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Comportamento sismico degli

edifici intelaiati in c.a. con


Gennaro Magliulo

irregolarit in pianta

Gennaro Magliulo
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta

Comunit Europea
Fondo Sociale Europeo

Dottorato di Ricerca in Ingegneria delle Strutture


Universita degli Studi di Napoli Federico II
Facolt di Ingegneria

Gennaro Magliulo

Comportamento sismico degli edifici intelaiati


in c.a. con irregolarit in pianta

Tesi di Dottorato
XIII Ciclo

Comunit Europea
Fondo Sociale Europeo

2000

Dottorato di Ricerca in Ingegneria delle Strutture


Ringraziamenti

Desidero innanzitutto ringraziare il Prof. Roberto Ramasco, per tutto ci che


mi ha fatto capire ed apprendere nellambito dellIngegneria delle Strutture e la
cui professionalit ed umanit saranno sempre per me di riferimento. Al Prof.
Giovanni Romano sono grato per avermi indotto ad affrontare lo studio e la
ricerca in maniera interdisciplinare e perci affascinante.
Ritengo che il ciclo di Dottorato di Ricerca, ormai conclusosi, sia stata la
pi bella esperienza della mia vita; per questo motivo esprimo la mia profonda
gratitudine al Prof. Giuseppe Faella, il quale mi ha sostenuto nelle fasi iniziali,
e perci pi difficili, della stessa. A proposito di fasi difficili, ringrazio ling.
Roberto Realfonzo per i suoi utili consigli relativi alla stesura della tesi. Per la
sua disponibilit al confronto scientifico ringrazio anche il Prof. Mario De
Stefano.
Desidero, inoltre, ringraziare cordialmente ling. Paolo Negro, per avermi
fornito i dati relativi ad alcune prove sperimentali, i quali mi hanno permesso
di realizzare un interessante confronto con le analisi numeriche da me
effettuate.
Sono grato ai Proff. Vojko Kilar e Peter Fajfar per aver reso utile ed
interessante il periodo durante il quale ho lavorato presso lUniversit di
Lubiana. Voglio menzionare anche il Prof. Helmut Krawinkler dellUniversit
di Stanford: ricordo con piacere i momenti di confronto scientifico che
abbiamo avuto durante il periodo che egli ha trascorso a Napoli.
Ringrazio, infine, i miei familiari, la mia ragazza ed i due carissimi amici,
gli ingg. Mario Gaeta e Marco Pulli.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta I

Indice

Capitolo I. Introduzione 1
1.1 Generalit 1
1.2 Obiettivo e contenuti della tesi 4

Capitolo II. Modellazione numerica 7


2.1 Il comportamento sperimentale degli elementi in c.a. 7
2.1.1 Elementi trave 8
2.1.2 Elementi pilastro 12
2.2 Modelli numerici 14
2.2.1 Modelli a fibre 19
2.2.2 Modelli a plasticit concentrata 26
2.2.3 Modelli a plasticit diffusa 27
2.2.4 Legami momento-curvatura 31
2.2.4.1 Le leggi cicliche 32
2.2.5 Modelli che tengono conto dellinterazione momenti
flettenti sforzo normale 36

Capitolo III. Aspetti normativi 41


3.1 Criteri di regolarit ed irregolarit 41
II Indice

3.1.1 Criteri di regolarit in pianta secondo lEurocodice 8 42


3.1.2 Criteri di regolarit in elevazione secondo lEurocodice 8 42
3.1.3 Criteri di irregolarit in pianta secondo lo Uniform Building
Code 43
3.1.4 Criteri di irregolarit in elevazione secondo lo Uniform
Buiding Code 44
3.1.5 Criteri di irregolarit secondo la normativa italiana 44
3.2 Analisi strutturale 45
3.2.1 Tipologie di analisi secondo lEurocodice 8 45
3.2.2 Tipologie di analisi secondo lUniform Building Code 47
3.2.3 Tipologie di analisi secondo la normativa italiana 48
3.3 Forze sismiche di progetto secondo le diverse analisi 49
3.3.1 Analisi modale semplificata secondo lEurocodice 8 49
3.3.2 Analisi multimodale secondo lEurocodice 8 49
3.3.3 Lanalisi statica e lanalisi statica semplificata secondo
lUniform Building Code 50
3.3.4 Lanalisi dinamica secondo lUniform Building Code 52
3.3.5 Lanalisi statica secondo la normativa italiana 52
3.3.6 Lanalisi dinamica secondo la normativa italiana 53
3.4 Gli effetti torsionali 54
3.4.1 Valutazione degli effetti torsionali secondo lEurocodice 8 54
3.4.2 Valutazione degli effetti torsionali secondo lUniform
Building Code 56
3.4.3 Valutazione degli effetti torsionali secondo la normativa
italiana 57
3.5 Gli effetti ortogonali 58
3.5.1 Valutazione degli effetti ortogonali secondo la normativa
italiana 58
3.5.2 Valutazione degli effetti ortogonali secondo lEurocodice 8 58
3.5.3 Valutazione degli effetti ortogonali secondo lUniform
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta III
Building Code ed il NEHRP 60

Capitolo IV. Confronto numerico-sperimentale 63


4.1 Introduzione 63
4.2 Prove sperimentali 64
4.3 Modellazione numerica delledificio testato ad Ispra 69
4.3.1 Travi 70
4.3.2 Pilastri 74
4.4 Analisi numeriche 83

Capitolo V. Effetti delleccitazione sismica bidirezionale 91


5.1 Introduzione 91
5.2 Prove sperimentali 92
5.3 Stato dellarte 101
5.3.1 Sistemi doppiamente simmetrici 101
5.3.2 Sistemi eccentrici 104
5.4 Analisi numeriche 109
5.4.1 Confronto in termini di risposta globale delledificio 111
5.4.2 Confronto in termini di danneggiamento delle colonne 120

Capitolo VI. Analisi non lineari relative ad edifici irregolari


in pianta 125
6.1 Stato dellarte 125
6.1.1 Parametri del problema 126
6.1.2 Modello strutturale 128
6.1.3 Valutazione delle prescrizioni sismiche di progetto
relative agli effetti torsionali 129
6.2 Progetto degli edifici esaminati 132
6.2.1 Geometria 132
6.2.2 Calcolo delle azioni di progetto 134
IV Indice

6.2.3 Calcolo delle armature 138


6.3 Analisi non lineari 140
6.3.1 Risultati in termini di comportamento globale 141
6.3.2 Risultati in termini di risposta locale 145
6.4 Caso di edificio con eccentricit di massa 152
6.4.1 Analisi numeriche 154
6.5 Risposta sotto eccitazione unidirezionale 161

Capitolo VII. Conclusioni 169

Bibliografia 173
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 1

Capitolo I
Introduzione

1.1 GENERALIT

Negli ultimi anni il mondo scientifico ha mostrato grande interesse per le


strutture che presentano irregolarit in pianta, proprio perch si osservato
che, sotto lazione di terremoti violenti, esse sono le pi danneggiate. Per
effetto delle accelerazioni sismiche orizzontali, infatti, si destano nelle strutture
degli edifici oscillazioni orizzontali ed oscillazioni torsionali (si intende
rotazioni degli impalcati nel proprio piano). Queste ultime producono aggravi
delle condizioni di lavoro delle membrature (telai) di perimetro della
costruzione, l dove i modi torsionali danno luogo agli effetti maggiori.
In campo elastico tale problema facilmente analizzabile e si potrebbe
pertanto tenerne conto con apposite indicazioni di normativa. In realt il
problema reso pi complesso dalla circostanza certamente nota che in
occasione di un terremoto violento le strutture escono dal campo elastico.
I codici sismici pi moderni affrontano tale problema fornendo apposite
prescrizioni in merito al progetto di edifici irregolari in pianta; va tuttavia
osservato che tali prescrizioni si presentano diverse fra loro sicch appare di
notevole interesse cercare di comprendere quale di esse sia pi efficace.
Purtroppo le conclusioni cui sono giunti i numerosi studi svolti negli ultimi
anni relativamente alla valutazione della risposta dinamica di sistemi
2 Capitolo I Introduzione

asimmetrici in pianta progettati secondo codici differenti, spesso non sono


applicabili ai casi reali.
Infatti, i primi lavori analizzavano la risposta di sistemi elastici, mentre,
come si detto, gli edifici reali sotto lazione di terremoti violenti sono
decisamente sollecitati in campo plastico.
Inoltre esiste la complessa questione della modellazione numerica, sia per
quanto concerne il sistema strutturale che in relazione ai singoli elementi. I
primi studi di tipo non lineare sono stati condotti, infatti, su sistemi strutturali
aventi elementi resistenti orientati secondo una sola direzione, assunta
coincidente con la direzione dellazione sismica. E ovvio che il
comportamento dinamico non lineare di tali sistemi non attendibile, dal
momento che nella realt esso fortemente condizionato dalla presenza degli
elementi trasversali e dalla componente sismica agente nella loro direzione.
Recentemente sono stati studiati sistemi idealizzati in maniera pi realistica,
dal momento che presentano elementi resistenti in entrambe le direzioni ed, in
alcuni casi, sono sollecitati mediante entrambe le componenti orizzontali del
terremoto. Tuttavia questi comunque sono abbastanza lontani dalla realt;
infatti, essi sono monopiano ed agli elementi strutturali generalmente
assegnato un comportamento elastico perfettamente plastico con
comportamento isteretico non degradante. Inoltre gli elementi resistenti in
entrambe le direzioni ortogonali generalmente non tengono conto
dellinterazione sul dominio limite della sezione tra i momenti flettenti e lo
sforzo normale, ma agiscono nelle due direzioni indipendentemente.
E ovvio che la semplicit di tali modelli giustificata dalla volont di
eseguire analisi parametriche, in cui le variabili principali sono il criterio di
progetto, il periodo di vibrazione traslazionale disaccoppiato, cio del sistema
simmetrico equivalente, leccentricit di massa e di rigidezza, la rigidezza
torsionale e la distribuzione delle resistenze in pianta. Ci comporta, per, che
siano trascurate alcune caratteristiche delle strutture reali che condizionano
decisamente la loro risposta sismica. Tra queste sicuramente il comportamento
del materiale, che, come nel caso di sezioni in cemento armato, pu essere
decisamente differente da quello elastico perfettamente plastico e che, con
laumentare dei cicli di carico, pu presentare degrado di rigidezza e di
resistenza. Inoltre, la risposta sismica di un edificio multipiano non ben
rappresentabile mediante lo studio di un sistema monopiano.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 3
Ci ha spinto la ricerca verso lo studio e limplementazione di modelli pi
complessi con lobiettivo di realizzare un sistema strutturale come
assemblaggio di tanti subelementi. Lattenzione, pertanto, stata dapprima
rivolta alla definizione di un modello in grado di riprodurre il comportamento
del singolo elemento strutturale: la trave, il pilastro, il pannello nodale, etc..
Limportanza di studi effettuati sullelementare sistema ad un grado di
libert nuovamente emersa. Infatti, i primi modelli di asta prendono le mosse
dalla definizione di un modello ciclico ad un grado di libert in grado di
rappresentare il comportamento isteretico di molle alla rotazione concentrate
allestremit dellelemento (modelli a plasticit concentrata). Anche i
successivi sviluppi, rappresentati dai cosiddetti macromodelli a plasticit
diffusa, pur introducendo in modo semplificato la distribuzione della
plasticizzazione allinterno dellelemento, erano strettamente connessi al
modello costitutivo ciclico.
Solo ladozione di modelli del tipo a fibre ha consentito, successivamente,
di superare le limitazioni connesse allutilizzazione di un macromodello. Con
essi, infatti, la modellazione finalmente scesa nel dettaglio, consentendo di
riprodurre leffettiva geometria delle sezioni e di rappresentare il
comportamento dellelemento a partire dai legami costitutivi dei materiali.
Tuttavia ladozione di modelli a fibre, in ogni caso non ancora completamente
affidabili, comporta forti oneri computazionali qualora si vogliano studiare
intere strutture e pertanto i programmi di calcolo tuttoggi utilizzati per lo
studio del comportamento dinamico non lineare delle strutture si fondano per
lo pi su macromodelli del tipo a plasticit diffusa o concentrata.
Al fine di garantire laffidabilit di tutti i modelli numerici necessario un
attento confronto numerico-sperimentale; per questo motivo che assumono
grande importanza le prove di laboratorio realizzate su provini in cemento
armato sollecitati a flessione e pressoflessione retta e, negli ultimi anni, anche a
flessione e pressoflessione deviata. Infatti ai macromodelli a plasticit diffusa e
concentrata va assegnato un legame isteretico agli estremi la cui curva di
inviluppo monotono, cio quelle che verrebbe descritta se il carico fosse
monotono, e le leggi che regolano il degrado di rigidezza e resistenza nei cicli
sono determinate sulla base di tali prove sperimentali. Di ancora pi difficile
determinazione e, quindi, che richiedono una sperimentazione ancora pi
accurata sono i legami tensione-deformazione da assegnare ai modelli a fibre,
dal momento che con questi si tenta di rappresentare anche fenomeni pi
4 Capitolo I Introduzione

complessi, quali per esempio lo scorrimento delle barre a causa della perdita di
aderenza col calcestruzzo.
Molto recenti ed altrettanto importanti sono i tests eseguiti su interi edifici
in scala reale o ridotta; infatti esistono alcuni fenomeni che nascono
unicamente in virt dellinterazione fra i vari elementi del sistema strutturale e
che altrimenti non possono essere colti.

1.2 OBIETTIVO E CONTENUTI DELLA TESI

Lo studio oggetto di questa tesi riguarda la progettazione e lanalisi sotto


sisma di edifici multipiano intelaiati in cemento armato, con particolare
attenzione nei riguardi di quelli che presentano eccentricit del centro delle
rigidezze rispetto al baricentro.
Al fine di ottenere risultati numerici attendibili, particolare attenzione stata
rivolta al confronto numerico-sperimentale. E in questottica che capitolo II
sono affrontati gli aspetti relativi alle prove effettuate in laboratorio su
elementi in cemento armato, sottolineando le caratteristiche del comportamento
ciclico emerse dalla sperimentazione.
Nello stesso capitolo trattato il problema della modellazione numerica
dando ampio risalto alla tecnica per la quale la struttura riconducibile ad un
assemblaggio di macromodelli. Questi, che riproducono il comportamento del
singolo elemento strutturale, si differenziano fondamentalmente per la tecnica
con cui viene definita la matrice di rigidezza tangente. Alcuni macromodelli
sono descritti approfonditamente, soffermandosi sulle differenze che
intercorrono tra quelli del tipo a fibre e quelli semplificati. Inoltre, ampio
risalto viene dato ai macromodelli ciclici che rappresentano lelemento chiave
nella definizione del comportamento di macromodelli semplificati a plasticit
diffusa ovvero concentrata.
Nel capitolo III sono riportate e commentate le prescrizioni di alcune
normative, in particolare quella italiana, lEurocodice 8 e lUniform Building
Code, in merito alle problematiche strettamente concernenti loggetto della
tesi, quali i criteri di regolarit ed irregolarit, lanalisi strutturale e le relative
forze sismiche di progetto, la valutazione degli effetti torsionali e la
valutazione degli effetti ortogonali.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 5
Nel capitolo IV descritto e tarato il modello numerico utilizzato per tutte
le analisi effettuate per tale lavoro di tesi. Il programma di calcolo adottato il
CANNY-E, recentemente sviluppato presso lUniversit di Singapore.
Per le travi stato utilizzato un modello che presenta un elemento lineare a
comportamento sia flettente che tagliante di tipo elastico e due elementi agli
estremi a comportamento flessionale uniassiale non lineare. Il legame
momento-rotazione assegnato a questi ultimi caratterizzato da una curva
monotona trilineare, presenta degrado di rigidezza allo scarico e tiene conto del
fenomeno del pinching. Per quanto concerne le colonne queste presentano un
elemento centrale a comportamento flessionale, tagliante ed assiale elastico e
due elementi multi-molle agli estremi a comportamento assiale e flessionale
non lineare; questi ultimi tengono conto dellinterazione sul dominio limite
della sezione fra le sollecitazioni flettenti e lo sforzo normale. Il legame
assegnato a ciascuna molla corrisponde a quello di una fibra di calcestruzzo o
di una barra di acciaio.
Al fine di tarare alcuni parametri assunti nel modello numerico,
difficilmente determinabili sulla base di valutazioni teoriche o sulla scorta di
dati noti ed al fine di verificare leffettiva affidabilit del programma di calcolo
utilizzato, sono riportati i risultati di un confronto numerico-sperimentale. Le
prove sperimentali sono di tipo pseudodinamico, realizzate presso lELSA del
Joint Research Centre ad Ispra su di un edificio di quattro piani, in scala reale,
in cemento armato, privo di tamponature, con tre telai per ciascun lato,
progettato secondo le prescrizioni dellEurocodice 2 e dellEurocodice 8. Il
confronto, per il quale stata utilizzata uneccitazione sismica generata
artificialmente ed amplificata in modo da danneggiare decisamente ledificio,
stato realizzato in termini di storie temporali di spostamenti e tagli di piano e
spostamenti di interpiano.
Nel capitolo V viene affrontato in maniera dettagliata uno dei problemi pi
dibattuti nellambito dello studio degli edifici asimmetrici in pianta, cio quello
del confronto della risposta sismica delle strutture sotto eccitazione
unidirezionale con quella ottenuta considerando agenti entrambe le componenti
orizzontali dellazione sismica. Sono riportate diverse prove sperimentali ed i
risultati dei lavori pi significativi relativi a questo tema. Inoltre sono mostrati
i risultati di un ampio numero di analisi effettuate sulledificio descritto nel
capitolo precedente. La risposta sismica dello stesso considerando agente la
sola componente principale di ciascuno dei cinque terremoti reali utilizzati
nella direzione in cui esso si presenta asimmetrico confrontata con la risposta
6 Capitolo I Introduzione

ottenuta facendo agire entrambe le componenti orizzontali dello stesso


terremoto. Questo confronto realizzato sia in termini di risposta sismica
globale delledificio che a livello delle sezioni trasversali delle colonne. Tutti i
risultati di tipo direzionale, quali il taglio alla base, gli spostamenti del piano
pi alto e dei telai e gli spostamenti di interpiano, sono valutati sia nella
direzione di azione della componente principale che calcolandone i loro
massimi valori vettoriali.
Nel capitolo VI, sulla base degli studi riportati nei capitoli precedenti, si
affronta il tema centrale della tesi; si tenta, infatti, di valutare la bont di alcune
prescrizioni di normativa in merito al progetto di edifici irregolari in pianta.
A tale fine studiato il comportamento di un edificio in cemento armato
sottoposto allazione di terremoti violenti e progettato attraverso diverse
metodologie. Ledificio risulta a pianta rettangolare di 8x10 m, con eccentricit
di rigidezze sul lato lungo, ha quattro piani e tre telai in ciascuna delle
direzioni principali; laltezza di interpiano di tre metri.
Il progetto di tale struttura stato eseguito mediante tre prescrizioni
differenti, ma uguagliando, per ciascuna direzione, il taglio alla base di
progetto. Sono stati, cos, generati tre edifici di uguale geometria e resistenza
totale, per i quali, per, questultima suddivisa in maniera diversa fra i telai.
Il primo stato progettato con lanalisi modale, procedimento di calcolo
ammesso da tutte le normative sismiche ed applicabile senza limitazioni,
qualunque sia la geometria della struttura; il secondo attraverso lanalisi statica
equivalente dellEurocodice 8 ed il terzo, infine, mediante lanalisi statica
equivalente come prescritta dallUniform Building Code.
Il comportamento lungo la direzione irregolare dei tre edifici progettati
stato studiato sottoponendoli alle azioni di cinque terremoti reali violenti. La
risposta di tali edifici stata valutata sia da un punto di vista globale che a
livello locale e confrontando i risultati ottenuti considerando agenti entrambe le
componenti del terremoto con quelli determinati dallazione della sola
componente principale.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 7

Capitolo II
Modellazione numerica

2.1 IL COMPORTAMENTO SPERIMENTALE DEGLI ELEMENTI IN C.A.

Uno degli aspetti pi importanti nellambito degli studi sul comportamento


non lineare sotto sisma di edifici in cemento armato senzaltro quello della
modellazione delle strutture. Limplementazione di modelli analitici in codici
di calcolo semplici ma affidabili, consente, infatti, di condurre indagini
parametriche particolarmente interessanti, che risultano fondamentali per una
pi chiara comprensione della risposta nonch per saggiare la bont delle scelte
progettuali effettuate. Linteresse per problemi di modellazione daltronde
sempre stato molto vivo ed andato via via rinvigorendosi con il
contemporaneo sviluppo degli strumenti di calcolo.
Tuttavia, perch un modello abbia validit scientifica bisogna che sia ben
chiaro il fenomeno fisico da modellare. Laspetto sperimentale, pertanto, ha
avuto una posizione prioritaria nello sviluppo della materia e lattenzione di
quanti hanno profuso i loro sforzi nel tentativo di riprodurre analiticamente la
realt fisica del problema non poteva non essere rivolta ai risultati delle
numerosissime campagne sperimentali condotte negli ultimi anni.
Prima di affrontare, pertanto, laspetto modellazione giusto riassumere,
seppur brevemente, gli aspetti salienti del comportamento ciclico delle strutture
in cemento armato messi in luce dallopera degli sperimentatori.
8 Capitolo II Modellazione numerica

La filosofia progettuale sposata da tutti i codici pi moderni, nota come


capacity design, conduce alla realizzazione di edifici tipo colonne forti-travi
deboli, in cui il comportamento non lineare governato dalla flessione e non
dal taglio e le dissipazioni energetiche sono affidate prevalentemente al
comportamento ciclico a flessione delle travi. Si pu riassumere, pertanto, che
lo stato di sollecitazione dominante dato dalla flessione monoassiale nelle
travi, dove si pu considerare praticamente nullo lo sforzo assiale, mentre i
pilastri sono soggetti, generalmente, ad una sollecitazione flessionale di tipo
deviato accompagnata da livelli non trascurabili dello sforzo normale.
Per tale motivo le sperimentazioni condotte hanno riguardato elementi in
calcestruzzo armato sollecitati a flessione semplice oppure a pressoflessione
con sforzo assiale costante ovvero variabile. La valutazione sperimentale non
ha trascurato per altro il caso della pressoflessione deviata.
Va detto che, tuttavia, la mancanza di procedure standardizzate non rende
sempre possibile confrontare i risultati sperimentali conseguiti e, pertanto, di
realizzare una banca dati costituita da prove cicliche tutte omogenee tra di loro.
Inoltre, studi recenti hanno messo in luce limportanza di una caratterizzazione
adeguata dellinput sismico: una corretta determinazione statistica dei cicli
plastici relativi ad eventi sismici reali consentirebbe di sottoporre a prova
elementi in cemento armato con storie di carico significative di condizioni
effettive, potendo, in tal modo, ottenere informazioni interessanti relative al
comportamento in corrispondenza del sisma atteso.

2.1.1 Elementi trave


In figura 2.1 riportato il diagramma forza-spostamento di una trave armata
simmetricamente e sollecitata a flessione retta ciclica [Ma et al. 1976].
Si osserva che, come del resto generalmente avviene, il degrado di resistenza
connesso allazione dei carichi ciclici basso, per cui la curva ottenuta per
inviluppo dei cicli di isteresi approssima la curva di carico ottenibile da prove
monotone. Procedendo a descrivere questultima, si pu dire che essa mostra,
con il manifestarsi delle prime fessurazioni, una perdita di rigidezza rispetto
allandamento iniziale elastico lineare. Il comportamento non lineare post-
fessurativo condizionato dal diffondersi della fessurazione, dal fenomeno del
tension stiffening, cio dallaumento di rigidezza delle barre di armatura
dovuto al calcestruzzo resistente a trazione presente tra due fessure, dalla
perdita di aderenza tra il calcestruzzo e le barre, che determina lo scorrimento
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 9
delle stesse, e dal comportamento non lineare del calcestruzzo compresso.
Generalmente, allaumentare del carico, si ha lo snervamento dellacciaio e/o
lespulsione del copriferro, fenomeni che determinano un ulteriore decremento
della rigidezza; questo seguito da una ripresa legata allincrudimento
dellacciaio, allincremento del braccio delle forze interne, dovuto ad una
traslazione verso il lembo compresso dellasse neutro ed allattivazione
delleffetto di confinamento dovuto allarmatura trasversale, se questa
presente.

Figura 2.1. Trave armata simmetricamente sollecitata a flessione retta ciclica.

Per quanto concerne i cicli di isteresi, si osserva che, in fase di scarico,


inizialmente la rigidezza prossima a quella del tratto elastico lineare,
dopodich al decrescere della forza essa decresce risentendo del degrado del
calcestruzzo determinatosi nella fase di carico precedente; allannullarsi della
forza esterna, permane uno spostamento residuo dovuto principalmente
allaliquota di deformazione plastica delle barre di armatura ed a scorrimenti
residui tra le barre stesse ed il calcestruzzo circostante, fenomeno che
determina pure il permanere in tale fase di fessure aperte.
10 Capitolo II Modellazione numerica

Sono proprio tali fessure che determinano, in corrispondenza dellinversione


dellazione esterna, una rigidezza molto bassa. Infatti in tale fase si
manifestano ulteriori lesioni in corrispondenza delle nuove fibre tese con
conseguente drastica riduzione dellaliquota di calcestruzzo resistente; la
sollecitazione flettente, pertanto, viene affidata alle sole barre dacciaio. La
successiva chiusura delle fessure e la conseguente attivazione del calcestruzzo
in compressione determinano un deciso incremento di rigidezza. Questi
fenomeni caratterizzano il noto effetto pinching, il cui nome deriva dalla
forma pizzicata che il diagramma assume in corrispondenza dellasse dei
valori nulli dellazione esterna.
Dopo tale fase si osserva un decremento di rigidezza legato allo
snervamento dellarmatura in trazione ed in compressione, il quale avviene
prima se confrontato con la curva di carico iniziale a causa del noto effetto
Baushinger. Del tutto simili, invece, a quelli che condizionano tale curva, sono
gli effetti determinati dalla successiva espulsione del copriferro e
dallincrudimento dellacciaio.
I cicli successivi sono caratterizzati da andamenti simili a quelli descritti,
con curve di ricarico generalmente dirette verso il punto di massimo
spostamento raggiunto al ciclo precedente, quindi caratterizzate da degrado di
rigidezza, e con successivo andamento che segue la curva di carico monotono.
In verit rispetto a tale curva si pu manifestare un maggior degrado di
resistenza dovuto, innanzitutto, al degrado del calcestruzzo determinato
dallalternanza di aperture e chiusure delle fessure; tale degrado impedisce la
chiusura completa delle fessure stesse e riduce drasticamente la resistenza a
taglio dovuta allasperit delle superfici del calcestruzzo (aggregate
interlock) nel caso di fessure che interessano lintera altezza della sezione. A
questi fenomeni bisogna aggiungere lo scorrimento delle barre darmatura, che
incrementa lampiezza delle fessure e riduce gli effetti del tension stiffening,
e la perdita di aderenza e lespulsione del copriferro, determinati
dallincremento di stato tensionale nel calcestruzzo indotto dalle armature
longitudinali che trasferiscono il taglio in sezioni fessurate lungo lintera
altezza (dowel action). Ovviamente, lincremento di armatura trasversale,
migliorando il comportamento ciclico a taglio della sezione ed il confinamento
del calcestruzzo, determina un abbattimento del degrado di resistenza. Al
contrario, un incremento di degrado sia di resistenza che di rigidezza si
manifesta allaumentare della quantit di armatura longitudinale, dal momento
che il danneggiamento si concentra nel calcestruzzo, causa di tale degrado.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 11
Il collasso di un elemento inflesso generalmente graduale, in virt del
progressivo deterioramento del materiale in zona compressa; esso comincia
con lespulsione del copriferro e prosegue con linstabilizzarsi delle barre di
armatura e con la distruzione del calcestruzzo confinato. Ovviamente tale
fenomeno condizionato da alcuni parametri, quali, per esempio, la
percentuale di armatura longitudinale e lentit del confinamento del
calcestruzzo. Nel caso in cui le sollecitazioni taglianti non siano trascurabili
rispetto a quelle flessionali, il collegarsi di fessure presenti sui due lati opposti
della sezione pu determinare il collasso dovuto allo scorrimento lungo tale
piano trasversale. In caso di elementi debolmente armati, la crisi pu avvenire
nellarmatura tesa. In un diagramma momento rotazione o forza abbassamento
il collasso si manifesta con un cambiamento dellandamento della risposta;
secondo alcuni autori [French & Schulz 1991, Saatcioglou 1991]
convenzionalmente si pu assumere che si raggiunto il collasso quando si
osserva un decremento di resistenza pari ad almeno il 20% rispetto alla
massima resistenza ottenuta nel corso della prova.

Figura 2.2. Trave armata asimmetricamente sollecitata a flessione retta ciclica.

Infine importante osservare che gli elementi in cemento armato inflessi


possono presentare sezioni non simmetriche o, pi spesso, pur se rettangolari,
tali sezioni sono armate in maniera asimmetrica. A ci si aggiunga leffetto
12 Capitolo II Modellazione numerica

dellincremento della zona della soletta in cui larmatura si snerva al crescere


della rotazione della trave, fenomeno che determina un incremento della
rigidezza della trave stessa, soprattutto in fase post snervamento, quando le
fibre tese sono quelle superiori. Tali asimmetrie rendono asimmetrico anche il
diagramma forza-spostamento [fig. 2.2] o momentorotazione e non solo
determinando una diminuzione di rigidezza e resistenza relativa al lato
debole, cio quello con minore armatura in trazione. Infatti in tali circostanze
pu accadere che la curva di ricarico non assume proprio la nota forma
pizzicata, dal momento che la tensione di snervamento delle barre in trazione
non sufficiente a snervare le barre in compressione e quindi a richiudere le
fessure determinatesi precedentemente.
Per quanto concerne il comportamento globale dellelemento, bisogna
osservare che laccumulo graduale di deformazione plastica nelle barre di
armatura in trazione ad entrambi i lati della sezione trasversale determina un
allungamento graduale dellelemento stesso; nelle travi tale allungamento
contrastato dai pilastri che applicano su di esse uno sforzo normale, il quale
modifica, per esempio incrementando la rigidezza e la resistenza, il
comportamento flessionale della trave. E, inoltre, da non trascurare la
rotazione rigida che si ha in corrispondenza delle sezioni di incastro, dovuta sia
allo scorrimento delle barre rispetto al conglomerato in corrispondenza della
fine del tratto dritto di lunghezza di ancoraggio sia allallungamento delle barre
tra tale sezione e quella di momento massimo. Tale rotazione pu incrementare
in maniera significativa gli spostamenti della trave e leffetto pinching dei
cicli di isteresi. E ovvio che questo fenomeno fortemente legato alle
caratteristiche del nodo.

2.1.2 Elementi pilastro


Quando oltre alla flessione retta ciclica sullelemento in cemento armato
anche applicato uno sforzo normale costante, al crescere dellazione di
compressione leffetto pinching tende a scomparire; infatti tale azione tende
a chiudere le fessure presenti al momento dellinversione del carico
accelerando lo snervamento delle barre in compressione. Inoltre, il degrado
della resistenza allaumentare del numero di cicli cresce considerevolmente;
tale effetto, per, si manifesta solo in minima parte nel caso in cui il
calcestruzzo sia ben confinato mediante armatura trasversale. E, infine,
interessante osservare che, al crescere dello sforzo normale, lallungamento
residuo caratteristico di elementi sollecitati a flessione ciclica diminuisce fino a
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 13
diventare accorciamento residuo [fig. 2.3]; tale fenomeno legato
allespulsione ed al graduale deterioramento del calcestruzzo compresso.

Figura 2.3. Storia temporale degli spostamenti assiali del provino


[Bousias et el 1992].

Nei telai sollecitati mediante azioni sismiche, per, lo sforzo normale


determinato da tali azioni nelle colonne, pi alto in quelle laterali ed ai piani
bassi, varia proporzionalmente al momento che nasce alle estremit delle stesse
colonne, almeno fino a quando alle estremit delle travi ad esse collegate non
si formi una cerniera plastica. Il diagramma forza-spostamento risente di tali
variazioni contemporanee di sforzo normale e momento flettente; infatti la
curva monotona mostra un pi rapido degrado di rigidezza quando lo sforzo
normale diminuisce, mentre quando questo aumenta insieme al momento
flettente non solo tale degrado diminuisce, ma si pu al limite produrre un
incremento di rigidezza. In prove di laboratorio in cui lazione di compressione
stata fatta variare intorno ad un valore costante proporzionalmente al
momento flettente, per incrementi di tale azione sono stati osservati decrementi
di spostamento, pur aumentando la forza trasversale [Kreger & Linbeck 1984].
Va detto, infine, che il raggiungimento dello snervamento in una sezione
pressoinflessa in cui lo sforzo normale aumenta al crescere del momento
flettente o dello spostamento, seguito da un significativo decremento di
resistenza nei cicli successivi a parit di massimo spostamento attinto.
La sollecitazione che generalmente interessa i pilastri di edifici in cemento
armato soggetti a sisma quella di pressoflessione deviata ciclica. Questo
14 Capitolo II Modellazione numerica

problema sar trattato con particolare attenzione nel Capitolo V di questa tesi,
allinterno del pi generale discorso del confronto tra la risposta di un edificio
intelaiato in cemento armato soggetto ad eccitazione unidirezionale e
bidirezionale.
In generale il tenere conto di questo tipo di sollecitazione molto
importante perch leffettiva risposta dei pilastri soggetti ad azioni sismiche
di tipo decisamente tridimensionale, ma soprattutto perch la presenza
dellazione flettente in entrambe le direzioni tende a ridurre la capacit
resistente dei pilastri, incrementando labbattimento di rigidezza e resistenza
con i cicli. Contemporaneamente si deve osservare che, al contrario, la
sollecitazione predominante negli elementi trave quella di flessione retta. Per
cui tale riduzione di capacit resistente nei pilastri, che non avviene nelle travi,
ha effetti opposti rispetto a quelli desiderati dagli attuali codici di calcolo, le
cui prescrizioni tendono a concentrare il danno nelle travi piuttosto che nelle
colonne. Infine va notato che, rispetto alla conoscenza del comportamento di
elementi in cemento armato sollecitati a flessione e pressoflessione retta, quella
relativa ad elementi sollecitati a pressoflessione deviata ciclica sicuramente
inferiore. Ci dovuto sia al pi recente interessamento da parte del mondo
scientifico nei riguardi di questo tipo di sollecitazione, e quindi al minor
numero di prove sperimentali effettuate, sia alle maggiori variabili che entrano
in gioco e che complicano le prove sperimentali stesse.

2.1 MODELLI NUMERICI

In maniera semplificata si pu dire che il comportamento globale in regime


non lineare di un edificio intelaiato dipendente dal comportamento delle travi
soggette a flessione e taglio e da quello delle colonne soggette a
pressoflessione e taglio. Leffetto della forza assiale induce legami costitutivi
momento-curvatura dissimmetrici e la sua interazione col momento flettente
pu assumere una certa importanza se gli sforzi normali presentano forti
variazioni al mutare del verso dellazione orizzontale. Quindi la risposta
globale delledificio dipende strettamente dalle caratteristiche dei suoi
elementi: rigidezza, resistenza e duttilit e dalla loro distribuzione geometrica.
Inoltre, generalmente, negli edifici in cemento armato, leffetto instabilizzante
della forza di gravit ignorato. Ci conseguenza dellassunzione
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 15
semplificativa secondo la quale la geometria degli elementi strutturali rimane
sostanzialmente invariata durante il processo di carico e, quindi, lipotesi di
piccoli spostamenti pu essere utilizzata nel determinare le equazioni che
governano il problema. Allaumentare delle deformazioni plastiche, tuttavia,
linfluenza delle non linearit geometriche cresce gradualmente e pu
determinare una sensibile riduzione della capacit di resistenza globale,
riduzione comunemente nota come effetto P-.
Le equazioni differenziali che governano il moto del sistema soggetto a
forze dinamiche in campo non lineare possono scriversi nella forma:

{Fe } = {P(t )} [A]{u(t )} [B]{u (t )} = {Fi } = {Fs (u (t ))} (2.1)

essendo:
[A] la matrice delle masse,
[B] quella degli smorzamenti,
{P(t )} i carichi dinamici esterni,
{FS (u (t ))} le forze interne che sono funzione degli spostamenti nodali
incogniti {u (t )}.
Tuttavia, lanalisi strutturale generalmente effettuata seguendo un
approccio incrementale, per cui la (2.1) pu scriversi nella forma:

[A]{u(t )} + [B]{u (t )} + [C ]{u (t )} = {P(t )} (2.2)

dove:

{Fs }
= [C ] (2.3)
{u} t

la matrice di rigidezza tangente della struttura assemblata. Infine, la (2.2)


pu essere espressa nella forma:

[C ]{u} = {R }
* *
(2.4)
16 Capitolo II Modellazione numerica

dove:
[C ]
*
rappresenta la matrice di rigidezza effettiva ed funzione della
matrice tangente [C ] nonch di quella delle masse [A] e degli smorzamenti
[B],
{u} il vettore delle incognite,
{R } il vettore dei carichi equivalenti.
*

Affinch sia possibile risolvere il sistema di equazioni non lineari


necessario definire la matrice di rigidezza tangente [C ] in ogni istante,
assumendo costanti le matrici [A] e [B ]. I modelli di asta proposti in letteratura
differiscono sostanzialmente per la tecnica con cui ottenuta la matrice di
rigidezza tangente dellelemento dalla quale, assemblando, si ottiene la matrice
[C ] finale.
Le tecniche di modellazione usualmente adoperate per analisi numeriche di
strutture a pi gradi di libert differiscono tra loro per il livello di
discretizzazione utilizzato. Si possono pertanto riconoscere tre diverse
metodologie:
1) micromodellazione a livello dei materiali;
2) macromodellazione a livello dellelemento strutturale;
3) macromodellazione a livello dellintera struttura.
Qualora si intenda effettuare una micromodellazione, la struttura
discretizzata in un grande numero di elementi finiti alcuni dei quali, nel caso di
strutture in cemento armato, rappresentanti il calcestruzzo, altri lacciaio;
possibile, inoltre, introdurre leffettivo legame di aderenza tra i due materiali.
A fronte dei vantaggi evidenti, quali la possibilit di considerare nel dettaglio
la geometria della struttura nonch di seguirne levoluzione puntuale dello
stato deformativo e tensionale, le tecniche di micromodellazione hanno
mostrato chiari limiti di applicabilit a problemi di analisi dinamica non lineare
di intere strutture a causa del forte onere computazionale e delle eccessive
richieste di memoria. Le esperienze fino ad oggi condotte con modelli siffatti
hanno pertanto interessato problemi semplici ovvero analisi effettuate su
singoli elementi o su subassemblaggi (ad esempio i nodi travi-colonna), mentre
gli esempi di valutazione della risposta di intere strutture concernono al pi
analisi di tipo statico. I rari esempi di valutazioni della risposta dinamica
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 17
condotti su strutture in cemento armato di piccole dimensioni non hanno
chiarito i dubbi circa leffettiva superiorit della micromodellazione nei
confronti di macromodelli meno sofisticati. Tuttavia il rapido progresso degli
elaboratori elettronici ed il contemporaneo sviluppo di legami costitutivi mono
e pluriassiali sempre pi affidabili e semplicemente codificabili, dovrebbe

garantire il successo futuro della micromodellazione.

Figura. 2.4. Esempi di macromodellazione globale.

Nella macromodellazione a livello dellelemento strutturale sussiste, invece,


una corrispondenza biunivoca tra elementi del modello ed elementi della
struttura. Il telaio pertanto descritto come assemblaggio di elementi
interconnessi, utilizzando elementi trave, elementi pilastro, modelli di nodo e
cos via, accettando unapprossimazione di ordine maggiore che, tuttavia,
consente una buona rappresentazione di tutte le caratteristiche basilari del
comportamento strutturale. Inoltre la modellazione di una struttura a partire dai
modelli dei singoli elementi che la compongono, consente di descrivere
levoluzione del danneggiamento conseguito elemento per elemento mentre
lonere elaborativo risulta sempre piuttosto ragionevole. Molti sono i modelli
18 Capitolo II Modellazione numerica

di asta presenti in letteratura, alcuni dei quali caratterizzati da una non linearit
distribuita lungo lintera lunghezza dellelemento, altri a plasticit concentrata.
Il comportamento non lineare degli elementi generalmente retto da un legame
costitutivo di tipo ciclico e la matrice di rigidezza della struttura ottenuta
assemblando le matrici di rigidezza dei singoli elementi.
Il terzo livello di discretizzazione fornito dalla tecnica di
macromodellazione globale. Lintera struttura, cio, riprodotta adoperando
un unico modello a pochi gradi di libert (al limite con un oscillatore
semplice), ovvero come assemblaggio di macromodelli che rappresentano parti
del complesso strutturale. La figura 2.4 fornisce unidea delle possibili
schematizzazioni adottabili nei casi riportati. E evidente che i macromodelli
globali non consentono di valutare in dettaglio lo stato deformativo
elastoplastico di un particolare punto, ma permettono di avere informazioni
significative sul comportamento globale della struttura. Perci essi si adattano
meglio ad una utilizzazione quali strumenti di ricerca per lanalisi della
risposta anelastica globale di strutture generiche, aventi una geometria
regolare, rappresentative di una pi ampia categoria o per la conduzione di
analisi di sensibilit riguardanti limportanza dei vari parametri di progetto.
Infatti il ridotto numero dei gradi di libert che tali modelli possono presentare
consente a volte di definire direttamente un legame fra lentit delle azioni
sismiche orizzontali ed un parametro di spostamento orizzontale, ovvero in
altri termini di stimare direttamente la duttilit traslazionale delle strutture.

Figura 2.5. Possibili meccanismi di collasso.


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 19
Kilar e Fajfar [Kilar & Fajfar 1996] definiscono un modello di edificio
come assemblaggio di macromodelli bidimensionali (sottostrutture) quali telai,
pareti, pareti accoppiate e pareti su colonne che possono essere orientati
arbitrariamente nel piano. Ciascun macroelemento considerato agente solo
nel proprio piano e collegato ad altri macroelementi in corrispondenza di
ciascun livello di piano da diaframmi ipotizzati infinitamente rigidi nel proprio
piano e privi di rigidezza fuori da esso. Il modello ha tre gradi di libert per
ogni impalcato (due traslazioni orizzontali ed una rotazione intorno allasse
verticale). Tale modello peraltro, prima dellingresso di programmi di calcolo
pi evoluti che considerano la struttura nella sua reale tridimensionalit, stato
frequentemente utilizzato per lo studio degli edifici. Interessanti osservazioni
sono scaturite studiando i telai piani nellipotesi di comportamento rigido
plastico degli elementi. La figura 2.5, ad esempio, riporta alcuni possibili
meccanismi di collasso cui facilmente associabile, sotto determinate ipotesi
semplificative, un moltiplicatore dellazione sismica di progetto.
Nei prossimi paragrafi si illustrer pi diffusamente la macromodellazione a
livello dellelemento strutturale, sia perch la tipologia attualmente pi
utilizzata per analisi numeriche relative ad edifici intelaiati in cemento armato
sia perch stata adottata anche per le analisi presentate in questa tesi.

2.2.1 Modelli a fibre


Tra quelli che verranno presentati, i modelli a fibre appaiono decisamente i
pi promettenti sia perch con essi pu essere descritto il comportamento di
elementi generalmente soggetti a pressoflessione deviata sia perch la
discretizzazione a livello della sezione permette di assegnare le propriet
meccaniche ed isteretiche ai singoli materiali acciaio e calcestruzzo; inoltre si
pu tenere conto in maniera precisa della geometria della sezione. Questo tipo
di modellazione si avvicina a quella a livello dellelemento strutturale perch
assume un modello di membratura come suo blocco di costruzione. Tuttavia,
durante lanalisi al passo, viene seguita la risposta dettagliata tensioni-
deformazioni in un gran numero di punti e su diverse sezioni trasversali della
membratura. Quindi un modello a fibre pu considerarsi come unapplicazione
del metodo agli elementi finiti ad un continuo monodimensionale di
membrature prismatiche, che utilizza lipotesi di Bernoulli di planeit delle
sezioni rette come vincolo cinematico, al fine di esprimere i gradi di libert di
tutti i punti di una sezione trasversale in funzione delle tre componenti di
20 Capitolo II Modellazione numerica

deformazione della sezione. Altra somiglianza con la micromodellazione a


livello dei materiali il forte onere computazionale richiesto.
Lelemento [fig. 2.6] discretizzato sia longitudinalmente, in un certo
numero di conci delimitati dalle sezioni di controllo, che, in ciascuna di tali
sezioni, trasversalmente in areole. Avendo assegnato ad ognuna di queste un
legame costitutivo e determinate leggi che regolano il comportamento ciclico,
per ciascuna noto il modulo tangente Et in ogni istante. Facendo lipotesi di
piccole deformazioni e di conservazione delle sezioni piane, risulta:

( y , z ) = 0 + y z z y (2.5)

essendo
0 la deformazione in corrispondenza del baricentro della sezione,
y e z le curvature rispettivamente intorno agli assi baricentrici Y e Z.

x ie s im a fib ra

Figura 2.6. Modello a fibre.

Per cui si pu scrivere:

{dS S ( x)} = [K St ( x)]{d S ( x)} (2.6)

essendo
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 21
{dS S ( x)} = {dM y ( x) dM z ( x) dN ( z )} il vettore delle sollecitazioni,
T

E t z 2 dA
E yzdA E zdA
t t

[ t
]
K S ( x) = E y dA E ydA
t 2 t
la matrice delle rigidezze

E dA
t
simm.

incrementali,
{d S ( x)} = {d y ( x) d z ( x) d 0 ( x)} il vettore delle deformazioni.
T

Per quanto concerne il calcolo della matrice delle rigidezze dellintero


elemento esistono tre procedure differenti:
1) metodo della rigidezza,
2) metodo della deformabilit,
3) metodo misto.
Nel primo caso viene calcolata direttamente la matrice delle rigidezze
[ ]
tangenti K mt che, in caso di soli carichi nodali, soddisfa la relazione:

{dS m } = [K mt ]{dv m } (2.7)

essendo
{S m } = {M yA M zA M yB M zB N }
T
il vettore delle sollecitazioni in
corrispondenza degli estremi dellelemento,
{vm } = { Ay zA By Bz u }
T
il vettore delle corrispondenti
deformazioni.
Per semplicit non si tenuto conto di momento e rotazione torsionali.
[ ]
Uno dei modi per ottenere la K mt quello di integrare la matrice delle
[ t
]
rigidezze della sezione K (x ) lungo lelemento. Utilizzando il Principio dei
S

Lavori Virtuali o della Minima Energia Potenziale si ottiene:

[K ] = [B( x)] [K
t
m
l
T t
S ]
( x) [B( x)]dx (2.8)
22 Capitolo II Modellazione numerica

essendo [B( x)] la matrice che relaziona il vettore degli incrementi di


deformazione della sezione {d S (x)} al vettore degli incrementi di
deformazione dellelemento {dv m } :

{d S ( x)} = [B( x)]{dvm } (2.9)

La [B(x)] si ricava considerando che in un elemento prismatico con


uniforme rigidezza gli spostamenti trasversali incrementali sono polinomi
cubici dellascissa x (Polinomi di Hermite).
Una volta che ad un certo passo temporale sono stati determinati i parametri
di spostamento in corrispondenza degli estremi dellelemento e quindi i relativi
incrementi di deformazione {dv m } , mediante la (2.9) possono essere calcolati
gli incrementi dei parametri di deformazione in corrispondenza delle sezioni di
controllo {d S (x )} e le corrispondenti sollecitazioni {dS S (x)} . Applicando il
Principio dei Lavori Virtuali si ottengono le forze elastiche {Q} relative
allelemento in esame:

{Q} = l [B T ( x)]{S ( x)}dx (2.10)

integrali delle sollecitazioni {S (x)} calcolate per ciascuna sezione di


controllo:

{S ( x)} = {A x zdA A x ydA A x dA}


T
(2.11)

Uno dei maggiori difetti di questo tipo di approccio (metodo della rigidezza)
legato ai problemi di instabilit che esso manifesta quando si tenta di
riprodurre il comportamento del materiale dopo lattingimento della resistenza
massima, quando inizia il ramo decrescente. Inoltre, quanto pi la distribuzione
delle rigidezze lungo lelemento non uniforme a causa delle plasticizzazioni
tanto pi i polinomi di Hermite mal rappresentano la distribuzione delle
curvature, essendo da essi assunta lineare.
[ ]
Nel metodo della deformabilit, al contrario, la matrice K mt si ottiene
invertendo la matrice di deformabilit tangente dellelemento [F ] , che a suat
m
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 23
volta si ottiene integrando lungo lelemento la matrice di deformabilit della
sezione. Infatti applicando il Principio dei Lavori Virtuali si ha:

[F ] = [e( x)] [F
t
m
T
s
t
]
( x ) [e( x )]dx (2.12)

Il vantaggio di tale metodo che esso ipotizza che la distribuzione delle


sollecitazioni nelle sezioni di controllo si ottenga dallespressione:

{S S ( x)} = [e( x)]{S m } (2.13)

essendo [e(x)] un matrice che soddisfa lequilibrio; tale condizione


evidentemente indipendente dalla distribuzione delle rigidezze lungo
lelemento. La scelta della funzione di interpolazione [e(x)] , quindi,
fondamentale, dal momento che mediante essa si determina la distribuzione
delle sollecitazioni lungo lelemento.
Difficolt non trascurabili sorgono, per, quando si vogliono determinare
tali sollecitazioni; infatti il problema staticamente indeterminato, dal
momento che lo stato tensionale in ciascuna fibra, se esse sono in numero
maggiore di tre, non pu essere determinato mediante le sole tre equazioni di
equilibrio. Una delle soluzioni adottate quella di calcolare la matrice di
[ ]
rigidezza tangente della sezione K St (x ) , che soddisfa la relazione (2.6) e poi
invertirla al fine di ottenere la matrice di deformabilit tangente FSt (x) . Nota [ ]
questultima si pu determinare lo stato tensionale in ciascuna fibra. Infatti,
note le azioni agenti nei nodi e, quindi, allestremit dellelemento in esame,
mediante la (2.13) possono essere calcolati gli incrementi di sollecitazione
nelle sezioni di controllo e da questi, mediante la (2.6), gli incrementi di
deformazione. Noti questi, la (2.5) permette di determinare lo stato
deformativo in tutte le fibre, che consente di ricavare in ognuna di esse lo stato
tensionale, avendo assegnato dei legami costitutivi.
In [Taucer et al. 1991], invece, si propone un metodo misto in cui
lalgoritmo per la risoluzione dellelemento si basa sul calcolo di scarti di
deformazione a livello della sezione e dellelemento. Tale algoritmo segue i
seguenti passi:
a) dagli incrementi di spostamento nodale {dv m } noti dalla soluzione al
passo precedente si determinano gli incrementi delle sollecitazioni in
24 Capitolo II Modellazione numerica

[ ]
corrispondenza dei nodi, utilizzando la matrice K mt , ottenuta sempre al
passo precedente;
b) mediante la (2.13) si calcolano gli incrementi di sollecitazione {dS S (x)}
lungo lascissa x e quindi il vettore aggiornato di tali sollecitazioni
{S S (x)} ;
c) si calcolano gli incrementi di deformazione a livello di sezione mediante
linversa della (2.6) utilizzando la matrice di flessibilit a livello della
[ ]
sezione FSt (x) calcolata al passo precedente;
d) mediante la (2.5), quindi, si pu conoscere la distribuzione delle
deformazioni in ciascuna sezione;
e) di conseguenza, possono essere calcolate le tensioni ed i moduli tangenti
per ciascuna fibra;
f) considerando lequilibrio a livello della sezione dalla (2.6) si ricava la
[ ]
matrice delle rigidezze tangenti della sezione K St (x ) e dalla (2.11) il
[
vettore delle sollecitazioni {S (x)} . Dalla inversione della K St (x ) , si ]
calcola la matrice di flessibilit tangente della sezione [F
Si S
t
(x)].
osserva che tale matrice diversa da quella relativa al passo precedente
perch deriva da un vettore {dv m } aggiornato;
g) si calcola lo sbilanciamento di sollecitazione a livello di sezione
{SU ( x)} = {S S ( x)} {S ( x)};
[ ]
h) si calcola il vettore degli scarti di deformazione {r ( x )} = FSt ( x ) {S U ( x)} ;
i) si applica il Principio dei Lavori Virtuali al fine di calcolare il vettore
dello scarto di spostamento {s} = [e( x)] {r ( x)}dx relativo allelemento
T
l

[ ]
e la matrice delle flessibilit tangenti Fmt dalla (2.12);
j) invertendo la [F ] t
m si ricava la matrice delle rigidezze tangenti
dellelemento [K ]; t
m

k) dal momento che laggiunta del vettore scarto di spostamento al vettore


spostamenti nodali viola la congruenza di questi ultimi, si applica
[ ]
allelemento un vettore incremento di forza pari a {S m } = K mt ({s}) .
In questo modo pu iniziare un nuovo ciclo di iterazione.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 25
I passi da b) ad i) si ripetono finch non sia soddisfatto un assegnato criterio
di convergenza. Generalmente il controllo viene effettuato o sul vettore delle
forze sbilanciate {SU (x)} o in termini energetici, calcolando il prodotto
{s}T [K mt ]{s} .
Ritornando a considerare i modelli a fibre nella loro generalit, essi possono
essere elencati sicuramente fra i modelli a plasticit distribuita. Infatti
generalmente la risposta in termini di tensione-deformazione viene monitorata
in corrispondenza di un certo numero di fibre e poi, come descritto dalle
espressioni (2.8), (2.10) e (2.12), integrata numericamente lungo lelemento.
Solitamente per tale integrazione si adotta la regola del trapezio, vale a dire si
assume una variazione, tra due sezioni di controllo successive, lineare della
grandezza in esame. E ovvio che, dal momento che in seguito ad azioni
sismiche travi e pilastri si danneggiano maggiormente in corrispondenza dei
loro estremi, conviene ivi considerare un numero maggiore di sezioni di
controllo.

M M
A B M

A B
K = pEI

Elemento a comportamento
elastico-perfettamente plastico
K = (1-p)EI
p+q=1

K = pEI K = qEI

K = pEI
Elemento a comportamento elastico

Figura 2.7. Modello di Clough.

2.2.2 Modelli a plasticit concentrata


Proprio per quanto si diceva sopra, i modelli pi semplici che tengono conto
di un comportamento non elastico dellelemento strutturale, presentano
cerniere plastiche di lunghezza nulla ai loro estremi.
26 Capitolo II Modellazione numerica

Uno dei primi modelli di questo tipo fu presentato in [Clough et al. 1965] e
prevede due elementi posti in parallelo [fig. 2.7]. Il primo elemento
caratterizzato da cerniere in corrispondenza degli estremi a comportamento
elastico-perfettamente plastico. Dopo lattingimento del momento di
snervamento in corrispondenza di uno degli estremi, la matrice istantanea delle
rigidezze diviene quella caratteristica di un elemento incernierato-incastrato;
quando anche in corrispondenza del secondo estremo viene attinto tale
momento, lelemento diviene del tipo incernierato-incernierato. Il secondo
elemento una trave elastica di rigidezza pari a pEI di gran lunga inferiore
rispetto a quella (1 p )EI del primo elemento. Ne risulta, quindi, un
comportamento isteretico complessivo in corrispondenza degli estremi con
curva monotona di tipo bilineare e ramo di scarico e ricarico con rigidezza pari
a quella iniziale.

Molla flessionale non lineare

A B
Figura 2.8. Modello di Giberson.

[Giberson 1967] ide, invece, un elemento [fig. 2.8] a comportamento


elastico lineare, con due molle agli estremi caratterizzate da un comportamento
flessionale inelastico. Il punto di flesso del diagramma del momento
assegnato ed generalmente assunto coincidente con la mezzeria
dellelemento, cosa che nella realt avviene per un edificio abbastanza regolare
soggetto unicamente ad azioni orizzontali. Le deformazioni flessionali
plastiche, per ciascuna met della trave sono concentrate nella rotazione i
relativa alla molla di estremit i e correlate unicamente al corrispondente
momento di estremit M i , con i = A, B . Da cui segue che il contributo delle
molle di estremit alla matrice di flessibilit tangente dellelemento una
matrice diagonale del tipo:
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 27

[F ] = f0
t
inel
AA 0
f BB
(2.14)

Infatti la propriet di diagonalit di tale matrice strettamente legata


allipotesi che il rapporto fra i momenti MA ed MB sia costante durante la
risposta. Si osserva, infine, che se lelemento elastico tra le due molle tiene
conto di tutta la deformazione elastica, il primo tratto del legame momento-
rotazione ad esse assegnato verticale, cio rigido.
E doveroso sottolineare che il modello ora descritto ancora molto
utilizzato in ambito scientifico, in virt dei diversi aspetti positivi che presenta.
Innanzitutto bisogna considerare la convenienza, da un punto di vista
computazionale, che risiede nella mancanza di accoppiamento tra i
comportamenti flessionali inelastici relativi ai due estremi dellelemento;
questa si aggiunge al generale vantaggio determinato dal basso onere
computazionale richiesto, in virt della semplicit del modello. Ma,
probabilmente, il motivo principale della sua diffusione risiede nella sua
grande versatilit; infatti, la determinazione dei coefficienti f ii ( i = A, B ) pu
essere fatta in relazione ad una qualunque tipologia di legame momento-
rotazione, alcuni dei quali saranno riportati nel paragrafo 2.2.4. Un altro
vantaggio non trascurabile quello legato alla possibilit di determinare i
parametri del modello numerico sulla base di prove sperimentali, dal momento
che i risultati di queste sono generalmente forniti in termini di legami forza-
spostamento o momento-rotazione; in tal modo si riescono a cogliere effetti,
quali per esempio quelli legati alle deformazioni inelastiche a taglio o allo
scorrimento delle armature in corrispondenza dellancoraggio, che altrimenti
sarebbero difficili da modellare separatamente.

2.2.3 Modelli a plasticit diffusa


Innanzitutto si osserva che nel caso in cui si vuole modellare un
comportamento flessionale in una sola direzione in assenza di sforzo normale,
sollecitazione caratteristica delle travi, la matrice di flessibilit tangente della
[ ]
sezione FSt (x) degenera nello scalare f St ( x) =
d
dM
e la matrice di rigidezza
28 Capitolo II Modellazione numerica

[ ]
tangente della sezione K St (x ) nello scalare k St ( x) =
dM
d
. Da cui segue che la
matrice di rigidezza dellelemento risulta:

[K ] = {b( x)} k
t
m
T t
S ( x ){b( x )}dx (2.15)

e quella di flessibilit risulta:

[F ] = {e( x)}
t
m
T
f St ( x){e( x )}dx (2.16)

Queste mettono in relazione gli incrementi dei momenti di estremit


{dM A , dM B }T agli incrementi delle rotazioni {d A, d B }T .
Sono definiti modelli a plasticit diffusa quelli in cui si tiene conto della
distribuzione della plasticit lungo lelemento, utilizzando espressioni
analitiche per integrare le (2.15) e (2.16), pur se tale distribuzione fatta
dipendere unicamente dallo stato delle sezioni di estremit.
Interessante il modello proposto da [Soleimani et al. 1979] e da
[Arzoumanidis & Mayer 1981] e poi rielaborato da [Filippou ed Issa 1988].
Esso costituito da due elementi in serie. Il primo, elastico, del tutto analogo
a quello utilizzato per il modello di Giberson. Il secondo ancora una volta
rigido-plastico ma, a differenza di quanto avviene per i modelli a plasticit
concentrata, considerata la diffusione delle deformazioni anelastiche
allinterno dellasta. Tale elemento, infatti, costituito da due regioni di
lunghezza finita (le cerniere plastiche) a comportamento rigido-plastico
connesse tra loro da un tratto intermedio infinitamente rigido. Le lunghezze z a
e z b delle due zone plastiche sono variabili in funzione della distribuzione dei
momenti nella trave consentendo in tal modo di controllare durante lanalisi
dinamica sia la diffusione graduale delle deformazioni plastiche che lo
spostamento del punto di flesso. In particolare, z a e z b rappresentano la zona
nella quale la sollecitazione flettente supera la soglia My di snervamento e sono
valutate mediante la:

Mi M y
z i = max (2.17)
Vi
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 29
in cui Vi il valore del taglio in corrispondenza dellestremit interessata.
La (2.17) pu tuttavia condurre a forti valori di zi: questo, ad esempio, pu
accadere in corrispondenza dei piani superiori di edifici alti, dove il taglio
dovuto ai carichi orizzontali basso. Inoltre, la (2.17) non ha alcun senso se Vi
diventa negativo. In definitiva, per prevenire valori poco realistici di zi, si
assume un limite massimo:

z max = 0.25l (2.18)

essendo l la lunghezza dellelemento. Definite le zone plastiche, il problema


, dunque, la determinazione della matrice di flessibilit. A tal fine si
effettuano due assunzioni fondamentali:
a) lo stato della zona plastica determinato da quello della sezione di
interfaccia trave-colonna. Ci significa che, ad esempio, se la sezione di
interfaccia j in fase di ricarico, tutta la zona plastica di lunghezza zj
considerata in tale stato;
b) la rigidezza considerata costante nella zona plastica e pari ad un valore
che dipende dalla rigidezza della sezione di interfaccia suddetta.
Tali due ipotesi associano il comportamento della zona plastica a quello
della sezione di interfaccia riducendo notevolmente lonere computazionale
rispetto ai modelli a fibre, ma introducendo discrepanze tra il
comportamento effettivo e quello colto dalla modellazione. Lipotesi b)
comporta lintroduzione di un legame ciclico del tipo momento-curvatura
dal quale ottenere, al passo, la rigidezza cEI della zona plastica. In
particolare, in accordo con lipotesi a), si ha:
c = p nella fase post-snervamento della sezione di estremit, dove pEI
la rigidezza del tratto incrudente del legame ciclico;
c = allo scarico, in quanto la fase di scarico governata dallelemento
elastico;
c = 2s 0 al ricarico, essendo s0EI la rigidezza in tale fase della sezione di
interfaccia trave pilastro.
La matrice di flessibilit dellelemento rigido-plastico pu essere scritta
nella forma:
30 Capitolo II Modellazione numerica

f f ab
t
= aa
f bb
Finel (2.19)
f ba

Se si assume che la lunghezza delle zone plastiche alle estremit a e b pari


rispettivamente a z a e z b , mentre la rigidezza, considerata costante nei due
tratti plastici, uguale rispettivamente a caEI e cbEI, possibile dimostrare che,
applicando il Principio dei Lavori Virtuali, si ottiene [Filippou ed Issa 1988]:

f aa =
1
3EI
[ ( )
a 1 (1 a )3 + b b3 ] (2.20)

f ab =
1
6 EI
[ ( ) (
a 3 a2 2 a3 + b 3 b2 2 b3 )] (2.21)

zi 1
con i = e i = . I termini f bb ed f ba si ottengono dalle espressioni
l ci
(2.20) e (2.21) sostituendo a con b e viceversa. Avendo assunto la rigidezza
costante allinterno delle zone plastiche, la (2.19) risulta simmetrica. E
interessante notare come, al contrario di quanto avveniva per lelemento
rigido-plastico di Giberson, i termini fuori dalla diagonale sono diversi da zero.
Nel loro modello, a differenza di quello precedente, [Park et al. 1987] e
[Kunnath et al. 1990, Kunnath et al. 1991] non valutano direttamente una
lunghezza di cerniera plastica ed ipotizzano una distribuzione della flessibilit
tangente f S (x) lineare a tratti lungo lelemento. Ci permette di integrare
analiticamente la (2.16). Questa distribuzione determinata in funzione dei
valori di deformabilit tangente assunti in corrispondenza degli estremi, vale a
1
dire a e b e del valore di deformabilit elastica assunto in
EI EI EI
corrispondenza del punto di nullo del diagramma del momento. E ovvio che se
tale punto di nullo esterno allelemento, la distribuzione delle deformabilit
di tipo trapezoidale; la sua posizione determinata al passo. a e b sono
variabili e dipendono direttamente dal legame ciclico adoperato.
La tecnica della distribuzione lineare a tratti della flessibilit, suggerita ed
utilizzata da [Park et al. 1987] per modelli di trave sottoposti a flessione
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 31
semplice, fu ripresa e sviluppata successivamente da [Bousias 1993] per
modellare il comportamento di pilastri a pressoflessione deviata.
Si osserva che i modelli a plasticit diffusa possono essere abbinati con una
qualunque delle leggi momento curvatura di tipo isteretico di cui si discuter
nel paragrafo 2.2.4.. [Soleimani et al. 1979] e [Filippou ed Issa 1988]
utilizzarono per il loro modello il legame di Clough-Johnston modificato,
mentre [Arzoumanidis & Mayer 1981] optarono per il modello di Takeda.
[Park et al. 1987] utilizzarono nel modello ora descritto, implementato nel
programma di calcolo IDARC 3.0, un legame da essi ideato, che tiene conto
delleffetto pinching e del degrado della rigidezza e della resistenza.

2.2.4 Legami momento-curvatura


Passando dallelemento al concio plastico, il quale, come visto, pu essere
modellato mediante una cerniera plastica, interessante osservare velocemente
quali siano le relazioni momento-curvatura o momento-rotazione pi
comunemente assegnate. Ovviamente lutilizzo delle curvature oppure delle
rotazioni dipende dal tipo di modellazione adottato.
Dalle prove sperimentali riportate si osserva che, per quanto concerne la
curva di carico monotono, possono essere individuati quattro andamenti
diversi. Quello iniziale fino al momento della fessurazione, quello post-
fessurazione fino allo snervamento dellarmatura e quello post-snervamento
fino al raggiungimento della resistenza ultima. Esiste un ultimo tratto
decrescente il quale, per, nel caso di sezioni ben progettate e realizzate, non
appare; per questo motivo, generalmente, la curva monotona viene
schematizzata come trilineare. In verit, poich spesso gli elementi strutturali
sono gi fessurati a causa della presenza dei carichi gravitazionali e dal
momento che ci che maggiormente interessa nelle analisi non lineari il
comportamento post-snervamento, a volte la differenza tra comportamento pre-
e post-fessurazione trascurata, considerando un andamento della curva
monotona bilineare. E ovvio che tale curva non solo importante
relativamente alla fase di carico iniziale, ma rappresenta anche linviluppo dei
cicli di scarico e scarico in assenza di degrado di resistenza e, quando tale
degrado presente, esso generalmente calcolato comunque relativamente a
tale curva. Infine, appare interessante fare due osservazioni. La prima relativa
alle travi gettate insieme al solaio. E noto che lampiezza della soletta
collaborante aumenta al crescere del momento e della rotazione della trave e
32 Capitolo II Modellazione numerica

quindi cambia sia nel tempo che lungo la trave stessa. Per tale motivo
difficile assegnare un valore certo a tale ampiezza, la quale condiziona in
maniera non trascurabile landamento della curva monotona. La seconda
osservazione relativa alla pendenza del tratto post-snervamento,
generalmente espressa in funzione della rigidezza iniziale. Tale pendenza pu
essere calcolata o mediante prove sperimentali o utilizzando dei modelli a
fibre; altrimenti bisogna scegliere in maniera arbitraria un valore variabile fra
lo 0.5% ed il 5%, dipendente dallincrudimento dellacciaio. Fortunatamente
tale parametro non condiziona eccessivamente il risultato dellanalisi dinamica.

2.2.4.1 Le leggi cicliche


Esistono alcune caratteristiche del comportamento isteretico in regime di
flessione uniassiale in assenza di sforzo normale che sono fondamentali.
Innanzitutto la rigidezza allo scarico ed al ricarico, le quali decrescono
allaumentare delle deformazioni plastiche; in secondo luogo lampiezza dei
cicli di isteresi, che deve tenere conto delleffetto pinching e da cui dipende
lentit dellenergia isteretica dissipata. Infine, il degrado di resistenza
allaumentare dei cicli, da cui dipende la stabilit della risposta e la velocit di
raggiungimento del collasso. E pur vero che, in virt della forte stabilit della
risposta imposta dalle prescrizioni dei codici recenti, tale degrado talvolta pu
essere ignorato.

Curva di carico
Forza monotono

O Spostamento

Figura 2.9. Modello ciclico bilineare.


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 33

Il modello ciclico pi semplice fra quelli proposti in letteratura quello


bilineare [fig. 2.9], il quale non evolutivo, nel senso che le regole di carico e
di scarico sono costanti ed indipendenti dalla storia plastica subita. Esso
presenta una curva monotona bilineare con un primo ramo di rigidezza pari a
quella della sezione fessurata ed un secondo ramo che consente di
rappresentare lincrudimento susseguente lo snervamento dellacciaio; nel caso
in cui tale incrudimento sia nullo, il legame definito elasto-plastico. I rami di
carico e scarico presentano una rigidezza pari a quella della sezione fessurata.
Ovviamente il modello bilineare sovrastima decisamente lenergia isteretica
dissipata dagli elementi in cemento armato, per i quali, quindi, non utilizzato.
Uno dei primi modelli evolutivi quello proposto da [Clough & Johnston
1966]; infatti, al crescere della deformazione raggiunta, esso evolve mostrando
degrado della rigidezza. Tuttavia, esso non degradante, nel senso che le
regole di scarico non dipendono dallo stato di danneggiamento raggiunto e,
pertanto, a parit di deformazione attinta cicla su se stesso. La curva monotona
ha le stesse caratteristiche di quella del modello bilineare, lo scarico avviene
con rigidezza pari a quella della sezione fessurata, mentre il ramo di ricarico
segue una traiettoria che punta alla massima deformazione raggiunta al ciclo
precedente.

Figura 2.10. Modello di Wang e Shah.


34 Capitolo II Modellazione numerica

[Wang & Shah 1987] modificarono il modello di Clough & Johnston


facendo dipendere il degrado di resistenza e rigidezza dal parametro 1 Dws ,
essendo Dws un indice di danno definito dagli stessi autori separatamente per
ciascuno dei due versi (positivo e negativo) della flessione [fig. 2.10].
Il degrado si ottiene moltiplicando la curva monotona per il valore corrente
del parametro 1 Dws .
Uno dei modelli ciclici pi utilizzati in letteratura quello evolutivo non
degradante di [Takeda et al. 1970]. Esso stato tarato sulla base di prove
sperimentali effettuate su subassenmblaggi trave-pilastro presso lUniversit
dellIllinois e presenta una curva primaria trilineare. Le leggi che regolano lo
scarico ed il ricarico sono sedici, coprendo tutte le possibili sequenze di carico.
La rigidezza allo scarico da una condizione successiva allo snervamento pari
a:

0.4
y
K t = K ' (2.22)
max

essendo K la pendenza della retta che unisce il punto di snervamento con


quello di fessurazione di segno opposto, y la curvatura in corrispondenza
dello snervamento e max la massima rotazione attinta nel verso del carico. Con
tale modello non possibile riprodurre leffetto del pinching.
Il modello di [Park et al. 1987] oltre al degrado di rigidezza tiene conto
delleffetto pinching e del degrado di resistenza allaumentare dei cicli [fig.
2.11]. La curva monotona trilineare come nel caso del modello di Takeda,
pur se la legge che regola la variazione di rigidezza allo scarico differente.
Infatti il prolungamento della curva di scarico interseca sempre il
prolungamento del ramo iniziale elastico della curva primaria in
corrispondenza di unordinata che pari ad un multiplo del relativo
momento di snervamento; in genere si pone = 2.0 [fig. 2.11 (a)]. Il ramo di
ricarico inizialmente diretto verso un punto appartenente al ramo di scarico
pi esterno fra quelli precedenti in corrispondenza di unordinata pari ad
unaliquota del momento di snervamento; il valore suggerito = 0.5. Per,
allascissa corrispondente al punto di intersezione tra lasse delle ascisse ed il
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 35
ramo di scarico pi esterno fra quelli precedenti il ramo di ricarico si irrigidisce
deviando verso il punto di massima deformazione [fig. 2.11 (b)]. Per quanto
concerne il degrado di resistenza, questo proporzionale alla quantit di
energia dissipata dEs fino allistante in esame; il coefficiente di proporzionalit
dipende da vari fattori tra i quali la percentuale di armatura longitudinale e
trasversale presente nel concio in esame [fig. 2.11 (c)].

Figura 2.11. Modello di Park.


36 Capitolo II Modellazione numerica

2.2.5 Modelli che tengono conto dellinterazione momenti flettenti


sforzo normale
Tranne che nel caso del modello a fibre, il quale molto generale, i modelli
finora presentati non possono essere utilizzati per riprodurre in maniera
affidabile il comportamento di elementi colonna. Infatti essi non tengono conto
dellinterazione in campo non lineare tra i momenti flettenti e lo sforzo
normale ed in particolare degli effetti della variazione di questultimo; inoltre,
nel calcolo delle rotazioni, spesso ipotizzano che il punto di nullo del
diagramma del momento sia coincidente con la mezzeria dellelemento. Tali
due approssimazioni sono decisamente limitative. Infatti la variazione di sforzo
normale ha sicuramente effetto sul degrado di rigidezza e resistenza; inoltre
noto che, soprattutto al primo ed allultimo piano, il punto di nullo del
diagramma del momento pu essere molto vicino ai nodi. Quindi, la difficolt
principale che nasce in caso di pressoflessione deviata rispetto al caso
uniassiale quello di modellare le relazioni costitutive tra forze e deformazioni
a livello di sezione o agli estremi dellelemento; infatti lintegrazione delle
flessibilit o delle rigidezze lungo lelemento non varia se non nel fatto che al
problema si aggiunge unulteriore dimensione.
I primi tentativi di riprodurre in campo non lineare il comportamento di
sezioni sollecitate mediante pressoflessione deviata sono legati ai modelli
cosiddetti biassiali bilineari, nei quali viene applicata in maniera sic et
simpliciter la classica Teoria della Plasticit con la regola dellincrudimento
cinematico di Prager, nello spazio bidimensionale My ed Mz, considerando lo
sforzo normale costante. Viene assegnata una superficie limite f ({S }) ,
generalmente di forma ellittica, alla cui area interna corrisponde un
comportamento elastico della sezione, mentre quando il vettore delle tensioni
{S } verifica la f ({S }) = 0 vuol dire che la sezione snervata. Ad un
incremento del vettore delle tensioni d {S } , che punti verso lesterno del
dominio di plasticizzazione, corrispondono deformazioni plastiche che si
aggiungono a quelle elastiche. Questo tipo di modello fornisce risultati
soddisfacenti unicamente nel caso di carico monotono. Infatti quando questo
inverte il segno esso produce cicli isteretici stabili, privi di degrado di rigidezza
e resistenza, che sono eccessivamente ampi e che sovrastimano decisamente
lenergia dissipata. Ci evidente in figura [fig. 2.12], dove riportato il
confronto fra risultati sperimentali (in alto) [Otani et al 1980] e numerici,
denotati con la sigla BL [Lai et al. 1984].
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 37

Figura 2.12. Confronto fra risultati sperimentali e modelli numerici.

[Tzeng & Penzien 1975] aggiunsero al modello biassiale bilineare sopra


descritto leffetto di N considerando una superficie limite nello spazio (My, Mz,
N); essa si presenta ellittica nei piani N = costante, mentre nel fascio di asse N
descritta da un polinomio cubico completo in N. E ipotizzato un
comportamento del tipo elastico perfettamente plastico.
Una generalizzazione del modello biassiale bilineare quello biassiale
trilineare, che utilizza la Multisurface Plasticity Theory di Mroz. In tale
teoria le superfici limite sono molteplici, una interna allaltra, simili fra loro da
38 Capitolo II Modellazione numerica

un punto di vista geometrico e ciascuna di esse associata ad un diverso


parametro, detto Modulo plastico da cui dipende la rigidezza. [Takizawa &
Aoyama 1976] adottarono un modello trilineare con due superfici limite, una
interna, definita di fessurazione ed una esterna di snervamento. Esse nello
spazio bidimensionale dei momenti flettenti si presentano ellittiche e possono
essere inizialmente non concentriche, per simulare uneventuale asimmetria
della sezione ed una condizione iniziale dovuta, per esempio, ai carichi
gravitazionali. Fino a quando il vettore {S } rappresentativo dello stato
tensionale interno alla superficie limite pi interna il comportamento
elastico; quando tale superficie viene raggiunta inizia il comportamento non
elastico regolato dal primo modulo plastico. Se il vettore {S } continua a
crescere muovendosi verso lesterno, questo trascina con se la superficie di
fessurazione in una direzione tale da raggiungere la superficie di snervamento
in un punto di normale parallela a quella relativa al punto in cui la superficie
limite interna stata raggiunta, in modo che non sorgano ambiguit in fase di
scarico. Tale fase elastica e termina, per dar luogo ad una nuova fase plastica,
quando il vettore {S } raggiunge in un altro punto il contorno della superficie di
fessurazione. Per tener conto del degrado di rigidezza e resistenza, possibile
programmare il restringimento delle superfici limite e la diminuzione del
Modulo plastico allaumentare dei cicli. Con tale tipo di modello gli autori
hanno ottenuto un buon accordo tra analisi numeriche e risultati sperimentali
[fig. 2.12 (TR)].
Di caratteristiche completamente differenti il modello a molle triassiali
ideato da [Lai et al. 1984], per il quale la matrice delle rigidezze della sezione
si costruisce come nel modello a fibre, mentre la matrice di rigidezza
dellelemento come nei modelli a plasticit concentrata. Una colonna in
cemento armato idealizzata mediante la combinazione di un elemento lineare
elastico tridimensionale e due elementi di lunghezza nulla a ciascuna delle due
estremit, a molle plastiche, anchessi a comportamento tridimensionale [fig.
2.13]. Ciascuno dei due elementi di estremit costituito da nove molle non
elastiche; cinque di esse riproducono il comportamento del conglomerato,
quattro dellacciaio. A ciascuna di queste ultime assegnata unarea Asi (i = 1,
, 4) pari allarea totale delle barre longitudinali della relativa sezione di
estremit, alle quali la molla pi prossima. Il legame forza-spostamento
uniassiale nel caso delle molle dacciaio , per quanto concerne la curva
monotona, del tipo bilineare con incrudimento, il quale pu anche essere nullo;
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 39
per quanto riguarda le curve di carico e scarico, queste seguono una versione
semplificata delle regole del modello di Takeda.

Figura 2.13. Modello di Lai et al.

2 Asi E s
La rigidezza elastica iniziale pari a , nella quale Es il modulo di
lb
Young dellacciaio ed lb la lunghezza di ancoraggio della barra, calcolata
1/ 2
considerando una tensione media di aderenza pari a 1.5 f c [Mpa]; da ci si
osserva che la molla non tiene conto della rigidezza propria dellacciaio, ma
dello scorrimento della barra, assumendo una tensione di aderenza costante
lungo la lunghezza di ancoraggio. Le cinque molle che riproducono il
comportamento del conglomerato non hanno alcuna rigidezza in trazione,
mentre in compressione presentano una curva monotona del tipo elastico-
perfettamente plastico ed il ramo di scarico che punta verso lorigine, mentre
quello di ricarico che punta alla massima deformazione raggiunta al ciclo
precedente. La forza massima in compressione assunta pari alla resistenza a
compressione uniassiale del conglomerato, fc, moltiplicata per un quinto
dellarea della sezione trasversale e lo spostamento al limite elastico assunto
40 Capitolo II Modellazione numerica

pari a quello delle molle dacciaio. Lipotesi di conservazione delle sezione


piane permette di esprimere lo spostamento assiale e le due rotazioni della
sezione in funzione degli spostamenti di tre molle dangolo. In figura 2.12
(LC) si osserva che il modello ora descritto riproduce bene i risultati
sperimentali ottenuti da [Otani et al 1980]. E pur vero che in esso, per la
costruzione della matrice di rigidezza, si assume che lasse neutro passi sempre
per il baricentro della sezione trasversale, ipotesi decisamente non realistica.
Questo errore stato corretto da [Saiidi et al. 1989], i quali, inoltre, nel loro
modello numerico implementarono una procedura iterativa la quale tendeva ad
eliminare lo squilibrio di sforzo normale che caratterizzava il modello di Lai.
Infine si vuole osservare che il modello utilizzato per le colonne degli
edifici analizzati per questo lavoro di tesi a molle. Questo, evoluzione di
quelli sopra citati, verr descritto in seguito.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 41

Capitolo III
Aspetti normativi

3.1 CRITERI DI REGOLARIT ED IRREGOLARIT

Il pi importante principio guida per la progettazione in zona sismica


quello della regolarit della struttura. Questo principio chiaramente enunciato
nellEurocodice 8 nel quale sono sanciti in maniera esplicita quelli che devono
essere i criteri di una corretta progettazione in zona sismica e cio:
1. semplicit strutturale,
2. uniformit e simmetria,
3. iperstaticit
4. resistenza e rigidezza bidirezionali,
5. resistenza e rigidezza torsionali.
LUniform Building Code, normativa americana, non riporta esplicitamente
tale principio e prescrive che le strutture in zona sismica devono essere dotate
di unadeguata resistenza al fine di sopportare gli spostamenti laterali indotti
dal moto del suolo considerando la risposta inelastica della struttura stessa, la
sua sovraresistenza, la sua duttilit e il tipo di sistema resistente alle forze
laterali. La normativa italiana, infine, non contiene alcun principio guida.
LEurocodice 8 e lUniform Building Code definiscono rispettivamente i
criteri di regolarit e di irregolarit tanto in pianta quanto in elevazione. Nella
42 Capitolo III Aspetti normativi

normativa italiana data, invece, una generica descrizione delle strutture


irregolari.

3.1.1 Criteri di regolarit in pianta secondo lEurocodice 8


1. La struttura delledificio deve essere approssimativamente simmetrica
rispetto a due direzioni ortogonali per quanto riguarda la rigidezza
laterale e la distribuzione della massa.
2. La configurazione della pianta deve essere compatta. La dimensione
delle rientranze in una direzione non deve superare il 25% dello
sviluppo in pianta del perimetro delledificio nella direzione
corrispondente.
3. La rigidezza degli impalcati nel loro piano deve essere sufficientemente
grande rispetto a quella laterale degli elementi strutturali verticali.
4. In presenza della distribuzione delle forze sismiche prescritta dal codice,
applicata tenendo conto delleccentricit accidentale, a ciascun piano lo
spostamento massimo nella direzione dellazione orizzontale non deve
superare del 20 % lo spostamento medio dellimpalcato.

3.1.2 Criteri di regolarit in elevazione secondo lEurocodice 8


1. Tutti i sistemi strutturali resistenti alle azioni orizzontali si devono
sviluppare senza interruzioni dalle fondazioni fino alla sommit
delledificio.
2. Piano per piano sia la rigidezza che la massa devono rimanere costanti o
ridursi gradualmente dalla base alla sommit.
3. Allorch fossero presenti degli arretramenti si devono applicare le
seguenti disposizioni:
a) nel caso di arretramenti graduali che conservino la simmetria assiale,
larretramento ad un certo piano in una data direzione non deve
essere maggiore del 20% della dimensione in pianta del piano
precedente nella medesima direzione [fig. 3.1];
b) nel caso di unico arretramento entro il 15% dellaltezza totale del
sistema strutturale principale partendo dal basso, esso non deve
essere maggiore del 50% della dimensione in pianta del piano
precedente nella direzione corrispondente [fig. 3.1]. In tal caso, la
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 43
parte della struttura che cade nel perimetro descritto dagli impalcati
dopo larretramento deve essere progettata in modo da sopportare
almeno il 75% delle forze orizzontali di taglio che si
svilupperebbero in tale zona in un analogo edificio senza la base
allargata;
c) Nel caso in cui gli arretramenti non conservassero la simmetria, la
somma degli arretramenti di tutti i piani in una data direzione non
deve essere maggiore del 30% della corrispondente dimensione in
pianta del primo piano ed i singoli arretramenti non devono essere
superiori al 10% della dimensione in pianta del piano precedente
[fig. 3.1].

L2 L2
H
L1 L3 L4 L1

Hb

L L
L3 L4 L L2
Se H b 0.15 H 0.50 0.30
L1 L2 L L
0.20
L1 L3 L4 L1 L2
Se H b 0.15 H 0.20 0.10
L L1
Figura 3.1. Criteri di regolarit in elevazione secondo lEurocodice 8.

3.1.3 Criteri di irregolarit in pianta secondo lUniform Building Code


1. Esiste irregolarit torsionale quando il massimo spostamento orizzontale
di piano, ortogonale ad uno degli assi principali del sistema e calcolato
applicando le azioni orizzontali con la prescritta eccentricit accidentale,
superiore a 1.2 volte la media degli spostamenti orizzontali delle due
estremit del piano.
44 Capitolo III Aspetti normativi

2. Rientranze in una direzione maggiori del 15% della dimensione della


struttura in quella direzione.
3. Discontinuit negli impalcati di piano o brusche variazioni di rigidezza
fra essi, come aperture allinterno del perimetro degli stessi con area
maggiore del 50% dellintera area o come variazioni di rigidezza
maggiori del 50% da un piano allaltro.
4. Discontinuit negli elementi resistenti laterali, come spostamenti di
elementi verticali fuori dal piano, tali da modificare il percorso delle
forze.
5. Presenza di elementi resistenti laterali disposti in modo non simmetrico
o non parallelo rispetto ai due assi ortogonali principali del sistema
resistente alle azioni orizzontali.

3.1.4 Criteri di irregolarit in elevazione secondo lo Uniform Buiding


Code
1. Irregolarit di rigidezza: il piano soffice. Un piano soffice quello in cui
la rigidezza laterale totale inferiore al 70% di quella del piano
superiore o minore all80% della media delle rigidezze dei tre piani
superiori.
2. Irregolarit di massa. Tale irregolarit dovr considerarsi quando la
massa di un piano qualsiasi superiore al 150% della massa dei piani
adiacenti.
3. Irregolarit geometriche verticali. Queste esistono quando la dimensione
orizzontale di un sistema resistente laterale ad un qualsiasi piano
maggiore al 130% di quella ai piani adiacenti.
4. Discontinuit verticali negli elementi resistenti laterali come
spostamenti di elementi fuori dal piano, di quantit maggiori della loro
altezza.
5. Discontinuit nella capacit resistente: il piano debole. Un piano debole
quello nel quale la resistenza di piano nella direzione della forzante
minore dell80% della resistenza del piano superiore.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 45
3.1.5 Criteri di irregolarit secondo la normativa italiana
La normativa italiana definisce costruzioni irregolari quelle configurazioni
che presentano, in modo significativo, variazioni della disposizione
planimetrica lungo laltezza o della disposizione altimetrica lungo la pianta,
ovvero disuniformit nella distribuzione planimetrica o altimetrica delle
rigidezze o delle masse o, infine, scostamenti planimetrici o altimetrici tra
centro di massa e centro di rigidezza di un qualsiasi piano.

3.2 ANALISI STRUTTURALE

Di seguito verranno presentate brevemente le diverse metodologie di


progetto prescritte dai tre codici in relazione alla suddivisione delle strutture in
regolari e non.

3.2.1 Tipologie di analisi secondo lEurocodice 8


Ai fini del progetto in zona sismica, gli edifici sono divisi in regolari e non
regolari. Questa distinzione si riflette sui seguenti aspetti progettuali:
1. il modello strutturale, che pu essere sia piano che spaziale;
2. il metodo di analisi che pu essere modale semplificata o multimodale;
3. il valore del coefficiente di comportamento q che pu essere ridotto in
caso di non regolarit in elevazione.
Il coefficiente di comportamento tiene conto della capacit di dissipare
energia da parte del sistema strutturale e viene valutato mediante la seguente
espressione:

q = q0 K d K r K w 1.5 (3.1)

dove:
q0 il valore base del coefficiente di comportamento;
Kd il coefficiente che dipende dalla classe di duttilit;
Kr il coefficiente che dipende dalla regolarit nello sviluppo verticale;
46 Capitolo III Aspetti normativi

Kw il coefficiente che riflette la modalit di collasso attesa in sistemi


strutturali con pannelli.
Le implicazioni che la regolarit strutturale pu avere sul progetto in zona
sismica riassunte in tabella 3.1.

Tabella 3.1. Semplificazioni e coefficiente q in funzione della regolarit

REGOLARITA SEMPLIFICAZIONI COEFFICIENTE


CONCESSE
PIANTA ELEVAZIONE MODELLO ANALISI q
SI SI Piano Semplificata Di riferimento
SI NO Piano Multimodale Diminuito
NO SI Piano / Spaziale Multimodale Di riferimento
NO NO Spaziale Multimodale Diminuito

Come si evince dalla tabella 3.1 esistono due tipi di analisi:


1. lanalisi modale semplificata;
2. lanalisi multimodale.
Lanalisi modale semplificata pu essere applicata ad edifici che possono
essere analizzati mediante due modelli piani e la cui risposta non risulti essere
significativamente influenzata dai modi di vibrazione pi alti. Questi requisiti
si ritiene siano soddisfatti dagli edifici che:
1. rispettano i criteri di regolarit in pianta e in elevazione;
2. rispettano i criteri di regolarit in elevazione e quelli specificati
nell'Appendice A [CEN 1994b] e aventi un periodo proprio T1 nelle due
direzioni principali che risulti minore dei seguenti valori:

T min{4Tc ;2.0 sec} (3.2)

dove i valori di TC sono riportati in Tabella 3.2:

Tabella 3.2. Valori del coefficiente Tc


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 47
Classe di sottosuolo TC [sec]
A 0,40
B 0,60
C 0,80

Le forme modali fondamentali dei due modelli piani delledificio possono


essere calcolate utilizzando metodi propri della dinamica strutturale o possono
essere approssimate ipotizzando una distribuzione degli spostamenti che cresca
linearmente lungo lo sviluppo verticale della struttura. Per gli edifici che
soddisfano solo i criteri dati nellAppendice A, quindi non regolari in
elevazione o con un periodo fondamentale che non soddisfa le condizioni
prima riportate, lanalisi dinamica pu essere ancora condotta su due modelli
piani (uno per ogni direzione principale) ma deve essere multimodale. Modelli
piani nelle due direzioni e analisi multimodale sono consentiti anche nel caso
di edifici che presentano solo regolarit in pianta. Per edifici, infine, che si
presentano irregolari in pianta e non soddisfacenti le condizioni date
nellappendice A il modello deve essere spaziale.

3.2.2 Tipologie di analisi secondo lUniform Building Code


La suddivisione tra edifici regolari e irregolari non sembra coinvolgere tutti
gli aspetti di procedura progettuale visti per lEurocodice 8, nel senso che,
secondo tale codice, n il modello strutturale n i coefficienti di
comportamento sono condizionati da tale suddivisione. Infatti lUniform
Building Code prescrive che sempre il modello matematico della struttura deve
includere tutti gli elementi resistenti. Il modello deve includere anche tutte le
rigidezze e le resistenze degli elementi che sono significativi per la
distribuzione delle forze e dovr rappresentare la distribuzione spaziale delle
masse e delle rigidezze della struttura. Il punto in comune tra i due codici resta,
pertanto, linfluenza sul tipo di analisi. Il tipo di analisi da condurre non solo
funzione della regolarit o irregolarit della struttura ma entrano in gioco
numerosi altri parametri. Essi sono essenzialmente: la destinazione duso della
struttura, la zona sismica, laltezza della struttura, il tipo di sistema resistente
alle forze laterali ed il tipo di suolo su cui sorge la struttura.
Esistono tre tipi di analisi:
1. analisi statica semplificata;
48 Capitolo III Aspetti normativi

2. analisi statica;
3. analisi dinamica.
Lanalisi statica semplificata pu essere condotta su edifici con
destinazione duso standard, alti non pi di tre piani (escludendo le
fondazioni) se costituiti di una struttura intelaiata oppure alti non pi di due
piani se costituiti di una qualsiasi altra struttura. In questo caso non c la
differenziazione tra edifici regolari o irregolari.
Lanalisi statica pu essere condotta:
1. per tutte le strutture regolari e irregolari nella zona sismica 1 (zona di
minor rischio sismico) e su quelle di destinazione duso standard nella
zona sismica 2;
2. per le strutture regolari con altezza inferiore ai 240 piedi ( 73 m) che
non si trovino su di un suolo di tipo SF;
3. per le strutture irregolari alte non pi di cinque piani o 65 piedi (20 m);
4. per le strutture che sono costituite di una parte flessibile superiore
giacente su una parte rigida inferiore laddove le due parti della struttura
considerate separatamente possono essere classificate come regolari, con
la parte inferiore che sia dotata di una rigidezza media pari a 10 volte la
rigidezza media della parte superiore e con un periodo dellintera
struttura che sia non maggiore di 1.1 volte il periodo della parte
superiore considerata separatamente.
Lanalisi dinamica deve essere condotta per tutte le rimanenti strutture.

3.2.3 Tipologie di analisi secondo la normativa italiana


Nella normativa italiana la distinzione tra edifici regolari e irregolari non
certamente cos ben definita come lo nei due codici prima esaminati, inoltre
tale distinzione sembra doversi applicare solo agli edifici con strutture
intelaiate.
Sia per le strutture in muratura che per quelle a pannelli portanti prescritta
solo lanalisi statica. Per le strutture intelaiate di norma si applica lanalisi
statica, qualora per queste fossero dotate di un periodo proprio To > 1.4 s
nonch di configurazione irregolare deve essere eseguita unanalisi dinamica.
Questa pu essere eseguita con il metodo dellanalisi modale.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 49
3.3 FORZE SISMICHE DI PROGETTO SECONDO LE DIVERSE ANALISI

3.3.1 Analisi modale semplificata secondo lEurocodice 8


Il taglio alla base dovuto allazione sismica per ognuna delle direzioni
principali pari a:

Fb = S d (T )W (3.3)

dove:
Sd(T) lordinata dello spettro di progetto per il periodo fondamentale T
della struttura;
W il peso sismico totale della struttura.
Lespressione dello spettro di progetto per lanalisi lineare pu essere
trovata al punto 4.2.4 della parte 1.1 dellEurocodice 8 [CEN 1994a].
Gli effetti dellazione sismica vanno determinati applicando forze
orizzontali Fi in corrispondenza della massa mi delli-esimo piano. La forza Fi
va determinata secondo la seguente regola di distribuzione:

s i Wi
Fi = Fb n
(3.4)
s W
j =1
j j

dove:
si, sj sono gli spostamenti delle masse mi ed mj del modo fondamentale di
vibrare;
Wi, Wj sono i pesi sismici delle masse mi ed mj.

3.3.2 Analisi multimodale secondo lEurocodice 8


Nellanalisi multimodale si considerano tutti i modi di vibrare che danno un
contributo significativo alla risposta globale, ossia quelli caratterizzati da una
massa modale effettiva maggiore o uguale al 5% della massa totale. La somma
delle masse modali effettive per i modi considerati deve essere almeno il 90 %
50 Capitolo III Aspetti normativi

della massa totale della struttura. Se le richieste suddette non possono essere
soddisfatte, come per esempio nel caso di edifici caratterizzati da significativi
modi torsionali, il numero minimo k di modi da prendere in considerazione
deve soddisfare le seguenti condizioni:

k 3 n (3.5)

Tk 0.2s (3.6)

dove n il numero di piani sopra il piano di campagna e Tk il periodo di


vibrazione del k-esimo modo.
Quando le risposte modali possono essere considerate indipendenti e cio
quando:

T j 0.9Ti (3.7)

il valore massimo EE di un effetto dovuto allazione sismica pu essere


considerato:

EE = E i
2
Ei (3.8)

dove EEi leffetto dellazione sismica dovuto alli-esimo modo di vibrare.

3.3.3 Lanalisi statica e lanalisi statica semplificata secondo lUniform


Building Code
Nellanalisi statica semplificata il taglio Fb alla base dato da:

3.0C a
Fb = W (3.9)
R

dove:
Ca un coefficiente funzione della zona sismica e del tipo di sottosuolo;
R il fattore di sovraresistenza dei sistemi resistenti alle forze laterali;
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 51
W il peso sismico totale.
La forza orizzontale a ciascun piano pari a:

3.0C a
Fi = Wi (3.10)
R

dove wi il peso sismico del piano i-esimo.


Nellanalisi statica il taglio alla base Fb dato da:

Cv I
Fb = W (3.11)
RT

con la limitazione:

2.5C a I
0.11IC aW < Fb < W (3.12)
R

dove:
Cv un coefficiente funzione della zona sismica e del tipo di sottosuolo;
I il coefficiente di importanza funzione della destinazione duso;
T il periodo fondamentale di oscillazione della struttura, da determinars
icon formule approssimate;
Ca, W, R sono le grandezze prima definite.
La forza totale sar distribuita lungo laltezza in modo che sia ovviamente
verificata lespressione:

n
Fb = Ft + Fi (3.13)
i =1

cio considerando che il taglio alla base calcolato in precedenza dato dalla
somma delle n forze di piano e della forza Ft di sommit data da:

Ft = 0.07TFb (3.14)
52 Capitolo III Aspetti normativi

La rimanente parte del taglio alla base distribuita in altezza in accordo alla
formula:

(Fb Ft )Wi hi
Fi = n
(3.15)
W h
j =1
j j

dove Fi la forza orizzontale al piano i-esimo di peso sismico wi ed altezza


hi dalle fondazioni.

3.3.4 Lanalisi dinamica secondo lUniform Building Code


Lanalisi dinamica essenzialmente unanalisi multimodale. Le azioni
orizzontali sono calcolate mediante uno spettro di risposta elastico funzione dei
coefficienti Ca e Cv. I modi da considerare devono essere tanti quanti sono
necessari ad avere una massa partecipante almeno pari al 90% di quella totale
per ognuna delle due direzioni. I parametri di risposta elastica (forze, momenti
e spostamenti), ottenuti combinando statisticamente i massimi effetti dei vari
modi, saranno opportunamente ridotti se la struttura regolare.

3.3.5 Lanalisi statica secondo la normativa italiana


Gli effetti sismici possono essere valutati convenzionalmente mediante
analisi statica delle strutture soggette a due sistemi di forze orizzontali. I due
sistemi di forze non agiscono contemporaneamente ma una volta in una
direzione ed una seconda volta nella direzione ortogonale alla precedente. La
forza orizzontale Fi alla generica quota, secondo una prefissata direzione, si
ottiene dalla relazione:

Fi = C R I i Wi (3.16)

dove:
C il coefficiente di intensit sismica;
R il coefficiente di risposta;
il coefficiente di fondazione;
il coefficiente di struttura;
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 53
I il coefficiente di protezione sismica;
i il coefficiente di distribuzione della forza sismica;
Wi il peso sismico del piano i-esimo.
Il coefficiente di distribuzione i assume lespressione:

n
hi W j
j =1
i = n
(3.17)
h W
j =1
j j

3.3.6 Lanalisi dinamica secondo la normativa italiana


Lanalisi dinamica, anche qui multimodale, va fatta adottando lo spettro di
risposta dato dallespressione:

a
= C R I (3.18)
g

Il modello da utilizzare deve rappresentare larticolazione planimetrica e


altimetrica della struttura in esame. I modi di vibrazione da considerare devono
essere tanti quanti ne occorrono per assicurare leccitazione di oltre l85%
della massa totale della struttura. Le sollecitazioni totali si calcolano mediante
lespressione:

E= E i
i
2
(3.19)

dove Ei sono le sollecitazioni dovute al modo i-esimo.


54 Capitolo III Aspetti normativi

3.4 GLI EFFETTI TORSIONALI

3.4.1 Valutazione degli effetti torsionali secondo lEurocodice 8


In tutti quei casi in cui baricentro delle rigidezze e baricentro delle masse
sono pressoch coincidenti e disposti secondo ununica verticale, casi nei quali
possibile applicare lanalisi modale semplificata sul modello piano, leffetto
torsionale strutturale praticamente trascurabile. Si tiene conto, per, degli
effetti torsionali accidentali amplificando gli effetti delle azioni, derivanti
dallanalisi modale semplificata, nei diversi elementi resistenti mediante un
fattore dato da:

x
= 1 + 0.6 (3.20)
Le

dove:
x la distanza dellelemento considerato dal centro delledificio, misurata
perpendicolarmente alla direzione dellazione sismica considerata;
Le la distanza tra i due elementi di controvento pi esterni, misurata come
sopra.
Nel caso degli edifici che rispettino i criteri dellAppendice A [CEN 1994b],
si usano per le analisi, che possono essere sia modale semplificata che
multimodale, modelli piani. In questi casi devono valutarsi oltre agli effetti
torsionali accidentali anche quelli strutturali. Leffetto torsionale totale pu
essere determinato come inviluppo degli effetti calcolati da unanalisi di due
situazioni di carico statiche, date dai momenti torcenti Mi:

M i1 = Fi (e0 + e1 + e2 ) (3.21)

M i 2 = Fi (e0 e1 ) (3.22)

dove:
e0 leccentricit statica, cio la distanza fra CM e CR, valutata nella
direzione ortogonale a quella di Fi;
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 55
e1 leccentricit accidentale della massa dellimpalcato calcolata secondo
lespressione:

e1 = 0.05 L (3.23)

applicata nella stessa direzione di e0 ad ogni piano.

e0
0.1( L + B) 10 0.1( L + B)
L
e 2 = min (3.24)
1 l 2 e 2 r 2 + l 2 + e 2 r 2
( )2 2 2
+ 4e 0 r
2e0 s 0 s 0

dove:
ls il raggio di inerzia polare e nel caso di impalcato rettangolare risulta
L2 + B 2
l s2 = ;
12

r2 =
K , con K = K yi ( x i e0 ) + K xi y i2 nel caso di sistemi eccentrici
2

K y

in una sola direzione, il rapporto fra la rigidezza torsionale e laterale


delledificio (raggio delle rigidezze);
L e B sono le dimensioni in pianta delledificio.
Leccentricit addizionale e2 pu essere trascurata se:

(
r 2 > 5 l s2 + e02 ) (3.25)

Per gli edifici non regolari sia in pianta che in elevazione, per gli edifici
regolari in elevazione ma non regolari in pianta e che non rispettano i criteri
dellAppendice A, il modello spaziale e lanalisi multimodale. Gli effetti
torsionali strutturali sono gi valutati nellanalisi, ma bisogna comunque tener
conto degli effetti torsionali accidentali che possono essere valutati come
l'inviluppo degli effetti risultanti da una analisi statica della struttura soggetta
ad una distribuzione di momenti torcenti:
56 Capitolo III Aspetti normativi

M i = Fi e1i (3.26)

con Fi forza orizzontale agente al piano i-esimo e e1i eccentricit accidentale


della massa delli-esimo impalcato.

3.4.2 Valutazione degli effetti torsionali secondo lUniform Building


Code
Per quanto riguarda le analisi statiche la forza di piano di progetto
applicata nel centro di massa e sar distribuita tra i vari elementi resistenti in
proporzione alle loro rigidezze. Per tener conto degli effetti torsionali
accidentali la forza orizzontale sar applicata con una eccentricit pari a 5%
della dimensione delledificio perpendicolare alla direzione della forza; per
ciascun elemento il calcolo della resistenza avverr considerando la posizione
della forza pi sfavorevole.
Nel caso di edifici irregolari in pianta gli effetti torsionali saranno tenuti in
conto amplificando leccentricit accidentale mediante un fattore Ax pari a:

2

Ax = max (3.27)
1.2 avg

dove:
avg la media degli spostamenti alle estremit della struttura al piano x;
max il massimo spostamento al piano x.
Il valore di Ax non deve essere superiore a 3.
Perci le forze orizzontali saranno applicate a ciascun piano con eccentricit
pari a:

2

e1 = e max = e0 + 0.05 L max (3.28)
1.2
avg
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 57
2

e 2 = e min = e0 0.05 L max 0 (3.29)
1.2
avg

Per quanto riguarda lanalisi dinamica l'effetto torsionale accidentale dovr


portarsi in conto con appropriate correzioni del CM oppure sommando gli
effetti torsionali statici forniti dalla sola eccentricit accidentale ai risultati
ottenuti con l'analisi dinamica.

3.4.3 Valutazione degli effetti torsionali secondo la normativa italiana


Nelle strutture regolari le forze orizzontali vanno ripartite a ciascun livello
fra le diverse strutture delledificio in proporzione alle rispettive rigidezze. Nel
caso di eccentricit tra il baricentro delle rigidezze e quello delle masse si
dovr considerare leffetto delle coppie torcenti. Quando il rapporto fra i lati in
L
pianta delledificio risulta > 2.5 , anche in assenza di eccentricit, dovr
B
considerarsi al piano i-esimo una coppia torcente provocata dalle forze
orizzontali agenti ai piani sovrastanti non minore di:

M ti = L F j (3.30)
j

dove un coefficiente i cui valori minimi sono riportati in Tabella 3.3.

L
Tabella 3.3. Valori del coefficiente in funzione di
B

L L
2.5 < < 3.5 = 0.03 + 0.02( 2.5)
B B
L = 0.05
3.5
B
58 Capitolo III Aspetti normativi

Tali momenti torcenti vogliono tenere implicitamente conto di eventuali


eccentricit accidentali. Da quanto visto si osserva, quindi, che non vengono
date eccentricit aggiuntive (amplificazione dinamica delleccentricit statica)
che tengano conto degli effetti torsionali.
Quando si applica lanalisi dinamica al modello spaziale lamplificazione
delleccentricit tra CM e CR implicitamente portata in conto, ma questa
volta nulla si precisa circa la valutazione degli effetti torsionali accidentali.

3.5 GLI EFFETTI ORTOGONALI

In questo paragrafo si riportano e commentano le prescrizioni di alcune


normative in merito alla combinazione degli effetti delle due componenti
orizzontali dellazione sismica.

3.5.1 Valutazione degli effetti ortogonali secondo la normativa italiana


La normativa italiana, nel Decreto Ministeriale dei Lavori Pubblici del 24
gennaio 1986 , nel paragrafo Direzione delle componenti orizzontali delle
accelerazioni del terreno durante il sisma, prevede che si assumer che il
moto del terreno possa avvenire non contemporaneamente, in due qualsiasi
direzioni orizzontali ortogonali prefissate dal progettista. Tale disposizione
confermata dal Decreto Ministeriale dei Lavori Pubblici del 16 gennaio 1996.
Evidentemente la normativa italiana assume che, per qualunque tipo di
struttura, le sollecitazioni ed il danno non siano condizionati dalla
contemporaneit dellazione delle componenti orizzontali del terremoto.

3.5.2 Valutazione degli effetti ortogonali secondo lEurocodice 8


LEurocodice 8 [CEN 1994a, b, c] prevede che lazione sismica orizzontale
possa essere riprodotta mediante due componenti ortogonali indipendenti
rappresentate dallo stesso spettro di risposta e considerate agenti
simultaneamente. La combinazione degli effetti di tali due componenti pu
essere eseguita in due modi differenti. Una prima possibilit quella di
calcolare, per ciascun effetto, il massimo valore dovuto ad entrambe le
componenti mediante la radice quadrata della somma dei quadrati degli effetti
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 59
di ciascuna di esse, valutati mediante analisi modale. In alternativa, possono
essere utilizzate le seguenti leggi di combinazione:

E Edx + 0.30E Edy (3.31)

0.30E Edx + E Edy (3.32)

essendo EEdx ed EEdy gli effetti dovuti allapplicazione dellazione sismica


lungo lassegnata direzione X ed Y rispettivamente della struttura. In tali
combinazioni, per ciascun effetto considerato, scelto il segno pi sfavorevole
di ciascuna componente.
Tale codice permette anche di riprodurre lazione sismica mediante
accelerogrammi, che possono essere generati secondo opportune regole o
registrati, ed ottenere la risposta strutturale integrando numericamente al passo
le equazioni differenziali del moto. Nel caso in cui si scelga questo tipo di
azione e per modelli strutturali spaziali, bisogna far agire contemporaneamente
entrambi gli accelerogrammi che rappresentano le due componenti orizzontali
del terremoto.
Infine, per quanto concerne le sezioni delle colonne, per quelle appartenenti
alla classe di duttilit alta, imposta le verifica a presso- o tenso-flessione
deviata. Invece, per quelle progettate in classe di duttilit media e bassa, la
verifica pu essere condotta in maniera approssimata, vale a dire in ciascuna
direzione separatamente riducendo il momento resistente di progetto del 30%.
Alla base delle prescrizioni sopra richiamate evidentemente esiste la
consapevolezza del fatto che la contemporaneit delle due componenti
orizzontali dellazione sismica determina un aggravio in termini di
sollecitazioni rispetto al caso in cui queste siano considerate agenti
separatamente; e che non corretto tenere conto di tale aggravio andando
semplicemente ad incrementare lazione di progetto in ciascuna direzione
separatamente. Per quanto concerne le regole di combinazione degli effetti, la
prima citata, cio quella che prevede la radice quadrata della somma dei
quadrati degli effetti di ciascuna componente, pi gravosa della seconda. Ci
si pu spiegare se si considera che questultima pu essere applicata anche nel
caso in cui il metodo di verifica sismica adottato sia quello statico equivalente;
questo, come noto, pi gravoso dellanalisi dinamica, che deve essere
60 Capitolo III Aspetti normativi

necessariamente utilizzata al fine di poter combinare gli effetti mediante la


radice quadrata della somma dei quadrati.

3.5.3 Valutazione degli effetti ortogonali secondo lUniform Building


Code ed il NEHRP
Nel seguito si riportano e commentano le prescrizioni, sempre relativamente
alla combinazione degli effetti delle due componenti orizzontali dellazione
sismica, di due codici statunitensi, vale a dire il NEHRP [FEMA 1994a, b],
lUBC [Uniform Building Code 1997].
Le relative prescrizioni del NEHRP (National Earthquake Hazards
Reduction Program) variano con lintensit del terremoto di progetto e con la
destinazione duso degli edifici, come mostrato in tabella 3.4. In essa Av un
valore di accelerazione, legato alla velocit di picco, che varia al variare della
sismicit della zona considerata e che, quindi, la determina. Per quanto
concerne la destinazione duso, la III categoria include quegli edifici che
ospitano servizi indispensabili in caso di evento sismico; la II comprende
edifici di pubblica fruizione, la cui capacit sia superiore a determinate soglie,
mentre nella III sono inclusi tutti gli altri.

Tabella 3.4. Categoria sismica.

Valore di Av Categoria di destinazione duso


I II III
Av < 0.05 A A A
0.05 Av < 0.10 B B C
0.10 Av < 0.15 C C D
0.15 Av < 0.20 C D D
Av 0.20 D D E

Per le categorie A e B tale codice prescrive che le azioni sismiche possano


essere applicate separatamente in ciascuna delle due direzioni ortogonali e che
gli effetti trasversali possano essere trascurati. Per la C vale la stessa regola,
tranne che per gli edifici che presentano un particolare tipo di irregolarit in
pianta, cio con elementi resistenti ad azioni verticali ed orizzontali n paralleli
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 61
agli assi ortogonali principali del sistema resistente ad azioni orizzontali n
simmetrici rispetto ad essi. In tal caso si progetta come per le categorie D ed E.
Per queste il NEHRP consiglia di analizzare ledificio con le forze sismiche
applicate nella direzione che determina gli effetti pi gravosi. In alternativa,
ledificio pu esser studiato secondo due qualunque direzioni ortogonali in
maniera indipendente e gli effetti massimi dovuti alla variazione della
direzione di applicazione delle azioni sismiche possono essere portati in conto
se gli elementi resistenti e le loro fondazioni sono progettati per una
combinazione di carichi pari al 100% delle azioni in una direzione pi il 30%
delle azioni nella direzione ortogonale. Il verso di tali azioni scelto in modo
da avere le resistenze di progetto maggiori.
Anche tali prescrizioni prevedono, quindi, una regola di combinazione degli
effetti del tipo:

E Ed 1 + E Ed 2 (3.33)

essendo EEd1 ed EEd2 gli effetti dovuti allapplicazione delle azioni orizzontali
lungo due direzioni orizzontali ortogonali e il fattore di combinazione, che
assegnato uguale a 0.3. Gli autori del codice motivano tale prescrizione con la
necessit di tenere conto della variazione dellangolo di incidenza del sisma,
come evidente considerando il metodo di verifica alternativo allapplicazione
della (3.33). Ci chiaramente detto anche nel Commentario [FEMA 1994b] al
codice, dove si sottolinea come, a causa di tale variazione, le colonne dangolo
possono essere soggette a sollecitazioni superiori a quelle previste nel progetto,
la qual cosa pu in parte spiegare la vulnerabilit che esse hanno manifestato
durante gli eventi tellurici. Nello stesso Commentario il valore assegnato al
coefficiente di combinazione, pari a 0.3, giustificato dalla considerazione che
improbabile che, per ciascuna caratteristica della sollecitazione, gli effetti
delle due componenti orizzontali del sisma attingano il massimo
contemporaneamente. Infine si fa notare come gli effetti ortogonali, vale a
dire quelli relativi ad elementi strutturali appartenenti a sistemi resistenti a
forze orizzontali lungo due assi ortogonali, mentre per i pilastri di un edificio
possono essere significativi, per altri elementi a comportamento essenzialmente
unidirezionale, quali le travi, sono trascurabili.
LUBC (Uniform Building Code) prescrive che le strutture debbano essere
modellate matematicamente tenendo conto della rigidezza e della resistenza di
tutti gli elementi significativi al fine di conoscere la distribuzione delle forze. Il
62 Capitolo III Aspetti normativi

modello dovr, inoltre, rappresentare la distribuzione spaziale di massa e di


rigidezza della struttura; esso, perci, dovr essere tridimensionale nel caso di
edifici irregolari in pianta.
Lazione sismica di progetto dovr produrre forze orizzontali comunque
dirette nel piano. Essa potr essere considerata agente non
contemporaneamente in ciascuna delle due direzioni principali della struttura,
tranne che per gli edifici costruiti in zone sismiche appartenenti alle categorie
2, 3 e 4 e che presentano le seguenti condizioni:
1. elementi resistenti ad azioni verticali ed orizzontali n paralleli agli
assi principali ortogonali del sistema resistente ad azioni orizzontali
n ad essi simmetrici;
2. il massimo spostamento di interpiano ad un estremo della struttura ed
ortogonale ad uno degli assi della stessa, calcolato tenendo conto
delleccentricit accidentale, maggiore della media degli
spostamenti di interpiano degli estremi della struttura almeno di 1.2
volte;
3. almeno una colonna della struttura appartiene a due o pi sistemi
resistenti che si intersecano (questa condizione non da considerare
se lo sforzo normale nella colonna dovuto alle azioni sismiche agenti
in una direzione minore del 20% della resistenza massima a sforzo
normale della colonna).
Per gli edifici che presentano tali condizioni, gli effetti ortogonali possono
essere presi in considerazione in due modi alternativi. Una prima possibilit
quella di progettare tali elementi considerando il 100% delle azioni sismiche di
progetto in una direzione pi il 30% delle stesse azioni nella direzione
ortogonale; i segni di tali azioni sono scelti in modo da ottenere la condizione
pi sfavorevole. In alternativa, gli effetti ottenuti applicando lazione sismica
nelle due direzioni ortogonali devono essere combinati mediante la radice
quadrata della somma dei quadrati (metodo SRSS). Anche in tal caso i segni
degli effetti devono essere scelti in modo da progettare secondo la condizione
pi sfavorevole.
E evidente che le prescrizioni dellUniform Building Code relative alla
combinazione degli effetti delle azioni sismiche agenti lungo due direzioni
ortogonali sono identiche a quelle dellEurocodice 8, pur se, mentre il codice
europeo impone di applicarle sempre, quello statunitense prescrive la
combinazione degli effetti solo per determinate tipologie strutturali.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 63

Capitolo IV
Confronto numerico-sperimentale

4.1 INTRODUZIONE

Le analisi numeriche che saranno illustrate in questa tesi sono state tutte
realizzate mediante il programma di calcolo CANNY-E [Li, 1996a, b],
recentemente sviluppato presso lUniversit di Singapore. Infatti, quando, agli
inizi del 1998, si dovuto scegliere un programma per eseguire le analisi in
campo non lineare, questo era uno dei pochi che permetteva di modellare il
comportamento dinamico di edifici tridimensionali multipiano. Inoltre, rispetto
ad altri che pure davano tale possibilit, quali per esempio lIDARC-3D [Park
et al. 1987] ed il DRAIN-3DX [Powell & Campbell 1994, Prakash et al. 1993],
presentava alcuni vantaggi. Il pi importante senzaltro quello che il
CANNY-E nasce proprio per il calcolo di edifici in cemento armato e, quindi,
presenta modelli che ben riproducono il comportamento di tale materiale.
Inoltre esso in via di perfezionamento e ci da un lato fa ben sperare per il
futuro, dallaltro garantisce linteresse da parte dellautore, un giovane
ricercatore, a mantenere contatti con gli utenti dello stesso, cosa che
effettivamente si verificata in questi anni. Infine noto che lutilizzo in
ambito scientifico di altri programmi di pari potenzialit, ha messo in evidenza
loro carenze.
Ovviamente prima di adoperare il CANNY-E in maniera diffusa, si ritenuto
necessario effettuare una serie di verifiche del buon funzionamento dello
stesso. Tralasciando le pi banali, per la maggior parte rappresentate dal
64 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale

confronto con altri programmi circa la risposta dinamica di semplici sistemi


strutturali, si vuole diffusamente parlare, invece, del confronto numerico-
sperimentale relativo alle prove eseguite presso lELSA di Ispra, ampiamente
descritte nel prossimo paragrafo. E necessario sottolineare, comunque, che lo
scopo pi importante di tale confronto non quello di verifica del programma
di calcolo adottato, ma quello di taratura dei modelli scelti. Infatti allorquando
si vuole riprodurre numericamente il comportamento complesso di una
struttura sollecitata mediante azioni cicliche bisogna fornire una serie di
informazioni, le quali condizionano la risposta molto pi di ogni altra cosa. La
conoscenza di alcune di esse banale, quale per esempio la geometria della
struttura; per altre, si pensi ad esempio alla resistenza ed alla deformabilit del
calcestruzzo confinato, esistono formulazioni teoriche, supportate da studi
sperimentali, che possono ritenersi pi o meno affidabili. Ma esistono taluni
parametri, come quelli che regolano il degrado di rigidezza allo scarico o
leffetto pinching, che non sono facilmente determinabili; per la taratura
degli stessi, che possono anche condizionare significativamente la risposta
della struttura, importante effettuare un confronto numerico-sperimentale.

4.2 PROVE SPERIMENTALI

Le prove sperimentali descritte sono state realizzate ad Ispra (VA) presso lo


European Laboratory for Structural Assessment (ELSA) del Joint Research
Centre della Commissione Europea.
Ledificio realizzato in scala reale [Negro et al. 1994]; esso di quattro
piani, con pianta quadrata di lato uguale a 10 m ed altezze di interpiano pari a 3
m, tranne quella del primo interpiano che uguale a 3.5 m. La struttura in
cemento armato intelaiata, priva di tamponature, con tre telai per ciascun
lato; nella direzione lungo la quale sono state eseguite le prove essa
simmetrica presentando due campate da 5 m ciascuna, mentre nella direzione
ortogonale essa asimmetrica, con una campata lunga 6 m ed una lunga 4 m.
Tutte le colonne hanno sezione quadrata di lato 0.4 m, tranne la colonna
interna la cui sezione ha lati pari a 0.45 m. Tutte le travi hanno sezione uguale
a 0.45 x 0.30 m, mentre gli impalcati sono costituiti da una soletta piena di
spessore pari a 0.15 m. I materiali utilizzati sono calcestruzzo ordinario di
classe C25/30 e barre di acciaio B500 Tempcore, con giunzioni saldate; tale
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 65
acciaio stato utilizzato perch molto diffuso in Europa, pur se non rispetta i
limiti fissati dallEurocodice 8 per quanto concerne il rapporto fra la resistenza
ultima e quella di snervamento. In tabella 4.1 riportata la resistenza massima
in compressione ottenuta mediante prove su elementi cubici di lato 150 mm di
cemento prelevati dal getto; in tabella 4.2, invece, sono mostrati i risultati di
alcune prove di trazione sulle barre di armatura.

Tabella 4.1. Resistenza a compressione cubica media Rc del conglomerato

Elementi strutturali Data del getto Rc [N/mm2]

Colonne del I piano 26/02/93 49.8


Travi del I piano 08/03/93 56.4
Colonne del II piano 09/03/93 47.6
Travi del II piano 16/03/93 53.2
Colonne del III piano 17/03/93 32
Travi del III piano 24/03/93 47.2
Colonne del IV piano 25/03/93 46.3
Travi del IV piano 31/03/93 42.1

Tabella 4.2. Caratteristiche medie dellacciaio in trazione

Diametro Area Tensione di Tensione Deformazione


snervamento ultima ultima
[mm] [mm2] [Mpa] [Mpa] A5 %

6 29.2 566.0 633.5 23.5


8 51.4 572.5 636.1 22.3
10 80.3 545.5 618.8 27.5
12 113.1 589.7 689.4 23.0
14 153.3 583.2 667.4 22.7
16 199.2 595.7 681.0 20.6
20 310.0 553.5 660.0 23.1
26 517.2 555.6 657.3 21.6
66 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale

Il progetto stato condotto in base alle prescrizioni degli Eurocodici 2 ed 8,


assumendo i valori dei carichi usuali, quali 2.0 kN/m2 per le tramezzature e le
finiture e 2.0 kN/m2 quale carico accidentale; inoltre stato utilizzato uno
spettro con accelerazione massima al suolo pari a 0.3 g, suolo tipo B e fattore
di importanza pari ad 1.0. E stata, inoltre, scelta una classe di duttilit alta,
con fattore di comportamento pari a 5; ci anche conseguenza del fatto che
ledificio soddisfa completamente i criteri di regolarit in pianta ed in
elevazione [fig. 4.1].

Figura 4.1. Geometria delledificio oggetto delle prove sperimentali.

Innanzitutto sono state realizzate prove di rilascio di bassa intensit, cio


tali da non determinare un significativo stato di fessurazione. Lobiettivo di
questi tests preliminari quello di determinare le caratteristiche dinamiche
delledificio, vale a dire le frequenze iniziali e lo smorzamento e quindi di
valutare lattendibilit delle successive prove pseudodinamiche. Al fine di
portare in conto i carichi fissi non strutturali ed i carichi accidentali calcolati
secondo le prescrizioni dellEurocodice 8, sono state aggiunte masse pari a
24.3 t ai primi tre piani e 26.1 t al piano superiore. In media lo smorzamento
risultato pari ad 1.8%.
Per quanto concerne le prove pseudodinamiche, queste sono state condotte
nella direzione in cui ledificio simmetrico, modellando la struttura come un
sistema a quattro gradi di libert; infatti apposita strumentazione stata posta
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 67
al fine di eliminare i gradi di libert rotazionali e traslazionali nella direzione di
asimmetria delledificio. Lalgoritmo utilizzato deriva dalle equazioni di
1
Newmark avendo assegnato ai coefficienti e i valori = 0 e = ; in tale
2
modo esso diventa matematicamente uguale a quello delle differenze centrali,
diventando, quindi, un metodo esplicito, condizionatamente stabile e privo di
smorzamento numerico. E preferibile utilizzare la formulazione di Newmark
rispetto a quella delle differenze centrali, perch il comportamento della prima
migliore per quanto concerne gli errori di troncamento quando il passo di
integrazione piccolo. Lo spostamento, la velocit e laccelerazione iniziale
sono assunte nulle, lintervallo temporale di integrazione posto pari a 4 msec
e non assegnato alcun smorzamento viscoso. Nel seguito si riporta
brevemente la procedura iterativa considerando lo step n-esimo della prova:
1) il vettore delle forze esterne {Fn +1 } noto, essendo ovviamente

{F (t )} = [A]{I }s(t ) (4.1)

dove [A] la matrice delle masse pari a (le misure sono in tonnellate):

86.9 0 0 0
0 85.9 0 0
(4.2)
0 0 85.9 0

0 0 0 83.0

2) si calcola il vettore degli spostamenti:

{q n +1 } = {q n } + t {q n } + t {qn }
2
(4.3)
2

3) tali spostamenti {q n +1 } sono imposti alla struttura mediante attuatori


elettroidraulici;
4) si attende che gli attuatori si fermino e si misurano le forze interne
{Rn+1 } associate ai nuovi spostamenti;
5) si calcolano i nuovi valori dellaccelerazione e della velocit:
68 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale
1

{qn +1 } = [A] + t [C ] {Fn +1 } {Rn +1 } [C ]{q n } t [C ]{qn } (4.4)


2 2

{q n +1 } = {q n } + t ({qn } + {qn +1 }) (4.5)


2

6) si pone n = n+1;
7) si riprende dal passo 1).
Nella (4.4) la matrice [C ] quella degli smorzamenti, che nel caso in esame
risulta nulla.

1.2

0.8
S7
Sa/g

0.6
EC8
0.4

0.2

0
0 0.4 0.8 1.2 1.6 2
Periodo [sec]

Figura 4.2. Spettri elastici dellEurocodice 8 e generato.

Laccelerogramma {s(t )} utilizzato (definito S7) stato generato sulla base


di alcune registrazioni del terremoto del Friuli del 1976 e modificato in
modo che il suo spettro elastico approssimasse quello dellEurocodice 8 per
suolo tipo B, smorzamento pari al 5% ed accelerazione massima al suolo
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 69
pari a 0.30 g [fig. 4.2]. Tale accelerogramma, di durata uguale ad 8 sec,
stato scalato per un coefficiente pari ad 1.5 al fine di sollecitare la struttura
decisamente in campo plastico e sono stati forniti i risultati delle prove in
termini di spostamenti e tagli di piano.

4.3 MODELLAZIONE NUMERICA DELLEDIFICIO TESTATO AD ISPRA

Come detto nellIntroduzione a questo capitolo tutte le analisi numeriche


sono state effettuate mediante il programma di calcolo CANNY-E e, quindi,
anche i modelli utilizzati, che ora saranno descritti, sono alcuni tra quelli di
libreria di tale programma.
Il modello adottato per riprodurre la risposta ottenuta dalle prove
pseudodinamiche del tipo con mocromodelli a livello di elementi, nel senso
che si pu considerare un insieme di travi e pilastri, con le solette rappresentate
da impalcati infinitamente rigidi nel loro piano. Le masse assegnate nel
baricentro di ciascun impalcato, sono quelle utilizzate per le prove sperimentali
e riportate nella (4.2).
E stata assegnata una matrice degli smorzamenti proporzionale a quella
delle masse e delle rigidezze iniziali [Ramasco 1993]:

[B] = am [M ] + a0 [K 0] (4.6)

dove i due coefficienti a m ed a0 sono stati ricavati mediante le equazioni:

2a 0
2a m 1 + = 1

1
(4.7)
2a 0
2 a m 2 + = 2
2

avendo assegnato ai fattori di smorzamento 1 e 2 relativi al primo ed al


secondo modo di vibrazione un valore pari a 0.4%.
70 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale

4.3.1 Travi
Il modello adottato per le travi quello di Giberson [Giberson 1969], gi
descritto nel Capitolo II. Il comportamento a taglio ipotizzato essere elastico,
la deformabilit assiale nulla in virt dellipotesi di impalcato infinitamente
rigido.

Figura 4.3. Modello numerico utilizzato per le travi.

Lelemento capace di assorbire momenti flettenti agenti in una sola


direzione; tutta la deformazione flettente non elastica concentrata agli estremi
ed rappresentata dalla rotazione di due molle a comportamento non lineare
[fig. 4.3]. Il modello isteretico assegnato [Edo & Takeda 1977] una versione
modificata di quello ben noto di Takeda [Takeda et al. 1970], descritto nel
Capitolo II di questa tesi.
La curva monotona trilineare, definita dai momenti di fessurazione e
snervamento e dalle rigidezze iniziale, post-fessurazione e post-snervamento.
Tali parametri sono stati ricavati mediante una semplice routine numerica [Li
1996b], che, come dati di ingresso, richiede le caratteristiche dei materiali di
cui la sezione costituita, essendo questa divisa in fibre. Come poi verr
ampiamente illustrato quando verr descritto il modello utilizzato per le
colonne, quali tensioni e deformazioni medie dellacciaio e del calcestruzzo
non confinato sono stati assunti i valori sperimentali riportati nelle Tabelle 4.1
e 4.2, mentre nel caso del calcestruzzo confinato esse sono state calcolate
mediante le formule di Mander [Mander et al. 1988, Paulay & Priestley 1991].
Per calcolare le rotazioni dalle curvature, la routine di calcolo assume una
distribuzione variabile linearmente delle curvature stesse con punto di nullo
costantemente coincidente con la mezzeria della trave.
Lunico valore della curva monotona che stato valutato in base a
considerazioni diverse la pendenza del tratto post snervamento nel caso di
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 71
momento negativo, vale a dire quando questo tende le fibre superiori. Infatti
ben noto che la zona in cui larmatura della soletta si snerva aumenta al
crescere della rotazione della trave [CEB 1994, Dolsek & Fajfar 2000, Negro
et al. 1994]e ci pu essere tenuto in conto considerando unampiezza
crescente della soletta, e quindi della sua armatura, partecipante al meccanismo
resistente. Questo fenomeno pu essere modellato pi semplicemente lasciando
invariata la geometria rettangolare della sezione ed incrementando
fittiziamente la rigidezza del tratto tra il momento di snervamento e quello
ultimo: tale rigidezza stata assunta pari al 5% di quella iniziale nel caso dei
telai esterni e pari al 10% di quella iniziale per le travi afferenti ai telai interni.

Figura 4.4. Fase di scarico dalla curva principale prima e dopo lo snervamento.
72 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale

Si ritiene interessante a questo punto descrivere le leggi che regolano lo


scarico ed il ricarico nel modello isteretico utilizzato. Per quanto concerne lo
scarico dalla curva monotona, bisogna distinguere il caso in cui esso avvenga
prima dello snervamento o dopo di esso [fig. 4.4]. Nel primo caso risulta:

K 5 f p' < f p K 4 f p < f p'




K 10 = ' ; K 11 = (4.8)
fp fc fp fc
'

f fp
'
fp f '
d' d p d d' p
p c p c

Per quanto concerne, invece, lo scarico da un punto della curva monotona


successivo a quello di snervamento, valgono le regole geometriche:


f y' f c d 'y f y f c' d y
K8 = ' ; K9 = (4.9)
d y d c d 'm
d y d 'c d m

Per quanto concerne lo scarico relativo ai cicli interni, cio quelli per cui lo
scarico avviene prima del raggiungimento del picco, la rigidezza pari a:

K '8 = K 8 , K ' 9 = K 9 (4.10)

Si deve osservare che, al fine di ottenere la migliore corrispondenza


possibile tra i risultati delle analisi numeriche e le prove sperimentali, alle
curve di scarico stata assegnata la pendenza pi dolce possibile ( = 0.5 e =
0.5) ; ci implica che la rigidezza allo scarico e lenergia dissipata nei cicli
dopo lo snervamento sono molto piccole. In tal modo si anche cercato di
tenere parzialmente in conto, sebbene in modo approssimativo, leffetto dello
scorrimento delle barre di armatura.
Per quanto concerne la retta di ricarico, questa punta al picco pi esterno
raggiunto nei cicli precedenti. Bisogna sottolineare, per, che il modello tiene
conto delleffetto pinching assegnando una rigidezza al ricarico pari a [fig.
4.5]:
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 73

f' d 'y fm dy
K = ' m '
' ; Ks = (4.11)
s
dm d0 d' dm d0 d
m m

essendo (fm, dm) e (fm, dm) i punti corrispondenti ai picchi sulla curva
monotona dopo lo snervamento, d0 e d0 le rotazioni in corrispondenza
dellinversione del carico e un parametro da cui dipende lentit delleffetto
pinching. A tale parametro stato assegnato un valore medio, cio = 0.5.

Figura 4.5. Modello isteretico assegnato alle sezioni di estremit delle travi.

Allestremit di ciascuna trave sono stati considerati dei conci rigidi la cui
lunghezza stata calcolata mediante la formula:

hc ht
l crt = (4.12)
2 4
74 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale

essendo hc la dimensione della sezione del pilastro nella direzione della


trave di cui si sta calcolando la lunghezza del concio rigido ed ht laltezza di
tale trave.

Figura 4.6. Modello numerico utilizzato per i pilastri.

4.3.2 Pilastri
Le colonne sono idealizzate mediante un modello multi-molle [fig. 4.6].
Esso costituito da un elemento elastico lineare a comportamento sia tagliante
che flessionale elastico in entrambe le direzioni principali della sezione
trasversale e con deformazioni assiali elastiche. Agli estremi di ciascuna
colonna sono presenti due elementi multi-molle, capaci di modellare il
comportamento flessionale ed assiale non lineare delle sezioni trasversali di
estremit e che tengono conto dellinterazione triassiale; con tale terminologia
si vuole intendere la mutua dipendenza delle tre sollecitazioni, flettenti nelle
due direzioni ortogonali ed assiale, quando la sezione si trova in fase plastica e
che legata dalla forma del dominio di plasticizzazione, a sua volta dipendente
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 75
dalle caratteristiche di resistenza e deformabilit dei materiali che costituiscono
la sezione stessa.
Lelemento multi-molle, di lunghezza nulla, separato dal resto della
colonna da due nodi interni ed caratterizzato da almeno quattro molle, che
riproducono il comportamento delle aree in cui stata divisa la sezione stessa.
Ciascuna molla sollecitata mediante una forza assiale ed soggetta ad uno
spostamento assiale. Tale spostamento basato sullipotesi di sezione piana ed
determinato dalla rotazione flessionale non lineare e dalla deformazione
assiale dellelemento multi-molle. Poich da un punto di vista numerico
difficile considerare delle molle con comportamento rigido-plastico, la
flessibilit dei due conci di estremit della colonna, di lunghezza pari a quella
ipotizzata di cerniera plastica, assegnata alle molle come flessibilit iniziale.
Alla generica molla, quindi, si fornisce la rigidezza iniziale:

EiAi
K is 0 = (4.13)
L0

dove:
K si 0 la rigidezza iniziale delli-esima molla;
Ei il modulo di Young del materiale;
Ai larea della molla;
L0 lassegnata lunghezza della cerniera plastica;
L0 la lunghezza dellelemento colonna, a meno, ovviamente, dei conci
rigidi.
La flessibilit iniziale dellelemento colonna divisa tra lelemento lineare
e lelemento multi-molle. Supponendo la sezione trasversale della colonna
simmetrica, le molle possono essere disposte simmetricamente attorno al
baricentro della sezione. In questo caso la deformabilit iniziale alla rotazione
sr dellelemento multi-molle lungo lasse principale e la deformabilit iniziale
a sforzo normale s0 possono essere calcolate attraverso le espressioni:
76 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale

L0 L0
sr =
E A Yi i i
2
0.9 EI

(4.14)
L0 L0
s0 =
EiAi EA

dove Ei la rigidezza flessionale iniziale della sezione dellelemento


colonna lungo lasse considerato ed EA la sua rigidezza assiale iniziale. La
deformabilit flessionale in una direzione dellelemento elastico pu essere
espressa come:

a L 0 L0
3 EI 6 EI

(4.15)
L0 b L0
6 EI 3 EI

e la deformabilit assiale come:

0 L0
(4.16)
EA

dove a, b e 0 sono i fattori di riduzione della deformabilit associati


allelemento multi-molle disposto alle due estremit dellelemento colonna.
Poich la deformabilit totale a flessione uniassiale della colonna :

L0 L 0 a L 0 L 0 L0
3 EI +
6 EI 3 EI 0.9 EI 6 EI

= (4.17)
L0 L0 L0 b L0 L0
6 EI +
3 EI 6 EI 3 EI 0.9 EI
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 77
i fattori di riduzione a, b e 0 risultano pari a:


a = b = 1.0
0.3
(4.18)
0 = 1. 0

Figura 4.7. Modellazione numerica delle sezioni di estremit dei pilastri.

Nel caso in esame, ciascun elemento multi-molle costituito da otto molle


rappresentative delle barre di armatura e da sedici molle rappresentative del
calcestruzzo, di cui otto relative al calcestruzzo non confinato ed otto a quello
confinato [fig. 4.7].
Il comportamento di ciascuna molla caratterizzato da un legame forza-
spostamento, che per lacciaio riportato in Figura 4.8. Ciascun valore di forza
ricavato moltiplicando la tensione assegnata per larea di armatura afferente
alla molla in esame. Ciascun valore di spostamento ottenuto, invece,
moltiplicando la corrispondente deformazione per lassegnata lunghezza della
cerniera plastica. Tale lunghezza stata assunta pari alla met del lato della
sezione trasversale [Priestley & Park 1987].
Le otto molle che riproducono il comportamento dellacciaio sono poste ad
una distanza dal bordo della sezione pari al copriferro; quattro di esse sono
poste negli angoli, le altre quattro al centro dei quattro lati. Le aree di armatura
afferenti a ciascuna molla sono pari a:
78 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale

xi y i x i (J y y i ) (J xi ) y i
A1 = Asi ; A2 = Asi ; A8 = x Asi (4.19)
JxJy JxJy JxJy

dove:
x ed y sono gli assi principali della sezione trasversale;
A1, A2 ed A8 sono le aree delle molle rispettivamente dangolo, giacente
sullasse positivo delle x e giacente sullasse positivo delle y [fig. 4.6];
Jx e Jy sono lascissa e lordinata di tali molle;
Asi larea della i-esima barra di armatura;
xi ed yi lascissa e lordinata della i-esima barra di armatura.

Figura 4.8. Legame forza-spostamento assegnato alle molle di acciaio.

La curva monotona del legame forza-spostamento bilineare, con tensione


di snervamento e rigidezza post-snervamento ricavate in base alle tensioni e
deformazioni medie riportate in tabella 4.2. Lo stesso legame assegnato sia in
compressione che in trazione. La rigidezza allo scarico stata assunta pari a
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 79
quella iniziale, mentre il coefficiente [fig. 4.8], che tiene conto delleffetto
Baushinger, stato assunto pari a 0.75.

Figura 4.9. Legame forza-spostamento assegnato alle molle di calcestruzzo.

Per quanto concerne il calcestruzzo, ciascuna molla posta nel baricentro


dellarea ad essa relativa; al calcestruzzo non confinato stato assegnato uno
spessore pari a due volte il copriferro, per tener conto del minore effetto di
confinamento delle staffe lungo i lati della sezione. Il legame assegnato
riportato in figura 4.9.
In compressione la curva monotona trilineare. Per quanto concerne il
calcestruzzo non confinato, come tensione massima stata assunta quella
riportata in tabella 4.1, la corrispondente deformazione pari allo 0.2%; per
ottenere ci, in corrispondenza di una tensione pari alla met di quella
massima, si assunto un valore della rigidezza minore di quello iniziale. La
deformazione massima stata, invece, assunta pari allo 0.4%, la
corrispondente tensione nulla.
Per quanto concerne il calcestruzzo confinato, la tensione massima e la
corrispondente deformazione e la deformazione massima e la corrispondente
80 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale

tensione sono calcolate mediante le formule di Mander [Mander et al 1988,


Paulay & Priestley 1991]. Poich tutti i pilastri hanno sezione quadrata, il
rapporto tra la tensione massima del calcestruzzo confinato e quella del
calcestruzzo non confinato risulta:

f ' cc 7.94 f ' l 2 f ' l


= 1.254 + 2.254 1 + (4.20)
f 'c f 'c f 'c

dove:
f ' l = K e f yh la tensione di confinamento,
K e = 0.75 per sezioni generalmente rettangolari il coefficiente di
confinamento,
fyh la tensione di snervamento delle staffe, il cui valore riportato in
Tabella 2.2.,
A
= s il rapporto tra la sezione trasversale complessiva delle staffe e
sh"
larea del calcestruzzo confinato ottenuti tagliando la sezione con un piano
ortogonale alla direzione in esame,
s il passo delle staffe,
h la larghezza della parte di sezione confinata.
Per quanto riguarda le travi, essendo le sezioni delle stesse rettangolari, si
f ' ly f'
sono dovuti calcolare i rapporti ed lx e mediante un abaco [Mander
f 'c f 'c
et al 1988, Paulay & Priestley 1991], quindi, si potuto calcolare il rapporto
f ' cc
.
f 'c
La deformazione del calcestruzzo confinato relativa alla tensione massima,
considerando che la corrispondente deformazione del calcestruzzo non
confinato stata assunta uguale a 0.002, pari a:

f ' cc
cc = 0.0021 + 5 1 (4.21)
f 'c
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 81
Al fine di ottenere tale deformazione, la rigidezza iniziale stata
decrementata in corrispondenza di un valore della tensione pari alla met della
tensione massima.
La deformazione massima del calcestruzzo confinato, considerando che la
corrispondente del calcestruzzo non confinato stata assunta uguale a 0.004,
risulta pari a:

1.4 s f yh sm
cu = 0.004 + (4.22)
f ' cc

dove:
s = x + y il rapporto volumetrico del calcestruzzo confinato,
x, y coincidono con il rapporto prima descritto nel caso di sezioni
quadrate, assumono valori tra loro differenti nel caso di sezioni rettangolari,
sm la deformazione dellacciaio corrispondente alla tensione massima,
valore che stato letto nella Tabella 4.2.
La tensione corrispondente alla deformazione ultima stata calcolata
mediante lespressione:

f ' cc x u r
f ' cu = (4.23)
r 1+ xr

essendo:

cu
xu = (4.24)
cc

Ec
r= (4.25)
E c E sec

con
E c = 4700 f ' c [MPa] modulo tangente,
82 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale

f ' cc
E sec = modulo secante.
' cc
Sia per il calcestruzzo confinato che per il calcestruzzo non confinato la
retta di scarico prima dellattingimento della massima tensione di
compressione diretta verso il punto appartenente alla retta di carico iniziale e
di ordinata pari alla met della tensione massima, ovviamente di segno opposto
rispetto alla tensione che si sta scaricando.
La tensione massima di trazione stata ricavata dalla relazione fornita dalla
Portland Cement Association:

f ct = 0.606 f ccil
0.538
[MPa] (4.26)

essendo
f ccil = 0.83 f c la tensione cilindrica di compressione massima,
fc la tensione massima di compressione letta dalla Tabella 2.1.
La deformazione corrispondente a tale tensione massima quella del punto
giacente sulla retta elastica; verso tale punto che diretta anche la curva di
carico in trazione successiva ad uno scarico dalla curva monotona di
compressione prima dellattingimento della tensione massima. Non c
trazione, invece, quando lo scarico dalla curva monotona di compressione
avviene da un punto che sul ramo discendente. Lo scarico dalla tensione
massima di trazione diretto ad un punto sullasse delle tensioni nulle che
presenta una deformazione pari a tre volte quella corrispondente alla tensione
massima di trazione.
Anche agli estremi dei pilastri stata tenuta in conto la presenza di conci
rigidi, la cui lunghezza data da:

ht hc
l crc = (4.27)
2 4

essendo ht laltezza della trave in corrispondenza della quale termina il


pilastro di cui si sta calcolando il concio rigido e hc la dimensione della sezione
di tale pilastro.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 83
4.4 ANALISI NUMERICHE

Per calibrare il modello numerico alcuni parametri sono stati assegnati sulla
base di valutazioni teoriche, come sinteticamente illustrato nei paragrafi
precedenti, mentre altri sono stati determinati elaborando i risultati delle prove
sperimentali descritte. Per la valutazione di tali ultimi parametri sono state
condotte numerose analisi, facendoli variare allinterno di intervalli
fisicamente ammissibili e scegliendo i valori che hanno fornito la migliore
correlazione tra risultati sperimentali ed analisi numeriche. Nelle analisi, come
gi detto, si posta particolare attenzione nella determinazione dei coefficienti
di smorzamento, dei parametri che regolano landamento dei cicli di isteresi
delle travi e dei pilastri (quali la pendenza della curva di scarico e di ricarico) e
della porzione di soletta collaborante. Come in parte prevedibile si rilevato
che il comportamento non lineare delle travi condiziona il comportamento
della struttura pi di quello delle colonne; questo fenomeno legato al tipo di
progetto che lEurocodice 8 impone, vale a dire a colonne forti e travi deboli,
per cui queste ultime sono interessate pi delle prime da plasticizzazioni.
Le analisi sono state condotte sollecitando la struttura con lo stesso
accelerogramma utilizzato per eseguire le prove pseudodinamiche, scalandolo
per un coefficiente amplificativo pari a 1.5 al fine di riprodurre i tests di alto
livello.
Nelle figure 4.10, 4.11, 4.12 e 4.13 mostrato il confronto tra i risultati
delle prove sperimentali e quelli delle analisi numeriche in termini di storie
temporali degli spostamenti dei baricentri dei quattro impalcati. In tutti e
quattro i casi il massimo spostamento viene colto molto bene; riteniamo che
questo sia un dato importante dal momento che quasi tutti i risultati presenti in
questa tesi sono riportati in termini di massimi valori di storie temporali e ci
ci garantisce la loro affidabilit. Ovviamente importante sottolineare che,
oltre al valore massimo, tutto landamento nel tempo delle due curve per
ciascun caso che corrisponde abbastanza bene, sia in termini di forma
dellandamento stesso che in termini di fase e di massimi relativi.
Analoghe osservazioni si possono fare in merito al confronto numerico-
sperimentale relativo agli spostamenti di interpiano, riportato, per i quattro
piani delledificio, nelle figure 4.14, 4.15, 4.16 e 4.17 in termini percentuali
rispetto allaltezza di interpiano. Questo confronto ancora pi significativo
del precedente dal momento che i risultati non sono sommati a quelli dei piani
inferiori. A questo proposito doveroso osservare che, in corrispondenza
84 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale

dellultimo livello, gli spostamenti ottenuti dallanalisi numerica sono


generalmente pi ampi di quelli ottenuti sperimentalmente; pur vero che
anche gli sperimentatori [Negro et al. 1994] osservano che spostamento tanto
bassi in corrispondenza dellultimo piano non erano attesi.
Anche in termini di taglio di piano, come mostrato nelle figure 4.18, 4.19,
4.20 e 4.21 per i quattro piani delledificio, esiste una buona corrispondenza in
termini di fase tra i risultati sperimentali e quelli numerici. E pur vero che i
picchi delle storie temporali ottenute numericamente sono generalmente un po
inferiori rispetto ai corrispondenti valori sperimentali e soprattutto nel primo
caso landamento della curva si presenta pi irregolare rispetto al secondo.
Questa discrepanza, che in misura minore pu essere notata anche in termini di
spostamento, legata allo smorzamento. Infatti, essendo le prove
pseudodinamiche comunque prove statiche, esse non tengono naturalmente
conto dello smorzamento; questo, inoltre, stato posto uguale a zero
nellalgoritmo utilizzato nelle prove stesse. Nelle analisi numeriche, di tipo
dinamico, al contrario deve necessariamente essere assegnato un valore dello
smorzamento. Nel caso in esame, quindi, al fine di ottenere degli spostamenti
di entit prossima a quelli sperimentali stato assegnato uno smorzamento
relativo molto basso, come illustrato nel paragrafo 4.3; ci
contemporaneamente, per, causa dellirregolarit degli andamenti delle
storie temporali.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 85

I impalcato

60

40

20

Spostamento [mm]
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8
-20

-40

-60

-80
Tempo [sec]

Test Analisi

Figura 4.10. Storia temporale degli spostamenti del I impalcato.

II impalcato

100

50
Spostamento [mm]

0
0 1 2 3 4 5 6 7 8

-50

-100

-150
Tempo [sec]

Test Analisi

Figura 4.11. Storia temporale degli spostamenti del II impalcato.


86 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale

III impalcato

150

100

50
Spostamento [mm]

0
0 1 2 3 4 5 6 7 8
-50

-100

-150

-200
Tempo [sec]

Test Analisi

Figura 4.12. Storia temporale degli spostamenti del III impalcato.

IV impalcato

200
150
100
Spostamento [mm]

50
0
-50 0 1 2 3 4 5 6 7 8

-100
-150
-200
-250
Tempo [sec]

Test Analisi

Figura 4.13. Storia temporale degli spostamenti del IV impalcato.


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 87

I piano

2.0
1.5

Spostamento d'interpiano/Hi [%]


1.0
0.5
0.0
-0.5 0 1 2 3 4 5 6 7 8

-1.0
-1.5
-2.0
-2.5
Tempo [sec]

Test Analisi

Figura 4.14. Storia temporale degli spostamenti di interpiano (I piano).

II piano

2.0
1.5
Spostamento d'interpiano/Hi [%]

1.0
0.5
0.0
-0.5 0 1 2 3 4 5 6 7 8

-1.0
-1.5
-2.0
-2.5
Tempo [sec]

Test Analisi

Figura 4.15. Storia temporale degli spostamenti di interpiano (II piano).


88 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale

III piano

2.0
1.5
Spostamento d'interpiano/Hi [%]

1.0
0.5
0.0
-0.5 0 1 2 3 4 5 6 7 8

-1.0
-1.5
-2.0
-2.5
Tempo [sec]

Test Analisi

Figura 4.16. Storia temporale degli spostamenti di interpiano (III piano).

IV piano

2.0
1.5
Spostamento d'interpiano/Hi [%]

1.0
0.5
0.0
-0.5 0 1 2 3 4 5 6 7 8

-1.0
-1.5
-2.0
-2.5
Tempo [sec]

Test Analisi

Figura 4.17. Storia temporale degli spostamenti di interpiano (IV piano).


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 89

Taglio alla base

1500

1000

500

Taglio [kN]
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8
-500

-1000

-1500
Tempo [sec]

Test Analisi

Figura 4.18. Storia temporale del taglio alla base.

II piano

1500

1000

500
Taglio [kN]

0
0 1 2 3 4 5 6 7 8
-500

-1000

-1500
Tempo [sec]

Test Analisi

Figura 4.19. Storia temporale del taglio relativo al secondo piano.


90 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale

III piano

1000
800
600
400
Taglio [kN]

200
0
-200 0 1 2 3 4 5 6 7 8
-400
-600
-800
-1000
Tempo [sec]

Test Analisi

Figura 4.20. Storia temporale del taglio relativo al terzo piano.

IV impalcato

800

600

400

200
Taglio [kN]

0
0 1 2 3 4 5 6 7 8
-200

-400

-600

-800
Tempo [sec]

Test Analisi

Figura 4.21. Storia temporale del taglio relativo al quarto piano.


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 91

Capitolo V
Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

5.1 INTRODUZIONE

Negli edifici intelaiati lazione bidirezionale del sisma tende a ridurre la


resistenza delle colonne a causa degli effetti dellinterazione biassiale. Inoltre,
mentre in campo elastico esiste accoppiamento latero-torsionale solo in caso di
strutture asimmetriche in pianta, in campo anelastico la plasticizzazione degli
elementi strutturali pu innescare oscillazioni torsionali anche negli edifici
simmetrici.
Per questo motivo negli ultimi anni si molto discusso della possibilit di
cogliere mediante analisi di tipo unidirezionale leffettiva risposta degli edifici,
che generalmente presentano elementi resistenti orientati lungo due direzioni
ortogonali e che ovviamente sono soggetti ad entrambe le componenti
orizzontali dellazione sismica. De La Llera e Chopra [De La Llera & Chopra
1995] correlano la possibilit o meno di trascurare gli elementi ortogonali
allintensit dellazione sismica; i risultati ottenuti da Riddel e Santa-Maria
[Riddel & Santa-Maria 1999] mostrano, invece, che leffetto dellinput sismico
bidirezionale si risente in particolar modo sul lato flessibile delle strutture
asimmetriche in pianta di basso periodo ed aumenta allaumentare
delleccentricit e dellintensit della componente secondaria del sisma ed al
diminuire della resistenza e del periodo.
92 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

Come gi ampiamente detto nel capitolo III, le moderne normative, quali


lEurocodice 8, lUniform Building Code ed il NEHERP, generalmente
prescrivono di combinare gli effetti ottenuti dallapplicazione delle due
componenti orizzontali mediante la radice quadrata della somma dei quadrati
oppure, per ciascuna delle direzioni di analisi, aggiungendo agli effetti ottenuti
dallapplicazione della componente agente in quella direzione, unaliquota
degli effetti ottenuti dallapplicazione della componente agente nella direzione
ortogonale, aliquota generalmente pari al 30%.
Tali incrementi delle sollecitazioni di progetto mirano, ovviamente,
allaumento della resistenza degli edifici, affinch il progettista sia cautelato
nei confronti di alcuni effetti negativi legati alla esistenza, nella realt fisica, di
due componenti orizzontali dellazione sismica. Tali effetti sono: 1)
lincremento di energia che la struttura deve assorbire in virt della presenza
non di una, ma di entrambe le componenti orizzontali dellazione sismica; 2)
gli effetti dellinterazione triassiale (vale a dire linterazione sul dominio di
plasticizzazione della sezione delle due azioni flettenti agenti in piani
ortogonali e dello sforzo normale variabile); 3) la variazione dellangolo di
incidenza del sisma, il quale potrebbe sollecitare ledificio lungo direzioni di
minore resistenza rispetto a quelle principali di progetto.
A sottolineare lattualit dellargomento trattato, si osserva che oltre dieci
articoli presentati allultima Conferenza Mondiale di Ingegneria Sismica,
tenuta in Nuova Zelanda nel febbraio 2000, avevano come oggetto il problema
in esame.

5.2 PROVE SPERIMENTALI

I risultati sperimentali analizzati nel seguito sono in particolare relativi ad


elementi in cemento armato sollecitati mediante presso-flessione deviata
ciclica, tipo di sollecitazione caratteristico dei pilastri di un edificio intelaiato
soggetto ad azione sismica. Linteresse specifico relativo al comportamento
degli elementi colonna giustificato dal fatto che, mentre le travi sono quasi
per nulla condizionate da azioni ortogonali al piano cui appartengono, i pilastri,
soprattutto se quadrati, sono preposti a sopportare indistintamente
sollecitazioni flettenti agenti secondo entrambe le direzioni principali delle loro
sezioni trasversali. Quindi, la diversa risposta della struttura nei casi in cui
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 93
questa sia sollecitata da azioni orizzontali cicliche in una sola direzione oppure
in entrambe fortemente legata proprio al loro diverso comportamento nei due
casi.

Figura 5.1. Prova sperimentale su elemento in c.a. sollecitato a flessione


deviata [Takizawa & Aoyama 1976].

Tra le diverse prove eseguite con controllo degli spostamenti su elementi a


sezione trasversale quadrata incastrati ad un estremo e privi di sforzo normale
riportate in [Takizawa & Aoyama 1976] una di esse presenta risultati che
appaiono interessanti. Essa caratterizzata da un carico monotono con
spostamento imposto parallelo ad un lato del provino condotto oltre la
condizione di snervamento e spostamenti successivi a 45 rispetto a tale
direzione, la cui traccia sul piano cartesiano forma tre quadrati ognuno
94 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

contenente il precedente [fig. 5.1]; ciascuno dei due quadrati interni tracciato
due volte. Riportando su un piano cartesiano i valori delle forze necessarie per
ottenere gli spostamenti assegnati, si osserva che i punti corrispondenti a tali
valori formano dei quadrati che sono ruotati di circa 15-20 rispetto a quelli
relativi agli spostamenti. Ci dovuto al fatto che quando viene fatto variare lo
spostamento in una direzione la forza necessaria a mantenere costante lo
spostamento nella direzione ortogonale diminuisce; questo fenomeno rivela un
decremento di resistenza in una direzione a causa dellazione nella direzione
ortogonale.

Figura 5.2. Prova sperimentale su elemento in c.a. sollecitato a flessione


secondo le due direzioni principali [Otani et al. 1980].

Anche in [Otani et al. 1980] sono presentate alcune prove su mensole in


cemento armato a sezione quadrata sollecitate a flessione deviata mediante
spostamenti imposti. Una delle prove caratterizzata da due cicli di
spostamenti in una direzione di entit pari a 2 volte lo spostamento al limite
elastico, seguiti da otto cicli nella direzione ortogonale con spostamento
massimo pari a 4.5 volte lo spostamento al limite elastico; seguono, infine, 2
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 95
cicli identici, in direzione ed entit, ai primi due. Il confronto in termini di
diagramma forza-spostamento fra la prima e lultima serie di cicli, mostra in
questo secondo caso un forte abbattimento della resistenza, il quale rivela che
per lelemento esaminato azioni cicliche di alta intensit in una direzione
influenzano decisamente il comportamento nella direzione ortogonale.
Altra prova interessante condotta dagli stessi autori su un provino simile
consta di cicli di spostamenti assegnati caratterizzati da una duttilit massima
pari a 2 e seguiti da cicli nella direzione ortogonale caratterizzati da duttilit
massima pari a 2 i primi due e pari a 4 i secondi due. I risultati ottenuti da tale
prova sono confrontati con quelli determinati su un provino identico, al quale
stata imposta la stessa storia di spostamenti, ma tutti nella stessa direzione. I
diagrammi forza-spostamento ottenuti nei due casi si presentano molto simili,
pur se nel caso unidirezionale labbattimento della resistenza in corrispondenza
dellultimo ciclo molto pi evidente [fig. 5.2]. Ci da un lato conferma
linfluenza che lazione in una direzione presenta nella direzione ortogonale,
dallaltro mostra, per, che lazione ciclica secondo una direzione fissa
determina un danneggiamento maggiore rispetto al caso in cui la direzione di
tale azione sia variabile.
[Takiguchi et al. 1980] e [Kobayashi et al. 1984] confermano quanto detto
sopra confrontando la risposta di un provino incastrato ad entrambe le
estremit soggetto a flessione uniassiale a quella dello stesso provino soggetto
a flessione deviata. Tale flessione indotta mediante una storia di spostamenti
imposti caratterizzata da quattro orbite circolari o ellittiche, ciascuna
contenente la precedente e di raggio pari allampiezza dei cicli uniassiali di
riferimento; tale ampiezza circa pari a 0.5, 1.5, 2.5 e 3.5 volte lo spostamento
corrispondente allo snervamento. I diagrammi forza-spostamento dei provini
con storie di spostamenti indotti uniassiale e biassiale sono simili, pur se nel
secondo caso si mostrano pi stretti, rivelando un decremento della resistenza
di snervamento. Considerando la forma del dominio di resistenza di una
sezione in cemento armato, tale decremento facilmente spiegabile.
[Saatcioglou 1984] e [Saatcioglou & Ozcebe 1989] sollecitano provini di
sezione quadrata incastrati ad un estremo a pressoflessione deviata. E imposta
una storia di spostamenti la cui traccia nel piano orizzontale tale da formare 5
ellissi concentriche con raggio minore pari alla met del maggiore e
questultimo pari a 0.5, 1.0, 2.0, 3.0 e 4.0 volte lo spostamento al limite di
snervamento; ciascuna ellisse tracciata 3 volte in senso orario. I risultati sono
confrontati con quelli ottenuti sollecitando provini uguali a flessione retta
96 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

mediante la stessa storia di carico. I cicli forza-abbassamento nella direzione


dei lati della sezione ottenuti nel primo caso risultano pi ampi di quelli
ottenuti nel secondo, mostrando un incremento di energia dissipata dovuto
allaccoppiamento delle sollecitazioni agenti nelle due direzioni. Tale
accoppiamento si manifesta anche nel decremento, rispetto al caso di
sollecitazione uniassiale, della forza massima attinta nella direzione dellasse
minore dellellisse a parit di spostamento.

Figura 5.3. Prova sperimentale su elemento in c.a. sollecitato a flessione


deviata [Bousias et al. 1992].
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 97

Figura 5.4. Prova sperimentale su elemento in c.a. sollecitato a pressoflessione


deviata [Li et al. 1987].

Molte sono le prove sperimentali presentate in [Bousias et al. 1992, Bousias


1993] relative a provini tipo mensola ai quali imposta una storia di
98 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

spostamenti secondo due direzioni ortogonali, essendo assegnato uno sforzo


normale costante; i risultati sono confrontati con quelli ottenuti su un provino
simile da una storia di spostamenti imposti unidirezionale. Una prima prova
caratterizzata da cicli di spostamenti applicati separatamente nelle due
direzioni ortogonali in maniera alternata di ampiezza crescente linearmente. Da
questa si osserva un certo degrado di resistenza in una direzione dovuto al ciclo
immediatamente precedente di uguale ampiezza nella direzione ortogonale.
Inoltre sono misurati gli spostamenti assiali dovuti sia allaccumulo di
deformazione plastica nelle barre di armatura sia allo scorrimento delle stesse.
Si rileva che tali spostamenti sono proporzionali alle deformazioni flessionali,
indipendenti dalla direzione dello spostamento trasversale imposto e molto
legati, invece, allentit dello sforzo assiale applicato. Considerando anche
altre prove si deduce che quando tale sforzo normale ha un valore basso tali
spostamenti sono degli allungamenti, altrimenti sono degli accorciamenti;
inoltre, gli iniziali allungamenti possono convertirsi in accorciamenti col
progredire del danneggiamento.
Una prova caratterizzata da uno spostamento nella direzione trasversale
costante a tratti e crescente da tratto a tratto e per ciascuno di tali tratti da
spostamenti ciclici crescenti nella direzione principale da zero al valore
imposto nella prima direzione. Se da un lato si pu notare che la presenza di
tale ultimo spostamento influenza poco landamento dei cicli nella direzione
principale, dallaltro si osserva che la forza necessaria a mantenere lo
spostamento costante decresce decisamente, fin quasi ad annullarsi, al crescere
dellampiezza dei cicli nella direzione principale [fig. 5.3]; questultimo
fenomeno determina un forte incremento dellenergia dissipata.
In [Li et al. 1987] sono riportate 5 prove sperimentali con provini sollecitati
mediante flessione biassiale, una delle quali caratterizzata da sforzo normale
costante, le altre da sforzo normale variabile. Il percorso di spostamenti
imposti consiste in due quadrati uniti a formare un 8; per ogni massimo
spostamento sono tracciati quattro 8, il cui asse longitudinale nei primi due
parallelo ad una diagonale della sezione quadrata del provino, nei secondi due
parallelo allaltra diagonale della sezione. Nel primo e nel terzo caso tale
percorso compiuto in senso antiorario, nel secondo e nel quarto in senso
orario. In due delle prove (B8-1, B8-2) lo sforzo normale adimensionalizzato

N
= (5.1)
Ac f c
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 99
dove Ac larea di calcestruzzo ed fc la resistenza dello stesso, varia intorno
ad un valore medio pari a 0.07, nelle altre due (B40-1, B40-2) il valore medio
di pari a 0.32. Se si considerano le prove B8-1 e B40-1, in cui lo sforzo
normale varia con lentit della forza trasversale nella direzione NS, il
diagramma momento rotazione si presenta asimmetrico sia in termini di
rigidezza che di resistenza quasi unicamente nella direzione NS e nel caso di
basso [fig. 5.4]; gli effetti di tale variazione sono lievi per alto e nella
direzione EW. Nelle prove B8-2 e B40-2, invece, fatto variare
proporzionalmente ad entrambe le azioni trasversali; in tutte e due le direzioni
nel caso di sforzo normale medio adimensionalizzato basso i cicli sono
fortemente asimmetrici, mentre nel caso in cui medio sia alto tale fenomeno
non si rileva sistematicamente.

Figura 5.5. Prova sperimentale su elemento in c.a. sollecitato a pressoflessione


deviata [Low & Moehle 1987].

In [Low & Moehle 1987] sono riportate alcune prove su elementi in


cemento armato incastrati ad unestremit di sezione rettangolare in cui la
sollecitazione di sforzo normale tenuta costante oppure fatta variare da un
valore di = 0 ad un valore di = 0.13. Tra le altre interessante la prova in
cui la storia di spostamenti imposti del tipo a quadrifoglio [fig. 5.5], con
quattro diversi livelli di spostamento: innanzitutto tracciato il quadrato nel
primo quadrante in senso antiorario, dopodich quello nel quarto quadrante
100 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

sempre in senso antiorario, quindi quelli nel secondo e terzo quadrante in senso
orario. Facendo variare lentit dello sforzo normale in funzione dello
spostamento trasversale nella direzione debole, si osserva che nella direzione
forte i cicli relativi a valori crescenti dello sforzo normale presentano rigidezza
e resistenza crescenti, quelli relativi a valori decrescenti, al contrario,
presentano rigidezza e resistenza decrescenti. Tale fenomeno evidenziato
anche dalle prove di [Li et al. 1987].

Figura 5.6. Prova sperimentale su elemento in c.a. sollecitato a pressoflessione


deviata [Bousias et al. 1992].

In [Bousias et al. 1992] sono riportate, sulla stessa tipologia di provini


sollecitati a pressoflessione deviata ciclica con sforzo normale costante
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 101
descritti precedentemente, prove in cui lo sforzo normale adimensionalizzato
fatto variare da 0 a 0.27 ciclicamente proporzionalmente alla forza in una
delle direzioni trasversali, mentre in quella ortogonale lo spostamento tenuto
costante. Le prove sono realizzate considerando sei combinazioni tra quattro
valori delleccentricit (0.4, 0.6, 1.0 e 1.2) e tre dello spostamento trasversale
costante (pari ad 1.0, 2.0 e 2.5 volte lo spostamento uniassiale di snervamento).
I cicli forza-spostamento trasversale si presentano asimmetrici con il gi
osservato abbattimento della resistenza e della rigidezza in fase di carico ed
allo scarico al decrescere dello sforzo normale [fig. 5.6]. In tal caso
lasimmetria molto marcata dal momento che il dominio limite della sezione
raggiunto nella direzione dello sforzo normale decrescente, mentre per sforzi
normali alti il comportamento quasi elastico. Dai cicli che differiscono
unicamente per una variazione dellentit dello spostamento trasversale
costante si osserva che lincremento di questo determina un generale
abbattimento di rigidezza e resistenza da cui deriva un incremento di
deformabilit flessionale ed assiale. Infine si nota ancora che la forza
necessaria al mantenimento di tale spostamento costante allaumentare dei cicli
flessionali ed assiali decresce decisamente, tanto che i diagrammi
rappresentanti tali azioni in funzione della suddetta forza puntano al piano in
cui essa nulla.

5.3 STATO DELLARTE

5.3.1 Sistemi doppiamente simmetrici


I primi passi nello studio di edifici in cemento armato intelaiati soggetti ad
azioni sismiche in cui gli effetti ortogonali sono portati in conto sono compiuti
negli anni Settanta.
In [Takizawa & Aoyama 1976] sviluppato un modello di comportamento
di una sezione in cemento armato soggetta a pressoflessione che estende al
caso bidimensionale quello con curva monotona trilineare e degrado di
rigidezza. La bont di tale modello verificata sulla base di prove sperimentali
statiche eseguite su pilastri in cemento armato soggetti a pressoflessione
deviata. E inoltre esteso al caso bidimensionale il modello senza degrado di
rigidezza, in modo da valutare linfluenza di tale degrado sulla risposta di
102 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

elementi colonna sollecitati da azioni sismiche (terremoti reali) bidirezionali di


forte intensit. Tale confronto mostra che gli effetti dellinterazione biassiale
possono essere significativi nel caso in cui il modello numerico assunto tenga
conto del degrado di rigidezza della sezione allaumentare delle deformazioni
plastiche, mentre non lo sono in assenza di tale degrado. Inoltre tali effetti si
risentono di pi quando il livello di sollecitazione tale che la sezione si trovi
nella zona di passaggio tra il comportamento elastico e quello plastico,
piuttosto che nel caso in cui essa sia fortemente plasticizzata.
In [Park et al. 1986] vengono presi in considerazione sistemi a due gradi di
libert traslazionali. Ad essi viene assegnato sia un comportamento tipo
acciaio, vale a dire elasto-plastico con incrudimento senza alcun degrado, sia
tipo cemento armato; in questultimo caso il legame forza-spostamento
presenta una curva monotona di tipo trilineare ed un comportamento ciclico
caratterizzato dal degrado sia della rigidezza che della resistenza. Leccitazione
sismica rappresentata da accelerogrammi generati. La duttilit richiesta nella
direzione orizzontale X del sistema di riferimento (IX), quella nella direzione
Y (IY) ottenute per eccitazione unidirezionale agente rispettivamente lungo X
e lungo Y e la radice quadrata della somma della somma dei loro quadrati (IR)
sono confrontati con gli stessi parametri calcolati sotto eccitazione
bidirezionale (X, Y, R). Tale confronto realizzato al variare del rapporto tra
le resistenze in corrispondenza dello snervamento nelle due direzioni ed la
variare di IX. Si osserva che X e R sono maggiori dei corrispondenti
parametri ottenuti sotto eccitazione unidirezionale e tale differenza aumenta al
crescere del livello di impegno plastico del sistema e del rapporto tra la
resistenza nella direzione X e quella nella direzione Y; inoltre gli effetti
dellinterazione biassiale sono pi evidenti nel caso in cui il modello presenti
degrado di rigidezza e resistenza. Si conclude, quindi, che nel caso di sistemi in
cui tale degrado assente ed in cui la richiesta plastica non molto elevata (IX
< 4), la:

IR = IX
2
+ IY
2
(5.2)

fornisce risultati attendibili; altrimenti bisogna considerare lazione


contemporanea delle due componenti delleccitazione sismica.
Anche in [De Stefano & Faella 1993, De Stefano & Faella 1995, De Stefano
& Faella 1996] viene studiato un sistema a due gradi di libert traslazionali. Al
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 103
modello assegnato un comportamento elastico perfettamente plastico ed un
dominio di plasticizzazione di forma ellittica. La resistenza massima nelle due
direzioni orizzontali assegnata mediante spettri inelastici a duttilit
controllata di sistemi ad un grado di libert soggetti alle due componenti dei
terremoti utilizzati nelle analisi agenti separatamente; i terremoti scelti sono sia
generati che storici. Questo tipo di progetto ha permesso di isolare la duttilit
richiesta dal periodo del sistema e dal fattore di riduzione adottato. Dalle
analisi eseguite si potuto osservare che un indice di danneggiamento
dipendente dalla dissipazione di energia, quale la duttilit isteretica biassiale,
permette di determinare in maniera pi chiara gli effetti dellazione
contemporanea di entrambe le componenti del sisma rispetto ad un parametro
dipendente dal massimo spostamento attinto, quale la duttilit radiale richiesta.
Per duttilit isteretica biassiale si definita lespressione:

E hx E hy
hr = 1 + + (5.3)
Fxo u xo F yo u yo

essendo Ehx, Fxouxo ed Ehy, Fyouyo le energie plastiche dissipate e quelle


elastiche che il sistema pu assorbire rispettivamente nella direzione X ed in
quella Y. Inoltre le analisi numeriche svolte hanno mostrato che lincremento
di danno nel caso di eccitazione bidirezionale rispetto a quella unidirezionale
dovuto agli effetti dellinterazione biassiale maggiore nel caso di sistemi a
basso periodo (Tx < 0.5 sec); tale risultato confermato al variare dellinput
sismico utilizzato, della rigidezza del sistema e dellimpegno plastico richiesto.
Infine sono stati calcolati i fattori di sovraresistenza da assegnare al sistema al
fine di ricondurre il danneggiamento ottenuto sotto doppia componente del
sisma a quello accettato sotto singola componente. Poich le analisi
parametriche mostrano che tali sovraresistenze variano dal 20% al 40%, si
afferma che confermata ladeguatezza delle prescrizioni dellEurocodice 8
relative agli effetti ortogonali.
[Kitajima et al. 1996] confrontano la risposta in termini di spostamenti di
colonne in cemento armato soggette ad una sola delle componenti di terremoti
reali con quella ottenuta utilizzando entrambe le componenti degli stessi
terremoti. Il modello computazionale utilizzato del tipo a fibre ed tarato
sulla base di prove sperimentali realizzate su tavola vibrante e descritte nel II
capitolo di questa tesi. Si osserva che i massimi spostamenti delle colonne
ottenuti sotto eccitazione bidirezionale sono uguali a quelli che si otterrebbero
104 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

sotto eccitazione unidirezionale se la resistenza delle colonne fosse ridotta


1
mediante un coefficiente variabile da 1.0 ad ; ci evidentemente dovuto
2
al noto fenomeno dellinterazione biassiale che si verifica nel primo caso.
Molto interessanti sono i risultati presentati in [Zeris & Mahin 1991],
relativi allo studio di un edificio intelaiato in cemento armato di due piani e
con una campata per ciascun lato. I pilastri della struttura sono modellati
mediante il metodo agli elementi finiti. Essi sono divisi in cinque conci, le cui
sezioni trasversali sono divise in un certo numero di fibre, che riproducono il
comportamento del calcestruzzo confinato, di quello non confinato e
dellacciaio delle barre di armatura. La risposta di tale edificio sollecitato da
una delle componenti del terremoto registrato a Taft nel 1952 confrontata con
quella ottenuta applicando la stessa componente contemporaneamente nella
direzione ortogonale; in entrambi i casi tale componente amplificata per
ottenere un picco di accelerazione assegnato. Si osserva che nel caso di
eccitazione bidirezionale la resistenza e la rigidezza flessionale dei pilastri
sollecitati a pressoflessione deviata si riduce rispetto al caso di eccitazione
unidirezionale. Inoltre, a livello locale, le deformazioni aumentano, soprattutto
quelle delle barre di armatura dangolo; da ci segue che il danneggiamento
delle sezioni trasversali delle colonne a causa delleccitazione bidirezionale
cresce. Tale incremento, per, non ben quantificabile mediante gli indici di
danno utilizzati nel caso di edifici in cemento armato soggetti a carichi ciclici
uniassiali. Infine si fa notare che, a causa della presenza contemporanea di due
componenti ortogonali dellazione sismica, anche una struttura doppiamente
simmetrica in pianta pu manifestare una risposta non lineare di tipo
torsionale. Le asimmetrie in termini di rigidezza e resistenza che si generano
sono accentuate dalla variazione di sforzo assiale nelle colonne, dovuta alle
azioni orizzontali.

5.3.2 Sistemi asimmetrici


Negli ultimi anni la comunit scientifica si molto interessata agli effetti
delleccitazione bidirezionale nellambito del pi vasto filone di ricerca
relativo alla risposta torsionale di strutture asimmetriche in pianta. Lo studio di
tali effetti in questo ambito strettamente legato al problema della valutazione
dellimportanza della presenza nei modelli di calcolo di elementi resistenti alle
azioni orizzontali ortogonali alla direzione di analisi. Si vuole osservare che
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 105
generalmente tutti gli elementi resistenti di tali strutture sono modellati
numericamente mediante molle a comportamento elastico-perfettamente
plastico ed i cui cicli isteretici non prevedono degrado, n in termini di
rigidezza n in termini di resistenza. Tali elementi, ovviamente, offrono
resistenza unicamente in una direzione.
In [Correnza et al. 1994] studiata la risposta torsionale di edifici
monopiano intelaiati in entrambe le direzioni aventi limpalcato infinitamente
rigido; essi, progettati secondo le prescrizioni dellUniform Building Code,
sono simmetrici in una direzione e con eccentricit delle rigidezze variabile
nellaltra. La loro risposta sotto entrambe le componenti di terremoti storici
confrontata con quella ottenuta facendo agire la sola componente principale
degli stessi nella direzione di asimmetria. Si osserva che, nel caso di edifici
aventi periodo fondamentale basso, una esatta valutazione degli effetti
torsionali in campo non lineare pu essere ottenuta unicamente mediante
eccitazione bidirezionale; ci particolarmente vero per quanto concerne la
risposta inelastica degli elementi appartenenti al lato flessibile, che sotto
eccitazione unidirezionale pu essere sottostimata anche del 100%. Invece, per
quanto concerne gli elementi del lato rigido, leccitazione della struttura
mediante una sola componente del sisma permette di ottenere una risposta non
lineare soddisfacente, sebbene leggermente non cautelativa. Inoltre si fa notare
che gli elementi resistenti ortogonali alla direzione principale di analisi,
manifestano, nel caso di strutture fortemente eccentriche di basso periodo, un
comportamento fortemente non lineare anche quando agisce la sola
componente principale del terremoto; invece in tal caso gli elementi ortogonali
di strutture di periodo pi elevato, attingono un valore di duttilit al pi pari a
2. Tale valore cresce molto, ovviamente, se applicata anche la seconda
componente del sisma.
Anche in [Goel 1997] si eseguono analisi non lineari di edifici monopiano
con eccentricit delle rigidezze variabile (in entrambe le direzioni), soggetti ad
entrambe le componenti di terremoti storici. Si osserva che gli elementi
resistenti del lato flessibile dei sistemi asimmetrici in pianta sono soggetti a
richieste di duttilit isteretica di gran lunga maggiori rispetto ai corrispondenti
elementi dei sistemi simmetrici; ci non accade per gli elementi resistenti del
lato rigido. Tale fenomeno pu spiegare il collasso, durante i recenti terremoti
del Messico (1985) e di Kobe (1995), di alcuni edifici i quali presentavano
elementi resistenti ad azioni orizzontali con bassa capacit di dissipare energia
isteretica. Si conclude, quindi, osservando che le normative dovrebbero
106 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

prevedere particolari prescrizioni per gli edifici asimmetrici in pianta, che


assicurino che tale capacit sia pari a quella richiesta.
[De Stefano et al. 1996, De Stefano et al. 1998] studiano, come [Correnza et
al. 1994], sistemi monopiano ad eccentricit variabile in una sola direzione e
simmetrici nellaltra, progettati secondo le prescrizioni dellUniform Building
Code e soggetti ad entrambe le componenti di terremoti storici. Gli autori,
per, in questo caso concentrano la loro attenzione proprio sugli elementi
resistenti del lato simmetrico; essi osservano che, a causa della rotazione
dellimpalcato, la massima duttilit richiesta a tali elementi sempre maggiore
rispetto ai corrispondenti elementi di edifici dello stesso tipo ma doppiamente
simmetrici. Da ci concludono che lasimmetria non pu essere considerata
una caratteristica della direzione di analisi, ma una propriet intrinseca
delledificio; essi sottolineano, quindi, la necessit di modelli ed input sismici
bidirezionali al fine di studiare taluni aspetti della risposta torsionale delle
strutture. Per quanto concerne il progetto, essi sostengono, infine, che la pratica
comune di considerare le azioni sismiche agenti non contemporaneamente
lungo due direzioni ortogonali arbitrarie dovrebbe essere abbandonata.
Confronti molto interessanti fra la risposta non lineare dello stesso tipo di
edifici sotto eccitazione unidirezionale e bidirezionale al variare dei due
periodi traslazionali e del rapporto tra rigidezza torsionale e laterale sono
condotti da [Riddel & Santa Maria 1999]. Dal rapporto tra le deformazioni
massime ottenute sollecitando la struttura con entrambe le componenti
orizzontali di diversi terremoti reali e con la sola componente principale degli
stessi, gli autori deducono che la presenza della seconda componente del sisma
amplifica evidentemente la risposta degli elementi appartenenti al lato
flessibile della pianta di sistemi di basso periodo fondamentale. Tale effetto
aumenta allaumentare delleccentricit delle rigidezze e della intensit della
seconda componente ed al diminuire della resistenza massima e del periodo
fondamentale. Al contrario, la risposta gli elementi resistenti appartenenti al
lato rigido della struttura varia lievemente in caso di eccitazione bidirezionale
rispetto al caso di eccitazione unidirezionale.
[De la Colina 1999] riprende lo studio dei sistemi finora analizzati, pur se
agli estremi degli elementi resistenti assegna un legame isteretico del tipo
Clough-Otani, caratteristico degli elementi in cemento armato soggetti a
flessione; la rigidezza post-snervamento assunta pari al 10% di quella
iniziale. Anche in tale lavoro per le analisi sono utilizzate entrambe le
componenti di terremoti storici. Le componenti di ciascuno di essi aventi
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 107
laccelerazione di picco pi elevata (principali) sono scalate in modo che tale
picco sia uguale ad 1g; quelle secondarie sono moltiplicate per lo stesso
coefficiente in modo che conservino il rapporto reale rispetto alle principali.
Lautore conclude sottolineando la necessit di eseguire studi specifici per
indagare circa lequivalenza, in termini di risposta torsionale degli edifici, tra
analisi unidirezionali e bidirezionali, avendo egli stesso notato differenze di
risultati tra i due tipi di analisi.
Decisamente differente il tipo di struttura analizzata in [Cruz and
Cominetti 2000]. Gli autori analizzano la risposta elastica e non lineare di
edifici di 5 piani in cemento armato in cui vengono fatti variare leccentricit
delle rigidezze in pianta, la rigidezza traslazionale e rotazionale ed il periodo
fondamentale. Tali edifici sono progettati secondo le prescrizioni della
normativa cilena, la quale non tiene conto degli effetti ortogonali, prevedendo
che lazione sismica orizzontale possa agire nelle due direzioni principali in
maniera indipendente. Il modello numerico prevede la formazione di cerniere
plastiche agli estremi di ciascun elemento e tiene conto dellinterazione fra
momenti flettenti agenti nelle due direzioni e sforzo assiale sulla superficie di
snervamento. La risposta sismica di tali edifici valutata in termini di massimi
spostamenti di piano, sforzi normali e duttilit rotazionali delle travi e delle
colonne del primo livello. Per ciascuno dei terremoti reali utilizzati, i risultati
ottenuti considerando agente la sola componente orizzontale avente picco di
accelerazione maggiore sono confrontati con quelli ottenuti considerando
agenti entrambe le componenti orizzontali. Gli autori asseriscono che il
progetto unidirezionale delle resistenze, cio non considerando gli effetti
ortogonali, adeguato, tranne nel caso in cui le rigidezze nelle due direzioni
risultino molto differenti. Essi, inoltre, osservano che, tranne nel caso degli
elementi resistenti del lato flessibile, le massime rotazioni plastiche delle
colonne, valutate nella direzione di azione della componente principale del
sisma, sono generalmente poco sensibili alla presenza della componente
secondaria; lentit degli sforzi normali, invece, varia molto rispetto al caso di
eccitazione unidirezionale. Inoltre essi legano il marcato comportamento
torsionale rilevato nel caso di eccitazione bidirezionale, allaumento delle
rotazioni plastiche massime degli elementi resistenti appartenenti al lato
flessibile. Infine concludono che, se lo scopo dellanalisi conoscere il livello
di danno attinto dai pilastri di un edificio oppure il suo comportamento
torsionale elastico o non lineare, necessario considerare lazione
contemporanea di entrambe le componenti orizzontali del terremoto. Invece, se
lo scopo definire le resistenze di progetto, lazione sismica pu essere
108 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

considerata agente secondo le due direzioni principali della struttura


separatamente.

Tabella 5.1. Principali caratteristiche dei terremoti utilizzati.

PGA PGA
Terremoto Data Stazione Durata Comp. Comp.
principale secondaria
[sec] [g] [g]
Imperial Valley 18-05-40 El Centro 53.40 0.348 0.214
Kern County 21-07-52 Taft 54.40 0.179 0.156
Montenegro 15-04-79 Petrovac 19.60 0.438 0.305
Valparaiso 03-03-85 El 72.02 0.284 0.159
Northridge 17-01-94 Almendral 59.98 0.590 0.583
Newhall

0.15m
6.0 m 4.0 m

3.0 m
0.30x0.45
5.0 m

3.0 m
0.45x0.45
Componente
secondaria 0.45x0.45

3.0 m
0.40x0.40
5.0 m

0.30x0.45
3.5 m 0.8 m

0.40x0.40
Y

Z X Componente
principale

Figura 5.7. Direzione delle componenti dellazione sismica.


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 109
5.4 ANALISI NUMERICHE

In questo paragrafo si esegue un confronto fra i risultati di unanalisi


bidirezionale e di unanalisi completamente bidirezionale. Con la prima delle
due dizioni si intende unanalisi numerica eseguita considerando un modello
strutturale tridimensionale, eccitato, per, da una sola delle componenti
orizzontali del terremoto; in un analisi completamente bidirezionale, invece, il
modello strutturale sempre tridimensionale, ma esso eccitato da entrambe le
componenti orizzontali dellazione sismica.

2.5

El Centro
Taft
1.5 Petrovac
Sa/g

El Almendral
Newhall
1 Eurocodice 8
MEDIA

0.5

0
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2
Periodo [sec]

Figura 5.8. Spettri elastici delle componenti principali dei terremoti utilizzati.

Ledificio descritto ed analizzato nel capitolo precedente soggetto a due


diverse condizioni di eccitazione sismica, utilizzando le registrazioni di cinque
terremoti storici violenti [tabella 5.1]. Nel primo caso la componente principale
di ciascuno di tali terremoti fatta agire nella direzione in cui ledificio si
comporta in maniera asimmetrica [fig. 5.7], cio lungo lasse Y del riferimento
110 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

globale; nel secondo caso fatta agire anche la componente secondaria, nella
direzione ortogonale. Per componente principale di un terremoto si intende
quella che, fra le due orizzontali, presenta il picco al suolo pi alto.

2.5

2
El Centro
Taft
1.5 Petrovac
Sa/g

El Almendral
Newhall
1 Eurocodice 8
MEDIA

0.5

0
0 0.5 1 1.5 2
Periodo [sec]

Figura 5.9. Spettri elastici delle componenti secondarie dei terremoti utilizzati.

Poich, come noto, linput sismico condiziona significativamente il


risultato delle analisi, per tutte quelle presenti in questa tesi sono stati utilizzati
gli stessi cinque terremoti, in modo da ottenere risultati fra loro confrontabili.
Essi sono stati scelti perch la media degli spettri elastici delle loro componenti
principali approssima abbastanza bene [fig. 5.8] lo spettro elastico
dellEurocodice 8, calcolato per un picco di accelerazione al suolo pari a 0.4g e
per un suolo medio (tipo B). Inoltre essi presentano intensit diverse tra loro e
rapporti diversi tra le intensit della componente principale e della componente
secondaria; in questo modo il confronto in esame realizzato considerando
diversi livelli di danno delledificio in esame. In [fig. 5.9] sono riportati gli
spettri elastici delle componenti secondarie delle cinque registrazioni utilizzate.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 111
Il confronto fra i risultati delleccitazione bidirezionale e quelli
delleccitazione unidirezionale condotto sia in termini di risposta globale
delledificio che a livello delle sezioni trasversali delle colonne. Tutti i risultati
di tipo direzionale, come il taglio alla base e gli spostamenti dei baricentri
degli impalcati sono valutati sia nella direzione di azione della componente
principale che calcolando i loro massimi valori vettoriali.

1400

1200

1000
Taglio [kN]

800

600

400

200

0
El Centro Taft Petrovac El Newhall MEDIA
Almendral

Uni-dir Y Bi-dir Y Bi-dir vec

Figura 5.10. Massimi tagli alla base.

5.4.1 Confronto in termini di risposta globale delledificio


Quali parametri globali della risposta dinamica delledificio in esame sono
valutati il taglio alla base, lo spostamento del baricentro dellimpalcato pi
alto, gli spostamenti di interpiano, la rotazione dellimpalcato pi alto e gli
spostamenti di sommit dei singoli telai. Nelle figure che seguiranno con Uni-
dir Y sono indicati i risultati ottenuti nella direzione Y del riferimento globale
112 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

applicando la sola componente principale di ciascun terremoto in tale


direzione. Con Bi-dirY sono indicati sempre i risultati nella direzione Y, ma
in questo caso sono ottenuti facendo agire anche la componente secondaria di
ciascuno dei cinque terremoti nella direzione X del riferimento globale.
Sempre dallanalisi con eccitazione bidirezionale provengono i risultati
denominati Bi-dir vec, questa volta, per, calcolati mediante lespressione:

max (E x (t i ))2 + (E y (t i ))2 (5.4)

essendo Ex(ti) ed Ey(ti) i generici effetti rispettivamente nella direzione X e


nella direzione Y allistante i-esimo della storia temporale.

300

250
Spostamento [mm]

200

150

100

50

0
El Centro Taft Petrovac El Newhall MEDIA
Almendral

Uni-dir Y Bi-dir Y Bi-dir vec

Figura 5.11. Massimi spostamenti dei baricentri dellimpalcato pi alto.

In figura 5.10 sono riportati i risultati Uni-dir Y, Bi-dirY e Bi-dir vec


relativi ai massimi tagli alla base, per i cinque terremoti considerati e facendo
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 113
la media aritmetica tra i risultati ottenuti per ciascun terremoto. Il massimo
taglio alla base ottenuto nella direzione Y sotto eccitazione bidirezionale
generalmente inferiore rispetto a quello ottenuto sotto eccitazione
unidirezionale, sebbene tale decremento sempre inferiore al 10%: in media
tale decremento pari a circa il 4%. Al contrario, i tagli alla base Bi-dir vec
sono generalmente maggiori di quelli Uni-dir Y, sebbene lincremento,
eccetto che nel caso della registrazione di Taft (28%), al massimo pari al
12%: in media risulta uguale all8%.
Si osservi che i risultati ottenuti nel caso della registrazione di Taft risultano
essere differenti dagli altri dal momento che in tal caso ledificio si danneggia
pochissimo, cio ha un comportamento quasi elastico.
I risultati riportati in figura 5.11 confermano il precedente andamento. Il
massimo spostamento del baricentro dellimpalcato pi alto calcolato sotto
eccitazione bidirezionale nella direzione Y prossimo a quello ottenuto sotto
eccitazione unidirezionale. Gli spostamenti di tipo Bi-dir vec sono
generalmente maggiori rispetto a quelli Uni-dir Y, sebbene la differenza,
eccetto che nel caso della registrazione di Taft (29%), inferiore al 10% ed in
media pari al 6%.
Considerando le figure 5.10 e 5.11 si possono fare osservazioni molto
interessanti: quando il comportamento delledificio di tipo non lineare, la
presenza della componente secondaria del terremoto generalmente determina
una diminuzione del massimo taglio alla base e del massimo spostamento del
baricentro dellimpalcato pi alto valutati nella direzione Y del riferimento
globale. Al contrario, i valori massimi vettoriali calcolati sotto eccitazione
bidirezionale mediante la formula (5.4) sono generalmente superiori a quelli
calcolati sotto eccitazione unidirezionale, sebbene, quando il comportamento
delledificio non lineare, lincremento basso: esso inferiore al 13%.
Ci dovuto allaccumulo, quando agisce unicamente la componente
principale del terremoto, del danno e, soprattutto, dello spostamento plastico
nella direzione Y. Al contrario sotto eccitazione bidirezionale, la direzione
della componente vettoriale delleccitazione sismica (somma delle componenti
agenti nella direzione Y e nella direzione X) e delle oscillazioni delledificio
varia istante per istante; di conseguenza, lo spostamento plastico ha una
direzione variabile e non si accumula nella direzione Y. Inoltre, nel secondo
caso, le forze di smorzamento isteretico, che tendono a decrementare lo
spostamento, sono istante per istante maggiori rispetto al primo caso. Gli effetti
determinati da tali condizioni risultano essere mediamente maggiori di quelli
114 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

opposti dovuti alla riduzione della resistenza flessionale dovuta allinterazione


dei momenti flettenti agenti nel piano YZ e nel piano XZ e dello sforzo
normale, sollecitazioni la cui contemporanea presenza su ciascuna colonna
cresce quando agisce anche la componente secondaria del terremoto. Questo,
come si detto, un risultato medio; analizzando i massimi spostamenti di
interpiano si osserva che piano per piano si determinano condizioni differenti.

4
3.5
Rotazione [mrad]

3
2.5
2
1.5
1
0.5
0
El Centro Taft Petrovac El Newhall MEDIA
Almendral

Eccitazione unidirezionale Eccitazione bidirezionale

Figura 5.12. Massime rotazioni dellimpalcato pi alto.

In figura 5.12 sono riportate le massime rotazioni, intorno allasse verticale,


dellimpalcato pi alto per i cinque terremoti esaminati e considerando la
media dei risultati, nel caso di eccitazione unidirezionale e di eccitazione
bidirezionale. E evidente, in questo secondo caso, il forte incremento di tali
rotazioni che in media risultano essere 2.5 volte maggiori. Questo effetto
determinato dalle asimmetrie generate in campo non lineare dalla presenza
della componente secondaria. Infatti, tale componente determina la presenza di
un diverso livello di sforzo normale nei pilastri simmetrici appartenenti ai telai
esterni; per cui la plasticizzazione in tali pilastri raggiunta in punti diversi del
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 115
dominio e quindi per valori di sollecitazione differenti. Tale tipo di asimmetria,
di rigidezza e resistenza nella direzione Y del riferimento globale, si aggiunge
a quella propria delledificio.

Telaio di estremit - Lato rigido

300
Spostamento [mm]

250
200
150
100
50
0
El Centro Taft Petrovac El Newhall MEDIA
Almendral

Eccitazione unidirezionale Eccitazione bidirezionale

Figura 5.13. Spostamenti di sommit del telaio appartenente al lato rigido.

Tale incremento di rotazione, per, non ha effetti significativi sugli


spostamenti di sommit dei telai laterali, come mostrato nelle figure 5.13 e
5.14. In particolare, in figura 5.13 gli spostamenti massimi (in direzione Y) di
sommit del telaio parallelo allasse Y ed appartenente al lato rigido, cio pi
vicino al centro delle rigidezze, calcolati considerando entrambe le componenti
orizzontali dei cinque terremoti, sono confrontati con quelli ottenuti sotto
eccitazione unidirezionale: la figura mostra che tali risultati sono molto simili a
quelli trovati per i massimi spostamenti del baricentro del piano pi alto. In
figura 5.14 mostrato lo stesso confronto in termini di spostamenti massimi di
sommit del telaio appartenente al lato flessibile, cio pi distante dal
baricentro e si possono trarre le stesse conclusioni. Leffetto trascurabile
dellampio incremento di rotazione sui telai laterali legato alla comunque
116 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

bassa entit delle rotazioni stesse; infatti in media nel caso di eccitazione
bidirezionale lincremento di spostamento dovuto alla rotazione dellimpalcato
inferiore al 10% dello spostamento massimo complessivo del lato flessibile.
Quindi, si pu affermare che lasimmetria generata nella direzione Y in campo
non lineare dalla presenza della componente secondaria del terremoto agente
nella direzione X non condiziona in maniera significativa la risposta torsionale
delledificio.

Telaio di estremit - Lato deformabile

300
Spostamento [mm]

250
200
150
100
50
0
El Centro Taft Petrovac El Newhall MEDIA
Almendral

Eccitazione unidirezionale Eccitazione bidirezionale

Figura 5.14. Spostamenti di sommit del telaio appartenente al lato


deformabile.

Confrontando le ultime due figure, infine, si osserva che linput sismico


bidirezionale determina un aggravio in termini di spostamento per il lato
flessibile della struttura; questo conferma quanto notato nel caso di studi
parametrici su sistemi pi semplici da [Correnza et el. 1994] e [Riddel & Santa
Maria 1999]. E ovvio che, nel caso in esame tale effetto poco evidente in
virt della bassa eccentricit statica delledificio, il quale pu essere definito
regolare.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 117

El Centro El Centro El Centro


Uni-dir Y Bi-dir Y Bi-dir vec

4 4 4

3 3 3

2 2 2

1 1 1

0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4

Spostamento di Spostamento di Spostamento di


interpiano/Hi [%] interpiano/Hi [%] interpiano/Hi [%]

Taft Taft Taft


Uni-dir Y Bi-dir Y Bi-dir vec

4 4 4

3 3 3

2 2 2

1 1 1

0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7

Spostamento di Spostamento di Spostamento di


interpiano/Hi [%] interpiano/Hi [%] interpiano/Hi [%]

Petrovac Petrovac Petrovac


Uni-dir Y Bi-dir Y Bi-dir vec

4 4 4

3 3 3

2 2 2

1 1 1

0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4

Spostamento di Spostamento di Spostamento di


interpiano/Hi [%] interpiano/Hi [%] interpiano/Hi [%]

Figura 5.15. Massimi spostamenti di interpiano adimensionalizzati.


118 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

El Almendral El Almendral El Almendral


Uni-dir Y Bi-dir Y Bi-dir vec

4 4 4

3 3 3

2 2 2

1 1 1

0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4

Spostamento di Spostamento di Spostamento di


interpiano/Hi [%] interpiano/Hi [%] interpiano/Hi [%]

Newhall Newhall Newhall


Uni-dir Y Bi-dir Y Bi-dir vec

4 4 4

3 3 3

2 2 2

1 1 1

0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3

Spostamento di Spostamento di Spostamento di


interpiano/Hi [%] interpiano/Hi [%] interpiano/Hi [%]

MEDIA MEDIA MEDIA


Uni-dir Y Bi-dir Y Bi-dir vec

4 4 4

3 3 3

2 2 2

1 1 1

0 0.3 0.6 0.9 1.2 1.5 0 0.3 0.6 0.9 1.2 1.5 0 0.3 0.6 0.9 1.2 1.5

Spostamento di Spostamento di Spostamento di


interpiano/Hi [%] interpiano/Hi [%] interpiano/Hi [%]

Figura 5.16. Massimi spostamenti di interpiano adimensionalizzati e loro


media.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 119
120 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

Nelle figure 5.15 e 5.16 sono riportati i massimi spostamenti di interpiano,


calcolati in percentuale rispetto allaltezza di interpiano, per tutti e cinque i
terremoti e considerandone la media. Ancora una volta si osserva che per i
terremoti di El Centro, Petrovac, El Almendral e Newhall i risultati ottenuti in
direzione Y considerando la sola componente principale del terremoto o
entrambe le componenti orizzontali sono prossimi tra loro. E interessante
notare, per, che esiste una certa differenza tra il comportamento dei piani alti
e quello dei piani bassi. Infatti generalmente lo spostamento dellinterpiano pi
alto nella direzione Y sotto eccitazione bidirezionale inferiore a quello
relativo al caso di eccitazione unidirezionale, tanto che nel caso di Newhall,
che il terremoto pi violento fra quelli considerati, tale decremento pari al
19%, mentre considerando la media di tutti e cinque i terremoti pari al 9%; al
contrario, lo spostamento dellinterpiano pi basso, nel primo caso
generalmente superiore rispetto al secondo tanto da raggiungere nel caso di
Newhall un incremento pari al 16% e nel caso medio un incremento pari 6%.
Per quanto concerne gli spostamenti di interpiano Bi-dir vec, essi sono
generalmente superiori rispetto agli Uni-dir Y, pur se, anche in questo caso,
si osserva una forte differenza fra i piani alti ed piani bassi. Dando uno sguardo
ai valori medi sui cinque terremoti al primo piano si osserva un incremento pari
al 19%, che diminuisce con laumentare dei piani, fino a diventare un
decremento del 7% allultimo piano.
Queste differenze tra i piani bassi ed i piani alti sono determinate dalla pi
forte entit e variazione ai piani bassi dello sforzo normale, condizione che
incrementata dalla presenza, nel caso di eccitazione bidirezionale, della
componente secondaria; cosa che determina, come si visto, anche un
incremento delle rotazioni degli impalcati e quindi del momento agente nella
direzione ortogonale a quella di azione della componente principale. Tutto ci
determina un effetto pi marcato dellinterazione triassiale e, quindi, una
maggiore riduzione della resistenza flessionale nella direzione del riferimento
globale Y. Tale riduzione determina, soprattutto al primo piano, un incremento
di spostamento nella direzione Y rispetto al caso di eccitazione unidirezionale.
E ovvio che, se si assume una relazione tra lo spostamento massimo di
interpiano ed il danneggiamento degli elementi strutturali, si pu concludere
che le colonne ai piani bassi nel caso di eccitazione bidirezionale sono pi
danneggiate rispetto al caso di eccitazione unidirezionale. E per questo motivo
che risulta interessante, come si far nel prossimo paragrafo, indagare circa il
danneggiamento delle sezioni dei pilastri.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 121
Due sono le ragioni delleffetto opposto ai piani alti. La prima legata senza
dubbio alla minore entit e variazione dello sforzo normale, per cui gli effetti
dellinterazione triassiale sono di minore entit. Inoltre il fatto stesso che sotto
eccitazione bidirezionale i piani bassi siano pi danneggiati determina una
variazione del periodo dellintera struttura, il quale si sposta verso valori pi
alti, corrispondenti ad ordinate spettrali dei terremoti utilizzati pi basse. Per
questo motivo la restante parte della struttura meno sollecitata rispetto al caso
di eccitazione unidirezionale.
Concludendo tale paragrafo, si pu affermare che dallanalisi del
danneggiamento globale delledificio, appare che le regole prescritte
dallEurocodice 8 per la combinazione degli effetti dovuti allapplicazione
dellazione sismica secondo due direzioni orizzontali ed ortogonali, siano
cautelative.

5.4.2 Confronto in termini di danneggiamento delle colonne


In questo paragrafo presentata unanalisi pi dettagliata della risposta
sismica delle sezioni trasversali di estremit delle colonne, al fine di
comprendere il livello di danno nelle colonne stesse dovuto allazione
contemporanea delle componenti orizzontali del terremoto. Tale risposta locale
sotto eccitazione bidirezionale ed unidirezionale analizzata in termini di
richiesta plastica delle barre di armatura, stato di danneggiamento delle sezioni
trasversali, storie temporali del momento-rotazione e storie temporali forza-
spostamento delle barre di armatura. Lattenzione ovviamente concentrata sui
pilastri delledificio e non sulle travi, dal momento che queste ultime, essendo
elementi resistenti di tipo prevalentemente unidirezionale, quasi per nulla
risentono degli effetti delleccitazione bidirezionale.
Nella figura 5.17 riportato il rapporto tra lallungamento massimo e quello
di snervamento della molla dacciaio pi allungata per ciascuna sezione
trasversale. E presentata nel caso di eccitazione unidirezionale e bidirezionale,
per ciascun piano, la media dei risultati ottenuti per le sezioni di base e di
sommit dei pilastri e facendo la media aritmetica sui cinque terremoti
utilizzati; gli ultimi due istogrammi rappresentano le medie sui quattro piani.
La figura 5.18 mostra gli analoghi risultati, ma per ciascun terremoto e sempre
mediati sui quattro piani. E evidente che nel caso in cui agiscono entrambe le
componenti orizzontali dellazione sismica la richiesta plastica delle sezioni
trasversali esaminate molto maggiore rispetto a quella ottenuta nel caso in cui
122 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

agisce unicamente la componente principale; lincremento pari al 53% al


primo piano ed al 40% in media.

3.0
Allungamento max/A. allo snervamento

2.5

2.0

1.5

1.0

0.5

0.0
I piano II piano III piano IV piano MEDIA

Eccitazione unidirezionale Eccitazione bidirezionale

Figura 5.17. Impegno plastico delle barre di armatura dei pilastri.

In figura 5.19 riportato il numero delle sezioni fessurate snervate, ed in cui


per almeno una molla di calcestruzzo stata superata la deformazione
corrispondente alla tensione massima e quindi si raggiunta la crisi; tale
numero valutato considerando le sezioni trasversali di estremit di tutte le
colonne delledificio e per tutti e cinque i terremoti. Si osserva che sotto
eccitazione bidirezionale il numero delle sezioni fessurate maggiore del 13%,
quello delle sezioni snervate del 53%, quelle in cui il calcestruzzo va in crisi
sono in numero cinque volte maggiore rispetto al caso di eccitazione
unidirezionale.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 123

Allungamento max/A. allo snervamento


4.0
3.5
3.0
2.5
2.0
1.5
1.0
0.5
0.0
El Centro Taft Petrovac El Newhall MEDIA
Almendral

Eccitazione unidirezionale Eccitazione bidirezionale

Figura 5.18. Impegno plastico delle barre di armatura dei pilastri.

Tali risultati mettono chiaramente in evidenza che la componente


secondaria del terremoto incrementa molto il danneggiamento a livello delle
sezioni trasversali delle colonne. Ci dovuto a:
1. la maggiore energia che deve essere assorbita dalla struttura quando
eccitata da entrambe le componenti orizzontali rispetto al caso in cui
agisca unicamente la componente principale del terremoto;
2. lincremento del campo di variazione delle sforzo normale delle colonne
dovuto alla componente secondaria;
3. linterazione momenti flettenti nelle due direzioni ortogonali-sforzo
normale che interessa le sezioni trasversali delle colonne.
124 Capitolo V Effetti delleccitazione sismica bidirezionale

360
330
300
270
Numero di sezioni

240
210
180
150
120
90
60
30
0
Fessurate Snervate Crisi del cls

Eccitazione unidirezionale Eccitazione bidirezionale

Figura 5.19. Stato di danneggiamento delle sezioni dei pilastri.


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 125

Capitolo VI
Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in
pianta

6.1 STATO DELLARTE

La vulnerabilit sismica delle strutture asimmetriche, dotate cio di


eccentricit in pianta, stata ripetutamente dimostrata durante i terremoti
violenti. I rilevamenti e le analisi, condotte successivamente a tali eventi
sismici portano alla conclusione che circa il 50% dei collassi sono direttamente
o indirettamente attribuibili ad asimmetrie strutturali nella forma, nella
distribuzione di massa o nel rapporto rigidezza/resistenza.
Sebbene un considerevole numero di ricerche sia stato condotto negli ultimi
15 anni, non esiste un accordo generale n tra i ricercatori n tra i legislatori
circa i criteri per giungere ad una soluzione dei problemi posti dalla presenza
di tali asimmetrie. Ci principalmente dovuto al fatto che i complessi effetti
dei parametri che governano la risposta sismica in campo non lineare di
strutture con eccentricit del centro delle rigidezze rispetto a quello delle masse
non sono stati pienamente compresi. Linfluenza di questi sulla distribuzione
della richiesta di duttilit degli elementi posti ai bordi, come pure una chiara
relazione tra la risposta inelastica ed i fondamentali parametri elastici di una
struttura che presenta asimmetrie in pianta devono ancora essere pienamente
definite.
126 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

6.1.1 Parametri del problema


Spesso gli studi effettuati da diversi ricercatori hanno condotto a risultati e
conclusioni differenti tra loro perch differenti sono state le scelte relative a
parametri fortemente condizionanti. Nel caso monopiano i pi importanti sono:
1. differente localizzazione e distribuzione delle rigidezze tra gli elementi
resistenti;
2. considerazione o meno delleccentricit accidentale nel calcolo delle
resistenze degli elementi strutturali;
3. variazioni tra i modelli di riferimento per normalizzare i risultati dei
modelli asimmetrici;
4. diverse sovraresistenze dovute allapplicazione delle diverse
prescrizioni normative per tener conto degli effetti torsionali (cio legati
alla rotazione degli impalcati dovuta alle asimmetrie in pianta);
5. influenza degli elementi resistenti trasversali;
6. resistenza rotazionale e raggio di resistenza;
7. definizione di rapporto tra le frequenze disaccoppiate torsionale-laterale
()
8. livelli di smorzamento strutturale;
9. rapporto di incrudimento nel legame forza-spostamento;
10. input sismico.
Nel seguito si riportano in maniera sommaria alcune delle differenti scelte
effettuate dai vari studiosi in merito ad alcuni dei parametri sopra citati.
Eccentricit accidentale: il considerare o meno leccentricit accidentale
(ea) (del baricentro rispetto al centro geometrico dellimpalcato) di progetto
pu condurre a differenti conclusioni. Essa tiene conto di effetti imprevisti
come moto sismico rotazionale, differenze tra rigidezze progettate e costruite e
distribuzione reale delle masse, mai uniforme. Si osserva che, mentre in campo
elastico gli effetti in termini di risposta dellaver considerato o meno in fase di
progetto leccentricit accidentale sono chiari, ci non vero in campo
plastico; per questo motivo sovente risultati di studi diversi non sono
confrontabili.
Modello di riferimento: la scelta di un modello di riferimento utile al fine
di confrontare la risposta di un sistema asimmetrico con il modello a
comportamento regolare. Tale modello di riferimento pu essere il sistema
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 127
simmetrico o un oscillatore semplice avente lo stesso periodo naturale e la
stessa resistenza totale al limite elastico, uguale al taglio statico alla base
calcolato secondo normativa. In alternativa il sistema di riferimento pu essere
il sistema torsionalmente bilanciato (TB), ossia il modello geometricamente
uguale a quello torsionalmente non bilanciato (TU) ma avente il centro di
rigidezza coincidente con il centro di massa (CR=CM).
Sovraresistenza (OSR): si presenta quando le forze statiche laterali di
progetto per il sistema torsionalmente non bilanciato sono maggiori di quelle
corrispondenti al sistema di riferimento, queste ultime calcolate con lo spettro
elastico di progetto divise per un coefficiente di riduzione R. Il rapporto tra
queste due forze statiche totali chiamato sovraresistenza; essa maggiore
dellunit e dipende dalleccentricit statica (eo), distanza tra centro di
rigidezza e centro di massa, dalleccentricit accidentale (ea) e dalleccentricit
aggiuntiva che tiene conto degli effetti torsionali. Quindi la sovraresistenza
una caratteristica della struttura e della normativa utilizzata.
Rapporto tra frequenze disaccoppiate torsionale-laterale (): un
importante parametro dinamico elastico e pu essere calcolato intorno al centro
di massa o di rigidezza del modello di riferimento. Quando maggiore
dellunit il sistema detto torsio-rigido, quando minore torsio-
deformabile. Il comportamento di sistemi torsio-rigidi generalmente migliore
rispetto ai sistemi torsio-deformabili.
Smorzamento: scelto dal 2 al 5%, ma le differenze di smorzamento non
sono causa di significative variazioni dei risultati finali, soprattutto nelle analisi
in campo non-lineare.
Input sismico: i risultati delle analisi dinamiche in campo non-lineare
dipendono dallinput sismico ed in particolare dal suo contenuto in frequenze.
Utilizzando pochi accelerogrammi, ognuno dei quali aventi differenti
caratteristiche, si ottengono differenti risposte sismiche. Due sono i metodi
generalmente utilizzati per rendere confrontabili i risultati. Il primo consiste
nellutilizzare per il modello asimmetrico e per quello di riferimento una serie
di registrazioni e per ognuna di loro calcolare il rapporto di duttilit o di
spostamento, evidenziando cos lamplificazione dovuta allasimmetria, e poi
calcolare la media o la media + 1.0 (con = deviazione standard).
Lapproccio alternativo consiste nel selezionare o scalare una serie di
accelerogrammi affinch abbiano uno spettro compatibile a quello elastico di
normativa. Ovviamente non essendo lo spettro di tali accelerogrammi piatto,
128 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

per un dato periodo lordinata spettrale pu essere pi grande o pi piccola del


valore letto sullo spettro di normativa.
Modello strutturale: la scelta dei modelli per le analisi non-lineari sembra
essere il motivo pi importante della variazione dei risultati ottenuti dai vari
ricercatori; per questo motivo, nel prossimo paragrafo, si cercher di illustrare
il problema.

6.1.2 Modello strutturale


Lo studio degli edifici intelaiati irregolari in pianta implica labbandono di
una visione completamente piana della struttura, vale a dire a livello del
singolo telaio, e la necessit di una visione spaziale della stessa. Questo
passaggio, e conseguentemente levoluzione del modello spaziale di edificio,
sono problemi pi complessi di quanto possano sembrare, tanto che il dibattito
nel mondo scientifico ad essi relativo a tuttoggi acceso. Non a caso, nelle
circostanze in cui possibile, come ad esempio nel caso di confronti numerico-
sperimentali relativi alla risposta sismica di edifici simmetrici [Dolsek & Fajfar
2000] o per lo studio delle irregolarit in elevazione [Al-Ali & Krawinkler
1998], ancora si preferisce riferirsi a schemi del tutto piani e quindi ledificio
viene progettato in una sola direzione e studiato come treno di telai o isolando
il singolo telaio.
Fino ad oggi, nello studio delle strutture irregolari in pianta, i ricercatori
hanno utilizzato per lo pi modelli molto semplici. Essi sono caratterizzati da
tre elementi resistenti, generalmente modellati numericamente con delle molle
elasto-plastiche, posti nella direzione delleccitazione sismica; talvolta, sono
anche presenti due o tre elementi resistenti ad essi perpendicolari. Tuttavia tali
modelli standard sono lontani dallessere univoci nelle varie ricerche; infatti,
perfino quando presentano lo stesso comportamento elastico, non
necessariamente hanno uguali propriet inelastiche. La pi grande differenza
tra modelli apparentemente simili, nei quali le resistenze degli elementi sono
state calcolate con le prescrizioni statiche torsionali delle norme, la
localizzazione degli elementi ai bordi, poich differenti valori della dimensione
(b) dellimpalcato ortogonale a quella di non simmetria implicano notevoli
variazioni nel raggio di giratore di massa, m, normalizzato a b.
I modelli studiati possono dividersi in due grandi categorie:
a) modelli a rigidezza eccentrica (SES = stiffness eccentric system). La
distribuzione di rigidezza dei tre elementi non simmetrica rispetto al
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 129
centro di rigidezza (CR), mentre lelemento centrale localizzato sul
centro di massa (CM) coincidente generalmente con il centro
geometrico.
b) modelli a massa eccentrica (MES = mass eccentric system). La
distribuzione di rigidezza dei tre elementi simmetrica rispetto al centro
di rigidezza (CR) e leccentricit dovuta allo spostamento del centro di
massa (CM) dal centro di rigidezza (CR).

6.1.3 Valutazione delle prescrizioni sismiche di progetto relative agli


effetti torsionali
In questo paragrafo ho ritenuto opportuno riportare i risultati pi recenti
ottenuti relativamente alla risposta torsionale di edifici asimmetrici in pianta,
con particolare riferimento ai sistemi bidirezionali ed ai confronti fra
prescrizioni di normativa. Infatti proprio in tale direzione che punta il
presente lavoro di tesi.
[De Stefano et al. 1996] analizzano la risposta sismica non lineare di un
monopiano asimmetrico in pianta in una direzione e simmetrico nella direzione
ortogonale, soggetto ad entrambe le componenti di un terremoto e progettato
sia secondo le prescrizioni dellEurocodice 8 che secondo quelle dellUniform
Building Code. La massa totale M uniformemente distribuita sulla soletta,
cos che il centro di massa (CM) coincidente con il centro geometrico. Al
contrario la distribuzione di rigidezze lungo y asimmetrica e lungo x
simmetrica, pur se le rigidezze totali nelle due direzioni sono uguali, vale a dire
Kx=Ky=K.
Le analisi compiute sono di tipo parametrico; infatti sono assunti diversi
valori per il periodo Tx=Ty=T disaccopiato traslazionale, per il rapporto tra
frequenze disaccoppiate torsionale-laterale (d/ = ), e per leccentricit
statica. E stato variato anche il rapporto fra le dimensioni in pianta. In tutti i
casi per gli elementi resistenti stato assunto un legame isteretico non
degradante con curva monotona elastica-perfettamente plastica ed ai primi due
modi stato assegnato uno smorzamento relativo pari al 5%. Gli
accelerogrammi utilizzati per le analisi numeriche sono gli stessi adoperati nel
presente lavoro di tesi.
Il progetto delledificio stato realizzato calcolando gli spettri a duttilit
controllata (assunta costantemente uguale a 4) di ciascuna delle due
componenti dei cinque terremoti, e calcolando, nota la massa, la resistenza
130 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

totale nelle due direzioni. Leccentricit delle azioni orizzontali di progetto


stata calcolata sia considerando le prescrizioni dellappendice A
dellEurocodice 8 [CEN 1994b], sia quelle previste dallUniform Building
Code e trascurando sempre leccentricit accidentale. Tali prescrizioni
determinano, ovviamente, un incremento di resistenza nella direzione in cui
ledificio si comporta in maniera asimmetrica, che, rapportata alla forza statica
di progetto, determina il fattore di sovraresistenza. Gli autori osservano che per
bassi valori di eccentricit statica, lEC8 fornisce un valore di sovraresistenza
pi grande di quello dellUBC, mentre accade lopposto se leccentricit statica
aumenta. Il danno strutturale stato quantizzato mediante la richiesta di
duttilit in termini di spostamento; infatti, al fine di confrontare le prestazioni
delle due normative, per entrambe le direzioni, stata calcolata la richiesta di
duttilit media per i cinque terremoti dei vari elementi resistenti.

Figura 6.1. Duttilit richiesta in sistemi progettati secondo lEC8 e lUBC.


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 131

Le analisi numeriche eseguite mostrano che le prescrizioni torsionali


statiche dellUBC conducono ad un miglior comportamento non lineare da
parte degli elementi resistenti disposti in maniera asimmetrica, rispetto alle
corrispondenti prescrizioni dellEC8. Infatti per tali elementi le prescrizioni
dellUBC determinano una distribuzione delle azioni in campo non lineare pi
uniforme, con massime richieste di duttilit di gran lunga inferiori; queste
risultano essere prossime o anche minori rispetto a quelle che caratterizzano la
risposta dei sistemi simmetrici equivalenti. Al contrario i sistemi progettati
secondo lEC8 presentano maggiori richieste di duttilit, che si concentrano
sempre sugli elementi resistenti appartenenti al lato rigido, mentre quelli
appartenenti al lato flessibile appaiono sovradimensionati [fig. 6.1].
[De Stefano et al. 1996] analizzano, per i casi considerati, anche il
comportamento degli elementi disposti simmetricamente. Essi osservano che
entrambi i codici non proteggono sufficientemente tali elementi, dal momento
che non tengono conto degli effetti indotti dalla rotazione degli impalcati. Si
osservato che, in media, le richieste di duttilit massima degli elementi disposti
simmetricamente superano sempre quelle relative ai corrispondenti elementi
dei sistemi simmetrici equivalenti.
Gli autori concludono, quindi, che lasimmetria dovrebbe essere considerata
dai codici quale propriet intrinseca del sistema; perci gli edifici asimmetrici
in una sola direzione dovrebbero essere progettati mediante prescrizioni
specifiche che tengono conto degli effetti torsionali anche nella direzione in cui
sono simmetrici.

6.2 PROGETTO DEGLI EDIFICI ESAMINATI

In questo capitolo si riporta lo studio del comportamento di un edificio


multipiano in c.a., asimmetrico lungo una sola direzione, soggetto a terremoti
reali violenti e progettato secondo diverse prescrizioni.
Come si visto nel capitolo III i codici sismici permettono di utilizzare due
procedure per stimare la distribuzione delle azioni orizzontali su di un edificio:
lanalisi statica equivalente, che si applica sostanzialmente a strutture regolari,
o che pur non essendo regolari rispettino determinate caratteristiche
geometriche, e quella dinamica; nel primo caso, le prescrizioni relative
132 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

alleccentricit da assegnare alla forza orizzontale a ciascun piano variano di


codice in codice. Ledificio in esame stato scelto in modo che consentisse di
utilizzare entrambe le procedure; sono stati eseguiti tre progetti diversi:
1. mediante analisi dinamica;
2. mediante analisi statica equivalente secondo le prescrizioni
dellEurocodice 8 con calcolo delle eccentricit riportato nellappendice
A [CEN 1994b];
3. mediante analisi statica equivalente con calcolo delleccentricit
effettuato secondo le prescrizioni dellUniform Building Code.
E importante sottolineare che le resistenze del secondo e del terzo schema
sono state modificate mediante coefficienti moltiplicativi, in modo da ottenere
nei tre casi differenti la stessa resistenza totale. Ovviamente anche i carichi
verticali da combinare in fase di progetto con le azioni sismiche sono gli stessi
per i tre schemi ed in particolare si sono utilizzate le prescrizioni degli
Eurocodici 1, 2 ed 8 [CEN 1989, 1994a, b, c, d].

6.2.1 Geometria
Ledificio progettato secondo diverse prescrizioni di quattro piani, con sei
telai resistenti lungo le due direzioni ortogonali X e Y, come mostrato in figura
6.2. La pianta di forma rettangolare con lati di dimensioni 10 ed 8 m. Il lato
asimmetrico quello lungo X con i telai disposti rispettivamente alle ascisse
x=0, x=3m e x=10m; quello simmetrico, lungo Y, ha i telai in corrispondenza
delle ordinate y=0, y=4m ed y=8m. Linterpiano costante lungo tutta laltezza
delledificio ed di 3m. I pilastri, di sezione costante a ciascun piano, al primo
livello hanno dimensione pari a 50x50 cm2, allultimo 35x35 cm2, essendo
rastremati di 5 cm per ogni piano. Tutte le travi hanno la stessa sezione pari a
30x50 cm2.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 133

Figura 6.2. Geometria delledificio studiato e modelli numerici utilizzati.

Tali dimensioni e la disposizione asimmetrica dei telai paralleli allasse Y


del riferimento globale sono stati fissati in modo che ledificio possa essere
definito irregolare, secondo le prescrizioni dellEurocodice 8 (cfr. cap. III
parag. 3.1.1). Infatti, applicando staticamente le azioni orizzontali di
normativa, con la prescritta eccentricit accidentale (5% della dimensione
dellimpalcato ortogonale alle azioni), si ottiene a ciascun piano uno
spostamento massimo maggiore di circa 20% dello spostamento medio. E
stata scelta una condizione limite tra regolarit ed irregolarit per due motivi. Il
primo legato alla scelta di ottenere leccentricit in pianta solamente
traslando il telaio centrale ed assumendo rigidezze uguali per tutti i telai
delledificio; in questo modo la loro risposta sismica facilmente
confrontabile. Il secondo motivo legato alla volont di passare gradualmente,
in termini di analisi della risposta sismica, da edifici regolari ad edifici
irregolari.

6.2.2 Calcolo delle azioni di progetto


Per quanto concerne il calcolo dei carichi verticali, eseguito secondo le
prescrizioni dellEurocodice 1, stato assunto un coefficiente moltiplicativo
dei carichi permanenti G = 1.35 ed uno moltiplicativo dei carichi accidentali
Q = 1.50. Nel calcolo dei carichi verticali da combinare con le azioni
orizzontali, il coefficiente di combinazione, relativo ai carichi accidentali,
stato assunto pari a 0.3. Lo stesso coefficiente, nel calcolo dei pesi sismici,
stato ridotto della met ai piani intermedi e lasciato invariato al piano pi alto
(0.3). In tabella 6.1 sono riportati i pesi e le masse sismiche calcolati espressi
in tonnellate e metri.

Tabella 6.1 Pesi e masse sismiche delledificio.

Piani Wi [ton] M [ton*s^2/m]


1 88.030 8.97
2 84.992 8.66
134 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

3 82.292 8.39
4 76.892 7.84

totale 332.207 33.86

Lo spettro di progetto utilizzato quello dellEurocodice 8, con


accelerazione massima al suolo (PGA) 0.4g, per suolo medio (tipo B) e fattore
di comportamento q = 5 (Alta Duttilit). In figura 6.3 sono riportati lo spettro
elastico di normativa e quello di progetto adottati fino ad un periodo di 0.6 sec,
essendo il periodo fondamentale delledificio in esame pari a 0.456 sec.

Spettri
Spettro di progetto Spettro di risposta elastico
1.20
1.10
1.00
0.90
Accelerazione

0.80
0.70
0.60
0.50
0.40
0.30
0.20
0.10
0.00
0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 0.45 0.50 0.55 0.60
Periodo

Figura 6.3. Spettro elastico di normativa e spettro di progetto adottati.

Innanzitutto stato verificato che tale edificio si trovasse in una condizione


limite tra irregolarit e regolarit, cio che, applicando staticamente le azioni
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 135
orizzontali di progetto con una eccentricit pari a quella accidentale, a ciascun
piano lo spostamento massimo dellimpalcato fosse circa maggiore del 20% di
quello medio. Perci stato calcolato il taglio alla base di progetto mediante
lespressione:

Fb = S d (T1 )W (6.1)

essendo Sd(T1) lordinata spettrale in corrispondenza del periodo


fondamentale e W il perso sismico totale. Considerando che la deformata
associata al primo periodo pu essere approssimata mediante spostamenti
linearmente crescenti lungo laltezza, le forze a ciascun piano sono state
calcolate mediante la:

z i Wi
Fi = Fb (6.2)
z jW j
essendo zi laltezza del piano i-esimo e Wi il suo peso sismico.
Dopo tale verifica, ledificio stato progettato mediante analisi modale,
analisi statica equivalente con il calcolo delle eccentricit descritto
nellappendice A dellEurocodice 8 [CEN 1994b] e mediante analisi statica
equivalente con calcolo delleccentricit effettuato secondo le prescrizioni
dellUniform Building Code.
Nel primo caso stato utilizzato il programma di calcolo SAP90 [CSI
1991].
Nel secondo caso sorta innanzitutto la necessit di calcolare ad ogni piano
leccentricit statica e0, vale a dire la distanza fra baricentro delle masse,
assunto coincidente col baricentro geometrico dellimpalcato, e baricentro
delle rigidezze, che, ovviamente, sar spostato nella direzione in cui traslato
il telaio centrale. La posizione di tale baricentro stata valutata calcolando le
rigidezze effettive di ciascun telaio, vale a dire applicando le forze orizzontali
statiche di progetto e facendo il rapporto fra il taglio relativo al telaio in esame
ed il suo spostamento di interpiano. Leccentricit statica risultata
coincidente a tutti i piani e circa pari a 0.65 m.
A questo punto opportuno osservare che si potuta utilizzare unanalisi
statica sebbene ledificio sia irregolare in pianta, perch lo stesso soddisfa due
requisiti:
136 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

1. soddisfatta lipotesi di impalcato infinitamente rigido;


2. i baricentri di tutti i piani sono allineati su di una stessa verticale e lo
stesso accade per i centri delle rigidezze, calcolati come descritto sopra.
Essendo, per, ledificio irregolare, per tenere conto degli effetti torsionali,
il calcolo statico secondo lEurocodice 8 prevede che la forza orizzontale sia
applicata con una eccentricit aggiuntiva pari alla minore delle (3.24). Nota
questa, possono essere calcolati i momenti torsionali mediante la (3.21) e la
(3.22). In tali formule, per, si deciso di trascurare leccentricit accidentale,
onde evitare di aggiungere al problema in esame un ulteriore parametro non
indispensabile. Perci i momenti torsionali sono uguali a:

M i1 = Fi emax = Fi (e0 + e2 ) (6.3)

M i1 = Fi emin = Fi e0 (6.4)

Il valore minore fra i due calcolati mediante le espressioni (3.24) risulta


essere a ciascuno dei quattro piani circa e 2 = 0.60 m.
Il terzo modello stato, invece, progettato calcolando le eccentricit che
tengono conto degli effetti torsionali secondo le espressioni (3.28) e (3.29),
vale a dire secondo quanto prescrive lUniform Building Code. Trascurando,
come gi detto, leccentricit accidentale e considerando che nel caso in esame
max
risulta = 1 , esse diventano:
1.2 avg

e1 = emax = e0 (6.5)

e 2 = e min = e0 0 (6.6)

Poich risulta e0 0 , allora si assume e 2 = 0 , che vuol dire applicare la


forza nel centro delle rigidezze e, quindi, non avere momento torsionale (cio
rotazionale nel piano dellimpalcato). Invece e1 coincide proprio con
leccentricit statica e quindi determina un momento torsionale che uguale a
quello riportato nella (6.4).
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 137
Una volta note le azioni orizzontali ed i momenti torsionali di progetto,
nota la resistenza totale, in termini di taglio alla base, dei tre modelli. Tali tre
resistenze sono state uguagliate, al fine di poter comprendere quale delle tre
metodologie di progetto adottate determina una distribuzione di resistenze pi
efficace, indipendentemente dalla entit della resistenza totale. Perci sono
stati calcolati i coefficienti riduttivi delle resistenze totali ottenute nei due casi
di analisi statica equivalente al fine di uguagliarle al caso dellanalisi dinamica.
Come noto, infatti, questultimo tipo di analisi determina una resistenza
totale inferiore di circa il 20% rispetto allanalisi statica; ci dovuto al fatto
che in questultimo caso si assume che la massa partecipante associata al primo
modo sia coincidente con la massa totale del sistema, mentre in realt tale
massa circa l80% di quella totale. I coefficienti di riduzione dei tagli per le
due analisi statiche risultano:

T yDin , max 521[kN ]


y , EC 8 = = = 0.76236 (6.7)
T yEC 8, max 683.4[kN ]

T yDin , max 521[kN ]


y ,UBC = = = 0.75246 (6.8)
T yUBC , max 692.4[kN ]

T xDin, max 527.1[kN ]


x , EC 8 = x ,UBC = = = 0.79367 (6.9)
T x , max 664.2[kN ]

I tagli massimi lungo il lato simmetrico, vale a dire lungo X, sono uguali per
le due analisi statiche, in quanto non c leffetto dovuto alleccentricit; da ci
segue che il coefficiente riduttivo nei due casi lo stesso. Operando in campo
elastico lecito, a questo punto, moltiplicare le forze orizzontali, da applicare
ai casi statici, per i coefficienti prima calcolati cos da progettare le strutture a
parit di resistenza totale.
Il calcolo delle sollecitazioni di progetto stato eseguito tenendo conto,
come prescritto dallEurocodice 8, degli effetti ortogonali, secondo le
combinazioni (3.31) e (3.32).
138 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

6.2.3 Calcolo delle armature


I materiali utilizzati sono il calcestruzzo classe C20/25 e lacciaio FeB38k.
Le caratteristiche meccaniche del conglomerato cementizio, riportate
nellEurocodice 2 [CEN 1989] sono:
resistenza caratteristica cilindrica fck = 20 N/mm2;
resistenza cilindrica di calcolo fcd = 13.3 N/mm2;
resistenza media a trazione fctm = 2.2 N/mm2;
modulo di Young Ecm = 29 kN/mm2.
Quelle dellacciaio sono:
tensione caratteristica di snervamento fyk = 380 N/mm2;
tensione di calcolo di snervamento; fyd = 330.4 N/mm2;
modulo di Young Es = 200 kN/mm2.
Note le sollecitazioni massime relative agli elementi resistenti di ciascun
modello sono state calcolate le armature utilizzando il metodo semi-
probabilistico agli stati limite ultimi secondo quanto previsto dallEurocodice.
A questo punto importante sottolineare che, secondo quanto previsto
dallEurocodice 8 per colonne progettate in Alta Duttilit, si sarebbe dovuta
effettuare la verifica delle stesse a pressoflessione deviata. Invece, al fine di
snellire la procedura di calcolo delle armature, le colonne sono state verificate
nella maniera semplificata prevista dallEurocodice 8 per le colonne progettate
in Media e Bassa Duttilit, vale a dire separatamente in ciascuna delle due
direzioni ortogonali riducendo il momento resistente del 30% in modo che
risultasse:

0.7 M Rdi M Sdi (6.10)

essendo MRdi il momento resistente ed MSdi il momento sollecitante.


Al fine di evitare variazioni di caratteristiche meccaniche del calcestruzzo
confinato stata assunta una staffatura uguale per tutti gli elementi strutturali
in corrispondenza dei loro estremi e cio di diametro 10 ogni 10 cm.
Ai pilastri stata assegnata unarmatura minima pari a 2 14 per lato. Per le
travi si imposto che larmatura al lembo inferiore fosse pari ad almeno la
met di quella calcolata al lembo superiore. Sia per le travi che per i pilastri
stato assunto un copriferro pari a 3 cm.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 139
Come si pu osservare da quanto riportato finora, nel progetto non stato
utilizzato il Capacity Design, con il preciso intento di non assegnare ai tre
modelli sovraresistenze che potessero mascherare le differenze di risposta
dovute esclusivamente alla differente metodologia di progetto utilizzata nei tre
casi.

6.3 ANALISI NON LINEARI

I tre edifici, progettati secondo quanto descritto al paragrafo precedente,


sono stati modellati numericamente mediante il programma di calcolo
CANNY-E. Per le travi e per i pilastri sono stati utilizzati gli stessi modelli
numerici descritti nel capitolo IV, assegnando lo stesso degrado di rigidezza
allo scarico ed al ricarico e gli stessi andamenti delle curve monotone descritti
nel caso del confronto numerico-sperimentale. I valori assegnati alla resistenza
ed alla deformabilit di acciaio e calcestruzzo, per, sono quelli caratteristici.
Anche in tal caso sono state utilizzate le formule di Mander per il calcolo delle
propriet del calcestruzzo confinato. Per quanto concerne le travi, a differenza
del confronto numerico-sperimentale, non stata tenuta in conto la
collaborazione dellarmatura della soletta, cio non stata incrementata la
rigidezza post-snervamento relativamente al caso in cui il lembo superiore
della trave sia teso. Tale scelta, ancora una volta, legata alla volont di non
assegnare sovraresistenze ai tre edifici, al fine di non mascherare le differenze
legate alle tre differenti metodologie progettuali adottate.
Per lo stesso motivo larmatura assegnata agli elementi resistenti del
modello numerico perfettamente coincidente con quella ottenuta dal progetto,
nel senso che non approssimata per trasformarla in aree di tondini
equivalenti. Per quanto concerne le sezioni dei pilastri, ai quattro angoli di
ciascuna sezione sono assegnate quattro aree di ferro uguali e ci che rimane
dellarea di armatura totale in una direzione posta sullasse di simmetria della
sezione avente quella direzione, sempre con lo stesso copriferro. Per quanto
concerne le travi, a ciascuno dei due lembi della sezione tutta larmatura
posta allo stesso livello.
Lintento delle analisi dinamiche effettuate quello di comprendere quali
delle tre metodologie di progetto adottate garantisce, allorquando la struttura si
comporti in maniera non elastica, una migliore distribuzione del
140 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

danneggiamento e quindi maggiori garanzie che la stessa struttura non collassi.


Per questo motivo i tre edifici sono stati sottoposti ad entrambe le componenti
di cinque terremoti reali violenti, gli stessi utilizzati e descritti al capitolo
precedente. La componente principale di ciascuno di essi stata fatta agire
nella direzione in cui ledificio si comporta in maniera asimmetrica, vale a dire
lungo la direzione Y del riferimento globale, la componente secondaria,
ovviamente, stata fatta agire nella direzione ortogonale.
Inoltre, al fine di confrontare le differenze in termini di risposta, anche nel
caso di edifici irregolari, tra eccitazione unidirezionale e bidirezionale, le
stesse analisi sono state ripetute considerando agente unicamente la
componente principale del sisma nella direzione Y del riferimento globale.

800
700
600
Taglio [kN]

500
400
300
200
100
0
IV III II I
Piano

Analisi modale EC8 UBC

Figura 6.4. Massimi tagli di piano in direzione Y.


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 141
6.3.1 Risultati in termini di comportamento globale
I primi risultati che si vogliono mostrare sono quelli che descrivono il
comportamento globale dei modelli esaminati. Si riportano, infatti, gli
spostamenti massimi in valore assoluto e di interpiano in corrispondenza dei
baricentri degli impalcati ed in corrispondenza di ciascuno dei tre telai nella
direzione in cui gli edifici si comportano asimmetricamente; si mostrano,
inoltre, i tagli di piano calcolati in tale direzione e le rotazioni degli impalcati.
Tali risultati sono relativi al solo terremoto di El Centro, sia considerando
agenti entrambe le componenti orizzontali dello stesso, che nel caso in cui
agisca la sola componente principale.

90
80
Spostamento [mm]

70
60
50
40
30
20
10
0
IV III II I
Impalcato

Analisi modale EC8 UBC

Figura 6.5. Massimi spostamenti del baricentro degli impalcati in direzione Y.

Analizzando innanzitutto il caso di eccitazione bidirezionale si osserva che


il massimo taglio alla base [fig. 6.4] molto simile per i tre modelli; ci
ovviamente deriva dal fatto che essi sono stati progettati a parit si resistenza.
142 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

Analogamente accade per quanto riguarda gli spostamenti di piano e di


interpiano valutati in corrispondenza del baricentro di ciascun impalcato;
questi ultimi sono calcolati in percentuale rispetto allaltezza di ciascun
interpiano [figg. 6.5 e 6.6]. Da ci si evince che, nel caso in esame, in termini
di risposta globale della struttura non esistono grandi differenze tra i tre tipi di
progettazione adottati. Sicuramente pi interessante lanalisi del
comportamento dei singoli telai, con particolare riferimento a quelli esterni, dal
momento che proprio in base alla risposta di questi che si valuta la bont
della prescrizione di normativa adottata.
Spostamento di interpiano/Hi [%]

1
0.9
0.8
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0
IV III II I
Piano

Analisi modale EC8 UBC

Figura 6.6. Spostamenti di interpiano in direzione Y relativi al baricentro.

8
7
Rotazione [mrad]

6
5
4
3
2
1
0
I II III IV
Impalcato

Analisi modale EC8 UBC


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 143

Figura 6.7. Massime rotazioni degli impalcati intorno allasse verticale.


144 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

Telaio 1 (lato rigido)

IV
Interpiano

III

II

0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamento di interpiano/Hi [% ]

Analisi modale EC8 UBC

Telaio 2

IV
Interpiano

III

II

0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamento di interpiano/Hi [% ]

Analisi modale EC8 UBC

Telaio 3 (lato deformabile)

IV
Interpiano

III

II

0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamento di interpiano/Hi [% ]

Analisi modale EC8 UBC


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 145
Figura 6.8. Spostamenti di interpiano in direzione Y in corrispondenza dei
telai.
146 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

A questo proposito si vuole ricordare che in un edificio caratterizzato da


eccentricit del centro delle rigidezze rispetto a quello delle masse, si definisce
lato rigido quello che pi vicino al centro delle rigidezze; il lato opposto
definito deformabile o flessibile.
La risposta dei telai esterni sicuramente condizionata dalle rotazioni degli
impalcati. Dalla figura 6.7, dove queste sono riportate in termini massimi, si
osserva che nel caso delledificio progettato secondo lanalisi statica
equivalente prescritta dallUniform Building Code esse sono decisamente
maggiori rispetto agli altri due casi; per limpalcato pi alto, lincremento
rispetto allanalisi dinamica, che determina le rotazioni pi basse, maggiore
del 100%, mentre rispetto al terzo caso maggiore del 50%. Per quanto
concerne gli spostamenti di interpiano, calcolati in percentuale rispetto
allaltezza del relativo interpiano, in corrispondenza dei tre telai ai vari piani,
dalla figura 6.8 si osserva che lanalisi secondo lUniform Building Code
protegge il lato rigido decisamente meglio rispetto agli altri due casi, pur se, al
contrario, sul lato flessibile presenta la peggiore risposta. Lanalisi dinamica
presenta, invece, la peggiore risposta sul lato rigido, mentre quella sul lato
flessibile praticamente equivalente a quella ottenuta utilizzando le
prescrizioni dellEurocodice 8.

6.3.2 Risultati in termini di risposta locale


Al fine di comprendere quale delle tre metodologie di progetto utilizzate
protegge meglio ledificio con eccentricit di rigidezza in esame, necessario
un confronto in termini di danneggiamento locale degli elementi resistenti.
Tale danneggiamento stato valutato in termini di duttilit massima richiesta
in corrispondenza delle sezioni di estremit delle travi e rotazioni massime
delle sezioni di estremit delle colonne. Nel caso delle travi, cio, stato
considerato il rapporto tra la rotazione massima e quella di snervamento;
ovviamente per i pilastri questo rapporto sarebbe stato pi difficile da valutare
dal momento che la rotazione di snervamento varia al variare dello sforzo
normale. Nelle figure che seguono, i risultati saranno riportati considerando per
ciascuno dei telai giacenti nel piano YZ (1, 2 e 3) la media delle duttilit
richieste alle estremit delle due travi appartenenti a ciascun piano; tale valore
viene riportato in termini di lunghezza di un segmento. I segmenti relativi a
ciascun piano, per tutti e quattro i piani delledificio, vengono posti uno
sullaltro, in modo che il segmento somma sia indicativo della duttilit
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 147
richiesta alle travi del telaio in esame. Analogamente, per quanto riguarda le
colonne, ciascun segmento rappresenta la media delle rotazioni massime di
estremit dei tre pilastri appartenenti a ciascun piano del telaio in esame. I
segmenti relativi ai quattro piani vengono posti uno sullaltro in modo che il
segmento somma possa essere indicativo del danneggiamento delle colonne di
un telaio.
In figura 6.9 riportata la duttilit richiesta alle travi ottenuta eccitando la
struttura mediante il terremoto di El Centro; il telaio 1 quello allascissa zero,
il telaio 2 quello allascissa tre, il telaio 3 allascissa dieci. Il danno in
assoluto minore si osserva nel caso delledificio progettato mediante lUniform
Building Code, dal momento che i due telai posti sul lato rigido presentano
duttilit richieste totali inferiori (misurate dallaltezza di ciascuna colonnina in
figura); per quanto concerne il telaio pi esterno fra i due, rispetto al caso di
edificio progettato mediante analisi dinamica il decremento del 12%, rispetto
a quello progettato mediante lEurocodice 8 dell8%.
Si deve osservare, per, che la struttura progettata con lUniform Building
Code presenta, al contrario, una duttilit richiesta superiore a quella degli altri
due casi per il telaio sul lato flessibile, pur se questo incremento inferiore al
10%. Tale circostanza negativa dal momento che tale telaio proprio quello
che in assoluto il pi danneggiato.
Dalla figura in esame si osserva, inoltre, che lanalisi dinamica determina la
distribuzione del danneggiamento pi uniforme, nel senso che sono inferiori
rispetto agli altri due casi le differenze tra i tre telai; in sostanza si manifesta un
incremento di duttilit richiesta sul lato rigido ed un decremento su quello
flessibile, dato molto positivo perch, come si gi detto, questultimo in
assoluto il pi danneggiato.
Infine doveroso osservare che le massime differenze riscontrate nei tre
casi sono di poco superiori al 10% e quindi abbastanza basse. Questo risultato
sicuramente confortante, dal momento che implica che non esiste in
particolare una metodologia di progetto, fra le tre analizzate, decisamente
errata. Daltra parte si deve osservare che unimportante motivazione di questa
scarsa differenza legata alla resistenza delledificio nella direzione ortogonale
(direzione X del riferimento globale) a quella in esame , cio quella lungo la
quale esso si comporta in maniera simmetrica. Tale resistenza, infatti, si
presenta molto simile nei due casi di analisi statica ed, inoltre, abbastanza
elevata se paragonata a quella relativa alla direzione in cui la struttura
asimmetrica (Y del riferimento globale). A questo proposito si ricorda che il
148 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

progetto lungo X avviene applicando le azioni di calcolo lungo X con il loro


intero valore e quelle ortogonali, con le relative eccentricit, per un valore pari
al 30%. La somiglianza delle resistenze nei due casi di analisi statica dovuta
al fatto che le azioni lungo X, essendo applicate senza eccentricit, producono
effetti identici. Il fatto che la resistenza sia elevata rispetto a quella calcolata in
direzione Y legato innanzitutto allasimmetria presente in direzione Y, la
quale determina effetti lungo X. Inoltre i coefficienti moltiplicativi delle forze,
utilizzati al fine di uguagliare nei tre casi le resistenze totali di progetto,
calcolati lungo X sono maggiori rispetto a quelli calcolati lungo Y, proprio
perch in questultima direzione cresce limportanza nellanalisi dinamica dei
momenti di piano rispetto ai tagli e quindi si ha necessit di un maggior
decremento delle forze orizzontali calcolate con i metodi statici.
I risultati riportati in figura 6.10 in termini di rotazioni massime di estremit
dei pilastri, nella forma descritta sopra, confermano completamente quanto
osservato nel caso delle travi. Il decremento della somma delle medie delle
rotazioni massime a ciascun piano relativamente al telaio appartenente al lato
rigido , nel caso del progetto effettuato con lUniform Building Code, di circa
il 4% rispetto al progetto realizzato con le altre due normative. Per quanto
concerne il telaio appartenente al lato flessibile, lincremento dell8% rispetto
al progetto effettuato con lanalisi dinamica e del 4% rispetto al progetto
effettuato con lanalisi statica equivalente prescritta dallEurocodice 8.
Le duttilit massime richieste alle travi e le rotazioni massime alle estremit
dei pilastri sono calcolate anche sollecitando i tre edifici diversamente
progettati mediante altri quattro terremoti reali, Taft, Petrovac, El Almendral e
Newhall, di cui si parlato nel capitolo precedente. Nella figura 6.11 per
ciascun telaio ciascun segmento corrisponde alla media aritemetica,
considerando tutti e cinque i terremoti, della media delle duttilit richieste alle
due estremit delle due travi di ciascun piano; i quattro segmenti, posti uno
sullaltro, corrispondono ai quattro piani. Gli stessi risultati sono riportati in
figura 6.12 in termini di rotazioni massime alle estremit dei pilastri. Dalle
ultime due figure si nota che le osservazioni fatte relativamente alla risposta
della struttura sollecitata dal solo terremoto di El Centro sono pienamente
confermate considerando le medie su tutti e cinque i terremoti.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 149

Analisi modale

9.00
8.00

Duttilit richiesta
7.00
6.00
5.00
4.00
3.00
2.00
1.00
0.00
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

EC8

9.00
8.00
Duttilit richiesta

7.00
6.00
5.00
4.00
3.00
2.00
1.00
0.00
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

UBC

9.00
8.00
Duttilit richiesta

7.00
6.00
5.00
4.00
3.00
2.00
1.00
0.00
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

Figura 6.9. Duttilit richiesta alle travi (terremoto di El Centro).


150 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

Analisi modale

12
Rotazione [mrad]

10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

EC8

12
Rotazione [mrad]

10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

UBC

12
Rotazione [mrad]

10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

Figura 6.10. Rotazioni massime dei pilastri (terremoto di El Centro).


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 151

Analisi modale

14

Duttilit richiesta .
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

EC8

14
Duttilit richiesta .

12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

UBC

14
12
Duttilit richiesta .

10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

Figura 6.11. Duttilit richiesta alle travi (media dei cinque terremoti).
152 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

Analisi modale

16
14
Rotazione [mrad]

12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

EC8

16
14
Rotazione [mrad]

12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

UBC

16
14
Rotazione [mrad]

12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

Figura 6.12. Rotazioni massime dei pilastri (media dei cinque terremoti).
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 153
6.4 CASO DI EDIFICIO CON ECCENTRICIT DI MASSA

Il progetto e le analisi descritti sopra sono stati ripetuti nel caso di un


edificio di uguale geometria, ma con eccentricit di massa. Infatti stato
traslato il centro di massa dal centro geometrico di 1 metro verso il lato
flessibile, in modo da aumentare leccentricit statica. Note le azioni
orizzontali di progetto, gi calcolate mediante la (6.1) e la (6.2), queste sono
state applicate con leccentricit accidentale (3.23) ed stato calcolato il
rapporto tra lo spostamento massimo dellimpalcato e lo spostamento medio
nella direzione di applicazione di tali forze; tale rapporto risultato pari ad
max
1.35. Poich si ha che > 1.2 allora, per quanto prescritto sia
avg
dallEurocodice 8 che dallUniform Building Code, la struttura in esame
decisamente irregolare.
Successivamente sono state calcolate le eccentricit statica e dinamiche,
cio che tengono conto degli effetti torsionali, al fine di applicare i metodi di
progetto statici equivalenti dei due codici; per tale calcolo sono state utilizzate
le rigidezze valutate come nel caso precedente, cio applicando nel baricentro
le forze statiche di progetto e calcolando il rapporto tra il taglio relativo a
ciascun pilastro e lo spostamento di interpiano in corrispondenza del telaio cui
il pilastro appartiene. Anche in questo caso stata sempre posta uguale a zero
leccentricit accidentale.
Leccentricit statica, uguale a tutti i piani, risultata pari a 1.63 m. Per
quanto concerne le eccentricit dinamiche calcolate secondo lEurocodice 8,
poich leccentricit accidentale assunta pari a zero, la prima proprio pari a
quella statica. Dalla (3.24) risulta, invece, e2 = 1.21 m a tutti i piani, la quale si
somma a quella statica. I momenti torsionali saranno calcolati come nelle (6.3)
e (6.4).
Per quanto concerne il calcolo secondo lUniform Building Code le (3.28) e
(3.29), eccentricit calcolate rispetto al centro delle rigidezze, al fine di
escludere leccentricit accidentale, diventano:


2

e1 = e max = e 0 + 0.05 L max 1 (6.11)
1.2 avg


154 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta


2

e 2 = e min = e0 0.05 L max 1 0 (6.12)
1.2 avg

max
Considerando che, secondo quanto detto in precedenza, risulta = 1.35 ,
avg
allora si ottiene e1 = 1.76 m ed e2 = 1.50 m. Poich risulta e2 > 0, allora si
assume e2 = 0, cio la forza applicata nel centro delle rigidezze.
Si proceduto, quindi, al calcolo dei tagli complessivi alla base agenti sia
lungo la direzione del riferimento globale Y, che lungo X per i tre casi di
analisi dinamica, analisi statica equivalente secondo lEurocodice 8 ed analisi
statica equivalente secondo lUniform Building Code. Sono stati, quindi,
calcolati i coefficienti riduttivi dei tagli ricavati nei casi statici, necessari al fine
di eguagliare questi quelli ottenuti mediante analisi dinamica. Si ottenuto:

T yDin, max 498.3[kN ]


y , EC 8 = = = 0.69546 (6.13)
T yEC 8, max 716.5[kN ]

T yDin, max 498.3[kN ]


y ,UBC = = = 0.67329 (6.14)
T yUBC , max 740.1[kN ]

T xDin, max 527.1[kN ]


x , EC 8 = x ,UBC = = = 0.79367 (6.15)
T x , max 664.2[kN ]

Ovviamente i tagli alla base e di conseguenza il coefficiente riduttivo


calcolati nella direzione X rimangono inalterati; infatti la traslazione del
baricentro lungo lasse di simmetria parallelo allasse X non modifica
assolutamente le caratteristiche delledificio in tale direzione.
Si osserva, inoltre, che il taglio dinamico calcolato nella direzione Y del
riferimento globale si riduce. Questa una conseguenza del crescere, con
laumentare delleccentricit, dellimportanza dei modi torsionali rispetto a
quelli traslazionali e quindi dei momenti che sollecitano la struttura rispetto ai
tagli. Al contrario, nel caso delle analisi statiche equivalenti il taglio
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 155
complessivo cresce; infatti lincremento del valore delle eccentricit cosiddette
dinamiche determina un aumento dei tagli agenti sui telai laterali e, quindi, un
incremento del taglio complessivo. Da ci segue ovviamente che i coefficienti
che consentono di eguagliare le resistenze complessive di progetto relative alle
analisi statiche equivalenti a quella relativa allanalisi dinamica, si riducono
drasticamente.
Il calcolo delle sollecitazioni di progetto e quindi delle armature stato
condotto in maniera completamente analoga al caso descritto nei paragrafi
precedenti.

6.4.1 Analisi numeriche


Anche la modellazione numerica dei tre edifici progettati presenta le stesse
caratteristiche relative al caso in cui il baricentro coincideva col centro
geometrico degli impalcati.
Tali modelli sono stati sollecitati dinamicamente mediante i cinque
terremoti precedentemente descritti, sia considerando agenti le due componenti
orizzontali secondo le direzioni principali degli edifici, sia facendo agire la
sola componente principale dellazione sismica nella direzione caratterizzata
dal comportamento asimmetrico.
I risultati che saranno mostrati nelle figure che seguono, relativi al caso di
eccitazione bidirezionale, mettono in evidenza come qualitativamente essi
siano dello stesso tipo di quelli gi mostrati nel caso in cui la massa non
presentava eccentricit. Per questo motivo tutte le osservazioni fatte in
precedenza sono pienamente confermate.
Le figure 6.13, 6.14 e 6.15 rappresentano rispettivamente, per i tre edifici
progettati, il massimo taglio alla base, il massimo spostamento del baricentro di
ciascun impalcato ed il massimo spostamento di interpiano per ciascun piano
calcolato in corrispondenza del baricentro. Tali risultati sono ottenuti eccitando
la struttura mediante entrambe le componenti orizzontali del terremoto
registrato ad El Centro e sono ovviamente tutti calcolati nella direzione Y del
riferimento globale.
156 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

800
700
600
Taglio [kN]

500
400
300
200
100
0
IV III II I
Piano

Analisi modale EC8 UBC

Figura 6.13. Massimi tagli di piano in direzione Y.

90
80
Spostamento [mm]

70
60
50
40
30
20
10
0
IV III II I
Impalcato

Analisi modale EC8 UBC

Figura 6.14. Massimi spostamenti del baricentro degli impalcati in direzione Y.


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 157

Spostamento di interpiano/Hi [%]


1
0.9
0.8
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0
IV III II I
Piano

Analisi modale EC8 UBC

Figura 6.15. Spostamenti di interpiano in direzione Y relativi al baricentro.

8
7
Rotazione [mrad]

6
5
4
3
2
1
0
I II III IV
Impalcato

Analisi modale EC8 UBC

Figura 6.16. Massime rotazioni degli impalcati intorno allasse verticale.


158 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

Telaio 1 (lato rigido)

IV
Interpiano

III

II

0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamenti di interpiano/Hi [%]

Analisi modale EC8 UBC

Telaio 2

IV
Interpiano

III

II

0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamenti di interpiano/Hi [%]

Analisi modale EC8 UBC

Telaio 3 (lato flessibile)

IV
Interpiano

III

II

0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamenti di interpiano/Hi [%]

Analisi modale EC8 UBC

Figura 6.17. Spostamenti di interpiano in direzione Y relativi ai telai.


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 159

Analisi modale

14
12

Duttilit richiesta .
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

EC8

14
Duttilit richiesta .

12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

UBC

14
Duttilit richiesta .

12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

Figura 6.18. Duttilit richiesta alle travi (media dei cinque terremoti).
160 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

Analisi modale

16
14
Rotazione [mrad]

12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

EC8

16
14
Rotazione [mrad]

12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

UBC

16
14
Rotazine [mrad]

12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

Figura 6.19. Rotazioni massime dei pilastri (media dei cinque terremoti).
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 161
In figura 6.16 sono riportate le massime rotazioni degli impalcati.
Confrontandole col caso in cui non era presente leccentricit di massa [Fig.
6.7], si osserva che esse sono pressoch raddoppiate, come era prevedibile.
Ancora una volta si osserva che ledificio progettato secondo lUniform
Building Code ruota pi di quello progettato secondo lEurocodice 8, che a sua
volta ruota di pi di quello progettato mediante analisi dinamica; tuttavia le
differenze percentualmente diminuiscono.
Nella figura 6.17 sono riportati i massimi spostamenti di interpiano, in
percentuale rispetto allaltezza di piano, calcolati relativamente al telaio posto
sul lato rigido (1), a quello centrale e a quello posto sul lato flessibile (3).
Come per le quattro figure precedenti, leccitazione sismica quella di El
Centro bidirezionale. Anche in questo caso, da un punto di vista qualitativo,
sono confermati i risultati mostrati nei paragrafi 6.3.1 e 6.3.2. [fig. 6.8], pur se
sono evidenti le conseguenze dellincremento di rotazione degli impalcati.
Infatti, gli spostamenti di interpiano massimi relativi ai due telai posti sul lato
rigido delledificio decrescono, mentre aumentano quelli relativi al telaio posto
sul lato flessibile.
Quanto detto evidente in figura 6.18 dove riportata, per ciascuno dei tre
telai e per ciascuno dei tre edifici, la media per piano delle massime duttilit
richieste alle travi. Il modo in cui tale figura deve essere letta stato
diffusamente spiegato in precedenza. A differenza delle figure precedenti i
risultati riportati sono relativi alle medie fatte piano per piano considerando
tutti e cinque i terremoti utilizzati. Lincremento di rotazione degli impalcati,
rispetto al caso di assenza di eccentricit di massa [fig. 6.9], accentua le
differenze di duttilit richiesta tra i telai appartenenti al lato rigido e quello
appartenente al lato flessibile, pur se gli andamenti rimangono inalterati.
Questo risultato molto importante, dal momento che mostra come tutte le
metodologie progettuali prescritte siano carenti, in quanto proteggono poco gli
elementi strutturali appartenenti al lato flessibile rispetto a quelli posti sul lato
opposto. Tale osservazione evidente nel caso dellUniform Building Code, la
cui caratteristica proprio quella di proteggere maggiormente il telaio posto
sul lato pi vicino al centro delle rigidezze. E da sottolineare, infine, il
comportamento delledificio progettato secondo lanalisi statica equivalente
prescritta dallEurocodice 8; nonostante le prescrizioni di tale codice mirino ad
assegnare pi resistenza agli elementi strutturali lontani dal centro delle
rigidezze, anche in tal caso tali elementi sono i pi danneggiati.
162 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

Le medie per i cinque terremoti utilizzati delle medie per piano delle
rotazioni massime alle estremit delle colonne, riportate in figura 6.19
confermano quanto sopra osservato.

6.5 RISPOSTA SOTTO ECCITAZIONE UNIDIREZIONALE

Come gi stato accennato, sono state condotte analisi numeriche anche


utilizzando unicamente la componente principale, cio quella tra le due
orizzontali con accelerazione massima, dei cinque terremoti violenti descritti.
La direzione assegnata a tale componente quella Y del riferimento globale
[fig. 6.2], secondo la quale ledificio si comporta in maniera non simmetrica.
Ci stato fatto sia per ledificio con sola eccentricit del centro delle
rigidezze rispetto al centro geometrico, che per quello in cui presente anche
leccentricit di massa. Poich i due casi presentano risposte qualitativamente
simili, i risultati riportati nel seguito sono tutti relativi al solo secondo caso.
Le figure 6.20, 6.21 e 6.22 mostrano, per i tre differenti progetti,
rispettivamente il massimo taglio alla base, il massimo spostamento assoluto di
ciascun impalcato ed i massimi spostamenti di interpiano per tutti i piani,
calcolati in corrispondenza del baricentro del relativo impalcato, ovviamente
nella direzione Y. Fin da questi primi risultati, confrontandoli con quelli
riportati nelle figure 6.13, 6.14 e 6.15, si osserva che i rapporti fra le risposte
dei tre modelli sono praticamente inalterati. Inoltre anche quantitativamente,
per quanto concerne il massimo taglio alla base e gli spostamenti assoluti del
baricentro degli impalcati, leccitazione unidirezionale fornisce risultati molto
prossimi a quelli ottenuti mediante eccitazione bidirezionale. Sotto singola
componente del terremoto si osserva, per, che gli spostamenti di interpiano ai
piani alti sono leggermente superiori rispetto al caso bidirezionale, mentre
accade il contrario ai piani bassi.
In figura 6.23 sono riportate le massime rotazioni degli impalcati intorno
allasse verticale; il confronto con la figura 6.16 mostra una diminuzione del
valore assoluto delle stesse, soprattutto in relazione ai sistemi strutturali
progettati mediante analisi dinamica ed analisi statica equivalente secondo
lEurocodice 8. Le osservazioni fatte fino a questo momento sono pienamente
concordi con quelle riportate nel capitolo V.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 163
Questo decremento determina, come era da aspettarsi, rispetto al caso di
eccitazione bidirezionale, un incremento degli spostamenti di interpiano
massimi sul lato rigido ed un decremento sul lato flessibile. Ci si deduce
confrontando la figura 6.24 con la 6.17.
Questa variazione, seppur in maniera minima, si riflette sul danneggiamento
delle travi e delle colonne. Confrontando le figure 6.25 e 6.26 con le
corrispondenti 6.18 e 6.19 si deduce che, nel caso in cui agisce la sola
componente principale del terremoto, le differenze di danneggiamento tra il
telaio appartenente al lato rigido e quello appartenente al lato flessibile
diminuiscono lievemente, aumentando quello relativo al primo telaio e
diminuendo quello relativo al secondo. Sebbene questa variazione tende a
sottostimare il danneggiamento proprio l dove massimo, essa talmente
bassa da potersi ritenere trascurabile.
164 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

800
700
600
Taglio [kN]

500
400
300
200
100
0
IV III II I
Piano

Analisi modale EC8 UBC

Figura 6.20. Massimi tagli di piano in direzione Y.

90
80
Spostamento [mm]

70
60
50
40
30
20
10
0
IV III II I
Impalcato

Analisi modale EC8 UBC

Figura 6.21. Massimi spostamenti del baricentro degli impalcati in direzione Y.


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 165

Spostamenti di interpiano/Hi [%]


1
0.9
0.8
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0
IV III II I
Interpiano

Analisi modale EC8 UBC

Figura 6.22. Spostamenti di interpiano in direzione Y relativi al baricentro.

8
7
Rotazione [mrad]

6
5
4
3
2
1
0
I II III IV
Impalcato

Analisi modale EC8 UBC

Figura 6.23. Massime rotazioni degli impalcati intorno allasse verticale.


166 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

Telaio 1 (lato rigido)

IV
Interpiano

III

II

0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamento di interpiano/Hi [%]

Analisi modale EC8 UBC

Telaio 2

IV
Interpiano

III

II

0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamento di interpiano/Hi [%]

Analisi modale EC8 UBC

Telaio 3 (lato flessibile)

IV
Interpiano

III

II

0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamento di interpiano/Hi [%]

Analisi modale EC8 UBC

Figura 6.24. Spostamenti di interpiano in direzione Y relativi ai telai.


Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 167

Analisi modale

14

Duttilit richiesta .
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

EC8

14
Duttilit richiesta .

12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

UBC

14
Duttilit richiesta .

12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

Figura 6.25. Duttilit richiesta alle travi (media dei cinque terremoti).
168 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta

Analisi modale

16
Rotazione [mrad] .

14
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

EC8

16
14
Rotazione [mrad] .

12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

UBC

16
Rotazione [mrad] .

14
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio

Telaio 1 (l. rigido) Telaio 2 Telaio 3 (l. flessibile)

Figura 6.26. Rotazioni massime dei pilastri (media dei cinque terremoti).
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 169

Capitolo VII
Conclusioni

I risultati relativi al confronto numerico-sperimentale mostrano che la


risposta sismica non lineare di un edificio intelaiato in cemento armato privo di
tamponature pu essere riprodotta numericamente in maniera abbastanza
soddisfacente. Ci pu essere fatto idealizzando le travi mediante dei modelli
uniassiali elastici, che tengono conto del comportamento flessionale non
lineare concentrandolo agli estremi dellelemento; ed utilizzando, invece, per
le colonne, un modello multi-molle.
Relativamente alledificio esaminato, sono fornite indicazioni circa le
correzioni da applicare ai legami momento-rotazione assegnati agli estremi
delle travi e ricavati utilizzando i legami tensione-deformazione dei materiali
ottenuti sperimentalmente. Sono anche fornite indicazioni circa i valori da
assegnare ai parametri che regolano landamento dei cicli isteretici assegnati
sia alle travi che alle colonne. In questo modo stata ottenuta una buona
corrispondenza tra risultati numerici e sperimentali in termini di storie
temporali degli spostamenti di piano, di interpiano e dei tagli di piano.
Lo stesso modello stato utilizzato al fine di valutare gli effetti della
presenza di entrambe le componenti orizzontali del terremoto sulla risposta non
lineare di un edificio. Risultati interessanti sono ottenuti confrontando la
risposta di questa struttura eccitata mediante la componente principale di alcuni
terremoti storici a quella ottenuta facendo contemporaneamente agire anche la
componente secondaria di ciascuno di tali terremoti.
Il massimo taglio alla base e lo spostamento del baricentro dellimpalcato
pi alto, valutati nella direzione di azione della componente principale, non
aumentano in virt della contemporanea presenza della componente
170 Capitolo VII Conclusioni

secondaria. Inoltre, lincremento dei loro massimi valori vettoriali, valutati cio
considerando la radice quadrata della somma dei quadrati dei valori ottenuti in
direzione X ed Y, dovuto alleccitazione bidirezionale rispetto a quella
unidirezionale, basso. Ci dovuto al fatto che, quando agiscono entrambe le
componenti del terremoto, ledificio oscilla in molte direzioni;
conseguentemente, il danno ed in particolare lo spostamento plastico non si
accumula in una sola direzione, come nel caso in cui agisce la sola componente
principale del sisma. Questo effetto globalmente copre anche il possibile
decremento di resistenza dovuto allinterazione, sul dominio plastico delle
sezioni dei pilastri, tra i momenti flettenti agenti nelle due direzioni e lo sforzo
normale (interazione triassiale). Si osserva, quindi, che, quando si vuole
confrontare la risposta di una struttura sotto eccitazione unidirezionale con
quella ottenuta sotto eccitazione bidirezionale, i parametri della risposta
caratterizzati da una direzione, come gli spostamenti ed i tagli, ottenuti in
questo secondo caso non vanno valutati calcolandone il massimo vettoriale.
Osservando i massimi spostamenti di interpiano, si deduce che nel caso in
cui agiscono entrambe le componenti orizzontali del terremoto i piani bassi
sono pi danneggiati rispetto al caso in cui agisce la sola componente
principale dellazione sismica; ci non si verifica ai piani alti. Questa una
chiara conseguenza dellincremento di variazione di sforzo normale
determinato nei pilastri dalleccitazione sismica bidirezionale. La conferma
viene proprio dallanalisi del danneggiamento delle sezioni trasversali dei
pilastri; in media, considerando lintero edificio, la richiesta plastica
dellarmatura delle colonne aumenta del 40% rispetto al caso unidirezionale,
mentre il numero di sezioni in cui il calcestruzzo va in crisi per compressione
cinque volte maggiore. Questo incremento dipende non solo dallaumento della
variazione dello sforzo normale, ma anche dallaumento di energia che la
struttura deve assorbire quando eccitata da entrambe le componenti
dellazione sismica ed anche legato agli effetti dellinterazione triassiale.
Volendo valutare, quindi, in base ai risultati ottenuti, le prescrizioni
dellEurocodice 8, simili a quelle delle altre moderne normative, relativamente
agli effetti ortogonali, si deve concludere che, se si considera la risposta
globale della struttura, esse appaiono cautelative; ad una conclusione opposta
si giunge, invece, osservando il danneggiamento delle sezioni trasversali dei
pilastri. Tale differenza probabilmente in parte legata alla non eccessiva
sofisticatezza del modello numerico utilizzato per le colonne.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 171
Come stato detto nel primo capitolo di questa dissertazione, lobiettivo
principale della stessa quello di valutare la bont di alcune prescrizioni di
normativa in merito al progetto di edifici irregolari in pianta. Per questo motivo
un edificio di quattro piani intelaiato in cemento armato stato progettato
mediante analisi modale, analisi statica equivalente secondo quanto dettato
dallEurocodice 8 ed analisi statica equivalente secondo le prescrizioni
dellUniform Building Code. E stato considerato sia il caso in cui tale edificio
presentasse unicamente eccentricit del centro rigidezze, sia il caso in cui alla
stessa fosse aggiunta un'eccentricit del baricentro, dovuta alla traslazione
dello stesso di un metro nella direzione del lato flessibile delledificio. Poich
interessava capire quali delle tre metodologie progettuali distribuisse meglio le
resistenze, si operato sia a parit di geometria che a parit di resistenza
globale, cio uguagliando nei tre casi i tagli alla base di progetto in ciascuna
delle due direzioni principali della struttura.
Per gli edifici cos progettati, stata utilizzata la stessa modellazione
numerica tarata mediante confronto con i dati sperimentali. Inoltre, nel caso
delle analisi non lineari, tali edifici sono stati sollecitati mediante entrambe le
componenti orizzontali di cinque terremoti storici.
I risultati ottenuti mostrano che il progetto mediante lanalisi statica
equivalente secondo lUniform Building Code determina una distribuzione
delle resistenze da cui risulta un danneggiamento degli edifici globalmente
minimo; infatti i due telai posti sul lato rigido della struttura sono meno
danneggiati rispetto agli stessi progettati secondo le altre due metodologie. Si
deve sottolineare, per, che, al contrario, dal confronto emerge che il telaio
posto sul lato flessibile presenta gli spostamenti e le richieste plastiche
massime. Questo dato certamente negativo dal momento che tutte e tre le
metodologie progettuali adottate determinano una distribuzione delle resistenze
tale che le richieste plastiche maggiori sotto azioni sismiche sono relative al
telaio appartenente al lato flessibile della struttura; perci proprio tale telaio
delledificio progettato secondo la normativa americana a presentare in
assoluto la peggiore risposta. Al contrario il progetto mediante analisi dinamica
appare quello da cui scaturisce la risposta della struttura pi uniforme, nel
senso che le richieste plastiche dei tre telai tendono ad essere meno differenti
ed, in particolare, quella massima, sempre relativa al lato deformabile,
minore rispetto a quella ottenuta progettando mediante le due analisi statiche
equivalenti.
172 Capitolo VII Conclusioni

Lincremento di eccentricit della struttura, ottenuto, come si detto,


spostando il centro delle masse dal centro geometrico dellimpalcato, ha come
conseguenza, in termini di risposta non lineare delledificio, laumento della
rotazione degli impalcati. Ci determina laccentuarsi delle differenze tra i telai
posti ai lati opposti della struttura, il che si traduce in un ulteriore incremento
di danneggiamento del lato flessibile rispetto a quello rigido. E questo,
probabilmente, il dato pi significativo e meno atteso che emerge da tutte le
analisi effettuate.
Dato non atteso nel senso che, in lavori svolti in precedenza da altri
ricercatori, si era osservato che, soprattutto nel caso di progetto effettuato
mediante analisi statica equivalente come prescritto dallEurocodice 8, il
danneggiamento degli elementi strutturali appartenenti al lato rigido della
struttura poteva anche superare quello relativo agli elementi posti sul lato
flessibile. E ovvio che il confronto con questi risultati deve tenere conto di due
differenze fondamentali. La prima relativa ai modelli strutturali adottati; la
seconda concerne le prescrizioni progettuali non relative strettamente alla
protezione delle strutture dagli effetti torsionali.
Infine bisogna osservare che, tutto sommato, gli edifici esaminati non
presentano una risposta molto variabile al variare della metodologia
progettuale adottata. Ci, in verit, anche dovuto alla forte resistenza ad essi
assegnata nella direzione in cui si presentano simmetrici; questa, infatti, tende
ad abbattere le differenze, in termini di risposta strutturale, legate alla diversa
distribuzione delle resistenze, che caratterizza le tre metodologie nella
direzione di asimmetria della struttura.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 173

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