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PhD2000 Magliulo PDF
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irregolarit in pianta
Gennaro Magliulo
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta
Comunit Europea
Fondo Sociale Europeo
Gennaro Magliulo
Tesi di Dottorato
XIII Ciclo
Comunit Europea
Fondo Sociale Europeo
2000
Indice
Capitolo I. Introduzione 1
1.1 Generalit 1
1.2 Obiettivo e contenuti della tesi 4
Bibliografia 173
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 1
Capitolo I
Introduzione
1.1 GENERALIT
complessi, quali per esempio lo scorrimento delle barre a causa della perdita di
aderenza col calcestruzzo.
Molto recenti ed altrettanto importanti sono i tests eseguiti su interi edifici
in scala reale o ridotta; infatti esistono alcuni fenomeni che nascono
unicamente in virt dellinterazione fra i vari elementi del sistema strutturale e
che altrimenti non possono essere colti.
Capitolo II
Modellazione numerica
problema sar trattato con particolare attenzione nel Capitolo V di questa tesi,
allinterno del pi generale discorso del confronto tra la risposta di un edificio
intelaiato in cemento armato soggetto ad eccitazione unidirezionale e
bidirezionale.
In generale il tenere conto di questo tipo di sollecitazione molto
importante perch leffettiva risposta dei pilastri soggetti ad azioni sismiche
di tipo decisamente tridimensionale, ma soprattutto perch la presenza
dellazione flettente in entrambe le direzioni tende a ridurre la capacit
resistente dei pilastri, incrementando labbattimento di rigidezza e resistenza
con i cicli. Contemporaneamente si deve osservare che, al contrario, la
sollecitazione predominante negli elementi trave quella di flessione retta. Per
cui tale riduzione di capacit resistente nei pilastri, che non avviene nelle travi,
ha effetti opposti rispetto a quelli desiderati dagli attuali codici di calcolo, le
cui prescrizioni tendono a concentrare il danno nelle travi piuttosto che nelle
colonne. Infine va notato che, rispetto alla conoscenza del comportamento di
elementi in cemento armato sollecitati a flessione e pressoflessione retta, quella
relativa ad elementi sollecitati a pressoflessione deviata ciclica sicuramente
inferiore. Ci dovuto sia al pi recente interessamento da parte del mondo
scientifico nei riguardi di questo tipo di sollecitazione, e quindi al minor
numero di prove sperimentali effettuate, sia alle maggiori variabili che entrano
in gioco e che complicano le prove sperimentali stesse.
essendo:
[A] la matrice delle masse,
[B] quella degli smorzamenti,
{P(t )} i carichi dinamici esterni,
{FS (u (t ))} le forze interne che sono funzione degli spostamenti nodali
incogniti {u (t )}.
Tuttavia, lanalisi strutturale generalmente effettuata seguendo un
approccio incrementale, per cui la (2.1) pu scriversi nella forma:
dove:
{Fs }
= [C ] (2.3)
{u} t
[C ]{u} = {R }
* *
(2.4)
16 Capitolo II Modellazione numerica
dove:
[C ]
*
rappresenta la matrice di rigidezza effettiva ed funzione della
matrice tangente [C ] nonch di quella delle masse [A] e degli smorzamenti
[B],
{u} il vettore delle incognite,
{R } il vettore dei carichi equivalenti.
*
di asta presenti in letteratura, alcuni dei quali caratterizzati da una non linearit
distribuita lungo lintera lunghezza dellelemento, altri a plasticit concentrata.
Il comportamento non lineare degli elementi generalmente retto da un legame
costitutivo di tipo ciclico e la matrice di rigidezza della struttura ottenuta
assemblando le matrici di rigidezza dei singoli elementi.
Il terzo livello di discretizzazione fornito dalla tecnica di
macromodellazione globale. Lintera struttura, cio, riprodotta adoperando
un unico modello a pochi gradi di libert (al limite con un oscillatore
semplice), ovvero come assemblaggio di macromodelli che rappresentano parti
del complesso strutturale. La figura 2.4 fornisce unidea delle possibili
schematizzazioni adottabili nei casi riportati. E evidente che i macromodelli
globali non consentono di valutare in dettaglio lo stato deformativo
elastoplastico di un particolare punto, ma permettono di avere informazioni
significative sul comportamento globale della struttura. Perci essi si adattano
meglio ad una utilizzazione quali strumenti di ricerca per lanalisi della
risposta anelastica globale di strutture generiche, aventi una geometria
regolare, rappresentative di una pi ampia categoria o per la conduzione di
analisi di sensibilit riguardanti limportanza dei vari parametri di progetto.
Infatti il ridotto numero dei gradi di libert che tali modelli possono presentare
consente a volte di definire direttamente un legame fra lentit delle azioni
sismiche orizzontali ed un parametro di spostamento orizzontale, ovvero in
altri termini di stimare direttamente la duttilit traslazionale delle strutture.
( y , z ) = 0 + y z z y (2.5)
essendo
0 la deformazione in corrispondenza del baricentro della sezione,
y e z le curvature rispettivamente intorno agli assi baricentrici Y e Z.
x ie s im a fib ra
essendo
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 21
{dS S ( x)} = {dM y ( x) dM z ( x) dN ( z )} il vettore delle sollecitazioni,
T
E t z 2 dA
E yzdA E zdA
t t
[ t
]
K S ( x) = E y dA E ydA
t 2 t
la matrice delle rigidezze
E dA
t
simm.
incrementali,
{d S ( x)} = {d y ( x) d z ( x) d 0 ( x)} il vettore delle deformazioni.
T
essendo
{S m } = {M yA M zA M yB M zB N }
T
il vettore delle sollecitazioni in
corrispondenza degli estremi dellelemento,
{vm } = { Ay zA By Bz u }
T
il vettore delle corrispondenti
deformazioni.
Per semplicit non si tenuto conto di momento e rotazione torsionali.
[ ]
Uno dei modi per ottenere la K mt quello di integrare la matrice delle
[ t
]
rigidezze della sezione K (x ) lungo lelemento. Utilizzando il Principio dei
S
[K ] = [B( x)] [K
t
m
l
T t
S ]
( x) [B( x)]dx (2.8)
22 Capitolo II Modellazione numerica
Uno dei maggiori difetti di questo tipo di approccio (metodo della rigidezza)
legato ai problemi di instabilit che esso manifesta quando si tenta di
riprodurre il comportamento del materiale dopo lattingimento della resistenza
massima, quando inizia il ramo decrescente. Inoltre, quanto pi la distribuzione
delle rigidezze lungo lelemento non uniforme a causa delle plasticizzazioni
tanto pi i polinomi di Hermite mal rappresentano la distribuzione delle
curvature, essendo da essi assunta lineare.
[ ]
Nel metodo della deformabilit, al contrario, la matrice K mt si ottiene
invertendo la matrice di deformabilit tangente dellelemento [F ] , che a suat
m
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 23
volta si ottiene integrando lungo lelemento la matrice di deformabilit della
sezione. Infatti applicando il Principio dei Lavori Virtuali si ha:
[F ] = [e( x)] [F
t
m
T
s
t
]
( x ) [e( x )]dx (2.12)
[ ]
corrispondenza dei nodi, utilizzando la matrice K mt , ottenuta sempre al
passo precedente;
b) mediante la (2.13) si calcolano gli incrementi di sollecitazione {dS S (x)}
lungo lascissa x e quindi il vettore aggiornato di tali sollecitazioni
{S S (x)} ;
c) si calcolano gli incrementi di deformazione a livello di sezione mediante
linversa della (2.6) utilizzando la matrice di flessibilit a livello della
[ ]
sezione FSt (x) calcolata al passo precedente;
d) mediante la (2.5), quindi, si pu conoscere la distribuzione delle
deformazioni in ciascuna sezione;
e) di conseguenza, possono essere calcolate le tensioni ed i moduli tangenti
per ciascuna fibra;
f) considerando lequilibrio a livello della sezione dalla (2.6) si ricava la
[ ]
matrice delle rigidezze tangenti della sezione K St (x ) e dalla (2.11) il
[
vettore delle sollecitazioni {S (x)} . Dalla inversione della K St (x ) , si ]
calcola la matrice di flessibilit tangente della sezione [F
Si S
t
(x)].
osserva che tale matrice diversa da quella relativa al passo precedente
perch deriva da un vettore {dv m } aggiornato;
g) si calcola lo sbilanciamento di sollecitazione a livello di sezione
{SU ( x)} = {S S ( x)} {S ( x)};
[ ]
h) si calcola il vettore degli scarti di deformazione {r ( x )} = FSt ( x ) {S U ( x)} ;
i) si applica il Principio dei Lavori Virtuali al fine di calcolare il vettore
dello scarto di spostamento {s} = [e( x)] {r ( x)}dx relativo allelemento
T
l
[ ]
e la matrice delle flessibilit tangenti Fmt dalla (2.12);
j) invertendo la [F ] t
m si ricava la matrice delle rigidezze tangenti
dellelemento [K ]; t
m
M M
A B M
A B
K = pEI
Elemento a comportamento
elastico-perfettamente plastico
K = (1-p)EI
p+q=1
K = pEI K = qEI
K = pEI
Elemento a comportamento elastico
Uno dei primi modelli di questo tipo fu presentato in [Clough et al. 1965] e
prevede due elementi posti in parallelo [fig. 2.7]. Il primo elemento
caratterizzato da cerniere in corrispondenza degli estremi a comportamento
elastico-perfettamente plastico. Dopo lattingimento del momento di
snervamento in corrispondenza di uno degli estremi, la matrice istantanea delle
rigidezze diviene quella caratteristica di un elemento incernierato-incastrato;
quando anche in corrispondenza del secondo estremo viene attinto tale
momento, lelemento diviene del tipo incernierato-incernierato. Il secondo
elemento una trave elastica di rigidezza pari a pEI di gran lunga inferiore
rispetto a quella (1 p )EI del primo elemento. Ne risulta, quindi, un
comportamento isteretico complessivo in corrispondenza degli estremi con
curva monotona di tipo bilineare e ramo di scarico e ricarico con rigidezza pari
a quella iniziale.
A B
Figura 2.8. Modello di Giberson.
[F ] = f0
t
inel
AA 0
f BB
(2.14)
[ ]
tangente della sezione K St (x ) nello scalare k St ( x) =
dM
d
. Da cui segue che la
matrice di rigidezza dellelemento risulta:
[K ] = {b( x)} k
t
m
T t
S ( x ){b( x )}dx (2.15)
[F ] = {e( x)}
t
m
T
f St ( x){e( x )}dx (2.16)
Mi M y
z i = max (2.17)
Vi
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 29
in cui Vi il valore del taglio in corrispondenza dellestremit interessata.
La (2.17) pu tuttavia condurre a forti valori di zi: questo, ad esempio, pu
accadere in corrispondenza dei piani superiori di edifici alti, dove il taglio
dovuto ai carichi orizzontali basso. Inoltre, la (2.17) non ha alcun senso se Vi
diventa negativo. In definitiva, per prevenire valori poco realistici di zi, si
assume un limite massimo:
f f ab
t
= aa
f bb
Finel (2.19)
f ba
f aa =
1
3EI
[ ( )
a 1 (1 a )3 + b b3 ] (2.20)
f ab =
1
6 EI
[ ( ) (
a 3 a2 2 a3 + b 3 b2 2 b3 )] (2.21)
zi 1
con i = e i = . I termini f bb ed f ba si ottengono dalle espressioni
l ci
(2.20) e (2.21) sostituendo a con b e viceversa. Avendo assunto la rigidezza
costante allinterno delle zone plastiche, la (2.19) risulta simmetrica. E
interessante notare come, al contrario di quanto avveniva per lelemento
rigido-plastico di Giberson, i termini fuori dalla diagonale sono diversi da zero.
Nel loro modello, a differenza di quello precedente, [Park et al. 1987] e
[Kunnath et al. 1990, Kunnath et al. 1991] non valutano direttamente una
lunghezza di cerniera plastica ed ipotizzano una distribuzione della flessibilit
tangente f S (x) lineare a tratti lungo lelemento. Ci permette di integrare
analiticamente la (2.16). Questa distribuzione determinata in funzione dei
valori di deformabilit tangente assunti in corrispondenza degli estremi, vale a
1
dire a e b e del valore di deformabilit elastica assunto in
EI EI EI
corrispondenza del punto di nullo del diagramma del momento. E ovvio che se
tale punto di nullo esterno allelemento, la distribuzione delle deformabilit
di tipo trapezoidale; la sua posizione determinata al passo. a e b sono
variabili e dipendono direttamente dal legame ciclico adoperato.
La tecnica della distribuzione lineare a tratti della flessibilit, suggerita ed
utilizzata da [Park et al. 1987] per modelli di trave sottoposti a flessione
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 31
semplice, fu ripresa e sviluppata successivamente da [Bousias 1993] per
modellare il comportamento di pilastri a pressoflessione deviata.
Si osserva che i modelli a plasticit diffusa possono essere abbinati con una
qualunque delle leggi momento curvatura di tipo isteretico di cui si discuter
nel paragrafo 2.2.4.. [Soleimani et al. 1979] e [Filippou ed Issa 1988]
utilizzarono per il loro modello il legame di Clough-Johnston modificato,
mentre [Arzoumanidis & Mayer 1981] optarono per il modello di Takeda.
[Park et al. 1987] utilizzarono nel modello ora descritto, implementato nel
programma di calcolo IDARC 3.0, un legame da essi ideato, che tiene conto
delleffetto pinching e del degrado della rigidezza e della resistenza.
quindi cambia sia nel tempo che lungo la trave stessa. Per tale motivo
difficile assegnare un valore certo a tale ampiezza, la quale condiziona in
maniera non trascurabile landamento della curva monotona. La seconda
osservazione relativa alla pendenza del tratto post-snervamento,
generalmente espressa in funzione della rigidezza iniziale. Tale pendenza pu
essere calcolata o mediante prove sperimentali o utilizzando dei modelli a
fibre; altrimenti bisogna scegliere in maniera arbitraria un valore variabile fra
lo 0.5% ed il 5%, dipendente dallincrudimento dellacciaio. Fortunatamente
tale parametro non condiziona eccessivamente il risultato dellanalisi dinamica.
Curva di carico
Forza monotono
O Spostamento
0.4
y
K t = K ' (2.22)
max
2 Asi E s
La rigidezza elastica iniziale pari a , nella quale Es il modulo di
lb
Young dellacciaio ed lb la lunghezza di ancoraggio della barra, calcolata
1/ 2
considerando una tensione media di aderenza pari a 1.5 f c [Mpa]; da ci si
osserva che la molla non tiene conto della rigidezza propria dellacciaio, ma
dello scorrimento della barra, assumendo una tensione di aderenza costante
lungo la lunghezza di ancoraggio. Le cinque molle che riproducono il
comportamento del conglomerato non hanno alcuna rigidezza in trazione,
mentre in compressione presentano una curva monotona del tipo elastico-
perfettamente plastico ed il ramo di scarico che punta verso lorigine, mentre
quello di ricarico che punta alla massima deformazione raggiunta al ciclo
precedente. La forza massima in compressione assunta pari alla resistenza a
compressione uniassiale del conglomerato, fc, moltiplicata per un quinto
dellarea della sezione trasversale e lo spostamento al limite elastico assunto
40 Capitolo II Modellazione numerica
Capitolo III
Aspetti normativi
L2 L2
H
L1 L3 L4 L1
Hb
L L
L3 L4 L L2
Se H b 0.15 H 0.50 0.30
L1 L2 L L
0.20
L1 L3 L4 L1 L2
Se H b 0.15 H 0.20 0.10
L L1
Figura 3.1. Criteri di regolarit in elevazione secondo lEurocodice 8.
q = q0 K d K r K w 1.5 (3.1)
dove:
q0 il valore base del coefficiente di comportamento;
Kd il coefficiente che dipende dalla classe di duttilit;
Kr il coefficiente che dipende dalla regolarit nello sviluppo verticale;
46 Capitolo III Aspetti normativi
2. analisi statica;
3. analisi dinamica.
Lanalisi statica semplificata pu essere condotta su edifici con
destinazione duso standard, alti non pi di tre piani (escludendo le
fondazioni) se costituiti di una struttura intelaiata oppure alti non pi di due
piani se costituiti di una qualsiasi altra struttura. In questo caso non c la
differenziazione tra edifici regolari o irregolari.
Lanalisi statica pu essere condotta:
1. per tutte le strutture regolari e irregolari nella zona sismica 1 (zona di
minor rischio sismico) e su quelle di destinazione duso standard nella
zona sismica 2;
2. per le strutture regolari con altezza inferiore ai 240 piedi ( 73 m) che
non si trovino su di un suolo di tipo SF;
3. per le strutture irregolari alte non pi di cinque piani o 65 piedi (20 m);
4. per le strutture che sono costituite di una parte flessibile superiore
giacente su una parte rigida inferiore laddove le due parti della struttura
considerate separatamente possono essere classificate come regolari, con
la parte inferiore che sia dotata di una rigidezza media pari a 10 volte la
rigidezza media della parte superiore e con un periodo dellintera
struttura che sia non maggiore di 1.1 volte il periodo della parte
superiore considerata separatamente.
Lanalisi dinamica deve essere condotta per tutte le rimanenti strutture.
Fb = S d (T )W (3.3)
dove:
Sd(T) lordinata dello spettro di progetto per il periodo fondamentale T
della struttura;
W il peso sismico totale della struttura.
Lespressione dello spettro di progetto per lanalisi lineare pu essere
trovata al punto 4.2.4 della parte 1.1 dellEurocodice 8 [CEN 1994a].
Gli effetti dellazione sismica vanno determinati applicando forze
orizzontali Fi in corrispondenza della massa mi delli-esimo piano. La forza Fi
va determinata secondo la seguente regola di distribuzione:
s i Wi
Fi = Fb n
(3.4)
s W
j =1
j j
dove:
si, sj sono gli spostamenti delle masse mi ed mj del modo fondamentale di
vibrare;
Wi, Wj sono i pesi sismici delle masse mi ed mj.
della massa totale della struttura. Se le richieste suddette non possono essere
soddisfatte, come per esempio nel caso di edifici caratterizzati da significativi
modi torsionali, il numero minimo k di modi da prendere in considerazione
deve soddisfare le seguenti condizioni:
k 3 n (3.5)
Tk 0.2s (3.6)
T j 0.9Ti (3.7)
EE = E i
2
Ei (3.8)
3.0C a
Fb = W (3.9)
R
dove:
Ca un coefficiente funzione della zona sismica e del tipo di sottosuolo;
R il fattore di sovraresistenza dei sistemi resistenti alle forze laterali;
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 51
W il peso sismico totale.
La forza orizzontale a ciascun piano pari a:
3.0C a
Fi = Wi (3.10)
R
Cv I
Fb = W (3.11)
RT
con la limitazione:
2.5C a I
0.11IC aW < Fb < W (3.12)
R
dove:
Cv un coefficiente funzione della zona sismica e del tipo di sottosuolo;
I il coefficiente di importanza funzione della destinazione duso;
T il periodo fondamentale di oscillazione della struttura, da determinars
icon formule approssimate;
Ca, W, R sono le grandezze prima definite.
La forza totale sar distribuita lungo laltezza in modo che sia ovviamente
verificata lespressione:
n
Fb = Ft + Fi (3.13)
i =1
cio considerando che il taglio alla base calcolato in precedenza dato dalla
somma delle n forze di piano e della forza Ft di sommit data da:
Ft = 0.07TFb (3.14)
52 Capitolo III Aspetti normativi
La rimanente parte del taglio alla base distribuita in altezza in accordo alla
formula:
(Fb Ft )Wi hi
Fi = n
(3.15)
W h
j =1
j j
Fi = C R I i Wi (3.16)
dove:
C il coefficiente di intensit sismica;
R il coefficiente di risposta;
il coefficiente di fondazione;
il coefficiente di struttura;
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 53
I il coefficiente di protezione sismica;
i il coefficiente di distribuzione della forza sismica;
Wi il peso sismico del piano i-esimo.
Il coefficiente di distribuzione i assume lespressione:
n
hi W j
j =1
i = n
(3.17)
h W
j =1
j j
a
= C R I (3.18)
g
E= E i
i
2
(3.19)
x
= 1 + 0.6 (3.20)
Le
dove:
x la distanza dellelemento considerato dal centro delledificio, misurata
perpendicolarmente alla direzione dellazione sismica considerata;
Le la distanza tra i due elementi di controvento pi esterni, misurata come
sopra.
Nel caso degli edifici che rispettino i criteri dellAppendice A [CEN 1994b],
si usano per le analisi, che possono essere sia modale semplificata che
multimodale, modelli piani. In questi casi devono valutarsi oltre agli effetti
torsionali accidentali anche quelli strutturali. Leffetto torsionale totale pu
essere determinato come inviluppo degli effetti calcolati da unanalisi di due
situazioni di carico statiche, date dai momenti torcenti Mi:
M i1 = Fi (e0 + e1 + e2 ) (3.21)
M i 2 = Fi (e0 e1 ) (3.22)
dove:
e0 leccentricit statica, cio la distanza fra CM e CR, valutata nella
direzione ortogonale a quella di Fi;
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 55
e1 leccentricit accidentale della massa dellimpalcato calcolata secondo
lespressione:
e1 = 0.05 L (3.23)
e0
0.1( L + B) 10 0.1( L + B)
L
e 2 = min (3.24)
1 l 2 e 2 r 2 + l 2 + e 2 r 2
( )2 2 2
+ 4e 0 r
2e0 s 0 s 0
dove:
ls il raggio di inerzia polare e nel caso di impalcato rettangolare risulta
L2 + B 2
l s2 = ;
12
r2 =
K , con K = K yi ( x i e0 ) + K xi y i2 nel caso di sistemi eccentrici
2
K y
(
r 2 > 5 l s2 + e02 ) (3.25)
Per gli edifici non regolari sia in pianta che in elevazione, per gli edifici
regolari in elevazione ma non regolari in pianta e che non rispettano i criteri
dellAppendice A, il modello spaziale e lanalisi multimodale. Gli effetti
torsionali strutturali sono gi valutati nellanalisi, ma bisogna comunque tener
conto degli effetti torsionali accidentali che possono essere valutati come
l'inviluppo degli effetti risultanti da una analisi statica della struttura soggetta
ad una distribuzione di momenti torcenti:
56 Capitolo III Aspetti normativi
M i = Fi e1i (3.26)
2
Ax = max (3.27)
1.2 avg
dove:
avg la media degli spostamenti alle estremit della struttura al piano x;
max il massimo spostamento al piano x.
Il valore di Ax non deve essere superiore a 3.
Perci le forze orizzontali saranno applicate a ciascun piano con eccentricit
pari a:
2
e1 = e max = e0 + 0.05 L max (3.28)
1.2
avg
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 57
2
e 2 = e min = e0 0.05 L max 0 (3.29)
1.2
avg
M ti = L F j (3.30)
j
L
Tabella 3.3. Valori del coefficiente in funzione di
B
L L
2.5 < < 3.5 = 0.03 + 0.02( 2.5)
B B
L = 0.05
3.5
B
58 Capitolo III Aspetti normativi
E Ed 1 + E Ed 2 (3.33)
essendo EEd1 ed EEd2 gli effetti dovuti allapplicazione delle azioni orizzontali
lungo due direzioni orizzontali ortogonali e il fattore di combinazione, che
assegnato uguale a 0.3. Gli autori del codice motivano tale prescrizione con la
necessit di tenere conto della variazione dellangolo di incidenza del sisma,
come evidente considerando il metodo di verifica alternativo allapplicazione
della (3.33). Ci chiaramente detto anche nel Commentario [FEMA 1994b] al
codice, dove si sottolinea come, a causa di tale variazione, le colonne dangolo
possono essere soggette a sollecitazioni superiori a quelle previste nel progetto,
la qual cosa pu in parte spiegare la vulnerabilit che esse hanno manifestato
durante gli eventi tellurici. Nello stesso Commentario il valore assegnato al
coefficiente di combinazione, pari a 0.3, giustificato dalla considerazione che
improbabile che, per ciascuna caratteristica della sollecitazione, gli effetti
delle due componenti orizzontali del sisma attingano il massimo
contemporaneamente. Infine si fa notare come gli effetti ortogonali, vale a
dire quelli relativi ad elementi strutturali appartenenti a sistemi resistenti a
forze orizzontali lungo due assi ortogonali, mentre per i pilastri di un edificio
possono essere significativi, per altri elementi a comportamento essenzialmente
unidirezionale, quali le travi, sono trascurabili.
LUBC (Uniform Building Code) prescrive che le strutture debbano essere
modellate matematicamente tenendo conto della rigidezza e della resistenza di
tutti gli elementi significativi al fine di conoscere la distribuzione delle forze. Il
62 Capitolo III Aspetti normativi
Capitolo IV
Confronto numerico-sperimentale
4.1 INTRODUZIONE
Le analisi numeriche che saranno illustrate in questa tesi sono state tutte
realizzate mediante il programma di calcolo CANNY-E [Li, 1996a, b],
recentemente sviluppato presso lUniversit di Singapore. Infatti, quando, agli
inizi del 1998, si dovuto scegliere un programma per eseguire le analisi in
campo non lineare, questo era uno dei pochi che permetteva di modellare il
comportamento dinamico di edifici tridimensionali multipiano. Inoltre, rispetto
ad altri che pure davano tale possibilit, quali per esempio lIDARC-3D [Park
et al. 1987] ed il DRAIN-3DX [Powell & Campbell 1994, Prakash et al. 1993],
presentava alcuni vantaggi. Il pi importante senzaltro quello che il
CANNY-E nasce proprio per il calcolo di edifici in cemento armato e, quindi,
presenta modelli che ben riproducono il comportamento di tale materiale.
Inoltre esso in via di perfezionamento e ci da un lato fa ben sperare per il
futuro, dallaltro garantisce linteresse da parte dellautore, un giovane
ricercatore, a mantenere contatti con gli utenti dello stesso, cosa che
effettivamente si verificata in questi anni. Infine noto che lutilizzo in
ambito scientifico di altri programmi di pari potenzialit, ha messo in evidenza
loro carenze.
Ovviamente prima di adoperare il CANNY-E in maniera diffusa, si ritenuto
necessario effettuare una serie di verifiche del buon funzionamento dello
stesso. Tralasciando le pi banali, per la maggior parte rappresentate dal
64 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale
dove [A] la matrice delle masse pari a (le misure sono in tonnellate):
86.9 0 0 0
0 85.9 0 0
(4.2)
0 0 85.9 0
0 0 0 83.0
{q n +1 } = {q n } + t {q n } + t {qn }
2
(4.3)
2
6) si pone n = n+1;
7) si riprende dal passo 1).
Nella (4.4) la matrice [C ] quella degli smorzamenti, che nel caso in esame
risulta nulla.
1.2
0.8
S7
Sa/g
0.6
EC8
0.4
0.2
0
0 0.4 0.8 1.2 1.6 2
Periodo [sec]
[B] = am [M ] + a0 [K 0] (4.6)
2a 0
2a m 1 + = 1
1
(4.7)
2a 0
2 a m 2 + = 2
2
4.3.1 Travi
Il modello adottato per le travi quello di Giberson [Giberson 1969], gi
descritto nel Capitolo II. Il comportamento a taglio ipotizzato essere elastico,
la deformabilit assiale nulla in virt dellipotesi di impalcato infinitamente
rigido.
Figura 4.4. Fase di scarico dalla curva principale prima e dopo lo snervamento.
72 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale
f fp
'
fp f '
d' d p d d' p
p c p c
f y' f c d 'y f y f c' d y
K8 = ' ; K9 = (4.9)
d y d c d 'm
d y d 'c d m
Per quanto concerne lo scarico relativo ai cicli interni, cio quelli per cui lo
scarico avviene prima del raggiungimento del picco, la rigidezza pari a:
essendo (fm, dm) e (fm, dm) i punti corrispondenti ai picchi sulla curva
monotona dopo lo snervamento, d0 e d0 le rotazioni in corrispondenza
dellinversione del carico e un parametro da cui dipende lentit delleffetto
pinching. A tale parametro stato assegnato un valore medio, cio = 0.5.
Figura 4.5. Modello isteretico assegnato alle sezioni di estremit delle travi.
Allestremit di ciascuna trave sono stati considerati dei conci rigidi la cui
lunghezza stata calcolata mediante la formula:
hc ht
l crt = (4.12)
2 4
74 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale
4.3.2 Pilastri
Le colonne sono idealizzate mediante un modello multi-molle [fig. 4.6].
Esso costituito da un elemento elastico lineare a comportamento sia tagliante
che flessionale elastico in entrambe le direzioni principali della sezione
trasversale e con deformazioni assiali elastiche. Agli estremi di ciascuna
colonna sono presenti due elementi multi-molle, capaci di modellare il
comportamento flessionale ed assiale non lineare delle sezioni trasversali di
estremit e che tengono conto dellinterazione triassiale; con tale terminologia
si vuole intendere la mutua dipendenza delle tre sollecitazioni, flettenti nelle
due direzioni ortogonali ed assiale, quando la sezione si trova in fase plastica e
che legata dalla forma del dominio di plasticizzazione, a sua volta dipendente
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 75
dalle caratteristiche di resistenza e deformabilit dei materiali che costituiscono
la sezione stessa.
Lelemento multi-molle, di lunghezza nulla, separato dal resto della
colonna da due nodi interni ed caratterizzato da almeno quattro molle, che
riproducono il comportamento delle aree in cui stata divisa la sezione stessa.
Ciascuna molla sollecitata mediante una forza assiale ed soggetta ad uno
spostamento assiale. Tale spostamento basato sullipotesi di sezione piana ed
determinato dalla rotazione flessionale non lineare e dalla deformazione
assiale dellelemento multi-molle. Poich da un punto di vista numerico
difficile considerare delle molle con comportamento rigido-plastico, la
flessibilit dei due conci di estremit della colonna, di lunghezza pari a quella
ipotizzata di cerniera plastica, assegnata alle molle come flessibilit iniziale.
Alla generica molla, quindi, si fornisce la rigidezza iniziale:
EiAi
K is 0 = (4.13)
L0
dove:
K si 0 la rigidezza iniziale delli-esima molla;
Ei il modulo di Young del materiale;
Ai larea della molla;
L0 lassegnata lunghezza della cerniera plastica;
L0 la lunghezza dellelemento colonna, a meno, ovviamente, dei conci
rigidi.
La flessibilit iniziale dellelemento colonna divisa tra lelemento lineare
e lelemento multi-molle. Supponendo la sezione trasversale della colonna
simmetrica, le molle possono essere disposte simmetricamente attorno al
baricentro della sezione. In questo caso la deformabilit iniziale alla rotazione
sr dellelemento multi-molle lungo lasse principale e la deformabilit iniziale
a sforzo normale s0 possono essere calcolate attraverso le espressioni:
76 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale
L0 L0
sr =
E A Yi i i
2
0.9 EI
(4.14)
L0 L0
s0 =
EiAi EA
a L 0 L0
3 EI 6 EI
(4.15)
L0 b L0
6 EI 3 EI
0 L0
(4.16)
EA
L0 L 0 a L 0 L 0 L0
3 EI +
6 EI 3 EI 0.9 EI 6 EI
= (4.17)
L0 L0 L0 b L0 L0
6 EI +
3 EI 6 EI 3 EI 0.9 EI
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 77
i fattori di riduzione a, b e 0 risultano pari a:
a = b = 1.0
0.3
(4.18)
0 = 1. 0
xi y i x i (J y y i ) (J xi ) y i
A1 = Asi ; A2 = Asi ; A8 = x Asi (4.19)
JxJy JxJy JxJy
dove:
x ed y sono gli assi principali della sezione trasversale;
A1, A2 ed A8 sono le aree delle molle rispettivamente dangolo, giacente
sullasse positivo delle x e giacente sullasse positivo delle y [fig. 4.6];
Jx e Jy sono lascissa e lordinata di tali molle;
Asi larea della i-esima barra di armatura;
xi ed yi lascissa e lordinata della i-esima barra di armatura.
dove:
f ' l = K e f yh la tensione di confinamento,
K e = 0.75 per sezioni generalmente rettangolari il coefficiente di
confinamento,
fyh la tensione di snervamento delle staffe, il cui valore riportato in
Tabella 2.2.,
A
= s il rapporto tra la sezione trasversale complessiva delle staffe e
sh"
larea del calcestruzzo confinato ottenuti tagliando la sezione con un piano
ortogonale alla direzione in esame,
s il passo delle staffe,
h la larghezza della parte di sezione confinata.
Per quanto riguarda le travi, essendo le sezioni delle stesse rettangolari, si
f ' ly f'
sono dovuti calcolare i rapporti ed lx e mediante un abaco [Mander
f 'c f 'c
et al 1988, Paulay & Priestley 1991], quindi, si potuto calcolare il rapporto
f ' cc
.
f 'c
La deformazione del calcestruzzo confinato relativa alla tensione massima,
considerando che la corrispondente deformazione del calcestruzzo non
confinato stata assunta uguale a 0.002, pari a:
f ' cc
cc = 0.0021 + 5 1 (4.21)
f 'c
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 81
Al fine di ottenere tale deformazione, la rigidezza iniziale stata
decrementata in corrispondenza di un valore della tensione pari alla met della
tensione massima.
La deformazione massima del calcestruzzo confinato, considerando che la
corrispondente del calcestruzzo non confinato stata assunta uguale a 0.004,
risulta pari a:
1.4 s f yh sm
cu = 0.004 + (4.22)
f ' cc
dove:
s = x + y il rapporto volumetrico del calcestruzzo confinato,
x, y coincidono con il rapporto prima descritto nel caso di sezioni
quadrate, assumono valori tra loro differenti nel caso di sezioni rettangolari,
sm la deformazione dellacciaio corrispondente alla tensione massima,
valore che stato letto nella Tabella 4.2.
La tensione corrispondente alla deformazione ultima stata calcolata
mediante lespressione:
f ' cc x u r
f ' cu = (4.23)
r 1+ xr
essendo:
cu
xu = (4.24)
cc
Ec
r= (4.25)
E c E sec
con
E c = 4700 f ' c [MPa] modulo tangente,
82 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale
f ' cc
E sec = modulo secante.
' cc
Sia per il calcestruzzo confinato che per il calcestruzzo non confinato la
retta di scarico prima dellattingimento della massima tensione di
compressione diretta verso il punto appartenente alla retta di carico iniziale e
di ordinata pari alla met della tensione massima, ovviamente di segno opposto
rispetto alla tensione che si sta scaricando.
La tensione massima di trazione stata ricavata dalla relazione fornita dalla
Portland Cement Association:
f ct = 0.606 f ccil
0.538
[MPa] (4.26)
essendo
f ccil = 0.83 f c la tensione cilindrica di compressione massima,
fc la tensione massima di compressione letta dalla Tabella 2.1.
La deformazione corrispondente a tale tensione massima quella del punto
giacente sulla retta elastica; verso tale punto che diretta anche la curva di
carico in trazione successiva ad uno scarico dalla curva monotona di
compressione prima dellattingimento della tensione massima. Non c
trazione, invece, quando lo scarico dalla curva monotona di compressione
avviene da un punto che sul ramo discendente. Lo scarico dalla tensione
massima di trazione diretto ad un punto sullasse delle tensioni nulle che
presenta una deformazione pari a tre volte quella corrispondente alla tensione
massima di trazione.
Anche agli estremi dei pilastri stata tenuta in conto la presenza di conci
rigidi, la cui lunghezza data da:
ht hc
l crc = (4.27)
2 4
Per calibrare il modello numerico alcuni parametri sono stati assegnati sulla
base di valutazioni teoriche, come sinteticamente illustrato nei paragrafi
precedenti, mentre altri sono stati determinati elaborando i risultati delle prove
sperimentali descritte. Per la valutazione di tali ultimi parametri sono state
condotte numerose analisi, facendoli variare allinterno di intervalli
fisicamente ammissibili e scegliendo i valori che hanno fornito la migliore
correlazione tra risultati sperimentali ed analisi numeriche. Nelle analisi, come
gi detto, si posta particolare attenzione nella determinazione dei coefficienti
di smorzamento, dei parametri che regolano landamento dei cicli di isteresi
delle travi e dei pilastri (quali la pendenza della curva di scarico e di ricarico) e
della porzione di soletta collaborante. Come in parte prevedibile si rilevato
che il comportamento non lineare delle travi condiziona il comportamento
della struttura pi di quello delle colonne; questo fenomeno legato al tipo di
progetto che lEurocodice 8 impone, vale a dire a colonne forti e travi deboli,
per cui queste ultime sono interessate pi delle prime da plasticizzazioni.
Le analisi sono state condotte sollecitando la struttura con lo stesso
accelerogramma utilizzato per eseguire le prove pseudodinamiche, scalandolo
per un coefficiente amplificativo pari a 1.5 al fine di riprodurre i tests di alto
livello.
Nelle figure 4.10, 4.11, 4.12 e 4.13 mostrato il confronto tra i risultati
delle prove sperimentali e quelli delle analisi numeriche in termini di storie
temporali degli spostamenti dei baricentri dei quattro impalcati. In tutti e
quattro i casi il massimo spostamento viene colto molto bene; riteniamo che
questo sia un dato importante dal momento che quasi tutti i risultati presenti in
questa tesi sono riportati in termini di massimi valori di storie temporali e ci
ci garantisce la loro affidabilit. Ovviamente importante sottolineare che,
oltre al valore massimo, tutto landamento nel tempo delle due curve per
ciascun caso che corrisponde abbastanza bene, sia in termini di forma
dellandamento stesso che in termini di fase e di massimi relativi.
Analoghe osservazioni si possono fare in merito al confronto numerico-
sperimentale relativo agli spostamenti di interpiano, riportato, per i quattro
piani delledificio, nelle figure 4.14, 4.15, 4.16 e 4.17 in termini percentuali
rispetto allaltezza di interpiano. Questo confronto ancora pi significativo
del precedente dal momento che i risultati non sono sommati a quelli dei piani
inferiori. A questo proposito doveroso osservare che, in corrispondenza
84 Capitolo IV Confronto numerico-sperimentale
I impalcato
60
40
20
Spostamento [mm]
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8
-20
-40
-60
-80
Tempo [sec]
Test Analisi
II impalcato
100
50
Spostamento [mm]
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8
-50
-100
-150
Tempo [sec]
Test Analisi
III impalcato
150
100
50
Spostamento [mm]
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8
-50
-100
-150
-200
Tempo [sec]
Test Analisi
IV impalcato
200
150
100
Spostamento [mm]
50
0
-50 0 1 2 3 4 5 6 7 8
-100
-150
-200
-250
Tempo [sec]
Test Analisi
I piano
2.0
1.5
-1.0
-1.5
-2.0
-2.5
Tempo [sec]
Test Analisi
II piano
2.0
1.5
Spostamento d'interpiano/Hi [%]
1.0
0.5
0.0
-0.5 0 1 2 3 4 5 6 7 8
-1.0
-1.5
-2.0
-2.5
Tempo [sec]
Test Analisi
III piano
2.0
1.5
Spostamento d'interpiano/Hi [%]
1.0
0.5
0.0
-0.5 0 1 2 3 4 5 6 7 8
-1.0
-1.5
-2.0
-2.5
Tempo [sec]
Test Analisi
IV piano
2.0
1.5
Spostamento d'interpiano/Hi [%]
1.0
0.5
0.0
-0.5 0 1 2 3 4 5 6 7 8
-1.0
-1.5
-2.0
-2.5
Tempo [sec]
Test Analisi
1500
1000
500
Taglio [kN]
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8
-500
-1000
-1500
Tempo [sec]
Test Analisi
II piano
1500
1000
500
Taglio [kN]
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8
-500
-1000
-1500
Tempo [sec]
Test Analisi
III piano
1000
800
600
400
Taglio [kN]
200
0
-200 0 1 2 3 4 5 6 7 8
-400
-600
-800
-1000
Tempo [sec]
Test Analisi
IV impalcato
800
600
400
200
Taglio [kN]
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8
-200
-400
-600
-800
Tempo [sec]
Test Analisi
Capitolo V
Effetti delleccitazione sismica bidirezionale
5.1 INTRODUZIONE
contenente il precedente [fig. 5.1]; ciascuno dei due quadrati interni tracciato
due volte. Riportando su un piano cartesiano i valori delle forze necessarie per
ottenere gli spostamenti assegnati, si osserva che i punti corrispondenti a tali
valori formano dei quadrati che sono ruotati di circa 15-20 rispetto a quelli
relativi agli spostamenti. Ci dovuto al fatto che quando viene fatto variare lo
spostamento in una direzione la forza necessaria a mantenere costante lo
spostamento nella direzione ortogonale diminuisce; questo fenomeno rivela un
decremento di resistenza in una direzione a causa dellazione nella direzione
ortogonale.
N
= (5.1)
Ac f c
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 99
dove Ac larea di calcestruzzo ed fc la resistenza dello stesso, varia intorno
ad un valore medio pari a 0.07, nelle altre due (B40-1, B40-2) il valore medio
di pari a 0.32. Se si considerano le prove B8-1 e B40-1, in cui lo sforzo
normale varia con lentit della forza trasversale nella direzione NS, il
diagramma momento rotazione si presenta asimmetrico sia in termini di
rigidezza che di resistenza quasi unicamente nella direzione NS e nel caso di
basso [fig. 5.4]; gli effetti di tale variazione sono lievi per alto e nella
direzione EW. Nelle prove B8-2 e B40-2, invece, fatto variare
proporzionalmente ad entrambe le azioni trasversali; in tutte e due le direzioni
nel caso di sforzo normale medio adimensionalizzato basso i cicli sono
fortemente asimmetrici, mentre nel caso in cui medio sia alto tale fenomeno
non si rileva sistematicamente.
sempre in senso antiorario, quindi quelli nel secondo e terzo quadrante in senso
orario. Facendo variare lentit dello sforzo normale in funzione dello
spostamento trasversale nella direzione debole, si osserva che nella direzione
forte i cicli relativi a valori crescenti dello sforzo normale presentano rigidezza
e resistenza crescenti, quelli relativi a valori decrescenti, al contrario,
presentano rigidezza e resistenza decrescenti. Tale fenomeno evidenziato
anche dalle prove di [Li et al. 1987].
IR = IX
2
+ IY
2
(5.2)
E hx E hy
hr = 1 + + (5.3)
Fxo u xo F yo u yo
PGA PGA
Terremoto Data Stazione Durata Comp. Comp.
principale secondaria
[sec] [g] [g]
Imperial Valley 18-05-40 El Centro 53.40 0.348 0.214
Kern County 21-07-52 Taft 54.40 0.179 0.156
Montenegro 15-04-79 Petrovac 19.60 0.438 0.305
Valparaiso 03-03-85 El 72.02 0.284 0.159
Northridge 17-01-94 Almendral 59.98 0.590 0.583
Newhall
0.15m
6.0 m 4.0 m
3.0 m
0.30x0.45
5.0 m
3.0 m
0.45x0.45
Componente
secondaria 0.45x0.45
3.0 m
0.40x0.40
5.0 m
0.30x0.45
3.5 m 0.8 m
0.40x0.40
Y
Z X Componente
principale
2.5
El Centro
Taft
1.5 Petrovac
Sa/g
El Almendral
Newhall
1 Eurocodice 8
MEDIA
0.5
0
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2
Periodo [sec]
Figura 5.8. Spettri elastici delle componenti principali dei terremoti utilizzati.
globale; nel secondo caso fatta agire anche la componente secondaria, nella
direzione ortogonale. Per componente principale di un terremoto si intende
quella che, fra le due orizzontali, presenta il picco al suolo pi alto.
2.5
2
El Centro
Taft
1.5 Petrovac
Sa/g
El Almendral
Newhall
1 Eurocodice 8
MEDIA
0.5
0
0 0.5 1 1.5 2
Periodo [sec]
Figura 5.9. Spettri elastici delle componenti secondarie dei terremoti utilizzati.
1400
1200
1000
Taglio [kN]
800
600
400
200
0
El Centro Taft Petrovac El Newhall MEDIA
Almendral
300
250
Spostamento [mm]
200
150
100
50
0
El Centro Taft Petrovac El Newhall MEDIA
Almendral
4
3.5
Rotazione [mrad]
3
2.5
2
1.5
1
0.5
0
El Centro Taft Petrovac El Newhall MEDIA
Almendral
300
Spostamento [mm]
250
200
150
100
50
0
El Centro Taft Petrovac El Newhall MEDIA
Almendral
bassa entit delle rotazioni stesse; infatti in media nel caso di eccitazione
bidirezionale lincremento di spostamento dovuto alla rotazione dellimpalcato
inferiore al 10% dello spostamento massimo complessivo del lato flessibile.
Quindi, si pu affermare che lasimmetria generata nella direzione Y in campo
non lineare dalla presenza della componente secondaria del terremoto agente
nella direzione X non condiziona in maniera significativa la risposta torsionale
delledificio.
300
Spostamento [mm]
250
200
150
100
50
0
El Centro Taft Petrovac El Newhall MEDIA
Almendral
4 4 4
3 3 3
2 2 2
1 1 1
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4
4 4 4
3 3 3
2 2 2
1 1 1
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
4 4 4
3 3 3
2 2 2
1 1 1
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4
4 4 4
3 3 3
2 2 2
1 1 1
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4
4 4 4
3 3 3
2 2 2
1 1 1
4 4 4
3 3 3
2 2 2
1 1 1
0 0.3 0.6 0.9 1.2 1.5 0 0.3 0.6 0.9 1.2 1.5 0 0.3 0.6 0.9 1.2 1.5
3.0
Allungamento max/A. allo snervamento
2.5
2.0
1.5
1.0
0.5
0.0
I piano II piano III piano IV piano MEDIA
360
330
300
270
Numero di sezioni
240
210
180
150
120
90
60
30
0
Fessurate Snervate Crisi del cls
Capitolo VI
Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in
pianta
6.2.1 Geometria
Ledificio progettato secondo diverse prescrizioni di quattro piani, con sei
telai resistenti lungo le due direzioni ortogonali X e Y, come mostrato in figura
6.2. La pianta di forma rettangolare con lati di dimensioni 10 ed 8 m. Il lato
asimmetrico quello lungo X con i telai disposti rispettivamente alle ascisse
x=0, x=3m e x=10m; quello simmetrico, lungo Y, ha i telai in corrispondenza
delle ordinate y=0, y=4m ed y=8m. Linterpiano costante lungo tutta laltezza
delledificio ed di 3m. I pilastri, di sezione costante a ciascun piano, al primo
livello hanno dimensione pari a 50x50 cm2, allultimo 35x35 cm2, essendo
rastremati di 5 cm per ogni piano. Tutte le travi hanno la stessa sezione pari a
30x50 cm2.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 133
3 82.292 8.39
4 76.892 7.84
Spettri
Spettro di progetto Spettro di risposta elastico
1.20
1.10
1.00
0.90
Accelerazione
0.80
0.70
0.60
0.50
0.40
0.30
0.20
0.10
0.00
0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 0.45 0.50 0.55 0.60
Periodo
Fb = S d (T1 )W (6.1)
z i Wi
Fi = Fb (6.2)
z jW j
essendo zi laltezza del piano i-esimo e Wi il suo peso sismico.
Dopo tale verifica, ledificio stato progettato mediante analisi modale,
analisi statica equivalente con il calcolo delle eccentricit descritto
nellappendice A dellEurocodice 8 [CEN 1994b] e mediante analisi statica
equivalente con calcolo delleccentricit effettuato secondo le prescrizioni
dellUniform Building Code.
Nel primo caso stato utilizzato il programma di calcolo SAP90 [CSI
1991].
Nel secondo caso sorta innanzitutto la necessit di calcolare ad ogni piano
leccentricit statica e0, vale a dire la distanza fra baricentro delle masse,
assunto coincidente col baricentro geometrico dellimpalcato, e baricentro
delle rigidezze, che, ovviamente, sar spostato nella direzione in cui traslato
il telaio centrale. La posizione di tale baricentro stata valutata calcolando le
rigidezze effettive di ciascun telaio, vale a dire applicando le forze orizzontali
statiche di progetto e facendo il rapporto fra il taglio relativo al telaio in esame
ed il suo spostamento di interpiano. Leccentricit statica risultata
coincidente a tutti i piani e circa pari a 0.65 m.
A questo punto opportuno osservare che si potuta utilizzare unanalisi
statica sebbene ledificio sia irregolare in pianta, perch lo stesso soddisfa due
requisiti:
136 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta
M i1 = Fi emin = Fi e0 (6.4)
e1 = emax = e0 (6.5)
e 2 = e min = e0 0 (6.6)
I tagli massimi lungo il lato simmetrico, vale a dire lungo X, sono uguali per
le due analisi statiche, in quanto non c leffetto dovuto alleccentricit; da ci
segue che il coefficiente riduttivo nei due casi lo stesso. Operando in campo
elastico lecito, a questo punto, moltiplicare le forze orizzontali, da applicare
ai casi statici, per i coefficienti prima calcolati cos da progettare le strutture a
parit di resistenza totale.
Il calcolo delle sollecitazioni di progetto stato eseguito tenendo conto,
come prescritto dallEurocodice 8, degli effetti ortogonali, secondo le
combinazioni (3.31) e (3.32).
138 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta
800
700
600
Taglio [kN]
500
400
300
200
100
0
IV III II I
Piano
90
80
Spostamento [mm]
70
60
50
40
30
20
10
0
IV III II I
Impalcato
1
0.9
0.8
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0
IV III II I
Piano
8
7
Rotazione [mrad]
6
5
4
3
2
1
0
I II III IV
Impalcato
IV
Interpiano
III
II
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamento di interpiano/Hi [% ]
Telaio 2
IV
Interpiano
III
II
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamento di interpiano/Hi [% ]
IV
Interpiano
III
II
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamento di interpiano/Hi [% ]
Analisi modale
9.00
8.00
Duttilit richiesta
7.00
6.00
5.00
4.00
3.00
2.00
1.00
0.00
0 1 2 3 4
Telaio
EC8
9.00
8.00
Duttilit richiesta
7.00
6.00
5.00
4.00
3.00
2.00
1.00
0.00
0 1 2 3 4
Telaio
UBC
9.00
8.00
Duttilit richiesta
7.00
6.00
5.00
4.00
3.00
2.00
1.00
0.00
0 1 2 3 4
Telaio
Analisi modale
12
Rotazione [mrad]
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
EC8
12
Rotazione [mrad]
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
UBC
12
Rotazione [mrad]
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
Analisi modale
14
Duttilit richiesta .
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
EC8
14
Duttilit richiesta .
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
UBC
14
12
Duttilit richiesta .
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
Figura 6.11. Duttilit richiesta alle travi (media dei cinque terremoti).
152 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta
Analisi modale
16
14
Rotazione [mrad]
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
EC8
16
14
Rotazione [mrad]
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
UBC
16
14
Rotazione [mrad]
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
Figura 6.12. Rotazioni massime dei pilastri (media dei cinque terremoti).
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 153
6.4 CASO DI EDIFICIO CON ECCENTRICIT DI MASSA
2
e1 = e max = e 0 + 0.05 L max 1 (6.11)
1.2 avg
154 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta
2
e 2 = e min = e0 0.05 L max 1 0 (6.12)
1.2 avg
max
Considerando che, secondo quanto detto in precedenza, risulta = 1.35 ,
avg
allora si ottiene e1 = 1.76 m ed e2 = 1.50 m. Poich risulta e2 > 0, allora si
assume e2 = 0, cio la forza applicata nel centro delle rigidezze.
Si proceduto, quindi, al calcolo dei tagli complessivi alla base agenti sia
lungo la direzione del riferimento globale Y, che lungo X per i tre casi di
analisi dinamica, analisi statica equivalente secondo lEurocodice 8 ed analisi
statica equivalente secondo lUniform Building Code. Sono stati, quindi,
calcolati i coefficienti riduttivi dei tagli ricavati nei casi statici, necessari al fine
di eguagliare questi quelli ottenuti mediante analisi dinamica. Si ottenuto:
800
700
600
Taglio [kN]
500
400
300
200
100
0
IV III II I
Piano
90
80
Spostamento [mm]
70
60
50
40
30
20
10
0
IV III II I
Impalcato
8
7
Rotazione [mrad]
6
5
4
3
2
1
0
I II III IV
Impalcato
IV
Interpiano
III
II
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamenti di interpiano/Hi [%]
Telaio 2
IV
Interpiano
III
II
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamenti di interpiano/Hi [%]
IV
Interpiano
III
II
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamenti di interpiano/Hi [%]
Analisi modale
14
12
Duttilit richiesta .
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
EC8
14
Duttilit richiesta .
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
UBC
14
Duttilit richiesta .
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
Figura 6.18. Duttilit richiesta alle travi (media dei cinque terremoti).
160 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta
Analisi modale
16
14
Rotazione [mrad]
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
EC8
16
14
Rotazione [mrad]
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
UBC
16
14
Rotazine [mrad]
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
Figura 6.19. Rotazioni massime dei pilastri (media dei cinque terremoti).
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 161
In figura 6.16 sono riportate le massime rotazioni degli impalcati.
Confrontandole col caso in cui non era presente leccentricit di massa [Fig.
6.7], si osserva che esse sono pressoch raddoppiate, come era prevedibile.
Ancora una volta si osserva che ledificio progettato secondo lUniform
Building Code ruota pi di quello progettato secondo lEurocodice 8, che a sua
volta ruota di pi di quello progettato mediante analisi dinamica; tuttavia le
differenze percentualmente diminuiscono.
Nella figura 6.17 sono riportati i massimi spostamenti di interpiano, in
percentuale rispetto allaltezza di piano, calcolati relativamente al telaio posto
sul lato rigido (1), a quello centrale e a quello posto sul lato flessibile (3).
Come per le quattro figure precedenti, leccitazione sismica quella di El
Centro bidirezionale. Anche in questo caso, da un punto di vista qualitativo,
sono confermati i risultati mostrati nei paragrafi 6.3.1 e 6.3.2. [fig. 6.8], pur se
sono evidenti le conseguenze dellincremento di rotazione degli impalcati.
Infatti, gli spostamenti di interpiano massimi relativi ai due telai posti sul lato
rigido delledificio decrescono, mentre aumentano quelli relativi al telaio posto
sul lato flessibile.
Quanto detto evidente in figura 6.18 dove riportata, per ciascuno dei tre
telai e per ciascuno dei tre edifici, la media per piano delle massime duttilit
richieste alle travi. Il modo in cui tale figura deve essere letta stato
diffusamente spiegato in precedenza. A differenza delle figure precedenti i
risultati riportati sono relativi alle medie fatte piano per piano considerando
tutti e cinque i terremoti utilizzati. Lincremento di rotazione degli impalcati,
rispetto al caso di assenza di eccentricit di massa [fig. 6.9], accentua le
differenze di duttilit richiesta tra i telai appartenenti al lato rigido e quello
appartenente al lato flessibile, pur se gli andamenti rimangono inalterati.
Questo risultato molto importante, dal momento che mostra come tutte le
metodologie progettuali prescritte siano carenti, in quanto proteggono poco gli
elementi strutturali appartenenti al lato flessibile rispetto a quelli posti sul lato
opposto. Tale osservazione evidente nel caso dellUniform Building Code, la
cui caratteristica proprio quella di proteggere maggiormente il telaio posto
sul lato pi vicino al centro delle rigidezze. E da sottolineare, infine, il
comportamento delledificio progettato secondo lanalisi statica equivalente
prescritta dallEurocodice 8; nonostante le prescrizioni di tale codice mirino ad
assegnare pi resistenza agli elementi strutturali lontani dal centro delle
rigidezze, anche in tal caso tali elementi sono i pi danneggiati.
162 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta
Le medie per i cinque terremoti utilizzati delle medie per piano delle
rotazioni massime alle estremit delle colonne, riportate in figura 6.19
confermano quanto sopra osservato.
800
700
600
Taglio [kN]
500
400
300
200
100
0
IV III II I
Piano
90
80
Spostamento [mm]
70
60
50
40
30
20
10
0
IV III II I
Impalcato
8
7
Rotazione [mrad]
6
5
4
3
2
1
0
I II III IV
Impalcato
IV
Interpiano
III
II
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamento di interpiano/Hi [%]
Telaio 2
IV
Interpiano
III
II
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamento di interpiano/Hi [%]
IV
Interpiano
III
II
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3
Spostamento di interpiano/Hi [%]
Analisi modale
14
Duttilit richiesta .
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
EC8
14
Duttilit richiesta .
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
UBC
14
Duttilit richiesta .
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
Figura 6.25. Duttilit richiesta alle travi (media dei cinque terremoti).
168 Capitolo VI Analisi non lineari relative ad edifici irregolari in pianta
Analisi modale
16
Rotazione [mrad] .
14
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
EC8
16
14
Rotazione [mrad] .
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
UBC
16
Rotazione [mrad] .
14
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4
Telaio
Figura 6.26. Rotazioni massime dei pilastri (media dei cinque terremoti).
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 169
Capitolo VII
Conclusioni
secondaria. Inoltre, lincremento dei loro massimi valori vettoriali, valutati cio
considerando la radice quadrata della somma dei quadrati dei valori ottenuti in
direzione X ed Y, dovuto alleccitazione bidirezionale rispetto a quella
unidirezionale, basso. Ci dovuto al fatto che, quando agiscono entrambe le
componenti del terremoto, ledificio oscilla in molte direzioni;
conseguentemente, il danno ed in particolare lo spostamento plastico non si
accumula in una sola direzione, come nel caso in cui agisce la sola componente
principale del sisma. Questo effetto globalmente copre anche il possibile
decremento di resistenza dovuto allinterazione, sul dominio plastico delle
sezioni dei pilastri, tra i momenti flettenti agenti nelle due direzioni e lo sforzo
normale (interazione triassiale). Si osserva, quindi, che, quando si vuole
confrontare la risposta di una struttura sotto eccitazione unidirezionale con
quella ottenuta sotto eccitazione bidirezionale, i parametri della risposta
caratterizzati da una direzione, come gli spostamenti ed i tagli, ottenuti in
questo secondo caso non vanno valutati calcolandone il massimo vettoriale.
Osservando i massimi spostamenti di interpiano, si deduce che nel caso in
cui agiscono entrambe le componenti orizzontali del terremoto i piani bassi
sono pi danneggiati rispetto al caso in cui agisce la sola componente
principale dellazione sismica; ci non si verifica ai piani alti. Questa una
chiara conseguenza dellincremento di variazione di sforzo normale
determinato nei pilastri dalleccitazione sismica bidirezionale. La conferma
viene proprio dallanalisi del danneggiamento delle sezioni trasversali dei
pilastri; in media, considerando lintero edificio, la richiesta plastica
dellarmatura delle colonne aumenta del 40% rispetto al caso unidirezionale,
mentre il numero di sezioni in cui il calcestruzzo va in crisi per compressione
cinque volte maggiore. Questo incremento dipende non solo dallaumento della
variazione dello sforzo normale, ma anche dallaumento di energia che la
struttura deve assorbire quando eccitata da entrambe le componenti
dellazione sismica ed anche legato agli effetti dellinterazione triassiale.
Volendo valutare, quindi, in base ai risultati ottenuti, le prescrizioni
dellEurocodice 8, simili a quelle delle altre moderne normative, relativamente
agli effetti ortogonali, si deve concludere che, se si considera la risposta
globale della struttura, esse appaiono cautelative; ad una conclusione opposta
si giunge, invece, osservando il danneggiamento delle sezioni trasversali dei
pilastri. Tale differenza probabilmente in parte legata alla non eccessiva
sofisticatezza del modello numerico utilizzato per le colonne.
Comportamento sismico degli edifici intelaiati in c.a. con irregolarit in pianta 171
Come stato detto nel primo capitolo di questa dissertazione, lobiettivo
principale della stessa quello di valutare la bont di alcune prescrizioni di
normativa in merito al progetto di edifici irregolari in pianta. Per questo motivo
un edificio di quattro piani intelaiato in cemento armato stato progettato
mediante analisi modale, analisi statica equivalente secondo quanto dettato
dallEurocodice 8 ed analisi statica equivalente secondo le prescrizioni
dellUniform Building Code. E stato considerato sia il caso in cui tale edificio
presentasse unicamente eccentricit del centro rigidezze, sia il caso in cui alla
stessa fosse aggiunta un'eccentricit del baricentro, dovuta alla traslazione
dello stesso di un metro nella direzione del lato flessibile delledificio. Poich
interessava capire quali delle tre metodologie progettuali distribuisse meglio le
resistenze, si operato sia a parit di geometria che a parit di resistenza
globale, cio uguagliando nei tre casi i tagli alla base di progetto in ciascuna
delle due direzioni principali della struttura.
Per gli edifici cos progettati, stata utilizzata la stessa modellazione
numerica tarata mediante confronto con i dati sperimentali. Inoltre, nel caso
delle analisi non lineari, tali edifici sono stati sollecitati mediante entrambe le
componenti orizzontali di cinque terremoti storici.
I risultati ottenuti mostrano che il progetto mediante lanalisi statica
equivalente secondo lUniform Building Code determina una distribuzione
delle resistenze da cui risulta un danneggiamento degli edifici globalmente
minimo; infatti i due telai posti sul lato rigido della struttura sono meno
danneggiati rispetto agli stessi progettati secondo le altre due metodologie. Si
deve sottolineare, per, che, al contrario, dal confronto emerge che il telaio
posto sul lato flessibile presenta gli spostamenti e le richieste plastiche
massime. Questo dato certamente negativo dal momento che tutte e tre le
metodologie progettuali adottate determinano una distribuzione delle resistenze
tale che le richieste plastiche maggiori sotto azioni sismiche sono relative al
telaio appartenente al lato flessibile della struttura; perci proprio tale telaio
delledificio progettato secondo la normativa americana a presentare in
assoluto la peggiore risposta. Al contrario il progetto mediante analisi dinamica
appare quello da cui scaturisce la risposta della struttura pi uniforme, nel
senso che le richieste plastiche dei tre telai tendono ad essere meno differenti
ed, in particolare, quella massima, sempre relativa al lato deformabile,
minore rispetto a quella ottenuta progettando mediante le due analisi statiche
equivalenti.
172 Capitolo VII Conclusioni
Bibliografia
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