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LESSICO lNTELLETTUJ\LE EUROPEO

ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI

IL VOCABOLARIO
DELLA
RÉPUBLIQUE DES LETTRES
TERlvfiNOLOGIA FILOSOFICA
E STORJA DELLA FILOSOFIA.
PROBLEMI DI METODO

ATTI DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE IN MEMORIAM


m PAUL DmoN
Napoli, 17-18 maggio 1996

A cura eli JVL\RTA FATTORI

ESTRATTO
BREVE NOTA SU <<GRUNT UND NATURE DER SELE>>
(ECKHART, PRED. 17 QUINT)

Lorus STURLESE

Scopo di questa comunicazione è dare notizia di due circostanze che


credo possano interessare i partecipanti a questo convegno.
La prima è che, nell'ambito di un programma di ricerca finanziato negli
anni passati dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dalla Deutsche For-
schungsgemeinschaft, sono stati passati allettare ottico, corretti e sistemati,
l) il testo completo delle Opere latine, e 2) il testo quasi completo delle
Opere tedesche di maestro Eckhart. Per le opere latine è stato utilizzato il
testo critico dell'edizione nazionale tedesca di Stoccarda (a cura di]. Koch e
altri, attualmente edita da A. Zimmermann e L. Sturlese, Kohlhammer
1936 sgg.). Si tratta di cinque volumi in-quarto, che hanno prodotto un fùe
di testo dell'ampiezza di circa 2.000.000 di caratteri e un complesso di
350.000 parole. Nel caso delle opere tedesche (abbreviate qui di seguito
"DW"), invece, il fùe di testo comprende i primi tre volumi delle prediche
ed il volume dei trattati 0f nella medesima edizione Kohlhammer, a cura di
Josef Quint), ed ha l'ampiezza di 734.000 caratteri per 162.000 parole. Il
quarto volume delle prediche è ancora in fase di edizione. Giacché si parla
di Eckhart, sarà forse il caso di aggiungere che è disponibile in forma quasi
definitiva anche un file di testo relativo alle Opere complete di Dietrich di
Freiberg (Hamburg, Meiner 1977-1985). Si può dire dunque che la situazio-
ne degli strumenti di base della lessicografia ftlosofica tedesca medievale è
negli ultimi anni migliorata sensibilmente.
I problemi che rimangono aperti sono comunque molti. In primo luo-
go che fare di questi materiali. Il progetto, che avevamo varato in accordo
con la casa editrice Kohlharnmer, mirava a realizzare un Index Eckhartianus
cartaceo sul modello dell'Index Thomisticus del P. Busa, con la sola modifi-
cazione che i contesti avrebbero dovuto essere sempre significativi (cioè di
per sè leggibili e comprensibili), e che sarebbero stati omessi nel caso di
lemmi di alta frequenza (più o meno quelli elencati nelle tavole della concor-
danza del Decretum Gratiani a cura di Reuter e Silagi, Miinchen, Monu-
menta Germaniae Historica 1990). L'impetuoso sviluppo della tecnica ha re-
so (credo) obsoleto questo tipo di concordanza cartacea, per cui il progetto
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come tale è stato abbandonato. Per il momento utilizziamo nel nostro grup-
po di ricerca il programtna di interrogazione "AnyText" su "I-Iypercard"
della ditta Linguist's Software. L'editore Kohlhammer è comunque inten-
zionato a realizzare un CD-ROM con Eckhart latino e tedesco appena il te-
sto critico sarà pubblicato per intero. Sin qui le informazioni sui lavori fatti
in ambito eckhartiano.
Vorrei aggiungere qualche parola sui lavori attualmente in corso. Devo
premettere che studi lessicografici su Eckhart non sono rari. Soprattutto
sull'Eckhart tedesco esiste una messe eli dissertazioni con ampie schedature,
catalogazioni, classificazioni e interpretazioni di molti termini più o meno
"chiave", ed inoltre i volumi del Quint hanno buoni indici. Due sono, in ge-
nere, i limiti di questi lavori. Il primo è che, basandosi su schedature manua-
li, tutti questi lavori sono in qualche modo selettivi e precostituiscono attra-
verso i materiali offerti la relativa chiave di lettura. Il secondo limite è che
questa chiave di lettura è quasi sempre la lettura «mistica>> patrocinata dal
Quint, che ha avuto una enorme influenza sulla germanistica. Vorrei dare
un modesto esempio di come l'uso di uno strumento flessibile come i nostri
f.ùes di testo ed AnyText possano contribuire a modificare questa situa-
ztone.
L'esempio che scelgo è quello del sintagma «gmnt und natiìre der sèle>>
(fondo/ fondamento e natura dell'anima), che ho incontrato nella Predica 17
Quint della quale sto preparando un commento. Questa formula si trova tre
volte in questa predica, e l'interrogazione mediante il nostro programma ci
dà la sicurezza che altrove non compare mai. I tre contesti sono i seguenti:
DW I, 281 Ez sprichet cin meister: daz wort sCie daz enmeinet den
grunt und di e natUre der séle [enriieret ez] niht (un filosofo dice: il termine
'anima' non significa il gnmt e la tlattfre dell'anima)
DW I, 281-282 Dà von sprichet ein meister: swer dà schribet von be-
wegelichen dingen, der enriieret die natUre noch den grunt der sCie niht (un
filosofo dice: chi tratta dell'ente in movimento non tocca nè la 11atiìre nè il
gnmt dell'anima)
DW I, 289 Noch geist noch engel enriieret den grunt der sèle niht
noch die natUre der sCie (n è gli spiriti nè gli angeli toccano il gnmtdell'anima
nè la natt7re dell'anima).

Cos'è il gnmt tmd 11attlre dell'anima? Si è parlato a questo proposito del


fondo mistico senza fondo, del luogo ove avviene l' tmio mystica e così via di-
cendo. In realtà, come peraltro rileva il Quint nel suo commentario, dietro a
questa espressione c'è una fonte ben deternllnata, e precisamente Avicenna,
il quale afferma nel I libro De anima che il nome di anima è nome di una
funzione e non della natura o essenza: «est nomen officii, non essentiae ani-
mae in se>>. Gmnt ttnd nattln der sé'/e equivale dunque a essmtia animae. Il sin-
Breve !lofa s11 (fgnmt und natiire der si:/e.J) 275

tat,rtna essentia anillJae, a sua volta, è presente nelle opere latine sei volte, setn-
pre in contrapposizione alle potentiae. Abbiamo dunque da un lato il lat. essell-
tia auimae e attn. gnmt und nature der se/e, dall'altro le poteutiae animae e attn.
knfte, in Avicenna anima come 1JOJJJe11 rifficii.
Ma perché Eckhart usa qui, e solo in questa predica, proprio gnmt 1111d
nattire der sé/e, e non invece setnplicemente gnmt der sé/e, che è sintagma fre-
quente, e diventerà di lì a poco addirittura formulare? Perché alla formula
gmnt der sé/e, che aveva a disposizione, Eckhart ha aggiunto proprio e solo
qui tmd natfù"? La risposta sta probabilmente nel modo in cui Eckhart legge
la dottrina di Avicenna a proposito della beatitudine filosofica. Avicenna,
com'è noto, riteneva che il sapiente, sn1diando le leggi della realtà («forma e
ordine dell'universo>>), giungesse ad una intuizione dell'universo (<<saeculum
intelligibile>>), ed attraverso questa ad una identificazione della ragione con
l'universo nei suoi principi (<<saeculum intellectum>>), e quindi con Dio in
quanto principio dei principi dell'universo. Eckhart, nella medesima predica
17 Quint, sintetizza questa dottrina nella formula seguente:

DW I, 288-289 der sete nature und natiurlichiu volkomenheit ist, daz


si in ir \Verde ein verniinftigiu werlt, da got in sie bebildet hat aller dinge bil-
de (L'essenza dell'anima e il suo modo di essere perfetto secondo la sua na-
tura consiste nel divenire in sè un mondo razionale, ove Dio ha disegnato le
forme del tutto)>>.

Il testo di Avicenna che Eckhart parafrasa suona invece: <<sua perfectio


animae rationalis est ut fiat saeculum intelligibile et describatur in ea forma
totius>> (il perfezionamento dell'anima razionale è diventare l'universo intel-
ligibile e aver in sè disegnata la forma del tutto).
Mentre per Avicenna il congiungimento con Dio è il risultato di un
mov'"imento conoscitivo nel quale la quantità si trmnuta itnprovvisamente in
qualità, in Eckhart l'accento si sposta sull'essenza dell'anima, del gnmt der sé-
le, che è il mondo intelligibile per sua costituzione naturale, gmnt tmd 11atril".
Ma sia per Avicenna che per Eckhart la conoscenza di cui si parla è la
. conoscenza dell'universo e delle sue leggi (quella che oggi chiamiamo cono-
scenza scientifica), e se questa conoscenza scientifica diventa conoscenza di
Dio, questo avviene in quanto Dio è principio delle leggi dell'universo. Si
dovrà, alla luce di queste considerazioni, rileggere il «misticistno» ed:-
hartiano e la stessa dottrina del fondo dell'anima, che appare ora molto me-
no numinosa di quanto certa critica oggi ancora sostiene.

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