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Il Rinascimento.

Politica E Cultura - La
Cultura: Dal Manoscritto Al Libro
Storia di Venezia - stampa
capitolo vi
Dal manoscritto al libro
1. Produzione e commercio del libro prima della stampa
Nel primo Quattrocento Venezia una metropoli cosmopolita, ricca, in piena espansione. Le
merci vi abbondano, e fra esse non mancano i libri. Ne ha bisono una societ! complessa,
articolata, alla cui oranizzazione e prosperit! concorrono i pi" diversi mestieri, professioni,
attivit!.
L#alfabetizzazione elevata
$1%
. La conoscenza della scrittura e &ualche nozione di contabilit!
sono indispensabili a coloro che si dedicano al commercio' e sono numerosissimi, nella classe
patrizia anzitutto, ma anche neli altri ceti. (l bisono di istruzione diffuso, anche in
rapporto alla proressiva burocratizzazione dello Stato, che si riscontra nel Quattrocento in
tutta l#)uropa e che particolarmente evidente nelle randi citt! italiane. * Venezia tale
processo i! in atto nel +recento e anche prima. Nel 1,-. erano sorti, per volont! del colto
doe *ndrea /andolo, storico e iurista, i diplomatari contenenti li atti relativi ai rapporti tra
Venezia e li Stati d#0riente e d#0ccidente, rispettivamente il Liber Albus e il Liber Blancus.
Si erano formati i! prima i reistri dei Pacta, contenenti li atti di diritto internazionale' vi
erano poi i Commemoriali, in cui venivano trascritti li atti di maior rilievo per la citt!.
+ale opera di riordinamento deli atti pubblici era espressione di un bisono di reistrazione e
di documentazione, che si rifletteva in vari aspetti dei rapporti fra cittadini e Stato, rendendo
sempre pi" necessario l#uso dello scritto. ( patrizi in particolare avevano bisono di una serie
di prontuari di rapida consultazione per partecipare efficacemente alla vita politica e in
particolare alle votazioni1 elenchi di uffici e di persone ad essi preposte, notizie di familie,
risultati elettorali
$2%
.
3i4 presupponeva la presenza di un numero adeuato di scuole. * Venezia li insenanti
erano molto numerosi1 un centinaio, e forse assai di pi"
$,%
. )ssi venivano assunti non da
istituzioni pubbliche, come accadeva in varie citt! della terraferma, ma dai privati
$-%
, che si
accordavano per stipendiare maestri di loro fiducia, ciascuno dei &uali impartiva le sue lezioni
a un numero variabile, ma certo non piccolo, di allievi. L#apprendimento seuiva reole
antiche, e si attuava sulla scorta di testi non meno antichi. (l bambino muoveva i primi passi
nella lettura avvalendosi della tabula $in veneziano tola%1 un folio su cui erano tracciate le
lettere dell#alfabeto, che veniva incollato su una tavola di leno appesa alla parete della scuola
$onde il nome%. (l maestro indicava sulla tavola le lettere con una bacchetta, e li scolari si
sforzavano di riconoscerle. )sistevano poi delle tavole pi" piccole $a Venezia, tolete% che
riproducevano la maiore e che oni scolaro teneva con s5, per melio seuire e ripetere la
lezione. 6na volta memorizzato l#alfabeto, si imparava a leere col salterio $raccolta di
prehiere e di salmi% o piuttosto con un estratto di tale libro, il psalteriolus, a Venezia
psalterio picolo, o psalterio da puti, contenente alcune delle prehiere pi" note, come il Pater
noster, l#Ave Maria, il Salve Regina. (l passo successivo era lo studio del /onato, vale a dire
dell#opera del rammatico )lio /onato, vissuto nel (V secolo, rielaborata e adattata in epoca
pi" tarda. (l bisono di tabule, salteri e /onati era rande, tanto che vi si provvedeva i! nella
prima met! del secolo con l#ausilio della 7ilorafia1 si stampavano tali testi elementari
incidendoli su matrici di leno, come i! alla fine del +recento, come si accenner!, si faceva
con le immaini dei santi. *ccanto alle scuole di rammatica, basate sull#insenamento del
latino, esistevano poi le scuole d#abbaco, destinate alla formazione professionale del
mercante1 vi si insenava l#aritmetica commerciale, il calcolo deli interessi e dei cambi, la
suddivisione dei profitti e delle perdite, le stime delle merci, la tenuta dei libri contabili, la
corrispondenza commerciale. L#insenamento si svoleva in volare' la scrittura impieata
era la mercantesca, cos8 chiamata perch5 diffusa appunto nel mondo del commercio
$.%
. Vi
accedevano iovani di solito provenienti dai radi pi" bassi della scuola di rammatica,
capaci ormai di leere e in possesso di &ualche nozione di latino. 9 probabile che in &ueste
scuole maturasse l#idea di iunere alla lettura senza passare per il dominante latino, e si
elaborassero &uindi i primi sillabari in volare
$:%
.
;olti dei <latinantes< si fermavano al livello pi" basso, <a tabula us&ue ad introitum /onati<'
altri proseuivano' &uattro radi d#istruzione ad esempio erano previsti a +reviso e a 3hioia
$=%
. ( discenti affrontavano, assieme e dopo il /onato, i Disticha Catonis, raccolta tardoantica
di massime morali, il Liber Aesopi, compilazione del >(( secolo, l#Ecloga eoduli, operetta
del > secolo in cui si contrapponevano in forma dialoica il vero e il falso, li dei paani e
l#insenamento di 3risto, il Liber Eve Columbe di Prudenzio, le opere di Prospero di
*&uitania, il Ph!siologus. Vasta diffusione avevano il Catholicon di ?iovanni @albi,
dizionario enciclopedico, e la massiccia opera rammaticale in versi di *lessandro di
Villedieu, il Doctrinale. Ara i classici, i pi" letti nelle scuole erano Virilio, 0vidio, Stazio,
Lucano, @oezio.
9 naturale che vi fosse una forte richiesta di &uesti testi, tanto maiore &uanto pi" elementare
ne era il contenuto' se tutti chiedevano tabule e salteri, tanto da renderne conveniente la
riproduzione 7ilorafica, la domanda si restrineva via via per le opere di contenuto pi"
impenativo. 6na domanda comun&ue esisteva1 vi era chi nella classe patrizia e cittadinesca
proseuiva neli studi per esercitare le professioni liberali, di medico o di iurista, o per
intraprendere la carriera ecclesiastica' alla vetta vi era poi un#"lite economica e culturale che
cercava una cultura non finalizzata soltanto, o principalmente, alla carriera, ma che mirava ad
un vero arricchimento spirituale.
3i si poteva procurare il libro desiderato in due modi principali1 si poteva trovarlo i!
confezionato, o farlo fare espressamente. ( maiori produttori di manoscritti erano i
monasteri e i conventi. * Venezia essi erano molto numerosi e odevano eneralmente di
buone, talvolta ottime, situazioni economiche. Vi erano anzitutto vari monasteri benedettini,
di diverse osservanze. Presso alcuni dei pi" importanti vi era uno scriptorium, oranizzato ai
fini della produzione di libri. /i reola si trattava di libri destinati all#accumulazione nel
monastero stesso, ma spesso essi venivano invece venduti al di fuori del monastero. (l
maiore scriptorium veneziano era forse &uello del monastero camaldolese di S. ;ichele in
(sola' esso non lavorava solo per i monaci, ma anche per altri. Vediamo cos8 ;atteo ?uidoni,
abate di S. ;aria deli *neli a Airenze, consiliare nel 1-B1 a +ommaso 3affarini,
domenicano senese trasferitosi a Venezia per darvi impulso al culto di santa 3aterina, di
rivolersi all#abate di S. ;ichele per le necessit! librarie del suo convento1 &uest#ultimo
avrebbe fatto fare <per suos vel alios fidos< &uello che serviva. (l monastero muranese cercava
anche fuori di Venezia libri di particolare &ualit! artistica, come modelli per i miniatori del
proprio scriptorium# per &uesto era in rapporto con il monastero fiorentino, che forn8 allo
scopo alcuni raffinati raduali. Nel 1-22 furono ac&uistati a Airenze tre libri sacri, con una
spesa di rilievo1 :B fiorini
$C%
. *ttorno al 1-,B il monastero divenne sede di un laboratorio
cartorafico1 in esso lavoravano *ndrea @ianco e fra ;auro, autori di opere eorafiche
richieste in tutta l#)uropa $come il famoso mappamondo, un esemplare del &uale fra ;auro
invi4 a )nrico il Naviatore in Portoallo%
$D%
.
Per i @enedettini la produzione di libri rientra nei compiti del monaco ed raccomandata
come opera di piet!. /iverso l#atteiamento deli 0rdini mendicanti. Per i Arancescani il
libro un mezzo da usare, non oetto di possesso e di accumulo. Per i /omenicani esso
interessa in &uanto strumento dell#attivit! intellettuale e spirituale, sussidio all#insenamento e
alla predicazione1 non importano pretiositas e pulchritudo, contano legibilitas ed emendatio,
per una lettura diffusa e controllata. L#ac&uisto di libri incoraiato $la dilienza del
librarius si misura dall#incremento dei volumi durante il periodo dell#incarico%, ma si
considera secondaria l#attivit! di trascrizione rispetto allo studio e alla predicazione1 ci4 che
conta avere i libri a disposizione, comperati o trascritti che siano
$1B%
. Poteva comun&ue
essere vantaiosa per il convento la seconda soluzione' e infatti nel convento di S. /omenico
di 3astello e in &uello dei SS. ?iovanni e Paolo la produzione di codici era considerevole
$11%
.
*lle suore del 3orpus /omini, che evidentemente trascrivevano codici abitualmente,
?iovanni /ominici consilia, nel 1-B1, di chiedere in prestito all#abate di S. ;ichele, per
copiarli, i raduali del monastero muranese
$12%
.
;onasteri e conventi non solo ac&uistavano e producevano manoscritti, ma anche li
vendevano. La produzione cartorafica di S. ;ichele non era certo destinata ai soli monaci. *
due frati dei SS. ?iovanni e Paolo pensa di rivolersi, i! nel 1,,., 0liviero Aorzetta, lo
straordinario collezionista treviiano studiato da Luciano ?aran, per comperare Seneca,
0rosio e i commenti di s. +ommaso e *verro alle principali opere di *ristotele
$1,%
. * S.
/omenico si vendevano manoscritti anche nel secondo Quattrocento1 ci rimane un libro di
conti, ove risulta che vi si trascrivevano libri in buon numero, che venivano poi venduti1 ci4
neli anni 1-:B-1-=:
$1-%
. *nche il monastero di S. ;aria della 3arit! esercitava il commercio
dei libri1 nel 1-:1 comperava a Venezia $da ?iovanni ;orosini, dal libraio ?asparo% e
vendeva al priore della @adia di Aiesole
$1.%
.
*lla produzione del libro attendevano, oltre ali istituti reliiosi, artiiani specializzati1
cartolai e librai. *nche se i termini venivano spesso usati indifferentemente, compito
specifico dei cartolai era la fornitura dei materiali scrittorE $la carta, la peramena
semilavorata% mentre il librarius produceva e vendeva il prodotto finito. *l cartolaio toccava
conciare la peramena, raschiarla, riunirla in fascicoli' &uanto alla carta, doveva fascicolarla e
darle il formato richiesto. Subentrava poi il libraio, che curava direttamente, o attraverso suoi
collaboratori esterni o dipendenti, la copia' poi, se del caso, il codice passava al miniatore'
seuiva, ma non sempre, l#ultima fase, &uella della leatura. (l libraio provvedeva poi alla
vendita
$1:%
. ( librai veneziani $detti anche bidelli' il termine a Venezia, come attesta il Ailelfo,
e&uivaleva a librarius publicus%
$1=%
erano numerosi anche prima della stampa ed avevano le
loro bottehe nei punti pi" diversi della citt!. * S. Salvador aveva sede &uella dell#incauto
ac&uirente di un libro rubato nel convento dei 3rociferi da un tal *ntonio detto a tabuleis, a S.
3anciano era sito il neozio di un altro cliente di *ntonio, che paa due ducati per un libro
rubato a S. Faccaria
$1C%
, a Gialto risiedeva mastro Nascimbene a cartis, che compera una
schiava nel 1-21
$1D%
. ;olti svolevano la loro attivit! nelle ;ercerie, come il <bidellus< di cui
parla il Ailelfo a Pietro +omasi, la cui <taberna libraria< era situata appunto <euntibus e7
Givoalto ad forum divi ;arci ad de7tram<, o come ?asparo e Niccol4, che poco dopo il 1--B
avevano il loro neozio sul ponte sito al mezzo di tale strada' neli stessi anni ?iacomo di
?iorio aveva una bottea in salle Luna a S. ;aria Aormosa e altre nella zona, mentre
?iovanni d#*lemana esercitava la sua attivit! in Strazzaria
$2B%
.
3opisti e miniatori non lavoravano solo neli scriptoria dei conventi o per i librai1 spesso,
anzi nella maior parte dei casi, essi entravano in contatto diretto con i committenti, pubblici
e privati, e si impenavano verso di loro, con accordi verbali o scritti, a fornire la copia di
un#opera o la sua illustrazione.
Ara i copisti professionisti, operanti per lucro, si distinuevano i notai. ( notai
padroneiavano la tecnica della scrittura ed naturale che fosse loro richiesto di trascrivere
non solo atti iuridici, ma anche testi diversi. * Venezia appartenevano spesso al clero.
Quello del notariato ecclesiastico era un uso antico, che nel Quattrocento sopravviveva
soprattutto a Venezia1 ci4 sino ad un decreto del 1-,, di )uenio (V, che era un patrizio
veneziano ed aveva visto coi suoi occhi i preti della sua citt! intenti a roare atti patrimoniali
per parecchie ore al iorno, incuranti dei loro doveri reliiosi. La disposizione papale mirava
a porre fine a &uell#antico costume, uniformando la situazione veneziana a &uella del resto
d#(talia' ma non sembra vi riuscisse, se il maior consilio doveva reiterare il divieto, con
decreto del 1D ennaio 1-=- m.v., motivandolo con l#opportunit! di consentire ai cittadini laici
dotti e virtuosi di <sostentarsi con le familie< nelle corti di Palazzo o neli uffici di Gialto.
;a neppure &uesta disposizione ebbe effetto, se il maior consilio dovette ripeterla il 2C
iuno 1.21, riferendosi in particolare ali uffici dipendenti dai procuratori di S. ;arco
$21%
.
6n#altra cateoria di copisti di rande dinit! e prestiio era &uella dei membri della
cancelleria. *nch#essi avevano rande dimestichezza con la scrittura in relazione ai loro
incarichi e veniva &uindi loro richiesto di trascrivere opere letterarie. 9 probabile che essi
svolessero tale attivit! occasionale di copia non solo per lucro, ma anche per altre raioni1
per compiacere i loro superiori patrizi, che deleavano volentieri l#onere della copia,
impenati com#erano nella politica e neli affari, o per procurare determinate opere a se stessi
o al proprio colto entourage. ;ichele Salvatico, ad esempio, notaio presso i capi sestiere,
copia numerosi codici per Arancesco @arbaro
$22%
. ?iovanni ;arzi di 3astelbaldo trascrive un
+erenzio per *ndrea Aoscolo, &uando addetto alla cancelleria di &uest#ultimo, capitano a
Vicenza nel 1-2-
$2,%
.
3ancellieri e notai sembrano dominare a Venezia il mondo della scrittura1 lo dimostra anche il
prevalere delle forme rafiche notarili-cancelleresche.
Nei pressi dell#entrata del palazzo /ucale si affollavano poi deli scribi, la cui esistenza
ampiamente documentata per li ultimi secoli della Gepubblica, ma che con oni probabilit!
operavano i! nel Quattrocento1 essi informavano avvocati e clienti circa l#andamento delle
loro cause, senalavano nascite e morti patrizie, comunicavano i risultati delle elezioni. *d
essi era dovuta la copia e probabilmente anche la compilazione dei prontuari necessari ai
nobili per partecipare alla vita pubblica1 brogetti e consegi, contenenti i risultati delle elezioni,
libri d$oro, con le notizie aiornate circa le familie patrizie, %ucchette, con informazioni
relative ali uffici
$2-%
.
6na sinolare cateoria di copisti era rappresentata dai priionieri1 anche a Venezia, come
altrove, i carcerati che possedevano l#arte dello scrivere venivano utilizzati come scribi. 3os8
?iovanni Soranzo di S. ?iovanni in @raora si fa copiare la Commedia da un mantovano
detenuto nelle pubbliche priioni, che termina l#opera nell#aosto del 1-DC
$2.%
. ( carcerati con
&uesta e altre prestazioni lavorative potevano mantenersi in priione e finanziare alcune loro
attivit! comuni' potevano anche iunere a rimborsare cos8 i loro debiti.
;olti copisti erano poi forestieri1 soprattutto in et! umanistica le persone capaci di scrivere
con eleanza si spostavano da una citt! all#altra, seuendo le richieste dei committenti. 3os8
?iovanni *retino, uno dei primi ad usare la littera anti&ua, lavora per &ualche tempo a
Venezia
$2:%
. 3os8 @iaio da Gausa copia codici petrarcheschi nella casa di Paolo Loredan,
nel 1-,.
$2=%
. Fuan +odesco trascrive codici umanistici per Leonardo Sanudo
$2C%
. 6n#estrema
mobilit! caratterizza &uesti scribi, che vaano nell#)uropa alla ricerca di commesse,
precorrendo il pererinare dei primi tiporafi, anch#essi come i loro precursori amanuensi alla
ricerca di finanziatori, ovun&ue si trovino.
6n#analoa mobilit! si riscontra in un#altra prestiiosa, raffinata cateoria di artiiani che
partecipano alla produzione del libro, &uella dei miniatori. Nel primo Quattrocento ricercata a
Venezia e altrove l#opera di 3ristoforo 3ortese, che si cimenta anche nella nascente
7ilorafia' nella seconda met! del secolo a Leonardo @ellini, veneziano residente, si
affiancano personai come il mantovano Aranco de Gussi, come ;arco Foppo, ?irolamo da
3remona, ?iovan Pietro @irao, *ntonio ;aria da Villafora, pererinanti da una corte
all#altra dell#(talia settentrionale al seuito delle commesse ricevute o sperate
$2D%
.
/i rande livello artistico era anche la leatura, ispirata a modelli bizantini, islamici, orientali,
ovvero rispondente a canoni di semplice eleanza umanistica' ai raffinati artiiani che la
praticavano non tutti i raccolitori di libri si rivolevano, perch5 spesso ci si accontentava di
tenere il libro <desliado<, a risparmio di spese
$,B%
.
Nel processo di produzione del libro l#importanza dei produttori di carta e di peramena era
certo rande, al pari di &uella dei venditori all#inrosso di tali materiali. Nell#era della stampa
li *ostini, banchieri operanti anche nel commercio della carta, appaiono coinvolti
nell#attivit! di alcuni tiporafi, come si accenner!' alla fine del secolo i @arbario, proprietari
di cartiere, sosterranno l#azienda editoriale di *ldo
$,1%
. Per il periodo anteriore alla stampa,
ben nota l#importanza, a Goma, dei ;assimo, fornitori della 3uria romana' e anche a
Venezia i randi commercianti del settore avranno influenzato il mercato e i costi di
produzione.
*lla vendita dei libri provvedevano i privati, con scambio diretto fra loro, e i produttori stessi1
i monasteri, i conventi, i librai. La vasta presenza di istituti reliiosi e i non pochi librai di cui
ci iunta notizia inducono a ritenere che il commercio librario fosse vivace, razie anche
all#atmosfera stessa della citt!, in cui la mercatura faceva parte interante della vita
&uotidiana. Vi partecipavano librai di rano, come &uelli che servivano 0liviero Aorzetta, ma
anche personai assai pi" modesti, come &uella rivenduliola ai 3armini cui il i! incontrato
*ntonio ruba un libro nel 1,:,, rivendendolo per 1: soldi di piccoli' o &uel tartaro,
probabilmente uno schiavo affrancato, che teneva sul balcone nel 1,D: <unus breviarius
portatile ad vendendum< chiedendone : lire di piccoli' o &uella schiava abitante a S. 3assiano
che esponeva sul balcone, per venderli, uffizi, salmi, orazioni in volare
$,2%
. 6na &ualche
forma di commercio librario esisteva i! nel /uecento1 (acopo abate di ;oio si era
procurato a Venezia una decina di libri di aromento sacro, poco dopo il 12-B
$,,%
. Non ci
dato sapere a chi si fosse rivolto1 se a conventi, a librai, o ad altra fonte. Gimane il fatto che
era riuscito a trovare a Venezia ci4 che li interessava. (l libro faceva dun&ue parte
dell#orizzonte mentale dei Veneziani i! molto prima dell#era della stampa1 era un oetto che
si incontrava facilmente, che si comprava e si vendeva in oni parte della citt!.
6na fonte importante per l#approvviionamento di libri erano le aste che i procuratori di S.
;arco oranizzavano per realizzare i beni delle commissarHe loro affidate1 se nell#asse di chi
non aveva lasciato eredi leittimi o testamentari erano compresi libri, o ve n#erano nel
patrimonio di chi aveva nominato i procuratori esecutori testamentari, essi venivano venduti
all#incanto al pari deli altri oetti. *ll#asta dei beni di Pietro 3orner, che si svole in due
tempi, nel 1-1= e 1-2B, risultano assenatari di libri un medico, un noto umanista e
matematico $?iacomo Lanuschi%, un ecclesiastico, &uattro patrizi. Numerosi medici,
provenienti da oni parte d#(talia, sette patrizi, un prete, un libraio si aiudicano i libri all#asta
dei beni di Pietro +omasi, nel 1-:1-1-:-. Partecipa con successo all#incanto anche un inlese,
?iovanni1 forse il famoso umanista e statista Iohn +iptoft, conte di Jorcester
$,-%
. *lle vendite
concorrevano &uindi persone di oni ceto, e a &uelle pi" importanti partecipavano anche
forestieri, a prova della fama di cui Venezia odeva, i! prima di affermarsi come rande
centro tiporafico, di luoo privileiato per il commercio librario.
Naturalmente i libri non erano solo comprati e venduti' erano anche rubati $una forma di
circolazione, seppure vietata dalle lei%, prestati - e di ci4 si tratter! a parte - e donati. Poteva
trattarsi del dono di un uomo di cultura ad un altro, o dell#omaio di un fedele alla chiesa o al
monastero pi" fre&uentato o pi" apprezzato, o persino del dono dell#amata al dotto amante,
come nel caso dell#umanista veneziano *ndrea 3ontrario, che riceve in realo dalla monaca di
cui si era invahito a Airenze, nel 1-:2, alcuni <raecos codices< e un vasetto d#arento
$,.%
.
( libri percorrevano randi distanze, iunevano a Venezia da oni parte dell#)uropa e
lasciavano la citt! per le pi" diverse destinazioni, in un movimento che preannunciava &uello
di pi" randiose proporzioni dell#era della stampa. Nel 1,D2 ?iovanni 3ontarini, che si era
dato alla carriera ecclesiastica, a 07ford per conseuire il dottorato <in artibus<, mentre il
fratello *ndrea viaia per commerciare fra /amasco e @eirut e il maiore, Guero, rimane
a Venezia per diriere l#azienda familiare. /all#(nhilterra ?iovanni invia libri <per lo
piovan<' ne evidentemente destinatario un ecclesiastico amico di familia. (n un#altra lettera
di molti anni dopo $?iovanni ancora in (nhilterra%, Guero informa il fratello che
nell#estate $del 1-B=% sarebbe iunta lai", con il convolio delle alere, &uella di ser ;arco
;iani1 &uesti aveva l#incarico da Pietro ;iani, suo coniunto, di ritirare <tuti K so libri<
$,:%
.
)videntemente Pietro ;iani, noto come uno dei primi umanisti veneziani, aveva fatto ac&uisti
anche in &uel lontano paese. Guero esorta il fratello ad approfittare della alera del ;iani
per mandare a Venezia anche i libri suoi. Si sar! trattato di opere teoloiche, dati li interessi
di ?iovanni $che, pur dedito ali studi sacri, non trascurava durante il soiorno a 07ford di
trattare la vendita di spezie e coloranti per conto dell#azienda familiare%' &uanto ai libri di
Pietro ;iani saranno stati anch#essi di materia reliiosa, dato che il ;iani aveva intrapreso la
carriera ecclesiastica1 a meno che non si trattasse di &ualche opera di interesse umanistico.
(l movimento di libri dall#estero e verso l#estero assumer! proporzioni pi" ampie con il trionfo
dell#umanesimo1 si accenner! ali ac&uisti di Leonardo ?iustinian a Airenze, ai molti cultori
del reco che si approvviionavano di codici reci in Levante, ai corrispondenti deli
umanisti veneziani che si procuravano loro tramite codici a Venezia o che li ac&uistavano sul
posto durante i soiorni nelle laune. 6n flusso continuo, che spesso percorre le stesse vie
delle altre merci, destinato ad un imponente incremento con l#avvento della stampa.
+ale vasta circolazione caratterizza soprattutto il libro latino, opera di produttori
professionisti1 i reliiosi, scribi per antica tradizione, i librai, i copisti a fini di lucro. ;a vi era
un#altra cateoria, vasta e composita, di copisti1 &uelli occasionali, non professionisti, che
trascrivevano non per uadano ma per altre raioni.
*lcuni di &uesti ultimi, bench5 indifferenti all#aspetto economico dell#opera di copia,
appartenevano al mondo umanistico e si collocavano &uindi nei randi circuiti culturali. 6no
dei primi ad usare la littera anti&uo, appena adottata da Poio @racciolini, un patrizio,
?irolamo /on!, che copia nel 1-12 un 3atullo, nel 1-1, un 3icerone
$,=%
. (l /on!, nipote del
colto bibliofilo e umanista Pietro /on!, vescovo di Padova, non aveva certo bisono di
trascrivere &uei codici di sua mano1 ma lo faceva per il piacere di sperimentare le novit!
rafiche che andavano diffondendosi in &ueli anni. 3os8 ?asparino @arzizza copiava a tale
scopo passi di 3icerone
$,C%
. *nche il dotto zio di ?irolamo si compiaceva di trascrivere
codici, come un Nonio ;arcello, nel 1-1.. Leonardo Sanudo copia nel 1--:, mentre a Fara,
un libro di massime morali e pi" tardi, durante il soiorno a Aerrara, vari codici, fra cui un
Virilio e un Lattanzio
$,D%
. @artolomeo Paruta conclude nel 1-.= la trascrizione di scritti di s.
*ostino e s. @ernardo
$-B%
. ?iovanni ?radenio copia di sua mano un Sallustio
$-1%
. Pietro
/olfin, filio del noto cronista Forzi $?iorio% /olfin, trascrive codici con virt" di abile
disenatore e callirafo
$-2%
. Gaffinato copista @ernardo @embo
$-,%
. Vi in &uesti intellettuali
coltissimi il forte desiderio di trovare nuove espressioni rafiche, nuove soluzioni nella
scrittura' e vi il usto per uno scrivere eleante, moderno, formalmente perfetto, in cui
l#armonia del testo classico abbia a trovare un riflesso nella proporzione delle lettere e nella
composizione della paina. (n &uesti casi il copista dilettante areia nei temi e nella
capacit! rafica con il professionista, rivolendosi alla stessa "lite, che parla lo stesso
linuaio in tutta l#)uropa.
;a vi sono molti altri copisti occasionali, non professionisti, che operano per diversi motivi1
per soddisfare i propri bisoni culturali' o per annotare per s5 e per pochi amici informazioni
utili alla vita &uotidiana e al lavoro. (l prodotto della loro fatica un libro che non aspira alla
rande diffusione, ma che destinato per sua natura ad un <microcircuito< familiare1 alla
fruizione del copista stesso, dei parenti, di &ualche amico
$--%
.
+ra i copisti non professionisti occupano un posto di rilievo &uelli che trascrivono per proprio
diletto libri in volare1 poesie, opere di devozione, romanzi. *lcuni copisti di &uesto tipo
appartenono al ceto patrizio. Nei momenti di otium consentiti dai pubblici uffici e dalla
mercatura, essi trascrivono i testi pi" amati, per oderli nella casa, per farne oetto di lettura
in comune con i familiari, per scambiarli a prestito con li amici pi" intimi. ;a vi erano
copisti anche di altre classi sociali' e trascrivevano per proprio uso testi sacri anche donne, se
, come sembra, veneziana &uella ;aria che confeziona per s5 un libro di prehiere, nel 1-C:
$-.%
.
0etto di numerose trascrizioni anzitutto /ante. /a &uando ?iovanni Querini, suo
contemporaneo, aveva mandato il divino poema ad un amico accompanandolo con un
sonetto laudativo $e ci4 avveniva prima del 1,,B%
$-:%
, l#amore per la Commedia non era mai
venuto meno nella nobilt! veneziana. Vediamo cos8 ;arin Sanudo trascrivere l#intera terza
cantica con commento, terminando l#opera a ;ontanana, l#C febbraio 1-22
$-=%
1 si tratta
dell#avo dell#omonimo diarista, anch#eli cultore di /ante. Neli ultimi anni del secolo si
applica alla trascrizione della Commedia il patrizio *ntonio Fantani. *l principio del
Quattrocento Forzi $?iorio% Fancani copia invece la 'ita di Dante del @occaccio
$-C%
.
?iacomo ?radenio fa di pi"1 non solo trascrive di suo puno l#intero poema e lo adorna di
miniature di sua mano, ma compone un#opera sua ispirata alla Commedia. *ltrettanto aveva
fatto anni prima ?iovanni ?irolamo Nadal con la sua Leandreide. /evotissimo a /ante, il
?radenio fu anche podest! a Gavenna nel 1-1,1 elezione da lui certo sollecitata, in &uanto
li offriva la possibilit! di venerare la tomba del poeta. Nel 1-1= lo vediamo anche
assicurarsi, all#incanto dei beni di Pietro 3orner, una <fiura /antis picta in tabula< che faceva
parte del patrimonio del defunto
$-D%
.
Le opere petrarchesche venivano del pari trascritte neli scriptoria domestici dei patrizi1 il 1B
marzo 1-.B completa la sua trascrizione di rion(i e Rime ?iacomo di ?iovanni Nani, che
dichiara nel colophon <iamai piacermi puote cosa vile<. 6n altro entiluomo, che si firma
<@. ;aurocenum Venetum< $forse il diplomatico @arbon ;orosini%, copia opere
petrarchesche a Goma nel lulio 1-:D
$.B%
. Leonardo ?iustinian, il famoso umanista e poeta in
volare, trascrive di suo puno il Can%oniere, da un codice ch#eli dichiara scritto dal poeta
stesso di sua mano
$.1%
. *nche il @occaccio veniva letto e copiato, come dimostrano i codici
superstiti
$.2%
.
Vi era chi si costruiva con un#opera paziente di copia un#intera biblioteca in volare1 il caso
di *ndrea Vitturi, che trascrive di suo puno, dal 1-.: al 1-:C, una decina di opere,
lavorando nella sua casa di Venezia, a S. *nese, o nella piazzaforte di Novirad ove era
castellano nel 1-:B
$.,%
. La raccolta, frutto del suo lavoro di copista, mostra la luna
persistenza delle tradizioni medievali nella cultura del patriziato e insieme d! l#idea deli
orizzonti intellettuali di un patrizio di media cultura e di medie fortune &uale eli era' non si
pu4 dubitare che &uei libri che eli copiava di persona non corrispondessero esattamente ai
suoi bisoni culturali e ai suoi interessi. Vi sono poemi cavallereschi1 la storia di Aioramonte
di /urazzo e di *lessandro, la storia della <beata ?uielma reina d#0naria<' &uest#ultima era
stata trascritta da un <libereto del ereio homo ser ;atiozo, dinissimo scrivan dell#ofizio
dell#armamento<' di &uell#ufficio era <senor< lo stesso Vitturi, che condivideva i usti del
collaboratore e che conversava evidentemente con lui anche di cose letterarie. Vi sono laudi in
volare della Verine e di s. ?iovanni @attista, in versi' vi sono opere di sapienza morale di
sapore popolaresco, come il libro <dei sette savi< e &uello contenente i detti di un <filosofo
muto<' non mancano il trecentesco )ior di virt*, che in &uaranta brevi capitoli tratta di
altrettanti virt" e vizi, con esempi tratti dal mondo umano e animale, e la non meno diffusa
Le%enda de +osa(at e 'erlam $si tratta, come noto, della versione cristiana della vita di @udda,
un testo che al pari del precedente si leeva anche nelle scuole%. (l Vitturi si trascrive anche
un libro <de natura de animali<, una traduzione in volare del De regimine rectoris di Paolino
minorita e una cronaca di Venezia in terza rima. )li si accontenta di opere di &ualit!
modesta' ama la poesia nelle sue forme pi" semplici, cerca &ualche informazione di storia e di
politica' e scrive tutta la sua biblioteca da s5. *ndrea non era solo nello scriptorium
familiare1 vi erano anche il padre Niccol4, che nel 1--. finisce di trascrivere il Milione di
;arco Polo, e il filio *ntonio, che nel 1-:- conclude la compilazione di un sommario di
storia veneziana.
( copisti che operano per diletto sopravviveranno alla scoperta della stampa. Gaffinate silloi
poetiche verranno trascritte per il piacere del raccolitore' in tal caso la trascrizione ha uno
scopo strettamente intimo e privato, non mira a far circolare testi ma soprattutto ad
assicurarne il personale odimento
$.-%
. Si copieranno anche altri tipi di testi1 come opere rare
non disponibili a stampa' o come opere proibite, che non si riesce altrimenti a reperire sul
mercato' o pi" tardi folietti contenenti notizie di politica estera.
*ltre cateorie di opere che venivano trascritte in ambiente patrizio e spesso dai patrizi stessi
erano le cronache di Venezia1 si trattava di scritti di contenuto storico $la storia, come si
accenner!, era il principale interesse del patriziato% che peraltro avevano un#utilit! pratica non
indifferente, dato che costituivano strumenti per la comprensione della vita politica, cui il
nobile si dedicava. Vi erano poi le cronache delle familie, compilazioni cui prendevano parte
pi" enerazioni, contenenti annotazioni relative alle vicende del casato, destinate alla lettura
non soltanto individuale ma anche, probabilmente, collettiva nell#ambito del microcosmo
familiare
$..%
1 forse apparteneva a &uesto tipo di opere &uel <libro de ch! Sanudo< che
Leonardo Sanudo prestava di fre&uente, come si accenner!, ai parenti e ali amici pi" intimi.
Aine prevalentemente pratico avevano poi alcuni manoscritti compilati per fissare e
trasmettere informazioni di ordine tecnico. 9 &uesto il caso delle <ra7ion dei marineri<1
manuali nautici, che raccolievano note e materiali di interesse marittimo. 3ompilatori e
copisti erano persone del mestiere1 si trattava in sostanza di appunti destinati all#estensore
stesso per sua memoria e ai coniunti e ali amici, senza pretese di oranicit!
$.:%
. Per il
Quattrocento ne rimanono sei, che danno l#idea del enere1 contenono note di architettura
navale, notizie astronomiche, <marteloi< ovvero reole per il calcolo della rotta,
informazioni su coste e porti, reole matematiche, consili per formare una compania o per
commerciare all#estero. ( compilatori sono soliti aiunervi anche poesie, spartiti musicali,
prehiere, informazioni di vario aromento1 tutto ci4 che desideravano ricordare, perch5
poteva interessare o divertire.
*nalohe finalit! e caratteristiche hanno altre raccolte mercantili, denominate usualmente,
con voce araba, ari((e, in cui l#accento viene posto sul commercio pi" che sulla tecnica
navale. Vi si tratta di pesi, misure, monete e cambi, merci, dazi' talvolta vi sono notizie sui
porti e sul modo miliore di accedervi. Ne esempio ben noto lo ,ibaldone da Canal, che nel
1-22 era in possesso di un membro di &uel casato, Niccol4. )sso consiste in una sorta di
vademecum risalente alla prima met! del +recento, in cui sono riassunte molte nozioni utili al
mercante $di matematica, naviazione, tecnica commerciale%
$.=%
' ma vi sono anche nozioni
mediche, prehiere, proverbi, massime morali, poesie, frammenti di un romanzo, &uasi a
formare un sommario deli interessi culturali del patrizio mercante.
Aorse sul modello deli zibaldoni mercanteschi si formavano analohe silloi, prive peraltro
di prospettive mercantili o marinare. (n una di &ueste compilazioni, risalente ali anni 1-.,-
1-=D, sono contenuti trentatr5 diversi aromenti1 prehiere, rime, canzoni, novelle
$.C%
. Vi sono
brani dei rion(i, laudi di Leonardo ?iustinian, nozioni mediche, la storia di *ttila <frazelo
dei<, un lamento per l#eccidio di 3ostantinopoli, una lista di elettori ducali, l#elenco dei doi1
una piccola biblioteca utilitaria e insieme storico-letteraria, condensata in duecentodue carte.
*nche nel mondo umanistico si compilavano analohe, anche se pi" dotte, silloi, come il
codice steso di sua mano da /aniele Vitturi, patrizio umanista, che incontreremo pi" oltre1
contiene opere di )usebio, @eda, Niccol4 di Lira, e altri, nonch5 una confutazione del
almud. (l carattere personale della silloe, che doveva essere particolarmente cara al suo
autore, spiea forse il iuramento ivi scritto di non concedere il libro ad alcuno1 proposito
invero eccezionale in una Venezia in cui la circolazione del libro a mezzo del prestito era
incessante. Non dissimile natura dovevano avere i libri di <correctiones< e di estratti messi
assieme con tanta cura neli anni da Lodovico Aoscarini, che difatti ne vieta, come si dir!,
l#alienazione anche dopo la sua morte
$.D%
.
*l mondo mercantile ci riconducono i vocabolari bilinui, veri e propri manuali di
conversazione pratica, in forma di dialoo, talvolta di sorprendente vivacit!. Ve n#erano di
veneto-reci e veneto-turchi, di cui poco rimasto1 ne restano vari veneto-tedeschi, ad uso
della prospera colonia ermanica a Venezia e dei mercanti che con essa entravano in rapporti
d#affari
$:B%
.
/a &uanto precede risulta evidente che vi era una rande variet! di libri, sia dal punto di vista
della &ualit! sia della valutazione economica. (l prezzo dei libri sacri era molto elevato1
probabilmente perch5 spesso miniati, e in peramena o carta di buona &ualit!. 6n breviario
rande lasciato dal prete *ntonio /avid nel 1-1= vale .B ducati, ,- un <missale pulchrum de
pulchra litera< nel 1-2B, ,2 un altro messale indicato nello stesso testamento, 11 un breviario.
*ddirittura :B ducati d#oro stimata una @ibbia di propriet! dei canonici di S. ?iorio in *la
$:1%
. Le stime pi" alte alla i! ricordata asta 3orner riuardano due codici contenenti parti della
@ibbia1 . e C ducati.
*ll#asta di Pietro +omasi il pezzo forte un +olomeo, probabilmente corredato di carte1 lo
compera <(ohannes de )neltera< per la cospicua somma di .C ducati' seue un <librum in
reco< che Gaffaele de +rieste, probabilmente lo Fovenzoni, si assicura per ,2 ducati
$:2%
. 6n
<doctrinale lossato< a peno a fronte di un prestito di 11 ducati, a fronte di 1= un +erenzio.
6n libro con <totum *vicenna< vale 1- ducati. Nel 1--2 una <Ghetorica nova et vetus<
valutata - ducati, - <un officio della ;adonna<, 2 un Sallustio, , un </octrinale<
$:,%
.
*ll#asta 3orner, due <parte de /ante in volar< sono stimate 2 ducati, e aiudicate per D lire e
1B soldi' , ducati vale un trattato di <loicha<. ?li altri pezzi hanno stime inferiori
$:-%
. *ll#asta
dei beni di Pietro +omasi i Problemata di *ristotele vanno venduti per : ducati e 12 soldi, per
C ducati circa un ?aleno, per : un#opera di ?asparino @arzizza' li altri pezzi valono in
media 2 o , ducati
$:.%
.
Non dissimili i costi dei libri confezionati su commissione. L#anonimo committente di un
codice contenente il De anima di ?iovanni di ?and paa la copia - soldi e 2 denari per la
sinola carta. Se il codice pu4 essere identificato, come sembra possibile, con uno conservato
alla ;arciana, il costo lobale del lavoro di copia si sarebbe airato sui , ducati, cui sarebbe
da aiunere il costo non irrilevante del materiale scrittorio
$::%
. Si tratta in enerale di
valutazioni che non si discostano da &uelle correnti in (talia e in )uropa
$:=%
.
Per comprendere appropriatamente il sinificato di &ueste cifre, si possono ricordare alcuni
prezzi di beni di consumo deli anni 1-.D-1-:-1 con 1, soldi si compravano due polli, con :
un#anitra, con . un rosso colombo, con C due libbre di cacio, con - uno staio di farina' 2 soldi
bastavano per due porzioni di moleche e per una di go $crostacei e pesci comuni%, per &uindici
limoni, per una libbra d#uva
$:C%
. (n un ducato stavano - di reola, almeno 12- soldi, sicch5 con
esso si potevano comprare parecchi beni di consumo. (l fitto di una bella casa, stando a ;arin
Sanudo, ammontava a 1BB-12B ducati l#anno. 6n ondoliere al servizio di una familia
percepiva mensilmente <il consueto uno ducato et le spese<. 6no stipendio di 12B ducati annui
era considerato buono1 era &uello assenato, nel 1-:B, ai professori della Scuola universitaria
di S. ;arco. 6n palazzo sul 3anal ?rande valeva in media 1B.BBB ducati' &ualcuno anche
2B.BBB. *lla fine del +recento una schiava circassa dell#et! di 2: anni costava -: ducati' ,- ne
costava nel 1-21 una schiava bosniaca della stessa et!
$:D%
.
3omprar libri era certamente un investimento non da poco. * ?iovanni 3ontarini, che si trova
a 07ford, come si detto, e che vorrebbe comprare dei libri di teoloia, il fratello Guero
scrive che ci vuol pensare, e che sentir! il consilio di <&uel benedeto letor de S. /omeneo<
$si tratta del celebre predicatore ?iovanni /ominici, iudicato molto competente nella
materia%. ) aiune1 <ma pur a mi par che cus8 tosto non devese voler meter tanti dener in
libri, salvo in &uelli ve bisona per lo pre7ente, e met5 mente che, per &uello che io aldo
Lsento, odoM, el se fa de ran bachalarie tra K scholeri, e perh4 vard5 cho spend5 K dener, e
feve ben chonsiar LconsiliareM. Prieo /io in &uesto et in altro v#amaistra a far la so
voluntade, ma mi non par el sia senno a meterse in libri de theoloia 2 ni , ani avanti che K
besona<
$=B%
. Spese cos8 rilevanti andavano fatte al momento iusto, e sentiti li esperti.
(l possesso di libri di buona &ualit! era dun&ue limitato, di necessit!, a chi disponeva di buoni
mezzi' ma, come si visto, circolavano anche libri, soprattutto in volare, di modesto valore
venale, nonch5 immaini 7ilorafiche, salteri, libretti scolastici di poco prezzo.
2. Le biblioteche prima della stampa
( proprietari di libri rimanevano comun&ue una minoranza' dei molti che sapevano leere,
relativamente pochi utilizzavano le loro capacit! per finalit! che non fossero meramente
pratiche' ancor meno erano coloro che avevano la possibilit! di investire in libri. +uttavia si
pu4 ipotizzare una presenza di libri nelle familie veneziane maiore di &uanto risulta dai
testamenti, unica fonte disponibile per &uesti anni $a parte alcuni rari inventari%1 ci4 almeno
limitatamente alle opere correnti e di scarso valore economico.
Va infatti rilevato il fatto che, a differenza dell#inventario, redatto da notai di reola
straordinariamente scrupolosi, che tenono nota di oni oetto anche modestissimo lasciato
dal defunto, il testamento isola alcuni beni specifici, cui il testatore annette una particolare
importanza. L#assenza di libri nella rande maioranza dei testamenti pu4 anche essere
spieata col fatto che essi venono compresi nelle eneriche attribuzioni di &uote o di residui,
&ualora non rivestano particolare importanza o preio. +ale invece il caso dei breviari o dei
libri sacri in enerale, spesso miniati o leati con &ualche ricchezza che il testatore pone per
&uesto in particolare rilievo. 3os8 nel 1,.: ;arco 3apello lascia il suo libro <de le e7posicion
de li vaneli< alla filia )lisabetta, disponendo che dopo la morte di lei passi al convento di S.
3aterina, al &uale viene fatto divieto di venderlo o darlo in peno. Si tratta evidentemente di
un oetto di valore, la cui evidenziazione non esclude la presenza di altri libri di minore
importanza nella casa del 3apello. 6n secolo dopo, Aranceschina 3orner <fu de messer /on!<
dispone, con testamento dell#C febbraio 1-:., <ch#el breviario mi las4 mia madre sia venduto
et danari dispensati ai poveri over dato a &ualche bona persona che faci l#oficio<
$=1%
. *nche &ui
il libro oetto di una disposizione specifica in &uanto bene di valore' ma anche forse
perch5 si tratta di un oetto caro, amato $<mi las4 mia madre<1 sembra un accenno a un
vincolo antico di affetto%, che ha accompanato per tutta la vita le ore della iornata, fornendo
momenti di raccolimento e di conforto. Aorse anche non si vuole che un oetto cos8 ricco di
sinificato nella vita di una persona vada a chi non lo merita' si cerca invece che pervena a
chi ne deno, e maari ricorder! il defunto nelle prehiere.
Quanto precede consente di melio valutare i risultati di un#indaine effettuata circa li
ottocentottantasette testamenti conservati in tre buste all#*rchivio di Stato di Venezia, di data
compresa fra il 1-.1 e il 1.1B1 solo dieci contenono disposizioni relative a libri e sette di tali
atti riuardano libri devozionali
$=2%
. *li altri tre casi $&uelli di Aranceschina ?abo, di )rcole
del Aiore e dello stampatore 3odec!% si accenner! oltre. Nei sette testamenti in cui menzione
solo di libri sacri, un solo testatore, ?irolamo di +ommaso @enedetti, ricorda oltre ad un
salterio <do altri librisuoli<, che lascia al monastero di S. *ndrea
$=,%
. Sembra invero
difficilmente credibile che, almeno per i testamenti redatti &uando la stampa trionfava ormai
senza contrasti, nessuno dei testatori avesse in casa un &ualche libro a stampa1 probabilmente
essi li ritenevano di valore modesto, non deni di una specifica clausola testamentaria, e
lasciavano che seuissero la sorte del rimanente patrimonio.
( patrizi, per cominciare dal ceto di maior rilievo, erano senza dubbio in possesso di libri1
non tutti, certo, ma &uelli di maiori fortune e cultura. +utti, o &uasi, i patrizi avevano
comun&ue in casa un archivio, contenente lettere, commissioni ducali, notizie di interesse
politico. ;olti avranno avuto consegi, brogetti, libri d$oro. ;olti infine avevano certamente
almeno una cronaca di Venezia dalla fondazione, aiornata sino ai tempi recenti, e un elenco
delle familie patrizie con un cenno storico sommario indicante l#oriine e i caratteri salienti
di ciascuna. Spesso lo stesso codice ospitava cronaca ed elenco di familie, corredato di
blasoni. Ne sono noti almeno mille, ma probabilmente ne sopravvivono assai di pi". +ali
codici, scrive il 3arile, <dovevano essere un elemento comune nella vita, non dir4 solo
culturale, ma familiare di Venezia, almeno della Venezia patrizia dalla met! del #,BB in poi<, e
probabilmente da prima1 un elenco di familie, <nello stile dei pi" tardi blasonari<, si trova i!
nel Chronicon Altinate
$=-%
. Sino alla met! del +recento la linua il latino, talvolta, nel
/uecento, il francese' poi il volare. L#intento costantemente apoloetico, patriottico1 le
cronache alimentano l#amor patrio, lo spirito di libert!, confutano le accuse contro Venezia,
fondano storicamente pretese e interessi dello Stato veneziano. )sse sono incessantemente
copiate e aiornate dai patrizi stessi, che ne sono spesso autori, copisti, lettori insieme. La
circolazione di &ueste cronache non pi" vasta di &uella dei manoscritti in volare coevi1
salvo casi particolarmente importanti venivano lette dai membri del casato e dali amici,
come i <libri di familia<. Le notizie di storia cittadina e internazionale si ripetevano da una
cronaca all#altra, dato che esse attinevano ali stessi modelli - che ovviamente avevano
invece circolazione ampia - mentre le notizie specifiche sulle familie interessavano
soprattutto ai consanuinei.
Per i patrizi la storia un amore costante1 alcuni eccellono nella storiorafia, come *ndrea
/andolo nel +recento, @ernardo ?iustinian nel Quattrocento, ;arin Sanudo nel primo
3in&uecento. +alvolta chi scrive di storia corre dei rischi1 la materia delicata, tocca da
vicino il prestiio e la sicurezza dello Stato. Nel 1-1C *ntonio ;orosini costretto a subire la
distruzione di due cronache da lui compilate, sacrificate per raioni di Stato
$=.%
' un secolo
dopo la storia di Pietro @embo verr! pesantemente censurata
$=:%
. La Gepubblica tiene molto
alla propria immaine, alimenta essa stessa il proprio mito.
L#interesse maiore per la storia veneta, ma anche la storia antica ha molti cultori1 nel 1,C1
?iovanni ?radenio lascia, oltre a una @ibbia, un +ito Livio in due volumi
$==%
' ;arco
Soranzo, cultore di /ante, lascia, nel 1,=,, un 3esare e un +ito Livio1 alla sua morte i due
codici sono comperati da due patrizi
$=C%
. 6na volta affermato l#umanesimo, la storia reca e
romana sar! uno dei principali oetti dell#interesse patrizio.
*ltra rande passione del patriziato, la poesia in volare1 anzitutto, /ante. Si visto che molti
patrizi amavano copiarlo di loro puno' molti altri lo facevano copiare o ac&uistavano codici
i! pronti della 3ommedia. @elello da Pesaro, morto prima del 1,,2, possedeva i! un /ante
lossato
$=D%
' nel 1,-D Niccol4 Forzi, marchese della @odonizza, lascia un /ante al filio
$CB%
'
Lorenzo 3elsi, lo splendido principe amico del Petrarca, possiede un /ante che compera alla
sua morte Nicoletto ?arzoni
$C1%
. ;arco Soranzo, cavaliere, vende un /ante nel 1,=,' ne
compera uno nel 1,C2 @ertuzzi da Pesaro' ne lascia uno l#anno stesso Forzi @aseio
$C2%
. 6n
manifico /ante miniato dell#ultimo +recento apparteneva a casa Loredan
$C,%
. +ommaso
/uodo, nel Quattrocento, ne possedeva uno copiato per lui da un tale 3aracristo
$C-%
. Pietro
3orner possedeva due <parte de /ante in vular<, che vanno all#asta alla sua morte nel 1-1='
ma aveva anche un /ante lossato, che lascia a ;arino /andolo perch5, eli scrive, <io so
che ser ;arino /andolo ha dellecto delle lo7e de /ante<. (l 3orner pare avesse per /ante
una sorta di culto, dato che ne conservava un ritratto, che - come si accennato - verr!
ac&uistato all#asta da ?iacomo ?radenio
$C.%
.
/ante era popolare anche presso le entildonne, e in altre cateorie sociali. Alora Novella,
vedova di Pietro ;orosini, lascia la casa del defunto consorte, attorno al 1-.=, recando seco
un /ante e due altri libri non identificati' uno dei rari casi in cui compaiono donne in possesso
di libri. Nicol4 @uora <zoielier< possedeva un /ante
$C:%
.
*nche il Petrarca aveva numerosi estimatori nel ceto patrizio. Si i! accennato ai
entiluomini che trascrivevano di loro puno opere petrarchesche. *ltri le facevano copiare
per il proprio uso o le ac&uistavano i! pronte. 3os8 un codice contenente rion(i e Rime,
appartenuto prima a ?asparino @arzizza, reca l#arma ;ichiel' passer! poi a ?iovanni
;arcanova
$C=%
. Vari codici del secondo Quattrocento recano armi patrizie1 uno &uella Priuli,
un altro &uella ;orosini
$CC%
. @ernardino @arbo si dichiara in un codice <Petrarcei carminis
dulcedine captus< $e precisa di essersi procurato il manoscritto con i suoi denari, per cui esso
non andava computato nell#asse ereditario%
$CD%
. 6n altro codice era, attorno al 1-=B, propriet!
di Pietro Aoscari
$DB%
.
(l cantore di Laura aveva cultori anche neli altri ceti1 un codice petrarchesco apparteneva nel
1,D: a Niccol4 3arandolo, che si definisce <civis Venetianus<
$D1%
' un altro a Piero di *ntonio
/amiani, alla met! del Quattrocento
$D2%
' un altro ancora alla fine del secolo a un benedettino
cassinese, +ita ;eratti
$D,%
. (l /amiani teneva molto al suo manoscritto1 <chi el cater!< - si
raccomanda - lo porti <a la botea in Gialto niovo<, ove evidentemente eli esercitava la sua
attivit!, <che e ver! d! in bona cataura<, un buon compenso.
6n#altra predilezione del patriziato erano i poemi cavallereschi, in particolare &uelli del ciclo
troiano, che consentivano di trovare le radici della libert! dei Veneti addirittura nella loriosa
libert! dell#antica +roia1 una conferma dell#oriinaria indipendenza della citt! veneta, che vi
appariva della stessa illustre ascendenza di Goma. Questo amore per le colorite storie dei
cavalieri - creazioni tipicamente medioevali - era destinato a sopravvivere a luno, anche
all#esplosione della cultura umanistica. Si i! accennato ai libri lasciati da Niccol4 Forzi, nel
1,-D, al filio Arancesco detto <il marchesotto<1 fra essi vi <troian uno<1 certo una copia
della rielaborazione veneziana - derivata a sua volta da ?uido de 3olumna - delle
composizioni tardoantiche ispirate alla uerra di +roia che andavano sotto il nome di /arete
Ariio e /itti 3retese
$D-%
. Pi" di un secolo dopo ?iovanni 3orner lascia al suo amanuense
Arancesco <unum meum librum troianum &uem pene se habet<. L#amore del patriziato per la
poesia cortese non venuto meno. Va peraltro rilevato che il successo del ciclo troiano non
era limitato alla classe patrizia1 vediamo un prete comperare <uno +roiano< all#asta nel 1-1=
$D.%
' ?iacomo Sanson di ?asparo, di familia cittadinesca, possiede all#inizio del secolo una
+storia della guerra di roia
$D:%
' il solo libro profano posseduto nel 1-:1 da )rcole di
?iacobello del Aiore un <+roiano<
$D=%
. ) un <+roiano<, a stampa, possiede anche ;arin
Sanudo1 ed solo uno dei ventisei romanzi cavallereschi che eli conserva e dilientemente
elenca, con un#accuratezza che ne fa &uasi un precursore della moderna bibliorafia
$DC%
.
La poesia in volare, i poemi cavallereschi, la storia si ritrovano nelle biblioteche di patrizi di
diversa levatura intellettuale e fortuna economica' sono in minor numero i patrizi che
coltivano interessi pi" ardui, filosofici e scientifici. ;a biblioteche patrizie contenenti opere
di tali aromenti esistevano. +ale nel secondo +recento &uella di Lodovico ?radenio, che
possedeva opere di metafisica e filosofia naturale $ma leeva anche Svetonio e Livio%
$DD%
.
Nel primo Quattrocento il procuratore di S. ;arco Pietro 3orner, che si i! incontrato,
possedeva una biblioteca il cui inventario comprende trentotto voci1 a parte una cronaca di
+errasanta, un esemplare del diffusissimo Doctrinale, e &ualche opera reliiosa, la raccolta si
caratterizza per i testi astronomici, medici, filosofici. Vi sono opere di chiromanzia,
eomanzia, ottica, loica. ( classici sono rappresentati solo da 0razio e @oezio. ;a vi anche
- come si detto - /ante <in volar<
$1BB%
. La raccolta pare espressione tipica di &ueli interessi
prevalentemente medici e astroloici e di &uell#orientamento aristotelico che dominava nella
Venezia del tardo +recento1 &uell#atteiamento culturale che imped8 la piena comprensione
dell#insenamento petrarchesco, imperniato sulla poesia e sull#elo&uenza fondate su basi
classiche e cristiane. (n &uella biblioteca - rivelatrice comun&ue di una non comune cultura -
si sarebbero potuti riconoscere i famosi &uattro <averroisti< che avevano mostrato di non
apprezzare il maistero del Petrarca. Si trattava insomma di una raccolta tradizionale1 neli
stessi anni incominciava ad affermarsi, anche nell#ambito del ceto patrizio, l#umanesimo.
+uttavia fra i patrizi molti resteranno fedeli ali antichi orientamenti, e troveranno il loro
punto di incontro nella Scuola di Gialto.
*l movimento umanistico aderivano i! da tempo i membri della cancelleria. * tale mondo,
cos8 sensibile all#insenamento petrarchesco, appartenono i possessori delle maiori
raccolte di classici del secondo +recento, fra i &uali &uel ?iovanni 3onversini che tanto
contribu8 ad orientare il patriziato veneziano verso l#umanesimo. La sua raccolta, di illustri
oriini, comprendeva opere di autori classici di notevole rarit!' alcuni codici furono da lui
prestati al notaio ducale Lorenzo de ;onacis, altri a 3oluccio Salutati. *lla sua morte, nel
1-BC, la preziosa biblioteca fin8 dispersa
$1B1%
.
(mportanti biblioteche avevano i medici, che odevano di rande prestiio. L#esercizio della
loro arte comportava la conoscenza della filosofia aristotelica, dell#astroloia, deli autori
antichi di medicina ancorch5 mediati attraverso i commenti e le traduzioni arabe. 6no dei
medici pi" eminenti del secondo +recento, +om! +alenti $lo stesso che insieme ad un altro
illustre medico, ?uido da @anolo, e a due entiluomini aveva definito il Petrarca <sine
litteris virum bonum<%, possedeva una delle maiori biblioteche del suo tempo1 centocin&ue
volumi per la sola parte scientifica. Nel 1,D= eli dispone un cospicuo leato, =.BBB ducati,
una cifra enorme, perch5 si costituisca nella launa un monastero olivetano, a cui eli lascia
anche, come eli scrive, <omnes libros meos scientificos<, i centocin&ue volumi di cui si
detto. )li disponeva anche un altro cospicuo lascito $.B ducati annui% per il salario di un
magister artium di fama <pro leendo artes, scilicet loicam et philosophiam<, con cui dar
vita ad una scuola universitaria ad indirizzo scientifico, &uindi aristotelico, astronomico,
medico1 sar! la Scuola di Gialto, prediletta dal patriziato che ne fornir! ran parte dei docenti
e non pochi allievi. (l +alenti si spene nel 1-B2. 3i vorranno vari anni perch5 il lascito al
costituendo monastero olivetano divena operante1 solo nel 1-B= si trover! il luoo adatto, il
monastero di S. )lena, rimasto vacante. (l 21 settembre di &uell#anno il papa lo assen4 ali
0livetani che, nel 1-BC, poterono stabilirvisi e odere del leato
$1B2%
.
*nche al di fuori della classe medica dovevano poi circolare manuali di medicina pratica e di
iiene, come &uel esoro delli poveri, ovvero raccolta di medicamenti per oni sorta di
infermit!, di cui appare in possesso ?aspare de Arieriis, o Arizier
$1B,%
. Libri di semplici e
composti dovevano poi avere i farmacisti, a uida della preparazione dei loro medicamenti1 ce
ne rimane un manifico esempio nel codice dovuto al medico Niccol4 Goccabonella e al
pittore *ndrea *madHo, che fu conservato per secoli nella farmacia <*lla testa d#oro< a Gialto
$1B-%
.
@iblioteche di una certa entit! avevano, per raioni d#ufficio, li ecclesiastici. (n esse
prevalono opere iuridiche1 sia perch5 utili all#amministrazione dei beni ecclesiastici, sia per
le funzioni notarili che molti di loro, come si accennato, svolevano. Quasi tutti di
aromento iuridico sono i libri che possiede nel 1,CB l#abate di S. ?iorio, @onincontro,
venticin&ue in tutto1 libri di diritto ha nel 1,CC il prete Godolfo de Sanctis, e cos8 pure nel
1-:, il prete ;atteo Perenzini
$1B.%
.
6n#altra cateoria era provvista di libri per motivi professionali1 i maestri di scuola.
L#importanza dei libri nella vita deli insenanti doveva trovare una solenne consacrazione
nei funerali, se Lodovico de la Aontana dispone, nel 1,=1, che due suoi libri siano posti nel
feretro in cui sar! portato, <unus a capite et alter a pedibus more scolastico<' anche *ldo
;anuzio verr! deposto nella chiesa di S. Paternian <con libri atorno<
$1B:%
. ( loro libri venono
dati in prestito $il predetto Lodovico li aveva consenati a Leonardo da Pesaro' ;atteo de
6rsariis da Salerno, che testa nel 1-11, aveva prestato il suo Prisciano alla priora di S. ;aria
3eleste%, sono dati in aranzia di mutui, sono comperati e venduti per cifre non trascurabili.
Paolo da Aiaiano, che testa nel 1-2B, sembra ne facesse un florido commercio1 doveva aver
accumulato non pochi libri di medicina e di filosofia, che lascia all#amico *ntonio Vannozzi,
con il &uale aveva collaborato neli studi e nell#insenamento. Ara i libri ch#eli menziona vi
sono un +erenzio, le Epistolae di +ullio, un libro con tutto *vicenna e tre libri ch#eli aveva
avuto da un tale <&ui ivit in alleis<' doveva trattarsi di una persona di non modesta cultura, se
prima d#imbarcarsi aveva ceduto a Paolo per la vendita le Epistolae di Seneca e li aveva
consenato anche un @oezio e un <+ullium de *micicia<. Paolo appare in buone condizioni
economiche, ma non il solo fra i maestri a disporre di mezzi1 ?iovanni da @olona detto
<maistro Nan SoranOo<, che testa nel 1-1:, sembra addirittura ricco' e benestante appare
<(acomo ;oron da l#abacho<, che detta le sue ultime volont! nel 1-2D
$1B=%
.
(l libro era presente anche in altri ambienti. 3i pervenuto l#inventario della biblioteca di
)rcole, filio adottivo del famoso pittore ?iacobello del Aiore, redatto nel 1-:1
$1BC%
. Non vi
sono classici, ma solo libri di aromento reliioso, per lo pi" in volare1 un breviario, un
<diurno<, anch#esso libro di prehiere, un officio <de nostra dona<, un libro di salmi, <un libro
in bamba7ina, trata de la conscientia de san @ernardo<, un altro che tratta di virt" e vizi, <el
transito de s. Ieronimo<, il </ialeo de san ?reorio<, l#Apocalisse, le Epistole, i 'angeli. /a
buon cittadino )rcole ha li Statuti di 'ene%ia e una <promission del do7e<. 6nico libro di
aromento profano, un <+roian<, il poema cavalleresco cos8 popolare a Venezia. Si tratta di
una biblioteca tradizionale, conservatrice' l#umanesimo non sembra averla influenzata' a meno
che &ualcosa di diverso non si celasse in &uei <molti altri volumi e scartafazii< che appaiono
in possesso della sua <comessaria<, (7abeta molie di Niccol4 Fen.
0ltre alle biblioteche private, esistevano anche raccolte pubbliche. Perduta la rande
occasione di dar vita ad una biblioteca statale cori i preziosi libri del Petrarca, la Gepubblica
rimase priva, sino al 1-:C, di una raccolta libraria destinata al pubblico uso1 l#ebbe in
&uell#anno, come si accenner!, razie alla lunimiranza di un cardinale umanista, il reco
@essarione.
Vi era peraltro, custodita dai procuratori di S. ;arco, probabilmente in un locale dell#edificio
della basilica marciana, una raccolta libraria avente per contenuto atti ufficiali non destinati al
pubblico ma ai overnanti. Si trattava, come si i! ricordato, dei documenti pubblici di
maior rilievo, conservati per lo pi" in copie, stese con eleante scrittura libraria e ornate nei
capilettera
$1BD%
. *ccanto ali atti ufficiali in oriinale e in copia vi sar! stata presso la
cancelleria &ualche raccolta di modelli di bello scrivere, di rande utilit! per i diplomatici.
3ertamente essi avranno avuto sottomano &ualche trattato di <ars dictandi<, con modelli di
lettere e di atti redatti con le formule opportune. 9 noto poi che, diffusasi la fama del Petrarca,
le sue lettere erano elosamente tesaurizzate dal cancellier rande @enintendi e dai suoi
collaboratori come fonte d#ispirazione per uno stile eleante, pi" raffinato e ricco di &uello
tradizionale1 ve ne sar! stata una copia a disposizione dei funzionari, che poi avranno
aiornato via via i loro modelli con l#evolversi del usto e della cultura.
Vi era anche un libro conservato nella sala d#armi del consilio dei dieci1 un codice di lusso,
ornato con i ritratti dei 3arraresi, contenente la enealoia dei sinori di Padova. Non si
trattava di un libro destinato alla lettura, ma di una preda di uerra da custodire elosamente1
tuttavia esso venne rubato nel 1-C1
$11B%
.
Vi era poi la raccolta della chiesa di S. ;arco, amministrata, come noto, dallo Stato stesso,
attraverso l#altissima autorit! dei procuratori. Nel santuario di S. ;arco era custodito, a partire
dal 1-2B, il pezzo pi" importante dal punto di vista reliioso1 un frammento del Vanelo di s.
;arco, creduto di mano dell#*postolo. Nel +esoro si conservavano alcuni codici di apparato,
racchiusi in sontuose leature ornate di pietre preziose, perle e smalti' il contenuto
peramenaceo veniva usato nelle maiori ricorrenze e poteva anche essere sostituito in caso
di deperimento. *ltri volumi erano conservati nella Sacrestia1 libri liturici, d#uso, spesso
destinati a un rapido ricambio. Nelle residenze del primicerio e dei cappellani vi saranno stati
anche libri non strettamente liturici1 &ueli ecclesiastici avranno avuto necessit! di &ualche
testo iuridico, di patristica, di aiorafia, forse di &ualche opera di erudizione, di storia, di
rammatica. *nche la chiesa episcopale, poi patriarcale, di S. Pietro di 3astello aveva una
raccolta libraria, i! esistente nel 12C.
$111%
.
3onsiderevoli biblioteche possedevano le istituzioni monastiche. *nzitutto &uelle dell#0rdine
benedettino1 la produzione di libri, come si detto, approvata e incoraiata dalla Geola' i
libri confezionati nello scriptorium si accumulano nella biblioteca del monastero. Si detto
dell#importanza delle attivit! scrittorie del monastero camaldolese di S. ;ichele di ;urano'
una serie di abati particolarmente sensibili alla cultura come Paolo Venier, ;affio ?erardi,
Pietro /on!, Pietro /olfin, favoriva l#arricchimento della biblioteca monastica
$112%
.
(l monastero di S. ;attia di ;urano areiava con &uello assai pi" rande di S. ;ichele
nella raffinatezza delle raccolte librarie, chiamando a miniare i suoi libri liturici l#illustre
artista 3ristoforo 3ortese. *lla fine del secolo >V( conservava ancora una cin&uantina di
manoscritti, molti dei &uali miniati e in peramena
$11,%
.
6na settantina di codici, tutti di aromento reliioso, possedeva nel 1,:2 il monastero di S.
?iorio
$11-%.
6sato spesso per ospitare visitatori illustri, esso ebbe la ventura di offrire asilo a
3osimo de# ;edici, in esilio a Venezia neli anni 1-,,-1-,-' a lui risalirebbe la volont! di
rinnovare la biblioteca del monastero. La predilezione di 3osimo per S. ?iorio dipendeva
forse dai suoi leami con papa )uenio (V 3ondulmer, che anche dopo l#elevazione alla tiara
manteneva stretti rapporti con &uella fondazione monastica. Secondo la tradizione, 3osimo
avrebbe affidato la ricostruzione a ;ichelozzo. Quel che certo invece che l#edificazione di
una nuova biblioteca a S. ?iorio avvenne anni dopo, concludendosi nel 1-=,, sempre
peraltro a spese dei ;edici, che cos8 onoravano l#impeno assunto dal fondatore della loro
potenza. La costruzione della nuova biblioteca era resa forse necessaria dall#imminenza di un
cospicuo lascito al monastero, &uello del @essarione, che poi ebbe destinazione diversa' e fu
forse in &ueli anni, e non all#epoca di 3osimo, che si verific4 l#intervento di ;ichelozzo
$11.%
.
(l monastero di S. 3ipriano di ;urano aveva nel secondo +recento una biblioteca di
centocin&uanta titoli, tutti di aromento sacro. Libri di carattere reliioso si conservavano nei
monasteri di S. *ndrea della 3ertosa, S. /aniele, S. ;aria della 3arit!, S. ?iorio in *la, S.
Salvador. *vevano libri i ?esuati di S. *nese e li )remitani dell#*nelo Gaffaele, che
facevano anche opera di copia
$11:%
.
*nche i monasteri femminili ne avevano1 cos8 S. Faccaria, S. Servilio, S. *lvise, S. ?irolamo,
S. ;aria deli *neli di ;urano. Le suore domenicane della 3roce della ?iudecca
coltivavano interessi letterari di buon livello1 )rmolao @arbaro il vecchio forn8 loro una sua
traduzione dal reco della 'ita di S. Atanasio scritta da )usebio, venendo incontro ad un loro
espresso desiderio
$11=%
. Si i! visto che le suore della 3roce cercavano libri sacri miniati da
copiare' e presso il loro convento Leonardo ?iustinian si procura, come si accenner!, una
rammatica reca.
( libri dei monasteri benedettini erano di norma destinati all#uso dei monaci1 la lettura aveva
una parte importante nella vita monastica. *l capitolo -C della Geola di s. @enedetto
venono minuziosamente disciplinate le ore in cui la lettura lecita $dopo la colazione di
mezzoiorno% e &uelle in cui invece obbliatoria1 due ore alla mattina, tre in Quaresima.
*ll#inizio della Quaresima oni monaco riceve un codice, da leere <di seuito e
interamente<1 due anziani devono viilare che tutti siano effettivamente intenti alla lettura,
percorrendo il monastero nelle ore ad essa consacrate. )ra talvolta consentito il prestito anche
a persone esterne al monastero
$11C%
. Non previsto uno spazio apposito per la lettura1 i monaci
leono nelle loro celle. ( libri si conservano nei monasteri maiori in uno spazio assimilato
all#archivio, accessibile solo a chi ne ha la custodia' in altri nella stanza dell#abate o nella
sacrestia.
Arancescani e /omenicani possedevano invece vere e proprie biblioteche di consultazione,
con i libri incatenati ai banchi di lettura, aperte talvolta anche a chi non appartenesse al
convento. /i solito esse si presentavano come una sala obluna, occupata da due file parallele
di banchi con un corridoio libero in mezzo1 un modello che avr! lara e durevole fortuna. La
sala era talvolta ornata alle pareti da dipinti, come &uella di S. Arancesco della Vina che il
Sanudo descriver!, alla fine del secolo, indicando i nomi dei personai illustri dell#0rdine i
cui ritratti si vedevano al tempo suo. *ccanto alla biblioteca di consultazione vi era poi di
reola un#altra biblioteca, detta sereta, perch5 chiusa in armadi, o circolante, perch5 destinata
al prestito1 &uest#ultima era usualmente di maiori dimensioni, come risulta, peraltro in
epoca posteriore, anche a S. Arancesco della Vina. (l prestito, sia pure controllato
attentamente per evitare la diffusione di testi che potessero essere fonte di scandalo o di
errore, veniva infatti laramente praticato dai due maiori 0rdini mendicanti, di norma
contro un peno adeuato
$11D%
. La consistenza di tali biblioteche, ac&uisite per le necessit! di
studio dei confratelli e accresciute per lasciti e doni, era considerevole1 &uella di S. /omenico
di 3astello contava centotrentuno titoli nel 1,DD
$12B%
.
La pi" importante biblioteca domenicana era &uella dei SS. ?iovanni e Paolo1 alla fine del
Quattrocento, razie al padre enerale ?ioachino +orriano, umanista e studioso di reco,
iunse a rande prestiio
$121%
, al punto che il senato pens4 di affidare al convento, come si
dir!, la biblioteca del @essarione.
(n enerale l#affermazione dell#umanesimo determin4 un considerevole arricchimento delle
biblioteche reliiose. ( monaci, e in particolare i superiori, erano spesso persone colte, che
tenevano ad aiornare le raccolte dei loro istituti. (l livello culturale delle istituzioni reliiose
era elevato. Leonardo ?iustinian, che trascorre a ;urano un felice soiorno estivo, conversa
con i padri <de sacris litteris aut optimo vivendi enere<, traendone nobile diletto1
meriterebbero, dice, di essere chiamati <filosofi cristiani<
$122%
.
*nche altre istituzioni, oltre a &uelle reliiose, possedevano libri. +esti liturici, <marieole<
ornate, libri con nomi e stemmi di confratelli possedevano le scuole o confraternite, sia &uelle
<randi< sia le altre
$12,%
.
,. ?li umanisti e il libro
Quello che si cercato di delineare per cos8 dire lo sfondo su cui si innesta, nei primi
decenni del secolo, una trasformazione, si direbbe una rivoluzione, di rande portata nel
mondo della cultura1 l#adesione del patriziato all#umanesimo. /apprima indifferente ad essa,
l#"lite patrizia, in coincidenza anche con l#ac&uisto della +erraferma, si impadronisce della
nuova cultura e anzi vi si distinue al punto da fare di Venezia uno dei centri maiori di
irradiazione del messaio umanistico.
( primi patrizi interamente con&uistati all#umanesimo appartenono alla enerazione nata
neli anni Settanta del +recento1 Faccaria +revisan il vecchio $1,=B-1-1-%' Pietro ;arcello
$1,=:-1-2C%' Pietro ;iani $1,=B-1-,,% scrivono eleanti orazioni latine, corrispondono con
?uarino e col Vererio' ad essi fanno seuito i pi" iovani, Leonardo ?iustinian $o Fustinian,
1,CD-1--:%, Arancesco @arbaro $1,DB-1-.-%, *ndrea ?iuliano $o Fulian, 1,C--1-.2%, i tre
nomi pi" illustri della prima staione umanistica del patriziato, fiorita nei primi decenni del
nuovo secolo
$12-%
. )ssi scoprono con infinito entusiasmo la bellezza deli studi, vi dedicano
con infaticabile passione le ore che riescono a strappare ali impeni politici e amministrativi,
cui non possono n5 voliono sottrarsi perch5 connaturati alla loro condizione, sfidano le
critiche della maioranza dei loro collehi che non ne comprendono le motivazioni ideali' a
seuito dei loro sforzi Venezia si inserisce a pieno titolo nel fervore umanistico della penisola.
* uidare &uesti iovani - che naturalmente costituiscono un#"lite - nella scoperta della nuova
cultura sono soprattutto due randi maestri1 ?asparino @arzizza e ?uarino Veronese, il cui
insenamento non si limita alla filoloia ma mira alla formazione morale dell#uomo.
6n#attenzione ali aspetti morali della cultura che caratterizzer! tutta la storia dell#umanesimo
veneziano
$12.%
.
Strumento della con&uista da parte di &uesti iovani entusiasti di una nuova dimensione della
vita il libro. /alla lettura essi traono una ioia che nella sua randezza &uasi li sorprende1
<mirum est, mi ?uarine, &uanta in leendo delectatione afficiar<, scrive Leonardo ?iustinian
al suo maestro e amico nel 1-2B. Nulla eli desidera di pi", nulla pu4 melio rasserenare e
nutrire l#anima. /ai libri eli si svelle con somma riluttanza' anzi li lascia solo perch5 la cura
della salute lielo impone, non certo perch5 li vena meno il usto della lettura o si ineneri
in lui un senso di saziet!
$12:%
.
La lettera del ?iustinian scritta da ;urano, nell#estate1 eli si recato in &uel <municipium
ereie amoenum< con la familia, razie ad una sospensione di due mesi da oni carica,
inflittali per il rifiuto di un reimento. (nvece di soffrire della sanzione, eli ne felice,
perch5 la rottura di &uei vincoli che impacciavano a Venezia la sua vita &uotidiana li
consente di odere appieno di una libert! insperata. (l &uadro ch#eli d! della sua vacanza
muranese vivacissimo1 una vita armoniosa, in cui alla lettura si alternano visite ai dotti
monaci nei monasteri, passeiate nelle isole deliziose ricoperte di frutti e di veetazione, ite
in barca, musica. ;a il libro il centro1 ali altri diletti eli si accosta strappandosi ai libri, <e
libris ereptus<. (l libro un amico con cui si parla, si conversa, si discute1 il momento pi"
bello il riposo, all#ombra, durante il &uale Leonardo non mai solo1 <ali&uis semper aut
latinus aut raecus comes mecum confabulatur, disserit, lo&uitur<. Vi sempre un libro con
lui1 latino o reco.
(n modo analoo si esprime, anni dopo, Lodovico Aoscarini, uno dei maiori esponenti
dell#umanesimo veneziano della enerazione successiva. Nei libri, eli dichiara nel
testamento, dettato nel 1-=C, <consistit omnis mea felicitas<
$12=%
. /ella consuetudine con
+ucidide, scrive nell#estate del 1-:1 a ?uarnerio di *rtena, che li aveva prestato una
traduzione latina dello storico reco, eli si era dilettato <mirum in modum<1 senza la
compania dei reci non li pareva di poter trascorrere una vita <iocundam< in terra friulana.
3om per Leonardo ?iustinian, li autori antichi sono dei <comites<, deli amici. *ttende con
impazienza )rodoto, *ppiano' non riesce invece ad affrontare Aalaride, troppo crudele, che
&uasi lo spaventa con le sue esta feroci1 tutt#al pi", scrive nel dicembre, poteva servirli per
imparare &ualche metodo efferato per tenere a bada ?eremia de Simeonibus, il medico
udinese ch#eli fa oetto di motti scherzosi nella sua corrispondenza, dipinendolo come
monumento di ottusit!. (l Aoscarini ne fa il simbolo dell#erudito passatista, insensibile al
fascino dei classici perch5 timoroso del loro contenuto paano' ma poi, &uando lee un
codice di ?uarnerio contenente li scritti di )frem monaco, anch#eli si riscatta, perch5 si
mostra almeno capace di entusiasmo1 <)phraim laudat, benedicit, manificat<. ( libri sono
personificati, &uasi deli amici essi stessi, deli ospiti che decidono di ritornare a casa1
<+hucidides hospes noster post multos hos dies domum reverti deliberavit<' <redeunt nunc ad
te Leo, *mbrosius et *ppianus<. Presenze costanti, benefiche, che cementano l#amicizia con
?uarnerio, destinatario non solo di libri ma anche del dono di due salmoni, venuti
direttamente dalla Gussia, e desinato ad essere padrino del primoenito del patrizio
$12C%
.
6n aspetto importante del nuovo atteiamento nei confronti deli studi la riscoperta della
cultura reca. Nel secondo +recento erano passati per Venezia o vi avevano soiornato
numerosi dotti bizantini, ma la loro presenza non aveva lasciato traccia alcuna. * partire dal
secondo decennio del Quattrocento il mutato orientamento culturale fa s8 che ci si appassioni
alla recit! soprattutto antica, che se ne ricerchino i documenti scritti, che ci si sforzi di
apprendere la linua in cui erano stati espressi tanti capolavori, della cui importanza per la
storia umana ci si andava rendendo consapevoli. 9 ancora ?uarino a farsi pioniere di &uesta
impresa spirituale1 per apprendere il reco si reca a 3ostantinopoli, nel 1-B-, al seuito del
bailo Paolo Fane, e vi rimane per circa cin&ue anni, ospite nella casa dei 3risolora. *l suo
rientro eli in rado di incominciare l#insenamento del reco, avendo come discepoli il
@arbaro e il ?iustinian. *i due dotatissimi allievi si offrir! l#occasione di far mostra con
successo della loro competenza, nel 1-2,, con l#imperatore bizantino ?iovanni V((( in
persona, durante un soiorno di &uesti in Venezia. Sintomo elo&uente del nuovo clima, il
venerando ammiralio 3arlo Feno $1,,--1-1C%, vero eroe nazionale, si dedica, ottantenne,
allo studio della recit! antica, con un amore e una devozione che Arancesco @arbaro rievoca
con parole commosse. )li conosceva certo il reco moderno, avendo viaiato e
uerreiato per anni nel Levante1 ma ora si voleva ai capolavori della classicit!. +ale il
suo amore per la cultura che, &uando attorno al 1-B= si reca a ?erusalemme per mare, porta i
libri con s5, e li perde nel naufraio della sua alera.
*ttorno a ?uarino e ai suoi due randi allievi patrizi, il @arbaro e il ?iustinian, ruota
interamente la rinascita dell#interesse per la recit!. *d essa partecipano alcuni membri di una
classe professionalmente interessata alla scrittura e in contatto col mondo reco per raioni
d#ufficio1 &uella dei funzionari della cancelleria. Non tutti, ch5 anzi proprio dalla cancelleria
provenono forti resistenze alla tendenza filo-reca1 &uell#ambiente cui si doveva la prima
diffusione dell#umanesimo a Venezia rimaneva attaccato alla tradizione latina e contestava
l#utilit! dello studio del reco. 3i4 almeno valeva per &uei membri della cancelleria che si
riconoscevano nelle posizioni espresse dal cancelliere di 3reta Lorenzo de ;onacis $P 1-,C%
in una perduta lettera al @arbaro1 dalla risposta di &uesti si ricava che il cancelliere, che pure
conosceva bene ?uarino, il @runi e li altri entusiasti della recit!, e che inoltre si serviva di
fonti bizantine per le sue opere storiche, sosteneva che &ueli studi erano una perdita di tempo
$12D%
. *ltri invece dello stesso ambiente sono di diverso parere e seuono ?uarino, il @arbaro e
il ?iustinian, entrando nel loro circolo, collaborando ai loro studi.
Personalit! di rilievo Arancesco @racco, compano di studi di ?uarino, amico sin dal 1-1-
di Arancesco @arbaro, che lo dice, in una lettera del 1-1C, <mihi familiarissimum<1 li aveva
affidato anche il compito di funere da tramite con 3amillo da Aerrara, incaricato &uest#ultimo
di trovare libri reci, preferibilmente sacri, nella citt! padana. *mico di ?uarino anche
Ludovico @evazzano, che riceve in dono da lui un codice di s. @asilio. @artolomeo Aasolo
intento nel 1-22 a trascrivere un *puleio $e, nel 1-:-, lascer! in morte un breviario, scritto di
sua mano, a un ecclesiastico, *ostino della 3arit!%. ;ichele Salvatico, notaio presso i capi
sestiere, copia numerosi codici per Arancesco @arbaro. Guero 3ataldo, notaio, attivo fra il
1-2B e il 1-:1, allievo e corrispondente di ?uarino1 per lui cerca anche libri sul mercato
veneziano $lettere di s. ?irolamo, opere di 3icerone%. 9 anche amico del @arbaro, che nel
1--, lo prea di restituirli un codice di s. ?irolamo. Pi" iovane Sebastiano @orsa, protetto
di Leonardo ?iustinian e di suo filio @ernardo, amico di Niccol4 Saundino e di ;arco,
Pietro e Paolo *urelio, tutti membri di rilievo della cancelleria1 cancelliere a ;odone dal
1-,- al 1-.., doveva conoscere il reco per <roborar le carte de rie7i< nel suo ufficio.
La familiarit! di &uesti funzionari con il reco e con la scrittura bizantina, in particolare con
&uella usata neli atti ufficiali, li porta ad elaborare una scrittura particolare, un#anti&ua
influenzata da usi rafici bizantini1 una scrittura che si ritrova non solo in atti di cancelleria o
in manoscritti, ma anche in epirafi dell#epoca, a prova dell#importanza del fatto culturale
della rinascita deli studi reci
$1,B%
.
6n#altra cateoria pienamente partecipe del movimento umanistico &uella dei medici.
Niccol4 Leonardi $1,=B-1-.2 ca.% possedeva una biblioteca anche reca1 fra i copisti da lui
impieati vi era, sembra, anche ?iorio +rapezunzio. )ra particolarmente vicino a Arancesco
@arbaro e a Pietro +omasi. /ella biblioteca di &uest#ultimo si detto. ?iannino 3orradini era
molto leato al @arbaro, che dichiara di aver ricevuto in dono un prezioso 3atullo <a cive
veneto (anino 3oradino suo<
$1,1%
.
;a il maior numero di biblioteche di impronta umanistica si ritrova nell#ambito dell#"lite
patrizia. Faccaria +revisan desiderava imparare il reco antico durante il suo soiorno come
capitano a 3andia $1-B,-1-B-%, ma non sembra vi riuscisse pienamente' si procur4 peraltro
traduzioni latine di opere reche che li stavano a cuore, come la 'ita di emistocle di
Plutarco, tradotta da ?uarino, che li dedic4 la sua versione, e la Repubblica di Platone, che
ebbe dal 3risolora1 scelta indicativa deli interessi di un patrizio vivamente partecipe della
cosa pubblica. *nche Pietro ;arcello $1,=:-1-2C% si applic4 allo studio del reco sotto la
uida di ?iorio +rapezunzio, ma prefer8 procurarsi le traduzioni latine eseuite dai discepoli
del 3risolora1 fu anzi fra i primi ad averle e le diffuse fra i dotti, al pari delle Epistulae ad
Atticum di 3icerone, che fece conoscere a Venezia. Pietro ;iani possedeva codici latini e
anche reci, che lasci4 al filio e ai nipoti con la proibizione di venderli per almeno &uindici
anni. Ara i codici reci, +ucidide, Plotino, Plutarco, Senofonte, la 'ita -omeri attribuita a
)rodoto, un salterio
$1,2%
.
3ospicua era la raccolta di codici reci di Arancesco @arbaro1 a &uelli che si trovavano nel
Settecento a S. ;ichele di ;urano $la Retorica di *ristotele, @asilio super .enesim, 3irillo,
?aleno, li Erotemata del ;oscopulo, l#+sagoge di Porfirio ad *ristotele, i Dialoghi di
Platone, una raccolta di trattati musicali% sono da aiunere molti altri codici, come &uelli
contenenti Luciano, *ristofane, una silloe di poeti $Luciano, )siodo, Pindaro, )uripide,
Licofrone%, 0mero, +ucidide, Senofonte, ?emisto Pletone, e probabilmente altri di cui non si
ancora trovata notizia. *ccanto ai codici reci, ve n#erano numerosi di latini, a cominciare
da *ristotele
$1,,%
.
*nche Leonardo ?iustinian aveva codici reci, come &uella copia della 'ita di emistocle di
Plutarco che invi4 a ?uarino. Nel 1-1. invia un <indiculus< della sua biblioteca ad *mbroio
+raversari. Gimanono alcuni codici con sue note di possesso1 contenono )liano e
*ristotele, Psello e +eodoro *bu-Qurra, Libanio, Plotino e ;assimo +irio. Si sa che
possedeva anche /ioene Laerzio. Nel 1-1: il +raversari si informa se sono arrivati da 3ipro
i codici che Leonardo attendeva
$1,-%
.
Leonardo ricorreva naturalmente ali amici, anzitutto a ?uarino, che li scrive dolendosi di
non poterli subito procurare la Repubblica di Platone che desiderava
$1,.%
' per li ac&uisti di
opere di letteratura in volare si rifornisce a Airenze, ove ha un altro amico illustre, il i!
nominato +raversari. (l tramite con il rande camaldolese ;ariotto Nori, un fiorentino che si
recava spesso a Venezia come incaricato di affari deli Strozzi o di altri o come seretario
d#ambasciata. <;ariottus ipse noster<, scrive il +raversari nel 1-2D, <aperuit mihi de libris
sacris nostralis idiomatis &uid cupias, &uid velis<
$1,:%
. Aorse pi" che inviare una lista precisa di
desiderata Leonardo avr! fatto sapere all#amico il enere di composizioni che desiderava
ac&uisire1 e il +raversari promette di soddisfarne i desideri con abbondanza e subito. Poco
dopo fa seuito per rassicurarlo1 un ran numero di libri in volare, sacri ma anche profani,
era in arrivo, al pi" presto liene avrebbe inviato un elenco. L#<inde7< perduto, ma in una
lettera successiva il +raversari d! un ampio resoconto di &uel che aveva fatto per compiacere
l#amico1 non li era riuscito di avere il estamentum vetus vulgariter scriptum1 un amico che
lielo aveva fatto sperare si era volatilizzato. /oveva trattarsi di un libro di difficile
reperimento. *ltri due volumi, la Medicina cordis e la M!stica heologia, erano invece a
portata di mano1 li aveva un buon amico, e sicuramente li avrebbe fatti paar poco. Non li
era riuscito di trovare in alcun modo, nemmeno paando, la Summa con(essorum.
(n una successiva lettera il camaldolese fornisce nuove notizie sul proresso delle trattative1
presto avrebbe avuto un ottimo e/tus sententiarum' aveva anche trovato la Summa de
casibus conscientiae, costava 1. fiorini ed era a disposizione del ?iustinian, se era d#accordo.
Quanto al volume De vitis sanctorum patrum, poteva procurarlo1 ma costava troppo, da
veronarsi. <Piet pretiis nimis mani<1 ma i libri in volare costavano pi" cari di &uelli in
latino. +ale scarsit! si spiea col fatto che la produzione di libri in volare era opera, in
particolare a Airenze, di scribi non professionisti, che li producevano per l#uso proprio e dei
familiari, non per la vendita
$1,=%
.
/alla accurata relazione del +raversari apprendiamo cos8 alcuni dei desideri di Leonardo1 ma
forse eli avr! chiesto anche altro. Sembra naturale pensare che li siano iunte da Airenze le
Laudi di Iacopone e di altri poeti toscani, prezioso alimento per la sua musa reliiosa
$1,C
%.
/a parte sua, anche il +raversari manifesta a Leonardo dei desideri in tema di libri.
Gipetutamente li chiede l#invio di &ualcuna delle sue laudi, <cum melodiis suis<. 6n#altra
volta ricorre all#amico perch5 li vena inviata, naturalmente a paamento, una libbra di
colore azzurro1 dev#essere di alta &ualit!, deve servire all#ornamento sapiente e raffinato dei
libri del monastero
$1,D%
. (l libro, anche nella sua confezione e non solo nel contenuto, sempre
al centro delle cure e dei pensieri dell#"lite umanistica. 9 sempre Leonardo a procurare a
?uarino buone penne, comperate <con dilienza< addirittura a 3reta
$1-B%
1 ed eli si preoccupa
che non siano all#altezza di &uello che ?uarino si attendeva, e assicura l#amico di aver fatto il
possibile, mostrando di tenere moltissimo a far buona fiura con &ueste forniture di materiale
scrittorio.
( libri danno oriine ad un#intensa corrispondenza, i prestiti producono una fioritura di copie
che diffondono i testi pi" amati e insieme &uelli meno noti e &uelli tratti dall#oblio, rinvenuti
soprattutto nelle biblioteche monastiche. Poio ritrova nel 1-1. due 0ra%ioni di 3icerone1
i! pochi mesi dopo il @arbaro le pu4 leere a Airenze. Nel 1-1= al 3oncilio di 3ostanza
Poio fa le sue scoperte pi" sensazionali1 ne d! subito notizia al @arbaro, che li scrive
entusiasta. Pochi anni dopo il @arbaro prover! a sua volta l#ebbrezza della scoperta, &uando
li apparir! a ?rottaferrata un piccolo fondo di codici reci
$1-1%
. /urante il 3oncilio di @asilea
?reorio 3orrer si procura una copia del De providentia Dei di Salviano
$1-2%
. Pietro /on!
rinviene un codice contenente tredici preziosi opuscoli <di carattere eorafico toporafico
anti&uario<
$1-,%
.
0ltre ai randi monasteri del Geno, fonte senza pari di codici latini, l#altra rande sorente di
scoperte 3ostantinopoli, con le sue biblioteche che sembrano inesauribili. Non si ha peraltro
notizia di ritrovamenti sensazionali da parte di collezionisti veneziani1 nulla di paraonabile
ali straordinari ac&uisti di ?iovanni *urispa, e nemmeno a &uelli di Arancesco Ailelfo e di
?uarino' ma un flusso costante di libri reci andava ad alimentare le raccolte della citt!.
6n#altra fonte di manoscritti 3reta. ;arco Lippomano, duca a 3andia, mette a frutto il
soiorno facendosi trascrivere Luciano, la Meccanica di *ristotele e il De operatione
daemonum di Psello
$1--%
. *nche da 3ipro iunono codici1 l! che si approvviiona Leonardo
?iustinian.
Naturalmente nel commercio dei codici reci i maiori intermediari sono i ?reci, o i ?reco-
Veneti. (l Basilio del @arbaro li proviene da /emetrio Ailomati' il ?aleno da ?iano
Podocataro
$1-.%
. Nel 1-2B il +raversari si attendeva randi cose dalla venuta a Venezia di un
membro della familia imperiale bizantina che si diceva avesse seco ran copia di libri1 ma
poi non sembra vi fosse un seuito
$1-:%
.
Le missioni diplomatiche e militari e li incarichi di overno in 0riente rappresenteranno sino
alla fine della Gepubblica la rande occasione, per i collezionisti, di buoni ac&uisti1 di codici
antichi, ma anche di opere d#arte e di oetti archeoloici. (l recupero dell#antico non
coinvole soltanto il libro1 nel desiderio di ritrovare lo spirito dell#antichit!, di riappropriarsi
della sua luce, l#umanista ne ricerca con devozione oni testimonianza1 statue, monete,
oetti.
6n animato &uadro del mondo dei nobili umanisti veneziani ci viene offerto dal enerale dei
3amaldolesi *mbroio +raversari, in visita a Venezia nei mesi di maio e iuno 1-,,
$1-=%
.
L#accolienza in citt! calorosissima1 venono a festeiarlo Arancesco @arbaro, Leonardo
?iustinian e molti altri iovani nobili. ) continuano a venire al monastero ove alloia, S.
;ichele di ;urano, in molti, oni iorno, con tale devozione da metterlo &uasi in imbarazzo.
Viene anche il rande scopritore di epirafi e di reli&uie dell#antico, l#esploratore archeoloico
dell#0riente, 3iriaco d#*ncona, che li mostra antiche scritte e monete d#oro e d#arento.
?iune poi un medico di ran fama, che li parla dei codici che possiede, mettendo al
+raversari una ran volia di vederli' ed anche impaziente di vedere &uelli deli amici
@arbaro e ?iustinian.
Pochi iorni dopo il medico, che altri non che Pietro +omasi da noi i! incontrato, li porta
in visione i suoi codici reci' il @arbaro li manda in dono due manoscritti' ?iorio
+rapezunzio ottiene da lui una commendatizia. ;a il soiorno non li offre solo delizie
intellettuali1 deve anche occuparsi di controversie, behe, accuse, le solite miserie della vita
fratesca. Nel vicino monastero di S. ;attia le liti fra il priore e alcuni monaci erano iunte al
punto che si erano snudate le spade e i reliiosi correvano &ua e l! armati di bastoni. ;a a
darli consolazione c#erano sempre li amici umanisti. Aantino /andolo si intrattiene con lui
un#intera iornata1 lo accompana a vedere i luohi santi, lo invita a pranzo, indi si reca con
lui a visitare due biblioteche private1 anzitutto &uella di ?iovanni 3orner, vicino di casa del
/andolo. (l camaldolese ammira la residenza <splendidissime instructam< e la biblioteca, che
iudica <non inobilem<1 non vi trova nulla di nuovo, ma <multa tamen pulchra
ornatissima&ue volumina, tum sacra tum profana<. Visitano poi la biblioteca del ricco medico
Pietro +omasi. Si trattava di un luminare della medicina, ma anche di una persona
cortesissima $<vir humanissimus< lo dice il +raversari% e colta1 non era ancora del tutto
padrone del reco, ma possedeva vari codici interessanti, fra i &uali il +raversari nota Paolo di
)ina, ?aleno, i trattati musicali di +olomeo e di Plutarco col commento di Porfirio a
+olomeo, e i Moralia di Plutarco in due volumi. *lla sua morte, nel 1-.C, si troveranno
centotrentadue libri che verranno - come si detto - venduti all#asta1 soprattutto testi di
medicina, ma non libri reci, salvo uno, purtroppo non descritto.
(l +raversari non riesce invece a vedere le biblioteche deli amici @arbaro e ?iustinian,
perch5 sono occupatissimi <in Geipublicae neotiis<' per i patrizi li impeni pubblici hanno
la precedenza su oni altro, anche se la visita di un personaio della levatura del +raversari
sarebbe stato per loro un avvenimento ratissimo. Non fa in tempo nemmeno ad incontrare il
vescovo di Vicenza Pietro ;iani, morto pochi iorni prima, ma spera di poter vedere il
manifico salterio reco che &ueli possedeva. Quanto a Aantino /andolo $1,=D-1-.D%, che
li dedica volentieri tanto tempo, la spieazione di tale libert! fornita dal +raversari stesso1
eli si consacrava ormai all#esercizio <sacrarum litterarum<, dopo una vita attivissima,
trascorsa al servizio prima della Gepubblica, poi della 3hiesa.
Poco dopo, recatosi a Padova, vi trova presso un frate dalmata, ;arino, sette epistole a lui
inote di s. *ntonio' e presso un altro patrizio veneziano, )rmolao @arbaro $il vecchio, 1-1B-
1-=1%, filio di un fratello di Arancesco, Faccaria, fa una scoperta che lo entusiasma1 un
codice contenente un autore ancora non noto a Airenze, 3ornelio Nepote.
6n altro incontro interessante per il dotto monaco &uello con @enedetto /andolo. Questi si
duole di non aver saputo in anticipo del suo arrivo' se ne fosse stato informato si sarebbe
adoperato in tempo perch5 fossero mostrate al +raversari le molte monete antiche che si
trovavano a Venezia1 ve n#erano infatti <apud pleros&ue nobilium<. /al canto suo @enedetto
li mostra varie monete antiche, alcune delle &uali d#oro, che aveva raccolto nei suoi viai
$1-C%
. (l collezionismo anti&uario era dun&ue i! diffuso1 in esso ecceller!, &ualche anno dopo,
Pietro @arbo, che nel 1-.= possedeva &uarantasette bronzi antichi, duecentoventisette
cammei, vasi, avori, monete, pietre incise1 eli continuer! ad occuparsi con passione della sua
raccolta anche dopo l#ascesa al pontificato col nome di Paolo (( $1-:--1-=1%
$1-D%
.
6n &uadro sereno della vita ideale del patrizio umanista ci offerta da 3ristoforo
@uondelmonti, il colto prete fiorentino che percorse l#)eo raccoliendo manoscritti e oetti
antichi. )li a 3andia fra il 1-1. e il 1-1C e vi incontra un veneziano, Niccol4 3orner.
Questi viveva solo, traendo diletto dalla lettura dei classici1 leeva spesso anche /ante $<et
/antem in manibus ali&uando tenet<%. )li ornava il suo iardino <sculpturis marmoreis
anti&uissimis< che trovava nella campana circostante e poneva su appositi piedistalli. Nel
iardino c#era anche una fonte viva che sorava dalla bocca di una testa antica, a destra e a
sinistra della &uale erano posti i busti di ;arc#*ntonio e di Pompeo. Quel iardino, nota il
@uondelmonti, era simile al paradiso
$1.B%
.
3erto il 3orner poteva permettersi una vita cos8 serena perch5 viveva in una remota colonia,
luni dali affari e dal potere. Per i nobili umanisti rimasti in patria la partecipazione
assorbente all#attivit! di overno lasciava poco spazio ali otia. (l che non sinifica,
naturalmente, che non si concedessero dei periodi di riposo1 Faccaria 3ontarini passava
parecchio tempo nella &uiete dei 3olli )uanei, ove ospit4 nel 1-,. 3iriaco d#*ncona, senza,
peraltro, trascurare li affari con 3ostantinopoli
$1.1%
.
Perch5, iova ripeterlo, &uesti entiluomini sono umanisti, statisti, dotti, ma sono
professionalmente mercanti1 commercianti su scala internazionale, imprenditori, banchieri. (l
patrizio deve sapersi ben condurre neli affari pubblici e in &uelli privati, dev#essere <publicis
privatis&ue neociis accomodatissimus<
$1.2%
. Persino Leonardo ?iustinian esercitava
attivamente la mercatura, coi 1.BBB ducati che il padre li aveva lasciato <per merchadezar<' e
anche suo filio @ernardo si occupava attivamente di forniture di rano alla Gepubblica e di
altri traffici, dedicandovi anzi, secondo il Ailelfo, troppo tempo' e intanto scriveva il De
origine urbis 'enetiarum, testo fondamentale della storiorafia umanistica, le numerose
orazioni e le altre opere e svoleva un#intensa attivit! diplomatica e politica
$1.,%
. (n altri
l#impeno mercantile era dominante, ma non sopprimeva l#interesse per la cultura e per il
libro.
)semplare il caso di ?ulielmo Querini, che stato definito il tipico rappresentante della sua
classe sociale, &uella dei patrizi di media fortuna
$1.-%
. Nato intorno al 1-BB, il Querini ha tre
fratelli, tutti impenati nei commerci a +rebisonda e a 3ostantinopoli' eli invece resta a
Venezia, diriendo la sua azienda e percorrendo un onorevole <cursus honorum< $morir! nel
1-:C%. ;entre si adopera ad inviare panni in @arbaria, <veli luzenti< in 0riente, spezie a
Londra, rubini e diamanti in @osnia, al centro di una rete di affari che si estende sino a
Sivilia e sino a +rebisonda, si occupa di libri. ) di libri doveva interessarsi anche il fratello
@artolomeo, che muore nel 1-,= a 3ostantinopoli. /ei volumi da lui lasciati si preoccupa
?ulielmo, che scrive ai suoi rappresentanti in &uella citt!1 </isive per altre mie de molti libri
et bei autori aveva @artolamio' pia&uave mandarmeli e sel ne fo7e roma7o alun in man de
persona, fate de averlo, e sel fosse de &ui venuto, avi7emene, et che libro l#, azi4 el no se
perda<. ( libri erano dun&ue molti, belli e di buoni autori' forse @artolomeo si era fatto
consiliare anche da Arancesco Ailelfo, cui l#altro fratello +addeo aveva fatto un consistente
prestito che i Querini, malrado oni sforzo anche per via diplomatica, non riusciranno mai a
ricuperare.
Quali fossero i usti di ?ulielmo in fatto di libri si ricava da una lettera ch#eli indirizza nel
1--, a Aebo 3apella, un erudito membro del ceto cittadinesco che si trovava a ;ilano come
seretario di Arancesco @arbaro inviato come ambasciatore alla corte viscontea1 eli chiede
che il 3apella li procuri <le pistole de s. Ieronimo, e &uanto le serano pi" in numero tanto
ser4 pi" contento, item le Philipice, item uno Latancio, item le oration de +ito Livio separade
da le /eche<. (nteressi dun&ue ben precisi, e nettamente orientati in senso umanistico. /i pi"1
li preferirebbe scritti con la nuova rafia umanistica. <Questi volumi se fossero de letera
anti&ua seria al usto mio<' se peraltro non fosse possibile averne <salvo de nostrana<, eli li
vorrebbe uualmente, ma con precise cautele1 il 3apella dovr! prima controllare come il
copista scrive e non impenarsi sino a che non avr! visto' poi dovr! far vedere <se i sono
coreti<. Se non lo fossero, eli non spenderebbe un soldo, precisa' e specifica anche che li
vuole <in carta beramena<. 6na committenza dun&ue competente, attenta, precisa ad oni
particolare1 un atteiamento che si ritrova anche in Leonardo Sanudo, &uando d! le sue
istruzioni ai miniatori, o in &uell#anonimo bibliofilo, cui si accennato, che si fa copiare le
1uaestiones di ?iovanni di ?and1 eli interviene continuamente, sorveliando lo svolimento
del lavoro, pretendendo precise promesse dallo scriba $un maestro @enedetto frate minore%
circa la forma e lo spessore dei caratteri e altri particolari, annotando dilientemente di iorno
in iorno il proredire dell#opera sino alla leatura in tavole <cum fundello coriali< e
all#ornamentazione dei piatti. Non si tratta certo di un caso isolato1 analohe disposizioni si
trovano in altre citt! e in altri documenti del tempo1 non ci sembra azzardato tuttavia ritrovare
in &uesta minuzia &uasi confinante con la pinoleria, in &uesta attenzione al particolare, in
&uesta aspirazione ad un lavoro pienamente rispondente ai bisoni e al usto del committente,
lo spirito concreto del mercante1 &uello spirito metodico e preciso che presiede alla tenuta dei
libri dei conti, all#approntamento delle forniture, alla riscossione dei crediti e all#adempimento
dei debiti, alla corrispondenza commerciale.
La stessa naturalezza nell#occuparsi del libro come oetto rientrante nella vita &uotidiana,
che si presta e si riceve a prestito, si compra e si vende nel corso di transazioni commerciali
non dissimili da &uelle riuardanti altre merci, si nota in un altro personaio tipico di &uesti
anni, dotto, bizzarro, eniale, Lauro Quirini. /al 1-.2 alla morte $1-=.-1-=D% vive a 3andia,
commerciando in allume, vino, terre, panni, e anche libri. Gicerca manoscritti per @essarione
assieme a ;ichele *postolis, che copia codici anche per lui' ac&uista un Laerzio e un 3ornuto
per ;affio Valaresso, li invia i commentarii di Vittorino <in artem veterem< di *sconio
Pediano e un /onato cos8 prezioso che il Valaresso non si decide a restituirlo, per non doverlo
<inconsulte pelai committere periculo< $&uest#ultimo codice era stato evidentemente non
venduto, ma prestato1 un prestito addirittura dall#oltremare%. (l libro si inserisce dun&ue in
un#attivit! che prevalentemente pratica e commerciale, in un clima che favorir! lo
straordinario sviluppo del commercio librario nell#era della stampa
$1..%
.
Quali fossero le dimensioni delle biblioteche umanistiche del periodo che andiamo
esaminando non facile dire, in mancanza di inventari. (l colto medico +omasi aveva
centotrentadue libri. (l vescovo di Padova Pietro /onato, o /on! $1,CB-1--=%, ne lascia molti
di pi"1 l#inventario redatto da lui stesso attorno al 1--, consta di ben trecentocin&uantotto
voci. Si trattava peraltro di una raccolta eccezionale, che l#illustre diplomatico aveva
cominciato per s5 $nel 1-21 possedeva i! vari manoscritti% ma che poi aveva certo proseuito
con finalit! mecenatesche. 3he eli non pensasse soltanto ai propri bisoni culturali ma anche
alla creazione di un#istituzione culturale durevole si ricava chiaramente dalla destinazione
ch#eli d! alla biblioteca1 nel 1--. dispone la fondazione di un colleio universitario che si
chiamer! Domus sapientiae, destinato ad accoliere venti studenti poveri avviati allo studio
del diritto canonico. ( libri di diritto canonico e civile, &uelli di filosofia e &uelli reliiosi, con
l#eccezione di testi liturici, destinati a varie istituzioni, dovevano andare alla Domus, cui
toccava anche la @ibbia rande <de littera anti&ua< con altri libri biblici lossati per la lettura
<in mensa<. La disposizione fu poi mutata e tutto and4 ad una costituenda 3ertosa patavina.
La raccolta del /on! &uindi &ualche cosa di pi" della biblioteca di un semplice privato1 il
primo esempio di &uelle randi biblioteche sorte con finalit! mecenatesche, che si
moltiplicheranno nel 3in&uecento
$1.:%
. )ssa comprende opere di aromento biblico e
patristico, filosofia, medicina, diritto, lituria. Vi sono numerosi classici latini' vi un solo
libro reco, un salterio reco-latino, un solo libro francese, due italiani1 la Divina Commedia e
il Can%oniere del Petrarca. @iblioteca austera come si addice a un prelato, che per di pi" ha
intenzione di destinare la raccolta a iovani da educare o a monaci della 3ertosa. Per la stessa
raione eli non si preoccupa se vi sono duplicati1 anzi lo ritiene opportuno, come
esplicitamente dichiara. La sua volont! di fare della sua biblioteca uno strumento utile per
l#istruzione dei iovani determina anche un#altra disposizione1 i libri preziosi dovevano essere
venduti e il ricavato utilizzato per ac&uistare libri di minor prezzo utili ali studi.
Iacopo Feno $circa 1-1C-1-C1%, vescovo di Padova, possedeva una biblioteca di notevoli
dimensioni, se vero &uanto asserisce il suo successore Pietro Aoscari1 i trecentosessantuno
volumi rimasti erano meno di un terzo della sua raccolta. ?li altri purtroppo erano andati
dispersi nel saccheio del palazzo vescovile, avvenuto dopo la morte improvvisa dello Feno,
che non aveva avuto il tempo di mettere al sicuro la biblioteca e nemmeno di disporne
adeuatamente1 vi provvedeva, ma tardivamente, il Aoscari. /ei volumi, di cui rimane
l#inventario redatto per ordine di &uest#ultimo, duecentododici sono manoscritti,
cento&uarantanove a stampa. Gicchissima la parte iuridica, com# naturale per un alto prelato
con un#ampia diocesi da amministrare1 cento&uarantatr5 volumi. Gicca del pari la parte
reliiosa e teoloica, meno &uella filosofica, che comprende, oltre ad *ristotele, il @urleK e
Paolo Veneto. Settanta voci sono dedicate ai classici, reci $ma in traduzione latina% e latini.
/ue sole le opere in volare1 la Divina Commedia e una traduzione di ?iovenale. 3on &uei
volumi il Aoscari, interpretando la volont! dello Feno, faceva sorere una biblioteca pubblica
presso la cattedrale di Padova, aperta ali ecclesiastici, perch5 miliorassero la loro cultura, e
a tutti i cittadini che si dilettassero di lettere
$1.=%
.
*nche Iacopo Feno aveva dun&ue condiviso il nobile desiderio del Petrarca, &uello di dar vita
con la propria raccolta ad una pubblica biblioteca1 un#idea che aveva avuto un#eco profonda
nello spirito deli umanisti. Palla Strozzi aveva coltivato un simile proetto senza riuscirvi
perch5 esiliato da 3osimo' &uesti invece l#aveva realizzato nel 1--1 razie ai codici del
Niccoli, assicurati al convento domenicano di S. ;arco in Airenze arantendone l#uso
pubblico. *nche ?uarnerio d#*rtena istituisce una raccolta pubblica con i suoi codici,
testando nel 1-::' altrettanto fa a Gimini nel 1-=. Goberto Valturio
$1.C%
. )ra un proetto che
molti nutrivano, anche persone di condizione non particolarmente elevata1 come &uel prete
*ntonio da Sambrino, cappellano a S. ?reorio in Venezia, che nel 1-=C lascia la sua
biblioteca, una decina di libri in tutto, alla chiesa di S. Vincenzo di 0nento. Le sue
disposizioni sono precise1 i libri devono essere <posti in &ualche bancho<' devono essere
<inferati cum le catinele<' li devono poter leere <s8 preti come diaconi et altri che haver!
piacer de studiar<. Si tratta di opere reliiose e iuridiche di una certa mole, alcune
manoscritte e altre a stampa1 la raccolta di un ecclesiastico, che condivideva con li umanisti
la nobile ambizione di durare dopo la morte con un#istituzione culturale destinata a iovare
ali studi
$1.D%
.
Non pochi dei patrizi umanisti che si sono incontrati avevano abbracciato lo stato
ecclesiastico, anche per aver l#aio - come si detto - di dedicarsi ali studi. *ltri invece non
rinunciavano al servizio della Gepubblica, iunendo ad alte cariche nella diplomazia e nel
overno. Faccaria @arbaro $1-22-1-D2%, filio del rande Arancesco, termin4 la carriera come
procuratore di S. ;arco. Gaccolitore di manoscritti, si interessava anche alle iscrizioni
antiche. Poco prima della morte ebbe la ioia di una visita del Poliziano, cui affid4 un
<bellissimo vaso di terra anti&uissimo< perch5 lo recasse in dono al ;anifico Lorenzo
$1:B%
.
/omenico ;orosini $1-1=-1.BD%, autore di un famoso trattato sulla costituzione della
Gepubblica veneziana, anch#eli procuratore di S. ;arco, si preoccupa di impedire la
dispersione della sua biblioteca, disponendone la conservazione a cura deli eredi. 6n altro
;orosini, @arbon, torna nel 1-., dall#ambasceria di Napoli recando seco la traduzione di
Platone fatta da ?iorio +rapezunzio, dedicata a Arancesco @arbaro
$1:1%
. Niccol4 da 3anal,
destinato a una rande carriera diplomatica culminata con la nomina a capitano enerale da
mar per meriti esclusivamente diplomatici e culturali e non militari $nomina rivelatasi
infelice1 la poca pratica delle cose di mare lo rese incerto ed esitante, impedendoli un
tempestivo intervento in difesa di Neroponte, nel 1-=B, con traiche conseuenze%, era cos8
amante delle lettere che volle recare seco nella spedizione in 0riente la Ciropedia di
Senofonte, per averne uida e ammaestramento nell#impresa' per &uesto chiese al Ailelfo di
procurarli una copia della sua traduzione di &uell#opera e il Ailelfo lo accontent4,
dedicandoliela. Sulla alera eneralizia il 3anal volle seco un umanista da lui protetto, Paolo
;arso, con l#incarico di narrare in versi latini le vicende della uerra
$1:2%
.
6n altro eminente patrizio, Iacopo *ntonio ;arcello $circa 1,DC-1-:-%, fratello dell#assai pi"
anziano Pietro $che abbiamo i! incontrato fra i primi umanisti veneziani, divulatore a
Venezia delle Epistulae ad Atticum di 3icerone%, rivela un usto s&uisito nella scelta dei suoi
miniatori1 due codici sono decorati per lui forse dallo stesso *ndrea ;antena ed eli ne fa
dono a ?iovanni 3ossa, ministro del re Genato d#*ni4, e al re stesso, noto bibliofilo e
collezionista. 9 probabile che tali doni avessero anche lo scopo di rafforzare le buone
relazioni tra il sovrano e Venezia1 un distico celato da un crittoramma, in uno dei due codici,
sembra alludere ad una <speranza< che avrebbe reso <non inrata< la <patria< del fastoso
donatore. (l ;arcello usa dun&ue il libro come veicolo di un messaio culturale ma insieme
politico, nell#interesse della Gepubblica
$1:,%
.
6n diplomatico non meno eminente, @ernardo ?iustinian, autore del capolavoro della
storiorafia umanistica veneziana, il De origine urbis 'enetiarum, non trascura l#occasione di
ac&uistare libri durante le missioni diplomatiche1 cos8 a Parii, nel 1-:2, compera da un
libraio un buon codice dell#+liade tradotta da Lorenzo Valla' ne consener! poi una
trascrizione ad uno stampatore di @rescia, che la pubblicher! nel 1-=-
$1:-%
.
Quanto a Lodovico Aoscarini, del suo amore per i libri si detto1 alla sua morte eli lascia la
biblioteca al filio Vettor purch5 volia studiare1 in caso contrario ne autorizza la vendita.
Aanno eccezione peraltro alcuni pezzi, che non possono essere in alcun modo alienati, ma
devono restare nella familia1 i due libri contenenti le lettere del Aoscarini' otto libri di
<correctiones< a varie <sententiae< contenute nei libri della biblioteca' un libro di pareri di
Arancesco ;ontanana' un libro in cui <e7tractae sunt orationes Livii<
$1:.%
. Si tratta
evidentemente di volumi che erano il frutto delle fatiche erudite del Aoscarini, estratti, note,
commenti1 ed eli vi teneva particolarmente, forse anche perch5 aveva raccolto &uelle
massime e &uei testi avendo in vista l#attivit! politica e diplomatica, che sperava sarebbe stata
proseuita dai discendenti.
6n mondo, &uesto della diplomazia, in cui la cultura aveva un#importanza centrale, perch5 la
&ualit! letteraria di un#orazione poteva influire sulle trattative e in oni caso iovava al
prestiio della potenza accreditante e a &uello personale dell#orator $ch5 tale il nome che
sinificativamente vien dato all#ambasciatore in et! umanistica%. Non meravilia &uindi di
trovare uomini di rande cultura tra i diplomatici del ceto cittadinesco1 ;arco *urelio,
seretario ducale, incaricato di missioni diplomatiche a Goma e altrove, che incontreremo
come membro della cerchia di ?irolamo ;olin' Aebo 3apella, seretario dell#ambasceria
veneziana a ;ilano nel 1--, $a lui scrive ?irolamo Querini per ottenere i libri che li
interessano, come si detto sopra%, corrispondente veneziano del Aicino, che li manda una
sua opera' Niccol4 Saundino, oriinario di Neroponte, pi" volte incaricato di missioni in
0riente, a Napoli e a Goma, rande amico dell#*urelio, cui procura da Napoli codici latini e
reci. La sua biblioteca sub8 una traica sorte1 per8 nel 1-:B in un naufraio in cui trovarono
la morte la molie, due fili e una filia di lui
$1::%
. *lla stessa cerchia appartenevano anche il
riminese Pietro Perleone e il conterraneo Ailippo ;orandi, entrambi docenti alla Scuola di S.
;arco1 personai tutti per i &uali il libro era strumento per l#attivit! &uotidiana, nella
diplomazia o nell#insenamento.
*l ceto cittadinesco apparteneva anche un eminente ecclesiastico, /omenico /omenichi,
vescovo di +orcello, la cui raccolta sembra fosse paraonabile per importanza a &uella di
Iacopo Feno1 alla sua morte fin8 dispersa. 3onteneva opere di teoloia, filosofia, medicina,
diritto e testi classici, fra cui le Philippicae che li erano costate, eli annota, . ducati. 6n
prezzo considerevole, che tuttavia eli aveva paato volentieri, in ricordo del suo maestro
nell#arte oratoria, Pietro +omasi, dal &uale eli le aveva ascoltate <mana cum voluptate< in
iovent". (l colto medico umanista che abbiamo i! incontrato amava dun&ue leere ai
discepoli e ali amici le opere della rande oratoria antica. La lettura ad alta voce dei classici
nei circoli dotti faceva cos8 riscontro alla lettura comune di testi reliiosi, di romanzi
cavallereschi, di poesie e di notizie che certo aveva luoo nell#ambito della familia' anche se
ormai la lettura silenziosa era divenuta la reola, almeno per i lettori cui lo scritto era pi"
familiare
$1:=%
.
6n altro cittadino veneziano, ?iovanni ;arcanova $circa 1-1B-1-:=%, che era amico di Aelice
Aeliciano e partecipe deli interessi archeoloici di &uel eniale <anti&uarius<, raccolieva in
&ueli stessi anni in &uel di Padova una raffinata biblioteca di oltre cin&uecento codici, e
insieme una collezione di iscrizioni, monete e medalie
$1:C%
.
-. (l prestito
(n un mondo in cui il libro di &ualit! rappresentava un costoso investimento, il prestito
assumeva un#importanza vitale nella circolazione del sapere. 3ome si visto, i monasteri
prestavano libri, soprattutto ad altri istituti reliiosi, e altrettanto facevano li 0rdini
mendicanti. +alvolta i beneficiari del prestito erano privati, di reola ecclesiastici. Si
richiedevano di norma opportune aranzie, come il deposito di un peno di valore pari o
superiore a &uello del libro1 una disposizione cui si ispirer! anche il @essarione nel dettare le
direttive per l#utilizzo del suo lascito alla Gepubblica. ;a la reola non era sempre rispettata,
soprattutto se il richiedente era persona di rano e affidabilissima. 3os8, nel 1-.., alla morte
del patrizio ;arino 3ontarini, vescovo di +reviso, i canonici di S. ?iorio in *la
rivendicano come propri &uindici libri di preio per un valore complessivo di ben 2D- ducati.
Si trattava di libri presi a prestito dal vescovo nel 1-,B, venticin&ue anni prima, seno della
liberalit! con cui il prestito era praticato, per di pi" senza il rilascio di peni $di cui non
cenno nel documento%
$1:D%
.
Prestiti di libri avvenivano anche tra privati. Lodovico ?radenio nel suo testamento del 1,=2
ricorda di aver avuto a prestito da ?uido da @anolo le 'ite di Svetonio e la &uarta deca di
Livio De bello macedonico, e di attendere da lui la restituzione di un libro contenente le
Declamationes di Seneca e &uelle dello pseudo-Quintiliano
$1=B%
. Si visto che i maestri di
scuola prestavano i loro libri a collehi, ecclesiastici, suore.
3on l#avvento dell#umanesimo, il prestito assume nei circoli dotti un#intensit! ancor maiore.
Nei cultori dell#antico vibra la sensazione inebriante di partecipare alla scoperta di un nuovo
mondo1 fra coloro che sanno intendere si crea una solidariet! profonda, che si alimenta con le
nuove scoperte e si cementa con la circolazione dei testi dati alla luce o tradotti. Ara i patrizi la
comune passione rende ancor pi" saldi i vincoli i! esistenti, familiari, sociali, di interessi
politici.
Le lettere del +raversari ci mostrano un continuo movimento di libri tra Airenze e Venezia,
come i! visto a proposito dei rapporti tra li scriptoria camaldolesi delle due citt!1 preludio
al pi" intenso flusso che si avr! nell#era della stampa. ;a i libri viaiano ovun&ue, in un
vorticoso scambio tra umanisti. *ndrea Fulian incontra Poio @racciolini a 3ostanza, al
3oncilio, e ottiene da lui il codice di *sconio Pediano appena scoperto, traendone copia'
scambia manoscritti con ?uarino e con @arzizza' diffonde a Venezia le scoperte di ?uarino'
riceve in prestito da un amico di &uest#ultimo le lettere di Plinio. Pietro ;iani presta a Pier
Paolo Vererio un Plutarco e un +ucidide, a Leonardo @runi codici di Plutarco, +ucidide e
Senofonte. ?iovanni 3orner d! a copiare il suo Plinio a ?asparino @arzizza, che, a sua volta,
corree un codice del De oratore di 3icerone che il 3orner possedeva
$1=1%
. Arancesco
@arbaro presta al 3orner un Lattanzio, che il camaldolese promette di restituire emendato' al
cardinale @essarione presta il suo +acito
$1=2%
. (l +raversari a sua volta promette al @arbaro una
copia dell#Agesilao di Senofonte' a ;arco Lippomano presta un volume di versi reci
$1=,%
.
?rande l#impazienza di chi attende i codici1 non altrettanto la sollecitudine a restituire.
Leonardo ?iustinian manda a ?uarino i codici con le vite di 3imone e Lucullo da lui <iam
dudum e7pectatos< aiunendo che li sono stati restituiti <nescio &uo fato<, <preter spem<1
una restituzione cos8 rapida non se l#aspettava. ?uarino deve preare *ndrea Fulian che li
restituisca il codice contenente le lettere di Plinio $ritrovate tre anni prima da ?uarino stesso a
Verona%, perch5 il proprietario lo reclama
$1=-%
.
3os8 alla morte di Pietro /on!, vescovo di Padova, si trova ch#eli aveva da tempo a prestito
due libri, che non aveva restituiti1 un Paolo 0rosio e un frammento di Plinio. (l prestatore era
Palla Strozzi, il rande mercante fiorentino, recista e mecenate deli studi reci, che aveva
fatto della sua biblioteca di Padova, durante il luno esilio impostoli dai ;edici, un centro di
irradiazione dell#ellenismo e della nuova cultura. *nch#eli ne faceva odere enerosamente
li amici, in particolare veneziani, con cui aveva stretti leami anche d#affari1 uno dei suoi
fili conduceva a Venezia una banca di propriet! della familia. Aorse il prezioso +olomeo di
Palla, i! appartenuto al 3risolora, fu il modello per le carte di *ndrea @ianco
$1=.%
.
Si prestano volumi propri, ma anche di altri1 Leonardo ?iustinian manda a ?uarino la 'ita di
emistocle che aveva avuto da ?iovanni 3orner' ?uarino presta a Alavio @iondo un codice di
3icerone di *ndrea Fulian
$1=:%
.
Si scambiano le riscoperte opere deli antichi, ma anche i lavori recenti, in particolare le
traduzioni, per avere pareri e consili' cos8 nel 1-2B il +raversari manda al @arbaro la sua
traduzione di 3limaco, scusandosi per non aver inviato prima lo scritto, volendolo <melioribus
literis trascriptum<' poco dopo rinrazia il @arbaro, che non aveva tardato ad immerersi nella
lettura, del suo favorevole iudizio
$1==%
. Lo stesso +raversari sollecita Leonardo ?iustinian ad
inviarli le laudi da lui musicate
$1=C%
.
Leonardo ?iustinian consacra in una formula destinata a rande fortuna la enerosa
disponibilit! a far odere li amici della sua raccolta1 < QQRS TU Leonardi Iustiniani
veneti VUWX UW YZ T UX [R\X TUS<.
( libri della sua biblioteca non erano suoi soltanto, ma di tutti li amici1 la prima
formulazione dell#e/2libris <et amicorum< reso famoso dal ?rolier
$1=D%
. Non da meno
Arancesco @arbaro1 al +raversari in visita a Venezia dona addirittura due manoscritti reci,
uno con il Libro dei Pro(eti, l$altro con le 0ra%ioni di ?reorio Nazianzeno
$1CB%
. <Puoi
leere, sfoliare, rileere &uesti libri<, avverte Gaffaele Fovenzoni rivolto all#ospite
ammesso alla biblioteca di casa Vitturi, ammonendolo soltanto che non lecito asportare foli
da &uei <sacra volumina< $vi era evidentemente chi lo faceva%
$1C1%
.
Lodovico Aoscarini, uno dei patrizi pi" influenti del suo tempo, , come si accennato, in
relazione sin dai iorni deli studi iovanili all#ateneo patavino con ?uarnerio d#*rtena,
colto entiluomo friulano, col &uale rinsalda i leami durante un periodo di overno a 6dine,
come luootenente della Patria del Ariuli. * ?uarnerio, che raccolie libri in rande stile,
ac&uistandoli o facendoli copiare $iuner! ad avere centosettanta codici, che lascer! alla citt!
di S. /aniele%, chiede in prestito +ucidide, poi )rodoto e *ppiano, che si fa trascrivere, poi i
sermoni di *mbroio e di Leone ;ano. * sua volta eli presta a ?uarnerio un suo
manoscritto con i discorsi di 3risostomo contro li )brei e cerca di procurarli - ma sembra
senza successo - un codice di Quintiliano
$1C2%
.
3he il prestito fosse usuale all#interno di una cerchia di amici, leati da rapporti di reciproca
fiducia, non sorprende, dato il prezzo dei libri e la difficolt! di procurarseli' altrettanto
avviene a Airenze, nell#ambiente dei colti mercanti
$1C,%
. Pi" sinolare che vi sia chi tiene veri
e propri reistri di prestito, per tener dietro ad una &uantit! inente di operazioni. Non si tratta
di prestiti isolati, ma di un#azione sistematica, che mira a rendere partecipi della biblioteca del
prestante una cerchia abbastanza vasta di amici e di <clientes<. (l caso pi" interessante sinora
apparso &uello di Leonardo Sanudo, padre del diarista ;arino, che annota una serie di
prestiti dal 1-.. al 1-.D nello stesso reistro in cui annota le sue transazioni commerciali, che
vanno dai panni al frumento e che vedono impenati come controparte personai del calibro
di <ser @ernardo Fustinan fiol de messer Lunardo el procolator<, lo storico @ernardo
?iustinian. 3olpisce la naturalezza con cui il libro e le transazioni ad esso relative $prestiti
anzitutto, ma anche istruzioni ai copisti e ai miniatori% si inseriscono nella vita &uotidiana del
patrizio mercante1 tale infatti Leonardo, per il &uale il commercio l#impeno maiore in
aiunta alle funzioni di visdomino a Aerrara $il reistro riuarda il periodo ferrarese della
vita del Sanudo%
$1C-%
. Nella stessa carta $1=Cv%, sotto il titolo <cose date ad altri< sono annotati
il prestito di <ro7oni et sonaie d#arento< a ser Arancesco Sanudo, fratello di Leonardo e padre
di ;arco, personai tutti di fre&uente menzionati nel reistro, di <piadene >>> de leno< a
ser Piero @ernardo, di un compasso al predetto Arancesco, di <1 libro de san @a7eio et altri
libri< allo stesso, di un <Petrarcha< a ;arco <so fio< e di altri libri ad altre persone.
/al tipo di libri che il Sanudo possiede e d! a prestito si vede che non si tratta di un
professionista della cultura, ma di un colto amatore. Si trovano libri reliiosi1 la @ibbia' le
Epistole' i 'angeli' o di aromento reliioso1 (sidoro, De summo bono, Pascasio, De corpore
Christi $un#opera sull#eucaristia scritta nel (> secolo da Gadberto di 3orbie, in reliione
Pascasio%, lo Speculum humanae conditionis $forse l#opera di Godrio Sanchez de *r5valo%.
Vi sono opere di buona condotta morale come il De modo vivendi recte et per(ecte, e opere di
piet! popolare, come +l transito di s. +acomo e la leenda di (osafat e @arlaam che neli
stessi anni stava ricopiando *ndrea Vitturi nel suo scriptorium domestico. *l tradizionale
usto patrizio per la letteratura in volare ci conducono il <Petrarcha<, la <Aiameta<, e un
<libro di chanzon et laudi<, di cui purtroppo non ci vien detto l#autore. *d un aio e raffinato
ambiente nobiliare ci fanno pensare le <chanzoni per liuto e spinola<, mentre ci riconducono
ad un clima pi" austero le <)pistole di s. (eronimo<, i <Solilo&ui di san *uustin<, <un libro de
molte co7e con prima le admonition de san @a7eio<.
(n piena atmosfera umanistica ci portano le <pistole di +ulio<, le <oration di +ulio<, la
<Ghetorica nova di +ulio<, +erenzio, <el primo libro de Virilio<, le Metamor(osi di 0vidio e
anche le <rieole< di ?uarino. ;a non manca il Doctrinale di *lessandro de Villedieu,
manuale principe della tradizione medioevale, e un altro testo di scuola usatissimo, il
Catholicon del @albi. *l ;edioevo ci riporta anche <3ampan, libro in astroloia<, certo
un#opera dell#astronomo duecentesco ?iovanni 3ampano. (l Doctrinale, preso a prestito dal
iovane ;arco Sanudo, <vecchio<1 un libro di scuola consunto dall#uso di pi" enerazioni.
Non vi sono opere in reco. /i autori reci, oltre a @asilio, vi *ristotele, col suo De
regimine principum# lettura adatta a un patrizio, che deve occuparsi delle cose di overno.
Volume &uanto mai rappresentativo dell#amore patrizio per la storia della familia, il <libro de
ch! Sanudo<' certo una cronaca delle vicende del casato, che peraltro doveva contenere anche
notizie storiche di interesse pi" vasto se viene chiesta a prestito non solo da membri della
familia ma anche da amici.
Ara i prestatari, anzitutto i parenti Sanudo1 il fratello Arancesco, ;arco suo filio, un altro
;arco filio di ;atio, *ndrea, @eneto' ma anche molti altri patrizi, come Lorenzo Forzi <de
ser ;arin<, che predilie opere di edificazione reliiosa, ?irolamo Forzi <de ser *ndrea<, che
si orienta verso i classici latini, 3arlo ;orosini che chiede il libro di canzoni e laudi, Piero
@arozi e +om! ;emo che si interessano al libro <de ch! Sanudo<. *ntonio /andolo, noto
diplomatico, nella cui casa di Gavenna, nel 1-=2, spirer! il @essarione, chiede la <Aiameta< e
anche <el transito de s. Iacomo e i solilo&ui de san *ustin<. 6n#opera di ?uarino chiesta da
<Arancesco prior de la Fertosa<, che il confessore di 3ristoforo ;oro, Arancesco +revisan,
personaio eminente nel mondo reliioso veneziano. 3ompaiono anche altri nomi1 sotto la
voce <libri imprestadi a Aerrara< vi @uoso de 3hodinuola, il podest! Fuan 0rsato, e anche
</imitri reo<, che abita <in la ca7a de madona Gunarda<, che vuol leere <uno
Petrarcha<. *nche Niccol4 Areona di +reviso, cancelliere del Sanudo a Aerrara, ottiene a
prestito <un libro de molte pistole et fra l#altro de +ulio ad Quintum fratrem<. ;olti libri
circolano pi" volte' molto popolari appaiono (sidoro, 3icerone, Petrarca. /al reistro si ricava
il ritratto di una societ! e&uilibrata, colta, vivace, in cui oltre al denaro e alle merci si
scambiano con la stessa naturalezza letture e opinioni letterarie e filosofiche' una societ!
capace di interessarsi alla storia locale e insieme, ai randi problemi dell#anima, capace di
apprezzare le opere impenative della patristica e la piacevolezza della poesia e della musica,
attenta alla salvezza eterna ma anche ad un armonioso sviluppo della vita terrena.
(l Sanudo si occupa anche attivamente della confezione dei suoi libri. Lo vediamo affidare <a
Iacopo bidelo< che <sta soto el palazo<, a Aerrara, <+ulio de 0fizi a liar<. Lo vediamo
spendere ducati 1,,2 <per far liar Latanzio<, -,112 per <unire< un Plauto. Lo vediamo
intervenire da vicino nella miniatura, con attente istruzioni ai miniatori. (mpeni reciproci e
spese sono reistrati in oni particolare. *ppare <maestro Forzi miniador<, impenato a
decorare un breviario, Virilio, Lattanzio1 si tratta di un artista noto, ?iorio d#*lemana.
*ppare <maestro Vielmo miniador<1 ?ulielmo ?iraldi, che lavorer! anche per Aederico da
;ontefeltro. (l Sanudo lo impiea di fre&uente, traendolo anche d#impaccio da una situazione
di disaio finanziario, &uando reistra un prestito a fronte della somma che <Vielmo miniador
die dar a Salamon zudio L...M per dispenarli alcuni so peni<, consistenti in vesti paonazze e
celesti. 3ompare anche <maestro Lunardo miniador<, che riceve 2,-B ducati <per miniar
Latanzio<1 Leonardo @ellini, nipote di Iacopo e cuino di ?entile e ?iovanni.
*i miniatori il Sanudo affida Virilio, 3icerone, Lattanzio, +erenzio, ?irolamo, *ostino, il
De summo bono di (sidoro, un breviario e altro, precisando colori, dimensioni delle lettere,
numero delle stesse, paamento per oni lettera. <Per miniar +ulio de ofiziis<, ad esempio,
Vielmo dovr! fare <la prima lettera con l#arma< percependo 22 bolonini $il contratto si fa a
Aerrara%, le <altre letere al principio de libri< a 1B bolonini l#una e -, <letere pizole<,
percependo per &ueste <&uatrini - l#una<. +anta minuzia lascia vedere un#attenzione
appassionata e costante al lavoro del miniatore, cui venono affidate le opere che sono pi"
care al committente, che vuole avere il piacere di tener tra le mani un oetto bello, e non solo
importante per il contenuto intellettuale. /#altro canto, nota Vittore @ranca, per i Veneziani di
&uel tempo, e Sanudo non faceva eccezione, il libro aveva un rande contenuto spirituale, ma
era anche <carta, peramena, colla, rileatura. )ra un bene commerciale, economico, oltre che
un bene spirituale<1 una concretezza che si esprime nella capacit! di fare del libro un oetto
economico, ma anche nell#attenzione alla formazione fisica del libro, alla sua produzione
materiale. Se poi il Sanudo seuisse il lavoro del miniatore anche dal punto di vista artistico
non detto nel reistro' ma appare assai probabile che un committente cos8 preciso avesse
idee ben determinate anche per i soetti, lo stile, la forma. * Vielmo eli presta <un libro de
deseni<1 forse modelli da cui trarre ispirazione, secondo le direttive del committente.
* un altro tedesco spetta invece il compito di trascrivere il De civitate Dei, che Vielmo dovr!
poi miniare. L#accordo con Fuan +odesco concluso il : ottobre 1-.C1 eli dovr! <scriver un
*ustin de zivitate dei< e dovr! avere 2B bolonini al &uinterno' <e io Lscrive il SanudoM li
devo far le spe7e di boca e de candelle, e lui darme ducati 1 al me7e, e ubliase far almanco
&uinterni . al me7e, ma dise ne faria :<. Fuan +odesco lavor4 rapidamente1 <*d8 1C
decembrio Lnota il SanudoM, el mand8 via<.
Possiamo veder &ui in funzione lo scriptorium domestico del Sanudo, cui lavoravano artiiani
paati ma anche lo stesso patrizio1 le Epistole di s. ?irolamo sono scritte, eli annota, <de mia
man<' opera sua il Virilio miniato da ?ulielmo e il Lattanzio decorato da Leonardo
@ellini
$1C.%
. *nche attraverso l#attivit! di copia svolta direttamente il libro entra nella vita
&uotidiana del entiluomo1 &uella di copiare libri era, come si visto, un#attivit! cui i nobili si
dedicavano volentieri.
6n#altra reistrazione di prestiti, pi" modesta ma non meno elo&uente, si trova nei libri di note
di Arancesco ?iustinian, che comprendono notizie deli anni 1--.-1-.2
$1C:%
. *nche il
?iustinian aduso alla pratica mercantile1 lo dice la premessa al primo dei libretti, in cui eli
precisa che le cose da lui annotate sono <valide chome &uelle de libro<, anche se non
reistrate nel vero e proprio libro di cassa del mercante, che fa piena prova delle sue
transazioni. ( prestiti riuardano alcune opere di comune lettura, come la @ibbia, il
Doctrinale, il De vita et moribus philosophorum di Jalter @urleK $tale certo il libro
desinato come <de vita filo7oforum<%, ma anche testi classici di alto livello, come ?iovenale,
le Epistole di Seneca, Virilio. 3i sono anche <pastorali de san ?reorio< $la Cura
Pastoralis%, una <cronicha< e, sola opera in volare, la popolare <Aiameta<.
*nche &ui le annotazioni relative ai libri sono frammiste ad altre di tutt#altro contenuto. (
beneficiari dei prestiti sono parenti o amici. (l ?iustinian annota anche la persona incaricata di
ritirare materialmente il volume1 Aantin ;arzelo $;arcello% manda a prendere il Virilio
tramite <la soa femena tartara ch#! nome ;alarita<' Aelipo ;arzelo manda <so fio Aantin<'
(7abeta viene a chiedere il <doctrinal< per suo filio1 un libro di scuola ed &uindi, annota il
?iustinian, <tuto uasto e val pochi soldi<. ( reistri del ?iustinian ci mostrano un pittoresco
andirivieni di volumi tra case patrizie' c# anche un convento, &uello femminile di S. *ndrea
della Firada, dove la madre del ?iustinian, (7abeta, aveva depositato dei libri di devozione.
*nche ?ulielmo Querini, il patrizio mercante che abbiamo i! incontrato nell#atto di dare
precise istruzioni a Aebo 3apella per l#ac&uisto di manoscritti a ;ilano, presta libri ali amici
$1C=%
1 un <libro di *ristotile<, le <orazion de +ulio<. Presta anche testi sacri ad un prete di S.
;artino, che non ha i libri per l#ottava del santo1 li procura il leendario dei santi, un
Iacopo da Varaine e anche un breviario. * ?iovanni Nero, che vuoi fare una collazione con
la sua @ibbia <de letera antia<, presta una @ibbia otica in formato portatile $<la mia bibia
portativa de letera tramontana<%. /a vero mercante, che conosce il valore del denaro, eli
&uantifica il rischio del prestito, valutando il pezzo di cui temporaneamente si priva1 la @ibbia
<vai ducati 12<, il breviario che doveva essere antico e di preio $<el breviario de madonna
mia madre<% 1: ducati, : il leendario prestato al prete di S. ;artino. )li accetta anche libri
in peno1 a fronte di alcuni vestiti e di due libri, un Pietro 3rescenzio e <l#epistole de Senecha
chon do tratadi in uno volume<, anticipa 12 ducati a tale 3ristoforo de# Poeti di @olona. Non
era un fatto inusuale1 ad esempio, un codice di Seneca viene dato in peno a Polo da ;ula nel
1-:= a fronte di un prestito di - ducati, e li rimane
$1CC%
. *ncora una volta si vede il libro
entrare nella vita &uotidiana come oetto, nella sua fisicit! economica, manifestarsi non solo
nel contenuto spirituale ma anche nella sua materialit!.
N5 Leonardo Sanudo, n5 Arancesco ?iustinian, n5 ?ulielmo Querini si dedicano, come si
detto, a tempo pieno alla cultura. ]anno familiarit! col libro, lo conoscono, lo amano, lo
usano, ma sono soprattutto uomini d#affari e di overno. /iversa la situazione del pi"
sistematico prestatore di libri, ?irolamo ;olin, che opera su vasta scala e dispone di una
scelta di opere che rivelano una preparazione approfondita in alcuni campi, particolarmente
nella loica e nella filosofia aristotelica
$1CD%
.
Nel suo Alphabetum librorum mutuatorum il ;olin - un entiluomo di cui nulla si sa, a parte
la benefica attivit! di prestatore di libri - annota dal 1-.B al 1-.C, in ordine alfabetico, i
prestiti da lui fatti e ricevuti1 l#ordine &uello del nome proprio del prestatario. ( codici
descritti sono in tutto &uarantasette, di cui tre presi in prestito dal ;olin stesso e li altri
invece imprestati a varie persone da lui. (l ;olin possiede solo cin&ue manoscritti di classici1
Varrone, Aesto Pompeo, Lattanzio, 3icerone $un codice contenente De o((iciis, De amicitia,
De senectute%, e le Metamor(osi di 0vidio. ]a tre codici di aromento iuridico, il Digesto, le
+stitu%ioni e un commentario all#opera di ?aio dovuto a /ino del ;uello. ]a due messali,
due @ibbie, il De trinitate di *ostino, le Epistole di ?irolamo, i Dialogi di ?reorio papa e
varie Summe e commentari biblici. (n campo scientifico ha una Arithmetica e il diffusissimo
trattato di @artolomeo *nlico De proprietatibus rerum. 3i4 che &ualifica la biblioteca la
raccolta filosofica1 il ;olin possiede due opere di Paolo della Perola, i Dubia e la Logicula,
tre opere del @urleK e, naturalmente, *ristotele. Sono &uesti i suoi interessi1 tiene a mettere in
rilievo che il trattato del @urleK super libro Ethicorum stato comperato da lui per 1, ducati
$il venditore ?iacomo Lanuschi un noto umanista del ceto cittadinesco% e che un#altra
opera filosofica che possiede, le E/positiones super librum de anima di *ristotele, un
commento del ben noto filosofo Paolo Veneto, stata comperata anch#essa da lui1 liel#ha
venduta il prete Niccol4, <mansionarius in Sancto Salvatore, discipulus maistri Pauli
Perulensis<. +re soli libri sono reistrati come presi a prestito dal ;olin stesso1 il prestatore
/omenico de /omenicis, o /omenichi, di cui si ricordata l#importante biblioteca. ( libri
presi a prestito da ?irolamo sono il Super totam logicam del @urleK, i Sophismata isberi,
vale a dire il trattato di loica dell#inlese Jilliam ]eKtesburK $sec. >(V%, e un#opera dello
stesso /omenichi, un trattato <super libro per8 )rmeneias<. Si tratta in tutti e tre i casi di opere
di loica, che ci riconducono all#ambiente della Scuola di Gialto e all#insenamento di Paolo
della Perola. )videntemente tra il ;olin e il pi" anziano /omenichi, vescovo di +orcello e
noto studioso, vi un rapporto di amicizia in cui la posizione del ;olin &uella del discepolo,
che restituir! i libri al maestro <cum voluerit<.
;olti dei beneficiari del prestito appartenono all#ambito della Scuola di Gialto1 *ntonio de
3ellis e ?iovanni di +reviso, che il ;olin stesso dichiara discepoli di Paolo della Perola,
Nicolaus PresbKter, anch#eli cos8 &ualificato, ?iovanni 3esarini, un medico, di cui noto
altrimenti il leame con il filosofo. Vi sono anche <*nelus @aroerius, maister vitrarius<,
della ben nota familia muranese dei @arovier, e <*ntonius de Sperata, maister
aromatarius<1 due personai cui la Scuola di Gialto poteva offrire insenamenti
professionalmente utili in materie riuardanti la filosofia naturale.
Vi sono poi numerosi patrizi, con interessi meno specifici1 *ntonio ;olin, che prende a
prestito le Epistole di ?irolamo, Arancesco @ernardo, che riceve ?reorio di Nissa nella
traduzione latina del +rapezunzio, Arancesco ;inio che ottiene le Epistolae di Paolo
commentate e s. *ostino, Pietro @arbaro che chiede una <cronica< e alcuni commenti biblici,
;arco @arbo, coniunto di papa Paolo (( e futuro cardinale, che si interessa al De lingua
latina di Varrone, Vinciuerra /andolo che chiede Aesto Pompeo. Stefano Querini forse
rientra invece nel ruppo dei seuaci di Paolo della Perola, dato che ne chiede a prestito due
opere' analohi interessi sembra avere anche ?iovanni 3orner di Paolo $da non confondere
con l#amico di 3iriaco e del +raversari, filio di Aederico%, che si interessa al trattato del
@urleK.
Vi anche il domenicano ?ioachino +orriano, futuro enerale dell#0rdine, che deve restituire
il commento sopra le Bucoliche, e vi un futuro noto diplomatico dell#ordine cittadinesco,
;arco *urelio, che ha a prestito ?reorio di Nissa. ( due prestatari pi" assidui sono Pietro
;olin, che prende a prestito numerose opere iuridiche e patristiche, e Arancesco /iedo, che
si interessa al diritto, ma anche all#astronomia, alla medicina, ai classici. Si tratta di due patrizi
ancor iovani $nati attorno al 1-,B%, entrambi dottori a Padova, con forti interessi umanistici,
al pari del coetaneo ;arco *urelio. )videntemente la biblioteca del ;olin, nella sua
ampiezza, corrispondeva ai bisoni di entrambi li orientamenti delle Scuole veneziane' e un
patrizio colto doveva avere una non imprecisa nozione dei testi fondamentali dei due indirizzi.
Per il ;olin i libri sono oetti che contano anzitutto per il loro contenuto ideale, ma anche
per il loro valore1 lo vediamo vendere all#incanto tramite Fuan @ernardo <castaldo de miser lo
dose< un <;essal belissimo<, miniato <benissimo<, coperto di cuoio rosso <liado a Aiorenza<'
e dare in peno libri di preio a ?irolamo Querini e a Lodovico /iedo a fronte di complesse
operazioni di prestito, assieme a bacili d#arento e a mitre con smalti e pietre. 6n movimento
continuo di libri, che si complica ancor pi" per il fatto che un libro porta le armi del cardinale
di *&uileia
$1DB%
, e un altro detto essere propriet! di *ntonio Querini dalle Papozze.
* reistri di prestito assai simili a &uello del ;olin far! ricorso, anni dopo, la maiore
istituzione bibliotecaria veneziana, la Libreria di S. ;arco. (l prestito sar! per decenni, come
si accenner!, l#unico modo in cui si potranno odere i volumi donati dal @essarione. ?razie al
prestito essi avranno una sia pur limitata circolazione nell#ambito deli eruditi veneziani,
soprattutto patrizi, e dei professori di Padova.
L#importanza dell#istituto del prestito non verr! meno dopo l#avvento dell#arte tiporafica1 testi
rari, codici difficilmente reperibili o non riprodotti a stampa circoleranno sempre fra li
umanisti e i dotti. Per li stampatori poi era essenziale ottenere a prestito i manoscritti
contenenti le opere da pubblicare. 6no dei motivi che spinono *ldo a trasferirsi a Venezia,
come si accenner!, proprio la speranza di ottenere a prestito i libri reci conservati nella
Libreria di S. ;arco e nelle randi raccolte private veneziane.
.. ( patrizi umanisti e la Libreria di S. ;arco
Se vero che la cultura umanistica era rimasta appannaio di una parte numericamente
limitata della classe diriente, anche vero che in &uell#ambito si prendevano le decisioni e si
effettuavano le scelte pi" importanti per la cultura e per la politica.
La necessit! di avere un personale diplomatico all#altezza delle esienze dei tempi spinse la
Gepubblica nel 1--: ad aprire una Scuola di umanit! a S. ;arco, a beneficio dei iovani della
cancelleria1 si trattava del primo diretto intervento dello Stato nel campo dell#istruzione. ;a la
vita di &uesta Scuola non fu sulle prime brillante' lo divenne nel 1-:B, con l#istituzione di una
seconda cattedra, cui vennero chiamate personalit! di primo piano nel mondo deli studi
$1D1%
.
3hi la volle e oper4 al fine di istituirla fu soprattutto Lodovico Aoscarini, con l#appoio della
cerchia dei suoi amici1 un ruppo di patrizi all#incirca coetanei, per lo pi" laureati a Padova,
con interessi di studio comuni e analohe ambizioni politiche, tutti impenati in senso
umanistico1 molti dei membri di tale ruppo compaiono nelle paine che precedono fra li
amanti del libro e i possessori di biblioteche
$1D2%
. *ltra preoccupazione del Aoscarini e dei suoi
amici fu &uella di fornire alla Gepubblica una storia adeuata, che fosse insieme strumento di
apoloia contro le accuse mosse alla Gepubblica dai suoi nemici e di esaltazione della
indipendenza, della libert!, dell#armonia del overno veneziano. Paolo ;orosini scrisse
celebri sai in difesa di Venezia. @ernardo ?iustinian scrisse la storia delle sue oriini. (l
Aoscarini avrebbe voluto istituire l#incarico di storiorafo pubblico e aveva i! pronto il suo
candidato, Alavio @iondo' ma si dovette attendere &ualche anno, sino a che matur4 la nomina
del Sabellico. )ssi erano pienamente consapevoli dell#importanza anche politica della cultura.
) per &uesto si adoperarono per dotare la loro citt! di una rande biblioteca pubblica1 ed
ottennero un pieno successo con la fondazione della Libreria di S. ;arco. ;a per
comprendere &uesto evento in tutto il suo valore necessario ricordare alcuni fatti di rande
portata che si erano verificati in &ueli anni
$1D,%
.
Vi era stato, anzitutto, il 3oncilio di Aerrara, poi proseuito a Airenze. Nelle speranze dei
promotori, esso avrebbe dovuto riportare l#unione tra le 3hiese reca e latina, e nel contempo
predisporre un#alleanza politica e militare tra le potenze occidentali e @isanzio, atta ad
arrestare l#avanzata dei +urchi.
(l primo risultato parve raiunto, ma fu solo un#illusione1 l#6nione solennemente proclamata
in Airenze il : lulio 1-,D, venne respinta dai ?reci, che videro in essa un#ennesima
sopraffazione da parte deli odiati Latini. ( pochi prelati e dinitari rimasti fedeli all#6nione
furono oetto di una violenta campana di accuse e calunnie. (l secondo risultato sperato,
una rande alleanza antiturca, ebbe un principio di attuazione' ma la disfatta di Varna $1---%
tronc4 le speranze del papa e dei ?reci. Venezia, che aveva messo in mare una flotta, non
ebbe modo di farla intervenire e rinnov4 la pace col Sultano. Per il momento almeno di
crociata non si parl4 pi".
(l 3oncilio ebbe tuttavia alcune conseuenze di rande rilievo. *nzitutto rafforz4 i leami tra
Venezia e il mondo reco. L#accolienza riservata all#imperatore ?iovanni V(((, al patriarca
?iuseppe ((, ai numerosi personai ecclesiastici e laici iunti a Venezia l#C febbraio 1-,C per
recarsi a Aerrara fu non solo fastosa, ma anche cordiale1 i ?reci si sentivano circondati dalla
simpatia dei Veneziani, avevano l#impressione di essere tra amici. )ra i! un risultato non da
poco, se si pensa a &uanto erano state tempestose le relazioni fra i due popoli nei secoli
precedenti. (noltre la citt!, nella sua unicit!, colp8 i ?reci profondamente1 il ricordo di
Venezia rimase incancellabile nell#animo di molti
$1D-%
.
9 altres8 da presumere che i patrizi amanti e studiosi della recit! uscissero dal contatto coi
maiori dotti dell#(mpero bizantino rafforzati nella loro conoscenza e simpatia per il mondo
ellenico. ( ?reci avevano con s5 molti libri1 l#imperatore viaiava accompanato da un
enorme Plutarco, da un bellissimo codice di Platone e da uno contenente tutte le opere pi"
famose di *ristotele' @essarione, vescovo di Nicea, portava seco il Contra +ulianum di
3irillo, e varie opere di +olomeo e di )uclide. 9 probabile che i ?reci si intrattenessero con
li amici veneziani su temi di comune interesse durante il soiorno, protrattosi circa un mese
e per alcuni anche pi" a luno.
6n#altra conseuenza del 3oncilio fu il trasferimento a Goma della personalit! pi" brillante
che il mondo reco offrisse a &uel tempo1 @essarione. Secondo forse solo a ?emisto Pletone,
suo maestro, nella profondit! del pensiero filosofico, il @essarione era studioso insine del
pensiero di *ristotele e di Platone, &uest#ultimo visto nella prospettiva dell#elaborazione
neoplatonica. /urante un luno soiorno a ;istr!, nel Peloponneso, aveva seuito li
insenamenti di ?emisto, ac&uisendo anche una non comune conoscenza dell#astronomia,
necessaria al filosofo, data l#importanza che li astri rivestivano nella visione neoplatonica, e
della matematica, anch#essa indispensabile per dominare i sereti del cosmo. Pieno di
venerazione per i capolavori della recit! antica, eli mirava a conciliare il culto della
classicit! ellenica con la reliione cristiana' e al servizio della conoscenza dell#antica cultura
eli poneva una consumata abilit! di filoloo e una vasta erudizione in campo storico e
letterario. 3on tali doti li era facile assumere una parte dominante nel 3oncilio' ed eli aveva
caldeiato l#6nione sia perch5 sinceramente convinto della superabilit! delle &uestioni
teoloiche che separavano le due 3hiese, sia in omaio ad una visione superiore di armonia
e di fede nell#umanit!.
Purtroppo l#6nione era stata ricevuta a 3ostantinopoli con la pi" violenta ostilit!. /isperando
di convincere i connazionali, @essarione decise di accoliere l#invito del papa e di stabilirsi a
Goma1 il 1C dicembre 1-,D )uenio (V l#aveva infatti nominato cardinale. /al centro della
cristianit! @essarione pensava di potersi melio adoperare in aiuto della sua ente,
avvalendosi dell#alta posizione raiunta nella 3hiesa, delle numerose relazioni, dei mezzi
inenti che la carica li poneva a disposizione. L#oranizzazione della crociata contro il +urco
divenne lo scopo principale della sua politica' e la sua alleata naturale divenne Venezia, che
aveva tutto da temere da un#avanzata ottomana.
( suoi sforzi peraltro non valsero ad impedire il fatto pi" traico che la cristianit! potesse
paventare1 la caduta di 3ostantinopoli. L#evento carico di conseuenze non solo politiche,
ma anche culturali. /a un lato la distruzione in massa di opere d#arte e di libri1 secondo il
cardinale ruteno, (sidoro di ^iev, centomila libri sarebbero periti nel saccheio. /all#altro
lato, si verificava una imponente diaspora di aristocratici reci, dinitari, proprietari terrieri,
che cercavano di sopravvivere in 0ccidente facendo spesso ricorso a ci4 che loro restava1 la
cultura. 6na schiera di dotti entiluomini, per i &uali l#erudizione non era una professione ma
un ornamento, si trovavano nella dolorosa necessit! di trarre dal loro sapere i mezzi per
vivere1 schiera destinata tristemente ad inrossarsi in breve volere d#anni a seuito della
con&uista di altre terre reche $il Peloponneso, l#impero di +rebisonda% da parte dei +urchi. *
seuito di &uesto afflusso, la recit! si diffondeva ulteriormente in (talia, e a Venezia in
particolare. Subito dopo la caduta di @isanzio, @essarione scrive al doe di Venezia,
Arancesco Aoscari, esponendo &uello che sar! uno dei cardini della sua politica1 far s8 che
Venezia si metta alla testa del movimento di resistenza e riscossa contro i +urchi. Venezia
doveva prendere su di s5 l#eredit! bizantina, divenire una seconda @isanzio.
* Venezia li animi erano divisi. La maioranza del patriziato, preoccupata di arantire la
continuit! dei traffici, inclinava piuttosto alla pace col +urco' una enerica e decisa minoranza
riteneva invece necessario seuire la politica opposta. Non sorprender! trovare schierata al
fianco di @essarione &uell#"lite di patrizi umanisti che disponeva della capacit! intellettuale
per apprezzare la randezza di un simile compito, della lunimiranza politica per vedere i
vantai di un#unione tra Venezia e la recit! superstite e i pericoli di una supina
ac&uiescenza all#aressivit! turca, e insieme della forza politica per coaulare attorno a un
simile proramma una parte almeno dei consili sovrani. Lodovico Aoscarini, Vettor 3apello,
3ristoforo ;oro, 0rsatto ?iustinian, Leonardo ?iustinian e il filio @ernardo, Paolo ;orosini
e il cuino Pietro sono i maiori esponenti del partito favorevole all#intervento in 0riente.
*lcuni di loro sono anche, come si visto, fra i pi" attivi cultori dell#umanesimo. Per il
momento la loro visione raccolie scarsi suffrai, Venezia preferisce l#accordo col +urco' ma
l#aressivit! ottomana procurer! via via nuove adesioni ad una politica pi" decisa.
Nel frattempo il @essarione andava assumendo il prestiio e la funzione morale e politica di
punto di riferimento per i ?reci, privi ormai di una uida' e nello stesso tempo eli sentiva
l#imperativo di aire non solo per la salvezza dei ?reci, ma anche al fine di sconiurare la
perdita della rande tradizione culturale ellenica, cui l#avanzata distruttiva di una popolazione
asiatica ad essa insensibile faceva correre il rischio dell#estinzione. /ai iorni della caduta di
3ostantinopoli eli si adoperava per salvare almeno le testimonianze scritte di &uella rande
civilt!1 la sua biblioteca privata doveva trasformarsi in biblioteca della nazione e della cultura
ellenica. 3ome eli scrive all#amico e discepolo ;ichele *postolis, rimasto a 3reta,
inviandoli una lista di titoli da comperare, eli si propone di ac&uistare &uei libri non per s5
solo, perch5 - scrive - eli ha i! &uanto li occorre, ma perch5 vi sia un luoo ove i ?reci
possano un iorno ritrovare, una volta passata la tempesta, la loro phon", la loro voce,
l#espressione della loro civilt!.
Nell#ac&uisto dei libri eli non solo profonde i mezzi cospicui che la porpora cardinalizia li
mette a disposizione, ma impiea anche la sua consumata perizia di filoloo. /elle opere che
non pu4 comperare si procura copie, spesso eseuite sotto la sua direzione' alcuni testi sono
copiati da lui stesso. 6no scriptorium ha sede a Goma nel suo palazzo ai SS. *postoli' un
altro, da lui finanziato, ha sede a 3reta ed diretto da ;ichele *postolis. (n entrambi li
scriptoria si riproducono principalmente i capolavori dell#antichit!1 il @essarione si preoccupa
soprattutto di ac&uisire i testi classici, sia perch5 li ritiene in maior pericolo di completa
distruzione, sia perch5 nutre per &uelle opere un#ammirazione profonda1 in esse conservato
un sapere antico e nel contempo eterno, il frutto pi" alto della raione umana. ( risultati da lui
ottenuti nella raccolta dei testi antichi furono di straordinaria importanza. (l primo posto era
riservato ai filosofi1 Platone, Plotino, Proclo, ?iuliano, *ristotele, +emistio, *lessandro di
*frodisia, tutti i maiori. Non mancavano le opere di ?emisto, alcune delle &uali autorafe1
tutte &uelle che con piet! filiale e devozione di discepolo era riuscito a salvare dalla
distruzione decretata dal fanatismo del vecchio rivale del filosofo, Scolario, divenuto patriarca
ortodosso di 3ostantinopoli col nome di ?ennadio. Vi erano poi tutti o &uasi li storici, li
oratori, i traici, i comici, i poeti. *lcuni pezzi erano eccezionali1 due tra i codici pi"
importanti dell#+liade' l#Anthologia Planudea, con duemila&uattrocento poesie brevi da Saffo a
Leone V( il Saio' )schilo, *ristofane, *teneo, Aozio, in edizioni manoscritte di alta &ualit!.
Vi erano opere matematiche, eorafiche e astronomiche, alcune del tutto inote
nell#0ccidente' e opere di medicina, fra cui un (ppocrate del > secolo fondamentale per la
tradizione del testo.
*ccanto ai testi della recit! il cardinale raccolieva anche opere latine1 era infatti divenuto
buon conoscitore della latinit!, <inter raecos latinissimus, inter latinos raecissimus< secondo
la celebre definizione di Lorenzo Valla. La sua azione, ispirata ai principi della concordia e
dell#armonia, mirava anche alla reciproca comprensione e compenetrazione delle due civilt!,
che eli pi" di oni altro si adoper4 per favorire e attuare. Peraltro i libri latini da lui raccolti,
pur importanti, rivestono interesse minore1 si trattava di opere che servivano ai suoi studi e
rispondevano ali interessi ch#eli coltivava nel momento, senza che nel procurarseli eli
obbedisse a &uell#impulso ideale che moltiplicava i suoi sforzi nella ricerca e nell#ac&uisto dei
testi ellenici.
Si comprende &uindi come la biblioteca bessarionea fosse una delle maiori del tempo,
seconda solo a &uella papale, e prima per i testi reci. )ssa venne a comprendere un miliaio
di volumi, con un numero di titoli peraltro di ran luna superiore, dato che il @essarione
predilieva i codici di randi dimensioni, in cui faceva copiare l#intera opera di un autore. 6n
codice, ad esempio, contiene tutta l#opera di *ristotele, salvo l#0rganon1 trentasei titoli in un
solo rande volume di .D, foli. ( codici reci nel 1-:C erano &uattrocentottantadue, il papa
ne aveva, nel 1-.., &uattrocento&uattordici, mentre li altri principi ne avevano pochi o
nessuno.
Nel contempo il @essarione non cessava di adoperarsi per la pace tra le potenze cristiane e
l#alleanza di esse contro il +urco. Au in buona parte opera sua il conresso di ;antova, ove li
Stati europei dovevano concordare una politica comune. Non si ottenne nulla, ma non certo
per uno scarso impeno dei deleati veneziani, 0rsatto ?iustinian e Lodovico Aoscarini.
@ench5 paralizzati dalle istruzioni del loro overno $la Gepubblica non era pronta alla uerra
e non voleva ancora sottoscrivere accordi in tal senso%, essi fecero &uanto era in loro potere
per far prevalere una linea interventista' anzi il Aoscarini and4 oltre i termini dell#incarico,
ebbe incontri non consentiti con potentati ecclesiastici, sicch5 una volta tornato in patria dur4
molta fatica a discolparsi. ( leami tra il @essarione e li umanisti si rinsaldavano. Quasi due
anni dopo, di ritorno da un#infruttuosa missione in ?ermania, il @essarione ritrovava il
Aoscarini in Ariuli, dove &uest#ultimo rivestiva la carica di luootenente. Poco dopo, il 2B
dicembre 1-:1, il maior consilio iscriveva il cardinale tra i propri membri1 seno
elo&uente delle amicizie di cui eli odeva presso il patriziato e del peso crescente del partito
dei suoi sostenitori.
( +urchi continuavano intanto la loro avanzata. Nel 1-:B cadeva la ;orea' l#anno dopo
+rebisonda. * Venezia la preoccupazione aumentava. *lla morte del doe ;alipiero, capo
del partito pacifista, veniva eletto il suo maior oppositore, 3ristoforo ;oro. (l partito
favorevole ad un massiccio intervento per fermare il Sultano cominciava a prendere il
sopravvento. Nel frattempo cadeva in mano turca l#isola di Lesbo $o ;itilene%, nel settembre
1-:2' nel iuno dell#anno dopo veniva inhiottita la @osnia. )ra il momento per far pendere
la bilancia dalla parte della uerra1 e @essarione iunse a Venezia a tal fine nel lulio 1-:,,
con il titolo e i poteri di leato.
Au &uesto il pi" luno periodo da lui passato a Venezia, incominciato sotto i miliori auspici e
meno felicemente concluso dal punto di vista politico, ma ricco di conseuenze sul piano
umano e culturale. *ll#inizio li arride un pieno successo1 Venezia entra in uerra, l#esercito
veneziano ricon&uista la ;orea, si profilano nuove alleanze, i +urchi sembrano in ritirata. Poi
verr! l#amaro disinanno, la sconfitta militare, l#abbandono della ;orea, infine il tentativo di
crociata sotto il comando del pontefice, la morte di &uesti, la rinuncia ad oni ulteriore azione
per il momento. Pienamente positivo invece il bilancio per &uel che riuarda i rapporti con le
istituzioni e li amici veneziani. <Starei sempre &ui, in &uesta manifica citt!, ove sono
onorato e circondato dalla venerazione di tutti<, eli scrive $in latino% nell#ottobre del 1-:, al
cardinale *mmannati, e il senato lo chiama <nobilis noster et de nostro remio<. <@essarion
Venetus< eli si firma in vari atti iuridici1 eli sente Venezia come la patria d#elezione, vi si
sente a casa propria.
La benevolenza verso la citt! si traduce in una serie di atti pieni di particolare simpatia e
favore. *lla Scuola di S. ?iorio deli Schiavoni concede ampie indulenze, in seno di
ratitudine per l#impeno con cui i /almati si battevano contro il nemico comune. *lla Scuola
rande della 3arit!, che lo elee a confratello, dona un manifico reli&uiario contenente due
frammenti della croce di 3risto. Quando sore una controversia fra Venezia e i monaci di S.
?iustina di Padova circa le reli&uie di s. Luca, eli non ha dubbi1 &uelle vere sono a Venezia,
nella chiesa prediletta del doe ;oro, S. ?iobbe. ) al monastero dove risiede, e dove aveva
soiornato nel corso della prima visita a Venezia, nel febbraio 1-,C, S. ?iorio ;aiore,
eli riserva il dono pi" prezioso1 la sua stessa biblioteca reca, &uella raccolta a cui eli aveva
affidato le speranze di sopravvivenza culturale della sua ente.
*nche se la data dell#atto non nota, sembra certo che fosse compiuto durante il soiorno
del 1-:,-1-:-. (l documento perduto, ma le clausole principali si ricavano dalla bolla del
1-:= con cui il papa autorizza la revoca della donazione. Questa non comprendeva tutti i
codici, ma solo &uelli reci' il donante se ne riservava l#uso in vita' i monaci dovevano riporli
in una dena libreria e consentire l#accesso a tutti coloro che volessero leere e studiare' non
potevano vendere i libri n5 alienarli in alcun modo, n5 prestarli senza peno sufficiente. (n
caso di inadempienza, il leato sarebbe passato al patriarcato di Venezia. Lo scopo della
disposizione era che &uei libri dovessero <publicos fore et posteritati servire<.
*d indirizzare la scelta del cardinale vi erano numerose raioni1 i leami del monastero con
l#0riente reco $esso possedeva da secoli beni a Neroponte, +ebe, 3reta, Pera,
3ostantinopoli, e da esso dipendevano varie chiese e conventi in territorio reco%' il nome
stesso, &uello del santo nazionale reco' la presenza in esso di due reli&uie del santo eponimo,
il braccio e la testa. (l trasporto di &uest#ultima reli&uia era avvenuto l#anno prima dell#arrivo a
Venezia del @essarione1 ?irolamo Valaresso, sopracomito nella flotta al comando di Vettor
3apello, l#aveva recata dall#isola di )ina, ove si trovava sin dal 1-.1. 3he la traslazione
avvenisse in &uel momento, e non prima, un fatto che riveste sinificati precisi1 era il seno
che si voleva rinsaldare l#alleanza reco-veneta. ) infatti l#operazione si era svolta ad opera di
uno dei pi" decisi fautori dell#alleanza antiturca, Vettor 3apello, uno dei capi del partito che
mirava a consacrare Venezia come centro della recit! minacciata dal +urco. 3ertamente
l#atto del @essarione era ispirato alle stesse motivazioni' e sar! stato caldeiato dali amici
veneziani, che vedevano innalzato il loro prestiio da un dono di tale importanza. (l
monastero di S. ?iorio diveniva &uindi il maior simbolo della volont! veneziana di
assumere l#eredit! di @isanzio.
9 possibile che a far assumere &uesto ruolo al monastero di S. ?iorio cooperasse anche
l#abate, ?aleotto @eac&ui, in reliione +eofilo da ;ilano, un colto iurista che aveva ospitato
nel monastero di S. @enedetto in Polirone, di cui era abate a &uel tempo, molti dei cardinali e
prelati diretti al conveno di ;antova
$1D.%
. *lla sua influenza si deve forse una clausola
testamentaria avente per contenuto libri, disposta a favore del monastero di S. ?iorio da
parte di una veneziana, Aranceschina ?abo, vedova di Niccol4 @ratti. Nel 1-:2 Aranceschina
redie il suo testamento, lasciando al monastero due case, con facolt! di venderle e di
investire il ricavato nell#ac&uisto di libri. /ue fili della ?abo erano monaci a S. ?iorio e
sembra lecito presumere che il esto di Aranceschina sia stato ispirato dall#abate, o &uanto
meno concordato con lui1 prova di un interesse di &uesti per i libri, dato che ad essi pensava
per l#arricchimento del suo monastero
$1D:%
.
Nel lulio del 1-:- il cardinale lasci4 Venezia per non pi" tornarvi, ma non cess4 di uardare
alla citt! come ad alleata e protettrice dei ?reci, seconda @isanzio. *d essa eli offr8 oni
possibile appoio diplomatico per tutto il corso della uerra col +urco, che si protrasse
durissima per molti anni ancora dopo la sua morte. ) nel 1-:C volle fare alla citt! stessa, non
pi" ad una istituzione veneziana, ma allo Stato stesso di Venezia, donazione della sua
biblioteca.
La motivazione ufficiale del mutamento di volont! era il fatto che il monastero era sito <in
insula< e &uindi l#accesso era difficoltoso. ;a le raioni erano probabilmente altre.
L#importanza che eli iustamente annetteva alla sua biblioteca era tale che un#istituzione
monastica, per &uanto prestiiosa, non li dava sufficienti aranzie1 non sempre, eli lo
sapeva bene, i monaci tenevano alla cultura $e nel frattempo il @eac&ui aveva lasciato la
carica di abate%' d#altro canto essi erano soetti all#autorit! pontificia, e non sempre &uesta
era sensibile ai valori della cultura laica. Per di pi" il papa renante, Paolo ((, era
dichiaratamente nemico delle accademie che si richiamavano alla dottrina platonica1 proprio
&uella sapienza che @essarione venerava e che occupava laro spazio nella sua biblioteca.
@en diversa fiducia li pareva meritasse lo Stato veneziano, che sembrava realizzare
nell#e&uilibrio delle maistrature l#armonia della repubblica platonica1 la iustizia a cui esso
voleva ispirata la propria azione, la solidit! della sua oranizzazione, la sensibilit! verso la
cultura mostrata dai membri pi" autorevoli dei consili sovrani, tutto ci4 li faceva preferire
lo Stato veneto stesso come erede.
Vi era forse anche un#altra motivazione d#ordine politico1 il monastero di S. ?iorio era sin dal
tempo di 3osimo leato ai ;edici, che anzi stavano per finanziare la costruzione di una nuova
biblioteca nel monastero, forse chiesta dai monaci proprio in relazione al dono bessarioneo'
nel 1-:= i rapporti tra Venezia e Airenze erano tesi, dato che la Gepubblica favoriva il
3olleoni e i fuoriusciti antimedicei, mentre Piero de# ;edici si appoiava a ;ilano e a
Aerrara. 9 possibile che da ci4 derivasse al cardinale un#ulteriore spinta a distaccarsi dal
monastero e a mostrare il suo favore direttamente allo Stato veneziano
$1D=%
.
La revoca della donazione a S. ?iorio del 1-:=. Nel marzo 1-:C, mentre una supposta
coniura deli umanisti dell#*ccademia romana scatena la persecuzione pontificia, il
cardinale decide di accelerare i tempi per porre al sicuro la sua preziosa raccolta.
L#ambasciatore veneziano lo visita oni iorno1 nel corso di &uei collo&ui la donazione a
Venezia viene messa a punto. )li dona alla chiesa di S. ;arco1 ma donare a S. ;arco,
cappella ducale, amministrata dai procuratori $maistrati laici, in altissimo luoo nella
struttura dello Stato%, sinificava donare alla Gepubblica stessa
$1DC%
.
3os8 operando eli mostrava solennemente al mondo di essere leato a Venezia da un
rapporto speciale, rafforzando la sua stessa posizione in un momento in cui le persecuzioni
antiplatoniche potevano diminuirne il peso' nel contempo dava una pubblica dimostrazione di
fiducia nei confronti del doe ;oro e della sua cerchia, di cui faceva parte Paolo ;orosini, le
cui <suasiones< sono messe in rilievo nella dichiarazione di accettazione da parte del senato.
L#atto, ricco di risonanze nelle cancellerie e nei circoli pi" autorevoli, rafforzava
internazionalmente la posizione del ruppo dei filelleni su cui il @essarione fondava le sue
speranze' e anche all#interno della citt! l#essersi accaparrati una raccolta di fama europea era
per &uel ruppo un successo, che si traduceva in un aumento di prestiio e di influenza
$1DD%
.
?i! il 2, marzo il senato prendeva atto della volont! del cardinale e disponeva che li si
scrivesse, rinraziando. /alla deliberazione del senato si apprende1 che il @essarione
intendeva donare i suoi libri alla Gepubblica' che la biblioteca doveva essere intitolata a s.
;arco, simbolo e protettore dello Stato veneziano' che il luoo ad essa destinato doveva
essere <in plateis nostris Sancti ;arci<, in piazza S. ;arco.
(l 2 maio il luoo era identificato nel palazzo /ucale stesso1 nella <sala novissima<, appena
costruita, che si sarebbe adattata allo scopo. (l 1- maio il @essarione compiva il formale
atto di donazione, mentre si trovava a Viterbo, per odervi i bani curativi e la compania
dell#amico Perotti, che overnava allora la +uscia. Nell#atto precisato che la donazione era
diretta a S. ;arco, <ecclesiae Sancti ;arci Venetiarum<. Le clausole dell#atto ricalcano &uelle
della donazione a S. ?iorio, con due varianti di rande importanza1 i libri compresi nella
donazione non sono soltanto i reci, ma anche i latini' l#effetto della donazione immediato,
non <post mortem<.
(l ,1 maio il cardinale, sempre a Viterbo, stilava la celebre nobilissima lettera latina al doe
e al senato, in cui illustrava le raioni della sua decisione, parlava di s5, della sua studiosa,
parca iovent", dominata dall#amore dei libri1 &uei libri che, eli dice, <sono pieni della voce
dei sapienti, pieni di esempi dell#antichit! L...M vivono, conversano, parlano con noi L...M ci
istruiscono, ci consolano L...M<.
Nell#aprile 1-:D una prima spedizione di libri, in trenta casse, portate da &uindici muli,
raiuneva Venezia. ?li altri pervennero entro il 1-=,. L#inventario redatto nel 1-=-, &uando
le consene erano terminate, elenca milleventi&uattro volumi in cin&uantasette casse. (l
prezioso contenuto venne affidato ai procuratori di S. ;arco, secondo la volont! del
cardinale.
3on la loro opera diplomatica li umanisti veneziani avevano cos8 assicurato alla loro patria
una delle maiori biblioteche del loro tempo1 un successo che insieme alla vivacit! della
colonia reca di Venezia, alla presenza di tanti esuli reci, alla rinascita deli studi,
all#impeno politico antiturco e allo sforzo bellico in 0riente, contribuiva a fare di Venezia il
centro dell#ellenismo nell#)uropa occidentale. +ale carattere verr! ad assumere un#evidenza
anche monumentale, &uando soreranno le architetture di ;auro 3odussi, ispirate a &uelle
bizantine in una renovatio che si richiama alla seconda Goma, alla Goma cristiana,
3ostantinopoli1 anche &uesta volta l#idea matura nei circoli dei committenti patrizi, ad opera di
uomini come /omenico ;orosini e @ernardo ?iustinian, strettamente leati alla cerchia di
&uanti avevano condiviso li ideali e le speranze del @essarione
$2BB%
.
3on la donazione del cardinale Venezia diveniva la sede di una biblioteca di Stato1 una
biblioteca non solo pubblica &uanto all#uso, ma altres8 di propriet! pubblica. (l proetto del
Petrarca trovava attuazione un secolo dopo, razie al cardinale reco e ai suoi amici
veneziani.
Le successive vicende della biblioteca sono all#insena del contrasto tra le due anime della
nobilt!1 da una parte i patrizi appassionati alla cultura umanistica, dall#altra il rosso della
classe diriente ad essa meno sensibile. ( primi premevano perch5 la biblioteca venisse
sinorilmente sistemata e aperta al pubblico, i secondi vedevano di mal occhio l#impeno di
mezzi e denaro per un fine che appariva loro secondario rispetto ad altri pi" urenti. Vi era
comun&ue un preciso impeno assunto nei confronti del cardinale, collocare i libri a S. ;arco.
Si era pensato al palazzo /ucale, si era anzi identificato il locale, la Sala Novissima1 ma nel
palazzo pubblico oni metro era prezioso, non pareva possibile sacrificare spazi che
divenivano sempre pi" necessari ai consili sovrani e ali uffici. 3os8 i libri rimasero per
lunhi anni costretti in una cameretta, chiusi nelle loro cin&uantasette casse, divenute
&uarantotto nel 1-D-. 3i4 non sinificava disprezzo del dono, se mai cura troppo elosa' le
biblioteche principesche, a differenza di &uelle monastiche, si conservavano spesso chiuse in
casse
$2B1%
1 ci4 sia per sicurezza, sia per trasferire rapidamente i libri, assieme ali altri oetti
d#uso, &uando il sinore si trasferiva in un#altra delle sue molte residenze per odervi i frutti
della terra. ;a certo non era &uella la sistemazione che il cardinale e i suoi amici sonavano. (
patrizi umanisti sollevarono pi" volte la &uestione, senza successo. Solo nel 1.,B il
bibliotecario Pietro @embo pot5 spostare i libri in un luoo pi" adatto, una stanza sita al piano
superiore della basilica di S. ;arco' e finalmente nel 1.,= si decise la costruzione di una sede
nuova, affidandone la cura al Sansovino.
*nche sotto il profilo dell#amministrazione della biblioteca vi era un#evidente disparit! di
vedute1 vi era chi voleva favorire la diffusione delle opere in essa conservate e chi invece si
accontentava di una conservazione passiva. La raccolta era affidata colleialmente ai
procuratori di S. ;arco, secondo l#espressa volont! del donante1 uno di essi assunse a data
imprecisata il titolo di Bibliothecarius Sancti Marci. (l primo fu, sembra, ;arco @arbario'
&uando fu eletto doe, nel 1-C., li succedette il fratello *ostino. 3ome si ricava da una
lettera di )rmolao @arbaro, fu rande la delusione subita dal padre di lui Faccaria, che
aspirava all#onore
$2B2%
. ;entre il @arbario era un personaio di rande rilievo politico, ma
poco impenato culturalmente, Faccaria @arbaro, eminente anche nel mondo umanistico per
tradizione familiare e meriti propri, era evidentemente il candidato dei circoli pi" dotti. (l
fatto che li fosse preferito il @arbario dimostrava che non si voleva un particolare impeno
pubblico in rapporto alla Libreria.
;aior sinificato poteva avere la nomina di ;arc#*ntonio 3occio di Vicovaro detto il
Sabellico, umanista e storico assai radito al patriziato, che succedette ad *ostino @arbario
dopo che &uesti, nel 1-::, fu eletto doe. ;a nulla fece, o pot5 fare, il Sabellico per la
costruzione di una nuova sede, ch5 &uella era la &uestione pi" importante. *lla sua morte, nel
1.B:, non venne sostituito. Venezia era impenata nel ioco politico europeo, il patriziato
pensava ad altro. (l clima mut4 nel 1.1., con la nomina di *ndrea Navaero, fine poeta
latino, leato alla cerchia di *ldo
$2B,%
. *lla costruzione di una nuova, dena sede per i codici
di @essarione si interessava anche un autorevole amico del Navaero, il eneralissimo
@artolomeo d#*lviano. Poi le uerre d#(talia assorbirono le enerie della Gepubblica, sino a
che nel 1.,= si iunse alla deliberazione dei procuratori che affidava al Sansovino la
costruzione di un nuovo edificio per ospitare la biblioteca della Gepubblica.
Nel frattempo peraltro i codici non erano rimasti inutilizzati1 ad essi si accedeva razie al
prestito, istituto che si visto laramente applicato dai Veneziani in materia di libri. Nel 1-D-,
in occasione del trasferimento, proettato ma non attuato, della biblioteca al convento dei SS.
?iovanni e Paolo $si era infatti pensato di unirla a &uella domenicana, che attraversava un
momento di splendore razie alle iniziative del padre enerale dell#0rdine, ?ioachino
+orriano, o della +orre%, si compil4 un elenco di <libri non restituidi<. ( prestatari
inadempienti erano il seretario papale ;arcello de# Gustici, +omasin da 3oneian, rimasto
sconosciuto, Nicoletto Vernia, noto professore di filosofia a Padova, Niccol4 Leonico +omeo,
anch#eli professore in &uella 6niversit!, e tre patrizi1 @artolomeo ?radenio, Leonardo
;ocenio e /omenico Pisani. ?li inadempienti non potevano essere che alcuni dei non pochi
studiosi ammessi alla lettura dei codici niceni.
*nni dopo, nel 1.B:, il colleio decise di sospendere temporaneamente il prestito1
evidentemente se ne era fatto un uso eccessivo. Nel 1.1: fu il Navaero a minacciare sanzioni
a chi non restituisse i libri avuti a prestito. La @iblioteca di S. ;arco restava dun&ue un tesoro
non utilizzato appieno, ma non sepolto e inaccessibile come alcuni lamentavano.
:. L#avvento e il trionfo della stampa
Queli intellettuali patrizi che, come si visto, si erano adoperati per dotare Venezia di una
libreria pubblica, che avevano ottenuto l#istituzione di una seconda cattedra alla Scuola di S.
;arco, che sostenevano la necessit! di una politica di laro respiro in 0riente e che a tali fini
usavano della loro influenza e dei loro rapporti entro e fuori Venezia, ebbero anche un altro
merito storico di straordinaria importanza1 l#introduzione nella citt! della nuova rivoluzionaria
arte della stampa.
6na forma primitiva di stampa, che si avvaleva di matrici di leno su cui erano incisi i
caratteri, esisteva i! da tempo, addirittura, come si accennato, dal tardo +recento. (mmaini
7ilorafiche raffiuranti s. 3aterina da Siena, oetto di una devozione popolare laramente
diffusa, circolavano i! nel 1,D:1 secondo una dichiarazione rilasciata in iudizio dal noto
frate senese +ommaso 3affarini, ne erano state prodotte varie miliaia. /i esse, nessuna ci
pervenuta
$2B-%
. Gimanono peraltro altre immaini di sante e santi risalenti con oni
probabilit! allo stesso periodo o al primo Quattrocento. +alvolta le immaini erano corredate
da una didascalia, anch#essa incisa nel leno' tal altra erano unite a formare un libro, come la
famosa Biblia pauperum di ]eidelber, che risale al 1-2B circa. Aorse veneziano un libro
analoo di poco posteriore, oi a @oston' certo veneziana la Passione di 3orimberga, di
cui esiste un altro esemplare $o imitazione coeva% a @erlino' i diseni e forse li stessi intali
sono ritenuti opera del 3ortese, eseuiti tra il 1-,B e il 1--B
$2B.%
.
La 7ilorafia era usata anche per stampare libretti destinati all#uso scolastico. Nel febbraio
1--= <mistro Fuane de @ia7io bidelo e miniador de @olona<, un libraio che stava <a S.
Fulian in la ca# de le munehe<, vantava un credito per <una composi7ion fata L..M de alcune
forme da stanpar donadi et salteri<
$2B:%
. (l rande consumo di libri scolastici elementari
rendeva pi" economico servirsi di leni incisi, con cui si potevano riprodurre non solo
immaini ma anche brevi testi' con lo stesso procedimento si riproducevano anche carte da
ioco. Aacilmente oltre ali estratti dell#Ars minor di /onato e del salterio, cui fa cenno il
documento, si saranno riprodotte 7iloraficamente le tabule, &uei foli contenenti lettere
dell#alfabeto, sillabe ed elementari prehiere sui &uali i bambini imparavano a leere. La
tecnica 7ilorafica era in uso da molti secoli in 0riente e almeno dalla fine del +recento in
?ermania' di &ui forse era iunta nella launa
$2B=%
.
La 7ilorafia era dun&ue procedimento ben noto a Venezia. *nzi, era laramente praticato, se
nella mariegola dei Pittori annotata, l#11 ottobre 1--1, una deliberazione dello Stato volta a
proteere dalla concorrenza estera <l#arte et mestier de le carte e fiure stampide<, che era
<venudo a tottal defaction< a causa della <ran &uantit! de carte da zuar, e fiure depente
stampide, le &ual vien fate de fuora de Vene7ia<
$2BC%
. /ato che nelle motivazioni di &uesto
enere di provvedimenti si tende a dare un &uadro fosco della situazione per iustificare le
restrizioni, si pu4 immainare che l#arte minacciata doveva essere stata, e probabilmente
ancora era, fiorente1 ad oni modo si disponeva che non potesse essere importato <alcun
lavorerio de la predicta arte che sia stampido o depento in tela o in carta, come sono anchone
e carte da zuar, e cadaun altro lavorerio de la so arte fatto a penello et stampido<.
La tecnica escoitata da ?utenber era peraltro cosa ben diversa e apriva possibilit! prima
inimmainabili1 anche se la diffusa presenza della stampa 7ilorafica e dei suoi strumenti,
come matrici e torchi, poteva facilitare l#accolimento di un#arte che doveva apparire nuova,
ma non del tutto' di essa era i! familiare anche il nome, che suona in &uelle carte stampide
$2BD%
. (l primo a servirsi della tecnica di ?utenber a Venezia fu, secondo la comune opinione,
un tedesco, ?iovanni da Spira1 lo dichiara oroliosamente eli stesso nel colophon del primo
libro da lui pubblicato, le Epistolae ad (amiliares di 3icerone. <Primus in *driaca formis
impressit aenis 6rbe Libros Spira enitus de stirpe (ohannes<1 cos8 eli scrive nella prima
edizione, mentre nella seconda, uscita pochi mesi dopo la prima $che, stampata in trecento
copie, era i! esaurita%, sottolinea i benefici che la ?ermania, per mezzo di lui e dell#arte da
lui importata, avrebbe recato a Venezia1 <Spira favet Venetis<, conclude, e a raione. Poco di
lui noto1 forse aveva appreso l#arte nell#officina stessa di ?utenber. 6n ]ans von SpKre e
un 3las ?otz <die ?oltsmKde< sono ricordati in due documenti di ;aonza, del novembre
1-:B e del ennaio 1-:1, ed possibile che ]ans von SpKre e ?iovanni da Spira siano la
stessa persona
$21B%
. Se era orafo, ?iovanni sapeva lavorare il metallo. Aorse, come tanti altri
artiiani, lasci4 ;aonza dopo il sacco del 1-:2. 9 probabile che si stabilisse a Venezia poco
dopo1 nel 1-== aveva una filia in et! da marito, che spos4 in &uell#anno un facoltoso libraio,
^aspar von /insla_en, e doveva esserli nata a Venezia. La madre era infatti veneziana' si
chiamava Paola ed era filia di un *ntonio da ;essina, che peraltro non sembra possa essere
identificato col pittore *ntonello
$211%
. 3ome molti dei primi stampatori, ?iovanni era un
artiiano1 possedeva solo li attrezzi e la capacit! tecnica, e aveva bisono di capitali per
potersene avvalere. * Venezia, rande centro culturale e commerciale in cui prosperava
un#attiva colonia tedesca, eli poteva far conto di trovare l#ambiente adatto.
La priorit! di ?iovanni non tuttavia del tutto certa. L#affermazione del tiporafo non
decisiva1 Ienson viene dichiarato in un volume da lui stesso stampato <artis librariae mirabilis
inventor<' lo stampatore Ailippo di Lavana si dichiara nel 1-=, <primum latorem< in ;ilano
<at&ue inventorem huius artis stampandi<, mentre non era n5 l#una n5 l#altra cosa. *ltri
tiporafi erano presenti nel Veneto in &ueli anni, 3ristoforo Valdarfer, 3lemente da Padova'
lo stesso Ienson era forse a Vicenza
$212%
. Nel 1-=2, il : marzo, il cancelliere del duca di
;ilano ?iovanni Simonetta scrive a Arancesco Sforza per avvisarlo che li si sarebbe
presentato <&uello maestro da libri dal stampo, che venetiano et se trova &ui<' il suo nome,
precisa, <Pamphilo de 3astaldis, medico<. Se era i! un esperto in materia di stampa e vien
detto veneziano, il 3astaldi doveva avere svolto a Venezia per &ualche tempo la sua attivit!
prima di trasferirsi a ;ilano
$21,%
.
) a Venezia operava, nel 1-=B, *ntonio Planella1 uno stampatore rimasto misterioso, ma
certamente competente nel suo mestiere, se il ,B aprile di &uell#anno ?erardo de# 3olli,
ambasciatore milanese a Venezia, pu4 scrivere alla sua corte che eli <fa molto milior litera
che non &uella da Goma<. )li voleva <venir a star a ;ilano et fare de li libri a stampa<, e
aveva chiesto un privileio decennale, ma il consilio ducale si era mostrato restio a
concederli tanto tempo1 ora il 3olli l#aveva indotto ad accettare un termine di cin&ue anni. Se
l#avessero accontentato, scrive il 3olli, <dar! utile a la terra et mostrar! l#arte in ;ilano, et
habundiar! tutto il paese de libri, che &uello si vende &ua > si dar! a ;ilano per V(<
$21-%
. ;a
&uel che pi" incuriosisce il fatto che, a dire dell#ambasciatore, <&uando il viene &ua la
Sinoria li diede ca7a per niente et altre comodit!<, mentre a ;ilano non chiedeva un analoo
beneficio. /oveva dun&ue essere un tiporafo di valore e ben conosciuto, se la Gepubblica -
talvolta enerosa, ma prodia mai - li aveva addirittura assenato una casa in uso ratuito.
Qualche fatto che ci sfue doveva aver indotto il Planella a cercare nel 1-=B una nuova sede1
forse proprio il prevalere di ?iovanni da Spira. )d anche sinolare che nulla rimana di lui1
forse avr! dato prova della sua valentia stampando foli volanti o altro materiale destinato a
breve vita.
Se dun&ue ?iovanni non fu il solo a tentare l#impresa a Venezia, certo che prevalse su tutti
li altri competitori, ottenendo dal colleio un privileio &uin&uennale per la stampa in
esclusiva a Venezia
$21.%
. *nche il Planella, come si visto, mirava ad un privileio' nel
maio del 1-=B il consilio ducale di ;ilano stava per concederlielo, ma uno dei membri,
un 3rivelli, asser8 che vi era un tedesco disposto a venire <senza veruno pacto<, per cui si
prefer8 attendere &uest#ultimo' ma il tedesco non venne, e il = settembre il Planella ebbe il suo
privileio &uin&uennale' poi, per motivi inoti, non se ne avvalse e spar8 dalla storia. (l
privileio era dun&ue un#aspirazione comune ali stampatori.
La famosissima deliberazione del colleio che concede a ?iovanni da Spira l#ambita esclusiva
prende le mosse da una constatazione1 <inducta est in hanc nostram inclKtam civitatem ars
imprimendi libros<' seue una previsione, un voto1 <in dies&ue mais celebrior et fre&uentior
fiet per operam, studium et inenium maistri Iohannis de Spira, &ui caeteris aliis urbibus
hanc nostram praeleit, ubi con coniue, liberis et familia tota sua inhabitaret, e7erceret&ue
dictam artem librorum imprimendorum<. Si proseue eloiando i libri da lui i! stampati, le
Epistolae di 3icerone e la 3aturalis -istoria di Plinio, usciti <in ma7imo numero et
pulcherrima litterarum forma<' si prevede che molti altri libri usciranno con la nuova tecnica e
che si venderanno <pervili pretio<. (l provvedimento consiste nel divieto per tutti, ad
eccezione di ?iovanni, di <e7ercere ipsam artem imprimendorum librorum in hac inclKta
civitate Venetiarum<1 ci4 <per annos &uin&ue pro7ime futuros<. 3ome ha notato il Lo`rK, il
testo del privileio non chiarisce in modo definitivo la priorit! nell#introduzione della stampa
a Venezia1 il fatto che essa sia <inducta< non indissolubilmente leato dal punto di vista
rammaticale alla <operam< di ?iovanni.
)li comun&ue lo stampatore che la Gepubblica scelie fra tutti e tutela in modo particolare'
resta da vedere da chi, e perch5, eli vena scelto e protetto. La deliberazione firmata da
cin&ue consilieri ducali1 *nelo ?radenio, @ertuzzi 3ontarini, *nelo Venier, ?iacomo
;orosini, Arancesco /andolo. Nessuno di essi famoso per militanza umanistica. ;a il tono
solenne del documento, lo stile eleante, i richiami alla novit! e all#importanza
dell#invenzione, alla &ualit! dei libri stampati, al loro basso prezzo, che ne faciliter! la sperata
diffusione, tutto ci4 riconduce ad un ambiente umanistico. ) ad esso richiamano le opere
pubblicate, 3icerone e Plinio, cui seuir! s. *ostino, e i caratteri, che non sono i otici usati
in ?ermania ma la littera anti&ua deli umanisti.
?iovanni non il primo a stampare in (talia1 &uattro anni prima si erano stabiliti a Subiaco
due chierici tedeschi, 3onrad S`eKnheKm e *rnold Pannartz. Aorse li aveva chiamati il
cardinale +or&uemada, forse Niccol4 da 3usa. ;a non sembra azzardato pensare al
@essarione1 ammiratore del proresso tecnico occidentale, buon conoscitore della scienza
meccanica e interessato alle sue pratiche applicazioni, eli era in rado di ben comprendere
l#importanza della nuova invenzione e le possibilit! ch#essa offriva ai fini della diffusione
delle idee e, anzi, della propaanda ideoloica. /el resto la stampa era stata usata per tali fini
sin dall#inizio, in ?ermania, nel 1-.-, per diffondere le lettere d#indulenza di Niccol4 V a
beneficio di chi si fosse adoperato per la crociata antiturca' e forse ?utenber stesso aveva
stampato in &uell#anno l#opuscolo E!n Manung der Cristenheit 4idder die Dur5en6 <un
monito alla 3ristianit!< perch5 si battesse <contro i +urchi<, in nove paine, che costituiscono
il primo testo impresso in volare
$21:%.
@essarione aveva avuto certo notizia di &uei foli, che
lo toccavano cos8 da vicino, ed aveva avuto poi pi" occasioni di conoscere melio la nuova
arte nel 1-:1, durante il soiorno in ?ermania. 3erto che il proramma editoriale dei due
chierici tedeschi, che nel 1-:C lasciano Subiaco per Goma, sembra ispirato dal @essarione e
diretto a diffonderne il pensiero
$21=%
. 6na serie di titoli di classici e di padri della 3hiesa
sembra condurre al momento culminante del proramma, la rande opera del cardinale in
difesa di Platone, pubblicata col titolo Adversus Platonis calumniatorem. Per la prima volta la
stampa si pone al servizio di un oranico piano editoriale, rispondente a un preciso diseno
ideoloico, la difesa e il trionfo del platonismo cristiano' ma il piano prevedeva anche l#uscita
di un testo pi" nettamente propaandistico, le 0rationes contro i +urchi dello stesso
@essarione.
Quest#ultimo testo non esce peraltro a Goma, ma a Parii, nel 1-=11 anche &ui la stampa viene
introdotta da un amico e seuace strettissimo del @essarione, ?uillaume Aichet, cancelliere
della Sorbona, che chiama tre tiporafi tedeschi a cui affida la stampa di classici e, momento
anche &ui decisivo per &ualificare il proramma, le 0rationes del cardinale.
?li anni sono li stessi, Venezia al centro della rete di amicizie e di rapporti internazionali
che il cardinale intesse per i suoi randi proetti di diffusione della cultura reca e di crociata
per la liberazione della sua terra. Nelle conversazioni &uasi &uotidiane del marzo 1-:C tra il
@essarione e l#ambasciatore veneziano si sar! parlato non solo della donazione dei libri a S.
;arco, ma anche della possibilit! di diffondere il proramma del cardinale da una tribuna
privileiata dal punto di vista politico, commerciale e culturale come &uella di Venezia. ?li
interlocutori, Paolo e Pietro ;orosini, Lodovico Aoscarini, i ?iustinian, sono sempre li
stessi1 li uomini al centro di oni fatto culturale, addentro ad oni rande problema politico.
Per loro la stampa non doveva essere un fatto sconosciuto1 oltrech5 a Goma potevano averne
avuto notizia nel corso delle missioni diplomatiche in ?ermania. L#idea di usare un simile
mezzo propaandistico a beneficio dei loro prorammi, in buona parte coincidenti con &uelli
del cardinale, non poteva che incontrare la loro adesione. (l 1C settembre 1-:D Lodovico
Aoscarini e @ernardo ?iustinian erano savi del consilio1 facevano &uindi parte, in posizione
particolarmente elevata, del colleio che decretava il privileio di ?iovanni da Spira. *nche
se non sottoscrivevano l#atto, potevano ben esserne li ispiratori.
*ttraverso il meccanismo del privileio &uin&uennale, i protettori di ?iovanni intendevano
probabilmente assicurarsi che la stampa si sviluppasse sotto il loro controllo e nelle direzioni
da essi volute. ;a la morte repentina del tiporafo, avvenuta nel 1-=B &uando ancora non era
completato il s. *ostino, tolse al privileio la sua efficacia, ed esso non fu pi" riproposto.
Lo spazio da lui lasciato venne rapidamente colmato. *nzitutto, l#azienda proseu8 l#attivit!1
se ne assunse il carico il fratello Vindelino, che pubblic4 nello stesso anno ben dieci titoli1
classici, ma anche il Can%oniere del Petrarca. ) in &uello stesso 1-=B esce, forse nel maio,
il primo libro stampato dal maior competitore di Vindelino1 opera di Nicholas Ienson, un
francese destinato ad eccellere fra tutti i tiporafi a Venezia e forse nel mondo. /eli anni
antecedenti alla sua venuta a Venezia poco si sa. 6n racconto che ha il sapore di una leenda
lo dice incaricato dal re di Arancia di carpire i sereti dell#arte tiporafica appena inventata da
?utenber1 ma si tratta di una vicenda che presenta aspetti poco chiari, e che per di pi" venne
posta in circolazione molti anni dopo. Sembra che sia stato lo stesso Ienson a creare attorno a
s5 una sorta di cortina di mistero, facendo circolare leende atte ad aumentare il suo
prestiio. Nell#introduzione al Quintiliano del 1-=1, il curatore lo dice, come si visto,
inventore dell#arte tiporafica1 evidentemente l#abile Ienson non si opponeva a che li fosse
accreditato anche &uesto merito storico. La data apposta al Decor puellarum, un impossibile
1-:1, certamente un errore di stampa per 1-=11 ma potrebbe essere una svista non del tutto
involontaria. (l suo primo libro, che esce nel 1-=B, la Preparatio evangelica di )usebio. (l
colophon, in lode dello stampatore, opera di *ntonio 3ornazzano, un letterato di prestiio,
leato al condottiero @artolomeo 3olleoni, eneralissimo della Gepubblica. Poco dopo esce la
Rhetorica ad Erennium1 &uesta volta il curatore 0nibene da Lonio, studioso di rande
riputazione, che nel 1-=1 sar! anche il curatore dell#edizione, i! ricordata, di Quintiliano.
Sono le prime prove dell#abilit! di Ienson nel procurarsi le iuste entrature, i leami
opportuni' una dote che, unita a una capacit! tecnica straordinaria e ad un usto raffinato, lo
porteranno al primo posto tra li stampatori veneziani
$21C%
.
;a Vindelino non da meno1 si procura la collaborazione di due ottimi nomi, ?iorio
;erula, noto filoloo, e Gaffaele Fovenzoni, un letterato triestino assai bene introdotto neli
ambienti patrizi. )d Vindelino che nel 1-=1 pubblica la @ibbia tradotta in volare dal
camaldolese di S. ;ichele Niccol4 ;alerbi, punto di partenza di una serie imponente di
edizioni
$21D%
. Seno che li stampatori tenevano d#occhio il mercato e non si limitavano a
ravitare nell#ambito della committenza patrizia.
L#appoio di chi determinava la vita culturale della citt! era certamente importante. Nelle
paine illuminanti che ;artin Lo`rK dedica ai primi anni dell#attivit! di Ienson, eli ci mostra
&uest#ultimo, Vindelino e 3ristoforo Valdarfer, il terzo a comparire $nel 1-=1%, intenti a porre
la loro arte in definitiva al servizio delle stesse persone1 &ueli intellettuali patrizi che credono
nel libro e nella sua importanza culturale e politica, che amano il libro per il suo contenuto
spirituale ma se ne servono anche come strumento di prestiio e come veicolo di messai
culturali ma altres8 diplomatici e politici.
3he i libri stampati siano rivolti ad essi direttamente, ovvero a coloro cui essi voliono
trasmettere una comunicazione pi" o meno esplicita, si ricava anzitutto dalle dediche1 cos8 il
De natura deorum di 3icerone dedicato nel 1-=1 da Vindelino ad *lvise /on!, diplomatico,
che si era adoperato per la candidatura al papato di @essarione' il De (inibus, anch#esso di
3icerone, dedicato lo stesso anno da Vindelino a Lodovico Aoscarini' il volume deli
Scriptores rei rusticae del 1-=2 di Ienson reca la dedica a @ernardo ?iustinian, /omenico
Forzi, Pietro Priuli.
Le dediche possono sinificare &ualcosa di pi" preciso che un semplice osse&uio alla
committenza. Vediamo cos8 Vindelino inserirsi nell#azione difensiva oranizzata da alcuni
patrizi umanisti, sospettati di coinvolimento in un rave affare di spionaio ruotante attorno
ai @arbo e al cardinale @attista Feno. Nel 1-=2, pochi mesi dopo la scoperta delle serete
intellienze con la 3uria romana dell$entourage deli Feno, Vindelino dedica &uattro opere al
vescovo di Padova Iacopo Feno' in una si eloia anche, con la penna di ?iorio ;erula, la
vita di 3arlo Feno, il rande ammiralio, che il vescovo aveva scritto. (l sinificato di &ueste
dediche veniva certo colto da coloro cui esse erano rivolte1 la familia Feno aveva randi
meriti storici, il vescovo Iacopo, uomo colto e bibliofilo, non aveva colpa alcuna, e in oni
caso ad un rande casato si poteva perdonare un errore. )cco all#incirca il messaio che &uei
libri, certo distribuiti ai membri pi" influenti del patriziato a cura deli interessati, erano
destinati a trasmettere a chi li riceveva in dono.
Quella volta erano i torchi di Vindelino a svolere un velato compito politico. *ltrettanto
usati a tale fine &uelli di Ienson. )ccolo pubblicare composizioni ratulatorie all#elezione del
doe +ron' eccolo dare alle stampe il discorso dell#ambasciatore del duca di @orona che
ravviva le speranze di un intervento di &uel potente principe nella uerra col +urco. La rapida
pubblicazione consente in &uesto $e in altri casi% di far circolare nelle cancellerie una notizia
importante1 la possibilit! di un#alleanza che poteva modificare in melio la situazione della
Gepubblica, favorendo la posizione di chi la uerra turca aveva voluta e di chi si adoperava
per assicurarne il sosteno diplomatico.
*nche l#attivit! di Valdarfer, durata poco a Venezia ma intensa e di rande interesse $li
dovuta la stampa delle lettere di Plinio, nonch5 la prima edizione del Decameron di
@occaccio%, si svole nello stesso ambito. * lui tocca - non si sa attraverso &uale ioco
d#influenza e di rapporti - un compito di straordinario prestiio1 la pubblicazione della
traduzione italiana dei discorsi di @essarione contro i +urchi, opera di Lodovico 3arbone. La
pubblicazione viene &uindi a inserirsi in primo piano nell#offensiva diplomatica che il
cardinale e i suoi alleati stanno conducendo a mezzo della stampa1 nello stesso anno le
0rationes del cardinale escono in latino a Parii ad opera del Aichet. ;a l#edizione ha anche
un altro scopo1 lasciar intendere che il cardinale il milior candidato alla cattedra di Pietro,
proporlo alla successione di Paolo (( a nome di Venezia. L#anno prima caduta Neroponte,
la minaccia turca si arava, Venezia sempre pi" vicina al cardinale reco e alla sua
politica. Verr! invece eletto il cardinale della Govere, che accolier! le richieste veneziane
promuovendo una serie di missioni diplomatiche in cui avr! parte dominante il @essarione1
&uesti si riserver! la missione in Arancia, la pi" difficile, che li coster! la vita.
/ue delle opere pubblicate dal Valdarfer sono dedicate a @orso d#)ste1 anche &ui lo scopo
diplomatico, Venezia interviene nella politica ferrarese inviando in missione /omenico Forzi,
membro anch#eli del ruppo dei patrizi umanisti, che si provvede cos8 di uno strumento di
propaanda e di un#eleante presentazione
$22B%
.
*nche i libri di aromento devozionale pubblicati da Ienson si inseriscono in &uesto &uadro1
essi sono opera dei 3ertosini di S. *ndrea, escono &uindi da un monastero vicinissimo ai
circoli umanistici attraverso il priore Arancesco +revisan, e sono veicolo di propaanda
antiebraica. ( patrizi umanisti sono infatti fieramente avversi ali )brei per motivi politici, in
&uanto li vedono pericolosamente vicini al +urco, ed economici, in &uanto temibili
concorrenti nelle loro imprese finanziarie e commerciali. *nzi durante il soiorno veneziano
del @essarione Lodovico Aoscarini in persona cerc4 di ottenere dal cardinale un
provvedimento limitativo della libert! di movimento e di traffico deli )brei1 ma ottenne una
risposta del tutto neativa, ch5 anzi il cardinale dispose che essi potessero vivere e
commerciare senza subire molestia alcuna
$221%
.
9 peraltro probabile che vi fossero interventi di finanziatori con finalit! diverse da &uelle cui
si accennato. Lilian *rmstron ha individuato vari esemplari di lusso, miniati e in
peramena, di libri stampati in &uesti anni da Vindelino, Ienson e Valdarfer1 venti recano le
armi della casata dei Priuli, ventuno di &uella deli *ostini, ricca familia di banchieri
$222%
. (
Priuli svolevano anch#essi attivit! bancarie e commerciavano in rame, la materia prima dei
caratteri di stampa' li *ostini avevano specifici interessi nel mercato della carta1 ci4 risulta
da una fornitura di ottantasei balle di carta, per un valore di =,1 ducati, da essi fatta a
?iambattista Gidolfi e ?irolamo Strozzi, associatisi per finanziare la stampa del Plinio
tradotto in volare da 3ristoforo Landino, che esce nel 1-=: ad opera di Ienson
$22,%
. L#ampia
partecipazione al finanziamento dell#attivit! tiporafica, che le numerose opere decorate
superstiti paiono presupporre, sembra corrispondere ad un interesse pi" capitalistico che
mecenatesco, pi" economico che culturale.
L#attenzione con cui il patrizio uardava al mondo della stampa dimostrata dal notevole
numero di incunaboli recanti armi miniate di familie veneziane
$22-%
' stemmi @embo,
;ocenio, Loredan ricorrono con particolare fre&uenza
$22.%
1 forse indizio di un
coinvolimento finanziario di &uei casati.
(l mercato mostra un#importanza crescente. Ienson stesso compie i! nel 1-=1 un assaio in
una direzione diversa da &uella sino ad allora battuta, pubblicando opere mediche, in ci4
preceduto da 3lemente da Padova, che stampa pochi mesi prima, a Padova, l#opera del ;esue
$22:%
. (l mondo medico poteva rappresentare uno sbocco importante, tanto pi" se fosse stato
attuato il proetto di papa Paolo (( volto a creare in Venezia uno Studio medico abilitato a
concedere diplomi in concorrenza con Padova1 proetto che peraltro incontr4 la pi" netta
opposizione da parte della Gepubblica
$22=%
.
Se Ienson e Vindelino dominano la scena, compaiono presto, oltre al Valdarfer, altre fiure
non prive di importanza. *dam di *mberau, che pubblica nel 1-=1 il primo libro veneziano
illustrato da 7ilorafie $una @ibbia nella traduzione del ;alerbi, copiata dall#edizione di
Vindelino uscita pochi mesi prima%, si muove nello stesso ambiente di Vindelino, Ienson,
Valdarfer1 pubblica poesie latine dello Fovenzoni e rime italiane di Leonardo ?iustinian
$22C%
.
;a presto altri tiporafi si aiunono1 Aiorenzo da Strasburo, 3ristoforo *rnoldo,
Leonardo *url, tutti tedeschi. +edesco anche Arancesco Genner di ]eilbronn, che nel 1-=,
trova un finanziatore nel connazionale Niccol4 da Arancoforte, facoltoso mercante di libri. (l
mondo della stampa comincia ad arricchirsi di nuove fiure, &ueste pi" difficilmente
riconducibili ad un rapporto con la committenza patrizia1 lo stampatore e il capitalista che lo
finanzia tendono solo al uadano, non all#affermazione di principi o al sosteno di cause
politiche.
*lla fine del 1-=2 il mondo della stampa investito da una tempesta che travole molte
aziende e cambia la fisionomia dell#arte. La produzione cala bruscamente, sette deli undici
tiporafi spariscono di scena, &uelli che sopravvivono mutano il tipo di produzione cui in
precedenza si erano dedicati. 3rolla la stampa di classici1 sui venticin&ue titoli usciti nel 1-=,,
i classici sono soltanto due, contro i venti del 1-=2 e i trenta del 1-=1.
La spieazione data comunemente al fenomeno che si tratti di una crisi di
sovrapproduzione1 un eccessivo numero di opere di autori classici si scontrava con
l#insufficiente capacit! di assorbimento da parte di un mercato ancora non abbastanza vasto
$22D%
. +uttavia, se li stampatori si muovevano attorno ad una classe diriente che ne
condizionava le scelte e ne determinava il successo economico, la crisi non poteva ricondursi
soltanto a fatti di puro mercato.
*nche in &uesto fenomeno Goma aveva preceduto Venezia1 i! nel marzo 1-=2 S`eKnheKm e
Pannartz si rivolevano a Sisto (V per chiedere aiuto, dichiarando di avere la bottea carica di
una mole immensa di libri e di essere al tempo stesso sprovvisti di mezzi per vivere. 6na
spieazione di &uesto subitaneo crollo proposta dal Aeld1 essi avevano prodotto i loro libri
obbedendo a un piano preciso, finanziato dal @essarione. Questi si era avviato alla infausta
missione in Arancia, non si sapeva se sarebbe tornato vivo1 i due stampatori, che avevano
prodotto per lui e su suo ordine, non erano pi" sicuri del futuro
$2,B%
.
6na causa analoa si doveva cercare per la crisi veneziana, e il Lo`rK suerisce di trovarla
in una campana scatenata proprio in &uei iorni contro i falsificatori di moneta1 &uesti
potevano facilmente essere confusi con i tiporafi, che usavano una tecnica molto simile ali
operai di zecca e provenivano spesso da &uel mestiere. +ravolti da una caccia ai falsari che li
coinvoleva per affinit! di mestiere, molti tiporafi si sarebbero messi in salvo all#estero,
abbandonando l#attivit!. )d appare sinificativo che in &ueli stessi iorni Ailippo da Strada, il
domenicano nemico della stampa, si lanciasse nella sua polemica contro la nuova arte
corruttrice del usto e dei costumi. La situazione di tensione induceva forse alla prudenza
anche i patrizi che sino a &uel momento avevano sostenuto la stampa
$2,1%
.
Non sembra peraltro possibile neare l#importanza delle lei del mercato. Si visto che
nuovi stampatori si erano affacciati, il mondo della tiporafia si era complicato ed esteso. /el
resto nella stessa Goma anche altre aziende convivevano con &uella di S`eKnheKm e
Pannartz1 stata di recente posta in luce l#importanza dell#azienda di 6lrich ]ahn, attorno alla
&uale ravitavano associazioni di investitori che affidavano la loro sopravvivenza e il loro
successo al mercato e non alla protezione dei randi
$2,2%
. Se ci4 avveniva a Goma, dove la
presenza della corte pontificia era soverchiante, tanto pi" ampia era a Venezia la zona lasciata
libera per l#intraprendenza di editori e tiporafi non leati a circoli di potere. *nche li
stampatori pi" vicini ai committenti patrizi avranno poi commercializzato parte almeno della
loro produzione. La committenza se ne sar! riservata una &uota, mentre un#altra &uota sar!
rimasta allo stampatore, che l#avr! venduta attraverso i librai o direttamente nella sua bottea.
/opo la crisi sembra che li stampatori abbiano un occhio pi" attento al mercato, puntino a
una clientela pi" ampia, si evolvano in una direzione pi" capitalistica e meno letteraria ed
erudita. *nzitutto vediamo le due maiori aziende procurarsi nuovi capitali, per raiunere
una piena autonomia finanziaria. Vindelino li trova in casa. Sua conata, Paola, vedova di
?iovanni da Spira, abitava nel 1-=- nella casa di ?iovanni ;anthen di ?erresheim ed era
sposata con ?iovanni da 3olonia. )ntrambi erano in possesso di cospicui mezzi li&uidi, che
investirono nell#attivit! di Vindelino. La loro posizione nella societ! dovette divenire
dominante1 il nome di Vindelino appare sempre pi" di rado e scompare definitivamente dalle
edizioni nel corso del 1-=-
$2,,%
.
Ienson si associa anzitutto a un conterraneo, il suo <compatre< Iac&ues Le Goue di 3hablis,
che peraltro non doveva disporre di randi mezzi, se nel 1-=, aveva dovuto associarsi a
Smerio Querini per stampare un voluminoso 0vidio1 impresa che si era risolta in una lite tra i
soci davanti al iudice di petizion. ;a alla fine dello stesso anno Ienson trovava un nuovo
socio1 Iohannes Gauchfass, aente a Venezia di una ditta di Arancoforte, la 3hrafft Stalber. (l
Gauchfass era in possesso di notevoli mezzi, se poteva finanziare anche a Padova uno
stampatore, Pierre ;aufer. *i due poi si aiunse un altro tedesco, Peter 6leheimer, estore
della </eutsches ]aus<, l#albero all#insena del Alauto e della +rinit!, assai fre&uentato dai
pellerini diretti dalla ?ermania alla +errasanta. * cementare l#unione, Gauchfass divenne
anche compare di Ienson
$2,-%
. Quest#ultimo peraltro manteneva nelle proprie mani la direzione
dell#azienda, cui diede uno slancio straordinario, coltivando sempre i contatti con li antichi
protettori, in particolare i ?iustinian, ma soprattutto diriendo la sua attenzione a due mercati1
&uello dei libri di iurisprudenza e &uello dei libri reliiosi. * iuristi ed ecclesiastici
bisonava offrire opere spesso di enorme mole, che richiedevano uno sforzo produttivo
randioso. 0bbedendo alle precise tradizioni rafiche che reolavano la scrittura nei due
campi in cui ora si cimentava, Ienson elaborava un suo carattere otico, abbandonando il
romano in cui aveva raiunto una perfezione formale che ancora &uattro secoli dopo ebbe a
suscitare l#entusiasmo di Jilliam ;orris.
*llo stesso pubblico si rivolevano anche i competitori tedeschi, che anzi avevano preceduto
Ienson stampando nell#ormai lontano 1-=1 per i tipi di Vindelino il commento del Panormita
alle Decretali di ?reorio (>, uscito nel numero allora considerevole di mille copie1 numero
che peraltro verr! spesso uualiato e superato. Si affrontavano due veri e propri colossi1 dal
1-=: al 1-=C su duecentosette libri stampati &uarantacin&ue sono di Ienson <et socii<,
trentasette dei due tedeschi
$2,.%'
ma il dato sarebbe pi" impressionante se si tenesse conto del
numero dei foli stampati e della dimensione delle opere. Ienson e i suoi rivali hanno ormai
raiunto una dimensione capitalistica, lontana dalle loro oriini artiianali1 investimenti
cospicui sostanziano i due complessi, che si avvalono di vari torchi, di numerose maestranze,
di una vasta rete commerciale. La distinzione fra l#editore capitalista e il tiporafo che svole
il lavoro tecnico ormai netta, almeno concettualmente, anche se le due fiure possono
coesistere nella stessa persona
$2,:%
.
Nel corso del 1-=D i due ruppi entrano nell#idea di evitare una loorante concorrenza,
alleandosi. L#anno dopo, il 2D maio 1-CB, si iune all#unione formale.
Nasce la societ! <Fuan de 3olona, Niccol4 Ienson e 3ompani<. /a una parte sottoscrivono
?iovanni da 3olonia, rappresentato da ?iovanni ;anthen che firma anche in proprio, da
*lvise /ardani e da *lvise /on!, il diplomatico che si i! incontrato, e la vedova di
?iovanni da Spira, Paola, nel frattempo unita a ?iovanni da 3olonia, assieme alla filia
]ieronima e al filio Pietro Paolo. Le due donne sono rappresentate da ^aspar von /insla_en,
marito di ]ieronima. /all#altra, Nicholas Ienson, 6leheimer e i commissari di Gauchfass, nel
frattempo defunto. Quella appena sorta era un#azienda formidabile. /ato che la &uota di
?iovanni da 3olonia e di ;anthen ammontava a seimilatrecentocin&uanta&uattro libri,
valutati -.==: ducati, il contributo di Ienson sar! stato all#incirca uuale1 il capitale investito
era dun&ue di circa 1B.BBB ducati
$2,=%
. Nel iro di un anno, avvalendosi dei torchi di Iohann
]erbort di Selienstadt e di altri, la 3ompania stamp4 un numero imponente di opere
iuridiche e teoloiche1 venti edizioni per complessive ..,BB paine di rande formato, una
produzione di ran luna superiore a &uella di oni altra casa editrice del tempo' la sola
paraonabile &uella di ^oberer a Norimbera
$2,C%
. (mponente il iro d#affari. Le
connessioni di Gauchfass e di 6leheimer con Arancoforte - dove si stava preparando la
celebre fiera - aprivano il mercato tedesco. Ienson non mancava di contatti col mondo
francese. (n (talia risulta che vi erano corrispondenti, aenti, depositi in molte citt!1 a Airenze,
Pisa, Peruia e <per totum territorium +uschanum<
$2,D%
' a Pavia, ove vi era un deposito di
merce per .BB ducati' a ;ilano, ove Pietro *ntonio da 3astilione e *mbroio de# 3aimi si
impenano con una convenzione ad ac&uistare <libri a stampa la spesa de li &uali monta
ducati decemilia l#anno<
$2-B%
1 cifra invero formidabile, che melio di oni altro dato d! l#idea
dell#entit! deli affari che si muovevano intorno alla 3ompania. +utto insomma sembra
assicurare a &uest#ultima una durevole posizione di predominio. ;a il destino volle altrimenti.
Nel settembre dello stesso anno 1-CB Ienson dettava il suo testamento e probabilmente
moriva poco dopo. L#anno successivo la 3ompania cessava di esistere come azienda
editoriale1 dal novembre 1-C1 non svolse alcuna attivit! di stampa, continuando invece ad
operare in campo commerciale.
La ?rande 3ompania non era peraltro l#unica azienda attiva a Venezia, pur essendo certo la
maiore. (l fatto che molti altri stampatori prosperassero, nonostante la presenza dei due
randi complessi poi fusi in uno, ci dice molto circa la vitalit! dell#industria tiporafica. +ra il
1-:D e il 1-CB si contano a Venezia &uaranta&uattro aziende, di cui sedici tedesche, ventuno
italiane, sei francesi o fiamminhe, undici senza nazionalit! identificabile o nome. /ai loro
torchi escono circa seicento edizioni, di cui duecentosessanta opera di imprese tedesche, che
mantenono a luno una prevalenza che deriva loro dalla priorit! nell#invenzione
$2-1%
. ?li
stampatori si trovano nelle situazioni pi" diverse. Vi sono persino 0rdini reliiosi che si
impenano direttamente nella estione di aziende di stampa, come i Arancescani di S. ;aria
?loriosa
$2-2%
. Vi sono i capitalisti puri, come Niccol4 di Arancoforte, finanziatore di Arancesco
Genner tra il 1-=, e il 1-=C, poi investitore in varie aziende tiporafiche come &uelle di
Gatdolt e Jild
$2-,%
. Vi sono all#opposto i tiporafi puri, che lavorano per conto di altri. Vi
sono poi li stampatori che operano per se stessi, pur accettando finanziamenti esterni ed
eventuali associazioni1 tale )rhard Gatdolt, che si unisce a Loslein e a ;aler per pubblicare
il suo famoso 7alendarium.
(l Gatdolt un nome importante nella storia della cultura. 3on lui si fa ancora sentire, sia pure
indirettamente, l#influenza del @essarione1 eli infatti strettamente leato all#astronomo
Geiomontano, amico e protetto del cardinale, nel cui entourage aveva appreso il reco ed
aveva avuto modo di apprezzare l#importanza della stampa come mezzo di diffusione delle
idee. /i ritorno a Norimbera il Geiomontano aveva deciso di divulare la nuova scienza
astronomica, nata dall#incontro della scienza tedesca con &uella reca, cui aveva potuto
attinere razie al @essarione' e per far ci4 aveva pensato di ricorrere all#arte nuova. *veva
&uindi fondato una tiporafia, con un proramma di edizioni scientifiche. *lla morte del
Geiomontano, nel 1-=:, il Gatdolt ne eredita i caratteri, modellati sembra su una delle serie
di S`eKnheKm e Pannartz, e il proramma editoriale' e decide di darvi attuazione a Venezia,
attratto forse dalla protezione accordatali da casa ;ocenio. Qui, nell#atmosfera
intellettualmente vivace della citt!, si lea ad altri studiosi di astronomia, come il pievano di
S. Fan /eol!, Arancesco Nero e Iohannes Santritter, che collabora alle sue edizioni.
Nella dedica al doe ?iovanni ;ocenio deli Elementa di )uclide, usciti nel marzo 1-CD, il
Gatdolt rileva che non vi era un#adeuata produzione di opere matematiche1 ci4 per la
difficolt! di riprodurre fiure eometriche. 0ra, eli dichiara, il sistema era stato da lui
trovato1 e infatti ben &uattrocentoventi 7ilorafie corredano i teoremi euclidei. Pi" tardi eli
sperimenter! altre tecniche 7ilorafiche con successo
$2--%
.
*ltra innovazione destinata a rande fortuna, l#adozione di una tecnica per cui la decorazione
del frontespizio non era pi" lasciata al miniatore, ma stampata direttamente in rosso e nero. Si
era avuta una fase intermedia, in cui si era fatto uso di decorazioni 7ilorafiche, apposte a
mano ad ornare la paina i! stampata
$2-.%
. 0ra li eleanti frei foliacei di usto classico
venivano impressi direttamente dai torchi del tiporafo, nel corso del processo della stampa1
appare cos8 il primo vero frontespizio a stampa della storia, &uello del 7alendarium del
Geiomontano $1-=:%. +ali lavorazioni, adottate da uno stampatore che usava il carattere
romano, vennero accolte con rande favore dal pubblico e contribuirono a dare a tale
carattere, che Ienson aveva portato a forme perfette e poi abbandonato, una nuova popolarit!.
*lla fine dell#ottavo decennio del secolo, &uel patriziato che aveva chiamato e protetto i primi
tiporafi poteva, uardando all#indietro, misurare il cammino percorso1 il mondo del libro era
completamente rivoluzionato da &uell#invenzione che esso aveva avuto l#intellienza di
comprendere e di sostenere.
La fine della ?rande 3ompania sena una svolta nella storia della stampa. Nel vuoto da essa
lasciato trova spazio tutto un proliferare di nuove aziende. Non vi sar! pi" una posizione di
predominio da parte di alcuno1 tutti concorrono, sia pure in misura diversa, ad animare il
ribollente mondo della stampa nell#ultimo ventennio del secolo. *ttratti dalle favorevoli
condizioni offerte dalla citt!, crocevia commerciale in cui abbondavano capitali e materie
prime $compresa la carta, il cui costo incideva per pi" della met! sul costo finale del prodotto,
e che affluiva in copia razie alla presenza nel /ominio di numerose cartiere fra le &uali
assunsero importanza preminente &uelle della valle del +oscolano, nel @resciano%
$2-:%
, li
stampatori iunevano non solo dalla ?ermania ma da oni parte d#(talia. La presenza tedesca
va percentualmente riducendosi1 iunono Piemontesi $di Vercelli, di +orino, del
;onferrato%, come @ernardino Stanino, ?ulielmo di Aontaneto, ?ulielmo *nima ;ia,
+acuino, 3omino, Portinari' Parmensi, come ;atteo 3odec!' Aorlivesi, come i /e ?reori'
Aiorentini, come i ?iunta. La mobilit! dei tiporafi straordinaria1 mentre molti venono
dall#(talia intera a Venezia, Veneziani emirano in altre citt!. ( Veneziani che operano a
Venezia non sono molti1 @ernardino de Vitali, ;arco 3onti e pochi altri. ;a i non Veneziani
di nascita lo divenono d#adozione1 Venezia offre loro un ambiente vivacissimo, la possibilit!
di trovare mille occasioni di lavoro e di arricchimento, una molteplicit! di possibili
committenti, stimoli intellettuali, artistici e tecnici, una rete commerciale oranizzata per
traffici su lara scala e su territori vastissimi.
( tiporafi attivi contemporaneamente erano varie decine. Secondo i computi tradizionali, essi
sarebbero stati circa centocin&uanta dalle oriini alla fine del secolo. ;a si tratta di una cifra
probabilmente inferiore al reale. (l @orsa individua duecentosettantuno nomi di tiporafi o
editori1 un dato rezzo, che andrebbe depurato in seuito all#esame delle sinole situazioni,
ma indicativo dell#ordine di randezza relativo. /a &uei torchi sarebbero usciti
&uattromilacin&uecento titoli, secondo una conettura dello Scholderer1 una percentuale
rilevante dei circa trentamila titoli stampati in )uropa
$2-=%
. Le tirature erano le pi" varie1 da un
centinaio di copie a duemila e pi" per edizione. Se si assume, come fa lo Scholderer, una
media di duecentocin&uanta copie per ciascun libro, si iune a un totale di
unmilionecentoventicin&uemila volumi stampati a Venezia nel Quattrocento. ;a la cifra
andrebbe aumentata di molto. Sappiamo dalla prefazione che il 3atullo di *ldo ;anuzio era
stampato in pi" di tremila copie' ma edizioni di milleaduemila copie erano fre&uenti anche
prima. Le Decretali di ?reorio (>, ad esempio, vennero stampate da @attista de +ortis, nel
1-D1, in duemilatrecento copie, in mille e pi" esemplari il Plinio in volare di Ienson cui si
sopra accennato
$2-C%
, ;atteo 3odec! $o 3apcasa, o ;atteo da Parma% nel suo testamento del
12 aosto 1-D1 raccomanda al fratello ?iovanni di curare la divisione dei libri stampati in
societ! con altri che rimanevano in maazzino1 si va dalle cento copie di un ;arziale alle
milletrecentotrentacin&ue della Medita%ione della passione, dalle mille&uattrocentotr5 copie
dei Miracoli de la Madona ai novecentonovantatr5 Salteroli de puti. /el /ante stampato in
societ! con @ernardino @enali restavano millecin&uecento&uattro copie
$2-D%
. Salvo eccezioni,
le tirature, soprattutto nell#ultimo decennio del secolo, erano dun&ue pi" vicine alle
milleamillecin&uecento copie che alle duecentocin&uanta. 6n fiume di libri a stampa usciva
dalle officine veneziane. Secondo moderni calcoli, Venezia nel campo della stampa
&uattrocentesca una <superpotenza<, che a partire dal 1-=. non conosce rivali
$2.B%
. /inanzi a
&uesta esplosione, lo Stato mantiene un atteiamento di benevola neutralit!. (l tentativo di
imporre un monopolio non pi" ripetuto. Solo a partire dal 1-D2, su richiesta deli
stampatori, minacciati da una concorrenza spesso sleale, il colleio o il senato intervenono
concedendo privilei di stampa per una determinata opera. (l primo ad ottenere un privileio
di &uesto tipo @ernardino @enali, che lo chiede per la stampa dell#opera di @ernardo
?iustinian, De origine urbis 'enetiarum6 li viene concesso dal colleio il 1= aosto 1-D2.
Pochi anni prima, nel 1-C:, il famoso storico ;arc#*ntonio 3occio Sabellico aveva ottenuto
dal colleio il primo provvedimento che si ricordi a tutela del diritto d#autore1 un privileio a
protezione delle sue -istoriae. )ra disposto che eli potesse consenarle <alicui dilienti
impressori< di suo radimento e che ad altri fosse vietato stamparle sotto pena di .BB ducati.
(l Sabellico scelse il +orresani, che pubblic4 l#opera nel 1-C=
$2.1%
.
6n importante effetto del ran numero di copie poste in circolazione fu il calo dei prezzi dei
libri, proprio come auspicato dai primi patrocinatori della tiporafia. *ll#inizio il libro a
stampa era un prodotto tutt#altro che economico. (l Plinio di ?iovanni da Spira costava C
ducati, esattamente lo stesso prezzo del Plinio di S`eKnheKm e Pannartz1 lo dice il noto
umanista di Norimbera ]artmann Schedel
$2.2%
. ( due torni contenenti l#opera completa di
0vidio dovevano essere venduti, a norma del contratto concluso il 2= novembre 1-=, da
Iac&ues Le Goue con Iohannes Gauchfass, a non meno di , ducati la copia.
Nel 1-D2 Paanino de# Paanini ottiene un privileio dal senato per la stampa della @ibbia
con la lossa ordinaria e le Postille di Niccol4 da Lira1 un#opera imponente, che si sarebbe
tradotta in &uattro rossi volumi in (olio, che l#editore si impenava a vendere a : ducati la
copia, mentre le @ibbie si vendevano, a suo dire, a 12 ducati e a . le Postille, sicch5 chi
avesse comperato le due opere insieme avrebbe fatto un affare
$2.,%
1 : ducati per &uattro rossi
tomi sono indubbiamente un prezzo minore rispetto ali C ducati di un Plinio. ?li esempi che
si sono fatti riuardano opere di mole cospicua' i prezzi sono di ran luna inferiori per i libri
d#uso1 , lire costano in media i breviari, lo stesso i <missaletti<, da 1 a - soldi i libriccini detti
<psalmista< venduti dal libraio veneziano Arancesco de ;adiis, o ;ai. 3ifre veramente
minime, alla portata di tutti, al pari del /onato $1B-12 soldi%, delle Regulae di ?uarino $1B
soldi%, delle Epistolae ad (amiliares di 3icerone $, lire e : soldi%. (l Lo`rK, nella sua acuta
analisi del <listino prezzi< del de ;adiis, le cui reistrazioni vanno dal 1-C- al 1-CC, nota che
i prezzi per le opere pi" popolari tendono alla diminuzione con l#aumento del numero delle
copie vendute1 il Psalteriolo passa da , o - soldi a meno di un soldo.
Se riflettiamo sul fatto che nel 1-:B, all#asta di Piero +omasi, le Epistolae di 3icerone sono
aiudicate a , ducati, la diminuzione di prezzo notevole1 il de ;adiis le vende a poco pi"
di , lire, un sesto circa del vecchio prezzo. ;a ancor pi" colpisce il numero delle copie
vendute1 se un libraio non di primaria importanza come il de ;adiis poteva realizzare vendite
di dodicimilanovecentotrenta&uattro libri in &uattro anni, ricavandone -.2-B ducati e . lire, si
pu4 pienamente condividere la conclusione del Lo`rK che il vasto aumento del numero dei
libri combinato con il rapido declino del loro prezzo deve aver avuto <a revolutionarK impact<
sulla societ! veneziana, che trovava facilmente disponibile un vasto materiale culturale prima
accessibile solo a determinati strati di essa
$2.-%
.
La variet! delle situazioni di &uanti operavano nel mondo del libro era, come si i!
accennato, la pi" rande, al pari della diversit! nella provenienza sociale dei tiporafi
$2..%
. Vi
era l#investitore capitalista, come &uel Niccol4 da Arancoforte che si i! incontrato1 nel 1-=C
lo vediamo affidare al tiporafo Leonardo l#incarico di stampare una @ibbia, remunerandolo
con 2-, ducati. (n &uesto caso eli aiva come editore, curando la parte commerciale
dell#operazione. 3os8 0ttaviano Scotto, che esordisce come tiporafo, stampando in proprio
dal 1-=D al 1-C- una trentina di edizioni, ma che poi si serve di @oneto Locatelli e altri
numerosi tiporafi, mantenendo le funzioni appunto dell#editore
$2.:%
.
(n altri casi era il tiporafo stesso ad essere anche editore1 cos8 Paanino de# Paanini, che nel
1-D2 chiede il privileio per la stampa della @ibbia lossata, precisando il prezzo a cui
l#avrebbe venduta. )li dun&ue curava la stampa e la vendita.
Vi erano poi i tiporafi che lavoravano per altri1 esclusivamente o prevalentemente, come
Iohann ]amman, che stampa per 0ttaviano Scotto, Niccol4 di Arancoforte, *ndrea
+orresano, Peter Lichtenstein, *ntonio ;oreto e altri editori stabiliti a Venezia, ma riceve
anche in proprio commesse dalla Polonia, dall#0landa, dalla Arancia, dalla Spana
$2.=%
.
Vi era infine chi si occupava solo della vendita' anche &ui le differenze erano randi, tra il
mercante che ac&uistava e vendeva rosse partite di libri maari all#estero, come la ?rande
3ompania sopravvissuta nella parte commerciale, che vediamo presente nel 1-C, alla Aiera
di Arancoforte
$2.C%
, e il semplice libraio, maari provvisto solo di un banco, o neppure di
&uello, come i numerosi venditori ambulanti che smistavano l#imponente produzione di
stampe popolari, foli di notizie, immaini sacre, di cui sopravvivono oi pochi esemplari,
ma che dovevano avere ampia diffusione.
(n &uesto mondo pieno di iniziative, di occasioni, di capitali un investitore poteva salire da
modeste fortune a randi posizioni. 0ttaviano Scotto incomincia lavorando per la ?rande
3ompania, poi apre una sua tiporafia a S. Samuele, dal 1-C- diventa editore e pubblica
oltre centocin&uanta titoli sino al 1-DC, anno della sua morte
$2.D%
. Lucantonio ?iunta arriva da
Airenze attorno al 1-== e fa per &ualche anno il cartolarius' poi diventa tiporafo-editore, nel
1-D1 ha i! messo assieme col fratello Ailippo un capitale di -..BB ducati, che nel 1-DD sono
ormai 11.B,, e nel 1.1B 1D.DBD. *ntonio ;oreto arriva da @rescia nel 1-=2 circa, nel 1-CB
ha appena 1,= ducati, ma rimane attivo sino al 1.1, pubblicando ventuno edizioni e, in
societ! con altri, altre in numero imprecisato ma di rilievo
$2:B%
. Si i! ricordato il sinificato
di &ueste cifre1 alla morte del doe *ostino @arbario il suo manifico palazzo a S. +rovaso
era valutato $sia pure prudenzialmente, a fini fiscali% -.:BB ducati1 Lucantonio ?iunta avrebbe
potuto comperarselo
$2:1%
.
(l mercato cui la produzione si rivole vastissimo, non conosce confini' n5 li conosce
l#intraprendenza deli stampatori. Ginaldo di Nimea, nuovo marito di Paola vedova di
?iovanni da Spira, uarda all#(nhilterra1 nel settembre 1-C, stampa un 0rdo Breviarii
secundum morem ecclesie Sarum Anglicane, uno dei pi" antichi offici di rito inlese mai
pubblicati
$2:2%
. ]amman stampa un salterio in catalano, un messale per @uros, uno per Parii,
breviari per 6trecht e per Ploc in Polonia. /ue librai fiamminhi residenti a Londra li
commissionano breviari all#uso di Sarum $SalisburK% e di bor_. ?randi balle di libri profani e
soprattutto sacri percorrono tutte le vie commerciali d#)uropa1 <la via delle spezie< ha
predisposto i percorsi della <via del libro<
$2:,%
.
Si stampano opere di piccola mole o minima, come i foli volanti che si sono ricordati, ma
anche testi di dimensioni imponenti, come la @ibbia latina con la lossa ordinaria e le Postille
di Niccol4 da Lira, cui si i! accennato1 &uattro massicci volumi, editi nel 1-D. da
Paanino. Se la @ibbia latina ha un rande successo editoriale, anche &uella italiana, nella
traduzione del ;alerbi, ottiene continue ristampe1 alla prima, &uella i! ricordata di
Vindelino, succede lo stesso anno L#edizione di *dam di *mberau, un plaio reso pi"
radevole dalle 7ilorafie, e poi altre &uaranta&uattro edizioni sino al 1.-=, tutte, salvo tre,
veneziane
$2:-%
.
Si stampano opere in latino, in italiano, in reco, in slavo. Vindelino aveva usato per primo
caratteri reci nel suo De (inibus di 3icerone uscito nel 1-=11 subito dopo Ienson us4 suoi
caratteri pubblicando la rammatica del +ortelli. Pochi mesi pi" tardi apparve, presso *dam
di *mberau, la prima in assoluto tra le opere a stampa in reco1 una versione abbreviata
deli Erotemata del 3risolora. Poi un luno intervallo, durante il &uale appaiono opere in
reco a ;ilano, a @rescia, a Vicenza, sinch5 il reco Laoni_os stampa, nel 1-C:, la
Batracomiomachia' l$anno stesso esce il Salterio di *lessandro. ( due stampatori sono preti
uniati di 3reta
$2:.%
. )ssi si colleano allo scriptorium oranizzato a 3reta dal @essarione e
affidato a ;ichele *postolis1 ancora una volta l#influenza del cardinale aisce nel mondo
della cultura reca e della stampa. ;a l#esperimento dei due reci non ha seuito' per una
ripresa della stampa in reco si dovr! attendere la venuta di *ldo.
Nel 1-D1-1-D2 esce il primo breviario romano in carattere laolitico1 il testo era destinato ai
sacerdoti croati, che officiavano in linua paleoslava. (ncominciava cos8 anche la stampa dei
testi in linua slava. *l primo breviario fa presto seuito un altro, nel 1-D,, stampato da
*ndrea +orresani
$2::%
.
Le innovazioni tecniche sono continue. Nel 1-C1 0ttaviano Scotto pubblica un messale
corredato di note musicali, cui faranno seuito altri, tutti stampati con tipi mobili. (l sistema
viene portato a perfezione da 0ttaviano Petrucci, che ottiene nel 1-DC un privileio a
salvauardia dell#invenzione. Nella supplica eli dichiara un debito di ratitudine verso un
eminente diplomatico umanista, ?irolamo /on!, a cui dedica, il 1. maio 1.B1, il primo
libro stampato col nuovo metodo, chiamandolo <summus patronus< delle arti
$2:=%
.
Si fanno passi avanti anche nella 7ilorafia. (l procedimento tecnico per inserire nelle forme i
blocchi incisi stampando insieme diseno e testo era stato messo a punto a @ambera da
*lbert Pfister poco dopo il 1-:B. Nel 1-=1 lo usa per primo a Venezia *dam di *mberau.
Poi per lunhi anni il procedimento non molto usato1 se ne servono lo Scotto per alcuni
messali, il Jalch, nel 1-=D, per il suo )asciculus temporum, e il Gatdolt. Questi, dopo il
successo del suo )uclide, continua nelle sperimentazioni1 nel 1-C2 esce il suo ]Kinus,
Poeticon Astronomicon, in cui nuovi artifici consentono la stampa di fantasiose 7ilorafie
colorate, di usto ermanico, raffiuranti fiure astronomiche, opera certamente di Iohannes
Santritter. Nel 1-C. il Gatdolt stampa il trattato del Sacrobosco, Sphaera mundi, con sette
tavole 7ilorafiche a &uattro colori. 3on la stessa tecnica i fratelli de ?reori orneranno di
tavole colorate, nel 1-D,, la loro seconda edizione del )asciculus medicinae del ^etham.
Nello stesso 1-C. esce <il primo vero e proprio *tlante nautico< a stampa1 l#+solario di
@artolomeo dalli Sonetti, pubblicato da ?ulielmo di Pian 3erreto detto *nima ;ia, con
&uarantotto carte eorafiche incise a piena e anche doppia paina
$2:C%
.
+uttavia, come nota Lilian *rmstron, li stampatori non fanno un uso sistematico della
7ilorafia sino al 1-DB circa. Sino ad allora vi un ampio spazio per un rilevante numero di
miniatori, alcuni dei &uali artisti di prim#ordine. *nzi la stampa per i miniatori la fonte di
numerose commesse1 iniziali decorate, cornici miniate uscivano in ran numero dal pennello
di &uesti artiiani, che lavoravano in stretto contatto con li stampatori e i librai, come
&uell#*ntonio da @eramo che si impenava ad abitare col libraio padovano *ntonio
d#*vinone per tre anni, miniando i volumi da &uesti venduti e collaborando anche alla
leatura e alla vendita
$2:D%
.
*nche dopo la definitiva affermazione della 7ilorafia vi sar! peraltro lavoro per i miniatori1
la 7ilorafia il frutto della collaborazione tra disenatore e incisore, e il primo di reola un
miniatore, che si cimenta del pari nell#illustrazione dei manoscritti e in &uella dei libri a
stampa.
/al 1-DB in poi la 7ilorafia trionfa. )sslin descrive oltre trecento edizioni veneziane
illustrate con tale procedimento. 9 ovvio che vi sia la maiore variet! sia dal punto di vista
artistico che tecnico1 i torchi sfornano libri d#oni tipo, capolavori e mediocri opere di bottea.
Spesso i leni si trasmettono da un editore all#altro, si ritrovano nelle edizioni pi" svariate,
adattati con maiore o minor appropriatezza.
Naturalmente le incisioni che ornavano i libri si in&uadravano nella cultura artistica del
tempo, si richiamavano alla lezione o alla scuola dei maiori maestri, echeiavano il clima
spirituale e l#ambiente fiurativo' per fare un esempio, il frontespizio a motivo architettonico
trovava corrispondenza nelle architetture rinascimentali
$2=B%
.
?li effetti prodotti dalla circolazione di una simile &uantit! di immaini sul usto e sulla
sensibilit! di vasti strati sociali furono certo imponenti. (n particolare dovettero operare in
profondit! le illustrazioni delle opere pi" economiche, accessibili a tutti, che penetravano con
tutta la loro forza comunicativa nelle case dei ceti meno abbienti. 3arlo ?inzbur ha posto
l#accento su un aspetto molto sinificativo di tale fenomeno1 mentre sino al 3in&uecento
inoltrato i manuali per i confessori mettono in uardia contro il tatto e l#udito come fonte di
peccato carnale, successivamente la vista che emere come senso erotico principale, oetto
di condanna nei confessionali. )videntemente la circolazione delle immaini, anche di &uelle
ritenute <dishoneste<, al di fuori dei ceti privileiati aveva determinato il sorere di nuove
sensibilit! e suerito la necessit! di una repressione
$2=1%
.
Le 7ilorafie influenzavano in particolar modo li artisti1 i rapporti tra il libro illustrato e l#arte
fiurativa sono strettissimi. (llustrazioni come il ratto d#)uropa del Poli(ilo, capolavoro di
*ldo ;anuzio, o come le scene mitoloiche delle Metamor(osi di 0vidio, entravano a far
parte del baalio immainativo dei pittori. 0vidio in particolare fu fonte privileiata di
immaini attraverso i rifacimenti volari, che ebbero vasta diffusione, a cominciare da &uello
di ?iovanni @onsinori, stampato con dovizia di immaini da ?iovanni Gossi di Vercelli per
conto di Lucantonio ?iunta nel 1-D=, per continuare con &uelli di Niccol4 deli *ostini
$1.22% e di Ludovico /olce $1..,%. @odo ?uthmcller individua sinificativi esempi
dell#azione reciproca tra arte fiurativa e libro illustrato
$2=2%
' e altri ci venono forniti dalla
vasta ricerca ideata e diretta da Vittore @ranca sul @occaccio <visualizzato<, cio sulla
traduzione in immaine delle novelle del Decameron e sulla circolazione di tali espressioni
visive. 3os8 il tema della bella dormiente $)fienia contemplata nel sonno da 3imone%
rimbalza da una luna tradizione manoscritta alla prima edizione fiurata del Decameron
$Venezia, de ?reori, 1-D2%, indi, assieme al motivo della ninfa dormiente osservata dal
satiro, di antica ascendenza, che appare nel capitolo V(( del Poli(ilo, fiorisce nelle belle
iacenti dei randi pittori del 3in&uecento
$2=,%
. N5 si pu4 trascurare un#altra via attraverso la
&uale le immaini dei libri entravano nella vita &uotidiana1 le edizioni illustrate di 0vidio, di
Livio, della @ibbia, e pi" tardi dell#+conologia di 3esare Gipa, ispiravano laramente la
decorazione della ceramica
$2=-%
.
=. @iblioteche e stampa tra la fine del secolo >V
e il principio del >V(. *ldo ;anuzio
(l trionfo della stampa rappresenta un fatto di capitale importanza, come si visto, per
Venezia. /al punto di vista economico, anzitutto. Nel maturo Quattrocento si stampano cento,
forse centocin&uanta libri all#anno, un libro nuovo oni due o tre iorni1 decine di aziende
tiporafiche operano contemporaneamente' rilevanti capitali trovano un proficuo
investimento, affluendo anche dall#estero' randi fortune si creano dal nulla, randi somme si
spostano da una parte all#altra d#)uropa. 6n ran numero di persone impenato nell#attivit!
tiporafica o ravita attorno ad essa1 li editori che forniscono i capitali e il proramma
editoriale' i tiporafi che diriono e oranizzano le aziende' i letterati che predisponono i
testi e curano le edizioni' li intaliatori dei caratteri' i battitori che ricavano le matrici dal
rame' i fonditori che ottenono i caratteri dal piombo e dallo stano' li inchiostratori, i
torcolieri, i compositori' i miniatori, i disenatori delle 7ilorafie, li incisori su leno' i
correttori di bozze. 6na parte rilevante della popolazione veneziana traeva dalla stampa il suo
sostentamento1 se alcuni odevano di pahe discrete $un ducato e mezzo uadanavano a
Padova li inchiostratori nel 1-=., da 2 a - i turculatores# li stipendi veneziani non si
saranno discostati di molto%, altri potevano ottenerne di buone o ottime. Per chi preparava i
caratteri si arrivava a . e anche a D ducati al mese1 poco meno di &uel che uadanava ?ian
;ario Ailelfo, cui erano stati assenati 12B ducati annui per ricoprire la prestiiosa seconda
cattedra di umanit! alla Scuola di S. ;arco, nel 1-:B $e altrettanti ne ricevevano ?iorio
+rapezunzio, lo stesso anno, e ?iorio ;erula nel 1-:C%
$2=.%
. (n enerale li operai abitavano
nella casa dell#imprenditore, che era tenuto ad assicurare loro vitto e alloio, sicch5 la
retribuzione effettiva era ancora maiore.
) vi erano poi i librai1 numerosi, situati in zone vitali, come la centralissima arteria delle
;ercerie. Quando Savarisius accompana l#amico (uliarius, verso le nove o le dieci del
mattino, dal fondaco dei +edeschi alle ;ercerie, &uest#ultimo, iunto al ponte, si ferma a
uardare li elenchi dei libri offerti dai librai che hanno l! i loro neozi1 e non c# pi" modo di
svellerlo, s8 che Savarisius lo abbandona al suo destino per la maior parte del iorno. 3os8 il
Sabellico nel suo De latinae linguae reparatione
$2=:%
. ( librai avevano i loro neozi non solo
nelle ;ercerie, ma in molte altre parti della citt!1 a S. Polo, a S. ;aria Aormosa, e altrove. )
vi erano poi i venditori ambulanti, &uelli che avevano un banco, un banchetto, in funzione
maari un iorno solo alla settimana, o addirittura tenevano in una cesta la loro merce. Vi era
insomma una &uantit! di luohi ove i libri si potevano vedere esposti e vendibili, e una
molteplicit! di vie attraverso le &uali i libri entravano nella vita &uotidiana dei Veneziani,
influenzandone il usto, la mentalit!, il modo di vivere. Si accennato al reciproco scambio
di influssi tra le edizioni illustrate e li artisti <maiori<' e il Petrucci ha posto in rilievo li
influssi e le corrispondenze fra il libro e le iscrizioni pubbliche, che tutti potevano leere o
vedere
$2==%
.
( libri a stampa entravano poi, com# ovvio, nelle biblioteche veneziane. Si visto che non vi
era da parte del patriziato veneziano alcun dispreio snobistico verso l#arte nuova' e va del
resto rilevato che tale atteiamento era tutt#altro che diffuso. Se vero che li )stensi
rifiutarono a luno la stampa, lo stesso Aederico di ;ontefeltro, citato da Vespasiano da
@isticci come nemico della tiporafia, in realt! accolieva vari libri impressi nella sua
biblioteca privata
$2=C%
. +anto pi" ci4 vero per i patrizi veneziani, che della stampa erano stati
i promotori e i protettori. (l rilevante numero di copie superstiti di opere a stampa recanti armi
di familie patrizie o note di possesso conferma il favore con cui l#arte tiporafica veniva
considerata dalla nobilt! veneziana. ;a li ac&uirenti di opere a stampa appartenevano a tutte
le classi sociali. L#analisi del libro di conti del de ;adiis dimostra che i libri venivano
comperati da nobili, preti, medici, frati, ma anche da persone sconosciute e modeste, come i
numerosissimi ac&uirenti di officietti, messali, breviari, salteri, rammatiche
$2=D%
. (l
Psalteriolo e il /onato, vendutissimi, certo servivano per l#uso delle scuole' ma il de ;adiis
vendeva oni sorta di libri, classici, reliiosi, scientifici, iuridici, persino reci. ) li
ac&uirenti erano, salvo <un tedesco<, <un unaro< e pochi altri, veneziani.
( nemici della stampa erano ormai soltanto &uei pochi retroradi, come frate Ailippo da
Strada, che temevano la circolazione incontrollata delle idee e la corruzione delle coscienze.
;a vi era anche un#altra cateoria di persone che uardava alla stampa con molte riserve1
l#"lite intellettuale, i randi eruditi e filoloi, ai &uali la rozzezza di certe edizioni dava - e non
a torto - fastidio. ( tiporafi operavano spesso in fretta, per necessit! di uadano, e per
insufficiente scrupolo dei curatori si accontentavano del primo manoscritto che capitava a loro
disposizione.
L#affanno con cui i tiporafi lavoravano partoriva errori macroscopici1 la editio princeps di
3atullo, uscita dai torchi di Vindelino nel 1-=2, conteneva, ad esempio, oni sorta di
fraintendimenti1 <*nnales Volusi, cacata carta< diventano un titolo, <*d Lusi 3acatam<, e
cos8 via
$2CB%
. (l primo codice che capitava in mano dello stampatore, fosse pure deterior,
veniva passato tal &uale in tiporafia.
(n &ueste cattive abitudini Venezia non era sola. (l Plinio uscito nel 1-=2 dai torchi di
S`eKnheKm e Pannartz era cos8 pieno di errori che diede motivo a Niccol4 Perotti di
formulare la prima richiesta nella storia di una censura preventiva sulla stampa. Non si
trattava di una censura motivata da raioni ideoloiche, ma - come ha dimostrato Iohn
;onfasani - solo filoloiche1 non si poteva tollerare che circolassero simili monumenti di
scorrettezza' secondo il colto vescovo di Siponto bisonava che una commissione di eruditi
autorizzasse preventivamente le edizioni dei classici, per sconiurare il ripetersi di simili
misfatti
$2C1%
. Le edizioni a stampa di Plinio provocarono una reazione assai simile nell#animo
di un filoloo di prim#ordine come )rmolao @arbaro1 vi erano tanti errori - certo solo in
piccola parte imputabili ai tiporafi, dovuti piuttosto alla tradizione manoscritta - che
bisonava farne iustizia una volta per tutte. /ue sono le edizioni che il @arbaro prende come
punto di partenza del suo lavoro, in &uel tesoro di erudizione che sono le Castigationes
Plinianae6 &uella romana del 1-=, $la seconda a Goma dopo &uella di S`eKnheKm e
Pannartz%, opera del Perotti e tuttavia non soddisfacente, e &uella di Ienson $la seconda
veneziana dopo &uella di ?iovanni da Spira%, uscita nel 1-=2
$2C2%
.
L#opera del @arbaro, in cui si emendano li errori del testo corrente di Plinio, partendo
appunto dalle edizioni a stampa, dimostra ancora una volta il fatto che il libro a stampa
entrava anche nelle biblioteche pi" raffinate ed esclusive, sia pure per esservi oetto di
critica. +ale era certo la biblioteca di )rmolao, il pi" rappresentativo esponente della
enerazione di umanisti che fiorisce neli ultimi anni del secolo. Ailio di Faccaria, )rmolao
$1-.,-1-D,% si inserisce nella rande tradizione familiare con straordinario prestiio. *llievo
di ?iorio ;erula, si dimostra assai presto dotatissimo filoloo, e non arretra dinanzi alle
imprese pi" ardue. 9 suo convincimento che non si possa padroneiare appieno un autore se
non se ne conosce tutta l#opera, nella sua interit!. )d eli applica &uesta convinzione
metodoloica ad *ristotele stesso, che eli vuole studiato in toto1 un proramma che verr!
fatto proprio da *ldo, editore dell#intero *ristotele.
( vastissimi interessi di )rmolao si estendevano dalla filosofia $*ristotele, +emistio% alla
storia naturale $Plinio%, alla matematica $possedeva tre copie di )uclide, di cui una a stampa, e
aveva concepito l#idea di una traduzione dei matematici reci%
$2C,%
. 9 naturale che simili
complessi ed elevati studi non potessero essere coltivati senza un#adeuata, sceltissima
biblioteca in ran parte manoscritta. (l palazzo veneziano, in cui ai codici ac&uistati dal nonno
Arancesco e dal padre Faccaria si aiunevano &uelli ac&uisiti da lui, era un centro di cultura
cui facevano capo alcuni deli uomini di maior ineno e cultura del tempo. *nzitutto il
;erula, maestro del @arbaro' ;arco /andolo $1-.C-1.,,%, conato della reina di 3ipro e
poi del cardinale ?asparo 3ontarini, dottore e cavaliere, destinato a una rande carriera
diplomatica $dopo la rotta di *nadello, priioniero in Arancia, trover! il modo di procurarsi i
libri sulla cui scorta stendere una complessa opera teoloica, ricca di fermenti innovatori%'
?irolamo /on! $1-.= circa-1.11%, eminente diplomatico anch#eli difensore di Venezia
presso ?iulio ((, traduttore di opere filosofiche dal reco e autore eli stesso di scritti
teoloici' *ntonio 3albo $1-,D circa-1.B.%, erudito raccolitore di manoscritti' ?aleazzo
Aacino $1-.C-1.B:%' ?iorio Valla $1--=-1.BB%
$2C-%
. (1 Aacino, detto umanisticamente
Pontico, era in possesso di una biblioteca di circa trecento volumi, ricostruita dal ?aran.
?iorio Valla, professore alla Scuola di S. ;arco, personaio di somma erudizione, aveva
raccolto una biblioteca di rande importanza, ricchissima anche di opere matematiche reche,
alcune delle &uali inote all#0ccidente
$2C.%
. *llo studio della matematica reca si applicava
anche il suo illustre discepolo @artolomeo Famberti, cancellier rande della Gepubblica.
(n &uesto ambiente straordinariamente colto matur4 l#idea di ricondurre il sapere ad un
diseno unitario, di dare unit! alla conoscenza alla luce della filoloia umanistica e della fede
cristiana1 il rande proetto si tradusse nella vasta opera del Valla, De e/petendis et (ugiendis
rebus, vera enciclopedia umanistica, frutto dell#elaborazione intellettuale svolta nel circolo di
)rmolao. Strumento di tanta opera le biblioteche del @arbaro, del Valla stesso, deli amici.
Vari altri patrizi di rande cultura e amanti del libro si trovano tra li amici e i protettori di
*ldo. @ernardo @embo $1-,,-1.1D%, diplomatico, amico di Lorenzo de# ;edici, possedeva
una biblioteca straordinariamente preziosa1 vi si poteva ammirare il Virilio oi Vaticano,
del (V secolo, il +erenzio di poco posteriore e altri codici inestimabili. ;arcantonio ;orosini
$1-,.-1.BD%, diplomatico e uomo di Stato, nel 1-:- si era i! formato una biblioteca
importante, ricca di codici non solo belli e ornati, ma anche curati nel testo1 lo loda per &uesto
@attista ?uarini, che l#aveva saputo da Pietro, filio di 3oriolano 3ippico. (l ;orosini fu -
assieme a @ernardo @embo - tra i maiori committenti di @artolomeo Sanvito, scriba di
raffinati codicetti umanistici, probabili modelli per le edizioni aldine. *l pari del @embo e del
;orosini, /aniele Genier $1-.1-1.,.%, studioso di matematica e cultore dell#ebraico, apriva
ad *ldo la sua libreria. *mico veramente fraterno del ;anuzio, ;arin Sanudo $1-::-1.,:%,
diarista insuperato, neli ultimi anni del secolo cominciava a raccoliere la sua biblioteca, che
divenne forse la prima di Venezia per numero di volumi, ricca di opere storiche e di classici
$2C:%
.
3olpisce la capacit! di &uesti intellettuali di coniuare lo strenuo impeno umanistico con
un#assidua attivit! politica e diplomatica. 3i4 impressionava anche i contemporanei1 <in
civilibus turbulentis&ue neociis< - nota ammirato il Aicino in una lettera del 1-CC a
Arancesco ?addi - )rmolao @arbaro riusciva a dedicare <solitum ocium ad studia litterarum<.
Pochi sanno coniunere ?iove e ;inerva, cos8 diversi1 <soli diis eniti potuere<, ed )rmolao
di &uesti, al pari di Pico, <cui &uidem ineus inest vior et celestis orio<
$2C=%
. ;a alla fine
)rmolao ceder! alla sua vocazione di uomo di studio e si indurr! ad accettare da (nnocenzo
V((( il patriarcato di *&uileia1 decisione che lo far! incorrere nello sdeno della Gepubblica,
ma che si spiea con il naturale desiderio di sottrarsi al loorante succedersi di incarichi
pubblici, sempre pi" difficilmente compatibili con &uell#impeno culturale che era la sua vera
raione di vita. La vicenda del @arbaro rimase peraltro eccezionale' di reola i patrizi, per
&uanto letterati, restavano al loro posto sino all#ultimo, passando da un consilio all#altro, da
una missione all#altra, in una rotazione affannosa di incarichi in patria e fuori.
/iverso, e pi" tran&uillo, era il destino di &uei patrizi che avevano deciso sin dall#et! iovanile
di dare ascolto ad una vocazione reliiosa. Pietro @arozzi $1--1-1.B=% termina la carriera
come vescovo di Padova. *lla sua morte lascia una raccolta di trecentocin&uanta&uattro
volumi, in ran parte manoscritti, in cui oltre alle opere classiche e teoloiche sono presenti
rari scritti matematici. Pietro /olfin $1----1.21%, amicissimo del @arozzi, abate di S. ;ichele
in (sola poi enerale dei 3amaldolesi, raccolitore di manoscritti e d! impulso alla
biblioteca del monastero, che mantiene la &ualit! di importante centro di cultura1 carattere
&uesto comune, del resto, a molti altri istituti reliiosi. (n taluni di essi si svolevano persino
rappresentazioni teatrali di opere contemporanee e di aromento affatto profano1 cos8 nel
convento di S. Stefano e in &uello dei 3rociferi, ove risiedeva il dotto frate *rmonio ;arso,
musicista e autore di pi8ces di successo
$2CC%
.
La fama delle raccolte veneziane era tale da richiamare visitatori di rande prestiio. Nel 1-DB
a Venezia, a caccia di codici reci per conto di Lorenzo de# ;edici, ?iano Lascaris1 oltre
che dalle randi biblioteche veneziane, fra cui &uella bessarionea $che probabilmente non vide
se non anni dopo, nel 1.B,%, eli era certo attratto anche dalla fama di Venezia come centro
del commercio librario, e in particolare dello smercio dei manoscritti reci provenienti dalle
terre oltremare e di &uelli trascritti dai numerosi copisti di codici che facevano parte della
prospera e attiva colonia reca veneziana. 0ltre a &uella di )rmolao @arbaro e di ?iorio
Valla, il Lascaris visita due altre biblioteche importanti1 &uella dell#erudito medico *lessandro
@enedetti, professore a Padova, che aveva trascorso &uindici anni in ?recia ac&uistandovi
manoscritti di preio
$2CD%
, e &uella del enerale dei /omenicani ?ioachino +orriano $o della
+orre%. Gaccolitore di codici latini, ma anche reci, fortunato ac&uirente di alcuni manifici
manoscritti provenienti dalla biblioteca del re d#6nheria ;attia 3orvino, il +orriano aveva
fatto del suo convento a S. Fanipolo un centro culturale importante1 al punto che, come si
accennato, la Gepubblica aveva persino pensato di trasferire nella biblioteca conventuale i
codici del @essarione. 6n inventario da lui stesso compilato elenca duecentotrentatr5 voci, di
cui novantatr5 relative a libri reci' ma vi erano altri duecentosettantadue libri <non scripti ne
lo inventario de lo enerale<
$2DB%
.
Nell#anno 1-D1, il 1: o 1= iuno, iunono a Venezia due visitatori di eccezionale &ualit!1
Poliziano e Pico
$2D1%
. Si erano fermati &ualche iorno a Padova, ove il Poliziano aveva potuto
vedere rari codici a S. ?iustina, presso il noto professore di filosofia Nicoletto Vernia e presso
il medico Pietro Leoni. Qui aveva trovato un Astronomicon di ;anilio che li interessava
moltissimo1 l#aveva ottenuto a prestito e lo recava seco, impaziente di collazionarlo con
l#edizione a stampa. Subito dopo l#arrivo al manifico palazzo dei duchi di Aerrara, sul 3anal
?rande, ove i due dovevano sinorilmente risiedere, Pico si ammal4 ali occhi e non si pot5
muovere. (l Poliziano invece pot5 mettersi senza induio a caccia di libri e cominci4 con una
visita ai librai, che si rivel4 assai proficua1 si procur4 un ;anilio a stampa e certo anche il
+erenzio a stampa che poi collazioner! col codice di Pietro @embo.
0ltre ai librai, al Poliziano interessavano molto le randi biblioteche veneziane. (n &uella di S.
;arco non li riusc8 di entrare, nonostante le insistenze dei numerosi autorevoli amici. (n
compenso li fu aperta con oni cordialit! casa @arbaro1 il = lulio faceva addirittura da
padrino ad un filio di *lvise, fratello di )rmolao. Qui trascrisse tra li altri un codice di
?iovanni +zetzes. Le case veneziane lo accolievano cordialmente1 rimase affascinato da
3assandra Aedele, ebbe a uida nelle visite @ertuzzi Forzi, rande amico di )rmolao @arbaro,
attinse alla biblioteca di ?iovanni ?abrieli, convers4 con *ntonio Pizzamano1 n5 poteva
mancare di fre&uentare la casa di @ernardo @embo, amico dei Aiorentini e ad essi
culturalmente leato. Qui ebbe modo di collazionare con la stampa milanese del 1-=. il
manifico +erenzio del V secolo che @ernardo possedeva1 ed era con lui il filio di @ernardo,
Pietro, allora ventenne, futuro cardinale e rande letterato. Aorse il Poliziano $ma eli non ne
fa cenno% ebbe modo di visitare la biblioteca del +orriano. Qui infatti si trovavano alcuni
codici di cui eli scrive con entusiasmo al ;anifico Lorenzo1 *rchimede, )rone, e <uno
Arunuto de deis<, ch#eli si fece copiare in ran fretta da un reco, Papa Ianni. Si trattava di
testi ancora inoti a Airenze
$2D2%
.
La citt! abbondava dun&ue di tesori librari e di personalit! di prim#ordine, capaci non solo di
farne raccolta, ma anche di apprezzarne il contenuto, di studiarli profondamente, di
diffonderli. Au certo la fama della ricchezza culturale della citt!, e in particolare il prestiio
oduto da )rmolao @arbaro e dal suo circolo, una delle principali raioni della venuta a
Venezia, non per un breve viaio ma per restarvi, di un umanista romano destinato a divenire
l#editore forse pi" illustre di oni tempo1 *ldo ;anuzio
$2D,%
. Quando iunse a Venezia, attorno
al 1-DB, *ldo aveva i! in mente il suo proramma1 stampare, nella loro linua oriinale, i
testi della recit! classica. 6manista, allievo a Goma di Pomponio Leto e a Aerrara di @attista
?uarini, cultore di studi rammaticali, studioso di lettere classiche, *ldo decise di prendere su
di s5 un rande compito1 diffondere i capolavori della recit! per mezzo dell#arte della
stampa. Non si trattava di un compito facile1 sino a &uel momento eli si era dedicato ali
studi, aveva curato l#istruzione di *lberto principe di 3arpi, non aveva mai conosciuto il
mondo dell#industria e deli affari. )ppure era in &uel mondo ch#eli doveva cimentarsi per
realizzare il suo eneroso diseno. Non improbabile che, accanto allo scopo nobilissimo
ch#eli si prefieva, la divulazione della sapienza reca antica per mezzo di edizioni
filoloicamente curate e raffinate nella veste tiporafica, vi fosse in lui anche il leittimo
desiderio di arricchire1 un fine tutt#altro che impossibile da raiunere, dati li esempi che
aveva davanti ali occhi1 &uelli di Scotto, ?iunta, ;oreto che si sono ricordati, e tanti altri.
(l campo che aveva scelto, l#editoria reca, non aveva avuto a Venezia uno sviluppo adeuato.
)ppure la citt! sembrava offrire le condizioni ideali per impiantarvi una tiporafia reca1 vi
era una fiorente colonia ellenica che la diaspora successiva all#invasione turca di
3ostantinopoli e della ?recia aveva di molto accresciuto' vi era un#"lite di uomini di cultura,
alcuni dei &uali erano stati vicini al @essarione. Non doveva &uindi apparire difficile trovare
da un lato consulenti capaci, dall#altro maestranze competenti. 3erto *ldo tenne conto di tutto
ci4 nella sua decisione di stabilire a Venezia la sua nuova attivit!.
+uttavia per trasformarsi in stampatore eli necessitava di altro ancora1 soprattutto di capitali.
) Venezia appariva il luoo adatto per trovarli. (l riolio della stampa aveva, come si detto,
attirato investimenti da molte parti d#)uropa. ) poi vi era a Venezia una classe diriente
dotata di particolari &ualit!1 da un lato una cultura diffusa, di cui @arbaro, @embo, /on! erano
li esponenti di punta, ma di cui molti altri erano partecipi' dall#altro uno spirito
imprenditoriale ad essa abituale da secoli. Vi erano, come si detto, numerosi patrizi che
avevano un interesse diretto alla prosperit! della stampa1 &ualcuno finanziava la stampa di un
sinolo libro, altri forniva mezzi li&uidi a uno stampatore operando in veste di banchiere, altri
entrava in societ! con stampatori, altri infine produceva una preziosa materia prima, la carta.
) sar! proprio uno di &uesti entiluomini proprietari di cartiere, come si dir!, il maior
finanziatore di *ldo1 Piero Arancesco @arbario.
( capitali dun&ue esistevano, e la propensione ad investirli nella tiporafia anche1 ma la
difficolt! maiore era, per *ldo come per &ualsiasi altro stampatore, ac&uistare credibilit!
ali occhi dei potenziali finanziatori, convincerli della bont! del proetto. Nel caso di *ldo vi
era un ostacolo in pi"1 il suo proramma di edizioni reche in reco poteva difficilmente
apparire una fonte di uadani sicuri e immediati. * Venezia - dove si trasferisce alla fine del
1-CD o al principio del 1-DB - eli era poi uno sconosciuto, o &uasi1 bench5 circa &uarantenne
$era nato, ma il dato non certo, nel 1-.2% non aveva compiuto ancora nulla di memorabile.
?li esordi veneziani sono dun&ue difficili per lui1 nel 1-D, i suoi randi proetti non avevano
neppure avuto un principio di attuazione. Lo dice eli stesso nella prefazione alla sua
rammatica latina, uscita nel marzo del 1-D,. ) lo dice in un tono dolente, amaro1 non era
certo per sete di loria che aveva composto &uei <rudimenta ramatices<, ma per vivere1 <nam
&uae esse potest loria in re tam tenuid<. )li aveva tentato di percorrere altre vie, ma invano1
le mani dei ricchi, eli scrive, sono affette da chirara, da artrite, &uando devono aprirsi a
dare, mentre si mostrano sanissime &uando hanno da ricevere1 non vi in tal caso nulla di pi"
celere, di pi" veloce. Non si potrebbe pi" elo&uentemente esprimere lo stato d#animo
esasperato di chi ha battuto invano a molte porte, di chi - profondamente conscio della
randezza del proprio proetto - ha ottenuto solo diniehi
$2D-%
.
;a poco dopo si verifica la svolta decisiva1 le mani rapaci dei <divites< si aprono, *ldo
ottiene i mezzi per realizzare il suo sono. (l merito anzitutto di *lberto Pio, principe di
3arpi, di cui *ldo era stato precettore1 eli continuava a fornirli aiuti sostanziosi, senza i
&uali ben difficilmente *ldo avrebbe potuto disporre di capitali sufficienti per entrare in una
societ! editoriale. *nche se la sua partecipazione fu, come si accenner!, modesta $appena il
1Be%, essa corrispondeva pur sempre ad un impeno finanziario di una certa entit! e l#attivit!
di precettore di iovani - tale fu nei primi anni veneziani la fonte dei suoi uadani - non
poteva fornirli molto pi" che i mezzi per sostentarsi decorosamente. ;a certamente vi fu da
parte di *ldo un abile ioco diplomatico1 eli seppe servirsi del nome di *lberto Pio, lasci4
intendere che vi era alle sue spalle un potente, un principe, che li elariva il suo sosteno.
Nella realt! si trattava di un potentato assai modesto, del sinore di una cittadina provinciale,
il cui dominio era per di pi" non incontrastato' ma *ldo ne far! con la sua nobile prosa latina
un sovrano, un mecenate, un auusto protettore deli studi, deno nipote di Pico della
;irandola1 con le sue prefazioni eli costruir! la fiura di *lberto, dandoli un rilievo e un
prestiio superiori ai suoi meriti, che pur esistevano, e alla sua effettiva potenza1 pi"
autorevole era il protettore, pi" solida appariva la posizione di chi si richiamava alla sua
autorit!. Le prefazioni si succederanno nel corso deli anni, ma assai probabile che sin
dall#inizio il nome del principe, usato sapientemente, facesse breccia nel cuore dei biasimati
ricchi. ( due personai che finalmente forniscono ad *ldo i mezzi per realizzare il suo
proramma sono un patrizio situato in altissima posizione, Piero Arancesco @arbario, che
*ldo ebbe forse modo di avvicinare razie alla sua attivit! di precettore di iovani
entiluomini $fra i &uali appunto un filio del @arbario, Santo%, e uno dei maiori
stampatori veneziani, *ndrea +orresani. Nel 1-D. la societ! editoriale formata1 tre sono i
soci, il @arbario, sembra, per il .Be, il +orresani per il -Be, *ldo per il 1Be appena' ma di
*ldo il proramma, sue sono le scelte editoriali. (l rande sono si pu4 ormai realizzare.
L#importanza del @arbario nell#impresa aldina posta nel iusto rilievo dal @alsamo e dal
Lo`rK, sulla scorta dei documenti pubblicati da )ster Pastorello. (l @arbario non era un
protettore dell#arte tiporafica o un mecenate, era un socio vero e proprio, sembra nella misura
del .Be. 6na &uota notevole, che ne faceva il maior socio di capitale' e la sua presenza
nella societ! doveva rivestire un#importanza anche maiore di &uanto comportasse il mero
apporto economico. Piero Arancesco non era un patrizio &ualsiasi1 era il filio di ;arco, uno
dei pi" eminenti fra i nobili, che sale al ducato nel 1-C.. (l suo overno dura poco' nel 1-C:
muore, ma li succede il fratello *ostino, che rena sino al 1.B1. ) non si trattava di un
principe che si accontentasse delle parvenze del potere' il suo fu un overno autoritario, tanto
da suscitare un diffuso malcontento, che trov4 espressione in un#inchiesta promossa a suo
carico, ma dopo la morte. Ainch5 fu in vita, nessuno os4 sfidarne l#autorit!. 9 dun&ue ben
possibile che le potenti relazioni di Piero Arancesco aprissero molte porte, mettessero in
difficolt! concorrenti, favorissero in vario modo l#impresa di *ldo.
Perch5 di un#impresa si trattava, da attuare nella concretezza della vita economica, con tutti i
problemi pratici, le difficolt!, i rischi relativi. Per investirvi del denaro occorreva una
mentalit! imprenditoriale e i @arbario certamente la possedevano. Per un patrizio la
partecipazione ad imprese di rischio era l#attivit! prevalente, da secoli, nella sua classe, sin dai
tempi in cui i primi Veneti si erano lanciati nel rande commercio internazionale sulle rotte di
Levante.
;a nemmeno l#apporto finanziario e la protezione di @arbario bastavano' ci voleva &ualcuno
che fosse ben addentro nel mestiere di tiporafo, che ne conoscesse i sereti, che potesse
aiutare *ldo a districarsi nel inepraio delle difficolt! materiali. /ifficilmente un professore
di reco, per &uanto eniale, poteva improvvisarsi esperto nell#ac&uisto di risme di carta, nella
sorvelianza dei torcolieri, nell#assunzione dei lavoranti, nel compimento insomma di tutte le
infinite operazioni pratiche necessarie al funzionamento di un#azienda. 3i voleva &ualcuno
che si assumesse l#onere oranizzativo, lasciando ad *ldo le randi scelte intellettuali. ) *ldo,
come si detto, ebbe la fortuna di trovare un socio di rande &ualit!1 *ndrea +orresani.
Nato ad *sola, trasferitosi a Venezia attorno al 1-=B, il +orresani era divenuto uno dei
maiori stampatori veneziani
$2D.%
. Poco dopo il 1-C= aveva compiuto un#operazione brillante1
si era assicurato l#attrezzatura tiporafica, caratteri compresi, che era appartenuta al rande
stampatore Nicholas Ienson. Per ricostruire la vicenda bisona riandare ai tempi in cui Ienson
cercava soci di capitale e li trovava nelle persone di Gauchfass e 6leheimer. Quest#ultimo
sopravvisse ai due soci' dett4 il suo testamento a ;ilano, nel 1-C=, lasciando alla molie
;arherita i libri che li erano rimasti in maazzino, un credito nei confronti deli eredi
Ienson e l#attrezzatura della tiporafia. Quei <punzones, madios, litteras, torchulos, ordines,
artificia et alia necessaria circha stampationem librorum< che ;arherita eredita non sono
cosa da poco1 sono &uelli stessi di Ienson, che 6leheimer aveva ereditato da lui. 3on &uel
prezioso baalio ;arherita torna a Venezia, si stabilisce a S. @artolamio, zona prediletta
dai +edeschi, si fa li&uidare i crediti dali eredi di Ienson concordando una cifra di 1.BBB
ducati $all#accordo si iune anche razie all#intervento di un patrizio, ;arco Fulian% e decide
di tornare all#attivit! tiporafica1 per &uesto fine si associa al +orresani. Per &uest#ultimo
l#utilit! dell#associazione con ;arherita andava al di l! dell#ac&uisizione, pur preziosa, dei
caratteri di Ienson' con essa il +orresani si assicurava le importanti relazioni della cerchia di
6leheimer, che comprendevano stampatori e mercanti tedeschi e anche una casa bancaria
veneziana, &uella deli *ostini, che erano stati fra i primi a finanziare la stampa a Venezia,
in particolare la casa editrice di Ienson. (l +orresani appare cos8 un epiono della ?rande
3ompania. Vende attraverso il libraio Pietro @enzoni, che un tempo aveva diretto il neozio
veneziano della 3ompania sito come tanti altri nelle ;ercerie. *ltri affari realizza con
?iordano di /insla_en, coniunto di &uel ^aspar von /insla_en che appare tra i soci
fondatori della 3ompania. ;arherita rimane leata alla casa editrice anche dopo l#inresso
di *ldo1 lei a far da tramite per il prestito di tre manoscritti di s. 3aterina da Siena che
*ntonio 3ondulmer fornisce ad *ldo per la stampa della sua edizione delle Epistole della
santa.
3on &uesta attrezzatura e &ueste alleanze, +orresani si afferma in un#ottima posizione nella
tiporafia veneziana1 a lui ad esempio che ;arc#*ntonio 3occio Sabellico, l#umanista pi"
popolare tra i nobili veneziani, assena, come si detto, la stampa della sua fortunata opera
storica. (noltre il +orresani ha un#altra virt", che certo li rende pi" facile capire l#animo di
*ldo1 l#intraprendenza, il desiderio di sperimentare, di tentare il nuovo. Lo vediamo cos8
stampare nel 1-D, un breviario laolitico, scritto cio con i caratteri propri deli Slavi di
/almazia1 impresa certo costosissima, per la difficolt! di creare serie nuove di caratteri
tutt#altro che usuali, e di incerto esito. Se il produrre per l#esportazione rientrava nei suoi
diseni, +orresani avr! potuto pensare di vendere i libri reci che *ldo si proponeva di
stampare non solo ai membri della colonia reca di Venezia, ma anche sul mercato del
Levante. La produzione di classici li sar! stata presentata da *ldo come un affare1 rischioso,
ma forse alla fine redditizio. )d eli decise di tentare l#impresa. Nel contempo peraltro eli
non abbandonava i campi che li avevano dato la ricchezza1 le edizioni di massicce opere
iuridiche e di testi reliiosi $breviari, messali% di sicuro smercio, nonch5 di opere teoloiche
di consacrata ortodossia $*lberto ;ano, +ommaso%. La societ! con *ldo e @arbario era
un#impresa a s5 stante, affidata ad *ldo per ci4 che riuardava la scelta delle opere da
pubblicare, i curatori di esse, i collaboratori, il carattere, il formato' a s5 il +orresani avr!
peraltro riservato il controllo tecnico ed economico.
Nello stesso anno che vede la formazione della societ!, il 1-D., esce la prima edizione datata
di *ldo, pubblicata <litteris ac impensis *ldi ;anuci Gomani<. )ssa reca la data del febbraio
1-D-, ma la datazione certo more veneto, sicch5 l#anno appunto il 1-D.. ( caratteri sono
dun&ue di *ldo, e suo almeno in parte il capitale. L#opera prescelta la fortunata rammatica
di 3ostantino Lascaris, li Erotemata. 9 &uesta la prima di una serie di opere rammaticali e
di dizionari1 *ldo era stato per molti anni insenante e rimaneva un rammatico e un cultore
di studi linuistici. 9 naturale che, per facilitare l#attuazione del suo rande sono, la
diffusione a stampa delle opere reche nella linua oriinale, eli predisponesse li strumenti
di sussidio1 rammatiche e dizionari, tanto pi" in &uanto le sue edizioni non contenevano di
solito note e chiarimenti del testo. Si trattava di una scelta precisa' il testo antico doveva
parlare da solo, senza intermediari. *ttorno al 1-D= eli pubblica anche un salterio reco1
stampare libri reliiosi in reco per i ?reci di Venezia e del Levante poteva costituire un
rande affare $e lo diventer! &uando vi si dedicher!, dopo il 1.2B, *ndrea ^ounadis%, ma non
era &uello un campo che potesse coinvolere profondamente *ldo. *ltro il suo obiettivo
centrale1 l#edizione del pi" monumentale corpus filosofico e scientifico dell#antichit!, &uello
costituito dalle opere di *ristotele. * tale scopo, tutt#altro che facile, per mole e per
complessit! dei testi, eli dedica le enerie miliori1 e i risultati sono adeuati. ?i! nel
novembre 1-D. esce il primo volume1 un in (olio di 2,- carte. *d esso ne seuiranno altri
&uattro1 in tutto circa ,.CBB paine in reco, uno sforzo editoriale cospicuo non solo dal punto
di vista della preparazione dei testi ma anche delle operazioni pratiche della stampa, che
richiedevano l#uso di pi" torchi contemporaneamente. 3on la stampa dell#intero *ristotele,
con la sola sorprendente eccezione della Retorica e della Poetica, *ldo realizzava cos8 il
proetto che )rmolao @arbaro aveva esposto nel 1-C-1 il corpus aristotelicum veniva offerto
ali studi nella sua interit! senza mutilazioni non di rado fuorvianti.
Nella dedica del secondo volume, contenente la )isica, *ldo ricorda li sforzi fatti per
procurarsi buoni manoscritti da cui trarre l#edizione, e cita a testimoni delle sue ricerche
l#erudito inlese +homas Linacre, ?abriele @raccio di @risihella, futuro rivale, del resto
presto sconfitto, ?iustino /ecadio di 3orf" e in particolare il ben noto medico e umanista
Nicol4 Leoniceno e il colto medico enovese Lorenzo ;aioli1 il Leoniceno aveva messo a
disposizione i suoi codici, il ;aioli aveva eseuito impenativi confronti. 3ome noto, *ldo si
basava sui manoscritti che li riusciva di trovare presso amici e corrispondenti1 buoni codici
da passare in stampa li erano essenziali, e per procurarseli eli estese le sue ricerche alla
Arancia e alla ?ermania, contribuendo cos8 a dare nuovo impulso alla scoperta di manoscritti.
(n Arancia in particolare li sar! preziosa la collaborazione di fra ?iocondo, eniale architetto
e filoloo, avvicinato forse tramite ?iano Lascaris, che li far! pervenire manoscritti
importanti. )ppure a pochi passi dall#officina eli avrebbe avuto a disposizione i codici
miliori, i pi" completi, i pi" antichi e autorevoli1 &uelli che @essarione aveva raccolto e
donato alla Gepubblica veneta. ;a per motivi non del tutto chiari eli non se ne avvalse1 forse
influ8 la elosia dei procuratori di S. ;arco, che temevano una perdita di valore del lascito se
lo si fosse divulato per mezzo della stampa' forse pes4 il loro timore che l#uso talvolta
disinvolto che si faceva in tiporafia dei manoscritti potesse danneiare &uei beni affidati
alla pubblica custodia. Aatto sta che, salvo &ualche caso dubbio, i codici bessarionei non
furono mai la fonte cui *ldo attinse per le sue edizioni
$2D:%
.
+erminata nel iuno 1-DC la rande fatica dell#edizione aristotelica, *ldo non si arresta nel
suo proramma1 i! il 1. lulio 1-DC esce la sua editio princeps di *ristofane, curata dal
rande erudito cretese, ;arco ;usuro, che fu il maiore fra i collaboratori di *ldo. 3on
&uesto importante ruppo di edizioni al suo attivo, *ldo si era ormai inserito con rande
prestiio nel mondo dell#editoria e fra li stampatori in reco era di ran luna il maiore.
Nel contempo aveva pubblicato anche alcuni libri in latino' ma si trattava di opere che non
rientravano nel proramma principale e venivano inserite nel cataloo per particolari,
specifiche raioni1 l#amicizia di *ldo verso l#autore, o un debito di ratitudine per una
collaborazione editoriale.
3on tutt#altro animo nel lulio 1-DC *ldo pubblica le opere latine del Poliziano1 un massiccio
volume in (olio che riunisce il complesso deli scritti eruditi inediti del rande fiorentino. La
prefazione di *ldo esalta il sommo ineno e la straordinaria dottrina dell#umanista, la cui
opera entra &uindi non come eccezione ma a pieno titolo nel cataloo.
L#anno dopo, il 1-DD, si verifica invece un fatto nuovo1 *ldo pubblica un#opera di erudizione
tutta latina, la Cornucopia di Niccol4 Perotti, che non inedita, e nemmeno nuova per
Venezia, dato che era stata molte volte ristampata anche di recente. Non vi era dun&ue una
raione di ordine culturale per pubblicare un#opera cos8 lontana dal proramma reco di *ldo'
ma vi era certamente una raione economica. Aorse alla base della svolta vi era un fatto che
aveva scosso la compaine della societ! editoriale1 Piero Arancesco @arbario era morto nello
stesso anno. Aorse li eredi non erano pi" propensi a sostenere le edizioni reche del socio,
che evidentemente si vendevano poco $nel 1.1, i prezzi sono inferiori del ,Be circa a &uelli
oriinari, seno che vi erano depositi invenduti%' o forse fu il +orresani a far presente al socio
e futuro enero che la situazione delle vendite non li consentiva di impenarsi oltre nel
proramma reco' o piuttosto che, se si voleva continuare, le edizioni reche dovevano
finanziarsi con altre pi" redditizie pubblicazioni. 6na di &ueste era certo la Cornucopia,
ritenuta strumento indispensabile per l#apprendimento del latino, che venne venduta assai
bene, ristorando le finanze della casa editrice.
Sono in sostanza i soci di maioranza che imponono il nuovo indirizzo, a cui *ldo deve
piearsi. ;a la randezza di *ldo si manifesta nella sua capacit! di trasformare una scelta
dettata dalla necessit! economica in un nuovo, diverso proramma culturale, di alta dinit! e
di elevato contenuto, tale da assicurare la sua fama al di l! dei confini della recit!. *lla
definizione di esso eli non iune subito1 il 1-DD e il 1.BB sono due anni di attesa, di
esperimento.
?razie al buon risultato economico della stampa del Perotti eli pu4 anzitutto continuare nella
stampa delle opere reche1 a tale scopo essenziale della sua attivit! di stampatore eli non
rinunzier! mai. Nel 1-DD escono due libri in reco1 la silloe deli Epistolographi e l#opera
medica di /ioscoride. * met! strada tra li interessi reci e &uelli latini di *ldo si colloca la
raccolta deli Astronomici veteres6 una scelta di scritti scientifici parte latini e parte reci, tra i
pi" rari e introvabili, da riportare nel circuito erudito.
Quell#anno 1-DD offre la sorpresa pi" sinolare del cataloo di *ldo1 la -!pnerotomachia
Poliphili. Questo libro straordinario, un romanzo d#amore alleorico, scritto in un linuaio
ibrido tra italiano e latino, irto di simbolismi, di allusioni erudite, di riferimenti anti&uari,
rappresenta un fatto unico nella carriera di *ldo e nella storia della cultura. L#eccezionalit!
dell#opera risiede non soltanto nel testo, ma anche nelle raffinate 7ilorafie che l#adornano. Si
discute ancora sulla vera identit! dell#autore dell#uno e delle altre
$2D=%
. *ldo si indusse a
stampare il libro, cos8 diverso da tutti &uelli da lui pubblicati prima e dopo, probabilmente per
compiacere amici autorevoli' la spesa venne sostenuta interamente da un entiluomo
veronese, Leonardo ?rassi, e *ldo non vi premise una sua prefazione. 9 tuttavia probabile
che l#opera, sia per le sperimentazioni linuistiche sia per l#intensa atmosfera umanistica che la
pervade, li apparisse, pur nella sua oriinalit! talvolta sconcertante, non indena di essere
stampata da lui.
L#anno dopo, il 1.BB, vede l#uscita di soli due libri1 uno latino, il poema di Lucrezio, l#altro in
volare, le citate Epistole di s. 3aterina da Siena1 &uest#ultima forse una riparazione sul piano
morale e reliioso alle concessioni allo spirito paano del Polifilo. 6n anno dun&ue poco
produttivo, il 1.BB, per *ldo. ;a se ne comprender! la raione l#anno successivo, in cui si
verifica una svolta decisiva nella storia della tiporafia aldina, e della stampa in enerale. Nel
1.B1 escono uno dopo l#altro classici latini e italiani, in serie, &uasi in collana1 nell#aprile
Virilio, nel maio 0razio, nel lulio Petrarca, nell#aosto ?iovenale e Persio, nel dicembre
;arziale. +utti sono in un formato mai prima usato dai tiporafi, l#ottavo' e anche il carattere
nuovo, il corsivo.
?li anni 1-DD-1.BB erano stati dun&ue, come si detto, una fase di ripensamento, di
esperimento1 ora *ldo ne offriva il frutto. Non pi" testi reci, ma latini e italiani' non pi"
opere rare, difficili, inedite, ma capolavori noti a tutti. ;a vi erano le due randi novit! cui si
accennato1 il carattere, disenato da *ldo stesso e inciso da un valente artiiano bolonese,
Arancesco ?riffo, e il formato, l#ottavo1 un formato nuovo per la stampa, non in assoluto,
perch5 &uei <libelli portatiles<, cos8 adatti a una lettura distesa e aristocratica, i! circolavano,
manoscritti, neli ambienti dell#"lite intellettuale1 codicetti aili, maneevoli, s&uisiti nella
scrittura e nella disposizione della paina, come &uelli dovuti alla penna raffinata di
@artolomeo Sanvito
$2DC%
. *d essi probabilmente si ispir4 *ldo nella creazione dei suoi classici
<tascabili<. *nche la novit! del carattere era tale solo per la stampa1 *ldo si ispir4 nel
disenarlo a modelli umanistici. ;a il sapiente dosaio tra le varie componenti del libro
dava oriine ad una formula editoriale nuova, di straordinario successo1 &uelle eleanti
edizioni divennero un momento fondamentale nella storia della stampa e della cultura. La
raffinatezza di esse incontrava il usto dei lettori aristocratici, la loro &ualit! soddisfaceva li
eruditi, la maneevolezza attirava li amanti della lettura non professionisti. Non si trattava
di prodotti a basso costo' le edizioni, ben curate e in carta buona, avevano prezzi non inferiori
a &uelle correnti1 l#0vidio in ottavo, ad esempio, costava, nel 1.1,, - lire e 1B soldi, come
l#0vidio in (olio venduto nel 1-C- dal ;ai
$2DD%
. 3iononostante essi furono accolti con
entusiasmo dal pubblico colto, cui veniva offerta una lettura comoda, aevole, familiare e
altres8 filoloicamente corretta. (l successo testimoniato anche dalle tirature1 i! alte nelle
opere reche di *ldo, in cui mille copie sono la reola, per i classici in ottavo si superano,
come testimoniato per il 3atullo, le tremila.
(l principio cui *ldo si attiene costantemente, &uello di offrire testi il pi" possibile corretti dal
punto di vista filoloico, viene rispettato nei nuovi ottavi, con un#ulteriore innovazione1 le
opere venono offerte nella loro interit! e nudit!, senza l#apparato tradizionale di note e
commenti che le appesantiva e le appannava. *ldo presenta il solo testo, vuole che parli da s5'
il suo messaio personale suona, <s&uillante<, nelle lettere proemiali, ma non interferisce
nella paina cui l#opera affidata. ) anche &uesta scelta concorre al successo delle edizioni,
contribuendo a creare nei lettori deli enchiridi aldini una comune cultura aristocratica,
insofferente di oni pedanteria scolastica. +uttavia un intervento dell#editore nella paina
c#era, e molto visibile ali occhi dei contemporanei1 l#uso della punteiatura e dei seni
diacritici cos8 ampio nell#edizione del Petrarca del 1.B1 - frutto del paziente e puntilioso
lavoro filoloico del @embo - che un anziano lettore, un entiluomo di casa 3anal, *ntonio,
non fa mistero della sua irritazione, e la confida ai foli di un manoscritto oi marciano. (n
&uel <volume picoleto< $neppure il formato piace al patrizio% vi sono <tanti tituli< $li
apostrofi%, <tante corecione< $li altri seni% <che basteria al /otrinale overo a Polifilo<. (l
poeta non si era sonato di scrivere a &uel modof (l malumore del 3anal ci fa intravedere un
mondo di conservatori, cui le innovazioni di *ldo parevano inutili, anzi sradevoli
$,BB%
. ;a si
trattava di un mondo retrorado, la cui voce si perdeva nel coro europeo delle lodi ad *ldo e
alle sue edizioni1 documentata la diffusione e l#influenza di esse in Arancia, in ?ermania, in
(nhilterra, in 6nheria, in Polonia. *ldo stesso corrispondeva con principi e sovrani, con
vescovi, ambasciatori, entiluomini d#oni paese. )li concorreva cos8 a unificare il mondo
europeo della cultura e a creare un#unit! spirituale che resister! anche oltre le lacerazioni della
Giforma.
La felice formula ricavata dalla combinazione dell#ottavo e del raffinato corsivo venne
applicata da *ldo via via ai maiori capolavori della letteratura latina, e anche ai testi
fondamentali di &uella italiana1 il i! citato Petrarca $1.B1% e /ante $1.B2%. *i due randi
classici della letteratura in volare seuirono due autori contemporanei di aristocratica
eccellenza1 il @embo $1.B.% e il Sannazzaro $1.1.%. ) seuirono anche i randi poeti reci1
Sofocle, )uripide, l#Antologia, 0mero. 3os8 operando *ldo faceva sua - come nota il
/ionisotti - l#idea del Poliziano, che la poesia vada letta e coltivata nelle tre linue, reca,
latina e volare, e rivoleva la sua proposta a un pubblico che non si restrineva ai soli
filoloi e specialisti, ma si estendeva a comprendere tutta l#)uropa colta. 3on la pubblicazione
dei maiori autori antichi e moderni, il cataloo di *ldo andava sempre pi" assumendo il
carattere di canone delle letture dell#uomo di aristocratica cultura1 le sue edizioni venivano a
costituire una biblioteca di ideale compiutezza, comprensiva di &uei testi <che tutti potevano e
dovevano conoscere come loro nutrimento spirituale<
$,B1%
.
@ench5 eli possedesse una straordinaria serie di &ualit!1 un appassionato amore per l#antico,
una preparazione filoloica di prim#ordine, una sottile capacit! di intuire le esienze del suo
pubblico e nel contempo di orientarlo nella scelta e nell#uso del libro, *ldo non sarebbe
riuscito a lasciare una simile impronta nella storia dell#editoria e della cultura se non avesse
avuto in aiunta il enio di trovarsi dei collaboratori di altissimo rano. Per le edizioni
reche eli si avvalse del rande erudito ;arco ;usuro, di *rsenio, filio di ;ichele
*postolis, di /emetrio /ucas, che poi collaborer! in Spana alla famosa @ibbia polilotta del
cardinale >imenez, di ?iovanni ?reoropoulos, di ?iovanni Ghosos, leato un tempo alla
cerchia di @essarione, e di altri dotti fornitili dalla prospera e colta colonia reca di Venezia.
+ale era il prestiio del ruppo di eruditi reci che circondavano *ldo, il &uale li aveva anche
riuniti idealmente assieme ali altri amici cultori del reco in un#*ccademia
$,B2%
, che il rande
)rasmo, non ancora al culmine della loria, ma i! famoso, volle soiornare a Venezia
proprio per entrare in contatto con *ldo e con il suo entourage
$,B,%
. )li trascorse a Venezia
nove mesi, dal ennaio al settembre 1.BC1 fu ospite di *ldo, collabor4 con lui e mise a punto
una nuova edizione dei suoi Adagia, che affid4 ai torchi dell#amico. Si trattava di un testo
arricchito randemente soprattutto nella parte reca1 eli doveva l#allaramento delle sue
conoscenze proprio ali amici reco-veneti, che li mettevano a disposizione la loro dottrina,
li fornivano codici contenenti autori a lui inoti, lo assistevano in oni modo' *ldo dal canto
suo lo inseriva nella rete dei suoi amici, lo metteva a parte della sua corrispondenza erudita.
?razie ali Adagia di )rasmo, un best2seller, l#eredit! reca penetrava in profondit! nella
cultura di vasti strati della popolazione colta dell#)uropa, in particolare al Nord.
Pi" tardi $nel 1.,1% )rasmo, trascinato dal suo usto per la polemica letteraria, si indurr! a
fare un ritratto della tiporafia aldina in chiave satirica nel famoso dialoo 0pulentia sordida#
un capolavoro nel enere, che ha inoltre il preio di fornire un#immaine vivace, anche se
malevola, e di prima mano della vita della casa editrice. Vittima della spiritosa penna di
)rasmo non tanto *ldo, &uanto il +orresani, il ricco avaro cui allude il titolo1 ma iusto
rammentare che difficilmente *ldo sarebbe riuscito a superare i rischi e le difficolt! pratiche
insite nella estione dell#azienda senza la collaudata capacit! tecnica e commerciale del
suocero.
)rasmo caricava le tinte per i suoi fini letterari' ma certo nella tiporafia il lavoro affannoso e
la convivenza forzata di molti lavoranti e persino dei dotti ospiti $)rasmo condivideva la
camera con ?irolamo *leandro% aveva lati spiacevoli. (l ritmo con cui *ldo lavorava
produceva talvolta conseuenze neative1 alcune edizioni erano affrettate, altre basate su
codici che erano non i miliori, bens8 &uelli che *ldo riusciva a reperire nella biblioteca sua o
deli amici' ma anche la fretta, il lavorare febbrile traeva oriine dalla nobile volont! di *ldo
di adempiere la sua missione, di condurre il pi" avanti possibile il suo rande, eneroso
diseno.
(n &uel ventennio veneziano - che tanto, o poco pi" era durata la sua attivit! di stampatore -
*ldo aveva lasciato un#orma incancellabile nel mondo della tiporafia e della cultura. Le
opere maiori della classicit! reca erano uscite dai suoi torchi in centinaia di esemplari, e
una trentina di esse in edizioni princpes6 la loro sopravvivenza era &uindi ormai certa. (l
eneroso proramma del cardinale @essarione, volto a salvare i frutti pi" alti della sapienza
reca dal naufraio incombente per l#avanzata dei +urchi, aveva trovato un continuatore
capace di avvalersi di mezzi tecnici nuovi, con risultati straordinari' di &uei mezzi @essarione
stesso si era servito per la difesa del suo Platone, e certo se ne sarebbe avvalso a vantaio
delle opere maiori della sua nazione se una morte prematura non l#avesse strappato alla sua
missione terrena. ;a *ldo non aveva solo arantito la sopravvivenza di &uei capolavori, ne
aveva anche assicurato la pi" ampia diffusione, al di fuori del mondo deli eruditi e deli
specialisti. 3on&uistati dalla razia maneevole dell#ottavo e incoraiati dal prezzo, che per
&uanto elevato non eualiava &uello proibitivo per i pi" del codice prodotto dalla luna
fatica dell#amanuense, nuovi ceti si accostavano ad un mondo di bellezza che prima era loro
precluso.
Non solo1 &uella tecnica che consentiva la riproduzione su lara scala dei capolavori antichi
era stata usata da *ldo per assicurare il successo di alcune, scelte opere moderne.
?razie alla felice combinazione del formato e del carattere, nobili testi moderni erano riusciti,
al pari dei capolavori antichi, a reere la concorrenza dei libriccini devoti e dei manuali
pratici che dominavano il mercato. 6n bilancio &uindi felice, &uello dell#impresa aldina, con
oltre centotrenta edizioni al suo attivo1 un successo durevole, sul piano della fama e del
prestiio editoriale, si accompanava ad un risultato economicamente positivo, che arantiva
ad *ldo e ai suoi eredi una posizione sociale di tutto rispetto.
9 naturale che una attivit! cos8 meritatamente fortunata suscitasse competitori e imitatori di
oni enere. Nel 1-DD due ?reci di 3reta, Faccaria 3allieres $o venezianamente 3aleri% e
Niccol4 Vlastos, inauuravano una loro attivit! tiporafica in reco1 l#C lulio usciva un
eleante Et!mologicum Magnum# il 2= ottobre l#editio princeps di Simplicio' l#anno
successivo, 1.BB, era la volta di *mmonio e della erapeutica di ?aleno.
Si trattava di opere che *ldo aveva i! annunciato di voler stampare nella prefazione del suo
dizionario reco nel 1-D=, sicch5 vi poteva essere l#intenzione di battere *ldo sul tempo. Va
peraltro osservato che la preparazione di un libro cos8 complesso come l#Et!mologicum aveva
richiesto sei anni di impeno e di studi' n5 si potevano del pari improvvisare le altre edizioni.
( titoli pubblicati erano di evidente importanza per li studi, e l#urenza di stamparli sar!
emersa pi" volte nelle conversazioni tra i membri della futura *ccademia aldina. ( due ?reci
aivano razie ai mezzi messi a loro disposizione da *nna Notar!, la filia del meaduca
ucciso dal Sultano nel 1-.,. *nna, membro influente e venerato della comunit! reca di
Venezia, non perdeva occasione per difendere l#eredit! morale della recit!1 un fine che *ldo
pienamente condivideva. Non vi doveva essere &uindi contrasto tra le due iniziative, &uella di
*ldo e &uella dei due ?reci' esse in &ualche modo si interavano nel perseuire il fine
comune della diffusione a stampa delle opere maiori della cultura reca' n5 vi fu d#altro
canto attrito fra *ldo e il pi" illustre dei consulenti dei due ?reci, ;arco ;usuro1 &uesti
rimase, anche dopo la sua partecipazione all#iniziativa dei due 3retesi, il maior consiliere
di *ldo.
L#attivit! tiporafica di 3allieres e Vlastos ebbe comun&ue breve vita1 dopo la stampa del
?aleno, nel 1.BB, si arrest4. 3allieres ritent4 poi l#impresa da solo, nel 1.BD. La fine
dell#attivit! dei due 3retesi dipese forse dalla momentanea crisi dell#economia veneziana'
forse si inarid8 la fonte dei finanziamenti' o forse la complessa estione di un#impresa
industriale come una casa editrice richiedeva una tempra diversa da &uella dei due
entiluomini cretesi fattisi stampatori. Le edizioni che essi avevano realizzato erano
comun&ue di raffinata &ualit!, e occupano un posto lorioso nella storia della stampa in reco.
/iverso il caso di un altro concorrente, ?abriele @raccio di @risihella. Nel 1-D= *ldo ne
parla con stima nella sua prefazione al secondo volume di *ristotele. Nel 1-DC ?abriele
pubblica in proprio, con caratteri reci, le lettere di @ruto e di Aalaride $nel iuno% e le favole
di )sopo. /opo &uesto tentativo, ?abriele sparisce dalla tiporafia. 3on lui erano associati
?iovanni @issolo e @enedetto /olcibello $detto del ;anzo perch5 proprietario di una
macelleria a 3arpi%, che poi continuer! a operare a ;ilano e nel principato di *lberto Pio. 9
probabile che l#iniziativa di @raccio si arrestasse bruscamente per un#azione leale di *ldo,
che avr! chiesto l#intervento dello Stato a tutela dei suoi caratteri reci, protetti da privileio'
era chiaro infatti che @raccio li aveva bellamente copiati. Non sempre a Venezia si otteneva
facilmente vittoria in simili cause' ma forse non manc4 un intervento di Piero Arancesco
@arbario, a stimolare l#azione deli orani iudiziari veneziani. Quando poi si deline4 la
randezza del successo dei classici in ottavo cominciarono le contraffazioni, ad opera
soprattutto di stampatori lionesi
$,B-%
. 3ontro di essi *ldo tent4 di difendersi pubblicando nel
1.B, una lista di errori da &uesti commessi, che rendevano riconoscibile il plaio. Se da un
lato l#avviso di *ldo iov4 ai contraffattori, che si uardarono dal ripetere li errori da lui
senalati, esso serv8 certo a pubblicizzare le &ualit! delle edizioni aldine.
Pi" temibile concorrente poteva essere la rande casa editoriale dei ?iunta, il cui ramo
fiorentino operava sullo stesso terreno di *ldo1 Ailippo ?iunta stampava edizioni di classici
molto simili a &uelle aldine. ;a fra i ?iunta e la societ! di +orresani e ;anuzio non vi fu
uerra, ma piuttosto spartizione di aree commerciali, sicch5 i due complessi editoriali
poterono coesistere senza loorarsi in una concorrenza che, data la dimensione delle aziende,
sarebbe stata assai dura
$,B.%
.
*ldo fu sempre uno sperimentatore, un innovatore' e altri lo seuirono su &uesta via. (n
particolare due stampatori veneziani attuarono, come si dir!, innovazioni nel carattere e nel
formato1 Lazzaro Soardi e *lessandro Paanino. *l loro ardire arrise il successo' ma chi
aveva aperto la via era stato ancora una volta *ldo, che unendo in s5 cultura e creativit!,
amore appassionato per l#antico e ardimento nel concepire e sperimentare il nuovo, rimane, a
buon diritto, insuperato modello nella storia della stampa.
C. L#apoeo dell#editoria veneziana
$dal 1.1. alla met! del secolo%
/opo la morte di *ldo $1.1.%, *ndrea +orresani rimase solo padrone dell#azienda1 lo
assisteva il filio ?ianfrancesco, buon conoscitore delle lettere, mentre la vedova di *ldo, con
i fili non ancora usciti dall#infanzia, si trasferiva ad *sola. (l +orresani non lasci4 cadere il
proramma di *ldo e produsse varie edizioni di classici reci e latini. Ara tutte la pi"
importante, &uella dell#intera opera di ?aleno, che usc8 in cin&ue torni in (olio nel 1.2..
3on la scelta di pubblicare l#intero corpus alenico, il +orresani mostrava il consueto talento
per li affari. L#opera usciva al momento iusto1 vi era rande aspettazione nel mondo
scientifico, in cui si faceva strada la convinzione che nei randi autori dell#antichit!, se
conosciuti nella loro autenticit! e completezza, si sarebbe trovata oni risposta. /#altro canto
la medicina andava ac&uistando un#importanza crescente nell#attivit! editoriale, non solo a
Venezia ma in tutta l#)uropa, in armonia con l#aumento enerale dell#editoria di aromento
scientifico. 9 stato osservato che una &uota rilevante dei titoli editi nel Quattrocento di
aromento scientifico $forse il 12-1,e%' e i valori in assoluto e in proporzione aumentano
enormemente nel 3in&uecento. (n buona parte si trattava di testi classici, riportati alla luce o
liberati dalle sovrapposizioni medioevali. 6na massa enorme di conoscenze nuove, o
dimenticate, veniva cos8 posta in circolazione, razie alla stampa1 l#umanit! non era mai stata
sottoposta <ad un simile processo di assimilazione<
$,B:%
. (n tale flusso di opere scientifiche la
medicina aveva una parte dominante' e il numero e l#importanza delle opere mediche
pubblicate cresce a Venezia nel 3in&uecento, in particolare dopo la ripresa nell#attivit!
editoriale che si reistra a partire dal 1.1.. Si direbbe &uasi che nell#editoria la scienza medica
tenda a prendere il posto di &uella iuridica, che aveva rappresentato uno dei filoni pi"
redditizi per le stamperie del Quattrocento e che reistra invece un calo nel nuovo secolo1
forse un riflesso del diminuito prestiio delle facolt! iuridiche italiane, da cui era uscita una
classe diriente che non aveva saputo sconiurare l#invasione straniera
$,B=%
. ) anche nel campo
dell#editoria scientifica la posizione di Venezia dominante1 circa un &uarto delle edizioni
principes di opere di contenuto scientifico uscite in )uropa sino al 1..B - circa novecento, di
cui oltre la met! di aromento medico - stampato nelle laune
$,BC%
.
L#edizione di ?aleno, predisposta da un#"&uipe diretta dall#illustre medico ?iovanni @attista
0pizzoni e composta da &uattro iovani dotti inlesi e dal sassone ?iorio *ricola, fu
accolta con entusiasmo della classe medica, che vedeva finalmente in circolazione opere
spesso inorate del rande maestro antico. (l iudizio di )rasmo fu invece severo1 il testo era
corrotto, pieno di errori. (l +orresani non si scorai4 e a ?aleno fece seuire le edizioni
reche di (ppocrate nel 1.2: e di Paolo di )ina, che usc8 nel 1.2D, &uando il rande editore
si era ormai spento $il 21 ottobre 1.2C%. Per circa &uattro anni l#attivit! della casa si
interruppe. ( fili di *ldo, usciti dalla minore et! e ritornati da *sola, chiesero una maiore
partecipazione nell#azienda1 da ci4 una serie di controversie iudiziarie che si chiusero solo
nel 1.,,. /a allora in poi la direzione editoriale sar! soprattutto nelle mani del filio
terzoenito di *ldo, Paolo, che dedicher! le sue enerie a far rivivere il proramma paterno,
curando una serie di edizioni di alto prestiio filoloico, soprattutto latine
$,BD%
.
*ll#opposto, rispetto ad *ldo, si colloca un altro rande editore e tiporafo attivo neli anni di
*ldo e anche successivamente1 Lucantonio ?iunta
$,1B%
. /i nobile familia fiorentina, si
trasfer8 a Venezia, come si accennato, nel 1-==. Nel 1-CD incominci4 l#attivit! tiporafica,
che and4 crescendo di dimensioni e importanza sino alla morte di lui, avvenuta nel 1.,C, e
continu4 poi con i fili e i nipoti.
)li scelie Venezia per un evidente calcolo economico1 Venezia il maiore centro
tiporafico del mondo, l! che si possono fare li affari miliori1 ed &uesto il suo scopo,
non altro. ) il mezzo pi" sicuro per ottenere uadani cospicui &uello di mettersi al servizio
del maior committente possibile, dell#istituzione che per sua natura usa e consuma pi" libri
di oni altra1 la 3hiesa. ) Lucantonio diviene il maiore produttore e fornitore di libri
reliiosi del mondo. /al 1-CD al 1-DD incluso pubblica -= libri1 i classici sono . in tutto, due i
libri di astronomia e medicina' vi un libro di diritto, vi un Doctrinale. +utti li altri libri
sono di aromento reliioso1 @ibbie, messali, salteri, breviari, libri liturici. L#attenzione al
mercato si rivela sin dalla scelta della prima opera pubblicata, l#+mita%ione di Cristo di
?iovanni ?erson, in volare1 un#opera diffusissima, offerta nella linua accessibile alla
moltitudine dei devoti. Si punta al numero, non alla raffinatezza intellettuale. Seue un
0vidio1 un classico che non presenta sorprese, di sicuro radimento, per di pi" accompanato
da abbondante commento. ) altrettanto scontati li altri classici che seuiranno1 un Livio col
commento dell#umanista pi" popolare a Venezia, Sabellico, un Plutarco, poi un Livio tradotto
in volare. L#attenzione al rande pubblico si rivela anche nella decisione di stampare ben tre
edizioni in volare della @ibbia, tre edizioni in volare delle vite dei Padri della 3hiesa, varie
opere di edificazione anch#esse in volare.
Nel 1-D= Lucantonio fa uno dei suoi colpi da maestro1 stampa le Metamor(osi di 0vidio
$ricorrendo ai torchi di ?iovanni Gosso, o Gubeo, Vercellense%, nel rifacimento trecentesco di
?iovanni @onsinori, con ulteriori modifiche per adattare il testo alle esienze del pubblico' e
correda l#opera di un nutrito apparato di vivaci illustrazioni. 6n#edizione fatta apposta per
piacere a ente di usti semplici1 che tuttavia, proprio per l#efficacia del linuaio fiurativo
delle 7ilorafie, fa incorrere l#editore nelle ire del patriarca di Venezia +ommaso /on!, il
&uale decreta che <omnes ille fiure &ue iam impresse sunt in dicto opere, scilicet mulierum
nudarum, priapum et aliarum inhonestarum< vadano distrutte, pena la scomunica. Proprio
all#editore prediletto della 3hiesa toccava un simile infortuniof )ra troppo tardi per ritoccare i
leni, sicch5 Lucantonio si affrett4 a velare d#inchiostro le parti impudiche $e tanto bast4 al
patriarca%, provvedendo a sistemare le matrici per le future ristampe, che non mancarono di
iunere, certamente redditizie
$,11%
.
* partire dall#anno 1.BB Lucantonio pubblica, sino al 1.,C, altre trecentosessantatr5 edizioni1
dieci @ibbie, sessantatr5 breviari, sessanta messali, tredici offici, undici salteri, &uindici libri
liturici di vario tipo, trentacin&ue libri di edificazione reliiosa. Sono dun&ue strettamente
leati alla reliione duecentosette libri, il ..e' ma deli altri, trentotto sono di filosofia
soprattutto aristotelica e tomistica, &uindi sempre nell#ambito della pi" tran&uilla ortodossia,
&uattro sono libri di canto relativi al culto. /eli altri, otto sono di diritto, sedici di
astronomia, ben cin&uantatr5 di medicina1 un filone scoperto dai ?iunta poco dopo il 1.1. e
sempre pi" coltivato. Naturalmente sono edizioni rivolte alla massa dei pratici, non all#"lite
dei filoloi1 li eredi di *ldo pubblicano li oriinali reci, Lucantonio le pi" accessibili
traduzioni latine, fra cui nel 1.22 la randiosa edizione di ?aleno. 6n#altra iniziativa di
rande impeno fu, nel 1.2,, la stampa di tutto *vicenna, con il corredo dei commenti pi"
noti, in cin&ue volumi. Si trattava di un#impresa non da poco' eppure ad essa seuiva, appena
&uattro anni dopo, una nuova e diversa edizione del solo testo di *vicenna, &uesta volta nella
recentissima traduzione dell#arabista bellunese *ndrea *lpao. 0perazione insieme erudita e
intelliente1 il mercato poteva avere difficolt! ad assorbire un nuovo *vicenna a cos8 breve
distanza dal precedente, ma Lucantonio comprese il preio della nuova versione e non esit4 a
lanciarla, con il consueto felice esito economico. Se ne fecero nove ristampe, di cui due ad
opera della concorrenza e sette iuntine. Vi sono poi nel cataloo un Dottrinale, un
'ocabulista in pi" linue, un /onato1 opere tutte di facile smercio, dirette al pubblico
tradizionale deli studenti. ( classici sono in tutto ventuno, tutti testi laramente diffusi.
*ppena &uattro le edizioni in reco, solo &uattro i libri di carattere erudito. /ue di &uesti
contenono la celebre polemica tra )rasmo e *lberto Pio di 3arpi1 eccezione &uesta nelle
reole della casa dei ?iunta
$,12%
. Lucantonio, proteso al successo commerciale, evita di reola
oni motivo di potenziale disturbo nel funzionamento della oleata macchina della sua azienda1
cos8 un#opera polemica come l#Apologia di Niccol4 Leoniceno, pubblicata nel 1.22, fiura
come edizione del filio +ommaso' forse, come conettura il 3amerini, per evitare un
coinvolimento diretto nelle polemiche suscitate dal libro.
La determinazione con cui Lucantonio continua sulla sua via, inorando l#attivit! del
contemporaneo *ldo, mentre invece il fratello rimasto a Airenze, Ailippo ?iunta, si ispirava
ad *ldo e addirittura lo imitava, induce a ritenere che vi sia stato un accordo di familia e che
i due <di proposito seuissero indirizzi editoriali diversi e complementari<
$,1,%
. 3os8 operando
la rande azienda familiare copriva &uasi per intero il campo dei potenziali ac&uirenti, che
potevano trovare ci4 che desideravano nell#uno o nell#altro cataloo.
La produzione di Lucantonio non conosce soste1 nemmeno nel 1.BD, l#anno di *nadello, in
cui escono undici libri, di cui ben otto successivamente alla data della disfatta. Quando la
situazione si fa pi" tran&uilla, la produzione aumenta1 nel 1.1. escono sedici libri, sei nel
1.1:, diciassette nel 1.1=, nove nel 1.1D. )scono trecentosessantatr5 libri in trentotto anni1
nove all#anno. Lucantonio si serve di torchi propri, ma anche di altri1 sette tiporafi lavorano
per lui nel Quattrocento, fra cui &uel Iohann )meric di Spira da cui Lucantonio eredita il
materiale tiporafico' ancora una volta la tecnoloia tedesca all#oriine della tiporafia
italiana.
(mpressionante poi l#ampiezza dell#area eorafica servita dalle edizioni iuntine. Vi sono
messali per *&uileia, ;essina, Vallombrosa, Valenza, *usbur, Jcrzbur, ;aiorca, ?ran'
breviari per l#uso di oni possibile ordine reliioso e per tutte le possibili conreazioni' e per
;antova, Passau, Piacenza, Salisburo, Faabria, ;aiorca, ?ran, *usbur. Lucantonio il
fornitore del mondo cattolico, al di l! di oni confine.
+ommaso li succede nell#azienda e nel tipo di produzione. Su duecentottantasei opere da lui
stampate, centoventi&uattro riuardano la reliione, sessantasette la medicina, tredici la lee,
otto l#astronomia, &uarantacin&ue la filosofia e la teoloia nell#ambito dell#ortodossia pi"
stretta. *ppena undici i classici. La rande collezione di opere relative alle scoperte e alle
esplorazioni di oni tempo, la Raccolta di 3aviga%ioni e 'iaggi curata dall#erudito seretario
del senato ?ianbattista Gamusio e pubblicata tra il 1..B e il 1..D, rappresenta una felice
eccezione all#impianto riidamente confessionale e utilitario della casa editrice.
Nonostante tanta oculatezza, i ?iunta non si sottraono ad un rovescio finanziario1 nel 1..,
Sebastiano Priuli pretende l#immediato paamento dei suoi crediti, e ci4 determina una
situazione di insolvenza della ditta per la somma di 1BB.BBB ducati1 una cifra enorme, che
peraltro i ?iunta riescono a paare interamente neli anni successivi, recuperando in pieno il
buon nome dell#azienda. Poco dopo, nel 1..=, un altro incidente1 un incendio distrue il
maazzino, con perdite inenti. ;a anche &uesto rovescio viene superato e l#attivit! continua
sotto la direzione di +ommaso. Questi muore nel 1.::, lasciando l#azienda nelle mani di
Lucantonio ((, filio del fratello di +ommaso, ?iovan ;aria, che si era occupato
prevalentemente dell#amministrazione lasciando a +ommaso le scelte editoriali. Lucantonio ((
continua sulla via tracciata dall#avo e dallo zio, pubblicando ben trecentosettantatr5 edizioni
sino al 1:B1' ma nel contempo, ammaestrato forse dall#esperienza di +ommaso e dai rovesci
finanziari da &uesti subiti, sia pure brillantemente superati, differenzia al massimo i suoi
investimenti, operando da rande capitalista nei settori pi" disparati
$,1-%
' certo non estranea
alle sue scelte la considerazione del difficile momento attraversato dall#editoria veneziana,
stretta nella morsa della 3ontroriforma. L#azienda continuer! poi con li eredi di lui sino ad
una data straordinariamente tarda1 il 1:.=, in tempi affatto mutati, &uando il predominio
veneziano nella stampa mondiale era da ran tempo tramontato.
Ara &uesti due poli, l#editore idealista, umanista e filoloo come *ldo e l#editore che si pu4
definire commerciale come Lucantonio, si colloca un firmamento di editori e tiporafi d#oni
enere e dimensione. *lcuni si avvicinano allo spirito di *ldo, sia pure senza raiunere il
modello di creativa dedizione alla cultura e di perfezione tiporafica da lui offerto, altri
propendono verso le scelte dei ?iunta. 3os8 @ernardino Stanino, il capostipite di una illustre
dinastia di editori, i de Aerrari di +rino, non sembra tendere ad una precisa politica culturale,
n5 a sceliere i titoli in base ad un criterio che non sia &uello dell#utile. Sino al 1.BB incluso si
dedica alla stampa di testi iuridici1 su novantatr5 titoli, settantotto sono di diritto, il resto
rappresentato da opere di medicina o di filosofia ortodossa. /al 1.B1 al 1.,C pubblica cento
edizioni circa1 per il .,e si tratta di libri reliiosi, per il resto di medicina $1.e% e di varia
letteratura
$,1.%
. Non sembra esservi alcun tentativo sistematico di coliere titoli nuovi, di fare
dei propri torchi il veicolo di nuove idee1 eppure proprio @ernardino a pubblicare nello
stesso anno in cui esce, il 1.1C, l#Appellatio ad Concilium di Lutero
$,1:%
, un fascicolo di
&uattro carte appena che reca sul frontespizio, senza mascheramento alcuno, il nome
dell#autore. (l fatto rimase peraltro isolato1 poco dopo i fulmini della 3uria si abbattevano sul
riformatore tedesco, e nessuno, tantomeno lo Stanino, os4 pi" stamparne o commerciarne
l#opera se non nella clandestinit!. La prontezza con cui @ernardino pubblicava lo scritto di
Lutero appena uscito in ?ermania peraltro un fatto indicativo dell#attenzione con cui li
stampatori veneziani seuivano i fatti culturali del mondo e cercavano di accaparrarsi le
novit!. *lla sete di informazioni circa fatti di attualit! rispondeva la diffusione di <avvisi<
manoscritti e a stampa, come <le belle istorie< che Aurfante reclamizza a ran voce nella
Cortigiana dell#*retino1 un enere assai in voa per tutto il secolo
$,1=%
.
*vvicinabili per taluni aspetti ad *ldo $l#oriinalit!, il desiderio di sperimentare, di trovare vie
nuove nella formazione e nella diffusione del libro% appaiono due editori ai &uali - come si
accennato - sono dovute sinolari innovazioni da essi introdotte nei caratteri e nel formato
delle loro stampe1 Lazzaro Soardi e *lessandro Paanino. (l primo, un piemontese stabilitosi a
Venezia, che stampa il suo primo libro nel 1-DB, seuace di fra ?irolamo Savonarola, di cui
pubblica ripetutamente tutte le opere. Spirito oriinale, inserisce nelle sue edizioni rime
bizzarre e curiosi colophon
$,1C%.
+ra il 1.11 e il 1.1, eli sperimenta per primo un nuovo
formato1 &uello in dodicesimo, ch#eli applica a testi ben noti 5 consacrati1 Petrarca, 3icerone,
+erenzio, Quintiliano, di cui evidentemente propone una portabilit! ancora pi" aevole di
&uella deli ottavi aldini. Si tratta, eli stesso dice, di libri pugillares, da tenere in puno,
come le antiche tavolette. Non solo' eli inventa un nuovo carattere, la <lettera alante<,
adatta a &uel particolare formato
$,1D%
.
Sullo stesso terreno procede ancora pi" radicalmente e coraiosamente *lessandro Paanino,
che inventa un nuovo formato ancor pi" inusitato1 il venti&uattresimo. Se il formato in ottavo
di *ldo trovava il suo modello nei raffinati piccoli codici umanistici che circolavano
nell#ambiente di @ernardo @embo e di ;arcantonio ;orosini, il venti&uattresimo di Paanino
non poteva richiamarsi ad alcun precedente, salvo i piccoli libri d#ore francesi, peraltro
espressione di una cultura e di una societ! molto diverse. L#invenzione di Paanino era
dun&ue del tutto nuova1 e ad essa eli iunse in base a considerazioni editoriali e di mercato,
creando nel contempo un nuovo carattere, misto di romano e di corsivo, specificamente adatto
per il nuovo formato. *ltrettanto sinificativa la scelta dei titoli1 Petrarca, Sannazzaro, @embo
sono i primi tre autori pubblicati, cui seuiranno /ante e una delle opere meno note del
@occaccio, il Corbaccio. (l campo riservato alla raccolta deli eleanti libriccini era dun&ue la
letteratura in volare' il pubblico cui essa si dirieva era &uello delle corti, dei palazzi
entilizi, dei entiluomini e delle entildonne che si lasciavano dolcemente coinvolere nella
moda del petrarchismo
$,2B%
. *lessandro Paanino non concepiva i suoi libri in
venti&uattresimo come entit! isolate' li vedeva come elementi di un tutto, di una vera e
propria collana. *nche se l#invenzione del termine <collana< si deve a un altro rande editore,
?abriele ?iolito, l#idea di colleare in un#unit! ideale i libri aventi determinate caratteristiche
contenutistiche e rafiche risale ad *lessandro e alla sua serie di opere in venti&uattresimo'
ma l#illustre precedente pur sempre offerto da *ldo con i suoi enchiridi in ottavo.
*lessandro Paanino appartiene ad un#azienda tiporafica il cui fondatore e titolare, prima
esclusivo poi in associazione con lui, il padre, Paanino1 uno stampatore stabilitosi a
Venezia attorno al 1-C,, leato al mantovano ?iorio *rrivabene, anch#eli iunto a Venezia
neli stessi anni. Paanino esordisce nel 1-C= con un#opera reliiosa, continua poi con una
serie imponente di opere iuridiche, naturalmente in (olio, e di testi liturici e reliiosi, fra cui
l#impenativa stampa della @ibbia con la lossa di Niccol4 da Lira, del 1-D-, cui si
accennato. Paanino sembra uno dei tanti stampatori al servizio dell#6niversit! e della 3hiesa,
senza una spiccata individualit!1 ma nel 1-D- eli strine un leame con Luca Pacioli, che li
affida la stampa della sua Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proportionalit9.
L#evento rilevante nella storia della scienza' ma di risonanza ben maiore, nel 1.BD, sar! la
stampa, sempre a cura di Paanino, del trattato sulla Divina proportione, preceduto di pochi
iorni da un#edizione critica di )uclide. L#incontro tra l#ineno matematico del frate e &uello
tecnico ed editoriale del Paanino produce un capolavoro tiporafico, il cui successo era stato
preparato dalla randiosa presentazione delle teorie del Pacioli nella chiesa di S. @artolomeo a
Gialto, l#anno prima, l# 11 aosto 1.BC, alla presenza della miliore societ! veneziana.
*ll#opera concorse anche l#ineno di *lessandro Paanino, spirito pi" irre&uieto,
intraprendente, eniale del padre
$,21%
.
Quel 1.BD un anno fatale nella storia veneziana1 l#anno della disfatta di *nadello con i
profondi cambiamenti che ne conseuono nella politica della Gepubblica, nei diseni e nella
mentalit! della classe diriente. Per alcuni anni la situazione della citt! drammatica, la sua
stessa sopravvivenza sembra in pericolo, la uerra assorbe oni eneria. Poi, finalmente, la
fine dell#incubo1 nel 1.1. la +erraferma ormai ricuperata, con la vittoria di ;arinano la
fiducia ritorna. ) le stamperie, che avevano ridotto il loro ritmo produttivo $non del tutto
peraltro1 non i ?iunta, non lo Stanino, mentre *ldo aveva addirittura lasciato Venezia%
riprendono con entusiasmo il loro lavoro. ]a inizio un nuovo periodo di espansione, che
caratterizzer! in un crescendo continuo tutta la prima met! del 3in&uecento.
L#editoria in pieno slancio accentua li indirizzi che aveva preso nei primi anni del secolo. (l
calo delle opere iuridiche, i voluminosi in (olio che assorbivano buona parte deli
investimenti e delle enerie dei tiporafi assicurando loro sicuri uadani, compensato dal
formidabile aumento delle opere mediche, leato, come si detto, al proredire della scienza
medica e all#entusiasmo suscitato dalla riscoperta dei classici della medicina, rimessi in
circolazione dali umanisti e diffusi dalla stampa. La diminuzione delle opere latine
ampiamente controbilanciata dall#aumento esponenziale dei testi in volare.
L#ascesa del volare continua dalle oriini della stampa' secondo le rilevazioni di *medeo
Quondam si passa da una percentuale del 21e per li anni 1-:D-1-CB $computata sul totale
dei libri stampati in (talia% al 2De per il tratto 1-C1-1-DB e al -C,,e per il periodo 1-D1-1.BB'
in &uest#ultimo viene prodotto il 1Be di tutti li incunaboli in volare
$,22%
. Ara di essi il posto
pi" importante spettava alle opere di carattere reliioso e ai romanzi cavallereschi, vecchia
passione dei Veneziani1 Neil ]arris ha contato sessantuno titoli di romanzi editi nel
Quattrocento, dal Libro di Attila del 1-=2 alla +storia della Regina 0liva del 1.BB circa
$,2,%
.
;a certo erano molti di pi". La maior parte dei libri destinati al consumo sparisce senza
lasciar traccia1 del .uerin Meschino stampato da *lessandro @indoni nel 1.BC rimane un solo
esemplare noto, e di molti altri libri analohi non resta pi" alcuna copia. L#aumento delle
edizioni in volare proseue nel 3in&uecento, accentuandosi con la ripresa posteriore al 1.1.,
neli anni in cui il @embo teorizza la dinit! della linua italiana. /opo il 1.,B il trionfo del
volare sar! completo anche nell#editoria veneziana.
Ara li stampatori di libri in volare si distinuono i @indoni, oriinari di (sola @ella sul Lao
;aiore
$,2-%
. *lessandro, il primo a trasferirsi a Venezia, esordisce nel 1.B:, con un classico
della letteratura popolaresca, La vita del beato patriarchi +osaphat convertito da Barlaam.
Proseue poi in &uel filone, coltivando anche un altro settore che certamente rivestiva
un#importanza randissima nella vita &uotidiana dei Veneziani, ma del &uale poco rimane1 la
stampa di foli volanti contenenti notizie di attualit!, come La obsidione de Padoa1 un
r"portage sulla vittoria di Padova contro li (mperiali nel 1.1.. *ccanto a &uesta sorta di
iornali dell#epoca si vendevano altri folietti popolareschi destinati ai cantambanchi1 e anche
&uesti erano prodotti in buon numero dal @indoni. ( fratelli *ostino e @ernardino e il filio
Arancesco ne continuano l#opera affiancando al repertorio tradizionale della casa autori
illustri, dal @occaccio all#*riosto, dal Petrarca all#*retino.
*ttivissimi nella letteratura volare anche li *rrivabene
$,2.%
. * ?iorio, attivo dal 1-C= e
interessato soprattutto al diritto, succede nel 1.1= 3esare, che pubblica, in volare, autori
reliiosi ma anche il Corbaccio del @occaccio. La sua attenzione alla letteratura
contemporanea si rivela nella stampa dell#opera di +eofilo Aoleno, col suo sinolare
linuaio ibridato. ;a la personalit! di maior rilievo nella dinastia &uella di *ndrea, che
subentra nel 1.,-. 3on lui l#azienda si dedica interamente alla produzione in volare1 alla
letteratura italiana ma anche a &uella straniera in traduzione italiana. )scono dalla sua
stamperia molte opere spanole tradotte e nel 1.-=, come si accenner!, il Corano.
Nel 1.B= inizia l#opera di Niccol4 di *ristotele de# Gossi detto lo Foppino, attivo fino al 1.-,.
)ditore intelliente, attento a &uanto di nuovo si produce nel mondo della letteratura, eli
stampa per lo pi" opuscoli di laro consumo ma pubblica anche testi letterari di alto livello1
non solo i testi ormai consacrati del +re e Quattrocento, ma anche opere di autori
contemporanei, accolti nel cataloo <spesso con sicura tempestivit!<
$,2:%
. /omina la poesia $il
2:e del totale%' vi sono tutti i nomi pi" interessanti della enerazione del @embo e della
successiva, con l#*riosto in rande rilievo. ;a vi anche un altro aspetto della sua attivit!
editoriale che merita una particolare considerazione1 come si accenner!, lo Foppino uno dei
principali propaandisti a Venezia della teoloia della Giforma.
*lla letteratura italiana si converte un altro rande editore, ?reorio de ?reori
$,2=%
.
0riinario di Aorl8, ?reorio aveva fondato la sua azienda veneziana nel 1-C2, assieme al
fratello ?iovanni, pubblicando tra &uella data e il 1.2B oltre duecento titoli. (l rosso della sua
produzione era costituito dal repertorio pi" usuale1 opere reliiose, classici, testi di diritto,
filosofia, medicina' ma sua la prima edizione illustrata del Decameron $1-D2%, sua
l#edizione critica del @occaccio curata dal dotto patrizio Niccol4 /oifin $1.1:%. /al 1.2, il
suo cataloo accolie sempre pi" numerose traduzioni in italiano dei classici, in particolare
deli storici. Sensibile a &uanto di nuovo si viene elaborando oltralpe, ?reorio pubblica per
primo in traduzione italiana anche alcune opere di )rasmo. La sua enialit! si manifesta in
particolare nell#illustrazione 7ilorafica dei suoi libri, di alta &ualit!' la eseuiva, sembra, eli
stesso. *nimato com#era da viva curiosit! intellettuale, fu ?reorio a tentare il primo
esperimento di stampa in caratteri arabi1 l#-orologium breve, stampato non a Venezia, ma a
Aano, nel 1.1-. La scelta di Aano come luoo di edizione era peraltro solo un espediente per
sfuire al privileio per la stampa di <opere in linua arabica, morescha, soriana, armenicha,
et barbarescha< che la Gepubblica aveva concesso nel 1-DC a /emocrito +erracina,
rinnovandolo ai nipoti nel 1.1,1 privileio peraltro mai utilizzato. * Aano il de ?reori
dovette restare assai poco, se nello stesso 1.1- uscirono a Venezia &uattro sue edizioni, di cui
tre in (olio.
*ll#italiano si vole anche ?iovan @attista Sessa, oriinario dell#omonima localit! nei pressi
di Luano
$,2C%
. )li esordisce nel 1-CD con Seneca' continua poi con classici e opere latine di
consolidata reputazione' ma i! dal 1.B1 si dedica di preferenza a opere in volare, di usto
spesso popolaresco. Gomanzi cavallereschi della tradizione medioevale si affiancano alle
opere del @oiardo e al Milione di ;arco Polo, racconto anch#esso di sapore romanzesco. ;a
ci4 che vi di pi" oriinale nel cataloo sono le edizioni scientifiche1 matematica, eometria,
astroloia, eorafia $fra cui Pomponio ;ela emendato da )rmolao @arbaro% e anche musica.
Nel 1.B: a ?iovan @attista succede nella direzione dell#azienda ;elchiorre Sessa,
venezianamente ;archi4, che continua nel filone paterno, pubblicando soprattutto in volare.
Nel 1.1: ;archi4 si associa al bresciano Pietro de Gavani e stampa con lui un dizionario
reco, un salterio, molti classici. Nel 1.2:, sciolta la societ!, torna al campo ormai
tradizionale della sua ditta1 la letteratura italiana. 3ommedie, novelle, opere di carattere
didascalico escono numerose dalla sua tiporafia, stampate in ottavo e in corsivo.
/a &uanto si detto risulta evidente che li stampatori veneziani del 3in&uecento non erano
meri tecnici al servizio di idee altrui' partecipavano attivamente alla vita culturale della citt! e
dell#)uropa, promuovevano scelte culturali da essi stessi condivise, colievano viili le novit!
del mercato, suerivano titoli, indirizzi, idee. 9 la loro scelta di privileiare la linua volare
che contribuisce in maniera determinante al trionfo della letteratura italiana e all#affermazione
stessa dell#italiano come linua letteraria. 6n#opera accolta nei catalohi deli editori
veneziani iuneva ovun&ue, attraverso collaudati canali' la sapienza tecnica, l#intuizione
commerciale, il usto sicuro nell#allestimento della paina, nella scelta del formato, del
carattere, della decorazione contribuivano ad assicurare il successo dell#opera neli ambienti
pi" disparati. ) naturalmente li autori pi" noti, al pari di &uelli meno noti, affidavano
volentieri le loro opere ai torchi veneziani nella certezza di assicurare ad esse la miliore
diffusione. (ndicativa la vicenda editoriale del )urioso1 sino al 1.:. se ne fanno
novantasette edizioni in tutto, di cui ottantadue a Venezia, &uattro a Lione e undici nel resto
d#(talia1 l#editoria veneziana si faceva strumento della fortuna ineualiata del poema
$,2D%
.
(struttivo anche l#esame dei caratteri tiporafici usati nelle edizioni dell#*riosto sino alla met!
del secolo1 domina il romano per le edizioni in &uarto, pi" costose e destinate a un pubblico
pi" elevato, e il otico per le edizioni in ottavo, rivolte alle classi pi" modeste.
Successivamente il otico ormai obsoleto sparisce, il romano prevale nelle edizioni in ottavo e
il suo posto nelle edizioni in &uarto viene preso dal corsivo
$,,B%
1 seno dell#attenzione con cui
li editori calibravano oni elemento tiporafico in rapporto al usto e alle abitudini del loro
pubblico.
Le scelte deli editori veneziani si rivelavano costantemente paanti dal punto di vista
economico e commerciale1 neli anni 1.2:-1..B la &uota dei libri stampati a Venezia
raiune, secondo i calcoli del Quondam, addirittura il =-e dei libri stampati in (talia
$,,1%
.
6n predominio assoluto, che viene confermato da rilevazioni relative a settori particolari1 i
manuali per i confessori stampati a Venezia rappresentano ad esempio, nel periodo 1.-1-
1..B, il :,e di &uelli stampati nell#intera (talia, e nel 1..1-1.:B l#CDe
$,,2%
.
* persone cos8 attente a &uanto accadeva nel mondo non poteva sfuire l#enorme ricchezza
di enerie intellettuali e morali liberata dall#esplosione di un fenomeno di immensa portata1 la
Giforma. Verso di essa non pochi editori e stampatori mostrarono un profondo interesse' per
alcuni la motivazione era forse solo commerciale, ma altri erano spinti da una propensione
sincera verso un movimento spirituale che sembrava poter condurre ad un rinnovamento
profondo della cristianit!. 9 difficile oi valutare le reali dimensioni dell#editoria veneziana
simpatizzante per la Giforma, o addirittura protestante1 troppo in profondit! ha operato la
repressione, non solo attraverso i rohi di libri, ma anche capillarmente, con i processi, le
minacce, le delazioni, la pressione esercitata sulle coscienze. +uttavia il fenomeno era
certamente assai vasto. Si pensi che dell#inente numero di copie che furono tratte del
rattato utilissimo del bene(icio di .ies* Christo croci(isso verso i christiani, <il pi" noto
scritto della Giforma italiana<, un numero che Pier Paolo Vererio stima, sia pure con
probabile esaerazione, in &uarantamila, sopravvivono oi in tutto, forse, &uattro o cin&ue
$,,,%
' da ci4 si pu4 dedurre &uanto poco rimana di una produzione editoriale certo a lara
diffusione, che coinvoleva e appassionava le coscienze non solo neli ambienti colti ma
anche nelle classi meno abbienti e istruite. Ne restano solo isolati lacerti, frammenti di un
continente sommerso.
(l primo a stampare, e con straordinaria tempestivit!, un testo protestante, anzi il manifesto dei
protestanti, e per di pi" col nome dell#autore, fu, come si detto, lo Stanino. Nel 1.2. lo
Foppino - vicinissimo alla Giforma - stamp4 una miscellanea di scritti dei maestri della
Giforma, tradotti in italiano1 :no libretto volgare con la dechiara%ione de li dieci
comandamenti del Credo, del Pater 3oster, con una breve annotatione del vivere christiano.
Au un successo. (l libro iunse anche a Lutero, che esclam41 <@enedette le mani che l#hanno
scritto, li occhi che l#hanno visto, i cuori che crederanno &uanto scritto in &uesto libro, e
allora loderanno /io<
$,,-%
.
+ra il 1.,B e il 1.,- usc8 la traduzione italiana dei Loci communes theologici di ;elantone
col titolo <estroso< + Principii de la heologia di +ppo(ilo da erra 3egra. Si trattava della
<prima summa della Giforma<, scritta con persuasiva chiarezza. La traduzione era opera
dell#illustre erudito Ludovico 3astelvetro' e l#editore anonimo era, sembra, Paolo ;anuzio
$,,.%
. La &ualit! del testo e l#eleanza della traduzione erano pienamente all#altezza della rande
tradizione della casa editrice' e il successo fu pieno, l#opera circol4 in tutta l#(talia, e influenz4
profondamente studiosi, letterati, spiriti eletti, come +eofilo Aoleno, ;arcantonio Alaminio,
*onio Paleario.
Nel 1.,- @ernardino @indoni pubblic4 il rattato utilissimo sopra ricordato. La profonda
spiritualit! del <dolce libriccino<, come lo definisce il Vererio, penetr4 in innumerevoli
coscienze prima che ne venisse decretata e sistematicamente eseuita la totale distruzione
$,,:%
.
Si tratt4 di uno straordinario successo editoriale. *ltre cin&ue edizioni seuirono, sino al
1.-D, mettendo in circolazione molte miliaia di copie. *nalohi testi venivano pubblicati, di
solito, senza note tiporafiche1 venti&uattro traduzioni in italiano di scritti di maestri della
Giforma, uscite a Venezia tra il 1.2. e il 1..:, sono sopravvissute sino ad oi
$,,=%
.
6no di &uesti trattati in traduzione, il Libro de la emendatione et correctione dil stato
christiano, recante solo l#indicazione dell#anno, 1.,, $opera di @artolomeo Aonzio%, aveva
ampia circolazione. 6na <persona da ben< ne procur4 senza difficolt! due copie al nunzio
?irolamo *leandro, cui una <pizzochera< dichiarava che il volume <si leeva come cosa di
0rlando, con applauso deli ascoltatori<. La ente semplice ascoltava e applaudiva come ai
racconti dei cantastorie.
/i solito il libro protestante era edito in volare, per iunere pi" facilmente al popolo dei
fedeli, ma talvolta si stampavano, o ristampavano, testi in latino, come l#:nio dissidentium, un
libretto pubblicato per la prima volta nel 1.,2 ad *uusta' esso circolava a Venezia, in
&uanto era <stato da nuovo stampato in &uesta terra< nel 1.,,. (l nunzio *leandro tentava
vanamente di ottenerne la distruzione neli anni 1.,,-1.,-
$,,C%
.
La enerazione deli stampatori che si fa avanti tra il 1.,B e il 1.-B profondamente
coinvolta nella &uestione reliiosa1 *ndrea *rrivabene, l#editore del Corano in italiano, ,
sembra, con&uistato seretamente alla Giforma' lo &uasi certamente Vincenzo Valrisi, il
francese Vauris
$,,D%
. Simpatizzano per la Giforma 3omin da +rino, un fecondo tiporafo
dalla cui officina escono tra il 1.,D e il 1.=- circa trecento edizioni' @artolomeo Fanetti'
;ichele +ramezzino, noto per le volarizzazioni di opere latine e spanole, fra cui l#Amadigi
di .aula, per le opere storiche e per &uelle dedicate alla riscoperta archeoloica di Goma
$,-B%
.
* Venezia escono non solo traduzioni di opere protestanti stampate oltralpe, ma anche
edizioni oriinali di personalit! italiane vicine alla Giforma1 @ernardino 0chino, 3elio
Secondo 3urione, Iuan de Vald5s, Arancesco Neri. <(ntorno al 1.-B l#editoria veneziana
teneva saldamente il primato in (talia, anche nel campo della letteratura reliiosa in volare<
$,-1%
.
Se l#editoria filoprotestante poteva prosperare a Venezia, lo si doveva alla libert! di cui li
intellettuali odevano in citt!. Personai eniali e insofferenti d#oni costrizione, come
*nton Arancesco /oni, Niccol4 Aranco, 0rtensio Lando, vi eleevano la loro dimora e
fornivano alla tiporafia veneziana prezioso materiale, oriinalissimo e di successo' e li
stampatori veneziani a loro volta li ricambiavano, offrendo loro occasioni di lavoro e di
uadano
$,-2%
. (l principe di &uesti letterati ribelli, spreiudicati, incuranti della moralit! ma
traboccanti d#ineno, di vitalit!, Pietro *retino, trova il suo editore favorito in Arancesco
;arcolini, una delle fiure maiori del periodo tra il 1.,B e il 1.:B
$,-,%
.
( titoli dell#*retino dominano nel cataloo del ;arcolini tra il 1.,- e il 1.-.' poi prevale il
/oni, tra il 1..B e il 1..D. ;entre l#altro rande editore di &ueli anni, ?abriele ?iolito,
spazia nell#intera letteratura italiana, il ;arcolini appare l#editore di un ben definito ruppo
letterario1 &uello che si riunisce appunto attorno all#*retino includendo Niccol4 Aranco prima
della rottura con il temibile letterato, *ostino Gicchi, Arancesco *lunno, Sebastiano Serlio,
di cui il ;arcolini pubblica pi" edizioni del celebre trattato sull#architettura, *ntonio
;ezzabarba, /aniele @arbaro, e altri spiriti liberi e intellienti
$,--%
.
?abriele ?iolito, il maiore tra li editori della sua enerazione, appartiene ad una dinastia
di stampatori1 @ernardino Stanino e forse anche 3omin da +rino erano suoi parenti' il padre,
?iovanni, si dedicava principalmente al commercio librario. (l suo cataloo comprende un
numero veramente inente di opere in oni disciplina' ma il campo in cui eli eccelle la
letteratura italiana contemporanea. /ieci sono le sue edizioni delle opere dell#*retino, cin&ue
di +ullia d#*raona, sette di ?iulio 3amillo /elminio, sedici di ?irolamo ;uzio, sei di Paolo
?iovio, sette di ?iambattista ?iraldi 3inzio, ventuno di ?irolamo Parabosco, sette di
@ernardo +asso, &uattordici di Laura +erracina, otto di 3laudio +olomei, dieci di 0razio
+oscanella e cos8 via. <Praticamente tutta l#esperienza letteraria cin&uecentesca passa
attraverso l#officina dei ?iolito, in persona e in testo<, scrive il Quondam
$,-.%
1 anche in
persona, perch5 ?abriele si avvale di una schiera di collaboratori appartenenti al mondo della
cultura e della letteratura, li attira nella propria orbita facendone dei consulenti rispettati,
ascoltati e remunerati' eli contribuisce ad una nuova dinit! della professione di letterato e di
studioso, affrancando chi vi si consacra dalla necessit! di farsi cortiiano o cliente di un
potente. 6omini come Lodovico /omenichi, Ludovico /olce, *nton Arancesco /oni,
0rtensio Lando, Niccol4 Aranco hanno rapporti costanti con lui' i primi due lavorano per lui a
tempo pieno. Si tratta di autori che odono di vasta notoriet!1 pubblicano le loro opere nelle
collane del ?iolito e per di pi" collaborano nella redazione. ;olti altri scrittori li danno il
loro apporto in modo meno costante1 *ntonio @rucioli, +ommaso Porcacchi, Arancesco
Sansovino... (l melio della cultura cin&uecentesca fattasi veneziana d#adozione ravita
attorno all#officina dei ?iolito, nella staione d#oro della matura Ginascenza. L#azienda ha
luna vita1 dal 1.,: al 1:B:, con una produzione di cin&uecentoventisette titoli oriinali e
&uattrocentonovantadue ristampe, per un totale di millediciannove edizioni, con opere di
duecentonovanta autori
$,-:%
. ;a l#et! pi" felice &uella che si chiude nel 1.:B, con la stampa
dell#ultimo )urioso e dell#ultimo Petrarca1 del primo erano uscite trenta edizioni, del secondo
ventidue, cin&ue del Decameron, tredici del Sannazzaro. Poi, col trionfo della 3ontroriforma,
altri saranno i titoli che prevarranno nel cataloo.
?li anni 1.2.-1..B rappresentano un periodo di piena felicit! per l#arte tiporafica, di riflesso
alla creativit! e alla libert! della societ! veneziana, a cui la stampa a sua volta d! un apporto
di prim#ordine, in termini intellettuali ed economici. +ale la fama di libert! e di apertura di
cui Venezia ode nel mondo che un entiluomo fiammino, /aniele @omber, decide di
stabilirvisi per realizzare il suo sono eneroso e eniale1 dar vita a una tiporafia ebraica al
fine di pubblicare i sublimi frutti di &uella civilt! nei loro propri caratteri
$,-=%
. Aorse la
decisione matur4 razie ad un incontro avvenuto proprio a Venezia1 &uello con frate Aelice da
Prato, dell#ordine deli )remitani, un dottissimo ebreo convertito, che i! aveva considerato la
possibilit! di aprire una tiporafia ebraica a Goma, ove la tolleranza e l#apertura di Leone >
offrivano favorevoli opportunit!, ma che poi aveva preferito Venezia. Nel 1.1. il @omber
chiede un privileio per dieci anni per la stampa di varie opere ebraiche, precisando che li
necessitava l#opera di almeno &uattro dotti ebrei compositori' per essi eli chiede la
concessione di portare <bereta nera<, in luoo della <bereta zala< che contrassenava li )brei.
(l senato li accorda &uanto richiesto1 l#inizio di una meraviliosa attivit! tiporafica. Ara i
suoi lavoranti vi sono eruditi di prim#ordine1 3ornelio *del_ind e il filio /aniele, cui il
@omber onestamente riconosce la paternit! di varie edizioni' ;eir Parenzo, che dal 1.-= al
1.-D si metter! a stampare in proprio. (l risultato dell#incontro fra l#entusiasmo eneroso del
@omber e la cultura e sapienza tecnica dei suoi collaboratori sono circa duecento edizioni di
straordinaria &ualit!1 capolavori dell#arte, usciti fra il 1.1. e il 1.-D. Non tutto era facile per
&uel ruppo di spiriti illuminati1 l#ostilit! di molti, la diffidenza inintelliente di personai
anche culturalmente eminenti, il peso della secolare propaanda antiebraica della 3hiesa
erano altrettanti ostacoli sul cammino della casa editrice' ma nonostante tutto i risultati furono
straordinari. 6scirono opere imponenti come la Bibbia Rabbinica in - volumi, il almud
Babilonese in dodici volumi e il almud Palestinese, nonch5 vari libri di prehiere destinati
alle comunit! della diaspora.
Si trattava di un#operazione di alto livello culturale, ma anche redditizia economicamente1 le
ricche comunit! ebraiche di tutta l#)uropa e dell#0riente erano clienti attuali o potenziali della
stamperia. (l successo fu tale che vari altri tiporafi decisero di cimentarsi nella stampa di libri
ebraici. Persino due patrizi nel 1.-. si lanciarono nell#impresa1 *lvise @raadin e
;arc#*ntonio ?iustinian, operando cosa &uasi mai prima avvenuta - in prima persona, come
titolari delle rispettive aziende. La loro iniziativa ebbe dopo &ualche anno le pi" funeste
conseuenze, come si dir!, ma produsse subito un triste effetto, l#abbandono di Venezia da
parte del @omber. ?i! nel 1.-: eli tornava ad *nversa e decideva di porre l#impresa in
li&uidazione1 operazione complessa, che si protrasse sino al 1..-. /i essa il eneroso
fondatore dell#azienda non vide la conclusione' si era spento l#anno prima ad *nversa.
Solo in una citt! come la Venezia di allora, in cui la stampa prosperava in un continuo fervore
di attivit! e di sperimentazione nell#ambito di una societ! cosmopolita, in cui l#0riente era
familiare per i continui contatti commerciali e diplomatici, in cui si potevano incontrare
facilmente mercanti reci, armeni, turchi, in cui non vi era patrizio che non avesse viaiato
in )uropa e soprattutto in Levante per commerciare o per rappresentarvi li interessi della
Gepubblica, solo in una citt! cos8 sinolare e in una coniuntura cos8 felice poteva venir
concepito e realizzato un diseno di straordinario ardire1 la pubblicazione del Corano in arabo
$,-C%
. L#interesse per la stampa in arabo a Venezia era nell#aria1 si detto dell#-orologium breve
del de ?reori' e *ldo ;anuzio, anche in &uesto precursore, aveva inserito tre parole e tre
euloie in arabo nella sua -!pnerotomachia. L#alfabeto arabo fiura nel celebre manuale di
callirafia di ?iovanni *ntonio +aliente, edito a Venezia nel 1.2-. ;a fu *lessandro
Paanino, l#editore intraprendente e eniale di cui abbiamo i! incontrato le nuovissime
edizioni in venti&uattresimo, il filio dell#editore di Luca Pacioli, che attorno al 1.,= pubblic4
in arabo, e interamente in arabo, il testo sacro dell#(slam. L#idea era coraiosa, &uasi
temeraria1 chi poteva prevedere le reazioni della societ! musulmanad ;a &uale trionfo per
l#editore se l#immenso mercato del mondo islamico, esteso su di un territorio che andava dalla
Persia al ;arocco, si fosse aperto ad accoliere il Corano a stampaf Quali possibilit! di
uadano si sarebbero aperte, &uale loria sarebbe toccata a chi avesse adattato per primo alla
parola del Profeta la scoperta di ?utenberf Solo a Venezia si poteva trovare uno stampatore
per il &uale il successo della stampa nelle linue e nei caratteri pi" diversi, dal reco allo
slavo, dall#ebraico all#armeno, un successo facile a constatare nelle aziende site nella stessa
citt! e maari nello stesso sestiere o contrada, potesse costituire un motivo concreto di fiducia,
un precedente incoraiante' solo da Venezia si poteva pensare ad una distribuzione
dell#opera in tutto il territorio dell#(slam, attraverso i canali commerciali familiari ai
Veneziani. Purtroppo il rande diseno fall8. Aorse l#opera fu rifiutata dai musulmani, cui
pareva sacrileio copiare in via meccanica la parola rivelata' o forse la scorrettezza
dell#edizione, inesplicabilmente affidata a consulenti non abbastanza competenti nella scrittura
araba, rese il prodotto invendibile. ) l#edizione spar8. Spar8 a tal punto che si dubitava della
sua stessa esistenza, non essendosene mai ritrovato, per secoli, alcun esemplare1 sinch5 per
una di &uelle sinolari coincidenze che si verificano &uasi miracolosamente nella vita e nella
cultura, l#unica copia superstite della straordinaria avventura editoriale apparsa di recente
alla persona che pi" di oni altra meritava di ritrovarla. *nela Nuovo, la milior conoscitrice
della casa editrice dei Paanino, ha ritrovato il Corano nella biblioteca di S. ;ichele in (sola,
a Venezia. Si tratta di una copia scampata alla distruzione decretata non i! dal fanatismo
in&uisitoriale, come per luno tempo creduto, ma dall#editore stesso' o forse della prova finale
di stampa, poi abbandonata dal Paanino, una volta resosi conto, con la costernazione che
facile immainare, dell#irreparabilit! deli errori.
L#impresa di *lessandro Paanino fin8 dun&ue tristemente' provato dall#insuccesso, che
dovette avere pesanti implicazioni finanziarie $si pensi allo sforzo economico e materiale di
predisporre li infiniti caratteri necessari%, *lessandro lasci4 per sempre nel 1.,C l#attivit!
tiporafica. ;a rimase il ricordo della enerosa impresa, testimonianza dell#ardimento, della
capacit! di sperimentazione, della vitalit! della tiporafia veneziana e altres8 della societ! che
ne consentiva l#attivit! e lo straordinario sviluppo.
6n altro spirito libero e intelliente, *ndrea *rrivabene, mise ad effetto &ualche anno dopo,
nel 1.-=, un#operazione coraiosa, sebbene di ran luna meno temeraria di &uella di
Paanino1 la stampa del Corano in traduzione, uscita nel 1.-=. (l pubblico cui l#edizione si
indirizzava era totalmente differente1 le persone colte, curiose di conoscere societ! e mondi
diversi, in un momento in cui le scoperte eorafiche aumentavano eneralmente l#interesse
per le civilt! nuove e sconosciute. Si trattava comun&ue di un#impresa non priva di rischi, dato
che la censura ecclesiastica cominciava ad affilare le sue armi' ma Venezia era ancora libera
in paraone ad altre citt! italiane, e *ndrea era abituato al pericoloso mestiere di mercante
clandestino di libri protestanti1 un#attivit! redditizia, che affiancava a &uella principale di
stampatore $fra il 1.,= e il 1.=B pubblic4 un#ottantina di edizioni%
$,-D%
.
La copia del Corano di Paanino, rinvenuta da *nela Nuovo, apparteneva a +eseo
*mbroio deli *lbonesi' uno straordinario linuista ed erudito, padrone delle linue pi"
ardue, dall#arabo allo slavo, dal reco all#aramaico. )d eli parlava del Corano ad un altro
spirito eniale e bizzarro, di conoscenze linuistiche vastissime e di erudizione filoloica
altrettanto vasta, ?uillaume Postel, profeta di nuovi mondi e di nuove fedi. (n nessun altro
luoo &uesti due spiriti liberi e oriinali potevano melio incontrarsi che a Venezia, ove la
loro sete di conoscenza poteva essere soddisfatta non solo da incontri stimolanti con ente
d#oni dove, ma anche da un mercato librario di vivacit! senza pari in )uropa. ) a Venezia nel
1.-- uno spirito altrettanto libero e eniale, il fiorentino *ntonio @rucioli, stampatore,
studioso delle linue orientali, traduttore della @ibbia e futura vittima del Santo 6ffizio,
pensava ad una ripresa della stampa in arabo e otteneva un privileio per un alfabeto arabo di
sua invenzione. ;a la cosa non ebbe seuito
$,.B%
.
*l rande mercato veneziano del libro partecipavano anche le attive e prospere comunit!
straniere ospiti della citt!, in particolare &uelle la cui patria era soetta al +urco e &uindi
impossibilitata ad esprimere una libera attivit! tiporafica, mentre Venezia offriva le pi"
ampie possibilit!. 3os8 li *rmeni pubblicano a Venezia, nel 1.12, il loro primo libro a
stampa1 una sorta di zibaldone intitolato :rbat$agir5, <libro del venerd8<, contenente vite di
santi, prehiere per i malati, brani di Vaneli. Ne editore ba_ob, un armeno residente nella
citt!' lo stampatore, ancora inoto, si cela sotto la sila /.(.F.*. )leanti incisioni ornano
l#edizione, cui faranno seuito altre &uattro, uscite nello stesso anno o nel successivo. *
ba_ob succeder! molto tempo dopo un altro connazionale, *bar, che nel 1.:. produce un
libro di salmi
$,.1%
.
La stampa in linue e caratteri slavi trova anch#essa a Venezia la sua sede ideale1 nel corso del
secolo escono almeno centotrentotto edizioni in slavo, presso cin&uantasette tiporafie.
3ontinua la stampa in caratteri laolitici, incominciata con il breviario di inoto tiporafo
del 1-D1-1-D2 e con &uello di *ndrea +orresani, del 1-D,' vi si cimentano ?ian Arancesco
+orresani, filio di *ndrea, Arancesco @indoni e altri. Nel 1.12 ?iorio Gusconi stampa per
primo un libro reliioso, un officio di s. @riitta, in <bu_vica<, vale a dire con i caratteri
cirillici usati in @osnia' altri poi lo imiteranno, soprattutto nel Seicento. Nello stesso 1.12
incomincia la stampa in caratteri cirillici ecclesiastici1 il tiporafo anonimo, ma il correttore
lo stesso che rivede il testo dell#officio in <bu_vica< i! ricordato. Nel 1.1D esordisce nel
campo della stampa in cirillico il serbo @ozidar Vu_ovic#. La sua stamperia odr! di una
posizione dominante sino al 1.-B' li succeder! nell#azienda e nel predominio il filio
Vi_entige, operoso sino al 1.:1. *ltri stampatori si cimenteranno nello stesso campo, tutti
slavi ad eccezione di ?iovanni *ntonio Gampazzetto, che stamper! in cirillico un libro
reliioso nel 1.D=. Nel caso della stampa in cirillico non sussistevano le raioni politiche che
impedivano a ?reci e *rmeni di stampare nei loro paesi' vi erano terre slave indipendenti $la
Gussia, la +ransilvania% dove fu di fatto possibile impiantare tiporafie in cirillico' ma
Venezia rimaneva pur sempre un luoo privileiato per la stampa, sicch5 non poche tiporafie
continuarono a prosperarvi stampando in slavo
$,.2%
.
3ontinuava la stampa in reco, non solo ad opera della casa editrice di *ldo e dei suoi
successori, ma anche di altri editori non reci1 @artolomeo Fanetti, ;archi4 Sessa, ?irolamo
Scotto. ;olto importante era peraltro l#attivit! dei membri della colonia reca1 *ndrea
^ounadis, un mercante di Patrasso divenuto membro della confraternita dei ?reci nel 1.1:,
pubblica opere reliiose, rivolendosi non solo al mercato cittadino, ma anche a &uello ben
pi" vasto del Levante
$,.,%.
)li si avvale della tiporafia dei Niccolini da Sabbio, stampatori
assai noti, oriinari della zona di @rescia. Nel 1.2- un altro ^ounadis, Pietro, stampa un#opera
in linua neoreca, Lutto di morte1 la seconda nella storia della letteratura della recit!
moderna, preceduta nel 1,1D da un poema didascalico, Apocopos, edito da Niccol4 3allieri
$o 3aleri%, forse coniunto dei pi" noti Faccaria e *ntonio. * &uesti due testi in volare
reco seuiranno molti altri, che odranno vasta diffusione in tutto il Levante reco, fra cui la
prima versione dell#+liade in demotico, opera di Nicola Lucanis, stampata nel 1.2: da Stefano
Niccolini da Sabbio
$,.-%
. ;a la maior fonte di uadano per le tiporafie che stampavano in
reco erano i libri liturici. Si approvviionavano a Venezia tutte le 3hiese orientali1 reca,
russa, ucraina, serba, bulara, romena, melchita.
Prosperava anche la stampa musicale, in cui si cimentavano con successo ?iolito, ;arcolini,
+ramezzino, Scotto. Per tali edizioni vi era una forte domanda locale, data la passione
musicale che dominava nei pi" diversi ambienti della citt!' ma certo una buona parte della
produzione si dirieva all#estero. (l campo della musica polifonica era dominato da 0ttaviano
Petrucci che, come si accennato, aveva ottenuto un privileio nel 1-DC per la sua
invenzione, che consentiva la stampa di tali composizioni in tre momenti successivi' il primo
riuardante il rio musicale, il secondo le note, il terzo il testo letterario. Nel 1.B1 esce il
primo libro pubblicato con tale metodo, -armonices Musices 0dhecaton, contenente
novantasette composizioni di maestri fiamminhi' molti altri seuono sino al 1.BD, anno in
cui eli rientra nella natia Aossombrone, per poi tornare a Venezia nel 1.,: $&ui morir! nel
1.,D%. ;a poco dopo il 1.2B viene inventata in Arancia una nuova tecnica che consente
l#impressione non in tre tempi, ma in uno. 3i4 conferisce a chi la possiede un notevole
vantaio, di cui si avvale un francese, *ntonio ?ardane $o ?ardano%
$,..%
. Questi, dopo aver
svolto, sembra, l#attivit! di musicista, si trasferisce a Venezia attorno al 1.,=, forte di buone
entrature1 amico di Niccol4 Aranco, di cui pubblica le Pistole 'ulgari $ma - a sentir l#*retino
- con poco successo%' e sposa nel 1.,C la filia del noto stampatore *ostino @indoni. ?i! nel
1.,C escono &uattro sue edizioni musicali eseuite con la nuova tecnica' molte ne seuiranno,
per un totale di trecentosettantuno, sino alla sua morte, nel 1.:D. La &ualit! delle edizioni e la
correttezza di esse, lo scrupolo con cui veniva rispettata la volont! dell#autore, il maneevole
formato $l#ottavo obluno%, tutto ci4 rese la stamperia dei ?ardane rispettata in tutta l#)uropa1
fiduciosi nella casa editrice molti musicisti inviavano a Venezia per la stampa le loro
composizioni da tutta l#(talia. Si trattava &uasi sempre di opere profane, dato che ad esse and4
la preferenza non solo del fondatore, ma anche dei successori, che continuarono ad operare
sino al 1:11.
6n altro settore della tiporafia che prosperava era &uello delle carte eorafiche, cui si
dedicarono con successo in particolare ?iunta e +ramezzino. *d esso iovava l#interesse per i
nuovi mondi suscitato dalle scoperte eorafiche
$,.:%
.
Non tutti li stampatori veneziani erano, ovviamente, del livello intellettuale ed economico di
&uelli che si sono ricordati. Vi era una massa inente di editori e di tiporafi, professionisti od
occasionali, che si orientavano secondo le mode e le tendenze create da &uelli pi" importanti e
intraprendenti. ( nomi sono moltissimi1 i tiporafi attivi nel secolo sono almeno
cin&uecentotrentatr5, secondo i contei di +iziana Pesenti, fondati principalmente sul
censimento del @orsa, e li editori, molti dei &uali anche tiporafi, centocin&uantasette.
Secondo i calcoli di 6o Gozzo, i torchi attivi nella launa erano almeno seicento&uaranta
$contro i cin&uecento&uarantadue del resto della penisola%. Si tratta di cifre che, &uantun&ue
cospicue e di molto superiori a &uelle un tempo correnti, non corrispondono all#effettivo
numero delle persone coinvolte nella stampa come partecipanti all#impresa1 mancano infatti
nel conteio i finanziatori, i soci di capitale, i cui nomi sono di rado inseriti nel libro
stampato col loro apporto economico
$,.=%.
;a anche fra li stampatori che si dichiarano nel
colophon o altrove emerono continuamente nomi nuovi, col proredire deli studi
$,.C%
. ( dati
sono relativi all#intero secolo' per cui, considerando il calo che l#industria tiporafica subisce
dopo il 1.:B, il numero delle aziende operanti nella prima met! del 3in&uecento certo di
molto superiore alla met! del totale.
/ai torchi veneziani escono &uindi libri innumerevoli1 forse &uindici-diciassettemila, forse
trentamila titoli nel secolo' vi chi pensa addirittura a .B-:B.BBB nuove edizioni
$,.D%
1 un libro
nuovo oni iorno, o addirittura duef La differenza nelle stime si spiea col fatto che una
massa inente di libri popolari destinati a un rapido consumo sparita senza lasciar traccia. Si
pensa che circa nove decimi di &uesti libri, scritti in volare, su carta di &ualit! inferiore, siano
scomparsi1 &uel che ne resta sarebbe appena un decimo del totale
$,:B%
. Quella veneziana era
dun&ue una produzione imponente, che culmina, come si detto, neli anni compresi tra il
1.2: e il 1..B all#incirca. Se corrisponde al vero la cifra di &uattrocentomila titoli circa
pubblicati in tutta l#)uropa nel 3in&uecento, la percentuale veneziana davvero considerevole
$,:1%
. ) ancora pi" imponenti appaiono le cifre che si possono ipotizzare per il numero dei libri
posti in circolazione1 se vero che la tiratura media non inferiore, ma se mai superiore alle
mille copie, assumendo prudenzialmente per buona &uest#ultima cifra e moltiplicandola per la
cifra minima delle edizioni $&uindicimila% si ottiene un totale di &uindici milioni di volumi
stampati a Venezia nel secolo. ;a se si prendono le valutazioni massime $sessantamila
edizioni, due-tremila copie% si arriva a cifre da capoiro1 un libro e pi" a testa per li abitanti
di tutta l#)uropa $che allora sembra non ospitasse pi" di settanta milioni di persone%
$,:2%
.
Si pubblicavano libri d#oni enere1 alcuni destinati a scarsa circolazione e limitato successo,
altri all#opposto veri best2sellers. Si ricordato il rattato utilissimo del bene(icio di .ies*
Christo, venduto, secondo il Vererio, in &uarantamila copie in sei anni. (n trentamila copie
furono venduti, nel corso di ventidue anni, i Commentarii a Dioscoride di Pier *ndrea
;attioli, usciti a Venezia per la prima volta nel 1.--. Questa volta il successo fu abilmente
orchestrato dallo stesso autore, divenuto una sorta di temuto dittatore del mondo scientifico.
3hi fra i medici contemporanei veniva menzionato in una delle continue ristampe dell#opera
aveva fama assicurata, le sue eventuali scoperte circolavano' per li esclusi, per coloro che
non si fossero in &ualche modo inchinati all#autorit! del ;attioli, non rimaneva che
l#anonimato e l#oblio. ) il mezzo per tanto potere era il /ioscoride commentato1 un in (olio la
cui ampia tiratura appare particolarmente dena di nota, dato che non ci si trova davanti a un
libriccino devoto, ma ad un volume costoso e riccamente illustrato
$,:,%
.
Si pu4 facilmente immainare &uale apporto economico le tiporafie dessero alla citt!. *ldo
impieava, in base alla testimonianza di )rasmo, una ventina di lavoranti
$,:-%
' ?abriele
?iolito dava lavoro addirittura a una settantina di persone, tra collaboratori e dipendenti,
contando anche i redattori, traduttori, curatori delle edizioni
$,:.%
. ( Sessa avevano alle loro
dipendenze tra il 1.:B e il 1.C2 &uattordici lavoranti, ma non pi" di otto sembrano aver
operato contemporaneamente
$,::%
. La dimensione pi" usuale era &uella delle ditte che si
servivano di due o tre torchi1 calcolando circa tre lavoranti a torchio, esse impieavano da sei
a nove persone. Se si considerano &uindi non solo li appartenenti all#arte, vale a dire i
<patroni di stampa e di bottea< che si costituiranno in confraternita, come si accenner!, nel
1.:=, ma anche tutti coloro che ravitavano attorno al mondo della stampa, non solo come
salariati ma anche come collaboratori, consulenti, correttori, traduttori, curatori di edizioni, si
vede che la tiporafia occupava un posto di prim#ordine tra le fonti di ricchezza della citt!.
*lla fine del secolo, nel 1.D:, secondo un osservatore attento come Leonardo /on! l#arte
dava da vivere a &uattroacin&uecento persone
$,:=%
. ( torchi erano allora ridotti a &uaranta' in
media dun&ue un torchio assicurava i mezzi di sussistenza a una decina di persone. Se nell#et!
d#oro i torchi contemporaneamente attivi erano almeno centocin&uanta
$,:C%,
facile concludere
che circa millecin&uecento persone vivevano razie alla stampa. Vi erano poi i librai1 molti di
essi erano tiporafi, ma molti altri si dedicavano al puro commercio. 6na lista del 1.:= ne
elenca sessanta&uattro' un#altra, deli stessi anni, trenta
$,:D%
' ma certo erano molti di pi", sparsi
in tutta la citt!, ma concentrati in particolare nelle ;ercerie. *nch#essi e le loro familie
traevano dal libro i mezzi per vivere.
*lcuni stampatori erano ricchi, o ricchissimi, come i ?iunta e i ?iolito. +ommaso ?iunta nel
1.:- lasciava centottanta campi, <una volta in Gialto< $un#arcata, <posta sopra la /rapparia<,
era dun&ue sua% e 2.BBB ducati investiti in un neozio di stoffe' oltre naturalmente alla casa
editrice
$,=B%
. Lucantonio muoveva miliaia di ducati nel commercio internazionale. ?iovanni
?iolito lascia ottantacin&ue ettari di terreno tra Pavia, +reville e +rino. ?abriele ?iolito valuta
il suo maazzino, nel 1.-.-1.-:, 1B..=. ducati e, nel 1..1, ::1 ducati l#attrezzatura. *ldo
;anuzio il iovane risulta in possesso, dopo il trasferimento a Goma, di cin&uantotto campi a
3arpi e di cento ad *sola. ?iovanni Varisco compra una tenuta di centotrenta&uattro campi in
Ariuli, nel 1.=., paandola ..BBB ducati. ;archi4 Sessa aveva terreni nel Padovano, nel
+reviiano e a 3oncordia. Vincenzo Valrisi pot5 assenare alla filia una dote di 1.BBB
ducati
$,=1%
.
( pi" erano peraltro di media condizione. @artolomeo da Sal4 paava, nel 1.1-, ad *ndrea
@arbario 1= ducati di affitto per una <chasa da stazio< sita <in contr! de S. +rinit!<' nel 1.1=
@attista de +ortis ne paava 2. a ?irolamo 3ontarini per una casa nella <calle del +rahetto
che va a San +ornado<. Si trattava evidentemente di case dinitose, ma meno belle di &uella
per cui Aederico +orresani paava, nel 1.,,, un affitto di DB ducati. <Fuan *ntonio mantovan,
stampador< ne paava invece solo . per una <chaseta a pe pian soto la vite< in contrada di S.
Stae, e D ne dava a ser ;arin 3orner <mastro Pasin liberer< $uno della familia dei tiporafi e
librai Pasini% per una casa a S. +rinita. Vi erano anche tiporafi che non avevano uadanato
abbastanza per dotare le filie1 una <donzella< e una <novizza< $promessa sposa% raziate,
ossia dotate a spese della Scuola di S. ;aria della Valverde, nel periodo 1.1,-1..=, erano
filie di stampatori
$,=2%
. ;a il caso era certo eccezionale.
La produzione delle stamperie veniva venduta per la ran parte all#estero. Si ricordata la
diffusione europea delle edizioni di *ldo e l#immensa area servita dai ?iunta, coincidente
&uasi col mondo cattolico. ;a anche stampatori meno illustri non erano da meno. /al
testamento di Lazzaro Soardi apprendiamo che vi erano librai a Salamanca, Lisbona, Lione,
Pavia, @olona, Gimini, Napoli, Aerrara, Goma, Lanciano, Gecanati che avevano in deposito
libri da vendere per suo conto
$,=,%
. Sappiamo che molti stampatori esportavano con profitto
nel Geno di Napoli1 alcuni tenevano depositi propri, altri si associavano a residenti, altri vi
nominavano dei rappresentanti. Le forniture avvenivano a credito' il paamento era
usualmente dilazionato
$,=-%
.
Nonostante &uesta apertura internazionale, le aziende mantenevano un carattere familiare. Vi
operava usualmente il titolare, assistito dai parenti' lavoravano anche le donne, che spesso
davano prova di capacit! e ineno, come si rileva dal testamento di @ernardino @enali,
stampatore attivo dal 1-C, al 1.1=
$,=.%
. @ernardino produceva libri $ne stamp4 una ventina nel
3in&uecento%, ma anche incisioni sciolte. Nel suo testamento eli ricorda con ratitudine le
nipoti di sua molie )lisabetta1 *nela, che - eli scrive - <cum summa dilientia mihi
servavit per annos &uatuor continuos in pinendo fiuras, liando libros et aptando cartas e7
causa stampandi<' e Laura, che aveva mostrato altrettanta dedizione nelle stesse attivit! <ac
etiam in reendo et ubernando &uasi totum traficum stampe fiurarum<. Non solo dun&ue le
due fanciulle avevano dipinto, rileato, immerso le carte nei bani necessari al processo
dell#incisione, ma avevano anche curato l#attivit! commerciale relativa alle stampe uscite dalle
loro mani.
Spesso i maiori stampatori non solo operavano in proprio con i loro torchi, ma anche
affidavano ad altri tiporafi la parte materiale della stampa' cos8 facevano in rande stile i
?iunta. *lcuni, come li Scotto, divennero solo editori e lasciarono interamente il lavoro in
tiporafia. ;olti poi si consociavano ad altri tiporafi, creando societ! per la stampa di un
sinolo libro, o di pi" libri, o per un periodo pi" o meno luno
$,=:%
' naturalmente matrimoni e
testamenti rafforzavano &ueste associazioni o le creavano.
*lla rande avventura della stampa la partecipazione, a Venezia, era dun&ue corale. 3ome nei
tempi antichi non solo nobili e facoltosi cittadini, ma anche donne, preti, ente modesta
partecipava al rande commercio oltremare, maari comperando un carato d#ancora,
trasformando cos8 &uel commercio in una sorta di impresa collettiva della citt!, cos8 nel
3in&uecento patrizi e cittadini, persone colte e speculatori, scrittori, poeti, eorafi, musicisti
e semplici investitori, uomini e donne, tutti erano coinvolti a vario titolo, intellettuale,
materiale, economico nella stampa. Vi partecipavano anche i conventi1 continuava a stampare
libri il monastero di S. *ndrea della 3ertosa, attivo sin dai primordi della stampa, pubblicava
opere devote il convento delle 3onvertite alla ?iudecca
$,==%
. ( forestieri poi erano leione1 e
facevano presto ad acclimatarsi, non solo li (taliani, ma anche li stranieri, come il Valrisi o
il ?ardano. * sottolineare il trionfo veneziano, scelse di stampare a Venezia, nel 1.-1, Peter
Schoeffer, il filio dell#omonimo socio di ?utenber e di Aust a ;aonza1 &uasi una
simbolica translatio della tiporafia dalla culla della stampa alla nuova patria dell#arte.
D. La leislazione repressiva e l#inizio del declino
3ome si ripetutamente accennato, una simile (elicitas temporum era il risultato di una serie
di fattori, fra cui non ultimo il tollerante atteiamento del overno veneziano e la
conseuente fama di libert! che Venezia si era uadanata in tutta l#)uropa. ) in realt! li
interventi della Gepubblica in materia di stampa erano stati, sino alla svolta fatale della met!
del secolo, molto modesti e limitati. Lo Stato interveniva concedendo ai tiporafi che lo
chiedevano il privileio di stampare &uesta o &uell#opera, in enerale per dieci anni, in via
esclusiva' si i! accennato ai primi privilei, concessi nel 1-D-
$,=C%
. Nel 1.1= ci si accorse
che i privilei elariti erano troppi, dato che li stampatori tendevano ad accaparrarsene in
ran numero, anche se poi non riuscivano a stampare i titoli che avevano prorammati e per i
&uali avevano chiesto la protezione della lee' il senato decise perci4 di revocare, con parte
del 1h aosto, tutti i privilei emessi sino ad allora e dispose che per l#avvenire si potessero
concedere simili benefici solo pro libris et operibus novis, per opere mai prima stampate e
non per altre
$,=D%
.
(l 2D ennaio 1.2: m.v. $i 1.2=% viene introdotto un istituto nuovo, potenzialmente
pericoloso per la libert! di stampa1 la licenza di stampa. 3onstatata <la licentia che facilmente
onun ha de stampar libri< nella citt!, dal che discende la conseuenza che <se vede &ualche
volta ussir in stampa opere disoneste et de mala natura<, il consilio dei dieci dispone che non
si possa n5 stampare n5 vendere opera alcuna senza il permesso dei capi del consilio, <per
termination de man loro sottoscripta<. L#occasione della nuova norma era stata la
pubblicazione da parte del medico *lvise 3inzio de Aabrizi di un#opera che i frati di S.
Arancesco della Vina avevano ritenuto offensiva per la reputazione dei reliiosi. Ne era nata
una controversia, da cui i Arancescani avevano ricavato scarsa soddisfazione1 il libro in un
primo tempo era stato se&uestrato, ma poi restituito al tiporafo. 6n risultato, tuttavia,
l#avevano ottenuto1 l#istituzione della licenza di stampa, che peraltro ebbe scarsa applicazione,
almeno sino al 1.-,' pochissimi stampatori si ricordarono di chiedere la licenza, n5 fu
oranizzato un sistema per renderla effettivamente obbliatoria
$,CB%
.
(l , ennaio 1.,, m.v. $i 1.,-% lo Stato torn4 sull#aromento dei privilei, rilevando che
definire un#opera come nuova, e dena &uindi di privileio, non era cosa aevole, dato che
bastava &ualche modesta modificazione del testo perch5 lo stampatore potesse asserire che
l#opera per cui si chiedeva il privileio era nuova. La lee andava perci4 modificata e il
senato disponeva che tutti i tiporafi dovessero stampare entro un anno le opere protette dal
privileio, sotto pena di perderlo. Speciali derohe erano previste per le opere di rande mole.
Si prevedeva inoltre che oni nuova edizione dovesse essere sottoposta ai provveditori di
comun, che ne dovevano esaminare il prezzo al fine di valutarne la conruit!. Quest#ultima
disposizione, la cui applicazione era praticamente impossibile, venne totalmente inorata. La
lee, cosa invero sinolare, partiva dalla constatazione che l#arte della stampa era <andata
totalmente in ruina<. 3ome si potesse asserire una cosa simile in un momento in cui l#arte era
al culmine della sua prosperit! difficile dire1 probabilmente si riteneva che l#inevitabile calo
nella &ualit! media delle edizioni, in coincidenza con l#enorme diffusione del libro a stampa,
fosse un male e non una conseuenza dell#estensione e differenziazione del mercato' ci4
partendo dall#anti&uato principio che si dovesse tendere alla produzione di oetti sempre e
dovun&ue di alto livello e perfetti sotto oni aspetto
$,C1%
.
Nel 1.,=, il - iuno, il consilio dei dieci torna a leiferare sulla stampa, preoccupandosi
della &ualit! della carta1 i libri, rileva il consilio, <non retenono l#inchiostro de chi vuoi
notar et scriver alcuna cosa in essi, come necessariamente si fa in ciascheduno, et per il pi"
scompissano<. (n conseuenza venono disposte severe sanzioni per chi stampi <libri che
habbiano carte che scompissino<1 1BB ducati di multa, e l#abbruciamento dei volumi
$,C2%
.
*ppare strano che l#auusto consesso si preoccupi della carta che assorbe l#inchiostro delle
note e deli appunti marinali, producendo sbavature. La norma prova comun&ue
l#importanza assunta dalla stampa nella vita della citt!1 un calo nella &ualit! del libro poteva
favorire la concorrenza straniera, dato che, constata la parte, <di fuori venono libri stampati
bellissimi, et di ottima carta<' e il consilio interviene per prevenire il pericolo. La parte non
ebbe comun&ue effetti' come molte altre che non rispondevano a una reale necessit! sociale,
venne tran&uillamente disattesa, anche perch5 non era previsto alcun meccanismo per
accertare le violazioni e &uindi renderla coente.
*ltrettanto blandi erano stati i provvedimenti in materia censoria. Nel 1.B, ;arco ;usuro
era stato nominato revisore alle stampe reche' nel 1.1. *ndrea Navaero era stato incaricato
di rivedere <opere de humanit!< in enere. ;a si trattava di incarichi pi" che altro onorifici, in
particolare nel caso del iovane e colto patrizio, cui il senato si preoccupava di trovare una
sistemazione decorosa e adatta alle sue attitudini, abbinando la carica di revisore a &uella di
bibliotecario di S. ;arco. Non sembra comun&ue che vi sia stato alcun intervento dei due
revisori, che dovevano operare, nelle intenzioni di chi li aveva eletti, come il censore
preventivo sonato da Niccol4 Perotti, cui si accennato1 dovevano esaminare il preio
filoloico del testo, la sua &ualit!, evitare edizioni fallaci o scorrette. *lla base dell#intervento
dello Stato ai fini della correttezza delle edizioni vi era pur sempre una preoccupazione
economica' il timore che lo scadere della &ualit! testuale potesse influenzare neativamente il
prestiio della stampa veneziana, e &uindi ripercuotersi sfavorevolmente, al pari della carta
scadente o dei prezzi eccessivi, sull#andamento di un#arte cos8 importante nella vita cittadina.
Si trattava, naturalmente, di un#attivit! di controllo impossibile ad eseuirsi praticamente in
una citt! che produceva un libro nuovo oni due o tre iorni
$,C,%
.
*ltra cosa erano li interventi dell#autorit! a tutela della morale o della fede. Qualche
tentativo di imporre una censura di &uesto tipo vi era stato. (l leato pontificio Niccol4 Aranco
aveva disposto nel 1-D1 che venissero bruciati il ractatus de monarchia di *ntonio Goselli e
le tesi di Pico' ma non sembra che il braccio secolare l#abbia assecondato
$,C-%
. /ue patriarchi
di Venezia si preoccuparono della morale1 +ommaso /on!, che - come si detto - minacci4
di scomunica, nel 1-D=, Lucantonio ?iunta per le impudiche illustrazioni delle Metamor(osi
di 0vidio $e Lucantonio lo accontent4 ritoccando le 7ilorafie%, e *ntonio 3ontarini, che nel
1.1B proib8 in enerale le illustrazioni immorali e dispose che li venissero sottoposti prima
della pubblicazione i libri di aromento reliioso
$,C.%
. ;a non vi fu alcun provvedimento che
oranizzasse in concreto il controllo, sicch5 la disposizione rimase nel limbo delle pie
intenzioni.
La tolleranza del overno non venne meno neppure dopo l#esplosione della Giforma. ( libri
protestanti circolavano laramente senza che vi fossero controlli se non sporadici. Nel 1.2B il
patriarca chiese l#intervento dello Stato contro <Fordan todesco mercadante de libri<, che
vendeva opere luterane in casa sua a S. ;aurizio $si trattava forse di ?iordano von /insla_en,
che si pi" volte incontrato%
$,C:%
. (l overno intervenne e confisc4 i libri, ma il Sanudo, a cui
dobbiamo il racconto, riusc8 a salvarne uno per la biblioteca1 cosa ch#eli annota con
soddisfazione nei suoi Diarii, a conferma del fatto che un atteiamento mentale di tolleranza
e di interesse verso nuove forme di spiritualit! cristiana era diffuso anche fra i patrizi pi"
ortodossi $come certo ;arino era%. /a un siffatto modo di vedere i consili sovrani non si
discostarono per luno tempo, nonostante talune pressioni dei nunzi.
Nel 1.2= venne introdotto l#obblio di richiedere la licenza, come si detto, per la stampa di
oni nuovo libro' ma anche &uesta disposizione rimase per parecchi anni scarsamente
applicata. Venezia poteva permettersi &uesta politica di benevolo e&uilibrio non solo perch5
essa rispondeva alla convinzione di ran parte del patriziato, ma anche perch5 la rottura del
mondo cristiano non appariva ancora definitiva e insanabile. Vi era chi lavorava alacremente
per mantenere l#unit! della 3hiesa' e non mancavano le speranze di successo. (n tale direzione
si adoperava il cardinale ?asparo 3ontarini, personaio fra i pi" rappresentativi della classe
di overno della Gepubblica, di cui incarnava la serenit!, la comprensione, il desiderio di
pace1 e il fallimento della sua missione di conciliazione al 3ollo&uio di Gatisbona sena
veramente una data traica nella storia della 3hiesa e dell#)uropa
$,C=%
. Le conseuenze anche
immediate furono drammatiche1 il 22 maio il conveno si chiude con una definitiva rottura'
il - lulio del 1.-2 Paolo (((, ormai sempre pi" vicino alla fazione pi" intransiente della
3uria, crea l#(n&uisizione romana' il 2- aosto 3ontarini, loorato dal fallimento della sua
missione e consapevole dell#abisso in cui la cristianit! sta precipitando, muore a @olona' alla
fine di &uello stesso aosto @ernardino 0chino, enerale dei 3appuccini e predicatore di
rande fama, 3elio Secondo 3urione e Pietro ;artire Vermili, eminenti personalit! della
cultura, lasciano per sempre l#(talia e riparano in terra protestante. L#atmosfera dell#)uropa si
incupisce' anche a Venezia il cielo sereno di una terra sino ad allora privileiata oscurato
dalle prime nubi.
(l 12 febbraio 1.-2 m.v. $i 1.-,% il consilio dei dieci decide che la repressione dei reati di
stampa spetti ali esecutori contro la biastema, o bestemmia, e prevede pene severe per chi
stampi libri senza la licenza dei tre capi dei dieci o per chi li venda
$,CC%
. La revisione delle
opere da stampare verr! poi demandata dai dieci ai riformatori dello Studio di Padova $,B
dicembre 1.-- e = febbraio 1.-.%. L#istituto della licenza di stampa, introdotto sedici anni
prima, viene cos8 messo in funzione, al fine di colpire chi stampi opere <contra l#honor del
Sinor /io et della fede christiana< o comun&ue <inhonestissime<. (n ci4 la Gepubblica
seconda solo a ;ilano e precede di &ualche mese lo stesso Stato della 3hiesa, Siena e Napoli.
+uttavia non vi ancora una volont! decisa di azione1 li interventi sono assai pochi, e blandi.
Nel 1.-- venono multati @ernardino @indoni, editore dell#opera di 0rtensio Lando,
Paradossi, e il libraio che l#aveva venduta, entrambi sprovvisti di licenza. L#opera viene
se&uestrata ma non bruciata, bench5 vi sia la proposta in tale senso di uno dei tre esecutori'
l#anno dopo anzi viene ristampata tal &uale, anche se Lutero vi viene presentato in buona luce,
mentre sconfie li scolastici armato solo delle Sacre Scritture. Nel 1.-. li esecutori
intervenono per far bruciare un#opera oscena, +l Dio Priapo# l#anno dopo vietano la ristampa
e la vendita delle rime del @erni
$,CD%
. Poca cosa invero rispetto alla imponente produzione
libraria di &ueli anni, che certo non consisteva solo di libri edificanti e ortodossi. (l fatto
che da un lato si tendeva a continuare nella tradizionale linea di tolleranza, dall#altro si
sperava in una riconciliazione, o &uanto meno in una pacifica convivenza tra cattolici e
protestanti. ;a furono speranze destinate a non durare a luno. (l 2= ennaio 1.-= moriva
)nrico V(((, il ,1 marzo Arancesco ( lo seuiva nella tomba1 due randi antaonisti di 3arlo V
scomparivano dalla scena. L#e&uilibrio europeo andava cambiando, e a favore dell#imperatore
e del papa. Venezia, che aveva cercato di mantenere una certa e&uidistanza tra le confessioni
in lotta, doveva prendere atto della nuova realt!, che trovava conferma nella folorante
vittoria riportata da 3arlo V sui pr8ncipi riformati, il 2- aprile, a ;chlber. 0rmai i protestanti
tedeschi apparivano confinati ad una posizione di difesa e non sembrava esservi pi" speranza
per chi in (talia volesse cercare in loro un sosteno contro la preponderanza curiale, sorretta
dalla trionfante potenza imperiale. ) li effetti non tardarono a prodursi, anche a Venezia. (l
22 aprile 1.-=, prima ancora della iornata di ;chlber, era stata istituita una nuova
maistratura, i tre deputati sopra li eretici, destinati ad affiancare l#in&uisitore nella
persecuzione dell#eresia. (l 1= maio il consilio dei dieci attribuiva ai deputati competenza
in materia di stampa e vendita di libri <contra l#honor del Sinor /io et della fede christiana<,
in concorso con li esecutori sopra la bestemmia. Le ravi pene previste dal decreto del 1.-2
erano confermate e si prevedeva anche un controllo alle doane per impedire l#introduzione
nello Stato di libri che avessero le predette caratteristiche, che sarebbero stati bruciati
pubblicamente
$,DB%
.
/opo &ualche mese la lee cominci4 ad avere esecuzione. 6n inoto libraio che si era messo
in salvo con la fua, sub8, nel lulio 1.-C, la confisca di varie balle di libri, che vennero
bruciati a S. ;arco e a Gialto. Poco dopo si vide un altro roo a Gialto1 si trattava di libri
trovati a casa di Aebo 3appello, seretario, allora in missione diplomatica a ;ilano. (l 12
lulio arsero tre balle di libri appartenenti a un libraio editore assai noto, *ntonio @rucioli,
traduttore in italiano della @ibbia, consulente dei ?iolito, intellettuale di rilievo
$,D1%
. (l
@rucioli, assente da Venezia, se la cav4 con una multa di .B ducati e con l#esilio per due anni.
;a il sinistro spettacolo del roo dei libri, cui Venezia non era abituata, incominciava ormai a
farsi fre&uente. (l 1C lulio la parte del consilio dei dieci dell#anno prima venne
solennemente promulata1 chi fosse in possesso di libri nei &uali fosse scritta <alcuna cosa
contra la fede catholica< doveva presentarli entro otto iorni ai deputati sopra li eretici, sotto
pena di <severissimo castio<
$,D2%
.
Vi era chi iubilava1 il nunzio pontificio, monsinor ?iovanni della 3asa, iunto a Venezia
nel 1.-- con l#intento di pieare, con tutte le armi della diplomazia, il riluttante overno
veneto all#applicazione delle direttive diramate dalla 3uria per la repressione del dissenso
reliioso. Non che eli fosse per sua intima convinzione un fanatico' uomo di mondo, fine
letterato e cortiiano, autore di rime licenziose, non aveva altra mira che il proprio personale
successo. 6na missione riuscita poteva portare randi frutti1 maari il cappello cardinalizio,
un premio da lui perseuito, ma vanamente, per tutta la vita. 6na nunziatura ben condotta
sinificava dissenzienti arrestati e in&uisiti con le orribili procedure previste, libri confiscati e
bruciati, aziende dissestate, familie impoverite1 ma all#amabile monsinore ci4 appariva un
prezzo ben lieve per la conservazione della fede e per la coincidente propria ascesa nella
erarchia
$,D,%
. Vivissima, invece, la preoccupazione deli stampatori e dei librai. (l 2- lulio,
pochi iorni dopo la pubblicazione del decreto dei dieci, essi presentavano ai deputati sopra
li eretici, per il tramite di +ommaso ?iunta, una supplica, con la &uale si chiedeva che si
chiarisse <il thema de le sorte de# libri< dai &uali essi dovevano per l#avvenire uardarsi. 6n
divieto enerico come &uello contenuto nel decreto del 1.-2, ribadito in &uello del 1.-=, non
appariva comprensibile1 nella massa dei libri <composta da authori anti&ui et moderni< poteva
esservi <&ualche cosa contra la fede christiana< di cui i librai non potevano, anche volendolo,
essere consapevoli. Vi erano libri di <authori entili<, altri di <macomethani<1 ente che
scriveva <secondo il lor ritto, i &uali, non conoscendo &uesta verit!, potriano in &ualche luoco
de lor compositioni, con cuoda de scorpione, non haver avuto rispetto alcuno a la nostra fede
catholica<
$,D-%
. Sembra &uasi che i supplicanti, persone colte, mettano un pizzico di umorismo
nelle loro aromentazioni, tanto assurda pare loro &uesta nuova politica censoria.
( librai speravano evidentemente di ottenere la sospensione o la revoca del decreto. ;a
ottennero invece solo un effetto del tutto opposto a &uello che desideravano. (l solerte
monsinor della 3asa si mise all#opera e a fine anno un indice dei libri proibiti era pronto' con
esso, sperava monsinore, non vi sarebbero stati pi" dubbi. (l 1: ennaio dell#anno successivo
$1.-D% il consilio dei dieci dava atto che era stato fatto dall#in&uisitore <di ordine del
reverendo leato< e con l#intervento e il consilio dei deputati sopra li eretici <et di molti
maestri in theoloia, un cathaloo o sommario de tutti li libri heretici et de altri suspetti et de
altri etiam nelli &uali se contenono cose contra li boni costumi<, e disponeva che esso
venisse stampato e diffuso presso tutti li stampatori e i librai nella citt! e, tramite i rettori, nel
dominio. Nel maio del 1.-D il Catalogo a stampa era pronto, per i tipi di Vincenzo
Valrisi1 il primo indice di libri proibiti che comparisse in (talia, con cin&ue anni di anticipo
rispetto al primo emanato dalla 3uria romana
$,D.%
. )sso contiene cento&uarantanove voci,
assai difformi peraltro l#una dall#altra. Vi si condannano infatti opere sinole' ovvero tutta
l#opera di un autore' o, enericamente, <tutte le opere, nelle &uali si ritrovano alcune cose
espressamente contra i santi, contra la chiesa catholica, ovun&ue saranno stampate<, e altres8
<tutte le opere senza il nome dell#auttore o dello stampatore, del luoo, dove sono stampate, et
in che tempo, da anni 2- in &ua<, per le &uali sussisteva la presunzione che si trattasse di
scritti protestanti.
La nuova iniziativa del nunzio assestava un altro fiero colpo ali stampatori e ai librai. Per
melio controllarli, il consilio dei dieci aveva anche disposto - il 1C ennaio 1.-D - che essi
si oranizzassero in corporazione o scuola1 ci4 perch5 non vi era alcuno <che rappresenti la
ditta arte, n5 chi risponda per &uella, onde avviene che tutti fano a modo loro, con estremo
disordine et confusione<. * ci4 bisonava porre rimedio, <prima per l#honore de /io e della
reliione, da poi per l#honor de la nostra citt!<
$,D:%
. Vi era anche lo scopo di ottenere le
contribuzioni per il reclutamento di rematori, necessari alla flotta1 il sistema di tassazione
oranizzato a &uesto fine nel 1.,B si fondava sulle scuole, di cui si incoraiava la
formazione per &uelle attivit! che ne fossero sprovviste
$,D=%
. ( tiporafi non si erano mai riuniti
in corporazione, n5 prima n5 allora1 la vivace, selvaia e talvolta sleale concorrenza che sin
dall#oriine metteva li stampatori uno contro l#altro poteva male coesistere con le reole
calmieratrici di un#arte. 0ra provvedeva, d#autorit!, il overno. ;a senza ran risultati1 i
provveditori de comun, che erano incaricati di stendere <&uelli capitoli che li parerano
convenir et esser espedienti<, non si affannarono. +rascorsero infatti &uasi vent#anni prima che
dessero esecuzione alla deliberazione del consilio1 il loro decreto, che espressamente si
richiama alla parte del 1.-D, reca la data del 1- maio 1.:=. Solo nel 1.=1 incominci4 una
sia pur limitata attivit! sociale.
*ll#(ndice di monsinor della 3asa i librai non risposero direttamente1 trovarono invece un
portavoce, e di considerevole peso. Niccol4 da Ponte, uomo politico e diplomatico di rande
prestiio, dottissimo, futuro doe, di libri si intendeva assai1 aveva anche insenato per
&ualche anno filosofia alla Scuola di Gialto. (l Catalogo non poteva piacerli1 eloso assertore
dell#indipendenza della Gepubblica contro l#invadenza curiale e sensibile ali aromenti dei
protestanti $il fratello di lui, *ndrea, ader8 alla Giforma e nel 1.:B dovette fuire a ?inevra%,
prese le redini dell#opposizione antiromana. ?li fu facile dimostrare che a Goma non era
applicato alcun indice di libri proibiti, sicch5 era assurdo pretendere a Venezia ci4 che non si
richiedeva nella citt! del papa. ;olti patrizi li prestavano orecchio compiacente1 un senatore
eminente si era adontato perch5 il Catalogo includeva l#opera di un suo amico $forse
@ernardino +omitano, molto apprezzato dal patriziato%' altri rilevavano nell#(ndice
imprecisioni ed esaerazioni. *lla fine di iuno la partita era perduta per monsinore1 il
Catalogo non avrebbe avuto applicazione
$,DC%
.
Per il momento l#arte tiporafica era salva. ;a nuove nubi si addensavano all#orizzonte.
Questa volta l#oscurantismo romano colp8 un raffinato settore dell#arte, in cui si erano
raiunti a Venezia risultati eccellenti1 la stampa ebraica. Nel 1.-C monsinor della 3asa
cominci4 ad occuparsi dei libri ebraici, sollecitato da Goma, e suer8 - nel novembre - che
venissero espurati dalle parti pericolose. (l 1D dicembre di &uell#anno il senato dava principio
ad una leislazione restrittiva, disponendo che nessun ebreo potesse <lavorare de stampa, n5
far stampar libri<. Nel 1..1 il colleio invitava li esecutori contro la bestemmia a esaminare
il almud. Poi le cose precipitarono1 la causa fu la feroce controversia sorta tra i due editori
patrizi di libri ebraici, ;arc#*ntonio ?iustinian e *lvise @raadin. La lite, oriinata da
rivalit! commerciali, si complic4 per le calunnie incrociate deli )brei rinneati assunti dai
contendenti, che per screditare ciascuno le edizioni dell#altro infanavano la stessa letteratura
ebraica. La cosa venne portata a conoscenza della 3uria romana, e il fanatismo del cardinale
3arafa e deli in&uisitori domenicani trov4 una soluzione di adeuata brutalit!. 3on
un#incredibile, funesta decisione il papa disponeva, con bolla del 12 aosto 1..,, che il
almud venisse distrutto in tutta la cristianit!. ?i! il 12 settembre la bolla veniva eseuita in
Goma1 un rande roo distrueva tesori di bellezza e di cultura in 3ampo de# Aiori, tra il
iubilo del popolaccio. Venezia si adeuava con sinolare prontezza1 il 21 ottobre un analoo
roo si accendeva in piazza S. ;arco. Per la tiporafia ebraica di Venezia il colpo era
mortale' altrove, dopo che nel 1..- i decreti papali vennero modificati nel senso di consentire
la conservazione e la pubblicazione di libri ebraici purch5 espurati, la stampa in ebraico pot5
continuare, ma a Venezia si arrest4 per dieci anni. ?iustinian aveva sub8to danni inenti
$secondo i fili di ;arc#*ntonio, le perdite da lui sofferte ammontavano a 2-.BBB ducati% e
non os4 ritentare' @raadin riprese a pubblicare solo nel 1.:-. *nche &ualche altro vi si
ciment41 ma nuove persecuzioni nel 1.:= ridussero di nuovo la stampa ebraica a mal partito.
)ssa sopravvisse, ma senza pi" neppur lontanamente eualiare il riolio dell#epoca del
@omber
$,DD%
.
)rano passati pochi mesi dal roo del almud &uando una nuova sventura si abbatteva sul
mondo dei libri. Goma, ammaestrata dall#insuccesso dell#(ndice veneziano del 1.-D, ne aveva
predisposto uno suo1 esso venne pubblicato a ;ilano nell#estate del 1..-, nell#inverno usc8 a
Venezia, per i tipi di ?abriele ?iolito
$-BB%
. )sso conta cin&uecentonovantasei voci, pi"
un#appendice con novantatr5 voci che richiamano per comodit! condanne precedenti. 0ltre ai
pi" noti eretici vi si trovano nomi antichi, che il rancore curiale non aveva dimenticato1 /ante,
di cui condannato il De Monarchia, Valla per il De libero arbitrio e per la dimostrazione
della falsit! della donazione costantiniana, e persino ?ulielmo di 0ccam, fulminato in toto.
)rasmo condannato in parte, 3onrad ?esner del tutto' una condanna totale colpisce anche,
cosa invero sinolare, Luciano di Samosata. (l D febbraio 1... l#(n&uisizione veneziana, visto
il nuovo (ndice, ordinava ai librai di consenare le opere interdette la cui stampa e vendita, e
persino il possesso, erano ormai proibiti.
?li stampatori e i librai cercarono di prendere tempo. 3hiesero una dilazione, poi un#altra.
Ainalmente, il = marzo, presentarono al Santo 6ffizio veneziano una luna, intelliente
memoria
$-B1%
. /opo un#elo&uente premessa, in cui sottolineavano come fosse in ioco la
sopravvivenza stessa delle loro aziende e della loro arte, essi introducevano una distinzione
tra i libri stampati a Venezia e &uelli importati. Per &uel che riuardava i primi, essi
rilevavano che opere come &uella di Luciano erano state tollerate dalla 3hiesa per
mille&uattrocento anni' e che altri libri erano stati stampati con l#approvazione dell#autorit!
reliiosa e altres8 con la licenza dei capi del consilio dei dieci e i privilei del senato, per cui
non si comprendeva la smentita di tante precedenti autorizzazioni. *bilmente facevano notare
come il nuovo (ndice venisse a rappresentare un sovrapporsi dell#autorit! ecclesiastica alle
disposizioni deli orani dello Stato veneto1 aromento a cui certo i consili della Gepubblica
non restavano indifferenti.
Quanto ai libri stampati all#estero, li autori della memoria non solo facevano rilevare come i
libri da essi importati avessero i! superato il valio deli in&uisitori al passaio delle
doane, dato che senza la licenza di &uesti non si poteva sdoanare la merce, ma entravano
anche nel merito delle scelte dell#(ndice. Perch5, essi domandavano, condannare tutti li scritti
di Sebastian ;cnster, 3onrad ?esner, Ianus 3ornarius, Ioannes Velcurio e molti altri, &uando
almeno alcune delle opere di &uesti dotti erano <buone et fuori d#oni sospitione<d Notavano
poi che nei recenti provvedimenti contro i libri ebraici la 3uria aveva consentito <a &uesti
infedeli< la possibilit! di <tenere i detti libri loro acconci e scancellati nel modo che si sono
offerti<, vale a dire con l#abrasione delle parti anticristiane. Se dun&ue una simile via di uscita
era stata offerta ali )brei, non era e&uo che fosse neata ai librai cristiani. )ssi poi
rilevavano nell#(ndice una serie di imprecisioni e di inconruenze e concludevano
richiamando il precedente dell#(ndice del 1.-D, che era stato sospeso e non pubblicato1
provvedimento ch#essi evidentemente si auuravano venisse adottato anche in
&uest#occasione.
La perorazione fece presa sui tre deputati, ai &uali apparve necessario un riesame della
&uestione. Nel frattempo i librai, per mostrare la loro buona volont!, consenarono &ualche
libro proibito al Santo 6ffizio1 &uaranta ne diede +ommaso ?iunta, trentanove ;archi4
Sessa. (l 22 iuno diciannove librai presentavano, a nome di tutti, una nuova supplica al
tribunale veneziano dell#(n&uisizione, chiedendo che l#ambasciatore veneziano a Goma
accertasse se l#(ndice era stato applicato a Goma o se invece, come essi credevano, ai librai di
Goma non era stato ancora <intimato<
$-B2%
. Nel &ual caso essi non comprendevano perch5 la
loro condizione dovesse essere peiore di &uella dei collehi romani. L#(n&uisizione trasmise
immediatamente la richiesta a /omenico ;orosini, ambasciatore a Goma. Questi rispose
subito, il 2 lulio1 effettivamente l#(ndice a Goma non era stato ancora promulato. )li aveva
parlato della cosa con fra ;ichele ?hislieri, commissario enerale del Santo 6ffizio, che si
era mostrato perfettamente al corrente delle aromentazioni dei librai veneziani. Qualche
mese dopo, il 2D settembre 1..., l#(n&uisizione veneziana sospendeva l#(ndice, certo con il
consenso di Goma. Per il momento almeno il libro veneziano era salvo
$-B,%
. ( tiporafi
potevano continuare a stampare, i librai a vendere, anche le opere prima proibite. Le aziende
prosperavano, i libri si vendevano e si esportavano come prima. Solo lo zelo dell#in&uisitore,
frate Aelice Peretti di ;ontalto, destinato a salire sulla cattedra di Pietro col nome di Sisto V,
non disarmava' eli tentava di ottenere ora la condanna di sinoli libri, ora il divieto
d#inresso nella Gepubblica di altri dall#estero, ma senza conseuire randi risultati. Sembrava
che la tempesta fosse passata1 ma si trattava solo di un rinvio. (l 2, aprile 1... era salito al
solio pontificio il cardinale ?ian Pietro 3arafa, che aveva assunto il nome di Paolo (V. (l
fanatismo pi" ottuso e feroce si era cos8 insediato sul trono di Pietro. Se i suoi in&uisitori
avevano acconsentito alla sospensione dell#(ndice era solo perch5 essi ne stavano curando
un#edizione che si voleva pi" ampia, tecnicamente inattaccabile, definitiva.
(l ,B dicembre 1..C il nuovo (ndice veniva promulato in Goma e stampato nel ennaio
successivo
$-B-%
. Pi" di seicento autori vi erano condannati totalmente, oltre &uattrocento opere
venivano specificamente proibite. L#intera produzione di sessantuno editori veniva bandita1 si
trattava dei miliori di tutta l#)uropa. Solo uno stampatore italiano, Arancesco @rucioli,
fratello di *ntonio, condivideva con loro il triste onore. +utte le @ibbie in volare erano
proibite' per &uarantacin&ue edizioni della @ibbia e dei Vaneli vi era una specifica condanna.
Ara li autori banditi in toto, )rasmo, <cum universis commentariis, annotationibus, scholiis,
dialois, epistolis, censuris, versionibus, libris et scriptis suis, etiam si nil penitus contra
reliionem vel de reliione contineant<' Niccol4 ;achiavelli' Pietro *retino' Gabelais. La
cultura veniva mutilata in modo irreparabile1 l#(talia si taliava fuori dall#)uropa moderna
$-B.%
.
Nel ennaio 1..D una copia ancora manoscritta dell#(ndice iuneva a Venezia. ?li
stampatori atterriti cercarono di oranizzare una difesa comune, sotto la uida dei priori
dell#arte, +ommaso ?iunti, ;archi4 Sessa e ;ichele +ramezzino. Lo zelante in&uisitore, frate
Peretti, premeva perch5 l#(ndice venisse promulato. La cosa irritava molti patrizi1 un
entiluomo di casa /on! il 1: marzo, imbattutosi nell#in&uisitore in palazzo /ucale, li sput4
in faccia. (l colleio chiese a Goma che almeno i librai venissero rimborsati dei libri
confiscati' nello stesso tempo dispose che i libri stampati a Venezia con il privileio dello
Stato fossero eccettuati dalla confisca. ;a non vi fu verso di arrestare l#azione in&uisitoriale.
(l 1C marzo 1..D furono bruciati dieci o dodicimila volumi senza che si parlasse di indennizzo
$-B:%
' nel contempo la 3uria minacciava i librai che non si fossero sottomessi di confiscare tutte
le loro merci nello Stato papale' e non era minaccia da poco, dati i vasti depositi di libri che
direttamente o tramite corrispondenti i librai veneziani mantenevano nei territorio della
3hiesa. Via via i maiori stampatori si piearono, e li altri seuirono. L#C lulio 1..D il
consilio dei dieci autorizzava la pubblicazione dell#(ndice
$-B=%
. )sso sar! applicato sino
all#entrata in viore dell#(ndice promulato nel 1.:- da Pio (V, detto (ndice +ridentino, in cui
si attenuano alcuni eccessi del precedente e si introduce il principio che scritti non del tutto
ortodossi possano essere, anzich5 distrutti del tutto, <e7purati< dall#autorit! ecclesiastica.
;ancava ormai nello Stato stesso una ferma volont! di difendere le proprie preroative
iurisdizionali1 un#abdicazione contro cui insoreranno viorosamente i <iovani< alla fine del
secolo. La circolazione dei libri proibiti rimase affidata al coraio individuale, all#interesse o
alla fede dei librai che con personale altissimo rischio accettavano di smerciarli
$-BC%
. La rande
staione della stampa veneziana era finita.
3erto molti stampatori continuarono la loro attivit!, cercando di compensare la perdita di tanti
buoni titoli con la pubblicazione di testi pi" sicuri1 soprattutto opere reliiose in ran numero,
per le &uali non sussisteva il pericolo di un auto2da (" che vanificasse anni di lavoro e di
investimenti. ?abriele ?iolito rea8 da par suo1 non solo diede rande impulso alla
produzione reliiosa, che del resto coltivava i! prima, dato che si trattava pur sempre di una
fonte sicura di reddito, di una sorta di assicurazione, ma la oranizz4 dal punto di vista
editoriale in una vera e propria collana, che chiam4 <hirlanda<1 &ui ospit4 testi di rande
popolarit!, come le prediche del francescano 3ornelio ;usso e i trattati ascetici di Luis de
?renada. 3ontemporaneamente lanci4 un#altra raccolta, tutta di opere storiche, in prevalenza
di autori reci tradotti in italiano e la chiam4 <collana istorica<. (l termine <collana< faceva
cos8 il suo inresso nel mondo dell#editoria. * scritti di edificazione reliiosa era destinata una
terza collana, denominata <albero spirituale<1 ma, a differenza delle altre, ebbe breve vita
$-BD%
.
3on simili accorimenti eli sopravvisse alla crisi, e i suoi eredi continuarono a luno, sino al
1:B:, la loro attivit!1 ma culturalmente essa era altra cosa da &uella di un tempo.
La loriosa dinastia dei @indoni, che non solo aveva accolto nei suoi catalohi un ran
numero di romanzi popolari in versi, dando cos8 un contributo di rilievo all#affermazione del
volare, ma aveva anche mostrato un#attenta sensibilit! verso i movimenti spirituali della
Giforma, ripiea ormai, con ?asparo, su opere della pi" tran&uilla ortodossia. ( +ramezzino
moltiplicano i titoli devoti. Lucantonio ?iunta continua nel solco tradizionale della sua
azienda, che sin dal principio aveva puntato sulle opere di carattere reliioso' ma,
ammaestrato dalla constatazione deli enormi rischi che si correvano in un#attivit! economica
i cui risultati potevano venire vanificati in pochi istanti dallo zelo fanatico e ottuso di un
in&uisitore, differenzia li investimenti, affiancando all#attivit! editoriale una randiosa rete di
traffici con tutta l#)uropa, avente ad oetto le merci pi" disparate1 tessuti, metalli, zucchero
$-1B%
. *nche li altri stampatori investono parte almeno dei loro uadani in beni sicuri1 si sono
i! ricordati li investimenti immobiliari di ?iovanni Varisco, ;archi4 Sessa, Vincenzo
Valrisi.
*ltri preferiscono invece lasciare Venezia. Arancesco ;arcolini nel 1..D si trasferisce a
Verona e non pubblica pi" nulla. Paolo ;anuzio nel 1.:1 si stabilisce a Goma. (l fascino di
Venezia si ottunde, Goma, la capitale trionfante del mondo cattolico, offre di pi". 3ontinuano
ad affluire a Venezia tiporafi da molte parti d#(talia1 essi vi trovano ancora un#atmosfera pi"
libera rispetto a &uella di altre parti della penisola
$-11%
. ;a la citt! non pi" la stessa' non vi si
trovano pi" li spiriti vivaci, insofferenti di costrizioni confessionali che si erano riuniti
attorno al ?iolito e al ;arcolini. 0rtensio Lando era morto poco dopo aver sofferto il dolore
di vedere le sue opere incluse nell#(ndice del 1..-, Niccol4 Aranco vaava per l#(talia, per
approdare a Goma ove finir! impiccato per le sue pas&uinate nel 1.=B' ?iovan Arancesco
/oni si ritirava a ;onselice' nel 1..: era morto l#*retino. 0rmai l#incanto della citt! libera,
felice, prospera e intraprendente, era rotto per sempre' l#atmosfera di appassionata vivacit!
intellettuale che dava slancio a un fervore produttivo che - nel caso di un#arte cos8 particolare
come la tiporafia - non era solo un fatto economico ma si sostanziava di cultura, intellienza,
commercio di idee, non esisteva pi".
La crisi intellettuale e morale si rifletteva immediatamente nella stampa. (l prestiio della
tiporafia veneziana declinava. +roppi titoli erano cancellati dai catalohi, troppi autori
uscivano in edizioni espurate che ne riducevano il preio filoloico e l#interesse culturale. )
li editori stranieri non perdevano tempo ad approfittare delle difficolt! veneziane. La
<3ompanie Plantin< ac&uistava i caratteri di @omber
$-12%
mentre a Venezia li eredi di lui si
vedevano bruciare i libri rimasti in maazzino1 un fatto di valore emblematico. Venezia non
era pi" il libero luoo ove idee nobili e eniali potevano essere realizzate1 altrove la stampa
trovava ormai un terreno pi" propizio. 9 3hristophe Plantin a ottenere il monopolio per la
vendita di breviari e messali nella Spana e nelle immense colonie' lo concede, il 1h febbraio
1.=1, Ailippo ((, per intercessione del cardinale di ?ranvelle, autorevolissimo protettore della
casa editrice di *nversa. )d seno che Venezia va perdendo aree di mercato a beneficio di
altri centri
$-1,%
. La filoloia e la scienza trovano editori valenti nel mondo ermanico, ove non
iunono i decreti che imponono arbitrariamente l#espurazione di &uesto o &uel passo,
avvilendo la dinit! dell#opera e svuotandone il contenuto, o addirittura la completa
distruzione del libro. ?li effetti non tardano a prodursi, disastrosi. Nel 1.CC i torchi attivi sono
ridotti a settanta' nel 1.D: sono scesi a &uaranta, nel 1.DC sono ormai trenta&uattro $-#-%. Nel
Seicento la prosperit! dell#arte ormai solo un ricordo.
;
$j% Ginrazio di tutto cuore SusK ;arcon, /orit Gaines, Stefania Gossi ;inutelli per i
preziosi, indispensabili consili' e mia molie Gosella ;amoli per l#aiuto intelliente,
affettuoso e paziente. 6n cordiale rinraziamento va anche a Gita Pas&uali.
1. *lfredo Stussi, +l mercante vene%iano, in (d., Lingua, dialetto e letteratura, +orino 1DD,,
pp. 1B=-12C' ?herardo 0rtalli, Scuole, maestri e istru%ione di base tra Medioevo e
Rinascimento. +l caso vene%iano, Vicenza 1DD,, pp. :=-=B.
2. *rmando Petrucci, Pouvoir de l$"criture, pouvoir sur l$"criture dans la Renaissance
italienne, <*nnales )S3<, -,, 1DCC, nr. -, p. C,2 $pp. C2,-C-=%' *ntonio 3arile, Aspetti della
cronachistica vene%iana nei secoli <+++ e <+', in La storiogra(ia vene%iana (ino al secolo <'+.
Aspetti e problemi, a cura di *ostino Pertusi, Airenze 1D=B, p. CB $pp. =.-12:%' SusK
;arcon, + codici della liturgia di San Marco, in ?iulio 3attin - ?iordana ;ariani 3anova -
SusK ;arcon, Musica e liturgia a San Marco, (, Descri%ione delle (onti, Venezia 1DDB, p. 21.
$pp. 1CD-2=2%' /orit Gaines, 0((ice See5ing, =Broglio=, and the Poc5et Political .uideboo5s
in =Cin&uecento= and =Seicento= 'enice, <Studi Veneziani<, n. ser., 22, 1DD1, p. 1-1 $pp. 1,=-
1D-%.
,. Paul A. ?rendler, La scuola nel Rinascimento italiano, Goma-@ari 1DD1, p. ,:' ?. 0rtalli,
Scuole, maestri, pp. -1--:.
-. ;anlio Pastore Stocchi, Scuola e cultura umanistica (ra due secoli, in **.VV., Storia
della cultura veneta, ,a(, Dal primo 1uattrocento al Concilio di rento, 'icenza 1DCB, pp.
1B2-1B. $pp. D,-121%.
.. ;anlio 3ortelazzo, La cultura mercantile e marinaresca, in **.VV., Storia della cultura
veneta, 1, Dalle origini al recento, Vicenza 1D=:, pp. :=1-:D1' 3arlo ;accani, La stampa,
le scien%e e le tecniche a 'ene%ia e nel 'eneto tra 1uattrocento e Cin&uecento, in **.VV.,
Cultura, scien%a e tecniche nella 'ene%ia del Cin&uecento. Atti del Convegno interna%ionale
di studio .iovan Battista Benedetti e il suo tempo, Venezia 1DC=, pp. -C,--D-.
:. Piero Lucchi, La Santacroce, il Salterio e il Babuino. Libri per imparare a leggere nel
primo secolo della stampa, <Quaderni Storici<, ,C, 1D=C, pp. .D,-:,D' (d., Leggere, scrivere e
abbaco6 l$istru%ione elementare agli ini%i dell$et9 moderna, in **.VV., Scien%e, creden%e
occulte, livelli di cultura. Convegno +nterna%ionale di Studi >)iren%e, ?@2AB giugno CDEBF ,
Airenze 1DC2, pp. 1B1-11D.
=. ;. Pastore Stocchi, Scuola e cultura umanistica, p. 1BB' P. A. ?rendler, La scuola nel
Rinascimento italiano, pp. 12,-12:, 1.:-1=1.
C. Vittorino ;enehin, S. Michele in isola di 'ene%ia, Venezia 1D:2, p. 112' ?audenz
Areuler, Presen%e artistiche toscane a 'ene%ia alla (ine del recento6 lo =scriptorium= dei
camaldolesi e dei domenicani, in La pittura veneta. +l recento, a cura di ;auro Lucco,
;ilano 1DD2, pp. -CB, .B1 $pp. -CB-.B2%.
D. V. ;enehin, S. Michele in isola, pp. 121-1,:' Piero Aalchetta, +l dotto marinaio6 Andrea
Bianco e l$Atlante nautico marciano del CGA@ $introduzione alla riproduzione in facsimile del
manoscritto%, Venezia 1DD,, pp. =-2..
1B. ?abriella Severino Polica, Libro, lettura, =le%ione= negli =studia= degli ordini mendicanti
>sec. <+++F, in **.VV., Le scuole degli ordini mendicanti >secoli <+++2<+'F, Gimini 1D=C, pp.
,C,-,C. $pp. ,=,--1,%' ?ulielmo 3avallo, Dallo =scriptorium= sen%a biblioteca alla
biblioteca sen%a =scriptorium=, in **.VV., Dall$eremo al cenobio, ;ilano 1DC=, pp. ,2D--22.
11. +ommaso ^aeppeli, Antiche biblioteche domenicane in +talia, <*rchivum Aratrum
Praedicatorum<, ,:, 1D::, p. =B $pp. .-CB%.
12. V. ;enehin, S. Michele in isola, p. 112' ?. Areuler, Presen%e artistiche, p. -C1.
1,. Luciano ?aran, Cultura e arte nel 'eneto al tempo del Petrarca, Padova 1D=C, pp. ::-
:=.
1-. +. ^aeppeli, Antiche biblioteche domenicane, p. =2.
1.. Susan 3onnell, Boo5s and heir 04ners in 'enice. CAGH2CGEB, <Iournal of the Jarbur
and 3ourtauld (nstitutes<, ,., 1D=2, p. 1:. $pp. 1:,-1C:%.
1:. Paolo 3herubini, 3ote sul commercio librario a Roma nel CGBB, <Studi Gomani<, ,,,
1DC,, pp. 212-221. ( cartularii veneziani si riuniranno, probabilmente nel primo 3in&uecento,
in una scuola, &uella dei <Libreri da conti e carta bianca<. La data di costituzione dell#arte
anteriore al 1..21 *.S.V., *rti, b. :.. Ginrazio vivamente ;ichela /al @oro per la cortese
comunicazione.
1=. Silvia Gizzo, +l lessico (ilologico degli umanisti, Goma 1D=,, pp. CB-C:' L. ?aran,
Cultura e arte nel 'eneto al tempo del Petrarca, pp. ::-:C.
1C. @artolomeo 3ecchetti, Libri, scuole, maestri, sussidi allo studio in 'ene%ia nei secoli <+'
e <', <*rchivio Veneto<, ,2, 1CC:, p. ,.1 $pp. ,2D-,:,%.
1D. )nrico @ertanza - ?iuseppe /alla Santa, Maestri, scuole e scolari in 'ene%ia (ino al CHBB,
Venezia 1DB=, ora disponibile in ristampa anastatica, a cura di ?herardo 0rtalli, e con ampli
indici di *lessio /alla Piet!, Vicenza 1DD,.
2B. S. 3onnell, Boo5s and heir 04ners, p. 1:-.
21. ?iorio 3racco, =Relin&uere laicis &ue laicorum sunt=. :n intervento di Eugenio +'
contro i preti2notai di 'ene%ia, <@ollettino dell#(stituto di Storia della Societ! e dello Stato
Veneziano<, ,, 1D:1, pp. 1=D-1CD. Per le successive disposizioni v. *.S.V., Procuratori di San
;arco de supra, b. <i<, fasc. 1, anno 1.21. Prima dell#intervento di )uenio (V era invece
prescritto che i notai fossero non laici, ma preti1 *.S.V., Libro d#oro delle lei del ;aior
3onsilio, V(, c. 1D, 2. novembre 1,DD. Per i maestri-notai ?. 0rtalli, Scuole, maestri, pp.
C--DB.
22. )lisabetta @arile, Michele Salvatico a 'ene%ia, copista e notaio dei Capi sestiere, in ?ilda
P. ;antovani - Lavinia Prosdocimi - )lisabetta @arile, L$umanesimo librario tra 'ene%ia e
3apoli. Contributi su Michele Salvatico e su Andrea Contrario, Venezia 1DD,, pp. D2-1B1
$pp. -,-1B,%.
2,. (l codice era nella biblioteca settecentesca del senatore Iacopo Soranzo, come si evince
dal cataloo di essa, conservato a Venezia, Biblioteca 3a%ionale Marciana, ms. it. cl. (>. 1,C
$i :.:D%, vol. ((, c. 11v' recava il nr. C12.
2-. /. Gaines, 0((ice See5ing, pp. 1-C-1-D.
2.. Ginaldo Aulin, + codici veneti della Divina Commedia, in **.VV., + codici di Dante
Alighieri in 'ene%ia. +llustra%ioni storico2letterarie, Venezia 1C:., pp. -=-.1 $pp. 1-122%' sui
carcerati copisti v. /. Gaines, 0((ice See5ing, p. 1-.' *. Petrucci, Pouvoir de l$"criture, p.
C2:.
2:. *lbert /erolez, Codicologie des manuscrits en "criture humanisti&ue sur parchemin, (,
+urnhout 1DC-, p. 1-2, nr. 1D-.
2=. 07ford, Bodleian Librar!, 3anonici (t. 111' cf. Nicholas ;ann, Petrarch Manuscripts in
the British +sles, Padova 1D=., p. 1DD.
2C. *.S.V., ?iudici di Petizion, b. D.., cc. 1B:-11., 1:1v-1:-.
2D. ?iordana ;ariani 3anova, La miniatura veneta nel Rinascimento, CGHB2CHBB, Venezia
1D:D, pp. 1B,-1-B.
,B. *nthonK G. ]obson, -umanists and Boo5binders. he 0rigin and Di((usion o( the
-umanistic Boo5binding, CGHD2CHHD, 3ambride 1DCD' Piccarda Quilici, La legatura aldina,
in La stampa in +talia nel Cin&uecento. Atti del Convegno. Roma, CI2?C 0ttobre CDED, a cura
di ;arco Santoro, Goma 1DD2, pp. ,==-,D=.
,1. Per le cartiere del Veneto v. ;ichela /al @oro, Cin&ue secoli di produ%ione cartacea nei
territori della Repubblica 'eneta, in Charta. Dal papiro al computer, a cura di ?iorio G.
3ardona, ;ilano 1DCC, pp. 1CB-1C1. Sui @arbario, ;artin Lo`rK, +l mondo di Aldo
Manu%io. A((ari e cultura nella 'ene%ia del Rinascimento, Goma 1DC-, pp. 11,-11:. 6n ramo
@arbario aveva propriet! a 3arpi1 Pieriovanni ;ometto, L#a%ienda agricola Barbarigo a
Carpi, Venezia 1DD2. 3i4 potrebbe costituire un leame tra i @arbario e *ldo ;anuzio,
precettore del principe di 3arpi, che dai @arbario venne finanziato per la sua attivit!
editoriale veneziana.
,2. @. 3ecchetti, Libri, scuole, maestri, p. ,CB.
,,. L. ?aran, Cultura e arte nel 'eneto al tempo del Petrarca, p. :C.
,-. S. 3onnell, Boo5s and heir 04ners, pp. 1::-1:C, 1=.-1C2, 1C.-1C:. Sulla presenza del
+iptoft a Padova e a Venezia v. Gosamond I. ;itchell, John ipto(t >CG?I2CGIBF, London
1D,C, pp. -=-::.
,.. Gemiio Sabbadini, Andrea Contrario, <Nuovo *rchivio Veneto<, n. ser., ,1, 1D1:, p. ,C.
$pp. ,=C--,,%.
,:. ?iuseppe /alla Santa, :omini e (atti dell$ultimo recento e del primo 1uattrocento. Da
lettere a .iovanni Contarini, patri%io vene%iano studente a 0/(ord e a Parigi, poi Patriarca
di Costantinopoli, <Nuovo *rchivio Veneto<, n. ser., ,2, 1D1:, pp. .-1B.' 6o +ucci, +l
patri%io vene%iano mercante e umanista, in (d., Mercanti, navi, monete nel Cin&uecento
vene%iano, @olona 1DC1, p. 1= $pp. 1.--1%.
,=. Paolo Sambin, La biblioteca di Pietro Donato >CAEB2CGGIF, <@ollettino del ;useo Civico
di Padova<, -C, 1D.D, pp. .=-.C $pp. .,-DC%' *. /erolez, Codicologie, p. 1,D, nr. 1.2.
,C. ?iuseppe @illanovich, :n eserci%io di scrittura umanistica in casa Bar%i%%a, in **.VV.,
)orme e vicende per .iovanni Po%%i, Padova 1DCC, pp. :=-=,.
,D. Gispettivamente in 3itt! del Vaticano, Biblioteca Apostolica 'aticana, Vat. Lat. .BC=, a
Parii e a Venezia $v. oltre, n. 1C.%.
-B. 07ford, Bodleian Librar!, 3anonici Lat. 2,2' cf. ]enrK 0. 3o7e, Catalogi codicum
manuscriptorum Bibliothecae Bodleianae, pars tertia, codices graecos et latinos
Canonicianos complectens, 07ford 1C.-, col. 2BD.
-1. 07ford, Bodleian Librar!, 3anonici Lat. 1,.' cf. ].0. 3o7e, Catalogi, col. 1:=.
-2. SusK ;arcon, La silloge dell$anonimo Marucelliano6 un episodio di calligra(ia
epigra(ica, <Quaderni per la Storia dell#6niversit! di Padova<, 2-, 1DD1, pp. ,.-,: $pp. ,1-
.:%.
-,. (l primo codice da lui trascritto $nel 1-.B-1-.1% conservato a Venezia, Biblioteca
3a%ionale Marciana, ms. lat. cl. ((. .. $i 2D22%' V. Nella ?iannetto, Bernardo Bembo,
umanista e politico vene%iano, Airenze 1DC., pp. ,1,-,1-.
--. *. Petrucci, Pouvoir de l$"criture, p. C2C.
-.. 07ford, Bodleian Librar!, 3anonici ;isc. -C.' cf. ].0. 3o7e, Catalogi, ((, fasc. (, coll.
,-D-,.B.
-:. ?ianfranco Aolena, +l primo imitatore veneto di Dante, in Dante e la cultura veneta, a
cura di Vittore @ranca - ?iorio Padoan, Airenze 1DC:, p. ,D. $pp. ,D.--21%.
-=. 07ford, Bodleian Librar!, 3anonici (t. 11:' cf. *lessandro ;ortara, Catalogo dei
manoscritti italiani che sotto la denomina%ione di Codici Canoniciani +talici si conservano
nella Biblioteca Bodleiana a 0/(ord, 07ford 1C:-, col. 1,2.
-C. G. Aulin, + codici veneti, pp. ----.' Nicol4 @arozzi, Dello amore dei vene%iani per lo
studio di Dante. Commentario, in **.VV., + codici di Dante Alighieri in 'ene%ia6
+llustra%ioni storico2letterarie, Venezia 1C:., p. >V(( $pp. V((->>>V(((%.
-D. Sul poema del Nadal, )milio Lappi, :n capitolo della (ortuna della =Commedia= a
'ene%ia6 la =Leandreride= del 3adal, <Quaderni Veneti<, 12, 1DDB, pp. 1.,-1CD $il Lippi
preferisce la forma LeandrerideF. Sul ?radenio, la voce di )milio Pas&uini in Enciclopedia
Dantesca, (((, Goma 1D=1, pp. 2.:-2.=' sull#ac&uisto all#asta 3orner, S. 3onnell, Boo5s and
heir 04ners, p. 1:=. Sul ?radenio miniatore, ?iordana ;ariani 3anova, Miniatura e
pittura in et9 tardogotica >CGBB2CGGBF, in La pittura veneta. +l 1uattrocento, a cura di ;auro
Lucco, ;ilano 1DCD, p. 1DC $pp. 1D,-222%' dal codice da lui trascritto e miniato copia il suo
;arin Sanudo $ibid., cf. supra n. -=%.
.B. 07ford, Bodleian Librar!, 3anonici (t. :-' ivi, 3anonici ;isc. ,BC' cf. N. ;ann, Petrarch
Manuscripts, pp. ,C.-,C:, -,---,..
.1. Airenze, Biblioteca Lauren%iana, Gedi 11C' cf. *rmando @alduino, Le esperien%e della
poesia volgare, in **.VV., Storia della cultura veneta, ,a(, Dal primo 1uattrocento al
Concilio di rento, Vicenza 1DCB, pp. 2=.-2=: $pp. 2:.-,:=%.
.2. SusK ;arcon, 'ene%ia2'eneto, in Boccaccio visuali%%ato, a cura di Vittore @ranca, in
corso di stampa.
.,. *ntonio ;edin, +l =Detto della 'ergine= e la =Lauda di S. .iovanni Battista=, poesie
venete del secolo <+', con una noti%ia dei codici trascritti da 3icolK, Andrea e Antonio
'itturi, <@ullettino 3ritico di 3ose Arancescane<, ,, 1DBD, pp. ,.-=C' ?ianfranco Aolena, La
cultura volgare e l$=umanesimo cavalleresco= nel 'eneto, in **.VV., :manesimo europeo e
umanesimo vene%iano, Airenze 1D:-, pp. 1..-1.: $pp. 1-1-1.C%. Sulla diffusione del )ior di
'irt*, <primo esempio di libro popolare< in (talia, v. Paul A. ?rendler, La stampa popolare a
'ene%ia, in La stampa in +talia nel Cin&uecento. Atti del Convegno. Roma, CI2?C 0ttobre
CDED, a cura di ;arco Santoro, Goma 1DD2, pp. 211-2,:.
.-. *rmando @alduino, Petrarchismo veneto e tradi%ione manoscritta, in Petrarca, 'ene%ia e
il 'eneto, a cura di ?iorio Padoan, Airenze 1D=:, pp. 2-,-2-= $pp. 2-,-2=B%' ;assimo
3astoldi, Laura Bren%oni Schioppo e il Codice Marciano it. cl. +< C@A, <Studi e Problemi di
3ritica +estuale<, -:, 1DD,, pp. :D-1B1.
... *nelo 3icchetti - Gaul ;ordenti, + libri di (amiglia in +talia, (, )ilologia e storiogra(ia
letteraria, Goma 1DC., p. ,' *lberto *sor Gosa, +ntrodu%ione, ibid., p. >>(.
.:. *nnalisa 3onterio, L$=Arte del 3avegar=6 cultura, (orma%ione personale ed esperien%e
dell$uomo di mare vene%iano nel <' secolo, in **.VV., L$uomo e il mare nella civilt9
occidentale6 da :lisse a Cristo(oro Colombo. Atti del Convegno. .enova C2G giugno CDD?,
?enova 1DD2, pp. 1CD-1DC $pp. 1C=-22.%' 6o +ucci, La pratica della naviga%ione, in Storia
di 'ene%ia, +l Mare, a cura di *lberto +enenti - 6o +ucci, Goma 1DD1, pp. .2=-..D.
.=. ,ibaldone da Canal. Manoscritto mercantile del secolo <+', a cura di *lfredo Stussi, con
sai di Arederic 3. Lane e altri, Venezia 1D:=' 6o +ucci, ari((e vene%iane e libri toscani
di mercatura, <Studi Veneziani<, 1B, 1D:C, p. D: $pp. :.-1BC%.
.C. 07ford, Bodleian Librar!, 3anonici (t. 2:,' cf. *. ;ortara, Catalogo, col. 2,C.
.D. 07ford, Bodleian Librar!, 3anonici (t. D:' *. ;ortara, Catalogo, col. ,-:' @. 3ecchetti,
Libri, scuole, maestri, p. ,,C.
:B. ;. 3ortelazzo, La cultura mercantile, pp. :CD-:D1' *da Gossebastiano @art, 'ocabolari
'eneto2edeschi del secolo <', Saviliano 1DC,' *. Stussi, +l mercante vene%iano, p. 11:.
:1. @. 3ecchetti, Libri, scuole, maestri, p. ,,.' Pio 3enci, L$archivio della Cancelleria della
3un%iatura 'eneta, in **.VV., Miscellanea )rancesco Ehrle. Scritti di storia e paleogra(ia,
(((, Goma 1D2-, p. ,1, $pp. 2=,-,,B%.
:2. S. 3onnell, Boo5s and heir 04ners, pp. 1:=, 1CB.
:,. ). @ertanza - ?. /alla Santa, Maestri, scuole, pp. 2DC, ,22, ,2,.
:-. S. 3onnell, Boo5s and heir 04ners, pp. 1::-1:C.
:.. +bid., pp. 1==-1C,.
::. @. 3ecchetti, Libri, scuole, maestri, pp. ,-:-,-D' 3aterina +ristano, Economia del libro in
+talia tra <' e <'+ secolo6 il costo del libro =nuovo=, <@ulletin du @ibliophile<, 2, 1DD1, pp.
2=:-2=C $pp. 2=,-2D:%.
:=. 3aterina +ristano, Economia del libro in +talia tra la (ine del <' e l$ini%io del <'+ secolo6
il pre%%o del libro =vecchio=, <Scrittura e 3ivilt!<, 1-, 1DDB, pp. 1DD-2=D' ?iancarlo *lessio,
+l manoscritto e il suo pubblico. Circola%ione del libro e domanda di lettura nel
1uattrocento, <@iblioteche 0i<, ,, 1DC., nr. 1, p. 2B $pp. 1.-,,%.
:C. @artolomeo 3ecchetti, La vita dei vene%iani nel CABB, Venezia 1CC., pp. 1B,-11., 1CD-
1DB.
:D. ;arin Sanudo il ?iovane, De origine, situ et magistratibus urbis venetae ovvero La citt9
di 'enetia >CGDA2CHABF, a cura di *nela 3aracciolo *ric4, Venezia 1DCB, pp. 2B-2,. Le
notizie sulle schiave in ). @ertanza - ?. /alla Santa, Maestri, scuole, p. 2B=' @. 3ecchetti,
Libri, scuole, maestri, p. ,.C.
=B. ?. /alla Santa, :omini e (atti dell$ultimo recento, p. 1=. ( 3ontarini erano molto leati al
predicatore1 v. *nthonK Luttrell, .iovanni Contarini, a 'enetian at 0/(ord6 CAD?2CADD,
<Iournal of the Jarbur and 3ourtauld (nstitutes<, 2D, 1D::, pp. -2---,2' ?iorio Aedalto,
Contarini, .iovanni, in Di%ionario Biogra(ico degli +taliani, >>V(((, Goma 1DC,, pp. 2BB-
2B1' /aniel @ornstein, .iovanni Dominici, the Bianchi, and 'enice6 S!mbolic Action and
+nterpretive .rids, <Iournal of ;edieval and Genaissance Studies<, 2,, 1DD,, p. 1:2 $pp. 1-,-
1=1%.
=1. @. 3ecchetti, Libri, scuole, maestri, p. ,,, $testamento 3apello%' *.S.V., 3ancelleria
(nferiore, ;iscellanea Notai /iversi, b. 2:=, nr. 222= $testamento 3orner%.
=2. *.S.V., 3ancelleria (nferiore, ;iscellanea Notai /iversi, libb. 2:, 2=, 2C, contenenti
rispettivamente ,C. testamenti $nrr. 2BB--2,CC%, ,BD testamenti $nrr. 2,CD-2:D=%, 1D,
testamenti $nrr. 2:DC-2CDB%.
=,. +bid., lib. 2:, testamento 2,B:, 22 aosto 1-:C.
=-. *. 3arile, Aspetti della cronachistica vene%iana, p. CB.
=.. @. 3ecchetti, Libri, scuole, maestri, p. ,.1.
=:. Aranco ?aeta, Storiogra(ia, coscien%a na%ionale e politica culturale nella 'ene%ia del
Rinascimento, in **.VV., Storia della cultura veneta, ,a(, Dal primo 1uattrocento al
Concilio di rento, Vicenza 1DCB, p. DB $pp. 1-D1%.
==. @. 3ecchetti, Libri, scuole, maestri, p. ,.1.
=C. Gaimondo ;orozzo /ella Gocca, Codici danteschi vene%iani del $ABB, in **.VV., Studi
in onore di Riccardo )ilangieri, Napoli 1D.D, p. -2B $pp. -1D--21%.
=D. +bid., p. -1D.
CB. Vittorio Lazzarini, + pi* antichi codici di Dante in 'ene%ia, <Nuovo *rchivio Veneto<, -1,
1D21, p.1=, $pp. 1=1-1=-%.
C1. @. 3ecchetti, Libri, scuole, maestri, p. ,-.' G. ;orozzo /ella Gocca, Codici danteschi, p.
-21.
C2. +bid., pp. -2B--21.
C,. 0i a Venezia, Biblioteca 3a%ionale Marciana, ms. it. cl. (>. 2=: $i :DB2%.
C-. G. Aulin, + codici veneti, pp. -=-.1.
C.. S. 3onnell, Boo5s and heir 04ners, p. 1:=.
C:. +bid., p. 1:,' G. Aulin, + codici veneti, p. -1' N. @arozzi, Dell$amore dei vene%iani, p. >(>.
*ltri casi di donne in possesso di libri in +iziana Plebani, 3ascita e caratteristiche del
pubblico di lettrici tra Medioevo e prima et9 moderna, in Donna, disciplina e crean%a
cristiana, a cura di ?abriella Farri $in corso di stampa%. +ipico libro femminile, il libro d#ore
$ibid.%.
C=. ]olc_am ]all, Colle%ione Earl o( Leicester' cf. N. ;ann, Petrarch Manuscripts, pp. 1DC-
1DD.
CC. London, British Librar!, ]arleK ,--2' 07ford, Bodleian Librar!, 3anonici (t. C1' cf. N.
;ann, Petrarch Manuscripts, pp. 2C=-2CD, -1.--1:.
CD. Ne` bor_, Pierpont Morgan Librar!, ;. .B2' cf. /ennis /utsch_e, Census o( Petrarch
Manuscripts in the :nited States, Padova 1DC:, pp. 22:-22C.
DB. 3hicao, :niversit! o( Chicago Librar!, Special 3ollection, =B:-V' cf. /. /utsch_e,
Census, pp. 1BD-112.
D1. 3itt! del Vaticano, Biblioteca Apostolica 'aticana, Palat. Lat. CD.' cf. )lisabeth Pellerin,
Manuscrits de Petrar&ue 9 la Biblioth8&ue 'aticane. Suppl"ment au catalogue de 'attasso,
<(talia ;edioevale e 6manistica <, 1D, 1D=:, p. -D- $pp. -D,--D=%.
D2. 9 il codice trascritto da ?iovanni Nani1 cf. supra, n. .B.
D,. JellesleK, :niversit! Librar!, Plimton -C.' 3f. /. /utsch_e, Census, p. 2=-.
D-. ]einrich ;orf, 3ote pour servir 9 l$histoire de la l"gende de roie en +talie et en
Espagne, <Gomania<, 21, 1CD2, pp. 1C-,C' 2-, 1CD., pp. 1=--1D:' ]uo @uchtal, -istoria
roiana. Studies in the -istor! o( Mediaeval Secular +llustration, London-Leiden 1D=1, pp. 1-
2.
D.. S. 3onnell, Boo5s and heir 04ners, pp. 1:-, 1:C.
D:. (l codice era nel Settecento nella biblioteca del senatore Iacopo Soranzo, come si evince
dal cataloo manoscritto di essa1 Venezia, Biblioteca 3a%ionale Marciana, ms. it. cl. (>. 1,=
$i :.:C%, vol. (, c. ,..v.
D=. @. 3ecchetti, Libri, scuole, maestri, p. ,:2.
DC. Neil ]arris, Marin Sanudo, )orerunner o( Mel%i, <La @ibliofilia<, D., 1DD,, pp. 1-,C.
DD. Luciano ?aran, +l preumanesimo a 'icen%a, reviso, 'ene%ia, in **.VV., Storia della
cultura veneta, 2, +l recento, Vicenza 1D=:, p. 1:B $pp. 1-2-1=B%' ;. Pastore Stocchi,
Scuola e cultura umanistica (ra due secoli, p. 11-.
1BB. S. 3onnell, Boo5s and heir 04ners, p. 1:=.
1B1. L. ?aran, +l preumanesimo, pp. 1.B-1:-' (d., Per la biblioteca di .iovanni Conversini,
in **.VV., 'estigia. Studi in onore di .iuseppe Billanovich, (, Goma 1DC-, pp. ,:.-,C..
1B2. @runo Nardi, Letteratura e cultura vene%iana del 1uattrocento, in **.VV., La cultura
vene%iana del 1uattrocento, Airenze 1D.=, pp. 1B2-11: $pp. DD-1-.%' Aernando Lepori, La
scuola di Rialto dalla (onda%ione alla met9 del Cin&uecento, in **.VV., Storia della cultura
veneta, ,a((, Dal primo 1uattrocento al Concilio di rento, Vicenza 1DCB, pp. .,D-.-B $pp.
.,D-:B.%.
1B,. ;enzionato nel cataloo della @iblioteca Soranzo, oi a Venezia, Biblioteca 3a%ionale
Marciana, ms. it. cl. (>. 1,C $i :.:D%, vol. ((, c. C-v, ove recava il numero 1B2C.
1B-. +vi, ms. lat. cl. V(. .D $i 2.-C%.
1B.. @. 3ecchetti, Libri, scuole, maestri, pp. ,,-, ,.D-,:B' S. 3onnell, Boo5s and heir
04ners, p. 1C2.
1B:. Per le ese&uie di *ldo v. i Diarii manoscritti di ;arin Sanudo, vol. >> $dal 1h settembre
1.1. al 2C febbraio 1.1:%, Venezia, Biblioteca 3a%ionale Marciana, ms. it. cl. V((. 2-= $i
D2,-%, c. 2.D' per Lodovico de la Aontana v. ). @ertanza - ?. /alla Santa, Maestri, scuole, p.
11,.
1B=. +bid., pp. 2C=, 2D=, ,1:. /ei maestri veneziani, dei loro metodi, salari, ambiente culturale
e sociale tratta ampiamente ?. 0rtalli, Scuole, maestri.
1BC. @. 3ecchetti, Libri, scuole, maestri, pp. ,:2-,:,.
1BD. S. ;arcon, + codici della liturgia di San Marco, pp. 1D1-1D..
11B. @. 3ecchetti, Libri, scuole, maestri, p. ,.1. Sui codici analohi di et! carrarese v.
?iordana ;ariani 3anova, La miniatura veneta del recento tra Padova e 'ene%ia, in La
pittura veneta. +l recento, a cura di ;auro Lucco, ((, ;ilano 1DD2, pp. ,1,--BC.
111. S. ;arcon, + codici della liturgia di San Marco, pp. 1D1-1D-.
112. V. ;enehin, S. Michele in isola, pp. 11.-121.
11,. ?. Areuler, Presen%e artistiche, p. -C.' in 3itt! del Vaticano, Biblioteca Apostolica
'aticana, Vat. Lat. 112C=, cc. 1:1-1D,, conservato l#inventario della biblioteca di S. ;attia,
redatto poco dopo il 1.DD per ordine della 3onreazione dell#(ndice' esso elenca numerosi
manoscritti di cui il monastero era in possesso certamente sin da epoca di molto anteriore.
Sulla biblioteca di S. ;attia sono in corso di stampa due documentati studi di )doardo
@arbieri, nella rivista <*evum< e neli atti del conveno +l luogo dei libri. Lo studiolo - la
biblioteca >'iterbo CB2CC novembre CDDGF.
11-. ?iorio Gavenani, Le biblioteche del monastero di S. .iorgio Maggiore, Airenze 1D=:,
pp. 11-1,.
11.. *ntonio Aoscari, +ntrodu%ione a una ricerca sulla costru%ione della Libreria Medicea
nel convento di San .iorgio Maggiore, a 'ene%ia, in Studi per Pietro ,ampetti, a cura di
Ganieri Varese, *ncona 1DD,, pp. 22:-2,:' cf. Geinhold 3. ;ueller, Mercanti e imprenditori
(iorentini a 'ene%ia nel tardo Medioevo, <Societ! e Storia<, 1., 1DD2, p. ,= $pp. 2D-:B%. (n
&ueli stessi anni il monastero, evidentemente molto interessato alla propria biblioteca,
commissionava sontuosi antifonari, paati nel 1-=B dall#abate 3ipriano Ginaldini1 ?. ;ariani
3anova, Miniatura e pittura in et9 tardogotica, p. 21=.
11:. Per S. 3ipriano, SusK ;arcon, + codici medievali di San Cipriano di Murano, in +l
codice miniato. Rapporti tra codici, testo e (igura%ione. Atti del +++ Congresso di Storia della
Miniatura, a cura di ;elania 3eccanti - ;aria 3ristina 3astelli, Airenze 1DD2, pp. 22D-2-:.
6n raduale in due tomi e un volume contenente le costituzioni dell#0rdine provenienti da S.
*ndrea della 3ertosa sono conservati a Venezia, Biblioteca 3a%ionale Marciana, ms. lat. cl.
(((. 1C $i 22C,-22C-% e ms. lat. cl. (V. 1B, $i 2-1D%1 cf. ?abriele ;azzucco, Monasteri
benedettini, nella laguna vene%iana, Venezia 1DC,, pp. 1B--1B.. Per l#importanza del
monastero in relazione alla diffusione della stampa a Venezia v. ;artin Lo`rK, -umanism
and Anti2Semitism in Renaissance 'enice6 the Strange Stor! o( =Decor puellarum=, <La
@ibliofilia<, C=, 1DC:, pp. ,D-.-. Per S. ;aria della 3arit! v. *ntonio Aabris, Esperien%e di
vita comunitaria6 i Canonici regolari, in La Chiesa di 'ene%ia nei secoli <+2<+++, a cura di
Aranco +onon, Venezia 1DCC, p. =D $pp. =,-1B=%. Per S. ?iorio in *la, P. 3enci, L$archivio
della cancelleria della 3un%iatura, pp. ,1C-,2B. 6n codice di S. /aniele, contenente <lo
dialoo di sancto ?reorio papa<, oi a 07ford, Bodleian Librar!, 3anonici (t. 2-:. (vi
anche $3anonici (t. 11D% una traduzione in volare dell#opera di ?iovanni 3assiano,
appartenuta a S. Salvador. * Venezia, Biblioteca 3a%ionale Marciana, una miscellanea in
volare appartenuta a &uest#ultimo monastero, ms. it. cl. (. ,B $i .B2,%, contenente anche
opere di Iacopone da +odi, leende, laudi, orazioni, nonch5 il c.d. Credo di Dante e un
sonetto di sapore dantesco. ( ?esuati avevano opere di s. ?reorio e Iacopone, oi ivi, ms. it.
cl. (. -2 $i -D=1%, e la biblioteca del senatore Iacopo Soranzo conteneva un <codice cartaceo a
due colonne assai bello< deli )vaneli <con la loro esposizione< $cos8 descritto nel codice
marciano ms. it. cl. (>. 1,C, c. :-%. +l colophon era il seuente1 <Questo libro si delli poveri
heremiti de santo Gafaele, scritto in 1--1 per li dicti heremiti<.
11=. Per S. Servilio e S. Faccaria, ?. ;azzucco, Monasteri benedettini, pp. ,.-,:, ,D--B. Per
il monastero aostiniano di S. *lvise, @5n5dictins du @ouveret, Colophons des manuscrits
occidentau/, V(, Aribour 1DC2, p. 1B:1 le monache avevano un S. ?irolamo, 'itae SS.
Patrum, miniato, oi a Napoli, Biblioteca degli 0ratoriani, Pil. (V. -. (l monastero di S.
?irolamo aveva un S. @onaventura, oi a Venezia, Biblioteca 3a%ionale Marciata, ms. it. cl.
F. = $i -=,D%, e S. ;aria deli *neli i Dialoghi di s. ?reorio, in latino $oi a 07ford,
Bodleian Librar!, 3anonici Lat. :.%. Per il convento di S. 3roce della ?iudecca, ;araret L.
^in, Le donne nel Rinascimento, Goma-@ari 1DD1, p. 2B.. (l @arbaro accompana la
traduzione con una lettera alle suore1 )rmolao @arbaro il Vecchio, 0rationes contra poetas.
Epistolae, a cura di ?iorio Gonconi, Airenze 1D=2, pp. =--=:, 1.=-1.D. (l convento aveva
anche i Moralia di s. ?reorio e lo Specchio di Croce di /omenico 3avalca, oi a Venezia,
Biblioteca 3a%ionale Marciana, ms. it. cl. F. 1B $i -=-1%.
11C. S. @enedicti Regula. +ntrodu%ione, testo, apparati, tradu%ione e commento, a cura di
?reorio Penco, Airenze 1D.C, pp. 1,.-1,D' @irer ;un_ 0lsen, + classici nel canone
scolastico altomedievale, Spoleto 1DD1, pp. 1B--1B:.
11D. ^eith J. ]umphreKs, he Boo5 Provisions o( the Mediaeval )riars. C?CH2CGBB,
*msterdam 1D:-, pp. ,-, :-.
12B. ?iulio 3oiola, Due inventari trecenteschi della biblioteca del convento di S.
Domenico di Castello a 'ene%ia, <Givista delle @iblioteche e deli *rchivi<, 2,, 1D12, pp. C.-
122' cf. Luciano ?aran, Lo studio teologico e la biblioteca dei Domenicani a Padova nel
re e 1uattrocento, Padova 1D=1, p. 1C-, per la dimensione delle biblioteche patavine.
121. SusK ;arcon, + libri del generale domenicano .ioachino orriano >P CHBBF nel
convento vene%iano di S. ,anipolo, <;iscellanea ;arciana<, 2--, 1DC=-1DCD, pp.C1-11:.
122. Gemiio Sabbadini, Sugli studi volgari di Leonardo .iustiniani, <?iornale Storico della
Letteratura (taliana<, 1B, 1CC=, p. ,:. $pp. ,:,-,=1%.
12,. V. ad esempio, in Biblioteca Marciana. 'ene%ia, a cura di ;arino Forzi, Airenze 1DC=,
pp. D=, 1=,, un antifonario della Scuola rande della 3arit! e la ;atricola della Scuola dei
3aldereri.
12-. Per la biorafia dei patrizi umanisti si fa rinvio a ;araret L. ^in $nella traduzione di
Saverio Gicci%, :manesimo e patri%iato a 'ene%ia nel 1uattrocento, Goma 1DCD. Per
l#umanesimo patrizio della prima enerazione v. Lino Lazzarini, +l patri%iato vene%iano e la
cultura umanistica dell$ultimo recento, <*rchivio Veneto<, 1.B, 1DCB, pp. 1=D-21D.
12.. Vittore @ranca, L$umanesimo vene%iano alla (ine del 1uattrocento. Ermolao Barbaro e
il suo circolo, in **.VV., Storia della cultura veneta, ,a(, Dal primo 1uattrocento al
Concilio di rento, Vicenza 1DCB, p. 12, $pp. 12,-1=.%.
12:. G. Sabbadini, Sugli scritti volgari di Leonardo .iustiniani, pp. ,:,-,:..
12=. @. 3ecchetti, Libri, scuole, maestri, p. ,,C.
12C. ;ario /#*nelo, Le epistole di Lodovico )oscarini a .uarnerio, in Laura 3asarsa -
;ario /#*nelo - 3esare Scalon, La libreria di .uarnerio d$Artegna, 6dine 1DD1, pp. 1BD-
11B, 11:-121 $pp. 1B=-121%.
12D. *ostino Pertusi, L$umanesimo greco dalla (ine del secolo <+' agli ini%i del secolo <'+,
in **.VV., Storia della cultura veneta, ,a(, Dal primo 1uattrocento al Concilio di rento,
Vicenza 1DCB, pp. 1DB-2BB $pp. 1==-2:-%.
1,B. )lisabetta @arile, Littera anti&ua e scritture alla greca. 3otai e cancellieri copisti a
'ene%ia nei primi decenni del 1uattrocento, Venezia 1DD-' 3laudio ?riio, +l Codice
Berlinese Lat. )ol. @@I. 3uove lettere di )rancesco Barbaro, in **.VV., Miscellanea di
studi in onore di 'ittore Branca, ,a(, :manesimo e Rinascimento a )iren%e e 'ene%ia, Airenze
1DC,, pp. 1.1-1.2, 1=1-1=, $pp. 1,,-1=.%. Sulle vicende dell#alfabeto reco in (talia nel sec.
>V e in particolare sulla finale prevalenza delle maiuscole di tipo monumentale $fatto
colleato alla diffusione della cultura epirafica e anti&uaria%, v. *nna Pontani, Le maiuscole
greche anti&uarie di .iano Lascaris. Per la storia dell$al(abeto greco in +talia nel $GBB,
<Scrittura e civilt!<, 1:, 1DD2, pp. ==-22=.
1,1. (l 3atullo, copiato nel 1-12 dal patrizio ?irolamo /on!, nipote di Pietro vescovo di
Padova, oi a @olona, Biblioteca :niversitaria, ms. 1,=2 $2:21%. *l 3orradini il 3atullo
era stato donato dal vescovo Pietro.
1,2. Gemiio Sabbadini, Antonio da Romagno e Pietro Marcello, <Nuovo *rchivio Veneto<,
n. ser., ,B, 1D1., pp. 2B=-2-:' (d., Ancora Pietro Marcello, ibid., ,1, 1D1:, pp. 2:B-2:2.
1,,. (d., Le scoperte dei codici latini e greci ne$ secoli <+' e <', riprod. anast. con nuove
aiunte e correzioni dell#autore a cura di )uenio ?arin, Airenze 1D:=, p. :,' *ubreK /iller,
he Librar! o( )rancesco and Ermolao Barbaro, <(talia ;edioevale e 6manistica<, :, 1D:,,
pp. 2.2-2:2.
1,-. G. Sabbadini, Le scoperte, p. :-.
1,.. (d., Sugli studi volgari di Leonardo .iustiniani, p. ,:C.
1,:. *mbroio +raversari, Latinae Epistolae, a cura di Pietro 3anneto $con la biorafia del
+raversari di Lorenzo ;ehus%, Airenze 1=.D, coll. ,1--,1: $V(, ,1 e ,2%.
1,=. +bid., coll. ,1=-,1C $V(, ,2 e ,-%' cf. *. Petrucci, Pouvoir de l$"criture, p. C2=. Sulla
rarit! delle @ibbie in volare, )doardo @arbieri, Le Bibbie italiane del 1uattrocento e del
Cin&uecento. Storia e bibliogra(ia ragionata delle edi%ioni in lingua italiana dal CGIC al
C@BB, +rento 1DD2, p. D.
1,C. ?. Aolena, La cultura volgare e l$=umanesimo cavalleresco=, p. 1.=.
1,D. *. +raversari, Latinae Epistolae, col. ,1C $V(, ,-%.
1-B. Gemiio Sabbadini, Epistolario di .uarino 'eronese, (-(((, Venezia 1D1.-1D1D1 (, p. 1,C
$nr. :=%.
1-1. (d., Centotrenta lettere inedite di )rancesco Barbaro precedute dall$ordinamento critico
cronologico dell$intero suo epistolario, Salerno 1CC-, p. =1.
1-2. ;.L. ^in, :manesimo e patri%iato, p. 2:' *ldo 0norato, +ntrodu%ione a ?reorio
3orrer, 0pere, (, ;essina 1DD-, p. 2B.
1-,. G. Sabbadini, Le scoperte, p. 11D.
1--. (l Lippomano conosceva anche l#ebraico1 una sua traduzione dall#ebraico conservata
alla @iblioteca Queriniana di @rescia1 *nelo @rumana, Per Domenico Bragadin e Marco
Lippomano, <3ommentarii dell#*teneo di @rescia<, 1CC, 1DCD, pp. C.-1B,. 6n codice
trascritto per lui dal Simeonachis a Venezia, Biblioteca 3a%ionale Marciana, ms. r. cl. (V.
.= $i 1D2C%.
1-.. G. Sabbadini, Le scoperte, pp. :,-:-.
1-:. +bid., p. :-.
1-=. *. +raversari, Latinae Epistolae, coll. -11--1= $V(((, ,.-,D%' *mbroio +raversari,
-odoeporicon, in *lessandro /ini +raversari, Ambrogio raversari e i suoi tempi, Airenze
1D12, pp. :.-:: $pp. 1-1,D%' )une ;cntz, Les arts 9 la cour des Papes pendant le <'
e
et le
<'+
e
si8cle, (-((, Paris 1C=C-1CC21 ((, pp. 1=1-1=2' *rmand 3olin, C!ria&ue d$Ancone, Paris
1DC1, p. -,B. Su Aantino /andolo $filio di Leonardo e nipote del doe *ndrea% v. la voce del
Di%ionario Biogra(ico degli +taliani, >>>((, Goma 1DC:, pp. -:B--:-, dovuta a ?iuseppe
?ullino, e ora 3ecilia Passarin, Sull$autogra(o dei =Sermones= di )antino Dandolo vescovo di
Padova >P CGHDF, <*tti e ;emorie dell#*ccademia Patavina di Scienze, Lettere e *rti<, 1B:,
1DD,-1DD-, pt. (((, pp. 2=--2.
1-C. *. +raversari, Latinae Epistolae, col. -1= $V(((, -C%.
1-D. (rene Aavaretto, Arte antica e cultura anti&uaria nelle colle%ioni venete al tempo della
Serenissima, Goma 1DDB, pp. -D-... Sulle raccolte librarie di Paolo ((, G. Sabbadini, Le
scoperte, p. :.' Gobert Jeiss, :n umanista vene%iano6 papa Paolo ++, Venezia-Goma 1D.C,
pp. ,B-,2.
1.B. Gobert Jeiss, :n umanista anti&uario6 Cristo(oro Buondelmonti, <Lettere (taliane<, 1:,
1D:-, nr. 2, pp. 11,-11- $pp. 1B.-11:%.
1.1. @. Nardi, Letteratura e cultura vene%iana nel 1uattrocento, p. 11,' 6. +ucci, +l patri%io
vene%iano mercante e umanista, p. 2,.
1.2. <3ome ammoniva ?asparino @arzizza tracciando il ritratto ideale del patrizio
veneziano<1 ibid.
1.,. Patricia ]. Labalme, Bernardo .iustiniani, a 'enetian o( the 1uattrocento, Goma 1D:D,
pp. .--.:, 2,=.
1.-. 6. +ucci, +l patri%io vene%iano mercante e umanista, p. 2.' ?iuseppe /alla Santa, Di un
patri%io mercante vene%iano del 1uattrocento e di )rancesco )ilel(o suo debitore, <Nuovo
*rchivio Veneto<, n. ser., 11, 1DB:, pp. :,-CC.
1... Vittore @ranca, Lauro 1uirini e il commercio librario a 'ene%ia e )iren%e, in 'ene%ia
centro di media%ione tra 0riente e 0ccidente >secoli <'2<'+F. Aspetti e problemi, a cura di
]ans ?eor @ec_ - ;anoussos ;anoussacas - *ostino Pertusi, (, Venezia 1D==, pp. ,=2-
,=,, ,=: $pp. ,:D-,==%' Lauro 1uirini umanista, a cura di Vittore @ranca, Airenze 1D==, pp.
11-1C' ]ans-Veit @eKer, Lauro 1uirini, ein 'ene%ianer unter dem Ein(luss Plethons,
<Iahrbuch der 0sterreichischen @Kzantinisti_<, --, 1DD-, pp. 1-1D.
1.:. G. Sabbadini, Le scoperte, p. 11D' P. Sambin, La biblioteca di Pietro Donato, pp. .,-DC'
Luciano ?aran, .li umanisti e la biblioteca pubblica, in Le biblioteche del mondo antico e
medioevale, a cura di ?ulielmo 3avallo, @ari 1DCD
2
, p. 1=C $pp. 1:,-1C:%.
1.=. )uenia ?ovi, La biblioteca di Jacopo ,eno, <@ollettino dell#(stituto di Patoloia del
Libro<, 1B, 1D.1, pp. ,--11C.
1.C. L. ?aran, .li umanisti e la biblioteca pubblica, pp. 1:C-1=D' Vincenzo Aera, Problemi
e percorsi della rice%ione umanistica, in **.VV., Lo spa%io letterario di Roma antica, (((, La
rice%ione del testo, Goma 1DDB, p. .21 $pp. .1,-.-,%.
1.D. S. 3onnell, Boo5s and heir 04ners, pp. 1C2-1C,. Non si potuto identificare la citt! di
0nento.
1:B. Vittore @ranca, Poli%iano e l$umanesimo della parola, +orino 1DC,, p. 1-.' Gobert
Jeiss, he Renaissance Discover! o( Classical Anti&uit!, 07ford 1D=,, pp. 12., 1:,, 1CD.
6na silloe di iscrizioni conservata a Venezia, Biblioteca 3a%ionale Marciana, ms. lat. cl. >.
1:= $i ,:12%, probabilmente li apparteneva.
1:1. ;.L. ^in, :manesimo e patri%iato, pp. :BB-:B,.
1:2. ^enneth ;. Setton, he Papac! and the Levant. C?BG2CHIC, (-(V, Philadelphia 1D=:-
1DC-1 ((, pp. ,B2-,B.' ;artin Lo`rK, 3icholas Jenson and the Rise o( 'enetian Publishing in
Renaissance Europe, 3ambride, ;ass. 1DD1, p. 1,.
1:,. ;illard ;eiss, Andrea Mantegna as +lluminator, Ne` bor_ 1D.=, pp. 1-2D' Sebastiano
?entile, )iren%e e la scoperta dell$America. :manesimo e geogra(ia nel $GBB (iorentino,
Airenze 1DD2, pp. C.-CC' ;araret L. ^in, he Death o( the Child 'alerio Marcello, 3hicao
1DD-, pp. 12B-1,..
1:-. P. Labalme, Bernardo .iustiniani, p. 2,D. L#opera venne stampata da )nrico da 3olonia
e Stazio ?allo $(?( -CBB%.
1:.. @. 3ecchetti, Libri, scuole, maestri, p. ,,C.
1::. Panaiktis /. ;astrodimHtris, LMNOP QRPSTUMT >CGB?2CG@GF. VP O WPT,
*tene 1D=B, pp. :1-:., C1.
1:=. 3laudia Villa, Bri/iensia, <(talia ;edioevale e 6manistica<, 2B, 1D==, p. 2-C $pp. 2-,-
2=.%. Lo studio individua e descrive trentacin&ue codici un tempo appartenuti al /omenichi.
Per le abitudini di lettura nel secolo >V v. Goer 3hartier, Le pratiche della scrittura, in
**.VV., La vita privata dal Rinascimento all$+lluminismo, @ari 1DC=, p. DB $pp. ==-11=%.
1:C. ;.L. ^in, :manesimo e patri%iato, p. .=-' Gino *vesani, 'erona nel 1uattrocento. La
civilt9 delle lettere, in **.VV., 'erona e il suo erritorio, (V, 2, Verona 1DC-, pp. 11,-1--'
SusK ;arcon, 'ale (eliciter, <Lettere (taliane<, -B, 1DCC, pp. .,:-..:.
1:D. P. 3enci, L$archivio della cancelleria della 3un%iatura, p. ,1D.
1=B. L. ?aran, +l preumanesimo, p. 1:B' ;. Pastore Stocchi, Scuola e cultura umanistica, p.
11-.
1=1. G. Sabbadini, Epistolario di .uarino, (, p. ,B: $nr. 1D2%' ;.L. ^in, :manesimo e
patri%iato, p. 2:.
1=2. 3oncetta @ianca, La (orma%ione della biblioteca latina del Bessarione, in **.VV.,
Scrittura, biblioteche e stampa a Roma nel 1uattrocento. Aspetti e problemi. Atti del
Seminario C2? giugno CDID, 3itt! del Vaticano 1DCB, pp. 1,:-1,= $pp. 1B,-1:.%.
1=,. *. +raversari, Latinae Epistolae, col. ,1, $V(, ,B%.
1=-. G. Sabbadini, Epistolario di .uarino, (, p. 1,C $nr. :=%, p. ,B: $nr. 1D2%.
1=.. P. Sambin, La biblioteca di Pietro Donato, p. :D. Sul +olomeo di Palla Strozzi v.
Sebastiano ?entile, Emanuele Crisolara e la =.eogra(ia= di olomeo, in Dotti bi%antini e
libri greci nell$+talia del secolo <'. Atti del Convegno interna%ionale. rento ??2?A ottobre
CDDB, a cura di ;ariarosa 3ortesi-)nrico V. ;altese, Napoli 1DD2, pp. 2D1-,BC' per i possibili
rapporti con *ndrea @ianco in P. Aalchetta, +l dotto marinaio, p. 11.
1=:. G. Sabbadini, Epistolario di .uarino, (, p. 1,C $nr. :=%, p. ,B: $nr. 1D2%.
1==. *. +raversari, Latinae Epistolae, col. ,B- $V(, 22%.
1=C. +bid., col. ,1: $V(, ,2%.
1=D. ?eoffreK /. ]obson, Et amicorum, <+he LibrarK<, ser. V, -, 1D-D-1D.B, pp. C=-DD' L.
?aran, .li umanisti e la biblioteca pubblica, p. 1C..
1CB. *. +raversari, Latinae Epistolae, col. -1, $V(((, -:%
1C1. @accio Filiotto, Ra((aele ,oven%oni. La vita, i carmi, +rieste 1D.B, p. 111.
1C2. Laura 3asarsa, Come in uno specchio. La cultura umanistica nella =libreria= di
.uarnerio d$Artegna, in )ad. - ;ario /#*nelo - 3esare Scalon, La libreria di .uarnerio
d$Artegna, 6dine 1DD1, p. 1BB $pp. CD-1B:%' ;ario /#*nelo, Le epistole di Lodovico
)oscarini a .uarnerio, ibid., pp. 1BD-11B $pp. 1B=-121%.
1C,. ?iovanni 3iappelli, Libri e lettori a )iren%e nel <' secolo. Le =ricordan%e= e la
ricostru%ione delle biblioteche private, <Ginascimento<, 2D, 1DCD, p. 2== $pp. 2:=-2D1%'
Vittore @ranca, Mercanti scrittori, ;ilano 1DC:, pp. (>-L>>>(((.
1C-. (l reistro senalato da ;.L. ^in, :manesimo vene%iano, ((, p. :,. $su indicazione di
Geinhold ;ueller% e discusso da ;artin Lo`rK, 3icholas Jenson, pp. 2D-,.. )sso
conservato in *.S.V., ?iudici di Petizion, b. D.. $cf. supra, n. 2C%.
1C.. (l Virilio oi a Paris, Biblioth8&ue 3ationale, Lat. =D,D*' il Lattanzio a Venezia,
Biblioteca 3a%ionale Marciana, ms. lat. cl. (( =. $i 21DC%' cf. he Painted Page. +talian
Renaissance Boo5 +llumination, CGHB2CHHB, a cura di Ionathan I.?. *le7ander, London-Ne`
bor_ 1DD-, p. 1BD $scheda di ?iordana ;ariani 3anova%. 9 incerto se il Sanudo impieasse
anche ;arco Foppo, artista che lavorava sicuramente per ;arcantonio ;orosini1 )ad.,
Marco ,oppo e la miniatura, in **.VV., Marco ,oppo. Atti del Convegno +nterna%ionale di
Studi sulla pittura del 1uattrocento Padano. Cento, E2D ottobre CDDA, a cura di @erenice
?iovannucci Vii, @olona 1DD,, pp. 121-1,..
1C:. S. 3onnell, Boo5s and heir 04ners, pp. 1=,-1=..
1C=. ?. /alla Santa, Di un patri%io mercante vene%iano del 1uattrocento e di )rancesco
)ilel(o, pp. =.-=C.
1CC. 07ford, Bodleian Librar!, 3anonici Lat. ,BC' cf. ].0. 3o7e, Catalogi, col. 2-..
1CD. @artolomeo 3ecchetti, :na libreria circolante a 'ene%ia nel secolo <', <*rchivio
Veneto<, ,2, 1C::, pp. 1:1-1:C' /onatella Nebbiai-/alla ?uarda, Les livres et les amis de
.erolamo Molin >CGHB2CGHEF, <La @ibliofilia<, D,, 1DD1, pp. 1.,-1=-.
1DB. 3erto il cardinale camerleno Lodovico +revisan, patrizio veneziano, che viene &uasi
sempre chiamato erroneamente Scarampo perch5 lasci4 eredi due entiluomini di &uella
familia1 ^.;. Setton, he Papac! and the Levant, p. ...
1D1. Aeli7 ?ilbert, Biondo, Sabellico, and the Beginning o( 'enetian 0((icial -istoriograph!,
in **.VV., )lorilegium -istoriale, +oronto 1D=1, pp. ==:-=D,.
1D2. ;. Lo`rK, 3icholas Jenson, pp. 1-2..
1D,. ( vari aspetti della personalit! e dell#azione del @essarione sono trattati nel cataloo della
mostra Bessarione e l$:manesimo >'ene%ia, Biblioteca MarcianaF, a cura di ?ianfranco
Aiaccadori, Napoli 1DD-. Per la donazione a S. ;arco cf. anche ;arino Forzi, La Libreria di
San Marco. Libri, lettori, societ9 nella 'ene%ia dei dogi, ;ilano 1DC=, pp. 2,-11D, -1.--,C.
1D-. Sulla Venezia del tempo, croiolo di influssi, creatrice di miti, ispiratrice di speranza
anche reliiosa v. ?ino @enzoni, 'ene%ia come citt9 ulteriore, in )errara e il Concilio. CGAE2
CGAD, Atti del Convegno di Studi, )errara ?A2?G novembre CDED, a cura di Patrizia 3astelli,
Aerrara 1DCD, pp. 1.,-1CB.
1D.. /ante @alboni, Beac&ui, .aleotto, in Di%ionario Biogra(ico degli +taliani, V((, Goma
1D:., pp. ,,D-,-B' @enedetto Luchini, Cronica della vera origine et attioni della
illustrissima et (amosissima contessa Matilda, ;antova 1.D2, pp. 12=-1,B.
1D:. ( testamenti di Aranceschina, abitante in contrada S. ?eminiano e madre di due monaci,
Placido e ;atteo, sono due1 nel primo, *.S.V., 3ancelleria (nferiore, ;iscellanea Notai
/iversi, b. 2:, testamento nr. 21=1, 2, settembre 1-:2, lascia due sue case, del valore
complessivo di :BB ducati, al monastero' se si fossero dovute vendere, il ricavato di una delle
case, &uella sita a S. ?ervasio, valutata -BB ducati, doveva essere speso nell#ac&uisto di <tanti
libri per la libreria del monastero San Forzi ;aior<. Nel secondo testamento, del 22 aprile
1-:D, ivi, San ?iorio ;aiore, b. -C, proc. .D, c. 11, destina all#ac&uisto di libri la met! del
valore delle due case, valutate =BB ducati, semprech5 se ne fosse decisa la vendita1 il che non
avvenne, dato che i due immobili $di S. ?ervasio e S. *nese% erano ancora in propriet! del
monastero nel 1CB- e 1CB2 rispettivamente $ibid., proc. .Da-:Ba%.
1D=. *. Aoscari, +ntrodu%ione a una ricerca sulla costru%ione della Libreria Medicea, pp.
1C.-1CC.
1DC. ;aurK /. Aeld, S4e!nhe!m and Pannart%, Cardinal Bessarion, 3eoplatonism6
Renaissance -umanism and 4o Earl! Printers$ Choice o( e/ts, <]arvard LibrarK @ulletin<,
,B, 1DC2, nr. ,, pp. 2C2-,,..
1DD. ;. Lo`rK, 3icholas Jenson, pp. 1:-1C.
2BB. ;anfredo +afuri, La =nuova Costantinopoli=. La rappresenta%ione della =renovatio=
nella 'ene%ia dell$:manesimo >CGHB2CHBDF, <Gassena<, -, 1DC2, nr. D, pp. 2.-,C.
2B1. +iziana Pesenti, La Biblioteca Marciana nella sua storiogra(ia pi* recente, <(l
@ibliotecario<, 1DDB, nr. 2., p. 1-= $pp. 1-,-1.D%.
2B2. La lettera esiste in copia di mano di *postolo Feno1 ;. Forzi, La Libreria di S. Marco,
pp. D-, --2. (l competitore di Faccaria @arbaro, *ostino @arbario, non menziona alcun
libro nel suo testamento1 @ernd Goec_, Arte per l$anima, arte per lo Stato. :n doge nel tardo
1uattrocento ed i segni delle immagini, Venezia 1DD1, pp. DD-12=.
2B,. Sul Navaero v. 3laudio ?riio, +l (rammento della =Storia 'eneta= di Andrea
3avagero. Appunti di storiogra(ia vene%iana nell$et9 del Rinascimento, in **.VV., ra
storia e simbolo. Studi dedicati a E%io Raimondi, Airenze 1DD-, pp. C1-DC.
2B-. ]enrK /. SaffreK, mago de (acili multiplicabilis in cartis. :n document m"connu, dat"
de l$ann"e CGC?, sur l$origine de la Bravure sur bois 9 'enise, <Nouvelle de l#)stampe<, 1DC-,
nr. =-, pp. --=.
2B.. ?iordana ;ariani 3anova, Di alcuni corali superstiti a S. .iustina in Padova.
Cristo(oro Cortese e altri miniatori del 1uattrocento, <*rte Veneta<, 2-, 1D=B, pp. ,=-,D $pp.
,.--:%' Alora @ellini, scheda nr. , del cataloo <ilogra(ie italiane del 1uattrocento da
Ravenna e da altri luoghi, Gavenna 1DCC, p. -2.
2B:. @artolomeo 3ecchetti, La stampa tabellare in 'ene%ia nel CGGI e l$esen%ione del da%io di
libri nel CGAA, <*rchivio Veneto<, 2D, 1CC., pp. C=-D1.
2B=. ?. ;ariani 3anova, Di alcuni corali, p. -,' ?ianvittorio /illon, Sul libro illustrato del
1uattrocento6 'ene%ia e 'erona, in **.VV., La stampa degli incunaboli nel 'eneto, Venezia
1DC,, p. C2 $pp. C1-D:%.
2BC. @. 3ecchetti, La stampa tabellare, p. DB' Lucia Nadin @assani, Le carte da gioco a
'ene%ia, Venezia 1DCD, pp. 12-1-.
2BD. L. Nadin @assani, Le carte da gioco, p. 1,.
21B. Victor Scholderer, Printing at 'enice to the End o( CGEC, in (d., )i(t! Essa!s in )i(teenth
and Si/teenth Centur! Bibliograph!, a cura di /ennis ). Ghodes, *msterdam 1D::, p. =- $pp.
=--CD%.
211. ?ustav Lud`i, Contratti (ra lo stampador ,uan da Colonia ed i suoi soci e inventario
di una parte del loro maga%%ino, <;iscellanea di Storia Veneta. G. /eputazione di Storia
Patria<, ser. ((, C, 1DB2, p. ., $pp. -.-CC%' ?iulio 3oiola, +l Breviario .rimani della
Biblioteca Marciana di 'ene%ia, Leiden 1D1B, p. :B, dimostra che *ntonio da ;essina e il
pittore *ntonello non sono la stessa persona.
212. ;. Lo`rK, 3icholas Jenson, pp. .:-.=.
21,. )milio ;otta, Pam(ilo Castaldi, Antonio Planella, Pietro :gleimer ed il vescovo
d$Aleria, <Givista Storica (taliana<, 1, 1CC-, pp. 2::-2:= $pp. 2.2-2=2%' Paolo Veneziani,
Castaldi, Pan(ilo, in Di%ionario Biogra(ico degli +taliani, >>(, Goma 1D=C, pp. ..C-.:1.
21-. ). ;otta, Pam(ilo Castaldi, pp. 2.--2...
21.. *.S.V., Notatorio del 3olleio, re. 1D, c. ..v,pubblicato per la prima volta in un folio
volante da Iacopo ;orelli, Monumenti del principio della stampa in 'ene%ia, Venezia 1=D-'
ripubblicato da 3arlo 3astellani, La stampa in 'ene%ia dalla sua origine alla morte di Aldo
Manu%io seniore, Venezia 1CCC, pp. :C-:D.
21:. ^.;. Setton, he Papac! and the Levant, pp. 1.C-1.D.
21=. ;./. Aeld, S4e!nhe!m and Pannart%, pp. 2C2-,,..
21C. ;. Lo`rK, 3icholas Jenson, pp. .B-.-.
21D. ). @arbieri, Le Bibbie italiane, pp. 1, 1C=' ;artin Lo`rK, =3el Beretin Convento=6 the
)ranciscans and the 'enetian Press >CGIG2IEF, <La @ibliofilia<, C., 1DC,, pp. ,2-,- $pp. 2=-
-B%.
22B. ;. Lo`rK, 3icholas Jenson, pp. :1-=B. Sull#accusa di spionaio al cardinale Feno e ai
suoi familiari, v. ?iovanni Soranzo, .iovanni Battista ,eno, nipote di Paolo ++, cardinale di
S. Maria in Portico >CG@E2CHBCF, <Givista di Storia della 3hiesa in (talia<, 1:, 1D:2, pp. 2-D-
2=-. Su Valdarfer, v. ;artin Lo`rK, Cristo(oro 'aldar(er tra politici vene%iani e cortigiani
estensi, in +l libro a corte, a cura di *medeo Quondam, Goma 1DD-, pp. 2=,-2C-.
221. @rian Pullan, Rich and Poor in Renaissance 'enice, 07ford 1D=1 $trad. it. La politica
sociale della Repubblica di 'ene%ia CHBB2C@?B, Goma 1DC2%, pp. -.---..' ;. Lo`rK,
-umanism and Anti2Semitism in Renaissance 'enice, pp. ,D-.-.
222. Lilian *rmstron, he Agostini Plutarch6 an +lluminated 'enetian +ncunable, in
**.VV., reasures o( the Librar! o( rinit! College, Dublin, /ublin 1DC:, pp. C:-D:.
22,. )dler /e Goover, Per la storia dell$arte della stampa in +talia. Come (urono stampati a
'ene%ia tre dei primi libri in volgare, <La @ibliofilia<, :B, 1D.,, p. 11B $pp. 1B=-11=%. /el
Plinio furono tratte 1.B2, copie, una delle &uali, miniata, alla @odleiana1 ^ristian Iensen,
he Bodleian Librar! and +ts +ncunabula, in **.VV., +ncunabula in the Bodleian Librar!,
@erlin-^lln 1DD,, pp. 1D-2B $pp. D-2D%. (l Landino fu compensato dali Strozzi, per la sua
traduzione, con .B fiorini.
22-. Per limitarci alla @ritish LibrarK, opere edite da Vindelino recano armi Pas&ualio,
@adoer, Lion' da Ienson, Priuli e ;alipiero' da 3lemente Patavino, 3albo' da Iacobus Gubeus
Vercellensis, Pisani' da *ntonino, ;inotto' da *ntonio della Palia, Fancariol' da ]amman,
Vitturi >Catalogue o( Boo5s Printed in the <'
th
Centur! 3o4 in the British Museum, pt. V,
'enice, London 1D2-, pp. 1:1, 1:,, 1:-, 1:=, 1=D, 1C:, 21,, 22D, 2D=, ,.:%.
22.. Ionathan I.?. *le7ander, 'enetian +llumination in the )i(teenth Centur!, <*rte Veneta<,
2-, 1D=B, p. 2=. $pp. 2=2-2=.%.
22:. Sulla edizione del ;esue e sulla parte avuta nelle prime stampe mediche da Niccol4
?upalatino, v. ;arK *. Gouse - Gichard ]. Gouse, 3icolaus .upalatinus and the Arrival o(
Print in +tal!, <La @ibliofilia<, CC, 1DC:, pp. 221-2.1.
22=. @. Nardi, Letteratura e cultura veneziana nel Quattrocento, p. 1-B.
22C. ;. Lo`rK, 3icholas Jenson, p. .C.
22D. V. Scholderer, Printing at 'enice, p. CC' Leonardas ?erulaitis, Printing and Publishing
in )i(teenth Centur! 'enice, 3hicao-London 1D=:, p. =B.
2,B. ;aurK /. Aeld, A heor! on the +talian Printing )irm. Part ++6 the Political Econom!
and Patronage, <]arvard LibrarK @ulletin<, ,-, 1D::, pp. 2D--,,2.
2,1. ;. Lo`rK, 3icholas Jenson, pp. 1B:-11B.
2,2. *nna ;odiliani, ipogra(ia a Roma prima della stampa. Due societ9 per (are libri con
le (orme, Goma 1DCD.
2,,. ^onrad ]aebler, Das estament der Johann Manthen von .erresheim, <La @ibliofilia<,
2:, 1D2-, pp. 1-1D.
2,-. Su Le Goue, +ullia ?asparini Leporace, 3uovi documenti sulla tipogra(ia vene%iana del
1uattrocento, in **.VV., Studi bibliogra(ici. Atti del Convegno dedicato alla storia del libro
italiano nel 'X centenario dell$introdu%ione dell$arte della tipogra(ia in +talia, Airenze 1D:=,
pp. 2.--:' *ostino 3ont4, Sulla tipogra(ia vene%iana del <' secolo >due nuovi documenti
relativi all$attivit9 vene%iana di Jac&ues Le RougeF, <3opKriht<, 1DC--1DC., pp. =.-CB' ;.
Lo`rK, 3icholas Jenson, pp. 12--1,B. Su Gauchfass e 6leheimer, ibid., pp. 11,-11-. Su
;aufer, *ostino 3ont4, La societ9 Mau(er2Con(alonieri e la stampa &uattrocentesca di
'irgilio, <Verona (llustrata. Givista del ;useo di 3astelvecchio<, ,, 1DDB, pp. 2,-,,.
2,.. V. Scholderer, Printing at 'enice, p. C2.
2,:. Luii @alsamo, ecnologia e capitali nella storia del libro, in **.VV., Studi o((erti a
Roberto Ridol(i, direttore de =La Biblio(ilia=, Airenze 1D=,, p. D, $pp. ==-D-%' *. Petrucci,
Pouvoir de l$"criture, p. C,1.
2,=. ?. Lud`i, Contratti, pp. 2B-2,' ;. Lo`rK, 3icholas Jenson, p. 1:..
2,C. V. Scholderer, Printing at 'enice, p. C:.
2,D. *ndrea A. ?asparinetti, :n documento inedito della societ9 =.iovanni da Colonia.
3iccolK Jenson e Compagni=, in **.VV., Studi e ricerche sulla storia della stampa nel
1uattrocento, ;ilano 1D-2, pp. 1C.-1DB.
2-B. )milio ;otta, Di )ilippo di Lavagna e di alcuni altri tipogra(i editori milanesi del
1uattrocento, <*rchivio Storico Lombardo<, ser. (((, D, 1CCC, nr. 2., pp. -2--,, :. $pp. 2C-
=2%.
2-1. ( calcoli sono di ;artin Lo`rK, 'enetian Capital, .erman echnolog! and Renaissance
Culture in the Later )i(teenth Centur!, <Genaissance Studies<, 2, 1DCC, p. ..
2-2. (d., =3el Beretin Convento=, pp. 2=--B.
2-,. (d., 3icholas Jenson, pp. D=, 11-.
2--. Sul Gatdolt, ;aurK /. Aeld, Constructed Letters and +lluminated e/ts6 Regiomontano,
Leon Battista Alberti, and the 0rigin o( Roman !pe, <]arvard LibrarK @ulletin<, 2C, 1DCo,
pp. ,,=-,=D' /ennis ). Ghodes, +l lunario del CGEC dell$Archivio Capitolare di Brescia6
particolari bibliogra(ici e biogra(ici, <3ommentari dell#*teneo di @rescia<, 1C,, 1DC-, pp. ==-
C2' *rmando Petrucci, +l libro illustrato italiano del 1uattrocento, in Libri, scrittura e
pubblico nel Rinascimento, a cura di (d., @ari 1D=D, pp. C,-C- $pp. =D-D=%.
2-.. SusK ;arcon, Esempi di /ilominiatura nella Biblioteca di S. Marco, <*teneo Veneto<,
1=,, 1DC:, pp. 1=,-1D,.
2-:. (vo ;attozzi, +l polo cartario dello stato vene%iano. Lavoro e produ%ione nella 'alle del
oscolano dal <+' al <'++ secolo, in corso di stampa. Le cartiere che riuscirono a produrre la
carta miliore e a soddisfare la crescente domanda deli stampatori veneziani furono &uelle di
S. ;artino @onalbero nel Veronese e &uella della valle del +oscolano. Qui si form4 un
addensamento di fabbriche senza euale in (talia, la cui prosperit! dur4 sino alla fine del
Settecento $ibid.%.
2-=. Victor Scholderer, Printers and Readers in +tal! in the )i(teenth Centur!, in (d., )i(t!
Essa!s in )i(teenth and Si/teenth2Centur! Bibliograph!, a cura di /ennis ). Ghodes, ;ilano
1D::, p. 2B. $pp. 2B2-21-%' ?edeon @orsa, Clavis t!pographorum librariorum&ue +taliae,
CG@A2C@BB, ((, *ureliae *&uensis 1DCB, pp. ,C:--B.. La stima formulata anni or sono da ^.
/achs e J. Schmidt per la produzione di incunaboli nel Quattrocento europeo $2=-,B.BBB
titoli% iudicata attendibile da N. ]arris, Marin Sanudo, )orerunner o( Mel%i, p. ,2. )nnio
Sandal, Dal libro antico al libro moderno. Premesse e materiali per una indagine, in
**.VV., + primordi della stampa a Brescia, CGI?2CHCC, Padova 1DC:, p. 2.2 $pp. 22=-,B=%,
valuta la produzione veneziana in ..BBB edizioni, pari al -2e del totale italiano, contro il 1:e
di Goma e il 1Be di ;ilano. L#(talia, secondo il Sandal, concorrerebbe alla complessiva
produzione europea per il -.e circa.
2-C. ;. Lo`rK, +l mondo di Aldo Manu%io, p. ,,.' Gudolph ]irsch, Printing, Selling and
Reading, CGHB2CHHB, Jiesbaden 1D:=, p. :=.
2-D. *.S.V., 3ancelleria (nferiore, ;iscellanea Notai /iversi, +estamenti, b. 2C, testamento
12 aosto 1-D1. Sul 3apcasa v. la voce Capcasa, Matteo, di *lfredo 3ioni, in Di%ionario
Biogra(ico degli +taliani, >V(((, Goma 1D=., pp. -B1--B,.
2.B. 3arla @ozzolo - /omini&ue 3o& - )zio 0rnato, La production du livre en &uel&ues pa!s
d$Europe 0ccidentale au/ <+'
e
et <'
e
si8cle, <Scrittura e 3ivilt!<, C, 1DC-, p. 1.: $pp. 12D-
1:B%.
2.1. Ginaldo Aulin, Documenti per servire alla storia della tipogra(ia vene%iana, <*rchivio
Veneto<, 2,, 1CC2, pp. 1B1-1B, $pp. C--212%' Guth 3havasse, he )irst 7no4n Author$s
Cop!right, September CGE@, in the Conte/t o( a -umanist Career, <@ulletin of the Iohn
GKlands 6niversitK LibrarK of ;anchester<, :D, 1DC., pp. 11-,=.
2.2. ]artmann Schedel, Brie(4echsel >CGH?2CGIEF, a cura di Paul Ioachimson, +cbinen
1CD,, p. 1C: $lettera C.%' G. ]irsch, Printing, Selling and Reading, p. =-.
2.,. G. Aulin, Documenti per servire, pp. 1B--1B..
2.-. ;. Lo`rK, 3icholas Jenson, pp. 1=C-2B2. Per utili osservazioni sul prezzo dei libri a
stampa a Venezia e nel Veneto v. *nelo 3olla, ipogra(i, editori e libri a Padova, reviso,
'icen%a, 'erona, rento, in **.VV., La stampa degli incunaboli nel 'eneto, Venezia 1DC,,
pp. 2--=.
2... )mblematico il caso di ?erardo da Lisa, che fu maestro di scuola, scriba, cantore e
tiporafo1 v. *ostino 3ont4, 3otes on the -istor! o( Printing in reviso in the CH
th
Centur!,
in he +talian Boo5 CG@H2CEBB. Studies Presented to Dennis E. Rhodes on -is IB
th
Birthda!,
London 1DD,, pp. 21-2D. ;olti tiporafi erano maestri di scuola1 v. +iziana Plebani, 0maggio
ad Aldo grammatico6 origine e tradi%ione degli insegnanti2stampatori, in Aldo Manu%io e
l$ambiente vene%iano. CGDG2CHCH, a cura di SusK ;arcon - ;arino Forzi, Venezia 1DD-, pp.
=,-1B2. Garo il caso di stampatori patrizi1 nel 1.1: *ntonio 3appello, banchiere e futuro
procuratore di San ;arco, estisce anche una stamperia assieme al fratello Silvano $6o
+ucci, Cappello, Antonio, in Di%ionario Biogra(ico degli +taliani, >V(((, Goma 1D=., pp.
=-,-=-C%.
2.:. G. Aulin, Documenti per servire, pp. 1BB-1B1' 3arlo Volpati, .li Scotti di Mon%a
tipogra(i2editori in 'ene%ia, <*rchivio Storico Lombardo<, .C, 1D,1, pp. ,:.-,C2.
2.=. /avid Goers, Johann -amman at 'enice6 a Surve! o( -is Career. Yith a 3ote on the
Sarum =-orae= o( CGDG, in **.VV., Essa!s in -onour o( 'ictor Scholderer, ;ainz 1D=B, pp.
,-D-,:C.
2.C. V. Scholderer, Printing at 'enice, p. C:.
2.D. 3. Volpati, .li Scotti, p. ,:=.
2:B. Iohn ;onfasani, he )irst Cali (or Press Censorship6 3iccolK Perotti, .iovanni Andrea
Bussi, Antonio Moreto, and the Editing o( Plin!$s =3atural -istor!=, <Genaissance QuarterlK<,
-1, 1DCC, pp. 1-,1' ;artin Lo`rK, La produ%ione del libro, in Produ%ione e commercio della
carta e del libro. Secc. <+++2<'+++, a cura di Simonetta 3avaciocchi, Airenze 1DD2, pp. ,C--
,C. $pp. ,:.-,C=%.
2:1. @. Goec_, Arte per l$anima, p. 2..
2:2. /. Goers, Johann -amman, p. ,-D.
2:,. Secondo la felice espressione di Vittore @ranca, L$umanesimo vene%iano e l$arte del
libro, <Gevue des mtudes (taliennes<, 2=, 1DC1, p. ,2= $pp. ,2.-,,,%.
2:-. ). @arbieri, Le Bibbie, pp. 1..-1C-.
2:.. Sulle tiporafie reche a Venezia prima di *ldo, Nicolas @ar_er, Aldus Manutius and
the Development o( .ree5 Script and !pe in the )i(teenth Centur!, SandK ]oo_, 3onn. 1DC.'
3onstantinos Stai_os, nUT U oRRpXW UqrSsT[T, (, *tene 1DCD, pp. 1DC-2B2,
,=.--,B' /espina Vlassi Sponza, + greci e 'ene%ia6 una presen%a costante nell$editoria >secc.
<'2<<F, in **.VV., Armeni, ebrei, greci stampatori a 'ene%ia, catalogo della mostra
>'ene%ia, Biblioteca MarcianaF, Venezia 1DCD, pp. =1-DD' ;arco Aantuzzi, La coscien%a del
medium tipogra(ico negli editori greci di classici dagli esordi della stampa alla morte di
7allierges, in Dotti bi%antini e libri greci nell$+talia del secolo <'. Atti del Convegno
interna%ionale, rento ??2?A ottobre CDDB, a cura di ;ariarosa 3ortesi-)nrico V. ;altese,
Napoli 1DD2, pp. ,=-:B' ;anoussos ;anoussacas-3onstantinos Stai_os, ='enetiae &uasi
alterum B!%antium=. Le edi%ioni di testi greci da Aldo Manu%io e le prime tipogra(ie greche
di 'ene%ia, catalogo, *tene 1DD,' )vro LaKton, he Si/teenth Centur! .ree5 Boo5 in +tal!.
Printers and Publishers (or the .ree5 Yorld, Venice 1DD-, pp. ,-...
2::. Simonetta Pelusi, La stampa in caratteri glagolitici e cirillici, in **.VV., Armeni, ebrei,
greci stampatori e 'ene%ia, catalogo della mostra >'ene%ia, Biblioteca MarcianaF, Venezia
1DCD, pp. 1B1-11,' ?iorio ;ontecchi, Dalla pagina manoscritta alla pagina stampata nei
breviari in caratteri glagolitici, in +l libro nel bacino adriatico >secc. <'2<'+++F, a cura di
Sante ?raciotti, Airenze 1DD2, pp. ,-,B.
2:=. Paola Gio, Don9, .irolamo, in Di%ionario Biogra(ico degli +taliani, >L, Goma 1DD1, p.
=-= $pp. =-1-=.,%.
2:C. *. Petrucci, +l libro illustrato, pp. C2-C-' Serio Same_ Lodovici, Arte del libro. re
secoli di storia del libro illustrato dal 1uattrocento al Seicento, ;ilano 1D=-, pp. CC-DB.
2:D. Lilian *rmstron, he +mpact o( Printing on Miniaturists in 'enice a(ter CG@D, in
Printing the Yritten Yorld. he Social -istor! o( Boo5s, circa CGHB2CH?B, a cura di Sandra
]indmann, (thaca-London, 1DD1, pp. 1=--2B2' )ad., he -and2+llumination o( Printed Boo5s
in +tal! CG@H2CHCH, in he Painted Page, a cura di Ionathan I.?. *le7ander, London 1DD-, pp.
,.--=. L#umanista pistoiese ?irolamo Gossi, amico di ;arsilio Aicino e di )rmolao @arbaro,
si fece a Venezia, ove soiorn4 tra il 1-CB e il 1-D., una biblioteca di incunaboli miniati1
*nela /illon @ussi, + libri decorati di .irolamo Rossi. +llustra%ione libraria a 'ene%ia nella
seconda met9 del 1uattrocento, <Verona (llustrata. Givista del ;useo di 3astelvecchio<, 2,
1DCD, pp. 2D-.1.
2=B. Victor ;assena Prince d#)sslin, Les livres 9 (igures v"nitiens de la (in du <'
e
si8cle et
du commenc"ment du <'+
e
, (-(V, Paris-Alorence 1DB=-1D1-' S. Same_ Lodovici, Arte del
libro, pp. D2-D,.
2=1. Aeliciano @envenuti, i%iano nella lente delle stampe. Stampe di e da i%iano, <)idos<,
1B, 1DD2, p. . $pp. --1.%' 3arlo ?inzbur, i%iano, 0vidio e i codici della (igura%ione erotica
nel $HBB, in **.VV., i%iano e 'ene%ia. Convegno interna%ionale di studi >'ene%ia CDI@F,
Vicenza 1DCB, pp. 12.-1,..
2=2. @odo ?uthmcller, 0vidio Metamorphoseos vulgare, @oppard am Gheim 1DC1, pp. 1=,-
2,: $su cui v. la recensione di Paola Gio, <Lettere (taliane<, ,-, 1DC2, pp. 2D1-2DC%' (d.,
3ota su .iovanni Antonio Rusconi illustratore delle =ras(orma%ioni= del Dolce, in **.VV.,
Miscellanea di studi in onore di 'ittore Branca, ,a((, :manesimo e Rinascimento a )iren%e e
'ene%ia, Airenze 1DC,, pp. ==1-==D' (d., Studien %ur anti5en M!thologie in der italienischen
Renaissance, Jeinheim 1DC:, pp. 1B1-1-1.
2=,. Vittore @ranca, Boccaccio visuali%%ato6 amore sublimante, amore tragico, amore (estoso
dalla novella alla (igurativit9 narrativa, in **.VV., La novella italiana. Atti del Convegno di
Caprarola, CD2?G settembre CDEE, Goma 1DCD, pp. 2C,-,B2. Sulle ascendenze romane della
ninfa contemplata dal satiro nel Poli(ilo, Lamberto /onati, Poli(ilo a Roma6 le rovine
romane, <La @ibliofilia<, ==, 1D=., p. -C $pp. ,=-:-%. Sul tema della bella dormiente, Vittore
@ranca, +nterespressivit9 narrativa (igurativa6 E(igenia, 'enere e il tema della =nuda=, (ra
Boccaccio e Botticelli e la pittura vene%iana del Rinascimento, in **.VV., =+l se rendit en
+talie=. Ztudes o((erts 9 Andr" Chastel, Paris 1DC=, pp. .=-:C.
2=-. **.VV., L$+storiato. Libri a stampa e maioliche italiane del Cin&uecento. Salone
Sistino, C? giugno - ?@ settembre $DA, Aaenza 1DD,.
2=.. *. 3olla, ipogra(i, editori e libri, pp. ,=-.-' Lorenzo @aldacchini, La parola e la cassa.
Per una storia del compositore nella tipogra(ia italiana, <Quaderni Storici<, 2-, 1DCD, nr. =2,
pp. :=D-:DC. Per li stipendi dei professori v. Iames @ruce Goss, 'enetian Schools and
eachers )ourteenth to Earl! Si/teenth Centur!6 a Surve! and a Stud! o( .iovanni Battista
Egna%io, <Genaissance QuarterlK<, 2D, 1D=:, pp. .21-.::.
2=:. ;arc#*ntonio 3occio Sabellico, 0pera, (((, @asilea 1.=B, p. ,21.
2==. *rmando Petrucci, La scrittura. +deologia e rappresenta%ione, +orino 1DC=, pp. ,1-,2,
:2-:,.
2=C. Per li )stensi v. Luii @alsamo, L$industria tipogra(ico2editoriale nel ducato estense
all$epoca dell$Ariosto, in **.VV., +l Rinascimento nelle corti padane. Societ9 e cultura, @ari
1D==, pp. 2CB, 2C- $pp. 2==-2DC%' )rnesto ;ilano, Biblioteca Estense, Modena, Airenze 1DC=,
p. 22. Per Aederico da ;ontefeltro, v. Luii ;ichelini +occi, Agapito, bibliotecario =docto,
acorto et diligente= della Biblioteca :rbinate alla (ine del 1uattrocento, in **.VV.,
Collectanea 'aticana in honorem Anselmi M. Card. Albareda a Bibliotheca Apostolica edita,
3itt! del Vaticano 1D:2, p. 2.D $pp. 2-.-2CB%. Nella biblioteca di apparato i libri erano tutti
<belli in superlativo rado< e scritti <a penna<' ma <in alia bibliotheca< vi era una trentina di
libri a stampa, <per la maior parte opere edite prima della morte di Aederico<' cf. )lisabeth
L. )isenstein, La rivolu%ione inavvertita, @olona 1DC:, p. =B.
2=D. ;. Lo`rK, 3icholas Jenson, pp. 1D2-1D..
2CB. /ulia ]ai ?asser, Catullus and -is Renaissance Readers, 07ford 1DD,, pp. 2.-2C.
2C1. I. ;onfasani, he )irst Call (or Press2Censorship, pp. 1-,1. 9 in fondo lo stesso bisono
di un#autorit! filoloica che spineva i primi umanisti a desiderare il formarsi di depositi
ufficiali di libri, le biblioteche pubbliche1 V. Aera, Problemi e percorsi, p. .21.
2C2. ?iovanni Pozzi, -ermolai Barbari Castigationes Plinianae et in Pomponium Melam, (-
(V, Padova 1D=,-1D=D1 (, +ntrodu%ione, p. >(>' V. @ranca, L$umanesimo vene%iano alla (ine
del 1uattrocento, p. 1.1.
2C,. Paul La`rence Gose, -umanist Culture and Renaissance Mathematics6 the +talian
Libraries o( the 1uattrocento, <Studies in the Genaissance<, 2B, 1D=,, pp. DD-1B1.
2C-. V. @ranca, L$umanesimo vene%iano alla (ine del 1uattrocento, pp. 1..-1:D. Su ;arco
/andolo e sul filio ;atteo v. le voci di ?iuseppe ?ullino in Di%ionario Biogra(ico degli
+taliani, >>>((, Goma 1DC:, pp. -C=--D.. La ricca biblioteca reca di ;arco e ;atteo
/andolo oi all#)scorial. Sul /andolo in Arancia, ;araret L. ^in, :manesimo cristiano
nella 'ene%ia del 1uattrocento, in La Chiesa di 'ene%ia tra Medioevo ed et9 moderna, a cura
di ?iovanni Vian, Venezia 1DCD, p. -, $pp. 1.-.-%. Sul /on!, P. Gio, Don9, .irolamo, pp.
=-1-=.,.
2C.. Luciano ?aran, :n umanista ritrovato6 .alea%%o )acino e la sua biblioteca, <(talia
;edioevale e 6manistica<, 2:, 1DC,, pp. 2.=-,B.' P.L. Gose, -umanist Culture, pp. D--DD.
Au razie a ?iorio Valla e alla sua biblioteca che Nicol4 3opernico pot5 accostarsi alle opere
scientifiche della recit! antica1 ?uido *vezz", Le (onti greche di Copernico,
/ispense per la .iornata Copernicana, 6niversit! di Padova, 1B dicembre 1DD, $in corso di
stampa%. Per l#importanza dell#opera enciclopedica del Valla e la sua scarsa fortuna v. *lfredo
Serrai, Storia della bibliogra(ia, (, Bibliogra(ia e cabala. Le Enciclopedie rinascimentali $(%,
Goma 1DCC, pp. 2=2-2=..
2C:. Per la biblioteca del @embo, v. N. ?iannetto, Bernardo Bembo umanista e politico
vene%iano, pp. 2.D-,.C. Per &uella del ;orosini, ;.L. ^in, :manesimo e patri%iato, p. :B:'
Luii Piacente, Sette lettere inedite di Battista .uarini, <(nviilata Lucernis. Givista
dell#(stituto di Latino, 6niversit! di @ari<, 1B, 1DCC, p. 2,. $pp. 2,,-2.1% ;. Lo`rK, 3icholas
Jenson, pp. ,D, -2, CB' Lilian *rmstron, scheda nr. =2 in he Painted Page, a cura di
Ionathan I.?. *le7ander, London 1DD-, p. 1... Su /aniele Genier, ;.L. ^in, :manesimo e
patri%iato, pp. :2:-:2C. Sulla biblioteca di ;arin Sanudo v. ora *ostino 3ont4, Ancora sui
libri di Marin Sanudo, <La @ibliofilia<, D:, 1DD-, pp. 1D.-1DD. @ernardo @embo possedeva
anche un altro prezioso +erenzio, del secolo >' e molti altri codici importanti di +erenzio
appartenevano a varie casate patrizie1 v. 3laudia Villa, La =Lectura erentii=, (, Padova 1DC-,
pp. 2=--2==.
2C=. ;arsilio Aicino, Epistolae, LNorimberaM, per *ntonium ^oberer, 1-D= $(?( ,C:-%, c.
1D..
2CC. )uenia ?ovi, Patavinae Cathedralis Ecclesiae Capitularis Bibliotheca. Librorum <'
Saec. +mpressorum +nde/, Patavii 1D.C, pp. 1-,-1:D' Gaffaella Faccaria, Dol(in, Pietro, in
Di%ionario Biogra(ico degli +taliani, >L, Goma 1DD1, pp. .:.-.=1. Sui conventi e il teatro, v.
?iorio Padoan, La commedia rinascimentale a 'ene%ia6 dalla sperimenta%ione umanistica
alla commedia =regolare=, in **.VV., Storia della cultura veneta, ,a(((, Dal primo
1uattrocento al Concilio di rento, Vicenza 1DC1, pp. ,C=, -1B $pp. ,==--:.%.
2CD. *. Pertusi, L$umanesimo greco, p. 2.1.
2DB. SusK ;arcon, + libri del generale domenicano .ioachino orriano, pp. C1-11:' cf.
supra n. 121.
2D1. V. @ranca, Poli%iano e l$umanesimo della parola, pp. 1-B-1.2.
2D2. Si tratta di libri i! visti dal Lascaris1 ^arl ^onrad ;cller, 3eue Mitteilungen [ber Janos
Las5aris und die Mediceische Bibliothe5, (, 1CC-, p. ,C. $pp. ,,,--12%. (l +orriano possedeva
anche <*neli Politiani missellanea non liato< $S. ;arcon, + libri del generale domenicano,
p. D- n. :,%, indizio forse di un rapporto fra i due dotti.
2D,. Per &uanto riuarda *ldo ;anuzio ci siamo basati soprattutto su1 ;. Lo`rK, +l mondo di
Aldo Manu%io' Carlo /ionisotti, +ntrodu%ione a Aldo Manu%io editore. Dediche, pre(a%ioni,
note ai testi. esto latino con tradu%ione e note di ?iovanni 0rlandi, ;ilano 1D=.' 3arlo
/ionisotti, Aldo Manu%io, in Di%ionario critico della letteratura italiana, diretto da Vittore
@ranca, (((, +orino 1DC:, pp. -2---' Luii @alsamo, Alberto Pio e Aldo Manu%io6 editoria a
'ene%ia e Carpi (ra $GBB e $HBB, in **.VV., Societ9 politica e cultura a Carpi ai tempi di
Alberto +++ Pio. Atti del Convegno +nterna%ionale >Carpi, CD2?C maggio CDIEF, (, Padova
1DC1, pp. 1,,-1::. /i rande importanza lo studio di )ster Pastorello, Di Aldo Pio Manu%io6
testimonian%e e documenti, <La @ibliofilia<, :=, 1D:., pp. 1:,-22B, e della stessa, Epistolario
Manu%iano. +nventario cronologico analitico, Airenze 1D.=. Per la produzione reca in
particolare, Niel Jilson, )rom B!%antium to +tal!. .ree5 Studies in the +talian Renaissance,
London 1DD2, pp. 12=-1:2. Per i caratteri reci di *ldo, N. @ar_er, .ree5 Script and !pe,
pp. -,-:,' *. Pontani, Le maiuscole greche anti&uarie, pp. 1=--1=.. Per l#armonia della
paina di *ldo v. ?iorio ;ontecchi, Per(e%ione tecnica ed e&uilibrio gra(ico
nell$imposi%ione e nell$impagina%ione dei libri in ottavo di Aldo Manu%io, in (d., +l libro nel
Rinascimento, ;ilano 1DD-, pp. 21.-2,:. *d *ldo sono state dedicate tre mostre nel 1DD-1 a
Airenze $@iblioteca Laurenziana%, Aldo Manu%io tipogra(o >CGDG2CHCHF, a Poppi, Aldo
Manu%io, i suoi libri, i suoi amici, tra <' e <'+ secolo, a cura di Piero Scapecchi, e a Venezia
$@iblioteca ;arciana%, Aldo Manu%io e l$ambiente vene%iano, con relativi catalohi. Neli
Stati 6niti si avuta la mostra Learning (rom the .ree5s, alla @einec_e LibrarK, Ne` ]aven,
e nel 1DD. la mostra +n Praise o( Aldus Manutius. A 1uincentenar! E/hibition, alla Pierpont
;oran LibrarK, Ne` bor_. 6na aiornata sintesi in ;artin /avies, Aldus Manutius,
Printer and Publisher o( Renaissance 'enice, London 1DD..
2D-. L. @alsamo, Alberto Pio e Aldo Manu%io, pp. 1,=-1,D. 6n#inedita opera iovanile di
*ldo di aromento rammaticale descritta da Piero Scapecchi, :n$opera manoscritta di
Aldo Manu%io nella biblioteca della )onda%ione 1uerini Stampalia, <*teneo Veneto<, n. ser.,
,1, 1DD,, pp. 111-11,.
2D.. Sul +orresani, v. ). ;otta, Pam(ilo Castaldi, p. 2:2' ). Pastorello, Di Aldo Pio Manu%io,
pp. 1CD-1D2' ;. Lo`rK, 3icholas Jenson, p. 2B=' (d., +l mondo di Aldo Manu%io, passim. (n
particolare sull#edizione di s. 3aterina, ;arie ]Kacinthe Laurent, Alde Manu%io l$ancien,
"diteur de S. Cath"rine de Sienne >CHBBF, <+raditio<, :, 1D-C, pp. ,.=-,:,' Paolo +rovato,
Per un censimento dei manoscritti di tipogra(ia in volgare >CGIB2C@BBF, in +l libro di poesia
dal copista al tipogra(o, a cura di ;ario Santaata - *medeo Quondam, Aerrara 1DCD, pp. -,-
C2.
2D:. ;artin Lo`rK, 4o .reat 'enetian Libraries in the Age o( Aldus Manutius, <@ulletin of
the Iohn GKlands 6niversitK LibrarK of ;anchester<, .C, 1D=:, pp. ,=C--2B' N. Jilson,
)rom B!%antium to +tal!, pp. 12=-1:2. Per le ricerche di codici v. 3arlo Vecce, Aldo Manuce
et les d"couvertes de manuscrits6 une h!poth8se sur le d"veloppement de l$"dition aldine, in
**.VV., Les humanistes et l$anti&uit" grec&ue, Paris 1DCD, pp. 1-=-1.:. Le ricerche di fra
?iocondo procurarono ad *ldo i codici su cui si basarono le edizioni aldine di Plinio il
iovane $1.BC%, Sallustio $1.BD% e, probabilmente, Nonio ;arcello $1.1,% e 3esare $1.1,% v.
3arlo Vecce, +acopo Sanna%%aro in )rancia. Scoperte di codici all$ini%io del <'+ secolo,
Padova 1DCC, pp. C-1,.
2D=. *lle due ipotesi sinora dominanti, &uella di ;aria +eresa 3asella e ?iovanni Pozzi
$l#autore sarebbe il domenicano Arancesco 3olonna di S. Fanipolo% e &uella di ;aurizio
3alvesi $si tratterebbe dell#omonimo principe di Palestrina%, si aiune ora &uella di Piero
Scapecchi, L$=-!pnerotomachia Poliphili= e il suo autore, <*ccademie e @iblioteche d#(talia<,
.1, 1DC,, pp. 2C:-2DC, e .iunte e considera%ioni per la bibliogra(ia sul Poli(ilo, ibid., .,,
1DC., pp. :C-=,, che propone la fiura del frate servita )liseo. Per le 7ilorafie si parlato di
un artista della cerchia di @enedetto @ordon' *lessandro Parronchi propone il nome di Pietro
Paolo *abiti. La &uestione riassunta da )milio Lippi, nella recensione all#opera dello
Scapecchi, <Studi +revisani<, -, 1DC., pp. 1.D-1:2. *lessandro Parronchi, +l vero autore del
=Poli(ilo=, <Gara Volumina<, 1, 1DD-, pp. =-12, porta nuovi aromenti a favore della tesi
<servita<.
2DC. *rmando Petrucci, Alle origini del libro moderno. Libri da banco, libri da bisaccia,
libretti da mano, in Libri, scrittura e pubblico nel Rinascimento, a cura di (d., @ari 1D=D, pp.
1,=-1.:' SusK ;arcon, :manesimo veneto e calligra(ia monumentale6 codici nella
Biblioteca di S. Marco, <Lettere italiane<, ,D, 1DC=, pp. 2.2-2C1. *lbinia de la ;are sta
ultimando il completo censimento dei codici del Sanvito.
2DD. Pier Silverio Leicht, + pre%%i delle edi%ioni aldine al principio del $HBB, <(l libro e la
stampa<, :, 1D12, fasc. (((, p. C, $pp. ==-C-%' ;artin Lo`rK, Magni nominis umbrad
L$editoria classica da Aldo Manu%io vecchio ad Aldo giovane, in La stampa in +talia nel
Cin&uecento. Atti del Convegno. Roma, CI2?C 0ttobre CDED, a cura di ;arco Santoro, Goma
1DD2, pp. 2,=-2.,.
,BB. ?ino @elloni, +l commento petrarchesco di Antonio da Canal e annesse &uestioncelle
tipogra(iche e (ilologiche sull$aldina del CHBC, in **.VV., Miscellanea di studi in onore di
'ittore Branca, (, Dal Medioevo al Petrarca, Airenze 1DC,, pp. -.D--=C, ora in (d., Laura tra
Petrarca e Bembo, Padova 1DD2, pp. D:-11D. Sull#influenza delle scelte di *ldo in materia di
punteiatura, v. ;alcom @. Par_es, Pause and E((ect. Punctuation in the Yest, *ldershot
1DD2, p. .1. (l messaio di *ldo detto <s&uillante< da 3. /ionisotti, Aldo Manu%io, p. -,.
,B1. V. @ranca, L$umanesimo vene%iano e l$arte del libro, pp. ,,1-,,2.
,B2. /eno I. ?eana_oplos, .ree5 Scholars in 'enice, 3ambride, ;ass., 1D:2, pp. 1:=-,B1'
;artin Lo`rK, he =3e4 Academ!= of Aldus Manutius6 a Renaissance Dream, <@ulletin of
the Iohn GKlands 6niversitK LibrarK of ;anchester<, .C, 1D=:, pp. ,=C--2B' N. Jilson,
)rom B!%antium to +tal!, pp. 12=-1,,.
,B,. /eno I. ?eana_oplos, Erasmus and the Aldine Academ! o( 'enice, <?ree_, Goman and
@Kzantine Studies<, ,, 1D:B, pp. 1B=-1,-' ;anlio /azzi, Aldo Manu%io e il dialogo vene%iano
di Erasmo, Vicenza 1D:D, pp. 1,1-1-.. *ttraverso *ldo, )rasmo entr4 in contatto con Paolo
3anal, il ;usuro e l#)nazio, partecipi deli appassionati interessi reliiosi di +ommaso
?iustinian e del ruppo di patrizi e di eruditi che si riuniva intorno a lui1 v. ?iliola Aranito,
.asparo Contarini. :n magistrato vene%iano al servi%io della Cristianit9, Airenze 1DCC, pp.
1-:-1.1. Su )rasmo a Venezia v. ora Erasmo, 'ene%ia e la cultura padana nel CHBB, a cura di
*chille 0livieri, Govio 1DD., in particolare i contributi di Iean 3laude ;arolin $pp. 11-2C%
e ?ino @enzoni $pp. 2D--=%.
,B-. *ldo cerc4 di difendersi dai Lionesi anche pubblicando un folio, in cui si denunziavano
li errori da costoro commessi, che rendevano riconoscibile il falso1 il folio, datato 1: marzo
1.B,, riprodotto $nr. 2% nella raccolta di facsimili curata da ]enri 0mont, Catalogues des
livres grecs et latins imprim"s par Alde Manuce 9 'enise >CGDE2CHBA2CHCAF reproduits en
photot!pie, Paris 1CD2.
,B.. Paolo 3amerini, +n di(esa di Lucantonio .iunta dall$accusa di contra((attore delle
edi%ioni di Aldo Romano, <*tti e ;emorie della G. *ccademia di Scienze, Lettere e *rti in
Padova<, n. ser., .B, 1D,,-1D,-, pp. 1:.-1D-' Piero Scapecchi, ra il giglio e l$ancora6
:omini, idee e libri nella bottega di Aldo, in corso di stampa neli *tti del 3onveno Aldus
Manutius and Renaissance Culture, Venezia - Airenze, 1--1: iuno 1DD-, promosso da Villa
( +atti - +he ]arvard 6niversitK 3enter for (talian Genaissance Studies.
,B:. 3arlo ;accani, )ilologia e storiogra(ia della scien%a. +l ricupero delle (onti scienti(iche
classiche all$origine della scien%a moderna, in **.VV., Atti del Convegno sui problemi
metodologici di storia della scien%a, orino, ?D2AC mar%o CD@I, Airenze 1D:=, p. 1BC $pp. D:-
11.%.
,B=. 3arlo /ionisotti, )ilologia umanistica e testi giuridici (ra 1uattro e Cin&uecento, in
**.VV., La critica del testo. Atti del secondo Congresso interna%ionale della Societ9
+taliana del Diritto, Airenze 1D=1, pp. 1D--1D. $pp. 1CD-2B-%' *nela Nuovo, Alessandro
Paganino >CHBD21.,C%, Padova 1DDB, pp. :-=.
,BC. ;araret @. Still`ell, he A4a5ening +nterest in Science during the )irst Centur! o(
Printing. An Annotated Chec5list o( )irst Editions, Ne` bor_ 1D=B, pp. ,BB-,B2' 3.
;accani, La stampa, le scien%e, le tecniche, p. -CC.
,BD. Aernanda *scarelli - ;arco ;enato, La tipogra(ia del $HBB in +talia, Airenze 1DCD, pp.
,2.-,2:. Per i dissensi tra li eredi alla morte di *ndrea +orresani, v. 3orrado ;arciani, +l
testamento, e altre noti%ie, di )ederico orresani, <La @ibliofilia<, =2, 1D=1, pp. 1:.-1=C.
Sull#edizione di ?aleno, Vivian Nutton, John Caius and the Manuscript o( .alen, 3ambride
1DC=, pp. ,C--D. Sulla ripresa dell#attivit! editoriale dopo il 1.,,, ;artin Lo`rK, Aristotle$s
Poetic and the Rise o( 'ernacular Literar! heor!, <Viator<, 2., 1DD-, pp. -11--2.. Per le
biorafie dei fili di *ldo $*ntonio, ;anuzio e Paolo% e di *ndrea +orresani $Aederico e
?ianfrancesco%, v. le voci, dovute a ;artin Lo`rK, in **.VV., Contemporaries o( Erasmus,
(-(((, +oronto 1DC.-1DC=1 ((, pp. ,CB-,C1, e (((, pp. ,,,-,,- $su *ndrea, ibid., pp. ,,2-,,,%.
,1B. Paolo 3amerini, Annali dei .iunti, (-((, Airenze 1D:2-1D:,' v. anche Paolo Veneziani,
Lucantonio ritrovato, in **.VV., Biblioteca 3a%ionale Centrale. Roma. + (ondi, le
procedure, le storie, Goma 1DD,, pp. 1D.-2B,.
,11. L$+mita%ione, tipico libro di diffusione popolare, era stato stampato a Venezia in latino
nel 1-C, e in volare nel 1-CC1 Paul A. ?rendler, )orm and )unction in +talian Renaissance
Boo5s, <Genaissance QuarterlK<, -:, 1DD,, nr. ,, pp. -:1--:= $pp. -.1--C.%. Sulle
Metamor(osi v. *ntonio Niero, Decreti pretridentini di due patriarchi di 'ene%ia su stampa
di libri, <Givista di Storia della 3hiesa in (talia<, 1-, 1D:B, pp. -.B--.2' @. ?uthmcller,
0vidio Metamorphoseos vulgare, pp. 1C,-1C.. Aorse il Poli(ilo di *ldo, ancorch5 vi
abbondassero le nudit!, non attir4 l#attenzione del patriarca proprio per il suo carattere erudito
e anti&uario, che lo destinava a una limitata circolazione.
,12. Per l#edizione di *vicenna, ?iorio Vercellin, +l Canone di Avicenna (ra Europa e
0riente nel primo Cin&uecento, +orino 1DD1, pp. =-1,. Per la polemica tra )rasmo e *lberto
Pio, ;Kron P. ?ilmore, Erasmus and Alberto Pio, Prince o( Carpi, in Action and Conviction
in Earl! Modern Europe. Essa!s in Memor! o( E.-. -arbison, a cura di +heodor G. Gabb -
Ierrold ). Seiel, Princeton 1D:D, pp. 2DD-,1C.
,1,. L#ipotesi di 3arlo /ionisotti, Stampe .iuntine, in (d., Machiavellerie, +orino 1DCB, p.
1C2 $pp. 1==-1D2%. Su Ailippo ?iunta, v. 3laudia /i Ailippo @arei, .iunta, Doni,
orrentino6 tre tipogra(ie (iorentine (ra repubblica e principato, <Nuova Givista Storica<, -,,
1D=-, pp. ,1C-,-C.
,1-. *lberto +enenti, Luc$Antonio .iunti il .iovane stampatore e mercante, in **.VV.,
Studi in onore di Armando Sapori, ;ilano 1D.=, pp. 1B2,-1B:1.
,1.. Stefano Pillinini, Bernardino Stagnino. :n editore a 'ene%ia tra 1uattro e Cin&uecento,
Goma 1DCD.
,1:. Silvana Seidel ;enchi, Le tradu%ioni di Lutero nella prima met9 del Cin&uecento,
<Ginascimento<, n. ser., 1=, 1D==, p. ,2 $pp. ,1-1BC%. (l nome di Lutero, e i suoi scritti,
compaiono talvolta, ma solo perch5 oetto di confutazione.
,1=. ?iuseppina ;onaco, La stampa periodica nel Cin&uecento, in La stampa in +talia nel
Cin&uecento. Atti del Convegno. Roma, CI2?C 0ttobre CDED, a cura di ;arco Santoro, Goma
1DD2, pp. :-1-:.1. Aurfante, venditore di <historie<, appare nell#atto (, scena (V, della
commedia.
,1C. /ennis ]. Ghodes, Annali tipogra(ici di La%%aro de$ Soardi, Airenze 1D=C.
,1D. *. Nuovo, Alessandro Paganino, pp. -B--1.
,2B. +bid., pp. -.-.1, :1-:2.
,21. +bid., pp. 1.-21' ;. Lo`rK, 3icholas Jenson, pp. 21=-21C.
,22. *medeo Quondam, La letteratura in tipogra(ia, in **.VV., Letteratura italiana, ((,
Produ%ione e consumo, +orino 1DC,, pp. .CC-.CD $pp. ...-:C:%.
,2,. Neil ]arris, L$avventura editoriale dell$=0rlando +nnamorato=, in **.VV., + libri di
=0rlando +nnamorato=, ;odena 1DC=, pp. :D-=2 $pp. ,.-1BB%.
,2-. +bid., pp. D.-D=' *lfredo 3ioni, Bindoni, Agostino# Bindoni, Alessandro# Bindoni,
Benedetto# Bindoni, Bernardino# Bindoni, )rancesco, in Di%ionario Biogra(ico degli +taliani,
>, Goma 1D:C, pp. -D:-.B,.
,2.. A. *scarelli - ;. ;enato, La tipogra(ia, pp. ,,C-,,D.
,2:. *. Quondam, La letteratura in tipogra(ia, pp. :,D-:-1' N. ]arris, L$avventura
editoriale, pp. CC-D-.
,2=. +iziana Pesenti, Le edi%ioni vene%iane dell$umanista tedesco )riedrich 3ausea >Per gli
annali tipogra(ici di .regorio De .regoriF, in **.VV., 'iridarium )loridum. Studi di storia
veneta o((erti dagli allievi a Paolo Sambin, Padova 1DC-, p. ,B, $pp. 2D.-,1:%' A. *scarelli -
;. ;enato, La tipogra(ia, p. ,,D. Per la stampa dell$-orologium breve v. /ennis ). Ghodes,
Carolus Paganus, =De Passione Christi=, et son imprimeur, <@ulletin du @ibliophile<, 1,
1DC:, pp. -=-.2' *nelo ;. Piemontese, 'ene%ia e la di((usione dell$al(abeto arabo nell$+talia
del Cin&uecento, <Quaderni di Studi *rabi<, .-:, 1DC=-1DCC, p. :-- $pp. :-1-:.2%.
,2C. Nereo Vianello, Per gli =annali= dei Sessa, tipogra(i ed editori in 'ene%ia nei secoli <'2
<'++, <*ccademie e @iblioteche d#(talia<, ,C, 1D=B, pp. 2:2-2C..
,2D. )nrica Pace, Aspetti tipogra(ici2editoriali di un best2seller del secolo <'+6 l$0rlando
)urioso, <Schifanoia<, ,, 1DC=, pp. 1B,-11-.
,,B. +bid., p. 1BD.
,,1. *. Quondam, La letteratura in tipogra(ia, pp. .C--.C=.
,,2. ;iriam +urrini, La coscien%a e le leggi. Morale e diritto nei testi per la con(essione
della prima et9 moderna, @olona 1DD1, p. .B2.
,,,. 6o Gozzo, Linee per una storia dell$editoria religiosa in +talia >CGI@2C@BBF, 6dine
1DD,, p. 2,.
,,-. S. Seidel ;enchi, Le tradu%ioni di Lutero, p. -B. La testimonianza di Iohann
;athesius. (l libretto viene ristampato nel 1..: da *ostino @indoni e, attorno al 1.,B, da un
editore anonimo $ibid.%. Per l#importanza dello Foppino come diffusore della nuova teoloia
v. 6o Gozzo - Silvana Seidel ;enchi, Livre et R"(orme en +talie, in La R"(orme et le livre, a
cura di Iean-AranOois ?ilmont, Paris 1DDB, p. ,,: $pp. ,2=-,=-%.
,,.. Salvatore 3aponetto, La ri(orma protestante nell$+talia del Cin&uecento, +orino 1DD2,
pp. ,,-,-.
,,:. +bid., pp. D.-1B1.
,,=. S. Seidel ;enchi, Le tradu%ioni di Lutero, pp. ,1-1BC' 6. Gozzo, Linee per una storia, p.
.-.
,,C. Aranco ?aeta, :n nun%io ponti(icio a 'ene%ia nel Cin&uecento >.irolamo AleandroF,
Venezia-Goma 1D:B, pp. 1,1-1,=.
,,D. 6. Gozzo, Linee per una storia, p. .-' Paul A. ?rendler, he Roman +n&uisition and the
'enetian Printing Press, CHGB2C@BH, Princeton 1D== $trad. it. L$+n&uisi%ione romana e
l$editoria a 'ene%ia CHGB2C@BH, Goma 1DC,%, pp. 1D1-1D,.
,-B. Su 3omin da +rino v. la voce del Di%ionario Biogra(ico degli +taliani, dovuta a /ennis
). Ghodes, >>V((, Goma 1DC2, pp. .=:-.=C. Sul +ramezzino, *lberto +into, Annali
tipogra(ici del rame%%ino, Venezia-Goma 1D:C. Su @artolomeo Fanetti, v. ?iordano
3astellani, Da olomeo Janiculo a Bartolomeo ,anetti via .iovangiorgio rissino, <La
@ibliofilia<, D-, 1DD2, pp. 1=1-1C..
,-1. Silvano 3avazza, Libri in volgare e propaganda eterodossa6 'ene%ia CHGA2CHGI, in
**.VV., Libri, idee e sentimenti religiosi nel Cin&uecento italiano, ;odena CDEI, p. 11 $pp.
D-2C%.
,-2. Paul A. ?rendler, Critics o( the +talian Yorld >CHAB2CH@BF, ;adison-London 1D:D'
?iovanni *&uilecchia, Pietro Aretino e altri poligra(i a 'ene%ia, in **.VV., Storia della
cultura veneta, ,a((, Dal primo Rinascimento al Concilio di rento, Vicenza 1DCB, pp. :1-DC
$ora in (d., 3uove schede di italianistica, Goma 1DD-, pp. ==-1,C%' 3laudia /i Ailippo
@arei, +l mestiere di scrivere. Lavoro intellettuale e mercato librario a 'ene%ia nel
Cin&uecento, Goma 1DCC' ?ino @enzoni, 'ene%ia ai tempi dei Caboto, in 'ene%ia e i Caboto,
a cura di Gosella ;amoli Forzi - 6o +ucci, Venezia 1DD2, pp. 11-2-.
,-,. *. Quondam, La letteratura in tipogra(ia, pp. :-=-:-C.
,--. +bid., p. :-C' (d., 3el giardino del Marcolini. :n editore vene%iano tra Aretino e Doni,
<?iornale Storico della Letteratura (taliana< D=, 1DCB, pp. =.-11:' *uusto ?entili, +l
problema delle immagini nell$attivit9 di )rancesco Marcolini, ibid., pp. 11=-12..
,-.. *. Quondam, La letteratura in tipogra(ia, p. :-.' (d., =Mercan%ia d$onore=, =Mercan%ia
d$utile=. Produ%ione libraria e lavoro intellettuale a 'ene%ia nel Cin&uecento, in Libri, editori
e pubblico nell$Europa moderna. .uida storica e critica, a cura di *rmando Petrucci, @ari
1D==, pp. .1-1B-.
,-:. *. Quondam, La letteratura in tipogra(ia, p. :-1.
,-=. Sulla stampa ebraica a Venezia, /avid *mram, he Ma5ers o( -ebre4 Boo5s in +tal!,
London 1D:,, pp. 1-:-1DB, 2.2-2=:' @engamin Gavid, he Prohibition Against Je4ish
Printing and Publishing in 'enice and the Di((iculties o( Leone Modena, in Studies in
Mediaeval Je4ish -istor! and Literature, a cura di (sadore +`ers_K, 3ambride, ;ass. 1D=D,
pp. 1,.-1.,' Giccardo 3alimani, .li editori di libri ebraici a 'ene%ia, in **.VV., Armeni,
ebrei, greci stampatori a 'ene%ia, Venezia 1DCD, pp. ..-:2' Nello Pavoncello, Le tipogra(ie
ebraiche minori a 'ene%ia, Goma 1DDB. (mportante il cataloo della mostra tenuta alla
Pierpont ;oran LibrarK di Ne` bor_ $1. febbraio-= maio 1DCD%, -ebraica. Manuscripts
and Earl! Printed Boo5s (rom the Librar! o( the 'almadonna rust, a cura di @rad Sabin ]ill,
07ford 1DCD.
,-C. *. Nuovo, Alessandro Paganino, pp. 1B=-1,1' ;aurice @orrmans, Pr"sentation de la
premi8re "dition imprim"e du Coran 9 'enise, <Quaderni di Studi *rabi<, D, 1DD1, pp. D,-
12:.
,-D. Sulla traduzione del 3orano, v. 3arlo /e Arede, Cristianit9 e +slam nel Cin&uecento. A
proposito della prima tradu%ione italiana del Corano, <*tti dell#*ccademia Pontaniana<, n.
ser., 1., 1D::, pp. 1..-1:.. Sulla probabile adesione dell#*rrivabene alla Giforma, in
particolare all#evanelismo di Vald5s, ibid., pp. 1:1-1:,' P.A. ?rendler, he Roman
+n&uisition, pp. 1B.-111.
,.B. *. Nuovo, Alessandro Paganino, pp. 12:-1,1. Su Postel v. Postello, 'ene%ia e il suo
mondo, a cura di ;arion L. ^untz, Airenze 1DCC' ;arion L. ^untz, Marcantonio .iustiniani,
'enetian Patrician and Printer o( -ebre4 Boo5s, and -is .i(t to .uillaume Postel6 1uid pro
&uo\, <Studi Veneziani<, n. ser., 1=, 1DCD, pp. .1-:,. Su +eseo *mbroio deli *lbonesi, *.
Nuovo, Alessandro Paganino, pp. 1BD-11B. Specialista delle linue orientali, l#*lbonesi si
interessava anche alle linue slave1 )milio +eza le4 alla ;arciana un breviario laolitico da
lui annotato' v. *ntonio 3ronia - Luii 3ini, Rivaluta%ione di una scoperta di Emilio e%a6
l$=editio princeps= dei breviari glagolitici, <*tti dell#(stituto Veneto di Scienze, Lettere e
*rti<, 11,, 1D.--1D.., pp. =2-11=. Sul @rucioli stampatore in arabo v. )doardo @arbieri, La
tipogra(ia araba a 'ene%ia nel <'+ secolo. :na testimonian%a d$archivio dimenticata,
<Quaderni di Studi *rabi<, D, 1DD1, pp. 12=-1,1.
,.1. @aK_ar Sivazligan, 'ene%ia per l$0riente6 la nascita del libro armeno, in **.VV.,
Armeni, ebrei, greci stampatori a 'ene%ia, Venezia 1DCD, pp. 2,-,C' **.VV., Le livre
arm"nien 9 travers les ]ges, ;arseille 1DC., pp. =--=:.
,.2. +iziana Pesenti, Stampatori e letterati nell$industria editoriale a 'ene%ia e in
erra(erma, in **.VV., Storia della cultura veneta, -a(, +l Seicento, Vicenza 1DC,, p. 1B.
$pp. D,-12D%' S. Pelusi, La stampa in caratteri glagolitici e cirillici, pp. 1B2-1B:.
,.,. /. Vlassi Sponza, + .reci a 'ene%ia, pp. CB-C1' 3. Stai_os, ^_O, pp. ,=.--,B'
)caterine ^oumarianou - Lou_ia /roulia - )vro LaKton, ` aNNbTM cMcNP CGI@2CEAB,
*tene 1DC:, pp. .--11,' ). LaKton, he Si/teenth Centur! .ree5 Boo5, pp. 1,1-222.
,.-. )nrica Aollieri, Su alcuni libri greci stampati a 'ene%ia nella prima met9 del
Cin&uecento, in **.VV., Contributi alla storia del libro italiano. Miscellanea in onore di
Lamberto Donati, Airenze 1D:D, pp. 11D-1:-.
,... )lisa @onaldi, La (amiglia .ardano e l$editoria musicale vene%iana >CHAE2C@CCF, <Studi
Veneziani<, n. ser., 2B, 1DDB, pp. 2=2-,B2.
,.:. +. Pesenti, Stampatori e letterati, p. D-' 6. Gozzo, Linee per una storia, p. 22.
,.=. 6. Gozzo, Linee per una storia, p. D-' L. @alsamo, ecnologia e capitali, pp. C.-C:, D,-
D-.
,.C. /ennis ). Ghodes, Some Rare )lorentine and 'enetian Printers and Boo5sellers, C@th
Centur!, <La @ibliofilia<, D., 1DD,, pp. -2---.
,.D. La prima ipotesi di P.A. ?rendler, he Roman +n&uisition, pp. C-D' la seconda di 3onor
AahK, he =+nde/ Librorum Prohibitorum= and the 'enetian Printing +ndustr! in the Si/teenth
Centur!, <(talian Studies<, ,., 1DCB, p. :1 $pp. .2-:1%' la terza di ]enri-Iean ;artin, in
**.VV., Produ%ione e commercio della carta e del libro. Secc. <+++2<'+++. Atti della
ventiduesima settimana di studio >+stituto di Storia )rancesco Datini di PratoF, Airenze 1DD2,
p. 1BB- >avola Rotonda, pp. DD,-1BBC%. Lorenzo @aldacchini, + centri di produ%ione del
libro nell$+talia del Cin&uecento, in +l linguaggio della biblioteca. Scritti in onore di Mauro
.uerrini, Airenze 1DD-, p. 12: $pp. 121-1,,%, iune ad una cifra di 2D..BB edizioni
veneziane nel 3in&uecento, partendo dai dati sinora raccolti dal censimento delle
cin&uecentine italiane attualmente in corso1 cf. ;arco Santoro, Storia del libro italiano,
;ilano 1DD-, pp. 1B:-11B.
,:B. Goer 3hartier, Le livre <+++
e
2<'+++
e
si8cle6 p"riodisation, production, letture, in ;arco
Santoro, Storia del libro italiano, ;ilano 1DD-, p. DCB $pp. D=.-DC:%' *lbert Labarre, Survie
et disparition des livres, <Gevue de la @iblioth&ue Nationale<, ,B, 1DCC, pp. :1-::' 6.
Gozzo, Linee per una storia, p. 1,.
,:1. I.A. ?ilmont, Les centres de la production imprim"e, p. ,-C
,:2. Guiero Gomano, L$Europa (ra due crisi ><+'2<'++ secoloF, +orino 1DCB, p. C' 6.
Gozzo, Linee per una storia, p. 22.
,:,. Gichard Palmer, La botanica medica dell$+talia del 3ord durante il Rinascimento, in
**.VV., Di sana pianta. Erbari e taccuini di sanit9, ;odena 1DCC, pp. ..-:B.
,:-. Nel dialoo 0pulentia sordida )rasmo parla di trentatr5 persone mantenute $malamente%
da *ntronio $*ndrea +orresani%. Se toliamo *ndrea e la molie, i due fili di *ndrea, *ldo e
la molie, i cin&ue fili di *ldo, una domestica, cui accenna )rasmo, e i due ospiti $Verpio e
Strateo%, rimane una differenza di diciannove, che dovrebbe corrispondere al numero deli
operai dipendenti dalla stamperia, che pranzavano e cenavano a parte, al pari delle donne di
familia e dei bambini.
,:.. +. Pesenti, Stampatori e letterati, p. D=.
,::. 3orrado ;arciani, Editori, tipogra(i, librai veneti nel Regno di 3apoli nel Cin&uecento,
<Studi Veneziani<, n. ser., D, 1D:C, p. -:D $pp. -.=-...%.
,:=. (vo ;attozzi, =Mondo del libro= e decaden%a a 'ene%ia >CHIB2CIABF, <Quaderni Storici<,
n. ser., =2, 1DCD, p. =-= $pp. =-,-=C:%.
,:C. +bid.
,:D. Paolo Veneziani, +ntrodu%ione a **.VV., +l libro italiano del Cin&uecento6 produ%ione
e commercio, catalogo della mostra, Goma 1DCD, pp. 1.-2,' ?iacomo ;oro, +nsegne librarie
e marche tipogra(iche in un registro vene%iano del $HBB, <La @ibliofilia<, D1, 1DCD, pp. .1-CB.
,=B. *. +enenti, Luc$Antonio .iunti, p. 1B2-.
,=1. 3. ;arciani, Editori, tipogra(i, librai veneti, pp. -:C--:D. Sui ?iolito, v. ?iuseppe
/ondi, :na (amiglia di editori a me%%o il secolo <'+6 i .iolito, <*tti dell#*ccademia delle
Scienze di +orino<, 1B2, 1D:=-1D:C, fasc. 2, pp. :B--:B: $pp. .C,-=BD%.
,=2. *.S.V., b. /uca di Givoli. Per l#affitto paato dal +orresani v. 3. ;arciani, +l testamento
di )ederico orresani, p. 1:D. 3irca la busta /uca di Givoli e la sinolare oriine di essa v.
;ario (nfelise, 3ote per una ricerca sull$editoria vene%iana del $HBB, in La stampa italiana
nel Cin&uecento. Atti del Convegno. Roma CI2?C 0ttobre CDED, a cura di ;arco Santoro,
Goma 1DD2, p. :,. $pp. :,,-:-B%.
,=,. /.). Ghodes, Annali di La%%aro de$ Soardi, pp. C--C..
,=-. 3. ;arciani, Editori, tipogra(i, librai veneti, p. -:D.
,=.. Sul @enali v. la voce di *lfredo 3ioni in Di%ionario Biogra(ico degli +taliani, V(((,
Goma 1D::, pp. 1:.-1:=. (l testamento pubblicato da @artolomeo 3ecchetti, Le pitture nelle
stampe di B. Benalio, <*rchivio Veneto<, ,=, 1DC=, pp. .,C-.,D' cf. Arancesco Novati, Donne
tipogra(e nel Cin&uecento, <(l libro e la stampa<, 1, 1DB=, pp. -1--2 $pp. -1--D%.
,=:. V., ad esempio, &uella studiata da Silvia 3uri Nicolardi, :na societ9 tipogra(ica
editoriale a 'ene%ia nel secolo <'+. Melchiorre Sessa e Pietro di Ravani >CHC@2CH?HF,
Airenze 1DC-.
,==. A. *scarelli - ;. ;enato, La tipogra(ia del Cin&uecento, p. -BB.
,=C. ( privilei concessi prima del 1.2= sono pubblicati da G. Aulin, Documenti per servire,
pp. C--212.
,=D. ]. @ro`n, he 'enetian Printing Press, p. 2B=.
,CB. +bid., pp. :=-=1, 2B=' ?iuliano Pesenti, Libri censurati a 'ene%ia nei secoli <'+2<'++,
<La @ibliofilia<, .C-.D, 1D.:-1D.=, p. 1. $pp. 1.-,B%. Le licenze di stampa successive al 1.2=
sono state trascritte da ]oratio @ro`n e sono oi conservate a Venezia, Biblioteca
3a%ionale Marciana, ms. it. cl. V((. 2.BB-2.B2 $i 12B==-12B=D%. Sull#interesse delle licenze
di stampa per la storia dell#editoria v. ;. (nfelise, 3ote per una ricerca, pp. :,:-:,=.
,C1. ]. @ro`n, he 'enetian Printing Press, p. 2BC' +. Pesenti, Stampatori e letterati, p. DD.
,C2. ]. @ro`n, he 'enetian Printing Press, p. 2BD.
,C,. G. Aulin, Documenti per servire, pp. D.-D:' Paolo +rovato, Con ogni diligen%a corretto.
La stampa e le revisioni editoriali dei testi letterari italiani >CGIB2CHIBF, @olona 1DD1, p. ,B.
,C-. P.A. ?rendler, he Roman +n&uisition, p. =2.
,C.. *. Niero, Decreti pretridentini di due patriarchi di 'ene%ia su stampa di libri, pp. -.B-
-.2.
,C:. P.A. ?rendler, he Roman +n&uisition, p. =,' ;. Sanuto, + diarii, >>(>, a cura di
Aederico Stefani - ?ulielmo @erchet - Nicol4 @arozzi, Venezia 1CDB, coll. -D2, .22, :1..
,C=. Sul cardinale v. ?. Aranito, .asparo Contarini# )lisabeth ?. ?leason, .asparo
Contarini. 'enice, Rome and Re(orm, @er_eleK-Los *neles-07ford 1DD,.
,CC. (l provvedimento fu preso a seuito delle pressioni del nunzio Aabio ;inanelli. Questi
si doleva perch5 si vendevano liberamente le Prediche dell#0chino e il Pas&uino in estasi del
3urione, oltre a vari altri scritti <impii et vituperosi<1 v. S. 3avazza, Libri in volgare, pp. 1B-
11. Sulle repressioni nel periodo 1.-2-1.=B v. ?iovanni Sforza, Ri(lessi della controri(orma
a 'ene%ia, <*rchivio Storico (taliano<, D,, 1D,., nr. 1, pp. .-,- $(-((%, 1CD-21: $(((-(V% e nr.
2, pp. 2.-.2 $V-V(%, 1=,-1C: $V((-V(((%. Per il decreto del 1.-,, v. nr. 1, p. 1=.
Sull#inesorabile avanzata dell#(n&uisizione anche a Venezia v. Iohn ;artin, 'enice$s -idden
Enemies. +talian -eretics in a Renaissance Cit!, @er_eleK - Los *neles - London 1DD,, pp.
-D-1-:.
,CD. ?. Pesenti, Libri censurati, pp. 1:-1C.
,DB. ]. @ro`n, he 'enetian Printing Press, pp. 211-212.
,D1. *ndrea /el 3ol, +l controllo della stampa a 'ene%ia e i processi di Antonio Brucioli
>CHGE-CHHDF, <3ritica Storica<, 1=, 1DCB, nr. ,, pp. -.=-.1B.
,D2. ]. @ro`n, he 'enetian Printing Press, p. 212' *. /el 3ol, +l controllo della stampa, p.
-.C.
,D,. Seuiamo &ui G. Gomano, ra due crisi, pp. 1:D-1C:. Pi" benevolo il ritratto dato da
*ntonio Santosuosso, he Moderate +n&uisitor. .iovanni Della Casa$s 'enetian 3unciature.
CHGG2CHGD, <Studi Veneziani<, n. ser., 2, 1D=C, pp. 11D-21B. ;a v. in ?. Sforza, Ri(lessi della
controri(orma a 'ene%ia, nr. 2, p. ,D, l#atroce richiesta al Papa di poter <procedere ad oni
pena di sanue et mutilation di membri et di ultimo supplicio etiam di foco< verso li infelici
sospetti.
,D-. P.A. ?rendler, he Roman +n&uisition, p. 2D..
,D.. Pubblicato in facsimile nell#opera +nde/ de 'enise, CHGD, 'enise et Milan, CHHG,
Sherbroo_e-?enve 1DC=, ((( volume della serie +nde/ des livres interdits, a cura di Iests
;artinez /e @uganda, pp. ,C,-,D,, e commentato ivi, pp. 1-D-2BD.
,D:. ]. @ro`n, he 'enetian Printing Press, p. 21,.
,D=. Arederic 3. Lane, Le navi di 'ene%ia (ra i secoli <+++ e <'+, +orino 1DC,, p. 1D..
,DC. Paul A. ?rendler, +ntroduction histori&ue a +nde/ de 'enise, pp. -C--D.
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1.-C pubblicato da @. Gavid, he Prohibition, p. 1-=.
-BB. L#indice del 1..- pubblicato in facsimile nell#opera +nde/ de 'enise, pp. ,D.--,C, e
commentato e analizzato alle pp. ,1B-,=:.
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+ntroduction histori&ue, pp. .C-:1.
-B2. Pubblicato da ?. Sforza, Ri(lessi della Controri(orma a 'ene%ia, ser. 2, ((, pp. .1-.2, e
ripubblicato da ;ichele Iacoviello, Proteste di editori e librai vene%iani contro l$introdu%ione
della censura sulla stampa a 'ene%ia >CHGA2CHHHF, <*rchivio Storico (taliano<, 1.1, 1DD,, pp.
.--.. $pp. 2=-.:%.
-B,. P.A. ?rendler, +ntroduction histori&ue, pp. .--:..
-B-. L#(ndice del 1..D in ]einrich Geusch, Die +ndices Librorum Prohibitorum des
sech%ehnten Jahrhunderts, +cbinen 1CC:, pp. 1==-2-2 e ora in +nde/ de Rome, a cura di
Iests ;artinez /e @uganda, V((( volume della serie +nde/ des livres interdits, ?enve 1DDB.
-B.. )ra &uesto un fine lucidamente perseuito dalle menti oranizzatrici della
3ontroriforma1 *ntonio Gotond4, La censura ecclesiastica e la cultura, in **.VV., Storia
d$+talia, Va2, + documenti, +orino 1D=,, pp. 1,DD-1-2, $pp. 1,DD-1-D2%.
-B:. Si tratt4 di uno dei rohi <pi" nutriti< dell#epoca1 3arlo /e Arede, Roghi di libri ereticali
nel Cin&uecento, in Ricerche storiche ed economiche in memoria di Corrado Barbagallo, a
cura di Luii /e Gosa, ((, Napoli 1D=B, p. ,2. $pp. ,1--,2C%' P.A. ?rendler, he Roman
+n&uisition, p. 12B.
-B=. P.A. ?rendler, he Roman +n&uisition, p. 122.
-BC. Sul commercio clandestino dei libri, ibid., pp. 1C2-2BB. 3irca le conseuenze della
repressione per le biblioteche v. 6o Gozzo, Biblioteche italiane del Cin&uecento tra Ri(orma
e Controri(orma, 6dine 1DD-.
-BD. *. Quondam, La letteratura in tipogra(ia, p. :-,' Guero @onhi, Annali di .abriele
.iolito, ((, Goma 1CDB, p. 2=:.
-1B. *. +enenti, Luc$Antonio .iunti, pp. 1B2=-1B.D.
-11. +. Pesenti, Stampatori e letterati, pp. 1B,-1B-' Lorenzo @aldacchini, +l mercato e la
corte6 Paolo Manu%io e la Stamperia del Popolo Romano, in +l libro a corte, a cura di
*medeo Quondam, Goma 1DD-, pp. 2C.-2D-.
-12. Leon Voet, he .olden Compasses, (, *msterdam-London-Ne` bor_ 1D:D, p. -..
3ornelis van @omberhen aveva ac&uistato i celebri caratteri dal cuino ^arel, filio di
/aniele, e nel 1.,: li aveva conferiti alla 3ompanie Plantin di cui eli era socio. Nel 1.:=
Plantin divenne unico proprietario dell#azienda.
-1,. +bid., p. :C.
-1-. (. ;attozzi, =Mondo del libro=, p. =-=.

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