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Lavorare Il Legno
Lavorare Il Legno
IL LEGNO
Lavorare il legno, aggiustare il legno, costruire con il legno: sono tutti capitoli della
storia del fai da te che sembra avere nel legno uno dei suoi protagonisti principali.
Questi capitoli, a loro volta, si suddividono in una serie infinita di paragrafi nei quali
si raccontano le molteplici possibilit offerte dal legno a chi decide di affrontare
piccoli e grandi lavori, che vanno dalla riparazione della gamba rotta di una sedia,
alla costruzione di una libreria, al rivestimento di una parete e cos via. importante
per che, prima di accingersi a qualunque operazione, si abbiano le idee ben precise
su come fare, dove fare, cosa fare e con che cosa fare. In una parola bisogna
procurarsi una attrezzatura necessaria e imparare a servirsene in modo corretto.
Sarebbe assurdo farsi un corredo da professionista del legno e poi non sapere quale
attrezzo usare al momento opportuno. La falegnameria un'arte antica quasi come il
mondo, che si avvale di molti strumenti, a volte estremamente semplici altre pi
complessi, che devono per corrispondere alle esigenze di ogni singolo lavoro. Per,
ripetiamo, chi comincia da zero, o quasi, ha bisogno di pochi attrezzi, purch
specifici, e di ottima qualit, da integrare eventualmente con altri, man mano che
cresce la pratica e la voglia di fare cose nuove e pi impegnative. Perch lavorare il
legno pu, alla fine, anche essere divertente e costituire un passatempo rilassante
proprio perch tanto diverso dalla routine (spesso stressante) della vita manageriale.
Nel momento in cui ci si accinge ad acquistare un'attrezzatura conviene sempre
affidarsi (soprattutto quando si ha poca esperienza) alle marche migliori, senza la
tentazione di risparmiare sul prezzo che, in genere, proporzionale alla qualit. Il
vecchio motto chi pi spende meno spende vale anche in questo caso perch una
spesa di qualche migliaio di lire in pi equivale a una maggior durata dell'attrezzo.
Abbiamo detto attrezzi, ma non basta: bisogna che, per una corretta manutenzione,
essi abbiano un posto adatto dove si possano riporre con ordine e trovare subito al
momento dell'uso. L'ideale un armadietto non troppo profondo, corredato di ganci,
ripiani e cassettini di misure diverse (per chiodi, viti, tasselli, e cos via)
eventualmente etichettati cos da poter individuare subito quello contenente gli
oggetti che servono. Ci sono anche contenitori in plastica trasparente, dotati di molti
cassetti nei quali riporre il materiale minuto (subito reperibile, grazie appunto alla
trasparenza). In alternativa all'armadietto, pu andar bene anche un piccolo scaffale o
un pannello forato con agganciati dei supporti su cui appendere gli attrezzi pi grossi.
Chi ha la fortuna di poter disporre di un locale da adibire a laboratorio, pu collocare
scaffali o contenitori appesi alla parete, in posizione ben accessibile e vicino al tavolo
da lavoro. in un ambiente come questo, chi veramente appassionato per il fai da
te in legno pu, via via con l'esperienza, costruire anche pezzi di un certo impegno.
Mancando il locale ci si pu accontentare di un ripostiglio, di un angolo ricavato nel
box o in uno scantinato purch sia ben aerato e privo di umidit. E se non c' n il
locale, n il ripostiglio, n il box, n lo scantinato allora si pu sempre rimediare con
un tavolo pieghevole (ce ne sono parecchi tipi in commercio) o con una robusta asse
(lunga da 1,4 a 2 metri e larga almeno 1 metro) da appoggiare sopra il tavolo della
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cucina o quello da stiro, nel locale guardaroba.
Sia il tavolo pieghevole, sia l'asse permettono di effettuare numerosi lavori non
eccessivamente impegnativi, compresa la segatura di assi o pannelli semilavorati,
oltre ovviaInente lavori di incollaggio, riparazione e cos via. Durante il lavoro si
deve avere l'avvertenza di proteggere sia il pavimento, sia il tavolo da lavoro su cui
posa l'asse con giornali o vecchi panni, specialmente se si devono utilizzare delle
vernici.
ACCORGIMENTI
Il locale dove lavorare deve esser ben arieggiato, specie se si usano solventi o
vernici.
Deve avere una illuminazione (meglio se indiretta) che non stanchi la vista.
Se manca la luce naturale si possono utilizzare speciali lampade al quarzo
iodio.
Il pavimento deve essere perfettamente orizzontale e non sdrucciolevole.
L'isolamento acustico ben curato in modo da non disturbare i vicini quando si
lavora.
Essere preferibilmente diviso in due zone (anche per mezzo di un mobile o di
un pannello): una dove lavorare e una dove riporre i materiali.
Essere asciutto e avere una temperatura costante, anche d'inverno.
Disporre di un rubinetto per l'acqua.
Aggiustare il legno.
Tra gli inconvenienti pi comuni, e anche pi facili da riparare, che possono capitare
a un tavolino, ad una sedia o a un mobiletto ce n' uno che presenta particolari
difficolt.
Quando si rompe una gamba. La spaccatura pu essere di tipo diverso: orizzontale
oppure obliqua. Nel primo caso, con un apposito trapano e punta da legno, si pratica
un foro in ciascuno dei due pezzi di gamba rotta, ovviamente nella parte centrale,
avendo cura che il foro sia di diametro adeguato alla misura della gamba ( quindi
assai pi largo nel caso di gambe massicce). Occorre, inoltre, che i due fori risultino
perfettamente allineati (tuttavia non va dimenticato che, all'occorrenza, uno dei due
pu anche essere leggermente ovalizzato per ottenere una coincidenza perfetta delle
due parti). Si taglia poi, in un apposito tondino di legno, un tappo che abbia la
lunghezza complessiva dei due fori, ma il diametro leggermente superiore. Si
introduce met del tappo, prima cosparso di colla, nel foro della gamba rimasta
attaccata, facendolo penetrare a fondo eventualmente con l'aiuto di un martelletto.
Quindi si incollano le due superfici del piede spezzato, facendo ben cura ai contorni,
e si posa il troncone del piede sulla parte di "tappo" rimasta libera, infilandovela con
l'accortezza che non si producano dislivelli tra le due parti (la giunzione deve
risultare perfetta). Si lascia poi seccare la colla per almeno ventiquattro ore e, alla
fine, se occorre, si rifinisce con un po' di vernice o con una lucidata a cera. Lo stesso
procedimento si usa se la rottura riguarda il bracciolo di una poltroncina o di una
sedia. Se la frattura invece di tipo obliquo, la riparazione un po' pi complessa.
Bisogna anzitutto incollare le superfici dei due pezzi rotti e farli combaciare
perfettamente, serrandoli poi con una morsa e lasciando asciugare la colla per almeno
ventiquattro ore. Poi, con un trapano e una punta di almeno 8 millimetri, si praticano
due fori perpendicolari al piede, che lo trapassino completamente. Si inserisce quindi
nei buchi della colla da falegname e si introducono due tappi (come quelli spiegati
prima) che abbiano lo stesso diametro dei fori e una lunghezza inferiore di 3-4
millimetri allo spessore della gamba spezzata. Anche i tappi devono essere
preventivamente cosparsi di colla. Ultimato il lavoro si lascia seccare la colla, poi si
riempie con dello stucco la piccola cavit rimasta nel legno, alle due estremit dei
tappi, e si rifinisce con carta vetrata per terminare con un po' di vernice o una
lucidatura a cera.
Quando si rompe il cassetto. Pu capitare che il cassetto di un mobile non si apra pi
bene, che si scolli agli angoli allentando la tenuta del compensato di fondo che cos
esce dalla guida. Ecco come risolvere questi problemi. Nel primo caso, occorre
innanzitutto scoprire il punto di frizione del cassetto con il mobile. Per fare ci si
passa ripetutamente una matita a punta grossa sopra, sotto e sui fianchi dei bordi del
cassetto. Si rimette poi a posto e si fa scorrere; il segno della matita sparisce nel
punto in cui si verificato l'intoppo. Basta allora strofinare la parte con carta vetrata,
prima a grana media poi a grana fine, oppure con una lima, e poi ripassare tutta la
zona carteggiata con del sapone umido o con della paraffina. Con questa semplice
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operazione il cassetto torna a scorrere come prima (e magari anche meglio).
Se i listelli laterali, sui quali il cassetto si appoggia o scivola sono rovinati o si sono
assottigliati per l'usura, provocando un movimento anomalo del cassetto stesso, basta
piallarli leggermente o passarli con una lima a grana grossa e poi incollare sulla parte
limata delle striscioline di legno di spessore sufficiente per compensare sia la parte
rovinata, sia quella asportata con la limatura. Prima di rimettere il cassetto a posto
bisogna lasciar seccare la colla.
Quando invece gli angoli del cassetto, uniti tra loro con un incastro a mortasa-tenone
o a biette (spine tonde) oppure ad angolo si aprono, bisogna ripristinare l'incastro per
ridare al cassetto la sua forma originale. Dopo aver aperto completamente l'incastro,
si lima il legno per asportare solo lo strato di colla vecchia (che non tiene pi) e
mettere una giusta dose di colla nuova, facendo combaciare perfettamente i due
pezzi. A questo punto basta aspettare che la colla sia secca per rimettere a posto il
cassetto. Pu per capitare che l'incastro sia diventato lasco. Se la giunzione con
biette (spine tonde), basta allargare il diametro dei fori in cui sono alloggiate e
sistemarne delle nuove di diametro maggiore. Ma se si tratta di un altro tipo di
incastro, che ormai non regge pi, inutile qualunque elemento di rinforzo, non resta
che spessorarlo o ricostruirlo interamente. Per l'incastro ad angolo il lavoro pi
facile, perch si tratta di asportare con una raspa un millimetro di legno da una delle
facce, incollarvi sopra uno spessore dello stesso legno di un paio di millimetri e
lasciare asciugare la colla. Fatto questo, si opera sullo spessore nuovo, riportando
l'incastro a misura e provvedendo quindi alla incollatura delle due parti.
Nel caso pi complesso di un incastro a mortasa-tenone bisogna allargare la mortasa
vecchia, inserirvi (previa incollatura) un pezzo di legno duro opportunamente
sagomato che la riempia completamente, che deve penetrare con un certo sforzo. Una
volta che la colla ha fatto presa, si pratica nel pezzo di legno, inserito nella vecchia
mortasa, un nuovo alloggiamento, leggermente pi stretto del precedente. Si riduce
quindi il tenone alle dimensioni della nuova mortasa, si incollano le due parti, si
fanno combaciare e si attende che la colla diventi secca. Questo nuovo incastro
risulter solido e resistente. Naturalmente, prima di ripristinare definitivamente gli
incastri, occorre rimettere in posizione nelle apposite corsie il fondo del cassetto, in
modo che a lavoro finito risulti perfettamente alloggiato. Se il compensato si
deformato e risulta pi largo del necessario bisogna sostituirlo con uno nuovo.
Inchiodare.
Anche se questo sistema stato sconsigliato, utile sapere come procedere in caso si
decida di utilizzarlo per lavori modesti o per strutture nascoste. Si usano in genere
chiodi in acciaio dolce a testa piatta, se la giunzione non ha problemi di eleganza; a
testa conica o persa quando la chiodatura non deve essere visibile. Le misure pi
usate sono quelle comprese tra i 20 e i 50 millimetri. Piantare un chiodo nel legno
abbastanza facile; tuttavia, bisogna seguire alcune piccole regole assai importanti per
ottenere un buon risultato. innanzitutto necessario avere un martello adatto al tipo
di chiodi da piantare, facendo attenzione che la testa sia ben fissata al manico (in
caso contrario i colpi non possono avere la necessaria efficacia); lo si impugna quasi
all'estremit del manico e si vibrano dei colpi facendo in modo che sia il polso sia il
gomito seguano movimenti elastici. I colpi devono avere una direzione
perpendicolare al chiodo ed essere inizialmente leggeri, fino a quando il chiodo
penetrato nel legno quanto basta per stare attaccato da solo mentre all'inizio
dell'operazione va tenuto fermo con l'indice e il pollice della mano sinistra. Poi si
aumenta l'intesit dei colpi, finch il chiodo penetrato completamente nel legno.
Per chi alle prime armi, consigliabile tenere fissato il chiodo all'asse con una
piccola pinza, oppure di infilarlo all'estremit di un pezzetto di cartone che lo tenga
in posizione. Non appena il chiodo penetrato per met si pu togliere il cartone,
strappandolo con leggerezza.
Se il chiodo si piega, meglio estrarlo e sostituirlo con un altro, piuttosto che tentare
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di raddrizzarlo con dei colpetti che possono rovinare la superficie del legno.
Nell'unire due pezzi di differente spessore opportuno che quello pi sottile sia
inchiodato sopra a quello pi grosso, facendo in modo che il chiodo penetri nel
secondo quasi completamente, dopo aver attraversato il primo strato. A tale scopo si
consiglia di sovrapporre i due pezzi e poi di controllare, posando il chiodo accanto
alle due coste sovrapposte, che la sua lunghezza abbracci entrambi i pezzi. Per lavori
grezzi, dove si bada pi alla solidit che all'estetica, bene usare addirittura chiodi
pi lunghi dello spessore complessivo del legno: questi vanno poi ribattuti con il
martello in direzione trasversale alle fibre, in modo che rientrino nel legno. Se invece
la chiodatura deve essere invisibile bisogna ribattere i chiodi con un cacciachiodi, in
modo da farli penetrare nel legno di almeno uno o due millimetri. I piccoli fori
rimasti vanno poi livellati con dello stucco. Un ultimo consiglio: bene evitare di
usare chiodi troppo grossi che possano fendere il legno; meglio chiodi pi piccoli
piantati non troppo ravvicinati e a distanza sfalsata (infatti una chiodatura allineata
pu provocare una fessurazione delle fibre).
Avvitare.
L'uso delle viti offre notevoli vantaggi; innanzitutto si possono facilmente levare e
staccare cos i pezzi in caso di necessit. In secondo luogo, la filettatura delle viti si
ancora saldamente alle fibre del legno e permette quindi un assemblaggio molto
robusto. Sono invece da sconsigliare per i pannelli in truciolare, perch troppo teneri
e friabili. Esistono parecchi tipi di viti da legno; a testa piatta o bombata, in acciaio
dolce. Hanno msure varianti tra i 15 e i 50 millimetri di lunghezza. Per applicare una
vite, si consiglia di praticare un piccolo foro di invito, profondo circa la met della
lunghezza della vite, usando un punteruolo (in caso di legni teneri o di basso
spessore) oppure un succhiello o un trapano con punta molto sottile. Una volta
praticato il foro si inserisce la vite e si comincia a ruotarla con un cacciavite di
misura adatta al taglio che si trova sulla testa della vite. Il cacciavite deve essere
impugnato saldamente sull'estremit del manico, facendolo poggiare sul palmo della
mano destra mentre, con la sinistra, si mantiene la lama in posizione corretta facendo
in modo che possa ruotare tra le dita appena socchiuse. Se la vite fatica ad entrare,
meglio non insistere, ma piuttosto estrarla, strofinare la parte filettata con un po' di
sapone asciutto, e poi rimetterla in sede. Se questo accorgimento non basta, occorre
allargare leggermente il foro di invito. Qualora si debbano applicare delle viti che, a
lavoro ultimato, devono risultare invisibili, bisogna allargare con uno svasatore o una
punta di diametro clicoidale, la parte superiore del foro di invito, facendo penetrare la
vite quanto basta perch al di sopra della testa resti un piccolo incavo che va poi
mascherato con dello stucco.
Incollare.
dare dei buoni risultati, devono essere mescolati con gli appositi indurenti che si
acquistano a parte: il composto che si ricava va utilizzato entro breve tempo.
L'incollaggio che si ottiene robusto, resistente sia all'acqua sia al calore. Esistono
poi gli adesivi a contatto, piuttosto densi, che vanno spalmati con una spatola su
entrambe le parti da incollare e lasciati asciugare per 15-20 minuti prima di effettuare
la giunzione. Bisogna fare ben attenzione in questa fase perch, una volta attaccati i
due pezzi, difficile rimuoverli poich la presa istantanea e quindi la giunzione, se
non perfetta, pu risultare irregolare. Prima di attaccare due superfici bisogna
ripulirle perfettamente da qualunque residuo di polvere, segatura o grasso; la colla va
stesa in uno strato uniforme ma sottile, con un pennello o una spatola, secondo che le
parti da unire siano piccole o grandi. Effettuato l'incollaggio, in alcuni casi,
necessario serrare i pezzi in una morsa, interponendo uno spessore di protezione in
legno o cartone. Bisogna sempre attendere che la colla sia perfettamente asciugata
prima di esercitare una qualunque pressione sui pezzi attaccati.
Si detto che per congiungere pezzi di legno si possono usare colla, chiodi (solo in
pochi casi) e viti; ma, per un lavoro pi accurato, fatto a regola d'arte, i migliori
sistemi di giunzione sono senza dubbio gli incastri. Ne esistono parecchi tipi: ecco
riportati i pi comuni e diffusi utilizzati quando si vuole costruire un'anta, una porta,
uno scaffale, un mobiletto, uno sgabello e cos via.
Tra i molti altri incastri si ricorda anche quello a coda di rondine, usato in genere
nell'industria, ma soprattutto nell'artigianato d'epoca; contrariamente a quanto si
possa pensare uno dei pi complessi e per realizzarlo occorre una attrezzatura
specifica e piuttosto varia.
Lavorare il legno.
chiaro che bisogna procedere per gradi: fare cose semplici per passare poi, via via,
in base all'esperienza acquisita, a lavori pi impegnativi. In ogni caso buona norma,
prima di cominciare, avere le idee chiare sulle dimensioni che dovr avere l'oggetto,
sul tipo di legno che meglio si presta a quel determinato lavoro e, soprattutto, sul
modo di collegare tra loro i vari pezzi.
inoltre consigliabile fare un disegno in scala di ci che si vuol costruire in modo da
poter stabilire in anticipo il quantitativo di materiale che occorre. In base al modello
si pu far tagliare i vari pezzi necessari oppure riportare sul legno lo schema di
taglio, in grandezza naturale, servendosi di una matita da falegname, riga e squadra.
In quest'ultimo caso necessaria la massima precisione per non trovarsi poi, a taglio
effettuato, con pezzi di dimensioni insufficienti o addirittura diverse fra loro. Ecco
come si procede. Tracciato il profilo delle varie parti si esegue il taglio (occorre una
sega adatta e ben affilata) facendo attenzione di seguire sempre il senso delle fibre
del legno. Una volta ricavati i pezzi delle giuste dimensioni si effettuano eventuali
fori o intagli, secondo l'assemblaggio previsto per passare da ultimo al montaggio e
alla successiva rifinitura. Queste, a grandi linee, le sequenze delle varie operazioni
necessarie per dar vita a un piccolo mobile, a uno scaffale e cos via. opportuno
comunque esaminarle una per una con maggiore chiarezza.
Tagliare.
spessore, consigliabile tracciare prima, su ogni faccia, una linea di guida e inciderla
con la sega, in modo che il taglio risulti guidato anche lateralmente. Infine, per tagli
obliqui o profili sagomati, bisogna usare una piccola sega a dorso oppure,
preferibilmente, una delle apposite guide per tagli obliqui.
Forare.
Per questa operazione occorrono strumenti manuali o elettrici (ad esempio un trapano
Bosch, con le apposite punte del legno), che vanno usati a velocit sostenuta per fori
di piccole dimensioni e a velocit, pi ridotta per fori grandi. ovvio che le punte
devono essere in condizioni perfette e ben affilate (a tale scopo bisogna stare attenti a
non farle cadere e evitare di utilizzarle per lavori diversi da quello cui sono
destinate); per facilitare la capacit di penetrazione si pu passarle con un po' di
sapone asciutto o di olio minerale. Il pezzo da forare deve essere fissato al piano di
lavoro con dei morsetti (per non rovinare la superficie, buona norma interporre tra
la morsa e il pezzo uno spessore di legno). Per evitare che la punta, nell'intaccare il
legno, devii dalla posizione in cui il foro va praticato (precedentemente indicata con
una matita) consigliabile praticare con un punteruolo una tacca che serva da invito.
Se si lavora con un trapano manuale (girabecchino) la punta va appoggiata
perfettamente verticale alla superficie girando poi la manovella con una pressione
piuttosto forte. Con il trapano elettrico la punta deve essere invece appoggiata
quando il motore gi in moto, per evitare la possibilit di deviare dalla esatta
centratura. La pressione in questo caso deve essere leggera. Dovendo forare due
pezzi uguali, nello stesso punto, si sovrappongono perfettamente e si fissano tra loro
mediante due morsetti, trapanandoli poi insieme. Se ci non possibile, perch lo
spessore dei due legni uniti supera la lunghezza della punta del trapano, basta forare
il pezzo superiore e lasciare che la punta penetri leggermente in quello sottostante; la
tacca cos ottenuta sufficiente per procedere col secondo foro. Se il foro molto
largo (e non si ha una punta adatta), si traccia prima con la matita la circonferenza,
poi con una piccola punta si praticano tanti piccoli fori ben ravvicinati; quindi con un
seghetto ad arco o un foretto si sega il legno rimasto tra un foro e l'altro, ottenendo
quindi un'apertura a bordi dentellati che andr poi rifinita con una raspa. Per fare dei
fori ciechi, basta applicare sulla punta del trapano qualcosa che serva a segnalare
quando stata raggiunta la profondit voluta. Esistono in commercio degli indicatori
di profondit molto pratici; in alternativa si pu utilizzare un blocchetto di legno
forato.
Piallare.
stessa lungo tutta la lunghezza: per farlo basta regolarla con il controferro che la tiene
fissata. Bisogna anche regolarla secondo il tipo di legno da lavorare: se si tratta di
legno duro la lama deve essere poco sporgente poich il lavoro solo superficiale,
mentre per i legni teneri, dove necessario penetrare in profondit, la sporgenza
dev'essere maggiore. Durante la lavorazione bene controllare di tanto in tanto che
non si stia asportando pi legno del necessario, creando cos concavit anomale.
importante, infine, che la pialla lavori sempre nel senso delle fibre del legno. Si
suggerisce di fare un po' di pratica su un pezzo di legno di scarto, prima di iniziare il
lavoro vero e proprio.
Scalpellare.
La rifinitura.
I pezzi di legno che siano tagliati, forati, piallati, o scalpellati (e quindi ormai nella
fase finale della lavorazione) si rifiniscono poi con raspe e lime per levigare la
superficie. Gli attrezzi vanno passati con una leggera pressione nel senso delle fibre
e, se possibile, guidati con entrambe le mani. Successivamente, e prima di passare
alla verniciatura o alla lucidatura, il legno va preparato in modo adeguato, cio
ripulito da eventuali incrostazioni e imperfezioni, tipo fessure, scheggiature o
piccolissime cavit. Per far ci si riempiono le parti di stucco da legno (in vendita
presso qualunque colorificio); una volta asciutto lo si ripassa con carta vetrata per
togliere eventuali eccedenze. La carta vetrata si usa anche per lisciare la superficie;
un piccolo trucco, suggerito dagli esperti del mestiere, quello di non ritagliare il
pezzo di carta del foglio nella quantit necessaria, ma di strapparlo, in modo che i
bordi rimangano pi morbidi, e successivamente stropicciarlo leggermente con le
mani. La carteggiatura si esegue seguendo con cura le fibre del legno, per non
intaccarne la superficie e provocare delle chiazze. Inoltre, il pezzo di carta vetrata va
avvolto su un supporto (come, ad esempio, un pezzo di legno ad angoli smussati) in
modo da poter esercitare una pressione uniforme. Per un lavoro a regola d'arte, dopo
aver carteggiato, si consiglia di inumidire leggermente il legno usando una spugnetta
o uno straccio imbevuto di acqua calda (attenzione a non bagnare troppo perch il
legno potrebbe deformarsi). Per carteggiare superfici ampie senza eccessiva fatica,
meglio usare la levigatrice orbitale (vedere nell'elenco degli attrezzi) il cui uso
molto semplice: si passa striscia per striscia seguendo la direzione delle fibre senza
mai soffermarsi a lungo, per evitare di provocare degli avvallamenti.
Verniciare.
A parte motivi estetici, il legno deve essere verniciato anche per proteggerlo
dall'umidit e dai parassiti e per impedire che lo sporco penetri nei pori, provocando
poi macchie indelebili. Esistono in commercio moltissime variet di vernici, adatte
ad ogni tipo di legno, che formano una pellicola protettiva assai tenace e duratura. La
verniciatura assolutamente indispensabile per i legni destinati a rimanere all'aperto
(panche, recinzioni, mobili da giardino); vi sono vernici apposite che formano una
pellicola elastica e resistente a umidit e variazioni climatiche. Ci sono poi i prodotti
cosiddetti impregnanti che proteggono il legno in profondit, senza formare pellicole
superficiali. I sistemi di verniciatura sono diversi: per piccole superfici si possono
usare le bombole spray; per quelle grandi, invece, meglio utilizzare la pistola a
spruzzo elettrica. Naturalmente si pu utilizzare anche il pennello che deve essere
molto morbido e di misura adatta alla superficie da verniciare.
Vernici e smalti vanno stesi a piccole porzioni, senza impregnare tropp il pennello e
formando uno strato sottile e uniforme. Il pennello si tiene in posizione quasi
perpendicolare (sui piani orizzontali), esercitando una leggera pressione e
incrociando le pennellate in modo che la vernice risulti uniforme. Se si devono
verniciare delle superfici verticali si parte dall'alto, passando il pennello prima in
senso verticale, poi in senso orizzontale e poi di nuovo in verticale, andando dal
basso verso l'alto. Non interrompere mai il lavoro, senza aver finito di passare la
prima mano di vernice; lasciare asciugare e iniziare con la seconda.
Lucidare.
Buoni risultati si ottengono anche con le vernici alla nitrocellulosa che hanno il
vantaggio di asciugarsi molto rapidamente.
OPERAZIONI
Dopo aver parlato del legno, dal punto di vista estetico e di tutti gli attrezzi necessari
per lavorarlo si pu ora vedere che cosa possibile fare e come lo si pu fare. In
pratica di tutto, ma ovvio che per poter sfruttare le infinite possibilit offerte da
questo materiale, bisogna essere in grado di eseguire tutte le operazioni che
consentono di trasformare un pezzo di legno grezzo o semilavorato in un oggetto
finito.
I MATERIALI
Conoscere il legno.
Abete. Ne esistono diverse variet: bianco (con venature rossastre) molto tenero ed
elastico e con parecchi nodi. Si usa in genere per intelaiature. L'abete rosso, ha colore
giallo chiaro e venatura diritta: adatto per la costruzione di mobili di tipo rustico e
si presta bene ad essere lucidato. Ha anche una caratteristica speciale: una particolare
risonanza che ne fa il legno pi indicato per gli strumenti musicali. L'abete Douglas,
di colore rossiccio, con venatura compatta e senza nodi, molto resistente e duraturo;
per tale motivo molto usato in edilizia, soprattutto per infissi e rivestimenti esterni
( ideale, ad esempio, per rivestire parte della facciata dello chalet di montagna).
adatto per anche per accessori di arredamento.
Acero. un legno abbastanza duro il cui colore varia dal bianco-rossiccio al rosato al
bianco-giallino. Si pu lavorare agevolmente con tutti gli attrezzi (anche quelli di una
modesta attrezzatura di fai da te). Pu essere levigato e lucidato, assumendo un
bellissimo aspetto setoso. Si mantiene bene all'asciutto, mentre l'umidit lo rovina.
Adatto per mobili e impiallacciature.
Faggio. un legno giallo rossastro, con struttura molto regolare, fibra diritta e pori
molto piccoli. Pur essendo piuttosto duro e compatto, si presta a tutti i tipi di
lavorazione. Esiste anche un tipo di faggio evaporato (che si ottiene sottoponendo il
legname a una vaporizzazione in speciali celle) che ancora pi resistente del faggio
normale. Con questo legno si possono fare mobili di ogni tipo, pavimenti,
rivestimenti di pareti.
Frassino. Altro legno di uso molto comune, di colore bianco-avorio con leggere
venature e specchiature madreperlacee. duro, compatto, resistente, molto flessibile
ed elastico. adatto per mobili, impiallacciature e anche per articoli sportivi (ad
esempio sci).
Mogano. Legno molto pregiato, dal colore rossastro che, se esposto all'aria, tende a
diventare bruno con riflessi bellissimi. Ha grana fine, lucentezza serica; dopo la
levigatura diventa brillantissimo. inattaccabile dai tarli. Si lavora con molta facilit
e viene usato per mobili e rivestimenti.
Noce. Ha colore bruno, pi o meno carico, con venature di colore pi scuro, diritte o
ondulate. Si lavora con facilit, anche se piuttosto duro. resistente e
particolarmente elastico; indicatissimo per mobili di vario genere.
Rovere. Fa parte della grande famiglia delle querce, abbastanza duro e resistente,
facile da lavorare. di colore bruno chiaro, con fibre diritte e regolari, pochi nodi.
molto adatto per rivestimenti (per esempio pareti) e mobili di vario tipo.
Fin qui sono stati elencati i legni da utilizzare per costruire da soli accessori di
arredamento. Naturalmente ne esistono moltissimi altri, come il teak, il palissando, il
pino, la quercia, l'ontano e cos via, ai quali non stato fatto accenno perch si tratta
di legni impiegati quasi esclusivamente nell'industria e quindi non adatti a una
lavorazione artigianale e casalinga. Non bisogna inoltre dimenticare che, nel campo
della falegnameria, oggi vengono molto usati i pannelli di compensato che sono
leggeri, indeformabili e, a parit di spessore, anche pi resistenti del legno massiccio.
Si possono usare sia per rivestimenti (nel tipo pi sottile) che per mobili (nelle
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MANUALE SUL FAI DA TE
variet a maggior spessore). Esistono anche i compensati placcati, cio impiallacciati
con essenze dure o talvolta pregiate, con la superficie gi pronta per essere verniciata
o lucidata, come se si trattasse di legno massiccio. In questi pannelli, la parte esterna,
cio quella che dovr restare in vista, priva di difetti, mentre l'altra pu presentare
delle irregolarit. Il paniforte listellare un altro materiale molto resistente, pi
robusto e pi economico del compensato, e indeformabile. Quest'ultima caratteristica
lo rende particolarmente adatto per ripiani di tavoli o di scaffali per librerie (che
debbano sopportare pesi notevoli) e antine di mobili. Come il compensato, anche il
paniforte si trova gi impiallacciato con essenze pregiate. L'uso di pannelli di
paniforte listellare, per, richiede la rifinitura dei bordi che rimangono visibili,
utilizzando ad esempio listelli di legno massiccio o apposite strisce di
impiallacciatura.
ATTREZZI
Il tavolo da lavoro.
bene fare subito una distinzione tra tavolo e banco: il primo proprio quello che
indica la parola, cio un piano di legno o acciaio, robusto, con quattro gambe solide,
sul quale si possono appoggiare anche oggetti molto pesanti e si pu lavorare di
martello, raspa, sega, trapano, senza timore che il tavolo ceda. Il banco da lavoro
(fondamentale nell'attrezzatura di un artigiano, ma quasi superfluo in quella di chi si
dedica ai lavori in legno solo per hobby) richiede innanzitutto uno spazio piuttosto
ampio dove collocarlo, ha un solido piano di lavoro (la cui altezza varia da 90 a 110
centimetri) dotato di due morse, una a ganasce e l'altra scorrevole che servono per il
bloccaggio dei pezzi da lavorare; inoltre ha una serie di fori quadrati, equidistanti, nei
quali si inseriscono gli accessori metallici che servono per trattenere gli elementi di
legno nel corso della lavorazione. Alcuni tavoli hanno il piano mobile rispetto al
basamento, per facilitare l'avanzamento del pezzo di legno, mentre la macchina
elettrica che lo lavora (trapano, sega, fresatrice) rimane fissa su uno speciale
supporto. Questi tavoli, molto meno ingombranti dei banchi, sono estremamente
funzionali e consentono peraltro lavori di grande precisione.
Per tagliare.
Trattandosi di legno, uno degli strumenti pi utili per lavorare certamente la sega.
Ne esistono diversi tipi, con lama pi o meno grande e con differente dentatura,
secondo il taglio da effettuare.
Sega a telaio. Ha la lama lunga e sottile, tenuta in tensione da una funicella fissata
nella par te alta dell'intelaiatura. adatta per tagli diritti e curvi.
Segaccio. Con la lama trapezoidale e robusta impugnatura situata sull'estremit pi
larga, serve per tagli diritti anche su pezzi di un certo spessore. Non si pu usare
invece per tagli che abbiano un andamento curvo, poich la lama troppo larga ha
difficolt a cambiare direzione.
Sega a dorso. chiamata cos perch tenuta rigida da un profilo a U situato
appunto sul dorso; ha la lama sottile e la dentatura minuta che la rendono adatta per
tagli corti su elementi piccoli, come ad esempio listelli di cornici per quadri.
Esistono anche altri tipi di seghe, ma a livello quasi professionale, quindi non
consigliabili per i dilettanti. Per ottenere da questo strumento un'ottima resa bisogna
far s che la lama non subisca urti o pressioni eccessive e che non venga intaccata
dalla ruggine (a tale scopo prudente proteggerla con un leggero strato di grasso, da
togliere al momento dell'uso e da rimettere a lavoro finito). Se, per usura o vecchiaia,
la lama perde la sua affilatura, si pu ripristinarla, bloccandola in una morsa e
strofinandola con una lima triangolare. Questa va fatta scorrere in senso trasversale e
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MANUALE SUL FAI DA TE
con inclinazione costante nello spazio tra un dente e l'altro, prima su una faccia della
sega, limando un dente ogni due, e poi sull'altra, operando sui denti non ancora
trattati.
Per forare.
Per levigare.
Il pezzo di legno appena tagliato pu avere la superficie ruvida, che deve essere
quindi levigata. Per far ci occorre la pialla che abbia una lama ben affilata. Ne
esistono tipi di varia grandezza e di materiale differente.
Pialla. La pi classica ha il corpo in legno e le altre parti in acciaio. Ma ci sono
anche pialle tutte metalliche. La lama, inserita nel blocco di legno o di metallo, deve
sporgere da questo da uno o due decimi di millimetro, se si devono piallare legni
duri; da due a tre decimi per legni teneri. La sua posizione regolabile con una vite
che la blocca nel posto giusto. Secondo il tipo di lavoro e le dimensioni del pezzo di
legno da trattare, si usano pialle diverse; se la superficie grande occorre un
piallone, con ferro largo, che serve per sgrossare il legno: questa fase va seguita
sempre da un lavoro di rifinitura. La pialla di medie dimensioni (quella classica)
serve per rifinire e livellare alla perfezione qualunque superficie. La pialla metallica
serve, invece, per superfici ridotte, come bordi o coste di assi.
Per una accurata piallatura bisogna impugnare lo strumento saldamente con la mano
destra e farlo scorrere, accompagnato dalla mano sinistra, sempre nel senso delle
fibre, altrimenti la lama si inceppa e si rischia di scheggiare il legno. Il movimento
del braccio deve essere ritmico e regolare: nella corsa di ritorno consigliabile
esercitare una pressione pi lieve. bene inoltre che la superficie da piallare sia
sempre perfettamente orizzontale; anche quando si deve lavorare su una costa, si
deve assicurare il legno con una morsa in modo che la costa resti orizzontale. Inoltre,
quando si deve piallare un asse di testa, buona norma fissare un altro pezzo di legno
accanto a quello in lavorazione (con un morsetto), in modo che i margini di questo
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MANUALE SUL FAI DA TE
vengano annullati evitando cos possibili scheggiature.
Per intagliare.
Lavorare il legno presuppone che si debbano praticare degli intagli, per inserire
eventuali cerniere o serrature o per preparare delle unioni a incastro. Gli intagli
vanno fatti con uno scalpello o una sgorbia.
Scalpello. uno strumento composto da un manico in legno e una lama molto
tagliente in acciaio temperato. Questa va appoggiata obliquamente (o
perpendicolarmente) sul legno tenendo l'attrezzo con la mano sinistra, mentre con la
destra si maneggia un martello (o un mazzuolo di legno) picchiandolo sull'estremit
superiore del manico. Lo scalpello si pu anche impugnare con le due mani,
premendolo sul legno e asportandone piccoli frammenti. importante che durante il
lavoro il pezzo di legno sia saldamente fissato al tavolo con dei morsetti, perch se si
sposta, o se lo scalpello scappa di mano, si corre il rischio di farsi male seriamente.
Bisogna fare la massima attenzione nel maneggiare questo attrezzo e non tenerlo mai
rivolto con la lama verso il corpo: basta un falso movimento per trasformare lo
scalpello in un'arma molto pericolosa.
Sgorbia. un piccolo scalpello con lama sagomata a sezione curva, che serve per
fare scanalature e raccordi curvi. A differenza dello scalpello, questo attrezzo non si
percuote sul legno col martello, ma con colpetti leggeri dati con il palmo della mano.
Bisogna usarlo con delicatezza, cercando sempre di seguire la direzione delle fibre.
Per iniziare un lavoro di scalpello, si deve innanzitutto segnare con la matita da
falegname i contorni dell'intaglio da fare, poi dare dei colpetti col martello,
asportando piccoli pezzi di legno per volta. In tal modo si praticano tanti minuscoli
intagli sulla zona da asportare e, successivamente, si ricomincia da capo,
posizionando lo scalpello in senso perpendicolare alle intaccature gi fatte. Bisogna
poi procedere con colpetti leggeri, fino ad arrivare alla profondit desiderata.
Per lisciare.
Altro.
ACCORGIMENTI
L'uso di qualunque strumento, sia manuale sia elettrico, richiede sempre una
certa attenzione. Se pu capitare di farsi male piantando semplicemente un
chiodo, facile immaginare come l'uso di un trapano elettrico, dotato di
punte acuminate o lame taglienti che girano ad alta velocit, possa essere
ancora pi pericoloso, se non si adottano particolari precauzioni.
buona norma lavorare in ambienti ben illuminati e con pavimenti non
sdrucciolevoli.
Prestare particolare attenzione a che gli accessori del trapano siano
perfettamente collegati alla base motore.
Evitare di lavorare indossando indumenti larghi o cravatte che possono
impigliarsi nei meccanismi.
Tenere lontani i bambini mentre si fa uso del trapano.
Evitare di lavorare con le manni bagnate e controllare che spina e cavo siano
sempre in buono stato.
Staccare l'apparecchio dalla presa di corrente prima di smontare i diversi
accessori.
Le piccole costruzioni.
Dopo aver acquisito un po' di esperienza e di confidenza con il legno, arriva il
momento in cui viene voglia di creare qualche oggetto con le proprie mani. In genere
si comincia con costruzioni semplici, come scaffali, tavolinetti, telai o cavalletti, per
passare via via a lavori pi impegnativi. La prima fase di qualunque costruzione
quella delle giunzioni, di cui si parlato nel capitolo precedente. Una volta ultimato
questo lavoro si pu passare alla messa in opera iniziando con la costruzione pi
facile, quella del telaio.
Telaio.
l'elemento base per realizzare anche dei mobili. Ne esistono due tipi.
Cavalletto.
Scaffale.
Tavolino.
Lezioni
E' ora di fare sul serio! E quindi, ecco per voi le prime lezioni di intaglio !!
Sommario lezioni
Lezione n 1 : Disegni.
Prefazione
L'intaglio un rilievo inciso su superfici piane. Le linee di scavo possono essere di varie
profondit a secondo del disegno precedentemente creato ( da 1 a 3 mm. )
Legno molto tenero a pasta bianca, molto facile da lavorare. E' un legno indicato sopratutto per
le prime lezioni, poich molto facile da intagliare
E' un legno pregiato. Il pi usato in scultura e intaglio in Valle d'Aosta. A differenza del tiglio
duro da intagliare, molto compatto e di colore scuro, e con il passare del tempo acquista una
colorazione brunita.
Legno bianco, molto simile al tiglio ma con le caratteristiche del noce. Legno compatto a vena
fine. Di ottima lavorabilit.
E' il legno pi pregiato tra le conifere. Detto anche cirmolo un buon legno da intaglio. Tenero
con venature rosate. Come lavorazione molto simile al noce.
Questo tipo di intaglio si esegue su manufatti di vario tipo a superficie piana, ad esempio, piatti,
scatole ecc. Il disegno geometrico e per avere un buon risultato deve essere armonico, viene
eseguito con compasso, squadretta, circoligrafo, goniometro e matita a punta sottile ( 0.5 mm ).
Quest'intaglio si esegue con sgorbie e scalpelli. Il disegno soggettivo, dando libero sfogo alla
propria fantasia. L'intaglio floreale e a punta di coltello possono essere eseguiti sullo stesso
manufatto.
L'affilatura degli utensili e importantissima per poter realizzare in modo perfetto i propri
lavori.
Per non essere monotona e dare un tocco di classe all'opera, ho eseguito uno stemma, e pi
precisamente, quello del mio paese, Pont St. Martin. Alla sua destra invece ho realizzato il luogo
pi caratteristico del paese, il ponte romano. La tecnica diversa dal resto del gotico, in quanto
fa parte del bassorilievo. Al suo fianco, potete notare, che ho gi scavato di un livello la
mezzaluna, che verr a sua volta ridisegnata come nelle foto successive. ( Foto 22 - 23 )
Disegnati i due "pesciolini" ( per capirci ! ) segnati con il V da 4 e poi scavate, raggiungiamo
anche qui 1,5 cm. ( Foto 24 - 25 - 26 )
Con una sgorbia curva da 8/10 o 8/13 scavate i contorni del semi cerchio. Quando lo scavo sar
ultimato, questo verr levigato. ( Foto 27 - 28 - 29 - 30 )
Per eseguire il fiore gotico all'interno della mezzaluna, usate lo scalpello a V , tracciando tutto il
disegno. ( Foto 31 - 32 - 33 - 34 - 35 )
Scavate i petali sempre con sgorbie curve da 8, la stessa sgorbia verr usata per fare la pallina. (
Foto 36 )
Nelle foto che seguono sto usando il bulino per evidenziare meglio i particolari. ( Foto 37 - 38 )
Come potete vedere dalla prima delle tre foto tutti i cordoli dovranno essere arrotondati e
levigati. Nelle altre due foto sto dando gli ultimi ritocchi. ( Foto 39 - 40 - 41 )
Ed ecco il risultato finale!!! La prima foto l'opera grezza, mentre la seconda dopo la
ceratura. ( Foto 42 - 43 )
Anche durante questa operazione fate in modo che le pareti siano belle diritte ! Scavate per
almeno 1.5 cm. Il fondo verr punzonato ( alla fine ) perci se non sar perfettamente pulito non
importa ! Le pareti al contrario dovranno essere ben levigate. ( Foto 11 - 12 - 13 )
Terminato risulter cos ( vedi foto ), certo ancora da carteggiare molto, ma dopo sar
perfetto. Il passo successivo sar quello di scavare lungo le linee disegnate con un V, ogni
cordolo verr poi arrotondato e levigato. ( Foto 14 - 15 )
Foto 15 (26347
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Il fiore gotico
Il fiore gotico si lavora come nell'intaglio floreale. Si scava la pallina, si delimita il fiore con il V
e si scava con le sgorbie curve da 8. Finito risulter come nella foto. Il tutto verr levigato con la
levigatrice "mouse", a forma triangolare per riuscire ad arrivare anche negli angoli pi piccoli .
( Foto 16 )
Andiamo avanti !
Continuate il fiore come nell'intaglio floreale, con sgorbie curve da 8 - 8/8 - 8/10 - 8/13 ( Foto 19 -
20 )
La Ceratura
Passiamo ora alla ceratura. Occorre, una pistola termica oppure un phon, dei
pennelli, delle spazzole, uno straccio di lana, e naturalmente la cera. La cera
solida si trova in ferramenta o nei supermercati. Mi raccomando, non comperate
mai cere colorate, ma, una cera noce scuro per lavori in noce e una cera neutra se
dovete creare dei lavori in tiglio o in acero ( legni chiari ).
ceratura70.jpg
(16761 byte)
1 - Scaldate con la pistola termica, sempre ad una distanza di sicurezza, il pennello che avrete
intinto nel barattolo della cera, e sempre continuando a scaldare stenderete con cura la cera
ovunque, facendo attenzione agli interstizi pi nascosti. Lavorate con estrema calma e
precisione !
2 - Terminata la ceratura si passa alla lucidatura. Per ottenere un buon risultato vi consiglio di
effettuare la lucidatura dopo alcune ore dalla ceratura per far si che si asciughi bene. Per
sveltire il lavoro, come potete vedere, ho applicato al trapano un pennello in setole di crine di
cinghiale. Se non avete questo pennello, con un p di olio di gomito, spazzolate a mano e passate
uno straccio di lana per dare la lucentezza desiderata.
La Finitura
Preparazione del legno per la finitura
Prima di applicare qualsiasi finitura bene preparare il legno affinch possa ricevere nel modo
migliore i trattamenti successivi. Il legno va pulito, rimovendo segni di matita, pelurie e parti
mobili.Va tenuto presente che le finiture tendono ad accentuare i difetti, piuttosto che a
camuffarli. Ad esempio, un trattamento con mordenti evidenzia in modo vistoso graffi e
abrasioni causati da una non corretta levigatura, e quelli ad acqua fanno sollevare le fibre
legnose. Qualunque sia il tipo di lavoro che abbiamo realizzato possiamo passare una lana
d'acciaio fine o una tela abrasiva finissima, che renderanno pi morbide e brillanti le superfici
pur senza modificare sostanzialmente le modellature precedenti.
Mordenti
Turapori
I turapori servono, come dice il nome, a riempire i pori del legno e a ottenere un
fondo compatto e lucido su cui poggiare altri trattamenti. Hanno un tempo di
essiccazione rapido e vanno quindi applicati velocemente su tutta la superficie.
Dopo alcune ore si leviga con tela abrasiva fine o con lana d' acciaio, si spolvera e
la superficie pronta a ricevere la cera o la vernice.
Olio di lino
Si usa l' olio di lino crudo mescolato con alcool bianco (30%) scaldando la miscela
a bagnomaria fino a che l' alcool diluisce lolio facilitando la penetrazione nel
legno. Si stende a pennello e dopo alcuni minuti si strofina energicamente con uno
straccio. Si pu ripetere pi volte lapplicazione; la superficie saturata e
rinforzata, opaca.
La cera
Tecniche consigliate
La bulinatura o punzonatura
Punzonature e Tessiture
Si intendono per punzonature quelle operazioni in cui il legno viene pressato da uno strumento
che non lo taglia asportandone una parte ma produce un'impronta di varia profondit. Possono
essere usati sostanzialmente per creare degli sfondi, per camuffare gli errori di lavorazione o
per creare decorazioni, anche minuscole e non eseguibili in altro modo. Troviamo in commercio
una grande variet di punzoni, ma soprattutto possibile e facile costruirseli utilizzando chiodi
d'acciaio, vecchi cacciaviti, o lime, punte elicoidali, sgorbie e scalpelli rovinati e cos via. Possono
avere la superficie di battuta piatta, o svasata con varie angolazioni, funzionali all'impronta che
devono lasciare. Questa tecnica, tradizionalmente usata per finire sfondi di problematica
pulitura, come quelli dietro gli ornati floreali, ci permette di realizzare, all'interno di una
scultura, decorazioni in miniatura, che riproducano ad esempio, i ricami dei vestiti o mantelli,
bottoni, piccole fessure, sottolineature di linee e angoli e cos via.
Alcuni esempi
Si posa il ferro sulla pietra e si spinge in avanti con una pressione che diminuir portandolo
indietro, cercando di non cambiare l'angolazione e che l'affilatura sia a squadro per evitare che
l'utensile tenda durante lo scavo a deviare. Si ripete l'operazione sulla pietra a grana fine, su
tutti e due i lati e infine si passa sulla coramella.
Si passa il bisello della sgorbia da un capo all'altro della pietra con un movimento rotatorio
stando attenti a non smussare gli spigoli laterali e con un movimento a spirale per utilizzare
tutta la superficie della pietra. Si toglie la sbavatura con una pietra sagomata movendola avanti
e indietro nella scanalatura dell'attrezzo, nello stesso modo si passa sia il lato interno che quello
esterno sulla coramella.
Affilatura
Questa lezione tratta dal libro di Giuseppe Binel "Manuale di scultura su legno"
1. Il materiale che stiamo lavorando, ad esempio, angolo pi acuto per legni teneri come
tiglio o pino cembro, pi aperto per legni duri come frassino o bosso.
3. Il tipo di pressione a cui sottoponiamo l'attrezzo, cio smusso pi stretto per gli utensili
da finitura che usiamo con la sola forza delle mani, e pi largo per le sgorbie e gli scalpelli
da sgrossatura che devono sopportare l'urto di un mazzuolo pesante.
Si pu paragonare la lunghezza del bisello alla mina di una matita che ognuno sceglie in base
alla maggiore o minore leggerezza del tratto, della carta e cos via.
due ali della lame per quasi sempre non perfettamente a spigolo e si former perci in fondo
al V una sorta di rostro che andr eliminato arrotondando esteriormente lo spigolo fino a
raggiungere il filo.
6 ) Dopo aver tracciato il petalo con la sgorbia, si cava intorno per farlo risaltare (fig. 12-13-
14 )
Fig.15 (19816
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8 ) Finito di tracciare i petali si procede, sempre con la sgorbia a V 12/4, col disegnare
l'interno dei petali. ( fig. 18 )
9 ) Ora che abbiamo finito il fiore non ci resta che abbellirlo, punzonando la pallina e i
petali, secondo il nostro gusto personale. ( fig. 19-20 )
Realizziamo un fiore
2 ) Poi si scarica intorno alla linea appena tracciata in modo da poter scolpire la sfera pi
facilmente. ( fig. 2-3-4-5 )
Fig.3 (21598
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3) Ora si arrotonda la pallina partendo dalla met del cerchio, avanzando verso gli estremi
della sfera, da tutti i 4 lati. ( fig. 6-7-8 )
Attenzione ! L'inclinazione della sgorbia non deve essere mai a 90 per evitare che la
pallina salti via.
4 ) Una volta eseguita la pallina si passa all'esecuzione dei petali. In questo caso uso la
sgorbia n 8/7 alla rovescia. ( fig. 9-10-11 )
L'intaglio floreale
3 Lezione : L'intaglio floreale
Il disegno deve essere eseguito seguendo un certo criterio. A differenza dell'intaglio a punta di
coltello, dove il disegno geometrico e non vi sono spazi vuoti da riempire, nell'intaglio floreale
il discorso cambia, il disegno deve essere studiato in modo da far si che tra un fiore e l'altro non
ci sia uno spazio troppo grande da pulire o riempire punzonandolo. Quest'intaglio si pu
inserire contemporaneamente in un manufatto lavorato a punta di coltello. Ad esempio il fiore
pu essere inserito in un cerchio. I petali inseriti all'interno di un cerchio o di un rombo devono
toccare gli estremi del cerchio o del rombo.
Semitonde
8/4
8/7
8/10
8/13
5/5
3/8 o 3F/8
11/4
Sgorbie a V
12/4
12/6
12/8
Pu essere utile anche un coltellino da intaglio per rifilare meglio le parti dove lo scalpello non
passa.
Per eseguire le palline invece sono utili le seguenti sgorbie ( Naturalmente la grandezza della
sgorbia varia a seconda della circonferenza che si vuole ottenere.)
8/4
8/7
8/10
8/13
Qui di seguito ho inserito altre immagini di esempio su come impostare correttamente le mani,
spero che vi possano essere di aiuto.
Foto5.jpg (22895
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Dal punto di vista prettamente tecnico l'intaglio a tacche la forma pi semplice delle incisioni
su legno, l'insieme di tacche consente la realizzazione di motivi ornamentali di grande pregio
artistico. Questo tipo di intaglio permette gi dal primo approccio di ottenere dei risultati tali da
spingere l'esecutore a continuare in questa particolare lavorazione. Le opere realizzate a tacche
a triangoli incisi si completano anche con linee curve o diritte pi o meno profonde. E'
indubbiamente un'ottima scuola per altri tipi di lavorazioni del legno ad esempio bassorilievi,
scultura a tutto tondo,ecc.
Ed ora si inizia !! Nella lezione n1 abbiamo imparato a fare i disegni dei rosoni, ora arrivato il
momento di intagliare.
Questa incisione a tacca si pu effettuare in due maniere, come vedremo pi avanti,e consiste
nel ricavare dal legno un'incisione di forma triangolare con i tre lati uguali e perfettamente
lisci. Per ottenere un buon lavoro importante che la tracciatura sia precisa.Il primo sistema di
lavoro, normalmente usato per legni teneri, avviene impugnando il coltello come una penna, il
secondo sistema pi praticato, avviene tenendo il coltello nel palmo della mano e appoggiando il
pollice sul legno da intagliare, cos facendo si potr esercitare pi forza e e si otterr anche una
maggiore precisione.
Iniziamo quindi il lavoro praticando tre tagli centrali all'interno del triangolo profondi circa 5
mm. ( Foto 1 )
Proseguiamo praticando una prima incisione obliqua dal vertice del triangolo verso il
basso. ( Foto 2 )
Il secondo taglio avviene girando l'oggetto e praticando la seconda incisione sempre obliqua. (
Foto 3 )
Per effettuare il terzo taglio ci si comporta esattamente come per i due effettuati
precedentemente. ( Foto 4 )
Se il triangolo non risulta pulito si pu ripassare la lama facendo per attenzione a non
intagliare troppo profondamente; infine si rifinisce il triangolo lisciando i solchi eseguiti con il
manico del coltello. ( Figure 5 e 6 )
Foto 6 (20106
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Proseguendo il lavoro , e intagliando altri tre triangoli avrete creato la vostra prima opera
d'arte, una stella !! ( Figura 7 )
d) Poligono a 8 punte
a) Poligono a 4 punte.
Dividere la circonferenza circoscritta in 4 parti uguali, quindi dividere ancora a met ogni
angolo tracciando le bisettrici.
b) Poligono a 5 punte.
Dividere le due circonferenze in 5 parti uguali: la circonferenza inscritta andr divisa partendo
dal vertice opposto rispetto a quello considerato per la circonferenza circoscritta.
c) Poligono a 6 punte.
Dividere le due circonferenze in 6 parti uguali: la circonferenza inscritta andr divisa partendo
da un vertice ruotato di 90 rispetto a quello considerato per la circonferenza circoscritta.
d) Poligono a 8 punte.
Dividere la circonferenza circoscritta in 8 parti uguali, quindi dividere ancora a met ogni
angolo tracciando le bisettrici.
Tracciare il diametro AB e quello perpendicolare CD. Con raggio a piacere, fare centro in A e D
e trovare il punto 1; fare centro in A e C e trovare il punto 2. Tracciare le rette passanti per tali
punti e il centro O, determinando i punti E, G, H, F. I punti A, E, D, F, B, G, C, H dividono la
circonferenza in 8 parti uguali. Congiungendoli si ottiene un ottagono regolare.
a) Poligono a 3 punte
punti 1 e 2 al vertice opposto C. Procedere allo stesso modo con gli altri due lati.
b) Poligono a 5 punte.
c) Poligono a 6 punte.
Tracciare la perpendicolare alla met del lato dato AB. Con raggio MA, centrare in M e
tracciare un arco che interseca la perpendicolare nel punto N. Con raggio NA, centrare in N e
tracciare un arco che interseca la perpendicolare nel punto O, centro della circonferenza
circoscritta. Tracciare tale circonferenza e riportare su di essa 8 volte la lunghezza del lato.
Tracciare il diametro AB. Con raggio AO, fare centro in A e descrivere un arco che interseca la
circonferenza nei punti C e D. I punti B, C e D dividono la circonferenza in 3 parti uguali.
Congiungendoli si ottiene un triangolo equilatero.
tracciare il diametro AB e quello perpendicolare CD. Trovare il punto E, met del raggio AO.
Con raggio EC, centrare in E e tracciare l'arco e la corda CF. Con apertura di compasso CF,
fare centro in C e determinare G e H. Sempre con apertura CF, fare centro in G e in H e
determinare rispettivamente L e I. Congiungendo i punti C, H, I, L, G si ottiene il pentagono
regolare.
Tracciare il diametro AB. Con raggio AO, fare centro successivamente in A e in B e tracciare
due archi che intersecano la circonferenza rispettivamente in C e D, E e F. Congiungendo i
punti A, C, E, B, F, D si ottiene l'esagono regolare.
Tracciare il diametro AB. Con raggio BO, fare centro in B e tracciare l'arco CD. Unire C con D,
determinando E. La distanza CE divide la circonferenza in 7 parti uguali. Iniziando dal punto
C, riportare la distanza CE 7 volte sulla circonferenza. Congiungendo i punti C, F, G, H, I, L, M
si ottiene un ettagono regolare.
Centrare alle estremit A e B con apertura di compasso a piacere, purch maggiore della met
del segmento, e descrivere due archi che si incontrano nei punti C e D. La retta che passa per
tali punti perpendicolare al segmento AB e lo divide a met
Con apertura di compasso a piacere, fare centro in B e descrivere l'arco CD. Con raggio CB,
centrare in C e trovare E; successivamente centrare in E e trovare F. Con la stessa apertura di
compasso, fare centro in E ed F e descrivere due archi che si incontrano nel punto G. Da questo
punto passa la perpendicolare all'estremit B de segmento.
Fare centro in un punto C qualsiasi della retta data e con raggio CP tracciare un arco che taglia
la retta nel punto D. Con lo stesso raggio, centrare in P e tracciare l'arco CE. Riportare su di
esso la distanza PD e trovare F. La retta passante per F e P parallela alla retta AB.
Tracciare la perpendicolare passante per l'estremit B del lato dato AB. Fare centro in B con
raggio uguale ad AB e trovare C. Con lo stesso raggio, centrare successivamente in C e in A e
tracciare due archi che si intersecano in D. Unire i 4 vertici del quadrato.
Tracciare la perpendicolare al lato AB, passante per l'estremit B. Con raggio AB fare centro in
B e intersecare la perpendicolare in C. Segnare il punto D, met di AB. Con raggio DC, centrare
in D e intersecare in E il prolungamento di AB. Con raggio AE, centrare successivamente in A e
B e determinare F. Con raggio uguale al lato dato AB, fare centro in F e tracciare due archetti,
quindi centrare in A e B e trovare i punti G e H, vertici del pentagono. Unire tutti i vertici.
Con raggio uguale al lato dato AB, centrare in A e B e tracciare due archi che si intersecano nel
punto O, centro della circonferenza circoscritta. Tracciare tale circonferenza e riportare su di
essa 6 volte la lunghezza del lato.
Cornici
Per costruire il pentagono si richiedono diverse operazioni ed per questo motivo che lo
affrontiamo solo ora.
Unendo i vertici del pentagono con il centro O si avranno tanti triangoli, che potranno
poi essere suddivisi ulteriormente a seconda dello spazio e del lavoro da eseguire.
Il disegno
Lezione : Il disegno
In questa lezione troverete degli esempi di rosoni da intagliare, star poi alla vostra fantasia
crearne di nuovi.
Indicate sul cerchio i punti A B C D E ed il centro F. Con il compasso con aperture AB, facendo
perno su A tracciare la curva EB; facendo perno su B, unire AC; facendo perno su C tracciare
la curva DB; facendo perno su D unire E con C e facendo perno su E unire A con D. Unire i
punti A B C D E tra di loro e con il centro F. Gli spazi pi ampi potranno essere ulteriormente
suddivisi come suggerito con le linee tratteggiate.
Altra variazione: trovata la met dei lati del pentagono iniziale, e unendo i punti suddetti tra
loro si otterr un pentagono pi piccolo all'interno del primo.
A - Dopo aver fatto piallare il noce, incollate la carta carbone con del nastro adesivo
B - Posate con molta cura e precisione il disegno e fissatelo sempre col nastro adesivo ( Foto 1 )
A questo punto con una biro ripassate il disegno con molta cura, senza fretta, per non
dimenticare parti del disegno ! ( Foto 2 - 3 )
Foto 3 (33814
byte)
Ora dopo aver tolto il disegno e la carta carbone, ripassate con una matita le parti un p
sbiadite. ( Foto 4 )
v v
Prendete uno scalpello a , io, nella foto, sto usando un da 14 ma potete utilizzarne anche
uno pi piccolo. Cominciate ora a delimitare il disegno dove ho scritto "SCAV"( Vedi foto ).
Bisogna scendere di due livelli, quindi il primo livello dovr essere profondo almeno 1 cm. ( Foto
5-6-7)
Per far si che le pareti del lavoro siano belle diritte e ben levigate usate uno scalpello diritto.
Scavate fino a raggiungere la profondit desiderata, a questo punto disegnate "la toppa", ( io la
chiamo cos per capirci, infatti assomiglia alla toppa delle chiavi !). Dopodich fate esattamente
come prima, cio, scavate lungo i contorni del disegno. Per facilitare lo scavo del cerchio usate
una sgorbia 8/13. ( Foto 8 - 9 - 10 )
(Michele A.) Complimenti! Hai scelto una bella via espressiva, che, come
tutte le vie belle anche impegnativa. Inizia comprando poco ma buono:
se vuoi qualit da ci che fai devi preparati al fatto che gli attrezzi validi
costano. Affila alla pietra: gli attrezzi da scultore sono per lo pi a basso
legame e cos assai sensibili al calore generato dalle (comode) mole a
secco. Un attrezzo mal affilato per prima cosa assai pericoloso, (e agli
attrezzi, mi raccomando, dai sempre del lei....) scolpendo, per la forza
eccessiva che richiede. Usa solo le mani per guidare la sgorbia o il coltello,
e solo dove la forza non basta, colpiscile con un mazzuolo di legno. E' assai
utile crearsi modelli in creta di ci che vuoi fare, e riportare le misure,
segnando con matite morbide, sul pezzo: il pezzo si blocca al banco con la
vite da scultore. Non ti lasciar tentare dai legni duri, pur se alcuni sono
ottimi per la scultura, come noce e mogano, bosso, acero....li userai dopo:
per ora ogni legno tenero e compatto e fine di grana ti aiuta: tiglio, abura,
pioppo, cirmolo..... Se invece cerchi una scorciatoia ci sono elettroutensili
di tipo professionale come il motoflex Dremel (costoso), che con le loro
microfrese e l'albero motore flessibile ti consentono quasi di disegnarci, sul
legno....
laborioso, per alcuni un culto. Un ferro che non taglia cento volte pi
pericoloso di uno ben affilato. L'ultimo consiglio di disegnare molto, fare
sculture in creta e acquisire occhio coi volumi. Il resto lo trovi nei libri. Non
scoraggiarti agli inizi, io intaglio da tempo e ultimamente, per non perdere
la mano, mi obbligo a fare un paio d'ore ogni tanto.
(Walter) Ciao sono Walter. Riguardo ai tipi di legno da usare concordo con
gli altri inizia con dei legni teneri a vena compatta. Si ottengono risultati
soddisfacenti anche con essenze esotiche. Per quanto gli utensili affilati e di
buona qualita' ti consiglio i seguenti siti almeno per farti un idea
(http://www.stubai.com/ e http://www.stubaidirect.com/) gli utensili sono
di qualita' molto buona. Io tramite internet non li ho mai comperati
preferisco vederli di persona vado ad Ortisei (Val Gardena zona di grandi
scultori del legno) nella ferramenta del paese.
Inviato da Jungleland - Sto facendo una piccola libreria in abete e tiglio e vorrei finirla
color noce scuro per abbinarla agli stipiti delle porte che sono di quel colore e vorrei
sapere quali sono i passaggi. Su una rivista ho letto di colorare con un mordente all'acqua
color noce, poi passare con il turapori (immagino trasparente) e poi passare la cera, e'
tutto corretto? Occorre fare altro? Quante mani di ognuno occorrono? Il turapori deve
essere anche lui all'acqua o vanno tutti bene dopo quel mordente? L'eventuale stucco per
le imperfezioni immagino debba essere gia' color noce, giusto? Con questo modo si puo'
ottenere un mobile sufficientemente bello (vorrei che fosse il piu' possibile simile). - Come
mai mi consigli un impregnante per esterni, per un mobile da interni? - Potresti indicarmi
qualche marca di fondo poliuretanico, purtroppo non l'ho mai usato prima. - Da un punto
di vista estetico cosa cambia tra un impregnante color noce ed una tinta all'acqua?
(Giuseppe) Approfitto per chiedere: perche' sento sempre parlare di turapori...? E' davvero
indispensabile...? Non se ne puo' fare a meno...? E' se questi benedetti pori non si
"turano" cosa succedera' mai...? Scusate, ma pare che il turapori debba sempre far parte
della valigetta del perfetto verniciatore...!
(Marco) Vorrei collegarmi al discorso di tingere i legni chiari tipo abete si usano icolori
al'acqua oppure quelli gi pronti nelle varie colorazioni tipo max maier , e quali sono i
migliori?
Per giuseppe: il turapori (fondo) serve per kiudere il poro nel caso si voglia ottenere una
finitura tipo "vetro" ma + ke altro indispensabile per irrigidire il pelo del legno ke va poi
tagliato carteggiando, se no otterresti una superfice ruvida, nel caso fosse finita con
vernici dure tipo poliuretanike nitro ecc. forse con la cera, se il legno superifinito con
carte finissime, puoi anke evitare di usare il fondo perk la finitura morbida e il pelo del
legno non pungerebbe in quanto non rigido.
(gluca) Vorrei fare una precisazione: a parte che esistono tutta una serie di prodotti
all'acqua e a solvente pennellabili che nulla hanno a che spartire con gli impregnanti (per
fortuna), ritengo utile fare una piccola dicotomia. Parliamo di impregnanti quando si
utilizzano prodotti che per loro natura e per esigenza dell'utilizzatore devono impregnare il
legno al fine di proteggerlo. Parliamo di tinte per interni quando l'esigenza la sola
"nobilitazione". L'effetto estetico poi talmente differente da non poter neppure accostare
le due famiglie. Se applicate un impregnante "verde bosco" su conifera noterete un effetto
tipo...verde a strisce gialle (passatemi l'esagerazione) che ben figura su di un infisso ma
che in casa per una mensola o peggio per una credenza oscena. Se invecie applicate un
tinta, parlando di conifera penso anche alle "positive" della rosner o quelle dell'arti o quelle
di adler austria, beh, l'effetto sar non solo gradevole ma sensato. Del resto a cosa serve
proteggere un mobile per interni da muffe blu o farfalline con il solo vantaggio di portarmi
in casa pericolosi additivi.
(Gimmi) E' vero ke la tinta ad acqua quella ke ci vuole per un mobile da interno, ma
questo facile per ki lo fa di mestiere, o per ki ha un p di esperienza, se esageri con
l'acqua, riski di far gonfiare tutto, di scollare i bordi e di rovinare un lavoro fatto bene, per
questo ho consigliato l'impregnante sintetico anke se non sarebbe proprio la cosa giusta,
non certo per proteggere da muffe o farfalline, ke all'interno sarebbero poco probabili.
Credo ke il tiglio con la stessa tinta risulti + scuro dell'abete, fai una prova ed
eventualmente sul tiglio dai la stessa tinta un p allungata.
Spedito da Giacomo zsf - Ciao a tutti amanti del legno! Sto costruendo una chitarra e mi
accingo a verniciarla...ho acquistato il turapori: devo darlo cos com' o devo diluirlo??
Posso darlo con il compressore?? E poi x quanto riguarda la verniciatura finale... Pensavo
ad una vernice che lasciasse trasparire le venature... va bene la vernice alla nitro??? Ma
esiste una vernice alla nitro apposta x il legno oppure va bene qualsiasi vernice alla nitro??
(Andrea A.) Nitro???? Una chitarra, classica o folk, va fatta a gommalacca, non ci sono
altre possibilita'. In piu' e' una finitura poco tossica e riparabile. Per una chitarra elettrica
posso anche tollerare altre finiture, ma in ogni caso divento nervoso. Che ne dicono i miei
colleghi di forum? Ciao e complimenti per il passatempo. PS: scegli almeno un turapori
adatto alla gommalacca, che comunque andrebbe preceduta da una mano di gomalacca
diluita e pomice come turapori.
Per tingere prima della gommalacca puoi usare i mordenti: quelli ad acqua
sono pi facili da uniformare in caso di errori, quelli ad alcool per non
alzano il pelo del legno, non costringendo a carteggiare con carte vetrate
finissime prima della finitura . Condivido il metodo applicativo di questo
sito: se la prima volta la darei comunque a pennello, facendo qualche
prova magari sul retro dei mobili, e non lesinerei sulla qualit del pennello.
S, le gommalacche le vendono (non ottime e care) gi pronte. Se no devi
usare alcool etilico puro per sciogliere le scaglie. Oggi il cosidetto alcool
denaturato non piu' nemmeno cugino dell'alcool e spesso rovina tutto.
Niente turapori strano sotto la gommalacca: si da la stessa pi densa, se
del caso con pomice bruciata in padella, ma con mobili nuovi e di
produzione industriale, nei legni compatti di cui parlavi non ce ne dovrebbe
essere bisogno... Applica ad almeno 20 gradi e in luogo non umido.
rovini la finitura con il suo aspetto biancastro. Si strofina alla noia con il
tampone imbevuto cospargendo con poca pomice per volta la superficie. E'
bene fare due o tre passate intervallate da un giorno. Alla fine la superficie
deve risultare pulita dai residui e compatta e il legno deve apparire
perfettamente liscio. Per il resto segui le istruzioni del sito: parti con
gommalacca pi densa e diluisci. Lascia riposare il mobile pi che puoi tra
una passata e l'altra. Per tingere il mobile bene usare mordenti ad acqua,
ovviamente prima di turare i pori e iniziare la lucidatura. Scalda un po'
l'acqua, usa preferibilmente una spugna, carteggia con mano leggera dopo
la prima passata.
(Stefano) Per quanto ne so io, uno dei problemi e' legato all'acqua
contenuta nell'alcool, anche in percentuali minime: impedisce di
raggiungere una buona lucentezza. Un buon libro sull'argomento e' edito da
Hoepli, e' un manualetto (si fa per dire, piu' di 600 pagine) scritto da
Antonio Turco "Coloritura, verniciatura, e laccatura del legno" 28.000 lire.
Scalpelli
Gli intagli floreali e gotici vanno fatti con uno scalpello o una sgorbia.
Scalpello. uno strumento composto da un manico in legno e una lama molto tagliente in
acciaio temperato. Questa va appoggiata obliquamente (o perpendicolarmente) sul legno
tenendo l'attrezzo con la mano sinistra, mentre con la destra si maneggia un mazzuolo di legno
picchiandolo sull'estremit superiore del manico. Lo scalpello si pu anche impugnare con le
due mani, premendolo sul legno e asportandone piccoli frammenti. importante che durante il
lavoro il pezzo di legno sia saldamente fissato al tavolo con dei morsetti, perch se si sposta, o se
lo scalpello scappa di mano, si corre il rischio di farsi male seriamente. Bisogna fare la massima
attenzione nel maneggiare questo attrezzo e non tenerlo mai rivolto con la lama verso il corpo:
basta un falso movimento per trasformare lo scalpello in un'arma molto pericolosa.
Sgorbia. un piccolo scalpello con lama sagomata a sezione curva, che serve per fare
scanalature e raccordi curvi. A differenza dello scalpello, questo attrezzo non si percuote sul
legno col mazzuolo, ma con colpetti leggeri dati con il palmo della mano. Bisogna usarlo con
delicatezza, cercando sempre di seguire la direzione delle fibre. Per iniziare un lavoro di
scalpello, si deve innanzitutto segnare con la matita da falegname i contorni dell'intaglio da fare,
poi dare dei colpetti , asportando piccoli pezzi di legno per volta. In tal modo si praticano tanti
minuscoli intagli sulla zona da asportare e, successivamente, si ricomincia da capo, posizionando
lo scalpello in senso perpendicolare alle intaccature gi fatte. Bisogna poi procedere con colpetti
leggeri, fino ad arrivare alla profondit desiderata.
Coltelli
L'attrezzo pi usato dall'intagliatore a tacche il coltello, che dev'essere ben affilato e deve
tagliare soprattutto in punta; il manico , solitamente di legno, deve essere solido e ben
impugnabile. Il manico, di legno duro, in alcuni casi sagomato a punta nella parte opposta alla
lama, per poter lisciare i solchi eseguiti.
Nelle miniature sotto potete vedere alcune immagini su come impugnare il coltello. Per
ingrandire le immagini cliccateci sopra.
7/6
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8/4
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8/7
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8/10
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8/13
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4/12
Stubai
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12/4
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12/8
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4/16
Stubai
5/5 Pfeil
3F/8 Pfeil
6/2 Stubai
12/6 Pfeil
Le miniature qui sotto vi mostrano i disegni dei profili di taglio degli scalpelli usati per
l'intaglio.
Il pitch-pine:
Pino giallo proveniente dal sud degli
Stati Uniti e dell'America centrale
un legno dal colore giallo rossiccio ,
resinoso a lenta crescita
presenta spesso delle fibre sollevate
E' compatto, a fibre sottili, molto
resinoso. . ....
Si comporta bene in ambienti
umidi.........
duro e si incurva bene, ma si lascia
lavorare molto difficilmente a causa
della resina.
Ha tendenza ad attorcigliarsi e si ritira
considerevolmente
Si usa per la costruzione di imbarcazioni
e di infissi
ACERO.
legno duro , colore variabile secondo
pianta e stagionatura, dal bianco-
rossiccio al bianco-giallino al rosato.
Lavorabile agevolmente con tutti gli
attrezzi ,,,,,, fai-date.Si mantiene bene
all'asciutto, teme l'umidit , assume un
aspetto setoso dopo levigatura e
lucidatura. Impiegato per mobili e
impiallacciature.
CIRMOLO.
Colore : chiaro, di tono rossiccio senza
venature.
Tenero, si pu lavorar e segare meglio
eesendo privo di venature.
Uso: mobili (anche di tipo rustico)e
accessori d'arredamento e rivestimenti
pareti.
FAGGIO.
Colore :giallo rossastro, con struttura
regolare, fibra diritta.
Duro e compatto, lavorabilissimo.
FAGGIO EVAPORATO trattamento che lo
rende molto pi resistente .
utilizzato per rivestimenti di pareti.,
mobili di ogni tipo e pavimenti
FRASSINO.
colore bianco-avorio con venature
madreperlacee.
Compatto,molto flessibile ed elastico
,duro.
Adatto per mobili e impiallacciature
PANNELLI DI COMPENSATO......
PANIFORTE LISTELLARE altro
PANNELLI DI COMPENSATO materiale , pi robusto , indeformabile
Leggeri, indeformabili e anche pi e pi economico del compensato, (
resistenti del legno massiccio, a parit necessita la rifinitura dei bordi in
di spessore. Si possono usare per quanto si pu scheggiare durante il
rivestimenti (nel tipo pi sottile) che taglio o la lavorazione)..... perci
per mobili . indicato per la costruzione di tavoli e
ripiani che devono sopportare carichi
o se esposti agli agenti atmosferici.
MORDENTI ALL'ACQUA
Il mordente all'acqua (o tinta), un prodotto che consente di colorare il legno lasciando
trasparire le venature naturali. Solitamente si utilizzano i colori legno che servono ad
imitare essenze pregiate, ma esistono anche tinte colorate che creano un gradevole effetto
pastello. Viene commercializzato sotto forma di polvere in bustine da 7,5 g che
consentono, a seconda dell'intensit del colore che si vuole ottenere, di ricavare vari
decilitri di tinta.
Preparazione da conservare
- In una pentola far bollire una quantit di acqua.
- Lasciare passare il bollore ed iniziare a versare poco alla volta la tinta mescolando con un
bastoncino.
- Una volta raggiunta la tonalit voluta fare una prova su di un pezzetto di legno di scarto
o sul fondo dell'oggetto che si desidera trattare. La tinta bagnata ha lo stesso aspetto di
quella che sar una volta passata la vernice di finitura trasparente per cui non occorre
lasciarla asciugare.
- Per fissare il colore nel tempo versare qualche goccia di ammoniaca, la tinta cos
preparata potr essere conservata per lungo tempo in barattoli con tappo a vite.
Fig.1
Il consiglio che posso dare, per intraprendere questa forma d'arte, e comunque
file:///C|/Temp/Michele%20M_%20Ferrari%20-%20Home%20Page.htm (1 di 10) [08/11/2003 19.02.03]
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Fig.2a Fig.2b
Per quello che riguarda i coltelli (fig.1) consiglio invece la ditta Codega di
Premana (LC) il cui sito internet accessibile dalla sezione links. Ricordo a tutti
che sono sempre disponibile per informazioni e quant'altro a chiunque sia
interessato.
Tecnica dell'intaglio.
Alcune delle immagini e parte dei testi qui riportati, sono presi dal manuale di cui a
fig.2. e al quale rimando tutti gli interessati per una migliore e pi dettagliata
spiegazione. Lo stesso si pu acquistare tramite internet all'indirizzo
http://www.nordovest.it/speciali/priuli&verlucca/default.asp (vedi anche spazio in
links).
Fig.3
Fig.4
Esercizio Nr. 1
fatto, il primo taglio dovr essere quello che confina con il buco (anche se
nel senso della vena) e poi via via gli altri secondo i criteri di cui prima
(fig.8).
Fig.8
Esercizio Nr. 2
Giriamo ora il nostro blocchetto e sul retro ridisegnamo la stessa cornice che
avevamo fatto prima, ma questa volta dividiamo i quadrati in quattro parti con
entrambe le diagonali (fig.9). Ora in nostri triangolini sono 4 per ogni quadrato e
sono quindi pi piccoli (fig.10 e 11). L'unica vera differenza fra l'esercizio nr.1 ed il
file:///C|/Temp/Michele%20M_%20Ferrari%20-%20Home%20Page.htm (4 di 10) [08/11/2003 19.02.03]
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Esercizio Nr. 3
Prendiamo un nuovo blocchetto e ridisegnamo tutto come l'esercizio nr.2. Solo che
ora affronteremo un taglio a quadrato, ossia asportiamo l'intero quadratino (quindi
quattro tagli) (fig.12). Le regole da rispettare sono sempre le stesse ma prima di
fare i tagli a 45, tagliamo perpendicolarmente le diagonali del quadrato (fig.13).
Purtroppo non avevo nessun caso reale da mostrare,anche perch questo tipo di
taglio non molto usato.
Fig.12 Fig.13
Esercizio Nr. 4
fig.14. I due pi bassi si possono fare o a mano o con un curvilinee. Per la parte
destra l'operazione la stessa. infine tracciamo due linee dal centro superiore con
ampiezza di 45 fino a toccare l'arco pi alto. Passiamo quindi a tagliare
ricordandoci, cos come per l'esercizio nr.3 di tagliare perpendicolarmente ne centro
ogni foglia di palmetta (fig.15 e 16). Come potete notare (fig.15), anche se sono
curvi, sempre di triangoli si tratta. Per i quattro triangoli superiori si opera come
nell'esercizio nr.1.
Esercizio Nr. 5
Fig.17
Fig.18
Fig.19 Fig.20
Fig.21
Esercizio Nr. 6
Fig.22
file:///C|/Temp/Michele%20M_%20Ferrari%20-%20Home%20Page.htm (8 di 10) [08/11/2003 19.02.03]
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Fig.23 Fig.24
Conclusione.
In ogni caso torno a dare la mia disponibilit a chiunque avesse domande da fare
ed ancora una volta vi rimando al manuale di intaglio di cui a fig.2 che, pur non
essendo anch'esso sufficente per essere veramente autodidatti, comunque un
buon libro di testo per lo scolaro principiante.
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La tecnica
Ultimo aggiornamento:
Avviso importante
In questa sezione viene trattata la parte tecnica relativa alla tornitura del legno, cos come viene
interpretata dall' autore e dai collaboratori, per cui ci possono essere errori od altre inesattezze, vi prego,
nel caso, di segnalarmele all' indirizzo mailto:sandroerre@inwind.it
Anche in questa sezione si conta molto su quanti hanno tempo e voglia di collaborare, poi penser io a
coordinare il tutto.
Pur prendendo tutte le precauzioni del caso nell' esporre i vari argomenti, i curatori del sito non si
assumono alcuna responsabilit per danni a persone, cose od altro che possano essere riconducibili a
quanto trattato.
1 Introduzione
1.1 Il tornio
Il tornio, per metalli o per legno, viene definito tecnicamente 'macchina utensile ad asportazione di
truciolo' , e permette la realizzazione di superfici tonde, cilindri, coni, sfere, e chi pi ne ha pi ne metta.
Nella versione per legno la macchina e molto semplice, costituita da una testa motrice ed una banchina
su cui si posizionano ilporta utensile e la contropunta.
La testa motrice collocata nella parte sinistra della macchina, ed costituita dal motore, che,
(normalmente) tramite un sistema di pulegge, trasmette il movimento all' albero, il quale, tramite un
trascinatore, un platorello o un mandrino, lo trasmette al pezzo in lavorazione.
In alcune macchine la testa pu essere ruotata di 90 gradi, in modo da poter lavorare trasversalmente
pezzi di diametro molto elevato, potenzialmente limitato solo dall' altezza della macchina da terra o dall'
altezza del soffitto, ma molto pi realisticamente intorno al metro.
Il portautensile serve da appoggio per l' utensile, di norma di norma una barra, sorretta da un supporto,
a sua volta fissato su un braccio posizionato sulla banchina, regolando opportunamente il supporto ed il
braccio pu venir posizionato opportunamente, sia per tornire longitudinalmente, ovvero in direzione
parallela al pezzo in lavorazione, sia per tornire trasversalmente, cio in direzione perpenicolare all' asse
del pezzo.
In alcuni casi pu essere utilizzato un portautensile pi lungo, che permette di lavorare un pezzo su tutta
file:///C|/Temp/XOOM_it.htm (1 di 9) [08/11/2003 19.15.30]
XOOM.it
Gli utensili per tornire il legno sono costruiti in acciaio al carbonio oppure in acciaio HSS, questi ultimi
derivano direttamente dagli utensili per metallo, e sono migliori sia come resa che come durata dell'
affilatura (almeno cos mi hanno detto, io non li ho ancora provati), ma costano circa il doppio rispetto ai
corrispondenti al carbonio.
C' poi la possibilit di autocostruirseli, se si ha un poco di pratica sulla mola non poi cos complicato,
io ne ho molti fatti partendo da vecchie lime, come materiale ottimo, solo, se si sporge molto dal
poggiautensile, facile che si spezzino.
Gli angoli di affilatura sono abbastanza elastici, in quanto l' utensile verr manovrato a mano, l'
importante e non averli troppo acuti, perch, avendo poco materiale sul tagliente, aumenta il ridchio di
surriscaldamento e di rottura.
Gli utensili si possono dividere in cinque faniglie: scalpelli, sgorbie, intagliatori, bedani ed alesatori.
Scalpello
Gli scalpelli sono utensili a profilo rettangolare, possono avere il tagliente solo frontalmente oppure anche
sui lati, si utilizzano per realizzare parti cilindriche o coniche, oppure, opportunamente manovrati, per
forme convesse.
Sgorbia
Le sgorbie sono utensili a profilo curvo, il tagliente pu essere dritto oppure curvo (come in figura), sono
disponibili in varie misure e curvature.
Il tagliente dritto viene usato normalmente per sgrossare il pezzo, mentre il tagliente curvo si presta
meglio per realizzare parti concave, in questo caso si pu utilizzare anche uno scalpello con il tagliente
opportunamente sagomato.
A sgrossare.
Possono avere il fronte del filo diritto o ad unghia con la cima rotondeggiante. L'estremit alte dei fianchi
sono leggermente smussati, giusto per non far grippare il ferro nel legno quando
taglia di fianco. La curvatura del ferro abbastanza pronunciata.
Lo smusso corto, 30 di pendenza.
La misura fondamentale di 20 o 25 mm.
A sagomare
Il fronte del filo ad unghia (praticamente met ellisse) ma l'estremit alta dei fianchi notevolmente
stondata per non creare indentature nel legno quando si fanno spallature o insenature.
E' la sgorbia di impiego generale da usare sempre salvo per la sbozzatura, tagliatura o quando si rendono
indispensabili gli altri tipi di ferri.
Le misure fondamentali sono: 6, 10 e 16 mm.
Intagliatore
Gli intagliatori sono caratterizzati da un marcato profilo a 'V' rovesciata, e sono utilizzati, normalmente,
per creare dei motivi di abbellimento, oppure per creare gole, o per squadrare (matenendolo inclinato) il
fondo di queste.
Bedano
I bedani sono utensili a sezione rettangolare e tagliente obliquo, vengono utilizzati per creare incisioni,
anche molto profonde, per via della loro forma sono utensili molto rigidi, e perci pi precisi degli
scalpelli.
Alesatore
Gli alesatori, data la loro particolare forma, si prestano per lavorare l' interno di vasi, coppe. ciotole ecc.
Gli utensili, per lavorare al meglio delle loro possibilit, vanno tenuti costantemente affilati. L' affilatura
consiste nel ripristinare il tagliente, cio lo spigolo 'vivo' dell' utensile che lavora a contatto con il legno,
che viene smussato dal calore e dall' attrito prodotti dalla lavorazione.
Per effettuare questa operazione l' ideale sarebbe di disporre di una mola ad acqua, la quale, ruotando a
bassa velocit ed essendo costantemente bagnata dall' acqua, non provoca surriscaldamenti dell' acciaio,
con conseguente perdita delle caratteristiche dell' acciaio derivanti dai trattamenti termici a cui stato
sottoposto in fae di fabbricazione.
Purtroppo non tutti dispongono della mola ad acqua (io stesso non ce l' ho), allora si pu ovviare con il
seguente procedimento:
Con una mola a secco (almeno questa bisogna averla) si riprende il tagliente, lavorando sempre
contromola, cio come se dovessimo tornire la mola, avendo cura di dare passate leggere e di tenere a
portata di mano un contenitore con un poco di acqua per bagnare l' utensile dopo ogni passata, per
raffreddarlo.
Nel caso che l 'utensile si riscaldi troppo, la parte 'bruciata' diventa scura, dal violaceo al nero a seconda
del tipo di acciaio e della temperatura a cui arrivato, in questo caso bisogner aver pazienza e togliere la
parte scura, e ricominciare l' operazione con pi calma.
Dopo aver ripreso il tagliente alla mola, anche utilizzando mole a grana molto fine, questo tende sempre a
rimanere 'rigato' dalla mola stessa, per cui necessario passare il tagliente con una pietra ad olio o ad
acqua (io utilizzo quella che si usa per la lama delle falci) in modo di renderlo il pi possibile liscia.
Questa operazione molto pi importante di quel che si creda, perch da una buona affilatura dipende il
grado di finitura che riusciremo a dare al legno.
Personalmente, io tra due affilature alla mola eseguo acune affilature solo con la pietra, utilizzo la mola
solo quando non riesco pi a far tagliare l' utensile in altro modo, in questo modo gli utensili durano
molto di pi.
Gli utensili,da tornio hanno il difetto di essere difficilmente reperibili (almeno dalle mie parti) e anche
abbastanza cari, allora vale la pena di cimentarsi nell' autocostruzione.
Io ho utilizzato due sistemi differenti, il primo sistema quello pi classico, ho recuperato delle vecchie
lime, che sul ferro oramai scivolavano, producendo tanta fatica e poco risultato, e le ho promosse ad
utensili da legno, semplicemente affilandole nella forma che mi serviva, tra l' altro gli unici alesatori che
ho sono fatti proprio in questo modo.
Questi utensili vanno abbastanza bene, tengono anche bene il filo per molto tempo, l' unico problema la
fragilit, mai provare a sgrossare con uno di questi utensili, e mai sporgere dal poggiautensili per pi di
pochi centimetri (regola d' oro, comunque, per qualunque utensile), perch facile che si spezzino.
file:///C|/Temp/XOOM_it.htm (5 di 9) [08/11/2003 19.15.30]
XOOM.it
Il secondo sistema che ho usato per costruirmi gli utensili pi macchinoso, ma mi st dando grandi
soddisfazioni; ho recuperato dei gambi di maschi rotti, utilizzati per la filettatura meccanica, sono in
ottimo acciaio HSS, e li ho saldati su un pezzo di tondino (ottimo quello liscio per edilizia), dopodich li
ho molati nella forma desiderata, in questo modo ho ottenuto degli utensili con una durata eccezzionale e
che lasciano una finitura davvero ottima, con il difetto per di essere estremamente fragili nel punto in cui
sono saldati, per cui anche qui bisogna utilizzarli con la massima cura, anche perch quando si spezzano
diventano veri proiettili.
Sicurezza e salute
Introduzione
La tornitura del legno, tra le lavorazioni di falegnameria non certo tra le pi pericolose, non essendoci,
come su pialle, toupie o seghe circolari, degli utensili rotanti (e taglienti) ad alta velocit, comunque sar
bene, prima di accendere il tornio, riflettere su alcuni punti.
lavorazione, ed una mascherina antipolvere, specialmente quando si leviga il pezzo, perche la polvere del
legno, oltre ad essere fastidiosa, pu provocare allergia.
Personalmente utilizzo una di quelle tute bianche, in un solo pezzo, che si trovano nei magazzini per il far
da s, che, oltre a essere ben chiusa sulle maniche, evita anche di sporcare il resto dell' abbigliamento, e
alla fine del lavoro si pulisce facilmente con aria compressa.
2.3 Il legno
Il legno da tornire andr scelto con una certa cura, cercando di evitare i pezzi che presentano evidenti
fessurazioni o nodi morti, per evitare che, per effetto della forza centrifuga, si stacchino dei pezzi durante
la lavorazione.
3.0 la tornitura
Generalmente per tornire un pezzo longitudinalmente lo si deve montare sul tornio tra punta e
contropunta, bisogner quindi cercare il centro delle due estremit e marcarlo con un punzone o facendo
un forellino di diametro leggermente minore del diametro della contropunta e della punta di
trascinamento, dopodich potremo piantare la punta di trascinamento con un martello di legno o di
gomma, fino a quando vedremo che i dentini della stessa marcano decisamente il pezzo, poi potremo
montare la punta di trascinamento, montare il pezzo, e stringere decisamente la contropunta verso la
punta, fino a quando sentiremo il pezzo ben saldo sulla macchina.
Sgrossatura
La sgrossatura consiste nel portare il pezzo grezzo (che pu essere un pezzo di ramo, oppure un listello, o
un pezzo di asse) ad una forma regolare, da cui si potr quindi ricavare il particolare che abbiamo in
mente.
Una volta fissato il pezzo sul tornio, bisogna avvicinare il pi possibile il poggiaferri al pezzo,tenendolo
leggermente pi in alto del centro dello stesso, controllando, facendo ruotare a mano il pezzo stesso, che
non inteferisca con le eventuali irregolarit dello stesso, poi si pu avviare il tornio alla velocit pi bassa
possibile.
Come primo utensile si usa la sgorbia a sgrossare. Le prime passate devono essere eseguite con il manico
basso e la punta appena a sfiorare le sporgenze del legno poi, mano a mano che il tondo prende forma, si
alza il manico e si affonda di pi la punta. L'inclinazione sul piano verticale del ferro va trovata
sperimentalmente in modo da attenuare il pi possibile gli urti.
La passata bene farla in due tempi: da un'estremit verso il centro e ripartire dall'altra estremit dando
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maggiore spazio a quella che si sente sforza meno il legno e produce meno vibrazioni.
Sul piano orizzontale l'inclinazione deve essere tale che la punta guardi in avanti rispetto all'avanzamento
specialmente quando le fibre del legno sono perpendicolari all'asse del tornio, quando sono parallele la
punta pu stare anche diritta.
Nella passata da destra a sinistra la mano sinistra afferra il fondo dell'utensile, la mano destra tiene il ferro
in prossimit della punta e la guida nella passata. Nella passata da sinistra a destra s'invertono le mani e ci
si gira sul fianco opposto a quello di prima.
Se il pezzo grezzo un listello, sar bene smussare il pi possibile gli spigoli, altrimenti il pezzo pu
subire forti colpi o scheggiature che compromettono l'integrit del pezzo stesso.
Quando si sgrossa un listello le cui vene sono perpendicolari all'asse del tornio e magari il legno duro e
scontroso la sgorbia tende a dare forti colpi del tutto imprevedibili che possono causare grosse
infossature, scheggiature e se si sfortunati al distacco del pezzo dal mandrino; questo perch si lavora di
testa alle vene. Appena possibile conviene lasciare la sgorbia e prendere il bedano largo ben affilato
usato di testa o leggermente di spigolo a secondo di come va il taglio; in aggiunta lascia una superficie
molto rifinita rispetto a quella della sgorbia.
In linea generale quando si lavora di testa su pezzi irregolari conviene lavorare di spigolo con il ferro
leggermente inclinato sul piano orizzontale.
Sagomatura
Alla fine della fase di sgrossatura dovremmo aver ottenuto un cilindro pi o meno regolare, la prossima
operazione consiste nel portare questo pezzo anonimo alla forma ed alle dimensioni che avevamo in
mente, per fare questo conviene, per prima cosa, se abbiamo delle misure precise da rispettare, segnare
con una matita i punti pi importanti sul pezzo, facendolo ruotare lentamente a mano, in modo che,
anche durante la rotazione, avremo una traccia ben visibile.
A questo punto possiamo avviare il tornio, ad una velocit superiore a quella che avevamo utilizzato per
la sgrossatura, poi si pu cominciare a dar forma al pezzo, utilizzando di volta in volta gli utensili pi
adatti allo scopo, avendo cura di tenerli ben affilati, in modo di ottenere una finitura il pi possibile liscia.
Conviene tenere per ultimi i particolari pi minuti, ed i pezzi con diametro minore, per evitare che
durante la tornitura di altre parti il pezzo si metta a vibrare o si spezzi.
Durante la tornitura dei particolari con diametro molto piccolo conviene aumentare ulteriormente la
velocit.
Levigatura e finitura.
Adesso il nostro pezzo quasi finito, la forma quella definitiva, manca solo pi il tocco finale, per
togliere gli ultimi segni degli utensili e rifinirlo al meglio. Tra l' altro il tornio l' unica macchina che
consente di partire da un pezzo grezzo e di ottenere un pezzo completamente finito senza toglierlo dalla
macchina.
Il poggiaferri non serve pi, quindi conviene toglierlo, o portarlo il pi lontano possibile dal pezzo, poi
avviamo il tornio alla velocit pi alta possibile, e cominciamo a passare la carta abrasiva, partendo da
una grana abbastanza grossa, facendo attenzione a non calcare troppo, per non asportare i particolari pi
piccoli, poi passeremo ad una grana media e ad una fine, facendo sempre atenzione a non calcare troppo,
perch l' attrito pu produrre bruciature sul pezzo stesso. Per questo motivo preferibile utilizzare la carta
abrasiva, rispetto alla tela, perch quando comincia a scaldare si sente sulle mani, ed quindi pi difficile
arrivare a bruciare il pezzo.
Quando abbiamo finito con la carta, passiamo alla paglietta d' acciaio (va bene anche quella per lavare le
pentole), questo toglie anche le ultime righette prodotte dalla carta.
Adesso, se il pezzo deve essere ulteriormente lavorato (dipinto, pirografato, intagliato od altro) o se deve
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essere utilizzato a fini alimentari, lo possiamo smontare dal tornio, altrimenti possiamo, durante la
rotazione, applicare con un panno un leggero strato di cera neutra, poi lasciarlo fermo per una decina di
minuti, e successivamente, sempre in rotazione, passare un panno pulito e morbido, meglio se di lana,
questo dar al nostro pezzo un' ottima finitura semilucida.
Bibliografia
Per il momento ho trovato un solo libro in italiano che tratta l' argomento, si intitola 'guida facile per
tornire il legno' edito da edizioni far da s.
Dal sito di Brian Clifford si pu invece scaricare un ottimo manuale in formato html oppure pdf,
purtroppo (per me) in inglese, Introduction to woodturning.