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Nei primi sufficiente che vengano rispettate le disposizioni legislative esistenti in materia di vincolo
idrogeologico e osservate le norme, dettate dalle prescrizioni della polizia forestale e contenute nei regolamenti regionali e provinciali, perch tale equilibrio non venga alterato.
Nei secondi bisogna intervenire contro i dissesti in atto, correggendo le pendenza degli alvei nei tratti
soggetti a scavo, consolidando e rinsaldando le superfici franose ed effettuando interventi di rimboschimento per arrivare alla ricostituzione della copertura vegetale. Si tratta quindi di realizzare opere di sistemazione idraulico forestale.
ritardo. Questo vale soprattutto per il rimboschimento e la forestazione, quando necessario ricostituire la copertura
vegetale.
Lungo i torrenti si realizzano interventi localizzati volti a risolvere di volta in volta i particolari problemi
che si presentano. Si tratta di opere (di dimensioni a volte anche notevoli) che richiedono progettazioni pi complesse.
Gli interventi sui versanti e sui torrenti sono sempre collegati: i dissesti in atto sui versanti hanno un effetto sul comportamento dei corsi d'acqua attraverso il controllo che essi esercitano sui fenomeni erosivi distribuiti, che
contribuiscono al trasporto solido in alveo. I fenomeni erosivi in alveo, d'altra parte, possono compromettere la stabilit
dei pendii innescando frane superficiali al piede dei versanti. Una buona programmazione dovr dunque prevedere livelli di priorit e modalit di esecuzione ben precise.
La presenza di elevato trasporto solido in un torrente, senza che vi siano segni visibile di erosione nel
letto, indice dell'esistenza di un forte dissesto nei versanti a monte con conseguente degradazione superficiale.
Caratteristica dei torrenti in fase di trasporto la tendenza ad interrarsi, alzando la quota del fondo. Questo fatto diventa dannoso solo in corrispondenza di manufatti (come i ponti) o nell'attraversamento dei centri abitati, e
si fa sentire particolarmente nel conoide di deiezione ed alla confluenza con il corso d'acqua principale. L'immissione
di una grande quantit di materiale solido nel fiume recipiente, la cui capacit di trasporto (per unit di portata liquida)
di solito inferiore (data la minore pendenza) di quella del torrente, fa s che il materiale tenda a depositarvisi, producendo una riduzione della sezione e fenomeni di rigurgito a monte, in particolar modo in corrispondenza delle piene.
Gli interventi da effettuare in questi torrenti consistono in opere localizzate, la cui funzione quella di
ridurre il trasporto solido verso valle, trattenendo il materiale trasportato dalla corrente. Le opere consistono in briglie
di trattenuta lungo il torrente e in piazze di deposito, per lo pi localizzate nel tratto terminale prima della confluenza.
Queste opere in genere hanno una funzione limitata nel tempo: quella di eliminare temporaneamente gli
inconvenienti dovuti al trasporto solido finch non si intervenuti a monte eliminando o riducendo la produzione e il
rilascio di materiale con interventi di sistemazione sui versanti in cui in atto il degrado o lungo il corso dacqua nei
tratti in erosione. La loro realizzazione crea infatti un volume, disponibile per la trattenuta del materiale solido, che viene gradualmente riempito fino all'esaurimento. Se esiste la possibilit e la convenienza possibile provvedere periodicamente all'asportazione del materiale, che pu essere utilizzato come inerte per costruzione: questo provvedimento
prolunga la durata dell'opera.
Nel tratto terminale, se il torrente tende a divagare a causa della forte diminuzione di pendenza che si
pu avere sul conoide di deiezione, pu essere necessario proteggere il territorio circostante con arginature di contenimento.
4. SISTEMAZIONE A CUNETTA
La sistemazione a cunetta dell'alveo, come intervento contro l'erosione del fondo, applicabile e consigliabile quando non sia possibile alzare il letto del torrente con la sistemazione a gradinata. L'intervento consiste nel
trasformare l'alveo in una cunetta vera e propria mediante un rivestimento delle sponde e del fondo.
Questa operazione, soprattutto se accompagnata da una risagomatura dell'alveo che aumenta la velocit
media della corrente, oltre a proteggere il letto dall'erosione ne aumenta la capacit di portata, favorendo il trasporto
solido. Il rivestimento a cunetta viene quindi realizzato anche in assenza di fenomeni erosivi per allontanare il pericolo
che il materiale trasportato si depositi, per esempio nei tratti terminali dei torrenti sul conoide di deiezione.
Ricordiamo che questo tipo di intervento diminuisce notevolmente i tempi di percorrenza e quindi tende
a concentrare le portate riducendo i tempi di risposta del bacino ed aumentando i picchi di piena. E' quindi sempre
necessario verificare quale possa essere il suo effetto sulla propagazione delle piene.
Poich in genere le pendenze sono forti e quindi le velocit elevate il rivestimento viene realizzato in
pietrame posto a secco o legato con malta cementizia: per velocit superiori a 2.53 m/s il calcestruzzo non resiste all'azione erosiva della corrente. Per velocit inferiori, solitamente in fiumi a carattere torrentizio pi che in torrenti, si
pu utilizzare, per il rivestimento, il calcestruzzo gettato in opera o elementi prefabbricati in calcestruzzo.
Per quanto riguarda la tecnica di realizzazione il pietrame, opportunamente sagomato, pu essere posato
su un sottostante rivestimento di calcestruzzo oppure direttamente sul terreno (Fig.1). Nel primo caso garantita la
maggior robustezza e resistenza, anche se i costi sono pi elevati. Nel secondo caso, se il materiale disponibile lo consente e se l'operatore al mezzo meccanico particolarmente abile, si pu usare direttamente il pietrame a secco senza
necessit di lavorazione dello stesso; questo favorisce l'inerbamento con un effetto estetico particolarmente piacevole
durante i periodi di magra.
Dal punto di vista dellimpatto ambientale il rivestimento in pietrame sempre consigliato e particolarmente quando il tratto da sistemare attraversa centri abitati; in questi casi, se si ricorre al calcestruzzo conviene usare
lastre prefabbricate che possono avere la superficie opportunamente profilata e sagomata con un risultato estetico accettabile.
Quando la pendenza troppo elevata, poich la sistemazione a cunetta tende ad aumentare ulteriormente
la velocit della corrente, necessario ridurla artificialmente inserendo opportunamente dei salti o delle soglie.
Dal punto di vista idraulico il dimensionamento della cunetta viene effettuato come quello di un normale
canale. E' importante, in questo come in tutti gli altri casi che riguardano correnti con possibilit di forte trasporto
solido, tenere conto per la scelta dell'indice di scabrezza e della portata di progetto della presenza del materiale solido.
5. PROTEZIONE SPONDALE
Se il materiale che costituisce il fondo abbastanza grosso e le velocit non sono troppo elevate l'erosione pu interessare soltanto le sponde. In questi casi necessario intervenire con opere di protezione spondale, curando
particolarmente la protezione del piede delle sponde, ove facile che si concentri l'erosione che pu portare allo scalzamento delleventuale rivestimento ed alla sua progressiva distruzione. In effetti a volte la protezione limitata in
altezza ed interessa solo il piede delle sponde.
La protezione spondale pu essere ottenuta con rivestimenti di diversa natura: si va da quelli rigidi in
calcestruzzo gettato in opera o prefabbricato, a quelli in pietre squadrate legate con malta cementizia, ai rivestimenti
flessibili, costituiti da pietrame a secco gettato a scogliera o, in mancanza di massi di dimensione adeguate, da gabbioni
riempiti di materiale di pezzatura pi piccola. (Fig. 2). In quest'ultimo caso necessario che i gabbioni siano particolarmente robusti, per resistere all'urto del materiale trasportato dalla corrente.
Esempi di interventi di protezione spondale tramite rivestimento delle sponde (con particolare riguardo
allaspetto ambientale) sono riportati in allegato.
La protezione spondale pu anche essere ottenuta deviando la corrente dalla zona che deve essere protetta. Per ottenere questo effetto si usano i pennelli (Fig. 3). Si tratta di opere che sporgono in alveo e che vengono realizzate soltanto se la larghezza di questo lo consente: sono quindi tipiche dei fiumi pi che dei torrenti. I pennelli vengono
costruiti a monte della zona da proteggere ed il loro effetto si fa sentire lungo la corrente per una distanza di circa 5
volte la sporgenza in alveo. La loro altezza deve essere sufficiente perch non siano mai sormontati durante le piene;
devono essere di dimensione tale da resistere all'azione della corrente, quindi saldamente fondati nell'alveo ed immorsati nelle sponde.Dal punto di vista costruttivo possono essere realizzati in molti modi: in scogliera di massi a secco o
legati con malta, in calcestruzzo, con un'anima di calcestruzzo e rivestimento in massi. Se il tratto da proteggere lungo
si costruiscono pi opere in sequenza.
E' importante ricordare che la deviazione della corrente pu provocare danni sulla sponda opposta. Di
questo bisogna tenere conto in fase di progetto.
6. SISTEMAZIONE A GRADINATA
La sistemazione a gradinata cos chiamata in quanto la diminuzione della velocit della corrente viene
ottenuta riducendo la pendenza del tratto interessato dall'intervento mediante un numero sufficiente di opere (briglie o
soglie), ciascuna della quali separata dalla successiva da un salto di fondo. Si realizzano cos altrettanti tratti di pendenza inferiore alla pendenza originale, che viene chiamata pendenza di compensazione, simili ai gradini di una scala (Fig.
4).
Il medesimo risultato pu essere ottenuto sia provocando un interramento a monte dell'opera che un'erosione controllata a valle. Nel primo caso si realizzano delle briglie (in pratica piccole traverse) , nel secondo caso si
parla pi propriamente di soglie anche se talvolta con la denominazione di soglia si intende una briglia di piccola altezza (Z 2m). Quando la sistemazione viene realizzata con soglie, cio con opere non sporgenti in alveo, l'abbassamento
del fondo viene arrestato ma l'escavazione, che si verificata in precedenza, non viene eliminata. Nei casi in cui essa
sia molto progredita e sia quindi necessario rialzare l'alveo si deve ricorrere alle briglie. Se inoltre si considera che l'interramento gioca a favore della stabilit dei pendii che poggiano sulle sponde si capisce come l'utilizzazione delle soglie sia in
realt molto ridotta e limitata a quei casi in cui il fenomeno di escavazione del fondo appena agli inizi.
zata la pendenza (di compensazione) pu essere considerata una pendenza di equilibrio: finch la portata non supera il valore di progetto il fondo dell'alveo non viene eroso.
b) abaco di Shields
Le forze attive sono la spinta dinamica D e la componente del peso nella direzione del moto P'; la forza resistente la
reazione d'attrito P".
u *f2d 2
(1)
D = Kd 1
(2)
(3)
2g
ove 1 e 2 sono fattori di forma (per la sfera 1= /4 e 2 = /6), u* la velocit al fondo (in prossimit
dellelemento) coincidente con la velocit dattrito, il peso specifico del liquido, s il peso specifico del materiale
trasportato e f il coefficiente d'attrito, che dipende dalla natura del materiale a contatto. Kd il coefficiente di drag.
Per i valori di pendenza del fondo normalmente considerati sin piccolo e cos 1, quindi il termine P' pu essere
trascurato rispetto agli altri.
Con questa approssimazione lequazione di equilibrio alla traslazione nella direzione del moto:
(4)
Kd 1
u *2d 2
+ (s - ) 2d3 sin = f(s - ) 2d3 cos
2g
diventa
(4)
Kd 1
u *2d 2
= f(s - ) 2d3
2g
dalla quale si ricava la seguente espressione della velocit al fondo al limite dellerosione:
(5)
u*=
2 g 2 ( s )df
K d 1
altre grandezze che compaiono in (5) : la velocit al fondo al limite del trasporto, cio la velocit erosiva, proporzionale al quadrato del diametro, cio al quadrato della dimensione caratteristica della particella (isolata).
Utilizzando la classica relazione per la velocit dattrito:
(6)
u* =
0
= gRi
ove R il raggio idraulico corrispondente alla portata di progetto Qp, e i la pendenza del fondo.
Sostituendo nella (5) si ottiene:
(7)
Ri 2 f 2
=
d K d 1
La (7) rappresenta la condizione di equilibrio limite; il primo termine il parametro di mobilit di Shields (o indice
di mobilit), che viene indicato con la lettera . Esso viene anche espresso come u*2/(gd). Il parametro di mobilit
una grandezza adimensionale che dipende dal numero di Reynolds del grano Re* = u*d/.
La relazione u*=F(Re*), determinata sperimentalmente da Shields (Fig. 5 b) separa il piano , Re* in due parti. I punti
al di sopra della curva rappresentano situazioni in cui il moto dellacqua (definito dal valore di u*) in grado di spostare il granulo, i punti al di sotto sono invece relativi ad una condizione di immobilit. I punti sulla curva sono al limite
dellequilibrio.
La curva interpolante mostra un primo tratto rettilineo per Re* <2, un tratto che presenta un minimo
(Re*=10), ed un secondo tratto rettilineo e debolmente crescente. Per valori di Re*>200 (normalmente raggiunti nei
corsi dacqua naturali) si assume per un valore costante uguale a 0,057 che corrisponde al valore del secondo membro della (7), che infatti non dipende dalle caratteristiche della corrente:
(8)
Ri
= 0,057
d
i = 0.057
d
R
Se ora si considera la condizione di moto uniforme, ipotesi poco realistica ma utile per ottenere un risultato:
2
(9)
1
Q = A R 3 i 0.5
n
si ottiene un sistema, costituito dalle (8) e (9) di due equazioni nelle due incognite i e R (quindi h essendo la forma della sezione nota). Il sistema risolto ci d il valore della pendenza di compensazione i = ic.
10
(10)
2 g 2 ( s ) f d
d
=C
ic =
2 2 R
R
K d 1
Il termine C dipende dai valori assegnati alle costanti 1, 2, Kd, f e , dal peso specifico del sedimento
s e del fluido , dal coefficiente di scabrezza , che a sua volta dipende dall'indice di scabrezza e dal raggio idraulico.
E' quindi immediato riconoscere come C possa essere definito soltanto con un certo grado di approssimazione.
Per Kd e f si possono assumere i valori pi frequenti: per Kd si assume il valore 1,5, corrispondente ad
una forma arrotondata, e per f il valore 0,76, corrispondente al contatto pietra su pietra. Per si considera il valore
suggerito da Supino che poneva V=1,33u* da cui = 0,.75.
Il peso specifico s del materiale dipende dalla natura delle rocce e dei terreni da cui proviene il sedimento: s pu variare attorno al valore tipico di 26.000 Nm-3. Il peso specifico dell'acqua influenzato dalla percentuale
del materiale in sospensione (torbidit) e pu variare tra 9.810 e 10.800 Nm-3.
Sulla base di questi ragionamenti Thiry (1891) assumendo per K ed f i valori sopra indicati, =1 e
=1.000 propose per ic la relazione:
(11)
ic = 0,01
d
2
R
Formula di Thiry
con = s - . In questo modo viene evidenziata la dipendenza della pendenza di compensazione dalle principali caratteristiche del materiale che riveste il letto, che sono la dimensione d ed il peso specifico s, e da quelle dell'alveo, cio
l'indice di scabrezza che compare in e la forma da cui dipende R e quindi .
Tenendo conto della piccola variabilit di questi parametri, quando ci si riferisce ad un ambito abbastanza ristretto (una
valle o una serie di valli con caratteristiche simili) alcuni ricercatori hanno ulteriormente semplificato la relazione. Valentini (1912), studiando i torrenti ed i fiumi della Valtellina ha osservato che il coefficiente C che compare nella (10)
variava tra i valori di 0,093 per i torrenti e 0,087 per i fiumi.
(12)
ic =
(0,087 0.094) d
Formula di Valentini
Alla (10) o alla (12) deve comunque essere associata la (9) per ottenere sia il valore di ic sia quello di h.
La relazione proposta da Valentini pu essere ricavata anche dalla (8). Il valore di mediamente 1.65 per materiali
silicei (considerando s=26000 e =9810 Nm-3), potendo variare in funzione della torbidit dellacqua (che fa aumentare ) e della natura delle rocce da cui proviene il materiale costituente il fondo. Per =1.65 la 8 ,diventa:
d
R
relazione praticamente identica a quella trovata da Valentini.
Una relazione simile alla (10) stata ricavata da Lelli (1928,1930) partendo direttamente dalla formula
di Strickler per esprimere la condizione di moto uniforme:
(13)
ic = 0,094
11
(14)
ove c l'indice di scabrezza di Strickler. Se si ricava il valore di i, tenendo conto del fatto che R=A/P=Q/VP (P il perimetro bagnato) si ottiene:
10
3
(15)
i=
V P
2
cQ
4
3
4
3
Se ora si impone che la V sia quella di equilibrio limite V=1.33 u* (Supino)l corrispondente alla portata di progetto Qp
si ricava:
10
(16)
ic =
F (d ) 3 P 3
2
c Q
4
3
p
Formula di Lelli
Nella (16), che deve ancora una volta essere associata allequazione di moto uniforme (9) poich P
funzione di ic, compaiono esplicitamente il valore della portata di progetto e la velocit media al limite di trascinamento, espressa dalla funzione F(d), che rappresenta nel modo pi semplice la pi complessa dipendenza, per una portata
assegnata (in moto uniforme e regime assolutamente turbolento), della velocit erosiva dalle caratteristiche fisiche
del materiale presente in alveo.
Tutte le formule proposte per la determinazione della pendenza di compensazione danno un risultato
che deve essere ritenuto soltanto indicativo. Infatti da una parte, per quanto riguarda le relazioni storiche che si ricavano dalla (10), vi sono molti gradi di incertezza nella determinazione dei valori da assegnare ai parametri che compaiono nella trattazione; dall'altra le ipotesi fatte sono spesso molto vincolanti, poco realistiche o imprecise.
Si gi detto di come sia difficile assegnare un valore ai coefficienti f, k e ed ai pesi specifici del liquido e del sedimento. Una difficolt ancora maggiore si incontra quando si deve definire il valore di d. Non esistono
indicazioni precise in proposito: in genere si considera la dimensione del materiale che costituisce l'ossatura del letto,
scartando il pi minuto ed il pi grossolano. Si suppone che questo materiale possa essere eroso in corrispondenza di
piene che si verificano con frequenza non elevata.
In effetti per quanto riguarda la portata di progetto la tendenza attuale quella di considerare portate corrispondenti a tempi di ritorno dell'ordine dei 30-50 anni, escludendo le piene eccezionali (corrispondenti per esempio a
T = 100 anni), per le quali si ammette che l'alveo possa ancora essere eroso ma le opere debbano sopportare le sollecitazioni e garantire il funzionamento idraulico, anche se in condizioni di sovraccarico. Dal punto di vista teorico poi, se
si vuole arrivare alla pendenza di equilibrio attraverso una fase di compensazione che produca una adeguata corazzatura del fondo bisognerebbe individuare quale sia la relazione che lega l'erosione alle caratteristiche della corrente e del
sedimento (per esempio una opportuna formula di trasporto solido al fondo) ed utilizzare questa invece della generica
Vfl = F(d), avendo definito come indicato sopra i valori del diametro e della portata.
Un altro notevole grado di incertezza introdotto dalla forma della sezione. E' gi di per s difficile definire una forma media valida per tutto il tratto, ma bisogna anche considerare che questa forma, in base alla quale si
ricavano R e che compaiono nelle formule utilizzate, verr poi modificata in conseguenza dell'interramento e del successivo consolidamento del letto. Un discorso analogo si pu fare per l'indice di scabrezza, che dipende dalle dimensioni del materiale che ricopre il letto e dalla quantit trasportata dalla corrente durante le piene, grandezze anch'esse
variabili nel tempo.
Ragionamenti simili possono essere fatti quando si considera il metodo basato sulla teoria di Shiels; bisogna infatti ricordare che il valore limite c= 0,057 stato ricavato in laboratorio su canaletta orizzontale di sezione
rettangolare con materiale monogranulare omogeneo e con un rapporto di sommergenza (rapporto tra il tirante e la
dimensione del sedimento) molto elevato, situazioni assolutamente diverse da quelle naturali di un torrente montano.
12
In definitiva sembra ragionevole considerare il valore di ic calcolato come valore di prima approssimazione, sul quale poi pu essere necessario intervenire modificando le opere realizzate. Ricordiamo infatti che se la pendenza ricavata minore di quella vera (errore per difetto), in una sistemazione a gradinata costituita da pi briglie, si
verificher un parziale interramento del piede delle briglie intermedie, mentre, se maggiore (errore per eccesso), il
torrente tender a scavare ancora il letto al piede delle briglie intermedie, potendone provocare il collasso.
La realizzazione della sistemazione a gradinata deve sempre procedere da valle verso monte e dovrebbe
essere effettuata in modo graduale, attendendo che si verifichi l'interramento di un'opera, prima di realizzare la successiva. In questo modo sarebbe possibile verificare che la pendenza calcolata, il cui valore , come detto, considerato soltanto indicativo, sia effettivamente una condizione di equilibrio.
Questa procedura, in teoria consigliabile, richiede di attendere che si siano verificate alcune piene con
valori di portata abbastanza grandi perch si realizzi l'interramento, cosa che normalmente avviene in (almeno) un paio
di anni, anche se difficile che in questo periodo si verifichi una piena simile, se non uguale, a quella di progetto. La
procedura comporta dunque ritardi nella realizzazione delle opere, mentre, dati i costi attualmente elevati della manodopera e la pi facile meccanizzazione dei cantieri che accelera i tempi di costruzione, le esigenze economiche spingono verso la realizzazione di tutte le opere in rapida successione, esaurendo il finanziamento disponibile.
Lalternativa quella di effettuare un monitoraggio continuo e costante nei primi anni di vita
dellintervento. Questo consentir di intervenire, nel caso si verifichino ancora fenomeni erosivi, o alzando alcune briglie della gradinata, o realizzandone altre intermedie.
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Esempio di sistemazione a gradinata; si osservi nel tratto a monte della prima briglia gli interventi
di regimazione dello scorrimento superficiale sul conoide in erosione.
7. BRIGLIE
La briglia uno sbarramento tracimabile di piccola altezza utilizzato per realizzare interventi di correzione sui torrenti.
Gli interventi possono essere di consolidamento dell'alveo o di riduzione del trasporto solido: si hanno
quindi briglie di consolidamento e briglie di trattenuta. La tipologia, la normativa, le metodologie di progettazione e di
realizzazione sono le stesse in entrambi i casi.
14
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Nel corpo della briglia devono sempre essere presenti feritoie che consentano il drenaggio delle acque di subalveo in
modo che, dopo l'interramento, non sia mai possibile la formazione di un velo d'acqua continuo sul paramento di monte
a cui corrisponderebbe la distribuzione idrostatica di pressione, con sollecitazioni sulla briglia notevolmente maggiori.
Le briglie normalmente poggiano su fondazioni, necessarie per ripartire meglio sul terreno le sollecitazioni. Fanno eccezione le briglie di piccole dimensioni in materiale non lapideo.
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z = (i ic)L
Se il valore di z piccolo linnalzamento del fondo pu essere realizzato con una sola briglia. In caso
contrario il dislivello dovr essere distribuito su pi briglie. Osserviamo che se laltezza della briglia supera i 15 m essa
rientra nella categoria delle dighe di ritenuta e come tale soggetta alla legislazione vigente in merito, che prevede norme molto severe per il progetto la costruzione e lesercizio dellopera. Anche per queste ragione, oltre che per considerazioni di natura pi strettamente economica, quando il dislivello da coprire elevato si cerca di non superare i 56 m
di altezza massima per briglia, anche se in pratica laltezza della singola opera viene valutata in base alla situazione locale, che pu imporre scelte costruttive e quindi costi particolari (per esempio per quanto riguarda le fondazioni).
Definiti quindi il numero di briglie e la loro altezza, esse verranno posizionate dapprima sulla carta e poi
con precisione mediante indagini sul posto, che consentiranno di scegliere il sito in modo ottimale sia dal punto di vista
della forma dellalveo, che della consistenza, stabilit e portanza del fondo e delle sponde.
Una serie di briglie di consolidamento deve essere costruita, come gi detto, partendo da valle e risalendo verso monte, in modo che linterramento che si verifica in seguito alle piene protegga il piede delle nuove briglie
dallo scalzamento. La briglia situata pi a valle, sulla quale in pratica poggia tutta la serie, una briglia cardine e dovr essere costruita con cura particolare (soprattutto per quanto riguarda le fondazioni) in modo da resistere, in particolare, allazione di scalzamento al piede. E buona norma, se il numero di briglie elevato, inserire nella serie ogni tanto
una briglia cardine, ove le condizioni dellalveo siano particolarmente favorevoli (affioramenti rocciosi, o altro) per
lammorsamento nelle sponde e nel letto.
Il dimensionamento della briglia presenta due aspetti: laspetto idraulico e laspetto strutturale.
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Il secondo problema riguarda il controllo dellerosione localizzata causata dallazione della lama dacqua
che, attraversando la cunetta, va a colpire il fondo e dissipa la sua energia residua attraverso un risalto. La distanza x
(m) percorsa dal getto che cade facilmente ricavabile in funzione della velocit media del getto sulla cunetta V (ms-1)
e dellaltezza della briglia Z (m):
(18)
X =V
2Z
g
Se si considera la velocit corrispondente alla portata di progetto si ricaver la distanza massima, in corrispondenza della quale si avr la maggior dissipazione e conseguente escavazione. In realt lo scavo avr inizio prima,
anche se non proprio al piede della briglia, in corrispondenza di portate con valore inferiore a quella di progetto.
Un primo accorgimento, relativamente a questo aspetto del problema, quello di verificare che l'escavazione che si verificherebbe progressivamente fino raggiungere un valore limite non provocher danni alla stabilit della
briglia stessa (in assenza di qualunque tipo di intervento di protezione del fondo). Lesistenza di un valore limite di escavazione legata al fatto che, allerosione progressiva, si associa la formazione di un gorgo, in pratica di un cuscino
d'acqua che smorza l'azione del getto.
Una valutazione della profondit massima t (m) dello scavo, del tutto indicativa, perch ogni briglia costituisce un caso a s, pu essere ricavata con la formula di Schoklitsch (1932):
(19)
t = 4,75
y 0,2 q 0,57
0,32
d 90
hv
ove y (m) il dislivello tra i peli liberi a monte e a valle della briglia (dopo il gorgo), hv (m) il tirante in questa sezione, q la portata specifica (m2s-1) sulla cunetta e d90 (mm) la dimensione della maglia del vaglio che trattiene il 10%
(in peso) del materiale di cui costituito il fondo del torrente a valle della briglia.
Se dal valore di x trovato con la (18) e di t trovato con la (19) si hanno sufficienti garanzie che la fondazione non venga scalzata si pu ritenere che il fenomeno dissipativo sia sufficientemente controllato. Solitamente si assume per la fondazione una profondit zf compresa fra 0.3 e 0.5 volte la somma dellaltezza della briglia Z e del tirante
h sulla cunetta in corrispondenza della portata di progetto. Se si trova t > zf occorre intervenire in modo da proteggere
il piede della briglia.
La protezione pu essere effettuata rivestendo la platea immediatamente a valle della briglia e per un
tratto sufficientemente lungo con materiale resistente all'azione erosiva (di solito pietra); il rivestimento deve essere
fermato a valle da uno sbarramento trasversale, sufficientemente profondo anche se a filo della platea o poco sporgente. In questo modo la dissipazione, che avviene tramite la formazione del risalto, non provoca escavazione del fondo.
Un altro sistema quello di realizzare un cuscino d'acqua artificiale, facendo risalire il risalto a monte
mediante la costruzione a valle della briglia di un'opera simile, ma di dimensioni pi piccole, chiamata controbriglia.
Essa interesser tutta la larghezza dell'alveo, avr cunetta del tutto simile, se non uguale a quella della briglia, ma altezza nettamente inferiore.
18
h0 +
V02
V2
= h1 + 1
2g
2g
V12
ove h1 = K e
= 0,5k
2g
Prima dell'interramento il tirante a monte dato da h0 + Z, essendo Z l'altezza della briglia. Con questo tirante l'altezza
cinetica di monte in genere trascurabile e si pu scrivere:
19
(21)
k=
2
q2
h0 = 3
3
g
q = 0.385 h03/2
(23)
h0 = 0.7 q2/3
Essendo q un dato di progetto, con B larghezza di cunetta gi definita, dalla (23) si ottiene direttamente h0, cio la profondit della cunetta e, avendo trascurato lallargamento della sezione dovuta alla pendenza delle sponde, il valore cos
trovato a favore di sicurezza.
Con qualche elaborazione in pi comunque possibile considerare la vera forma della sezione di cunetta, cio la forma
trapezia. E sufficiente ricordare che sulla cunetta la portata passa in condizioni critiche e quindi rappresentabile con
la relazione:
(24)
Q = VA =
gA
A
Bs
A = (B + sk)k
Bs = B + 2ks
Poiche Q nota, sostituendo le (25a) e (25b) nella (24) e tenendo conto che k = 2h0/3 si ottiene una equazione
nellunica incognita h0.
(26)
Q=
2 2
g B + s h0 h0
2 2
3 3
B + s h0 h0
2
3 3
B + 2 s h0
3
Lequazione (30) cos ottenuta non direttamente risolubile; allora si pu procedere costruendo la scala delle portate
in condizioni critiche Qc(k) con la (24) ed utilizzare il grafico relativo per ricavare il valore di k corrispondente alla Qp
Da questo si ricava h0 =1.5k.
In questo caso conviene aggiungere al valore h0 cos trovato un franco di almeno 30 cm.
Nella realt, ad interramento avvenuto, il tirante a monte diventa h0 e l'altezza cinetica non pi trascurabile. Dalla (20)
si ricava:
(27)
V1 = 2 g (h0 h1 ) V02
Il problema si risolve in modo iterativo: si ricavano h1, che sempre laltezza critica, e V1=Qp/A1; quindi si stima h0 di
primo tentativo, per esempio con la (23); poi si ricavano A0, V0=Q/A0 e quindi V1 dalla (27), verificando che il valore
trovato sia uguale a quello noto.
Osserviamo che il valore di h0 trovato in questo modo, cio tenendo conto dell'altezza cinetica di monte,
risulta minore di quello trovato con la (23)o con la (27); l'uso di quelle formule d quindi un risultato in favore di sicurezza.
20
L2 = 6(h2-h1),
mentre, perch il risalto risulti sommerso, si deve considera per L2 un valore ridotto fino a 23(h2-h1);
Attraverso la cunetta della controbriglia deve passare la stessa portata che passa attraverso la briglia:
laltezza h' di questa cunetta pu essere facilmente determinata in funzione della sua larghezza B'. Pertanto a monte
della controbriglia il tirante sar hm = h'+ Z' essendo Z' l'altezza della controbriglia Questo valore dovr essere h2.
Conoscendo quindi h2 ed h' si ricava per differenza l'altezza (minima) Z'= h2 h che dovr avere la controbriglia.
Questaltezza dovr essere aumentata per tener conto dellabbassamento z = i(L1+L2) dovuto alla pendenza i del fondo.
Il ragionamento fatto trascura l'interramento a monte della controbriglia. In effetti parte del materiale trasportato attraverso la briglia si deposita a monte della controbriglia con leffetto di ridurre larea bagnata a monte della cunetta della controbriglia aumentando la velocit della corrente in arrivo e riducendo il tirante sulla cunetta. Il risalto si sposta quindi in una nuova posizione di equilibrio avvicinandosi alla controbriglia.
Un metodo utilizzabile per la determinazione delle grandezze in gioco fa riferimento ai criteri di dimensionamento dello sfioratore a salto diritto (straight drop spillway) a cui pu essere assimilata la briglia (Fig.10).
21
Fig. 10: schema del funzionamento idraulico del salto dritto (bacino di dissipazione)
Il comportamento idraulico della corrente a valle del salto pu essere definito in funzione del numero di salto (drop
number):
(29)
D=
q2
gZ 3
K3
Z3
essendo q la portata per unit di larghezza sulla sommit del salto di altezza Z.
Rand (1955) ha trovato le seguenti relazioni, verificate sperimentalmente dalle prove da lui effettuate e
da quelle fatte da altri Moore (1943):
(30)
(31)
(32)
(33)
Ld = Z 4,30D0,270
hp = Z D0.220
h1 = Z 0,54D0,425
h2 = Z 1,66D0,270
Osserviamo che queste relazioni sono state ricavate considerando uno sfioratore di larghezza uguale a quello del canale
a monte e quindi sono tanto pi vere quanto pi ridotta la contrazione (cio quanto maggiore la larghezza della cunetta).
La determinazione di h1 pu anche essere fatta con la relazione trovata da White:
(34)
h1 = K
1,06 +
Z
+1
K
(35)
v=k
H
L
in cui k la conduttivit e L la lunghezza della traiettoria. Conoscendo il valore di k, che dipende delle caratteristiche
medie del mezzo poroso, e, facendo riferimento al materiale esistente in prossimit del piede di valle, si fissa il valore
massimo ammissibile per v come valore al limite del trasporto, risulta definito il valore massimo del gradiente v/k =
22
H/L. E dunque possibile in funzione del valore H ricavare la lunghezza Lc della traiettoria di filtrazione minima (creep
line: linea di slittamento) perch il limite di velocit sia rispettato:
(36)
Lc = cH
Il coefficiente c = k/v stato introdotto da Bligh e rappresenta una costante empirica chiamata creep ratio (coefficiente
al limite di slittamento), che dipende dalle caratteristiche del terreno e che compreso tra 5 (terreni ad alto contenuto
di argilla o rocciosi) e 20 (terreni sabbioso limosi). E possibile fare riferimento alla tabella seguente:
Fanghi e limi
20
18
Sabbia fine
15
Sabbia media
12
Sabbia grossa
10
9-4
6-3
Usualmente, per determinare Lc, si considera una traiettoria ideale che coincide con il contorno della parte interrata, costituito da tratti verticali di lunghezza Zi e orizzontali di lunghezza xi. I tratti verticali contribuiscono alla riduzione del rischio di sifonamento in misura maggiore di quelli orizzontali di pari lunghezza. Di conseguenza si pone:
Lc = xi +
1
Zi
3
In pratica necessario definire il campo di moto di filtrazione tracciando le linee equipotenziali e le linee di
corrente (coincidenti con le traiettorie), determinare Lc e, conoscendo H, verificare che il valore di c sia maggiore o uguale al valore ammissibile per il tipo di terreno che si sta considerando. Se questo non si verifica necessario intervenire in uno di questi modi:
1.
2.
aumentare c (in pratica ridurre il gradiente H/Lc), aumentando la lunghezza della traiettoria mediante palancole a
monte o a valle della fondazione;
3.
posizionareo un sistema filtrante ai piedi del paramento di valle che lasci passare lacqua trattenendo il materiale
solido.
23
Lo spessore della briglia al coronamento pu essere determinato in diversi modi: esistono metodi teorici,
metodi semiempirici e metodi totalmente empirici. L'incertezza sostanzialmente dovuta alla difficolt con cui possono
essere valutate le sollecitazioni a cui sottoposta la sommit della briglia durante le piene: in questa circostanza all'azione della corrente si aggiungono gli urti dovuti al materiale trasportato.
Un primo criterio, oggi poco seguito, si basa sul fatto che nei tempi passati le briglie erano quasi totalmente costituite da muratura in pietrame e quindi la larghezza al coronamento corrispondeva alla dimensione longitudinale del rivestimento della copertina.
Fissato lo spessore c del rivestimento la larghezza s pu essere determinata imponendo che il blocco di
pietra di lunghezza unitaria, considerato semplicemente appoggiato, sia in equilibrio alla traslazione. Si ipotizza che la
sola sollecitazione sia quella dovuto alla spinta idrostatica corrispondente ad un tirante sulla cunetta di valore h (che
consente il passaggio della piena di progetto). La forza resistente la reazione d'attrito. La condizione di equilibrio che
si ricava (Fig. 11) la seguente:
(37)
ove f il coefficiente d'attrito s e sono i pesi specifici della pietra e dell'acqua. Considerando i valori medi f=0,75, s
=22.000 Ngm-3 e =9.810 Nm-3 e trascurando 0,5c rispetto ad h si ricava che deve essere
(38)
s 0,59 h
1 2 h
s
h = s sh
2
3
6
da cui si ricava:
(39)
(40)
s=
s 0,67 h
Questa formula costituisce il criterio di 'assenza di sforzi di trazione sull'ala'. Bisogner poi verificare
che lo forzo massimo di compressione sia inferiore a quello ammissibile per il materiale.
24
Fig. 11: schema per il calcolo dello spessore al coronamento con criteri tradizionali
Vi sono poi formule empiriche o semiempiriche che tengono conto di osservazioni sperimentali (comportamento delle briglie esistenti). Una relazione dovuta a Romiti e Romiti (1957):
(42)
s = 0,80 + 2Kd
ove d (m) rappresenta la dimensione 'media' del materiale in equilibrio limite ad interramento avvenuto e k un coefficiente che dipende dalla pendenza di compensazione ic e pu variare da 1 (ic=0,02) a 0,83 (ic=0,2). Come si vede si assegna comunque al corpo della briglia uno spessore non inferiore ad 80 cm.
Un'altra relazione di tipo empirico dovuta a Zoli (1952):
(43)
s = 0,70 + (0,10,2)Z
ove Z l'altezza della briglia in metri. Il coefficiente moltiplicativo dipende anche in questo caso dalla dimensione del
materiale trasportato; il valore massimo (0,2) corrisponde al materiale pi grossolano. Lo spessore, non mai inferiore a
70 cm , legato all'importanza dell'opera attraverso l'altezza Z.
In definitiva si pu concludere che:
- se la briglia costruita, come avviene abbastanza ormai frequentemente, come un muro in calcestruzzo armato con
tanto di fondazione, lo spessore del muro deriver dai calcoli di dimensionamento del muro stesso;
- se la briglia costruita in muratura non facile scegliere il metodo; dal punto di vista teorico, mentre sembra limitativa e poco realistica la (42), la (45) non tiene conto dell'urto del materiale, che per comporta sollecitazioni elevate soltanto finch non si realizza l'interramento totale. Se comunque resta la possibilit di forti sollecitazioni di questa natura,
per esempio se si possono verificare fenomeni di lave torrentizie, il valore trovato con la (45) dovr essere corretto ed
aumentato, per esempio utilizzando le formule empiriche.
8.2.2 Determinazione della pendenza dei paramenti
La sezione della briglia pu essere di forma rettangolare oppure trapezia con uno od entrambi i paramenti inclinati. Possono esistere anche briglie a gradoni. Quest'ultima soluzione sempre limitata alle briglie costruite in
pietrame o in gabbioni a causa della impossibilit o della difficolt o del costo connesso, in questi casi, alla costruzione
del paramento inclinato.
La pendenza del paramento di monte viene definita soltanto in funzione della stabilit della briglia: infatti il paramento inclinato aumenta il volume e quindi il peso dell'opera. Il paramento inclinato resiste anche meglio
all'urto del materiale trasportato, ma questo beneficio vale soltanto prima dell'interramento.
25
La pendenza del paramento di valle deve essere tale da evitare che i ciottoli e i massi trasportati dalla
corrente lo colpiscano danneggiandolo. Di conseguenza il valore massimo della scarpa pu essere facilmente calcolato
con la (22). In Italia la normativa (1912) impone ancora che il paramento di valle sia verticale. Negli altri paesi si adotta abitualmente una scarpa di 010.2. Anche l'inclinazione del paramento di valle conveniente dal punto di vista statico.
In pratica la pendenza dei paramenti, che contribuisce alla stabilit dell'opera, ne aumenta i costi di costruzione. Il
valore da assegnare alle scarpe deve quindi essere scelto anche in base a considerazioni di tipo economico.
8.2.3 Dimensionamento delle fondazioni
La fondazione ha lo scopo di trasmettere le sollecitazioni al terreno, distribuendole su una superficie sufficiente perch rientrino nei limiti ammissibili. Come struttura deve essere in grado essa stessa di resistere alle forze
applicate. Inoltre, la possibilit che a valle il letto venga scavato dall'azione della lama d'acqua che attraversa l'opera
impone dei controlli sulla sua profondit zf (dimensione verticale).
La conoscenza della portanza del terreno su cui poggia l'opera fondamentale. Si pu fare riferimento
alla Tab. 1.
E solo il caso di ricordare che la stabilit dellopera dipende anche dalla dimensione e dalla profondit delle fondazioni e che la disomogeneit del terreno rende comunque necessaria lesecuzione di prove penetrometriche.
Nel caso in cui la max risultasse maggiore del carico ammissibile sul terreno si pu ridurre lo sforzo allargando la base
di fondazione mediante riseghe. Data l'eccentricit della risultante delle forze agenti, solitamente spostata verso valle,
anche l'allargamento deve essere effettuato verso valle. E' consigliabile che lo sporto non superi il 70% dell'altezza zf
della fondazione, in modo che la distribuzione delle tensioni lungo l'aggetto sia buona, eliminando lo stato di trazione.
Queste considerazioni non valgono se la fondazione costruita in calcestruzzo armato.
Rocce dure
Carico
ammissibile
(N/cm2)
Osservazioni
200
70200
5070
3050
come sopra
2030
come sopra
2030
Terreno di riporto
510
a seconda dell'assestamento
come sopra
26
In base a quanto detto nei paragrafi precedenti possibile determinare laltezza Z e lo spessore al coronamento s della briglia. Le scarpe a/Z e b/Z dei paramenti, poich hanno unicamente la funzione di rendere stabile la
briglia, vengono determinate in modo indiretto (o diretto) attraverso verifiche di stabilit. Per effettuare queste verifiche necessario conoscere lo stato di sollecitazione massimo che si pu avere sulla struttura, sempre riferito alla condizione di piena di progetto.
8.3.1. Sollecitazioni sulla briglia
Le situazioni limite sono due: si suppone che la piena di progetto si verifichi prima dell'interramento o ad
interramento avvenuto. Nel primo caso a monte della briglia si realizzer la condizione di massimo invaso a cui corrispondono le massime sollecitazioni. Infatti ad interramento avvenuto la presenza del terreno a monte assorbe in parte
gli sforzi e riduce le sollecitazioni sulla struttura.
Dal punto di vista della stabilit della briglia nel suo insieme non si tiene conto n dell'azione dinamica
della corrente n degli urti del materiale trasportato. Le sollecitazioni sono dunque dovute alla spinta idrostatica ed al
peso della struttura. E' conveniente calcolare le varie forze distinguendo le componenti verticali ed orizzontali. Facendo
riferimento allo schema di Fig.12 ed indicando con m il peso specifico medio del materiale di cui costituita la briglia
si ricavano i moduli delle forze.
Spinte orizzontali e verticali:
(44)
So = 0,5 Z(Z+2h) ;
(45)
Sv1 = ah ;
(46)
Sv2 = 0,5 aZ ;
(47)
Sv3 = h's ;
(48)
Pesi:
(49)
P1 = 0,5 aZm
(50)
P2 = sZm
(51)
P3 = 0,5 bZm
Le spinte orizzontali sono applicate nel centro di spinta delle proiezioni orizzontali delle superfici; le
spinte verticali ed i pesi nel baricentro dei volumi corrispondenti. Sv4 la sottospinta dovuta alla presenza di acqua al di
sotto della briglia. Il coefficiente m tiene conto della porosit del terreno ed compreso tra zero se il terreno di fondazione roccia compatta ed 1 se si tratta di materiale alluvionale. Nel caso che i paramenti non siano inclinati, mancano
i pesi corrispondenti.
27
Ms G Mr
Slittamento
La reazione d'attrito fN ove N la risultante delle forze verticali ed f il coefficiente d'attrito, deve essere
maggiore della risultante orizzontale O:
(53)
fN > O
28
Anche in questo caso si pu introdurre un coefficiente di sicurezza, dell'ordine di 1,21,3. Il coefficiente d'attrito di
norma assunto pari a 0,75.
Stato tensionale (schiacciamento)
La sollecitazione massima di compressione in tutta la briglia deve essere inferiore alla massima ammissibile per il materiale (carico di sicurezza). I valori assunti normalmente sono di 60100 Ncm-2 per la muratura e di
400500 Ncm-2 per il calcestruzzo.
La sezione pi sollecitata quella di base. Lo stato di sollecitazione di tensioflessione: i valori dello
sforzo in corrispondenza dei due paramenti di monte e di valle (punti A e B) sono dati dalle relazioni:
(54)
m =
N 6e
1
B
B
(55)
v =
N 6e
1 +
B
B
ove B = a+s+b la larghezza di base, N la risultante di tutte le forze verticali ed e l'eccentricit della risultante, cio
la distanza tra il baricentro della sezione ed il punto d'intersezione della retta di applicazione della risultante con la sezione (punto C di Fig.13).
Nu = Ms - Mr
Si dovr verificare che la v data dalla (59) sia minore del carico di sicurezza e che la m data dalla (58)
sia di compressione (positiva) se il materiale non resiste a sforzi di trazione. Questa situazione si verifica quando
uB/3. Osserviamo che la presenza di un leggero stato di trazione in corrispondenza del paramento di monte pu essere accettabile.
Quando si manifesta questo stato di cose lo sforzo al piede del paramento di valle non viene pi calcolata con la (54). Si ammette in questo caso che soltanto la parte di sezione di lunghezza 3u assorba la sforzo. Essendo il
valore medio corrispondente = N/3u il valore massimo, in corrispondenza del paramento di valle, sar:
29
(57)
v =
2N
3u
Solitamente la verifica della stabilit al ribaltamento assicura anche quella allo slittamento ed allo schiacciamento della struttura.
E' sempre necessario effettuare la verifica della stabilit della fondazione.
8.4 Metodi di progettazione diretta
Sono stati proposti da diversi autori dei metodi di progettazione diretta. Si riporta uno dei pi utilizzati
che quello, proposto da Zoli (op. cit.). Esso deriva dall'imposizione della stabilit al ribaltamento. Si fa riferimento ad
una briglia di altezza Z, larghezza al coronamento s e scarpe (adimensionali) a=a/Z e b=b/Z. Si introducono due altre
grandezze adimensionali:
(58)
s = s/Z;
(59)
h = h/Z.
Si scrive la condizione:
(60)
Ms = G Ms
considerando lo stato di sollecitazione rappresentato in Fig. 12. Esplicitando a si ricava l'equazione di secondo grado:
(61)
C1 a2 + C2 a = C3
(62)
C1 = 2 + 3h +
(63)
C2 = 3 1 + 2h + m
(64)
C3 = G (1 + 3h) - h + m
con:
(s + b)
(3s + 6sb) - 2 m b2
Delle due radici una negativa; dall'altra si ricava a e quindi a=aZ. Avendo in precedenza ricavato s, per esempio con la (44), e b, per esempio con la (18), si ha immediatamente la larghezza di base B=a+s+b che dipende dal
valore assegnato al coefficiente di sicurezza G.
9. BRIGLIE DI TRATTENUTA
Le briglie di trattenuta vengono costruite con lo scopo di trattenere il materiale trasportato dalla corrente.
Sono solitamente briglie isolate e quindi il loro dimensionamento, in particolare la fondazione e l'ammorsamento nelle
sponde, deve essere effettuato con molta accuratezza, come avviene per le briglie cardine inserite in un sistema di briglie di consolidamento. E' inoltre molto importante scegliere il loro posizionamento in modo che a monte l'alveo si presenti con una varice o con un tratto pi largo. Il volume che si verr a creare con la costruzione delle briglia e che verr
30
riempito dal materiale solido sar cos abbastanza grande da garantire il servizio per il tempo sufficiente (e quindi la
validit dellinvestimento).
31
Nel caso di interventi di consolidamento infatti, la possibilit di convogliare il materiale di piccole e medie dimensioni verso valle evita lapprofondimento del fondo alveo immediatamente a valle del manufatto e consente di contribuire al mantenimento dellequilibrio del corso dacqua, che nel tratto vallivo risulterebbe altrimenti caratterizzato
dallaumento della capacit di trasporto della corrente. Inoltre, durante il periodo di morbida, la corrente fluviale, in
relazione alla sua capacit di erosione e di trasporto, pu essere in grado di rimuovere parte del materiale solido depositatosi durante la piena convogliandolo a valle e ripristinare, a monte della briglia, una zona di deposito (autopulizia).
Le briglie aperte con funzione di consolidamento possono essere classificate nel seguente modo:
- a reticolo (fig.13)
- a pettine (fig.14)
- altre forme analoghe
Fig. 13 Briglia aperta reticolare (fonte: Benini g., Sistemazioni idraulico forestali, ed.UTET)
Fig. 14 Briglia aperta a pettine (fonte: Benini g., Sistemazioni idraulico forestali, ed.UTET)
Queste opere trattengono il materiale pi grosso, in particolare quello legnoso, fluitato dallacqua, che pu provocare
gravi danni a valle.
Nel caso di interventi di trattenuta, la capacit dellopera di attuare una selezione del materiale trattenuto massimizza lefficacia dellattivit sistematoria in occasione degli eventi di piena, dato che la capacit dinvaso a
monte della briglia rimane disponibile solamente per laccumulo di materiale grossolano. I primi tipi di briglia filtrante
o selettiva consistevano per lo pi in opere relativamente semplici, solitamente abbinate ad una briglia di tipo tradizionale, con l'inserimento di un piccolo filtro nella parte pi alta del corpo briglia. La parte chiusa dell'opera a volte era
riempita di materiale direttamente durante la costruzione, a volte l'invaso dell'opera rimaneva interamente libero: nel
primo caso si aveva una briglia che funzionava in parte come opera di consolidamento ed in parte come briglia di trat-
32
tenuta filtrante; nel secondo caso la briglia funzionava interamente come opera di trattenuta, in parte chiusa ed in parte
filtrante.
La progettazione di queste opere negli ultimi anni si andata evolvendo con concetti derivati soprattutto sulle esperienze sviluppate laddove queste opere si sono diffuse in anticipo
Le briglie aperte con funzione di trattenuta possono essere classificate nel seguente modo:
- a finestre (fig.15)
- a fessura (fig.16)
Fig. 15 Briglia aperta a finestre (fonte: Benini g., Sistemazioni idraulico forestali, ed.UTET)
Fig. 16 Briglia aperta a fessura (fonte: Benini g., Sistemazioni idraulico forestali, ed.UTET)
Il funzionamento di queste opere si basa su un dimensionamento delle aperture eseguito in modo tale che risultino insufficienti a convogliare tutta la portata delle piene che provocano un notevole trasporto solido. In queste occasioni il
livello dellacqua deve innalzarsi sopra la soglia del coronamento, cos che a monte si forma un rigurgito con rallentamento della corrente e deposito dei materiali di dimensione medio-grossa. Passata la piena la corrente riesce a convogliare a valle i materiali medio-piccoli attraverso le aperture, lasciando sul posto solo quelli pi grandi.
Lutilizzo e la ricerca di soluzioni sempre migliori per la realizzazione di queste opere, trovano giustificazione in
una serie di aspetti positivi che le caratterizzano:
- abbattimento dei costi sostenuti per i materiali in quanto rispetto ad una briglia a corpo pieno tradizionale, una
briglia filtrante presenta una volumetria molto inferiore
- maggiore durata funzionale, in quanto il volume disponibile per laccumulo si esaurisce meno rapidamente
per effetto dellazione del filtro che consente il passaggio di materiale medio-fine che non si arresta quindi a
monte dellopera
- rapidit nella realizzazione con conseguente economia di materiali, manodopera e trasporti
33
Pianta
Prospetto da valle
Fig. 17: rappresentazione schematica di una briglia a fessura
34
Se la fessura larga lenergia E0 rispetto al fondo, corrispondente allaltezza di moto uniforme di monte h0 e alla
portata specifica q1 = Q/B (corrente veloce) sufficiente perch la corrente passi con portata specifica q2 = Q/b attraverso la fessura (Fig. 18)
35
(65)
3/ 2
2 g (1 / 3)
r = b/B =
q1
3/ 2
2
q
ho + 1 2
2
gh
o
(66)
dove:
-
vc =
0,1215 + 0,2024 d
USWES
di Vicksburg
36
In questo caso, essendo note Q, B e v1 = vc ed h1=Q/( v1B) ( lenergia E1 completamente definita; ipotizzando che resti costante attraverso la fessura si ottiene
(67)
dove:
-
3/ 2
3
r = b/B =
gq
1
3/ 2
2 gq1
2
v + v1
d=500 mm
d=250 mm
d=150 mm
d=100 mm
d=50 mm
1.2
1
0.8
r 0.6
0.4
0.2
0
0
10
15
20
25
30
q1 (m2s-1)
Fig. 22: andamento di r in funzione di q1 =Q/B e di d
Si osserva nella Fig. 22 come le curve presentino una parte ascendente, corrispondente alla condizione di corrente veloce in sez. 1, un massimo, corrispondente alla condizione critica, una parte discendente corrispondente a corrente lenta
in sez. 1.
Nellipotesi che in ogni caso la corrente risenta del restringimento, interessante individuare il comportamento dellopera in due casi: di portata unitaria inferiore (qa) e di portata unitaria superiore (qb) a quella di progetto. Nel
primo caso, la coppia di valori noti (qa, rp) individua un punto, nel piano cartesiano (q1, r), un punto che appartiene alla
curva di parametro da, rappresentativo di una situazione nuova di equilibrio (Fig.11).
37
(68)
de = a + 3,5 Zm
38
h1
Per calcolare Zm Si applica lequazione dellequilibrio globale al volume retinato trascurando la dissipazione energetica dovuta allattrito nella direzione del moto e la componente del peso nella stessa direzione:
(69)
h1
Q2
h
Q 2 B (h + h1 )Z m
Bh1 +
= Bh +
+
2
h1 B
2
hB
2
Zm =
(70)
1
Zm
2 2Q 2 2 2Q 2
h +
h1 +
gB 2 h1
gB 2 h
Laltezza h1 nota; laltezza h laltezza di moto uniforme che si stabilisce sulla pendenza di compensazione ie.
La pendenza di compensazione dovr avere un valore tale per cui il materiale solido di diametro d (che non passa attraverso la fessura) non pu essere trascinato via dalla corrente. Si potr dunque calcolarla utilizzando una formula adatta (di trasporto solido di fondo) facendo riferimento, come diametro caratteristico al valore d, ed imponendo che la
portata solida sia nulla.
Una formula (non lunica) che pu essere utilizzata la Formula di Meyer-Peter-Mller (1948):
Qs
1.5
= 8 ( CR ) g d 1.5
B
Ri
dove: ' = ns/n con =
, e =( s )/ ove:
d
qs =
(71)
39
(72)
dove:
-
d
ns = 90
26
d90 : diametro tale che il filtro arresti il 10% del materiale (m)
Si impone la condizione di equilibrio limite per il materiale (qs=0) e si associa a questa la scala delle portate; si ottiene
il sistema:
(73)
(74)
n s Ri
= cr
n d
1
Q = A R 2 / 3i1/ 2
n
A
n
cr d
(75) ic =
ns
nQ
db = de+L+dR +dA
de = a + 3,5 Zm
Fig. 25 distanza tra due briglie successive
La distanza db data dalla somma di pi parti.
40
La distanza dR data dalla lunghezza del risalto ricavabile in funzione della differenza tra le altezza coniugate he e h4:
he si ricava facilmente dalla curva q(h) conoscendo il valore dellenergia E1 e il valore di q1 = Q/B a valle della fessura (si trascura la perdita di carico per allargamento); in pratica la h3 di Fig. 21
Imponendo luguaglianza dellenergia rispetto al fondo e la condizione critica in corrispondenza dellinizio del deposito
di valle si pu ricavare Zt e quindi da = 3,5 Zt
Laltezza della fessura si pone uguale a Zm; al di sopra si realizza la cunetta
41
42
che resiste allazione dellacqua (fili zincati o plastificati) e che le dimensioni dei fili siano maggiori (3 o pi mm.) di
quelli normalmente utilizzati per i gabbioni di sostegno, perch possano resistere allurto del materiale durante il periodo di interramento.
In ogni caso buona cosa utilizzare questo tipo di strutture in alvei con trasporto solido di pezzatura non molto elevata.
43
lerosione della briglia, qualora la struttura venisse sormontata in occasione delle piene. Particolare importanza ha
quindi il dimensionamento della gaveta, che dovr consentire il passaggio del picco di piena critica, e dello scivolo che
trasferisce a valle la portata passando sul paramento. Lo scivolo dovr essere rivestito con materiale resistente
allerosione e si dovr verificare che la velocit della lama dacqua sia inferiore alla velocit massima ammissibile per
il rivestimento. Questo viene di solito realizzato in lastre di calcestruzzo gettato sul posto o prefabbricate, non armate o
debolmente armate con rete elettrosaldata. E importante che il rivestimento non sia rigido, perch ci si deve attendere
che la struttura sottostante subisca degli assestamenti. Le lastre devono quindi essere slegate tra loro. Alla fine dello
scivolo si deve prevedere un bacino di dissipazione, che sia in grado di contenere il risalto ed eviti lerosione al piede
della struttura. Se la larghezza della briglia particolarmente elevata (sezione del torrente larga e quindi portate elevate) conveniente co
struire la parte centrale come struttura rigida in calcestruzzo armato, formato da un muro frontale in cui ricavata la
gaveta e due muri dala che consentono la formazione di uno o due salti, ciascuno con vasca di dissipazione. Si elimina
in questo modo lo scivolo.
La costruzione della briglia in terra avviene stendendo il materiale in strati di 20-30 cm di spessore e comprimendoli
con particolari rulli. E importante che la zona su cui verr realizzata la briglia, per lintera area che verr occupata dalla struttura (letto e sponde del torrente), venga preventivamente scorticata per uno spessore di almeno 50 cm (valore
indicativo che deve essere aumentato se il caso lo richiede) per eliminare lo strato superiore di terreno che pu contenere materiale organico (radici, etc.) che una volta decomposti potrebbero dare luogo a cavit e essere causa di sifonamento o di cedimenti nella struttura.
44
Per quanto riguarda il primo punto gli interventi da effettuare sono volti a stabilizzare lalveo, problema
delicato che deve essere studiato caso per caso, spesso ricorrendo a modelli fisici. Citiamo soltanto in questa sede, senza entrare nei particolari, la rettificazione dellalveo, la sistemazione a cunetta, la riduzione della pendenza con salti di
fondo. Il trasporto solido deve essere favorito (controllando il fenomeno erosivo) e non arrestato. Si devono dunque
evitare assolutamente le briglie, che diminuendo la pendenza del fondo favorirebbero la possibilit che il torrente cambi direzione. La rettificazione dellalveo, attraverso la correzione delle curve pi accentuate, aumenta la pendenza media ed accelera la corrente favorendo il trasporto solido. Se a questo intervento si associa la sistemazione a cunetta, si
ha un ulteriore aumento della capacit di trasporto e si protegge lalveo dallerosione. Nel caso che la pendenza diventi
troppo elevata sar necessario, per mantenere lo stesso percorso, introdurre dei salti di fondo. Le sponde dovranno essere protette con opere di difesa adatte alle singole situazioni. Se esiste, nonostante questi interventi, la possibilit che il
torrente possa divagare sar necessario costruire una serie di arginature di contenimento, che delimitino la zona in cui
sono consentite le possibile esondazioni.
Per quanto riguarda i problemi legati alla presenza di un forte trasporto solido, due sono gli aspetti da
considerare:
- la possibilit che avvengano depositi nel tratto di corso dacqua che interessa il conoide;
- il fatto che il corso dacqua principale in cui il torrente confluisce abbia caratteristiche tali da non essere in
grado di trasportare il materiale, scaricato dallaffluente durante le piene, che potrebbe provocare pericolosi
effetti di rigurgito.
Nel primo caso, se gli interventi di sistemazione del corso dacqua sopra citati non sono comunque in
grado di garantire alla corrente una capacit di trasporto sufficiente, necessario intervenire a monte del conoide, realizzando briglie di trattenuta (meglio se di tipo selettivo) che riducano il trasporto solido a valle limitandolo alle frazioni pi piccole, che sono in grado di essere trasportate dalle corrente fino allo sbocco.
Nel secondo caso si deve far depositare il materiale trasportato prima dello sbocco, ricorrendo alle piazze
di deposito, zone di espansione, realizzate in serie al torrente, ove il materiale solido trasportato pu depositarsi.
Le piazze di deposito vengono costruite utilizzando di solito zone depresse nel conoide di deiezione, che
vengono opportunamente limitate da arginature e, in certi casi, ampliate. All'uscita della piazza viene costruita una bri-
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glia, che ha lo scopo di alzare il livello del pelo libero riducendo ulteriormente la velocit e favorendo cos il deposito
del materiale. La briglia deve essere dimensionata in modo da non produrre mai un rigurgito tale da tracimare gli argini. Questi sono costruiti con materiale trovato in posto ed opportunamente protetti nei punti pi sollecitati con rivestimento di diverso tipo, meglio se in pietrame anch'esso trovato in posto (per ragioni economiche).
Esempio di piazza di deposito: si osserva la briglia a fessura alluscita della vasca e il canale di scarico rivestito che
convoglia a valle la corrente con un percorso controllato.
Uno schema di piazza di deposito (o vasca di accumulo) mostrata in allegato.
Per impedire che il materiale tenda a depositarsi nella zona centrale della piazza, lungo l'asse principale della corrente,
si fa in modo di costringerla a dividersi ed a frantumarsi mediante ostacoli di diverso tipo disposti all'interno della piazza. Le due configurazione pi comuni sono quelle proposte da Venetz e da Gras (Fig. 15 ).
Nel primo caso all'interno della piazza viene realizzata una serie di ostacoli nella direzione della corrente
e normali ad essa, costituiti da basse arginature sommergibili che non occupano l'intera larghezza della piazza. La piazza viene divisa in pi zone (camera di Venetz) e questo costringe la corrente a distribuirsi in modo pi uniforme, depositando il materiale anche lateralmente.
Nel secondo caso lo stesso effetto viene ottenuto mediante dei pilastrini distribuiti in vario modo all'interno della piazza a formare un percorso tortuoso per la corrente (labirinto di Gras), che cos costretta a distribuire il
suo carico in modo pi uniforme.
In entrambi i casi sia gli argini che i pilastrini devono essere solidamente fondati ed in grado di resistere
all'urto della corrente.
Ricordiamo ancora che gli interventi volti a trattenere il materiale (briglie di trattenuta e piazze di deposito) hanno durata limitata nel tempo e sono soltanto degli interventi tampone, realizzati in attesa che vengano eliminate
le cause del trasporto solido a monte, sistemando i tratti di torrente ed i versanti in erosione.
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Alcune tipologie di frane: nella prima riga frane superficiali (la prima per erosione al piede); nella seconda riga frane profonde; nella terza riga ancora una frana di disgregazione superficiale.
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una certa distanza dal piano di campagna (0.5-1 m) viene posto pietrame lavato a pezzatura variabile e decrescente dal
basso verso lalto (dal ghiaione al pietrisco), che funziona da filtro. E anche possibile utilizzare come filtro da disporre
attorno o sopra al cunicolo il tessuto non tessuto. Lultima parte della trincea, fino al piano di campagna, viene riempita
con terreno agrario.
E possibilmente da evitare la realizzazione di trincee drenanti lungo le linee di livello, che pur intercettando meglio il movimento di falda in quanto ortogonali alla direzione del moto, sono soggetti a deformazioni ed a possibile rottura durante la fase di assestamento.
Le trincee drenanti costruite lungo la linea di massima pendenza devono essere scavate cominciando da
valle (dal recipiente finale) e salendo verso monte. In questo modo esse cominciano subito a scaricare man mano che
vengono costruite.
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La coltre protettiva uno strato di materiale organico ricoprente (di solito paglia, foglie secche, residui vegetali) che
viene sparso al di sopra del terreno seminato ed ha lo scopo di proteggere i semi dagli agenti esterni che vanno
dallazione dellacqua e del vento agli uccelli. Attualmente la tecnica di mulching moderna utilizza materiale organico
dello stesso tipo opportunamente triturato che viene sparso meccanicamente fino a distanza notevole e fissato al terreno
mediante irrorazione con una sostanza bituminosa. Come lidrosemina questo metodo limitato nella sua applicazione
dal fatto di richiedere unattrezzatura pesante, che non ne consente luso su terreni accessibili solo a piedi.
Questi inconvenienti vengono superati con il procedimento nero verde (Schliechtl (1962), che consente di seminare e di proteggere la semina in ogni zona che sia accessibile a piedi. Sul terreno viene cosparso uno strato uniforme di paglia, che viene tenuta ferma da una rete di fibre degradabili nel tempo (iuta o canapa) fissata con paletti al terreno. Sulla paglia viene seminato un miscuglio di semi (di solito leguminose e graminacee) che sia resistente alle condizioni ambientali locali. Si procede contemporaneamente allo spargimento del fertilizzante: in questo caso si utilizza
un concime chimico complesso di tipo granulare che, insieme alle sementi, passa attraverso lo strato protettivo e pu
penetrare nel terreno. Infine lultima operazione consiste nel fissare il tutto con un leggero strato di emulsione bituminosa, eventualmente integrata con prodotti ormonici vegetali. Tutto il procedimento viene eseguito a mano, anche
lultima operazione che pu essere effettuata con uno spruzzatore portatile. Lemulsione bituminosa ha un ruolo molto
importante perch fissa la paglia, mantiene lumidit e assorbe il calore, favorendo lo sviluppo dei semi. Lerba spunta
rapidamente, la paglia marcisce ed il suo residuo, insieme al bitume, viene inglobato nel suolo.
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Di seguito sono riportatele foto di alcuni tipi di scale e di ascensori per pesci.
Scala rustica
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Testi consigliati
Benini G., Sistemazioni idraulico forestali U.T.E.T. Torino, 1990.
Ferro V. , La sistemazione dei bacini idrografici- McGraw-Hill,2002
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