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Integrali ellittici

Lezione pubblica tenuta presso


il Dipartimento di Matematica F. Enriques
dellUniversit`a degli Studi di Milano
Mark Andrea A. de Cataldo

1 Giugno 2006
Il testo di questa lezione `e disponibile sul sito
http://www.math.sunysb.edu/mde/papers/integraliellittici.pdf
La struttura di questa lezione `e ispirata in gran parte dal trattato di Siegel [9].

Partially supported by N.S.F. Grants DMS 0202321 and 0501020


1
Contents
1 Gli integrali ellittici: loro importanza 3
2 La lemniscata e le formule di addizione di Eulero 4
2.1 Larco di lemniscata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
2.2 La formula di duplicazione di Fagnano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
2.3 Formule di addizione per gli integrali lemniscatici ed ellittici di prima specie 6
3 Le formule di addizione per le funzioni trigonometriche 7
3.1 Le formule di addizione per sinx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
3.2 Interpretazione geometrica e funzionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
3.3 La funzione esponenziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
3.4 Riassunto per le funzioni arcsin e sin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
3.5 Riassunto per gli integrali ellittici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
4 Le curve ellittiche 10
4.1 La forma normale di una curva ellittica C . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
4.2 Il toro associato alla curva ellittica C di equazione y
2
= P(x) . . . . . . . . 11
4.3 La struttura di gruppo su C . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
4.4 Il toro associato a C via integrazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
4.5 La funzione P di Weierstrass: C/ C . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
4.6 La funzione inversa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
4.7 Digressione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
4.8 Il Teorema di Abel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
5 Derivazione geometrica dele formule di addizione 19
5.1 Le formule di addizione per P . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
5.2 Le formule di addizione di Eulero per gli integrali ellittici . . . . . . . . . . 21
5.3 Gli integrali lemniscatici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
2
1 Gli integrali ellittici: loro importanza
Sia P(x) un polinomio di grado 3 o 4 senza radici ripetute.
Gli integrali della forma
s(x) :=
_
x
a
A(t) + B(t)
_
P(t)
C(t) + D(t)
_
P(t)
dt,
con A, B, C, e D polinomi, sono detti integrali ellittici.
Gli integrali ellittici sono funzioni trascendenti non elementari, i.e. non si possono
ottenere a partire da funzioni razionali via le operazioni
+, , , : , exp, log .
La terminologia proviene dal fatto che larco di un ellisse in forma canonica si esprime
mediante un integrale funzione dellascissa x della forma
s(x) =
_
x
0

1 k
2
t
2

1 t
2
dt.
Tale integrale si riconduce ad uno ellittico e, nella classicazione di Legendre, `e detto
ellittico di seconda specie (cf. [1]).
Lo studio di questi integrali, ha portato grandi matematici come
Eulero, Legendre, Liouville, Abel, Jacobi, Riemann, Weierstrass . . .
a scoperte fondamentali.
Uno degli aspetti pi` u profondi ed interessanti di queste scoperte `e che in questi studi
linteresse si sposta dai valori espliciti degli integrali s(x) verso lo studio delle
propriet`a funzionali e geometriche delle funzioni di variabile complessa s(x)
e delle loro inverse.
3
2 La lemniscata e le formule di addizione di Eulero
La lunghezza di un arco di curva, graco di una funzione y = f(x) su [a, x] `e
_
x
a
_
1 + [f

(t)]
2
dt.
Per la circonferenza di raggio 1, y =

1 x
2
, si ha
_
x
0
1

1 t
2
dt
che si integra elementarmente mediante la sostituzione
t =
2
1 +
2
,
dt

1 t
2
=
2d
1 +
.
2.1 Larco di lemniscata
La curva reale piana di equazione
(x
2
+ y
2
)
2
= x
2
y
2
`e detta lemniscata.
La curva somiglia al simbolo centrato nellorigine degli assi del piano (cf. [4], [9]).
Usando la parametrizzazione in coordinate polari (r, ) :
2x
2
= r
2
+ r
4
, 2y
2
= r
2
r
4
, r =
_
x
2
+ y
2
,
si ottiene che larco di lemniscata dallorigine O al punto P con |PO| = r si esprime
mediante lintegrale ellittico
s(r) =
_
r
0
1

1 t
4
dt.
4
2.2 La formula di duplicazione di Fagnano
Nel 1718 Fagnano scopre una formula per la duplicazione dellarco della lemniscata.
Osservata la similarit`a con lintegrale per larco di cerchio e tenuto conto della sosti-
tuzione
t =
2
1 +
2
,
dt

1 t
2
=
2
1 +
che lo razionalizza, egli propone la sostituzione analoga
t
2
=
2
2
1 +
4
,
dt

1 t
4
=

2
d

1 +
4
.
Ci`o porta alla relazione
_
r
0
1

1 t
4
dt =

2
_

0
1

1 +
4
d, r
2
=
2
2
1 +
4
.
Questo procedimento non porta alla razionalizzazione dellintegranda.
Il punto, per`o, `e che ripetendo questo procedimento con la sostituzione

2
=
2
2
1
4
si ottiene
_
r
0
1

1 t
4
dt = 2
_
u
0
1

1
4
d,
cio`e:
s(r) = 2s(u), con r
2
=
4u
2
(1 u
4
)
(1 + u
4
)
2
.
Fagnano ottiene dunque un metodo per duplicare (e dimezzare) larco di lem-
niscata s(u) usando riga e compasso.
Si tenga presente che no alla ne del 700, il problema dellintegrazione era pretta-
mente di natura geometrica:
in quei tempi uninterpretazione geometrica chiara di un certo integrale costi-
tuiva una soluzione del problema dintegrazione.
5
2.3 Formule di addizione per gli integrali lemniscatici ed ellittici di
prima specie
Nel 1753 Eulero generalizza la formula di duplicazione di Fagnano e scopre la formula di
addizione per le lemniscate
_
u
0
dt

1 t
4
+
_
v
0
dt

1 t
4
=
_
r
0
dt

1 t
4
,
i.e.
s(u) + s(v) = s(r) con r =
u

1 v
4
+ v

1 u
4
1 + u
2
v
2
,
i.e.
due archi lemniscatici possono essere sommati usando metodi geometrici ele-
mentari.
Studiando gli integrali
s(r) :=
_
r
0
dt
_
P(t)
,
Eulero perviene alla formula di addizione
s(u) + s(v) = s(r), r =
u
_
P(v) + v
_
P(u)
1 + u
2
v
2
.
Riassumendo:
Eulero dimostra le formule di addizione per i cosidetti integrali ellittici di prima specie.
La dimostrazione di Eulero, benche elegante, non fornisce una spiegazione concettuale
delle formule di addizione.
Domanda: `e possibile che uno studio degli integrali ellittici come funzioni sul
loro dominio completo di denizione porti ad una dimostrazione concettuale
delle formule di addizione?
Risposta : s`: le formule di addizione per gli integrali ellittici esprimono una
propriet`a geometrica della curva algebrica complessa y
2
= P(x) : tale curva
ammette una struttura di gruppo e le formule di addizione riettono la legge
di composizione gruppale.
Per arrivare a questa spiegazione `e necessario considerare la variabile dintegrazione
come variabile complessa.
6
3 Le formule di addizione per le funzioni trigonometriche
La sostituzione
t =
2
1 +
2
,
dt

1 t
2
=
2d
1 +
.
razionalizza lintegrale
_
1

1 t
2
dt
in questione, che si integra dunque elementarmente, nel senso del teorema di Liouville
(1835) (cf. [6]). E comunque `e arcsin.
Dunque, quanto segue non `e logicamente necessario per una comprensione delle for-
mule di addizione trigonometriche, ma `e un esempio semplice di come si possa meglio
comprendere una formula integrale, al di l`a della sua dimostrazione, quando essa venga
interpretata in termini di legami funzionali associati alle funzioni inverse delle funzioni
integrali.
3.1 Le formule di addizione per sin x
Dato un angolo espresso in radianti, sia r il seno di questo angolo.
La funzione arcsinr `e data integrando lelemento darco del cerchio:
arcsinr = s(r) : =
_
r
0
1

1 t
2
dt.
Posto
r = 2u
_
1 u
2
,
e integrando per sostituzione si ha la formula di duplicazione dellarco
_
r
0
1

1 t
2
dt = 2
_
u
0
1

1 t
2
dt.
Dunque,
arcsinr = 2 arcsinu ovvero r = sin2 arcsinu.
Posto
u = sinx, si ha 2u
_
1 u
2
= 2 sinxcos x
e dunque si dimostra la formula di duplicazione.
2 sinxcos x =
_
2u
_
1 u
2
= r = sin(2(arcsinu)) =
_
sin(2x) .
La formula per sin(x + y) si dimostra in maniera analoga con le sostituzioni
u = sinx, v = siny, u
_
1 v
2
+ v
_
1 u
2
= sin(x + y).
7
3.2 Interpretazione geometrica e funzionale
Dato un angolo x sul cerchio unitario si ha u = sinx.
Langolo si duplica immediatamente col compasso.
Le formule di addizione per la funzione seno permettono una costruzione alternativa
di questa semplice operazione di raddoppiamento dellarco:
larco 2x ha seno r che `e tracciabile a partire da u usando riga e compasso
r = 2u
_
1 u
2
.
Supponiamo di non sapere nulla della funzione s(r) = arcsinr.
La formule di duplicazione (e di addizione) esprime una propriet`a funzionale della fun-
zione inversa r(s) della funzione s(r) :
r(2s) = 2r(s)
_
1 [r(s)]
2
.
3.3 La funzione esponenziale
La sostituzione r = 2u

1 u
2
, che in fondo pare fortuita, permette di dimostrare la
formula per la duplicazione dellarco. Ma non la spiega.
Daltra parte, la formula di Eulero
e
ix
= cos x + i sinx,
e le propriet`a dell esponenziale
e
i(x+y)
= e
ix
e
iy
danno una spiegazione concettuale delle formule di addizione per le funzioni trigonomet-
riche.
Si notino le periodicit`a:
e
z
= e
z+2i
, sinz = sin(z + 2)
ed il fatto che si ottengano funzioni olomorfe denite su C/Z2i C

che `e un gruppo.
8
3.4 Riassunto per le funzioni arcsin e sin
La funzione arcsin `e polidroma sul suo dominio di denizione.
La funzione inversa sin `e periodica, con periodo 2.
Vista la formula di Eulero e
i
= cos + i sin :
le formule di addizione per le funzioni trigonometriche esprimono la pro-
priet`a moltiplicativa della funzione esponenziale.
3.5 Riassunto per gli integrali ellittici
Le propriet`a dellintegrale ellittico
s(x) =
_
x
a
dt
_
P(t)
sono in un certo senso analoghe a quelle della funzione elementare
arcsinx =
_
x
0
dt

1 t
2
.
La funzione s(x) `e localmente invertibile, ma polidroma.
Il prolungamento analitico della funzione inversa di s `e meromorfo e doppiamente
periodico.
Mediante la geometria analitica si associa allintegrale ellittico una curva algebrica C
dotata di una struttura di gruppo abeliano.
Il Teorema di Abel per le funzioni meromorfe doppiamente periodiche implica:
le formule di addizione di Eulero per gli integrali ellittici di prima specie
esprimono le leggi di composizione del gruppo C.
9
4 Le curve ellittiche
Se P(x) ha grado 4 ci si riconduce a grado 3 portando una radice allinnito.
Lequazione
y
2
= P(x)
`e lequazione ane di una curva algebrica liscia di grado 3 nel piano proiettivo complesso
C CP
2
.
La curva C `e loggetto geometrico che diviene il protagonista dello studio degli integrali
ellittici ed `e perci`o detta ellittica.
Si vedano [2], [3], [9], [8].
4.1 La forma normale di una curva ellittica C
Lequazione ane di C nel piano proiettivo pu`o essere ricondotta alle cosidette:
y
2
= 4x
3
g
2
x g
3
forma normale di Weierstrass,
y
2
= x(x 1)(x l), forma normale di Legendre.
Due esempi:
y
2
= x
3
x (due componenti reali), y
2
= x
3
x + 1 (una componente reale).
10
4.2 Il toro associato alla curva ellittica C di equazione y
2
= P(x)
C `e il graco di una funzione polidroma di variabile complessa:
C `e la supercie di Riemann di y =
_
P(x).
C riveste 2 : 1 la sfera di Riemann
: C
2:1
asse delle x (= CP
1
= S
2
sfera di Riemann)
(x, y) x;
{0, 1, l, } S
2
sono di diramazione.
La curva C pu`o essere vista come lincollamento opportuno di due copie della sfera
lungo due tagli eettuati su ciascuna sfera.
Il risultato di questo incollamento `e la supercie di una ciambella.
Si noti che tale supercie si ottiene anche incollando a due a due i lati opposti di un
rettangolo (o parallelogramma).
Una tale supercie `e detta toro.
4.3 La struttura di gruppo su C
Linsieme dei punti C, incluso il punto allinnito Y

= (0 : 1 : 0), che `e un esso, ammette


una struttura di gruppo abeliano con identit`a data da Y

(cf. [8], [9], [2]).


Dati P, Q C, si denisce
P Q := R

:= riesso di R, il terzo punto di intersezione retta PQ C;


la riessione `e rispetto allasse delle x.
Occorre fare un po di attenzione quando P = Q e quando P = Y

, ma si verica, con
la geometria analitica, che si ottiene un gruppo abeliano con P Y

= P, P C.
Se
P = (x
1
, y
1
), Q = (x
2
, y
2
), P Q = R

= (x
3
, y
3
),
allora
x
3
=
1
4
_
y
1
y
2
x
1
x
2
_
2
x
1
x
2
, det

x
1
x
2
x
3
y
1
y
2
y
3
1 1 1

= 0.
Vedremo come
il Teorema di Abel traduca le leggi di composizione di gruppo abeliano sulla
curva C nelle formule di addizione per gli integrali ellittici di prima specie.
11
4.4 Il toro associato a C via integrazione
Lintegrale
s(x) =
_
x
a
1
_
P(t)
dt
lungo determinati cammini chiusi di S
2
_
1
_
P(t)
dt
produce dei numeri complessi chiamati periodi.
Questi numeri complessi sono, a meno di rinormalizzazione dellintegranda, tutti della
forma
= m + n, m, n Z, / R
e formano un reticolo, il reticolo dei periodi
= { C| = m + n, m, n Z} = Z Z C.
Il nome `e dovuto alloperazione che li produce e al fatto che la funzione inversa di s(x)
`e doppiamente periodica con periodi dati proprio da .
Il toro associato a C via integrazione `e denito come il quoziente
C/.
Siccome il reticolo `e costituito di parallelogrammi, tale quoziente `e una ciambella.
In quanto quoziente del gruppo abeliano (C, +), tale toro ammette la struttura di
gruppo abeliano
(C/, +).
Abbiamo due tori, ciascuno con la sua struttura di gruppo abeliano:
(C, ), (C/, +).
12
4.5 La funzione P di Weierstrass: C/ C
Dato il reticolo dei periodi C :
= Z Z,
la serie
P(s) :=
1
s
2
+

0=
_
1
(s )
2

1

2
_
denisce una funzione meromorfa e pari della variabile complessa s (cf. [5]).
La funzione P denisce una funzione meromorfa sulla supercie quoziente C/ :
P : C/ C.
La derivata P

ha propriet`a analoghe.
Le due funzioni P e P

sono algebricamente dipendenti, e vale


P

2
= 4P
3
g
2
Pg
3
.
che `e lequazione di C!
Si ha dunque lisomorsmo:
W : C/ C CP
2
, s
_
P(s) : P

(s) : 1
_
.
Il Teorema di Abel implica che si tratta di un isomorsmo di gruppi:
W : (C/, +)

(C, ).
Si ha la formula di addizione per la funzione P :
P(s
1
+ s
2
) =
1
4
_
P

(s
1
) P

(s
2
)
s
1
s
2
_
2
P(s
1
) P(s
2
).
13
4.6 La funzione inversa
Nel seguente diagramma commutativo:
le funzioni tratteggiate s e s sono denite solo localmente vicino ad a e p;
tutti le funzioni sono olomorfe/meromorfe;
tutti gli spazi sono superci: sfera o retta proiettiva complessa, tori, piano complesso.

C C

J
GG
rivestimento universale

(C, s)
quoziente: =ZZC

p C
J
W
GG
proiezione suasse x 2:1

s
YY

C/
oo
a S
2
s=
_
x
a
ww

J : C C/ (per Jacobi) `e denita mediante integrazione ed `e un isomorsmo.


W : C/ C (per Weierstrass) `e denita usando P e P

;
J e W sono isomorsmi e sono luna linversa dellaltra.
s `e denita localmente mediante integrazione.
s non `e altro che s sollevata su C.
`e il prolungamento analitico dellinversa locale di s;
`e doppiamente periodica.
14
Si denisce una funzione olomorfa in un disco centrato in a C S
2
:
s(x) :=
_
x
a
1
_
P(t)
dt.
Occorre scegliere la determinazione della radice quadrata.
La scelta individua in modo unico p C retroimmagine di a, e si ha la funzione olomorfa
su un disco in C di centro p :
s(q) :=
_
q
p
1
_
P(t)
dt.
Abuso di notazione: lintegranda `e su S
2
!
Esercizio (importante e divertente): dimostrare che lintegranda `e una forma dif-
ferenziale olomorfa (senza zeri e senza poli!) ben defnita su C.
La funzione s `e denita solo localmente attorno a p C e non estende ad una
funzione C C perche polidroma:
lintegrale dipende dal cammino p q sulla supercie C;
i valori degli integrali lungo cappi centrati in p sono i periodi ;
s(q) `e ben denito solo modulo .
La dipendenza dal cammino sparisce passando al rivestimento

C :

J `e una funzione.
Prendendo i valori di

J modulo , si ha la funzione J : C C/ .
J `e un isomorsmo (Teorema di Abel e Teorema di Inversione di Jacobi).
Componendo, si ha la funzione
: (C, s) S
2
che `e meromorfa e doppiamente periodica ed `e il prolungamento analitico
della funzione inversa della funzione locale s cioe dellintegrale ellittico.
15
4.7 Digressione
`
E dicile resistere alla tentazione di menzionare che
1) Per denizione, una funzione ellittica `e una funzione meromorfa su C e doppia-
mente periodica.
Le funzioni con periodi (reticolo ssato) formano un campo.
`
E il campo M(C/) delle funzioni meromorfe su C/.
Ogni C d`a un C/ e viceversa; i due tori sono isomor.
Lo studio delle funzioni ellittiche su C `e equivalente allo studio delle funzioni
meromorfe sulle curve algebriche di genere uno (i.e. tori).
2) Il campo M(C) delle funzioni meromorfe sulla curva ellittica C `e isomorfo allestensione
quadratica di Galois del campo C(x) delle funzioni razionali sulla sfera di Riemann :
M(C/) M(C)
C(x)[y]
(y
2
P(x))
.
Il gruppo di Galois dellestensioni di campi `e Z/2Z, e pertanto coincide con il
gruppo di Galois del rivestimento 2 : 1 diramato C S
2
.
3) La storia continua:
curve algebriche di grado maggiore (ciambelle con pi` u buchi),
variet`a di dimensione maggiore,
omologia,
gruppo fondamentale,
sistemi meccanici,
equazioni dierenziali,
coomologia,
disco di Poincar`e,
equazioni diofantee,
congettura di Mordell (Teorema di Faltings)
forme modulari,
Teorema di Fermat (Wiles) . . .
16
4.8 Il Teorema di Abel
Esprime una propriet`a fondamentale delle funzioni meromorfe E sul toro C/.
Siano {a
i
}, {b
j
} gli zeri e poli di E su C/, ma visti come numeri complessi.
Siano m
i
, ed n
j
le rispettive molteplicit`a.
Esercizio (di analisi complessa). Usando il Teorema dei Residui e il Principio dellArgomento
si dimostri il seguente caso speciale del Teorema di Abel (cf. [9]):
_

m
i
a
i

n
j
b
j
_
.
Per legare il Teorema di Abel alla nostra storia consideriamo una funzione meromorfa
molto particolare:
si prenda la retta allinnito e la sua equazione u = 0;
si prenda una retta generica L di equazione ax + by + cu = 0;
E(x : y : u) :=
ax + by + cu
u
denisce una funzione meromorfa sulla curva C CP
2
con
1 polo triplo in Y

: la retta allinnito oscula C nel punto di esso Y

.
3 zeri semplici nei tre punti di intersezione L C.
17
Domanda: quale `e il signicato del Teorema di Abel per E su C?
Risposta: d`a la formula di addizione per gli integrali ellittici di prima specie.
Vi sono le seguenti strutture
(C/, +) gruppo abeliano , (C, ) gruppo abeliano ;
le formule di addizione per la funzione P di Weierstrass ,
le formule di addizione di Eulero per gli integrali ellittici di prima specie.
Queste strutture sono tutte legate fra loro tramite il Teorema di Abel!
I due gruppi sono isomor.
La legge di composizione dei gruppi diventa la formula di addizione per P e
per gli integrali ellittici di prima specie.
Gli integrali lemniscatici di Fagnano ed Eulero sono un caso particolare.
18
5 Derivazione geometrica dele formule di addizione
Sia dato un integrale ellittico di prima specie
s(x) :=
_
x
a
1
_
P(t)
dt,
a `e un punto ssato dellasse delle x proiettivo complesso (un S
2
) in cui si sceglie una
determinazione di

e si integra lungo un cammino a x.
La funzione s(x) `e polidroma.
Sia C la curva ellittica di equazione y
2
= P(x).
C `e un rivestimento 2 : 1 di S
2
diramato in 4 punti.
`
E un toro.
La geometria analitica del piano denisce il gruppo (C, ).
Lintegrale s(x) si pu`o pensare su C invece che su S
2
.
Integrando lungo i cammini chiusi di C si ottengono dei valori complessi disposti sul
reticolo dei periodi
= Z Z C, / R.
(C/, +) `e un altro toro ed un gruppo abeliano.
Usando di denisce la P di Weierstrass.
I due tori W : C/ C via (P(s), P

(s)).
La funzione s : C C `e, come s, polidroma e localmente invertibile.
La sua inversa (locale) ammette una continuazione analitica : C S
2
meromorfa e
doppiamente periodica con periodi .
19
5.1 Le formule di addizione per P
Le equazioni che esprimono la legge di composizione del gruppo (C, ) sono le formule di
addizione per P enunciate in precedenza.
Prendiamo una retta L del piano e siano P, Q, S is tre punti di intersezione con C :
P = (x
1
, y
1
), Q = (x
2
, y
2
), S = (x
3
, y
3
).
Via lisomorsmo W : C/ C, i punti P, Q, S su C corrispondono a s
1
, s
2
, s
3
C/ :
x
i
= P(s
i
), y
i
= P

(s
i
).
Il Teorema di Abel, applicato alla funzione meromorfa
E =
ax + by + cu
u
,
che ha
3 zeri in s
1
, s
2
, s
3
ed
un polo triplo in 0 (la pre-immagine di Y

C),
d`a la relazione seguente :
s
1
+ s
2
+ s
3
C
e dunque
s
1
+ s
2
= s
3
, in C/.
Applicando la funzione pari P :
P(s
1
+ s
2
) = P(s
3
) = x
3
Dalla geometria analitica elementare, cio`e dal fatto che i tre punti P, Q, S sono allineati,
si ha:
x
3
=
1
4
_
y
1
y
2
x
1
x
2
_
2
x
1
x
2
.
Da cui la formula di addizione per la funzione P :
P(s
1
+ s
2
) =
1
4
_
P

(s
1
) P

(s
2
)
s
1
s
2
_
2
P(s
1
) P(s
2
).
20
5.2 Le formule di addizione di Eulero per gli integrali ellittici
Ricordiamoci il signicato della variabile complessa s su C o su C/ :
s = s(x) =
_
x
a
1
_
P(t)
dt.
Si sceglie un punto p su C e sia a la sua ascissa.
Si integra lungo un cammino da p ad un punto variabile q vicino a p, di ascissa x.
Se il punto q `e lontano si deve considerare la polidromia, e lintegrale `e ben denito
solo modulo i periodi che sono proprio gli integrali lungo curve chiuse.
Il Teorema di Abel:
s
1
+ s
2
+ s
3
=
si pu`o esprimere
_
x
1

1
_
P(t)
dt +
_
x
2

1
_
P(t)
dt =
_
x
3

1
_
P(t)
dt +
_
1
_
P(t)
dt
dove gli integrali sono deniti sulla curva C, ma calcolati sulla sfera S
2
asse delle x;
`e sottinteso che i cammini di integrazione siano stati scelti con cura su C e se ne prenda
la proiezione sulla sfera tenendo conto di quale determinazione della radice vada presa di
conseguenza.
Cambiamo i cammini come segue:
teniamo i primi due come sono;
il terzo viene scambiato con la sua immagine speculare rispetto alla involuzione sul
toro sopra la sfera;
al terzo aggiungiamo il cammino chiuso del quarto integrale.
Tenuto conto del cambio di segno nel terzo integrale e lassorbimento del quarto nel
terzo, otteniamo le formule di Eulero per gli integrali ellittici di prima specie:
_
x
1

1
_
P(t)
dt +
_
x
2

1
_
P(t)
dt =
_
x
3

1
_
P(t)
dt,
x
3
=
1
4
_
y
1
y
2
x
1
x
2
_
2
x
1
x
2
.
21
5.3 Gli integrali lemniscatici
Non resta che vericare che le formule lemniscatiche non sono che un caso particolare!
Basta scegliere
P(x) = 4x
3
4x.
Posto = t

1
2
, si ha
_
x

4t
3
4t
dt =
_
u
0
1

1
4
d.
Posto
r = (x
3
)

1
2
, u = (x
1
)

1
2
, v = (x
2
)

1
2
,
si ha, come promesso, la formula di addizione di Eulero per gli integrali lemniscatici
_
u
0
dt

1 t
4
+
_
v
0
dt

1 t
4
=
_
r
0
dt

1 t
4
con
r =
u

1 v
4
+ v

1 u
4
1 + u
2
v
2
.
22
References
[1] http://www.itismeucci.it/html/corradobrogi/II/II-291.htm
[2] http://en.wikipedia.org/wiki/Elliptic curve
[3] http://mathworld.wolfram.com/EllipticCurve.html
[4] http://en.wikipedia.org/wiki/Lemniscate
[5] http://planetmath.org/encyclopedia/WeierstrassPFunction.html
[6] http://riemann.unica.it/attivita/colloquium/greco/index.html
[7] R. Courant, H. Robbins, What is mathematics?
[8] M. Reid, Undegraduate Algebraic Geometry, Cambridge University Press.
[9] C.L. Siegel, Topics in Complex Function Theory, Wiley-Interscience, 1969. Si veda:
Vol.I, pag 1-85.
23

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