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Il Graphic Novel
(Giuliana Benvenuti, «Il Graphic Novel: una quaestio de centauris?», La modernità letteraria e le
declinazioni del visivo, 2017)
Definizione parametrica:
Definizione prototipica:
(Jan Baetens, Hugo Frey, «Il Graphic novel: come definirlo? Come studiarlo?», Bande a part: graphic
novel, fumetto e letteratura, 2016)
A differenza dei fumetti, i graphic novel raccontano storie serie che non si concentrano più su
supereroi, umorismo o racconti d'avventura e introducono nuovi filoni di narrativa e saggistica
come la biografia e l'autobiografia, la storia e il giornalismo. A differenza dei fumetti, i graphic
novel osano anche mettere la narrazione tra parentesi, con opere quasi senza storia sulla noia,
l'angoscia e l'immobilità, a volte abbandonando anche ogni traccia di figurazione e di agenzia,
come si può vedere oggi nel sottogenere molto popolare del fumetto astratto. A differenza dei
fumetti, i graphic novel mostrano il più possibile lo stile idiosincratico di un autore individuale
che aspira a diventare un auteur, in pieno controllo di ogni aspetto del suo lavoro (gli autori di graphic
novel, tra l'altro, sono sempre più donne, mentre l'industria dei fumetti è sempre stata un business tutto
maschile). A differenza dei fumetti, i graphic novel sono narrazioni (a volte molto) lunghe
pubblicate in forma di libro, preferibilmente da editori generici o letterari, spesso molto
prestigiosi come Pantheon e Jonathan Cape, e in formati le cui dimensioni possono cambiare con ogni
nuovo lavoro (anche quando sono serializzati, e alcuni di loro lo sono ancora, i graphic novel
assomigliano alle pubblicazioni one-shot). A differenza dei fumetti, i graphic novel non sono più
venduti nelle edicole ma nelle "vere" librerie, accanto ai "veri" libri. Ultimo ma non meno
importante, i romanzi grafici sono ansiosi di rivendicare un posto sotto il sole dell'alta cultura,
qualcosa che i fumetti tradizionali non potrebbero neanche sognare.
(Jan Baetens, Hugo Frey, «The Graphic Novel», The Cambridge Companion to the Novel, 2018)
Stefano Calabrese Elena Zagaglia (2017) Che cos’è il graphic
novel, Carocci, Roma
«Il graphic novel è un medium le cui caratteristiche chiave possono essere distribuite su
uno spettro al cui polo opposto sta il fumetto, e tali caratteristiche riguardano
specificamente l’apparato formale, gli ambiti tematici, il format editoriale, la
produzione e la distribuzione.»
vs
• Apparato formale.
Tenendo conto del fatto che Scott
McCloud (1994, p. 9) ha definito il
fumetto «una serie di immagini
pittoriche giustapposte in sequenza
deliberata, destinate a comunicare
informazioni e/o a produrre una
risposta estetica nel visualizzatore», i
graphic novel possono sì seguire queste
stesse convenzioni e rispettare le regole
formali cui l’industria dei fumetti ha fatto
ricorso per alcuni decenni, ma nulla li
obbliga a obbedire a una logica narrativa
sequenziale e puramente
monodimensionale. Essi cercano, infatti,
di spingere il medium oltre i limiti
estetico-formali che lo hanno, per così
dire, tenuto prigioniero del mondo dei
fumetti, sia cercando stili più individuali
e innovativi, sia infrangendo la struttura
reticolare di base dei formati classici dei Little Sammy Sneeze 1904 Winsor McCay
fumetti.
Stefano Calabrese Elena Zagaglia
(2017) Che cos’è il graphic novel,
Little Nemo 1905 Winsor McCay Krazy Kat 1913 George Herriman
.
RIMEDIAZIONE (Bolter e Grusin, 1999): indica l’operazione ininterrotta di commento, di riproduzione e di sostituzione reciproca tra un medium e l’altro,
attraverso cui il nuovo ingloba e trasforma il precedente. Tuttavia, se a causa di questo processo i nuovi mezzi di comunicazione si modellano a partire dalle
caratteristiche e dalle finalità dei precedenti, nello stesso tempo i vecchi media, quali per es. il cinema, sono costretti a ripensarsi sulla base delle innovazioni
con cui continuamente vengono in contatto.
In un importante saggio sulla legittimazione del medium fumetto, Thierry Groensteen (2006) ha
studiato la sua graduale accettazione da parte dei critici e degli studiosi mainstream insieme agli
handicap simbolici che hanno impedito ai fumetti di integrarsi completamente nel dominio della
cultura (invece che nel dominio dell'intrattenimento). Le cinque soglie che discute includono
l'ibridazione (le combinazioni di parole e immagini sono meno apprezzate dei media "puri"); il
legame con la letteratura per bambini; l'eredità duratura di un genere visivo disprezzato, cioè la
caricatura; il divario tra l'evoluzione del fumetto e quella delle arti visive in generale (il fumetto
sembra di retroguardia rispetto all'arte moderna); e infine, una serie di caratteristiche tecniche che
minano il significato culturale delle immagini che sono disponibili solo come riproduzioni in
piccola scala in opere che non danno uno status speciale ai singoli disegni.
(Jan Baetens, Hugo Frey, «The Graphic Novel», The Cambridge Companion to the Novel, 2018)
Marciulano, Medium
Large, webcomic
Il graphic novel ci appare per un
verso una forma apprezzata dagli
autori di fumetto, perché consente
loro libertà e autonomia autoriali, per
altro verso una etichetta limitativa e
quasi offensiva: una riduzione delle
potenzialità espressive del fumetto, un
disciplinamento della creatività o,
ancora peggio, un modo per negare lo
statuto autonomo di una forma
espressiva. In questo secondo caso,
esso è considerato esclusivamente
come un’etichetta commerciale, la cui
fortuna conferma il persistente
logocentrismo che caratterizza la
percezione di un linguaggio che è, al
contrario, incentrato sul registro
visivo.
Moebius, La déviation, 1973 (serializzato su Pilote)
Giuliana Benvenuti, «Il Graphic
Novel: una quaestio de centauris?»,
La modernità letteraria e le
declinazioni del visivo, 2017
Watchmen, per esempio, uno dei cosiddetti big three (con Maus
e Batman. The Dark Knight Returns) che hanno svolto un ruolo
seminale nell'accettazione del graphic novel alla fine degli anni
Ottanta, ha diverse caratteristiche che sembrano contraddire
questo profilo […] la relazione temporale tra fumetto e
graphic novel è dialettica, non semplicemente lineare. […]
La svolta storica del graphic novel (intorno al 1987)
consisteva in una differenza qualitativa rispetto ai comics,
ma era un momento definito che adesso è stato superato. […]
Tuttavia, occorre considerare un problema più urgente, che
continua a dividere le varie comunità (autori, editori, librai,
appassionati, lettori, critici, studiosi) coinvolte nella comics
culture: è possibile, o utile, o necessario, distinguere tra
fumetti e graphic novel? […] il dibattito fumetto/graphic novel
è ormai diventato una discussione di retroguardia, data la
posizione solida dell'etichetta sul mercato.
(Jan Baetens, Hugo Frey, «Il Graphic novel: come definirlo? Come
studiarlo?», Bande a part: graphic novel, fumetto e letteratura, 2016)
il graphic novel ripete alcune caratteristiche che sono state
molto importanti nella storia del fumetto. […] Quindi cosa
rende un graphic novel un romanzo e non solo una nuova
forma di fumetto? La lunghezza? Non proprio, dato che
molti graphic novel sono in realtà raccolte di racconti.
Contenuto serio o tecniche narrative innovative? Né l'uno
né l'altro, poiché questo implicherebbe che la serietà e
l'inventiva narrativa non siano esistite prima nel mondo dei
fumetti - un'affermazione poco plausibile. Poche opere d'arte
sono così sofisticate e profonde come Krazy Kat di
Herriman, per esempio. I romanzi grafici sono allora
romanzi perché sono adattamenti letterari? Niente
affatto, dato che la maggior parte dei graphic novel non sono
derivati da materiale letterario, mentre alcuni fumetti sono,
per esempio, quelli prodotti nella famigerata serie Classics
Illustrated, che nessuno ha mai preso seriamente come opere
letterarie. Il cambiamento cruciale tra fumetti e graphic
novel sembra essere quello dell’autorialità e dello stile,
da un lato, e del formato e della distribuzione, dall'altro.
(Jan Baetens, Hugo Frey, «The Graphic Novel», The
Cambridge Companion to the Novel, 2018)
UNA POSSIBILE DEFINIZIONE
Il graphic novel è stato ampiamente preceduto dalla “classica” vocazione romanzesca del fumetto
avventuroso e fantastico, che specialmente nell’immediato secondo dopoguerra ha cercato, già da allora,
strade di indipendenza e di qualità editoriale. […] Non v’è dubbio, infatti, che un fumetto spintamente
“romanzesco” attecchisce e ben si sviluppa, secondo dinamiche strettamente seriali, nelle sterminate
tavole dei fumetti pubblicati sia sui quotidiani che sui comic book. […]. Quella stagione investe a tutto
campo […] l’idea, il progetto e la dimensione dell’opera a fumetti nella cultura di massa, nella fase in cui
questa gradualmente muta nella cultura dei consumi personalizzati e individuali. Insomma, l’approdo al
graphic novel è la selezione di vari momenti della storia del fumetto, della dialettica fra lato universale e
popolare della narrazione scritto-visiva delle storie vignettate, e lato sperimentale dell’impaginazione e
del narrabile, ovvero della ricerca di nuove storie, di dimensioni esistenziali […] che oggi il graphic novel
esplicitamente s’incarica di raccogliere, ficcare e tradurre all’interno delle tavole scritto-disegnate (Frezza
2008, Le carte del fumetto. Strategie e ritratti di un medium generazionale, Liguori, Napoli, pp. 140, 141)