Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
energia
energia
lamiere
miniera ambiente aggressivo
(atmosfera, fluidi di
processo, ecc.)
processi
siderurgici
ambiente aggressivo
(terreni, acqua di mare, ruggine
minerale (ossidi)
(ossidi) ecc.)
tubazioni
energia
energia
Date le condizioni di esercizio piuttosto al limite, spesso La nucleazione dell’ossido è favorita nei siti a elevata
con rischio di conseguenze catastrofiche a seguito di una rot- energia quali i difetti di superficie (dislocazioni, bordi di
tura, la scelta dei materiali richiede in generale una maggiore grano, precipitati) ed è influenzata da trattamento superfi-
attenzione rispetto alle applicazioni a basse temperature. ciale, temperatura e pressione parziale dell’ossigeno. Una
volta formato il film su tutta la superficie, la sua crescita
Condizioni termodinamiche procede attraverso i processi di diffusione allo stato solido
Mentre i processi di corrosione a umido sono di natura elet- nella scaglia.
trochimica, la corrosione a caldo segue la cinetica delle rea- La valutazione della capacità protettiva di un ossido è
zioni chimiche in fase gassosa; sono perciò importanti le con- effettuata in modo qualitativo con il rapporto di Pilling-
dizioni termodinamiche e i processi di diffusione in fase soli- Bedworth, definito come il rapporto tra il volume dell’ossi-
da nei prodotti o scaglie di corrosione. do e quello del metallo che l’ha prodotto. Se tale rapporto è
Lo studio termodinamico mostra che tutti i metalli si ossi- inferiore a 1 o maggiore di 2,5 l’ossido non è protettivo per-
dano spontaneamente in presenza di ossigeno o in aria a ecce- ché nel primo caso non è sufficiente per ricoprire il metal-
zione dell’oro e del platino. Tuttavia numerosi metalli possono lo, mentre nel secondo caso va incontro a distacco a causa
essere usati per periodi molto lunghi anche ad alta temperatu- delle tensioni di compressione che si originano durante la
ra, perché la cinetica di crescita dell’ossido è sufficientemen- crescita.
te lenta. Su questo si basa la messa a punto di leghe resistenti Se l’ossido non è protettivo, il metallo è continuamente
all’ossidazione che prevede la formazione di una scaglia con esposto all’atmosfera ossidante e la velocità di ossidazione è
funzione di barriera di separazione tra metallo e ambiente, costante. La crescita dell’ossido è di tipo lineare e perciò la per-
caratterizzata da una lenta velocità di crescita. dita di spessore del metallo è data da un’espressione del tipo:
In assenza di soluzioni acquose, cioè in aria o ossigeno sec-
[6] x ⫽C1t
chi, i metalli a temperatura ambiente formano una scaglia pro-
tettiva di spessore 1-10 nm che impedisce l’ulteriore ossida- dove t è il tempo e C1 è una costante del metallo.
zione del metallo. All’aumentare della temperatura lo spesso- Quando lo strato di ossido è protettivo, la sua crescita dipen-
re del film cresce e su molti metalli dà luogo a distacco de dai processi di diffusione degli ioni ossigeno O2⫺ e degli
meccanico per eccessivo volume del film di ossido. ioni metallici. La velocità di crescita è pertanto proporzionale
Dal punto di vista termodinamico l’ossidazione di un metal- al flusso più lento degli ioni (Jion), flusso che è dato dalla legge
lo ha luogo solo se la pressione parziale di ossigeno alle con- di Fick:
dizioni di esercizio è maggiore della pressione di dissociazio-
dx dc
ne del metallo calcolabile con il diagramma di Ellingham (ASM, ∝ Jion Jion = − D
1987). dt dx
Se si considera il gradiente di concentrazione costante, la
Cinetica perdita di spessore per formazione dell’ossido è data da un’e-
Il processo di formazione dello strato di ossido può esse- spressione del tipo:
re interpretato con un meccanismo di tipo elettrochimico. La
reazione di ossidazione è la seguente (per semplicità si consi- [7] x = C2t + C3
dera un metallo bivalente):
dove t è il tempo e C2 e C3 sono costanti del metallo. La cre-
[3] M ⫹1Ⲑ2O2⫺
⫺MO 䉳
䉴
Q
−
[5] 1Ⲑ2O2 ⫹2e⫺⫺
⫺O2⫺ 䉳
䉴 [8] D = Do e RT
dove la prima ha luogo all’interfaccia metallo-ossido e la secon- dove Do è una costante, Q è l’energia di attivazione, T la tem-
da all’interfaccia ossido-gas. Lo strato di ossido può aumen- peratura e R la costante dei gas. Pertanto, la velocità di cresci-
tare di spessore se si verificano due condizioni: gli elettroni ta di un ossido a controllo diffusivo presenta un andamento di
migrano dal metallo all’interfaccia ossido-gas, dove ha luogo tipo Arrhenius al variare della temperatura.
la reazione di riduzione dell’ossigeno, e contemporaneamen- Alcuni metalli comuni, quali Al, Be, Zn e Cr, mostrano una
te, per fenomeni di diffusione, gli ioni del metallo si allonta- cinetica di crescita dei loro ossidi di tipo logaritmico:
nano dall’interfaccia metallo-ossido oppure gli ioni ossigeno
[9] x = C4 ln ( C5t + 1)
O2⫺ ci si avvicinano o anche avvengono entrambi i fenomeni
diffusivi. La differente velocità di diffusione determina la loca- dove t è il tempo e C4 e C5 sono costanti del metallo. La ragio-
lizzazione della crescita del film: all’interfaccia ossido-gas se ne di questa deviazione dal comportamento parabolico è com-
è più veloce la diffusione degli ioni metallici; all’interfaccia plessa e nel caso di Al e Be risiede nella bassa mobilità degli
metallo-ossido se è più veloce la diffusione degli ioni ossige- elettroni che partecipano al processo di ossidazione, mentre
no e infine in tutte le posizioni se le due velocità di diffusione nel caso di Zn e Cr nella minore velocità di diffusione degli
sono comparabili. ioni. Nel caso di Al e Cr l’ossido ha una struttura cristallina
La cinetica dell’ossidazione prevede una serie di stadi che coerente con quella del metallo sottostante e pertanto è estre-
comprendono: l’adsorbimento dell’ossigeno sulla superficie mamente aderente e protettivo.
del metallo; la formazione di un nucleo di ossido che succes- La crescita dell’ossido deve essere studiata alla luce delle
sivamente si estende su tutta la superficie; la crescita dello proprietà dei semiconduttori, poiché l’ossido che si forma
spessore del film. durante l’ossidazione è non stechiometrico, cioè il rapporto
metallo/ossigeno non è esattamente quello della formula anche e riduzione di Fe3O4. La mobilità di Fe2⫹ in FeO è molto
se il composto è elettricamente neutro. elevata, con conseguente elevata velocità di ossidazione;
I composti ionici non stechiometrici sono classificati come • se l’ossidazione avviene a temperature inferiori a 570 °C,
semiconduttori e possono essere di tipo n o p. Il tipo n (man- non si forma FeO ma gli ossidi FeⲐFe3O4ⲐFe2O3ⲐO2. Poiché
canza di ossigeno) è il risultato di una vacanza di ossigeno: la diffusione degli ioni ferro nella magnetite è lenta, gli
MO1⫺x (Nb, Ta, Zr). In questo caso la conduzione ionica avvie- acciai offrono una buona resistenza all’ossidazione a tem-
ne attraverso la diffusione di vacanze di ossigeno, mentre l’ec- perature fino a 550 °C.
cesso di elettroni entra nella banda di conduzione elettroni- Cromo. Forma l’ossido Cr2O3 (struttura corindone spinel-
ca. Il tipo p (mancanza di metallo) è il risultato di una vacan- lo) di tipo p (anche se a basse pressioni di ossigeno sembra che
za di metallo M1⫺xO (Fe, Ni, Co, Cu, Mn, Cr): la conduzione l’ossido diventi di tipo n). Cr2⫺xO3 ha un valore di x⫽9⭈10⫺5
ionica avviene attraverso la diffusione di vacanze del metal- a 1.100 °C alla pressione parziale di ossigeno di 1 bar. Poiché
lo, mentre la conduzione degli elettroni ha luogo mediante l’ossido è relativamente stechiometrico (bassa concentrazione
vacanze di elettroni (electron holes). La presenza di atomi di difetti) il trasporto nella scaglia è influenzato dalla diffu-
diversi (o dopanti) può dare lo stesso risultato (per esempio, sione al bordo di grano. A temperature superiori a 900 °C in
l’aggiunta di Cr2O3 a NiO) con un aumento delle vacanze del atmosfere ricche di ossigeno, Cr2O3 si ossida a CrO3 volatile
metallo e una diminuzione della concentrazione delle vacan- perdendo la capacità di protezione.
ze di elettroni. Alluminio. Forma l’ossido Al2O3 molto stabile e protetti-
I difetti lineari o superficiali (per esempio, dislocazioni, vo perché molto stechiometrico. Alcune leghe sono progetta-
bordi di grano, interfacce ossido-metallo o ossido-gas, fessu- te per formare una scaglia di Al2O3 che offre protezione fino
re nella scaglia) rappresentano un cammino facile per la dif- a 1.300 °C.
fusione dei difetti. Alcuni modelli di diffusione nei materiali Silicio. Come l’alluminio forma un ossido, SiO2, molto
policristallini sono basati su relazioni in cui il coefficiente di stabile e protettivo perché molto stechiometrico. Nuove leghe
diffusione effettivo dipende dal coefficiente di diffusione nel sono progettate per formare una scaglia di SiO2 che offre pro-
reticolo cristallino, dal coefficiente di diffusione nel bordo di tezione fino a 1.200 °C.
grano, dallo spessore del bordo di grano e dalla dimensione Titanio. L’ossidazione del Ti appare complessa per la for-
del grano, e rendono conto del fatto che la diffusione aumen- mazione di molti ossidi stabili (Ti2O, TiO, Ti2O3, Ti3O5, TiO2).
ta proporzionalmente all’aumento dello spessore del bordo di A temperature inferiori a 1.000 °C e pressione parziale di ossi-
grano e alla diminuzione della dimensione del grano. La dif- geno di 1 bar si forma solo TiO2. A temperature superiori a
fusione attraverso i difetti è importante alle alte temperature 600 °C la cinetica di crescita è di tipo parabolico e può diven-
per Cr2O3 e Al2O3, mentre per NiO è significativa alle basse tare pseudolineare per lunghi tempi di esposizione. Ad alta
temperature. Il tipo di ossido, p o n, determina la localizza- temperatura l’ossigeno si scioglie nel metallo in quantità signi-
zione della crescita del film: all’interfaccia ossido-gas per ossi- ficative provocando la formazione di cricche e l’esfoliazione
di di tipo p, come nel caso di NiO; all’interfaccia metallo-ossi- del metallo.
do per ossidi di tipo n. Molibdeno. L’ossidazione del Mo porta alla formazione di
ossidi volatili (per esempio, MoO3 fonde a 795 °C). Questi
Scaglie di ossidi multistrato ossidi non sono protettivi e l’ossidazione ha un andamento cata-
Se un metallo dà luogo a differenti ossidi, la scaglia può strofico.
essere formata da una sequenza di ossidi con diversa compo-
sizione, per esempio MⲐM2OⲐMO. Se la scaglia interna cresce Ossidazione delle leghe
per diffusione degli ioni del metallo verso l’esterno, l’M2O si L’ossidazione delle leghe segue meccanismi più comples-
forma all’interfaccia M2OⲐMO attraverso la reazione di spo- si, in quanto esse sono costituite da molti metalli che hanno
stamento: M⫹⫹e⫺⫹MO⫺ 䉳
⫺M2O. I fattori che influenzano la
䉴
affinità differenti con l’ossigeno e diverse velocità di diffu-
velocità di ossidazione sono diversi: la purezza del metallo, la sione. Inoltre si possono formare ossidi misti con zone di solu-
composizione del gas, le impurezze nel gas, la pressione e la bilità tra gli ossidi e gli elementi di lega. Per semplicità e per
temperatura, la portata del gas, l’orientamento del reticolo cri- una lega costituita da due metalli (A e B), si possono preve-
stallino, la finitura superficiale del metallo, le variazioni di dere tre casi distinti: gli ossidi AO e BO sono completamente
temperatura, la geometria e lo spessore del metallo. miscibili oppure completamente immiscibili o infine parzial-
Nichel. Forma un ossido stabile NiO di tipo p (semicon- mente miscibili. Dal punto di vista della composizione si veri-
duttore con carenza di metallo). Ni1⫺xO ha un valore di x⫽10⫺4 fica inoltre che se prevale uno dei due metalli, l’altro esercita
a 900 °C e alla pressione parziale di ossigeno di 1 bar. La cre- un’azione di drogaggio sull’ossido del metallo prevalente, men-
scita dell’ossido avviene per migrazione degli ioni del metal- tre se la composizione è intermedia la situazione è più com-
lo con formazione di grani colonnari di ossido. La presenza di plessa.
impurezze nel Ni porta alla formazione di ossido a grano fine In linea generale si può affermare che la resistenza all’os-
e poroso all’interfaccia con il metallo e colonnare all’esterno. sidazione è determinata dalla presenza di elementi di lega reat-
Ferro. Forma tre ossidi stabili: ematite Fe2O3, magnetite tivi come Ni, Cr, Al e Si che formano scaglie di ossido stabi-
Fe3O4 e wüstite FeO. Quest’ultima è stabile solo a temperatu- le e aderente alle superfici e forniscono un’efficace protezio-
re superiori a 570 °C, ma ha scarse proprietà protettive. Si deve ne al progredire dell’ossidazione. Le strategie di protezione dei
perciò distinguere: materiali che operano alle alte temperature sono svariate e com-
• se l’ossidazione avviene a temperature superiori a prendono: la variazione delle condizioni del gas (composizio-
570 °C, la sequenza degli ossidi è la seguente: ne, temperatura, velocità); la composizione del materiale, rego-
FeⲐFeOⲐFe3O4ⲐFe2O3ⲐO2. Il rapporto tra gli spessori degli lata in modo da favorire la formazione di una scaglia protetti-
ossidi è all’incirca 95:4:1, e dunque FeO ha uno spessore va; il ricorso a un rivestimento protettivo; la riduzione degli
notevole. La crescita avviene per diffusione degli ioni Fe2⫹ sforzi residui e delle sollecitazioni.
9.1.3 Corrosione a umido L’ossigeno che compare come reagente è l’ossigeno mole-
colare sciolto nell’acqua, la cui concentrazione varia da 0 a 12
Una generica reazione di corrosione per un materiale metalli- mg per kg di acqua (ppm).
co M può essere schematizzata con la seguente reazione:
Aspetti stechiometrici
[10] M ⫹ambiente aggressivo⫺
⫺prodotti di corrosione di M
䉳
䉴
Vcorr, m ∆m eech q 1
Queste due reazioni procedono secondo un meccanismo [19] Vcorr = = = = e i
elettrochimico in cui sono coinvolti gli elettroni del materiale γ γ At γ At γ ech a
metallico. La reazione è la somma di due processi elettrodici dove ia è la densità di corrente anodica o di corrosione.
complementari: un processo anodico che implica l’ossidazio- L’equivalenza tra la velocità di corrosione espressa in mAⲐm2
ne del materiale metallico e rende disponibili elettroni nella e mm/a per metalli bivalenti con densità di circa 8 t/m3 (per
fase metallica; un processo catodico che consuma gli elettro- esempio, Fe, Zn e Cu) è 1 mA/m2⬇1 mm/a (per il ferro, il valo-
ni, resi disponibili dal processo anodico, mediante una reazio- re preciso è 1 mAⲐm2⫽1,17 mm/a).
ne di riduzione (dell’ossigeno molecolare o dell’idrogenione
o di entrambi). Aspetti termodinamici
Poiché deve essere mantenuta l’elettroneutralità, le due rea- La generica reazione di corrosione [10] per un materiale
zioni devono prodursi simultaneamente e con la stessa velo- metallico M avviene se è termodinamicamente favorita, ossia
cità. se la variazione della energia libera DG a essa associata è nega-
tiva. Se consideriamo una reazione di corrosione e le due rea-
Processi elettrodici zioni complementari anodica e catodica:
[13] M⫺
⫺Mz⫹ ⫹ze⫺
䉳
䉴
RT [ M ]
z+
= E° +
z+
e in ambiente acido: [26] EM /M
ln
zF [M]
[17] O2 ⫹4H⫹ ⫹4e⫺⫺
⫺2H2O 䉳
䉴
ossia
E Reazioni E
Reazioni di elettrodo
(V vs. SHE) di elettrodo (V vs. SHE)
F2⫹2H⫹⫹2e⫺⫺
⫺2HF 䉳
䉴
⫹3,03 2H⫹⫹2e⫺⫺
⫺H2 䉳
䉴
0
O3⫹2H⫹⫹2e⫺⫺
⫺O2⫹H2O
䉳
䉴
⫹2,07 2D⫹⫹2e⫺⫺
⫺D2
䉳
䉴
⫺0,0034
Co3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Co 䉳
䉴
⫹1,842 Fe3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Fe 䉳
䉴
⫺0,036
Au⫹⫹e⫺⫺
䉳
䉴
⫺
Au ⫹1,68 Pb2⫹⫹2e⫺⫺
䉳
䉴
Pb⫺ ⫺0,1263
Au3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Au 䉳
䉴
⫹1,50 Sn2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Sn 䉳
䉴
⫺0,1364
MnO⫺ ⫹ ⫺⫺
4 ⫹8H ⫹5e ⫺Mn ⫹4H2O ⫹1,491 Ge4⫹⫹4e⫺⫺ ⫺0,15
2⫹ 䉴
⫺Ge
䉳 䉴
䉳
PbO2 ⫹4H⫹⫹2e⫺⫺
䉳
䉴
Pb2⫹⫹2H ⫺ 2O ⫹1,467 Mo3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Mo 䉳
䉴
⫺0,20
Cl2⫹2e⫺⫺
⫺2Cl
䉳
⫺ 䉴
⫹1,3583 Ni2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Ni 䉳
䉴
⫺0,25
Cr2O72⫺⫹14H⫹⫹6e⫺⫺
⫺2Cr ⫹7H2O
3⫹ 䉳
䉴
⫹1,33 Co2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Co 䉳
䉴
⫺0,28
O2⫹4H⫹⫹4e⫺⫺
⫺2H2O
䉳
䉴
⫹1,23 Mn3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Mn 䉳
䉴
⫺0,283
CrO42⫺⫹8H⫹⫹3e⫺⫺
⫺Cr ⫹4H2O
3⫹ 䉳
䉴
⫹1,195 In3⫹⫹3e⫺⫺
⫺In 䉳
䉴
⫺0,342
Pt2⫹⫹2e⫺⫺
䉳
䉴
Pt⫺ ⫹1,19 Cd2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Cd 䉳
䉴
⫺0,40
Br2⫹2e⫺⫺
⫺2Br
䉳
⫺ 䉴
⫹1,087 Cr3⫹⫹e⫺⫺
⫺Cr䉳
2+ 䉴
⫺0,41
HNO3⫹3H⫹⫹3e⫺⫺
⫺NO⫹2H2O 䉳
䉴
⫹0,96 Fe2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Fe 䉳
䉴
⫺0,44
2Hg2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Hg2
䉳
䉴 2⫹
⫹0,92 Cr3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Cr 䉳
䉴
⫺0,74
Hg2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Hg 䉳
䉴
⫹0,851 Zn2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Zn 䉳
䉴
⫺0,76
Ag⫹⫹e⫺⫺
䉳
䉴
⫺
Ag ⫹0,7996 V3⫹⫹3e⫺⫺
䉳
䉴
V ⫺ ⫺0,876
⫺⫺
2 ⫹2e ⫺2Hg
Hg2⫹ ⫹0,7961 Cr2⫹⫹2e⫺⫺ ⫺0,913
䉴
⫺Cr
䉳 䉴
䉳
Fe3⫹⫹e⫺⫺
⫺Fe
2+
䉳
䉴
⫹0,770 Nb3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Nb 䉳
䉴
⫺1,10
O2⫹2H⫹⫹2e⫺⫺
⫺H2O2
䉳
䉴
⫹0,682 Mn2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Mn 䉳
䉴
⫺1,18
Hg2SO4⫹2e⫺⫺ 2⫺
⫺2Hg⫹SO4 䉳
䉴
⫹0,62 V2⫹⫹2e⫺⫺
⫺V 䉳
䉴
⫺1,18
MnO⫺ ⫺⫺ ⫺
4 ⫹2H2O⫹3e ⫺MnO2⫹4OH ⫹0,588 Ti3⫹⫹3e⫺⫺ ⫺1,21
䉴
⫺Ti
䉳 䉴
䉳
I2⫹2e⫺⫺
䉳
䉴
⫺2I⫺ ⫹0,534 Zr4⫹⫹4e⫺⫺
⫺Zr 䉳
䉴
⫺1,53
Cu⫹⫹e⫺⫺
⫺Cu 䉳
䉴
⫹0,522 Ti2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Ti 䉳
䉴
⫺1,63
Cu2⫹⫹2e⫺⫺
䉳
䉴
Cu ⫺ ⫹0,34 Al3⫹⫹3e⫺⫺
⫺Al 䉳
䉴
⫺1,66
AgCl⫹e⫺⫺
⫺Ag⫹Cl
䉳
⫺ 䉴
⫹0,22 Mg2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Mg 䉳
䉴
⫺2,36
Cu2⫹⫹e⫺⫺
⫺Cu
⫹䉳
䉴
⫹0,158 Na⫹⫹e⫺⫺
⫺Na 䉳
䉴
⫺2,71
Sn4⫹⫹2e⫺⫺
䉳
䉴
Sn2⫹
⫺ ⫹0,15 Ca2⫹⫹2e⫺⫺
⫺Ca 䉳
䉴
⫺2,86
2H⫹⫹2e⫺⫺
⫺H2 䉳
䉴
0 Li⫹⫹e⫺⫺
⫺Li䉳
䉴
⫺3,05
RT
Ea = Ea° + ln M z + È immediato ricavare la variazione di energia libera per la
zF reazione globale come somma delle variazioni delle due reazio-
ni parziali (legge di Hess). Utilizzando i potenziali si ottiene:
RT A
a−
a−
[27] E A/ A = E ° − ln [28] ∆E = Ec − Ea
zF A
ossia La condizione [24] diventa così:
RT Ec − Ea > 0 cioè Ec > Ea
Ec = Ec° − ln A a− [29]
zF
E
Elettrodo di riferimento Descrizione Semireazione
(V vs. SHE)
fig. 4. Rappresentazione
schematica del meccanismo processo
elettrochimico anodico
Ia
(Pedeferri, 2007).
Im
Iamb
Ic
processo
catodico
presente partecipa alla reazione catodica di riduzione a eleva- diffusione dell’ossigeno jl, che dipende dalle condizioni flui-
ta velocità data l’elevata temperatura, nonostante la sua bas- dodinamiche, è ottenuta dal numero di Sherwood (o di Nus-
sissima solubilità, inferiore a 1 mL/L (1 mL/L di ossigeno nel- selt) espresso dalla relazione:
l’acqua corrisponde a circa 1,2 ppm o mg/kg).
Nelle soluzioni neutre o alcaline in assenza di ossigeno la [45] Sh ⫽/Ⲑd ⫽jl/Ⲑ(4FD CO2 )
corrosione risulta trascurabile, come nel caso dei circuiti chiu- dove / è una dimensione caratteristica, per esempio il diame-
si usati per il riscaldamento o il raffreddamento negli impian- tro di una tubazione. Il numero adimensionale di Sherwood si
ti: trattandosi di sistemi chiusi, l’ossigeno è presente inizial- calcola in funzione dei numeri adimensionali di Reynolds (Re)
mente al momento dell’avvio dell’impianto, ma viene consu- e di Schmidt (Sc; Shreir et al., 1994; Lazzari e Pedeferri, 2006).
mato per corrosione in un tempo breve, trascorso il quale l’acqua Per una stima approssimata, ma spesso accettabile, della cor-
è deaerata e non corrosiva. Pertanto, in soluzioni neutre o alca- rente limite in condizioni di turbolenza si moltiplica il valore
line, la velocità di corrosione è pari alla velocità di riduzione ottenuto in condizioni stagnanti per il coefficiente moltiplica-
dell’ossigeno sul metallo, che è determinata dal suo apporto tivo 1⫹(u)1Ⲑ2, dove u è la velocità media in m/s.
per diffusione perché l’ossigeno è una specie neutra non inte-
ressata dal trasporto di corrente. In condizioni stazionarie l’ap-
porto di ossigeno è dato dalla prima legge di Fick, secondo la 9.1.4 Forme di corrosione
quale è direttamente proporzionale al gradiente di concentra-
zione e al coefficiente di diffusione, e inversamente propor- Corrosione generalizzata
zionale allo strato limite di diffusione. In unità elettrochimi- La corrosione generalizzata interessa tutta la superficie di
che, si ottiene: un metallo, o ampia parte di essa. Si distingue tra corrosione
jO dC CO − C M ,O generalizzata uniforme o disuniforme: nel primo caso la per-
[43] 2
= −D =D 2 2
dita di spessore è uniforme su tutta la superficie, mentre nel
4F dx δ secondo caso segue un profilo più o meno regolare.
dove D è il coefficiente di diffusione, x la coordinata nella In relazione al meccanismo, la corrosione generalizzata
direzione del trasporto di ossigeno, d lo spessore dello stra- sta a indicare la sostanziale coincidenza tra aree anodiche e
to limite di diffusione, CO2 e CM,O2 sono rispettivamente la catodiche, interessando sistemi metallo-ambiente allo stato
concentrazione nella soluzione e sulla superficie del metal- attivo, come avviene per l’acciaio al carbonio in soluzioni
lo. La relazione [43] ammette un massimo quando a parità di acide e negli ambienti naturali quali terreni, acque e atmo-
condizioni chimico-fisiche la concentrazione dell’ossigeno sfera. Quando la corrosione è controllata dalla reazione di
sulla superficie del metallo si annulla, CM,O2⫽0, cioè, in altre riduzione dell’ossigeno, la massima velocità di penetrazione
parole, quando tutto l’ossigeno che arriva per diffusione alla uniforme coincide con la corrente limite di diffusione del-
superficie del metallo è consumato dal processo di corrosio- l’ossigeno.
ne. Il valore massimo del flusso di ossigeno che dalla solu- Negli acidi, la reazione catodica è la riduzione di ioni idro-
zione arriva alla superficie del metallo, che corrisponde alla geno a idrogeno molecolare gassoso. Il parametro controllan-
corrente limite di diffusione di ossigeno, jl, è perciò dato dalla te è il pH: per il ferro e gli acciai in genere, la corrosione acida
relazione: diviene significativa per pH inferiori a 4, aumentando espo-
CO2 nenzialmente per valori di pH più bassi; a pH alcalini, invece,
[44] jl = 4 FD dove prevale la presenza di ioni OH⫺ in soluzione, la velocità
δ
Il valore jl dipende da tre fattori: il coefficiente di diffu-
sione D che aumenta all’aumentare della temperatura, la con- E
centrazione di ossigeno CO2 che diminuisce all’aumentare della
temperatura, lo strato limite di diffusione d che è massimo in
condizioni stagnanti e diminuisce all’aumentare della turbo-
lenza. In acqua di mare, per esempio, poiché la concentrazio- controllo di
ne di ossigeno non supera 11 ppm, lo strato limite di diffusio- attivazione
ne d varia in pratica da 0,1 a 3 mm e il coefficiente di diffu-
sione D varia da 1,3 a 2,5 10⫺9 m2⭈s⫺1 per temperature da 10
a 30 °C, la densità di corrente limite di diffusione di ossigeno
varia da circa 50 mA/m2 a circa 2 A/m2.
La curva caratteristica della reazione catodica di riduzio-
ne dell’ossigeno ha l’andamento illustrato nella fig. 7 ed è con-
traddistinta da un tratto verticale che rappresenta la densità di controllo di
corrente limite di diffusione, jl. L’importanza di jl risiede nel diffusione
fatto che per i comuni metalli (per esempio, Fe, Zn) la velo-
cità di corrosione coincide con la corrente limite.
In condizioni stagnanti l’impiego della legge di Fick è
immediato, potendosi stimare lo spessore dello strato limite d
da grafici sperimentali riportati nei manuali; si ricava in que-
sto caso una regola empirica per cui, a temperatura ambiente, logjl logj
la velocità di corrosione in mm/a è data da 10 volte la concen-
trazione di ossigeno in ppm. In condizioni non stagnanti, il fig. 7. Andamento della caratteristica curva catodica
calcolo di d è piuttosto complesso per cui la corrente limite di di riduzione dell’ossigeno.
di corrosione del ferro diviene trascurabile per formazione di lavoro motore del processo di corrosione (dato dalla differen-
un film protettivo di ossido. za dei potenziali di equilibrio dei processi catodico e anodico
Per quanto riguarda la prevenzione di questa forma di cor- alla quale devono essere sottratte le sovratensioni dei due pro-
rosione, che rispetto alle altre forme è meno insidiosa perché cessi). A parità di lavoro motore, negli ambienti resistivi l’at-
si può prevedere sia come insorgenza sia come velocità media tacco è localizzato e circoscritto alle zone dove i due metalli
di perdita di spessore, si attua principalmente utilizzando un sono vicini tra loro; viceversa, in ambienti a conducibilità ele-
sovraspessore di corrosione, dimensionato come prodotto della vata, come in acqua di mare, l’attacco risulta più esteso e inte-
velocità di corrosione uniforme per la vita di progetto e, più in ressa superfici lontane tra loro. Per un calcolo accurato è neces-
generale, mediante i metodi tradizionali, come la protezione sario ricorrere a modelli matematici agli elementi finiti per la
catodica, l’uso di rivestimenti (organici, inorganici e metalli- risoluzione dell’equazione del campo elettrico. Se sono note
ci), le pitture e gli inibitori di corrosione. le aree delle due superfici anodica e catodica, la velocità di
corrosione per contatto galvanico è data dall’espressione gene-
Corrosione localizzata rale jcat(1⫹Sc ⲐSa), dove jcat è la velocità del processo catodico
Quando le reazioni anodica e catodica hanno luogo su super- e Sa e Sc sono rispettivamente le aree anodiche e catodiche.
fici distinte si ha la corrosione localizzata, che interessa solo
una parte limitata della superficie esposta all’ambiente. La
separazione delle aree instaura la circolazione di una corren- tab. 4. Serie dei potenziali pratici dei materiali
te, detta corrente di macrocoppia, con circolazione di elettro- in acqua di mare (LaQue, 1975)
ni nel metallo, dall’area anodica a quella catodica, e circola-
zione di ioni nella soluzione: quelli positivi migrano dall’area Grafite
anodica verso l’area catodica e quelli negativi viceversa. Titanio
Le cause che determinano l’instaurarsi di una corrente di Acciai inossidabili ad alto contenuto
macrocoppia sono molteplici: la diversa nobiltà di metalli o di Cr e Mo (passivi)
Acciaio inossidabile 18-8-3,
leghe in contatto elettrico, che dà luogo alla corrosione per con-
tipo AISI 316 (passivo)
tatto galvanico; la differente disponibilità di ossigeno che pro- Acciaio inossidabile 18-8,
voca, per esempio sugli acciai, la separazione tra aree anodi- tipo AISI 304 (passivo)
che e aree catodiche; la rottura locale del film di passività nei Acciaio inossidabile 13%Cr,
materiali attivo-passivi. tipo AISI 410 (passivo)
Nichel (passivo)
Corrosione per contatto galvanico Argento per saldatura
È detta anche corrosione galvanica o bimetallica e ha luogo Bronzo M
Più nobili
su un metallo quando è in contatto elettrico con un altro metal- Bronzo G
lo più nobile (o con un materiale non metallico dotato di con- Cupronichel 70-30
Cupronichel 90-10
ducibilità elettronica, come la grafite, o film superficiali, come Bronzo
la magnetite e il solfuro di ferro) ed entrambi sono esposti a un Rame
ambiente aggressivo. In queste condizioni la velocità di corro- Ottone rosso
sione del metallo meno nobile subisce un’accelerazione dipen- Bronzo-Al
dente dal rapporto tra l’area del metallo più nobile (area cato- Ottone ammiragliato
dica) e quella del metallo meno nobile che si corrode (area ano- Ottone giallo
dica). Un esempio tipico è l’attacco sugli acciai al carbonio Nichel (attivo)
bassolegati in acqua di mare o in soluzioni aerate quando sono Ottone navale
accoppiati con materiali più nobili, come le leghe di rame, o di Bronzo-Mn
Metallo Muntz
nobiltà pratica più alta, come gli acciai inossidabili e il titanio.
Per avere corrosione galvanica sono necessarie tre condizioni: Idrogeno
i due metalli devono essere in contatto elettrico (è spesso suf-
ficiente un contatto meccanico metallo-metallo); devono avere Stagno
diversa nobiltà (il metallo meno nobile si corrode, mentre il Piombo
metallo più nobile è sede prevalente del processo catodico con Acciaio inossidabile 18-8-3,
riduzione e anche di annullamento della velocità di corrosio- tipo AISI 316 (attivo)
Acciaio inossidabile 18-8,
ne); devono essere esposti a un ambiente corrosivo dove sia pos-
tipo AISI 304 (attivo)
sibile un processo catodico (per esempio, in acqua di mare dove Acciaio inossidabile 13%Cr,
il processo catodico è la riduzione di ossigeno). È bene sotto- tipo AISI 410 (attivo)
lineare che in soluzioni neutre e deaerate la corrosione per con- Ghisa
tatto galvanico è ininfluente, perché il processo catodico è assen- Meno nobili Acciaio per laminazione
te o avviene con velocità bassissima. Condizioni severe di cor- Acciaio dolce
rosione per contatto galvanico si hanno in acqua di mare (bassa Alluminio serie 2024
resistività, elevato lavoro motore e disponibilità di ossigeno Cadmio
come processo catodico) e in soluzioni acide (bassa resistività, Alclad
Alluminio serie 6053
basso lavoro motore ma elevata velocità del processo catodico
Acciaio zincato
di sviluppo di idrogeno), soprattutto quando i rapporti tra le aree Zinco
sono sfavorevoli (area catodicaⰇarea anodica). Leghe di magnesio
Le aree dei due metalli coinvolte nel processo di corrosio- Magnesio
ne galvanica sono definite dalla resistività dell’elettrolita e dal
Nelle acque, la velocità del processo catodico è espressa dalla variano da poche decine di µm sino ad alcuni mm e le morfo-
densità di corrente limite di diffusione di ossigeno jl. logie si presentano variabili, dal tipo a punta di spillo a quello
Per stabilire la presenza di un contatto galvanico, prima di cosiddetto a caverna.
tutto si devono confrontare i potenziali dei due metalli nel- È una forma di corrosione tipica dei materiali con com-
l’ambiente aggressivo al quale sono esposti. È consuetudine portamento attivo-passivo. Tra i metalli di comune impiego la
far uso della scala dei potenziali pratici in acqua di mare ripor- corrosione per pitting interessa gli acciai inossidabili, il rame,
tati nella tab. 4 anche per ambienti diversi come terreni e acque l’alluminio. Nel meccanismo si distinguono due stadi: l’inne-
(LaQue, 1975). Nella tab. 5 sono riportati i potenziali pratici sco e la propagazione.
dei materiali metallici impiegati nei pozzi petroliferi (Well- Lo stadio di innesco ha una durata pari al tempo necessa-
mate R2, 1999). rio per la rottura locale del film di passività a opera di speci-
La prevenzione della corrosione per contatto galvanico si fiche specie chimiche presenti nell’ambiente corrosivo, come
attua: a) evitando l’accoppiamento di materiali con diversa gli ioni cloruro, Cl⫺, nel caso degli acciai inossidabili e delle
nobiltà (per esempio, usando flange isolanti); b) utilizzando leghe di alluminio, quando la loro concentrazione supera un
aree anodiche grandi e aree catodiche piccole; c) evitando elet- valore di soglia che dipende dalla composizione (per esem-
troliti con bassa resistività; d ) applicando la protezione cato- pio, contenuto di Cr e Mo per gli acciai inox) e dai parametri
dica. La pitturazione è un rimedio efficace se applicata sulle ambientali (per esempio, temperatura e turbolenza: condizio-
aree catodiche, cioè sul metallo più nobile; se la pitturazione ni stagnanti riducono il tempo di innesco e in generale costi-
(o il rivestimento isolante) interessa solo il metallo meno nobi- tuiscono un fattore aggravante per il pitting; la temperatura
le, è pericolosa perché aumenta la velocità di corrosione in favorisce sempre l’innesco e aumenta la velocità di propaga-
corrispondenza dei difetti del rivestimento. Si possono avere zione). La presenza di inclusioni, la formazione di precipita-
effetti secondari della corrosione per contatto galvanico, quali ti e il grado di incrudimento del metallo favoriscono l’inne-
lo sviluppo di idrogeno sul metallo più nobile con possibile sco del pitting.
infragilimento da idrogeno sulle leghe inossidabili suscettibi- La fig. 8 illustra l’effetto degli ioni cloruro sulla curva carat-
li e sul titanio. teristica di un generico acciaio inossidabile in ambiente acquo-
so, che consiste in una riduzione dell’intervallo di passività,
Pitting tanto più significativa quanto più alta è la concentrazione di
Si presenta come attacchi, detti pit o vaiolature, molto pene- cloruri. Sulle curve si individua un potenziale, detto poten-
tranti, ma che interessano una porzione di superficie metallica ziale di pitting o di rottura, Er, al di sopra del quale si ha inne-
piccola rispetto alla superficie esposta. Le dimensioni lineari sco. Il potenziale di pitting, misurabile sperimentalmente, è
tab. 5. Serie dei potenziali pratici dei materiali a contatto con gli idrocarburi (Wellmate R2, 1999)
Acciaio inossidabile austenitico (tipo 304) da ⫺0,25 a ⫺0,35 da ⫺0,3 a 0,45 da ⫺0,12 a ⫺0,04
Acciaio inossidabile austenitico (tipo 316) da ⫺0,2 a ⫺0,25 da ⫺0,35 a ⫺0,4 da ⫺0,12 a ⫺0,04
di grano stessi; queste zone perdono la proprietà di inossida- meccanismo di dissoluzione, con il quale la propagazione e
bilità e subiscono una corrosione di tipo galvanico dove le aree la crescita delle cricche avvengono per dissoluzione anodica
catodiche (inossidabili) sono costituite dai grani; dato il rap- dell’apice, e un meccanismo detto di infragilimento, con il
porto sfavorevole tra le aree anodiche (molto piccole) e quel- quale le cricche crescono per rottura meccanica della zona
le catodiche (grandi), la velocità di corrosione è in genere molto adiacente l’apice della cricca. Quest’ultimo prevede l’ingres-
elevata anche in ambienti di modesta corrosività. so di idrogeno atomico, prodotto dalla reazione catodica, nel
Per impedire questa forma di corrosione è necessario evi- reticolo cristallino del metallo, la sua diffusione all’apice della
tare la precipitazione dei carburi, ripetendo il trattamento ter- cricca che si trova in uno stato di forte deformazione plasti-
mico di solubilizzazione sull’intero manufatto saldato. Quan- ca, e l’interazione con il metallo con conseguente infragili-
do non è possibile effettuare il trattamento termico di solu- mento. Il primo meccanismo è definito dal processo anodico
bilizzazione, la precipitazione dei carburi di cromo viene di dissoluzione del metallo, mentre il secondo è determinato
impedita secondo una delle due seguenti strade: abbassare il dal processo catodico di sviluppo di idrogeno. La più sempli-
contenuto di carbonio al di sotto di un valore soglia in gene- ce e immediata dimostrazione dei due meccanismi è l’effetto
re inferiore a 0,03% in modo che la formazione dei carburi delle polarizzazioni anodica e catodica: quella anodica aumen-
sia cineticamente più difficile (acciai di grado L, per esem- ta la velocità di dissoluzione del primo meccanismo e inibi-
pio, AISI 304L); oppure aggiungere elementi di lega che sce il secondo, mentre la polarizzazione catodica blocca il
hanno maggiore affinità del cromo verso il carbonio, per primo meccanismo e accelera il secondo. Nella tab. 6 sono
esempio titanio o niobio, in modo che il carbonio sia già lega- riportati i più comuni casi di SCC.
to e quindi non disponibile per il cromo (acciai stabilizzati Tensiocorrosione da cloruri. Interessa soprattutto gli acciai
AISI 321 e AISI 347). Sono ritenuti più sicuri gli acciai a inossidabili austenitici della serie 300, tipo AISI 304 e 316, e
basso contenuto di carbonio (grado L), che però hanno carat- anche, in misura minore, gli acciai inossidabili austeno-ferri-
teristiche meccaniche inferiori dato il minore contenuto di tici. Ne sono praticamente immuni gli acciai inossidabili fer-
carbonio, mentre gli acciai stabilizzati hanno caratteristiche ritici con tenori di Ni inferiori al 4%. Per manifestarsi richie-
meccaniche più elevate, ma possono dar luogo a una forma de: una temperatura superiore a 60 °C (la temperatura di insor-
di corrosione intergranulare poco frequente, nota come attac- genza del fenomeno è tanto più alta quanto più bassa è la
co a lama di coltello. concentrazione di ioni cloruro in soluzione); una concentra-
zione di cloruri in soluzione superiore a una soglia dipenden-
Corrosione selettiva te dalla composizione dell’acciaio e comunque superiore a 10
Interessa le leghe metalliche e consiste nella dissoluzione ppm; uno sforzo di trazione applicato o residuo superiore a
preferenziale del metallo meno nobile per esposizione ad circa il 30% del carico di snervamento. Gli acciai inossidabi-
ambienti di media corrosività. Gli esempi più importanti sono: li austenitici caratterizzati da alto tenore di nichel (oltre il 15%)
la dezincificazione degli ottoni (leghe rame-zinco), nella quale e le leghe di nichel offrono una resistenza a tensiocorrosione
lo zinco passa in soluzione e il rame rimane come residuo metal- crescente con il tenore di elementi di lega, e comunque deci-
lico, di colore rossastro; la grafitizzazione delle ghise (che inte- samente superiore agli acciai tipo 304 e 316.
ressa in particolare le ghise grigie), nella quale la matrice fer- Infragilimento da idrogeno. La reazione di riduzione di ioni
rosa subisce corrosione selettiva con formazione di uno strato idrogeno (2H⫹⫹2e⫺⫺ 䉳
⫺H2), che ha luogo negli ambienti acidi,
䉴
residuo, più o meno superficiale, di grafite. avviene attraverso un primo stadio (H⫹⫹e⫺⫺ 䉳
⫺Hads) con for-
䉴
(SCC, Stress Corrosion Cracking), si definiscono i fenomeni terno del reticolo cristallino del metallo (Hass) se sono presenti
di innesco e propagazione di cricche in un metallo sotto l’a- sulla sua superficie particolari veleni che inibiscono la for-
zione combinata di sollecitazioni meccaniche di trazione (ma mazione dell’idrogeno molecolare. Sono veleni i solfuri metal-
non di compressione) e di un ambiente corrosivo. È un feno- lici e il solfuro di idrogeno (H2S), spesso presenti negli ambien-
meno complesso che riguarda molteplici aspetti: per esempio, ti associati agli idrocarburi. La presenza di H2S dà luogo alla
le condizioni di insorgenza sono caratteristiche di accoppia- forma di tensiocorrosione per infragilimento da idrogeno detta
menti molto specifici di un materiale metallico e di un ambien- Sulphide Stress Cracking (SSC).
te; il fenomeno si innesca solo e soltanto al di sopra di una Gli acciai suscettibili di SSC sono quelli ad alto limite di
soglia di sollecitazione meccanica e interessa soprattutto le snervamento (carico di rottura superiore a 700 MPa) con una
leghe; la velocità di propagazione delle cricche, seppure ele- microstruttura che risulta particolarmente sensibile agli effet-
vata, è inferiore a quella relativa a cricche di natura puramen- ti dell’idrogeno. Le rotture sono caratterizzate da cricche tran-
te meccanica. Gli sforzi di trazione possono provenire da cari- sgranulari.
chi esterni applicati al componente metallico, ma anche da stati La prevenzione della tensiocorrosione si attua innanzitut-
di sollecitazione interni, quali per esempio tensioni residue da to in sede di progettazione attraverso la scelta di materiali non
lavorazioni meccaniche, da operazioni di saldatura e da tratta- suscettibili nell’ambiente specificato e mettendo in pratica le
menti termici. Le cricche possono essere di tipo intergranula- misure atte a rimuovere stati di sollecitazione residui (per esem-
re, con propagazione lungo i bordi dei grani, o di tipo tran- pio, dopo l’esecuzione di giunzioni saldate mediante tratta-
sgranulare, quando la propagazione avviene attraverso i grani mento termico di distensione). In alcuni casi si ricorre al con-
del metallo. Le cricche inoltre possono essere individuali o dizionamento dell’ambiente, per esempio modificando il pH
ramificate. (è il caso del trattamento dei fanghi di perforazione dei pozzi
Secondo un approccio semplificato che non descrive com- petroliferi a pH superiore a 10 quando è presente H2S). La pro-
piutamente questo complesso fenomeno, i meccanismi della tezione catodica è efficace solo per la tensiocorrosione con
tensiocorrosione possono essere distinti in due categorie: un meccanismo di dissoluzione anodica.
Aria umida,
Acciai ad alto limite di snervamento –
soluzioni acquose
fluidodinamiche spinte (per esempio, elevata velocità del flui- Corrosione da correnti disperse
do che provoca la rimozione dei prodotti di corrosione). La Questa forma di corrosione, detta anche corrosione elet-
presenza di solidi sospesi accentua il fenomeno. Questo effet- trolitica o da correnti vaganti, è provocata da fenomeni di inter-
to sinergico tra corrosione e azione meccanica del fluido si ferenza elettrica (Lazzari e Pedeferri, 2006). Il caso più fre-
manifesta su gran parte dei materiali metallici quando si supe- quente si manifesta come corrosione localizzata su tubazioni
rano determinate condizioni di turbolenza espresse dalla velo- o serbatoi interrati che si trovano in vicinanza dei binari delle
cità critica di erosione-corrosione, che in campo petrolifero è linee ferroviarie, tranviarie e metropolitane con trazione elet-
calcolata mediante la seguente formula empirica (API, 1991): trica a corrente continua o in vicinanza di dispersori di cor-
Cm rente continua impiegati negli impianti di protezione catodica.
[47] ue = Il meccanismo è il seguente: la corrente circolante nel terreno
rm (corrente di ritorno nei sistemi di trazione elettrica a corrente
dove ue è la velocità critica di corrosione-erosione (m/s), C è continua o corrente di protezione negli impianti di protezione
una costante dipendente dal metallo e rm è la densità del flui- catodica) utilizza la struttura metallica interrata come condut-
do alle condizioni di esercizio (Mg/m3). La costante C assume tore elettrico, causando un attacco di corrosione nelle zone
diversi valori in relazione al materiale, al tipo di servizio (con- dove la corrente lascia la struttura. Le zone di ingresso della
tinuo o intermittente) e alla presenza di un inibitore di corro- corrente sono, invece, in condizioni di protezione catodica e
sione. I valori della costante C in assenza di inibitori sono 40 non subiscono corrosione. Gli attacchi sono spesso severi per-
per il rame, 60 per il cupro-nichel 70/30, 120 per gli acciai al ché la zone di uscita della corrente si localizzano nei difetti del
carbonio e 500 per gli acciai inossidabili. Qualora le condi- rivestimento isolante delle strutture, in vicinanza delle sotto-
zioni di aggressività siano particolarmente severe, diventa stazioni elettriche o delle strutture protette catodicamente; basti
necessario ricorrere a rivestimenti duri e resistenti a corrosio- pensare che 1 mA rilasciato da 1 cm2 di superficie del metal-
ne, come le stelliti e i riporti ceramici. lo provoca una perdita di spessore di 10 mm/a.
Per limitare i danni provocati dalle correnti disperse è neces-
Corrosione microbiologica sario impedire che queste ultime entrino nelle strutture inter-
Nelle acque e nei terreni ha luogo una forma di corrosio- ferite; a questo riguardo si ricorre a varie strategie che com-
ne, detta MIC (Microbiologically Induced Corrosion), che è prendono il miglioramento del rivestimento isolante, il sezio-
associata alla presenza e all’azione di batteri (Biological […], namento elettrico delle strutture (per esempio, interposizione
1985). Questa forma di corrosione coinvolge sia i batteri aero- di giunti isolanti sulle tubazioni), il drenaggio elettrico e i col-
bi, che vivono e crescono in presenza di ossigeno, in genere legamenti equipotenziali.
producendo condizioni acide, sia i batteri anaerobi che vivo- Corrosione da corrente alternata. Anche la corrente alter-
no e crescono in condizioni di assenza di ossigeno. Questi ulti- nata può causare danni sulle strutture oggetto di interferenza
mi, che sono ritenuti i più pericolosi, comprendono i batteri elettrica, ma è necessario che la densità della corrente scam-
solfatoriduttori (SRB, Sulphate Reducing Bacteria). biata tra metallo e terreno sia superiore a 30 A/m2, cioè cinque
Si può osservare come le condizioni di assenza di ossige- ordini di grandezza superiore alle correnti di interferenza da
no, ideali dal punto di vista elettrochimico per escludere pro- corrente continua. Casi di interferenza da corrente alternata
cessi di corrosione, in realtà siano quelle che favoriscono la sono provocati dai parallelismi con le linee ad alta tensione,
crescita di questi batteri e che danno quindi i peggiori risultati superiore a 125 kV, e dalla dispersione nel terreno della linea
dal punto di vista della corrosione. Sono riportate in letteratu- ferroviaria ad alta velocità. Gli attacchi di corrosione si mani-
ra velocità di corrosione anche superiori a 1 mm/a. I batteri festano soprattutto su strutture dotate di ottimi rivestimenti iso-
anaerobi hanno un’elevata adattabilità e sono capaci di resi- lanti, in corrispondenza dei difetti del rivestimento. La princi-
stere fino a temperature di 80 °C e a pressioni di 400 bar. In pale misura di prevenzione e controllo della corrosione da cor-
ambiente aerobico non sono attivi, ma possono sopravvivere, rente alternata è la corretta messa a terra della struttura.
pronti a crescere nel caso in cui si creino dei microambienti
anaerobici (per esempio, sotto depositi). Il meccanismo di cor-
rosione dei batteri solfatoriduttori è piuttosto complesso e non 9.1.5 Corrosione interna
ancora del tutto chiarito. La teoria moderna più accreditata pre- nei pozzi petroliferi
vede che prima, attraverso un enzima, l’idrogenasi, avvenga la
produzione di idrogeno utilizzato dai batteri solfatoriduttori per Condizioni generali di corrosione
ridurre i solfati a solfuri; quindi la depolarizzazione catodica Le superfici a contatto con idrocarburi possono subire cor-
per precipitazione del solfuro ferroso; infine la stimolazione rosione solo se, in modo permanente o discontinuo, sono bagna-
anodica da parte dello ione solfuro con passaggio in soluzione te dalla fase acquosa (water wetting). Le condizioni che danno
del ferro e formazione di celle occluse. Le condizioni anaero- luogo al water wetting possono variare in base alla composi-
biche adatte per la crescita dei batteri solfatoriduttori possono zione della fase idrocarburica e delle condizioni operative;
essere determinate mediante la misurazione del potenziale redox secondo una regola empirica spesso seguita, si ha water
con elettrodo di platino: potenziali riportati a pH 7 inferiori a wetting nei flussi verticali (per esempio, nei tubing dei pozzi)
0,1 V SHE indicano assenza di ossigeno, mentre potenziali più quando la percentuale della fase acquosa supera il 20% in volu-
nobili di 0,4 V SHE indicano condizioni ossigenate. La pre- me, mentre nei flussi orizzontali (per esempio, nelle tubazioni
senza di batteri, o meglio del cosiddetto biofilm, è responsabi- di trasferimento) tale percentuale si può abbassare anche all’1%.
le dell’innesco della corrosione per pitting degli acciai inossi- Per la stima del water wetting non si deve fare riferimento al
dabili nelle acque e soprattutto in acqua di mare. La causa di contenuto totale di acqua (water cut), bensì alla fase acquo-
questo comportamento è associata alla nobilitazione dei pro- sa libera, ossia alla parte non emulsionata nella fase idrocar-
cessi catodici provocata dal biofilm fino a portare il potenzia- burica. Nei pozzi a olio, la fase acquosa ha la composizio-
le di corrosione al di sopra del potenziale di pitting dell’acciaio. ne dell’acqua di formazione, con salinità variabile ma sempre
elevata, in genere superiore a 100 g/L. Nei pozzi a gas e a con- 1.710
[48] log uCO ,dWLM = 5, 8 − + 0, 67 log pCO
densati da gas la fase acquosa può essere presente come acqua 2
T + 273 2
Corrosione da CO2 dove pCO2 e pH2S sono le pressioni parziali nel gas di CO2 e H2S,
La presenza di CO2 nella fase acquosa degli idrocarburi T è la temperatura (°C) e HCO3⫺ è la concentrazione degli idro-
porta alla formazione di acido carbonico che, nonostante sia genocarbonati in soluzione in meq/L. Se la concentrazione di
un acido debole, è molto aggressivo nei confronti dell’acciaio HCO3⫺ non è nota, si assume sia nulla in caso di sole conden-
al carbonio. Per esempio, se si confronta la velocità di corro- se (forza ionica m⬍0,5) e pari a 10 meq/L in presenza di acqua
sione del ferro in acido carbonico e quella di un acido forte di formazione (forza ionica m⬎0,5). Per il calcolo del pH si può
come il cloruro di idrogeno, entrambe con pH 4, la velocità di anche fare riferimento al NorSoK M-506 Model (NorSoK,
corrosione in acido carbonico è circa dieci volte più grande. 1998). È stato proposto un successivo modello (De Waard et al,
La ragione di questo risultato è la diversa cinetica della rea- 1995; EFC, 1997a) che tiene conto anche della diffusione del
zione di riduzione dello ione idrogeno e di sviluppo di idroge- CO2. Per poter applicare questo modello è necessario però cono-
no molecolare, dove nel caso dell’acido carbonico lo ione bicar- scere le condizioni fluidodinamiche della fase acquosa.
bonato partecipa direttamente alla reazione di riduzione e svi-
luppo di idrogeno. Modelli di previsione
La corrosione da CO2 dà luogo a: corrosione generalizzata Per la valutazione di massima della corrosività di idrocar-
a temperature inferiori a 80 °C, con morfologia caratteristica buri contenenti CO2, l’American Petroleum Institute ha propo-
chiamata mesa corrosion; corrosione generalizzata con notevo- sto negli anni Cinquanta (API, 1958) una regola empirica basa-
le localizzazione nell’intervallo di temperature tra 80 e 120 °C ta sulla pressione parziale del CO2: se pCO2⬍7 psi (0,5 bar), la
per la formazione di carbonati di Fe e Ca parzialmente protetti- corrosione da CO2 è quasi trascurabile e diventa significativa
vi che porta invece a condizioni di passivazione con velocità di quando pCO2⬎14 psi (1 bar). Queste regole sono comunque rite-
corrosione trascurabile a T⬎120 °C. In linea generale, i pro- nute insufficienti per la valutazione della corrosività da CO2.
dotti di corrosione non sono protettivi a T⬍60 °C e pCO2 ⬍5 bar, Un modello empirico derivato da esperienze specifiche (Cro-
mentre sono parzialmente protettivi a 60 °C⬍T⬍100 °C e pro- let e Bonis, 1985) fornisce una classificazione della corrosività
tettivi a T⬎100 °C. L’aggiunta di cromo agli acciai migliora la da CO2 come alta, media e bassa (dove la classe media indica
resistenza a corrosione anche dello 0,5% (soprattutto la resi- una velocità di corrosione di 1-2 mm/a), in base a pressione par-
stenza a mesa corrosion) a temperature inferiori a 90 °C. ziale di CO2, pH, contenuto di acidi organici (acetico e formico),
Come hanno dimostrato i risultati di numerose sperimen- rapporto Ca2⫹ⲐHCO⫺ 3 . Per acqua di condensa, la corrosività è
tazioni in laboratorio e i dati di campo, la velocità di corro- bassa se pCO2⬍0,05 bar oppure se pCO2⬍0,2 bar e acido aceti-
sione dell’acciaio al carbonio è funzione di tre parametri: pres- co⬍0,1 meq/L; media se 0,2⬍ pCO2⬍5 bar e acido acetico⬍0,1
sione parziale del CO2 (o fugacità quando le pressioni sono meq/L; negli altri casi la corrosività è alta. Per acqua di forma-
elevate), temperatura e pH della fase acquosa (legato alla sali- zione, la corrosività è bassa se pCO2⬍0,05 bar oppure pH⬎5,6
nità/forza ionica e alla concentrazione degli idrogenocarbona- oppure 0,05⬍pCO2⬍10 bar e Ca2⫹ⲐHCO⫺ 3 ⬍0,5 meq/meq; me-
ti). La pressione parziale è data dal prodotto della frazione dia se acido acetico⬍0,1 meq/L oppure Ca2⫹/HCO⫺3 ⬍1.000
molare del CO2 nella fase gas separata per la pressione di eser- meq/meq; negli altri casi la corrosività è alta.
cizio se in presenza di gas in equilibrio con le fasi liquide, oppu-
re per la pressione di bolla se il gas è sciolto nella fase liquida Corrosione da H2S
alle condizioni di esercizio. La presenza di H2S porta a diverse forme di corrosione:
corrosione generalizzata degli acciai al carbonio; formazione
Calcolo della velocità di corrosione di rigonfiamenti (blister e cricche) detta anche HIC (Hydro-
Negli anni Settanta, C. De Waard e D.E. Milliams hanno gen Induced Cracking); SSCC (Sulphide Stress Corrosion
proposto un’equazione ricavata da risultati sperimentali di labo- Cracking) dei materiali suscettibili di infragilimento da idro-
ratorio per la valutazione della velocità di corrosione in pre- geno. Di recente sono state anche proposte altre forme di cor-
senza di CO2 nei gas/gas condensati, successivamente corret- rosione risultanti dalla combinazione di HIC e SSCC, come
ta insieme a U. Lotz (De Waard e Milliams, 1975; De Waard per esempio SOHIC (Stress Oriented Hydrogen Induced
et al., 1991): Cracking; EFC, 1997b; ISO, 2003).
100
pressione totale (bar)
xH2S =15%
1
0,0001 0,001 0,01 0,1 1 10 100
frazione molare del solfuro di idrogeno nella fase gassosa, xH2S (%)
regione in cui si manifesta il fenomeno SSCC su acciai e leghe corrosione aumenta perché si ha formazione di acido solfori-
suscettibili (P⬎4,5 bar e pH2S⬎0,0035 bar). co, ma solo fino a circa 150 °C perché oltre tale temperatura
In presenza di un sistema multifase (fase liquida e fase gas- la velocità di corrosione comincia a diminuire per effetto del-
sosa) sono considerate condizioni di non insorgenza le seguen- l’azione di protezione dei prodotti di corrosione. A 180 °C la
ti: Gas Oil Ratio, GOR, ⬍890 Nm3/m3; frazione molare di H2S velocità di corrosione è comunque così elevata (oltre 10 mm/a)
nel gas, x, ⬍0,15 e pH2S⬍0,7 bar; pressione di esercizio P⬍18 da non permetterne l’impiego.
bar. In queste condizioni, data la bassa pressione, si hanno in La presenza di zolfo elementare porta in genere a corrosio-
generale moderate sollecitazioni meccaniche, mentre la pre- ne localizzata degli acciai inossidabili: gli acciai inossidabili
valenza della fase olio (basso GOR) impedisce il contatto con austeno-ferritici (duplex) subiscono corrosione generalizzata
la fase acquosa. Solo in presenza di elevati contenuti di acqua, come gli acciai al carbonio anche a temperatura ambiente, men-
si devono riconsiderare la definizione di ambiente sour e la tre gli acciai inossidabili austenitici mostrano bassa resistenza
possibile insorgenza di SSCC nel sistema. solo sopra 120 °C. Gli acciai inossidabili martensitici mostrano
Per sistemi multifase che non rientrano nella precedente in genere scarsa resistenza. La presenza di zolfo aumenta la
classificazione, le condizioni di ambiente sour sono così rias- suscettibilità alla tensiocorrosione: per T⬎120 °C la resistenza
sumibili: P⬎18 bar e pH2S⬎0,0035 bar; P⭐18 bar, pH2S⬎0,0035 a corrosione aumenta con l’aumento del tenore di Ni, Cr e Mo.
bar e GOR⬎890 Nm3/m3; 4,5⬍P⬍18 bar, pH2S⬎0,7 bar e Leghe di nichel che offrono buona resistenza in condizioni di
GOR⬎890 Nm3/m3; P⬍4,5 bar, xH2S⬎0,15 e GOR⬎890 aggressività severe (S, H2S, CO2, Cl) a elevata temperatura devo-
Nm3/m3. no in generale avere una composizione base del tipo Ni⬎55%,
Valutazione di ambiente sour secondo ISO (2003). I crite- Mo⬎12%, Cr⬎15% (tipicamente Alloy G-50 22Cr-52Ni-11Mo-
ri di definizione di un ambiente sour secondo lo standard ISO 0,7W-0,8Cu). Il titanio grado 2 dà luogo a interstizi per T⬎130
15156 che integrano i risultati dei documenti EFC (De Waard °C; le leghe di titanio beta-C mostrano maggiore resistenza.
et al., 1991; NorSoK, 1998) e i criteri NACE, sono basati su
tre parametri: pH2S, pH della fase acquosa (pHACT) e tempera-
tura. Il pH può essere calcolato sulla base della composizione
della fase acquosa mediante appositi programmi di calcolo.
Bibliografia generale
Condizioni sour molto severe: pHACT ⱕ3,5 oppure Bennet L.H. et al. (1978) Economic effects of metallic corrosion in
0,01⬍pH2S⬍1 bar e pHACTⱕ5,5⫹log pH2S oppure pH2S⬎1 bar the United States, Washington (D.C.), National Bureau of Standards,
e pHACTⱕ5,5. Condizioni sour severe: 0,001⬍pH2S⬍0,01 bar 511, 1-3.
e 3,5⬍pHACTⱕ6,5⫹log p H2S oppure 0,01⬍p H2S⬍1 bar e EFC (European Federation of Corrosion) (2002) Guidance on materials
5,5⫹log pH2S⬍pHACTⱕ6,5⫹log p H2S oppure p H2S⬎1 bar e requirements for corrosion resistant alloys exposed to H2S in oil
5,5⬍pHACT ⱕ6,5. Condizioni sour moderate: 0,001⬍pH2S⬍1 and gas production, London, The Institute of Materials, 17.
bar e pHACT⬍6,5⫹log pH2S oppure pH2S⬎1 bar e pHACT ⬎6,5. NACE (National Association of Corrosion Engineers) (1985) Corrosion
Condizioni non-sour (sweet): pH2S⬍0,001 bar e pHACT⬍3,5. data survey. Metal section, Houston (TX), NACE.
NACE (National Association of Corrosion Engineers) (2002) Cost of
Corrosione da zolfo corrosion study unveiled. Supplement to materials performance,
Lo zolfo (temperatura di fusione 113 °C e temperatura di Houston (TX), NACE, 1-12.
ebollizione 445 °C) è presente in alcuni giacimenti petroliferi
in associazione con H2S. La formazione dello zolfo può avere
luogo per riduzione dei solfati a zolfo a opera del metano Bibliografia citata
(SO42⫺⫹CH4⫺ 䉳
⫺S⫹2H2O⫹CO2) o per decomposizione cata-
䉴
litica del solfuro di idrogeno o per ossidazione di questo a opera API (American Petroleum Institute) (1958) Corrosion of oil and gas
dell’ossigeno (per contaminazione). Lo zolfo reagisce con il well equipment, Dallas (TX), API.
solfuro di idrogeno per formare polisolfuri che a loro volta rila- API (American Petroleum Institute) (1991) Design and installation of
sciano lo zolfo formando depositi (slug) e trascinamenti nei offshore production platform piping system, API RP14-E.
tubing dei pozzi petroliferi. ASM (American Society for Metals) (1987) Metals handbook, Materials
Lo zolfo costituisce un efficace reagente catodico, agen- Park (OH), ASM International, 1978-1998, 21v.; v.XIII: Corrosion.
do come accettore di elettroni mediante l’azione catalitica dei Biological induced corrosion. Proceedings of the National Association
film di solfuro dotati di conducibilità elettronica, e dà luogo, of Corrosion Engineers international conference (1985),
quando è posto a diretto contatto con gli acciai, a elevate velo- Gathersburg (MD).
cità di corrosione, mentre se è presente in una soluzione di Corrosion in the oil refining industry. Proceedings of the National
idrocarburi la velocità di corrosione è regolata dai processi di Association of Corrosion Engineers conference (1998), Phoenix
(AZ), 17-18 September.
diffusione. Ad alte temperature (superiori a 120 °C), lo zolfo
Crolet J.L., Bonis M.R. (1985) A tentative method for predicting the
dismuta in H2S e acido solforico, promuovendo la rottura dei
corrosivity of wells in new CO2 fields, in: Burke P.A. et al. (edited
film di passivazione e l’insorgenza di corrosione localizzata by) Advances in CO2 corrosion, Houston (TX), NACE, 1984-1985,
(interstizi e SSC) sulle leghe inossidabili (Corrosion in the oil 2v.; v.II, 23.
[…], 1998). Design and operational guidance on cathodic protection of offshore
La velocità di corrosione da zolfo sugli acciai al carbonio structures, subsea installation and pipelines (1990), London, The
e bassolegati dipende dalla temperatura: per T⬍120 °C e con Marine Technology Directorate.
zolfo a contatto diretto, la velocità di corrosione è dell’ordine De Waard C., Milliams D.E. (1975) Carbonic acid corrosion of
dei mm/a e poco influenzata dalla temperatura. I solfuri pre- steel, «Corrosion», 31, 177-181.
senti sulla superficie catalizzano la reazione e portano a con- De Waard C. et al. (1991) Predictive model for CO2 corrosion
dizioni di macrocella analoghe alla corrosione per aerazione engineering in wet natural gas pipelines, «Corrosion», 47,
differenziale. A temperature superiori a 120 °C, la velocità di 976-985.
De Waard C. et al. (1995) Influence of liquid flow velocity on CO2 Lazzari L., Pedeferri P. (2006) Cathodic protection, Milano,
corrosion: a semi-empirical model, in: Corrosion 95. The National Polipress.
Association of Corrosion Engineers international annual conference NACE (National Association of Corrosion Engineers) (2003) Sulphide
and corrosion show, Orlando (FL), 26-31 March, Paper 128. stress cracking metallic material for oil field equipment, NACE
EFC (European Federation of Corrosion) (1997a) CO2 corrosion in oil MR0175.
and gas production. Design consideration, London, The Institute NorSoK (Norsk Sokkels Konkuranseposisjon) (1998) CO2 corrosion
of Materials, EFC 23. rate calculation model, NORSOK M-506.
EFC (European Federation of Corrosion) (1997b) A working party Pedeferri P. (2007) Corrosione e protezione dei materiali metallici,
report on guidelines on materials requirements for carbon and Milano, Polipress, 2v.
low alloy steels for H2S. Containing environments in oil and gas
production, London, The Institute of Materials, EFC 16. Piontelli R. (1961) Elementi di teoria della corrosione a umido dei
materiali metallici, Milano, Longanesi.
Eni-Agip (1994) Costo della corrosione in Agip, Rapporto interno Eni,
Divisione Agip, Unità CORM. Pourbaix M. (1973) Lectures on electrochemical corrosion, New York,
Plenum Press.
Fontana M.G. (1986) Corrosion engineering, New York, McGraw-
Hill. Revie R.W. (edited by) (2000) Uhlig’s corrosion handbook, New York,
Hoar T.P. (1971) Report of the committee on corrosion and protection. John Wiley.
A survey of corrosion and protection in the United Kingdom, Shreir L.L. et al. (edited by) (1994) Corrosion, Oxford, Butterworth-
London, HMSO. Heinemann.
ISO (International Organization for Standardization) (2003) Petroleum, Wellmate R2 (1999) Bimetallic corrosion module, WK160R02,
petrochemical and natural gas industries. Materials for use in Revision 02, Agip-CORM, internal document.
H2S-containing environments in oil and gas production. Part 1:
General principles for selection of cracking-resistant materials;
Part 2: Cracking-resistant carbon and low alloy steels, and the Luciano Lazzari
use of cast irons; Part 3: Cracking-resistant CRAs (corrosion- Dipartimento di Chimica, Materiali e
resistant alloys) and other alloys, ISO 15156. Ingegneria chimica ‘Giulio Natta’
LaQue F.L. (1975) Marine corrosion. Causes and prevention, New Politecnico di Milano
York, John Wiley. Milano, Italia