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I.
1.
2.
2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
3.
I.
VISIONE GLOBALE
18,1-11
orto
18,12-27
18,28-19,16a
19,16b-37
19,38-42.
palazzo
palazzo
Golgota
orto
Agonia dellorto
Sono Io e cadono per terra
Bacio di Giuda
Interrogatorio presso Anna
Fuga dei discepoli
Primo litigio di Pilato coi Giudei
Processo davanti al Sinedrio
Interrogatorio privato nel pretorio
Derisione di Ges come profeta
Simone Cireneo
Due persone sono affianco a Ges sulla croce per evidenziare la sua posizione centrale.
Questa visione propria che troveremo in seguito nellesegesi dei capitoli 18-19 stata
accuratamente preparata gi, non solo nellUltima Cena ma incluso prima, nel Libro dei
Segni. Raccogliamo in sintesi gli elementi o temi caratteristici principali:
2.
u`ywqh/nai
essere innalzato
Il termine u`ywqh/nai, essere innalzato, lo troviamo nel quarto poema del Servo
(Is 52,13): Ecco il mio servo avr successo, sar onorato, esaltato e innalzato6. Indica
nellinsieme profeticamente una glorificazione. Possiamo notare immediatamente la
differenza per esempio con lannunzio in Matteo:
Il Figlio delluomo sar consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi
che lo condanneranno a morte
e lo consegneranno ai pagani,
perch sia schernito, flagellato e crocifisso. 20,18-19
Come possiamo interpretare le differenze, questinnalzamento sulla croce, cio la
glorificazione di Ges anticipata alla crocifissione? Vediamo con pi precisione il primo
dei tre testi dove si condensa in anticipo la teologia di Gv. sulla passione.
- Il primo annunzio accade durante lincontro con Nicodemo.
Come Mos innalz il serpente nel deserto,
cos bisogna che il Figlio delluomo sia innalzato,
affinch chiunque crede, abbia in lui la vita eterna
3,14-15
Come abbiamo gi visto nel discorso sui segni si tratta di un lavoro redazionale
dellevangelista. Lobiettivo concorde con lo scopo principale del vangelo: suscitare il
Il verbo u`yo,w come anabai,nw [Nicodemo (Gv 3,13); discorso del pane di vita (6,62)], u`pa,gw [durante la
festa delle tende (Gv 7,33; 8,14.21s)], indica il passaggio di Ges dalla esistenza terrena a quella celeste cio
il passaggio della sua morte; u`yo,w indica anche il modo di questa morte. G. BERTRAM, u`yo,w, Grande
Lessico del Nuovo Testamento, XIV, 804.
6
Ha il senso di trionfare implicando esercizio della potenza regale; cf. 1 Maccabei 8,13; 11,16.
credere che proporziona vita eterna. Il parallelo con lazione di Mos (Num 21,4-9) fa di
questa una prefigurazione, un tipo dellazione salvifica di Ges sulla croce.
- Il secondo dei testi sullinnalzamento accade durante linsegnamento di Ges durante la
festa delle tende che fa nascere una discussione con i Giudei (capi dei farisei)
Disse dunque Ges
Quando innalzerete il Figlio dell uomo,
allora conoscerete che io sono e che non faccio nulla da me stesso,
ma come mi ha insegnato il Padre, queste cose dico.
conoscerete che Io sono Quando ({Otan) allora (to,te). La crocifissione una
rivelazione della divinit di Ges. C laspetto di trionfo presente.
Il terzo annunzio 12,31-33, lelevazione in croce come il vertice dellattrazione
universale, accade durante la conclusione dellattivit della vita pubblica di Ges (12,2036).
Ora il giudizio di questo mondo;
adesso il principe (o` a;rcwn ) di questo mondo sar gettato fuori.
Io, quando sar elevato (eva.n u`ywqw/) da terra attirer tutti (pa,ntaj) a me.
Questa diceva per indicare (shmai,nwn) di qual morte doveva morire.
Il quarto evangelista ci riporta poi la reazione della folla (12,34) che non riesce a
capire due aspetti in apparenza discordanti: la permanenza-continuit senza limiti di Cristo
e la crocifissione del Figlio delluomo che invece sono presenti come ununit7.
La maggioranza degli esegeti moderni sono daccordo nel considerare la morte di
Ges nel quarto vangelo come rivelazione del mistero di Cristo pi che un sacrificio
espiatorio.8 Giovanni, infatti, insiste sulla regalit di Cristo nella sua passione e per questo
la narra come una intronizzazione. Cos Gv vuol mostrare nel medesimo racconto la
divinit di Ges nella forma serena, come re, con cui lui affronta la passione. Per quelli che
avevano conosciuto Ges, il figlio de Giuseppe e di Maria (Gv 6,42) occorreva mostrare
pure nel momento della passione la sua divinit. Invece alla comunit alla quale
sindirizzavano le lettere, gi a distanza dalla vita di Ges, senza la conoscenza immediata
del Maestro, era necessario insistere di pi sulla sua realt dincarnato, sulla sua umanit.
Questo anche un chiaro indizio che la composizione del IV vangelo accade prima della
lettera.
7
8
Nel IV vangelo
La nuova alleanza in Gv invece comincia:
- con il raduno escatologico del popolo di Dio 10.
Alla fine del racconto di Lazzaro il narratore costata leffetto del segno sui presenti:
molti credettero in lui
Molti dei Giudei, che erano-venuti da Maria
e che-avevano-contemplato ci che feci, credettero
in lui.
11
kai. qeasa,menoi
a] evpoi,hsen evpi,steusan eivj auvto,n\
11,45
ma altri andarono dai farisei e dissero loro ci-che Ges feci (a] evpoi,hsen: 11,46).12
E cos il narratore introduce il raduno del sinedrio. Le parole di Caifa sono
commentate cos: Ges doveva morire per riportare ad ununit i figli di Dio dispersi
(11,47-52). Questa azione nei profeti attribuita ai tempi messianici13. Ma qui non si tratta
di radunare i dodici trib disperse dIsraele ma di creare un popolo aperto anche ai gentili.
Ben sintetizzato in L. ORLANDO, Il Vangelo di Giovanni, Lettura teologica, Taranto 2003, 220.
R. SCHNACKENBURG, Il Vangelo di Giovanni, II, 596-97 (su Gv 11,52); U. VANNI, Vangelo secondo
Giovanni, 172;
11
Medio participio aoristo; partic. sostantivato soggetto; nominativo pl. m. di qea,omai qea,somai evqeasa,mhn
teqe,amai guardare, contemplare.
12
E stato pure latteggiamento del paralitico guarito. Lui andato dai sommi sacerdoti, rappresenta una
antitesi del cieco guarito.
13
Vedi Is 11,10-12.15-16; Michea 7,11s; Ger 23, 2-5; Ez 34,12-13.16. NellAT, Is 2,2-5 e Ger 31,10 si
riferiscono ad un ritorno dallesilio e ad un raduno dIsraele su Sion.
9
10
Ci sono dunque gli aspetti dunit e duniversalit presenti. Gv, infatti, commenta che cera
un gruppo di greci e cio di non israeliti che volevano vedere (ivdei/n)14 Ges (Gv 12,20-21).
- con il giudizio del mondo:
La vittoria di Cristo sul male in tutte le sue forme si relaziona con la crocifissione di
Ges (12,31). Il male viene condannato nel suo origine: il padre della menzogna e principe
di questo mondo. Ges sulla croce toglie ogni potere al principe di questo mondo. Davanti
a Ges si creano due gruppi. Chi crede salvato; chi non crede condannato (vedi 3,18 e
8,24). Proprio questo si compie sulla croce.
2.5 Conclusione
Il verbo u`yo,w, infatti rende anche il valore dellinsediamento nella potenza e nella gloria,
come una intronizzazione. Con questo valore il verbo richiama il tema, caro a Giovanni,
della regalit di Cristo. Cos, secondo lespressione di Paolo, tutto sar a Lui sottomesso
(vedi 1Cor 15,24-28; Fil 2,8-11; Ef 1,20-23).
Luniversalit della Chiesa e del culto a Cristo Signore prende il senso dalla
signoria di Ges su tutti e su tutto. Dato che il concetto dellinnalzamento di Cristo,
secondo la teologia giovannea, contiene in s, senza nessuna separazione, levento della
crocifissione e quello della risurrezione, questo risulta centrale nella sua presentazione del
mistero pasquale della salvezza. C dunque un doppio piano non soltanto quello della
regalit limmagine indica unelevazione verso il cielo come simbolo della risurrezioneascensione; questa ultima non c come tale in Gv. Lespressione essere esaltato va vista
nella sua duplice dimensione: morte-glorificazione.15
In altre parole nella primitiva predicazione della Chiesa, lascensione considerata
come lintronizzazione regale di Ges in cielo (cf. le parole di Pietro in At 2,36; cf Paolo in
Fil 2,29). Egli diviene il Kyrios, il Signore. Laspetto sotto il quale descritta lascensione
quello della pressa di possesso del regno. Giovanni anticipa questaspetto al momento
della croce. Egli vede il Cristo innalzato in croce come un re che sul trono regna sopra il
suo popolo, Signore e re dei suoi (18,37) 16.
Laspetto positivo pi importante dellOra di Ges consiste nella salvezza dei
credenti in una dimensione universale: di tutti (pa,ntaj) gli uomini che vengono da lui e
da lui si lasciano guidare.17 Il terzo annunzio col riferimento alla richiesta di credere,
conserva come gli altri due la sua esigenza personale di risposta positiva.
14
Verbo (infinito aoristo2 o`ra,w) gi spiegato, verbo di percezione pure interiore. Indica in questo contesto un
atteggiamento interno di ricerca fra i non Giudei.
15
R. SCHNACKENBURG, Il Vangelo di Giovanni, II, commento a 12,32, p. 652.
16
Cf. I. DE LA POTTERIE, La Passione di Ges, 18.
17
Importante rendersi conto che il complemento oggetto, aggettivo sostantivato (pronome), accusativo
plurale mascolino pa,ntaj (pa/j pa/sa pa/n), sebbene intenzionalmente universalistico vi inclusa lintenzione
della fede (3,15.16; 6,37.40); cf. R. SCHNACKENBURG II, 653.
18,1-11
orto
18,12-27
18,28-19,16a
19,16b-30
19,31-37
19,38-42.
palazzo
palazzo
Golgota
Golgota
orto
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