorrosione, erosione-corrosione,
[49] pH ⫽4,4 ⫺0,475ln(PCO ⫹PH S) ⫹
corrosione microbiologica), altre sono specifiche dell’indu- 2 2

stria petrolifera (corrosione da CO2, corrosione da H2O, cor- ⫹0,5ln[HCO⫺


3 ] ⫹0,00375T
rosione da zolfo).
[50] pH ⫽3,8 ⫺0,195ln(PCO ⫹PH S) ⫹0,00375T
2 2

Corrosione da CO2 dove pCO2 e pH2S sono le pressioni parziali nel gas di CO2 e H2S,
La presenza di CO2 nella fase acquosa degli idrocarburi T è la temperatura (°C) e HCO3⫺ è la concentrazione degli idro-
porta alla formazione di acido carbonico che, nonostante sia genocarbonati in soluzione in meq/L. Se la concentrazione di
un acido debole, è molto aggressivo nei confronti dell’acciaio HCO3⫺ non è nota, si assume sia nulla in caso di sole conden-
al carbonio. Per esempio, se si confronta la velocità di corro- se (forza ionica m⬍0,5) e pari a 10 meq/L in presenza di acqua
sione del ferro in acido carbonico e quella di un acido forte di formazione (forza ionica m⬎0,5). Per il calcolo del pH si può
come il cloruro di idrogeno, entrambe con pH 4, la velocità di anche fare riferimento al NorSoK M-506 Model (NorSoK,
corrosione in acido carbonico è circa dieci volte più grande. 1998). È stato proposto un successivo modello (De Waard et al,
La ragione di questo risultato è la diversa cinetica della rea- 1995; EFC, 1997a) che tiene conto anche della diffusione del
zione di riduzione dello ione idrogeno e di sviluppo di idroge- CO2. Per poter applicare questo modello è necessario però cono-
no molecolare, dove nel caso dell’acido carbonico lo ione bicar- scere le condizioni fluidodinamiche della fase acquosa.
bonato partecipa direttamente alla reazione di riduzione e svi-
luppo di idrogeno. Modelli di previsione
La corrosione da CO2 dà luogo a: corrosione generalizzata Per la valutazione di massima della corrosività di idrocar-
a temperature inferiori a 80 °C, con morfologia caratteristica buri contenenti CO2, l’American Petroleum Institute ha propo-
chiamata mesa corrosion; corrosione generalizzata con notevo- sto negli anni Cinquanta (API, 1958) una regola empirica basa-
le localizzazione nell’intervallo di temperature tra 80 e 120 °C ta sulla pressione parziale del CO2: se pCO2⬍7 psi (0,5 bar), la
per la formazione di carbonati di Fe e Ca parzialmente protetti- corrosione da CO2 è quasi trascurabile e diventa significativa
vi che porta invece a condizioni di passivazione con velocità di quando pCO2⬎14 psi (1 bar). Queste regole sono comunque rite-
corrosione trascurabile a T⬎120 °C. In linea generale, i pro- nute insufficienti per la valutazione della corrosività da CO2.
dotti di corrosione non sono protettivi a T⬍60 °C e pCO2 ⬍5 bar, Un modello empirico derivato da esperienze specifiche (Cro-
mentre sono parzialmente protettivi a 60 °C⬍T⬍100 °C e pro- let e Bonis, 1985) fornisce una classificazione della corrosività
tettivi a T⬎100 °C. L’aggiunta di cromo agli acciai migliora la da CO2 come alta, media e bassa (dove la classe media indica
resistenza a corrosione anche dello 0,5% (soprattutto la resi- una velocità di corrosione di 1-2 mm/a), in base a pressione par-
stenza a mesa corrosion) a temperature inferiori a 90 °C. ziale di CO2, pH, contenuto di acidi organici (acetico e formico),
Come hanno dimostrato i risultati di numerose sperimen- rapporto Ca2⫹ⲐHCO⫺ 3 . Per acqua di condensa, la corrosività è
tazioni in laboratorio e i dati di campo, la velocità di corro- bassa se pCO2⬍0,05 bar oppure se pCO2⬍0,2 bar e acido aceti-
sione dell’acciaio al carbonio è funzione di tre parametri: pres- co⬍0,1 meq/L; media se 0,2⬍ pCO2⬍5 bar e acido acetico⬍0,1
sione parziale del CO2 (o fugacità quando le pressioni sono meq/L; negli altri casi la corrosività è alta. Per acqua di forma-
elevate), temperatura e pH della fase acquosa (legato alla sali- zione, la corrosività è bassa se pCO2⬍0,05 bar oppure pH⬎5,6
nità/forza ionica e alla concentrazione degli idrogenocarbona- oppure 0,05⬍pCO2⬍10 bar e Ca2⫹ⲐHCO⫺ 3 ⬍0,5 meq/meq; me-
ti). La pressione parziale è data dal prodotto della frazione dia se acido acetico⬍0,1 meq/L oppure Ca2⫹/HCO⫺3 ⬍1.000
molare del CO2 nella fase gas separata per la pressione di eser- meq/meq; negli altri casi la corrosività è alta.
cizio se in presenza di gas in equilibrio con le fasi liquide, oppu-
re per la pressione di bolla se il gas è sciolto nella fase liquida Corrosione da H2S
alle condizioni di esercizio. La presenza di H2S porta a diverse forme di corrosione:
corrosione generalizzata degli acciai al carbonio; formazione
Calcolo della velocità di corrosione di rigonfiamenti (blister e cricche) detta anche HIC (Hydro-
Negli anni Settanta, C. De Waard e D.E. Milliams hanno gen Induced Cracking); SSCC (Sulphide Stress Corrosion
proposto un’equazione ricavata da risultati sperimentali di labo- Cracking) dei materiali suscettibili di infragilimento da idro-
ratorio per la valutazione della velocità di corrosione in pre- geno. Di recente sono state anche proposte altre forme di cor-
senza di CO2 nei gas/gas condensati, successivamente corret- rosione risultanti dalla combinazione di HIC e SSCC, come
ta insieme a U. Lotz (De Waard e Milliams, 1975; De Waard per esempio SOHIC (Stress Oriented Hydrogen Induced
et al., 1991): Cracking; EFC, 1997b; ISO, 2003).

502 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


ASPETTI GENERALI DELLA CORROSIONE

Corrosione generalizzata da H2S fenomeno è comunque presente sugli acciai suscettibili e si


L’H2S è un acido debole e ciononostante produce attac- manifesta in tempi più lunghi. Quando la concentrazione di
chi di corrosione particolarmente severi perché la formazio- H2S è sensibile, per esempio pH2S ⬎0,03 bar, per limitare la
ne del solfuro di ferro FeS, avendo questo sale un bassissi- formazione di HIC si possono seguire due strategie differen-
mo prodotto di solubilità (dell’ordine di 10⫺24), provoca una ti (o entrambe): l’uso di inibitori di corrosione, che riduce la
diminuzione del potenziale anodico del ferro con conseguente quantità di idrogeno prodotta, e l’impiego di acciai non suscet-
disponibilità di lavoro motore anche in soluzioni neutre. Il tibili a tale fenomeno. Questi ultimi possono essere di due tipi:
solfuro non è sempre compatto e protettivo e può portare a i cosiddetti acciai trattati con terre rare, in cui lo zolfo conte-
corrosione localizzata con meccanismo di contatto galvani- nuto nell’acciaio è combinato con elementi più affini del man-
co per il fatto che possiede conducibilità elettronica e nobiltà ganese, come calcio e cesio che formano solfuri duri che non
pratica superiore al ferro. La previsione della velocità di cor- si schiacciano durante la laminazione a caldo, oppure acciai
rosione si basa su alcune regole empiriche così riassumibili: aventi basso contenuto di zolfo (20-50 ppm) in modo che la
a T⬍60 °C la velocità di corrosione è trascurabile per con- quantità di solfuro di Mn che si può formare è insufficiente
centrazioni di H2S in soluzione inferiori a 40 ppm, ma diven- per l’insorgenza del fenomeno.
ta significativa (0,5 mm/a) a concentrazioni superiori allo
0,4%; a T ⬎60 °C la velocità di corrosione è di 1 mm/a a con- Sulphide Stress Corrosion Cracking (SSCC)
centrazioni superiori a 40 ppm. L’infragilimento da idrogeno degli acciai suscettibili in pre-
senza di H2S è un fenomeno che dipende da svariati fattori:
Hydrogen Induced Cracking (HIC) composizione, trattamenti termici, microstruttura, resistenza
Oltre all’infragilimento da idrogeno, l’ingresso di idro- meccanica dell’acciaio, pH, pressione parziale dell’H2S, cari-
geno atomico nel metallo può provocare blistering, che con- co applicato, temperatura e tempo.
siste nella formazione di rigonfiamenti e cricche per effetto La valutazione dell’insorgenza di SSCC è basata sulla pres-
della ricombinazione, in corrispondenza di trappole consi- sione parziale di H2S in fase gassosa, che è proporzionale alla
stenti in inclusioni o microvuoti nella matrice metallica, degli concentrazione in fase acquosa. La pressione parziale di H2S
atomi di idrogeno in idrogeno molecolare, H2; le molecole di è calcolata partendo dalla frazione molare nel gas e dalla pres-
idrogeno, di dimensioni tali da non poter diffondere nel reti- sione di esercizio (come nel caso di corrosione da CO2) tenen-
colo metallico, si accumulano e generano pressioni interne do presente se il gas è libero (pressione inferiore alla pressio-
estremamente alte, sufficienti per provocare localmente la ne di saturazione del gas o pressione di bolla) oppure disciol-
deformazione plastica del metallo e i rigonfiamenti. Le inclu- to nella fase liquida (pressione superiore alla pressione di
sioni che maggiormente interessano il fenomeno sono quelle saturazione del gas o pressione di bolla). Il calcolo della pres-
di solfuro di manganese (MnS2 tipo II), che durante la lami- sione parziale presenta complicazioni quando la frazione mola-
nazione a caldo degli acciai al carbonio usati per le tubazioni re di H2S non è nota in modo sufficientemente accurato; in
e le lamiere per recipienti in pressione vengono schiacciate e questi casi la stima della pressione parziale è basata sul bilan-
disposte parallelamente alla direzione di laminazione, costi- cio di massa dell’H2S secondo procedure riportate nei manua-
tuendo così una facile trappola per gli atomi di idrogeno. Il li specializzati.
fenomeno è legato alla quantità di idrogeno che penetra nel Valutazione di ambiente sour secondo NACE (2003). L’am-
metallo e al tempo; se la pressione parziale di H2S è supe- biente è definito sour quando la pressione parziale di H2S e la
riore a 0,1 bar (concentrazione nella fase acquosa di circa concentrazione di H2S superano determinate soglie in funzio-
400 ppm), esso si manifesta sugli acciai suscettibili in tempi ne del tipo di fluido e delle condizioni operative. Per pozzi a
paragonabili alla vita di progetto media degli impianti petro- gas, si utilizza la fig. 9 che, usando come coordinate la frazio-
liferi (15-20 anni); per pressioni parziali inferiori a 0,1 bar, il ne molare di H2S nel gas e la pressione totale, individua la

fig. 9. Individuazione 1.000


delle condizioni
di insorgenza di SSCC
(secondo NACE, 2003). sour service
pH2S = 0,0035 bar

100
pressione totale (bar)

P = 18 bar GOR ⬍ 890


IL
pH2S= 0,7 bar
10 GOR ⬎ 890
IG
P = 4,5 bar

xH2S =15%
1
0,0001 0,001 0,01 0,1 1 10 100
frazione molare del solfuro di idrogeno nella fase gassosa, xH2S (%)

VOLUME V / STRUMENTI 503


MATERIALI

regione in cui si manifesta il fenomeno SSCC su acciai e leghe corrosione aumenta perché si ha formazione di acido solfori-
suscettibili (P⬎4,5 bar e pH2S⬎0,0035 bar). co, ma solo fino a circa 150 °C perché oltre tale temperatura
In presenza di un sistema multifase (fase liquida e fase gas- la velocità di corrosione comincia a diminuire per effetto del-
sosa) sono considerate condizioni di non insorgenza le seguen- l’azione di protezione dei prodotti di corrosione. A 180 °C la
ti: Gas Oil Ratio, GOR, ⬍890 Nm3/m3; frazione molare di H2S velocità di corrosione è comunque così elevata (oltre 10 mm/a)
nel gas, x, ⬍0,15 e pH2S⬍0,7 bar; pressione di esercizio P⬍18 da non permetterne l’impiego.
bar. In queste condizioni, data la bassa pressione, si hanno in La presenza di zolfo elementare porta in genere a corrosio-
generale moderate sollecitazioni meccaniche, mentre la pre- ne localizzata degli acciai inossidabili: gli acciai inossidabili
valenza della fase olio (basso GOR) impedisce il contatto con austeno-ferritici (duplex) subiscono corrosione generalizzata
la fase acquosa. Solo in presenza di elevati contenuti di acqua, come gli acciai al carbonio anche a temperatura ambiente, men-
si devono riconsiderare la definizione di ambiente sour e la tre gli acciai inossidabili austenitici mostrano bassa resistenza
possibile insorgenza di SSCC nel sistema. solo sopra 120 °C. Gli acciai inossidabili martensitici mostrano
Per sistemi multifase che non rientrano nella precedente in genere scarsa resistenza. La presenza di zolfo aumenta la
classificazione, le condizioni di ambiente sour sono così rias- suscettibilità alla tensiocorrosione: per T⬎120 °C la resistenza
sumibili: P⬎18 bar e pH2S⬎0,0035 bar; P⭐18 bar, pH2S⬎0,0035 a corrosione aumenta con l’aumento del tenore di Ni, Cr e Mo.
bar e GOR⬎890 Nm3/m3; 4,5⬍P⬍18 bar, pH2S⬎0,7 bar e Leghe di nichel che offrono buona resistenza in condizioni di
GOR⬎890 Nm3/m3; P⬍4,5 bar, xH2S⬎0,15 e GOR⬎890 aggressività severe (S, H2S, CO2, Cl) a elevata temperatura devo-
Nm3/m3. no in generale avere una composizione base del tipo Ni⬎55%,
Valutazione di ambiente sour secondo ISO (2003). I crite- Mo⬎12%, Cr⬎15% (tipicamente Alloy G-50 22Cr-52Ni-11Mo-
ri di definizione di un ambiente sour secondo lo standard ISO 0,7W-0,8Cu). Il titanio grado 2 dà luogo a interstizi per T⬎130
15156 che integrano i risultati dei documenti EFC (De Waard °C; le leghe di titanio beta-C mostrano maggiore resistenza.
et al., 1991; NorSoK, 1998) e i criteri NACE, sono basati su
tre parametri: pH2S, pH della fase acquosa (pHACT) e tempera-
tura. Il pH può essere calcolato sulla base della composizione
della fase acquosa mediante appositi programmi di calcolo.
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5,5⫹log pH2S⬍pHACTⱕ6,5⫹log p H2S oppure p H2S⬎1 bar e requirements for corrosion resistant alloys exposed to H2S in oil
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Corrosione da zolfo corrosion study unveiled. Supplement to materials performance,
Lo zolfo (temperatura di fusione 113 °C e temperatura di Houston (TX), NACE, 1-12.
ebollizione 445 °C) è presente in alcuni giacimenti petroliferi
in associazione con H2S. La formazione dello zolfo può avere
luogo per riduzione dei solfati a zolfo a opera del metano Bibliografia citata
(SO42⫺⫹CH4⫺ 䉳
⫺S⫹2H2O⫹CO2) o per decomposizione cata-

litica del solfuro di idrogeno o per ossidazione di questo a opera API (American Petroleum Institute) (1958) Corrosion of oil and gas
dell’ossigeno (per contaminazione). Lo zolfo reagisce con il well equipment, Dallas (TX), API.
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film di solfuro dotati di conducibilità elettronica, e dà luogo, of Corrosion Engineers international conference (1985),
quando è posto a diretto contatto con gli acciai, a elevate velo- Gathersburg (MD).
cità di corrosione, mentre se è presente in una soluzione di Corrosion in the oil refining industry. Proceedings of the National
idrocarburi la velocità di corrosione è regolata dai processi di Association of Corrosion Engineers conference (1998), Phoenix
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La velocità di corrosione da zolfo sugli acciai al carbonio structures, subsea installation and pipelines (1990), London, The
e bassolegati dipende dalla temperatura: per T⬍120 °C e con Marine Technology Directorate.
zolfo a contatto diretto, la velocità di corrosione è dell’ordine De Waard C., Milliams D.E. (1975) Carbonic acid corrosion of
dei mm/a e poco influenzata dalla temperatura. I solfuri pre- steel, «Corrosion», 31, 177-181.
senti sulla superficie catalizzano la reazione e portano a con- De Waard C. et al. (1991) Predictive model for CO2 corrosion
dizioni di macrocella analoghe alla corrosione per aerazione engineering in wet natural gas pipelines, «Corrosion», 47,
differenziale. A temperature superiori a 120 °C, la velocità di 976-985.

504 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


ASPETTI GENERALI DELLA CORROSIONE

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VOLUME V / STRUMENTI 505

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