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1Sam 16,1-13
Davide l’eletto
Davide, il fondatore della dinastia giudaica, regnò per quaranta anni su Giuda e Israele, sette anni
in Ebron e trentatré in Gerusalemme (2Sam 2,11 e 1Re 2,11). Le narrazioni del ciclo di Davide
possiedono certamente anche intenti apologetici – dovendo esse giustificare l’ascesa di un suddito
a dispetto dei legittimi successori al trono – e raccolgono materiali di varia epoca e origine 1 e
dagli intenti talvolta eminentemente didattici.
La storia biblica di Davide comincia in 1Sam 16, immediatamente dopo la narrazione della
ricusazione di Saul operata da Yhwh (cap. 15; cfr. 15,23 *m’s). La prima pericope del capitolo è
aperta 2 con le istruzioni divine date a Samuele (v. 1) e chiusa con l’esecuzione delle istruzioni e il
rientro a Rama del profeta nel v. 13; mentre al v. 14 si apre una scena del tutto diversa (16,14-23)
con protagonisti Saul e Davide. La struttura interna della pericope qui presa in considerazione
può essere così articolata:
vv. 1-3 ordine divino a Samuele di ungere Davide re;
vv. 4-13 esecuzione dell’ordine.
vv. 4-5 arrivo di Samuele a Betlemme;
vv. 6-12 scena dell’identificazione dell’eletto tra i figli di Iesse (suddividibile nelle due scene
del rigetto dei 7 figli, vv. 6-10, e scelta di Davide, vv. 11-12);
v. 13 unzione di Davide e conclusione.
1
Si pensi ad esempio alla triplice diversa risposta che la narrazione offre sull’introduzione di Davide alla corte di Saul:
come suonatore di cetra personale di Saul (1Sam 16,14-23), come valoroso scudiero (1Sam 16,21), oppure come
sconosciuto figlio di un pastore capace di gesta eroiche (1Sam 17,55-58).
2
Alcuni autori ritengono che la pericope inizi in 15,35 [Fokkelman, Narrative Art…, vol. II, 112-113 inizia in 16,1 ma ha
forte relazione con 15,35]. Poiché la scena precedente può dirsi conclusa con 15,34, il v. 15,35 si pone come “brano
ponte” tematizzando da una parte il rigetto di Saul – Saul però è ormai solo sullo sfondo – e ponendo la tensione
narrativa verso la figura successiva, Davide, che però non è citato. D’altra parte il wayyō’mer iniziale di 16,1 propende
per una congiunzione di 15,35 con 16,1.
1
P. Merlo – Annotazioni su 1Sam 16,1-13
�י־ר ִא ִיתי ְבּ ָבנָ יו ִלי ֶמ ֶל ַ “« ַמ ֵלּא ַק ְרנְ � ֶשׁ ֶמן וְ ֵל� ֶא ְשׁ ָל ֲח� ֶאל־ ִי ַשׁי ֵבּRiempi d’olio il tuo corno (qeren)
ָ ית־ה ַלּ ְח ִמי ִכּ
e parti. Voglio mandarti da Iesse il betlemmita, perché tra i suoi figli mi sono scelto (rā’îtî lî) 3
un re”» – Dopo l’affermazione sul rigetto di Saul, Yhwh istruisce il profeta Samuele di
prendere un corno pieno d’olio (cfr. l’unzione di Samuele in 1Re 1,39; mentre in 1Sam 10,1 si
usa pak «ampolla» d’olio) e di mettersi in viaggio verso Betlemme, perché lì, tra i vari figli di
Iesse, 4 egli «si è scelto» un re. L’ebraico lî «mi; per me» sottolinea il soggetto divino nell’azione
dello scegliere, a differenza di Saul che, in fondo, è stato richiesto dal popolo (cfr. 8,5).
Poiché il testo esplicita fin da subito cosa deve fare Samuele e come Yhwh stesso si sia scelto
un nuovo re, la tensione narrativa non concerne tanto il “che cosa” succederà, ma si
trasferisce piuttosto sul “come” avverrà l’unzione e, soprattutto, sul “chi” sarà la persona
oggetto dell’unzione.
16,2-3
La scena del dialogo tra Yhwh e Samuele si svolge secondo i canoni letterari dei racconti di «invio
in missione», dove il protagonista, dopo aver ricevuto l’annuncio divino, esprime la sua difficoltà
nell’adempiere il compito affidatogli da Dio (cfr. Es 3,11; 4,1; Gdc 6,13-14; Ger 1,6; ecc.). Da un
punto di vista narratologico, questa è la complicazione che si inserisce nel piano divino e che dovrà
essere risolta: Samuele – incaricato di ungere re un rivale del sovrano regnante – ha paura di
essere ucciso da Saul. Yhwh risolverà la complicazione istruendolo con precisione.
16,2 אתי
ִ אמר יְ הֹוָ ה ֶﬠ ְג ַלת ָבּ ָקר ִתּ ַקּח ְבּיָ ֶד� וְ ָא ַמ ְר ָתּ ִלזְ בּ ַֹ� ַליהֹוָ ה ָבּ
ֶ ֹ מוּאל ֵאי� ֵא ֵל� וְ ָשׁ ַמע ָשׁאוּל וַ ֲה ָרגָ ִני וַ יּ
ֵ אמר ְשׁ
ֶ ֹ וַ יּ
«Rispose Samuele: “Come posso andare? Saul (lo) verrà a sapere ed egli mi ucciderà”. Yhwh
soggiunse: “Prendi una giovenca con te e dirai: ‘Sono venuto per sacrificare a Yhwh’» – Il TM
ha l’imperf. « ִתּ ַקּחprenderai» (così BCEI), mentre 4QSamb קחe LXX λαβὲ «prendi» hanno un
imptv. (lectio difficilior). Anche se potrebbe sembrare un semplice stratagemma, l’invito offerto
a Iesse di partecipare al banchetto sacrificale (v. 3) corrisponde precisamente al precedente
pasto sacrificale al quale aveva partecipato Saul prima di essere unto (1Sam 9,11-14).
16,3 �וּמ ַשׁ ְח ָתּ ִלי ֵאת ֲא ֶשׁר־א ַֹמר ֵא ֶלי ָ ר־תּ ֲﬠ ֶשׂה
ַ יﬠ� ֵאת ֲא ֶשׁ ֲ אוֹד
ִ את ְל ִי ַשׁי ַבּזָּ ַבח וְ ָאנ ִֹכי ָ « וְ ָק ָרInviterai Iesse al
sacrificio; quindi io stesso ti farò conoscere ciò che dovrai fare e tu mi consacrerai colui che io
ti dirò”» – Invitare «al sacrificio» si riferisce al banchetto di culto sacrificale (cfr. vv. 5ss)
probabilmente in un luogo (santuario?) specifico dove si consumavano le parti della vittima
lasciate agli offerenti. Le istruzioni divine indicano come superare la difficoltà, ma aumentano
la suspence in merito all’identità dell’eletto. In ogni caso, solo Yhwh è il soggetto pienamente
consapevole dell’azione.
L’ingiunzione divina pone in evidenza il pronome di I p.s. « וְ ָאנ ִֹכיio stesso ti indicherò… tu mi
consacrerai colui che io ti dirò» che rimarca l’agire divino sopra quello umano. Secondo la
narrazione, quindi, la funzione del profeta Samuele è poco più che quella di un esecutore
materiale, poiché sarà solo Yhwh a condurre l’azione.
3
Il verbo «vedere» ha qui, come anche altrove, il senso di «scegliere; selezionare» (cfr. Gen 22,8; 41,33; Dt 33,21; 2Re
10,3).
4
Il nome Iesse potrebbe essere una forma abbreviata di (’)yiššay(āhu) (cfr. l’ortografia in 1Cr 2,13) dal possibile
significato «uomo di Yhwh». Secondo la tarda tradizione di Rut 4,17-22, Booz e Rut sarebbero i nonni di Iesse.
2
P. Merlo – Annotazioni su 1Sam 16,1-13
chiese». Le parole degli anziani sono intese come domanda ( ֲה ָשׁלוֹם, con il Sebir e la LXX;
secondo JM §161a la frase può essere intesa interrogativa anche senza la he, ma solo con
l’inversione dell’ordine usuale dei termini). Dopo «la tua venuta?» 4QSamb (hr’h) e LXX
aggiungono «o veggente?» (cfr. 9,9).
Il v. 4 si apre con la formula di esecuzione-compimento: Samuele eseguendo quanto Yhwh gli
ha comandato si accredita ancora una volta, agli occhi del lettore, come vero profeta di Yhwh
obbediente (cfr. W. DIETRICH 1987, 77).
Non è chiaro perché gli anziani della città siano così trepidanti (rispetto e riverenza per
Samuele? timore che la visita inaspettata di un profeta annunci la sventura?). Il verbo *ḥrd
«tremare; trepidare» è usato sia in ambito profano (Gen 27,33), sia in ambito religioso (Es
19,16.18). In ogni caso, la loro domanda (v. 4b) e la conseguente risposta di Samuele (v. 5a)
porta a compimento il discorso divino del v. 2b.
L’imperativo ִה ְת ַק ְדּשׁוּhitp. *qdš ha il senso riflessivo di «consacratevi», cioè di passare allo
stato di purità-santità rituale e di mantenere tale stato (cfr. Es 19,10) così da poter partecipare
al sacrificio-banchetto.
5
Il Sebir è un’annotazione masoretica che «propone» una lezione diversa da quella scritta. Diversamente dal Qerê tale
annotazione può essere ignorata dal lettore.
3
P. Merlo – Annotazioni su 1Sam 16,1-13
« ִכּי לֹא ֲא ֶשׁר יִ ְר ֶאה ָה ָא ָדם ִכּי ָה ָא ָדם יִ ְר ֶאה ַל ֵﬠינַ יִ ם וַ יהֹוָ ה יִ ְר ֶאה ַל ֵלּ ָבבperché non (conta) ciò che vede l’uomo
– l’uomo infatti giudica l’apparenza – ma Yhwh giudica l’interno”.» – Vari autori (Wellhasen,
Kittel) ipotizzano un presunto originale יראה האדם יראה האלהיםtronco per aplografia e
testimoniato dalla LXX ὅτι οὐχ ὡς ἐμβλέψεται ἄνθρωπος, ὄψεται ὁ θεός, ὅτι ἄνθρωπος ὄψεται
«perché non è ciò che guarda l’uomo (che) Dio vede, poiché l’uomo vede…». Barthélemy
propende invece nel ritenere la lezione della LXX una aggiunta esplicativa di un originale
ebraico anacoluto. Il verbo «vedere» solitamente è seguito dall’oggetto della cosa vista; qui
esso è seguito dalla preposizione l- (« )יִ ְר ֶאה ַל ֵלּ ָבבvedere secondo l’interno». Alcuni autori
considerano il v. 7b un’aggiunta (J. Vermeylen 2000, attribuisce a DtrP), anche perché appare
in leggero contrasto con l’affermazione sul bell’aspetto di Davide in v. 12a.
Questa affermazione sostiene la differenza di giudizio tra uomo e Dio. Mentre l’uomo giudica
quello che vede (con i propri occhi), Dio è capace di conoscere esattamente quello che c’è
all’interno dell’uomo: la sua volontà, le sue intenzioni e i suoi sentimenti. Non è inutile
ribadire che il sostantivo ebraico lēbāb, che indica l’interno dell’uomo dove è posto il cuore, si
riferisce al centro di tutte le sue facoltà della persona, non solo ai suoi sentimenti (cfr. Ger
17,10 BCEI «Io, il Signore, scruto la mente [lēb] e saggio i cuori [kelāyôt]»).
4
P. Merlo – Annotazioni su 1Sam 16,1-13
6
L’aggettivo quando è preceduto dall’articolo ha senso superlativo (cfr. JM § 141j).
7
Il parallelismo climatico “tre-quattro” oppure “sette-otto” (dove il quarto o l’ottavo è il climatico) è ben noto nella
Bibbia (cfr. Am 1,3.6.9; Mic 5,5; Pro 30,18; ecc.) e nelle fonti letterarie antiche (KTU 1.23:66-67). Il brano biblico
richiama alla mente soprattutto l’epica ugaritica del re Kirta dove la figlia «Ottavia» per volere divino prenderà il
posto dell’indegno primogenito (KTU 1.15.III:16).
8
La LXX (ma non LXXL) amplia la fine del v. anticipando il nome del consacrato καὶ εἶπεν κύριος πρὸς Σαμουηλ
Ἀνάστα καὶ χρῖσον τὸν Δαυιδ, ὅτι οὗτος ἀγαθός ἐστιν «E disse il Signore a Salomone: “su, ungi Davide, perché questi è
buono”».
9
Nel Vicino Oriente si vedano le storie (spesso di usurpatori) di Esarhaddon, figlio minore di Sennacherib,
dell’autobiografia di Idrimi di Alalaḫ e dell’apologia di Hattusili III. Per la Bibbia cfr. F.E. GREENSPAHN, When Brothers
Dwell Together. The Preeminence of Younger Siblings in the Hebrew Bible, OUP, Oxford 1994, 84-110.
5
P. Merlo – Annotazioni su 1Sam 16,1-13
«congiunto, zio» (cfr. Am 6,10). 10 Da questo momento in poi la vita di Davide avrà uno speciale
rapporto con lo spirito di Dio (cfr. 2Sam 23,2), mentre – per contrasto – lo spirito si comincerà
a staccare da Saul (v. 14). La piccolezza di Davide si prospetta così come il luogo privilegiato
dell’agire divino, in accordo con l’idea religiosa secondo cui la scelta divina si concentra sul
piccolo proprio per far risaltare la potenza di Dio e per confondere così coloro che confidano
nelle proprie capacità e nella propria grandezza (1Sam 2,4-8).
ֵ « וַ יָּ ָקם ְשׁSamuele si alzò e ritornò a Rama» – Probabilmente il verbo *qûm è qui
מוּאל וַ יֵּ ֶל� ָה ָר ָמ ָתה
impiegato per annotare il repentino ritorno del profeta da dove era venuto: compiuta la sua
missione, Samuele non ha più motivo di rimanere.
Commentari:
A.G. AULD 2012 (OTL); R.W. KLEIN 1983 (WBC 12); P.K. MCCARTER 1974 (AncB 8); D. TSUMURA 2007
(NICOT).
Studi:
S. BAR-EFRAT, Das erste Buch Samuel. Ein narratologisch-philologischer Kommentar (BWANT 176),
Stuttgart 2007 (orig. ebr.).
W. DIETRICH, David, Saul und die Propheten (BWANT 122), Stuttgart 1987, 73-81.
A. GAROFALO, L’unzione di Davide (1Sam 16,1-13). Prologo profetico al ciclo dell’ascesa, Napoli 2012.
N. HABEL, “The Form and Significance of the Call Narratives”, ZAW 77 (1965), 297-323.
A. HEINRICH, David und Klio. Historiographische Elemente in der Aufstiegsgeschichte Davids und im Alten
Testament (BZAW 401), Berlin 2009, 95-111.
M. VIRONDA, “Gli inizi dell’ascesa di Davide (1Sam 16,1-23). Analisi narratologica”, Rivista Biblica 41
(1993), 257-291.
10
Il re Davide è l’unico a portare questo nome nella Bibbia. Sulla discussione in merito all’esistenza storica di un re-
fondatore della dinastia giudaita con questo nome cfr. la discussa iscrizione aramaica redatta sulla famosa stele
rinvenuta in frammenti a Tel Dan (KAI 310; datata nel IX sec. a.C.) e menzionante bytdwd.