Sei sulla pagina 1di 11

P. B.

Senadipathige

Classe:2^E

Fine
presentazione
Cartesio
Biografia
Pensieri
Opere

Fine Presentazione
Biografia
René Descartes, conosciuto anche con il nome latinizzato di Renatus Cartesius e in italiano come
Cartesio, è stato un filosofo e matematico francese, che diede fondamentali contributi a questi due
campi del sapere, ritenuto da molti fondatore della filosofia moderna e padre della matematica
moderna, è considerato uno dei più grandi e influenti pensatori nella storia dell'umanità.
Estese la concezione razionalistica e matematizzante della conoscenza, che era stata propugnata
da Francesco Bacone, ma formulata e applicata effettivamente solo da Galilei, a ogni aspetto del
sapere, dando vita a quello che oggi è conosciuto con il nome di razionalismo continentale, una
posizione filosofica dominante in Europa.
Cartesio nacque a La Haye e fu educato presso il collegio gesuita di La Fleche dove studiò dal
1604 al 1612. Dopo il baccalaureato in legge, conseguito nel 1616 presso l'università di Poitiers
invece di dedicarsi all'attività forense, intraprese la carriera militare, con il medico Isaac
Beeckman collaborò a diverse ricerche
ebbe un sogno in cui affermò di aver avuto la rivelazione di un nuovo sistema scientifico e
matematico

Fine
Presentazione
Pensiero di Cartesio
Volendo seriamente ricercare la verità delle cose, non si deve
scegliere una scienza particolare, infatti esse sono tutte
connesse tra loro e dipendenti l'una dall'altra. Si deve piuttosto
pensare soltanto ad aumentare il lume naturale della ragione,
non per risolvere questa o quella difficoltà di scuola, ma
perché in ogni circostanza della vita l'intelletto indichi alla
volontà ciò che si debba scegliere; e ben presto ci si
meraviglierà di aver fatto progressi di gran lunga maggiori di
coloro che si interessano alle cose particolari e di aver ottenuto
non soltanto le stesse cose da altri desiderate, ma anche più
profonde di quanto essi stessi possano attendersi
Con la sola forza del pensiero deduttivo Descartes propone una "prova ontologica" dell'esistenza di un
Dio benevolo che ha dato all'uomo una mente e un corpo e che non può desiderare di ingannarlo. Le tre
prove ontologiche, liberamente ispirate dalla Scolastica, di cui il filosofo si serve per postulare
l'esistenza di Dio sono:
Siccome l'uomo ha in sé l'idea di Dio, che equivale all'idea della perfezione, ne deriva, seguendo il
principio per cui la causa deve essere eguale o maggiore all'effetto prodotto, che l'idea di Dio non può
essere un prodotto della mente dell'uomo (il quale esercitando il dubbio dimostra la sua imperfezione),
né dall'esterno (di cui potendo dubitarne si dimostra l'imperfezione) ma deve provenire necessariamente
da un'entità perfetta, estranea all'idea di perfetto che l'uomo ha di lui: cioè Dio.
Siccome l'uomo è consapevole della sua imperfezione, non può essere stato lui l'artefice di quelle idee
di perfezione che egli ha nella sua mente (onniscienza, onnipotenza, prescienza ecc.) altrimenti alla
creazione si sarebbe dato codeste prerogative. Motivo per cui deve esistere un'entità che gode di quelle
qualità e che abbia da esterno creato l'uomo: cioè Dio.
Riprendendo la prova elaborata da Anselmo d'Aosta, Cartesio afferma che l'esistenza è già implicita nel
concetto stesso di perfezione: esiste un'entità superiore in quanto espressione dell'idea che l'uomo ha di
perfetto (la cosiddetta prova ontologica, come Kant definirà per sostenere l'impossibilità di far
coincidere il piano logico con il piano ontologico): cioè Dio.
In questo modo, si può recuperare il rapporto con il mondo sensibile senza timore di essere ingannato.
Riprendendo i tre anni di studi filosofici, Cartesio recupera l'idea della scolastica medioevale di un Dio-
Bene che non può ingannare né me né i miei sensi, per cui è reale il mondo che abbiamo davanti.
L'errore viene pertanto attribuito non alla dimensione intellettuale dell'uomo, ma alla volontà, che
asseconda nel procedimento un principio non ancora chiarito.
Cartesio glottoteta
Cartesio s'interessò anche del linguaggio. Ai suoi tempi si discuteva della possibilità dell'esistenza di una lingua a
priori che egli non crede possa esservi ma ritiene che piuttosto sia possibile costruirne una seguendo queste linee
guida:
dovrebbe essere una lingua molto semplice da imparare: si dovrebbe apprendere nel giro di cinque, sei giorni: per
questo dovrebbe essere facile a scriversi e a pronunciarla;
tra le parole e i pensieri bisognerebbe instaurare la stessa relazione che c'è tra i numeri: un ordinamento preciso e
meccanico che renda possibile una combinazione tramite sicure regole;
il primo passo da compiere per questa nuova lingua sarebbe quello di scomporre le idee complesse in idee semplici
per poi effettuare ogni combinazione logica possibile.
In una lettera a padre Mersenne (20 novembre 1629) egli scriveva:
Ritengo che questa lingua sia possibile, e che si possa trovare la scienza da cui farla derivare, così che per mezzo di
questa dei contadini potrebbero giudicare della verità delle cose meglio di quanto non facciano oggi i filosofi
Cartesio pensava infine che si potesse tentare di stabilire i nomi primitivi delle azioni confrontando i verbi delle più
diverse lingue e di dedurne le parole tramite degli affissi.

Mobilizzazione del re
Cartesio affronta anche il problema della scala di Zarlino, egli è a conoscenza dell’incongruenza
della scala di Zarlino riferita all’intervallo di terza minore re-fa e a quello di quinta re-la, entrambe
sfalsate di un comma sintonico pari a 80 / 81. Cartesio propone di assegnare al re due valori
leggermente diversi, re e re, il secondo più basso del primo di un comma sintonico. In questo
modo le consonanze sono mantenute pure, e si stabilizza il tono mobilizzando una delle note. La
mobilizzazione del re, del do e di tutte le altre cinque note fa sì che l’ottava non era più suddivisa
in 12 parti, ma bensì in 19. In questo modo si può mantenere la precisione matematica, ma al
prezzo di un'accresciuta complessità di esecuzione.
Opere
Il motivo per il quale Cartesio studia il suono è quello di comprendere in
maniera più ampia come la musica riesce a commuoverci. Egli assume di poter
comprendere tale proprietà dall’esame che fa delle caratteristiche fondamentali
che rendono commovente il suono, ovvero la durata ed il tono. Egli è
dell’opinione che una semplice analisi matematica della consonanza possa
fornirci le nozioni fondamentali sul modo di produrre il suono e quindi sulla
natura della musica. Per Cartesio ogni oggetto piacevole viene percepito come
semplice, le serie armoniche sono più semplici delle serie geometriche e quindi
da preferire. Egli traduce i rapporti musicali in segmenti di linea in modo da
renderli visibili all’occhio e quindi intuitivamente più chiari.

Cartesio suppone che la semplicità di ascolto venga rispecchiata nella semplicità visiva,
privilegiando perciò la percezione visiva di segmenti di linea rispetto ai rapporti matematici.

Fine
Presentazione
La consonanza
Con semplici operazioni matematiche sulle linee Cartesio deriva le consonanze. Il procedimento
consiste in successive bisezioni di una corda AB prima in C, con origine dell’ottava (1 / 2): AC
− AB, poi in D, punto intermedio tra C e B, con origine dei segmenti AC e AD che generano
propriamente la quinta (2 / 3), mentre da segmenti AD e AB deriva accidentalmente la quarta (3
/ 4), DB

Cartesio si arresta nella bisezione della retta alla lettera E, il motivo sta nel fatto che un’ulteriore
divisione in F darebbe origine al tono maggiore (8 / 9):AC − AF e al tono minore (9 / 10):AF − AE,
entrambi dissonanti. Cartesio definisce il rapporto di semitono come 15 / 16 riprendendo i dati di
Zarlino, tuttavia se avesse continuato nella suddivisione della retta sarebbe giunto a trovare il punto
G e avrebbe ottenuto valori differenti, AC / AG = 16 / 17 e AG / AF = 17 / 18.

Fine
Presentazione
Note alte-note basse
Nell’opera di Cartesio si trova anche tutta una parte dedicata al rapporto tra note
basse e note alte. In particolare sostiene che il suono sta al suono come la corda
sta alla corda, poiché una corda più corta è contenuta in una corda più lunga, allo
stesso modo le note più alte sono contenute in quelle più basse, per questo la nota
più bassa è la più importante. Inoltre, come Platone nel Timeo, Cartesio sostiene
che le note alte hanno più velocità delle note basse. Cartesio osservò anche che
ogni nota contiene la sua ottava, fenomeno che aveva già accennato Aristotele. La
spiegazione per cui l’intervallo di quarta risulta essere l’ombra dell’intervallo di
quinta per Cartesio ha una semplice spiegazione geometrica.

Se si prende una corda AC e la si pizzica si ottiene anche la sua ottava, quindi AC


fa risuonare anche EF. Ora quest’ultima nota è effettivamente una quarta
considerata a partire dalla nota suonata da DB.

Fine
Presentazione
Consonanza
La spiegazione di Cartesio sulla consonanza è analoga a quella di Galileo. Le due corde A
e B stiano tra loro nel rapporto di 3:1 e le corde A e C nel rapporto di 3:2. Se A e B
vengono messe in moto nello stesso momento, A compirà un’oscillazione mentre B ne
compirà tre. Segue che quando A inizia la sua seconda oscillazione, B inizierà la sua
quarta, e quando A inizia la terza, B inizia la settima. In questo modo le due corde
iniziano ogni oscillazione insieme a distanza di un momento. Ora se A e C vengono
messe in moto contemporaneamente, A avrà completato un’oscillazione mentre C è già a
metà della sua seconda, quindi C non sarà in grado di partire nuovamente con A nel
secondo momento di tempo , ma solo nel terzo. Quindi mentre le corde A e C iniziano
contemporaneamente solo ad intervalli di due momenti, A e B partono insieme ad ogni
momento, questo fa sì che i suoni si mescolino meglio e producano un’armonia più dolce.

Cartesio sviluppa l’idea che la dolcezza delle consonanze dipende dalla frequenza con cui i
battiti prodotti dai corpi sonori coincidono a intervalli regolari. Tuttavia Cartesio sostiene che la
teoria matematica non può fornire un criterio di qualità estetica, criterio che dipende
esclusivamente dai gusti dell’ascoltatore.

Fine
Presentazione
Questo lavoro è stato
presentato da…
P. Binali Senadipathige
Classe 2^E
Spero che vi sia stato d’aiuto
per capire ed imparare delle
nuove cose

Fine Presentazione Grazie dell’attenzione

Potrebbero piacerti anche