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Brian The Brain – L’Integrale

di Miguel Ángel Martín


© 2015 Miguel Ángel Martín
Per questa edizione © 2015 Nicola Pesce Editore
Tutti i diritti riservati.

Titolo originale dell'opera:


Prequel; Bits of Life; Pieces of Life;
BioLab; MotorLab Monqi; Out of my brain

Prima edizione: ottobre 2015


Collana Nuvole Vaganti, 3

Direttore Editoriale: Nicola Pesce


Ordini o informazioni: info@edizioninpe.it
Ufficio stampa per il volume: ufficiostampa@edizioninpe.it

Grafica della copertina: Sebastiano Barcaroli

Traduzione Bits of Life, Pieces of Life, Biolab:


Alberto Malcangi
Traduzione Prequel, MotorLab Monqui,
Out of my Brain ed Epilogo: Nicola Pesce

Stampato nel mese di ottobre 2015 presso


Cartografica Toscana - Ponte Buggianese (PT)

Nicola Pesce Editore (Edizioni NPE)


è un marchio in uso di Solone srls
Via Aversana, 8 - 84025 Eboli (SA)

edizioninpe.it
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Speriamo che Brian ti sia piaciuto e tu lo abbia amato come noi!
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legge. Ringraziamo Miguel Angel Martin per averci autorizzato
alla diffusione di questo pdf!
pre fa z i one

The thinking
thing
di Jorge Vacca
(oggi Tango Dj Punto y Branca)


Ho conosciuto Brian the Brain agli inizi degli anni novanta quando,
lavorando come operatore per il Centro Fumetto Andrea Pazienza
di Cremona, sono andato al Salon del Comic di Barcelona.
In una fanzine molto colta, il «Krazy Komics», mi appaiono que-
ste due pagine, pulitissime, asciutte, che subito mi hanno incuriosi-
to: era il nostro beniamino Brian.
Quelle due pagine erano cariche di emozioni varie e contrastanti.
Mi rimasero impresse nella memoria e nel cuore.
Due anni dopo torno al Salone, sempre di Barcellona, come
editore. Avevamo pubblicato il discusso albo di Vuillemin e Gourio
Hitler = SS, e in quella occasione un caro amico, il Xus, collaboratore
della mitica rivista «El Vibora», mi presenta l’autore di Psycho Pathia
Sexualis, uno degli albi più provocanti mai realizzati. Era Miguel
Ángel Martín.
A quel tempo nostro motto era “Qualcuno deve pur fare il lavo-
ro sporco”. Inutile dire che Psycho Pathia cominciò da subito a far
parte del nostro catalogo, della nostra storia e della nostra, involon-
tariamente, sfortuna con la giustizia.

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Dal primo momento che l’ho conosciuto, ho considerato Miguel
Ángel Martín una persona amabile, gentile, solare a cui piace il buon
vivere, tanto come a me. Ma aldilà delle qualità umane, il suo profilo
artistico confina con il genio...
La nostra amicizia è cresciuta attraverso le vicende giudiziarie,
saloni di fumetti, centri sociali e, principalmente, le trattorie e i bar.

In quegli anni, mentre noi pubblicavamo l’albo Ché di Alberto


Breccia e Hector Oesterheld, usciva in Spagna il primo albo di Brian
the Brain.
Appena arriva nelle mie mani, ricordo subito quelle due pagine
viste, anni prima, al «Krazy Komics», e questo albo che si presen-
tava in copertina con la scritta “senza sesso senza violenza” fa una
breccia nel mio intelletto. Mai fino a quel momento avevo letto un
fumetto del genere. Dove tutti i sentimenti più contrastanti erano
condensati in 32 pagine. Un gioiello letterario e di stile grafico.
Brian the Brain nasce con intenti ben precisi: innanzitutto è un fu-
metto impegnato, un’opera concepita con il proposito di sensibiliz-
zare il lettore su alcune realtà (l’ingegneria genetica, l’emarginazione
dei soggetti deboli, ecc.) ed in secondo luogo è l’opera di un autore
che ha una precisa pulsione visionaria. L’unione di queste due ne-
cessità determina l’apparente contraddizione in Brian the Brain, frut-
to invece di una scelta ben ponderata.
Da una parte c’è la crudeltà quasi compiaciuta dei testi mentre
dall’altra si trova l’estrema semplicità, quasi da disegno infantile, dei
disegni: ci troviamo di fronte cioè ad un’opposizione aperta tra la
brutalità e la violenza del mondo reale (ovviamente amplificate dal
tono iperbolico) e la disarmante innocenza di un bambino costretto
a subirle.
È come se tutte le storie fossero delle soggettive che mostrano il
marciume attraverso il candore di Brian. L’effetto è un pugno nello
stomaco, è il raggiungimento di uno straniamento brechtiano totale.

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Ma l’impatto distruttivo non termina i suoi effetti alla prima lettura;
man mano che ci si riprende dallo shock si notano altri particolari
che ne amplificano la portata.
I primi episodi d’ogni fascicolo sono tavole autoconclusive o sto-
rie di due pagine e, poiché la loro prima lettura scorre molto veloce,
sembrano messe lì come un’introduzione a ciò che seguirà, come
dei “titoli di testa”, per presentare i personaggi e il loro ambiente.
Ricordo uno dei capitoli che a mio parere è stato uno dei più
raggelanti e violenti, “Bad seed” dove Brian aiuta la ragazzina che
gli piace assumendosi una colpa che non aveva. Un compagno gli
chiede perché l’abbia aiutata, dal momento che lei sempre ride di
lui e lo chiama “the thinking thing”. La vignetta finale mostra Brian
che, nella sua tristezza, si ripete quella frase.
Lì è un condensato di elegante poesia e brutalità.
A distanza dei tanti anni nei quali non ho fatto più l’editore, dal
momento che la vita mi ha portato per altre strade nel mondo, por-
to sempre con me l’esperienza Topolin in ogni cosa, e mi sento un
po’ lo zio di Brian.
L’amicizia con Martin continua solida e sicuramente ci ritrovere-
mo come se ci fossimo visti ieri, a bere, ridere, e a parlare di questo
mondo in cui gli Oliver saranno sempre più prepotenti e i Brian


sempre più emarginati.
E per finire voglio complimentarmi con Nicola Pesce, per porta-
re in Italia, oramai alle nuove generazioni di lettori, questo fumetto
che è già un classico, e che porta in sé quel barlume di umanità che
viene a mancare sempre più.

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Brian the Brain è diverso da tutti gli altri Miguel Ángel Martín: perché
davanti agli libri di Martin ti inchini all’intelligenza e alla tecnica, ma
rimani col cuore appeso e il cervello bloccato, e quando ti trovi davan-
ti all’autore non decodifichi troppo e taci. Davanti a Brian finalmente
ti sciogli, capisci, ripensi all’opera omnia, rivedi tutto sotto un’altra
luce, ti fai spazio in mezzo ai detriti e finalmente rinfrancato di spin-
gi ad ammetterlo: anche Miguel Ángel Martín ha sentimenti, pensieri,
poesia, e un’anima.
Chissà se poi è vero, se ce l’ha davvero l’anima questo autore tremen-
do e sornione, o se non gioca da gatto con noi topolini anche stavolta,
conscio delle nostre debolezze, del nostro bisogno di favole.

ISBN 978-88-88893-70-9

9 788888 893709

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