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Questi sistemi di previsione possono essere basati su: esperienze in vasca relative a
carene similari, esperienze sistematiche su famiglie di carene, metodi statistici, metodi
numerici di natura teorica o semi empirica.
Per mezzo di questi dati possibile stimare la resistenza di una carena, appartenente
alla famiglia su cui stata condotta la sperimentazione, avente parametri dimensionali
compresi entro il campo di variazione considerato dagli sperimentatori.
Gli scafi della serie sono rappresentativi di imbarcazioni aventi dislocamento com-
preso tra 22.5 e 30.5 tonnellate e velocit da 10 a 15 nodi.
I modelli 59 e 60 sono stati derivati dal modello genitore 43 nel modo seguente:
dimensioni trasversali e verticali sono state moltiplicate per il rapporto 1/T ; i valori del
tutte le dimensioni longitudinali sono state moltiplicate per un coefficiente T , mentre le
coefficiente T utilizzati per i modelli 59 e 60 sono rispettivamente 0.9 e 0.8. I dati relativi
ai modelli della serie sono riportati in tabella 7.1
Tutti i dati relativi ai modelli ed i risultati delle prove sono stati presentati in forma
adimensionale; in particolare i risultati delle prove di resistenza sono presentati in termini
di resistenza totale in funzione di Fnf .
ove # rappresenta il peso specifico del fluido; questo coefficiente pu essere riscritto nella
forma:
2 g 100 RX f"$
# f#$ V# f"$
200 ?
Fn#f
I risultati originali sono riportati nella figura 7.1 ed, a rigori, non sono direttamente
comparabili tra loro in quanto non sono stati riportati allo stesso dislocamento n alla
stessa lunghezza. Tuttavia il campo di variazione del dislocamento, cui sono stati riportati i
risultati delle prove, molto modesto e risulta quindi altrettanto modesto l'errore che si
commette confrontando direttamente tra loro le varie curve. In aggiunta Nordstrm ha
fornito un metodo, figura 7.2, per correggere le curve di resistenza al variare del
dislocamento.
rev. 09 gennaio 2003 pag. 7.2
Marco Ferrando - Appunti del corso Architettura Navale 1: metodi per la previsione della resistenza
Fortunatamente alcuni dei dati mancanti nella pubblicazione originale sono stati
superficie bagnata S/ f L per i vari modelli della serie di Nordstrm, cfr. tabella 7.2.
forniti da De Groot [7.2]; in questa memoria sono infatti riportati i valori del coefficiente di
In figura 7.4, tratta da [7.3], sono riportati i valori di R/?, relativi ai modelli della
serie, per un dislocamento di 10. 000 lb (4.536 t), ottenuti utilizzando la linea di attrito
ATTC '47 con CE 0.
In figura 7.5 sono riportati i dati della figura precedente utilizzando M come
ascissa e Fnf come parametro delle curve. Ciascuna delle curve a Fnf costante riporta i
dati di resistenza di tutte e nove le carene della serie; dall'esame di questa figura appare che
la variazione di resistenza tra le diverse carene sia dipendente principalmente da M , dal
momento che i punti sperimentali sono ben correlati con le linee interpolate tra gli stessi.
In figura 7.6 sono presentati, in maniera analoga a quella della figura precedente, i
dati relativi alla resistenza residua divisa per il dislocamento; il rapporto RV /? ancora
ottenuto sulla base dell'analisi di De Groot utilizzando la linea d'attrito ATTC '47 con
CE 0.
7.1.2 SERIE 63
La serie 63 [7.4], pubblicata nel 1963, consiste in cinque modelli derivati da una
lancia della marina statunitense della lunghezza di 50' avente un rapporto LFT /B nominale
pari a 4. Il termine nominale stato utilizzato dal momento che il rapporto LFT /B stato
calcolato utilizzando, come larghezza, quella corrispondente al longitudinale numero 6,
posto all'84% della larghezza al parapetto.
Tutti i modelli sono stati costruiti in scala 1/16, della stessa lunghezza di 3 piedi,
con uguale intervallo tra le ordinate ed in modo da realizzare valori del rapporto LFT /B
pari a 2.5, 3, 4, 5, 6; nella tabella 7.3 sono illustrate le caratteristiche delle carene in vera
grandezza, mentre nella tabella 7.4 quelle dei modelli provati alla vasca.
I modelli derivati sono stati ottenuti dalla carena genitrice, avente LFT /B nominale
pari a 4, moltiplicando le larghezze e le altezze per uno stesso coefficiente e lasciando
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Marco Ferrando - Appunti del corso Architettura Navale 1: metodi per la previsione della resistenza
Tutte le prove sono state condotte con assetto statico longitudinale diritto, cio con
la linea di galleggiamento parallela alla linea di immersione zero e, per ciascun modello, la
velocit di prova stata aumentata fino a che l'acqua non raggiungeva la coperta.
I due modelli pi stretti avevano bordo libero insufficiente per essere provati ai di-
slocamenti pi pesanti, corrispondenti ai valori minori di M , cos alcune delle prove do-
vettero essere cancellate. Al contrario i modelli pi larghi erano troppo pesanti per essere
provati ai dislocamenti leggeri, corrispondenti ai valori maggiori di M ; in questo caso il
peso di questi modelli stato ridotto applicando, al centro di gravit degli stessi, una forza
verticale diretta verso l'alto.
I modelli sono stati trainati da un punto sulla prora giacente sul prolungamento
ideale della linea d'assi; nel punto di rimorchio stata applicata una forza verticale la cui
entit stata calibrata in modo che la forza di rimorchio risultante giacesse lungo la linea
d'assi. L'assetto dinamico e lo spostamento verticale del centro di gravit dei modelli sono
stati determinati per mezzo delle misure fornite da trasduttori di spostamento installati, su
tutti i modelli, in corrispondenza delle perpendicolari.
Per la stimolazione della turbolenza stata utilizzata una barra verticale, del diame-
tro di 0.4 pollici collocata in corrispondenza del piano di simmetria ad una distanza pari a 5
pollici a proravia della perpendicolare avanti ed immersa fino ad una profondit pari all'im-
mersione dei modelli. Va notato che questo tipo di stimolazione della turbolenza non pro-
duce resistenza addizionale della carena, dal momento che lo stimolatore viene collegato al
carro dinamometrico e non al modello.
La serie fornisce tutti i dati relativi alla sperimentazione, inclusi i valori misurati
della velocit e della resistenza di tutti i modelli, consentendo in questo modo una
espansione dei dati utilizzando un rapporto di scala qualsiasi.
rev. 09 gennaio 2003 pag. 7.4
Marco Ferrando - Appunti del corso Architettura Navale 1: metodi per la previsione della resistenza
che equivale a:
10 RX V
# f g"# f"'
risultando infine:
RX
10 ?
Fnf
7.1.3 SERIE 64
questi dati era molto sentita all'epoca non tanto dalla nautica da diporto, che a quei tempi
non si era ancora orientata verso prestazioni molto spinte, quanto dalla marina militare
americana che a quei tempi era interessata a sviluppare particolari tipi di naviglio sottile e
veloce.
Lo scopo di questa serie era quello di indagare sulla resistenza d'onda delle carene
per alta velocit relativa, dal momento che si riteneva che questa componente fosse la
principale responsabile della rapida crescita della resistenza totale della carena in tale
campo di velocit.
Per la scelta della carena genitrice fu fatta una indagine preliminare su tutte le
carene provate, presso il David Taylor Model Basin, a velocit relative maggiori di 1; sulla
rev. 09 gennaio 2003 pag. 7.5
Marco Ferrando - Appunti del corso Architettura Navale 1: metodi per la previsione della resistenza
scorta di questa indagine furono prescelte due carene che avevano dimostrato prestazioni
eccezionalmente buone ad elevata velocit. Utilizzando queste ultime come riferimento
vennero derivate due nuove carene che differivano tra loro nella sola parte poppiera,
avendo la prima una forma a spigolo mentre la seconda era di forma tonda convenzionale.
Queste due nuove carene vennero provate alla vasca e la carena tonda fece
registrare la migliore prestazione complessiva, venendo quindi prescelta come carena
genitrice per la serie; la forma di questa carena illustrata nella figura 7.13.
0.35 CF 0.55
B
2 T
4
$
?
15 L
55
100
Per il coefficiente di finezza totale i valori prescelti furono 0.35, 0.45 e 0.55, mentre
i rapporti larghezza-immersione furono fissati in 2, 3 e 4. Per quanto riguarda il
dislocamento relativo non stato possibile individuare tre valori applicabili a tutte le
carene, dal momento che questo avrebbe portato, in diversi casi, a delle forme inadatte
all'alta velocit; pertanto, in corrispondenza di ciascun valore di CF , sono stati scelti tre
valori del dislocamento relativo, ma la scelta stata fatta in modo che, passando da un
valore del coefficiente di finezza totale al successivo, i campi di variazione del dislocamen-
to relativo si sovrapponessero parzialmente.
16 Kn. Non sono stati utilizzati stimolatori di turbolenza e, durante le corse, stata
misurata la variazione dell'assetto longitudinale.
I dati relativi alla resistenza dei modelli sono stati elaborati utilizzando la linea
funzione di V/ L . A titolo di esempio nelle figure 7.14 e 7.15 sono illustrati i due tipi di
d'attrito ATTC '47 e sono stati presentati sia in termini di RV /? sia come CV entrambi in
presentazione.
I dati relativi alla resistenza totale dei modelli sono stati trasferiti ad un
dislocamento di 200 tons, utilizzando la linea d'attrito ATTC '47 ed un ?CJ pari a
0.4 10 $ , ed elaborati in modo da ottenere dei diagrammi, ciascuno relativo ad un valore
di Fnf , riportanti il rapporto R/? in funzione di M ; detti diagrammi sono illustrati nella
figura 7.16 ed in ciascuno di essi sono compresi i valori relativi a tutte le 27 carene della
serie.
interessante notare che questi grafici possono fornire utili indicazioni anche per il
progetto di carene aventi dislocamento differente; nel citato rapporto viene infatti fornito
un grafico, riportato in figura 7.17, che permette di valutare, per una delle carene della
serie, la variazione di R/? nel caso si consideri un dislocamento differente da quello
utilizzato nella presentazione grafica.
Ipotizzando che tutte le carene della serie subiscano una identica variazione del
rapporto R/?, a fronte della variazione del dislocamento, ancora possibile utilizzare gli
stessi diagrammi per la valutazione dell'ordine di merito tra differenti scelte di parametri
dimensionali.
Osservando i grafici di R/? relativi ai valori 1.0 ed 1.5 di Fnf si pu avere una
ulteriore conferma del fatto che, in questo campo di velocit, la resistenza influenzata
principalmente da M . Per valori superiori di Fnf si pu notare il crescente effetto di B/T e
di CF sulla resistenza; dall'esame dei grafici appare infatti che le carene con CF 0.35
hanno il comportamento peggiore e che quelle con CF 0.45 sono le migliori. Questa
tendenza fa supporre che esista un valore ottimo per il coefficiente di finezza totale
compreso tra i valori 0.45 e 0.55.
Nella figura 7.19 sono illustrati i diagrammi contenenti R/? ed RJ /? relativi alle
migliori carene della serie, vale a dire quelle caratterizzate da CF 0.45 e da B/T pari a 2
e 3; la differenza tra la resistenza corrispondente ai simboli vuoti e quella corrispondente ai
simboli pieni rappresenta la resistenza residua.
La forma della carena genitrice, derivata da una silurante veloce svedese, illustrata
nelle figure 7.20 e 7.21, ed ha le seguenti caratteristiche:
chiglia per l'immissione in bacino estesa fino alla linea di base dall'ordinata 16 verso
poppa,
poppa a specchio relativamente larga e profonda,
angolo di deadrise ridotto a poppa e crescente verso prora;
queste caratteristiche sono proprie di una carena tonda concepita per alta velocit.
I dati caratteristici delle nove carene costituenti la serie sono illustrati nella tabella
7.6. I modelli della serie sono derivati dalla carena genitrice in affinit, pertanto CF , C[ T ,
C\ , CT e XF /L[ P sono comuni a tutte le carene, inoltre stato mantenuto inalterato
anche f e quindi ?. I valori prescelti per il coefficiente M L/f"$ sono 6, 7 ed 8,
mentre per il coefficiente B/T sono stati assunti i valori 3, 3.5 e 4; i valori del coefficiente
L/B risultano in questo modo determinati dall'equazione:
C F L/f"$
$
L
B B/T
Tutti i modelli sono stati provati senza appendici, ad esclusione della citata chiglia
per l'immissione in bacino, ed utilizzando un filo del diametro di 1 mm posizionato in
corrispondenza della ordinata 19 come stimolatore di turbolenza. Il campo delle velocit di
In aggiunta, su alcuni dei modelli, sono state condotte esperienze addizionali con
l'applicazione di spray strips per valutare la loro influenza sulla resistenza al moto e
sull'assetto dinamico.
I risultati delle prove sono presentati sia in forma adimensionale che in forma
dimensionale. Nella presentazione adimensionale vengono forniti i grafici di CV , calcolato
utilizzando la formulazione ITTC '57, in funzione del numero di Froude. La presentazione
dimensionale dei risultati fornisce i diagrammi della PI , espressa in hp metrici, in funzione
della velocit espressa in nodi; per il calcolo della potenza effettiva stata introdotta la
correzione standard per rugosit della carena pari a ?CJ 0.4 10 $ .
Il diagramma della figura 7.22 riassume i valori del coefficiente CV per tutti i nove
modelli della serie; da esso si ha la conferma del fatto che, come gi aveva osservato De
Groot, il coefficiente M ha una primaria influenza sulla resistenza di questo tipo di carene.
Una ulteriore analisi della citata figura conduce alla conclusione che fino a
Fn 0.9 l'importanza del coefficiente B/T molto modesta, mentre per valori superiori i
valori minori di B/T forniscono prestazioni migliori.
La serie fornisce inoltre, per mezzo di diagrammi, i dati relativi all'assetto dinamico
dei modelli in funzione della velocit; un esempio di tale presentazione fornito nella
figura 7.24 valida per carena con assetto statico longitudinale diritto. Vengono altres
forniti altri diagrammi relativi alle prove con assetto statico longitudinale appoppato di una
quantit compresa tra il 20 ed il 40% dell'immersione.
Partendo dalla carena genitrice, denominata modello 100A, sono state ricavate altre
quattro carene utilizzando la modifica per affinit. Per mezzo di questa operazione sono
state modificate B e T in modo tale da mantenere inalterato il dislocamento variando
esclusivamente il rapporto B/T.
Tutti i modelli, lunghi 2.54 metri, sono stati provati senza appendici; per la
stimolazione della turbolenza sono stati applicati, in prossimit della ruota di prora, chiodi
del diametro di 3 mm, spaziati tra loro di 25 mm e sporgenti di 25 mm dalla carena.
I risultati della prove, elaborati secondo la metodologia ITTC '57, sono presentati
utilizzando il rapporto RV /? in funzione di Fnf . In aggiunta sono forniti i grafici di CX in
funzione di Fn, riferiti alla lunghezza di 30.5 m, con CE 0. Per quanto riguarda l'assetto
in corsa sono disponibili i grafici che illustrano lo spostamento verticale del centro di
gravit del modello e l'angolo di assetto al variare di Fnf .
Sono inoltre forniti i grafici che illustrano l'effetto sul coefficiente di resistenza
totale della variazione del dislocamento per carene della lunghezza di 30.5 m.
Nella pubblicazione sono inoltre analizzati gli effetti della applicazione alla carena
degli spray rails e del cuneo al di sotto dello specchio di poppa.
7.1.6 SERIE YP
La serie YP stata sviluppata presso l'Accademia Navale della U. S. Navy e
pubblicata nel 1986 [7.10]. Essa comprende 6 modelli; tre carene tonde e tre carene a
spigolo derivate da quelle tonde.
0.05 Fn .625
0.3 Fnf 1.5
5.75 M 6.48
0.13 LCG/LT T 0.2
4.0 LT T /B 5.2
I modelli, lunghi 5 piedi e privi di appendici, sono stati rimorchiati lungo la linea
d'assi in corrispondenza della posizione longitudinale del baricentro. La stimolazione di
turbolenza stata realizzata mediante file di chiodi di ottone, spaziati di circa 12.29 mm,
poste in corrispondenza delle ordinate 1.5, 2.5 e 3.5.
Ciascuno dei 6 modelli stato provato a tre differenti dislocamenti e per ognuno dei
dislocamenti sono state realizzate tre diverse posizioni del centro di gravit, per un totale di
54 condizioni di prova.
I risultati delle prove sono stati presentati sotto forma di grafici, utilizzando due
diversi metodi di presentazione, entrambi adimensionali e basati sulla linea d'attrito ITTC
'57. Il primo tipo di rappresentazione riporta le curve del CV in funzione di Fn e ciascuna
curva relativa ad un valore del dislocamento relativo, mentre nel secondo caso vengono
fornite le curve di CV in funzione del dislocamento relativo ed a ciascuna delle curve
corrisponde un valore di Fnf . Un esempio di rappresentazione dei risultati illustrato in
figura 7.31.
Questi metodi si rivelano tuttavia utili quando l'utente abbia valutato la loro
attendibilit e sia venuto a conoscere le loro limitazioni.
PI ? V
#
L[ P
V
Questi sono stati ricavati sulla base di prove alla vasca navale, delle quali peraltro
non viene data nessuna informazione, e sono relativi a scafi senza appendici.
I dati sono presentati sotto forma di otto diagrammi, riportati nella figura 7.34, nei
quali il rapporto R/? funzione del dislocamento, di M e del numero di Froude
volumetrico.
S 0.175 L#
Nel trasferire ai vari dislocamenti i risultati relativi ai modelli non stata applicata
la correzione ?CJ per rugosit di carena, e si suggerisce di utilizzare una maggiorazione
globale pari a 10% per ottenere valori realistici della resistenza in vera grandezza.
Come dati di partenza per la regressione sono state impiegate 970 coppie di dati
resistenza-velocit relativi a 93 modelli di piccole imbarcazioni provati alla vasca di
Wageningen in Olanda.
RV J 8# #
7 7 J8 7 J 8# # 7 J 8# #
?
C" e * C# e C$ e sin Fn C% e cos Fn
rev. 09 gennaio 2003 pag. 7.13
Marco Ferrando - Appunti del corso Architettura Navale 1: metodi per la previsione della resistenza
ove i coefficienti C3 sono funzioni dei parametri geometrici della carena ed m funzione di
CT .
C3 Y LCB, CT , L
B
, C[ P , B
T
, CQ
La validit dei coefficienti cos ricavati assicurata solo per valori dei parametri
geometrici compresi entro i campi di variazione considerati nella regressione:
8 L[ P 80 [m]
5 f 3000 [m$ ]
L
3 B
6.2
B
1.9 T
4.0
0.50 CT 0.73
0.70 CQ 0.97
LCB
0.070 L
0.028
10 iI 46 []
valore 0.5, corrispondente a V/ L 1.7; dal momento che l'espressione della resistenza
La regressione stata eseguita comprendendo numeri di Froude che arrivano fino al
dove
X f"$
L
; Z f
B$
; U 2 iI ; W AX
A\
I valori numerici dei coefficienti A sono riportati nella tabella 7.9, per ciascuno dei
numeri di Froude volumetrici, e sono relativi al dislocamento ? 100. 000 libbre in acqua
di mare a 15 C con ?CJ 0.
dove:
S
f#$
2.262 L[ P
f"$
1 0.046 B\
T
0.00287 B\
T
#
f"$ 1.7 CF
#
S L[ P B\ T B\
f#$ L[ P B\ L[ P
$
?
L
100
oppure:
$
f
L
10
Questa tendenza non deve trarre in inganno il progettista in quanto non sempre
vantaggioso progettare carene aventi M elevato dal momento che, a parit di dislocamen-
to, anche la superficie bagnata cresce con questo parametro e produce un aumento della re-
sistenza d'attrito. In prima approssimazione si pu dire che un aumento di M benefico fi-
no a Fn=0.8, oltre questo limite la resistenza d'attrito arriva al 40 50 % della resistenza
totale ed un ulteriore aumento della lunghezza relativa produce risultati trascurabili o addi-
rittura negativi per quanto riguarda la resistenza totale.
Man mano che la velocit cresce il valore di CT deve aumentare: per alte velocit
infatti consigliabile evitare forti cambiamenti della forma della carena in direzione
longitudinale, che produrrebbero un inaccettabile incremento della resistenza di forma. In
quest'ottica bene evitare sezioni maestre troppo grandi che produrrebbero una
concentrazione del volume di carena verso la parte centrale.
che stata ottenuta mediante una regressione statistica ed valida nel campo:
0.2 Fn 1.0
7.3.3 RAPPORTO AX / A\
Per le imbarcazioni operanti a bassa velocit la presenza della poppa a specchio
immersa non necessaria, anzi pu rivelarsi dannosa perch provoca la formazione di
vortici con conseguente aumento della resistenza di forma. Questo fenomeno scompare
allorch la velocit dell'imbarcazione cresce fino a superare la velocit per cui si ha il
prosciugamento del transom; questo avviene quando il numero di Froude, calcolato con
l'immersione dello specchio, risulta maggiore di 4 5 [7.18].
Gli studi sull'immersione della poppa a specchio hanno condotto a dedurre che uno
specchio poco immerso produce un eccessivo appoppamento della carena ad alta velocit.
Infatti per carene con eccessivo angolo di assetto si sono avuti notevoli benefici
aumentando l'area immersa dello specchio di poppa AX .
Anche in questo caso non sempre vero che la carena risulti tanto migliore quanto
maggiore il rapporto AX /A\ tra l'area immersa del transom e l'area della sezione maestra;
infatti un valore eccessivo di AX provoca un maggior consumo di combustibile a velocit
di crociera, costringe ad aumentare l'angolo delle linee d'assi e conduce ad un'immersione
eccessiva.
Nella figura 7.43 viene illustrata la regione consigliata in [7.16] per la scelta del
valore del rapporto AX /A\ al variare del numero di Froude. Anche in questo caso in [7.17]
viene presentata un'equazione, ricavata da una regressione statistica, che fornisce il valore
del rapporto AX /A\ corrispondente alla minima resistenza. L'equazione la seguente:
AX
A\
0.0857 0.3967 Fn 0.1061 Fn#
ed valida per:
0.4 Fn 1.0
In generale si pu dire che per carene lente l'ascissa del centro di carena deve essere
compresa tra 1.50% L[ P e 2.8% L[ P addietro della perpendicolare al mezzo. Se il numero
di Froude dell'imbarcazione compreso tra 0.5 e 0.8 il centro di carena deve stare in una
posizione attorno a 3.5% L[ P addietro a PPEQ . Per carene operanti verso il limite
superiore del campo di velocit, cio aventi Fn 1.0, il centro di carena va ulteriormente
arretrato fino ad un massimo di 5 6% L[ P a poppavia della perpendicolare al mezzo.
rev. 09 gennaio 2003 pag. 7.18
Marco Ferrando - Appunti del corso Architettura Navale 1: metodi per la previsione della resistenza
Nella figura 7.44 viene illustrata la regione consigliata in [7.16] per la scelta della
ascissa del centro di carena XF al variare del numero di Froude. Di seguito si riporta
l'equazione proposta in [7.17], sempre ricavata da una regressione statistica, che fornisce il
valore dell'ascissa del centro di carena corrispondente alla minima resistenza:
valida per:
0.4 Fn 1.0
tenendo presente che XF viene fornito come percentuale di L[ P , con origine sulla PPEQ e
con verso positivo in direzione addietro.
Della stessa importanza agevolare il flusso lungo il corpo di uscita della carena,
evitando quanto pi possibile forti curvature del diagramma delle aree che, come si gia
visto, possono essere evitate adottando la poppa a specchio immerso.
Questa dipendenza diretta risulta comunque di entit non rilevante tanto che
diminuire il CF di una carena oltre un certo limite si rivela generalmente dannoso in
termini di resistenza totale. Ci risulta dal fatto che il modesto beneficio sul coefficiente di
resistenza residua, ottenibile affinando la carena, risulta pi che compensato dall'aumento
di resistenza d'attrito conseguente alla maggiore superficie bagnata che caratterizza le
carene pi fini.
Per la regione delle basse velocit L/B pu avere una influenza pi marcata, ma in
ogni caso non appare giustificato annoverare il rapporto L/B tra i parametri che pi
influenzano la resistenza al moto delle carene dislocanti nel campo 0.4<Fn<1.0.
Risulta quindi evidente che preferibile che il rapporto B/T venga determinato
sulla base di considerazioni sulla stabilit piuttosto che sulla resistenza al moto.
Per esempio il semiangolo di entrata delle carene della serie 64 varia da 3.6 a 7.8 ,
mentre per la serie SSPA esso compreso tra 9.5 e 14.4 . Paragonando i risultati delle due
serie in tutto il campo di velocit il minore valore di II , che caratterizza la serie 64, non
sembra offrire particolari vantaggi.
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