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Quaderno n 2

Parchi con arte rupestre


Conservazione e valorizzazione

Corso per la valorizzazione dei parchi forestali, montani e con arte rupestre

Quaderni di
Quaderno n2

Conservazione e valorizzazione

Parchi con arte rupestre

Corso per la valorizzazione dei parchi forestali, montani e con arte rupestre dellarco alpino

Quaderno n 1
ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE TECNICO SUPERIORE PER LORGANIZZAZIONE E IL MARKETING DEL TURISMO
Corso per la valorizzazione dei parchi forestali, montani e con arte rupestre dellarco alpino Direttore Prof. Gabriella Brusa-Zappellini

INTEGRATO

Enti finanziatori: Cipe Regione Lombardia Enti attuatori: Universit degli Studi di Milano Dipartimento di Scienze della Terra Centro Camuno di Studi Preistorici Istituto Statale Virgilio Touring Club Italiano

2004 IFTS ISBN 88-7695-283-7 Prima edizione: luglio 2004 Arcipelago Edizioni Via Carlo DAdda, 21 20143 Milano Tutti i diritti riservati Ristampe: 7 6 5 4 3 2008 2007 2006 2005 2004

Regione Lombardia

Unione Europea

Fondo Sociale Europeo

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

In copertina, Barche e sole, Aspeberget, roccia 12, Svezia.

luglio 2004

Quaderno n 2

Indice
4 6 Introduzione
Laura Ghisellini e Valentina Biragi

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Regione Lombardia Legge Regionale 1/2000


a cura di Jacopo Marini

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I Parchi e il paesaggi nella legislazione italiana


a cura di Silvana Damiani

I Parchi con arte rupestre della Valcamonica


a cura di Valentina Biragi

54

Il pittore e larte rupestre Intervista al Dr. Gerhard Milstreu


a cura di Laura Corti

11

La situazione della Valcamonica: modelli gestionali a confronto e problematiche ancora aperte


a cura di Tiziana Cittadini

57

Un esempio di parco interattivo e intelligente Intervista a Reuven G. Anati


a cura di Valentina Biraghi

21

Il Parco Nazionale del Mercantour Francia


a cura di Silvana Damiani

58

Appendice Il riciclo in natura: gli avvoltoi


a cura di Roberta Banino e Silvana Damiani

27

Il Parco Culturale della Valltorta Spagna Intervista a Rafael Martnez


a cura di Barbara Villa e Diego Abenante

64

Il San Pietro di Campanine


a cura di Barbara Villa

32

Parco Archeologico della Vale do Ca Portogallo


a cura di Laura Corti

36

Parco Archeologico di Tanum World Heritage Area Svezia Intervista a Ulf Bertilsson
a cura di Laura Corti e Silvana Damiani

43

Il Museo e le incisioni rupestri di Alta Norvegia Le testimonianze di arte preistorica pi a nord dEuropa
a cura di Jacopo Marini
ANNO

II numero 2 http://www.studipreistorici.it Stampa Digital Print Service Srl Via Torricelli, 9 - 20090 Segrate Milano Agosto 2004 Editing Marisa Chiani

Caporedattori Silvana Damiani e Jacopo Marini Hanno collaborato a questo umero


Diego Abenante, Roberta Banino, Valentina Biraghi, Tiziana Cittadini, Laura Corti, Anna Dal Passo, Silvana Damiani, Laura Ghisellini Jacopo Marini, Barbara Villa.

Quaderno n 2

Introduzione
Come studiosi di arte rupestre, ci siamo posti il problema di come conservare e valorizzare un bene culturale cos prezioso. Questo tipo di arte nasce, per sua stessa natura, allaperto sulle rocce; non quindi pensabile che essa venga tolta dal suo luogo naturale e portata in un museo poich da sola non pu essere n capita n studiata. Sono nate cos le aree protette, i cosiddetti Musei allaperto, con lo scopo, a volte purtroppo solo teorico, di valorizzare e conservare meglio larte rupestre. Lidea del Museo allaperto non recente ma pu essere attribuita ai musei etnografici nord-europei tra la fine dell800 e linizio del 900, quando furono introdotti criteri espositivi che evitavano di astrarre gli oggetti dal loro contesto. Questa concezione nasce in relazione ai parchi naturalistici ma ben presto si estende anche al campo archeologico. Si tenta quindi di ricollocare il manufatto, o pi in generale il dato archeologico, in un contesto il pi ampio possibile, tendenzialmente il territorio di appartenenza, nelle condizioni e nelle caratteristiche specifiche dellepoca: i primi esempi sono stati le ricostruzioni di abitati antichi1. Luscita allaria aperta ripropone la percezione di culture e stili di vita ormai scomparsi integrati in un ambiente unitario con gli elementi naturali che ne costituivano ampia parte: latmosfera, gli aspetti geologici e naturalistici, lo sfruttamento del territorio e i cambialuglio 2004

menti apportati dalluomo nel paesaggio. Lambiente diviene documento storicoarcheologico esso stesso; su questo ambiente si sono fissate, come segni fossili, le azioni delluomo e quindi allinterno dellambiente possibile individuare i segni e i documenti che quegli stessi uomini hanno lasciato e che si sono sovrapposti ad altre testimonianze. proprio il paesaggio che diventa protagonista del parco, come elemento e reperto archeologico contemporaneamente. Di fatto, il parco archeologico diviene quindi il luogo in cui si uniscono archeologia ed ecologia, configurando un nuovo tipo di area protetta che pu essere definita parco culturale. Lidea di un parco culturale costituisce una evoluzione rispetto al passato, in quanto al suo interno si integrano due diverse realt: parco archeologico e parco naturale. Nelle aree con arte rupestre preistorica sono presenti rocce istoriate, ma con intorno un ambiente che diviene esso stesso documento e in cui possono trovare collocazione anche documentazioni successive della presenza delluomo. In questo tipo di parchi trovano collocazione e pari dignit tutte le manifestazioni delluomo e della natura, senza la cui compresenza nessun fenomeno compiutamente spiegabile: Ambiente, Archeologia ed Etnologia convivono. Diventa quindi importante la tutela e la valorizzazione di un bene culturale di

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questo tipo che acquista una dimensione riferita al presente e alle aspettative per il futuro. In relazione alla nuova legge sui parchi archeologici approvata recentemente dallla Regione Lombardia e al convegno sui parchi avvenuto nel settembre 2002 presso il CCSP (Centro Camuno di Studi Preistorici, Valcamonica), abbiamo posto la nostra attenzione sullEuropa per una visione pi ampia delle problematiche connesse ai parchi con arte rupestre. Tale rassegna ha lobbiettivo di fornire un confronto tra la realt italiana (Valcamonica) e ci che accade in altri paesi. Per questo abbiamo preso in considerazione i principali parchi europei con arte rupestre: Foz Ca in Portogallo, Valltorta in Spagna, Mercantour in Francia, Tanum in Svezia e Alta in Norvegia.
LAURA GHISELLINI
E

VALENTINA BIRAGHI

Riccardo Merlo, Nascita del parco : il territorio come componente del Parco Archeologico, Dipartimento di Scienze delleducazione, Universit di Bologna

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I Parchi con arte rupestre della Valcamonica


1. Modelli di gestione a confronto La Valcamonica nota in tutto il mondo per le testimonianze di arte rupestre. La concentrazione di incisioni in questo luogo un fenomeno unico in Europa: millenni di storia illustrati da migliaia e migliaia di immagini che raccontano un periodo storico di cui ben poco si conosce. Da molti anni gli studiosi, le amministrazioni locali, gli esperti discutono e lavorano per trovare il migliore modo per proteggere e valorizzare questo patrimonio straordinario per la sua bellezza e per il suo significato storico e culturale. Oggi in Valcamonica esistono quattro aree gi organizzate per la visita turistica alle incisioni: il Parco Comunale di Luine, il Parco Comunale di Sellero, il Parco Nazionale di Naquane e la Riserva Regionale di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Inoltre, sono in corso di costituzione il Parco di Seradina e Bedolina, e il Parco dei Massi di Cemmo, i quali non sono visitabili e che da molto tempo attendono una degna valorizzazione. La realt dei Parchi della Valcamonica si presenta molto complessa poich vi sono modelli di gestione e di organizzazione delle aree con arte rupestre completamente diversi. Se, infatti, alcune di queste realt sono gestite dalle amministrazioni comunali, altre (Parco di
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Naquane) sono gestite dal Ministero dei Beni Culturali, altre ancora (Riserva di Ceto, Cimbergo e Paspardo) dalla Regione Lombardia. E evidente che differenti modi di gestire il territorio e il patrimonio archeologico in esso contenuto hanno ripercussioni e conseguenze non positive per lo stesso e per la fruizione da parte del pubblico: spazi organizzati in modo non univoco, segnaletica e pannelli diversi, diversa gestione delle visite ai siti, diversi interventi di tutela e di conservazione delle rocce incise, mancanza di una quipe di esperti coordinata, mancanza di una scuola di formazione, diversa organizzazione delle attivit didattiche sul territorio. I disagi sono pertanto ovvi, a tutti i livelli di fruizione di queste aree. Questa mancanza di progetti coordinati non un fatto positivo per la comprensione e la valorizzazione del territorio e delle incisioni: al contrario sarebbe necessario mettere in evidenza le connessioni tra le varie aree, tra le tipologie di immagini, considerandole come una unit culturale pur nella loro grande variet stilistica, tematica e cronologica. La gestione separata delle aree comporta anche un differente apporto di finanziamenti ai vari enti gestori, con la conseguente differenziazione anche per quanto riguarda gli interventi di tutela e lo sviluppo di progetti di ricerca

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e di valorizzazione. Per queste ragioni risulta difficile monitorare lo stato generale delle rocce e coordinare la ricerca, ma soprattutto formare addetti ai lavori a pi livelli con competenze globali rispetto al patrimonio archeologico (guide turistiche, ricercatori, studiosi, guardiani, operatori didattici). Ovvie le conseguenze anche dal punto di vista puramente turistico, poich la mancanza di progetti comuni rende impossibile la creazione di un mercato del lavoro stabile per coloro che operano nel settore, n per quanto riguarda archeologi e ricercatori, n per quanto riguarda le guide e gli interventi didattici, n per quanto riguarda le strutture alberghiere, di ristorazione, i punti vendita nei siti, la comunicazione. Negli ultimi anni, nellambito delle ricerche sullarte rupestre preistorica, si sviluppato un rapporto sempre pi stretto tra bene archeologico (incisioni) e ecologia, ambiente, territorio e natura. Lincisione stata fatta sulle rocce, allaperto e pertanto non pu essere compresa n valorizzata se non nel suo contesto naturale, il quale per primo va compreso e conservato il pi possibile vicino a quello che era un tempo. Per tutte queste ragioni, si rende necessaria a nostro avviso la creazione di una quipe in cui vengano coinvolti studiosi e specialisti di diverse discipline: geologia, botanica, zoologia, informatica. Malgrado limpegno del Centro Camuno di Studi Preistorici che dagli anni 60 svolge studi e ricerche in queste zone e promuove progetti di tutela, ci sembra che manchi un vero raccordo tra la gestione dei Parchi e la ricerca pura, cos come un dialogo costruttivo con la Soprintendenza ai Beni Culturali, allo scopo di mettere in

comune e a confronto dati e informazioni. Tuttavia oggi le cose stanno cambiando: esiste un progetto, presentato in Regione dalla Riserva di Ceto, Cimbergo e Paspardo, promosso dallArchitetto Tiziana Cittadini, per uno studio di fattibilit volto alla creazione del Sistema Museale dei Parchi con arte rupestre della Valcamonica. Questo progetto nasce dalla volont di sei amministrazioni comunali della zona (Ceto, Cimbergo, Paspardo, Capo di Ponte, Sellero e Ossimo) per giungere alla creazione di un organismo che dovrebbe coordinarsi su alcuni punti di fondamentale importanza: manutenzione, promozione, conservazione, comunicazione, segnaletica e loghi. Lo scopo quello di mettere in comune (anche alla luce della nuova legislazione lombarda sui Musei) una serie di servizi legati alla gestione delle aree con arte rupestre. A questa prima fase dovrebbe poi seguire un coordinamento pi intenso ovvero la creazione di un unico ente gestore di tutte le aree. Le ripercussioni sarebbero ovviamente molto positive: unica promozione con unica immagine, valorizzazione turistica dellintera valle, programmazione unica della ricerca e degli interventi di conservazione, valorizzazione e tutela. 2. Un esempio di parco culturale: la Riserva Regionale di Ceto, Cimbergo e Paspardo. La Riserva Regionale di Ceto, Cimbergo e Paspardo, situata sul versante sinistro della media Valcamonica, unarea protetta creata dalla Regione Lombardia. Oggi ha ca. 60.000 visitatori lanno. E stata istituita nel 1983 dai tre comuni di Ceto,
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viene perso cos totalmente il loro rapporto con il territorio, con la vita della natura che certamente doveva avere avuto un ruolo fondamentale nella creazione stessa delle immagini incise, quindi nella fantasia e nel modo di pensare delluomo preistorico. Nellarea della Riserva invece si cercato di innescare un nuovo processo nella organizzazione delle aree protette, innovativo a vari livelli: rifiuto di estrapolare larea dal presente e dal futuro, seppure con la dovuta cautela per la conservazione delle rocce incise, utilizzo didattico dellarea, approccio allambiente indispensabile per comprendere il bene archeologico (studio e evidenziazione dei fenomeni correlati allambiente). Per facilitare la visita alla Riserva, sono stati individuati alcuni itinerari di visita (area di Foppe di Nadro, Campanine, Paspardo), che in poche ore consentono di conoscere i vari aspetti di questo territorio. Tutti i percorsi sono segnalati da cartelli, che necessiterebbero oggi una revisione ed una manutenzione. Le incisioni pi importanti hanno accanto pannelli, che riproducono i settori istoriati. La visita deve sempre iniziare dal Museo di Nadro, collocato non a caso in un nucleo edilizio medioevale, nel centro storico del paese. Allinterno stata organizzata una esposizione esplicativa dellarte rupestre presente nella zona e nella valle, con pannelli fotografici, cartine, calchi. Presso il Museo possibile disporre di una vasta gamma di servizi turisticodidattici: visite guidate, organizzazione di lezioni e seminari, saletta informatica per elaborazione di dati, sala proiezioni, biblioteca e laboratori (musica, frotta-

Cimbergo e Paspardo, su indicazione del Centro Camuno di Studi Preistorici e viene gestita da un Consorzio tra i tre comuni. Larea tutela unampia porzione di territorio (ca. 2.900.000 mq., compresi in una fascia di altitudine che va da 360 a 1.000 m), al cui interno sono presenti centinaia di rocce istoriate, per il 50 % ancora interrate. Il fenomeno archeologico ha posto allattenzione di tutti un luogo in cui sono presenti anche altri elementi di interesse: elementi etnografici e ambientali che testimoniano levoluzione dellambiente alpino e le trasformazioni procurate dalla presenza delluomo in queste zone negli ultimi millenni. Per queste ragioni si pensato di creare qui una nuova versione di Parco: un Parco Archeologico Culturale, innovativo sia per quanto riguarda lorganizzazione (viabilit, segnaletica, percorsi di visita), sia per quanto riguarda la fruizione da parte dei visitatori (aspetti didattici), sia per quanto riguarda la fruizione delle popolazioni locali nel corso del tempo (ricongiunzione del territorio protetto con lambiente esterno). Nel modello organizzativo canonico dei Parchi Archeologici, come ad esempio il Parco Nazionale delle incisioni rupestri di Naquane, tutti i terreni vengono acquistati dallente gestore (che nel caso di Naquane lo Stato Italiano), che in tal modo estrapola larea, tenendola separata dai fatti storici presenti e futuri: i terreni non appartengono pi agli abitanti, non vengono pi coltivati e vissuti, ma vengono mantenuti in modo asettico e non sempre ecologico dai Guardiani del Parco. Le incisioni appaiono belle da un punto di vista estetico, le rocce si possono ammirare da passerelle in legno, ma

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ge, colore, ceramica, macina dei cereali, informatica). 3. Le problematiche ancora aperte: cosa si pu e si deve migliorare. Come appare chiaro da questa breve panoramica, le problematiche ancora aperte per quanto riguarda la gestione dei parchi della Valcamonica sono moltissime, malgrado tentativi e progetti siano stati fatti in ogni direzione. Al di l del problema delle gestioni separate, pi volte sottolineato, il primo e pi serio problema da affrontare senza dubbio la conservazione delle rocce in senso stretto. Proprio per questa ragione stato istituito questanno un corso specifico IFTS che vedr la formazione di addetti alla manutenzione e conservazione delle rocce. Non un problema solo italiano: lEuropa infatti un continente fortemente antropizzato, i Parchi sono posti allinterno di regioni molto abitate e industrializzate (vedi la Lombardia). Lambiente da salvaguardare in senso lato, parte del territorio e coinvolto nelle stesse problematiche del territorio. A questo scopo sono stati individuati alcuni possibili agenti deterioranti per i quali si sta cercando una soluzione: azione indiretta o diretta delluomo (vandalismo e inquinamento) e agenti naturali (alghe, funghi, licheni, microrganismi che intaccano le superfici istoriate). Un secondo problema lutilizzo culturale e didattico delle aree: larte rupestre un documento storico fondamentale ma necessita di informazioni per poter essere letta e compresa. Lattivit divulgativa e culturale, lo studio di nuove forme di accompagnamento e di percorsi di visita mirati una delle finalit che dovrebbe avere un

Parco archeologico. Oggi occorre pertanto strutturare punti informativi, aree Museo, elaborare strumenti didattici sempre pi interessanti e utili al visitatore. A questo scopo necessaria anche una opportuna attivit promozionale, che per ora viene svolta da ogni singola area, creando solo una certa confusione. Per tutte queste ragioni si rende necessario un contatto ed un collegamento continuo fra i responsabili dei Musei e Parchi con arte rupestre di tutta Europa. Nei prossimi anni, grazie ad una iniziativa del Centro Camuno di Studi Preistorici, si realizzer una quipe europea per studiare i fenomeni di degrado delle rocce e per promuovere progetti di ricerca e di valorizzazione comuni.
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La situazione della Valcamonica: modelli gestionali a confronto e problematiche ancora aperte


Larte rupestre preiin primis attrastorica richiede un verso il controllo RISERVA REGIONALE DELLE INCISIONI RUPESTRI approccio polisettodellambiente riale: patrimonio (inteso questultiarcheologico (e como sia nella me tale sottoposto componente alla normativa geo-morfologica, Ubicazione: comuni di Ceto, Cimbergo e vigente che ne stache vegetazionaPaspardo bilisce la propriet Accesso: Museo della Riserva di Nadro, fraziole ed atmosferine di Ceto. Seguire la Ss. 42 direzione allo Stato Italiano ca). Edolo fino a Ceto, da qui seguire le individuando nel indicazioni Nadro (Provinciale n 88) Ministero Beni Orari: Progettare un variabili a seconda delle stagioni. 9,30 - 12,30; 14,30 - 17,30. In inverno il Culturali il responParco con arte Museo chiuso la domenica pomesabile della sua salrupestre richiede riggio. vaguardia) ma Informazioni: Museo della Riserva, tel. 0364 433465 un approccio anche stabilmente molto pi cominserita nel conte- sito web: www.arterupestre.it plesso della normuseo99@g3informatica.it. sto ambientale rap- e-mail: male riorganizpresentato dalla zazione musearoccia, supporto le, proprio pernaturale e inamovibile delliconografia ch pi fattori entrano nella sua definirupestre e del contesto in cui questulti- zione: ma inserita. devono essere evidenziati e messi in luce tutti i documenti, preistorici e storiIl suo studio non pu essere disgiunto ci, dellantropizzazione dellarea in dalla morfologia del luogo, in termini sia quanto testimonianze dellapproccio di scelta da parte delluomo preistorico delluomo allambiente ( rocce istoriate, delle superfici rocciose in cui imprimere contesti abitativi, sentieri, terrazzameni messaggi rupestri, sia in termini di cor- ti, coltivazioni, piante introdotte etc.), relazioni tra le varie superfici istoriate. devono essere compresi ed evidenziati Cos come la sua salvaguardia passa i fattori ambientali che hanno portato
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dal contesto ambientale che la circonda e che non si pu disgiungere l ambiente naturale dalla realt dellUomo. Questo nuovo approccio, tradotto per le aree con ARP, porta alla individuazione di bene archeologico non solo lo stretto reperto del passato (la roccia incisa) ma tutto linsieme che lo circonda e lo accoglie: 1. Nellambiente risiedono parzialmente le risposte sul perch della formazione di una cultura, di una espressivit; in esso si possono ritrovare le motivazioni dei molti modi attraverso cui questa cultura si espressa. 2. Lambiente documento storicoarcheologico esso stesso Su questambiente si sono inoltre fissate, come segni fossili, le azioni delluomo e quindi allinterno dellambiente possibile individuare i segni e i documenti che quegli stessi uomini hanno lasciato e che si sono sovrapposti (per poi essere sovrapposti) da altre testimonianze.

luomo preistorico a previlegiare un luogo rispetto ad un altro (la presenza di forme naturali emergenti, la collocazione rispetto a fenomeni astrali, la forma e/o la consistenza stessa della roccia), devono essere studiati, evidenziati e risolti i fattori di degrado e/o evoluzione ambientale che possono danneggiare i patrimoni documentaristici sopraindicati (inquinamento, ma anche presenza di particolari alberi, colture, attivit umane ec.) Lapproccio quindi multisettoriale, in termini di studio, di conservazione e di gestione.
1 - Approccio metodologico alla creazione di Parchi legati allarte rupestre.

Almeno in Italia il primo Parco con arte rupestre (Naquane) sorto negli anni 50 con intenti tematici: era un Parco per e dellarte rupestre preistorica e come tale escludeva altre realt. Negli anni successivi in Italia e nel resto dellEuropa (anche a seguito della Conferenza di Stoccolma del 1972, delle esprienze francesi e progetto Man & Biosphere dellUNESCO) si fa largo il concetto che unarea protetta non pu essere unisola felice slegata
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3. Lambiente come segno e documento del sovrapporsi delle culture delluomo. Si passa quindi gradatamente a considerare le aree con arte rupestre preistorica degli unicum in cui persistono rocce istoriate ma con un intorno ambientale esso stesso documento e in cui possono trovare collocazione anche documentazioni successive che raccontano della presenza delluomo nellarea. Si passa quindi da un concetto di Parco tematico degli anni 50, al concetto di Area protetta in cui trovano collocazione e pari dignit tutte le manifestazione delluomo e della natura, senza la cui compresenza nessun fenomeno non compiutamente spiegabile. su questa linea che si sono articolati i parchi degli anni 70-80: il Parco della Valtorta in Spagna, del Rio Martin, della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto Cimbergo Paspardo e del fiume Tago. Ambiente, Archeologia, Etnografia convivono e si spiegano a vicenda.

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2 - Breve illustrazione delle situazione Parchi in Vallecamonica con la presentazione di 4 aree gi organizzate per la vista turistica (Parco di Luine, Riserva Regionale Incisioni Rupestri Ceto Cimbergo Paspardo, Parco di Naquane e Parco di Sellero)

A fronte di una presenza cont i n u a anche se estremam e n t e frammentarizzata di superfici istoriate con ARP, attualmente sono organizzati in Valcamonica 4 Parchi con arte Rupestre Preistorica, sono: - Il Parco Comunale di Luine - La Riserva Regionale Incisioni Rupestri Ceto Cimbergo Paspardo - Il Parco di Naquane - Il Parco Comunale di Sellero In corso di costituzione: Parco di Seradina-Bedolina Parco dei Massi di Cemmo - Il Parco Comunale di Luine LAmministrazione Comunale di DarfoBoario Terme ha creato, negli anni 70, questo Parco. organizzato al proprio interno, in 3 Percorsi di visita archeologica, menluglio 2004

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tre la vegetazione illustrata da cartelli e segnalatori arborei; un piccolo vivaio sperimentale raccoglie le specie pi comuni in Valcamonica negli ultimi 10.000 anni. La visita pu iniziare nel Punto di Informazione in cui allestita una piccola esposizione illustrante la collina in cui si possono avere indicazioni sui percorsi e pi in generale sullarea. Lente gestore dellarea lAmministrazione Comunale di Darfo-Boario Terme - La Riserva Regionale Incisioni Rupestri Ceto Cimbergo Paspardo unarea protetta creata dalla Regione Lombardia nellambito della LR 86/83 su indicazione delle Amministrazioni Comunali locali e dal C e n t r o Camuno, per proteggere una vasta area ( c i r c a 2.900.000 mq.) al cui interno sono presenti centinaia di rocce istoriate, per il 50% circa ancora interrate. La perimetrazione del fenomeno archeologico ha di fatto posto allinterno dellarea protetta una vasta fetta di territorio in cui sono presenti testimonianze estremamente varie e composite degli ultimi
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millenni, collegabili sia alla presenza umana (ed alluso che del territorio ne ha fatto), sia naturali e vegetazionali: una occasione unica per verificare la possibilit di creare una nuova versione di Parco Archeologico Culturale, innovativo sia nellassunto organizzativo (viabilit, aree di visita), di fruizione da parte del visitatore (aspetto didattico) e della ricongiunzione di questo territorio protetto con lambiente esterno che di fatto lha determinato (in termini di sua fruizione da parte delle popolazioni locali). In altri termini, si cercato qui di dar risposta ad una serie di problemi, primo fra tutti il delicato rapporto dellarea Parco con le popolazioni che lhanno abitato e con il resto del territorio. Nell area protetta d e l l a Riserva Regionale si cercato di innescare un n u o v o processo nellorganizzazione delle aree protette con Arte Rupestre innovativa su vari piani cos sintetizzabili: 1. approccio complessivo allambiente nella presentazione e comprensione del bene archeologico (arte rupestre) con lo studio e la evidenziazione di tutti

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i fenomeni ad esso collegati o correlati; 2. rifiuto (sempre tuttavia nella primaria volont di conservazione del bene archeologico) della estrapolazione dellarea dalla storia contingente e futura; 3. utilizzo didattico dellarea (sempre con la primaria visione della conservazione del bene archeologico). Per facilitare la visita alla Riserva, sono stati individuati degli Itinerari di visita che consentono, in poche ore o pi giorni, di prendere visione dei molteplici aspetti della Riserva: ambiti archeologici,etnografici ed ambientali. I percorsi sono segnalati da cartelli, mentre le pi importanti superfici istoriate hanno accanto pannelli riproducenti i settori istoriati; si rammenta che nella Riserva, fatto divieto di muoversi al di fuori dei sentieri segnalati, di manomettere le superfici istoriate, di raccogliere la flora e fauna locale. La Visita della Riserva deve sempre iniziare dal Museo della Riserva, a Nadro, punto di informazione, ritiro biglietto e materiali illustrativi, per poi proseguire in uno dei numerosi Percorsi di visita. Presso il Museo sono attivi servizi didattici che spaziano dalle guide e accompagnatori, salette per larcheologia sperimentale, saletta multimediale per la creazione da parte dei gruppi scolastici degli ipertesti e delle ricerche. La Riserva si anche dotata di 2 foresterie (a Nadro e Paspardo) per laccoglienza di studenti e volontari. La Riserva Regionale stata istituita dalla regione Lombardia con Decreto n.

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IV/938 del 2.3.88. Lente gestore della

Riserva un Consorzio tra i Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Il Parco di Naquane

PARCO NAZIONALE DELLE INCISIONI RUPESTRI DI NAQUANE Ubicazione: Comune di Capo di Ponte Accesso: Capo di Ponte, lungo la Ss. 42 in direzione di Edolo fino a Ceto, poi seguendo la segnaletica del Parco dal 1 marzo al 14 ottobre: 8,30 19,30; dal 15 ottobre al 28 febbraio: 8,30 - 16,30 0364 42140

Orari:

Tel.:

la localit con Arte Rupestre pi nota della Valcamonica; dagli anni 50 divenuta Parco Nazionale a cura del Ministero dei Beni Culturali (Stato Italiano). I percorsi di visita che conducono alle rocce istoriate riprendono in parte gli antichi sentieri medioevali; le rocce istoriate sono state dotate di passerelle di visita, delimitazioni per limitare gli accessi e pannelli esplicativi (delle rocce istoriate). Sempre allinterno della zona protetta stato organizzato un piccolo antiquarium che presenta i reperti ritrovati nellarea. Tutti i servizi collaterali al Parco (visite guidate o vendita pubblicazioni) sono demandati a gruppi esterni e non fanno parte integrante della visita. Allinterno del Parco sono vietate le attivit didattiche che comportino la sosta prolungata o qualsiasi forma di attivit manuale.
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I terreni sono stati acquistati dallEnte Gestore (lo Stato Italiano) per cui non consnetita alcuna attivit antropica: larea assimilabile ad un Museo tradizionale italiano per quanto concerne i divieti e le norme di comportamento. Lente gestore del parco di Naquane il Ministero dei Beni Culturali Il Parco Comunale di Sellero Lutilizzo di questo ampio territorio nel corso della preistoria, fu direttamente collegato agli adiacenti ambiti di Capo di Ponte: le prime incisioni fatte sulle rocce di Sellero furono presumibilmente eseguite (tranne poche eccezioni) dallet del Bronzo allet del Ferro, quindi interessano gli ultimi due millenni a.C. Numerosi sentieri, alcuni dei quali in acciottolato, tagliano il bosco e collegano tra loro le varie localit. I pianori non ancora scavati, come il Berco Basso, potrebbero nascondere antichi insediamenti e piccoli villaggi. Lente gestore del Parco (non ancora riconosciuto dalla Regione Lombardia) lAmministrazione Comunale di Sellero.

3 - Linee evolutive e problematiche ancora aperte inerenti i Parchi con Arte Rupestre Preistorica - conservazione e utilizzo culturale didattico dellARP - promozione - comunicazione tra i Parchi europei con ARP

I Parchi con arte rupestre sono, quindi, relativamente giovani, se confrontati con i musei tradizionali e molte sono le problematiche ancora aperte. Mi permetto di segnalarne due la cui soluzione diverr punto nodale per una nuova gestione, a scala europea, di questo patrimonio: Conservazione in senso stretto delle rocce istoriate In una Europa sempre pi antropizzata, i nostri Parchi con arte rupestre sono di fatto racchiusi allinterno di regioni ampiamente industrializzate, abitate, che trasferiscono anche nelle aree protette i problemi generali della vita moderna (o postmoderna).

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utopico pensare alle Aree Protette come a isole staccate dal resto del Paese. Lambiente da salvaguardare parte del territorio e come tale pesantemente coinvolto in esso; i fattori di degrado sono tuttavia molto comuni a tutte le aree europee ed uno sforzo congiunto, sinergico, degli Enti Gestori e dei Responsabili della Conservazione di queste aree a livello europeo potrebbe attivare un grande Progetto per lo studio dei fattori di degradazione e per lindividuazione di interventi mirati alla protezione. La carta vincente, potrebbe essere proprio lo sforzo organizzato a scala europea di tutti i soggetti coinvolti nella salvaguardia e valorizzazione delle aree con arte rupestre ( documenti che, ricordiamo ancora una volta, non possono essere chiusi e protetti in una stanza, ma sono posti allaperto). I possibili agenti deterioranti sono cos individuabili: 1. Umani. Azione diretta (vandalismo) o indiretta delluomo (inquinamento ed in generale tutti i problemi legati allantropizzazione) 2. Naturali. Tutti gli organismi seguono un processo naturale di evoluzione e/o decadimento che di fatto li modifica. Accertarsi del percorso che sta seguendo larea significa individuarne la storia e capirne levoluzio-

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ne, intervenendo (se si vuole) sui processi degenerativi in atto o prevedibili. In Valcamonica in questi ultimi anni abbiamo assistito al progressivo attacco delle superfici istoriate da parte di microrganismi e funghi, alghe e licheni, tutti elementi che di fatto stanno ricoprendo le superfici rocciose incise con figurazioni rupestri preistoriche. urgente lindividuazione scientifica di questi elementi infestanti, lo studio dei loro processi formativi e le degenerazioni che producono sulle rocce, stu-

diando interventi bio-chimici e/o naturali da attivare e definendo una politica di conservazione (apertura di settori limitati alla visita, etc.). Utilizzo culturale didattico dellARP Larte rupestre di per s un documento cifrato che abbisogna di informazioni per poterla leggere. Scopo dei Punti di informazione e dei Musei che anticipano larea archeologica anche quelluglio 2004

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Tuttavia oggi vengono richieste nuove forme di accompagnamento oltre alle tradizionali guide, animatori etc.
ARCH. TIZIANA CITTADINI Direttore Riserva Regionale incisioni Rupestri Ceto Cimbergo PaspardO e.mail: ccspreist@tin.it cittadinitizi@tiscali.it

lo di fornire gli strumenti per questa lettura. Il Parco inoltre da intendersi quale nucleo che racchiude importanti elementi che sintetizzano la storia di una Regione: un archivio della memoria storica e come tale deve essere messo a disposizione della didattica. Lattivit culturale e divulgativa una delle finalit della sua creazione, parimenti alla ricerca.

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anno 1905 1930 1933 1957 Anati svolge ricerche sistematiche nellarea di Naquane, studi che porteranno alla individuazione di circa 120 rocce istoriate Attivit Centro Camuno Scoperte ed Valcamonica interventi di valorizzazione

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in

Prima segnalazione da parte di Laeng, inerente la scoperta del Masso di Cemmo 1 Pubblicazione ad opera di Marro e Graziosi, del Masso di Cemmo 1 Ricerche congiunte di Marro e Battaglia su alcune rocce istoriate

1958

Pubblicato il libro di E. Suss Le incisioni rupestri della Valcamonica La Soprintendenza alle Antichit inizia le pratiche per la creazione di un Parco archeologico a Capo di Ponte Pubblicata la prima monografia ad opera di Anati, sulla Grande roccia di Naquane Larea di Naquane viene donata allo Stato e finalizzata alla creazione del Parco di Naquane Viene pubblicato il volume La civilisation du Valcamonica di Anati. Lo studio richiama lattenzione del pubblico scientifico ed i politici della Valcamonica sono sensibilizzati allimportanza dei ritrovamenti. Viene fondato il Centro Camuno di Studi preistorici Viene attivata la Ricerca sistematica nellarea di Luine (Boario Terme); nei 5 anni successivi vengono individuate oltre 100 superfici istoriate con 20.000 figure, Larea su sollecito del Centro Camuno, verr sottoposta a protezione divenedo negli anni 70 il Parco di Luine Viene attivata la ricerca sistematica nellarea di Foppe di Nadro (Ceto di Nadro) che nei 27 anni successivi porter alla individuazione e studio di centinaia di rocce istoriate con migliaia di immagini, insediamenti preistorici, abrie. Larea su sollecito del Centro Camuno, verr sottoposta a protezione divenedo prima il Parco di Foppe di Nadro e poi la Riserva Regionale delle incisioni rupestri con lannesso Museo della Riserva. LAmministrazione Comunale di Darfo Boario Terme approva il Piano per la creazione del Parco di Luine Il parco gestito dallAmministrazione Comunale di Darfo Boario Terme Viene istituito dal Comune di Ceto il Parco di Foppe di Nadro, destinato a trasformarsi (ampliandosi) nel 1988 in Riserva Regionale Larte rupestre della Valcamonica inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale stilata dallUNESCO Viene attivata la ricerca sistematica nellarea di Seradina (Capo di Ponte) che negli anni successivi porter alla individuazione e studio di circa 200 rocce istoriate. Larea su sollecito del Centro Camuno, verr sottoposta a protezione divenedo negli anni 80 il Parco di Interesse sovracomunale di Sellero

1959 1959 1960

1964 1968

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anno 1982

Attivit Centro Camuno A Milano, presso la Triennale, viene organizzata la Mostra I Camuni alle radici della civilt europea. Contemporaneamente viene pubblicato il volume I Camuni a compendio delle ricerche fino ad allora svolte. Viene attivata la ricerca sistematica nellarea di Sellero che negli anni successivi porter alla individuazione e studio di 119 di rocce istoriate Su richiesta dellAmministrazione Comunale di Sellero viene steso il Piano del Parco di Sellero Viene attivata la ricerca sistematica nellarea di Seradina che negli anni successivi porter alla individuazione e studio di circa 200 di rocce istoriate

Scoperte ed Valcamonica

interventi

di

valorizzazione

in

Oltre 250.000 turisti visitano le aree con arte rupestre della Valcamonica

1983

1986 1987

1987 1988

Viene creato il Parco Comunale di Sellero Viene istituita la Riserva Regionale Incisioni Rupestri Ceto Cimbergo paspardo, vasta area (2.900.000 mq.) in cui sono presenti oltre 500 rocce istoriate Il Consorzio di Ceto, Cimbergo e Paspardo lEnte gestore della Riserva Viene attivato il Progetto WARA inerente lInventario dellarte rupestre mondiale Viene attivato il Progetto per il censimento dellarte rupestre preistorica che si concluder nel 2002 Viene tenuto il primo Corsi per operatori turistici sul FSE Su richiesta dellAmministrazione Comunale di Capo di Ponte viene steso il Piano del Paco di Seradina (incarico affidato al Centro Camuno) Secondo corso per operatori turistici sul FSE Terzo corso per operatori turistici sul FSE Viene aperta la mostra 40.000 anni di arte contemporanea., panoramica sullespressivit delle origini in europa: Italia, Svezia, Norvegia, Belgio, Portogallo ne saranno le tappe fino al 2003 Si conclude il Progetto Censimento dellarte rupestre preistorica della Valcamonica (stesura della cartografia localizzativa delle rocce istoriate). Il Centro Camuno inizia, su incarico dela ministero Beni Culturali, la stesura dellInventario dellarte preistorica italiana Viene approvato il piano del Parco di Seradina

1993 1997 1997 1998

1998 1999 2000

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Il Parco Nazionale del Mercantour Francia


Allinterno interviste a Pierre Machou, direttore del Museo delle Meraviglie e a Vincent Janin, gestore del Parco delle Meraviglie
Creato nel 1979, il Parco nazionale del mondo. Questo spazio naturale protetMercantour si estende su oltre 80 km to, sottoposto ad un regolamento dal colle di Tenda fino allUbaye, nelle specifico che costituisce un codice di Alpi Marittime e nelle Alpi di Alta buona condotta. Provenza. La sua situazione geografica presenta Questa zona fu italiana fino alla fine una grande originalit essendo un della seconda parco di alta guerra mondiale. montagna che Dopo il 1947 la costeggia il MUSEO DELLE MERAVIGLIE zona diventata Mediterraneo. Da francese. qui la diversit dei AVENUE DU 16 SEPTEMBRE 1947 Il territorio del paesaggi: trovia06430 TENDE TEL.: 0033-0493043250 Parco Nazionale mo siti rocciosi, www.museedesmerveilles.com composto di una vallate e circoli www.parc-mercantour.com zona centrale di glaciali, laghi, Aperto tutti i giorni eccetto il marted. 685 km quadrati, vasti pascoli dalticonsacrata prevatudine, dense Orari: lentemente alla foreste, vallate, dal 2 maggio al 15 ottobre dalle 10,00 alle 18,30. natura e di una gole profonde e zona periferica di torrenti. dal 16 ottobre al 30 Aprile 1463 km quadrati Esiste una grande dalle 10,30 alle 17,00. che comprende variet di formaIl museo chiuso dal 12 al 24 marzo, dal 13 al 25 28 comuni. zioni geologiche novemnbre, 25 dicembre e 1 gennaio. Offre una grande sedentarie e crivariet di paesagstalline, sollevate Accesso da Ventimiglia o da Cuneo: ss. 20 fino al gi e una ricchezza e ripiegate dal confine, nazionale 204 fino a Tenda. Accesso in treno: treni diretti da Ventimiglia e da floristica unica in corrugamento Cuneo. Europa, e inoltre alpino, scavate in una fauna molto gole profonde varia. Nel 1960 stata varata una dalle acque di scioglimento delle nevi, legge che ha dato vita a sette parchi lavorate con forza dai ghiacciai che nazionali e il Mercantour uno di questi hanno lasciato dietro una moltitudine sette: sono 200 in Europa, pi di 1500 nel di laghi.

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lupo, che ritorna nella regione venendo dallItalia dopo settantanni di assenza. Per quanto riguarda la flora il Mercantour possiede pi di 2000 specie vegetali sulle 4200 conosciute in Francia. Tra queste, 220 sono considerate come molto rare, e 40 non si trovano da nessuna altra parte del mondo, come la Sassifraga.

Stambecchi e camosci coabitano in alta montagna, mentre i cervi, il capriolo, il cinghiale frequentano le zone boscose meno elevate. Gli uccelli sono rappresentati dal tetraone lira, dal lagopodo alpino, dalla nocciolaia e dai grandi rapaci quali laquila reale e il gipeto barbuto. E ancora troviamo la marmotta, lermellino, i pipistrelli e il

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Proteggere vuol dire conoscere meglio la fauna e la flora ed essere attenti alla loro evoluzione. Gli agenti del Parco nazionale procedono quindi a redigere degli inventari e dei censimenti, al fine di sorvegliare le specie minacciate e fare progredire le ricerche scientifiche. Questo luogo di spazi protetti sviluppa sempre pi gli scambi internazionali. In questo spirito si concretizzato, nel 1987, il gemellaggio tra il Parco naturale dellArgentera e il Parco Nazionale di Mercantour, che acquista anche una dimensione europea. LE INCISIONI La Valle delle Meraviglie: prodigioso santuario della Preistoria una parte importante del Parco, possiede infatti il pi ricco insieme di incisioni rupestri allaria aperta dEuropa. Ai piedi del Mont Bego, le 30 mila incisioni rupestri dellet del Bronzo fanno della Valle delle Meraviglie un luogo di memoria delle nostre origini. in un paesaggio grandioso e a volte inquietante che le popolazioni agricole e pastorali delle Alpi meridionali hanno creato i loro pensieri e i loro miti tra il 1800 e il 1500 a.C. in un veritiero linguaggio simbolico. Linsieme dei siti delle Meraviglie (la Valle delle Meraviglie e il Cirque di Fontanable) classificato Monumento Storico. La maggior parte delle incisioni si trova nel Parco Nazionale del Mercantour. Troviamo anche incisioni sullaltro lato della frontiera, in Italia, nel Parco dellArgentera. Alcune si trovano a pi di 2000 metri daltitudine, fino a 2500-2600 metri. A

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questa altezza le rocce sono ricoperte di neve tra ottobre-novembre e giugno e, quando la neve si scioglie le incisioni mostrano dei colori molto vivi: rosso, verde, violetto. La storia delle incisioni cominci nel 1460 quando Pierre de Montfort scrisse: un luogo infernale con figure di diavoli e mille demoni. I temi iconografici della regione del Mont Bego sono relativamente ristretti. Si ripartiscono in cinque grandi categorie: corniformi, armi e utensili, figure geometriche, antropomorfi, ideogrammi. Le figure cornigerate simbolizzano buoi, tori e la loro grande abbondanza sembra indicare che la religione dei popoli dellEt del Bronzo delle Alpi meridionali era votata al culto del toro e della dea-terra (o grande dea simbolizzata dalle figure geometriche e da qualche figura antropomorfa) e che si

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seguirne lo sviluppo turistico, delledizione di pubblicazioni (dai libri ai depliant) sul parco ci informa che per garantire lincolumit dei luoghi fondamentale la sorveglianza. Il Parco Nazionale protegge infatti questo luogo e queste incisioni assicurando la sorveglianza e contribuendo alla formazione degli accompagnatori abilitati a organizzare le visite. Ci sono due aspetti da prendere in considerazione afferma Janin abbiamo il Parco del Mercantour, che un parco naturale molto grande, e un sito archeologico naturale allinterno di questo parco. I gestori del Parco hanno quindi due compiti fondamentali: gestire, studiare e valorizzare il Parco e nello stesso tempo hanno la responsabilit della sorveglianza del sito e dellorganizzazione delle visite. Per quanto riguarda le ricerche, invece, esiste un organismo apposito, il Laboratorio dipartimentale di preistoria di Lazaret. A Tende, inoltre, esiste un Museo archeologico del sito di Mont Bego, il cui direttore Pierre Machou. Da questanno prende il via un nuovo progetto che consiste nel reclutamento di lavoratori stagionali e, in collaborazione con il laboratorio del Lazaret, verr organizzato il reinserimento lavorativo di persone che a tuttoggi lavorano in uffici alla numerazione delle immagini, assunti con contratti di solidariet. Questi lavoratori verranno reinseriti nei siti per operare la sorveglianza e dare informazioni al pubblico. Le guide non sono dipendenti n del Parco n del Museo di Tende, sono guide di alta montagna, non sono specializzate in preistoria, ma nutrono un grande interesse per la materia. Per poter operare devono superare un esame, durante il quale si richiedono

ricongiunge alle antiche religioni del bacino mediterraneo, apparse dal VII millennio presso i popoli agricoli e di pastori (da De Lumeley, 1992). Tale patrimonio costituisce una memoria collettiva che gli studiosi/archeologi cercano di interpretare per arricchire la conoscenza delle nostre origini. Negli ultimi anni cominciano ad essere pubblicate, grazie alla realizzazione di un inventario informatizzato, le prime analisi sulla ricorrenza di associazioni di motivi incisi. Oltre alle incisioni dellet del Bronzo, bisogna ricordare che esiste un altro corpo di incisioni, con un altro stile, di epoca-storica. LA GESTIONE DEL PARCO Vincent Jannin incaricato della gestione del Parco delle Meraviglie, di

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alcune minime competenze. Una volta superato ricevono un attestato che li autorizza ad organizzare le loro attivit. Reperiscono clienti e li portano sui siti. Gestiscono autonomamente le visite. Loriginalit di questo sistema - afferma Jannin - che da queste guide dipende la sicurezza del parco e lorganizzazione delle visite in piena autonomia, assumendo quindi grosse responsabilit nei confronti del Parco stesso. A loro compete anche la manutenzione dei sentieri e la segnaletica. Tutto deve funzionare alla perfezione. Alcuni circuiti interpretativi, con tavole di lettura,completano linformazione del visitatore. Oltre ai gruppi organizzati giungono a visitare i siti preistorici anche persone singole e per questo tipo di utenza esistono sistemi di visite preordinati, che si svolgono in giorni e ore fissi. Questo sistema di visite stato appaltato attraverso un bando. Il vincitore della gara di appalto riceve una sovvenzione annuale e ha lobbligo di organizzare quattro visite al giorno al Parco delle Meraviglie a orari fissi. Ha lobbligo di organizzare la visita anche se i visitatori sono in numero ridotto. Lafflusso di visitatori molto alto e il problema che si pone quello del deterioramento delle rocce e delle incisioni, problema che si presenta soprattutto in estate, essendo, in inverno, protette dalla neve. Le incisioni hanno infatti subto, durante gli ultimi anni, importanti depredazioni di origine umana. Per contenere questi danneggiamenti la D.R.A.C. e il Parco Nazionale del Mercantour hanno regolamentato la circolazione nel sito delle Meraviglie e di Fontanalba e le visite sono consenti-

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te soltanto con accompagnatori autorizzati dal Parco Nazionale. In certi Comuni (segnalati opportunamente sulle carte turistiche) esiste un centro di visita del Parco, che propone esposizioni, proiezioni, pubblicazioni e tutte le informazioni necessarie alla scoperta del territorio. Esistono anche dei punti di informazione situati nei villaggi o nei siti pi frequentati.

IL MUSEO Il museo delle Meraviglie ubicato nella citt di Tende, quindi non collocato (come in Norvegia) allinterno del Parco. Il professor De Lumeley, che da pi di trentanni si occupa di studiare le incisioni rupestri, il fondatore del Museo, allinterno del quale si studiano le opere incise e il modo per tutelarle.

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Il Museo di Tende un museo dipartimentale, che assume in s tre ruoli: far conoscere le incisioni al pubblico, tutelarle, fare didattica. Vengono allestite mostre di oggetti, collezioni. La struttura museale si sviluppa su due livelli. Uno comprende una mostra permanente e sale adibite a mostre temporanee. Il secondo livello ospita laboratori di ricerca, un laboratorio di disegno, laboratori nei quali viene effettuata la pulitura e catalogazione dei rilievi eseguiti durante lestate. Vengono inoltre allestite mostre, pannelli espositivi e viene organizzato il lavoro didattico. La squadra di lavoro del Museo composta da quattordici persone, poche rispetto al numero di visitatori, che si aggira intorno alle 30.000 persone lanno. Chiediamo al dottor Machou quali sono i rapporti tra Museo e istituzioni pubbliche e lui ci spiega che sono molto lineari, essendo il museo dipartimentale. Ha una grande forza politica e finanziaria. Per quanto riguarda le relazioni scientifiche, il professor De Lumeley, considerato in Francia un luminare, ne garantisce e agevola la facilit. Esistono, per finire, ottime relazioni con gli altri Parchi nazionali francesi coi i quali c un rapporto di interscambio e di lavoro coordinato. Vi inoltre una cooperazione tra tutti i Parchi nazionali delle Alpi strutturati nella Rete Alpina Spazi Protetti e una forte collaborazione con il Parco italiano delle Alpi Marittime. Lintento di creare un parco internazionale.
a cura di Silvana Damiani

Le incisioni sono state rilevate nella loro totalit (dal 1967 al 1991) da lui e dai suoi collaboratori. Il dottor Vincent Jannin ci spiega che tra il Parco e il Museo esiste una buona collaborazione. Ogni anno il Museo organizza una giornata di formazione per tutte le guide, che hanno lobbligo di assistervi. Oltre al Museo anche il sito del Mont Bego molto visitato, afferma Pierre Machou, direttore del Museo delle Meraviglie e dal colloquio avuto con lui ci sembra di capire e di poter affermare senza paura di smentite che sito e parco sono molto valorizzati anche a livello statale e regionale. I giornali delle Alpi Marittime, per fare un esempio, pubblicizzano molto il sito e il risultato che ogni anno ci sono pi di 10.000 visitatori. Lo stesso Machou ci mostra il suo stupore nei confronti dello scarso interesse che viene dato ai nostri Parchi archeologici ricchi di incisioni rupestri e quindi di storia. Ritornando al problema dellinteresse per un cos grande patrimonio culturale dellumanit, Machou sostiene che in Francia esiste una grande cultura archeologica preistorica, a differenza di ci che succede in Italia, dove si d maggiore importanza al patrimonio archeologico di epoca romana, trascurando e sottovalutando tutta la cultura che non rientra in questo contesto. Ovviamente anche in Francia larcheologia romana viene valorizzata, ma questo interesse non esclude laltro: grande sforzo umanistico e scientifico, di ricerca, quindi, nei confronti delle migliaia di incisioni, allaria aperta e in grotte preistoriche situate un po ovunque sul territorio francese, dal Mont Bego ai siti della Savoia, dei Pirenei, vicino a Parigi.

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Il Parco Culturale della Valltorta Spagna


Intervista a Rafael Martnez Valle, direttore del museo della Valltorta
Durante linverno del 1917 vennero casualmente notate alcune figure dipinte sulle rocce di una localit nei pressi di Castelln, un paese nella regione valenziana. A seguito di questa segnalazione, due commissioni di studiosi, una di Madrid e una di Barcellona, ricevettero immediatamente lincarico di compiere una prima prospezione dellarea, che dette risultati sorprendenti: circa 900 figure distribuite in una ventina di siti. Pochi anni dopo, nel 1924, due di questi ripari ornati, la queva de los Caballos e la queva del Civil, furono inseriti nella lista dei monumenti nazionali dello stato spagnolo. Oggi lintera area divenuta Parco Culturale e nel 1994 stato fondato il museo della Valltorta, con lo scopo di valorizzare e preservare un territorio di circa 30.000 ettari. Qui custodito pi del 50% dellarte rupestre della provincia e alcuni dei complessi pi rilevanti dellArte Levantina, dichiarata Patrimonio Mondiale dallUNESCO. Il museo suddiviso in quattro sale che ospitano lesposizione permanente, una sala dedicata alle esposizioni temporanee e un locale attrezzato per la proiezione di audiovisivi. Oltre ai materiali archeologici ritrovati nel corso delle ricerche, si pu ammirare la riproduzione in scala naturale della queva de los Caballos e unintera sezione dedicata ai problemi di degradazione cui le rocce sono sottoposte. Al centro di questa sala esposta la figura 68 della queva del Civil, che venne rubata intorno agli anni 50, ed in seguito recuperata dagli archeologi. Nel medesimo complesso trova sede anche lInstituto de Arte Rupestre, creato per promuovere la ricerca e la sperimentazione di nuovi metodi di conservazione; vi si trovano un laboratorio di archeologia, una biblioteca e un centro di documentazione sullarte rupestre preistorica. Dopo la visita alle sale si accede al Parco Culturale, dove cinque differenti itinerari guidati conducono ai principali complessi di arte rupestre. Le aree visitabili sono la queva de los Caballos, la queva del Civil, i ripari sotto roccia del Mas dEn Josep, la queva Saltadora e la queva Remigia. Si tratta dellunico patrimonio di arte postpaleolitica naturalista allinterno della penisola iberica. La caratteristica di questa produzione artistica, secondo A. Beltrn, la compresenza di uomini e animali nelle sue scene: luomo il protagonista principale, e appare come cacciatore o come guerriero, alcune volte come

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ria con larco e la freccia. Le immagini femminili presentano, al contrario, una maggiore omogeneit grafica. Tra gli zoomorfi vi una preminenza numerica di cervidi, oltre a capridi, equidi e bovidi. Nella maggior parte dei casi questi animali sono feriti da frecce o dardi e circondati da numerosi arcieri. Riguardo lorigine e levoluzione di queste pitture, sono state avanzate due differenti ipotesi: la prima sostiene che le tradizioni e le credenze di comunit paleolitiche si trasmisero successivamente alle popolazioni epipaleolitiche e mesolitiche che occuparono l a r e a . Secondo i fautori di questa ipotesi, larte levantina sarebbe unarte di cacciatori e raccoglitori che scomparve nel momento in cui leconomia neolitica raggiunse il suo pieno sviluppo. La seconda ipotesi sostiene che lorigine di tale produzione artistica sia invece attribuibile allinfluenza di culture esterne riferibili al Vicino Oriente. Il limite cronologico-culturale risulterebbe, in questo caso, spostato in avanti, partendo dal neolitico per giungere fino allet del Bronzo. Conseguentemente

raccoglitore e in rare occasioni come allevatore di animali o come contadino. Queste raffigurazioni sono legate a culture riferibili allEpipaleolitico, al Mesolitico e al Neolitico. Tale arco di tempo corrisponde alle oscillazioni climatiche oloceniche, e coincide con la fine del Wrm, ovvero con il ritiro degli ultimi ghiacci del Quaternario. Laumento della temperatura media determin la crescita del popolamento umano nellarea e la possibilit di sfruttare per le proprie creazioni artistiche le pareti allaperto e i ripari sotto roccia. Tra le tematiche rappresentate la caccia la composizione predominante, mentre non vi sono immagini legate allattivit di allevamento o di orticoltura. Le scene di raccolta sono molto meno presenti, probabilmente perch questa attivit era considerata complementare alla caccia. La figura umana, come gi accennato, il motivo maggiormente rappresentato; sono numericamente pi rilevanti le figure maschili, che offrono una tipologia anatomica varia e vengono spesso rappresentate in attivit venato-

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possibile che queste popolazioni praticassero unagricoltura primitiva e la domesticazione degli animali, mentre la caccia con larco e la freccia risulterebbe unattivit economica di secondaria importanza. Abbiamo rivolto a Rafael Martnez Valle, direttore tecnico del museo della Valltorta, alcune domande sulle problematiche connesse alla gestione di questo patrimonio.

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zone adiacenti alla Valltorta che presentano problematiche analoghe.

I vostri finanziamenti provengono dal governo centrale di Madrid o dalla regione autonoma valenciana?
Nello stato spagnolo, dal 1983, stata istituita una forma quasi totalmente federale, e quindi, la Generalitat Valenciana possiede autonomia finanziaria e piena competenza nella gestione del patrimonio culturale. Questo significa che i programmi che sviluppiamo a livello regionale non devono passare attraverso il filtro del governo centrale. Ci vale anche per le questioni economiche: gli organismi regionali approvano un piano che noi gestiamo durante lanno. Fra questi piani, dei quali abbiamo anche la totale autonomia fiscale, uno riguarda larte rupestre, e uno larcheologia.

Potrebbe descriverci il suo ruolo allinterno del Parco Culturale?


Sono il direttore tecnico del Parco della Valltorta. Il mio lavoro consiste nellorganizzare le differenti attivit del museo: in primo luogo mantenere il programma delle esposizioni permanenti e temporanee, in secondo luogo sviluppare il programma di mantenimento dei ripari sotto roccia e gestire la loro protezione e in terzo luogo coordinare i lavori di ricerca del Centro. un museo che, grazie al nostro governo autonomo, si sta convertendo in un centro coordinatore di distinte iniziative in tutti gli ambiti della comunit; non lavoriamo solamente nel nostro Parco ma stiamo coordinando altri parchi e

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Quali sono le problematiche pi rilevanti, sia in museo. Normalmente sono tirocini di senso positivo che negativo, nella gestione del suo 320 ore e per pianificarli si stabilisce un tutor che proviene dallUniversit e uno parco archeologico?
La positiva e la negativa insieme che si tratta di un parco molto giovane e possiede tutti i problemi di un istituzione giovane. Il museo stato inaugurato nel 1994 e gi nel 1999 il progetto museale stato cambiato. Il problema pi importante, non ci inganniamo, quello della mancanza di personale e noi direttori protestiamo sempre per la carenza di risorse economiche, ma in questo momento dobbiamo funzionare con le risorse che sono state approvate. dal museo, i quali coordinano il percorso del tirocinante. Inoltre, nel lavoro di scavo archeologico e di esplorazione, collaboriamo altres con studenti universitari. In altri posti la situazione differente ma nel nostro caso la collaborazione molto stretta.

Ci sono prospettive professionali per i giovani studiosi dopo questa formazione culturale?
Questo un problema generale dellarcheologia; almeno per quel che riguarda la nostra comunit. Negli ultimi anni si sono generate molte aspettative intorno allarcheologia. Una parte degli archeologi si dedicata agli scavi di nuovi siti e unaltra parte alla gestione dei musei. Si stanno formando specializzazioni nellambito del turismo e io credo che sia un ambito che potrebbe avere molte prospettive nel futuro.

Esiste una cooperazione con altre istituzioni come, per esempio, lUniversit e la possibilit di avere una formazione in questo ambito per i giovani?
Questa una questione fondamentale per noi. Tentiamo di superare la mancanza di personale attraverso la collaborazione con lUniversit. Abbiamo ottimi rapporti con lUniversit, soprattutto con il dipartimento di preistoria e anche con lIstituto del turismo, e quindi, abbiamo studenti che tutti gli anni svolgono i loro tirocini allinterno del
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In Italia viene data molta importanza allarcheologia classica, soprattutto nel suo aspetto monumentale. Larte rupestre sicuramente non incarna queste caratteristiche, ed quindi poco valorizzata.

Quaderno n 2 In Spagna, che importanza viene data a questo tipo di patrimonio?


Questa lorigine di molti problemi, noi non possiamo competere con i vostri templi romani, siamo ad un altro livello, per questo nel nostro caso abbiamo creato dei Parchi culturali. Quello che stiamo promuovendo la conservazione di un territorio con molti elementi che, probabilmente presi singolarmente, non presentano le caratteristiche di monumentalit, ma nella loro interezza costituiscono un patrimonio di rilievo. Noi partiamo da un punto di vista differente rispetto a quello della monumentalit: attraverso la valorizzazione dellarte rupestre intendiamo promuovere un approccio di archeologia spaziale allintero territorio.

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Conosce il patrimonio della Valcamonica e che cosa pensa rispetto alla sua valorizzazione?
Valcamonica senza dubbio un luogo unico. Io appartengo ad una generazione di archeologi che sono cresciuti conoscendo il patrimonio della Valcamonica e lapporto pionieristico del Centro Camuno. impressionante il lavoro che stato fatto dal Centro nellambito della valorizzazione dellarte rupestre. Questa la prima volta che vengo in Valcamonica e limpressione che ho avuto che ci sia una mancanza di connessione: si sta tentando di promuovere un progetto che sappia coordinare diverse realt, ma ho come limpressione che esista un regime di piccoli regni e penso che questo sia controproducente.
A CURA DI

Allinterno dellequipe di lavoro del museo ci sono altre figure professionali oltre a quella dellarcheologo?
Io sono un archeologo cos come gli altri ricercatori del museo, ma lavorano con noi anche due restauratori che si sono formati alla Facolt di Belle Arti, specializzati in interventi di restauro di pittura rupestre. Si tratta di due restauratrici che si sono formate in Francia, con loro stiamo collaborando nel lavoro di pulizia e consolidamento delle superfici rocciose. Per quello che riguarda le guide ci siamo incaricati di dar loro una formazione che risponda a livelli qualitativi adeguati.

BARBARA VILLA

DIEGO ABENANTE.

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Il Parco Archeologico Vale do Ca Portogallo


Il Parque arqueologico Vale do Ca si va interruzione dei lavori per la costrutrova nella valle del fiume Ca, un zione della diga che le avrebbe irrimeaffluente del Douro. La valle a nord diabilmente sommerse. est rispetto a Lisbona e a 200 km da Il Parque Archeologico Vale do Ca Porto, la citt pi vicina a cui si fa riferi- unistituzione pubblica guidata mento. Ci sono numerosi villaggi che si dallIstituto portoghese di Archeologia, trovano allinterno del parco vicino al che dipende dal Ministero della fiume: le localit Cultura, perci la in cui sono state maggior parte ritrovate le rocce dei finanziamenti PARQUE ARQUEOLOGICO VALE DO CA incise infatti proviene dallo AV. GAGO COUTINHO,19 5150 VILA NOVA DA FOZ CA appartengono a stato. La legge diversi comuni. portoghese Il Centro del Parco si trova a Vila Nova de Foz molto generica Ca. chiuso la domenica e nei giorni delle festiper ci che Il progetto di vit principali. Il numero dei visitatori limitato riguarda la salvacostruzione di una dalla disponibilit di veicoli utili per gli spostamenti nei diversi siti. La prenotazione fortemente consiguardia delle diga nella valle gliata. opere darte e del fiume Ca non si riferisce permise, nel 1991, Tel: 00351 279-765258 / 765259 specificamente la scoperta delle Fax: 00351 279-768270 allarte rupestre, incisioni rupestri. e-mail prenotazioni: visitas.pavc@ipa.min-cultura.pt ma ovviamente Tale ritrovamento e-mail amministrazione: pavc@ipa.min-cultura.pt decreta che blocc temporaSito Web: http://www.ipa.min-cultura.pt/coa ogni testimonianneamente i lavori za significativa della societ idrodeve essere proelettrica e diede tetta e cos per inizio a ricerche altri siti preistorici approfondite di unequipe archeologica che nel corso che ci sono in Portogallo. Foz Ca ha degli anni verific lestensione, sempre uno statuto speciale e un programma maggiore, dellarea interessata dallar- di gestione per lampiezza del patrimote rupestre. Nel 1995, dopo lunghe bat- nio artistico che conserva. La cura del taglie legali, lUNESCO inser le incisioni parco affidata a una quipe di fundi Foz Ca tra il patrimonio storico-arti- zionari pubblici: architetti, programmastico mondiale, decretando la definiti- tori e archeologi, e guidata dall archi-

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tetto Fernando Maia Pinto, direttore del parco dal 1997. I progetti per la tutela e la valorizzazione del Parque do Ca sono numerosi, ma non facilmente realizzabili per la scarsezza dei finanziamenti. Sono in corso numerosi programmi di tutela, studio e digitalizzazione del patrimonio; sono in compilazione diversi data base per catalogare tutti i pannelli incisi, studiarne gli stili e il miglior metodo conservativo. La documentazione dellarte rupestre del Ca affidata a CNART (Centro Nacional de Arte Rupestre), centro diretto dal Dr. Antonio Martinho Baptista, creatore del metodo di rilevamento dei pannelli istoriati portoghesi. Il Museo attualmente in progettazione (al progetto partecipa il direttore stesso) e dovrebbe essere realizzato entro il 2006. Sono pi di 25 i siti interessati dalle incisioni rupestri, con pi di 200 rocce istoriate, che si estendono nella valle per unarea di circa 200 km2. Solo una parte dei siti di maggior interesse visitabile: attualmente sono solo tre quelli aperti al pubblico. La visita si svolge tassativamente accompagnati dalle guide del parco, anche perch le rocce sono

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distanti tra loro e per raggiungerle occorre un fuoristrada. Larea del parco definita principalmente dalle strade e dai corsi dacqua: la valle del fiume Ca rappresenta un paes a g g i o archeologico singolare e le incisioni qui rinv e n u t e costituiscono la pi g r a n d e collezione allaperto di immagini del Paleolitico. La datazione delle opere ancora discussa; non tutti gli studiosi infatti sono concordi ad attribuire al Paleolitico Superiore, un periodo che in Portogallo occupa circa 20.000 anni compresi tra 30000 e 10000 anni fa. Le tecniche di incisione utilizzate nei diversi siti della Valle di Ca sono principalmente quattro: incisione con linee sottili, pi semplici da realizzare, probabilmente eseguite con uno strumento molto appuntito e resistente; incisioni effettuate col metodo della martellina, che si effettua tramite percussione diretta, indiretta o perforazione; esiste poi il metodo dellabrasione, che consiste nel consumare la superficie della roccia tramite attrito. Tale tecnica veniva usata per accrescere o regolare precedenti incisioni; la raschiatura infine una variante dellabrasione.

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Le zone pi significative per datazione e tematiche sono: 1. Canada do Inferno Il sito si trova nel punto di incontro tra un piccolo affluente e il canyon scavato dal Ca per raggiungere il Douro. Sono state rilevate 36 rocce incise, realizzate su lastre scistose verticali, molte delle quali sono sommerse da acque poco profonde dal 1983 per la costruzione della diga di Pocinho. I soggetti principali, appartenenti al Paleolitico superiore, sono bisonti, stambecchi e cavalli. Ci sono anche dei pesci. Interessanti sono anche le incisioni storiche, composte dal XVII secolo fino a met del Novecento. I motivi trattati sono religiosi (croci, reliquiari) e profani (sole, luna, il treno sul ponte). 2. Ribeira de Piscos Meno numerose delle rocce di Canada do Inferno, le incisioni di Ribeira sono le pi divulgate: due cavalli con le teste incrociate e una figura umana sovrapposta, due grandi bisonti, eseguiti con la tecnica dellincisione a striature, e un cervide, finemente inciso. 3. Penascosa Dalla sponda opposta sul fiume Ca rispetto a Ribeira de Piscos, nel sito di Penascosa sono state ritrovate incisioni adattate alle fratture delle rocce,

dovute agli eventi erosivi dellinizio dellOlocene. Come a Canada do Inferno, le aree istoriate sono per lo pi pareti verticali. La tematica trattata ancora il cavallo e le capre in associazione, ma anche la coppia cavallo - bisonte ben documentata e non mancano pesci e simboli. La particolarit di queste incisioni nel tentativo di rendere il movimento dellanimale: un esempio splendido la rappresentazione di un cavallo con tre teste per esprimere il gesto di sollevare il collo e girarsi. Le specie animali predominanti nellarte paleolitica di Foz Ca sono bisonti, equini, cervidi e stambecchi: i primi tre caratterizzano la fase pre-maddaleniana della preistoria portoghese, testimoniati anche dai reperti archeozoologici rinvenuti. Unaltra peculiarit dellarte rupestre di Ca la collocazione allaperto, rara rispetto alle altre evidenze artistiche paleolitiche europee. I pannelli decorati sono tendenzialmente verticali e

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sembra che le superfici lisce e pi appetibili non siano state prese in considerazione, mentre tutti i siti finora rintracciati si affacciano sul fiume Ca e sui suoi affluenti. Il lavoro di ricerca e catalogazione, iniziato da pochi anni, continua a fornire

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nuovi indizi sulla datazione e sulle tematiche affrontate nelle opere darte degli antichi abitanti della Valle del Ca.
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Parco Archeolgico di Tanum


World Heritage Area - Svezia
Intervista a Ulf Bertilsson, direttore del C.A.R. e del Swedish National Heritage Board
La Penisola Scandinava un Paese accompagnate da figure sia antroporicco di incisioni rupestri. La zona da noi morfe che zoomorfe, armi, ornamenti, presa in considerazione quella della cerchi, coppelle. Svezia meridionale, nello specifico della Nel territorio svedese e in Europa in regione del Bohusln, dove situato il generale larea pi ricca di incisioni rupestri il Bohusln. parco archeologico di Tanum. Nel 1869, dopo vari tentativi di com- Le rocce censite superano il numero di prendere le datazioni di questa area 4.000, con 60.000 raffigurazioni registrageografica (Svezia meridionale), venne te. Le raffigurazioni non sono solo di stabilito che le incisioni appartenessero oggetti riconoscibili ma anche di temi e allet del Bronzo, ma ulteriori scene della mitologia nordica. Famoso approfondimenti hanno permesso di il guerriero di Hede in Kville, che porta uno scudo con definire che sono decorazioni relative anche a bugnate tipiche periodi preceTANUMS HLLRISTNINGMUSEUM della cultura di denti, databili alUNDERSLS S-45791 TANUSHEDE SVERIGE Halstatt e un folantica et della dero della spada Pietra e precisaterminante con mente al Calcoestremit alate, litico. Tali incisioni Aperto da giugno ad agosto datate al periodo calcolitiche sono V di Montelius. Le attestate princiOrari: rappresentazioni palmente a Sldalle 10,00 alle 17,00. dettagliate di bro, nella Sderpersonaggi con manland; loro caTel./Fax +46 525 29555 spade, lance ed ratteristica sono e-mail: adorant@bigfoot.com elmi riflettono lindisegni antropoSito Web: www.ssfpa.se teresse per i guermorfi stilizzati. rieri e la guerra; inoltre troviamo Incisioni simili sono riscontrabili in Valcamonica, oranti, acrobati, processioni e culti Galizia e Portogallo. della fertilit. Con let del Bronzo, verso il 1.800 a.C. In Svezia le pitture sono poste su superle immagini dominanti nella Svezia fici ripide e pannelli inclinati che si getmeridionale sono le imbarcazioni, tano nelle acque dei laghi e, nella
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Svezia Meridionale, sono spesso ubicate in aree ricche di insediamenti, per esempio vicino a Goteborg, dove sono poste allinterno di una cintura molto compatta di siti abitati a partire dalla fine della prima et della Pietra. Il paesaggio del Bohusln ben si attaglia per lesecuzione di tali opere: si trova innanzitutto in una posizione favorevole alla comunicazione via mare e possiede porzioni di terra arabile e sfruttabile per il pascolo. Le incisioni si trovano su rocce granitiche, levigate dal ghiacciaio dello Juland e spesso sommerse dal mare, poste ai piedi della montagna lungo la pianura argillosa. Le sepolture dellet del Bronzo, tumuli di varie dimensioni, si trovano sulla sommit delle colline che dominano la campagna. Nellentroterra, si alternano pianure e altipiani, colline scoscese e burroni, prolungamenti naturali dei fiordi dentro terre che, dopo lera glaciale, si sono sollevate da 100 a 170 metri. A causa dei movimenti tettonici verificatisi dalla Preistoria a oggi, le pitture in Bohusln hanno perso ormai il contatto con larea rivierasca: molte di loro giacciono ora in zone incolte che, nel Mesolitico, ospitavano siti per la caccia, pesca e linsediamento.

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Tanum, situato nel nord del Bohusln, dove ubicata larea protetta dallUnesco, un sito di indubbia bellezza. Cos afferma lUnesco: Le incisioni della regione di Tanum costituiscono un imponente esempio dellarte dellEt del Bronzo di ottima qualit. La gamma delle tematiche d eccezionale prova dei diversi aspetti della vita nellEt del Bronzo europea. Tanum quindi un sito archeologico di grande importanza per la ricostruzione della storia del popolo che l visse circa 3000 anni fa. Il sito di Tanum protetto dalla legge svedese che riguarda i monumenti e i siti preistorici: la tutela di tale patrimonio risale al 1962. Il governo sostiene anche finanziariamente la ricerca e lo sviluppo dei progetti relativi allarte rupestre: di fatto il progetto per la conservazione delle rocce incise (Rock Care Project) nato nel 1998 per volont del National Heritage Board e finanziato dal Ministero della Cultura. Nonostante non ci sia una specializzazione in arte rupestre, c un gruppo di esperti che lavora per il National Heritage Board presso il Dipartimento per la ricerca archeologica, come ci spiega il dr. Ulf Bertilsson, direttore della

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sezione di Arte Rupestre del National Heritage Board di Stoccolma.

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nale, regionale e municipale che ha permesso di assegnare a una squadra di architetti svedesi il progetto. Numerose univerSebbene lo scopo VITLYCKE MUSEUM sit svedesi partedel Museo sia di cipano al progetintegrarsi con le to con campagne incisioni rupestri il di scavo e studi suo approccio specifici. A livello assolutamente internazionale Aperto da aprile a settembre contemporaneo. lUnione europea Per fornire ai visitaha promosso e Orari: tori strumenti adalle 10,00 alle 18,00. finanziato una stratti con cui incampagna di senTel. 0705 845829 terpretare o guarsibilizzazione per la e-mail: vitlycke.museum@vgregion.se dare le pitture tutela dellarte dellEt del Bronzo rupestre svedese e nel contesto, il c una crescente museo ha impiecooperazione nello studio e nella ricerca tra i Paesi della Penisola scandinava gato un proprio linguaggio creativo. e altri Stati europei come Italia, Francia Nelle mostre si cerca di visualizzare le e Portogallo, in cui le problematiche complessit teoretiche del passato attraverso innovativi strumenti grafici. conservative sono affini. Se le incisioni Vicino alladi Tanum sorea delle no esempi incisioni unici dellarrupestri sono te dellEt stati costruiti del Bronzo due musei: il europea, il Vitlycke e il museo ha Underlos, partecipato entrambi attivamente partecipano al processo attivamente di sviluppo alla promodella conserzione delle vazione e attivit del delle teorie P a r c o , di interpretasoprattutto zione. Gli grazie alle strumenti di esposizioni ricerca del che offrono Museo includono una biblioteca al pubblico. Il Vitlycke Museum stato realizzato nel aggiornata, archivi, camere di docu1998 grazie a un finanziamento nazio- mentazione e un database, che non
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sono stati fortemente voluti dal dottor Ulf Bertilsson. Ultimamente si cercato inoltre di diffondere la conoscenza del patrimonio di Tanum tramite pubblicazioni, seminari e informazione mirata nei vari media e coinvolgendo le scuole in diverse attivit didattiche, tra cui quelle proposte dal Vitlycke Museum. I problemi fondamentali delle rocce incise di Tanum sono legati allambiente esterno in cui sono collocate: esfoliazione della roccia dovuta al gelo, crescita di alghe e licheni, inquinamento atmosferico. Sono gi in atto alcuni metodi conservativi: il pi recente quello di ricoprire le rocce istoriate con speciali teloni durante il periodo invernale. Sono protetti con una copertura a due strati, che si sviluppa seguendo landamento del terreno, formata allesterno da uno strato di lana di vetro e da uno interno di tessuto Dralon. La copertura immaginata come una rete composta da tubi in alluminio della stessa lunghezza, collegati tra di loro per mezzo di cavi di acciaio inox e fissati attraverso un sistema di tubi diagonali di varie lunghezze. La forma, lontana da riferimenti formali orizzontali o verticali, in grado di seguire landa-

solo permettono al Museo di giocare un ruolo importante nella ricerca sullarte rupestre a livello nazionale e internazionale, ma danno inoltre la possibilit al pubblico di approfondire questa specifica area di interesse. Il Museo conduce queste attivit in una prospettiva internazionale. Il progetto di documentazione ha contribuito fortemente al progetto di conservazione delle rocce incise, ma ha anche dato la possibilit di stabilire importanti legami con esperti internazionali. Come completamento del Museo c la ricostruzione di una fattoria dellEt del Bronzo, dove il visitatore pu guardare e partecipare a diverse attivit, come fare oggetti di bronzo, di ceramica e cibo. La fattoria usata soprattutto per i gruppi scolastici ed utilizzata per diversi livelli di conoscenza. La tutela delle rocce incise coinvolge anche numerosi progetti di documentazione: il primo archivio dei pannelli istoriati si trova nel registro dei monumenti antichi del National Heritage Board, ma nellultimo decennio si provveduto ad una catalogazione digitale per una consultazione pi efficace, elaborando un database specifico (The Rock Art Base). Questi progetti

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mento del terreno con il suo telaio flessibile. Lintercapedine compresa tra i due strati di vetro e di tessuto permette di ventilare la struttura, riducendo il calore generato dal sole che, specialmente durante lunverno, potrebbe provocare dei danni alla parte vetrata per lo scioglimento ed il successivo congelamento della neve durante la notte. Per quel che riguarda la pulizia dei graffiti dalla polvere, questa garantita da un sistema di ugelli, posizionati sulla parte superiore della struttura, attraverso i quali viene spruzzata dellacqua. Il progetto di conservazione delle rocce incise sta sviluppando diverse attivit, teoriche e pratiche, a livello internazionale per risolvere queste problematiche che possono portare alla distruzione del patrimonio rupestre non solo svedese. La cooperazione tra Svezia e Norvegia attiva dal 1993 e ha portato a fondamentali sviluppi nella tutela delle rocce incise. Per le istituzioni, i musei e la cultura in generale di vitale importanza raccogliere tutte le informazioni disponibili su queste pitture rupestri, in modo da conservarne memoria se dovessero andare perdute. Per questo abbiamo deciso di creare due banche dati verso le quali affluiscono informazioni provenienti da entrambi i lati della frontiera

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man mano che le nostre ricerche progrediscono. Per conservare questi graffiti, abbiamo studiato innanzitutto i processi di degrado, creando una rete di esperti di geologia, chimica, microbiologia, fisica, meteorologia e archeologia. Siamo riusciti cos a individuare varie cause di deterioramento: le pietre soffrono innanzitutto per i depositi di zolfo e di piogge acide che dissolvono i minerali pi fragili, e nello stesso tempo vengono attaccate da alghe, muschi e l i c h e n i . Q u e s t o accresce la capacit delle pareti rocciose di assorbire lacqua, i gas e le particelle nocive. Sono processi piuttosto lenti che corrodono progressivamente la superficie del granito (Jan Magnusson, responsabile del progetto presso il Consiglio provinciale del Varstra Gotaland). Chiudiamo questa breve panoramica con una osservazione di Emmanuel Anati, che mette in luce limportanza e complessit dellarte preistorica: Le sequenze stilistiche europee pi complete e pi chiare sono in Valcamonica (Lombardia), Bohusln (Sud della Svezia), Galizia (Spagna) e Gobustan (Azerbaijian). Sono stati influenzati dal contatto con il mondo megalitico acquisendo elementi iconografici e relativi concetti. I vari
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aspetti stilistici e tipologici mostrano lo svolgersi di unevoluzione parallela in varie parti dEuropa: Galizia spagnola, Valcamonica, Scandinavia Meridionale e Gobustan. Al di l delle caratteristiche vernacolari questi trands rivelano caratteri fenomenologici che sono stati interpretati in vario modo: sono stati visti come testimonianze di diffusione dei concetti e delle consuetudini che si trovano alla base delliconografia rupestre e sono stati anche interpretati come indicazioni di costanti nel linguaggio visuale che non indicano tanto relazioni dirette quanto evoluzioni parallele.
A CURA DI

LAURA CORTI

SILVANA DAMIANI

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Il Museo e le incisioni rupestri di Alta Norvegia


Le testimonianze di arte preistorica pi a nord dEuropa
IL MUSEO Associazione Storica di Alta (Alta Historielag), ed propriet del CoAlta si trova nella contea di Finnmark mune di Alta. Il complesso non costi(Norvegia), in una regione tra le pi a tuito soltanto dalledificio centrale e nord dEuropa, al di dal parco ma comsopra del Circolo prende anche dipolare artico. Tale versi musei collateALTA MUSEUM zona attualmente rali, collezioni scolanota con il nome stiche e luoghi di norvegese di interesse storico (alHjemmeluft, mentre i cuni ancora in fase Lapponi, anticamendi allestimento). Il te, la chiamarono Orari: museo nacque per Jiepmaluokta dalle 11,00 alle 16,00. preservare e valoriz(Baia delle foche). zare il patrimonio Tel. 0047 78456330 Questa nomenclatupreistorico della e-mail: alta.museum@alta.kommune.no ra binomia utilizzacontea di Finnmark. ta ancora oggi per Fu profondamente denominare il parco rinnovato nel 1991, (in coincidenza con associato al Museo di Alta. Direttore di il trasferimento del museo a questultimo e responsabile della conHjemmeluft/Jiepmaluokta, settore duzione del parco, non dal punto di ovest del piccolo villaggio di Alta) e vista amministrativo ma da quello della consegu, due anni dopo, il premio manutenzione delle incisioni rupestri, come miglior museo europeo dellanno larcheologo Hans Christian Sborg, al nellambito del concorso The Highest quale abbiamo avuto la fortuna e la Museum Award in Europe. Nel 1994, possibilit di rivolgere qualche domangrazie a unabile campagna promozioda durante il suo intervento al convenale legata alle Olimpiadi invernali di 1 gno sui parchi svoltosi in Valcamonica Lillehammer, il museo registr una nel 2002. Le sue osservazioni (riportate straordinaria affluenza di pubblico. La di seguito) ci hanno permesso di capire grande attenzione riservata dal museo meglio come organizzato il Museo ai visitatori stranieri, dimostrata e supche Sborg dirige fin dal 1989. La strutportata dalla disponibilit di visite guitura museale fu fondata nel 1978 dalla date in tedesco, francese, italiano, spaluglio 2004

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gnolo, inglese, russo, oltre che naturalmente in norvegese e finlandese. [Coloro che hanno necessit di entrare nel museo pi volte nel corso dellanno

(come gli studiosi) possono acquistare un biglietto stagionale2, grazie al quale il visitatore ha anche la possibilit di
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partecipare a eventi organizzati allinterno della struttura museale, quali mostre e conferenze]. Diverse decine di migliaia di persone, da tutto il mondo, visitano annualmente il museo e il parco delle incisioni rupestri. Tuttavia la maggior parte dei visitatori si concentra nel periodo estivo. Uno dei problemi pi rilevanti di Alta afferma Sborg - dato dalla stagionalit: dinverno i visitatori non superano il migliaio di unit, mentre nei mesi estivi possono arrivare a 30.000. Per far fronte a tale impennata nelle visite, vengono impiegati dai 30 ai 35 nuovi operatori ogni anno. Questo nuovo personale deve risultare operativo in tempi ristretti (anche una sola settima-

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na) data la brevit della stagione estiva artica. La stagionalit non certo lunico problema che affligge il museo di Alta: la carenza di documentazione, la difficolt nella ricerca, una migliore organizzazione del rilevamento delle rocce incise, una realt legislativa relativa alla gestione delle aree con arte rupestre non al passo con i tempi, una maggiore distinzione dei ruoli professionali allinterno dellequipe di lavoro, sono altre problematiche che il museo deve fronteggiare, continua il direttore. Al fine di promuovere il processo di fruizione e di valorizzazione dellarte preistorica, sostiene Sborg, il personale deve

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essere motivato e affascinato da ci che fa. Lappoggio delle istituzioni importante, ma poter contare su persone valide essenziale. Alta d il suo contributo alla valorizzazione: rappresentiamo solo un piccolo villaggio, dove non accade mai nulla di eccezionale, ma gli abitanti sono fieri di avere un grande museo. In Norvegia il patrimonio artistico non cos ricco come in Valcamonica, non esistono scuole di Preistoria, tuttavia vengono organizzate molte attivit per i giovani. Basti pensare che Alta il paese della Norvegia con la pi alta offerta di lavori estivi. Il museo allestisce mostre permanenti riguardanti la preistoria di Finnmark e la

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vanti da lavorazioni di oggetti (schegge di pietra). [In termini geologici, le rocce istoriate di Hjemmeluft/Jiepmaluokta sono arenarie grigio-verdi (meta arenarie), composte da granelli molto fini; leggermente ricristallizzate, risultano dure e omogenee e presentano un alto contenuto di quarzo.] Il percorso di visita allinterno del parco consentito solo nellambito di un itinerario di sentieri in legno appositamente costruiti per evitare il contatto diretto con le rocce e la vegetazione. Le incisioni ubicate nelle adiacenze dei sentieri sono state colorate con un pigmento naturale rosso ocra. Tale preferenza cromatica riproduce i colori utilizzati per dipingere le figure rinvenute nelle grotte del distretto di Alta e di altre zone della Fenno-Scandia. Alcuni studiosi ritengono che anche le incisioni fossero originariamente dipinte, ma si tratta di unipotesi attualmente non suffragata da prove certe. Il patrimonio delle incisioni rupestri di Alta, composto da circa 4000 figure, risale ad un arco di tempo compreso tra 6.200 e 2.000 anni fa ed la testimonianza di uneconomia basata sulla caccia e sulla pesca.

storia locale del distretto di Alta. La struttura museale pu diventare, occasionalmente, sede di concerti e altri eventi. I temi affrontati nelle mostre abbracciano una vasta tipologia di argomenti e un lungo arco temporale: dalle pi antiche comunit di Finnmark (circa 11.000 anni fa) alla lotta per salvare lecosistema del fiume AltaKautokeino dallessere sfruttato per la produzione di energia idroelettrica (anni 1980). La maggioranza delle mostre ospitate nel museo di tipo permanente, tuttavia, periodicamente, trovano spazio anche mostre temporanee. Il team preposto alla realizzazione di mostre temporanee precisa Sborg composto da un museografo che anche architetto e da personale specializzato nella ideazione e creazione di percorsi didattici e museali. Disponiamo, inoltre, di un addetto alla documentazione fotografica. LE INCISIONI RUPESTRI Le incisioni rupestri di Alta, scoperte nel 1972, furono inserite nel patrimonio mondiale dellUNESCO (UNESCO World Heritage List) il 3 dicembre 1985. Questa associazione ha premiato quattro siti norvegesi finora, ma larte rupestre di Alta lunica testimonianza nazionale a carattere preistorico insignita di questo prestigioso titolo. Le incisioni rupestri, distanti poche decine di metri dal mare, si trovano lungo i due versanti della baia, che demarcano le due aree principali. Unampia zona di depositi morenici separa queste due aree e qui furono rinvenute molte tracce risalenti allEt della Pietra, tra cui abitazioni, strumenti e scarti deri-

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[Dopo la nascita di Cristo non sono state pi scolpite incisioni rupestri. Soltanto poche incisioni furono realizzate successivamente. Lusanza di incidere la roccia sembra essersi perduta completamente in tutta la Scandinavia. Probabilmente le incisioni non erano pi considerate un elemento importante nei rituali]. Uno dei fattori pi significativi ai fini di uninterpretazione complessiva di questo fenomeno connesso, oltre ai contenuti di ci che raffigurato, alla sua particolare ubicazione. Le incisioni si trovano infatti tra gli 8 e i 26 metri al di sopra dellattuale livello del mare e furono realizzate sulle superfici che, via via, si presentarono come le pi vicine alla linea di costa. Recentemente alcuni studiosi hanno proposto unaffascinante ipotesi a tal proposito: le incisioni andrebbero a ribadire una soglia, un confine tra mondi eterogenei, il mondo terrestre e quello marino. Letnografia lappone consente di mettere in luce come ancora oggi questa popolazione seminomade descriva la terra come la dimora naturale degli uomini, e il mare come il luogo abitato dagli spiriti dei morti. La linea di costa si trova, cos, in una posizione liminare: le incisioni marcherebbero dunque la sacralit di un luogo di comunione tra vivi e morti, tra uomini e antenati. Le raffigurazioni poste sugli affioramenti pi elevati sarebbero le pi antiche, poich la linea di costa andata abbassandosi. In effetti le figure collocate ad altezze diverse differiscono tra loro sia nello stile che nei contenuti. Probabilmente larea attualmente occupata dal villaggio di Alta rimase per migliaia di anni un luogo importante da un punto di vista esclusivamente

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rituale, dato che non vi sono resti di abitazioni che lascino presupporre siti insediativi stabili. Le evidenze archeologiche fanno pensare che gli insediamenti fossero sparsi e di piccole dimensioni; si ipotizza che gli abitanti del fiordo non superassero il centinaio di unit. La stragrande maggioranza delle incisioni raffigurano la fauna tipica dellambiente artico: renne, alci, orsi. Tuttavia non mancano immagini di animali di piccola taglia: canidi, volpi, lepri e fauna marina. Questa descrizione di vita selvaggia fornisce, indirettamente, informazioni sullambiente e sulle risorse di questa popolazione. A volte pi figure sono raggruppate tra loro e spesso rappresentano scene di caccia. Numerose sono anche le rappresentazioni di grandi barche, alcune delle quali presentano la prua a forma di testa di alce. Abbiamo gi avuto modo di sottolineare quanto sia ampio e linguisticamente variegato il pubblico che, annualmente, ammira queste testimonianze della creativit artistica preistorica. Ci conferma che il rilevante investimento intrapreso dalle istituzioni norvegesi, senza pari in Italia, (basti qui ricordare che il budget annuale del Museo di Alta ammonta a 6.5 milioni di corone norvegesi3), costituisce un fattore di arricchimento culturale di sempre maggior richiamo.
JACOPO MARINI
1 Confronti dialettici sulla gestione dei parchi europei con arte rupestre preistorica, Capo di Ponte (BS), 13-14 Settembre 2002. 2 Tale opzione non contemplata presso il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane (Valcamonica) dove, anche gli allievi della scuola di Preistoria, devono affidarsi alla flessibilit del gestore del Parco per ottenere ingressi gratuiti a scopo di studio. 3 6.5 milioni di corone norvegesi corrispondono a 850.000 euro circa.

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Regione Lombardia Legge regionale 1/2000


LEGGE REGIONALE 1/2000: Sviluppo dei sistemi museali locali: approvazione dei criteri per lassegnazione e lerogazione dei contributi alle province e approvazione degli obiettivi e delle linee guida per lelaborazione da parte delle province di studi di fattibilit comprensivi dellindividuazione di progetti pilota di gestione associata dei servizi (art. 4 comma 134, lett. a). Il d.lgs. 490/99 Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dellart. 1 della legge 8 ottobre 1997 n. 352 colma un vuoto legislativo in ambito museale che potremmo quasi definire congenito cio perdurante fin dalla nascita del Regno dItalia (1861). solo dal 1999, infatti, che si inizia a parlare di museo in quanto tale; in precedenza si faceva menzione solo dei beni inseriti nei musei. In particolare, al 2 comma (lettera a) dellart. 99 del citato T.U. si definisce il museo come struttura comunque denominata organizzata per la conservazione, la valorizzazione e la fruizione pubblica di raccolte di beni culturali. Alla lettera c dello stesso comma si parla anche di parco archeologico: ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato
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come museo allaperto in modo da facilitarne la lettura attraverso itinerari ragionati e sussidi didattici. Dunque non solo i parchi archeologici trovano una loro collocazione normativa ma assurgono allo status di museo. Tale riconoscimento risulta ancora pi importante alla luce della l.r. 1/2000 che insiste sulla gestione associata dei servizi in ambito museale. Latto del riconoscere il parco archeologico come museo pone le basi per individuare insieme un percorso di crescita ha affermato giustamente il dott. Alberto Garlandini1 nel suo intervento al convegno2 sui parchi del Settembre 2002. Proporre percorsi di crescita comuni per musei che si consorziano favorisce il raggiungimento di uno standard di qualit che consente anche ai parchi archeologici una conservazione e una fruizione omogenea. Non da sottovalutare, inoltre, il risparmio economico risultante da una gestione associata dei musei; tanto pi necessario nellera della fine dei finanziamenti a pioggia, i quali, funzionando con la logica del dare poco a tutti non contribuivano a risolvere in modo decisivo i problemi di nessuno. Non si esauriscono soltanto a livello economico o tecnico-organizzativo i vantaggi di una cogestione museale; ben consapevole di ci il legislatore

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che ne fornisce una minuziosa elencazione al punto 2.3 (allegato A) della l.r. 1/2000: vantaggi nellambito promozionale (per es. realizzazione di economie di scala per tutte le attivit promozionali e maggiore visibilit di questultime); vantaggi nellambito delle risorse umane (per es. razionalizzazione delluso del personale). Il ruolo delle Province in materia di attivit e sviluppo dei sistemi museali locali da parte delle Province connessa al processo di conferimento di funzioni e di compiti amministrativi da parte della Regione. Ai sensi dellart. 4 commi 134 e 135 della l.r. 1/2000 le Province assumono il ruolo determinante di coordinamento e supporto dello studio e della sperimentazione della gestione associata dei servizi e dei sistemi museali locali. (Punto 2.6, allegato A). Il legislatore della Regione Lombardia dimostra cos che possono avere unapplicazione pratica concetti come riforma del titolo V della Costituzione e sussidiariet verticale. Questultima prevede che i livelli di decisionalit debbano essere pi vicini ai cittadini; traducendo, se la Regione in grado di assolvere a un compito tanto quanto la Provincia o il Comune, tale compito deve essere affidato al Comune in quanto rappresenta dei tre, il centro di decisionalit pi a contatto con il cittadino. Questa logica tanto pi attuale se si pensa, sottolinea il dott. Garlandini che il patto di stabilit che ereditiamo dallappartenere allUnione europea, vincola le risorse delle Regioni pi di quelle dei Comuni. Abbiamo citato spesso lespressione sistema museale locale, ma come pu essere definito concretamente? La

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l.r. 1/2000 al punto 2.4 dellallegato A recita: il sistema museale locale una realt istituzionalizzata con coordinamento funzionale e forte interdipendenza fra le componenti, [il sistema si articola intorno a enti, istituzioni museali geograficamente contigui o appartenenti a unarea culturalmente omogenea], anche di diversa natura e condizione giuridica, che si pu configurare come un soggetto giuridico distinto e autonomo rispetto agli enti proprietari dei musei. Il centro di coordinamento, presente in ogni sitema museale, pu essere costituito da un Ente territoriale o da una realt museale e svolge compiti a livello amministrativo e tecnico-scientifico. Linnalzamento dello standard di qualit, uno degli obiettivi primari della gestione associata delle realt museali, profondamente legato alle competenze e alle risorse. Entrambe devono procedere di pari passo, conclude il dott. Garlandini altrimenti si corre il rischio, qualora non crescano le professionalit ai vari livelli, di inficiare ogni futuro processo di crescita; o al contrario, se mancano le risorse, anche progetti molto validi saranno destinati a rimanere tali.
A CURA DI

JACOPO MARINI

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Funzionario della Regione Lombardia.

Confronti dialettici sulla gestione dei parchi europei con arte rupestre preistorica, Capo di Ponte (BS), 13-14 Settembre 2002.

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I Parchi e il paesaggio nella legislazione italiana


Forniamo di seguito alcune informazioni relative agli sviluppi legislativi in merito al paesaggio e ai parchi nella legislazione italiana.
1) 12 giugno 1902 1) prima legge di tutela del patrimonio nazionale, orientata ai beni storici e artistici

si volle far tutelare come beni storici anche quei monumenti della natura costitutivi dellidentit nazionale, quindi 2) 1905 e 3) l. 364 1909 l. 688 1912 3) estendevano la possibilit di tutela agli immobili e ai parchi aventi interesse storico e artistico 4) viene introdotto il concetto di bellezza naturale: Per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico 2) legge di tutela della Pineta di Ravenna

4) l. 788 1922

Il successivo sviluppo di questi concetti trova espressione nella 5) l. 1497 1939, tuttora vigente 5) protezione delle bellezze naturali. Accanto alle ville, ai giardini, ai parchi, tutela le bellezze naturali, le bellezze panoramiche e i punti di vista e belvedere accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di queste bellezze.

questa legge opera in parallelo con la 6) l. 1089 1939 6) riguardante la tutela delle cose di interesse storico ed artistico, archeologico ed etnografico, comprese le ville, i giardini, i parchi, gli oggetti numismatici, gli archivi

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7) D.P.R. 616 - 1977

7) trasferimento alle Regioni delle funzioni amministrative in materia di protezione della natura, riserve e parchi naturali. 8) tutela delle zone di particolare interesse ambientale. La legge amplia loggetto della tutela. Si vincolano intere porzioni territoriali come le sponde dei fiumi, dei laghi, le montagne oltre una certa altitudine, i boschi, ecc. Creazione di sistemi di aree protette, sistemi differenziati per la mancanza di una legge quadro capace di impartire direttive di indirizzo. Grossi problemi di gestione dei parchi tra chi vuole una gestione centralizzata e chi sostiene il diritto delle popolazioni locali di governare il loro territorio e di zonazione. 9) Il Parlamento approva lattesa legge sulle aree protette che detta i principi fondamentali per la loro istituzione e gestione. Individua e tutela una serie di aree naturali, ossia territori caratterizzati da formazioni fisiche, geofisiche, geologiche e biologiche che hanno rilevante valore naturalistico e ambientale. La legge quadro istituisce nuovi parchi nazionali (terrestri e marini) e indica un insieme di ambiti territoriali prioritari in vista dellistituzione di futuri parchi nazionali. La gestione dei parchi nazionali viene affidata ad un apposito Ente Parco, il cui presidente nominato dal Ministro dellAmbiente dintesa con i presidenti delle regioni interessate. I bracci operativi sono il Direttore del Parco (anchesso di nomina ministeriale) ed il personale di sorveglianza (Corpo forestale dello Stato). Decisivo il ruolo che i rappresentanti delle comunit locali sanno assumere allinterno dellEnte Parco. Elemento qualificante della legge il Piano pluriennale per la promozione delle attivit compatibili, piano che deve essere redatto nel rispetto dei vincoli duso del territorio. in vigore il Testo Unico delle disposizioni in materia di beni culturali e ambientali che, raccogliendo le precedenti leggi, costituisce la normativa vigente per tutta la materia. Accordo Stato-Regioni per lesercizio dei poteri in materia di paesaggio. Il territorio da tutelare, valorizzare o riqualificare da un punto di vista paesaggistico non pi limitato a fasce o a zone, ma coincide con lintero territorio nazionale

8) l. 431 1985 (legge Galasso)

9) l. 394 1991

Dal gennaio 2000 D.L. 490 1999

G.U. 18-5-2001

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A livello internazionale sono stati trovati criteri di classificazione delle aree protette fondati sugli obiettivi di gestione invece che sul contenuto naturalistico. Sono previste 10 categorie, suddivise in tre gruppi. Gruppo A, pi direttamente responsabile nella conservazione della natura 1) Riserve naturali comprende le riserve scientifiche e le riserve naturali integrali, che necessitano della massima tutela per i loro valori di naturalit. Sono grandi spazi ancora incontaminati; parchi nazionali; monumenti nazionali: emergenze naturali aventi alti valori scientifici ed educativi che li rendono meritevoli di tutela, quali: grotte, cascate, vulcani, habitat di particolari specie animali; riserve naturali orientate e faunistiche: caratterizzate da un minor grado di integrit rispetto a quelle del punto 1, in quanto conservano se sono presenti degli insediamenti umani; paesaggi protetti: che rappresentano la maggioranza delle aree protette italiane.

Ad oggi il sistema complessivo assume la seguente articolazione: parchi nazionali: aree che presentano ecosistemi o formazioni naturali di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi; parchi naturali regionali ed interregionali: aree di valore naturalistico o ambientale costituenti un sistema omogeneo, nellambito di una regione o regioni limitrofe, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali; riserve naturali statali o regionali: aree che contengono una o pi specie floristica o faunistica di rilievo naturalistico, o uno o pi ecosistemi importanti dal punto di vista della conservazione della biodiversit; zone umide di interesse nazionale altre aree naturali protette (a gestione pubblica o privata) zone di protezione speciale: aree destinate alla conservazione delle specie di uccelli inserite nei relativi allegati, che entrano a far parte della rete europea di aree protette denominata Natura 2000; zone speciali di conservazione: aree che ospitano specie animali, vegetali e habitat la cui conservazione considerata una priorit di rilievo europeo, con la finalit di creare la rete di Natura 2000; aree di reperimento terrestri e marine: considerate prioritarie ai fini dellistituzione di nuove aree protette.

2) 3)

4)

5)

Gruppo B, relativo ad aree in condizioni ambientali complesse in cui le popolazioni devono poter sopravvivere con i prodotti della terra. 6) Riserve delle risorse: territori vasti e poco popolati, le cui risorse non sono state sfruttate; riserve antropologiche: aree in cui sono presenti forme di vita primitiva che devono essere protette;

7)

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8) aree a gestione multipla: aree di antica presenza umana, con forme di vita che non implicano un utilizzo intensivo delle risorse e che devono essere mantenute nel tempo.

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Gruppo C

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Riserve della biosfera

10) Luoghi del Patrimonio Mondiale: aree di particolare importanza per la storia umana, secondo un programma avviato dallUnesco nel 1972 ed inseriti in unapposita lista. Le competenze relative al paesaggio sono principalmente del Ministero per i Beni e le Attivit Culturali, in particolare della Direzione generale per i beni architettonici ed il paesaggio, della Direzione generale per larchitettura e larte contemporanea (D.P.R. 441/2000) con competenze nel settore della promozione della formazione nel settore del paesaggio dei competenti uffici periferici del Ministero (Soprintendenze). Accanto ad esso operano anche altri ministeri che si occupano di specifici settori, quali ambiente, lavori pubblici, politiche agricole, attivit forestali, ecc. Attraverso i ministeri, nelle mani dellamministrazione centrale rimangono, oltre alle principali scelte infrastrutturali, le strategie essenziali e parte dei programmi finanziari che investono citt, territorio, paesaggio e ambiente. In particolare, a livello centrale, lo Stato svolge unattivit di indirizzo e di coordinamento delle politiche e degli strumenti; di controllo sullesercizio della tutela da parte di Regioni e Comuni; di autorizzazione per opere di vasta dimensione territoriale o da realizzarsi

da parte dello Stato; ha inoltre potere sostitutivo in materia di pianificazione paesistica in caso di inadempienza delle Regioni. Infine, potr svolgere attivit di studio e di ricerca attraverso lOsservatorio nazionale per la qualit del paesaggio. Il Ministero per i Beni e le Attivit Culturali svolge la sua attivit anche affidando compiti ai suoi uffici periferici: le Soprintendenze. Esse svolgono su tutto il territorio un compito prevalentemente di vigilanza e di tutela e rappresentano gli interessi culturali della nazione. Una recente figura il Soprintendente regionale con compiti di coordinamento dei dirigenti delle Soprintendenze e con competenze dirette per quanto riguarda lapposizione di vincoli monumentali ed archeologici. Inoltre, linterlocutore tra lo Stato e le Regioni per la materia paesaggistica. Abbiamo poi competenze regionali, provinciali e comunali.
A CURA DI

SILVANA DAMIANI

* tratto dai corsi di Maria Chiara Zerbi, Lionella Scazzosi, Maria Antonietta Breda Universit degli Studi di Milano

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Il pittore e larte rupestre


Intervista al Dr. Gerhard Milstreu direttore del Tanums Hllristningsmuseums
Una ex-scuola, un archivio e una casa con un grande giardino: queste sono le parti che costituiscono il Museo Undersls di Tanum. Il direttore, un Professore di Storia dellArte di Copenhagen che ha fatto della salvaguardia dellarte rupestre la sua seconda ragione di vita (la prima la famiglia), un uomo energico e sorridente. Gerhard Milstreu mi racconta la storia di come nata questa istituzione privata, assolutamente particolare, nel piccolo ma funzionale archivio del museo, davanti ad un caff fumante. Parliamo per unintera mattinata in un inglese traballante misto a danese e italiano, esprimendoci a volte a gesti e con il vocabolario a fianco. Non sar professionale, ma la simpatia istantanea che ho provato per questo importante studioso non mi consente di scrivere titoli n cognomi davanti al suo nome. La storia del pittore danese Nel 1898 vi era un unico edificio ad Undersls, costituito da una grande sala (che il salone dellattuale museo) adibito a scuola per gli abitanti delle fattorie. Con la riforma del sistema scolastico svedese del 1901 questa struttura viene chiusa e per quarantanni rimane inutilizzata. Fred Gudnitz (1904-1985), pittore danese, si trasferisce nel 1948 in Bohusln, regione in cui si trova Tanum, per comluglio 2004

pilare un registro delle rimanenze preistoriche su richiesta del governo. Gudnitz un uomo eccentrico e versatile, un artista a 360 gradi, che si dedica non solo alla pittura ma anche al canto, allinsegnamento delle discipline artistiche, ai viaggi. Per motivi personali (negli anni 40 cera una legge ferrea che limitava luso degli alcolici ma che il pittore sovente non rispettava) costretto a lasciare lincarico ufficiale, ma nel 1951 affitta la ex-scuola e comincia a trasformarla in una officina culturale, dove prosegue i suoi studi sullarte preistorica, con un taglio fortemente artistico e poco scientifico, aggiunge Gerhardentrando in contatto con il gruppo scout che lo aiuta nei lavori di scavo. Il museo viene aperto al pubblico nel 1952, anche se nessuno interessato allarte rupestre. Gli unici visitatori sono i turisti stranieri che possono pagarsi viaggi di piacere: grazie a questa situazione, si crea una rete di sostegno internazionale che gli permette di proseguire la ricerca; durante lestate sulle rocce a Tanum mentre in inverno ospite dei suoi sostenitori allestero per conferenze e lezioni. Questo accade costantemente dal 1952 fino al 1968. nel corso di un inverno di fine anni 60 che Gudnitz incontra Gerhard Milstreu, professore molto interessato allo studio dellarte rupestre, e gli chiede di collaborare.

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Gerhard acconsente e lo raggiunge in estate, ma la convivenza con questuomo forte ed egocentrico non affatto semplice e per questo motivo, dopo i primi anni, si vede costretto ad affittare, per il periodo estivo, una casa nelle vicinanze. Lattivit del Museo prosegue e si estende: nel 1969 Gudnitz fonda la Societ Scandinava per lArte preistorica, la prima al mondo; lanno successivo esce il primo numero della rivista specializzata in arte rupestre, Adoranten. Ventata di novit Dal 1978 per la situazione cambia radicalmente: Gerhard ottiene dal comune il consenso e il diritto di dirigere i lavori al museo, fatto che il pittore, ormai settantaquattrenne, non approva n accetta e cerca di ostacolare, arrivando perfino a denunciare lormai direttore per violazione di domicilio. Infine, risentito, si sistema in un appartamento in Tanum dove morir nel 1985 senza pi rivolgere la parola a Gerhard. Il museo necessitava di una nuova organizzazione, questa volta con un taglio pi archeologico e una documentazione ufficiale. I lavori partono subito, nella primavera del 1979, e proseguono per tutte le estati successive, con numerose difficolt dovute probabilmente anche al fatto che il nome del museo era collegato a quello di Gudnitz. Alla fine degli anni 80 il comune offre a Gerhard lopportunit di comprare la ex-scuola con laccordo di proseguire i lavori del museo. Sorride e specifica che da allora la casa sua e della moglie.

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Nel 1996 una ricca turista svizzera visita Tanum e dona al museo i fondi necessari per la costruzione della nuova parte delledificio, tra cui larchivio in cui ci troviamo. Sopravvivenza Le attivit del Museo sono finanziate parzialmente dal costo associativo alla Societ Scandinava. La Societ ha la sua sede ad Undersls anche se la casa propriet di Gerhard. I seminari e i corsi che vi si tengono sono unaltra entrata, come anche i turisti che lo visitano (il museo aperto solo nei mesi estivi) e che comprano i souvenir libri, frottage, cartoline e pochi altri oggetti. A volte vengono fatte delle donazioni, come ad esempio quella del 1996, o ci sono finanziamenti da parte di Fondazioni, ma non hanno un andamento costante. Lo stato e il comune non finanziano in alcun modo il museo; chi ci lavora, direttore compreso, non stipendiato. Amicizia e lavoro Le relazioni intraprese da Fred Gudnitz sono state un buon punto di partenza per la diffusione dellinteresse attorno allarte rupestre svedese e per aprire un dibattito internazionale che ancora oggi prosegue con contatti a livello europeo e mondiale. Lo stesso Gerhard collabora con lUniversit di Copenhagen. I problemi principali si sono verificati con le associazioni culturali svedesi: nel 1980 viene costruito il primo Vitlyke Museum ma il direttore non assolutamente interessato alla collaborazione perch a suo parere c una sorta di
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ci, storia degli studi e della documentazione, questo il contenuto della collezione. Limportante a mio parere, specifica Gerhard, che chi visita il museo possa parlare e avere una spiegazione da me o dai volontari che lavorano qui e avvicinarsi in modo semplice ma serio al problema della salvaguardia di questo fondamentale patrimonio dellumanit. Pubblicazioni Adoranten, rivista annuale della Societ Scandinava per lArte Preistorica. Testi degli articoli: lingue scandinave, tedesco, inglese. Dokumentation och Registrering, serie di volumi che illustra lattivit di documentazione svolta. Testo in svedese e inglese.
LAURA CORTI

competizione; recentemente, con lavvento del Dr. Lasse Bengtsson, la situazione migliora e si instaura una buona collaborazione nel lavoro di ricerca e documentazione e il Museo Undersls viene accettato istituzionalmente. nel 1988 che Gerhard incontra il Dr. Ulf Bertilsson, del Swedish National Heritage Board, interessato allattivit che si svolge al museo, e con cui prepara la documentazione per la richiesta allUNESCO, richiesta che verr accettata nel 1994 e che proclamer larea di Tanum Patrimonio Mondiale dellUmanit. La collaborazione prosegue anche durante il Rock Care Project finanziato dallUnione Europea e dallo stesso Swedish National Heritage Board dal 2000 al 2002 e nel Museo si svolge prevalentemente lattivit documentaria sviluppando il progetto di digitalizzazione dei frottage e di rilevamento fotografico. Nel 2000 Gerhard insignito presso lAteneo di Gotheborg della Laurea ad honorem in Archeologia. Lavori costantemente in corso Le attivit del Museo sono la documentazione e leducazione: durante lestate viene organizzata una settimana di studio e lavoro a cui partecipano amatori di tutto il mondo. Al mattino ci sono lezioni di docenti e archeologi sulla situazione dellarte rupestre o sullinterpretazione, mentre nel pomeriggio si lavora al rilevamento delle rocce. Lesposizione del museo sobria: dalla nascita stato cambiato il poco necessario per renderla moderna. La didattica lo scopo principale: date, confronti tra rilievi e reperti archeologi-

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Un esempio di parco interattivo e intelligente


Intervista a Reuven G. Anati Chief Exhibit Developer Clore Garden of Science Weizmann Institute of Science Rehovot Israele
Incontriamo il Prof. Reuven G. Anati del Clore Garden of Science di Rehovot Israele, al Centro Camuno di Studi Preistorici. in Italia per incontrare il fratello e per visitare la Mostra Il Buio e la Luce, a Milano. Il prof. Anati il progettatore degli exhibits che si trovano nel parco. Ci mostra un video e ci racconta con orgoglio la storia di questo grande laboratorio allaperto. Si tratta di un parco didattico-scientifico per bambini e adulti. Lo scopo quello di far capire le scienze e le loro leggi fondamentali (fisica, ottica, energia) attraverso la sperimentazione diretta. Nel parco sono stati realizzati dei macchinari complessi che esemplificano alcuni eventi fisici, in maniera molto semplice, e che possono venire manovrati anche dai bambini e dai visitatori. Si tratta di strutture altamente interattive che riproducono fenomeni fisici comuni e nel contempo ne spiegano le cause e le leggi: onde, vento, onde sonore, energia cinetica, energia dinamica, velocit del suono e onde sonore, peso, forza centrifuga, gravit e molte altre. Il parco nasce 4 anni fa da unidea ispirata dalla osservazione dei vari Musei della Scienza sparsi per il mondo (Londra, New York, Francoforte). E il primo al mondo di questo genere. Allinizio nasce con 50 exhibits, ma oggi sono in continua evoluzione e studio. In passato stato finanziato da un fondo inglese (fam. Clore), ma ora i finanziamenti arrivano da vari enti statali. Nel parco sono previste attivit per ragazzi dai 7 ai 17-20 anni. Il parco aperto tutto lanno, anche con la pioggia. Lingresso costa 5 euro. Le visite sono libere, ma allinterno vengono organizzate varie attivit didattiche: conferenze tematiche, programmi personalizzati e discussi con gli insegnanti delle scuole su una particolare materia che si sta svolgendo in classe. Vi un auditorium per conferenze frontali, laboratori interattivi di chimica e fisica. Ogni ora una guida annuncia al pubblico il settore in cui operer e dar la dimostrazione e le spiegazioni (ogni giro ha una durata di ca. unora e mezza). Nel parco lavorano 4 o 5 guide fisse. Essendo in connessione con un prestigioso istituto di ricerca universitario (Weizmann Institute of Science), vengono chiamati spesso alcuni dottorandi, i quali ricevono una paga dallIstituto e non dal parco. Vi poi una quipe fissa di tecnici, fisici e chimici che studia di continuo nuove dimostrazioni. Ogni anno si svolge il Music and Sciences Festival, ove si mettono in evidenza le connessioni tra la fisica e la musica (onde sonore, velocit del suono, altezza del suono etc.): si svolgono concerti e conferenze con unorchestra dal vivo e vengono fatti esperimenti didattici molto interessanti. Negli ultimi tempi si pensato anche di proporre le dimostrazioni su varie scale, per cui si creato un minibus che porta nelle scuole un mini esempio di quello che si pu trovare spiegato nel parco. La sperimentazione avviene nelle classi, alla presenza di insegnanti e genitori. VALENTINA BIRAGHI

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APPENDICE Il riciclo in natura: gli avvoltoi


Questo articolo la sintesi di una ricerca a scopo di divulgazione scientifica effettuata sotto la supervisione della dottoressa Marina Nova, Museo di Storia Naturale di Milano. Oggetto della ricerca il riciclo della materia in natura. Abbiamo lavorato sviluppando parallelamente lindagine scientifica e quella storico-umanistica, sottolineando la compenetrazione esistente tra i due differenti ambiti disciplinari. Il lavoro stato svolto avvalendoci di supporti informatici (cd-rom) e di relazioni scritte. Il ciclo della materia rappresenta la continuit, il riciclo e quindi leconomia del mondo naturale. In natura infatti nulla sprecato o distrutto, ma tutto viene trasformato e riutilizzato. Un animale che muore rappresenta la fine di un ciclo (la sua vita) ma anche linizio di un altro: gli organismi decompositori utilizzano la sua carcassa come nutrimento, ma al contempo, permettendo il salto dal mondo organico a quello abiotico, arricchiscono il terreno di sostanze inorganiche. Queste, per esempio i sali minerali, sono di fondamentale importanza per la crescita delle piante, che le assimilano attraverso le radici. Grazie alle piante e alla loro principale funzione, la fotosintesi clorofilliana, si ha il passaggio opposto dal mondo inorganico a quello organico. Esse verranno poi mangiate dagli erbivori (consumatori primari), a loro volta predati dai carnivori (consumatori secondari) e cos via lungo la catena alimentare. Alla morte del consumatore si ha nuovamente il passaggio dal mondo organico a quello inorganico ad opera dei gi citati decompositori che chiudono in questo modo il ciclo. Questo, apparentemente lineare e semplice, presenta al suo interno una serie di variazioni e complicazioni: gli organismi coinvolti variano a seconda dellecosistema considerato. Allo stesso modo, allinterno di uno stesso ecosistema, il ciclo varia in relazione alla nicchia ecologica analizzata. In particolare, ci siamo soffermate sul ruolo ecologico assunto dagli avvoltoi allinterno del ciclo della materia. Questi uccelli svolgono a scala macroscopica la stessa funzione degli organismi decompositori a scala microscopica: si nutrono di organismi ormai morti per ricavarne energia, sostentamento e ne accelerano il processo di decomposizione (il passaggio al mondo inorganico). Perch rivolgere lattenzione proprio a questi volatili? Nel ciclo della materia nulla si crea e nulla si distrugge e lavvoltoio incarna alla perfezione questo principio.

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Lavvoltoio , come abbiamo visto, un necrofago, cio un animale che si nutre delle carcasse di altri animali, trasformando un potenziale rifiuto in energia. Gi ai tempi dellhomo Erectus e dellhomo Habilis segnalava la presenza di cadaveri, e quindi di cibo, quando ancora si librava nellaria con un volo circolare per poi scendere e cominciare a cibarsene. Osservando ci che accade quando pi avvoltoi si trovano attorno a una carcassa, si nota lesistenza di precisi comportamenti che sembrano veri e propri rituali. Tra avvoltoi appartenenti a specie diverse, si instaura una gerarchia di beccata (per esempio tra le specie europee il primo a mangiare lavvoltoio monaco, lultimo il capovaccaio). presente anche una competizione intraspecifica per aggiudicarsi la prima beccata: ecco allora che lavvoltoio pi grande e pi forte cerca di spaventare e allontanare gli altri esibendosi in una danza orrorifica (ali spiegate, collo proteso, zampe e artigli in avanti) o avanzando con un passo da parata. facile intuire come il complesso comportamento di questo animale abbia stimolato la curiosit e la fantasia delluomo sin dalla Preistoria e come il riciclo della materia da lui effettuato sia divenuto nel suo immaginario anche riciclo di energie spirituali e fonte di miti e credenze. Limmagine dellavvoltoio si trasformata poi nel corso dei millenni e, da animale positivo, totemizzato, adorato divenuto simbolo di morte, negativo, portatore di sventura. Secondo le antiche credenze, assumendo la carne dellanimale gi

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defunto, lavvoltoio ne assumeva anche lo spirito e lo riportava nei cieli, l dove cera lentit creatrice. Un volo rotatorio, un vortice piumato segnalava dunque la presenza non solo del cibo, ma anche della morte e precedeva un rito di ingestione che forse, gi dagli albori, tentava di dare risposta non solo alla nostra fame, ma anche al nostro desiderio di rinascita e di rigenerazione. Gi allora era chiaro che nulla si perde nel ciclo dellesistenza e lo spirito, grazie allavvoltoio, continua la sua vita altra. Lavvoltoio diviene quindi lo strumento per tornare al divino e, quando lanimale muore, il grande uccello gi pronto con le sue ali spiegate e il suo volo circolare a nutrirsi della sua carne e a trasportare la sua anima. Si incarna quindi con la divinit, che ne assume le sembianze. Esso sacro, intoccabile, simbolo di forza, astuzia e coraggio. Che radici ha questa credenza? Conosciamo Nekhebet, la dea egiziana sotto spoglie di avvoltoio, dea del Parto, spesso rappresentata mentre offre il seno al Faraone, da lei protetto unitamente a unaltra dea, Uadjet, dea Serpente. Con Uadjet, la dea cobra, Nekhebet costituisce una diade, a volte rappresentata in una figura con ali di avvoltoio e corpo da cobra oppure con due teste, una di cobra e una di avvoltoio. Si manifesta qui lo stretto legame tra la dea della Morte, con sembianze di avvoltoio e la dea della Rinascita, serpente. Lavvoltoio dunque un aspetto della dea della Morte, che si ciba di cadaveri ai fini della rigenerazione ed quindi anche dea della Rinascita.

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nili con testa di uccello. Questi volatili sono, secondo alcune interpretazioni, associati alla Grande Madre. Vi troviamo avvoltoi che aggrediscono umani decapitati e bassorilievi di mammelle che ricoprono crani di avvoltoi. Vita e morte sono sovrapposte, lavvoltoio un aspetto della dea della Morte, che si nutre di cadaveri per rigenerarli, quindi dea della Morte come dea della Rinascita. Gli affreschi dei tempi documentano luso funerario di offrire i morti al volteggio, alla calata, al banchetto degli avvoltoi. Il morto denudato, e talvolta decapitato, veniva issato sopra alte torri di legno, le torri del silenzio e l lasciato alla voracit degli avvoltoi. Compagni delle Grandi Madri, gli avvoltoi di Catal Hyk sono essi stessi forme della Grande Madre, una e trina. Sono raffigurati in numero di due perch il terzo, e primo, membro della trinit la dea stessa. Essi compongono la vita come divinit della generazione, ed essi la scompongono come divinit della morte.

Ricordiamo a questo proposito che in Egitto i termini Madre e Morte sono omofoni. Anche la dea sovrana del periodo Tebano, Mut, raffigurata con la cuffia-spoglia di avvoltoio che veniva indossata dalle regine. Questa associazione tra dea e avvoltoio dimostra limportanza rivestita da questo uccello nelle antiche civilt dellAfrica mediterranea e non solo. Ci pu essere dovuto al fatto che nei Paesi a clima caldo-umido, lavvoltoio elimina cadaveri che altrimenti andrebbero incontro a rapida putrefazione, preservando la popolazione da malattie e pestilenze. Va ricordato che queste sono, come le altre che ritroveremo in seguito, alcune delle espressioni di culture ancora pi arcaiche, risalenti al periodo Neolitico e alcuni dipinti rinvenuti in Anatolia, a atal Huyuk, ne sono testimonianza. Ancora una volta larte preistorica ci permette di risalire alle matrici delle pi famose espressioni culturali e artistiche dei mondo egizio, greco e romano. l che affondano le radici della nostra cultura, le nostre credenze e mitologie. Siamo in presenza di una societ agricola allinterno della quale probabilmente la donna ha il controllo delle attivit economiche. Qui rinveniamo affreschi di avvoltoi e statuette femmi-

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La pi antica pittura mostra grandi avvoltoi che assalgono un uomo apparentemente privo di vita. Nei Santuari dellAvvoltoio sono dipinti sette avvoltoi che si avventano su sei esseri umani privi di testa. In un altro dipinto un enorme avvoltoio con gambe umane vicino a un uomo decapitato.

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Le gambe umane dellavvoltoio di alcune raffigurazioni implicano che non si tratta semplicemente di un uccello ma della dea nelle sembianze di avvoltoio spiega M. Gimbutas Essa la morte, colei che toglie la vita, gemella malefica di colei che dispensa la vita, sinistra in volo con le grandi ali spiegate Tuttavia le scene con lavvoltoio di atal Hyk non danno lidea del trionfo della morte sulla vita, ma simboleggiano il fatto che morte e resurrezione sono inseparabilmente unite. Teniamo presente, oltretutto, che gli avvoltoi non sono neri ma rossi, del colore della vita (Mellaart). Troviamo anche laffresco di un avvoltoio posto vicino a quello di una testa di toro, con un teschio umano al di sotto. Su unaltra parete troviamo seni umani.

Becchi di grifone-avvoltoio emergono dai capezzoli. In ogni seno vi un teschio di avvoltoio. Tra gli yakut siberiani il termine per avvoltoio lo stesso di madre. Nei Paesi Baschi la dea della Morte compare in alcune grotte come un avvoltoio. In vari siti spagnoli troviamo probabili raffigurazioni di avvoltoi o di altri uccelli sempre databili al Paleolitico Superiore. N e l l I r a k Settentrionale sono state rinvenute sculture in pietra di teste di avvoltoio risalenti a circa 10.000 anni fa. A b b i a m o anche testimonianze di sacrifici di avvoltoi. Troviamo resti in Libano databili al Paleolitico Superiore. Altri resti di uccelli sono rinvenuti in sedimenti databili al Paleolitico Superiore in Francia. Anche nelle tombe megalitiche dellEuropa Occidentale troviamo grossi uccelli sepolti, anche queste specie rinvenute si nutrivano di carogne. Ma qui si apre un ulteriore capitolo che riguarda le rappresentazioni sotto spoglie di uccelli di divinit in altri luoghi dEuropa e, a questo proposito, ricordiamo che lavvoltoio non popola il settentrione dEuropa e al suo posto troviamo altri uccelli. Potremmo quindi parlare di altre rappresentazioni: in Irlanda, Gallia, Germania (Valchirie), ecc. Nel corso dei millenni il ruolo dellavvoltoio si modifica, ma continua a manteluglio 2004

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Su unanfora del VI secolo a.C. rinvenuta a Vulci, ritroviamo un grifone ad ali spiegate, eretto sulle zampe posteriori, che sembra partecipare con Apollo ad una spedizione contro Tizio, che aveva abusato della madre. Questa una delle testimonianze dellattribuzione del grifone ad Apollo. Dal IV secolo a.C., unitamente al grifone cavalcato da Apollo, compare quello cavalcato da Dioniso e questa associazione trova rispondenza nel fatto che nei santuari di Delos e Delfi, Dioniso presente accanto ad Apollo: sono complementari, manifestazioni di un unico dio. A Roma, con Augusto, Apollo fu una delle divinit protettrici dellImpero e anche qui compare a cavallo di un grifone (Statua di Augusto Musei Vaticani). Nella mitologia greca ritroviamo anche la figura delle arpie, dette anche Keres (Parche) della Morte, di probabile derivazione Anatolica (esseri mitici con corpo e zampe di gipeto) che i figli del gelido vento del Nord Borea respingono verso Sud. Questo mito trova un riscontro a livello naturalistico, infatti una maggiore presenza di avvoltoi a Sud proprio da ricollegarsi ai freddi venti del Nord (uno di questi era denominato proprio Volturno, apportatore di avvoltoi). Anche le popolazioni dellIndia erano coscienti di questo importante compito svolto dagli avvoltoi: i cadaveri venivano trasportati sulle Torri del Silenzio e qui divenivano cibo per questi animali. In Tibet si conservano due antichissime pratiche rituali: esporre i cadaveri allazione di purificazione degli avvoltoi e far passare limmagine del defunto attraverso un percorso ascensionale scandito da tredici svastiche (Vortici

nere la sua carica positiva. Con lavvento della caccia il suo ruolo come segnalatore di cibo viene meno e, ugualmente accettato nel villaggio, compare sul luogo dove la preda stata abbattuta per approvvigionarsi il cibo: i ruoli si invertono. Con la nascita dellallevamento frequenta il territorio umano e segue luomo nei pascoli per nutrirsi del bestiame morto. Nei primi insediamenti urbani della Mezzaluna Fertile continua il suo rapporto con luomo. Anche nel Mediterraneo diffuso il culto dellavvoltoio, del quale si comprende il fondamentale ruolo nel ciclo dellesistenza. La sua importanza attestata anche dalla toponomastica, infatti troviamo numerose localit il cui nome deriva dalla radice latina di avvoltoio, Vultur: il monte Vulture, il fiume Volturno, Volturara, Volturino, ecc. Orapollo, parlando dellavvoltoio, riferisce che se per caso gli viene a mancare il cibo per i figli, si apre una coscia e fornisce loro il proprio sangue perch ne siano partecipi, cosicch non muoiano di fame. Forse questa credenza sullavvoltoio fu poi riferita anche al gesto del pellicano, che preme la sacca del becco contro il petto perch fuoriesca il cibo sanguinolento per s e per i figli. La leggenda fu poi riportata in lingua greca dal Fisiologo. I Greci narrano due miti secondari di metamorfosi che riguardano il rapace di cui stiamo trattando. Non entriamo qui nel merito della descrizione del mito, ricordiamo solo che Latona, fecondata da Zeus, dopo aver generato Artemide e Apollo sub le ire di Era che scaten contro di lei il gigante Tizio.
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piumati e ibridi ornitomorfi nellarte rupestre di Gabriella Brusa Zappellini). Lavvoltoio animale adorato dai Romani essendo sacro a Marte. Anche qui il simbolo della continuit del ciclo vitale. Limmagine positiva dellavvoltoio subisce poi un parziale deterioramento nellambiente letterario romano e poi europeo. Probabilmente questo coincide con la trasformazione di Marte da dio agreste a dio guerriero. Proprio il fatto che questi uccelli si trovassero sempre sui campi di battaglia, pronti a nutrirsi delle carni dei soldati uccisi, ha dato loro una connotazione negativa, di coloro che aspettano le altrui disgrazie per trarne vantaggio. Questo loro comportamento ha sviluppato false credenze, come quella che si recassero sul luogo del combattimento sette giorni prima. Anche lavvento del Cristianesimo contribuisce a ridimensionare limmagine dellavvoltoio, gi considerato dalla Bibbia animale intoccabile e del quale era proibito cibarsi. Dagli Appennini alle Ande La sacralit dellavvoltoio sulle catene montuose delle Ande giunta intatta fino a oggi. considerato un agente rigeneratore delle forze vitali contenute nella decomposizione organica di cui si nutre. Proprio per questo motivo fra gli Incas era ritenuto nello stesso tempo simbolo della morte e artefice del ciclo del rinnovamento, poich tramutava la morte in nuova vita. Veniva associato alle pi alte vette dei monti, le pi sacre, e simboleggiava le divinit massime, gli Apus. Poich le alte cime dei monti erano in associazione con le acque fecondanti,

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i condor vennero ritenuti forze propiziatrici della fertilit e considerati messaggeri degli dei. Ai condor vennero dedicate alcune feste (feste di sangue) che lo vedevano associato a erbe narcotiche, digiuni e tori. Anche nelle culture Maya era simbolo di morte e rinnovamento perch trasformava la morte in una nuova forma di vita. Veniva anche associato al fuoco celeste, che purifica e feconda.
A
CURA DI

ROBERTA BANINO

SILVANA DAMIANI

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Il San Pietro di Campanine


Campanine di Cimbergo rappresenta una vasta area cultuale nella quale la tradizione incisoria si protratta per millenni, nonostante alcuni iati, dal Neolitico al Basso Medioevo. Questa localit presenta infatti numerose incisioni che sono state ascritte alliconografia cristiana: croci, tenaglie, chiavi, un crocefisso filiforme, tre terne di dadi, una figura pesciforme, due figure antropomorfe identificate in probabili pellegrini e unaltra figura antropomorfa battezzata, dagli studiosi, con il nome di San Pietro. Questo misterioso personaggio, inciso sulla roccia n. 5 di Campanine e circondato da numerose croci, stato realizzato a martellina ma privo dellaccuratezza e della raffinatezza stilistica che contraddistingue la produzione incisoria delle epoche precedenti (basti pensare ai duellanti dellet del ferro di Zurla, Foppe di Nadro, Naquane); essa si presenta, al contrario, piuttosto schematica e poco curata nella definizione. Una particolarit, tuttavia, le permette di acquisire notevole importanza per gli studiosi: questo San Pietro porta tre chiavi in mano, una nella destra e due nella sinistra. La domanda fondamentale alla quale si sta tentando di rispondere riguarda, infatti, lidentit di questo personaggio, cos lontano dai canoni iconografici legati al santo clavigero. Innanzitutto indispensabile una descrizione delle chiavi grazie alle quali possibile risalire ad una datazione relativa dellimmagine: esse si presentano di fattura rozza, con fusto corto, grande anello e ingegno semplice di forma quadrata. Probabilmente si tratta di unimmagine che risale ad un periodo intermedio tra il IX e il XV secolo, poich, a partire dal Rinascimento, la fattura delle chiavi si arricchisce di ornamenti, di raffinatezza e complessit non corrispondenti alla semplicit delle tre chiavi incise. Ma una domanda ancora pi interessante non ha tuttora trovato risposta: si tratta davvero della raffigurazione di San Pietro? Nessuno ha la certezza che quella figura antropomorfa sia davvero o non sia per nulla la rappresentazione del custode del Regno dei Cieli, ma sicuramente esiste pi di unimmagine che ritrae San Pietro con tre chiavi. Una di queste si trova allinterno delle Grotte Vaticane, poste proprio sotto la planimetria della grande basilica di San Pietro a Roma: San Pietro con tre chiavi raffigurato su un mosaico di non specificata datazione collocato sopra il sepolcro dellimperatore Ottone II (955983 d. C.). Le tre chiavi, che il santo tiene inserite in un nastro, appaiano di

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tre differenti colori e ricordano i tre differenti metalli che tradizionalmente si identificano con loro, largento e il ferro. Un altro San Pietro con tre chiavi raffigurato allinterno di un manoscritto vaticano, e un altro ancora si trova nel Triclinio leonino (Leone III, sempre a Roma). Ma esiste uno specifico significato nella presenza di una, due o tre chiavi possedute dal clavigero? La risposta non cos immediata. Si soliti ammirare numerosissime raffigurazioni pietrine che vanno dal V secolo (periodo in cui si afferma liconografia della Consegna delle chiavi1) in poi e forse raramente siamo stati attratti dalla curiosit di contare le chiavi del Santo: in realt, lutilizzo canonico di due sole chiavi che richiamano la potestas solvendi et ligandi di Pietro piuttosto tardo e potrebbe essere ricondotto al XII-XIII secolo. Alliconografia delle due chiavi ricondotta anche lappropriazione del loro potere simbolico da parte del papato: per mano di Arnolfo di Cambio, infatti, Bonifacio VIII (1235-1303) si fece ritrarre con in pugno le chiavi di San Pietro. Le due chiavi del Regno divennero, in questo modo, anche il simbolo della duplice natura, celeste e terrena, del potere pontificio. Alcuni studiosi affermano che, inizialmente, lautorit del clavigero potesse essere rappresentata da una sola chiave (spesso San Pietro raffigurato con una sola chiave anche nelle epoche successive, come ad esempio nel polittico di SantAntonio Abate di Antonio Vivarini del 1464) a volte affiancata dal rotolo della Legge, consegnatogli anchesso dal Cristo.

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Successivamente, ma nessuno ha mai azzardato una precisa datazione, fu introdotta liconografia delle tre chiavi, della quale per si conoscono pochi esempi, probabilmente perch fino ad ora un numero esiguo di studiosi si occupato dellargomento. Ma, una volta data per assodata la presenza di un San Pietro con tre chiavi, di fondamentale importanza svelare quale dottrina evangelica si celi dietro questi tre attributi. Le ipotesi sono diverse: le tre chiavi potrebbero essere identificate con le tre chiavi della scienza, della potenza e della giurisdizione degli antichi Sommi Sacerdoti o Dottori della Legge (in un passo del Vangelo di Luca XI, 52- le chiavi sono in mano ai sacerdoti farisei). Una seconda ipotesi vede nelle tre chiavi lorigine del triregno papale introdotto da Urbano V (1309-1370), una terza, invece, le descrive come la rappresentazione dei tre regni, cielo, terra e purgatorio ( alcuni studiosi hanno citato, per la terza chiave, limpero romano). C chi, addirittura, sostiene che il numero delle chiavi non corrisponda a un preciso significato ma a semplici elucubrazioni medievali. Queste, per il momento, sono le ipotesi affiorate da tale ricerca, ma, per completare (per quanto sia possibile allattuale stato degli studi) quello che potremmo definire, uno sguardo dinsieme, necessario ricordare anche una fiaba bergamasca (di non identificabile datazione) nella quale un giovane pastore uccide un mostro a tre teste, che si rivela successivamente essere un mago. Allinterno delle tre teste il pastore scopre tre differenti chiavi, una doro, una dargento e una di ferro che gli permettono di acquisire altrettanti castelli
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valle trovano e mantengono forti radici nella mentalit e nellimmaginario popolare. E se non si trattasse affatto del grande San Pietro ma semplicemente di un pastorello con tre chiavi?
VILLA BARBARA

e addirittura la mano di una principessa. Altre leggende popolari parlano di tre chiavi, esse corrispondono ad altrettante stanze piene di tesori e oggetti preziosi. Talune leggende, invece, identificano le chiavi con rappresentazioni simboliche del sapere (in questo caso ci si avvicina molto alle tre chiavi della scienza, potenza e giurisdizione): la chiave dargento si riferisce alle rivelazioni dellinsegnamento psicologico, quella doro rappresenta il sapere filosofico, e, infine, quella di diamante conferisce il potere. Il San Pietro di Campanine, non ha ancora trovato, come affermato anche precedentemente, una sicura identit, tuttavia, necessario non abbandonare la strada del folklore e delle leggende, che mai come in una

Larte cristiana non si afferm che nel III secolo, la prima produzione artistica cristiana (sarcofagi e pitture) risale, infatti, agli anni 200-230 d. C. Liconografia di San Pietro, inizialmente rappresentata sempre accanto a quella di San Paolo, risale proprio a quel periodo. A partire dal III secolo si incontrano spesso i ritratti dei due apostoli e le scene dei loro processi (nei secoli iniziali non si raffiguravano i martiri e i supplizi, sono infatti, assenti anche immagini della Crocifissione), e solo successivamente San Pietro verr raffigurato solo o, in alcune scene, accanto al Cristo come, appunto, la famosa Consegna delle chiavi.

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volumi pubblicati

Gabriella Brusa Zappellini

Gabriella Brusa Zappellini

IL DIO DEL VINO E DEL MIELE


Radici preistoriche dellimmaginario dionisiaco
1 edizione febbraio 2002 ISBN 88-7695-230-6, pp. 124

ARTE DELLE ORIGINI


Preistoria delle immagini
1 edizione giugno 2002 ISBN 88-7695-236-5, pp. 184

Torquato Mussini

Paola Pellegrino

PICCOLO DIZIONARIO
Etrusco Italiano Italiano Etrusco
1 edizione ottobre 2002 ISBN 88-7695-237-3, pp. 56

MITI E SACRALIT DEGLI ALBERI E DEI BOSCHI


1 edizione agosto 2004 ISBN 88-7695-284-5, pp. 60

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EDIZIONI DEL CENTRO CAMUNO DI STUDI PREISTORICI NUOVE PUBBLICAZIONI


E. ANATI, ARTE RUPESTRE. Il linguaggio dei primordi. SC XII, I ed. italiana, 1994, 160 pp., 162 ill. E. ANATI, VALCAMONICA. Una storia per lEuropa. SC XIII, I ed. italiana, 1995, 208 pp., 152 ill. E. ANATI, LA RELIGIONE DELLE ORIGINI. SC XIV, I ed. italiana, 1995, 144 pp., 84 ill. S. GAVALDO U. SANSONI, LARTE RUPESTRE DEL PIA DORT. Archivi 10, I ed. italiana, 1995, 200 pp., 71 ill. E. ANATI, HAR KARKOM. 20 anni di ricerche archeologiche. SC XX, I ed.italiana, 1999, 192 pp. 200 ill. U. SANSONI S. GAVALDO C. CASTALDI, SIMBOLI SULLA ROCCIA. Larte rupestre della Valtellina centrale dalle armi del Bronzo ai segni cristiani. Archivi 12, I ed. italiana, 1999, 216 pp., 318 ill. E. ANATI, 40.000 ANNI DI STORIA CONTEMPORANEA. Larte rupestre in Europa. I ed. italiana con introduzione ing., 2000, 297 pp., 392 ill. E. ANATI, GOBUSTAN AZERBAIJAN. Archivi 13, quattro lingue: italiano, inglese, russo e azero, 2001, 95 pp., 69 ill. A. FRADKIN ANATI, VALCAMONICA PREISTORICA. Guida ai parchi archeologici. I ed. italiana con introduzione ing., 2000, 297 pp. 392 ill. E. ANATI, HELAN SHAN. Larte rupestre della Cina. Catalogo della Mostra. I ed. italiana, 1994, 64 pp., 71 ill. E. ANATI, BRESCIA PREISTORICA. SC XVI, I ed. italiana, 1995, 160 pp., 149 ill. A. FRADKIN ANATI, WHOS WHO IN ROCK ART. Il Chi dellarte rupestre, II ed. inglese, 1996, 192 pp. C. BERETTA, TOPONOMASTICA IN VALCAMONICA E IN LOMBARDIA. Archivi 11, I ed. italiana, 1997, 240 pp., 23 tav., 70 fig. E. ANATI, TAPA-TAPA. Catalogo della Mostra. I ed. italiana, 1997, 64 pp., 50 ill. R. DUFRENNE, LA VALLE DES MERVEILLLES ET LES MYTOLOGIES INDO-EUROPENNES. SC XVII, I ed. francese, 1997, 220 pp., circa 100 ill. E. ANATI, ESODO TRA MITO E STORIA. Archeologia, esegesi e geografia storica. SC XVIII, I ed. italiana, 1997, 64 pp., 50 ill. F. BERTOLDI, I RESTI UMANI IN ARCHEOLOGIA. SC XIX, I ed. italiana, 1997, 304 pp., 131 ill. AA.VV., B.C.S.P. Periodico internazionale di arte preistorica e tribale. Edizione multilingue. VALCAMONICA SYMPOSIUM 1968. Atti del Simposio Internazionale 1968 Arte preistorica (UISPP), 1970, 584 pp., 260 ill. VALCAMONICA SYMPOSIUM 1972. Atti del Simposio Internazionale 1972 Religioni preistoriche (UISPP & IASPER), 1975, 626 pp., 220 ill. VALCAMONICA SYMPOSIUM 1979. Atti del Simposio Internazionale 1979 Le espressioni intellettuali delluomo preistorico: arte e religione (IASPER), 1983, 552 pp., 220 ill.

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