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Periodico Trimestrale

una voce
Associazione per la salvaguardia della liturgia latino-gregoriana
NOTIZIARIO N. 62 Nuova Serie GIUGNO 2016

Spes contra spem: lardua difesa


della Liturgia Romana

Let avanzata fa di me forse il pi vecchio testimone degli inizi, se non proprio della nascita,
dellassociazione Una Voce1 e del suo operare a Roma e in Italia per la difesa della liturgia latino-
gregoriana in un contesto di crescenti incomprensioni e difficolt. Sono per tanto ben lieto di ac-
cogliere il cortese invito rivoltomi dalla Presidenza dellassociazione e di recare il contributo della
mia testimonianza e dei miei ricordi alla celebrazione indetta nellimminente compiersi del primo
cinquantennio di vita del sodalizio.

Nascita dellAssociazione

Una Voce stata costituita a Roma il 7 luglio 1966 nello studio del notaio Aurelio Cinque al-
lEsquilino; larticolo 1 dello statuto ne indicava il fine: difendere la lingua e la musica tradizionali
nella liturgia della Chiesa romana e fuori di essa in piena conformit con le costituzioni liturgiche e
conciliari. Soci fondatori furono il duca Filippo Caffarelli, il latinista Guerino Pacitti, il critico darte
Carlo Belli, il rag. Luciano Sacchetti, la signora Paola Biancotti. Nellatto notarile registrata la con-
testuale elezione del Consiglio direttivo del sodalizio: Caffarelli presidente, Eugenio Montale vice
presidente, Pacitti delegato generale, Belli consigliere, Sacchetti consigliere-tesoriere.
Tre, a mio avviso, gli aspetti dellAssociazione che opportuno sottolineare particolarmente:
- la sua novit: alcuni laici rivendicavano e assumevano un ruolo attivo nella difesa delle tradi-
zioni liturgiche della Chiesa romana, nella convinzione che ci fosse compito anche laicale e non
affare riservato ai soli chierici.
- la sua necessit: contrapporre con laicale determinazione e franchezza la fedelt alle tradizioni
liturgiche della Chiesa alle crescenti sollecitazioni per labbandono del latino, del gregoriano e della
polifonia classica avanzate soprattutto da chierici in nome di un vago e astratto aggiornamento.
Il 7 marzo 1965, prima ancora della chiusura del Concilio Vaticano II, era stata introdotta la ce-
lebrazione della Messa in italiano, inizialmente con lesclusione del Canone la cui recita veniva man-
tenuta in latino, per favorire si diceva la comprensione e la partecipazione dei fedeli ai sacri riti.
Ci avveniva nella piena noncuranza dellEnciclica Mediator Dei (1947) di Pio XII che nel delineare
i principi di una corretta e opportuna riforma liturgica aveva espresso un severo monito a chi usa
la lingua volgare nella celebrazione del Sacrificio Eucaristico. Luso del volgare in luogo del latino
avveniva inoltre in aperto spregio di quanto statuito da Giovanni XXIII con la costituzione aposto-
lica Veterum sapientia, promulgata con grande solennit in S. Pietro nel febbraio del 1962; in essa il
Papa aveva richiamato e ribadito la necessit che il latino restasse la lingua, liturgica ed extra liturgica,
della Chiesa dando aperta manifestazione della sua volont al Concilio Ecumenico che avrebbe ini-
ziato i lavori nellottobre di quello stesso anno:

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Aderii a Una Voce nellautunno del 1966 grazie ad un volantino trovato nel negozio delle edizioni musicali Casimiri
alla Minerva, molto frequentato allora anche per la scelta offerta discografica di musica sacra.
I Vescovi e i Superiori Generali degli Ordini religiosi (...) vigileranno affinch nessuno dei loro soggetti, smaniosi di
novit, scriva contro luso della lingua latina nellinsegnamento delle sacre discipline e nei sacri riti della Liturgia e, con
opinioni preconcette, si permetta di estenuare la volont della Sede Apostolica in materia e di interpretarla erronea-
mente.

Lesclusione del latino da gran parte della Messa avveniva infine sempre opportuno ricordarlo
capovolgendo quanto decretato dal Concilio:

Luso della lingua latina, salvo diritti particolari, sia mantenuto nei riti latini. Dato per che, sia nella Messa che nel-
lamministrazione dei Sacramenti, sia in altre parti della Liturgia, non di rado luso della lingua volgare pu riuscire di
grande utilit per il popolo, si possa concedere alla lingua volgare una parte pi ampia, specialmente nelle letture e nelle
ammonizioni, in alcune preghiere e canti ... (Sacrosanctum Concilium 36, 1-2).

La volont del Concilio era dunque molto chiara: il latino doveva essere la lingua ordinaria delle
celebrazioni, agli idiomi moderni poteva concedersi solo un ruolo secondario.
- la sua provvidenzialit: ai fondatori di Una Voce va riconosciuto il merito di avere intuito il
baratro che stava per aprirsi e di aver tempestivamente chiamato i fedeli pi accorti a difendere le
tradizioni liturgiche della Chiesa romana messe a repentaglio da chierici avidi di novit.
Quando Una Voce fu costituita era difficilmente presagibile lampiezza e la gravit della rivolu-
zione (mons. Bugnini dixit) che contro la volont del Concilio il Consilium del card. Lercaro e di
mons. Bugnini si stava apprestando a introdurre nella liturgia cattolica: dallaccento posto sullEu-
caristia come cena piuttosto che Sacrificio, alla minimizzazione del ruolo del sacerdote non pi li-
turgo in persona Christi ma semplice presidente di una assemblea celebrante, allinsistenza sulla
partecipazione in alternativa e contrapposizione alladorazione, al rilievo attribuito alla comunit a
detrimento della portata cosmica del Sacrificio Eucaristico.

Spes contra spem


Misura della profonda desolazione dei fedeli e della eroicit del loro incessante appellarsi al Su-
premo Pastore data dalle parole di Paolo VI nelle allocuzioni del 19 e del 26 novembre del 1969
nelle quali il papa illustr le ragioni dei mutamenti che sarebbero stati introdotti nella Messa a partire
dalla prima domenica di Avvento:

Noi vogliamo invitarvi a riflettere su questa novit che costituisce il nuovo rito della Messa () : un cambiamento
che riguarda una venerabile tradizione secolare, e perci tocca il nostro patrimonio religioso ereditario, che sembrava
dover godere di unintangibile fissit, e dover portare sulle nostre labbra la preghiera dei nostri antenati e dei nostri
Santi, e dare a noi il conforto di una fedelt al nostro passato spirituale, che noi rendevamo attuale per trasmetterlo poi
alle generazioni venture () La maggiore novit quella della lingua. Non pi il latino sar il linguaggio principale della
Messa, ma la lingua parlata. Per chi sa la bellezza, la potenza, la sacralit espressiva del latino, certamente la sostituzione
della lingua volgare un grande sacrificio: perdiamo la loquela dei secoli cristiani, diventiamo quasi intrusi e profani nel
recinto letterario dellespressione sacra, e cos perderemo grande parte di quello stupendo incomparabile fatto artistico
e spirituale, ch il canto gregoriano. Abbiamo, s, ragione di rammaricarci e quasi di smarrirci: che cosa sostituiremo a
questa lingua angelica? E un sacrificio di prezzo inestimabile! E per quale ragione?

La risposta la dava il papa in quella stessa allocuzione del 26 novembre 1969; il motivo dei gravi
mutamenti, delle perdite dolorose, dei grandi sacrifici era indicato nellobbedienza: obbedienza al
Concilio, la quale ora diviene obbedienza ai Vescovi che ne interpretano e ne eseguono le prescrizioni ... .
Ma come? In nome del Concilio obbedire a vescovi manifestamente disobbedienti al Concilio!
Un insulto al buon senso e allintelligenza di sacerdoti e fedeli! Nellinsondabile oscurit che avvol-
geva quelle parole menzognere il dramma di quegli anni e di quelli a venire: una difesa delle tradi-
zioni liturgiche della Chiesa romana sorretta da speranza teologale contro ogni speranza terrena.

Una difesa ardua

Gli anni successivi furono, se possibile, ancora pi desolati e amari. In luogo dellattesa nuova
Pentecoste e della primavera annunciata il papa stesso constatava amaramente che nella Chiesa
era penetrato il fumo di Satana: sacerdoti e religiosi gareggiavano nel buttare alle ortiche tonache
e sai, seminari e noviziati si svuotavano, insegnamenti eterodossi si diffondevano per ogni dove, in-

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numerevoli battezzati abbandonavano le pratiche religiose ... I mercatini delle pulci si riempivano
di arredi liturgici, parati, libri sacri.
I fedeli alle tradizioni liturgiche della Chiesa conobbero lostilit e pi ancora lo sprezzo dei pa-
stori: il loro amore per la Liturgia fu travisato per ostinazione caparbia e loro stessi additati come
indocili e ribelli mettendo a rischio di sviamento e dispersione un patrimonio prezioso di fedelt.
In quelle condizioni, nonostante ogni avversit, la Provvidenza, lautentico eroismo di alcuni sacer-
doti e la cooperazione loro offerta da laici determinati permisero di mantenere vivo luso dei libri
liturgici della tradizione romana. Posso al riguardo testimoniare che a Roma la celebrazione dellan-
tica Liturgia fu in quegli anni ininterrottamente mantenuta in pi chiese e nelle stesse basiliche pon-
tificie del Laterano e del Vaticano.
Dopo un decennio di sofferenze, preghiere e tenacia produssero finalmente un primo timido
frutto che rinfocol la speranza nei nostri cuori. Mi riferisco alla lettera apostolica Dominicae Cenae
(24 febbraio 1980) di Giovanni Paolo II che ribad il carattere sacrificale della s. Messa, il rapporto
essenziale fra Eucarestia e Sacerdozio (essa la principale e centrale ragion dessere del sacramento
del Sacerdozio, nato effettivamente nel momento dellistituzione dellEucaristia e insieme con essa),
fra Eucaristia e Chiesa (come la Chiesa fa lEucaristia, cos lEucaristia costruisce la Chiesa), fra
Eucaristia e vita cristiana in tutte le sue dimensioni e implicazioni. Nella parte finale della Dominicae
Cenae vi erano parole che scesero come un balsamo nei nostri cuori riguardandoci direttamente:
lesortazione rivolta ai vescovi e ai sacerdoti

a dare soddisfazione, accogliendoli non solo benignamente e di buon grado ma anche con grande rispetto, ai sen-
timenti e ai desideri di coloro che formati con forza secondo lordinamento dellantica Liturgia latina avvertono la man-
canza di questa lingua una che ha significato in tutto il mondo lunit della Chiesa e che per la propria indole piena di
dignit ha suscitato il senso profondo del Mistero eucaristico.

Balsamo nei nostri cuori queste parole, fiele in quelli dei cipigliosi guardiani della riforma. Per
contrastare le temute aperture del papa agli aborriti tradizionalisti costoro non ebbero scrupolo a
ricorrere a torbide manovre. Mi riferisco allinchiesta promossa fra gli ordinari diocesani dalla Con-
gregazione per i Sacramenti e il Culto divino tra lestate e lautunno del 1980 al fine dichiarato di
fornire al papa un quadro preciso circa la richiesta e lesistenza nelle singole diocesi di celebrazioni
in latino e di utilizzazione degli antichi libri liturgici. Uninchiesta che fu condotta con gravi difetti
di metodo e che ebbe risposte lacunose, ma che purtuttavia document come in un quinto circa
delle diocesi di tutto il mondo permanesse la richiesta di celebrazioni in latino, con pi che presu-
mibile riferimento alluso degli antichi libri liturgici. Unevidenza che andava occultata; lo si fece ri-
correndo ad una fraudolenta manipolazione dei risultati e addirittura alla loro falsificazione, come
nella menzognera affermazione riportata nel sommario della rivista della Congregazione (Notitiae,
185, dicembre 1981): quanto alla cosiddetta Messa tridentina la totalit quasi dei vescovi la con-
sidera un problema per cos dire inesistente. Unaffermazione che cadeva come una pesante pietra
tombale sulle attese e sulle speranze di tanti fedeli, bench essa fosse contraddetta dagli stessi dati
pubblicati sulla rivista della Congregazione e da incontrovertibili evidenze documentarie che Una
Voce si premur di divulgare.
Ci vollero tre anni perch Giovanni Paolo II si rendesse consapevole della falsit di quella affer-
mazione. Preso atto del perdurare dellattaccamento ai riti tradizionali di sacerdoti e fedeli, il papa
manifest il suo desiderio di andare incontro ad essi dando ai vescovi facolt di consentire la cele-
brazione della s. Messa con il Messale del 1962 mediante uno speciale indulto emesso dalla Congre-
gazione per il Culto divino (Quattuor abhinc annos, lettera circolare ai presidenti delle Conferenze
episcopali, 3 ottobre 1984). Un indulto avvolto da mille cautele e che solo in minima parte valse a
determinare qualche concessione alle richieste di sacerdoti e fedeli per la tenace avversione, fra i
tanti, dello stesso segretario della Congregazione per il Culto divino, mons. No.
Trascorsero quattro altri lunghi anni di sofferenze e di attese eluse per giungere al motu proprio
Ecclesia Dei adflicta (2 luglio 1988) col quale Giovanni Paolo II ribad con forza la volont che fosse
ovunque rispettato lanimo di tutti coloro che si sentono legati alla tradizione liturgica latina, me-
diante unampia e generosa applicazione delle direttive, gi da tempo emanate dalla Sede Apostolica,
per luso del Messale Romano secondo ledizione tipica del 1962. Puntualmente si ebbero nuove
resistenze e difficolt (in prima linea fu nuovamente mons. No). Gli archivi della Pontificia Com-
missione Ecclesia Dei, allora istituita dal papa proprio per vigilare sul rispetto della sua volont,
sono pieni delle doglianze dei fedeli: lo posso testimoniare personalmente avendo per anni trasmesso
ed illustrato a mons. Camillo Perl, segretario della Commissione, la documentazione relativa alla

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frequentissima elusione delle richieste di sacerdoti e fedeli italiani.
Diciannove anni dopo Benedetto XVI, con il motu proprio Summorum pontificum (7 luglio 2007)
restituiva e assicurava finalmente! piena libert alluso dei libri liturgici vigenti nel 1962 quale
forma extraordinaria del Rito romano. Il 23 marzo 2008 il card. Ruini, vicario del papa, istituiva
infine una parrocchia personale, affidata alla Fraternit sacerdotale San Pietro, per assicurare nella
diocesi di Roma unadeguata assistenza religiosa ai fedeli. E storia di ieri, storia di oggi: non mi ci
soffermo ulteriormente.

Epilogo

A conclusione di questo intervento opportuno e doveroso ricordare quanti laici e sacerdoti


si sono impegnati fin dalle prime ore nellopera di salvaguardia della liturgia latino-gregoriana:
alla loro tenacia, costanza e saggia prudenza che si deve laver mantenuto vivo luso del Rito ro-
mano antico preparando i tempi per il suo ristabilimento in onore e per la sua rinnovata utilizzazione
a beneficio di tutta la Chiesa. Non potendolo fare per ciascuno di essi tutti ben presenti nel mio
cuore e nella mia memoria vorrei dire qualche parola almeno su Cristina Campo. Animata da una
vibrante passione liturgica, Cristina seppe trasmettere e suscitare attorno a s un riverbero di quella
passione con unincessante e quasi febbrile attivit che giunse a coinvolgere nella difesa della liturgia
tradizionale nomi illustri della cultura, delle arti, delle lettere. Unattivit intensissima di cui rendono
un pur pallido conto le pubblicazioni edite da Una Voce tra il 1966 e i primi anni 1970 in larga
parte opera di Cristina o da lei redatte che con quelle degli anni successivi offrono una documen-
tazione preziosa, da preservare con cura e valorizzare, per la storia della Chiesa negli anni del po-
stconcilio. Fin dalla prima ora a fianco di Cristina vi furono Filippo Caffarelli e Carlo Belli: fondatori
a Roma di Una Voce, ebbero un ruolo essenziale nellordinato sviluppo dellassociazione e nel suo
accrescimento; ad essi si aggiunsero via via Paola Belli Zingone, Emilia Pediconi, Olympia Parenti
Cenami, Umberto Mariotti Bianchi, Giovanni Volpe, Giulio Pozio, Nino Badano, Eliane Radziwill,
Rina Chialvo, Massimo Pallottino e tanti altri in seguito, che mi spiace non poter menzionare sin-
golarmente, i quali tutti hanno dato variamente apporti significativi alla crescita e allaffermarsi del-
lAssociazione.
Queste rapidissime notazioni vanno integrate con il ricordo di alcuni soci non romani da Ida
Samuel (Bologna), ad Adolfo Oxilia e Tito Casini (Firenze), da Giovanni Durando e Giuseppe Oli-
vero (Torino), a Edith M. Schubart e M. Antonietta Castelbarco Albani (Bergamo), da Gianfranco
Regazzoli (Brescia) a Saverio Francesco Casasopra (Canton Ticino), da Piero Romoli (Milano) a
Carlo Durighello e Paolo Zolli (Venezia) e molti altri ancora i quali hanno animato le numerose
sezioni locali andate via via costituendosi contribuendo al rilievo acquisito da Una Voce in Italia.
Un grato e commosso ricordo va poi ai molti sacerdoti che continuarono tranquillamente a ce-
lebrare la s. Messa nella forma rituale della loro ordinazione. Quanti nomi e quante venerande fisio-
nomie tornano alla memoria! Da don Giuseppe Pace, don Dario Composta e mons. Attilio
Vaudagnotti a Torino, a don Siro Cisilino a Venezia, a padre Pellegrino Santucci a Bologna, a don
Luigi Stefani a Firenze. A Roma il numero di questi sacerdoti fu particolarmente consistente: per
tutto il difficilissimo primo ventennio postconciliare, e ancor pi negli anni successivi, il loro impe-
gno permise ai fedeli romani di godere di una pluralit di ss. Messe feriali e festive, pur dovendo pe-
regrinare di chiesa in chiesa molte e molte volte in specie per le solenni celebrazioni della notte di
Natale e del triduo pasquale. Grato animo ricordo in particolare mons. Domenico Celada, padre An-
tonio Coccia, mons. Pierre de La Lande dOlce, mons. De Michelis, mons. Giovanni Battista de
Toth, padre Joseph de Sainte Marie, padre Graziano, padre Jesus Martinez, mons. Guerrino Milani,
mons. Renato Pozzi, padre Jean Quenard, don Gino Severini.J
Un particolare tributo di riconoscenza doveroso rivolgere in fine alla venerata memoria di
mons. Pozzi, accorto consigliere di Una Voce fin dalla sua istituzione. Di mons. Pozzi e del suo rap-
porto con S. Girolamo della Carit, la chiesa in cui celebr per anni e che fu a lungo unisola felice
nel marasma liturgico, ha scritto con verit e maestria Cristina Campo, con le cui parole vorrei con-
cludere questa mia rievocazione (Una Voce Notiziario, 16-17, 1973, pp. 1-3):

Forse nessuno compiutamente se stesso finch non scopra il luogo che da sempre lo aspetta, lo rispecchia, in
qualche modo lo integra. Non sar pi possibile, nel ricordo, separare Monsignor Renato Pozzi dalla nobile chiesa cin-
quecentesca di S. Girolamo della Carit, quella chiesa cos romana, cos carica di memorie e tesori della piet cattolica
pi classica, cos impregnata a sua volta, dal ricordo di altri uomini che, vivendoci, la fecero vivere: i geni e gli eroi della
Controriforma. Carlo Borromeo, Pio V, Ignazio di Loyola, Camillo de Lellis, Antonio Maria Zaccaria si radunavano

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quasi ogni giorno l dentro, intorno al raggiante genius loci che per 30 anni sal i gradini degli altari di S. Girolamo, levit
in quelle cappelle, guar e convert nei profondi confessionali, nelle ombrose sacrestie scolpite: Filippo Neri. () Sa-
cerdote secondo lo spirito di quelle stanze, erudito di pura razza, pastore danime per vocazione, Monsignor Pozzi fu
trovato degno dalla Provvidenza di divenire, come lo erano stati gli altri, come lui stesso voleva essere pi di ogni cosa,
luomo di S. Girolamo. I tempi di disastro e di apostasia nei quali fu chiamato a regnare spiritualmente su quella chiesa
non furono di certo meno terrificanti dei tempi nei quali i giovani appena ordinati nel Collegio Inglese, a pochi passi
da S. Girolamo, venivano a chiedere benedizione a Filippo prima di andare segretamente a far gettito della vita, nellIn-
ghilterra devastata alla Riforma, in difesa della sempiterna Messa romana.

Da S. Salvatore in Campo altra chiesa che ci ha ospitato per anni a S. Girolamo della Carit
ed ora alla Ss.ma Trinit dei Pellegrini, chiese legate tutte a san Filippo Neri: la difesa e la preserva-
zione dellantica Liturgia Romana, vera opera di Controriforma, sono state e sono provvidenzial-
mente poste sotto la protezione del compatrono di Roma!

Filippo Delpino

Relazione allincontro Giubileo di Una Voce Italia 1966-2016, Roma 11 giugno 2016.

AI LETTORI

Una Voce vive del contributo dei Soci; raccomandiamo a tutti di porsi in regola con il ver-
samento della quota annuale di Euro 30,-. I Soci iscritti presso le Sezioni locali potranno ver-
sare la quota ai responsabili di esse; tutti gli altri le invieranno alla Segreteria Nazionale (avv.
Tommaso Raccuglia, Via Ruffini 2, 00195 Roma). Per tale scopo lAssociazione dispone di
un nuovo conto corrente presso il Banco Popolare (IBAN IT89-V-05034-03252-
000000006703 intestato a Una Voce Italia).

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DOCUMENTI

Indirizzo di saluto del presidente della FIUV


per il 50 di Una Voce Italia

Miei fratelli in Cristo, il miele dolce della Tradizione, la certezza di


un grande onore per me scrivere un breve trovarci davanti al santo Sacrificio dellaltare in-
saluto ai soci di Una Voce Italia, nelloccasione sieme con i santi di tutta la storia della Chiesa.
del suo 50 anniversario. Questo incontro con il Signore ci d la gioia e
Una Voce Italia uno dei membri fondatori la giovinezza, la ragione per la quale ci tro-
della nostra Federazione Internazionale, ma viamo qui. Ci fa ricordare che non saremo noi
anche il cuore del movimento in difesa della a salvare la Chiesa, ma la Chiesa ci salver. La
Messa tradizionale in questa grande nazione vittoria sopra il demonio appartiene gi alla
alla quale tanto dobbiamo noi cattolici di tutto Madre nostra.
il mondo. Oggi, 50 anni dopo la sua fonda- Sono certo che se Iddio lo permette Una
zione, i frutti del suo lavoro si estendono allin- Voce Italia rester modello e fonte di ispira-
tero pianeta, da Taiwan al Per, dal Canada al zione per molte associazioni in tutto il mondo.
Sudafrica. Migliaia e migliaia di cattolici nei cin- Preghiamo il Signore che ci permetta di rispon-
que continenti abbiamo oggi la benedizione di dere alla sua chiamata e compiere ci che ha
assistere ogni domenica alla santa Messa se- previsto per noi sempre con speranza, con fede
condo il messale di Giovanni XXIII, grazie alla e carit.
tenacia di coloro che, tra il 1965 e il 1967, non A nome della Federazione Internazionale
hanno avuto paura di difendere ci che nes- Una Voce desidero esprimervi i pi profondi
suno osava difendere. ringraziamenti e le pi vive felicitazioni per
La mia pi grande speranza che in questi questo anniversario cos importante.
tempi di profonda oscurit e confusione nel Personalmente, al pari di ogni cattolico, nel
mondo e nella Chiesa uniamo le nostre pre- mio cuore vi un posto molto speciale per
ghiere e le nostre forze affinch la Messa, fonte lItalia, da quel posto chiedo alla nostra amata
e culmine della nostra vita spirituale, sia cono- Madre che continui a proteggerci sotto il suo
sciuta da tutti i nostri fratelli, perch essa sia il manto, e a voi chiedo umilmente preghiere.
mezzo con cui possiamo dare gloria a Dio e ri- Con la speranza che un giorno Iddio ci per-
cevere la luce e il rifugio di cui tanto abbiamo metter di dargli gloria una voce.
bisogno.
Senza dubbio tutti noi che abbiamo cercato Flipe Alans Surez
di combattere la battaglia della santa Messa ab- Presidente della Foederatio Internationalis Una Voce
biamo provato la frustrazione dellavanzata del
modernismo e del relativismo, lamarezza del Citt del Messico, 11 giugno 2016
disprezzo dentro e fuori la nostra Chiesa. Tut-
tavia, anche nella battaglia abbiamo assaggiato

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Di nuovo
sul diaconato femminile
1. Recenti dichiarazioni del regnante Ponte- lesistenza di un clero ordinato per il sacrificio, di-
fice hanno ricondotto lattenzione al ministero stinto essenzialmente dai battezzati non chierici;
delle diaconesse che apparve nei primi secoli del per tale pensiero, i pastori sono semplici predica-
cristianesimo sia in Oriente sia in Occidente. tori e dottori, anche se la posizione di Lutero al
E parso perci non inopportuno riprendere riguardo non univoca2. Nel momento in cui le
alcune considerazioni gi apparse in questo noti- remore sociali ad affidare tali uffici alle donne
ziario (1 ns, 2001, pp. 3-6) offrendole in forma sono cadute, esse li hanno pretesi ed ottenuti; si
pi piana specialmente nella citazione delle fonti tratta, della conseguenza logica di una premessa
considerate. posta secoli or sono dai protestanti.
Larticolo volle allora essere di ausilio ai Con-
soci ed ai lettori nella dibattuta questione che gli 3. Con la lettera apostolica Ordinatio Sacerdo-
sviluppi del ministero nelle confessioni prote- talis del 1994, san Giovanni Paolo II defin dog-
stanti ha mantenuto attuale e probabilmente, ag- maticamente che il carattere sacerdotale pu
gravata. La questione stata dibattuta soprattutto essere validamente ricevuto soltanto dal battez-
negli ordini religiosi femminili di ambiente ger- zato maschio.
manico e anglosassone, pi prossimi a realt pro- Il testo, facendo riferimento al sacerdozio, non
testanti ove esistono le figure di pastora e diacona. dirime direttamente la questione dellaccesso delle
donne al diaconato; per quanto, infatti, sia tradi-
2. Nel 1800 a Wiesbaden nasceva Teodoro zionale dividere gli ordini maggiori in diaconato,
Fliedner; uomo caritatevole, occup la sua vita presbiterato ed episcopato, soltanto agli ultimi
nella realizzazione di opere di assistenza ai poveri due applicata lespressione classica di sacerdo-
ed in altre di assistenza ed elevazione spirituale; zio, confermata del resto anche nelletimo dalla
fu pastore della chiesa evangelica di Vestfalia. facultas sacrificandi pro vivis et pro mortuis, che indivi-
La sua persona non avrebbe per noi alcun in- dua il potere caratteristico della concezione cat-
teresse se egli non avesse fondato nel 1836 lOr- tolica del sacerdozio. Resta perci interessante
dine delle Diaconesse della Vestfalia Renana, uno sguardo alla disciplina delle azioni cultuali
associazione di donne che conducevano vita co- pubbliche compiute da donne nella Chiesa dei
mune e si dedicavano allattivit caritativa. primi secoli, per la quale si hanno fonti soprat-
E infatti con quel protestante che il nome dia- tutto in Oriente.
conessa, perso in alcune rubriche del Pontificale Chiariamo che il problema diverso e pi ri-
Romano1, ricompare nella vita ecclesiastica occi- salente di quello connesso alla giurisdizione ca-
dentale; lordine ebbe discreta fortuna, si diffuse nonica che, in varie epoche, stata esercitata da
nelle chiese luterane tedesca e scandinave, che pe- laici, e quindi anche da donne (cfr. infra 8).
raltro non tutte conservavano pi il nome del dia- La disciplina di tali azioni pubbliche, nel san-
conato (maschile), e tuttora persiste. tuario, di rilevante interesse perch in esse si ri-
Appare fondata limpressione che lattuale trova la concreta espressione dei princpi cristiani
questione degli ordini femminili abbia origine, o sul ministero ordinato e le donne.
meglio tragga ispirazione, dalla prassi attuale di Lespressione ministero ordinato, nella pre-
confessioni riformate od evangeliche, in cui le sente esposizione, preferita a quella di sacerdo-
donne ricoprono lufficio di pastore. zio, e non solo per quanto accennato sopra. Varie
Ora, la premessa storica allintroduzione delle ragioni militano in questo senso. Innanzi tutto,
donne in tale ministero stata lesistenza delle dia- lambito della trattazione, che verter sulla disci-
conesse che si erano affiancate ai pastori, non plina di alcuni fenomeni discussi ma che non
solo nelle attivit di assistenza ai poveri, ma anche hanno mai riguardato il sacerdozio come sopra
nei compiti di insegnamento. definito, vale a dire il presbiterato e lepiscopato;
La dottrina protestante sul ministero esclude i termini in cui ci imbattiamo sono diaconessa e

1
Cfr. Pontificale Romanum, De benedictione et consecratione Virginibus consecratis coram eo genuflexis, dicit: ...
Virginum: Et quia in nonnullis Monasteriis est consue-
2
tudo, quod loco Diaconissatus, Virginibus consecratis Cfr. H. LIEBERG, Amt und Ordination bei Luther und Me-
datur facultas incipiendi horas Canonicas, et legendi Of- lanchton, Gottinga, 1962, pp. 207-213.
ficium in Ecclesia, Pontifex stans ante altare sine mitra,

7
ministra, e le funzioni svolte non consistono nella nianze su alcune azioni sacre affidate alle donne;
celebrazione del santo Sacrificio. se si avr presente questo senso di funzione del
Secondariamente, opportuno considerare la corpo mistico si trover anche la retta lettura di
modifica del linguaggio ecclesiologico, seguita so- alcune supplenze.
prattutto al Concilio Vaticano Secondo, per la
quale si parla di un sacerdozio comune a tutti i 4. Tiene il campo la figura della diaconessa,
battezzati3. In tal modo, si recuperato, almeno alla quale si ricollegano anche funzioni proprie
dottrinalmente, il senso della consacrazione bat- degli ordini minori.
tesimale, assai vivo nei tempi apostolici e della San Paolo offre la notizia pi remota sullisti-
prima cristianit; si reso per necessario indivi- tuzione. Nella lettera ai Romani, dice lApostolo,
duare quella diversa sacerdotalit che caratterizza Phoiben ten adelphn hemn, ousan kai diko-
il clero e lo distingue dai laici. non tes ekklesias6. In ragione della completa as-
Il termine ministero ordinato, divenuto fre- senza di disposizioni normative, che impedisce di
quente senza tralasciare il pensiero cattolico in collocarlo in un quadro di riferimento, il passo ha
materia (riferimento allordine in senso sacramen- per noi il solo valore della testimonianza storica,
tale e giurisdizionale) sottolinea la complementa- ponendo il problema fin dallet apostolica.
rit ed il servizio reso al laicato da quella altra e Il breve accenno di san Paolo alla diacona
distinta porzione (clerus) del popolo di Dio. Febe dunque autorevole ma ininfluente. Ven-
Nellantica chiesa di Nitria, comunit mona- gono invece in considerazione alcune fonti in cui
stica dellEgitto, un gruppo numeroso di monaci, si tratta di ministeri esercitati da donne come dia-
circa seicento per Palladio, si riuniva soltanto il sa- conesse. E, in verit, pi facile seguire la disciplina
bato e la domenica in occasione della divina litur- delle diaconesse che di altre donne incaricate di
gia. In quella comunit vi erano otto sacerdoti, servizi analoghi a quelli svolte dagli ordini minori;
ieromonaci, ma di essi solo ho protos celebrava, be- la ragione di ci sta sia nella diversit di quegli or-
nediceva, predicava; gli altri sacerdoti si mantene- dini fra Oriente ed Occidente, ed anche da pro-
vano in silenzio4. vincia a provincia dellOriente7, sia
Il brano sulla vita dei monaci di Egitto pi di nellindeterminatezza delle loro funzioni.
altri sottolinea il senso della ministerialit; in quella Come osservazione generale si pu dire che
comunit, molti, in astratto, avevano i poteri sa- tali compiti, specie nellambito liturgico, si svilup-
cramentali, ma solo il priore, il pi anziano, in parono presso le comunit religiose femminili, in
supplenza del vescovo distante, li esercitava ed at- questo eredi di quei veri ordines della prima cristia-
traverso quel solo la chiesa di Nitria riceveva il ne- nit che furono viduae e virgines8.
cessario. Devono essere prese in considerazione le Co-
Tale buon ordine nellesercizio del sacramento stituzioni Apostoliche, il canone 19 del Concilio
non era ignoto in Occidente ma ebbe modo di di Nicea, il canone 15 del Concilio di Calcedo-
perdurare pi a lungo in Oriente5. nia9.
In tale spirito devono essere lette le testimo- Preziosa appare la testimonianza di santEpi-

3 6
Lumen Gentium 10 Romani 16, 1 (trad. Febe, nostra sorella, che diaco-
nessa della chiesa).
4
Pall. hist. Laus. 7, in Patrologiae cursus completus, Series 7
Graeca, edito da J.-P. MIGNE (dora in poi PG), 34, 1020 Ad esempio, gli accoliti, presenti in Occidente col
d; okt de eisin presbteroi aphegomenoi tautes tes nome sequentes, erano noti solo agli Armeni; il salmista
ekklesias; en he(i), mechris ou ze ho protos presbteros, era un ordine in Oriente ma non in Occidente; si veda
oude eis ton allon ou prospherei, ou dikazei, ouch ho- W. M. PLOCH, Storia del diritto canonico, I, Roma, 1963, pp.
mili, allen hesuchia(i) aut(i) synkathzontai monon 62 seguenti.
(trad: Otto sono i presbiteri preposti a questa chiesa; 8
finch in vita il primo presbitero, nessun altro celebra Si veda il Messale Romano, nellorazione universale
leucaristia o predica o giudica, ma tutti lo assistono in del Venerd santo, ove sono ricordate di seguito agli or-
silenzio restando seduti). La testimonianza interes- dini minori: Oremus et pro omnibus episcopis (...)
sante anche per la comprensione dellistituto della con- ostiariis, confessoribus, virginibus, viduis.
celebrazione nella Chiesa antica, molto diversa da come 9
viene recentemente praticata nella Chiesa latina. Rispettivamente in Les Constitutions apostoliques, VIII
19-20, introduzione, testo critico, traduzione e note di
5
P. DELATTE, Commentario alla regola di san Benedetto, Ber- M. METZGER, III, Parigi, 1987, pp. 220-222; CH. J. HE-
gamo, 1951, capitolo LX 4, concedatur ei tamen post FELE, Histoire des Conciles, I, 1, Parigi, 1907, p. 615; ivi, II,
abbatem stare et benedicere aut missas tenere, si tamen 2, 1908, p. 803.
iusserit ei abbas.

8
fanio (vescovo di Salamina dal 367 al 403 e scrit- Si pu ritenere che, in et pi avanzata, i due collegi
tore prolifico di opere apologetiche e polemiche) delle vedove e delle diaconesse siano divenuti uno
nel suo Panarion adversus omnes haereses, che si esprime solo, con relativa fusione dei rispettivi originari diritti
con grande chiarezza10. e di doveri.
Il Concilio di Nicea del 325 tratta delle diaconesse
5. Meritano per un cenno preliminare due fonti al canone 19, e sotto un particolare profilo: riammet-
latine. tere alle funzioni il clero paulianista16 che avesse abiu-
Uninteressante fonte esterna offerta da Plinio il rato leresia. Il concilio afferma che, poich le
Giovane intorno allesistenza del ministero femminile. diaconesse paulianiste non hanno ricevuto limposi-
Nel suo epistolario, il governatore romano riferisce: zione delle mani, esse devono considerarsi laiche.
quo magis necessarium credidi ex duabus ancillis, Il Concilio di Calcedonia del 451 interviene per
quae ministrae dicebantur, quid esset veri, et per tor- mutare la disposizione apostolica che richiedeva let
menta quaerere11. Le due ministre sembravano, per- di sessanta anni per iscrivere una donna onorata fra le
ci, al pagano abbastanza autorevoli nella comunit vedove; in forza del canone 15, basteranno quaranta
cristiana da poter costituire fonte attendibile sulla vita anni per iscrivere una donna fra le diaconesse, ma
della comunit stessa. dovr precedere un serio esame.
Unaltra fonte la costituzione Sacratas, attribuita Entrambi i concili potrebbero sembrare ricono-
a papa Sotero (165-174) ma probabilmente pi tarda, scere al diaconato femminile i tratti di ordine sacro;
perch vi ricorre il termine diaconessa, di uso comune lespressione cheirotonia, che designa limposizione della
in Occidente solo dopo il quarto secolo. La costitu- mani, invero, significa in origine lelezione del candi-
zione fa divieto alle donne consacrate, appunto sacra- dato (il termine originario cheirothesia). Non era per
tae, di trattare i vasi sacri e di incensare12. cos.
SantEpifanio, nel trattato Adversus haereses, ha pre-
6. Nellantica raccolta di canoni nota come Co- mura di precisare il significato dellordine delle diaco-
stituzioni Apostoliche, si trovano testimonianze non nesse secondo linterpretazione corretta:
omogenee circa la natura del diaconato femminile. La
raccolta si presenta come parte dei canoni ecclesiastici ... quanto allordine delle diaconesse, se esso esiste nella
dettati dagli apostoli; il testo della preghiera di ordina- Chiesa non tuttavia costituito per lazione sacerdotale n alcun
zione delle diaconesse (hai diaknissai) attribuito a san ufficio del genere, ma in ragione della verecondia del genere fem-
Bartolomeo e ricorda molto le preghiere di ordina- minile, sia per aiutare nellamministrazione del battesimo sia per
zione per il conferimento degli ordini maggiori, senza visitare le donne che soffrano di qualche malattia o abbiano su-
traditio instrumentorum ma solo collimposizione delle bito qualche violenza sia intervenendo ogni volta che bisogna
mani da parte del vescovo13. Nelle stessa raccolta, in scoprire i corpi di altre donne17.
altra parte, si vieta alle diaconesse di fare quanto fanno
i presbiteri e i diaconi14. Si tratta di una testimonianza estremamente chiara
In unaltra raccolta di canoni, estesa probabilmente e teologicamente consapevole e sembra pertanto scio-
nel quinto secolo, il Testamentum domini nostri Iesu Christi, gliere il problema.
si legge che, come i diaconi portano la comunione agli
uomini malati, cos le diaconesse devono portare la 7. Possediamo qualche memoria anche delle dia-
comunione alle donne malate. Viene per stabilito che conesse nella chiesa giacobita e in quella nestoriana. Il
le diaconesse comunichino con il popolo mentre la rilievo interessante perch in tali comunit listitu-
precedenza sui lettori accordata alle vedove15. zione si mantenuta molto a lungo.

10
Epiph. haer. 79, 3, in PG, 42, 744 d. dotto in latino e illustrato da E. RAHMAN, Magonza,
1899, p. 142, e ivi, 1, 23, p. 46.
11
Plin. epist. 10, 96, 8. Gratiani, D. 23, C, XXV, Sotero
16
papa epistola seconda a tutti i vescovi dItalia, Sacratas. Leresia paulianista non va confusa con il pauliciane-
simo. di origine armena e sorto intorno al settimo se-
12
Corpus Iuris Canonici, I, Colonia, 1717, pp. 77-78, De- colo; in cosa il paulianismo di distingua dallarianesimo
cretum Gratiani, D. 23, C. XXV; Sotero papa epistola se- e dal melezianesimo (questultimo di origine piuttosto
conda a tutti i vescovi dItalia, Sacratas. disciplinare) non chiaro.
13 17
Constitutions apostoliques, VIII 19, 1 e 2, cit., p. 220; PIO Epiph. haer. 79, 3: Kai hoti men diakonissn tagma
XII, costituzione apostolica Sacramentum ordinis, in Acta estin eis ten Ekklesian, allouch eis ton hierateuein, oud
Apostolicae Sedis, XL (1948), p. 6. ti epicheiren epitrepein, hneken de semntetos tou gi-
naikeiou genous, e dihoran loutro, e episkepseos pa-
14
Constitutions apostoliques, VIII 28, 6, cit., p. 230. thous, e ponou, kai hote gymnotheie soma gynaiou.
15
Testamentum domini nostri Iesu Christi, 2, 20, edito, tra-

9
Il canone secondo del Sinodo di Drn del 676 di- Sul piano dei privilegi liturgici, rammentiamo la
spone: la diaconessa unga dolio santo le donne che particolare benedizione delle badesse22 e la stola dia-
sono battezzate in et adulta e compia per loro tutti conale con mitra e pastorale della badessa di Las Puel-
riti del battesimo nelle cose in cui il pudore lo esige18. sas in Portogallo, il diritto delle monache certosine di
Merita di essere sottolineata la conformit delle ragioni usare stola diaconale e manipolo nellufficiatura
addotte da santEpifanio con la disposizione siriana quando ricorre il canto del vangelo.
ora ricordata. Rimane, per, sempre evidente che tali azioni e tali
Sempre del settimo secolo sono le disposizioni di segni sono ammessi per una supplenza, anche gene-
Giovanni Bar Cursus, vescovo di Telle; la consacra- rale ed istituzionale (come si verifica nei monasteri di
zione diaconale data alle superiore religiose che pos- clausura), che in tanto ha senso in quanto lesercizio
sono offrire lincenso nel santuario, ma non cantare naturale di quelle azioni conseguenza propria o co-
lorazione relativa; possono anche prendere cura dei rollario del ministero ordinato. La loro riconosciuta
vasi sacri e dei ceri ma non dellaltare del sacrificio; in- eccezionalit pu anzi costituire un argumentum a con-
fine, hanno diritto di versare acqua e vino nel calice. trario nei confronti di chi voglia vedere in tali usi e di-
Queste funzioni le avvicinano agli accoliti latini, ma scipline la memoria di antiche ordinazioni femminili
altri compiti le collegano alle diaconesse ricordate dei al diaconato, propriamente inteso.
primi tempi: possono infatti distribuire la comunione
ai bambini fino ai cinque anni e si prendono cura delle 9. Alle fonti esaminate non si sono aggiunte re-
donne malate e bisognose. Per dirla con Giacomo di centi altre notizie.
Edessa, sono diaconesse non dellaltare ma delle Si pu allora concludere che certamente la Chiesa
donne malate19. cristiana ha conosciuto un ministero femminile, fun-
Dal ceppo antiocheno si evoluta la liturgia in uso zionale alle condizioni sociali dellepoca, reso con il
dai Maroniti. Per quanto qui li riguarda, va ricordato il nome di diaconissato nei testi latini pi tardi. Lini-
Sinodo del Monte Libano del 1736 che autorizz i ziale identit di nomi port allapprofondimento teo-
vescovi a consacrare diaconesse nei monasteri dove logico della sua natura, essenzialmente diversa da
loro sembrasse necessario, con compiti non dissimili quelle del diaconato maschile23.
da quelli attribuiti alle superiore religiose nestoriane20. Resta perci alle determinazioni della somma au-
Ancora nel 1599, il rituale nestoriano per Persia e torit della Chiesa riflettere alle istituzioni di un nuovo
Caldea del metropolita Giuseppe riporta il rito di be- e diverso ministero ecclesiastico destinato alle bat-
nedizione delle diaconesse. tezzate.
Lesame di pochi elementi normativi, spesso assai A tale fine, potr essere utile considerare come
remoti, non permette conclusioni di tipo generale; nella prassi della Chiesa latina che segue i riti in-
per interessante osservare le consuetudini liturgiche trodotti dopo il 1970, le azioni che si vedono
appena ricordate. svolte dalla diaconessa nellantichit sono gi am-
piamente affidate a laici e laiche (distribuzione
8. Volendo per un momento rivolgersi al ben di- della comunione, visita delle donne anziane o bi-
verso ambito dellesercizio di poteri giurisdizionali, la sognose, istruzione catechistica delle giovani e dei
Chiesa latina offre esempi anche vistosi; la giurisdi- bambini, ecc.); e, daltro canto, come lequivoca-
zione piena, esente ed immediata della badessa di Las zione indotta dai nomi di ministeri presenti nelle
Huelgas sui cappellani dellospedale del Re; la giuri- confessioni protestanti (prive degli ordini sacri)
sdizione della badessa di Conversano su popolo e possa accrescere erronee concezioni fra gli stessi
clero di Castellana; la giurisdizione della badessa di S. cattolici.
Giulia di Brescia, che conferiva direttamente il chieri-
cato ed i benefici del territorio del monastero21. Riccardo Turrini Vita

18
Synodicon Orientale, pubblicato, tradotto ed annotato da perfezione, I, Milano, 1974, pp. 14-22, e soprattutto M. VON
J. B. CHABOT, Parigi, 1902, p. 486. FRSTENBERG, Ordinaria loci oder Monstrum Westphaliae? Zur
kirchlichen Rechtsstellung der bitissin von Herford im europischen
19
E opportuno rammentare che, nelle chiese dOriente, i Vergleich, Paderborn, 1995.
battezzati per lo pi comunicano da quando possono de-
22
glutire le sacre specie; che la preparazione del calice si fa C. VOGEL - R. ELZE, Le Pontifical romano-germanique du
prima della Messa; che accanto al turibolo classico esiste dixime sicle, Citt del Vaticano, 1963.
un turibolo laicale detto dai Greci cassion usato anche pri-
23
vatamente dai fedeli. Per una efficace sintesi delle posizioni dei Padri sul
punto R. SALA, Notae ad 1, 15, in G. BONA, Rerum litur-
20
J. M. FORD-T. J. RILEy, voce Deaconess, in New Catholic gicarum libri duo, II, 2, Augustae Taurinorum, ex Typo-
Encyclopedia, IV, Washington, 1966, p. 554. graphia Regia, 1749, pp. 357-359.
21
A. PANTONI, voce Abbadessa, in Dizionario degli istituti di

10
Helmut Rckriegel R.I.P.

Ci ha lasciati Helmut Rckriegel, importante ne nacque unamicizia che sarebbe durata fino alla
sostenitore della liturgia latina tradizionale. Era sua morte.
presidente onorario della Federazione Internazio- Fin dalla tenera et affascinato dalla Chiesa
nale Una Voce. cattolica, in giovent si convert al cattolicesimo.
Nato il 20 novembre 1925 a Niedergrndau, Questa conversione si tradusse, dopo le riforme
nei pressi di Hanau, ha trascorso gli anni dei suoi liturgiche in seguito al Concilio Vaticano II, in un
studi filologici a Marburgo, con la cui universit impegno esemplare e incessante per la salvaguar-
ha mantenuto stretti contatti per tutta la vita. dia e il recupero della liturgia latina tradizionale e
Dopo aver conseguito il dottorato (Dr. Phil), del canto gregoriano. Cos dal 1992 al 2006 rico-
stato docente di lingue europee antiche a Manche- pr la carica di presidente di Una Voce Germania.
ster, prima di entrare in diplomazia, nel 1956, Durante questo periodo port a nuova fioritura
presso lamministrazione degli esteri della Germa- lassociazione e il suo bollettino Una Voce-Kor-
nia Federale. Il suo primo incarico stato quello respondenz.
di attach presso lambasciata tedesca a Londra, poi Unaltra sua passione accanto allamore per
incaricato daffari in Israele e presso il German la letteratura e la poesia (conosceva a memoria in-
Information Center di New york. Dal 1979 al numerevoli componimenti tedeschi) era per le
1984 ha diretto la segreteria personale e svolto rose antiche inglesi e irlandesi, che coltivava nei
funzioni di capo del protocollo del presidente fe- tremila metri quadri della sua propriet a Nieder-
derale Karl Carstens. In seguito stato ambascia- grndau. Il roseto, ben noto agli appassionati,
tore in Thailandia fino al 1988, e in Irlanda fino meta ogni anno di un gran numero di visitatori. A
al suo pensionamento avvenuto nel 1990. seguito di lunga malattia, nella notte precedente al
Nel novembre 1980 fu membro del team di di- 25 gennaio 2016, Helmut Ruckriegel scomparso.
plomatici deputato a ricevere papa Giovanni Il suo impegno costante e i suoi meriti straordinari
Paolo II in occasione della sua prima visita in per la causa della liturgia cattolica tradizionale non
Germania. Mentre si era in attesa dellatterraggio saranno dimenticati.
dellaereo papale, Rckriegel si trovava accanto al
cardinale Joseph Ratzinger, e iniziarono a parlare: Dal sito della FIUV www.fiuv.org, traduzione nostra.

Riprodurremo in onore dei due Principi degli Apostoli la semplice e commovente epigrafe,
che gli antichi collettori discrizioni trascrissero sulla porta che nel sesto secolo dicevasi sem-
plicemente di San Pietro.

IANITOR ANTE FORES FIXIT SACRARIA PETRVS


QVIS NEGET HAS ARCES INSTAR ESSE POLI
PARTE ALIA PAVLI CIRCVMDANT ATRIA MVROS
HOS INTER ROMA EST HIC SEDET ERGO DEVS

Pietro, il portinaio, ha eretto il proprio santuario fuori di questa porta: Chi potr ora negare
che la nostra turrita citt sia alla pari col cielo? Dalla parte opposta, il santuario di san Paolo
circonda le mura. In mezzo sta Roma. Qui dunque il trono di Dio.

beato Ildefonso Schuster

11
UNA VOCE ITALIA 50 ANNI
TESTIMONIANZE
Riccardo Turrini Vita

Le premure rivoltemi da Fabio Marino, per- dire che, pur vivendo a Roma, il mio pi re-
ch, in questa fausta ricorrenza, io volessi pro- moto ricordo di funzioni servite da cappella
nunziare qualche parola sulle vicende della mia polifonica legato allanglicana cattedrale di
presenza ed azione in Una Voce Italia, mi sono Canterbury, nellestate del 1975, dove alla fine
parse, in principio, un invito ad una riflessione di un servizio pontificale ascoltai un Agnus Dei
non facile e non priva di fatica. assai potente. Egualmente, il mio primo ri-
Nel suo svolgersi, tuttavia, quella riflessione cordo di una Messa cantata in latino legato
si mostrata pi confortante e lieta di quanto alla chiesa cattolica di Hastings. Tanto fulgore
il tono elegiaco che la vicenda suggerisce si fa- non accompagnava, per, allora, i riti di Una
ceva meno intenso. I consoci oggi presenti, Voce Roma.
come fra poco dir, non sono estranei a quella Fecondo momento della mia vita associativa
mutata considerazione. che mi condusse poi allassunzione di alcuni uf-
Verso la met degli anni 80, fui consigliato fici fu, in occasione del trasferimento a Porde-
delle Reverende Madri di S. Maria di Rosano, none per servizio, il contatto con il gruppo
nella cui foresteria trascorrevo qualche tempo udinese in particolare con lamico e oggi nostro
confortato dagli uffici divini, l celebrati se- presidente Fabio Marino, e con i consoci por-
condo il breviario benedettino non riformato, denonesi. Tutti insieme riuscimmo ad ottenere
di portarmi invece nel priorato di S. M. di Gri- dal vescovo di Concordia-Pordenone, Sennen
cigliano (non certo necessario, qui precisare Corr, la celebrazione di una s. Messa a mente
dove siano tali case religiose) ove avrei avuto della lettera Quattuor abhinc annos del 1984 la
pi agevole colloquio con i monaci, l inviati prima domenica del mese. La persistenza e la
ad experimentum dallAbbazia di S. Maria di fruttuosit di quelle azioni, che tanto devono a
Fontgombault. Giordano Brunettin, giunsero ad ottenere negli
Nello scorrere degli anni ebbi a conoscere anni successivi la celebrazione in ogni dome-
alcuni amici che gi erano o poi divennero soci nica nella graziosa chiesa della Ss.ma Trinit sul
e anche officiali di Una Voce Italia; ma fui in Noncello.
particolare indirizzato da un socio fiorentino Presiedeva allora Una Voce Italia Mario
in visita al priorato al prof. Delpino, presidente Seno: desidero ricordare lo speciale significato
di Una Voce Roma, poich io potessi cono- della sezione milanese che egli stesso presie-
scere dove e come si celebrasse nellUrbe il rito deva. Essa si premura di conservare il rito am-
romano antico, che oggi si chiama forma stra- brosiano classico, altrimenti esposto alla
ordinaria. Uno scambio di biglietti e la corte- perfetta estinzione.
sia del prof. Delpino mi fecero avere quelle Il decennio della presidenza del dott. Seno
notizie ed in particolare dove si celebrasse in fu segnato da una certa accresciuta vivacit dei
quellanno la s. Messa di mezzanotte per il Na- gruppi locali e dalla continuata azione presso
tale, una piccola cappella dietro via IV Novem- agli ordinari locali perch si facessero meno
bre. In quella occasione condussi la mia violenti disapplicatori della raccomandazione
famiglia e conobbi Filippo Delpino. di san Giovanni Paolo II raccolta nel motu
Iniziai, dunque, la frequentazione del culto proprio Ecclesia Dei del 1988.
antico che avevo veduto celebrare per la prima Rientrato al tribunale di Roma, e poi al Mi-
volta, a titolo eccezionale a Gricigliano: in quel nistero (allora ancora di grazia e giustizia) fui
tempo la Messa conventuale di Gricigliano era eletto al consiglio nazionale. Seppur gli affari
infatti officiata secondo il messale paolino, sia trattati nel consiglio direttivo fossero gravi e ta-
pure con ogni possibile ortopedia. lora spiacevoli, ab extra e ab intra, pure il ricordo
Credo inutile trattenermi sulla mia perso- dei viaggi in treno a Bologna e delle conversa-
nale inclinazione per il canto gregoriano e la zioni che mi permettevano con Filippo Del-
polifonia romana e per lo studio dei rituali che pino, Alberto Rosada e col compianto
nutr fin dalla giovinezza, ma in modo astratto, Umberto Mariotti Bianchi vinto per dolcezza
perch solo negli anni delluniversit operai un solo dallaccoglienza di Alessandra Codivilla (e,
poco nella mia parrocchia a quei fini. Baster si licet, della sua eccellente torta di riso che so-

12
steneva il nostro alto ragionare del bene so- morum Pontificum con la comunicazione fatta ai
ciale). soci dal primo presidente dellAssociazione,
Compiuti tre o forse quattro mandati com- don Filippo dei duchi Caffarelli, allora della
prensibilmente, il dottor Seno chiese di essere promulgazione del nuovo messale nel 1969.
sollevato dalla ferula della congregazione; fu di Il motu proprio del 2007, daltro lato, pose
nuovo Filippo Delpino a sollecitare la mia di- a tutto il movimento Una Voce, che fortunata-
sponibilit alla candidatura. mente diffuso nel mondo, una questione fon-
Fui dunque eletto presidente nazionale. damentale, potendo apparire che fosse stato
Di quel che nei dieci anni di governo si sia raggiunto quel fine che aveva mosso i nostri
fatto, non elegante che sia io a parlare. Voglio Fondatori. La Federazione internazionale, in-
per ricordare il corale sforzo per la diffusione sieme alle azioni di grazie, ritenne che agevo-
e il consolidamento dei centri di Messa, reso lare la diffusione e sostenere i circoli nazionali
pi agevole dal sorgere di istituti religiosi e di fosse unimpresa di lunga lena e che si dovesse
societ di vita apostolica dedicati alla nostra insistere nella buona battaglia. Invero, le gio-
spiritualit, quali la Fraternit San Pietro e lIsti- vani associazioni nazionali che si sono aggiunte
tuto di Cristo Re Sommo Sacerdote. alle pi antiche confortano della bont di tali
Laccadimento maggiore, non possiamo decisioni.
passarlo sotto silenzio, nel decennio fu certa- Quanto ad Una Voce Italia, noto che in
mente il motu proprio Summorum Pontificum, la essa lesattezza dei principi e la profondit
cui fondamentale dichiarazione della mai inter- dellanalisi ha sempre segnato il non numeroso
venuta cessazione del rito antico nella Chiesa nostro sodalizio. Lassociazione oggi nelle
segner nei decenni futuri la storia del pensiero mani di altri officiali, ed condotta dalla sa-
liturgico e sacramentario. pienza prudente di un uomo che dalla sua gio-
Quel documento, infatti, come ho spesso ri- vinezza si consacrato alla buona causa.
petuto con le parole di Karl Popper, falsifica
tutte le teologie sacramentarie e le esegesi dei r.t.v.
testi antichi che si sono sviluppate negli scorsi
cento anni in senso contrario alla tradizione. Intervento allincontro Giubileo di Una Voce Italia
Sia permesso ad un ex presidente di Una 1966-2016, Roma 11 giugno 2016.
Voce Italia far rilevare la corrispondenza quasi
letterale delle formule del motu proprio Sum-

Vere dignum et justum est, quum et salutre, nos tibi semper, et ubque grtias gere : D-
mine sancte, Pater omnpotens, trne Deus : qui cum unignito Flio tuo, et Spritu Sancto,
unus es Deus, unus es Dminus : non in unus singularitte persn, sed in unus Trinitte
substnti. Quod enim de tua glria, revelnte te, crdimus : hoc de Flio tuo, hoc de Spritu
Sancto, sine differntia discretinis sentmus. Ut in confessine ver sempiternaque Deittis,
et in persnis propretas, et in essntia nitas, et in majestte adortur qulitas. Quam ludant
Angeli atque Archngeli, Chrubim quoque ac Sraphim : qui non cessant clamre cotdie, una
voce dicntes : Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dminus Deus Sbaoth. Pleni sunt cli et terra
glria tua. Hosnna in exclsis. Benedctus qui venit in nmine Dmini. Hosnna in exclsis.

Missale Romanum, Prfatio de Sanctissima Trinitate

13
CONOSCERE LA SACRA LITURGIA

Stola colito non portano pi la pianeta, la stola di-


viene insegna propria del diacono, del prete e
(pi anticamente orarium). una insegna li- del vescovo. E da questo tempo luso e il signi-
turgica, comune ai diaconi, ai sacerdoti e ai ve- ficato della stola uniforme nellOccidente.
scovi, ma diversamente portata: dai diaconi Lorigine della stola e del nome ancora
sulla spalla sinistra a tracolla e annodata sotto oscura. Il nome di orarium (lat. os = bocca,
il braccio destro, dai sacerdoti pendente dal volto) proviene dal latino, mentre la voce
collo e incrociata sul petto se sopra il camice o stola deriva dal greco. Il Wilpert fa derivare
semplicemente pendente con i due lembi pa- la voce orarium dei diaconi dalla mappa usata
ralleli; dai vescovi i quali mai la incrociano per- nel servire a tavola, portata sulla spalla sinistra;
ch gi portano la croce pettorale. Al diacono i diaconi erano ministri alla tavola eucaristica e
e al sacerdote vien consegnata nella ordina- agapica.
zione. I ministri dei sacrifici pagani come gli inser-
E una striscia di seta lunga cm. 200-250, vienti a tavola erano provvisti di una tale map-
larga cm. 8-10; quella che si porta con la pia- pula. Questa mappula diviene, mediante la
neta ha una croce, in mezzo e in fondo a cia- contabulatio, una striscia o fascia. Lorario sacer-
scun lembo (sec. XVI), quella che si usa sopra dotale, un vero orario o sudario da proteggere
la cotta spesso pi ornata e pi ricca. Segue il volto dal freddo nellinverno, dal sudore
le regole dei colori liturgici. nellestate, anchessa passa dalla forma conta-
La stola si trova in Oriente fin dal sec. IV bulata a quella duna striscia. Ma tutte queste
come insegna del clero di grado minore (Con- spiegazioni ne lasciano lorigine oscura, e si
cilio di Laodicea), con la distinzione: il diacono preferisce la derivazione di L. Duchesne da
porta la stola detta orario sulla spalla sinistra uninsegna imperiale, come recentemente ha
visibile (non sotto la veste superiore) e svolaz- sostenuto Klauser. La voce stola proviene
zante, il sacerdote invece porta quella detta epi- dalla denominazione usata in Gallia e derivata
trakelion pendente dal collo. I gradi superiori dal greco per designare non una veste femmi-
portano il pallio. Tutte e due le insegne sono nile, ma una veste distintiva in senso scritturale
della stessa origine, non di istituzione ecclesia- (Apoc. 6, 11; 7, 9, 14).
stica, ma di privilegio imperiale; il pallio fatto
di lana, la stola di lino o seta. NellOccidente, Bibliografia: J. BRAUN, Die liturgische Gewandung, Fri-
fuori di Roma, nella Spagna, la stola propria burgo, 1907, pp. 562-620; ID., I paramenti sacri, loro uso,
dei vescovi, dei sacerdoti e dei diaconi. I dia- storia e simbolismo, trad. it., Torino, 1914, pp. 121-129; L.
coni la portano sulla spalla sinistra pendente DUCHESNE, Les origines du culte chrtien, Parigi, 1925, pp.
davanti e di dietro sopra la dalmatica, sempre 410, 415; M. RIGHETTI, Manuale di storia liturgica, I, Mi-
di colore bianco in tela o lana; dal sec. XII a lano, 1950, pp. 520-524; T. KLAUSER, Der Ursprung der
tracolla e a sciarpa e dal sec. XV di colore della bischflichen Insignien und Ehrenrechte, Krefeld, 1950, pp. 17-
dalmatica e sotto di essa. 20.
Nel rito ambrosiano anche oggi sopra la
dalmatica. I preti della Spagna la portavano at- Pietro Siffrin
torno al collo come i vescovi, ma fin dal Con-
cilio di Praga del 675 incrociata sul petto; da Enciclopedia Cattolica, XI, Citt del Vaticano, Ente
questo modo sintroduce dappertutto dal sec. per lEnciclopedia Cattolica e il Libro Cattolico, 1953,
XIV e venne prescritto per i preti dal messale coll. 1371-1372.
pianum. In Gallia si trova la stola come insegna
dei vescovi, detta pallio da pseudo Germano;
la stola diaconale si portava sul camice; la stola Pianeta
sacerdotale nel sec. IX cos propria dei preti
che la portavano anche nei viaggi. A Roma in- (Planeta, casula, amphibolus). Sovravveste sacra,
vece non era uninsegna speciale e la portavano propria dei sacerdoti nella celebrazione della
anche i suddiaconi e gli accoliti sotto la pianeta; Messa. Nelluso attuale, da due o tre secoli, for-
si diceva orario ed era pi che altro uninse- mata da uno scapolare a due lembi (posteriore
gna distintiva del clero dai laici. largo 65-75 cm., lungo 1,05-1,15 m., anteriore pi
Verso il sec. X, quando il suddiacono e lac- breve).

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Si distinguono 4 tipi di pianeta: a) romana: anteriore una semplice colonna). Oggi i tipi or-
cucitura dei due lembi sul petto; apertura, per il namentali variano, ispirati talvolta a temi o simboli
capo, in forma di trapezio; ornamento posteriore: dellanno ecclesiastico.
una striscia verticale colonna; quello anteriore Soltanto dallultimo secolo data la prescri-
a forma di T (croce commissa); b) tedesca: cu- zione, ma per fissare un uso secolare, di usare la
citura sulle spalle; apertura rotonda; ornamento seta per la pianeta; le stoffe di mezza-seta non
posteriore una croce, quello anteriore una sem- sono pi permesse. Sono conservate nei musei e
plice colonna; c) francese: cucitura sulle nelle sagrestie delle cattedrali pianete fatte di lana,
spalle, apertura come quella romana, meno pro- di tela, di cotone, e durante la guerra dei Tren-
fonda; ornamento simile a quello tedesco; d) tanni quelle di cuoio, o tessute di paglia. Ma di
spagnola: cucitura sulle spalle; ornamento an- regola furono usate stoffe preziose, talvolta pro-
teriore e posteriore solo a colonna; la larghezza venienti dallOriente (nellantichit rinomate le
aumenta verso il basso. Dalla met del secolo fabbriche dAlessandria, Damasco, Bisanzio; nel
XIX si ripristin una forma simile a quella dei medioevo le fabbriche dei Saraceni in Sicilia e in
secc. XIV e XV, detta poco esattamente pianeta Spagna; preziosi damaschi, broccati e velluti pro-
gotica, di san Bernardo o di san Carlo Borromeo. venienti da Genova, Lucca, Milano e Venezia).
La pianeta deriva dallantica paenula, usata Fino al secolo XII prevalsero stoffe di unico co-
in tutto il mondo greco-romano. Il nome lore o disegno, in seguito furono usate di prefe-
pianeta (letimologia di santIsidoro Isid. renza stoffe con qualche disegno geometrico o
etym. xix, 247 dal greco planasthai non chiara), floreale, specialmente il melograno (forse in rife-
invece della voce paenula, occorre nel secolo V ed rimento a Es. 28, 33) o con figure di animali veri
nelluso liturgico gi nello stesso secolo; in Spa- o fantastici. Questi disegni non erano specifica-
gna prima del IV Sinodo di Toledo del 633 (can. mente cristiani, ma provenivano dallOriente.
28). Si portava fuori di Roma soltanto dai vescovi La pianeta, perch si mette sulle spalle, viene
e sacerdoti, a Roma da tutti i chierici (anche dai considerata come simbolo del giogo del Signore,
diaconi, suddiaconi e dagli accoliti). Dal secolo e nellindossarla il sacerdote dice: Domine, qui
XII una veste propria dei sacerdoti nella cele- dixisti iugum meum suave est.
brazione della Messa; nelle altre funzioni si usava
il piviale. 2. Pianeta piegata. (Planeta plicata). Nei giorni
La forma ampia e lunga fin quasi ai piedi del- di lutto e di penitenza i ministri sacri, invece della
lantica paenula si conserv fino al secolo XIII, dalmatica o della tunicella, usano la pianeta pie-
senza cappuccio, sollevata ai lati sopra le braccia gata; cio la parte anteriore della pianeta vien av-
per muovere liberamente le mani, cosiddetta a volta davanti al petto o addirittura tagliata poco
campana, assai ampia ed egualmente pendente, prima della met. Il suddiacono, prima della let-
interamente chiusa. Poi (secolo XIII-XV), per tura, depone la pianeta piegata, per riassumerla
maggiore comodit ed anche per economia, si dopo; il diacono, invece, dal Vangelo alla Comu-
raccord tagliando i lembi laterali, lasciando solo nione, deposta la pianeta, indossa il cosiddetto
quello anteriore e posteriore, tagliati anche essi a stolone, per esser pi libero nel servire allaltare.
semicerchio o a punta, finch si arrivati al secolo
XVIII alla forma attuale. Il ritorno alluso della Bibliografia: J. BRAUN, Die liturgische Gewandung im Occi-
pianeta medievale non si pu fare di proprio ar- dent und Orient, Friburgo in Brisgovia, 1907; ID., Handbuch
bitrio, ma occorre uno speciale indulto apostolico der Paramentik, ivi, 1912, pp. 119-140; (trad. it., I paramenti
(S. Rituum Congregatio, 11 febbraio 1863 e 9 di- sacri, Torino, 1914, pp. 93-109); J. ROULIN, Vtements li-
cembre 1927). turgiques, Parigi, 1930; G. DESTEFANI, La santa Messa
In antico le paenulae profane erano ornate da nella liturgia romana, Torino, 1935, pp. 209-221; C. CAL-
due clavi purpurei verticali. Come decorazione LEWAERT, Liturgicae Institutiones, III, 1, Bruges, 1937, pp.
delle pianete liturgiche si vede sui monumenti un 66-69, 73; M. RIGHETTI, Manuale di storia liturgica, I, Mi-
semplice fregio gallonato intorno allapertura del lano, 1950, pp. 499-507.
collo. A partire dal sec. XI venne in uso una fascia
verticale divisa allaltezza delle spalle in due brac- Pietro Siffrin
cia oblique (in forma di y; talvolta la verticale si
prolungava fino al collo) per unirsi sul petto e da Enciclopedia Cattolica, IX, Citt del Vaticano, Ente
per lEnciclopedia Cattolica e il Libro Cattolico, 1952,
scendere sino allorlo inferiore; tutta con ricami coll. 1328-1329.
di ornato o figurazioni di santi. Questo motivo
puramente ornamentale venne poi interpretato
come una croce; infatti dal secolo XIII in Inghil-
terra, Francia e Germania si mise sulla parte po-
steriore la croce a braccia orizzontali (nel lembo

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NOTITIAE

TRINIT DEI PELLEGRINI 400 ANNI legami con san Filippo Neri e i suoi eredi nel
seicento romano, si amabilmente conclusa
Nel pomeriggio del sabato 11 giugno 2016, con un rinfresco offerto dalla Pia Fondazione
sono iniziate alla chiesa romana della Ss. Trinit Paventi di S. Bonaventura. Una Voce Italia
dei Pellegrini le celebrazioni per il quarto cen- stata rappresentata dal presidente donore di
tenario della dedicazione, avvenuta il 12 giugno Una Voce Roma, acc.co prof. Filippo Delpino.
1616. Lecc.mo mgr. Francesco Roberto Bac- Le cerimonie del quarto centenario hanno
qu, arcivescovo titolare di Gradisca e nunzio assunto carattere giubilare e sono culminate, la
apostolico, ha officiato i Vespri pontificali. mattina di domenica 12, nella s. Messa pontifi-
Sono subito seguiti un oratorio, con gli inter- cale offerta dallecc.mo mgr. Guido Pozzo, ar-
venti del rev. p. Maurizio Bette co; del dott. Da- civescovo titolare di Bagnoregio, segretario
niele Nigro; della dott.ssa Emanuela Lettini, della Pontificia Commissione Ecclesia Dei.
della Sovrintendenza per le belle arti ed il pae- Limportante ricorrenza delle dedicazione
saggio del Comune di Roma; ed un concerto stata una occasione di grazia e di consolazione
curato dal maestro di cappella della Ss.ma Tri- che consolida il magistero liturgico rigeneratosi
nit, m Dario Paolini. Durante il concerto, in quella chiesa purtroppo la sola parrocchia
sono stati eseguiti brani di Frescobaldi, Caris- personale in Italia per la c. d. forma straordi-
simi, Soto de Langa, Anerio, Schein, Brignoli. naria del rito romano attraverso le amorevoli
La bella successione di atti che hanno lumeg- cure del r. p. Giuseppe Kramer e dei suoi con-
giato sotto i profili artistici, istituzionali, musi- fratelli della Fraternit Sacerdotale San Pietro.
cali il tempo della costruzione della chiesa ed i r.t.v.

IN MEMORIAM
Il 28 maggio 2016 mancato a Roma, dopo lunga malattia, il nostro consocio Fabio Bernabei,
che dedic la sua vita a contrastare la degradazione che induce nelle persone e nella societ la
dedizione agli stupefacenti. Una s. Messa in rito tridentino per il trigesimo stata celebrata alla
chiesa della Ss.ma Trinit dei Pellegrini il 28 giugno. La redazione del Notiziario si unisce a Una
Voce Italia nel formulare ai familiari del dottor Bernabei le proprie partecipi condoglianze.

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VITA DELLASSOCIAZIONE
UNA VOCE ITALIA o con loro lettere dalle autorit intervenute.

Roma, 11 giugno 2016. Alla presenza del- Roma, 12 giugno 2016. Concludendosi la ce-
lecc.mo mons. Guido Pozzo, arcivescovo tito- lebrazione del cinquantesimo anniversario dalla
lare di Bagnoregio e segretario della Pontificia fondazione del nostro sodalizio, alla chiesa ro-
Commissione Ecclesia Dei, Una Voce Italia ha mana di Ges e Maria, pluridecennale sede del
ricordato il cinquantesimo della sua fondazione culto classico a Roma, che lo zelo dei consoci
presso la Sala Margana, nellomomina piazza romani pot ottenere in tempi non propizi,
del centro di Roma. Il presidente nazionale, stata offerta secondo lintenzione di Una Voce
prof. Fabio Marino, ha aperto lincontro dando Italia e pro congregatione, una s. Messa alla pre-
lettura allindirizzo di saluto fatto pervenire dal- senza del presidente nazionale, del segretario
lill.mo signor don Filippo Alans Surez, pre- nazionale, avv. Tommaso Raccuglia; del teso-
sidente della Federazione Internazionale riere nazionale, dott. Emiliano Villa; del diret-
(pubblicato in altra parte di questo stesso No- tore responsabile di questo Notiziario, avv.
tiziario). Ha preso quindi la parola il cav. gr. cr. Simone di Tommaso; dei presidenti di una
cons. Riccardo Turrini Vita, gi presidente na- Voce Bologna, dott. Alessandra Codivilla e di
zionale, che ha portato il suo saluto e una te- Una Voce Etruria, cav. gr. cr. cons. Riccardo
stimonianza sul proprio incontro con la liturgia Turrini Vita jcd. La sacra funzione stata cu-
tradizionale e lazione nella associazione (anche rata dallIstituto di Cristo Re Sommo Sacerdote
lintervento pubblicato in questo stesso bol- che officia la chiesa ogni domenica alle 9:30
lettino). Sono poi intervenuti il presidente della
sezione romana, prof. avv. Lorenzo Cavalaglio UNA VOCE LECCE
jcd, ed il dott. Carlo Marconi, suo ultimo pre-
decessore. Dopo questi interventi, lacc.co Gallipoli, 29 maggio 2016. Al Santuario di S.
prof. Filippo Delpino ha tenuto la relazione ce- Maria del Canneto a Gallipoli (Le) il rev. can.
lebrativa dal titolo Spes contra spem, lardua di- Giuseppe Luzuy icrss ha celebrata la s. Messa
fesa della Liturgia Romana (pubblicata in del Corpus Domini, per iniziativa e cura della
questo stesso numero). Al termine dellatto so- sezione di Lecce. La funzione ha fatto seguito
ciale, i convenuti si sono recati alla vicina chiesa a quella della Domenica di Passione, l officiata
di S. Maria in Portico in Campitelli, ove il 13 marzo scorso, quando per la prima volta
lecc.mo mons. Pozzo ha officiato il solenne Te dalla riforma degli anni 70 si pot celebrare la
Deum di ringraziamento davanti al Ss.mo Sacra- s. Messa tridentina nel Santuario, grazie alla pa-
mento esposto, impartendo la benedizione eu- terna benevolenza dellecc.mo mons. Fernando
caristica. Il servizio liturgico stato curato dalla Filograna, vescovo di Nard e Gallipoli, ed alla
Fraternit Sacerdotale della Familia Christi gui- gentile disponibilit del rettore rev. sac. Luigi
data dal rev. sac. dott. Riccardo Petroni. La Cap- De Rosa.
pella Musicale di S. Maria in Campitelli, diretta
dal maestro Vincenzo Di Betta, ha eseguito il Te UNA VOCE PORDENONE
Deum per doppio coro (8 voci) e organo ad libi-
tum, appositamente composto per il 50 di Una Pordenone, 29 maggio 2016. Alla chiesa della
Voce Italia dal giovane compositore padovano, Santissima, la domenica fra lOttava del Corpus
maestro Gabriele Taschetti. Il musicista ha am- Domini stata cantata la s. Messa della festa
piamente attinto alle melodie del Te Deum so- esterna del Corpo di Cristo, seguita dalla pro-
lenne gregoriano, sfruttando armonie di stile cessione eucaristica che ha attraversato il Ponte
contemporaneo che si muovono tuttavia nellal- di Adamo ed Eva sul fiume Noncello. Il servi-
veo della tradizione della musica modale. Il ca- zio musicale stato prestato dalla Confrater-
rattere dellopera, a tratti magniloquente e nita di S. Giacomo di San Vito al Tagliamento,
sontuoso, a tratti delicato e mistico, esalta lan- diretta dal consocio maestro Tarcisio Zavagno.
tico testo latino, rivelando ancora una volta la La Santissima officiata col rito tradizionale
freschezza e lattualit dellautentica musica ogni domenica e festa di precetto alle ore 18, a
sacra. La redazione si unisce ai sentimenti di gra- cura della locale sezione di Una Voce Italia.
titudine di Una Voce Italia per la delicata atten-
zione usatale dallecc.mo mons. Pozzo e per la
cordiale vicinanza espressa con la loro presenza

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UNA VOCE UDINE Riccardo Cossi, ha eseguito la Missa Aeterna
Christi munera di Giovanni Pierluigi da Pale-
Udine, 26 giugno 2016. Alla chiesa del S. Spi- strina.
rito, per il fausto trentennale della fondazione
della sezione udinese di Una Voce Italia e del- Padova, 5 giugno 2016. Alla chiesa di S. Can-
linizio delle celebrazioni del rito tridentino in ziano la s. Messa festiva delle ore 11 stata ce-
citt (1986), una s. Messa stata cantata dal rev. lebrata in canto, grazie alla presenza del Coro
sac. Alberto Zanier, del clero utinense, ordi- del Laboratorio di Canto Gregoriano del Con-
nato nel 2013, che pure ha officiato subito di centus Musicus Patavinus (Universit di Pa-
seguito il Te Deum di ringraziamento. Il Coro dova), i cui cantori sono formati e diretti dal
Una Voce Udine, diretto dal m Andrea Tof- nostro consocio, il maestro Massimo Bisson.
folini, ha eseguito la Messa KV 194 e il Te
Deum KV 141 di W. A. Mozart con orchestra Venezia, 25 giugno 2016. Nelloccasione della
darchi e organo; la fatica del coro della se- festa dellApparizione di san Marco il Collegio
zione, veramente generosa, stata un dono fe- dellApparizione ritornato alla chiesa di S.
licemente appropriato alla lieta e solenne Simon Picolo promovendo la s. Messa, cantata
circostanza. dal rettore della medesima chiesa, rev. p. Gian
Cirillo Sow fssp e curandone il servizio litur-
UNA VOCE VENEZIA gico. Al termine della Messa stata esposta la
reliquia del glorioso Evangelista, che dopo la
Trieste, 24 maggio 2016. Organizzata dalla benedizione stata offerta al bacio dei cristiani
Parrocchia della B. V. del Soccorso (vulgo S. An- presenti. Il servizio musicale stato prestato
tonio Vecchio) in occasione degli 800 anni della dal Coro del Laboratorio di Canto Gregoriano
bolla Gratiarum omnium largitori di papa Onorio del Concentus Musicus Patavinus diretto dal
III, che confermava lOrdine dei Predicatori, il consocio maestro Massimo Bisson. Sono stati
rev. p. fra Didier Baccianti op ha cantato nella eseguiti la Missa IV Cunctipotens del Kyriale Ro-
parrocchiale la s. Messa in rito domenicano mano, il Credo I, lintroito Mihi autem, il com-
della festa della Traslazione di san Domenico. munio Vos, qui secuti e la Salve Regina (sollemnis)
Tale festivit propria dei domenicani ricorda la in gregoriano, il responsorio Felix regio dallan-
traslazione del corpo del Santo nellArca della tico repertorio marciano. Il sacro rito stato
basilica di Bologna quando, aprendosi il sepol- rallegrato altres dallintervento dei maestri Ste-
cro, dal suo corpo eman un profumo intenso fano Scarpa e Amarilli Voltolina, organisti, che
di rose, testimonio miracoloso della sua santit. si sono alternati allorgano Carli della chiesa ve-
Alla s. Messa ha fatto seguito la venerazione neziana, eseguendo Bernardo Pasquini, Toccata
della reliquia e la benedizione delle corone del VII (Stefano Scarpa), Girolamo Frescobaldi
Rosario, tradizionalmente riservata ai sacerdoti Canzon dopo lEpistola dalla Messa della Domenica
domenicani che per primi diffusero la pi im- (Amarilli Voltolina); Giuseppe Sarti, Sinfonia I
portante devozione alla B. V. Vergine Madre di Tempo (S. Scarpa), Giovanni Battista Martini,
Dio. Ha preso parte al servizio dellaltare il Col- Sonata per lElevazione (S. Scarpa), Gaetano Va-
legio Liturgico dellApparizione di San Marco leri, Versetto (A. Voltolina), improvvisazione
Evangelista di Una Voce Venezia Sezione dellorganista S. Scarpa su Felix regio, Marcel
Paolo Zolli. Il Coro Alabarda, diretto dal m Dupr, Preludio su Salve Regina (A. Voltolina).

Tu es pastor vium, * Princeps Apostolrum : tibi trdit sunt claves regni clrum.

Oratio
Deus, qui hodirnam diem Apostolrum turum Petri et Pauli martrio consecrsti : da
Ecclsi tu, erum in mnibus sequi prcptum; per quos religinis sumpsit exrdium. Per
Dminum.

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S o mmari o

Filippo Delpino Spes contra spem: lardua difesa della Liturgia Romana

DOCUMENTI Indirizzo di saluto del presidente della FIUV per il


50 di Una Voce Italia

Riccardo Turrini Vita Di nuovo sul diaconato femminile

Helmut Rckriegel R.I.P.

UNA VOCE ITALIA 50 ANNI


TESTIMONIANZE
Riccardo Turrini Vita

CONOSCERE LA SACRA LITURGIA

Pietro Siffrin Stola

Pietro Siffrin Pianeta

NOTITIAE VITA DELLASSOCIAZIONE

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Te Deum e benedizione eucaristica officiati da mons. Guido Pozzo a S. Maria in Campitelli

bollettino trimestrale via Cavour, 23 00184 roma italy tel. +39 324 6240425
email unavoceitalia@unavoceitalia.org sito web www.unavoceitalia.org direttore
responsabile: simone di tommaso autor. trib. roma n. 142449 del 13 dicembre 1971

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