Sei sulla pagina 1di 31

Centre for

Child Protection

SAFEGUARDING: OUR COMMITMENT

E-learning programme for the prevention of sexual abuse of minors

2. Terminologia e definizioni

Autori:

Prof.ssa Karlijn Demasure, dott. Stéphane Joulain


Centre for Child Protection

1. Abuso sessuale dei minori: una prima introduzione.

L’abuso sessuale dei minori si caratterizza su tre livelli: è un abuso sessuale, un abuso di potere,
un abuso di fiducia.

1.1. UN ABUSO SESSUALE


L’abuso sessuale di un minore consiste in un contatto sessuale tra un adulto e un minore.
Tuttavia, l’abuso sessuale di un minore è tale anche se commesso da adolescenti di 16-17 anni,
qualora abbiano almeno cinque anni in più della vittima. Questo atto di violenza sessuale può
essere con contatto o meno. L’atto “con contatto” comprende tutti i casi in cui la vittima viene
toccata, come il contatto sessuale di alcune parti del corpo sopra o sotto i vestiti, la masturbazione
o la penetrazione. Quello “senza contatto” è costituito da abusi senza un reale contatto con il
minore, per esempio il costringere un bambino a guardare pornografia, il voyeurismo o
l’esibizionismo. L’evidente iniziativa volta a compiere l’abuso deve essere considerata un abuso
a tutti gli effetti, a causa della paura che provoca. Specialmente quando un minore è già stato
abusato precedentemente, la minaccia dell’abuso attraverso certi gesti o parole causa una ri-
vittimizzazione.

L’abuso sessuale è una trasgressione a livello sessuale, che colpisce la persona molto intimamente
nel suo essere. Il corpo della persona è legato alla creazione dell’identità. Esso ha un suo valore e
crea significati. Ovviamente nella creazione di significati confluiscono elementi personali e
culturali. Tuttavia anche il corpo produce significato: si può essere femmine o maschi, alti o bassi,
sani o malati. L’abuso sessuale compromette i significati positivi del corpo. Le vittime spesso
raccontano che dopo un abuso sessuale si sentono macchiate, sporcate e di conseguenza provano
vergogna e si sentono indegne.

In termini legali, l’abuso sessuale è stato definito come violenza sessuale. Questo punto è
importante perché rende evidente che l’atto dell’incesto non può essere risolto solo all’interno
della famiglia, in quanto le azioni di violenza sono oggetto del diritto. Le persone che agiscono in

2 / 31
Centre for Child Protection

modo violento operano contro la legge e commettono un crimine. L’abuso sessuale, infatti, è un
crimine.

L’abuso sessuale è una violazione dei limiti fisici e perciò è sempre un atto di violenza. La
violenza si riferisce non solo alla forza fisica ma a tutti gli atti dotati di potere distruttivo. In un
atto di violenza a una persona viene fatto del male da parte di qualcuno che ha il potere di farlo.
L’abuso sessuale è perciò un atto di violenza, perché causa un danno a una persona, qualora
qualcuno usi in maniera distruttiva il proprio potere.

1.2. L’ABUSO SESSUALE È UN ABUSO DI POTERE


Come potere intendiamo la capacità di determinare o di influenzare il comportamento di un’altra
persona, inclusi i suoi pensieri e sentimenti. Il potere non è necessariamente negativo. Lo è,
invece, nel caso dell’abuso sessuale, perché l’adulto abusa del suo potere per dominare sul minore
o per ottenere gratificazioni sessuali, anche contro la volontà del minore stesso. L’adulto usa la
sua autorità per manipolare o costringere il minore ad accondiscendere ad atti sessuali, che non
è in grado di capire completamente o di accettare liberamente. L’adulto è più alto, più grande,
più maturo e/o ha una superiorità sul piano intellettuale, che gli rende più facile ottenere ciò che
vuole. Questo squilibrio di potere è un criterio critico per definire l’abuso sessuale. Un altro
elemento è che il potere è usato in maniera inaccettabile, che non riconosce la dignità umana della
vittima. La vittima, infatti, spesso dipende dal suo abusatore e perciò non ha scelta se non quella
di sottomettersi. L’abuso di potere fa sì che la vittima si senta completamente impotente tanto che
spesso essa porta con sé questa sensazione per un periodo di tempo molto lungo.

Oltre al tipo di potere che condividono con i genitori o gli insegnanti, i sacerdoti hanno anche un
potere “sacro”, che complica anche di più le conseguenze dell’abuso, poiché la spiritualità è
toccata a un livello ancora più profondo. I preti hanno il potere di esercitare i sacramenti –
l’Eucaristia e la Confessione – e si crede siano più vicini a Dio rispetto alla gente comune. Sono
spesso considerati come i rappresentanti di Cristo sulla terra. Quindi se abusano, la fede e la
spiritualità ne vengono profondamente colpite.

3 / 31
Centre for Child Protection

1.3. L’ABUSO SESSUALE È UN ABUSO DI FIDUCIA


In genere, l’abuso sessuale è commesso da persone conosciute dalle vittime e di cui esse si fidano.
L’abuso intra-familiare è di gran lunga la modalità più comune di abuso sessuale. Molte vittime
sono abusate da qualcuno che appartiene alla loro casa. Questo elemento rende tutto più difficile
per loro, perché non hanno luoghi per nascondersi. La loro casa diventa il posto più pericoloso
del mondo.

Altri sono abusati da figure autoritarie come i propri insegnanti, i leader di movimenti giovanili
o dagli allenatori sportivi. Tutti loro rientrano nella cerchia delle persone fidate e dunque i
genitori lasciano i loro figli con loro in buona fede. E tuttavia vengono traditi. Le cose si fanno
ancora più complicate quando l’abusatore è un sacerdote, poiché egli dovrebbe essere affidabile
per eccellenza. Quando il parroco ha una maggiore attenzione per un bambino, i genitori si
sentono onorati e lasciano il figlio con lui, con fiducia. Quindi, non solo il minore ma anche gli
altri membri della famiglia si sentono traditi dall’abuso.

Un secondo abuso di fiducia può aver luogo quando un minore rende noto l’abuso ma non viene
creduto. Il bambino abusato parlerà dell’abuso solo con chi si fida o se può affermare che tale
persona è affidabile o crederà in lui. Quando alla denuncia segue solo l’incredulità, la fiducia è
tradita ancora una volta. Ciò può causare un forte stress emotivo e far sì che la vittima diventi
molto riluttante al fidarsi delle persone nel futuro.

4 / 31
Centre for Child Protection

2. Cosa sono un bambino, un adolescente, una persona vulnerabile e un minore?

Si sarà notato che, quando parliamo di abuso sessuale, utilizziamo tre termini diversi: parliamo
di abuso sessuale di bambini, abuso sessuale di minori e abuso sessuale di persone vulnerabili.

Un bambino è principalmente definito come una persona nel periodo che va dalla nascita alla
crescita piena. Con crescita, pertanto, non si intende solo il piano biologico, ma anche quello
psicologico ed etico. Gli adulti sono capaci di essere consapevoli delle loro decisioni e ritenuti
responsabili delle loro azioni. Sono in grado di prendersi cura di sé e di fronteggiare le sfide della
vita. I bambini, al contrario, dipendono dagli adulti che hanno la responsabilità di aver cura di
loro. Infatti, gli adulti li nutrono e li vestono, li proteggono e decidono (con o senza essersi
consultati) quale scuola frequenteranno, come sarà impiegato il loro tempo e insegnano loro come
comportarsi.

Ma, dove tracciare la linea? Quando una persona diventa adulta? Sul piano psicologico ed etico
dipende in parte dallo sviluppo personale dell’individuo. Ma ogni Paese deve definire legalmente
il passaggio all’età adulta o quella che è chiamata età della maturità. In molti Stati una persona
diventa legalmente adulta a 18 anni. Il diritto Canonico, la legge della Chiesa Cattolica Romana,
classifica come bambino una persona con meno di 18 anni.

Da una prospettiva psicologica, bisogna fare una distinzione tra bambino e adolescente. Gli
adolescenti sono vulnerabili all’abuso in maniera diversa rispetto ai bambini. L’adolescenza è
considerata un periodo di transizione tra la fanciullezza e l’età adulta ed è associata agli anni tra
13 e 18 circa. È il tempo in cui prendono forma molti cambiamenti a livello biologico, sessuale,
spirituale e psicologico.

L’espressione minore comprende bambini e adolescenti sotto ai 18 anni, ma anche persone con
disabilità mentali e cognitive. Anche qualora queste ultime avessero raggiunto l’età dei 18 anni,
potrebbero infatti non essere in grado di prendere decisioni in modo consapevole relativamente

5 / 31
Centre for Child Protection

a questioni importanti e, per questa ragione, non possono essere considerate pienamente
responsabili delle loro scelte e azioni. Per vivere una vita normale dipendono dagli altri.

Nella letteratura e nei documenti internazionali si può leggere che la nozione di “vulnerabilità”
è spesso usata in senso lato come l’essere facilmente feriti o colpiti fisicamente, mentalmente,
spiritualmente o psicologicamente. L’età, la disabilità, la povertà, la guerra, o il rischio di abuso
impediscono alle persone vulnerabili di prendersi cura di se stesse o di proteggersi contro danni
e sfruttamenti significativi. Le persone in cura medica o terapeutica sono spesso definite come
vulnerabili.

Ad ogni modo, noi usiamo l’espressione adulti vulnerabili riferendoci a persone maggiori di 18
anni ma con disturbi mentali o cognitivi (secondo il codice di Diritto Canonico, can. 99: chiunque
manca abitualmente dell’uso di ragione). Sebbene queste persone abbiano raggiunto la maggiore
età, potrebbero non essere in grado di prendere decisioni consapevoli su questioni importanti e
perciò non possono avere la piena responsabilità delle proprie azioni. Dipendono dal supporto
altrui nella vita ordinaria. La nozione di adulto vulnerabile include anche gli anziani affetti da
demenza.

Per gli obiettivi di questo programma consideriamo il termine minori in senso


onnicomprensivo. Esso comprende bambini, adolescenti e adulti vulnerabili nella misura in
cui sono cognitivamente e mentalmente disabili.

6 / 31
Centre for Child Protection

3. Abuso sessuale sui minori: di che cosa stiamo parlando?

La parola abuso deriva dal latino e letteralmente significa trasgredire l’uso abitualmente e
socialmente accettato di qualcosa. Anche se questa definizione può aiutarci a capire cosa è un
abuso, è invece una definizione limitata. L’accettazione sociale non può essere il solo criterio per
definire l’abuso. Per esempio, sebbene la mutilazione genitale di una giovane adolescente sia
socialmente accettata in alcune popolazioni, ciò non significa che non sia un abuso. Per capire
l’abuso oggi, abbiamo bisogno di estenderne la definizione. L’abuso sessuale sui minori è un tipo
di maltrattamento e trascuratezza a cui i minori possono essere soggetti. Il maltrattamento
(letteralmente significa trattare male) racchiude comportamenti diversi che mettono in pericolo
l’integrità del minore, fisicamente, psicologicamente, emotivamente o spiritualmente; per
esempio alcuni di questi comportamenti possono essere: percosse, molestie, umiliazione, abuso
sessuale, mutilazioni sessuali, matrimoni forzati, prostituzione, arruolamento in guerra, lavoro
forzato, minacce di punizioni di Dio, ecc. La trascuratezza è una forma differente di cattiva cura,
che consiste nel privare un minore di cure appropriate; per esempio: negare il cibo, non curare
l’igiene del corpo, non provvedere alle necessità vitali, non fornire la scolarizzazione, la
protezione del minore, ecc. Insomma, maltrattamento e cattiva cura si definiscono come fare
qualcosa che colpisce il benessere e l’integrità del minore, mentre trascurare significa non fare il
necessario per il benessere e l’integrità del minore. Si possono presentare forme differenti di
maltrattamento allo stesso tempo. Molti minori possono subire contemporaneamente sia
maltrattamento sia trascuratezza. Inoltre, alcuni comportamenti come l’abuso sessuale colpiscono
il minore non solo fisicamente ma anche psicologicamente, emotivamente e spiritualmente come
spiegato al paragrafo 7 di questa unità.

Per introdurre propriamente la questione dolorosa dell’abuso sessuale sui minori, è importante
usare un vocabolario condiviso. Si comprende facilmente che, anche nel campo della ricerca,
parlare di abuso sessuale dei minori non è una cosa facile; questo è specialmente dovuto alla
varietà di definizioni e termini appartenenti ai differenti campi di expertise (Haugaard, 2000). In
più, data la natura dell’abuso sessuale sui minori, i campi professionali più diversi si

7 / 31
Centre for Child Protection

confrontano con questa medesima questione (D. Finkelhor, 1986). Per esempio, i professionisti
legali parleranno in termini di rapimento, crimine, offesa sessuale, vittima, abusatore; mentre,
gli psicologi in termini di trauma sessuale, vittimizzazione della persona, abusatori sessuali,
pedofili (Haugaard, 2000); ancora, i diversi paesi e continenti offrono una varietà di definizioni
a loro volta legate alle differenze culturali e giuridiche. Perciò, è difficile formulare una
definizione globale che soddisfi tutti. Ciononostante possiamo definire i diversi elementi che
costituiscono l’abuso sessuale come una forma di violenza sessuale, che è stata definita
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:

“Qualsiasi atto sessuale, tentativo di compiere un atto sessuale, commenti o proposte sessuali non desiderati
o azioni volte a commerciare, o comunque danneggiare, la sessualità di una persona ricorrendo alla forza,
da parte di chiunque, a prescindere dalla sua relazione con la vittima, in qualsiasi contesto, compresi (ma
non esclusivamente) casa e posto di lavoro.” (Organizzazione Mondiale della Sanità, 2002).

Studiando la questione dell’abuso sessuale sui minori, non è sempre facile indicare il momento
in cui l’abuso ha inizio (Manly, 2005). Spesso esso è interpretato come un punto all’interno di una
serie continua di comportamenti, in cui il comportamento smette di essere appropriato; sussiste
tuttavia una discussione riguardo al punto in cui tracciare la linea. Come afferma Haugaard
(2000):

“La maggior parte delle caratteristiche considerate quando si decide se un comportamento è un abuso
sessuale sta su un continuum – con la decisione per cui se un comportamento è abuso richiede che il
continuum sia diviso in diversi punti, tali che gli atteggiamenti da un lato del continuum sono considerati
abuso e dall’altro lato no. Decidere dove dividere il continuum è spesso un problema delicato. Per esempio,
poche persone potrebbero suggerire che è abuso sessuale per un padre fare il bagno con la sua figlia di 2
anni, e molti potrebbero affermare che è abuso sessuale per lo stesso padre farlo con la figlia quattordicenne”
(p.1037) [Traduzione nostra].

Dunque, dove tracciare la linea? A quale età comincia a essere un abuso? E ci sono circostanze in
cui non lo è? Per esempio, un’adolescente con disabilità acute e multiple a seguito di un’encefalite

8 / 31
Centre for Child Protection

infantile venne presa in custodia da suo padre, vedovo. Gli assistenti sociali lo accusarono di
comportamento abusivo quando lei lo vide che assisteva alle sue esigenze mestruali, senza
prendere in considerazione che non c’erano badanti alternative a questo amorevole padre. Era
inappropriato, ma non aveva scelta.

Pertanto, anche se talvolta può essere difficile determinare cosa sia un abuso e cosa no, molte
volte ciò è possibile in virtù di diversi elementi che ne sono importanti indicatori. Li elenchiamo
qui di seguito (ognuno di essi sarà spiegato più avanti).

1) L’esperienza della vittima è della massima importanza. Essa sente di essere stata abusata
(D. Finkelhor, 1986)?

2) Esiste un concetto di consenso appropriato. La persona era in grado di dare un consenso


valido e legittimo?

3) Esiste la natura dell’atto d’abuso (palpeggio, abbandono, molestia, rapimento,


esibizionismo, voyeurismo …).

4) L’uso della violenza, la segregazione, la minaccia, il ricatto o lo sconcerto, o l’uso delle


restrizioni e dell’autorità familiare.

5) Le conseguenze per le vittime, le quali sono psicologiche, fisiche, sociali o spirituali


(David Finkelhor & Araji, 1986; Kendall-Tackett, Meyer Williams, & Finkelhor, 1993;
Oddone Paolucci, Genuis, & Violato, 2001).

6) Il superamento delle giuste distanze personali, spirituali e relazionali (Edelstein, 2011; M.


Fortune, M., 1995).

3.1. DEFINIRE L’ESPERIENZA DELLE VITTIME COME INDICATORE DI ABUSO


Nel tentare di definire l’abuso sessuale sui minori, l’esperienza delle vittime è della massima
importanza. Per esempio, la persona sente di essere stata abusata? Alcune persone all’inizio

9 / 31
Centre for Child Protection

possono non aver interpretato una particolare esperienza sessuale come un abuso. Hanno
provato impotenza, paura, offesa, dolore? Ascoltare le storie degli abusi dalle vittime richiede
capacità di ascolto empatico per essere capaci di determinare cosa è importante, dal punto di vista
della vittima e della società. Quando si ascolta una vittima, bisogna essere attenti a non mal
interpretare. Una persona che è stata abusata talvolta può interpretare erroneamente un
commento o un gesto come abusivo quale effetto dell’abuso di cui ha fatto esperienza. Una cosa
del genere può verificarsi, sebbene non sia frequente; pertanto è richiesto un ascolto competente
per aiutare la persona a vedere chiaramente cosa è realmente abusivo e cosa non lo è – e se ci
possono essere distorsioni nella percezione di cosa possa essere l’abuso.

La maggior parte delle volte, la vittima sa, in qualche modo, che è stata abusata. Ci sono segni di
sofferenza, impotenza, dolore, e altri elementi che saranno trattati a lungo nelle altre unità di
apprendimento. La cosa più difficile per molti minori abusati è essere capaci di parlarne e avere
un adulto in grado di aiutarli, come Sandor Ferenczi affermò già nel 1932, nella sua rivista clinica
(Ferenczi, 1985):

“La bambina si sente macchiata, maltrattata; vorrebbe poter piangere con sua madre, ma le è proibito
dall’uomo (con intimidazioni, dinieghi). La bambina non ha difese ed è confusa, dovrebbe combattere per
sconfiggere il desiderio di autorità dell’adulto, lo scetticismo della madre, ecc. Certamente non può ed è
costretta a decidere se è tutto il mondo a essere sbagliato o se a essere sbagliata è lei. E opta per la seconda
opzione.” (P. 146).

Ma è importante anche sottolineare che alcune persone che sono state abusate non sentono
l’abuso necessariamente come tale (Kendall-Tackett et al., 1993). A causa della loro età, per
esempio, durante l’adolescenza i giovani iniziano a vivere più attivamente l’esperienza della loro
sessualità, e possono aver voluto, anche desiderato, un’esperienza sessuale con un adulto. Perciò,
anche quando la società lo definisce come un abuso, loro possono rifiutare di riconoscerlo come
tale (Malón, 2009). Un tale evento può colpirli più tardi nella vita e generare una vergogna e
un’insicurezza terribili. Anche il bambino che sta sperimentando il proprio potere seduttivo, può

10 / 31
Centre for Child Protection

non rendersi immediatamente conto di essere stato abusato da un adulto, specialmente quando
l’abuso è perpetrato senza violenza fisica e senza che siano toccati i genitali. Per esempio, un
uomo può giocare con i capelli del bambino e avere un’erezione, mentre il bambino non lo sa.
Questo è un abuso senza violenza fisica e perfino senza esposizione di parti genitali, ma è un
abuso perché il fine dell’atto è il raggiungimento dell’eccitazione e della soddisfazione sessuali
della persona che attua l’abuso.

3.2. LA NOZIONE DI CONSENSO INFORMATO E LE SUE APPLICAZIONI


Consenso informato significa che una persona con una sufficiente maturità, intenzionalmente e
consapevolmente, entra in una relazione di tipo sessuale. L’età del consenso per un rapporto
sessuale cambia da Paese a Paese, variando tra i 15 e i 18 anni (Haugaard, 2000). E’ molto
importante notare che per un minore dare il consenso non vuol dire assenza di abuso. Molti Stati
hanno stabilito che anche se un minore dà il consenso a un rapporto sessuale, tale consenso non
è ritenuto valido se il rapporto non ha luogo con un altro minore della stessa età; e questo a causa
dell’assenza della piena maturità (Abel, Becker, & Cunningham-Rathner, 1984; D. Finkelhor,
1979). Inizialmente è stato stabilito che un minore sotto i 18 anni (o 21 in alcuni paesi) non è
adeguatamente in grado di dare un consenso a un rapporto sessuale. Successivamente questo
punto è stato messo in discussione: in alcuni paesi l’età per il consenso alle attività sessuali è stata
abbassata a 14 anni. Molti dibattiti sull’abbassamento dell’età riguardano il fatto che un minore
può essere in grado di dare il consenso informato prima dei 18 anni, e che queste decisioni
possono essere ragionate e libere (Abel et al., 1984). Inoltre, la questione del consenso è spesso
messa alla prova e può essere particolarmente difficile discernere specialmente nel caso di
assenza di coercizione, come affermato da Abel et al. (1984):

“La minore età implica che, da un certo punto, un individuo ha acquisito intelligenza, capacità di ragionare,
abilità di rendersi conto e fare esperienza nella vita per prendere decisioni nel suo interesse. Il concetto di
consenso variabile implica che sotto certe condizioni un bambino può, se ha già raggiunto i requisiti
necessari, essere capace di dare il consenso prima di raggiungere la maggiore età. Quando un adulto usa la
forza o le minacce per ricevere l’accordo del minore alle attività sessuali, ci sono dubbi sul fatto che il

11 / 31
Centre for Child Protection

consenso sia stato dato o meno. Si verifica una certa confusione quando adulto e bambino partecipano ad
attività sessuali in cui la coercizione non è manifesta.” (P.94) [Traduzione nostra].

Perciò, qui possiamo vedere che la nozione di consenso è più di una questione legale. È anche un
problema etico che deve essere affrontato dall’intera società. Abel et al. (1984) proseguendo sul
lavoro di Finkelor (1979) valuta che ci sono quattro elementi principali che rendono impossibile
il consenso di un bambino a un rapporto sessuale con un adulto:

“Il consenso informato presenta quattro problemi principali: (1) il minore capisce a cosa sta acconsentendo,
(2) il minore è cosciente degli standard sessuali accettati nella sua comunità, (3) il minore riconosce le
eventuali, possibili conseguenze della decisione e (4) minore e adulto sono ugualmente forti tanto che
nessuna coercizione possa influenzare la decisione del bambino.” (P. 94) [Traduzione nostra].

Questi quattro elementi misurano se la relazione sessuale con un bambino è immorale o


intrinsecamente cattiva, e dunque abusiva. Poiché un bambino, anche se prematuramente
sviluppato, non avrà mai un’idea circa la sessualità uguale a quella di un adulto, il suo consenso
sarà impossibile. Ciononostante, dato che un bambino non può comprendere tutte le implicazioni
degli standard morali impostati in una società, il suo consenso è impossibile. Poiché un bambino
non è in grado di dare adeguatamente peso alle conseguenze del proprio consenso a rapporti
sessuali, il consenso è impossibile. E infine, dato che ci saranno sbilanci di potere tra bambino e
adulto, il consenso è impossibile. Perciò il consenso di un minore a un rapporto sessuale con un
adulto deve essere sempre considerato come impossibile (Abel et al, 1984). Gli stessi principi si
applicano alle persone vulnerabili adulte come a quelle con disabilità intellettuali e a molte
persone affette da autismo.

3.3. NATURA E CATEGORIE DELL’ATTO DELL’ABUSO


L’abuso sessuale di un minore è una realtà multidimensionale, e va, come detto precedentemente,
dall’abuso sessuale senza contatto all’abuso sessuale con contatto (D. Finkelhor, 1986). Ma è anche
importante ricordare che la violenza sessuale è una parte della violenza e dei maltrattamenti che
molti minori ancora subiscono nel mondo di oggi (Manly, 2005). La violenza include innanzi tutto

12 / 31
Centre for Child Protection

tutte le forme di violenza domestica come la trascuratezza, la violenza sessuale, punizioni fisiche,
molestie, violenza psicologica. Ma è anche parte delle forme di violenza più sistemiche verso i
minori, come la povertà, la guerra, la schiavitù, lo sfruttamento sessuale, la cultura dell’abuso
(Efraine, 2004; Jewkes, 2004; Richter, Dawes, & Higson-Smith, 2004; Richter & Higson-Smith,
2004).

In questo programma l’abuso sessuale sui minori sarà affrontato in una dimensione sia
individuale sia sistemica. Ora ci concentreremo sul livello individuale dell’abuso sessuale sui
minori e di conseguenza sugli atti degli abusatori.

Un’azione è considerata un atto di abuso sessuale quando il fine e l’obiettivo è l’eccitazione e la


soddisfazione sessuale di chi commette l’abuso. Può consistere nel compiere l’atto sul minore o
costringere il minore stesso a eseguire l’atto sull’abusatore o su di un’altra persona/vittima.
Finkelhor divide questi atti in atti con o senza contatto. Noi aggiungiamo anche gli atti con o
senza penetrazione o altre forme di parafilia (per la definizione di ognuno degli atti menzionati
d’ora in poi si veda il glossario alla fine del capitolo).

a) Atti senza contatto: Questa prima categoria di atti sessualmente abusivi può essere
difficile da identificare per alcuni perché hanno luogo senza alcun contatto fisico. Ma,
come già menzionato, è essenziale discernere se l’intenzione di colui che svolge l’atto è
raggiungere l’eccitazione e la soddisfazione sessuale. Gli atti sessualmente abusivi senza
contatto includono l’esibizionismo, il voyeurismo, il feticismo, la pornografia infantile.

b) Atti con contatto ma senza penetrazione: Questa seconda categoria di atti sessualmente
abusivi include atti che implicano un contatto fisico tra la vittima e l’abusatore, ma non
una penetrazione sessuale. Sono atti come frotteurismo, palpamento, nursing abuse,
masturbazione, cunnilingus, anilingus.

c) Atti con contatto e penetrazione: Questa terza categoria di atti sessualmente abusivi
riguarda le azioni con contatto che includono una penetrazione del corpo di un’altra

13 / 31
Centre for Child Protection

persona. Questa penetrazione può essere orale, vaginale o anale; può essere parziale o
totale, terminare o meno nel corpo, essere fatta con il pene, un’altra parte del corpo o un
oggetto. Questi atti includono fellatio, penetrazione sessuale e sodomia.

d) Altre forme di atti sessuali abusivi: Ci sono altre forme di atti sessuali che sono
considerati un abuso quando sono compiute su un minore, come pratiche
sadomasochiste, simulazione o travestitismo, uso di pornografia, produzione di
pornografia infantile o giovanile e sfruttamento di un bambino nella prostituzione.

3.4. MEZZI PER ACQUISIRE IL CONTROLLO


Per abusare di una vittima, l’abusatore acquisisce un controllo sul minore, attraverso una varietà
di strumenti differenti. Di seguito indichiamo i più comuni; si noti che la lista non è completa:

• Autorità: l’abusatore esercita una forma di autorità tale sul minore da poterlo controllare,
come un genitore, come nel caso dell’incesto (padre, madre, fratelli, sorelle, nonni, zii,
cugine, patrigni, matrigne, genitori adottivi, padrini e madrine) (Maddock & Larson,
1995). L’autorità può essere esercitata in virtù di una delega legata a funzioni educative,
come nel caso di un insegnante scolastico, un allenatore sportivo, un insegnante di
musica, un animatore del campo estivo, un educatore, un autista dello scuolabus, un
ministro del culto, un operatore pastorale. Oppure in virtù dell’esercizio di un lavoro di
cura come nel caso dei medici di famiglia, dei dottori, degli operatori sociali, degli
psicologi e degli psichiatri (Gonsiorek, 1995). Si noti che, nel caso di abuso sessuale su di
un bambino, la natura stessa dell’essere adulto è spesso sufficiente a ottenere il controllo
in virtù dello squilibrio di potere tra il corpo del bambino e il corpo dell’adulto. L’essere
adulti conferisce una forma di potere naturale sul bambino. Inoltre, dovuto alla struttura
patriarcale di molte società, i maschi adulti incarnano una sorta di figura “naturale” di
autorità, che dà loro un potere più grande sui minori (Shooter, 2012).

• Sfruttamento della fragilità o della debolezza. Si ha nel caso in cui una persona ha una
forma di autorità, conoscenza, posizione o possesso, sfruttabile per ottenere favori

14 / 31
Centre for Child Protection

sessuali da un minore. Per esempio, il responsabile di un dispensario farmaceutico di una


missione può chiedere favori sessuali a un minore che si rivolge a lui/lei per avere una
medicina per sua madre. Il minore non ha denaro e la persona che gestisce la dispensa
può chiedergli un favore sessuale in cambio della medicina. Questo è uno sfruttamento
della fragilità del bambino e della sua povertà (Richter et al., 2004). Oppure, si pensi al
caso di una persona che assiste un minore disabile e approfitta della sua disabilità per
ottenere un piacere sessuale. L’uso di alcol e droghe è sfruttabile per ottenere il controllo
su un minore.

• Minacce, violenza e segregazione, ricatto: la persona che abusa del minore può esercitare
differenti forme di pressione per imporre la propria forza su di lui psicologicamente,
fisicamente e anche spiritualmente. Ciò si può ottenere minacciando il minore di gravi
conseguenze in caso di un suo rifiuto ad assecondare tali pressioni. Per esempio, un padre
può minacciare il figlio che ucciderà o ferirà la madre, o un fratello, o l’animale preferito
oppure il bambino stesso. L’abusatore può anche usare violenza e segregazione fisica per
esercitare l’abuso, come chiudere la bocca del minore con una mano, infliggere un dolore
al bambino rendendolo completamente impotente. Un sacerdote può, per esempio,
minacciare il bambino con una punizione o maledizione divina in caso di un suo rifiuto.

• Grooming e seduzione: Chi vuole abusare di un minore lo sedurrà, o trattandolo in


maniera molto gentile, offrendogli privilegi o regali e attenzioni particolari. Può, per
esempio, far sentire il bambino speciale: «Papà ha una piccola figlia speciale!», «Tu non
sei come l’altra». Facendo sentire il bambino speciale e differente dagli altri, l’abusatore
isola la vittima, rendendo più semplice l’attuazione dell’abuso. Questo stato privilegiato
fa sentire il minore obbligato ad accettare.

• Sorpresa: una persona che abusa può usare il fattore sorpresa, per esempio durante un
gioco, facendo all’improvviso qualcosa che fa sentire il minore a disagio. Per esempio un
padre giocando a lotta con il figlio, durante lo scontro può toccargli i genitali.

15 / 31
Centre for Child Protection

3.5. LE CONSEGUENZE SULLA VITTIMA: FISICHE, PSICOLOGICHE, SOCIALI E SPIRITUALI


Sebbene questi aspetti saranno affrontati più largamente nelle prossime unità, a questo punto
della definizione dei termini è tuttavia importante accennare al fatto che l’abuso sessuale dei
minori ha impatti sulle diverse dimensioni della vita del bambino (Oddone Paolucci et al., 2001).

• Conseguenze fisiche: hanno a che fare con il corpo della persona, la sua fisiologia e
integrità. L’abuso sessuale sui minori, specialmente in età precoce, può avere
conseguenze orribili sul corpo del bambino e portare a disagi cronici, malattie
sessualmente trasmissibili, sterilità, danneggiamento dei genitali e della zona anale, ecc.
L’abuso sessuale è stato anche collegato a problemi di abuso di sostanze, obesità e altri
disordini alimentari (Gustafson & Sarwer, 2004; Rohdea et al., 2008) – nonché ad alcune
forme di cancro (Klein, 2003).

• Conseguenze psicologiche: riguardano la salute mentale delle persone. La dimensione


traumatica dell’abuso sessuale compromette una persona a differenti livelli della sua
salute mentale: danneggia la relazione con se stesso e con gli altri, provocando impotenza
(disempowerment), insicurezza, scarsa autostima, pensieri e tentativi di suicidio e molte
altre forme di disturbi e di difficoltà mentali (Briere & Elliott, 2003).

• Conseguenze emotive: anche questa è una parte della salute mentale della persona ma
riguarda in particolare la percezione, l’integrazione e la relazione delle vittime con il
mondo. L’abuso può generare tumulti emotivi. Per esempio, può portare a una grande
tristezza, una profonda disperazione, un senso durevole di inadeguatezza e estraneità al
mondo, una costante paura degli altri. Queste sono emozioni forti che si intrecciano ai
sentimenti e conducono la persona a depressione, disturbi da ansia e altre psicopatologie.

• Conseguenze sociali: a causa delle conseguenze psicologiche e fisiche dell’abuso sessuale,


una persona può avere difficoltà a relazionarsi con gli altri, con la persona amata, con i
partner sessuali, ma anche con i colleghi o i datori di lavoro (Davis & Petretic-Jackson,
2000).

16 / 31
Centre for Child Protection

• Conseguenze spirituali: Avendo sperimentato l’impotenza, una persona si può sentire


distaccata dalle sue risorse spirituali, specialmente quando l’abuso è perpetrato da una
figura autorevole, come in particolare da un’autorità religiosa (Crisp, 2007; McLaughlin,
1994; Shooter, 2012). Questo ha un impatto drammatico sul senso di appartenenza e
sull’empowerment del bambino. La vittima può perdere fiducia nella bontà del mondo, in
Dio, e trovarsi nell’impossibilità di immaginarsi un futuro, che è un’importante
dimensione di esperienza spirituale e religiosa (escatologia).

3.6. COME PARLA LA LETTERATURA SCIENTIFICA DELL’ABUSO SESSUALE SUI MINORI?


Per cominciare, è importante dare uno sguardo alla letteratura e vedere come essa si riferisca
all’abuso sessuale sui minori (ASM). Nella ricerca scientifica sull’ASM, molte delle definizioni
disponibili vengono dagli studi che osservano il fenomeno e provano a determinarne
l’importanza in termini di diffusione quantitativa di abusi in una particolare popolazione (Studi
di Prevalenza) (Haugaard, 2000). La prima importante scoperta nel tentativo di dare una
definizione operativa di ASM, nella maggior parte della ricerca, viene dal lavoro di David
Finkelhor (1985). In uno studio comparativo1, Finkelhor ha definito il ASM secondo tre importanti
dimensioni, primo l’età della vittima, sia puberale o meno; poi le altre due categorie riguardano
la natura dell’atto, “senza contatto” e “con contatto” (pp. 22-23). La prima categoria “senza
contatto” si riferisce eventi come esibizionismo, voyeurismo, sollecitazione; oggi per esempio, si
può includere l’esposizione di un bambino alla pornografia. La seconda categoria, per Finkelhor,
riguarda gli atti con contatto come: palpeggi al seno o ai genitali, penetrazione sessuale di tipo
anale, vaginale o orale (p. 23).

In altri studi, per esempio, i ricercatori non includono gli “atti senza contatto” tra i comportamenti
abusivi (Russell, 1983) o li usano come variabili (Wyatt, 1985), altri pensano che non sia così

1
Gli studi comparativi nella ricerca sono chiamati meta-analisi. Usano il metodo statistico di ricerca che raccoglie i dati da
differenti studi nel mondo e li confronta. Aumentando la portata dei dati questo metodo aiuta a identificare meglio trend globali,
fattori comuni e differenze. Tale tipo di analisi è importante per studiare la prevalenza di un particolare fenomeno.

17 / 31
Centre for Child Protection

rilevante distinguere tra “contatto” e “senza contatto” (Pereda, Guilera, Forns, & Gomez-Benito,
2009a, 2009b). Altri studiosi insistono sulla dimensione non desiderata del contatto sessuale
(Oddone Paolucci et al., 2001) e introducono la nozione di consenso; richiamano anche
l’importanza dello scarto di potere tra la vittima e l’abusatore (Violato & Genuis, 1993). È
interessante notare che la maggior parte dei ricercatori studiano la popolazione femminile in
quanto vittima di abusi sessuali, suggerendo che le vittime di ASM siano principalmente di sesso
femminile. Comunque, è noto come le vittime di sesso maschile siano sottostimate (Violato &
Genuis, 1993), ma ultimamente sembra che questo stia cambiando.

Nel suo libro Sexual abuse in Christian homes and churches, Carolyn Holderread Heggen (1993)
fornisce la seguente definizione che riassume un buon numero degli elementi menzionati. La
studiosa sottolinea l’importanza della differenza di potere tra vittima e abusatore. L’ASM ha a
che fare con il comportamento sessuale, ma è soprattutto un abuso di potere quale fonte di piacere
sessuale per chi abusa:

“L’abuso sessuale si verifica ogni volta che qualcuno con una maturità o un potere minore è ingannato,
intrappolato, forzato o adescato in un’esperienza sessuale. Avviene ogni volta che qualcuno, reso impotente
da un handicap, dall’età, o dalla situazione, è coinvolto in un’attività sessualmente stimolante per
l’abusatore e che la vittima non può comprendere appieno o alla quale non è capace di dare un consenso
informato. Lo squilibrio di potere tra la vittima e l’abusatore è cruciale nel determinare l’abuso. Esso può
essere legato alla maggiore età, corporatura, posizione esperienza o autorità dell’abusatore”. (P.20)
[Traduzione nostra].

Il differenziale di potere che esiste nell’abuso sessuale dei minori è anche alimentato dal modello
patriarcale, che è presente in molti Paesi e società nel mondo, che ritiene che le donne (e per
estensione i minori) siano a disposizione degli uomini per la loro soddisfazione sessuale (Dawes,
Richter, & Higson-Smith, 2004; Shooter, 2012). La ricerca sulle distorsioni cognitive che
riguardano gli abusatori indicano l’esistenza di tali credenze tra coloro che commettono gli abusi
sessuali, le quali permettono loro di attuare e mantenere un comportamento abusivo (Ward,

18 / 31
Centre for Child Protection

Gannon, & Keown, 2006; Ward, Hudson, Johnston, & Marshall, 1997; Ward, Polaschek, & Beech,
2006). Questa è una dimensione importante perché l’abuso sessuale dei minori non è il risultato
di atti di poche “mele marce”. Ha anche una dimensione sistemica molto importante, che lo ha
reso capace di persistere anche fino ad oggi in molte società (Schoener, 1995). Infine – e
specialmente a causa della crisi degli abusi sessuali commessi da ministri del culto – l’ASM è
anche definito come un abuso spirituale (Crisp, 2007; M. M. Fortune, 1995; Shooter, 2012), da
alcuni come un’uccisione della stessa anima (Shengold, 1989).

3.7. PREVALENZA DELL’ABUSO SESSUALE SUI MINORI


Nella ricerca sull’abuso sessuale, gran parte del lavoro è stato fatto sulla base di una definizione
ampia del concetto, specialmente tratta dalla letteratura che ha provato a calcolare la prevalenza
di tale problema. È stato necessario determinarne l’estensione per sapere come rispondere nel
modo più efficiente. Ma nello sforzo di definire l’ASM, l’ampiezza della definizione conduce a
una larga variazione nella sua prevalenza. Calcolata da un minimo del 4% a un massimo del 40%
sulla popolazione generale, la variazione è risultata troppo alta perché fosse esplicativa. Tuttavia,
si è trattato del primo tentativo scientifico di dare una reale immagine della prevalenza dell’abuso
sessuale. Sul momento, risultò che la prevalenza dell’abuso sessuale dei minori su 20 Paesi diversi
fosse schizzato dal 7 al 36% per le donne e dal 3 al 29% per gli uomini (D. Finkelhor, 1994). In
quel caso Finkelhor sottolineò la difficoltà di ottenere risultati attendibili da alcune regioni del
mondo come l’Africa (a parte il Sud Africa), i Paesi Arabi e l’Asia. Questo ha reso molto difficile
osservare la prevalenza internazionale del problema e può aver indotto alcuni a credere che non
esistesse nelle parti del mondo dove non fossero state effettuate ricerche.

In uno studio recente, Pereda e i suoi colleghi (2009) hanno esteso il lavoro di Finkelhor e sono
riusciti ad accedere a più ricerche in un maggior numero di paesi. Hanno condotto una meta-
analisi su più di 39 studi sulla diffusione, da 21 paesi differenti, includendo anche dati nazionali
più recenti come quelli di Cina, Israele, Giordania, Malaysia, Marocco, Singapore, Turchia
(Pereda et al., 2009a). Sebbene ciò rappresenti un progresso, rimane comunque insufficiente per
dare un quadro più ampio della prevalenza del fenomeno. Tuttavia, lo studio di Pereda et al.

19 / 31
Centre for Child Protection

mostra che l’abuso sessuale dei minori è una realtà ampiamente presente in tutti i paesi studiati;
va da 02 al 53% per le donne e da 0 a 60% per gli uomini. Questa vasta gamma di percentuali –
anche più ampia di quella di Finkelhor – è un indicatore sia della difficoltà di acquisire e di
analizzare i dati su questo problema, sia della sua importanza. Ciò condiziona la reale definizione
di abuso sessuale. Maggiori sono le difficoltà di identificare un problema, più difficile è definirlo.

Più studi saranno disponibili, più precisi saranno i dati sulla prevalenza dell’abuso sessuale.
Questo problema è un indice delle difficoltà che si incontrano in molti paesi quando si affronta
tale problematica. Un problema è rappresentato anche dalla difficoltà di molte vittime a rompere
il silenzio e a rivelare cosa sia successo loro. In alcune culture, il peso del sistema autoritario è
ancora così forte e la vergogna delle vittime è tale da rendere quasi impossibile la raccolta di dati.

2
In alcuni risultati, la bassa percentuale (0%) è dovuta alla povertà del progetto e alla inadeguatezza della campionatura delle
sue ricerche.

20 / 31
Centre for Child Protection

Glossario

Atto abusivo è un’azione abusiva, compiuta da un individuo senza un appropriato


consenso da parte di una persona per motivi di età, handicap fisico o
mentale, assenza di maturità sufficiente, o vulnerabilità particolari. La
parola abuso viene dal latino, Ab, che è andare oltre, varcare, oltrepassare,
e us che si riferisce ai costumi comunemente accettati di una particolare
società.

Masturbazione abusiva consiste nello stimolare manualmente i genitali di un bambino o


nell’essere stimolati dal minore, oppure nello stimolarsi manualmente sul
corpo del bambino con o senza eiaculazione.

Anilingus è la stimolazione orale della zona anale del bambino o dell’abusatore o di


un’altra persona/vittima.

Autorità è una forma di potere che la persona esercita su differenti individui,


legittimata dal diritto naturale (per esempio, la genitorialità) o per delega
di potere da parte della società (come competenze, riconoscimento
accademico, ordinazione, nomine). Conferisce la dignità e il rispetto
necessario per dare ordini, guidare gli altri, e compiere alcuni atti e rituali
riservati a tale funzione.

Limiti Sono i limiti che si hanno per proteggere la propria integrità. Sono limiti
invisibili che una persona stabilisce per difendere se stessa fisicamente,
psicologicamente e spiritualmente. Sono espressione di alterità, della
diversità di una persona, e la tutelano. Possono essere visibili attraverso i
comportamenti sociali convenzionali, le norme, i tabù.

21 / 31
Centre for Child Protection

Bambino Secondo il primo articolo della Convenzione ONU per la protezione dei
diritti dei minori, un bambino è un “ogni essere umano avente un’età
inferiore a diciotto anni, salvo se abbia raggiunto prima la maturità in virtù
della legislazione applicabile”.3 Tuttavia è importante fare differenza tra
bambino e minore. Un bambino in termini di sviluppo è una persona tra 0
anni e la pubertà (13-14); dopo tale età è un adolescente. “Minore” è un
termine legale che si riferisce a persone sotto i 18 anni di età.

Pornografia minorile è una forma di pornografia (foto, video, riviste, audio, ecc.) che
rappresenta bambini o adolescenti abusati o protagonisti di attività
sessuali, o in posizioni esplicitamente sessuali. Si noti che in alcuni paesi
come il Canada anche se la persona è un’attrice porno adulta che recita il
ruolo di un minore, si parla di pornografia minorile perché l’obiettivo è
raffigurare relazioni sessuali con un minore (Seto, 2013). Anche la
produzione di pornografia minorile, facendo foto, video e distribuendo
materiale sessualmente esplicito sui minori è un abuso sessuale di minori
e riconosciuto come atto criminale a tutti gli effetti (Seto, 2013).

Prostituzione minorile Sfruttamento sessuale di un minore per attività di prostituzione con


terzi, al fine di ottenere denaro o vantaggi di diversa natura.

Distorsioni cognitive In questo corso di apprendimento, sono definite come pensieri che una
persona dà per veri, ma che non rispondono alla realtà. Sono visioni
distorte del mondo, delle interazioni personali, delle cose. Possono
produrre una visione del mondo in cui l’abuso dei minori è possibile e che
può giustificare o minimizzare un atto abusivo.

3
http://www.unicef.it/Allegati/Convenzione_diritti_infanzia_1.pdf consultato il 18/3/2015 per la traduzione italiana.

22 / 31
Centre for Child Protection

Cunnilungus è la stimolazione orale dei genitali esterni femminili o dei genitali


dell’abusatore o di un’altra persona/vittima.

Disempowerment è il senso di incapacità che una persona può provare a causa di un abuso.
Essa perde completamente fiducia in se stessa e negli altri, rispetto alla
capacità di garantire protezione e sicurezza.

Empowerment è un processo che dà alla persona la capacità di recuperare il senso di


armonia e sicurezza. È il maggiore obiettivo terapeutico in vittimologia.

Efebofilia è caratterizzata da attrazione sessuale verso gli adolescenti.

Esibizionismo è mostrare i genitali di qualcuno ad altri (302.4)4.

Esposizione a pornografia Usare o esporre a pornografia (riviste, internet, video, audio, foto).
Sebbene non ci sia un contatto diretto, esporsi o esporre un bambino a
contenuti pornografici significa contribuire all’abuso, già attuato durante
la produzione di tale materiale nonché traviare il bambino che vi è esposto.

Fellatio L’abusatore obbliga la vittima a stimolare oralmente il suo pene, o stimola


quello della vittima o di un’altra persona/vittima; questa è una forma di
penetrazione orale. Si noti che la penetrazione orale può essere anche
perpetrata con le dita, la lingua o altri oggetti e, per essere un abuso, non
necessariamente richiede l’uso del pene.

Feticismo avviene quando una persona si eccita usando qualcosa che appartiene a
un bambino, o che è stata toccata da un bambino, come un vestito o un

4
Questo codice si riferisce al Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, conosciuto come DSM 5 (APA, 2013).

23 / 31
Centre for Child Protection

giocattolo. Può anche essere un insieme disordinato di fantasie che


nascono fissando qualche parte del corpo del bambino (302.81).

Palpeggio è l’atto di toccare una parte specifica del corpo di un bambino per eccitarsi;
può essere fatto da fuori o dentro i vestiti. Sebbene la maggior parte delle
volte si concentri sulle parti sessuali del corpo, qualsiasi zona può essere
eccitante per l’abusatore.

Frotteurismo è l’atto di strusciare o toccare un’altra persona senza il suo consenso per
raggiungere l’eccitazione (302.89).

Incesto è un abuso sessuale, perpetrato da un membro della famiglia (padre,


madre, fratelli, sorelle, zii, zie, patrigni, matrigne, genitori adottivi) su
qualcun altro. Dato il valore di guida spirituale, alcuni affermano che un
abuso commesso da un sacerdote o da una guida spirituale o da padrini
possa essere considerato un “incesto spirituale”.

Consenso informato avviene quando una persona è d’accordo a fare qualcosa liberalmente e
coscientemente con un’altra. Per essere legale e valido, il consenso prevede
alcuni criteri legali; per esempio il consenso del bambino a rapporti
sessuali con un adulto non è né valido né legale.

Maltrattamento o cattiva cura (Ill-treatment) è un termine generale che racchiude tutte le forme
di incuria e abuso, fisiche, psicologiche, emozionali e spirituali. Queste
sono compiute su chi ha bisogno di cure (per esempio da parte di un
genitore verso un figlio). Ma si applica a tutte le persone vulnerabili
bisognose di cure particolari (un anziano o un paziente in ospedale
possono essere vittime di maltrattamento, ecc.).

24 / 31
Centre for Child Protection

Nursing abuse è molto vicino al palpeggio. Si verifica quando una persona, con il pretesto
di prendersi cura di un bambino (o lavandolo, cambiandogli il pannolino
o vestendolo), tocca per un tempo ingiustificato una parte intima del suo
corpo. C’è differenza tra pulire i genitali sporchi di un bambino e
stimolarlo per eccitarlo.

Modello patriarcale è un modello di società strutturata che enfatizza la predominanza e


l’autorità degli uomini e delle figure paterne sulle donne e i bambini.

Pedofilia è un disturbo mentale caratterizzato da un’attrazione sessuale verso i


bambini in età pre-puberale. Non tutti i pedofili sono abusatori, non è
sicuro. Alcuni pedofili non abuseranno mai di un bambino ma saranno
distrutti da questi pensieri.

Studi di prevalenza sono studi dedicati alla diffusione di un particolare fenomeno in una
particolare popolazione. Provano a rispondere alla seguente domanda:
Quante persone fanno questo o quello in questa o quella popolazione?
Sono parte di una disciplina scientifica chiamata epidemiologia.

Sadomasochismo Alcune persone usano violenza come una forma di eccitazione e quindi
mentre abusano di un bambino esercitano anche una sorta di violenza
fisica e psicologica su di lui (302.84). Questa forma di disturbo parafiliaco
raggiunge l’apice attraverso la sofferenza della vittima.

Penetrazione sessuale consiste nell’introdurre il pene, un dito, o un oggetto nei genitali femminili
o forzare un ragazzo a penetrare in una donna abusatrice, o altra
persona/vittima.

Aggressore sessuale è un termine legale, che definisce una persona che ha commesso un
crimine sessuale in qualsiasi forma di abuso. Riguardo all’abuso sessuale

25 / 31
Centre for Child Protection

sui minori, c’è da sapere che non tutti gli aggressori sessuali sono pedofili;
alcuni puntano i bambini non per attrazione ma per la loro vulnerabilità.
Molte persone, che soffrono di disturbi pedofili (302.2) non sono
aggressori sessuali, per esempio se non hanno direttamente abusato di un
bambino, o usato pornografia minorile, entrambi atti criminali. Il ricorrere
di fantasie pedofile è considerato deviante ma non abusivo, come del resto
solo gli atti sono considerabili criminali, non i pensieri. Vuol dire che
questi soggetti dovrebbero essere indirizzati più presto possibile all’analisi
clinica.

Sodomia è la penetrazione anale del bambino o il costringere il minore a penetrare


l’ano dell’abusatore, con il pene, un dito o un oggetto.

Dimensione sistemica è la dimensione sociale di una realtà. Nell’abuso sessuale dei minori, la
dimensione sistemica può essere considerata in due forme: la dimensione
socio-culturale dell’abuso, e l’impostazione familiare. Queste due
rappresentano un gruppo di elementi (sistema), che possono contribuire a
favorire, facilitare e mantenere uno schema abusivo.

Travestitismo Alcune persone possono attuare il role-play o il travestitismo (302.3) per


raggiungere la propria eccitazione con il bambino.

Vittima è una persona che ha subito una forma di ill-treatment, incuria,


maltrattamento, abuso o evento traumatico che ha avuto impatto e ha
compromesso la sua integrità fisica, psicologica, sociale e spirituale
nonché il suo benessere.

Voyeurismo è l’osservare un’altra persona per eccitarsi, senza che essa lo sappia
(302.82).

26 / 31
Centre for Child Protection

Bibliografia

Abel, G. G., Becker, J. V., & Cunningham-Rathner, J. (1984). Complications, consent, and
cognitions in sex between children and adults. International journal of Law and Psychiatry, 7,
89-103.

Briere, J., & Elliott, D.M. (2003). Prevalence and psychological sequelae of self-reported childhood
physical and sexual abuse in general population sample of men and women. Child Abuse
& Neglect, 27(10), 1205-1222.

Crisp, B.R. (2007). Spirituality and sexual abuse: Issues and dilemmas for survivors. Theology &
Sexuality, 13(3), 301-314. Doi: 10.1177/1355835807078263.

Davis, J.L. & Petretic-Jackson, P.A. (2000). The impact of child sexual abuse on adult interpersonal
functioning: A review and synthesis of the empirical literature. Aggression and Violent
Behavior, 5(3), 291-328.

Edelstein, S. (2011). Sex and the spiritual teacher. Boston: Wisdom Publication.

Efraine, J., B. (2004). Armed conflict and the sexual abuse of children in Monzambique. In
L.Richter, A. Dawes, & C.Higson-Smith (Eds.), Sexual abuse of young children in southern
Africa (pp. 411-426). Cap Town: HSRC Press.

Ferenczi, S. (1985). Journal Clinique 1932. Paris: Payot. Ed. It. A cura di G. Carloni, tr. it. (dal ted.) di
S. Sella Tournon, Diario clinico. Gennaio-ottobre 1932, 5 aprile (continuazione): "Conseguenze
permanenti, sui bambini piccoli, di prestazioni genitali imposte, 'obbligatorie', attive o passive",
Milano: R. Cortina, 1988, p. 146.

Finkelhor, D. (1979). What’s wrong with sex between adults and children? Ethics and the problem
of sexual abuse. American Journal of Orthopsychiatry, 49(4), 692-697.

Finkelhor, D. (1984). Child sexual abuse. New theory and research. New York: Free Press.

27 / 31
Centre for Child Protection

Finkelhor, D. (1986). A sourcebook on child sexual abuse. Newsbury Park, London, New Delhi:
Sage.

Finkelhor, D. (1994). The international epidemiology of child sexual abuse. Child Abuse &
Neglect 18(5), 409-417.

Fortune, M.M. (1995). Is nothing sacred? When sex invades the pastoral relationship. In
J.Gonsiorek, C. (Ed.), Breach of trust: Sexual exploitation by health care professionals and clergy
(pp.29-42). Thousand Oaks, London, New Delhi: Sage Publications.

Fortune, M.M. (2013). Sexual abuse by religious leaders. In V.B.Batchelor (Ed.), When pastors
prey: overcoming clergy sexual abuse of women (pp.14-21). Geneve: World Council of Churches
Publications.

Gonsiorek, J.C. (Ed.) (1995). Breach of trust: Sexual exploitation by health care professionals and
clergy. Thousand Oaks, London, New Delhi: Sage Publications.

Gustafson, T.B., & Saewer, D.B. (2004). Childhood sexual abuse and obesity. Obesity reviews,
5(3), 129-135.

Haugaard, J.J. (2000). The challenge of defining child sexual abuse. American Psychologist, 55(9),
1036-1309.

Jewkes, R. (2004). Child sexual abuse and HIV infection. In L.Richter, A.Dawes, & C. Higson-
Smith (Eds.), Sexual abuse of young children in southern Africa (pp.130-142). Cap Town: HSRC
Press.

Kendall-Tacket, K.A., Meyer Williams, L. & Finkelhor, D. (1993). Impact of sexual abuse on
children: A review and synthesis of recent empirical studies. Psychological Bulletin 113(1), 164-
180.

28 / 31
Centre for Child Protection

Klein, A.M. (2003). Potential increased vulnerability of women with a history of child abuse in
their adjustment to breast cancer. (Ph.D. Dissertation), Alliant International University, Ann
Arbor. Retrived from Available from ProQuest Dissertation & Theses Global. (305221200).
Retrived from http://search.proquest.com/docview/305221200?accountid=14701 (3088929).

Maddock, J. W., & Larson, N. R. (1995). Incestuous families: An ecological approach to


understanding and treatment. New York, London: W.W. Norton & Company, Inc.

Malón, A. (2009). The “participating victim” in the study of erotic experiences between children
and adults: An historical analysis. Archives of Sexual Behavior, 40(1), 169-188. doi:
10.1007/s10508-009-9553-z

Manly, J. T. (2005). Advances in research definitions of child maltreatment. Child Abuse &
Neglect, 2009(29), 425-439.

McLaughlin, B. R. (1994). Devastated spirituality: The impact of clergy sexual abuse on the
survivor's relationship with god and the church. Sexual Addiction & Compulsivity, 1(2),
145-158. doi: 10.1080/10720169408400039

Oddone Paolucci, E., Genuis, M. L., & Violato, C. (2001). A meta-analysis of the published
research on the effects of child sexual abuse. The Journal of Psychology, 135(1), 17-36.

Organizzazione mondiale della sanità. (2002). Rapporto mondiale su violenza e salute. Ginevra,
New York: World Health Organisation.

Pereda, N., Guilera, G., Forns, M., & Gomez-Benito, J. (2009a). The international epidemiology of
child sexual abuse: A continuation of Finkelhor (1994). Child Abuse & Neglect, 33(2009),
331-342.

29 / 31
Centre for Child Protection

Pereda, N., Guilera, G., Forns, M., & Gomez-Benito, J. (2009b). The prevalence of child sexual
abuse in community and student samples: A meta-analysis. Clinical Psychology Review,
29, 328-338.

Richter, L., Dawes, A., & Higson-Smith, C. (Eds.). (2004). Sexual abuse of young children in
southern Africa. Cap Town: HSRC Press.

Richter, L., & Higson-Smith, C. (2004). The many kinds of sexual abuse of young children. In L.
Richter, A. Dawes, & C. Higson-Smith (Eds.), Sexual abuse of young children in southern
Africa (pp. 21-35). Cap Town: HSRC Press.

Rohdea, P., Ichikawa, L., Simon, G. E., Ludmanb, E. J., Lindec, J. A., Jeffery, R. W., & Operskalski,
B. H. (2008). Associations of child sexual and physical abuse with obesity and depression
in middle-aged women. Child Abuse & Neglect, 32(2008), 878-887.

Rossetti, S.J. (1990). Slayer of the soul: child sexual abuse and the Catholic Church. Mystic, Conn.:
Twenty-Third Publications.

Russell, D. E. H. (1983). The incidence and prevalence of intrafamilial and extrafamilial sexual
abuse of female children. Child Abuse & Neglect, 7, 133-146.

Schoener, G. R. (1995). Historical Overview. In J. C. Gonsiorek (Ed.), Breach of trust: Sexual


exploitation by health care professionals and clergy (pp. 3-17). Thousand Oaks, London,
New Delhi: Sage Publications.

Seto, M. (2013). Internet sex offender. Washington D.C.: American Psychological Association.

Shengold, L. (1989). Soul Murder: The effects of childhood abuse and depravation. New York:
Ballantine Books.

Shooter, S. (2012). How survivors of abuse relate to God: the authentic spirituality of the
annihilated soul. Farnham, Burlington: Ashgate Publishing Limited.

30 / 31
Centre for Child Protection

Violato, C., & Genuis, M. (1993). Problems of research in male child sexual abuse: A review.
Journal of Child Sexual Abuse, 2(3), 33-54.

Ward, T., Gannon, T. A., & Keown, K. (2006). Beliefs, values, and action: The judgment model of
cognitive distortions in sexual offenders. Aggression and violent behavior, 11(4), 323-340.
doi: 10.1016/j.avb.2005.10.003

Ward, T., Hudson, S. M., Johnston, L., & Marshall, W. L. (1997). Cognitive distortions in sex
offenders: An integrative review. Clinical Psychology Review, 17(5), 479-507. doi:
10.1016/S0272-7358(97)81034-3

Ward, T., Polaschek, D. L. L., & Beech, A. R. (2006). Theories of sexual offending. Chichester: John
Wiley & Sons, Ltd.

Wyatt, G. E. (1985). The sexual abuse of afro-american and white american women in childhood.
Child Abuse & Neglect, 9, 507-519.

31 / 31

Potrebbero piacerti anche