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Carta della Fortezza, dai tarocchi detti

del Mantegna (Ferrara, 1460-65)

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I tarocchi sono un tipo di carte che nasce in Europa, tra la Iine del Medioevo e il Rinascimento. Formati da 78
carte dette anche lame, sono suddivisi in 2 sottogruppi: il primo e di 22 carte illustrate con Iigure simboliche,
anticamente chiamate TrionIi, e solo dal XIX secolo, Arcani maggiori, l'altro in 56 carte suddivise in 4 serie, gli
Arcani minori che, a seconda dei paesi possono mutare tipo di insegna. Gli Arcani Minori includono quattro
Iigure: Iante, cavallo, regina, re, e 10 carte numerali. Le carte sono suddivise in insegne: nei paesi latini sono
piu usate coppe, danari, bastoni e spade; in Francia cuori, quadri, Iiori, picche; ulteriori sistemi di segni, sono
quelli tedeschi e svizzeri.
I tarocchi sono stati inventati esclusivamente come carte da gioco o a scopo istruttivo; il loro uso divinatorio
comincio a diIIondersi solo dopo il XVIII secolo, specialmente nella Iorma italiana.
Indice
1 SigniIicato del termine
2 Storia
2.1 L'antico gioco del Tarocco
2.2 Il tarocco come esercizio intellettuale e satirico
3 I mazzi storici
3.1 I tarocchi del Mantegna
3.2 I tarocchi di Marsiglia
3.3 I tarocchi di Besanon
3.4 La composizione dei TrionIi marsigliesi
3.5 Le Minchiate
3.6 Il tarocchino bolognese
3.7 Il tarocco Piemontese
4 I tarocchi contemporanei
5 Il gioco dei tarocchi
5.1 La Iorza delle carte
5.2 La Iorza dei semi
5.3 Il valore delle carte
5.4 Il mazziere
5.5 La mano
5.6 Il Matto
5.7 Gioco in Piemonte
5.8 Il conteggio dei punti
5.9 Giocare da Iuori
6 Il tarocco esoterico
7 Note
8 BibliograIia
9 Voci correlate
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni
Significato del termine
La parola tarocco venne utilizzata circa un secolo dopo l'invenzione del mazzo. La sua origine rimane tuttora
oscura. Fino al 1500, le carte erano soprannominate Ludus triumphorum
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. L'allusione ai TrionIi, e tuttora
controversa. Si ipotizzano alcune possibilita:
un rapporto diretto con un'opera letteraria omonima, Triumphi, di Francesco Petrarca, le cui sei allegorie
sono state spesso rappresentate in modo simile alle icone trionIali dei tarocchi: TrionIo dell'Amore
1.
Amanti (Arcano VI), TrionIo della Castita Temperanza (Arcano XIV), TrionIo della Morte Morte
(Arcano XIII), TrionIo della Fama Giudizio (Arcano XX), TrionIo del Tempo Eremita (Arcano IX),
TrionIo dell'Eternita Mondo (Arcano XXI);
un rapporto con i carri trionIali che nel Medioevo accompagnavano le processioni carnevalesche.
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2.
Storia
L'origine delle carte da gioco e orientale. Esse comparvero per la prima volta in Europa nel XIV secolo.
Tuttavia il mazzo di tarocchi comprendente gli Arcani maggiori e una creazione italiana. Potrebbe, Iorse, essere
documentato per la prima volta a Ferrara, nel 1442, poiche in due inventari del ducato estense e citato il
pagamento della Iornitura di Carte da trionphi
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. Tuttavia non e certo che si trattasse delle stesse carte
conosciute come tarocchi in quanto a quell'epoca esistevano altri giochi denominati "Triumphi", per esempio il
"gioco dei TrionIi del Petrarca", conosciuto tramite un inventario Iiorentino della prima meta del Quattrocento.
Qualche anno piu tardi, anteriormente al 1447, Iu eseguito un mazzo per Filippo Maria Visconti (morto nel
1447). Questo mazzo di tarocchi e il piu antico tra quelli conosciuti ed e conservato alla Yale University
Library di New Haven (Connecticut). Un altro mazzo praticamente identico a questo, ma piu Irammentario, e
conservato alla Pinacoteca di Brera a Milano. In entrambi i casi tutte le carte sono miniate, col Iondo in Ioglia
d'oro e lavori di punzonatura. Il suo prezzo non e pervenuto ma era certamente molto alto; simili opere erano
riservate solo alle corti signorili. Fu dipinto quasi certamente dal pittore di corte BoniIacio Bembo come si
evince dalle aIIinita stilistiche con altre opere dello stesso artista
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.
Ulteriori Irammenti di mazzi sono origine Ierrarese: per esempio i tarocchi detti di Carlo VI conservati alla
Biblioteca Nazionale di Parigi, quelli detti "di Alessandro SIorza" conservati al Museo di Castel Ursino a
Catania e quelli di Ercole I d'Este conservati alla Yale University Library. Il Iatto che quasi tutti mazzi siano
giunti Irammentari e evidentemente legato alla Iragilita del supporto cartaceo e alle persecuzioni che subirono
le carte da gioco, a volte soggette a roghi, a volte sciolte nel macero per ricavarne cartapesta da riutilizzare.
Non prima del 1450 Iu realizzato il mazzo piu completo a noi pervenuto, cioe i tarocchi di Francesco SIorza,
legato alla Iamiglia Visconti nel governo del ducato di Milano, sul cui schema si modellarono in parte le carte
successive. Lo stemma e il motto Visconteo a bon drovt compaiono assieme ai simboli araldici della Iamiglia,
come il sole raggiante, tre anelli con diamanti intrecciati, il biscione. Il mazzo, conservato in tre gruppi separati,
si trova all'Accademia Carrara di Bergamo (26 carte), alla Pierpont Morgan Library di New York (35 lame)
mentre 13 carte sono di proprieta della Iamiglia Colleoni di Bergamo. I mazzi si diIIusero dapprima nell'Italia
settentrionale, con diverse interpretazioni illustratrive dei TrionIi: nei tarocchi Ierraresi la Luna era
rappresentata da uno o due astrologi, mentre in quello dei Visconti una donna tiene una mezza luna nella mano
destra. Emblematico e il Matto, che nei tarocchi Ierraresi e un buIIone tormentato da alcuni bambini, mentre in
quelli lombardi e un mendicante gozzuto, evidente allusione al gozzo, tipica malattia dei montanari della zona
prealpina. A volte i mazzi erano realizzati in occasione di matrimoni signorili. In tal caso gli emblemi dei due
sposi erano dipinti sulla carta dell'Innamorato.
Nelle lunghe serate di corte tutti, uomini e donne, giocavano a carte. I primi mazzi non erano numerati, il che
presuppone che i giocatori ne conoscessero a memoria il valore. Verso la meta del XV secolo, le tecniche di
stampa Iurono perIezionate prima con la xilograIia, poi con la calcograIia e, alla Iine del secolo, con
l'invenzione dei caratteri mobili. Il progresso della stampa Iece nascere le prime Iabbriche di mazzi di tarocchi,
che erano stampati su un unico Ioglio, numerati, rozzamente colorati e tagliati. Il prezzo era superiore alle carte
comuni, dato il maggior numero, come ci inIorma un registro Iiscale bolognese del 1477
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. Tuttavia la stampa
introdusse sul mercato mazzi a basso costo, Iavorendo la diIIusione del gioco. Nel tempo gli stili variarono a
seconda della regione o del paese di provenienza, e non sempre gli Arcani maggiori Iurono disposti secondo il
piu importante ordine attualmente noto, quello dei tarocchi di Marsiglia. Anche i nomi delle Iigure potevano
cambiare: l'Eremita era chiamato a volte Il Gobbo, l'Appeso era detto anche lAppiccato o il Traditore, la Torre
era menzionata come la Saetta, lInferno, la Casa del diavolo, la Casa di Plutone, mentre il nome attualmente
conosciuto, La casa di Dio le Iu attribuito a partire dal XVII secolo. Notevoli Iurono le diatribe attorno alle
Iigure del Papa e della Papessa, poiche si considerava indecoroso che tali alte cariche religiose Iossero associate
a un mazzo di carte da gioco.
Purtroppo manca una doviziosa documentazione scritta prima del XVI secolo che ci ragguagli sull'uso e la
disposizione delle carte, che probabilmente variava da regione a regione. Nel 1480 comparve il Sermones de
ludo cum aliis dove un anonimo predicatore domenicano si scagliava contro l'uso dei tarocchi, e in particolare
dei TrionIi. L'importanza di tale documento e dovuta al Iatto che vengono elencate le Iigure con i nomi e la
disposizione attualmente noti, con una nota di proIondo sdegno perche Angeli, Virtu cardinali, Imperatore e
Papa e perIino Dio Padre erano raIIigurati nel gioco proIano. Il predicatore termina condannando l'inventore del
mazzo, il Diavolo, colpevole di trascinare l'uomo nel vizio
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. Sappiamo inoltre che la pratica di condannare il
gioco di carte era diIIusa, se persino San Bernardino da Siena le stigmatizzo in un suo Iamoso sermone tenuto a
Bologna nel 1423, dopo il quale Iu acceso un rogo dove Iurono bruciati mazzi di carte, dadi, ed altre vanita. Nei
secoli successivi Iurono Iatti ulteriori tentativi dai vari governi per reprimere o almeno limitare il gioco, senza
peraltro risultati convincenti. Alla Iine si giunse al compromesso di tassare le carte e creare disposizioni di
Iabbricazione e commercio in modo da scoraggiare evasioni, contraIIazioni e contrabbando. Il bollo, ora non
piu in uso, era applicato solitamente sull'Asso di Denari.
L'antico gioco del Tarocco
Purtroppo non ci sono pervenuti manuali quattrocenteschi con precise regole di gioco; i piu recenti manuali
d'uso risalgono al XVIII secolo: la ricostruzione dei giochi piu antichi e praticamente impossibile, anche perche
le regole potevano variare da citta a citta e i tipi di giochi erano numerosi, con complesse strategie. Conosciamo
pero alcune indicazioni di base: al gioco potevano partecipare da due a sette persone, a cui era permesso
lanciare segnali ai giocatori e scommettere sulla posta. Si potevano tenere in mano Iino venti carte per ciascuno.
Il tarocco era (ed e) un gioco di presa, in cui si cala una volta per uno e si e obbligati a rispondere al seme o alla
carta in modo ciclico. Le briscole, ossia i TrionIi, battono le carte numerali compreso l'Asso, che non ha una
posizione di privilegio. La numerazione dei TrionIi permetteva a quello piu alto di vincere su quello piu basso.
Il Matto non gioca e vale solo come punteggio. Alla Iine della partita vince chi ha totalizzato il massimo dei
punti.
Il tarocco come esercizio intellettuale e satirico
I giochi di abilita verbale erano molto diIIusi nelle lunghe serate a corte, e non di rado si utilizzavano i tarocchi
anche per comporre Irasi e motti che dovevano ispirarsi alle Iigure estratte. I 22 TrionIi potevano inoltre essere
abbinati (o appropriati, come si diceva) a persone e gruppi, specialmente gentildonne oppure note cortigiane.
Molti di questi sonetti sono giunti Iino a noi: poesiole comiche, satiriche, mordaci, scritte solitamente in
ambiente cinquecentesco. Probabilmente in questo ambito colto vanno a collocarsi due mazzi: quello cosiddetto
del Mantegna, e il Tarocco Sola-Busca, realizzato con la tecnica dell'acquaIorte tra il XIV e il XV secolo. In
quest'ultimo le carte numerali rappresentano scene della vita quotidiana, mentre nei TrionIi sono raIIigurati
guerrieri dell'antichita classica e biblica. Anche Pietro Aretino si occupo di tarocchi nella sua opera Le carte
parlanti che ebbe un discreto successo e godette di varie ristampe
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.
I mazzi storici
I tarocchi del Mantegna
Probabilmente inciso prima del 1467, questo mazzo di 50 carte Iu erroneamente attribuito ad Andrea Mantegna,
ma per lo stile e collegato all'ambito Ierrarese. Questo tarocco non ha alcun riIerimento iconograIico alle carte
Visconti - SIorza: mancano inIatti totalmente i semi e in parte gli onori (ossia Fante, Cavallo, Regina, Re)
nonche i classici TrionIi, a parte alcune allusioni al Matto e all'Imperatore. Il mazzo, di cui si conoscono due
serie, soprannominate E ed S e suddiviso in cinque gruppi di dieci carte. L'ordine numerico corrisponde a una
precisa gerarchia d'importanza. Ogni gruppo inizia con Le condi:ioni umane, prosegue poi con Apollo e le
Muse, le Arti e le scien:e , con particolare riIerimento alle Arti Liberali , ossia a quel complesso di conoscenze
teoriche considerato indispensabile all'uomo libero. Nel Medioevo cristiano erano considerate superiori alle Arti
meccaniche tra cui Iiguravano quelle visive. Successivamente si passa agli Spiriti e alle Jirtu, poi ai Pianeti e le
Stelle dellUniverso, aderenti alla classica visione di Tolomeo e inIine all'Ottava Sfera, al Primo Mobile e alla
Prima Causa, cioe Dio.
Non sappiamo come veniva usato questo mazzo: piu che carte da gioco i tarocchi del Mantegna, sembrerebbero
un'opera didattica e istruttiva, cosa tutt'altro che rara in epoche dove la diIIusione delle idee non aveva la
velocita odierna. Il contenuto stimolava quindi il giocatore ad un'ascesa verso la perIezione, simile al viaggio di
Dante dall'InIerno al Paradiso.
I tarocchi di Marsiglia
Non abbiamo riIerimenti per la datazione dei tarocchi di Marsiglia cosi chiamati per la citta della Francia che
ha goduto di una posizione di monopolio nella produzione di questo tipo di carte pur non avendole inventate;
sebbene i primi mazzi conosciuti risalgano al XVIII secolo, lo stile delle carte a semi italiani Ia propendere per
l'origine latina di questo tipo di mazzo, probabilmente diIIusosi dalla Lombardia in territorio Irancese. Uno dei
modelli piu conosciuti dei tarocchi di Marsiglia Iu inciso su legno dal Irancese Claude Burdel nel 1751. Egli
aveva contrassegnato Il Carro con le sue iniziali, mentre la sua Iirma per esteso compare sul 2 di denari. Le
Iigure sono intere, e - relativamente agli Arcani maggiori - recano la denominazione in Irancese e sono
contrassegnati da numeri romani. La morte non aveva nome. Le scritte erano in un Irancese sgrammaticato,
spesso privo di accenti e apostroIi. Gli abiti delle Iigure, pur nella loro Iorte stilizzazione, si riIeriscono a
prototipi rinascimentali. Il mazzo Iu poi rielaborato correttamente dal Irancese Grimaud, e ristampato nel XIX
secolo.
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I tarocchi di Besanon
Come per Marsiglia, la citta non puo vantare la paternita di queste carte da tarocco a semi italiani. Il piu antico
mazzo di questo genere databile con certezza risale al 1746, e ne conosciamo sia il Iabbricante - Nicolas
Laudier - sia l'incisore, Pierre Isnard. Le eccezioni piu notevoli sono i TrionIi II, la Papessa, trasIormata in
Giunone, e il V, il Papa, diventato Giove tonante.
La composizione dei Trionfi marsigliesi
E questa Iorse la principale Iorma deIinitiva attualmente usata. Molti tarocchi Iantastici si ispirano a quelli
marsigliesi. Vale quindi la pena di darne una descrizione piu accurata:
I - Il Bagatto (le Bateleur). La parola ha origini latine e sta ad indicare "Iigura da poco", "bagatella", cosa di
nessun conto. Rappresenta un giovane uomo con un grande cappello e abiti vistosi, posto in piedi davanti a un
tavolo, su cui Iigurano monete, vasetti, dadi, coltelli, una borsa. L'uomo regge nella mano sinistra un bastone
dorato.
II - La Papessa (La Papesse). E Iorse una delle Iigure che ha dato luogo a maggiori discussioni, dal momento
che nessuna donna ha mai avuto accesso al soglio di Pietro. In taluni mazzi e stata sostituita da Divinita o altre
carte. La donna ha un triregno in capo, e seduta su un trono ricoperto da un velo e ha in mano un libro aperto.
III - LImperatrice (L'Imperatrice). Una donna in trono, con la corona in testa, ha in mano uno scettro col globo
sormontato dalla croce (da sempre simbolo di impero). Regge con la mano destra uno scudo con un'aquila
araldica, e ha due ali aperte sulla schiena.
IV - LImperatore (L'Empereur). Un uomo barbuto, seduto in trono di proIilo, con una gamba incrociata
sull'altra, regge uno scettro con la destra. Sotto al Trono e appoggiato uno scudo con un'aquila araldica.La carta
e evidentemente collegata col potere terreno.
V - Il Papa (Le Pape). Seduto in posizione Irontale, il PonteIice col Triregno regge un pastorale a croce con tre
traverse. Ai suoi piedi, di statura notevolmente inIeriore, sono inginocchiati due chierici. Il Papa ha la barba
canuta, probabile allusione alla sua saggezza.
VI - Linnamorato (L'Amoreux). Sotto un grande cupido alato, pronto a scoccare la sua Ireccia, un giovane sta
in piedi tra due Iigure Iemminili, una vestita piu poveramente dell'altra. I critici sono concordi nell'identiIicare
questa lama col mito di Ercole, che dovette scegliere tra Vizio e Virtu.
VII - Il Carro (Le Chariot). Un carro visto in modo rigidamente Irontale, e condotto da un giovane guerriero
incoronato, mentre trattiene saldamente due cavalli, uno blu ed uno rosso, che tendono a scartare in posizioni
opposte.
VIII - La Giusti:ia (la Justice). E questa una delle tre Virtu cardinali citate nel mazzo, da cui manca la
Pruden:a. Una donna in trono regge con la mano sinistra una bilancia dai piatti allineati, e con la destra una
spada. Questo TrionIo contiene in se l'idea di equilibrio e di punizione.
IX - LEremita (L'Hermite). Un vecchio barbuto, appoggiandosi ad un bastone, avanza reggendo una lampada.
Non si puo Iare a meno di pensare a Diogene che, reggendo una lampada aIIermava di cercare l'uomo.
X - La Ruota della fortuna (La Roue de Fortune). Questa immagine, largamente conosciuta e rappresentata nel
Medioevo, raIIigura una ruota sormontata da una sIinge alata con corona e spada, con due esseri mezzo uomo e
mezzo animale arrampicati ai suoi lati. Gia in epoca medievale la Ruota era usata per ricordare la vanita delle
conquiste e dei beni terreni.
XI - La For:a (La Force). Una donna con un ampio cappello in testa chiude le Iauci di un leone. E una delle tre
Virtu cardinali raIIigurata nel mazzo.
XII - LAppeso (Le Pendu). Un uomo e appeso per un piede a un palo retto da nodose travi di legno. La gamba
libera e piegata verso l'interno. La carta raIIigura una pena praticata realmente durante il Medioevo, sia dal vero
sia in eIIigie, a chi si rendeva reo di tradimento. Questo tipo di pittura, detta infamante, era solitamente aIIidata
a mestieranti, ma a volte ad artisti di rilievo, come Sandro Botticelli e Andrea del Sarto.
XIII - La Morte (a volte lasciata senza scritta) - Uno scheletro con una Ialce cammina in un campo cosparso di
mani e di teste. La Iigura e collegata con l'iconograIia medievale del Trionfo della Morte molto diIIusa nel
Medioevo e nel Rinascimento, in cui uno o piu scheletri si trascinano, in Iila o in una danza macabra, regnanti,
Papi e altri soggetti solitamente di alto livello sociale.
XIV - La Temperan:a (La Temperance). Altra virtu cardinale. Un Angelo con la veste bipartita in due zone di
colore blu e rosso, versa un liquido da un'anIora all'altra reggendole entrambe con le mani.
XV - Il Diavolo (Le Diable). Un essere cornuto dal viso sghignazzante, le ali di pipistrello, i seni Iemminili, i
genitali maschili, le gambe caprine, sta in cima a un piccolo ceppo a cui sono legati due diavoletti. Gli zoccoli e
il ghigno osceno sono mutuati dalle classiche immagini greche del dio Pan.
XVI - La casa di Dio (La Maison Dieu). Una torre che ha come tetto una corona, viene scoperchiata da una
lingua di Iuoco, mentre due Iigure umane cadono al suolo e piccole sIere riempiono l'aria. La costruzione evoca
la Biblica torre di Babele, talmente alta che Dio puni gli uomini conIondendo il loro linguaggio.
XVII - La Stella (L'etoile). Con questa carta si abbandona il mondo umano e si entra in quello spiritualmente
superiore. Otto stelle, di cui la centrale molto piu grande, sormontano una donna nuda che versa per terra acqua
da due anIore. Sul Iondo, un minuscolo albero su cui canta un piccolo uccello.
XVIII - La Luna (La Lune). Seconda lama della serie degli astri la Luna splende rotonda in cielo ma con il
volto raIIigurato di proIilo, mentre gocce colorate partono dalla terra verso di essa. In primo piano un Gambero,
legato zodiacalmente al segno del Cancro, esce da una pozza d'acqua. Due cani ululano e due torri sullo sIondo
sembrano custodire il paesaggio.
XIX - Il Sole (Le Soleil). Un grande sole radiante sparge gocce su due gemelli ritti in piedi vicino a un basso
muretto in mattoni.
XX - Il Giudi:io (Le Jujement). Un angelo esce da un nembo colorato suonando la tromba, mentre tre piccoli
corpi sorgono da un avello Anche questa immagine, Irequentissima nel Medioevo, puo Iarsi risalire ai numerosi
miti sulla Iine del mondo presenti in molte religioni antiche. Il piu importante riIerimento e certamente
l'Apocalisse di San Giovanni, ultimo libro del Nuovo Testamento. Questa carta corrisponde all'Angelo di altri
mazzi da gioco.
XXI - Il Mondo (Le Monde). La carta rappresenta una donna seminuda che regge due bastoncini nelle mani.
Essa e circondata da una mandorla di Ioglie, mentre ai quattro lati della carta compaiono i simboli TetramorIi
degli Evangelisti: un Angelo (San Matteo) un'Aquila (San Giovanni) un Toro (San Luca) e un Leone (San
Marco). La carta compendia, se pur in Iorma elementare due Iigure geometriche, il cerchio e il quadrato, che
erano considerate il simbolo della perIezione.
Il Matto (Le Fou). La lama non e numerata e puo essere inserita sia all'inizio sia alla Iine del mazzo. Un giullare
girovago, col cappello a sonagli, che regge su una spalla un Iagottino con le sue poche cose, si avvia verso una
strada non meglio identiIicata, rincorso da un cane che gli sta lacerando una calza. Una Iigura analoga si trova
nel tarocco del Mantegna, ma e chiamato il Misero.
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Le Minchiate
Comparso a Firenze, questo curioso mazzo di novantasette carte Iu chiamato cosi con probabile attinenza al
membro virile, ma anche per indicare che il gioco di carte non era da prendersi sul serio. Godette di grande
Iortuna soprattutto nell'Italia centro settentrionale, ma Iu poi gradualmente abbandonato. Le Minchiate sono una
curiosa variante regionale, completamente alterata, del tarocco tradizionale. Le prime trentacinque carte, dette
Papi sono seguite da cinque carte chiamate Arie: la Stella, la Luna, il Sole, il Mondo e il Giudizio Iinale detto
Le trombe. I semi sono Denari, Coppe, Bastoni, Spade. Gli onori sono detti Cartiglia e presentano centauri al
posto dei cavalieri. Tra le altre carte mancano la Papessa e il Papa, mentre sono state aggiunti il Granduca, le
quattro Virtu Cardinali, le tre Teologali, i quattro Elementi, i dodici Segni zodiacali.
Il tarocchino bolognese
Bologna, che e stata uno dei centri in cui il gioco era piu attivamente praticato, non ci ha lasciato alcun mazzo
completo prima del XVII secolo. I questo periodo si giocava una nuova Iorma di tarocco a mazzo ridotto di 62
carte, anche se non abbiamo indicazioni precise sulla data in cui vennero eliminate determinate carte. I tagli
erano relativi alle carte numerali, ad esclusione degli Assi. Ne il tarocchino e l'unico esempio di contrazione del
mazzo: a Venezia il gioco della Trappola prevedeva trentasei carte.
Il tarocchino bolognese trionIo in questo periodo grazie a vicissitudini particolari: tra il 1663 e il 1669 un artista
bolognese Iantasioso e versatile, Giuseppe Maria Mitelli (1634 - 1718) m incise un libro sui tarocchini dedicato
a Prospero Bentivoglio. I Iogli dovevano poi essere tagliati e incollati dal giocatore. In periodo della
ControriIorma e con sensibilita tutta barocca, il Mitelli trasIormo il mazzo eliminando la Iigura della Papessa e
ridisegnando i TrionIi. Cosi l'Appeso e un uomo condannato alla pena capitale che aspetta che il boia gli
Iracassi il cranio con un martello; la Stella e un mendicante che avanza nella notte con una lanterna; la Luna e il
Sole sono ispirati ad Artemide e ad Apollo, il mondo e un globo sorretto da un gigantesco Atlante. Anche le
carte numerali hanno disegni Iantasiosi, mentre nell'Asso di denari l'artista ha inciso il suo ritratto con la Iirma.
Un altro tipo di tarocchino bolognese, tuttora usato se non altro per la divinazione, risale al 1725 e Iu ideato dal
canonico Montieri. L'autore aveva indicato le diverse Iorme di stati europei, audacemente situando Bologna
sotto un governo misto, laico-clericale. Dal momento che la citta era inserita nei domini dello Stato PontiIicio,
la cosa Iu giudicata irrispettosa e l'audace prelato Iu incarcerato. Il senato bolognese trovo un accordo Iacendo
sostituire le icone irriverenti con Iigure di mori.
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In una data non precisata della seconda meta del Settecento,
il tarocchino Iu uno dei primi mazzi che suddivise le Iigure in due meta speculari.

Il Tarot nouveau.In Francia si usa il Tarot
nouveau; qui le regole sono Iissate dalla
Federation Franaise de Tarot.
Il tarocco Piemontese
Grazie alla sua vicinanza alla Francia, ma Iorse anche per inIluenza dell'Italia settentrionale, il Piemonte
conobbe e uso ben presto i tarocchi, che sono ancora uno dei pochissimi mazzi di questo genere in produzione.
Alla Iine del XIX secolo Iu introdotto il tipo a due teste, senza dubbio utile ai giocatori che non dovevano girare
le carte ogni volta che si presentavano rovesciate. Le poche variazioni rispetto al mazzo tradizionale sono date
dall'uso dei numeri arabi al posto di quelli romani, dalla testa del Matto, Associata a una IarIalla, dal Giudizio,
detto Angelo, dove i morti emergono dalle Iiamme, collegandosi con l'iconograIia popolare delle anime del
Purgatorio.
I tarocchi contemporanei
Lo straordinario interesse che si e sviluppato intorno ai tarocchi dall'Ottocento in avanti ha spinto numerosi
artisti contemporanei a reinterpretare le misteriose Iigure. Fra gli italiani si possono ricordare Franco Gentilini,
Renato Guttuso, Emanuele Luzzati |1| (http://www.wonderIul-tarot.org/images/bambiniIorza.jpg) , Ferenc
Pinter e Sergio Toppi. Fra gli artisti non italiani spiccano Salvador Dali e Niki de Saint-Phalle, autrice del
Iantastico Giardino dei Tarocchi costruito a Garavicchio, presso Capalbio.
Numerosi illustratori hanno realizzato nuovi mazzi, talvolta in collaborazione con storici e letterati. Per
esempio, i Tarocchi di Dario Fo sono stati dipinti dal Iiglio Jacopo su progetto del Premio Nobel Dario Fo,
mentre allo scrittore Giordano Berti si deve la sceneggiatura di dieci mazzi realizzati da vari illustratori.
A Riola, in provincia di Bologna, e stato istituito da tempo un Museo dei Tarocchi con un'ampia raccolta di
carte.
Il gioco dei tarocchi
Il gioco tradizionale giocato coi tarocchi sin dalla sua origine e variato poco, anche se innumerevoli varianti ne
esistono in tutta Europa. Si tratta di un gioco di prese simile al tressette, alla briscola, al whist o al bridge, in cui
i TrionIi o Arcani giocano il ruolo delle "briscole", cioe delle carte piu Iorti.
Il mazzo e composto da 22 Arcani Maggiori o TrionIi e da 56 carte divise in quattro semi, quindi ogni seme e
costituito da 14 carte, le prime dieci numerate da uno a dieci piu quattro carte vestite: Re, Regina, Cavaliere e
Fante.
La forza delle carte
Per decidere le prese l'ordine di priorita delle carte dalla piu alta
alla piu bassa e:
Gli Arcani Maggiori a partire dal XXI (Il Mondo) Iino allo 0
(Il Matto)
1.
I Re 2.
Le Regine 3.
I Cavalieri 4.
I Fanti 5.
Le carte numerate dal dieci all'uno (Asso) 6.
A parita di carta giocata, la Iorza e decisa dal seme.
La forza dei semi
In ordine decrescente:
spade 1.
coppe 2.
denari 3.
bastoni 4.
Quindi, ad esempio, il tre di denari e piu basso del tre di spade.
Il valore delle carte
Al termine della mano il valore delle carte per determinare il punteggio e:
Il Mondo (XXI) vale 5 punti u
Il Bagatto (I) vale 5 punti u
Il Matto (0) vale 4 punti. u
Il Re vale 5 punti u
La Regina vale 4 punti u
Il Cavaliere vale 3 punti u
Il Fante vale 2 punti u
Tutte le altre, dal X al I, ogni 3 carte 1 punto. u
Il mazziere
Il mazziere, cioe colui che distribuisce le carte all'inizio di ogni mano, e sorteggiato mediante la pesca di una
carta da parte di tutti i giocatori all'inizio della partita. Chi pesca la carta piu bassa sara il primo ma::iere. La
carta considerata piu bassa e l'asso di bastoni, quella piu alta e l'Arcano XXI (Il Mondo). Il giocatore che
pescasse l'Arcano 0 (Il Matto) dovra ripetere il sorteggio.
Una volta scelto il mazziere, egli Iara mescolare il mazzo da chi sta di Ironte a lui, Iara tagliare a chi e
immediatamente alla sua sinistra e distribuira le carte in senso antiorario partendo da chi e immediatamente alla
sua destra. Nel caso di una partita a tre giocatori il ma::iere distribuisce 25 carte agli altri due giocatori e 28 a
se stesso, mentre nel caso di una partita a quattro le carte distribuite sono 19 ed al mazziere ne rimangono 21.
Successivamente il mazziere deve scartare un numero di carte pari a quello eccedente rispetto a quello degli
altri giocatori, che vanno cosi a Iar parte del suo monte (cioe delle sue prese) seguendo pero queste regole:
Non e possibile scartare TrionIi. 1.
E possibile scartare un Re solo nel caso in cui non si abbia nemmeno un TrionIo. 2.
La mano
Il giocatore che sta immediatamente a destra del mazziere, inizia il gioco calando una carta. Gli altri giocatori
sono obbligati a giocare una carta dello stesso seme; nel caso non ne abbiano devono giocare un TrionIo, nel
caso non abbiano nemmeno TrionIi possono giocare una carta a loro scelta. Chi ha giocato la carta piu Iorte le
prende tutte e tre e le raccoglie nel proprio monte. Sara lui a continuare il gioco giocando la carta che
preIerisce.
Il Matto
Il Matto e indubbiamente la carta piu caratteristica dei TrionIi, e puo essere giocata in qualunque momento
Iacendole assumere un qualsiasi valore corrispondente ad un'altra carta; e usata nel conteggio dei punti come
carta speciale al posto di un'altra carta che non si possiede.
E interessante notare il parallelo tra il Matto dei tarocchi e la Iigura del Jolly nelle carte Irancesi (rappresentato
spesso come un giullare): il soggetto rappresentato e il loro uso sono simili. Se non si ha il seme, degli arcani
minori, da rispondere occorre giocare un arcano maggiore e se si ha solo il matto si gioca quello.

Il matto
Gioco in Piemonte
In Piemonte, nel gioco dei tarocchi sono presenti alcune prassi e alcune eccezioni alle
regole basi.
Prassi
~ Il mazziere distribuisce le carte ad ogni giocatore, tutte insieme (25 se si gioca in 3,
19 se si gioca in 4)
~ Se un giocatore all'inizio della mano non ha ne Iigure ne tarocchi le carte devono
essere distribuite di nuovo
~ Il mazziere non puo mai scartare un Re nemmeno se non ha tarocchi
~ Non si puo iniziare la prima mano con tarocchi
Eccezioni
~ se in una mano vi sono sia il TrionIo n 20 ("L'Angelo") e il n 21 ("Il Mondo"), il 20 prende sul 21 *
~ se in una mano non vi sono ne Iigure ne tarocchi, nei semi lunghi (spade e bastoni) prende la piu alta, nei
semi corti (denari e coppe) la piu bassa
regola da concordare u
per le carte da uno a dieci, a denari e coppe il piu basso batte il piu alto. u
Il conteggio dei punti
Finite le carte, ogni giocatore prende quelle che Iormano il suo monte e le conta a tre per volta nel caso di
partita a tre o quattro per volta nel caso di partita a quattro.
I punti realizzati variano a seconda della composizione delle tre o quattro carte che si contano a Iine mano, se
Ira queste carte c'e una sola carta di quelle speciIicate sopra, il valore sara dato da quella carta (per es. il Re 5
punti, la Regina 4 e cosi via). Se nelle 4 carte sono presenti due o piu Iigure si sottrae un punto ogni Iigura in
piu (ad es: un Re, una Regina due carte semplici il valore invece di 9 sara 8).
Il pareggio si ottiene a 26 punti, chi ne Ia di piu vanta un credito corrispondente ai punti realizzati oltre i 26, chi
ne Ia di meno ha un debito. Quando si e completato il giro, cioe ogni giocatore ha Iatto da ma::iere, il vincitore
della partita e quello che ha piu crediti.
Nella variante a quattro normalmente si gioca in coppia ed il pareggio si raggiunge a 36 punti.
Giocare da fuori
In alcune zone, nel gioco a 3, e permesso giocare da Iuori: nella 3 mano, il giocatore che raggiunge un credito
di 26 punti, puo dichiarare di aver vinto (a prescindere dal punteggio che raggiungeranno gli altri) e, da quel
momento in poi, deve giocare in modo da non Iavorire nessuno degli altri due. Le regole sono
~ Quando si e di mano si devono giocare prima tutte le carte Iranche o supposte tali, poi tutti i tarocchi
~ Quando si risponde si deve giocare sempre la piu alta delle piu piccole.
E necessario annotare che i puristi del gioco non amano chi "gioca da Iuori"
Il tarocco esoterico
Fu nel Settecento ossia nell'epoca dei lumi, che si comincio a prendere in considerazione una possibile origine
esoterica ed ermetica dei tarocchi.
Sull'origine dei tarocchi esistono numerose teorie esoteriche, senza alcun Iondamento storico. La piu nota vuole
che i tarocchi provengano dall'Antico Egitto e Iossero stati inventati direttamente dal dio Thot. Le elucubrazioni
esoteriche sui tarocchi si svilupparono Ira il ed il XIX secolo a partire dagli studi pubblicati da Antoine Court
de Gebelin. Jean-Baptiste Alliette e che ne postularono un'antica origine, non validata da alcuna Ionte storica,
legata ai miti dell'antico Egitto o della Cabala ebraica. Il primo a lanciare queste teorie Iu il poligraIo Irancese
Antoine Court de Gebelin, alla Iine del Settecento. Nella meta del secolo seguente Alphonse Louis Constant,
meglio conosciuto come Eliphas Levi, indico le origini dei tarocchi nella cabala ebraica, per via del Iatto che i
Trionfi sono ventidue come le lettere dell'alIabeto ebraico.
Un mazzo di tarocchi, di qualsiasi tipo, si costituisce comunque di 78 carte. Le 22 Iigure denominate in origine
Trionfi e ribattezzate dagli esoteristi Arcani Maggiori, mostrano un'iconograIia di chiara derivazione cristiana
(ad esempio Il Diavolo, LAngelo, La For:a, La Temperan:a, La Giusti:ia, Il Papa ecc.). Le 56 Iigure
denominate Arcani minori consistono nelle tradizionali carte da gioco a semi italiani (coppe, denari, bastoni e
spade) e precedono di almeno 40 anni le carte dei Trionfi. Cio signiIica che il mazzo dei tarocchi risulto
dall'unione di due diversi mazzi.
La diIIerenza tra le due sequenze e stata sottolineata dagli esoteristi in questo modo: gli Arcani maggiori
contengono simboli universali, riconducibili ad esperienze di vita particolari, mentre i minori sono una sorta di
punteggiatura dei responsi.
Nel 1927 Oswald Wirth cerco di riassumere in un manuale (ancora oggi pubblicato) le chiavi interpretative
assegnate a ciascuna carta dai membri della Iratellanza alla quale era legato: l'Ordine Cabalistico della
RosaCroce. La trattazione viene completata con un mazzo di 22 Arcani Cabbalistici disegnati dallo stesso
Wirth nel 1889.
L'uso dei tarocchi come carte da gioco si trova ancora in molte aree italiane e Irancesi. Il tarocco siciliano e
utilizzato a Barcellona Pozzo di Gotto ed a CalataIimi. A Bologna si usa il tarocchino bolognese, le cui regole
originali sono conservate dall'Accademia del tarocchino bolognese. A Pinerolo si usa il tarocco ligure-
piemontese. In Francia si usa il Tarot nouveau; qui le regole sono Iissate dalla Federation Franaise de Tarot.

I primi cartomanti Iurono aIIascinati dal signiIicato simbolico di queste carte; in seguito attribuirono agli arcani
maggiori ulteriori signiIicati legati sia alle raIIigurazioni, sia al loro nome, sia alla numerologia associata al
numero indicato sulle carte. Queste ulteriori interpretazioni Iurono poi simbolizzate e inserite nelle nuove
rappresentazioni delle carte, arricchendole sempre piu sia dal punto di vista iconograIico sia dal punto di vista
simbolico.
In seguito anche gli Arcani minori Iurono sottoposti a un analogo studio e seguirono un'analoga evoluzione.
Note
^ Michael Dummet - Il Mondo e l'Angelo - I tarocchi e la loro storia, pagina 18 - Edizione Bibliopolis - Napoli, 1993 1.
^ Franco Cardini - La Iortuna, il gioco, la corte, pag.11 e seguenti in: Le carte di Corte, i tarocchi - Gioco e magia
alla corte degli estensi - Nuova AlIa Editoriale, 1987
2.
^ Michael Dummett; Cecilia Gatto Trocchi e Franco Solmi, I tarocchi per le corti. i tarocchi miniati in I tarocchi. le
carte di corte, op. cit., p. 21
3.
^ Sandrina Bandera,I Bonifacio Bembo. Tarocchi Jiscontei della Pinacoteca di Brera, Martello, Milano 1991 4.
^ Giordano Berti, Pietro Marsilli - Le carte del destino, pag. 11 - Le Tarot - Faenza, 1989 5.
^ Giordano Berti, Pietro Marsilli - Le carte del destino, pag. 16 - Le Tarot - Faenza, 1989 6.
^ Giordano Berti, Pietro Marsilli - Le carte del destino, pagg. 41 e 83 - Le Tarot - Faenza, 1989 7.
^ Stuart R. Kaplan - I Tarocchi - pagine 36, 38, 39 - Ed. Mondadori, Milano - 1981 8.
^ Claude Burdel - I Tarocchi di Marsiglia - Lo scarabeo, Torino, 2009 9.
^ Girolamo Zorli - Il Tarocchino bolognese, pag.33 - Arnaldo Forni Editore, Sala Bolognese, 1992 10.
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u
Voci correlate
Cartomanzia u
Giardino dei Tarocchi u
Mazzi Visconti-SIorza u
Numerologia u
Museo dei Tarocchi, Riola (BO) u
Il Meneghello u
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Collegamenti esterni
(IT, EN) Museo dei tarocchi e delle carte da gioco (http://trionIi.com/li/tarot/museo-dei-tarocchi-e-delle-
carte-da-gioco/)
u
(EN) Carte nel Rider-Waite-Smith e Tarocchi Tarocchi di Marsiglia
(http://www.rodurago.de/en/index.php?sitetarot&linkriderwaite0)
u
Carte da gioco. trionfi e tarocchi (http://www.storiadimilano.it/Arte/cartegioco.htm) di M. Grazia TolIo u
(IT, EN) Museo dei Tarocchi (http://www.museodeitarocchi.net) u
Tarocchi stampabili gratuitamente (http://www.tarocchigratuiti.it/tarocchistampabili/) u
(en) Il Meneghello (http://www.arnellart.com/osvaldo/) u
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