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MATERIALI PER
L'INGEGNERIA
Prof. Bemporad
(A.A. 2006-07)
AVVERTENZA
Voglio chiarire in modo esplicito che questi appunti sono liberi e tutti
possono usufruirne GRATUITAMENTE, non mi rendo responsabile
dell'uso che ne farete, ne della loro correttezza. Sono solo uno studente che
condivide il proprio lavoro e quindi questi appunti sono passibili di errori!!!
Chiunque usi questi appunti come fonte di profitto o in modo illecito
interamente responsabile delle sue azioni, voglio sottolineare ancora che
tutti potete ottenere gratuitamente questi appunti sul sito:
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Che Dio vi benedica!
Elaborato da:
Renato Campus Giraldo
Supporto didattico:
Appunti di Marco Buccheri
Dispense del Prof. Bemporad
Manuale dei materiali per l'ingegneria, a cura di AIMAT (McGrawHill)
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INDICE
I. Richiami ed introduzione al corso
03
1. Richiami di STM
2. La metallurgia
03
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1.
2.
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metalli e leghe;
polimeri;
vetri e ceramici;
compositi.
Modifica della
struttura e della
microstruttura
del materiale
Chimica
Termica
Meccanica
Incremento
delle
prestazioni
meccaniche
ENERGIA
Alligazione
Tratt. termici
Tratt. chimici
Tratt. meccanici
Tratt. termo-meccanici
2. La metallurgia
A temperatura ordinaria i metalli sono tutti allo stato solido, ad eccezione del mercurio (Hg), sono buoni
conduttori di calore ed elettricit anche se la loro conducibilit diminuisce con la loro temperatura. Hanno un
elevato peso specifico, sono opachi e sono in grado di assumere dopo opportuna lavorazione una lucentezza
caratteristica.
Trovano impiego industriale come elemento puro (con un certo grado di impurezze ammesse) o pi
frequentemente come leghe, cio come combinazioni fra metalli diversi o anche fra metalli e metalloidi.
L'aggiunta di elementi di lega ad un metallo pu portare alla formazione di una soluzione solida omogenea,
di un composto intermetallico, di un composto interstiziale o di un miscuglio di fasi.
Le leghe hanno caratteristiche chimiche, fisiche e meccaniche diverse da quelle dei componenti puri e la loro
composizione viene messa a punto in vista dell'ottenimento di caratteristiche particolari richieste
dall'applicazione alla quale sar destinato.
L'impiego industriale di un metallo o di una lega prevede una fabbricazione e un affinazione che hanno luogo
allo stato liquido. La successiva solidificazione presenta due stadi distinti: la nucleazione e l'accrescimento
che vedremo pi dettagliatamente in seguito per la lega Rame-Nichel.
Possiamo orientare lo studio in 3 settori:
metallurgia chimica: studia la produzione dei metalli dalla materia prima e il loro comportamento quando sono
in un ambiente aggressivo;
metallurgia fisica: studia la struttura dei metalli, principalmente:
il tipo di aggregazione degli atomi internamente;
propriet che ne derivano;
tipi di difetti e le loro conseguenze;
metallurgia meccanica: comportamenti dei metalli sottoposti a sforzi meccanici;
Metallurgia chimica.
Si possono dare delle definizioni molto importanti:
Fasi: una fase definita come una porzione omogenea di un sistema che ha caratteristiche chimiche e fisiche
uniformi. Ogni materiale puro viene considerato come un unica fase, cosi anche ogni solido, liquido e le
soluzioni di gas. Ad esempio in una soluzione acqua-zucchero, l'acqua una fase e lo zucchero solido non
sciolto un altra fase.
Se in un sistema ci sono pi fasi, ognuna avr le sue propriet fisiche e ci sar una superficie di separazione tra
fasi attraverso le quali c' un discontinuo e brusco cambiamento delle caratteristiche fisiche e/o chimiche, non
deve per forza trattarsi di sostanze diverse, anche la sola presenza di ghiaccio e acqua sufficiente a definire
un sistema bifasico.
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La regola delle fasi (o Teorema di Gibbs) dice che in condizioni di equilibrio i gradi di varianza v di un sistema
dato dall'equazione:
v=ci m f
dove:
m il numero dei fattori fisici;
ci una costante ( c i=2 per i sistemi binari);
f il numero delle fasi.
Microstruttura: spesso le propriet fisiche dipendono dalle microstrutture delle sostanze, queste si possono
osservare direttamente al microscopio. Nelle leghe metalliche la microstruttura caratterizzata dal numero di
fasi presenti, dalla quantit e da come sono disposte.
Equilibri di fase: Altro concetto importante quello dell'equilibrio, pu essere descritto molto bene in termini
dell'energia libera, una funzione dell'energia interna e dell'entropia di un sistema:
G=U PV TS con U =Q L e S =
Qrev Q irr
.
T
T
In determinate condizioni un sistema in equilibrio se la sua energia libera al minimo, questo significa che le
caratteristiche del sistema non cambiano col tempo ma si mantengono per un tempo indefinito, il sistema
considerato STABILE altrimenti detto INSTABILE. Si hanno casi, soprattuto nei sistemi solidi, in cui uno
stato di equilibrio non viene mai raggiunto perch la velocit di avvicinamento all'equilibrio estremamente
bassa, un tale sistema definito come di non equilibrio o METASTABILE
Si ha che se:
G 0 la trasformazione procede spontaneamente verso l'equilibrio;
Lo studio dell'energia libera e l'uso dei diagrammi ci permette di studiare un composto bifasico, ma non ci da'
indicazioni sul tempo necessario al conseguimento di un nuovo stato di equilibrio. Questo stato pu mantenersi
indefinitivamente con variazioni estremamente basse nel tempo.
Vediamo quindi che non solo importante capire lo stato di equilibrio di un sistema ma anche la velocit con
cui si stabilisce uno stato di equilibrio ed i fattori che influiscono sulla velocit.
Ricordiamo che i metalli sono solidi cristallini e che hanno i loro atomi disposti in posizioni spaziali ben
definite che generano un reticolo cristallino (diversamente dai solidi amorfi e dai liquidi che hanno gli atomi
disposti senza un ordine prestabilito). Le propriet di un solido cristallino dipendono anche dalla natura dei
suoi legami atomici che possono essere:
legame metallico;
legame ionico;
legame covalente;
legame di Van der Waals.
N.B. : Il professore ha inserito nei fascicoli 1 e 2 delle dispense tantissimi richiami ad argomenti di Scienze e Tecnologie dei Materiali (STM)
come la descrizione dei legami, le notazioni cristallografiche, i vari tipi di reticolo, i difetti del reticolo e le loro conseguenze, le prove effettuate
sui materiali per determinarne le propriet, la rottura duttile e fragile, la rottura a fatica, il creep, la transizione duttile-fragile e la resilienza.
Questi argomenti non sono stati chiesti in sede di esame nelle sessioni che ho visto quindi non le tratter, siccome sono tutti argomenti di STM se
vi serve potete scaricare gli appunti della materia dallo stesso mio sito http://raid996.altervista.org.
All'inizio del 3 fascicolo c' comunque un riassunto molto ben fatto che basta e avanza secondo me se avete gi dato l'esame di STM.
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Limite di solubilit
Per determinati sistemi di leghe a una certa temperatura esiste una
concentrazione massima di atomi di soluto che possono essere sciolti nel
solvente per formar una soluzione solida, questa concentrazione massima
detta limite di solubilit.
Oltre questo limite si ha formazione di un altra soluzione solida o di un
composto che presenta una composizione molto diversa, si consideri
l'esempio della soluzione acqua-zucchero: lo zucchero si scioglie nell'acqua
fino ad una concentrazione massima oltre la quale non si scioglie e si va a
depositare sul fondo del recipiente.
Il limite di solubilit (lds) dipende dalla temperatura alla quale si trova il
solvente, nel caso precedente acqua-zucchero si pu tracciare un diagramma
come quello a fianco.
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Una variazione di entalpia H mix =x Ax B associata alla interazione tra i due atomi, con 2 casi:
vediamo che per ogni fase l'energia libera sar una funzione della temperatura
e delle concentrazioni, data una temperatura e i valori delle concentrazioni
sar stabile la fase col valore pi basso di energia libera.
Se si rappresenta l'andamento della G mix in funzione della
concentrazione, vediamo che per basse temperature si ha un massimo della
curva e due minimi che delimitano un intervallo di concentrazioni dove i due
componenti non possono miscelarsi completamente (con formazione di fasi).
Se si ricava dalla curva ( G mix , C) quella (T , C) vediamo pi
chiaramente la zona di immiscibilit.
Nel caso di una soluzione solida la variazione di energia libera
G sol data dalla somma dell'energia di miscelazione
G mix con quella di fusione: G fus =9,5T mT , si
ha che G fus sar nulla se in corrispondenza della
temperatura di fusione, negativa se al di sotto e positiva se al di
sopra di essa. A questo punto si pu graficare l'energia libera di
una soluzione solida: G sol = G mix G fus .
Analizzando l'andamento della curva vediamo che il sistema
stabile sar quello con valori di energia libera minimi.
N.B. : nelle dispense (fascicolo 3, diapositive 39 a 49) sono presenti tutta una serie di casi di cui si fa l'analisi della variazione di energia libera,
non le ha chieste all'esame e per semplicit mi limiter a leggerle velocemente, il procedimento comunque sempre lo stesso solo che applicato a
casi pi complicati.
Spesso conviene dare le quantit relative delle fasi come frazioni volumetriche, si ha per la fase :
v
v v
dove v e v indicano i volumi delle fasi nella lega con V V =1 infine diamo la relazione tra frazione
V =
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Raffreddamento di equilibrio
La struttura a cuore pu essere eliminata con un trattamento termico di omogeneizzazione condotto ad una
temperatura inferiore a quella del solidus di equilibrio durante il quale si verifica la diffusione degli atomi
che porta a grani di composizione omogenea.
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Un altro tipo comune di diagramma di fase per le leghe binarie il diagramma di fase eutettico, si hanno nel
diagramma del sistema rame-argento tre regioni monofasiche:
soluzione ricca in rame, ha l'argento come componente soluto ed una struttura cristallina cfc;
ha una struttura cfc, ma il soluto il rame;
L fase liquida.
Il rame e l'argento puro vengono considerati rispettivamente come fasi e , quindi la solubilit in queste fasi
molto bassa e ad ogni temperatura inferiore alle retta BEG solo una limitata concentrazione di rame si
scioglie nell'argento e viceversa.
Il segmento BEG posto fra i punti di massima solubilit pu essere considerato una curva di solidus perch
rappresenta in ogni lega in equilibrio del sistema la temperatura pi bassa a cui pu esistere la fase liquida.
Nelle regioni bifasiche evidenziate sul grafico si possono calcolare le composizioni e le quantit relative per
ogni fase applicando la regola della leva.
Man mano che l'argento viene aggiunto al rame diminuisce lungo la curva di solidus la temperatura in cui la
lega completamente liquida quindi possiamo dire che la temperatura di fusione del rame viene abbassato per
l'aggiunta dell'argento e viceversa. Queste due curve di liquidus (AE e FE) si incontrano nel punto E attraverso
cui passa la retta isoterma BEG, il punto E viene detto punto invariante e viene individuato dalla composizione
CE e dalla temperatura TE. Per una lega di composizione CE si verifica nel corso del raffreddamento una
reazione quando si raggiunge la TE:
L C E C E C E ,
quindi per raffreddamento alla temperatura TE una fase liquida viene trasformata in due fasi solide e , questa
definita reazione eutettica (cio di facile fusione) e CE e CE rappresentano le composizioni delle fasi alla TE .
Il segmento orizzontale BEG viene chiamato isoterma eutettica.
La reazione eutettica, al raffreddamento, simile a quella della solidificazione per i componenti puri in cui la
reazione procede fino alla solidificazione completa ma il solido prodotto dalla solidificazione eutettica
sempre costituito da due fasi diversamente dal caso di componente puro.
Nella costruzione di diagrammi di fase binari importante sapere che entro un campo di fase possono essere in
equilibrio massimo due fasi, invece nel caso di diagramma di fase eutettico si possono avere anche 3 fasi in
equilibrio ma solo nei punti lungo l'isoterma eutettica. comunque vero che le regioni monofasiche sono
divise da una regione bifasica comprendente le due fasi che separa.
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a temperatura ambiente la forma stabile detta ferrite (o ferro ) ha una struttura cristallina CFC;
a 912 C la ferrite subisce una trasformazione polimorfa in austenite (o ferro ) con struttura CFC;
a 1394 C il reticolo CFC torna ad essere CCC diventando ferrite che fonde a 1538 C.
Vediamo che il diagramma riguarda solo concentrazioni inferiore allo 6,70% in peso, questo perch a tale
concentrazione si forma il composto intermedio carburo di ferro o cementite, che viene rappresentato da una
linea verticale nel diaframma di fase. Quindi il diagramma ferro-carbonio pu essere diviso in due parti, una
porzione ricca in ferro ed un altra con composizione tra 6,70% e 100%.
Il carbonio un impurezza interstiziale del ferro e forma una soluzione solida con le ferriti e e con
l'austenite, vediamo alcune caratteristiche di questo diagramma:
Nella ferrite CCC il carbonio molto poco solubile (lds 0,022%) per via della configurazione ed alla
dimensione delle posizioni interstiziali del reticolo ccc che rende difficile l'accomodamento degli atomi di
carbonio. Anche quando presente in bassa concentrazione, la presenza degli atomi del carbonio cambiano in
modo notevole l'influenza sulle propriet meccaniche della ferrite.
L'austenite quando legata con poco carbonio non stabile al di sotto di 727 C, il suo lds del 2,14 % a 1147
C che circa 100 volte pi grande del lds della ferrite. Come prima, questo dovuto alla configurazione del
reticolo CFC dell'austenite che concede pi spazio e quindi le tensioni indotte sugli atomi di ferro circostanti
sono molto pi basse. Le trasformazioni di fase che coinvolgo l'austenite sono molto importanti per i
trattamenti termici degli acciai.
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La cementite si forma quando si supera il lds del carbonio nella ferrite al di sotto di 727 C per composizione
comprese nella regione di fase ( + Fe3C) e coesiste con la fase tra 727 C e 1147 C. Meccanicamente la
cementite molto dura e fragile e la resistenza di diversi acciai pu essere aumentata dalla sua presenza.
La cementite in realt metastabile in quanto a temperatura ambiente si mantiene come composto a tempo
indefinito, ma se scaldata fra 650 e 700 C per diversi anni si modifica cambiando in ferro e carbonio sotto
forma di graffite rimanendo tale fino a raffreddamento a temperatura ambiente. Quindi il diagramma mostrato
non in realt di equilibrio, ma costituisce un approssimazione valida a tutti gli effetti perch pur essendo la
velocit di decomposizione molto lenta, virtualmente tutto il carbonio si presenta nell'acciaio come Fe 3C e non
come graffite.
Vediamo che nel diagramma sono state designate le regioni bifasiche, notiamo che esiste un eutettico a
(4,30% ; 1147 C) la cui reazione : L Fe 3 C , quindi il liquido che solidifica forma le fasi austenite
e cementite e per successivo raffreddamento fino a temperatura ambiente ci potranno essere altre variazioni di
fase.
Notiamo un eutettoide a (0,76% ; 727 C) per cui si ha 0,76 0,022 Fe 3 C 6,7 cio per
raffreddamento la fase solida si trasforma in ferro e cementite.
2. Evoluzione microstrutturale
Limitiamo la discussione a condizioni di raffreddamento delle leghe di acciaio
molto lente per cui si ha equilibrio, le variazioni di fase che si verificano quando
si passa dalla regione a quella + Fe3C sono relativamente complesse e simili
a quelle che si hanno er i sistemi eutettici. Consideriamo una lega di
composizione eutettica (0,76%) ce viene raffreddata da una temperatura
all'interno della regione della fase (ad'esempio 800 C).
All'inizio la lega formata interamente dalla fase austenite di composizione
0,76%, nel corso del raffreddamento si hanno variazione al raggiungere la
temperatura eutettoide, l'austenite si trasforma seguendo:
0,76 0,022 Fe 3 C 6,7
e
si
forma
una
struttura
microstrutturale lamellare delle due
fasi ( e Fe3C) con un rapporto di
spessore di 8 a 1, questa struttura
definita perlite.
Vediamo che la diffusione in strati
lamellare avviene perch la
composizione della fase di origine,
qui austenite, diversa da quella
delle fasi prodotte, ferrite e
cementite,
e
quindi
la
trasformazione richiede che vi sia
una ridistribuzione del carbonio per
diffusione.
3. Leghe ipoeutettoidi
Consideriamo adesso leghe ferro0-carbonio diverse da quella
eutettoide, si hanno quattro casi come per l'eutettico, consideriamo
una composizione ipoeutettoide , vediamo che:
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vediamo che arrivati appena sopra l'eutettoide si ha un incremento della frazione della fase con particelle di
questa fase di dimensioni maggiori, a questo punto si ha che la fase contiene 0,022% in peso di C e la fase
ha la composizione eutettoide di 0,76%;
all'abbassarsi della temperatura appena sotto l'eutettoide tutta la fase austenitica presente si trasforma in perlite
secondo il processo visto prima mentre per la ferrite non ci sono virtualmente alcun tipo di variazioni al
passare sotto la temperatura eutettoide, essa forma una matrice all'interno della quale si trovano colonie isolate
di perlite.
Vediamo quindi che la ferrite presente sia come matrice che all'interno della perlite, allo scopo di
identificarle si denomina la prima ferrite proeutettoide e la seconda ferrite eutettoide. Le quantit di ferrite
proeutettoide e di perlite possono essere determinare usando le regola della leva applicata per l'eutettico.
4. Leghe ipereutettoidi
Il caso di leghe ipereutettoidi pressapoco identico al
precedente con la differenza che si hanno
concentrazioni di carbonio da 0,76% a 2,14%.
Considerata una lega di composizione ipereutettoide si
ha che partendo da una temperatura di circa 980 C ci
si trova in una regione con la sola fase austenitica, e si
ha che:
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1. Trasformazioni di base
Si possono generalmente suddividere le trasformazioni di fase in tre classi:
dipendenti solo dalla diffusione senza modificazioni del numero o della composizione delle fasi;
dipendenti dalla diffusione e che prevedono variazione di composizione e di numero delle fasi presenti;
senza diffusione e da cui si ottengono fasi metastabili.
La velocit di trasformazione
Le trasformazioni non avvengono in modo istantaneo, si hanno dei fattori che implicano una certa durata di
tempo, ad esempio la formazione delle nuove fasi o il fenomeno della diffusione. Da un punto di vista
microstrutturale possiamo dare due fenomeni temporali importanti:
nucleazione: il processo iniziale ed in pratica la formazione di particelle molto piccole della nuova fase che
poi andranno ad accrescere, solitamente le posizioni favorevoli per la formazione dei nuclei sono le
imperfezioni presenti soprattuto al bordo dei grani della fase gi presente;
accrescimento: i nuclei aumentano di dimensione e normalmente durante questo processo si assottiglia il
volume della fase originaria, la trasformazione si completa solo se l'accrescimento delle particelle delle nuove
fasi in grado di procedere fino a raggiungere la frazione di equilibrio.
1
.
t 0,5
La temperatura una variabile importante nel processo di trattamento termico e ha una forte influenza sulla
cinetica della trasformazione, difatti prese diverse temperature si possono tracciare diversi grafici come
quello precedente.
Per la maggior parte delle temperature possibile
scrivere che la velocit di trasformazione cresce
con la temperatura:
r = Ae QRT
dove:
Si richiama l'attenzione sul fatto che il coefficiente di diffusione ha la stessa dipendenza dalla temperatura, i
processi che hanno questo tipo di interrelazioni sono detti attivati termicamente.
Trasformazioni multifasiche
Nei sistemi metallici si possono produrre trasformazioni di fase agendo sulla temperatura, composizione e
sulla pressione, il modo pi conveniente per quello di variare la temperatura con trattamenti termici,
questo corrisponde ad attraversare le curve che delimitano le fasi mediante riscaldamento e raffreddamento.
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La maggior parte delle trasformazioni di fase richiedono tempi finiti per arrivare al completamento e quindi
la rapidit e la velocit di trasformazione diventano parametri importanti per definire la relazione fra
trattamento termico e l'evoluzione della microstruttura. Questa una delle limitazioni maggiori dei
diagrammi di fase in quanto non indicano nulla sul periodo di tempo richiesto per il raggiungimento
dell'equilibrio.
La velocit di avvicinamento all'equilibrio per i sistemi solidi cosi lenta che vere strutture di equilibrio si
incontrano raramente e le condizioni di equilibrio sono mantenute solo se il riscaldamento ed il
raffreddamento sono condotti a velocit talmente basse da essere impraticabili. Per poter agire fuori
dall'equilibrio si rendono necessari un sottoraffreddamento e un sovrariscaldamento e questi saranno tanto
maggiori quanto sar pi veloce la trasformazione.
Per diverse leghe si preferisce la microstruttura metastabile che intermedia tra lo stato iniziale e quello di
equilibrio, diventa quindi molto importante studiare l'influenza del tempo sulle trasformazioni di fase e
l'informazione cinetica pi importante che non la conoscenza dello stato finale di equilibrio.
Perlite: ricordiamo la reazione eutettoide ferro-carburo di ferro: 0,76 0,022 Fe3 C 6,7 . Per
raffreddamento l'austenite (con una concentrazione di carbonio media) si trasforma in ferrite (con bassa % di
carbonio) e cementite (con %C alta) producendo la microstruttura perlitica.
La temperatura ha un ruolo importante sulla velocit di trasformazione e
ne vediamo la dipendenza nella figura a fianco. Un modo pi conveniente
per rappresentare la trasformazione di tracciare un diagramma della
temperatura in funzione del logaritmo del tempo, tracciamo quindi due
curve: una del tempo necessario all'inizio della trasformazione e l'altro il
tempo di fine della trasformazione.
Osserviamo che:
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Si ha che lo spessore delle lamine di ferrite e di cementite ha un rapporto di 8 a 1 ma lo spessore della lamina
dipende dalla temperatura alla quale avviene la trasformazione isotermica:
a temperature appena inferiori all'eutettoide si producono lamine spesse, viene detta perlite grossolana, a queste
temperature le velocit di diffusione sono relativamente elevate e quindi durante la trasformazione gli atomi di carbonio
possono diffondere a distanze relativamente lunghe ;
col diminuire della temperatura le velocit di diffusione del carbonio diminuisce e le lamine diventano pi sottili, la
struttura a lamelle sottili prodotta a temperature vicine a 540C detta perlite fine.
Per leghe di composizione diversa coesiste una fase proeutettoide e in tal caso nel diagramma di
trasformazione isoterma si devono inserire le curve corrispondenti alla trasformazione proeutettoide.
Bainite: dalle considerazioni appena fatte ci si potrebbe aspettare che l'alternanza di lamelle di cementite e
ferrite diminuisca col diminuire della temperatura della trasformazione, ma si ha invece che dall'austenite si
producono altri costituenti che possono esistere a temperature pi basse tra cui la bainite che formata come
la perlite di ferrite e cementite. Ce ne sono di due tipi:
Martensite: Quando la lega ferro-carbonio viene raffreddata rapidamente dalla fase austenitica fino ad una
temperatura relativamente bassa si forma una struttura monofasica di non equilibrio che risulta dalla
trasformazione senza diffusione dell'austenite, la trasformazione martensitica si verifica quando la velocit di
tempra sufficientemente rapida in modo da prevenire la diffusione del carbonio.
Si ha che un gran numero di atomi si muovono in tutto l'insieme, in modo tale che si
verifichino solo lievi spostamenti di ogni atomo rispetto a quello adiacente, questo fa si
che l'austenite con configurazione cfc subisca una trasformazione in una martensite
tetragonale a corpo centrato (tcc). Tutti gli atomi di carbonio rimangono nella martensite
come impurezze interstiziali e costituiscono una soluzione solida in grado di trasformarsi
rapidamente in altre strutture se riscaldate a temperature che permettano la diffusione.
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La velocit di trasformazione martensitica infinita perch
avviene quasi istantaneamente quindi possiamo considerarla
indipendente dal tempo (l'accrescimento all'interno della matrice
avviene alla velocit del suono), ci sono due diverse microstrutture
martensitiche:
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Anche le temperature M(start) e M(100%) subiscono delle variazioni pi o
meno evidenti, oltre al carbonio tutti gli elementi di lega (tranne il Co)
spostano verso il basso la M(start). Allo stesso modo se M(100%) scende al di
sotto della temperatura ambiente si pu avere austenite residua.
Altro fattore di deformazione per le curve TTT sono la temperatura ed il
tempo di austenitizzazione (quindi dalla dimensione del grano austenitico), un
ingrossamento del grano ritarda la formazione della perlite. Risentono infine
anche della presenza di carburi o inclusioni non metalliche in generale, queste
infatti aumento la velocit delle trasformazioni.
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Bainite
Gli acciai bainitici avendo una struttura pi fine sono
generalmente pi duri e resistenti degli acciai perlitici,
mostrano inoltre una buona combinazione tra resistenza e
duttilit. Si noti l'influenza della temperatura sulla durezza e
sulla resistenza a trazione di una lega ferro-carbonio di
composizione eutettoide.
Martensite
Fra tutte le microstrutture, quella martensitica la pi dura e la
pi resistente e la pi fragile, ha una duttilit trascurabile, e la
sua durezza dipende dal contenuto di carbonio. A differenza
degli acciai perlitici, le caratteristiche della martensite non
sono collegate con la sua microstruttura ma sono da attribuire
all'efficacia che hanno gli atomi di carbonio in posizione
interstiziale nell'ostacolare il movimento delle dislocazioni ed
agli scarsi sitemi di scorrimento per le strutture tcc.
L'austenite leggermente pi densa della martensite quindi
durante la trasformazione di fase si verifica un deciso aumento
di volume che pu portare, nei pezzi relativamente grandi, alla
creazione di fessure dovute a tensioni interne, questo un
problema quando il contenuto di carbonio maggiore dello
0,5% in peso.
Martensite rinvenuta
possibile trattare termicamente la martensite per aumentare la duttilit e la tenacit del materiale e
rimuovere le tensioni interne. Il rinvenimento si realizza riscaldando l'acciaio (tra 250 e 650 C) martensitico
ad una temperatura inferiore all'eutettoide per un certo tempo e dalla normale martensite si ottiene la
martensite rinvenuta costituita da ferrite e cementite.
Quest'ultima presente sotto forma di particelle estremamente piccole ed uniformemente disperse in una
matrice continua di ferrite (simile alla struttura sferoidica ma con particelle cementitiche molto pi piccole).
Questo materiale pu essere duro e resistente come la martensite ma con duttilit e tenacit aumentate,
questo si spiega grazie alla grande superficie per unita di volume dell'interfaccia ferrite-cementite che si
forma e al fatto che la fase dura di cementite va a rinforzare la matrice di ferrite facendo anche da barriera
alle dislocazioni. Infine la fase di ferrite anche molto duttile il che spiega il miglioramento della martensite
rinvenuta rispetto a quella normale.
La dimensione delle particelle di cementite dipende da come si conduce il trattamento termico di
rinvenimento, le variabili del trattamento termico sono la temperatura e il tempo e la maggior parte dei
trattamenti vengono condotti a temperatura costante.
All'aumentare della temperatura si aumenta la velocit di diffusione del
carbonio e quindi la velocit di crescita delle particelle e quindi anche la
velocit di addolcimento.
Vediamo nei due grafici a seguire
l'influenza della temperatura e del
tempo
sulle
caratteristiche
meccaniche del materiale. Si
aggiunge che a temperature
prossime all'eutettoide (700 C) e
dopo diverse ore la struttura diventa
sferoidica.
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riscaldamento,
mantenimento a temperatura per un determinato periodo,
raffreddamento con una determinata velocit.
A3 la temperatura di equilibrio austenite ~ ferrite nel caso degli acciai ipoeutettoidi, al di sopra della quale
solo l'austenite stabile e al di sotto della quale appare la ferrite :
Ae3 la temperatura di equilibrio della trasformazione;
Ac3 la temperatura alla quale la trasformazione ferrite austenite completa nella fase di riscaldamento;
Ar3 la temperatura alla quale l'austenite comincia a trasformarsi in ferrite al raffreddarsi.
Acm la temperatura di equilibrio austenite ~ cementite nel caso degli acciai ipereutettoidi, al di sopra della
quale solo l'austenite stabile e al di sotto della quale appare progressivamente la cementite :
Aecm la temperatura di equilibrio della trasformazione;
Accm la temperatura alla quale la dissoluzione della cementite nell'austenite completa nelle condizioni
di riscaldamento;
Arcm la temperatura alla quale inizia lo smiscelamento della cementite dall'austenite satura nelle
condizioni di raffreddamento.
Per migliorare le propriet degli acciai si possono effettuare diversi trattamenti termici:
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Ricottura intermedia: un trattamento termico che viene usato per annullare gli effetti di una lavorazione a
freddo, ovvero per attenuare la durezza ed aumentare la duttilit di un metallo precedentemente incrudito.
Con il trattamento si verificano processi di recovery e di ricristallizzazione e siccome di norma si preferisce
avere una struttura a frana fine, si fa terminare il trattamento termico prima che il grano cresca in modo
apprezzabile. Si minimizza la scaglia superficiale di ossidazione conducendo la ricottura a temperature
relativamente basse ma sempre al di sopra della temperatura di ricristallizzazione o in ambiente non ossidante.
Sferoidizzazione: gli acciai a medio ed alto contenuto di carbonio, con microstruttura formata da perlite
possono essere ancora troppo duri per le lavorazioni alle macchine utensili o per la deformazione plastica. La
sferoidizzazione consiste nel riscaldamento della lega ad una temperatura appena al di sotto l'eutettoide, se la
microstruttura di origine contiene perlite il tempo di sferoidizzazione di 15-25 ore, durante questa ricottura la
Fe3C si concentra in particelle sferoidali.
Distensione: nei manufatti metallici si possono sviluppare tensioni interne residue a seguito di lavorazioni
termiche o meccaniche, se non vengono rimosse si possono verificare distorsioni e deformazioni. La
distensione serve proprio a questo, i pezzi vengono scaldati a bassa temperatura (150C ~ 180C) finch il
pezzi abbia una temperatura uniforme, quindi raffreddati in aria fino a temperatura ambiente. In questo modo
non si diminuisce molto la durezza e la resistenza a trazione.
Rinvenimento: lo scopo di ottenere da una struttura martensitica una struttura con migliore combinazione tra
durezza e tenacit e di ridurre le tensioni interne del pezzo. Si procede in 3 stadi:
(80~160C) : si ha precipitazione del carburo e quindi la martensite ha pi bassa percentuale di carbonio
(~0,25%) quindi si ha un aumento di durezza nonostante la perdita di rafforzamento per soluzione solida;
(230~280C) : se presente l'austenite residua (per acciai con M(100%) < Tamb) si trasforma in
ferrite+cementite e quindi si ha un aumento di durezza;
(260~360C) : il carburo si ridiscioglie nella matrice e precipita in cementite Fe3C quindi la martensite
espelle il carbonio e diventa cubica. Si ha una diminuzione di durezza ma un miglior compromesso fra
durezza e tenacit.
Se consideriamo acciai legati si aggiunge un quarto stadio con (T > 400C) per cui se sono presenti elementi
carburigeni si ha la sostituzione della cementite con questi secondo due modalit:
il carburo dell'elemento di lega (Mo, W, V, Nb, Ti) si nuclea direttamente dalla matrice mentre la
cementite si scioglie in essa con un aumento della durezza (temperature tra 450~550C);
l'elemento di lega (Cr) si scioglie nella cementite e si trasforma localmente nel carburo dell'elemento
carburigeno.
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Tempra: La tempra serve per ottenere acciai martensitici, cio una struttura con elevata durezza (fino a
700HB) e resistenza a trazione (fino a 2000MPa). Prevede un riscaldamento a 50C sopra A3, questo per:
contenere i costi;
limitare i rischi di ingrossamento del grano;
evitare surriscaldamenti e bruciature negli acciai ipereutettoidi.
Quindi si procede con un raffreddamento rapido e continuo di un pezzo austenitizzato in vari tipi di mezzi
tempranti come acqua, olio o aria:
acqua per acciai con C < 0,4% e senza elementi di lega;
olio per acciai con C > 0,4% con elementi di lega;
aria per acciai legati con C + Cr + Ni > 5% (sono detti autotempranti).
Un acciaio temprato e rinvenuto pu conseguire propriet ottimali solo se ha acquisito un alto contenuto di
martensite, ma questo non assicurato con il trattamento di tempra perch risulta impossibile raffreddare il
pezzo a velocit uniforme, le zone superficiali si raffreddano sempre prima di quelle interne portando a
microstrutture e propriet che variano con la distanza dalla superficie. La riuscita della tempra dipende da tre
fattori:
composizione della lega (all'aumentare della percentuale di carbonio si abbassano M(start) e M(100%);
tipo e caratteristiche del mezzo di tempra;
dimensione e forma del pezzo.
Alcune volte si esegue la sola tempra superficiale che serve a rendere dura la superficie del materiale senza
modificarne le propriet di volume.
Temprabilit
L'influenza della composizione della lega sulla capacita di un acciaio a trasformarsi in martensite con un
determinato trattamento di tempra viene espressa da un parametro chiamato temprabilit.
Una procedura standard per determinare la
temprabilit e la prova di profondit di tempra
Jominy, tutti i fattori che possono influenzare la
profondit a cui un pezzi indurisce vengono
mantenuti costanti, eccetto la composizione
della lega. Si scalda una provetta cilindrica di
25 mm di diametro e 100 mm di lunghezza che
viene austenitizzata, quindi si appende a un
attrezzatura di fissaggio e se ne scalda
l'estremit inferiore con un getto continuo di
acqua. Raggiunta la temperatura ambiente si
ricavano delle strisce piane superficiali sulle
quali si misura la durezza Rockwell ad
intervalli regolari.
Si possono cosi tracciare delle
temprabilit, dove vediamo che:
curve
di
In conclusione possiamo dire che un acciaio molto temprabile ha grandi valori di durezza a distanze
relativamente lunghe, uno poco temprabile no.
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Durante lo stadio di indurimento iniziale gli atomi di rame si raccolgono insieme in dischi molto piccoli e
sottili, spessi uno o due atomi e larghi circa 25 atomi, questi dischi sono molto numerosi e ben distribuiti, i
grappoli talvolta chiamati zone sono cosi piccoli che praticamente non possono essere considerati come
particelle precipitate distinguibili ma col tempo e con la diffusione degli atomi di rame, le zone crescono di
dimensione.
Passano quindi attraverso due fasi di transizione ' e '' prima della formazione della fase di equilibrio . Gli
effetti di indurimento e di aumenta della resistenza rappresentati nel grafico di resistenza in funzione del
tempo visto poco sopra sono dovuti alla presenza di queste fasi di transizione metastabili. La massima
resistenza coincide con la formazione della fase '' che pu essere conservata raffreddando la lega a
temperatura ambiente.
Un sovrainvecchiamento porta invece alla progressiva crescita delle particelle ed alla formazione delle fasi '
e . Il processo di incremento viene accelerato se si aumenta la temperatura.
La temperatura ed il tempo del trattamento termico di precipitazione ideali sono quelli che producono la
durezza e la resistenza vicine al massimo valore, con l'aumento della resistenza si ha una riduzione di
duttilit. Non tutte le leghe che soddisfano le condizioni elencate prima sono suscettibili di indurimento per
precipitazione, infatti necessario che si formi una deformazione del reticolo all'interfaccia matriceprecipitato che sono poi quelle che vanno a impedire il movimento delle dislocazioni.
Le leghe devono essere temprate e poi mantenute in condizioni refrigerate per evitare la progressiva
trasformazione in fase ed il conseguente sovrainvecchiamento, diverse leghe di alluminio usate per rivetti
mostrano questo comportamento e ad esempio sono messe in opera mentre sono ancora tenere e quindi
vengono lasciate indurire a temperatura ambiente, questo detto invecchiamento naturale.
N.B. : Il Prof. ha trattato nel 4 fascicolo di dispense (n 85 a 165) i trattamenti chimici e termo-chimici, non mi ricordo di aver visto domande
sull'argomento negli esami che ho fatto o che ho visto quindi non li tratter, preferisco riportare i trattamenti chimici di alligazione (prima parte
del fascicolo 5 delle dispense) che invece ha chiesto parecchie volte. Vi consiglio comunque di dargli uno sguardo per l'esame.
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1. Saldatura
Nella saldatura due o pi parti metalliche si uniscono a formare un singolo pezzo quando la fabbricazione in
un solo pezzi costosa o non fattibile per motivi tecnici. Possono essere saldati sia metalli simili e non, e il
legame di unione di tipo metallurgico invece che meccanico come nel caso della rivettatura e della
bullonatura. Esiste una variet di metodi di saldatura: ad arco, a gas, per brasatura e saldobrasatura.
Durante la saldatura ad arco e a fas i pezzi da unire ed il
materiale di apporto vengono scaldati ad una temperatura
sufficientemente alta da causare la fusione locale di
entrambi, durante la solidificazione il materiale di apporto
forma un giunto di fusione tra i due pezzi, e quindi c' una
regione adiacente la saldatura che pu aver subito
alterazioni microstrutturali e meccaniche, questa regione
chiamata Zona Termicamente Alterata (o ZTA).
Le possibili alterazioni sono:
Una tecnica relativamente moderna quella della saldatura a laser nella quale un fascio laser altamente
focalizzato ed intenso viene usato come sorgente di calore, i metalli da unire vengono liquefatti e si produce
un giunto di fusione durante la solidificazione. Alcuni vantaggi di questa tecnica sono:
La saldatura a laser molto usata nell'industria automobilistica e quella elettronica dove sono necessarie un
elevata qualit e velocit di saldatura. Si possono anche usare fasci elettronici come sorgente di calore per la
saldatura di metalli.
N.B. : Nelle dispense il Prof. ha riportato lo studio di indici che esprimono la saldabilit degli acciai, altri ragazzi di facolt mi hanno detto che
non ha mai chiesto questa trattazione ma piuttosto i grafici della ZTA e dell'alterazione di propriet dovute alla saldatura. Se volete potete
vedere per conto vostro le dispense: 5 fascicolo diapositive 45 a 49.
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2. Leghe ferrose
Le leghe ferrose sono quelle in cui il ferro il costituente
primario e sono sicuramente quelle prodotte in quantit
maggiori rispetto ad ogni altro tipo di metalli. Il loro uso
dovuto a tre fattori:
Cromo: si scioglie in parte nella ferrite e in parte nella cementite formando il carburo doppio
(Cr, Fe)4C oppure altri carburi come Cr7C3 o Cr4C , comporta:
aumento del carico di rottura senza riduzione della resilienza;
aumento della durezza;
maggiore resistenza alla corrosione;
aumento della stabilit al rinvenimento.
Nichel: si scioglie nella ferrite e nell'austenite con effetti simili al manganese:
aumento della temprabilit;
diminuzione della sensibilit al surriscaldamento;
aumento del carico di rottura;
aumento della durezza;
maggiore resistenza alla corrosione.
Silicio: si scioglie nel ferro e forma dei composti intermetallici: FeSi, Fe2Si, Fe3Si, Fe3Si2 e comporta:
aumento della temprabilit;
diminuzione della deformabilit a caldo e soprattutto a freddo;
aumento del carico a rottura;
aumento del carico al limite elastico;
aumento della durezza;
maggiore resistenza alla corrosione.
2.2 Acciai
Sono leghe ferro-carbonio con concentrazioni apprezzabili di altri elementi di lega, esistono migliaia di leghe
aventi diverse composizione e trattamenti termici e le propriet meccaniche risultano sensibili al contenuto
di carbonio, che normalmente inferiore al 2,0% in peso. Gli acciai pi comuni sono classificati secondo la
concentrazione di carbonio:
a basso, medio o alto tasso di carbonio: esistono anche delle sottoclassi entro ogni gruppo corrispondenti alla
concentrazione di altri elementi di leghe;
acciai comuni al carbonio: contengono soltanto concentrazioni residue di impurezze oltre al carbonio ed un po'
di manganese;
acciai legati: pi elementi di lega vengono intenzionalmente aggiunti in concentrazioni specifiche.
acciai non legati: con percentuali bassissime di leganti.
acciai inossidabili.
Acciai non legati di base: acciai per i quali non richiesta nessuna prescrizione di qualit.
Acciai non legati di qualit: acciai per i quali si hanno prescrizioni che riguardano la tenacit, la grossezza del
grano e la formabilit. In particolare sono lamiere e nastri magnetici con valori di perdite specifiche totali o
valori mini di induzione magnetica, di polarizzazione o di permeabilit.
Acciai non legati speciali: hanno une purezza superiore dei precedenti (minori impurezze), sono destinati a
trattamenti di bonifica o di tempra superficiale a cui rispondono in modo regolare. La regolazione della
composizione chimica e le condizioni di produzione e lavorazione permettono a questi acciai di rispondere ad
esigenze elevate.
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Acciai legati:
Acciai legati di qualit: sono acciai il cui uso simile a quello degli acciai non legati di qualit ma con
percentuali di alliganti maggiori. Sono di questo tipo gli acciai usati per la costruzione metallica a grano fine:
Acciai legati speciali: acciai legati con regolazione precisa della composizione chimica e un controllo del
processo produttivo, sono:
sono acciai a basso tenore di carbonio ma contengono altri elementi di lega come rame, vanadio, nichel e
molibdeno con concentrazione < 10% in peso;
possiedono resistenza pi alta rispetto agli acciai a basso tenore di carbonio e possono essere rafforzati
mediante trattamento termici arrivando a resistenze a trazione superiori ai 480 MPa;
sono duttili, formabili e lavorabili all'utensile;
sono pi resistenti alla corrosione degli acciai al carbonio che rimpiazzano in molte applicazione, soprattuto
laddove la resistenza strutturale critica (ponti, torri, colonne portanti nei palazzi e nei recipienti a pressione).
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Acciai inossidabili:
martensitici:
possono essere trattati a caldo in modo che la martensite risulti il microcostituente primario;
aggiunte di lega in concentrazione significative producono alterazioni notevoli nel diagramma di fase ferro-carburo di ferro;
sono magnetici.
austenitici:
il campo di esistenza dell'austenite si estende fino a temperatura ambiente;
induriti e rafforzati tramite lavorazione a freddo dato che non possono essere trattati termicamente;
sono i pi resistenti alla corrosione a causa dell'elevato contenuto di cromo e delle aggiunte di nichel;
sono quelli prodotti in maggior quantit;
non sono magnetici.
ferritici:
composti da ferrite ;
induriti e rafforzati tramite lavorazione a freddo dato che non possono essere trattati termicamente;
sono magnetici.
acciai con tenori di nichel maggiore o minore del 2,5% ;
resistenza alla corrosione;
resistenza all'ossidazione a caldo;
resistenza allo scorrimento.
Sono frequentemente impiegati a temperature elevate ed in ambienti aggressivi vista la loro resistenza
all'ossidazione e la loro capacita di mantenere l'integrit meccanica in tali condizioni, il limite di temperatura
superiore in atmosfera ossidante di circa 1000 C. Le apparecchiature che usano questi acciai includono
turbine a gas, generatori di vapore ad alta temperatura, forni per trattamenti termici, aerei, missili e generatori
di potenza nucleari.
2.3 Ghise
Le ghise sono leghe ferro-carbonio con tenore di carbonio superiore al 2,06% ma contengono di solito anche
altri elementi di lega che giocano un ruolo importante sulla microstruttura e sulle caratteristiche meccaniche.
In particolare, vediamo l'effetto di alcuni elementi aggiunti:
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Le ghise sono utilizzate essenzialmente come leghe da fonderia in quanto possiedono una temperatura di
fusione pi bassa e una fluidit pi alta, durante la solidificazione e il successivo raffreddamento il carbonio
si separa in graffite pura e/o combinati nella cementite. Vengono classificate in base all'aspetto cromatico:
GHISE BIANCHE:
GHISE GRIGIE:
costituita da lamelle di graffite immerse in una struttura ferritica o perlitica in funzione della velocit di raffreddamento;
nelle ghise grigie il tenore di carbonio solitamente compreso tra il 2 e il 4,5% mentre il silicio tra 1 e 3%;
sono facilmente lavorabili;
buona resistenza all'usura;
stabilit dimensionale fino a 300C;
l'aggiunta di Cr e Mo aumentano la resistenza a fatica influenzando le dimensioni delle lamine di graffite;
viene usata per basamenti di macchine, utensili, compressori, valvole, radiatori, blocchi motore, collettori di scarico e
cilindri per laminatoi, si evita di usarle negli impieghi con sollecitazioni ad impulsi (urti).
GHISE SFEROIDALI:
quasi completamente assente la graffite, si ottiene per rapidi raffreddamenti o per alligazione con elementi che
inibiscono la grafitizzazione;
ha un eccezionale resistenza all'usura e all'abrasione, ma sono fragili;
spesso hanno bisogno di trattamenti di distensione;
viene usata per attrezzi agricoli, ruote per carri merce e sfere di macinazione.
gli sferoidi crescono rapidamente nel liquido sottoraffreddato e poi p lentamente continuano a crescere a scapito del
guscio di austenite che li racchiude, si hanno percentuali di Carbonio (3,3 3,8 %) , di Silicio (1,8 2,8%), e tracce di
Mn, P, (S + Mg) e Ce che sono sferoidizzanti;
hanno elevate caratteristiche meccaniche;
hanno un basso punto di fusione e quindi un elevata colabilit;
sono usate in applicazioni simili alla ghisa grigia eutettica, per la loro resistenza all'usura si usano per alberi di
manovellismi e ingranaggi; un ulteriore trattamento di tempra alla fiamma, porta la ghisa sferoidale a prestazioni di
usura pari a quelle dell'acciaio cementato.
GHISE MALLEABILI:
si ottengono sottoponendo la ghisa bianca a uno o pi cicli di ricottura (sono processi termici molto lunghi) in modo da
ricomporre la cementite ottenuta durante la solidificazione in graffite, il trattamento di malleabilizzazione consta di due
stadi:
ricottura a 900-950 C per 10-30 ore per decomporre la cementite secondaria in graffite;
lento raffreddamento fino a 700-720 C per 10-30 ore in modo da trasformare l'austenite in ferrite.
se la malleabilizzazione viene effettuata in un atmosfera decarburante si ottiene ghisa malleabile a cuore bianco, con una
matrice ferritica e noduli di grafite di ricottura;
se avviene in atmosfera neutrale si ottiene ghisa malleabile a cuore nero ovvero con matrice perlitica e noduli di grafite
di ricottura.
sono ghise dalle buone propriet di fluidit, colabilit, lavorabilit, hanno elevate caratteristiche meccaniche e viene
impiegata principalmente per getti.
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