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9.

Controllo della corrosione


e scelta dei materiali

9.2.1 Prevenzione della corrosione fisica (mediante degassificazione) o chimica (mediante


sequestrante di ossigeno o oxygen scavenger). Tuttavia è
Generalità possibile favorire la formazione di depositi di natura cal-
Facendo riferimento allo schema generale del processo di carea, tramite aggiunta di fosfati e fosfonati, che riducono
corrosione (v. cap. 9.1), si ricorda che per bloccare o rallenta- la quantità di ossigeno in grado di diffondere alla superfi-
re la corrosione al di sotto di un limite stabilito è possibile inter- cie del metallo;
venire sui quattro processi parziali in cui si articola il mecca- • aumento delle sovratensioni del processo di sviluppo di idro-
nismo elettrochimico. Nel seguito sono elencati in forma sche- geno nelle soluzioni acide mediante inibitori filmanti;
matica gli interventi relativi a tali processi. • diminuzione delle sovratensioni del processo catodico di
sviluppo di idrogeno in ambienti acidi mediante alligazio-
Reazione anodica ne catodica nel caso di leghe di Ti, di Cr e di Ta. In questi
Gli interventi principali consistono in: particolari casi l’aumento della velocità del processo cato-
• annullamento del lavoro motore mediante scelta di un mate- dico porta il materiale in condizioni di passività.
riale di nobiltà superiore al processo catodico (Ea⬎Ec) (per
esempio, metalli nobili come l’oro e il platino in ambien- Ambiente
ti aerati oppure il rame in ambiente acido non ossidante). La velocità di corrosione è ridotta, ma non annullata, aumen-
I materiali nobili possono essere impiegati anche sotto tando la resistenza ohmica, per esempio mediante rivestimen-
forma di deposito o di rivestimento a spessore (per esem- ti isolanti (pitture e rivestimenti plastici ad alto spessore).
pio, placcatura);
• annullamento del lavoro motore portando il potenziale del Materiale metallico
materiale nella zona di immunità (E⬍Eeq) mediante la pro- In generale non è possibile intervenire sul metallo per bloc-
tezione catodica; care o rallentare la corrente di corrosione, tranne nel caso spe-
• rallentamento della reazione anodica per intervento di feno- cifico di corrosione per interferenza elettrica, come per le tuba-
meni di passivazione che portano il materiale in condizioni zioni che corrono parallele ai binari dei mezzi di trasporto elet-
di passività (formazione di ossidi protettivi e stabili come nel trico, quali treni e metropolitane. L’introduzione di giunti isolanti
caso degli acciai inossidabili e del titanio in ambienti aerati); sulla tubazione riduce la corrente di interferenza circolante al
• rallentamento della reazione anodica portando il materia- suo interno, fino ad annullarla.
le in condizioni di passività mediante applicazione della
protezione anodica; Materiali nobili e di nobiltà pratica
• rallentamento della reazione anodica mediante uso di ini- Il processo di corrosione è impedito se il lavoro motore
bitori passivanti aggiunti all’ambiente che favoriscono la disponibile è nullo o negativo. Ciò avviene mediante la scelta
formazione di film di passivazione; di un materiale avente nobiltà pratica superiore al processo
• annullamento delle correnti di macrocoppia della corro- catodico. Se l’ambiente corrosivo è una soluzione acida non
sione localizzata e ripristino della passività mediante la aerata, dove quindi non avviene il processo catodico di ridu-
protezione catodica per passività perfetta. zione di ossigeno, il potenziale del processo catodico di ridu-
zione degli idrogenioni è dato da Ec(H⫹ⲐH2)⫽⫺0,059 pH. I metal-
Reazione catodica li che hanno un potenziale Ea⫽E°⫹(0,059Ⲑz)log [Mz⫹] supe-
Gli interventi principali consistono in: riore al potenziale del processo catodico (Ea⬎Ec(H⫹ⲐH2)) non
• nel caso degli acciai al carbonio, annullamento del lavoro possono subire corrosione. Se si scorre la scala elettrochimi-
motore eliminando l’ossigeno e mantenendo il pH uguale ca dei potenziali, si nota che i metalli immuni da corrosione in
o superiore alla neutralità (in assenza di H2S); ambiente acido sono Cu, Ag, Hg, Pt e Au. In situazioni par-
• aumento delle sovratensioni del processo catodico in presen- ticolari anche questi metalli possono subire corrosione se il
za di ossigeno. In assoluto è preferibile la sua eliminazione loro potenziale è portato al di sotto del potenziale di scarica

VOLUME V / STRUMENTI 507


MATERIALI

dell’idrogeno, per esempio per formazione di complessi. È que- quindi subisce l’attacco. Nel caso di acciaio zincato, a contat-
sto il caso tipico delle leghe di rame che subiscono corrosio- to con acqua di adeguata durezza, l’alcalinità prodotta alla
ne in ambienti ammoniacali per formazione del complesso superficie catodica causa la separazione di carbonati, con con-
cupro-ammoniacale. seguente ricoprimento calcareo della lastra e quindi sigillatu-
In soluzioni ossigenate, il processo catodico più nobile e ra dei pori o dei difetti.
quindi termodinamicamente favorito è la riduzione dell’ossi- Le imperfezioni si possono formare durante la prepara-
geno che ha un potenziale Ec(O2ⲐOH⫺)⫽⫹1,23⫺0,059 pH. In zione e l’applicazione del rivestimento (superfici non pretrat-
questo caso sono resistenti a corrosione Ag e Hg a pH prossi- tate in modo adeguato, errate condizioni operative, per esem-
mo o superiore alla neutralità e Pt in soluzioni acide con pH pio nel caso di depositi galvanici).
superiore a 1, mentre Au è sempre immune.
Come si nota, per quanto riguarda il processo catodico la Strati di conversione
scelta dei materiali nobili è molto ristretta e di fatto inapplica- Sono ottenuti sulla superficie di alcuni metalli, princi-
bile. Nelle utilizzazioni industriali si può scegliere un metallo palmente acciai, acciai zincati e alluminio, in seguito a rea-
o una lega avente una cosiddetta nobiltà pratica elevata, cau- zioni chimiche o elettrochimiche. I processi di conversione
sata dai processi di passivazione. In tal modo, svariati metalli più diffusi sono la fosfatazione, la cromatazione e 1’ossida-
che hanno un potenziale elettrochimico molto negativo (per zione anodica. La fosfatazione si ottiene immergendo manu-
esempio, Cr, Al, Ti e altri) si ricoprono di un film protettivo, fatti di acciaio o di acciaio zincato in soluzioni acide di fosfa-
che rende il materiale praticamente immune da corrosione e ti di Zn e Mn che formano sulla superficie del metallo uno
porta il potenziale di corrosione libera ai valori tipici dei metal- strato di fosfati aderenti e protettivi in grado di svolgere una
li nobili. In realtà, il processo di corrosione è assai lento, infe- blanda azione anticorrosiva e di costituire una mano di fondo
riore in genere a 0,1 mm/a e quindi compatibile con la durata per cicli di pitturazione (per esempio, di elettrodomestici e
generalmente richiesta. Gli acciai inossidabili, le leghe di nichel di scaffalature metalliche). La cromatazione è stata impiega-
e il titanio possono operare in soluzioni aerate. In questi casi ta per la finitura di alluminio, acciaio zincato, cadmio e magne-
occorre fare attenzione alle condizioni che possono distrug- sio, sia come trattamento anticorrosivo sia come pretratta-
gere il film di passività, per esempio a opera dei cloruri, per- mento nei cicli di pitturazione (per esempio, le leghe di Al
ché dove il film si rompe ha luogo il processo di corrosione. degli aeromobili). L’azione anticorrosiva della cromatazione
Sono presenti le forme di corrosione localizzata per pitting e è dovuta alla presenza del cromo esavalente che è un perfet-
crevice degli acciai inossidabili (Bianchi e Mazza, 1989; Pede- to passivante pronto a entrare in azione ogniqualvolta lo stra-
ferri, 2007). to di pittura viene lesionato. La tossicità del cromo esavalente
sta portando, tuttavia, alla messa al bando (almeno in Euro-
Rivestimenti e pitture pa) di questo trattamento. L’ossidazione anodica dell’allu-
Un metodo di prevenzione della corrosione efficace e molto minio e di altri metalli è un processo elettrolitico realizzato
usato è l’impiego di un rivestimento in modo da isolare la super- allo scopo di ispessire il film di ossido naturalmente presen-
ficie del metallo dall’ambiente. La scelta è molto ampia in te, in modo da migliorarne la resistenza alla corrosione e all’a-
quanto i rivestimenti possono essere organici (pitture), inor- brasione e le caratteristiche estetiche, oppure al fine di otte-
ganici (strati di conversione, smalti) o metallici. nere un film di ossido con caratteristiche dielettriche specia-
li. Un tipico esempio di ossidazione anodica è quello che si
Rivestimenti metallici effettua per la protezione dei serramenti di alluminio, detti
Rappresentano uno dei metodi più comuni di prevenzio- appunto anodizzati. L’ossidazione anodica serve anche come
ne e sono costituiti da uno strato di un metallo o lega metal- pretrattamento per ancorare al metallo cicli di verniciatura o
lica resistente a corrosione. Oltre alla resistenza a corrosio- di pitturazione.
ne, tali strati devono possedere altre proprietà, quali resistenza
meccanica, durezza, resistenza all’usura, proprietà elettriche, Rivestimenti cementizi
ottiche e termiche e non ultimo un aspetto esteticamente gra- Per la loro alcalinità (pH circa 13) i materiali cementizi
devole. offrono una perfetta protezione all’acciaio al carbonio (Berto-
Dal punto di vista della corrosione sono particolarmente lini et al., 2004). Questa è una delle principali ragioni alla base
importanti le imperfezioni relative alla continuità e all’unifor- del successo delle costruzioni in calcestruzzo armato, ma spie-
mità superficiali. Infatti, se il rivestimento è continuo e non ga anche la diffusione dei rivestimenti cementizi per la prote-
poroso, la protezione nei confronti del metallo base è comple- zione interna di tubazioni per il trasporto dell’acqua (applica-
ta; in presenza di imperfezioni si ha invece formazione di cop- ti per centrifugazione su tubazioni di acciaio o di ghisa), oppu-
pie galvaniche, costituite dal rivestimento e dalle aree scoper- re per il ricoprimento esterno di tubazioni marine (anche con
te del metallo base, il cui funzionamento, a seconda che il rive- funzioni di appesantimento) o di strutture interrate, come per
stimento funga da anodo o da catodo rispetto alla base stessa, esempio l’esterno dei casing dei pozzi petroliferi.
può offrire a questa una protezione di tipo catodico o invece
stimolarne l’attacco. Pitture e rivestimenti plastici
Rispetto all’acciaio, sono rivestimenti catodici, che acce- Sono costituiti da un film sottile di natura organica di spes-
lerano la corrosione, quelli di rame, nichel, argento, piombo, sore da 0,02 a 3 mm circa, applicato sulla superficie del metal-
cromo e in certi ambienti anche di stagno; hanno invece com- lo mediante un processo di essiccazione di un solvente, per
portamento anodico i rivestimenti di zinco e in certi ambien- estrusione a caldo oppure per reticolazione chimica (Munger,
ti anche quelli di stagno. Proprio per il comportamento ano- 1999). I primi due tipi di rivestimento utilizzano polimeri ter-
dico, le discontinuità e le porosità del rivestimento non so- moplastici disciolti in un solvente oppure rammolliti a caldo;
no intrinsecamente pericolose, in quanto è il metallo del rive- il terzo tipo impiega polimeri termoindurenti con reticolazio-
stimento che in tal caso assume funzionamento anodico e ne in situ. Le pitture a solvente, per loro natura, danno luogo

508 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


CONTROLLO DELLA CORROSIONE E SCELTA DEI MATERIALI

a un film poroso perché l’evaporazione del solvente lascia ine- Controllo dell’ambiente
vitabilmente pori nel film di pittura. Per questa ragione, i film La prevenzione della corrosione si può effettuare attraver-
ottenuti con questi tipi di pittura sono sempre sufficientemen- so controlli o correzioni della composizione dell’ambiente.
te permeabili ad acqua e ossigeno e quindi non in grado di pre-
venire il processo di corrosione per effetto barriera: richiedo- Correzione del pH
no pertanto una mano di fondo con pigmenti attivi capaci di Tra le correzioni del pH più frequenti vi sono: l’alcali-
contrastare attivamente il processo di corrosione. Gli altri due nizzazione delle acque di caldaia per favorire la formazione
tipi di rivestimento sono invece sempre in grado di bloccare la di un film di magnetite; le variazioni di pH per modificare il
diffusione dell’acqua e dell’ossigeno per effetto barriera e per- potere incrostante delle acque; l’aggiunta di sostanze alcali-
tanto non richiedono nessuna mano di fondo con caratteristi- ne per evitare condense acide. Con riferimento a quest’ulti-
che anticorrosive. mo trattamento si ricorda che la presenza di sostanze acide
La mano di fondo anticorrosiva è costituita da pigmenti come CO2 e HCl, che allo stato di vapore secco non danno
attivi di tipo anodico o catodico. I pigmenti anodici sono i com- luogo a problemi di corrosione, rende invece le condense molto
posti che portano in condizioni di passivazione l’acciaio, come aggressive. In questi casi il controllo dell’acidità si effettua
i fosfati, i cromati e il minio (Pb3O4). Cromati e minio sono mediante l’impiego di neutralizzanti quali ammoniaca o ammi-
anodici passivanti (v. oltre) in grado di fornire il processo cato- ne varie iniettate nella corrente di vapore, per esempio prima
dico che mantiene il ferro in condizione di passività (occorre di entrare nei condensatori di testa di colonne di distillazione
però ricordare che questi pigmenti sono in pratica aboliti per del greggio, oppure aggiunte all’acqua di alimentazione dei
gli effetti tossici e cancerogeni). I pigmenti catodici sono costi- generatori di vapori.
tuiti da polvere di zinco metallico che agisce in modo duplice:
contribuisce al rafforzamento dell’effetto barriera ed esplica Controllo dell’ossigeno
un effetto di protezione catodica nei confronti dell’acciaio. La L’eliminazione dell’ossigeno nelle acque neutre o alcaline
polvere di zinco metallico (oltre 90% in peso) è dispersa in due riduce e in pratica annulla la corrosione dell’acciaio al carbo-
tipi di legante/solvente: il legante inorganico, costituito da sili- nio. Si attua con metodi fisici mediante stripping con gas o trat-
cato di sodio in solvente metanolo, oppure il legante organico, tamento sotto vuoto raggiungendo tenori di ossigeno residui di
costituito da resine epossidiche bicomponenti e termoindu- 0,015 ppm (sufficienti per le acque di alimentazione di caldaie
renti. a bassa o media pressione) oppure con metodi chimici spesso
L’applicazione delle pitture prevede i cosiddetti cicli di pit- in serie a quelli fisici che possono portare il tenore di ossi-
turazione caratterizzati da: preparazione superficiale, mano di geno a poche ppb. Le sostanze più frequentemente utilizzate
fondo, mano intermedia e mano di finitura. La preparazione a questo scopo sono il solfito o l’idrogenosolfito di sodio
superficiale consiste nella rimozione di ossidi, incrostazioni e e l’idrazina che agiscono rispettivamente secondo le reazio-
sporcizia fino a portare il metallo al bianco lucente. La buona ni: Na 2SO 3⫹1Ⲑ2O 2⫺ 䉳
⫺Na2SO 4 e N2H4⫹O2⫺

⫺2H 2O⫹N2.

preparazione superficiale è la premessa per il successo del ciclo L’idrazina si può in parte decomporre e dare ammoniaca
di pittura. Il grado di preparazione superficiale è classificato secondo la reazione 3N2H4⫺ 䉳
⫺4NH3⫹N2; ciò produce una

da SSPC e Sa (Munger, 1999). Classici cicli di pitturazione per benefica alcalinità che su acciaio favorisce la separazione di
strutture offshore sono riportati nella tab. 1. film protettivi di magnetite. Un altro vantaggio dell’idrazi-
Le pitture e i rivestimenti usati in abbinamento alla pro- na rispetto al solfito è che non provoca un aumento della
tezione catodica devono possedere una buona resistenza alle salinità dell’acqua. Tuttavia l’idrazina reagisce con l’ossi-
condizioni di alcalinità prodotte dalla protezione catodica e geno con velocità sensibile solo a partire da temperature
al cosiddetto cathodic disbonding causato dallo sviluppo di superiori a 140 °C. Problemi di tossicità peraltro ne sconsi-
idrogeno. glierebbero l’impiego.

tab. 1. Cicli di pitturazione per strutture offshore (Munger, 1999)

Preparazione Mano di fondo


Intermedia Finitura Spessore totale
superficiale (primer)

Epossidica senza solvente Epossidica senza solvente


Sa3 o SSPC 5 – 1.000 mm
ad alto spessore ad alto spessore

Zincante inorganico
Sa2,5 o SSPC 10 (zinc rich primer) Epossidica senza solvente Epossidica senza solvente 250 mm (minimo)
75 mm max

Zincante inorganico
Sa2,5 o SSPC 10 (zinc rich primer) Epossidica senza solvente Uretanica o epossiuretanica 250 mm (minimo)
75 mm max

Zincante organico
ST3 Epossidica senza solvente Epossidica senza solvente 300 mm (minimo)
(125 mm)

Acciaio zincato Vinilica modificata o


– Epossipoliammidica 180 mm (minimo)
(sgrassatura⫹irruvidimento) epossidica

VOLUME V / STRUMENTI 509


MATERIALI

Inibitori di corrosione Classificazione degli inibitori


Gli inibitori sono sostanze che, aggiunte in piccole quan- Gli inibitori possono essere classificati: in relazione alla
tità agli ambienti aggressivi, possono rallentare fino anche ad loro natura chimica (inibitori organici, inorganici, ecc.); al tipo
annullare i processi di corrosione. Le sostanze in possesso di di impiego (inibitori per acqua di alimentazione di caldaia, per
queste caratteristiche sono molto numerose e di natura assai decapaggio, disincrostazione, imballaggi) e alle condizioni di
diversa. Il meccanismo con cui operano in molti casi non è impiego (inibitori in soluzione o in fase a vapore); secondo il
ancora chiarito. In generale comunque agiscono modificando meccanismo con cui operano, illustrato nella fig. 1 (inibitori
lo stato di superficie del materiale metallico da proteggere in catodici, inibitori anodici ossidanti o non ossidanti e inibitori
seguito a processi di adsorbimento o di reazione che portano misti o ad azione multipla). L’inibitore catodico provoca un
alla separazione di prodotti sulla superficie da proteggere. Il aumento della sovratensione catodica e quindi una diminuzio-
conseguente aumento della resistenza di reazione ha luogo a ne del potenziale di corrosione; l’inibitore anodico provoca
volte attraverso un’inibizione del processo catodico (per esem- invece un aumento della sovratensione anodica e quindi un
pio, aumentando la sovratensione di idrogeno o impedendo aumento del potenziale di corrosione. Nei casi in cui l’inibi-
all’ossigeno di raggiungere la superficie metallica) e/o di quel- tore agisce sia sul processo anodico sia su quello catodico è
lo anodico; altre volte in seguito all’instaurazione di condizioni possibile che all’effetto di inibizione non si accompagnino sen-
di passività. Nella tab. 2 sono riportati gli inibitori usualmen- sibili variazioni del potenziale.
te impiegati in alcuni ambienti. La stragrande maggioranza Inibitori catodici. Nelle soluzioni acide, dove la reazione
degli inibitori trova impiego essenzialmente: in ambienti neu- catodica è lo sviluppo di idrogeno, agiscono da inibitori tutte
tri o leggermente alcalini, costituiti principalmente da acque le sostanze che ne aumentano la sovratensione. Si comporta-
naturali o industriali di raffreddamento o comunque da solu- no in questo modo le sostanze che contengono elementi del
zioni con un pH compreso tra 5 e 9; in ambienti acidi (deca- quinto e sesto gruppo del sistema periodico come N, P, As, S,
paggio, trattamenti acidi di disincrostazione); nei processi di O, con coppie di elettroni liberi (composti inorganici come sali
estrazione e di raffinazione del greggio. di arsenico, antimonio, bismuto, zolfo, ioni alogenidrici) o
L’impiego degli inibitori, pur costituendo un ottimo e col- sostanze organiche con doppi o tripli legami e doppietti elet-
laudato metodo per prevenire la corrosione, può presentare tronici liberi, tipicamente le ammine.
effetti secondari negativi non trascurabili quali la contamina- Inibitori anodici. Gli inibitori di questo tipo intervengono
zione dei prodotti, l’inquinamento ambientale (cromati, fosfa- anzitutto aumentando la sovratensione del processo anodico e
ti, nitriti), il danneggiamento di parti diverse da quelle protet- favorendo la formazione di film superficiali. Questi inibitori
te. Per esempio, alcuni inibitori che proteggono una parte di si possono dividere in inibitori non ossidanti e inibitori passi-
un impianto possono risultare aggressivi nei confronti di un’al- vanti. Gli inibitori non ossidanti modificano la caratteristica
tra parte oppure possono annullare la corrosione ma, nel con- anodica favorendo nel caso di un materiale attivo la passiva-
tempo, infragilire il materiale. Diversi inibitori impiegati in zione e nel caso di un materiale attivo-passivo il miglioramento
passato (ma in parte ancora oggi in uso) come i cromati o i della passività. Tra questi inibitori ricordiamo la soda, i bora-
nitriti sono inoltre tossici. ti, i fosfati, i polifosfati, i silicati, i benzoati. Esplicano la loro

tab. 2. Tipici inibitori impiegati in alcuni settori industriali (Pedeferri, 2007)

Ambiente Esempio di inibitore impiegato

Acque
Potabili di raffreddamento Deposizione di CaCO3, silicati, polifosfati, sali di zinco cromati, nitriti
(3-400 ppm), polifosfati di calcio (15-37 ppm), silicati (20-40 ppm)

Circuiti di raffreddamento delle automobili Borace, fosfato di sodio, mercaptobenzotiazolo, benzotriazolo

Vapore condensato Neutralizzanti: ammoniaca, morfolina, cicloesammina, benzilammina,


ammine di lunghe catene alifatiche

Salamoie e acqua di mare Salamoie negli impianti di raffreddamento: cromati (2.000-3.000 ppm);
acqua salmastra: nitrito di sodio (3-10%); salamoie bollenti di cromati
e fosfati (50-100 ppm)

Soluzioni acide decapanti


Acido solforico Feniltiourea, ortotoluentiourea, mercaptani, solfuri (0,003-0,01%)

Cloruro di idrogeno Piridina, chinolina, ammine varie, feniltiourea, dibenzilsolfossidi

Industria del petrolio


Estrazione Ammine varie

Raffinazione Imidazolina e derivati

Calcestruzzo
(inquinato da cloruri) Nitrito di calcio, inibitori organici

510 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


CONTROLLO DELLA CORROSIONE E SCELTA DEI MATERIALI

E E

inibitore

B A
Ecor,B Ecor,A
A
Ecor,A B
Ecor,B
inibitore

logjcor,B logjcor,A logj logjcor,B logjcor,A logj


inibitore anodico inibitore catodico
fig. 1. Meccanismi di azione degli inibitori.

azione solo in presenza di specie ossidanti nell’ambiente o [2] logCi ⫽KlogCa ⫹costante
aggiunte di proposito per portare il potenziale del materiale a
valori compresi nell’intervallo di passività. dove Ci è la concentrazione minima di inibitore, Ca è la con-
Inibitori passivanti. Questi inibitori esplicano un’azione centrazione dello ione aggressivo (per esempio, cloruri), K è
duplice: da una parte modificano la caratteristica anodica, dal- un parametro legato alle valenze dei rispettivi ioni. Il rappor-
l’altra fungono da reagenti catodici, fornendo un processo cato- to logCa ⲐlogCi al di sopra del quale avviene la corrosione loca-
dico sufficientemente nobile per portare il materiale in condi- lizzata è detto critico per la specie aggressiva considerata.
zione di passività. Tra gli inibitori di questo tipo ricordiamo i cro- Le condizioni fluidodinamiche sono importanti perché
mati (in fase di eliminazione in molti paesi perché cancerogeni), influenzano la velocità di trasferimento di massa dell’inibito-
i nitriti, il permanganato, i molibdati, i tungstati, ecc., oltre ovvia- re dalla soluzione al metallo attraverso la legge di Fick valida
mente all’ossigeno. Essi agiscono assicurando il corretto fun- in regime turbolento:
zionamento solo se sono presenti in tenore superiore a un valo-
re di soglia perché in caso contrario possono addirittura accele- [3] J ⬀V 0,8DC
rare la corrosione quando la loro concentrazione è insufficiente. dove J è la velocità del trasferimento di massa, V è la velocità
Per questo motivo tali inibitori sono ritenuti insicuri (unsafe). del flusso e DC è la differenza di concentrazione della specie
disciolta in soluzione, tra la superficie metallica e la soluzio-
Efficacia degli inibitori ne stessa. Se la soluzione è in movimento, l’inibitore raggiun-
L’efficacia degli inibitori dipende dalla loro natura e con- ge più facilmente la superficie metallica e la sua concentra-
centrazione, dalla natura del materiale metallico e dal suo stato zione supera più facilmente quella minima di protezione del
di superficie, dalla temperatura e dai fattori che ne influenza- metallo. Per questo motivo, condizioni stagnanti richiedono in
no l’apporto alla superficie metallica (agitazione, forma della generale una maggiore concentrazione di inibitore rispetto a
struttura da proteggere, presenza di fessure, ecc.). quelle in movimento.
Si definisce l’efficienza di un inibitore come: Natura del materiale metallico. L’azione di certi inibitori si
icorr − icorr-inib esplica solo nei confronti di alcuni specifici materiali metallici.
[1] ξ (%) = 100 Per esempio, il benzotriazolo e il mercaptobenzotiazolo sono ini-
icorr bitori specifici per il rame e le sue leghe, i benzoati per gli acciai,
dove x è l’efficienza (percentuale), icorr è la velocità di corro- i fluoruri per il magnesio, i silicati per il ferro, lo zinco e il magne-
sione del metallo in assenza di inibitore e icorr-inib è la velocità sio, i polifosfati per l’acciaio e lo zinco, ecc. Solo i cromati in
di corrosione del metallo in presenza di inibitore. ambiente neutro o leggermente alcalino presentano un’azione
Per svolgere la loro azione, gli inibitori devono essere pre- inibente abbastanza generale. Nella tab. 3 è riportato il compor-
senti in tenori superiori alla concentrazione efficace, in gene- tamento dei principali inibitori. Nel caso di apparecchiature co-
re più bassa per gli inibitori ossidanti (indicativamente 10⫺3 stituite da materiali diversi si ricorre a miscele di inibitori.
mol/L) e più elevata per gli altri, che spesso devono agire anche Condizioni ambientali. L’inibitore dà luogo a effetti nega-
da correttori di pH. La concentrazione efficace dipende dalle tivi se usato in condizioni ambientali non adatte, per esempio
condizioni superficiali (superfici lisce e pulite necessitano di in intervalli di pH non corretti o a concentrazioni non ade-
tenori molto più bassi di quelle porose o ricoperte da prodotti guate localmente come nel caso degli inibitori passivanti. Per
di corrosione o da scaglie varie) e dalla composizione del- esempio, i valori di pH al di sotto dei quali certi inibitori diven-
l’ambiente (la concentrazione degli inibitori va aumentata in tano inefficaci sono indicativamente 5 per i nitriti, 6 per i ben-
presenza di specie che tendono a contrastarne l’azione). La zoati e 7,2 per i fosfati; i cromati presentano un intervallo di
relazione tra la concentrazione della specie aggressiva e quel- impiego più ampio, ma la loro azione più efficace si esplica
la minima di un inibitore anodico è data da un’espressione che a pH 8-8,5. Per quanto concerne l’influenza della temperatu-
tiene conto del processo di adsorbimento competitivo tra ini- ra vale la regola generale per cui la concentrazione efficace
bitore e specie aggressiva: di inibitore aumenta all’aumentare della temperatura. Alcuni

VOLUME V / STRUMENTI 511


MATERIALI

tab. 3. Efficacia di inibitori usati in soluzioni neutre (Pedeferri, 2007)

Metallo Cromati Nitriti Benzoati Borati Fosfati Silicati Tannino


Abbastanza Abbastanza
Acciaio dolce Efficace Efficace Efficace Efficace Efficace
efficace efficace

Abbastanza Abbastanza
Ghisa Efficace Efficace Inefficace Variabile Efficace
efficace efficace

Zinco Abbastanza Abbastanza


Efficace Inefficace Inefficace Efficace –
e sue leghe efficace efficace

Rame Parzialmente Parzialmente Abbastanza Abbastanza


Efficace Efficace Efficace
e sue leghe efficace efficace efficace efficace

Alluminio Parzialmente Parzialmente Abbastanza Abbastanza


Efficace Variabile Variabile
e sue leghe efficace efficace efficace efficace

Piombo e leghe Abbastanza Abbastanza


– Aggressivo Efficace – –
da saldatura efficace efficace

tab. 4. Tipici inibitori di corrosione (Pedeferri, 2007)

Metallo Ambiente Inibitore

Acido citrico Sali di cadmio


Acido solforico diluito Ammine aromatiche
Acido fosforico concentrato Dodecilammina 0,01-0,5%
Salamoie contenenti ossigeno Metil-, etil- o propil-ditiocarbammati 0,001-3%
Acciaio Miscele glicole etilenico-acqua Fosfato trisodico 0,025%; fosfati o borati alcalini
Cloruro di sodio 0,05% Nitrito di sodio 0,2%
Salamoie contenenti solfuri Formaldeide
Acqua Acido benzoico
Idrocarburi e acqua Nitrito di sodio

Cloruro di idrogeno 1% a-fenilacridina, b-naftochinone, acridina, tiourea o 2-fenilchinolina 0,003 M


Acido nitrico 10% Esametilene tetrammina 0,1%
Acido fosforico 20% Cromato di sodio 0,5%
Acido solforico concentrato Cromato di sodio 5%
Acqua clorata Amile stearato 0,3%
Alluminio Acqua di mare Silicato di sodio 0,2%
Carbonato di sodio 1% Metasilicato di sodio 1%
Solfuro di sodio Nitrito di sodio o molibdato di sodio
Miscele glicole etilenico-acqua Nitroclorobenzene 0,1-2%
Aromatici clorurati
Etanolo commerciale Carbonati, lattati, acetati o borati alcalini 0,03%

Cadmio (su acciaio) Miscele glicole etilenico-acqua Fluofosfato di sodio 1%

Alcoli Solfuri alcalini


Magnesio Tricloroetilene Formammide 0,05%
Acqua Bicromato di potassio 1%

Piombo Soluzioni neutre Benzoato di sodio

Acido solforico diluito Benziltiocianato


Rame e ottone Miscele glicole etilenico-acqua Borati o fosfati alcalini, mercaptobenzotiazolo o benzotiazolo
Soluzioni neutre Mercaptobenzotiazolo o benzotiazolo 0,2-0,3%

Saponi alcalini Nitrito di sodio 0,1%


Stagno (su acciaio)
Cloruro di sodio 0,05% Nitrito di sodio 0,2%

Cloruro di idrogeno Agenti ossidanti


Titanio
Acido solforico Agenti ossidanti

Zinco (su acciaio) Acqua distillata Miscele di metafosfati di calcio e di zinco 15 ppm

512 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


CONTROLLO DELLA CORROSIONE E SCELTA DEI MATERIALI

fig. 2. Schema alimentatore


di funzionamento I I
⫺ ⫹
della protezione catodica:
A, ad anodi galvanici; conduttore metallico
B, a corrente impressa.

anodo dispersore
struttura galvanico struttura anodico
metallica metallica
A B

inibitori a certe temperature critiche perdono la loro effica- passività perfetta, che ha lo scopo di mantenere il materiale
cia, come i polifosfati sopra 80 °C. Nella tab. 4 sono indicati passivo. In quest’ultimo caso, applicabile solo ai materiali con
i tipici inibitori di corrosione. comportamento attivo-passivo, la corrente inviata alla struttu-
ra deve abbassare il potenziale sotto il potenziale di ripassiva-
zione, ossia nell’intervallo di passività detto di passività per-
9.2.2 Protezione elettrica fetta. È importante distinguere due situazioni: il materiale è
(catodica e anodica) passivo (perché i cloruri non hanno raggiunto il tenore critico)
oppure la corrosione localizzata per pitting si è già innescata.
La cosiddetta protezione elettrica si basa su due principi: uno
termodinamico di annullamento del lavoro motore (protezio-
ne catodica per immunità o quasi-immunità termodinamica) e tab. 5. Potenziali teorici di protezione per immunità
uno cinetico che consiste nel realizzare e mantenere le condi- di vari metalli (Lazzari e Pedeferri, 2006)
zioni di passività (protezione catodica per passività e prote-
zione anodica; Lazzari e Pedeferri, 2006). Potenziale di protezione di immunità
Metalli (V SHE a 25 °C)
Protezione catodica
La protezione catodica si realizza inviando una corrente pH⫽0 pH⫽7 pH⫽14
alla superficie del metallo (corrente catodica) mediante un
anodo galvanico o un sistema a corrente impressa (fig. 2). La argento ⫹0,44 ⫹0,44 ⫹0,32
corrente provoca un abbassamento del potenziale del metallo
rame ⫹0,14 ⫹0,14 ⫺0,38
e una riduzione della velocità di corrosione. Se la corrente (o
piombo ⫺0,31 ⫺0,31 ⫺0,74
ferro ⫺0,62 ⫺0,62 ⫺0,92
meglio la densità di corrente) è sufficiente per portare il poten- alluminio ⫺1,6 ⫺1,6 ⫺1,9
ziale del metallo al di sotto del suo potenziale di equilibrio,
dato dall’equazione di Nernst, si instaurano le condizioni di SHE, Standard Hydrogen Electrode
immunità termodinamica (E⬍Eeq; da Eeq⫽E°⫹(RT/zF)ln[M z⫹],
si ricava che Eeq⫽E°⫺0,354Ⲑz, assumendo una concentrazio-
ne degli ioni metallici pari a 10⫺6 mol/L) e la velocità di cor- tab. 6. Potenziali di protezione di quasi-immunità
rosione è annullata. Se il potenziale è intermedio tra quello di e per passività adottati nei terreni e in acqua di mare
libera corrosione e quello di immunità (Ecorr⬎E⬎Eeq) la velo- (Lazzari e Pedeferri, 2006)
cità di corrosione è ridotta ma non annullata: una diminuzio-
ne di potenziale pari a 100-150 mV produce una riduzione della Terreni Acqua di mare
velocità di corrosione di un ordine di grandezza rispetto alla Materiali
velocità di libera corrosione. Per esempio, una tubazione inter- metallici
(V CSE) (V SCE) (V Zn)
rata di acciaio potrebbe avere un potenziale di libera corrosio-
ne di ⫺0,55 V CSE (Copper Sulphate Electrode) e una velo- acciai al carbonio:
cità media di corrosione di 30-100 mm/a; l’abbassamento del – condizioni
normali ⫺0,85 ⫺0,80 ⫹0,25
potenziale di 200 mV riduce la velocità di corrosione di oltre – condizioni
un ordine di grandezza e quindi al di sotto di 10 mm/a. Queste anaerobiche ⫺0,95 ⫺0,90 ⫹0,15
condizioni sono dette di quasi-immunità termodinamica. I – nel calcestruzzo ⫺0,75 ⫺0,70 ⫹0,35
potenziali di protezione di immunità e di quasi-immunità dei rame e sue leghe da ⫺0,45 ⫺0,50 ⫹0,55
metalli sono riportati nelle tabb. 5 e 6. a ⫺0,60
Per quanto riguarda i materiali con comportamento attivo- piombo da ⫺0,50 da ⫺0,45 ⫹0,60
passivo che operano in condizioni di passività (per esempio, a ⫺0,65 a ⫺0,60
gli acciai inossidabili e il ferro nel calcestruzzo), per preveni- zinco ⫺1,00 ⫺1,10 0
alluminio ⫺0,8 ⫺0,9 ⫹0,15
re o bloccare la corrosione localizzata promossa dai cloruri si acciai inox ⫺0,40 ⫺0,50 ⫹0,55
possono seguire due strade: la protezione catodica per immu-
nità, applicabile a tutti i materiali, e la protezione catodica per SCE, Saturated Calomel Electrode

VOLUME V / STRUMENTI 513


MATERIALI

Nel primo caso è possibile prevenire l’insorgenza del pitting metodo, come per esempio gli ambienti acidi, nei quali la rea-
anche dopo il raggiungimento del tenore critico di cloruri, por- zione catodica è quella di sviluppo di idrogeno e le correnti di
tando il potenziale del metallo al di sotto del potenziale di pit- protezione sono di due o tre ordini di grandezza superiori alla
ting. Questa particolare protezione catodica preventiva è detta corrente limite di diffusione dell’ossigeno.
prevenzione catodica. Se invece il pitting è innescato, non è
sufficiente portare il potenziale al di sotto del potenziale di Reazioni catodiche e anodiche
pitting, ma è necessario portarlo al di sotto del potenziale di ri- La natura dei processi catodici dipende dall’ambiente in
passivazione. cui è posta la struttura da proteggere. Negli ambienti naturali
Per realizzare le condizioni di protezione occorre far giun- (terreni, acque) e nel calcestruzzo, la reazione catodica prin-
gere sulla superficie del metallo un’adeguata densità di cor- cipale è la riduzione di ossigeno secondo la reazione:
rente di protezione. Nella tab. 7 sono riportati i valori delle
[4] 1/2O2 ⫹H2O ⫹2e⫺⫺
⫺2OH⫺ (processo catodico)

densità di corrente di protezione nei principali ambienti. La


densità di corrente di protezione Jprot dipende dalla velocità A questa reazione, quando il potenziale è inferiore a quello di
Ic con cui, al potenziale di protezione, i processi catodici si equilibrio per lo sviluppo di idrogeno (Eeq,H), si affianca anche
producono alla superficie della struttura e pertanto dipende, quest’ultimo processo, secondo la reazione:
come la Ic, dalle condizioni ambientali. Per esempio, se il pro-
[5] 2H2O ⫹2e⫺⫺
⫺H2 ⫹2OH⫺

cesso di corrosione ha luogo, come avviene nei terreni e nelle


acque, in condizioni di controllo di diffusione di ossigeno, la Entrambe le reazioni provocano un aumento del pH sulle super-
densità di corrente di protezione dipende da tutte le condizioni fici in cui hanno luogo.
che definiscono la velocità limite di apporto di ossigeno e Anodi galvanici. La reazione anodica è costituita dalla dis-
cioè: a) dal tenore di ossigeno disciolto; b) dallo stato di agi- soluzione dei metalli che compongono l’anodo (Zn, Mg, Al),
tazione dell’ambiente; c) dalla temperatura; d ) dalla presen- cui possono far seguito fenomeni di idrolisi con separazione
za di depositi o di rivestimenti. In acqua di mare, per esem- in fase solida degli idrossidi e conseguente acidificazione del-
pio, la densità di corrente di protezione, al variare dell’agita- l’ambiente che gioca un ruolo importante nell’evitare feno-
zione, della temperatura e del tenore di ossigeno, può passare meni di passivazione dell’anodo, soprattutto nel caso di anodi
dai 20 mA/m2, richiesti per proteggere strutture immerse nel di alluminio. Nel caso di anodi solubili impiegati nei sistemi
fango del fondo marino, a 1 A/m2 e più, necessari per proteg- a corrente impressa, per esempio rottami di ferro, la reazione
gere parti scoperte di navi vicino alle eliche, cioè nelle con- anodica è quella di dissoluzione del metallo.
dizioni di massima agitazione e ossigenazione. Un effetto Anodi inerti. Nei sistemi a corrente impressa, dove sono
benefico, che si riscontra sia nei terreni sia nelle acque natu- impiegati anodi inerti, cioè insolubili, la reazione anodica com-
rali, è dato dalla precipitazione, in seguito a processi di alca- porta in generale sviluppo di ossigeno:
linizzazione locale, di carbonati e di prodotti di corrosione
[6] 2H2O⫺
⫺O2 ⫹ 4H⫹ ⫹ 4e⫺

sulla superficie metallica, che riducono la superficie esposta


del metallo. A essa si affianca, in presenza di cloruri, fino a divenire pre-
Gli ambienti naturali e tutti quelli in cui la reazione catodi- valente nel caso dell’acqua di mare, la reazione di sviluppo di
ca è la riduzione di ossigeno si dimostrano particolarmente adat- cloro:
ti per l’applicazione della protezione catodica, perché la corrente
[7] 2Cl⫺⫺
⫺Cl2 ⫹2e⫺

di protezione è uguale alla corrente limite di diffusione dell’os-


sigeno, che non è mai troppo elevata. Altri ambienti, proprio per Lo sviluppo di ossigeno provoca un’acidificazione della regio-
le ragioni opposte, risultano poco adatti all’applicazione del ne anodica che può accrescere notevolmente l’aggressività
ambientale nei confronti del materiale anodico.

tab. 7. Valori indicativi delle densità Rivestimenti isolanti


di corrente di protezione in ambienti naturali In presenza di un rivestimento isolante, la corrente di pro-
(Lazzari e Pedeferri, 2006) tezione può diventare una percentuale anche bassissima di quel-
la richiesta dal metallo nudo, perché lo scambio di corrente
Densità di corrente avviene sulle zone non ricoperte dal rivestimento in corri-
Ambiente
di protezione (mA/m2) spondenza di pori, difetti o danneggiamenti del rivestimento.
Essa può essere espressa dalla relazione:
Metallo nudo
[8] jR ⫽j0(1 ⫺x)
Terreno neutro aerato 20-50
Terreno bagnato 5-20 dove j0 è la densità di corrente di protezione del metallo nudo,
Terreno (tubazioni calde) 30-60 jR è la densità di corrente di protezione della struttura rivesti-
Calcestruzzo secco (in aria) 5-15 ta, x è l’efficienza del rivestimento definita come la frazione
Calcestruzzo saturo d’acqua 0,2-2 unitaria di superficie ricoperta. L’efficienza di un rivestimen-
Acqua dolce 30-160 to varia nel tempo; per esempio, per tubazioni interrate non
Acqua calda 50-160 soggette a manutenzione può arrivare anche al 90% dopo 10-
Acqua di mare 50-550
Ambienti chimici (acidi) 50-1.500
20 anni. L’invecchiamento è ancora più accelerato per struttu-
re a contatto con acqua di mare; per esempio, sulla carena di
Metallo rivestito una nave ben rivestita (cinque strati di pittura) l’efficienza del
rivestimento può passare nel primo anno dal 99,9 al 99% e suc-
Terreno 0,01-1
Acqua di mare 0,1-10
cessivamente, nonostante si effettuino operazioni di manuten-
zione, arrivare anche al di sotto del 98%.

514 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


CONTROLLO DELLA CORROSIONE E SCELTA DEI MATERIALI

tab. 8. Confronto fra i sistemi ad anodi galvanici e a corrente impressa (Lazzari e Pedeferri, 2006)

Sistema ad anodi galvanici Sistema a corrente impressa

• Non richiede un generatore • Può essere progettato per un ampio intervallo


• Non richiede regolazione di corrente di tensioni e correnti
• Facile installazione • Ogni anodo o letto di posa può erogare una elevata
• Non dà problemi di interferenze corrente
• Il numero degli anodi può essere aumentato dopo • Si possono proteggere con una sola installazione
la messa in opera superfici molto grandi
vantaggi • Non ha costi di manutenzione • La tensione e la corrente possono essere variate
• Permette di ottenere una buona distribuzione • Può essere utilizzato in ambienti ad alta resistività
di corrente uniforme • È efficace per la protezione di strutture nude
• L’installazione degli anodi non è costosa se o malamente rivestite
effettuata durante la costruzione o la posa in opera
• Non ci sono problemi di diritto di uso per le aree
circostanti le strutture

• Lavoro motore modesto • Causa problemi di interferenza


• Corrente erogata modesta • Soggetto a rotture del generatore e a vandalismi
• L’installazione può essere costosa se effettuata dopo • Richiede ispezioni periodiche e manutenzioni
la messa in opera • Richiede un generatore di corrente
• Le strutture nude o male rivestite richiedono molti • Ha un costo di esercizio
limiti
anodi • Possono instaurarsi condizioni di sovraprotezione
• Inefficace negli ambienti a elevata resistività con danni ai rivestimenti o con infragilimento
da idrogeno
• I cavi e le connessioni cavo-anodo sono soggetti
a rotture

Deposito calcareo Protezione catodica con anodi galvanici


Le strutture metalliche protette catodicamente in acqua La prima applicazione, realizzata da Humphry Davy nel
di mare si ricoprono di uno strato protettivo costituito in gran 1824, riguardava la protezione del rame ottenuta con anodi di
parte da carbonato di calcio e idrossido di magnesio, comu- ferro e di zinco, cioè con materiali meno nobili. Per le strut-
nemente chiamato deposito calcareo. La sua formazione, ture in acciaio al carbonio, molti sono i materiali che verifi-
soprattutto sulle strutture nude, è quanto mai provvidenzia- cano questa condizione, come risulta dall’esame della serie
le, poiché riduce di un ordine di grandezza la corrente di pro- elettrochimica degli elementi; tuttavia le realizzazioni prati-
tezione. Il deposito calcareo esplica una duplice azione pro- che sono effettuate ricorrendo a leghe a base di alluminio,
tettiva: costituisce una barriera che limita la diffusione di ossi- magnesio e zinco.
geno e mantiene il pH alcalino sulla superficie metallica che Due parametri caratterizzano un anodo: il potenziale e la
perciò tende a passivarsi. Il meccanismo di formazione del capacità di corrente. Il potenziale dell’anodo determina il lavo-
deposito calcareo può essere schematizzato nelle seguenti ro motore e quindi il numero minimo di anodi necessario per
fasi: alcalinizzazione della zona catodica conseguente alle ottenere la protezione; la capacità di corrente, cioè la carica ero-
reazioni catodiche (riduzione di ossigeno e sviluppo di idro- gata per unità di peso, definisce il consumo degli anodi e ne deter-
geno); spostamento dell’equilibrio carbonico e precipitazio- mina quindi la massa necessaria per assicurare la durata della
ne dei carbonati; precipitazione degli idrossidi. Allorché viene protezione. La capacità di corrente o il suo inverso, che è il con-
interrotta la protezione, il deposito calcareo inizia a sciogliersi sumo teorico, sono ricavati dalle leggi di Faraday: Dm⫽echimqⲐF
e nel tempo scompare, seguendo la sequenza inversa a quel- dove Dm è la massa che passa in soluzione, echim è l’equivalen-
la di formazione. te elettrochimico dato dal peso atomico diviso per la carica, q è
la carica circolata, F è la costante di Faraday, pari a 96.485 C
Confronto fra le applicazioni della protezione catodica mol⫺1. Esprimendo il consumo in kg/A⭈a, si ha: Dm⫽0,33echim.
Le applicazioni più comuni della protezione catodica riguar- La capacità teorica è in genere espressa in A⭈h/kg. Nella tab. 9
dano strutture poste negli ambienti naturali. Gli anodi galva- sono riportati i consumi e le capacità teoriche di Al, Zn e Mg.
nici sono impiegati negli ambienti a elevata conducibilità, per La corrente erogata da un anodo galvanico è data dalla legge
esempio in acqua di mare, e possono essere convenienti quan- di Ohm (I⫽DE/R) dove DE è il lavoro motore, cioè l’energia
do sono richieste piccole correnti anche negli ambienti con disponibile per vincere le cadute ohmiche, ottenuto sottraendo
bassa conducibilità, come nei terreni e nella prevenzione cato- dalla forza elettromotrice del sistema le sovratensioni agli elet-
dica del cemento armato. I sistemi a corrente impressa sono trodi (ha e hc), e R è la resistenza totale, R⫽Ra⫹Rcavi, con Rcavi
necessari negli ambienti resistivi, come i terreni e il calce- resistenza del circuito metallico, di solito trascurabile, e Ra resi-
struzzo, e sono preferiti per la protezione di strutture estese. stenza ohmica dell’elettrolita localizzata all’anodo. Quest’ulti-
Un notevole vantaggio è dato dal fatto che il sistema presenta ma è calcolata con formule empiriche, riportate nei manuali di
una grande flessibilità di esercizio, potendo variare e regolare protezione catodica (Eni-Agip, 1994; Pedeferri, 2007; NACE,
la corrente erogata. Vantaggi e limiti delle due applicazioni 2002). Per gli anodi di forma allungata, la formula più utiliz-
sono riportati nella tab. 8. zata è la formula di Dwight, Ra⫽r[ln(8LⲐd)⫺1]Ⲑ2pL, dove r è

VOLUME V / STRUMENTI 515


MATERIALI

ma anche il numero e la massa degli anodi e la loro distribu-


tab. 9. Proprietà fisiche ed elettrochimiche di magnesio, zione. Non esiste una sola soluzione: il numero di anodi, infat-
zinco e alluminio (Lazzari e Pedeferri, 2006) ti, può variare in funzione del tipo di anodo scelto, della dura-
ta della protezione e del tipo di struttura. La soluzione da ricer-
Mg Zn Al care è quella più economica.
Il numero degli anodi non può essere calcolato semplice-
peso atomico 24,32 65,38 26,97 mente dividendo la massa totale degli anodi (calcolata sulla
massa specifica a 20 °C (g/cm3) 1,74 7,14 2,70
base della durata) per la massa di un singolo anodo scelto da
peso equivalente 12,16 32,69 8,99
un catalogo, senza verificarne la capacità di erogazione. La
consumo teorico massa anodica totale è infatti in questo caso sufficiente per la
– kg/A⭈a 3,98 10,69 2,94 durata prevista della protezione, ma potrebbe non essere in grado
– dm3/A⭈a 2,3 1,5 1,1 di fornire la corrente necessaria per la protezione, che non dipen-
capacità teorica A⭈h/g*
de dalla massa, ma dalla superficie dell’anodo. In altre parole,
2.200 820 2.980
potenziale E° (V SHE) ⫺2.363 ⫺0,762 ⫺1,662 è necessario ottimizzare il rapporto massa/superficie degli anodi
per assicurare sia la protezione, sia la sua durata.
* la relazione che lega la capacità teorica al consumo teorico è: consumo La procedura generale per il calcolo del numero di anodi
(kg/A⭈a) ⫻ capacità teorica (A⭈h/kg)⫽8.760 prevede il calcolo della corrente totale di protezione (superfi-
cie totale da proteggere per la densità di corrente di protezio-
la resistività dell’ambiente, L la lunghezza dell’anodo e d il dia- ne) e il calcolo della massa totale degli anodi (corrente totale
metro equivalente. Per anodi appoggiati di forma compatta, la di protezione per il consumo anodico per la durata). Dopo la
resistenza è data dalla formula empirica Ra⫽rⲐ(a⫹b), dove a scelta di un anodo (massa e dimensioni) si verifica la capacità
e b sono le dimensioni dell’anodo (lunghezza e larghezza). di erogazione sia nelle fasi iniziali sia alla fine della vita di
Il lavoro motore DE è dato dalla differenza tra Ea poten- progetto. Se la verifica non è soddisfacente si ripete il calcolo
ziale pratico dell’anodo, detto anche potenziale di lavoro, ed con un anodo diverso.
Ec, il potenziale di protezione. Per esempio, per strutture di
acciaio, il lavoro motore DE assume un valore di 250 mV con Sistemi a corrente impressa
anodi di zinco, di 300 mV con quelli di alluminio e di 800 mV Nei sistemi a corrente impressa, la corrente è fornita da un
con anodi di magnesio. Nella tab. 10 sono indicati i tipi di anodo generatore esterno di corrente continua, mediante un disper-
da impiegare in funzione della resistività dell’ambiente. sore che è in grado di erogare corrente nell’ambiente.
Nelle applicazioni nei terreni, si utilizza un letto di posa Materiali anodici. Lo scambio di corrente tra dispersore
in modo da creare le migliori condizioni per il funzionamen- e ambiente avviene attraverso una reazione anodica, che dipen-
to dell’anodo, impedendone la passivazione (per esempio, gli de dal materiale anodico e dall’ambiente. Per esempio, nel
anodi di zinco si possono passivare in presenza di solfuri, quel- caso di anodi di acciaio al carbonio, la reazione anodica è quel-
li di alluminio in tutti gli ambienti che non contengono cloru- la di dissoluzione del ferro, con consumo dell’anodo; per gli
ri) e mantenendo bassa la resistività intorno all’anodo. Una anodi cosiddetti insolubili, realizzati con il titanio platinato,
composizione tipica è una miscela di gesso, bentonite e solfa- la grafite, ecc., le reazioni possono sviluppare ossigeno o cloro
to di sodio, nel rapporto (in peso) di 70:20:10. a seconda dell’ambiente e della densità di corrente di eroga-
Dal punto di vista economico le leghe di alluminio sono zione. Nella tab. 11 sono riportati le composizioni commer-
quelle più convenienti; infatti, il costo per produrre la stessa ciali, i consumi e le condizioni di lavoro dei principali mate-
carica, tenendo conto del consumo pratico e del costo medio riali anodici.
per unità di massa, posto 100 per leghe di Al, è 300 per leghe Tensione di alimentazione. Poiché è impiegato un genera-
di Zn e 750 per leghe di Mg. tore di corrente, la progettazione deve innanzi tutto riguarda-
Calcolo del numero di anodi. Per la protezione di una strut- re il calcolo della minima tensione di alimentazione, la quale,
tura è necessario stabilire non solo il tipo di materiale anodico da considerazioni elettriche ed elettrochimiche, è pari alla cosid-
detta tensione di cella, data da Vmin⫽y*⫹IRtot dove I è la cor-
rente totale di protezione che circola nel circuito elettrico, ed
tab. 10. Anodi galvanici per acque naturali e terreni è un dato di progetto; Rtot è la resistenza totale del circuito (cal-
al variare della resistività colata o imposta); y* rappresenta la somma dei contributi ter-
modinamici e cinetici delle reazioni elettrodiche, trascurabile
Resistività (W⭈m) se si usano anodi solubili di ferro, ma che è pari a 2-3 V nel
Materiale anodico caso di anodi inerti.
Acque Terreni
Tipi di dispersori. In acqua di mare e all’interno delle appa-
Alluminio Fino a 1,5 Non usato recchiature, gli anodi sono impiegati senza alcun letto di posa,
cioè esponendo il materiale anodico direttamente all’ambien-
Con backfill te. Gli anodi possono avere forme diverse a seconda delle esi-
Zinco Fino a 5
fino a 15 genze particolari, soprattutto per le apparecchiature; in questi
Magnesio Oltre 5 Non usato casi il disegno della struttura anodica è condizionato, oltre che
dalle esigenze di erogazione di corrente, da considerazioni di
Magnesio (⫺1,5 V CSE) tipo meccanico, per esempio il tipo di fissaggio alla struttura.
Fino a 40
con backfill Nei terreni, invece, il dimensionamento del dispersore è
Magnesio (⫺1,7 V CSE)
determinato in primo luogo dall’esigenza di ottenere una bassa
Fino a 40-60 resistenza anodica, in genere inferiore a 2 W, anche in rela-
con backfill
zione ai limiti imposti, per ragioni di sicurezza, alla tensione

516 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


CONTROLLO DELLA CORROSIONE E SCELTA DEI MATERIALI

tab. 11. Principali materiali anodici per protezione catodica a corrente impressa e loro impiego
(Lazzari e Pedeferri, 2006)

Descrizione Impiego e densità di corrente anodica (A/m2)


Materiale anodico
e composizione Terreno Acqua dolce Acqua di mare Fango marino
Ferro Acciaio o ghisa 5 NR NR NR

Grafite impregnata con olio, resine


Grafite 2,5/10* 2,5 20 2,5
o cera

Ghisa in getti con 14% Si, 0,75% Mn,


Ferro-silicio 10* 10 NR NR
0,95% C

Ghisa come sopra con l’aggiunta


Ferro-silicio-cromo 10* 10 15 NR
di 4,5% Cr

Piombo-argento Pb con 2% Ag NR NR 32-65 NR

Piombo-argento-
Pb, 1% Ag, 6% Sb NR NR 50-200 NR
antimonio

Magnetite Fe3O4 non stechiometrico 20 20 60 20

Deposito di platino o sue leghe,


Platino su Ti 100* 150 500 NR
su titanio

Deposito di platino-niobio
Platino su Nb 100* 150 500 NR
come metallo base

Anodi Polimeri caricati o rivestiti


0,5 0,5 NR NR
a supporto plastico da uno strato conduttivo

Deposito di miscele di ossidi di metalli


Titanio attivato MMO 50/100* 150 600 100
nobili su titanio come metallo base

NR, Non Raccomandato; *, con backfill di carbon coke

di alimentazione, che di norma non deve superare il valore di Protezione anodica


50 V. Per conseguire questo obiettivo, si ricorre all’impiego di Si applica solo ai materiali con comportamento attivo-passi-
letti di posa (backfills), costituiti da polvere di carbone, allo vo e si realizza inviando una corrente dal metallo alla soluzione
scopo di aumentare le effettive dimensioni del dispersore e (corrente anodica) mediante un catodo con un sistema a corren-
quindi diminuirne la resistenza. In pratica, nei terreni, si uti- te impressa che mantiene il potenziale costante (condizioni poten-
lizzano tre tipologie di dispersori: orizzontale, verticale super- ziostatiche). La corrente provoca un aumento del potenziale del
ficiale (o a pettine), verticale profondo. Nel medesimo disper- metallo e un iniziale aumento della velocità di corrosione finché
sore possono essere collocati uno o più anodi, sulla base di due superata la densità di corrente di passivazione il materiale si pas-
requisiti: la durata e la resistenza. siva e la corrente anodica crolla al valore della densità di corrente
Schema di calcolo. Il dimensionamento ha lo scopo di di passività. In queste condizioni il materiale è passivo e tale rima-
fornire tipo e dimensioni dei dispersori e caratteristiche del- ne finché il potenziale è mantenuto all’interno dell’intervallo di
l’alimentatore. Spesso, condizioni esterne impongono la solu- passività. Tipiche applicazioni della protezione anodica sono la
zione tecnica da adottare: per esempio, per quanto riguarda protezione dell’acciaio al carbonio in acido solforico e soluzio-
il tipo di dispersore, in aree urbane è preferibile impiegare ni ammoniacali, degli acciai inossidabili in acido solforico, misce-
dispersori verticali profondi, che non richiedono permessi le di acido solforico e nitrico, acido fosforico, soda, e del titanio
di uso di aree. La procedura generale di calcolo prevede in in soluzioni di cloruro di idrogeno. Nella tab. 12 sono riportate
primo luogo il calcolo della corrente di protezione (con il le condizioni operative della protezione anodica in alcuni ambien-
metodo dell’attenuazione, se trattasi di tubazioni, o come ti. A differenza della protezione catodica, la protezione anodica
prodotto della superficie totale da proteggere per la densità è realizzata con uno speciale alimentatore, detto potenziostato,
di corrente di protezione); quindi la scelta del dispersore e in grado di mantenere costante il potenziale del metallo. Altra
il calcolo della resistenza totale Rtot come somma della resi- peculiarità è l’elevata densità di corrente iniziale richiesta per
stenza verso terra Ra (resistenza anodica, per esempio median- instaurare la passività e la densità di corrente di passività che è
te la formula di Dwight) e delle resistenze dei conduttori molto più piccola, anche di alcuni ordini di grandezza. Ciò porta
(anodici e catodici). Prevede inoltre il calcolo della tensio- alla necessità di disporre di elevate potenze iniziali del sistema
ne minima di alimentazione V⫽IRtot⫹y*, dove y* è il con- di alimentazione, non necessarie durante l’esercizio. Per evitare
tributo termodinamico e I è la corrente di protezione massi- eccessivi sovradimensionamenti del sistema, spesso si adotta la
ma richiesta, e infine la verifica dell’erogazione anodica e tecnica della passivazione parziale e progressiva, per esempio
della durata degli anodi. durante il graduale riempimento dei serbatoi.

VOLUME V / STRUMENTI 517


MATERIALI

tab. 12. Variabili operative per la protezione anodica di materiali diversi in diverse condizioni ambientali
(Riggs e Locke, 1981; Lazzari e Pedeferri, 2006)

Temperatura Ddc critica Ddc di passività


Materiale Ambiente
(°C) (mA/m2) (mA/m2)
H3PO4 (115%) 24 0,15 1,5
H3PO4 82 0,3 1,5
H3PO4 177 650 22.000
HNO3 (80%) 24 25 310
AISI 304
HNO3 82 120 3.100
H2SO4 (67%) 24 5.100 930
H2SO4 82 46 2.900
NaOH (50%) 25 9 4,4
H3PO4 (75-80%) 104 – 140.000
H3PO4 121 – 350.000
H3PO4 135 – 440.000
AISI 316 H2SO4 (67%) 24 5.000 100
H2SO4 66 40.000 300
H2SO4 93 110.000 900
Oleum 25 1,1 44⭈106
H2SO4 (96%) 27 – 1,1⭈104
Acciaio al C H2SO4 49 – 1,2⭈105
H2SO4 93 – 1,1⭈106
Lega 20 H2SO4 (50%) 120 – 1⭈104
Titanio H2SO4 (40%) 60 200 200

DDC, Densità Di Corrente

9.2.3 Materiali metallici basano su: a) dimensione del grano cristallino; b) soluzioni
solide; c) precipitati dispersi nel reticolo; d ) incrudimento. La
Struttura e proprietà diminuzione della dimensione del grano cristallino determi-
I metalli sono solidi costituiti da atomi disposti in modo na l’aumento dei bordi di grano che agiscono da efficace osta-
regolare nel reticolo cristallino che ripete una unità elemen- colo al movimento delle dislocazioni. L’incremento della resi-
tare. Le forze di legame che tengono insieme gli atomi nel stenza meccanica è inversamente proporzionale alla radice qua-
reticolo cristallino costituiscono il legame metallico, caratte- drata della dimensione del grano (legge di Hall-Petch). Le
rizzato da una energia di legame piuttosto elevata (da 100 a soluzioni solide sono ottenute sostituendo alcuni atomi del reti-
800 kJ/mol) e dalla presenza di elettroni mobili che conferi- colo cristallino con altri metalli. Si possono avere tre situazioni:
scono ottime proprietà di conducibilità elettrica e termica. Il
reticolo cristallino dei metalli può essere (fig. 3): Cubico a
Corpo Centrato (CCC), Cubico a Facce Centrate (CFC) ed
Esagonale Compatto (EC). I metalli sono costituiti da tanti
grani cristallini, ciascuno dei quali è un reticolo ordinato, sepa- CFC
rati dal bordo di grano. Il tipo di reticolo cristallino e la forza Cubico Facce
Centrate
di legame (che è tanto più elevata quanto più alta è la tempe-
ratura di fusione) determinano le proprietà meccaniche del
metallo, quali resistenza a trazione, duttilità e tenacità. In gene-
rale, la resistenza a trazione segue la sequenza CCC⬎EC⬎CFC,
mentre la duttilità segue un ordine pressoché inverso
CFC⬎CCC⬎EC. Le proprietà meccaniche, oltre alla struttu- EC
ra cristallina, sono fortemente influenzate dalla capacità di Esagonale
bloccare il movimento dei difetti lineari presenti nel reticolo Compatto
cristallino, detti dislocazioni, cosicché un metallo è duttile
quando le dislocazioni si possono muovere liberamente (per
esempio, nei metalli con struttura CFC, come il rame, l’allu-
minio, gli acciai inossidabili austenitici) mentre diventa fra-
gile quando le dislocazioni sono bloccate (per esempio, nei
CCC
metalli con struttura CCC in presenza di precipitati, come Cubico Corpo
accade negli acciai temprati). Il miglioramento delle caratte- Centrato
ristiche di resistenza si attua attraverso i cosiddetti meccani-
smi di rafforzamento che hanno in comune l’attuazione del
blocco delle dislocazioni. Di tali meccanismi, i principali si fig. 3. Tipi di reticolo cristallino dei metalli.

518 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


CONTROLLO DELLA CORROSIONE E SCELTA DEI MATERIALI

l’atomo sostituzionale ha la stessa dimensione dell’atomo con tenore di Mn dell’1,6-1,9%). Gli acciai bassolegati sono:
sostituito, oppure è più grande o più piccolo. Nel primo caso 40XX acciai al C con Mo (Mo 0,2-0,3%); 41XX acciai al C
le proprietà meccaniche rimangono invariate, mentre negli con Cr-Mo (Cr 0,8-1,2%; Mo 0,15-0,25%); 43XX acciai al C
altri due casi aumentano in quanto il reticolo cristallino risul- con Ni-Cr-Mo (Ni 1,6-2,0%; Cr 0,8-1,2%; Mo 0,15-0,25%).
ta distorto, creando un ostacolo al movimento delle disloca- La classificazione API (American Petroleum Institute) desi-
zioni. I precipitati ottenuti attraverso i trattamenti termici costi- gna gli acciai secondo l’impiego. Per esempio, gli acciai per
tuiscono degli ottimi ostacoli al movimento delle dislocazio- tubazioni sono designati con la sigla API 5L XYY dove YY è
ni, soprattutto quando sono molto fini e dispersi. L’incrudimento il carico di snervamento in kpsi, per esempio, API 5L X42; gli
è ottenuto per deformazione plastica a freddo, che produce un acciai per pozzi petroliferi sono designati con la sigla API grade
aumento considerevole del numero di dislocazioni presenti simbolo XX dove XX è il carico di snervamento in kpsi, per
nei grani, i quali finiscono con l’ostacolarsi a vicenda. In gene- esempio, API L80. Sono usate anche le classificazioni ASTM
rale, l’aumento della resistenza a trazione mediante i mecca- (American Society for Testing and Materials) e ASME (Ameri-
nismi di rafforzamento è accompagnato da una diminuzione can Society of Mechanical Engineers) e la classificazione uni-
della duttilità e della tenacità. ficata UNS (ASTM E527, 1983).
Le proprietà meccaniche sono determinate mediante le Una proprietà importante degli acciai al carbonio bassole-
prove meccaniche: a) la prova di trazione per determinare la gati è la saldabilità, cioè la facilità con cui possono essere sot-
resistenza a trazione (carico di snervamento e carico di rottu- toposti a processo di saldatura senza effetti secondari, quali la
ra), la duttilità e il modulo elastico; b) la prova di durezza per formazione di cricche e la variazione della microstruttura. La
la misura della durezza che è in relazione al carico di rottura; saldabilità è data dal Carbonio Equivalente (CE) definito dalla
c) la prova di resilienza o impact test per la misura della resi- composizione dell’acciaio mediante la formula:
stenza agli urti che è in relazione alla tenacità; d ) la prova di Mn Cr + Mo + V Ni + Cu
meccanica della frattura per la determinazione della tenacità [9] CE = C + + +
a frattura. 6 5 15
dove i simboli indicano il tenore percentuale degli elementi.
Acciai al carbonio e bassolegati Per garantire una buona saldabiltà di un acciaio, il CE deve
Gli acciai sono leghe ferro-carbonio con l’aggiunta di altri essere inferiore a 0,45.
elementi in tenore inferiore al 5% che hanno struttura CCC.
Gli acciai al carbonio sono essenzialmente costituiti da Fe-C Acciai legati e acciai inossidabili
(il contenuto di carbonio è inferiore allo 0,8%) con la presen- Gli acciai legati sono leghe di ferro con l’aggiunta di altri
za di Si, Al e Mn. L’aumento della resistenza meccanica è otte- elementi in tenore superiore al 5%. La struttura degli acciai
nuto sia attraverso l’aumento del contenuto di carbonio e di legati dipende dalla composizione e può essere sia a CCC sia
manganese sia mediante i trattamenti termici (ricottura, nor- a CFC. Gli acciai inossidabili sono acciai legati con un teno-
malizzazione, tempra-rinvenimento). Questi hanno lo scopo di re minimo di Cr pari al 12%. Questo tenore è quello minimo
ottenere una microstruttura fine di tipo ferritico-perlitico o bai- per conferire all’acciaio la proprietà di inossidabilità, cioè la
nitico che conferisce elevate caratteristiche meccaniche all’ac- capacità di ricoprirsi di un ossido aderente e protettivo. L’ag-
ciaio e buona tenacità. giunta di altri elementi (per esempio, Ni) permette di miglio-
Gli acciai bassolegati contengono, oltre a C, Si, Al e Mn, rare altre proprietà quali la resistenza meccanica e la dutti-
altri elementi, quali Cr, Ni, Mo in tenori inferiori al 5% e V, lità. La struttura e il tipo di acciaio inossidabile ottenuto in
Nb e W in tenori molto bassi, elementi che mediante appro- base alla composizione sono dati dal diagramma di Schaef-
priati trattamenti termici conferiscono agli acciai proprietà di fler (fig. 4). Gli acciai ferritici e martensitici hanno elevate
elevata resistenza meccanica associata a elevata tenacità. caratteristiche meccaniche ma bassa duttilità; quelli auste-
Gli acciai sono classificati in base alla composizione chi- nitici possiedono una elevata duttilità. Gli acciai inossidabi-
mica o alle caratteristiche meccaniche o all’impiego. La clas- li duplex hanno struttura mista austenitico-ferritica e le miglio-
sificazione europea (UNI-CEN) designa gli acciai in base alle ri proprietà meccaniche e di resistenza alla corrosione.
caratteristiche meccaniche con la sigla FeXXX dove XXX è il
carico di rottura in MPa (per esempio, Fe510 è un acciaio al
carbonio con carico di rottura di 510 MPa); oppure in base alla
25
composizione chimica con la sigla CXX per acciai al carbonio
(XX⫽100⫻% C; per esempio, C20 è un acciaio al carbonio con austenite
tenore di carbonio di 0,2%). Gli acciai bassolegati sono desi- 20 50%
AISI 304
gnati con la sigla XX-elementi-Y (dove il tenore di carbonio C duplex
è XX/100 e il tenore degli altri elementi è dato, in percentuale 15
decrescente, da Y/costante, dove tale costante vale: 4 per Ni,
Cr, Mn, Si, Co, W; 10 per Al, Mo, Nb, Ti, Cu, V; 100 per N, P, 10
S; 1.000 per B (per esempio, 40NiCrMo4 è un acciaio basso- martensite
legato contenente 0,4% C, 1% Ni e Cr e Mo in tenori inferio- 5
ferrite
ri all’1%; 30CrAlMo510 è un acciaio bassolegato contenente
0,3% C, 1,25% Cr, 1% Al e Mo in tenori inferiori all’1%). 10 20 30
La classificazione AISI (American Iron and Steel Institute)
prevede una sigla di 4 numeri NNXX dove XX⫽100⫻% C. Il
numero NN rappresenta la classe di acciaio, per esempio, gli fig. 4. Diagramma di Schaeffler per la definizione
acciai al carbonio sono designati dalle serie 10XX, 11XX (con della microstruttura degli acciai inossidabili in base
specificato lo S), 12XX (con specificato il P), 13XX (acciai alla composizione.

VOLUME V / STRUMENTI 519


MATERIALI

Gli acciai inossidabili sono classificati in base alla com- pronunciati si verificano anche ad alte temperature, quando
posizione chimica o alla struttura. La classificazione europea si superano le temperature di rottura della scaglia di ossido
designa gli acciai inossidabili in base alla composizione chi- formato a caldo.
mica con la sigla: X (100⫻% C) CrNi (%%) (per esempio, Subiscono assottigliamento gli acciai esposti alle ceneri
X10CrNi18-8 è l’acciaio inossidabile austenitico 18-8 con teno- che si producono nella combustione di carbone e idrocarburi
re di carbonio 0,1%, di cromo 18% e di nichel 8%). La classi- ad alto tenore di zolfo, sodio e vanadio, quando la temperatu-
ficazione AISI si basa sulla struttura dell’acciaio e prevede una ra del metallo supera 500 °C (per esempio, tubi surriscaldato-
sigla con 3 numeri. La serie 200 comprende gli austenitici al ri di vapore, tubi di fornaci, ganci e supporti relativi). Attacchi
Mn; la serie 300 include gli austenitici, per esempio, AISI 304 severi sono possibili anche su leghe altolegate, come per esem-
(18% Cr-8% Ni) e AISI 316 (18% Cr-10% Ni-3%Mo) che sono pio sulla lega 20 (25Cr-20Ni) per la quale l’assottigliamen-
gli acciai inossidabili austenitici più noti; la serie 400 com- to è pari a 0,7 mm/a. Sono resistenti le leghe di Ni tipo 625
prende i ferritici e i martensitici; la serie P-H (Precipitation (0,1 mm/a) e la lega 50Cr-50Ni (0,05 mm/a).
Hardening) comprende gli acciai inossidabili induriti median- Si ha assottigliamento nei fenomeni di erosione-corrosio-
te trattamento termico per precipitazione. ne o di abrasione, che si manifestano con fluidi (liquidi o gas)
in condizioni di velocità elevata, aggravate dalla presenza di
Materiali metallici per alta temperatura quantità rilevanti di solidi. Lo standard API RP14E specifica
La resistenza all’ossidazione a caldo degli acciai aumenta la velocità critica di erosione-corrosione (in assenza di solidi
con il tenore di cromo. Nella tab. 13 sono riassunte le classi di abrasivi in sospensione) per diverse classi di materiali, che
acciai al carbonio, bassolegati e legati, resistenti all’ossida- risulta proporzionale a una costante C caratteristica del metal-
zione a caldo. lo (che vale 40 per il rame, 60 per il cupronichel 70-30, 120
per gli acciai al carbonio, 500 per gli acciai inossidabili).
Meccanismi di rottura dei materiali metallici La velocità di corrosione dei vari tipi di assottigliamento
La scelta dei materiali deve tenere conto dei meccanismi è spesso accettabile (per esempio, 1 mm/a) e si mantiene costan-
di rottura, della possibilità di effettuare i controlli non distrut- te nel tempo purché rimangano costanti le condizioni operati-
tivi, il monitoraggio e le ispezioni, e dell’influenza sulla sicu- ve. Ciò rende possibile sia la previsione dell’avanzamento della
rezza e affidabilità dell’impianto. corrosione, sia il monitoraggio mediante misure di spessore
nei punti dell’impianto ritenuti significativi. In altre parole,
Assottigliamento quando le condizioni operative non variano, l’assottigliamen-
Questo tipo di degrado è caratteristico dei processi corro- to non determina condizioni di criticità improvvise o non pre-
sivi che si instaurano quando liquidi anche debolmente acidi vedibili.
vengono a contatto con superfici metalliche prive di ossidi pro-
tettivi. Il caso più comune riguarda gli acciai al carbonio nei Forature
quali il film di ossido di ferro non assicura una sufficiente pro- Sono tipiche di attacchi di corrosione localizzata che ha
tezione, a causa della porosità e dell’instabilità meccanica. luogo quando si instaurano condizioni di corrosione per macro-
L’assottigliamento è poco frequente con i materiali atti- coppia:
vo-passivi come gli acciai inox che, se messi in opera in mo- • sui materiali attivi: corrosione galvanica (area anodica
do corretto, sono protetti da un film a base di ossido di cromo molto piccola e area catodica molto grande), corrosione
chimicamente resistente, privo di porosità e assai stabile per aerazione differenziale (o sotto deposito), corrosione
meccanicamente. Problemi di assottigliamento più o meno da interferenza elettrica (correnti vaganti);
• sui materiali attivo-passivi: corrosione per pitting, corro-
sione per crevice.
tab. 13. Temperatura di formazione della scaglia La corrosione per pitting assume particolare rilevanza per gli
di acciai usati per impieghi ad alta temperatura acciai inossidabili in presenza di cloruri. Occorre fare molta
attenzione alle condizioni non operative che possono essere
Temperature di formazione di scaglia in aria calda causa di attacchi non previsti. È tipico il caso dei collaudi idrau-
(⬍3 mm/a) lici effettuati con acqua con limitato tenore di cloruri quando
l’acqua non viene completamente scaricata (spesso per negli-
Materiali Temperatura (°C) genza) con possibilità di avere condizioni stagnanti e concen-
Acciaio al C (0,1% C) 480 trazione dei cloruri, che sono le condizioni peggiori per l’in-
nesco del pitting.
5Cr-0,5 Mo 620
Frattura dei materiali
7 Cr-0,5 Mo 650
Può avvenire per ragioni puramente meccaniche soprat-
9 Cr-1,0 Mo 680 tutto nel caso di fratture fragili di acciai a temperatura al di
sotto della temperatura di transizione duttile-fragile, oppure
12 Cr (AISI 410) 760 per fenomeni di fatica. Più spesso ha luogo per tensiocorro-
sione (SCC, Stress Corrosion Cracking; v. cap. 9.1) e per l’in-
27 Cr (AISI 446) 1.030
tervento di corrosione intergranulare, per esempio degli acciai
AISI 304, 321, 347 (18 Cr-8Ni) 900 inossidabili sensibilizzati. In questi casi la frattura avviene
senza preavviso e in modo catastrofico. È necessario pertanto
AISI 316 (18 Cr-10Ni-3 Mo) 900 operare la scelta corretta del materiale in relazione alle condi-
AISI 310 (25 Cr-20 Ni) 1.150 zioni operative, all’ambiente e alle sue variazioni di composi-
zione nel tempo.

520 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


CONTROLLO DELLA CORROSIONE E SCELTA DEI MATERIALI

tab. 14. Acciai usati negli impianti petrolchimici

ASTM A182 ASTM A335 ASTM A387


Designazione Cr (%) Mo (%)
Forgiati Tubi Lamiere
0,5Cr-0,5Mo 0,5-0,8 0,45-0,65 F1 T1 Grado 2
1Cr-0,5Mo 0,8-1,25 0,45-0,65 F12 T12 12
1,25Cr-0,5Mo 1,00-1,50 0,45-0,65 F11 T11 11
2,25Cr-1Mo 1,90-2,60 0,8-1,1 F22 T22 22
3Cr-1Mo 2,65-3,35 0,8-1,1 F3 T3 21
5Cr-0,5Mo 4,00-6,00 0,45-0,65 F5 T5 5
7Cr-0,5Mo 6,00-8,00 0,45-0,65 F7 T7 –
9Cr-1Mo 2,65-3,35 0,9-1,1 F9 T9 –

Scelta dei materiali metallici per pozzi rigonfiamenti e assottigliamenti, mentre l’ossidazione provo-
e impianti petrolchimici ca un generale assottigliamento.

Acciai per elevate temperature Attacco da idrogeno


Per tubi da forno (temperature fino a 650 °C) si impiega- Le atmosfere di idrogeno a temperature superiori a 200 °C
no acciai bassolegati al Cr-Mo. Il Cr migliora la resistenza allo e a pressioni superiori a 7 bar provocano il danneggiamento
scorrimento a caldo (creep) per formazione di carburi disper- da idrogeno con formazione di rigonfiamenti (blister) e decar-
si la cui crescita al di sopra di 500 °C è inibita dalla presenza burazione dell’acciaio (con riduzione delle caratteristiche
del Mo, riducendo la suscettibilità all’infragilimento (detta fra- meccaniche). Gli acciai al Cr-Mo sono resistenti al danneg-
gilità da rinvenimento). I principali acciai sono riassunti nella giamento da idrogeno (stabilità dei carburi). La verifica delle
tab. 14. Gli acciai impiegati a elevata temperatura sono sog- condizioni di resistenza è fatta mediante le curve di Nelson
getti a due fenomeni: lo scorrimento viscoso a caldo e l’ossi- (fig. 5). La formazione di blister e di fessurazioni è dovuta
dazione a caldo. La progettazione è basata sul comportamen- alla produzione di metano per reazione dell’idrogeno con il
to al creep utilizzando il parametro di Larson-Miller dell’ac- carbonio (libero).
ciaio impiegato. La dimensione dei grani cristallini influenza In presenza di attacco acido e di solfuro di idrogeno (H2S)
la resistenza al creep: maggiore è la dimensione del grano e l’idrogeno atomico penetra nel reticolo cristallino del ferro pro-
maggiore è la resistenza al creep (diminuiscono invece le carat- vocando:
teristiche meccaniche e la tenacità). Prevale comunque l’ef- • formazione di cricche (Step Wise Cracking, SWC) o di
fetto della dispersione di precipitati (carburi, nitruri, compo- rigonfiamenti. Questo fenomeno, spesso denominato HIC
sti intermetallici) rispetto alla dimensione del grano. (Hydrogen Induced Cracking), ha luogo per gli acciai al
Instabilità dei carburi. I carburi svolgono un ruolo impor- C-Mn anche in assenza di sforzi di trazione;
tante nel bloccare lo scorrimento viscoso delle dislocazioni • infragilimento da idrogeno sui materiali suscettibili (acciai
impedendo il cross-slip e il climb. Tuttavia possono subire feno- ad alta resistenza) in presenza di sforzi di trazione supe-
meni di sferoidizzazione e di grafitizzazione che ne diminui- riori a una soglia critica.
scono gli effetti. Gli acciai calmati a grano fine subiscono sfe-
roidizzazione a temperature superiori a 485 °C. L’aggiunta di
Cr e Mo stabilizza i carburi. interno superficie
Gli acciai che hanno operato intorno a 450 °C possono
700
manifestare un comportamento fragile a temperatura ambien-
-
te (fragilità da rinvenimento). L’aggiunta del Mo riduce que-
600
sto rischio. -
temperatura (°C)

Gli acciai inox ferritici con Cr⬎13% diventano fragili se 500


operano per tempi lunghi a temperature superiori a 480 °C per -
precipitazione di fase sigma (struttura CCC con contenuto di 400
Cr compreso tra 40 e 60%). Anche gli acciai inox austenitici - -
subiscono la formazione di fase sigma che li rende fragili. AISI 300
309 è particolarmente suscettibile mentre il 304 è praticamente 0,5Mo
immune. La permanenza a temperature comprese fra 550 e 870 200
°C provoca la sensibilizzazione degli inossidabili austenitici acciaio al carbonio
con precipitazione dei carburi al bordo di grano (e successiva 50 100
corrosione intergranulare). pressione parziale pH2 (bar)
Surriscaldamenti. Possono portare a rotture per creep loca-
lizzato, modifica microstrutturale e ossidazione accelerata. I fig. 5. Curve di Nelson per gli acciai bassolegati
primi due meccanismi provocano deformazione plastica con in atmosfera di idrogeno (Graver, 1985).

VOLUME V / STRUMENTI 521


MATERIALI

Corrosione da acidi naftenici


In presenza di acidi organici nel greggio, in particolare quel-
li con struttura naftenica, gli acciai al carbonio e bassolegati
150 subiscono corrosione a temperature comprese tra 200 e 400 °C
acciai inossidabili con un massimo a 275 °C (Corrosion […], 1998). L’attacco di
e leghe di Ni
corrosione è spesso associato a fenomeni di erosione-corrosio-
temperatura (°C)

ne per elevata turbolenza. Il meccanismo di corrosione impli-


ca la formazione di complessi del ferro con gli acidi organici.
L’acciaio al carbonio va bene a temperature inferiori a 220
100 °C; per temperature superiori si ricorre a materiali resistenti
come ghise e acciai al Cr-Mo con tenore di cromo fino al 12%
Cr. In caso di attacchi severi è necessario ricorrere agli acciai
inossidabili del tipo AISI 316 309 e 310; l’AISI 304 e i suoi
derivati offrono minore resistenza. Monel Inconel e Hastelloy
50 B sono idonei ma occorre fare attenzione alla presenza di S e
di suoi composti organici.
acciai al carbonio

0 25 50
NaOH (%) Bibliografia generale

fig. 6. Mappe di isocorrosione per la scelta dei materiali API (American Petroleum Institute) (1991) Design and installation of
in soluzioni alcaline (Graver, 1985). offshore production platform piping system, API RP14-E.
Bennet L.H. et al. (1978) Economic effects of metallic corrosion in
the United States, Washington (D.C.), NBS, 511, 1-3.
SCC in soda e ambienti alcalini EFC (European Federation of Corrosion) (2002) Guidance on materials
L’acciaio al carbonio soffre di SCC, secondo il meccani- requirements for corrosion resistant alloys exposed to H2S in oil
and gas production, London, The Institute of Materials, 17.
smo di dissoluzione anodica, in ambienti fortemente alcalini
(pH⬎12) quando lo sforzo è prossimo al limite di snervamento
e le temperature sono superiori a 50 °C. Anche gli acciai inos-
sidabili, Monel e leghe di Ni sono suscettibili di SCC in soda Bibliografia citata
ad alta temperatura se sottoposti a sforzi elevati. La scelta dei
materiali è basata su mappe di utilizzazione, come quella rap- ASTM (American Society for Testing and Materials) (1983) Standard
presentata nella fig. 6. practice for numbering metals and alloys (UNS), 10 May, ASTM
E527.
Corrosione da S/H2S Bertolini L. et al. (2004) Corrosion of steel in concrete. Prevention,
Gli acciai usati nei processi di raffinazione del petrolio diagnosis, repair, Weinheim, John Wiley-VCH.
subiscono severi attacchi di corrosione a temperature superio- Bianchi G., Mazza F. (1989) Corrosione e protezione dei metalli,
Milano, Masson Italia.
ri a 260 °C quando il contenuto di zolfo (come zolfo elemen-
tare, nell’H2S e nei mercaptani) è elevato. L’entità dell’attac- Corrosion in the oil refining industry. Proceedings of the National
Association of Corrosion Engineers conference (1998), Phoenix
co dipende dal contenuto di zolfo, dalla temperatura e dalla
(AZ), 17-18 September.
presenza di idrogeno gassoso.
Eni-Agip (1994) Costo della corrosione in Agip, Rapporto interno Eni,
A temperature superiori a 150 °C, le miscele di idrogeno Divisione Agip, Unità CORM.
e composti di zolfo portano alla formazione di H2S che diven-
Graver D.L. (edited by) (1985) Corrosion data survey, Houston (TX),
ta significativa oltre 260 °C con un massimo a 370 °C. L’ac- NACE.
ciaio al C mostra scarsa resistenza, ma l’aggiunta di Cr miglio- Lazzari L., Pedeferri P. (2006) Cathodic protection, Milano,
ra la resistenza all’attacco: per es., a 370 °C, per pressioni par- Polipress.
ziali di H2S superiori a 1 bar, l’acciaio al carbonio mostra una Munger C.G. (1999) Corrosion prevention by protective coatings,
velocità di corrosione pari a 3 mm/a; il 5Cr-0,5Mo di 2 mm/a; Houston (TX), NACE, Item 37507.
il 7Cr-0,5Mo di 1 mm/a; il 9Cr-0,5Mo di 0,5 mm/a; il 12Cr e NACE (National Association of Corrosion Engineers) (2002) Cost of
il 18Cr di 0,1 mm/a. La resistenza a corrosione dipende dalla corrosion study unveiled. Supplement to materials performance,
formazione di solfuro protettivo che risulta più efficace all’au- Houston (TX), NACE, 1-12.
mentare del tenore di Cr. Pedeferri P. (2007) Corrosione e protezione dei materiali metallici,
Milano, Polipress, 2v.
Corrosione da H2/H2S Riggs O.L., Locke C.E. (1981) Anodic protection. Theory and practice
In presenza di atmosfere di H2/H2S gli acciai al Cr-Mo in the prevention of corrosion, New York, Plenum Press.
non resistono a temperature superiori a 315 °C. È necessa-
rio impiegare acciai inossidabili austenitici ‘calorizzati’, Luciano Lazzari
cioè con la superficie arricchita di Al, del tipo AISI 304 Dipartimento di Chimica, Materiali e
(18Cr-8Ni), 316 (18Cr-10Ni) o superaustenitico (20Cr-32Ni) Ingegneria chimica ‘Giulio Natta’
che subisce una velocità di corrosione inferiore a 0,25 mm/a Politecnico di Milano
a 500 °C. Milano, Italia

522 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI

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