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02/11/12

Piano Regolatore Generale - Wikipedia

Piano Regolatore Generale


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Nell'ordinamento italiano il Piano Regolatore Generale Comunale (P.R.G.C.) definito come uno strumento
che regola l'attivit edificatoria in un territorio comunale. uno strumento redatto da un singolo comune o da pi
comuni limitrofi (Piano Regolatore Generale Intercomunale) e contiene indicazioni sul possibile utilizzo o tutela
delle porzioni del territorio cui si riferisce.
Indice
1 Storia del P.R.G in Italia
2 Caratteristiche
3 Elaborati
4 Piani Attuativi
5 Procedura per l'entrata in vigore
6 I primi Piani Regolatori
7 Voci correlate
8 Bibliografia

Storia del P.R.G in Italia


Il primo Piano Regolatore fu introdotto dalla Legge 2359/1865 ed era costituito da due parti: un Piano
regolatore edilizio, il cui ambito d'intervento era il perimetro della citt esistente, e un Piano d'ampliamento, il cui
ambito era il circondario esterno. Le sue caratteristiche principali erano:
uno strumento che si pu realizzare solo per i comuni con popolazione superiore alla 10.000 unit. Tali
comuni devono fare apposita e motivata richiesta;
esteso al solo territorio urbano, nella campagna non si ha pianificazione;
direttamente attuativo, non ha bisogno di un ulteriore livello di attuazione;
Ha durata limitata nel tempo di 25 anni;
La sua entrata in vigore ha dichiarazione di pubblica utilit;
Ha veste di tipo iconico, dettaglio fino alla scala architettonica, con la sua morfologia architettonica.
Nel 1943 fu inventato un piano regolatore da Cesare Galletti. La Legge Urbanistica Nazionale n.1150 del 17
agosto 1942 ha introdotto un nuovo tipo di Piano Regolatore con una radicale trasformazione delle sue
caratteristiche:
denominato P.R.G. (Piano Regolatore Generale) ed esteso all'intero territorio comunale;
obbligatorio per comuni pi importanti compresi in un elenco redatto dal ministero dei lavori pubblici
(funzione che passer alle Regioni con il D.P.R. n.8 del 1972);
Non direttamente attuativo, necessita di un ulteriore livello di attuazione;
non ha scadenza, cos facendo si escludono vuoti normativi;
Ha veste simbolica, i simboli fanno riferimento alle diverse tipologie di fabbricazione sull'area.
Sulla base della normativa urbanistica del 1942 la dottrina solita distinguere tra zonizzazioni e localizzazioni:
Le zonizzazioni indicano la divisione del territorio in aree di carattere omogeneo: esse incidono sul regime
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giuridico dei beni nel senso che l'edificazione, che secondo la dottrina tradizionale inerisce al diritto di
propriet, soggetta ad una disciplina di carattere pubblicistico a tutela di interessi generali (regime di
altezze, volumi massimi ambili in relazione ai lotti edificabili, distanze tra costruzioni e rispetto ai confini
ecc.);
le localizzazioni si riferiscono alla rete di servizi ed infrastrutture destinate alla generalit dell'utenza: la
previsione di nuove strutture d luogo a vincoli puntuali aventi contenuto sostanzialmente espropriativo.

Caratteristiche
Il P.R.G. 1942 nasce come strumento regolatore della crescita urbana ma intorno agli anni '70 divenne
strumento di gestione dell'assetto del territorio.
Finalit: disegnare la crescita delle citt, gestione dell'incremento urbano
Limiti spaziali: perimetro del territorio comunale
Cogenza: obbligatorio per comuni compresi nella lista delle regioni, negli elenchi del Ministero dei Lavori
Pubblici e in quelli dichiarati stazioni di cura soggiorno e turismo
Validit: infiniti giorni
Contenuti principali:
rete principale delle infrastrutture
zonizzazione del territorio comunale
indicazione degli spazi destinati a spazi d'uso pubblico
indicazione delle aree destinate a fabbricati d'uso pubblico

1. Piano di inquadramento territoriale, illustra dove ci troviamo, scala 1:50000


2. Stralcio di P.T.C. (Piano Territoriale di Coordinamento), scala 1:25000
3. Descrizione dello stato attuale, scala 1:25000
4. Progetto di P.R.G.
5. Tavola di delimitazione e computo aree (residenze, attivit produttive ed aree ad uso pubblico), scala
1:5000
6. Tavola dei Piani Attuativi, localizzano le aree oggetto di strumenti attuativi.
7. Edilizia scolastica oggetto del D.M. del 1975, scala 1:5000
8. Norme tecniche di attuazione, consentono la specificazione e il dettaglio della zonizzazione
9. Relazione Tecnica Illustrativa
10. Stima sommaria dei costi, non prevista dalla legge
Dal 1968 con il D.M. n 1444 si aggiungono altre due tavole:
11. Zone omogenee oggetto della zonizzazione, perimetrate ed evidenziate
12. Verifica del rispetto degli standards urbanistici.

Elaborati
Il P.R.G. una sorta di progetto architettonico a scala urbana e diventa poi legge. Comprende:
Piano di Viabilit, scala 1:5000
* Piano di Azzonamento, zonizzazione, scala 1:5000

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Piani Attuativi
I piani regolatori possono prevedere l'utilizzo di strumenti pi dettagliati per definire i nuovi interventi previsti. I
Piani Attuativi possono essere di vario tipo:
Piano Particolareggiato (P.P.)
Piano per l'Edilizia Economica Popolare (P.E.E.P.)
Piano Esecutivo Convenzionate (P.E.C.) o Piano di Lottizzazione Convenzionata (P.L.C.)
Piano per Insediamenti Produttivi (P.I.P.)
Piano di Recupero (P.d.R.)
I piani attuativi quali P.L.C. e P.d.R. possono essere di iniziativa sia pubblica che privata, mentre i P.P.,
P.E.E.P., P.I.P., sono esclusivamente pubblici.

Procedura per l'entrata in vigore


Il P.R.G. inizia il suo iter mediante l'adozione del consiglio comunale. In questo momento i rappresentanti della
collettivit devono depositare e pubblicare il piano. Le procedure di deposito e pubblicazione sono descritte
dalla L.U.N. 1150/1942. Per 30 giorni il P.R.G. deve poter essere visto da tutti mediante affissione all'albo
pretorio. Una recente legge stabilisce che la notizia della pubblicazione sia data anche tramite giornali a tiratura
nazionale. Tutto questo tramite una fase preventiva di osservazioni che nascono come contributo che singoli o
associazioni possono dare per perfezionare il piano adottato. Possono essere fatte per altri 30 giorni. Tutte le
osservazioni, catalogate in ordine di arrivo, pervenute nei termini di cui sopra sono state oggetto di valutazione
da parte dei progettisti del PCS e degli uffici preposti, quindi sottoposte al Consiglio Comunale. Il Consiglio
Comunale con deliberazione motivata si pronuncer sull'accoglimento o meno delle osservazioni presentate,
entro centottanta giorni dalla scadenza dei sessanta giorni di cui sopra; con lo stesso atto il Consiglio adotta
definitivamente il PRG con le modifiche apportate a seguito dell'accoglimento di alcune osservazioni.
Nei trenta giorni successivi alla delibera di adozione definitiva il PRG verr trasmesso alla Giunta Regionale la
quale si esprimer sulla conformit del PRG alla normativa sovraordinata (per esempio: PPAR, PIT e PTC) .
Il parere espresso dalla Giunta Regionale entro centottanta giorni, qualora favorevole consente al Consiglio
Comunale di approvare il PRG nei successivi sessanta giorni. Qualora la Giunta Provinciale esprimesse dei rilievi
in ordine alla conformit del PRG il Comune pu: a) approvare il PRG recependo totalmente i rilievi formulati
dalla Giunta Provinciale, b) respingere i rilievi e controdedurre con deliberazione motivata (entro novanta giorni).
Detto atto verr discusso dalla Giunta Regionale che nei novanta giorni successivi dovr esprimere un parere
definitivo, che consentir l'approvazione definitiva del Piano.
Dalla data di adozione della variante generale sino alla data di approvazione definitiva sono in vigore tutti e due
gli strumenti urbanistici generali (quello vigente e quello adottato), pertanto per qualsiasi intervento (ad
esclusione della manutenzione ordinaria), che comporti la trasformazione del territorio e/o del patrimonio edilizio,
dovr essere conforme alle previsioni di tutti e due gli strumenti urbanistici; si applicano infatti le misure di
salvaguardia di cui alla L. n1902/1952.
Qualora le istanze presentate prevedano interventi in contrasto con lo strumento urbanistico generale adottato, il
loro iter dovr essere motivatamente "sospeso" fino alla data di approvazione del nuovo PRG.

I primi Piani Regolatori


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Solitamente i piani regolatori comunali riguardavano soprattutto le grandi citt:


1.
2.
3.
4.
5.
6.

Firenze (piano Poggi del 1865)


Roma (piano Viviani del 1873 e del 1882, piano Saintjust-Nathan del 1909)
Milano (Piano Beruto del 1884, Piano Pavia-Masera del 1912)
Palermo (piano Giarrusso del 1885)
Napoli (piano di risanamento del 1885, piano De Simoni del 1914)
Bologna (piano regolatore del 1889)

Voci correlate
Bibliografia
Il fondo fotografico del Piano Regolatore di Roma 1883 - La Visione Trasformata, Gangemi, Roma 2002
Portale Architettura

Portale Diritto

Portale Ingegneria

Categoria: Strumenti urbanistici


Questa pagina stata modificata per l'ultima volta il 30 giu 2012 alle 23:42.
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