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Bollettino Trimestrale

UNA VOCE
Associazione per la salvaguardia della liturgia latino-gregoriana

NOTIZIARIO N. 75 Nuova Serie OTTOBRE-DICEMBRE 2019

«CONTINUARE A RICORRERE ALLA INTEGRITÀ FECONDA


DI QUEL MISSALE ROMANUM DI SAN PIO V»
Beatissimo Padre,
esaminato e fatto esaminare il Novus Ordo Missae preparato dagli esperti del Consilium ad
exquendam Constitutionem de Sacra Liturgia, dopo una lunga riflessione e preghiera sentiamo
il dovere, dinanzi a Dio ed alla Santità Vostra, di esprimere le considerazioni seguenti:
1) Come dimostra sufficientemente il pur breve esame critico allegato – opera di uno scelto gruppo di
teologi, liturgisti e pastori d’anime – il Novus Ordo Missae, considerati gli elementi nuovi, suscettibili
di pur diversa valutazione, che vi appaiono sottesi ed implicati, rappresenta, sia nel suo insieme come
nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu
formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino, il quale, fissando definitivamente i «canoni»
del rito, eresse una barriera invalicabile contro qualunque eresia che intaccasse l’integrità del Mistero.
2) La ragioni pastorali addotte a sostegno di tale gravissima frattura – anche se di fronte alle
ragioni dottrinali avessero diritto di sussistere – non appaiono sufficienti. Quanto di nuovo ap-
pare nel Novus Ordo Missae e, per contro, quanto di perenne vi trova soltanto un posto minore
o diverso, se pure ancora ve lo trova, potrebbe dar forza di certezza al dubbio – già serpeggian-
te purtroppo in numerosi ambienti – che verità sempre credute dal popolo cristiano possano
mutarsi o tacersi senza infedeltà al sacro deposito dottrinale cui la fede cattolica è vincolata in
eterno. Le recenti riforme hanno dimostrato a sufficienza che nuovi mutamenti nella liturgia
non porterebbero se non al totale disorientamento dei fedeli che già danno segni di insofferenza
e di inequivocabile diminuzione di Fede. Nella parte migliore del Clero ciò si concreta in una
torturante crisi di coscienza di cui abbiamo innumerevoli e quotidiane testimonianze.
3) Siamo certi che queste considerazioni, che possono giungere soltanto dalla viva voce dei
pastori e del gregge, non potranno non trovare un’eco nel cuore paterno di Vostra Santità, sem-
pre così profondamente sollecito dei bisogni spirituali dei figli della Chiesa. Sempre i sudditi, al
cui bene è intesa una legge, laddove questa si dimostri viceversa nociva, hanno avuto, più che
il diritto, il dovere di chiedere con filiale fiducia al legislatore l’abrogazione della legge stessa.
Supplichiamo perciò istantemente la Santità Vostra di non volerci togliere – in un momento di
così dolorose lacerazioni e di sempre maggiori pericoli per la purezza della Fede e l’unità della
Chiesa, che trovano eco quotidiana e dolente nella voce del Padre comune – la possibilità di con-
tinuare a ricorrere alla integrità feconda di quel Missale Romanum di San Pio V dalla Santità Vo-
stra così altamente lodato e dall’intero mondo cattolico così profondamente venerato ed amato.

A. Card. Ottaviani A. Card. Bacci

Lettera di presentazione del Breve esame critico del Novus Ordo Missae a papa Paolo VI (1969).
AI LETTORI
Una Voce vive del contributo dei Soci; raccomandiamo a tutti di porsi in regola con il
versamento della quota annuale di Euro 30. I Soci iscritti presso le Sezioni locali potranno
versare la quota ai responsabili di esse; tutti gli altri le invieranno alla Segreteria Nazionale
(avv. Tommaso Raccuglia, Via Ruffini 2, 00195 Roma). Per tale scopo l’Associazione dispone
di un conto corrente presso il Banco Popolare (IBAN IT89-V-05034-03252-000000006703
intestato a Una Voce Italia).

Chi fece il Breve esame critico del Novus Ordo Missae?


Intervista con Filippo Delpino
Filippo Delpino – socio di Una Voce Ricorda chi prese parte alle riunioni?
dall’autunno 1966, per molti anni vicepre- Ho difficoltà a dare una risposta precisa.
sidente di Una Voce Italia e presidente della Ricordo bene, naturalmente, mons. Pozzi e
Sezione romana – ha preso parte pratica- Cristina Campo; ho ricordo anche di padre
mente a tutta la vita dell’Associazione. Era Michel Guérard des Lauriers, che conobbi
presente nei locali di Corso Vittorio Ema- allora, di cui mi colpirono la piccola statura
nuele II quando si svolsero alcune delle ri- e l’intensa espressione del volto con un che
unioni per il Breve esame critico del No- di broncio fanciullesco. Non so dire molto
vus Ordo Missae. Gli abbiamo domandato di più: troppo vaga è la memoria che ho di
che cosa ricorda di quei fatti, dopo cin- un altro domenicano e di quattro-cinque sa-
quant’anni. cerdoti o religiosi in nigris. Mi vengono in
mente dei nomi – mons. Domenico Celada,
Chi prese l’iniziativa del Breve esame padre Antonio Coccia, don Dario Compo-
critico del Novus Ordo Missae? sta, mons. Guerrino Milani, l’allora mons.
Il Breve esame critico è nato a Roma Alfons M. Stickler – ma non saprei dire se
presso la sede dell’Associazione Una Voce si tratti di barbagli di effettiva memoria o di
in Corso Vittorio Emanuele II n. 21 (sca- illusorie proiezioni mentali derivanti dalla
la A int. 3) per iniziativa dell’Associazio- conoscenza di quei sacerdoti e del loro rap-
ne stessa. Una iniziativa fortemente voluta porto con l’Associazione.
e promossa dalla scrittrice Cristina Cam-
po (pseudonimo di Vittoria Guerrini) e da Come autore del testo è stato da taluni
mons. Renato Pozzi, rispettivamente ani- indicato padre Michel Guérard des Lau-
matrice e consigliere spirituale dell’Asso- riers. Ha informazioni al riguardo?
ciazione. Anche in questo caso non posso fare as-
serzioni nette. Non so infatti quali siano
Quando si svolsero quelle riunioni? stati i criteri seguiti nella elaborazione del
Non sono in grado di rispondere con Breve esame critico: se esso derivi da uno
assoluta certezza. Quelle cui diedi la mia o più testi proposti preliminarmente, esami-
marginalissima cooperazione – consistente nati e integrati nel corso delle riunioni fino
nell’accogliere i partecipanti e introdurli a giungere a una redazione finale condivisa
nella sala ove si svolgevano i lavori – devo- da tutti i partecipanti; o sia stato piuttosto
no essere avvenute entro e non oltre i mesi opera di uno o più redattori che rielaboran-
di marzo e di aprile del 1969; alla fine di do e integrando le argomentazioni scritte e/o
aprile mi trasferii a Firenze: pur rientrando orali discusse nelle riunioni abbiano dato al
a Roma nei fine settimana è alquanto im- testo veste compiuta. Mi è noto che padre
probabile che possa essermi fatto carico di Guèrard des Lauriers ebbe un ruolo impor-
quel servizio. Non escludo – e anzi lo riten- tante nella elaborazione del Breve esame
go probabile – che ulteriori e più ristrette critico e che ruoli variamente importanti
riunioni abbiano avuto luogo anche presso ebbero pure mons. Pozzi e Cristina Campo
l’abitazione di Cristina Campo in piazza ai quali ritengo si debba comunque la cura
Sant’Anselmo all’Aventino. finale del testo. Al di là di possibili indagini
sugli specifici apporti dati da singole perso-

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ne, penso che del Breve esame critico va- dell’Associazione italiana Una Voce).
dano sottolineati piuttosto il carattere col-
lettaneo e la connotazione deliberatamente Quale fu il ruolo dei cardinali Otta-
impersonale che gli si volle conferire, ben viani e Bacci in relazione al Breve esame
espressa nelle semplici parole con le quali i critico?
cardinali Alfredo Ottaviani e Antonio Bacci Tra i cattolici smarriti e inquieti nei
lo presentarono a Paolo VI: «opera di uno turbinosi anni ’60 per quella “autodemo-
scelto gruppo di teologi, liturgisti e pastori lizione” della Chiesa che lo stesso Paolo
d’anime». VI dovette riconoscere (discorso ai mem-
bri del Pontificio seminario lombardo, 7
Il Breve esame critico in effetti fu pub- dicembre 1968) il card. Ottaviani godeva
blicato in forma del tutto anonima: il del più grande prestigio, non mancando di
fascicolo originale oltre a non indicare esprimere loro parole di incoraggiamento.
nomi di autori è privo anche delle consue- Il 13 aprile del 1969, Domenica in albis, ac-
te annotazioni editoriali (luogo e azienda cettò l’invito a celebrare la s. Messa nella
tipografica di stampa); la sua diffusione chiesa romana di S. Girolamo della Carità,
fu assunta da una Fondazione Lumen molto frequentata da soci e simpatizzanti di
Gentium non altrimenti nota. Che cosa Una Voce, al posto dell’abituale officiante,
può dirci al riguardo? mons. Pozzi. L’omelia fu un vibrante spro-
ne a mantenersi «fedeli alle sante tradizioni
Sono entrambi aspetti di quella conno- della Chiesa» (l’intero testo, trascritto dalla
tazione di impersonalità che si volle dare registrazione, venne pubblicato nel primo
all’iniziativa perché l’attenzione fosse in- fascicolo dei «Documenti di Una Voce»).
centrata sulle argomentazioni esposte piut- Ricordo quell’avvenimento per sottolineare
tosto che sulle persone. Il Breve esame i rapporti allora intercorrenti tra mons. Poz-
critico, capillarmente diffuso in Vaticano zi, Una Voce e il card. Ottaviani.
qualche tempo dopo la sua presentazione a Quanto al Breve esame critico non so se
Paolo VI, fece molto rumore e si cercò di e quanto il cardinale fosse stato preventiva-
individuarne autori e responsabili. Ancora a mente e minutamente informato di quell’i-
distanza di qualche anno mons. Aimé-Geo- niziativa; so per certo che avutane cono-
ges Martimort, tra i maggiori fautori della scenza (da mons. Pozzi?) l’approvò e volle
riforma liturgica, in un suo articolo («Noti- condividerne i contenuti presentando il te-
tiae», ottobre 1976, pp. 372-377) lo attribu- sto a Paolo VI con la nota lettera, sottoscrit-
iva spregiativamente alle mene di «due pre- ta anche dal card. Bacci, terminante con la
ti italiani» (riferimento forse a mons. Pozzi supplica al papa «di non volerci togliere …
e a mons. Milani o a mons. Celada?). L’as- la possibilità di continuare a ricorrere alla
senza di menzione dell’Associazione Una integrità feconda di quel Missale Romanum
Voce e di indicazioni editoriali era dovuta di san Pio V dalla Santità Vostra così alta-
allo stesso motivo: di qui il conferimento mente lodato e dall’intero mondo cattoli-
del patrocinio dell’iniziativa a una scono- co così profondamente venerato e amato».
sciuta Fondazione Lumen Gentium che, su Quanto al card. Bacci, a chiedere e ottenere
suggerimento del presidente della Federa- la sua firma dovette essere Tito Casini che
zione Internazionale Una Voce Eric de Sa- ben lo conosceva fin dalla prima giovinez-
venthem, venne appositamente costituita za, in quanto anch’egli nativo del Mugello e
presso il notaio romano Aurelio Cinque (lo formatosi nel seminario di Firenzuola ove il
stesso che aveva rogato l’atto costitutivo futuro cardinale insegnava.

IN MEMORIAM
Il 17 ottobre 2019, all’età di novantanove anni, è mancato a Trieste il protonotario
apostolico soprannumerario mons. Mario Cosulich, preposito del Capitolo Cattedrale di
San Giusto Martire.
Fu profondo estimatore e conoscitore della liturgia romana antica nella teoria e nella
pratica. Una Voce Italia ne ricorda con rimpianto il consiglio, l’esempio, l’amicizia.

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La semplificazione delle rubriche
del messale e del breviario
Riflessioni sul Decreto generale della S. Congregazione dei Riti del 23 marzo 1955*
Il preambolo di questo decreto dichiara TIT. II. CAMBIAMENTI DEL
che, ai nostri giorni, i sacerdoti, soprattutto CALENDARIO
quelli che hanno cura d’anime, sono sempre
più sovraccarichi degli impegni vari e La semplificazione non tocca il calendario,
nuovi dell’apostolato. Di conseguenza, i se non indirettamente. Il calendario romano
sacerdoti difficilmente possono essere liberi è ingombrato dal santorale, a danno del
per la recitazione dell’ufficio divino con la temporale. Vi si aggiungono senza posa feste
tranquillità di spirito necessaria. Altrimenti di santi, feste di idea o di astrazione: come già
detto, resta loro sempre meno tempo libero san Pio X, nella sua bolla Divino afflatu del
per la preghiera liturgica. Nello stesso tempo 1911, si vieta di diminuire, anche di poco, il
il Codex Juris Canonici di Benedetto XV, al culto dei santi, di ostacolare il corso di nuove
can. 125, procura di rendere obbligatoria la devozioni.
preghiera non liturgica sotto forma di visita al 1. Il grado o rito semidoppio è soppresso.
S. Sacramento e di recita del rosario. Tale soppressione era stata realizzata dal
Bisognava dunque provvedere a eliminare cardinal Quiñonez. Uno dei suoi ammiratori,
una tale difficoltà, e almeno ad alleggerire il cardinal Nasalli Rocca, arcivescovo di
l’ammasso delle rubriche. Questo lavoro Bologna, la decantava di recente.
fu affidato a una Commissione speciale di Poco importa la sparizione delle domeniche
esperti che sono incaricati dello studio di semidoppie, dal momento che la domenica
una restaurazione generale della liturgia. sarà garantita ancor meglio di prima, e che essa
Essi, tutto ben ponderato, hanno ritenuto di conserverà la sua fisionomia di semidoppio.
dover ridurre le rubriche attuali a norme più L’abolizione delle feste semidoppie lascia
facili, da cui si possa trarre profitto in attesa poco rimpianto, soprattutto considerando la
di meglio. maniera fantasiosa con cui questo rito era dis-
tribuito tra le feste dei santi.
Semplificazione delle rubriche Il rito semidoppio conveniva più
TIT. I. REGOLE GENERALI particolarmente ai giorni fra le ottave, giorni
che sono meno una festa che la continuazione
3. Le semplificazioni e le abbreviazioni di una festa.
introdotte si applicano alla recita pubblica e 2. I giorni e le feste ai quali attualmente i
alla recita privata dell’ufficio divino. calendari assegnano il rito semidoppio saran-
L’ufficio privato trae tutta la sua ragion no celebrati col rito semplice. Si fa eccezione
d’essere dall’ufficio pubblico, vale a dire per la vigilia di Pentecoste, che è elevata al
corale. Un ufficio privato che non fosse rito doppio.
lo stesso dell’ufficio corale riporterebbe Una vigilia di rito doppio ha qualcosa di
all’aberrazione che fu il breviario del cardinal contraddittorio, sia che si tratti di una vigilia
Quiñonez. In rapporto alla celebrazione penitenziale sia di una vigilia puramente
dell’ufficio corale, l’ufficio privato è come introduttiva a una festa con il suo vangelo. Non
la lettura, in camera o altrove, di una pièce sarebbe stato meglio rendere questa vigilia di
di teatro. I motivi di abbreviare il breviario rito semplice, ma debitamente privilegiata?
in privato valgono anche per la celebrazione Gli esperti restauratori pensano che la vigilia
corale? Ammettiamolo. In ogni caso, poiché della Pentecoste sia in tal modo risarcita della
l’ufficio deve essere unico, ne consegue che si mutilazione che ha subito perdendo il suo rito
dà l’impressione di mettere l’ufficio corale a battesimale, sotto il pretesto di dare maggior
rimorchio dell’ufficio privato. rilievo alla veglia pasquale?

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a) Le domeniche perdono la loro. La vigilia di san Lorenzo ha
4. Quando la seconda, terza e quarta sì la sua messa propria, ma anche la vigilia
domenica di avvento occorre una festa di di diversi apostoli aveva la sua. San Lorenzo
prima classe, sono permesse messe della festa, aveva un’ottava, ma non c’è l’ha più.
ma non la messa conventuale. Al di fuori di queste vigilie, cui si
E’, fatte le debite proporzioni, quello che aggiungono le due privilegiate di Natale e
diceva la bolla Divino afflatu, Tit. X, n. 3. della Pentecoste, tutte le altre, generali o
Non se vede il beneficio, né per il celebrante particolari, sono soppresse.
né per i fedeli. Queste vigile non complicavano molto la
5. Tutte le domeniche dell’anno sono liturgia. La maggior parte delle loro messe
elevate al rito doppio; nondimeno non si non mancavano di interesse.
duplicano le antifone Le vigilie comuni che cadono in domenica
Esse conservano dunque opportunamente non sono anticipate al sabato, ma sono omesse.
la loro fisionomia di semidoppio quanto al L’anticipazione delle vigilie era fondata
canto. sul digiuno, che è escluso dalla domenica. La
6. L’ufficio e la messa di una domenica vigilia sparirà con il ricordo del digiuno.
impedita per mancanza di posto non sono c) Le ottave
anticipati. 11. 12. 13. Hanno un’ottava le sole feste
Tale anticipazione, soprattutto nel modo di Natale, Pasqua e Pentecoste, essendo
assai discutibile con cui era stata innovata soppressa ogni altra ottava, universale o
sotto san Pio X, non rispondeva ad alcun particolare. I giorni fra l’ottava di Pasqua e
bisogno. della Pentecoste sono elevati al rito doppio:
Non si riprende la messa di una domenica escludono ogni festa e commemorazione. I
impedita. giorni fra l’ottava di Natale, pur elevati al rito
Questo non può essere un divieto. La doppio, si celebrano come prima.
prima domenica dopo l’Epifania è impedita Probabilmente la festa più colpita di tutte sarà
dalla S. Famiglia (soppressa da san Pio X, il Corpus Domini che, il 2 e 24 luglio 1911, ha
ristabilita da Benedetto XV); la prima dopo avuto la sua ottava privilegiata al pari di quella
la Pentecoste è impedita dalla Ss. Trinità; ma dell’Epifania, come compensazione per la perdita
la loro messa resta nondimeno la messa delle del precetto, perdita che durò da allora fino alla
feria della loro settimana, e non c’è nessuna pubblicazione del Codex Juris Canonici nel 1917.
ragione per privarsene, poiché le rubriche lo L’abolizione delle ottave renderà liberi
permettono. parecchi giorni nel corso dell’anno, a con-
7. Se nelle domeniche nell’anno occorre una dizione che non siano riempiti di nuove feste.
festa di qualsiasi titolo o mistero del Signore, Ai loro inizi, i francescani, quando
questa festa tiene luogo della domenica, di cui adattarono il breviario a loro modo, avevano
si fa solo la commemorazione. reso di rito doppio tutti i giorni fra le ottave.
Non si vede come una festa tenga luogo Ciò in seguito fu corretto.
della domenica che essa stessa impedisce; non Non è detto se i semidoppi elevati al rito
la abolisce, poiché se ne fa la commemorazio- doppio conservano l’aspetto di semidoppio,
ne. Il temporale, fondato sui fatti, sarà dunque come fanno le domeniche. E’ da sperarlo.
dominato dalle feste di titolo o di idea. Strano 16. Il 13 gennaio si fa la commemorazione
modo di salvaguardare la domenica, dichiara- del battesimo di Cristo, di rito doppio maggiore;
ta pressoché intangibile. ufficio e messa come per il giorno ottavo
b) Le vigilie dell’Epifania. Se questa commemorazione
9. Le vigilie comuni sono quelle cade di domenica, si celebra la festa della sacra
dell’Ascensione, dell’Assunzione, di san Giovanni Famiglia, senza alcuna commemorazione.
Battista, dei S.S. Pietro e Paolo, di S. Lorenzo. Il titolo della sacra Famiglia (non il mistero
Piacerebbe sapere perché san Lorenzo che non c’è) prevale su un avvenimento, come
conserva la sua vigilia, mentre gli apostoli al n. 7 per le domeniche.

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18. 19. Tutti i giorni delle ottave soppresse l’ufficio privato ha ragione, l’ufficio corale ha
del Corpus Domini e del Sacro Cuore torto, per timore di maltrattare le feste.
diventano ferie ordinarie. Alle domeniche che
erano fra l’ottava dell’ascensione, del Corpus TIT. IV. CAMBIAMENTI NEL
Domini e del sacro Cuore, l’ufficio resta BREVIARIO
quello di adesso.
Queste tre domeniche, per lasciargli a) Inizio e fine delle ore.
l’ufficio delle festa precedente, sono associate 1. 2. 3. Tutte le ore canoniche, sia all’ufficio
come fossero simili. Ma non manca la pubblico che a quello privato, non sono più
differenza tra di esse. I giorni e la domenica precedute da Pater, Ave e, rispettivamente,
dopo l’Ascensione, anche privata dell’ottava, dal Credo. Esse cominciano dunque con
costituiscono un tempo liturgico che continua Domine labia mea, o Deus in adjutorium, o
l’Ascensione e si conclude alla Pentecoste; Jube Domne benedicere. Terminano senza
sono anelli della catena formata dagli le stesse preghiere. Finiscono dunque con
avvenimenti della vita di Cristo. Dunque nulla Fidelium animae; a prima e a compieta con la
di sorprendente che l’ufficio della domenica benedizione.
dopo l’Ascensione sia della festa in luogo Questo passerà inosservato nella
della domenica. recita privata, ma andrà molto meno bene
Le due altre domeniche non hanno niente nell’ufficio corale. L’intonazione del Deus in
di analogo, non hanno rapporto con la festa adjutorium seguirà immediatamente all’Amen
che le precede. Il Corpus Domini e soprattutto del Fidelium animae denoterà sempre una
il Sacro Cuore non producono un tempo precipitazione poco rispettosa. È esattamente
liturgico continuato, non costituiscono anello per questo motivo che, da un tempo assai
di congiunzione; il loro tempo è puramente risalente, le ore erano state separate da una
convenzionale. Fino a Pio XI, autore della breve pausa, che divenne un Pater, con
nuova e terza festa, l’ufficio e la messa del l’aggiunta successivamente di Ave e Credo.
Sacro Cuore si trovavano nel santorale, non La recita privata non fa legge per interdire
senza ragione. Insomma, la domenica dopo al coro una pausa di qualche secondo. Che
il Corpus Domini e dopo il Sacro Cuore cosa si direbbe si musicisti che attaccassero
non si perderebbe nulla a dire l’ufficio della insieme due pezzi?
domenica, come se ne dice la messa. c) Alcune parti dell’ufficio
d) Le feste di santi 7. 8. Quando l’ufficio è della feria, le preci
22. Nelle ferie di quaresima e di passione, finali si dicono soltanto a vespri e a lodi del
dalle Ceneri fino alle Palme, quando occorre mercoledì e venerdì di avvento, quaresima
una festa che non sia di prima o seconda classe, e passione, inoltre il mercoledì, venerdì e
sia l’ufficio (nella recitazione privata) sia la sabato delle quattro tempora, a eccezione di
messa si possono dire della feria o della festa. quelli della Pentecoste. Tutte le altre preci
La riforma di san Pio X permetteva la messa sono soppresse.
privata della festa, e comandava la messa Queste preghiere feriali, di cui il Kyrie
conventuale della feria. Dava alla festa il suo eleison prova l’antichità, sfuggono per
ufficio e alla feria la sua messa, sotto pretesto un soffio alla distruzione; viene a essere
che la messa feriale è più speciale che l’ufficio designato il loro ultimo rifugio.
feriale; pretesto poco valido, perché ai nostri d) Altri cambiamenti.
giorni l’ufficio della feria è più speciale, meno 11. Le feste di prima e seconda classe, e le
comune che l’ufficio delle feste. L’ideale domeniche sono le sole ad avere i primi vespri,
sarebbe che ogni feria che ha la messa propria sia interi, sia dal capitolo, sia commemorati...
avesse anche l’ufficio feriale. Ora, ecco che Si era sempre insegnato che le feste, fossero
le feria resta saldamente in possesso della sua semplici, semidoppie o doppie di prima classe
messa, mentre è gratificata del suo ufficio, ma cominciano ai primi vespri. Una festa di rito
solo nella recitazione privata. Tutto sommato, semplice non aveva i secondi vespri, ma

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aveva i primi. Gli autori competenti mostrano Questo significa dichiarare per via indiretta
che questo metodo risale agli ebrei, e che i che ogni messa, sia essa di una festa di rito
cristiani vi si conformavano quanto al riposo. semplice o di una feria, non comporta mai
Il Caeremoniale Episcoporum (l. 2, c. 1. n. più di una orazione, in luogo di due o di tre.
1 et 3) enuncia che le solennità cominciano Nondimeno, l’eccezione arriva senza ritardo
ai primi vespri, e che questi sono più solenni perché al numero 2, la messa bassa votiva dei
dei secondi. Si potrà sapere il motivo e il morti ammette tre orazioni.
vantaggio di un tale cambiamento? 4. Le orazioni imperate dall’Ordinario si
Nonostante ceri autori, aggiungiamo che la omettono seguendo le rubriche in vigore; ma
domenica, come tale, non ha i primi vespri. La inoltre tutte le domeniche e ogni volta che
domenica è preceduta dai vespri del sabato che se la messa è cantata; infine quando le orazioni
avvalgono più o meno. I vespri del sabato meno prescritte dalle rubriche raggiungono il
che mai sono i vespri della domenica, perché numero di tre.
sono seguiti dalla compieta del sabato dal 1911. Ciò fa pensare a certe diocesi ove le
12. b) Alle feste di seconda classe, e alle orazioni ad petendam pluviam e quelle ad
feste doppie del Signore e della santa Vergine postulandam serenitatem o ad repellendas
i salmi del mattutino, delle lodi e dei vespri tempestates si succedono praticamente per
sono del proprio o del comune; i salmi delle tutto l’anno e nelle quali non si tiene quasi
ore minori sono della feria; quelli della nessun conto delle litanie maggiori e delle
compieta sono della domenica. rogazioni.
Questo numero rincara la bolla Divino Si cerca di accorciare la messa dal di dentro,
afflatu a favore dei salmi della feria. Comun- ma continua a essere allungata dal di fuori.
que si apprende con piacere perché i salmi di b) Alcuni altri cambiamenti.
compieta restano quelli della domenica; per- 9. A qualsiasi messa l’ultimo vangelo è
ché compieta è anch’essa un’ora minore, non sempre l’Initium di san Giovanni, eccettuata la
essendo maggiore. terza messa di Natale e la messa delle Palme.
13. Le lezioni scritturali occorrenti, con il Ecco che si rimette l’ultimo vangelo
loro responsorio, se non possono essere dette nel suo limitato ruolo, che si abolisce una
il giorno assegnato, sono omesse, anche se si cattiva innovazione introdotta in Additiones
tratta dell’Incipit di un libro. et variationes ad normam bullae «Divino
L’idea di anticipare o rinviare parti di un afflatu», IX, 3, in base alla quale il vangelo di
libro della scrittura, come quella di fare leggere una festa si diceva come ultimo vangelo.
l’inizio di ciascuna profezia nelle ultime Si cercherebbe invano un rapporto
settimane dopo la Pentecoste avevano un intrinseco, sia di importanza sia di
ben scarso risultato, considerando quello che correlazione, tra la nona lezione dei mattutini,
sono le lezioni al giorno d’oggi. Comunque in una domenica o in una feria, e la lettura, alla
lo spostamento dell’Incipit di un libro non fine della messa, del vangelo corrispondente.
esigerebbe grande sforzo intellettuale. La semplificazione relativa all’ultimo
Anticamente l’Incipit era una necessità, perché vangelo, anzi la sua abolizione, non sarà in
il titolo dei libri non si leggeva che al loro nessun modo da rimpiangere.
inizio, non si ripeteva nel seguito. Un resto di Léon Gromier
questo uso si vede ancora nel primo notturno
di Natale, ove la lezione di Isaia non ha titolo, da «Revue de Droit Canonique», V (1955), pp. 175-
in quanto questo libro è in lettura dall’avvento. 183. Titolo originale La simplification des rubriques
du missel et du bréviaire, traduzione italiana di Fabio
Marino (cfr. http://www.unavoce-ve.it/08-07-41.htm).
TIT. V. CAMBIAMENTI NEL MESSALE.
* I numeri rinviano a quelli del Decreto (S. Rituum
a) Le orazioni. Congregatio, Decretum generale. De rubricis ad sim-
1. Le orazioni assegnate per i diversi tempi pliciorem formam redigendis, 23 Martii 1955, in «Acta
Apostolicae Sedis», XLVII (1955), pp. 218-224, NdR).
sono abolite.

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UNA VOCE ITALIA 50 ANNI
TESTIMONIANZE
Nel cinquantesimo del Breve esame critico vi si aggiunge che il Cardinale Ottaviani non
del Novus Ordo Missae del 1969, riproducia- intendeva si desse pubblicità mondiale a que-
mo in queste testimonianze il quaderno «Do- sta comunicazione, destinata al solo Paolo VI.
cumenti di Una Voce 5» (Roma, Una Voce Gli ultimi discorsi del Pontefice a chiarifica-
Italia, [1970], pp. 15), dedicato a rispondere zione del nuovo rito avrebbero – prosegue la
alle critiche relative alla lettera di presenta- lettera – pienamente soddisfatto il Cardinale.
zione del Breve Esame rivolta dai cardinali La Fondazione «Lumen Gentium», che ha
Ottaviani e Bacci a Paolo VI. Vi è riportata curato la diffusione in più lingue del docu-
tra l’altro la presa di posizione di Jean Ma- mento Ottaviani, tiene a fare, a questo punto,
diran che sulla rivista «Itinéraires» accusò alcune precisazioni:
pubblicamente l’allora segretario del card. Nell’ottobre 1969 vi fu un incontro riser-
Ottaviani, mons. Gilberto Agustoni, poi car- vato tra il Cardinale Ottaviani e alcuni rap-
dinale, di essere un «segretario fellone». For- presentanti, ecclesiastici e laici, della Fonda-
se una anticipazione del ruolo che nei decenni zione, sull’opportunità che il venerato Presule
successivi in Vaticano avrebbero avuto mag- rendesse palesi a Paolo VI le sue gravissime
giordomi e segretari? perplessità intorno alla nuova messa, la qua-
le, come è di dominio pubblico, non era mai
I stata sottoposta né al Cardinale né alla Con-
gregazione per la Dottrina della Fede. Uno
Un comunicato della Fondazione scelto gruppo di teologi di varie nazionalità e
«Lumen Gentium» tendenze preparò il Breve esame critico che,
lungamente e scrupolosamente esaminato dal
E’ stata ampiamente diffusa nelle scor- Cardinale, fu presentato a Paolo VI con una
se settimane una nota non firmata a cura dei lettera firmata oltre che da lui, anche dall’E-
«Chevaliers de Notre Dame», nella quale si minentissimo cardinale Bacci, che aveva desi-
attacca con estrema violenza il Breve esame derato partecipare a questo storico passo. Del
critico del Novus Ordo Missae presentato Breve esame critico furono tirate, oltre a quel-
nell’ottobre scorso a Paolo VI dagli Eminen- la per il Pontefice, un numero limitatissimo
tissimi Cardinali Ottaviani e Bacci, addirittura di copie riservate agli autori e a pochissimi
insinuando che non solo il venerato Prefetto intimi. Lo stesso Cardinale Ottaviani racco-
Emerito della Congregazione per la Dottrina mandò che della lettera con le firme autografe
della Fede non avrebbe mai letto il documen- venissero conservate numerose fotocopie.
to in questione, ma perfino che avrebbe dato Data la drammatica situazione di quei gior-
alla stesura del nuovo rito della messa la sua ni, nei quali i fedeli di tutto il mondo vede-
collaborazione. vano avvicinarsi con angoscia l’avvento della
Le argomentazioni della nota, non si sa se nuova messa, poco stupisce che una di quelle
più oltraggiose o risibili – alcune di esse veri copie possa essere sfuggita, per un impulso
«falsi dottrinali» su cui ritorneremo in altra di zelo, al criterio di riservatezza fino allora
sede – non varrebbero in sé neppure una ret- conservato.
tifica se il cappellano dei «Chevaliers» non Il «segreto vaticano», del resto, è ormai
avesse fatto seguire la nota da una lettera che una mera parola e non meraviglierebbe se le
egli attribuisce al Cardinale Ottaviani stesso. prime indiscrezioni fossero partite proprio da
In questa lettera si fa bensì piazza pulita delle quella Sala Stampa.
tesi degli stessi «Chevaliers», giacché lo scri- Se si può parlare di colpa, comunque, fu
vente vi afferma di avere perfettamente cono- colpa felice, e sta a dimostralo il flusso enor-
sciuto e studiato il Breve esame critico, ma me e ininterrotto di lettere entusiaste ricevute,

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oltre che dai due Cardinali e dalla «Lumen Note, Dom Lafond, notre fondateur, moine de
Gentium», dalla Segreteria di Stato e dalla St. Wandrille, nous a mis cette Note à notre
Congregazione per il Culto Divino. Del re- nom. Il y a. Dieu merci, une forte resistence
sto è ben noto che il Cardinale Ottaviani, non dans tout l’Ordre, et je suis tout le premier à
contento di quel suo primo intervento lo ri- aver protesté. Je vais donc communiquer vo-
badì in una seconda lettera a Paolo VI, nel- tre papier à tous les membres de l’Ordre. Je
la quale chiedeva precisamente che la nuova serais heureux d’avoir votre documentation.
messa venisse sottoposta all’esame di esperti Benché la Nota emanata dal Padre Lafond
teologi. Paolo VI infatti, appena qualche gior- apparisse inviata da parte dello stesso Ordi-
no dopo, volle concedere una proroga di due ne, risulta che molti Cavalieri di Notre Dame,
anni all’applicazione universale del nuovo stupefatti da quel documento, hanno protesta-
rito. A questo punto la Fondazione «Lumen to per essere stati messi davanti al fatto com-
Gentium» ritenne ovviamente di poter scio- piuto in un affare che implicava la coscienza
gliere ogni riserva. personale di ognuno.
Infine, malgrado la tendenziosa campagna E’ sperabile che, dopo il coraggioso pas-
di stampa progressista, che lo accusò falsa- so di questo primo «Chevalier», il Magistero
mente di aver definito «eretica» la nuova mes- dell’Ordine voglia a sua volta chiarire le pro-
sa, il Cardinale Ottaviani non ritenne mai, per prie posizioni1.
cinque mesi, di dovere ritornare sulle proprie
affermazioni, ben consapevole certo della sto- III
rica portata di esse e della immensa ondata di
speranza che avevano suscitata. Appare quin- Salvare la Messa romana
di assai singolare che il grande Porporato –
oggi completamente cieco e vivente nel più Il Comitato Direttivo dell’Associazione
totale isolamento - possa aver letto veramente UNA VOCE Italia invia questa lettera ai pro-
la nota dei «Chevaliers» e desiderato consa- pri soci:
pevolmente disilludere, dopo un gesto di così Ancora una volta il sensus fidelium – l’i-
straordinaria grandezza, milioni di fedeli. stinto spirituale del popolo cristiano – si è mo-
La Fondazione «Lumen Gentium» strato lucido e preciso.
Le lettere che UNA VOCE ha ricevuto in
Via Esquilino 38, Roma questi ultimi cinque mesi, siano dei più colti
o dei più semplici laici, hanno ormai tutte un
II unico movente e un unico scopo: la Messa ro-
mana, la Messa di sempre, contrapposta, con
Una precisazione significativa preciso istinto lessicale, alla Cena.
«Dove trovare Messe e non Cene
In seguito al precedente comunicato, la commemorative?» «E’ ancora lecito celebrare
Fondazione «Lumen Gentium» ha ricevuto il Sacrificio incruento della Croce e non soltanto
da una località della Francia, in data 11 aprile
1970, la seguente lettera da parte di un Cheva- 1 Mentre licenziavamo le bozze di «Documenti di
lier de Notre Dame del quale, per ragioni che Una Voce n. 5», usciva la traduzione francese del Comu-
appariranno evidenti dallo stesso testo, non nicato della «Lumen Gentium», a cura di un gruppo di
«Chevaliers deNotre Dame», preceduto da una loro im-
diamo ancora il nome: portante precisazione, che pubblichiamo in allegato (A).
Monsieur le Directeur, Nello stesso allegato (B) riassumiamo il testo
je viens de recevoir par l’entremise du del Supplément rérervé à nos abonnés che la rivista
Père …, un «Communiqué»émanant de votre Itinéraires ha pubblicato nell’ultimo numero, a firma
Fondation au sujet de la Note Doctrinale des del suo direttore, Jean Madiran. Si tratta di un docu-
mento che accusa direttamente di fellonia persone
Chevaliers de Notre Dame. Etant moi même messe vicine al Cardinale Ottaviani, le quali sarebbe-
Chevaliers de Notre Dame, je tiens à précis- ro responsabili di aver compiuto un falso clamoroso ai
er que c’est abusivement que l’auteur de la danni dello stesso Porporato.

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il memoriale dell’Ultima Cena?» «Come otte- novembre 1969, dove si afferma: «I sacerdoti
nere ancora che per un nostro morto sia offerto il che celebrano in latino, in privato ed anche in
Sacrificio propiziatorio ed espiatorio da un solo pubblico, secondo i casi previsti dalla legisla-
sacerdote, e non chissà quale intenzione tra tren- zione, possono, fino al 27 ottobre 1971, utiliz-
ta altre, in quella assurda Cena concelebrata?». zare sia il Messale romano, sia il nuovo rito».
Non ci fermeremo a fare osservazioni sulla Possiamo aggiungere che la grande mag-
maggiore o minore legittimità di queste discri- gioranza dei Cardinali e prelati romani non
minazioni, il sensus fidelium, l’abbiamo detto, ha barattato la Messa con la Cena? E che in
falla di rado. E se riapriamo il Breve esame molte chiese di Roma, di domenica in dome-
critico del Novus Ordo Missae presentato dai nica più affollate, preti di ogni età continuano
Cardinali Ottaviani e Bacci a Paolo VI, se a offrire il Divino Sacrificio secondo i testi e
rileggiamo le semplici e intrepide dichiara- le rubriche del Messale romano? (E’ il Papa
zioni pubblicate da grandi teologi e canoni- stesso, come si è visto, che gli ha riconosciuto
sti – Landucci, Calmel, Guérard de Lauriers, il diritto esclusivo a questo titolo).
Dulac – ne abbiamo la conferma. Ancora una Tutto questo con l’incoraggiamento, sco-
volta Don Abbondio (e intendiamo con lui perto o coperto, di altissime autorità. Che il
anche Don Rodrigo) dovrà riconoscere che il milione e oltre di proteste giunte finora alla
trovarsi d’accordo Perpetua e Federigo Borro- Segreteria di Stato e alle Congregazioni in-
meo vuole dir molto contro di lui. quieta ogni giorno di più.
Da tempo, del resto, e con unanimità im- Sappiamo bene, purtroppo, che con ogni
pressionante proprio perché inconsapevole, mezzo, anche con l’alterazione deliberata di
quasi tutti i gruppi cattolici fedeli hanno con- testi ufficiali, molte gerarchie locali rende-
centrato la loro attenzione e le loro energie su ranno difficile ai più questa fedeltà. Ma essa
questo solo obiettivo: salvare la Messa roma- (ce lo dicono centinaia di lettere di sacerdo-
na, continuare, moltiplicare la Messa romana. ti) è divenuta per molti questione di vita o di
Ovunque possibile e con qualunque sacrificio. morte spirituale. Ed è principalmente a questi
«Non si creda – ha scritto Jean Madiran – di sacerdoti che si dirigono i nostri documenti,
poter fare andata e ritorno tra una Messa e il nostro appassionato desiderio di sostenerli
l’altra. Ciò che si è interrotto andrà perduto, nella loro difficile determinazione, di porli a
quello che è sradicato non metterà radici. Co- contatto con le comunità che hanno un così
loro che hanno la possibilità di preservare la estremo bisogno di loro.
Liturgia Romana, sappiano che ne tengono il Uno di questi sacerdoti – fermo, illuminato
destino storico nelle loro mani». – ci scrive che i colleghi riformisti lo fanno
Questa proposizione, anch’essa storica, è di- a volte sentire un paria con il loro disprezzo,
venuta un profondo sentimento comune. «Sia- la loro ostentata commiserazione. Ma per-
mo pronti persino a rimettere in uso nelle nostre ché mai, in nome di Dio, dovrebbe sentirsi
case lo sgabuzzino del prete, dove, al tempo un paria quell’ammirabile sacerdote? E’ ora
della Riforma, quando per la Messa romana di capovolgere le parti e i sentimenti, di ri-
morivano a centinaia i nostri antenati, nascon- conoscere gloriosamente l’immenso privile-
devano l’altare, i paramenti e non di rado il pre- gio del quale Dio fa oggetto questi suoi servi
te stesso», ci hanno scritto e hanno dichiarato esemplari. Tutt’al più egli potrà sentirsi, come
alla stampa molti cattolici inglesi. E i fedeli di S. Alessio, il «re nel sottoscala»: mendico in
una chiesa italiana, dove da sempre si celebra casa propria, nella casa immutabile di suo Pa-
la Messa di sempre, a un personaggio ecclesia- dre. Nessuna forza al mondo può togliergli
stico che tentava minacciose obbiezioni, han- questa divina eredità. Ne sia lietamente con-
no risposto netti e sobri: «Per una chiesa che sapevole il sacerdote fedele, il laico fedele, e
ci facciate chiudere, cento case si apriranno». anche i comportamenti intimidatori, ricattato-
Per ora, certo, non si arriverà a tanto. Esi- ri muteranno molto presto.
ste, come a tutti è noto, un pienamente ras- D’altra parte, egli non può ignorare – per-
sicurante discorso pontificio, quello del 26 ché ormai è nell’aria, lo si respira ovunque si

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vada – che i miti del sovvertimento religioso, «… Infine il Breve Esame è per i nostri
valicati tutti i confini dello scandalo, si reggo- lettori un documento da studiare metodica-
no soltanto sulla forza e sulla pertinace disone- mente e punto per punto.
stà. Perino la stampa laica ne parla ormai con Non esiste nulla di più importante né di
ironia, quando non con aperta insofferenza. più urgente, per i cattolici, che la Messa cat-
«Il mito della secolarizzazione religiosa – ha tolica».
scritto in questi giorni una grande rivista ame- «Raccomandiamo che tutti i gruppi, tutti
ricana – è finito con gli anni sessanta. Gli anni i circoli, tutte le cellule – interrompendo e
settanta saranno gli anni della trascendenza». differendo se necessario tutti i loro lavori
Gli anni dunque, come non mai, della Mes- in corso – si mettano immediatamente allo
sa romana. studio del Breve Esame.
Prima di tutto sapere. Prima di tutto istru-
IV irsi nell’essenziale. Prima di tutto compren-
dere e conoscere. Ciò appartiene alla dignità
Tutto il resto è venuto dopo dell’uomo. Ed è un dovere attuale, assoluta-
mente certo.
La rivista Itinéraires del marzo 1970, pub-
blicando per intero il testo del Breve esame V
critico del Novus Ordo Missae, emanato dal-
la Fondazione «Lumen gentium», lo fa pre- Una pagina di storia
cedere da un editoriale di cui diamo i brani
salienti: Sulla riforma della Messa nello scisma
«Il Breve Esame è prima di tutto un DO- protestante d’Inghilterra, lo storico E. M.
CUMENTO STORICO DI IMPORTANZA Parker scriveva già nel 1949:
CAPITALE. L’antica forma cattolica di culto in Inghil-
Che in Francia la Documentation catholi- terra era centrata sulla Messa, la cui liturgia
que non ne abbia dato il testo, he La Croix non e le cerimonie che l’accompagnavano tende-
ne abbia dato almeno la sostanza, basterebbe vano ad esprimere proprio quella fede che i
a condannare l’«informazione moderna», se riformatori protestanti rinnegavano. L’intento
ce ne fosse ancora bisogno. dei riformatori era duplice. Prima di tutto essi
Questo documento storico, approvato e desideravano sradicare dai riti tutto ciò che
presentato al papa dai Cardinali Ottaviani e inculcasse nei fedeli le idee da loro ritenute
Bacci, fissa per sempre quali furono le ragioni false.
di coloro i quali si opposero, categoricamen- Ciò implicava una duplice politica. In pri-
te e fin dal primo momento, al nuovo Ordo mo luogo, doveva avvenire il processo cono-
Missae. sciuto a quell’epoca come «la trasformazione
Tutto il resto è venuto dopo; tutto il resto della Messa in un rito di comunione». Con ciò
è venuto di là: prima di tutto dal contenuto di si intendeva la trasformazione della liturgia
questo Breve Esame, in secondo luogo dalla eucaristica, che fin dalla conversione della
autorità dei due Cardinali. Inghilterra al cristianesimo era stato l’atto di
Questo testo è, questo testo rimarrà per la culto centrale e principale, da una cerimonia
storia, il primo monumento del rifiuto cattoli- considerata essenzialmente un sacrificio of-
co opposto alla nuova messa. ferto a Dio dal sacerdote nell’intenzione e con
Il Breve Esame è simultaneamente un DO- la partecipazione del popolo, in un’altra che
CUMENTO DOTTRINALE. avrebbe dovuto suggerire, nelle parole come
E un documento dottrinale di una forza nelle azioni, un convito nel quale i fedeli en-
tale che fino a tutt’oggi nessuna risposta è trassero in comunione col Redentore rice-
stata ancora data alle sue argomentazioni vendo le Specie eucaristiche: poiché questo,
fondamentali. Gli autori e i partigiani del rito e questo soltanto, era l’eucarestia secondo i
nuovo hanno rifiutato il dibattito». protestanti.

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In secondo luogo, doveva essere compiu- vano la dottrina cattolica, ma in ogni punto sul
ta una revisione e semplificazione radicale di quale vi fosse una diversità vitale fra l’antica
tutte le altre cerimonie, compresa la traduzio- chiesa e la nuova, troviamo un uso abilissimo
ne dei sacri testi, nella lingua parlata, in modo di parole che avrebbero consentito anche ad
che tutte le idee considerate false dai prote- un protestante di celebrare il rito senza scru-
stanti venissero eliminate … poli di coscienza.
Tutte le cerimonie, infatti, erano allora in Due esempi basteranno. Nell’antico Cano-
latino e non in vernacolo, e ciò pareva intolle- ne cattolico, nella preghiera immediatamente
rabile a coloro che, in conformità con la loro prima della Consacrazione, si supplicava che
idea della religione quale semplice processo il pane e il vino «divengano per noi» il Corpo
psicologico, intendevano il culto soltanto come e il Sangue di Cristo. Nel nuovo testo, la frase
formazione e predicazione all’assemblea. era mutata in «che siano per noi». La prece-
… A quell’epoca, antiche cerimonie, come dente espressione implicava chiaramente una
la Benedizione delle Palme, erano state abo- alterazione nella natura del pane e del vino.
lite e tutte le immagini rimosse dalle chiese. Nella seconda le Specie apparivano puri sim-
Ciò preparava la via per una rivoluzione litur- boli. Oppure: l’unica frase sacrificale applica-
gica che ne avrebbe, naturalmente, implicata ta alla nuova eucaristia era quella in cui essa
una dottrinale. viene descritta come «questo sacrificio di lode
Il primo passo di questa rivoluzione venne nel e di ringraziamento». Si poteva pensare che
1548, quando fu legalizzata la comunione sotto ciò significasse che il rito era un vero sacrifi-
le due specie, cosicché fu pubblicato un Ordina- cio offerto in lode e ringraziamento; ma pote-
rio della Comunione che forniva una serie di pre- va ugualmente bene significare che esso non
ghiere in inglese come preparazione alla comu- era se non un sacrificio metaforico consistente
nione. Esse sarebbero state inserite nella struttura nella lode e ringraziamento.
della Messa latina, peraltro ancora immutata. Nel 1549 la struttura del nuovo rito di co-
Come pretesto per le nuove disposizioni, munione (secondo il messale riformato) era
fu asserito che le differenze liturgiche locali, diversissima da quella precedente che, più o
allora esistenti, creavano confusione, cosic- meno, riproduceva ancora l’ordinario della
ché d’ora innanzi l’intera nazione avrebbe Messa latina. Ora l’antico Canone era spez-
avuto un unico rito. Questa asserzione era in- zato in tre porzioni separate per togliere per
sostenibile. Le piccolissime differenze fra le togliere ogni impressione di un solenne con-
varie forme locali di quel rito romano che era vergere verso il Sacrificio divino.
dovunque lo stesso, le avrebbero notate sì e Il linguaggio era di nuovo mutato nei parti-
no dei liturgisti di professione e, d’altra parte, colari, in modo da fare risaltare sempre di più
non sostenevano gli stessi riformatori che il la dottrina protestante.
popolo non capiva nulla del culto? Ancora più impressionate per il semplice
Il nuovo messale (Prayer Book) era un fedele era l’ulteriore semplificazione del ri-
capolavoro di ambiguità. Sotto molti aspetti, tuale. Gli antichi paramenti, associati all’an-
esso appariva ancora tradizionale. La struttura tica dottrina, non dovevano essere più usati,
generale delle cerimonie, specialmente della e la tavola di Comunione, che rimpiazzava
messa (il nome fu conservato come alternati- l’altare, doveva essere posta fuori del santua-
va popolare al nuovo termine tecnico di Co- rio, nel corpo della chiesa, l’officiante con le
munione) non era molto alterata. Al semplice spalle all’altare, anziché al popolo …
fedele l’unico mutamento evidente sarebbe Il secondo messale fu dunque uno stru-
apparso soltanto l’so del vernacolo e la reci- mento potente per gli intenti dei riformatori,
tazione ad alta voce del Canone. Gli antichi sebbene per gli estremisti non fosse ancora
paramenti e gran parte dell’antico rituale furo- abbastanza. Tanto è vero che, in ultimo, si
no conservati. Solo ad un attento esame delle chiese di abolire la pratica della genuflessione
parole delle preghiere, il mutamento appariva al momento di ricevere l’Eucaristia, che im-
lampante. In nessun caso queste parole nega- plicava l’adorazione del Sacramento.

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Allegato a «DOCUMENTI DI UNA VOCE» scritto al Padre Lafond felicitandosi per la
sua «Nota dottrinale». L’anomalia consiste in
A questo: si è fatta «approvare» dal cardinale
Ottaviani una «Nota dottrinale» che contiene
La precisazione che si è pubblicata a pa- un attacco diretto, violento e ingiurioso contro
gina 5, contenente la protesta di un Chevalier la sua stessa persona. Non potendosi conte-
de Notre Dame contro la lettera del Padre La- stare o discutere la lettera scritta dal Car-
fond fondatore e cappellano di quell’ordine dinale a Paolo VI nell’atto di presentargli il
(peraltro non mai ufficialmente riconosciuto «Breve esame critico» della nuova messa, si
dalle autorità vaticane), è stata seguita, come è immaginato di screditare lo stesso autore e
era prevedibile, da altre proteste di appar- si è macchinato di fargli firmare accuse atroci
tenenti allo stesso sodalizio, un numeroso mosse contro lui stesso! Il raffronto delle due
gruppo dei quali ha tradotto in francese e lettere, quella a Paolo VI e quella a Padre La-
largamente diffuso il Comunicato della Lu- fond, basta a rivelare tale macchinazione.
men Gentium che pubblichiamo in apertura Dopo questo preambolo, Jean Madiran
di questo fascicolo, facendolo precedere da scrive:
una lettera di cui riportiamo il testo. Lascia- En page 4 l’édition procurée par M. Pierre
mo tale documento nella lingua originale per Lemaire, cette Note doctrinale est revêtue de
non rischiare di attenuare con la traduzione l’approbation, entre autres, de Mgr. Gilberto
le precise affermazioni contenute nel testo. Augustoni, secrétaire du cardinal Ottaviani.
La Fondation Lumen Gentium, 38 via Or, en ses pages 35 et 37, cette Note doctrinale
Esquilino, Roma, nous a envoyé le commu- lance contre la personne du cardinal Ottavia-
niqué suivant. ni l’attaque inouïe que nous allons examiner.
Nous le faisons paraître en ajoûtant ces re- Ainsi, une attaque contre la personne du
marques: Cardinal nous est présenté: primièrement,
1) nous regrettons que la «Note Doctri- comme approuvée par le propre secrétaire du
nale sur le Nouvel Ordo Missae» parue sans Cardinal; puis, dans un second temps, comme
signature et cependant prétendant parler au approuvée par le Cardinal lui-même!».
nom des Chevaliers de Notre Dame, n’ait pas Il direttore di Itinéraires difinisce une enor-
été signée par son véritable auteur, Dom Ma- mité fantasmagorique l’imprudente asserzio-
rie-Gérard Lafond et qu’elle ait été imposée ne del Lafond, secondo la quale Ottaviani
d’autorité à l’ensemble des Chevaliers dont la avrebbe «approvato» tutti i testi del «Novus
réputation collective se trouve ainsi compro- Ordo Missae»; che lo stesso Ottaviani sareb-
mise. be l’autore in persona di «certe formule» del-
2) Nous sommes quasi persuadés, quant à la nuova messa addirittura assunte «espres-
nous, que le Cardinal Ottaviani ne s’est pas samente per sua richiesta»; che egli non può
déjugé mais qu’on a abusé de sa confiance et aver approvato il «Breve esame critico», e
de son infirmité, laquelle avait été utilisée par che «probabilmente ci si è ben guardati dal
Dom Lafond comme argument contre l’au- farglielo leggere».
thenticité de sa lettre au Saint Père appuyant Simili accuse, scrive Madiran, plus encore
le «Bref Examen». que calomnieuses, sont elles-même propre-
Un groupe de Chevaliers de Notre Dame ment délirant, poussant l’extravagance j’u-
squ’à un degré extraordinaire. On y reconnaît
B la démesure frénétique qui est habituelle à la
Maffia (sic.) lorsquell’elle s’affole; la gros-
L’ultimo numero della rivista Itinéraires sièreté invraisemblable de n’importe quoi au-
(aprile 1970), porta un Supplément, fuori quel elle a ordinairement recours quand elle
commercio, nel quale Jean Madiran, rileva la se sente désarçonnée.
anomalia straordinaria contenuta nella prete- Nessuna prova concreta di quanto si af-
sa Lettera che il cardinale Ottaviani avrebbe ferma è offerta sia dal Padre Lafond, il qua-

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le si trincera dietro espressioni come Nous ce alla lettera a Paolo VI, in data settembre
sommes en mesure d’affirmer, oppure il est 1969, per accorgersi della differenza.
probable; sia dal Lamaire, che ha diffuso la Nella seconda parte, il documento Madi-
cosiddetta «Note doctrinale», e che si limita a ran contesta l’affermazione del Lafond secon-
sostenere l’enormità che Ottaviani ha visto e do la quale Ottaviani n’avait autorisé person-
approvato i testi della nuova messa, con argo- ne a pubblicare la sua lettera a Paolo VI.
menti di questo genere: il ressort de plusieurs Au mois d’octobre 1969, le cardinal Otta-
indications… viani en personne avait donné cette autorisa-
La prima parte del documento Madiran si tion à notre éminent collaborateur et ami M.
conclude così: l’abbé Raymond Dulac. Cette autorisation
En voici que la Note qui lance de telles concernait nommément la revue Itinéraires,
accusations contro le cardinal Ottaviani a été mais point elle seulement.
approuvée par Mgr. Gilberto Agustoni qui, Un malinteso, forse? No.
lui, n’est pas frappé de cécité physique, et Plus d’un mois aprés la lettre à Dom La-
peut lire personnellement les textes auxquel- fond, je me suis assuré personallement, auprès
les il donne la son approbation. du cardinal Ottaviani lui-même, que l’autori-
Je déclare ici qu’il a, en cela, et en sa qualité sation était authentique, réelle, non révoquée,
invoquée de secrétaire du cardinal Ottaviani, et ne comportait, ni en elle-même ni dans l’u-
commis un félonie publique. Si le secrétaire sage que nous en avons fait, aucun malenten-
félon est malcontent de cette qualification, du. Tel est mon témoignage. Si le segrétariat
il n’a qu’à m’en demander raison devant les du cardinal Ottaviani le conteste, il peut m’en
tribunaux ecclésiastiques. Il m’y trouvera en domander raison devant les tribunaux ecclés-
face de lui. iastiques. Il m’y trouvera. Je l’avertis que j’y
Ma gli autori del colpo sinistro sono an- récuserai tout témoignage écrit du Cardinal
dati anche più in là. La approvazione a que- éventuellement produit, et que j’y demanderai
ste accuse insensate – è sempre Madiran che sa présence physique et sa déposition orale.
parla – sono state sottoposte in un secondo Perfaitement conscient de la gravité intrinsêq-
tempo alla firma dello stesso Ottaviani. Un ue, et peut-être historique, de mes présentes
colmo di derisione cinica. déclarations, je relis, je persiste et je signe,
Naturallement je n’était pas là, ni dans la devant Dieu et devant les hommes.
coulisse, le jour où le secrétaire félon a fait Il Documento Madiran conclude rinnovan-
signer au Cardinal cette lettre à Dom Lafond. do a tutti i cattolici l’invito a studiare e a me-
J’ignore s’il lui a dit, en guidant sa main d’a- ditare il «Breve esame critico» della Lumen
veugle vers la place de la signature, qu’il s’a- Gentium, il quale riafferma il pensiero e cor-
gissait de l’envoi d’une aumône ou d’un en- risponde alla vera volontà del cardinale Otta-
couragement aux Petites Seurs des Pauvres. viani, e si erge come un monumento di fedeltà
E poiché è stato pubblicato il fac-simile alle definizioni del Concilio di Trento. Come
della lettera al Lafond, compresa la firma, tale il constitue le veritable et l’indispensable
basta confrontarla con quella che era in cal- vademecum de tout catholique romain.

CONOSCERE LA SACRA LITURGIA

RUBRICAE GENERALES MISSALIS ROMANI


X - De Epistola, Graduali, Allelúja, Lectiones, post singulas dicitur Deo grátias,
et Tractu, ac de Evangelio præterquam in fine quintæ Lectionis Danie-
POST ultimam Orationem dicitur Episto- lis in Sabbatis Quatuor Temporum, et in fine
la : qua finita, a Ministris respondetur Deo Lectionum Feriæ sextæ in Parasceve et Sab-
grátias. Et similiter quando leguntur plures bati sancti.

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2 Post Epistolam dicitur Graduale, quod bus Festis B. Mariæ, et per Octavas. In Festis
semper dicitur, præterquam Tempore Pascha- duodecim Apostolorum, et Evangelistarum, et
li, cujus loco tunc dicuntur duo Versus, ut ha- per Octavas. In utraque Cathedra S. Petri, et
betur in Rubrica in Sabbato in Albis. in Festo S. Petri ad Vincula. In Festis Con-
3 Post Graduale dicuntur duo Allelúja, versionis et Commemorationis S. Pauli Ap.
deinde Versus, et post Versum unum Allelúja. In Festo S. Joannis ante Portam Latinam. In
Tempore Paschali, quando non dicitur Gra- Festo S. Barnabæ Ap. In Festis Inventionis et
duale, dicitur aliud Allelúja post secundum Exaltationis S. Crucis. In Festo Pretiosissimi
Versum : et quando dicitur Sequentia, non di- Sanguinis, et in Transfiguratione Domini. In
citur post ultimum Versum, sed post Sequen- Festis Angelorum. In Festis S. Joseph Spon-
tiam. si B. M. V. In Festo S. Mariæ Magdalenæ. In
4 A Septuagesima usque ad Sabbatum San- Festis Quatuor Doctorum, videlicet, Gregorii,
ctum non dicitur Allelúja, neque dicitur in Ambrosii, Augustini et Hieronymi : additis
Missa de Feria in Adventu, Quatuor Tempori- Festis S. Hilarii, S. Francisci Salesii, S. Petri
bus, et Vigiliis quæ jejunantur, exceptis Vigi- Damiani, S. Thomæ de Aquino, S. Isidori, S.
lia Nativitatis Domini si venerit in Dominica, Leonis I Papæ, S. Anselmi, S. Petri Canisii, S.
et Vigilia Paschæ et Pentecostes, ac Quatuor Bedæ Venerabilis, S. Bonaventuræ, S. Alfonsi
Temporibus Pentecostes. Nec dicitur in Festo Mariæ de Ligorio, S. Bernardi, S. Joannis a
sanctorum Innocentium, nisi venerit in Domi- Cruce et S. Petri Chrysologi. Item in Festis Ss.
nica. Doctorum Athanasii, Basilii, Cyrilli Alexan-
5 A Septuagesima usque ad Pascha ejus drini, Cyrilli Hierosolymitani, Ephræm Syri,
loco dicitur Tractus : qui Tractus prædicto Gregorii Nazianzeni, Joannis Chrysostomi et
tempore in aliquibus Feriis non dicitur, ut suis Joannis Damasceni. In die Octava S. Joannis
locis ponitur, nec dicitur in Feriis a Septuage- Baptistæ et S. Laurentii. In Festo Omnium
sima usque ad Quadragesimam, quando repe- Sanctorum et per Octavam. In Dedicatione
titur Missa Dominicæ. Archibasilicæ Ssmi Salvatoris, et Ss. Aposto-
6 Dicto Graduali, seu Allelúja, seu Tractu, lorum Petri et Pauli. In Anniversario Dedica-
dicitur Evangelium. Et in principio Evangelii tionis propriae Ecclesiæ, et per Octavam. In
dicitur : Dóminus vobíscum. R). Et cum spíritu die Consecrationis Ecclesiæ, vel Altaris. In
tuo. Deinde : Sequéntia sancti Evangélii Festis Sanctorum quibus dedicata est Eccle-
secúndum N. R). Glória tibi, Dómine. In fine sia, et ubi habetur Corpus, vel insignis Reli-
Evangelii a Ministro respondetur : Laus tibi, quia Sancti, de quo agitur. In die Creationis, et
Christe, quod etiam dicitur in fine illius par- Coronationis Summi Pontificis et in Anniver-
tis Passionis, quæ legitur in tono Evangelii, sario ejusdem diei. In die, et in Anniversario
præterquam in Parasceve. Postea, si dicen- Electionis et Consecrationis Episcopi. Item
dum est, dicitur Credo. in omnibus Festis, quæ in Dominicis, et infra
Octavas celebrantur : in quibus ratione Domi-
XI - De Symbolo nicæ et Octavæ dici debet. Item in Festo Pa-
SYMBOLUM dicitur post Evangelium in troni alicujus loci, vel Tituli Ecclesiæ (non au-
omnibus Dominicis per annum, etiamsi in illis tem alicujus Capellæ, vel Altaris), et in Festis
fiat de Festo, in quo alias non diceretur, vel principalibus Ordinum et per eorum Octavas,
Dominica vacet. In tribus Missis de Nativitate in Ecclesiis tantum illius Ordinis. Item dicitur
Domini, et deinceps usque ad Octavam S. Jo- Credo in Missis votivis, quæ sollemniter pro
annis Apostoli inclusive. In Festo Ssmi Nomi- re gravi, vel pro publica Ecclesiæ causa cele-
nis Jesu. In Epiphania, et per Octavam. Feria brantur, etiamsi dicantur in paramentis viola-
V in Cœna Domini. In Paschate Resurrectio- ceis in Dominica.
nis, et per Octavam. In Ascensione Domini, et (5 - segue)
per Octavam. In Pentecoste, et per Octavam.
In Festo Corporis Christi, et per Octavam. In
Festo Cordis Jesu, et per Octavam. In omni-

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NOTITIAE
IL GIORNALE DIOCESANO DÀ NO- Don Paolo ha voluto ricordare che fu il
TIZIA DELLA MESSA SOLENNE DI RE- parroco della sua infanzia – e dunque della
QUIEM PER IL TRIGESIMO DI MONS. sua prima comunione – nel rione cittadino
COSULICH di San Giacomo, una San Giacomo molto
Per il trigesimo del nostro Amico mons. diversa da quella attuale, quartiere popo-
Mario Cosulich a Trieste è stata cantato il re- lare e popoloso ancora connotato da dina-
quiem in rito antico con assoluzione al tumu- miche e tensioni «che ricordano quelle così
lo secondo la sua espressa volontà. Il giornale brillantemente descritte dal Guareschi». Ma
diocesano («Vita Nuova», 29 novembre 2019, don Mario, dopo i lunghi anni di parrocato
p. 14) ne ha dato ampia notizia che qui sotto a San Giacomo, fu cerimoniere vescovile:
riportiamo. Ci pare un modo normale, oppor- «Mi fu ancora una volta maestro, con la sua
tuno, giusto di applicare il Motu proprio Sum- precisione e sicurezza nelle sacre cerimonie
morum Pontificum e una corretta informazio- sapeva trasmettere una grande verità: le ce-
ne di quanto avviene in diocesi. Speriamo che rimonie non sono un accessorio ma una parte
l’esempio sia seguito anche altrove. essenziale della sacra liturgia e sono perciò
Venerdì 22 novembre è stata celebrata una connaturate alla nostra fede».
solenne santa Messa da Requiem nel Trige- Dunque ha avuto luogo il rito dell’Assolu-
simo di mons. Mario Cosulich, preposito del zione al Tumulo: questo allude alla tomba e
nostro Capitolo Cattedrale, presso la chiesa ricorda l’epoca in cui nelle chiese frequenti
della Beata Vergine del Soccorso. La cele- e numerose erano le sepolture, si noterà che
brazione è avvenuta in lingua latina secondo esso è solo all’occhio superficiale o prevenu-
l’antico messale romano (di san Pio V), secon- to lugubre, il simulacro del sepolcro è infatti
do le previsioni del motu proprio Summorum circondato da numerosi lumi accesi, segno
Pontificum del pontefice emerito Benedetto che per il cristiano la morte è rischiarata dal-
XVI. Era un desiderio che mons. Cosulich la speranza che ci è dato di nutrire stante il
aveva molte volte espresso e che don Paolo trionfo su di essa da parte di Cristo. Sopra il
Rakic ha voluto esaudire con la collaborazio- tumulo - come si costuma - erano posti due
ne di alcune persone che gli sono state vicine segni molto allusivi alla vita di don Mario: la
e del gruppo di coloro che, nella parrocchia- stola, simbolo forse tra i principali del sacer-
le, si ritrovano per la celebrazione della mes- dozio che mons. Mario Cosulich aveva rice-
sa in forma antica al primo venerdì del mese. vuto nel lontano 1943 e la berretta violacea
«Era proprio il pomeriggio precedente la - un tempo caratteristica dei canonici dei ca-
sua morte, si avvertiva con evidente chiarezza, pitoli delle città principali dell’Impero e dun-
il venire progressivamente meno delle sue que di Trieste – che alludeva al suo ufficio di
forze, ma la sua acuta lucidità ancora non canonico – e poi di preposito cui fu chiamato
mancava di stupire. Mi avvicinai e mi chiese nel 1982. La parte musicale del sacro rito è
in modo molto diretto questo, ed oggi siamo stata affidata al Tergeste vocal ensemble, an-
qui a suffragare la sua anima e ad onorare la cora una volta ospite della parrocchia, che ha
sua memoria, con questo rito che, nella liturgia proposto brani di T. L. da Victoria e M. Hal-
dei defunti, ha l’innegabile pregio di mettere ler. (Francesco Tolloi)
davvero a nudo il sentimento dell’uomo posto
dinnanzi al mistero della morte». Così don PROCESSIONE DELL’IMMACOLATA
Paolo si è espresso – parlando “a braccio” A ROMA
– all’inizio dell’Orazione funebre che nella L’8 dicembre 2019 pomeriggio si è
forma antica del rito romano, in queste cir- tenuta come ormai tradizione la processione
costanze, si tiene alla fine della Messa, qual- con fiaccole in onore della Vergine Maria
che momento prima di compiere il fortemente Immacolata, organizzata a Roma dall’Istitu-
evocativo rito dell’absolutio ad tumulum. to di Cristo Re Sommo Sacerdote con par-

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tenza dalla chiesa di Gesù e Maria al Corso. Celso e Giuliano, con canto del Tota Pulchra,
Quest’anno è stata presieduta dal prefetto predica e benedizione col Ss.mo Sacramento
della Congregazione per la dottrina della fede,
Em.za il card. Luis Francisco Ladaria Ferrer L’ISTITUTO DI CRISTO RE NELL’URBE
sj. Con notevole partecipazione di clero, di re- La Messa della notte di Natale 2019 è sta-
ligiosi e di popolo la processione ha proceduto ta cantata in forma solenne in rito tridentino
lungo il Corso per raggiungere piazza Colon- da mons. Patrick Incorvaja della Congrega-
na e, proseguendo per via Colonna Antonina, zione per la Dottrina della Fede alla chiesa
piazza di Montecitorio, da dove ha percorso la romana dei SS. Celso e Giuliano, per le cure
via in Aquiro, è passata per piazza Capranica dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote.
e via degli Orfani per arrivare a piazza della A partire da tale data l’Istituto ha preso a offi-
Rotonda, e da qui si è diretta alla basilica di S. ciare stabilmente detta chiesa rettoria (che si
Maria sopra Minerva, sul cui sagrato è seguita trova alla Via Banco di Santo Spirito 5, info
la benedizione con la reliquia della Madonna +39 06 6624922) – al cui fonte, ai tempi in
e il bacio della reliquia. cui era parrocchia, si ricorda che fu battezzato
Dal 29 novembre al 7 dicembre ogni sera Eugenio Pacelli, poi papa Pio XII. Si celebra
alle 20, a cura sempre dell’Istituto, vi era stata la Messa tridentina ogni domenica e festa di
la Novena dell’Immacolata alla chiesa dei SS. precetto alle ore 10.

VITA DELL’ASSOCIAZIONE
UNA VOCE INTERNAZIONALE (Una Voce Portogallo), Riccardo Turrini Vita
Roma, 25 ottobre 2019. La Foederatio In- (Una Voce Italia). Il consiglio ha eletto i con-
ternationalis Una Voce ha presentato in oc- soci Banken e Oostveen vicepresidenti, Shaw
casione del VII Pellegrinaggio Summorum segretario, Rheinschmitt tesoriere. Giacomo
Pontificum (vedi infra), il libro The Case for Dhaussy (Una Voce Francia) è stato nominato
Liturgical Restoration (Nuova York, Angeli- presidente onorario della Federazione.
co Press, 2019, pp. xxxvi-394) al Convento
di S. Agostino in Campo Marzio. Ha rivolto UNA VOCE ITALIA
il suo saluto il presidente federale don Filippo Roma, 25 ottobre 2019. E’ iniziato nell’Ur-
Alanís Suárez; quindi il dott. Giuseppe Shaw be l’VIII Pellegrinaggio Internazionale Sum-
ha esposto l’opera. Ha rappresentato Una morum Pontificum organizzato dal Coetus
Voce Italia il segretario nazionale, dott. avv. Internationalis Summorum Pontificum. Quale
Tommaso Raccuglia. primo evento collegato con il pellegrinaggio
Roma, 26 ottobre 2019. L’assemblea gene- si è tenuto all’Istituto Patristico Augustinia-
rale della FIUV, tenutasi alla Residenza Ma- num il Quinto Convegno Summorum Pontifi-
dri Pie, ha rieletto presidente Filippo Alanís cum, a cura di Oremus-Paix Liturgique. Dopo
Suárez (Una Voce Messico). Il nuovo consi- l’introduzione dell’abate Claudio Barthe sono
glio internazionale della federazione è com- intervenuti padre Giovanni Zuhlsdorf e Gio-
posto da Filippo Alanís Suárez, Giacomo Al- vanni Silveira, ha poi avuto luogo l’intervento
calde Silva (Una Voce Cile), Eduardo Colón di don Nicola Bux e quello di Natalia San-
(Una Voce Porto Rico), Fabio Marino (Una martin Fenollera, conclusioni di Cristiano
Voce Italia), Olao-Michele Martynov (Una Marquant. Nel pomeriggio alla chiesa di S.
Voce Russia), Giacomo Oostveen (Ecclesia Luigi dei Francesi vi è stata la Via Crucis a
Dei Delft, Paesi Bassi), David Reid (Una Voce cura dell’Istituto del Buon Pastore. Ha fatto
Canada), Monica Rheinschmitt (Pro Missa immediatamente seguito la Messa solenne di
Tridentina, Germania), Giuseppe Shaw (Latin apertura del pellegrinaggio alla basilica di S.
Mass Society, Inghilterra e Galles), Iaroslao Maria ad Martyres con il servizio liturgico dei
Syrkiewicz (Una Voce Polonia), Patrizio Ban- Norbertini di Godollo e quello musicale della
ken (Una Voce Francia), Giovanni Silveira Schola cantorum della chiesa di S. Michele di

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Budapest, curata dalla Foederatio Internatio- Roma, 30 novembre 2019. Alla Ss.ma Tri-
nalis Juventutem. La sera la FIUV ha organiz- nità dei Pellegrini, il rev. padre Guglielmo
zato la presentazione di un volume recente- Barker fssp ha offerto la santa Messa per il
mente apparso (cfr. supra). riposo delle anime dei soci mancati di Una
Roma, 26 ottobre 2019. Dopo l’adorazione Voce Italia. Hanno rappresentato l’associa-
eucaristica alla basilica di S. Lorenzo in Da- zione il vicepresidente nazionale dott. avv. gr.
maso, per le cure del Coordinamento Nazio- uff. Emilio Artiglieri, il segretario nazionale
nale Summorum Pontificum, la processione dott. avv. Tommaso Raccuglia, il direttore re-
dei pellegrini Summorum Pontificum ha mos- sponsabile del Notiziario, dott. avv. Simone di
so verso la basilica di S. Pietro in Vaticano, Tommaso. Altresì presente il cons. dott. cav.
ove s.e. r.ma mons. Domenico Rey, vescovo gr. cr. Riccardo Turrini Vita, già presidente
di Fréjus-Tolone, ha cantato la Messa pontifi- nazionale.
cale all’altare della Cattedra. Al termine della
funzione il rev.do Clero presente è affluito a UNA VOCE PORDENONE
Palazzo Armellini Cesi per partecipare a un Aviano, 23 dicembre 2019. Al Santuario di
tradizionale ricevimento, imbandito da Ore- Madonna del Monte in Costa d’Aviano (Por-
mus-Paix Liturgique. denone) si è tenuto un pellegrinaggio organiz-
Roma, 27 ottobre 2019. Per i pellegrini zato dalla Sezione di Pordenone di Una Voce
partecipanti all’Angelus del Santo Padre, è Italia e dalla Compagnia di Sant’Antonio.
stata cantata una Messa alla chiesa di Gesù e Movendo dalla chiesa di S. Valentino a Co-
Maria al Corso a cura dell’Istituto di Cristo sta di Marsure i pellegrini sono saliti a piedi
Re Sommo Sacerdote. In tarda mattinata alla al santuario ove, dopo la recita del Rosario, il
parrocchia della Ss.ma Trinità dei Pellegrini rettore del Santuario, rev. mons. Sergio Mo-
vi è stato il pontificale dell’eccellenza Rey, retto, ha cantato la Messa in rito tridentino.
che ha segnato la chiusura del pellegrinaggio, Presente il delegato della sezione prof. dr.
a cura della Fraternità Sacerdotale San Pietro. Giordano Brunettin.

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Sommario
La lettera dei Cardinali Ottaviani e Bacci a papa Paolo VI del 1969

Chi fece il Breve esame critico del Novus Ordo Missae? Intervista con Filippo Delpino

Léon Gromier La semplificazione delle rubriche del messale e del breviario

UNA VOCE ITALIA 50 ANNI - TESTIMONIANZE

Documenti di Una Voce 5

CONOSCERE LA SACRA LITURGIA

Missale Romanum Rubricae generales (5)

NOTITIAE VITA DELL’ASSOCIAZIONE

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13 dicembre 1971 — conto corrente banco popolare, iban it89-v-05034-03252-000000006703 intestato a «una voce italia»

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