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RICERCHE AEROSPAZIALI:
DAL 1933 STUDI RISERVATI E CONTATTI DEL TERZO TIPO
eccetera,
secondo
il
formulario
RS/33.FZ.4
precedentemente
trasmesso a tutte le Prefetture del Regno con dispaccio apposito".
Ed infine, si disponeva che la trasmissione di rapporti all'Arma
Aeronautica venisse autorizzata dal fantomatico Gabinetto RS/33;
che venisse escluso ogni altro ente, "compresa la Pontificia
Universit"; che venisse imputata ogni spesa sostenuta ad un
determinato capitolo della Regia Accademia d'Italia.
a destra
Bocchini
sul
palco,
con
il
fazzoletto
nel
taschino,
Arturo
Le
comunicazioni
sull'IR-2,
recentemente
emerse
in
copia,
sarebbero
state
trasmesse
nel
'33
dalla
sezione
milanese
dell'Agenzia Stefani, l'Ansa fascista diretta all'epoca da Manlio
Morgagni di Forl (guarda caso, la stessa citt da cui sono
arrivati oggi molti di questi documenti d'epoca); durante il
Ventennio essa svolgeva il compito di controllare ci che i
giornali potevano o non potevano pubblicare (pena l'arresto dei
giornalisti, il sequestro dei giornali e persino la chiusura della
testata). La Stefani, che aveva la sede centrale a Roma, veicolava
ai giornali i dispacci contenenti i testi da pubblicare,
utilizzando un proprio Ufficio Telegrafico interno.
corso
Venezia,
ove
c'era
l'Ufficio
Centrale
dei
servizi
commerciali e finanziari ed il "Centro di Ricezione del materiale
telefonato (sic) dai corrispondenti".
I tre dispacci davano disposizione ai giornali italiani di
minimizzare l'evento Ufo, e difatti non abbiamo trovato, sulla
stampa dell'epoca da noi consultata in biblioteca (Corriere della
sera, Popolo d'Italia), notizia alcuna; non abbiamo peraltro
rinvenuto traccia delle eventuali "notizie astronomiche ed
atmosferiche"
che
avrebbero
dovuto
essere
veicolate
per
razionalizzare l'episodio.
In un primo momento pensai che questa fosse una contraddizione
tale da permettere di ipotizzare che i carteggi fossero tutti
falsi. Ci sino a quando un esperto di storia, il dottor Pietro
Basile, mi conferm che in piena dittatura non sarebbe stato
necessario pubblicare smentite sulla stampa (come sarebbe accaduto
invece, molti anni dopo, con il ridimensionamento del caso
Roswell, avvenuto in un regime democratico): in pieno fascismo le
notizie "scomode" non venivano pubblicate e basta.
In seguito recuperai molti telegrammi censorei, riferiti ad altri
argomenti, che mi confermarono come, all'epoca, bastasse un
semplice ordine per occultare qualsiasi notizia.
Ma qualcosa, in quei giorni, era effettivamente accaduto. La notte
immediatamente seguente l'atterraggio, tutti i prefetti milanesi e
liguri erano stati trasferiti o sostituiti ("Movimento di
prefetti", titolava il Corriere della sera del 15-6-33); a Milano,
la citt da cui erano partiti i dispacci Stefani riferiti
all'episodio Ufo, era stato improvvisamente "nominato nuovo
prefetto il questore di Milano". Questo repentino ed inspiegabile
cambio ai vertici era forse motivato dall'esigenza di garantire
l'appoggio di uomini di fiducia al neocostituito Gabinetto RS/33?
possibile.
Che poi esistesse addirittura un rozzo piano d'emergenza volto a
sensibilizzare la popolazione lombarda (nella cui terra era forse
sceso l'oggetto; i telegrammi partivano difatti da Milano) sembra
dimostrato dall'enfatica pubblicazione, cinque giorni dopo, sulla
"Cronaca Prealpina" di Varese della notizia di un contatto con gli
alieni!
Con un articolo di vent'anni in anticipo sul contattismo, il
quotidiano dissertava, in tre colonne, su una "ipotesi sulla vita
degli abitanti di Marte". Non si trattava certamente di un pezzo
ufologico, visto che gli Ufo all'epoca non esistevano ancora; era
invece una serissima intervista ad un contattista ante-litteram,
un certo dottor Robinson di Londra, che affermava di comunicare da
anni telepaticamente con i marziani, sui quali forniva un'infinit
di dettagli. Al di l delle farneticazioni pubblicate, il pezzo
tradiva chiaramente il tentativo (certamente imposto dal regime,
visti i controlli cui erano sottoposti allora i giornali) di
veicolare nella popolazione l'idea dell'esistenza degli alieni; ci
si rammaricava del fatto che "le esplorazioni del cielo avevano
Guglielmo Marconi
L'MJ-12 fascista fu di fatto diretto da un personaggio che si
sarebbe celato sotto lo pseudonimo di "dottor Ruggero Costanti
Cavazzani"; con lui lavorarono, nel corso del tempo e per periodi
diversi, "i professori Dallauri, Pirotta, Crocco, Debbasi, Severi,
Bottazzi e Giordani, nonch il conte Cozza quale referente
organizzativo ed elemento di collegamento logistico con le massime
gerarchie del regime: Mussolini, Italo Balbo, Galeazzo Ciano".
Il Gabinetto si sarebbe riunito pi volte per accertare la natura
degli "aeromobili sconosciuti", ritenuti aerei spia nemici,
inglesi o francesi.
Secondo "Mister X", solo in un paio di occasioni ci si sarebbe
domandato se non fossero "strumenti di volo interspaziale"
(dunque,
l'ipotesi
extraterrestre
era
stata
in
seguito
accantonata? Ne dubito). Il Gabinetto avrebbe infine prodotto un
dossier di una trentina di pagine che esaminava dettagliatamente
tutta la casistica Ufo italiana dal '33 al '40. Con lo scoppio
della guerra esso sarebbe stato maggiormente militarizzato,
collaborando strettamente con i tedeschi, ai quali avrebbe infine
passato tutto l'archivio dati. "Mister X", che nella missiva
accludeva un ritaglio di giornale senza data sulla scomparsa (a
terra) di un aviatore francese in Italia, concludeva asserendo che
il Gabinetto aveva raccolto anche alcune fotografie di oggetti
personaggio c' per un buco, tra gli anni Trenta e Quaranta (come
per Belluzzo); non si sa cosa abbia fatto in quel periodo, e ci
coerente con la militanza in un ente supersegreto.
Eccoli.
In primis, una busta aperta, apparentemente sigillata all'origine,
con l'intestazione "Senato del Regno" nella parte posteriore, ove
i due lembi incollati presentano entrambi un tratto sinusoidale a
penna stilografica a garanzia della chiusura, e la sigla del
mittente: la stessa che per due volte, in basso a destra come a
sinistra, figura sull'intestazione della missiva, vergata in
stampatello
sempre
con
penna
stilografica.
Testualmente:
Riservatissimo - a mani di S:E: Galeazzo Ciano". In altri termini,
si tratterebbe di materiale inoltrato in via riservata al genero
di Benito Mussolini, Duce del Fascismo e Capo del Governo
all'epoca. Galeazzo Ciano, Ministro degli Esteri, era in pratica
il "numero due" del Regime.
Quindi una lettera autografa scritta a penna stilografica su
quattro facciate, su carta intestata dello stesso tipo della busta
precedente: "Senato del Regno", con la triplice scritta "Fert"
sotto lo stemma sabaudo con ai lati il fascio littorio. La missiva
firmata "Andrea", indirizzata ad un non meglio identificato
"Valiberghi" (?) ed datata 22 agosto XIV dell'Era Fascista: il
1936.
Poi una cartolina postale in uso presso il Senato del Regno per la
corrispondenza in franchigia, con vari appunti scritti sempre con
penna stilografica su entrambe le facciate.
(1)
1) Intervenire direttamente
2) Il Duce - Segreteria particolare 47
Telefonata di Ciano
Avvistata alle ore 15.30 secondo M.F.
oggetto simile a Saturno
L'Aeronautica distribuito un questionario a tutti i
piloti
operanti
nella
zona.
Negare
ogni
versione.
Il
fatto
da
attribuirsi
esclusivamente a un fenomeno ottico.
li Duce segue personalmente l'accaduto.
L'allarme esteso a tutta la zona aerea del Nord Est.
luce giallo aranciata a tratti bianco intensa
lampi regolari - fumo e scintille
Sono armati? Sono amici?
Sono gi stati visti in altre occasioni?
573
Carati
CARTOLINA POSTALE
SENATO DEL REGNO
Telegramma di Boni (1)
I nomi dei testimoni della aeronave di Venezia
secondo Guglielmi:
Genai - Tolmini - Venanzi - MVSN (2)
Incaricare Zoppani della ricognizione.
Udienza riservata col Duce ore 15.30 del 30 agosto.
sono
Note:
1.
I
nomi
Valiberghi,
l'interpretazione
ritenuta
decifrare
esattamente
la
originali.
2. La sigla "MVSN" sta
Nazionale".
Valminuti,
Aldini
pi
valida
nella
scrittura
corsiva
per
"Milizia
e
Boni
sono
difficolt
di
dei
documenti
Volontaria
Sicurezza
GABINETTO RS/33
DAGLI UFO ARRIV IL RAGGIO DELLA MORTE
di Alfredo Lissoni
(Notiziario n 11 aprile 2000)
il
chirurgo
e
biologo
sperimentale
Filippo
Bottazzi
dell'universit di Napoli;
l'ingegnere aeronautico Gaetano Arturo Crocco, fondatore
della
Societ
Italiana
Razzi
e
teorizzatore
della
colonizzazione dello spazio;
il botanico Romualdo Pirotta della Sapienza di Roma (intimo
amico di quel professor Filippo Eredia che nel 1946 scredit
un'ondata di avvistamenti di "razzi fantasma" sull'Europa);
il genio matematico Francesco Severi, che fu insegnante alla
Sapienza e, nel 1940, alla Pontificia Accademia delle
Scienze;
Giancarlo Vallauri (che "Mister X" chiama erroneamente
"Dallauri"), insegnante di elettrotecnica e ferromagnetismo
ed Accademico dei Lincei;
il chimico Francesco Giordani dell'Universit di Napoli;
un certo Debbasi, pi probabilmente Dante De Blasi, medico
igienista che insegn alle universit di Napoli e Roma e che
nel '42 divenne un accademico pontificio (come Severi).
Il fatto che Cecchini, lunico astronomo, pare non fosse poi parte
attiva, sembra confermare quanto sostenuto da "Mister X", cio che
il team propendesse per una spiegazione convenzionale del fenomeno
Ufo, o quanto meno, una parte del team. Non si spiegherebbe
altrimenti la presenza di un chimico, un biologo ed un medico (ma
forse nuovi documenti, magari riferiti ad IR-3, debbono ancora
vedere la luce, riservando ulteriori sorprese).
Elemento interessante di questa "Ufo-connection" che il team
presentasse esperti in campo spaziale, aeronautico, chimicobiologico ed elettrotecnico; sette su sette legati all'Accademia
dei Lincei, tre in stretto rapporto col Vaticano, tre dipendenti
de La Sapienza di Roma, tre in seguito facenti parte del CNR, quel
Comitato Nazionale per le Ricerche fondato nel 1923 da Giovanni
Cronologicamente,
tornerebbero
i
conti
con
la
progressiva
militarizzazione nazista del Gabinetto RS/33 sul finire del 39 e
con certi esperimenti di "radiodisturbo" effettuati dai tedeschi,
i pi famosi dei quali videro la costruzione di dischi volanti
infuocati e radiocomandati (le "feuerball" o palle di fuoco), che
interferivano con i radar ed i motori degli aerei (8).
Certo, sappiamo che il raggio della morte, se mai esistito, non
venne portato a termine; forse, come per le V-7, ci volle troppo
tempo per perfezionarlo, o fu impossibile gestire una simile
tecnologia "avanzata".
Il giorno dopo la caduta degli Dei
Molto probabilmente, lo abbiamo gi detto nel precedente articolo,
i files fascisti diedero un impulso alla costruzione dei dischi
volanti nazisti, le V-7.
Che i tedeschi iniziassero nel 1941 a costruire velivoli
discoidali, in tutto e per tutto simili agli UFO, un dato di
fatto confermato pubblicamente, negli anni Cinquanta, da diversi
personaggi che presero parte a questi esperimenti; dal pilota
Rudolph Schriever, la cui V-7 venne testata a Praga il 14 febbraio
1945, all'ingegnere milanese Giuseppe Belluzzo, che ammise di
avere
costruito
i
velivoli
discoidali,
dal
"padre
dell'astronautica" Hermann Oberth ad Andreas Epp, ingegnere del
Reich che costru un minidisco a Bremerhaven nel 43, con il quale
sognava addirittura di colonizzare la Luna e che nel maggio del
1969 ne present la ricostruzione alla fiera di Padova (9).
I diversi autori, come pure gli storici che si sono occupati della
vicenda quali Rudolf Lusar (10), concordano nel ritenere che lo
sfondamento del fronte russo imped al Reich di perfezionare
quella che oggi definiremmo retroingegneria aliena; i dischi
volanti nazisti vennero distrutti dai tedeschi o - in minima parte
recuperati
ed
occultati
dai
russi
(che
negli
ultimi
cinquant'anni, difatti, ne hanno costruito diverse versioni, dai
modelli "Rossyia" all'"Ekip", tutte scarsamente funzionanti).
Ma il ricordo delle ricerche nazi-fasciste in qualche modo rimase,
presso i vertici militari Alleati. E certamente contribu a
diffondere, presso certi strati dellIntelligence russo-americana,
la credenza che gli Ufo fossero in realt prototipi di brevetti
nazisti sviluppati dalla controparte, durante la Guerra Fredda. A
cominciare dallavvistamento di Kenneth Arnold.
I fratelli Horten
Alla fine del conflitto, lHorten cadde nelle mani degli americani
e venne nascosto nella base di Silver Hill, nel Maryland.
Grazie a quel modello, gli USA realizzarono nel 1947 l'ala volante
Northrop, e molti anni dopo lo Stealth.
Il B 2 Usa
H 7 in volo a Gottingen
Note e bibliografia:
1. R. Pinotti - "Ufo scacchiere Italia", Mondadori, Milano 1992.
2. U. Guspini - "L'orecchio del regime, le intercettazioni
telefoniche
al
tempo
del
fascismo",
Mursia,
Milano
1973.
3. A. Spinosa - "Mussolini, il fascino di un dittatore",
Mondadori, Milano 1989.
flying
wings",
WWIl
publications,
documenti
inviatici
prima. Che cosa avevo visto? Che cosa avevamo visto? Non ero stato
il solo, infatti, a osservare quel 'coso' per aria. Eravamo stati
centinaia, forse migliaia, compresi gli addetti alla difesa
antiaerea che avevano subito azionato le sirene. Non riuscii a
darmi una risposta."
Note:
1. Cfr. "Un lettore ci scrive", in "CANDIDO" del 2-7 dicembre
1968.
1995: UNA LETTERA AL COORDINATORE SCIENTIFICO DEL CUN
Chiarissimo Professore,
in ordine alle conferenze Sue dottissime alla televisione
"Unomattina" circa le manifestazioni ufologiche, mi compiaccio che
un tal scienziato della Sua levatura tratti lo spinoso argomento
con vera professionalit e competenza; sicch io medesimo - assai
indegnamente ma con grande sincerit e precisione - mi perito
informarla di due episodi ma che comunque hanno in comune assoluta
credibilit (sicuramente superiore a 85, come Lei stesso ha
congegnato). Mi permetta di presentarmi con rispetto alla Vostra
Signoria: sono un vecchio pensionato senza parenti che ha avuto
una vita avventurosa assai avendo infatti partecipato alla Marcia
su Roma coi "picciotti" del foggiano Caradonna, poi alla guerra
coloniale, successivamente in Spagna (con falso nome naturalmente
ma in contatto coi falangisti contro il bolcevismo); inoltre ho
fatto tutta la Seconda Guerra Mondiale, anche in Russia col
generale
Messe.
Il primo episodio mi occorse durante il mio soggiorno in A.O.I.
(1)
, precisamente a Gondar dover ero capomanipolo della guardia
personale di S.E. Starace (2), gran gentiluomo cui sar sempre
riconoscente; una sera, al tramonto, rientravamo al quartiere
stanchi per essere stati a un villaggio distante sei miglia per
una bastonatura a certi indigeni riottosi: vedemmo passare sul
cielo del deserto ancora in piena luce una macchina ferrigna
sbuffante di vapori e scintille somigliante a una locomotiva delle
ferrovie che, galleggiando in aria, si diresse a non grande
visibilit precisamente ad Est.
Al rientro in caserma feci rapporto scritto, ma la mattina fui
chiamato dall'aiutante maggiore che lacer il mio rapporto
avvertendomi che questa doveva essere l'ultima volta che mi
ubriacavo altrimenti mi mandava a Gaeta (3) a calci nel culo!
La seconda volta trattasi del 1947 quando, rimpatriato dopo la
prigionia, presi un treno per Chiusi, ma causa lo stato della
ferrovia non potei arrivare oltre Terontola, sicch decisi di
proseguire col cavallo di S. Francesco (cio a piedi). Anzi, da un
contadino mi fu indicata una scorciatoia che attraverso il bosco
del Ferretto mi avrebbe fatto risparmiare assai passi. In mezzo a
questa boscaglia arrivai alle undici passate di una calda notte di
fine giugno, intenzionato a riposarmi qualora avessi trovato una
capanna o un pagliaio; mentre camminavo di buona lena nel buio
fondamento.
C.V.
UN APPELLO A "MISTER X"
La pubblicazione del materiale apparso qui e nel precedente
articolo potrebbe indurre il misterioso mittente occulto a rifarsi
vivo.
Ce lo auguriamo, nell'interesse della verit, qualunque essa sia,
e lo invitiamo a metterci nelle condizioni di andare avanti, per
quanto possibile.
Attendiamo eventuali sviluppi, con il consiglio di non disperdere
preziose
documentazioni
verso
destinatari
non
del
tutto
qualificati.
Il nostro nuovo indirizzo : Via Senese 138 - 50124 Firenze.
Roberto Pinotti
Nella
"nota
personale
riservatissima"
che
riferiva
dellatterraggio del 33 si citava espressamente lOsservatorio
astronomico di Milano Brera; esso era incaricato della diffusione
di versioni tranquillizzanti (passaggi di meteore), atte a coprire
gli avvistamenti Ufo. stato l che chi scrive ha indirizzato
parte delle proprie indagini. Presso la Biblioteca di Brera, una
delle due pi fornite di Milano, quel bollettino per non
risultava. La possibilit di trovarlo era peraltro minima,
trattandosi di documenti non ufficiali, quindi coperti dal
segreto; certo, sarebbe stato un colpaccio. Cerano invece: il
bollettino dellUfficio Centrale di Meteorologia e Geotermica di
Roma (nel 36 attivo come Regio Ufficio Centrale di Meteorologia e
Geofisica); quello degli Atti Ufficiali Prefettura di Milano; il
Bollettino parlamentare; quello dellAviazione Civile, quello
della Specola Vaticana; il Bollettino Ufficiale del Cnr.
Parte
di
questi
documenti
non
erano
disponibili
alla
consultazione, parte si riferivano a periodi storici precedenti o
posteriori la durata del Gabinetto fascista.
Dopo questo buco nellacqua indirizzai le ricerche presso la
Biblioteca dellOsservatorio Astronomico di Brera. Anche l non
risultava alcun "bollettino" o "bullettino", n astronomico n
"meteorico", riferibile ai files fascisti.
Cerano invece gli "Atti della Reale Accademia delle Scienze di
Torino", che documentavano le condizioni meteo del giorno
dellatterraggio del 33: una giornata piovosa, preceduta, il
giorno prima, da un temporale.
Un po poco per ipotizzare, come hanno fatto altri, un Ufo-crash
stile Roswell (che alcuni vogliono causato da un fulmine che
avrebbe colpito lUfo).
Non venivano riferiti eventi strani (passaggio di bolidi, sismi,
globi nel cielo) nel "Bollettino Sismico Macrosismi" del Regio
Ufficio Centrale di Meteorologia e Geofisica di Roma; n, circa i
fatti del 36, nellEstratto del "Bollettino del Comitato per la
Geodesia e la Geofisica del Cnr" (contenente i risultati delle 164
osservazioni del cielo e del sole condotte da alcuni scienziati
nel 36 sul Monte Rosa, durante i test per misurare la radiazione
solare diretta, diffusa e globale). Insomma, sulle pubblicazioni
interne di astronomia non vi era alcun riscontro circa i fatti del
33.
Maggior fortuna abbiamo avuto invece con Marconi, grazie al
rinvenimento di un rarissimo volume, scritto durante il fascismo
dal giornalista "di regime" Mario La Stella, che documenta dati
alla mano la passione del premio Nobel per gli extraterrestri.
Il testo in questione si intitola "Marconi - mago dellinvisibile,
dominatore degli spazi" ed stato pubblicato dalle edizioni sarde
Aurora nel 1937, poco prima della scomparsa del fisico.
In realt, la voce che Marconi credesse negli alieni circol in
Italia anche negli anni Sessanta (l11 maggio 1966 il giornalista
Pietro Cimatti ne accenn molto brevemente sulla "Settimana
Incom"); La Stella riporta invece due dichiarazioni dello
scienziato, apparse rispettivamente sul "Daily Mail" del 26-1-20 e
sullo "Evening Standard" del 15-12-31, con cui si riferiva e della
Fotocopie di telegrammi:
Sopra: Il velivolo che invert la rotta su Capo Mele nel '36.
Sotto: Black out nelle comunicazioni per un sorvolo anomalo di
Ventimiglia il 29-7-36
NON POSSIBILE IDENTIFICARE
Qui di seguito abbiamo raccolto le segnalazioni "anomale"
indirizzate allIntelligence fascista.
Sono la maggior parte, fra telegrammi e fonogrammi, sugli oltre
cinquecento inviati alla Prefettura di Milano (ed in alcuni casi
anche ai servizi segreti) da tutta Italia.
Alcuni di esse si riferiscono ad episodi decisamente anomali, per
i quali stato necessario il coinvolgimento di pi enti; per
altre
assai
pi
semplice
ipotizzare
una
spiegazione
convenzionale (da noi proposta a margine, per dare la dimensione
statistica della documentazione).
Sfortunatamente labuso dei termini "velivolo" ed "aereo" (in
mancanza
dellallora
inesistente
sigla
Ufo)
non
facilita
lidentificazione di taluni episodi.
16.40
sei
"aerei
sconosciuti"
da
Punto
ore
18.34
(tel).
Aeroplano
sconosciuto
Punta
Mortola
cifrato).
Oggetto
su
Portofino.
allertato
il
"Idro
sconosciuto"
visto
ALLARMI CAMERATI!
AERONAVE SCONOSCIUTA SU DI NOI...
di Roberto Pinoti
(Notiziario n 13 Ggiugno 2000)
Lo scenario pi realistico dell'avvistamento di Venezia/Mestre del
1936. L'epoca fascista si rivela sempre pi "ufologica".
Relativamente
all'avvistamento
di
un
Ufo
nel
cielo
di
Venezia/Mestre
nell'agosto
del
1936
(Anno
XIV
E.F.),
menzionato
nei
documenti
pervenuti
al
Cun
nel
1996
e
successivamente periziati e autenticati, un dato di notevole
importanza certo costituito dalla notizia che "dalla base vicina
sono partiti due cacciatori, ma anche a 130 km non sono riusciti
ad accostarlo". Dato che merita un approfondimento.
Fin dall'inizio della questione, dunque, ci siamo posti il
problema di individuare i dettagli dello scenario tecnico-militare
in cui la vicenda si colloca. E ci sembra giusto e doveroso, oggi,
metterne al corrente tutti gli interessati. In seguito a ricerche
storiche abbiamo stabilito che, all'epoca, i reparti della Regia
Aeronautica che avrebbero potuto inviare in zona, per intercettare
l'intruso, degli aerei da caccia avrebbero solo potuto essere i
seguenti:
1 Stormo caccia terrestre di base a Campoformido (Udine);
4 Stormo caccia terrestre di base a Gorizia (comandato allora dal
Duca Amedeo d'Aosta);
6 Stormo caccia terrestre di base a Campoformido (Udine);
52 Stormo caccia terrestre i di base a Ghedi (Brescia) che
peraltro, essendo stato costituito il 1 luglio 1936, aveva la
maggioranza dei propri piloti ancora in addestramento. Il che lo
rende poco "papabile".
Gli aerei in dotazione erano i FIAT CR32 per tutti i reparti
interessati.
Si trattava, per il periodo, di un ottimo caccia, caratterizzato
dalla velocit massima di 375 km/h (velocit di crociera: 340
km/h), dalla possibilit di raggiungere in 9 minuti primi la quota
di 5000 metri e da un armamento adeguato (due mitragliatrici da
12,7). Dalle basi sopracitate, procedendo a velocit di crociera,
questi apparecchi avrebbero potuto raggiungere il cielo di
Venezia/Mestre
senza
particolari
problemi.
La
zona
teatro
dell'avvistamento, infatti, distava in linea d'aria 120 km. da
Campoformido, 100 km. da Gorizia e 160 km. da Ghedi (Brescia).
Altri aeroporti nel raggio di 100 km. erano sede di bombardieri o
ricognitori.
Ma approfondiamo. La lettera pervenutaci dice che i "cacciatori"
volavano a 130 km/h; una velocit, quindi, non particolarmente
elevata, e ci potrebbe far concludere che non si trattava di
"caccia" veri e propri. dunque probabile che i due aerei si
siano levati in volo da Padova, allora sede operativa della IIa
Z.A.T. Zona Aerea Territoriale). Ci in quanto presso le varie
FILES FASCISTI,
SCOPERTO L'HANGAR DEL DISCO!
di Alfredo Lissoni
(Notiziario n 16 Novembre 2000)
Le ricerche sugli X-files di Mussolini vanno avanti ed ogni giorno
nuovi elementi confermano lautenticit dei documenti, delineando
parimenti un quadro sempre pi completo ed intrigante, composto da
insabbiamenti, azioni di guerriglia e trame tessute per mettere a
tacere una scomoda verit.
Oggi i mass media, brutalmente censurati negli anni Trenta, si
sono presi una rivincita "morale" dando ampio risalto a questo
giallo del Ventennio: i documenti fascisti sono stati mostrati dal
nostro Roberto Pinotti nello "Speciale Tg1" andato in onda sabato
30 settembre ed interamente dedicato agli Ufo, durante il quale,
fra laltro, lAeronautica Militare ha aperto i propri dossier. E
la rubrica "Tentazioni" de "Il Giorno" ai files fascisti ha
dedicato unintera pagina il 7 settembre scorso, con una
dettagliata inchiesta del giornalista Gabriele Moroni.
LUfo nascosto a Vergiate
stato proprio "Il Giorno" il primo ad ipotizzare, su mia
indicazione, che il disco volante recuperato dai fascisti allalba
del 13 giugno del 33 fosse stato nascosto negli stabilimenti
della Siai Marchetti di Vergiate o Sesto Calende, due localit
confinanti in provincia di Varese.
Sono giunto allidentificazione del posto grazie ad una serie di
elementi
combacianti.
In primo luogo, la zona dellatterraggio doveva essere nel
milanese o in Lombardia; lo dimostrava il fatto che le veline
Stefani che riferivano del recupero partissero dallUfficio
Telegrafico di Milano e non, ad esempio, da Roma o da una sede
giornalistica periferica; Vergiate si trova in provincia di
Varese; a cinque minuti di macchina c Sesto Calende, sul fiume
Ticino, al confine con Novara.
A Sesto Calende e a Vergiate (e nella vicina S.Anna) la Siai
Marchetti aveva i propri stabilimenti ove venivano costruiti gli
aerei militari. A Sesto vi erano gli uffici dirigenziali, a
Vergiate gli stabilimenti veri e propri, a S.Anna i cantieri che
in seguito ospiteranno la Decima Mas. A Sesto e Vergiate erano di
casa Italo Balbo e Filippo Eredia, suo braccio destro.
Balbo, lo apprendiamo dai documenti fascisti, era uno dei vertici
del Gabinetto RS/33 (ed era in stretto contatto con Marconi, come
dimostra un articolo su "La Sera" del 15-7-33, circa alcuni
telegrammi amichevoli fra i due personaggi).
La storia ufficiale ci dice che Balbo "era solito partire per le
sue imprese aviatorie proprio da Sesto Calende" (meglio ancora:
dal campo di volo delladiacente Vergiate).
LAvro car
"Infine - conclude Pelizzari - la cassa che era stata recuperata
scomparve durante il trasferimento verso Roma. Ma non conteneva
tuttavia rivelazioni storiche dirompenti, solo un pot-pourri di
atti pubblici, di relazioni sui Consigli dei ministri, documenti
su biografie fasciste..."
Il 13 agosto scorso morto anche Franco Campetti, lartigiano che
aveva ricevuto lordine dai fascisti di costruire le celebri
casse. Fu lui che, nel 1993, sment pubblicamente che le casse
ritrovate nei fondali del lago di Gargnano (aperte con grande
enfasi alla presenza dellon. Alessandra Mussolini) fossero quelle
contenenti i documenti pi segreti del Duce (12).
Tali casse non vanno confuse con loro di Dongo, che secondo il
settimanale elvetico "LHebdo" sarebbero state nascoste non
lontano dal lago di Ginevra, e non sarebbero invece finite nelle
mani dei partigiani che fucilarono il Duce (13). Le casse di Dongo
contenevano loro sottratto dai fascisti alla popolazione, e
dovevano servire per la nascita di un piccolo feudo mussoliniano
in Svizzera, in Spagna o in America; le casse di Gargnano
custodivano invece i dossier top secret del Fascio. Facile dunque
che vi fossero anche i files UFO (ma sul come "Mister X" abbia
potuto mettere le mani sui carteggi originali ho una mia teoria
assai precisa, che spero presto di avvalorare...).
Quanto sopra riportato ci che ci dice la cronaca.
Da fonti ufficiali non vi modo di avere risposta alcuna (sebbene
i files fascisti dovrebbero essere custoditi alla Farnesina); non
RETROINGEGNERIA ALIENA
NEL VENTENNIO
di Alfredo Lissoni
(Notiziario n 18 Marzo 2001)
di
ed
Esperienze"
ricerche, oggi noti come gli "Atti di Guidonia", non sono tutto
quello che venne prodotto.
il Prof. Lattanzi nel suo libro ci fornisce la testimonianza
dell'esistenza di "Atti di Guidonia Riservati", riconoscibili per
la copertina color cenere, con numerazione romana e contrassegnati
dalla lettera R (l'iniziale di "Riservato").
Tali "Atti Riservati", contenenti almeno sei fascicoli, sono
purtroppo ormai introvabili.
Inoltre vennero realizzate anche una serie di Relazioni Tecniche
reperite (guarda caso) nella Biblioteca del CNR di Roma.
Comunque la documentazione che ritengo pi interessante
indubbiamente rappresentata da una serie di Relazioni Segrete del
Centro Sperimentale, contenute in poche copie numerate di cui il
prof. Lattanzi conosce solo la n.003 del 1938.
Queste Relazioni Segrete, cio veri e propri documenti coperti da
segreto e, in quanto relazioni, contenti la descrizione dei
risultati raggiunti nelle sperimentazioni, erano forse destinate
al "Gabinetto RS/33"?
E ancora: ai diversi motivi chiamati in causa per giustificare il
perch la pi che notevole opera di questo Centro fosse stata a
lungo "ignorata" si potrebbero oggi aggiungere, alla luce dello
scenario emerso dagli "X-Files fascisti", anche evidenti motivi di
secretazione e di cover up?
Non possiamo n affermarlo n escluderlo.
Dopo le riflessioni sugli impianti e la documentazione, non mi
restava che ricercare altri indizi dall'analisi dei nominativi di
chi a Guidonia aveva lavorato.
Proprio come avevo fatto inizialmente, prendevo le mosse da una
nuova considerazione: se realmente a Guidonia ci si occupava anche
del progetto di "Dischi Volanti" con un'azione di retroingegneria,
straniera o aliena che fosse, chi vi avesse preso parte avvalendosi dell'esperienza maturata e dei risultati conseguiti avrebbe potuto facilmente ricoprire in seguito ruoli importanti
nell'ambito di settori collegati: primo fra tutti, appunto, quello
aerospaziale.
Ed effettivamente, al termine del conflitto, confermato che la
maggior parte dei tecnici e degli ufficiali in servizio a Guidonia
hanno saputo brillantemente inserirsi ad alto livello nelle
Industrie e nelle Universit, spesso di Paesi stranieri. Nulla di
strano, e una carriera anzi prevedibile per questi "grandi
cervelli"
molti
dei
quali,
tra
l'altro,
insegnavano
gi
all'Universit di Roma.
Casualmente, per, sono proprio molti degli studiosi di Guidonia
ad aver legato il loro nome alla storia della Conquista dello
Spazio. Ricordiamone soltanto alcuni.
Un Antonio Ferri, che a Guidonia aveva ottenuto strabilianti
risultati nello studio del calcolo dei profili alari, insegn al
Politecnico di Brooklyn del quale divenne Preside. Attualmente
ricordato quale maestro dell'Aerodinamica Supersonica, progett un
trans-atmosferico
che
la
NASA
consider
ancora
aperta
la
questione
della
corretta
interpretazione di certe sigle o date.
S, certo, con ogni probabilit "RS" sta per "Ricerche Speciali",
e dunque il collegamento a Guidonia logico.
Sul "'33", viceversa, si pu discutere: l'anno dell'avvio delle
attivit del Gabinetto, ovvero il numero dei suoi componenti?
Oppure sono un numero sinonimo di segretezza e potere assoluti,
come il "33" della Massoneria (indicante notoriamente il massimo
Grado dell'Obbedienza Massonica)?
Sia come sia, l'elenco dei Membri della Reale Accademia d'Italia
del 1942, pubblicato nell'Anno XX dell'Era Fascista, contiene
sicuramente i nomi di molti membri (se non di tutti i membri) del
"Gabinetto RS/33".
Va da s che i molti rapporti riservati e secretati sui Velivoli
Non Convenzionali discoidali avvistati in Italia negli anni Trenta
(indubbiamente ritenuti e temuti dei nuovi mezzi aerei di
produzione straniera pi che aliena dai vertici del Fascismo),
sottoposti eventualmente alle "menti" di Guidonia, non avrebbero
non potuto stimolare l'evidente impennata che comunque si
protrasse in concreto "ex tunc" negli studi aeronauti italiani
(peraltro all'epoca gi all'avanguardia nel mondo): da diretti
progetti (di evidente approccio ingegneristico) "a tutt'ala"
ovvero
"ad
ala
rotante"
agli
studi
di
superaviazione
o
iperaviazione di Crocco, appunto, impennata che si tradusse, al di
l
dei
molti
ed
importanti
record
aeronautici
tecnicopropagandistici (da quello di velocit di Francesco Agello alle
mitiche "Trasvolate Oceaniche" del Quadriunviro e Atlantico Italo
Balbo Governatore della Libia, necessariamente divenute immagini
del Regime), in effetti primati pionieristici.
Uno fa i tanti, quanto mai significativo, quello del 1937 del
Colonnello Pezzi della Regia Aeronautica (comandante del "Reparto
Alta Quota" di Guidonia) che conquist, su un Caproni 161, il
primato
mondiale
assoluto
di
altezza
(prima
detenuto
dall'Inghilterra) raggiungendo i 15.655 metri d quota! Per
proteggersi dalla temperatura e dalla mancanza di ossigeno nella
stratosfera,
Pezzi
indoss
perfino
una
apposita,
speciale
combinazione di volo a tenuta d'aria (una via di mezzo tra una
tuta pressurizzata e uno scafandro) non troppo dissimile dalle
odierne
tute
spaziali
per
gli
astronauti:
una
soluzione
d'avanguardia ideata dai tecnici di Guidonia che, ben oltre
l'aeronautica, evidentemente puntavano ormai verso lo spazio.
costituita
da
un
lungo
corridoio
assiale
profondamente scavato nel tufo (non meno di 70 metri di
lunghezza);
le
pareti
sono
levigate,
lavorate
dalla
mano
dell'uomo; sul pavimento sterrato vi un binario a scartamento
ridotto. In fondo un vecchio carrello da carico completamente
arrugginito. Ai lati del condotto si accede a delle vaste camere,
anche queste modellate ad arte fino ad avere fatto loro assumere
una forma pseudocubica. In tutto sono 4 o 5 ma una di essa
colpisce in particolare i giovani visitatori.
C' una vecchia consolle in evidente disuso, un pannello di
comandi elettrici ridotto ad un ammasso di ferraglia; accanto si
nota un sistema di valvole disposte in parallelo, valvole
ricoperte di ceramica, grandi ognuna quanto un grosso vaso da
fiori. Quella sala servita a qualcuno nei decenni passati per
governare un impianto elettrico ad alto voltaggio. La galleria a
fondo cielo; il binario si interrompe, ma ai lati vi sono due
cunicoli in discesa, rivestiti con scalinate metalliche. I ragazzi
entrano in uno di questi, scendono lungo la scaletta ripida e si
ritrovano in un altro corridoio, simile al precedente, ma avvolto
nel buio, poich la sua uscita ostruita dalle porte in legno
viste prima all'aperto. L'avventura bella ma la paura ha il
sopravvento; i ragazzi abbandonano il posto e quella giornata per
loro resta solo un ricordo.
Uno di loro ci racconta questi fatti nellottobre 2001.
Ormai un uomo adulto e chiede che il so nome non venga reso
noto.
Riusciamo a farci descrivere il luogo esatto dell'ubicazione di
quello che ha tutta l'aria di essere un bunker risalente alla
GABINETTO RS/33:
DAL COVER UP ALLA MINACCIA ALIENA
di Alfredo Lissoni
(Notiziario n 40 gennaio 2003)
stato
possibile
recuperare
nuovi
documenti,
alcuni
dei
quali
fotografici,
che
dovrebbero
testimoniare della presenza di "velivoli non convenzionali" nei
cieli dell'Italia del Ventennio.
La prudenza per d'obbligo, specie quando si procede all'analisi
di fotografie realizzate con macchine che, per la tecnica
dell'epoca, lasciavano non poco a desiderare.
Di entrambe le due immagini recuperate mancano riferimenti
cronologici precisi; la prima foto che ho potuto analizzare, e che
mostrerebbe una serie di Ufo in formazione, stata scattata a S.
Remo, nell'imperiese; ma potrebbe anche trattarsi di un difetto
della fotografia; la seconda immagine ritrae invece il molo
bergamasco di Sarnico e, pur apparendo datata, presumibilmente
di data recente e mostra non gi una serie di UFO ma alcuni fuochi
d'artificio del genere che vengono sparati in agosto sul lago
d'Iseo per la gioia del turisti.
Il collega Matthew Hurley ha poi trovato diverse fotografie ante
guerra, alcune delle quali gi note, che ha reso disponibili on
line nel sito "Historical artwork"; fra le tante, ne spicca una
scattata a Slide Ward, in Colorado, nell'aprile del 1929 da Edward
Pline; costui avrebbe udito un forte boato ed avvistato e
fotografato in cielo "una forma larga e rotonda" che si muoveva
sopra la sua testa (i giornali dell'epoca non riportarono
aIcunch). Ma la documentazione pi interessante emersa, come al
solito, frugando negli archivi.
Tacitare i giornali
Debbo dire che a lungo mi sono interrogato sulla rapidit, ai
limiti dell'incredibile, con cui il regime fascista fosse riuscito
ad insabbiare l'atterraggio di un disco volante nel '33, a creare
una speciale commissione investigativa, ad attivare tutti gli
agenti dell'Ovra per "tacitare giornali e testimoni", ed infine a
coinvolgere
funzionari
dell'osservatorio
di
Brera,
affinch
fornissero ad eventuali curiosi una spiegazione di comodo (la
responsabile
della
testata
"Topolino"
per
l'Italia,
Gentilini, che in una riedizione del fumetto commenta: "Gli
sull'energia atomica erano allora solo agli inizi". Da dove
dunque attinto Walt Disney?
Evidentemente da fonti dell'Intelligence americana, che da
spiavano il Fhrer.
Mario
studi
aveva
tempo
Propaganda nascosta
Gli ufologi scettici negano l'esistenza delle V-7, affermando che
la "leggenda" della loro costruzione sarebbe stata inventata nel
1952; arrivano persino a contestare velenosamente la nostra
meticolosa ricostruzione, pur non avendo nemmeno mai visto i
documenti in nostro possesso. Alla faccia del metodo scientifico!
Ovviamente mentono sapendo di mentire.
Che Hitler stesse cercando di costruire velivoli dalla forma
inusitata era talmente noto, persino tra le linee alleate, che tra
il 19 luglio ed il 23 ottobre 1943 la Disney pubblic un altro
fumetto, "Mickey Mouse on a secret mission", attraverso il quale,
grazie all'uso dei comics, si dileggiavano le ricerche del Fhrer,
ed in particolare, ci informa Franco Fossati su "Storia
illustrata" del maggio 1978, "la costruzione di un aereo atomico a
forma di V", palese riferimento all'ala volante!
Forse potr sembrare azzardato il collegamento tra fumetto e files
fascisti, ma non cos.
I comics, durante la guerra, venivano utilizzati come arma di
propaganda, alla stessa stregua di altre tattiche militari. Lo
conferma lo stesso Fossati: "Con l'avvicinarsi della Seconda
Guerra Mondiale molte storie made in Usa si trasformarono in
strumenti pi o meno efficaci della propaganda. Arruolarsi divenne
quasi un gioco per i maggiori personaggi dei fumetti e tutti
vollero rispondere all'appello della patria. Visto il riflesso sui
giovani lettori, quasi nessuno dei grandi personaggi del fumetto
americano dunque sfuggito a questo destino, soprattutto
Topolino, definito nel 1935 dalla Societ delle Nazioni come
simbolo internazionale di buona volont; era popolarissimo, tant'
che Mickey Mouse fu la parola d'ordine delle truppe alleate il
giorno dello sbarco in Normandia. Walt Disney e la sua quipe
misero a disposizione del Governo americano la sottile ironia di
Topolino, realizzando fumetti e disegni animati...".
La base sul Garda
Di recente, sui files nazifascisti sono usciti altri libri, e
persino
un
romanzo
fantascientifico
"ucronico"
(cio,
di
fantastoria) di Mario Franzeti, "Occidente" (Nord) in cui si
immagina la vittoria militare del fascismo e nel quale l'autore
menziona esplicitamente il Gabinetto RS/33 (il romanzo stato un
tale successo da essersi esaurito in poco tempo; "Times" vi ha
dedicato un lungo articolo ed in uscita il sequel).
prevista
dalla
californiana
Adventures Unlimited Press per marzo del 2003 e che accredita le
voci (inventate dall'ufologo italiano Alberto Fenoglio e dal
francese Henry Durrant) sul Sonder Buro n. 13 e sul disco volante
costruito da un certo Leduc nel 1949.
Del primo va sottolineato, a margine di tante "voci" riportate nel
libro e ricavate principalmente (sebbene furbescamente si sia
omessa una bibliografia) da testi a sensazione come "Il mattino
dei maghi" o "Secret societies" del nazista Jan Udo Holey, il
fatto che si citi come presunta base segreta di test germanici la
zona del Garda.
Leggere ci mi ha stupito, perch stato proprio a Maderno sul
Garda che ho rintracciato i disegni del disco volante che il
progettista D.G. ide negli anni Quaranta per conto di Mussolini
(e che svilupp, come mi hanno recentemente confermato la figlia e
l'ufologo Livio Milani, per la Breda di allora. Nel corso del
programma "Ai confini" ho mostrato i disegni su lucido che D.G.
ricre a memoria nel 1965). Ci mi induce a pensare che, fra tanto
materiale controverso, Hyland abbia attinto anche a documentazione
pi attendibile (e del resto, si rifatto anche al giornalista
scientifico Renato Vesco, la cui opera stata per pubblicata
negli Stati Uniti con insert di foto false e documentazione
scandalistica).
Una
volta
accantonata
l'ipotesi
che
il
"velivolo
non
convenzionale" atterrato in Lombardia nel 1933 fosse un'arma
inglese o francese, una parte dei membri del Gabinetto RS/33
(Arturo Crocco in testa) rivolse gli occhi alle stelle, in cerca
di una spiegazione. Sappiamo che Marconi credesse che i marziani
avessero inviato, negli anni Venti, radiomessaggi ai terrestri, e
che Crocco vagheggiasse di volare con un razzo sulla Luna (e fu
profeta). Ma c' dell'altro, molto di pi.
Il
giornalista
scientifico
Ugo
Maraldi,
nel
libro
"Dal
cannonissimo
al
raggio
mortale"
del
1939,
ipotizzava
la
costruzione
di
un
gigantesco
cannone,
sulla
scorta
del
cannonissimo tedesco Bertha che tir su Parigi nel 1918,
"nell'eventualit d una guerra interplanetaria"!
La notizia sconvolgente. I dottori del Gabinetto RS/33 erano
dunque preda della psicosi innescata l'anno precedente dalla
trasmissione di Orson Welles?
O l'aver scoperto che non siamo soli aveva messo in fibrillazione
le alte sfere colonialiste e militari, che gi temevano
un'invasione dello spazio, la stessa che nel' 41 Mussolini augur
agli americani?
Sia come sia, Maraldi nel suo libro si esprime con grande seriet,
dimostrando di credere realmente ad una simile ipotesi (che
riporta alla mente analoghe preoccupazioni contemporanee paventate
dal presidente americano Ronald Reagan al leader russo Gorbaciov,
nel
1987);
non
solo,
nello
stesso
volume,
a
conferma
dell'esistenza di una tecnologia italiana in grado di sostenere
una ipotetica "guerra tra galassie", Maraldi accreditava le "voci"
sul raggio della morte (voci a lui contemporanee, vista la data
dell'esperimento del blocco a distanza delle auto sulla strada di
Ostia, ad Acilia), senza peraltro citare direttamente Marconi,
evidentemente per non violare un segreto militare. Il fisico
italiano era comunque diplomaticamente menzionato immediatamente
dopo, apparentemente in modo slegato, a proposito dei radiopiloti.
Nel volume, Maraldi nascondeva abilmente un altro segreto
militare, il fatto che "la RCA stesse lavorando ad un nuovo
dispositivo che studia la televisione per il volo cieco".
L'elemento intrigante che Marconi, che di Maraldi sembra essere
la fonte principale, ebbe contatti stretti con David Sarnoff, il
radarista del Titanic in seguito membro dell'Intelligence Usa
coinvolto nelle inchieste sugli Ufo.
Maraldi affermava che le ricerche americane si basavano sugli
ultrasuoni e, a pagina 315 del suo libro, confessava: "Dopo aver
assistito personalmente a qualche interessante esperienza in
materia, ritengo che dal mondo degli ultrasuoni, probabilmente,
scaturir il vero raggio mortale" (il che coerente con le
attuali conoscenze scientifiche; solo che Marconi e Maraldi ne
parlarono con mezzo secolo d'anticipo).
Questo accredita, una volta di pi, la tesi della retroingegneria
aliena durante il fascismo.
ULTIMO ATTO:
ATTACCO AI FILES NAZI-FASCISTI
di Alfredo Lissoni
(Notiziario n 45 giugno/luglio 2003)
Nelle ultime settimane sono arrivate, da parte di certi ambienti
scettico-riduzionisti italioti, dapprima oesanti critiche al Cross
Project, poi al Progetto Sassalbo, quindi alle ricerche sui
fenomeni di di Hessdalen.
Non intendiamo fare gli avvocati difensori di nessuno, perch sta
in primis agli interessati - che non hanno certo bisogno di noi rispondere adeguatamente a critiche sterili, faziose e inadeguate.
Peraltro impossibile non intravedere in tutto questo un qualche
disegno evidentemente comune e finalizzato.
Da tanta furia iconoclasta non poteva certo rimanere indenne il
sottoscritto, ripetutamente preso di mira da Giuseppe Stilo,
principalmente in merito ai files fascisti. Nell'ultimo numero
della rivista autoprodotta a circuito interno dal Cisu "Ufo" (n.
25) lo "storico dell'ufologia" (tale si qualifica) pubblica un
articolo che apparentemente nulla ha a che vedere con le mie
ricerche, e che - testuali parole - "sulla strana vita e
l'assurda morte" del noto rivelazionista filonazista Bill Cooper.
Ci si chieder, giustamente, cosa c'entri tutto ci con il
sottoscritto,
che
noto
per
l'ostilit
ai
"revealers",
manifestata sin dalla pubblicazione telematica nel 1993 del mio
libro "Gli Ufo e la Cia", recentemente rieditato dalla Mir. Ben
poco, in effetti, ma l'ufologo Cisu, pur ammettendo a pag. 39 del
suo articolo di non essere nella "sede pi opportuna per ampliare
la questione", ne approfitta per dedicare due colonne e mezzo al
"mito dei dischi volanti nazisti" ed al "fantomatico colonnello
del genio dell'esercito tedesco Heinrich Richard Miethe, di cui si
parla fin dal giugno del 1952 con riferimento alla V-7". Nel suo
primo libro autoprodotto, "Scrutate i cieli!" (Upiar, 2000) Stilo
affermava, di fatto, che le V-7 fossero un mito e che Miethe fosse
stato inventato nel 1952 dal quotidiano d'oltralpe "France Soir".
L'uscita,
l'anno
seguente,
del
libro
"Gli
X-files
del
nazifascismo", scritto a quattro mani dal sottoscritto con Roberto
Pinotti, azzerava tale tesi: a pagina 202 pubblicavo una delle
rarissime foto di Miethe, immortalato a Kummersdof nel 1933, e
facevo notare che gli ufologi avevano sempre cercato nella
direzione sbagliata, in quanto il vero nome dello scienziato
nazista era Walter e non Heinrich Richard. La foto del nazista era
tratta dal libro "Ufo revelation" dello scrittore inglese Tim
Matthews, che l'aveva ottenuta dallo studioso aeronautico Bill
Rose.
La questione sembrava risolta ma ecco che Stilo, preannunziando
nientemeno che una "rassegna critica del libro di Alfredo Lissoni
Cesare Balbo (uno dei tre capi del Gabinetto RS/33), gi capo
Reparto Sperimentale di volo Aerfer (ora Alenia) a Napoli ed il
pi giovane ingegnere europeo a lavorare sui velivoli Sagittario,
Ariete e Leone, ci ha raccontato di avere letto, su pubblicazioni
interne americane, di dischi volanti terrestri, di matrice
statunitense, gi all'epoca della Seconda Guerra Mondiale.
Il segreto dell'hangar di Vergiate era gi forse filtrato oltre
Oceano, ove peraltro Balbo era di casa ed ove veniva trattato come
un eroe?
L'improvvisa morte del quadrunviro - abbattuto "accidentalmente"
dalla nostra contraerea - fu invece un atto programmato per punire
un traditore dell'"amico germanico" che Balbo, come Ciano,
detestava?
Il suo filoamericanismo noto e documentato; era l'istruttore dei
piloti statunitensi che, dall'America, giungevano proprio a
Vergiate per imparare da lui le pi avanzate tecniche di volo (non
dimentichiamoci che negli anni Trenta era l'Italia ad essere
all'avanguardia mondiale, nel campo aeronautico); e non fu dunque
casuale che, a guerra finita, la CIA si impossess degli
stabilimenti di Vergiate; gli americani erano ben consci dei
nostri progressi in campo aeronautico; e lo sapevano proprio
grazie a Balbo, dal quale appresero forse anche dell'esistenza di
un disco volante nell'hangar varesino.
Il dottor Stiavelli mi ha peraltro confermato che furono proprio
gli americani, che temevano la nostra superiorit tecnica
(tecnica, non bellica), a boicottare la costruzione di diversi
velivoli italiani all'avanguardia, nel dopoguerra, imponendo le
loro produzioni.
Con il raggio della morte
Sappiamo che i fascisti si dedicarono, a Vergiate, ad esperimenti
di retroingegneria; lo stesso fecero gli americani dopo la guerra.
Vi chi sospetta che il "Vertijet", uno strano velivolo a decollo
verticale, sia uno sviluppo terrestre di ingegneria aliena. Se al
computer si "ricopre" l'ossatura del velivolo, ne esce la sagoma
del disco volante descritto da Bob Lazar e da altri revealers.
Gli americani si impossessarono forse, questa volta grazie alla
miopia fascista, anche dei progetti marconiani del raggio della
morte. L'ex regista della trasmissione "Stargate" (ora passato a
"Voyager") mi ha mostrato della documentazione riguardante un
brillante progettista bolognese che riusc, nel Ventennio, a
realizzare un'applicazione pratica del raggio "blocca-motori" di
Marconi. Ma per tutto ringraziamento gli invidiosi gerarchi
fascisti lo mandarono a morire al fronte.
Foo-fighters d'Inghilterra
Fabio Di Rado, ha recentemente svelato la contraffazione dei foofighters (i piloti alleati che nella seconda guerra mondiale
riferivano strani avvistamenti aerei, ndr) inglesi.
All'indagine ha partecipato anche il sottoscritto, assieme a Marco
Guarisco del Cun Como; abbiamo estrapolato dal film "Memphis
Belle" le immagini incriminate e le abbiamo confrontate con le
foto dei foo inglesi. Erano le stesse, anche se i falsi erano
stati realizzati ritoccando elettronicamente lo sfondo e ruotando
le foto, virate in bianco e nero.
Anch'io sono stato poi oggetto di una missiva bufala, il 26
ottobre 1996. Mi stata recapitata presso la redazione di una
rivista del mistero, per la quale lavoravo, una busta anonima
contenente un documento rozzamente realizzato, un "Memorandum to
L.B" del 1952, scritto malamente a macchina e censurato, in
inglese, che lasciava intendere che durante l'operazione Paperclip
gli Usa si erano occupati di Ufo terrestri (con particolare
riferimento ad un avvistamento a S.Pietro a Vco di Lucca, il 25
luglio 1952, ove l'Ufo poteva effettivamente ricordare una V-7); e
tutto ci dopo che gli States avrebbero saputo di un rapporto
segreto dell'organizzazione nazista Odessa (quella che faceva
espatriare di nascosti i nazisti) circa un'operazione "attualmente
in corso" in tre Paesi del Sudamerica e in due Paesi Europei, uno
dei quali era l'Italia. Ove sarebbero state fatte volare ben sette
V-7, sopra la Toscana.
Ma .non tutti i casi di foo sono fasulli.
Nel libro "Il cielo un inferno" di Martin Caidin (Longanesi)
l'autore, nel ricostruire diverse vicende belliche, prende spunto
da un memorandum del 24 ottobre 1943 del maggiore E.R.T. Holmes,
FLO 1a Divisione Bombardamento (riferimento FLO/IBW/REP/126 al
Servizio segreto inglese MI 15 Ufficio di Guerra, Whitehall,
Londra SW ed in copia al colonnello E.W. Thompson A-2 Pinetree).
E racconta: "Il fatto avvenne il 14 ottobre 1943 durante la
missione di bombardamento della citt di Schweinfurt (Germania)
effettuato dalla 1a e dalla 31a Divisione Aerea Americana di base
in Inghilterra con aerei Boeing B-17 Flying Fortress. Quando i
bombardieri del 384 Gruppo si avviarono alla corsa finale,
oltrepassato il punto iniziale, avrebbero potuto subire una
violenta reazione da parte della caccia tedesca e quindi si
richiedeva sia ai piloti che agli altri membri dell'equipaggio
un'attenzione d'importanza vitale per poter segnalare in quel
momento la posizione di qualsiasi aereo nemico. Ogni uomo che
prese parte al bombardamento conferm in seguito che fino
all'inizio dell'osservazione non era presente nessun velivolo
nemico sopra la formazione di aerei. Fu proprio allora che i
piloti ed i mitraglieri della torretta superiore, come pure alcuni
uomini in osservazione dalla prua in plexiglas dei bombardieri,