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Progetti di Ponti M
PROGETTO DI UN PONTE
A TRAVATE IN C.A.P.
RELAZIONE DI
CALCOLO STRUTTURALE
Vitali Matteo
Studenti:
Vittori Giulio
0 Sommario
3 Materiali .......................................................................................................................... 8
3.1 Calcestruzzo............................................................................................................... 8
Sommario 3
4.3.2.3 Dimensionamento armatura .................................................................... 40
4 Sommario
5 Travi longitudinali in c.a.p. ............................................................................................ 57
Sommario 5
5.5.1 Sezione L/2..................................................................................................... 130
6 Sommario
1 Descrizione della struttura
Il presente elaborato ha lo scopo di descrivere la progettazione di un ponte a travate
realizzato in calcestruzzo armato precompresso. L’opera sarà collocata lungo una strada statale
appartenente al comparto ANAS di Bologna. Il ponte dovrà rispettare le richieste della
committenza, ovvero:
Il ponte deve essere realizzato per sopportare sia le sollecitazioni dovute a pesi propri e
veicoli in transito, sia le aggressioni chimico-fisiche imputabili agli agenti atmosferici ed
all’ambiente in cui si trova inserito. Pertanto è molto importante che la struttura, col passare del
tempo, sia immune da lesioni e fessure, o che esse siano contenute nei limiti previsti da
normativa, in modo da non pregiudicare l'affidabilità dell'intera opera. Il dimensionamento della
struttura è governato prevalentemente dalle verifiche di resistenza del calcestruzzo, alle quali si
affiancano anche le verifiche di fessurazione. Visto l’interesse dell’opera, classificabile come
ponte d’importanza strategica, si è stabilito di assumere una vita nominale dell’opera pari a
quella dettata dalla normativa vigente, 100 anni.
3 Materiali
La scelta dei materiali adottati e delle loro caratteristiche è stata eseguita nel rispetto delle
richieste prestazionali della costruzione, in accordo con i criteri presenti in normativa.
3.1 Calcestruzzo
Con riferimento alle condizioni di esercizio dell’opera, le diverse parti che la compongono
rientrano in differenti classi d’esposizione a seconda della loro funzione strutturale e posizione.
Le travi prefabbricate in CAP, i traversi realizzati in opera e le lastre tralicciate, dato che si
trovano, in posizione meno esposta (rispetto alla soletta) agli agenti esterni, atmosferici e non,
ricadono in classe di esposizione XC3.
Per tutti gli elementi strutturali è stata scelta una classe di resistenza del calcestruzzo pari
alla minima consentita, ovvero C30/37; fanno eccezione le travi precompresse per le quali si
8 Normativa di riferimento
utilizza un calcestruzzo C45/55 comunemente utilizzato nella realizzazione di elementi
prefabbricati.
Materiali 9
Contenuto Ø max
Classe di Classe di Rapporto
Elemento min cemento aggregato
esposizione resistenza max a/c
(kg/m3) (mm)
Soletta XF4 C30/37 0,45 340 25
Travi
XC3 C45/55 0,55 280 20
prefabbricate
Traversi in
XC3 C30/37 0,55 280 25
opera
Predalles XC3 C30/37 0,55 280 25
3.1.1 Copriferro
Ad ogni elemento strutturale, nota la classe di esposizione, la normativa associa una
condizione ambientale; con riferimento ai copriferri minimi indicati (Tabella C4.1.IV)
considerando la tipologia id elemento, l’armatura e la classe di resistenza del calcestruzzo si
ottiene un valore di minimo di copriferro. Considerando anche le tolleranze di posa (5 mm) e
l’incremento dovuto ad una vita utile di 100 anni (10 mm), si ottiene il valore effettivo di
copriferro, inteso come ricoprimento delle barre d’armatura.
Nel caso di elementi prefabbricati, per i quali è ragionevole supporre una precisione di
realizzazione maggiore rispetto ai manufatti gettati in opera, il copriferro è ridotto di 5 mm,
annullando così le tolleranze di posa.
Nel caso della soletta di impalcato, per la quale la classe di resistenza del calcestruzzo
utilizzato è inferiore a quella minima per condizioni ambientali molto aggressive, il copriferro
minimo è aumentato di 5 mm.
10 Materiali
Materiali 11
Incremento Tolleranza Copriferro
Condizioni CF
Elemento Barre CF Vn=100 di posa adottato
ambientali minimo
anni (mm) (mm) (mm)
Molto
Soletta C.A. 40+5 10 5 60
aggressive
Travi C.A. 20-5 10 5 30
Ordinarie
prefabbricate C.A.P. 30-5 10 5 40
Traversi in
Ordinarie C.A. 25 10 5 40
opera
Predalles Ordinarie C.A. 20-5 10 5 30
3.2 Acciaio
Vengono utilizzate barre d’acciaio per cemento armato B450C le cui caratteristiche sono
riportate nella normativa al 11.3.2.1:
Per quanto riguarda la realizzazione delle travi prefabbricate in C.A.P. sono stati utilizzate
armature in acciaio armonico le cui caratteristiche minime sono riportate nella normativa al
11.3.3.1. Di seguito le caratteristiche nominali delle armature adottate:
Tipologia Ø (inches) Ø (mm) A (mm2) fptk (MPa) fp(1)k (MPa) Agt Ep (MPa)
Trefoli 0.6 15.2 140 1860 1670 ≥3.5 201000
12 Materiali
4 Soletta d’impalcato
Il primo elemento strutturale da dimensionare e verificare è la soletta di impalcato; questa
è al primo posto nella catena di trasmissione dei carichi che va dal loro punto di applicazione sino
a terra: si tratta infatti dell’ultimo componente strutturale realizzato nelle fasi di cantiere.
Note le richieste del committente circa la categoria del ponte, il pacchetto stradale e le
dimensioni, è stato realizzato un dimensionamento di massima della struttura; successivamente
la stessa è stata verificata sia agli Stati Limite Ultimi che agli Stati Limite di Esercizio secondo la
normativa vigente (NTC/2008).
Per quanto riguarda il pacchetto stradale applicato all’estradosso della soletta d’impalcato,
è richiesta una doppia pendenza trasversale del 2,5% ed uno spessore minimo di 11 cm. La
pavimentazione stradale è stata quindi realizzata in tre differenti strati sovrapposti:
Soletta d’impalcato 13
4.2 Dimensionamento soletta
Una volta noti i dettagli del pacchetto stradale e gli ingombri effettivi, sia trasversali che
longitudinali, del manufatto da realizzare, è stato eseguito un dimensionamento di massima
dell’opera; in particolare l’altezza della soletta è stata assunta pari a 26 cm, dei quali 6 cm
realizzati con lastre Predalles prefabbricate e i restanti 20 cm gettati in opera. Poiché la
committenza ha richiesto la realizzazione di un ponte realizzato con travate in calcestruzzo
armato precompresso aventi sezione trasversale a I, si è reso necessario conoscere il numero
esatto di travi da utilizzare per ogni campata del ponte; per aiutare il progettista in questa
decisione, il prefabbricatore mette a disposizione una scheda tecnica del prodotto in cui riporta,
tra gli altri dati, anche l’interasse massimo tra le travi in funzione della luce di calcolo del ponte.
Tale scheda è riportata di seguito.
Poiché la luce di calcolo delle travi in questione risulta essere pari a 31 m, l’interasse
trasversale delle stesse non può eccedere i 2,40 m; tuttavia, tali calcoli sono stati eseguiti dal
produttore facendo riferimento a vecchie normative, le quali non contemplavano l’entità attuale
14 Soletta d’impalcato
dei carichi. Per questo motivo è stato considerato, a favore di sicurezza, un interasse di 2 m,
distanza tra gli assi longitudinali delle travi. Pertanto, data la larghezza dell’impalcato, ovvero 12
m, sono state utilizzate 6 travi a I.
Per realizzare la soletta d’impalcato si procede operativamente disponendo sulle travi già
posizionate le lastre Predalles in direzione trasversale all’asse longitudinale dell’opera;
successivamente dopo aver armato la soletta e fissato le velette laterali prefabbricate, si procede
al getto della soletta. Durante questo iter operativo si possono individuare 2 fasi distinte:
Fase 1: sulle travi sono state disposte tutte le lastre prefabbricate e le armature. Viene
effettuato il getto della soletta. In questa fase la soletta, ancora fluida, risulta essere un
carico che le lastre Predalles devono sostenere, fungendo pertanto da cassero a perdere;
Fase 2: il calcestruzzo armato della soletta ha fatto presa e si è indurito, per cui la struttura
nel suo complesso risulta essere solidale; i carichi locali concentrati (impronte di carico) sulla
soletta sollecitano una sezione resistente in c.a. di 26 cm di spessore.
Le suddette fasi si distinguono sia per lo stato fisico del calcestruzzo che compone la soletta
sia per i differenti schemi statici e carichi sollecitanti.
4.2.1 Fase 1
Nella prima fase le lastre Predalles fungono da elemento portante per la soletta fluida
gettata sopra; esse sono realizzate in stabilimento e posate in opera. Rispetto alle classiche lastre
tralicciate utilizzate nella realizzazione dei solai, quelle da ponte non presentano blocchi di
alleggerimento incorporati e sono caratterizzate da armature continue per tutta la lunghezza con
Soletta d’impalcato 15
interruzione del fondello di calcestruzzo in corrispondenza delle travi. Come schema statico è
lecito adottare quello di trave appoggiata ad entrambi gli estremi; nei calcoli, al fine di
schematizzare il reale comportamento della Predalles e a favore di sicurezza, si adotta come luce
di calcolo la luce netta tra le ali superiori delle travi incrementata del 5%.
Nota l’altezza finale della soletta si possono ricavare i carichi ed effettuare le verifiche di
fase 1 (con riferimento ad una striscia di lastra prefabbricata di larghezza unitaria). Si rimane in
regime elastico poiché non è ammissibile che il calcestruzzo armato si deformi plasticamente
prima ancora di raggiungere le massime condizioni d’esercizio; in questa fase infatti gli unici
carichi sopportati dal sistema sono rappresentati dal peso proprio (G1) della soletta fluida:
16 Soletta d’impalcato
e da un sovraccarico dovuto ai mezzi d’opera presenti sul ponte:
𝑃𝑚.𝑜. = 2 𝑘𝑁/𝑚2
1Ø5
𝐴𝑠 = 4Ø8 + = 201 + 131 = 332 𝑚𝑚2
15
𝑙𝑐2 1.35
𝑚 = 𝑃 ∗ = (6.50 + 2) ∗ = 1.94 𝑘𝑁𝑚/𝑚
8 8
In regime elastico si può adottare il “metodo delle tensioni ammissibili” secondo il quale la
forza di trazione nelle armature risulta:
𝑚 1.94
𝑆= ∗1= = 17.32 𝑘𝑁
ℎ0 0.112
𝑆 17.32 ∗ 103
𝜎𝑠 = = = 52.17 𝑀𝑃𝑎 < 255 MPa < 0.8 𝑓𝑦𝑘 = 360 𝑀𝑃𝑎
𝐴𝑠 332
Dopo aver verificato che l’armatura inferiore, sottoposta a trazione, rimanga in campo
elastico, è necessario controllare che i ferri compressi, snelli e liberi di muoversi all’interno del
getto di calcestruzzo armato fresco, non si instabilizzino.
Si ipotizza che le staffe del traliccio costituiscano un vincolo rigido per gli spostamenti del
corrente superiore e quindi si assume come lunghezza libera d’inflessione la distanza tra le staffe
stesse (l0=0,20 m). Il raggio d’inerzia della sezione in acciaio del corrente superiore è:
𝐽 Ø2 Ø 10
𝑖Ø10 = √ = √ = = = 2.5 𝑚𝑚
𝐴 16 4 4
𝑙0 200
𝜆= = = 80
𝑖 2.5
Soletta d’impalcato 17
Utilizzano il metodo omega e riferendosi alla tabella del Fe510 – curva c riportata nel
bollettino CNR-UNI 10011/97, si ottiene:
𝜔 = 1.97
In particolare ci si riferisce alla curva c poiché l’armatura superiore del traliccio non rientra
tra le altre classi (a, b, d) descritte nel bollettino.
𝑆 17320
𝜎𝑠 = 𝜔 ∗ ′
= 1.97 ∗ = 217 𝑀𝑃𝑎 < 255 𝑀𝑃𝑎
𝐴𝑠 157
4.2.2 Fase 2
Nella seconda fase la parte di soletta gettata in opera, avendo già fatto presa, collabora
nella distribuzione dei carichi; si procede quindi alle verifiche locali della soletta, rifacendosi alle
indicazioni apposite riportate al capitolo V della normativa vigente.
I carichi che agiscono sulla soletta di impalcato durante l’esercizio del ponte si suddividono
in due categorie:
Carichi permanenti portati (G2): dovuti alla presenza del pacchetto stradale;
Carichi variabili da traffico (q): impronte di carico dei veicoli sulla struttura.
18 Soletta d’impalcato
Per entrambe le tipologie di carico, è possibile adottare uno schema statico di trave
continua su più appoggi; questa condizione risulta abbastanza verosimile, poiché una striscia di
soletta con profondità unitaria risulta essere modellabile a trave e le travate precompresse
esplicano un vincolo di appoggio rigido esterno in corrispondenza dell’asse medio della loro
sezione.
𝛾 = 22 𝑘𝑁/𝑚3
Applicando tale carico sulle 5 campate centrali della trave (sbalzi laterali esclusi), il massimo
momento sia positivo in campata che negativo all’appoggio può essere assunto in via
approssimata, pari a:
±
𝑙2 22
𝑚𝑝𝑝 = 𝑞𝑝𝑝 ∗ = 3.96 ∗ = 1.32 𝑘𝑁𝑚/𝑚
12 12
Ed il taglio:
𝑙 2
𝑣𝑝𝑝 = 𝑞𝑝𝑝 ∗ = 3.96 ∗ = 3.96 𝑘𝑁/𝑚
2 2
Per prima cosa è necessario determinare il numero di corsie convenzionali sulla base della
larghezza relativa carreggiata stradale. Le larghezze wl delle corsie convenzionali su una
carreggiata ed il massimo numero (intero) possibile di tali corsie su di essa sono indicati al
paragrafo 5.1.3.3.2 e riportate nella seguente tabella:
Soletta d’impalcato 19
La norma specifica che la disposizione e la numerazione delle corsie va determinata in
modo da indurre le più sfavorevoli condizioni di progetto. Per ogni singola verifica globale quindi
il numero di corsie da considerare caricate, la loro disposizione sulla carreggiata e la loro
numerazione vanno scelte in modo che gli effetti della disposizione dei carichi risultino i più
sfavorevoli. La corsia che, caricata, dà l’effetto più sfavorevole è la Corsia Numero 1; la corsia che
dà il successivo effetto più sfavorevole è la Corsia Numero 2, e così via. Nel caso in esame,
essendo la carreggiata larga 11 m, il ponte potrà essere suddiviso al più in 3 corsie convenzionali
ciascuna larga 3 metri, con una parte rimanente larga 2 m.
Per ciascuna singola verifica e per ciascuna corsia convenzionale, si applicano specifici
schemi di carico, disposti in modo tali da ottenere l’effetto più sfavorevole. In particolare, la
normativa prevede:
20 Soletta d’impalcato
In accordo con la normativa e con la committenza, sulla base dei carichi mobili ammessi al
transito il ponte si classifica di 1^ categoria; pertanto i valori indicati negli schemi di carico sono
da assumere nella loro interezza.
Soletta d’impalcato 21
Per le strutture secondarie di impalcato quali soletta, cordoli e sbalzi, la normativa prevede
solamente verifiche di tipo locale; in particolare i carichi concentrati da considerarsi ai fini delle
verifiche locali ed associati agli schemi di carico si assumono uniformemente distribuiti sulla
superficie della rispettiva impronta. La diffusione attraverso la pavimentazione e lo spessore della
soletta avviene secondo un angolo di 45°, fino al piano medio della struttura della soletta
sottostante, assunto come riferimento per il calcolo della stessa. Nel calcolo delle strutture
secondarie dell’impalcato, si devono prendere in considerazione i carichi relativi agli schemi (1 e
2), nelle posizioni di volta in volta più gravose per l’elemento considerato. Per massimizzare la
sollecitazione in esame, si può considerare il carico associato allo schema 2, disposto nel modo
più sfavorevole e supposto viaggiante in direzione longitudinale sul ponte.
Noto lo schema statico di trave continua su più appoggi con cui si schematizza la situazione
statica del piano medio della soletta, è necessario sottolineare come le massime sollecitazioni in
termini di momento e taglio siano indotte da caricamenti differenti. I calcoli delle sollecitazioni
sono stati eseguiti con il software F.E.M. Straus7, modellando il ponte in modo da escludere gli
sbalzi isostatici laterali (parti di soletta situate oltre le travi d’estremità) e lo sbalzo retrotrave,
analizzati separatamente.
Nel caso in cui si consideri il momento positivo, ovvero quello che tende le fibre inferiori
della soletta, questo assume valore massimo in corrispondenza della mezzeria di ogni campata
tra due travi ed è determinato da una singola impronta dello schema di carico 2. Nello specifico,
riconducendo il calcolo all’asse medio della soletta ed applicando la diffusione dei carichi
concessa dalla normativa si ottiene una larghezza di carico in direzione trasversale pari ad:
0.26
𝑎 = 0.60 + 2 ∗ (0.11 + ) = 1.08 𝑚
2
22 Soletta d’impalcato
ed in direzione longitudinale (direzione del moto) si ottiene:
0.26 2.00
𝑏 = 0.35 + 2 ∗ (0.11 + )+ = 1.83 𝑚
29 2
Così facendo, si adotta, al fine dei calcoli, una sezione resistente di 0,26 x 1,83 m. Nella
diffusione dei carichi si è adottato lo spessore minimo della pavimentazione, al fine di considerare
un allargamento d’impronta piccolo con carico più elevato. La lunghezza b è stata aumentata di
una quantità pari alla metà dell’interasse delle travi, tenendo conto così dell’effetto lastra della
soletta.
200 𝑘𝑁/𝑚
𝑞= = 185.19
1.08 1.83 𝑚
Soletta d’impalcato 23
Il momento positivo massimo ed il taglio massimo valgono rispettivamente:
55.75 𝑘𝑁𝑚
𝑚𝑞+ = = 30.46
1.83 𝑚
118.15 𝑘𝑁
𝑣𝑞 = = 64.56
1.83 𝑚
Nel caso in cui si consideri il momento negativo, che tende le fibre superiori della soletta,
questo assume valore massimo in corrispondenza della trave situata tra le due campate caricate
ed è determinato dallo schema di carico 1. Nello specifico, riconducendo il calcolo all’asse medio
della soletta ed applicando la diffusione dei carichi concessa dalla normativa si ottiene, in
direzione trasversale:
0.26
𝑎 = 0.40 + 2 ∗ (0.11 + ) = 0.88 𝑚
2
2.00
− 0.32
𝑥= 2 = 0.34 𝑚
2
0.26
𝑎 = 0.40 + 2 ∗ (0.11 + ) = 0.88 𝑚
2
Così facendo, si adotta, al fine dei calcoli, una sezione resistente di 0,26 x 2.76 m. Nel calcolo
della diffusione dei carichi si è adottato lo spessore minimo della pavimentazione, al fine di
considerare un allargamento d’impronta piccolo con carico più elevato.
24 Soletta d’impalcato
Lo schema statico (con carico d’impronta q) è allora il seguente.
300 𝑘𝑁/𝑚
𝑞= = 340.91
0.88 2.76 𝑚
Soletta d’impalcato 25
Il momento negativo massimo ed il taglio massimo valgono rispettivamente:
−97.69 𝑘𝑁𝑚
𝑚𝑞− = = −35.39
2.76 𝑚
198.84 𝑘𝑁
𝑣𝑞 = = 72.04
2.76 𝑚
26 Soletta d’impalcato
Considerando in fase di predimensionamento la tensione massima nell’acciaio teso pari a
255 MPa, per ricavare l’area d’armatura necessaria noto il momento sollecitante si usa la
formula:
𝑚
𝐴𝑠,𝑛𝑒𝑐 ≥
𝜎𝑠 ∗ 0.9 ∗ 𝑑
In tale fase si utilizzano i momenti non fattorizzati, sommando il contributo dei permanenti
portati con i valori dovuti ai carichi variabili da traffico. Con riferimento all’armatura inferiore:
+ +
𝑚𝑡𝑜𝑡 = 𝑚𝑝𝑝 + 𝑚𝑞+ = 1.32 + 30.46 = 31.78 𝑘𝑁𝑚/𝑚
31.78 ∗ 103
𝐴+
𝑠,𝑛𝑒𝑐 = = 769 𝑚𝑚2 /𝑚
255 ∗ 0.9 ∗ 0.18
𝐴+ 2
𝑠,𝑑 = 1Ø16/20" = 1005 𝑚𝑚 /𝑚
𝑚𝑚2
𝐴+
𝑠,𝑙𝑜𝑛𝑔 𝑚𝑖𝑛 = 25% (1005 ) = 251 𝑚𝑚2 /𝑚
𝑚
𝐴+ 2
𝑠,𝑙𝑜𝑛𝑔,𝑑 = Ø12/25" = 452 𝑚𝑚 /𝑚
− | −
|𝑚𝑡𝑜𝑡 = |𝑚𝑝𝑝 | + |𝑚𝑞− | = |−1.32| + |−35.39| = 36.71 𝑘𝑁𝑚/𝑚
36.71 ∗ 103
𝐴−
𝑠,𝑛𝑒𝑐 = = 889 𝑚𝑚2 /𝑚
255 ∗ 0.9 ∗ 0.18
𝐴− 2
𝑠,𝑑 = 1Ø16/20" = 1005 𝑚𝑚 /𝑚
𝑚𝑚2
𝐴+
𝑠,𝑙𝑜𝑛𝑔 𝑚𝑖𝑛 = 25% (1005 ) = 251 𝑚𝑚2 /𝑚
𝑚
𝐴+ 2
𝑠,𝑙𝑜𝑛𝑔,𝑑 = Ø12/25" = 452 𝑚𝑚 /𝑚
Soletta d’impalcato 27
4.2.2.4 Verifiche Stati Limite Ultimi
4.2.2.4.1 Verifica a flessione
Al fine di verificare la sezione precedentemente dimensionata è necessario fattorizzare i
momenti secondo le indicazioni della normativa; in particolare, per i carichi della soletta i
coefficienti di sicurezza sono riportati nella seguente tabella.
+
𝑚𝐸𝑑 = 1.5 ∗ 1.32 + 1.35 ∗ 30.46 = 43.10 𝑘𝑁𝑚/𝑚
− |
|𝑚𝐸𝑑 = 1.5 ∗ 1.32 + 1.35 ∗ 35.39 = 49.76 𝑘𝑁𝑚/𝑚
28 Soletta d’impalcato
Le verifiche di resistenza delle sezioni sono state eseguite mediante il software VCA SLU del prof.
Piero Gelfi, di cui si riportano le schermate relative alle verifiche effettuate.
200 1⁄2
2≥𝑘 =1+( ) = 2.05 → 𝑎𝑠𝑠𝑢𝑚𝑜 k = 2
180
1 2⁄
𝑣𝑚𝑖𝑛 = 0.035 ∗ 𝑘 3⁄2 ∗ 𝑓𝑐𝑘 = 0.035 ∗ 23⁄2 ∗ 301⁄2 = 0.542
𝐴𝑠,𝑙 1005
0.02 ≥ 𝜌𝑙 = = = 0.00558
𝑏𝑤 ∗ 𝑑 1000 ∗ 180
Soletta d’impalcato 29
𝜎𝑐𝑝 = 0
Per i calcoli relativi alle verifiche a taglio, è stato realizzato un foglio di calcolo che esegue
in prima istanza la verifica senza armatura specifica e, se questa non risulta soddisfatta, procede
con la formula propria da normativa riguardante elementi armati a taglio. Si riporta quindi la
schermata di tale foglio di calcolo.
30 Soletta d’impalcato
𝑤1 = 0.2 𝑚𝑚; 𝑤2 = 0.3 𝑚𝑚; 𝑤3 = 0.4 𝑚𝑚
La combinazione di azioni utilizzata è quella frequente, poiché più onerosa rispetto a quella
quasi permanente; inoltre l’armatura della soletta è poco sensibile all’apertura di fessure (è
infatti armatura ordinaria e non da precompressione, molto sensibile). Si assume quindi w1 come
valore massimo di apertura di fessura. Combinando opportunamente le azioni sollecitanti, con
riguardo al momento negativo, si ottiene:
avendo fatto riferimento alla Tabella 5.1.VI seguente per i coefficienti di combinazione.
Presa la sezione resistente di soletta con larghezza (direzione longitudinale del ponte)
unitaria, il calcestruzzo che la costituisce risulta reagente a trazione fino al raggiungimento nella
fibra più tesa di fctm.
Soletta d’impalcato 31
La sezione fessurata risulterà parzializzata, pertanto le proprietà meccaniche risultano:
1000 ∗ 463
𝐽𝐼𝐼 = + 6.27 ∗ 1005 ∗ (180 − 46)2 + 6.27 ∗ 1005 ∗ (46 − 80)2 =
3
= 152876735 𝑚𝑚4
𝑚 27.86 ∗ 103
𝜎𝑠𝐼𝐼 = 𝑛 ∗ ∗ (𝑑 − 𝑥𝐼𝐼 ) = 6.27 ∗ ∗ (180 − 46) = 153.11 𝑀𝑃𝑎
𝐽𝐼𝐼 152876735
ℎ−𝑥 ℎ
ℎ𝑐,𝑒𝑓𝑓 = min {2.5 ∗ (ℎ − 𝑑); ; } = min{200; 71; 130} = 71 𝑚𝑚;
3 2
𝐴𝑠 1005
𝜌𝑒𝑓𝑓 = = = 0.01415
𝐴𝑐,𝑒𝑓𝑓 71000
𝑓𝑐𝑡𝑚
𝜎𝑠 − 𝑘𝑡 ∗ ∗ (1 + 𝛼𝑒 ∗ 𝜌𝑒𝑓𝑓 ) 153.11 − 0.4 ∗ 2.30 ∗ (1 + 6.27 ∗ 0.01415)
𝜌𝑒𝑓𝑓 0.01415
𝜀𝑠𝑚 = = =
𝐸𝑠 206000
𝜎𝑠 153.11
= 3.1 ∗ 10−4 ≥ 0.6 ∗ = 0.6 ∗ = 4.460 ∗ 10−4
𝐸𝑠 206000
e, poiché non maggiore del minimo indicato da norma, quest’ultimo è il valore che viene utilizzato
nel calcolo. Data la geometria, il tipo di armatura e la combinazione dei carichi, i vari coefficienti
di calcolo prescritti dalla normativa valgono:
32 Soletta d’impalcato
𝑘𝑡 = 0.4 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎè 𝑐𝑎𝑟𝑖𝑐ℎ𝑖 𝑑𝑖 𝑙𝑢𝑛𝑔𝑎 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑡𝑎
Ø 16
𝛥𝑠,𝑚𝑎𝑥 = 𝑘3 ∗ 𝑐 + 𝑘1 ∗ 𝑘2 ∗ 𝑘4 ∗ = 3.4 ∗ 72 + 0.8 ∗ 0.5 ∗ 0.425 ∗ = 437.03 𝑚𝑚
𝜌𝑒𝑓𝑓 0.01415
Nella soletta, sotto questa combinazione di carico si formano quindi fessure, il cui valore
risulta però inferiore al limite normativo, quindi la verifica è soddisfatta.
Per le verifiche a fessurazione degli elementi strutturali inflessi è stato realizzato un foglio
di calcolo che procede sempre secondo il procedimento appena riportato, ovvero prima verifica
l’eventuale formazione di fessura (superamento fctm). Se questa condizione si verifica, si procede
al calcolo dell’ampiezza massima confrontandola con il valore di normativa. Si riporta quindi la
schermata del suddetto foglio.
Soletta d’impalcato 33
Le verifiche di fessurazione sulla sezione della soletta sollecitata dal momento positivo sono
state omesse poiché implicitamente soddisfatte. Infatti la sezione risulta simmetrica rispetto ad
un asse baricentrico orizzontale e il momento positivo è minore di quello negativo (in valore
assoluto): l’apertura di fessura al lembo inferiore è quindi più piccola di 0.195 mm e dunque non
supera il limite di normativa.
La soletta di impalcato è composta, oltre che dalla parte centrale in cui tutti i bordi della
lastra poggiano sulle travi, anche da parti d’estremità come gli sbalzi laterali, in angolo nel
retrotrave. Queste zone sono maggiormente critiche rispetto alle altre: a parità di sezione
resistente si aggravano le sollecitazioni poiché gli schemi statici diventano a mensola.
34 Soletta d’impalcato
La posizione delle varie zone è facilmente comprensibile facendo riferimento all’immagine
soprastante.
Poiché anche queste porzioni di struttura sono assimilabili ad una parte specifica della
soletta di impalcato, nel loro calcolo si procederà per fasi similmente a quanto fatto con le altre
zone.
Soletta d’impalcato 35
4.3.1 Fase 1
Nella prima fase le lastre Predalles fungono da elemento portante per la soletta fluida
gettata sopra; esse sono realizzate in stabilimento e posate in opera. In aggiunta alle lastre posate
orizzontalmente, per chiudere lateralmente il cassero si utilizzano le velette fermagetto,
anch’esse prefabbricate; questi elementi oltre alla funzione di cassero a perdere, possiedono
quella di finitura laterale dell’impalcato.
La posa in opera delle velette avviene in maniera rapida e semplice, poggiando la staffa
triangolare sul distanziatore che la sostiene rispetto al fondello della Predalles, in modo da
consentire il passaggio degli inerti in fase di getto.
36 Soletta d’impalcato
Il cordolo viene realizzato con due getti distinti di calcestruzzo, il primo che arriva fino al
livello della soletta (20 cm dal fondello) ed uno ulteriore di completamento fino ad altezza finale
(41 cm) solo per la larghezza interessata dal cordolo (50 cm comprensivi di veletta). Come schema
statico è lecito adottare quello di trave a mensola; nei calcoli, al fine di schematizzare il reale
comportamento della Predalles, appoggiata non solo puntualmente sull’anima ma anche lungo
l’ala superiore della trave, si adotta come lunghezza effettiva la luce netta tra le ali superiori
incrementata del 5%.
Nota l’altezza finale della soletta si possono ricavare i carichi ed effettuare le verifiche di
fase 1 (con rifermento ad una striscia di lastra prefabbricata di larghezza unitaria). Si rimane in
regime elastico poiché non è ammissibile che il calcestruzzo armato si deformi plasticamente
prima ancora di raggiungere le massime condizioni d’esercizio; in questa fase infatti gli unici
carichi sopportati dal sistema sono rappresentati dal peso proprio (G1) della soletta fluida:
𝑃𝑚.𝑜. = 2 𝑘𝑁/𝑚2
𝑙𝑐2 0.68
𝑚 = 𝑃 ∗ + Pv ∗ lc = (6.50 + 2) ∗ + 0.8 ∗ 0.68 = 2.51 𝑘𝑁𝑚/𝑚
8 8
In regime elastico si può adottare il “metodo delle tensioni ammissibili” secondo il quale la
forza di trazione nelle armature risulta:
𝑚 2.51
𝑆= ∗1= = 22.41 𝑘𝑁
ℎ0 0.112
Soletta d’impalcato 37
𝑆 22.41 ∗ 103
𝜎𝑠 = = = 67.5 𝑀𝑃𝑎 < 0.8 𝑓𝑦𝑘 = 360 𝑀𝑃𝑎
𝐴𝑠 332
4.3.2 Fase 2
Nella seconda fase il calcestruzzo dello sbalzo, avendo già fatto presa, collabora nella
distribuzione dei carichi; da questi calcoli è possibile verificare lo sbalzo laterale, rifacendosi alle
indicazioni apposite riportate al capitolo V della normativa vigente.
I carichi che agiscono sulla soletta di impalcato durante l’esercizio del ponte si suddividono
in due categorie:
Carichi permanenti portati (G2): dovuti alla presenza del pacchetto stradale;
Carichi variabili da traffico (q): impronte di carico dei veicoli sulla struttura.
Per entrambe le tipologie di carico, è possibile adottare sempre uno schema statico di trave a
mensola.
Il sicurvia, invece, è schematizzato come un carico concentrato, posto a 10 cm dal bordo laterale
del ponte, che corrisponde a:
Noto quindi lo schema statico si possono ottenere i valori di massimo momento (negativo) e
taglio dovuti ai carichi permanenti portati.
0.422
[2.85 ∗ + 4.05 ∗ 0.44 ∗ (0.42 + 0.22) + 0.7 ∗ (0.42 + 0.40)]
− 2
|𝑚𝑝𝑝 |= = 1.82 𝑘𝑁𝑚/𝑚
1.08
38 Soletta d’impalcato
4.3.2.2 Carichi variabili da traffico
Anche nel caso degli sbalzi, in quanto parte costituente della soletta di impalcato, la
normativa consente una diffusione dei carichi nello spessore lungo superfici con un angolo di 45°
fino al piano medio della soletta. In particolare, nel caso degli sbalzi, la configurazione di carico
peggiore è legata alla singola ruota dello schema di carico 2 disposta con asse parallelo al senso
di marcia. Gli effetti dei carichi concentrati sugli sbalzi si possono valutare approssimativamente
considerando che negli sbalzi a spessore costante la sezione d’incastro impegnata dall’impronta
di carico a distanza media x dalla stessa sezione, presenta una larghezza pari alla larghezza
dell’impronta aumentata di 2x; così facendo, nei calcoli si farà riferimento ad una sezione
resistente di 0,26 x 1,56 m.
I massimi valori di momento negativo e taglio dovuti ai carichi variabili si registrano nella
sezione d’incastro e valgono rispettivamente:
0.662 1
𝑚𝑞− = 240.96 ∗ ∗ = 33.64 𝑘𝑁𝑚/𝑚
2 1.56
159.03
𝑣𝑞 = = 101.94 𝑘𝑁/𝑚
1.56
Soletta d’impalcato 39
4.3.2.3 Dimensionamento armatura
Dopo aver ricavato le sollecitazioni massime, si procede con il dimensionamento delle
armature trasversali degli sbalzi laterali. Operativamente, l’armatura viene disposta come per la
soletta, con tutti i ferri di sacrificio e stesse interdistanze tra le armature. Come per le altre zone,
l’armatura trasversale viene calcolata e verificata mentre quella longitudinale nella pratica viene
assunta pari almeno al 25% di quella trasversale, sia superiormente che inferiormente.
Nel calcolo si utilizzano i momenti non fattorizzati, sommando il contributo dei permanenti
portati con i valori dovuti ai carichi variabili da traffico. Con riferimento all’armatura superiore:
− | −
|𝑚𝑡𝑜𝑡 = |𝑚𝑝𝑝 | + |𝑚𝑞− | = 1.82 + 33.64 = 35.46 𝑘𝑁𝑚/𝑚
35.46 ∗ 103
𝐴−
𝑠,𝑛𝑒𝑐 = = 858 𝑚𝑚2 /𝑚
255 ∗ 0.9 ∗ 0.18
𝐴− 2
𝑠,𝑑 = 1Ø16/20" = 1005 𝑚𝑚 /𝑚
𝑚𝑚2
𝐴−
𝑠,𝑙𝑜𝑛𝑔 𝑚𝑖𝑛 = 25% (1005 ) = 251 𝑚𝑚2 /𝑚
𝑚
𝐴− 2
𝑠,𝑙𝑜𝑛𝑔,𝑑 = Ø12/25" = 452 𝑚𝑚 /𝑚
− |
|𝑚𝐸𝑑 = 1.5 ∗ 1.82 + 1.35 ∗ 33.64 = 48.14 𝑘𝑁𝑚/𝑚
40 Soletta d’impalcato
4.3.2.4.2 Verifica a taglio
Come indicato precedentemente si riporta solo il foglio di calcolo utilizzato per la verifica a
taglio. I valori caratteristici sono stati opportunamente combinati
Dato l’elevato valore di taglio sollecitante, è prevista la disposizione di armatura specifica (spilli).
Soletta d’impalcato 41
In particolare gli spilli avranno un passo (direzione trasversale) minore ed un numero di bracci
(direzione longitudinale) maggiore nella porzione di sbalzo posta sotto gli strati di neri e quindi
“calpestabile” dalle ruote degli autoveicoli. Poiché sotto il cordolo il taglio sollecitante cala, si
diminuisce il numero di bracci dell’armatura a taglio, mantenendo invariato il passo. È stata
verificata solamente la sezione maggiormente armata e sollecitata, poiché si ritengono tutte le
altre implicitamente verificate.
Dal foglio di calcolo si evince come la sezione presenti la formazione di fessure che però rientrano
entro i limiti da normativa.
42 Soletta d’impalcato
Soletta d’impalcato 43
4.4 Dimensionamento sbalzo in angolo
4.4.1 Fase 1
Come schema statico è lecito adottare quello di trave a mensola; nei calcoli al fine di
schematizzare il reale comportamento della Predalles, appoggiata non solo puntualmente
sull’anima ma anche lungo l’ala superiore della trave, si adotta come lunghezza effettiva la luce
netta tra le ali superiori incrementata del 5%.
Nota l’altezza finale della soletta si possono ricavare i carichi ed effettuare le verifiche di
fase 1 (con rifermento ad una striscia di lastra prefabbricata di larghezza unitaria), in regime
elastico poiché non è ammissibile che il calcestruzzo armato si deformi plasticamente prima
ancora di raggiungere le massime condizioni d’esercizio; in questa fase infatti gli unici carichi
sopportati dal sistema sono rappresentati dal peso proprio (G1) della soletta fluida:
𝑃𝑚.𝑜. = 2 𝑘𝑁/𝑚2
44 Soletta d’impalcato
e dal peso proprio della veletta concentrato all’estremità della mensola:
𝑙𝑐2 0.68
𝑚=𝑃∗ + Pv ∗ lc = (6.50 + 2) ∗ + 0.8 ∗ 0.68 = 2.51 𝑘𝑁𝑚/𝑚
8 8
In regime elastico si può adottare il “metodo delle tensioni ammissibili” secondo il quale la
forza di trazione nelle armature risulta:
𝑚 2.51
𝑆= ∗1= = 22.41 𝑘𝑁
ℎ0 0.112
𝑆 22.41 ∗ 103
𝜎𝑠 = = = 67.5 𝑀𝑃𝑎 < 0.8 𝑓𝑦𝑘 = 360 𝑀𝑃𝑎
𝐴𝑠 332
4.4.2 Fase 2
Nella seconda fase il calcestruzzo dello sbalzo, avendo già fatto presa, collabora nella
distribuzione dei carichi; da questi calcoli è possibile verificare lo sbalzo laterale, rifacendosi alle
indicazioni apposite riportate al capitolo V della normativa vigente.
I carichi che agiscono sulla soletta di impalcato durante l’esercizio del ponte si suddividono
in due categorie:
Carichi permanenti portati (G2): dovuti alla presenza del pacchetto stradale;
Carichi variabili da traffico (q): impronte di carico dei veicoli sulla struttura.
Per entrambe le tipologie di carico, è possibile adottare uno schema statico di trave a mensola.
Soletta d’impalcato 45
𝑞𝑛 = 𝛾 ∗ 𝑠 ∗ 1 ∗ b = 22 ∗ 0.12 ∗ 1 ∗ 1.08 = 2.85 𝑘𝑁/m
Il sicurvia, invece, è schematizzato come un carico concentrato, posto a 10 cm dal bordo laterale
del ponte, che corrisponde a:
Noto quindi lo schema statico si possono ottenere i valori di massimo momento (negativo) e
taglio dovuti ai carichi permanenti portati:
0.422
[2.85 ∗ + 4.05 ∗ 0.44 ∗ (0.42 + 0.22) + 0.7 ∗ (0.42 + 0.40)]
− 2
|𝑚𝑝𝑝 |= = 1.82 𝑘𝑁𝑚/𝑚
1.08
46 Soletta d’impalcato
carico dinamico finale (300 kN), si può assumere un valore del coefficiente amplificativo pari a 2
lavorando con i carichi della normativa cogente.
I massimi valori di momento negativo e taglio dovuti ai carichi variabili si registrano nella
sezione d’incastro e valgono rispettivamente:
0.662 1
𝑚𝑞− = 240.96 ∗ 2 ∗ ∗ = 97.19 𝑘𝑁𝑚/𝑚
2 1.08
318.07
𝑣𝑞 = = 294.51 𝑘𝑁/𝑚
1.08
− | −
|𝑚𝑡𝑜𝑡 = |𝑚𝑝𝑝 | + |𝑚𝑞− | = 1.82 + 97.19 = 99.01 𝑘𝑁𝑚/𝑚
99.01 ∗ 103
𝐴−
𝑠,𝑛𝑒𝑐 = = 2397 𝑚𝑚2 /𝑚
255 ∗ 0.9 ∗ 0.18
Soletta d’impalcato 47
Si assume quindi come armatura trasversale superiore:
𝐴− 2
𝑠,𝑑 = 1Ø16/5" = 3217 𝑚𝑚 /𝑚
𝑚𝑚2
𝐴−
𝑠,𝑙𝑜𝑛𝑔 𝑚𝑖𝑛 = 25% (3217 ) = 804 𝑚𝑚2 /𝑚
𝑚
𝐴− 2
𝑠,𝑙𝑜𝑛𝑔,𝑑 = Ø12/6.25" = 1810 𝑚𝑚 /𝑚
−
𝑚𝐸𝑑 = 1.5 ∗ 1.82 + 1.35 ∗ 97.19 = 133.94 𝑘𝑁𝑚/𝑚
48 Soletta d’impalcato
4.4.2.4.2 Verifica a taglio
Come indicato precedentemente si riporta solo il foglio di calcolo utilizzato per la verifica a
taglio. I valori caratteristici sono stati opportunamente combinati
Soletta d’impalcato 49
4.4.2.5 Verifiche Stati Limite d’Esercizio
4.4.2.5.1 Verifica a fessurazione
Combinando opportunamente le azioni sollecitanti, con riguardo al momento negativo, si
ottiene:
Dal foglio di calcolo si evince come la sezione presenti la formazione di fessure che però rientrano
entro i limiti da normativa.
50 Soletta d’impalcato
4.5 Dimensionamento sbalzo retrotrave
Soletta d’impalcato 51
Come schema statico è lecito adottare quello di trave a mensola; tuttavia in questo caso la
flessione avverrà nel piano longitudinale e non in quello trasversale come nei casi precedenti.
L’armatura che si andrà a dimensionare e verificare sarà quindi quella longitudinale superiore,
mentre quella trasversale sarà uguale a quella della soletta di impalcato.
𝑙𝑐 = 𝑙𝑛 = 0.65 𝑚
A differenza delle parti illustrate precedentemente in questo caso non vi saranno distinzioni
tra le due fasi di calcolo tipiche della soletta, poiché la prima risulta implicitamente soddisfatta.
Noto quindi lo schema statico si possono ottenere i valori di massimo momento (negativo) e
taglio dovuti ai carichi permanenti portati:
−
5.11 ∗ 0.652 1
|𝑚𝑝𝑝 |= ∗ = 0.84 𝑘𝑁𝑚/𝑚
2 1.29
1
𝑣𝑝𝑝 = 5.11 ∗ 0.65 ∗ = 2.57 𝑘𝑁/𝑚
1.29
Gli effetti dei carichi concentrati sugli sbalzi si possono valutare approssimativamente
considerando che negli sbalzi a spessore costante la sezione d’incastro impegnata dall’impronta
di carico a distanza media x dalla stessa sezione, presenta una larghezza pari alla larghezza
dell’impronta aumentata di 2x; così facendo, nei calcoli si farà riferimento ad una sezione
resistente di 0,26 x 1,29 m.
52 Soletta d’impalcato
Anche per questa zona si assume il coefficiente amplificativo 2 per carichi dinamici
considerato per lo sbalzo in angolo.
I massimi valori di momento negativo e taglio dovuti ai carichi variabili si registrano nella
sezione d’incastro e valgono rispettivamente:
0.652 1
𝑚𝑞− = 238.10 ∗ 2 ∗ ∗ = 77.98 𝑘𝑁𝑚/𝑚
2 1.29
309.52
𝑣𝑞 = = 239.94 𝑘𝑁/𝑚
1.29
Nel calcolo si utilizzano i momenti non fattorizzati, sommando il contributo dei permanenti
portati con i valori dovuti ai carichi variabili da traffico. Con riferimento all’armatura superiore,
− | −
|𝑚𝑡𝑜𝑡 = |𝑚𝑝𝑝 | + |𝑚𝑞− | = 0.84 + 77.98 = 78.82 𝑘𝑁𝑚/𝑚
78.82 ∗ 103
𝐴−
𝑠,𝑛𝑒𝑐 = = 1770 𝑚𝑚2 /𝑚
255 ∗ 0.9 ∗ 0.194
Soletta d’impalcato 53
𝐴− 2
𝑠,𝑑 = 4Ø12/25"(correnti) + 12Ø12/6.25"(raffittimento) = 1809 𝑚𝑚 /𝑚
− |
|𝑚𝐸𝑑 = 1.5 ∗ 0.84 + 1.35 ∗ 77.98 = 106.53 𝑘𝑁𝑚/𝑚
54 Soletta d’impalcato
Soletta d’impalcato 55
4.5.5 Verifiche Stati Limite d’Esercizio
4.5.5.1 Verifica a fessurazione
Combinando agli SLE le azioni sollecitanti, con riguardo al momento negativo, si ha:
Dal foglio di calcolo si evince come la sezione presenti la formazione di fessure che però rientrano
entro i limiti da normativa.
56 Soletta d’impalcato
5 Travi longitudinali in c.a.p.
Dopo aver dimensionato e verificato la soletta di impalcato ed i relativi sbalzi, occorre
focalizzarsi sulle travi in calcestruzzo armato precompresso che sostengono tutto l’impalcato. Tali
elementi sono prefabbricati, quindi realizzati in stabilimento successivamente montati in opera.
Per soddisfare le richieste della committenza, la trave ha un’interdistanza tra gli apparecchi di
appoggio pari a 31 m; tale misura sarà assunta come dimensione longitudinale caratteristica (luce
di calcolo) della trave sia in predimensionamento che in fase di verifica. In realtà, data la
tecnologia costruttiva con la quale è realizzata, la trave misura 32,3 m fuori tutto. Le travi sono
prefabbricate e realizzate mediante la tecnologia della pretensione a cavi aderenti.
Per il calcolo delle sollecitazioni agenti sulle travi, è innanzitutto necessario effettuare
un’analisi dei carichi agenti sulla struttura; infatti, mentre alcuni carichi sono quelli che derivano
dalla struttura soprastante (ad esempio il peso dei neri, della soletta, ecc.), altri sono dettati dalla
normativa e non sono stati inclusi nelle strutture soggette ad azioni locali, come ad esempio
l’azione del vento e della neve.
𝐴𝑠𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 = 0.5250 𝑚2
Insieme al peso proprio delle travi, si deve considerare anche quello dei traversi, elementi
gettati in opera che permettono la redistribuzione trasversale dei carichi sulle varie travi. I
traversi, per opere di luci modeste come la presente, si realizzano spessi 30 cm e lunghi quanto
tutta la sezione trasversale dell’impalcato; sono rastremati esternamente alle travi di bordo e si
suddividono in traversi di campata e di testata. I primi sovraintendono effettivamente alla
ripartizione dei carichi e sono posizionati in mezzeria, ad 1/4 e 3/4 della lunghezza della trave,
mentre i secondi sono posizionati sulle due testate e servono per poter sollevare il ponte quando
si renda necessaria la sostituzione degli apparecchi d’appoggio (mediante appositi martinetti
idraulici). Tuttavia solo i traversi di campata risultano gravare sulle travi, poiché il peso di quelli
di testata è equilibrato dalle reazioni vincolari fornite dagli appoggi.
Il peso dei traversi, scaricandosi sulle travi solo in determinate zone, è schematizzabile
come una forza concentrata che vale
dove h è l’altezza del traverso misurata a partire dall’intradosso della soletta, s è lo spessore ed i
è l’interasse delle travi.
Neri: sono gli strati di finitura che permettono il transito dei veicoli sul ponte. Ci si riferisce
ad uno spessore medio di 18 cm che ricopre gli 11 metri di larghezza della carreggiata.
Soletta: come già precedentemente illustrato la soletta è quella parte di struttura che
realizza il piano orizzontale dell’impalcato ed ha uno spessore di 26 cm.
Sicurvia: il sicurvia, di classe H3-W5 è installato lungo i cordoli laterali e prosegue anche sui
rilevati a tergo del ponte.
Il vento agisce sulla struttura con una pressione uniformemente distribuita su di una
superficie piana posta lateralmente all’opera. Secondo le indicazioni del bollettino, questa
superficie, in sezione è alta quanto la somma tra lo spessore dell’impalcato e l’altezza del veicolo
di massima sagoma che può transitare sul manufatto; con l’idealizzazione di questa superficie, si
vuol tenere conto in modo convenzionale dell’effetto causato dal vento incidente lateralmente
sui veicoli che transitano sul ponte.
Nel caso di ponti stradali, in presenza di traffico, si assume che l’ingombro della sagoma dei
veicoli in transito abbia un’altezza pari a 3 m lungo tutto lo sviluppo del ponte. Allora possiamo
scrivere le quantità:
𝑑 = 12 𝑚
𝑑 12
= = 2.4 < 5
ℎ𝑡𝑜𝑡 5
𝑑
𝑐𝑓𝑦 = ± (0.7 + 0.1 ∗ ) = 0.94
ℎ𝑡𝑜𝑡
𝑐𝑚𝑧 = ±0.2
Noti tali valori la forza in direzione y ed il momento sono rispettivamente, per unità di lunghezza:
𝑓𝑦 = 𝑞𝑝 (𝑧) ∗ 𝑙 ∗ 𝑐𝑓𝑦
𝑚𝑧 = 𝑞𝑝 (𝑧) ∗ 𝑙2 ∗ 𝑐𝑚𝑧
A ponte sia scarico, ovvero non transitino veicoli su di esso, il coefficiente cfy diventa:
𝑐𝑓𝑦 = ∓1.2
poiché infatti:
𝑑 12
= =6>5
ℎ𝑡𝑜𝑡 2
Una volta ricavate le forze ed i momenti risultanti distribuiti per unità di lunghezza, è
necessario ripartirli sulle travi; per far questo si è supposto l’impalcato infinitamente rigido a
flessione nel piano trasversale. Con questa approssimazione si possono suddividere le azioni sulle
travi in maniera semplificata; in particolare la forza fy si suddividerà in modo uniforme, mentre il
momento in maniera proporzionale alla distanza di ogni trave dal baricentro dell’impalcato.
Nota la suddivisione della forza e del momento sulle singole travi, è necessario calcolare il
carico di pressione del vento; per fare ciò è necessario procedere per passi secondo quanto
indicato dal bollettino.
La velocità base di riferimento caratterizza la ventosità della zona ove sorge la struttura;
essa è data dal prodotto tra le velocità di riferimento a livello del mare ed il coefficiente di
altitudine:
1
𝑐𝑟 = 0.65 ∗ {1 − 0.138 ∗ ln [− ln (1 − )]} = 1.06
𝑇𝑟
𝑧̅ 𝑧̅ 7 7
𝑐𝑒 (𝑧̅) = 𝑘𝑟2 ∗ ln ( ) ∗ 𝑐𝑡 ∗ [ln ( ) ∗ 𝑐𝑡 + 7] = 0.192 ∗ ln ( ) ∗ 1 ∗ [ln ( ) ∗ 1 + 7] =
𝑧0 𝑧0 0.05 0.05
= 2.13
1 1
𝑞𝑝 (𝑧̅) = ∗ 𝜌 ∗ 𝑣𝑟2 ∗ 𝑐𝑒 (𝑧̅) = ∗ 1.25 ∗ 26.5 ∗ 2.13 = 35.28 𝑁/𝑚^2
2 2
1016.06
𝑓𝑏𝑚 = = 72.58 𝑁/𝑚
14
𝑓 508.03
𝑓𝑏 = = 84.67 𝑁/𝑚
6
1016.06
𝑓𝑏𝑚 = = 72.58 𝑁/𝑚
14
Poiché è già stata fatta l’ipotesi di sezione trasversale infinitamente rigida per quanto
riguarda il carico da vento, non sarà necessario ripartire successivamente queste azioni poiché
risultano già applicate alle singole travi ed in particolare a quella di bordo (fb).
𝑞𝑛∗ = 𝜇𝑖 ∗ 𝑞𝑠𝑘 ∗ 𝐶𝐸 ∗ 𝐶𝑡
Dove:
Poiché inoltre la struttura è situata in Zona I – Mediterranea ad altitudine inferiore a 200 m s.l.m.
con topografia di tipo “area pianeggiante esposta su tutti i lati e battuta dal vento”:
𝐶𝐸 = 0.9
Si assume:
𝐶𝑡 = 1
𝜇𝑖 = 0.8
che, in virtù della sua distribuzione su tutta la sezione trasversale dell’impalcato si può scrivere
come carico di linea:
In particolare, ai fini del calcolo delle sollecitazioni agenti sulle travi, visto il numero di corsie
che si possono effettivamente disporre sul ponte, si terrà conto sollo degli effetti dati dallo
schema di carico 1.
Per quanto riguarda i carichi distribuiti qik di ogni singola corsia i-esima, si possono calcolare
le risultanti di carico lineari considerando la relativa larghezza di corsia (sempre pari a 3 m):
Noti i carichi che agiscono sulla struttura, è necessario determinare le singole sollecitazioni
agenti sulla trave di bordo per poterla dimensionare e procedere alla sua verifica. Per fare ciò è
anzitutto necessario comprendere come un ponte non sia semplicemente assimilabile ad una
struttura piana; infatti su questa opera i carichi agiscono sia in direzione longitudinale che
trasversale: è quindi importante sapere in che modo la loro disposizione influenzi l’andamento
delle sollecitazioni.
In prima istanza sarà allora fondamentale, mediante l’utilizzo delle linee di influenza,
cogliere quale disposizione di carico (in senso longitudinale) massimizza la sollecitazione cercata
nella sezione da verificare.
Si riportano, sezione per sezione, le linee d’influenza caricate di volta in volta nel modo più
gravoso considerando le 2 corsie di carico da traffico e tutte le altre tipologie di carico individuate.
Per ogni linea si ottengono quindi i contributi massimi di sollecitazione (momento e taglio) nella
sezione in esame e dovuti a certi carichi. Le sezioni indagate, con riferimento alla trave di bordo
(cioè quella maggiormente sollecitata), sono:
Sezione di mezzeria;
Sezione a ¼ della luce;
Sezione Lp, ovvero quella in cui è totalmente efficace la precompressione fornita dai trefoli;
supposto l’utilizzo di trefoli da 0,6” tale sezione si trova ad 80 diametri dalla testata della
trave, ovvero a 1,20 m;
Sezione L0, cioè la sezione in cui si trovano gli assi degli apparecchi d’appoggio della trave, a
65 cm dalla testata.
7.75 312
𝑀𝐿1 = 2 ∗ 300 ∗ 14.9 ∗ + 27 ∗ = 7713.38 𝑘𝑁𝑚
2 15.5 8
1 15.5 1 0.5
𝑉𝐿1 = 27 ∗ ∗ + 300 ∗ + 300 ∗ 14.3 ∗ = 390.99 𝑘𝑁
2 2 2 2 15.5
7.75 312
𝑀𝐿2 = 2 ∗ 200 ∗ 14.9 ∗ + 7.5 ∗ = 3880.94 𝑘𝑁𝑚
2 15.5 8
1 15.5 1 0.5
𝑉𝐿2 = 7.5 ∗ ∗ + 200 ∗ + 200 ∗ 14.3 ∗ = 221.32 𝑘𝑁
2 2 2 2 15.5
312
𝑀𝐿𝑛 = 43.56 ∗ = 5232.65 𝑘𝑁𝑚
2 8
312
𝑀𝐿𝑠 = 78 ∗ = 3969.75 𝑘𝑁𝑚
2 8
312
𝑀𝐿𝑐 = 2 ∗ 1.88 ∗ = 450.47 𝑘𝑁𝑚
2 8
𝑔 312
𝑀𝐿 = 2 ∗ 0.65 ∗ = 156.16 𝑘𝑁𝑚
2 8
312
𝑀𝐿𝑜 = 24 ∗ = 2883.00 𝑘𝑁𝑚
2 8
312
𝑀𝐿𝑛𝑒𝑣𝑒 = 12.96 ∗ = 1556.82 𝑘𝑁𝑚
2 8
Sollecitazioni dovute al peso proprio della trave, con il taglio nullo all’appoggio:
𝑝𝑝 312
𝑀𝐿 = 13.13 ∗ = 1577.24 𝑘𝑁𝑚
2 8
Sollecitazioni dovute all’azione del vento a ponte carico, con il taglio nullo all’appoggio:
312
𝑀𝐿𝑤 = 0.14 ∗ = 16.82 𝑘𝑁𝑚
2 8
Sollecitazioni dovute all’azione del vento a ponte scarico, con il taglio nullo all’appoggio:
312
𝑀𝐿𝑤 = 0.01 ∗ = 1.20 𝑘𝑁𝑚
2 8
3 3
𝑀𝐿1 = 300 ∗ ∗ 31 + 300 ∗ 5.5125 + 27 ∗ 312 ∗ = 5830.03 𝑘𝑁𝑚
4 16 32
232.25
𝑉𝐿1 = 300 ∗ 0.75 + 300 ∗ 0.7113 + 27 ∗ 0.75 ∗ = 673.80 𝑘𝑁
4 2
3 3
𝑀𝐿2 = 200 ∗ ∗ 31 + 200 ∗ 5.5125 + 7.5 ∗ 312 ∗ = 2940.70 𝑘𝑁𝑚
4 16 32
23.25
𝑉𝐿2 = 200 ∗ 0.75 + 200 ∗ 0.7113 + 7.5 ∗ 0.75 ∗ = 357.65 𝑘𝑁
4 2
312 ∗ 3
𝑀𝐿𝑛 = 43.56 ∗ = 3924.48 𝑘𝑁𝑚
4 32
23.25 7.75
𝑉𝐿𝑛 = 43.56 ∗ (0.75 ∗ − 0.25 ∗ ) = 337.59 𝑘𝑁
4 2 2
312 ∗ 3
𝑀𝐿𝑠 = 78 ∗ = 7027.31 𝑘𝑁𝑚
4 32
23.25 7.75
𝑉𝐿𝑠 = 78 ∗ (0.75 ∗ − 0.25 ∗ ) = 604.50 𝑘𝑁
4 2 2
312 ∗ 3
𝑀𝐿𝑐 = 3.75 ∗ = 337.85 𝑘𝑁𝑚
4 32
23.25 7.75
𝑉𝐿𝑐 = 3.75 ∗ (0.75 ∗ − 0.25 ∗ ) = 29.06 𝑘𝑁
4 2 2
𝑔 312 ∗ 3
𝑀𝐿 = 1.30 ∗ = 117.12 𝑘𝑁𝑚
4 32
𝑔 23.25 7.75
𝑉𝐿 = 1.30 ∗ (0.75 ∗ − 0.25 ∗ ) = 10.08 𝑘𝑁
4 2 2
312 ∗ 3
𝑀𝐿𝑜 = 24 ∗ = 2162.25 𝑘𝑁𝑚
4 32
23.25 7.75
𝑉𝐿𝑜 = 24 ∗ (0.75 ∗ − 0.25 ∗ ) = 186 𝑘𝑁
4 2 2
312 ∗ 3
𝑀𝐿𝑛𝑒𝑣𝑒 = 12.96 ∗ = 1167.62 𝑘𝑁𝑚
4 32
𝑝𝑝 312 ∗ 3
𝑀𝐿 = 13.13 ∗ = 1182.93 𝑘𝑁𝑚
4 32
𝑝𝑝 23.25 7.75
𝑉𝐿 = 13.13 ∗ (0.75 ∗ − 0.25 ∗ ) = 101.76 𝑘𝑁
4 2 2
312 ∗ 3
𝑀𝐿𝑤 = 0.14 ∗ = 12.61 𝑘𝑁𝑚
4 32
23.25 7.75
𝑉𝐿𝑤 = 0.14 ∗ (0.75 ∗ − 0.25 ∗ ) = 1.09 𝑘𝑁
4 2 2
312 ∗ 3
𝑀𝐿𝑤 = 0.01 ∗ = 0.90 𝑘𝑁𝑚
4 32
23.25 7.75
𝑉𝐿𝑤 = 0.01 ∗ (0.75 ∗ − 0.25 ∗ ) = 0.08 𝑘𝑁
4 2 2
5.2.1.3 Sezione Lp
1
0.01
𝑀𝐿𝑝 = 300 ∗ 0.01 + 300 ∗ 0.0096 + 27 ∗ 31 ∗ = 10.07 𝑘𝑁𝑚
2
1
𝑉𝐿𝑝 = 300 ∗ 0.98 + 300 ∗ 0.94 + 27 ∗ 30.45 ∗ 0.98/2 = 978.85 𝑘𝑁
2
0.01
𝑀𝐿𝑝 = 200 ∗ 0.01 + 200 ∗ 0.0096 + 7.5 ∗ 31 ∗ = 5.08 𝑘𝑁𝑚
2
2
0.98
𝑉𝐿𝑝 = 200 ∗ 0.98 + 200 ∗ 0.94 + 7.5 ∗ 30.45 ∗ = 495.90 𝑘𝑁
2
𝑛
31 ∗ 0.01
𝑀𝐿𝑝 = 43.56 ∗ = 6.75 𝑘𝑁𝑚
2
𝑛
30.45 0.55
𝑉𝐿𝑝 = 43.56 ∗ (0.98 ∗ − 0.02 ∗ ) = 649.70 𝑘𝑁
2 2
𝑠
0.01
𝑀𝐿𝑝 = 78 ∗ 31 ∗ = 12.09 𝑘𝑁𝑚
2
𝑠
30.45 0.55
𝑉𝐿𝑝 = 78 ∗ (0.98 ∗ − 0.02 ∗ ) = 1163.37 𝑘𝑁
2 2
𝑐
0.01
𝑀𝐿𝑝 = 3.75 ∗ 31 ∗ = 0.58𝑘𝑁𝑚
2
𝑐
30.45 0.55
𝑉𝐿𝑝 = 3.75 ∗ (0.98 ∗ − 0.02 ∗ ) = 55.93 𝑘𝑁
2 2
74 Travi longitudinali in c.a.p.
Sollecitazioni dovute ai sicurvia:
𝑔 0.01
𝑀𝐿𝑝 = 1.30 ∗ 31 ∗ = 0.20 𝑘𝑁𝑚
2
𝑔 30.45 0.55
𝑉𝐿𝑝 = 1.30 ∗ (0.98 ∗ − 0.02 ∗ ) = 19.39 𝑘𝑁
2 2
𝑜
0.01
𝑀𝐿𝑝 = 24 ∗ 31 ∗ = 3.72 𝑘𝑁𝑚
2
𝑜
30.45 0.55
𝑉𝐿𝑝 = 24 ∗ (0.98 ∗ − 0.02 ∗ ) = 357.96 𝑘𝑁
2 2
𝑛𝑒𝑣𝑒
0.01
𝑀𝐿𝑝 = 12.96 ∗ 31 ∗ = 2.01 𝑘𝑁𝑚
2
𝑛𝑒𝑣𝑒
30.45 0.55
𝑉𝐿𝑝 = 12.96 ∗ (0.98 ∗ − 0.02 ∗ ) = 193.30 𝑘𝑁
2 2
𝑝𝑝 31 ∗ 0.01
𝑀𝐿𝑝 = 13.13 ∗ = 2.04 𝑘𝑁𝑚
2
𝑝𝑝 30.45 0.55
𝑉𝐿𝑝 = 13.13 ∗ (0.98 ∗ − 0.02 ∗ ) = 195.83 𝑘𝑁
2 2
𝑤
31 ∗ 0.01
𝑀𝐿𝑝 = 0.14 ∗ = 0.02 𝑘𝑁𝑚
2
𝑤
30.45 0.55
𝑉𝐿𝑝 = 0.14 ∗ (0.98 ∗ − 0.02 ∗ ) = 2.09 𝑘𝑁
2 2
𝑤
31 ∗ 0.01
𝑀𝐿𝑝 = 0.01 ∗ = 0.002 𝑘𝑁𝑚
2
𝑤
30.45 0.55
𝑉𝐿𝑝 = 0.01 ∗ (0.98 ∗ − 0.02 ∗ ) = 0.15 𝑘𝑁
2 2
1
1
𝑉𝐿0 = 300 ∗ 1 + 300 ∗ 0.9613 + 27 ∗ 31 ∗ = 1006.89 𝑘𝑁
2
2
1
𝑉𝐿0 = 200 ∗ 1 + 200 ∗ 0.9613 + 7.5 ∗ 31 ∗ = 508.51 𝑘𝑁
2
𝑛
31
𝑉𝐿0 = 43.56 ∗ = 675.18 𝑘𝑁
2
𝑠
31
𝑉𝐿0 = 78 ∗ = 1209 𝑘𝑁
2
𝑐
31
𝑉𝐿0 = 3.75 ∗ = 58.13 𝑘𝑁
2
𝑔 31
𝑉𝐿0 = 1.30 ∗ = 20.15 𝑘𝑁
2
𝑜
31
𝑉𝐿0 = 24 ∗ = 372 𝑘𝑁
2
𝑛𝑒𝑣𝑒
31
𝑉𝐿0 = 12.96 ∗ = 200.88 𝑘𝑁
2
Sollecitazioni dovute al peso proprio della trave, con il momento nullo all’appoggio:
𝑝𝑝 31
𝑉𝐿0 = 13.13 ∗ = 203.52 𝑘𝑁
2
Sollecitazioni dovute all’azione del vento a ponte carico, con il momento nullo all’appoggio:
𝑤
31
𝑉𝐿0 = 0.14 ∗ = 2.17 𝑘𝑁
2
Sollecitazioni dovute all’azione del vento a ponte scarico, con il momento nullo all’appoggio:
𝑤
31
𝑉𝐿0 = 0.01 ∗ = 0.16 𝑘𝑁
2
Tali sollecitazioni calcolate mediante le linee di influenza, oltre a non essere ancora tutte
redistribuite secondo i metodi di ripartizione trasversale, non sono fattorizzate. Poiché in fase di
verifica sarà necessario disporre delle sollecitazioni relative ad ogni combinazione di carico, è
necessario che queste siano opportunamente fattorizzate secondo i coefficienti riportati nelle
tabelle seguenti, 5.1.V e 5.1.VI delle NTC/2008.
Rigidezza torsionale travi trascurabile (buona approssimazione in impalcati con travi a I);
Traversi infinitamente rigidi flessionalmente (ipotesi valida per via delle caratteristiche
geometriche dell’elemento).
1 1−2∗𝑖+𝑛 𝑒
𝜌𝑖 = ∗ (1 ± 6 ∗ ∗ )
𝑛 𝑛2 − 1 𝜆
Essa esprime la percentuale di carico gravante sull’i-esima trave in funzione della sua posizione
(i è il numero della trave, contando come prima la trave di bordo e ultima quella opposta), del
numero totale di travi (n), dell’eccentricità del carico applicato rispetto al baricentro (e) e
dell’interasse tra le travi (λ).
In particolare la formula per la trave di bordo, sapendo che la struttura possiede 6 travi disposte
con interasse di 2 m, diventa:
1 6 𝑒
𝜌𝑏𝑜𝑟𝑑𝑜 = ∗ (1 ± ∗ )
6 6+1 2
La percentuale che di volta in volta si ottiene al variare del carico esaminato, va valutata su
ogni valore di sollecitazione ottenuto per la trave fittizia con le linee di influenza, per poter
ricavare l’aliquota gravante sulla trave di bordo. Le eccentricità relative ai singoli carichi sono
indicate nella figura sottostante.
𝜌𝑏𝑜𝑟𝑑𝑜 = 0.1667 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑜𝑙𝑒𝑡𝑡𝑎, 𝑛𝑒𝑟𝑖, 𝑐𝑜𝑟𝑑𝑜𝑙𝑖, 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑣𝑖𝑎, 𝑚𝑒𝑧𝑧𝑖 𝑑′ 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎, 𝑛𝑒𝑣𝑒
Le sollecitazioni relative al peso proprio della trave, dei traversi e all’azione del vento non
vengono ripartiti mediante coefficiente (pertanto qui ρbordo=1) poiché sono già calcolate con
riferimento alla sola trave di bordo.
Si riportano quindi le sollecitazioni di momento e taglio agenti sulla trave di bordo per ogni
combinazione calcolata, suddivise per sezione come le linee d’influenza; in verde sono evidenziati
i massimi valori (rispettivamente in kNm e kN per il momento ed il taglio), ovvero quelli utilizzati
in fase di verifica.
Sezione L/2
Sezione Lp
Tale equazione non è risolvibile a meno di imporre alcune condizioni al contorno, come il tipo di
vincolamento della lastra ed il carico che la sollecita. Con riferimento agli impalcati da ponte, si
può adottare, con buona approssimazione per tutte le tipologie di carico ipotizzate, la soluzione
di Levy, la quale suppone la lastra incernierata lungo i lati corti e soggetta ad un carico
sinusoidale.
In particolare le tabelle utilizzate sono costruite secondo due parametri geometrici e due
di rigidezza; i primi sono:
𝑒
𝑏
eccentricità del carico adimensionalizzata rispetto a metà larghezza della sezione trasversale
dell’impalcato
𝑦
𝑏
eccentricità relativa della trave considerata adimensionalizzata rispetto a metà larghezza della
sezione trasversale dell’impalcato: globalmente la larghezza di impalcato misura 2b=31 m.
𝑏 4 𝐵𝑥
𝜃= ∗√
𝑙 𝐵𝑦
𝐻
𝛼=
√𝐵𝑥 ∗ 𝐵𝑦
Sia α che θ variano tra 0 ed 1 e, a seconda dei valori che assumono, indicano quale metodo
costituisce una buona approssimazione nei calcoli; infatti se
𝛼 ≤ 0.4 𝑒 𝜃 ≤ 0.3
𝐽𝑥
𝐵𝑥 = 𝐸𝑥 ∗
𝜆∗
𝐽𝑦
𝐵𝑦 = 𝐸𝑦 ∗
𝜆𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖
con λ interasse tra i traversi o le travi a seconda della direzione considerata. H è la rigidezza
torsionale apparente, calcolata come media delle rigidezze nelle due direzioni riportate all’asse
medio:
1 𝐺𝑥 ∗ 𝐽𝑡𝑥 𝐺𝑦 ∗ 𝐽𝑡𝑦
𝐻= ∗( + )
2 𝜆∗ 𝜆𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖
Poiché le tabelle riportate in letteratura sono costruite per valori di θ variabili, una volta
noto il valore di riferimento della struttura in esame, è stato necessario eseguire
𝑘𝛼 = 𝑘0 + (𝑘1 − 𝑘0 ) ∗ √𝛼
𝑘𝛼
𝑘=
𝑛
dove k è il coefficiente da applicare alle sollecitazioni ricavate dalle linee di influenza (per la trave
fittizia) in modo da ottenere quelle relative alla trave di bordo, ed n è il numero totale di travi
dell’impalcato.
Si riportano quindi, per ogni tipologia di carico, i valori di k0 e k1 ottenuti dalle tabelle
disponibili in letteratura mediante doppia interpolazione; a seguire, in analogia a quanto fatto
nel metodo di Courbon-Albenga, si ritrova uno schema riassuntivo con tutti i coefficienti ed anche
la fattorizzazione dei carichi per le combinazioni adottate. Per ogni tipologia, interpolando due
volte all’interno di ogni singola tabella (in orizzontale l’eccentricità del carico dalla mezzeria della
sezione trasversale ed in verticale l’eccentricità della trave di bordo sempre rispetto alla
mezzeria), si ottengono i valori evidenziati in verde, dai quali, con la combinazione vista,
discendono kα(A)/n e kα(B)/n; da questi due valori, facendo interpolando sui valori di θA e θB, si
ottiene il valore K utilizzato per la ripartizione.
Sezione L/2
Sezione Lp
Si riportano le sezioni degli elementi beam utilizzati per modellare il graticcio di travi. La
sezione collaborante trave-soletta è dotata della densità del c.a. in modo tale che il peso proprio
dell’impalcato (escluso quello dei traversi) venga calcolato direttamente dal software. La
geometria della sezione è la seguente e serve a materializzare gli elementi che forniscono
rigidezza in direzione longitudinale all’impalcato.
La sezione dell’elemento beam “trave ausiliaria” è quadrata e molto ridotta (1x1 cm) in modo da
ottenere rigidezza pressoché nulla. Tali travi a densità nulla servono soltanto per posizionare le
colonne di carico distribuite in direzione longitudinale ove non siano già presenti elementi beam.
Si decide di non utilizzare alcun offset rigido, per non “sporcare” la soluzione e per avere
un confronto coerente con le tecniche manuali di ripartizione trasversale: si forma così un
graticcio con un nodo ad ogni intersezione tra le linee che materializzano gli elementi beam.
I carichi permanenti portati G2 sono distribuiti su travi ausiliarie in posizione di risultante di ogni
“colonna di carico”: neri (risultante con eccentricità trasversale nulla); cordoli (risultanti di
sinistra e destra eccentriche di ±5,75 m); sicurvia (risultanti di sinistra e destra eccentriche di
±5,90 m).
Per quanto riguarda la corsia di carico 2, la risultante dei carichi di pressione diventa carico di
linea (7.5 kN/m) sulla trave numero 3 (non occorre quindi modellare una trave ausiliaria); il carico
tandem invece collassa in 2 forze concentrate di 200 kN a distanza 1,20 m poste a cavallo della
mezzeria (sezione in cui si cerca il momento massimo).
Sono state inserite nel software 3 combinazioni delle azioni, utilizzate poi per il confronto con
metodi manuali. I coefficienti di combinazione applicati (prodotti γiψi) sono i seguenti:
Si riportano 2 viste della deformata e il diagramma del momento flettente sulla trave di
bordo per la combinazione fondamentale delle azioni (SLU).
Le travi realizzate in calcestruzzo armato precompresso sono elementi particolari dal punto
di vista tecnico, costruttivo e realizzativo, per cui il dimensionamento e le relative verifiche
è possibile procedere con il calcolo del “tiro” iniziale che il prefabbricatore deve imprimere ai
trefoli affinché in esercizio la trave possa resistere al meglio alle sollecitazioni agenti.
La trave precompressa, una volta che è stata scasserata e finché non verrà messa in opera,
è soggetta solamente alle azioni esercitate dal peso proprio e dalla precompressione iniziale.
Affinché il sistema costruttivo funzioni è necessario che nei lembi di calcestruzzo tesi e compressi
non siano superate le tensioni sopraindicate; nel caso si verificassero queste circostanze la trave
andrebbe incontro a fessurazione ancor prima di iniziare ad assolvere il suo scopo.
𝑁𝑝 𝑁𝑝1 ∗ 𝑒 𝑀𝑝𝑝,𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒
𝜎𝑖 = − − + = 0.6 ∗ 𝑓𝑐𝑘𝑗
𝐴𝑐 𝑊𝑖 𝑊𝑖
𝑁𝑝 𝑁𝑝2 ∗ 𝑒 𝑀𝑝𝑝,𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒
𝜎𝑒 = − + − = 0.1 ∗ 𝑓𝑐𝑘𝑗
𝐴𝑐 𝑊𝑒 𝑊𝑒
in cui le uniche incognite sono Np1 e Np2, essendo Wi e We i moduli di resistenza relativi
all’intradosso ed all’estradosso e Mpp noto poiché ricavabile come:
𝑞𝑙2
𝑀𝑝𝑝,𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒 =
8
Il massimo tiro applicabile in fase di precompressione sarà allora il minimo tra i due sforzi normali
trovati. Il numero minimo di trefoli da disporre nella trave si può ottenere da:
ed An è l’area nominale del trefolo. Il coefficiente 1.015 tiene conto delle perdite che si avranno
a causa del rilassamento dell’acciaio costituente i trefoli durante la maturazione a vapore.
Stabilito il numero di trefoli e la loro disposizione si può procedere con le verifiche relative
alla trave; poiché tali verifiche si eseguono in termini tensionali, si suppone il legame elastico
lineare per il calcestruzzo.
Ogni sezione verrà verificata a flessione secondo 4 distinte fasi che tengono conto degli
step operativi di realizzazione, posa in opera ed esercizio della trave; tra le varie fasi cambiano i
carichi agenti e la sezione resistente, oltre che la disposizione e la presenza dei trefoli attivi,
poiché quelli superflui sono intubettati. Per maggiore chiarezza si riporta la suddivisione delle
fasi di verifica.
Le fasi si intendono come consecutive (i carichi si sommano con i precedenti ad ogni step)
essendo valida la sovrapposizione degli effetti in regime elastico lineare.
Le stesse sezioni verranno poi verificate a taglio, in termini di tensioni tangenziali, secondo
due fasi:
Tutte le verifiche della trave agli Stati Limite d’Esercizio sono eseguite utilizzando la
combinazione caratteristica (rara) delle azioni.
In prima istanza si valuta, in termini di tensioni, l’effetto del peso proprio della trave come:
𝑝𝑝𝑡 𝑀𝑝𝑝𝑡
𝜎𝑐 𝑖,𝑒 = ±
𝑊𝑖,𝑒
Poiché in questa sezione sono attivi tutti e 33 i trefoli utilizzati, è necessario stabilire il
valore di precompressione (tiro) iniziale N0p a cui è sottoposta la trave; per fare ciò si può invertire
la formula già adottata in fase di predimensionamento:
𝑛 ∗ 𝐴𝑡𝑟𝑒𝑓𝑜𝑙𝑜 ∗ 𝜎𝑠𝑝𝑖
𝑁0𝑝 =
1.015
Note le sollecitazioni agenti sulla trave in questa prima fase, si valutano le tensioni di
intradosso ed estradosso secondo la formula di Navier:
𝑝𝑐 𝑁0𝑝 𝑀0𝑝
𝜎𝑐 𝑖,𝑒 = − ∓
𝐴𝑝 𝑊𝑖,𝑒
ed inoltre se
occorre inserire armatura lenta sussidiaria per assorbire la trazione in eccesso, con tasso di lavoro
inferiore od uguale a 200 MPa.
Il contributo dovuto al ritiro del calcestruzzo si può valutare facendo riferimento paragrafo
11.2.10.6 delle NTC 2008.
𝛥𝜎𝑝𝑠 = 𝜀𝑐𝑠 ∗ 𝐸𝑝
Il contributo dovuto alla viscosità del calcestruzzo si può valutare facendo riferimento
paragrafo 11.2.10.7 delle NTC 2008. Dal diagramma delle tensioni si ricava con una proporzione
la tensione σpc(1) nel calcestruzzo in corrispondenza del baricentro dei trefoli attivi. Nota questa,
Rilassamento dell’acciaio
In questa terza fase, alle tensioni precedenti, vengono aggiunti i contributi di flessione
semplice dovuti ai carichi permanenti portati (G2). Poiché travi e soletta sono realizzati con
calcestruzzi differenti, nel diagramma delle tensioni sarà presente una discontinuità
all’interfaccia tra i due elementi. La limitazione tensionale in esercizio deve essere quindi eseguita
all’intradosso ed all’estradosso della trave, ed anche in corrispondenza delle superfici inferiore e
superiore della soletta (dove si avrà diversa resistenza caratteristica a compressione).
All’intradosso della trave si verificano, visti i carichi cospicui, tensioni di trazione. Il limite di
normativa è in questo caso:
e comunque si prevede armatura lenta sussidiaria (con tasso di lavoro inferiore a 200 MPa)
contro fenomeni fessurativi se:
Tale armatura aggiuntiva è dimensionata per assorbire la risultante delle trazioni residue, nota
dopo aver stabilito la posizione dell’asse neutro (proporzione tra triangoli essendo il diagramma
delle tensioni lineare).
𝑉𝑠𝑑 ∗ 𝑆
𝜏=
𝑏 ∗ 𝐽𝑐𝑖
Per ognuna di queste è necessario ricavare le τ (τA e τB) in corrispondenza di ogni fibra da
verificare.
𝜏𝐴+𝐵 = 𝜏𝐴 + 𝜏𝐵
Note queste quantità e σn, tensione normale alla sezione ricavata in esercizio (fase 4), è possibile
calcolare le tensioni principali massime a trazione e compressione (tramite i circoli di Mohr):
𝜎𝑛 1 2
𝜎𝑡𝑟𝑎𝑧 = + ∗ √𝜎𝑛2 + 4 ∗ 𝜏𝐴+𝐵
2 2
Se si verifica che:
non occorre armatura specifica a taglio ed è sufficiente disporre una staffatura minima valutabile
in funzione della larghezza minima dell’anima bmin come:
𝑚𝑚2
𝐴𝑠,𝑚𝑖𝑛 = 1.5 ∗ 𝑏𝑚𝑖𝑛 [ ]
𝑚
Nel caso in cui sia necessario disporre armatura specifica a taglio, questa deve assorbire lo
sforzo:
𝜎𝑡𝑟𝑎𝑧
tan 𝛽 = max ( )
𝜏𝐴+𝐵
e sarà disposta con un passo Δx, numero bracci nb e con tasso di lavoro σs,lim pari a 255 MPa.
L’interfaccia trave-soletta (larga b) può essere sede di scorrimenti relativi a causa della
discontinuità che intercorre tra i due elementi (giunto freddo). Pertanto occorre valutare la
tensione tangenziale in tale zona e disporre armatura di cucitura.
dove S* è il momento statico della sola soletta rispetto al baricentro complessivo della sezione
composta trave-soletta. La risultante di sforzo (lungo una fascia di un metro in direzione
longitudinale) vale:
𝑆𝑠𝑐𝑜𝑟𝑟
𝐴𝑠𝑐𝑜𝑟𝑟 =
𝜎𝑠,𝑙𝑖𝑚
Una quota parte di quest’area è rappresentata dalla staffatura d’anima della trave prolungata
nello spessore della soletta.
𝑅𝑐𝑘 − 15
𝜏𝐴+𝐵 ≤ 𝜏𝑐1 = 1.4 +
35
𝜎𝑠𝑝𝑖 ∗ 𝐴𝑠𝑝
𝜎𝑐 =
2.5 ∗ 𝐴𝑖𝑛𝑓𝑙
e verificare che:
Siccome questa sezione è situata in zona di elevata sollecitazione tagliante in cui però solo
pochi trefoli non sono intubettati (e il beneficio di precompressione di questi non è massimo
perché non del tutto efficaci), il contributo di resistenza a taglio dell’armatura di
precompressione:
La verifica a flessione agli SLU di una sezione in c.a.p. non si differenzia di molto da quella
di una sezione in c.a. ordinario, in quanto per trovare il momento resistente ci si concentra sulla
condizione di rottura, ultima.
𝜀𝑝,𝑡𝑜𝑡 = 𝜀𝑝 + 𝜀𝑝0
Fatta questa considerazione, la verifica a flessione agli SLU procede come per una sezione in c.a.
ordinaria, secondo le consuete ipotesi e fasi operative:
Il momento resistente può essere anche valutato, per confronto e a favore di sicurezza, in
via approssimata tramite la formula:
La verifica a taglio agli SLU della sezione in c.a.p. non cambia rispetto a quella di una sezione
in c.a. ordinaria.
Segue la verifica a taglio con armatura specifica già dimensionata agli SLE.
Segue la verifica a taglio con armatura specifica già dimensionata agli SLE.
5.5.4 Sezione L0
Si omette la verifica a flessione, vista l’esigua sollecitazione.
Segue la verifica a taglio con armatura specifica già dimensionata agli SLE.
31
𝜆𝑡 = = 7.75 𝑚
4
Prima di determinare i carichi gravanti sul traverso, ovvero le massime risultanti delle corsie di
carico agenti sullo stesso, va sottolineato che, viste le ipotesi del metodo di Courbon-Albenga, un
carico che insiste su un certo traverso non ha effetti sugli altri traversi: “proprietà degli effetti
localizzati”. Per trovare il valore della risultante di carico Ri sul singolo traverso, si considera la
corsia di carico i-esima (caratterizzata da azione distribuita qik e carichi concentrati mobili Qik)
sostenuta interamente da una trave continua fittizia con lunghezza totale pari alla luce
134 Traversi
dell’impalcato (31 m) e fornita di un appoggio ausiliario intermedio in ciascuna sezione cui
corrisponde un traverso.
Le reazioni vincolari massime esplicate dai vincoli ausiliari (traversi) si calcolano tramite le
linee di influenza della trave continua su 5 appoggi rigidi.
Per semplicità però i singoli tratti di quest’ultima vengono considerati in regime di semplice
appoggio: la linea di influenza di Ri allora diventa rettilinea. Poiché l’area sottesa a quest’ultima
è minore rispetto a quella vera, il valore di Ri trovato viene incrementato del 20% (coefficiente
moltiplicativo 1,20).
𝜆𝑡 − 0.60 𝑚 𝜆𝑡 ∗ 2
𝑅𝑖𝑘 = [2 ∗ 𝑄𝑖𝑘 ∗ + 𝑞𝑖𝑘 ∗ ] ∗ 1.20
𝜆𝑡 2
Il procedimento appena descritto viene applicato alle corsie di carico 1 e 2 (si è verificato che
l’uso della corsia di carico 3 porterebbe in ogni caso una riduzione delle sollecitazioni massime).
7.15 7.75 ∗ 2
𝑅1𝑘 = [2 ∗ 300 ∗ + 27 ∗ ] ∗ 1.20 = 915.36 𝑘𝑁
7.75 2
7.15 7.75 ∗ 2
𝑅2𝑘 = [2 ∗ 200 ∗ + 7.5 ∗ ] ∗ 1.20 = 512.59 𝑘𝑁
7.75 2
Traversi 135
6.1.2 Calcolo delle sollecitazioni
I carichi appena determinati devono essere disposti in numero e posizione tali da
massimizzare di volta in volta la sollecitazione cercata. Allora è utile, prima di tutto, tracciare le
linee di influenza (l.d.i.) delle sollecitazioni stesse per il traverso infinitamente rigido: la l.d.i.
rappresenta infatti il valore di sollecitazione nella sezione fissata al variare della posizione di un
carico mobile unitario.
1 1
𝜂1 = 0; 𝜂2 = ∗ 𝜆; 𝜂3 = 𝜆; 𝜂4 = 𝜆; 𝜂5 = ∗ 𝜆; 𝜂6 = 0
2 2
Essendo però un traverso rigido su molle, questo non è l’unico sistema distorcente possibile:
esistono infiniti sistemi distorcenti congruenti che si distinguono l’uno dall’altro per una roto-
traslazione rigida (ϕ, δ). Tra questi troviamo l’unico anche equilibrato, soluzione del problema
(metodo dell’equilibrio). In corrispondenza di ogni appoggio cedevole (molla di rigidezza ki=k che
schematizza il vincolo dato dalla trave in c.a.p.) si scrivono le espressioni di spostamento vi e forza
elastica fi:
𝑣 = 𝛿 + 𝜑 ∗ 𝑥𝑖 + 𝜂𝑖
{ 𝑖
𝑓𝑖 = 𝑘𝑖 ∗ 𝑣𝑖
Le equazioni di equilibrio delle forze in direzione verticale e dei momenti attorno al baricentro
del traverso (mezzeria) sono:
∑ 𝑓𝑖 = 0 ∑ 𝑘𝑖 (𝛿 + 𝜑𝑥𝑖 + 𝜂𝑖 ) = 0
𝑖 𝑖 𝑘𝑖 =𝑘 𝑛𝛿𝑘 + 𝜑𝑘 ∗ 𝛴𝑥𝑖 + 𝑘 ∗ 𝛴𝜂𝑖 = 0
{ →{ → {
∑ 𝑓𝑖 𝑥𝑖 = 0 ∑ 𝑘𝑖 (𝛿 + 𝜑𝑥𝑖 + 𝜂𝑖 )𝑥𝑖 = 0 𝑘𝛿 ∗ 𝛴𝑥𝑖 + 𝜑𝑘 ∗ 𝛴𝑥𝑖2 + 𝑘 ∗ 𝛴𝜂𝑖 𝑥𝑖 = 0
𝑖 𝑖
Introducendo i parametri del sistema in esame, dalla prima equazione si trova la traslazione
verticale δ, dalla seconda si determina la rotazione ϕ:
136 Traversi
𝛴𝜂𝑖 1
𝛿=−
= − 𝜆 𝜆=2𝑚
35 2 𝑛 2 𝛿 = −1
𝑛 = 6; 𝛴𝜂𝑖 = 3𝜆; 𝛴𝑥𝑖 = 0; 𝛴𝑥𝑖2 = 𝜆 ; 𝛴𝜂𝑖 𝑥𝑖 = 0; → 𝛴𝜂 𝑥 → {
2 𝑖 𝑖 𝜑=0
𝜑=− 2 =0
{ 𝛴𝑥𝑖
Le ordinate della l.d.i. in corrispondenza degli appoggi cedevoli i-esimi sono allora:
𝑣𝑖 = 𝛿 + 𝜑 ∗ 𝑥𝑖 + 𝜂𝑖
i 1 2 3 4 5 6
xi [m] -5.00 -3.00 -1.00 1.00 3.00 5.00
ηi 0.00000 1.00000 2.00000 2.00000 1.00000 0.00000
vi -1.00000 0.00000 1.00000 1.00000 0.00000 -1.00000
Traversi 137
915.36
𝑐𝑜𝑛𝑓𝑖𝑔. 1 → 𝑀+ = [(1.5 + 0.75) ∗ 1.5] ∗ = 1029.78 𝑘𝑁𝑚
3
Al fine di massimizzare il valore di momento positivo nel traverso intermedio, con cui
dimensionare l’armatura superiore, si dispone in prima istanza il carico dato dalla corsia 1 in
mezzeria come da schema seguente.
In tal caso è semplice trovare il valore delle reazioni vincolari delle travi j-esime, tutte uguali tra
loro vista la simmetria di struttura e carichi:
𝑅1𝑘 915.36
𝑋𝑗𝑘 = = = 152.56 𝑘𝑁 (𝑗 = 1,2, … ,6)
6 6
𝑀1 = 𝑀6 = 0 𝑘𝑁𝑚
138 Traversi
𝑀𝑚 = 152.56 ∗ (5 + 3 + 1) = 1373.04 𝑘𝑁𝑚
Per abbattere i picchi di sollecitazione si può considerare il carico R1k ripartito sulla larghezza di 3
m della corsia, ovvero:
915.36 𝑘𝑁
𝑟1𝑘 = = 305.12
3 𝑚
0.502
𝑀3∗ = 𝑀4∗ = 152.56 ∗ (4 + 2) − 305.12 ∗ = 877.22 𝑘𝑁𝑚
2
∗
1.502
𝑀𝑚 = 152.56 ∗ (5 + 3 + 1) − 305.12 ∗ = 1029.78 𝑘𝑁𝑚
2
∗ ∗
𝑉3𝑠 = −𝑉4𝑑 = 152.56 ∗ 2 − 305.12 ∗ 0.50 = 152.56 𝑘𝑁
∗ ∗
𝑉3𝑑 = −𝑉4𝑠 = 152.56 ∗ 3 − 305.12 ∗ 0.50 = 305.12 𝑘𝑁
Traversi 139
Si indaga ora il comportamento della struttura sottoposta alla seconda configurazione di
carico, potenzialmente critica a momento positivo: le corsie di carico sono affiancate e insistono
sull’impalcato a partire da 3.15 m rispetto al bordo della carreggiata, come da schema seguente.
Per determinare i valori delle reazioni Xj fornite dalle travi si utilizza il metodo di Courbon-
Albenga. Infatti valgono le seguenti equazioni di equilibrio (delle forze in direzione verticale e dei
momenti attorno alla mezzeria):
6 2
∑ 𝑋𝑗 = ∑ 𝑅𝑖𝑘 = 915.36 + 512.59 = 1427.95 𝑘𝑁
𝑗=1 𝑖=1
6 2
∑ 𝑋𝑗 ∗ 𝑥𝑗 = ∑ 𝑅𝑖𝑘 ∗ 𝑒𝑖
{ 𝑗=1 𝑖=1
E il traverso è per ipotesi una trave infinitamente rigida per cui si ha una variazione lineare della
deformata (ovvero degli spostamenti) e quindi delle Xj:
𝑋1 − 𝑋2 = 𝑋2 − 𝑋3 = 𝑋3 − 𝑋4 = 𝑋4 − 𝑋5 = 𝑋5 − 𝑋6
I coefficienti ρj di Courbon-Albenga per la ripartizione trasversale dei carichi Rik (ognuno con la
propria eccentricità ei) e quindi la determinazione delle reazioni Xj (j=1, 2, …, n=6) valgono:
1 6 ∗ (1 − 2 ∗ 𝑗 + 𝑛) 𝑒𝑖
𝜌𝑗 = (1 ± ∗ )
𝑛 𝑛2 − 1 𝜆
i ei [m] ρ1 ρ2 ρ3 ρ4 ρ5 ρ6 Σρj
1 -0.85 0.227 0.203 0.179 0.155 0.130 0.106 1.000
2 2.15 0.013 0.075 0.136 0.197 0.259 0.320 1.000
Noti i coefficienti di ripartizione trasversale, vengono trovate le reazioni Xj risultanti (in giallo).
140 Traversi
Rik ei [m] X1 X2 X3 X4 X5 X6 ΣXj
915.36 -0.85 208.14 185.91 163.68 141.44 119.21 96.98 915.36
512.59 2.15 6.71 38.20 69.69 101.18 132.66 164.15 512.59
1427.95 214.85 224.11 233.36 242.62 251.88 261.14 1427.95
+
𝑀𝑚𝑎𝑥 = 1140.58 𝑘𝑁𝑚
Traversi 141
Il valore di momento positivo massimo trovato viene validato via software mediante l’inviluppo
dei massimi registrabili in ogni sezione per il “treno” di carico mobile più gravoso scelto.
𝛿 = −1; 𝜑 = 0.02857
i 1 2 3 4 5 6
xi [m] -5.00 -3.00 -1.00 1.00 3.00 5.00
ηi 0.00000 1.20000 2.40000 1.60000 0.80000 0.00000
vi -1.14286 0.11429 1.37143 0.62857 -0.11429 -0.85714
142 Traversi
Caricando la linea di influenza con le risultanti R1 e R2 trovate, si individua la configurazione
di carico potenzialmente critica (evidenziata nella figura sopra):
Al fine di massimizzare il valore assoluto di momento negativo nel traverso intermedio, con
cui dimensionare l’armatura inferiore, si dispongono allora i carichi di corsia 1 e corsia 2 il più
possibile eccentrici rispetto alla mezzeria di impalcato, come da schema seguente.
Come già visto nel paragrafo precedente, si utilizza il metodo di Courbon-Albenga per la
determinazione delle reazioni vincolari dovute agli appoggi cedevoli forniti dalle travi in c.a.p.
longitudinali. I coefficienti ρj di ripartizione trasversale dei carichi Rik (ognuno con la propria
eccentricità ei) e utili a determinare le reazioni Xj (j=1, 2, …, n=6) valgono:
1 6 ∗ (1 − 2 ∗ 𝑗 + 𝑛) 𝑒𝑖
𝜌𝑗 = (1 ± ∗ )
𝑛 𝑛2 − 1 𝜆
i ei [m] ρ1 ρ2 ρ3 ρ4 ρ5 ρ6 Σρj
1 -4.00 0.452 0.338 0.224 0.110 -0.005 -0.119 1.000
2 4.00 -0.119 -0.005 0.110 0.224 0.338 0.452 1.000
Noti i coefficienti di ripartizione trasversale, vengono trovate le reazioni Xj risultanti (in giallo).
Traversi 143
È ora possibile ricavare i valori di sollecitazione nelle sezioni di interesse, risolvendo lo
schema di traverso auto-equilibrato con carichi rik (Rik redistribuiti sulla larghezza di corsia) e Xj:
Il valore di momento negativo massimo trovato (-719,72 kNm) viene validato via software
mediante l’inviluppo dei massimi registrabili in ogni sezione per il “treno” di carico mobile più
gravoso scelto.
144 Traversi
6.1.2.3 Massimo sforzo di taglio
Visto lo schema statico di traverso infinitamente rigido su appoggi elastici, ci si aspetta il
valore massimo di momento negativo nella sezione posta in corrispondenza della seconda trave.
Si cerca allora la l.d.i. del taglio proprio in questa sezione (“2”), per poi riuscire a trovare il
caricamento più gravoso. Volendo applicare il teorema di Land-Colonnetti si impone una
distorsione spostamento unitario nella sezione 2. Seguendo il metodo già visto nel paragrafo
precedente, si determinano le ordinate della l.d.i. in corrispondenza degli appoggi cedevoli i-
esimi (il sistema roto-trasla di ϕ, δ).
𝛿 = −0.16667; 𝜑 = −0.01429
i 1 2 3 4 5 6
xi [m] -5.00 -3.00 -1.00 1.00 3.00 5.00
ηi 0.00000 -0.20000 0.60000 0.40000 0.20000 0.00000
vi -0.09524 -0.32381 0.44762 0.21905 -0.00952 -0.23810
Traversi 145
Redistribuendo le risultanti sulla larghezza di corsia di carico si trova lo stesso risultato.
Al fine di massimizzare il valore dello sforzo di taglio nel traverso intermedio, con cui
dimensionare la staffatura, si dispongono i carichi di corsia 1 e corsia 2 affiancati in quest’ordine
e a partire dalla sezione in asse con la seconda trave in c.a.p., come da schema seguente.
Come già visto nel paragrafo precedente, si utilizza il metodo di Courbon-Albenga per la
determinazione delle reazioni vincolari dovute agli appoggi cedevoli forniti dalle travi in c.a.p.
longitudinali. I coefficienti ρj di ripartizione trasversale dei carichi Rik (ognuno con la propria
eccentricità ei) e utili a determinare le reazioni Xj (j=1, 2, …, n=6) valgono:
1 6 ∗ (1 − 2 ∗ 𝑗 + 𝑛) 𝑒𝑖
𝜌𝑗 = (1 ± ∗ )
𝑛 𝑛2 − 1 𝜆
i ei [m] ρ1 ρ2 ρ3 ρ4 ρ5 ρ6 Σρj
1 -1.50 0.274 0.231 0.188 0.145 0.102 0.060 1.000
2 1.50 0.060 0.102 0.145 0.188 0.231 0.274 1.000
Noti i coefficienti di ripartizione trasversale, vengono trovate le reazioni Xj risultanti (in giallo).
146 Traversi
𝑀2 = 562.30 𝑘𝑁𝑚 𝑉2𝑠 = +200.51 𝑘𝑁 𝑉2𝑑 = +545.03 𝑘𝑁
Il valore di taglio massimo trovato (545,03 kN) viene validato via software mediante l’inviluppo
dei massimi registrabili in ogni sezione per il “treno” di carico mobile più gravoso scelto.
Traversi 147
6.1.3 Dimensionamento armatura
Si effettua il predimensionamento dell’armatura corrente superiore, mantenuta costante
su tutto l’elemento e valutata in via approssimata rispetto al valore caratteristico di massimo
momento negativo trovato.
− |
|𝑀𝐸𝑘 𝑚𝑎𝑥 = 719.72 𝑘𝑁𝑚
− |
|𝑀𝐸𝑘 𝑚𝑎𝑥 719.72 ∗ 106
𝐴−
𝑠,𝑛𝑒𝑐 = = = 1742 𝑚𝑚2
0.9 ∗ 𝑑 ∗ 𝜎̅𝑠 0.9 ∗ 1800 ∗ 255
Si sceglie quindi come armatura a momento negativo (senza considerare i ferri trasversali già
presenti in quella zona di soletta d’impalcato):
𝐴− 2 −
𝑠,𝑑 = 14Ø16 = 2815 𝑚𝑚 > 𝐴𝑠,𝑛𝑒𝑐
+
𝑀𝐸𝑘,𝑚𝑎𝑥 = 1140.58 𝑘𝑁𝑚
+
𝑀𝐸𝑘,𝑚𝑎𝑥 1140.58 ∗ 106
𝐴+
𝑠,𝑛𝑒𝑐 = = = 3021 𝑚𝑚2
0.9 ∗ 𝑑 ∗ 𝜎̅𝑠 0.9 ∗ 1645 ∗ 255
Si sceglie quindi come armatura a momento positivo (considerando anche i 2Ø16 reggistaffe che,
ove si registra M+max in campata, sono presenti e ben ancorati):
𝐴+ 2 +
𝑠,𝑑 = 6Ø24 + 2Ø16 = 3116 𝑚𝑚 > 𝐴𝑠,𝑛𝑒𝑐
− |
|𝑀𝐸𝑑 = 1.35 ∗ 719.72 = 971.62 𝑘𝑁𝑚
148 Traversi
− |
|𝑀𝑅𝑑 − |⁄
= 1868 𝑘𝑁𝑚 = |𝑀𝐸𝑑 52 %
Al fine di verificare a momento positivo la sezione più sollecitata del traverso intermedio è
necessario fattorizzare i momenti secondo le indicazioni della normativa (combinazione SLU):
+
𝑀𝐸𝑑 = 1.35 ∗ 1140.58 = 1539.78 𝑘𝑁𝑚
Traversi 149
+ + ⁄
𝑀𝑅𝑑 = 2182 𝑘𝑁𝑚 = 𝑀𝐸𝑑 71 %
Si prevede una staffatura uniforme su tutta la lunghezza del traverso, facilitandone l’inserimento
grazie a riseghe apportate alle ali delle travi in c.a.p. già in fase di prefabbricazione.
150 Traversi
6.1.5 Verifiche Stati Limite d’Esercizio
6.1.5.1 Verifica a fessurazione
Combinando opportunamente le azioni sollecitanti, con riguardo al momento negativo, si
ottiene (combinazione frequente):
Dal foglio di calcolo si evince come la sezione presenti la formazione di fessure che però rientrano
entro i limiti da normativa.
Traversi 151
Combinando opportunamente le azioni sollecitanti, con riguardo al momento negativo, si
ottiene (combinazione frequente):
La tensione sullo strato di armature più esposto nella zona di intradosso (2Ø16 con copriferro 50
mm) e le caratteristiche meccaniche della sezione vengono trovate con modello di calcestruzzo
lineare.
Dal foglio di calcolo seguente si evince come la sezione presenti la formazione di fessure
che però rientrano entro il limite di normativa (0.4 mm essendo il traverso in classe di esposizione
XC3 e l’armatura “poco sensibile”).
152 Traversi
Traversi 153
6.2 Traverso di testata
Il traverso di testata è posto in corrispondenza della zona di appoggio delle travi e perciò
risulta non sollecitato sia in fase di esercizio che in condizioni ultime. L’unica circostanza per cui
si manifestano sollecitazioni significative sul traverso di testata è quella di sollevamento
dell’impalcato tramite martinetti idraulici, operazione necessaria per la manutenzione o
sostituzione degli apparecchi di appoggio. Tali martinetti vengono posizionati nell’interspazio
libero tra le travi in c.a.p. e agiscono direttamente sull’intradosso del traverso, trovando
contrasto sulla trave pulvino.
154 Traversi
cordolo). Durante la fase di manutenzione delle zone di appoggio si esclude la presenza di carichi
variabili (vento, neve, …) e di carichi variabili da traffico.
Seguendo il “percorso” dei carichi d’impalcato, sul traverso di testata agiscono forze
verticali pari ai tagli registrati all’appoggio delle travi longitudinali. Essendo in condizioni di piena
simmetria sia a livello di carichi considerati (G1, G2) che a livello di schema geometrico-
strutturale, i tagli trasmessi dalle 6 travi al traverso di testata sono uguali tra loro. Facendo
riferimento alle sollecitazioni della sezione d’appoggio della singola trave, valutate col metodo di
Courbon-Albenga, questi tagli risultano:
6 6
𝑅𝐸𝑘 = ∗ 𝐹𝐸𝑘 = ∗ 566.60 = 679.92 𝑘𝑁
5 5
Il martinetto è equipaggiato di una piastra di diffusione della forza di larghezza 50 cm, utile ad
abbassare i picchi di sollecitazione. La reazione distribuita per unità di lunghezza quindi risulta:
𝑅𝐸𝑘 679.92 𝑘𝑁
𝑟𝐸𝑘 = = = 1359.84
0.5 𝑚 0.5 𝑚 𝑚
Traversi 155
6.2.3 Dimensionamento armatura
L’armatura a flessione del traverso di testata viene mantenuta costante su tutto l’elemento
strutturale ed è dimensionata sulla base del momento caratteristico massimo, registrato in
mezzeria:
− |
|𝑀𝐸𝑘 𝑚𝑎𝑥 = 977.88 𝑘𝑁𝑚
− |
|𝑀𝐸𝑘 𝑚𝑎𝑥 977.88 ∗ 106
𝐴−
𝑠,𝑛𝑒𝑐 = = = 2367 𝑚𝑚2
0.9 ∗ 𝑑 ∗ 𝜎̅𝑠 0.9 ∗ 1800 ∗ 255
Si sceglie quindi come armatura a momento negativo (considerando anche i ferri trasversali già
presenti in quella zona di soletta d’impalcato):
𝐴− 2 −
𝑠,𝑑 = 6Ø16 + 1Ø16/20" = 13Ø16 = 2614 𝑚𝑚 > 𝐴𝑠,𝑛𝑒𝑐
L’armatura a momento positivo, passante entro le tasche previste nella prefabbricazione delle
travi in c.a.p., risulta utile a sopportare il peso proprio del traverso nelle zone tra le travi e a dare
rigidezza all’elemento traverso. Vista l’esigua sollecitazione si sceglie di disporre:
𝐴+
𝑠,𝑑 = 3Ø16 = 603 𝑚𝑚
2
Anche l’armatura a taglio del traverso di testata viene mantenuta costante su tutto l’elemento
strutturale ed è dimensionata sulla base del taglio massimo, registrato in corrispondenza della
trave di bordo:
𝑉𝐸𝑘,𝑚𝑎𝑥 = 566.60 𝑘𝑁
156 Traversi
Il passo di 12,5 cm permette di avere piena corrispondenza col passo dell’armatura longitudinale,
pari a 25 cm e suoi “sottomultipli” nelle zone di raffittimento (12,5 cm o 6,25 cm).
Traversi 157
𝜎𝑠 = 223.6 𝑀𝑃𝑎 < 255 𝑀𝑃𝑎 < 0.8 ∗ 𝑓𝑦𝑘 = 0.8 ∗ 450 = 360 𝑀𝑃𝑎
Viene effettuata inoltre una verifica di limitazione delle tensioni tangenziali nel calcestruzzo
d’anima, per il quale è già stata prevista la staffatura in quanto si prevede che la sollecitazione
superi il seguente valore ammissibile:
𝑅𝑐𝑘 − 15 37 − 15
𝜏𝑐0 = 0.4 + = 0.4 + = 0.69 𝑀𝑃𝑎
75 75
In ogni caso, ovvero anche in presenza di armatura specifica a taglio, le tensioni tangenziali nel
calcestruzzo non devono superare il valore limite:
𝑅𝑐𝑘 − 15 37 − 15
𝜏𝑐1 = 1.4 + = 1.4 + = 2.03 𝑀𝑃𝑎
35 35
Si determina ora la massima tensione tangenziale registrata nel calcestruzzo d’anima nella
sezione maggiormente sollecitata a taglio, con la formula di Jourawsky:
158 Traversi
⁄
2 3
𝑓𝑐𝑡𝑚 = 0.3 ∗ 𝑓𝑐𝑘 = 0.3 ∗ 302⁄3 = 2.90 𝑀𝑃𝑎
𝑓𝑐𝑡𝑚 2.90
𝜎𝑡,𝑚𝑎𝑥 = 2.24 𝑀𝑃𝑎 < = = 2.42 𝑀𝑃𝑎
1.2 1.2
Traversi 159