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Questa volta voglio parlarvi del metodo di allenamento Heavy Duty. E’ un metodo volto ad
ottenere la più proficua crescita muscolare nell’ambito del Body Building. Eh sì, amici miei,
per questa volta il Model Trainer curerà un argomento squisitamente culturistico, che
comunque potrà esser utilizzato da ragazzi immagine in particolari e temporanei cicli. E’ un
metodo prettamente maschile, ma non mancherò in questa sede di citare anche un esempio
di routine per ragazze, qualora una lettrice sia interessata. Ma farò di più. In coda lascerò
alcuni esempi di cicli farmacologici, questa volta per body builder quindi, che ben si sposano
con l’Heavy Duty. Ma di che cosa Vi sta parlando Ivan Mercolini questa volta?
Beh, chi ha una certa età, conosce certamente almeno per sentito dire questa pratica e il suo
autore: Mike Mentzer. In omaggio alla sua scomparsa persona e ad un metodo che mai ho
abbandonato, eccoVi il mio nuovo saggio che, come sempre, Vi condurrà per mano in un
percorso che non sarà breve. Non mancheranno i camei, finestre aperte verso altri rami della
cultura, dalla poesia, alla filosofia, all’animazione, alla medianità. Chi vorrà approfondire, chi
vorrà maturare, non dovrà fare altro che aprire la finestra che preferisce.
Ancora una nota introduttiva: essendo un protocollo molto intenso quello suggerito, mai
come in questo caso è necessario assicurarsi di godere di un sistema cardiovascolare
assolutamente sano. E’ quindi controindicato tout court per ipertesi. Soggetti che posseggono
altre patologie dovranno prima valutare con il proprio professionista l’idoneità a svolgere i
workouts suggeriti. Buona lettura.
Per ottenere il massimo stimolo ipertrofico bisogna sviluppare massima intensità in ridotto
volume, lasciando poi diversi giorni di riposo al muscolo e all’organismo per recuperare e
sovracompensare. Poichè, quindi, è necessario sviluppare forti tensioni, è chiaro che l’HEAVY
DUTY non è rivolto a principianti. E’ prerogativa di un novello pesista apprendere prima i
corretti movimenti, le coordinazioni e abituarsi lentamente all’esecuzione delle ripetizioni,
sviluppando gradualmente maggiori intensità. Ritengo che non si possa parlare di metodo
Mentzer prima di almeno 12-18 mesi di pratica in sala pesi. Si demanda comunque al
Personal Trainer valutare lo stato di avanzamento dell’allievo e la sua possibilità di entrare nel
vivo dell’allenamento ipertrofico.
Dunque, parliamo di intensità. Un concetto assolutamente non chiaro visto come si allenano
diversi pesisti e, ahimè, spesso e volentieri parecchi istruttori. E per capire intensità bisogna
prima aver ben chiara la corretta esecuzione di una serie. Una serie va eseguita mantenendo
sempre il muscolo in tensione. Quindi, tra una ripetizione e l’altra, non devono esserci punti
morti, punti di riposo. Attenzione, perchè questo è importante.
Una ripetizione prevede:
Poi bisogna passare alla ripetizione successiva ASSOLUTAMENTE senza tempi morti di riposo.
Il muscolo tra una ripetizione e l’altra e all’interno della ripetizione stessa deve sempre
rimanere sotto tensione. L’escursione del movimento deve essere la più ampia possibile, ma
non deve arrivare ad angoli/punti morti. Il range dev'essere tale da lasciare sempre e
comunque le fibre in tensione, seppur minima all’estremo. Concetto che non viene mai
rispettato. Quante volte vedo eseguire il bench press facendo rimbalzare il bilanciere sullo
sterno per prendere slancio, riposando poi un paio di secondi a braccia tese nella fase più
alta. Quante volte vedo eseguire le aperture laterali annullando la fase negativa lasciando
letteralemente cadere i manubri per poi “lanciarli” in alto dandosi una spinta con gambe e
schiena. Quante volte le trazioni al pulley verticale mani in supinazione eseguito estendendo
l’anca. Potrei andare avanti a lungo.
Eh sì, amici, un’infinità di sciocchi cheats sin dalla prima ripetizione, volti a far credere di
essere forti, di essere avanzati, sollevando carichi elevati ben al di sopra delle proprie reali
possibilità.
Ma non è con il folklore che si ottengono risultati, a maggior ragione se si pensa che
l’obiettivo in genere non è far vedere quanto si è forti, ma modellare un corpo ipertrofico e
successivamente definito. Come luogo, la palestra sia il mezzo e non il fine.
Un cenno, prima di proseguire, alla respirazione: inspirazione in fase eccentrica, espirazione
in fase concentrica, espirazione totale e contrazione in picco isometrico.
Ora, abbiamo appreso come deve essere eseguita ogni ripetizione e come questa deve
collocarsi all’interno della serie.
Parliamo ora della serie. Secondo Mentzer questa dev'essere composta da 6-8 ripetizioni,
sufficienti a stimolare tutte le componenti del muscolo. Ricordo che per altri autori come
Hatfield, e anche per diverse moderne federazioni di fitness, il muscolo per raggiungere la
massima ipertrofia deve esser stimolato alternativamente con ripetizioni medio basse (6-8) e
medio alte (12-15), in una miscellanea che varia a seconda delle scuole. Ebbene, per Mentzer
le 6-8 ripetizioni sono sufficienti a stimolare tutte le componenti ipertrofizzanti.
Per Hatfield ogni due-tre sedute per gruppo muscolare a 6-8 ripetizioni, andrebbe effettuata
una seduta a 12-15.
Più avanti, nell’illustrarVi le schede di esempio, Vi mostrerò il mio parere.
Sei/otto ripetizioni significa che intorno alla sesta o ottava ripetizione (ribadisco: eseguite
senza mai perdere tensione, con movimento controllato e con i tempi citati pocanzi) dovrete
raggiungere almeno il cedimento positivo. Per l’HEAVY DUTY questo è ancora più essenziale
che per gli altri metodi (anche se poi, in verità, per l’ipertrofia altri metodi non esistono; che
poi lo si voglia chiamare HEAVY DUTY o BIIO o sistema McROBERT, le leggi sono uguali per
tutti, almeno in fisiologia). Dirò di più: dovrete enfatizzare questo cedimento cercando di
applicare metodi quali pre-affaticamento, burns, forzate. I tempi di recupero fra le serie,
eccezion fatta ovviamente per i supersets, saranno di 3-5 minuti (il tempo per il recupero del
debito di ossigeno a breve termine).
Passiamo a considerare la frequenza di allenamento. Tra un workout e l’altro devono esserci
ALMENO due giorni di riposo, anche se si allenano gruppi muscolari diversi. Tali giorni di
recupero aumenteranno una volta raggiunto lo stallo, sino a 3-4 giorni di recupero tra una
seduta di allenamento e l’altra. In casi estremi si può arrivare a sei giorni di riposo tra un
allenamento e l’altro. Questo in particolare se si ha una vita lavorativa frenetica, famiglia, e
tempi di sonno brevi.
Secondo Mentzer non vi sono limiti alla crescita muscolare. Il mio parere è diverso e meno
ottimista, soprattutto se parliamo di natural. E’ vero: partite con un allenamento intervallato
da due giorni di riposo. Aumenterete visibilmente di forza e di volume. Quando raggiungerete
lo stallo, aumentate i giorni di recupero in ragione di un dì in più. Aumenterete probabilmente
ancora di volume e forza. Raggiunto di nuovo lo stallo, aumentate ancora i giorni di riposo e,
al posto del superset con preaffaticamento, eseguite solo la serie multiarticolare. Se così
facendo aumenterete ancora, bene, proseguite così, se invece avrete un calo, vuol dire che
avevate raggiunto il vostro massimo fisiologico. Passate quindi alla definizione. Eh sì....
perchè il corpo umano natural pone dei limiti alla sua crescita, per cause endocrine e
fisiologiche troppo articolate per essere espresse in questa sede. Ne uscirebbe un altro
articolo ancora. Vi rimando alle altre pagine del sito per approfondimenti. Vedremo questi
giorni di riposo esemplificati nei capitoli successivi, in schede da me elaborate.
Prima di proseguire con la trattazione, mi sembra opportuno chiarire cosa significa “giungere
al cedimento” e quali sono in sintesi i tre metodi per intensificare sopra citati.
Vengo ora al sodo. Passo a stilare alcune schede di esempio da me progettate. Nei superset,
abbiate l’accortezza di preparare/caricare prima i dischi sulla strumentazione del secondo
esercizio, in modo da non dover perdere tempo (altrimenti che superserie sarebbe?). Il carico
del secondo esercizio sarà circa il 40% in meno rispetto a quando lo eseguite da solo, a causa
del preaffaticamento. Regolatevi di conseguenza e tenete il solito diario di allenamento per le
sedute successive.
Tempo di riposo tra le serie: 3-5 minuti (eccezion fatta per i super set dove chiaramente i
tempi di riposo sono nulli). Tempo di riposo tra una seduta di allenamento e l’altra: due
giorni, a incrementare secondo le direttive espresse prima. La successione di allenamento è
ABCB, ovvero dopo un allenamento A segue il B e dopo un allenamento C risegue il B e poi si
riparte da capo.
→A
1. Croci su panca piana 1x6 + 2 forzate (o burns se siete soli) in superserie con
2. Bench press inclinato 1x8 + 2 forzate
1. Stacchi da terra a gambe tese con shrug 1x8 + 2 mezze ripetizioni a bruciare
→B
Breve riscaldamento generale e specifico
1. Legs Extension 1x6 + 2 forzate (oppure sempre burns se siete soli) in superserie
con
2. Squat (oppure pressa 45°) 1x8 + 2 forzate
1. Calf raise seduto (oppure in piedi o alternato tra una seduta e l’altra) 1 x 12 + 2
forzate
→C
1. Spinte alle parallele presa stretta busto eretto (per tricipiti) 1 x 8 + 2 forzate
Nota: circa l’esecuzione del crunch ho già scritto nei miei precedenti articoli.
La progressione nel tempo - in termini di frequenza - di questo protocollo è esplicata nel
capitolo precedente DENTRO IL METODO.
SCHEDA PER LUI divisa in A-B
Questa scheda è adatta per chi ha tempi di recupero e sovracompensazione molto lunghi e si
trova quindi a dover ridurre il volume e la frequenza al minimo (fino ad un allenamento ogni
sei giorni di riposo, dicevamo).
→A
1. Stacchi da terra a gambe tese con shrug 1x8 + 2 mezze ripetizioni a bruciare
→B
1. Calf raise seduto (oppure in piedi o alternato tra una seduta e l’altra) 1 x 12 + 2
forzate
Defaticamento
Si noti quindi che il volume e la frequenza sono davvero ridotte all’osso. Per entrambe le
schede indicate, si può prevedere di alzare eccezionalmente le ripetizioni delle serie a 12-15
ogni tre allenamenti (allacciandomi al precedente discorso relativo ad HATFIELD).
Personalmente comunque, l’evidenza empirica pare dar ragione a MENTZER.
SCHEDA PER LEI divisa in A-B
Come già indicai in premessa, quale Model Trainer sono scettico che una ragazza possa
sviluppare intensità tali da rendere proficuo il metodo Mentzer. Del resto nel dualismo forza-
dolcezza lei è la dolcezza (???). Cito qui una scheda d’esempio da me preparata e lascio ai
colleghi valutare se e quando utilizzarla. Effettuerà due allenamenti a settimana, uno A e uno
B.
A discrezione del Personal Trainer l’eventuale inserimento di una seduta di danza aerobica (o
equipollenti) quale allenamento C.
Sono comunque convinto che se la pesista avrà sufficiente voglia di volontà, i risultati
saranno esorbitanti.
→A
→B
1. Calf raise seduto (oppure in piedi o alternato tra una seduta e l’altra) 1 x 15 + 2
forzate
Il doping abbinato
ESEMPIO 1
ESEMPIO 2
ESEMPIO 3
Con l’ossandrolone si avrà cura di associare un antitossico quale il LEGALON o altri (ogni casa
di integratori ha il suo blend disintossicante per il fegato). Mi hanno fatto osservare che
l’ossandrolone non si trova più. Non è vero. Anche se ovviamente non è più il prodotto
italiano, si trovano nel mercato nero compresse preparate nei paesi asiatici. Ovviamente non
posso certo garantire il grado di purezza. Ma per chi ha l’incoscienza di doparsi, queste sono
quisquiglie.
Direi che tre esempi possono bastare non essendo il doping l’argomento principale di questo
saggio, ma solo la guarnizione finale per completare la panoramica. Noterete che non sono
presenti nè i testosteroni, nè porcherie quali il dianabol, l’anadrol, trenboloni, insulina: il
motivo è che hanno troppi effetti collaterali, per quanto li si possa tamponare con nolvadex,
clomid e altro. Non li ritengo fra le scelte intelligenti. Quanto sopra, ripeto, dà volume, poca o
nulla acqua, pochi effetti collaterali. I tempi di recupero fra i cicli sono di 3-4 mesi. Gli
utilizzatori effettuano una volta l’anno un controllo della prostata, e analisi ematiche prima di
effettuare il ciclo, durante e dopo.
Altri farmaci quali il GH e la tiroxina non sono citati in quanto utili nei cicli di definizione e non
ipertrofia.
Comunque, ripeto, gli esempi bastano per chiudere la panoramica e darvi materiale su cui
approfondire su questo sito, libri e altri siti. Approfondite e riflettete.
Prima di ritornare nel mio “giardino degli incanti” (mi perdonino i Maestri del Cerchio Ifior per
avergli rubato questa espressione) vi lascio con un aneddoto e i soliti commenti-
ringraziamenti finali.
Un aneddoto e ringraziamenti
In coda a questo saggio Vi racconto un aneddoto inerente al mio incontro con l'HEAVY DUTY.
Vedete, ben più di dieci anni fa io mi allenavo seguendo le classiche schede che vengono
proposte in palestra: A-B-C, con circa dieci serie per i gruppi principali, otto serie per i gruppi
minori, tre allenamenti a settimana di circa 1 ora e mezza ciascuno. Facevo tempi di riposo tra
le serie di circa 90" e, ovviamente, nelle serie successive alla prima il peso veniva scalato. Chi
di voi mastica un po' di bodybuilding, o ha avuto la bontà di leggere tutto il mio articolo, sa
ormai che un allenamento di questo tipo è di forza resistente: dà vascolarità, qualità
muscolare e un fisico da ballerino di flamenco nel lungo termine.
Ma allora, che ero ragazzino, ero convinto di fare ipertrofia. Mike Mentzer che ancora era in
vita e pubblicizzava il suo metodo in giro per il mondo, era rappresentato in Italia da una nota
ditta di integratori (praticamente l'unica, dato che ancora non c'era stata l'invasione dei
prodotti stranieri).
Mi capitò tra le mani un suo libro. Lo sfogliai insieme al titolare della palestra e rimasi
sbigottito nel leggere queste schede così brevi. Feci pesanti ironie su questi protocolli. Per voi
che siete nati nell'epoca del BIIO, probabilmente non vi ha stupito più di tanto questo mio
saggio, ma mettetevi nei miei panni di allora; calatevi con l'immaginazione in un periodo
storico dove non vi era scienza del bodybuilding (fatte le dovute rare eccezioni), ma direttive
tramandate dall'esperienza degli atleti d'elite. Immaginate che un workout A era composto in
media di circa 20 serie. Un workout heavy duty era composto da 3-4 serie.
Ivan Mercolini
- autore dell'articolo -
Feci pesanti ironie e critiche, dicevo. I libri di Mentzer che acquistai, ancora in mio possesso,
sono pieni di note a matita con cui criticavo le sue posizioni. Dopo circa un mese di dialettica
tra me e la filosofia di Mentzer, decisi di provare un suo allenamento per le gambe. Riposai
una settimana intera (avrei dovuto riposare un mese, ma allora, chi riusciva a stare senza
sala pesi? Mica avevo altri amici io...). Siccome un solo superset legs extension+pressa mi
sembrava poco, avevo pensato di fare legs extension+ pressa + squat al quadro guida. Per
fare le forzate mi feci aiutare da due pesisti che si allenavano alla mia stessa ora.
Bene. Il sapere che avevo solo quella serie mi fece acquisire il corretto atteggiamento mentale
(che è lo stesso che dovrete avere anche voi se volete provare l'HEAVY DUTY): dovevo dare
anche l'anima in quella sola "moneta" da spendere. Feci 8 ripetizioni al legs extension
spingendo con tutto me stesso e buttando fuori quella solita rabbia, tristezza che avevo in
corpo, emettendo un "kiai" al cedimento. I miei due compagni mi fecero fare altre due forzate.
Scesi rapidamente dal legs extension per volare all'esercizio successivo... ma i miei
quadricipiti non mi ressero e caddi a terra (non sto scherzando). I ragazzi che mi guardavano
avevano lo sguardo sbigottito vedendo quanta grinta e forza di volontà avessi. Mi tirarono su
aiutandomi a salire sul legs press. Qui completai altre sei ripetizioni (ovviamente calai molto le
piastre) e fui forzato ad altre due. Il cuore mi scoppiava nel petto, ero rosso, il respiro
sembrava insufficiente, mi girava la testa. Mi alzai per raggiungere il quadro guida dall'altra
parte della sala. Ma non ce la feci. Caddi a terra. Mi rigirai a terra dolorante... terribilmente
dolorante. Non volevo stare in piedi nè seduto: volevo solo morire tanto era il male cane. Il
mio allenamento finì lì... praticamente con un solo superset: neanche dieci minuti di
allenamento. Imparai una lezione dura: l'HEAVY DUTY non va schernito. E posso assicurare
che funziona. Associando una alimentazione ipercalorica, aminoacidi ramificati, passai in un
paio d'anni scarsi da 73 Kg a 91 Kg. Ovviamente c'era anche grasso, sto parlando di una
crescita natural. Ma direi che l'effetto fu spaventoso. E nella primavera del 2001 iniziai il
periodo di definizione per il mio primo book. Ma questa è un'altra storia.
Sapete, mi ha fatto piacere ricordare con voi questo scorcio del mio passato. Oggi non so se
valesse la pena soffrire tanto, ma il sapore è quello. Che te ne fai oggi del tuo titolo nobiliare,
Piccolo Principe, visto che sul tuo pianeta ci sei solo tu? Cosa te ne fai delle tue grandi ali,
albatros di Baudelaire, ora che sei nella fanghiglia tormentato dallo scherno dei pescatori? Chi
può aiutarmi a trovare una risposta e a farmi riacquisire il sonno?
Già... tanta passione, tanta rabbia. Mi allenavo persino con i tappi di gommapiuma nelle
orecchie, per non esser distratto dagli altri rumori: nell'HEAVY DUTY si gioca tutto in una
serie. E, non parliamo più di HEAVY DUTY, parliamo semplicemente di allenamento ipertrofico,
perchè tutti gli altri non sono altro che compromessi fra ipertrofia e forza resistente. Ormai
dovreste averlo capito... da quanti mesi mi seguite?
Tanto dolore sì... tanto sudore in quei pomeriggi afosi di Luglio, per una ragazzina che mi
ricordava Madoka e, più tardi, Kyoko Otonashi. Medito a questi ultimi appunti conclusivi in un
Sabato pomeriggio, su una panchina qui alla Palla di Pomodoro di Pesaro. C'è un bel sole
anche se il vento è freddo da nord. Si sta bene. Ma c'è quel solito silenzio apatico che
accompagna da anni la mia vita, come in un film di Mamoru Oshii. Poche persone... tutti
anziani. Le mie plastificate coetanee non ci sono. Loro usciranno più tardi, solo per lo
shopping: atto demente ripetuto costantemente come in una pena dantesca, accumulo inutile
di beni, cianfrusaglie, trastulli, balocchi, surrogati, per armadi che scoppiano, disordinati e
obesi come i loro ventri. Ricerche in orizzontale di ciò che sta in verticale. Bah, questa
demenza è un'epidemia ben più pericolosa dell'influenza suina, anche se con il maiale ha
comunque molte cose in comune. Usciranno solo questa notte, come i vampiri e i non-morti,
seminude nonostante il freddo, ad eccitare i bassi istinti dei balordi. Non mi pare una grande
emancipazione questa, ma io sono un uomo semplice e di poca cultura, non ho fatto
l'università, non posso comprendere cose più grandi di me. Sento una risata di gusto in
distanza, più o meno là, fra romantiche barche a vela in questo mare piatto, che ormai per me
è come marmo. Non credo stiano ridendo per la mia ironia. Una risata di gusto, sì.... quanto
tempo è passato? Qui era pieno di ragazzi/e che correvano ridendo il nulla. Si leggevano
poesie e si facevano pic-nic. Sì... troppo tempo, non riesco più a focalizzare le immagini
neanche chiudendo gli occhi sotto questo invitante sole tiepido. Sono convinto che un giorno i
miei princìpi torneranno di moda, ma credo che allora avrò i capelli brizzolati e sarà troppo
tardi per gioirne.
Anche questa volta, dopo circa dieci giorni di lavoro nel tempo libero, vi lascio tante righe su
cui studiare, riflettere e approfondire. Se vi impegnerete con intensità otterrete i risultati
agognati e io continuerò ad aiutarvi, assieme ai brillanti colleghi, nella community e tramite
articoli. Ma il risultato maggiore che otterrete, attraversando il dolore, il sacrificio,
l'abnegazione, sarà quello di diventare dei ragazzi/e nuovi, trasformati dentro, macerati in
una costruttiva fatica. Dal fango il fiore.
Come dici dolce Malinconia? E' ora di andare? Hai ragione... arrivo subito. Solo un attimo. Il
tempo di lasciare alcuni ringraziamenti. In primis, ovviamente, il ringraziamento va a MIKE
MENTZER: vi invito a leggere i suoi testi. Era una mente eccezionale, un ottimo tecnico che ci
ha lasciato una importante eredità per tutti noi che condividiamo il fitness e il bodybuilding.
Poi, ringrazio Alessandro, quello che io chiamo affettuosamente Kyosuke (come se avesse
sempre 15 anni), senza del quale la mia solitudine sarebbe integrale. Mi ha fatto da P.R. e ha
sempre avuto la pazienza d'ascoltare i miei sermoni davanti ad una buona tazza di menta.
Grazie Kyosuke, ti dedico volentieri questo saggio, e grazie per la pazienza con cui, qualche
volta, sacrifichi un pomeriggio per sorbirti la mia patetica compagnia. Poi ringrazio il collega e
neo amico Ferraresi: sei stato una bella scoperta per me, un ragazzo colto, intellettuale,
profondo... sempre ottimo il confronto con Te.
Ora il sipario si chiude. Si spengono i riflettori, vi lascio alle riflessioni.
Un abbraccio caloroso a tutti voi.