Le donne vedono la tomba vuota, ascoltano gli angeli che dicono che Gesù è risorto; gli apostoli ascoltano le donne e vanno alla tomba per vede- re: vedono e credono. I due di Emmaus vedono Gesù ma questo non è sufficiente per poterlo rico- noscere, mentre invece il loro cuore si va via via riscaldando quando ascoltano da lui la spiegazio- ne dalla Bibbia di ciò che è avvenuto, e solo dopo, al vederlo spezzare il pane riconoscono in quel pellegrino che ha fatto la strada con loro, il Messia
Anche Tommaso ascolta le parole del gruppo
dei discepoli che aveva incontrato Gesù, lo aveva visto: lui chiede di poter partire dallo stesso punto: vuole vedere, e anzi fa un passo in avanti: chiede di toccare, mettere il dito nei fori dei chiodi. Alla fine riconosce Gesù che vede presente an- cora nel gruppo degli amici e ascolta il suo in- vito a toccare, ma questo non serve più ormai: lui crede e lo dichiara solennemente: “Mio Si- gnore e mio Dio”!”, sentendosi apostrofare co- me beato, ma sapendo che lo superano nella felicità quanti senza vedere sanno crede- re...senza vedere significa limitandosi ad ascoltare la testimonianza di chi per primo ha visto Gesù conferma con la sua presenza quando i due di Em- maus raccontano del loro di incontro, dell’ascoltare le pa- role di chi spiega le promesse scritte nel Libro; offre a tutti, pieni di stupore e di dubbi, di toccarlo e vedere che non si tratta di un fantasma: è lui, è davvero Risorto. La storia si chiude con un Gesù che parla e i suoi discepoli che ascol- tano: il Maestro ricorda quanto diceva loro nei tre anni che li ha incontrati e lo lega con questi eventi degli ultimi giorni; ancora di più intreccia questi due fili (le sue parole e i suoi gesti di risorto) con un filo ancora più solido: la Bibbia. Solido, forte, ma soprattutto disponibile oltre l’a- prile dell’anno 30 d.C.; adesso noi non abbiamo altro che l’ascolto della Parola: quella scritta nel Libro dai suoi testimoni e l’ascolto dei testimoni del nostro tempo