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sideri ad esempio che la rottura fra Evola e la casa editrice Laterza nel dopogu
erra fu dovuta soprattutto al fatto che questi insisteva a proporre il libro di
Robert Reininger da lui tradotto, Nietzsche e il senso della vita, proposta rifi
utata dietro consiglio dei Croce proprio per il collegamento che allora, nell imme
diato dopoguerra, si faceva tra il filosofo e il nazismo[14].
Julius Evola, Fascismo e Terzo ReichDa questi interventi degli anni Cinquanta ri
sulta come da un lato gli aspetti positivi e dall altro le obiezioni di sostanza m
osse da Evola al filosofo tedesco risalgono addirittura al profilo redatto in oc
casione della sua morte nel 1936, e praticamente uguali passarono poi alla intro
duzione del Tramonto (1957), alle pagine autobiografiche del Cammino del cinabro
(1963) e alla introduzione di Anni decisivi (1973). Nonostante questa presenza
costante e questa coerenza critica, singolare constatare come il nome e l opera di
Julius Evola siano stati rimossi dalla cultura specialistica italiana: una dimo
strazione proprio il profilo di Domenico Conte citato, che ricorda Evola solo ne
lla bibliografia [15] e non ne fa cenno, nemmeno critico, nel testo (a parte un
accenno ad un argomento collaterale: La traduzione frettolosa e sciatta di Al muro
del tempo di Jnger) [16] [16], mentre non viene ricordata l esistenza delle due tr
aduzioni spengleriane apparne per le Edizioni del Borghese: Ascesa e caduta dell
a civilt delle macchine e Anni decisivi. Eppure, come risulta appunto dalla vasta
bibliografia riportata nel volumetto, sono pochissimi gli italiani che si occup
arono di Spengler fra il 1923 e il 1957, quattro o cinque, e tra essi manca prop
rio Evola. Eppure, non fosse altro, perch a lui si deve finalmente la presentazio
ne italiana (traduzione e introduzione) del Tramonto che, vi si nota giustamente
, arriv a trent anni da quella inglese e a trentacinque da quelle francese e spagno
la[17]. Sicch, interesser forse sapere che l incarico di cui si parla nel Cammino del
cinabro [18] venne affidato ad Evola dall editore Longanesi nel 1953, come risulta
da un accenno in un suo articolo sul settimanale Meridiano d Italia di quello ste
sso anno[19]. In modo del tutto singolare si occupa invece di Evola, ma solo del
l Evola introduttore e traduttore del Tramonto, ignorando del tutto i suoi interve
nti precedenti, Margherita Cottone nel saggio (non privo di refusi) La recezione
di Spengler in Italia, premesso alla nuova edizione 1978 del Tramonto: modo sin
golare perch l autrice parla di Evola per interposta persona, cio non citandolo dire
ttamente ma attraverso le definizioni e i giudizi di Furio Jesi, curatore di que
lla nuova edizione del libro, e riportando tra virgolette non le parole di Evola
, ma quelle di Jesi riferite ad Evola, in modo che anche possibile cadere nell equ
ivoco: ad esempio, la frase appropriata didattica del compito inutile [20] la vulga
ta jesiana dell azione disinteressata o azione pura evoliana (ripresa dai concetti esp
ressi nella Baghavad-gita). Frase ripresa in seguito da altri esegeti evoliani c
ome Franco Ferraresi[21], fraintendendola totalmente. Evola, dunque, per sua ste
ssa ammissione non si pu considerare come lo Spengler italiano , anche se entrambe l
e opere considerate, il Tramonto e la Rivolta, vengano esattamente inserite insi
eme a moltissime altre in quella che comunemente si definisce la letteratura dell
a crisi fiorita tra le due guerre mondiali[22], in quanto entrambi analizzano la
crisi dell Occidente, anche se con sguardi e prospettive diverse. Diversit che poss
iamo evidenziare proprio attraverso le parole di Evola: come Evola presentava le
idee di Spengler al lettore italiano secondo il suo punto di vista, in base all
a sua visione del mondo esposta proprio in quella che la sua opera principale.
Julius Evola, Rivolta contro il mondo modernoSi vedr allora che le somiglianze so
no soltanto esteriori e superficiali limitandosi, in pratica, da un lato al tipo
di affresco per cos dire globale che le due opere propongono, e dall altro al senso
della decadenza che da tale descrizione promana. Julius Evola, per prima cosa, v
edeva nelle idee di Spengler come il riflesso offuscato di un punto di vista sup
eriore e super-individuale, che lo scrittore tedesco aveva esposto quasi malgr lu
i: punto di vista che gli permette di distruggere il mito progressistico e evoluz
ionista , come scrive su La Vita italiana [23], per cui non affatto vero che la ci
vilt si svolge in un ritmo continuo verso il meglio , e non affatto vero che questo m
eglio sia rappresentato dalla nostra civilt occidentale che non affatto la civilt p
er eccellenza, ma una delle tante civilt: anzi, per Evola, i caratteri della civi
lt occidentale sono quelli di una civilt crepuscolare, di una civilt che va verso la
sua definitiva decomposizione [24], ovviamente dal punto di vista spirituale e me
tafisico secondo cui Evola si poneva. Tesi riprese trent anni dopo, nella introduz
ione al Tramonto: In via generale, scrive, pu dirsi che il merito pi evidente dello S
pengler sia stato il suo attacco contro la concezione lineare e progressistica (
ed anche dialettica post-hegeliana) della storia, contro l idea che esista una sto
ria unica, una storia al singolare che riprende tutta l umanit e che nel complesso
si svolge da un meno a un pi di civilt, ossia in una indefinita evoluzione [25]. Per
il pensatore italiano, l aspetto positivo del Tramonto dell Occidente, allora quest
o: aver ricordato che la storia non un progredire senza fine, ma ciclica, propri
o come sostenevano le grandi tradizioni sia orientali che occidentali, con la do
ttrina della Quattro Et variamente denominate. Il lato negativo invece che questa
posizione Spengler la limita al livello biologico-materiale e non la pone a liv
ello metafisico: Lo Spengler , dice Evola, non ebbe nessuna vera comprensione per gl
i elementi spirituali e trascendenti che sono alla base di ogni grande civilt: eg
li resta in fondo in una concezione laica, che risente fortemente di vedute pura
mente moderne, quali sono quelle della filosofia della vita , dell attivismo faustiano ,
del selezionismo aristocratico alla nietzschiana ( ) Per venire al punto essenzia
le, lo Spengler non ha capito che, al di l del pluralismo delle civilt e delle lor
o fasi di sviluppo, regna un dualismo di forme di civilt [26].
Julius Evola, L'arco e la clavaQuel che Evola intende dire che Spengler non avev
a capito a fondo che esiste un dualismo ed una contrapposizione metafisica, quas
i ontologica, fra le due forme di civilt che si sono contrapposte lungo tutta la st
oria umana: il Mondo della Tradizione e il Mondo Moderno, e che quanto le divide
e contrappone il diverso tipo di Weltanschauung: uno spiritualista, l altro mater
ialista, come viene spiegato in Rivolta contro il mondo moderno: Mondo moderno e
mondo tradizionale , afferma Evola nella introduzione alla sua opera sin dalla pri
ma edizione 1934, possono venir considerati come due tipi universali, come due ca
tegorie apriorichee della civilt [27]. Si capisce allora perch vent anni dopo, introdu
cendo al Tramonto, aggiunger: Ci troviamo dunque di fronte a una concezione plural
istica e quindi anche relativistica, ove evidente che il positivo si mescola al
negativo. Se giusta l esigenza di rompere il cerchio magico per via del quale si p
ortati a interpretare ogni civilt in base alla propria disconoscendone l originalit,
chiaro che insistendo oltre misura sulla discontinuit e soprattutto affermando,
come fa lo Spengler, che ogni verit e ogni comprensione storicamente condizionata
e subisce la legge irrevocabile della civilt cui si appartiene, si va a finire i
n una impossibilit metodologica. Di rigore, allora, si sarebbe condannati a capir
e davvero solo la propria civilt. Gi in partenza proprio l assunto di Spengler, di c
ogliere l anima e l idea direttrice di un gruppo di civilt diverse dalla nostra, risu
lterebbe assurdo [28]. Civilt diverse, invece, secondo Evola si possono capire ed e
ventualmente accomunare, partendo da un punto di vista superiore: appunto le cate
gorie aprioriche di civilt di cui si diceva. Il che Spengler, secondo lo studioso
italiano, non sottolineava a sufficienza nella sua contrapposizione fra civilt aur
orali o astoriche o atemporali e civilt crepuscolari , fra Kultur e Zivilisation insom
dato che il suo ideale di uomo rimane quello di uno splendido animale di rapina
e duro dominatore , mentre gli accenni ad un ciclo spirituale sono in lui sporadici
e imperfetti, e anche inficiati da pregiudizi protestantici [29]. Infatti, aggiun
ge Evola trent anni dopo, a base di tutta la sua trattazione sta una filosofia irra
zionalistica della vita, che evidente prodotto, o sottoprodotto, dell ultima civil
t europea e che l ultima fra quelle che possono farci capire lo spirito di altre ci
vilt o di altre fasi di altre civilt, per esempio a partire dal nostro stesso Medi
oevo [30].
Alberto Lombardo, Julius Evola, gli evoliani e gli antievoliani. Tra tradizione
e radicalismo, politica e apolitaQuel che appunto Spengler avrebbe dovuto fare er
a approfondire la questione: Una tale distinzione , egli dice, avrebbe dovuto essere
maggiormente enucleata nella forma di due categorie nel senso kantiano del termin
e, e di due tipi generali di possibile organizzazione della vita umana [31]. Insom
ma, quelle che egli stesso, come si visto, proponeva, e che con una suggestiva i
* * *
Note
[1] Yvon De Begnac, Taccuini mussoliniani, Il Mulino, Bologna, 1990, p.594.
[2] Si veda l esplicito riferimento di Vittoro Beonio-Brocchieri nella introduzion
e ad Anni decisivi, Corbaccio, Milano, 1934, p.IX: Obbedendo all invito di un altissi
ma Autorit . Anche Julius Evola lo conferma nella sua prefazione al Tramonto dell Occi
dente.
[3] Domenico Conte, Introduzione a Spengler, Laterza, Roma-Bari, 1997, p.107.
[4] Yvon De Begnac, Taccuini cit., p.XX.
[5] Yvon De Begnac, Taccuini cit., p.593.
[6] Yvon De Begnac, Taccuini cit., p.594.
[7] Scheiwiller, Milano, 1963; II ed. ampliata: Scheiwiller, Milano, 1972.
[8] Cfr. Gianfranco de Turris, Un tradizionalista nella RSI. Julius Evola 1943-1
945, in Nuova Storia Contemporanea, marzo-aprile 2001, pp.79-100.
[9] H.T.Hansen, Julius Evola e la Rivoluzione Conservatrice tedesca, in Studi Ev
oliani 1998, Fondazione J.Evola, Roma, 199, pp.144-180.
[10] Cfr. Gianfranco de Turris, I valori di un lite, in Percorsi, maggio 1998, pp.3
7-40.
[11] Julius Evola, Il cammino del cinabro cit., p.183.
[12] Julius Evola, Rivolta contro il mondo moderno, Bocca, Milano, 1934, p.VIII.
Questa prefazione riprodotta anche nella IV edizione dell opera: Edizioni Mediterra
nee, Roma, 1998, p.36.
[13] Cfr. Roberto Melchionda, Le tre edizioni di Rivolta , in J.Evola, Rivolta cont
ro il mondo moderno cit., pp.449-464.
[14] Cfr. La Biblioteca esoterica, a cura di Alessandro Barbera, Fondazione J.Ev
ola, Roma, 1997, pp.142-156. L opera di Reininger apparve poi nel 1971 presso Volp
e, dopo che il sottoscritto aveva rintracciato il dattiloscritto della traduzion
e tra le carte del filosofo.
[15] Domenico Conte, Introduzione a Spengler cit, p.146 (sezione Altri studi ).
[16] Domenico Conte, Introduzione a Spengler cit., p.106, n.37.
[17] Domenico Conte, Introduzione a Spengler cit., p.116, n.76.
[18] Julius Evola, Il cammino del cinabro cit., p.180.
[19] Julius Evola, Il caso Spengler , in Meridiano d Italia, n.41, 5 ottobre 1953; or
a in Julius Evola, Oswald Spengler, Fondazione J.Evola, Roma, 2002, p. : Solo ora
viene annunciata la traduzione integrale del libro principale a cui questo auto
re deve la sua fama mondiale, il Tramonto dell Occidente . Probabilmente non vi fu u
n annuncio pubblico, ma spesso Evola usava notizie private (in questo caso: il c
onferimento dell incarico da parte della casa editrice? la traduzione completata e
inviata alla Longanesi?) come spunto per articoli.