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Lapronunciaitaliana
Lapronunciaitaliana
pronuncia, 2004.
ORTOGRAFIA E PRONUNCIA:
H (acca) la lettera h non ha un suono specifico in italiano, solo un segno grafico. Nella scrittura serve:
- per indicare il suono duro di c e g davanti alle vocali i, e: che, chi, ghe, ghi;
- per distinguere alcune forme del verbo avere da altre parole omofone: ho, hai, ha, hanno versus o, ai, a,
anno;
- nella trasposizione grafica di alcune interiezioni: oh!, ah!, ah!, ahim!
Ce / ci, ge / gi si pronunciano come in romeno, con un suono dolce o palatale: voce, cielo, gelato, giro,
micia, ciurma, gioco, beneficio, cieco, superficie, specie, societ etc.
Che / chi, ghe / ghi la h inserita nella trascrizione indica una pronuncia dura o gutturale: cerchio,
ringhio, barche, vecchio, funghi.
c/q, cqu / ccu/ qqu La lettera q sempre seguita da u + vocale (qui, qua); si pronuncia come c, cu, ccu,
e non esiste nessuna regola pratica per stabilire quando usare q o c. La trascrizione dipende dalla differente
etimologia della parola. Esempi: quattro, Pasqua, aquila, inquinato versus scuola, arcuato, quanto, quando.
Il raddoppiamento del suono qu si scrive cqu: acquisto, acqua, nacque.
S ha suono aspro (o sordo) allinizio di una parola prima di una vocale: sandalo, sfinge, speranza, sillaba;
prima delle consonanti c, f, p, q, t: scopa, squadra, stalla; dopo consonante: psiche, bersaglio; se doppia in
posizione intervocalica: rosso, fisso, gesso
- ha suono dolce o sonoro (come z in romeno) quando si trova in posizione intervocalica: caso, rosa, esame;
prima delle consonanti b, d, g, l, m, n, r, v: sbalzo, sgomento, sregolato, svogliato;
z ha suono aspro (sordo) prima dei gruppi ia, -ie, -io: notizia, grazie; se doppia: bellezza, frizzante;
nelle parole che finiscono in anza, enza;
- ha suono dolce (sonoro) allinizio di parola: zaino, zero, zeta; tra due vocali: grazie, azoto; nei suffissi
-izzare, izzazione: organizzazione, realizzare, realizzazione;
sce / sci si pronuncia come la romena: discesa, nascere, sciarpa, scienziato, incosciente.
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Gabriela-Alina Sauciuc, Ortografia e pronuncia,
pronuncia, 2004.
Dittonghi:
discendenti: ia, ie, io: piano, bandiera, fiocco; ua, ue, uo: portuale, duello, uomo;
ascendenti: ai, ei, oi: avrai, sei, poi; au, eu: Mauro, neutro; iu, u, i : piuma, lui.
ACCENTO
A seconda della sillaba su cui cade laccento tonico, le parole si classificano in:
Piane: laccento cade sulla penultima sillaba (la maggior parte delle parole): amore, carota,
pomodoro
Sdrucciole: laccento cade sulla terzultima sillaba: rapido, correre.
Bisdrucciole: laccento cade sulla quartultima sillaba: rcitano, portamelo.
Tronche: laccento cade sullultima sillaba e in questo caso viene indicato anche graficamente:
andr, bont, libert.
Lelisione la soppressione della vocale finale di una parola non accentata davanti a unaltra parola che
inizia per vocale, o per h. Al posto della vocale caduta viene inserito lapostrofo.
Lelisione obbligatoria:
Con gli articoli lo, la e le preposizioni articolate formate da tali articoli: luomo, lerba, laquila,
dellamico, allamico;
Con lavverbio ci + , erano, era ecc. : cera, cerano;
Con gli aggettivi bello, santo: belle fatto, bellesempio, SantAndrea;
Con laggettivo dimostrativo quello / a: quellepoca, qulluomo;
Con alcune formule fisse: tuttaltro, laltranno ecc.
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Gabriela-Alina Sauciuc, Ortografia e pronuncia,
pronuncia, 2004.
Lelisione vietata:
Ci + parola che comincia per a, o, u: ci amiamo;
Da si elide solo in espressioni come dora in poi, daltronde, daltra parte per evitare la confusione
con di;
I pronomi personali le, li
Articoli o preposizioni articolate che precedono parole che cominciano con i lunga o
seminconsonantica: lo iato, lo iodio, la iena;
Il troncamento: la caduta di una vocale o della sillaba finale di una parola davanti a unaltra parola che
comincia per consonante o per vocale. Viene usata per evitare un suono sgradevole quando si parla. La parola
che subisce il troncamento non viene segnata per apostrofo. Il troncamento pu avvenire solo nelle parole in
cui, caduta la vocale / sillaba finale, resta una delle seguenti consonanti: l, m, n, r: bel tipo, siam venuti,
buon anno ecc.
Il troncamento obbligatorio:
Con uno e i suoi composti (alcuno, ciascuno, nessuno): un amico, un progetto;
Con buono seguito da vocale o consonante: buon uomo, buon gelato;
Con bello, santo, quello: bel libro, quel turista, San Giovanni;
Suora, frate + nome proprio: suor Angela, fra Cristoforo;
Con una serie di parole comuni come signore, professore, dottore, ingegnere, cavaliere,
davanti a nome proprio: Professor Rossi, lingegner Colli;
In alcune espressioni fisse: ben fatto, in fin dei conti, mal di mare ecc.
Il troncamento facoltativo:
Con grande: gran (grande) paura;
Con ora (e i suoi composti)
Con tale / quale: tal (tale) esempio, qual (quale) persona;
Il troncamento non avviene:
Con le parole al plurale: buone intenzioni, quelle amicizie;
In presenza di parole che cominciano per z, gn, ps, x, s + consonante: quello psichiatra, uno
strumento, uno gnomo, bello zaino, quello xilofono.
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Gabriela-Alina Sauciuc, Ortografia e pronuncia,
pronuncia, 2004.
Apocope: caduta di una vocale / sillaba finale, idipendentement dallincontro con unaltra; viene segnata
dallapostrofo: sta, da, va, di, fa, po (poco), mo (modo), te (tieni), ca (casa), be (bene) ecc.