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LO
#
SPIRITO
DEIiItE
JVIASGHERE
(STORIA
ANEDDOTI)
'Jp
1901
EOUX
VIARENGO
TORINO
Editori
PROPRIET LETTERARIA
Tutti
diritti riservati
PM
(2372)
mmnmmmmmmnnm
A ERMETE NOVELLI
queste
e
poche
si
nei
come ai tempi
nostri, la
stampa
dirla
libera,
le
E
le
difatti esse
col
Guerrazzi,
a significare
(piali,
l'animo
delle
folle tiranneggiate,
non
delle loro
miserie,
abbattere,
die
non potevano
mentre
verit,
qualche
buffo-
proclamata
manto della
neria.
il
commediante,
che
una maschera
la
com-
media
dell'arte
mor
morirono
le
maschere.
chia commedia
in
ricomponendone
le
sparse
membra
d'arte
Ma
il
ijua/c
in
fatto
fece scuola
al
mondo, non
e
loro che
j/assata
al
teatro,
alle sue
vicende,
alla
gloria, e al suo
risorgimento s'interesamico,
sino; ond'
che tu,
della
e
il
illustri'
ponendo
la
prima pietra
il
Casa
di
Goldoni, hai
dato
visto
jdi
difficile
che in Italia
vita
coni ebbe
recentemente a scrivere
un dotto
critico,
Primo
si sacrifica
pia
volentieri la
che la borsa.
Permettimi
di
dedicarti
questo
libro.
Il tuo
nome
non
esso
l'omaggio
valga
degno
abbastanza
almeno a provarti
te
il
ammirazione
tuo vecchio
amico
G. Petrai.
PAKTE PKIMA
STO
IR/
.A.
I.
ARLECCHINO
L'Arlecchino una
pi antiche.
delle
maschere
Italia, era
italiane
Un
tempo, in
deriva
chiamato
dalla
senza
dubbio
giullare) e
sauna miot-
prime
compagnie
decimosesto, apsotto
meno,
nomi
sotto
lo
stesso costume, al
medesimo
Il
tipo.
carattere d'Arlecchino
un miscuglio
di
lepidezza.
Credulo, ghiottone,,
imbarazfacilit
dispera e
si
consola con
la
di
un
10
una
questi
quella,
la
di
pezzetti
ili
di
la
varii colori.
Aveva
barba nera ed
ispida,
sulla
testa,
di legno.
Dopo Domenico
di questo tipo
i'
il
riformatore
d' Arlecchino
1.680)
il
costume
Arlecchino
pi
divenne,
attillato.
certo
modo, pi elegante
celebri
il
dopo
il
il
Goldoni
fa
Memorie
fu
Antonio
si
mise a fare
caratterista, e
dopo
si
essersi
mangiate migliaia
e migliaia di lire,
ridusse
volta, n rimpianse
il
pas-
venturosa
Una
sera,
in
mi
ricordo,
cenando
egli
da Venanzio
al
piazza
Navona
tegame ed un quintino, mi raccontava pacificamente, tra un boccone e l'altro, di quando, a Venezia, all'epoca in cui i bezzi gli piovevano a cappellate, pasteggiava giorni; a, Bordeaux, e mangiava tartufi tutti e lo rammento ancora quando possedeva, st non dei quattrini, un largo credito, che gli percon un par d'uova
i
metteva
di
11
amici
delle
imbandire
agli
agapi
le
i
degne
si
di
Assuero e
di Lucullo, e
dopo
quali
pezzi
interi d'arrosto
poco
tempo
stato
od essere
un grande
cit
artista,
un
re-
bell'originale.
a
Roma
la
volta
pr.oducendosi
nel
Moroso de
resto, a
dar
d'addio
nelle
varie
citt
d'Italia per le
quali
piantando chiodi
andava guitteggiando
il
che
gli riusciva
ancora,
l'appe-
ma
sempre mangiare
in tre
uova
al
tegame per
cola-
mesi
di
con un
ripresentarsi poi
una ultima
definitiva rapdietro,
se-
presentazione, alla
quale tenevano
condo i casi, due, tre, quattro repliche, non sempre a richiesta generale, di quelli ai quali
mandava
a vendere
soleva, tra la
commedia
di di
e la farsa,
ammannire
artistica-
un discorsetto
ringraziamento e di congedo,
commozione,
mente spremuta.
12
44
Ma non
l'originale.
v'
Un
Il
lo
aveva
Papadopoli dice
al
servitore
Se
letto.
ziato
Il
servitore va e torna.
Ha
si
detto
il
signor
cos)
Spreatco
(il
disgrail
chiamava
suo
comodo. Aspetter.
Il
simo.
Ha
detto
il
passare
la febbre,
ha
lui
un rimedio
efficacis-
Digli che sono estremi. servitore va Ha detto signor Spreatco che non vuole
agli
Il
e torna.
il
L'ultimo
quei copioni...
Non
possibile, via!
di' al
Allora
signor Spreatco
che
vada
farsi...
friggere.
disse precisamente cos.
Ma non
Arlecchino.
v.\
&
Torniamo a bomba.
capit
liani,
Sotto
il
regno
di
Enrico III
giovine
scrive Mnage
ita-
fra
quali un
il
di
snella
figura
:
che frequentava
per
lo
signor Harlay
che
suoi
nominarlo Havlequtno
qui donnent souvent
la
mode
des italiens,
Se
si
noni des
maitres
dette al
factieux italien
:
l'occasione di dire
spiritosamente a Harlay
degr
Il
:
cinquime
moi je
suis
Harlay-quint.
Del resto
a,
rendere interessante
italiani
riuscirono
gloriosa
direi
quasi
ma-
grandi
esiste
il
Y Arlecchino Biancolelli
all'altezza delle
mense
fu
di
Luigi
XIV;
un
nobile
anche
creato
dall'imperatore Mattia.
infatti
maschere
italiane
Il
14
seri
furono letterati
ed uo-
mini d'ingegno.
sere
eli
spoglie di
Lelio, venti
commedie
sul
le fonti
inglesi del-
l'epoca
nostre
di
Elisabetta,
debbono
cercarsi
nelle
pantomime
Quando
questo
uno
scritto
epitaffio
'Joule sa vie
II
il
a fait rive:
sbarre
trian-
ed
azzurre, non
proviene,
come afferma
d'accattone,
la
ma
conciatura
Italia.
comune
secolo
decimoterzo
i
in
Forse un paragone
tra la tunica e
calzoni
Papa ed Arlecchino
:
di luogo
chi sa
non abbiano
resto
due
vesti
un'origine
sola!
Del
o
nella
Gallia
cisalpina,
anche
fosse
con-
frequente; e
quei
provinciali,
erano segnati a
|Kf^^7^-p^
IL
BEIGHELLA
Brighella
antico
quanto
Arlecchino
suo
ompatriotta, ed
valli
di
l'intrigo e la cabala,
come Arlecchino
prezioso
la fedelt
la
paura.
Vivace,
insolente, chiacchierone,
Brighella un servitore
per
chi
sa
Da
questa ma-
ed a Figaro.
L'abito di
Brighella consiste in
di
chetta e in un par
calzoni
larghi,
bianca,
listati
di verde.
schera nera
I e
le
16
la
mezza ma-
basette
1T4
recitava
di
parti
mezzo improvvisate
nelle
commedie
Goldoni
e il ferrarese Antonio Zannoni, letterato, ed uno dei migliori comici del secolo decimottavo. Riusciva egli eccellente anche nelle parti senza maschera, possedendo, indipendentemente da ci che con l'arte e con lo studio si pu
ottenere,
e si
una
di quelle tsonomie
che
in
si
montano
smontano
si
direi
quasi
maniera da
farne ci che
Esempio attuale, l'impareggiabile nostro Ermete Novelli. Una bella signora and un giorno a trovar tale da lo Zannoni per avere il ritratto d'un quale sa per lei amato e che a nessun costo, chi
vuole.
bizzarra idea
voleva
dunque
tutti
un quadro rassomigliante sopra una faccia presa a prestito. Lo Zannoni esamina il tipo e le caratteristiche particolari del suo modello, che era per-
sona notissima:
studia
egli
i
gli
li
si
mette
alle
calcagna, ne
tratti
non
pi lo
Zannoni
l'altro.
si
col
volto cos
accomodato
e truccato,
presenta a
Brighella.
(1570)
un
pittore e
si
17
il
fa
fare
ritratto,
che
difatti
riusc
somigliantissimo.
Alla
signora
:
che
gli
domand qual compenso volesse Nulla rispose a meno che non vogliate dare alla
copia
ci
rx&
G. Petru.
III.
CAPITAI SPAVENTA
Le prime maschere
fianco
italiane
di
questo
tipo
al
Portavano
un grande sciabolone,
o mortone, di
un naso spaventevole.
V
il
in
Italia,
capitano
spagnuolo
mettere
e
il
il
che fu fatto
i
appositamente per
;
in
caricatura
soldati dell'imperatore
la
sosti-
spacconate
del
capitano
Rodomonte, combattente
ad
occhi
chiusi
i
per
non veder
la
la
strage che
menava
tra
nemici
alla
narrazione
Escombom-
Gapitan Spaventa.
(1577)
bardom
tonate
della
19
le
can-
una sciabolata, e finiva poi per buscarne anche da Arlecchino. Nella compagnia italiana; detta dei Gelosi,
con
che
si
1577,
le
parti
il
di
nome
lo
il
francese,
la
greco,
il
turco, e
il
dalmata
e
il
suonava
di
tromba,
la
mandla, la chitarra,
il
flauto, e col
tutti
canto
Un
gli
fu
trovato
i
sulle
carni un cilicio
suoi
Gavarini
si
vestiva per
dei
compa
nelle
scena, soleva
mettersi
i
ceci
piedi.
ita-
modi spagnuoli,
ci deriv
unicamente dallo
spirito d'imitazione
e di novit che
i
anche allora doveva torturare martiri della scena, servitori umilissimi sempre
Come
dita,
il
precede
['
20
introduzione
del
tipo
la
commedia improvvisa,
italiana col
Capitan 'Spaventa, poi forma forma Cardone, indi forma franCapitan gnnola col cese col Capitan Tagliaferro.
L'imitazione del soldato fanfarone (miles ghdi Plauto rimane, quindi, fermissima
riosus)
nel
carattere
"
del
personaggio: viceversa
si
il
tipo
si
attaglia e
trasforma con
le
esi-
genze e
le
passioni
del
secolo decimosesto,
e
tal
l'adattamento,
la trasforma/ione assumono di particolari e d'insieme comicit vigore, tal fuori che la creazione, a poco a poco, balza creazione un'integra appare quale addirittura
ed
del
ci,
italiano.
A conferma
di
di
notato
che
prima
Francesco
Andreini gnuolo delle commedie - ricordato dal D'Ancona primissime gi altri comici nomadi delle scena itasulla sostenevano dell'arte compagnie
lianamente
il
r&)~
P4^'S~ A^.P>"
'A"a~ >>~>~
:s
^A~ PA"'MAF^7.
PPA~PA~,A
IV.
CASSAiNDREN'O
Cassandrino
dice
il
Maes
Il
un
tipo d'immortale
memoria per
romani.
il
gloria fu
vecchio
franca giovialit e di
il
acu-
tissima satira,
che
pi
scelto
pubblico di
Roma
Questo
attori,
isdegnava
e schietto osservatore non muovere egli stesso i suoi piccoli ed otteneva immancabilmente strepitosi
delizioso
di
successi.
Morto Cassandrino,
continuarne
le
gloriose tradizioni
un
tal
Filippo
libri,
ma
con poco
borghese
aiini ;
ma
giovane ancora
al
tratto e alle
ma-
niere, svelto,
bene
in
scarpine
con fibbie
d'argent a specchio.
In
capo
ha
un leggero
di
quali spicca
un giustacuore
puntini
gialli
raso
bianco,
picchettato di
ampie faldine sul dinanzi. Di carattere amabile,, non s'inquieta, checch avvenga, e fa orecchie da mercante a quacon
lo
ri-
affari,
la
distingue per
;
la
pratica del
mondo
pi
consumata
spiritoso,
compito,
non avesse
di
la
disgrazia di cadere
tutte le
regolarmente malato
che incontra.
amore per
donne
t4
Al
libraio
Bencini qualcuno,
erroneamente,
attribuisce
del
23
Don
e deve
Infatti
primo
sulla
esempio
pubblica
del
della
satira
ambulante,
con
gli
scese
abiti
piazza
Pirlone,
vestito
teatrali
Don
poich
aveva
scritta e reci-
una commedia
Il
sul
di Molire.
Don
da
Pirlone teneva in
mano un par
di
di molle
Uno
questi,
:
riferito
mada
belle e brutte
:
Io vi consolo tutte
qua.
gonne,
E se ci Un po'
avete sotto
di pizzicor,
pizzicor vi passer.
^S>^~^<^o
F^^FF,y^,F,y^,}3^,y,^,y.C.C/C, r.C.-.C,C,
:
V.
GASSA^DEO
alla
molto rispet-
mi ricordo che
fa,
un bel vecchietto,
due
palmi
e
le
tutto azzimato,
mandava
in
solluchero, con
sue grullerie,
gli spettatori
racca
che un
tal
Ah, che
ci
risate ci
faceva
e dico
faceva fare
perch
la pri-
padre minchioncione,
innamorato
e ridicolo.
Ma
quali
si
la
25
che
Caspiacevolissima:
e
caricatura
riusciva
maschera dello
stesso
nome, che,
voga a Parigi
al
francese. Per la
sandra nacque e
ma
gloriosa.
furori fatti
da Cassandre), scrive
et
Palliasse:
r^
VI.
COTIELLO
non
testardo,
bizzarro,
sentimentale,
per
non
cielo e
ha bat-
al
nome
di questa
ma-
tipo di
plebeo
ignorante,
ma
Coviello sparito
completamente. Al principio
lo
si
vedeva ancora
presso a
figu-
simile
poco a
aver
Lippa
Capitani
parte
che deve
Il
27
Tinta ha di brace luna e l'altra guancia, per sua spada sfodera un fuscello
il
Ch'ha
pomo d'una
bella melarancia.
&
Non
Sotto
si
Salvator Rosa,
il
nome
il
Formica
e sotto la
maschera
ignoto
a
di Coviello,
Roma,
raccolse,
plauso
di
di Niccol
Musso a Porta del Popolo. Ci dette argomento a Teodoro Hoffmann per una delle sue migliori
novelle, dalla quale tobgo
risce
il
brano che
si
rife-
appunto
al
Niente affliggeva
pi
Romani che
certi
poco
attori
felici
;
compositori
degli
quando
primo
il
della Valle
gli
infreddato
i
venivano attraversati
divertimenti che
si
aspettava.
'
triste
carnevale di
questo genere,
presso la
un certo Niccol Musso aperse Porta del Popolo un teatro dove non
si
38
uno
stile
L'annuncio era
in
piccante, e
L'acconciatura
volato,
fosse in
Da un
secondo
la necessit, raffiguravano,
ora un bosco,
luogo
agli
spettatori,
sedili
arredavano
la
sala,
quelli
incomodi
il
non erano
di
natura da
far cessare
Ma
appena non
ebbero
sent pi a fiatare.
che
proruppe
in
scoppi di
ed in mille applausi.
Difatti
non
si
di
meglio
dal
di
codeste
rappresentazioni
improvvisate
e che sferzavano
modo sanguinoso
le
follie del
giorno.
alla
ma
Covi elio
gli
spettatori
pel talento che
29
di
imitare appuntino la
di certe
aveva
le
voce, l'aspetto e
di
attitudini
persone
Roma. Uno
spirito
non
ordinario pareva
Coviello
la parte di
e che aveva nome Formica. Talvolta metteva egli nei suoi atti qualche cosa di cos inavvertito,
che
gli
spettatori
si
sentivano
al
colti
dal
ridere pi
una pantomima ed
mondo senza
spostare un muscolo del volto. Era un vecchio bolognese per nome Maria Agli. Non and guari che tutta la buona societ di
Roma
dovette convenire al
si
teatrino di Nicol
Musso, n
parlava d'altro a
il
Roma
che del
signor Formica,
cosa di sovrumano
fu per morir dalle gravit,
risa
teatro, diceva
con
la
quando
del
si
biasimava menomamente
maniera
fanti,
signor
Formica:
i
ma
lasciar stare
santi
Questo
il
Scherza
coi
forse
signor For-
Non
si
lasciava
mai
".
"
'
VII.
IL
DOTTOR BALANZ02T
Baiamoti
Il
oriundo
sulle
bolognese. Fece
sua
di
prima comparsa
l.
gi.
Filosofo, medico,
che
parole. Se
tale che
i
avvocato, sfodera
si
i
una eloquenza
tano, e
il
giudici
addormen-
ferri corti, o
la galera,
di continuare
ad ascoltarlo
vestito
di
se
medico, scrive
malato.
Sempre
nero
dalla
testa
ai
piedi, porta
sori e degli
profes-
ventura.
31
&
Era
il
Una
quali,
una donna
bench
di aspetto distinto,
stavano
;
il
Burdi af-
solo ed inerme,
non tem
vino. Si
pi o
meno
alterati
dal
cacci
menare a destra
e sinistra
poderosi
scapaccioni che in
un mosi offr
accompagnarla
alla sua
le
dimora;
ma
ella,
pur
ringraziandolo con
perch
la lasciasse
andar sola;
di pi. volle
da lungi.
Allontanatisi gli
aggressori, la signora erasi
il
:
prontamente ricoperto
le
avevano strappato
perci
Burchielli
non
aveva potuto
sfuggita
si
i
Che
abiti,
una dama,
al
maniere,
subito.
La
curiosit lo
parlare
ma, avendo promesso
la
32
di
parola.
Due
pitato
sava gi pi
da un uomo a
Accettate
che
di
una persona
(dia
vostra di-
sia
nato a Bo-
dottor
Balanzon?
DovV
pi a Bologna
clic
riempito
d'erudizione, di dottrina, di
citazioni, di sapienza e
non riesce
a capirsi che
da per se? La maschera del dottor Balanzon scaturisce storicamente Luigi Lodi
scrive
e per
non
poco da
Sia per
lata
in
questi
la
arruffati
professori
bolognesi.
modo mostrare
essi stessi
mo-
struosa loro
fatto
blioteca di Bologna
Dottor Balanzon.
(1653)
33
le
una questione
di
discorrere
delle guerre
un insieme sbama,
tra
i
sconclusionato,
Si sa
come principiano
sviati
tali
un
inciso e l'altro,
toli delle
sempre da
tutti
viot-
zioni,
filo
non
sa
mai
dove vadano a
finire.
Il
del ragionamento
si
manca; come
trapasso
in
in
una fuga
trapasso,
musicale,
finch
ci
procede di
ferma,
si
non
e
il
per
concludere,
ma
perch
c'
la
Valeriani
cadenza
uno
An-
le
sue
idee
in quella
come
trova nella
:
commedia
lo
si
dell'arte,
non
fatto altrimenti
ha
stesso
procedimento
le
sconclusionato, e la fine
trova
mille miglia
il
dottore.
Ma inciampando
il
esclama
il
potevo rompermi
il
capo,
3
rompendomi
G. PliTRAI.
medico
i
34
le
<
farmachi
fanno di droghe,
<
,^c 1
ven-
la
sapienza
maestro d'Ales-
fu
mondo
sostenuto
la
i
da Atlante, Atlante ha
le
forza
colonne,
l'atti
queste sostengono
palazzi,
palazzi son
da muratori,
sanno
le
il
disegno,
liberali
il
disegno
arti
sono sette,
protetti
da Minerva,
Minerva
sta
i
arma di spada, la spada dei soldati, vanno alla guerra, in guerra s'uccide con palle, le palle sono lo stemma di Firenze, Firenze metropoli della Toscana, di qui nacque
si
snidati
il
Roma, Roma
mesi dell'anno,
terra
si
la
s'ara
fanno
piedi
in-
scarpe
si
mettono
ai piedi,
son
fatti
per
camminare,
camminando ho
buon
-.
Questa specie
di
sregolatezza
mentale
si
Universit di Bologna.
35
mantenuta tradizionalmente
le
cose
si
i
ragionamento
pazzie dello
stile,
e v' qualche
trattato
che
li
cita lode-
volmente.
Cos
il
versit bolognese, e
Galvani,
lo
Zanotti,
il
il
rinnovata dalla
senatore Angelo
rivoluzione, non
mancata
questi fu
l'ultima manifestail
in
Marescotti
ma
in
fama
di
buon cittadino
il
in
tempi
Nel
generale Durando
fu a Venezia
ed
infine
alla
eroica difesa di
Roma. Aveva
infierendo
studiato anche
il
colera nelle
Romagne,
si
fece
la
36
gli
medaglia
l'oro
che
fa
conferita
il
ot-
tobre di quell'anno.
sigliere
Fu
comunale ed assessore
18S.'
per
le
tasse a
Bologna: dal
Regno.
Povero professor Marescotti! Quanti andavano alle sue lezioni per far raccolta delle sue
frasi,
mezzo
quel
hanno gi dimenticato...
Vili.
FACANAPA
della
Guido Bosio, che ha scritto brillantemente maschera del Facanapa, crede la patria
vide,
giovinetto, guadagnarsi
il
pane quotidella
diano nella
lavorazione
il
della
corteccia
proprio nome.
Un
non
altro biografo, di
il
che Facanapa
tutto.
veronese.
:
Ma
ci
Rivangando nei miei ricordi, trovo che a Verona, dove questa maschera era in grande onore, si chiamava Fra Canapa, e ricordo ancora che si attribuiva questo nome al fatto che il nostro personaggio aveva l'aspetto di un frate classico, grasso e tondo, con un naso,, non faccio per dire, esageratamente guadagnolesco. Ora, la plebe veronese^,
Dice
Ferrari
vocabolo ennupli o
38
tal
fatta,
adopera
il
<uin<ij>i<i.
Non
vi
pare adun-
il
nome
li
dritta
linea dall'aspetto
come
si
dire a
canapa.'
In tutte
La
risale
la
carriera di
Facanapa come
fa,
attore
comico
ad un mezzo secolo
apparizione
alla alla perspicacia
o su per gi, e
sua
luce
della ribalta
dovuta
dell'impresario teatrale
il
primo
la
genialit
fitta
sceniche, e
d'una povera
ed inonorata esistenza,
faccia di Facanapa,
pilata,
La
ha una
la
sfericit
luna
piena, e nelsi
l'euritmia
delle
sue
linee fisionomiche
fon-
dono
bonariet
la
larga
friulano e
chioggiotto.
mondo
legno,
all'eccellente
Pantalone che
ha
perduto assai
nico.
39
del
suo
prestigio
sce-
non comune, e afflitto, per inveterata abitudine, da anemia pecuniaria, non adopera il prestigio della poGratificato d'un appetito cronico
polarit come sgabello alla bigoncia della demagogia imperante. Tutt'al pi si permette
la
malvagit della
Quanto alla cultura intellettuale, Facanapa non precisamente quello che si direbbe, con
rispetto parlando,
un autentico somaro.
persone di
il
per
ed
La
sua parola
scrive
Bosio
non
le
garbo.
ha
la fluidit
Arlecchino ;
grinazioni e
ha
perduto
permanenze
di lingue svariatissime.
Ed
il
citato scrittore
soggiunge
Facanapa
la
figliazione di plebe,
come Pan-
Ma
rapido
tenacit
dei
tempi,,
Pantalone deve la
bagliore riverber
ed imperitura
<
40
di
in
pi
>nservatrice
di
concetti
artistici,
la
ventura
sperimentare
l'amore
potente di un padre
la
sola
plebeo
Il
venti centesimi.
mondo come
campione
viene,
quell'illustre
del
suo
documento umano
dai lenocinii
di
intelligibilissimo,
non oscurato
tal
le
alcuna
artirziosit.
il
questo
la
prendere
briga di
mondo
quale
,
ai
scansare
raddrizzare
gambe
conforta
l'opinione che
Facanapa
del
sia veronese,
poich
il
motto caratteristico
punto
ci
questo:
Scarpa larga
el
goto pie,
tr
mondo come
ven.
Uno
di
Facanapa
le
un
tal
Kiccardini
che aveva
piantato
a Verona.
Egli aveva
il
la
virt
di
interessare
siffattamente
pubblico piccino
e quello
grande,
bile,
41
si...
tantoch
ai suoi
tempi
si
rccardineggiava
ferrai-Reggia.
^4-
a pappagallo,
porta oc-
come
suo vestiario.
^^
IX.
FLOBIKDO
COLOMBINA
Il Goldoni aveva speciale affezione a questi due personaggi ben raro che manchino nelle sue commedie come non mancavano mai tra i
;
personaggi
obbligati
della
vecchia commedia
ma
Colomhina
civettuola,
si
ben
ben provvista. Su
di
lei
gli
In
fondo per
ma
i
Sparite dal
teatro
le
maschere
furono
con esse
personaggi
della
vecchia
commedia
i
dell'arte,
Florndo e Colombina
accaparrati
teatri
dai
ambu-
d'Europa.
Colombina.
(1683)
Colombina
ora
43
di
figlia
Cassandro o
di
stessi vec-
moglie d'Arlecchino.
La
tentazioni,
fedele,
al
si
serbata
se fidanzata al
marito.
Ma
Colomfran-
bina
sopratutto,
et
cese, unejolie
aspetto
nelle
la
presentarono
produzioni
da
essi
scritte per la
Dufresny prima
recitar
&&
Dal
si
il
teatro passando ai
-,
burattini,
Colombina
rimase
modific un poco
suo solito costume
ma,
in generale, le
vestito bianco,
grembiule
Commedia
italiana
La Tessandri non
tista,
ma
a
un
fior di
ragazza.
ella
Il
suo costume
fa-
natizz
segno
quel
che
esser molto
graziosa.
a cencio,
sottanino
multicolore
risaltare
il
44
formavano un
1<>
la
ed
era stata
lei,
la Tessandri
doveva
In lode della divina Tessandri, un poeta drammatico suo contemporaneo, Jean Francois
Regnarci, scriveva questi versi
:
Qui
s'est
deguis eu femme,
Fame
les
Par
Voreille
et
par
yeux.
M?
Florhulo, a cui
talvolta
eleo-ante,
altri
la
nomi,
sempre giovine,
o della
e,
bello,
il
ed
dramma
commedia.
una volta,
cuori
delle
chiama
di
cognome Rubacori,
non
solo,
ma
lui.
di
parecchie signore
che
sospiravano per
In
specie
il
famoso Andreini
ebbe
molte
amorose avventure.
q.iesto
Ad
un'abilit
non comune,
leggiadria di
fortunato
mortale
univa
la fibra delle
45
A
Parigi,
ascoltataci".
dal 1600
al 1620, egli fu
costantemente
l'idolo del
pub-
ci
fossero
sempre
dopo tutto, salvano una povera e debole creatura da tante cadute, due terzi, dico, del
che,
pubblico
femminino
si
le
vincoli di
il
Tanice
molis
Anche per
gli altri
furono
scritti
cenza mi vieta di
In sostanza
pure,
che
si
precisi termini.
non
alla
meno qualche
incomodo
sjnna dorsale...
Tra
le
altre,
ardente,
frenetica per
parigina.
figli.
Ebbene, una
vigilanza
siffattamente
non
vista dal
palazzo e recarsi
all'abitazione
biglietto
un anonimo
pi
e...
gli sian
toccate
fedelmente.
Basti
sersi
senti,
il
46
in parola, d<
|
dire che
la
Bignora
qualunque
quale
si
eosto, a togliersi la
maschera
la
con
la
quale,
prima che
spuntasse
giorno,
se
ne riand.
Son
cose, queste,
che, al
favole; allora,
concedersi di
ma non
conto
d'un essere troppo al disotto della propria condizione per dirgli a volto scoperto
Il
:
t'amo.
:
sa-
fidava della
altro
stimato,
riverito.,,
crocifsso:
oggi
modo tenevano
la
il
gente di scena
prete
le
in
conto di
gente perduta, e
sotterrava con le
fcr
L'Andreini fu attore e
scrittore. Il di lui
com-
ponimento pi noto
vuole
V Adamo,
da cui taluno
del suo
che
Milton
abbia
preso l'idea
Paradiso perduto.
kY^4W4W-, FF##PF-F<>~ f- r,
X.
GIANDUJA
Stando a
suo libro
ci
nel
Teatri
Maschere e Feste presso gli antichi e i moderni una bella ragazza napolitana, pratica di canto,
di declamazione, di musica,
di
caduta in disgrazia
Giovanna
e
Fran-
cia,
lunario
andando
in giro per le
In seguito Mariannetta
(si
chiamava
e
cos) in-
non
si
fosse praticato
fino
i
allora
la
gente
una
Ma
la
strega, e
brava ragazza venne poi in fama di appena fece a tempo a tornare in Italia
e
a
48
pericolo d'esser
salvarsi
in
Piemonte dal
bruciata
I
viva.
zione, e
piemontesi
della
Ma
gi
che
ci
siamo, facciamo
del
notare
oh
questa etimologia
vocabolo
marionette
assolutamente errata.
servir per affermarlo delle parole stesse del Ferrigni (Yorick) che cos spiega la vera origine della denominazione nella
E mi
prege-
didamente
splen-
uscivano
insieme, processionando, dalle case loro, per compiere la cerimonia religiosa degli sponsali con altrettanti gagliardi giovanotti, nella chiesa di
Santa Maria della Salute, alla Marina. Repente, un'orda di barbareschi, venuti
dalla
rada di Trieste su velocissime barche, irruppe a terra, fece impeto contro la moltitudine che seguiva le festanti spose, sparpagli
il
corteo,
del
insanguin
la
processione,
terrore
profittando
tumulto
del
improviso, s'impadron
la
fuste anco-
Gianduja.
(1858)
49
la
Ma
balda
scosse,
,
si
radun, corse
i
armi ed
alle
barchette
loro
insegu
marrani
spose, e
mani
le
Da
desima
e in
celebr
in
Venezia
la
Festa
delle Marie,
menando
in giro
gran
pompa, dodici
fanciulle
popolane,
meglio
costumate,
vestite in
delle
ragazze
nienti, di
spinosa,
feconda
d'inconve-
di dissensioni, di tumulti.
Ond
diverse
che, a poco
fasi,
il
per
costume
vere
fanciulle
un numero
uguale
per
di
figure
e
volta
sempre,
Anche
la
Origine delle
scrive:
Per
riccamente
si
gemme,
conduce-
alla citt.
La
scelta
;
ma
4
G. Petrvi.
sostituire alle
donne altrettante
Marione,
figure
scol-
pite,
le
Mitri*
per indicare
Marione
baloccai
veneziani
riduzioni
a
mettevano
dei
grandi
e
simulacri, che
smerciavano
migliaia:
chiamarono
le
MarionetU
&
nome
in
Il
di
ho detto
che
si
i
Gianduja,
in
origine era
nel
come
I,
Girolamo,
ma
1808, temendo
re
1
scorger
pot e un'allusione
legno
di
loro
teste
cartapesta.
e dalla
piazza
fece
o,
meno burspirito
lone.
gli
che
in
commedie
l'amoroso,
la
il
prima
parte:
la
la
il
primo
attore,
caratterista,
parte
(1)
Girolamo Bonaparte,
re
li
Westfalia.
di
vella,
51
comici, in lor' famaggior spicco, e che chiamano la parte che ha sempre ragione; intendendo dire quella pi simpatica al pubblico e che
il
Gianduja, nel
giallo a righe
.
vero
costume, veste un
rossi,
un
corpetto
calze
calzoni
verdi, le
Ha
le
di Stenterello, la
parrucca nera e
del
il
codino.
La maschera
campo, cantando:
Nui
Nili
suina
i i
fieni d'
Gianduja
suma
bugia
nen...
$?
Nelle vecchie
duja, e che ora
commedie
non
si
in cui
entrava Gian-
a
i
lui
parte di difendere
tristi,
Gianduja
re.
odia
ama
il
suo
questo suo
amor
profondu, incancellabile,
il
buon Gianduja
lo
di-
mostri')
52
a
Vittorio
di
tanti
anni
fa
uno
di quei
grandi corsi
allora a
fatto altret-
si
vide
il
povero Gianduja,
in testa e col suo
in
bravo codino
e
Caval-
aveva un'aria
Pass
la
taceva
piet.
carrozza
di
Vittorio
Emanuele.
al
Gianduja
cappello,
le
cocchiere di
il
fersi
levatosi rispettosamente
rivolse al
/uff
Re:
e
Maest
per
in
I
gli
:
disse
il'idait
per voi
Italia
am
resta
mach pi
la
camisa; ma
se
nere da besogn
son dispost
tutto
a deve dco consta! Cio: Maest, /io dato f>er voi e per /'Italia : ion mi resta pi
la camicia:
che
ma,
se vi occorre,
son pronto
a i/arri
anche questa.
Vittorio Emanuele, commosso, strinse la
al
mano
il
bravo
la
Gianduja,
dicendo
essergli
noti
cuore e
.Gianduja
~s>^^<^>
r.OwC.OOCC,vVCv^
"
XI.
GIAXGUEGOLO
la Sicilia
Amedeo
di Savoia. Molti
cane
una
per
mine da
spacciavano
per
conti,
Giangurgolo era
Chi
fatto
tir
fuori questo
tipo
non
so
dirvi
il
che,
quando Giangurgolo
compatriota
scenico
formava
aperta,
la
sulle tavole
all'aria
improvsi
visate
d'un
pi.
palco
piaceva
emigrati
gli
siciliani.
La
scena, per
osteria.
Entra Giangurgolo,
54
in
alla spaglinola:
costume
all'oste.
domanda
si
porti
un carretto
e
di
pane
due
botti
diavolo e scappa.
1"
sciabolone
pareti.
e
ru-
le
Al
more sopraggiungono
ne impossessano
che
birri;
la
Giangurgolo allora
tavola.
I
birri se
allo stesso
modo;
egli protesta
un gentiluomo
e
siciliano,
lo
parente
del
re
d'Aragona,
Il
grida che
rispettino.
riscattarsi
capo dei
pa-
ma siccome
i
Giangurle
sue
e
Sicilia,
birri
a
lo
legano
nel
trascinano via a
spinte, e
calci
de-
retano.
Gidngurgolo,
come
dire
o mangiapane.
Il
et
figuris comici*
la
descrizione di
un
mimo
l'anda-
taccia sbarbata
cinabro, e
tura bellicosa.
$S^7^T^Op,^V>^
XII.
MENEGHINO
Meneghino,
Domenichino, una
pi
e
tra
le
pi
vivaci, pi argute e
italiane,
simpatiche
maschere
vita
rigo-
ancora vivo
verde
di
gliosa e
delizia
buontempona. Di
la
tanti suoi
compagni,
teatri,
si
rimane
appena sempre
lancia
memoria;
salve
Meneghino
presenta
alla
am-
brosiani con
il
d'applausi, e
le
dalla
ribalta
frizzo
che fa levar
berze.
di
Sia che
discenda dal
come
Lena
volta
voglion taluni
dell'Ariosto,
di
Menego
Ruzzante,
della
o dal Meneghino
altri,
come pretendono
quel
il
desso che
Meuna
contentava
fare
servo sciocco.
si
Una
deve a
caratterista
numero
Meneghino,
al
56
lacrime...
Preda,
il
quale se
ila
tutti
doni
artistici 1*1
lo
maestro,
studio.
si
trucca.
e
-euro
una
calzoni ha di
parrucca
salta fuori
il
codino.
Menego (diminutivo di Domenico) tipo creato da Marco Aurelio Alvarotti, attore della compagnia padovana di Angelo Beolco (Ruzzante)
era una specie di contadino ingenuo e poltrone,
fedele riproduzione dei
l'Italia
costumi rusticani
del-
nella
pensa
come
loro, e sotto
la
maschera dell'apparente
i
vizi del suo tempo e amaro sarcasmo le magagne. Ecco, per esempio, come il Beolco in una delle sue commedie fa parlare questo Menego: Eh, compare Duozzo, quest'anno Menego.
ne rivela con
la
Ita,
miseria
terribile!
ltnozzo.
Menego.
potici fare
'.-'
Menego.
(1528)
Mangiar meno di quello che si Duozzo. mangia ? un pensiero che non pu venir in mente che a un suddito italiano! Io mangio rape eppure queste Menego. maledette mi hanno tanto allargato il budello che ne mangerei ancora delle altre, e pi.
!
Duozzo.
Menego.
si
Disdetta!
Se
si
trovasse
il
modo, quando
ci
Duozzo.
Dio
liberi!...
Per
star
Menego. Ma io non cerco altro che di ammalarmi. Quando son malato, non ho farne, almeno Eppoi, sapete cosa dicono nostri pa!
droni illustrissimi
Duozzo.
Menego.
fame.
alla
nostra
Duozzo.
non
ci
credono?
cano?
giano.
dicono;
r-sS>i..-^S^
--
XIII.
MEO PATACCA
E
er greve
MAEOO PEPE
Ambedue
verino.
la
crapetta
sono
la
ardito, attaccabri-
menar
botte,
stanco
l'avversario.
il
na
carogna
Fa
al
lo
spavaldo,
il
donnaiuolo,
prepotente,
ma
momento
critico
tipi
non
batte...
che
in
ritirata.
Questi due
per un
esistono
ancora.
Xon
esiste
teatro dialettale
vro e proprio
come
anche,
lettale
il
teatro dia
soprain
vissuto che
genere misto
la
commedia
prosa e
dar vita
al repertorio
59
se
ci
comico
artisti
ad
fosse
mancheeccettuati
gli altri
rebbero
gli
hoc, poich,
cantano
in
dia-
romanesco
non sono
artisti
romaneschi.
un fecondo
vanni
e geniale musicista,
il
maestro Gio-
Mascotti,
autore
di
quel
Marchese del
in
anche
tutti
i
lingua
ita-
ebbe
il
lieta
fortuna su
teatri d'Italia.
la
Ma
greve
clou del
genere
sempre
vecchia
er
Meo Patacca
.
anni addosso,
ciano
la
Marco Pepe,
il
pauroso,
e di
Meo
Patacca,
il
in codesto lavoro
fare
nessuno. I
questo
il
soggetto,
minacciano
incontro
bella, lo
di assediar
nipolo di trasteverini,
e
picchiarli
vorrebbe dissuadere
lui
da.
questa spedi-
zione;
ma
sia
no.
tien
duro,
vuol
la
partire.
ai
guerra
una scusa
di
giura di vendicarsi.
Da un
e
le
ronza attorno
badato.
e le t'ala di
60
ma, innamorata
Meo,
ha mai
Ora per che Meo la tratta cosi, cosa fa? Un giorno chiama su Marco Pepe e gli dice: Ammazzatemi Meo Patacca e saio vostra - Marco
.
la
il
sciabola;
e
la
ma
in
quel
gli
mentre comparisce
casca di
rivale
sciabola
mano
il
dalla paura.
Per
far
pi presto
a scappare,
finestra.
Nuccio,,
un momento, potato
il
suo
M^eo
quell'imbecille
codardo
che
la
belligera spedizione
i
andata
monte,
perch
Turchi,
arrivati a
fatto,
come
vedete,
i
sa
di
poco:
ma
><
i
ci
sog-
particolari, le scene
i
vari personaggi,
e
frizzi
lazzi di
Meo Patacca
la
di
musica
un tessuto originalissimo
pieni di verve.
motivi
briosi, caratteristici,
6
Giuseppe Berneri
su
scrisse
un poema romane-
Roma
nel 1685,
sento dire da
chi
se ne intende
blo se
61
nel
il
Bartolommeo
ai
1823, non
lo
avesse illustrato.
Stando
molto.
Meo
compagno
si
rassomigliano
Ambedue
di
un
gilet
calzon
vita,
il
corto, la
sciarpa
la
attorno
la
pugnale e
pello, e
i
rete di seta
di
le
donne.
Sul teatro per questa foggia di vestire non
adottata strettamente,
e,
Un
lippo
Tacconi,
detto
il
gobbo, che
una sera
commedie delle quali egli stesso era autore. Oggi l'artista in voga il Tamburri, magro e lungo come una pertica un Marco Pepe perle
;
fetto
meno
la
gobba.
avuto da natura spirito e
eccellente,
in-
Egli avrebbe
ma
si
la;
pub-
62
fervorini in
e sui
'fi
i-ai.
ogni tanto,
a
rivolge dei
prosa
nifesti
e in versi
uso Carro
'
Tesj>i}
:
ma-
serali
permette che
si
stampi
la
compagnia romanesca
buri-i
Il
diretta
Tacconi nacque
<la
in
L806
genitori di civil
alla
Roma
luce:
la
padre, datosi
al
proprio
anch'esso
Pio VII,
nelle
quali
rimase
il
congedo, spogli
allegra
la
divisa militare,
prese quella pi
!
La
e condite
le
da
le
pignatte e
declamava
ai
le
tirate
di Oreste,
e lanciava
guatteri
due padroni.
Frequentando
la
teatro pi che
poteva, e me-
stro, e
sognava plausi
e trionfi in
pi vasti teatri.
E
di
forse, se
gli
non
gli
lo
che
successe,
avrebbero
veduto
capo
qualche
recitar
Un
di,
ti:;
cuoco,
il
al
Tacconi, non pi
ma
mi-
nistro in
un negozio
eli
di caff, salta
ticchio di
.
alzare, a forza
si
Se Victor
Hugo
ed
il
penna
e l'altro
con
lo
anche
si
gobbi,
son
belli,
non
il
quale non
sco-
infortunio, anzi
da quel mo-
mento,
si
drammi,
commedie.
(oggi Jlctastasio),
al
Un
sari')
si
presenta
Tacconi insieme
suggeritore
compagnia Ghirlanda, che recitava alle panche del teatro Valle, dimodoch quei poveri comici non vedevano pi lo spesato da un pezzo. Suggeritore della compagnia Ghirlanda era un certo Annibale Sansoni, il quale, piantato il
della
l'idea di ridurre a
commedia
poema
al
Ma
il
un collaboratore
s.
non sentendosi
fu che
il
Cos
Tacconi.
Detto, fatto;
il
Ili
Tacconi
il
Sansoni scrissero
e
insieme
il
^accesso strepito--.
Il
Tacconi pensava ad
in
produzioni del
genere da imbastire
soni,
quando a
di
-
costui,
frate.
l'estro
farsi
-
gliato
se
pare
non
gli fosse
vino
morto
in
odore di
il
Tacconi osar
caratterista
di pi, e
morto
sal
il
celebre Negroni,
scena, dove,
degli altri
romanesco,
fosse
sulla
quantunque non
della
figura
al popolino, pel
quale
zate di
-che ai
francesi insegn
ch'I
vaudeville.
Prima produzione
genere fu appunto
}farco Pe/ie
>
il
Meo
Patacca,
y>
er
greve
la crae
petta,
replicata al
guito.
Il
di se-
Tacconi era
dei
romani per
le
sue
sempre pungentissime
Secondo narra
il
Valeri,
celebre,
tra
le
Meo
Patacca.
(1800)
altre,
la frecciata
65
dal palcoscenico
del carnevale 1860, e
che lanci
del
Valletto in
una sera
le
botte de
Casterfidardo.
Governo
pontificio, per
i
ricompensare
suoi
soldati
fra cui
palatini
di
di quelle note
sventole,
decorarli tutti
d'una medaglia,
quale
e
a forma di ciambella,
castrata
Si replicava, allora,
Meo.
Una
sera, al se-
condo
atto, e
il
appunto dopo
Tacconi,
si
la tarantella,
Marco
amichi
e va:
Pepe, ossia
rivolge
co
li
agli
soni,
che l'avevano
accompagnato
Addio,
e
rigazzi,
Ram-
pino,
pel Tacconi,
si
scene, ogni sera, al terzo atto, quando, nei pressi del Colosseo,
Marco
si
esclamava impunemente
fatto pace, ce
e ce
adesso ch'avemo
-/q-^"^-,r
XIV.
MEZZETTI2S0
aiuto
al
celebre
il
Domenico
Costantini
il
di rado.
Trov perci
pi-esentandosi
mezzo
pub
comparir pi spesso,
Mezzett ino
;il
blico sotto la
tipo.
ebbe
ma
corta.
la
Biancolelli, e
sua me-
troppo
rimpiazzarlo immediatamente,
suppl al ruolo
compagnia
col
ita-
& Arlecchino
.
ruolo di
galante.
Mezzett ino,
abile
alle
domestico
furbo,
destro,
negoziazioni
amorose
per
proprio
il
che
si
67
mani
di
Colombina
cos
rimpiazzando
Continu
Dominique, non
a sostener
fece rimpiangere.
maschera
chiusura
delle
XIV
che conteneva
anonyme, ossia
madama Maindi S.
tenon, moglie e
roi Sole il.
quondam maitresse
M.
le
Su
di lei
due sonetti
di Luigi
XIV
Mes amante sans pitie me laissaient tonte mie, Lorsquun Itros me crut encor propre aux plaisirs.
..
Il
me pirla d'amour,
lui
je
fis
la
Madeleine;
;
Je
montrai
le
me
trouve reine...
Luigi
a torto.
dire
XIV
fu
soprannominato
cette
il
Grande,
ma
Pourquoi
calomnie? prosegue a
infatti,
la satira.
Se
il
suo secolo,
va famoso
i
secoli
antecedenti avevano
delle
lettere.
<
preparato
il
risorgimento
Lo Stato
son'io!
esclamava
_
figli
68
ai
suoi
volubile
si
come
e
il
padre degli
al
Dei,
cortigiane
succedevano
suo fianco
Quand'ei dormia, poggiato a un bianco Beno, Col pugno all'elsa e sulle teste il pie, Tutta la Francia, dall'Oceano al Reno, Era superba di vegliare il Re.
&
Il
Costantini
per
tornare a
lui
pass
al
che
lo
a Corte
come un amico.
il
poco
tatto di abusarne,
mal
glie
ne
colse.
la con-
Grigoriski,
bellissima
graziosissima
a segno
donna, della
palesarle
quale
l'artista s'invagh
corbelleria, qual fu
suo
tastato
bene
terreno.
Che
l
fece la
donna
?...
per
non manifest
la
nessun
mano
Costantini e rispose
ci
Vedremo...
penseremo.
La
un
Il
69
riceveva
dalla
real
mattina di poi
egli
favorita
un
colloquio
due ore
partamenti.
Quando
fil
Mezzettino
di
spada;
ma
si
in prigione
dove
lo
&
ed
Bologna nel 1729. una fisonomia molto espressiva, il Costantini recit sempre senza maschera anche
gliato a rimpatriare e mor a
Dotato
nelle
parti
di
Arlecchino.
Il
Lafontaine
era
entusiasta di
lui.
Un
un
nouveau Prute,
La La
nature Tayant pourvu Des dons de la mtamorphose, Qui ne le voit pas na rien vu t Qui le voit a vu tonte chose.
Il
lui
una Histoire de Scaramouche, opera che, con qualche ritocco, Searron e Le Sage avrebbero
potuto firmare. L'edizione porta
la
Duchessa
D'Orleans,
r^
r.
>~,
f:
XV.
PANTALONE
dal
desi-
nome
il
della
di
Leone
San M;irco.
Affaccendato, ciaccerone, e un
tantino
intri-
di
lana
le
pianelle
mercante
Venezia.
Ora
prodigo.
Spesso
vedovo
si
vecchio
;
celibe,
cerca di piacere e
e
fa corbellare
ora padre
Le due
la
putele sono
se
intendono
con
Colombina
e Lisetta,
72
Goldoni
gli
faccia
il
di
su
buon cuore
lo
porti a soccorrere
miserabili.
V&
L'abito di Pantalone nel 1716 aveva un poco
le
ai
piedi,
ma
calzoni corti e le
i
vato
la
colori tradizionali,
ma
indossava spesso
in seguito fu
cambiata
Stato
in
nera.
il
Ci
accadde
lutto.
quando
la
Repubblica perde
lo
regno di Negroil
ponte e tutto
volle
portare
zimarra
nera
che
da
K-
si
rec
veneta
per rap-
Pantalone.
(1550)
IO
Federico
Grimm
ne parla a questo
i
modo
Il
dicembre 1774
la
ge-
melli veneziani,
commedia
in
prosa del
signor
Colalto {Pantalone).
La rassomiglianza
del Goldoni,
che pu
non
i
scema
il
suoi modelli
ma
la
il
superfluo,
perfezione
colla
tre
parti
dei
Zanetti.
Il
cambiamento
della
faccia,
il
i
gran vanpubblico
taggio di cambiare
loro lazzi ed
il
loro discorsi
in ogni rappresentazione, e
plauso
per
la
graziosa
commedia
eccita
maggiormente
lo spirito
degli attori.
V6
Pantalone, era l'anima delle
doniane. Verso
il
commedie
gol-
1750
il
rappresentasse
le
Darbes.
Un
giorno
Darbes and
a trovar
il
per
Il
s. Il
Goldoni
gli lette
la
il
Tonin Bela
.
Grazia.
ni.
Darbes
scelse
parte di Pantaloni
tarla senza
maschera. La commedia fu
fischiata.
V
I<>
mie mancanze
Memorie
vavo
di
vengano compatite
il
le
scrive
Tonin, ero
fuori d'esercizio
disgrazia,
commedia
era
piaciuta
ai
miei comici
Il
maschera tradizionale
di
e la
Darbes ricommedia
l'au-
piacque pi
tore ed
il
capocomico.
14
Luigi Mercier
dice
Cosa sorprendente
che
il
nostro secolo,
il
tutto
distrutto,
giunto a strappare
videro
perire
dial
sprezzava;
Consigio
sopravvissero
Dieci;
Repubblica,
Arlecchino
dei
Pantalone,
i
Brighella seppellirono
Chi dunque
le
salv di
mezzo
alle
rivoluzioni
.
fcr
Il
nel
ai
1717, morto
Tre gemelli,
turbante
commedie
Le nozze di
il
Arlecchino.
Da
quest'ultima deriv
la festa
.
noto proa
finire
verbio
ho paura che
abbia
come
si
le
nozze d'Arlecchino
Difatti la
commedia
gli
invitati al
che
si
finto barone di
il
commensali
lui.
tutti
suoi manoscritti
dalla
moglie
di
lui,
donna ignorante
tivo per cui, di
e bigotta. I
La vedova
Colalto, che
abitava questa
la
7G
per impedirne
riusc.
ttOD vi
rappresentazione,
ma
Un
fuoco
alle
ry
XVI.
PASQUAEIELLO
Il
nome
di Pascarlello o Pasquariello
trovasi scritto in
ambedue
modi
perch pare
sia
un diminutivo di Pasquino, personificazione della satira romana. Nel secolo xvi, era un ballerino di corda
dal quale
pretende
di-
ave-
tabarro,
la
maschera
ed
il
capo scoperto.
Pasquariello aveva
soprannome di Truonno. Il suo tipo fu modificato nel 1685 da Giuseppe Tortoretti o Tortoreti, aggregato ad una compagnia italiana che agiva a Parigi, mentre
viveva ancora Scaramuccia.
11
di
quell'epoca,
mese di marzo 1685 scriveva: Nella comica compagnia italiana troviamo un nuovo
nel
attore,
il
quale riscuote
gli
applausi
di
tutta
Parigi e piace
immensamente
in
78
1
.
modo ammirabile
Pure, malgrado
il
il
celebre Arlecchino
riello Tortoretti
livello
di Tiberio
Fiorelli, del
prese
posto,
Quando fu
Giuseppe Tortoretti ottenne dal re un privilegio per rappresentare in tutta la Francia le com-
repertorio, a
condizione
per
la
commedia
e Luigi
XIV
la protesse
lungamente,
del
ma
la .vinsero
Re
Accademici
preti.
pedanti,
commedianti
risposta
invidiosi,
ce-
lebre
la
data
da Luigi
al
gesuita
La
in
Chaise,
che
gli
narrava
essergli apparso
il
sogno
l'arcangelo
di
Gabriele,
il
quale
avevalo
gli
incaricato
spettacoli.
consigliare
Re
ad abolire
L'arcangelo
che
(1)
siete
un pazzo.
Biancolelli.
Domenico
^-^c.-.-.sT.
c. r.~. r.
r.r.r.c. r. r.c.r.
r.
-,c,c.c.y.c,y.-.r.".~^
XVII.
PEPPE NAPPA
Peppe Nappa,
e,
siciliano,
ha
molta
rassomi-
del
Pierrot francese,
meno
il
una riproduzione
e
compagnie comiche,
la
francesi,
rappresentava
si
Peppe Nappa non porta maschera, e neppure trucca o s'infarina: ma, come Gilles, port;i
il
la berretta,
cappello e
di
le
scarpe bianche.
di cui
Ecco l'argomento
r
una commediola,
protagonista.
Peppe Nappa,
servitore di nu maestro di scuola.
La
scuola finita:
il
chiama
Peppe
Nappa,
quale,
dopo
averlo
tatto sgelare
si
80
b
prosenta sbadigliando,
un pezzo,
avvicina
si
spalle. Il
maestro
terra
si
allontana e Peppe
destarsi.
di
Nappa
fargli
cade
lo
in
senza
furia
Quegli, furioso,
arriva
a
rialza, e a
calci
gli
Allora
il
cappello e
pastrano.
e
torna
strascicandosi
gli amministra una seconda razione Peppe Nappa scappa e va a prendere un secchio d'acqua, una scopa, e lava il pastrano da capo a piedi, senza che il pedagogo
padrone
di calci.
se
ne accorga:
il
cappello, va
alle spalle.
appoggia
busse
si
:
Terza
somministrazione
gli
di
quindi
a
di
il
maestro esce e
gazzarra. Peppe
scolari
li
mettono
far
Nappa
a
gli
ammonisce
il
star
buoni,
ma
quelli
minacciano
cede
e
di bastonarlo.
Egli
protesta
che
andr
chiamare
maestro:
della
una
parte
egli
mentre
divora per
ragazzi e
le
ragazze
scompaiono
il
andare a ballare
e trova
sul prato.
Ritorna
:
maestro
Peppe Nappa ubbriaco lo piglia e lo butta nel pozzo. Credendo di averlo ammazzato, si dispone a fuggire; ma Peppe Nappa, ad un
tratto, si ripresenta. Il
maestro
lo
crede l'ombra
Peppe Nappa.
(1770)
lo
81
Nappa
un
lo
trascina
tuffo
anche a
gli
Si salva per
anche
il
maestro, e
la
per-
dona. Sopraggiungono
diola finisce con
gli scolari, e
comme-
Una
r&)~
G. Pbtrm.
V-*',*
-V^'-r
'^-
XVIII.
PULCINELLA
Erano le armi quando un sarto
francesi
di
gi
si
presso
Napoli,
Acerra
fa innanzi a
lutare i vincitori nel loro passaggio. Quindi, a sollevarli dalle guerresche fatiche, ei fa di s spettacolo giocondo la natura avealo creato
;
buffone, l'arte aveva compiuta l'opera. Nasuto, deforme della persona, non d'altro coperto che
della camicia e d'un
par
di
mutande,
il
volto
artificiosamente tinto,
vasi Paolo Ciucila; ed
sin entro Napoli,
francesi,
via facendo,
ov'ei
li
accompagn, presero
poi
t,
Polchinel
aggiungendo un
i
cezza
di
suono, ed
in
ii,
Napolitani
Pulcinella, va-
riando
l'o
scambio
frequente nella lingua del Sebeto. Pulcinella dunque entr festoso nella dolco
Partenope sotto
vessilli
trionfali cos
di
re
Carlo.
si
N creda alcuno
ch'egli,
operando,
ren-
Aragona,
sciolto
il
83
aveva generosamente
poich questi
Ma
ripetuta fino a
pochi anni
assolu-
tamente destituita
gli studi
del Racioppi,
il
la
nome cormodo
nel terzo
secolo
lo
storico Elio
Lampridio chiama
periali,
pulicosiis
(pien di pulci), e
Festo (grammatico romano dei tardi tempi imautore di un sunto in parte conservato
dell'opera
De verborum
destinata a riprodurre
tiene
il
piumaggio ornitologico,
e lo
che s'usava
uccello,
in
teatro,
il
fanno riconoscere
origine,
e gli
naso
adunco,
la
mezza
maschera nera
loro spettacoli
occhi circolari.
i
Cam-
avevano avuto origine, coi tipi principali: Macco, Bucco e Pappo, che parlavano Tosco, il greco ed il latino. Il moderno
pania
Pulcinella riunisce in s stesso questi tre diversi
caratteri, cio
dove
un
miscuglio
di
coraggio e di
poltroneria, di Bciocca
84
spirito
vanit e di
ten-
satini,
il
disordine,
come
nome
Macco delle
niellane
all'Arlecchino,
ma
anche Bucco
e d'origine osca.
Il
suo ca-
rattere
un insieme
di alterigia e di bassezza,
secondo
le
il
circostanze.
Per
comodit
lascia
di
far e
lui
ridere
il
pubblico a
lui tutto
permesso,
si
pi altero e feroce
tiranno
fare
da
tirare per la
barba o
uno sberleffo
sul viso.
la
Proprio
come
l'o-
coda all'imperatore
fatto viene
condannato
a morte,
cille.
ma
poi
ciarliero,
il
possenti e di
le
rendersi
lezze,
si
necessario;
studia
loro debole
loro
Pappo
era
la
caricatura
la
dell'oratore
pi.
che,
finisce
Che da
Pappo dunque
scorso
derivi
85
pappolata
alias di-
senza
si
sugo?
In
un'atellana di
Cajo
Mummio
gli
oratori
mentre
parlano,
parlare
solo
fintanto
si
che
po-
(Non trebbe applicare questo sistema anche derni Parlamenti ? Quale ostruzionismo
possono reggersi
a
quel
modo.
ai
ci
mopo-
trebbe resistere?)
&
In qual modo, in sostanza, al
sono molte
da Macco.
Una
statua
di
bronzo ritrovata a
sull'i-
Roma
dentit
erede,
nel
di
il
due
delle
e
tipi.
Al
Pulcinella
farse
pcrta
il
due enormi
gobbe
di rapina.
il
La
satira,
l'arguzia,
una
fe-
scrive
il
Baracconi
(1
caratteri delle
(1)
G. Baracconi:
antico.
mano
B6
<la
commediole
floridi
importate
tella a
gli
Roma
altri
Dei
per-
sonaggi
volissimi
tipi
(li
che
il
in
piace-
riuscivano
Maccu8 ed
lnceo,
due
amabili
furbi,
patria
na-
Essi
hanno
del
traversato
e
medio evo
palco dei
sulla carretta
ciarlatano
sul
derno Pulcinella,
origine
il
vecchia
campana
44
Quando
essi
le
teatri
con
tragedie e
commedie,
le
farse atellane
il
gusto
pel
ri-
vendic dall'oblio
e lo introdusse
personaggio
di
Pulcinella
indie
perfettamente l'accento e
Napoli.
l'a-
Da un secolo
a questa
si
parte,
l'aspetto e
bito di Pulcinella
sono alquanto
modificati.
Egli
87
come una
volta;
gli
non
pi deforme
le lo
son sparite
gobbe,
bacela che
come
e
ai
tempi
Andrea Colcese,
i
decimo
sesto secolo.
rossi
Ha
;
abolito
di
listati
capo a piedi
di
in
zucchero,
la tradizionale
adunco
e bitorzoluto.
tipo di
ritratto del
napoli-
A
il
Napoli
batte
ma
qui
cacciano a cantar
Pulcinella Pulcinella
come
io
Nelle
commedie
scritte
appositamente per
lui,
spesso un
questo
per
esser
e
felice,
d'avere
maccheroni
una
servotta,
il
o quasi
mai
marito, n padre.
Napoli
egli
un pesce
da
magistrato, da
farlo figurare altrove
88
principe,
aver preteso
il
di
che sotto
ed
vecchia Partenope,
posito.
Il
stato
un grosso spro-
di
Napoli fu princi-
palmente il maggior campo delle sue glorie II San Carlino, ora demolito, possedeva una compagnia celebre che compon evasi
di
in special
gli
mdo
il
maschere
e tipi locali,
primo fra
ai
altri
quali poi
si
aggiunto recentemente
lo
Sciosciammocca che
per cos dire, il pendant di Pulcinella^ come Marco Pepe quello di Meo Patacca. scrive il Di Giacomo Non so veramente
se
Sciosciammocca
i
sia stato
un
personaggio di
Propendo a crederlo quando mi rammento che la natura umana non cambia mai.
tutti
tempi.
e
in
piuttosto
si
atteggia,
si
piega, e
si
manifesta
modo
lato della
propria figura.
Ma
di
certo egli
sali
un
in
battei-
doccino
lui,
la
sua celebrit.
di
Notasi in
prima
tutto,
Avezzana,
lo
di
che
general-
mente parlando,
astuto, quasi
tipi
di
servitore, sciocco od
diciamo
la
Pulcinella.
(1700)
brutta parola
89
Come
razza, proce-
bastardo.
dono
in
commedia greca
nella,
romana: Arlecchino
moro,
Brighella mulatto,
Macco
diventato Pulci-
Lydo
lui,
si
bene Pantalone De
anche
riscattarsi
e
uomo
di
colore
mercatura, pure
nessuno
ha
i
mai
rammentare
e
un nome di famiglia, nome di battesimo si chiama Felice; e s'intitola Don Felice, perch come dicono al un signore, un galantuomo,
Sciosciammocca invece
vi
non
paia poco!... Di
suo paese.
e ricco,
Ingenuo,
libero, legittimo,
giovane
Don
All'antico
schiavo
trasfigurato succede
l'in-
caricatura^
si
l'unit
il
di
quella
somma
totale
che che
chiama
tutto
popolo,
da per
non
si
contenta, e
giovane perch
nato
perch
al-
trimenti gli
mancherebbe qualche
titolo
ad eser-
citare
cella
tutti
i
90
civili
diritti
prender posto
e
classe dirigente.
giovane
grullo;
ma
sopratutto
presuntuoso e vano,
leggero, e
per
le
ogni
dove, mette
il
becco
in
molle
in
tutte
questioni, e sfringuella le
lensaggini
pi
marchiane
con
una
di
mesicumera
loquela
maco
tezza,
a chi lo sente.
Ridicolo per
la
la
sua
stol-
per
la
sua irrequie
si
tezza impacciosa,
Sciosciammocca
tempi, che
proprio
il
immagina
il
serio
di
fare a
modo
suo
la
pioggia e
E
gli
andato a scuola e
ci
ha imparato poco;
ma
resto del
genere
umano,
il
che
il
ma
con un carattere
tutto
moderno
infinita
attuale
di fisonomia
E
nale
gliere
bisogna
vedere
talento,
il
cambiare continuamente
d'intonazione e
colorito,
.sul
l'imbecillit
e
li
del
della
superbia
suo
tipico
domani saia
tutta la scali
lanti
e
l'imbecille
melanconico
senti-
percorrendo
chiacchierone.
lo
Certo,
ha
la
l'affetto
ci
ap-
ha
scritto
la
meno
curiosa e
in
la
meno
che recita
commedia.
&
Sin dal principio
del
secolo, molti
attori
si
San Car
il
tutti
Ca-
fratelli
De
Martino.
scrive Edoardo
la
Boutet
gloria.
Il
il
raggiunse
Petito
il
San Carlino
maggior
dramma
sanguinoso
ma
quelle birbonate in
il
parecchi
atti,
che tanto
commuovevano
po-
92
dirittura.
per
il
Una
sera
l'ilarit
personaggio
in aria
che rappresentava
le
lo
parrucche
arruffate e
ispide sopracciglia
.
e vesti la camicia
del Pulcinella
Questa maparticolare
schera ebbe da
bellezza d'arte.
il
lui
nuove forme
note
della
Boutet
tutte
egli
soggiunge
comicit protutte le
alle
rompevano schiettamente
attore,
ma
.
conosceva e rivelava
gradazioni
irruenze
risa e sa-
peva piangere
all'altro,
un istante
di colorito
elevava a inter-
da Pulcinella.
la
il
aveva
maschera
al
volto
fin
sul
labbro,
con l'espressione,
di
quanto abbisogna
zione drammatica.
all'efficacia
un'interpreta-
Non
gli
rimaneva, insomma,
quel mento riassualla
scoperto che
il
mento.
Ma
dava
meva
tutta la faccia, e
maschera nera
del
l'espressione
momento
nel quale
si
nacque
la
leggenda:
si
diceva
che
il
Petito
avesse una
maschera appositamente
costruita,
con
si
93
con
gli
le
molle, con
fili,
ingranaggi che
muovevano secondo la volont dell'attore. Ed era invece una qualunque maschera di cuoio .
I
che
professa per
mor, tutta
nebre
gli
fino
un grand'uomo. Quand'egli Napoli segu, commossa, il carro fual cimitero di Poggiore ile, dove poi
fa elevato
un busto.
cos narra
il
La fine
di
Antonio Petito
la
Boutet
Si
il
rappresentava
terzo atto,
Donna
di
bianca. Prin;
cipi
le
ma
il
Petito
sue battute
mancavano
palchetto di
proscenio, l'impresario
Luzi, che
le-
vava
lo
di quel subitaneo
cambiamento
avve-
desse del proprio stato e dell'aspettazione palpitante dell'impresario, oltre che d'un senso di
il
sauribile
di
poco
prima
Calata
la
tela,
si
Il
una tazza
Sua
che
Adelaide
gli
port
la solita tazza
appress con
la
mano tremante
lo
alle labbra,
ma
Telesco, che
guardava
vide, di su-
bito,
94
egli
e
aveva
si
occhi stralunati,
.
la
lingua
pendula,
stor-
ceva tutto
disse
il
imn
a
segue
narrare
si
il
Qoutel
del
San Carlino
in
riaffacciava
De
versi
squale
De
Angelis.
e
nuovo Pulcinella
Pa avanz
:
alla ribalta
Prubbeco
bello
chiarito e la
paura
restila
a/e fa la lengua
vanno
scevnere addirittura.
sottn sin
Da
Nce
sotto
a chesta maschera, da
steva....
tutto
!
il
pubblico,
.
commosso, mormor:
Petito
Petit..!
^?
Napoleone
,
i
era
un fanatico ammiratore
cesi
di Pulcinella,
che
fran-
chiamano, come
all'
si
detto,
Polichinelle, e
che corrisponde
Goneelyck
glinolo, al
Hauswurst
al
dei
tedeschi, al
spa-
olandese,
l)on
e
al
Pulchinela
Karakevs turco,
Punch
degli in-
glesi.
al
95
La bevanda omonima
Pulcinella,
o,
appunto
intitolata
suo nome.
insomma,
una ma-
schera,
polita.
quartieri popolari di
e,
di dentro a
quei
castelli
di legno portatili
che
si
veggono ancora da noi nelle fiere dei villaggi, faceva muovere un pulcinellino il quale emetteva un
grido
particolare, simile
ai
richiami
il
buil
rattinaio
serviva
tenendolo
il
in
bocca. Se
lo
:
Nodier,
ma
in
tosto disse
non
e'
pericolo
che vada
gola
*?
rispose
mi
l'altro
non meno
ghiottirlo.
venti
volte
accaduto
d'in-
Davvero?
Si,
ma
1''
ho sempre
rifatto.
ry
XIX.
RUGANTINO
questa
dice
il
Maes
(1)
un'altra mae
il
il
portamento
carat-
capitano, di
Spaventa,
al cui
nome trema
Italia tutta,
come
il
Guappo
napolitano,
a cui fa riverenza la
linea diretta
soldato
Rugantino
lo
spadaccino di 80 anni fa
e millantatore
:
ma
sopratutto poltrone
per bru-
ha un accento bizzarro,
romanesca. Talvolta
Maes,
fa
il
e fa sentire assai
la r
capo degli
sbirri,
(1) C.
Curiosit romane.
Rugantino.
(1896)
97
se
il
col-
pevole
sfugge,
un inno-
cente; e se qualcuno
attenta ad impedirglielo,
minaccia allora
rinfusa.
di
La
il
solito
con
un
taf-
feruglio
cui
Rugantino
scampa
sempre
Me
fa,
ne
hanno date
dice)
ma
glie ne ho dette!!!".
con
baracca, o teatro
t anaccio,
tiva,
di
un
estro
si
Ghetanaccio rappresentava
in
il
potere, allora
;
compresso
la
stampa aveva
mordacchia,
ma
Ghetanaccio
parlava per
tutti.
Non
la
perdonava a nessuno,
n a monsignori, n a
e arditamente
cardinali, n al
il
Papa
piantava
suo
casotto sotto le
finestre di coloro
che aveva
scelti a bersaglio
delle sue
satire.
Onde
spesso andava
in pri-
gione
Nato con
e a tirar gi
la satira in
commedie a soggetto, Ghetanaccio, che tutti temevano per la sua lingua, l'aveva presa a morte con un certo pizzicagnolo a cui
doveva,
7
ma
non poteva
restituire,
pochi bajocchi.
G. Petrai.
Il
96
aspettale,
pizzicagnolo,
stanco di
mand
;i
pure
il
la
avrebbe
Gke-
dovuto corrispondergli
il
2 per cento.
!
Ci rivedremo a carnevale
rispose
tanaceto.
Ditatti,
il
gioved
grasso di
quell'anno, lo
stregone,
spiritoso
si
burattinaio,
alla
folla
mascherato da
curiosi.
tigli
present
Lo
seguiva una
quale
accost per
il
domandargli quale
ste
sarebbe
stato
la
Er destino de
te
lo
mano che
dico subbito.
Emb
?
le
Diteme
tutto,
le
soro stroligo
!
mio, nun
me
fate sta
pi su
ha'
spine
da
fa'
Emb,
da sape che
sti tu'
fij
uno ha
uno ha
er ladro,
uno ha d'ammazza,
!
da mor ammazzato
Ah, che me
Per a tutto
tu
dite ?
s'ari inedia
la
m< rte;
si
me
:
dai retta,
'.'
poi sarv
tu'
tip
lo
E come
Ecco
quello ch'a da
ammazza
lo
metterai
ammazzato
metterai a
t'
d;i
99
metterai a fa er pizzicarolo.
i
vicini
del pizzicagnolo,
quali
applaudirono
pizzi-
venne con
stata
lui
a pi miti consigli.
checche
dica,
sar
ma
era
Non
che
il
una professione onorevole ed onorata per si resa cos comune, che qualunque usuraio dei
lui
Non mi
M^
Rugantino,
a'
tempi
tando
la
Quoti
in votis.
gli
attori e
le
XX.
RUZZANTE
legro) fu
(il
il
pazzo,
l'al-
primo com-
Nacque a Padova
deone, nell'opera
scrive
De
sotto
il
nome
di
Roma come
anzi
li
come
attore.
Esso
commedia antica
sostenere
il
paragone
ed
con
quelle di Ruzzante,
rappresentate
d'Italia.
applaudite
su
tutti
teatri
in
modo, che, quando era in scena, il pubblico non vedeva, non udiva altro che lui .
L'epoca
di
Ruzzante fu brillantissima.
I suoi illustri
101
aveva gi composto
Corte
del
fatto rappresentare
la
alla
duca di
Ferrara
Niccol
e della
Mandragora
che
il
papa Leone
fece rap-
Roma
dai Sem-
tutti
ad esso
sotto
il
rapporto
dell'indivi-
dis-
camminarono
non
li
sulle traccie
sorpassarono.
Ruzzante complet ed
tava, e cre la
agli idilli del
abbell
quello
che
trat-
commedia
il
della realt in
mezzo
della
convenzionalismo teatrale.
Benedetto
Varchi,
celebre
dei
autore
storia di Firenze,
di
parlando
diversi generi
all'esperienza
nostri
le
e prestar
fede alle
zanni erano pi
di
commedie
Ruz-
soggetti
campestri,
.
Ruzzante fu
il
le
porte
i
della
commedia
ai
popolari.
Tutti
lai
102
zato ed
al
sono
dialetti
Ma pi padovane veneziano
i
frequenti
e
berga-
masco.
Ruzzante viveva
in
al
mezzo
si
alle
guerre
di
Francesco
e di
la
Carlo
che
disputavano
l'Italia,
mentre
terribile
invasione
Roma, lasci a vasi dietro le campagne devastate ed incendiate. La Citt Santa era presa d'assedio, saccheggiata e per due mesi data in bala
dei luterani,
la stessa
Firenze
padovano, desoSpagnuoli e
maledice energicamente
in
Tedeschi; perci,
buffonate,
mezzo
alle pi spiritose e
grasse
e'
sempre
una situazione
si
drammatica, una
riflessione profonda. Ci
sente
ma
soffre.
humour: vale
timentalismo
a dire
.
di sen-
Cos
definisce lo Scardeone;
ma
alcuni
tratti
della
sua
vita
starebbero a
rivelarlo piuttosto
Ebbe
il
mori giovane,
consumato dagli stravizi. Diceva infatti di amare non la donna. Fu pure l'amico di le donne
una
103
la
quale
gli
regal
gioin
ma
alla
morte
di lei,
una nipote
si
mise
legatario,
cui fece
causa inutilmente.
Il
la
lingua tedesca:
la
liano.
si
bisticciavano
la
si-
in francese,
ma anche
l'altro.
di
questo idioma
Un
la
e gli grida
Vous
rfes
un
homme
tendeva dire
Beolco,
sans dgnit!
decorsi
lei
soggiunse
rette ritta
con
acquis
boa
marche !
il
Beoico senza
scomporsi:
Oh,
il
est
vrai,
colite,
quelle
$&
Sotto
il
titolo
Tutte
le
una prima
104
delle
commedie,
un
sonetto,
satire
a e
Il
raccolta
di
Angelo Beolco.
la
volume, oltiv
due
Moso-
contiene
la
Rhodiana,
la .
Vaccaria, ['Anconitana,
la
schetta,
Piovana e
successo,
si
Fiorino
t'arse ridicoil
lissime
lito felice
al
Beolco come
Sapevo,
una
bir-
bonata,
ma
l'ho
padovani
mi annoia-
vano in dettaglio; ho colto quest'occasione per radunare tutta Padova e prender la mia rivincita all'ingrosso.
Una
sue
erano
celebri
non
mene-
anche da
egli
di
lasciava
lucro,
recitare
ma
si
diceva
Una
sera
mise a
patate a un certo
Pertegnatta,
Vaccaria,
mediocre
e.
artista,
nell'im-
palco,
mostrava
pugni
fine,
al
povero commediante. IH
amico, alla
Via, calmatevi,
Quel Pertegnatta
vestii spregi...
Io sono felice,
rispose
il
Beolco, che
il
Ruzzante.
(1525)
che
sia
105
approver che
anche un
lo
santo... Io
egli
sia beatificato,
gli
accender un cero,
ma
non mi
lasciate
un brigante
scena.
Venezia a Padova
per
al
scritturarlo,
cercatolo
inutilmente a casa ed
in
Bovin,
il
mera-
viglia che
impresario all'osteria.
di
voi,
rispose
il
Beolco,
come avete
vita
osato
a parlare la prima
vostra
con
teatro
non gi
sulla scena
siete
venuto a
momenti
suo
avete
quando
di
egli signoreggia a
talento
migliaia
spettatori,
ma
qui
scelto di vederlo, in
ma
di maiali,
XXI.
SCAPINO
Il
Callot ha raffigurato
lo
Scapino dell'epoca
ampii,
il
sua
1592
al
1635) con
vestiti
la
ma-
schera e la
larghe rese e
Dionigi,
barba,
la
il
mantello,
cappello a
tal
fogg
capocomico milanese,
1630.
in
rappresentava
questa
parte nel
Ma
passando
Re
guani. Scapino
depose
maschera
indoss
un abito
tre
attillato a
prima vestiva
scuro, e s'infarin
il
viso.
Lo
Parigi nel
soni,
poema degnisdi-
simo
storia.
Prima
versi
di
tare
il
tino.
Nel
Milano,
ma
col giunto trov
il
107
Un
altro
posto occupato.
cerretano
vi
poteva saltare
testa
che
lui.
Innalz un
predicava
al
solito,
il
l'eccellenza dei
a quale
scopo
tutti
vantarli?
i
propri rimedi.
Ma
diceva alla
folla.
suo
Voi
conoscete
padre crudele
di
aveva maledetto
per
pi riconoscerlo.
approfittando dell'emozione
contrita,
eoi
vello
pre-
bagnato
Questi
solo
teso padre
chiedendogli
lo tratt
da impostole
che non
ma
non
lo
conosceva
la
nemmeno. E
fu che
il
ci
si
arrabbiava, pi
figlio.
folla
s'interessava per
povero
La
conclusione
davano a servirsi dal Bissoni, il quale per, temendo che alla lunga dovesse scoprirsi il tranello, s'affrett a mutar aria. Poco tempo dopo, lasciato il mestiere del
ciarlatano,
lante
si
108
parti di Scapino.
fu
univa
per rappresentarvi
altro
Un
Scapino celebre
Alessandro Cia-
varelli, napolitano,
Domenico Camerani,
d'indigestione.
e lo
Una
di
ebbe
il
coraggio
stomaco
Ma
lici
le
Maschere
la
vita di
mercenari ambulanti,
videro riprodotte nelle
gli
straccioni, fe-
esse
lotti
commedie
dei sa-
principeschi;
stessi
accademici ambidi
in
onore
qualche famoso
;
la
scomunicava
pi,
memore ancora
alle
;
delle risate di
Leone
e di
Clemente VII
En-
la
Ugocompagnia di
teatro
Giambattista (vedi
di
:
nome
Ca-
n&W IStourdi
mascheri.'
scenari per
scrisse
il
molti critici
come
l'arte
109
dovunque
in
asseriscono che,
Molire
si
azione
pu
commedia
italiana
maschere.
5*?
pi
fortunate
creazioni
glie la
Le furberie
gente
di Scapino.
E quando
rimproverarono,
la
Ho
veduto
il
pubblico lasciare
il
Misantropo
ri-
condurvelo
.
i
A
tique
se-
po-
Peut
Si,
remport
le
prix,
grimacer
Quitte,
pour
le
bouffon, Vagrable
et le fin,
Tabarin.
Dans
110
71 i
Il
migliore
li
tutti gli
Scapini
fu
il
gran Mo-
lire,
il
che con
la
suddetta
*
commedia immortal
11
ti
jo
ne
fit
jioint diffi-
cuU
alle
scrive
Aim Martin
(1)
nella
prefazione
rie
s'enrichir de pi-
sieurs passages
du
Pedani jou
de Crano de
cet
Bergerac.
il
Qnand
on lui rprochait
emprunt,
il
rpondait:
est
le
ironie
$:
Ma
due.
proposito
di
La
parti'
vita
degli
scrittori pi o
meno
celebri,
potrebbe
tornire
argomento ad uno
che molti
serva.
illustri
la
propria
Uno
di
questi,
Molire.
Boileau. nelle
sue
Riflessioni critiche,
narra
che
il
sue cornine
grande poeta comico leggeva talvolta le lie alla buona Lafort, volendo giu-
Parigi,
Didier 1845
durre sul popolo,
il
Ili
invero
la
quale formava
premeva maggiormente
d'interessare.
ridere
di
cuore la
allora correggeva e
rimarcare
allei
serva,
non aveva
stessa ra-
nemmeno
in
teatro.
i
Per
loro
la
gione, Molire
voleva che
i
compagnia conducessero
la
ragazzi non
si
fanno
iano o
e, se
anno-
divertono,
lo
manifestano francamente
ed ingenuamente.
E
tava
le
le
serva,
doveva
limitarsi
far ci pel-
avr mai
il
letto
suppongo
il
Misantropo
ed
che
la
telligenza superiore,
una
letterata,
non una
povera donna.
Un
mettere pi parti-
colarmente a prova
tatto
ed
il
gusto artistico
della serva.
vani' ed
112
compagnia un
il
Vera
nella sua
attore,
gio-
abilissimo
quale
scriveva
anche
delle
commedie
nelle quali
non mancava
un
certo
si
il
brio e
comico
Molire
una certa vivacit. Questo chiamava Brecourt. Egli pass a copione d'un suo nuovo lavoro
il
Le Nozze
al villaggio
in
una specie
i
di bozzetto
contadinesco
cui
costumi,
sentimenti,
ritratti
con
una
verit...
fino
all'esagera-
sceniche a cui
nel
accenna
De
Arte poetica.
si
lavoro
suo,
la
chiam
per leggerglielo.
Il
poeta prese
il
copione
incominci.
La
Ma
fino dai
primi versi prov una sorpresa che da principio non os manifestare. Ella non sapeva raccanon riconosceva in quel bozzetto lo pezzarsi
;
stile
del padrone,
il
le
pronunciarsi.
la
Ma
uno sguardo
riso-
Scapino.
(1716)
nomia,
si
113
pareva, almeno da
certi segni
non
hai
equivoci,
troppo
persuasa di
ti
Che
piace la
Non
Vostra commedia?...
?
Ma
a chi lo vorreste
dare ad intendere
Come?
esclam Molire
crederesti
forse che...?
Io credo
rispose la Lafort
che
coil
desta
commedia
reale
sia vostra,
parco
di Versailles...
vorreste
darmela a bere,
ma non
ci
E
La
difatti.
il
padrone
a truccarsi.
il
Una
sera,
mentre
si
rappresentava
la
Chisciotte, Molire,
che faceva
le
il
parte di
Don Sondo
il
quinte in groppa ad un
di fare
somaro, aspettando
momento
suo
uscir fuori
quel
punto, naturalmente
si
il
avrebbe
ag-
teneva
perci
grappato
alle quinte,
ma
cocciuto
tirava..,
animale
ne poteva pi
8
di lui, e tirava,
G. Petraj.
Molire
starsi;
a
si
114
vide perduto.
l'asino, stizzito,
sinistra,
in
eccoti
menava calci n destra e rizzandosi Bulle gambe davanti. Ma quel momento la Lafort. Ella -i
>ul
slancia coraggiosamente
ferra
somaro
e
e
Il
lo
af-
per
la
somaro
allora
precipita sul
la
Lafort.
Figuratevi
le
stessi all'inaspettata e
intempestiva apparizione!
la
parrucca, e fu
lo
compagni
videro
&&
Scapino viene dal verbo scappare.
questa
Le
sue
parti
erano
sempre quelle
per era
un servo intrigante,
quando
il
momento
di tener
duro pigliava
Un Ma
la
vita ancora.
-^-^s^
XXII.
SCARAMUCCIA
il
quale
Tartufo
ed
il
Misantropo,
al teatro
dove recitava
cos,
da proim-
De
Et
Il fut le
maitre de Molire,
fut le sieri.
i
la
Nature
Ca-
commedia
italiana di
quell'epoca,
non
si
pre*
116
il
Capitano italiane
venne a
tutti
sostituirlo.
il
pi celebre di
Scaramuccia, depose
viso, port
i
la
maschera,
s'in-
farin
questo tipo.
dice
paesi
marche
molti
non
si
d'essere
abbandonato,
fanciullo
ancora,
giovi-
nezza, lo
mand
remare
sullo
galere.
Ed
certamente su quelle stesse galere che si ritirer pi tardi, perch- il pi gran ladro
che
le
fa,
siasi
mai conosciuto.
e
si
innamorato
di tutte
donne
vantandosi di lavori
parlando male
di quelle
$&
La
natura aveva dotato
Fiorelli di tutti
in
il
brev'ora
fu
conosciuto
in
Italia
si
come
le
il
comico pi spiritoso
principali
citt
ita-
Dopo aver
percorse
117
il
La regina
le
divertivasi
immensamente a vedere
conosciuta
sotto
il
sue smorfie.
Un
nome
poi Luigi
XIV,
si
principe, che
aveva allora
Scaramuccia
permesso
di
quattro anni,
mise a piangere.
prendere
in collo
il
a calmarlo.
La regina
tali
il
permise.
Scara-
muccia fece
bambino smesse
tale
di
piangere,
ma
gli
fu preso
abiti di
da un eccesso
risa delle
d'ilarit che...
dame
e dei signori
Da
quel
di-
vertirlo
il
col cane,
gatto, la
.
scimmia,
la
chi-
tarra e
Il
pappagallo
si
Fiorelli
ritir
dal
teatro
ottanta tr
anni,
avendo ammassata una copiosa fortuna. ottantatr anni aveva ancora tanta agilit
dava uno
schiaffo col
piede.
118
&
Claudio
:
legge
Abbiamo
cercato di conoscere
nomi
la
dei
fantasia
sono quelli di
Di giorno,
e
il
bqja tanagliava
dava
la
corda; di sera
si
recitava.
Le
rap-
presentazioni di Turlupin
tanto voga che l'eco
fino a Richelieu.
compagni presero
successi giunse
e,
i
dei
loro
rimasto
sesqui-
si
Dalle rappresentazioni
dell' Estrapade.
Io voglio
i
ri-
tre attori
comici
Ed
ecco
tre
saltimbanchi
saliti agli
onori
dell'illustre
teatro
come
si
si
chiamava.
Ma
l
permette, di
caricatura, cos
esserci pi
119
fosse
lui.
a tempo
scappare,
ma Gros Guillaume
La sua paura
preso e chiuso in
tale
prigione.
fu
mai
picciare per
tema che
esse potessero
maggior
Fiorelli,
soprannominato Scaramuccia
Scaramuccia
di Molire
narra
il
'Grimarest, biografo
fabbricavano
Coe
i
mangiatore.
la
moglie
al
Re
la
partire.
Sua Maest,
dolentissimo di
ma
che,
per sempre
tensione!...
giori.
Francia.
Strana pre-
ma
Luigi
XIV
Re
a pentirsene.
120
che
lui
e,
Moglie e
il
figliuoli,
volevano
guadagni,
presolo
a
godersi da
lo
soli
frutto dei
di
ricevettero
come
un
gli
intruso,
maltrattare, pi volte
il
ruppero
sulla schiena
si
le
andasse a
carogne.
il
buttare in
buttavano
il
vita,
Fioivlli
sollee
esponendo
il
al
Re
le
sue
disgrazie
in
Il
cit
Fi-ancia,
Re ebbe
bont
di concederglielo.
ritenni
di
Scaramuccia
soggiunge
il
Grimarest
pubblico
non
Per
sei
spettacolo fece pi un
soldo,
la
senza
la reale
1670,
il
il
pubblico
Molire
as-
massa
teatro
di
La
1GGT
lunga
al
senza
spiega
di lui,
in
rimasto
in Italia dal
1670,
di
qualche
modo un
tale
la
risveglio
folla al
teatro
Molire
il
capo-
comico poeta
Tite
et
Berenice di Corneille,
rappresentati nel
novembre 1670.
il
Questo
farsa
Fiorelli era
Colombina
avvocato pr
contra,
Scaramuccia.
(1645)
di
121
in
la
chitarra,
mette
sedere con
punta di
bat-
tempo
sulle
spalle.
questo
punto
illustri
l'art si diffcile
les
de remuer
les
j^ssions
et
de savoir
per
un quarto d'ora buono in una scena di spavento in cui non proferiva una sola parola. La natura scrive Mezzettino (1) aveva
fornito
sona e con
gli
atteggiamenti
della
una maniera
originale che
il
celebre
Molire, dopo
averlo
di
.
dovere a
Infatti
lui
il
le
fu
spesso
quali,
non po-
possibili per
diminuirne
il
merito.
(1)
Mezzetix, pag.
188.
Una
tempo
guai per
lui
se
mandare
delle sue
la
della fisonomra
barba e ittobere
^T^f ^
m
utori
^ ^
** to
^
^
i
erbeggiati
"JU
4
;
P<*
to
propriazione.
Vuoisi el.e d,
nue^ Certo.*
foss e
autore
, ,
Fiorelli.
Chi
sa'.
,,,,
aou01
poich
uno taceva
^
n11 a\cbe
tempo
MentreMolierelasc^P^e^^.^
Prime
di
dare
le
seconda
'
aoeolsero
eoBmele,UFmr*mq
felmente
suo
piando P
di
^
.
'
glXTV,
disse , peret daUr/.ate del
Cond:
d. Sarei curioso
so.. elie si
le
persone
U./0 _
^w ^
scan
Scar a,nco.
.
r.pos e,
p|
ncivi
Il
eon^a
qua
(U
Dl0
poco
pocnii
e della
religione, e
123
si
burla di loro
secca moltissimo.
$?
Il
era
perci a soffrire da
un monastero,
ove piena
tempo mori. Ei non le sopravvisse lungamente, essendo morto il 9 dicembre 1694, d'anni 86, dopo tre anni di matrimonio. Oltre un legato considerevole per un Convento di religiosi,
lasci all'unico figlio rimastogli, e
fatto prete a Parigi, tutto ci
che
si
era
che possedeva in
al
Francia ed
in
Italia, in
ascendente
valore
di
100,000 scudi
circa
somma
addirittura
gran
di
Molire
era
voluto
i
un
ordine
espresso
Luigi
XIV
perch
pellirlo in
luogo sacro,
buffone Scaramuccia
fu senza
difficolt, anzi
in Sant' Eustachio.
La ragione
ci
si
ha,
Principe di
Tartufo e
Cond
al re
Luigi a proposito
del
Chiamato
relli
124
ili
il
al
letto
la
morte
medico,
<li
il
Fiosi
gli
regal
famosa
chitarra
cui
cane
il
pappagallo,
ai
e gli disse;
Io
vi con-
siglio
di
suonare
vostri
luogo
salassi.
Ad
non
jus qui
termine mio
giunto,
farmacista
assisteva
io
.
:
Al prete che
lo
Il
domand
in
andr
Paradiso':...
in Purgatorio?... all'Inferno?...
sacerdote alz
gli
occhi
al
cielo
non non
ne
pre-
rispose.
siete
Capisco, soggiunse
il
il
moribondo
voi
raccomando
modo,
di
qualunque
non
mi
riunisca a
mia
nioalie.
&
Come
riti
XIV
non
coi soli
me-
apprende dalla
storia seguente.
In
125
16()<>
cavalli,
una vecchia
dama ed una
avuto
tutt'al
giovinetta.
palliduccia
si-
d'una povera
che,
creatura
salendo
scalone
della fare
reggia
si
voltava
per-
da
timoroso delle
La
al
l'aria di
casa
Su,
ripeteva
incessantemente:
ini
coraggio, svelta!
difatti
Luigia
De La
Vallire,
nominata
princi-
recentemente
damigella d'onore
della
ne
entrava
in
possesso
n'era
quasi
prevedendo
lei,
le beffe
esposta
la
povera
provinciale,
mescolata fra
l'unico intendimento
vicina
al
suo fidanzato, un
del
giovine
Duca D'Orleans;
crede che
il
mettersi in evidenza
Blois e
portarsi a
il
126
spinta
L'abbia
lasciare
Parigi. Certo
che,
dopo
con
poco tempo,
tutti
lei
fidanzato prese
a lagnarsi
si
quale
vedeva da
che,
quasi
lo
contemporaneamente,
di
un ordine del Re
di
destinava all'ambasciata
Londra,
e nei
circoli
un cronista del tempo) che, volendo ottenere qualche grazia da Luigi XIV, la pi spiccia e
la
pi sicura fosse di
Vallire.
il
propiziarsi
la
signorina
De La
Frattanto,
giovine gentiluomo di
si
lei
fidan-
gettava, al primo
farsi
mezzo
la
ai
nemici per
ammazzare,
li-
e vi riusciva; frattanto
Madama
la
Enrichetta
la
cenziava
le
Regina
cognata
era
voltava
spalle
quando
la
incontrava, e
e la
Luigi
XIV
obbligava
cortesi
moglie
lei.
a mostrarsi
con
Il
giovane e casi
del
Re, vo-
piuttosto che
in
un Con-
Re, che
la
faceva spiare,
avvisatone,
suoi
rdi;
le
127
cavallo
nel
corse dietro a
con due
convento,
penetrarono,
clausura,
e
questi,
violando la
condussero la Luigia
svenuta
ai
sione, attendeva in
giardino.
Uno
dei
due
fidi
^^
c^^-,yyr,c.-.c,r.r.-,c.^,c.-,-.y^,c.y.
r.r. ir.y.
XXIII.
STENTERELLO
quei
profondi e paralleli
agli
angoli
della bocca, imitazione del rictus latino, dimostrano, secondo me, che Stenterello pi vecchio
di
i
buoni
fiorentini,
1833.
l'orologiaio
abitava
porta
il
in
Borgognissanti
casa
che
si
oggi
n.
la
apriva
allora
in via
Gora. via
le ciane
pi linguacil
popolino
farsi
gradevole
il
interprete.
Faceva
dunque,
Del
Buono,
Stenterello.
(1868)
seguendo
tur
il
129
l'arte, si scrit-
come amoroso
una compagnia
comica
ma
magra
egli,
invece di
:
interessare e di
commuovere,
riusc grottesco
i
ed
al
il
nervi
pubblico napolitano.
Il
far l'orolo-
giaio,
ma
per poco.
di
Il
mestiere
del
comico
Luigi
una camicia
non
si
leva pi.
1775
s,
Del
lui
presentandosi
maschera
da
inventata (seguitiamo
dire
come dicono
nome
di
Sten-
o Stentarello, ossia
panato.
Sul teatro di Borgognissanti, dipoi denominato
Rossini, pel prezzo d'ingresso di 28
centesimi
il
ma
se
giosi e di
nuovo
va da
lei
lui
e gli dice:
le
9
Sor Luigi,
mi
fa spesso del
bene con
mie
richieste,
ma
G. Pbtru.
~
come
con
si
180
si
deve campare
queste
due
braccia
sole,
perch
povere
[o
per
lavorare,
una
recita
Mi a mio
l'accia
un'ultima Col
ri-
benefizio.
una
botte-
guccia e non
le
chieder pi nulla.
Recitare?... io?...
matta?
teatro
esclam
pi per
il
Del Buono.
poi
il
non
me: ho
San-
La vedova, oramai
tanto dice,
il
che
il
Del
Buono
Bench
riosit dei
il
biglietto d'ingresso
paoli,
da mezzo paolo
tale
fu
la
cu-
risentire,
dopo
il
nove
loro
scene,
sfogo
sedie
a
e
coloro
avevano
acquistato
palchi, dovette
Del
Buono
sempre
recitare
con
non
una,
ma
la
quattro volte.
E
alla
si-
131
2^
prima
di Raffaello
Landini
l'ultimo
e
e
raccolsero plausi
Amato
Ricci
Lorenzo Cannelli.
di-
come
artista di
grande arguzia;
ma
Amato
il
Ricci,
al
grandissimo
Ricci
Un
una
il
altro
grandissimo, Gaspare
Pieri,
and
homme
che
blas. Il Pieri
allora era
solo
artista
recitasse
come
il
Ricci, esclam
il
copione
non
lo faccio
tenne
la parola,
poich non
gli
sembrava
fio-
di poter
profondissimo
il
ingegno,
andava sempre a
blas, e
il
sentire
Ricci
ne\Y Homme
Inandare
al
182
per
tre
Ricci 2000
lire,
volte
in
il
popolino,
ma
da
forestieri
ragguardevoli,
da
sovrani, dall'aristocrazia.
Il
cacci.
Con
artistica
col
anche
le
di co-
verdi.
Spesso
volentieri, difatti,
accadeva
al
il
Can-
nelli,
sapendo gi
di che
si
trattava, ubbidiva
talvolta
tre,
senza replicare.
La
sera dipoi, e
la
Quarconia restava
gattabuia.
Il
era
gli
in
Tuttavia
certe lezioni
non
giovavano.
sor Porcacci
Una
sera, alla
principe
ereditario,
non
si
perit
a dire
Che
vuole, signore
disgraziato, vittima di
corpo
a mi'
madre
mi sputavano addosso
133
&
II
Landini fu tutt'altr'uomo.
lo
favorito in ci
parti
caratte-
alle
come
il
Ricci.
il
Non
vedevate
mai
fare
il
pagliaccio n
becero:
un gesto
smodato, n
:
conveniente
ed ebbe,
fortuna
al
come
di
Ricci, la
sod-
disfazione e la
vedere
per
trenta
anni accorrere
Borgognissanti un
pubblico
affollato e sceltissimo.
maschera dello
di
Stenterello
un
altro tipo.
La
sua
tutto
il
repertorio bargiacistituzione
di
mano
alla
un
come
Toscana, dall'abate
lo
perduto
e
il
un teatro popolare piemontese. Ma Zannoni in poi, s'era stampo dei commediografi popolari,
iniziato
scrittori
illustri
da due piemontesi,
ambedue:
(1)
Augusto Bargiacchi,
e
ri-
300 fra
drammi, commedie
farse.
134
TI
Ber/.</
Landini
gli
fratellanza
artigiana;
il
Cari-era
cede La
quaderna di Nanni.
Un primo esperimento ed
un secondo
di
al
prosa a Firenze) ebbero buon esito, le commedie piacquero (La quaderna di Nanni, anzi. fece furore), ma l'idea, in sostanza, non attecch.
Convenne
terello.
al
Landini tornare
fare
lo
Sten-
5*?
Appena
11
Stenterello usciva
dalle
quinte, due
salutarlo.
simpatia dei
n'erano
fanciulli; tutte
le
teatro, ve
delle
nidiate, e
le
il
mettevano pi
che
mai
la
piovvero
fiori
sul
palco
dai
di
di
gettatigli
gi
sembrava un prato. Il Landini, immediatamente, mand da Giacosa e da Doiney a comperare quanti dolci era possibile avere, e,
prima che
la
rappresentazione
delle
figlie
finisse,
li
i
fece
suoi
distribuire da una
piccoli ammiratori.
tutti
135
$&
Dieci minuti prima
di
andare
in
in
scena,
il
Landini
in
si
chiudeva a paletto
gli
camerino,
e,
di suo padre,
Il
non
le
avrebbe aperto.
al suo,
volta
una
volli
levarmi
La
alla
mattina, pi
presto
degli
mi recai
camerino
di
di
separava
il
mio
dal
un
la sera,
Stenterello,
Come
il
Del Buono,
credente
come un
soleva
io
come un
toscano,
ma
una
dire:
be-
stemmio quando mi
stanza attenuante
.
il
circo-
A Pisa,
ma
durante
cholra,
tirato,
pagarne parecchie,
non
bestemmiatore
presenta in
berretto e gli
136
un
si
il
Appena
va
il
Landini
si
teatro gli
incontro,
leva
dice
non
le
come
stavano).
torto
dunque
mio.
la
Nossignore
replic
il
Landini
vostro.
di voi e
mantengo
multa.
Il
Sta bene.
Parenti
giunse:
terle
mezzo Perch cinque lire e mezzo ? Perch cinque di multa, e mezza per podire che questa multa, Dio p.. v una in-
Ecco cinque
lire
giustizia
Un
dini
altro aneddoto.
la
compagnia Lan-
si
fece
brutto
il
capitano
ordin che
a fare
Sor Raffaello
gli dissi
che s'avesse
un
tuffo
'?
lui,
alzando
gli
occhi al cielo
partire,
mi son confessato.
137
6
Stenterello a Firenze, Meneghino a Milano, Gianduia a Torino, Pulcinella a Napoli, hanno
tutti
modificato,
s'
in-
tende, a
seconda
gusto e delle
tradizioni di ciascun paese. Pulcinella solo differisce in questo dagli altri tre
:
cessioni ha fatte
all'indole e alle
mentre anche
loro, in principio, si
limitarono,
come
tutte le altre
maschere
italiane,
ad una
il
specialit di parti
da
in
nome,
attualmente
li
vediamo, a
e,
nero di societ,
mezzo
pi truci
drammi
Non
i.
Stenterello
predilige
per esempio,
calze
una
come
maschere antiche
una specie
in
di
cappello
a barchetta, molto
nistri
quando vestono
af-
fetta
il
138
ne spirito, ne malizia
la
burla,
1<
scherno,
vengono alla bocca senza che se ne accorga. Vero fiorentino spirito bizzarro,
frizzo, gli
avendo
gentile,
la
a
il
sua
disposizione
il
]>i
ricco,
il
piti
natuin-
ralezza e la
tatti,
linguaggio,
pu competere
col linguaggio
toscano in
brio V
nel
vivacit, in eleganza, in
efficacia ed in
Ma
sono
solamente
dei
triviali
comicarl.
dramma
commedia, un
una parte per
personaggi
profano
Stenterello,
rabberciatore ha fatto
sdrucendo, tagliami"',
il
tartassando e cambiando
ai
titolo
il
nome
dei
migliori
6
Sola,
del
vecchio
repertorio
stenterellesco,
La
Villana
di
bat-
taglia di
la
Landini.
Egli vi
sosteneva
parte
/listicelo,
come vuole
bisillabe,
pi
di
differenti
significato
simili
suono.
139
Un
esempio,
una
scenetta graziosa
tutti e
e,
due.
sino al limo
si
primo,
rammenti
pi spanti.
ma
Ah!
fin
appunto
gioia, e
di quelli occhi
un
gaia
mia noia non siate Faia, gennaio certo muoio e vado al buio.
Dorotea.
o che in
Eh
Io
via
Che
signor Bisticcio?
a trovare.
Bist.
Avete
fatto
bene a venirmi
non mi spasso
passo
se spesso passo a in
spasso
il
questo porto.
Dor.
Bist.
State bene
sino a segno che di un pugno dentro al grugno, non sogno, ammazzo un pazzo, o di un cozzo io lo schizzo dentro un pozzo in mezzo al guazzo, e pel gozzo, se lo strizzo, te lo strozzo come un struzzo Dor. Cospetto avete una gran forza.
!
di salute?
Sono sano
Scivoli (da
se).
Coi
ma
fatti
ancor
venuto d'Empoli
rivai propostovi?
Dor.
Bist.
vi
140
il
primo premio
di vostra
in
mano.
Oh
meni
meno a
lungo un
quel
Sciv.
Ma
il
Dorotea carissima,
?
(a Dorotea).
Aff,
parlate a me, e
dite presto
resto!
Bist. (a Dorotea).
Io
dite,
debbo
ai
in
dubbio, se
tacete,
veder
che
amate mite.
Sciv.
tali
Frenar pi
l'irascibile
non posso a
sei for-
tu spasimi?
sennato o semplice?
Bist.
Non
io
forsennato,
ma
Son
forse
Tu
il
ti
picchi
*?...
Anch'io mi picco
ti
e,
spacco
capo
cupo,
d alla
Parca
un
porco
Dor.
Sciv.
te
Calma, Non
calma, signori
ini
mi adopero, quant'ossa
Dor. Vergogna
!
finitela
Bist.
141
Se
di
la
rabbia
;
fa
d un
nibbio
rebbiate
ma
prendo un
!
Se
ti
azzuffo per
il
Sciv.
Ebben, finiamla
e
Entrambi
in
e lucido acciai' di
tempra ruvida,
ter
andiam
!
fuori a
combattere
duello orribile
Dot:
Bist.
Oh Dio Accetto
petto. Io
;
il
porto
il
mi batto
fai
all'otto
mi
ci
letto finch
io
ti
a lutto non
e,
Tu mi
io
batti,
ti
ribatto,
in
in baratto
botta, io
butto gi
adatto.
dotto,
un
botto.
Se
dotto,
sono
Niuno
parte aperta.
Sciv.
Bist.
Non temo
vengo subito
;
Ho
detto
netto
(via).
!
il
patto
fatte.
Ti aspetto in Ghetto
Dor.
Sciv.
Fermatevi
(via).
L'ira sorpassa
!
il
limite,
freno non
ho
lasciatemi
142
&
Autore della Villana di Lamporecchio
primo degli
Stenterelli,
in
fu
il
ossia
Luigi
della
I)'l
Buono.
Ecco, come
altra
parte
commedia,
Amore non
gli
ha colore,
ma
calore, e se >ul
fa
colare in gran
sudore
spirti
mania o malinconia
il
Esso ha possa,
e passa
muore a
lesso
-.
&
Giulio Piccini (Jarro) ha scritto tutt'un
vo-
lume su
Stenterello (Firenze,
Bemporad, 1898).
i,
Dopo aver
fiorentino
Landini,
il
brillanto scrittore
attori
accenna
ad
altri
al
che
sotto
pubblico,
da anni
che
si
conclude anch'egli
all'opera
Stenterello,
di
ma
il
col dire
coloro
accinsero
dello
far
risorgere
carattere
ebbero
vivi,
sulla scena.
di
morti in
permesso
~;-,>-;Ok^->-<^
XXIV.
TABABKWO
La maschera
del
ma
fino al
in seguito
un milanese,
e
il
nome rimase
chiamare
sempre un mistero,
e
si
che
faceva
sottoscriveva
Tabarrino di Valburlesca.
libro sulle Maschere, dice
ro-
bastardo di un cardinale
madre riusc a tenergli nascosta sino a ch'ei non ebbe vent'anni. Ma un giorno il ragazzo venne, non so per quale circostanza, a conoscere la verit, e seppe come sua madre vivesse esclusivamente di una penche sua
sione che
dal
il
mano
cosa
prelato
le
faceva
corrispondere
al
Vescovado
chiese
il
di Milano.
And
Vescovado,
allora,
registro
Da
Milano and
vita
R
144
da Venezia
a
Venezia,
Napoli, da Napoli a
Roma,
col
a Firenze, a Torino,
il
campando
Quello era
tutti.
la
tare
comico
il
sal-
timbanco. Nel
il
1(31 8,
alla
fine,
capit a Parigi.
a
centro
dove andavano
cascar
Associatosi
gli
empirici del
vendeva
suoi
spe-
cavava
denti, ecc.
for-
La
piazza
del
Delfino, teatro
dei
suoi
trionfi,
volont di comperare
il
per trovare
lanconia.
mevec-
Paolo di Saint-Victor
chio Parigi ed
nel descrivere
il
Ma
il
re di quella
il
nuova Corte
dei Miracoli
era Tabarrino,
Il
socio
dell'empirico
Mondor.
popolo di Parigi
bocche aperte
del buffone.
filtri
dell'empirico
ed
tal
lazzi
Era una
tale affluenza,
una
voga,
dintorni che
145
le
femmine dei
casa
i
non
avevano mai
passavano
in
loro
l'intera giornata a
.
Nel 1630
Tabarri/no
si
ritir
dalla
scena,
Tabarri w
tragico.
;
scrive
Marmontel
fin
in
modo
chito
tati
Il
lazzi
sella in
forma di doppie. L'orgoglio lo tent comper una terra feudale, vi prese possesso e la fece da signore. I gentiluomini dei dintorni
s'irritarono per quella vicinanza, ed
in
una
caccia,
uccisero
il
buffone,
.
lepre, in
Due
monio, aveva
centotrenta persone un
Un
Una
un
Zuppa
all'uovo;
con in bocca
della
giglio bianco,
immagine dell'innocenza
fidanzata;
Un
luccio lardato
radici;
Bove con
Eva,
10
di
Adamo
ed
biblico;
G. Petrai.
Capponi arrosto;
146
Una
fontana
in
forma
di torre
da cui
usci-
porco dorata;
Pasticcio di capriolo;
Montone
vino rosso;
intero, dal
quale, per
un'apertura
Torta calda
al
lardo
Salmone freddo;
Pasticcio di cingallegre;
Selvaggina
in salsa;
:
Una
casa in pasticceria
Granchi;
Porcellini di latte;
Marmellata all'uovo
Un'aquila
in
Torta di mele.
Uva
^
A
in
Roma, un
giorno, Tabarrino
attacc
lite
una taverna con l'oste. Costui sapeva della madre di Tabarrino, e gli disse
la storia
:
Va
l,
figlio
Meglio
rispose
d'un prete
Tabarrino - esser
figlio
di prete,
147
di prete e tollerarlo.
ma
dove
Tabarrino
il
si
salv scappando
diocesi
a Bologna,
lo
Vescovo
che,
di quella
Ci mi
ricorda
rie
che
Ta-
nome
di
ritirato
frasi
italiano e
le
terminava
in
dialetto
il
bolognese.
Portava
i
la
parrucca incipriata,
calzoni, le scarpe
tabarro, l'abito, e
le
colie
fibbie,
ed
il
cappello tondo.
compagno
del
Mondor,
componeva
cappello parlante
foggie
svariate,
perch
lo
riduceva
in
mille
dando
al
alla
gesto,
un vagheggino:
t'amo!
sia
che esclamasse:
oh, gioia!
oppure
ohim!
gridasse:
si
aggiustava
in testa
il
14*
si
cappello pareva
mi
passi l'espressione
il
role di
*?
A modo
suo,
Faceva abitualmente
il
suo
parassitismo
si
tratteneva
lo
si
quattro ciarle
allorch
di
ma
nel
tempo
quaresima
in
Se
quel
come era
solito,
a chiacchierare,
ma
perch di questo
tutti.
Egli
il
precetto ecclesiastico
del digiuno
non mancare
in-
costringeva necessariavia.
di
mente
giuno
si
al silenzio
la
per
Nei tempi di
di-
Chiesa permette
si
mangiare quanto
vuole, purch
faccia in
una
sola commi.vtio
oris,
149
un
solo pasto
quando
si
levava dal
secondo pranzo, ed
il
altret-
secondo pranzo
che
egli chia-
terzo.
Quando
mava meno
invito
todo,
leggi,
un quarto straordinario, continuava collo stesso mefacendo sempre, in omaggio alle sacre un solo pasto al giorno.
disgraziati, gli capitava
rft)~
r,r,,c,v-p>--p
XXV.
TAETAGLIA
di
pronunciare
Nullagli nasi
meno
grosso e grasso.
Grandi occhiali
scondono
di
sebbene
un
elefante, al
menomo rumore
corre a na-
scondersi
Creato, a quanto dicono, dal Beltrami di Verona, nel 1630, epoca in cui
i
domestici
come
la
Scapino
e Mezzettino
cominciavano a deporre
senza
maschera,
caratteristico,
i
quali
e coperta di
gio, largo colletto di
151
di feltro gri-
un cappello rotondo
listati
e calzoni
gialle,
verdi
calze
:
bianche e scarpe
bruno
o giallo
tale fu sulle
tutti gli
prime Tartaglia.
altri,
Ma, come
rillo,
attore
gnia Sacchi
pel
quale
dando
la
Scapino a quelli di
ed orn
sua
Tartaglia, lev
le
liste gialle
le
parti di
Com-
Una
volta,
perch
tiranno fosse
burattini
e negli infimi
Tartaglia
ricomparisce ogni
L62
^
Tartagli (i. trattante, mi richiama alla
ci
tino, e la illustrazione
il
Salvatore Di Giacomo.
La
museo
Certosa di San
di cose che
e
Martino, ch'era gi
alla storia
si
un
appartengono
mopu
ri-
numentale
dire,
di
cordi patrii
ai
ricordi di
ai basti
del
Pepe,
si
vede pure
maschera da Pulcinella
con
la
Ma
la
parte
pi
suo pal-
il
quale
tutte
ultimo,
le
all'epoca
borbonica, entrava
in
commediole del
i
repertorio napolitano. Al
Tartaglia.
(1620)
pittore
153
Luca Giordano
I
che ne dipingeva,
originali
in
manifestini
copioni
del
Carnmarano,
il
dello Schiano, di
Antonio
Petito, tutto
i
teatro
comici sane-
ritratti di tutti
Petito
della loro
madre,
la celebre
Donna Peppa,
$&
Maurizio Sand, nel suo volume
Masques
et
boufons (Parigi, Levy, 1860), parla d'un attore italiano che sotto la maschera del Tartaglia
tolta dalla
commedia
far testa-
un notaio per
mento
viteur.
viene Tartaglia.
Tartaglia.
ser-
Arlecchino.
il
Ce
les
e
mdecine pour
!
lui
faire
evacuer
paroles
du ventre
Tartaglia {siede
an, an, an
comincia a scrivere.
L'an,
mene
Arlecchino {impazientito).
cet
Que
l'on
ne l'curie!
PARTE SECONDA
AIsTBDDOTI
Quando
le
gli
imperatori cristiani e
papi pro-
scrissero dalle
scene
le
licenziose eleganze e
arguzie
della
commedia
il
greca,
l'antica e
i roghi condannando il sentimento della vita anche negli scherzi, non rimase altra voce al buon senso che quella dei buffoni. I giullari alle Corti, le maschere in
quisizione rizz
piazza,
in veste ridicola
si
assunsero
le
parti
mondo medioevale,
il
ingentilito
il
costume,
studi,
il
ebbe larga
furono
nostri comici, le
maschere nostre,
randagi
getto,
e bizzarri
158
l'arte
insegnarono
Francia
pnr
si
difficile
Di
pose
tutta
in
commuovere. si com-
torio
momento che
cini Ila,
stampa
non ha pi
la
mor-
dacchia. Arlecchino,
Stenterello
Brighella,
unici
i
Gianduja, Pul-
malandati superstiti
della gloriosa
le
famiglia
i
cameriere,
dei
coscritti e
baracche
ordine.
rito e
burattini e nei
Ma
un tempo!...
Un
tempo, quale
spi-
non
ma anche
in
privato
seppero
farsi
applaudire ed ammirare.
$&
Domenico
Stando
Biancolelli, delizia di Luigi
XIV
messo
in
capolista.
perseguitato da un
Il
Biancofuori.
zioni dell'artista,
arrogantemente
Sap-
piate, signore,
159
la
che
io
!
pi,
allora
s
esclam
Biancolelli che
voi scriviate
male.
&
Un
quale, es-
Il
Baron aveva
orfano
vale
:
gli
puzzava
il
fiato.
vero
disse
il
Biancolelli,
lui.
$?
Luigi
XIV
il
Non
uomo.
Biancolelli, oggi
gli
presenter a Vaugirard.
un buon
Maest, obbedir.
Ma
Il
130
sito
}><m-mot calzava a
prop
ragione...
punto
sa,
pantomimica. Luigi
XIV
di
era,
come
-i
di
manica larga
lui
in
fatto
Btima
le
buon
era
Sul
uomo,
tra
una pantomima
una avemaria
tra
un pa-
ternostro ed
religiosissimo
perch
difatti
pare
tacesse
l'usuraie
tempo una
satira gu-
forma d'uno
Voeil de
la
ili
boeuf,
frattanto manoscritti
la
circolavano per
tri
le
Corte e
regina
li
trovava
da bagno, e
]>
re sotto
il
suo origliere,
tra
Traduco letteralmente.
a
In
Saint-Germain
il
l'Auxerrois predica
con
gran succo-m
molto
reverendo
che
padre
Duhesne.
da Vaugirard,
rispetto
La
il
fu visitato
il
(|ueH'eccellente
signor
quale
nazione
peccato dell'usura,
e
il
ordinario
citt.
solito
commettersi
il
nostra
.Menti.
che dunque
dei
reverendo Duhesne
cercava d'informarsi
del
ira
maggior usuraio
(die
fosse a Versaglia e
che
gli
161
ad usura
Ma
torniamo
al Biancolelli.
^4
Il
Andando un giorno
ne
incontra
due,
si
a Saint-Germain en Laye,
unisce
li
a loro,
e,
strada
facendo, chiacchiera e
di separarsi,
i
preti gli
versare?
Perch no?
di
?
Ma
voi,
tali
Compagnia
Ges.
Quale
replic
il
Biancolelli
eli
della
Compagnia
bestie,
di
Ges bambino o
Ges morto?
Erano
zieri.
antipatici al Biancolelli
anche
finan-
lui si attribuisce
de mots.
Ma
signifi-
G. Petru.
a quei tempi,
il
162
lnumne
.
Le
financier est un
la
roue
$:
Il
a Parigi Arlecchino
lelli
insisteva
ossia
il
presso Luigi
XIV
modo,
il
per cento.
Re Luigi
li
mand
a chiamare entrambi, e
del
Baron che
propria causa,
s'interruppe
fc
ad
un
domand
al
re
Vostra Maest
mi
permette di
seguitare a
parlare in italiano ?
il
re a lui
.
il
Quand'
preso
cos,
ho
vinto
esclam
Biancolelli.
Difatti,
al
laccio, Luigi
disdire ci che
lelli
aveva promesso.
XIV E
non pot
Bianco-
il
e a far for-
tuna.
163
&
Un'altra volta,
il
il
Biancolelli
si
reca a visitare
Le Eoi Soleil
ciare
a tavola.
Nonostante,
si
il
caro
fa
annunsi
ammesso
fissare
tosto alla
real
presenza,
mette a
re se ne accorge e elice a
un servo
.
Sia
mi
il
piatto
e le
pernici ?
Oh,
ma
troppo
Luigi
XIV
si
mise a ridere e
gli
fece dare
anche
le
pernici.
$&>
maggio 1716, la compagnia di Luigi Riccoboni, andava in scena al Palais Eoyal con la commedia Arlecchino buffone di
sera del 20
Corte, protagonista l'attore
La
Tommaso
;
Vicentini.
fra
gli
Gi era avvenuta
re
la
nota questione
tuttavia se
la
parola,
francesi
loro
partigiani
vittoria
di
acconciare
all'astuta
fatta
al
164
la
concessione
intendere
non
si
doveva
Luigi
estesa ad altri,
tanto
pi che
XIV
sera
era
morto.
Burrascosissima
dunque
riusc
fu
quella
di
maggio.
Non
si
sa
come,
qualcuno
il
di
far en-
trare in teatro
anche un somaro,
tal
quale, esdi
Vaugirard
:
da un palco
Lasciatelo
Ognuno
si
esprime come sa
la
.
il
Cominciata poi
rappresentazione, se
i
Vi-
partigiani
il
Vicentini
di
parlava
francese, fischiavano
professori
dama
si
della
avendo voluto
se,
nel
suo
palchetto, o accanto a
in
chiamano
fauteils,
i
di questi
tori
Il
signori,
potete supporre se
fischia-
fossero numerosi.
gli
uni
mezzo francese
sibili
mezzo
ma
e
allora
di
il
concerto dei
divenne
generale
fare
?...
un
Arlecchino,
un
tratto, s'intersi
compagni,
e
avanza
fino
posseduta allora da
provvisando dice
Una
165
E
et
Le meunier, son
ftls
Ora, all'applicazione
Veniam
Io sono
figlio, e
ho
il
dovere
se ci vi fa piacere.
Dicon
Parla
parlar francese,
Le dame non
Lo
t'intendono.
italiano, dicono, se
t'
spirito e la grazia;
'applaudiremo noi.
Da Ho Ma
Per
carit, signori,
la
pane che manduco farina francese... non vorrei disgustare patria n l'ospite come debbo parlare
;
11
Biancolelli
:
da re Luigi.
Una voce
come
platea rispose
Arlecchino, parla
vuoi, ci farai
sempre
piacere!
e tutti applaudirono.
La commedia
dei
parigini e
da quella sera
il
solo
166
K-
Le commedie
sapevano
d'allora
quelle
scritte
di pochino,
il
generalmente. La
dialogo
frivolo
trama
e scor-
Toccava
per
agli
interpreti
metterci dentro
i
comici
di
dovevano
spirito.
forza
donne
Anche
il
Vicentini
lo
era, difatti,
tanto sul
Una
attaccava persino
il
al
ta-
bacco degli
Il
altri
proprio.
Vicentini,
con
la
tabacchiera
gli
si
in
mano,
stava annasando.
L'avaro
accosta sten-
dendo
la
mano.
voi, signor Vicentini,
prendete
tabacco ?
io
non
lo
prendo
lo
compro.
$&
Tra
coli
i
randagi commedianti
celebri per
il
italiani di
due
se-
fa,
una
vendo
un
certo
tempo
in
cui ai
tassati,
le
167
le
sue satire e
sue facezie
costarono salate.
gli
Un
le
il
vecchio soldato
mostrava un giorno
:
e tutto
le
ci per
mio Re !
Il
proprie
lividure rispondendo
tutto ci per la
mia
Regina!
E
La
Verit.
Ma
pre
;
la verit
non
si
si
pu sempre
dire.
Due
suo spirito
come
Campo-
donego.
Vuoisi che, sotto
l'egida
nomi del
giorni,
gioielli,
le vesti,
le suppellettili
lei
furono vendute
si
all'incanto.
La
contessa Sofia
di
lagn ad alta
Costantini,
che
si
trovava presente,
preferirebbe cer-
esclam
Questa signora
lo
.
Bench
solenne
abito,
tale
spiritosaggine gli
il
costasse
bastonatura,
Costantini
lo
non
una mut
ed a qualcuno che
avventura, rispose:
n;8
volta
<
Una
diseva
rum
(Sofa).
Circa
il
1674
lo
troviamo
Roma.
Monsignor Facchinetti, prelato di vita allegra favorito di papa Clemente X. lo prende a ben
specie di
segretario
;
volere e se ne fa una
il
Costantini per
si
uggia e
lo
licenzia. Allora
;
il
Costantini pensa
bene
si
di recarsi a Parigi
buon
per
lui
il
che
Fac-
chinetti
di farlo
arrestare.
a
La
dir
ragione era
Costantini
seguitava
corna del
Vaticano e di
Monsignore per
nella bottega
tutta
di
Roma,
di
tanto che
un giorno,
un barbiere,
dicci
lista
nuovi
Come
dieci'?
scritti
che
nove nomi.
Ma
Dieci
fosse
il
pi-imo
nome
della
lista.
in
concorrenza con
Domenico
lui
169
al
il
sotto questa
1688;
Costan-
tini, persuaso di non poterlo far dimenticare, comparve al pubblico del tktre des italiens nella nuova veste di Mezzettino ebbe accoglienze
;
straordinarie e divent
il
beniamino
il
di Luigi
XIV
lo
Re, sovente,
facendolo
sedere alla
annoiavano.
si
presenta
la
domandando
voi.
vano
diritto
Dio, esclam
?
Domando
un volume
!
font
&
Fino dai tempi di Molire, del
soppressione era stata accordata,
volta era tornato in vigore
i
resto,
questa
ma
a po' per
l'abuso.
i
Non
solo
le
ma
moschettieri,
i
gendarmi,
cavalleggeri
entravano
era
ITO
e la platea
Il
Molire,
in
real
casa
poteva
suddetti
teatro
senza pagare.
Ma
come si chiamano oggi, ne troupas bon che commedianti facessero loro imporre una legge s dura. Veduto in ci un affronto, uno sfregio, pi litighini ammutina-
portoghesi
vrent
Una
il
data sera,
infatti,
i
gliano a scapaccioni
custodi
ma
che poi,
loro
la
obbligato a cedere
propria spada,
la
numero,
con
Il
gitta
persuaso,
questo atto, di
disarmare
dosso
loro collera.
pover'uomo
gli
s'in-
furono ad-
ad ucciderlo;
non contenti,
i
si
dettero a fru-
commedia che
in
quella
rappresentarsi, coraggiosamente e
si
allegramente
diss'egli
risparmiate
almeno un povero
.
Tale tratto di
spirito
di
Bejart,
che
tutti
li
ITI
la
cosa in burla,
loro furore.
A
agli
Bejart
subentr
Molire, e
questi
li
tenne
persuase
a ritirarsi
mia? che Sua Maest mi onora del titolo d'amico, e che quando si degna di venire al
casa
mio
e
teatro,
Riferir
vi
far rendere
giustizia.
sibile
che
violenze
opera delle
distinte
di
gono
la
Casa
persone
le
tratta senza
dubbio
alla
di
qualche miserabile
nome
e della royale
altri teatri
poverissimi poeti.
Vi esorto
in
i
fine
ad ub-
bidire a
un ordine
discutono,
saluto
di
e,
Sua Maest,
viva
cui decreti
il
non
si
teatro, vi
gridando
il
Re
viva
l'armata!
Solo
172
trovare
l'i-
un
uomo
di
dell'eloquenza
Molire poteva
come
questo.
il
Avrei voluto
sentirti, disse
giorno dipoi
il
re a Molire.
Dunque
pure
forse,
un
che
buon
per
avvocato?
Ed
anche vero,
sei
questa ragione tu
un gran
commediante.
^
Ma
Agnau
torniamo a Mezzeitino.
si
a ritirare la ricompensa
che
il
munifico
commedia
del
se
alla porta
gli
palazzo, lo svizzero di
il
impedisce
passo.
Il
palesargli
il
motivo per cui veniva a trovare il duca, promette allo svizzero di donargli una terza parte
di quello che ricever
;
ma
di
ai
primi
gradini
conduceva
ordina
agli appartamenti,
maggiordomo
Mezzettino.
gli
andarsene immequel
cerbero,
diatamente.
per
acquietar
gli
Ma non
i
finita
ancora.
Dopo
il
mag-
giordomo,
altra promessa.
173
del Saint-Agnau.
bastonate
esclama
il
commediante, gettan-
Il
si
il
perch
Perch
tre terzi
spieg.
allora
e
il
i
duca, chiamati
lo svizzero,
maggiordomo
servi dell'anticamera, e in
una scudisciata a
Mezzettno,
disse
Ecco
qui
il
siccome ce
lo
avete lasciato
parte
della
venire facendovi
promettere una
promessa
l'obblig
passato
lo
scudiscio a Mezzettno
a
dare una
scudisciata
ciascuno
dei presenti.
Il
quale, senza
mancare
per
s.
tenere l'intera
somma
Anche
le
la
moglie
di Mezzettno,
che sosteneva
il
parti di
suo
spirito.
171
gina; egli
la
inizi al
teatro,
ne fece una
stella
biriil
La
china
pelo,
Amanda ma non
(si
il
chiamava
;
cos)
in
perdette
vizio
rimase
sostanza, ci
e,
per
come
si
apprende
Un
certo
commediante
di
tutti
si
i
dopo
frate,
averne commesse
ostentava
il
da
massimo fervore
le
religioso,
il
che
non
gli
osterie, di
fermarci
combinazione,
radunarsi
stato
i
capit
quella
ove solevano
vecchia storia
di
il
nome
San Luigi
il
re di Francia,
frate,
ogni volta
che
compunto, togliendosi
piedi.
alzava
in
Amanda,
cos'
impazientita,
buffonata*?
!
esclam
Ma
vi
che
questa
Smettetela,
cono-
sciamo bene
disse
Je
le
l'altro
et
que tiaint-Louis
mon
1
jiatron.
'
vnere,
me
lve.
175
ribatt
louis,
Tens,
e est
drdle
Amanda
me
je
conche.
&
Figure
grottesche e terribili,
irti,
portentosi roaltisonanti,
dai
nomi
scene. Si
chiamavano
della
Coccodrillo,
Martello ne.
Escomborbardon
il
Papirotonda.
Costoro, rinnovando
alternavano
le
gare
la
le sferzate
compagni suonavano
mettendo
nelle
in
avvilita,
salutare
rilievo
la
sua
abbiettezza.
Frugando
nissime
ci
memorie
di quei tempi,
quante
sarebbe da rimettere
in
luce
Non
un volume, n due,
umoristica
sale, oggi,
si
ma una
vera
biblioteca
non
essendo cambiati
uomini ed
costumi
ma
si tro-
verebbe sempre qualche cosa che serba ancora un certo sapore, senza contare che di questa
rifritta e
gabellata
sulle doiiin-:
176
parere
di
Stenterello
Donna
ciarliera
bizzosa
peggio d'ogni
di
peggio
un acin
poco asconde
assai,
seno
fidar
fuoco:
donna
.
clic
parla
non
ti
giammai
Volete un rimedio
per/
sanare
lo
un
il
vecchio
innamorato
lanzon
geloso?
Ve
Dottor Ha-
rum cubitorum,
Fasciculi
funari
quatuor digitorum.
sufficit,
una
quantum
le
con
del
questo
giorno,
ungigli
ben
spalle
in
sul
far
antequam gallus incipiat cuccuruc. un brodetto di scappellotti, posi prandium Ante prandium una tisana di pugni manipolati secundum artem. Ante e post coenam, un cataplasma ai piedi, applicati vehementer alle parti
deretane, e se
questo
non
basta,
gli si
cavi
elio
adoprax puoi,
ai figli suoi .
dei consigli
Vuoi star bene un momento? Bevi freddo. Vuoi star bene un'ora? Pranza a casa tua. Vuoi star bene un giorno? Fatti far la barba. Vuoi
utili
star
177
Va
di
la al
bagno. Vuoi
Ma
questa
prima
terminare l'anno,
tignuola rode
il
il
panno,
moglie trova
il
l'in.
ganno, e
danno
Meo Pa-
utili
per
legna vecchia
da abbruciare, cavallo
vecchio
governare
ecc.
si
Non
si
trova canestro
non
vendemmia
Meneghino
.
:
in
come
mercanti
cattiva
falliti
i
come
sensali; trovare
la
come mediatori girar con proftto l'abbaco come i tutori, e aver l'abbondanza nella carestia come
i
come
i
medici; trovar
;
pace nei
fattori.
Questa
filosofia
nuova
e corrente.
il
Che
dente
Cassandrino:
Pane
di ieri,
uova d'oggi,
anni,
ai venti
Pktb.u.
Son vivande
iVn/.i
178
clie
che
ni
<Kui
contenti
Anche
vecchietti che
han perduti
denti
Meo Patacca:
di
La discordia
in
messer Diavolo
un paese
confine,
un
giorno d'eclisse,
figlia di
faccia
cane e
di gatto, allevata
da una suocera e
tutto
il
da una nuora
che
la
li
facevano stare
giorno in un'orchestra
pi fortunati al
il
mondo sono
il
galline del
:
mugnaio
.
le
mamme delle
ballerine
K
Nell'argomento
di
una
coni inedia
intitolata
/ Capricci di Rosaura, la quale fu rappresentata la prima volta al Petit Bourbon di Parigi nel 1658, detto che essa doveva essere accompagnata aree des plus agrables
et
magnifiques
et
machines,
et
muita-
comici
proibita la musica.
Una
a
179
un
asino, e l'asino
mette a ragliare,
Tacete, insolente!
ci
dice Arlecchino
la
musica non
permessa.
dannato a morte.
gli
I giudici,
concedono
di poterne scegliere
genere.
scelgo di
In tal caso
risponde
lui
morir di vecchiaia.
$&
Riflessione di Arlecchino ubriaco:
Si dice che
un bicchiere
di vino
dia forza.
come
venti e
bevuti quasi
non mi reggo pi
in piedi?
&
Arlecchino re per combinazione era una delle
poche commedie
Il
scritte
delle
si
pi spiritose.
componeva quasi
scipite e
tutto
scene
soggetto,
piuttosto
volgari,
ma
tino quasi ai
tempi nostri,
essendo
stato,
da Giuseppe Moncalvo,
celeberrimo Mene-
Metaettino.
li
ISO
il
Capitan
fra
i
Spaventa
Ed
ecco alcuni
pi graziosi
motti
questa commedia.
"Che
cos'
codesta?,
^li
domanda.
Niente.
Il
voglio vendere.
Mi
Si,
ho avuto
la
fortuna d'aver
la
disgrazia
di perdere
mio
zio.
di che
male
Anche
il
mantello qual-
gli
domanda Ar-
lecchino.
Un
pugnale.
Arlecchino, accortosi
tiglia,
invece
beve
:
tutto
il
vino,
eppoi, rendendola a
Mezzettino
Tieni
di
gli
dice
ti
fodero.
Infine,
il
una donna
pre-
Ma come
181
for-
Arlecchino
tezza,
se
non
buono
a custodire tua
moglie?
$&
Lo Zannoni
certa
(Brighella)
somma ad un
il
tale, fratello di
un Venuto
tal altro
il
giorno
il
debitore part
senza fare
Questi
proprio dovere
scrisse.
verso lo
Zannoni.
gli
Zannoni
and a trovarlo.
stessa casa.
due
fratelli
abitavano nella
lo
ricevette, lo
Zannoni do-
mand-
C'
il
signor Grilli?
Quale volete?
Roberto.
Si
chiamano Roberto
tutti
tutti
e due.
Voglio l'avvocato.
Sono avvocati
Quello un po'
e due.
losco...
Sono
Sono ammogliati
Zannoni.
tutti
e due.
!
soggiunse impa-
zientito lo
182
la
and.
Ali,
ho capito! rispose un
donna.
se
ne
Di
Grilli
momento,
comparve
dimande.
il
signor
dicendo:
vi
moglie
ha tatto tante
Ma
questa
benedetta
fratello ge
nera talvolta
pi spiacevoli equivoci!
Kr
Io non
ar-
quando sono
.
me
543
stesso
donna.
Pantalone
Arlecchino Perfetta manca che Pantalone Non Arlecchino E per questo che
!
Che
bella
donna
gli
la
parola!
perfetta!
K-
Colombina
tanto in
(a
un seduttore)
Mio manto
io
,'
mi
183
&
Facanapa
cappello.
ubbriaco. Gli
si
casca di testa
il
E Facanapa
:
cendogli
tu
sei
"
Se
io ti
raccolgo ; cado. Se
cado,
mi raccogli? No.
.
dunque
resta
dove
5^
Tartaglia (a Pasquariello)
Di
che male
Di
gelosia.
Mi voleva
tanto
Come
di gelosia?
Ma
se fu tro-
vata fon
la testa rotta!
Pascariello
lei
nella strada. In
un momento
rabbia
le lasciai
testa.
S4
come
artista
Ma
sapeva
pigliar... la
Un
p ver
uomo
a pro-
sulla
184
Bcena
:
un paio
di
corna
ti
capriolo,
gri-
dando
Raccattate
le
le
vostre corna.
e,
'Scaramuccia
la
prese,
dopo
essersi tastata
Io ce l'ho
disse.
K
Saranno
le
vostre.
Meneghino incontra
la
sua amante.
lei.
Come va?
dice
Andrebbe bene
di
il
pane.
terri-
bastonate
lui
gli
pinta
via
lei.
Voglio vendicarmi!...
grida Meneghino,
sceglie
come genere
di
morte
di...
man-
giarsi vivo.
K
Monologo
la
di Arlecchino,
che tesse
al
pubblico
propria biografia.
Sbruffardelli
e
tempi
di
Nerone.
SbrutVardelli,
primo del
nome,
era
nella sua professione
185
ma
fatte
salsamentario,
cos
eccellente
che Nerone
non voleva
lui.
mangiare
ratore gli
salsiccie se
non
da
L'impe-
mandava
di
andava a caccia
dere
ma non
si
pu
la
cre-
Da
Sbruffardelli
il
nacque
Fricocola,
gran capitano,
stagna,
ragazza
temperamento
vivo
che
mi partor due mesi dopo il suo matrimonio. Mio padre ne fu beato., ma non pot godere a
lungo
la gioia di
le
secIl
genti di Giustizia.
pover'uomo
era compitissimo.
Quando
e,
incon-
mancava mai
di notte,
il
di levargli
il
il
cappello,
se era
cappello e
mantello.
La
Giustizia
di cortesia, e
Da
quel tempo
non
ho pi avuta notizia di
lui,
altro
che
il
giorno
Invece do-
veva essere
una
fatto cavaliere.
la
Ma
la disgrazia
ha
sempre perseguitato
and
la cosa... Il
Ed
ecco come
Andando per un
che
lo
trovai un cavallo
di
186
dietro e mi gridano:
.
Bada,
e
ti
tirer
b
un
calcio!
mi
dice:
co-
Attento che
morder!
Sono dunque
a
stretto,
passar
sto
di sopra.
Metto
il
pi*
tl<*
in
una
il
staffa
per
la
scavalcare,
ma
io
ceco
clic
cavallo
piglia
Vi domando
se
se questo
si
chiama rubare un
fatto,
ci
cavallo; eppure,
non
fossi
scappato di prigione,
in
sarei
an-
cora.
cerca
di
uno
stabile
collocamento.
C' nessuno
che abbia
bisogno
per-
d'un servitore?
un segretario?
d'una
sona fidata?
V&
L'eterna disgrazia di Pantalone d'aver per
servitore Arlecchino,
il
quale
lo
deruba
a tutto
spiano e glie ne
fa
d'ogni colore.
Ma
per quel
che riguarda
conti, Pantalone,
un imbecille,
diventa
uomo
spirito
pef
conti e diceva:
hai
Tu non
9.
coda
e l'avrai.
diventavano
Pantalone prende
il
loglio, lo
esamina
e dice:
Tu
hai la coda, tu
non
l'avrai pi.
E
tutti
i
187
$&
Che ora
L'ora di
'?
si
domanda
a Brighella.
ieri
a quest'ora.
*4
Frughiamo adesso
lesco.
nel
repertorio stenterel-
marito,
met
fa le fusa torte,
domanda
lo
travaglia insistentemente.
Stenterello:
&&
Stenterello
la
forza.
gli
dice un vagheggino,
corte
!
La mia donna
corte, che
lei
di
ci
potrebbe leccare!
188
*4
muro
di
ili
una casa,
in
sia
pigliando degli
ap-
punti.
Passa
quel mentre
gli
l'illustrissimo .signor
Duca
a
Forlimpopoli e
stia
piglia
vaghezza
si
ili
sapere cosa
scrivendo.
Un
servo
accosta
Stenterello e glielo
domanda.
Risponde Stenterello:
Direte all'illustrissimo
tutti
Duca che
i
sto
re-
gistrando
passano.
Poi,
cornuti che
vedendo
una donna
le
che lava
panni
dice:
il
Ehi,
quella
donna,
non
sentite
freddo
stando cost?
Messer no
fuOCO
Sotto.
risponde
la
donna
che
ho
E
voco
Stenterello,
:
Brava!
&
Un famoso
mandava
fa
in
musico,
i
il
soprano Crescentini,
solluchero
pella Sistina.
Ed
una
189
gli
vien domandato.
allora?
c'
Non
che
farsi neutralizzare.
modo? Domandalo a
In che
Crescentini
risponde
Cassandrino.
Un'altra volta, passando per un bosco, Cas-
petto,
gli
ordina
di
consegnargli
la borsa. L'aggredito,
essere inutile
il
resistere, e
lascia svaligiare
ma quando
lo
il
tolto
richiama indietro e
Scusate, siccome
e,
potendo supporre
non
io
gredito,
pregherei
di
darmi
un
colpo
di
pistola nell'abito.
Cos dicendo
si
ad un albero.
stola,
Potr
farvi
risponde
l'altro
questo favore,
se volete
la
pi-
ma
v'avverto che
mia
non
Ah, brigante!
esclama
allora
Cassan-
siamo dunque ad
noi...
190
carica di sganassoni.
*4
Il
repertorio arlecchinesco
c'
in cui
il
lungo cammino
si
fatto,
mezzo ad un bosco,
la briglia
sdraia sull'erba,
avvolge
mano
si
ta-
cavallo. Arlecbriglia in
chino
si
sveglia,
si
trova con
:
la sola
mano
e dice tra s
Sogno
o son desto?
Sono
non
sono
un cavallo;
una
briglia.
se
non
lo
sono,
m'hanno regalato
di
Arlecchino
pi camicie.
si
non aver
di
Pantalone
chiama
il
maestro
casa e
gli
dice:
Scrivete
una
lettera
all'afhttajuolo
delle
mie vigne,
e ditegli
da mia parte
che taccia
filare
gridando:
191
due
soldi!
due
soldi l'uno, a
il
Compraregali
il
Davvero?
tredicesimo!
dice Arlecchino
tredicesimo ?
in bocca),
Me
lo piglio
comprer
in
la
dozzina domani.
ma non
sono diligenze
la
partenza.
Passa in quel
mentre
fa
cenno
al
cocchiere
Arlecchino,
di
fermare;
cocchiere ferma,
sportello,
:
avvicinatosi
il
allo
saluta
rispettosamente
Mi Bergamo
fareste
il
piacere
di
portare
sino a
mio mantello?
?
che
Il
vostro mantello
Sissignore.
lo
Purch non
a
si
perda
per la
strada!...
Oh,
al
in
quanto
ci
questo
non
dubitate;
dentro
mantello
sar io pure.
e
approfitti della
mia
sulla spesa.
deciso di crescerti
di
il
salario,
purch tu mi prometta
non deru-
barmi
pi.
192
Ve
Ali,
lo
prometto.
dunque
Non
vero.
ti
avrei dato
ano scudo
pi
al
mese.
Uno scudo?
coccia.
&
Arlecchino, Brighella,
quasi sempre
Pantalone
tanto
nelle
si
trovano
commedie dell'arte che nel repertorio scritto. Lo stesso Goldoni ha composto parecchie commedie per
assieme,
e ai motti
di
questo
povero o ricco,
si
sempre superiore,
parti
di
due
scambiano
le
padrone
e di servo,
essendo or l'uno or
l'altro
marito di Colombina.
ambedue, ed
hanno
tra loro
questo
dialogo:
Arlecchino
Brighella
chi sa che...
Quella Per
tua moglie?
servirti.
l'avessi saputo
prima!
fatto
il
cicisbeo
oh, dico
Arlecchino
mia,
se
il
193
via,
se la tua
Eh
patria la
mio padrone
il
tuo,
la
perch tua
nostra?
al
solito,
Florindo,
Pantalone
manda
Arlec-
notaio.
vita...
Il Il Il
beccavivi? e chi
morte,
costui?
beccamorti
becca dopo
profon-
commedia
II
povero arricchito
di
Filippo Pananti.
figuro
di
e
famiglia,
con
moglie
matta,
alla
cattivi
una
fila
di creditori
porta.
di
Quando
voglio
essere
di
allegro,
mi
figuro
vedere
una vecchia
settantanni
innamorata.
la
gente dica a
a pranzo
con me.
Se voglio che
la porta,
vezzose ragazze mi
aprano subito
invece del
campanello
poveretti che
vanno
Pbtrai.
muli.
194
quando
iti
caldo,
leggo
versi
di
Parnaso. Se voglio
ogni sorta
vino
ini
che
la
mi sembri
il
sabato.
V&
Arlecchino maestro di grammatica.
S'intitolava
cos
suo
una parte
parole.
carattere
anche
due
nelle
Basteranno
che
riferisco.
darne un'idea
le
battute
Arlecchino
uioi
di due amanti)
volendo disturbare
il
colloquio
Vado
la
via.
Quando
trovo
il
consegnarla
il
al
marito
di
Figliuola mia,
ti
curato,
benedicendo
il
tuo matrimonio,
farai tesoro;
povero maestro
ben governarti
chiamavi
nel
195
Articolo
presente che
genere,
una saggia moglie non deve mai bene ne in male. In quanto meno si parla di una donna, e
.
meglio
Dato
il
numero
di quelle
singolare vantaggio
un uomo di carattere passivo, tutnon usar mai con lui il modo imperativo. Foss'egli pure un uomo perfetto... pi che perdi sposare
tavia
fetto anzi,
potrebbe venir
la volta
che
gli
la
scap-
passe
la
vostra
accento
congiunzione,
sempre
in
un
sommesso, ne
sano urtarlo.
Tuo marito
di
un uomo
attivo
una discreta
non ridurlo all'ablativo assoluto. Contentati della sua compagnia e non cercare...
fortuna.
Vedi
tua coscienza.
Anderei
seguitando
il
Concludendo,
disonesta
la-
quello di
onesta
La moglie
pure
;
Dagli estranei
e tinche
i
compli-
menti sono
proteste
ma
consonanti
sulla
respingi anche
un bacio
mano.
Il
1%
l'ut
bacio, in amore,
come
nella
gramma-
tica latina:
mena
sempre... al congiuntivo.
6
Botte e risposte.
Un
gli
domanda se ha avuto
padre.
Eccellenza.
termi
fossi
Oh,
in
Sono un poveretto
il
lusso di cose
!
Bisognerebbe
Panta-
nato signore
Un
incontra
Dame
gli
dice
il
una persa
nobile,
del to
tabaco.
Pantalone gliela d.
fiutata,
Ma
dopo averla
arricciando
il
naso, esclama:
el
uua
g.
sar
dei de so Eselenza!
Meo Patacca
Rugantino
tacca,
non
Vi presento
il
signor
Meo Paquanto
che
sembra.
Meo Patacca
pare.
/.'/'-
107
domanda
un
asino.
Risponde Rugantino :
Non
c' di
tavola.
godendosi
il
fresco.
Passa Rugantino e
gli
do-
manda:
Si pu passare a
groppa?
l'altro,
a trovarlo un amico
a forza
Poscia,
di
tra
un discorso e
bere,
piglia
sdraiatosi
i
menta. Svaniti
fuori
i
sveglia e tira
di
Mi conosco,
io
pi
t'
Una
in
Quarconia
Firenze, Stenterello
con
lui
si
era
ri-
fiutato di fare
bis
Vil-
lana di Lamporecchio.
198
clie
Dalla platea
si
grid:
canta o vattene
si
non
ci
seccar pi!
Stenterello
avanz
fn<>
Se
io
non piaccio
nessun uditore
mai
piaciuto a me.
notte!
pi.
Per
conseguenza siamo
pari.
Buona
recitare.
si
A
rec
teatro
San
le
Ma
Emanuele
'mia no,
ora demolito,
fratelli
dove agivano
Lupi.
facezie
forte
:
alle
Gianduja.
Uno
come
del
pubblico
disse
Il
Guarda
re,
Vittorio
si
diverte!
Allora
Gianduja,
rivolto
al
palco
reale,
esclam
in
Eh, Maest,
si
peggior compagnia!
$&
antichissimi Macco, Dosseno, Bucco. Lamia.
(li
ma non
menti di morale
La vecchia Lamia
la
199
come
asi-
pare
indubbiamente
il
Pulcinella napolitano
Dosseno,
gobbo anch'esso e che si dava aria d'importanza vendendo a caro prezzo droghe pericolose e inutili forinole magiche, un qitid
;
Sannio,
il
con
le
vestito
ma
tutti,
anche
ai
tempi
della
commedia
dell'arte
avevano perduta
la loro
caratteristica pri-
non
Ecco, per
finire,
Roma
antica,
il
d
fa-
come protagonista
volista.
di tali aneddoti
Esopo
Un
giorno
di
fu
padrone
comprare
mercato
ci
che vi fosse
e le
di meglio.
rispose
Essa
il
legame
la
chiave della
scienza,
Con
e
si
200
si
la
lingua s'istruisce,
le
persuade,
si
regna,
cantano
il
ludi
degli Dei.
gli
Allora
padrone
il
giorno
tro-
mercato avesse
cucinare
che
parimente
fece
in
vari
La
lingua
la
madre
di tutte le contese,
lo
la
stru-
mento dell'errore
si
distruggono
le
gione.
L'altro aneddoto alquanto pi burlesco.
Macco,
in
uu momento
mare.
Gli
di ebbrezza,
vieti
fatto di
scommettere
il
sul serio
che sarebbe
scommettitori
casi
pace di beversi
rare
fiumi,
ed
io
adempir
subito
quello
di clic
mi sodo vantato!
^q;V\;CMCpWSW^r
.r^ySq-qHPS^T'iPQM
APPENDICE
La
e
tichi
civilt
pregiudizi
degli anl'artista
e dei
moderni saltimbanchi
di teatro,
esiste
pi.
Lo
venuto a tranil
numero
dei
ed ascoltatori)
ai
si
esteso
cande,
seminaristi e ai monsignori.
il
Roma,
;
suo teatrino
bei
teatrini!
Non
vi
si
rappresentano
n
la
certamente
11 controllore dei
vagoni-letto
Dame
de chez
Maxim, ma
e
io vi
ho sentito, per
esempio, l'Oro
sacramenti
ai
commedianti
a
202
di
clie
mai
di
scomunica.
Contro
preti
,
gli
spettacoli
,
in
solo
del
resto
scrissero e predicarono.
Lo
let-
stesso Rousseau, in
tera a
altri
si
D'Alembert,
La Mothe, Riccoboni,
i
quali,
enumerando
tutti
opinavano che
Man mano,
siamo venuti
rappresentase
la
zioni
in
non
pro-
abbracciare
fessione di attore
Cos
Monsignor Bouvier,
dei
con-
Vescovo
fessori.
Il
di
Mans, nel
suo Manuale
giunge
rare a
se
citato autore,
attori,
non
certo un coope-
far degli
ni c' peccato
di necessit,
li
alcuno
utilit
non osceni, n
gravemente
pericolosi.
simili spettacoli,
le
assistere:
non
203
domestici e
le
i
dofigli
soldati e
magistrati incaricati
del
di vegliare al
i
mantenimento
buon ordine
seguono
il
Re
l'affetto
dei
loro
sudditi
.
le
persone che
principe
La
il
Manuale del Bouvier sempre in vigore, ma non v' pi sacerdote, per quanto rigido, che
lo applichi.
Udite
infatti
il
Bouvier:
Dio
giudice,
ma
io
non
tori e le attrici,
nemmeno
E
le
gli scrittori
che
di illeciti
amori nonch
alle
indirettamente
cooperano
le
come
cameriere che
abbigliano
le
attrici e coloro
menti
destinati a
quelli
eziandio
che,
assistendo
rappresentazioni
come sarebbero
virt,
La
lista
prosegue
ancora.
finalmente
il
204
pasquale
quelli
ammettere
alla
Comunione
al
soltanto
peccato un motivo
rano
alle
rappresentazioni in
modo
i
lieve e
in-
diretto, per
esempio facendo
l'edificio,
la
restaurando
accendendo
lumi, ecc.
6
Parlando
di
Pulcinella,
tra
i
ho
detto
gi
che
Charles Nodier fu
suoi ammiratori.
Qui
visita. al Tlu'dsa.
si
al
il
nome
teatro
il
che
delle
parigini
danno,
in
generale,
marionette.
liones.
Ma
Guignol,
come
tipo,
d'origine
dice
1
Nodier
na is
devili
gon-
e est
guignolantt
.
che
come
dire:
e est
Il
drle!
Nodier era
impiegato
al
Ministero
della
barbarie burotutt'un
Il
cratica che,
armata
diverse
di
regolamenti, fa
forze
di
mazzo
criterio
delle
cui
di
dispone.
usufruire
pratico
in
suggerirebbe
di
'codeste forze
resse al miglior
andamento
della gran
macchina
amministrativa,
205
le cos
ma
vi si
la
oppongono
il
dette
ragioni di servizio, o
tudini,
gerarchia, o le consuecapriccio
semplicemente
d'un su-
periore.
Un
sei
anni
il
novellatore
Francia,
che frattanto
restava
non andando
siffatta
all'ufficio
ma
Capo
del personale,
puntuale anche
cipiglio
come va che
no.
voi
non
siete
mai
al
vostro posto ?
Mai, Rare
vi
si
Qualche
volta.
si
volte.
Mi
riferisce
che,
specie
d'estate, e
durante
le belle
giornate d'inverno,
non
vede mai.
Quest'inverno
sempre
piovuto,
non
il
Ministero per un
parapioggia ?
Mi
sono
uomo
che
di spirito, e
io...
non ho
difficolt a confessarle
fanatico di Pulcinella.
Quando non
lungo
i
piove, Vado
sempre
ai
Campi
Elisi o
border r'&
zioni del
esteriori,
a
20K
le
godermi
rappre
Thbn de Guignol.
?
Non
vero.
Come
visto!
Staggita
i
Capo
si
due interlocutori
scambiarono una
di quelle
si
scam-
una grassa
Da
quella volta
alle
in
manc pi
sempre
in
rappresentazioni di Guignol.
ma
al
Nodier
il
desiderio.
vecchio scrinio-
letterato
prendeva
la
con-
segna,
meravigliato
I
assai
di tro-
vare
la
pi orribile contusione.
scaffali
volumi erano
classati negli
dimensione.
Ma
disse
il
mi pare che
in
questo
modo
Os-
ad un annuario amministrativo!
accanto
alle
l'annuario
opere di Rabelais...
chi ne sa nulla?
io
rispose
il
biblio-
tecario.
un
in
207
di metterli
effetto
libro ? Io
fila.
Vedete
che
si
fanno disposti
a quel modo?...
voi, signor
io
ci
Ora
in biblioteca'?!...
L'Amministrazione
si
accor-
compravano
le
com-
medie pagandole
l'autore.
un suo lavoro
comici
dell'
Hotel
de
Bourgogne. Questi offrirono cento scudi credendolo un lavoro del Quinault; ma il Quinault avendo confessata la verit, i comici non volevano pi dare che cinquanta scudi. Il Quinault
allora
propose
di
corrispondere
all'autore
il
La
proposta fu accettata.
Da
quel
tempo,
data
la
consuetudine
dei
anche
in Italia.
Estratto
dagli
Affiches de
province (1766):
parterre
Quelques importans du
deman-
208
le
aprs
la
reprsentation
Mierope.
<>n
n a
..
csse depuis de le
velie pice,
le soit
demander
il
chaque nousoil
pour l'applaudir,
paroit
pour
de
bafouer;
mais
que
les
auteura
commencent aujourd'hui
cette
s'affranchir
et
ils
espce
soir,
de servitude,
font bien.
Hier
monsieur
Marton,
auteui'
de
la
et
fi
parut
et
leur
en accueil-
mes
foibles essais,
peine
plus
de
me donner
y
en
spectacle,
d'autant
qu'il
et l'auteur.
La
destination
de l'un pourroit
de
tre de
n'ai jamais
l'autre .
V&
Quando Tabarrino, come ho
un fondo
egli
Il
narrato,
compr
cui
nel Milanese,
la
si
preghiera
aveva
diritto
come Signore.
pulpito,
diritto
curato,
dal
non
con
sapendo, come
la
conciliare
questo
legge
della
Chiesa,
che
riteneva
allora
per
scomunicati
tutti
i
200
la
commedianti, se
:
parrocchiani
Fratelli
la
di
Te
Deum
lauda-
^
Era anche
simi ingegni,
i
Roma
nobilitata
da
felicis-
molto celebre
dopo
le
Roma
dove pubblic
attori
comparivano
in
abito
di
maes-
maschere credesi
che viveva
istorico,
tempo
di Pitagora (Breviario
Bas-
sano, 1793).
5*?
compagnia
la
italiana di
itale
Nouvelle comdie
Henne ou
troupe
sera del 20
Il
maggio 1716.
Petra
i.
210
i.
Attbk
Flaminia, prima donna
coboni).
(Elen
aBalletti-Kic-
Silvia,
Co-
'Tommaso
Vicentini).
seppe Alberghetti).
Materassi).
Il
Scapino
Mario, Arlec-
Dieci generici.
Due bambine.
cane
e
Un bambino.
della
Scimmia,
pappagallo ammaestrati.
e
Direttore
poeta
Compagnia: Luigi
Riccoboni.
(Estratto dal Dizionario dei teatri di Parigi
Parigi,
756, tomo
v,
pag. 471).
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IID10E
A
Ermete Novelli
Pay.
3
PARTE PRIMA.
Storia
:
I.
II.
III.
Pagn
15
18 21
24
26
30
37
Facanapa
....
42
4b"
5:
55
58
Gb'
er
greve
Marco
71
77
79
XVIII.
212
1871.
Un
povero impiegato
rito).
versi (esaurito).
e
Donne, giuoco
vino
toscana (esaurito).
1874. Niccol
"
IV
dramma
oV un
Metamorfosi
rito).
angelo
storia
d'amore (esau-
1876.
Un
marito antropofago
scherzo comico.
1881.
Donna cannone
Pasquino
e
romanzo
-
edizione).
Martorio
satire ed epig
vammi
rac-
// certificato d'onest
racconto
-
(3
edizione).
1885.
Di qua
di l
per
la citt
bozzetti romani.
Storie rosse.
Nove donne
il
profili (esaurito).
-
1888. Guglielmo
Vittorioso
-
biografia.
storico.
dramma
Vita
romana
libro
bozzetti (esaurito).
gli
Donne,
per
1893. Avventure
di'
Montecarlo
(esaurito).
Roma
nostri.
189G.
Lo spettro del marito romanzo (esaurito). Un matrimonio sulla forca storia del secol o xvn.
-
1*!*1 MT.
214
Ore allegre
mediole
L898.
La raccolta completa,
-
volumi,
ognuno ili 150 pagine, con SO illustrazioni monologo. Una istitutrire a spasso
al
L899. Dall'amore
matrimonio
versi.
viaggio di andata...
senza ritorno.
'
Musa
hi r irli ina
Almanacco poetico hirir/tino per Tanno 1900. 1909 Decamerone moderno (novelle scelte dalle Ore
allegre).
Il
Il
2692
30
2217
trai, Lo
aschere
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