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Remo Bodei: Bloch e il principio speranza

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Interviste Remo Bodei

Bloch e il principio speranza


30/6/1994

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- Professor Bodei, il filosofo tedesco Ernst Bloch ha lasciato un'opera monumentale, Il principio speranza, senz'altro il suo capolavoro. Come articolata quest'opera e qual il suo significato? (1) - Professor Bodei, la speranza per Ernst Bloch il sostegno indispensabile della ragione umana. Da che cosa motivata la difesa della speranza da parte dell'autore dell'opera Il principio speranza? (2) - Pu spiegare la differenza tra la "corrente calda" e la "corrente fredda", anche in relazione al marxismo? (3) - Professor Bodei, corretto affermare che lo scopo dell'opera di Bloch Il principio speranza quello di aiutare gli uomini a riscoprire nuovamente la realt in movimento, affinch imparino a vivere intensamente ogni istante? (4) - Professor Bodei, oltre che nell'esperienza del quotidiano la speranza, secondo Ernst Bloch, si manifesta nelle opere d'arte? (5) - Professor Bodei, si pu affermare che l'opera di Bloch contiene una speranza di vittoria sulla morte? (6) - Qual la posizione di Bloch nei confronti della religione? (7)

1. Professor Bodei, il filosofo tedesco Ernst Bloch ha lasciato un'opera monumentale, Il principio speranza,
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senz'altro il suo capolavoro. Come articolata quest'opera e qual il suo significato? Quest'opera di Bloch una grande enciclopedia della speranza, che mostra come la speranza stessa si insinui in tutte le manifestazioni dell'uomo a partire dai sogni, che sono un'attesa di un mondo migliore. A Shakespeare, che si chiedeva di quale materia fossero fatti i sogni, Bloch risponderebbe che la materia di cui sono fatti i sogni appunto la speranza. L'opera contiene anche un'analisi della speranza fatta a livello apparentemente pi volgare, vale a dire a livello di quelli che Bloch chiama "i paradisi a prezzo scontato": il supermercato, il desiderio di avere denti bianchi e vita snella o tutto ci che oggi desiderio quotidiano alimentato dalla pubblicit. In particolare Bloch osserva, contro un certo snobismo della scuola di Francoforte, che la signorina che si mette il rossetto o si pettina in maniera civettuola, o l'uomo che sogna da ragazzo delle grandi imprese, in realt sopportano la loro condizione attuale come una sorta di corteccia provvisoria. Da qui Bloch passa ad analizzare la speranza non soltanto in termini di utopia e quindi in termini di politica, anzi l'aspetto pi attuale di questo libro di non considerare la speranza soltanto in termini politici, visto che di speranze ne abbiamo perse tante per strada ed egli stesso ha perso la speranza, legata al marxismo, di una societ senza classi e di un mondo migliore. Bloch scopre la speranza non soltanto nelle costruzioni politiche, ma anche e soprattutto in quelle forme di grande arte, come nella musica, nella pittura, nella filosofia ed infine il libro si conclude con la pi grande sfida alla speranza che rappresentata dalla morte: noi possiamo ragionevolmente sperare che la morte non sia la fine di tutto. Questo libro, per quanto riguarda la sua storia, stato composto in un arco di circa vent'anni: Bloch lo inizia nel periodo dell'esilio americano, alla fine degli anni Trenta, scrive il primo volume nel 1954 ed il terzo ed ultimo nel 1959. Il punto di partenza di Bloch il fatto che tutti abitiamo questo continente della speranza, che pur essendo affollato, inesplorato come l'Antartide. Per questo Il principio speranza di Bloch una grande mappa di tutti i territori della speranza. Bloch concepisce la speranza contro Heidegger, contro il principio dell'angoscia, se vogliamo chiamarlo cos, in quanto, secondo Bloch, non bisogna prendere il mondo cos com': la speranza ci mostra, infatti, il mondo in movimento ed in evoluzione. L'idea di Bloch, quindi, che la speranza non semplicemente un premio di consolazione per le disgrazie necessarie della vita degli individui e della storia, ma piuttosto uno sforzo per vedere come le cose stanno in movimento, come si evolvono. La nostra mente non simile a uno specchio che riflette una realt ferma, ma piuttosto qualche cosa che si inserisce nel mondo della speranza. A questo proposito possiamo rifarci a un'immagine classica della storia della filosofia: Kant parlava della candida colomba della ragione che pensa che l'aria gli possa essere di ostacolo, senza rendersi conto che proprio essa a sostenere il suo volo. Si potrebbe dire con questa immagine che la speranza in Bloch l'aria che sostiene la ragione, senza la speranza la ragione non potrebbe volare e senza la ragione per la speranza sarebbe cieca. Bloch non cerca una soluzione sentimentale ai problemi: la speranza per questo filosofo ha un carattere conoscitivo, un carattere veggente, cio la speranza quella che permette al pensiero di articolarsi al di l dell'immediatezza del vissuto.
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2. Professor Bodei, la speranza per Ernst Bloch il sostegno indispensabile della ragione umana. Da che cosa motivata la difesa della speranza da parte dell'autore dell'opera Il principio speranza? motivata in gran parte dal fatto che diamo troppa importanza da un lato alla razionalit pura, pensiamo che gli uomini siano mossi soltanto da ragioni di tipo intellettualistico, e dall'altra motivata invece da coloro che ritengono che nel mondo non ci sia nessun senso delle cose e che soltanto la pura vitalit amorfa guidi il nostro agire. Bloch vuol mostrare invece come la speranza abbia un carattere concreto. La speranza prima di tutto non certezza, anzi Bloch ricorda una formella, quindi un'immagine, della porta del battistero di Firenze scolpita da Andrea Pisano, in cui si mostra la Spes, la Speranza, con le braccia tese verso l'alto come Tantalo che cerca di afferrare qualche cosa. Quindi la speranza non solo non certezza, ma un tendere, un andare verso. Bloch parla di speranza concreta o di utopia concreta volendo dire due cose: da un lato che l'utopia, la speranza, l'attesa di un mondo migliore, non possono essere affidate soltanto alla "corrente fredda", cio all'idea che la razionalit si faccia spazio da sola. Non basta, infatti, enunciare una cosa vera perch questa cosa vera penetri nella testa degli uomini. D'altro lato Bloch cerca di temperare questa "corrente fredda" con una "corrente calda", cio non basta mobilitare gli uomini per raggiungere certi effetti, per credere che questa mobilitazione vada in una direzione accettabile.

3. Pu spiegare la differenza tra la "corrente calda" e la "corrente fredda", anche in relazione al marxismo? L'esempio che fa quello del nazionalsocialismo, che Bloch definisce un "giacobinismo del mito". importante un aneddoto che Bloch racconta: nel 1933, poco prima dell'avvento del nazionalsocialismo, ci fu una discussione nel palazzetto dello sport a Berlino tra un rappresentante del partito comunista tedesco e un rappresentante nazista. Il comunista entra e comincia a spiegare la caduta tendenziale del saggio di profitto secondo Marx, la gente non capisce niente, e queste verit non fanno presa. Arriva invece il nazista che comincia a parlare in termini mitici della pugnalata alle spalle che gli ebrei e i demoplutocrati hanno dato al popolo tedesco, fa dei discorsi che hanno una grande presa emotiva, usa termini come patria, casa, quelle forme cio di richiamo all'identit delle persone ed esce tra le ovazioni di tutti. Ora, per Bloch il punto, e forse anche per noi, quello di capire che non si pu staccare la razionalit
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dagli affetti, ma che non si pu avere una pura razionalit, un socratismo, per cui basti enunciare il vero perch il vero si raggiunga, n si pu avere, come nel caso del nazionalsocialismo, una pura mobilitazione basata su problematiche irrazionali. Il tentativo di Bloch rispetto alla storia del marxismo va controcorrente. Lenin aveva scritto molto su questa capacit di mobilitare le masse e, attraverso il culto per esempio della mummia di Lenin, anche Stalin aveva usato una certa sua mitologia, se vogliamo rozza e contadina, mentre Engels aveva parlato, in un famoso libro, del passaggio del socialismo dall'utopia alla scienza. Ora per Bloch questo passaggio stato fin troppo radicale e rapido. Si creduto che il marxismo avesse pi successo diventando scientifico e cio dogmatico, ma in questo modo ha lasciato, per cos dire, "in mezzo ai rovi", quelle che sono le tendenze degli uomini verso una vita migliore, quello che Marx stesso chiamava il sogno di una cosa. Per questo la rivendicazione della speranza in Bloch non la rivendicazione di una mobilitazione cieca degli uomini verso una vita migliore che non sanno dove stia, ma il tentativo di innervare di queste energie umane, che altrimenti si disperdono e si dissipano, un progetto che ha una base razionale, analitica. vero che in Bloch non c' lo stesso snobismo di Adorno e degli altri studiosi della Scuola di Francoforte quando disprezzano i desideri della gente comune, e quindi anche le cose apparentemente banali che la pubblicit ci porta, ma anche vero che per Bloch questo non il livello pi soddisfacente. Ci che il filosofo cerca di fare di mostrare come nella speranza ci sia una sorta di crescendo, cio gli uomini devono essere addestrati, in qualche modo, attraverso la lettura di questo libro, a desiderare delle cose e a sperare delle cose che gli diano sempre maggiori soddisfazioni, che diano sempre pi densit di senso all'esistenza.

4. Professor Bodei, corretto affermare che lo scopo dell'opera di Bloch Il principio speranza quello di aiutare gli uomini a riscoprire nuovamente la realt in movimento, affinch imparino a vivere intensamente ogni istante? Si, perch paradossalmente l'utopia di Bloch, o la speranza di Bloch, non riguarda tanto il futuro quanto il presente, nel senso che per Bloch ogni istante pu diventare significativo, noi dobbiamo imparare a vivere ogni momento come se fosse eterno: "Cogli l'eternit nell'istante" un principio fondamentale di Bloch. Naturalmente per "eternit" non si intende un tempo lungo, gonfiato oltre ogni dimensione finita, per "eternit" si intende la pienezza dell'esistere, l'eternit riguarda quei momenti d'essere in cui a me sembra di scoprire il senso delle cose e questo senso delle cose io lo scopro andando al di l dell'oscurit dell'attimo vissuto. Il principio che Bloch ritiene pi originale di tutta la sua filosofia quello di aver scoperto che la nostra coscienza del presente, che a noi sembra cos cristallina, cos trasparente, in realt opaca, e che quindi il presente in effetti oscuro, o, usando un proverbio cinese che usava Bloch: "Alla base del faro non c' luce". Questo significa allora che noi non dobbiamo proiettarci nel futuro in quanto tale, ma illuminare, attraverso la conoscenza e attraverso la conoscenza della speranza, quello che
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il centro del nostro essere, cio dobbiamo buttare luce, dare senso a ogni momento della nostra esistenza. Questo accade ad esempio attraverso l'arte, attraverso la musica in particolare, dove si ha il massimo di esattezza matematica e il massimo di pathos: questa una bella illustrazione del principio speranza, la speranza non soltanto pathos, ma anche misura e quindi la speranza una forma che mobilita gli animi, come la musica ci pu dare un senso di esaltazione, di tristezza, ma nello stesso tempo questo senso di esaltazione o di tristezza retto da una struttura matematica rigorosa.

5 Professor Bodei, oltre che nell'esperienza del quotidiano la speranza, secondo Ernst Bloch, si manifesta nelle opere d'arte? Si, appunto, le opere d'arte sono per Bloch una esperienza raffinata e condensata, cio Bloch non contrappone l'arte alla vita, non scarica tutto sui musei o sui libri per trovare il senso dell'esistenza, anzi le cose pi banali, pi piccole, pi quotidiane, hanno un carattere importante. Bloch appunto si sforza di renderci nuovamente importante ci che appare ovvio, per le opere d'arte hanno questo vantaggio: sono un distillato di esperienza e di grande esperienza, quindi l'opera d'arte ci mette in contatto con questo elemento di mistero e di indecidibilit. Bloch ad esempio amava molto la pittura metafisica di De Chirico e ricorda come De Chirico firmasse i suoi quadri attorno al 1908 aggiungendovi un motto latino: "Et quid amabo nisi quod enigma est", "E che cosa amer se non ci che enigmatico?". In Bloch non c' il gusto, per cos dire, illuministico di rendere tutto chiaro e trasparente. Bloch sa appunto che il nucleo di oscurit che interno a noi stessi non si potr mai dissipare; nello stesso tempo per Bloch non cade nel ricatto dell'oscuro, dell'enigma per l'enigma. Per dirla con Montale "cercano la chiarit le cose oscure", cio Bloch cerca di passare dall'oscuro al chiaro senza cancellare gli elementi di oscurit. E questo riguarda eventualmente anche la morte. La morte, per Bloch, non ci ignota, noi sperimentiamo la morte gi mentre siamo vivi: sono quegli attimi di densa opacit, di sogno opaco ed oscuro, di nero, di intermittenze oscure, di cui la nostra vita stessa costellata. Cos come viviamo la morte in ogni istante di opacit, noi viviamo l'eterno in ogni istante di pienezza. Se volessimo usare una formula, si potrebbe dire che Bloch, col suo insegnamento, vuole ridurre queste intermittenze dell'intelletto e del cuore, questa opacit a noi stessi, moltiplicando gli attimi in cui, invece, noi incontriamo noi stessi. Infatti il principio speranza ruota attorno a quello che Bloch chiama "incontro con noi stessi", Selbstbegegnung, perch la cosa pi strana che noi siamo in compagnia di noi stessi, ma in realt come se non ci incontrassimo mai, siamo sottoposti a tutti questi messaggi, che vengono dall'inconscio ad esempio, del mondo dei sogni e dei desideri, ma questi messaggi non sono chiari nella nostra coscienza. Scopo del principio speranza quello di cercare di dare un senso a questo nostro vivere a distanza da noi stessi, quindi l'ideale utopico per eccellenza di ritrovare noi stessi, di ritrovare il senso di noi stessi in una collettivit, non un senso solitario. Noi viviamo assieme agli altri e quindi anche attraverso gli altri che conosciamo parte di noi stessi. Il noi pi ospitale dell'io. L'io per pi proprio a
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noi stessi, quindi quando noi incontriamo l'io incontriamo anche il noi e quando incontriamo il noi incontriamo l'io, cio soltanto vivendo in questa comunit di tutti gli uomini che l'opera d'arte, ci mette in contatto con ci che pi proprio. Se ascolto una musica di Mozart o di Bach, se guardo un quadro di Raffaello o di Michelangelo, se vedo l'architettura del Partenone, ecco in questo momento ci che diventato propriet comune del noi, del genere umano, mi parla e mi fa incontrare me stesso.

6. Professor Bodei, si pu affermare che l'opera di Bloch contiene una speranza di vittoria sulla morte? S, forse qui un po' troppo ottimistico, nel senso che, mentre in Heidegger di Essere e tempo c' quasi un'apologia della morte, dell'essere per la morte, del prepararsi alla morte - tra l'altro questa posizione di Heidegger erede di una lunga storia, perch Platone il primo a far dire a Socrate che compito del filosofo riflettere sulla morte ed imparare a morire- Bloch cerca, invece, di liberare tutta la tradizione filosofica, da Platone a Heidegger, da questa tanatofilia, da questa sorta di amore per la morte, cercando di mostrare come coloro che pretendono non solo che dopo la morte ci sia una vita ultraterrena, ma anche quelli che pretendono che dopo la morte ci sia soltanto il nulla non hanno ragioni dimostrabili pi forti di quelli che invece ritengono che ci possa essere qualche altra cosa. Bloch ha una sorta di fiducia, che vorrei definire "congetturale", una fiducia appena accennata, che si pu spiegare attraverso un passo del grande scrittore svizzero Gottfried Keller, che egli cita. L'argomento non molto allegro, ma il testo bellissimo. Gottfried Keller vede una volta un obitorio in cui sono stesi i cadaveri di gente di tutte le et, di tutte le condizioni sociali, di entrambi i sessi, e gli sembrano degli emigranti, che dormono nel porto vicino alle loro misere cose in attesa che sorga l'alba. questa speranza di un sorgere di un'alba che guida il pensiero di Bloch, e quindi la possibilit di una vittoria sulla "lampada funebre", come la chiama lui. Questa sarebbe per Bloch la speranza pi piena, ma Bloch anche abbastanza realistico da sapere che questa speranza resta speranza, per altrettanto realistico quando pensa che in fondo l'evoluzione dell'umanit, del passaggio dalla scimmia all'uomo darwinianamente, andata verso il meglio, guidata in fondo da forze invisibili che noi non controlliamo e che la tradizione ha chiamato Dio.

7. Qual la posizione di Bloch nei confronti della religione? Ora Bloch non crede nel Dio personale, anzi espone in un libro che si chiama Ateismo nel cristianesimo una tesi radicale: "Il miglior cristiano l'ateo". L'ateo infatti toglie alla religione l'aspetto esteriore di tipo immaginifico, legato a delle persone e a dei fatti, a Ges e ai miracoli, a Buddha, e lascia nella religione il nucleo pi potente, lascia nella religione quello che l'aspetto determinante e cio che la religione contiene in s i desideri pi profondi degli uomini.
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Per certi aspetti la religione pi importante della filosofia, o, per dirla in termini marxiani in riferimento ad Hegel: la ricerca del nucleo razionale dentro il guscio mistico si pu dire che per Bloch diventa la valorizzazione proprio del guscio mistico delle religioni. importante che lo stesso nucleo razionale sia riferito a desideri e ad aspettative, anche perch il nucleo razionale vive soltanto se c' la spinta della speranza. Forse Bloch semplifica troppo, bisognerebbe prendere pi sul serio Heidegger. Heidegger pi radicale, ma certamente anche vero che in Bloch c' questa attesa di un qualcosa che mantiene vive le energie vitali invece che deprimerle nel sacrificio e nell'essere-per-la-morte. Senza ritornare alle vecchie questioni su Heidegger e il nazismo, va anche ricordato che nel 1944, questo "essere-per-la-morte", enunciato in Essere e Tempo, diventa il sacrificio dei soldati tedeschi, della popolazione civile tedesca, un sacrificio, di cui non si deve chiedere il perch, nei confronti di un regime che chiede agli uomini soltanto di "credere, obbedire e combattere" e non di pensare e non di sperare in qualcosa di meglio, soprattutto un meglio che sia emancipatorio di tutto il genere umano. Infatti la speranza di Bloch non la speranza di un singolo popolo o di un singolo individuo. In Bloch c' questo elemento corale e collettivo per cui la speranza viene paragonata a una fuga musicale, cio alla ripresa di un tema che ogni individuo e ogni popolo ripropongono attraverso variazioni nel tempo e in cui, come in certi corali di Bach, tutti gli individui e tutti i popoli entrano alternativamente o insieme a cantare questa polifonia, questo accordo che cerca l'unisono. Queste voci che cercano di trovare l'unit sono per Bloch la rappresentazione stessa della storia umana e del processo della speranza nella storia umana. Abstract Remo Bodei definisce Il principio speranza di Ernst Bloch una grande enciclopedia della speranza. Per Bloch la speranza ha un carattere conoscitivo e veggente, concreta e riguarda pi il presente che il futuro . Si tratta di un "tendere", che non coinvolge solo la sfera politica, ma che investe tutte le forme artistiche. Di contro alla "corrente fredda", Bloch rivendica il valore della "corrente calda" del marxismo. La speranza si manifesta nelle opere d'arte proprio per quell'elemento di mistero e di indecidibilit che esse presentano. Il principio speranza ruota intorno all'incontro con noi stessi: l'ideale utopico per eccellenza il ritrovare noi stessi in una collettivit. Remo Bodei affronta il tema della morte in Ernst Bloch, mettendolo in relazione con la riflessione di Heidegger sullo stesso tema. In conclusione viene evidenziato il legame tra la speranza e la religione . Vai all'intervista completa

Biografia di Remo Bodei


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