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Il progetto Carta archeologica della Regione Toscana ha origini ormai abbastanza lontane. Muove infatti dal Progetto Etruschi, di cui sar il caso
di ricordare il titolo: Gli Etruschi e larcheologia dellEtruria, ma soprattutto il sottotitolo:
un investimento per la riscoperta, valorizzazione e promozione del patrimonio e delle risorse
archeologiche della Toscana. Elemento di rilievo, vale la pena di sottolinearlo, era la scelta di
destinare una notevole quota parte dei finanziamenti ad interventi non effimeri ma di lungo
periodo e di struttura. Cos, contemporaneamente alle manifestazioni espositive e ai convegni,
tutti realizzati entro il 1985, prendevano avvio
altri tre sottoprogetti:
la ristrutturazione della rete museale, per la
razionalizzazione del settore e per favorire la ricerca di una profonda osmosi tra i diversi musei, anche con la nascita di importanti servizi tecnici inframuseali;
la programmazione di una rete di parchi archeologici;
la realizzazione di una carta archeologica in
due scale: 100.000 e 10.000, con la previsione
della scala 2.000 per i centri urbani che insistono su aree archeologiche significative.
Bench non sia questa la sede per affrontare lesegesi di questo importante capitolo dellattivit
della Regione Toscana in tema di beni culturali,
non vanno comunque sottaciuti alcuni aspetti di
notevole innovazione soprattutto considerando che siamo nei primi anni 80:
linaugurazione di forme di compartecipazione pubblico/privato nel campo delle attivit culturali;
il forte accento sugli aspetti programmatori nei
riguardi sia della ricerca, sia degli interventi, sia
infine della fruizione;
il gi accennato sforzo di razionalizzazione del
complesso museale nel duplice senso: 1) di adeguamento delle singole istituzioni museali alle
esigenze della fruizione di massa e 2) di costruzione di un sistema museale tematico a livello
regionale;
la stretta collaborazione sia con la Soprintendenza archeologica che con le Amministrazioni
2002 Edizioni allInsegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale
alla conoscenza, questa preliminare sia alla tutela, prerogativa dello Stato, sia alla valorizzazione, cui sono preposte le istituzioni locali);
la fattiva attuazione di quella programmazione concertata con le Amministrazioni Provinciali
che costituisce un tema tra quelli dominanti anche nelle indicazioni del P.R.S.
Tutti elementi presenti, anche se talvolta in nuce,
gi dagli albori. Elementi che in un processo della
durata di circa 15 anni vengono rafforzati dalla
produzione normativa, sia statale che regionale:
1) la L. 431/85, meglio conosciuta come decreto Galasso, dedicando rilievo alle aree archeologiche classificate, tra le altre, come di particolare interesse ambientale, costituisce un punto
di riferimento per tutta la successiva normativa
regionale;
2) con la L. 142/90 Ordinamento delle autonomie locali le Province, per un certo periodo
messe in ombra dalle Associazioni intercomunali, riacquistano un ruolo centrale. Ci consente
alle Regioni, comunque alla Toscana, di accentuare la propria funzione programmatoria attribuendo alle Province definite dalla stessa L.
142/90 enti di programmazione intermedia
quella di interpretazione delle esigenze locali e
di valorizzazione di bacini culturali; la L.R. 14/
95 supera le leggi di settore pur facendovi riferimento per privilegiare le vocazioni dei bacini culturali locali. Un contesto di tal genere induce ad una pi accentuata teorizzazione della
complementariet tra Regione e Province anche
nel merito della carta archeologica; ci si traduce nella pi decisa definizione del ruolo della
Regione come cardine tra Stato, autonomie locali, istituzioni culturali e utenze e di sostegno
alle attivit gestite dagli Enti locali, ai quali devono essere forniti supporti conoscitivi, scientifici, tecnologici; incombenza, questultima, da
non demandare a livelli troppo decentrati per
ovvii criteri sia di economicit che di uniformit
metodologica. Viene istituito nel marzo 1995 un
comitato tecnico scientifico in materia di archeologia per la definizione pi rigorosa degli standard tecnici. Risulta quindi evidente la preoccupazione di fornire agli Enti locali, e in questo
caso alle Province, tenute tra laltro alla redazione dei Piani Territoriali di Coordinamento,
uno strumento necessario per lassolvimento dei
propri compiti istituzionali ma nello stesso tempo improntato ai pi attuali e rigorosi criteri
scientifici;
3) il gi accennato ruolo delle Regioni di coordinamento, promozione e cerniera tra gli stan-
dard definiti a livello nazionale e le esigenze locali, oltre che propositivo laddove gli standard
nazionali appaiano non sufficientemente approfonditi, viene infine sancito dal D.Lgs. 112/98
che allart. 149 Funzioni riservate allo Stato,
comma 3 Sono riservate allo Stato, lettera
e) recita: la definizione, anche con la cooperazione delle regioni, delle metodologie comuni
da seguire nelle attivit di catalogazione, anche
al fine di garantire lintegrazione delle banche
dati regionali e la raccolta ed elaborazione dei
dati a livello nazionale.
Per tornare allo specifico della Carta archeologica, e facendo un passo indietro, sar opportuno ricordare che nellambito del Progetto Etruschi la progettazione relativa agli interventi strutturali fu affidata al Prof. Torelli, dellUniversit
di Perugia; i progetti sulla rete dei musei e su
quella dei parchi archeologici furono consegnati rispettivamente nellaprile 1988, e nellaprile
1990. LAtlante dei siti archeologici della Toscana (ASAT) con riferimenti cartografici in scala
1:100.000 fu consegnato nel novembre 1989 e
pubblicato nel novembre 1992.
Contestualmente venivano affidati, a cura delle
Amministrazioni provinciali interessate e in stretto, continuo collegamento, incarichi per la redazione delle carte archeologiche in scala pi
dettagliata: Arezzo, Firenze, Siena, in parte Grosseto. Occorre sottolineare che in questa prima
fase la preoccupazione di un coordinamento sia
degli aspetti programmatori che di quelli scientifici fu affrontata con taglio estremamente pragmatico, e cio con la costituzione di un gruppo
di lavoro (inizio dei lavori nel maggio 1990) di
cui facevano parte la cooperativa Pantheon incaricata per Arezzo , la Co.Idra incaricata per
Firenze , la direttrice del museo archeologico
di Grosseto, un funzionario della Provincia di
Siena e il dirigente dellufficio musei della Regione Toscana.
Risale al marzo 1995 listituzione di un apposito Comitato tecnico scientifico, del quale fanno
parte rappresentanti del Ministero per i beni e
le attivit culturali Soprintendenza archeologica e ICCD dellUniversit di Firenze, Perugia, Pisa e Siena, della Scuola Normale Superiore di Pisa, del CNUCE, dellIstituto di Studi etruschi ed italici di Firenze. Il Comitato ha curato e
licenziato le linee guida per la redazione della
carta archeologica della Toscana, un modello
standard per la catalogazione dei siti archeologici, fortemente strutturato ma nel contempo non
eccessivamente difficoltoso per la compilazione,
tenendo conto di norme generali sia nazionali
2002 Edizioni allInsegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale
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